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Bollettino Trimestrale - Sped. in Abb. Posto Ar.

2 comma 20/C legge 662/96 Filiale di Roma


UNA VOCE
Associazione per la salvaguardia della liturgia lati Ilo-gregoriano
00186 Roma, Via Giulia, 167 telefono 06.6868353 e.e.p. 68822006
LUGLO -SETTEMBRE 3/2002
OTTOBRE-DICEMBRE4nOM
N. 7 e 8 uova Serie
DIRITTI E DOVERI DEL FEDELE:
IL CULTO CLASSICO NELLA COMMUNIO
La chiesa \'isibik sulla terra, per la natua dell'uomo. per le vicende delle storia e certo per una volont
mistcriosa ddla Prvvidenza, ha mostrato dal suo nascere diversit di dottrina ed opposizioni di uomini,
Ci tanto pi avviene quanto pi dall'ambito della pura affermazione della verit rivelata si muova verso
il terreno delle concrete a/ioni di govero. cnn le quali si esercita la !)Icslas illri.dictiol1is SCII rcgifllinis,
Si tratta di fenomeni cOlluni a tutte le organizzazioni sociali complesse, dotati di numersi e di\ersi or
g
ani,
con spccializzazione di funzioni. Anche la Chiesa cattolica non potrebbe prescntan:. in ogni angol(l (kl glol),
qucll'unicit di azionc amministrativa che i legislatori dell'ottocento europeo avevano auspicato p.r gli stati
chc allora si Clbtitui\anu \1 si rifnrma\ano.
Nondimeno, come ngni cittadino riman. sconcertato dalla colluvie di nonne inclllnponibili fra loro ()
addirittura contraddittorie COI le quali vicnc ad avU. rapl1l)ro, cos ogni cattolico resla ragionevolmente scon
certato da comportamenti della gerarchia eh. appaiono difllcilmente riducibili ad un'unica mcn.\.
Ndk comunit statali moderc. si viene a capo del prhl.la riconoscendo che un certo atto. comporta
mento o provvcdimento illegittimo. pcr.h viola una norma superiore. C' poi fH:il. che a ci si aggiunga ch.
talvolta la persona titolare dd poterc ad avere commesso un illecito. sia esso punito dalla legge penale o
m.no. Anche l'ordinamento canonico. naturalmente, prevcde ricorsi amministrativi c giurisdizionali. sanzioni
e proc.dimenti penali. ma l'h,,hiflls .on il qual. i fcdcli vedono i loro rapporti con la liturgia li rencle difficil
mente esperibili nd campo specitco.
Una Voce ha il tnc statutario del mantenimento c ddla ditlusione del culto ndlc frme del messale, del
breviario e dei rituali restituiti alla loro pienezza dai decreti del concilio di Trento e dai conseguenti atti
applicativi (ki pontdic romani. La nostra azione cd .sistenza riposa sulla convinzione dei Fondatori che csista
un diritto perfte) dci battezzali di rito latino a mantenere tale culto ed a ric,\'ere. con le sue torme, i sacra
menti. i sanam.ntali, c le altre ricchezze spirituali trasll1esseci nella divina liturgia,
Ogni atto della Santa Sede e degli ordinari dioc.sani in tale senso perci per l'assn.iazion. motivo cii
leti7ia. di soddisfazione, e rim'igorisce i slntimenti di union. alla gerarchia (si dice sentimenti, perch l'ade
sione dottrinale e legale scontata). E l'ice l'asil.
Tali sentimenti superano il solo ambito della tutela del culto classico, e si nutrono anehc di positivi intcr
\enti che appaiono in continuit con la piet cattolica di scmpre,
Con piac.re si perci vista la letkra primo luglio 2002, protocollo 1322/02/1,1, con la quale la
Congregazione del culto divino e disciplina dei sacramenti ha comunicato ad un vescovo di lingua inglese chc
I Noti tiaea (436) novembre - dicembre 2002. pp. 582-584.
essa considera che riutare la santa comunione ad un fedele sulla base della posiione in ginocchio sia una
grave violazione di uno dei diritti pi fondamentali deifedli cristiani, specicamente di quello di essere assis
titi dai loro pastori per mezzo dei sacramenti (can. 2i?)La Congregazione ha specifcato che l'ammissione
del l a ricezione del l a comunione i n piedi non ha mai signifcato, sul la base del paragrafo 2 dell'institutio gen
era/i. del novus orda, che si potesse rifutare la comunione a chi desideri riecverla in ginocchio. Ccrto, la
scoperta del l'acqua calda, ma la lettera richiede al vescovo di i nvestigare sulla regolarit di simi l i rifuti ai
fedeli, Qchiamando la necessit di sanzi oni disciplinari verso i preti che si rendano colpevol i di tal i abusi pas
torali.
Ci corisponde ad una sana amministrazione, che non solo all'emla il diritto, ma anche si appl ica a
reprimere gli i l leciti.
La stessa Congregazione, con la lettera 21 l uglio 2001, protocol l o 2451100/L, ha precisato che la facolt di
ammettere le fanci ul l e al servizio dell'altarc non del l a conferenza epi scopale, ma del singolo vescovo dioce
sano; e che, comunque, nessun vescovo pu obbligare un sacerdote ad ammettere al servizio del l'altare una
fanciulla (le cd chierichette)
Volentieri riportiamo, nel presente Bollettino, una sintetica esposizione dei principali arricchimcnti della
editio typica fertia del 110VlIS ardo, fatta direttamente dal segretario della congregazione del culto divino. Si
spera che una puntuale attenzione alla difcile attivit delle traduzioni renda meno labi le il lavoro svolto per
un testo migli ore, ovviamente in latino, e cio in una forma nel l a quale sar, proporzionalmente, quasi inuti
l izzato.
Come si vede, si tratta di attenzione a temi che in concreto non ci riguardano: nel culto classico, la comu
nione si riceve in ginocchio, le bambine non servono messa, il messale quello dci 1962.
Nondimeno, rispettiamo la sensibil it di quanti professano l'integrit della fede cattolica nella pratica del
nuovo culto, e ci rallegriamo degl i ausili loro oferti, fra l'altro, con gli atti ricordati.
Se dai documenti del la Santa Sede scendiamo alle singole diocesi, sol o la ricordat consapevolezz della
variet di premunisce dal l o stupore. I vescovo di Treviso cel ebra per la l ocale comunit, ed il vescovo di
Tempio Pausani a maltratta il portavoce di un nutrito gmppo di fedeli che chiedono la messa. Il vescovo di Pisa
si porta nel l a stessa mani era delI'ordinario sardo, cd il vescovo di Verona completa la sua autorizzazione, sic
ch nel la citt scal igera anche a Natale, Pasqua e Pentecoste i fedel i avranno la messa. A Piombino si celebra
il decennale del l a messa e nel duomo di Milano non si potuto rinnovare l'omaggio dicembrino al patrono di
Una Voce Italia, il beato Schuster, che viene per ricordato a Genova, donde proviene del l'attual e successore
di Ambrogio.
Concludiamo rimanendo nell'analogia: i cittadini sono oggi pi consapevol i dei l oro diritti di quanto non
fossero decenni addietro, e non accettano faci lmente gli abusi del l'autorit pubblica, anche nel l e cose meno
essenziali . Questo apparecchio del l'animo, data l'unit del la persona, anche nei soci i taliani di Una Voce, e
si pu dire nei Cattolici. almeno ncll 'aspirazione a vedere rispettato il diritto, non costituzionale ma costituti
vo, al l a piet di sempre.
In materia di sacramenti, l'ultimo ed il bisognoso il laico, non il chierico.
* * *
2
EDITIO TYPICA TERTIA DEL MISSALE ROMANUM
di Francesco Pio Tamburri no'
Facendo propria l'afermazione del Sinodo dei Vescovi del 1 9X5, il Papa Giovanni Paolo II ha ribadito che
il rinnovamento liturgico il frutto pi visibile dell'opera conciliare (Lettera apostolica Vcesilllus qllintlls
annus, Il). Per molti, il messaggio del Concilio Vaticano Il stato percepito innanzitutto mediante la riforma
liturgica. Del resto, esiste un legame strettissimo e organico tra il rinnovamento della liturgia e il rinnova
mento di tutta la vita della Chiesa. La Chiesa non solo agisce, ma si esprime anche nella liturgia e dalla litur
gia attinge le fore per la vita (Giovanni Paolo Il, Dominicae Cenae, 13).
I Missale RomanI/III, nella sua II edizione tipica, rappresenta, senza dubbio, il dono oferto dalla Santa
Sede, e in modo speciale dal Santo Padre, alle Chiese particolari di Rito Romano, con la garanzia dell'auten
ticit, in sostanziale fedelt alla traditio ereditata da chi ci ha preceduti e trasmessa alla generazione che viene.
Tuttavia, a guardare con attenzione, questa II editio typica ha tenuto conto di particolari adattamenti dci
Messale romano, avvenuti negli ultimi trent'anni in molte Chiese locali mediante le traduzioni nelle lingue par
late e confennate dalla Santa Sede. In questo senso, il nuovo Missale Romanlll recepisce alcune istanze gi
ufcializzate nei Messali tradotti e rappresenta, sotto qualche aspetto, uno sviluppo del Rito Romano. Su que
sti clementi onTir alcuni esempi.
Nei giomi triali di Avvento la editio typica al tera del 1 975, promulgata dal Papa Paolo VI, offiva una
raccolta di testi a cui attingere ogni giomo. L'attuale edizione presenta fornulari completi, distribuiti nei sin
goli giomi feriali.
In parecchi Messali in lingue parlate er stata autorizzata l'introduzione del Simbolo Apostolico accanto al
Simbolo Niceno-Costantinopolitano. La possibilit di scegliere, facoltativamente, questa formula di profes
sione di fede introduce nel Messale un venerabilc Simbolo occidentale, attestato a Roma dal III secolo (DS,
10ss), spiegato da cminenti Padri della Chiesa, quali sant' Ambrogio, sant' Agostino, Rufno, e altri Vescovi
delI'Iberia, della Gallia meridionale, deII' Alemagna, della Iberia, della Dacia, e presente, in fomla interroga
tiva battesimale, nel Sacramento Gelasiano, che riporta la prassi liturgica romana del VI secolo, che rimonta
alla Traditio Apostolica attribuita ad Ippolito romano. Si pu anche notare, per inciso, che talc simbolo
Apostolico trov, dal secolo XVI, il favore delle Chiese ritormate ed tutt'ora in uso ncl loro culto, spesso in
altemativa al Niceno-Costantinopolitano, nelle comunit luterane, calviniste, anglicane, presbiteriane, valdesi,
ecc. A parte questo risvolto ecumenico, che piuttosto secondario, il punto importante il recupero di una tra
dizione genuinamente romana, arrivata tino al Catechismo Romano dci 1564 e al Breviario Romano, edito nel
1568 ad tollendam orandi varietatem: proinde etialllfrma ,\ymboli toti Ecc/esiae Latinae iniunc/a esI (DS,
30).
Per il tempo pasquale le orationes erano ripetute in fimna ciclica nei giorni infra-settimanali: ora sono state
introdotte orazioni proprie per ogni gioro, tratte dagli antichi Sacramentari, la cui qualit teologica e lettera
ria di altissimo profilo.
Talvolta, sono stati introdotti dei piccoli cambiameti, che, nondimeno, veicolano principi importanti. Ad
esempio, nell Preci Eucaristiche, dove, da tempo si chiedeva di adeguare la stesura grafica del testo al genere
letterario della Prex e alla sua teologia, recepita semper et lbique dalle antiche Chiese di Oriente e di
Occidente, secondo la quale tale Prece inizia non dal vere saneuts o dal Te igituD>, bens dal dialogo del
prefazio. Del resto, gi le rubrichc del Messale postconeiliare richiedevano che l'assemblea stesse "in piedi"
fn dall'orazione sulle oferte. In base a questo principio, anche la Prex Eucaristica lo Canon Romanus inizia
con il dialogo tra il sacerdote e l'assemblea, prosegue con il preCazio concluso dal Sanctus, al quale si lega il
Te igitur (che proprio ne II' avverbio igitur contiene un chiaro richiamo a ci che strutturalmente lo precede).
I Da: BOLlJTn:O CECILIANO, Periodico Mensile anno 97" - laggio 2002 115.
3
Un altro el emento che caratteriz7.l la nuova "editio" il ripri sti no delle orationes super populum in tutto il
tempo quaresimale, che arricchiscono la forma consueta di benedizione, prima della dimissione del popolo di
Dio. In questo easo si pu constatare il senso della traditio del nuovo Messale, che non disprezza nessuna pre
cedente fora liturgica autenticamente romana, perch una gran parte di tali orationes super populum sono
riprese dal Messale del 1962 e al tre dagli eccelsi fomlUlari dei Sacramentari antichi.
Ancora, nell Ordo Missae e nei principi espressi chiaramente nella Institutio generalis Missalis Romani
(nn. IJ 5 ss), viene riconfemlata la scelta - che ha anche una chiara connotazione ecclesiologica - della Msa
cum populo come forma tipica della celebrazione eucaristica, a diferenza dell'Ordo Missae del Messale
Plenario del 1570, che rappresentava in primo luogo la Messa privata del sacerdote con possibili adattamenti
in presenza di un mini stro, dei fedeli, di dignitari ecclesiastici (Papa, Vescvi), cantata o con la schola. Anzi, la
l editio tpica, che vede la luce dopo la pubblicazione de Caerimoniale Episcoporum (1984) e dei vari
Ordines dei sacramenti , evidenzi a l esemplarit della celebraione eucaristica presieduta dal Vescovo: In
ecc/esia locali primus sane locus tributar propter eius signicationem. A1issae cui preesl Eiscopus a suo
presyiterio, diaconis et ministris laicis circumdatus {cf SC, 4IJ et in qua plebs sancta Dei piene et actuose
participat. ibi enilll habetur praecipua oanmstati Ecc/esi ae (institlltio generali.\ Misali Romani, 112).
Si noter anehe ehe, la stessa forma di celebraione cui unus tantum minister assistit (lnstitutio genera
lis Missalis Romani, 252-272), in questo Messale stata unifomlata nei riti alle altre fore di celebrazione,
perch per una inspiegabile incoerenza, anche nel Messale dci 1975 era regolata da rubriche che prevedevano
lo spostamento del Messale da destra a sinistra e altre cerimonie della Messa tridentina.
Una ricchezza straordinaria di questa edilio typica II l'inserimento di una enorme quantit di testi musi
cali in gregoriano, che trovano la loro eollocazione non in "appendici", bens al l oro posto nello svolgimcnto
celebrativo dell'Ordinario o del Proprio. Per il testo latino delMessale, compare per la prima volta nella
Institutio generali Missa/ romani, al n.4l, l'indicazione della Costituzione SacrosanclufI Conci/iunI, n. 116,
in cui si atra: <<Principem
!
ocum obtineat, ceteris paribus, cantus gregorianus, utpote Lituriae romanae
propriu.m, senz escludere altre forme musicali, puch siano confacenti allo spirito dell azione liturgica e
favoriscano la partecipazione di tutti i fedeli. Senza dubbio, il Messal e attual e favorisce e incoraggi a la pae
cipazione con il canto, ma anche segnala, in due luoghi della Institutio generalis Missalis Romani, ai nno 45 e
56, l 'opportunit di momenti di silenzio, che dovranno aiutare a dare alla celebrazione un clima intensamente
orante e contemplativoo
Questa complessa e laboriosa opera della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti,
nonostante i condizionamenti e i limiti che essa possa contenere in quanto opera delle mani dell'uomo, rap
presenta il libro autentico ehe la ehiesa ci ome per celebrare i divini misteri in piena ortodossia e legittimit.
Esso offre alle chiese locali un model lo per le loro edizioni in lingue volgari e lIna occasione per ri l anciare
nelle comunit cristiane lo spirito genuino della liturgia della Chiesa.
Anche in questa edilio del Messale si verifca la sintesi /ex OI'and e le credndi. Esso uno strumento
nelle mani dei Partori e dei ldeli. Lo si potrebbe paragonare ad un acquedotto: ne possiamo sottoporre ad ana
lisi i percorsi tra monti e valli, la portata delle condutture, ma l i mportante che l'acqua arrivi in abbondanza.
Oggi possiamo rallegrarciq perch la liturgia, regolata onnai dalla terza edizione del Missale Romanum pu
dissetare il popolo di Dio pellegrinante nel deserto ed in grado di far sperimentare ai credenti, radunati per
il convito sacrifcalc, che il Risorto in mezzo ai suoi e continua ad ofl'rire la pienezza di ogni grazia e bene
dizione del Cielo (Canon Romanus).
4
UN NUOVO "MOVIMENTO LITURGICO"?
di Andreas Schoenberger
1
Il Cardinale Ratzinger concludeva la premessa al suo libro Lo spirito della Liturgia (Herder 2(00) con le
parole: "Se il libro riuscisse a promuovere in modo nuovo qualcosa come un "movimento liturgico", un movi
mento per il perfezionamento della Liturgia esteriore cd interiore. allora sarebbe adempiuto lo scopo che mi
ha spinto a questo lavoro".
Nella sua recensione all'edizionc francese del libro di Ratzinger, L'esprit de la Liturgie (Editions ad Solem)
il redattore eapo della rivista L'hom11le nouWau, Philippe Maxence, riporta la stessa frase cos : " Se questo
libro potesse tar nascere un nuovo movimento liturgico, o anche aiutare a ritrovare un modo degno di cele
brare la Liturgia, sia nella sua forma esteriore che nelle disposizioni interiori che essa suscita, l 'i ntento che ha
ispirato questo lavoro sarebbe pienamente realizzato"
Un confronto fra i due testi mostra che quello che nella versione originale del libro viene espresso soltan
to in modo cauto, cio lo stimolo ad un movimento liturgico, viene espresso nella traduzione francese come
un preciso desiderio del cardinale di veder sorgere un "nuovo movimento liturgico e proprio sulla base dcI
suo libro.
Araldo d'un nuovo movimento liturgico
La rivista, che non fa mistero della propria disponibilit a rendersi portavoce d'un nuovo movimento litur
gico - restando aperta la possibi lit che esso sia formale () inf<mnale - nell'area linguistica tlllcese , comc
risulta cvidente. L 'hol11l11c IOllveou. Cominci con la stampa della predica ch\ il Cardinale Ratzinger ha tenu
to il 22 luglio 2001 nel quadro delle JOllrles Liturgiques. svoltesi sotto il suo patroci nio nell'Abbazia hene
dettina di Fontgombault. Nella sua relazione su di essc notava la rivista (HN 2.9.2001 ) che il Cardinale nei
suoi diversi interenti al Congresso aveva sottolineato la necessit di riscoprire la dimensione dci Sacro e il
gcnuino spirito della Liturgia."
Il numero successivo dcll'fomme Nuveau recava la gi menzionata recensione del libro !'/r|/de la
Liturgie. 11 seguente numero del 7 otobre era tutto nel segno di una intervista esclusiva concessa dal Cardinale
al Redattore capo della rivista, Philippe Maxence in occasione del lancio del suo libro. Conforme anche il tito
lo dell'articolo di fondo in prima pagina: "Per U/111110\ mOl'imento liturgico".
Ci vogliamo dunque occupare qui di seguito di alcuni passi a nostro avviso importanti per i lettori di UVK
dell'intervista per cui il Cardinale dedic un'ora di tempo.
!'a}cscodel/aLitlllgia e il suo restauro
Per migliore comprensione sembra opportuno innanzitutlo tomare all'introduzione al volume Der Geist d,.
Lturie. Ivi si legge: "Si potrebbe dire che allora - 1918 ( l anno in cui apparve il primo libro di Romano
Guardini Vom Ge,:,t dr Liturgie) la Liturgia in qualche modo era simile ad un affresco, che s' era conserato
intatto ma era quasi obliterato da successive intonacature. Nel Messale, secondo cui il Sacerdote celebrava, il
suo aspetto sviluppatosi fin dalle origini era totalmente presente, ma per i Fedeli nascosto in gran parte da invi
ti alla preghiera e fonnc di preghiera private. Attraverso il movimento liturgico e dclinitivamente attravcrso il
Concilio Vaticano II l'afresco venne rimesso in luce, e per un istante fummo aO'ascinati dalla bellezza dei suoi
colori e dcllc sue fgure. Ma nel frattempo esso stato messo in pericolo e minaccia di venir distrutto per con
dizioni climatiche e taluni restauri c ricostruzioni (op. cit. pp. 7/8).
Alludendo a questo pericolo per l'afesco, Maxence domanda al Cardinale, se qui si tratti di una" consta-
1 Una Voce Korcspondcz, Gcn. Feb. 2002, traduzione d:,l t.d.sco a cur di Umberto Mariotti Bianchi
5
tazione drammatica". Nella sua risposta Ratzinger sviluppa ulteriormente le indicazioni date nella sua intro
duzione. A voler andare nei particolari, sarebhe necessario rifre tutta la storia del movimento liturgico.
Tuttavia vanno affrontati un paio di punti.
Il Rosario nella celebrazione del/a Messa
Secondo Ratzinger l'atesco della Messa nel corso del tempo stato ricoperto da stratificazioni successi
ve, ch ne hanno lasciato intatto il Mistero centrale, ma l'hanno resa poco visibile per molti. Quale cscmpill
della presenza "velata" del Mistero liturgico come tale il Cardinale cita la recitazione del Rosario durantc la
celebrazione della Mcssa, molto difusa nella sua infnzia.
Che ci fosse una realt, almeno per certe regioni non si pu negare. Cos Ferdinand Kolbe, nel suo libri
cino Die Uturgische Bewegung, pubhlieato da Pattloch nel 1962 cita un decreto vescovile del 1937 nella dio
cesi di Linz, secondo cui " la recitazione dci rosario non pu venir esclusa dalla celehrazione della messa comc
preghiera non liturgica" (pp. 63/64). Ed altrcttanto ccrto che anche altre pratiche di devozione personale
durante la Messa venissero promossc. Il punto se realmente ne discenda la conclusione del Cardinale che "la
prcghiera dei fedcli in qualchc modo veniva separata da quella della Chiesa". Con il che la Liturgia avrebbe
perduto la sua posizione eentralc per una gran partc dci fedeli.
|njr.g/ad/z/c
Papa Pio XII forse non avrehbe conlennato qucsto giudizio. Si ricordino le suc sagge parole ncll'enciclica
Mediator Dei dci 1947 con cui prese le dilse di quei fedeli che per lc ragioni da lui in precedcnza indicate
non sono suscettibili di vcnir infuenzati e guidati "con prcghiere, canti e azioni sacre comunitaric": "Chi
potrcbbc perci, per un talc prcgiudizio, sostenere che tanti Cristiani non prendono parte alla cclebrazione
eucaristica, cos da non poter godcre delle sue grazie? Essi possono farlo in altri modi, dlC ad alcuni ricsconu
pi facili, ad esempio attravcrso una mcditazione sui Misteri di Gcs Cristo ( il che l il Rosario n.d.L ) (\ attra
verso altri pii esercizi e con altre preghierc,lc quali, bench nella timna diverse dai Sacri Riti, tuttavia concor
dano con essi"( dalla traduzione tedesca approvata dal Vicario generale di Colonia, David il 4.6.1948, p. 50 ).
Del resto bisogna constatare che c'erano altrc Diocesi in cui la recitazionc dci Rosario durante la Santa
Messa era inusuale, come ad esempio la Dioccsi di Treviri. Anche l'autorc di qucsto articolo non l'ha mai \'istu
tilrC nella sua infnzia. AI contrario, tutti i cosiddette "Uflici" dei \'ivi e dci mori venivano recitati o canati
interamentc in latino c ei vale soprattutto per le Mcsse dei morti, che a quei kmpi erno molto numerse,
forse perlno troppo. Ma essc vcnivano cantate coralmentc dal popolo, quando l'organista ataccava il prorio.
E questo ha inciso profondamcnte nella devozione e nel cuorc dcll'autorc, il qualc all'inizio degli anni trenta
nella parrocchia del suo luogo natale veniva reso libero dallc escrcitazioni della scuola clemcntan:. soprattut
to con l'imprcssionantc Dies Ie e con il canto sepolcrale Libera me Domine de morte aetero ...
Del rcsto va soggiunto che il vescovo di Linz, nel citato decreto dci 1937, ha anche scritto: "L'inversione
dcll'altare c la cc1ebrazionefcie vel'sus populum sono severamcntc e senza eccczioni proibitc".
Come che sia, per abolire la recitazionc dci Rosario durante la Santa Mcssa non oeeorreva una riforma
liturgica.
L 'afnesccr/ou///
"Al tcmpo del Concilio, ha poi dichiarato il Cardinale che l'af1esco sarebbe "stato ripulito c reso pi chia
ro. E per un momcnto abbiamo creduto che ci fosse riuscito di restituirc al Mistcro Liturgico il suo vero posto."
Un'aflnl1azionc, qucsta, nella sostanza difcilrente condivisibile. Ci si riferisce al "rinnovamcnto" della
Liturgia previsto dalla Costituzione Sacrsanctuin Cl1cilium? Con questo rinnovamento di testi c riti siano
ordinati in modo chc csprimano pi chiaramente il Sacro di cui servono comc segno c in modo che il Popolo
cristiano possa il pi possihile comprenderli e concelebrarli con partecipazione piana, attiva e comunitarin."
Che cosa ne sia venuto poi da questo "rinnovamento" non sembra esserc troppo chiaro a Ratzingcr, quan
do proseguc: " PU1roppo da allora qucsto aHcseo ha subito nuove turbative, che in efretti SOlO da addebitare
alle condizioni climatiche del nostro tempo, "condizioni c1imatichc che nascondono in s il pericolo di porta
re l'afresco alla sparizione, per restare in immagine."
6
Le cOI/dizioni climatiche del Cardinale
Quale afesco ha qui negli occhi il Cardinale: l'immagine di una Liturgia "rinnovata" nel senso della
Costituzione Sacrosanctum Conci/ium che era nella mente dei Padri Conciliari o la sua ralizzazione da parte
di Paolo VI? A m di logica egli deve aver inteso la seconda. Ma la spicgazione dei nuovi danneggiamenti all'af
f'esco liturgico con le "condizioni climatiche" nel momento della sua creazione e introduzione appare insuf
ciente. Eppure, come gi dimostra la citazione da Linz, all'intero del movimento liturgico quasi dall'inizio vi
sono state "battaglie direzionali".
1 movimento liturgico. un quad per nulla unitario
A voler personalizzare nel movimento le due tendenze principali, va nominato per primo Dom Guranger
(1805 - 1875), che us pcr primo l'espressione "movimento liturgico" e per il quale tra l'altro la lingua latina,
su eui del resto il Cardinale non spende parole, appartiene a/Mter della Liturgia. L'attaccamento di Dom
Guranger alla sacralit della lingua latina indusse un Kolbe ad osservare ehe appare dillcile "annoverarlo fra
i fondatori del movimento liturgico".
AI polo opposto di Gurangcr va citato in certo modo Dom Lal1lbert Beaudouin ( 1 873 - 1960), che gi ai
tcmpi del suo noviziato atrm: "Noi Henedettini siamo gli aristocratici della Liturgia, ma tutto il mondo
dovrebbe nutrirsenc, anche le persone pi semplici. Si dovrebbe dcmoeratizzare la Liturgia." (Kolbe op. eit: p.
33 ). E' vero che Dom Lambert non voleva (ancora) la soppressione del latino, ma la messa al bando di tuHe
le "preghiere private" dalla celebrazione della Messa. Egli "prfetizzava" anche "la difsione della
Concelebrazione Eucaristica in occidente." Negli anni venti egli divenne il "Pioniere dell'unit della Chiesa",
per il che, nella tenninologia di Kolbe. dovette subire "misconoscimento e messa al hando." Solo Papa
Giovanni, il "Papa dell'unit", gli avrebbe reso giustizia e tributato alta lode.
Che l'ala sinistra del movimento liturgico riprendesse fiato dalla fonnazione della nuova liturgia non si
lascia spiegare solo con le "condizioni Cli matiche" di quel momento. Le cause ne stavano - almeno in parte -
come s' gi dCllO, nello sviluppo stesso del movimento liturgico. (cfr. Mediator Dci, p. 44).
Paolo n/il meso in guardia
Inolt non va trcuato che il Papa di cui la "nuova Messa" pora il nome, era stato messo in guardia pres
santementc da competenti uomini di chiesa e laici di lunghe vedute per le conseguenze della rifonna.
E in fondo non lo stesso Cardinale Ratzinger a retifi care in parte nel corso dell'intervista la sua alrma
zione, che nel corso del Concilio si poteva credere di essere riusciti a "restituire al Mistero liturgico il suo pieno
e vero spazio", quando dichiara che la riforma liturgica di Paolo VI sarebbe una ma non l'unica possibile attua
zione della Sacrsanctum Conci/il/m? Anzi, quando aff erma perfino che non ci sar mai "una integrale attua
zione della Sacrosanctum Conciliul"'?
/cad IIna rmroapermanente
In questo contesto il Cardinale critica anche la maggioranza dei liturgisti, che si considerano i difensori
della riforma in nome del Concilio, c tuttavia non trovano dillcolt a pretendere una prosecuzione della rifor
ma. Sotto questo aspetto egli non esita a prendere le difse dci Messale di Polo VI, visto che afrma: "Una
riforma permanente non corrisponde allo spirito della Liturgia": allrmazione eui non si pu che aderire.
|o r|cotaoeatoche non convince del tl/tto
Meno convincenti suonano del rcsto le alermazioni del Cardinale sul problema della posizione del sacer
dote all'Altare nella prassi. Qui egli sottolinea I dillerenza fra la liturgia della parola e liturgia eucaristica.
Quanto alla prima egli ritiene nonnale che "l'incontro fra il popolo e il sacerdote si svolga faccia a faccia". In
linea di principio non c' molto da obiettare su questo.
Quanto alla "Liturgia eucaristica", sembra faccia difetto l'ultima conseguenza dalla soluzione da lui stesso
proposta. Ma ascoltiamo le sue stesse parole: C'"da un lato il dialogo fra il popolo e il sacerdote, che annun
cia la parola e dall'altro la comunit liturgica che forma una processione sulla via della Citt nuova. Sul piano
pratico bisogna di nuovo ricambiare tutto nella chiesa'? Questo sarebbe ugualmente un pesante errore. Abbiamo
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gi sperimentato troppi cambiamenti. In defnitiva i Cristiani trovano il simbolo del sole (che Cristo rappre
senta) nuovamente nella Croce, perch la Croce il segno del Signore crocifisso c risorto, che ritorer nella
gloria. Perci io propongo di pore di nuovo la Croce sull'altare ed in un modo ben visibile per tutti, per dare
cos alla Liturgia il suo corretto e degno arredo."
Non troppo semplice? Con l'attuazione della proposta dopo come prima resterebbe nella liturgia della
parola il fronteggiarsi, hlccia a faccia, del Sacerdote e del popolo. D'altra parte, la Croce, specie se grande,
potrebbe impedire il contatto visivo fra le due parti. In ogni caso l' antico e tradizionale orientamento dello sp
a

zio dell'altare che ancora viene sottolineato dalla Croce posta su di esso o sovrastante perderebbe ancora un'al
tra parte della sua attrazione simbolica. E ci particolarmente spiacevole in un'epoca in cui la gran maggio
ranza dci fedeli, la cui vita quotidiana vieppi regolata dall'immagine, sono particolarmente sensibili ai segni
visibili.
Certo non ha toro il Cardinale, quando osserva che il popolo stufo dci cambiamenti, ma con la restri
zione che ci non riguarda tutti c specialmente non quei cattolici impegnati che collaborano ai consigli litur
gici c alla preparazione della Messa domenicale. Del resto bisogna ammettere che l' eliminazione dello "altare
del popolo" nel nostro tempo veloce verrebbe dimenticata almeno altrettanto rapidamente dell'abbandono
dell'Altar Maggiore, cui dcI resto i fedeli "conseratori" possono guardare solo con nostalgia, come al muto
testimone d'un passato pi bello c pi pio.
La problematica del Canol1 Missae
Il Cardinale ha parole incoraggianti anche sulla problematica del Canon Missae, sollevata da Maxence. Si
tratta della recita silenziosa del Canone come del numero di queste Preghiere Maggior nella Liturgia. Quanto
a quest'ultimo, egli si csprime contro l'ulteriore moltiplicazione cos: "I quattro Canoni, le quattro Preghiere
Eucaristiche ( all'uso francese, in quello tedesco "Preghiere Magiori" ) sono suteienti:" Forse il Cardinale
volutamente sorvola sul ttto che in ambiente di lingua tedesca vi S0l10 altre sci" Preghiere Maggiori": tre per
celebrare la Messa con i bambini, una per celebrarla con i sordi, il Canone sul tema della riconciliazionc cd
uno per celebrar Mcssa in particolari occasioni, con quattro varianti (Gottesdienst del 6 maggio 1 999).
Ratzinger vede nella moltiplicazione del Canoni un contributo alla loro banalizzazione, cos come nella
recitazione del Canone ad alta voce, che nell'intendimento del Concilio avrebbc riacquistato in questo modo
la sua funzione originaria di "preghiera maggiore del popolo di Dio".
Nel frattempo si sarebbe fnito per riconoscere che la recitazione si lenziosa necessaria per non perdere la
Parola (in grassetto ncl testo francese). "Con la moltiplicazione dei canoni si core il rischio di arrendersi scon
sideratamente alla pretesa d' un mutamento continuo".
Propone infine il cardinale che il sacerdote, mentre recita a bassa voce il Canone, pronunci ad alta voce la
frase iniziale dci singoli brani, sicch i fedeli possano unirsi con le loro preghiere a quelle del sacerdote.
E' difcile valutare quante probabilit abbiano queste proposte di una piccola riforma della riforma di veni
re attuate ufcialmente.
I ruolo dei vescovi
Ci dipende in misura non certo minore dai vescovi, ai quali Ratzinger assegna un ruolo importante nella
"riscoperta dci vero spirito della Liturgia. "
Tuttavia su questo punto le esperienze del passato postconciliare inducono a cercare proprio negli episco
pati la maggiori diflcolt, certo non in tutti, ma nella grande maggioranza. La modi fica del documento ema
nato dalla Congregazione dci Culto Divino sulla traduzione dci testi liturgici, che il cardinale considera la
direttiva nella direzione dei suoi sforzi, potrebbe diventare attraverso le conferenze episcopali nelle singole
aree linguistiche il prossimo banco di prova della loro disponibilit concreta ad una "Risaeralizzazione" della
Liturgia attraverso la via della lingua.
La concelebrazione
In questo contesto va menzionata una critica di Ratzinger, che palesemente si rivolge anche allo stesso
vescovo di Roma. Ad un accenno di Maxence, secondo cui il Cardinale non si occuperebbe molto di proble-
mi mol to prati ci , come la moltipl icazione del l e eoncel ebrazioni, egl i ri sponde: " E' cos . Non tutto perfetto in
questo campo. lo pcnso che le concel ebrazioni con duemi l a concelebranti non corrispondono al la struttura fon
damental e del l a l i turgi a. Tuttavi a Ratzi nger non ha vol uto stabi l ire una re
g
ol a general e ri guardo al l e dimen
si oni ed al l a frequenza del le concel ebrazioni "nel l ' ambito di un' i nterista" . . . .
La domanda di Cretchen2
A concl si one di queste osserazi oni , Maxence pone per cos dire l a Cretchenfra
g
e: "Crede, Emi nenza, che
il testo conci l i are sul l a Liturgia, la Sacrsanctum Concilill m, venga appl i cato oggi correttamente?".
Risposta: " Certo dobbi amo sostenere ancora degl i sforzi, perch si tratta d' un testo chc contiene tante pos
sibi l i t di concrete fonne di attuazione. La ri fonna l i turgi ca di paol o VI i ntrodotta dopo il Conci l i o fu uno dei
potenzi al i svi luppi del l a Sacrosanclllll1 Concilillm, ma non i l solo possibi l e. I testo conci l i are non si ri duce a
questa ri fona. E se
g
l i si i ndi ri zzano al cune cri ti che, non per questo si cri ti ca perci i l Conci l i o, ma una certa
unil ateral i t nel l a sua esecuzione. "
Segue i l passo ci tato ci rca l a maggi oranza dei l i turgi sti che vorrebbero una ri fornla permanente. E i l
Cardi nal e prosegue: " E' ver comunque che una perfetta attuazi one del l a Sacrosanctllm Concilillm non ci sar
mai . Perci dobbi amo badare ai mezzi per pertzi onare l a nostra comprensi one del l o spi rito del l a l i turgi a.
Tuttavia il messal e di Paol o VI , come ho gi detto una volta, apre ai cel ebranti la porta per una falsa creativi
t, i n quanto stabi l isce che si possa scegl i ere o i ntrodurre uno o un altro passo. Forse addiri ttura in questo mes
sal e eccessivo i l tempo concesso alla parte di dascal ica. I n questo modo si cade 1cil mente in un processo
razi onal i sti co, per cui si dovrebbe sempre e in ogni caso i nsegnare, tino ad annacquare la sostanza del l a
Preghi cra. "
L'impiego della vecchia liturgia
La domanda immedi atamente seguente posta al Cardi nal e riguarda i cattol i ci che vi vono secondo le pre
scri zi oni del Motupropri o Ecclesia Dei. Maxence vorrebbe sapere da l ui se la Lt urgi a cel ebrata da costoro ha
il suo spazi o e se pu esscre util a al l a Chi csa. I Cardinal Ratzi nger risponde:
"Si, cero, essa ha uno spazi o. Mi sembra molto i mportante sottol i neare la fondamental e identi t dei due
rti. Non c' in ogni cao fattura. Perci essa deve veni r conservata nel l ' ulti ma torma codi fcata, quel l a dci
1 962. Essa ha una lunga storia devozi onal e. Molti Santi hanno vi ssuto con questa l i tur
g
ia, con questa degni s
si ma fona, questo tesoro del l a Chi esa. l o credo perci che l e Autori t del l a Chiesa debbono essere di cuore
aperto e l arghe vedute nel faci l i tare l ' accesso ad essa dei fedel i . La paura d' una spaccatura al l ' i nterno del l a
Chi esa per un ampi o permesso di questa Li turgi a, mi pare veramente eccessiva. Se andiamo a guardare a cuore
apcrto, constateremo che questi Cattol i ci vogl i ono essere fedel i al l a Chiesa, ai vescovi . E al l ora essi vivranno
anche i n pace con l a nuova l iturgi a. " ( va aggiunto fnch vi ene cel ebrata "secondo le regol e").
Non sarebbe la l ogica conseguenza del l' alta l ode che i l Cardi nal e Ratzi nger rende al l a vecchia Liturgia con
sent i rne l a cel ebrazione a tutti i Sacerdoti ? Con il che si supererebbe anche l ' ul ti mo ostacol o sulla via del l a
pi ena ri conci l i azione tra l a Fraterit San Pi o X e Roma.
Una valutazione del progettato nuovo movimento liturgico
Sotto il ti tol o " L' et del camal eonte", Una Voce Francia ha pubbl i cato un articol o di Franoi s Pohi er, che
si occupa fra l ' al tro anche del eonventus di FontgombauI t (n. 22 1 - nov. Dic. 200 1 , pp. 8/9) . AI terl ine del l e
sue "consi derazi oni i n l i bert" Pohi er osserva: "Quel che ha preoccupato di pi nel corso di queste gi ornate di
Fontgombaul t stata la ricosti tuzione di un "movi mento l i turgi co" la cui pri ma forma preconci l i are non ha dato
risul tati rassi curanti. Ccrto gl i organizzatori di queste gi ornate hanno espresso chi aramente l a l oro cautel a. E
tuttavi a chi pu ncgare che i l progetto si scontra con i peri col osi i ndi rizzi dci pri mo movi mento l i turgico o
quel l i del l a confezione del Messal e del 1 969, che d l uogo a l egi tti me dogl i anze? Che cio occorre, per rad
dri7zare una l i turgia fabbricata dagl i esperti , chi amare al tri Esperti , per creare qual che cosa di diverso e anco
ra peggio, di scutere sul futuro d' una l i turgi a che ci stata tramandata? Il sospetto giusti ficato riguardo al l a
2 Ci si ri ferisce al l a domanda fondament al e di Margheri ta nd Faust di Goethe (NdR)
9
creazione d' un movimento l iturgico che si an'oga un di ri tto di proposta popol are di fronte al Magi stero
Romano. Con rinnovata fiducia i nvece si deve guardare ai l unghi e approfndi t i /a.o/d'/nd/aeche forme
ranno ed informeranno nel tempo il Popolo di Dio, l a cui personalit merita i l pi al to ri spetto, perch esso
diviene partecipe attraverso il servi zi o sacerdotale delle grazi e cclesti .
-. ~ ~. .......... . 1
LL
I O
Una Voce vi ve del contributo dci Soci ; raccomandi amo a tutti pertanto d i porsi i n regol a con i l ver
samento del l a quota di euro 26; i n facolt dei responsabi l i del l e Sezi oni e del Segretari o Nazi onal e di
accettare quote ridotte per componenti del l a stessa lll1 i gl i a o si tuazioni parti col ari di euro 1 6. La quota
d diritto a riceverc il periodi co trimestral e Una Voce-Notiziario e i loceocat/che verranno eventual
mente pubbl i cati nel corso del l ' anno.
L' Associazi one ri ngrazi a cordi al mentc quanti hanno contribuito e contri bui ranno con generosi t al
suo sostentamento. I Soci i scritti presso l e Sczioni l ocal i potranno vcrsare l e quote ai responsabi l i di
csse; tut ti gl i al tri i nvi eranno l c quote al l a Segreteri a nazi onal c, preleri bi l mente medi ante versamento
sul c. c. p. 68822006 i ntestato a "Una Voce-periodi co", Vi a Gi ul i a, 1 67 00 I 67 Roma.
Comuni chi amo che l a Segreteria del l ' Associ azionc di spone di un fx (06/6868353) che riceve auto
maticamente i messaggi i nvi ati anche nei giorni in cui l ' ullci o chi uso .
. .. ~. =.-- -
l
I
DIBATTITO SULLA LITURGIA A FONTGOMBAULT
ul Christophe Geffroy
l
Creeranno le giorate l i turgi che nel l ' Abbazi a di Fontgombault (22 24 l ugl i o 200 l ) i presupposti per un
ri nnovamento l i turgi co, ci cui tanto ha bi sogno la Chi esa lati na? Questo era in ogni caso l ' obi etti vo fnale del
l ' i ncontro, che ha cercato di el aborare l e basi per un nuovo movi mento l iturgi co, chi arendo i fondamenti d' una
aut enti ca teol ogi a del l a l i turgi a. Sotto l a presidenza di Dom Herv COUnlu. Abate di Notre Dame dc Tri ors. le
giorate hanno riuni to un gran numero di specialisti : i n primo l uogo natural mente il Cardi nal e 10seph
Ratzi nger, Prefetto del l a Congregazi one per l a dottrina della fede. che da mol to tempo si occupa di probl emi
l i turgi ci c l a cui i mportante opera L'esprit dc l a l i turgie apparir questo autunno i n /hmcese. Erano presenti due
vescovi di ocesani : Mgr. Andr Lonard (Namur) e Mgr. Erie Aumoni er (Versai l l es). Menzi oni amo i noltre tra
mol t i al tri parteci panti (in tutto ci rca 40) il Canoni co Andr Rose, ex componente dcI Consi l i um, P. Serge
Thomas Bonino O. P. , Redattoe Capo del l a Revue Thomiste, P. Cassian Fol som. l ' Abb Franoi s Cl ement cd
al tri . Erano rappresentate tutte l e comuni t sacerdotali fancesi cost i t ui t e i n vi rt del Motupropri o Eccl esi a Dei
e cos pure l a Soci ety or Saint 1 01m ( USA).
Mol t i parteci panti al l ' i ncontro sono noti per i l egami con i l Ri to Romano. Tuttavi a durante i l convegno l
emerso un sano " Eculleni smo" i nterno al l a chi esa. grazi e al l a presenza di Sacerdoti che cel ebrano abi tual
mente secondo i l Novus Ordo e di Dom Robeli L\ Gal l , Abate di Kergonan. il qual e rec l a scuse del Padre
Ahatc di Sol esmes, che non aveva potuto dar seguito al l ' i nvi to rie\vuto.
I l avori si aprirono con l a messa conventual e cel ebrata nel veechi o ri to dal Cardinal Ratzi nger. A bracci o
egl i tenne i n lll1cese una notevol e pr\di ca di grande profondi t spi ri tual e. Nel pomeriggi o - dopo un i ndi ri z
zo di saluto di Dom Ant oi ne Forgeot egl i svol se l a pri ma conferenza sul tema " Teol ogi a del l a Li t urgi a a La
luct i ol l c pri nci pal e posta al centro del l a sua esposi zi one cra: " E' giusto deJni r\ l ' Eucari st i a come "Sacri li ci o
Di v i no"'! I l Cardi nal e di most r che i l concetto di Sacri li ci o si trova senza possi bi l e dubbi o nel l a Scri ttura,
quale la si legge nella vi vente comunit della Chi esa. " Scri ttura c Tradi zi one formano un tutto i ndi vi si bi l e",
di chi ar, cosa che Lutero non ha compreso. La Teol ogi a del l ' Eucaristi a una Teol ogi a del Saeri l i ei o e del l a
Sal vezza. Questi due aspetti non possono veni r separati . Se i nvece si del l ' opi nione che i l peccato del l ' uomo
non pUl feri re Di o ( . . . ) al l ora non c' pi hi sogno d' un Redentore. Ed l questo appunto i l probl ema del nostro
tempo che cerca di el i mi nare il concetto d i peccato. Perci la crisi l i turgi ca, soggi uns\ il Cardinal Ratzi nger, l
l egata strettamente al probl ema. qual e concezi one si abbi a del l ' uomo. Per una corretta Teologia della Li turgi a
i l Conci l i o di Trento si di mostra scmpre pi come la base andahi l c. Del resto lo si comprender in connes
si one con l a ri cchezza del l a Chi esa i n ogni tempo.
Ricea d'una concreteza pastrale
Dopo quest a i mportante e sostanzi osa l ezi one Mgr. Lonard si occup di aspetti pi concret i : l ' attuazi one
dci pri nci pi teol ogi ci . I n che modo susci tar\ attenzi one al concetto di Sacri lci o e al l ' i ndi ri zzo da dare al l a S.
Messa'! Come superarc i l rssato tra l a Li turgi a come dovrebbe essere e come essa l'? I n che modo conci l i are
l e conqui ste del Vati cano I con l e devi azioni constatat.e si n da al l ora'? La risposta di Mgr. Lonard al ri guardo
l di nat ura pastoral e \ si ronda su due punt i :
Poi ch i l Vescovo responsabi l e per l a Li turgi a nel l a sua Di ocesi , deve comportarsi egl i stesso con i l buon
esempi o, per stimol are i Sacerdot i ad una degna forma di cel ebrazi one. Ci part i col armente i mportante i n
occasi one dei punti fondamental i straordi nari del l' anno del l a Chi esa: l i t urgi a dci Venerd Santo, Consacrazi oni
!aecrdotal i , Cresi me etc. 1 n quest e occasi oni i l Veseovo pu ammaestrare anche Pret i c Fedel i .
Perci v i pressante bi sogno di un' azi one a vasto raggi o. Mgr. Lonard ci t quattro punti : a t empo l ungo
mettere i n moto un nuovo movi mento l i turgi co, che prepari un sano ri nnovamento. Osservare attentament e che
I Trduzi on< del l a versi one tedesca, Una Voce Korrcspondcnz. (I, lco. 2002, a ClI ra di Umberto Mari ol ti Ri anchL
I I
cosa si fil di buono e frl o conoscere. Vi gi l are al l ' i ntero del l e Conferenze Epi scopal i sul l a nomi na dci pro
fessori di l i turgi a nei semi nari . I nfine spetta un ruol o i mportante al l e comunit rel i gi ose, nuove o tradi zi onal i ,
che tuttavi a vengono frequentate da Cri sti ani di l oro scel ta. Perci esse rappresentano un mezzo posi ti vo di
cambi amento i n senso buono. Non rischi ano al cuna opposi zi one al l a base, al contrario di ci che avvi ene trop
po spesso nel l e parrocchi e.
Ad una breve di scussi one, durante l a qual e Mgr. Aumoni er sottol i nea l ' i mportanza del canto l i turgi co c l a
di fG) l t di trovare uno che si possa defni re corretto, seguono due altre conferenze: pri ma quel l a di Mgr.
Stratford Cal deeott, fondatore del Center/or Faith and Culture (Oxford), che sosti t ui va P. Ai dan Ni chol s i mpe
dito. Egl i si di fuse sugl i aspetti antropol ogi ci del l a Li turgi a e segnal l e devi azi oni d' un certo dual i smo l ega
to ad errori razi onal i sti ci e romant i ci . Dopo di l ui l ' Abb Franoi s Cl ment ( Losanna) i l l ustr gl i aspetti prati
ci dei pri nci pi antropol ogi ci , perch: " l a Li turgi a deve ri vol gersi al l ' uomo nel l a sua total i t. "
1 1 gi oro successi vo P. Fol soll1 , Pri ore del l 'Abbazi a Benedetti na San Benedetto di Norci a e Dottore i n
Sci enza Li turgi ca i l l ustr i n mani era magistral e che " nell ' ambi to del ri to Romano vi spazi o per un l egi ti mo
svi l uppo mol tepl i ce di Usi di versi . " Dopo aver descritto i di versi riti del l a Chi esa e defi niti ne i eoncetti egl i
di mostr che nel quadro del Ritus romanus vi sono state sempre di verse consuetudi ni , che erano l egate ad una
Nazione, ad una regi one, ad una comuni t rel i gi osa etc. Questa mol tepl i cit, in defni ti va, ulla ri cchezza del l a
Chi esa, che mostra l a sua uni t nel l a diversit. Perf ino i l Conci l i o Vati cano I l non ha ri chi esto una ri gi da uni
tariet ( c fr. Sacrosanctum Conci l i um n. 37 ). La seconda parte del l ' esposi zi one fu dedi cata al l a di mostrazi one
del l a tesi del l ' oratore partendo propri o dal l ' esempi o del l ' Ollrtori o del l a Messa nei suoi di versi stadi , che
hanno preceduto i l Messal e Tri denti no. P. Dani e\ Fi el d, monaco a Randol , t rasse poi al cune conseguenze di
carattere pi prat i co dal l a t rat t azi one del P. Fol som. I Vescovi del XVI secol o non si sono adeguati ai desideri
dci Santo Papa Pi o V, di conservare consuetudi ni caratteri stiche delle l oro di ocesi al l ' i ntero del l ' uni co Ritus
romanI/s. Per/ino i Messal i neogal l i cani , sorti nel XVII secol o in un cl i ma "ant i romano" non provocarono rea
zioni del l a Santa Sede. Dci pari i Vescovi si most rano oggi pri gi onieri d' una concezi one troppo uni formi zzan
te del l a Li tur gia, nonostante gli i nsegnament i dcl l a stori a e perii no i diderata del Vati cano II.
Come si possono evitare deviazioni ed errori?
Una seconda serie di conferenze fu tenuta dopo la Messa conventual e. I Canoni co Rose di Namur descri s
se con humor e competenza le i ntri nseche debol ezze del l a ri forla, ancor peggi orate dal l e traduzi oni corrent i .
Energi camente egl i segnal l ' esi genza di nuove traduzi oni uffci al i . Successivamente i l P. Charbcl , monaco
nel l ' abbazi a dci Barroux, che temporaneamente svol ge studi l i turgi ci a Sant' Ansel mo i n Roma i l l ustr i modi
i n cui potrebbe veni r creato un nuovo movi mento l i turgi co, che evi t i l e devi azi oni e gl i errori del pri mo. I n
concreto, i n contrasto con l e tesi d' un Padre Gl i neau ri guardo al nuovo Messal e egl i espresse l a sua preoccu
pazi one di evi tare il cont egno spi ri tuale di frattura, che si trova i I I contrasto con l o spi ri to del l a l i turgi a. A suo
avvi so la l ogi ca del l a fattura si trova tuttavi a in entrambi gl i estremi smi : di quel l i che ri tengono i ntoccabil e i l
Rito del 1 962, cos come di quel l i ehe ri tengono essere i ntoccabi l e l a ri te)f(11 a de l 1 969. Sostenere dunque a
l unghe vedute una sana ri forma del l a ri forma si gni fiea porsi i l probl ema del l a conformi t di questa al l a l egge.
Per questo un nuovo movi mento l i turgi co deve ri fettere, senza preci pitazi one. Concl use i l P. Charbel che i n
sostanza occorre evi tare a qual unque costo di l asci arsi trascinare d al l a fetta.
Nel pomeri ggi o vennero ascol tate le testi moni anze di tre l ai ci - professori d' uni versit di Germani a, Spagna
e Ial i a. Robert Spaemann sostenne essere evi dente che i Ri ti di Paol o VI e Pi o V sono senza dubbi o due ri t i
di versi . Perci l ' abol i zi one del pri mo i l l egi tti ma, anzi i l l egal e. L' esi stenza di due ri ti sul l o stesso terri tori o
d' al t ronde non un mal e che si debba evi tare. " Dove sta dunque i l probl ema se non i n una osti nazi one i deo
l ogica ?" Certo, ammi se, si sarehbe potuto evi tare quel dual i smo se l a ri forma si fosse l i mi tata ai desi derata del
Vati cano II. Comunque, se vi sono svantaggi nel bi rtual i smo, general mente l i si supera. Dopo di l ui presero
l a parol a Mi guel Ayuso-Trres e Roberto Matt ei e quest' ul ti mo anal i zz le radi ci stori che e cul tural i dcl l a ri for
ma l i turgi ca.
Due Messali - Sen=a eettiva/rattura?
Dopo il Vespro i l Cardi nal e Ratzi nger s' incaric di trarre le concl usi oni dcI l e gi orate di di battito. Per
1 2
cominci are ritor sul movi mento l i turgico in Germani a. Poi si occup del probl ema di pl ural i smo dci Riti
Romani , sol l evato nel l a conferenza di P. Fol som. Ammi se che questo aveva ragione sul pi ano puramente l i tur
gico, ma che non si possono trascurare i probl emi che un si mi l e stato di cose porta con s sul pi ano canonico
e pastoral e. Egli stesso ri cord - aveva insistito per il pennesso di continuare ad usare il vecchio Messal e.
Tuttavi a non ne pu deri vare che ci sarebbero due Chi ese, una del pri ma e l ' al tra del post Conci l i o, i l di scor
so del l a frattura sostenuta dal l a Fraterit San Pio X. L' oratore sottol i ne che "i due Messali del l a Chiesa sono
senza real e frattura" .
La questione del icata : "come di sci pl inare l'uso dei due Riti '? " Che l a pubbl i ca devozione diventi una l ibe
ra scelta con criteri soggetti vi considerevolmente peri col oso, sottoline il Cardinal e. Da questoq a suo avvi
so, l ' interesse a cercare un criterio non soggettivo Certo, l a presenza di questo Ri to degno di ri spetto neces
saria. Tuttavia non c' una risposta netta al l a domanda come se ne debba regol are l 'uso, evitando una Chiesa
la carIe.
Per concl udere il Cardi nal e i l l ustr la sua opinione ri guardo ad una ri fonna del l a ri forma, che appare intri n
secamente auspi cabi l eq per ri trovare un unico rito comune, che non si a spaccato e abbandonato al l 'arbi trio degl i
esperti .
Quattro strade sono state proposte come relativamente rapi de: Farla finita con l a fal sa creativit che
di strugge l' unit l i turgica. Correggere l e traduzioni di fettose. Conservare un minimo di latino i n tutta l a litur
gia come segno di Universalit. Impiantare dei nuovi altari , ma senza rivoluzione ( porre al meno una Croce al
centro del l altare )= I nti ne il Cardinalc Ratzinger parl del futuro del Messal e del 1 962. Sarebbe fatal e per l a
Lturgi a metterl a i n fri gori fero eome una rel i qui a del passato. Questa Liturgi a dev' essere vi va e vi vere sotto
l ' autorit del l a Chi esa. Sarebbe ad esempio otti mo prevedere un arricchimento del calendario l iturgico con
nuovi Santi e i ntegrare i Prefazi del l 'Avvento etc. che rappresentano un tesoro dei Padri del l a Chiesa.
AI teml i ne di queste giornate fu molto i mportante notare quanto gl i orientamenti del II Conci l i o Vaticano
che l a riforma dci 1969 ha i n mol ti punt i sconsideratamente traval i cati - rimangono attual i i n una corretta
ri fessi one sul l a Li turgi a. Queste gi omate hanno segnato i nteressanti i ndi cazioni di marci a per ul teriori rifes
si oni . C' da sperare che queste progredi scano al servi zi o del l a Li turgi a
1 3
L' INCENSO, PREGHIER DELLA CHIESA
DI RASCOlS lOu| lR
|
(segue)
AI cel ebrante era ri servata l ' i ncensazi one del l e
obl atc, nel l a l i nea tradi zi onal e degl i ant i chi docu
menti romani che ne lleeV[10 i l mi ni st ro dI Santo
Sacri fici o. Senza dubbi o, i progressi del l a t eol ogi a
sacramentari a dci Medi o Evo sono [1I 1 ' ori gi nc dela
restri zi one apportata al l a funzi one, al l ' ori gi ne del
di acono: i l cel ebrante ormai , i ncensa anche l ' altare,
dopo I c oblate, a causa dci l egame che unisce i l
pri mo al l e seconde nel l a prospctti va del l11 i swro
redentore.
Non si pu pcrci di re che si t rat t i di un "ripen
samentn" nel l ' appl i cazi one l i t urgi ca del ri tuale, ma
pi utlosto una puntual i zzazi one resa necessaria per
ch l a funzi one di acnal e Ilei sacri mi steri si ddi
ni sce di versamente, secondo l a t radi zi one perenne.
Una puntual i zzazi onc, per, che non ri masta
senza dreui sul l ' i nsi eme del rito del l ' i ncensazi one.
C che segue spero l o di mostrer chi aramente.
Una formul a gal l i cana : Act' u/lda/ in nobi.
DO/llinus igncm .I l i .o|. c/ )/aooao aelernae
ca/iTafis. Al l ' i ni zi o, i l mi ni st ro i ncensat o pronun
ci ava quest e parol e quando i l mi ni st ro turi ferai o si
poneva di nanzi a l ui per l ' i mposi zi one soave dci
profumo ( i n o<!orcm sUlvilalis) : mani festava cos l a
gi oi a di ri cevere i l buon profumo di Cri sto cd i nsi e
me confssava la sua l eal t ad una vi ta consacrata a
Cristo.
L' uso di questo scambi o ri t ual e deve essere
stato general e i n Franci a cd i n Germani a gi acch Le
Brun ne attesta la presenza nd secol o XI . nel cel e
bre pont i l ical e di Secs i n Normandi a. Er, in elTet
ti, la ri presa di una rubri ca che appare nel t est o
del l a Missa h |c d' ori gi ne gal l i cana e datata
general mente al 1 030: (oandcodor incensi pori
gillll' sacerdoTi el /'ari/m, dinl! III IlIsquisq/l
eor/lm: Accenda/. Ri cordi amo anche, nel quadro di
queslo uso anti co, che i l mi ni stro t uri ferari o i l di a
cono. Con le nuove di sposi zi oni l itugi che, i l dupl i
ce signi fcato del ri t o del l ' i ncenso appare i n pi enez
za. Preghi era odorosa che sal c al ci el o per espri l lle-
re l a l ode c l ' onore dovuti a Di o, anche i l buon
profumo di Cristo che muovendo dal l ' al tare si
efnde sul popol o fedel e come un sacramental e di
puri tcazione e santi lieazione3 I cel ebrante che ha
i ncensato l ' al tare, si ri trova i n COl' IIll ep isfu/ae
davanti al di acono pronto a svol gere le sue tunzi o
ni di t uri terari o. Come l a mano destra dcI sacerdot e
ha gui dato l ' i ncensazione del l ' al tare, i l passaggi o
dci t uri bol o fatta i n 1110do che egl i l o riceve nel l a
mano destra.
La formul a accendal non pi una raccoman
dazi one che i chi eri ci i ncensati si ri vol gono nel qua
dro del l a l oro vi la spi ri tual eo Diventa l ' i nvito pres
sante che i l cel ebmnte destina parti eol armcnte al
di acono ri eonsegnandogl i i l turi bol o. L' att i t udi ne
sacerdotal e non casual e : dal l a pri ma cri st i ani t, i l
di acono ne! santuario i l rappresentante del popol o
fedele. Una del l e funzi oni pri mi t i ve era l a di stri bu
zione del l a eomuni one ai mal ati ma, pi i n genera
le era il di spensatore dei benefici del l ' al tare al
popolo di Di o, fi amma di etera cari t .
L' i ncensazi one dci cl er.
Nel XII secol o, San TOl1maso scri veva : "Si
incensa per rappresent are l ' effetto del l a grazi a che
i l buon odore di cui Cri st o pi eno ( qui siclII hono
odore Chris/lIs /eas;/) e che deve passare da
Cri sto ai fedel i ; e perci che, dopo che l al tare che
rappresenta Ges Cri slo stato i ncensato da tutt i i
l at i , si i ncensa ognuno secondo ordi ne".
Il di acono i ncensa per pri mo i l sacerdote perch
egli rappresenta i l di vi no Maestro e compi e, i n sua
personaq i santi mi st eri . Si ano rese grzi e a Di o
che, i n Cri sto ci conduce sempre i n tri on foq e che
per mezzo nost ro, fa sent i re i n ogni l uogo i l profu
mo del l a sua conoscenza. Noi i nfatti si amo i l buol l
odore di Cri st o per Di o4
La parol a di San Paol o i spi r con forza l a cri
sti ani t medi eval e c l a condusse a sottol i neare, con
maggi ore sol enni t , l ' i ncensazi one del celebrante.
I Vicepresi dente di UNA VOCI ' Fanci a. la pri ma parte apparsa gU questo Bol l etti no, in gennai o-giugno 2003, I1n. 5 e ( nuova seri e.
1 4
Una anti ca rubri ca prescri ve che i n quel momento i l
cel ebrante doveva ri vol tarsi verso i l popol o
(loo/o osace!/eoad popu/UI converSU! 1/1 /1-
ricat). Il rito parigi no ri chi edeva al di aeono di
porsi i n ginocchio per i ncensare.
Anche le regol e del l ' i ncensazione del cl ero
sono i nlunzate da questa solenni t l i turgica, ma
sono appl i cate i n ragione del rango ri coperto nel l a
gerarchi a degl i ordi ni sacri , dai chi cri ci inccnsati
nel santuario e conforme al l a nccessaria di sti nzi o
ne fra chi eri ci con ordi ni maggi ori e quel l i che non
l i hanno ri cevut i .
Nel santuari o i l di acono i ncensa sol o i mi ni stri
dell ' al tarc e i chi eri ci ri vesti ti degl i ordi ni maggi o
ri , cui sono dovute le "i ncensazi oni doppi e": i l di a
cono, i n questo caso, al za i l turi bol o l ino al l ' al tezza
dci vi so del chi eri co i ncensato qui ndi l o ri porta ti no
al l ' al tezza del l a cintol a. I cel ebrante e i suoi assi
stent i beneli ci ano di un trattamento pri vi l egi ato: i l
cel ebrante, con l a croce al l ' al tarc desti natari o di
tre doppi e i nccnsazi oni , perch egl i rapprcsenta i l
di vi no Maestro, mentre gl i al tri pret i nel santuari o
benefici ano di una sol a i ncensazi one. I n paral l el o, i l
di acono incensa i l suddiacono che porta l a patcna,
con due i ncensazi oni doppi e.
I l turi bol o qui ndi consegnato al l ' accol i to che
cont i nua i l ri t o i ncensando i l di acono, con due
i ncensaioni doppi e ( comc i l suddi acono). I l com
pito dci turi ferario si catteri zza per l' incensazione
anzituto ai mi ni stri i nferiori che fnno servizio
al l ' al tare, nel modo detto "i ncensazi one sempl ice".
I tur i bol o al zato tino al l a spal l a del l ' i ncensato e
ri portato subi to al l a ci ntola del turi ferari o.
L' anti ca l i t urgi a. britanni ca di Sarum ri presenta
i l probl ema cont i nuo del l a presenza dei chi eri ci
anche nel l a selo/a cantOri/m, quando prescrive l e
i ncensazi oni dei cantori secondo i l l oro grado gerar-
chi co e comi nci ando dai capi del l a scho/a. Vi er
una restri zi one: l ' i ncensazione poteva nrsi sol o l a
domeni ca ed i gi ori festi vi i n cui era cantato i l
Credo i l che si spi ega sol o con l a vol ont di accre
scere l a sol ennit del gioro di lesta. Gl i autori sono
da sempre unani mi nel ritenere che, nel l a Chi esa
romana, i cantori non hanno mai ricevuto al cun
ordi ne sacro. E' pi uttosto un lSO oriental e che si
osserva, ad esempi o, nel rito si ri aco, dove i l canto
re riceve una benedi zi one per eserci tare l a sua fun
zi one l i t urgi ca. I l probl ema trova sol uzi one ri cor
dando che la seho/a cr una i ncubatri ce di futuri
preti e che i cantori che avesscro ri cevuto al cuni
ordi ni sacri , come i l suddiaconato, speci al mente se
erano i di rett ori del l a scho/a, erano degni di una
pn:cedenza nel l ' i ncensazi onc.
L' i ncensazi one dei ledel i .
Poi ch l e anime sono i l tempi o del l o Spi ri t o
Santo, i l luri ferario di ri ge in " i ncensazi one sempl i
ce" verso i l centro del l a navata dopo averl a sal uta
ta, poi all a sua si ni stra che. dal punto di vi sta dci
l ' al tare, l a destra del l a navata dove, secondo uso
anti co stavano gl i uomi ni ; i nfine, sul l a sua destra,
che la si ni stra del l a navata dove, un tempo si tro
vavano l e donne.
L' ant i co concetto del l a dcstra sal vi lca emi
nentemente pn:sente nel l a ritual it de I I ' i ncensa
mento perch i prolJmi , di tlusi dal l ' al tare verso i
animc dci popol o santo, restano per l oro "l a tiamma
del l ' etera cari t di Di o": ecco perch i l turi trari o
t i ene i l t ui bol o nel l a mano destra ma l a posi zi one
del l a mano destra non meno espressi va poi ch
quel l a mano ti ene uni te le catene poggi andosi sul
cuore.
, 1 . 1 BRUN. Ilicatiof! cles l'l'ilIV. et c',;nlOllics d la II1C.\S,' . hl . I kla ul n. 1 7 1 (.
J Per questa ragi one, l ' i ncensazi one ' parte ddc ccri ll10nk d dl c'snrc i sll1 o.
I l Cori nzi . 1 4-25.
5
VI TA DELL ' A SS O CIA ZIONE
GENOVA
I n occasione del l a annual e celebrazione i n onore
del patrono di Una Voce Ital i a, il presidente nazi ona
l e ha i ndi ri zzato il seguente messaggi o a consoci eon
venuti a Genova, i l 14 di cembre 2002.
"La fausta ricorrenza con la qual e Una Voce onora
ogni all no i l suo Beato Patrono, a segui to del l e pre
murose cue del consol e di Una Voce Mi l ano e presi
dente emerito, i l dr. Mari o Seno, per di sposizione
del l a Provvidenza, si cel ebra oggi nel l a superba ci tt
di Genova. I mpegni del mio ullci o gi presi COli
l ' Universit di Palermo mi i mpedi scono di essere
presente, e offrono il pri vi l egi o a questo breve i ndi
rizzo di sal uto, di essere l etto dal l ' insi gne vi cepresi
dente, l ' ami co Emi l i o Art igl i eri . Una Voce deve al
Beato Schuster una comprensi one pi pi ena del l a
l i turgia romana. Se non i l sol o, i l massi mo autore i ta
l i ano che abbi a con l a sua dottri na benedettina rtto
risplendere agl i occhi dci cattol i ci la soave chi arezza
del culto dei Padri . A tal e l ascito si pensato nel \ ' i n
vocarlo Patrono, ma pi potente del ri cordo l a cer
tezza del l a sua presente i ntercessione per la chi esa
orante, e dunque, emi nentemente per Una Voce Ital i a,
che con fati ca e i mpegno custodi sce i l trasmesso
deposi to. Vogl i a anche i l l umi nare quanti , prodi ghi
del l ' eredit patera, si sono pri vati anche del l e ghi an
de, e pure allmati ancora non tornano al l a casa del
padre che hanno l asci ato Confidi amo al Beato
Schuster l e nostre speranze e offri amogl i i l nostro tri
buto d' onore nel l a prezi osa cel ebrazi one del Santo
Sacri fci o. "
Emilio Artilieri
AQUI LEI A
22 settembre 2002, messa solenne iII onore di
P:dre Pio. I l Coordi namento di Una Voce del l e
Venezie ha organi zzato nel l a Patri arcal e basi l i ca di S.
Mari a Assunta di Aqui l ei a una messa sol enne i n ri to
romano antico, per onorare il gl ori oso san Pio da
Pictrel ei na nel l ' anno del l a sua el evazione agl i onori
degli al tari , i n modo che tutti i suoi devoti del l e
Venezi e, ma anche del l a Sl oveni a, del l a Cari nzi a e di
tutti i territori appartenuti al patri arcato di Aqui l eia.
1 6
avessero l a possi bi l i t d i venerarlo con l a messa che
Padre Pi o cel ebr santamente per tutta l a sua vita. Nel
pomeriggio di domeni ca 22 settembre 2002, l a vi gi l i a
del l a prima festa del novello Santo. che i l 23 settem
bre 1 968 entrato nel l a gloria dei ci el i , ha avuto
l uogo la sol enni ssi ma funzi one, segui ta dal l a venera
zi one del l a rel i qui a dci Santo, proveniente da San
Gi ovanni Rotondo. Ha cel ebrato il prof don J vo
Ci sar, giudice del Tri bunal e eccl esi astico regionale
del Veneto, nonch incari cato del vescovo concordi e
se per la messa l ati na anti ca. Lo stesso don Ci sar ha
tenuto la predi ca-panegi rico in onorc di Padre Pi o,
i ndi eandone i momenti del l a vi ta e del l a santi t, e
ri cordando come Padre Pi o fu croci fsso con Cri sto
( testo i ntegral e http: //www. unavoce-ve. i t/ l 0-02-
4 1 . ht m). I canti gregori ani dcI Proprio edel Comune
del l a messa sono stati esegui ti dal l a Nuova conf'ater
!lita di S. Gi acomo di San Marti no al Tagl i amento
( Pn), di retta dal MO Tarci si o Zavagno. Al tcrmi ne
stato cantato l ' i nno Iste confessor, per ritornare a
onorare come si conviene i santi secondo la tradi zi o
ne della Chi esa cattol i ca. Ci rca duecento persone, tra
cui numerosi sacerdoti , proveni enti dal Fri ul i , dal
Veneto, da Tri este, dal l a Si oveni a c dal l ' Austri a,
ascri tti a Una Voce e devoti di Padre Pi o, hanno assi
sti to al l a santa messa. Presenti Fra Antoni o Lott i ,
cappel l ano del Sovrano Ordi ne Mi l i tare di Mal t a e
incaricato del l a cel ebrazi one del l a messa antica nel
l ' archi di ocesi di Gori zi a, vari rappresentanti di
Comuni t francescane, i l si ndaco di Aqui l ei a. Ha pre
senziato al l a funzi one il Presidente di Una Vocc
I t al i a.
Morsure (Pn). 8 dicembre 2001 , ve,'pri so/clllli
del 'Immacolata e messa. Come preannunei ato anche
dal settimanale di ocesano del l a di ocesi di Concordi a
Pordenone "I I Popolo" del 9 di cembre 200 l , p. 4 (i n
edi col a i l gioro 7; cfr. htt p: //www. ul1avoee-ve. i t/po
pn09- 1 2- 0 I . htm), i l pomeri ggi o del l ' I mmacol at a
200 I nel Santuari o del l a Madonna del Monte a
Marsure presso Aviano ( Pordenone) sono stati of
ciati i vespri sol enni , cui seguita l a cel ebrazione
del l a messa cantata secondo l ' antico rito. La funzio
ne, cel ehrata da don Ivo Cisar, stata aecompagnata
dal l a Nuova conl'aterita di S. Gi acomo di San
Martino al Tagl i amento, che ha esegui to i canti gre
goriani dei vespri c del Propri o e del l ' Ordi nari o del l a
messa del l a Beata Vergi ne (Messa I X "cum j uhi l o)o
19 ma
gg
io 2002, ve.\pri solenni di Pentecoste nel
duomo concattedrale di S Marco. In occasione del l a
Pentecoste 2002 i secondi vespri sol enni con i l rito
tri denti no sono stati orci at i nel duomo di
Pordenone. AI servi zi o l i t urgi co hanno parteci pato i l
decano del Capitol o cattedrale concordi ese ll1 ons.
Sante Boscari ol e l ' arci prete del duomo mons.
Giuseppe Romani n. l cant i sono stati esegui ti dal l a
Nuova confraterita di S. Gi acomo.
Fnna (Pn) 21 agosto 2002. /IIessa cantata al
XX Conrel/o dli Amici di Instaurare. Il 2 1 ago
sto 2002, nel Santuari o di Madonna di Strada a Fanna
(Pordenone), si tenuta l a trentesi ma edi zi one del
l ' annuale eonvegno degl i "Ami ci di I nstaurare".
Come OImai consuetudi ne ai l avori del convegno
stato premesso i l canto del l a messa de Spiritu Sane/o
secondo l ' anti co ri to romano, cel ebrata dal prof don
I vo Ci sar con i l consenso ddl ' Ordi nari o di ocesano di
Concordia-Pordenone S. E Ilons. Ovi di o Po
l
elto.
L omel i a stata dedi cata al tema "si ne t uo numi ne
ni hi l est i n homine, ni hi l est i nnoxi um", su
l
l a neces
si t della graia dello Spirito Santo (testo i ntegral e
http: //www. unavoce-ve. i tom2 1 -08-02. htm). Dopo l a
messa stato cantato il Veni Crea/or. La sacra fun
zi one stata accompagnata dal l a Nuova confrateri
ta di S. Giacomo di San Marti no al Tagl i amento, che
ha esegui to i canti gregori ani del Propri o e
del l ' Ordi nari o. I l avori del convegno si sono aperti
con l ' i ndi ri zzo di sal uto del prof. Dani l o Castel l ano,
di rettore del l a ri vi sta "Instaurare omni a in Chri sto"
(C. P. 3027, 33 1 00 Udi ne), il qual e ha i l l ustrato l ' in
tenzione di ofi re al prot Pietro Giuseppe Grasso,
ordinario di Isti tuzi oni di di ri tto pubbl i co
nel l ' Universit di Pavi a, che va quest' anno fuori
ruol o, il vol ume Costituzione e secol ari zzazi one,
"Forme e real t nel l ' esperi enza gi uri di ca. Col l ana di
st udi di retta da Mari o Aertol i ssi e Umberto Vi ncenti ,
I O" (Padova, 2002). Castcl l ano ha ri cordato l a tesi
che Grasso vi ha sostenuto uni co i n Ital i a: l e sue
ri fl essi oni - secondo l e parol e del risvolto di coperti
na sigl ato dal prof. Mari o Bertol i ssi del l ' Universit di
Padova - "urtano l a cosci enza, di chi ha coscienzaq e
gl i i mpongono di andare ol tre i l vuoto i neffbi l e dei
l uoghi comuni , i ndi spensabi l e soprattutto quando si
i mpongono ri forme del l a l egge fondamentale". I l
vol ume, pertanto, - ha sostenuto Castellano ha un
signi lieato ben pi profondo del l ' omaggi o, quel l o di
di /Tondere i probl emi che Grasso pone a chi si occu
pa di pol i ti ca e costituzi one, ma soprattutto che ha a
euore i l hene comune. Avvenuta la consegna del
vol ume, i l di rettore ha ri cordato tre sacerdoti mol to
vi ci ni al periodi co: don Mari o Tavano, scomparso nel
marzo 2002, don Lui gi Cozzi , spentosi l ' anno prece
dente, e il prof. don Dario Composta, membro del
comitato sci entitico di " I nstaurare", mancato il 1 9
l ugl i o 2002. Nella pri ma rel azi one i l prof. Mi chel e
Gasl i ni del l ' Uni versi t di Udine ha presentato i l
vol ume Costi tuzi one e secol ari zzazi one, opera nel l a
qual e si traducono gl i i mperati vi di un coerente impe
gno ci vi l e e di una chi ara i ndi cazi one moral e, ehe
otfre un' anal i si del l a realt a tutto campo, e si rivela,
qui ndi , un uti l e strumento per l a pi matura com
prensione del l a real t soci al e, inducendo al l a ri fes
si one ci rca l ' ctrno i ndi ssol ubi l e connubio tra l a fede
e la ragi one. AI termi ne, l o stsso proC Grasso si
ri vol to ai convenut i , e ha vol uto premettere un ri cor
do personale evocatogl i dal l a parteci pazi one al l a
santa messa l ati na anti ca: l a messa e i l Veni Creator
del l a novena di Pentecoste nel 1 944. | seguita nel
pomeri ggi o l a rel azi one del prof. Marco Nardone
( Udi ne), il qua
l
c ha presentato il vol ume postumo
Fi l osof ia, pol i tica, rdigi one ( Udi ne, 2002) che racco
glie gli scri tti mi nori del compi anto proC Gi ancarlo
Gi urovi ch, fin dal l a fondazi one soci o e membro del
di rettivo di Una Voce- Udi ne: il rel atore ha svol to
un' ampia di sami na dei mol tepl i ci profl i e questi oni
trattati nel l ' opera, cogl i endone nodi teoreti ci ronda
mental i . Al termine un pensiero di don Ci sar sul tema
"I lai ci nella Chi esa, equi voci ed errori", secondo cui
i l aici devono eserci tare, medi ante il mini stero sacer
dotal e, il l oro sacerdozio nel cul to, adorando Cristo
Dio e in Lui e nl l o Spi rito Santo il Padre, e cos san
t i Jcandosi . La fede non solo un senti mento, n opi
ni one soggettivaq ma adesione alla Ri vel azione di vi
na, i n Cri sto, di Di o Uno e Tri no, fede precisa, "sana
dott ri na". E questa fede, concl udendo il suo i nterven
to, don Cisar ha i nvitato i presenti a protessare solen
nemente: l a gi orata si chi usa, come onnai tradi
zion, con l a reci ta del Crdo del l a messa, i l si mbol o
ni ceno-costantinopoli tano.
lO dicembre 2002, messa dmenicale alla chiesa
della S Familia. Le eonseguenze dell'alluvi one del
novembre 2002 hanno reso i m
p
rati cabil l a chi esa
del l a Ss. Tri nit i n Pordenone (vul go La Sant i ssi ma),
1 7
i nvasa dal l e acque del Nonccl l o, nel l a qual e si cel c
brava l a messa l ati na antica ogni pri ma c terza
domeni ca del mese col permesso del l ' Ordi nari o
diocesano. A partire da domeni ca I O di cembre
2002, dette messe sono state provvisori amente tra
s feri te, tino a che non sar possibi l e ri torare al l a
Santi ssi ma, nel l a chi esa del l a S. Famigl i a i n Vi al e
Cossctti a Pordenone al l e ore 1 6, 30, sempre l a
prima e terza domcni ca.
8 dicembre 2002. \'cspri solenni
dl/ 'Immacolata nel domo cOI/cattedrale di S.
Marco. I l gi oro del l ' I mmacol ata 2002 gl i ormai
usual i vespri sol enni secondo l ' ant i co ri t o romano,
in seguito a l l ' i nagi bi l i t del l a chi esa del l a
Santi ssi ma causat a dal l ' al l uvione. sono stati cantati
nel duomo di Pordenone. I l a ol1ci ato mons. Sante
Boscari ol , decano del capi tol o concordiese; i cant i
gregori ani sono stati esegui t i con l a consueta com
petenza dal l a Nuova confraterita di S. Gi acomo di
San Marti no al Tagl i amento. Ai vespri segui ta l a
benedizi one con i l Santi ssi mo Sacramento.
UDI NE
Cistera dl Friuli (Ud), 26 lIovemhre 2001 ,
messa cantata di requiem nella parrcchiale. Su
ri chi esta dei fami l i ari del defunto, i l 26 novembre
200 1 , i l parroco di Ci st era ( Ud) ha ofciato nel l a
chi esa parrocchi al e una messa cant ata di requi em i n
sut'agi o di Rosari o P. Merendi no. mancato i l 26
novembre 1 997 li Roma. L' organi zzazi one e i l ser
vi zi o del l ' al tare sello stat i a cura del la Sezi one udi
nese di Una Voce. La Corale di Coseano ( Ud) ha
accompagnato l a tnzi one con i l Rcqui cm di L.
Perosi . I l defnto, musi ci sta e composi tore, nonch
psi col ogo, avcva cspresso i l desi deri o che l e sue
esequi e avveni ssero con i l ri to romano tradi zional e,
vol ont che non aveva potuto trovare soddi sil zi o
ne. Di qui l ' i nizi ati va dei congi unti di far cel ehrare
secondo l ' antico rito nel l a parrocchia del suo paese
natale.
B/essano di Basiliano (VdJ, " mar=o 2002.
mesa solenne di requiem per il XV anniversario di
dn Siro Cisilino. Dal trigesi mo del l a morte di don
Si ro Ci si l i no, avvenuta i l 4 marzo 1 987, e ogni
anni versari o, Una Voce- Udi ne ha sempre curto l a
cel ebrazi one del l a messa di requi em i n sufagi o del
santo sacerdote fri ul ano che negl i anni settanta e
1 8
ot t anta avcva oflici ato l a chi esa di S. Simon Pi ccol o
a Venezi a con i l ri t o tradi zi onal e (cfr. "Una Voce
Notizi ario" nO 79-80, 1 987, pp. R- 1 1 ). Parti col are
i mportanza ha assunto l ' occasione del XV anni ver
sario, il 4 maro 2002, con il sol enne requi em, pre
ceduto dai vespri dci mort i , nel l a parrocchial e di
Rlessano (Ud) ove don Ci si l i no per parecchi anni
era stato vi cari o. AI termi ne del l a messa o1ci ata da
don Tvo Ci sar, pri ma del l ' assol uzi one al t umul o, ha
preso l a parol a per un breve sal uto i l vi cari o franeo
don Pl inio Gal asso, parroco di Basi l i ano ( Ud). I
canti gregori ani sono stati esegui t i dal l a
Confraternita di S. Gi acomo.
Coriacco (Ve/). 22 giugno 2002, messa can
tata. Messa cantata i n ri to l atino antico la matti na di
sabato 22 gi ugno 2002 nel l a chi esa di S. Mart i no V
i n Castel l o di Cupori acco presso Col l oredo (Udi ne) ,
organizata dal l a Sezione di Pordenone del l ' asso
ci azi one, in col l aborazi one con l a Sezione di Udi ne.
Ha cel ebrato i l prof. don I vo Ci sar che ha tenuto
Ull ' apprezzata omel i a ri cordando l a fgura di san
Paol i no di Nol a, l ' i nvent ore del l e campane. Ha
accompagnato l a runzi onc con canti gregori ani l a
Nuova confaterita di S. Gi acomo di San Marti no
al Tagl i amento.
23 giugno 2002, messa so/ellne i n onore di
Padre Pio. I l 23 giugno 2002. nel l a chiesa del Ss.
Nome di Maria al l ' Isti tuto Fi l i ppo Renati di Udine,
per i ni zi ati va del l a l ocal e sezi one di Una Voce,
stata cantata una messa sol enne nel l ' ant i co rito
romano per onorare il gl ori oso san Pi o da
Pi etrel ci na al l ' occasionc della sua canoni zzazi one.
avvenuta il 1 6 giugno a opera del Sano Padre
Gi ovanni Paol o I I . La predi ca-panegi ri co stata
tenuta da don Ivo Ci sar. Ha accompagnato la sacra
funzi onc i l Coro i nterpurrocchi al e "Vi rgo mel odi o
sa" di Lati sanotta e Lati sana (Ud), di retto dal MO
Maurizi o Casasol a, al l ' organo Ezi o Fanti n, che ha
eseguito l a Mes
s
a a due voci di L Bottazzo. AI ter
mi ne st ato eseguito l ' Inno a Padre Pi o composto
dal l ati sanese Armando Candussi . La chi esa era
gremi ta in ogni ordi ne di posti per l a massi cci a par
teci pazione di popolo fedel e e di devot i dci novel l o
Santo. Questa tnzi onc val sa qual e preparazi one
al i ' al t ra sol enne messa vot i va i n onore di Padre Pi o
organi zzata da Una Voce del l e Venezie i l 22 st
tembre 2002, vi gi l i a del l a pri ma ricorrenza del l a
festa del Sant o, nel l a Basi l i ca patri arcal e di
Aqui l ei a per dare a tutti i cri sti ani l egati ala mcssa
l ati na antica l a possi bi l it di mani festare i n mani era
pubbl i ca e solenne la propri a devozi one a Padre Pi o.
Latisana (Ud). 24 agosto 2002, vesri solenni e
messa cantala ileI Santuario della B. V dlle Grazie
( Sahhiol1era. I n occasi one del l a festa del l a
Madonna del l e Grazi e, nel Santuari o a Lei dedicato
a Sabbi onera, Lati sana ( Ud) , il 24 agosto 2002 sono
stati cantat i vespri sol enni del l a Vrgi ne e l a messa
secondo il ri to tri denti no. I canti gregori ani sono
stati esegui ti con grande maestri a dal l a benemerita
Nuova confrateri ta di S. Gi acomo di San Mart i no
al Tagl i ament o.
TREVI SO
4 gennaio 2{{3, messa di S. E. il Vescovo di
Trevio. I mportantc evento a Trevi so i l 4 gennai o
2003 : S. E mons. Paol o Magnani , vescovo del l a
Ci t t, ha cantato l a messa l ati na anti ca, secondo i l
messal e del 1 962, nel l a chi esa degl i Obl at i , ove da
tre anni con i l suo consenso tal e messa cel ebrat a
una vol ta al mese, ogni sabato che precede l a pri ma
domeni ca al l e I lO (cfr. decrcto 1 9 marzo 1 999,
Pr o t . 1 9/9 9 : h t l p : // ww\. U ll <l voc c - v e . i t / decr c
t oTv. htm) . I l PnslI l c ha cant ato l messa del Ss.
Nome di Gcs, e ha ri vol t o beni gnamente l a sua
parola al l a gran fol l a di popol o fedel e che sti pava
al l ' i nverosi mi l e l a chi esetta. Mons. Magnani ha
dedi cato l a sua omel i a al Vangel o del gi orno (Le
2, 2 1 ), solTermandosi sul l a ci rconci si one di Ges e
sul l ' i mposizi one del nome annunzi ato dal l ' arcan
gcl o Gabri el e. Presente al l a messa i l vi cepresidcnte
di Una Voce- I tal i a, nonch coordi natore di Una
Voce del l e Venezie. L' i mportanza del l a fUllzi one
prdat i zi a cel ebrata a Trevi so - testi moni anza del
ri conosci mento del rito romano antico c. d. tri denti
no secondo l a vol ont di Gi ovanni Paol o Il - stata
sottol i neata dal davvero ri l evante i nteresse tri buta
tole dal l a stampa (cfr. "Corri ere del Veneto" , 4 gen
nai o 2003 ; 5 gennai o 2003 ; "I l Gazzett i no".
Trevi so, 4 gennai o 2003; "La Tri buna di Trevi so", 3
gennai o 2003 ; 5 gennai o 2003, con fot o). [ l
Presi dente nazi onal e d i Una Voce aveva mani festa
to il prpri o compi aci mento ai soci trevi sani c dcl l e
Venezi e, i nvi ando i l suo sal uto a tutti i presenti al l a
sacra funzi om. "Enorme soddi sfzi one c ricono
scenza verso mons. Vescovo", stato il commento
agl i organi di i n frmazi one del dot t . Pi etro
Pi ovesan, rappresentante ddl ' associ azi one i n
Treviso.
TRI ESTE
27 otto/wc ]((2, messa solenne prtizia per la
./sta di Cristo Re.
Nel l a Cappel l a di S. Andrea al Porto Nuovo, i l
gi orno 27 ottobrc 2002, fsta d i Cri st o Re, stata
cantata una messa sol enne prel at i zi a da parte di
mons. Si lvano Pi ani , parroco di Luci ni co (Go) e
canoni co onorari o del Capi tol o met ropol i tano di
Gori zi a, con i l ti t ol o e l e i nsegne di protonotaro
apostol i co soprannumcrari o. | i ntervenuto i l Coro
parrocchi al e di Luci ni co, a l l ' organo Marco
Pl esni car, che ha esegui lO l a "Messa in onore di
sant' Ant oni o" di L Ri cci e mott et ti di Candott i ,
Mozart e IIaydn.
SO novembre 2001, messa canlata per la;sta di
sant 'Andrea titolare dl/a Cappella del Porto. La
festa di sant' Andrea Apostol o, titol are del l a cappel
l a del Porto Nuovo di Tri este, stata cantata l a
messa i n ri t o romano ant i co con l a parteci pazi one
del Coro pol i foni co parrocchi al e dei SS. Ermacora
e Fort unato di Roi ano (Ts), che ha esegui t o l a
"Messa i n onore di san Carlo" a quattro voci mi ste
e organo di Ch. Gounod.
VERONA
2/ settembre 2002, nozze e mess(/ nuziale al/a
Refloria di ,'. Tscana. Ncl l a Rettori a di S. Tscana
a Verona, i l 2 1 settembrc 2002, sono state cel ebrate
le nozze tra Ni col a Cavedi ni , soci o del l a l ocal e
Sezi one di Una Voce, e Rossel l a Muzzol on, secon
do l ' anti co Ri tual e Romano. f seguita l a messa
cantala i n rito romano anti co. Ha otli ei ato don I vo
Ci sar per del ega del vescovo di Verona S. F. Fl avi o
Roberto Carraro i l qual e avcva dat o i l suo permes
so con ,kcreto del 1 6 settcmbre 2002, Pro!. 1 6 1 /02.
Don Ci sar ha tcnuto una segui ta omel i a sul val ore
del l ' amore nel mat ri moni o cri st i ano. La messa
stata accompagnat a dal Coro Val pol i cel l a di
Pedemonte (Vr), di ret to dal MO Ri nal do Tedeschi ,
che ha esegui to l a "M i ssa I l Pont i l cal i s" del Perosi
e al tri canti sacri . Presenti al l a funzi one numerosi
esponenti pol i t i ci e rappresentant i del l e i st i t uzi oni
l ocal i e nazi onal i , tr cui l ' on. Federi co Bri col o,
vi cepresi dcnt e del gruppo parl amentare del l a Lega
Nord Padani a al l a Camera dei deputat i . Prcsente
pue i l coordi natore di Una Voce del l e Venezi e: da
ri marcare l a grande i mportanza di questo matri mo-
1 9
ni o con i l penlesso del l ' Ordi nario di ocesano, che
ha segnato senza dubbio l ' i ni zi o di una opportuna e
auspi cata l iberal i zzazi one del rito romano tradi zi o
nal e secondo le intenzi oni del l a Santa Sede.
7 ottobre 2002. messa cantata per il 431 0 della
v|ttcrcdi Lepanto. Il 7 ottobre 2002, festa deI l a n.
V. del Rosari o, al l a Festa nazional e deI l a Liga
Veneta Lega Nord Padani a a Fondo Frugose presso
Verona, stata cantata una messa i n ri to romano
antico nel l ' ambito di una sol enne commemorazione
del l a vi ttoria cristiana di Lepanto nel 43 1 Q anni ver
sario. La funzi one stata celebrata da don Gi anni
Baget Bozzo con l ' espl i cito consenso del Vescovo
di Verona mons. Carraro, mani fstato con la l ettera
del 25 settembre 2002. Prot. 1 76/02 (vedi l ' i mpor
tante documento i n http: /www. unavoce-vc. itvesc
vr25-09-02. pdt), a\ 1 ' on. Federi co Bri col o, respon
sabi l e del l ' organizzazi one. Monsignor Vescovo si
altres congratul ato per la scel ta del sacerdote ofl
ci ante. Don Baget Bozzo ha tenuto una segui ti ssi ma
omel i a, dedi cata al l ' attual i t de I l a vi ttori a del I a
fotta cri sti ana a Lepanto eontro i turchi , sottol i
neando i l dato storico - oggi spesso appannato da
degradante buoni smo, paci fsmo cd ecumeni smo -
che l ' Europa fu sal vata dagl i orrori del l ' invasione
maomettana. Il predi catore ha parl ato dei martiri di
Otranto e di tutti gli eroici di fcnsori del I a ci vi lt cri
stiana che furono messi a morte dai nemi ci per non
aver vol uto rinnegare la fede. I l coro di retto dal MQ
Giuseppe Bi ondani , ha eseguito i canti gregori ani
del Comune deI l a messa. Montavano di guardi a
al l ' al tare uflci al i e sol dati nel l e storiche di vi se de[
l ' ul tima epoca deI l a Serenissi ma. Ol tre a numerosi
parl amentari del l a Lega, circa trecento persone
hanno assistito con parteci pazi one e commozi one
al l a messa, cui stato dedi cato ampio spazio di
immagini in uno speci al e dell' emittente Telenuovo
di Vcrona, trasmesso il gi oro seguente. Dopo la
messa si tenuto i l Convegno "Europa-I slam: scon
tro di fede e di ci vi l t", per commemorare la batta
gl i a di Lepanto, al qual e hanno parteci pato come
rel atori don Baget Dozzo, 1 ' 0n. Bri co[ o, l ' on
Andrea Gi bel l i (Lodi ) c l ' avv. Abbondi o dal Bon,
segretari o del Comi tato Pri nci pe Eugeni o di
Verona. Duol e menzi onare i l gi ornal e di ocesano di
Verona, denomi nato "Verona Fedel e", che nel
numero del 20 ottobre 2002, a fnna del di rettore
don Bruno Fasano (un sacerdote ! ?), ha criti cato i n
tenni ni grevi l a sacra fnzione, scrivendo testua[
mente che, per preti che col l aborano a queste "mes
si nscene" (i n tal modo l ' organo del l a di ocesi non
20
esi ta a rifri rsi al l a santa messa), "pi che sanzi oni
canoni che, sarebbe opportuno invocare l ' ai uto del l a
Madonna del l ' equi [ i bri o". Che si tratti di criti che del
tutto gratuite c immoti vate (per non dire al tro) [ o
di mostra, in real t, l a ci tata lettera Prot. 1 76/02, con
tenente il preventi vo pennesso di mons. Carraro. O
che proprio contro mons. Carraro fossero ri vol te l e
critiche del suo stesso gi ornale "fedel e"?
25 d/ceoore 2002. doc 8 anni di richieste
messa per il Santo Natale. Eccezi onal e concorso di
tdel i i l giorno di Natale 2002 nel l a Rettoria di S.
Toscana a Verona per assi stere al l a messa cantata i n
ri to latino anti co f inal mente concessa dal Vescovo
di Verona. Oltre 200 persone gremivano l ' anti ca
chi esa gerosol i mi tana, presenti anche numerosi
esponenti pol i ti ci c del l e i stituzi oni , tra cui SOI lO
stati notati l' on. Federico Brico[ o e i l segretari o
provi nci al e del l a Lega Nord Fl avi o Tosi . La fnzi o
ne stata accompagnata con canti gregori ani dal
coro di Una Voce. di retto dal MQ Biondani . Dopo 8
anni di ri chi est e mons. Carraro, con i l decreto 1 2
di cembre 2002. Pro\ . 252/02 (cfr. http: //www. una
voce-ve. i tvesc-vr I 2- 1 2-02. pd O, in ri sposta al l a
ri chiesta del 3 dicembre 2002 ( http: //w\w. unavo
ce-ve. i tuv-vr03- 1 2-02. pdl), ha consenti to l a messa
anche ne\ 1 e sol enni t di Natal e, Pasqua e
Pentecoste, in precedenza escl use: si tratta senza
al cun dubbi o di una grande vi ttori a di Una Voce
Verona e meri to del suo Presi dcnte, i l pro/'. Mauri l i o
Cavedi ni , che ha di mostrato come l a perseveranza
nel l a ri chi esta fduciosa e consapevole dci di ri l l i dei
fedel i ha raggiunto l ' elltto sperato.
VI HORI O VENETO
28 dicembre 2002. messa in cattedale. 1 1 pome
ri ggi o di sabato 28 di cembre 2002, nel l a cri pta del l a
cattedral e di Vittorio Veneto, sul l ' al tare con la rel i
qui a di san Tiziano, protet tore del l a diocesi , stata
celebrata l a messa in rito l atino anti co. Al l a sacra
funzione hanno parteci pato ol tre una ci nquanti na di
fedel i che ri empivano quasi totalmente [ a cri pta:
di versi di [oro hanno mani festato [ a l oro grande
gi oi a per l a possi bi l it di assi stere al l a messa in
questo rito venerando, secondo [ e intenzioni del
Santo Padre Giovanni Paol o I I , grazi e alla vol ont
del Vescovo mons. Al fredo Magarotto. Del caso si
era occupata l a stampa. I l "Corriere del Vencto" del
28 di cembre 2002, i nfatti , ha dato notevol e ri sal to
al l ' evento pubbl icando un serizIO dal titolo "Il
caso. Stasera in cattedrale risuona i l gregori ano
del l a messa antica", del seguente contenuto:
"L' avveni mento quantomeno singol are.
L' appuntamento per oggi nel l a crpta del l a catte
drale di Vittorio Veneto alle 1 8, 00. Monsignor
Antonio Moret, canonico del capitol o, cel ebrer la
Messa. Fin qui nul la di strano. Il punto chc l e
parole del prel ato duate la l i turgi a saranno tutte
latine, i canti rigorosamente gregori ani , mentre i l
cel ebrante dar l e spal l e ai fedel i . Insomma, sar l a
Messa quale era prima del l a rifona l i turgica seb'i
ta al Conci lio Vaticano II. L' avenimento da
segnal are non fosse per i l fatto che l a prima volta
dopo 40 anni che l ' antichi ssi mo rito tridentino (che
contiene for1Ule risal enti addirittura al I V secol o
dopo Cristo) risuoner nel l a cattedral e di Vittorio
Veneto. Il tutto con l a benedizione dci vescovo
Magarotto, che ol tre un anno la di ede i l permesso,
si a pur una volta al mese, per l a cel ebrazi one del l a
Messa i n l ati no. A organizzare l a cel ebrazi one
Edi t ul Pi rone, un gi ovane e attivo medi co che ha
deciso di i mpegnarsi nel la salvaguardi a del l a l itur
gia l ati na. Per cari t non questionc di nostalgia:
nel l a Messa antica si trova un acceso senso dci
sacro", aferla l a Pi rone"' . l A. Z. J . Da ricordare
come finora la messa antica era consentita il sabato
precedentc l ' ultima domeni ca di ogni mese al l e 1 8
nel l a chi ese del l e Suore Gi useppine a Vittorio
Veneto, i n base al decreto vcscovil e del 1 9 marzo
200 1 , Prot. 223 . 337/200 1 (http: //www. unavoce
ve. i t/decreto VYhtm).
Fabi o Marino
AI SOCI /l SIMPATIZZANTI
L' emittente fancese Radio esperance da al cuni anni trasmette gl i ufci del l e Lodi e dei Vespri can
tati nel l ' abbazia di Santa Maria di Randol , tutti i gi ori al l e ore 6, I O cd al l e 1 7, 00. Le al tre trasmissi o
ni si conforumo a tal e i ndirizzo.
Segnal i amo a quanti non hanno avuto la grazi a del nostro "agosto benedettino" a Randol , non sol o
l a spiritual e bel lezza di tal i trasmissioni, ma anche i l l oro carattere di uni one ad una comuni t orante.
L' emittente ha ora promosso un iniziativa di abbonamento, attraverso l a foritura di un apparecchi o
i doneo al l a ricezione per satel l i te.
Il di ritto di ingresso di 80 euro c i l deposito di garanzia di 50 curo; dopo tale pagamento viene
invi ato l ' apparecchio radi o. L' abbonamento di 8 curo al mese, 96 euro l ' anno. In caso di pagamento
annual e si pu pagare con assegno, carla di credi to o contante.
Per i nformazioni e moduli, si scriva a:
RADO ESPERNCE PAR SATELLITE
9, AVENUE BENOI T CHARVET
42000 SAI NT-ETl ENNE
FRNCIA
oppure si telefoni a :
0033. 0477. 495969
L' approvazi one del Padre Abate di Randol pernlette ad Una Voce di garant i re l a seriet del l ' asso
ci azi one e del l ' i ni ziativa.
2 1
FEDERZIONE INTERAZIONALE
Vi enna. Dopo alcuni anni di si l enzio ripresa i l 1 2 settembre 2002, festa del Ss. Nome di Maria, festa cat
tol i ca tipi camente viennese legata al l a difesa del l a Ci tt contro i turchi , l a bel l a consuetudine di un sol enne
pontifcale i n rito l atino antico, che stato cel ebrato da mons. Maximi l i an Ziegelbauer, vescovo ausi l iare eme
rito di
'
Augusta, nella chiesa parrocchiale di S. Carlo Borromeo a Vienna.
Il Vescovo ha pontificato al faldistorio con l ' assi stenza di sacerdoti della Fraterit Sacerdotale San Pi etro
nella splendida chiesa barocca, recentemente restaurata, opera di Johann Berhard Fiseher von Erlach, vol uta
dal l ' imperatore Carlo VI in onore del suo celeste patrono. I canti sono stati atdati al Coro e orchestra "Ars
Musica", diretto dal Mag. Thomas Dolezal , che ha eseguito la "Mi ssa in angustiis" (Nel sonmesse), Hob.
XXI I/ I l di J. Haydn e mottetti, tra cui il Tantum ergo con la mel odi a del l ' inno popolare "Gott erhalte, Gott
beschttze" per l ' Imperatore. Presente al l a cerimonia anche i l vicepresidente di Una Voce-Ital i a e coordinato
re di Una Voce delle Venezi e.
La festa del Nome di Maria fu estesa al l a Chi esa universale dal beato I nnocenzo XI a perenne ricordo e
rendimento di grazi e per la vittoria degl i eserciti cristiani , comandati dal duca Carlo di Lorena e da re Gi ovanni
III Sobi eski di Pol onia, contro i turchi alle porte di Vienna i l 1 2 settembre 1 683 . Questa festa, dunque come
si legge nel l ' invito al pntifcai c tradizionale di ramato dal Presi dente di Una Voce Austri a Ralf Si ebenburger
e dal reggente del l ' associazione di Vienna e Bassa A lstria Dr. Robert Gei schl iiger -, "non sol tanto l a pi vien
ne se di tutte le feste del l a Vergine Mari a, ma anche il
g
i ubi l eo del l a vi ttoria della Madre di Dio contro gli inf e
del i ".
FABI O MARI NO
PRMA MESSA NELLE PAROCCHIA SIERING
Ralf Si ebenburger l
"Comincia a Linz", dice u agio aa.
E st verente u aweimeto ele ci che h avuo luogo il 20 lulio a Siering, nella dioesi ausaca di Linz.
Pa Rheinad Schneider, neo orinato prete della ftrit S. Pio X e nat nella loe comunit di noveila aime, ha cle
bt la su pa Mes solenne nella lole chie pr chiale con il pres del vescovo dioceo Ma'imilimo
Aichc e con la bneione di Roma!
L spios chie gotc er piena sino all 'ultimo p. Fr i pl'>enti si notvao ache merosi chiel1ci di divere dioe
si autiache. l peipt ehe non avevao ptuto tva pst a ser si stingevao t le fle dci bachi.
L srt ecuone della b h anuciao l' iniio di ua crmonia che stt qulcos di pi di una smplice fest
degli aitti di Sierning pr un concittino. L banda ha accolto il prte novello dat alla pra della chies al suono della
maia dell 'aiduca Albro. Il prha slutto il neo sacedote e lo h condoto, con tt i suoi asistenti, fino ai gini
dell'ata intliat in lego nel cui gpp cntle il prtomar S. Stefo in mnochio, cn le mai al7ate, atende la
more p laidone.
Sato Stfao non il solo patono delle 777 pi risaenti pa'ochie nel la pae sud orentle dell ' at Autia e patono del la
Dioi di Pualle quae pr seoli ap e la loalit I suo mairio e la st mqullit con la qule egli v va incon
t, nella rllibone nel l ' alt maggior di Sieing ha molto in comune con quello che awenut negli ani pasat alla
feit S. Pio X, cu meaeil prt novello.
L pric ha tat del srozio e del l ' Eucsta. Molti dei prtct prenti non avrdno pi p molto temp ocaio
ne di alt i co della fede con la chiaZ . a e l 'evidenz con la quale il pricaor ha epsto la secola dottina
della Chie
Dpo i l Missa Est , filor d scri riti si tenut Wla fet ppla. Intoro alla chies ero prdispsti tvoli e bachi; dalle
bt velva spi l lat [a bilIa ment la ba riprndeva a suon.
Ch nlle doi d Linz ogi non vi sia nCSl nuovo prte, f della prima Me' di Sieing un evento singola l u semo
molto sie. Q fat1 il prmo a es r nott dal ' osserator. Molto pi imprmte che, pr la prma volt i n
Austa, u vesovo ap le pr della chie pr hiae in ocione dlla prma Me. ' ad u prete novello della ftemi
t Sa Po X.
Prima dell 'inizo della Sat Mes nel coro del suo discoro di sut il par oo ha lett u chiaificione di Monsigor
Maimiliao Aichem, Vcovo di Linz.
In essi dice che: il prt novello vorbb or celebrd la prma Me''nella chiea della sua par ochia di orgine. Egli
cent Wl serote validente orinato, ma non in piena uit cn la nost Chies. Dp atenta rfesione, e dop
esi conultt con le comptenti autorit rmae, concedo il pnespr la solenne clebrione nella chies par o
chi,e di Sieing. Nes u rione di inquietine costituis il ftto che sia utiliz to in quest prma Mes l ' tieo rto
latino, prch questo psibile ache nella Chie Cattolica cn il peso della comptente autor t eccleiatica. Da due
lmi, ho l uogo rnnovai eonttti f la Santa Sede e la irterit S. Pio X a fne di m u:el ' unifcone nella Chies,
pr il che, d'alt pae, vi acor bisoo di molti sfo1j e di molte prier. Pgo pri tutti color che pecipao alla
pra Mesdel sdote Reinha Sehneider di pra in queta cirost soprtutto pr l 'uit con queti nosti la
telli nclla fee.
n geto dci vecovo Aicher che ha autorulto la prma Mesnella pr ochia di Siering non stato solo maglimo, ma
ache volto nclla giut dirone. Se entmb le pa sono sraente impgnat pr la conciliaone, si deve smeter di
tat cme lebbrsi prti e fedeli ehe so legati alla vechia MesDvono escompiuti atti di unione, ati come quel
li di Sierning. Solo cos si pu sr di giwlger ad u rconciliaione.
"Cominia a Linz!" Sabb deideraile che queto moo di dir ptes e esaplicto al comprento dci vecovo di
Linz e che molti suoi cnflli nll'eisopato tas r, in quel gesto, u esmpio.
I Ral f Si cbenburger, Priestcrbrudcrschaf SI. Pi us X, Ortbischof erlaubt Pri mi7 in Una Voce Korrespondenz, Nov. Di c. 2002, pag. 37 1 -
372. L' autore vi ccpresi dcnte del l a federazione i nterazi onal e e presidente d i Una Voce Austria.
23
EDITORIALE
DOCUMENTAZONE
AR71COLl CULTURALI
VITA DELL 'SSOCIAZIONE
SOMMARI O
Di ri ti e doveri dd fedel e:
i l culto cl assico nel l a Communio
Editio Typica Tertia del Missale Romanum
Un nuovo "movimento liturico"?
Dibattito sul l a l iturgia a Fontgombaul t
L' incenso, preghiera del l a chiesa
Vita delle Sezioni
Federazione Interazionale
Prima messa nella parrocchia di Siering
bol l et t i no t r i mest r al e - vi a gi u l i a. 1 67 - 001 86 roma i t al y - t el . 06. 6868353 di r et t ore responsabi l e: f i l i ppo del pi no
- redattore: emi l i o art i gl i er i - aut or. t ri b. r oma n . 1 42449 del 1 3 di cembr e 1 971 spedi z. abb. post o ar t . 2 comma
20/C l egge 662/96 f i l i al e di roma - cont o corr ent e post al e n . 68822006 i nt est at o ad una voce peri odi co

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