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MARGHERA - Il Parco scientifico e tecnologico spinge sul mix formato da tecnologie dellinformazione e della comunicazione, nanotecnologie e ambiente
Vianello: Abbiamo bonificato i terreni di Vega 2 e li vendiamo. Il futuro, per noi, progetti e ricerche
tice dirigenziale - da poco pi di due anni presidente l'imprenditore Luigi Rossi Luciani, direttore l'ex vicesindaco
di Venezia Michele Vianello ha prodotto un capovolgimento di progetti e obiettivi. Sintetizza Vianello: La parte immobiliare la stiamo dismettendo tutta. Noi ci dedichiamo a ricerca e progettazione. Chi investe lEuropa. Tradotto significa che l'area di Vega 2, bonificata e ripulita, in vendita. Il Piano regolatore prevede, oltre all'uso di parco scientifico, anche un utilizzo commerciale e direzionale. Quel che certo che il nuovo corso di Vega si sta sviluppando su un cocktail in cui predominano tre ingre-
dienti: l'Ict, cio le tecnologie dell'informazione e della comunicazione, le nanotecnologie e l'ambiente. L'Ict - il mondo dei computer, del web e delle reti di comunicazione - da anni la passione di Vianello, che anche da vicesindaco si molto adoperato in questa direzione. L'ambiente un'emergenza, ma anche un'opportunit, che non si pu non vedere. Le nanotecnologie sono uno dei settori pi promettenti, gi avviato e sviluppato con la passata dirigenza di Vega, e oggi in continua crescita. Pi o meno mixati, i tre in-
gredienti stanno dando vita a diversi progetti. Per tutti, visto che le idee senza quattrini non camminano, si scelto di cercare la strada di un certo finanziatore: l'Europa. Una strada che sta funzionando: il primo s, del valore di 1,3 milioni di euro, arrivato per costruire un impianto pilota capace di ripulire e rendere innocui i fanghi pi sporchi e velenosi dei canali lagunari. Vega: fucina, non albergo, delle novit. Ma altri tre progetti (vedi sotto) hanno preso la via dell'Unione europea e ne attendono l'esame. E' una
strada, quella dell'Europa chiarisce Michele Vianello che d pi vantaggi. Il primo la velocit: in un anno viene fatta la valutazione e si sa se il progetto promosso o bocciato. Il secondo vantaggio che parte dell'importo viene pagata subito, per cui si pu partire con la realizzazione disponendo della liquidit necessaria. L'idea, quindi, che un Parco scientifico che si rispetti dev'essere una fucina, pi che un albergo, delle novit. Si rovesciato il cannocchiale, insomma, per guardare Vega. Giorgio Malavasi
Pandora, un po di mattone c
In realt, pur non contraddicendo la logica esposta (qui sopra) da Michele Vianello, un po di mattone c'. Si chiama Pandora ed un edificio di nove piani e 9mila metri quadrati che Vega intende costruire in un terreno accanto alla Fincantieri. L'annuncio stato dato nei giorni scorsi a Rimini, alla fiera Ecomondo. Di un costo previsto di 12 milioni, sar ecologico e tutto in rete. Pannelli solari, recupero e riciclo dell'acqua piovana, mobili in cartone con microchip, fino a un sistema che riconoscer l'utente dal suo cellulare, predisponendogli financo la temperatura personalizzata dell'ufficio. Tutto il palazzo sar connesso con wi-fi e banda larga a 300 mega. Se si riuscir, Pandora sar pronta entro il 2015 e sar - dice Vianello - un mix mai visto di eco-tecnologie.
Un laboratorio per le nanotecnologie al Vega di Marghera. Sotto un cartello pubblicizza le vendite delle aree di Vega 2. Sopra, in piccolo: il direttore Michele Vianello
Dal lavaggio nano-filtrato dei fanghi sporchi alla tenda per lavoratori nomadi col tablet
Per uno (vedi sopra) ci sono gi il s e i soldi dell'Europa; per altri quattro c' l'attesa dell'esame di Bruxelles. Ad ogni modo - aggiunge il direttore di Vega Michele Vianello - ce n' una vagonata di altri gi pronti. Parliamo dei progetti che il Parco scientifico e tecnologico di Marghera ha elaborato e che punta a realizzare. l'area industriale. Sotto valutazione europea, invece, un progetto da due milioni di euro per ripulire le acque di falda inquinate grazie alle nanotecnologie. Otto aziende - con capofila Thetis intendono costruire un Geotrone, un simulatore in cui testare la tecnologia che, grazie a nano-particelle di ferro zerovalente, degradano i composti clorurati dell'acqua di falda. Se funzionasse, si potrebbe depurare le acque di falda sottoterra, senza emungerle. Un nano-filtro il protagonista di un altro progetto, teso a ripulire l'acqua potabile da molecole di principi attivi (antibiotici, ormoni, antitumorali) che, anche se in quantit minime, vi sono a volte riscontrabili.
Le tende on line
Infine due progetti che sposano ambiente e Ict. Uno (l'altro a destra di questa pagina) punta a cambiare il modo di lavorare dei lavoratori qualificati e tecnologici. Invece di fare i pendolari per una vita, potrebbero fruire di luoghi ad hoc, diversi da casa propria ma non distanti, per lavorare on line. Si ridurrebbero cos i tempi sciupati per i viaggi e l'inquinamento conseguente. Delle "tende", insomma, per lavoratori nomadi del XXI secolo. (G.M.)