You are on page 1of 16

Simone Berti / Margherita Morgantin / Elna Nemkova / Italo Zuffi

CASABIANCA

be r ti , morgant in, nemkov a, zuffi

Berti-Morgantin-Nemkova-Zuffi Pesci essiccati, 2011

Una frase stata ideata collettivamente: si tratta di un intervento a parete che formalizza unindicazione che attraversa in questo momento i quattro artisti, un desiderio di fare; a sua volta questo lavoro sostenuto materialmente da elementi che possono essere utilizzati nellazione e nello sforzo. Oltre a questo contributo, i quattro artisti hanno portato in mostra anche un lavoro individuale: come in unantinomia, le singole opere contraddicono il contenuto espresso dallintervento realizzato in comune attraverso concetti che fanno invece riferimento ai territori della reticenza, della forza debole e della chiusura, imprimendo quindi un movimento uguale e contrario sullosservatore che verr a trovarsi in una sorta di stallo.
1

simone ber t i

Performance, 2011 Fintanto che una cantante lirica intona le note del celebre brano originariamente cantato da Vittorio de Sica Parlami damore Mari, non vi nulla di strano. Ma quando un fagiano a costituire luditorio privilegiato del bel canto, sinnesca immediatamente un palese cortocircuito. Nella performance che Simone Berti presenta allinaugurazione della mostra si verifica, tra lo stupore e il divertimento del pubblico, un evento che si sottrae alla logica quotidiana. La cantante gira attorno alla voliera, si accuccia, si rialza, come dialogando, quasi danzando con lanimale, che con il suo fischio fa da contrappunto alle parole romantiche che gli vengono rivolte. La scena si presenta divertente, ma vi una stonatura profonda alla base: ecco che la canzone damore eseguita per lignaro uccello assurge a metafora del potenziale sprecato, sopito e mai completamente liberato. Lironica messa in scena di una dichiarazione fatta a chi, volente o nolente, non potr mai comprendere. E gli astanti partecipano divertiti di quellenergia, quel sentimento fremente nellaria senza sbocco n meta definitiva: pare essere rivolto a tutti e quindi a nessuno. Amore platonico che non trover mai realizzazione finale. Giunge alla fine della performance latto che sembra risolvere lo stallo e la perplessit provocata dal ribaltamento di prospettiva di quel gesto inusuale: la gabbia viene aperta, il fagiano liberato si alza in volo, e il potenziale energetico che vibrava sopito nellaria si libera infine con lui.
5

margherit a morgant in

Icona, Metrolineare #3, 2009 (Monocromo catarifrangente su legno impiallacciato)

In dialogo diretto con lenergia potenziale espressa nellopera comune dei quattro artisti, asse portante dellesposizione, lIcona di Margherita Morgantin riassume in s elementi che rimandano tanto allaspetto del sacro, profondamente radicato nellinconscio collettivo, quanto allambito pi quotidiano ed immediato dellesistenza umana odierna. La forma essenziale e minimalista di un rettangolo plasmata dallartista, laureata non a caso in architettura, secondo i canoni di misura di quella sezione aurea che per i greci era la perfezione geometrica ideale insita nella concretezza della materia. La luce riflessa dal monocromo catarifrangente, il cui colore grigio-argenteo richiama le scaglie dei pesci che compongono lopera centrale, evoca la dimensione divina dei mosaici bizantini, memoria di antichi palazzi in quella Venezia che allartista ha dato i natali, quasi a ricercare e ritrovare il mistero della sacralit in un elemento della pi stretta contemporaneit. Il materiale di cui lopera si compone infatti lo stesso che costituisce gli elementi del sistema di sicurezza urbano delle citt, parte integrante della nostra esperienza quotidiana: quei catarifrangenti la cui funzione pratica impedire gli eventuali danni, arginare i pericoli. Respingere dunque, il potenziale scatenamento di eventi negativi.
7

elna nemkov a

It is discovered how in the microbial society that has not a capacity of rational thinking, is able to take advantage from cooperative behavior. (Serie PPoSL 2.0) (Acrilico e matita su carta)

Elna Nemkova rifiuta la pratica diffusa per cui le opere che si propongono di indagare e far combaciare lambito artistico e quello scientifico non possano essere anche esteticamente apprezzabili. Lartista sinteressa di recente agli studi scientifici in merito al ruolo dellazione dellindividuo in quanto determinante una forza di cambiamento nella societ, quando la mentalit diffusa tende a privilegiare limportanza dellapporto delle grandi masse. In questo senso rileva un parallelo tra la teoria dellanarchia e le scienze esatte naturali, che giungono entrambe a sottolineare limportanza delle interrelazioni tra piccole parti nel verificarsi dei fenomeni fondamentali della vita. Da questo ragionamento, e dallaccumulo nel tempo di materiale scientifico al riguardo, nasce la serie pittorica Pains and Pleasures of Social Life 2.0: Nemkova sceglie una serie di titoli di articoli di riviste specializzate e, per libere associazioni, unitamente allinteresse per largomento trattato, rappresenta una sua rielaborazione personale dellesperienza dindagine conoscitiva. Il risultato la soluzione alla presunta impossibilit di dare una rappresentazione visiva alla teoria scientifica.
9

10

it alo zuffi

Registro, 1995-2011

Dopo essersi diplomato nel 1993 allAccademia di Belle Arti di Bologna, Italo Zuffi interpella, nellarco dei due anni immediatamente successivi, decine di istituti italiani di cultura allestero, dallAmerica allEst europeo, in merito alla possibilit di ottenere degli spazi per uneventuale esposizione dei propri lavori. Il tutto senza avere progetti effettivamente definiti, munito solo della curiosit e dellenergia di chi si affaccia al mondo, pi che altro un modo per sondare il terreno, un esperimento, i cui risultati, come in un circolo che a distanza di anni va a chiudersi, divengono ora parte integrante della mostra, con tutta la portata del significato che qui acquisiscono. Ready made che a una chiara valenza concettuale non sottrae una sottile vena dironia, lopera di Zuffi costituita da un sobrio raccoglitore da archivio in cui lartista riunisce tutte le lettere, datate e firmate, con le quali gli istituti di cultura gli comunicavano formalmente un pi o meno esplicito rifiuto, adducendo le motivazioni pi varie. Ed ecco che, riunite, queste assurgono a paradigma del rifiuto per antonomasia, il sistema che respinge lenergia potenziale dellindividuo, dellartista.

11

Il 16 novembre 1995 spedii 63 lettere a altrettanti Istituti Italiani di Cultura sparsi nel mondo. Nella mia lettera, mi dicevo interessato a ricevere "informazione dettagliate sulle attivit promosse dall'istituto, in particolare quelle rivolte al settore delle arti figurative". Chiedevo anche di verificare la "disponibilit a discutere in futuro un mio progetto per una esposizione o per un intervento culturale" che avrei avuto in animo di realizzare. Assieme alla mia lettera, non inviavo per gi una proposta concreta, o qualche indicazione, anche di massima, su quelle che erano le forme della mia ricerca, ma rimanevo "a disposizione per fornire quanto prima il mio CV, un'accurata documentazione dei miei lavori e per ogni chiarimento o suggerimento vogliate indirizzarmi". Nelle settimane successive iniziarono a giungere le risposte, 23 in totale. Molti istituti si dichiaravano indisponibili a ospitare un mio eventuale progetto (a causa di programmazione gi completa, o per assenza di spazi adatti). Solo alcuni lasciavano aperta la possibilit a esaminare una mia proposta. Tuttavia, nemmeno a questi ultimi inviai poi qualcosa - n CV, n documentazione, n altro. A quella mia sfuriata di lettere, a quell'annuncio di voler fare, non feci seguire nessun altro atto. Nel momento in cui tentavo di inventarmi un modo per portare in pubblico il mio lavoro, elaboravo contemporaneamente una prima forma di sottrazione. Italo Zuffi Milano, ottobre 2011

12

13

Zola Predosa, 30 ottobre 2011

You might also like