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Il velo di Maya.
La filosofia di Schopenauer parte dalla distinzione kantiana tra Noumeno e Fenomeno, che per non ha niente a che vedere con quella di Kant: Kant: Riteneva che il fenomeno fosse l'unica realt accessibile all'uomo, ma quindi valida all'interno dell'universo umano; il noumeno era considerato un concetto, un qualcosa inconoscibile che doveva ricordare all'uomo i suoi limiti. Schopenauer; Per lui il fenomeno un'illusione, un'apparenza (il velo di Maya che copre gli occhi di tutti gli uomini impedendogli di scorgere la vera realt); il noumeno la vera realt che si cela dietro il fenomeno e che il filosofo deve scoprire (cosa che, secondo Kant, non era possibile.). Questa concezione deriva da un'interpretazione scorretta del filosofo criticista tedesco. Quindi, per il criticismo il fenomeno l'oggetto della rappresentazione; per Schopenauer la rappresentazione ed esiste solo nella mente umana. La rappresentazione possiede due aspetti essenziali ed inseparabili: Soggetto rappresentante. Oggetto rappresentato. Essi sono due facce della stessa medaglia, nessuna delle due pu esistere senza l'altra; cos vengono considerate false il Materialismo e l'Idealismo, perch riducono la realt ad una sola di queste facce. Come nel criticismo Schopenauer ritiene che la nostra mente funzioni in base a precise forme a priori, meno di quante ne avesse individuato Kant: Spazio. Tempo. Causalit: questa comprende ben 12 casi riconosciuti da Kant; Schopenauer li accorpa tutti a quest'unica perch ritiene che essa assuma forme diverse a seconda degli ambiti in cui opera: Principio dell'essere: Regola i rapporti spazio-temporali e le connessioni aritmenico-matematiche. Principio del divenire: regola i rapporti tra gli oggetti naturali. Principio del conoscere: regola i rapporti tra premesse e conseguenze. Principio dell'agire: regola le connessioni tra le azioni e le loro motivazioni. Schopenauer paragona le forme a priori a dei vetri sfaccettati che deformano le immagini; perci afferma che la vita un sogno. Al di l di questo per, afferma il filosofo, c' la vera realt; l'uomo un animale metafisico e, a differenza degli altri animali, per questo si interroga sull'essenza ultima della vita (che pu trovare nel noumeno).
Il pessimismo.
Dolore, piacere e noia.
Affermare che essere una manifestazione di una volont infinita, per Schopenauer significa che la vita dolore. Volere significa infatti desiderare, il desiderio una Tensione per la mancanza di qualcosa che si vuole avere. Poich l'uomo pi cosciente di questo, soffre di pi. Inoltre, ci che gli uomini chiamano piacere: Godimento (fisico) e Gioia (psichico); solo una cessazione del dolore. Il dolore invece non pu essere ridotto ad una cessazione del piacere; perch esiste sempre, a prescindere dal piacere stesso. Poich esso deriva direttamente dal desiderio, rappresenta parte della struttura stessa della vita.
Il piacere invece pu essere provato solo se prima si viveva una tensione fisica o psichica. Esso deriva quindi unicamente dal dolore. Accanto al dolore (durevole) e al piacere (momentaneo), esiste la noia, che nasce quando cessa il desiderio. Schopenauer afferma che la vita oscilla continuamente tra dolore e noia, passando attraverso l'illusione del piacere. Quello che differenzia la maniera in cui percepiamo le varie situazioni semplicemente il diverso modo e le diverse forme con cui il dolore si manifesta.
La sofferenza universale.
La volont di vivere rappresenta una Sehnsucht cosmica, il dolore investe ogni creatura. Tutto soffre. L'uomo ne semplicemente pi consapevole; il genio lo ancora di pi e ne soffre ancor pi intensamente. Cos Schopenauer arriva ad un pessimismo cosmico per cui il Male non solo il mondo, ma il principio da cui questo deriva. L'espressione di questo dolore dimostrato dalla lotta crudele di tutte le cose. L'autolacerazione conflittuale dell'unica volont in una molteplicit di individui reciprocamente ostili dimostrata ad esempio dalla formica gigante australiana che se viene spezzata in due, questi due pezzi iniziano a lottare l'uno contro l'altro. In questo mondo irrazionale l'individuo ha il solo scopo di perpetuare la specie; con essa la vita, con essa il dolore.