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SULLO SVILUPPO DI UN APPARATO PER L'ATTIVAZIONE DELL'ACQUA E DELLE SOLUZIONI ACQUOSE (E NON-ACQUOSE) TRAMITE L'APPLICAZIONE DI UN CAMPO DI QUASI-PARTICELLE

(IX Crimean Conference Cosmos and Biosphere, Alushta, Ucraina, 1015/10/2011)

di Gualtiero A.N. Valeri


(Valeri Consulenza Industriale Centro Studi Via Besso, 59 C.P. 729 6903 Lugano e-mail: valeri@valericonsulenza.eu)

Vi sono oggi sul mercato molti apparecchi che, al fine di evitare la deposizione dei sali insolubili in caldaie e tubazioni, attuano l'attivazione dell'acqua sulla base dei principi espressi da Giorgio Piccardi a partire dagli anni '30 del secolo appena concluso. Molti di questi si basano sull'applicazione di un campo magnetico generato da una coppia di magneti permanenti ortogonalmente al flusso di acqua che si intende trattare. Tali apparecchi genererebbero una debole corrente elettrica indotta nel flusso d'acqua in movimento. Un tipo pi avanzato applica alla corrente di acqua, attraverso due elettrodi, degli impulsi elettrici a dente di sega, con frequenze di qualche decina di hertz e tensioni di pochi volt. Il limite del primo tipo di apparecchi descritto che se l'acqua non transita a velocit sufficiente non viene attivata, ed inoltre essi perdono efficacia nel giro di alcuni mesi di esercizio, anche se la causa di questo non chiaramente individuata. In ogni caso, l'entit dell'attivazione indotta piuttosto limitata. Nel secondo tipo di apparecchi, il limite di essi che lo stato di attivazione indotto varia a seconda della conducibilit dell'acqua stessa, ed, evidentemente, non sono trattabili soluzioni particolarmente conduttive, come pure evidente che gli elettrodi tendono a sporcarsi modificando la quantit di cariche che passa attraverso la corrente d'acqua. Cio non possibile, anche in questo caso, valutare a priori la quantit di energia che produce lo stato di attivazione e quella che si disperde in forma di energia termica per il moto degli ioni provocato dal passaggio delle cariche elettriche, e tanto meno quella dispersa in altri fenomeni parassiti. Studiando i lavori lasciati da Giorgio Piccardi su questo tema, notiamo che egli aveva individuato una nutrita serie di fenomeni che potevano provocare l'attivazione nell'acqua:

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Metodo
Corpo elettrizzato (bacchetta di vetro, ebanite o ceralacca) immerso ed agitato nell'acqua.

Osservazioni
Sebbene il vetro strofinato si elettrizza positivamente, mentre ebanite e ceralacca negativamente, l'effetto indotto il medesimo. Attivazione di tipo T.

Efficacia

Due tubi di vetro coassiali; all'interno del tubo interno ed all'esterno del tubo esterno vi sono armature metalliche collegate ad un rocchetto di Runkford; l'acqua circola nell'intercapedine. Macchina elettrica a bolle d'aria. La macchina costituita da due armature l'una immersa nell'acqua dove gorgoglia aria, mentre la seconda sopra alla superficie del liquido e raccoglie gli spruzzi delle bolle che scoppiano, sgrondandoli al di fuori del recipiente. Dalle armature partono dei fili che si collegano a due elettrodi metallici ricoperti di vetro ed immersi nell'acqua da attivare. Elettrodi e bolle d'aria. Un elettrodo di metallo ricoperto di vetro immerso nell'acqua, mentre sopra la sua superficie c' una reticella metallica. Nel recipiente (di vetro) si fa gorgogliare dell'aria. Nel caso l'acqua si carica positivamente e la reticella negativamente. Elettrodi metallici immersi nell'acqua attraverso cui passa una debole corrente alternata. Un elettrodo in metallo contenuto in un tubo di vetro sigillato immerso in acqua. Tra l'acqua e l'elettrodo isolato applicato un campo elettrico alternato. Bulbi a mercurio BDC (identici ai fosfori mercuriali settecenteschi). In una serpentina immersa in acqua si fa circolare dell'acqua attivata (od un altro liquido polare attivato) con

Si produce una fluorescenza. Attivazione di tipo T.

Attivazione di tipo T.

Effetto modesto: ci vuole qualche ora per ottenere risultati rilevabili.

Attivazione di tipo R.

Attivazione di tipo T.

Effetto massimo.

Serpentina di vetro o di materiale isolante: attivazione di tipo T se il liquido circolante attivo T, R

L'entit dell'attivazione sempre inferiore a quella posseduta dal liquido circolante.

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varie tecniche. L'acqua dopo un certo tempo viene attivata.

se attivo R. Serpentina di metallo: attivazione di tipo T se il liquido circolante attivo R, R se attivo T. Fenomeno osservato da Giorgio Piccardi congiuntamente a Vittorio Maragliano (1939, esperienze presumibilmente interrotte per gli eventi bellici), ed indipendentemente da questi da Wilhem Reich (si limita all'osservazione della formazione di un'acqua liscia) in un ambito di studi completamente diverso. Deve trattarsi di un magnetico in movimento. campo

Calore animale (= bioplasma, o l'energia orgonica di Reich)

Campi magnetici.

Microonde (od onde corte).

Quando l'acqua attraversata da onde radio si manifesta l'attivazione. La sua intensit proporzionale all'energia delle onde elettromagnetiche.

Ultrasuoni. Raggi UV. L'acqua posta a contatto con un elemento metallico irradiato da raggi UV. L'acqua posta a contatto con un elemento metallico irradiato da un isotopo radioattivo. Formazioni geologiche di sabbia quarzifera, attraverso cui filtra l'acqua (anche riproducibile in laboratorio). In queste condizioni un metallo libera elettroni.

Esaminando tali fenomeni, ed il fatto ben noto che masse di acqua attivata possono attivare un'altra massa di acqua non-attivata attraverso una parete metallica oppure isolante, si constata che lo stato di attivazione non dovuto direttamente e necessariamente da una corrente elettrica che attraversa l'acqua, ma da un qualche tipo di particella, che pu generarsi secondariamente da un campo elettrico, che supponiamo essere simile alle quasi-particelle (i fononi) descritti a suo tempo da Peter Debye ed Albert Einstein.

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Le analogie riscontrabili tra le sperimentazioni condotte in contesti diversi - da Giorgio Piccardi e da Wilhelm Reich fanno supporre che tali quasi-particelle siano identificabili, appunto, negli orgoni descritti da Reich. Si pu supporre che il flusso di tali particelle attraverso l'acqua induca un ordinamento a breve raggio nei cluster di molecole d'acqua (cos come essi si trovano nell'acqua liquida e nel vapore d'acqua a temperature moderate, prima che essi si dissocino in molecole singole a temperature pi elevate), ovvero uno stato di ordine superiore all'ordinario e governato dalle leggi della meccanica quantistica; ovvero che a maggiori livelli di ordine corrisponda un pi elevato livello di energia di tali strutture molecolari. Come noto, l'acqua tende ad attivarsi in due forme, che Piccardi denomina T ed R, che devono corrispondere a due diverse configurazioni assunte dalle molecole nei detti cluster dell'acqua. Potremmo definire questi come stati quantici di superordine nel liquido, visto che l'attivazione, come dimostr Giorgio Piccardi, non interessa solo l'acqua ma anche gli altri liquidi polari. Nei prossimi mesi cercheremo di accertare se possibile verificare l'esistenza di un tale fenomeno utilizzando simulazioni numeriche; studi sulle propriet chimico-fisiche dell'acqua utilizzando tecniche di supercalcolo sono stati gi condotti negli anni scorsi presso il CSCS (Centro Svizzero di Calcolo Scientifico) di Lugano, e pensiamo che sia possibile indagare anche sui fenomeni di attivazione dell'acqua mediante queste tecniche. Sulla base dei fenomeni sopra descritti individuati da Piccardi e delle osservazioni sopra esposte, si realizzato un nuovo apparecchio per il trattamento non solo dell'acqua, ma anche di altri liquidi acquosi e non-acquosi, utilizzabile a scopi industriali. L'obiettivo di ottenere uno stato attivazione intenso ed indipendente dalla conducibilit elettrica del liquido trattato, con la massima resa energetica possibile (cio rapporto tra l'entit dell'attivazione ottenuta e l'energia impiegata nel processo). L'apparecchio sviluppato (coperto da brevetto) consiste in una camera capacitativa, ovvero un contenitore, attraversato dalla corrente di liquido, con un elettrodo centrale isolato elettricamente ed un cilindro metallico coassiale al detto elettrodo. All'elettrodo centrale ed al cilindro metallico applicata una tensione medio-alta (qualche decina di migliaia di volt) a bassa 4/6

frequenza (dell'ordine delle decine di migliaia di hertz). Praticamente, in questo dispositivo, l'acqua (od il liquido da trattare) costituiscono il dielettrico di un condensatore, e non vi alcuna conduzione di elettricit attraverso il liquido. L'energia dispersa dal dielettrico ragionevole supporre che si traduca, quasi quantitativamente, in energia di attivazione. Si produrrebbe, cio, un flusso di quasi-particelle attraverso il liquido, determinato dal frenamento delle cariche elettriche attraverso il dielettrico. Infatti si constatato un intenso stato di attivazione dell'acqua cos trattata (gli esperimenti sono stati prima condotti in una vaschetta d'acqua in cui erano immerse due armature metalliche di 10 10 cm di superficie ed isolate con una guaina di polietilene, la cui distanza reciproca era variabile a piacere, e quindi con il dispositivo descritto), stato di attivazione che stato rilevato sia con il classico test all'ossicloruro di bismuto, sia con i precipitati di solfuro di arsenico, test che permette di meglio discriminare l'intensit dell'attivazione ottenuta. Peraltro si osservato che la formazione di diversi stati cristallini del carbonato di calcio (gi in precedenza studiati tramite la diffrazione X, che ha permesso di verificare la variazione del rapporto tra calcite, aragonite e vaterite nei depositi in base allo stato di attivazione) risulta un fenomeno assai pi sensibile ad esempio della precipitazione dell'ossicloruro di bismuto in forma pi o meno voluminosa. Ci da attribuirsi alla maggiore o minore quantit di energia necessaria a modificare la forma di cristallizzazione del precipitato, quantit di energia che fornita dall'acqua attivata ed immagazzinata appunto nei detti cluster attraverso una maggiore o minore disposizione ordinata delle molecole che li costituiscono. L'applicazione del campo con frequenze di 1030 kHz si inoltre rivelato considerevolmente pi efficace, ad esempio, di un campo a bassa frequenza od in corrente continua, in accordo con le espressioni che restituiscono la quantit di energia dispersa tra le armature di un condensatore. Impiegando una potenza modestissima (di qualche watt) si riesce a trattare una quantit di acqua dell'ordine dei centinaia di litri o di qualche metro cubo all'ora; l'acqua cos trattata conserva le propriet caratteristiche dell'acqua attivata per diversi mesi, quali, ad esempio, la propriet di non formare depositi calcarei aderenti e di non permettere la formazione di fouling microbiologico sulle pareti dei recipienti. 5/6

Si desidera inoltre riportare qui a margine una ulteriore osservazione compiuta studiando i processi di trattamento industriale dell'acqua: quando si tratta l'acqua con ozono, l'acqua risultante dal trattamento risulta possedere un marcato stato di attivazione. Da questo si deduce che la reazione chimica di decomposizione dell'ozono rilascia energia in una forma particolarmente efficace ad indurre il fenomeno, cosa che contribuisce a mantenere la sterilit dell'acqua stessa, visto che, come noto, nell'acqua attivata ostacolata la crescita di flora batterica e microbiologica in generale. Qui to, 28 lugl io 2011

G u a l t i e ro A . N . Va l e r i

Nota: Si ringraziano i prof.ri Lino Marchesini (deceduto) e Vito di Noto dell'Universit di Padova per la loro collaborazione allo studio dei sedimenti di carbonato di calcio ottenuti da campioni di acqua attivata e nonattivata tramite la diffrazione X, ed il prof. Lino Marchesini, inoltre, per avere messo a disposizione il suo laboratorio presso il Dipartimento di Chimica Industriale nei primi studi compiuti dallo scrivente sugli stati di attivazione alla fine degli anni '80. Lo sviluppo dell'apparecchio descritto nella presente memoria stato compiuto presso il laboratorio della Valeri Consulenza Industriale a Stabio (Svizzera), con il supporto della societ EuroDelta di Monza (Italia) e dell'ing. Mauro Marcelletti di Bergamo (Italia), direttore di detta azienda, che ha sempre creduto (e sostenuto) nelle nostre ricerche.

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