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PARMA

25/09/2004

MITI, ARCHETIPI E SIMBOLI: LIMMAGINE COME


DIMENSIONE TRASCENDENTALE E LE DICOTOMIE INSOLUTE.

Scozzari Daniele

Premessa

Da sempre i Simboli, i Miti e gli archetipi, sono stati sinonimo di mistero da un lato e semplicit dallaltro, tanto che per questi due motivi essi sono passati, rispetto alla scienza ed anche alla comunit umana (occidentale), in secondo piano. Molto del materiale umano, artistico, filosofico, antropologico e psicologico ha la sua ragione di esistere in corrispondenza della forza dei miti e dei simboli o dei sogni, delle leggende, fiabe, ecc.., di ispirare lanimo umano. Senza la pretesa di essere esaustivi, il mio intento quello di avvicinare il lettore alla comprensione iniziale della profondit di alcuni simboli che come delle perle intessono le vie di comunicazione e rivelazione dal lontano passato finanche ai giorni nostri. Molti simboli operano a livello inconscio, o meglio sono recepiti dalla parte destra del cervello. La vista il canale privilegiato dai simboli, mentre ludito lo per i miti o le leggende, soprattutto quelle di natura non scritta. Si insiste molto nei riti di iniziazione, come ad esempio in quello di Eleusi, o in quelli egizi di Osiride, nel trasformare il mystes (liniziato ai misteri), i cui occhi erano chiusi e velati, in epoptes (veggente). Questo passaggio importante testimoniato da alcuni simboli, come quello della 2

luce, dell Occhio, dellAcqua (nel battesimo), e via dicendo. Ci che lega insieme tutti i discorsi del libro la ricerca di quei simboli che rappresentano limmagine della Totalit, della Trascendenza e della Unit cosmologica e umana. Possiamo dire i simboli che sono il sogno ricorrente dellintera umanit che ad un livello profondo percepisce i medesimi stimoli e sensazioni di natura simbolica. Spesso i significati originari dei simboli si sono perduti nel tempo, o sono stati sostituiti, camuffati o si sono evoluti. Tutto cambia per rimanendo uguale, un altro modo di intendere la rilettura di taluni simboli o archetipi. dunque un viaggio interiore, dove si annullano i confini spaziotemporali, dove tutto ritorna allorigine, dove lidentit si frantuma per integrarsi alla fonte di origine universale e uscirne pi completa, forgiata. Io attraverso questo viaggio che propongo ad altri, ho riscoperto, con semplicit e umilt alcuni valori quali lAmore, la Solidariet, la Conoscenza, la Spiritualit intesa come apertura a tutto ci che vibra fuori e dentro di ognuno di noi, tensione propositiva verso lalto e verso il centro, lorigine di ogni cosa. Mentre scrivo queste righe una sfilata di cavalli in pieno centro citt attira la mia attenzione. Sincronicit? I simboli sono chiavi di accesso. Qualsiasi modo di vedere la natura, il cosmo, lessere umano, passa necessariamente per una dimensione simbolica che racchiude l astratto e universale e il concreto, materiale. La chiave, a sua volta simbolo di liberazione, conoscenza, iniziazione e mistero. Ogni divinit ha le chiavi per aprire e chiudere, per mostrare e celare. Da Giano a San Pietro, da Epona a 3

Mitra, e via dicendo. Interessante sarebbe vedere tutti i vari simboli presentarti in questo libro come delle chiavi che aprono porte di collegamento tra due dimensioni: il cielo e la terra, il materiale e lo spirituale, il mistero e la conoscenza.

Capitolo 1 Lessere

totale
La coscienza dellIo risiede nella coscienza Universale

(Keysertling).
Il Sutra diciotto indica la strada della liberazione. Quando si unisce il s individuale con il s universale, il cuore, eliminate tutte le forme di ignoranza (avidya, ecc) diviene limpido e puro e non si limita pi a riflettere la luce ma la manifesta. Comprende che l'idea del s solo un'idea che riposa su un frammento della luce di Om ed abbandona in questo modo l'idea dell'esistenza separata. A questo punto si unisce a Sat, la sostanza eterna, Dio; tale unione chiamata Kaivalya. (Sutra XVIII)

Immergendomi nella lettura di alcuni libri mi sono reso conto di un concetto centrale che in vari modi trapelava da taluni libri. Gli autori di questi libri, partendo da una diversa impostazione epistemologica, sono giunti a simili conclusioni ora prosaiche ora poetiche. Tra gli autori compaiono: Mark Hedsel, un iniziato; Josheph Campbel un antropologo di fama mondiale; Karl Pribram, neurofisiologo; David Bohm, fisico; Michael Talbot, scrittore, Jung, psicologo e tanti altri ancora. Che cosa accomuna questi autori? Perch dottrine come la fisica quantistica, lantropologia e i miti, la psicologia e gli archetipi, i simboli, larte e le immagini, lesoterismo, lalchimia e lEgitto, la filosofia, la religione, la magia, eccetera, trovano punti di convergenza e spiegano alcuni misteri con nomi diversi? Una linea sottile e invisibile collega tutto, anche i libri che, uno dietro laltro sto leggendo: mi si riapre continuamente un sipario dietro al quale si intravedono realt e possibilit che superano la contingenza spaziale e temporale dove mi trovo immerso per aprire un varco al di l della realt visibile che in sanscrito equivale al termine maya. Il messaggio chiave che cercher di far emergere da questo lavoro che i miti, i simboli e gli archetipi raccontano in chiave poetica i misteri dellunit cosmica che trascende le dualit cos come si manifestano attraverso la contingenza fisica spaziotemporale. Mi sono pi volte soffermato a contemplare un simbolo per estrapolarne, attraverso il suggerimento e le tracce contenute nei vari

libri, i loro livelli di significato (che per la tradizione ermetica sono almeno sette); oppure cercare una fonte di illuminazione nella potente luce di saggezza degli archetipi, o collegare i miti tra loro ritrovando quella sensazione di unit originaria che accomuna tutte le culture, che risalendo dalla china dellinconscio collettivo attraversano la sagoma di unimmagine e fanno vibrare nella mente delle risonanze che trascendono spazio e tempo. LOccidente e lOriente, la religione Cattolica e lInduismo, il capitalismo e il comunismo , sono termini che derivano da un modo di pensare al mondo e di concepirlo, spesso staticamente, in maniera dicotomica, oppositiva e per categorie di separazione. In un mondo che segue la marcia della globalizzazione a senso unico possiamo aspettarci che i contrari trovino una loro sublimazione, una loro trascendenza? In natura ci avviene in modo del tutto spontaneo, come per esempio nel ciclo metamorfico della farfalla, nella societ invece, si opera diversamente, tendendo alla supremazia di uno dei poli opposti, quello che si riterr dominante. In molti casi le dicotomie oppositive assumono diverse conformazioni. Una per esempio quella della continuit, e cio che una categoria la continuazione speculare dellaltra, oppure scorrono parallele, oppure ancora danno origine ad una terza via quella dellembricazione nella quale gli opposti trovano unaltra soluzione che non quella dellopposizione ma dellattrazione e del superamento di prospettiva. Dati due opposti come piccolo e grande, finito e infinito, materia

e spirito, ad un certo livello di complessit troveranno lequilibrio nel centro della bilancia e daranno origine ad una via di mezzo (1+1=3) che comunque diversa dagli estremi pur conservandone le caratteristiche di base. una nuova propriet emergente scaturita dalla fusione dei due elementi opposti e complementari. Ci vero per maschio e femmina, luna e sole, universo e atomo legati da un infinito connubio, passato e futuro che formano il presente, immagini e parole che danno origine alla lingua, alla scrittura. Credo che la pacificazione dei contrari sia una risposta alla permanente crisi che sta attraversando il mondo sia dal punto di vista materiale che spirituale. Lembricazione, cio il superamento della dualit un atto damore: per il fatto che dalla congiunzione di due si ottenga tre. Il passaggio al numero tre che nella simbologia cristiana ma anche pagana, esoterica, antica, non casuale. Gi gli egizi parlavano del terzo occhio, lauraeus, che permette una visione delle realt superiori. Il tre indica la perfezione, la sublimazione del corpo nello spirito, la visione nella coscienza universale al di l della mera realt, che maya, cio apparenza. Il tre equilibrio. Ci che scaturisce da due individui diversi che si incontrano sempre una terza emergenza, e non parlo solamente di quella biologica tra una coppia, lamore ha molti modi di fare tre. La dimensione ultima dellamore che la creazione non si esaurisce nellabitudine materiale, ma la trascende essendo lamore un concetto spirituale capace di superare spazio e

tempo. Amore o Philos come lo chiamavano i Greci significa dunque unione, relazione, tra due persone, tra due forze, tra due entit, tra due diversit, eccetera. Promuovendo le diversit e favorendo il loro connubio otterremo risultati creativi immediati. La creativit, quindi la ricerca di nuove soluzioni, di strategie di coping e di risposta, favorita dalla formazione di gruppi eterogenei, come risaputo in psicologia sociale. Per cui tentiamo delle nuove fushion. Lo facciamo con la cucina cosiddetta cooke, attraverso la musica che assurge a veicolo di trasmissione interculturale, con larte. Lartista di oggi ha un ruolo molto simile allo sciamano di un tempo. Entrambi comunicano i miti ai suoi contemporanei, entrambi sperimentano una realt pi vasta e in un certo senso inafferrabile tramite i comuni sensi, entrambi sanno andare oltre la paura e il desiderio, staccarsi dalla quotidianit, oltre la coppia di opposti; si identificano con la coscienza e con una vita della quale il tuo corpo non che un veicolo. Mancano, almeno nella societ postmoderna occidentale, dei validi miti/guide che un tempo rappresentavano de capisaldi nellazione sociale con i quali vi si identificava un intero popolo e le sue generazioni. Parlo dellincontro di esperienze soggettive diverse e su diversi livelli per poter maturare il concetto del relativismo sociale e culturale, della comprensione e aiuto reciproco. Lincontro delle diversit nella loro interdipendenza e con interscambio reciproco. tempo anche per luomo di superare le dicotomie nelle quali rimane in un certo senso intrappolato.

Se luomo capace di amore pu operare la magia dellincontro creativo di due realt opposte. Lamore sviluppo interiore e speranza. Secondo la dottrina induista la nonconoscenza, impedisce all'anima individuale di comprendere la natura universale, non-duale dell'essere unico; essa percepisce dunque solo individui e oggetti separati (cio l'intero mondo dell'esistenza materiale, temporale) e non comprende mai che tutte le esistenze separate sono essenzialmente irreali (questa illusione nota come maya, e la radice ma significa anche terra, cio materialit). Dobbiamo riappacificare anche gli opposti che albergano nella nostra mente e nelle sue abitudini pi o meno condizionate. Siamo ancora alla totalit, la sintesi degli opposti, lintegrit del S, di mente e corpo. Se integrit e unit equivale a benessere, individuale e sociale, perch non si adoperano gli strumenti necessari a permettere una tale ricomposizione? Da qualsiasi punto di vista si parta per osservare un fenomeno esso ci dimostra che anche nella totale mancanza di elementi in comune con il resto, conserva una qualche impronta dellunico grande principio che sorregge luniverso: linterezza e la continuit, in poche parole lUnit. anche di questo che parlano i miti. Il problema che tutti i miti o le immagini simboliche pongono, secondo il mio modesto parere, quello di non fermarsi allapparenza delle cose, lessenza invisibile agli occhi. Ad esempio nella ricerca del Graal ci che si cercava era soltanto un calice sacro oppure ci che esso rappresenta in termini di conoscenza

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dellAssoluto e di sintesi degli opposti. Secondo molti studiosi di miti, il Graal la metafora rappresentata dallitinerario spirituale che si trova tra le coppie di opposti, tra la paura e il desiderio, tra il bene e il male. Ma le persone vedono solo laspetto materiale delle cose, cercano il Graal/calice reliquia preziosa e non il Graal/simbolo di vita autentica. Il Graal non si trova quindi in qualche punto remoto della terra ma alberga dentro la nostra coscienza. Abraham sosteneva che non creiamo i simboli sono gi dentro di noi e la loro forza spesso rimane assopita. Joseph Campbel sostiene che i miti sono riflessi delle potenzialit spirituali di ciascuno di noi. Ognuno di noi contiene lintero che ci contiene. Come direbbe il grande fisico quantistico David Bhm: tutto uno ogni cellula del nostro corpo cela lintero cosmo (secondo il principio definito olografico). Ed aggiunge che nonostante lapparente separatezza delle cose a livello esplicito e percettivo, tutto unestensione indivisa di ogni altra cosa. Tutto nelluniverso caotico (che caos non , bens un ordine incomprensibile, implicito) parte di una continuit, la quale lega ogni essere con il resto delluniverso. Cos ogni cosa si lega allaltra. Le relazioni e la loro complessit qualcosa di affascinante che ancora non stato compreso a pieno. Ogni cosa nasce in mutua relazione con ogni altra quasi come se ci fosse, dietro a tutto ci, ununica intenzione, che in qualche modo produce sempre un senso, sebbene nessuno di noi sappia quale possa essere il senso o abbia potuto comprendere quello della sua vita [J. Campbell, 1990].

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Le persone, che si tratti di eminenti scienziati o dellamico di merenda, sono instancabilmente assuefatte alle loro credenze; come dicono Talbot e Siegel (1997) siamo assuefatti alle nostre credenze e ci comportiamo davvero come tali quando qualcuno tenta di sradicare da noi il potente oppio dei nostri dogma, il quale annebbiandoci la mente ci fa vedere solo una parte di realt, guardacaso sempre quella che si preferisce vedere, quella pi rassicurante e certa. Ci convinciamo che le nostre convinzioni sono convenzioni alle quali aderire conformandoci in modo tacito e irreversibile. Invece, proprio questo uno dei peggiori mali della societ: laderire in modo incondizionato a modelli paradigmatici che assurgono a verit prestabilite. Tale male va di pari passo con il meccanismo di divisione retto dalla Ratio Menti, che opera irreparabili tagli e scissioni tra individui e allinterno dello stesso individuo. Tutto nella societ separato o tende a tale condizione che in apparenza sembra consentire ordine e stabilit. Joseph Campbell eminente antropologo contemporaneo ha capito perfettamente la condizione in cui ci troviamo a vivere come esseri umani e cio il fatto che tutto ci che si trova nella dimensione del tempo e dello spazio duale e si pu ricondurre a coppie di opposti. Bisogna trascendere questi opposti, cio superarli attraverso una coscienza superiore che integra gli opposti nelluomo e quindi attorno alluomo. Gli archetipi, i simboli (la stessa parola simbolo indica in origine lunione di due principi, di due cose), i miti, i sogni, e la sublimazione

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alchemica rendono conto nel loro potere trascendentale e relazionale di una dimensione superiore dove gli opposti si ritrovano a convivere in una sintesi costruttiva e onnicompren- siva delle potenzialit di entrambi i poli. Le nazioni sono separate, le famiglie, le fazioni religiose, politiche, razziali, luomo con la natura. La stessa psiche in molti casi frammentata, e non solo quando si tratta di schizofrenia o nel Disturbo di Personalit Multipla. La societ e le regole capitalistiche, consumistiche e in definitiva della Ragione materiale (che opposta al sentimento) ci porta a separarci sempre pi dal tutto, dallintegrit e dalla completezza, dandoci in cambio dei falsi sogni, degli ideali che non ci appartengono, delle false chimere con le quali identificarsi passiva- mente. Il potere delle Lobby e dellIndustria culturale e mass mediatica estremamente plagiante ed orientato ad un unico obiettivo: il consumo e la vendita. In definitiva, dove regnano frammentazione e scissione non vi pu albergare altro che ipocrisia, finzione, malattia, disintegrazione, guerre, ed un dato di fatto. Daltronde tutto ci fa parte della vita che comunque conflitto, dove c il tempo c il dolore. Lintegrit comporta anche e soprattutto trovare e riscoprire il fatto di appartenere alla comune razza umana; il fatto di non rinnegare quelle dimensioni del carattere o della societ che pi temiamo, con le quali non ci vogliamo identificare che vorremmo invece cambiare e integrarle in una visione pi ampia della vita nelluniverso. Il nostro s separato. Siamo

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nati per essere liberi e totali. I miti ci trasmettono messaggi di unione e totalit in tutte le cose. Ci comportiamo o ci identifichiamo con i frammenti dellesistenza, specchi rotti di realt inconciliabili e fragili. La completezza e la realizzazione di un s totale sappiamo dove e come trovarlo (e cio tramite unaltra persona, un partner, un familiare, attraverso lautoconsa- pevolezza) ma non sappiamo o non vogliamo rischiare di ritrovarci ancora pi soli, ancora pi frammentati lungo il cammino. il percorso delleroe che deve lasciare il cero per lincerto, la casa di origine per ritrovare se stesso nei riflessi cupi delle ordalie del mondo. Qualsiasi sia il vostro modo indiscutibile di pensare, il vostro credo religioso, la vostra appartenenza razziale e culturale, la vostra estrazione sociale, il vostro modo di essere e di conoscere, una cosa certa: siamo tutti esseri viventi. Il punto che linfinita diversit che esiste nellUniverso scaturita (e continua a scaturire) da un principio (forza, mistero, chiamatelo come vi pare..) che Uno, ed anche Tutto e Totalizzante (totipotente ed olistico). LUno tende alla moltitudine e alla complessit, cio alla relazione. Anche lessere umano uno, ma la sua essenza si manifesta non solo nellunit ma nella diversit: non esiste una persona uguale ad unaltra, la natura umana che una contempla diverse dicotomie nelle sue pi vaste accezioni: unomolti, interno-esterno, maschile-fem- minile, materiale e spirituale, cittadino-cosmopolita, razionale-sentimentale, naturale-artifi- ciale. Quanti opposti da coniugare

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Lo scopo di alcune scienze arcane come la Cabala, lAlchimia (in cui Mercurio la personificazione ideale degli opposti e che tra laltro regge in mano un bastone nel quale due serpenti vi si attorcigliano e incrociano il corpo e gli sguardi allestremit a sua volta guardati da mercurio stesso) e alcuni riti di iniziazione esoterica quello di raggiungere una dimensione superiore anche durante la vita terrena e ci attraverso il congiungimento di elementi dicotomici e contrapposti, come Yin e Yang, simbolo supremo e indivisibile di integrit e della complemen- tarit creativa delle antinomie oppositive in relazione in tutto luniverso. Vi sono svariati trattati sulla Congiuntio o cupola degli opposti e della loro sublimazione e trascendenza. Vi un motivo mitologico di base secondo cui in origine tutto era Uno e poi c stata una separazione, che di solito si fa coincidere con la Caduta delluomo, labbandono del Giardino dellEden, il passaggio da un mondo sovradimensionale ad uno, il nostro, racchiuso nello schema di spazio e tempo limitati: cielo e terra, notte e giorno, maschio e femmina, inizio e fine, tutto era un unicum. Nelle upanishad indiane c unimmagine dellenergia originaria, concentrata, che il big bang della creazione che ha dato origine al mondo, consegnando tutte le cose alla frammentazione del tempo.. Il divenire riguarda sempre una frazione. Lessere totale. [cfr. J. Campbell, 1990]. Come abbiamo fatto a perdere i contatti con questa unita? una domanda che si chiede il noto antropologo Joseph Campbell che ci invita a riflettere sul fatto che in un certo senso a causa della nostra mente che viviamo in

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questo stato di separazione. Forse questo bisogno di integrit sempre esistito nel rapporto con luomo e la natura, con luomo e luniverso. Adesso ci che rimane di questo antico mito sono poche tracce. La tensione dellumanit verso qualcosa di totalizzante e unitario ha da sempre accompagnato i riti delle culture pi eterogenee e remote del pianeta. Oggi, riusciremo a ritrovare le radici di quellantica sapienza taumaturgica che guidava il complesso cammino dellumanit attraverso i secoli? Non siamo pi abituati a leggere nei simboli le chiavi daccesso alle nostre origini che abbiamo smarrito. Lunica forza che guida la gente leconomia che retta dalla luce della ragione (materiale) assurge a bene massimo. Larchitettura modera dei grattacieli e delle grandi costruzioni non rappresenta lelevazione spirituale delluomo bens lelevazione economica della societ. La ragione, intesa in questo modo una tensione che divide, che accumula in quantit e non in qualit, che distorce il senso ultimo della vita che sembra tendere verso una dimensione trascendente. Nelle scuole non si insegna ad accostarsi con umilt e trasparenza ai simboli, ai miti e agli archetipi, che pur avrebbero tanto da insegnare. I genitori non stanno pi, nella maggior parte dei casi a raccontare favole e storie come facevano una volta le nonne, tra una persona e unaltra, come pu essere tra genitori e figlio vi sono innumerevoli intermediari artificiali che in alcuni casi accentuano il distacco. Si sono persi alcuni

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valori di comunit, sostituiti con surrogati usa e getta costruiti artificialmente per tale scopo. Le bande di ragazzini teppisti non passano attraverso riti che preparano con cautela il loro inserimento nella societ, sono invece lasciati allo sbaraglio e lunico rito che gli rimane quello che loro stessi fabbricano poich nessuno gli ha dato la possibilit di apprenderlo e guardacaso cosa fanno? Dipingono, si danno allarte. Attraverso i murales si impadroniscono degli spazi grigi delle metropoli fredde e apatiche. Attraverso le gare di velocit e abilit con gli skateboards si sentono i padroni del tempo e degli spazi, diventano eroi. Nessuno gli ha insegnato che molto tempo prima di loro i maya facevano un gioco con la palla in cui alla fine il capitano della squadra vincente veniva sacrificato sul campo dal capitano della squadra perdente per cui rappresentava leroe che muore come un dio. Gli veniva tagliata la testa che come la palla rappresentava un simbolo di assoluto, la sfera, la perfezione. I giovani, inconsapevolmente, tentano di riappropriar- si dei miti storici dellinconscio collettivo e lo fanno in modi che vanno a volte a urtare la vita dei grandi o della societ. Si tratta di una protesta del giovane: perch non mi insegni tu quale via devo percorrere invece di fabbricarmela da solo? E la via da percorrere non si insegna solo attraverso le lezioni a scuola o i libri ma attraverso lesempio e, in ultima analisi, attraverso le immagini, i simboli che racchiudono mille parole e mille esperienze vissute e da vivere,

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sic et simpliciter. Il simbolo come disse Jung: pu trasformare la natura stessa delluomo.1 Parlavamo prima di economia. Mi sono davvero stupito nel notare i mille rimandi simbolici che pu contenere ad esempio una banconota come il dollaro (one dollar) americano, ci vale per molte altre monete dove si riscontra sempre un elemento distintivo simbolico I due simboli chiave, la Piramide nel lato sinistro della banconota e lAquila nel lato desto sono intrisi di riferimenti massonici, esoterici (soprattutto rosacrociani ed egizi). Vi tutto il simbolismo qabbalistico dei numeri (in particolare il 13 e il 17): Al di l dellovvio riferimento ai tredici stati che formarono la prima confederazione america- na (tuttora presenti come numero nelle tredici strisce bianche e rosse della bandiera statunitense), il significato del tredici in numerologia potrebbe riempire tranquillamente una intera enciclopedia. Nei 22 Arcani Maggiori dei Tarocchi raffigurato con la Morte, intesa come trasformazione, cambiamento e rinascita. Nella tradizione cristiana, in cui Giuda il traditore legato al tredici (Ges pi dodici apostoli), considerato il numero della gerarchia infernale. Per alcuni studiosi dell'alfabeto ebraico il tredici simbolo di distruzione e morte. Secondo invece Carmen Rettore, il tredici oltre ad essere il numero cosmico del perdurare della presenza anche il numero del trasporto e del volo . Cosa significa questo? In pratica con questo numero 1

La psicologia di C.G. Jung edizione Boringhieri

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continua Carmen Rettore - viene data alla banconota la pulsazione di un movimento universale, della serie: un movimento di circolazione che perdura, trascende e resiste per leternit. La conferma di questultima affermazione, e cio della circolazione che perdura, sta nel fatto che il dollaro sicuramente la banconota che circola maggiormente nel mondo e da tantissimo tempo. Lintento iniziale, rappresentato sotto forme simboliche nel dollaro era lattuazione di un nuovo ordine del mondo (come compare nella scritta Novo Ordo Seclorum, composta da 17 lettere..), retto dalla Democrazia, dalla pace, dalla Ragione, intesa come forza rivelatrice e guida spirituale del mondo. Ma ancora una volta le persone, come per il Santo Graal, non sanno andare oltre il livello materiale delle cose, in questo caso quello economico. Cosa rimasto dei buoni propositi contenuti sotto forma di messaggi cifrati nel dollaro? Ma questo alla sua nascita e cio allepoca dellIlluminismo, nel 1789, data di nascita della banconota del dollaro sotto la Presidenza di J. Washington nonch data ufficiale della Rivoluzione Francese tra laltro preparata da esponenti massonici, come di ispirazione massonica erano i primi fondatori degli Stati Uniti. Dove sono andati a finire oggi i valori originali con i quali sorta lAmerica (e lo stesso vale per lEuropa a cui si lega la storia del Graal e tutto lOccidente, anche se lOriente, soprattutto Cina, Giappone e India stanno tentando di percorrere la medesima via che sta portando noi occidentali verso un mondo materiale e consumistico). Un simbolo

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di unit come la moneta o la carta moneta (facce della stessa medaglia) pu far riflettere come elementi dicotomici compaiono anche attraverso lecono- mia. La banconota come quella statunitense viaggia su due dimensioni: materiale (economico) e spirituale (messaggi massonici: il concetto di massoneria legato al costruire, essi sono i muratori del nuovo mondo, o almeno questa sembrava essere una delle missioni). Un altro paradosso, se cos si pu chiamare, il seguente: per secoli gli alchimisti e gli ermetici (ma non solo) si sono sforzati di raggiungere la cosiddetta Pietra Philosofale, la quintessenza rappresentato dalla realizzazione delloro dal piombo e parallelamente laccrescimento spiritua- le, che costituiva la vera e pi grande trasformazione. Per far ci essi partivano da uno stato in cui la materia e la forma venivano definiti di nigredo nerezza. In poche parole lOpus, ovvero il processo alchemico di sublimazione dello Spirito e della materia partiva dal nero che essi associavano alla notte, alla malinconia, alla non-unit degli opposti, per arrivare al bianco ovvero alloro come principio superiore e trascendente e da l riperpetuare il ciclo che non era mai compiuto se non forse dopo la morte! Era ciclico. Oggi assistiamo ad una guerra che riguarda due culture, Occidente e Medio-Oriente e implicita- mente anche due Religioni da molti secoli in combutta, ovvero la Cattolica e la Musulmana, due modelli di pensiero. Tutto per loro nero, che a differenza delloro alchemico non eleva spiritualmente ma al contrario sta

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portando lumanit ad una sfrenata esigenza di potere e di distruzione. Loro nero, mi sa tanto che, alla luce dei fatti odierni la controparte negative e materiale delloro (bianco). Il primo ti trasforma in consumatore materialista, il secondo attraverso la sua trasformazione (che un atto che compi di persona) ti trasforma a sua volta.. Sono due principi contrapposti. Il compito per i nuovi alchimisti quello di trasformare loro nero, o la nigredo, in oro, in luce cos da compiere quella necessaria trasformazione interiore che ci innalza al di l della materia, del potere sulle cose e sulle persone. Questa la nuova missione che spetta a tutti noi alla luce del messaggio lasciatoci dai miti, dai simboli e dagli archetipi. Finch vivremo sotto lombra della materialit intesa come attac- camento morboso alla cose, agli oggetti, al denaro, la vera luce della consapevolezza del nostro essere rimarr eclissata. Bisogna trasformare la nerezza della quotidianit.

A proposito di nerezza, bisogna constatare che anche la condizione di essere umano sta diventando lentamente, sotto i nostri occhi increduli, unattivit part-time. Chi per un motivo chi per un altro portato a criticare la sua o la di altri condizione di uomini e ci per varie ragioni: culturali, politiche, religiose, sessuali, razziali, intellettuali, eccetera. Bisogna ritornare ad essere uomini a tempo pieno, uomini che pensano e interagiscono in vista di una concezione globale del mondo, la casa di tutti, ma purtroppo

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patrimonio di pochi affittuari nonch sfrattatori alias Lobby e Co. Ogni individuo di questo pianeta ha le stesse esigenze di qualunque altro, vive con le stesse aspettative di ogni altro, sente e prova le medesime emozioni, le quali ci insegnano ad essere pi umani, ma la cui voce che grida dal profondo nascosta e si perde nel traffico roboante di desideri materiali ed effimeri nel traffico globale dellingiustizia e dellipocrisia. A forza di rin-negare le emozioni, non abbiamo armi per superare le crisi della ragione capitalistica e tecnocratica, abbiamo disimparato a sorride- re intensamente anche alla vista delle cose semplici e genuine, a stupirci delle cose veramente belle come un tramonto, un dipinto, o la nascita di un cucciolo. Tutto nel complesso, semplicemente meccanico e freddo? Ho chiesto ad un mio amico quale fosse la sua aspirazione pi grande. La risposta stata: fare soldi. L uomo del xx secolo vuole semplicemente essere simile ad una macchina, efficiente ed efficace, che poi sappia trapelare qualche rudimentale e incerta emozione come ad esempio lamore, cosa di poco conto, magari ci penseranno le macchine a fabbricare qualche pillola della felicit facendo le veci dei nostri naturali ormoni e neurotrasmettitori. Mah!!! Tuttavia, siamo ancora in grado di recuperare dai ruderi della civilt postmoderna brandelli di essere umano e ricostruire quellessere imperfetto e inarrestabile che siamo.

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Se luomo non torner ad essere S stesso, cio autentico e totale, non frammentato sar imperdo- nabilmente il responsabile del decadi- mento culturale e sociale cui purtroppo sta andando incontro autoconvincendosi che quella che si accinge a percorrere sia la strada giusta, che per certi versi allindietro. Pi si dar spazio alla tecnocultura pi si sedimenteranno a fondo i veri bisogni e-motivi delluomo e pi essi si sostituiranno ad altri pi effimeri da fast-food consumistici. Luomo tende sempre pi a diventare elettromec- canico, di contro, le macchine tendono sempre pi ad avvicinarsi a modelli umanoidi. Il mondo alla rovescia. In un futuro, forse non troppo lontano, la specie umana rappresenter per le macchine quello che le scimmie antropoidi rappresentano adesso per noi: antenati o predecessori, discendenti ancestrali giunti ad uno stadio evolutivo inferiore. Einstein, nella sua grande lungimiranza, in una sua celebre massima scriveva: un giorno le macchine potranno risolvere tutti i problemi, ma nessuna di esse potr mai porne uno. Certo anche vero il fatto che abbiamo pochi validi esempi cui far riferimento per restaurare la s-cultura umana; invece sono tanti, forse troppo i contromodelli (purtroppo quelli pi emulati) a fare da cornice alla societ, sulle quali si basa: sto parlando di modelli de-generazionali quali quelli di scissione e dissociazione tra Stati, politiche, religioni, famiglie, classi e gruppi di ogni generegli esempi sarebbero interminabili,

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tutto diviso nella societ, e lo continuo a ripetere. Ci sono poche idee che propinano messaggi di unione e sodalizio. La scissione operata a livello sociale, in linea con il modo analitico e divisorio con il quale opera la Ratio, si ripercuote inesorabilmente nelle menti pi fragili di bambini e adolescenti, o di persone robotizzate e per ci disumanizzate. Fate circolare idee di unione, messaggi di solidariet: siamo tanto bravi a vendere e condizionare tramite le pubblicit e il marketing prodotti (senza offesa per nessuno) stupidi, che spingono alla ricerca di chimere effimere, allora, mi chiedo, come mai non riusciamo a far attecchire propositi pi utili per luomo, che ridanno il senso della coesione umana e della svolta decisiva per un mondo a misura duomo - e non a uomo da misurare da soppesare e rivendere. Per i propositi saggi e creativi ci vuole impegno e tempo. Oggi il tempo prezioso, tutto corre vorticosamente, se un progetto, come la pace nel mondo troppo lungo, beh, non c tempo. Meglio la guerra, pi veloce e decisa. Prima delle macchine devono muoversi e funzionare gli ingranaggi del cervello (e non solo nella sua parte sinistra), se non vogliamo veramente essere ridotti a robot a tempo pieno (con tutto il rispetto per i medesimi) o al massimo umani part-time, magari pronti a cambiare lavoro non appena si presentano le prime condizioni avverse di cui la societ, nella sua infinit variet di situazioni, pronta ad offrirci.

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Capitolo 2 I cosmica interiore. miti: perle che lunit allunit

racchiudono/dischiudono collegandola

La scienza sta iniziando nell accostarsi alle dimensioni del mistero, entrando nella sfera di cui parla il mito. La fisica Quantistica, la teoria Olografica e la teoria della Complessit sono un valido tentativo per scoprire i veli di Iside e per spiegare ci che stato considerato inco- noscibile, il Logos non fenomenico, eccetera. Ci che non si pu esperire con i

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sensi considerato privo di discernimento scientifico; ma quanta parte della realt viene esclusa dai sensi? Colori, frequenze, radiazioni, il regno del micro e del macro, le esperienze subliminali, eccetera. Lenergia, che investe ogni cosa, era gi oggetto di venerazione mitica [J. Campbell, 1988], lenergia in ogni cosa e in qualsiasi organiz- zazione della materia dalla pi elementare alla pi evoluta con diversi gradi e livelli. I miti, le immagini ed i simboli racchiudono stati energetici che vanno al di l della materia, sconfinando invece in una forma di energia universale che il Pensiero (cfr. Bohm), ovvero lIdea che investe energicamente i suoi tre rappresentanti in ogni epoca storica e in ogni popolo e nazione. Si tratta del Mito, dellimmagine simbolica e dellarchetipo. Dicevamo tre elementi che stanno alla base del pensiero, che sono in qualche modo immagini speculari dello stesso fenomeno ma operanti a diversi livelli. Si manifestano, infatti, sia a livello di coscienza individuale, sia a livello collettivo, ci che Jung chiama inconscio collettivo. Tutti e tre gli elementi o forze si trasmettono quindi nel tempo, si materializzano in una dimensione storica e sociale, prendono innumerevoli forme che sono le loro diverse possibilit di presentarsi e accompagnano lumanit lungo il suo tortuoso cammino ed inducono allazione partendo da un livello, diciamo, subliminale di contagio emotivo. Sappiamo bene quanto potere pu avere un immagine mediatica, un cartellone

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pubblicitario, prima a livello subliminale e poi spronando allazione date certe condizioni. La pubblicit ricicla vecchi miti, trasformandoli in chiave moderna, arriva a condizionare con le immagini il desiderio di possesso e il bisogno di colmare dei vuoti, o pi semplicemente soddisfa curiosit, distrae, comunque opera a pi livelli. Forse la pubblicit, i media e la tecnologia si stanno sostituendo ai miti e agli archetipi di un tempo? Le celebrit di oggi, le notoriet stanno forse rimpiazzando il modello di eroe classico? In una scuola superiore di Brooklyn, stato fatto circolare un questionario che domandava: A chi vorresti assomigliare? Due terzi degli studenti risposero: A una celebrit. La societ dellimmagine propina modelli sempre pi fittizi con i quali identificarsi. I vecchi miti sono sempre presenti, nel cinema, nei romanzi, ma forse hanno perso quel valore originario o forse siamo noi ad essere troppo immersi nella quotidianit. La vita oggi complessa, cambia a ritmi frenetici, manca cos il tempo perch qualcosa si sedimenti, si fissi davvero nella mente. Un tempo nellantico Egitto le costruzioni sacre come le piramidi duravano anche per unintera generazione dallinizio dei lavori fino alla loro realizzazione. I figli dei costruttori diventavano i nuovi costruttori e completavano le opere dei padri i quali li istruivano affinch tramandassero ai loro nipoti le loro arti e tutti erano coinvolti nella costruzione di queste immemorabili opere, in un modo o nellaltro, con tempi lenti ma catartici. Al giorno doggi una celebrit dura una stagione e si fa presto a cambiare eroe per identificarsi subito in un nuovo

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mito. I miti, i simboli e gli archetipi hanno un altro aspetto in comune: sono immagini della Totalit in quanto possono avere infinite connessioni e rimandi con altri simboli, miti e archetipi, tutto in relazione armonica ed proprio questo messaggio di integrit armonica che bisogna cogliere dietro di essi. Gli archetipi sono il simbolo universale della totalit e circolarit che racchiudono e che , in definitiva racchiusa dentro di noi. Si pensi al ciclo nascita, concepimento, morte. La forza trasformativa degli archetipi ricompongono in noi una cornice pi grande dove inserire il quadro della nostra vita, della nostra storia in armonia con le altre storie del mondo, al di l delle dicotomie che dividono. Certi eventi quindi facevano sentire i nostri antenati parte integrante del cosmo e delluniverso. Capita lo stesso a noi, o almeno il fatto di sentirci parte di una storia pi grande di cui ne costituiamo le pagine. Per esempio Il significato ultimo della sincronicit ci trasmette lidea che siamo tutti in un modo o nellaltro collegati, come dice giustamente Hopke il significato della nostra vita e lintreccio delle nostre storie non includono semplicemente quello che sappiamo di noi ma giungono da una fonte molto pi profonda, dalla nostra innata capacit di vivere lintegrit in forma di vita simbolica, come lo nellinconscio collettivo formulato da Jung. Oggi pi che mai si ha bisogno di integrit: le famiglie che sono afflitte dalle troppe separazioni; gli stati in combutta per problemi religiosi, economici, sociali, politici, ecc.; gli scienziati per creare uninterdipendenza polidisciplinare e creativa; la nostra stessa psiche soggetta a

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disgregazione e va ricondotta ad una unit pi grande in armonia con la mente e con li corpo e con lintera societ. I miti hanno tracciato le vie per realizzare con pienezza carismatica la coesione delluomo con la natura e con le societ. Gli archetipi ci possono insegnare a percorrere tale via come fanno il Viandante, il Ricercatore o lEroe. I simboli e le immagini faranno da segnaletica per non smarrire la strada. Bisogna seguire il nostro bisogno di empatia e coesione. Lautore dellAvatamsaka Sutra induista paragon l intero universo a un reticolato leggendario di perle che diceva pendesse sopra lo splendido palazzo del dio Indra (dio che ricorda la parola Idra cio acqua al quale il suo potere associato essendo fluido e circolare) e disposto in modo tale che se guardi una [perla], vedi tutte le altre riflesse in essa. Come lautore del Sutra spieg, allo stesso modo, ogni oggetto nel mondo non soltanto se stesso, ma include ogni altro oggetto e, in effetti, ogni altra cosa [cfr., M. Talbot, 1997, p. 305]. Come spiega la fisica quantistica di Bohm, (1980), al livello subquantistico, la localizzazione come la intendiamo noi nello spazio e nel tempo cessa di esistere: tutti i punti nello spazio divenivano equivalenti a tutti gli altri punti nello spazio, ed era insignificante parlare di qualsiasi cosa come separata da qualunque altra. I fisici definiscono questa propriet nonlocalit. Ma la cosa pi sorprendente , e qui sta la grande scoperta della teoria olografica, e cio che tutte le particelle sono nonlocalmente interconnesse. Ogni cosa nel

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cosmo costituita dal materiale ininterrotto dellordine implicito, non visibile (la realt maya), tutto nelluniverso parte di una continuit. I miti non raccontano, in diverso modo anche di questo? La separazione che opera la mente ad un certo livello solo apparente, tutto in relazione, in modi e termini che non possiamo cogliere nellimmediato, che ci prescindono e preformano. La societ tende a dividere, a dicotomizzare, a ragionare in modo utilitaristico e materiale. Noi dobbiamo essere gli eroi della nostra vita, il mito della nostra storia, il simbolo della redenzione e dellunit, larchetipo che illumina gli altri, ognuno nel suo piccolo grande microcosmo. Bisogna dunque conciliare ci che in definitiva era un tempo unito. La scienza/ragione, hanno seguito un cammino divergente rispetto al mito/sentimento. Esse sono invece due facce della stessa medaglia cui lumanit deve dare ascolto alternativamente, come un individuo dovrebbe sentire in modo complementare sia la parte destra (emotiva) sia la sinistra (razionale) del cervello. Anche le Rune celtiche esprimono questo bisogno di unit, soprattutto quella delluomo, formata da due P contrapposte e la Runa della realizzazione, formata da due triangoli uniti alla base (vedi immagini pi avanti): tale runa rappresenta un progetto. Simbolo di fertilit e di nascita, parla di una realizzazione, ma anche di un rinnovamento. Forse, a titolo di ipotesi, vi uninfluenza geografica non solo sulla cultura umana ma anche sulla parte del cervello che sviluppiamo maggiormente: per cui loccidente ha

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sviluppato di pi la parte analitica del cervello e forse loriente la parte emotiva e sintetica del cervello, la quale reagisce con pi forza ad immagini visive, ai suoni melodiosi del mantra, ascolta di pi ed che aperta alla voce dei sentimenti.

Capitolo 3 Simboli Mitici

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L Albero.
Un importante simbolo, nonch archetipo limmagine dell albero. Esso compare in diversi miti e indica pressappoco le medesime cose: tutto il complesso della manifestazione; la sintesi di cielo, terra e acqua; la vita dinamica in antitesi con la vita statica della pietra. Rappresenta anche limago mundi e laxis mundi dato che congiunge i tre mondi e rende possibile la comunicazione tra loro. I rami sono il simbolo della variet nellunit, i quali si levano da una sola radice e ritornano allunit nella potenzialit del seme del frutto portato da quegli stessi rami. Ogni tradizione associa allalbero (caratteristico della zona di origine, come ad esempio lagave e il cactus per il Messico) un valore cosmologico di manifestazio- ne dellUno, della riconciliazione degli opposti, che in definitiva il filo conduttore del mio lavoro di ricerca. Anche ogni religione e quindi ogni Dio o personificazione di un dio ha un albero cui identificarsi. Lalbero Cosmico talvolta raffigurato con 9 rami che si dividono e si ricongiungono di nuovo, oppure con due tronchi che hanno la stessa radice e rami che si congiungono, il che indica la manifestazione universale che procede dallunit alla variet per tornare allunit, lunione dei principi complementari, maschile e femminile, Bene e Male, terra e cielo, oppure landrogino. Sopra o attorno questi alberi spesso compare un serpente, un uccello, un diamante o un frutto a seconda della tradizione religiosa e culturale.

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L Albero della Vita i cui frutti danno limmortalit al/un centro e simboleggia la rigenerazione, il ritorno allo stato primordiale della perfezione; lasse cosmico ed unitario; trascende gli opposti del Bene e del Male, Mentre lAlbero della Scienza del Bene e del Male , secondo le varie tradizioni, per sua stessa natura, essenzialmente dualistico; associato quindi al primo uomo e alla sua caduta dallEden. Il Dio destinato a morire viene sempre ucciso su un albero. Cristo, in una raffigurazione di Giovanni da Modena compare crocefisso sullo stesso albero da cui Adamo ed Eva mangiarono il frutto della Caduta, unendo in uno stesso simbolo i due estremi del mistero della Redenzione, Alfa e Omega. Buddha raggiunse lilluminazione sotto un albero di fico (ficus religiosa) , simbolo del Grande Risveglio da cui prende il nome il Buddha. Nella saggezza ind il cosmo un grande albero che ha radici nelloltretomba, il tronco appartiene al mondo delluomo e alla terra e i suoi rami al cielo. Lalbero dalla Vita Aditi, lessenza dellindivi- dualit, mentre Diti, la divisione, lalbero dualistico della Conoscenza, o Samara, che Visn abbatte con la sua ascia. Anche per il Tao lalbero (che il pesco) racchiude in s le coppie di opposti, yin e yang, nellunit taoista. Lalbero inoltre ci che meglio di qualsiasi altro simbolo riesce a rappresenta- re la natura strutturale umana: lalbero diventa per estensione lasse delluomo, ovvero la colonna vertebrale (vi una terminologia parallela quale tra radici/nervi, linfa vitale, corteccia cerebrale e via dicendo). Le tradizioni storiche sono intrise

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di figure che come lalbero hanno tre funzioni principali: a) rappresentare una moltitudine di elementi che si rimandano lun laltro, ad indicare che dietro la complessit apparente vi sono dei principi base unificanti e integranti. Hanno inoltre diversi livelli di significato. Gli elementi del simbolo racchiudono polarit in continua metamorfosi (Cacciari). b) Servono a collocare luomo e le sue azioni dentro uno scenario pi vasto e comunque non dualistico ma trascendentale. c) sono tramandate e compaiono in diverse forme adattandosi di volta in volta al substrato culturale o background sociale del luogo e del tempo storico-politico; servono come spiegazione dellordine delle cose, spiegazione alla quale ormai pochi attingono. Non ci si identifica con certi miti, forse perch sentiamo che non ci appartengono quando invece i miti sono per tutti, di tuttie in tutti noi.

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.Ed il Serpente

Anche limmagine del serpente, come quella dellalbero compare in molte mitologie. Nella tradizione cristiana viene considerato un principio negativo; esso ambivalente, ossia pu essere considerato positivo o negativo. Diversa invece la concezione che ne hanno le culture orientali, primitive e altre ancora, soprattutto se lo si considera nellarchetipo rappresentato come Ouroboros, un serpente o drago che si morde la coda: le sue rappresentazioni comunque non si limitano ai due animali mitici, ma tutto ci che ciclico, origine-fine e nuovo ciclo, sono associate al significato che racchiude lOuroboros, ovvero la mia fine il mio inizio. Simboleggia quindi lindifferenziato, la Totalit, lunit primordiale, lautosufficienza, lAndrogino, il ciclo eterno o se si vuole usare un termine cibernetico il ciclo retroattivo del feedback. Insieme con lOuroboros sono raffigurati lAlfa e lOmega; nella mitologia Orfica racchiude lUovo Cosmico ed Eone, larco temporale delluniver- so. Unespressione Greca che racchiude il suo significato tutto Uno. Come diceva Epicureo: Il Tutto era allinizio come un uovo, con un serpente (pneuma) che lo cingeva come un cerchio o una banda. Anche nel simbolismo Sumerico-semitico lOuroboros rappresenta lUno e il Tutto e la

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ruota del Samara ne svela tutto il suo affascinante mistero. Pi avanti ho inserito alcune immagini dellOuroboros prese da differenti tradizioni ed epoche storiche. La raffigurazione del primo emergere dell'Essere, chiamato Matrice Uno, spesso un "Uovo di Luce" o "Uovo d'Oro", spesso con un centro in cui a volte vi l'immagine di una divinit, archetipo dell'essere e dell'unit di coscienza che compare in tutti i miti delle origini sotto forma di immagini, quando ancora il linguaggio non era presente. La spirale, (che ha unincredibile assonanza con spire o scaglie del serpente) che assume differenti forme, come il serpente, la svastica che tra laltro associata al Sole, il fiore o il tao. Insomma il serpente o lOuroboros sono di cero alcuni dei simboli pi comuni e ricorrenti dell' umanit, attorno ai quali ruotano storie e miti di ogni genere. Incisa sulle pareti di roccia o dipinta nei luoghi sacri, la spirale rappresenta il senso del movimento creativo centrifugo, dal nulla centrale alla manifestazione fisica verso l'esterno, e del movimento inverso di involuzione centripeta, dalla manifestazione fisica al nulla. Un ciclo che l'essere umano primitivo osservava ogni primavera, quando dal ramo nudo apparivano i germogli e da essi le foglie e soprattutto i fiori, con i loro petali disposti a spirale, pensate alla rosa o al girasole. La spirale anche raffigurazione del sole e di tutti i cicli solari diurni-notturni e stagionali che scandiscono il tempo e la vita stessa. In ultima analisi il principio fluido del serpente e il suo corrispettivo simbolo dellOuroboros ci

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riconducono alla simbologia atavica del cerchio (o dello zero) che meriterebbe una trattazione in separata sede. Possiamo dire che il mondo intero ed i pianeti sono un cerchio. Tutte le immagini circolari, secondo J. Campbell (1990) riflettono la psiche per cui dev essere una relazione tra larchitettura di questi disegni e la struttura delle nostre funzioni spirituali. Il cerchio rappresenta la totalit nel tempo e nello spazio. Ci che sta dentro al cerchio separato e allo stesso tempo connesso con tutte le cose. E se tutto fosse rappresentato circolarmente? L'alba della cultura umana inizia, secondo Joseph Campbell, circa 15.000 anni fa con il mito evolutivo dell'albero e del serpente. Lessenza del mito, differenziato in infinite varianti, che l'essere umano pu diventare un fiore del giardino di Dio, che ogni essere umano, se ristabilisce l'armonia interiore degli elementi esterni (maschile e femminile, terra e cielo), se utilizza in modo evolutivo le forze primordiali dell'energia sessuale-creativa, simboleggiata dal serpente, pu sviluppare i suoi frutti potenziali, reintegrarsi e godere dell'unit, della re-ligio con il divino. In ogni cultura antica troviamo varie rappresen- tazioni di questo mito, un punto chiave nella visione olistica della realt umana e del suo potenziale evolutivo; i simboli che vi ricorrono sono gli elementi essenziali che i primi esseri umani hanno concepito per spiegarsi le leggi e il funzionamento della misteriosa esistenza, in cui, a differenza degli animali, erano diventati consapevoli di esistere. Questo mito rivela innanzitutto una profonda venerazione per lintera esistenza,

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proprio come se ogni elemento del misterioso gioco della vita fosse intrinseca- mente sacro. Gli archetipi in esso presenti sono lalbero, il serpente, la dualit polare maschile-femminile, sole-luna e lunit di tutti questi elementi: il Dharma o legge armonica dellesistenza. Il primo archetipo lalbero: mediatore tra Cielo e Terra, che ha la capacit di produrre frutti ed ha un'intrinseca analogia con lessere umano. Lalbero, con i suoi frutti, il primo e pi elementare dono che la natura offre allessere umano per il suo sostentamento. La pianta viene venerata perch in essa si manifesta la divinit benevola e il simbolo stesso dellalbero diventa, poi, un archetipo della struttura umana e cosmica: le gambe a contatto con la terra, le braccia e gli occhi al cielo ed il cuore aperto sulla bellezza e i doveri umani. Ma se i frutti di un semplice albero possono dare la vita agli esseri umani, quali potranno mai essere i frutti dellalbero-uomo? Come pu un piccolo insignificante essere umano, perso nell'immensit della natura, esprimere del tutto la sua potenzialit e unirsi allarmonia dellesistenza? Qui entrano in gioco la saggezza e lenergia creatrice e ispiratrice, simboleggiate dal serpente. Il serpente - archetipo di onda e flusso spirale dell'energia intelligente e creatrice - sale lungo lalbero e la sua innata saggezza rende divina la pianta. La saggezza profonda dellenergia vitale, rappresentata dal serpente, permette a colui che cerca il divino di trasformarsi interiormente, unificando e integrando le forze maschili e femminili e le altre dicotomie, portando cos a maturazione le proprie potenzialit, i propri frutti spirituali: la

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conoscenza del bene e del male e la consapevolezza delleternit della vita. Il serpente, che invecchiando cambia la vecchia pelle ritrovando brillantezza e vitalit, anche il simbolo del potere di trasformazione e rigenerazione dell'energia vitale, elemento chiave dell'intero processo di evoluzione interiore. La pianta, espressione primaria della grande Dea della Terra, e il serpente, espressione maschile e fallica del Dio Creatore, si uniscono simbolicamente, generano e producono frutti sacri. Lunione interiore nellessere umano delle sue forze polari maschili e femminili porta alla fioritura delle sue potenzialit spirituali, espande la sua coscienza, lo rende partecipe di un "Tutto" pi vasto e sacro. Non a caso in molte scene ritratte da pittori alchemici si vede in primo piano un albero con frutti al quale poggia una scala i cui gradini sono numeri simbolici. Rappresenta la possibilit di sublimazione (uccelli sopra lalbero) e quindi superamento delle dicotomie.2 Quando mi accingevo a scrivere questo libro , ho collegato albero e serpente, in modo del tutto naturale e spontaneo. solo dopo e con
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Luomo che salendo lalbero supera le dicotomie terrene unimmagine ricorrente in molti autori come Hieronymus Bosch (Il figliol Prodigo, Trittico dellEpifania) pittore vissuto intorno al 1450, che ancora non ci stato restituito in tutto il suo grande spessore dallinterpretazione perniciosa di taluni critici; S. Trismosin ( Arbor Philosophorum); Drer , J. Jamsthaler che ha come soggetto lalbero Sefirotico e altri pittori del Rinascimento. Tra i contemporanei citiamo Victor Brauner (La pietra filosofale, del 1940).

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mio grande stupore che effettivamente i due elementi si esplicano insieme, che si ritrovano nei vari miti, ed implicano un caleidoscopio di collegamenti e concetti, sono dunque un ottimo esempio di unit. Anche il mio intuito aveva pescato in quellimmenso archivio fluido di immagini e miti che riaffiora nellinconscio collettivo, nei sogni, in certe esperienze mistiche e di estasi. Il simbolo vivo e in continua espansione [J. C. Cooper, 1987]. Dietro a tali concetti, pi o meno aneddotici e metaforici si celano misteri che ancora la scienza non ha penetrato del tutto, non ha avuto lultima parola in merito, come si suol dire. Come afferma Joseph Campbell si dice che la mitologia sia la penultima verit, la penultima perch lultima non pu essere tradotta in parole... Pi avanti torneremo a parlare del simbolismo del serpente, come vedremo esso un tema ricorrente che ha origini lontanissime nel tempo e acquista significati diversi in associazione con altri simboli.

- Ebbene, dopo questa disamina di simboli e miti non mi resta altro da dire se non far parlare direttamente le immagini visto che, come abbiamo detto, unimmagine vale mille parole, di seguito propongo la visione di alcune di esse, di modo che la loro forza creatrice possa accendere barlumi di saggezza e coesione -

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Bibbliografia

Chiss perch nessuno cita mai nella propria bibliografia linconscio collettivo o semplicemente le idee/pensieri che ci attraversano

Bohm David, 1980, Wholeness and the Implicate Order. N.Y. Buchanan M., 2003, Nexus: Perch la natura, la societ,leconomia, la comunicazione, funzionano allo stesso modo; Mondadori, Milano. Bussagli M., Bosch, Giunti, Art Dossier. Calvesi M., 2004, Arte e Alchimia, Giunti, Art Dossier. Campbell J., 1988, Il potere del Mito, Intervista di Bill Moyers, Le fenici Tascabili, Ugo Guanda Ed., Parma. Cooper J. C., 1987, Enciclopedia illustrata dei simboli, Franco Muzzio Ed., Milano. De Luca A., 2003, La Psicologia Transpersonale: una concezione ampliata; Xenia, Milano. Jung C. G., 1997, Tipi Psicologici, G. Berrettoni, a cura di, Libritalia, Citt di Castello (PG).( La psicologia di C.G. Jung edizione Boringhieri) 56

Hedsel Mark, 1999, Liniziato: un viaggio alla ricerca della verit nascosta negli antichi misteri; Oscar Mondadori, Milano. Hopke R. H., 2004, Nulla succede per caso: Le coincidenze che cambiano la nostra vita; Oscar Mondadori, Cles (TN). Tosonotti P. A., 1999, La Numerologia, Milano. Xenia,

Talbot M., 1997, Tutto uno: ipotesi della scienza olografica; Urra, Ed. Feltrinelli, Milano.3

Pagine web consultate

Ho volutamente inserito nella bibliografia solo i libri che ho letto dai quali ho tratto spunto per questo lavoro. Per citare tutti i libri e gli autori che affrontano tematiche del genere ci voleva proprio un intero altro libro

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http://www.globalvillage.it.com/enciclopedia/spi/s pi02.htm.
(<HTML><HEAD><TITLE>IMITIUNIVERSALI</TITL E><LINK)

http://abacus.best.vwh.net/.. http: //psicotecnica.org/ http://www.geocities.com/Yosemite/.. http://www.disinformazione.it/dollarosimbolismo. htm. http://freemasons.freemasonry.com

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