You are on page 1of 2

Analizzando i numeri, e tralasciando gli appelli generici alla fiducia, che se non sono accompagnati da linee programmatiche, rischiano

di creare pi danni che benefici, nel Biellese c poco da stare allegri. La dinamica delle imprese manifatturiere (dati Movimprese-Infocamere) a fine del 2008, dava come imprese attive (quindi che effettivamente operavano): 2.649 industrie manifatturiere, 878 industrie tessili, 102 confezioni articoli abbigliamento e articoli in pelle, 246 alimentari e bevande. Oggi (i dati sono aggiornati al terzo trimestre 2011): 2.184 totale delle industrie manifatturiere (-17,5%), 695 industrie tessili (-20,8%), 144 confezione articoli abbigliamento e articoli in pelle (+41,2%), 126 alimentari e bevande (+48,8%). Questo il quadro clinico attuale in cui stiamo vivendo. Vediamo ora per punti in sintesi le previsioni e le patologie croniche del Biellese. 1) Fiducia imprese. LIstat proprio a fine dicembre ha pubblicato il clima di fiducia delle imprese manifatturiere che risulta essere in calo rispetto a novembre ed tornato a livelli di dicembre 2009. Lindice di fiducia delle imprese del commercio tornato ai livelli del 2003. 2) Le previsioni di Biella e le prospettive italiane. Le prospettive del manifatturiero nello studio di Unioncamere Piemonte e Confindustria presentate nel convegno prima di Natale a Biella, indicano una crescita del 7% del valore aggiunto dellindustria biellese dal 2011 al 2014. Molto di pi quindi rispetto al Piemonte e al resto dellItalia. Tuttavia, rischiando di apparire per i soliti disfattisti e pessimisti, va detto che lexport a livello nazionale sta frenando decisamente rispetto alla prima parte dellanno. Se vero che nei primi nove mesi 2011 lexport biellese cresciuto molto, per presumibile che negli ultimi tre mesi rallenti anche da noi (i dati non ci sono ancora, ma parlando con alcuni imprenditori locali confermano questo trend). Inoltre, tutti gli osservatori, dagli economisti a Confindustria, dal centro studi Intesa Sanpaolo ai vari imprenditori su scala nazionale, sono concordi nel dire che il 2012 sar un anno molto pesante. Il Pil nazionale previsto in calo almeno dell1% (la Commissione europea stata pi clemente, solo mezzo punto). Le associazioni di macchine utensili, che rappresentano uno dei settori pi dinamici e competitivi allestero, molto pi del tessile-abbigliamento, prevedono se va bene, che nel 2012 ci sar una stasi rispetto al 2011. 3) I nuovi mercati sono da conquistare. Le previsioni di crescita delle industrie manifatturiere di alta qualit di Biella, mi pare si basino molto sul fatto che nei mercati emergenti da qui a pochi anni ci saranno circa 200 milioni di nuovi ricchi. Veramente da oltre un lustro che si conosce questa previsione). Dal fatto che ci siano nuovi ricchi al fatto di riuscire a vendergli i nostri tessuti-vestiti o altro, ce ne passa. Questi mercati vanno conquistati e per riuscirci non basta pi che limpresa vada con la propria valigia di campionari. Serve un sistema strutturato alle spalle, cosa che non tutte le associazioni hanno, che supporti gli imprenditori che stoicamente resistono ed esistono ancora. E qui di nuovo, rispetto alle politiche di Germania o Francia ad esempio, in Italia siamo indietro. Magari ci pu riuscire qualche azienda strutturata, ma che ci riesca tutto il distretto non semplice. Quindi bene le prospettive, ma di lavoro in loco in termini organizzativi, mi pare che ce ne sia parecchio. 4) Autostrada. Se si fa la Pedemontana un bene. Ho detto Pedemontana per. Nel senso che se lautostrada arriva solo alla barriera/muro di Milano, allora lutilit, comparata al sacrificio richiesto in termini finanziari e ambientali, veramente sproporzionata. Un collegamento dalla tangenziale di Mottalciata al casello di Carisio avrebbe consentito ugualmente un accesso veloce allautostrada con costi e impatti decisamente pi contenuti, soprattutto oggi che le risorse scarseggiano. Purtroppo viviamo in un Paese in cui la realizzazione dei progetti marciano ad una velocit rallentata rispetto alle esigenze e ai mutamenti delleconomia e della societ. Se ventanni fa o anche solo, dieci anni fa, ne avvertivamo lurgenza e lutilit, oggi c da chiedersi cui prodest? 5) I treni. Il collegamento ferroviario, questo s, potrebbe in un medio/lungo periodo dare ossigeno al Biellese, offrire al territorio nuove opportunit ponendolo alla ribalta sullasse TO-MI. Siamo la provincia in Piemonte pi depressa nel settore immobiliare, con i costi pi bassi e con lofferta che supera di gran lunga la domanda. Il marketing territoriale, auspicato dal sottoscritto insieme ai Sindaci del Consorzio dei Comuni qualche anno fa, ancora valido come spunto, ma trova nel collegamento ferroviario la sua premessa essenziale. Il treno diretto una bella cosa. Ma perch funzioni e non sia una presa in giro, occorre che abbia orari e tempi che collimino con le coincidenze di chi si sposta per lavoro. Fs-Trenitalia sta penalizzando il trasporto locale con pendolari giustamente inferociti ovunque (per non economicit, scelte strategiche di puntare sullalta velocit, contributi locali-nazionali drasticamente cambiati). Ad esempio in Lombardia, dove lazione della Regione e il potere di negoziazione con FS sono molto elevati, il taglio alle linee locali o sui treni notturni stato drammatico. Insomma sperare che Moretti risolva i problemi dei nostri collegamenti e renda, come sarebbe giusto la ferrovia alternativa allauto, per pendolari, turisti, futuri residenti, mi pare alquanto irreale. Il tentativo di liberalizzare il mercato abbiamo visto com andato finire: Arenaways stata

costretta nel basso Piemonte a chiudere. Su queste colonne qualche mese fa avevo scritto di come Regione e Provincia nulla avevano fatto per sostenere lipotesi di collegamento proposta da Arenaways, lepilogo di questa impresa era gi scritto. 6) Turismo. Non passato molto tempo da quando alcuni politici sostenevano (non si sa su quale base) che il turismo poteva rappresentare unalternativa al tessile. Lillusione di ieri si spenta con la cruda realt dei numeri di oggi. Non vi dubbio che il Biellese rappresenta per la qualit della vita, per il paesaggio, per lambiente un polo attrattivo per chi stufo di Torino, di Milano e quindi il settore turistico vada incentivato. Per dobbiamo essere onesti nellanalisi e dirci che la cultura dellaccoglienza non una nostra peculiarit, neppure nei luoghi dove i numeri dei turisti registrano le cifre pi alte. Per contro da parte di alcuni operatori e non solo giovani, negli ultimi anni c stato un impegno enorme ad investire in termini di qualit, ma da qui a dire che laccoglienza sia un sentimento diffuso ne passa. Ad esempio gli studenti dellalberghiero di Trivero, ottimamente preparati, vanno per la maggior parte a cercare le loro fortune fuori dalle nostre mura. La Cossato Vallemosso (1991 era lanno che presentavo il primo progetto di fattibilit) se da un alto arriva quando molte delle imprese che operavano in valle sono scese a in pianura o peggio sono sparite, offre alla vista di chi la percorre una prospettiva gradevole esaltando lambiente circostante e quindi rappresenta una buona opportunit per andare o tornare a viverci. 7) Connessioni internet. Biella stato il primo Comune ad ottenere la certificazione di qualit nel settore CED. A Roma ebbi lorgoglio di presentare negli anni 90 il progetto. Con la giunta Susta la citt risultava la pi cablata in Piemonte negli anni 2000. Nel mio lustro di Sindaco abbiamo partecipato ai progetti pi innovativi su scala nazionale e Scaramal si speso molto su questo settore. Oggi per registriamo una battuta darresto. Un recente dossier di Telecom Italia per la Confindustria indicava gli investimenti ancora necessari per colmare il divario digitale (connessione internet veloce) delle imprese dei distretti industriali: in tutta Italia servirebbero 150 milioni. A Biella 2,4 milioni. Ma sarebbe, come dire, una dotazione adsl buona ma al minimo sindacale per competere. 8) Pallacanestro. Spicca e resiste questo fenomeno che ci pone alla ribalta nazionale. Ma per quanto? Le notizie neanche tanto celate che arrivano dalla societ, dicono che se non arrivano nuove risorse, il fardello dei costi dellimpresa potrebbe non essere pi sostenibile. Questo triste scenario aprirebbe un altro problema, quello dellutilizzo dal Palaforum, nato, concepito e costruito non solo per il basket, ma anche per fiere, concerti, congressi. Di tutto ci quasi nulla si fatto. 9) Universit. Le prospettive purtroppo non sono rosee, e forse onestamente lidea delluniversit sotto casa ha vissuto anni di gloria, ma ora sembra un po superata. Se rapidamente non si riesce ad inventare qualcosa dinnovativo, i sacrifici finanziari compiuti rischiano di andare in fumo. Conclusione. Per attirare professionisti o aziende in numero importante (va bene il contratto dinsediamento, ma al momento pare che i risultati siano scarsi) o per trasformare il Biellese in una sorta di isola felice fatta di un mix di ambiente e accessibilit, anche digitale, servono investimenti, e grossi, progettualit, programmazione, innovazione, e coesione. Aggiungo una classe dirigente preparata che sappia incidere e difendere gli interessi del nostro territorio. Vittorio Barazzotto

You might also like