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Herman Cain il simbolo della volont di difendere i princpi non neg...

http://www.loccidentale.it/node/110728

Tea Party - Cronache del mondo conservatore

21 Ottobre 2011

La new entry Herman Cain vola in cima al gradimento dei Repubblicani e dei conservatori, e si attrezza per fare nero Barack Hussein Obama. Fantastico, e per tre motivi. Il primo che Cain corre per il Paese gridando a voce alta la difesa dei princpi non negoziabili, quelli che lAmministrazione in carica sta facendo da tempo di tutto per eliminare dalla public square statunitense. S, vero, qualcuno dice che forse Cain non credibile fino in fondo, che si scoperto pio tardi, che dovrebbe chiarire alcune sue posizioni: fa nulla (ci) bastano i numeri che sfoggia, il suo 9-9-9... Il secondo che corre con una piattaforma economica che propone a tutti la libert vera contro lo Stato servile, in linea sostanziale con quanto aggrada al vittorioso popolo dei Tea Party. Il terzo che il primo e il secondo elemento test citati non solo non sono in contraddizione luno con laltro, e anzi vanno addirittura daccordo, ma che luno la conseguenza dellaltro e laltro contiene luno. Cain sta insomma infiammando i cuori degli americani dicendo che quella dignit sacrosanta che attiene alluomo fatto e definito da una natura oggettiva, da cui derivano diritti inalienabili, la quale da nessuna manipolazione pu essere alterata, va difesa innanzitutto e che essa innanzitutto si difende con strumenti ben temperati quali la libert economica capace di rendere le persone padrone e sovrane della propria umanit. Un folle isolato che finir per lasciare il tempo che trova? Non sembra proprio. Il 13 ottobre la Camera federale di Washington ha approvato con 248 voti a 173 il cosiddetto Protect Life Act (ufficialmente protocollato H.R. 358), ovvero un emendamento alla legge sulla Sanit pubblica che protegge i cittadini americani dal vedere impiegati i denari prelevati loro dallo Stato attraverso le tasse per finanziare laborto. Una vittoria importantissima, indicativa di un clima politico e di una determinazione non comune
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nellattuale Camera di Washington. Il voto si del resto svolto grosso modo seguendo gli schieramenti di partito, Repubblicani a favore e Democratici contro. Non a caso, il boss dei Democratici, Obama in persona, stizzito e indispettito del risultato dellaula tanto quanto determinato a non farla passare liscia allassise dei deputati n a cedere su una questione di principio a cui tiene come poche cose, ha minacciato di sfoderare il veto presidenziale. Ripeto: la Camera vota democraticamente per impedire che laborto, se proprio uno lo vuole praticare e subire, debba essere pagato con i soldi di chi non lo vuole e il presidente del Paese democratico pi importante, ricco e potente del mondo si mette di traverso per far s che chi vuole laborto se lo faccia pagare da chi non lo vuole. Ovvio che poi uno si butti a destra. Del resto, il presidente della Camera federale John Boehner lo aveva detto esplicitamente e pubblicamente appena prima di quellimportante voto, ovvero il 7 ottobre a Washington durante quellimportantissima due-giorni organizzata dal Family Research Insitute che stata ledizione 2011 del Values Voters Summit (VVS), il raduno della crme e dei vertici del mondo conservatore e Repubblicano (che comunque son sempre due cose in parte diverse): Faremo qualsiasi cosa per far s che mai e poi mai lObamacare funzioni a pieno regime. Ebbene, proprio quel raduno di tutti i leader della Destra statunitense, dietro i quali si stagliano milioni di cittadini elettori statunitensi, ha scelto come sempre fanno gli americani in kermesse cos, anche per evidenti ragioni di marketing e di pubblicit il proprio beniamino del momento, ovvero il candidato politico hic et nunc pi convincente. Chi stato il reginetto del ballo? Ron Paul, il liberista pi estremista che ci sia che ha battuto persino il paladino Cain; quello che vorrebbe abolire la Federal Reserve adesso; quello che non solo vorrebbe tornare al gold standard, ma persino sostituire il denaro con pepite doro; il fuoriclasse della pirotecnia politica; il pi originale e stigmatizzato deputato federale statunitense; uno che sulla guerra al terrorismo ha pure proferito parole che non stonerebbero in bocca a un Giulietto Chiesa; insomma il Marco Pannella dOltreoceano, il libertarian maverick (come lo chiama normalmente la stampa statunitense, laddove maverick, individualista estremista, pure il nome di un missile tattico aria-superficie, progettato per il supporto aereo ravvicinato, linterdizione e le missioni di soppressione delle difese aeree nemiche). S, proprio Ron Paul. Perch proprio Ron Paul? Perch Ron Paul un Silvio Berlusconi della scena statunitense: cio un professionista esterno alla politica che, ricco (di ideali) da s e non bisognoso delle prebende di Stato, sceso (anni fa) in campo seguendo personalissimi itinerari che lo hanno portato ad attraversare diverse formazioni partitiche per puro spirito di servizio e per fermare gli altri, che sono sempre peggio anche

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dei vizietti suoi. Come infatti il Cav. faceva beato e pacifico limprenditore, Paul faceva il ginecologo. Entrambi hanno per visto lo sfascio ed entrambi sono intervenuti. Ha detto Paul il libertario al pubblico del VVS che oggi si sta assistendo a un colossale e frontale attacco contro la famiglia naturale e i valori di cui essa portatrice, e che laborto una cosa inconcepibile. E Paul il Radicale ha aggiunto che occorre difendere la vita umana dal concepimento alla morte naturale onde poter difendere quella libert economica che a propria volta permette concretamente di difendere la vita, applausi scroscianti del pubblico. Vedere del resto il suo pi recente spot elettorale per credere. Il colorito e variegato fronte anti-Obama ha capito, insomma, che non c soluzione di continuit fra i princpi non negoziabili e certe altrettanto poco discutibili misure politiche concrete che sono il modo in cui detti princpi si declinano nel politico, nel sociale e persino nel mondo del lavoro. E organizzare per questo Pannella americano un viaggio-premio con destinazione Todi? Marco Respinti presidente del Columbia Institute, direttore del Centro Studi Russell Kirk e autore di Lora dei Tea Party. Diario di una rivolta americana.

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