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COMUNITA’ MONTANA DEI MONTI LATTARI – PENISOLA SORRENTINA

XV Zona della Regione Campania


AG E R O LA
081.8025811
fax 081.8025820

Prot. n. 4468 del 12.09.2008

DOCUMENTO DI PROTESTA DEL CONSIGLIO GENERALE DELLA COMUNITA’


MONTANA SULLA PROPOSTA DI LEGGE “VALIANTE” DI RIORDINO DELLE
COMUNITA’ MONTANE IN DISCUSSIONE AL CONSIGLIO REGIONALE DELLA
CAMPANIA.

Il Consiglio Regionale della Campania ha al suo esame, per l’approvazione, il disegno di


legge per il riordino delle CC.MM. sulla proposta approvata già dalla Giunta Regionale.

La necessità di riforma dell’assetto delle CC.MM. in Campania nasce, come tutti sappiamo,
dalla legge finanziaria 2008 approvata nel dicembre scorso dal Governo Prodi, il cui iter vide una
presa di posizione delle Regioni contro la cancellazione poco razionale che una prima bozza della
finanziaria conteneva, rivendicando la competenza in materia all’Ente regionale.

La soluzione trovata fu quella di riservare ad una legge regionale da emanarsi entro il limite
del 30 giugno, poi prorogato al 30 settembre, la determinazione del riordino della disciplina delle
CC.MM.

Essa doveva ispirarsi ai criteri contenuti nel comma 18 dell’art. 2 di quella legge, con
l’imperativo di ridurre la spesa per un importo almeno pari ad un terzo del fondo ordinario.

In mancanza si sarebbero applicati i criteri necessariamente generici contenuti nel comma


20 dello stesso articolo.

Il disegno di legge proposto dalla Giunta Regionale della Campania, a parere dell’UNCEM
Regionale e della quasi totalità dei presidenti delle CC.MM. è carente in alcune sue previsioni. In
particolare si ritrovano carenze:
1. sugli ambiti territoriali;
2. sulle modalità di elezione delle rappresentanze.

Nello specifico per il primo punto, Il comma 18, in particolare, prevede che la legge
regionale si ispirasse a:
- indicatori fisico – geografici come dimensione territoriale, acclività dei terreni, altezza
altimetrica, distanza dal capoluogo di provincia,
- indicatori demografici come dimensione demografica e indice di vecchiaia,
- indicatori socio economici quali reddito medio procapite, livello dei servizi, presenza di
attività produttive extra agricole.

La proposta Valiante, passata in Giunta Regionale e poi esaminata dalla Commissione


consiliare, che avrebbe dovuto contenere lo sforzo di razionalizzare i confini delle CC.MM. in tal
senso, invece, risponde in maniera molto più sommaria di quanto proposto dal comma 20.

Così succede che Comuni con gravi difficoltà di sviluppo vengono tenuti fuori solo per un
tratto di costa caratterizzato da costoni affetti da dissesto idrogeologico, oppure vengono tagliati
fuori territori montani caratterizzati da densità di popolazione estremamente diradate e gravi
problemi sociali solo perché storicamente agganciati a centri popolosi di cui sono propagini spesso
dimenticati.

Non c’è traccia di alcun tentativo di affrontare con mentalità scientifica il problema verso
cui anche la finanziaria, pur nella sua natura squisitamente monetaria, aveva indicato di andare
ma solo considerazioni brutali di gestione amministrativa di territori che rispondono invece a
problematiche geomorfologiche e demografiche completamente ignorate.

Circa, invece, le problematiche collegate alla rappresentanza politica, non trovava spazio la
minoranza di ogni Comune provocando, così, un difetto di democrazia.

Anche relativamente alle problematiche scaturenti dalla chiusura o dalla fusione di


Comunità Montane non si ritrova nella legge alcun riferimento circa l’eredità attiva e passiva degli
Enti e le competenze in merito alla liquidazione delle attività e alla riallocazione delle risorse
umane e patrimoniali.

I consiglieri della Comunità Montana Monti Lattari Penisola Sorrentina, nella loro qualità di
eletti dalle popolazioni interessate dal disegno di legge in parola, nel rispetto del mandato politico
ricevuto dai Comuni di appartenenza all’atto della rispettiva nomina, esprimono, pertanto, con il
presente documento la più netta contrapposizione contro questo modo
1. di determinare le CC.MM. per negazioni successive piuttosto che per ammissioni, considerate
e responsabili, articolate sui reali bisogni dei territori,
2. di dettarne indirettamente le gestioni senza affidare ad esse funzioni precise e pregnanti a che
manda allo sbando decine di unità di personale senza definirne destini e collocazioni organiche
alle esperienze cumulate.

IL PRESIDENTE
Giuseppe Guida

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