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C 37&é

DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, REATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELERRI SCRITTORI AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
ECCLESIASTICI,
DELLA CHIESACATTOLICA, ALLE CITTA PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VOL. LXXXI.

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCLVI.
à&\ vt>

La presente edizione è posta sotlo la salvaguardia delle leggi


vigenti, per quanto riguarda la proprietà letteraria, di cui
l'Autore intende godere il diritto, giusta le Convenzioni
relative.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO -ECCLESIASTICA

T
TR I TRI
1 RIONFO, Triumphus. Ceremonia de; il che dalle popolazioni si pratica nei
pomposa e solenne, onore pubblico che loro Piaggio Villeggiature (J7.), e tal-
facevasi presso gli antichi ,allorché un volta nel loro ritorno a Roma. Si eresse
duce degli eserciti, che avea ottenuto se- da principio in Roma una solaPorto trion-
gnalata vittoria, entrava nella capitale fale, della quale ragionai a Porte di Ro-
dello stato cui apparteneva» Le Acclama- ma, per la quale tutti i vincitori entrava-
zioni di Laudi (F.) de Soldati e del po- no, e per la Strada {V.) trionfale si re-
polo che ne'trionfi gridavano dietro il vin- ca vano al Campidoglio ( V.) ad offrire un
citore io triumphe, die origine alla voce Sagrifizio ( V .) nel Tempio di Giovc^V.),
Triumphus j\f\ imitazione dell'/o thriam- che si ringraziava con forinola che si legge
bc'Bacchiche cantavasi nel trionfo diBac- nelDrissonio, De Formulisjahve pronun-
co. Già a Ingressi solenni in P».oma , ol- ziandone nell'ascendere il carro trionfale.
tre di questi, loro pompe e archi trionfa- Siccome il dittatore Furio Camillo dopo
li, parlai del trionfo degli antichi roma- la presa di Veio volle trionfare cou ap-
ni, di sue ceremonie, e dell'ovazione o pic- parato insolito e troppo superbo, travet**
colo trionfo, ed eziandio in tutti i nume- san do Roma su carro tirato da cavalli
rosi articoli che lo riguardano. Ne'più so- bianchi, ed i romani dando tale carro al
lenni trionfisi eressero ai chi trionfali, de- Sole, fu obbligato a esiliarsi da se stesso da
cretali dal senato romano, ed i superstiti Roma. Scrisse Giovanni Reiskio, Disser-
di Roma (Pr.) e di altrove li descrissi do- tatiode Tviumpho Romano per equos
ve esistono, anche dicendo de* posteriori candido s facto Luneburgi675. In ap-
,

più rinomati, ed a' luoghi loro di quelli presso gli archi trionfali si moltiplicaro-
temporanei che si erigono a'principi, ed no in occasione di particolari trionfi, e dì
anticamente s'innalzavano nel Possesso essi ne trattarono fra gli altri: Pietro Le-
del Papa (F.),massime da'duchi di Par- hvecht,Commentatio deArcubus Trium-
ma e Piacenza (V.) feudatari della s. Se- phalibus, Lipsiaei75o. Corrado Rupcr-
1

4 TRI T R I

lo, De romaiiovum Trìumphis , Jenae drizzh Saul , e degli archi pari me n li


ijoi. Gio. Pietro Bellori, Feterus Ar- trionfali de romani. Nota che questi al
cus Augustorum triumphy insignii*, Ilo- principio furono di semplioe lavoro e di
mae 690 Sj-gismundi Augusti Man*
1 : vile materia, poi crescendo la potenza e
tuoni (idcuntis profectio ac triumphus, la ricchezza della repubblica, si fecero con
Roinae: Archi trionfali di Roma con le ispesa e ornato maggiore, e s'abbellirono
spiegazioni ilei Bellori e delFea, Roma. con trofei, iscrizioni, colonne e statue; nou
Gio. Ballista Piranesi, Trionfi de* roma- che fu costume scolpirvi la pompa del
ni: Archi trionfali di Roma, e aV Italia. trionfo e le cose in esso portate, le bat-
Oltre gli ardii trionfali, vi sono monu-
i taglie navali e terrestri, con varie mac-
mentali e di transito. Gli archi monumen- chine da guerra e armi. Principalmen-
tali trionfali furono destinali a ricordare te vi si scolpirono Vittorie espresse eoa
i trionfi ottenuti dopo vittorie segnalate. figure alate e corone in mano, e le iscri-
L'idea primitiva degli archi trionfali cre- zioni per dichiarar le cause per le quali
de il Nibby poterla dedurre dagli orna- furono drizzali, e se per decreto degl'im-
menti , che posticci facevansi alle porte peratori o del senato romano. Per impe-
delle città, ed agli archi di transito, do- dire al trionfatore di troppo inorgoglir-
ve l'esercito reduce vittorioso passava, che si, era permesso a'soldati che portando ra-
venivano ornati con immagini e con isto- mi d'alloro esultanti cantavano iotrium»
rie che dopo la pompa trionfale toglie- phc d'ì unire alle lodi versi satirici; di più
t

vansi. Affine pertanto di rendere perpe- si faceva salire sul carro trionfale uno

tua la memoria de' trionfi vennero co- schiavo, da Plinio ingegnosamente chia-
strutti monumenti solidi sul luogo pel mato carnifex gloriae, perchè incessan-
quale l'esercito era passato, sia entrando temente gridava all'orecchie del trionfa-
in Roma stessa, sia lungo la strada con- tore: Respice post te; hominem memen-
solare che avea seguito. Non tutti gli ar- to le. Piomolo e suoi successori guerreg-
i

chi furono eretti in memoria di trionfi; giarono quasi sempre co' loro vicini per
ve ne furono ancora di quelli innalzati, o ottenere uomini, donne, terre, e ritorna-
da qualche corporazione, o da particola- vano in Roma colle spoglie de'popoli de-
ri agl'imperatori in benemerenza di bene- bellati: consistevano queste per la massi-
fìzi o di favori ricevuti, e di quelli resta- ma parte in biade e in armenti, oggetti
ti non tutti presentano la magnificenza importanti di grandissima gioia. PeròRo-
de'trionfali. Finalmente altri ne furono molo 1 .°re di Roma, fu pure il r .°a entra-
eretti come semplici fornici di transito, le trionfante in Roma {F.) carico di spo-
onde entrare in qualche luogo particolare glie opime, che cosi chiamò per quelle del
o recinto, e questi che debbonsi riguar- da lui ucciso Acrone re de'ceninesi, e le
dare come d'origine più antica, e che a- depose nel tempio di Giove Feretrio, sul
vea fornito l'idea de'monumentali e dei quale fu poi costruito il Tempio di Gio-
trionfali, naluralmeuteerano più sempli- veOltimo Massimo Capitolino. Ecco l'o-

ci de'nominati. A quest'ultima classe uni- rigine de' trionfi de'roinani, che furono
sconsi giani, fornici a due ed a quattro
i in appresso la principale cagione del se-
faccie, perciò chiamati hifrontes e qua- gno di grandezza a cui giunse la città e-

drifrontes ) e particolarmente costruì van- terna. Siccome quegli solo sotto i cui au-
si ne'fori e presso il Tribunale. Dell'an- spica si era fatto la guerra, avea diritto
tica invenzione degli archi trionfali, e che di chiedere il trionfo, allorché non v'eb«
sene menzione pure dalla s. Scrittura,
fa be altro duce supremo se nou Y Impera-
parla il p. Menochio, Stuore> t. 3, cent. tore, i trionfi doveangli essere riservati;
1 3
cap. 3g3; Dell'arco trionfale che si per tal modo il trionfo divenne un pri-
T II I TR I 5
\ilegio degl'imperatori e de'principi del- ro e Gordiano. Che i trionfanti erano pre-
la casa imperiale. Benché poi si toglies- ceduti e circondali da' soldati con rami
se a persona privata la pompa del trion- d'alloro, ma nelle medaglie monumenta-
fo, si continuò tuttavia ad accordai- loto li de'trionfì sono espressi con
rami di pal-
quelle distinzioni che in ogni tempo era- me ed anche trionfatori vestiti della
, i

no a quelle annesse, vale a dire il di- toga pietà portavano un ramo d'alloro e
ritto di portare la Toga o Tonaca (F.) lo scettro coli' aquila,
perchè sempre a-
pietà o palmata, abito trionfale in cer- veano qualche imperio come consoli o
te ceremonie, una statua che li rappre- proconsoli, avvertendo che siccome gl'im-
sentava con quella veste e con Corona peratori aveano a vita l'imperio procon-
(T.) d'alloro; finalmente alcune altre solare,i trionfi loro nelle medaglie si di-

prerogative meno comuni, da Tacito rin- stinguono particolarmentedal ramo d'al-


chiuse nelle parole: et cptidquid prò loro da loro portalo, senz'altro bastone,
triumpho datur. Qualche volta avven- quando però non fossero stati nel mede-
ne, che se il senato rifiutava d'accordare simo tempo consolai quali magistrati con
il trionfo, richiesto dal vincitore e con- solenni pompe venivano portati in pub-
quistatore, per mancanza di qualche ne- blico a rallegrare il popolo con feste e

cessaria condizione, il duce trionfava sul giuochi fatti a loro spese e da loro pre-
monte Albano (ora Cave e luogo ove so- sieduti, treni o processi consolari che nei
no i Pas sionisti). Papirio Massa filili. monumenti furono presi per tronfi. Che
che trionfò in questo modo l'anno di Ro- a'trionfatori era portata la corona dà uà
ma 52 2; e ili.°che dell'ovazione godesse, servo pubblico, e poi sotto gl'imperatori la

l'u Publio PostumioTuberto l'anno di Ro- fecero reggere da una figura della Vitto-
ma 2 5o. Talvolta iPapi concessero l'onore ria; nella pompa trionfale conducendosi
del trionfo con Ingresso solenne in Roma pure le torri dette Fercula a più ordi-
(7 .), come Paolo 11 1 all'imperatore Carlo ni, con le forma di tro-
spoglie de'vinti in
V vincitore di Tunisi (FAj e s. Pio V a fei, e degli schiavi sopra e da' medesimi
Marc' Antonio Colonna generale dì s. portate, essendovi effigiati e dipinti i prin-
Chiesa vincitore della Turchia a Lepanto cipaliavvenimenti della vinta guerra, e
(V*)} colle 12 galere pontificie, onore de- rappresentate le città espugnate nella me-
cretatogli anche dai senato e popolo ro- desima; i prigionieri principi erano con-
mano, e descritto da Francesco Alberto- dotti avanti e vicino al carro del trionfan-
li io nella Relazione dell' entratafatta in te, e legati colle mani avanti. Che appe-
Roma dall' Ecc.mo Marc Antonio Co- na in Roma
giungeva la notizia delle ri-
lonna, e daLucianoCenturioni, Columna portale vittorie, si celebravano le feste e
Rostrata, seu plausus Triumphantis M. igiuochi trionfali, ed il senato decretava
A. Columnae, R.omaei633. Il Buonar- l'onore del trionfo. In essi si rallegrava il

roti, Osservazioni sopra alcuni meda- popolo, facendosi condurre le immagini


glioni, ne riporta eruditissime sui trionfi o statue degl'imperatori in abito trion-

degli antichi romani , mediante pompa fale sui carri e cogli ornamenti trionfali;
presa da quella colla quale ritornavano feste e giuochi che si rinnovavano dopo
alla patria i vincitori de'giuochi Olimpici. i trionfi, assistendovi gl'imperatori colla
Ragiona particolarmente sui carri o qua- toga pietà, i quali ne'lrionfi incedevano
drighe trionfali tirate da 4 o da 6 cavalli nell'ultimo luogo, che però veniva ad es-
(Nerone si servì d'alcune cavalle ermafro- sere primo. De' trionfi trattarono an-
il

dite in alcuni suoi effeminati e vituperevo- cora: Onofrio Panvinio, De Trìwrnpho,


li trionfilo dagli elefanti ne'lrionfi Partici Ilelmstadii 67$. G. Battista Marliani, De
1

o Persici degl'imperatoriAlessandroSeve- Triumphis veterum rornatitirum, liomue


e tri TR I

1549. Tommaso summo* Lidiati, Serie toda Eugenio IV neh 44°; n Bartolo- -

rum magistratuum,etJ riunì phorwn ro- meo de Ghisolfì de*minori,eletto da Sisto


ma nor imi. Filippo Antonini, fi Trionfo IV nel 479* Tripoli, Tripolitan, è ora
1

romano, Faenza 769. G. Cesare Bulen- 1 un titolo vescovile in partìbus del simi-
gero, De spoliis bellici*, trophaeis, ar- le arcivescovato di Sardi, che conferisce
elibus triunijilialilnis, et pompa trium- la s. Sei\e.
a
pìii, nel T/ics. ili Grevio. Francesco Mo- TRI POLI. Sede vescovile della i. pro-
di, Ponderine Triuntplialcs, Francofur- vincia della Frigia Pacaziaua, nell' esar-
li 586. J. Dario Schieferdech, Disserla-
1 cato d'Asia, sotto la metropoli di Laodi-
tio de Triumphiset Ovatiombus roma- cea, eretta nel secolo IX,
fiorimi, Lipsiae 6o5. Giovanni Nicolai,
1 TRIPOLI, Tripolis, Taraiolo s.Cxi-
flomanorum 'Trinili pini* solemnissimus, tà vescovile e considerevole d'Asia della
Francofnrti 690. Le pompe trionfali de-
1 Fenicia marittima, ora nella Turchia a-
gli antichifurono in parte imitate ne'so- siatica, già capitale d'una contea de'cro-
Icnni Treni (V.), per la Coronazione de- ciati e di presente capoluogo del pascià*
gf Imperatori (V .), per la Coronazione laticodel suo nome in Siria, che compren-
delie (F), nel Possesso del Papa (f .) de in parte l'antica Fenicia, l'antica Leo-»
quando era solennissimo, nel possesso del dicea, e abbraccia il paese di Kesrauan
Prefetto di Fonia (J7 .), nel possesso del abitato da'maronili che ne occupano la

Senatore di Homa(V.), ed in altre pub- parte sud-ovest. Giace a35 leghe da Da


bliche funzioni splendidissime. masco, ed a 43 da Acrio Tolemaide, in
TRIPOLI. Sede vescovile della pro- una fondura a pie d'un ramo del fiume
vincia ecclesiastica di Lidia, nell'esarcato Xanto che scaturisce nel Monte Libano,
d'Asia, eretta nel secolo IV sotto la me- sotto una montagna in cima alla quale
tropoli di Sardi. La città, non piti esiste, sorge un castello munito a circa mezza le-

e ie rovine si vedono ancora sul fiume ga dal Mediterraneo. Residenza d' un


Meandro a poca distanza da Gerapoli. Si mutsellim o governatore, e d'un console
conoscono seguenti 7 vescovi greci che
i di Francia, è lunga e stretta e traversata
ne occuparono la cattedra. Agogio fu nel dal Nahar-Aba-Aly, o l'antico Xanto, fiu-
3i5 al concilio di INicea I; Leonzio dot- micello che quivi si varca sopra due pon-
tissimo assistè al sinodo di Seleucia del ti di pietra, le cui sponde riescono som-

359, non riconosciuto per canonico, e nel mamente pittoresche, ed il quale forma
quale si un\ agli ariani e sottoscrisse la lo- cascate bellissime, essendo formata la sua
ro formola di professione di fede; Com- cinta da mura di giardini. Poco salubre
inodo sottoscrisse al concilio d' Efeso del n'è l'aria, a motivo dell'acque stagnanti
43 ij Paolo Irovossi nel 449 a " m 'g an_ che contiene; le case assai ben fabbrica-
daggio o conciliabolo d'Efeso, e nel 4^1 te e le strade insinuiate per la maggior
fu al concilio generale di Calcedonia; Gio- parte, ma in parecchi punti traversate da
vanni sottoscrisse la lettera del concilio acquidotli sospesi, i quali, essendo in pes-
di Lidia all'imperatore Leone I, relati- simo stato, lasciano piover 1' acqua sui
vamente all'assassinio di s. Pioterò d'A- passeggiali. Numerose fontane, tutte più
lessandria ; Anastasio assistè e sottoscris- o meno decorate d' arabeschi, trovansi
se al VII concilio geneiale; Sisinniofu al sparse per tutti i quartieri. Vi sono due
concilio di Folio. Oriens christianus, t. moschee un bagno ben fabbricato ed
, ,

1 , p. ò'8o. In questo nel t. 3, p. 1 070, tro- un kan vastissimo e pulitissimo. Tra la


vai che Tripoli di Lidia ebbe altresì dei città ed il maredistendesi una fertile pia-
vescovi latini, e ne riporta due: fr. Mar- nura coperta d'alberi fruttiferi, tra altri
tinodeSoto -Major carmelitano, nomina- da moricelsi e olivi, e presso la spiaggia
TR I TRI 7
trovasi In borgata chiamata Marina, dal Madera, furono poi recale al Brasile e
nome dell'antico monastero dove s. Ma- nel rimanente d' America. A due leghe
rina sotto abito virile visse molti anni pe- verso l'oriente diTripoli vedeasi una tom-
nitente, con grandi magazzini, kan, caf- ba tagliata nello scoglio, che sirii cristia- i

fè ed sorgeva in ma-
altri edilìzi. Più. oltre ni credeano essere il sepolcro di Canaan o

no il famoso tempio di s. Grego-


de'greci Chanaan nipote di Noè, il padre de'feni-
rio Taumaturgo, profanato verso la me- nome di Tripoli corrisponde alla
cii. Il

tà del secolo XVII da' maomettani, co- sua origine, perchè fondata da 3 popoli
me tanti altri santuari. Sebbene il Terzi diversi, cioè Tirii, Sidonii e Aradi (non
riferisca nella Siria sacra che Tripoli
, Arabi come vogliono altri). Erano que-
giace sulle sponde del mare, come in pe- sti soliti convenirvi in tempi stabiliti per
nisola, favorita dalla natura di sito como- cagione del traffico, e volendo assicurare
do, elevato e fortissimo, provvista anco- le merci vi fabbricarono alcune case ore-
ra di spazioso porto, cinta da torri e da cinti, ben distinti l'uno dall'altro per uno
mura terrapienate; nondimeno geografi i stadio, come in seguito si costumò in o-
moderni affermano , che non v' è porto rienfe. Questo nome di Tripoli, che signi-
propriamente detto, né la rada offre si- fica tre città, trovasi in diverse altre prò-
curezza quando forte sia il vento mae- vincie ove esisteva una città composta di
strale; le navi danno fondo fra la terra e tre parti, oppure in cui eravi un'associa-
certi piccoli isolotti sassosi. Quantunque zione di tre città. In progresso di tempo,
la situazione siapoco favorevole al com- colla frequenza de'popoli crebbero a se-
mercio, tuttavia vi si fanno grandi espor- gno, che gli uni agli altri si unirono, e con
tazioni di seterie,di fazzoletti nel paese fab- ciò di 3 borghi si formò una città, ove poi
bricati, di sapone e sponghe raccolte
di si radunavano i pubblici rappresentanti
fra questa città e Berito. Conta più. di delle circonvicine per trattar di affari po-
20,000 abitanti, e nelle vicinanze si fan- litici e distato. Ciò avvenne, secondo Dio-

no notare il sepolcro e la moschea d'un doro Siculo, nell'Olimpiade 107. Si vuo-


santone, ombreggiati da platani, con una le da alcuno che ancora sussistano le 3

vasca entro cui alimentatisi de'pesci sagri. divisioni o intervalli, ma il Terzi nel cele-
Il territorio forma un affienissimo giar- brarne l'opulenza,onde gareggiò colle pri-

dino, pieno d'ogni sorla di fruiti; è irri- marie cittàdiFenicia,dice che non conser-
galo da parecchi fiumi e ruscelli scen- va l'antica figura, per essere stata riedi-
denti dal Monte Libano. Quando il tem- ficata parte sulle rovine dell'aulica e par-
po è in calma scorgesi sulla spiaggia del te fuori del suo ricinto in forma triango-
mare ed entro questo stesso parecchie sca- lare. 11 p. Quieu neWOriens christianus,
turigini di dolce ed eccellente acqua, che quanto al nome di Tripolit \o dice deri-
credonsi procedere da una gran grotta di- vato dalle vicine tre città di Arado,Sido-
stante una lega all'est, e ch'è osservabi- ne e Tiro; e formatasi di 3 parti, tutte
le per una sorgente copiosissima ch'esce con pari distanza da essa lontane, ciascu-
dalla terra a grosse bolle, e si perde indi na avendo coloni di Arado, Sidone e Ti-
Allorquando
a poco nella grotta stessa. i ro. Die natali a Teodosio poeta lirico,
i

Crocesignati(V, funsero in questa cam- ed a Teodoro matematico che scrisse de


pagna, rinvennero tra le altre cose canne Sphaeris, e dicesi che da lui Tolomeo,
di zucchero, che la più parte degli storici Frodo e Tione apprendessero precetti i

chiamarono canne di miele. Questa pian- più essenziali di quella scienza. Nel me-
ta eravi stata trasportata dall' Indie, co- morando confitto in cui Dario in queste
me in altri luoghi della Siria, donde por- vicinanze fu vinto da Alessandro il Gran-
tate in Sicilia e di qui a Granata, indi a de, fuggirono 8000 greci del suo esercì-
8 TRI TR I

to ,
prevalendosi delle navi trovate nel recò in oriente, ed a' io giugno espugno
porto, e veleggiarono a Cipro. La città Tripoli dopo un assedio o blocco di 7 un-
pervenuta in dominio d'Alessandro, dopo ni, aiutato da Baldovino I re di Gerusa-
la sua morte ubbidì a vicenda a'Seleuci lemme e da' genovesi. Non pare quindi
ed a' Tolomei. Sotto i primi vi si adorò che Tripoli fosse conquistata avanti la

Giove Tripolitano, ciò ricavandosi dalle Pasqua del 1099, come vuole il p. Le
medaglie coll'epigrafe Jovi Delubro. An- Quien. Tripoli allora divenne capitale di
tiocoil Grande re di Siria la conquistò una contea, checomprese parecchie piaz-
con tutta la Fenicia verso l'anno 219 a- ze lungo il mare di Fenicia da Maraclea
vanti l'era corrente. Recatosi a guerreg- sino al fiume Lieo, donde avea principio
giare nella regione il Magno Pompeo, la il regno latino di Gerusalemme ^eù uno

conquistò alla repubblica romana , con de' 4 principati Ialini eretti in Siria dai
l'uccisione del tiranno Dionisio, ch'erosi principi cristiani crocesignati, sotto la

impadronito della città. Si conoscono più sovranità de* Tripoli tatù Comites. Que-
medaglie col nome di Tripoli di Fenicia, sto principato e questa città per distin-
coniale ad Antonio e Cleopatra, degl'im- guerli dagli altri Tripoli, fu detto Tri-
peratori Augusto, Nerone, Traiano, Se- poli di Soria o Siria. Bertrando fu pro-
vero, Eliogabalo, e dell'imperatrice Giu- clamato contedi Tripoli nello stesso gior-
lia Soemia. Sotto ildominio de' romani no che vi fece il suo ingresso, e nel me-
fu la città libera, adendo il diritto di go- desimo anno morto il cugino Gugliel-
vernarsi colle proprie sue leggi , e sotto mo riunì alla contea le terre che avea ri-

l'imperatore Vespasiano prese il sopran- cevuto dal padre suo. Neh 1 io coadiu-
nome di Flavia. Vi fu promulgato l'È- vò Baldovino 1 che
a conquistare Berilo,
vangeloal nascere della Chiesa, ma il cul- si arrese a'i5 maggio. due principi nel
I

to cristiano scemò notabilmente quando seguente giugno marciarono in soccorso


nel 638 romani da Youkima
fu tolta a' di Baldovino del Borgo conte di Edessa,
greco rinegato, uno degenerali del calif- ove un'armata di saraceni lo teneva as-
fo Omar maomettano. Tripoli passò poi sediato ad istigazione del di lui nemico
in potere de'califii d'Egitto, a cui la tol- Tancredi cuginooziodiBoemondo prin- I

sero i crociati del lai/ Crocia la (^.), per cipe d''Antiochia , della quale e de! prin-
bberare i santi luoghi di Stria dalle ma- cipato latino riparlai a Siria. Al rumo-
ni degl' infedeli, di che e con altre no- re della loro marcia gl'infedeli levarono
zioni analoghe riparlerò all'articolo Tur- l'assedio. Indi dopo aver con Baldovino
chia. Narrai nel voi. LXXVII, p. 25, che 1 assediata Sidone, che si arrese nel di-
Raimondo IV conte di Tolosa e di s. cembre, Bertrando si recò a stabilir la sua
Gilles, fece parte della crociata alla te- residenza in Tripoli. Neh 1 1 1 Tancredi
sta di 100,000 uomini, dopo aver ri- amministratore dei principato d' Antio-
cusato la corona della conquistata Geru- chia, dopo la morie di Boemoudo, essen-
salemme^ recò all'assedio di Tripoli, du- dosi disgustato con Bertrando, gli tolse
rante il quale siandò formando uno sta- Tortosa o Ortosia ossia Antarada, che
to inSiria, e morì a'28 febbraio 1 io5, nel in Siria avea conquistato il padre, dan-
castello di Monte-Pelarin da lui fabbri- done il governo a Guglielmo naturale di
cato in faccia a Tripoli, lasciando il det- Roberto duca di Normandia. Bertrando
to stalo al nipote Guglielmo conte diCer- si vendicò di quest'insulto in una manie-

dague, succedendolo negli stati aviti il pri- ra tutta cristiana. Avanzatosi sino a Ce-
mogenito Bertrando contedi Tolosa e di sarea di Filippi un esercito di 100,000
s. Gilles. Questi imitando il zelo religio- turchi, distanti una sola giornata da An-
so del padre, prese la croce, neh 109 si tiochia, la minacciavano d'assedio, per cui
TI T TIW 9
Tancredi implorò il soccorso de' principi governo del principato.G l'impedì pas- il

cristiani. Prontamente l'ebbe da Baldo- saggio per marciarvi sopra, ma nella guer-
vino I, da Bertrando e da altri signori, ra insorta rimase sconfitto dal re, il qua-
cìie con soli 26.000 uomini fugarono le poi lo liberò dall'assedio cui l'aveauo
gl'infedeli a'29 dicembre. Bertrando non cinto turchi in Montferrand. Nondime-
i

potè esimersi di collegarsi nel 1 1 12 con no Pons continuando la guerra cogl* in-
Alessio 1 imperatore greco contro Tan- fedeli,neh 137 tradito da'siri del Mon-
credi, per riaver da questi Antiochia in te Libano restò vinto e prigione, patendo
forza del suo giuramento. Durante le ne- barbara morte. Gli successe nella contea
goziazioni della lega morì Bertrando a' il primogenito Baimondo, il quale da fi-

2 1 aprile, cui successe I' unico suo figlio glio animoso volle subito vendicar la mor-

Pons, sotto la direzione del vescovo del- te del padre contro gli assassini che l'a- 1

la città, e si chiamalo Vc-


meritò d'esser veauo occasionata; prese nel Monte Li- li

mulo della gloria de suoi maggiori, ti- bano e con rigorosi supplizi fece mori- li

tolo che giustificò colle sue belle azioni. re in Tripoli, con giubilo del popolo. In-
Hgli però succedette soltanto agli stati tanto Sanguino sultano d'Aleppo gli rup.
paterni d'oriente e alla contea di Tripo- pe guerra e assediò iti Rafania. Accorse
li, lasciando godere ad Alfonso Giorda- Baimondo 1 con re Folco, ed assalito San-
no suo zio la contea di Tolosa e gli al- guino, restarono disfatti e il conte prigio-
tri stati d'occidente; il quale articolo va ne e Folco assediatoin un castello; finché

tenuto presente ,
per le altre notizie ri- da Guglielmo patriarca di Ge-
soccorsi
guardanti i conti di Tripoli derivati dai rusalemme, che colla vera Croce guidava
conti Tolosa ni. Pons si distinse in quasi le truppe, e da Raimondo principe d'An-
tutte le guerre ch'ebbero al tempo suo i tiochia e marito di Costanza, ambedue ri-
crociati contro gl'infedeli. Nel 1 1 1 3 mar- cuperarono la libertà. Neh 149 alla bat-

ciò verso Tiberiade in soccorso del re Bal- taglia di Belinas vinse il sultano d'Alep-
dovino I, e nel 1 19 sentendo che Bug-
1 po Noradino il quale si risarei in altro
,

gero reggente di Boernondo 11 principe combattimento,ove morì Raimondo prin-


d'Antiochia veniva aggredito da un for- cipe d' Antiochia, a cui successe il figlio
midabile esercito di turchi, corse per li- Boernondo III sotto la tutela ili Costan-
beramelo, ma non fece in tempo, poi- za e del padrigno Rinaldo. Nel 1 1 5 1 Hai -

ché era già perito colla sua armala; indi mondo 1 perì presso la porta di Tripoli,
lo vendicò con Baldovino li re eli Geru- ucciso da una masnada de'diutorni, dive-
salemme.in una sanguinosa battaglia vin- nendo conte di Tripoli figlio Raimon- il

ta sugl'infedeli. Neh 122 Pons ebbe col do Il sotto la regg-mea della madre O-
re in proposito dell'omaggio d'investitu- diema, sorella di Melissende regina di Ge-
ra che ricusava rendergli, una questione rusalemme. Neh (3 3 iNoradino all'assedio
1

vivissima, di cui gli altri baioni del regno di Harene fatti prigionieri il conte e Boe-
ne impedirono le conseguenze. Ne\i ii/\. rnondo 111 d'Antiochia, fece toro provare
si segnalò all'assedio di Tiro, il cui conqui- asprissima cattività, e mediante riscatto
sto principalmente si dovè al suo valore d 80,000 ducali d'oro li rimise in liber-
e abilità. Dipoi coll'aiutodel re, nel r 127 tà neh 171. Nel precedente anno Tripo-
sottomise la città di Rafania vicina a'suoi li soggiacque a sì orribile terremoto, che
stali e nella provincia d'Apamea. Dopo quasi tutti i suoi fabbricati crollarono, ri-
la morte neh 1 3 1 di Baldovino II prese manendo la più parte degli abitanti sepol-
le parli d'Alice vedova di Boernondo 11 ti sotto le rovine. Non guari dopo però la

principe d'Antiochia, che il re Folco con- città venne rifabbricata meglio di prima.
trastava a' tutori delia figlia Costanza il 1 cristiani vi stabilirono manifatture di se-
e

io TK1 TRI
ta e camellotti, continuamente occupan- venne principe d'Antiochia e conte di Tri»
dotene nelle fabbriche ben 4°°°- Nel poli Boemondo V, succeduto al padre
1 177 il conte dopo esser stato sconfìtto Boemondo IV, che sposò Luciana Conti
davanti Hama, si portò ad assediar Ha- nipote d'Innocenzo III, la quale dal ma-
renc, e indusse diversi signori a secondar- rito ebbe in dono la metà della contea di
lo, ma adescato da una <ommn olfertagli Tripoli nel caso che avesse successione, e
dal governatore si ritirò. Neil 173 essen- 3o,ooo come
bizantini in caso contrario,
do Baldovino IV re di Gerusalemme a notai nel voi. XVII, p. 76. Da essi nac-
cagione della lebbra impotente al gover- quero Boemondo VI che nel 15 succes- 1 1

no,aflidòla reggenza al contedi Tripoli, se al genitore, e Piacenza maritata ad En-


neh 85 morendo
1 la confermò sino alla rico redi Cipro: la madre Luciana fa-
I

maggiorità del nipoteBaldov'moV, il qua- cendo da amministratrice nella sua mino-


le pure nell'anno dopo scese nel sepolcro, rità non venne lodata. Fu creato cavalie*

Raimondo II allora contrastò trono di il re d'Antiochia da s. Luigi IX in Joppe,


Gerusalemme a Guido di Lusignano, ma onde inquartò al suo stemma quello di
pel bene della pace rinunziò poi alla sua Francia. A suo tempo il vescovo latino di
pretensione. Mentre il conte nel 1 187 sta- Tripoli, Obizzo Sanvitale, fu nel 1260 da
va all'assedio di Sefori venne assediata in Papa Alessandro IV traslato aParma,
Tiberiade sua moglie Esquiva da Sala- Boemondo VI prese imprudentemente le
dino, die impadronitosi della città a' 2 parti de' veneziani contro i genovesi, e
luglio la die alle fiamme, risparmiando il così mantenne le dissensioni che trassero
castello ov'erasi ritirata la contessa, e re- Terra Santa. Egli per-
in rovina le cose di
candosi incontro al marito che veniva ad de Antiochia neh 268, la quale fu pre-
assalirlo. Nel dì seguente cominciò la fa- sa d'assalto a'29 maggio o a' 12 giugno,
mosa battaglia diTiberiade, cui Piai inon- dal sultano Bibaso Bondochar, facendo-
do li con un'allocuzione deqna di Sallu- vi 100,000 prigionieri, oltre r 7,000 che
stio, avea inutilmente consigliato d'evi- sul luogo fece trucidare. Morì a Tripo-
tare. Nella rotta de' cristiani fu costretto li nel 1274, lasciando il figlio Boemon-
aila fuga, per cui fu da alcuno incolpato do VII sotto la tutela della madre Sibil-
di connivenza co' nemici , e poscia morì la figlia del re d'Armenia e del vescovo
nell'anno stessoin Tripoli minacciata d'as- di Tortosa ossia Antarada. Egli stabilì la

sedio da Saladino, il quale s'impadronì sua residenza a Tripoli, donde prestò o-


del castello di Tiberiade. Non avendo fi- maggio d'investitura a Carlo 1 ti'Angiò
gli, legò suoi stati al figlioccio
i Raimondo re di Sicilia e Gerusalemme, nelle mani
III figlio di Boemondo III principe d'An- del bali d'Acri. Il suo carattere petulan-
tiochia. Caduto esso in demenza, talvol- te e indiscreto accese gravi dissensioni coi
ta violenta, verso il 1 200 allìdò la contea cavalieri templari. N'ebbe pure col vesco-
a Boemondo IV il Guercio suo fratello, vo latino di Tripoli, che obbligò ad ab-
dorante la minorità di Raimondo Rupi- bandonare Terra Santa. A' 3aprileia87 1

no di lui figlio, avuto da Alice figlia di Tharanlhai, generale di Kelaoun Malek-


Rupino della Montagna principe d'Arme- el-Mansor sultano d' Egitto e di Babilo-
nia. Boemondo IV abusando della fidu- nia che il p. Le Quìen chiama Melec-
,

cia fraterna, nel 20 riunì nella propria


1 1 Messor, tolse a Boemondo VII Laodicea
persona la contea di Tripoli in un al prin- e l'adeguò al suolo. Morto poi Boemon-
cipato d'Aiitiochi-ì:delle vertenze che per- do VII 19 ottobre senza prole, insorse
a'

ciò insorsero feci parola nel voi. LI, p. 307 contrasto tra Sibilla sua madre e Lucia
eullrove,essendovi intervenuto Innocen- sua sorella, moglie cliNajare diTouci fran-
zo III (F.) per pacificarle, Neh 233 di- cese e grande ammiraglio di Sicilia, in-
TR I TR I ri

Ionio alla successione della contea di 'tri- driano. In quello di Diocleziano riporta-
poli. Il sultano Kelaoun troncò le dispu- rono la palma del martirio ss. Luciano, i

le colla presa da lui falla Od* Mammaluc- Metrobio, Paolo, Zenobio, Teotino eDru-
chi (VA di Tripoli , che fece incendiare so, come si legge nella Siria sacra, L'im-
a'26 027 aprile 1288 01289, Nana '' ^'" peratore Giustiniano I eresse una sonino»
naldi chela combattè di notte sì fiera- sa basilica a s. Leonzio, che si rese cele-
mente, che per l'infievolite forze de'cri- bre, La sede vescovile appartenne alla
stiani l'ebbe per forza, e furonvi uccisi provincia ecclesiastica della Fenicia Ma-
7000 cristiani. Alquanti scamparono so* rittima nel patriarcato d'Antiochia, suf-
pra legni ch'erano nel porto, rifugiando- fraganea dell'arcivescovo di Tiro, ed eb-
si a Tolemaide, Alle crudeltà il malva- be vescovi greci, greci-melchiti, maroniti
gio sultano aggiunse I' empietà, facendo e latini,
I vescovi greci che si conoscono
legare alla coda de'cavalli le ss. Immagi- sono Marone, cui successe Ellanico, che
ni e trascinarle per tutta la città. Dopo nel 3ij intervenne al concilio di Nicea I,

averla i saraceni rubata e spogliata d'o- e poi a suggestione degli ariani abbrac-
gni sostanza, essendo piena di molte mer- ciati i loro errori, fu obbligalo a dimet-*
canzie e altre cose, il barbaro sultano la tersi ed esulare, da s, Eustasio patriarca
fece ardere, abbattere e disfare da' fon- d'Antiochia, surrogandogli Teodosio. Nel
damenti, Addolorato Papa Nicolò IV da sinodo di Seleucia del 35$ Ireneo episco-
tanto disastro, ili /di settembre con let- pio Tripolis Plweniciae^'xccome ariano,
tera ingiunse al vescovo di Tripoli, che sottoscrisse I' eretica professione di fede.
predicasse e facesse promulgare la crocia- Commodo nel 43 1 si recò al concilio d'E-
ta sopra i pessimi saraceni, nella Sehia- feso, e per la sua adesione a Nestorio fu
vonia e nella Marca di Treviso. Tutte le separato dalla comunione cattolica. Teo-
altre piazze della contea di Tripoli cad- doro nel 45 1 intervenne al concilio diCal-
dero nel tempo stesso sotto la potenza del cedouia e ne sottoscrisse i canoni, indi nel
sultano, unitamente a quelle del princi- 458 firmò la rinomata epistola dal sino*
pato d'Antiochia. Per tali perdite i cro- do di sua provincia indirizzata all'impe-
ciati si trovarono ridotti alle sole città di ratore Leone I, sul martirio di s. Pioterò
Tolemaide, d'\ Tiro e di Sidone } che non d'Alessandria. Il vescovo Stefano amma-
tardarono a cadere nelle mani degl'infe- latosi d' infermità incurabile, si recò al
deli. Tripoli cogli stati formanti la con- sepolcro di s. Eutimio archimandrita, e
tea , furono poi riuniti all' impero della coli' olio di sua lampada per virtù divi-
Turchia, e ne segui i destini e le vicen- na guarì perfettamente, Gli successeLeon-
de politiche, ziodi lui cugino, ornato di cospicue virtù,
La fede cristiana fu predicata a Tri- e fu largo benefattore del monastero di
poli ne'tempi degli Apostoli dal principe monaci sotto l'invocazione del gran mar-
di essi s. Pietro, che vi costituì per ve- tire s. Leonzio. Arsenio è l'ultimo vesco-
scovo Marone, un collegio di 1 2 preti e vo di cui si abbia memoria. Oriens dir,
de'diaconi, non che l'ordine delle vedo- t. 2, p. 822. I maroniti antichi vi ebbero
ve e tutti i ministri della Chiesa, a'quali degli arcivescovi, suffraganei del patriar-
impose d'ubbidire a Marone. Tanto egli ca maronita d' Antiochia, e se ne cono-
che successori vi eliminarono gli avanzi
i scono sei. Isacco insigne per dottrina scia-
del gentilesimo,non senza difficoltà e per- drensis, alunno del Collegio de''Maro-
secuzioni, poiché la chiesa di Tripoli fu niti di Roma, ordinato nel 1629, autore
innaffiata dal fecondo sangue de'martiri di diverse opere, e perito nelle lettere la-
iss. Leonzio che patì insieme con Ipazio, tine, siriache ed arabiche. Gli successe Mi-
Tribuno e Teodolo sotto l'impero d' A- chele Hesronita arcivescovo, indi Gio-
ti TRI TR I

vanni IJesronita degnissimo.nominato da vescovo di Tripoli vessato d'Antarada nel


Urbano Vili e morto nel 1
644* Poscia I278,eche per insidiargli la vita dovèfug-
Gabriele, quindi Giuseppe Hesronìtaar- gire. Nel 1279 Nicolò 111 l'inviò a Rodolfo
chìrpìscopi Tripoli tri tu' del 1676. Nel I re de' romani, ed a Carlo I re di Sici-
j6g5 sedeva Giuseppe Si monto, al dire lia per collegarli insieme ;avendo e poi
del Terzi successore- di Gabriele, per cui patito atroci ingiurie da Boeraondo VII
sembra il medesimo Hesronita. Basilio conte di Tripoli ,
questi fu gravemente
monaco fiorì nella
."
metà del secolo de-
1 ammonito dal Papa. Cintio Pigna nobile
corso. Orie/is dir. t.'3,p. 79.C0nquistat.-1 romano essendo eletto di Tripoli, Onorio
Tripoli da'crocesignali latini, vi fu eretta IV nel 1286 lo dichiarò arcivescovo di
la sede vescovile del rito loro, sotto il pa- Capua. Era vescovo B. quando il solda-
li iarca d'Antiochia, indi Papa Innocenzo no di Babilonia Melec-Messor 3*27 aprile
Il la dichiarò sullraganea dell'arcivescovo 1289 espugnò Tripoli, onde Papa Nicolò
J.itino di Tiro, quando elesse per vescovo IV ingiunse al vescovo di predicare iti oc-
di Tripoli Gerardo, che nel 1 137 cadde cidente la crociata contro i saraceni, con
prigione de'saraceni. Fiumano nel 1
179 lettere del i.° settembre, e nuovamente
intervenne al concilio di Laterano IH. con altra de'20 ottobre 290. Nel i332 1

L. eletto arcivescovo d'Apamea, dal pa- il vescovo Guido Baisi di Re™io fu eletto
triarca d'Antiochia neh 198 fu traslato arcivescovo di Ravenna. Giovanni abba-
a Tripoli di propria autorità ; ma Papa te benedettino vescovo di Trieste, da A-
Innocenzo III sospese al patriarca l'offi- lessandro V fu traslato a Tripoli. Gli suc-
cio pontificale e perciò la facoltà di con- cessero Pietro I,e per sua morte a'28 gen-
fermarlo, per avere operalo inconsulta naio^ '4 Simone minorità; indi tro-
II '-

Sede apostolica^cotne sospese L. eletto. che morto a'i4 novem-


vasi Pietro II,
Dipoi assolse L. ed a'3 dicembre di pro- 1 bre 435, ih questo Eugenio IV gli sur-
1

pria autorità lo trasferì a Tripoli, come rogò fr. Nicola del Nevo minorità. Dopo
similmente tolse la sospensione al patriar- il vescovo Antonio, trovo per sua morte

ca; indi ingiunse al vescovo di Tripoli e nominato nel r45i fr. Benedetto de A-
al suo capitolo di conferire ili. "canoni- doaria minorità. Orienschr. t. 3,p. 1 1
74-
cato che vacasse a certo Piai mondo. Do- Presentemente Tripoli ha i seguenti ve-
po ili2i3 gli successe Gaufrido arcidia- scovi di diverso rito. L'arcivescovo mg.'
cono francese e fratello di Fiandra (ti san- Paolo Musa, Tripolitan Maronitarum,
ta vita e operatrice di miracoli. Nel 12 i5 e ne parlai nel voi. XLI1I, p.127, nel pa-
Innocenzo HI invitandolo al concilio di triarcato d'Antiochia lìti' Maroniti in Si-
Laterano, con sua lettera enciclica, dice : ria. Il vescovo mg/ Atanasio Totungi,
In eodem modo (archiepiscopo et episco- Tripolitan Me Ichi tarimi, come dissi nel
pis)/?er Trinapoli tanam (Tri poli tanam) voi. XLIV,p.i 58, nel patriarcato de'gre-
provinciam (consti tutis). Papa Innocenzo c\-3Iclchiti in Siria. Il vescovo Tripo-
J V del 1 243 mandò l'arcivescovo di Tiro litan Syroriun, la cui sede è tuttora va-
e V. eletto episcopo Tripoli tano, per in- cante, sulfragauea del patriarcato de Siri
quirire il vescovo di Biblos e il patriarca in Siria, il che riferii nel voi. LXVII, p.
antiocheno. Il vescovoObizzo sunnomina- 3o. Vi sono le missioni apostoliche de'la-
to nel 260 passò a Parma. Al vescovo^»'.
f tini, del vicariato apostolico di Aleppo o

Guglielmo domenicano nel i263-^*crisse Bcrrea(V.),e ne riparlai a Monte Liba-


Urbano IV, perchè gli esponesse le dissen- no ed a Siria. Vi sono poi ora in Tripoli
sioni che agitavano la Terra Santa. Nel i la zza risti col prefetto di loro missione, e
1 274sedeva fr. Paolo minorità, fu al conci- un tempo eranvi i gesuiti e i carmelitani:
lio di Lione 11, e probabilmente fu quel i lazzaristi furono sostituiti a'gesuiticou
2 '

T 11 I TRI i3
decreto della congregazione di propagan- che nel giorno precedente, domenica, il

da fide, da cui dipendono vescovi di Tri- i cardinal Patrizi vicario di Roma, nella
poli de'diversi ricordati ri ti, de' a 2 novem- chiesa della ss. Trinità de'Monli, assistito
bre 1782. Dell'ospizio de' minori osser- dall'arcivescovo di Parigi e dal vescovo d'
vanti di Terra Santa, esistente in Tripoli Orleans,avea fattola solenne consagrazio-
e dipendente dal p. Guardiano i\it\ s. Se- ne di mg/ Leone Francesco Sibour d'I-
polcro (%*)> feci menzione nel voi. XXX, stres arcidiocesi d' Aix, vicario generale
p. 5g e 60, ove dissi della missione de* (del fratello arcivescovo) di Parigi, eletto
cappuccini. FinalmenteTripoli, Tripoli- vescovo di Tripoli in partibus infidelium
tiiu, è un partibns del-
titolo \esco\\\ein }
Papa Pio IX dei
(con breve apostolico del
l' eguale arcivescovato di Tiro, che con- 23 dicembre i854, dichiarandolo inoltre
ferisce la s. Seile. Ne fu insignito mg/Giu- ausiliare del fratello).
seppe Habaisci, che trasferito a' 3 mag- TRIPOLI, Tripolis. Regno o reggen-
gio 1824 da Leone XII al patriarcato za di Barbarla, nell' Africa (^.), trova-
d'Antiochia ùe Maroniti, il Papa nel con- si tra 23° 45 e 33° di latitudine nord, e

cistoro de'2 3 giugno 1828 nominò vesco- tra 7°4o e 26° di longitudine est, nella
vo di Tripolis civitas Maritima Phoe- parte più orientale della Barbarla mede-
niciae, sub Archiepiscopo Tyrenjn par- sima. Composto del paese di Tripoli pro-
tibus infidelium , come leggo nella pro- prio al sud-ovest, del regno di Fezzan al
posizione concistoriale, mg/ Ferdinando sud e del regno di Barca all'est, viene al
Siciliani diGiovenazzo diocesi di Molfetta, nord limitalo dal Mediterraneo, all' est
a
già arcidiacono ei. dignità dell'insigne dall'Egitto, al sud dalSahara, ed all'ovest
collegiata di Giovenazzo, e con ritenzio- dal regno di Tunisi (V.). Irregolarissima
ne dell'arcidiaconato; dichiaralo poi au- n'è la forma: il Mediterraneo vi produce
siliare del vescovo di Melfi e Rapolla, pa- il gran golfodella Sidra, ed il Fezzan inol-

re da Gregorio XVI, poiché con tale qua- trasi considerabilmente ne'deserli. La lun-
3
lifica venne perlai. volta pubblicato nel- ghezza della regione è di circa 4oo leghe
le Notizie di Roma del 1 84o. 11 regnante dall'est all'ovest, presso a poco sotto il pa-
Pio IX nel concistoro de'3 luglio 1848, rafilo della repubblica di Gadames,Oasi
per obitum Ferdinandi Siciliani, come occidentale della reggenza di Tripoli, e
ricavo dalla proposizione concistoriale,di- della repubblica e altra Oasi di Syouab,
chiaro vescovo in par tibus Tripolis ci- governate da'sceiki nominati dal pascià
vitas episcopali* Phoeniciac sub archie- governatore della reggenza di Tripoli,cui
piscopo Tyren\ il rev. p. fr. Giusto Re- pagano annui tributi, prima esse forman-
canati di Camerino, dell'ordine degnino- do parte de'dominii della reggenza di Tu-
li cappuccini, maestro in filosofìa e teo- nisi. Sotto il 1 meridiano è la massima
logia, definitore generale e prefetto delle sua larghezza dir 3oleghe,tutta la reggen-
missioni del suo ordine, consultore delle za diTripoli avendo la superficie di45,ooo
congregazioni del s. ofuzio,de'vescovi e re- leghe quadrate. La regione di Barca oc-
golari, e di propaganda fide; indi e per cupa tutta la parte orientale della reg-
quelle qualità lodate nella medesima pro- genza di Tripoli, ed è posta fra la gran
posizione, il Papa lo fece amministrato- Sirte e l'Egitto: la gran Sirte insieme al-
re apostolico del vescovato ih' Sinigaglia la piccola Sirle che sta alla spiaggia tu-
(V.) sua patria, ed a'7 marzo 1 853 lo creò nisina, si denominano le Secche di Bar-
cardinale titolare de'ss.XI I A postoli e pro- barin. Le coste sono abitate lungo il Me-
tettore di tutto l'ordine religioso delle Da- diterraneo, la parte meridionale è del tut-
me de\ Sa grò Cuore. Tvo\o per ultimo nel to abbandonata, e sparsa di bollenti e de-
Giornale di
( Roma de' 1 5 genuaio 1 855, serte sabbie , denominandosi Deserto di
i4 T li I TR I

Barai, susseguito nell'interno più al sud ti praterie d'Elicali. Dentro il deserto


dalDeserlodi Libia.Equcsta l'anticaCire- di Barca trova vasi pure la regione Ani
naica, e comprende all'est la più grati par- monia celebrata per l' inaccessibile tem-
ie della Marmarica. Si elisie ancora FJ- pio di Giove Aminone, a motivo delle sab-
bia ( / .) Pentapoli ( 7 .) per le 5 sue prin- bie bollenti che Io circondavano, idolo che
cipali città denominale: Berenice, Arsi' rendeva i vantali oracoli, e reso più famo-
/H'c.To/c/naidc oTolomeln, Cirene (P\), so dall'accesso d' Alessandro il Grande^
tulle state sedi vescovili^ Cirene o Curili che vi fece la pazza apoteosi di se stes-
divenne metropoli della Libia Pentapo- quel nume, per
so, qualificandosi figlio di

li con su ir» aganei sotto il patriarcato d'A- lamania d'innalzar la propria origine si-
lessandria, ed Apollonia o Apollonos, del no alla divinità. Sebbene il regno di Bar-
qua] nome vi furono due sedi vescovili, ca appartenga al pascià governatore del-
una detta pure Cossia, sotto la metropo- la reggenza di Tripoli, pure il governo è

li d' Antinoe eretta nel V secolo, l'altra affidalo a' due bey indipendenti, ma da
sulFraganea di Tolemaide eretta nel IX esso investili del potere, di Bengasi o Be-
ambedue appartenenti al medesi-
secolo, renice, e diDerna o Darnis o Dardani-
3
mo patriarcato ed aliai. e 2* Teìnnde. de (V>), metropoli della Libia Mannari-
Alcuni dicono che una di dette sedi tosse ca con suffraganei sotto il patriarcato d'A-
Sozusa (7 .), sede vescovile suffraganea lessandria, che gli pagnno annuo tributo,
di Cirene, ma IV seco-
essa fu eretta nel ed in ambedue le città essi risiedono co-
lo. Fu Sozusa famoso porlo di
l'antico e me loro capitali. La regione di Fezzan gia-
Cirene, emporio il più insigne del com- ce nella reggenza di Tripoli fra'due de-
mercio di Libia, e le navi d'ogni banda vi serti, il Libico e il Sahara, e corrisponde
affluivano. Ora appena gli è rimasto il no- al paese degli* antichi garamanti, ultimi
me di Marza-Susa, difficilmente accessibi- popoli dell'Africa noli a'romani, e doma-
le, come tutta la spiaggia Cirenaica. Tali ti da Cornelio Balbo, che ne menò trion-
città ora probabilmente corrispondono a fo. 11 Fezzan, che ha Murzuk per capita-
Bengasi, Tochira, Curio già capitale del- le, abbondante di sorgenti d'acqua dol-
la Cirenaica, Barca e Bonandria. I mon- ce, anticamente avea per metropoli Ga-
ti Gerdobab, che si estendono al sud, rac- rama^ e Plinio ricorda la pietra prezio-
chiudono nelle loro valli le due famige- sa garamantide, che si traeva dalle vi-
rate Oasi di Syouah e di Audjelah. Tan- scere d'uno de'monti Garamantici. Que-
ta era la fama di fertilità della Cirenaica, sto paese ha 1' aspetto tristo e infecon-
che i mitologi vi favoleggiarono simbo- do, tranne qualche vallata, ove la vege-
licamente gli Orti Esperidi, ne'quali le 3 tazione col beneficio dei rigagnoli d'ac-
sorelle Esperidio Allantidi della bella vo- qua acquista qualche vigore; e dissemi-
ce, che fanno giungere sino a 7, vi
altri nate si vedono delle specie di Oasi cir- ,

custodivano le piante che producevano condate sovente da acacie e palme datte-


de'potni d'oro di sorprendente virtù, e rifere. Ardentissimo è il clima nella sta-
perciò guardali dall'orribile drago Espe- gione estiva, e agl'indigeni stessi rende-
rio (diverso dal Lerna di
mostro o Idra di si insoffribile, quando il micidiale vento
7, ovvero e) e anche 5o teste, che nel ta- Rhamsyn soffia dalle contrade equatoria-
gliarle si rinnovavano) dalieioo teste, il li. Poco si parlerebbe del misero regno di
quale a un tempo mandava 100 fischi di- Fezzan, che non devesi confondere colla
versi, poi ucciso da Ercole per impadro- provincia e regno di Fez o Fes e sua ca-
a
nirsi de'pomi d'oro, che fu la i2. e ulti- pitale omonima nell'impero di Marocco
ma ^a fatica e conquista. Oggi nella Ci- (/^.), se non vi fosse stabilito l'emporio del
renaica si \ cdouo le spaziose e verdeggiali- traffico fra l'Africa settentrionale e la cen-
T fi I TIW \5
trale. Al Ira versano tulio il Fezzan le ca- ratti come una continuazione orientale
rovane, che dall'Egitto, dalla Cirenaica, dell'Atlante; segnalandosi all'ovest i mon-
da Tripoli muovono per l'interne regio- ti Tarhona e Gharian, e sul limite me-
ni, e vi penetrano dal Sondali, dal Bor- ridionale monti Ouadan ed Haroudjè-
i

ni), dalla famosa Tombuclù città e prin- el-Acouad; la parte orientale abbraccia
cipale emporio della Nigrìzia ( V .), e dai vaste pianure deserte. Non trovasi nelTri-
paesi tutti che il misterioso Niger innaffia. poli proprio fiume nessuno rimarcabi-
Il sultano di Fezzan governa indipenden- le;meglio torrenti che fiumi ponno dirsi
te e dispoticamente, e non solo ereditario I'LJaadi-Quaam, eh' è l'antico Ciniphus i
nella sua discendenza èquel trono, ma an- l'Uadi-Nahil, e PUadi-el-Gaml: alcuni la-

che il cadi Irasmetle il supremo potere ghi s'incontrano lungo il golfo della Si-
giudiziario e religioso a'suoi discendenti. dra, e nell'interno giace il lago Sciabara.
L' armata non è permanente, ma sono 11 clima di Tripoli è salubre; tuttavia gli
pronti al insegnale 20,000 difensori per abitanti hanno a temere lo scirocco il ,

respingere qualunque esterno assalto. L'o- quale in autunno di sovente soffia per 3
maggio che dalla mela del secolo XVI giorni di seguito, e che non si evita se non
presta il sultano al pascià di Tripoli, con- rinchiudendosi accuratamente nell'abita-
siste in un donativo annuale d'una ma- zioni. La peste viene meno frequente che
no di schiavi, di polvere d'oro e di sena nella maggior parte degli altri paesi del-
medicinale. Quanto alle amichila, come la Barbarla. Le pioggie cominciano gene-
nel regno di Barca, e singolarmente quel- ralmente in ottobre, tempo in cui le ter-
le belle di Cilene, anche in quello di Fez- re sono ai atee seminate. I mesi di dicem-
zan vi sono avanzi di monumenti roma- bre e gennaio riescono secchi; in aprile

ni, testimoni di loro dominazione. Nel la vegetazione fa pompa di tulio il suo


Fezzan, 1' auliche vestigia della città di vigore. 11 territorio aggiacente alla costa,
Zuela dimostrano la grandezza passata. particolarmente all'ovest, è di grande fer-

Tragan fu un tempo la città più delizio- tilità. 1 dintorni della capitale del regno,
sa del Fezzan, perchè collocata in mezzo la città di Tripoli (l7 .), soprattutto l'al-
a giardini amenissimi, ed alle campagne ture di Tarhona e di Gharian sommini-
in miglior guisa coltivate, ed imponenti strano l'olio d'olive migliore che si cono-
sono le rovine del suo castello già forti- sca; l'orzo abbonda. 1 datteri sono una
ficato. La Bonjem, posta all'estre-
città di delle principali ricchezze di Tripolina pal-
mità del Fezzan, è una delle fortezze ga- ma che li produce somministra, al tem-
ramantiche, che romani nell'Africa co-
i po del rinnovellamento annuo del suc-
struirono in mezzo a 'deserti, e vuoisi eret- chio, un liquore abbondante, che nati- i

ta a'tempi di Settimio Severo. II regno vi chiamano laghi, ed ilqualeappena usci-

di Tripoli propriamente è limitato al nord to dall'albero, dà una bevanda deliziosa


dal mare, dal Barca all'est, dal Fezzan e e rinfrescante;ma un momento dopo ac-
dal Sahara al sud dal regno di Tunisi
, quista un grado grande di forza per mez-
all'ovest, e comprende una superficie di zo della fermentazione, ed ubbriaca abu-
16,000 leghe quadrale. Trovasi questa sandone. 11 zafferano, tra'più pregiali del
contrada bagnata nella massima parte dal mondo, viene precipuamente coltivalo
golfo della Sidra, all'ovest terminalo dal sulle montagnedi Tarhona e di Gharian;
capo Mesurata, il più notabile del paese; larobbia,che i chiama-
cristiani del paese
le sponde di esso golfo sono generalmen- no uno degli
alirzari, e gli arabi fura, è
te fronteggiate da banchi d'arene e sco- articoli più importanti del commercio
Le montagne che una gran parte
gliere. d'esportazione in Europa. Benissimo cre-
cuoprono della regione, ponno conside- sce il gelso, e l'introduzione de'bachi do
io TRI T 11 l

scia potrebbe farsi agevolmente; la cas- il nome , dicendosi anche terra tripoli*
Europa sconosciuta, somministra
sava, in tana. Si fanno molle esportazioni per Tu-
Boa farina nutritiva, ed è uno degli og- nisi,Algeri, Marocco, il Levante e l'Eu-
getti principali della sussistenza del popo- ropa. Trai' importazioni si noverano an-
lo;! I bisnaé un altro grano assai importan- che gli schiavi e gli eunuchi: nel 1 83c) gli

te. Trovanti nc'cautoni montagnosi mol- schiavi negri, secondo l'età e il sesso, si

ti piedi di carubbì o frutti di loto, albe- vendevano da 5o a 100 colonnati, gli eu-
ro celebre dell' antichità come alimento nuchi si pagavano sino a 700 colonnati, il
della nazione de'lotofagi; folto n'è il fo- numero desili schiavi calcolandosi a 2.5oo
gliame, ed \\ frutto somiglia assai a quel- l'anno. Importanlecommercioera pe'tri-
lo del tamarindi. Le mandorle, i fichi, i politani il passaggio delle carovane, che
cedri, gli aranci, i peri, le prugne, le pe- dall'imperodi Marocco dirigevansi indi-
sche, l'uve, i meloni, vengono abbondan- voto pellegrinaggio alle città della Mecca
ti e di sapore squisito. Copiose sono le no- e di Medina nell'Arabia, per venerazio-
ci di galla, e il duplice frutto delle api, la ne a Maometto; ma la spedizione france-
potassa. Le razze arabe de'cavalli indige- se del i 798 deviò lo zelo de'mussulmani,
ni sono di debole qualità, piccoli e agili, e non più si riaccese coll'antico fervore,
e diconsi barberi; i muli vengono di fuo- anche per gli ostacoli politici frapposti dai
ri; numerosi vi si trovano gli asini e mol- pascià di Tripoli. Si osservò, che tranne
to robusti. Esportasi per Malta quantità la carovana del 1824, composta di 3ooo
grande di pecore, capre, polli e pernici. individui e 20oocammelli, oltre qualche
Abbondano i castrati, ma la carne è in- centinaio di donne, le posteriori appena
feriore; quella però de'bovi piccoli è mol- giunsero a 4°o individui. Importavano
to buona. Lunghesso la costa trovansi questi pellegrini gran quantità di merci
quantità di sponghe, destinate all'espor- dall'Africa interna , che ordinariamente
tazione. Il sale marino è la produzione cambiavano co'colounati spaglinoli e coi
principale del paese, e potrebbesi racco- zecchini veneti. Nel ritorno poi che face-
glierne abbastanza pel consumo di tutta vano da'detti luoghi, recavano differenti
l'Europa. Sono i tappeti uno tra gli og- produzioni asiatiche, le quali però pre-
getti primari tra le fabbriche di Tripoli, ferivano di portare nella patria. Di siffatti

e ne esporta annualmente più di 2000; pellegrinaggi riparlo a Turchia. Tripoli


stuoie di vario genere, acquavite di dat- è il principale porto del paese propria-
teri, liquore di palma, burro salato, i ba- mente di Tripoli; i porti poi più impor-
racani o schiavine, stoffedi lana, lavoraq- tanti del regno sono quelli di Bengasi e
sisoprattutto nelle tende de' beduini; si di Derna, sulla costa del Barca. Il com-
(anno bernumi, sorta di manlellicol cap- mercio marittimo si fa principalmente so-
puccio. Apprestano cuoi di bue, pelli di pra bastimenti italiani e francesi; gl'indi-
vitello, di pecora, e di capra di grossa co- geni hanno piccoli bastimenti, ma il pa-
da, marrocchini rossi e gialli. La fabbri- scià possiede brigantini, parecchie scune,
cazione della potassa appartiene al solo e de' legni a vapore. La popolazione del
pascià, come l'esportazione del sale è mo- regno supera due milioni d'abitanti, tra
nopolio sovrano. Si trae un dazio nota- i quali la metà appartengono al paese di
bile su tutti i boschi di datteri, e su tutti i Tripoli;popolazione checomponesi di mo-
pozzi di acqua, il tripolo, sostanza terrea ri, turchi, arabi, beduini e giudei; tran-
acconcia a lavar vetri ,
pietre e metalli, ne questi ulti mi, che so no in numero mag-
sebbene trovasi anche d'A-
in altre parti, giore di 2,000, lutti gli abitanti della re-
1

frica, specialmente è abbondante ne'din- gione diTripoli sono mussulmani,nè man-


torni di Tripoli, e perciò ne avrà tratto ca un numero di cattolici e di cristiani.
TRI TRI ,7
Al servizio del governo sonovi un gran nu- ramanti. Anni addietro l'armata tripo-
mero di cristiani rinegati e di negri. S'in- litana di terra non sorpassava 3o,ooo
contrano alcuni avanzi di quella schiat- soldati regolari, oltre i5,ooo arabi pron-
ta chiamata prilli dagli antichi , ed alla ti ad ogni cenno, con un treno di 3o
quale attribuì vasi il potere di guarire dal cannoni. La marina militare contava 2
morso de'serpenti e fare altre cose mera- corvette da 20 a 22 cannoni, 3 brigan-
si vedono percorrere le vie in uno
vigliose: tini, 5 golette, 6 bovi, 6 bastimenti mer-

stato di nudità e di sporcizia, e sono ve- cantili armati in caso di guerra,eio scia-

nerati quali santi dogli abitanti, ed han- luppe, quali legni erano montati da
i

no pe'cristiani violenta antipatia. Altre tri- 1408 ufficiali e marinai, con un corredo
bù d'arabi menano vita pastorale nelle di 1 36 cannoni. 11 cabotaggio si pratica
campagne, e ti abituano alle depredazio- da'tripolini lungo la costa e specialmen-
ni. Ne' monti Gharian incontratisi tribù, te da Tripoli città , a Gerba o Gerbi o
arabe che abitano nelle caverne.
, I soli Girba o Zerbi isola de'Lotofagi del Me-
dintorni del lido sono coltivali e abitabi- diterraneo sulla costa del regno di Tuni-
li, mentre poco al di là errano ne'deserti si, col mezzo de'navigli chiamati sanda-
gli arabi vagabondi, che rendono diffìci- li, della portata di io a i5 tonnellate. I
li le comunicazioni col Fezzan nel lato corsari e pirati tripolini sempre furono te-
australe. Quindi non si presenta la con- nuti i più audaci e formidabili della Bar-
trada, che sotto l'aspetto di monotona pia- balia , e quasi tutte le nazioni europee,
nura, di cui si tengono in gran pregio i sinché durò la pirateria, si sottrassero con
pozzi per dissetare le carovane che i'at- l'oro dalle loro molestie, e dopo tale a-
traversano. Vi sono moltissime abitazioni bolizione continuarono qualche lieve an-
sotterranee e incavate nel sasso, che pren- nuo donativo la Svezia, la Danimarca e
dono lume dall'alto; s'incontrano all'op- l'Olanda, che probabilmente più non fa-
posto sopra terra frequentissimi i sepol- ranno. 1 principali luoghi del regno di
cri costruiti regolarmente in pietra, e di- Tripoli, oltre i nominati di quelli di Bar-
stinti da una bianca cupola sono quelli ca e di Fezzan, ed oltre la capitale Tri-
de'loro marabotli o santoni. La riputa- poli sono > i seguenti. Saba Ira (/^.) o Sa-
zione e il titolo di marabottosi acquista bathra, ossia l'ripoli Vecchio, già città
colla lettura daW" Alcorano (P.) y
coll'a- vescovile ragguardevole, posta sul Medi-
stinenza dal vino e da'liquori spiritosi, ed terraneo verso la piccola Sirte o golfo di
invece della poligamia comune agli altri Cabes. Il nome di Tripoli le derivò, come
maomettani, avere a compagna una so- a diverse altre città così chiamate, per-
la donna. Lo stesso sovrano s'inchina per chè le vicine popolazioni di tre paesi con-
superstizioso rispetto a questi pretesi san- vennero a edificarla, come specialmente
toni, i quali fomentano tale credulità, pra- narrai di Tripoli (V.) di Fenicia, già ca-
ticando goffe ciurmerle e ridicoli atteg- pitale d'uno de'4 principati formati in Si-
giamenti d'affettata pietà. La reggenza di ria dacrocesignati. 11 suo porto è cape-

Tripoli è governata da un pascià dispo- vole di navi d'aito bordo, ma oggi e per
tico, già tributario del gran sultano della essere ridotto in rovina, e per l'aere mal-
Turchia (/x .), il quale pascià in segui- sana giace quasi abbandonato. E distan-
to si limitò a ricevere l'investitura e soc- teperi o leghe all'ovest da Tripoli NiW'
correre la Porta ottomana ne' bisogni, i'o, cioè dalla capitale della reggenza. Ger-
r
con truppe e denari. Su di che e altro bi o Zerbi o Girba o Girbita (/ .), iso-
riguardante Tripoli, meglio a Turchia. la del Mediterraneo del limite orientale
Da più d'un secolo la sovranità diven- della piccola Sirte, che segna l'estremo
ne ereditaria nella famiglia mora de'Ca- confine della reggenza coll'altra di Timi*
vol. LXXXI.
s T R I TR I

sì, e già vescovato, per cui e per appar- raggi del sole. Murate o Maiala, città si-

tenere nello spirituale a quel vicariato a- tuata lungo la costa orientale di Sidre o
postolico, in tale articolo ne riparlai. Di gran Sirte, ampio seno famoso per vetu-
figura quadrilunga ha le coste all'intor- stinaufragi, le cui spiaggie sono del tut-
no addentellate; e serra colla sua massa to deserte. Si vanta possedere eccellenti
una piccola baia, e da'due capi che la de- pozzi d'acqua potabile, che fornisce alle
terminano viene per angustissimi stretti carovane assetate. Presso di essa sono le
divisa. Nelle guerre contro turchi, soste- i maestose rovine della citlà di lierchicha-
nute dall'ordine Ccrosoli/ziilano, e nella mera. L'autore dell'Istoria degli stali di
spedizione africana di Carlo V, fu teatro Algeri, Tunisi , Fripoli e MaroccOyhoii-
di molti combattimeuti navali, e con va- drai754> osserva che il regno di Tripo-
rio fato fu occupata dalle potenze belli- li è in generale diviso in due provincie o
geranti. La reggenza diTunisi la riconqui- regioui, la Marittima e la Mediterranea;
stò, comechè in essa geograficamente si- chele sue vicende sotto il governo de'tur-
tuata, indi la dinastia de'Caramanli nuo- chi sono una serie di crudeltà e di stragi,
vamente la riunì a questa di Tripoli. Ma come gli altri governi di Barbarla; che le

essendo compresa nel vicariato apostoli- scene furono le stesse, solo diversi gli at-
co di Tunisi, può essere ritornata nel suo tori che lo dominarono, cioè i dey e i pa-
naturale dominio. Tagiura,città posta ove scià dipendenti dalla Porta Ottomana, a
colcapo di tal nome termina la pianura cui paga annuo tributa. Dice inoltre, che
suburbana orientale di Tripoli eh' è la , le principali ricchezze ili Tripoli mussul-
meglio coltivata de' dintorni , e forse la mana si riducevauo alle prede de'suoi cor-
stessa che Tacapa (F.) già sede vesco- sari, con navi e galere, al cui tempo cir-
vile,anzi viene chiamata anco Capes o Ca- ca 8 erano i principali pirati. Quanto poi
pez. Ridonda di santoni marabutti, e vi al governo, al commercio, a'eostumi dei
s'intrecciano stuoie con foglie di palme, tripolini, sono così somiglianti a quelli di
essendola popolazione di mori e ebrei an- Tunisi aggi unge, che il volerli particola-
t

che intenta all'agricoltura. Lebda, Leptis rizzare sarebbe una ripetizione soverchia.
Magna, già sede vescovile, città posta nel- Gli è per questo, che trovai più oppor-
la spiaggia del Mediterraneo, presso la fio- tuno di diffondermi in tale articolo , ed
rente pianura di Turot, abitata dagli a- in questo essere breve; articolo che deve-
rabi beduini. Ha discreto porto, con ca- si tenere sempre presente,anche per quan-
stello forlificato.Fondata da'fenicii,fu poi to mi resta a dire, poiché la più. parie del-
colonia romana , e divenne magnifica e le vicende politiche, civili e religiose di
celebre. De' sontuosi suoi edilìzi restano Tunisi, si rannodano e quasi sono comu-
tracce d'un anfiteatro, d'un arco trionfa- ni a quelle di Tripoli. Di più rimarca il
le, di terme, acquedotti, lapidi e colonne citato storico, che avvi una differenza fra
granitiche. Fu patria dell'imperatore Set- i due legni, almeno alla sua epoca, che
timio Severo, e di s. Fulgenzio dotto e il governo de' tripolini osservava esat-
pio vescovo di Ruspa e dottoredella Chie- tamente i trattati, uè lasciava mai di pu-
sa. Mes tirata, città posta a mezzo del ca- nire rigorosamente chiunque de' suoi
po omonimo, con fertile territorio, alter- sudditi ardiva violarli. Se ciò proveniva
nalo da boschi di palme e olivi. Vi si fab- da vera probità o dal conoscere la pro-
bricano belli tappeti colorati, ed è il luo- pria debolezza, lo scrittore non credè de-
go di riposo per le carovane dirette al Fez- ciderlo, non pertanto tale sistema era di
zan, ed a Vadei per passare in Nigrizia, notabile conseguenza per la navigazione
tragitto a cui i soli negri resistono, poi- dell'altre nazioni. I moderni geografi ri-
ché il gran deserto è colpito da' cocenti feriscono che la dinastia de' Caramanli
T II I TRI ,

tuttavia stabilì il governo in Tripoli for- città e le fabbriche superbe da' romani
se meglio e più illuminato, e con miglio- erette durante il pacifico possesso del pae-
re condizione sociale e più. inoltrata ili se per lo spazio di 4oo anni. Quasi 100
quella degli altri stati barbareschijappog- anni dopo Belisario ricuperò all'impera-
giandosi tutto il potere de'pascià di Tri- tore Giustiniano I la Barbaria e Tripoli,
poli, e la loro arbitraria amministrazio- e interamente cacciò i vandali dalla con-
ne, su Ile truppe negre. Belle e interessan- trada nel 553; e l'imperatore nominò
ti rovine di monumenti, massime roma- Sergio a governatore della provincia , e
ni, attestano che questa contrada un tem- contribuì all'intera propagazione del cri-
po godette d'una civiltà più perfeziona- stianesimo, già in parte introdottovi nei
ta di quella che oggidì non olire. tempi Rimase in possesso dei
apostolici.
La Barbaria o Bai beria è quadripar- 663, quando gli arabi Mao-
greci fino al
tita ne'paesi di Tripoli, Tunisi, Algeri mettani sotto pretesto di religione, deva-
e Marocco (F): i due primi sono reg- starono l'Africa, indi a poco a poco se ne
genze, l'Algeri ènei dominio di Francia, impadronirono gli stessi arabi e Saracco
il Marocco forma un impero separato. La «^pubblicandovi l'Alcorano nel 697 sot-
regione di Tripoli si chiamò Tripolita- to il califfato d' Osman 3.° successore di

na per le tre ci Uà di Oea, Sabrata eLeptis Maometto, e se ne resero crudelmente de-


a
Magna, lai. delle quali poi ne aggiunse spoti. Sotto i primi principi saraceni il pae-
il nome e si chiamò pur essa Tripoli. Il se riacquistòquasi l'antico splendore, ma
nome di Tripolitana pare che sia deri- cacciati i saraceni dalle Spagne e perse-
vato alla provincia dopo Tolomeo; e fa guitatianche di là da'mari, non potero-
anche detta Tripolitana regia,pm esatta- no quindi più sostenersi in Africa, nella
tamente che Tripoli, nome che peraltro Barbaria e in Tripoli. Chiamarono ben-
prevalse. Alla contrada visitata ab anti- sì molti turchi avventurieri, i quali inve-
co dagli egiziani e da'fenicii, derivò il i.° ce di difenderli, alla loro volta s'impadro-
lustro dalla potenza di Cartagine fonda- nirono del paese e fondarono nella Bar-
ta da'fenicii presso Tunisi, per cui ivi ne baria diversistati, fra'quali Tripoli, Bar-

riparlai, in uno ad Algeri, 886 anni avan- ca e Fezzan. Questo regno cosi formalo
ti l'era nostra, e tosto i cartaginesi signo- venne a corrispondere alla parte dell'an-
reggiarono quasi tutta la Barbaria, ed e- tica Africa propria detta Tripolitana , e
stesero altrove le loro vaste conquiste. all'antica Libia, che conteneva sotto i ro-
Crollato il loro impero dalle vittorie dei mani la la Pentapoli eia Mar-
Cirenaica,
romani, Tripoli che avea fatto parte del- marica. Nel 129 circa Ruggero I re di
1

l'Africa ede'possedimenti cartaginesi,sog- Sicilia occupò Tripoli, Tunisi e Malta,


giacque a'roinani, i quali della Barbaria ed unì conquisti alla Sicilia, i quali poi
i

costituirono un' ampia provincia nelle furono perduti. Dopo l'invasione sarace-
quattro parli suddivisa di Cirenaica os- na, Tripoli avea avuto uu particolare de-
sia la regione del regno di Barca, Afri- stino, diverso dal rimanente di Barbaria,
ca minore, Numidia e Mauritiana. Do- quando Ferdinando V re di Spagna e di

po Costantino I l'estremità orientale ap- Siciliacon l'aiuto de' maltesi conquistò


partenne alPEgitto,l'occidentale allaSpa- Tripoli, che restò al nipote imperatore
gna, e lo spazio intermedio si chiamò A- Carlo V. Avendo cavalieri di Rodi(F.) i

frica propria. Nel J±i$ Genserico re dei o Gerosolimitani perduto quell'isola, va-
Mandali (V.) tolse l'Africa a' romani e gheggiando Carlo V d'essere il ristaurato-
con essa la Barbaria, e da lui incominciò re dell'illustre ordine, gli donò in feudo
nella contrada uu'epoca di desolazione e nobile nel 1 53o l'isole di Malta (F.), Ga-
di lutto; i vandali distruggendo le belle zo e Cornino, con Tripoli, mediante l'ob-
20 TRI TRI
bligo di far guerra continua a'turchi ed sero mortali. Tra di essi eranvi alcuni ec-
a' barbai esebi corsari, e di mandare in an- clesiastici e religiosi, che ricorsero alla cle-

nuo tributo al vicerèdi Sicilia un uccel- menza di Papa Sisto V7 , il quale con de-
lo falcone o sparviero. I cavalieri quindi naro li fece con altri riscattare. La Por-
presero possesso di Malta e sue altre iso- taottomana pienamente a mezzo de'pa-
le, ripugnala,
e di Tripoli, sebbene con scià governatori dominò Tripoli sino al
siccome non poterlo conservare,
certi di 1713, in cui Hamet il Grande, bey o pa-
senza valide fortificazioni e numerosa scià oriundo di Caramania, si volle eman-
guarnigione. Infatti Tripoli fu riconqui- cipare e negò di riconoscere l'autorità del
stato da'turebi, a mezzo del famoso corsa- sultano Acinet III, il quale gliene avea
ro Dragut; ma pareebe l'imperatore Car- affidato il governo, ed eresse Tripoli in
lo Y lo conquistasse di
nuovo nel 535 in- 1 istato indipendente, cominciando così il
sieme a Tunisi. Però non andò guari, ebe dominiodella dinastia de'Caramanli. Do-
i tinelli ricuperarono Tripoli nel i55i po aver fatto sanguinosa carnifìcina del-
con Gozo, e più: tardi anebe Tunisi, per la guarnigione turca, estese la sua domi'

opera di Sinan pascià luogotenente di So- nazione al regno di Fezzan. I suoi discen-
limano II imperatore de'turchi. Nell'ar- denti soffrirono sovente rivoluzioni inte-
ticolo Schiavo dissi dell'insurrezione de- stine e sanguinose, suscitate dall'ambi-
gli schiavi cristiani di Tripoli. Dessa av- zione edalla discordia. All'articolo Schia-
venne mentre Assan pascià viceré di Tri- vo parlai dell'incessanti piraterie de' tri-
poli dimorava in campagna con buon polini, tunisini e algerini, e di quanto fe-
nervo di soldatesca, aitine di riscuotere cero i Papi e diversi sovrani pel riscatto
a viva forza da'mori del paese quel tri- degli schiavi e per frenare tali ladronec-
buto, cb 'eglino non volevano di buon ac- ci ed escursioni. Piaccontai come nel 8 6 1 1

cordo pagare. 1 cristiani schiavi, ebe ge- l'Inghilterra, sotto il comando dell'am-
mevano in Tripoli, servendosi di questa miraglio Exmouth , sped'i una squadra
occasione, deliberarono di sacebeggiar la navale nel Mediterraneo, per obbligare
città, e quindi fuggirsene. Siccome essi do- il pascià di Tripoli e le altre reggenze bar-

veano quotidianamente caricare di sassi baresche a stabilire cogli stati italiani re-

lungi 6 miglia per portarli in Tripoli per lazioni pacifiche, come le aveano contrat-
la fabbrica del palazzo del viceré, ed i te colle grandi potenze per politica o per
custodi erano pochi e deboli, ed era aper- forza. Pertanto Exmout costrinse Tri po-
ta la doviziosa armeria con armi per mol- li e gli altri slati a convenire co're di Sar-
te migliaia, cosi divisarono di profittar- degna e delle due Sicilie,a libertà di traf-
ne. La trama fu scoperta dall'impazien- fico commerciale, e che re potessero te- i

za d'uno schiavo, gridando inopportuna- nere i loro consoli in Tripoli e negli al-
mente: libertà) libertà. I custodi subito tri luoghi, colle particolari condizioni ivi

serrarono le porte del palazzo e l'arme- riportate pel riscatto degli schiavi e per
ria, invocando con alle strida aiuto. Ac- la definitiva abolizione della pirateria e
corsi in folla gli abitanti e scagliatisi su- della schiavitù de'cristiani.Nel 1 8 7
1
il bey
gli ne uccisero 5o e ferirono oo,
schiavi 1 i Ahmet secondogenito del pascià o dey di
e poco mancò che non li tagliassero tutti Tripoli, si recò con un'armata nella Cire-
a pezzi, trattenuti dal pensiero che per- naica per sottomettere i beduini,delti zoa-
devano l'utile che ne ricavavano; bensì si, i quali rendevano ollremodo infesti
si

gl'incatenarono e gettarono in prigione. a' vicini paesi; ed allora regnava tiranni-


Tornato il pascià, ne fece scorticare uno camente sulle due provincie di Bengasi e
vivo, due impalare ei 6 trinciare a furia Derna del regno di Barca, Mhamet. suo
di sciabolate, senza però che le ferite fos- fratello primogenito, che colle crudeltà
TR I TRI 21
avea provocalo invece di soffocare il ger- 2 fregate, d'una corvetta e d'un brick sot-
me della ribellione. I zoasi furono ster- to gli ordini di Sivori capitano di vascel-
minali a tradimento nel modo il più or- lo. Giunto questi avanti la città di Tri-
rendo, mentre in pegno di pace aveano poli, a'27 settembre introdusse qualche
spedito a Bengasi 22 ostaggi, accampan- negoziato per accomodar le cose buona-
do di fuori col loro esercito. Si promise riamente;ma trovandosi deluso appiglios-
adessi da Allinei piena amnistia, e si pre- si alla forza. Quindi nella seguente uotte

parò nella solennità del Ramadan il ber- incominciò ad inviare Mamelli luogote-
nusso rosso da distribuirsi a'capi. Di que- nente di vascello con 9 lancie o palischer-
sti 45 malaccortamente entrarono nella mi per distruggere alcuni bastimenti tri-
città di Bengasi per ricevere tale onore, polini ch'erano nel porto. Di fatti fra il
ma ad uu dato cenno furono inumana- fuoco delle batterie barbaresche furono
mente trucidati insieme a' 11 statichi, e incendiate due golette e un brick; prepa-
quindi piombò Ahmetco'uiamelucchi sul rossi poscia a bersagliar la città. Allora
campo; però essendosi impiegato alquan- il dey cedette, interpose il console ingle-
to di tempo perordinare la cavalleria, po- se, e colla di lui mediazione a'29 conclu-

terono i zoasi fuggire rapidamente fra i se un accordo, col qualerinunziò alla pre-
monti, lasciando però utì bottino di 4ooo tensione che avea suscitato, e promise di
cammelli, di 100,000 moutoni, di 6000 osservare il trattato esistente. Le«2;o nel-
bovi, e di molti schiavi e oggetti prezio- l'Algeria del cav. Calza console ponti-
si. Le donne, i fanciulli e gl'inermi furo- fìcio della medesima, che la Francia, la

no barbaramente passati a fìl di spa-


tutti quale avea garantito a'bastimeuti della s.

da. Questa strage ordinala dal pascià di Sede libera navigazione, viudice detrat-
Tripoli ben poco si accorda cogli elogi che tati solennemente stipulati nel 1 8 9 dal- r

La posteriormente meritato il suo gover- le potenze di Barbaria, per la preda fat-

no. 11 primogenito Mhamel recidivo ne- ta da'tripolini di due bastimenti pontifì-

gli attentati di fellonia e di parricidio, cii, spedi nel febbraio 1826 a Tripoli due

venne posteriormente strangolato nell'e- fregate l'Amazzone e l'Armida, e la go-


silio. Non cessando interamente i ladro- letta la Bearnese, comandate da Arnoldo
necci barbareschi, neh 8 19 una squadra de Saulsay comandante di vascello, per
navale anglo-francese si presentò sulle co- farsi restituire i bastimenti di bandiera
ste dell' Africa, e indusse le reggenze di pontificia predati, insieme al loro carico,
Tripoli e Tunisi a promettere con due ed ottenere un compenso pe'danni soffer-

trattati d'astenersi dalle predecontro qua- ti da' proprietari. Fu in quell'occasione


lunque potenza cristiana, di mantenere che vennero nuovamente sottoscritte tan-
con esse relazioni amichevoli, e d' aboli- to dal bey di Tripoli, che da'go verni di
re la tratta de'negri. Nel 18 16 erasi sta- Tunisi, Algeri eMarocco,le promesse for-
bilito che il re di Sardegna dasse al dey mali, di lasciare d'allora in poi in perfet-
di Tripoli un regalo di 4ooo piastre di ta pace le navi coperte dalla bandiera pa-
Spagna ogni volta che mandasse un nuo- pale, dimodoché la navigazione de' ba-
vo console. Accadde nel 1825 che il conso- stimenti romani divenue liberissima, per
le sardo allontanossi per temporaneo cou- la generosa protezione accordata dal re
gedo e poi vi ritornò. Pretese il dey che di Francia Carlo X alla marina pontifì-
fosse il caso del regalo, e commise qual- cia. Non ostante però tali attisolenni, una
che vessazione ad alcuni sudditi sardi per squadra algerina ne'giorni 1 8 e 9 agosto 1

averlo. Allora il re per indurlo a desiste- 1 826 sorprese nel Mediterraneo due ba-

re dalle sue eccessive pretensioni, spedì a stimenti di bandiera pontifìcia e li con-


Tripoli una divisione navale composta di dusse in Algeri co'loro equipaggi. Il con-
22 TRI TR 1

sole francese Deval colà residente prese 20 legni. L'attacco fu respinto con gra-

sotto la sua protezione immediata quei vi perdite degli aggressori, che consuma-
sventurati, ed ottenne che fossero tratta- rono tutte le munizioni senza recar alcun
ti con lutti i riguardi possibili, sommi- danno all' inimico. Laonde il Sozj si ri-

nistrando loro la quotidiana sussistenza. tirò a Messina colla squadra, e usciti in

Quindi Carlo X fece tubilo partire la fre- mare diversi corsari tripolini, predaro-
gata la Golatea e la goletta laTorche per no due Si-
vari bastimenti del regno delle
chiederne la libertà, e difatti l'ottenne ai cilie. Il mediazione
re fece quindi, colla

99 ottobre. Deval continuò le più calde del console generale di Francia in Tripo-
trattative per la restituzione o rimborso li e del comandante d'un brick francese,

de'carichi predali, non che pel risarcimen- sottoscrivere la pace a'28 ottobre, pagan-
to delle perdile sofferte, e la sicurezza to- do 80,000 colonnati, così ristabilendosi

tale della bandiera pontificia nell'avve- le anteriori relazioni. Non cessando il dey
nire; trattative che se rimasero sempre in •
d'Algeri interamente dalle piraterie, a-
fruttuose, servirono poi per un de'moti- vendo esso insultalo il console di Francia
\i che determinò la Francia al conquisto Deval, dandogli sul viso un colpo del suo
d'Algeri. Nel 1828 il governo del regno ventaglio, quindi rifiutato il credito del-
delle due Sicilie era molestato dalla reg- l'israelita Bacry,efattofar fuoco sull'am-
genza di Tripoli, colla quale nel 8 6 a - 1 1 miraglio La Brettonniere,Carlo X ordinò
\ea stabilito pacifiche relazioni e il rega- l'occupazione d'Algeri, e Gregorio XVI
lo di 4ooo piastre alla rinnovazione d'o- vi ristabilì il cristianesimo coli' erezione
gni console. Il pascià o dey però, addu- della sede vescovile. Racconto a Tunisi,
cendoloslranoprincipioche i trattati ob- che la Francia dopo aver occupato nel
blighino soltanto durante la vita de'con- i83o gli stati della reggenza d'Algeri, ob-
traenti, dopo la morte di re Ferdinando bligò dey di Tunisi e quello di Tripo-
il

1 chiese nel 182 5 al figlio Francesco I un li alla convenzione che riportai, di rinun-

regalo di 100,000 piastre per la rinno- ziare cioè al diritto di corseggiamento in


vazione della convenzione. Gli si dimo- tempo di guerra colle potenze, d'abolire
strò l'irrazionabilità d'una tal pretensio- la schiavitù de' cristiani, lo stabilimento
ne e per allora vi rinunziò; ma nel 1828 de'consoli eagenti commerciali in qualun-
rinnovò la sua richiesta, e prefisse arro- que luogo delle due reggenze senza im-
gantemente un termine di due mesi alla posizioni, e la libertà di commerciare a-
risposta. Allora il re spedì una divisione gli stranieri co'lunisiui e tripolitani, e che
della suamarina per fienaie la strava- , il nome della religione di Cristo ed i suoi
ganza del pascià, composta di 24 legni, seguaci fossero rispettati ec; convenzio-
de'quali 3 fregale, un brick, una goletta, ne conclusa e sottoscritta l'i 1 agosto col
due pacchetti, 2 cannoniere e 4 bombar-
1 dey di Tripoli. Dal loro canto le poten-
diere. N'ebbe il comando Sozj Carafa ca- ze rinunziarono al diritto verso i navigli
pitano di vascello, e sciolse le vele da Na- tripolini ealtri barbareschi. Il re clelledue
poli a' 14 agosto, ma sebbene il numero Sicilie Ferdinando li, volendo profittare
de'bastimenti fosse ragguardevole, i gros- de'vantaggi che un tale impegno assicu-
si non erano alti alla sottile spiaggia tri- rerebbe alla navigazione mercantile, per
polina , con officiali nella più parte ine- mezzo del governo francese partecipò al-
sperti e gli artiglieri quasi tutte reclute. la reggenza di Tripoli e a quella di Tu-
Dopo inutili negoziati, incominciarono le nisi, che da parte sua rinunziava formal-
ostilità, mentre il dey ch'erasi preparato mente al diritto di corso verso le mede-
alla guerra, avea aumentato le batterie, e sime, in caso di guerra. Ambedue idey
schieralo avanti il porto una flottiglia di si obbligarono coi re ad una perfetta re-
TR I TRI 23
ciprocanza. In questo tempo dominava gire. Ghuma dopo aver sterminati e fat-
nella reggenza di Tripoli Sidi-Jussuf Ca- ti prigionieri quasi tutti i turchi, avendo
ramanli, principe lodato per giustizia, li- loro preso 4ocannone e trovan-
pezzi di
beralità e animo pacifico, circondato da dosi alla testa dii5,ooo rivoltosi, si pro-
savi ministri. In Tripoli quasi lotte le na- pose di assediare Tripoli,che non a vea per
zioni cristiane vi mantengono un rappre- mezzi di difesa che un migliaio d'uomi-
sentante, che vi è costautemente rispet- ni; voltò le artiglierie controia cittadel-
tato. Sono già quasi Z'j anni che la schia- la e si arrese. La Francia e l'Inghilterra
vitù de"prigionieri cristiani è abolita, ma presero misure per guarentire i lorocon-
ancor prima erano que* miseri umana- soli e nazionali, avendo il bey invocato
mente trattati a segno, che molti dopo il soccorso della i." Nel novembre arrivò
conseguita la libertà, amarono meglio di in Tripoli Osman Mesciar spedilo dalla
continuare i domestici servigi, ed eserci- Porta a nuovo governatore della reggen-
tarvi le arti e mestieri, di quello che ri- za , e molti del partito rivoluzionario si

passare in Europa. Gl'intrepidi viaggia- recarono nella capitale a far la loro som-
tori dell'Africa centrale trovarono in Tri- missione, e tutti furono perdonati; in tal
poli valida protezione, anche per la be- modo più della metà de'sollevati si arre-
nefica influenza dei benemerito diploma- se, e con tale esempio buona parte fece-
tico inglese Warrington. Anche il mono- ro altrettanto. Gacim pascià, il quale era
polio praticato tirannicamente da altri il governatore della Montagna , e ch'era
despoti africani, è nella reggenza di Tri- stato preso e imprigionato da Ghuma, ca-
poli più moderato, dacché il pascià si ri- po da questi liberalo e resti-
de'ribelli, fu
serva la sola vendita delle proprie mer- tuito al nuovo pascià Osman. Questo poi
ci derivate da decime, tributi e confische, si mosse colle truppe ottomane contro il

e le comprite di munizioni da guerra e luogo ov'erasi accampato Ghuma, per co-


t» arma, e delle provvigioni de'forti. Il di- stringerlo alla resa. Ghuma però evitan-
vieto temporaneo di esportazione di ta- do formali combattimenti, ne'primi del
luni articoli è in favore deluciditi, e ta- 1 856 si ritirò nell'interno del paese, la sua
luni altri pochi danno in appalto agli
si truppa si sbandò, e l'insurrezione restò
ebrei. Si trae un dazio non indi (Ferente, del tutto domata nella reggenza. Nel 1828
ch'è impostosi! tutti i boschi de'datteri, il dotto Giacomo Gràberg de Hemnsò
e su tutti pozzi d'acfjua. Certo Ghuma
i pubblicò la sua erudita: Memoria sul com-
pretendendo rappresentare la nazionali- mercio di Tripoli d'Africa, e delle sue
tà delle tribù arabe dell'interno, che vo- relazioni con quello d'Italia. Già erasi
gliono rovesciare il governo feudale dei stampato: Della Cella, Piaggio a Tripo-
bey di Tripoli, insorse con altri, fu quin- li di Barbarla alla frontiera occiden-
di vinto e ma ridato in esilio a Trebison- tale dell'Egitto «e/1817, Milano «826
da; donde sfuggito, neh 855 tornò nella con figure colorate. Levati, Storia del-
reggenza a proclamar la causa dell'indi- la Barberia, Milano 1826 eoa figure.
pendenza delle tribù arabe , che trovò TRIPOLI, Tripolis.Oea. Città arci-
pronte a secondarlo, siccome angariate da \escoviie di Barbarla nell'Africa, capitale
molteplici vessazioni. Indi nel luglioGhu- del regno e reggenza di Tripoli (V.) % e
ma capitanando ribelli, affrontò le trup-
i capoluogo di Tripoli proprio sul Medi-
pe turche del pascià e le costrinse alla bat- terraneo, fra le antiche Cartagine per oc-
taglia che durò per due giorni. La disfat- cidente e Cirene peroriente,moltoprossi-
ta dell'armata turca fu completa ; arti- maalle Sirti, notissima per le sue anteriori
glieria, bandiere, provvisioni, munizioni, piraterie tanto infeste a'na vigniti e agii
tutto perde. Appena a pochi riuscì fug- abitanti litoranei, ed ai i5 leghe sud-est
24 T R I TR I

da Tunisi e 220 eia Algeri: da Marsiglia si è fabbricato, che alcune soglie di porle

è distante 270 leghe. S'innalza sull'estre- trovansi a livello de' terrazzi delle case
mità d'un basso promontorio, facendoal- vicine. Tripoli residenza ordinaria del pa-
l'estcrno buona comparsa, ed è bagnata scià o dey governatore della reggenza, e
dal mare da 3 lati, col 4-° comunicando delle autorità di questa, lo è pure de'con-
col continente mediante una pianura d'a- soli esteri, i quali soli, oltre i primari mus-
rena. Cinta di mura bastionate fiancheg- sulmani, hanno il diritto di avere nelle lo-
giate da 6 fortissime torri, ricevendo di- roabitazioni finestre dalla parte della stra-
fesa da una principale batteria avanzata da. Veggonsi qua e colà parli di pavimen-
in forma di mezzaluna con 24 cannoni di to, alcune delle quali molto antiche e che
grosso calibro, che si collega alle mura sembrano del tempo de'romani. Uno de'
mediante un molo guernilo da altri 12 maggiori archi trionfali dell'antichità an-
cannoni. Un' altra batteria si prolunga cora sussiste, non però del tutto intero,
verso il lato meridionale, un considere- ed i mori lo chiamano l'Arco Vecchio:
vole forte guarda il fianco occidentale, ol- fu eretto nel 164 di nostra era, dal pro-
tre l'imponente Castello del Pascià, che console Ser. Cornelio Orfito, e da Ultedio
dal lato sud-est la rende munita. Chia- Marcello legato, ad onore dell'imperatore
masi Forte Inglese la batteria marittima Marc' Aurelio il Filosofo. Si può vedere
che domina la rada, e che per poco è di- il Morcelli, Africachristiana, t.i, p. 23.
sgiunta dalle varie batterie minori. In Sebbene altissimo è quesl' arco marmo-
compendio ultimamente si numeravano reo, nondimeno si crede che la parte dal-
nelle fortificazioni i5o pezzi d'artiglieria l'arene accumulate coperta sia eguale a
di vario calibro, de'quali la 3/ parte di quella che discoperta si vede. E costruito
bronzo. Altri geografi descrivendo le for- tli pietre di grandissima dimensione, da
tificazioni di Tripoli lo fanno con varian- nessun cemento congiunte. Della più bel-
ti : dicouo che il Castello del Pascià è al- la scultura va ornata la volta, ma non vi-
l'est, ed al nord sopra una lingua di ter- sibile che in parte, avendola i mori riem-
ra che sporge all' ovest del porto sono o- pita di macerie e calcina pei far botte- -

pere fortificatorie, fra le quali il Forte ghe.I suoi bassorilievi e iscrizioni eccitano
Spagnuolo, e che all'ovest della lingua di la meraviglia degl'investigatori, comechè
terra trovansi numerosi isolotti,sopra uno in parte il monumento sia notevolmente
de'quali sta il Forte Francese. A piedi del- mutilato, oltre la parte sepolta. Noterò per
le mura della città, dalla parte del nord, coincidenza, ed a scanso di equivoci, che
sono le tombe de'ct istiani. 1 1 porto di Tri- , in Roma nella via del Corso e incontro al
poli è formato da un ammasso di scogli, Palazzo Otlohoni Fiano (?.), sorgeva
ond'è riparato dall'impeto de' venti nord- l'arco di Mare' Aurelio, fatto demolire da
est, i soli che arrechino danno in que'pa- Alessandro VII acomodoe regolarità della
raggi. Alla sua poca vastità supplisce ii iìob\\tStrada,\\ quale era decoralo di più
pregio della massima sicurezza, e vi stan- sculture di marmo, e le principali furono
ziano comodamente vascelli; però man- i portate nel Masco Capitolino e poi al ,

ca di fondo pe'grossi vascelli da guerra. palazzo de' Conservatori, e nel palazzo


Tripoli,men grande d'Algeri e diTuuisi, Tor Ionia a piazza di Venezia, e le 4 co-
ha però le vie più larghe che in quelle due lonne di verde antico si collocarou^negli
città, almeno qoanto alla 1. 'innanzi aldo altari maggiori di s. Agnese in piazza Sa-
minio francese: sono diritte e spalleggiate vona e della cappella Corsini nella basi-
da case assai regolari, ma cosi ineguale lica Laleranense. Siccome il volgolo chia-
riesce \\ suolo stante le macerie successi- mò arcodi Tripoli, voglio dichiarare che
vamente statevi accumulate, e sulle quali alfatto il nome non derivò da Tripoli, ma
TRI TRI »S
dalla decorazione d'alcuni trofei, eda#r- tra da ogni lato, e per una scala si entra in
co de Trofei o de'Trofoli, si formò il vo- un solo e grande appartamento,riservato
cabolo di Trìpoli. Fuvvipure un'opinio- al padrone di casa,con finestre sulla stra-
ne tra gli archeologi, che l'arco venne in- da. Le più belle botteghe somigliano a me-
nalzato per la vittoria riportata su ti e cit- schine bolteguccie, ma di sovente conten-
tà e così venne detto di Tripoli. Marc'Au- gono mercanzie di gran valore, come per-
relio trionfò de'germani e de'sarmati, per le,oro, gemme e droghe ricercate. Vi han-
cui gli fu eretto l'arco, e non degli africani no due bazar ben costruiti e ben provve-
e barbareschi. Si distinguono in Tripoli le duti; uno solo contiene botteghe, essendo
6 moschee fra gli edilìzi di i con
."ordine, l'altro destinato alla vendita degli schia-
minareti, e 6 altre minori. Magnifica è vi negri. Vi sono 3 carceri, una pe'tur-
la grande moschea, il cui coperto tutto chi, le due altre pe'mori. Havvi inoltre,
composto di cu potette, sta appoggiato so- fuori dell'unica porta presso la spiaggia,
pra 1 6 colonne doriche di bellissimo mar- mentre l'altra è verso la campagna, uà
mo bigio; la splendidezza degli ornamen- mercato che tiensi ogni martedì, e un al-
ti, la luce modesta che la rischiara, pro- i tro che ha luo^o in ciascun venerdì della
fumi deliziosi che vi si respirano, fanno settimana, due leghe più lungi nel sito di
di questa moschea un soggiorno magico. Sabba; ed in tutti lunedì e giovedì neli

E più d'un secolo che fu fabbricata, e rac- villaggio di Taquera, distante 5 leghe. Il
chiude il sepolcro de'membri della fami- caffè-bazar è quel grazioso ritrovo, in cui i

glia regnante. Vengono poi i caravanser- turchi si radunano per parteciparsi le no-
ragli, e le case de' principali cittadini, e velle del giorno e prendere il c.ilfè; nessun
de' consoli stranieri che sono le più ele- moro della classe distinta entra in quel
vate, costruite in pietra, ed imbiancate luogo; e si fanno portare il calìe da'loro

al di fuoriregolarmente due volte entro schiavi, alla porta,dove sono sedili di mar-
l'anno. Le altre abitazioni d'un medesi- mo, coperti da pergolati di verzura. Le
mo modello hanno un solo piano e sono provvisioni di Tripoli in selvaggina ven-
uniformemente quadrate, con un cortile gono dalle montagne di Chiaran o Go-
nel mezzo lastricato di pietre di Malta, nano e di Tarhona, e consistono princi-
e circondato da un portico sostenuto da palmente in lepri, gazelle, cotornici, co-
pilastri, e sopra di esso innalzasi la galle- lombi, quaglie. Lecostecircostanti sono pe-
ria. Dal portico e dalla galleria varie por- scosissime, e la maggior parte de'pescatori
te danno accesso a grandi camere, che tra sono maltesi. In generale le vettovaglieso-
esse non comunicano, ne sono illuminate no a prezzi moderati; a caro prezzo per
se non dalla corte, ed è questa l'abitazio- la loro rarità sono i gallinacci, la anitre e

ne delle donne. 11 tetto o terrazzo pia- le oche, provenienti col pollame da Malta.
no, serve di passeggio e raccoglie l'acqua imbarcanti a Tripoli datteri, lane, zaffe-

piovana, recata poi per mezzo di tubi alle rano, robbia, soda, sena, pellami e penne
cisterne, ove conservasi purissima per di struzzo pe'porti d'Europa e pel Levan-
supplire alla deficienza della sorgiva. Le te.La popolazione ascende a circa i6,ooo
case per la maggior parte sono intonacale anime, e componesi di turchi, mori,
d'un cemento bruno a marmo lucidissi- giudei, e d' alquanti cattolici e cristiani.
mo somigliante, ed alcune fatte di mar- Sono gli ebrei in numero di circa 3ooo
mo nero e bianco. Ne'terrazzi ascendono ed hanno 3 sinagoghe; cattolici hanno i

i mussulmani dopo il tramonto del sole, chiesa e oralorii.La civiltà trovasi in que-
a respirare la frescura dell'aere marino sta città molta avanzata. Ordinariamente
e ad invocare Maometto. Le persone di "vengono adoperati negli abili i ricchi me-
a
I , sfera hanno una sala con banchi di pie- talli e la seta. La corte del pascià gover-
•26 TRI TR I

nalore e tributario della Porta , è som- lias captafueral ab hispanis tet concessa
mamente fastosa. La peste fa talvolta stra- equilibus Mclitensibiis , ut commodius
ge della popolazione. Il paese circostante servare tur; sed inde postea ejectifue-
è infestato da orde d'arabi beduini, che re a Turcis, quibus pariti per aliquot t
aboliscono per derubare. I dintorni so- annos , nunc autem fere sui juris est ,

no aridi, non mancano però di ville col- Jlcipublica formatti qiiamdam servans
tivale. Negli scavi si trovarono urne, me- sub clientela Turcaruin. La cillà di Tri-
daglie e altre anticaglie degne d'osserva- poli fu rovinata dal terremoto nel 4o4i
zione. Tripoli prese il suo nome dall'an- solfrì le vicende a cui soggiacque la con-
tica contrada o provincia di Tripolis, cosi trada per l'invasione de' vandali e de'sa-
anch'essa chiamata perciò che conteneva raceni; venne presa da Ruggero I re di
3 città principali, Sa brani, Leptis gran- Sicilia, che s'intitolò re di Tripoli, di Tu-
de, ed Oea o Oeea, olla quale in seguilo nisi e di Malta; e più. tardi venne conqui-
si comunicò il nome della contrada me- che la cederono al-
stata dagli spaglinoli,
desima, ed è l'odierna Tripoli, che dive- l'ordine Gerosolimitano; fu bombardata
nutane capitale ne seguì e le furono co- sotto Luigi XIV redi Francia neh 6S5,
muni tutte le vicende. Sabrata, come no- da una sua squadra navale comandata
tai nell'articolo precedente, fu anch'essa dal maresciallo d'Estrees;bombarda men-
chiamata Tripoli, perchè le vicine popo- to rinnovato per ordine di Luigi XV nel
lazioni di 3 paesi contribuirono a edificar- J728, per cui la citta si trovò costretta
la, e per distinguerla dall'attuale Tripoli inviare una deputazione al re per doman-
Oea, fudenominata Tripoli Secchio di- , dargli perdono. A Vendola occupata fran- i

cendosi l'altra Tripoli Nuovo, distanti cesi, ritornò in potere della Porta Otto-
tra loro io le«he. L'Autore dell' Istoria mana a'5 ottobre 1809.
degli stali di Tripoli, ec, dice che la sua L' evangelo penetrò nella regione, per
capitale, ossia la Tri poli in discorso, è di- la predicazione del tesoriere ed eunuco di
visa in due parti, cioè vecchia e nuova; la Caudace regina dell' Etiopia, istruito e
i." consistere in un mucchio di rovine, battezzato da s. Filippo,il 2.°de'7 diaconi
Ja 2." situata da essa a qualche distanza che gli A postoli scelsero dopo l'Ascensione
eassai popolata, benché non molto gran- delSignore, perchè si crede che fu il 1. "apo-

de.Il [j,im\vimd,Lexicongeographicum, stolo dell'Etiopia, donde l'evangelo mira-


verbo Oea, la dice: Urbs Africae in Tri- bilmente propagò nella Barbaria e nella
si

poli tana regione. Nunc Tripoli dici tur, regione Tripolitana; Indi si formò la pro-
estqtte Urbs ampia et ninni ta,regni Tri- vincia ecclesiastica Tripolitana, con Oea
politemi caput, cum porta in ora maris o Tripoli per metropoli, il cui vescovo
Mediterranei. Nel vocabolo Tripolis la ebbe a suffraganti i vescovi di Girba. o
qualifica. Urbs Africae, in ora maris Girbita, Napoli di Barbarla, Sabatra,
Mediterranei. Duplex est, nempe Tri- Gì Ut, Leptis Magna o Leseti* città del-
polis Vetus, Tripoli Vecchio, ubi alias la Tripolitana e di Libia Tripolitana sul
Sabrata, Urbs Africae in ora maris Me- Mediterraneo, la quale ebbe pure un ve-
diterranei et in Tripolitana regione , scovo sotto il patriarcato d'Alessandria,
media inter Leptim Magnani ad ortum siccome posta sul limite delle due nomi-
et Tacapam ad occasum, cum por tu ca- nale provincie ecclesiastiche, i cui vescovi
paci. Sed parva est, et in dies deficit , D'ioga del 265, Vittorino del 393, Sal-
a paucis tantum habi tata propter aeris viano del 4 1 1 e Calipide del 484 sono ri-

indente ntiam. Tripolis autent Nova ,


portati neW Africa Christiana^. i,p. 202
Tripoli seu Tripoli de Barbarla, Urbs est di Morcelli. Questa parla purea p. 2o3
ampia Africae, ubi alias Oca Urbs. A- di Leptis minor % sede vescovile della Bi-
ti; i TI I 27
zacena sotto la metropoli di Hadramito da fide d'ordine di ClementeXl da mgS
(V.) o Adrumcto. Già nel precedente ar- Forteguerri s\ dice che l'apostolico zelo
y

ticolo feci parola delle provincie ecclesia- de' Papinon lasciarono diligenza alcuna
tiche della Libia Marmarica, con Derna di riunire alla Chiesa si vasta regione,che
o Dardanide (V.) per metropoli; della da lei separavano gli errori di Èutiche e
Libia Pentapoli, con Cirene (F.) o Cu- di Nestorio, e l'intuì leni uza del maomet-
rio per metropoli; tutte nel patriarcato tismo. Che la Barbarla, la migliore e la

d'Alessandria. Al medesimo appartenne più popolata regione dell'Africa, a cagio-


la provincia della Libia Tripolilana, la ne della ricchezza del traffico e del com-
quale secondo Commanville, Histoire.de mercio, e comprendente l'Africa propria,
tous les Eveschez, ebbe a vescovati Oea la Mauritiana ed una parie dellaLibia an-
o Hyon,Sebon e Lebeda o Leptis Magna, tica, fu oggetto delle paterne sollecitudini
tulli eretti nel secolo IX. Di più. Com- de'Papi Dell'inviarvi missionari, e dell'e-
manville nel novero de' vescovati copti ,
roica carila de'frati istituiti per la reden-
suffraganei del patriarca d'Alessandria, zione degli Schiavi^ /y .),come l'ordine del-
riporta quelli che pure furono nella Bar- la Mercede e quello de' Trinitari ( F.).Ma
baria, cioè di Tripoli, Barca, Faran, A- nel regno di Barca a detta epoca non e-
frica, Keirvan o Cirene. Fu Tripoli che ravi alcuna stabile missione apostolica.
die il nome
alla provincia Tripolilana, ed Bensì eravi in quella di Tripoli, e spet-
i suoi vescovi furono egualmente secon- tava a'minori osservanti riformati, e nel
do i riti ei luoghi sotto la primazia di Car- 1691 da uno in fuori tutti vi morirono
tagine, e sotto il patriarcato d' Alessan- di pe^te, ma speditamente ve ne furono
dria; ma ne'concilii di Cartagine il vesco- mandali degli altri, onde la missione tor-
vo di Tripoli s'intitola di Oeam, ed è per nò all'essere di prima. Tra gli schiavi, e i

questo che il Morcelli tratta di sua chiesa forastieri, la maggior parte francesi, che
e de'suoi vescovi sotto il vocabolo Oen- frequentavano il porto di Tripoli, erano
sis, chiamando insigne la provincia Tri- da 600. In Derna vi erano soli 3 catto-
polilana, e la metropoli e sede vescovile lici, e 2 in Bengasi; in Gibel e in Susa po-
Oeam, Oeensis Oca, Oeea, se-
civitas, chi o nessuno. Nondimeno però di quan-
condo le diverse nomenclature usate da' do in quando si recavano i missionari per
geografi antichi. Registra per vescovi:Na- quelle parti con molto loro incomodo e
tale, che nel 265 fu al concilio di Carta- pericolo a sovvenirli. maggior frutto Il

gine, il quale disse la sua sentenza, ed an- di queste missioni consisteva nel mante-
cora pe'vescovi Pompeo di Sabrata e Dio- nere costanti i cattolici nella fede, e nel-
ga di Leptis Magna. Mariniano donati- l' affaticarsi per richiamarvi i rinegati. [

sta fu nel 4i ' alla conferenza di Carta- sacerdoti e i religiosi schiavi, per lo più
gine e si sottoscrisse. Cresconio, che per erano quelli che intorbidavano la missio-
difendere la fede cattolica fu esiliato dal- ne di Tripoli non volendo riconoscere
,

l'ariano Genserico re de' vandali, ed è no- per loro superiori la congregazione di pro-
minato a'28 novembre nel martirologio paganda fide, ne il prefetto della missio-
« ornano. Inoltre il Morcelli ragiona della ne, assolvendo, celebrando cammini sh an-
provincia d' Africa sotto i diversi impe- dò sagra me») ti
i fuori di parrocchia. Al qua-
ratori come fu divisa sino all'occupazio- le inconveniente la congregazione prov-
ne de'saraceni. Pel fanatismo di questi la vide con dichiarare a'20 luglio 1682, che
religione cattolica restò del tutto abbat- nessuno avrebbe soddisfai lo a'precetti del-
tuta, e priva de'suoi pastori. Isella Me- laChiesa se non avessero preso i sagra-
moria intorno alle missioni di Africa menti nella chiesa della missione. Nel re-
ec. estratta dall'archivio di propagai gno di Tripoli teneva la congregazione
28 TRI TR I

un sacerdote con titolo di vicario aposto- Bengasi la popolazione cattolica nell'esta-


lico. Con lettera cW6 giugno 704, scritta i te richiamatavi dal commercio ascende-
dal console di Francia, che risiedeva in va a 3oo, nell'inverno discendeva anche
Tripoli, s'ebbe notizia come il bey aveva a meno di 100. Per tutta la reggenza si

permesso che si fabbricasse una bella chie- calcolavano circa i3oo cattolici, in Tri-
sa e ospizio pe' minori osservanti rifor- poli vi dimora un prete greco scismatico,
mati, e che in delta chiesa già fabbricata ivi mantenuto dal pallia rea eretico d'A-
si facevano con piena libertà e decoro tut- lessandria. In Bengasi vie la confraternita
te le funzioni sagre, e che dal medesimo del ss. Sagramento: la sua piccola cristia-
bey era slata conceduta facoltà areligiosi nità si distingue per la concordia e per la

medesimi d'edificare un ospedale capace divozione, onde quasi tutti soddisfano al


ili 5o letti, per conforto de' poveri schiavi precetto pasquale. Nel i83g nella visita
infermi; che però supplicarono Clemente fatta dal prefetto apostolico nella missio-
XI a concorrere a questa santa opera con ne, si trovò un luogo adattalo per fab-
abbondante limosina, siccome subito ot- bricare una chiesa : si aspettava il fir-

tennero, avendo loro dato 5oo scudi per mano da Costantinopoli per edificarla,
la fabbrica, ed altri 5oo da investirsi per e qualche sussidio per la costruzione,
che
mantenere co' frutti la medesima. Nel forseebbe probabilmente luogo. La ri-
17)4 trovo notizie che la bella chiesa, il voluzione da alcuni anni avea fatto ces-
convento e l'ospedale de'suddetti religio- sare il commercio, e la povertà essendo
si sussistevano dentro la città di Tripoli. divenuta eccessiva , molti cristiani era-
Dell'attuale prefettura apostolica di Tri- no partiti per cercarsi altrove la sussi-

poli darò le notizie che ricavo dallo Sla- stenza. La civilizzazione nella citlà di Tri-
to delle missioni del i832, dalla con- poli era in progresso, come lo è in Tu-
gregazione di propaganda presentato a nisi e nel rimanente dell'impero di Tur-
Gregorio XVI; dalla Notizia statistica chia (Z7 .), eminentemente nell'Algeria,
stampata neh 843, e da
delle, missioni, non però in Marocco. Il culto cattolico è
altre posteriori notizie. Neh 832 era pre- libero, ed il anco da'
cattolico è rispettato
fetto della missione il p. Filippo da Col- maomettani. Si associano morti per la i

tibuono minore osservante riformato, il città con cotta e stola; si suonano le cam-

quale aveva seco alcuni altri missionari pane anche di notte nel Natale del Signo-
dello stesso ordine , a cui tuttora spetta re.senza che alcuno impedisca i missionari
la missione di Tripoli. Neh 843 era pre- dal farlo o li derida. 11 solo Viatico si por-
fetto della missione Lodovico da Mo«
il p. ta occulto agi' infermi, per evitare ogni
dena di detto ordine, con due missionari possibile caso d'irriverenza. Al missiona-
correligiosi, con facoltà della forinola 4> rio però è vietato di muover questione,
residente in Tripoli, ov'è una pia con- o discorso di religione co'maomeltani, per
gregazione della Via Crucis,altra pia con- condannare quali alla morte bastereb-
i

gregazione della Madonna del Carmine, be il minimo indizio che pensassero d'ab-
ed una scuola frequentata da 5o ragazzi bracciare il catolicismo. Quindi casi di i

era slata aperta nell'ospizio de' religiosi conversione sono moralmente impossi-
missionari. Vi si parla anche la lingua mal- bili. Però con l'ultimo firmano emanato

tese e l'italiana.Eranvi due chiese, l'una dal regnante sultano, anche nella reg-
in Tripoli, l'altra in Bengasi 370 miglia genza di Tripoli col tempo mussulma- i

lungi dalla capitale. Altri luoghi della mis- ni potranno liberamente convertirsi, co-
sione sono Capo Bonandrea Derna }
e Gi- me giova ed è consolante lo sperare. Que-
bel. In Tripoli la popolazione cattolica e- sta missione ha una rendita di scudi 5o,

ra di Goo, senza contarvi i fanciulli; io provenienti dall'affitto dell'antico ospizio t


TRI TRI 29
edavea de'sussidii dalla congregazione di d'Efeso; e quali altri vescovi usano mitre
propaganda in proporzione del numero che in parte le somigliano, come i ruteni.
de' missionari. Rimarcai ancora che Vescovi i investiti

TRIREGNO PONTIFICALE, Tri- del dominio temporale usarono una co-


regnum, Tìiiara seu Regnimi triplici Co- rona nelle mitre, almeno in quelle sovra-
rona ornata, Triregnali Mitra seu Re- stanti lostemma,esene vedono tuttora or-
gnali seu Camauri, Papalis Mitra. Or- nati per memoria dell' esercitata sovra-
namento del capo e mitra turbinata, os- nità, oltre la Spada e il Pastorale. Tra*
sia di figura conica piramidale rotonda in privilegi che diconsi concessi all'arcivesco-
forma di pileo, proprio del sommo Pon- vo di Ravenna (V.) da Valentiniano III,
tefice, tutto chiuso di sopra e circondato enumera il Camauro ornato di due co-
si

da tre corone; nobilissima e splendida in- rone. La Tiara, pontifìcia fu ed è una


segna d' onore, di maestà e di giurisdi- Mitraò\ lìgura conica turbinata e ornata
zione. Il Magri nella Notìzia de' vocaboli d'una sola corona; poi vene fu aggiunta
a
ecclesiastici , in quello di Mitra , orna- altra, e quindi la 3. onde prese il nome
,

mento proprio de' vescovi, dice che il Pa- di Triregno. Il Vettori, // Fiorino d'o-
pa oltre la Mitra ordinaria suole porta- ro illustrato, eruditamente ragiona della
re in alcune solennità una Corona Im- tiara pontifìcia, che il Vallemont descris-
periale (/^alta e ovata, la quale comu- se, quale mitra di forma rotonda ed ele-
nemente si dice Regno o Camauro, or- vata, con due infide o pendenti frangiati
nata con 3 Corone j che Innocenzo III nell'estremità, e seminati di crocette,cin-
nel Sermone di s. Silvestro I, spiegò si- ta di 3 corone ducali, nella cui sommità è
gnificare la Mitra e il Regno: In signum posto un mondo o globo d'oro, e sopra di
Imperii Pontìfex utitur Regno , in si- esso nel centro è una croce. Di più il Val-
gnum Pontìficis utitur Mitra. Il che già lemont soggiunge, che l'antica tiara pon-
notai nel voi. XLV, p. 266, anzi vi ag- tificia era un berretto rotondo ed elevato,

giunsi, collo stesso Papa: Sed Mitra serti* circondato da una corona; che Bonifacio
per utitur et ubiquej Regno vero nec u- VII! fu ili. "Papa che vi aggiunse la a."
bique, nec semper. Ecclesia in signum corona allorquando dichiarò la sovia-
,

temporalium dedit miài Coronavi ; in nità e preminenza del sommo Pontefi-


signum spiritualium contulit mihi Mi- ce in lutto il mondo, e finalmente Rene-
a
tram: Mitrampro sacerdotio, Coronarli detto XII v'aggiunse la 3. dopoaver de- ,

prò regno. Imperocché la sagra Tiara ciso che l'autorità del Papa si estendeva
(V.) fu delta Regnimi Mundi, non che sopra le 3 Chiese, cioè Militante Pur- ,

Corona e Diadema (Z 7 .). Quella degli e- gante e Trionfante ; e volle ancora cosi
brei fu un ornamento del capo de* Sa- decidere la celebre questione della visio-
cerdoti (/^.), però la tiara del loro Som- nebealifìca, perla quale faticò tanto Gio-
mo Sacerdote (P .) era circondata da tri- vanni XXII suo antecessore. Siccome la
plice corona, cioè dalla corona d'oro di- tiara più comunemente si disse Regno,
stinta in 3 ordini, i quali lasciavano lo così dopo 1' aggiunta della 3." corona si
spazio per la lamina d'oro (V.), in cui nominò Triregno. La tiara altre volte fu
era inciso il ss. Nome di Dio. Ne ripar- ornamento di testa in uso presso persia- i

lai nel citato voi. a p. 260


277. Ivi no-
e ni, gli armeni, i frigi, i parti ec; il quale
tai che i vescovi greci usano una specie di serviva a' principi ed a'sagrificaìori. Si
tiara, che descrissi nel voi. XXX 1
1, p. 1 47, vuole che tuttora i persiani ornino la te-

per la mitra data da Papa s. Celestino I sta con una foggia di tiara, e i grandi del
nel 43 1 a &. Cirillo patriarca d'Alessan- regno, non che il re stesso, portano sul ca-
dria, qual suo legato al concilio generale po una berretta non dissimile nella for-
3o TRI T R I

ma d.illa tiara papale, priva perì ) dello


1

della coronazione da quella del Posses-


corone edella croce. Alcune provincie ile' so del Papa ( / .); e nuovamente ripor-
usano egualmente la tiara. Le don-
sciti tai la forinola che recita i! cardinal Prio-
ne di Uidach nella Guinea in Afi ica,han- re (V.) de'diaconi, Dell'imporre il sagro
no pure le berrette simili nlla tiara, ri- triregno sul capo del nuovo Papa, a cui
spetto alla forma, non all'ornamento e. inoltre spetta nell'altre pontificie funzio-
sterno. Era anticamente assai in uso fra ni di metterglielo sul capo, incombendo
gliorientali,anche pressoi particolari, pe- il levarlo al cardinale 2.° diacono: ese-
rò rotonda o ricurva o ritorta in cima sul guendosi la funzione nella gran loggia

davanti, e simile al frigio berretto chia- Vaticana delle solenni benedizioni fatta da
malo pileo, poiché soltanto a'sovrani era Paolo V, mentre il Papa è sulla seilia pon-
permesso portare la tiara diritta. Ne'prin- tificale sopra del trono ivi preparato e sol-
cipii della romani andavano
repubblica i lobaldacchino,alla vistadi tutto il popolo
d'ordinario a capo ignudo, o non lo co- affollato nella vastissima piazza dis. Pietro.
privano se non col lembo della loro ve- meda-
Nella zecca pontificia, tra'conii delle
stejnon facevano uso del pileo che ne'giuo- glied'Urbano V 1, vi è quello colla effigie
1 1

chi, nelle saturnali, ne'viaggi e alla guer- del Papa col capo nudo e genuflesso in pi-
ra. Gli schiavi che venivano posti in liber- via!e,con s.Miehele che scende dal cielo fra
tà, facevansi radere il capo, e ricevevano raggi egli pone il triregno. Altre medaglie
il pileo ch'era il seguo di loro Uberazio- espressero il formale atto della coronazio-
ne, ()u'um\\ capere pileu/n significava es«er ne, mediante l'imposizione del triregno.
posto in libertà; giacche questa Berretta Le forme degli antichi e degli odierni tri-
era il simbolo della libertà. // Prefetto regni si ponno vedere, oltreché nelle ope-
di Roma^F.) sotto i Papi usò un berret- re che ricorderò in fine, ne' seguenti au-
tone in forma di tiara chiusa e ornata di tori.Bonanni, La Gerarchia ecclesiasti-
corona. Nell'articolo Mitra dichiaracene ca consideratanelle vesti sa gre e>civili,p.
fu pure denominala P/irygium, Thiara, 265,in cui trattando Della mi trapontifi-
Corona sacerdotalisj ragionai di sua o- cia t riprodusse i disegni delle mitre sem-
rigine, differenti forme e uso, de'suoi sim- plice,aufi igiata e preziosa, e quello del tri-
bolici significati, e delle 3 diverse specie, regno pontificale a tempo di Clemente XI,
cioè preziosa, aurifrigiata e semplice. Del- con 3 corone, sovrastato dal globo e dalla
le mitre del Papa, ed anco di sua mitra croce. Osservai nel voi. LXII, p. 107, che
turbinata di forma conica, appellata an- il Papa portando nella cima del triregno
ticamente regno, corona, tiara; che a-, e nella superficie de' *5tfW#/z' e del lei5W7r-
venie una corona, poi vi fu aggiunta la pc(f7 .) la Croce, fa vedere al popolo cri-
a
a.*, quindi la 3. ,
per cui prese il nome di stiano, ch'egli è tutto interamente da ca-
triregno. Riportai il già riferito signifi- po a piedi professore della dottrina e del-
cato della tiara, dichiarato dal dottissimo la vita di Cristo. Tanto il triregno, quan-
Jnnocen2o IH, le diverse mitre usate da' to le dette mitre hanno le loro code ter-
Papi,ridottecomunemenle a 3, cioè seni- minanti ciascuna con la croce e una fran-
plice,aurifrigiata e preziosajcome formate, gia. Talicode si dicono infidae, vittae,
e de'tempi e funzioni in cui si usano: de- né senza mistero, disse Innocenzo III, De
scrissi le più ricche e magnifiche, enume- misi. Missac lib. 2, cap. 44 >
poiché men-
rando le gemme di quelle che non più e- tre pendono nelledue estremila del tri-
sistono. A Coronazione de'Sommi Ponte- regno dietro dinotano li due sen-
le spalle,

fici, riparlai di questa solennissima cere- si e significati co'quali si espongono le di-


ruonia, con altre erudizioni, notando che vine Scritture, e sono letterale e mistico.
Giulio li fu il i.° a separare la funzione Di tali Fascie (V.), liste o pendenti fran-
V o1

TR I TRI 3

grati, dettepure lemnisci, e proprie anche Qua occasione illuni usurpaverit Roma-
r
d'ogni mllva Mi tra e (\e\Diadema(P .),i\- nus Pont'fex. Tiara e Coronatae aliquod
parlai nel voi. XLV,p. 2 65, dicendo degli monumentimi profertur sub inilia saeculi
altri vocaboli e simbolici significati. Il ve- TX, imnw,et sub finem saeculi FUI sub
scovo SiivneUì Letterc cccl. t
t. 3, lelt.17: Leone PP. UT. De varia forma ejusdem
La Mitra de vescovi, dice significare la Tiarae, et praecipue Turbinala, sub fi-
gloria della Resurrezione di Cristo, e per- ne saeculi IX, ac sequentibus, usque ad
ciò secondo il rito romano non si usa d'al- saeculum XI sub Bonifacio FllI.Sla-
tro colore che o di seta e oro tempestala iuitur ipsum Bonifacium Tiarae Ponti-
digemmee perle, cioè la preziosa; di sem- ficiae alterarli coronartiminime addidis-
plice tela d'oro, l'aui ifrigiata; e di dama- se, et a quo successore probaliler adje-
sco bianco o candido bisso, la semplice, clafuerit, sicuti etiam lertia. Usimi Tia-
la quale si usa anco nelle funzioni lugu- rae nulli palriarchae, vel episcopo aut. ,

bri. Quanto alle due ville o fimbrie o fa- etiam legato a lalere unquani a Roma-
sce, che pendono sulle spalle, dice signi- no Pontifi.ee frisse concessimi. De fabu-
ficare che il vescovo adempia coll'opere losa Tiara s. Silvestri PP. De Tiarae
ciocché insegna colle parole. Opina che il usu usurpature postea interdicio archie-
triregno o regno pontificale non è. orna- piscopo Beneventano. Tiara Romani
mento sagro.Delle vilte,quale antico orna- Pontificis preziosissimi gemuris, et uni
rnentoprofano,parlanoil Buonarroti nelle nibus maximi valoris a Paulo II exor-
Osservazioni sui medaglioni, e il Mon nata. De ipia, seu preziosa Mitra, oppi-
gitore nella Dissertazione presso il Ca- E
gnorata ab Eugenio I prò expensisgrae-
logeri t. io, p. 352. Nella Chi-ortologia corurn ad concilium Florentiuum, prou-
Romanorum Pontificum- , dipinta sulle nione utriusque Ecclesiae,arlunatorum,
pareti della basilica di s. Paolo, illustrata nec non curii aliis jocaliis a Calisto III
dal Marangoni , stampata in Roma nel prò expensis belli sacri contea turca s. De
1 7S 1 e dedicala a Benedetto XIV, si trat- usu Tiaram Pontifidarti apponeteli sterri-
ta nel cap. r 1 : De Mitra Pontificali, seu malibus Romanorum Pontif curii. Nella
Episcopali, qua ImaginesSummor. Pon- stessa Chronologia si riportano l'imma-
tificum poste, rioris aevi exornalae con gine di s. Urbano I fatta eseguire da s. Pa •

spiriuntur in Chronologia basilìcae s. srjnale I nella chiesa di s. Cecilia, colla tia-


Pauli via Ostiensi. Exploralur ejusdeni ra ornata di corona ; e le figure di 8 tia-

origo, et usus inRomanis Pontificibus : re, lulte di forma conica colle code, due
nec non quaesliones de ejusdem ornalus sovrastate dalla croce, tutte ornate d'un
anliquitate : ac de illius extensione ad diadema o corona, ed una di 3 corone:
caeleros Episcopos, S. R. E. Cardina- queste tiare sono tratte da' monumenti,
les J et alios, ex speciali ejusdem Roma- pitture e statue esistenti nelle basiliche
Etaliaplura hoc
ni Pontificis privilegio: Lateranense e Vaticana, in Firenze, in A
super argumenlo notatu digna explican- nagni, in Orvieto, in Bologna, tutte ap
tur. Nel cap. 12 : De Romani Pontificis pai tenenti a Bonifacio Vili; ma quella
ornamento capiti*, quod Tiara, seti Re- col triregno esistente in Bologna fu fatta
gnimi, nuncupalur: Cuinam ex veslibus dopo Urbano V, al quale comunemente
a
summiPontificis veterisTestamentì ,a qua si attribuisce l'aggiunta della 3. corona,
originem traxil, respondeat : linde pri- altri anticipandola, come dirò poi. Ri-
mus ejus usus processeril, et probabili- portasi pure l'immagine di s. Silvestro I

ter statuilur asaeculo Christi Fili, re- esistente nella basilica Lateranense, con
jecto testimonio con fieli edicli, seu Dona- tiara ornata di due corone. Parlandosi
tionis M agni Constatimi imperato! is. poi dell' epoca quando s' introdusse ne-
32 TRI T : I

gli Stemmi (F.) pontificii e ne' Sigilli nete pontificie cominciate ad usarsi dopo
(/'.) pontificii, l'uso tli ornarli colla tia- le antichissime, nelle (piali usarono por-
ra o il triregno e colle C/u'<i\'i (1 .) incro- rei nomi loro in cifra e monogrammi, so-
ciate, sembra doversi attribuire al pon- pra di che è da vedersi il Vignoli , An-
tificato tli Bonifacio Vili, venendo con- tiquiores Pont. Borri, denarii. Osserva
cesso alle basiliche Lateranense e Vatica- il Cancellieri, Storia de* possessi p. 67,
na per istemma il triregno e le chiavi in- che il duca di Modena per essere il più
a
crociate alla i. , il triregno e le chiavi pen- antico vicario temporale della Chiesa ro-
denti alla 2. "j costumandosi esprimere il mana porta nello stemma, oltre le chiavi,
triregno anche raggiante. Anzi si vuole che anche il triregno, distintivo che non ha
innanzi Bonifacio Vili comunemente le verun'allra famiglia. Notai nel vol.LXVI,
armi gentilizie non fossero sovrastate da p. 7g,cbe negli stemmi pontifìcii della cas-
mitre, né da cappelli cardinalizi o prela- sa mortuaria de' Papi defunti, in quelli
tizi. Et haec sufjicìanl ad ostendeiidum }
del catafalco pe'suoi funerali, ed in quelli
(letale Bonifacii PP. FUI in usti adirne delle carte mortuarie che si affiggono nelle
jìonfuisse (salteri corani u ni lev ) sitpra pareti esterne delle patriarcali basiliche
stemmata genti Ut ia appone re aliud orna- e della chiesa de'ss. Vincenzo e Anasta-
mentimi, non Tiarae, neqne Piiei, neque sio, tutte sovrastate dal triregno, non ci
Mitraej nude indiani in hoc adhibendam deve andare l'ornamento delle chiavi, per-
essefida ri nec Ciacconio, nec Frizonio, chècolla morte del Papa cessa la sua giu-
neque cinque ex scriptoribus deRomanis risdizione e podestà significata dalle chia-
Pontificibus, vel Cardinalibus, qui stem- vi. Tutlavolla non sempre si osserva, forse
mata eorum bisce ornamentis insignita, per ignorarsi da chi dovrebbe impedirlo.
exhibenl. Quando Papi introdussero nel- i 11 cardinal Garampi, nell' Illustrazione

le loro Monete Pontificie loro stemmi i del sigillo della Garfagnana, oltre le
esovrastati dal triregno,e da questo e dal- belle erudizioni che riferisce sulla mitra,
le chiavi, si può vedere ^'trattatisti del- sulla tiara e sul triregno, ci die 4 tavole
la numismatica pontificia, nel citato Vet- incise, colle immagini de' Papi coronate
r a
tori, e nella recente e lodata opera <leld. di tiare e di triregni. La esprime il bu-
1 .

Angelo Cinagli, Le monete de' Papi de- sto di Bonifacio Vili già collocato nella
scritte in tavole sinottiche. Pare che già cappella di s. Bonifacio da lui ristorata e
a'tempi di Martino V si usasse porre nelle ornata nella basilica Vaticana, e ora nella
monete il triregno colle chiavi, che diven- cappella della B. Vergine delle Grotte Va-
ne il sigillo e lo stemma di molte auto- ticane. Egli è colla tiara in capo ornata
rità pontificie, e di lutto ciò che ha appar- di due corone, in atto di benedire colla
tenenza co' Papi, che troppo lungo sareb- destra e reggendo le pontificiechiavi colla
be a voler classificare.Dice il Vettori, che i Tali chiavi anticamente
sinistra. Papi i

Papi nelle monete si servirono nel rove- non l'usavano che il giorno di loro solen-
scio per prima e sola insegna delle chiavi ne coronazione e del possesso che pren-
pontificie,quindi passarono a inserirvi al- devano nel Laterano, dove il priore di s.
cuna parte dell'insegne gentilizie senza lo Lorenzo ad Sancta Sanctorum, gli con-
scudo, colle chiavi però sopra dei mede- segnava le chiavi della basilica esngro pa-
simo campo della moneta, le quali in cro- lazzo Lateranense: quia specialiler Pe-
ce traversa vi adattavano. Posero dipoi tro principi Apostolorum data est po-
leinsegue interamente dentro la targa , testasclaudendi et aperiendi, et ligan-
sovrapponendovi le due chiavi in croce, e di atquc solvendi ) et per ipsum Aposto-
sopra tutte queste cose collocarono il trire- limi omnibus Roma nis Ponlificibus. I

gno. Il Vettori iutende parlare delle mo- pittori e scultori iu lai forma vollero rap»
TR I TRI 33
presentare Benedetto XII, esistente nelle somma pontificale podestà, e della chiesa
Grotte Valicane, e altri Papi, per effigiarli romana, della quale le chiavi sono pro-
con tutti i più solenni e onorifici distin- pria e distintiva insegna,oltreil Padiglio-
a
tivi di loro autorità e dignità. La 2. ta- ne o Sinnicchio {V\, insegna che sovra-
vola rappresenta il sepolcro di Bonifacio sta glistemmi delle Monete de'cardina-
Vili esistente nelle suddette Grotte, la li Camerlenghi di s. Chiesa ( Z7.), e gli
cui statua giacente ha la tiara fregiata dal- stemmi de' Parenti (V.) de' Papi. La
a
la doppia corona da lui aggiunta, per cui 4. tavola contiene le teste: di Giovanni
il Garampi censura il dotto Marangoni, XXII della statua sepolcrale giacente pres-
che nella discorsa Clironologia pretese di so la sagrestia della metropolitana d'A-
provare, che non mai Bonifacio Vili u- vignone, colla tiara in capo, che oltre alla
sasse la doppia corona , anzi lo rappre- corona inferiore, ne ha un'altra che può
sentò con una, affermando cosi essere ne* dirsi quasi doppia, più in alto; di Bene-
monumenti Vaticani, il che non è vero. detto XII della statua sepolcrale nella cap-
Bensì in varie statue del medesimo Bo- pella de' Sartori di detta chiesa; col tri-
nifacio Vili apparisce con una sola coro- regno in capo, e con questo ornato di 3
a
na, perchè non aggiunse la 2. che sul fi- effettive corone sono le statue sepolcrali
ne del pontificato. Il Garampi chiama d'Innocenzo VI nella cappella a lato del
strano il vedere la figura giacente di Bo- santuario de' certosini di Villanova dio-
nifacio Vili nel coperchio del suo sepol- cesi d'Avignone, e dell'antipapa Clemen-
cro colla corona in capo, quando non si te VII sepolto nel coro de' celestini d'A-
è mai costumato di seppellire con essa i vignone. 11 Cancellieri, Storia de posses-
Papi, ma colla sola mitra, come lo fu Bo- si', dice a p. 49 parlando delle Teste de'
' ,

nifacio Vili. Ne' Sepolcri de Romani ss. Pietro e Paolo (F.)\ e de' loro anti-
Pontefici (V.) divenne comune l'uso di chi busti gioiellati non più esistenti, che
rappresentarli quasi tutti coronati del tri- il capo di s. Pietro avea la tiara con 3 co-
regno, sebbene si seppelliscano colla mi- rone a gigli di perfetta figura conica, quale
tra di lama d'argento. Il Garampi sog- dovea usarsi a'tempi d'Urbano V, che in
giunge: » Ma chi mai potrà render ragio- essi pose tali ss.Reliquiejoud'èdameravi-

ne di tutti capricci de' pittori ? In una


i gliarsijChe di questa forma di triregno non
vecchia pittura fu rappresentato l'Eter- si valessero ne il Marangoni, ne il Garam-

no Padre col triregno in capo; e in altra pi ne'dotti loro libri della Clironologia
antica immagine, Cristo crocefisso colla e del Sigillo dellaGarfagnana, ne'quali
mitra." La 3." tavola contiene il detto bu- dierono incise le più antiche forme de'pon-

sto o mezza statua di Benedetto XII esi- tificii triregni. La forma del triregno di

stente nelle Grotte Vaticane, scolpito in s. Pietro in discorsosi può vedere ne'due

Roma da Paolo Sanese, mentre dimora- disegni pubblicati dal medesimo Cancel-
va in Avignone, per aver fatto di nuovo lieri a p. i e 22 delle Memorie delle sa-

il tetto alla basilica, con due sole corone; gre Teste, ed io lo descrissi nel citato ar-
ma lo scultore che lavorò la statua di Be- ticolo, con tutto il fondo di perle piccole,
nedetto XII , che ancora vedesi sul suo colle 3 corone piene di gemme preziose,
sepolcro nella chiesa d'Avignone, vi fece la croce in cima formata di gioie, ed i pen-
il come l'avrà veduto portare dal
triregno doni o code del regno ornati di pietre pre-
f
Papa medesimo nella stessa forma che si ziose finissime e grosse, nel fine de quali
costuma anche oggidì. Anche tal mezza erano 6 campanelle lunghe dorate. Tan-
statua, come accennai, tiene le chiavi col- to la Chiesa trionfante,quanto la militau*
la sinistra, il che non si riferisce a fun- tesi diletta della varietà de' Co lori eccle-
zione particolare , ma per indizio della siastici (F.), con iride sagra; lai/ rap-
VOL. LXXXl.
j

34 TR I TRI
presentala nelle Gemme (/'.), la 2." ne' na d'oro è simbolo della triplicala pode-
Fiori (/ .). L'ornamento della Cliiesa stà pontificia, con cui il romano Ponte-

trionfante non si rappresenta di fiori che fice supera ogni altra dignità, avendo fa-

sono corruttibili, ma eli gemme e Pietre coltà d'insegnare,di dispensare. e di puni-


(F.) preziose perchè durevoli. Dell' im- re, pel Primato (F.) che gode di onore
magine di s. Pietro (F.) espressa nelTW- e di giurisdizione. Di più dichiara il Bo-

clinio Lconiano(F.)e\u altri monumen- nanni, sulla cima del triregno è un glo-
ti con tre Chiavi pontificie (F.) in ma- bo e su di questo uno croce , non senza
no, ragionai in più luoghi, spiegato per mistero, poiché viene significalo il mon-
simbolo della triplicata podestà pontifi- do adombrato nel globo soggettalo in vir-

cia sulle tre chiese militante, purgante e tù della s. Croce, e si sostiene dal Papa
trionfante, da Dio comunicala al princi- perchè alla di lui cura consegnato. Altre
pe degli Apostoli ed a' suoi Successori misteriose significazioni delle 3 corone col
ovvero la scienza, il potere e la giurisdi- quale è ornata la tiara, sono le riferite dal
zione pontificia. Questa slessa pienezza di cardinal Sirleto; cioè di portarsi dal Pa-
podestà si vedeva indicata in un'imma- pa una corona perseguo della sublime di-
ginedis. dietro esistente nell'archivio disi- gnità; che la 2." corona fu aggiunta in me-
la basilica Vaticana e riferita dal Torri- moria di quella donata da Costantino I a
gio a p. 76 delle Grotte Faticane, con s. Silvestro I, e la 3. a per segno di quella
Ire ordini di capelli in testa, invece del mandata da Clodoveol a s. Pietro. USaus-
triregno, a tempo del s. Apostolo non u- say poi fu di parere, usare il Papa 3 co-

sato, ma bensì in quello d'Urbano V in rone, perchè in esso si devono conside-


a
cui fu dipinta, ed al quale il Torrigio at- rare 3 dignità, lai . di Sommo Sacerdo-
tribuisce l'introduzione della 3.* corona te, la 2." di Re e Signore temporale, e la
nella tiara, dicendo significare le 3 chiavi 3." d'uni versa le Legislatore; siccome 3 so-
e le 3 corone, le som-
3 podestà che ha il no le podestà in terra del Vicario di Cri-
mo Pontefice, cioè Imperatoria, Regia, sto, cioè coelestium, terrcstrium, et in-
Sacerdotale, e la podestà che ha nel Pa- fernorum , spiegale nelle 3 chiavi colle
radiso, in Terra, nel Purgatorio; ed è quali anticamente si esprimeva s. Pietro.
pei ciò che s. Pietro fu anticamente espres- 11Landucci sagrista pontificio, nel trire-
so con 3 chiavi, vale a dire quando non gno ravvisò le tre potenze espresse nelle
j>i usava la tiara fregiala di 3 corone, colle tre corone, cioè àe\V Impero, del Regno,
quali fu poi a nell'egli rappresentato, e la dei Sacerdozio, le quali sebbene indicate
veneranda sua statua di bronzo della Chie- nella sola corona o tiara prima usala, fu-
sa di s. Pietro in Faticano, per la sua rono poi con Ire distinte più chiaramente
festa è vestita con piviale e triregno. Al- significate. Perciò Innocenzo III vi rico-

cuni critici osservano, che l'unione delle nobbe nel Papa la dignità di Sacerdote
Ire chiavi nelle mani di s. Pietro può es- e di Re, V Imperio e il Sacerdozio che
sere ancora un mero arbitrio de' pittori in se riunisce, e diversi usi della mitra
i

e musaicisli, come fecero nel Triclinio e della tiara. Laonde si prescrive nel Ce-
e in allri monumenti colla croce doppia, remoniale Romano Kb. 3, sez. 5, cap. 9:
trovandosi molti ritratti di s. Pietro con Che il Papa ne'giorni solenni usi il Regno
una sola chiave e con due. Il ricordalo Bo- ossia la Tiara, nell'andare e tornare dal-
nonni, dicendo del simbolico significato la chiesa non mai nelle funzioni sagre,
,

del triregno, riporta le opinioni di Maz* nelle quali si adopera la Mitra, e si de-
zoroni, Saussay e Raiuaudo, i quali pen- pone il Regno sull'altare nella sua testie-
sano che la mitra comune a'vescovi è se- ra coperta di velluto cremis in seta. Nelle
gno dell'autorità episcopale, ma la coro- autiche Cavalcate del Papa, egli iuce-
TRI TRI 35
deva alla chiesa colla tiara o triregno, di- lati, viene condotto nella Camera de pa-
sceso dal cavallo lo deponeva e assume- ramenti t per deporlo e spogliarsi degli
va la mitra ; quindi nel partire lasciala Il Papa dalla camera de
abili pontificali.

questa riprendeva il triregno: altrettanto paramenti o dalla sagrestia si reca co!


si praticò nel Possesso sino e inclusive a triregno a celebrare o ad assistere allo
Leone X, perchè prima il Papa, dopo co- feste dell' Epifania, della Cattedra di s.

ronato in s. Pietro, recavasi immediata- Pietro, della ss. Annunziata, della Pa-
mente al Laterano pel possesso, funzio- squa di Risurrezione, dando poi col tri-
ni che poi furono divise. Anche il Magri regno la solenne benedizione, dell'Asce) 1

afferma, coll'autorità dell'Ordine Roma- sione, nella quale festa pure col triregno
no di Cencio Camerario, nel 121 6 Ono- comparte la benedizione, di Pentecoste,
rio III, ch'era solito il Papa quando ar- del Corpus Domini (cioè viene portato
rivava alla porta della chiesa di deporre da' cappellani nella processione al mo-
il regno e di pigliar la mitra, come or- do che dirò, nel descrivere la quale fun-
namento sagro. A Cappelle pontificie, nel zione notai Papi che col triregno sul
i

descrivere tutte quante le sagre funzio- capo portarono il ss. Sagramento; dopo
ni che celebra o assiste il Papa, si ordi- che il Papa con esso ha dato la trina be-
narie che straordinarie , rilevai quando nedizione, riceve nel capo la mitra dnì
dalla sagrestia si reca al Genujlessorio cardinal i.° diacono, e si porta al came-
(V.) col triregno , deponendolo per far rino vicino ove depone i paramenti), de*
breve orazione, terminata la quale assu- ss. Pietroe Paolo,cioè nella sola festa, del

me la mitra alzatosi in piedi; e quando l'Assunta dando poi col triregno la solen-
ivi terminata la funzione torna, e depo- ne benedizione, d'Ognissanti, del s. Na-
sta la mitra che avea assunto, dopo bre- tale nella sola festa, e x\q\Y anniversaria
ve orazione alzatosi in piedi, riprende il della propria coronazione. In tali circo-
triregno. Ivi ancora riportai 1' orazione stanze dunque il Papa usa il triregno nel
che nel procedere alla coronazione del solo accesso e recesso dalla camera de'pa-
nuovo Papa pronunzia il incardinale del- lamenti o sagrestia della cappella ponti-
l'ordine de'diaconi, in cui lo chiama Pa- ficia o chiese, non facendo mai uso di tri-

ter Regum et Rector omnium fidelium, regno nell' accesso a' vesperi , ancorché
dicendo poi nell'atto d' imporgli il tri- pontificali, econseguentemente neppure
regno sulla testa nuda (talvolta Papi u- i nel recesso.Siccome nellecappelle del pa-
sano di ritenere sotto il Berrettino , ed lazzo apostolico ora non si usa di recar-
anticamente alcuno anche il Camauro): visi in sedia gestatoria, vale a dire in que'
AccipeTiaram tribusCoronis ornatani, vesperi e feste in cui si usava, essendosi
et scìas te esse Patrem Principum , et nel nostro secolo introdotto il costume,
Regum, Rectorem Orbis )
in terra Fica- per maggior semplicità e comodo de'Pa-
riunì Salvatoris N. J. C. Anticamente pi, d'entrare nella cappella uscendo dalla
appena il cardinale avea imposta la tiara sagrestia, e non dalla camera grande de'
sul capo del Papa, lutto il popolo l'ac- paramenti, non ha luogo la sedia ge-
così
clamava con dire Kyrie eleison (F.) ed t
statoria, per la brevità del tragitto, che
apprendo dal p. Gattico, che ancora si co- si ripete nel ritorno. Per l'anniversario
stumava a tempo di Nicolò V. Indi il Pa- della coronazione aveano anche luogo i

pa col triregno capo per la 1.» volta


in flabelli.
comparte al popolo solennemente la Be- Innanzi di ragionare dell'origine della
nedizione aposloliea (V.), e col medesi- Tiara Pontificale ora Triregno^ con-
,

mo triregno in capo e il Pallio, sulla Se- viene che io rammenti d'aver già tratta
dia Gestatoria (f. ), co' Flabelli (F.)* to, principalmente ne'vol. LV1IJ, p-22<)
36 TRI TRI
e seg., LXVII, p. 278 e seg., come l'im- sta, nella quale si pretende compresa
peratore Costantino I il 3Iagno,i\\ venuto quella della Tiara, concedesse Roma e
pubblicamente cristiano ridonò la pace , molle provincie in Sovranità de* Papi e,
alla Chiesa, sino allora crudelmente per- della. Chiesa romana (/ .). Di tutto,y;ro
seguitata, ma floridamente rigogliosa per- et contea, tenni proposito; poiché gli uni
chè innaffiata dal fecondissimosangue dei sostennero colla concessione della Tiara,
suoi gloriosi ss. Mar ti riaccordando ai cri- la famosa donazione del principato tem-
stiani il libero esercizio di loro Religione, porale; gli altri negarono la 1 .*, e dichia-
donando a Papa s. Mele hia de parte del- rarono apocrifa la 2. ':
narrai io che piut-
l'imperiai palazzo di Laterano, con ren- tosto consistesse la donazione, cioè in quei
dite per mantenere il decoro del supre- Patrimoni de Ila chiesa romana (F.) che
mo Gerarca. Le quali munificenze viep- nominai. Né mancò chi credette, avere s.

più provò il Papa s. Silvestro I(fr.) dal Silvestro I da se medesimo preso l'orna-
3 r4 in poi; però avvertendo, che le di lui mento della tiara, in segno della libertà
grandi gesta furono mescolate con atti ri- che laChiesa avea riacquistato da Costan-
tenuti da' critici apocrifi o alterati. Im- tino I, nel proteggerla apertamente, ma
perocché Costantino I, oltreché donò a s. con tale prudenza e moderazione che il
Silvestro I il rimanente del palazzo, che paganesimo non potè vantare suoi mar- i

perciò divenne il Patriarehio Latera- tiri, sebbene facesse di tutto per distrug-

nense (f.), quando lasciò per sempre gete l'idolatria. Libertà dalla Chiesa ricu-
Roma (V .) per trasferire la sede del ro- perata dopo la sofferta servitù gentilesca,
mano impero a Costantinopoli'(/^.), co- r
la quale si volle simboleggiare nella tia-
minciata a fabbricare nel 326 e dedicata ra, per la sua figura corrispondente al-
nel 33o; mirabile e strepitoso avvenimen- l'antico pileo o berrettone romano , col
to predisposto dalla divina provvidenza, quale indicavasi la libertà ; dagli antichi
che die principio all' esistenza di Roma chiamato pure Camelaugo, Ca-
scrittori

cristiana, la quale colle sue glorie offu- melauroe Camauro, con una corona nel-
scò quelle di Roma pagana, restando li- la parte inferiore e perciò detto Regno:
bera nel benefico e paterno potere de'Pa- di sua antichità, dissi al suo articolo, che
pi. Così l'eterna Roma , nobilitata dalla già l'usava Papa Costantino nel 7 1 o.Tut-
Sede apostolica (^.), fu elevata a me- tociò premesso, comincierò dal dire, che
tropoli di tutto quanto l'orbe cattolico, antichissimo è l'uso di coronarsi i roma-
pel maggior lustro e propagazione della ni Pontefici, prima colla tiara, indi col
fede. Raccontai che alcuni sostengono a- triregno. Sempre fecero questa cererno-
ver Costantino I concesso a s. Silvestro I nia con ecclesiastica magnificenza, non già
la Tiara, corona che poi si mutò nel Tri' per far pompa della suprema loro digni-
regno, o se fu ili.°Papa ad usarla, per- tà, ma per maggior esaltazione della glo-
chè fu ih.°Papa dipinto con essa; oltre ria di Gesù Cristo e della sua Chiesa. Il

quell'altre insegne imperiali che enume- Novaes,£>mertazzo/j/,t. 2, dissert.5: Del-


rai; se fu l'imperatore ili. a rendere al la solenne coronazione de' Pontefici, ri-

Papa l'omaggio di Palafreniere (V.)ì e ferisce che una sola volta coronavausi i

se s. Silvestro 1 istituì l'ordine dello Spe- Papi dopo la loro elezione, ma in quei

ron d'oro (V*), che porta il suo nome, e diversi altri giorni, denominati Festum
se ne fregiò l'imperatore. Che oltre le vi- Coronae, i quali con esso già riportai nel
stose rendite da Costantino 1 assegnate voi. Vili, p. i6r,ove trattai: Della co-
alle chiese da lui fondate in Roma, e a- ronazione del Papa; cioè ne'gioroi nei
scendenti a circa annui 3oo,ooo scudi, quali solevano adoperare la tiara e poi il
se con editto e donazione, tenuta suppo- triregno, diversi dagli odierni descritti di
TRI t a 37 I

sopra, tranne alcuni , e solo noterò che lior. 1. 1, p. i538, ove


Decrevi- si legge.
tra 'detti giorni eravi quello infestivita- mus et hoc, ut idem venerabilis pater no -
te s. Silvestri I,ed in anniversario suo. sterSilvester summus Ponlifex,etomnes
11 Garanipi nel trattare di detto argomen- ejus successores Pontifices diadema te,w-
to, osserva che Papi oltre di coronarsi
i delicet Corona,quam ex capite nostro
nel giorno della coronazione, costumaro- UH concessimus, ex auro purissimo, et
no di rinnovare la stessa funzione in al* gemmis pretiosis f uti debeant, et in ca-
cune più celebri solennità dell' anno, le pite ad laudem Dei, et prò honore B.
quali ci vengono additate da Pietro Mal- Petri, gestare. Il No vaes non intende ivi
lio nel libro dedicato ad Alessandro III trattar la questione, tanto agitata fra'cri-
e ristampato in Ada ss. Junii } t. 6, par. tici , se Costantino I ricevè in Roma da
2,cap. 8, §i5i,da Benedetto canonico di s. Silvestro I il battesimo, né di disputa-
s. Pietro uel Museum Italicum, t. 2, e nel re sull'editto della donazione, poiché si

medesimo da Cencio Camerario; ond' è proponeva addurre gli autori contrari e


che per Festum Coronae, ovvero cele- favorevoli nella BibliotecaPontificia,chQ
brare Coronam, s'intese questa solenne per altro non pubblicò (forse questa si
e ripetuta incoronazione, ogni qualun- potrebbe formare, se non completa cer-
que volta si rinnovasse fra Tanno. Papa tamente copiosissima, con quanto mi fu
debet accipere Coronam in capite suo t
dato in questa voluminosa mia opera di
et per mediani Urbem cum processione pubblicare). Si limitò, per riguardo al
redire adpalatium.perficerefestum Co- i.°Papa dipinto colla tiara, di conclu-
rotiac. Coronatus redit ad palatami, si- dere col Papebrochio, In Conat. ad s.
cut in aliis Cofonis. Acceptis laudibus, Silvestr. I, u.° 5, p. 128. Ommissis fa-
et celebrata Corona, sicutmos est,omnes bulis dici posse videtur 3 quod constituta
r e deunt ad propria. In appresso poi si per Costantinum ecclesiastica pace, Sil-
andò tralasciando tale funzione, per cui propria electiones , vel ipsius
vesler vel
Paolo II stimò conveniente rimetterla in (Imperatoris) mandalo, Pdeuni sutnsc-
uso, scrivendo nella sua vita il Cannesio: rit, romano more symbolum libertalis ,

quum celeri Pontijìces vix semel in an- euniqne aureo phrygio , seu diademate
nidecursu Tiarae usudelectatisint,ipse ornatimi inferne 3 qua caput langit , ad
primus prò rerum ac dignitatis condì- significandum Regale Sacerdotiuni o-
tione frequentius, atque id solcmniori- mnium Principimi collalum a Christo.
bus anni diebus, eam magna cum venu- Così ancora i critici Bollandisti, Ada ss.
statedeferrecousuevit. Dieequindi il No- Mali, t. 4, die 19^.467: Gemmalo dia-
vaes, che ili^de'Papi che trovasi dipinto de tua le usuni Constanti uum edam ex a-
colla 'Tiara coronalo è s. Silvestro I, co- liquibiis ejus numinis habemus. Quod
me col Pvocoa , De Mitra s. Silvestri I aulem Ponlificiae Thiarae inferne c/r-
Papae, con molti altri, riporta il San-
e cumduda Corona tjasmodi orìgine mha-
diui, Vitae Pontificum, t.i, p. 92. Vuo- beat, velini cerlius probalum legere. In-
le renderne ragione il cardinal Stefane- terim video itnagines Pontificum, ut mine
schi, scrivendo che Costantino I, battez- habentur, Silvestri anlecessores omnes
zato da s. Silvestro I (pare che invece lo nudo vertice exprimere, ìpsumque pri-
fosse da altri in Nicomedia),^ questo die muni Inter eospìlealum, seu Tiara (quae
la corona tiara: proprium sibi Regnimi, formam veleris pilei romani habet) ledimi
seu Phrygium manibus Silvestri inver- co nspici -.ncque disciplinet con/edura pri-
Sembra ch'egli l'abbia rica-
tite pressil. dem animo meo abversans , quod scili-
vato dall'editto famoso della donazione cet Silvesler, vel proprio ino tu, vel Con-
di Costantino 1, presso il Labbé, Conci- slanùni/ussuj islud liberlatis uoUssiinuui
38 TRI TRI
signutn assumere volueritj quia Eccle- bensì si un altro diadema reale au*
fece
sia eatenus sub imperalorum gentiltum ri frigia lo ili forma circolare, ch'egli cre-

servilute gemens per Constantinum diri- de sia quello chiamato regno, indi per le
siiami m emancipala quodammodofuit, 3 corone triregno. Anche il Sarnelli se-
et sui juris facta est, plurimisque liber- guì l'opinione d'Innocenzo 111, ed il si-

tatibus ab eodrm imperatore donata. Il mile fece il Thiers xx^X Istoria delle par-
Donai] ni cap. 65: Del Triregno Ponti- rucche. 11 Platina nelle Vite de* Ponte-*
fìcio, riferisce che Innocenzo 111 fu uno fìci scrisse, che Costantino avendo of-
I

tli quelli, che nel serm. 3, In consecrat. ferto a s. Silvestro I una corona tempe-
Pouti/ic, e nell'altro di S.Silvestro I, ere- stala di perle preziose, la ricusò come or-
delle alla donazione fattagli da Costanti- namento che inveruna forma eragli con-
no I, della corona d'oro ornata di gioie, veniente, e si contentò d'una mitra bian-
dichiarando così la dignità che possede- ca tonda ricamata d'oro; e che riporta-
va e da Dio ricevuta, benché il santo Pa- ta in Roma d'Avignone, Eugenio IV l'u-

pa per umiltà nou volle usarla. Che Co- sò religiosamente in solenne processione
stantino 1 donasse la corona a s. Silvestro che fece con lutto il clero e il popolo ro-
1 è stato affermato da molli scrittori, poi- mano, dalla basilica Vaticana alla Late-
ché dice il Dominili, il pio imperatore con 1 anense, indi venne riposta nella suddet-
tale azione non conferì alcun dominio ne ta chiesa de'ss, Silvestro e Martino. Nella
podestà al Papa, ma solamente dichiarò 'b—
biografìa di regorw.X dissi
Gre col suo sto-
ciò che possedeva, dando campo al me- rico Bonuccijche dopo eletto inViterbo gli

desimo di esercitare liberamente la sua fu domandato se ivi oin Roma voleva es-

sublimediguilà, come successore di s. Pie- sere coronato,ma che egli rispose: in Ro-
tro, impedito sino a quel tempo dalle per- ma, dove Costantino cavatosi dal capo I

secuzioni de' tiranni e degli eretici. Che l'imperiai diadema l'olfiì a s. Silvestro I,
perciò essendo Papi in istato libero po-
i qual simbolo della regia dignità e del do-
terono usar l'insegne della suprema di- minio temporale de'Papi. Alcuni storici
gnità, da Dio a loro conferita. Il Bonan- vogliono ancora, che Costantino I donas-
ni riporta diversi scrittori che crederono I il suo ricco Manto o am-
seas. Silvestro
alla tiara donata a s. Silvestro I, e per- manto, Superhumerale (V.), vidclicet
sino di quelli che la ritennero fregiata di lorum quod imperiale circumdare asso-
3 corone, che portata in Avignone e ri- let collimi, quindi che da esso ebbe ori-
tornata in Roma venne rubata nel i^$5. gine il sagro Pallio f/^.J, come asserisce
Di parte della mitra di s. Silvestro 1, che" il De Marca; insigne ornamento pontifi-
si conserva nella chiesa de'ss. Silvestro e cale, chiamato Stola Pontijicalis, e det-
Martino a' Monti, parlai nel voi, XLV, to pure Plirygium perchè si soleva tes-

p. 262 : se ne può vedere il disegno nel sere da'fi igi, in quo est plcnitudo Pon-
citato Rocca, Opera omnia, t. 2, p. 379, tijicalis officii; ed il Papa è il solo che
De Mitra s. Silvestri I Papae. La de- pel suo Primato (F.) può usare il pallio,
pure il Sarnelli già
scrisse citato, dichia- essendovi in esso la pienissima podestà di
rando giustamente essere la mitra pon- tutta la Chiesa, in ogni tempo e in ogni
tificale, non il regno. Quanto a questo e- luogo, il che non è che ne
lecito agli altri
gli riferisce, che Costantino I stando per sono insigniti. i\eli856 dalla Stamperia
partire da Roma, volle mettere sul cupo di propaga nda fide fu pubblicato» De sa-
di s. Silvestro 1 la Corona imperiale del cri Pallii origine Philippi Vespasiani
proprio capo, d'oro e di gemme; ma e- kistoriae eccle.siasticae in Coli. Urba-
gli per riverenza della corona chiericale, no professoris disquisilio. Il dotto auto-
cioè della sagra mitra, non volle portarla, re, come ne dà bella contezza la Civiltà
TRI TRI 39
a
cattolica, serie 2. , t. 2, p. 3ag, con pre- ilquale l'ubbidì, e poscia ne' dì solenni
gevole e severa erudizione, ammettendo toglieva dal corpo di s. Paolo l'indumen-
eziandio il dono del manto imperiale, pro- to e se ne vestiva con gran divozione; e
va che non può essere il Pallio sagro che s. Ignazio di Costantinopoli si ornava

il Papa usa e conferisce a'patriarchi e a- òeM'humerale di s. Giacomo Minore apo-


gli arcivescovi. Di più entra poi a prova- stoloei.°vescovodi Gerusalemme. Viem-
r
re, che ii pallio non è derivato a' sommi maggiormenle si confermò mg. Vespa-
Pontefici romani dall' E/odo Ephod(V.) siani a riputare il pallio pontificale im-

e dal Razionale (F.) del Pontefice degli magine di quello che Papi successori di i

ebrei,sebbeue potea in qualche modo sim- s. Pietro ereditarono da lui, dall'osserva-

boleggiarli; come simboleggia ne'rituali, re che nella chiesa d'Alessandria il pal-


nelle lettere apostoliche e ne' monumen- lio di s. Marco passava dall'uno all'altro
ti artistici cristiani il buon Pastore (F.), vescovo, togliendosi dal corpo del defini-
che si leva sulle spalle la pecorella smar- to. E che il pallio sia quello di s. Pietro,
rita, o la Croce che portò in ispalla il Re- dopo la sua morte lasciato a'sommi Pon-
r
dentore. Mg. Vespasiani, considerato un tefici ,
quasi pegno e testimonio ch'essi
celebre passo di Liberato diacono, entrò sono vestiti della sua virtù, del suo spi-

nel pensiero, che il pallio pontificale non rito e della sua autorità, deducesi aper-
sia altro che il pallio portalo in vita da to dal testimonio dell'antico autore che
s. Pietro, e dopo il suo martirio eredi- va sotto il nome d'Eusebio da Cesarea,
tato da' sommi Pontefici, come successo' il quale nel sermone dell' Epifania dice:
ri di Pietro, e portato da essi in segno Nìhilantiquius veste illa sacerdotali ar-
dell' apostolica podestà. Qui il eh. auto- chipraesulis nostri quae Mi vestì de V.
re osservò l'antichissima usanza d'aversi T. successit Ephod bysso auroque con-
in gran tonto il pallio antico, onde so- textae,qua in signum plenissimae po-
lcano andare adorni uomini insignito- gli primus Linus amictus est, cui
testà tis
me filosofi, ed romani benché tenaci di
i i et typum dedit et nomea, ut a veteribus
loro usanze, deponevano la Toga(F.)pev accepimus scrìptoribus, quam appella-
assumere il pallio filosofico, al modo dei vit et Pallìum. Donde è naturale conse-
greci che aprivano scuola in Ptoma. Vol- guirne quello essere il pallio medesimo di
gendo poi l'attenzione alle cose sagre, dal s. Pietro e l'usuale sua veste, ed in Pa-
lib. 3 de Re si ha, che per l' indumento pa s. Lino suo immediato successore di-

del pallio s'intendeva di trasmettere qua- venne un sagro indumento tipo della suc-
si lo spirito e la virtù di chi lo vestiva, cessione, e segno della pienissima pode-
il che fece il profeta Elia coprendo Eliseo stà.Nolerò d'aver dichiarato a Pallio, che
col suo pallio o mantello, cosi inaugu- comunemente a s. Lino se ne attribuì l'i-
randolo in Profeta, e col suo pallio gli stituzione, e che a Praga si vuole conser-
conferì il gagliardo suo spirito. Eliseo poi, varsi parte del pallio filosofico di s. Pie-
possessore del pallio del suo maestro, cou tro, primo pastore universale dell'ovile
quello operò i più meravigliosi e tremen- raccomandatogli daCristoje perciò i sagri
di prodigi. I cristiani appresero molte co- palili si pongono sul corpo di s. Pietro, da
stumanze dagli ebrei, e le pregiarono som- dove eziandio gli antichi Papi lo prende-
mamente e le seguirono con venerazione; vano e se lo mettevano sulle proprie spal-
perciò s. Paolo i.°eretu ita volle essere se- le. Quindi mg/ Vespasiani con validissi-

polto involto nel mantello che s. Atana- mi argomenti passa a provare, che tut-
sio d'xllessaudi ia, allora so (ferente le più tociò che si pratica dalla Chiesa si riferi-
crudeli persecuzioni in difesa de' dogmi sce al pallio di s. Pietro, sia de'riti che lo
cattolici; avea dato a s. Aulouio abbate, riguardano, dal benedirsi nel giorno del
4o TRI TRI
martirio e, sopra il suo celeberrimo se- ilio, riportando tutti i ritratti de' Papi
polcro, e perciò sopra il beato suo corpo co' loro stemmi, l'effigie di s. Silvestro I

si custodiscono, donde si tolgono per man- è col camauro; quindi quella dell' im-
darli a'raetropolitani; anzi i Papi sonoin- mediato successore s. Marco, coronata

ironizzati e consagrali all'altare che so- colla tiara circondata da corona, e co-
vrasta la tomba di s. Pietro , ed ivi essi sì i capi di altri immediati successori di
ricevono il pallio e celebrano lai. "messa s. Marco. Nella Clironologia illustrata
pontificale: cosi figurasi il Pontefice imo- dal Marangoni, ed esistente nella basili-
vo sorgere perennemente come un nitro ca Ostiense, i ritratti di s. Silvestro I e
Pietro dal suo sepolcro, e da quel sepol- di s. Marco sono capo nudo: ili.°Pa-
col
cro pigliare il mantel suo, indice della po- pa colla tiara ornata di corona reale e
destà conferita da Cristo a lui ed a' suoi terminante colla croce, è Costantino del
successori. La Civiltà cattolica poi volle 708, ed il 2.°s. Gregorio II del 7 1 5 ; il
Q
aggiungerti Uro forte argomento con sa-
a i. Papa colla tiara con due corone è In-

gra erudizione archeologica che com- , nocenzo VI del 352, e il .°Papa col tri-
1 r

prende il più nobile e sublime concetto regno è Urbano V deli 362. Il Bonanni
che uomo vaglia ad escogitare intorno al- inoltre riporta le opinioni di quelli che
la divina podestàconcessada Cristo al suo attribuiscono a Clodoveo I re di Francia
rappresentante in terra, nel vedersi espres- l'origine della tiara pontificia, poiché nar-
so dall'antica Chiesa in vetustissimi mo- ra: essendo egli ili.°re de'franchi cristia-
numenti cristiani, che descrive, il Salva- no, l'imperatore Anastasio I per animar-
tore che neir ascendere al cielo getta il lo a mantener la fede, gl'invio il titolo di
suo pallio in grembo a Pietro, onde sim- Patrizio dell'impero d'oriente, con tut-
boleggiare con sublimità di mistero,la vir- ti gli ornamenti reali, fra'quali una ricca
tù di Cristo trasfusa in Pietro coli' ere- corona d'oro con gemme preziose; ma
dità del pallio , come la virtù profetica Clodoveo I volendo mostrare di ricono-
d' Elia fu col pallio travasata in Eliseo. scere il suo regno da Dio, e non dalla sua
Cristo avea già colle Chiavi dato rinve- spada, inviò suoi ambasciatori verso il
i

stitura a Pietro d'aprire e chiudere i cie- 5 18 a Papa s. Ormisda, per riconoscerlo


li, ora col suo pallio gl'infonde la divina Vicario di Cristo, e gli fece presentare la
virtù, che informa l'altro potere conces- detta corona acciocché l'offrisse a s. Pie-
sogli come a suo Sicario in terra. Cosi tro, in segno di sua ubbidienza a Dio. Da
testimoniata ch'ebbe poscia Pietro col suo questo dono presero occasione alcuni scrit-
sangue la divinità di Gesù Cristo, lasciò tori di dire, che i Papi successori comin-
morendo Lino un mantello,
in eredità a ciassero a usare il regno o corona nella
che secondo il discorso simbolo era il man- loro coronazione. Di tale opinione fu il

tello di Cristo. Quali vesti poi Cristo a- Junio scrivendo De translationc Impe-
doperassein questo mondo, lo dissi a To- r/V, contro il cardinal Bellarmino, per ar-
naca inconsutile, a Sandali e Scarpe, e gomentare maliziosamente, che la digni-
in altri articoli. Essendo il triregno il pri- tà dell' impero in Carlo Magno non de-
mario e maestoso principesco ornamen- rivò da s. Leone III, ma bensì da Clodo-
to del Papa, ora che il pallio pontificale, veo I. Il Junio fu egregiamente impugna-
primaria insegna della pienezza di sua todall'Alemanni, De Parietinis Latera-
pontificia podestà, ha ricevuto un'ulterio- nensibus, cap. 3, con riflettere che la co-
1

re illustrazione, per l'importanza dell'ar- rona donata da Clodoveo I a s. Pietro fu


gomento e per l'analogiache ha con que- appesa all'altare sovrastante il suo sepol-
sto, mi si condoni l'eseguita digressione. cro, ove pendevano molte corone reali, e
Nelle Vitac Pontifwum del Ciacco- non mai fu usata da'Papi. Il Magri all'ai-
TRI TRI 41
liccio Epanoclistus, che significa chiuso tiara. Nell'827 già erano stabiliti diver-

e nascosto dalla parte superiore, dice es- si riti per l'ordinazione, intronizzazione
sere il vocabolo della corona donata da e possesso del Papa, lai. 'facendosi nella
a
Clodoveo Las. Pietro. Regnimi de. auro basilica di s. Pietro, la 2. nella Latera-
purissimo Epanoclistum cum catemdis nense; ma Papa Valentino fu prima in-
suis habens in medio Crueem auream. tronizzato che consagrato. Dalla vita di
Alcuni osservarono che il ritratto di s. Benedetto HI dell'855 si rileva l'antico
Gregorio II fu espresso fregiato colla tia- costume di tornare al
Laterano dopo la
ra ornata d'una corona, perchè da lui do- celebrazione della messa pontificale nella
po il 726 ebbe principio la Sovranità dei basilica Vaticana, in cui il Papa era ordi-
Pontefici'j ma notai di sopra, che l'im- nato e consagrato. Tutlavolta Francesco
mediato suo predecessoreCostantino ven- PagijZfrewVzr. gest.Roni. Pont, in vitaNi-
ne dipinto colla tiara ornata di corona colai I,crede ch'egli fu ili.°Papa che do-
nella cronologia de' Papi dipinta nella ba- po la sua Intronizzazione e Consagra-
silica di s. Paolo. Alcuni col Mabillon, Mu- zione (V.), fu pure coronato colla tiara
sami Italicum, 1.
1, p. 8s*q, pretendono pontificia a'24 aprile 858, alla presenza
3
che lai. solenne coronazione de' Papi si dell'imperatore Lodovico II, il quale gli

fece a'27 dicembre 795 con s. Leone III, fece l'uffizio di palafreniere, allorché ca-
come si ha da un codice di s. Gallo, ch'e- valcò nel suo possesso. La funzione si ce-
gli crede scritto ne'tempi dello stesso Pa- lebrò nella basilica Laleranense, benché
pa, nel quale si narra l'episcopale suacon- poi s'introdusse l'uso, costantemente ri-
sagrazione, e poi raccontasi che giunto s. tenuto, d'incoronarsi i Papi nella basilica
Leone III a'gradini inferiori della basili- Vaticana, e di tornare in processione al
ca Vaticana: Prior stabuli imponi t in (e- Laterano, ov'era il patriarchio,peI posses-
jus) capite Regnimi, quod ad similitu- so.Nelle vite de' precedenti Papi non si
dinem Cassidis ex albo fit indumento, ved ono adoperate altre frasi,che quella di
ciò che propriamente si spiega per la co- ordinazione e cons agr azione, ma per s.

ronazione. Da questa funzione, che poi Nicolò I nomina espres-


per lai. "volta si

si fece sui medesimi gradini e quindi nel- samente l'incoronazione. Coronatur de-
la gran loggia della basilica da dove Pa- i niaue... Haec Coro natiofacta est in Ec-
pi benedicono il popolo, cominciò il Can- clesia Lateranensi. Osserva il Donanni,
cellieri a descrivere la Storia de' solenni che alcuni furono di parere, che s. Nico-
3
possessi de sommi Pontefici detti anti» lò I aggiungesse alla tiara un circolo d'o-
camente Processi o Processioni, dopo la ro, dopoché cessato l'Esarca dì Raven-
loro coronazione, dalla basilica Vati- na, cominciarono i Papi ad esercitare il

cana alla Laleranense. Trovo nel Vet- dominiolibero nell'ltalia,echein tal tem-
tori, che il regno o tiara usata da'Papi, po fu denominata Regno e Corona la tia-
viene detto nelle loro vite da Anastasio ra pontificia. Ma la dominazione ponti-
Bibliotecario,comechè di sopra coperto, fìcia nell'Esarcato e l'esercizio della sua

Regnimi Spanoclistum, ovvero Epano- Sovranità temporale, é di mollo anterio-


disturna specialmente nella vita di s. Leo- re as. Nicolò I, come può vedersi negl'in-

ne III. Papa s. Pasquale I deli' 81 7 nel dicali articoli. Non voglio però occultare
riedificare e abbellire la chiesa di s< Ce- il dichiarato dal dottissimo cardinal Ga-
cilia, vi fece rappresentare colla tiara cin- rampi. Solevano gli antichi Papi fregiar-
ta dalla corona la figura di s. Urbano I si dell'ornamento del regno o tiara, la qua-
che l'avea consagrata, figura riportata dal le essendo una corona segno di tempora-
Marangoni; laonde egli è questo altro ar- le dominio, ne viene che non si dovesse
gomento, che già era iu uso la pontificia lai. 'voi la imporre se non che nel giorno
4* xR i TR I

in cui nuovo Papa prendeva il posses-


il virtuoso Papa Alessandro II, immediato
so del Patriarchio Lateranenscj e quin- successore di Nicolò II, ed Ildebrando car*
di li può congetturare, che prima del se- dinale sostegno in que'deplorabili tempi
colo IX non si trovi memoria di una ta- della chiesa romana; panegirico da met-
le funzione(stam pò l'opera nel 7 5c), men- i tersi coli' altra infame satira e piena di
tre il Cancellieri pubblicò la Storia idei bugie, che abbiamo di Belinone falso car-
possessi nel 1802), perchè il temporale dinale e ribelle alla s. Sede, comesi espri-
dominio non era ancora ben dichiarato e me il Muratori negli Annali d 'Italia ai-
stabilito. Veramente questo lo era sino da ranno 06 Benzone dunque lasciò scrit-
1 1 .

Adriano 1 del 772, solo i Papi furono im- to, che corrumpens Prandellus roma-

pediti nel libero esercizio della Sovrani- nos multis pecuniis multisque perjuriis
tà e nell'amministrazione delle cose civi- indìxìt synodum , ubi Regali Corona
li qualche volta pel furore delle fazioni suum coronavit ìdolum : auod cerne ri"
e delle ribellioni. Dal sin qui narrato si tes Epìscopi\facti sunt velut mortili. Le-
mostra erronea l'asserzione di Lunadoro, gebatur enim in inferiori circolo ejus-
nella Relazione della corte di Roma , il dem serti ita: Corona Regni de manu
qualecredeche la 1. 'pontificia coronazio- Dei; in altero vero sic: Diadema Impe-
ne di cui parla la storia, sia quella di Da- rii de manu Petri. Dallequali parolesem-

maso li nel 1048. Benzone vescovo sci- bra ricavarsi, che qualche innovazione fa-
smatico d' Alba di Monferrato ne' suoi cesse Ildebrando, per di cui cagione i ve-
commentari De rebus
Henrici III (cioè scovi del sinodo restassero così meravi-
IV), panegirico che leggesi nel Mencke- gliali. Non può dirsi che fosse cosa nuo-

nio, Scriptorum rerum Germanicar uni, va l'incoronare il Papa, pegli esempi an-
1.1, lib. 7,cap, 2, p. io63, descrive la co- teriori riferiti, oltre gli altri che riportai
ronazione di Nicolò II fatta in Roma nel a'ioro luoghi, e la loro corona appellava-
io5g in un concilio di vescovi per ope- si assolutamente Regno.Q perciò è da cre-
ra del grande Ildebrando arcidiacono car- dersi, che l'innovazione soltanto consi-
dinale e poi Gregorio P II, ch'egli per
s. stesse in quelle due iscrizioni, che furo-
dileggio chiama Prandello, che gl'impo- no poste sulla corona, colle quali dichia-
se in capo una reale corona, nel cerchio ravasi risiedere nel Romano Pontefice
inferiore della quale si leggeva; Corona tutta la pienezza della podestà sì Regia
Regni de manu Dei, e nell'altro cerchio; che Imperiale. Qualunque però fosse, o
Diadema Imperli de manu Petri. Si at- il sentimento d'Ildebrando, che andava
tribuisce dunquea Ildebrando l'avere pel' maturando il gran concetto di francare la
a
i.° introdotto nella tiara la 2. corona, e Chiesa dall'Impero, o ciò che pretendes-
formata la tiara di due cerchi; ma po- i se di esprimere il barbaro, oscuro e ap-
steriori monumenti ci dimostrano la tia- passionato scrittore Benzone, sarà sem-
J
ra d una sola corona sino aBouifacioV 1 li, pre vero ciò che assai opportunamente
11Gararnpi avverte che il contempora- a questo proposito osservò il p. Mansi :

neo Benzone era un vescovo scismatico Hine discimus duplicis Circuii in Coro-
partigiano d'Enrico IV persecutore della na pontificia ornamentimi multo vetu-
Chiesa, il quale s'intitolava vescovo d'Al- stius esse , ab erudids
{piani liucusque
ba (leggo nel can. Bima, Cronologia dei ereditimi sii. Tanto si legge udì' Animaci-
vescovi d' Alba cheì
nel 1057 fu eletto vers. in Annal, Baronii, t. 17, p. 355.
Pietro IH Penso ne'tumulti di guerra, e La più antica descrizione circostanziata
assistè neh 060 al concilio di Milano); ed che abbiamo delle ceremooie, ohe comin-
il panegirico fatto da lui a quell'iniquo ciarono a introdursi nell'Elezione, Con-
principe è uua stomacosa satira contro il sagruzionc Coronazione del Papa fi del
i
T II 1 TR I 43
suo ritorno Laterano pel Possesso, è
al rano le 3 mitre, una bianca tutta liscia,

quella riferita da Cancellieri di Pasqua- l'altra ricamala a oro, ma senza cerchio


le 11 del 1099. Fra le altre cose, da ine nella parte inferiore, e la 3. a pure ricama-
narrate altrove, si dice che dopo d'esse- ta con cerchio d'oro, ossia la tiara. Quan-
re stato acclamato Papa: Pascalem Pa- do si usavano le 3 mitre papali, lo dissi
paia s. Petrus elegit, nella chiesa di s. a Mitra ove meglio ne parlai. Il cardinal
Clemente a' 1 3 agosto. Ilis aliisque lati- Pietro d' Ayllj, uno de'più dotti vescovi
elibus solemnìler peractis 9 chlamydecoc- che assisterono a'famosi sinodi di Pisa e
ci ne a induci tur a Patribus, et Tiara ca- di Costanza,ragguagliando la pompa,con
piti ejus imposita,comitanle turba euni cui fu coronato s. Celestino V umilissimo
cantico, Lateranum veclus a cavallo, dal di Sulmona(V.) nel 1294 in Aquila, co-
quale disceso fu collocato nella Sedia dei sì dice. Hos quippe magnifLcos appara-
Papi (F.) e poi nelle altre sedie, e falle tus sive in equis, sive investibus,aut a-
quelle belle ceremonie , che in tale e in liis exterìoribus ornamentis, quos pie-?
altri articoli descrissi. Nel dì seguente fu rique pompas vocant, a tempore b. Sil-
poi consagralo, ricevè il Pallio e fu co- vestriI Papae sancii Patres non solimi
ronato nella basilica Vaticana, da cui pas- stimmi Pontifices, sed e t alii minore s Et
sò processiona (mente alla Lateranense, piscopi non ad suam, sed ad Christi, et
Anche per Pasquale II seguì prima l'in- Ecclesiae ejus gloriarli extollendam in*

tronizzazione nel Laterano, forse per la troduxisse credendi suntj quos exterius
vicinanza della chiesa ove fu eletto, e per- cum temperantiae moderamine obser-
chè non tornasse a fuggire e nasconder- vare, interim tamen servata humilita^
si. Nella funzione ordinaria, tale introniz- te, non est vanitatis aut vidi, sed est wr»

zazione seguiva dopo la consagrazione, tutisac meriti. Il santo a somiglianza del


intronizzazione sulla Cattedra di s, Pie- praticato da Cristo, che celebriamo nella
tro, e coronazione che facevasi nella ba- domenica Palme, era entrato in A-
delle
silica Vaticana. Ne'posteriori monumen- quila sopra un asino, che addestravano
tisempre la tiara pontificia viene chia- Carlo li re di Sicilia e il suo Car-
figlio

mata Regnimi seu Mitra turbinata cani lo Martello re d' Ungheria, e non An^
Corona e colla quale erano Papi secun- i drea III come vuole Novaes. Non mani-
duin solituin Ecclesiae moretn Regno , carono biasimi a tanta profonda umiltà,
de more insigni tis, et solemniter corona- poiché uomini santissimi, per conservare
ti; persino negli alti della coronazione lamaestà deIlaChiesa,tollerarono la pom-
d' Alessandro III, fatta a'20 settembre pa reale. Pure, che il praticato da s. Ce-

1 1
59 nella terra di Ninfa, a cagione del- lestino V non fu d'ingiuria alla Chiesa,
lo scisma dell'antipapa Vittore V, come ma con onore, lo mostrò Dio con mira-
si ha diigli atti di tal solenne funzione colo. Poiché smontato il Papa dall'asino,
presso il Baronio, e dall'enciclica all'epi- un uomo vi pose sopra il figlio zoppo
scopato d'Alessandro medesimo. Tre 111 d' ambo i piedi e subito restò perfetta-
mitre diverse usavano da lungo tempo i mente sano. Indi si fece coronare solen-
Papi perle loro solennità, come raccoglie- nemente nella chiesa suburbana, e colla
si dal Ceremoniale Romano, pubblicato corona in capo, frigium gemnds, auro-
per ordine di Gregorio del 1271, pressoX que curuscum , sopra un bianco cavallo
il Mabillon, Museuni Ilalicum, \.i,Ord. rientrò in Aquila, fra gli applausi di 200
Rom. XIII, p. 111; g dall' Ordine Pio- e più mila persone, ch'eranvi accorse al-
mano, composto dal cardinal Giacomo lo straordinario spettacolo, per vedere il

Gaetano Slefaneschi, presso il medesimo i.° e più grande personaggio del mondo,
Mubillou, Ord. Rom, XIF9 p. 243. E- quello che poco prima era un semplice e
44 TRI TRI
umile romito. Insorto malcontento tra i pò il i3oo, nel quale celebrò in Roma il

cìii cimali, s. Celestino V sospirando la so- Giubileo universale, poiché l'antica pit-
litudine e la contemplazione delle cose tura fatta in esso da Ci ma bue, o meglio
celesti, nel concistoro pubblico di Napoli Tommaso detto dottino, come vuole Va-
a'i 3 dicembre fece la Rinunzia del Pon- sari, ed esistente nella basilica Lateranen-
tificato (ì .); e spogliatosi delle pontifì- , se fa vedere la tiara con una corona sola.
cie insegne, comparve vestito d'un abito Conviene che io rilevi un anacronismo
irsuto e arricciato, movendo a molto pian- di Vettori. Egli dice , che aggiunse alla
to i cardinali, da lui scongiurali a proce- tiara la a." corona nel 1294, dopo aver
dere senza indugio all'elezione del succes- pubblicato la bolla Unam sanctam; ma
sore, die secondo la sua predizione fu il come in tanti luoghi riportai , Bonifacio
cardinal Gaetani d'Anagni. Preso questi Vili fu dello in Napoli a' 24 dicembre
il nome di Bonifacio I III, siccome gran 1294, e ne partì a' 2 gennaio per Roma
legista e deeretalista, gran zelatore e con- ove fu consagrato, e coronato dal cardi-
servatore della Chiesa, fece di tutto per nal Matteo Rosso Orsini 1. "diacono a' 16
difenderla e per sostenere la dignità pa- gennaio e altri dicono a*23, colla pompa
pale die voleasi conculcare dall'orgoglio- non mai veduta per faddietro, ecolla tia-
so Filippo IV il Bello redi Francia; on- ra in capo passò dal Vaticano alla basi-
de \\t\YAiino santo i3oo si fece vedere lica Lateranetise pel solenne possesso, ad-
per Roma colle divise pontificali e impe- destrando a piedi la chiiiea che cavalca-
riali, con questo molto: Ecce duo Gladii. va, i re di Sicilia ed'Ungheria, i quali poi
Il Vettori ragionando della tiara ponti- loservironoa^AYmso colla corona intesta.
1

ficia e della 2.' corona ad essa aggiunta Dunque nel 294 Bonifacio Vili non ema-
1

dopo ili3oo circa, essendo prima orna- nò la bolla Unam sanctam, la quale ben-
ta d'una sola, come apertamente dimo- sì per bene stabilire l'autorità apostolica

stra il Rituale di Benedetto canonico del- che malvagi consiglieri di Francia si stu-
i

la basilica Vaticana neh i3o, chiaman- diavano di deprimere, decretò neh3o2


dosi la tiara usata da Innocenzo 11 eletto nel sinodo romano che riportai nel voi.
in detto non Innocenzo IV co-
anno (e LIX, p.g8,in cui spiegando il potere del-
me dice Vettori), dall'abbate Suggero nel la spada spirituale e della temporale, de-
descriverne la coronazione ,
presso Du- cretò la podestà de're soggetta al Papa;
chesne, Script. Frane, t. 4,p. 3 1 8: Phry- inoltre dichiarando, che non poteva dirsi
gium ornamentimi imperiale instar ga- senza colpa d'eresia, che i cristiani tutti
leae circulo aureo concinnatimi. Perciò"
)
nou sieno soggetti al Papa. 11 Garam-
Bonifacio Vili nel 1294 dopo avel pub-'
pi osserva che la più distinta descrizio-
blicalo la celebre bolla V nani sane tara , ne della tiara pontificale, come la trovò
riguardando forse diademi descritti nel i Bonifacio Vili, è l'inventario da lui or-
cap. 1 9 de\V Apocalisse, aggiunse alla tia- dinato del palazzo apostolico nel 1295,
ra o regno pontifìcio la 2/ corona, come nel quale si legge. Rcgnum sive Corona^
prova lo Spoudano sull'autorità dell'A- in qua sunt 48 balasci, in quibus sunt
lemanni, che confermarono altri scritto- aliqui rubini, et 72 zaffiri) et ^5 inter
ri. Aggiunge il Vettori, che quantunque praxiiiy et smaragdos, non computalis
Bonifacio Vili avesse ordinato fin dal parvis smaragdis et balassisjet 66per-
j 294 due corone nel regno o tiara pa-
le lae grossae. In summitate autem habet
pale, nondimeno da'monumenti ricorda- unum rubinum gr ossimi. In inferiori au-
ti superiormente chiaramente apparisce, m
tem par te habet unum Circulum cum
che non sempre se ne servì, ma solamene esmaltis. Caudas vero habet nigras cum
te uegli ultimi uuni di sua vita, cioè do- 8 esmaltis prò qualibet. Ponderi? 12.
T È I T1 I 45
marcharum et 5 unciariim.Taìe era dun- m i n ci a ro n a g ri d a re Blu ia il Papa Bo -
:

que il Regno, che Bonifacio Vili trovò nifacio } e Viva il re di Francia. Non fu
nel tesoro pontificio, allorché fu assunto loro difficile d'impadronirsi della città, e
al pontificato, e tale anche l'usò per pa- in quella sorpresa il popolo,sempre aman-
recchi anni, come vedesi in varie sue im- te della novità, si unì loro, e tutt' insie-

magini e di già descritte. Osservarono


, me si portarono a sforzare il palazzo, ov'e-
per altro l'Alemanni, il Ciacconio e mo I- ra il Cristo del Signore, e mettere su di
ti altri scrittori, che il medesimo Bonifa- esso le loro sacrileghe mani. La famiglia
cio "Vili fu ili.°ad accrescere alla sua tia- del Papa resistè a questo moto empio e
a
ra o regno la 2. corona, e in fatti alcu- violento fino al dopo pranzo. Finalmen-
ne delle descritle sculture che lo rappre- te la gente armata penetrò nel palazzo.
sentano, hanno la tiara fregiata da dop- Quando Bonifacio Vili intese che le por-

pia corona. Nota il Papehrochio, in Co- te eronostateguadagnate,sidisposea mo-


natii, che Bonifacio Vili fu il i.° ad ac- rire da uomo forte. Vestitosi degli abiti
crescere la tiara o regno della i.* corona: pontifìcii, postasi la tiara in capo, presa

exprimi volens utriusa ite Regni Corpo- con una mano la croce ecoll'allra lecita-
ralis, et Spiritualis prerogativam Pon- vi della Chiesa incrociate, si collocò nella
tifici competentem. Frattanto per le tra- sua sede aspettando i nemici. Nogaret e
me de' Colonna e del re di Francia, Bo- Sciarra Colonna ebbero la temerità di
nifacio Vili credendosi poco sicuro in Ro- presentarglisi. III. "non altro gli disse se
ma, si ritirò nel i3o 3 in Anagni sua pa- non che dovea condurlo a Lione, acciò
tria; ma dopo la congiura ordita a l'A- ivi in un concilio generale rispondesse al-

ringo a Pietrarea o Pietra del malo con- l'accuse che si producevano contro di lui.
siglio, vicino ad Anagni, di cui parlai an- Sciarra vomitò varie ingiurie contro di
che nel voi. XXVII, p. 273, cioè in una lui e pretese d'indurlo a rinunziare. In-
selva del territorio di Ceccano, chiama- tanto si diede il sacco a) palazzo, e ne fu-
ta la macchia del Fai lo (nel secolo pas- rono derubate tutte le ricchezze. Per mi-
sato afflitti più volle i ceccanesi da gra- rabile singoiar provvidenza di Dio in fa-
vissime angustie per vedersi nel meglio vore del supremo Capo visibile della Chie-
involata la raccolta dalla furia delle tem- sa, empi congiurali di cecità,
compresi gli

peste, temerono che fosse castigo divino si limitarono di lasciare il Papa com'era

per le scomuniche incorse da'loro ante* vestito, prigione nel suo appartamento
nati pe'gravissimi insulti fatti a Bonifacio con rispettosa guardia, senza trasportar-
Vili da alcuni congiurali di loro fami- lo altrove, mentre egli non prese in tal
per cui invocarono e ottennero da Be-
glie, tempo ne cibo, ne sonno. Calmati gli spi-
nedetto XIV l'assoluzione dalle censure nti degli anagni ni, rientrati in se stessi e
incorse dagli an lenati, e per loro l'aposto- conosciuto il loro grave fallo, alla voce
lica benedizione. Piacque Signore tan-
al del cardinal Luca Fieschi, presero le ar-
ta fede,e i ceccanesi in appresso si videro li- mi, fugarono congiurati e liberarono Bo-
i

beri da quel grave e continuato flagello), nifacio Vili. Sciarra con maniere dimes-
Giacomo Sciarra Colonna irreconciliabi- se inutilmente gli domandò l'assoluzione
le BcmieodelPapa, e Negare t perfido con- dalle censure. Bonifacio Vili tornato in
sigliere del re, avendo col denaro subor- Roma(T .) sommamente afflitto, vi morì
nato un buon numero di signori della pro- l'i 1 ottobre. Dopo il brevissimo pontifica-
vincia di Frosinone o Campagna, entra- to del successole Benedetto XI, per l'in-
rono nella città a'7 settembre in nume- fluenza del re Filippo IV fu eletto Papa
ro di 3 00 cavalieri con molta fanteria, e Clemente V (T
7
'.), che per compiacerlo
spiegate le insegne del re di Francia, co- fissò la residenza in Francia, e si stabili
4G TRI TR I

poi in Avignone (/"•)• Chiamali i cardi- presso il Muratori, Script, rer. Italie.
nali a Lione (fy .)i a' i/\. novembre vi si t.
44 2, Cuj'us lapide s equum die ti
3, p.
fece coronare nella chiesa di s. Giusto, al- C/ementis Papae percusserunt talitei\
la presenza ilei ree fa cardinali, dal car- quod equus suus in terram cecidit et ,

dinal Napoleone Orsini i ."diacono, colla Thiara seti Corona de capite suo, in qua
corona papale, die con gran pompa gii crai unus carbunculus valde prctiosus,
recò da Roma il cardinal Teodorico Ra- et ad sex millia florenorum communi-
nieri, come Camerlengo di s. Chiesa. Il ter acstimalus, cujus botus, ut dicitur,
Chiaramonti Hist. Cernute, lib. 2, p.
, postea non fuit in. terra inventus. La
445» narra: Annoi3o5 in festo b. Mi- Chiesa lungamente pianse la strana riso-
cline lis, Camerarius D. Papae cum co- luzione di Clemente V, per le sue fatali
mitiva maxima transivit per Cesenam conseguenze; le principali furono Roma
deferentc sei uni Coronam, qua coronari propria e vera sede del Papa abbandona-
(ìehebat idemClemens; et quasi tota. Cu- ta; essa e V ftalìa in preda alle fazioni; il

Ha, exceptis quìbusdam Cardinalibus, grande Scisma d' occidente; la celebra-


cum maximo sudore ivit in Franciani. zione de'famosi Sinodi di Pisa e di Co-
Dappoiché imporla che io qui rilevi, che stanza, non che del conciliabolo di Basi-
già la custodia delle sagre suppellettili lea, da cui derivò l'ultimo antipapa Fe-
pontificie era stata riservata al Sagrista lice V di Savoia. In un inventario fatto
del Papa(F.) tranne e il Che-
y
la Tiara in Avignone neh 3 i4 p rla morte di Cle- fi

rubino, che restarono in custodia del Te- mente V, di cui 3 uniformi originali si
soriere generale, presiedendo alla con- conservano nell'archivio Vaticano, si an-
servazione di tutto quello che formava il novera un regno tiara, che espressamen-
tesoro della chiesa romana, l'antico Vt-- te dicesi di 3 corone o cerchi: Iteni Co-
stii/rio.Cosn fosse il Cherubino, fovseFla- quae vocatur Regnimi, ami tri-
ronarli,
bello t e$e la tiara la custodiva il tesoriere, bus Circulis aureis, et multis lapidibus
generale ox\evo il cubiculario della Fa-
)
pretiosis. Deficit rubinus pretiosissimus,
miglia pontificia (F.), custode del le gioie qui consueti t esse in stimmi tate, et per-
e cose preziose, tesoriere domestico e se- la alia. Mancava il rubino per essersi ,

greto, si può vedere il voi. LXXIV, p. perduto nella fatale caduta in Lione. Al-
270 e 271. Dopo la coronazione, volen- tri lo chiamano carbonchio, ch'è sinoni-
do il Papa con isplendida cavalcata di mo quando è più acceso; del
del rubino
principi e baroni, olire i cardinali e pre- resto è noto, che oltre i brillanti, la impie-

lati, passare ad altra chiesa, per prender- tra preziosa è il rubino, indi lo smeraldo,
vi il possesso in luogo e che facesse le ve- il zaffiro, l'opale, ec. In questa città fu elet-
ci della basilica Lateranense, come avea to il successore Giovanni XXII neh 3 16,
praticato s. Celestino V, la funzione re- ed coronato dal cardinal Orsini che
ivi fu

stò funestata da deplorabili sciagure di quah.° dell' ordine de' diaconi avea pu-
molti feriti e morti, per la caduta d' un re messo la tiara in capo a' predecessori
muro. Il Papa ancora cadde da cavallo e Benedetto XI e Clemente V. Dissi già
andò per terra la tiara, dalla quale si slac- che nel suo sepolcro esistente nel duo-
cò un rubino valutato 6000 fiorini d'o- mo d'Avignone vedesi la statua colla tia-
ro, che non più fu trovoto e l'avvenuto ;
ra in capo, che oltre alla corona inferio-
fu preso per presagio infausto e si veri- re, ne ha un' altra quasi doppia più in
ficò, come narra Bernardo di Guido in alto. Giovanni XXII fu ih. °a battere il

Chron. Boni. Pont. Lo racconta ancora fiorino d'oro ad uso di quello di Firen-
l'autore della vita di Clemente V, Gio- ze neh 32?., colla stessa figura del giglio
vanni canonico di s. Vittore di Parigi, da una parie e di s. Gio. Battista dali'ul-
T II I T R I 47
tra, come praticavano i fiorentini; se non tis culmine posi lum de scendisse, seu ap-
che da un lato in vece di Florentia, vi partasse monstrafur. Leggo nel G aram-
fece scrivere Sant. Petru. t e dal l'altro in pi, chenellemonete di Clemente VI, giu-

vece del segno o conlromarchio de' zec- sta il disegno pubblicato dal Fioravanti,
chieri, v* impresse una piccola nulra o Antiqui denari Ro/n. Pont. p. 64, si ve-
piuttosto tiara a due corone. Ne riporta de rappresentata sulla tiara una triplice
il disegno il Vettori, Il fiorino d'oro il- corona; la quale ancor si vede in quelle
lustrato, nel prezioso museo del quale il d'Innocenzo VI che neh 352 gli succes-
Garampi riscontrò tali fiorini colla chia- se. Il Papebrochio, Propylaeo ad Ada

ra e distinta figura delle due corone sul- ss. Maj'i, p. 4 1 6, riprodusse il disegno del
la tiara. Neh 334 worì Giovanni XXII, sepolcro di Cleoìente VI, nel quale il suo

e gli beato Benedetto XII in


successe il triregno è con 3 corone. Lo stesso Pape-
Avignone, ove nella chiesa de'domenica- brochio pubblicò il disegno del monu-
ni lo coronò il suddetto cardinal Orsini, mento sepolcrale d'Innocenzo VI a p-4' 7>
J
al quale l apa propriamente si attribui- la cui statua è egualmente colla tiara cir-
a
sce l'aggiunta della 3. corona alla tiara, condata da 3 corone. Morto questo Pa-
che perciò prese il nome di triregno, e col pa neh 362, gli fu sostituito Urbano V,
quale si vede coronala la sua statua se- al quale comunemente fu attribuita l'in-

polcrale in Avignone. Il Vettori rigettan- venzione delle 3 corone sulla tiara , ma


do le testimonianze dell' Enschenio, del pel fin qui riferito non pare affatto. In ap-
Papebrochio, dell'Alemanni, del Vitto- presso poi l' uso delle 3 corone Irovossi
relli,che attribuirono a Urbano V l'ag- già tanto introdotto, che Urbano V nel
a
giunta 3. corona alla tiara, e confutan- fare i summenlovati preziosissimi busti
do il roaggiorabbagliodiMontfaucon,che per le teste de'ss. Pietro e Paolo, rappre-
attribuì la 2.' corona a Nicolò IV e la 3." sentò ih.°col vero triregno. Del resto non
a Bonifacio Vili, dichiara che da Bene- »i deve tener conto de' Ritratti de' Papi,

detto XII s'incominciò ad usare la tiara che fiorirono innanzi all'introduzione del-
o regno con 3 corone, il quale venne de- la triplice corona, se sono rappresentali

nominato Triregno, dopo avere per un col triregno, e con questo viene sovrasta-
tempo osato la tiara con due corone, per to ilstemma, come nel Ciacconio,/7/-
loro
le ragioni che adduce, e per quanto al- tae Pontificum , nel Bullarium Ro/na-
tro più sopra notai. Il Marangoni poi pre- num , e in altre simili opere. Posterior-
tese attribuire l'aggiunta della 1* coro- mente furono eretti monumenti ed ese-
na a Clemente V, ed a Bonifacio IX del gnile pitture, in cui gli artisti capriccio-
a
i38g la 3. II Bonanni tratta della que- samente attribuirono il triregno a Papi
stione sull'accrescimento del le corone del- ed a stemmi cui non competeva. Di-
la tiara, e dice che alcuni attribuirono a ce il Garampi, essere necessario avverti-
a
Bonifacio Vili l'aggiunta 3. corona. che re, che sebbene nelle stampe divulgate si
assegnano o a Benedetto X
altri o a Ur- 1 1 veda il monumento sepolcrale del bealo
bano V. Nel i34^ a Benedetto XII suc- Gregorio Xcol triregno, fu assicurato che
cesse in Avignone Clemente VI che fu , realmente non ha che una sola corona; uè
coronato nella chiesa de'dornenicani, col- doversi far conto delle medaglie de'Papi
la massima solennità e intervento di prin- del XIN e del XIV secolo, pubblicate con
cipi: itaque sicut in Aposlolos singulos disegni dal Ciacconio, e riferite anche dal
in illa die prout lingua ignis apparuit, Papebrochio, perchè tulle di moderna
sic hunc summum Pontifìcem per car- fattura,come si prova colle medaglie di
bunculum lapidati pretiosum, lucentem Bonifacio Vili e di Clemente VI allu- ,

ignis ad instargli Tiarae scu Diadema- t


si ve al giubileo,le quali hanno impressa la
4$ tn i TRI
Porta santa(F.), la quale solo dal 5oo si i merlengo audacemente citò Urbano IV
cominciò ad aprire, anzi Clemente V es- I come fosse antipapa,e lo deposero del pon-
sendo in Avignone non poteva farne la fun- tificato; quindi passando in Fondi a'20
zione in Uonia.se ne fosse già stato comin- settembre elessero antipapa Clemente
ciato il rito; né della statua di Bonifacio V 11 de'eonti di Ginevra (onde ne ripar-
"Vili, eretta da' bolognesi nelle mura e- lai a Svizzera), e col triregno lo corona-
sleriori del palazzo pubblico, nella qua- rono nella cattedrale. L'antipapa co'car-
le furono aggiunte le 3 corone, non me- dinali si portò in Avignone, e vi stabilì
no che l'iscrizione, in tempi assai poste- una cattedra di pestilenza, dando prin-
riori; ne finalmente del monumento se- cipio al grande scisma d'occidente. Ur-
polcrale d' Urbano III, che esiste nella bano VI dopo un burrascoso pontificato
chiesa di Ferrara, erettogli neli3o5, nel morì in Roma nel i38(), e nel Vaticano
quale sebbene vedasi effigiato il triregno gli fu data sepoltura. Il Ci acconto ripor-
ornamento vi fu aggiun-
colle chiavi, tale ta il disegno del monumento che gli fu
tone! 460, cosa non avvertita né dal Pa-
1 eretto, dove è rimarchevole che nel co-
pebrochio, né da altri scrittori delie vi- perchio del sepolcro si vede la sua figura
te de'Papi. giacente colla tiara ornata d'una sola co-
Gregorio XI ebbe la gloria di resti- rona, mentre nel davanti dell'urna vi so-
tuire a Roma stabilmente la pontificia re- no due sue armi sovrastate dal triregno
sidenza nel1
377, precaria essendo stata e dalle chiavi, e nel mezzo Cristo che gli
quella del predecessore Urbano V, seb- dà le chiavi, ricevendole il Papa genu-
bene avesse considerato la dignità papale flesso col piviale e col triregno sul capo.
come monti, mentr'e-
esiliata al di là de' Di più nelle basi delle due colonne vi è
ra in Avignone, per cui nonavea voluto ilsimbolo d'Urbano VI, formato da una
cavalcare dopo la funzione della corona- colomba con triregno sopra e l'epigrafe :
zione.Morto Gregorio XI nel 1378, ca- In imitate Deus esU M' istruisce però il
nonicamenteglifu dato in successore Ur- Gara m pi, che il detto coperchio ov'è la
bano VI, che fu coronato e poi con so- figura del Papa colla tiara d'una soia co-
lenne processione passò al Laterano, col rona, non crede affatto che gli apparten-
triregno in capo e su cavallo bianco. Es- ga, perchè mezzo palmo più lungo del-
sendo quasi tutti cardinali francesi, do-
i l' urna, e perchè la llsonomia del volto
po pochi mesi sospirando le delizie di Pro- della statua giacente è totalmente diver-
venza e malcontenti d' Urbano VI per- sa da quella del bassorilievo nella faccia
chè con eccessivo zelo severamente ne co- dell'urna col triregno; e questa deve dir-
minciava a correggere costumi, e per-' i si sicuramente il ritratto d' Urbano VI,
che voleva che chi era vescovo tornasse sì per l'iscrizione che vi è, sì per l'aquila
alla propria residenza, sul fine di giugno ch'era il suo stemma gentilizio. L'anti-
irritati si ritirarono uno dopo l'altro in papa Clemente VII morì neli3c)4 in A-
Allagai, col pretesto de' calori estivi e vignone, e gli successe nell'antipapato Be-
previa licenza, con Pietro Gros arcivesco- nedetto XIII ,che fu coronato in tal città,
vo d' Ai les e camerlengo di s. Chiesa cavalcando per essa con pompa e il trire-
(poi anticardinale, e perciò parlai di lui gno in capo. Clemente VII con esso fu
212, VII, p. 75), ma questi
ne' voi. Ili, p. rappresentato uel suo sepolcro, al modo
seuza permesso, e qual custode del trire- già detto, anzi sembra col camauro sotto
gno e degli altri ornamenti della cappella il triregno. Osservai nella serie delle me-
papale, li portò seco. Avanti di lui i car- daglie pontificie, che molti Papi usarono
dinali ribelli iniquamente protestarono il camauro sotto il triregno per cuoprire
dell'invalidità dell' elezione, onde il ca- le orecchie. Egli fu profusissirao iti ina-
TRI TR l
49
gni fiche spese, e per mantenere il suo par- nato nella cattedrale solennemente,da do-
tilo scismatico, mule vuoisi che si ridu- ve con maestosa cavalcala e pompa trion-
cesse in tal bisogno, sino ad essere co- fale, col triregno in capo si recò per la

stretto a dar in pegno per una somma di città sino alla chiesa di s. Agostino. i»i j -

denaro al cav. de Heredia, il triregno, la catosi poi a Firenze, l'exGiovanni XXI il


mitra preziosa, e tutta la sagra e ricca foggi dalla prigione e corse a buttarsi a'
suppellettile papale, in guisa che non a- piedi di Martino V,che lo creò cardinale;
vrebbe potuto coronarsi il successore,seil ma dopo 6 mesi, uou senza gloria più <hd
cavaliere non avesse somministrato quam ceduto che del goduto pontificato, vi la-
to ero necessario alla funzione. Sostenen- sciò l'umana spoglia. Deposto nella chie-
dosi dal falso Benedetto X 1 1 1 lo scisma, e sa di s. Giovanni coll'iscrizione: Ilie re-

non volendo ne lui, né il legittimo Papa quie'scit corpus Balthassaris Cossa an-
Gregorio XII (auch'egii coronato iti ca- tea Papae Johannis XXIli; tali paro-
po alle scale di s. Pietro com'era costu- leMartino V voleva che si togliessero, ma
me) rinunziare per terminarlo, nel sino- non fu ubbidito. L'antipapa che da Per-
do di Pisa furono ambedue deposti e in pigliano erasi ritiralo presso Tortosa a
vece eletto Alessandro V y che poco do- Paniscola (V.), quivi morì nello scisma
po venendo successo da Giovanni XXIII\ nel i4 2 4 c ,ca ordinando a 'suoi due su-
'
)

l'unità de'fedeli si trovò divisa fra tre che perstiti anticardinali di procedere all'e-
si trattavano da Papi. Finalmente per e- lezione del successore, che a* io giugno
slinguere sì pernicioso scisma fu convo- i4*25 nominarono l' antipapa Clemente.
cato il concilio di Costanza, pel qualeGre- Vili) il quale fu coronato a'i 7. Martino
gorio XI eroicamente
1 nel 1 4 5 1 in Rimi* V ne procurò la rinunzia, per estinguere
ni adunato il concistoro, vestilo dell'in- le reliquie dello scisma, a mezzo del lega-

segne papali e col triregno in capo, con- to cardinal de Foix,e la ottenne a'26 lu-
fermò solennemente la rinunzia del pon- glio, ovvero a' i4 o 6 agosto 1429 solen-
1

tificato, che pel suo procuratore avea fat- nemente nel palazzo del maestro dell'or-
to in Costanza, spogliandosi delle dette dine militare di Monlesa, presso s. Matteo,
insegne e deponendo il triregno, vesten- terra contigua a Paniscola. Vestito del-
dosi dell'abito cardinalizio, per averlo il l'insegne pontificie, si assise tra due an-
concilio creato cardinale e legato della licardinali nella sedia papale col triregno
Marca. Recatosi a Recanati sua sede, jri in capo, creò anlicardinale FrancescoRo-
inori di cordoglio neli4»7, e fu sepolto vera; ciò fatto si spogliò del triregno q
nella cattedrale cogli abili pontificali, co- delle vesti papali, ad alta voce abdicò al
me leggo nel Qui ri ni, Tiara et Purpu- mal fondalo papato, e riconobbe Marti-
ra veneta p. 3. Nel concilio vi fu deposto no V, il quale lo fece vescovo di Maior-
Giovanni XXI ll,cbe da Costanza era fug- ca. Narra il Bonanni, citando il Vasari,
gilo nella Svizzera onde fu tolta dalle sue
}
cheMartino V fece fare da Lorenzo Ghi-
stanze di Raloyall nel cantone di Turgo* berti insigne artefice (scultore, pittore e
via la Croce pontificale, e gli si ritirò VA' orefice), un triregno d'oro, il di cui peso
nello pisea torio o Sigillo poti tificio, spo- fu di 1 5 libbre, oltre libbre 5 e mezza di
gliandosi egli del Manto pontificale{V). perle, del valore di 3 0,000 scudi. Riscon-
L'antipapa Benedetto XIII fu deposto e trato il Vasari, trovo invece che Giober-
scomunicato per la sua ostinazione,dichia- ti fece a Martino V un bottone d'oro o
ratoinfrattore pertinace dell'articolo di fe- Formale (V.) pel piviale, con figure ton-
de Unani sane tamEeelesiam. Indi l'i i de di rilievo, e fra esse gioie di grandissi-
novembre 1417 in Costanza venne eletlo mo prezzo, lavoro molto eccellente. E co-
sommoPonlefice filar tino V, che fu coro- sì una mitra meravigliosissima di foglia-
VOL. LXXXI. 4
5o TRI TRI
mi d'oro molle figure
traforati, e fra essi >vo e cr

piccole tulle tonde, che furono tenute bel- regno valutato dal Piccolomini, poi Pio
lissime; e ne acquistò, oltre maggiore ri- 11, Epist, ad Joan. de Segov. 3o,ooo y

nomanza, grande ni ile dalla liberalità del scudi d'oro, per le preziose gemme di cui
Papa, 11 Bonanni rifletta con Paschale. era doviziosamente fornito. Eugenio VV
Traci, de coroni* Kb. 7,cap. 5y,che ciò avendo opposto allo scisma di Basilea il
non deve stimarsi pompa inutile e super- concilio generale di Ferrara, questo tra-
flua nel Papa, ma cosa ragionevole, men- sferì poi a Firenze, ove avendo veduto le

tre che liegnum (liristi, auòda Ponti- opere del Ghiberti, gli fece fare una mi-
/icc guBernatur in tetris Vicaria potè* tra d'oro dii 5 libbre con perle del peso
state, superemineat omnia regna. E se di libbre 5 e mezza, le quali gioie in essa
nell'antico sacerdozio volle Dio che ap- legale furono stimate 3o,ooo ducali d'o-
parisse la maestà, con prescrivergli la mi- ro. Dice Vasari, ch'era n vi 6 perle, come
tra ornata d'oro e molto più con-
di gioie, nocciuole avellane, il tutto di superbo e
viene al Pontefice romano Vicario di Dio mai veduto disegno, colle più belle biz-
in terra. Il Bulengero lodando la mode- zarrie di legami nelle gioie e nella varie-
stia di s. Silvestro I nel ricusare la coro- tà di molti putti e figure che servivano
na offertagli da Costantino I, la quale co- a molli vari e graziosi ornamenti; della
munemente è riferito che fosse d'oro e quale opera l'artefice ricevè, oltre il pa-
ornala di gioie, prudentemente aggiunse gamento, grazie e fa voti dal Papa. Se que-
nel cap. 4» de / esiis sacris, che jure o- sta mitra o altra, o il triregno, Eugenio
blatam potuti accipere t cum legitìme I V impegnò a'fìorentini per 40,000 scu-
s urn ini Dei Pontifici justius, quampro- di, non saprei stabilirlo; certo è che l'ero-
phanis Sacerdotibus debere tur, Sacer- gazione di tal somma il zelante Papa l'im-
dote s enim ethnieorum corona aurea a- piegò per compensare a' viaggi de' greci
sus fuisse historiac perhibent. Afferma da lui invitati al concilio, per l'unione di
Ateneo, che i sacerdoti d'Ercole furono loro chiesa colla latina. Il legalo cardinal
coronati, corona laurea ex auro; e di de Foix dopo 1' abdicazione del pseudo
Giulio Cesare si sa, che per essere Ponte- Clemente Vili, ricuperò il triregno che
fice massimo sibi corona m auream sum- usarono 7 Papi che risiederono in Avi-
i

psit, et diadema, cum Antoiàus adfer- gnone e gli antipapi che ne profanarono
ret repudiavit, essendo allora il diade- la sede, insieme al regno di S.Silvestro I

ma una fascia di lino,con cui si cingeva il ornato di 3 corone d'oro una sopra l'al-
capo.Che però conelude lo stesso Bulen-, tra, varie insigni reliquie, fra le quali par-
gero:Et vwo quis ade.o sit iniquus re- te della vera Croce, ricchi paramenti pa-
rum aestima tor,ut honorem quiDeorum pali e un gran numero di registri pon-
manium Sacerdotibus tributile sit veri tificii degli antichi privilegi della chiesa
Dei stimmi Sacerdoti tribuendum ne- romana, e gl'istrumenti dell'i nfeudazio-
get? Frattanto Martino V in conseguen- ni delle due Sicilie, il tutto trasportato
za del convenuto a Costanza fece convo»- da Benedetto XIII in Paniscola, e dal car-
care a Basilea nella Svizzera un altro dinale inviato a Roma come ricordai ne'
concilio, il quale sotto il di lui sticcesso- voi. II, p. 2 237. UNovaes dice
1 i, III, p.

re Eugenio IV divenne conciliabolo, enei che il triregno usato da'Papi in Avigno-


1439 elesse antipapa Felice P già duca ne, riportato in Roma, fu mandato da
di Savoia (T/ .) onde ì
colla sua potenza Eugenio IV alla basilica Lateranense, co-
sostenesse tale falsa dignità e con essa lo me si ha dal diarista Infessura. » A' 12
scisma, il quale neh 44° fu dal cardinal febbraio 1 447 '1 ^a I
)a processionalmenta
Lodovico Alemand arcivescovo d'Arles mandò a s. Gio. in La tara no il regno di
6

T R l TRI 5i
I. Silvestro I, cioè 3 corone d'oro, l'ima fu sepolto in Ripaglia, e poi trasferito nel-
sopra l'altra, la quale donò Costantino a la cappella della ss. Sindone, propinqua
detto santo, e il detto regno venne da A.- alla metropolitana di Torino, nel qual ar-
vignone, dov'era stato portato." Altret- ticolo mollo riparlando di lui, descrissi
tanto registrò il diarista Filippo Moro- il magnifico monumento erettogli da re
ne. Il Platina invece scrisse, che lo stesso Carlo Alberto, forse con qualche allusione
Eugenio IV con gran divozione portò il nell'iscrizione al dimesso autipontificato.
regno o mitra di s. Silvestro I (se si ani- A Mitra e a Benevento già narrai come
met le che fu quella attribuita a Costan- Paolo II represse l'orgoglio di quegli ar-
tino I con una corona, convien dire che civescovi che fino dal secolo XII usavano
le altre vi furono aggiunte dipoi, se real- il Camauro triregnale o Regno, e dal
mente ne fu ornalo quel regno; il Bona li- secolo XI V
Mitra con 3 corone, come
la

ni poi dichiara interamente falso che tal 10chiama il cardinal Boi già, Memorie <:/£
mitra fosse ricca di 3 corone). Rimarca il Benevento 1. 1 p. 3 5 e 327, dicendo che
,
1

Novaes Storia d'Eugenio IF, che


nella gli arcivescovi di Benevento, oltre l' uso
di questa mitra dubitano molti critici; e della tiara papale,a poco a poco assunsero
della traslazione eseguita dal Papa ne du- tutte le altre insegne sacerdotali del Pa-
bita ancor lui, come dicendosi fatta in pa, tranne il Fanone (V.). Prima di lui
tempo nel quale Eugenio IV era grave- ne trattò il vescovo Sarnelli nelle Memo-
mente infermo, e mori a' 2 3 febbraio, rie degli arcivescovi di Benevento. Que-
malattia che secondo Vittorelli durò 1 sti che l'arcivescovo Ugone Gui-
riferisce,

giorni. Pertanto il Novaes ritiene più pro- dardi nel suo concilio proviucialedeh374
babile, che la mitra con altre reliquie si dichiarò, che la sua chiesa Beneventana,
portassero da'cardinali e prelati in pro- maJori, digniori, et praecellenti regno,
cessione da s. Marco a s. Gio. in Latera- sive mitra, admodum summi Pontifici?
no per ottenere da Dio la guarigione del utimur, quod hic Camaurum vocatur,
Papa infermo, come si ricava da' Com- 11 Sarnelli dice quindi, che il regno era
mentari di Pio II, lib. 2. Dopoio giorni con una sola corona e l'aurifrigio, e l'u-
di sede vacante fu eletto Papa Nicolò V, savanogli arcivescovi di Benevento a gui-
restando deluse le speranze concepite dal- sa de'Papi. Che quindi Paolo II nel 1 ^66
l'antipapa, d'essere riconosciuto dal sa- vietò l'uso di tal camauro a trecorone
gro collegio. Secondo il corona-
solito fu e di farsi portarcavanli la ss. Eucaristia
to su'gradini della basilica Vaticana e col nella visita della provincia ecclesiastica,
regno di s. Silvestro I, come attesta il p. come costumavano iPapine'lunghi/7<r/£
Gallico, Acta caeremonialia i>.io5.Ye- g7, essendo arcivescovo Nicolò Piccolomi-
dendo Felice V che tulli i principi cristia- ui. Dice inoltre che Sisto IV nel i47^j
ni ubbidivano a Nicolò V, convenne alla secondo 1' Ughelli, tolse all' arcivescovo
rinunzia del pontificato nel 449> e »lPnpa 1 Corrado Capece e successori il privilegio
perchè non vivesse senza dignità lo creò di farsi precedere dalla ss. Eucaristia nel-
cardinale,e gli concesse alcun'insegne pon- le visite, e di usare il regno o sia camau-

tificie: tra quelle da lui eccettuate non leg- ro; ma che il Vipera sostiene che gli fu
go inNovaes e in altri il triregno, ma si deve confermato l'uso del camauro e di bolla-
naturalmente iutendere, perchè giammai re in piombo. Spiega il Sarnelli la proi-
i Papi ne concessero l'uso a veruno, anzi bizione, che la tiara non fosse a 3 corone,
lo vietarono come dirò; sola eccezione fu come riferisce Rinaldi, essendo stata sem-
il patriarca di Gerusalemme quando era pre di una, com'era quella dell'arcive-
legato della s. Sede, e Io notai a Mitra, scovo Massimiliano Palombara del 5y4» 1

pròj) ter honorem locorum. 11 suo corpo che mandò a Roma per (aria rialtare, per
I» T R I TRI
anno ne durò l'o-
cui ernie che sino n tale mondo, ne fa fede anche il cardinal Aro-
so quest'arcivescovo nel iSjG aprì la
: mannettdi Pavia, suo contemporaneo, di
Porla stinta (1 '.) dì sua metropolitana. cui scrisse in Commentar. Iti). 2: Porro

Più ( hiaro e piò sicuro è il cardioa! Bor- autem gemmis, laptHisque admodum
gia. Questi ritiene, che gli arcivescovi di de Ice tal tis conquisi tisund/'quepre tìosis-
Benevento alla loro tiai a aggiunsero 3 co- simis mitrani^quac tribù* edueta coro*
rone, nello stesso tempo che ciò fecero i nis, Regno appellatili', atque a Pontifi-
l'api: ma che avendo Paolo II ripreso l'u- cibus multis ante saeculìs desila e rat
so annuale e frequente del triregno, al- gestori, novam conferì t (stimata del va-
quanto andato in disuso, perchè Papi i lore di 200,000 scudi, come scrive il Ca-
l'adopravano ormai nella sola coronazio- nesio, i/i Vita Paulill, presso Murato-
ne, come già rilevai, avendo riconosciu- ri, Scriptor. rer. Ital., e poi pubblicata
to negli arcivescovi l'uso del triregno una dal Quirini nella Tiara et Purpura ve-

antica usurpazione, lo proibì sotto gravi neta) atque adhibuit. Anzi essendo Pao-
pene,non meno al Piccolomini,che a'suoi lo 11, come dissi, grandioso e magnanimo
successori, con bolla citala dal Rinaldi. in lolle le sue cose, nell'apparato ponti-
E perchè l'arcivescovo cardinal Giacomo ficio superò tulli i suoi predecessori, co-
Savelli avea usato più volte il camauro me afferma in Vita Pauli II il Ciacco-
o mitra triregnale o regnale, sebbene ne nio: Coemlis undìque,ac magnis preti is t
ignorasse il divieto di Paolo 11, nel 56g i adamanlis^apphirisjsmaragdis^ryso-
s. Pio V col moto-proprio Duduni si qui- lithisyjaspidibus, unionibus,et quidquid
(leni) riportato dal Borgia, ne riunovò la gemmarum in predo est, per fare la di-
proibizione, assolveudo il cardinale dalle scorsa tiara. E non potendo egli reggere
pene incorse. Non solo Paolo li ristabilì all'enorme peso di quesla,un'altra ne fece
l'annuale uso del triregno, ma ne fece fa- fare più leggera del valore di se. 1 80,000,
re uno preziosissimo con 3 corone. Il car- come attesta il Tiaram,
citato Canesio.
dinal Egidio Canisio, tlistor. XX sae- quani Mitram appellamus, tam ingen-
culor.y scrivendo di Paolo II del i4^4> ti àuri, gemmar umq uè elee lissimar uni
dice: Incredibili predo emit, sacravit- sumptu,ac splendore confeci t,utomnium
t/uc mi tram maximam, insolito pretio- antecessorum Pontifieum industria ni ,et
sissimarum gemmar uni pondere exple- impensam evicerit. De hineprimae Tia-
i'it, (pia ornalus cimi prodiret, oculos rae pondero sitate gravatus, alter ani ge-
omnium luce radiisque feriebat. Vocari statu leviorem, capitique aptiorem fe-
coepta est maxima illa mitra Regnimi* di.... uti^o milia aureorum preti uni
Verissimo che lo splendido e magnifico adjudicatumfueritMCanceU'ievì ne Pos-
Paolo li formò un ricchissimo triregno, sessi, dopo aver ricordato due prezio- i

non però ch'egli peli. Tornasse con gioie, sissimi triregni fatti da Paolo II, diceche
e che a suo tempo la tiara cominciò a nella Dissertazione sopra Mincio Felle-
chiamarsi Regno, denominazione coeva trano,ne\ Giornale di Pagliariui,si par-
al principio della tiara stessa; mentre di la de'triregni e delle corone papali, e si

ciòedell'antichitàdellegemme colle qua- narra che Sisto IV, immediato successo-


li si fregiavano la tiara e il triregno, si- re di Paolo II, non curando di portar le

cure testimonianze ne riferii piùsopra.Di gemme di cui tanto quello si pregiava,


tali abbagli del cardinal Canisio ne fece- ordinò che si vendessero tutte, come in
ro la rettificazione ilBonanni e il Novaes. parie fu eseguito, benché il denaro da es-
Che Paolo li abbellì vagamente il trire- so ritratto non servisse a pagare i debiti
gno e Tornò di preziosissime gioie, ricer- falli da'suoi antecessori Eugenio IV, Ni-
cale con particola!' diligenza per tutto il colò V, Calisto 111, Pio II e Paolo II, co-
TRI T R I 53
ree avea fallo credere. Dal diarista Mo- ramentis ordinatami t alteri in pluvia-
rone e dal notaio Nautiporto (del quale libus caeremonias hodiernas non con'
nome e vocabolo ne feci spiegazione nel venire. Nolui lumen Sanctitati Suae
voi. LXXV, p. 279) fu registrato. »> A* prò sua quiete replicare. Ho voluto ri-
23 novembre 4^4 s'avvidero1 i canonici portare questo brano, per indicare quali
ed altri preti di s. Gio. Laterano, ch'era il Papa col triregno,quan-
vesti indossava
stato rubato il regno di s. Silvestro, e de' do prendeva possesso co' paramenti sa-
calicid'oro massiccio, mandativi l'uno da gri, e quali volle usare Giulio II, ad onta
Lodovico XI redi Francia, e da Ferdi- delle rimostranze del ceremoniere. Non
nando re di Napoli l'altro, e per que-
I ostante il peso di questo triregno, sappia-
sto furono pigliati messer Belardino da mo dal Platina che Giulio 11 lo portava

Stia moscia eTomao della Palma, e me- in tutte le solennità.Tale triregno fu l'u-
nati in Tordi Nona". Tale tiara di s. Sil- nico che rimase dopo il sacco di Borbone
vestro I non fu più trovata, né si potè nel 1 52 7. Agostino IV Chigi detto il Ma-
mai scuoprire l'autore del furto, come ri- gno, si dice nell' Istoria de*'Chigi Augu-
leva il cardinal Raspoui, De Basìlica et sti di Giuseppe Buonafede agostiniano,

Patriarchio Latcranensi. Ciò avvenne Venezia 1660, che a Giulio II improntò


nel pontificato d'Innocenzo Vili, il qua- 4o,ooo scudi d'oro senza alcun interesse,
le per difendere il dominio temporale del- da cui ebbe per pegno di sicura restitu-

la Chiesa, non essendo sufficiente l'era- zione quella mitra o triregno pontificio,
rio pontificio, impegnò a diversi mercanti che da Paolo II fu ricolmo di ricchissime
di Roma il triregno, con molte altre gioie, gioie,chiamato il Regno j che poi per su-
vasi d'oro e d'argento, per la somma di bitanea ira, cui andava soggetto quel gran
\ 00,000 ducati d'oro. Appena Giulio II Pontefice d'alti spiriti e vasta mente, vio-
fu sublimato al pontificato ili.°novem- lentemente gli ritolse, non senza biasimo
brei5o3,fece fare un nuovo triregno ca- della corte: ma dopo la morte del Papa,
rico di gioie preziose e del peso di 7 lib- tosto fu restituito il triregno ad Agosti-
a
bre, e l'usò per la i. volta a'26 quando fu no dal sagro collegio, e non molto dopo
coronato Regno pulchro, o almeno a' 5 venne rimborsato del denaro suo dato a
dicembre nel possesso che prese con so- Giulio II. Il successore di questi fu Leo-
lenne cavalcata dal Vaticano al Latera- ne X eletto 1' 1 1 marzoi5i3, che a' i5
no, avendo pel indivise le due funzioni; venue ordinato sacerdote, a' 7 consagra- 1

poiché leggo nel Cancellieri, nella rela- to vescovo ea'19 coronato , indi prese
zione scritta dal Burcardo. SS. D. N. in possesso l'i 1 aprile. Egli avendo la testa

camera sua accepit sandalia, in came- molto grossa, per non aggravarla con tri-
ra Papagalli amictum, albani, chiro- regno carico di gioie, che perciò dovea es-
thecas, crucem pectoralem, stolam al- sere grandioso, ne fece fare altro di nuo-
batn, pluviale pretiosum album Inno- va specie e l'usò nel possesso, di 1 ui scris-
centii Pili, et Regnimi novum, quod se Paride de Grassis, Sacra Processuali
Sanctitas Sua fieri fecit pondere li- ad Lateranum, presso il p. Gattico, Ada
bramai septem, vel circa de gemmis pre- caeremonalia, p. 384 levissimum, a- :

tiosis. No lui t capere fanonem, ncque tu- lioquin ditissimum et speclabile. Giunto
nicellam ac dalmaticam et planetam,
i y
innanzi la portadeMa basilica Laleranen-
ncque manipuluni, ncque pallium, asse- se, discese Leone Xdal cavallo: Deposi-
re ns t Papam illa portare quando ce- to Regno novi ter facto ex pennis pavo-
lebratj non advcrtens, liane processio- num, et cooperto cum tabino aureo, et
neni esse siugularcni (e veniva precedu- tribus aureolis circumdantibus, et gem-
ta anco dalla ss. Eucaristia) t illis pa- mis, osculatus est Crucem, aspersus, et
54 T II I TR I

inccnsalus est. Deinde accenta mitra no VI, riporta il p. Gallico, Acta eoe-
preliosa sedit in Sale dia apud portimi remonialìa,yì. 322. Die dominica i5 o-
Ecclesia^ Questo triregno fu lavorato ctobris i523, diedi m'issa fnit scruti-
con singolare: artifizio, e ornato di gem- nium. Vinccntius Pimpinella missus ex-
me e oro dal celebre Caradosso, il qua- tra Conclave, et ima cimi quibusdom
le fece inoltre a Giulio II il superbo suo praelatis, et clerieis camerae caperent
Formale (1 \). Narrai a Feltre e a Tar- Tliiaram, et Mitram pretiosam papa-
ragona che nel i522 eletto Adriano VI leni ad effectum Ulani impignorandi, et
assente da Roma e dimorante in Vitto- sic porta tae fneruiit, et inde reversus in
ria nella Spagna, o\'vriì governatore ge- Conclave. Dello stato deplorabile in cui
r
nerale e vescovo di Torto.sa (f ,)t sa- Adriano VI trovò
il l'erario papale, parlai
gro collegio a mezzo del vescovo di Fel- nel voi. LXXIV, p. 287, dicendo pure
tre Campeggi, gli mandò il triregno pon- che alla sua morte nel medesimo lasciò
tifìcio. Giunto poi il Papa da Ostia alla appena 3ooo scudi. Al virtuoso Adriano
basilica di s. Paolo, si disputò nella cor- VI, in tempi deplorabili successe l'i nfiu-
te se egli dovesse entrare in Roma già co- sto pontificalo di Clemente VII Medici,
ronato; ma prevalse il sentimento d'os- della celebre famiglia che signoreggiò la
servare per tale solennità il rito antico, bella Toscana, uel quale articolo anco-
per cui fatto il suo Ingresso solenne in ra ragionai delle clamorose vicende che
Roma a'29 agosto, indi a'"3 1 fu corona- resero memorabile la sua epoca. Quanto
to dal cardinal Coi naroi. "diacono sulle precedette, accompagnò e seguì il tremen-
scale della basilica Vaticana, avanti le sue do sacco dell'alma Roma,a quest'ai lieo-
porte sul solito alto tavolato che magni- Io ed a tutti i relativi lo narrai e deplo-
ficamenleaddobbato appositamente s'in- rai; ed altamente riprovare dovè in lo
nalzava : tale tavolalo o palco trovo nel pubblico e genuflesso a'piedi di Clemen-
p. Gallico che chiama Suggestiva su-
si te VII, lo stesso imperatore e re di Spa-
per scalas basilicac Vatieanae; pulpi- gna (V.) Carlo V, nel cui nome crudel-
to seu lodia benedictionum in platea, s. mente si operò, benché porli quello odia-
Petri. Per questa solennità fu coniata una to di Saccodi Borbone, il che notai anco-
medaglia esprimente la coronazione d'A- ra nel voi. LXX, p. 48 e 4g- Qui ana -
driano VI ,xosì descritta dal Venuti, Nu- logamente all'argomento dirò solo, che il
iiiism. Rom. Pontif.a p. 4°: Admanvs politico Clemente VII vedendo impri-
II Pont. Max. effìgie s Pontificis eum gionato Francesco I redi Francia, dalle
Piho lo, et Tigil lo, Co no NAT. Ponlifex^ vittoriose armi di Carlo V, e la potenza
sub perpulchra porticu a duobus cardi- di questi vieppiù, ingigantire formidabile,
no libus coronatus, elcuslodibiis circum- l'i 1 giugno 1 526 entrò nella famosa le-

dalus. Praesens numisma elegantissi- ga formata contro di lui a Cognac. Que-


mis quibuscjuc comparandum Corona- sta lega irritò talmente Carlo V, che im-
liontm de signa t Pontificis a card, dia- mantinentedichiarò guerra al Papa, e pe'
cono peracta sub umbella in magnifica primi nedierono principio in Roma po- i

porticu coram purpuratis patribus, mi- tenti e prepolenti Colonna, favoriti da U-


litia, et populo ob suum adventum lae- go Moncada viceré di Napoli per Carlo
tantibus. Moltissime furono le Medaglie V,alla testa di forte esercilo.A'20 settem-
pontificie coniate per memoria dell'im- bre sorpresero la Città leonina (V.), die
posizione del triregno , azione che fu e- comprende il Vaticano ove abitava Cle-
3
spressa anco in diversi Sepolcri de roma- mente VII, non senza cospirare alla vio-
ni Pontefici, con marmorei bassorilievi. lenta sua morte, per quindi colle armi co-
Durante il conclave per morte d' Adria- stringere i cardinali a sostituirgli Tarn-
TRI TRI 55
bizioso cardinal Pompeo Colonna. Per- nalizia ; quindi incautamente liceuziò la

venuti i nemici nel palazzo apostolico, es- maggior parte delle truppe assoldate. li
sendovi ancora dentro Clemente VII, il Borbone però non aderì alla tregua e pro-
quale invano cercando difesa e aiuto, in- seguì la sua marcia sull'infelice Roma, e
dittando ormai a morite nella sua sedia, 1' assaltò a'6 maggio: vi restò ucciso nel
si preparava, come già avea fatto Boni- salire le mura, ma l'esercito entrato fu-
facio Vili nell'insulto di Sciarra Colon- riosamente nella città ,
per due mesi vi

na,sebbenecon infelice esito, a collocarsi commise quel saccheggio e feroci crudeltà,


coll'abito e cogli ornamenti pontificii, io che tuttora non si rammentano senza or-
uno al triregno in capo, nella sedia pon- rore. Clemente VII rifugiatosi in Castel
tificale; ma rimosso con difficoltà grande s. Angelo vi restò assediato. Era vi pure il

da questo proposito da'cardinali,ch'essen« celebre orafo e scultore Benvenuto Cel-


dogli intorno lo scongiuravano a muover- imi, facendovi da valente bombardiere,
si se non per se, almeno per la salute di il quale chiamato in sua camera dal Pa-
quella sedia, e perchè nella persona del pa, e rinchiusi col francese Cavalierino
suo Vicario non fosse sì scelleratamente servo intimissimo e di gran fiducia del
offeso l'onore di Dio, si ritirò con alcuni Papa, gli fece guastare dall'oro due tri-

di ioroede'suoi più confidenti nel Castel regni, le mitre, gli anelli e tuttala quanti-
s. Angelo pel corridoio di comunicazio- camera apostolica. In uno
tà di gioie della
ne a oreiy, e m tem P° cne già furiosa- de'triregni era un diamante di colore in
mente si saccheggiavano il palazzo, e le carnato nettissimo e limpidissimo, ed in
cose e ornamenti sagri della contigua ba- tal guisa brillava e splendeva che pare-
a
silica Vaticana, non che circa la 3. parte va una stella, ed appresso di lui perdeva
del Borgo Nuovo. Sedato poi il tumulto, di vaghezza ogni altro diamante. Slegate
ii Papa premurosamente chiamò in Ca- le gemme, Celimi le involse ciascuna in
stello nella sera d. Ugo inviandogli stati- poca carta, e le cucì e trapuntò col Ca-
chi in casa Colonna. Ad onta della ripu- valierino in certe falde addosso al Papa
gnanza de Colonnesi, vi andò d. Ugo, e gli e al medesimo Cavalierino; e poscia l'oro
portò la mitra pontificale preziosa e un ricavato ascendendo a circa 200 libbre,
pastorale rubati la mattina da 'soldati, e il Celliui consegnò
segretamente lo fuse e
conclusero una tregua, nonostante i re- a Clemente VII. Non avendolo il Cava-
clami de' Colon itesi, ludi Clemente VII ri- lierino compensato, il Celliui si appropriò
cevendo promesse di sostegno da' re di l'oro cavato dalle ceneri del valore dii 5o
Francia e d'Inghilterra, e sdegnato con- ducati, per cui poi ne domaudòe otten-
tro i Colonnesi ribelli , rivolse contro le ne l' assoluzione dal Papa. Intanto erasi
loro terre le forze che avea chiamato in trattata e conclusa a dure condizioni 1 1

Roma a sua sicurezza, non volendoli com- pace, ed era stabilito il 9 dicembre per
prendere nel forzato accordo, e privando la liberazione del Papa; ma egli diffidan-
del cardinalato Poni peo.lntantoCarlo du- do sempre de'suoi nemici, la notte pre-
ca di Borbone agli stipendi di Carlo V, cedente col Cavalierino, le gioie e l'oro
marciò con un esercito raccogliticcio e nel- fuggì travestito da mercante o da orto-
la più parte di luterani su Roma nel 1527, lano in Orvieto. Tranquillate le cose, e
onde soddisfarlo colle prede,non avendo tornato il Papa ali» sua sede, pare che da
denaro per pagarlo. Per evitare Clemen- certo Micheletto facesse rifare i due trire-
te VII convenne ad altra tre-
il pericolo, gni, colle gioie degli antichi guastati, ma
gua ammettendovi iColonuesi,che di mal non se ne ha sicura cognizione. Dipoi Cel
cuore dovè assolvere dalla scomunica e lini fu accusato a Paolo III di possedere
reintegrare Pompeo della dignità cardi- 80,000 ducati e la maggior parte in gioie
T U ! T I I

rubale alla Chiesa in Castel s. Angelo, ove Ho II un nuovo ornamento: fece col-
di
iii posto in eaiv.ere e nel Fuggirne si i -lip- locare in cima della tiara un grossissimo
pe una gamba. Nel pontificato stesso tli smeraldo di carati 4<>4 e mezzo, che for-
Paolo III e nel 1 544 ^u scoperto vicino mava la base alla croce di diamanti, e in-
all'altare del tempio di s. Petronilla ora torno ad esso erano incise le parole: Gre-
basilica Vaticana, nel mede-
demolire il gari us X1IL
P. O. Al Sebbene il No-
simo, il sepolcro delle i\i\e figlie di Si- vaes nella Storia dì Sisto c\ dice che V
licone e di Serena, Maria e Termanzia, il suo triregno superava in beltà e valo-

spose consecutive dell'imperatore Ono- re quelli de' predecessori, non mi riuscì

rio, che similmente ebbe il suo sepolcro trovarne altra notizia. 11 triregno fatto da
vicino a quoto. Vi fu trovatoli corpo del- Clemente VI II,così lo degl'i sseGio. Paolo
l' imperatrice Maria vestilo d'una veste Mucanzio, nel Diario del suo viaggio a
d'oro tirato, che fusa pesò 4o libbre, ol- Ferrara. Anno 5oy8 die x maji dominic.
1

ire i5o anelli, vasetti di pietre preziose Pentecoste*, paratus fuit Ponlfex soli-
e una gran copia di gioie e di perle, die tis paramenti s, et cum pluviali rubro no-

furono impiegate da Paolo III nel forma- vo, et Tiara, seti Regno prelioso, de no-
re un ricchissimo triregno. Era il mondo vo ab ipso SS. D. N. facto, inargaritis ì

muliebre dell'imperatrice, con cui, secon- et lapidi bus preliosis ornato, et valde con-
do l'antico costume, fu fatta seppellire dal spiato, valoris, ut ajunt, ultra 3oo mil-
suo amantissimo consorte, che l'avea in- liiun aureorum , quod hac die primuni
consolabilmente perduta appena sposata. porlavit. Sedquuni csset ni/nis angustimi
Fra le altre cose pregevoli ivi trovate e- in apertura,non potuit illud diufitts f-rrej
ravi una laminetta d'oro, in cui erano in- sedne sibi a capile caderci, vlx illud por-
cisi i nomi di quegli Angeli, di cui par- lavil usque ad altare ss. Sacrata, ubi eo
lai nel voi. XVII, p. 166,167,168. Alcu- deposito, fida oratione, aliud pretiosis-
ne perle grossissi me il tempo le avea gua- simuni Julii PP. Il accepit et porlavit
state, e si sfogliavano come le cipolle. I tani in eundo ad Cappellani, qua ni re-
gigli fàrnesiani che circondavano questo denudo ab ea. Anche il magnifico Urba-
triregno, e stemma di Paolo 111, erano no Vili fece un prezioso e ricco triregno,
mirabilmente formati da tanti zaffiri o- di cui vado a parlare dicendo come lo fe-
1ientali, tagliali appositamente. Siccome ce rilegare Pio VI, altrettanto avendo pra-
Paolo III era gibboso e colla testa curva, ticato co'triregni di Giulio II, Paolo III
il bizzarro BenvenutoCellini, avendo bia- e Clemente Vili giacché dopo il sacco
,

simato che il triregno gli piangeva in lev di Roma non più esistevano que' di Bo-
sia e che pareva un uomo vestito di pa- nifacio Vili, Paolo li e Leone X. Dirò
glia, perde la grazia di Paolo III. S'igno- prima, che mentre nel 712 il principe 1

ra se Paolo IV redimesse il triregno la- Federico Augusto di Sassonia (V.) s'i»


sciato in pegno a certi mercanti in tem- struiva in Bologna per abiurar gli errori
po di sede vacante, come ricavasi da que- di Lutero, per frastornarne il lodevole
sto pauso, riportato ne* Possessi dm Can- proponi mento, alcuni principi protestanti
cellieri. Paulus IV i3uov.i555. Coro- minacciando 1' invasione della Sassonia,
nata pontifìciam preliosam, Regnimi min- Clemente XI che tante preghiere a Dio
cupalam, quam nominili mercatores de avea fatte per la salute eterna del prin-
Olgiale, et Ubaldinis ex causa certi con- cipe, scrisse al di lui padre Augusto li re
Iractus cimi eis per collegium cardina- di Polonia ed elettore di Sassonia, asp-
lium sede vacante farti in pignus habitat, irandolo non solo de'suoi caldi uffizi co'
Tliornae de Maritai consigliati promisit. sovrani cattolici, ma anchedi soccorsi pe-
Gregorio Xlll arriccia il triregno di Giù- cuniari, disposto perciò a vendere gli ir-
TR I TRI 57
redi sagri più preziosi e l'istesso triregno, prezioso triregno il suddescritto smeral-
StJbsse bisognato, per rintuzzar la violen- do di Gregorio XIII, il quale pervenuto
za de'nemici. Un zelo così generoso, Dio per quanto dirò in mano di Napoleone I,
compensò colla desiderata conversione del lo fece porre nella sommità del triregno
principe al cattolicisoio. Mentre la s. Sade da lui donato a Pio VII; il quale trire-
possedeva memorali 4 triregni, il Papa
i gno, dice Baldassari, rapilo dal generale
Pio VI, che in magnificenza e grandezza Miotlisper rimandarlo a Napoleone I, iu
d'animo non la cedeva ad alcuno de'suoi ultimo fu restituito al medesimo Pio VII
piìi splendidi predecessori, per maestre da Luigi XVIII re di Francia. Il 2. tri-
decoro delle pontificie funzioni, dal gio- regno di Paolo III, nel 1789 fu disfatto
ielliere pontificio Carlo Sartori li fece ri- e rimodernato di bella forma e nuovo di-
legare di nuovo, e quell'eccellente arti- segno, con corone rilevate tutte filettate
sta ne die la minuta descrizione a Fran- d'oro, e guarnite di perle orientali e sca-
cesco Cancellieri, il quale la pubblicò in ramazze, infilate con filo d'argento fino
Roma prima nel i 788 nella Descrizione per renderle stabili e non soggette a veru-
de' tre Pontificali, cioè le descrizioni de' na perdita. Le rose di dette corone a for-
triregni rinnovati di Giulio li e Clemente ma di giglio, erano di zaffiri orientali ta-
a
Vili; nel 1790 nella 3. parte della De- gliati e lavorati a tale effetto. Furono poi
scrizione delle cappelle pontificie, le de- aggiunte molte altre pielr* preziose orien-
scrizioni de't riregni rimodernali di Giu- tali e occidentali, per eseguire il nuovo
8
lio II e Urbano V III; e nel 1 3 1 4- ne ^ a 2 « disegno; cioè 5 diamanti grossi e 14 di
edizione della Descrizione de' tre Ponti- mezzani e (\i piccoli, 4 balasci grandi del
1

Jicali, le descrizioni di tutti e 4 « trire- Mogol e 4 mezzani, o rubini grossi e mez-


1

gni. Queste descrizioni furono riprodotte zani, e 4^3 mezzanelli, 184 zailìretti mez-
dal Novaes nel t. 2 delle Dissertazioni zani e piccoli, 5o smeraldi grossi e mez-
9
d'introduzione alle vite de sommi Pon- zani, 18 acquemarine oltre 2 grosse, q.o
a
tefici, dissert. 5. Della solenne corona- grisolite fra le quali 4 grosse, 12 topazi
zione de' Pontefici j e dal Ba Massari nella grossi e 8 mezzani,6 giacinti grisopazi ol-
1

Relazione delle avversità e patimenti di tre due grossi, 2 amatistegrosseeS mezza-


Pio li, t. 2, lib. 3. Di tutti mi gioverò ne, 24 perle grosse pendenti e moltissime
senza replicare il già riferito. lli.° trire- grosse tonde pendenti mezzanelle fram-
gno di Giulio li nel 1789 fu rilegato con mezzo, che formavano 6 cordoni delle 3
un vaghissimo disegno. Conteneva 3 dia- da pie-
fascie sotto le corone, e nella fascia
manti di rara grossezza e 36 fra mezza- di le lettere di rubini orientali tagliati
ni e piccoli , 24 balasci grossi assai del appositamente e che componevano le pa-
Mogol, 22 zaflìri orientali grossissimi, it\. role Più* VI P. 31. Anno XV. Il fon-
:

smeraldi, 12 rubini mezzani e 2 piccio- do del triregno era tulto di perle minute
lissimijoltre una gran quantità di perle o- che furono aggiunte. Nella cima del me-
rientali e scaramazze, molte perle grosse desimo un grosso baiaselo del Mogol for-
a gocciola, ed altre tonde, e 6 cordoni i mava base alla croce, tutta di diamanti
dellefasciedi perle orientali grosse ed una con testate di rubini, ed il pieduccio era
tonda grossissima. Nella fascia da piedi si tutto d'oro con 4 testine, rappresentanti i

leggeva il nome di Pio VI, che lo fece ri- venti (parte dello stemma B raschi di Pio
legare con copioso accrescimento di pie- VI), con sodio di rose d'Olanda, e fiori di
tre preziose, formato con lettere di dia- brasca smaltati. Le infide erano ornate
manti tagliati a tale effetto, in questo mo- di buon disegno,filettate di oro,con perle e
do : Ex munificentia Pii VI P. O. M. con molte pietre preziose, ed alla fine del-
Anno XIV. Figurava iu cima di questo lemedesime si vedeva l'arma tutta d'o«
58 T 1\ I TRI
io ili bassorilievo, collo stemma di Pio VI perle e colle ricordate pietre preziose, e
smaltato, e col fondo delle code di tocca intorno all'ornato delle medesime, a gui-
d'argento. Il 3." triregnodi Clemente Vili sa di galloneino,era una bacchettimi smal-
fu rifiuto in migliorforma de'precedenti tata turchina, e nel (ine l'arma tutta d'o-
nel 782, con aggiunta di moHeallre pie-
i ro in bassorilievo colloslemma di Pio VI
tre preziose. Le3corone erano rilevate con smahatoeil fondo di tocca d'argento.lnol-
filetti d'argento (ino, per renderle stabili. ti e in tempo di Pio VI eravi un altro tri-

) cordoni di perle grosse tonde e a peret- regno leggero d'uso, al (piale egli nel 1 780
ta. Inoline ti vedevano e) diamanti grossi, fece fare la croce di diamanti con testata
9.37 fra piccoli e mezzani, zalliri orien- di sineraldi,e sotto la medesima una perla
tali, baiarci del Mogol, smeraldi, plasme grossa tonda che formava il mondo, colle

di smeraldi, giacinti, topazi, granate, a- rose di brillanti. Inoltre Pio VI fece due
matisle, e un rubino orientale a goeeia mitre preziose, e rimodernò quelle di s.
di i.° colore. Anche le code erano di nuo- Pio V e di Paolo V, tutte descritte a AIi-
vo disegno, con l'armi d'oro guarnite. Nel- tra. Leggo in Novaes, che per la nuova
la fascia da piedi si leggeva con lettere rilegatura de'triregni e delle mitre, e pei*
smaltate Pius FI P. M. Anno Vili.
: l'accrescimento delle gioie, v'impiegò Pio
Il 4«° triregno d' Urbano Vili
che nel , VI un milione di scudi. I discorsi 4 tri-

790 fu disfatto e rimodernato con beila


1 regni e le 4 mitre, dallo stesso Pio V I fu-
forma, con nuovo disegno con corone ri- rono di necessità ben presto fatti scioglie-
levate e guarnite di perle e pietre prezio- re per darne il loro prezzo a conio de'6
se. Le rose di queste corone erano a for- milioni di franchi (scudi dice il Novaes)
ma di rosa naturale con gambo di sme- da sborsarsi, in seguito del fatalissimoe
raldi , e foglie di grisolite tagliate a tale rovinosissimo trattato di Tolentino (V.) t
elicilo, con molte altre pietre preziose o- dettato e imposto da Napoleone Bonapar-
rientali e occidentali aggiunte pel com- te comandante de'fraucesi occupatoli del-
pimento del nuovo disegno, cioè un dia- lo stalo papale nel febbraio 797. Il sud- 1

mante grosso a goccia e 79 mezzani, 18 detto gioielliere Sartorj ,che ne avea fitte
za (lì ri grossi e mezzani e 1^0 piccoli, 5o non li stimò più di scu-
tu Ite le legature,
balasci,3 rubini grossi e 37 mezzani e pic- di 285,885, come risulla dal Sommario
coli, i56 smeraldi mezzani, 67 topazi gros- della scrittura romana di partecipazio-
si e mezzanelli, 6 acquemarine, 4 giacinti ne di mercede per i sig." Michele Mas-

grossi, 5o grisolite grosse e 36 mezzane, selli,Nicola Garroni e Vincenzo Gclpi


con moltissime perle grosse orientali,ed a n.°8. Osserva il contemporaneo Baldas-

pendere nelle corone e ue'6 cordoni delle sari, che nominati preziosi ornamenti
i

3 fascie sotto le medesime corone con pia- papali, essendo stati destinati da Pio VI
lletti smaltati turchini, e nella fascia da a servire al pagameli lo delle taglie im-
piedi le lettere erano tutte di grisolite in postegli da'suoi nemici, fu certamente pel
n.°di 171, tagliate e lavorate a quest'uso, Papa un sacrifizio che gli dovette costare
componenti l'iscrizione: Pius VIP. 31. uno sforzo tanto piti doloroso, in quan-
Aimo XVI. Nella cima di questo trire- to che gli ornamenti erano stati da lui di
gno un balascio giallo orientale formava recente abbelliti e arricchiti,secondo quel-
Imsc alla croce di diamanti, ed il peduc- la sua gran magnificenza che sarà sem-
cio con due pallini tutti d'oro, quali te- pre ricordata con ammirazione. Oltre tali
nevano una fascia cou lettere di rose d'O- gioie, e la requisizione di quelle de'sud-
landa. fondo del triregno era tutto di
Il diti, cogli ori e gli argenti, sacrifizi enor-
perle minute. Le infule erano ornate di mi e calamitosi, da me narrati e deplo-
buon disegno, e tutte filettate d'oro con rati a Tesoriere, a Tolentino, e articoli
TR I TR 1 59
relativi, Pio VI per adempiere i duris- mente, massime il voracissimo commis-
simi patii della fugace pace, v' impiegò sario Haller, che si servi degli ebrei per
pure le suppellettili preziose delle chiese, una nuova stima delle gioie, e ne fu rim-
il tesoro del santuario di Loreto, le perle, proverato da Cacault. Piuttosto devesi
le gemme, l'oro ricavati anche da' man- confessare, che a Bonaparte bisognava a-
ti, dalle pianete, dalle stole, da' formai», ver milioni in contanti, e per averne col
dalle milre preziose, dagli anelli e da- vendere le gioie pontificie, era necessa-
gli altri ornamenti pontificali della Sa- rio venderle in tempi di generale defi-
grestia pontificia (/".), la quale da ric- cienza di denari a prezzo bassissimo; l'e-

chissima che era si trovò del tutto depau- poca era cosi calamitosa, che niuno po-
perata. Il gioielliere de'palazzi apostolici teva sperare di fare pronto e buon gua-
ammucchiare le dette gioie,
Sartorj, per dagno comprando perle e pietre preziose.
quantunque assiduamente lavorasse più. Cacault stesso biasimò le pretensioni bru-
che poteva, v'impiegò in islegarle dagli tali e ingiuste, l'esorbitanti esigenze ti-

ori e argenti ili cui erano legate il tempo ranniche di Haller e di altri; dicendo che
che trascorse da'28 febbraio a' o marzo i il Papa ormai era smunto, e non pote-
di detto 1797, per satollare l'esigenze del- va dar ciò che non avea, aver fitto sforzi
la repubblica francese, ingiuste e prepo- estremi, ed essere in travaglio e fallimen-
tenti, anche a irreparabile danno dell'ar- to, enon doversi comandare a Roma ad
te della più insigne orificeria, dovendosi usanza di tartari e corsari, dopo avere il
distruggere moltissimi capolavori di essa governo romano pagalo trentun milioni
e stupendissime sculture, come il famoso d'imposizioni. Per terminare l'angusliosa
formale di Clemente VII, fatto dal som- vertenza del calo delle stime, Pio VI sog-
mo orafo Celimi. Il Baldassari che tutto giacque ad altri gravissimi sagrifizi e spe-
vide e di tutto fu esattamente istruito, de- dì a Modena, a Milano e poi a Genova
scrive ancora il pregiudizievole modo co- con altre gioie del valore di quasi cinque
mesi riceverono da'repubblicani francesi milioni, stimate bassissimamente a Mila-
le contribuzioni. Le gemme e le perle, no, Gio. Battista Sartorj figlio di Carlo
in quanto al Papa, erano apprezzate da e un perito di conti, per usar tutte le con-
Carlo Sartorj, gioielliere palatino, e da' discendenze e rassodare un'effimera pace.
3 gioiellieri molto rinomati Masselli, Gar- La dilapidazione commessa aMilano sulle
roni e Gelpi; e in quanto alla repubbli- che accompagna-
gioie, e tutti gl'intrighi
ca francese da Ulisse Pentini, e da'com- rono una serie di ribalderie, si ponilo det-
D) issa ri francesi Villetard, Munge e Ber- tagliatamente leggerle nell'accurato Bal-
thollet,alla presenza dell'agente Cacault, dassari. Narra il JXovaes nella Storia di
con precisione e scrupolosamente. Non è Pio FI, che avendo i francesi ricevuto
vero che nelle slime romane fosse stato le gioie de'triregni, delle milre e di altri
attribuito alle gioie un valore enorme- ornamenti pontificii in conto delle som-
mente maggiore del giusto, ad onta che me statuite nella pace di Tolentino, Ca-
Bonaparte pretese scrivere a'i4 maggio cault si portò da Pio VI a fargli l'offerta
al direttorio di Parigi: il Papa ha dato
ci di rendergli le gioie spettanti a' triregni
otto milioni di gioie, i quali secondo la per due milioni meno del valore loro e
stimazione diModena (dell'ebreoFormig- anche in rate. 11 Papa che molto brama-
gini,che osò ridurre a niente un tesoiodi va di conservare al Tesoro della s. Sei\e
gemme iniquamente !) non valgono più di e a'successori que'preziosi monumenti, i

quattro milioui e 5oo,ooo franchi. Tul- quali oltre a perpetuare lememorie della
l'altro. I commissari repubblicaui ridus- generosa pielàde'fedeli, servivano ad ac-
sero le stime arbitrariamente e ingiusta- crescere e render più maestose le sagre ce-
60 TRI TR I

remonie <lc*I supremo Gerarca, vi accudì Gregorio XIII vi si collocò, e probabil-


subito, e perciò spedì a Milano il gioiel- mente per non potersene fare altro uso,
liere Sartori, ed il banchiere poi duca d. a motivo di sua iscrizione.
Giovanni Torlonia per combinare l'oc- Nel 1800 in Venezia fu eletto Pio VII,
corrente. Ma siccome i francesi pretende- e ricevè la mitra preziosa che pel nuovo
vano C) milioni di moneta elfettiva, sborso Papa durante il conclave avea donato
r
impossibile ad effettuarsi per la deficien- n)g. Sebastiano Alcaini veneziano soma-
J
za in cui era stato ridotto il L apn, dovè sco, che nel 1 785 Pio VI avea tfaitato da
Pio VI contentarsi di ricuperare una par- Apollonia inpartibus alla sede di Bellu-
te di quelle gioie; ma lo spoglio de'suoi no. Narrai nel voi. XVII, p. 227 e altro-
domimi e il suo detronizzamento gì' im- ve , che essendosi portato Pio VII nel
pedirono di rifare neppure un triregno, 1804 in Parigi a ungere Napoleone I im-
né una mitra. Per finire la narrativa di peratore de'francesi e l'imperatrice Giu-
qtiesta espilazione delle sagre gemme di seppina, nella sua coronazione, che l'ira*

Roma, ricorderò di aver notato nel voi. peratore fece da se stesso e a un tempo
LXXVI, p. 324, ebe Pio VI per sazia- coronò sua moglie; dipoi l'imperatore gli

re l'esigenze di Haller, mandò in depo- donò il prezioso triregno esistente , che


sito nd ari banchiere di Genova gioie e vuoisi formato con parte delle gioie dei di-
brillanti de'triregoi e mitre sciolte per un sfitti antichi triregni, e gli altri oggetti ivi

valore di 10 milioni, sui quali la repub- notali, per cui si pubblicò nel n. °5i del Dici'

blica ne pretendeva 4' di compenso alle rio di Roma de'26 giugno 1801." Essen-
stime credute esagerate; per cui almeno do giunto in Roma il ricco e vaghissimo
6 milioni appartenevano al governo pon- triregno, che S. M. I. e R. Napoleone I
tificio; ma appena seguì in Roma l'ucci- manda iu regalo alla Santità di Nostro Si-
r
sione di Duphault, il direttorio di Pari- gnore; perciò l'E.roo Sig. Cardinale Giu-
gi, che l'avea provocata, ordinò il seque- seppe Fesch ministro plenipotenziario
stro di tutto il tesoro e se l'appropriò con dell'I. M. s. Sede, la se-
S. presso questa
pubblico ladroneccio, e quindi consumò martedì lo presentò al San-
ra dello scorso
l'intera occupazione dello stato pontifi- to Padre. Questo triregno è di fondo vel-
cio e lo democratizzò, dopo aver detro- luto color perla, con tre magnifiche fascie
nizzalo e imprigionato Pio VIa'20 feb- c'isoliate e guarnite di rare e grosse pie-
braio 1798. Quando il general Berlhier tre colorite di primo colore, consistenti
mosse all' invasione di Roma, fra gli o- in zaffiri, smeraldi e rubini orientali del
staggi che esigette, vi volle compreso Car-, Mogol. Queste si vedono contornate da
lo Sartorj gioielliere di Pio VI. Così i fran- brillanti di ottima qualità di concia d'Iu-
cesi, fatti i conti a modo loro, percepiro- ghilterra, lavorati doppi; sonovi ancora
no 6 milioni di franchi o lire lornesi di delle fila di perle tutte orientati , e sor-
più de'3o milioni voluti a Tolentino, ol- prendenti per la loro eguaglianza. Ciascu-
tre i capolavori d'arte e la cessionedi pro- na delle suddette fascie viene guarnita da
vincie. 11 Vita di Pio
eh. Pistoiesi nella due fila di dette pei le. Il cupolino è lavora-
VII, t. r, p. 38 e 241, dice che pel trat- to d'oro guarnito di rubini e perle, e nella
tato di Tolentino furono spogliali di tutte sua sommità posa un grosso smeraldo a
le gioie i 4 suddescritti triregni, per sup- foggia di due monti, da dove elevasi una
plire con essi a sei milioni di scudi; e che sorprendente ed elegante croce di gros-
forse il triregno fatto poi a Parigi d'or- si brillanti; indi seguono le due code di
dine di Napoleone I per donarlo a Pio egual fondo guarnite di rubini e perle. Il

VII, si eseguì con porzione di tali gioie. da capo de'fiocchi trovasi guarnito di di-

Sia comunque , almeno lo smeraldo di verse pietre colorate e brillauti. Le frau-


TRI TRI 6i
gie sono di perle e granoni d'oro. Segue 1810 si presero i Sigilli pontifìcii, e se-
finalmente il suo cordone di granoni d'o- gnatamente V AnvUoPcscat.orìo(V.), dal
ro con fiocco tondo lavorato simile a'fioo governo imperiale francese di Roma,e fu-
chi delle code. Tutto il lavoro è elegantis- rono inviati a Napoleone I. Il prelato E-
tissimo e riscuole giustamente le lodi di manuele de Gregorio (f.), poi m piissi- ;i

ognuno". Il cav. Artaud, Storia di Pio mo cardinale, delegato in Roma nello spi-
1 II, t. 46, racconta che l'impe-
2, cap. rituale perPio VII, pe'bisogni della Chiesa
ratore avea ordinato che migliori orefi- i universale, siccome gli fu tolto 1' anello
ci di Parigi fossero incaricati di cesellare pescatorio col quale sigillava i brevi, fece
una tiara, dietro disegni venuti da Ro- mi consegnò per-
fare altro sigillo, che poi
ma, che dovea poi più tardi essere pre- chè ne restasse memoria con descriverlo,
sentata al Papa. Il lavoro essendo affret- come feci nel citato articolo. Indi l'aiutan-

tato a forza di denaro e di premura, que- te di campo del general Miollis, gover-
veune presto portata in Roma.
sta tiara natore generale residente in Roma, par-

USanto Padre ringraziò tosto l'imperato- tìimprovvisamente da questa cittàcol tri-


re colla seguente lettera. «Dilettissimo fi- regno che Napoleone 1 avea donato a Pio
glio in Gesù Cristo. Abbiamo ricevuto il VII, e cogli altri ornamenti papali; onde
dono della ricchissima tiara che V. M. si per Roma si sparse la diceria, essete in-
è compiaciuta di mandai ci, e congiunta- tenzione dell'imperatore di farli tenere a
menle ammirata tanto la magnificenza di Pio VII. Piacque a Dio di annientare la
Vostra Maestà, quanto l'eleganza del la- formidabile potenza di Napoleone, di ri-

voro. Penetrali della più viva riconoscen- stabilire sul trono di Francia i Borboni,
za, noi rendiamo a V.3VI. le grazie più di- e di restituire trionfante alla sua sede Pio
stinte per un dono sì generoso, che sarà VII a' 24 maggio i8i4- Avendo anche
r
sempre conservato ed ammirato quale mg. de Gregorio ricuperato la sua liber-
monumento della munificenza di V. M. tà fin dal i.° aprile, uscendo dalla Force
e della memoranda epoca che ricorda. Noi di Parigi, si adoperò fortemente per ri-
ne faremo uso per lai.* volta nella pros- cuperare i più preziosi monumenti della
sima festade'gloriosiapostoliPietroePao- s. Sede, e dal conte d'Artois, poi CarloX,
lo, celebrandoli solenne pontificale nel- che assunse il governo di Francia pel suo
la basilica di s. Pietro, e così tutta Roma, fratello Luigi XVIII , ottenne il decreto
nel sommo pregio del dono, ammirerà la di restituzione; ma dovè trattenersi a Pa-
grandezza del donatore. Nel ripetere a V. perchè le mitre preziose e pontificie,
rigi,

M. Imperiale e Reale sentimenti a lei già


i donate dal vescovo Alcaini e dalla regina
ben noti del nostro cuore, siccome segno d'Elruria poi duchessa di Lucca nel pas-
del nostro paterno alletto, con tutta l'ef- saggio di Fio VII per Firenze., il triregno,
fusione dell'anima, le impartiamo l'apo- e diversi arredi della cappella pontifìcia,
stolica benedizione. Data in Roma, pres- colla sema gestatoria , si ritenevano dal
so s. Maria Maggiore, il 23 giugno i8o5, tesoro; le carte tolte al Papa in Savona
VI del nostro pontificalo. Pius PP. VII". dalla polizia, e l'anello pescatorio, erano
Napoleone per le sue esigenze inammis-
I presso il ministero de'culli; oltre 1 oc), 000
sibili, non vedendosi esaudito da Pio VII, volumi degli archivi di Roma , collocati
gli occupò lostato e lo fece trasportare pri- nell'archivio generale dell'impero, e per
1

gione a Savona (V.): mentre a'6 luglio la ricupera de'quali contribuì mg. Mari-
r
1809 rapivasi il Papa a Roma, l'impe- ni. Superate le difficoltà, mg. de Grego-
ratore trionfava nella battaglia di Wa- rio nel declinare di maggio partì da Pa-
gram nell'arciducato d'Austria. L'Artaud rigi eoi triregnOjl'anelloe gli arredi, e tut-
nel cop. 61 racconta, che a' 5 gennaio to festevole si condusse a Roma. Si degnò
e>2 tri T R I

narrarmi, che ammesso ali* udienza be- siste, nell'essere stato il triregno dismes-
nignamente da Pio VII, si felicitò di pre- so dal busto, rinnovandosi il fondo di vel-
sentargli il ricuperalo triregno, poiché a- luto nella tiara e nelle code; scassate e ri-

vrebbe potuto usarlo nella prossima fe- montate diverse gioie, come quelle della
sta de'ss. Pietro e Paolo, oltre l'anello pe- croce e delle code, e fatte tutte le occor-
scatorio; ementre si aspettava di vedere renti riparazioni e rimonte; nonché ripu*
apparire un raggio di giubilo sul volto lite tutte le gioie, ed il tutto rimesso di-
del Papa, invece e non senza sorpresa, ligentemente in opera , senza menoma-
con gravità e freddamente s'intese di- mente alterare in modo alcuno l'anterio-
re: ponetelo su quel tavolino, guatati- re forma ed ornato. Questo triregno è im-
dolo appena sott' occhio Pio VII. Que- ponente, nobile e maestoso, decorato da
sto turbamento, mi soggiunse il car- una collezione di pietre preziose colora-
dinale, probabilmente nel mansueto Pio te di gran pregio, contornate da perfetti
VII si sarà prodotto nel rammentare il brillanti e perle orientali.L'oro si valu-
complesso de'dolorosi avvenimenti, che si ta scudi smeraldo di Gregorio
1 1612; lo
rannodavano al triregno, la cui vista in XIII, che forma base alla croce, per la ra-
certo modo in quel momento non gli riu- rità di sua mole scudi 3ooo; tutto il tri-
scì gradevole. Alla morte del Papa i suoi regno, comprese le dette somme , venne
eredi pretesero il triregno, indi transige- stimato sotto lo stesso Gregorio XVI a
rono colla camera apostolica mediante un scudi 43,3 5o. Si forma questo bellissimo
compenso-disc, i 2,ooo,secondoalcuni,al- triregno di '3 corone, del cupolino, delle
triraddoppiando la somma. Nell'insurre- code e de' cordoni per tenerlo fermo sul
zione del 1 83 i,GregorioXVI fece nascon- capo. Ne farò in breve una generica de-
dere tale triregno ed altri sagri e prezio- scrizione, che ricavo da altra minutissi-
si ornamenti, per salvarli da depredazio- ma. Nella r."corona inferiore vi sono per
ni se in Roma avessero potuto prevalere guarnizione 8 mostaccioli e 6 rosoni di
i ribelli. L'onesta e fidata persona di ciò rubini a doppio contorno di brillanti, più
incaricata, per sicurezza pose in una cas- i4 rubini grandi. Basano sulla medesima
sa il triregno sotto terra. Tranquillate le 1 6 pezzi in oro,che compongono il meau-
cose, il triregno fu estratto dal nascondi- clrosopra di cui sono collocate 8 cartel-
glio, ma si trovò che avea sofferto, rovina •
lecon 32 rubini e in mezzo 8 smeraldi.
to il fondo del velluto, e disciolte diverse Dal meandro partono 8 rubini contorna-
pietre e perle. Gregorio XVI ne fu afflitto, ti di brillanti , i quali basano sopra due
e geloso custode delle cose della s. Seóe^ foglie in figura di tulipani, similmente in
rigorosamenteordinò, che ove occorresse brillanti e ballotte. La corona di mezzo
fosse dismesso e rilegato tal quale, e che si compone d'8 mostaccioli con 8 smeral-
allatto non mancasse neppure della più di contornati di brillanti, essendo tramez-
piccola perla, non badandosi a spesa. L'e- zali i mostaccioli da 6 smeraldi più gros-
secuzione fu affidata a'28 dicembre» 833 si e pure contornati di brillanti. Basa la

al probo e intelligente negoziante di gioie corona sopra 6 pezzi d'oro, che compon-
1

Annibale Rota, il quale egregiamente cor- gono il meandro, sopra il quale sono le
rispose alla sovrana fiducia, poiché in sua 32 smeraldi. Par-
cartelle in cui brillano
casa e sotto la vigile sua direzione il tri- tono dal meandro 8 smeraldi contornati
regno perfettamente ritoruòqual era pri- di brillanti, che basano su due foglie in

ma, cou soddisfazione del Papa e del mag- figura di tulipani, similmente in brillan-
r
giordomo mg. Patrizi ora cardinal vica- ti e balIelle.Olto cartelle d'oro sono guar-
rio, allorquando lo consegnò a'i5 mar- nite da 8 rubini contornali di brillanti.

zo i834.L'opcraziouc ch'egli vi fece coo- La 3." coroua si compoue di 8 mostaccio-


TR I TR I 63
li con rubini a doppio contorno di bril con un triregno così abbietto, fece forma-
lauti; 6 rosoni con rubini a dop-
più di re un triregno leggero per usarsi nelle
pio contorno di brillanti.Stilla medesima pontificie funzioni, ornato modestamen-
basano 6 pezzi che coiti pongono il mean-
1 te di 3 corone ricamate in oro e decora-
dro, sopra di cui sono collocate 8 cartel- te di vere gemme, e mi pare che costò cir-
le con 32 rubini. Partono dal meandro ca 1 5oo scudi. Per l'infàusta epoca della

8 rubini contornati di brillanti quali , i rivoluzione di Roma, de' 16 novembre


basano sopra due foglie in figura di tu- 1848 e successiva deplorabile repubblica
lipani, egualmente in brillanti e bullette. del 1849, il regnante Papa Pio IX fece
Le 8 cartelle in oro sono guarnite da al- nascondere.il triregno di Napoleone I al-

trettanti zaffiti contornati di brillanti. Il la rapacità degl' insorti, servendosi della


cupolino della tiara è guarnito da 8 ru- stessa encomiata persona a cuiavea affi-
dato eguale geloso incarico il suo prede-
bini con ^4 piccole perle, quindi si ele-
va il raro masso di smeraldo, più volte cessore. Si legge nel n.°6 del Giornale
ricordato, sul quale trionfa il salutifero di Rojna del i855. » Sua Maestà Catto-
seemo della Croce formata dii2 brillan- lica Isabella II ha inviato alla Santità di
o
ti. Le code sono guarnite di perle e pie- Nostro Signore Papa Pio X un ricco pre-
I

tre di colore, cioè di 70 castoni con ru- sente, quasi a solenne documento di sua
bini, con 4 Fa orna-
perle per ciascuno. speciale venerazione inverso la sagra di
mento al contorno medesime una ri-
delle lui persona e di sua filiale divozione alla
ga di perle tramezzate da 56 rubini. Guar s. Sede. Desso consiste in un triregno di
niscono la parte inferiore de'fiocchi delle rara bellezza e per la quantità delle pie-
code un meandro con 5 pietre di colore tre preziose e per il lavoro squisito. Tre
per ciascuna contornate di brillanti le , corone di eguale forma e dimensione, col-

quali pietre consistono in 1 zaffiri, in 4 locateadeguale distanza l'una dall'altra,


rubini, in 4 smeraldi. Le perle de'fiocchi cingono il berretto del triregno, che è un
si formano 17 fila per ciascuna. I due
di perfetto tessuto di filo d'argento apposi-
cordoni d'oro finalmente,cheservonoa te- tamente lavorato a mano. Ogni corona è
nere fermo il triregnosul capo del Papa, formata da una fascia orlata da due file
li riunisce il passante guarnito da un ru- di brillanti legati in oro, e tutta tempe-
bino contornato di brillanti. Altro pezzo stata di grossi brillanti disposti colla mag
sotto il passante ha uno smeraldo per par- gior simmetria, e ad una eguale distan-
te contornati di brillanti. Nella parte su- za fiamezzati da 8 stelle di gemme colo-
periore del fiocco del cordone vi sono 1 1 rate, di cui 4 sono rubini e 4 smeraldi.
rubini. Ne'detli pezzisi vedono 5 contorni Codesta fascia porta nel suo giro 8 orna-
di piccole perleche guarniscono mede- i menti, che presentano forma quasi di la

simi. Termina il fiocco con cascale di per- un fiore di lutti sono


vaga fattura, e che
le in ìi fila. Questo triregno di Napoleo- di brillanti, di cui uno di maggior gros-
ne I è pesante di circa 8 libbre, per cui sezza giace a mezzo di ciascuno di e*si.
lo stesso Pio VII, al quale fu donalo, a- Anche questi fiori sono divisi gli tini da-
doperò un triregno leggero fatto di car- gli altri da un ornato egualmente in bril-

tone, coperto di ricami d'oro e d'argen- lanti, la cui sommità porta una grossa per-
to formanti le 3 corone, con fìnte gem- la di t /"qualità. Onde il numero di questi
me di talco. Questo medesimo usarono ornati è eguale a quello de' fiori: e le 3
Leone XlI,Pjo Vili eGregorioXV [.Con- corone, che in nulla di (Feriscono fra loro
siderando quest'ultimo Papa, non essere nella forma,con tengono tante perle di con-
decente che il sommo Pontefice nella ma- siderevole grossezza quanti sono gli sme-
gnificenza delle sagre funzioni apparisse raldi ed i rubini. La sommità del trite-
G4 I R I TR I

gno poi è coperta da un rosone formato donativo e del primo uso fattone, ne fece
anch'esso di bri Hauti ledili in òro, e ab- parola anche la Civiltà cattolica,*. "serie,
bellito tla 6 perle leggiadramente dispo-
i t. (), aio. Gl'intelligenti trovarono que-
p.
sti-: mezzo di esso sorge un globo di sto triregno magnifico ed elegante, di for-
za (li ri duo pei fello attui ro, citilo da due ma giusta e regolare, del peso di circa 3
zone di brillanti, e sormontato da una libbre e perciò portabile. Sembra un mon-
croce egualmente di brillanti. Lecodedel te di brillanti tutti bianchi d'acqua per-
triregno sono di tessuto di filo d'argento fetta e uniformi; le 3 corone sono a for-
ricamato in oro, e orlale da vari giri di ma di diademi, i cui fogliami sporgono in
perle: fra i ricami primeggiano alcuni se- fuori, li fondo o fodera che cuopre il fri-

gni simbolici. Così questo triregno con- gio berretto conico, è di mnglia d'argen-
tiene da ben diecinove mila pietre pre- to tutta d'un pezzo falla in Lione. Si va-
ziose, dì cui dieciolto mila sono brillan- lutò da5o ovvero 60,000 scudi circa.
r
ti. Esso è opera del sig. cavaliere Carlo Nondimeno,quanto alla forma e suo com-
M. Isabella li, il
Pizzala, gioielliere di Si plesso, fu trovato più maestoso il trire-
quale La moslraloquanlo sia valente nel- gno di Napoleone I. Da allora in poi nei
l'arte sua. considerando, che questo lavo- pontificali e nella processione del Corpus
ro india lascia a desiderare nella preci- Domini si videro tre triregni, quello di
sione e nella eleganza. L'artista ha sapu- Napoleone I, quello d' Isabella II, ed il

to mirabilmente disporre a diseguo secon- triregno usuale. Quello di Gregorio XVI


do la loro dimensione una sì grande quan- riuscendo ormai piccolo per la testa del

tità di pietre tutte montate a giorno. regnante Pio IX, questi lo fece guastare
r
L'Eni. mo e Piev.mo s ig. cardinale Gio. neh 855, ed invece formò l'attuale più
Giuseppe Bonel-y Orbe, arcivescovo di grande e più ricco per la prima volta ,

Toledo, ebbe l'incarico dalla regina Isa- assumendolo nella Pasqua di Risurrezio-
bella 11 di presentare questo prezioso do- ne del medesimo anno. Questo nobile ed
no al Santo Padre, ed egli lo compiva ac- elegante triregno, fallo sotto la direzio-
r
compagnato da mg. Michele Garcia Cue- ne del valente cav. Pietro Paolo Spagna,
r
sta arcivescovo di Composiella, da mg. pesa circa 3 libbre e compresa la fattu-
Ferdinando de la Puente vescovo di Sa- ra si valuta circa scud'uSoo.E di feltro

lamanca.dairincaricalo d'affari sig.'eom- coperto d'un tessuto a maglia


fìnissÌQ)o,
r
inend. Banuelos, non che dal sig. conte d'argento egregiamente eseguito in Ro-
diCedilloe dall'artista Pizzala, ambedue ma ed è foderalo di sela. Le 3 corone
,

spediti appositamente a Roma per reca- sono d'oro in rilievo e leggerissime. Ec-
re il triregno. Sua Santità ne ha fatto uso co il novero delle gemme da cui è orna-
per lai. 'voi la nella grande solennità del to, fra le quali ve ne sono di quelle già
l

santoNatale". Infatti d precedente n. '2g3 del precedente triregno. Nella fascia del-
del Giornale di Roma del 854 1 avea ri- la /corona sonovi 6 piccoli rubini baia-
i 1

ferito, che recatosi il Papa la mattina dei sci,3 smeraldi, un giacinto grisopazio,
2.5 dicembre nella basilica Vaticana a ce- un'acquamarina, 2 rubini balasci, un zaf-
lebrarvi il pontificale, vestilo cogli abiti firo, i giri di perle orientali. Nel mezzo
pontificali e il triregno, scese dalla sedia dei»li
o 8 fiori d'oro che formano la coro-
gestatoria per venerare il ss. Sagramen- na, 4 smeraldi un zaffiro, 3 rubini ba-
,

lo:» e dopo avere oratoalquanlo, assun- lasci. Nelle 8 punte che sono tra un fio-
se il ricchissimo triregno in questi giorni re e Tallio, 6 granale e 2 rubini balasci.
a
a lui mandato in dono dalla pietà e mu- Nella fascia della 2. corona, 2 smeraldi,
nificenza di Isabella li regina di Spagna 3 rubini balasci, un grisolito, a acquama-
(y.)".D\ questo nobilissimo e religioso rine, 1 6 piccoli balasci e i file di perle o-
1

TR I TRI 65
rientali. Nel centro degli 8 fiori d'oro che alabarde, e giunta la processione all'al-
a
formano la detta 2. corona, 3 zaffiri e 5 tare papale, si depone il triregno colla

rubini balasci. Nelle 8 punte che sono tra testiera sulla mensa del medesimo altare,
un fiore e l'altro, 8 smeraldi. Nella fascia ed in cui celebrail Papa, dalla parte del-
a
della 3. corona, 1 6 piccoli rubini balasci, ed il gioielliere palatino con-
l'epistola,
2 zaffiri, 2 rubini balasci, un giacinto gri- tinua a rimanere alla sua custodia per
sopazio, 3 acque marine, una granata, i tutto il pontificale ; le mitre preziose col-
giri di perle orientali. Nel centro degli 8 le loro testiere collocandosi dalla parte
fiori che formano la 3." corona, i smeral- dell'evangelo/msieme alla mitra preziosa
di, un rubino balascio, 2 zaffiri, un griso- e al triregno usuali portali innanzi la cro-
lito, 2 giacinti grisopazi. Nelle 8 punte che ce papale da due Cappellani segreti (V.),
sono tra un flore e 8 granate. Nel-
l'altro, egualmente sopra porta-mitre o testiere.
la sommità un rosone d'o-
del triregno, Terminata la funzione il gioielliere ac-
ro con 8 rubini e 8 smeraldi. Sopra il me- compagna il triregno prezioso alla Ca-

desimo è la palla d'oro smaltata bleu, mera de' paramenti, donde era partita la
sormontata dalla Croce formata da 1 processione. Nella processione del Cor-
code finalmente vi sono 2
brillanti. Nelle pus Domini, il triregno e le mitre pre-
piccoli rubini, 4 topazi e 4 smeraldi. In ziose, il triregno e le mitre usuali non si

totale, ornano questo bel triregno i46 pongono mensa dell'altare. Dopo i
sulla
pietre preziose di colore e 1 1 brillanti, ol- cappellani comuni portatori del triregno
tre le perle orientali. Anticamente, come e delle mitre preziose, incedono gli aiu-
notai in principio, custodiva la pontifi- tanti di camera del Papa; ed inuanzi la

ornamenti preziosi pa-


cia tiara e gli altri croce pontificia pollano il triregno e le
pali il Pestarario, indi il cardinal Cd' mitre usuali i cappellani segreti.Quest'u-
merlengo di s. Chiesa poi il prelato Teso-
', so di portare innanzi al Papa i triregni
riere generale, e pev ultimo in una stanza e le mitre nelle processioni de'pontifìcali
di Castel s. Angelo (V.) con molta gelo- e nella processione del Corpus Domini,
sia; e nella Famiglia pontificia vi fu pure ed anche ne'possessi, è antichissimo. Nel-
l'uffizio di custode delle gioie; indi fu isti- la descrizione del possesso preso da Leo-

tuito quello palatino di Gioielliere de* ne X nel t5i3,aldire di Cancellieri fu in-


ss.Palazzi apostolici custode del sagro trodottolostile che»due cubiculari avea-

Triregno, com'è intitolato nel biglietto no una mitra episcopale per uno, da ric-
di nomina che ne fa il Papa a mezzo di chissime gioie e perle adornate, ed altri
r
mg. maggiordomo. Egli però mai custo- due co'regni circondati di corone, tutti di
di, come dirò, il pontificio triregno; il ti- finissime gioieadornati".Essi cavalcavano
tolo di custode probabilmente gli viene dopo gli altri cubiculari che in 54 coppie
dato, perchè quando nelle processioni de' come loro vesti vano di rosato,co'cappucci
pontificali e nella processione del Corpus attorno il collo, foderati di bianchissimi
Domini, Cappellani comuni (V.) in
i armellini, seguiti dal baronaggio e dalla
cappa rossa e nell'inverno con pelli d'ar- ss. Eucaristia. Nel possesso preso da Si-
mellino, dopo bussolanti, portano so-
i sto V nel 1 585, leggo che nella processio-
pra testiere foderate di velluto in seta di ne dentro la basilica Lateranense, fue-
colore cremisi, sostenute da cinte, il tri- runt portatae mitrae, et regna a Papae
regno e le mitre preziose pontificie, il gio- cappellanis ante Crucem. In queste ca-
ielliere de'sagri palazzi apostolici, in abi- valcate dipoi 4 camerieri del Papa por-
to nero e spada al fianco, al modo de'gen- tavano sopra aste corte, foderate di vellu-
tiluomini, incede a lato del triregno pre- to cremis, 4 cappelli pontificali'; ed al-
zioso, oltre due della guardia svizzera con trettanto facevano nelle4auuuali e so-
VOL. LXXXI. 5
66 T R I t 1; 1

lenni Cavalcate per le coppelle della ss. quali avanti la croce pontificia portavano
Annunziala, di s. Filippo, della Natività il triregno e la mitra usuale preziosa del
e di s. Carlo. Negli Acta Canonizatianis Papa. Noterò, che ne'pontificali, ancorché
Sa/te forum celebrali da Clemente XI
, il Papa non li celebri, ma tempi uemenle

nel 1712 nella basilica Vaticana e descrit- vi assista, pure il triregno e le milre pre-
ti dal ceremoniere Chiapponi, trovo a p. ziose si portano nella processone, e per-
2 18, che nella processione dopo il fisca- ciò coli' intervento del gioielliere palati-
le e il commissario incedevano Cappel- : no. Finche esisterono gli antichi triregni

la ni secretiPapae prae manihus mitras, e mitre preziose, nonché i formali pre-


et regna preliose segmentata deferen- ziosi, cioè finché Pio VI non le fece scio-
tcsj$e$ml\ da'camei ieri d'onore e segreti. gliere, dice il Cancellieri nelle opera ci-
Trovo nel Diarioistorico del contempo- tate, e così il Novaes nelle Dissertazioni,
raneo Cccconi, che Benedetto XIII nel ne'giorni precedenti a'suddetti 3 pontifi-

1724 pel pontificale di sua coronazione, cali (oltre quelli per laCoronazione del
nella processione all'aliare papale dopo i nuovo Papa e per la Canonizzazione de'
chierici di camera procedevano cappel- i Santi, ed altri straordinari, come a'noslri
lani comuni e segreti, vestili con vesti e giorni fu il glorioso pontificale dell'8 di-
cappucci rossi co'lriregni e mitre prezio- cembre i854 per la promulgazione del
se, che conservavano nel lesoro di Ca-
si decreto sul dogma dell'Immacolata Con-
slels. Angelo, indi veniva la croce del Pa- cezione della B. Vergine Maria), e nella
1

pa. Poscia descrivendosi la processione del vigilia del Corpus Domini, mg. Mag-
Corpus Domini, si dice che dopo caine- i giordomo e mg.' Tesoriere (/ '.), o altri

1 ieri segreti incedevano i cappellani se- deputati da loro a fame le veci (quando
greti e comuni che portavano le mitre e il tesoriere non riuniva la presidenza del
i triregni preziosi, seguili da'canlori e da- mare, oltre di lui v'interveniva tal pre-
gli abbreviatoli. Il Cancellieri che nel lato presidente), si recavano in Castel s.

1 788 pubblicò ìaDescrizioncde'trePon- Angelo, ciascuno colla propria chiave,col-


tifi cali di Nata le, eli Pasqua e di s. Pie- le quali era chiuso il cassone di ferro in
tro, riferisce che nelle processioni de'me- cui stavano riposte. Quindi si esimevano
desimi 4 cappellani comuni portavano 4 coll'assislenza del gioielliere pontificio, e
triregni e 2 le mitre preziose,dopo i came- si consegnavano a un cappellano segreto,
rieri extra .segui ti dagli aiutanti di came- rodandosi l'atto d'estrazione e della cou-
ra e da'cappellani segreti, due de' quali segna da un notaio camera, da cui e di

precedevano la croce pontificia colle due coli' intervento de' medesimi soggetti si

milre usuali; e che 4 triregni si poneva-i rogava l'altro atto, quando si riportava-
no mensa a cornu Epistolae, e le
sulla no nello stesso luogo,dopo le funzioni. Dal
mitre col triregno usuale a cornu Evan> cappellano segreto, nel ricevere i triregni
gelii dell'aitai e papale dove celebra il Pa- e le mitre, si collocavano nella stanza con-
pa. NtWnDescrizionc delle cappelle pon- tigua alla sala ducale del palazzo Vali-
ti/icicyche il medesimo Cancellieri stam- cano, e nella mattina prima della funzio-
pò nel 1 790, descrivendo la processione ne ponevano sopra una mensa, ticino
si

del Corpus Domini, ci dice, che dopo i alla camera de'parainenti ove si vestiva
procuratori generali delle religioni segui il Papa, ovvero sopra una mensa vicino
vano i cappellani comuni che portavano al pilo dell'acqua santa a destra della ba-
i triregni e mitre preziose, che a quest'ef- silica Vaticana, se il Papa assumeva i sa-
feltosi estraevano dal Castel s. Angelo il gri paramenti nella propinqua cappella
giorno precedente, segniti dagli aiutanti della Pietà. Aggiunge il Cancellieri e il

di camera e da'cappellani segreti, due de' Novaes, che il gioielliere pontificio, con
TR I TB I 67
vari alabardieri della guardia svizzera, a- Lipsiae et Francofurti 1694 Myste-
re), :

vea l'incombenza di star fermo alla loro rium Papali coronae. adscriptum Ens
custodia, e di accompagnare i triregni e hucusque reale Non-Enti Joannis Lu-
le mitre preziose, con altrettanti gioiel- dovici Ilannemanni oppositum, Cygnae
lieri in abito da città, alla sinistra de'cap- 1702 Veritas mysterii tiarae romani
:

pellani comuni che li portavano in pro : Pontificis olim adscripti*, novis aliquot
cessione, e collocavano gli uni é le altre testimoniis asserto, età contradictioni-
sopra la mensa dell'altare papale, vicino bus aliter sentientium vindicata, inser -
a cui restava lo stesso gioielliere per tut- tis observationibus historico-più lologi-
to il tempo del pontificale, dalla parte cis,Cygnaei7io. Gio. Lodovico Hanne
dell' evangelo. L'onorifico officio palati- man, Mysterion Papali coronae adscri-
no di gioielliere de'ss. Palazzi apostolici ptum Non-Ens, seu Comme/itarius in
custode del sagro triregno è a vita, e Gre- e. j,v. 5 Apocal.,quo demonstratur Pa-
1

gorio XVI vi nominò l'attuale cav. Fran- pali coronae mysterionjiumquamj'uis-


cesco Borgognoni. Questo uffizio consiste se inscriptum jHainbuvg'i GgS.Marc'An- 1

quale lo descrissi, talvolta però di fatto tonio ^lazzaroni di Monte Rubbiano, e


è anche gioielliere de'ss. Palazzi, come Io prof, di teologia in Perugia, Tractotus
fu con detto Papa il ricordato cavaliere, de tribus coronis Pontificis Maximis,
giacche ogni Papa ordinariamente fa ser- nec non de osculo s anetis sin/o rum cjus
vire la sua persona e il palazzo da'propri pedum^WQtnaeiSSS, e neh 609. Enrico
artisti che adoperava nel cardinalato, ov- Pipping (del quale (rovo óun opere teo-
vero li sceglie a suo beneplacito e perciò logiche tifali' Indice de'libri proibiti) pre-
talvolta conferma alcuno del predecesso- dicante del duca elettore di Sassonia, De
re. Dopo la dispersione degli antichi tri- triplicicorona romani Pontificis Dis-
regni, mitre e formali preziosi, custode del sertalo, Lipsiae 1692: Eadem disser-
triregno di Napoleone I, del triregno u- talo, nelle sue Exercitaliones academi-
suale, dell'esistenti mitre e formali, come cae juvcnilcs, p. 345, Lipsiae 1708. Teo-
«li tutte le Suppellettili sagre pontificie, filo Raynaud gesuita piemontese erudi-
è il prelato Sacrista delPapa\V.) :
e per tissimo per la singolarità degli argomen-
esso il p. sotto-sagrista, che tutto con di- ti, Corona aurea super Mytram i
ex-
ligenza custodisce nella Sagrestia ponti- pressa sig/u's sdnctitatis ì gloria hono-
fìcia del palazzo apostolicoValicano, pres- ris, Collectio illustrala titulorum scie-
so di cui slabilmenteahita. 11 triregno do- ctorum, quibus Concilia et Patres o-
nato dalla regina Isabella II, tuttora Io in/iium retro chrislianorum saeculorum,
custodisce il cardinal prefetto de'palazzi majestatem romani Pontificis , et lucu-
apostolici, a'quali appartiene pel disposto lentissimum Sedis apostolica^ splendo-
dal Papa. Sulla tiara e sul triregno scris- re///^ compendio expresserunl: Reposi-

sero i seguenti, riportati dal Novaes nel- ta Poppae genuensi, qui Christi Vica-
la Appendice dejla Dissertazione ^'.De rimi! infatui Antichristi nomine dehonc'
Pontefici eletti, ma non ancora corona- storat, liomaei647: Eadem collectio ,
f/.CristinnoGolthulfb Blumberg, Mystc- nelle sue Opera omnia, Lugdunir 665.
riunì coronae meretricis Babilonicae Angelo Rocca sagrista del Papa, Opera
fronlispicium^ sive exercitiumAnli-Bos- omnia, 1. ,p. 7 De Tiarae Pontijìciae
1 :

sueticum, quo mysterii nomen in coro- quam Regnum Mundi vulgo appellant,
na Patulli olim fuisse co/ispicuum, ex origine, significato et usti, Romaei 7 1
9.
Jpocal. VI, adversus Jac. Beni-
v. 5, Carlo Bartolomeo Piazza, Iride sagra
gnum Bossuelum demo// stra tur (il tito- spiegata ne'colori degli abiti ecclesia-
lo dice chiaramente lo spirito dell'auto- stici, Roma 1682. Li più si pouno vede-
.

68 TRI tu 1

re: Cori, Dìssertalio de mytrato capile caristia, la Penitenza, mentre che altri

Jesu Christi Crucifi xi ca p 8 . . Ma r t e e, De


1 1 di loronon riconoscono che isoli due pri-
Mitra pontificali apud christianos, t. i mi. Alcuni crederono che gli Anglicani
De antiq.Eccles. ritibus,^. 347. Giorgi, (V.) considerassero anche ì'Ordinazio-
De Liturgia rom. Ponti firis in solcmni ne come un sagramento, ed altri che fos-
celebrai, missarum, t. 1,0.27, p. 240. s*e in vece la Confermazione : ma questi
Saussay, Panoplia Episcopalis cap. 5: due sono contraddetti dalla Confes-
fatti

Tiarae summi Pontificis, contra Aioli- sione di fede anglicana, imperocché la


nari impias scurrili la ics, defensio. Ap- chiesa protestante <X Iiigliiltcrra(J .)y>v&-
prendo dal Moreni, Notizie del p. Povil- tende, non altrimenti che la chiesa pro-
lard carmelitano, che dobbiamo dolerci testante di Svezia (V.), di avere la suc-
che non die alla luce l'opera sua predi» cessione episcopale apostolica.
letta delle Memorie istoriche delle mi' TRISAGIO ANGELICO e TRION-
ire e de* triregni Pontificii e della loro FALE. V. Sanctus, Sanctus, Sanctus,
origine e cambiamenti,dalV Vili secolo e Tris agio Cherubico.
fino al presente (fine del pontificato di TRISAGIO CHERUBICO , Trisa-
Pio VII), arricchite de'rami di 1 5 diversi gius, Trishagius, Ter Sanctus. Verset-
triregni e di due medaglie. Poiché essen- to o inno che si canta nel venerdì della
dosi prefisso di fare uscire tali memorie settimana santa, e con fiducia e fervore
nell'idioma italiano, tradotte dal france- si recita pel terremoto, e in tempo di tem-
se, come avea fatto della Dissertazione peste e di fulmini, per placare Tira divi-
1
sopra V anteriorità del bacio de piedi na. Non si deve confondello coll'anleriore
de* sommi Pontefici, ali* introduzione e vitloriale Trisagio Angelico (V.), ben-
della Croce sulle loro scarpe o sanda- ché questo pure è denominato con tale
li; gli mancò il tempo di farlo esegui- vocabolo, tratto da\V Apocalisse, cap. 4,
re prima di partire da Roma, come tan- vers. 8, e già udito dal profeta Isaia, cap.
to desiderava, affinchè l'ornamento no- 6, vers. 3, cantare e ripetere 3 volte da-
bilissimo e splendido dell' augusto capo gli Angeli in cielo, e perciò di maggiore
òe' Sommi Pontefici, e in cui trionfa la antichità, chiamato Trisagio della Li-
Croce salutifera e portentosa, restasse e- turgia e della Messa perchè segue il Pre-

gualmente illustrato dalla sua penna, co- fazio (P.). Imperocché Isaia vide in cie-
me quello de'piedi per le Scarpe cruci- lo Serafini, che stando avanti il trono
i

gere, a Capite usque ad Pedesj il che per di Dio Io lodavano e benedicevano con in-
mirabile e benefica disposizione della di- cessantemente ripetere la dossologìa di
Tina provvidenza, e con indicibile confu- Sanctus, Sanctus , Sanctus, Dominus
sione e soddisfazione del riverente mio ani- Deus exerrituum, piena est terra glo-
mo, penna mia inferiore copiosamen-
alla ria tua: Gloria Patri, Gloria Fi Ho, G io-
te concesse, anzi anche per tutto quanto ria Spiritai Sanclo, l'eterno divin Pa-
lo riguarda in ogni cosa, mediante que- dre, l'eterno divin Figlio, l'eterno divino
sta voluminosa, compatita e incoraggia- Spirito. Lo stesso facevano in cielo quei
ta mia opera, con molteplici confortanti 4 da s.
mistici Animali, veduti e descritti
modi, quali vieppiù superano la mia e-
i Giovanni apostolo ed evangelista nella sua
speltazione. Però unicamente Laus Deo t Apocalisse. Attesta s. Ambrogio, che a suo
cui si deve incessantemente e in eterno tempo il trisagio cantavasi in oriente e
Gloria, Laus et Honor. in occidente. A somiglianza de'Serafiui e
TR1SAGRAMENTARI. Settari Pro- degli Animali, tanto più noi fedeli cristia-
testanti (V.) che ammettono tre soli Sa- ni qui in terra , credendo nell' ineffabile
grameli (F.), cioè il Battesimo, YEu- mistero della ss. Trinità (F.) t con umi-
TRI TRI 69
liare l'intelletto in ossequio della fede do- mortalità d'uomini e d'anirnali,fu per vir-
nataci da Dio nel santo battesimo, dob- tù diviua improvvisamente rapito in al-
biamo onorare, benedire e lodare la ss. e to e in cielo a vista di tutto il popolo che
Individua Trinità. Per eccitarci sempre a con gemiti e pianto replicava Kyrie elei-
r
rinnovare spesso tali atti di adorazioni, di son (/ .). Ritornando poi in terra il fan-
Iodi e benedizioni, Clemente XIII con- ciullo dopo un'ora, riferì d'avere udito

cesse i oo giorni d'indulgenza per una vol- da'celesti Spiriti cherubici cautare innan-

ta il giorno a quelli che con cuore contri- zi a Dio il detto trisagio, e subito spirò;
to adorando la ss. Trinità divotamente ilquale divino cantico ad alta voce repli-
reciteranno il trisagio Sanctus, Sanctus, cato dal popolo con divozione, per ingiun-
Sanctus etc. , e da potersi conseguire 3 zione del fanciullo e del vescovo s. Pro*
volte in tutte le domeniche, e nella festa ciò (V.) y onde placare l'ira divina, con
e 8.* della ss. Trinità. Indi il successore mirabile prodigio il terremoto, che da 6
Clemente XIV confermò in perpetuo ta- mesi rovinosamente spaventava tutti, ces-

li indulgenze, e di più concesse altresì in sò immantinente. Tutti si posero a can-


perpetuo la plenaria una volta al mese a tare l'inno tanto più volontieri ,
perchè
que'che nel decorso di esso avendo quo- venivano attribuiti pubblici flagelli per
i

tidianamente recitato il trisagio , in un le bestemmie che gli eretici di Costanti-

giorno ad arbitrio confessati e comuni- nopoli vomitavano contro il Figlio di Dio.


cati pregheranno per las. Chiesa e secon- 11 luogo dove fu rapito e portato in cie-

do l' intenzioni del Papa. Dichiarato il lo il fanciullo, si chiamò Exaltatio di'


più antico Trisagio Angelico, col qua- vinaj ed esso fu sepolto nella chiesa det-
le il Coro degli Angeli (F.) canta e can- ta la Pace. Quindi l'imperatore Teodo-
terà in cielo per tutta l'eternità le lodi di sio II, e l'imperatrice s. Pulcheria sua
Dio immortale, il quale nell'essenza d'u- sorella, attoniti del miracolo strepitoso,
na stessa natura sussiste in tre Persone ordinarono che il trisagio si cantasse per
divine, per distinguerlo dall'alquanto di- tutto l'impero, e nel 45 1 l'approvòe can-
verso Trisagio Cherubico, dirò che que- tò nel fine della 1." azione il concilio ge-
sto si compoue Sanctus
delle parole: +j+ nerale di Calcedonia; registrandosi il mi-
Deus-fy Sanclusfortis+fy Sanctus et ini- racoloso avvenimento nel Menologio dei
mortalis, miserere nobis. Il Magri nella greci a' 24 settembre, per celebrarne la

Notizia de' vocaboli ecclesiastici, a quel- memoria. Fin da quel tempo il trisagio
lo di Sanctus della messa, lo dice hymnus fu usato con gran frutto da'fedeli, e dal-
Angelicus , Cherubicus , Triumphalis, la chiesa non meno orientale che occiden-

Victorialis, et Trisagius dalla voce gre- tale. Il santo vescovo di Costantinopoli


ca significante Ter Sane tus, sebbene (\\xe- Proclo introdusse il trisagio nella liturgia
st' ultimo vocabolo propriamente signi- innanzi alla lettura dell' Evangelo, colle
fichi l'inno che spesso sogliono cantare i parole: Agio s Theos,Agios ischyros, A-
greci nella messa e in altri uffizi divini, gios athanatos , eleyson irnasj e fu se-
cioè Sanctus Deus, Sanctusfortis, San* guito dalla chiesa di Gerusalemme. Altra
ctus immortalis miserere nobis. Que-
, aggiunta nella liturgia greca non fece s.

st'inno misterioso fu per divina rivelazio- Proclo, mentre pretesero alcuni greci mo-
ne insegnato a un fanciullo, il quale nel derni ch'egli vi operasse vari cangiamenti,
44^» o 446 nel tempo de' terribilissimi cioè nella liturgia di Costantinopoli, ossia
Terremoti (/^.) di Costantinopoli, e di l'antica di Gerusalemme di s. Giacomo,
altri luoghi d'oriente e d'occidente, oltre- compendiata o riveduta da s. Gio. Criso-
ché la città era desolata dalla fame e da stomo la quale a poco a poco divenne
,

un puzzo pestifero che cagionava grande d'un uso universale nella chiesa greca. Di-
7o TR I TRI
.
.
s. Gio. Damasceno che gli ortodossi si te parole da lui aggiunte, li corruppe cou
servirono del trisagio per esprimere col insegnarglielo in lingua greca da essi non

maggior ardore la propria ledo concer- intesa; ma poi s. Saba abbate, come si
che Santo Dio, in-
ni nle ta ss. Trinità; legge nel Su rio a'5 dicembre, e nel Ra-
dicava Padre, Santo forte, il Figlio,
il mino 4 (J 2 ? n -° 39 e 4o, togliendo
an. le
Stinto immortalerò Spirilo santo. Il Mu- parole erronee, dichiarò agli armeni le
to dottore pai la ili questo cantico ne'snoi verità della fede, e volle che continuan-
trattati: De Trisagio, e De fide orlho- do a cantare le altre orazioni nella lip-
doxa. Alcuni anni dopo e verso il 4^3, gua armena, proseguissero eziandio a can-
Gìiafeo (F.) ossia Pietro Fui Ione, fana- tare in greco il trisagio senza le parole
tico fautore di Nestorio, essendosi intru- ereticali, perchè da tutti fossero uditi can-
so nella sede d'Antiochia, ardi temeraria- tarlo cattolicamente, in quell'idioma al-
mente di aggiungere paro- al trisagio le lora comune, cioè col quale erano stati
le: Qui passiti o Qui prò-
est prò nobis, ingannati , così potendo ciascuno accer-
pier iios fuit Crucifi. rus,o Qui Crucifi- tarsi della sincerità e purità di loro i'ede.

.eus es prò nobis, attribuendo erronea- Questocostumefuabbracciato dalla chie-


mente la Passione non al solo Figlio, ma sa occidentale nel venerdì santo, giorno
a tutte e tre le Persone della ss. Trinità, della morte del Salvatore, nel tempo del-
e di questa sua addizione scrisse ad Aca- l'adorazione della Croce (/"'.), al line di
cio vescovo di Costantinopoli , il quale ogni Improperio (/"'.) alternativamente
sebbene in altre occasioni eragli stato fa- cantandosi solennemente in greco e in la-
vorevole, nondimeno nel 478 adunato un tino da due cori e còlle parole riferite di
concilio in Costantinopoli, condannò l'er- sopra, come notai nel voi. Vili, p. 309,
rore di Gnafeo, e da alcuni di que'vesco- ed in greco in detestazione della bestem-
vi fu ripreso acremente con lettere, ve- mia in tale lingua introdotta e mescola-
nendo dal si nodo deci età tofana tema con- ta nell'inno da Gnafeo, e colla quale era
tro quelli che avessero aderito a tale e- stato corrotto, confessando non essere al-
leticabestemmia. Così Gnafeo si scuoprì trimenti crocefissa la ss. Trinità, ina il so-
eutiehianOy con riconoscere in Cristo una lo e umanato Verbo, Avendo diversi ar-
sola natura; apolli narista, dicendo che meni ripreso il trisagio colle parole ripro-
la carne di Cristo venuta dal cielo si era vate di Gnafeo, loro lo vietò Papa s. Gre-
convertita nel Verbo; e s niellia no , at- gorio VII BeWEpis ti del lib. 8, a'quali
tribuendo la passione egualmente al Pa- fu anche proibito da un decreto della con»
dre, al Figlio e allo Spirito santo; poiché - gregazionedi propaga fida fide de'3o gen-
sosteneva che una sola Persona era nel- naio 635,la quale loro ingiunse di canta -
1

la divinità, e rinnovando l'eresia àe'Teo- re il trisagio senza le parole vietate in lin-


pasehili (^ .), così detti perchè asseriva- gua greca, benché la loro salmodia e ri-

no che la divinità a vea patito, i quali pro- ti si eseguiscono col nazionale idioma.
priamente solevano aggiungere al trisa- Questo trisagio si trova altresì in altre li-

gio le parole: Qui Crucifixus es prò no- turgie, come nell'etiopica, copta, siriaca,
bis, introdotte dallo stesso Gnafeo nel sen- e nell'uffìzio mozarabico, senza alcuna ad-
so eutichiano. Laonde Gnafeo fu condan- dizione e quale l'insegnò s. Proclo, mal-
nato e scomunicato anche da Papas. Feli- grado tutti gli sforzi dell'empio Gnafeo e
a
ce \\\,co\V Ejrist. 3. a lui diretta nel 4 ,<:

>4> de'suoi settari. Vedasi il Remino, Ilisto-


e riportata dal Labbé, Concilio/', t. 4> p» ria di tutte Veresie; l'annalista Raronio
j oG3.Tultavolta l'errore dell'eresiarca si an. 44^> H'°5 e seg.; ed il Lambertini, Del-
a
propagò per alcuni paesi, ed acciò gli ar- la Messa, sez. i. cap. 1, § 2 dell'in-
s. , 1

meni cantassero il trisagio colle riprova- no Sanctus 9 Sanctus, Sanctus. Egli dice
TR I TRI 71
che i chiamano trionfale, ed la- /erto alla ss. Trinità, Roma 1735. Bene-
greci Io i

tini angelico; e che non deve confonder- detto XW,Defestis,p. 258. Borgia, De
si col trisagio Sanctus Deus, Sanctusfor- Crttce Vaticana: Thrisagius, frequen-
tis, Sanctus immortali*, inno viltoriale tissima oratio ingraeco ritoj cur in ec-
o angelico, come osservò Menardo, nel- clesia latina bilinguiformula canatur?
il

le note al Sagramentario di s. Gregorio Thrisa gii formula orthodoxa quae cs-


I; ed il Juenin, De Sacra mentis dìssert, set? Altera nonnullarum occìdentalium
5; che il .°trovasi in tutte le liturgie gre
i Ecclesiarum. Goar, Rituale gr accorimi,
che e latine, il 2. cantasi quotidianamen- p. 09. Sigismondo Jac. Baumgarten, Ili- 1

te da'greci nel principio della liturgia, e storia Trisagii, Halae 1736. Petavio,
da'latini solamente nell'oflìzio del vener- Theolog. dogmat. t. 4> l»' 3 5, cap. 4- -

dì santo. Il Mazzinelli nell' Uffizio della TRIS! PI, Trisipellis. Sede vescovile
Setti/nana santa , dice che nel venerdì della provincia proconsolare d'Africa sot-
santoal fine di ciascun improperio e men- to la metropoli di Cartagine. Ebbe a ve-
tre si adora la Croce, si canta in greco e scovi, Vittore che trovossi alia conferen-
in latino alternativamente da due cori il za di Cartagine tenuta nel 4 M J e Felice
celebre trisagioAgios o Tlicos- Sanctus che sottoscrisse la lettera che il concilio
Deus. Agios ischyròs- Sanctusforlis. A- proconsolare d'Africa mandò nel 646 a
gios athànatos eUyson imàs - Sanctus Paolo patriarca di Costantinopoli contro
immortalis miserere nobis. Fu esso da i monoteliti. Morcelli, Afr. chr. t. 1.

prima inserito nella liturgia, per essere TR1SULTI, Trisulto. Certosa celebre
cantalo in onore della ss. Trinità; ed og- dello stato pontificio, nella delegazione di
gi cantandosi in tempo che si adora il Cro- Prosinone, paese degli antichissimi erni-
cefisso, si vede che in esso si ha la mira ci, situata presso e nella diocesi d'Alalri,
a Gesù Cristo, ed a lui si riferisce in quan- antichissima citlà,celebre anche per le sue
to è uno nella Trinità, che vestito di no- mura ciclopee,e pel corpo di s. Sisto I{ V.)
stra carne fu posto in croce, e ad esso ri- Papa e martire, che si venera nella cat-
corriamo per implorare misericordia. Co- tedrale; nel territorio di Collepardo, del-
me nell'inno angelico della messa si dice: la quale comune, della certosa e della sua
Tu solo Santo, tu solo Signore, tu solo grangia di Ticchiena riparlai nel voi.
Altissimo, o Ge.sù Cristo; così essendo e- XXVII, p. 269, 270 e 317, e negli ar-
gli Santo decanti, uomo e Dio viven-
il ticoli che indicherò in corsivo. Distante
te r vero ed immortale, si dice a lui Santo miglia 4 i/2 da Trisultiè la famosa Grot-
Dio, Santo forte, Santo immortale, ora ta di Collepardo, visitata per le sue na-
che appunto gode vita immorta le alla de- turali, singolari, variate e imponenti cri-
stra del Padre particolarmente in questo stallizzazioni, stallatlili o stalagmiti e al-
giorno, che colla sua morie ha vinto la tre curiose petrificazioni, di gruppi di for-
morte e l'inferno.Scrissero sul trisagio.Th. me diverse e scherzi trasparenti; grotta
Vegelino, De hy nino Trisagio, Franco- emula di quella pure dalla natura for-
furlii 609. Pietro Allix, De Trisagii o- mata in Anliparos nella Grecia. La cer-
/7g//K J R.othomagii674.Gio. Giorgio À-
>
tosa prese il nome dal castello che vicino
bieht, De Domino Esajae viso, et Tri- sorgeva, e chiamato ancora TrisaltoJoV'
sagio celebrato, Gedani 7 1 8. Menochio, 1 se a tribus saltibus, cioè dalle sue tre col-
Stuore, t. 69: Dell'ori-
2, cent. 6, cap. line boscose, ne'bassi tempi tributario de-
gine del Trisagio, cioè del versetto che gli alatrini, demolito ob malitiam inha-
si canta la setti/nana santa, e per qual bitantium in cimi, dal popolo di Castro
causa canta in lingua greca. Fr. Sa-
sì ueli3oo per ordine de'Colonnesi polen-
verio Brunetti, Orazione e Trisagio of ti. Ivi fu già la chiesa e il monastero edi-
7* TRI TR I

ficati nel 999 da s. Domenico di Foligno affari del corpo della religione, senza pun-
clrll'ordiiie benedettino, detto di Sora pel to ingerirsi però nel
governo della c;isa e
monastero abbate e fondatore;
di cui fu sua amministrazione, e facendovi la per-
e siccome con Lubini Abbatiavum Ila- manenza il p. generale, sarà mantenuto
line, p. 394*. De nbbatia titillo s. Bar- e trattato, come richiede il suo grado e
tholomaei de Tri sullo , e con altri auto- la sua dignità. 4-° Dovrà la certosa di Tri-
ri, all'articolo Certosa ne dissi fondato- suiti addossarsi i pesi annessi e connessi
re s. Domenico Loricato, così per emen- a quella di Roma, come mantenimento
darmi e perchè meglio apparisse la diver- intero degl'individui, sagrestia, fabbrica
sità che passa fra' due santi e il da loro e tuttociò che necessiterà al mantenimen-
operato, ne compilai le brevi biografìe, to e manutenzione, tanto degl'individui
sebbene non comprese nel Butler, che sol* che della chiesa, sagrestia e chiostro. 5.°
tanto mi proposi a guida nella parte a- Per il risarcimento del chiostro non do-
giografica di questa mia opera. Innocen- vrà la certosa di Trisulti indugiare a met-
zo 111 nel 1208 donò gli avanzi del mo- tervi mano.
f
nastero e della chiesa fabbricati pe bene- TRITEISMO. Eresia poco conosci u-
dettini neri da s. Domenico di Foligno, ta ne'primi secoli della Chiesa, e primo
chiamato eziandio di Cocullo pel riferi- inventore di essa fu Giovanni Ascasnago
to uella biografia, a Certosini (J~.) co'be- di Siria, col sistema mostruoso di distin-
iii e pertinenze de'medesimi; quindi nel guere in Dio tre nature. Il triteismo è l'e-

1 2 1 1 fabbricò l'attuale certosa e l'esisten- resia di quelli che insegnarono esservi in


te chiesa; alla quale certosa è unita quel- Dio non solo tre Persone, ma ancora tre
Roma, colla sontuosa Chiesa di s.
la di sostanze divine, perciò tre Dei. Dipoi Gio-
Maria degli Angeli, nelle Terme di Dio- vanni Filopono, grammatico e filosofo in
cleziano (Z7.), della quale chiesa e certo- Alessandria, ove morì nel 610, profon-
sa riparlai inpiù luoghi come ne* voi. , damente versalo negli scritti d'Aristotile
XVII,p.i67,LXXV,p.2i7.PioVIIcol e di Platone, dietro lo studio di quest'ul-
breve Monasterii Cartusianorum,quod timo insegnò una Trinità {V.) di natu-
in saltu est, cui Trisulto nomen, de'24 ra in Dio, e fu caposetta de'triteisti, ere-
1uglio 80 1 Bull. Rom. conti. 1 1 , p. 8 1
1 , 1 : tici che ammisero tre essenze e tre natu-
Confirmalio capilulorum editorum prò re particolari nella ss. Trinità, e per con-
recta administr adone, et gubernio ino- seguenza tre Dei, sebbene ciò non osas-
r
nastcriiCartusianorum Trisulti nuncu- sero di pronunziare. Mg. Giuseppe As-
pati in dioecesi Ala trina. Eccone gli ar- semani nella Bibliot.orient. Iib.2, p. 237,
ticoli. 1. "Delle due Certose di Trisulti e riguarda Filopono propriamente come
di Roma se ne formerà in avvenire una inventore del triteismo. Appena compar-
sola, incorporandosi il monastero dr Ro- ve quest' errore, fu condannato da' pa-
ma e le sue pertinenze, alla certosa di Tri- triarchi e da molti concilii d'oriente. La
suiti,onde questa sarà rispetto a quella, pretesa riforma che ravvivò la semenza
come figlia a madre. i.° La certosa ili Ro- di tante eresie, fece anche rinascere il tri-

ma sarà considerala come un ospizio di teismo: t.° Negli scritti di Valentino Gen-
quella di Trisulti, da governarsi da un tili di Cosenza, il quale ammetteva nel-
vicario, che deputerà il priore di Trisul- la Trinità tre spiriti eterni, realmente di-
ti, il quale avrà la facoltà di destinarvi stinti e differenti nella loro essenza nume-
la famiglia sufficiente al servizio della rica. Per quest' errore, col quale accop-
chiesa e del monastero. 3.° Vi avrà la sua piava l'arianesimo e gli errori di altri e-
abitazione e decente mantenimento il pro- retici Trinitari (J7'.), bestemmiando con-
curatore generale, acciò possa trattare gli tro la Trinità, dovè fuggire da Ginevra,
T R T TRI 73
r
e venne cacciato dalla Polonia; ma essen- al di dentro con sagre Immagini (T .) di-
do motto il suo nemicoCalvino, l'eresiar- pinte, o scolpite sul marmo, sul metallo,
ca tornò a Ginevra, ove fini con essergli sul legno o sull'avorio o sull'osso, per col-

troncata la testa nel 1 566. 2.° Nell'opere locarsi sulle Mense degli altari pubblici
di due famosi protestanti , te^ogi della o domestici, o d'uso privato per divozio-
sedicente chiesa anglicana, Raffaele Cud- ne particolare verso Dio, laJB. Vergine e
WÒrt, rinomato principalmente per le sue alcuni Santi in esse rappresentati. L'o-
3

profonde ricerche contro Deisti nel 1678, i rigine decrittici sagri è comune a Dittici
e pel suo Vero sistema intellettuale del- (V.) sagri. I dittici sagri erano, secondo
l'universo, in cui segue Piatone e i moder- 1' etimologia del nome greco, anche pic-
ni discepoli di lui, rispetto alla divinità, coli armadi composti di tavolette pieghe-
egli spiriti e alle idee. Dietro «.questa no- voli da potersi aprire e ferrare a piaci-
zione immaginaria della Trinità di Pla- mento. Ciascuna di delte tavoletteera se-
tone, egli pretese che le tre Persone sie- parata dall'altra, e formava uno sportello.
no tre sostanze spirituali distinte tra lo- Se gli sportelli erano due, e due erano
ro; ma che il Padre solo sia veramente per conseguenza le tavolette, chiama vansi
Dio e propriamente l'Essere supremo; per dittici; se tre, denominavansi trittici; se

modo che l'onore assoluto non sia dovu- finalmente erano molti, portavano il no-
to che a lui quasi il Figlio e lo Spirito
,
me di polittici. Oltre a ciò erano questi
Santo non fossero Dio se non pel concor- sportellisostenuti e fermati da piccoli gan-
so del Padre con essi, e per la subordina- gheri, e ciò affinché si potessero aprire e
zione e sornmessione che a lui rendono. serrarecomodamente. Quanto all'uso, il
L'altro protestante che poco dopo dife- Buonarroti, Osservazioni sopra alcuni
se il triteismo, fu il pericoloso e ardente frammenti di vasi antichi di vetro or-
Guglielmo Sherlok, curalo di s. Giorgio nati di'figure, ove riporta ancora le Os-
a Londra nel 167 3. Egli impugnò la dot- servazioni sopra tre Dittici antichi (Va-
trina de'Solifidiani e degli Antinomiani vorioy riferisce che uno de' luoghi prin-
(Vi)ì e pure contro
scrisse Sociniani i cipali dove più frequentemente e eoa
,

(V.) con libro nel quale chiaramente in-


t
maggior abbondanza mettevano ed espo-
segna l'errore di tre spiriti o intelletti di- nevano al pubblico gli antichi fedeli tali
stinti nella divinità; fu accusato di tritei- loro sagri arredi, erano alcuni palchi in-
smo,e la sua dottrina condannata da una torno aìì'Jltare (V.) che si dissero per-
assemblea d'Oxford, come falsa, empia, gole (vocabolo che secondo il Fanciulli,
eretica e contraria alla dottrina della chie- e meglio il Donati , spiegò Cujacio, est
sa cattolica, e particolarmente della chie- exhedra scu cathedra angusta in super-
sa anglicana. Le opere eh' egli compose ficiealiqua aediumj lo stesso significato
per difendersi e per arrestare i progres- gli danno 1' antiche glosse. Inoltre Ter-

si del socinianismo, e le sue dispute con- tulliano dice, Coenacula in aedicularum


tro i suoi avversari, si potino vedere nel disposi ta forma aliis, atout aliis per-
Buller, il quale fa la storia del triteismo gulis super sunt , seti super structis j di
nelle sueFeste mobili, trat. io: Sulla do- più avverte Cujacio che in queste pergole
menica della ss. Trinità ,cap. 3. Di quel- per lo più^i spandevano le mercanzie, on-
li clw combatterono il mistero della ss. de nel codice Teodosiano si dona il pri-
Trinità. Così pure tratta degli errori e vilegio a' pittori di poter tenere le per-
delleoperedeglialtri eretici trinitari, Gu- gole. Della voce pergula si sono serviti poi
glielmo Whiston e Samuele Clarke. scrittori ecclesiastici ad exhedram , seu
TRITTICO, Triptyehum. Tavola o mensam designandam, in qua sacra do-
tavoletta tripla che ripiegasi in tre partile, narla exibebantur diebus celebriori-
74
TRI T II I

hush come si può vedere in Anastasio Bi- fabbricavano a foggia di essi, cioè come
bliotecario, e nelle note che su di osso fece tanti piccoli armadi da aprirsi e serrarsi
l'AltaSNcrra particolarmente. Ancora gli in più parti, ciascuna delle quali era di-
mettevano in veduta in certi gradi o rialti stinta dalle altre con qualche lista , che
in testa dell'altare, che tornando sopra la serviva loro d'ornamento, terminandoiu
Confessione (7 .) de'ss. Martiri, si pote- cima in un angolo acuto, nella guisa ap-
vano ben godere i\n\ popolo; quali rialti i punto che sono lutti dittici di siimi fatta,
i

mutato il sito dell'altare, furono trasfe- che ci sono rimasti. Tali quadri da altari
riti verso la tribuna in feccia, e «opra i con altro nome più propriamente non
medesimi, e questi hanno data l'occasio- pare che si possano chiamare, che di dit-
ne agli odierni gradini dell'altare, che si tici, o trittici, o polittici, dal numero più
sogliono ornine di vasi più o meno pre- o meno de' loro sportelli. I quali poi in
ziosi, di candellieri, di busti colle imma- decorso di tempo gli fecero fissi, e da star
gini de'Santi, e di reliquari colle loro reli- sempre aperti, ritenendo solo della primie-
quie. In tali luoghi dunque si collocarono ra loro figura la distinzione degli spotv
le varie specie de'dittici sugli di legnosi 'os- telli, o nicchie separate da qualche spe-
so, d'avorio o d'altra materia di prezzo, o cie di colonna, o lista per ornamento, ter-
per mero ornamento, o perchè fossero vi- minando anch'esse nella parte superiore
cini e pronti per l'uso che se ne dovea fa- in un angolo acuto. Il Donali aggiunge,
re nelle sagre liturgie, e nel mezzo a que- d'averne osservati di simile struttura de-
sti dittici o trittici nel luogo più princi- gli avanzi tratti da antichi quadri d' aU
cipale si mettevano quelli intignili del- tempo di mez-
tari di chiese., fabbricali nel

l' immagine de' Santi , specialmente di zo; usanza che perseverò poi anche dopo
quelli, a cui fosse dedicata la chiesa o la il 4°°j ritrovandosene alcuni dipinti da
1

solennità, al qual costume si conformano fr. Filippo Lippi. In fatti uno quasi so-

i greci, quali pongono in mezzo al coro


i migliante, dice il Donati, tuttora esiste-

nella parte vicina al santuario in un com- va nell'antica chiesa di s. Frediano, fatto


petente rialto l'immagine voltata al po- tutto di marmo da Giacomo di Siena nel
polo del Santo, di cui di mano in mano secolo XV; quantunque nell'istesso tem-
ne celebrano la festa. Il Donati, De' dit- po vi fosse introdotto il costume di far le

tici degli antichi profani e sagri, osser- tavole d'altare tutte andanti e intere, e
va che dal rito antichissimo di colloca- dipinte con una sola storia. Questi dittici
re le ss. Immagini sopra gli altari (e ri- o trittici fabbricati poi sulla maniera di
porta esempi de' tempi di Papa s. Sisto. que'che tuttavia esistono,ol tre l'essere sta»

Ili del 43a, e di Papa s. Simmaco del lo in costume di riporti in lesta alle sa-r
49B, e per le chiese dell'Africa da un pas- gre mense, che sempre teneva nsi fisse,ser-
so di s. Ottato vescovo di Milevi del 370) virono ancora per gli Altari portatili
e presso le confessioni de'ss, Martiri, non (7^.), essendo molto facile e comodo il lo-

essere improbabile il dire, che ne sia an- ro trasporto. Non sarà forse cosa tanto lon-
cora derivato ilcostume di porre in te- tana dal vero, il credere che potessero es-
sta alle sagre mense dittici o trittici i-
i sere stati usati eziandio da' cristiani in
storiati aldi dentro di sagre ligure. I quali tempo della persecuzione degV Iconocla-
dittici e trittici ebbero anticamente nelle sti (7'.), esprimendo entro di essi le sa-
chiese quel medesimo uso, che presente- gre Immagini per potere nell'istesso tem-
mente hanno i nostri Quadri (f^.) o ta- po e venerarle e guardarle da' loro in-
vole dipinte da altare , che dal senatore sulti sacrileghi e oltraggiosi. Servirono an-
Buonarroti credonsi originate da questa cora questa sorte di dittici per soddisfare
stessa sorte di dittici. Mentre anticamente la divoziouedichi viaggiava, mentre por-
T 11 I TR I
7*
tancluli conloro,aveano ilcomoclocli pre- angoli acuti. Questelavoledipinteda alta»
slare il dovuto cu Ilo al le ss. immagini non re,otiginate da trittici, si principiarono a
solo nelle proprie case dove le tenevano, introdurre medio evo,dopo il secoloX;
ne.1

ina anco in qualsiasi altro luogo. Quindi e fra le più antiche si deve contare quella
il Donali descrive e illustra eruditamente d'argento dorato e ornata di gemme,fatta
6 trittici sagri; cioè ih. della metropo- in Costantinopoli nel 976 d' ordine del
litana di Lucca, formato di 3 sportelli di Doges. Pietro 1 Orseolo per la ducale ba-
legno di figura bislunga, «miti da 3 gan- silica di Venezia, la di cui descrizione può
gheri di ferro; stando aperto nella parte leggersi anche
Marangoni, Istoria di
nel
superiore, termina in 3 angoli o sesti a- Sancta Sanctorum p. 23 Questa è la 1 .

culi, e quando è serrato in un solo. Cia- celebre Pala d'oro della basilica patriarca-*
scuno degli sportelli laterali è eguale nella ledi s. Marco.il can. Luca Fanciulli,/)/ <7,/-
grandetta alla metà quel di mezzo, di-
di cuni antichi riti della cattedrale di Osi*
modoché serrandosi, tutti e due insieme mo t
colla spiegazione d'un sagro Trit-
gli servono di coperchio. Formasi di pezzi tico, ohe si conserva nell'archivio capi-
dosso, bianco incastrato e storiato a bas- telare, ci'eóe che abbia servito per oggetto
sorilievodi sa«relmma"ini,esi vuole lavo- di culto e venerazione a qualche osima-
io barbaro del secolo XI li. Il 2.°è il tri'l* 110, nell'oratorio domestico, o piuttosto in
lieo sagro de carmelitani di Lucca,in tutto occasione di viaggio; e rappresenta gli a-

nella forma del pi ecedente, come sono lut- dorabili misteri dell'Incarnazione e Pas-
ti gli altri trinici di tal sorte, parimenti sione del Redentore, e le figure di pareo*
con pezzi d'osso bianco incastrato, ed ef- chi santi. Di 3 tavolette o sportelli è com-
figiali assai rozzamente con bassorilievi. posto. Ih. rimane fermo e immobile, gli
3.° Altro trittico lucchese, di proprietà altri due si piegano e si chiudono, uno
del Donati, era anch'esso composto di 3 dentro l'altro. Quindi stando tutti e 3 a*

tavoluccie piegabili, affatto uniformi a* porli, formano 3 quadri diversi e sepa-


precedenti trittici, e ne fece eseguire il di- rati. La pittura non sembra più antica del

segno che riprodusse nel suo libro, acciò XV secolo e perciò non senza qualche
,

si prendesse una chiara idea de' trittici, buon gusto. Non solo il Fanciulli spiegò
non meno che de'qnadrida altare. Nel- tutte le pitture e le figure in esse espresse,
lo sportello a destra la figura sembra un ma ne riportò i disegni con incisioni. Di-
«.Evangelista o un s. Apostolo, ed in quel- ce inoltre, che I' uso di questi trittici fu
lo a sinistra forse un s. Leonardo mona- comunissimo sempre presso i greci e al-
co e confessore. Nello sportello di mezzo tri popoli orientali, ed esserlo ancora tra'
è figurata la B. Vergine col divin Figlio ruteni mediante tavolette dipinte di sa»
in un braccio, fra due Angeli. 4«° 'I trit- gre Immagini, poiché non sogliono mai
tico di Verona pure di tavole di legno
,
fare orazione se non hanno davanti qual-
con pezzi d'avorio incastrati, rozzamente chesagra immagine, esi servono ditali ta-
scolpili a bassorilievo. 5.° Il trittico de' volette come di altrettanti altarini. Il trit-

carmelitani di Modena, simi le a'preceden- tico ruteno di cui sono possessore, e ne feci
ti, con pezzi d'osso bianco incastrati, tutti cenno a vScultura, ragionando di quella
eiììgiati a bassorilievi di sagre figure. Rac- in legno, è una prova dell'asserto del can.
conta poi il Donati, che nell'antica chiesa Fanciulli. Si ponno vedere le opere di Gio,
di s. Pietro della Badia Camaiore di
di Antonio Gov\ Thesaurus veterum Dipty-
,

Lucca, esisteva un antico quadro da al- chorum, e Gio. Battista Passeri che ne
tare dipinto in tavola, espartito in 5 spor- compilò le prefazioni. Nella Raccolta
telli storiali di s. Immagini, terminanti tut- d'opuscoli scientifici, del camaldolese p.
ti, come i trittici accennati, in altrettanti d. Angelo Calogerà, molto si traila della
76 TRI TRI
diversa specie di dittici, profani ed eccle- omicidii, de'furti,e di tuttociò che riguar-
e nelle Osscrvéatoni intorno alla
siastici, dava gli schiavi colpevoli; assumevano le
cattedrale di JbrreZ/o, del p. Costadoni informazioni contro coloro ch'erano so-
della stessa congregazione. Egli discorre spetti di qualche delitto; aveano la custo-
delle tavole d'altare divise per lo più in dia delle prigioni, e facevano eseguir la
due o tre parli, che l'una facendosi ca- sentenza contro quelli ch'erano condan-
dere sopra l'altra vengono perciò a chiu- nati a morte dal pretore, dagli 8 littori
dersi, e ad essere meglio conservate e di- loro addetti. Il luogo ov'essi amministra-

fese, chiamandosi dittici se due parti solo vano giustizia, era situato vicino alla co-
lecompongouo, trillici e polittici se tre o lonna chiamata Mocnia. Questa non era
più, poiché con tali vocaboli i greci chia- lungi dal Comizio nell'area del Foro ro'
mavano i libri formati di due, tre o più mano, e fu così chiamata perchè eretta
tavole. a onore di Caio Menio vincitore de'latini
TRIUMVIRO, Triumvir. Uno de'3 nel 4' 6 di Roma, quello stesso che ornò
del Triumvirato ossia principato di 3 uo- la tribuna pubblica co' rostri. Plinio la
mini. I triumviri erano i magistrati che mostra come la più antica fra le colon-
governavano con sovrano potere in Roma ne onorarie, ma non più esistente a'suoi
(^)e dividevano fra loi'oil governo della Neronia-
giorni, forse perita nell'incendio
repubblica romana,il che abbiamo veduto pretendono chiamarsi così la co-
110. Altri

inombra rinnovato nel 1849. I triumviri lonna, da un tal Menio che si riserbò nel
dell'anticaRoma niente aveano di comune vendere a Catone la sua casa per edificar-
fra loro, fuorché dell'ambizione, e della vi la basilica Porcia, e questo affine di po-
crudele rendetti che ciascuno faceva de' ter di là veder esso e i posteri suoi i giuo-
propri nemici. Il triumviraloera un gover- chi gladiatore che si davano nel Foro fa-
no assoluto di 3 persone,che assumendo il cendovi alla circostanza palchi posticci. I
potere dispoticamente, cambiarono la co- triumviri capitali dilferi vano soltanto nel-
stituzione da democratica in monarchica. la maniera di eleggersi, da'duum viri, che
Vi furono in Roma due famosi triumvi- parimenti giudicavano le cause criminali,
rati, che governando sovranamente du- giacché questi erano eletti a sorte , ed i

rarono 2 anni 1 circa. G. Pompeo Magno, primi da' suffragi del popolo convocato
C Giulio Cesare, e M. Licinio Crasso for- per Tribù. Tali duumviri pure si dice-
marono il i.°;Ottavio, poi imperatore Au- vano capitali, erano giudici o luogotenen-
gusto, M. Antonio e Lepido formarono ti criminali, maggiori de'triumviri capi-
il 2. , dopo la morte del dittatore Giulio, tali, perchè condannavano a morte i de-
Cesare, nell'isoletta di cui riparlai nel voi. linquenti, ma dalla loro sentenza si ap-
L.VlI,p.255e 258. Questo ultimo trium- pellava al popolo, il quale soloavea il di-

virato affrettò la rovina della repubblica, ritto di confermare un giudizio di morte


e portò l'ultimo colpo alla di lei libertà. contro un cittadino romano. Non si devo-
Ottavio entrato in discordia conM. Anto» no confondere co'duuuiviri, poi accresciu-
nio e Lepido, fece loro la guerra, ed aven- ti , che custodivano i libri della Sibilla

doli vinti ad Azio, rimase il solo padro- (T7".),!! consultavano e proponevano mez- i

ne di Roma e dell'impero della repubbli- zi di placar gli Dei in tempo di pubbli-

ca,venendo proclamato imperatore. Vi che sciagure. triumviri nocturni erano


I

erano ancora in Roma diversi ufliciali o 3 individui che vegliavano durante la


magistrati, che chiamavansi triumvirati. notte, per la conservazione della quiete
I triumviri capitati furono creati verso di Roma, ed affinchè se mai si manifesta-
l'anno 4^4 di Roma: essi erano giudici va in qualche parte incendio, fossero più
delle cause criminali; giudicavano degli pronti nei dare gli ordini necessari per e-
s
,

TR I TRI 77
st inguerlo a'vigili, ora Pompieri (V.), e che sembrano essere slate una specie di
mettevano sentinelle sulle mura e in di- t ipo per verificare soldi d'oro che si co-
i

versi quartieri per avvertirli subito, ve- niavano a'tempi di quegl' imperatori. Il
dendo fuoco. Yi erano ancora 3 magistra- capo di quegli operai è chiamato optio nel-
li della pubblica salute, cbe chiamavansi le iscrizioni. Nella i* guerra punica era-
triumviri valeludiiris, e creavansi princi- no slati creati triumviri mensarii, per
i

palmente in tempo di Pestilenze (P.) e l'intendenza delle monete e del cambio.


di malattie popolari. 1 triumviri mone- Si dissero triumviri senatus legendi , 3
tari erano magistrati direttori e soprin- personaggi che nominavano i soggetti cui
tendenti destinati alla fabbricazione della credevano più degni d'entrar nel senato.
Moneta (V*). Ne' tempi della repubblica GÌ' istituì Augusto, poiché da principio
l'intendenza delle monete era commessa questo diritto apparteneva a're di Roma,
a 3 ufhziali che chiamavano triumviri
si indi a'consoli,e nel 3 io di Roma fu at-
auro,argento, aeri Jlando.feriundo. G. tribuito a'censori.Yi furono pure trium-
i

Cesare ne aggiunse un 4-°; ma sotto il ni- viri agrarii , ed i triumviri epuloni poi
pote Augusto cambiamenti fatti dallo zio
i settemviii.Finalmente eranvi triumviri i

furono riformati, e triumviri monetari i o duumviri delle Colonie (F.) dedneen-


continuarono a incidere nomi loro sulle i dae } quali venivano incaricati della di-
i

monete che faceano coniare.Dopo la mor- rezione delle colonie , che il popolo ro-
te d'Augusto non leggesi più sulle mone- mano inviava e stabiliva altrove. Dessi
te nomi de'triumviri. Nel basso impero
i appunto eran quelli che con aratro desi-
non si fece più menzione di questi magi- gnavano il luogo e confini, ove bisogna- i

strati, e le lettere S. C. non trovatisi più va edificare le nuove città, chedividean


come prima sulle monete di bronzo. Que- le terre in proprietà a ciascun colono
sto fa supporre, che gì' imperatori attri- davano regolamenti, ed amministrava-
i

buendo alla lorodignità il diritto esclusivo no la giustizia a'nuovi abitanti, e conser-


di far battere moneta, abolirono le cari- vavano lo stesso grado e l'autorità stessa
che di coloro che ne presiedevano la fab- che aveano consoli in Roma. Questi
i

bricazione, e che probabilmente erano no- triumviri oduumviri erano scelti dal cor-
minati coll'approvazione del senato. Se- po de' decurioni, e la loro magistratura
condo tutte l'apparenze quel cambiamen- durava 5 anni: si eleggevano dall'assem-
to operò sotto Aureliano, contro cui
si i blea del popolo per tribù. Sui monumenti
monetari eransi rivoltati. Gli operai che lo stabilimento delle colonieè indicato da
lavoravano sotto gli ordini de'triumviri un aratro con buoi Abbiamo di attaccati.
monetari erano liberti o schiavi, divisi in Citi de la Guelte, Histoire du triumvi-
i

molte classi. Gli uni chiamati signatores, rat de J. Cesar, Pompe e et Crassus^a-
intagliavano i punzoni; gli altri detti sup- risi 694: Histoire du trinmvir a t a" Au-
postores, aveano cura di porre il pezzo di guste, M.Antoine et Lepidus,Vaiis 694. 1

metallo ne' punzoni; gli altri, delti ma- Joh. Guil. Hoffmanui, Singularia capi-
leatores, le battevano col martello. Ol- ta ex historia triumviratus^iaticofavii
tre questi, eranv i altri operai occupati nel- ad Yiadrum 1 733. Gio. Adolfo Hartman-
la preparazione e fusione de'metalli, e di- ni, Dissertalo historica de triumviri
ce \am\ jìatores o Jlatuarii. Alcuni era- RoìnanaeReipublicaefunestis^oìhtwn.
no incaricati della verificazione del titolo 1736. Gaspar AchatiusBechius, Brevis
e del peso delle monete, appellali exa- historia triumvirati prioris apud Ro-
ctores auri3 argenti, aeri: egli è per que- manos, Basileaei74o.
sto che leggesi, exagium solidi su certe TR1YENTO (Triventin). Città con
medaglie d'Onorio e di Yalentiniano ili, residenza vescovile della provincia di Alo-
. - >

78 t n i TRI
lise nel Sanino, del regno delle cine Si- ginrono prima la nobilissima famiglia di
cilie, distante da Benevento per la via A Millo, e poi il celebre capitano Antonio
di Morcone, Campobasso e Castro mi- Giacomo Caldora. Vanta molli illustri
glia 3(),capoluogo di cantone. Giace in nella toga e nell'armi; e seguì le politiche
salubre e benigno cielo, sopra un alto vicende della Puglia. L'Ughelli, Italia
colle, sotto del quale
poco discosto per sacra, 1. 1, p. 1 327, Tridentini Episcopi
una profonda valle scorre il fiume Tri- ne riporta la serie, ed il Coleti nel t.10,
gno, al confluente dell' Arresta. E cin- p. 346j le collezioni. Riferisce il Sarnel-
ta di mura, ha vie regolari e ben lastri- li nelle Memorie degli arcivescovi di Jìe- '

cate, ed ha alquanti belli edifizi. La cat- nevento, che da'primi tempi la sede ve-
lediale, antichissimo edilìzio di nobile scovile di Trivento fu ad essi soggetta,
struttura, è sotto l'invocazione de'ss. Na- come apparisce dalla bolla di Agapito li
7.ario, Celso e Vittore martiri patroni del- Papa del Cj{\f>, che nel detto anno cacciò
la città, e tra le reliquie sono in ginn ve dalla cattedra Tridentina l'intruso Leo-
neraatone i capi de' ss. Melario e Celso. ne prete e monaco, ad
Giovan- istanza di
a
Il rapitolo si compone di 5 dignità, la i ni V vescovo Beneventano, riti Ecclesia
delle quali è l'arcidiacono, di 7 canonici Tridentina aniiquitus subdita crai. E-
comprese le due prebende del teologo e rella la chiesa di Benevento in arcivesco-
del penitenziere, di 6 mansionari, e di al- vato, il vescovo di Trivenlo fu uno dei
tri preti e chierici addetti al divino ser- suoi suffragane'! , come si ha dalla bolla
vizio. Vi è l'unico fonte battesimale del- del pallio di Papa Giovanni XI V ad Alo-
la città, con la cura d'anime amminisl ra- ne arcivescovo nel g84- Similmente Papa
a
ta da una delle dignità, come dalla 3. Gregorio V nella bolla del pallio ad Allu-
dell' arciprete o da un canonico. Presso no nel 998, s. Leone IX nel io53,ed è scol-
la cattedrale è l'episcopio che si fa distin- pito tra'suffraganei nella porta di bronzo
guere tra gli edifizi. Non vi sono altre della metropolitana. Nel 147 1 l'arcivesco-
chiese parrocchiali, bensì diverse chiese, vo Corrado Capace, come metropolita vi-

un convento di religiosi, due sodalizi, il sitò la cillà di Trivento. Il Sarnelli sebbe-


seminario cogli alunni. I suoi 4^00 abi- ne confessa che nel 474 Sisto IV esentò 1

tanti circa vi tengono fiera il 27 e 28 lu- Trivenlo e lo sottopose immediatamen-


glio d'ogni anno. Vi si sono trovate mol- te alla s. Sede, tuttavolta dice che non de-
tissime iscrizioni, alcune delle quali ri- ve esentarsi dal concilio provinciale, co-
portò Muratori. Nelle vicinanze è una sor- me non ne fu dispensata Troia, benché
gente solforosa. Trivenlo dal suo fiume divenuta esente, il che si apprende dal-
Trigno detto da'lalini Trinum onde t
al- l'editto sinodale dell'arcivescovo Palom-
cuni vogliono che sia appellala Triven- bara del ^99, e dalla lettera sinodica del-
1

tum ubi Triiium


}
v'ertilnr. Altri disse- l'arcivescovo Foppa deli 656,iu cui ven-
ro, essere chiamata Trivento per essere ne compresa Trivenlo obbligati a inter-
posta in luogo ventosissimo. Antichissi- venirvi. Leggo nell'CJghelli: Tridentina
ma fra le più importanti città de'sanni- Ecclesia, quae rcgiae praesentationis
ti , i romani vi dedussero una colonia est) una habetur ex insignioribus huj'us

d'ordine di Giulio Cesare, dicendo Fron- provinciae Ecclesiis , tum ex dioecesis


tino: Triventum oppidum Àger ejus in }
amplitudine tum quia ex Alexandri
,

praecisuras 3 et strigas est assignatus III i ac Sixti IV aliorum summorum


post lertiam obsidiouem mi li tibus Julia- Ponlificum privi leg. ab ornili alio metro
nis. Iterpopulo nondebetur. Si vuole che polii, jure exempta s. Sedis apostolicis
fosse anche municipio romano. Divenne proxime subjacet, uniusque tantum ro-
contea sotto i longobardi, e la siguoreg- maniPontificis vencratur arbitrium t lam
V

T R I T R I
79
e! si Episcopus ad nornmm Tridentini In questo gli successe fr. Giordano Cur-
conciln, ex electione ad Lancia nensem ii francescano, traslaloa Messina nel 1 348
provìncialem synodttm accessit) idquc da Clemente VI, il quale gli sostituì fr.
nobìs causaefiiityCiir Triventinos F.pi- Pietro Scolelli dell'Aquila pure minori-
scopos inter romanae Ecclesiae imme- la di esimia dottrina e lodalo commen-
diate subjeclos Episcopus rejiciamus ì tatore del Maestro delle sentenze. Fran-
auos ex alior um vecordia in nostro /to- cescoMarchisio diSalerno morto nel 1
379
mo praetermisimus. Nell'ultima propo- in patria, e sepolto nella chiesa di s. Fran-
sizione concistoriale si dice, Apostolicae cesco con epilafì'10 riportato da Ughelli.
s. Sedis est immediate sid>j'ecta. Il ."ve- r Nel detto anno Urbano VI nominò Rog-
scovo di Tri vento è s. Casto, ma s'igno- gero de Carcasi di Sangro, in diverse let-

ra il tempo in cui fiorì, il 2. ° vescovo che tere dichiarando esente Trivento; e Bo-
si conosca fu N. milanese contemporaneo nifacio IX elesse nel 39 Pietro, cui suc- 1 1

di s. Ambrogio del 3<)0, il quale recò da cesse Giacomo per destinazione di Gre-
Milano a Trivento i capi venerabili dei gorio XII nel i4°9i e nuovamente nomi-
ss. Nazario e Celso. Domenico Episcopus nato da Giovanni XXI li nel 4 3. Nel 1
1

Triventinus nell'861 intervenne al con- 1421 Marano V elesse Giovanni Masi,


cilio romano, ed in quello di Ravenna nel- morto nel 45 In questo fu fatto com-
1 1 .

1*877 o v'è detto Trivensis. Leone intru- mendatario e neh 4^2 vescovo Giacomo
so nel 946» comedissi fu espolso. Lintnl- de Tersis o Uvilj abbate benedettino di
fo del 1 o 1 5 fu al concilio romano di I>e- s. Stefano di Tordona. Nel 472 Sislo I 1

nedello IX, nel quale si concesse un pri- conferì la sede a Tommaso Carafa nobi-
vilegio all'abbazia di Fluttuarla. Alferio le napoletano, lodato e caro a Ferdinan-
vivea a'tempi di Papa Pasquale II, cen- do I redi Napoli, indi colla bolla Ad A-
surato pel suo operato. Giovanni del 1 1
09 postolicae, de'3o giugno 4?4> 1 p»' es<;o U-
vivea nel1 9. Llao o Raus nel
l 76 con-
1
1 i ghelli, confermò l'esenzione della chiosa
fermò donazione di Rinaldo signore di
la e vescovo di Trivento dal metropolita di
Torri fatta al monastero di s. Angelo. Benevento. Alessandro VI neh499 n0 "

Ponzio oPel io intervenne nel 179 al con- 1 minò Leonardo da Corba ria. Gli succes-
cilio di Laterano MI celebrato da Papa se Tommaso Caracciolo nobilissimo na-
Atessandrol II, il quale prese la sede diTri- poletano assai stimato, nel 523 fatto an- 1

vento sotto l'immediata protezione del- cori amministratore di Capaccio, indi nel
la s. Sti\e , facendola immune da Bene- 1 53dimise la ^ec\e di Trivento a favo-
1

vento: Ponzio visse sino al 1 189. N. elet- re di Enrico Lodredi nobilissimo e vir-
to dal capitolo, fu confermato da Grego- tuoso, nel 536 traslato a Capua, con ri-
1

rio IX nel 237. Riccardo monaco diMon*


1 tenere l'amministrazione ili Trivento,ehe
te Cassino del 12 4° tM gran virtù, vivea cede nuovamente nei 1 54o.lu questo Pao-
neli 246. Nicola monaco di Subiaco, elet- lo 111 vi trasferì da Muro Matteo Grif-
to da Innocenzo IV fu confermalo nel foni toscano di Poppi, abbate vallombro-
1256 dal successore Alessandro IV. O- sano.sià inlimo di Clemente VII, morto
dorio del 1265, per sospetto di Manfredi in Roma nel 1 567 e sepolto nella cappel-
usurpatore di Sicilia, questo l'intruse nel- la gentilizia della linea romana ins. Mar-
la sua sede, cacciandone fr. Luca, il qua- cello. Nel 1 568 vi fu traslato d' Acerra
le neh 266 si rifugiò presso Gemente IV Gio. Fabrizio Severi ni nobile napoletano.
che lo reintegrò. Giovanni fiorì nel 295.
1 Nel i582 Giulio Cesare Monconi na-
Fr. Natimbene oAntibono figlio di Fran- poletano, in ogni genere di scienze ver-
cescoManfredi signore diFaenza, nel 1 334 sassimo, zelantissimo pastore, restatilo
eletto da Giovanni XXII, morì nel 344- 1 ampiamente e abbellì la cattedrale, \i fé-
80 TRI TR I

ce l'organo, la cantoria, il pulpito, l'alta- gelìim marmoreo sepolcro, collo tua im-
re maggiore ornatissimo, e fra le reliquie magine e iscrizione scolpiti. Nel 1717 Al-
pose una ss. Spina della Corona eli Gesù fonso Mariconda patrizio napoletano, mo-
Cristo aspersa del suo prezioso saligne, naco cassiuese, professore di teologia nel-
chiusa in reliquiario d'argento. Accrebbe l'università di Napoli, di singoiar dottri-
la dignità del clero, ridusse all'antico nu- na, miracolo d'erudizione; prese solenne
mero i canonici e ne aumentò le dignità, possesso a'27 luglio vigilia de'ss. Patro-
e nella forma di vivere dagli alti i lisegre- ni Nazario,Celsoe Vittore. Illustrò la va-
gò: eresse l'archivio e in esso diligente- sta diocesi colle sue operazioni, donò al-
mente raccolse monumenti di sua chie-
i la cattedrale preziose suppellettili, e ne
sa; in Angiomi eresse il seminario, nel si- ornò il prospettoesterno; rifece il palazzo
nodo diocesano corresse costumi de'chie- i vescovile con religiosa modestia. In più
liei e adempì le parti tutte di eccellente luoghi della diocesi ristabilì i sodalizi, nel
pastore per 24 anni, perciò degno d'eter- 1721 celebrò il sinodo con salutari de-
na memoria. Nel 606 Paolo de Lago pe-
1 creti e per l'erezione del seminario. Vi-
rugino, nel 1623 Girolamo Costanti no- gilante pastore, di grande probità, lasciò
bile napolelanOjtraslatoaCapua nel i63o. la sua memoria in benedizione. Qui ter-
In questo, per regia presentazione Urba- mina ì'/talia sacra, ed io compirò la se-
no Vili nominò fra Martino de Leon-y- rie de'vescovi colle Notizie di Roma. Nel
Cardenas nobile spagnuolo agostiniano, 1730 Fortunato Palumbo, monaco ce-
encomiato per insigne pietà, dottrina, mu- lestino di Marzano, diocesi d' Otranto.
nificenzae altre eccellenti virtù; indi nel Nel r 734 Giuseppe M/ Carafa teatino di
1 63 1 traslato a Pozzuoli. In tale anno il Nola. Nel 1756 Giuseppe Pitocco napo-
Papa gli sostituì Carlo Scaglia bresciano, letano. Neh 771 Gioacchino Paglioni di
canonico regolare di S.Giorgio in Alga. Nel Civita Reale diocesi di Rieti. Nel 1792
1646 Gio. Battista Capaccio di Pozzuoli, Luca Nicola de Luca Ripa Limurano
di
arcidiacono di quella cattedrale e vicario diocesi di Boiano, traslato da Muro. Nel
generale. A '22 gennaio 653 1 fr. Gio. dei- 1820 fr. Bei nardo d'Avolio cappuccino
la Croce di Toledo minore osservante, d'bchitella diocesi di Manfredonia. Nel
-visitatore generale del 3.° ordine nella 1822 Giovanni di Simone napoletano,
Spagna, morto in Roma a'20 marzo pri- indi traslato a Conversano." Nel 1827 Mi-
ma d'essere consagrato, e sepolto in A- chelangelo del Forno di Cave, canonico
raceli con iscrizione riportata da Cole- della patria cattedrale, ed esaminatore
ti. Nel i655 Gio. Battista Ferrimi di pro-sinodale. Per sua libera dimissione,
Messina; nel 1660 Vincenzo Lanfranco Gregorio XVI nel concistoro de'2 luglio
nobile napoletano teatino, traslato ad A- 1832 gli surrogò Antonio Perchiacca di
a
cerenza. Nel 1666 Ambrogio M. Picco- Capua e parroco della chiesa d'Ognissan-
loniini napoletano olivetauo, nobilissimo ti di quella città, esaminatore pro-siuo-
e virtuoso pastore, trasferito all'arcive- dale. Per sua morte, lo stesso Papa nel
scovato d'Otranto. Nel 1679 Diego Yba- concistoro de' 19 maggio 1837 dichiarò
nezde la Madriz cappellano del re di Spa- successore, Benedetto Terenzio di Fondi
gna, decano della cattedrale di Lugo, tra- diocesi di Gaeta, parroco e vicario fora-
slato a Pozzuoli nel i684- In questo fr. neo in patria, zelante predicatore. Vaca-
Tortorelli di s. Gio. Rotondo minore os- ta la sede pel suo decesso, il regnante Pio
servante, lodatissimo pastore che il capi- IX nel concistoro de' 23 giugno 18^4,
r
tolo onorò con solenni funerali nella cat- preconizzò l'attuale vescovo mg. fr. Lui-
tedrale, e seppellì nella cappella della B. gi de Agazio da Soriano diocesi di Ca-
Vergine de'Sette Dolori a corrili Evan- tanzaro, dell'ordine de'minori osservan-
t a i TRI St
ti riformati della provincia della i? Ca- mo, il tempo del viver suo, avendo ricu-
labria Ulteriore, già definitore generale, sato nel principio della malattia di pren-
custode e segretario provinciale, ornato dere le medicine. Terminò dunque la sua
di quelle qualità encomiate nella propo- carriera mortale nel 5o8, d'anni 52 non
1

sizione concistoriale. Ogni nuovo vescovo compiti, e fu sepolto nella chiesa di s. Ma-
è lassalo ne'libri della camera apostolica ria del Popolo, dove nel i.° pilastro al de-
in fiorini ioo, ascendendo la mensa a stro lato e rimpelto alla cappella Millini '

3ooo ducati napoletani. La diocesi si e- vedesi un elegante avello, eretto alla sua
stende a circa 100 miglia, e comprende memoria dal cardinal Teodoro Trivulzi
nella sua ampiezza 55 luoghi. e con breve iscrizione. Contribuì col suo
TRIVULZI Antonio, Cardinale. Dì suffragio alle elezioni di Pio III e di Giu-
nobilissima prosapia di Milano e chiama- lio II.

to pure Gio. Antonio, essendo intimo con-' TRIVULZI Scaramuccia, Cardina-


sigliere del duca Gio. Galeazzo Sforza e le. Nobile milanese, pubblico professore
suo inviato al senato veneto, nel 1487 In- d' ambo le leggi in Pavia o Padova,
in

nocenzo Vili lo fece vescovo di Como, in- acquistò tal fama di sapere,che divul-
di uditore di rota,e nel '499 vescovo d'A- gatasi nella corte di Luigi XII re di Fran-
sti. Ad Fran-
istanza di Luigi XII redi cia , fu cagione che lo dichiarasse suo
cia, a'28 settembre i5oo Alessandro VI consigliere di stato, e conferitigli pingui
Io creò cardinale prete di s. Anastasia. benefìzi gli procurò nel i5o8 da Giulio
Giulio II neh5o8 lo trasferì alla chiesa li il vescovato di Como, di cui prese pos-

di Piacenza, che appena ritenne pel bre- sesso nel 1 509. Profondamente pio e re •

ve spazio di 6 mesi. Mostrò ii cardinale la ligioso , in occasione del conciliabolo di


sua gratitudine al re di Francia, coll'es- Pisa de'cardinali fautori di Francia con-
sere di lui costante fautore e partigiano, troGiulio Indifese valorosamenlele parti
e singolarmente nella guerra fatta dal re del Papa, il quale lochiamo in Roma per-

in Lombardia, in cui s'impadronì di Mi- chè fosse uno degli assessori del concilio
lano, dove il cardinale fece fabbricare da' di Lalerano V, e quantunque non potesse
fondamenti la chiesa di s. Antonio, e poia' allora intervenirvi, vi si recò sotto Leo-
teatini graziosamente la donò. Singolare ne X. Questi nella famosa promozione di
fu l'amicizia del cardinale con Giulio II, 3 cardinali, ih." luglio 1 5 1 7 lo creò car-
1

il quale nel cardinalato trovandosi inMila- dinale prete di s. Ciriaco, colla protetto-
no a vea conosciuto e trattato ilTrivulzi ed ria di Francia presso la s. Sede, secondo
anche da lui ospitato, onde il Papa pren- alcuni l'arcivescovatodi Vienna nel Del-
deva gran diletto di sua compagnia, e so- fìnato, e nel 5 9 la sede di Piacenza, che
1
1

vente lo voleva a commensale. La sua ge- dopo 3 anni rinunziò al nipote Catalano.
nerosità, congiunta ad elegante aspetto e Cacciati i francesi dall'Italia, il duca di
naturale facondia, non andò immune da Milano Francesco li spogliò il cardinale
un vizio notabile, che fu quello dell'ira, come partigiano di essi, di tutte le reu-
in cui prorompeva in atti sconci e disdi- dite che possedeva in Lombardia, e Io
cevoli alla dignità dell'eminente suo gra- stesso fecero glispagnuoliquando presero
do, fino a percuotere e maltrattare i fa- prigione a Pavia Francesco I re di Fran-
migliari e domestici che aveano la disgra- cia. L'integrità d'un incorrotto costume,

Una profonda e tetra


zia d'incontrarvisi. che appariva anco dal suo esteriore, e la
malinconia, concepita per la morte del somma facilità con cui ammetteva all'u-
fratello Luigi, trapassato nel più bel fio- dienza e sentiva benignamente chi ricor-
re degli anni e da lui teneramente amato, reva a lui, lo resero a tulli amabile e ve-
accorciò a lui in Roma, meglio che a Co- nerabile. Voleva suoi commensali i dotti
VOL. LXXXI. 6
gì T Et I TR I

e letterati, co'quali volentieri conversava, tario di Clemente 1 //, eoi e ar (linai A-


oltre a tenerne buon numero presso ili gostino Trivulzìo dell' annoi 5 vj, Tori-
Allorquando l'esercito crudele di Bor-
se. no i845. Paolo 111 circa ili 535 l'elesse
bone s'incamminava da Milano a Roma, vescovo di Brogliato, e nel 537 diGratz: 1

presago il cardinale dell'orribili sciagure glisi attribuiscono erroneamente diversi

che poi piombarono sulla disgraziata cit- altri vescovati. Nella guerra che Clemen-
tà, colpermesso diClemente V 1 ne partì, 1 te VII fece a'Colonna, il cardinale fu de-
e seco recando quanto avea, si recò nel putalo alla legazione di Marittima e Cam-
territorio di Verona, dove lasciò la vita pagna, dalla quale passò di nuovo sotto
nel1527 nel monastero Magenzano oMa- Paolo 111 a quella di Francia, forse per
guzzano sul lago di Garda, ed ivi rimase trattar la pace del re Francesco I colPiin-
sepolto, dopoessei intervenuto a'conclavi peratore Carlo V, e si dice che fu reggen-
d'Adriano VI e Clemente VII. te di quel regno. Per 1'
Italia, Francia,
TRIVULZI AGosTiNO,CW/Wc\Pa. Spagna eGermania mandò persone a rac-
trizio milanese, nipote del cardinal An- cogliere tutte le notizie che riguardava-
tonio, protonotario apostolico e carnei ie- no la storia de' Papi e de'cardinali, quale
redi Giulio II, il qualeèopinione che l'a- egli per testimonianza di Panviuio si fe-
vrebbe creato cardinale, sediflìdandoegli ce a scrivere, ma prevenuto dalla morte
della natura focosa del Papa non si fosse ri- non potè dare alla luce, e di cui si gio-
tiralo dal suo servizio, tanto più eh' era varono poi Ciacconio, e lo stesso Panvi-
giovane di grazioso e bell'aspetto, spirito- nio, come egli confessa, e in particolare
so e d'acuto ingegno, savio, prudente e di pe'cardinali di Urbano VI fino a Paolo
non poche lettere fornito. Prelese Bernini IN. Aiutò questa compilazione il suo se-

che fòsse uditore di rota, ma non è provato. gretario Antonio Lelio. Si trovò presente
Leone X nella promozione del precedei! a'conclavi d'Adriano VI, Clemente VII
te parente, ili. luglio 5 7 lo creò car- 1 1 e Paolo III, morendo in Roma nel 1
548,
dinale diacono di s. Adriano, legato <7 la- dopo 3i anni di cardinalato, e le sue ce-
leve in Francia e protettore di questa neri furono deposte nella chiesa di s. Ma-
presso la s. Sede, come pure dell'ordine ria del Popolo, nella quale dal cardinal
cistercense. Molli furono i pregi che con- Teodoro Trivulzi gli fu eretto un sem-
corsero a renderlo amabile e rispettabile, plice monumento e col solo suo nome, nel
e gliguadagnarono la grazia de'priucipi. 2. pilastro del destro lato di quel tem-
Leone X inolile, nel 5io lo fece arcive- 1 pio, innanzi alla cappella Millini. Alcuni
scovo di Reggio, che dopo un mese rinun- scrivono, che ambì il pontificalo.
ziò al fratello Pietro, ed Adriano VI nel TRIVULZI Antonio, Cardinale. Di
i522 gli conferì il vescovato di Bobbio. nobilissima prosapia e nato in Milano, ni-
Clemente VI! a nomina di Francesco I pote del cardinal Scaramuccia Trivulzi,
nel 5?-4 S n accordò la chiesa di Tolone, divenne poi per prudenza del
*
1 illustre la

indi neh 528 quella d'Asti, e nel 53 1 1 governare, dopo essersi applicato con gran
quella di Bayeux. Prima di questo tem- cura allo studio della legge si condusse a
po e nel 1527, fu uno de'cardinaliche in Roma ove fu ammesso tra'prelati, e per
conseguenza dello strepitoso sacco di Ro- mezzo dello zio cardinal Agostino Tri-
ma, fu dato in ostaggio a'eomandanti del- vulzi nel i528 ottenne da Clemente VII
l' esercito di Carlo V, e ritenuto in Na- l'amministrazione perpetua del vescova-
poli nella fortezza di Castelnuovo, dove to di Tolone, rinunziatogli dal detto zio.
seppe sostenere la gravila e il decoro di Paolo III l'assegnò governatore a Peru-
sua dignità. Abbiamola Corrisponden- gia, in cui ebbe largo campodi far risplen-
za segreta di Gio. Matteo Giberli cla- dere la singoiar saviezza di cui era for-
5

TR I TRI 83
nito, e nel 1 544 ^° slabiPi vicelegato d'A- nere le sue parli di procuratore, co'pi in
vignone, in tempo in cui presiedeva alla cipi d'Italia perla guerra d'Ungheria, con
legazione il nipote del Papa cardinal Far- titolo di commissario imperiale, e da cui
nese. Ivi l'eminente sua perizia nell'uno in premio riportò il principato di Musoc-
e nell'altro diritto faceva accogliete e ri- co e della valle Mesolcina, per se e suoi
guardare i suoi sentimenti come altret- discendenti. Deposti a un trattogli spirili
tanti oracoli. Introdottasi e dilatatasi nel bellicosi e guerrieri, risolvette di dedicarsi
territoriod'Avignone la pestifera eresia, a'servigi della Chiesa, e ricusate le splen-
raccolto buon nerbo di milizia, e aiutato dide nozze delle più illustri femmine, che
eziandio da'regi ministridi Francia, scon- gli veni vano proposte, fatto acquisto sotto
fisse totalmente i protestanti e loro agi- Urbano Vili d'un chiericato di cantera,
tatori, rovinando castelli di
bruciando e i pervenne quasi di volo al cardinalato d«
Cabrieres e di Merinolde, non che altri 32 anni,, che il Papa gli conferì a' 19 no-
luoghi ov'eransi ricoverati e stabiliti, Giu- vembre 629 1 colla diaconia di s. Cesareo,
lio III lo trasferì alla nunziatura di Fran- a cui aggiunse la legazione della Marca,
cia, e poi fu internunzio al senato veneto, ma di memoria nella
questa non trovo
aggiungendovi il Cantalmaio l'uditorato Series Rcctorum Marchine del conte
di rota, che Cardella nega. Paolo I V a' i Leopardi, la qual provincia dal 1 623 era
marzo 557 r lo creò assentecardinale pre- governata da prelati governatori, e si con-
te de'ss. Gio. e Paolo, prefetto di segna- tinuò sino all'istituzione de'delegati. Tra-
tura, e nel 1 559 ' e 8 a *° a ^a ^ ere a Enri- sferitosi in Ispagna, presiedè con somma
co II re di Francia, per pacificarlo con Fi- vigilanza in qualità di viceré de'regni d'A-
lippo li re di Spagna, onde dopo due an- ragona, Sicilia eSardegna,e in ultimo per
ni fu concluso il trattato nel castel Cam- lo stesso re di Spagna al ducato di Mila-
bresis, con piacere e soddisfazione univer- no, che difese dall'armi nemiche, in qua-
sale. Dopo 26 mesi di cardinalato, nel ri- lità di capitano generale, con quella tol

tornare da Francia in Italia, cessò di vi- leranza della Chiesa che talvolta i princi-
gere nel i559, con dolore di tutti i buo- pi di essa trascurano nell'osservanza del
ni, nel castello di s. Maturino o Martino, la disciplina ecclesiastica, onde secondare
ed ivi restò sepolto. i sovrani del secolo, come riflette Battagli-
TRIVULZITEODOR0,CtfrdzWe.Nac. ni ne'suoi Annali^ ripreso dal Cardella,
que in Milano dalla nobilissima stirpe ilquale non ammette affatto una tale tol
de'precedenli porporati, e fin dalla pueri- leranza.-l cardinale dappertutto incontrò
1

zia perduto il padre, fu dalla madre edu- non meno il plauso de'popoli, che la sod-
cato alla pietà e alle buone lettere. Fatto disfazione del re di Spagna, di cui sosten-
adulto, visitò le corti di Vincenzo Gon- I ne in Roma le parti di ministro, colla pro-
zaga duca di Mantova, e di Francesco M." tettola dell'ordine gerosolimitano. Do-
JI duca d'Urbino suoi congiunti, e datosi po aver col suo suffragio promossa l'ele-
alla professione dell'arati, militò nell'e- zione d'lnnocenzoX,edi Alessandro VII,
sercito di Filippo III re di Spagna edu- a cui come .° diacono impose il triregno,
1

ca di Milano, conducendo a sue spese due finalmente giunse al fine de' suoi giorni
compagnie di cavalleggeri. A persuasio- in Milano nel 1 657, di 60 anni non com-
ne di quel monarca, che l'ascrisse fia'gian- piti. Nella basilica di s. Stefano di quella
di di Spagna sposò la primogenita del
, metropoli, nella cappella Tri vulzi,si vede
principe di Monaco, che dopo averlo fatto alla sua memoria eretta una nobile iscri-
lieto d'un figlio maschio del suo nome, zione.In Roma incalzò monumenti sepol-
lo contristò colla propria morte. L'impe- crali a'cardinali Antonio o Gio.Antonio,e
ratore Ferdinando II l'incaricò di soste- Agostino Tiivulzi. A titolo di commenda
8% TRO TRO
avea ottenuto l'antichissima abbazia eli s. Troia e alquanto da essa distante. Ci edesi
Celso, un tempo de'cluniacensi. la cui basi- che la sede di Troas fosse unita a quella
lica minacciando rovina, con ecclesiasti- di Scepsi (/'.) in principio del V secolo,

ca magnificenza rinnovò quasi da'fundu- e poi ne fu separata. Si legge negli Aiti


uoenti. Lasciò quell'orazione che recitò degli Apostoli, che s. Luca raggiunse a
in occasione della ribellione seguila in Troade o Troas, marittima dell'A-
città

Napoli nel 1647, nell'assemblea de' no- sia, l'apostolo s. Paolo, il quale erasi fer-

bili, e parecchie lettere contenenti gravi mato per qualche tempo nella Troade,
a
affari, riportate con altri suoi scritti dal- come apparisce dalla sua2. Epist.n Ti-
l'Argelati, nella Biblioteca degli scritto- moteo; il che prova, chela chiesa diTioas
li milanesi. Il p. Alessandro Porro tea- o Troade fu fondata al tempo degli A-

tino, poi vescovo diBobbio, ci die Y Ora- postoli. Fu in Troade che s. Paolo vide
rio in funere cardi nalis Theodori Tri- certa visione, nella quale un macedone Io
vuhiì Mediolanii 656. Sebbene io abbia pregò che andasse a Macedonia, ed in
riprodotto la biografia di 5 cardinali di passò con s. Luca in Macedonia, fit-
fatti

questa nobilissima famiglia, il p. Mene- ti ceiti d'essere chiamati da Dio a predi-


strier, citato da' giornalisti di Trevoux carvi l'evangeIo,al riferire dell'annalista
nell'agosto 1703, ne conta 6. Forse sa- Rinaldi; di che meglio a Troia, dove con
rà uno degli antichi cardinali senza co- breve discussione riporto le diverse opi-
gnome. moni, e concludo che Troas o Troade t
TRO A DE o TROAS. Sede vescovi- sia lo stesso che Troia, e sono loro co-

le dell'Ellesponto nell' esarcato d' Asia, muni le notizie che riportai ne'due arti-
chiamata anticamente Anrigonia^ed A- coli, anzi ad essispettano anche alcune
lessandria al tempo di Plinio, ed anche di quello d'Ilio, altra sede vescovile. Si
e più ragionevolmente Troas, sotto la conoscono 9 de'suoi vescovi, cioè Marino
metropoli di Cizico, eretta nel IV secolo. del 3a5 fra' pad ri del concilio di Nicea I;

Dal Baudrand, Lexicon geograpliicum, JNiconio sottoscrisse la lettera degli aria-


e dal coni une de'geografì, trovo cheTroa- ni riuniti a Filippopoli; N. ebbe per suc-
de non fu e non è città, ma antico paese cessore Silvano, il quale vescovo scuoprì
della Turchia asiatica, oggi compreso nel a Scepsi il corpo di s. Cornelio centurio-
sangiacato di Biga, in Anatolia. La fa- ne, e fecevi fabbricare una chiesa in ono-
mosa Troia n'era la capitale, quindi si re di detto santo. Atanasio succedette a
prese la Troade regione dell'Asia mino- Silvano; Pionio assistette al concilio di
re e piccola Frigia, per tutto il paese sog- Costantinopoli nel 44^ contro Etiliche;
getto a'troiani, detto pure Misia. Sotto i Leone fu al VII concilio generale; Pie-
romani la contrada divenne colonia, e tro, zelante difeusore del patriarca s. I-
coniò medaglie a diversi imperatori, fra' gnazio di Costantinopoli contro Fozio;
quali Alessandro Severo. In questo arti- Michele intervenne al concilio pel rista-

colo ho preferito al suo vero nome di bilimento di Fozio. Oriens chr. t. 1, p.


Troas, cuiperòhodatoil2.°luogo,quelio 777. Troade, Troaden, è ora un titolo
di Troade,\w uniformarmi in parte alle vescovile in partibus, sotto il simile ar-
Notizie di Roma, che con tale denomina- civescovato di Cizico, che conferisce la s.

zione chiama il vescovo che ne porta il ti- Sede. Gregorio XVI a'3 marzo i8441°
Sembra lo stesso che Troia{V.\ al-
tolo. attribuì all'odierno coadiutore del vica-
il medesimo titolo vescovile in parti-
tro o rio apostolico di Mongolia, che in pari
forchi amata ancora Ilio o //z'o/7,secondo tempo nominò a tale apostolico ministe-
r
alcuni, ma certamente diversa, dicendo- ro mg. Fiorenzo Daquir della congre-
si fabbricala colie rovine della famosa gazione della Missione.
TR O T RO 85
TROALLA. V. Tralla. TROFINIA, Trofinium, Trophinia-
TROAS. V. Troade e Troia. na. Sede vescovile della provincia Biza-
TROCMADA o TROCMI. Sede ve- cena nell'Africa occidentale, sotto la me-
scovile della i* Galazia nell' esarcato di tropoli diHadramito o Adrumeto. Ne fu-
Ponto, sotto la metropoli di Pessino o rono vescovi, Proba ozio, che trovossi co*
Pessinonte, eretta nel IV secolo. Ebbe a vescovi cattolici alla conferenza di Car-
vescovi, Ciriacio !,clie fu uno de' padri tagine tenuta nel 4' lì ed Ilari no, che fu
della provincia di Galazia intervenuti nel mandato in esilio da Uo nerico re deman-
32 5 al concilio di Nicea I; Ciriaco 11 tro- dali nel 4§4- Morcelli, Afr. chr. t.i.
vossi al brigandaggio d'Efeso; Teodoro TROIA o TROAS o TROADE. Se-
sottoscrisse il VI concilio generale, ed a' de vescovile della Frigia, la medesima che

canoni in Trullo; Leone si trovò presen- Troas Troade, per quanto vado a nar-
e
VII concilio generale. Qriens chr,
te al rare, ed affatto diversa da Ilio sede vesco-
Trocmada o Trocmi, Troc-
|.l, p. 4<)3. vile suffraga nea di Cizico, la cui città, se-
maden, è un titolo vescovile inpartibus i condo alcuni, si pretende che successe alla
dell'eguale arcivescovato di Pessinonte, famosa Troia capitale della Troade (^.),
che si conferisce dal Papa. poi detta piccola Frigia. Del la celebre Tro-
TROFIMO (s.), vescovo di Arles. Se- ia e della Troade, diversi eruditi schia-

condo la tradizione della chiesa d'Arles, rimenti si ponno leggere nel p. Sebastia-
èqueglichefudiscepolodi s. Paolo e com- no Pauli, Ragionamento sopra il titolo
pagno nelle sue fatiche. Egli era di Efeso di Divo dato agli antichi Imperatori ,
e nato da genitori gentili. Mandato nelle presso il Calogerà, Opuscoli 1. 5, p. 79. 9
1

Gallie, predicò il vangelo nella Proven- Dice che il Cantero raccontando l'origi-
za e fondò la sede di Arles. Parecchi dotti ne del regno Troiano, col seguitare quel
però,sull'autorità dis. Gregorio di Tours, che la favolosa storia ha registrato, nar-
sostengono che la missione di s. Trofioio ra che Teucro figlio di Scamandro, par-
è meno antica, e che questo santo passò tito di Candia venne in Asia ed edificò
nelle Gallie circa la metà del III secolo, Srninzio, e chiamò quel paese Teacria e
co' ss. Saturnino di Tolosa, Paolo di JXar- i popoli Teucri. Dardano figlio di Giove
bona, Marziale di Limoges, Austrimonio e di Elettra essendo arrivato da Samo-
d'Ai vergna, Gaziano di Tours e Dionisio tracia nella Troade fu umanamente ri-
di Parigi. Essi aggiungono tuttavia che si cevuto da Teucro, e questi gli die la sua
può collocare la missione di s. Trolimo figlia Catica in moglie. Morto Teucro,
alcuni anni più presto di quella di que- Dardano fabbricò una città cui die il pro-
sti altri santi. Comunque sia, sembra cer- prio nome di Dardano. Da Dardano nac-
to ch'esso sia stalo ili." vescovo d' Arles, que Erittonio, il quale generò Troe, da
e questa chiesa l'onorò sempre come suo cui la regione fu chiamata Troia.Da Troe
fondatore. La tradizione della medesima nacque Ilo, il quale Ilo edificò la città di

chiesa colloca la di lui morte alla fine del Ilio. Dopo la rovina d'Ilio e dell' antica

i.° secolo; ma quelli che seguono l'altra Troia fu rifabbricata un'altra Ilio e un'al-

opinione la riportano dopo metà del


la tra Troia, e ambedue esistevano ne' pri-
III. Si ritiene ch'egli sia morto in pace, mi tempi dell'impero romano, ed anche
non risultando che sia stato tormentato molto dopo insieme al falso culto d' A-
per la fede. Le sue reliquie furono trasferi- pollo. Imperocché G. Cesare onorò con
te neh i52 nella cattedrale d'Arles, che privilegi la città d'Ilio che ricordava l'an-
prese poscia il nome di s. Trolimo, invece tica, per l'amore e la stima che portava
di quello di s. Stefano che portava dappri- al suo immortale cantore Omero, il più
ma, La sua festa si celebra il 29 dicembre. grande e forse il meno conosciuto di tut-
1

86 TRO T 1\ O
ti podi, autore de'due grami» poemi VI-
i
latori, ove il uomedi Y'rov/.vè quello della

liade e Y Odissea. G. Cesare in memoria nuova Troia, dicendosi Troas, A litigo-


d' Enea, da cut romani discendevano,
i nia, Ale,eandr.,e<\ anche Troad. Il Buo-
concedette agl'iliensi la libertà delle loro narroti ne' Medaglioni osserva che la co-
leggi municipali, assegnò loro il territo- lonia Troadensc sotto Caracalla riprese
rio, e gli esentò da' pesi pubblici, il che il nome à' Alessandri <i fors' anche per i

venne poi confermato dal nipote Augu- essere tenuto padre d'Alessandro Seve-
sto, da Tiberio, da Claudio e dagli altri ro. Conclude il p. Pauli, che anco ne'ino-

impelatoli; Claudio particolarmente, a nnmenti cristiani del III secolo si chia-


preghiera di Nerone, diede agl'iliensi, co- ma Troas, poiché negli Atti de'ss. Pietro,
me a progenitori de'romani, l'esenzione Andrea e compagni martiri, sotto la per-
in perpetuo da tutti pesi pubblici. Che i secuzione di Deeio, si hanno queste paro-
Troia nuova sussistesse ne' primi tempi le: Kodem tempore eunte Proeonsule ad,
del romano impero, il p. Paoli lo dice ri •
Troadem crVi&zfc/tt. Egli antichi vescovi
cavarsi dalle sagre lettere. Questa è duri di questa città si chiamavano Episcòpi
«pie quella, egli anemia, che negli Atti de- Troadis. Cosi egli crede tolte tulte le dif-

gli Apostoli si chiama Troas, ove. l'apo- ficoltà a coloro che s'immaginassero, che
stolos. Paolo insieme con Sila e Timoteo il nome di Troia fosse sempre rimasto in
vi venne l'annodi Cristo 53, e dove ap- cenere colle rovine dell' antica Troia , e
parve loro in visione lo Spirito Santo, ma- 1
perciò la nuova Troia fu litorale. Al pre-
infestando, che allora a'popoli dell' Asia sente Troia, Trojan, è un titolo vesco-

non predicassero la divina parola. Indi vile in partibus, che si conferisce dal Pa-
nell'anno 5j, preceduto da'suoi compa- pa, e dipendente dal simile arcivescovato
gni,s. Paolo tornò a Troia reduce da Fi- diCizico.Pio VII dichiarò vescovo diTroia
si trattenne
lippi, e vi 7 giorni.
Alcuni de- e coadiutore di Santorino Gaspare De-
gl'interpreti degli Atti apostolici hanno lenda, quale nel 181 5 successe al detto
il

creduto che la voce Troas qui potesse vescovato. Quindi Leone XII nel conci-
prendersi per nome di regione e non di storo de'^3 giugno 1828, nominò vesco-
r
città, ma le testimonianze riportate dal vo di Troia mg. Giovanni Nuschel di See-
a
p. Palili, fanno abbastanza vedere, che pusio , confessore dell'arciduchessa M.
questa voce negli Alti degli Apostoli s'in- Luisa duchessa di Parma e Piacenza, ed
tende di città, dichiarando che alla Tro- abbate di Guastalla. Nella proposizione
ia nuova furono comuni nomi di Troas,
i concistoriale In provi uria Asiae
si dice:
Troadv ,Cebrcnia, Antiuoma, A lessa n- Minoris in Phrygia sita est Trojan, ab
ilraj avvalorando le sue asserzioni con Alexandro Magno extrueta sed sub ,

diverse testimonianze di gravi e antichi injidelium jugo edam mine misere op-
che comune-
scrittori, storici e geografi, pressa gemit, eie. Indi lo stesso Papa nel-
mente la chiamano Troas e Troademn- l'elevare l'abbazia nulli us di Guastalla
ultima nella Frigia minore, però distin- a vescovato, a' 1 5 dicembre vi trasferì da
guendola altri da Ilio pure nella Frigia Troia il dello prelato. Questa io o Troia 1

minore, ma citlà mediterranea. L'iline- fu pure denominata Alexandria- Troas,


rario d'Antonino e le tavole Peutingeria- e sollo romani si accrebbe talmente, da
i

ne distinguono Bardano, Ilio città me- non cederla ad Alessandria d'Egitto. E-


diterranea della Troade, e Alessandria sistono un gran numero di rovine, come
Troas. Apertamente poi attesta s. Giro- dellesue mora fortissime fiancheggiate da
lamo, che Truasèqife\\acheprius Troja mura quadrate. L' odierna città che ne
appellala tur. Il p.Pauli riprodusse quin- occupa in parte l'area, si chiama Eski-
di le iscrizioni delle medaglie degl'impe- Stambul, ed è costrutta sulmonte, di-
TRO T RO 87
visa dal monte Ida da una valle profon- titoli vescovili sidebba ritenerne uno <olo,
da. 11 porto è cinto da una montagna se- il quale in tutto si compenetra coll'altro.
micircolare, e coperto di rovine, essendo TROIA (Trojan). Città con residen-
l'ingresso chiuso da un banco sabbioso. za vescovile di Puglia nella provincia di
Dal fin qui riferito risulta, che molte no- Capitanata, nel regno delle due Sicilie,

zioni appartengono all'articolo TROAS,ed lontana da Benevento per la via di Pa-


anche a Troade, per la discrepanza degli duli e Buccolo 21 miglia, e per la stra-
scrittori. A me sembra, secondo anche la da del ponte di Bovino 4-0, capoluogo di
Mitologia, che Ilio cittadella della famo- cantone. E posta sopra una collina alla fal-
sa e antica Troia, fabbricata da Ilo4-° re da boreale del monte Buccolo, secus /lu-
de'troiani, die poi il suo nome alla città men Chilar uni aedificata conspicitur ,

la quale perciò si disse e Troia e Ilio. Do- quae in suo unius circiter milliarii am-
po lungo tempo dacché fu distrutta Troia bi tu octingentas fere domus, et sex cir-
e la sua cittadella Ilio, circa 3o stadi di- citer mille coiitinent incolas sub tempo-
stante fu fabbricata un'altra Ilio, insie- rali dominio praefati regni, come dice
me al tempio Minerva. In questo A-
di l'ultima proposizione concistoriale. Vi si

lessandro il Grande si recò ad offrirle un osserva una grande e bella strada che tra-
sagrifìzio, dopo il memorabile passaggio versa la città in tutta la sua lunghezza,
del Cranico. Più tardi fu da Antigono e- e diversi edilìzi di pietra. La cattedrale è
dificata nella Troade una città che da lui di bella e antica costruzione gotica, dedi-
prese il nome di Antigonia, e poi dalla cata alla B. V. Assunta in cielo. Il capitolo
regione e per memoria dell'antica Troia si compone di 4 dignità, la 1. "delle quali è
fu denominata Troia, Troas e Troade; l'arcidiacono, di 16 canonici comprese le

vocaboli che si confusero presso di versi sto- prebende del teologo e del penitenziere,
rici e geografi con Ilio , e perciò alcuni di 6 mansionari, e di altri preti e chierici
di essi di due differenti città ne fecero una, addetti alla divina ufficiatura. Vi è il bat-
mentre altri, chi volle attribuire gli av- tisterio, e la cura d'anime esercitata dal

venimenti d'Ilio a Troia, e chi quelli di decano "2. "diguità. 11 palazzo vescovile le è
Troia ad Ilio. Da qui surse il laberinlo aderente,optimum praefert aedijicium,
e il buio, che tentai in breve rischiarare. sed plures exigit reparaliones. luoltre
La stessa Mitologia ci dice, che Alessan- vi sono 4 muni-
9\ire chiese parrocchiali
dro dopo aver sacrificalo nel tempio della te del due conventi di religiosi,
s. fonie,
nuova Ilio, non di questa ma della nuova due monasteri di monache, alcuni soda-
Troia ne ordinò l'ingrandimento, la quale lizi, l'orfanotrofio, l'ospedale, il monte di
allora non era che un borgo: Lisimaco che pietà, il monte frumentario, il seminario
ne effettuò il comando, a di lui onore l'ap- bellissimo.E patria di diversi illustri, fra'

pellò Alessandria,^^ prevalse io seguito quali primeggia il cardinal Girolamo Sé*


il nome della regione Troade, e fu detta ripando (I7.) di vasta dottrina, gli abi-
pure Troas e Troia dal nome dell'antica e tanti essendo quasi 6000. In agosto d'o-
celebratissima. Vieppiù, fu poscia ingran- gni anno una fiera di 2 giorni. Fu
tiene
dita da'iomani, ritenendosi discesi da E- riedificataTroia o uotabilmeote restau-
nea e da'troiani. Ammetto dunque, che rala nel suolo dell'antica Ecaiia Eca-
la nuova Ilio e la nuova Troia furono due nano, uel 1022 da Bolano o Bubaiano ca-
tittà diverse della Troade, due di verse se- pitano di Basilio 1 1 e Costantino Vili im-
di vescovili; di più opino, che Troas o peratori greci, che stabilitavi una colonia
Troade, sia lo stesso che Troia, e comu- di greci le die il nome dell'antica Troia.
ni ne sono loro le notizie civili ed eccle- 1 greci la costituirono piazza di guerra e
siastiche; perciò delle due sedi e de' due guardia de'ioro possedimenti di Puglia e
88 T 11 O T 11 O
di Calabria, e per diffondersi di qua sulle glio celebrò un concilio in Troia, coll'in-

-vicine provineie ne'easi guerreschi, e fa- ter vento di (piasi lutti gli arcivescovi, ve-

re correrie ne'lnoghi romani. Altri anti- scovi e baroni di queste contrade, per la
cipano, altri ritardano la formazione di tregua e la pace. Reg. t. 2G; Labbé 1. 1 o;
Troia, il che si può vedere nel relativo Arduino Mentre la coite de'ductii
t. 6.
documento prodotto dall'Ughelli, Italia risiedeva a Salerno, morì il duca Gu-
sacra t.i, p. 1 334
Trojani Episcopi. : glielmo, onde Ruggero conte di Sicilia si
Ivi si Apuliae o-
legge ancora: Trojani recò a Salerno, e fu riconosciuto per prin-
valentissima iirl/em, (pine prius Costa cipe; gli si dierouo gli amalfitani e altri

Annibalis dicebatur, I/cnrici II tem- baroni della contrada, ed avendo ridot-


pore, anno Domini 1008 a B uh agno in te alla sua ubbidienza le città di Troia e

urbis sjìccicm numi tanisgraccorum co- di Melfi, e altre della Puglia, dilatò tan-

lonia inde deducta, prò romanis infe- to il suo potere,che stimò a se dovuta l'in-

standis, speciali quodam oppida. Am- vestitura di questi stati dalla s. Sede su-
mettendosi l'anteriorità al 1022 della ri- prema signora de'medesimi. Perciò si ri-
storazione di Troia, è ragionevole la nar- vòlse a Papa Onorio II per conseguirla;
rativa che nel 1022 stesso fu memoran- ma sebbene gli promettesse di cedergli
do l'assedio che vi pose l'imperatore Eu- Troia eMontefusco,edi più buona som-
lieo li, duralo ben 3 mesi, e dopo presa ma d'oro e d'argento, non potè per allo-
ne discacciò i greci. In vece narra l'an- ra ottenerla. Intanto il sagace Onorio II

nalista Rinaldi, cheEnrico 11 assediòTroia neh 1 27 si recò a Benevento, perchè Rug-


nel 1022, nell'anno stesso che i greci a- gero disgustalo avea incitato i suoi ba-
veano cominciato a fabbricarla; e che i roni a rivolgere le armi contro quella cit-

cittadini disperando di ricevere l'atteso tà. Era il Papa in Benevento, quando vi-

soccorso da Costantinopoli, si arresero al- desi attorniato dalle loro soldatesche u-

l'imperatore come a clementissimo prin- Ruggero; onde a por freno


nite a quelle di
cipe. Essendo la Puglia dominio della s. dopo aver fulminato la
a tanta alterigia,
Sede, ed avendola occupala normanni, i scomunica contro di lui e di chiunque gli
il Papa Nicolò li scomunicò Roberto Gui- prestasse aiuto, passò a Capua nel prin-
scardoeh'erasene impadronito^ con esso cipio del 1128, dove ir» copiosa assemblea
tulli normanni. Questi però avendolo
i di prelati e di baroni espose a Roberto
iuvitato a recarsi in Puglia a ricevere la II principe di quella città le sue dogliau-*
loro sommissione e riconciliarli collaChie- ze contro Ruggero, e domandò pronto
sa, il Papa gli esaudì subilo portandosi a soccorso a difesa di Benevento dominio
Melfi, gli assolse dalla scomunica e gl'iu- pontificio, e per ritogliere dalle sue mani
come feu*
vestì della Puglia e altre terre, le terre di Puglia. Grande condiscenden-
datari della Chiesa romana, con annuo za trovò Onorio II negli animi di tutti,

tributo. Papa Urbano li nel 1093 passò e perciò a vieppiù accalorare la spedizio-
in Puglia, e I' 1 1 marzo essendo in Troia ne, concesse indulgenza plenaria delle pe-
vi celebrò un concilio composto di 7 5 ve- ne canoniche (cosa in que'tempi assai ra-
scovi e dtift abbati, nel quale con auto- ra, perchè il rigore dell'ecclesiastica di-
rità pontificia rinnovò le proibizioni di sciplina manteneva ancora in osservanza
contrarre matrimonio fra parenti, e sciol- i canoni penitenziali) a chiunque pentito
se quelli contratti coll'impedimento ca- e confessato morisse in quella guerra, e
nonicodella consanguineità; vi trattò del- la metà delle dette pene condonò a chi
lariforma del clero, e vi confermò la Tre- confessato e pentito non vi fosse rimasto
gua di Dio (/.). Il successore Pasquale morto. Presto si mosse l'armata degli al-

li neh 1 15 andò in Puglia, ed a'24 lu- leati, ed essendosi il Papa recalo iu Moli-
TRO TR O 89
tesnrchio per attendere l'esito di essa, eb- to, onorò di nuovo Troia di sua presen-
be di lì a poco il piacere di veder con pro- za, e passò a Benevento. Troia ebbe pri-
spero successo liberata Benevento dalle ma titolo di contea e poi di principato,
gravissime minacce de' potenti norman- e fu signoreggiata ne'tempi feudali dalle
ni. Erano frattanto grandemente trava- nobilissime famiglie diSatigroe d'Avalos.
gliati dall'armi di Ruggero i popoli della Ora è principe di Troia sua altezza sere-
Puglia, i quali avutone ricorso al Papa, nissima d. Alfonso d'Avalos principe di
lo pregarono di portarsi nelle loro con- Pescara e marchese del Vasto, dal Papa
prontamente condiscen-
trade; al che esso Pio IX neh85o dichiarato Principe as-
dendo venne a Troia, dove corina homi' sistente al Soglio pontificio (V>); della
mini (cioè gli abitatili della città, come quale prerogativa in altri personaggi di
scrive Alessandro abbate di Telese scrit- sua eccelsa famiglia, riparlai nel voi.
tore di que'tempi, De rebus gest. Rog. LXVII, p. 104.
Sic. Reg. cap. 20, lib. i
)
flagìtantihus i- La sede vescovile fu eretta ne'primi del
psig accepit. Cosi gli abitanti di Troia si secolo XI in Troia, ma anteriore fu già,
dierono spontaneamente al diretto e im- quella d'Ecana o Eclanum scu Acae Ac-
mediato dominio temporale della s. Se- canaci che Commanville dice eretta nel
de. Nondimeno il saggio Onorio 11, te- 5oo, e di cui fu vescovo s. Secondo, il cui
mendo qualche sinistro evento, òlFrì a corpo si trovò ne'fondamenti della nuo-
Ruggero l'investitura del ducato di Pu- va basilica con iscrizione, ed entusiastica
glia, ed egli con piacere l'accettò, median- letizia religiosa del popolo, celebrando-
te investitura ricevuta col vessillo. Nel sene la festa l' 1 1 febbraio. Altri dicono
I 1 3 3 essendosi rivolta la Puglia a Rug- che s. Secondino fu vescovo di Ecana poi
gero, dalla Sicilia con poderosa armata Troia, e TUghelli ne riporta gli atti, col-

passò in Puglia, piombò come fulgore sul- le notizie dell'antica Ecana, ove si legge
le terre rubelli, e tra le città prese anco- s. Sccundiìii Trojani Episcopi. Il Sar-
ra Troia, mettendo tutto a sacco ed a fuo- nelli, Memorie degli arcivescovi di Be-
co, non ostante che i cittadini usciti gli nevento, narra che nel 1022 Dolano Ca-
fossero incontro processionalmente colle tapano ed i suoi greci finirono d'edifica-
reliquie de'sauti. Nel i i 3y si dierono i re la città di Troia, Dragonara, Fioren-
troiani all'imperatore Lotario 11, men- tino e Ci vitale, tutte della provincia Be-
tre il Papa Innocenzo 11 e il duca Enri- neventana. Quindi eh' ebbe principio la
co genero di miei principe, porta vanii iu sede vescovile di Troia, con Angelo elet-
Bari,già assediata dal medesimo impera- to e consagralo nel 1028, il quale consa-
tore,che guerreggiava Uuggero, qual fiu- grò la chiesa di s. Sofia di Troia, fabbri-
tole d'Anacleto II antipapa, per averlo cala da Bisanzio abbate di s. Sofia di Be-
dichiarato re. Ma non passò gran tempo nevento, e la fece libera d'ogni vescovi-
ch'ebbero di «movo a sottomettersi al re le giurisdizione. Che nelio34 '« sede ve-
Ruggero I. Dipoi insorse funesto scisma il scovile di Troia fu assegnata per sulfra-
contro Papa Alessandro III, sostenuto ganea alla metropoli di Siponto, insieme
dall'imperatore Federico I persecutore con Rapo! la, Melfi, Monopoli e Viesti,che
della Chiesa. Per concludere finalmente sono state anche sulfraganee di Beneven-
la pace, dopo l'Epifania
173 Ales- del i to,quando la metropoli Si pontina fu di
sandro 111 da Anagni parli per Troia e nuovo unita alla Beneventana nel io53
Si ponto, recossi a Vasto, ove trovò le re- sotto l'arci vescovo CJIdarico. ala nel 1 o58
gie galere che lo condussero a Venezia, ed Troia fu dichiarata sulfraganea di Bene-
ivi restò stabilita. Colle galere venete par- ventoda Papa Stefano X con bolla ripor-
li du Venezia neh 177, veleggiò a Sipon- tata dal Vipera, data in Me.ite Cassino.
t>°
T II O TRO
Leucite poi Troin fu esentata dalia metro- scovo, il Lucenti dice per abbaglio poiché
poli di beuevenlo, e immediatamente sog- non di Troia, ma di 'Eroina fu vescovo,
gettata alla s. Scile, dice Sai nelli, essere alla quale chiesa in tal anno fu unita
però il vescovo di Troia tenuto d'inter- quella di Taormina, occupata da'.sarace-
venire al concilio provinciale, come nel ni. Gerardo
sottoscrisse la bolla d'Urba-
celebrato dal cardinal Savelli nel 15G7 in- no Il 1091 pel monastero di Monte
nel
tervenne ProsperoRebiba cpiscopus Ti o- Cassino, e nel 1092 per quello di Cava, e
janus. Riferiteti il Magli nella Notizia sì trovò all'alto della donazione dal du-

de vocaboli ecclesiastici, che il vescovo ca Ruggero fatta alla chiesa di Melfi nel
diTroia gode la singolare prerogali va d'tt- ioc)3. Ad liberto, Trojac Episcopus e i

iarfl i Flabelli (/ .) nella processione del suoi successori nel 1 100 Pasquale II col
Corpus Domini come ,
1' arcivescovo di diploma Justis votis, che si legge nell'U-
Messina ne' pontificali. La memoria del ghelli,dato in Monte Cassino e sottoscrii-
vescovo Angelo si conserva in un monu- lo dal Papa e da 7 cardinali, concesse
mento del 1037 pubblicalo dall'Ughelli, interamente la giurisdizione sulle chie-
riguardante il diploma della consagra/io- se e monasteri della diocesi che nomi uà.
ne della suddetta chiesa, importante an- Guglielmo nel 1 1 06 fu al concilio di Gua-
che per le sottoscrizioni: Actum in rivi* stalla, intervenne alla consagrazione diGe-
tale Trojana in sacro Episcopio nostro lasio 11, e vivea neh 33 quando Troia
1

felieiteradmodum. Fgo Angelus Epi- passa est e jl ci di uni Rogerio rege juben- ,

scopio. Ego Joannes Archipresby ter. E- te. Elio Trojanus electus sottoscrisse nel
go Rodelgrinus Archilevita. Ego Lau- 1 177 il diploma matrimonio di Gu-
del
rentius Cardinalis. Ego Co ns tanti nus glielmo Il re di Sicilia conGiovanna li-
Cardinalis. Ego Hermannus Cardina- glia del re d'Inghilterra. Gualberto del-
lis camerarius. Dunque pure la chiesa di la Pagliara o Patena de'conti diMarsi è
Troia ebbe i suoi cardinali come altre. ', ricordato in un privilegio del 93 d'En- 1 1

11 vescovo Arduino intervenne nelio5g rico VI imperatore e re di Sicilia, e in


al sinodo romano di Nicolò li. Stefano altro deli 195 pel monastero Florense di
sitrovò nel 1 071 alla solenne cousagra- Sesti, avvertendo Lueenzi che Ughelli l'ha
liane della basilica di Monte Cassino, e- confuso con Gualtiero che gli ila per suc-
seguita da Alessandro Questo Papa 11. cessore, il quale fu veramente della fami-
gli spedi il diploma Concedimus, ripor- glia Pagliara, e non Gualberto, che inol-
tato da Ughelli, in cui si dice che a te- tre Ughelli pretende trasferito nel 1 1 55
nore de'privilegi accordati da'lralelli im- a Catania, ma invece a Palermo fu tra-
peratori Basilio 11 e Costantino Vili, aiti viato e sotto Innocenzo 111. Essendo Gual-
ij)i>ani civita tern Trojanam reaedifica - tiero, e non Gualberto, gran cancelliere
refteerunt per B uh ajanimi capitanimi del regno, cospirò contro il trono nella mi-
suum> e stabiliti i suoi confini, così al ve- norità di Federico II, onde il Papa che
scovo concedeva in uno a' suoi suc-
gli n'era tutore, lo fece acremente rimpro-
cessori canonicamente eletti, nella cit- verare dal cardinal Cinzio Cenci legalo
tà e diocesi tutta di potere jura Epi- di Sicilia, e ne parlai nel voi. LXV , p.
scopali^ libere exercenda , et quod 1 8 Aggiunge Lueenzi: id enim aposto-
[ .

Trojani Pontiflces a nullo alio, nisi a lieus legato in facultalibus cimi non ha-
Romano Ponti/ice consecrentur ; indi beret, concesserat tamen Gualtero, qui
sono nominate le chiese e l'abbazie del- temere nec diem pallio ohtento, Episco-
la diocesi, di giurisdizioue del vescovo di palici munera exercebal. Indi Innocen-
Troia. Roberto, poi nel 1082 arcivesco- zo 111 consagrò vescovo di Troia Filippo
vo di Messili!!, secondo PUghelli 5.° ve- nella basilica Lateranense, e scrisse al eie-
TRO TRO 91
ro e popolo troiano F Epist. ijj a' i3 gensempon già di Reggio di Modena; for-
oltobrei a ia. Innocenzo IVneha53 e- se Riga, ina è dubbiosa asserzione. In det-
lesseM. Pietro de Barbuco. Nel i^5c) to 1480 Scipione Piscicelli napoletano no-
Alessandro IV confermò Matteo eletto bilissimo, e morì nel 4§4; ,>e c ua anno
1 '
I
'

dal cardinal Capocci legato, morto nel gli fu sostituito Genocioo Giannotto Pan-
1276. Indi il capitolo postulò M. ti- dollìni nobile fìoreuliuo,che intervenne al
gone di Troia canonico della cattedra- concilio di Laterano V, abdicò nel 1 5 4> 1

le, che liberamente cedette ; laonde il fu prefetto di Castel s. Angelo per Cle-
medesimo indi postulò Fallro canoni; mente VII, e morendo in Roma neh 5^5
co Berterio , che prima della conferma ebbe temporaneo sepolcro in s. Silvestro
ffloiì; per cui Nicolò III di sua autorità al Quirinale, con epitaffio che riporta TU-

nel 1 278 nominòfi Ugo domenicano, che . ghelii, donde il corpo fu portato a Firen-
nel 1279 trasferì a Bettlemme. Hugo ni ze nell'abbazia di s. Benedetto, ove gli fu
Episcopo Trojano paulo post suam con- posta un'epigrafe che lo dice soltanto E-
fi rmatìone ni idem Nicolaus III Irans- piscopus Trojae. Egliavea neh5i4 ri-
misit Pallium, cujus iisus ex indulto nunziato al nipote Ferdinando Pandolfi-
•Sedis apostolicae fuerat ei concessili, nt, che resse la chiesa con somma lode,mo-

/in hoc privilegium fuerit personae i- rendo in Foggia nel 56o, e sepolto nella
1

psius met Hugonis^an Trojanae eccle- collegiata con epigrafe riportata da U-


siae, adhuc me latet. Il diploma, Curii ghelli, il quale lo pretende tumulato pres-
Pallio, dato in Viterbo 2 nona augusti so lo zio. A' 19 giugno la sede fu data in
ì278 è nel Regesto Vaticano n.°i 3o. Nel amministrazione al cardinal Scipione Re-
r
1280 fr. Rainerio francescano; Roggero Liba (^ .), che FUghelli chiama Giovan-
neli3o2 morì, e nello stesso anno eletto ni, e per sua successione a' 4 settembre
dal capitolo fr. Pietro francescano, lo con- 1 56o divenne vescovo Prospero Rebiba,
fermò Bonifacio Vili, e inori nel 1309. forse suo parente, anzi nipote,che nel 1 563
11 successore Guglielmo Bianchi francese, fu al conci Ih) di Trento, indi insixnitodel
priore cluniacense,elelto da Clemente V titolo di patriarca di Costantinopoli. Nel
in Avignone, morì nel seguente 3 io. In 1 1593 Clemente Vili elesse suo paren- il

questo Berardo rettore della chiesa par- te Giacomo Aldobrandino canonico fio-
rocchiale di Salis, diocesi di Tolosa, elet- rentino; funse in Roma lodevolmente va-
to dal capitolo econfermato da Clemen- ri utfìzi ecclesiastici, fu nunzio di Napoli,
te V. Indi lo furono, nel 322 Arnoldo, 1 e morì Firenze neh 607 sepolto io s.
in
nel 332 Bisanzio, nel 34 1 Enrico, Gui-
1 1 Lorenzo. In tale anno Pietro Antonio da
do neh 385 fu traslato da Urbano VI a Ponte teatino napoletano, facondo e cele-
VeuafrOjiiel 1
39 Ricca rdo,nel 1 SgSBar-
1 bre oratore, consultore del s. Ollìzio , e
tolomeo, nel 1409 eletto Nicola fu nello nunzio di Paolo Va
Ferdinando arcidu-
stesso traslalo alla chiesa Cavallicense.Nel ca d'Austria. Nel 1622 Gio. Battista Ro-
i4-i 1 Gregorio XII elesse Angelo
di Man- viglioni napoletano, morto nel 162 3. In-
i438 dal coadiuto-
fredonia, successo nel di Silvestro che cessò di vivere nel 1626.
re Giacomo Lombardi arcidiacono della In questo Gio. Astalli nobile romano, re-
cattedrale. Nel 1 469 da Potenza vi fu tra- ferendario, morto nella sede apostolica va-
sferito Gio. Paolo, per morte del prede- cante in Roma nel 644) e nj tumulato in
1

cesare. Nel 47^ Stefano, che passò al-


1 Araceli nel sepolcro de'suoi maggiori. Nel
l'arci vescovato di Reggio nel 1480; ma lo i645 Gio. Tommaso de Veneziani di Mo-
stesso Ughelli nella serie degli arcivesco- Roma, d'antica pro-
nopoli avvocato in
vi di Reggio, disse fallo dell'amanuense, bità e incolpate virtù. Neh 648 da s. Se-
e doversi ri tenere traslato al vescovato Ri- vero vi fu traslato Antonio Sacchetti, lo-
92 TRO TR O
dalissimo pastore. Nel 1 663 Sebastiano della quale poi darò un cenno, nuche per
Sorrentini di Ca va, avvocato e uditore ilei essere stata negli ultimi tempi l'ordina-
nunzio di Napoli, di singolare integrità. ria residenza de'vescovi di Troia. Indi il

Nel i6y5 Antonio de Sangro nobilissimo Papa nel concistoro de' 16 giugno i856
1
napoletano, teatino e professore di teolo- dichiarò vescovo di Troia l' attuale mg.
gia; virtuoso, zelante e pio pastore, sol- fr. Tommaso Passero di Barletta dome-
lecitodelcnltodivino: ncli6(.)3 interven- nicano, professore cattedratico di filoso-
ne al concilio provinciale di Benevento, fia e di teologia in Napoli e sua provincia,

celebralo dal parente cardinal Orsini, poi predicatore e direttore spirituale di mo-
Benedetto XI II, e si propose osservarne i nache; lodato nella proposizione conci-
decreti sull* ecclesiastica disciplina. Di storiale per gravità, prudenza, dottrina e
maestosa statura, di bella presenza, colle altri pregi. Di più il Papa colla bolla / hi

grazie del dire accresceva venerazione al- prìtftttm, de' 10 giugno 856, decorò del 1

l.i Mia dignità. Nel i 6q4 Emilio Giacomo privilegio del pallio la cattedrale di Troia

de Cavalieri napoletano giureconsulto, e il nuovo vescovo di essa, onde nel sud-


quindi de'pii operai, dotto e integro, per detto concistoro ne fu fatta la postulazio-
cui il cardinal Canlelmi arcivescovo di Na- ne e la concessione, come si Ie""e nel n.°
poli stimandolo assai, gli attribuì diversi 136 del Giornale di Roma. Ora ogni
primari uffizi. Sollecito pastore, fu ama- nuovo vescovo, secondo il disposto della
to: intervenne nel 1698 al concilio pro- bolla Ex JioCy è tassato in fiorini 200, la

vinciale di Benevento, convocato dal no- mensa ascendendo ad octo circiter mille
minato cardinal Orsini. Morì in buon o- ducata illiusmonetac, quae annua gra-
dore di santità e con fama di miracoli, e vantar favore novae mensae Episcopa-
perciò fu degno zio di s. Alfonso de Li- li? Fodianae pensione ducatorum bis-

guori fondatore della congregazione del millium supra quadriugenta ad mille y

ss. Redentore (/".), mirabile istituto fio- tantum et quatuor ce ntum quamprimum
rente, die ora ha aperta la casa genera- redigendorum. Satis ampia est dioece-
lizia in Roma, ed altra a Trevi (J\). Ter- sis quinque sub se complectcns oppida.

minando col servo di Dio Emilio ['Italia Foggia, Fogiae seu Fodiae, Ecclesia
sacra com pi ròla serie de'vesco «idi Troia
t
Fodian. Città con residenza vescovile di
colle Notizie di Roma. Nel 1726 Gio. Pie- Puglia, capoluogo della provincia di Ca-
tro Faccoli di Lecce. Nel 1752 Marco de pitanata, di distretto e di cantone nel re-
Simone di s.Elpidio diocesi d'A versa. Nel gno delle due Sicilie, in una vasta pianu-
1777 da Teano vi fu traslalo Gio. Gia- ra a 29 leghe da Napoli, ed a 5 leghe i/4
como Onorati, di Rocchetta diocesi di La- al sud-ovest da Troia. E posta questa bel-
cedonia. Dopo notabile sede vacante nel la città tra il Gelone, influente del Can-
j8o6 da Motola vi fu trasferito Miche- delaia, ed il Cervaro, quae in suo triwn
le Palmieri di Monopoli. Leone Xil nel circiter milliarium ambita ultra, trigin-

concistoro de'3 maggio 1824 preconizzò ta tria conti net incolarum millia.JL piaz-
r a
vescovo di Troia mg. Antonino Maria za di 4- elasse e residenza d'un intenden-
de'principi di Monforle patrizio di Napo- te, di un comandante di piazza, e di un
li, saggio, piissimo e zelante pastore, ge- giudice istruttore, esede d'un tribunale di
nerosissimo co'poveri, e ornato di molle commercio; in una parola, vi dimorano
virtù:morto neh 855, fu compianto qual le autorità amministrative,poichè le giu-
padre. Nel medesimo anno il regnanlePa- diziarie risiedono a Lucerà. Può dirsi ri-

pa Pio IX smembrò la diocesi di Troia fabbricata con migliore euritmia, dopo


colla bolla Ex hoc Stimmi Pontificis, dei che il terremoto de' 9 marzo 1731 ne ro-
1

26 giugno, formandovi quella di Foggia, viuò una gran parte. E' dunque assai he-
TRO Tli O 93
ne fabbricala e le sue strade sono ampie so, disgiunse Foggia dal vescovato di Tro-
e rettilinee; talune principali sono ador- ia e l'eresse in sede vescovile,essendo trop-
ne di eleganti case e di ricchi fondachi. po distante da Troia e posta nell'angolo
Tra'belli edilìzi i più notabili sono, il pa- estremo della diocesi. Si esprime nella bol-
lazzo dell'intendenza, la dogana destina- la essersi a ciò determinato pe' pregi che

ta specialmente ad esigere le tasse de'pa- distinguonoFoggia, già città di residenza


scoli ,e la cattedrale. Pio VII col breve ordinaria del vescovo di Troia, per la bel-
Insinuino /4postolatus>àt 1% settembre lezza de' suoi edilìzi, pel numero di sue
1806, Bull. Rom. cont. t.i3, p. 61: E- famiglie nobili, per la popolazione in in-
rectio in Basilicam ecclesiae Collegia- cremento (i moderni geografi dicono cir-

tac oppiai Foggiae dioecesis Trojanae. ca 24,000 abitanti), per l'abbondanza d'o*
Dice in esso il Papa, che ad istanza del gni derrata e per la frequenza del com-
clero, dell'università e uomini della città mercio essendo una delle città che for-
,

di Foggia, elevò al grado di basilica mi- mano ornamento alla Puglia; per la sua
nore la chiesa collegiata ematrice, ove da collegiata, capitolo e clei'OjCom posto di ca-
antichissimo tempo è in grande venera- nonici e mansionari, ove si venera la ce-
zione l' immagine della D. Verdine sub lebree miracolosa immagine dellaB. Ver-
greco n latria, Icono- l'etere, denomina- gine, pel liceo e seminario diocesano. Per
tione, già dal capitolo Vaticano corona- tutto questo il Papa nella sede vacante
ta, per la celebrità de' suoi miracoli an- dismembrò dalla chiesa di Troia, e dal-
che in lontani paesi, donde i fedeli accor- la metropoli di Siponto o Manfredonia
revano a invocarne il possente patrocinio, (/.), l'abbazia di s. Marco di Lamis, già
sia nelle penurie de'viveri, sia pel terre- nullius dioecesis, e l'unì alla nuova e vi-
moto, sia per altri flagelli; ed essendo l'ef- cina diocesi di Foggia. Questa formò con
fìgie di Maria dell' Icone- Ecteris ap-
s. un territorio di circa 5o miglia, e la sot-

parsa ad un pio uomo, vieppiù si accreb- tomise immediatamente alla santa Se-
be il fervore della divozione, onde il pre- de, come era ed è tuttora il vescovato di
decessore Pio VI concessegraziespirilua- Troia. Elevò la basilica collegiata in cat-
li e indulgenze a'visitanli. Dipoi lo stes- tedrale, sotto l'invocazione della 13, Ver-
so Pio VII col breve Romanoruni Fon- gine Assunta in cielo. Il capitolo lo com-
tificum y At'i dicembre 808, Bull. 1 c\t. p. pose di 1 8 canonici, comprese le 4 digni-
a
3o4: Conce s sio novor uni iiuhuncntoruni tà, essendo la t . l'arciprete cui è annes-
magis insignium prò dignità tibus, etca- sa la cura d'anime della medesima cat-
a
nonicis basilicae de Foggia dioecesis tedrale, ch'è munita delbattisterio, la i.
a
Trojanae. Pertanto dopo aver confer- , del primicerio, la 3. del cantore, la 4-*
mato alla basilica di s. Maria d' Icone- fé- del tesoriere: dispose inoltre, che co'due
teris i privilegi e le prerogative di basi- primi canonicati vacanti si formino le

lica minore, Pio VII in perpetuo accordò prebende del teologo e del penitenziere,
•'suoi canonici: Mantelle-ttain , et western da conseguirsi per concorso; con 6 man-
oblongam violaceas cum ocellis, et glo- sionario beneficiati, a'quali se nedovran-
bulis coloris similis tatti in Ecclesia prae- 110 aggiungere due altri , fissandone la
dicta^quam extra eam in quibusvìspro- mensa capitolare, contribuendovi il mu-
cessionibus, aliisque functionibus, et a- nicipio di Foggia, così per quanto riguar-
ctibus publicis quibuscumque pestare, il- da la cattedrale e la sua uiliziatura. Di più
lisque uti libere et licite possint , eie. Il volle che al vescovo della nuova sede di
Papa Pio IX colla ricordata bolla, Ex Foggia, dal municipio si assegnasse l'e-
hocSut/uniPontificis ,degiugno 855, 2.6 1 piscopio propinquo alla cattedrale, e fin-
Fogiae ex iypogrophia Michaelis Rus- che questo non fobse edificalo, il compen-
94 TUO TRO
so (li 200 aniirii ducali pel fitto d'un'a- blicata nel 1837: Relazione del miraco-
Minzione conveniente. Fu pure statuito lo avvenuto nella statua della /ergine
dalla bolla (pianto spetta al vescovo, alla Addolorata nella città di Foggia, estrat-
dotazionedisua mensa, cioè cheiooo du- ta dal processo reddito in curia. Men-
cati d'argento avrebbe somministralo il tre in quasi tutta Europa l'Angelo ster-
municipio, 24uo ducali furono imposti minatore la sanguinosa spaila fulminava
di annua pensione Milla mensa di Troia, sulle teste de' morta li per svegliarli dalie-
da ridursi quam
pr'unum ai/foo ducati, largo, in cui fallace sicurtà di leggieri li

e 1000 ne olfn il regnante re delle duo seppellisce, onde atterriti da'mali presen-
Sicilie Ferdinando II al quale il Papa , ti si rendessero savia fuggirei futuri; il

concesse il privilegio della nomina e pre- Signore delle misericòrdie all'uopo appa-
sentazione alla s. Sede d'ogni nuovo ve- recchiò a'foggiani un segno più singola-
scovo. Pel 1 .°nominò l'odierno mg/ Ber- re di sua bontà, mediante l'intercessione
nardino INI.'' Frascolla d'Andria, canoni- della B. Vergine, da farlo noto in quella
co teologo in quella (attediale, esamina* flessa chiesa,dove poco più d'un secolo
tore oro sinodale e dottore in sagra teo- prima n'avea altri operati, anche in cir-
logia, la quale in uno alla s. Scrittura in- costanza di terribile flagello di terremo-
segnava nel seminario patrio. Trovando- to, nell'immagine della ss. Vergine cono-

lo il Papa dotto, grave, prudente, probo, sciuta sotto il titolo de'Sette Veli, e spe-

pieno d'esperienza e versato nelle cogni- cialmente quando dalla detta ss. Imma-
zioni delle sagre funzioni, nel concistoro gine spiccossi un raggio di vivissima lu-
de'16 giugno 856, dopo aver dichiara-
1 ce, che irradiò s. Alfonso de Liguori , il

to il vescovo di Tioia, lo preconizzò per quale a di lei lode sermonava. Foggia che
i.° vescovo di Foggia. Nella proporzio- visibilmente sperimenta la speciale prote-
ne concistoriale riepilogandosi alcune del- zione della gran Madre di Dio, gemeva
le principali discorse cose, si riferisce, es- nel luglio 1837 sotto la micidiale Pestilen-
servi nella città di Foggia altre 4 chiese za del cholera, per cui ricorsepregando
parrocchiali, tutte munite del s. fonte, con la B. Vergine suo rifugio, come far suo-
5 conventidi religiosi, 3 monasteri di mo- le nelle calamità, uè la prece fu vana. La
nache^ conservatorii, l'orfanotrofio, di- statua di legno vestita della B. Vergine
versi sodalizi, due ospedali, il monte di Addolorata che si venera in detta chiesa,
pietà pe'pegni, ilmonte frutti entario, e il si vide dal popolo molte volte prodigio-

seminario cogli alunni. Fructus laxati, samente alzar le pupille degli occhi, or
per ogni nuovo vescovo, in libris Came- r
verso il cielo, or calandole rivolgerle ver-
raeac/lorenoi 200, eoccedunt summani so il popolo astante, e chiuder le labbra
qualuormillium ducaloriun aeris neapo- e tramortir di colore, come se penetra-
litani. Hujus novae dioeceseos ambititi ta da amarissima doglia fosse svenuta, e
fere universum Fodiaeets. Marci in La- traesse dal cuore profondi sospiri, versar
misierrilorhim complectitur, alqut quia- lagrime e aver de' movimenti convulsi-
quaginta pene mille incolas sub se coti' vi. Tutto venne narrato nella Relazione

linet Di quest'abbazia di s. Marco in La- stampata dal conte Marnili comandante


inis, ossia di s. Giovanni in oppidum s. la Re-
dell'armi della provincia, alla quale
Marci, si può vedere il Lubin, Abballa- lazione di cui parlo ècome un supple-
rumltaliae,p. 182. Una delle altre 4 chie- mento, non polendosi leggere senza com-
se parrocchiali è sotto l'invocazione.di s. mozione religiosa. Dopo replicati por- i

Giovanni grande ve-


Battista, dove è in tentosi miracoli , il morbo distruggitore
nerazione la statua della B. Vergine Ad- che orribilmente infieriva andò in modo
dolorata, della quale in Napoli fu pub- scemando, che tosto cessò quasi del tut-
TU O T R O 9>
to. Il brevemente narrato è ricavato da! no, uno de'prìmi vescovi di Saintes, alla
processo della curia vescovile e dal de- cui tomba per virtù divina opera va usi
creto di mg/ Monforte, anch'egli spetta- frequenti miracoli. E nominato a'3o no-
tole edificato del prodigio. Del resto Fog- vembre nel martirologio romano, e in
gia è il centro di tutto il traffico puglie- quelli di Adone e di Usuardo.
se, che consiste in bestiame, lana, vini del TROINA. V. Traina e Taormina.
Monte Gargano, e specialmente iti biade, TROIS-CHATEAUX. V. s. Paul.
per tenere in serbo le quali si sono eret- TROIS R1VIÈRES o TRE FIUMI
ti i numerosi e solidi magazzini a volta, (Trisluvianen). Città con residenza ve-
sulla piazza pubblica e in altri sili. Nei scovile dell' America settentrionale, nel
settimanali mercati affluisce la moltitu- Basso-Canada, nelle colonie inglesi della
dine, però il maggior lucro si ha dalla fie- Nuova Bretagna, capoluogo del distret-
ra di 12 giorni che vi si tiene a'16 mag- to del suo nome e della contea di s. Mau-
gio, e dalla triduana negli ultimi giorni rizio, a 25 leghe da Quebech e 27 da

di novembre. Patria di diversi illustri, ri- Montreal. Viene così chiamata perchè il
corderò il rinomato Galiani.Ne'suoi din- fiume s. Maurizio trovasi in 3 canali di-
torni e alla sinistra riva del Gelone, so- viso da due isole che ne sono alla foce;
no le rovine dell'antica città vescovile cioè giace sulla riva sinistra del fiume s.
cYJrpi (/".), che taluno disse essere sta- Lorenzo, ove sboccano 3 rami del fiu- i

ta fondala da Diomede, e ch'ebbe a ve- me s. Maurizio, fra Quebech e Montreal


scovo nel 3 4 Pardo: ne tratta V Dalia
1 a Monreale. La città distendesi per lun-

sacra, t. 1 o, p. 1 6: Arpcnsis Episcoptitus. gospazioinun territorio sabbionivo; una


Nel 1240 l'imperatore Federico 11 in Fog- delle sponde del s. Maurizio è quivi al-
gia tenne un parlamento, ed il suo na- tissima, mentre la sponda opposta sta a
turale Manfredi vi battè l'armata di Pa- livello del fiume. Poco seducente è que-

pa Innocenzo IV. Indi Carlo d'Angiò I sta città, essendone le vie alquanto angu-

re di Sicilia,avendo nel 1266 sconfitto ste, la maggior parte delle case fabbrica-

Manfredi e poi Corredino nel 1268, di- le di legno, le più antiche essendo d'un
strusse Foggia che avea favorito Corra- sol piano con giardinetto appresso, men-
dino nipote di Federico II, l'ultimo degli tre le moderne di miglior gusto hanno
Hohenslaufen;allridiconoche Foggia era assai bella appariscenza. Però il suo in-
sorta dalle rovine di Ai pi. Poco dopo Car- cremento e floridezza è in notabile pro-
lo I permise la riedificazione di Foggia, e gresso. I principali edilizi sono il palazzo
vi morì nel 1285
Foggia se- a'
7 gennaio. municipale, la cattedrale e le chiese de'
guì destini della Puglia e del regno di
i cattolici, le chiese de'protestanti, le car-

Napoli. ceri, le caserme, ed il monastero dell'or-


TROIANO (s.), vescovo di Saintes.Fu soline, cioè quello ricostruito dopo l'in-

collocato sulla sede vescovile di Saintes, cendio del 1 786, spaziosissimo e con chie-
città della 2/Aqnitania,circa l'anno Sì 1; sa parrocchiale, l'ospedale e bellissimi
e riferisce s. Gregorio di Tours, eh' egli giardini. Presso al vecchio convento de'
fu celebre per virtù e per miracoli, e vi- minori riformati, è un magazzino da pol-
vente conservavansi come preziose reli- vere,lì commercio d'importazione con-

fjuie le frange de'suoi abiti. Egli si acqui- siste in ogni sorte di mercanzie inglesi,
stò pure gran fama pel suo sapere, e com- che poi distribuisconsi in tutta la pro-
pì la sua mortale carriera al più tardi nel vincia; gl'indigeni vi concorrono dall'in-
532, giacche il suo successore Eusebio as- terno, e vi recano pelli da permutarsi con
sistette al 2. concilio d'Orleans del 533. vettovaglie e merci europee: le esporta-
Fu seppellito presso a Bibiano Vivia- zioni compongcnsi di grano,legname per
96 TRO TRO
la marineria, ferro di fusione provenien- segretario di propaganda //V/e\;e dicendo
te dalle miniere di s. Maurizio, pellami della visita alle popolazioni del Canada,
provenienti dalla compagnia del nord- a Quebech e Montreal, dichiara che nel-
r
ovest, birra e mattoni manifatti della cit- la i. di tali città si recò a ossequiarlo mg.
tà. Vi si fabbricano imbarcazioni desti- Cook vescovo di Tre Fiumi.
nate a fine il viaggio del nord-ovest. Be- TROMBELLI Gio. Crisostomo, filo-

ne situato è il porto e capace di riceve- logo. Nato nehG97 pressuNonantola, ri-

re navi d'assai grossa portata che pori no mase orfano in tenera età, e venne edu-
arrivare sino alla riviera. JNon è questa cato sotto lo zio nolaro di Bologna. In-
città che di 3/ classe nella provincia, né cominciò gli studi dell' umanità sotto i

contiene più di /j< )()( > abitanti circa. Al- gesuiti, e li continuò presso i canonici re-
l' assemblea della provincia essa manda golari Lateranensi del ss. Salvatore, de'
due membri. Il distretto di Tre fiumi quali abbracciò l'istituto nel f
7 i 3. Ter-
dividesi in 4 contee: Bedfurd,Buckingam, minati ch'ebbe gli studi fu fatto lettore
"Wanvick e s. Maurilio. Il Papa Pio IX aCandianopressoPadova. Non
di filosofia

avendo eretto in sede vescovile Trois Ri- ti in capo a' quali fu


rimase che 3 anni,
vières, m*2 giugno i852 per breve apo- richiamalo a Bologna, per dargli una cat-
stolico vi nominò a i.° vescovo l'attuale tedra di teologia. La severità di tale in-
mg.' Tommaso Cooke, come si legge nel- segnamento non gl'i ni pedi di rivolgersi
le annuali Notizie di Roma, o meglio l'8 a quando a quando alla poesia, ma vi ri-
giugno, data che trovai nel breve; del re- nunziò al tutto quando eletto abbate nel
sto tutto ignorandosi, non essendosi pub- 1737 aspirò a più solida fama. Innalzato
blicalo il breve, né preconizzato il vesco- in progresso alle più cospicue dignità del-
vo in concistoro. 11 breve Universi Do- l'ordine, nel 1760 ne divenne abbate ge-
miniti gregis, che mi recai a leggere nella nerale. Con zelosi adoperò per aumen-

segreteria della s. congregazione di pro- tare la biblioteca di sua canonica, perla


paganda fide, soltanto dice: Che il sino- quale fece importanti acquisti di libri,

do tenuto in Quebech nel 85 1, conside- 1 inss., medaglie antiche e del medio evo.
rando l'ampiezza di tale areidiocesi, on- Dopo aver pubblicato una Raccolta d'o-
de meglio provvedere al bene spirituale puscoli inediti de'Padri della Chiesa, com-
de'fedeli, decretò l'istituzione della dio- pose una grand'opera sul cullo de'sauli.
cesi Trisluviana, mediante dismembra- Siffatto lavoro meritò l'approvazione di
mento di parte della medesima, e che il Benedetto XIV, il quale commise al dot-

vescovo risiedesse a Tre Fiumi. Ilasse-, to cardinal Quirini di attestarne la sua


guata la domanda alla detta s. congrega- soddisfazione all'autore; ma veisoil me-
zione, avendola approvata, il Papa nel desimo tempo comparve di Gio. Rodolfo
confermarla disgiunse dall'arcidiocesi di Kiesling, Exercitationes anti-trombcl-
Quebech tutto il territorio Trisluvianen- lianae, Lipsiaei 75 nelle quali l'opera
1
,

.se e altri paesi, istituendo la nuova sede è amaramente censurata. Ad onta della
vescovile Trisluvicuiam ,ela dichiarò suf- vivacità del suo carattere, Trombelli e-
fraganea dell'arcivescovo di Quebech. Nel sitava a rispondere; saviamente non ama-
a
1 853 la Civiltà cattolica, 2. serie, t.
4> va le questioni letterarie, e senza le isti-

p. 47 i, nel riferire la visita pastorale fat- gazioni de'snoi amici egli ordini del Pa-
ta agli Slati Uniti, per esaminare lo sta- pa, non avrebbe pensato a difendersi. Lun-
to della religione in que'paesi, per mis- gi d all'imitare l'avversario che bassamen-
sione e ordine del Papa regnante, da mg/ te l'avea oppresso di sarcasmi, scrisse la
Gaetano Piedini arcivescovo di Tebe, al- sua apologia nobilmente con altrettanta
lora nunzio apostolico del Brasile e ora moderazione che dottrina. Lo stcssoKies-
7 . ,

TRO TRO 97
ling giustamente ne fu sorpreso, e gli TRONDIIEIM o DRONTHEIM. K
scrisse una lettera per domandargli lascia Nidrosia e Svezia.
amicizia e il suo ritratto. Terminata la TRONO o .SOGLIO, Thronus, So-
contèsa. Trombetti adunò materie per lfimi,Tribunal, Sedei Regalis, Caflic-
comporre le memorie della sua canonica. draPontificalis, SoliumPontificis. Seg-
Recitò parecchi discorsi nelP istituto di gio o sedia magnifica elevata di Papa,
Bologna, del quale era stalo fatto mem- d'imperatore, di re, di principe e de'pri-
bro, ed il più notabile è quello, in cui e- mari magistrati. Sedile nobilissimo e mae-
spose le pretensioni de'diversi popoli con stoso, con appoggio alla schiena, e sup-
l'invenzione della bussola; De acus nau- pedaneo e predella, a cui si ascende per
ticae inventore.Viopo a ver composto mol- diversi gradini, sovrastato e coperto da
te opere, grave d'anni senz'essere ancora grandioso Baldacchino (V.),<\\ cui è sim-
oppresso dalla fatica, ideò un'opera im- bolo V Ombrellino [V.) 3 formato di ric-
mensa sui Sagramenti, che condusse fino chi panneggiamenti. Il trono fìsso trova-

al i 3.° volume senza -.poterla terminare. si nella sala d'Udienza del sovrano, pei
Fece altresì diverse traduzioni di poeti pubblici e solenni ricevimenti degli am-
antichi greci e latini, e morì a'a/j. gennaio basciatori , per ricevervi gli omaggi dai
1784. Meritò che l'abbate Minganelli e sudditi , ed anche per amministrarvi la
Guido Zanettifacessero coniare una me- giustizia. Il trono è inoltre un distintivo
daglia con la sua effigie e l'epigrafe: Fer- e segno di Regno principesco, di supremo
tilis et varius: Nani bene eultus aser. o Il sovrano potere, prerogativa di dignità, di
can. regolare d. Vincenzo Garofalo, poi ab- giurisdizione spirituale e temporale;laon-
bate generale e arcivescovo di Laodicea, de dagli antichi fu specialmente attribui-
scrisse:De vita J. Chrysostomo Troni- to alle Divinità e ai monarchi, non che
belli commentarius, Bononiae 1788. Le a'primari magistrati. L'architettura e la
principali sue opere sono: Le favole di scultura gareggiano nell'ornare i troni di
Fedro tradotte in versi volgari, Vene- legno de'sovrani moderni. Però pare che
zia 1735. De
Sanetorum disserta-
cullu nulla siavi tra noi in questo genere che
liones decerti quibus accessit appendix paragonare si possa alio strabocchevole
de Crwrc,Bononiae 1701. Priorum qua- lusso de'sovrani dell'oriente, sebbene le
tuorde cultu Sanetorum dissertationum descrizioni ordinariamente sonoroman-
vindiciae, Bononiae j5 1. È la risposta 1 zesche. suppedaneo o soppidiano o sop-
II

olle critiche di Riesling, e comparve sot- pediano, suppedaneum,scabellum, è quel


to il nome di Philalethes Aphobos. Ve- tavolato di legno, su cui si posano i piedi,
terani Patruni latinorum opuscula specie di cassa bassa, che anticamente sì

numquam ante hac edita, ivi 75 Me- 1 r . teneva attorno a'Ietti. Dicesi predella l'ar-
morie istoriche concernenti le due Ca- nese di legname, sul quale si siede o se-
noniche di s. Maria del Reno e di s. Sal- dendosi tengono piedi, scamnum sedes i
i
ì

vatore insieme unite, ivi 175*2. Arte di scabellum. Si pone sotto la sedia del tro-
conoscere l'età de' codici latini e italia- no; a pie degli altari, sulla quale sta il sa-
ni, ivi1756. Mariae ss. Vita ac gesta, cerdote quando celebra la messa: la pre-
eultus q uè UH adhibitus, ivi 1761. Vita della si prende talora per quell'imbasa-

e culto di s. Giuseppe, ivi 1767. Vita e mento, che rimane sotto la tavola dell'al-
1
culto de ss. Gioacchino ed Anna, ivi tare, o per il grado di esso altare. La pre-
1768. Tractatus de Sacr amentis, per della è un'aggiunta, anzi parte de'troni.
polemicas et liturgicas dissertationes Di diversi troni feci la descrizione a'Iuo-
dis trib uti, i vi i
7 1 glii loro. La s. Scrittura dice, che il cie-
TRON (s.). V. Tradone (s.). lo è il Irono di Dio, e la terra losgabel-
VOL. LXXXC. 7
i)S TRO T II O
lode'suoi piedi. Negli Atti degli Apostoli ha dalla s. Scrittura, che gli ebrei gì uva*
è dello, che Gesti Cristo è seduto alla de- vano talvolta per il trono di Dio; ma il
stra del trono del Signore. Il profeta Isaia Salvatore proibisce questa sorte di giu-
rosi descrive il trono del Signore.»» lo vi- ramenti. Parlasi del trono del Figlio di
di il Signore sedente sopra un trono ec- Dio alla destra di suo Padre, nell'episto-
celso ed elevato: e le eslremità della ve- la agli ebrei, e nell'Apocalisse: de' troni
ste di lui riempivano il tempio. Intorno che Gesù Cristo promette a'suoi aposto-
al trono stavano i serafini: ognuno di es- li, nell'Evangelo di s. Luca; di quelli dei

si avea 6
ali: con due velavano la faccia 24 vecchi nell'Apocalisse; e di quello di
con due velavano piedi di lui,
di lui, e i Dio nel giorno del finale giudizio degli
econdue volavano. E ad alla vocecanta- nomini in Daniele. Trono con baldac-
,

vano alternativamente San-


e dicevano: chino è chiamalo il Tabernacolo della
r
to, santo, santo (f .) il Signore Dio de- ss. Eucaristia (V.). La B. Vergine Re-

gli eserciti j della gloria di Ini è piena tut- gina (F.) del cielo, degli Angeli, Aposto-
ta la terra". L'area dell'Alleanza, die ti li, Patriarchi, Profeti, Martiri, Confesso-
custodiva prima nel Tabernacolo (/*.) e ri, Vergini e d'Ognissanti, si rappresen-
r
poi nel Tempio (L .), era considerata co- ta sedente sul trono col Bambino Gesù,
me il trono di Dio; quindi in più luoghi attorniata dagliAngelioda'Santi. Il Huo-
della s. Scrittura è dello, che Dio è se- tmrvol\ Osservazioni sopra tre Dittician-
t

duto sui cherubini; sia che si voglia par- tichi d' avorio , illustrando quello espri-
lare de' cherubini eh' erano posti sopra mente la Madre di Dio collocata a sede-
l'arca, oppure di quelli di cui Isaia ed E- re in un trono, dice chesono collocati due
zechielehanno data la descrizione. La ." r Cherubini, per denotare la consuitanzia-
gerarchia del Coro degli 4 rigeli ( /^com- lità Verbo, e che in Gesù Cristo, te-
del
prende i Serafini, i Cherubini e i Troni; nuto dalla Madre, unita è ipostatica men-
l'ordine de'Troni, per la loro sublimità, te la natura umana alla divina, e che ad
serve quasi di Trono all'Altissimo. La esso si convengono gli onori come a Dio,
s. Scrittura parla del trono di Salomone e il corteggio de'Cherubini.Dice ancora,
come d'una meraviglia.» Fece il re Salo- che si costumò in modo speciale di dipin-
mone un trono grande d'avorio, e lo ve- gere l'immagine di Maria col suo divin
stì d'oro giallissimo: egli avea 6 gradini: Figlio, per ammaestrare nella dottrina
la sommità del trono era rotonda dalla cattolica il popolo, contro l'eresia et Ne-
parie di dietro; e due bracci, uno di qua sloriani (T .), che empiamente ponendo
ed uno di là, tenevano la sedia: e due leo- in Cristo due persone, negarono alla Ver-
ni stavano presso all'uno e all'altro brac- gine il bel titolo di Madre di Dio. Il ve-
cio. E12 piccoli leoni stavano sopra i 6 scovo Sarnelli, Leti, ecclesia sii che , t.
9,
gradini da una parte e dall'altra: non fu lett. 12: La tergine ss. ab antico dipin-
fatta mai opera tale in verun altro re- ta col suo divinissimo Figlio ih braccio,
gno ". Gli scrittori arabi raccontarono e ciò sostieneprima e non già dopo il con-
mille meraviglie favolose sul trono di Sa- ciliod'Efeso tenuto nel 43», nel quale
lomone. Pretendono che gli uccelli inces- fu dichiarata Theocolos cioè Deipara, ,

santemente svolazzassero su quel trono, ossia Madre di Dio. Paragona il Irono


mentre quel re di Giuda e d'Israele era- di Salomone alla B. Vergine con erudi-
vi assiso, per procurargli dell'ombra. Al- te spiegazioni, e come trono di Dio lo ri-
la destra era n vi 12,000 sedie d'oro pei conoscono tutti Santi del cielo. Leonar-
i

patriarchi e pe' profeti , e alla sinistra do Adami nella rislampacon noledel#/Vj-


12,000 d'argento pe' saggi e pe' dottori rio sagro del gesuita Mazzolali o Parte-
chea'di lui giudizi assistevano. Inoltre si ndo, t. 3, p. 247, pai la de'troni della Ma-
TR O T I\ O f)()

donna. Egli dice, non v'ha dubbio, che spalliera, e cogli appoggi laterali incava-
per la disciplina dell' Arcano, di cui ri- ti, ma non tanto quanto quelle dette tro-
parlai nel vol.LXlV, p. 28 r, esattamen- ni. In fatti Igino, De éign. coelest. cap. <),

te osservata dalla Chiesa ne' primi 3 se- attribuisce il siliquastro a Cassiopea, del
coli singolarmente dell'era cristiana, sia qua! genere di sedie parlando il Casan-
vero quanto sostiene il Tommasino nel bono dice, che nsavansi dalle dorme stan-
suo trattato De Feslis, lib. 2, cap. 20.n.° do in casa, in occasione però di qualche
io, che dopo il concilio d'Efeso, cioè nel straordinaria comparsa, giacché riferisce
secolo V VI, molto dilatossi il culto
e nel Arnobio, lib. 2, p. 76, che nelle dome-
di Maria ss., ecominciò tra'cristiani a par- stiche loro funzioni usavano d'un' altra
larsene liberamente ed a dedicarsi dei , sedia propria egualmente del loro solo
templi, nondimeno trattandosi dell'inter- sesso, detta arquata. Nel sarcofago tro-
no de'fedeli, i più antichi loro monumen- vato nel cimiterio di s. Agnese, si vede lo

ti ce l'esibiscono con tulli que'caratteri e B. Vergine seduta in un siliquastro. Del


que'distinlivi, che si con vengono alla Ma- resto è sempre seduta ne'troni, anzi nei
dre d'un Dio, e che in quelli i quali o l'e- monumenti di minor antichità sono a-
spressero o l'ordinarono, non sono figli dorni di gioie e di borchie d'oro; non
che d'un profondo culto e d'una filiale hanno però ne suppedaneo, né scalini. Le
divo/ione. Tanto nelle pitture cimiteria- sue vesti tutte sono maestose, e ricche di
li, che ne'sarcofogi, la lì. Vergine è quu- roba , mai però non hanno lo strascico
si sempre rappresentata a sedere in quelle tanto riprovato da' ss. Padri. Il pallio le
sedie, che dissero i nostri maggiori Theo- cuopre la testa, e maestosamente le tor-

nus, e sono aliai lo simili alle cattedre dei na sulle spalle e <ul petto, essendo que-
vescovi, delti perciò Sacerdoti deli? tro- sta veste, secondo s. Girolamo, un distili-

no, laddove gli altri prelati, come rica- tivo delle donne cristiane più pudiche e
vasi dalla lettera di Costantino I a de- oneste. Ne'musaici è sempre assistita da
sto Ili vescovo di Siracusa, presso Eu- più Angeli, che le fanno corte, come a lo-

sebio, Jslor. Eccl. I. 6, e. 5, nell'invitai lo ro Regina, e sono d'intorno alla sua testa
a portarsi al concilio d'Arles, furono delti le nuvole, segno ne'monumenti ecclesia -

Sacerdoti del i.° Irono (quantunque av- stici , dopo il Salvatore non ad altri ac-
verte il Bingham, Orìgines et aniiq. Ec- cordalo. Si osserva che nienle mai noti
cles.ì. 3,p. 1 18, che il p. Carlo di s. Pao- ha delle donne ebree, tranne alcune mi-
lo,Geograph. sac. p. 44> fibbia pensato, niature del codice antico della Genesi con-
che per troni secondi debbansi intende- servato nel Valicano, ed i bassorilievi del
-

re i vescovi suffragane di ! desto HPch'e- dittico diPiambona, ne'quali ha in capo


gli perciò vuol riconoscere per metropo- un velo o panno bene accosto e stretto al
litano. Ma oltreché tale dignità il vesco- viso, solito modo delle donne ebree, che
vo di Siracusa ricevè assai più tardi , il ritennero almeno per qualche tempo lo
comune parere degli eruditi di sagre an- stesso costume, anche dopo la dispersio-
tichità si è, che siccome sui secondi troni ne di loro gente, al dire di Tertulliano,
sedevano i preti, cos'i non devono inten- De coron. cap. 4. Nella Dissertazione f).'

dersi per vescovi). Erano queste sedie te- del Mondelli: Sopra la decorosa custo-
nute in alto pregio, né davansi ordina- dia in che teneva usi i sagri librile la poni-
riamente che agl'imperatori
...iperaton romani, poi- pa con cui al popolo leggevasi massima-
che ne'rovesri delle medaglie
ché medaglie delle Augu- mente /' Evangelo, ragiona del culto solen-
sfe veggonsi i genii e le fortune che siedo- nemente prestato al codice de'sagrosan ti
no sopra quelle che diconsi da Fe-
sedie, Evangeli nelle pubbliche generali ariti-
sto Siliqnastre , maestose ceilamenle di uanzedella Chiesa. Si vide di ricchi arazzi
ioo TRO TRO
ibi iiito e collocato sotto maestoso trono ne presero il nome e mimarono col prin-
nel concilio di JYiceaI e primo geni tale, cipio YEra Olimpiadi (Z7 .). In essa
delle
celebratone! 325. ì enerandum cnim E- il tempio di GioveOlimpico superava tutti

vangelium in sacro Throno collocatimi 7


glialtri in bellezza, e la Statua (/ .),chedi
erat, Ila J tantum sanctorum sacerdotum
i quel nume vi si vedeva, era il più magni-
auribus insinuatis Juslum jiulicium fu-
: fico lavoro di Fidia, nativo di questa città,
dicale. Altrettanto fu praticato ne'con- primo scultore che abbia vantato la Gre-
cilii d'Efeso, di Calcedonia e di Coslan- cia.La statua di quel padre de' finti Dei
imopoli\'m quello di Nicta 77, del quale era talmente meravigliosa, che reputa-
scrisseTarasio patriarca di Costantino- taci sommamente sfortunati coloro che
poli a Papa Adriano I: Curii onines sedis- morivano senz'averla veduta. Il Dio vi e-
semus, capitlfecimus Chrislum. Jacehal ra rappresentato assiso sul trono tutto d'o-
aulem insacco Throno Evangelium san- ro e di gemme risplendente; non vi man-
ctuniy contestans vobis omnibus sacralis cavano e 1' avorio e l'ebano, ed era ador-
viris, qui com'cncramus : Jiulicium ju- no d'alcune figure rappresentanti diversi
stum jitdicale. E finalmente nel concilio animali; vi si vedevano altresì varie pic-

IV di Costantinopoli furono eziandio in- cole statue. I piedi della sedia portavano
nalzali sul trono I* Evangelo e la Croce 4 Vittorie in atteggiamento
danza so- di :

vera. Questa pratica tenuta inviolabil- pra ciascuno de'piedi anteriori si vedeva
mente ne'sinodi orientali, fu dagli occi' un giovane tebano rapilo da una Sfinge;
dentali ancora eseguita ne'concilii di s. al di sotto di que'mostri stavano Apollo
Martino I, di s.Zaccaria,di Giovanni XIII e Diana, mentre co'loro dardi trafigge-
e di Eugenio IV. In alcune cinese, come vano i figli di Niobe. piedi erano uniti
I

nella cattedrale di Faremo^ anticamente di /flavole traversali; sulla tavola di fronte


a'Iati della mensa dell'altare si poneva- si vedeano alcune figure rappresentanti,
no due Tabernacoli (P.) in uno conser- t
secondo l'aulica usanza, gli atletici arrin-
Tavasi la ss. Eucaristia, nell'altro il libro ghi; il giovane che d'un nastro si cinge-
degli Evangeli. Dall'idea simbolica di di- va il ca pò, credevasi essere Panturco eleo,
gnità e di potere die si attaccava a' tro- il quale neH'8o. a 01impiade, alla lotta de'
ni, furono condotti gli antichi ad assegna- giovani fu vincitore: sulle altre tavole e-
le anche alle false divinità de'troni, laon- rano effigiati compagni d'Ercole, mei)
i -

de divennero ben presto un simbolo rap- tre combattevano contro le Amazzoni. Il


presentativo del nume,in luogo del nume soglio non era sostenuto da f\ piedi sol-
stesso, con ispeciali attributi; poiché u- tanto, ma fra quelli sorgevano alcune co-
sarono di dedicare de'nobili sedili o tro- lónne d'egualegrandezza;la parte del pa-
ni a'Ioro numi e di arricchirli d' intagli rapetto verso la porta non era dipinta che
sovente relativi agli attributi del nume a d'un semplice azzurro; negli altri lati scor-
cui li consagravano. E menzione di simili gevansi le pitture di Paneno, fra le quali
troni vuoti presso gli antichi scrittori; al- rimarca vasi Atlante che il cielo e la terra

cuni vedonsi rappresentati sulle medaglie, sosteneva, cui Ercole assisteva come per
nelle pitture antiche, e principalmente ne' sollevarlo dal peso. Eravi Teseo con Pi-
bassorilievi. Si fecero troni d'oro, d'ar- ) itoo; le immagini dell'antica Grecia e di
gento, d'avorio e d'altre materie prezio- Salamina; il combattimento d'Ercole col
se, le di cui forme però, quali si ravvi- JNemeo Leone; Cassandra ed Aiace; Ip-
sano negli antichi monumenti, non sono podamia figlia d'Enomaco; Prometeo in-

elegantissime. In Olimpia, già la piti ce- catenato, ed Ercole che lo guardava ; e


lebre città di Grecia nella Trifilia o E- finalmente la moribonda Pentesilea con
lide,per la solennità de'famosi giuochi che Achille che la sostiene; e due Esperidi col-
T R O TRO roi
le poma, la cui custodia era stata loro af- giziana mitologia, modificato e abbelli-
fidata. Alla sommità del trono e sulla le- to, servirono a decorare il trono di Giove
sta del nume , il rinomato artefice pose in Olimpia, e quello immenso d'Apollo
da una parte le 3 Grazie e dall'altra le in A micia nella Laconia eseguito da Ba-
3 Ore, siccome anch'esse figlie di Giove; ticle e coperto di gran numero di scultu-

nella base che slava sotto piedi del nu- i re; e vedonsi poste a sostenere de' brac-
me eranvi de' leoni d'oro, fra' quali era ciuoli di maestosi sedili dove Minerva è
scolpita la pugna di Teseo contro le A- assisa in antiche medaglie, e Cerere in an-
inazzoni; sul piedistallo che tutta la gran tiche gemme. Le Sfingi, animali allegori-
mole sosteneva, vedeausi altri emblemi ci, divenute simboli di misteri, fu credu-
d'oro quasi a compimento di sì mirabii to proprio per tale allusione adornare il

opera; vi si scorgeva il Sole in atto d'a- trono di Cerere, dea a cui si attribuì l'i-

scendere sul suo carro, poscia Giove e la stituzione de'inisteri Eleusini. Con esse è
sua moglie Giunone; vicina eravi una un suo trouo marmoreo del suddetto Mu-
Grazia, cui porgeva la mano Mercurio ; seo, ove è pure scolpita da un lato la fal-
Vesta la presentava a quest'ultimo; dopo ce de'mietitori, istrumento sagro alla Dea
veniva Amore in atto d'accoglier lama- frugifera; dall'altro un volume, attribu-
die Vr enere che usciva dal mare, ed alla to della Dea legifera, e iudicante quello
quale presentava una cotona la dea della che conteneva i riti arcani de'misteri, o
Persuasione erano eziandio Apollo,
: vi quello delle prime leggi della società ci-

con Diana, Minerva ed Ercole; nella parte vile fondate in gran parte sull'agricoltu-
piìi bassa stavano AnfitriteeNettuno.il ra. Le colonne
della spalliera rappresen-
trono di Bacco nel Museo Pio-Clementi- tano che Cerere accese ne' fuochi
le faci

no, è un grandioso marmoreo sedile, i cui dell'Etna, vulcano di Sicilia, per andar
appoggiatoio bracciuoli formatisi da due in cerca della rapita figlia Proserpina,e
simboliche chimere, la cui testa è un mi- le loro fiammelle servono di pomi. I ser-
sto di pantera e di capro selvaggio, col penti alati che tiravano il carro della Dea,
corpo di pantera alato. Quindi gl'intagli sono scolpiti a bassorilievo sulla spalliera
che lo fregiano rappresentano emblemi stessa : le spiche e i papaveri cereali sono
bacchici, tralci di vite, pampini, grappoli intagliati a fregiare le altre parti del tro-
di uve, fiondi e corimbi d'edere, timpa- no. Dice il Buonarroti, nell'O sservazio-
ni e lire, strumenti usitali ne'baccanali. ni sopra i vasi di vetro, che anco presso
Una gran nebride, o pelle di cavriolo ser- gli egizi il trouo fu simbolo del regno e
ve a parare la spalliera del Irono, e le pi- della podestà, onde Tolomeo Evergete e-
ne solile sommità de' tirsi,
terminare la resse nella città d'Adule, porto degli A-
ornano qui come pomi le sommila delle xumiti nel mare Rosso, un trono grande
due colonne quadre della spalliera. Sot- di marmo in cui erano descritte le sue a-
to il sedile è intagliato un vaso avente zioni e le sue vittorie ; e che gli antichi
per manichi due pantere. Di qua e di là gentili per esprimere la podestà de'loro
sono state inserite due maschere antiche, falsi Dei, figurarono simili troni, ponen-
una è di Pane, e posa su d'una siringa, dovi sopra qualche insegna di quel Dio, la
l'altra d'un Fauno marino o Tritone con cui maestà volevano rappresentare, Giu-
pinne alle mascelle, e sotto vi sono scol- none presso Omero venendo chiamata
pite le onde del mare. Le Sfingi essendo dall'aureo trono. Illustrando il Buonar-
divenute presso gli antichi uno degli or- roti, neil' Osservazioni sopra i meda"

namenti più usilati defedili delle divini- glio/ù antichi, quello di Commodo, os-
tà, immagini di questo animale simboli- serva il panchetto o predellino sul quale
co, che le urti greche aveauo tolto dall'e- posa i piedi la Roma, vedendolo ancora
102 TUO TUO
in nitro e poi sotto i Gordiano
piedi di campagne; il re vi sedeva sopra un trono
e d'Otacilia, si vede che quello é un ono- d'oro o dorato; itti dopo che il parlamen-
re particolare degli Dei e delle persone to cominciò a tenere le sue sedute nel-

Pausania riferisce che ilGio-


illustri; così l'interno d'un palazzo, a quel trono d'o-
ve Olimpio avea sotto piedi una simile i ro si sostituirono vari cuscini con un bal-
base; una ne descrive parimenti sotto i dacchino al di sopra, e siccome nell'an-
piedi de'simulacri della dea Era, e Ce- tico linguaggio una sedia coperta da un
rere fuori del tempio di quella, ch'era baldacchino chiamavasi Letto , si diede
lontano da Acacesio 4- stadi, dicendo che il nome di Letto di giustizia al trono sul
il trono dove seggono e il panchetto, ch'è quale il re sedeva nel parlamento. In ap-
sotto i piedi, era lutto d'una sola e me- presso nominossi letto di giustizia anche
desima pietra. Omero descrive col pan- una seduta o una riunione solenne, nel-
chetto o predellino le sedie più belle per laquale il re assisteva al parlamento per
le persone di qualità, come quelle d'Ele- deliberarvi sopra gli all'ari importanti
na e d' Ulisse, chiamando quest' ultima dello stato. Que'lelti di giustizia succes-
sedia come più nobile trono. Indi Buo- sero adunque a quelle assemblee generali
narroti cita che fecero osser-
gli scrittori the anticamente si tenevano nel mese di
vazioni sulle predelle de'troni, e il Chi- marzo, e poscia nel mese di maggio, don-
meutelli, De honore Bisellii, che le dice de vennero i nomi di campo di marzo e
proprie delle persone illustri, onde Dio di campo di maggio.
appresso David: Donec ponam inimicos 11 trono dato agli Apostoli, e dipoi ai

tuus tcabellum pedum tuorum. 11 trono Vescovi loro successori, dice il Buonar-
di Toante re di Lenno, padre d'Iperme- roti, lignifica la facoltà d'insegnare la leg-

stra,era pure di Aquisgranacva


pietra, In ge al popolo, e ciò per una imitazione di
l'orci trono dell' Imperatore d'occidente, Gesù Cristo, il quale sedendo insegnò, co-
nella qual città si faceva la suai.*Co/o- me riferisce s. Matteo, e. 5; onde s. Ago-
nazionc, ed all'elettore arcivescovo diCo- stino, De Serm. Doni, 1. 1, disse: Sederti
Ionia spetta va collocarlo sul trono, in det- autem Domiuus docci, quo depertinet ad
tacoronazione, imperocché nella solenne magisterii dignità temj siccome ancora
Coronazione dell' Imperatore [V.) che denotava, come vuole s. Urbano 1 Papa
facevasi dal Papa, a questi apparteneva del 226, riferito da Burcardo, 1. 2, e. o, 1

d'intronizzarlo; cosi nella Coronazione specu laliou em e tpo tes ta te ni judiean di,
,

de* Re (T.). Però gl'Imperatori ed Re i soh'endi^atque ligandi, onde sono chia-


(F.) riceveano la corona genuflessi sul mati ancora Tribunali (V.), allorché de-
tronodelPapa,il quale stando egualmen- cretò che le Sedie de'vescovi fossero al-
te sul proprio trono, eseguì la coronazio- zale e ornale a guisa di trono. Può anco
ne d'altri principi, come pure del gran- essere un simbolo dell'onore promesso da
duca di Toscana (F.). Ordinariamente Cristo agli Apostoli di sedere nel giudizio
i sovrani ricevono la Corona sul proprio universale, e di giudicare le 12 Tribù lY[-
trono. Di queste coronazioni ragionai ne- irtele. Narra inoltre il Buonarroti, i 1 1 li r

gli articoli eziandio de'i ispettivi stati, col- girando imi monumento che rappresenta
le speciali cereojonie e solennità proprie i ss. Pietro e Paolo sedenti su due troni
di ciascuno. Intronizzazione dicesi pro- in segno del Sacerdozio, essere stali so-

priamente il collocamento nel trono o liti gli Apostoli e gli antichi vescovi, nel-
nella Cattedra vescovile (V.)&X\ antichi le sagre funzioni, dì sedere sopra un tro-
re di Francia tenevano il letto di giu- no o cattedra distinta, adattata però alla
stizia, allorché parlamenti o le assem-
i povertà professala da'primi fedeli. Quin-
blee delle uazioni teuevausi neli' aperte di eolie Eusebio, Istor. Eccl. 1. 7,0.19
T II O TRO 10Ì
e 32, racconta come ancora ne'tem pi suoi chiesa un trono mollo sublime. Comin-
era in Gerusalemme custodito e tenuto in ciarono poscia a costumarsi le cattedre di
gran venerazione il trono adoperato ti a moltissimi gradi, dette perciò gradale da
s. Giacomo il Minore apostolo, ."vescovo
l s.Agostino neìì'Epist, 2o3 ad Maximi-
di quella città (fallo dopo l'Ascensione da num; e si cava pure da Sulpizio Severo,
6. Pietro); e che nella chiesa di Alessan- Dial. 2 de Virtutib. s. Martini, dove par-
dria si conservava con gran religiosità la la della modestia di quel sauto, quando
cattedra di s. Marco, si deduce dagli atti stava in chiesa assistendo allefunzioni ec-
della passione di s* Pietro Alessandrino, clesiastiche. Nel cimiterio di s. Ermete di
uno de'successori del medesimo in quel- Roma in una pittura, dove paresia espres-
la chiesa palliai caie; eha parimenti da si saunasagra Ordinazione,^ vedeun tro-
una continua tradizione, che la Cattedra no umlto alto. E non solamente s'iucou-
dis. Pietro (F.) si conserva in Roma nel- trauo di queste cattedre in Roma nelle
la Chiesa di s. Pietro in Faticano {V.), chiese antiche, esposte alla pubblica vi-
6ulla quale anticamente s'intronizzavano sta, e l'enumerai a Sedia, precisamente
iPapi di lui successori; e che generalmen- nel voi. LXIII, p. 189 094, ma ve se ne
te tutte le chiese apostoliche avessero par- trasportarono ancora delle bellissime di
ticola!- cura di custodire le cattedre degli porfido prese dagli antichi bagni, dette
Apostuli lo teslificaTertulliano, fiorito nel per una certa vulgare tradizione Sedie
Jl secolo, De Praescript. e. 36. Quau- (/*.) Stercorarie, ma se ne trovano pu-
do poi i cristiani per la condiscendenza re dell'antiche nelle stanze de' cimiteri,
d'alcuni imperatori, e specialmente dopo per uso de' ss. Pontefici quando vi cele-

la pace conceduta alla Chiesa sul comin- bravano i divini sagrifizi, specialmente in
ciar delIV secolo da Costantino I, pote- tempo di persecuzione, ed in una di que-
rono liberamente edificare dei Templi stefu martirizzato nel 260 il Papas. Ste-
(F.), furono quote cattedre o troni col- fano I, la quale ora si venera in Pisa nel-
locati in cima della Tribuna (F.) delle la chiesa dell'ordine di s. Stefano I (F.),
Chiese, e nel mezzo delle medesime tri- nel suo magnifico altare. Ed era così gran-
bune alquanto più alti de' muriccioli, o de la venerazione che gli antichi cristia-
sedili o Stalli (Z7 .) che li circondavano, ni aveano a queste cattedre o troni epi-
fatti pel Presbiterio (
F.) de'preti, i qua- scopali, che solevano adornarle di panni
li perciò nella summenlovata lettera di preziosi, anticamente chiamali Feli(F.),
Costantino 1 sono chiamati Sacerdotidel il che ricordai nel
voi. X, p. 264. Inol-
i.° trono, dicendo a Gesto 111 che seco tre Buonarroti nelle ricordale Osser-
il

conducesse due de* suoi preti, adjunclis vazioni sui Dittici, rimarcò che la Ma-
libi duobus Secundi Throni, nella ma- dre di Dio sedente in trono invece del
niera stessa che si dissero Sacerdoti del panchetto o predella, solita aggiunta, an-
2.° ordine, da s. Ambrogio e da s. Ago- zi parte de' troni, tiene i piedi sopra un
stino. Aveano questi troni uè' primi tem- guanciale o cuscino, adornato e guarnito;
pi un sul gradino o pochi più, comedimo- poiché si era forse di già introdotto l'u-
strano alcuni dell'antiche chiese di Roma, so di questo cuscino in vece di suppeda-
il che viene confermato dall'avere i vesco- neo o predelia a'troniealle sedie de'prin-
vi del concilio d'Antiochia, presso Euse- cipi. Un tal cuscino, sotto i piedi l'ha la
bio, I.
j, e. 3 (a questi alti troni allude s, figura di Baldovino I, nel 1 204 eletto im-
Gregorio JNisseuonell' Orazione del gior- peratore latino di Costantinopoli, nel sigil-

no de' lumi e battesimo di JY. S., t. 3, p. lo d'un suo diploma riportato dal Du Gan-
367), nella loro lettera sinodale, taccia- ge nelle Famiglie Bizantine, p. 216, il

lo Paolo di Samosata d'essersi eretto in quale uel trattato delle Monete, lav. fc»,
k>4 TUO T 11 O
ii.° 8, inserì mu pittura greca presa dal pò eiu anima. Da questo ebbe origine non
museo di s. Genovdla, nella quale il Sal- solamente il titolo di Panagia dato alla
vitele sedente iu trono, per maggior o- Vergine, ma anco il chiamarsi col mille-
norevolezzu ,
posa i piedi sopra uno di simo nome il pane col quale al/.ato in al-
questi guanciali. De'medesimi gl'impera- to sogliono i monaci greci, a imitazione
tori greci se uè doveauo servire in certe degli A postoli, rendere le grazie dopo il ri-
occasioni, non solo in atto di sedere, ina storo del corpo, il quale pane benedetto
anco quando stavano in piedi, ritraendo- poi dividono tra di loro, ed il vaso in cui
si ciò da alcune ligure rappresentanti in», si pone tal pane chiamasi Panagia riunì.

peratori di Costantinopoli, portate nelle Da ciò nacque l'errore di Meursio, il qua-


delle Famiglie Bizantine; e tal guancia- le disse che Panagia significa pane san-
le par die fosse quello, die secondo Co- to, fondandosi sopra la cereinouia del reo-
dino, Degli 0//ìcii,c. 7, n.°32, era te- dimenio di grazie, delia quale ragiona il

nuto ferino da un giovanetto ad elicilo Codino, trattando della mensa imperia-


che l'imperatore ? potesse star sopra i si- le. Porro praefectus mensae acceptiun

curo, quando ne'eoiivili solenni alia fine panagiarium mensae imponi t,et elevans
della tavola il sovrano li rizzava iu pie* pana giani dat Ulani Domestico mensae,
di al comparire il pane benedetto ,
por- ille Magno domestico , hic Imperatori,
Domestico (fr>)> che
talo dal i greci chia- et q unni prinium panagiam ori inserii,
mavano panagia. Apprendo dalla Noti- oiuues accinunt. Ad multo s annos. Nel-
zia de' vocaboli ecclesia stiei del Magri, le (piali paiole si vede chiaramente, che
che il lilolo di Panagia fu dato dalla chie- per nome di panagia s' intende il pane
sa greca alla B. Vergine, che significa san- sollevalo in alto per adempimento della
ata tota sancta, Santissima, per la se- descritta cereaioniajlaoude^/z^g/V/ non
guente origine. Gli Apostoli dopo l'Ascen- significa pane benedetto , ma piuttosto
sione, sedendo a tavola costumavano la- Tutta santa. L'erudilissiino vescovo Sar-
sciare uu luogo vuoto pel Salvatore loro nelli nelle Lettere ecclesiastiche, t. 9, ci
maestro, ponendovi un guauciale, sopra diede la lett. 73 : Se Trono o Baldac-
del quale posavano parte del pane che chino sia lo stesso , e del Faldistorio.
mangiavano. Finita poi la mensa piglia- Dice che il baldacchino è parte del tro-
vano quel pane, sollevandolo iu alto e re- no. Che i vescovi ab antico ebbero la Cat-
citando alcune orazioni in rendimento di tedra, cioè una sedia tonda al di sopra,
grazie, il qual pio e santo costume con- come quella del trono di Salomone, al-
tinuarono divisi pel mondo a predicare la quale si ascendeva per alcuni gradini.
il Vangelo. Congregali poi miracolosa- Era vestita d'alcuni veli, e situata nella
mente nella morte della Vergine, e fini- Tribuna della chiesa, che anticamente si
te l'esequie, mentre nel 3.° giorno rende- diceva Apside, che propriamente signi-
vano dopo il cibo le consuete grazie col fica l'arco, per essere la tribuna delle chie-
pane sollevalo,apparvelorola gloriosissi- se antiche rotouda, e da questa tribuna
ma Vergine in alia circondala i\a cori la cattedra vescovile si diceva anche Apsi-
d'Angelici, che con sembiante piacevole da e Tribunale, e gradata per la mol-
li salutò, pel quale spettacolo attoniti gli titudinede'gradi. Quindi s. Agostino, nel-
A postoli, invece di recitare le solite ora- aMassimino scrisse: Tran-
la citata £/j/.s£.
zioni di rendimento di grazie, esclama- siihouor hujus saeculi, transitambitio.
rono: Panagia Deipara adjuva.nos. Ri- In futuro Christi judicio nec absidae
tornando poi al sepolcro, e non ritrovan- gradatae, nec cathedrae velatae aditi»
do il sagro corpo, si certificarono che , bebuntur ad defensionem.S'i chiama an-
ti ioulaute se uè IbsàC salila al ciclo iu tui- cora Exedra dalla voce greca somigliali*
TUO TRO io5
le, e dalln tribuna com'è detto tribunal: Ivi pure si Tribus gradibus ad eam
dice:
così abbiamo nel lib. 4 de'Ue,cap. g. Che ascendatur, quipannis,aul tape tibus tc-
unto re Jehu da un figlio de'profeti d'or- gan tur. Quindi è che Baldacchino si chia-
dine di Eliseo, festinaverunt ilaque, et ma ancora quel drappo che colle astesi
unuxquisque lollens pallimi» suum po- solleva, come dice lo stesso Ceremonia-
sile runt sub pedibus ejus in simili tudi' le nel cap.i/f- Umbraculum, seuBalda-
ncm tribunalisj cioè del trono reale. Ed chinum duplex est, aliud appendi in ai-
è così proprio del vescovo il trono, che i timi debet super Altare, et supra Sedem
grecichiamarono Throni T escovati, ed i Episcopi, forma, quadrata, etc, aliud
aggiungerò che dissero Prototrono (F .) quod supra Episcopum, ac res sacras
il i.° vescovo d'una provincia ecclesiasti- inprocessionibus gestari consuetum est,
ca, ovvero quel vescovo che occupava il sex, vel orto haslis sublevatum, etc. Ma
i.° posto presso il Patriarca, o dopo il perchè dalla parte talvolta si nomina il

Metropolita no (F.). 11 vescovo di Tiro, tutto, spesso per baldacchino s'intende


che in assenza del patriarca d'Antiochia il trono vescovile. Oilre al quale vi è un*
nella Siria (V.) reggeva quella chiesa, altra Sedia minore., detta Faldistorio
istituita da s. Pietro, si diceva Protothro- (f -), e di questa il vescovo si serve io.
nus , cioè il i.° de' vescovi Suffragatici molte occasioni. Essa è somigliante all'an-
(f7 .). 11 concilio di Trullo, parlando dei tica Sedia chiamata da' roma ni curale, la

Propter praedictam
Vescovi litolari dice: quale era una sedia quadrata d'avorio
causarli in suis Thronus non sunt con- senza spalliera, una dell'insegrìe de'con-
stilliti ; perchè le chiese erano in mano soli e di altri primari magistrati. Di que-
degl'infedeli, che noi diciamo Vescova- sta sedia valevano! vescovi, cheavea-
si

ti o Arcivescovado Patriarcati in par- no il trono nella tribuna, ed avanti il lo-


tibus infidelium. Passando il Sarnelli a ro altare, perchè allora per fare la Pre-
dire del Baldacchino, la qualifica voce dica (V.) mettevano il faldistorio nel su-
bai bara e significante un drappo di broc- premo scalino dell' altare, onde Sidonio
cato d' oro ricco. Feretrum, coopertum nel canto Eucaristico a Fausto vescovo,
fuit Baldachino, quod Ecclesiae re lì' lo descrive predicante sul faldistorio con
querunt. Rex
deaurata, facto de
veste questi versi. Seu te conspicuis gradibus
pretiosisi imo Baldakino. Conclude, il / enerabilisArae- Conciona tur um plebs
baldacchino è parte del trono, non il tro- sedula circumsislit.-Expositaelegis hi-
no stesso, cioè è quella parte che al tro- hat auribus ut medicinani. Termina il
no sporge in fuori come un Ombrellino, Sarnelli, con dichiarare la riverenza do-
ed ecco come descrivesi nel Cercmonia- vuta aironi de' vescovi. IlcamaldoleseCo-
le Epucoporum, lib. i, cap. *3. Forma stadoni descrivendo l'antica cattedrale di
Sedis erit praealta, et sublimi s, sive ex Torcello (V.), riferisce che in fondo alla
Ugno, sive ex mar more, ani alia mate- navata di mezzo è 1' antico presbiterio,
ria faì> ricala in Cathedrae, et modum chiamato ne'primi secoli Absida, ed E-
Throni quale s in multis Ec-
inimobilis, xedra a motivo della Cattedra , ove il
clesiis antiquis videmus, qui debet tegi, clero stava assiso secondo il suo rango
et ornari aliquo panno serico concolo- nell' ecclesiastiche funzioni , tenendo in
ri cum aliis paramentis, nontamen au- mezzo il vescovo, conforme al costume an-
reo, nisi Episcopus esset Cardinalis: et tichissimo della Chiesa, come si ha nelle
super eam umbraculiim, seu Baldachi- costituzioni apostoliche: In medio autem
nurn ejusdem color is appendi poteri t, situm si t Episcopi Solium,et u trini q ne
dummodo et super Altari aliud simile, se deal Praesbyteriiim.j leggendosi pres-
vel elicmi sumptuosius appeiulantur etc. so Teodoielo; Si Cathedra in medie pò»
-

i of> T R T R O
sita contentfonem facit, cani ego (infer- ambiziosamente innalzato una cattedra
ri' conabor. Il presbiterio ili Torcetto è sublime e separata dal suo clero a foggiti
composto di 6 scaglioni di pietra che , de'principi ; Scdem, et Thronum subii*
prendono la stessa figura del semicircolo nun sibi paravit;
euhiq uè y non ut Ckri-
che l»a il presbiterio, ma essendo due so i sii dìscipuhtm decet, sta ut mundi pria-

perioii più alti e più larghi, siccome i


4 cipes solent, secrelmn et separatimi ha-
j umilienti più stretti e meno alti, è prò- buerit eie. Accorda vasi dalla Chiesa a've-
labile che quegli servissero per ascende- scovi un posto più elevato nel loro clero,
re a quelli, incoi solo sedevasi. Tali sca- Episcopi** in consessu presbyteronim
glioni sono tagliali nel mezzo da un'alta sublimior sedeatj ma non volevasi che
e stretta scala d' capo alla
i i scalini, in si gareggiasse co'principi e per l'altezza
quale è la cattedra vescovile di marino, delle cattedre, e per la situazione seco-
mi cui sedendo il prelato nelle sue fun- laresca delle medesime, giacché execha
zioni, quindi scorgeva facilmente lutto il illa Sedes supercaelestem Christi Ca~
popolo the vi era sino al fondo della ba- tìwdram designata come nel lib. De Sa-
silica, per cui disse s. Agostino in Psahn, crauient. ditte Simeone diTessalonica. I

126; Nani altior loens posi lus est Epi- greci chiamano sintroni i riferiti scaglio-

scopis, ut ipsi superintendant , et tara- ni ovvero ordini di sedili posti ad am-


,

anani custodiant populum .,. qnomodo bedue luti de'troni o cattedre vescovili}
i

enini vernieri altior sii loens ad cuslo- ed appellarono anticamente troni seco a»
diendam vi/team, sie et Episcopis altior di, poiché primi troni erano quelli dei
i

loens faetas est. L'altezza di questa cat- vescovi. Su questi troni secondi sedeva-
tedra vescovile è di rito antichissimo, av- no preti, onde s. Gregorio di Nazianzo
i

vertendo il Bona, De dignit, Sacerd, cap. disse di se stesso quando venne con vio-»

6, che id ex Apostolica institntione ha- lenza consagrato sacerdote; pet VI/71 Se-
let Ecclesia, Dunque fino dal tempo de- cundis colloca t me in Thronis. Egli è
gli Apostoli si costumò di collocar in al- per questo che gli Stalli canonicali dipoi
to le cattedre de'vescovi, perchè ognuno furono detti piccoli troni e troni di se-
agevolmente potesse scorgere il proprio condo ordine, tribune e tribunali. Anzi
pastoie, e udir meglio suoi ragionamen- i leggo nel Nardi, De'Parroehi, che i ca-

ti. Queslecaltedre erano più alte di quel- nonici ebbero ne'cori sedi distinte, chia-
le de'preti, che a' lati vi erano, e perciò mate neh" antichità Throni Subsellia, ,

venivano ad esser assai alte, allorché e- Cathcdrae honoris, Tribunalia, Stallit


rano posti pure in alto sedili pe'preti,' i grande importanza dandosi nell'antichi-
com'è nella chiesa di Torcello. Poteva ciò tà all'ordine di sedere de' canonici, e le

farsi in qualche chiesa per recarle un mag- sedi più basse del clero inferiore erano in
gior onore, e talvolta eziandio per uudrir- plano, In certi cori antichissimi vedonsi
le l'ambizione. In fatti Eusebio, Jlistor. le sommità degli stalli canonicali sporge-

Eccl. hb. o, cap. 4? P- 38 i, riferisce un


1 re infuori a guisa di baldacchinetto. Cre-
panegirico della chiesa di Tiro sunnomi- de Nardi che così fossero negli antichi
il

nata , la più illustre di tutta la Fenicia, secoli,perchè erano appellati Tribuna"


ed uno degl'insigni monumenti della pie- Ha, e Secundi Throni, Perchè sedeva-
tà di Costantino I, ed in esso leggesi, ch'e- no in sedi assai distinte, da Eusebio di Ce-
ia quella chiesa ornata di tioui altissimi sarea, /list. lib. io , cap. 5, sono anche

ad onore de'prelaU, Thronis allissimis chiamati Deuterothroni o sia secundi


in lionore praesidentium, E così all'op- thronijeneì canone 26 del Trullano del
posto il ricordato coucilio d'Antiochia 681 dicousi i canonici, Cathcdrae par-
cuudanuò Paolo di Samusuta per aversi lìcipes. Diverse erudizioui riporta il Kar-»
IRÒ TUO 107
di sul Irono vescovile. Riporta i monu- diaconi, I troni antichi erano di faccia-
menti in cui è anche detto Solittm, Se- ta, e ni un prete celebrante poteva, e non
dcs 9 Cathedra; e che i vescovi si deno- può neppure a'giorni nostri, sedere di fac-
minarono eziandio Tlironi Dei, Cìirist.i ciata al popolo, ma di fianco. In man-?
Tiironi. e Throni assolutamente. Che.il causa di trono, il solo vescovo siede sub
loro trono dev'esser alto in segno ili prin- l'altare verso i| suo gregge; niuu altro,
cipato, quali principi della Chiesa di Dio, benché celebrante, può sedere sull'altare,
gli 'essi rappresentano, e quali pastori per ma fuori del medesimo, edi fianco a cor-
divina istituzione mediante la sagra or- mi Epistolae. II Nardi confuta la strana
dinazione, che pascono con impero; e s. idea del Duguet, che nelle sue Conferai-
Gregorio di [S'aziauzo, OraU fune.br. prò ces ecclesiastiques, pretese che l'antiche
d. Basilio, chiama il vescovo, principe cattedre vescovili fossero cosi larghe, da
con trono; mentre s, Epifanio, Hacres. potervi sedere due e più vescovi; ed ol-r

2 9> § 3j dice che vescovi hanno il trono i tre il dirci gli antichi, una cathedra più-
concesso loro da Cristo,che volle donar al- res non capit Episcopos , il fatto poi lo
la sua chiesa la reale e pontificale digni- contraddice, per le cattedre e troni mar>
tà riunite insieme. Intronizzare diceva- morei rimastici, Anzi noterò col Compa-
si mettere il nuovo vescovo in trono, e gnoni vescovo d'Osi uro, Memorie della
10 dice anche oggidì il Pontificale Roma- chiesa e'de' vescovi d'Osi'ino, t. 4, p. ^Gc),
no, De Consacrai, Episc. Secondo ilcan. che nel 1649 il vescovo cardinal Verospi
7 i Niceuo- A rabico, dopo la consagrazio- essendosi recato in Roma per la visita dei
ne, metropolitano mandava il novello
il sagri Lìmini, a'i4 maggio festa dell'A-
1

vescovo alla sua sede con un vescovo che scensione e vigilia di s, Vittore, mg. Ra-
l'accompagna va,e lo faceva mettere a sede- nuccio Scolli, vescovo di s. Donnino e go-
re sul trono,ciòehe ivi è appellalo indirò* vernatore della Marca, assistè al 2. ve-
nizatio, cioè il Possesso. Anche Flodoar- spero di detta solennità , ed alla messa
clo, lib. 4> cn P- 33 e 35, chiama inthro- cantata, e sedè sul trono episcopale, sem
nizari ilmettere il nuovo vescovo nella za però la cattedra e il baldacchino, ma
sua sede. Ciò veilesi anche nell'azione %vi in una sedia di velluto. Dice inoltre Nar-
del concilio di Calcedonia del 4^' >
nve di, che il trono vescovile semprespiacque

Proclo vescovo dice prqfectus snm in : a' novatori , e gli odierni d' accordo coi
Cangra,in thronizariEj liscopum ,In una giansenisti, ne'primi tempi delle repub-
carta del 9 i
4> ne " a Gallia Cìirìst. Ep. bliche del 1798, abolirono in Romagna
Araiisic. Append, n.°i , adoprasi pure la e altrove il trono del vescovo e «li stalli

parola intlironizare in quest'istesso sen- canonicali, per nonessere inferiori all'em-


so di dar possesso a un nuovo vescovo. pio Unnerieo re de' vandali in Africa, il

11 trono vescovile dev' essere di facciata quale nella crudele persecuzione mossa
all'altare, e se questo occupa il mezzo e a' cattolici proibì il trono a s. Eugenio
fondo della tribuna, a corna Evangeliij vescovo di Cartagine.
O Aggiungerò,
OD O '
che i
ed in un antichissimo ordine, Bi'liot, Fa- repubblicani del 1848 fecero toglierei
ir, t. G, p. 181, si spiega perchè il vesco- gradini dalle cattedre vescovili, perchè
vo sieda in trono in faccia al popolo, per segno di aristocrazia! Innanzi di essi l'ar-
Ja ragione, che Episcopo commissaesunt ci vescovo di Sorrento (F.) fezzo, fab-
aniniae prò quibus rationem Deo red- bricò il sepolcro per se e pe'suoi successo-
(ìilurusest. Nelle costituzioni apostoliche, ri, onde dal trono meditare il fine comu-
lib. 2, cap. 56, si dice: Sit solami Epi- ne a tutti, mentre siedono nell'onorevo-
scopi in medio positum , et ex utroque le seggio, poiché anco da'più sublimi tro-
cjus Intere presbiteri sedeant, etastent ni si scende nella tomba. Neil i3o l'an-
io8 TRO TR O
tipapa Anacleto li si recò nel settembre delle due nell'abboccamento d'A-
Sicilie,
in A velltno, e nelle conferenze con Rugge- ntidato II e Ruggero fondatore della me- I

ro duca di Puglia suo cognato, posero le desima monarchia. Notai ne' voi. XI, p.
fondamenta ilei regno di Sicilia, (/^fa- 22(5, LVI, p. 88, LXXI1I, p. 3/p, de-
cendolo coronare in Palermo dall' anti- Scrivendo le parti dell'antiche Chiese o
cardinale Conti col nome di Ruggero I; Templi, essere stata una di esse la Solca
altri sostengono che la coronazione seguì (V^ ma t
controversa, ove alcuni credo-
in Avellino. Certo è, che per memoria di no fosse il trono o soglio, dal quale co-
tale avvenimento, il re concesse al vesco- me da alto luogo si distribuiva la comu-

vo che il suo trono episcopale fosse sovra- nione al popolo. A (tri spiegarlo la solca
stato dalla corona reale, la quale tutto- per uno scalino. Veramente la sede ve-
ra si vede nel tuo comignolo; and il tro- scovile co' seggi pe'preti sorgeva nel sin-
no del vescovo d'Avellino, per privilegio trouo posto nell'apside o coro o Santua-
ha 5 gradini. Che Fiuterò fu coronato 1 rio, il quale da'caucelli era diviso dal re-
in Avellino e che il trono vescovile è or- sto del tempio, e da esso s. Ambrogio re-
nato dalla corona reale, lo afferma anche spinse l'imperatore Teodosio I perla stra-
l'avv. Giuseppe Zigarelli a p. i e 22 del ge di Tessalonica (V.). Altri dissero la
Ovino storico della cattedrale d' AveU solca luogo intermedio tra il coro e il san-
lino e poche cove di quella di Frigento tuario, rilevalo da alcuni gradini, non pe-
acque principali ter , Avellino 1847. ^ rò il luogo ove sedeva in trono l'impe-
jNugnes, Storia del regno di Napoli, t. ratore, al quale solo tra'laici era permesso
2, p. 876, riferisce che l'antipapa a' 26 passare per la solca onde ricevervi la co-
settembre 1 1 3o rilasciò a Ruggero I un munione. 11 trono imperiale era fuori del
diploma, mediante il quale questi nel dì coro, cioè in oriente dentro i cancelli, in
del seguente Natale fu coronato e unto occidente fuori di essi. Come nel 1 856 fu-
re. La eeremonia si praticò nella catte- rono collocali il trono imperiale e il tro-
drale di Palermo, e ministri ne furono no del cardinal legato, nella metropoli-
Filippo > Ruggero eGiovanni rispettivi ar- tana di Parigi, pei solenne battesimo del
civescovi di Capua, di Benevento, di Sa- principe imperiale, lo narrai a Treno, di-
lerno, ponendogli sul capo la corona reale cendo di quello del cardinale. Delle con-
colie proprie mani R.oberto principe di troversie degli arcivescovi di Genova col
Capua, come ilpiù nobile barone del re- senato di quella repubblica pel trono del
milo. L'accuratissimoPellegriuo dimostra, doge nella chiesa metropolitana di s. Lo-
che una sola volta Ruggero I si fcicessecd- renzo; e delle conlese de' prelati della Li-
ronare, e ciò per ufiìiio d'Anacleto li, il guria col medesimo governo, per la cat-
quale mandò all'uopo inPalermo un an- tedra vescovile e le sedie de'governalori,
ticardi naie; altrettanto affermano Falco- già in breve parlai nel voi. XXVIII, p.
ne Beneventano, Pietro Diacono, e l'ab- 32i, 32 5, 342, 343. Persi grave argo-
bate di Telese testimonio oculare non , mento stimo opportuno aggiungere al-
che Lodovico Agnello arcivescovo di Sor- cun' altre parole, col eh. d. Gio. Battista
rento, Istoria degli Antipapi i. 2, p. 38, Settaria, Storia ecclesiastica di Geno-
riferendo che Anacleto II mandò a Pa- va e della Liguria. Situato il trono de'
lermo per legato per far coronare Rug- dogi di Genova dallato dell'epistola, rim -

gero 1 l'antica rdinale Conti. Sembra duo petto alla cattedra arcivescovile posta ne!
que, che il singolare privilegio del vesco- la todeli'e vangelo, dopo che lo repubblica
vo d'Avellino di avere sul proprio trono signora del regno di Corsica nei i638 de-
la corona reale, derivò per essersi in A- liberò d'assumere la dignità e 1' insegne
vellino gettate le fondamenta del regno regie, ne fece fregiare il d;ge Palla vici-
T B. O T i\ O loq
ni; quindi sembrò governo che il suo
al ed attaccato onninamente agli stolli co-

trono fosse inferiore al nuovogrodo, e gli nonicali, e collocato il trono del doge nel
convenisseai/arlo nel luogo digniore dal- corno dell' evangelo. Nel 1 7ZJ.8 promosso
r a
la parte dell' evangelo. Si oppose l'arci- a questa chiesa mg. Giuseppe l\J. Sapo-
vescovo cardinal Stefano Durazzo, e ri- riti, insorto qualche circostanza di pre-
corse ad Alessandro VII, il quale com- minenza, credette doversi costantemente
pose la questione con permettere che il opporre alle pretensioni del governo; e
trono del doge si erigesse presso quello come vide chele sue ragioni non potevano
dell' arcivescovo, ma in luogo più infe- prevalere, venne alle vie di fatto. Entrato
riore. Ma
poco dopo successo al cardinal di notte nel duomo, fece rimuovere da'
Dura?zo (Semeria dice nel 664,Cardella i chierici e da' suoi domestici il trono del
più tardi, e il con. Lima nel 1671), Gio. doge, e rimosso lo volle seppellire. Quin-
Battista Spinola seniore poi cardinale, di uscito dalla città, andò a Massa per es-
il governo colla deliberazione del minor sere sicuro da ogni molestia. Si fecero del-
consiglio ordinò, che il luogo e cattedra le trattative pel suo ritorno a Genova, e
dell'arcivescovo in duomo fosse in comu rinvenne di fatto; ma in quanto a' suoi
epistolae, col baldacchino incontro a diritti rimase sempre inflessibile.il gover-
quello di sua serenità, e così appunto fu no ripose il trono ducale nei luogo dignio-
eseguito. Ordinò di più che i canonici ac- re dalla parte dell' evangelo, e l'arcive-
compagnassero il doge e il senato tanto scovo finche visse non volle mai più ce-
all'ingresso quanto all'uscire di chiesa fi- lebrare i solenni pontificali alla presenza
no alla porta del tempio. Queste nuove de'supremi magistrati. Tollerò l'abuso il
r
pretensioni furono portate a Roma, ove successore mg. Giovanni Lercari,ma in-
per lungo tempo si discussero; finalmente tanto avvenuta la rivoluzione, demo- i

si adottò il temperamento, in conseguen- cratici abbatterono il trono ducale e ne


za del quale nel j 6^3 il minor consiglio sfracellarono la sedia per non esservi mai
autorizzò i serenissimi collegi, ad accor- più ristabilito. Dopo poco tempo tenta-
dare la pratica della sede arcivescovile ,
rono alcuni di rinnovar l'antiche verten-
procurando che il luogo preciso dell'ar- ze. Governava lo slato al principio del cor-

civescovo prelato sia più vicino agli staili rente secolo la repubblica Ligure, sopra
de'canonici. Quindi decretarono, che ve- nuove costituzioni fondata, e alla chiesa
nendo cardinale arcivescovo, si rimetta il metropolitana era stalo promosso nel
suo soglio nel luogo e nel modo in cui era 1 802 il cardinal Giuseppe Spina. Prima
in tempo del cardinale Durazzo; mentre di recarsi alla sede axendo fatto erigere
per l'arcivescovo d'allora e pe'suoi suc- nel duomo, dentro il presbiterio e nella
cessori prelati, si ponesse la sedia dal lato parte dell' evangelo la sua cattedra con
dell' epistola, nel sito più verso il coro e baldacchino, Ertosi rosai di ciò altamente
più vicino agli stalli de'canonici. Eletto offeso il ministro di polizia di detta repub-
r
ad arcivescovo nel iro5 mg. Lorenzo blica, dichiarando al vicario generale che
Fieschi e nel seguente anno divenuto car- quella cattedra urtava co'diiilti del go-
dinale, fece di nuovo riporre dal latodel- verno^ perciò doversi rimuovere da quel
l'evangelo presso l'altare la sua cattedra, luogo e porsi in altra forma. Conosciu-
e finché visse il governo non osò rimuo- tasi dal cardinale l'opposizione a'suoi di-
verla, per rispetto alla dignità cardinali- ritti, stelle fermo a mantenerli, e nel lu-
zia.Nel 17 26 assunto all'arcivescovato fr. glio mandò da Boma una memoria a'cit-
a
Nicolo M, de Franchi, la sua cattedra fu tadini , doge e senatori della repubblica
rimessa al sito, da cui era stata levala dal Ligure. In questa dimostrò la sua sorpre-
predecessore, cioè alla parte dell'epistola, sa sull'erezione della solita cattedra arci-
no TUO i a o
vescovile, copci la di baldacchino, mentre ma a toltele rrpnhhluheea'govcrnì delle
il senato non viavea incontrato diflicoltù, medesime, era quello della repubblica
pretendersi dal senatore deputalo alla po- francese; giacché nella messa di Pasqua
lizia, che la cattedra dovesse situami (Ini la celebrata in quali' anno nella metropo-
parte dell'epistola; e quanto al baldac- litana di Parigi, dal cardinale Caprai a

chino, non potendosi ancora per l'attuale legato, con gran pompa e dignità, il i

sistema erigersi quello del doge, credeva console insieme con tutti i magistrati del-
che fosse più espediente per ora non in- la repubblica vi assisterono, e la resi-
nalzarne alcuno. Con sensatissime ragio- denza òVconsnli ricoperta di padiglione
ni espose la convenienza d'una caratte- era situata dalla parte dell'epistola, men-
ristica di onore e di dignità accordala ad tre il cardinale ebbe la sede ricoperta
ogni Vescovo nelle chiese della propria di grandioso baldacchino dalla parte del-
diocesi, onde rendere e più rispettatale l' evangelo. Al diritto dunque, che com-
al popolo il suo carattere e più auguste pete ad ogni vescovo e particolarmen-
le sagre funzioni ehe ivi esercita. Non do- te a un vescovo cardinale, di ritenere nel-
versi incontrare difficoltà che il cardinal la parte più distinta del santuario la cat-

arcivescovo faccia uso del baldacchino ,


tedra con baldacchino, aggiungendosi e-
perchè la sua cattedra èia cattedra dalla •ambi cos'i autorevoli e irrefragabili, ape*
quale maestro della religione annun-
il rare dalla saviezza del senato ligure ri-
ziar deveal soo popolo la verità della me- mosse le dillicollà sull'uso del baldac-
desima, e che essa sia collocata nel pollò chino e sul collocamento della cattedra
più eminente e il più distinto del santua- arcivescovile dalla parte dell' evangelo,
rio. Che il sistema d'un governo repub- e fu contentalo. Dissi inoltre ne' citati
blicano, basalo sulla libertà ed eguaglian- luoghi, che nel i
7 53 in San Remo dal-
za de' cittadini, non veniva alterato dal la chiesa di s. Siro era stata tolta la sedia
distintivo accordalo alla dignità ecclesia- episcopale del vescovo d'Albenga, dal
stica e arcivescovile; prova essendone le commissario del governo; ma i canonici
chiese di Francia, ove tollerandosi l'eser- offesi di questa violenza e cos'i comandati
cizio della cattolica religione prima del dal vescovo Costantino Serra, fecero ri-

concordato ,
pure in quelle eziandio di porre la cattedra al suo Solito posto, e il

Parigi se un vescovo ancorché non dio- commissario la levò di nuovo con mag-
cesano celebrava' pontificalmente, si fa- gior disprezzo e prepotenza, e vi sostituì
ceva uso del baldacchino, come allora fa- la propria. Sedale le turbolenze civili di
cevasi in tutte le cattedrali francesi. Nel- San Ivemo, si accordarono le controver-
la repubblica Italiana e precisamente nel- sie ecclesiastiche, tanfo sulla colloca/ione
la cattedrale di Milano, l'arcives. ovo a- della cattedra vescovile, quanto delia se-

ver sempre fallo uso del baldacchino nel- dia del governatore. Perciò nel [7 "4 ^e *

le sagre funzioni. Ridotto a sistema re- nedetlo XIV scrisse a mg/ Serra, d'aver
pubblicano il Piemonte, nondimeno il ordinato che fosse ripristinata nella col-
i.° console Bonaparte non solo avea e- legiata di San Remo, nel suo solito luo-
sortato il cardinal di Martiniana vesco- go e dal lato dell' evangelo, la sua cat-
vo di Vercelli a conservare il baldacchi- tedra episcopale; e che la com-
sedia del
no nella sua residenza e nella cattedrale, missario f.sse pure nel Sancla Sfondo*
ma espressamente ordinò che neli'uso di rum dal lato dell'epistola, ma con qual-
questo e di tutte le altre insegne' e di- che abbassamento, ossia non in altezza
stintivi, che ad mi cardinale competono, egoale alla cattedra vescovile. Il Vescovo
non venisse disturbalo. L'esercizio poi più ad invito del Papa fece togliere segt eia -

luminoso e che pai e servir dovesse di nor- mente dalla porta della collegiata il ino-
TUO TRO ni
nitorio (l'interdetto pubblicato contro il trono in conni Epislolae. Notai a Cat-
commissario; indi ritornò a San Remo, tedra vescovile, ebe quella del vescovo
ove santamente terminò suoi giorni, e i ha luogo ancora non solo in una cbiesa
fu sepolto nel silo medesimo della colle- esente dalla sua giurisdizione, ma ezian-
giata,da cui la sua cattedra era stata in- dio in una cbie*a ove abbia la cattedra \\\\

giustamente rimossa. Una vertenza simi- Abbate mitratojebe deve collocarsi a de-
le avvenne ancora in Sàrzaua , ove nel stra dell'altare, con un gradino più eleva-
1 yìcf d'ordine del commissario governa- to di quella del prelato abbate, che va col-
tore della città, soldati entrali nella cat-
i locata alla sinistra. Dissi pure, che devesi
tedrale e nel presbiterio dell'aliare mag- cuoprire la cattedra co'colori corrispon-
giore, trasportarono alla parte dell'evan- denti al rito, con istolf'e di seta, ma non
gelo e situarono nel luogo più superiore tessute d'oro e d'argento, e i gradini de-
e più vicino all'altare la sedia die den- vono Senza un privi-
coprirsi di tappeti.
tro lo stesso presbiterio, ma dalla parte legio speciale gli Abbati ec-
non ponno ',

dell'epistola, era sempre stata per como- cettuati quelli ntillius Dioecesis che so-
do del governatore commissario, cpiando no Ordinari, usare del baldacchino, ne
interveniva alle funzioni di cbiesa. Il ve- avere una cattedra collocala ed eretta in
scovo Lornelhno se ne lagnò con ricorso vicinanza all'altare; il che non è loro per-
a' serenissimi collegi, e ne scrisse artebe messo che nelle tre o tutto al più quat-
a Roma, implorando opportuno provve- tro feste annue nelle quali oflìciano solen-
dimento dalla s. Se(\f. A salvare diritti i nemente. In questi pontificali sopra l'al-
di sua dignità, il vescovo restò fermissi- tare non ponno usare 7 CandelUeri, co-
mo ritirato in Manda , tìncbè il governo me privilegio de'soli vescovi. Con decreto
ebe aveagli confiscate le rendite, nel i
767 de's. riti de'27 settembre 6 )Q, minuta- 1

si riti-ritto, e invilo il prelato a restituirsi mente fu prescritto agli abbati il modo


alla sua residenza, reintegrandolo di sue di celebrare pontificalmente. Molti m-iio
rendite e prerogative, e rispetto alla cat- i privilegi degli abbati mitrali, per cui fu
tedra fu praticato lo stabilito col vesco- loroconcessoil trono e il baldacchino. Gli
vo d'Albenga. Ilcan. Ferrigni-Pisone, nel abbati de iì/onaci benedicevanoe si be-si

Supplìmento alDiz. sacro-liturgico did. nedicono dal vescovo solennemente nel


Gio. Diclich, ci diede le seguenti notizie crearli abbati. Sono /Ve/ri fa' e indignila, lu-
sul Trono vescovile. La s. congregazio- rono chiamati Pastori, ed hanno il Pasto-
ne de' riti dichiarò con due decreti del rale o Barolo ma velato, a distinzione del
i656 e del 1706, da lui riportiti, ebe i vescovo. Danno la trina benedizione nella
,
vescovi funzionando fuori della propria messa solenne,portanol ^/.e//o,la7)//7/Y7,i
diocesi non ponilo sedere sulla cattedra Quantica Croce pettorale, i Snuda li ', la

anebe col consenso del vescovo del luo- Dalmatica\\aTonicella o TunicellaeiA-


go, il quale non può ad essi concedere un 111 ornamenti vescovili. Anche anticamen-

tale permesso. Bisogna tuttavia dacpiesta te aveano l'uso de'pontifìcali; alcuni da-
regola lare l'eccezione pe'cardinali, e pel vano e danno gli Ordini minori, infligge-
metropolitano a cui appartiene come suf- vano la Scomunica e ponno infliggerla a'
fragane© il vescovo del luogo; giacché il loro sudditi. Intervennero e intervengo-
Cerimoniale Episcoporum nel lib. ,cap. 1 no a' Sinodi, e si cominciò a dar da loro
1 3,
§ 4 e g ha deciso, cbequalunquecar- il voto decisivo nel secolo VII, onde nel
dinale esercitando i pontificali, possa se- concilio di Toledo del 675 si legge che 6
dere sul trono, anzi conviene che il ve- abbati si sottoscrissero, dicendo consen-
scovo del luogo glieloceda; e ebe al me- tiens subscripsi. Ponno benedire gli uten-
tropolitano poi si debba ergere un altro sili ed i paramenti sagri, ne'quali non en-
H2 TRO TRO
tra la sagra unzione; e riconciliar le chiese perniimi nt'tir, si ipsi absif , vel nolìt Poti-
profanate, ma però con l'acqua benedetta tifica Ha peragere, n.°3886.Gli abbati de'
dal vescovo. Quanto riguarda 1' uso del monaci Silvextrini'(l .), oltre che (tonno
trono degli abbati muratisi può consul- uffizi a re pontificalmente nelle chiese de'
tare: Deere tu aulhentiea con gì-egatioins loro monasteri 3 volte all'anno, hanno la
s. Rituurn, massime il decreto citato del prerogativa, goduta forse da poche con-
1659 approvato da Alessandro VII, t. 2, gregazioni monastiche o anche non pos-
p.120, n.°i856: Circa usurn Pontifìca- seduta , tranne da quelle de' proto-mo-
lumi Pratla lis Episcopo inferi or ibus con- nasteri, che la primaria loro chiesa di
cessorum. Quanto al troiioe ul baldacchi- Monte Fano, abbia la facoltà d'innalza-
no si Cathedram, seti Sederli
dispose: 2. re la sedia pontificale, e di tenerla coti a n-
fìxarn, ctpermanentein in eoruni Eccle- mente eretta sotto apposito baldacchino
siisne delineant, sed Iribns ipsis diebus } all'uso dì cattedrale. Il loro abbate ge-
quibus, exanliquis decrelis tantummodo nerale è uno di quelli che può conferire
Pontificatili celebrare estipsi perni issimi, gli ordini minori a'suoi monaci. Il più. so-
mobili Sede seti Cathedra utantur, qnam stanziale del prescritto dal celebre decreto
nihilominus supplici sericeo panno co- de's. riti, confermato da Alessandro VII,
obducere po-
lùrif festivi tati congruenti* riguardante gli abbati e altri prelati infe-
tuerunt, non auro conlexto,aut pluygio, riori, è che essi non ponno alzar la cat-
aut basylico opere cxornalo: 3. Balda- tedra ossia trono nelle proprie chiese, se
chinum ad/ubere supra Sederà poluerunf non ne'3 giorni loro assegnali per usar-
non pretiosum , ani aureum, sede sim- vi i pontificali , e negli altri che richie-
plex, et eo, quod altari super iriiponitur dono le feste del protettore del luogo, del
materia, et opere inferiusj adipsam an- fondatore dell'ordine, e della dedicazio-
tera per duos tantum gradus in Presby- ne della chiesa; che non è lecito loro di
terii superficie stralos ascendatur. INe'me- ricevere l'incontro nell'ingresso del tem-
desimi Decreta aulhentiea , molti riguar- pio^ ritornando dopo terminato il sagri-
dano le sedie, cattedre o troni de'vesco- fìzioaila propria residenza, l'associameli-
•vi e degli abbati; e quanto a questi ulti- to de'loro canonici o monaci; che ad essi
mi: Àbbas interveniente capitalo calhe- vengono solamente permessi due mini-
dralis in sua Ecclesia recurrenle diefe- stri ed un prete parati, e sei canonici o

ste principali potest erigere, et retinere monaci con piviali e toniceile, quali de- i

Baldachi num , dummodo non intersit E- vono sedere o negli stalli del coro o ne-
piscopus, n.°23 l j.Nequit retinereCalhe- gli scanni privi del postergale; che non si
dram fixam in propria Ecclesia, aut ponno servire della mitra preziosa o au-
Pontificalia peragerein aliena, n.°i^ o. 1 rifrigiata,ma solamente di quella sempli-
Abbati mitralo non licet habere prope ce di damasco, e del pastorale con un velo
Sederli Epi scopa lem sta II uni celeris erni- appesoin segno della minorità del grado;
nenlius, n.° 2202 e n.° 2 3q3. Abbati re- che non devono pubblicar l'indulgenze,
galati usimi Pontificali uni habenli lice- né dare al popolo la trina benedizione,
re respondit S. R. C. tres Missas ponti- a riserva de' giorni loro accordati per
fica liler canere 3 tres q uè Vespe ras infra le funzioni pontificali; e se mai queste si

octiduum et in fere a retinere in Ecclesia ni facessero coll'intervento del vescovo, deb-


Sedem curii n.° 3449- db-
Baldacchino, ba il di lui soglio innalzarsi dalla par-
bas s. Ravennae quoad Balda-
Fitalis te dell' evangelo- colla spalliera de' suoi
chinimi, n.° 3820. Thromis prò Abbate canonici a lato, e dal corno dell'epistola
crigendus non est in Ecclesia, nec tri- l'abbaziale col proprio capitolo o monaci,
bus ìllis diebiiSj in quibus ei Pontificalia e colla differenza specificata Dell'incensa-
T I O TRO n3
zione gli uni e gli altri; che nell'ordina- (/"'.), del cui simbolico significato ripar-
zione de'canonici,de'chierici e de'monaci lai in più luoghi., come nel voi. LXXVI,
per la tonsura e i minori, e nel ricevere p. 285; ed Aurelio vescovo di Cartagine,
i voti delle novizie, benché di monasteri entrato nel famoso tempio della Dea ce-
sottoposti alla loro piena giurisdizione , leste, lo consagrò in chiesa , ergendo la
non ponno usare l'insegne pontificali, co- cattedra vescovile sul leone,sopra il quale
me anche negli oratorii pubblici e privali, era effigiala la stessa falsa deità, il che
sebbene di totale loro dipendenza;che non come una grande vittoria fu applaudito,
devono benedire i predicatori, i quali as- col sentirsi predicare la verità evangeli-
sumono sopra di loro il peso di promulgar ca nel luogo stesso, ove quell'idolo poco
la paiola di Dio nelle chiese ad essi ap- prima faceva udire i falsi suoi oracoli.
partenenti, essendo questo un diritto par- Rammentai la celebre sedia pontificale di
ticolare de'vescovi; che nelle messe pri- marmo, ove siederouo Papi nell'arciba- i

vale devono celebrare come i semplici sa- silica Lateranense, madre e capo di tutte

cerdoti, prendere e deporre in sagrestia le chiese, ornata con allegoriche figure;


i paramenti, e farsi dar l'acqua alle ma- ed altre sedie pontificie antiche rimaste
ni colle usuali ampolle, e uon col bocca- nelle chiese, già servite a'Papi,ed a'car-
le d'argento. dinali ne' Titoli cardinalizi (F.) ove e-
Del Trono fieWa Sedia e delle Sedie de* sislono. Nella mirabile basilica e santua-
Papi, a quest'articolo non solo ne ragio- rio de' Francescani in Assisi formala da
nai, ma ivi ricordai luoghi in cui ne trat-
i 3 chiese una all'altra sovrapposta, nel su-
tai. È indispensabile che in breve qui ne periore tempio è il coro co'superbi Stalli
dia una generica idea, ad esaurimento del- (K),edin fondo si eleva maestoso un tro-
l'argomento, e per opportuua mente ag- no pontificio in marmo, dal quale parto-
giungere altre intrinseche erudizioni. 11 no in doppio giro i detti seggi intagliati
Soglio pontificio viene pure denominato e intarsiati. S'innalzano su 5 gradini di
Cathedra Pontificali s } Sedes,Ejchedra, rosso, marmo del paese, due svelte colon-
Thronus. Cominciai a definire il vocabolo ne di simil pietra con capitelli indorati sor-
Sedia sia come arnese per sedervi, sia per reggenti scorniciatoarchitraveelisciaac-
residenza di principi) e quello di sedere cuminatura di marmo bianco adorno nel-
per regnare, e più comunemente si di- l'esterno superiore da ricci. Un traforo si
ce de' Papi. Quindi passai a dire della scorge nel centro del fronfoue del timpa-
forma e uso delle antiche sedie presso i no, abbellito all'intorno siccome questo e
differenti popoli, e con appoggio, brae- 1' architrave da intarsio di pasta vitrea
ciuoli e suppedaneo, pedani sgabellimi, colorata in rosso e turchino. Di sodo mas-
anco piccolo tappeto: de' letlisterni del so bianco è la sedia con analogo indie-
Triclinio (F.) } delle sedie curuli e por- tro, e costituiscono i posa-goti due leoni
tatili ed elevate,distintivodi dignità pres- di severo carattere scolpili in marmo ros-
so i romani, prima de're e poi de' mag- so, forse per significar Cristo uscito dalla
giori magistrati, non che de'senatori, u- tribù di Giuda. La piccola predellina ha
sate pure dagl' imperatori e nel Trion- sull' orlo di fronte un' iscrizione gotica,
fo (F.). Che la Cattedra di s. Pietro ora quasi non leggibile perchè consuma-
(F.) è una sedia senatoria, e la veneria- ta dall'attrito de' piedi, ed il sottostante
mo nel primo tempio del mondo, la Chie- specchio porta a bassorilievo4 simbolici
sa di s. Pietro in Faticano (F.), come animali. Tanto l'epigrafe, che il bassori-
simbolo della s. Sede apostolica (F.). salmo 90: Super aspi-
lievo alludono al
Notai perchè l'auliche cattedre marmo- dem et basiliscwn ambulabis et concili-
ree furono ornate colle figure del Leone cabis leonem et draconem. Tra le zampe
VOL. LXXXI. _ —** 8 .
1
14 TTl ° TRO
de'leoni in ognuno è da notarsi «in toro per Traslazione nella basilica Vatica-
la

collocalo inversamente all'altro. Benedet- na, ciò che notai nel voi. Vili, p. iS(i.
to XIV nel dichiarare la basilica di s. Anticamente per dossello del trono pa-
Krancesco, Cappella papale, riservò la palesi mettevano le coltri de' Papi, del

descritti sedia e altra ivi esistente, pe'so- colore dell'ulììziatura, cioè bianco, rosso,
li Papi. Rischiami quanto il volgo im- paonazzo,e rosaceo nella 3. a doineuica del-
propriamente disse sulle famose sedie l'Avvento e nella 4- a di Quaresima. Ve-
stercorarie e altre, in cui sedeva il nuovo dasiChiapponi,^e/rt CanonizationisSan-
Papa; e riparlai della sedia pontificale di ctorum: Thronus Pontificis seplem gra-
s. Pnolo fuori delle mura di Roma, del dibns elalusj Throni Pontifìcii prò Cd-
quale splendido risorto tempio ne conti- nonizatione descriptio (ne riporta ancora
nuai la descrizione ne' voi. LX XIII, p. a p. 220
l'incisione, ove apparisce con
7
352,LXXV,p. 2 i4 Come sono i troni e gradini, veramente grandioso,maestoso e
le sedie delle Cappelle Pontificie (J .), in magnifico, ed assai maggiore di quello de'
eoi siede il Papa colle lesti e ornamenti pontificali che si celebrano in s.Pietro,ch'è
pnntificali,siane'pontificali,che nelle altre più grande del comune, poiché il baldac-
funzioni checelebi a o assiste nelle cappel- chinodi detta incisione occupava tutta la
le de Palazzi apostolici o nelle Chiese di la rghezza dell a rupia navata); Throni Pon-

Roma:ue\\e quali anticamente le portava- tificii mensa r a qtiae?Se\ sono gradini del i

no Mappulari (/ .), ed ora la Flore.ria


i trono pontificio nella cappella pontificia;
apostolica (/".); spettando al prefetto de' nelle chiese e basiliche si regolano a pro-
maestri delle ceremonie prima di ogni porzione di quelli dell'aliare, e lo rimar-
funzione, per ingiunzione del maggior- cai nel voi. Vili, p.128. Volendo il Pa-
domo, di visitare il trono pontificio, del- pa nelle feste di Natale e di Pasqua pon-
la quale visita è responsabile, e lo rilevo tificare nelle cappelle de'palazzi aposto-
dalle Brevi indicazioni per le attribuzio- lici, anche sull'altare di esse si pone il 7.
ni ed esercizio dc'cercmonieri pontificii. candelliere, e il piccolo trono senza bal-
A Cappelle pontificie, e precipuamen- dacchino ove il Papa intuona e assiste al
te nel voi. Vili, p. 12 7, dichiarai il trono canto dell'ora di Terza f/^.J,
si erige pre-
e le sedie papali, le loro forme, le loro di- cisamente ove stanno il pulpito e i came-
verse nobili coperture e Baldacchini; co- rieri segreti; il pulpito si leva e per ac-
me lo sono ne Funerali (l .) de'cardina- quistar sito si toglie uno de'banchi degli
li; ed anche nel voi. Vili, p. 198; come stalli de'cardinali diaconi. In tale trono
nel mattutino del giovedì santo, e per tul-, ha luogo quanto riportai ne' voi. Vili,
to il giorno del venerdì santo, in cui la p. 63, IX, p. 16 e 19. Innocenzo X nel
1

cattedra di noce è adatto nuda, senza bal- 1649, e Clemente ^


neh 7 5enel 7 16 1 1

dacchino, a riserva d'un piccolo poster- celebrarono il pontificale di Natale nella


gale di nobiltà paonazza, ed un cuscino cappella del palazzo apostolico Quirinale.
sopra il seditore. Quando si sa di certo Siil trono appositamenteeretto nella gran
che il Papa non interviene alla funzione, loggia della basilica Vaticana, viene il Pa-
come ordinariamente accade nelle cap- pa coronato col pontificale Triregno{V .),
pelle di detti funerali, la sedia pontificia Pater Regum, Rector omnium Fidelium i

sicopre del solito drappo lutto teso, in I Ican um Jesu Chris ti. Sul trono il Pa-
vece d'essere sfondato per siedervi, colla pa promulga i decreti dogmatici, come da
coltrino del colore che corre.Dopo la mor- ultimo per l'Immacolato Concepimento
ie del Papa, dal trono della CappellaS'i- di Maria Vergine; e per la Canonizza-
stina si leva subito la sedia e il baldac- zione de' nuovi Santi. Sul trono coro-
chino, sebbene ivi si esponga il cadavere na gì' Imperatori , i Re, i Granduchi ,
s

tu o TRO |i&
od allri Princìpi. S. Gregorio I il Gran- so soglio, a motivo
maggior riverenza
di
de fu ii primo che adoperò il termine: e umiltà. Abbiamo dello stesso Servan
Leoni ex Cathedra, loqui de Pctri Se- zio, p. 469,1! rito coi quale Alessandro VII

de. E dal trono compnrlono la solenne ricevè m


oriente la ss. Eucaristia, in roc
Benedizione i Sommi Pontefici (F~.) con chetlo, mozzetta di damasco bianco e sto-
Indidgenzaj e dal trono pubblicano la la rossa anriphrygiata, dalle inani del

gravissima sentenza della censura eccle- cardinal Nini con queste parole: Accipe
siastica della Scomunica (V.). Al trono Beatissime Pater Viaticum Corporis D
il P;«pa riceve al i'
Ubbidienza (F.) i car- /V. J. C. Sedendo in trono il Papa rice

dinali, i patriarchi, gli arcivescovi, i ve- ve la prima e la terza Incensazione (V.)


scovi, gli abbati mitrati, insieme all' ar- dal cardinal prete assistente genufles-
chimandrita di Messina se vi è, ed al com- so, per denotare la riverenza verso la

mendatore di s. Spirito, non che i peni- prima sede episcopale, e lo rilevai anco
tenzieri. Notai nel voi. LXII,p. 108, aver nel voi. X. p. 266. Prestano assistenza
decretalo s. Gregorio VII: QuodSolius nelle sagre funzioni ordinarie al Ponte-
Papae pedes omnes principes deosculcii- fice sul trono: nel ripiano di esso, a de-
turjnm Sovrani (F^.)^ umiliano al Ba-
i stra il cardinal Priore [V.) de'diaconi, a
cio de'piedi (F.) anche altrove, e V umil- sinistra il cardinal 2. diacono; da questo
tà de' Papi resero le Scarpe (F.) cruei- lato e voltando le spalle all'altare (poi-
gere, perchè da'fedeli si baciasse la ero* ché il trono si eleva dalla parte dell' e-

ce. Sul trono i Papi celebrano diverse futi- vangelo), alquanto distante dal cardinal
2. "diacono, i! cardinal r
rioni, e sedendovi dispensano le Cande* \.° Prete (f .) assi-

/e, le Ceneri (dopo averle ricevute seden- stente; tutti e tre questi cardinali siedo-

do dal cardinal Penitenziere maggiore), no su sgabelli nudi di legno e nudo han-


le Palme, gli Agnus Dei (F) benedetti, no il capo. Leggo nel citato p. Gattico, p.
e di questi ultimi siccome sostituiti alla 12. SS. D. N. Paulus Hanno 465 sta < 1

Superstizione, in quell' articolo tornai a tuit, ut Diaconi Cardinales in M'issa-

ragionarne. Ninno può recarsi al trono rum solemnia servientes sederent juxta
delPapa colla Spada (Tr.). Sedentein tro- ipsum supra sgabella magna, alius a
no, nel Possesso dispensa il Presbiterio dextris, alius a sinistrisj et Presbyter
(F.). Sul trono il Papa nel Natale e nella Cardinalis primus, qui sibi servii, se-
Pasqua, in piedi colle Particole comuni- derci edam prope ipsum in sinistro la-
ca i cardinali diaconi e i nobili laici; dopo ter e , sci lice t ante, et prope Epi scopo
essersi ivi comunicato con V Ostia, e di a- Assistentes,quì serviunt de Libro etCan
verne fatto parte al cardinal diacono e al dela. Mover unt autem eumdem D.N. ra-
suddiacono latini, per quantodissi nel voi. tioncs sequentesA.quodpraefatiCardd.
JX, p. 2f)eseg.; e anticamente si comu- sccundwn antiquum morem sedebant
nicava sedendo sul trono, ed è in libertà inter Auditores, et Clerico s Camerae
ili comunicar gli allri sedendo. Narra Ful- sine aliquo debito, nitide sgabellis. II.

vio Serva nzio, Acta caeremonialia pres- quod Prior Presbyter or um Cardd. e-
so il p. Gallico p. 4 1
7, che nel pontifica- tiam sedendo dabat dorsum omnibus
le della coronazione d' Alessandro VII., aliis Cardinalibus. Inoltre assistono sul
questi invece di genuflettere sopra lo sga- ripiano del trono il Papa e in piedi, a si-

bello della sua sedia pontificale, ed ivi ri- nistra il prefetto de' Maestri delle cere-
manere fino alla consumazione delle spe- monie pontificie, a destra dopo il cardinal
cie sagra mentali, volle genuflettere, co- 1. "diacono il Principe assistente al Soglio
municarsi e comunicar anche il diacono Po^///c/o(r.).Nelvol.LXXVIII,p.i63
e suddiacono Ialini, al ripiano dello stes- rilevai ; perchèil priucipeColonna assistcn-
,

i.6 TRO TRO


te,cedè In destra nello coronazione di Cosi- ne, ùaWneCamerieri del Papa segreti as-
mo I, ol principe Orsini altro assisten- sistenti per \aFaldaj quali tre prelati
i

te. Fuori del irono, ma im media tamen- nelle cappelle pontificie ordinarie siedo-
te a sinistra, siedono i J 'escovi assistenti no sulloscalino dell'aliare dalla parte del-
ni Soglio Pontificio (/ '.), cioè i patriar- l' evangelo, e gli avvocali concistoriali
chi, gli arcivescovi, i vescovi di tal colle- l'impello al trono. Anticamente, oltre i

gio,siedono sui gradini del trono: il Se- suoi mentovali, prestavano assistenza a!
natore di Roma (V.) sul /gradino dopo i trono pontifìcio nelle sagre funzioni : ne'
la predella alla parte destra, ed i Con- tempi più antichi, in mancanza de'cai (li-
servatori di Roma sul i.° gradino in nu- liali diaconi, il Primicerio della s. Sede,

mero di tre: gli Uditori di Rota (V.) sie- ed il Secondicerio della s. Sede (V.) : il

dono sul4.°o penultimo gradino, avendo Prefetto di Roma ( V.), la cui sedia era or-
tra loro l'ultimoluogo il p. Maestro dels. nala con figure (non però l'usava
di cani

Palazzo apostolico (/"''.): Chierici di Ca- i in Nepoti del Papa, gli


queste funzioni), i

mera, Votanti di Segnatura, compreso


i Ambasciatori di Ubbidienza (V.) e di
Y Uditore di Segnatura , anch'esso prela- Residenza } Principi e Baroni romani,
i

to, e gli Abbreviatola di parco maggiore ilGeneraledis. Chiesa{V.). Il p. Gallico,


( F.),siedono sul detto gradino appi esso gli Acta caeremonialia, riporta a p. 39 5: De
uditori di rota, il che descrissi nel voi. VI li, Coronatone Sijcti V, iWav'io del ceremo-
p.220 e altrove. Prestano assistenza al niere pontificio Alaleona. In Solio stete-
Papa nel magnifico e grandioso trotio,che runt,Senator Urbis primus, deinde ora-
si erige incontro all' altare papale delle tor Galliae,orator Venetiarum, duo ne-
patriarcali basiliche, ne' vesperi pontifi- polesregum Japponensium, videlicet d.
cali e nelle messe pontificali: sul trono e Manlius et d. Michael (evano anche am-
nel ripiano ipersonaggi summentovati, basciatori d'ubbidienza); d.Jacobus Iìon-
tranne il cardinali. bell'ordine de'preti, compagnus dux Sorae, et generalis Ec*
poiché esercita i di lui uffizi di assistente clesiae^iarchioSurrianigubernalorBur-
il cardinal Decano del sagro Collegio o gi, et marchio Riatti locumtenens gene-
altro cardinal Vescovo Suburbicario, il ralis Ecclesiae. In gradibus Solii se-
quale però sullo stesso ripiano siede so- derunt Conservatores Urbis, d. Marti-
pra nudo faldistorio : sul ripiano del tro- nus nobilis japponensis, et alii nobiles
no nel 1 ."gradino dall'una e l'altra parte, barones eie. Primi, qui lulerunt baldac-
siedono i patriarchi, arcivescovi e vescovi chinum ad aula ducali usque ad porti-
assistenti al soglio: nel penultimo gradino ami s. Petri, fuerunt oratores, et nobiles
gli uditori di rota, il p. maestro del s. palaz- majores de Solio. Secundi a porlieu us-
zo,i chierici di camera, votanti di segnatu-
i que ad altare ss. Sacramenti in ca pel-
gli abbreviatoli di parco
ra coll'uditore e la s. Andreae fuerunt nobiles barones.
maggiore; ma qualora tulli non potesse- Tertii a capella s. Andreae usque ad
ro avervi luogo, siedono nel penultimo capellam s. Pelei, ubi Ponlifex celebra-
gradino del trono di terza, eretto vicino vii, fuerunt equites s. Petri. Quarti post

all'altare papale, dalla parte dell' episto- dictam missam a dieta capella s. Petri
la : dal destro lato del trono siedono sul usque adlocum coronalionis fuerunt se-
2. gradino il senatore di Roma, e sul 3.° nator, conservatores, et aliqua capila re-
i conservatori di Roma; nel seguente gra- gionum. Nella Cavalcala pel Possesso,
dino siedono gli Avvocali concistoriali; riferisce lo stesso Alaleona, che dopo i cu-
mentre dalla parte opposta siedono il de- biculari cavalcavano. Oratores regii, et
cano degli uditori di rota, per tenere la principum magnatimi equilarunt aule
mitra del Papa quando questo la depo- Cruccili. Gubernator Urbis elsenalor a
TRO TUO 117
sinistris ipsius post dictos oralores. An- tus fuit a S. D. N. Papae nepos ejus.
te vero oratores, conservatores, capita Indi cavalca vano 3 oratori di Lucca, e gli

regionurn, et alti officiali s populi roma- oratori dell'Imperatore, di Francia e di


ni, et Illust. d. Jacobus Boncompagnus Venezia. Ritornando all'articolo Sedia e
generali? Ecclesiae curii oratoribus. O- Sedie de'I'api, ricordai troni con Bal- i

ralores fuerunt orator Galliae, oralor dacchino de' Concistori (F'.),edel Palaz-
Fenetiarum }
et oratores regimi in insu- zo apostolico Praticano e del Palazzo a-
la Japponiaetc. Elsi senator Urbis prae- postolico Quirinale (F.): solo qui avver-
cedat oraiorem Galliae, nihilominus i- tirò, che la sedia de'concistori si cuopre

pse orator scmper, quando opusfuit, tu- di damasco rosso, e di paonazzo nelle vi-
li t caudam Papae paedesler eunti (som- gilie, nell' Avvento dalla Seltuagesima
,

ministravano ancora al Papa le Cande- in poi per tutta la Quaresima, nelleQuat-


le e le Palme benedette nella dispensa, tro tempora e in altri tempi che si usa il
e versavano l'acqua nella Lavanda delle coloreecclesiastico violaceo. Ivi dissi del-
mani, sul trono); et ita mei major es fé- le nobili sedie esistenti ne'troni delle pon-
ceruntj ideo hic annotavit Episcopieie. tificie stanze, sullequali il Papa siede, ve-
assistentes in equitatione equitarunt cum stito di mozzetta e rocchetto, nelle Con-
mantellonibus 3 et galeris pontificalibus gregazioni cardinalizie del s. Oifizio,de'
in muli» ponlificaliler ornatis violaceo s. Riti, e altre che si tengono innanzi di
colore, quo semper utunlurj alii Episco- lui; per assistere alla lettura de'decreti on-
pi mante llettis supra rocchettos ....
curii de procedersi alla Beatificazione d'alcun
1

Retro Pontificali in equitatione immedia- Servo di Dioj per 'Esame de 'F'escovi che
I

le ibant duo canterani secreti assisten- ha luogo alla sua presenza; nell'imporre
tes medium habenles Illust. d. Alexan- la Mozzetla eia Berretta cardinalizia a'

drum de Montealto pronepotem Ponti- cardinali nuovi; nel mettere il Rocchetto


ficis indulum habilu clericali violaceo a'vescovi che ha promulgato in concisto-

serico. Ho riportalo quest'ultimo brano, ro,subito dopo di questo; nel ricevere le o-


per dare qui un'idea dell'intervento de- blazioni delle candele per la festa della Pu-
gli assistenti al soglio nelle cavalcate pon- rificazione, delle quali riparlai nel voi.
e di alcuni odici che esercitavano,
tificie, LXXIX, p. 39 1 ; nell'ammetlere al bacio
ilche toccai pure a Principe assistente del piede qualche corporazione religio-
al Soglio pontificio e nel voi. LXVII, sa o altra. Inoltre nel concistoro il Papa,
p.104. Nello stesso p. Galtico leggo a p. sedente nella sedia concistoriale, crea i

407: De Coronatìone, et'Equitatione ad Cardinali (F.), impone loro il Cappello


Laltranum Gregcrii XF ex Paulo Ala-
t
Cardinalizio ,Y Anello Cardinalizio con- ,

leone.Yva quelli che cavalcarono si nomi- ferisce loro Titoli Cardinalizi e le Dia-
i

nano: Jo.Gcorgius Aldobrandino prin- conie Cardinalizie, crea i Legali aposto-


cepsRossani maritusExcel. d. comitissae lici, dichiara al Sagro Collegio i grandi
Hippolytae nepolis Papae eie, quetn alFari della Chiesa universale, e ne pro-
Excell.d. Jo.Georgium Papa declaravit pugna i sagri diritti, alto alzando 1' apo-
suumNepolem cum omnibus honoribus^et stolica voce, con allocuzioni e Lettere
privilegiis Nepotem Papae, ideirco erit Encìcliche che invio a tutto l'episcopato
unus de stanlibus in Solio.... Cavalcava- cattolico, ricevendo le perorazioni per le
no post conservatores Urbis Excell. dd. canonizzazioni de' santi; e vi ricevea al-
comiles Iloratius Ludovisius frater Pa- l' Ubbidienza (F.) i sovrani, e gli amba-
pae, Nicolaus Ludovisius nepos Papae, sciatori d' Ubbidienza. Sotto il baldac-
et Jo. Georgius Aldobrandino maritus chino il Papa riceve all''Udienza (F.),e
nepotis Papae , ut supra dixi, declara* sotto il trono accoglie i Sovrani e pria- i
n8 TRO T li. ()

api i -filli. Che il FiiL/i.» fo//o,ne'monumen- aiiu.de rito, ripeto, è diverso dall'antica
ti antichi talvultu ohiafnaèo tedia papale-, intronizzazione sulla cattedra di s. Pie-
i Papi l'usano per Genu/lcssorio (1 .), e tro, ma equivalente. Di Pio II neh pH
ricorda ferva della sedia, Sella m, u
la si dice nel libro: Conclavi de' Pontefici
sata anticame ole da eaM Dell'assumere le Romani.» Frattanto il nuovo Papa, ri-
vesti lagre in Sagrestia , e perciò portala storate alquanto le forze con alcuni rin-
da'Mappularii, poi introdotta nella Car- fresoa menti , fu condotto alla basilica di
rozza (/ .) ile Treni de' Papi, secondo il s. Pietro, e messo sopra l'altare maggio-
Nardi: certo è che il Papa incede nelle sue re, sotto il quale giacciono i corpi santi
carrozze sedente solo e in mia sedia» e nel delli Beatissimi Apostoli Pietro e Paolo, e
cielo di esse è ricamata la colomba rag- poco dopo, secondo il costume, nel subli-
giante, simbolo dello Spirito Santo clic me trono, e nell'istessa Cattedra Aposto-
l'illumina nel governo della Chiesa uni- lica, fu posto a sedere, nel qual luogo pri-
versale; e che il p. Felici gesuita, nell'Omo- ma i cardinali e vescovi, dopo molti del
masticum Romanum, chiamò siffatta se- popolo gli baciarono i piedi, e l'adoraro-
dia della carrozza, Stila cut ulis, dicendo no, sedendo nel trono papale, come Vi-
eoo Aulio Gellio lib. 3, cap. 18: Senato- cario di Cristo; d'indi lo ricondussero al
res qui cur idem magutralum gessissent, palazzo."Terminai l'articoloSEDiA,con os-
curru honoris gratta iti curiam veheban- servare che in processo di tempo que'Pa-
lur, in quo curru sella trai, supra quam pi che nel possesso non cavalcarono, ince-
considebant, quae oh eam causata Guru- derono in Lettiga (V.) maestosa e orna-
lis est appellata. Ricordai l'antica Intro- lissima, fatta a guisa di sedia papale ge-
nizzazione e Consti graziane, ove e nel statoria coperta, usando pure di andare
vol.LXIlljp. C)^ue Ordinazione
1 ri[K\i\n\ y
insedia papale scoperta, anche proceden-
anche in Sacerdote o Suddiacono, o Be- do per la città colla sedia portabile a ma-
nedizione (/'.) de'uuovi Papi, loro Co- no. Nell'articolo Sedia pontificale ge-
ronazione colla Tiara o Triregno, e Pos- statoria, la dissi sedia portatile papale,
sesso del Papa; articoli tutti ne'quali di- Irono portatile, sulla quale il Papa siede
scorsi della cattedra, del trono e delle se- in allo vestito de'sagri paramenti, anche
die nelle quali venivano e sono introniz- pontificali, coperto di mitra o triregno,
zati i Papi, loro diversi bellissimi e sim- nelle sagre funzioni che assiste o celebra
bolici ed erudizieni, massime sulle già
riti benedicendo di quando in quando il ri-

rammentale sedie slercot arie con parti- verente popolo; portando ne'suoi tempi
colari ricerche e impugnando le assurde in mano la candela accesa per le funzio-
maligne dicerie spacciate da'nemici e ca- ni della benedizione delle candele ,
per
lunniatori dell'immacolato splendore del quella della canonizzazione ,
per quelle
la s. Sede romana; menti e nel voi. XV. p. dell'apertura e chiusura delle porle san»
3 16 dichiarai, che seguita X Elezione del le, non che la palma e la rosa d'oro ne'
Papa sedente sulla sedia pontificale ge- giorni di loro benedizione. Narrai le fun-
statoria posta sulla predella dell' altare zioni in cui fa uso della sedia gestatoria,
della cappella degli Scrutinii, vi riceve e da chi è portala,quando contestual-
lai." Ubbidienza di adorazione. E nel mente si adoperano Flabelli ne'due lati,
i

voi. Vili, p. 1
59 descrissi la 1* e 3." Ub- e quando il Papa v'incede sotto magni-
bidienza di adorazione resa da' cardi- fico Baldacchino portatile; e feci la de-
nali al novello Poulefìee sedente sopra scrizione di questa maestosa e nobilissi-
un cuscino in mezzo alla meusa dell'al- ma sedia pontificia, con bracciuoli e spal-
tare della cappella Sistina e dell' aita- liera, lecui4zampe sono fìsse sopra una
le di s. Pietro nella sua basilica. Questo predella di legno coperta di velluto in seta
TRO TRO 119
cremisi, di cui è coperto il suppedaneo o trono tra'supremi atti che esercitò di So-
piccolo sgabello. Resi di più ragione per- vranità della s. Sede (f"),vi furono quel li
chè il Papa, non per fasto, è condotto in delle solenni Investiture con Tributi, de'
modo cosi elevato ed eminente, ma per domimi lemporalidelprincipatodellaRo-
significare la sua universale vigilanza e inana Chiesa, colla tradizionedel/^ewV/o
qual fanale della fede; che auzi cosi por- (V.). Ragionando a Concilio o Sinodo
tato, nel dì solenne di sua coronazione , di quanto li riguarda anco nelceremonia-
sedendo nella gestatoria il Papa è spet- ìe, notai ove in essi siedono l'imperatore,
tatore del triplice bruciamento della Stop- i re, i principi, gli oratori loro. Al Papa
pa (F.), e uditore per altrettante volte spettare 3 gradini al suo trono, avendo-
dal grave ricordo: Sic transit gloria mun- ne 1 nello stesso ripiano l'imperatore; di
di! In essa egli riceve quindi il Pallio pon- quali drappi si ricuoprono i diversi sedili,
tificio (P\), suprema insegna, della pie- e quali col postergale e senza. De'posti che
nezza di sua giurisdizione, già portato da spettano, secondo gradi, a quelli che v'in-
i

s. Pietro e da'successori proseguito ad u- tervengono, e del luogo di alcuni prelati


sare in segno dell'apostolica podestà; e do- romani feci cenno nel voi. XI, p. 89. Me-
1

po aver celebralo la messa solenne rice- glio ne trattai nella descrizione di molti del
ve il presbiterio. Su\\a sedia gestatoria il grandissimo numero che brevissimamente
Papa, tranne il detto giorno nel quale dal compendiai, perchè principali canoni pre-i

a
trono in cui fu coronato per lai. volta ferii riportarli a'iuoghi loro,come nel voi.
benedice solennemente il popolo nel no- XV, p. 172, dicendo dell'ultimo concilio
me della Trinità (^.), comparte l'a-
ss. di Roma(P.). Nel concilio celebrato nel
postolica benedizione nelle principali fe- 1047 da Clemente II in Roma, insorse
ste. Che pone nella cappella degli scru-
si nuovamente la controversia, riguardoal-
timi del Conclave dal lato dell'evangelo, e la preminenza e dignità di loro chiese,
su di essa l'eletto Papa vi riceve da'cardi- tra gli arcivescovi di Milano e diRaven-
a
nali la memorata i ubbidienza di adora-
. na (chesinda'primi secoli si chiamò tro-
zione^ portato poscia sulla medesima nel- no apostolico, dopo Roma e Antiochia di
la basilicaVaticana, incomincia a benedir, Siria primogenita di s. Chiesa), i quali,
vi pubblicamente i fedeli. Procurai investi- come pure il patriarca d' Aqudeia (del
gare l'antichissima origine di questo tro- quale e della- questione meglio riparlerò
no pontificio portatile, e di ammirarne la u Udine, come ultima loro residenza, e
convenienza, per cui diversi Papi credero- perciò colla serie de' patriarchi, prose-
no di usarlo nella solenne processione del guiti dagli arcivescovi udinesi), preten-
Corpus Domini portandovi la ss. Eucari- devano sedere ue'siuodi nel luogo più o
ristia trionfalmente, finche fu stabilito di norevole; e però il Papa ad eliminare ul-
recarla con l'odierno talamo, cioè una pic- teriori coulestazioni, ordinò che l'arcive-
cola sedia gestatoria fìssa su ampia pre- scovo di Ravenna ne'concilii abbia il lato
della, cou piccolo tavolino innanzi su cui dritto del sommo Pontefice, quando l'im-
posa l' Ostensorio. Quando si rendeva dal peratore non sia presente, che essendolo
re delle due Sicilie il Tributo (nel quale occuperà il lato sinistro. Nel famoso con-
articolo feci parola sulla recente sospen- cilio di Costanza, per terminar il grande
sione della relativa protesta) e censo feu- iSc/'s///tf d'occidente,Giovanni XXIII suc-
dale della Clviiea (f .), il Papa lo rice- cessore d'Alessandro V, eletto in quello
vea sedente sulla sedia gestatoria, e in- di Pisa contro il legittimo Papa Grego
cedendo su di essa accoglie le proteste pe' rio XII, simulatalo di rinunziare ii suo
tributi dovuti alla Chiesa Romana e non pontificalo, dopo a ver celebralo nella cat-
soddisfatti. Dappoiché il Papa sedente in tedrale la messa dello Spirilo Sauto, in
i ao T RO TBO
ine/zìi nlln numerosa assemblea, scese dal Ricciardiano, ma eziandio per la ragione
sin» h omo e prostrato davanti l'altare pro- addotta dagli artisti per antichissimo co-
nunziò il giuramento di dare la pace al- stume di porre a sinistra i sommi per-
la Chiesa mediante la sua libera cessio- sonaggi, non perchè la parte più degna
ne del sovrano pontificato, quando l'an- fosse determinata da chi osserva l'oggetto,
tipapa Benedetto XIII e Gregorio XII ma aver eglino così l'atto, ove li dovesse-
avessero rinunziato alle loro pretensio- ro rappresentare in atto di confabulare o
ni. L' imperatore Sigismondo ivi pre- colla destra eseguire alcuna azione, con-
sente, che lo riconosceva per Papa, ^in- forme all'uso degli orientali,presso i (piali

tenerì e commosse talmente, che pieno la parte dritta è determinata da chi os-
di gioia alzatosi dal suo trono, e depo- serva l'oggetto. Un eruditissimo conosci-
sta dal capo la corona, ne discese; e quin- tore de' costumi orientali all'erma sussi-
di avvicinatosi a Giovanni XX111, con stere tuttavia lale uso, come leeoni mg. r
fervore religioso s* inginocchiò a' suoi Marini, Diplomatica pontifìcia, 2. a ediz.,
piedi, per ringraziarlo della generosa ri- p. 4°> tnlciiè nelle chiese di quelle regio-
soluzione, anche per parte del concilio. ni si colloca la cattedra vescovile a lato
In nome di questo lo ringraziò formal- dell'epistola per farla rimanere alla de-
mente il patriarca d'Antiochia, per alto stra di chi entra in esse. E sin dal 1 438
tfi utile al cristianesimo, facendo altret- così fu praticato, allorché insorta questio-
tanto i principi e gli ambasciatori, anzi ne di precedenza nel concilio tenutosi iti

lo Spoudano dice che V assicurarono di Ferrara da Eugenio Vjl'imperatore gre-


I

confermarlo nel papato. Ma la vera ed e- co Giovanni III Paleologo, che assoluta-


rotea rinunzia del pontificatola fece Gre- mente volea essere messo alla destra del
gorio XII nel concilio, a mezzo di Mala- Papa, fu contento di starsi in quella parte
testa signore di Rimini, il quale salito so- ch'era alla destra di chi entrava nel con-
pra un trono come fosse il Papa, dopo a- cilio,persuaso d' aver così conseguito il
ver esaurito l'alto con breve e appro- suo intento. Quanto a'troui de'cardinali,
priato discorso, non rappresentando più nel Cerimoniale da tenersi da un nuo'-
il Papa, scese dal trono e andò a collo- vo cardinale nella sua promozione al
carsi in una sedia ordinaria. Saputosi da cardinalato , pubblicato nel 1 856 dalla s.

Gregorio XII in Rimini l'operato dal suo congregazione della Ceremoniale, si pre-
procuratore ili Costanza, adunò il conci- scrive quanto vado a riportare con alcu-
storo e sedente sul trono vestito delle pon- ni schiarimenti Ira parentesi. La camera
tificie insegne , ratificò solennemente la del trono, quale deve tenersi da ciascun
rinunzia, indi disceso dal soglio papale, Cardinale nel proprio appartamento (ec-
depose il triregno e gli abili pontificali. E cettuati Palazzi apostolici, palazzi del-
i i

qui dirò, che s. Celestino V allorché fece la camera apostolica: tali sono conside-

in concistoro alla presenza de' cardinali rati anche quelli della Curia lnuocenzia-
la solenne Rinunzia al Pontificalo (P.), na e di Propaganda fide, quali propria- i

sedente tronoornato dell'insegne pon-


in mente non sono camerali; nou che coti- i

tificali, quindi di queste si spogliò nel di- venti, i monasteri, ed i luoghi pii, cioè nel
scenderne, e con modesto portamento si solobaldacchinochenonsi puòusare),sarà
mise a sedere a'piedi de'cardinali. In più chiusa la mattina del Concistoro segreto
luoghi ragionando dell' immagine di s. in cui è creato e pubblicato il nuovo car-
Pietro posta a sinistra di quella di s. Paolo dinale, finché giungerà il gentiluomo del
in alcunimonumenti, non per maggior- cardinal segretario di stato, che porta il
mente onorare s. Paolo, ed anche s. An- biglietto, con cui si notifica al novello car-
drea come in una tavola votiva del museo dinale la promozione seguita: e però pri-
T 11 O TRO i2 f

ma di tale avviso non deve a m mei tersi spetto con una sedia indorata senza brac-
«Icuna visita di etichetta o di formalità. cioli eco'cuscini di damasco rosso.Quan-
Il nuovo cardinale dopo letto il biglietto to al cardinale che non essendo presente
colle Pesti convenienti si pone sulla so- in Roma nel giorno di sua promozione,
glia della camera del trono senza mai viene in Roma per ricevere il cappello car-
muoversi onde ricevere le Visite.Né la sa- dinalizio neìConcistoro pubblico. ne'gior-
la non vi dev'essere affatto il Baldacchi- ni che precorrono tra il suo arrivò ed il

no, e devono rimanere coperte le arme concistoro pubblico, se riceve visite par-
tanto al trono nella sala, quanto nelle por- ticolari, avvertirà di non riceverle nella
tiere (deUePortiere nobili riparlai nel voi. camera del trono. Ne'3 giorni precedenti
LXXV, p. 1^2), cassabanehi , torciere, a detto concistoro dovrà ricevere le visite

cassa delle torcieec, sinché non avrà ri- di formalità. Se il cardinale è un forestie-
cevuto Cappello cardinalizio. Così nel-
il re che riceve nel palazzo dell' ambascia-
la stessa sala non vi dovranno essere ap- tore, nulla s'innoverà circa il trono, in cui
pesi i cuscini e gli Ombrellini paonazzi e vi sarà oltre il ritratto del Papa, anche
rossi. Nella camera poi del trono vi sarà quello del proprio sovrano. Nella matti-
il solo dossellodi vellutoo damasco rosso, na del concistoro pubblico e in tempo di
senza il baldacchino: il ritratto del Papa esso si mette nel palazzo o residenza del
(reguante,e lo devono tenere anche i car- nuovo cardinale il baldacchino nella ca-
dinali creati da'suoi predecessori) sarà po- mera del trono, l'altro nella sala co'cusci-
sto inmezzo al dossello. La sedia del tro- ni e coll'ombrellino (l'altro dovendo ser-
no sarà indorata abbraccinoli e co'cusci- vire nel ritorno del cardinale) e si scopro-
ni di velluto rosso, e rivolta col sedile alla no le arme fregiate col cappello cardina-
parete o dossello (senza predella e senza lizio al dossello del trono della stessa sala,
scalini, solo con un piccolo tappeto ol- a'eassabanchi, alle portiere (come il Bal-
tre quello della camera stessa: i cardinali dacchino e dossello del trono di sala lo dis-
dimoranti fuori di Roma devono osser- si a quell'articolo: non vi è prammatica
vare altrettanto). Ilnuovo cardinale do- sugli scalini di legno che sono sul tavo-
po essere stato col Treno proprio del gior- lonech'è dinanzi aldossello, coperto dello
no, a ricevere la berretta cardinalizia dal stesso panno rosso, con trine e frangie di
Papa, tornato al suo palazzo prosegue ,
seta gialla; ordinariamente si usa un solo
a ricevere le visite dopo l'Ave Maria, re- gradino e si suole tenervi le torcie ,
per
stando in piedi sulla soglia della came- accompagnare a chi spettano). Ne'palazzi
ra del trono, senzamai uscire da quel sito apostolici, ne'palazzi camerali, ne'conven-
ad incontrare o accompagnare chiunque ti, ne'monasteri o luoghi pii, non si può
venga a visitarlo. Potrà bensì introdur- usare il baldacchino uè al trono della ca-
re nella detta camera e dare a sedere, non mera nobile, ne all'altro della sala. Nella
mai alla sedia del trono, ma alle altre se- sera di detto giorno il Papa a mezzo del
die,avvertendodi non scostarsi mai dalla suo Cameriere segreto guardaroba, man-
porta. Nel 2. e 3.° giorno il cardinale ri- da al cardinale il cappello cardinalizio che
mane pure sulla soglia della camera del in concistoro gli ha imposto sul capo, ed
trono, ove riceve tutti. Nella visita de'pa- il cardinale l'introduce nella camera del
triarchi, ambasciatori, prelati di fiocchetti trono, prende posto alla sedia, ma resta
e de'principi romani, essi s' introducono in piedi. Dopo la presentazione del cap-
dal cardinale nella camera del trono e li pello, questo si pone sopra un bacile d'ar-
fa sedere alla sinistra. Egli siede alla se- gento, apparecchiato sopra un piccolo ta-
dia del trono, e quegli che fa la visita ri- volino alla destra del trono, essendo il ta-

maue alla siuistra di fianco, e quasi di pro- volino coperto di damasco rosso con 4can-
122 1 KO TRO
dellieri d'argento, e con un fazzoletto eli dì loro giurisdizione, nelle quali manda-
seta rossa per coprire il cappello. Il car- no il ritratto del Papa e le portiere no-
r
< male quindi siede, e invita mg. guar- bili, ne tenni proposilo in tali articoli. Av.
daroba a sedere ad una sedia senza brac- vertii nel voi. XXVIII, p. 4^> che nella
ciuoli e co'cuscini di damasco rosso, pre- morte de'cardinali erigendosi nelle loro
parata alla sua sinistra, Cuori del baldac- stante degli altari per la celebraziouedelle
thino'edi fianco. Dipoi lo licenzia e l'ac- messe di suffragio, essi non si alzano mai
compagna sino alla porta che mette alla nella camera del trono, mentre allora si
sala, llcomplessodelleeeremonieehe ac- dovrebbe levare il baldacchino. 11 cada-
compagnano la creazione de' Cardinali vere del cardinale defunto si espone in una
nel Concistoro segreto, il ricevimento del- camera del suo appartamento sopra un
la Berretta Cardinalizia e del Cappello letto e sotto il baldacchino, ed in essa non
Cardinalizio nel Concistoro pubblico , con si ponno formarvi altari. Jn Roma tra'

diffusione lo trattai a tali articoli ed a're- prelati il solo Uditore generale della ca-
lativi. compi ese le nozioni sui troni, sui mera (/*.) può alzare il Baldacchino nel-
baldacchini, tulle visite ec. Il Lunailoro la sala e nella camera d'udienza, al mo-
nella Relazione dellaCorledilìoma stam- do detto nel ricordato articolo. Inoltre in
pala nel i f>46, riferisce, n Può e deve o- Roma alzano baldacchino in sala e nella
pni cardinale nel suo palazzo tenere un camera del trono il Senato Romano , i

baldacchino di panno rosso ben ricamato Principi romani, gli Ambasciatoci^ mar-
con sue armi in sala sopra la credenza chesi di Baldacchino (nel voi. LXX, p.
(rioè bancone e gradino), ed un altro
il 22 3, narrai che Gregorio XVI concesse
baldacchino nell'anticamera; hanno sem- tale onorificenza personale al conte Giro-
pre usato tenerlo cardinali di nascita e- lamo Puccini), ne'modi riferiti a'4 citali

ininente.Come ancora h signori cardinali articoli, massime al 2. "Nel trono di sala o


nati principi ne sogliono tenere più. di ba!dacchiuo,alIo stemma si suole inquar-
due. eda'piedi de'ba Macchini, che si ten- tale quello delle case sovrane colle quali
gono per le stanze vi va sempre un bello si è imparentati. Se la moglie del prin-
strato di tappeto o altro panno e sotto , cipe non è di tali case, in quello slemma
il baldacchino vi si tiene una sedia vol- non s'inquarta il proprio ili essa, ma so-
tala dove si siede, alla cascata di detto lamente si dipinge ne'banchi di sala esul-
baldacchino." Dunque a quell'epoca non le carrozze, e s'incide ne'sigilli. Ne' bau-
si costumava di porre sotto il baldacchino coni delle sale principesche l'uso di 3 gra-
il Ritratto dui Papa. Parlando poi de'car- dini di legno è segno che il principe è im-
dinali titolari soggiunge. » Il cardinal ti- parentato con case sovrane.
tolare deve usare il baldacchino, porcile TRONTO. V. Truento.
all'altare dove si canta la mesta vi sia il TROPARIO, Troparius, Tropana-
baldacchino , e non essendovi il baldac- rius.Libro liturgico de'greci contenente
chino sopra l'altare, meno il cardinale lo iversetti Tropus, che si cantavano im-
deve tenere lui sopra la sua sedia, ma solo mediatamente avanti V Introito (F.) del-
dietro alla sedia la cascata del baldacchi- la Messa, come un preludio di esso, ov-
no." Ma di quanto riguarda i troni e i bal- vero frammischiavansi insieme al medesi-
dacchini de'cardinali ne'loro Titoli Car- mo, una parte del coro cantando l'introi-
dinalizi, ove riparlai pure di ciò che ap- to, e l'altra simultaneamente il Tropus.
partiene alle diaconie cardinalizie e a* Tali versetti cantavansi nella stessa chie-
cardinali arcipreti delle basiliche ì e de' sa greca anche dopo le ore canoniche, e
cardinali Protettori, pe'loro possessi, assi- d'ordinario erano in onore del santo di
stenza o celebrazione di feste nelle chiese cui celebra vasi la festa in quel giorno. Il
-

TRO TRO 123


Magri nella Notìzia de vocàboli ecclesia' mensuratae ad extremum reponunlur.
siici, chiama Tropus quella sorte di can- Continet Ocloechus solummodo Tropa-
to usato da'monaci prima di dire l'introi- ria, et Canones, quia primis vesperis do-
to dellamessa incerti giorni solenni, isti- minicae adfintm usque missae canun-
tuitoda s.Gregorio I Papa del 5go, co- tur. Et odo dominici prò tono rum nu-
me riferisce Durando nel Ralionale di* mero finitur.Singuli tonitres habenl Ca-
vinorum off! dorimi lib. 4, cap. .Nel gior- i nones, seu Troparia. Primum dicitur A-
no di Natale l'introito della immessa co- nastasimon, et canitur in Resurrectione
minciava colle parole: Puer natus estuo- Christi. Secundum Stauroanastasinwn
bis, ed avanti di esse si cantava il Tropus de Cruce Christi. Terlium de laitdibus
seguente: Ecce adest, de quo Prophetae B. Virginis Mariae. Haec, inquit Alla-
cecinerunt etc, dopo del quale subito con- tius,in Octoechis antiquis habebantur.ln
tinuando il senso attaccavano il detto in- Triodio (P.)\quoque, et aliis libris grae-
troito, Puer natus est nobis. La corri- corum Troparia sunt, ut in Horologio,
spondente voce greca siguifica conversio- et in Hirmologio. Hìnnus, docente Al-
ne, perchè ritornavano a ripetere le me- latto, est hymnus, sive Troparium, a quo
desime parole, e però da Giovanni Be- reliquorum TropariOrum, quae in ode
leth fu chiamato Zona nel cap. 59, per- canereniur, consequentia, tt series du-
chè nella cinta si uniscono due capi; e i cebalur.At quit inter Hirmum, ac Tro-
così Tropanarius era detto il libro uel parium inlersil, disputai card. Quirinus
quale si contenevano Tropi. I greci chia-
i in disquisii. De Hymnis Quadragesim.
mano ancora Tropa riunì certe preci spes- graecor. Denique liber graecor um musi-
so cantate nell'ore canoniche. Il Zaccaria, cali?, ordine vicesimus primus ab Alla
Onomasiicon Rituale, chiama libri tro- i tio recensitus, et ab eo Gecragaria ap-
parij Troponari, Troparii, Troper'n, pellatus, varia Troparia, et psalmos, a-
nempe libri Troporum j che Du Cange liaque in divinisoffìciis, et liturgicis cimi
nel Glossarium dice, Tropanaria, seu notis musicis cantari solita complectitur.
Troparia, vtl Troperia. Quindi aggiun- Quum igitur Troparium, ut dietim? est,
ge, che Troparium enini a pud graecos modulationem,el cantdenam proprie so-
modulimi proprie significai, al frequen- net, Tropi vox, quae legitur in r egida
te/' prò cantibus, et hynmis sumitur. Al- ss. Paulli et Stephani abballini cap. 4? 1

la lio, ubi dcscribit librimi ecclesia sticum de canendi ratione cimi Georgio adei-
graecorum,quem Octoechum appellant, pienda est non de Tropis, seu cantiun-
ita hujusmodi librimi dietimi docet,quod culis, quae ad missam quandoque prae-
octotonos conlineai. Musica enim grae- mitlebanlur.Nequae, verba regulac sunt,
corum lonos qualuor, qui ab eis soni vo- cantanda sunt in moduni Prosae, quasi
canlur, proprios habet, primuni, secun- in Leclionern muiemusjautquae ila scri-
dum, leriium, et quartum; quatuoritem pta sunt, ut in ordine leclionern ulamur,
obliquo?, idest obliquimi primi, obliquimi in Tropis, et cantilenae arte, nostra prae-
secundi, obliquimi terlii,etobliquum quar- sumptione vertamus. Lo slesso Zaccaria
ti. Canones ysive Troparia, etquaecum- spiega poi il vocabolo Tropus: Versicu-
qut aliae cantiones in Ocioecho ita sunt
. lus quidam est, temporibus diebus sole-
dispositae,ut quae primo tono concinun- mnioribus ad majus gaudium reprae-
lur, omnia simul pr inumi locum obti- senlandum nunc immediate ante Introi-
ncantj quae secundo secundum,et sic de timi canebalur, mine ipsi mtermisceba-
sìngulis, donec ad obliquimi quarti per- tur, una parte chori Tropum, altera In-
qui inter lonos postremo est lo- troitimi concine/ile. 11 Rodotà, Dell'ori-
tniatur,
et cantiones
', eo modulatae } et coiti' gine del rito greco in Italia, parlando de'
.

124 TUO TRO


vescovi dì Siracusa Gregorio e Teodosio, molo che Io rovinò, e nella quale Ira le
dice che ih.°dopo essersi applicalo allo reliquie si venera il corpo di s. Dome-
studio delle lettere greche iu Costantino- nica vergine e martire tutelare di Tro-
poli, fu innalzato a detta sede, fiorì nel pea, che nella persecuzione di Dioclezia-
668 e compose Troparia, qtiae in Na- no avendo disprezzato gì' idoli, fu dan-
licitate Chris ti recitali dir. Il 2. "che go- nata alle bestie, e restata prodigiosamen-
vernava la slessa chiesa nel 680, fu au- te illesa per virtù divina, le fu troncato
tore di altri Tropari, quae canitntur iti il capo, e se ne celebra la festa a 6 di lu-
Fesperti jcjuiiioruin. 1 Tropari composti glio. Il capitolo si compone di 6 dignità,
da'due mentovati prelati, che senza man- la 1/ delle quali è il decano, le altre l'ar-
car di rispetto alla chiesa romana,per con- cidiacono, il cantore, il tesoriere, l'arci-
ciliarsi l'alletto de'greci dominatori, in- prete, il penitenziere; di 18 canonici com-
trodussero nelle funzioni dell'altare il ri- presa la detta prebenda penitenziaria e la
to greco iu Siracusa, sono inni e cantici teologale; di 32 mansionari, edi altri pre-
propri della chiesa orientale. Mostrando- ti e chierici addetti al divino servigio. Vi
si l'autore del calendario mollo sollecito è il baltisterio, ch'è il solo della città, e
nel dare speciale contezza de* riferiti gre- la cura d'anime amministrata dall'arci-
a
cicomponimenti, volle significare essersi prete 5. dignità. Adiacente è l'episcopio
udita la soave armonia de' cantici greci conveniente e in buono stato. Non avvi
nella chiesa di Siracusa, e lo manifesta altra parrocchia, bensì diverse chiese, 3
nella vita de' due vescovi per quelle pa- conventi di religiosi ed un monastero di
role due volte ripetale, quae in Nativi- monache, l'ospedale, il monte di pietà, il

tate Chri^li rccilantur quae canini- seminario e alcuni sodalizi, oltre la casa
tu r in Fetperì $ jtjun io ru m di carità. Vi sono due scuole gratuite, e
TROPEA (Tropien). Città con resi- vi fiorisce 1' accademia degli Affaticati,
denza vescovile nel regno delle due Si- y^llaborantìum. Tiù'suo'i illustri ricorde-
cilie, della provincia di Calabria Ulterio- rò il poeta Francesco R 11 fifa, il pittore Spa-
re II, distretto e capoluogo di cantone, a no, gli anatomici Paolo e Pietro Vojaui,
4 leghe da Monteleonee 5 da Catanzaro. e del 2. scrisse l'Ughelli, ckirurgus qui
Giace amenamente sulla sommità d'una labia et naso s mulilos interritali donavit.
rupe o scoglio a picco sospeso sopra la Per non dire d'altri, tra'fiorili nelle di-
costa meridionale del golfo di s. Eufemia gnità ecclesiastiche, rammenterò il cele-
r
(secondo i geografi, ma leggo nelle 3 ul- bre cardinal Vincenzo Laureo (P .). Vi
time proposizioni concistoriali in piani- si fabbricano coperte di cotone con bei
tic posila, irium circiter milliarum est disegni, buone tele e stoffe di seta; ab-
atnbitus i in quo seplem mille recenserunt bondante è la pesca che si fa sulle coste.
incolac), e che al continente allietisi sol- 1 dintorni sono prosperi di vini, frutti,

tanto per un'angustissima lingua di ter- cotoni, mori celsi, piante aromatiche, e
da un forte che ul-
ra, altre volle difesa di kaolin o terra da porcellana. Si at-
timamente era cadente. Questa città ma- tribuisce la fondazione di questa città a
rittima, che occupa il piccolo seno fra'due Scipione l' Africano ,che la denominò Tro-
capi Zarronee Vaticano, è piazza di guer- phaea in memoria de' trofei da esso con-
a
ra di 5. classe, cinta di mura fiancheg- quistatore riportati in Africa, ove annien-
giate da torri e interrotte da 3 belle por- tò la formidabile potenza de'cartaginesi.
te con ponti levatoi. Contiene la bella ba- Portò anche nomi di Tropia, Tropas t
i

silica cattedrale, antica e magnifica, de- Postrophaea,pvev alendo l'attuale di Tro-


dicata alla B. Vergine Assunta in cielo, pea. Seguì le politiche vicende della Ca-
ottimo edificio restaurato dopo il terre- labria centrale e del regno di Napoli; eb«
.

TRO TRO \i3


he il titolo di ducato nobile goduto dalla Barberina biblioteca.fertur (amen a re-
famiglia d'Ayello, cujus ulilis Dominus gè Neapolitano Mantheanis concessimi
et Princeps Massae et (o me-
Coraniae fuisse, ut Episcopus Tropefensis, et J\lan-
glio Carrariae), e domo Cyborum nobi- theancnsis dehominarelur.Oin A manica,
lissima. L'Ughelli, Italia sacra t. 9, p. Amanlia 3 è una piccola città e porto di
448, Tropejenses Episcopi, la chiama mare del distretto di s. Paulo, capoluogo
Vetusta et litoralis ulterioris Calabriae di cantone, sul Mediterraneo. E cinta di
Tropaea civitas nomea retinali Hercu- mura, e pel suo castello fortificato che la
lis Porlu,et loci amoenitate insignis, di- difende, giudicata piazza furie di 5. a clas-
eta graeco verbo, quod est retroverto, se. Esso in fatti resistette agli eserciti di

quod, ut licet conjectare,quispiam clas- Carlo Vili e di Lodovico XII redi Fran-
se Iute ad vectus locum vinetis, et olive- cia, in favore de're d'Aragona. Anche nel
tis haud idoneum nactus,ob eamqiie rem 1806 sostenne un ostinatissimo assedio.
ab antiquis Ausoniis, et Oenotiis desti- Vi sono chiese parrocchiali, claustri reli-
urbemcondiderit.^eìiSSi
tuitali, liane giosi, scuola di belle lettere, e importanti
pubblicò iu Napoli il conte Vito Capial- fabbriche. Possiede acque termali saluti-
bi di IWonteleone: Memorie per servire Dominata, come Tropea, da' greci,
fere.
alla istoria della s. Chiesa Tropeana. Il venne invasa e rovinata da' saraceni, a*
Giornale di Roma del 853, che nel n.° i quali la tolse l'imperatore Niceforo Fo-
177 ne die contezza, riferisce aver diviso ca. In tempo de'greci vi fu introdotto il
1

le Memorie in due sezioni, nella i.' par- rito greco, e così iu Tropea, ambedue es-

lando di Tropea, nella 2. "d'Ama atea, al- sendo su tira o


«ance dell'arcivescovo di rito
tra sede vescovile a questa unita nel se- greco di Reggio. Il Rodotà, Dell'origine
colo XI; degli uomini illustri fioriti nelle e progresso del rito greco in Italia, di-
due 07 vesco-
diocesi, colla cronologia di ce che fra le chiese della Calabria, anche
vi di Tropea, cominciando da Giovanni questa ili Tropea fu allettata dagl'inviti e
sottoscritto nel 649 al concilio di Late- sedotta dalle insiuuazioni del patriarca di
rano, rettificando molli abbagli presi da- Costantinopoli, a dover rinunziare a'rili

gli antichi scrittori, non escluso l'Ughel- e alle ceremonie della chiesa romana, e
li. Nel t. io, p. 11 à^W Italia sacra, A- all'antiche leggi latine. Di ciò scrisse VU-
manlheanns Episcopatus, si parla di A- ghelli : Graeci fueritnt s et patri ardui e
mantea o Mantea, città litoranea uV bru- Constanlinopolitani seguaces usque ad
ii nella Calabria Citeriore, lungi 16 mi- tempora Rogeriì ducis Calabriae et Si-
glia da Cosenza, così denominala dalla fa- ciliae, qui in Tropeensi Ecclesia latino*
vola della ninfa kma\te&Q Sibilla di Cli- instituit episcopo^. Aggiunge che il 1

ve-
ma. Pare che fosse chiama la eziandio Ne- scovo il quale rimise in piedi l'onore del
periani e Lameliam. Fu sede vescovile, rito latino, sia stato Jnslegus nel 1094-
sulfraganea dell'arcivescovo di Reggio, e La sede vescovile di Tropea è antica,
siconosce D.Josuam suo vescovo, finche dichiarando l'Ughelli, Episcopatus Tro-
devastata nel secolo X da'saraceni, la dio- prjensis antiquus est, nani Laurenlius e/us
cesi fu riunita a questa di Tropea. Perciò Urbis Episcopus iute rfuitsy nodo roma-
scrive VUghe\\\ } Tropejcnsis Ecclesiae u* no sub Sy mmacho Papa del 49^. Joan-
nitafuit Amanlhea } quamobrem aliquan- nes concilio Laferanensi anno 649 sub
do in Romana Curia dubitatimi fuit an Martino I Theodorus Conslantinopo-
,

Episcopus Tropefensis Manlheanus e- litanae VI sub Agathone. anno 680, et


tiam appellati debere t. et mhil re sola tu ni Stephanus synodus Niceae II anno 787
fuisse scribit liber Adorimi Consistoria- Ti opejcnsis Episcopus suffraga neus est
lium sub Benedica XII qui extat mss. in Rhegino archiepiscopo. Nondimeno TU-
i 26 T H O
ghelli comincia la serie de'vescovi co'no- no già monaco 'di Monte Cassino gli sue
minati, tranne Lorenzo: cioè Giovanni, cesse. Nel 98 fu eletto Riccardo, al qua -
1
1

intervenuto nel 649 al concilio di Latera- le ed a' suoi successori Papa Innocenzo
no adunato ila s. Martino 1 contro i mono- III confermò il diploma d'Alessandro III
teliti; quindi regislraTeodoroo Teodosio, nel 200: a suo tempo e col suo consenso
1

che nel 680 sottoscrisse il concilio di Co- nel 1201, con atto pubblicaloda Ughelli,
stantinopoli. Stefano, che nel 787 fu al venne fondato nella diocesi il monastero
concilio di Nicea.Post lume plures desi- 1 1 di Fonte Laureato presso la chiesa di s.

derantur hujusEcclesiae Praesules.Vo'x- Domenica, da'eoniugi Simone de Mami-


chè successori adottando riti greci, se-
i i stra e Gattegriraa Domini Fluminis Fri-
guirono il patriarca di Costantinopoli. gidi, e da'medesimi donato al ricordato

Pietro vivea al tempo del normanno Rog- monastero Florense: donazione che Ric-
gero duca di Calabria. Kaloehino Dor- cardo confermò nel 1202, salva la rive-
tlileto greco, già decano e protosincello renza dovuta a lui ed a' suoi successori,
di Tropea, ottenne il diploma che riporta con diploma che si legge in Ughelli u- ,

l'Ughelli,con nobile privilegio da Rugge- nitamente a quello pure confermatolo


ro duca d'Italia, Calabria e Sicilia, con- d'Innocenzo 111, Licei nequt ed inoltre 1

fermandogli le possessioni e giurisdizio- a quello di Papa Onorio III, Cani a no-


ni di sua chiesa. Justegoo Jusleyro, o Tu- bis petitur,óe\ 1 2 6.Nello stesso anno
1 O-
steio o Tristano, divenne i.° vescovo la- norio HI concesse altro privilegio all'ab-
tino verso il 1094, nel quale anno Rug- bate e monaci di Fonte Laureato, con-
gero Dei gratia duca di Puglia, Calabria fermando loroi beni donati da'vescovi di
e Sicilia, prò remedio animae suae, ac Tropea e da'fedeli. Inoltre nel 2 6 il re 1 1

parentum suorum , donò alla chiesa di Federico II, per la santità di vita di Be-
Tropea ed a Justego vescovo quanto a nedetto abbate di tal monastero, lo prese
veano posseduto predecessori greci tanto i sotto la regia protezione, confermando le
in Amantea che Tropea, con ogni di-
in clonazioni del fondatore ,
pluraque alia
ritto, mediante il diploma presso l'Ughel- a djecil prò animae suae salute. Circa il
li. Al vescovo Geruto il redi Sicilia Gu- 1 2 1 5 successe a Riccardo il vescovo Gio-

glielmo 1 neh 55, con diploma


1 in gre- vanni, il quale nel 1220 col suo capitolo
co e ir» latino, e in quest'idioma pubbli- convenne all'accordo fatto coll'abbate di
cato da Ughelli, Divina avente clemen f Fonte Laureato, sull'insorta lite delle de-
lìarex Sicilìae^ducatus Apuliaeel prin- cime, venendo il monastero fatto esente
cipatus Captiae, confermò tutte l'immu- dal vescovo, il che poi nel 1267 confermò
nità accordate a'vescovi da'pi incipi nor- Clemente IV col diploma Religiosam vi-
manni, indi con altro diploma, pure pres taw,riferitoclalcistercienscUghelli,il qua-
so l'Ughelli, concesse altro privilegio. Il le riporta diversi abbati del medesimo si-

vescovo Erveo sottoscrisse al privilegio no al 1496» in cui ne divenneabbatecom-


che il medesimo re nel 1 i5j elargì alla niendatario il greco Giovanni Agaccio di
chiesa di Palermo. Al vescovo Coridone Rossigliano. S'ignorano altri vescovi sino
Papa Alessandro 111 confermò le princi- ad !.. . o Giovanni o Giacomo del 1 296, il

pesche donazioni fatte alla chiesa di Tro- cui nome trovasi indicato nel documento
pea, col diploma Ideo sumus licit, del delPUghelli, sull'investitura data a'fran-
1 78, egualmente riprodotto, da Ughelli:
1 cescani della chiesa Troppense. Essendo
\ivea nel 93, poiché fu presente al pri-
1
1
vescovo Arcadio, Papa Bonifacio Vili nel
vilegio concesso da Enrico VI al celebre 1299 concesse indulgenze a chi visitasse
abbate Gioacchino in favore del suo mo- la chiesa di Fonte Laureato. Nel 1 3 3 e- r

nastero di Flora. Kolandiuo Orlandi- ra vescovo Riccardo nobile, neh 344 fr*
t n o TRO r<2 7
Francesco, che fece un Inestinto di tolti coda(E.) nobile napoletano,scienzialo ed
i privilegi di sua chiedi, riportalo da U erudito, negli atti concistoriali venendo
^helli, d'ordine del cardinal legato, fruii detto Episcopi Tropejensis et Manthect»
furono v.escovi Marino, Rinaldo, Giorda* nus invicem unitas , an Mantheae sì ve ,

no, Francesco Rolandini o Orlandini nel Mantheanus esset Epìscopus appellati'


i 390 traslatoa Giovenazzo,e Pavo o Pa- dus. Fuit auleta superioribus annis ab
. .

voneo Paolo de Griffi di Giovenazzo nello RegeNeapolilano illis hominìbus Ut con-


stesso fu da Polignano trasferito in questa cessimi cum anleaTtopejensis soluta ap>
chiesa. Questo vescovoavea fabbricalo nel- pellaretur Ut tartufi atte Ecclesia rum E-
la patria la chiesa dello Spirito Santo, isti- piscopus. Lodatissiino e insigne per pru-
tuendovi collegiata con preposto e 6 ca-
la denza e dottrina, caro a' principi , Cle-
nonici, che confermò Bonifacio IX. Morto mente VII a cui era famigliare ad Pur-
verso il i4'0,G«egorio XII dichiarò com- pur ani destìnareturjmalwt (amen prae-
mendatario di Tropea il cardinal b. Gio- clarus Praesul in patria Episcoptis vi-
y
vanni Domenici (E:), il quale avendo poi vere, quam
a tic ano murice decorari.
l

rinunziato, il Papa fece vescovo Nicola Ac- Morì in Napoli a'3 novembre 536, e fu 1

ciapacci {fi), poi cardinale, con facoltà sepolto nella chiesa di s. Giovanni de' Pap-
di farsi consacrare da qualunque vesco- pacoda, nella tomba de'suoi maggiori, o*
vo cattolico. Nel i4»3 Giovanni XXIII ve alla sua gloria immortale fu posto Te-
eletto contro il legittimo Gregorio XII, pitaffio riprodotto da Ughelli in uno allo
nuovamente lo nominò vescovo. Nel 1 ^1 1 stemma, in cui si vede leone rampante il

concesse a'francescani l'antica chiesa di s. c<»lla coda in bocca. Il nipote e coadiu-

Sergio e monastero di Tropea, già de'mo- loreGio. Antonio Pappacoda gli successe,
naci greci di s. Basilio, che i frati riedi- ina morì nel 538. A'6 febbraio Paolo
1

ficarono.Martino V ed Eugenio V l'im- I III die in commenda la sede al cardinal


piegarono in importanti cariche, e nel Innocenzo Cibo (^r.), che a'
19 giugno la

i436 divenne arcivescovo di Capitai Nel cede pure in commenda al cardinal Gi-
1437 da Monopoli vi fu traslato Giosuè rolamo Ghinucci (E.) }
il quale ammini-
Morto ile patrizio napolitano. nel 1 44^ v '~ strò la chiesa finché visse , cioè sino al
cario di Roma. Indi Pietro Barbo nobi- 1 L'8 ottobre fu vescovo Giovanni
54- 1 .

lissimo veneto e affine di Paolo Imperi- Poggio (P.) nunzio di Spagna a Carlo V
tissimo nelle lingue greca e latina, eru- cui era caio per l'egregia sua prudenza,
dito in ogni disciplina, dotto, prudente fatto anche Tesoriere (nel quale articolo
e virtuoso, castellano di Castel Angelo
s. si dice che cessò di esserlo neh 54', per
e vice-camerlengo di s. Chiesa, morto in isbaglio del 4 che dev'essere 5, cioè nel
Roma a'9 settembre 1
479 e sepolto nella 1 55 1) ecardinale. Nella sua assenza dalla
basilica Vaticana con epitaffio presso l'U- sede, l'amministrò il nipote Gio. Matteo
ghelli,che discorre de'mss. da lui lasciali. Lochi bolosmese.vescovo d'Ancona, don-
Gli successe Giovanni Deuro che poco vis- de fu qui traslato a'5 febbraio 5 56 per 1

se, morto in Roma


a'i5 aprile 1480. In morte del cardinale, e finì sua vita a'22
questo SisfoIV vi trasferì da Caiazzo, Giu- giugno 558. Nel gennaio 56o gli suc-
1 1

liano Mirto Frangipane nobile napoleta- cesse Pompeo Piccolomini d'Aragona de'
no, regio consigliere esaccellano, per cui duchi d'Amalfi, eletto arci vescovo di Lan-
intervenne alla coronazione d'Alfonso If, ciano, e quivi traslato, morto nella Spa-
chiaro in virtù, pietà, prudenza e sapere, gna nel 562. Da Crotouea' 5 dicembre
1 1

onde lodato e pianto terminò di vivere i564 vi fu trasferito Francescode Aqui-


neh 499- L'8 febbraio Alessandro VI vi le o Agherre, e morì dopo un anno. Nel
traslalòda Venosa, Sigismondo Pappa- i566 Felicede Rossi di Troia, designato
128 TRO TR O
vescovo ili Potenza, regio consiglicrCjmor- vnnte e consultore de' riti; nel 1697 fr.
to in Nn|)oli nel i 5(>7 e sepolti» nella me- Gio. Ibauez de Afilla di Saragozza, teo-
tropoliti! uà, con onorifica iscrizione ri- logo agostiniano. Con questi termina la
portata ila i5jo Girolamo
(Jgtielli. Nel serie de' vescovi di Tropea l' Italia sa-
de Runici nobile romano, che dopo 23 cca, e la completerò co\\e Notizie di /io-
anni si dimise nel 593,e nel seguente mo-
1 nia. Ne| 1 728 fr. Angelico da Napoli cap-
lìinRomaefu tumulato in s.Maria sopra puccino; nel 1 ^3 1 Gennaro Guglielmini
Minerva, nella cappella ili sua famiglia. di Napoli; nel 1 j5 1 Felice de Paù di Ter-
Nel i593 stesso Tommaso Calvi ili Mes- lizzi; nel 1786 Gio. Vincenzo Monforte
sina giureconsulto prudente edotto, pio di Sorrento; nel 798 Gerardo Mele di
1

e operosissimo pastore, adeoque bonis s. Gregorio diocesi di Conza. Essendo va-


operibu* sciupa- intento* fuil, ut nulla canti le sedi di Tropea e di Nicotera[ V.)t
tlies sine linea essct. Nella diocesi fondò ilPapa Pio VII nella nuova circoscrizio-
4 monasteri di religiose, cioè in Tropea ne delle diocesi del regno di Napoli, colla
s. Chiara, in Ayello, in A-
dell'istituto di bolla De utiliori dominicae de2.8 giu- )

mallea, a Frigido Flumine; a sollievo de* guoi8i8, Ball. Rom. cont., t.i 5, p. 56 }

poveri, nella città e diocesi istituì monti unì alla sede vescovile di Nicolera, que-
di pietà; nobilitò la cattedrale con para- sta di Tropea aeque principalitei\ acciò
menti sagri, e vi costruì e dotò la cappel- ambedue fossero governale da un mede-
la di s. Tommaso apostolo, come si legge simo pastóre, confermandole sutfraganee
nell'iscrizione postavi e riferita da Ughel- dell'arcivescovo diReggio. Quindi nel con-
li, insieme all'epigrafe collocata sul se- cistoro de'21 dicembre 18 18 dichiarò i.°
polcro da lui edificato per se e suoi suc- vescovo di Nicotera e Tropea unite Gio-
cessori nel coro, ove vivamente compian- vanni Toraassuolo di Napoli. Leone XII
to pel 1 .°vi fu deposto nel 6 1 3. Paolo
1 V a*2 7 settembre 1 824 vi trasferì da Squil-
nel 1 6 5 1 gli sostituì Fabrieio Caracciolo laci Nicola Antonio Montiglia, della dio-
nobilissimo napoletano, già intimo cubi- cesi di Milelo. Per sua morte a' 9 apri-

culario di Clemente Vili e collettore de- le 1827 gli sostituì Mariano Bianco di
gli Spogli ecclesiastici in Portogallo; Napoli, dottore in teologia, predicatore
governò con somma prudenza e lode si- ed esaminatore pro-sinodale, parroco di
no al 1628, in cui morì. Neil 633 gli suc- s.Maria della Rotonda di Napoli; indi
cesse Ambrogio Cordova napoletano e
fr. Gregorio XVI nel concistoro de'3o set-
oriundo spaglinolo, domenicano di gran- tembrei83i lo trasferì all'arcivescova-
de estimazione morto nel 638.
e scienza, 1 to d'Amalfi, e in quello de'2 luglio 1 832
Indi Benedetto Mandina d'Amalfi o Mel- promulgò vescovo di Nicotera e Tropea
fi, teatino celebre per pietà e dottrina, unite, Michele Franchini di Monte Cor-
cessò di vivere nel 1 646. In questo fr.Gio. vino, e di quella collegiata arciprete par-
Lozano spagnuolo, agostiniano e sommo roco, dotto predicatore.Vacate le due se-

teologo, confessore del viceré di Napoli di per sua morte, regnante Pio IX nel il

duca d'Arco, traslato aMazzara nel 656. 1 concistoro de'2 3 marzo 855 preconizzò 1

r
Da Giovenazzo vi fu trasferito nel 65^ 1 l'attuale vescovo rng. Filippo de Simone
Carlo Maranta napoletano; nel 1667 da di Acri diocesi di Bisignano, parroco nel-
Ariano vi passò Lodovico Morales; nel la chiesa maggiore di sua patria, vicario
1682 Girolamo Borsa canonico di Na- foraneo, esaminatore pro-sinodale, dot-
poli; neh 685 fr. Francesco de Friguero tore in teologia e predicatore, già retto-
di Medina Celi, teologo agostiniano, pre- re e professore di filosofia nel seminario
dicatore regio; nel 1692 fr. Teofilo Te- di Bisignano, prudente e pieno di espe-
sta della diocesi di Nola, minore esser - rienza, degno del vescovato. Con l'ultima
TRO TRO 129
proposizione concistoriale tlissi in princi- matomachi, ePatropassiani'm occiden-
pio l'odierno stato di Tropea; colla me- te, perchè spiegavano per mezzo di tro-

desima farò il simile di Nicotera, in mon- pi, ovvero in un senso figurato, passi i

te a alificaia in suo unius circi ter mil-


_,
della s. Scrittura che parlano dello Spi"
liari ambilu sexcenlum domus et qua- ritoSanto, a fine di provare che non era
tuor mille ac quingentes pene conlinel in- una Persona, ma una operazione divina.
colas. Il capitolo si compone di 4 dignità, Tropo, termine rettorico, che significa fi-
la i .«.Ielle quali è l'arcidiacono, e di io gura , discorso o vocabolo trasferito dal
canonici comprese le prebende del teo- suo proprio e naturale significato ad un
logo e del penitenziere, oltre altri preti altro, in qualsiasi modo ciò si faccia, sem-
e chierici per la divina ufficiatura: l'ar- pre però con eleganza e dignità, senza di
cidiacono è il parroco della cattedrale, che non apparterrebbe alla rettorica. E-
ch'è l'unica cura e con l'unico battiste- quivale a metafora, od a breve compa-
ro della città, avente adiacente l'episco- razione. I tropici furono chiamati Pneu-
pio in buona condizione. Vi sono altre matomachi, per negare la divinità dello
chiese,unconventodi religiosi, ed un mo- Spirito Santo, dal greco pneuma, spirilo,
nastero di monache, l'ospedale, il monte e da madie, guerra. Fanno egualmente
di pietà, il seminario e alcuni sodalizi. O- i Sociniani, e ripetono le interpretazioni
gni nuovo vescovo è tassato ne'libri della forzate di questi antichi settari. Pneu* I

camera apostolica in fiorini 3 6,


i la men- matomachi non si devono confondere coi
sa ascendendo a 4ooo ducati napoletani. Pneumatici, eretici Anabattisti così chia-
Diocceses unilae ad ultra quinquaginla mati dal greco pneuma spirito, perchè ,

mi Ili aria extenduntur, et septem supra essi si dicevano illuminati dallo Spirito
quadraginla sub se conlinel loca. Santo, e rigettavano perciò il Testamen-
TROPETO (s.), martire. Era uno de' to antico e nuovo.
principali ufficiali dell'imperatore Nero- TROPISTI o TROPICI. Eretici Sa-
ne, e uno di quelli di cui s. Paolo da R.o- gramentari (Z7.), l'errore de qua li con-
ma scriveva a que'di Filippi: » Tutti i san- siste nello spiegare le parole dell' istitu-
ti vi salutano,e principalmente quelli che zione della ss. Eucaristia in un senso fi-

sono della casa di Cesare". Dipoi per la gurato; sostenendo ereticamente, che vi

fede di Cristo, d'ordine di Satellico, fu sia un tropo o una figura in tali parole.

crudelmente maltrattato con «schiaffi e TPvOPITI. Eretici di cui parla s. Fj-


sferzate, ed esposto alle fiere, per esser- lastro, Haeres. 70, i quali sostenevano
ne divorato; ma non ne riportò verun no- checolla Incarnazione ildivin Verbo era
cumento. Finalmente fu condannato a stato cambiato in carne ossia in uomo,
perdere la testa, e consumò il suo marti- ed avea cessato d'essere una Persona di-
rio il giorno 28 aprile. Tuttavia a cagio- vina. In questo modo spiegavano le pa-
no della traslazione del suo corpo, si ce- role dell'Evangelo di s. Giovanni: Ner-
lebra la sua festa 17 di moggio. Ciò è
il bimi caro factum non facevano
est. Essi

quanto si apprende dal martirologio ro- attenzione, dice che il Verbo


s. Filastro,
mano. Il culto di questo santo è celebre di vino è immutabile, giacche egli è Dio e
in Italia,in Francia e nel Portogallo. Nel- Figlio di Dio: egli non può dunque ces-
la diocesi di Frejus in
Provenza, havvi sare di essere ciò che è. Egli stesso for-
una città sulla baia del golfo di Gri- mò colla sua onnipotenza la carne ovve-
mauld, che dal suo nome è chiamata s. ro T umanità di cui si rivestì , affine di
Tropez. rendersi visibile agli uomini, di istruirli
TROPICI. Eretici Macedoniani\F .) e di salvarli. Tertulliano avea già confu-
del IV secolo,, chiamati iu orieute Pneii- tato quest'errore, De Carne Ckrisli3 cap.
VOL. LXXXl. 9
i3o TRO T U O
i o. Lo stesso errore venne rinnovato nel vi, ma non
ne adempiamo doveri. Noi i

V secolo da alcuni eretici Eutichiani. trascuriamola predicazione; vediamo co-


TROPOLOGICO. Senso figurato e loro de'quali dobbiamo aver cura, abban-
inorale o mistico della Scrittura tagra donar Dioe marcii e nel vizio, senza par-
(/'.), che ereticamente spiegarono i Tro- lare, e ser»7a porger loro la mano; e se li
pici (V.) e altri eretici, usando tropi e fi- vogliamo riprendere, dicono come nel
gure reltoriche ciò che comunemente
,
Vangelo, che noi li carichiamo di pesi in-
chiamasi discorso o parlare metaforico. sopportabili né ci mettiamo dèi nostro
,

Dicesi poi Anagogico il sollevar la mente neppure un dito; quindi il gregge del Si-
alla contemplazione delle cose celesti e gnore perisce col nostro silenzio. Pensia-
superne. Si adopera principalmente que- mo un poco,qual peccatore siasi mai con-
sto termine parlando de'vari sensi della vertito co'nostri discorsi, chi ha rinunzia-
s. Scrittura, de'quali il i.°dicesi letterale, to alla dissolutezza, all'avarizia, all'orgo-
su cui è fondato il mistico, che suddivi- glio? Eppure noi dovrem rendei conto in-
desi in allegorico, tropologico, ed ana- cessantemente di quest'amministrazione,
gogico. L'allegorico riguarda la chiesa e che ci è stata confidata per riportarne il

le cose della religione; il tropologico ha fruito... I monasteri de'quali ci 1 irnaneal-


relazione co'costnmi; l'auagogico riguar- cun vestigio, non risguardano più nessu-
da l'eternità e la vita futura. Quanto al- na forma di vita regolare. I monaci, ca- i

la relazione che hanno discorsi sensi col- i nonici, religiosi, non hanno più superio-
i

la Liturgia, e col Simbolo o Simbolica ri legittimi, per l'abuso introdottosi di as-


cristiana, ne ragionai con alquanti det- soggettai li ad estranei, per questo cado-
tagli in tali articoli. no nella corruttela de'costumi, parte per
TROPUS. V. TnoPARio e Tropici. povertà, parte per catti va volontà: dimen-
TROSLEY, TROSLY o TROLY, ticano la santità di loro professione per
Trosleum. Luogo di Picardia della dio- applicarsi ad affari temporali... Noi dun-
cesi di Soissonse presso la medesima in que ordiniamo, che l'osservanza sia custo-
Francia, dove furono tenuti 4 concilii. 11 dita ne' monasteri secondo la regola e i

i .V26 giugnogoc), presieduto da Erveo canoni: che gli abbati sieno religiosi istrui-
arcivescovo di Reims, il quale conia pre- ti della disciplina regolare, e che i mona-
lati in 5 capitoli fecero lunghe esortazio-
1 ci e i religiosi vivano in sobrietà, pietà e
ni, piuttosto che canoni, appoggiati alle semplicità, pregando pe're, perla pacedel

opere de' ss. Padri, ed a'eanoni de' con- regno e per la tranquillità della Chiesa,
cilii, che dimostrano lo stato infelice del- senza turbarne la giurisdizione, ne affet-
la Chiesa in quel secolo ferreo e oscuro tare le pompe del secolo". Olire la rifor-
per la malvagità che lo rese famoso tri- ma degli abusi introdotti ne'monasteri, e
stamente. Ecco come i vescovi si espres- particolarmente sulle abbazie abusiva-
sero in questo concilio. » Siccome i pri- menle possedute da'laici, s'inculcò anche
mi uomini viveano senza legge e senza alle monache che viverebbero giusta la
timore cosi al presente ognuno fa quel
, loro professione. Venne altresì ordinato
che gli piace, disprezzando le leggi divi- il culto e il rispetto dovuto alle chiese e
ne e umane, e le ordinanze de'vescovi. I alle persone ecclesiastiche; la fedeltà e
potenti opprimono i deboli; tutto è pie- l'ubbidienza chei vescovi egli ecclesiasti-
no di violenze control poveri, edi inna- ci devono al loro re, ma altresì sulla qua-
ffienti sacrileghi di beni ecclesiastici. E lità e doveri d'un principe si fecero esor-
aftinché non si creda , che noi ci rispar- tazioni; la soddisfazione delle decime e di
miamo, dovremmo correg-
noi slessi eh e altre rendite della chiesa; s'inveì contro
gere gli altri portiamo nome di vesco- il le rapine e i ladronecci, allora sì comuni.
TRO TRO i3i
Se ne fece vedere l'enormità, quindi l'ob- Dicesi bastardo, nothus, spurius, per in-
bligo della restituzione per ottenere l'as- dicare uno nato d'illegittimo congiungi-
soluzione. Nuovamente si proibirono i mento d'uomo e di donna; e chiamanti
ratti delle donzelle, e matrimoni clan- i figli naturali nati da Padre e Madre
i

non coli-
destini o illegitticui;a'sacerdoti di (F.) non uniti in Matrimonio (F.) me-
vi vere con donne; raccomandandosi laca- diante legale Sposalizio (F.). Dicesi e-
stità che tutti cristiani sono obbligati
, i sposto o sposilo, exposilus, dall'esporre
di avere nelle loro azioni e parole; si ri- che si fa il fanciullo nel luogo assegnato
cordò l'obbligo di mantenere giuramen- i a ricevere i trovatelli. Dicesi proietto, co-
ti fatti, e di non essere spergiuri. Si decla- me nome generico d'ogni grave in qual-
mò altamente contro gli abusi de'processi ; sivoglia maniera e per ogni verso getta-
contro gli omicidi ed i bugiardi; contro to. I trovatelli quindi portano cognomi i

l'abuso di saccheggiare i beni de'vescovi di Proietti, di Espositi, di Spositi, i qua-


dopo la loro morte, avvertendosi chei due li ricordano la loro sventurata e umilian-
tre vescovi pi-ù vicini, vadano a rende- te origine. In Roma,ov'è il tipo della re-
re gli estremi uffizi al defunto loro con- ligiosa e ingegnosa multiforme beneficen-
fratello. Finalmente si esortarono i vesco- za pel Povero (F.), in Roma inspiratrice
vi a respingere gli errori di Fozio. In ge- feconda d'ogni opera generosa di carità,
nerale si osserva in questi decreti, od e- in Roma iniziatrice di quanti aititi si so-

sortazioni, molta scienza ecclesiastica e no resi sotto tutte le foggie alle sventu-
molto zelo per rimediale a' mali della re umane, grande Innocenzo HI che
fu il

Chiesa. Questo concilio prova, quanto ri- fondò il celebre Ospedale di s. Spirilo
petei in tanti luoghi, che i secoli barba- in Sassia (F.), colla pia casa degli espo-
ri non del tutto furono privi di santità, sti pe'bambini bastardi, avendone ragio-

di virtù e di sapere. I1 1.° concilio di Tro- nato principalmente nel voi. XLIX, p.
sley si adunò nel 921 dallo stesso Erveo 292 e 299, ed il Conservatorio dcllePro-
arcivescovo di Reims, il quale ad istanza iette (F.) per le bambine bastarde. Ivi

del re Carlo HI Semplice, levò la Sco-


il parlai dell'origine di siffatti benefìcentis-
munica (F.) dal defunto conte Erlebal- simi stabilimenti, e dell'anteriore infelice
do, con assoluzione che pare singolare, es- e snaturata condizione de'nati da scono-
sendosi esso impadronito di alcuni beni sciuti genitori e abbandonati. Il Morcelli
di chiesa, e perciò era morto allacciato da con aurea latinità dichiarò la Casa degli
quella grave censura e pena ecclesiastica. Esposti: Domus hospitalis proli incer-
1 I3.°nel 924, Sculfo arci vescovo di Reims torum patrum tollendae: Domus proli
sentenziò intorno alle questioni insorte i licer torum patrum tollendae. Esposti

tra il conte Isacco, e Stefano vescovo di messi fuori della casa di educazione in-
Cambray. Il 4-° nel 927 contro la poliga- nanzi tempo: Prolcs incer torum patrum
mia, ossia la pluralità delle mogli. Reg. ante puhertatem manumissa. E grave
t. 24 e 25. Labbé, t. 9. Arduino, t. 6. peccato l'esporre i fanciulli alle portedel-
TROVATELLI o FANCIULLI E- le chiese, ed altrove, pe'pericoli ne'quali
SPOST1. Bastardi o Fanciulli (F.) nati ponno incorrere in tale stato, ma devon-
da poverissimi genitori, che si portano ne- si mandare agli ospedali e altri stabili-

gli Ospedali, negli Ospizi, negli Orfa- menti perciò fondati. Dichiarò il Navarro
notrofi (F.) o altri pii luoghi destinati a nel suo Manuale, cap. 16, 48: Le perso-
ricevere queste infelici vittime delle pas- ne che alimentano i fanciulli così esposti,
sioni, della miseria nV propri genitori, ed negli ospedali o presso i particolari, han-
anche della loro crudele brutalità. Sono no diritto d'essere rimborsate delle spese
i trovatelli chiamati con diversi vocaboli. fatte, allorquando coloro, i quali espose-
i3* TRO TRO
io i fanciulli, sono suflìcientemenle facol- ratifica ne'delitti si rende e si equipara al

tosi. I leolpgi sono fra loro divisi sullo mandato. Il solo esposto diviene di suo
slato de'fauciulli esposli: gli uni li consi- diritto, ed è liberato dalla paterna pode-
derano come legittimieglialtri no. Il Cor- stà. Se poi il padre fosse ignaro, o fosse
rado nel Trattato delle Dispense, lib. 3, il figlio esposto senza sua intelligenza, in
cap. 2, insegna, che l'uso costante della tal caso il padre non è leso ne'suoi dirit-
Dataria apostolica è di considerare i ti. 1 genitori che espongono i loro figli,
7
fanciulli esposti come Bastardi (Z .), e potendoli comodamente educare,peccano
conseguentemente di osservare a loro ri- gravemente e si rendono rei d'omicidio.
guardo tuttodì) che si osserva per le di- Se l'infante venga dal padre esposto, o da
spense ordinarie, ex defeelus nataliiaii. altro raccolto, alimentato, educato. Seda
La ragione è che, sebbene fra 'fanciulli e- qualche luogo o stabilimento pio eretto a
sposti ve ne siano alcuni di legittimi, il sovvenire poveri, gli orfani, mendici e
i

numero de'bastardi è incomparabilmeu- abbandonati, ed anco da' vescovi ed ec-


te superiore. Questa ragione fa cessare il clesiastici , che devono il superfluo dare
dubbio, o presentami partito più sicuro a'poveri, nulla ponno ripetere intenden-
a prendersi: In dubiis autem lutior pars dosi dato a titolo di pietà e carità. Si ec-
est eligendo. I trovatelli non aveano an- cettua però se il luogo o stabilimento pio
ticamente in Francia bisogno di dispen- è stato eretto per sovvenire poveri e mi- i

sa per possedere Benefizi eeelesiastici, serabili, mentre se gli esposti e iuvalidi


perchè non erano considerati illegittimi. fossero figli di facoltosi, che ponno spen-
Ilprof. Vermiglioli, Lezioni di diritto ca- dere, maggiore sarebbe il delitto, e que-
nonico lib. 5, lez. i Degl'infanti e lan-
, i : stidebbono compensare le spese occorse,
guidi esposti, dichiara. Que'genitori ? che affinchè non restino defraudati veri po- i

espongono loro figli infanti, deboli e lan-


i veri e miserabili. Quest'infanti esposti e
guidi, e negano loro il necessario alimen- languidi se venissero accolti ed alberga-
to, sono riputati come uccisori de'mede- ti da parenti consanguinei; in tal caso si

simi, perciò sottoposti a quelle pene nar- presume essersi fatto a titolo di pietà e
rate da esso nella precedente lez. io: parentela, né ponno nulla ripetere, me-
Di anelli, che uccidono ijigli- Il Papa no che si fossero protestati dal principio
Gregorio IX decretò Se un padre scien- : di volere essere rifalli delle spese e som-
temente esporrà un figlio infante, e rati- ministrazioni, e lo stesso milita se l'espo-
ficherà l'esposizione contro l'ofiìciodi pie- un estraneo me-
sto sia stato accolto da
tà , il figlio esposto resta liberato dalla no che da congettura desumere si potes-
patria podestà , e diviene ingenuo, cioè se aver ciò fatto a titolo di pietà e libe-
libero dalla sua natività. Lo stesso s'in- ralità , come sarebbe se uno fosse ricco,

tende de'languidi o infermi di qualunque liberale, e solito a fare tali atli. Come se
età essi siano. Se venissero esposti, edera- una figlia esposta dal padre venisse ac-
piamente e inumanamente fossero loro colta da qualcuno e nudrila con animo
negali gli alimenti, chi li raccogliesse, ri- d'averla in moglie pel proprio figlio, ma
coverasse ed alimentasse non acquiste- ilpadre si opponesse, in tal caso il padre
rebbe su di essi alcun potere. Per infan- deve compensare gli alimenti e le spese.
te al nostro proposito s'intende quello che Se agl'infanti esposti di cui s'ignorano i

ancora non ha compito il settennio. Se in genitori, gli alimenti debbano a quelli pre-
questa età venisse esposto, o dallo stesso starsi dalla chiesa, o dai suo rettore, che
padre, o da altri di sua scienza, e non con- se la chiesa o il rettore non ha redditi al-
traddicendo, e dopo seguita l'esposizione l'uopo, né esistouo nel luogo pi» stabili-

l'approvasse, mentre tale approvazione e menti di sussidio o carità, è costume, che


T II O TRO i33
si prestino le comunità de'luoghi. Sulla lieo,che dà la facoltà all'arcivescovo di
spiegazione del cap. Unicum delle Decre- Napoli di ordinare senza dispensa. Al 4°
tali di Gregorio IX sulla esposizione de- A calma di coscienza deve attendersi la
gl'infanti, in proposito più dubbi in di- risoluzione della congregazione del s. of-
versi tempi sono insorti, che il Vermiglio- fizio, che dice non doversi rispondere in
li riproduce e risolve, .°Se ad un espostof iscritto, ma oralmente. Esser quieta laco-
si rinvenga scrittura dicendosi essersi bat- scienza, e non abbisognare la dispensa per
tezzato, se debba attendersi? 2.° Se deb- la ragione che si trova nel quasi posses-
basi battezzare dal cappellano dell'ospe- so, e che nel dubbio:migliore la con- È
dale, o dal parroco del medesimo? 3.° Se dizione del possidente. Al 5.° Se non si co-
gli esposti abbisognino di dispensa del ve- noscono ove sieno nati, e se s'ignorano i
scovo per esser promossi agli ordini mi- genitori, si ha per luogo d'origine ove

nori, o dell'apostolica dispensa per gli or- trovansi esposti, e questo luogo si ritiene
dini maggiori, ed a benefìzi curati giusta per loro patria, e che ivi abitino loro i

il disposto sugl'illegittimi? 4-° Se promos- genitori. Al 6.° La congregazione del con-


si agli ordini sagri senza apostolica dispen- cilio decise: Che le fanciulle esposte, e ri-
sa, in coscienza possano attendere all'in- cevute negli spedali, se celebrassero ma-
combenze degli ordini? 5.° In caso di ot- trimonio, dovesse celebrarsi dal parroco
tenuta dispensa quale dovrà considerar- dell'ospedale,non dai cappellano di que-
si il luogo di origine per poter essere pro- sto. Per misurare le pene dovute agli e-
mossi agi: ordini? 6.° I matrimoni dell'e- sponeuti un fanciullo devesi scrupolosa-
sposte se possano celebrarsi dal cappella- mente esaminare il sito ov' è stato espo-
no dell'ospedale, o dal parroco dell'ospe- sto, «nodo come fu esposto, se nell'abi-
il

dale stesso. Risposte. Al i.° Se vi è scrit- tato, ovvero in luogo deserto e non abi-
tura, e fatte esatte e scrupolose indagini si tato. Se gittato barbaramente in qualche
possa esser persuasi e convinti esser bat- latrina o cloaca; se con ombellico sciolto
tezzati, non deve altrimenti battezzarsi. o legato; se nudo o avvolto in panni, o
Se vi nasce qualche dubbio, deve battez- assicurato in qualche cesto; se poteva ri-
zarsi sotto condizione. Al 2.° Pel disposto cevere offesa da'eani o altre bestie; se co-
del diritto canonico, rispose Clemente X: perto o scoperto. Tutte queste circostan-
Che la comunione pasquale, il viatico, l'e- ze rendono più o meno dolosa 1' esposi-
strema unzione, ed il seppellire i morti zione, e maggiore o minore si deve la pe-
spetterebbe al parroco; ma in oggi indi- na. Tuttociòfu provveduto anche da Gre-
pendentemente dal detto parroco ,
per gorio XVI col Regolamento sui delitti e
speciale privilegio apostolico, tutto si ese- sulle pene, lib. 2, tit. 21. Delle adozio-
guisce dal cappellano dell'ospedale, ch'è ni degli esposti trattai ancora a Matrimo-
parrocchia e vi è anche il fonte battesi- nio § IV. I trovatelli di cui ignoravansi
male, onde il parroco riunisce la quali- assolutamente i genitori erano in passa-
tà di parroco e di cappellano. Al 3.° Se to a carico del signore del luogo feudale,
chiaramente e senza difficoltà risulta del- il quale era obbligato di farli alimentare.
la legittimità dell'esposto, certa e piena, In alcune provincie, la cura e il mante-
non vi abbisogna alcuna dispensa di tale nimento de'fanciulli esposti erano e sono
legittimità. Se presuntiva e dubbia vi oc- a carico della comunità nel territorio del-
corre la dispeusa, ed anche per la mag- la quale erano o sono stati trovati, a me-
gior sicurezza, essendo questa la prassi del- uo che non si scoprisse il padre o la ma-
la romana curia. Da tal regola resta esen- dre; nel qual caso, ed essendo quelli mi-
te l'ospedaledellaD. Vergine dell'Annun- serabili, spettava e spetta alla comunità
ziata di Napoli per speciale breve aposto- del luogo dove aveauo il loro domicilio
i3J TUO TRO
ad alimentarli, hi oggi negli stati Euro- sagramento che lega gli sposi alla prole
pei figli abbandonati e quelli che ven-
i con indissolubile nodo d'amore, li getta a
gono esposti e di cui non si sa chi sia nò perire nelle strade, ne'canali, dentro i fiu-
il padre, né la madre, vengono ricovera- mi, nel mare, gli espone pasto e preda de-
ti ed alimentati dagli ospizi a questo be- gli animali, cani e porci con crudele iu-
nefico uso destinati, sotto la tutela e se- differenza. 11 cristianesimo che meravi-
condo il disposto dalla legge del paese. gliosamente va diradando le tenebre e
Ad onta della vantata civiltà di Grecia e diffondendo la luce, essendo alquanto tol-
di Roma, quella sacrificava gl'infanti de- lerato nella Cina, i Vicariati apostolici
boli e mai portanti alla brama d'aver uo- sono iu incremento; ed i missionari apo-
mini robusti e ben conformati; questa stolici raddoppiano con mirabile e fe-
gl'immolava alla ferrea autorità paterna; conda perseveranza i loro indicibili sfor-
e luna e l'alti a facevano di essi uno sco- zi sul terreno bagnalo del sangue dei

po politico, un istrumento di materiale suoi eroici martiri. Dio tanto inspirò al


grandezza, un mezzo all'effimera prospe- gran cuore del venerando vescovo di N'ari'
r
rità nazionale. Platone e Aristotile , che cy mg. Forbin-Janson nel 843, già mis- i

recarono massimo grado di


la filosofia al sionario ne'paesijnfedeli, di fondare nella
che era capace duraute paganesimo, non il sua diocesi la santissima opera della San-
vergognarono di ammettere l'eccidio dei ta Infanzia, chiamando in aiuto de'po-
fanciulli, cui tocca la sventura di sortire veri fanciulli cinesi e idolatri i fanciulli
dal seno della madre deboli o difforma- cattolici, la qualecelebrai nel vol.LXlll,p,
ti. Allorquando si tolse a norma d'azio- I 26, e che ha per benedetto scopo di sot-
ne la forza e l'interesse, non la giustizia trarre dalla morte dell'anima e del cor-
e la morale, il debole ebbe più torto di po sventurati bambini dalle
gli esposti

lutti, e il più debole fu l'infante. Venu- vie, dalle onde e dalle voraci bestie; indi

toal mondo il Redentoredel genere uma- prende cura di loro anima rigenerandoli
no , in mezzo alle difficoltà provenienti col battesimo, se infermi li fu guarire dai
dalla ferocia de'coslumi, dall'orgoglio del medici ne'suoi caritatevoli asili, ivi li nu-
potere, e dal mal giudizio dell'ignoranza; trisce ed educa al cristianesimo, nelle scuo-
colle sue massime di soave carità, di dol- le asili perciò fondati, mercè le inces-'
ed
cezza, di fraternità tra gli uomini, prepa- santimaterne cure delle pie Sorelle del-
rò gli spiriti a sentire che 1' Uomo Schia- la Carità e de'zelanti missionari; le une
vo (Z7.) feriva l'umanità, ed in seguito e gli altri pieni di fervore abbandonano
si operò il benefizio dell'abolizione della l'Europa, volano nella Cina, ed ivi affron-
schiavitù; come ancora e mediante il sa- tano i disagi, la miseria, e spesso le pei>
gramentodel matrimonio, elevò la Don- secuzioni^per dividere il pane dell'elemo-
na dallo stato di oppressione in cui Irò* sina che somministra la religione de' fe-
vavasi, alia dignità di vera, dolce e cara deli, con que' bambini che raccolsero e-
compagna dell'uomo, e destinata a for- sposti sulle pubbliche vie e sopra fiumi» i

marne la felicità;ed a gagliarda difesa dei Ed ecco come


Provvidenza fa nascere
la

memorati bambini, proclamò che hanno il bene dal male. L'opera della santa In-

essi per usbergo gli Angeli, che sarà bea- fanzia fiorisce, ha il consiglio centrale iu
to chi somiglia ad essi, che tultociò che Parigi, ove si slam pano gli edificanti: An-
si farebbe al minimo di essi lo reputereb- nali dell'opera della santa Infanzia, i
be fatto a se stesso. Ma la Cina, priva iu quali dal francese si traducono iu italia-
generale della luce evangelica, tuttora fa- no e si dispensano a'decurioni e alle decu-
cendo barbaro governo di quegPiufelici, rione de'pii contribuenti. Essendosi fin dal
come nati da genitori privi del magno dicembre 1 352 stabilita anche iu Genova,
TRO TUO i35
colla nomina d'un consiglio o comitato religiosa e splendidissima pompa. All'in-
1

«li promotori che corrisponde col consi- vito di quel vigilantissimo vescovo mg.
glio centrale di Parigi, a'20 gennaio 1 856 Giovanni de'conti Folicaldi, instancabile
si celebrò l'annua festività nella chiesa di sempre nel caldeggiare quanto può tor-
s.Stefano, dallo stesso arcivescovo di Ge- nare a vantaggio della religione, pronta
r
nova mg. AndreaCharvaz, commosso dal risposela pietà del popolo faentiuo, inva-

gran bene che produce la santa opera, e ghitosi anch' esso del nobile scopo e del
siccome desideroso di vederla prosperare bene immenso di si cristiana istituzione,
dappertutto e principalmente nella sua laonde in breve lempo vi furono ascritti
arcidioeesi,raccomandandola con appo- più migliaia di fanciulli de'due sessi. La
pubblicalo colle stampe per
sito discorso, chiesa de'gesuiti messa a nobile e ricco ap-
cura del consiglio. Quest'opera della s. paralo, giemila di cittadini d'ogni ordi-
Infanzia fin dal principio dell 853 fu ca- ne, vide entrare processionalmeute a di-
nouicamenle stabilita in Roma, e molte stinti drappelli, vestiti a festa e col capo
persone caritatevoli s'affrettarono tosto inghirlandalo, e cantando inni al Bambi-
di aggregarvi*! a dar opera di attuarla e no Gesù, numerosa schiera di fanciullet-
crescerla, raccogliendo limosine al piosco- ti, che assisterono poi alla messa dell'en-

po. ÌL già nel corso di 3 anni si poterono comiato pastore: durante la quale si can-
inviare al suddetto consiglio centrale di tarono strofe appropriate, tenere e com-
Parigi parecchie migliaia di scudi, affin- moventi, mescolandosi a quelle di valen-
chè con essi vengano riscattati il pitiche ti artisti le limpide e armoniose vocioli-

si può di que'fduciullijche i genitori, sor- ne di que'putli giubilante Indi venne re-


di alle voci dì natura, lasciano in abban- citata bella orazione per l'incremento del-
dono o eziandio dannano a crudelissima ia s. Infanzia, terminando la funzione col
morte, ludi per promuovere in ogni mo- Te Deum e la benedizione del ss. Sagra-
do quest'opera salutare, il Papa die un mento. Nella Statistica religiosa della
cardinale per protettore, il qualedopo sta- diocesi di Parigi, del vicario della me-
bilito un consiglio direttore per Roma e desima ab. Darboy, si legge che fra le o-
per tutta l'Italia, elesse in Roma un con- pere di carità a Parigi vi è la s. Infanzia,
veniente numero di ecclesiastici e laici la quale nel 1 855 mediante sottoscrizio-
che hanno nome di zelatori e sono in-
il ni di 5 centesimi potè riunire 600,000
canenti d'accrescere il numero degli a- franchi; e la società del Presepio che rac-
serilli e degli altri mezzi che meglio con- coglieda 2,5oo fanciulli. Di siffatta pia
ducono allo scopo della santa istituzione. meuzione nel voi. LX1II, p.
società feci
Inoltre e come relativa all'istituto del ri- 68, parlando de'riccveri de'bambini. Lo
lettilo, io Roma slessa fu
stabilita nel con- zelo de'popoli Dell'associarsi alla benefi-
vento oc' Trinitari calzali (f7 .), uh re- ca opera pia della s. Infanzia, indusse i

ligioso del quale n' è il segretario, mg/ Papi Gregorio XVI e Pio IX a conce-
Antonio Ligi Bussi vicegerente di Roma dere alla medesima e agli ascritti copio-
n'è il presidente, e protettore il cardinal se grazie spirituali e indulgenze, per viep-
Carlo di Reisach già arcivescovo di Mo- più incoiaggiarli a sostenerla colle li-

naco. Mentre l' altra prodigiosa opera mosine.


delle morette africane, stabilita dal be- TR.OYER. Ferdinando Giulio, Car-
nemerito sacerdote Olivieri genovese, ora dinale. De'conti di tal nome, di nazione
ha ricevuto duratura esistenza, comechè alemanno, ottenuto di 3 anni il canoni-
1

compenetrala nell' ordine de' Trinitari cato d'Ohnùlz, e poi 1' arcidiaconato di
Scalzi (V.). A'6giuguoi856 questa me- Troppau, attese a coltivare lo spirilo e le
ravigliosao pera s'inaugurò iuFaenza con lettere iti Roma nel collegio germanico.
i36 TUO T R O
destituitosi alla sua chiesa, trasse ben- to, e la circolazione vi è multo operosa.
tosto a se l'attenzione de suoi collegllai Sono da notarsi il palazzo della prefettu-
quali lo destinarono alla città di Hi un ,
ra, il palazzo civico la cui facciata opera
allineile presiedesse agli affari flavissimi di Mausard è ammirabile e adorna di co-
die doveano concludere. Intanto vu-
vi si lonne di marmo nero, la sala degli spet-
cata la chiesa d'Olmùtz, dal capitolo fu tacoli, le beccherie, i macelli, il mercato
a pieni voti eletto in vescovo della me- de' vi ai, il bel cancello del giardino del-
desima, e Benedetto XI V lo confermò nel l'Uòtel-Dieu, il bel passeggio del Maglio
J746. Quindi ad istanza dell'imperato- che circonda la città e la porta s. Giaco-
re Francesco i, il medesimo Papa a' io mo fiancheggiala da due torri e sormon-
aprile1747 locreò cardinale prete, e pro- tala da una guglia leggera. La cattedra-
tettore diGermania presso la s. Scdtij le è sotto l'invocazione de'ss. Pietro e Pao-
sebbene non pare die si recasse in Roma, lo, elegante di bello stile gotico, decorala
per cui non ebbe il titolo cardinalizio. da una facciala che sormonta una torre
Dopo aver per 12 anni santamente go- graziosa alta 1 92 piedi, e nell'interno del-
vernalo la sua diocesi, lasciò questa mi- la quale distinguesi particolarmente la
sera vita in Bruii nel 1 758, di 60 anni, e galleria della navata. Ila il baltislerio col-
trasferito in Olmiitz fu sepolto nella cat- la cura d'anime amministrata dal cà"uo-
tedrale, senza alcuna memoria. nico arciprete. Il capitolo non ha digni-

TROYES (Trcccn). Città con residen- tà, uè le prebende teologale e penitenzia-


za vescovile di Champagne in Francia, ca- ria, ma soltanto 9 canonici, oltre gli ono-
poluogo del dipartimento Aube, di dell' rari, pucri de ckoro, a'quali nelle feste
i

circondario e di 3 cantoni, a più di 9 le- 1 si aggiungono gli alunni del gran semi-
ghe da Auxerre, circa 9 da Chàlons sur
1 nario pel servizio divino. Aulicamente il

Alarne, e 3g da Parigi, sulla Senna. Gia- capitolo era composto d'ò" dignità, di 37
ce in mezzo a vasta e fertile pianura, sul- canonici e di alcuni altri beneficiati. L'e-
la sponda sinistra della Senna, che in par- piscopio è annesso alla cattedrale, ed è e-
te la circonda e distribuisce nell'interno difizio ampio e decente. Vi sono diverse
le sue acque per mezzo di numerosi ca- altre chiese, 7 delle quali parrocchiali mu-
nali di derivazione che mettono in atti- nite del s. fonte. La chiesa di s. Remigio
vità gran numero di usine e di manifat- possiede un gran Cristo di bronzo, consi-
a
ture. E' sede del tribunale dii. istanza, derato come una delle più belle opere di
di camera e borsa di commercio, di con- Girai don. Rimarchevoli sono pure lechie-
servazione d'ipoteche, di direzione de'de- < se di s. Nicolò e di s. Martino, per le lo-
mani e delle contribuzioni dirette e indi- ro facciate. La chiesa di s. Urbano fon-
rette, capoluogo della »." conservazione data da Papa Urbano IV, celebre per la
boschiva e residenza d'un ispettore gene- leggerezza e la delicatezza della sua ar-
rale della navigazione. Si divide in 8 se« chitettura gotica: fu già collegiata istitui-
zioni o quartieri, ed ha 5 sobborghi dii ta dal medesimo Papa che la dichiarò ,

s. Savina, Croncels, s. Giacomo, s. Marti- dipendente immediatamente dalla s. Se-


no, e di Preize. Ha 6 porle denominate de. La chiesa di s. Giovanni possiede un
Concia, Maddalena, Croncels, Belfroy, s. bel quadro di Mignard; quella della Mad-
Giacomo, e Preize. E' cinta di mura in dalena, mirabile nell'ardita tribuna, con
assai buono stato, irregolarmente distri- finestre tutte adorne di belle vetriate di-
buita in islrade strette e tortuose, ad ec- pinte. La collegiata di s. Stefano, fondata
cezione di talune che sono assai larghe, ne\i i5y da Enrico I conte di Champa-
diritte e pulite. Fabbricala parte in le- gue,possedeva un ricchissimo tesoro, mol-
gno, l'aspetto tuttavia uou riesce iugra- ti mss. ed avea un capitolo numerosissi-
T R O TRO i3 7
ino sotto la giurisdizione dell'arcivesco- durano 8 giorni. Patria di parecchi per*
vo di Seus. Eranvi prima 17 parrocchie, sonaggi celebri nelle scienze e nelle arti»
compresi ricordali capitoli e l'abbazia
i meritano special menzione Papa Urba-
di s. Lupo; 3 abbazie, dued'uominie una no IF (F.) nel 1261 senza essere stato
di donne; molte altre case religiose d'am- cardinale; Giovenale degli Orsini, stori-
bo isessi, e una commenda dell'ordine co del secolo XV; il cancelliere Bouche-
di Malta; ed padri dell'oratorio aveano
i rat; PietroDelarivey, autore drammati-
un collegio, e i francescani la biblioteca co; Giovanni Grosley, dotto antiquario e

pubblica. Ma al presente sonovi solamen- letterato; Giovanni Passerai, poeta lati-


te alcune comunità religiose di donne, di- no, uno degli autori della satira Menip-
verse confraternite, gli ospedali, due se- pea; il poeta Lenoble, uno de'più fecon-
minari, uno de'qoali granile in città e il di scrittori del suo tempo; i giureconsul-
minore nel suburbio. Inoltre possiede'fro- ti Pietro e Francesco Pilhou; Matteo Mo-
yes il teatro, una casa di giustizia, ed una le, presidente del parlamento duratile la
d'arresto e di correzione, una bella biblio- Fronda; G. Leveaux, celebre drammati-
teca pubblica fornita di più che 5o,ooo co; lo scultore Girardon; il pittore Mi-
volumi e 4 O0 ° mss., una società di a- gnard, l' incisore Thomassin maestro di
gricoltura, scienze, arti e belle lettere, il Callot. Fra'sanli ricorderò s. Saviniano
collegio comunale, la scuola gratuita di {P.) martire, le cui reliquie si venerano
disegno e architettura, la scuola speciale nella cattedrale, ch'ebbe n sorella s. Sa-
di commercio, là società di carità mater- bina o Savina, secondo alcuni, il cui cor-
na, gli ospizi Provvidenza pegli or-
della po fu deposto nella badia di JMoutier-la-
fani indigenti/: di s. Nicolò pe' vecchi d'am- Celle vicino a Troyes; e s. Maura (F.)
bo sessi incurabili e pe' maschi orfani in-
i vergine, di santissima vita, il cui corpo
digenti, bagni pubblici, un deposito regio venne prima collocato nella chiesa del vii-
di stalloni. E' questa una delle città più. laggio che ne porta il nome, mezza lega

industriose della Francia, e la più rino- da Troyes; indi la maggior parte fu tra-
mala pe'berrettami di cotone, quelli di sferito nella badia di s. Martino di Tro-

lana essendo meno importanti. La fab- yes. Patrona di Troyes è s. Mastidia ver-
bricazione delle cotoncrie sul gusto di gine, il cui corpo trovato intero colla pel-
Houen quivi è considerabile, e vi si fab- le e la carne diseccata, nel 1007 fu tra-
bricano pure panni, coperte di lana, fla- slato nella cattedrale dal vescovo Mi Ione.
nelle, seterie, corde da strumenti, carte Il canonico della medesima Nicola Camu-

dipinte, ec. Vi sono numerosi filatoi di zat scrisse V Ilistoriae invenlionìs s. Ma-
cotone e di lana, purghe per tele e cera, stìdiae virginis cujus integrimi corpus
cartiere concie di pelli di camoscio di
, , in metropoli Ecclesia Tricassinacusto-
corami ordinari, ed è rinomata la carne ditur. Della diocesi diTroyes fu s. Fi-
insaccala di Tròyes. Tulli i diversi pro- nebaldo (F.) abbate di s. Lupo di Tro-
dotti delle quali manifatture arricchisco- yes. Ne'dintorni notami belle case di vil-
no il commercio, che inoltre abbraccia il leggiatura con giardini ben colti vati, pra-
grano, il vino, l'acque vita, canepa, legu- ti, vigne, ec. A qualche distanza si rin-
mi secchi, iana, legname da costruzione, viene una cava di marmo. Troyes, Tre-
ferri, piombo laminato, ec. Il rinomalo cae Tricassis Tricassìum Augusta
, , ,

canale di Troyes, che dalla città giunge Tricassinoruni) Augustobona^è grande


lungo la Senna sino a Marcilly, accresce e antica città, già capitale della Sciam-
di mollo il suo traffico fiorente. Vi si ten- pagna, che trae l'origine da' Tricassi, dei
gono 5 annue fiere; quella del 2. lune- quali fu capoluogo. Sotto i romani fece
dì di quaresima e l'altra deh. "settembre prima parte della Gallia Celtica, sotto Au-
138 TUO T RO
gusto fu riedificata, ed in seguito fu com- 1 1 8 1 fu quasi interamente distrutta da
presa nella 4-" prò vincili Lionese.Nel 356 un incendio. Il duca di Borgogna se ne im-
fu munita di solide mura, e nel P ,e
44 '
~ possessò nel 1 4 1 5, e 5 anni dopo Isabel-
ferviti dal vescovo s. Lupo dalla strage la di Baviera vi trasferì il parlamento di

e distruzione di Attila re degli unni. Sprov- Parigi, e marilowi Caterina di Francia


veduta la città d'ogni soccorso, si avau- ad Enrico V re d' litoti Itemi, dandole
70 Attila con un'annata di 400,000 u0 . per dote regno
Francia^ in pregiu-
il di
mini, che dopo aver posto a sacco, a fer- dizio del delfino, poi Carlo VII. Questo
ro e fuoco la Tracia, l'Illirio e la Grecia, fàmosoe vergognoso trattato che sogget-
pattato il Reno avea portatola desolazio- tò la Francia al re d' Inghilterra, fu se-

ne nelle contrade più fertili della Fran- gnato in Troyes dal re Carlo VI marito
cia. Già le città di Reims, Cambray, Be- d'Isabella, padre della sposa e del delfi-
saucon, Auxerree Langres, aveano pro- no evexìts presunti vo della corona, in on-
vato gli effetti del suo furore, i suoi ter- ta eziandioalla vigente legge salica. Mor-
ribili colpi stavano per piombare su Tro- to Carlo VI, sebbene proclamato suc- fu

yes, ed i suoi abitanti n'erano altamen- cessore Enrico VI, figlio del defunto En-
te costernati. Il santo vescovo implorato rico V, Carlo VII si fece coronare a Poi-
pel trepidante suo popolo il divino aiu- tiers, ritolse Troyes agl'inglesi nel luglio

to, fidanzato nella protezione del cielo, 1429, in conseguenza d'un vigoroso as-
assunti gli abiti pontificali, preceduto dal- salto dato dalla celebre eroina Giovan-
la croce e seguito dalla processione del na d'Arco, poi vittima dell'odio inglese
clero, si recò incontro al re, e l'interrogò a Rouen (Z7.). Un incendio attribuito a
chi egli fosse; rispose Aitila. Io sono il fla- certi tedeschi al servigio di Carlo V im-
gello di Dio. Soggiunse s. Lupo; Noi ri- peratore, vi distrusse nel 1 524 più di due
spettiamo tutto quello che ci viene da terzi delle case della città e due chiese;
Pio; ina se voi siete il flagello con cui egli plus de vingt-deux rues et de troìs mille
ci punisce, vi ricorda di non fare se non maison* furcnt, dit' on, consumées par
gè (j nanto vi è concesso dalla mano on- les flammes. La città fu visitata da vari
nipotente che vi muove e vi regge. Atti- suoi re, e fra 486 da Carlo
gli altri nel \

la colpito da tali parole promise di ri-* Vili, neli5i2 da Luigi XII, e neh 564
sparmiai e Troyes, e l'esegui. jNelTS^S la da Carlo IX che vi firmò trattalo di pa- il

città si vide onorata dalla venuta di Pa- ce con Elisa bel ta regi uà d'I nghi terra, I do -
pa Giovanni Vili, che vi celebrò un con- pò ripigliato l'Havre. La pretesa religio-
cilio memorabile, e vi coronò Lodovico ne riformata infelicemente s'introdusse
li il Balbo redi Francia, I normanni la in Troyes nel 1 55o. Nondimeno Troyes
devastarono nell'889; il conte Roberto la fu lai. "città che sottoscrisse a' 25 luglio
riparò ed Sciampagna ne fece-
i conti di 1 568 l'unione alla Santa Lega; e dipoi
ro la capitale de' loro stati da Tebaldo ; aprì le porte ad Enrico IV a'3o maggio

] V, che regnovvi dal 02 al 52, con- 1 1 1 1 1595. Luigi XIII suo figlio visitò la cit-
ta la data sua l'origine dell'industria e tà nel 1629; e Luigi XVI nel 1787 vi e-

del commercio che l'ormano lo splendore sihò il parlamento di Parigi. Nel 8o5 fu 1

di questa città e la resero per qualche tem- onorata dalla presenza di Pio VII redu-
po uno de' più grandi emporii commer- ce da Parigi, e vi arrivò a 23 ore de' 6
ciali tra la Francia, la Germania e la Sviz- aprile incontrato da una superba truppa
zera. Sotto Tebaldo IV Troyes rivide nel- di cavalleria volontaria, dal vescovo e dal
le sue mura un Papa nel 1 107, Pasqua- clero. Fu alloggiato il Papa e quasi tutto

le II, ritiratosi in Francia onde evitare le ilsuo seguito nell'episcopio, ed inesprimi-


persecuzioni d'Enrico V imperatore, Nel bile si dimostrò la divozione del popolo.
3

T 11 O xno 1
9
Nella maltina della seguente domenica si cìrciter 34o, priinus recensetur Episco-
recò a celebrare la messa nella cattedra- pus Trìcassinorum s, Amator. Ma s. A-
le , e fu tanta la folla cl»e furono spesi matore {V,) veramente fu vescovo d' A u-
molti franchi per a vervi l'ingresso. Nel do- Xerre dal 388 al 4 18, epoca della beata
po pranzo Pio VII fu obbligato 3 volte a sua molte, e prima erasi coniugato con
dar la sua benedizione al popolo, che fre- Marta, colla quale fece volo di continen-
quentemente riempiva la gran piazza del- za. Pertanto si crede, che essendosi sta*

l'episcopio, e che ad alta voce con fervo- bilito il culto di s. Amatore anche a Tro-
re la chiedeva. Nel seguente lunedì il Pa- yes, alcuni ne trassero argomento per an-
pa si pose in viaggio per Semur, ove ac- noverarlo fra' vescovi di questa città. Il

colto con grandi dimostrazioni, la matti- Chenu registra pure per i.°vescovo
A- s.

na del q si diresse a Chàlons, Nell'islesso matore, però nel 346. Indi Ollaziano che
si recò a Troyes Napoleone I e vi emanò intervenne al concilio di Colonia nel 346
il decreto per l'incanalamento dell'Alta- secondo la Gallia Christiana, o nel 35o
Senna sino a Chàtillon, disegno della piti al dire di Chenu, Gli altri vescovi sono.
alta importanza per Troyes e suo cana- Nel 35os. Giuliano, secondo le citale Ef-
le, non meno che per l'accivimento deU femeridi, Leone, Eraclio, s. Melaniodel
la capitale di Francia; sospesi i lavori nel 3go , le cui reliquie furono deposte nel
18 4> s ripresero
i i nel i 826. Nel 8 4-Tro? 1 1 monastero di Celle, essendo onoralo ai
yes fu teatro di scontri sanguinosi tra i 22 aprile, Aurelianodel 4oo,s.Orso mot'»
francesi e gli alleali, in conseguenza dei to nel 4^6 e onorato a'26 luglio. I de-
qualivi entrarono 18 febbraio, e per al- putati della chiesa di Troyes in nome di
cun tempo l'occuparono. questa offrirono il vescovato a s. Lupo(P\)
La sede vescovile fu eretta nel III se- di Tool, che inutilmente ricusando fu
colo, e poi divenne sulfraganea della me- consagrato da' vescovi della provincia di
tropoli di Sens. Si crede da alcuni che vi Sens, Quindi pel suo zelo religioso fu in*
predicasse 1' evangelo s, Saviuianoi /ve- viatoin lnghilterra,con s. Germanod'Au-
scovo di Sens ed apostolo della contrada, xerre, per combattere l'eresia de Pela-
ma l'epoca in cui fiorì, se nel I o nel 111 Tornato alla
giani, con eccellente esito.
secolo, è contrastata. Vi sono altri che so- sua diocesi, adoperò con nuovo fer-
vi si

spettano, essere s. Saviniano di Troyes, vore alla riforma de' costumi del suo
gii» memorato, lostessochequellodi Sens, gregge mostrando non minor saggezza
,

il quale avrebbe potuto predicare a Tro- che pietà. Per questo s. Sidonio Apolli-
yes senza uscire dalla sua provincia. Ve- nare gii die più esimi elogi, chiaman-
i

dasi Nicola Camuzat, Promptuariuni sa- dolo; Padrede'padri, vescovo de'vescovi,


crar uni antiqui tatum Tricassiuae dioc^ capo de'prelati delle Gallie, regola depo-
ccsÌ8% Trecis 1610. La serie cronologica sitimi colonna della verità, l'amico di
,

de' vescovi di Troyes non è eguale nel- Dio, il mediatore tra gliuomini e il cie-
l'antica edizione della Gallia Christia- lo. Avendo liberato Troyes dall'estermi-
na, e nell' Effemeridi di Troyes per l'an- uio di Attila, quando questi ritirate le sue
no 76 le quali notano come .°vescovo
1 r , 1 numerose truppe si avanzò nella pianu-
s. Subiniauo o Sabiniano nel 274, orn- ra di Mery sulla Senna, 5 leghe lungi da
ili essoddWaGalliaChrisliaita gitila qua- Troyes, fu attaccato e disftlto da'roma-
le trovasi pen.°vescovo s. Aniatore,eeo- ni capitanati dal valoroso Ezio, cercò s.

sì fa il Chetiti, Archiep. etEpisc. Galliae. Lupo e lo pregò ad accompagnarlo nel-


Nel HI secolo s. Saviniano di Troyes pa- la ritirata sino al Reno , riguardandolo
li il martirio e forse nel 275. Si legge nel salvaguardia per lui e la sua armala. Que-
Breviario Trecensi calciala mali anno sta azione però spiacque a' generali dei-
i4o TR O TRO
l'impero, e sospettarono aver egli favo- Bodo, Riluco, Otberto, Ansegiso del 92 5,
rito la fuga de' barbari, e fu costretto a Guaio del 972, Adrico, Milo oMilonedel
stare due anni lontano da Troyes, ove ri- 983, al cui tempo si trovò il corpo di s.

tornato vi non nel 478 o 4?9» a'^4 o Mastidia, il che altri ritardano al 1007.
29 luglio, venerandosi il suo corpo nella Nel 093 Manasse di santa vita, Bainaldo,
chiesa del nome suo. Gli successe il suo FromondoI jM.iinardo nel o|8 fu al con- i

discepolo s. Gioiellano o Carni lliano di cilio di Sens. Neil 049 Papas. Leone IX.

TroyeSjChe sottoscrisse il .°concilio d'Or- 1 consagrò in Langres il vescovo Fromoii-


leans nel 5i r,e morì a'28 luglio 52 5 o l\o II, cui successero Ugo I, e Ugo li del
526, essendo le sue reliquie nella catte- 1059. Filippo de Ponts del 1082 si tro-
drale. Nel 5?.6 s. Vincenzo, che costruì la vò al concilio di Sens. Halo cluniacense
chiesa di s. Aventino solitario di Sciam- eletto verso il 1 122, venne deposto nel
pagna nel suburbio, e in essa fu sepolto. 1 [49daEugeniolll nel concilio diPieims;

Ambrogio 549 si trovò al concilio


nel e per le preci di Matilde contessa diSciam-
d'Arles. Nel 5y3 Gallomaguo di Parigi, pagna gli fu sostituito Enrico de Caria-
fu al concilio di Macon nel 58 1. Gli sue- tine abbate cistcrciense, ed a suo riguar-
cessero Agrecio, Lupo H,Evodio, Mode- do il parente Enrico conte Palatino di
gisilo, Ragnegisilo aquilano, che fabbricò Sciampagna decorò di privilegi la chie-
la chiesa di s. Savina nell'area di sua casa, sa di Troyes. Matteo del 1 74 interven- 1

e la fece sua erede e vi volle essere sepol- ne al concilio di Laterano III nel 1 179,
to. Luconio, Berloaldo, Va 111 miro, Abbo celebre per dottrina evirtù.. Nel 8 Ma- 1 1 1

Felice, Vulfredo, Vangelberto, Aldober- nasse de Pougy arcidiacono e decano di


to monaco di Celle, Fredeberto, Gautse- Troyes, nato da'signori di Pougeyo nella
rio, Arduino, Censardo, s. Bobino aqui- diocesi. Neil 190 Bartolomeo de Plancy,
tauo monaco di Celle, ove fu deposto, e già decano della cattedrale e cancelliere
si onora a'22 oprile. Amingo, Adelgario, del conte di Sciampagna. Neil ig3 Gar-
CKulfo, Bertulfo, s. Paolo il cui corpo si niero de Trainel barone di Sciampagna,
venera nella cattedrale. Elia fu parteci- prese la croce per Terra Santa, e contri-
pe della congiura de'iigli di Lodovico I buì all'elezione di Baldovino I imperato-
il Pio, contro di questi, e morì nell'835. re di Costantinopoli, ove morì nel 2o5. 1

Adalberto dell'837,al cui tempo fu fab- Nel seguente Innocenzo confermò


III il

bricato in diocesi il monastero di Mon- successore Erveo ,


preclaro per fama e
tieramey. Nell'84o o 845 s. Prudenzio scienza, ebbe delle vertenze per le rega-
(V.) spaglinolo, già chiamato Galindo, lie con Filippo II Augusto, e fu tumula-
uno de'più dotti prelati della chiesa Gal- to con epitaffio nella cappella dellaB. Ver-
da tutte le parti
licana, perciò consultato gine nella cattedrale. Nel (223 pe'suoi me-
come un oracolo. Predicava sovente, at- riti il decano Roberto; e nel 1233 i ca-
tendeva con assiduità a tutte le funzioni nonici gli dierono in successore l'arcidia-
dell'episcopato, amministrando eziandio cono Nicola, al cui tempo nel 1248 inTro-
i sagramenti della penitenza, dell'Euca- yes furono introdotti francescani, Urba-
i

ristia e dell'estrema unzione. Passò dal- no IV nel 1 265 nella casa paterna eresse
la presente vita a'6 aprile 861, venerati - la collegiata, ed in morte fu tumulato nel-
do>i le sue reliquie a Troyes, con officio la cattedrale con iscrizione. Nel 1269 ^'°*
di 9 lezioni. Nel 1 725 furono stampate a vanni de Nantevil; nel i3o4 Guicardo
Parigi le Vite di.s. Prudenzio vescovo priore di Celle, che poi fu dichiarato in-
di 2'royeSy e di s. Maura. Fu Ieri co nel- nocente dall'incolpazione dell'avvelena-
VS6j intervenne al concilio di Soissons, mento di Giovanna regina di Francia e
Ottulfo fu a quello di Poul-You uell'Sy 6, Navarro. Nel 1 3 14 Giovanui de Aiiseio
TRO TUO 141
già cantore della cattedrale, nel 1 3 16 cir- la chiesa Gallicana neh 56 1 divenne an-
ca Guglielmo Mechin traslato ila Pam- tesignano de'novatori, per cui fu rilega-
plona, nel 324 Giovanni d'Aubigny ab-
i to inCastelnuovo diocesi d'Orleans, ove
batedis. Martinod'Amiens,nel 34^ Gio- i terminò suoi giorni nel 56q. Pertanto
i 1

vanni d'Auxeio, neh 354 Enrico di Poi- nel 56 1 gii era stato surrogalo Claudio
1

tiers trasferito da Gap, nel 37 1 Giovan-1 de Bauflremont, nobilissimo di Vienna


ni Braque che riunì in un corpo decre- i nel Delfinato. Neh 604 Renato de Bre-
ti sinodali, ne! 1 3y6 fr. Pietro de Villiers slay confessore d'Enrico IV, che nel 1 62 1

domenicano, insigne predicatore, trasla- mediante pensione cede spontaneamente


to da Nevers, che a' suoi correligiosi di la sede a Giacomo Vignier morto in Ro-

Troyesformòlabiblioteca.Neli377 l'en- ma nel 622, onde nella cattedrale gli fu


1

comiato Pietro de Arceis nella diocesi, ca- posto un onorifico cenotafio per memo-
nonico tesoriere della cattedrale.Neli395 ria. Gli successe il nipote Nicola de Mi-

Stefano de Giury della diocesi di Reims, grigny, che egualmente poco visse, e mo-
lodato pastore. Nel 1 426 il canonico e cit- rendo nel 624 per regresso riassunse il
1

tadino di Troy es Giovanni l'Esguisé, pru- vescovato Renalo de Breslay. Sotto di lui
dente vescovo, che fece omaggio a Carlo furono introdotti in Troyes e nel subur-
VII quando liberò Troyes dal giogo in- bio cappuccini
i carmelitani, la con-
, i

glese, e da lui fu inviato legato al conci- gregazione dell'oratorio, le religiose or-

lio di Basilea. Neh45o il capitolo elesse soline, le carmelitane, le monache della


Lodovico Raguier canonico della catte- Visitazione, i missionari. Morto Renato
drale, e già tesoriere della regina Isabel- nel i64« e sepolto nella cappella del Sal-
la di Baviera, approvato da Nicolò V, be- vatore nella cattedrale, divenne vescovo
nefico colla cattedrale cui aumentò di ss. di Troyes Francesco Mallier di lui coa-
Reliquie, di utensili sagri e di edifizi. Per diutore con fulura successione, già nel
sua cessione nel 1 48 3 gli successe il nipo- 1 636 consagrato in Parigi dall'arcivesco-
te Giacomo Raguier abbate Arremaren- vo di SenSjVescovod'Augustopoli in par-
se, canonico di Parigi. Neh5i8 il capi- tihus. Con questi la Gallia Christiana
tolo elesse con privali suffragi e il re no- termina la serie de'vescovi, alcuni ne ag-
minò in virtù del concordato, fr. Gugliel- giunge la nuova edizione, e le Notizie di
mo Parvi donienicanodiNormandia, con- Roma i seguenti. Nel 742 Mattia Pon-
1

fessore diLodovico XII e di Francesco I; cet de la Rivière di Parigi. Nel 758 Gio. 1

generoso colla cattedrale, intervenne al Ballista M." Champion de Cicédi Ren-


sinodo provinciale di Sens, nel quale pe- nes. Nel 1761 Claudio Mattia Giuseppe
rorò con molta erudizione, e die alla lu- de Barrai di Grenoble: nel 788 Pio VI 1

ce diverse opere. Nel 1527 passò alla se- gli die in coadiutore con futura succes-
de di Senlis, e da questa fu trasferito al- sione Lodovico Mattia de Barrai di Gre-
la patria Odo ardo Ennequin nobile di noble suonipote, dichiarandolo vescovo
Troyes, abbate di s. Lupo, che riedificò in par tihus d'Isaura, e gli successe a'2 3
l'episcopio. Nel 1
544 amministratore \Ì gennaio 1791. Pel concordato deh 801
cardinal Lodovico Guisa di Lorena(V.). fra Pio VII e la repubblica francese, la
Neh55i Antonio Caracciolo de'principi chiesa di Troyes fu dichiarata suffraga-
di Melfi, viceré dei Piemonte, nobilissi- nea della metropolitana di Parigi, essen-
mo napoletano, facondo predicatore del- do stata soppressa quella di Sens. Il ve-
la divina parola, e di eccellenti doti d'a- scovo Barrai avendo dovuto rinunziare,
nimo, lodato vescovo finché non die in- fu traslato a Meaux e poscia divenne ar-
felicemente il suo nome all'eretica pra- civescovo di Tours. L'arcivescovo d'Auch
vità, mentre con gravissimo scandalo del- Lodovico Apollinare de la Tour Dopiti
l4a TUO T II O
Montani*!) egualmente cessio-
di Parigi, collegio Nantuense e parroco, fornito del-
nario di sua chiesa, Pio VII a'20 dicem- le qual illl proprie d'un pa>lore. Quindi
bre 1802 lo dichiarò vescovo di Troyes, trattato alla sede arcivescovile d'Avigno-
concedendogli il pallio. Morto nel i8o5, ne, che paternamente e con zelo governa,
Pio VII gli sosliluì 1' luglio 1808 Ste- 1 1 dal regnante Pio IX nel concistoro temi-
fano Antonio de 13onlogne d' Avignone, to in Gaeta l'i 1dicembre 1848; e nel qua-
il quale nel 181 pronunziò il discorso
I le lo stesso Papa preconizzò l'odierno ve-
r
d'apertura al concilio di Parigi,* per l'ec- scovo di Troyes mg. Pietro Lodovico
clesiastica sua franchezza fu rilegato a Coeur, di Tarare a rei diocesi di Lione, ze-
Vincennes; restituito al suo gregge nel lante predicatore in più. città di Francia,
1814, fu dichiarato arcivescovo di Vien- con plauso de' vescovi e de'fedeli, vicario
na il ."ottobre 1817, nel qual giorno Pio
1 generale dell'arcivescovo di Parigi, cano-
VII preconizzò vescovo di Troyes Clau- nico litolare della metropolitana e pro-
dio Maddalena de la Myre-Mory di Pa- fessore di sagra eloquenza, lodandolo e-
rigi. L'arcivescovo di Vienna Stefano An- ziandio nella proposizione concistoriale
tonio venne nominato pari di Francia nel per dottrina, prudenza, ottima morale e
1 82 1 ,e siccome il Papa nnovamentesop- altre egregie qualità. Il zelantissimo e pio
r
presse l'arcivescovato di riama (^ .), e vescovo Giovanni Maria Mattia Debelay,
vacando la sede di Troyes, nel i8s3 ne dopo aver sottoposto agli occhi dell'ama-
reintegrò Stefano Antonio, che moiì nel tissimo gregge i vantaggi che ritrae la ve-
marzo iSi.5 a Parigi, in tempo del suo ra Chiesa di Ci -isto dalla sua unità di capo,
vescovato e in quello di Claudio Madda* di i'mht, di morale e di colto in confron-
lena, Pio VII nel 8 7 1 1 ristabilì l'arci ve- to de' vani sforzi delle società eterodos-
scovotodi Sens, quindi col breve Trecen- se, granfiamolo di bel desio di tornare al-
seni Kccle.sìam 4 settembre 182 1,
, de' l'uniformità di preghiera, col riabbi accia-
Bull. Rom. coni. 1. 5, p. 436: Exemptio 1 re la Liturgia romana per essere più stret-
Ecclesiae Trecensis a metropoli lieo iu- tamente uniti alla indefettibile cattedra
re archiepiscopo Parisiensis. Di più Pio di s. Pietro:»» E considerando esso: i.° Che
VII col breve ArchiepiseopalisSenoneii' la liturgia della chiesa di Troyes non può
sissedesipiìveàe'^ settembre 182 ì,Bull. giudicarsi punto canonica, ma solo tolle-
cit., p. 44° Praeceptum de subjicìendo
: rata dalla s. Sede. 2.° Che il desiderio for-
metropolitico juri archiepiscopi Serto- male del regnante Pontefice Pio IX, e-

nensis, prò Episcopo Trecensi in regno spresso con termini affeltuosissimi nella
Galliarum. Finalmente Pio VII col bre- sua lettera Sanimi animi nostri laetitia
ve Per nova ni Gallicarum, de \i apri- (presso gli Annali delle scienze religio-
a
le 1823, Bull. cit. p. 6o4,e diretto al det- sc, 2. serie, t. 5, p. 4^9> donde ricavo

to vescovo Stefano Antonio: Confirma' pure le disposizioni che vado riferendo


tiojurisdiclionis in Ecclesia Trecensi fa- sul ristabilimento fatto da mg." Debelay
vore Episcopi ad eam regendam elccti. della liturgia romana nella diocesi di Tro-
Leone XII a'iq dicembre «825 gli sur- yes, ad esempio di altri vescovi francesi,

rogò Giacomo Lodovico David de Segnili che celebrai in più luoghi, come nel voi.
Deshons, di Castres diocesi d'Alby, con- LXXVII,p.59),de'7 gennaio l847,e che
sacrato a Parrei nella chiesa della Sorbo- le chiese tutte riedano all'unità cattolica
na.Per sua morte, Gregorio XVI nel con- anche per conformità liturgica. 3.° Che
cistoro de' 2 2 gennaio 844; dichiarò ve- ) dalla triplice liturgia romana, troiense e
r
scovo mg. Gio. M." Mattia Debelay, di seuonese, le quali sono oggi in uso in di-
Viriart diocesi di Belley, professore d'u- verse parti di sua diocesi, non ne lisulta-
mane lettere nel seminario, supcriore del 110 che conliuui inconvenienti. 4«° Che do-
T B O TRO i&3
«erniosi oggi ristampare, pcrcliè manca- so per Troyes di essere sta-
la diocesi di
no, i libri liturgici, il messale, il rituale, si ta una delle prime, dando con ciò il più

viene a profittare della spesa eziandio a- belsaggiodi sua sommissione al Capo su-
dottando i libri ad uso della chiesa roma- premo della Chiesa, a Colui che ha rice-
na. 5.° Che tale è il volo del capitolo del- vuto la missione di pascere gli agnelli e
la cattedrale, di tutti i più edificanti sa- le pecore, a Colui che Gesù Cristo pose
cerdoti della diocesi, e di un gran nume- qual saldissima pietra contro cui le porto
ro di pietosi fedeli. 6° Che quantunque d'averno non prevarranno giammai. Pei
assolutamente parlando potrebbe serbar- quali motivi, a corrispondere favorevol-
si intatta l'unità della ì'ti\e senza una e- mente no-
alla richiesta del capitolo della
guaglianza di liturgia, pure è alla mede- stra cattedrale una conferenza , e dietro
sima di notabile utilità, giusta il senti- tenuta co'suoi venerabili membri, invo-
mento de'santi dottori, ed in ispeciedi s. cato il Divino Spirito, abbiamo decreta-
Celestino, il quale dice: Legcm crederteli to e decretiamo quanto segue. Art. i.°La
Ica: s'tatuat supplìcaiidì: ohe la preghie- Liturgia romana è ristabilita in tutta la

ra pubblica è un insegnamento e una dot- diocesi di Troyes. Art. 2." Ad incomin-


trina pe* fedeli, regolandone l'esercizio e ciare da'28novembre 1847 domenica 1.
la pratica della pietà: che iu quest'inse- dell'Avvento, il solo Breviario romano
gnamento e in questa dottrina non può col Proprio di nostra diocesi, che ha già
trovarsi una compiuta sicurezza, se non ricevuto l'approvazione dalla s. Sede a-
quando contiene essa la preghiera pub- postolica,sarà valevole per la recita del-
blica della Chiesa universale, o viene for- l'officio divino. A que'sacerdoti che giun-
malmente approvata dal Capo supremo ti all'età di 60 anni fossero in possesso di
della medesima: che le sette eretiche han- altro breviario, sarà lecito di conservar-
no ben compreso questa verità, non tro- lo. Art. 3.° A principiare dall' epoca stes-
vando mezzo più acconcio a diffondere i sa per determinare la disciplina nell'am-
loro perniciosi errori, quanto il cambia- ministrazione de'sagramenli, la direzio-
mento della liturgia e delle ceremoniedel ne dell'anime e il governo delle parroc-
sagro culto: che la setta in ispecial mo- chie, sarà solo in uso nella nostra dioce-
do, la quale cagionò tanto guasto al ca- si il Rituale romano con quelle note ed
dere del secolo XV 11 e al sorgere del se- appendici, onde l'abbiamo fatto impri-
guente, non ha procurato peraltro fine mere. Art. 4-° IVpubblici divini ufli/i si

di mutare la liturgia in diverse chiese di seguirà interamente la Liturgia romana,


Fiancia, se non per aprirsi un'occulta i.°nella nostra chiesa cattedrale da'primi
porta, per ove furtivamente entrare nel- vesperi della prossima festività de'ss. a-
la Chiesa contro il volere della Chiesa me- postoli Pietro ePaolo protettori della dio-
desima. y.°Che la liturgia romana è quel- cesi; 2. in tutte le chiese e cappelle della
la in genere di tutte le chiese cattoliche nostra città episcopale ede'sobborghi dal-
a
dell'uni verso, contandosi almenoyoo del- la 1 . domeuica dell'Avvento 847*3. "nel- 1

l'8oo diocesijche facciano uso di essa. 8.° l'altre parrocchie di nostra diocesi dalla
Che la chiesa diTroyes non sacrifichereb- domenica /dell'Avvento 848 al più
1 1 tar-
be sua gloria, mentre per mezzo del Pro- di. Passalo siffatto termine, viene e ver-
prio già approvato da l\oma celebrerà , rà interdetto l'uso d'ogni altro libro li-

!
colla medesima solennità la festa di s. Lu- turgico , fuori di quelli adoperati dalla
po, s. Sabiniano, s. Mattia, ec. g.°Chenel Chiesa romana. I libri necessari al rista-
: movimento e nella tendenza, che mostra- bilimento della liturgia romana, oltre il

no le varie chiese di Francia di ritorna- Breviario ed il Rituale, di cui abbiamo


re alla romana liturgia, sarà ben glorio* parlato, sono il Messale col suo Proprio,
4

144 tuo TRO


il Graduale il Vesperalei ed il Cere-
y civescovo di Reitns ( T\) era stato depo-
moniale quando sarà da noi dato in lu-
t sto, in uno a Volfrado VuUVedo e al-
ce. Mentre si attende la pubblicazione del tri chierici da lui ordinali nel concilio di
Ceremoniale, il clero della diocesi procu- Soissons. ed eletto Im-i/iaro (t7 .); Vul-
rerà mettersi in rapporto per leeeremo- fredo poi fu ordinato arcivescovo di Uour-
nie con quanto troverà presentito nel ges, e riconosciuto da Papa Adriano li,

Messale, nel Rituale e nell'Orbo Roma- che ricevè la lettera sinodale diretta al
nus. Il presente editto sarà da noi pub- predecessore s. Nicolò I defunto. Il 3.°e.on-
blicato nella nostra cattedrale la dome- cilioalla presenza di Papa Giovanni VIII
nica 20 di questo mese, e la domenica 4 e di Lodovico II il Balbo , fu celebrato
luglio da' signori curati e da chi fa loro nell'agosto 878 con 3o vescovi, fra'q ita-
veci nelle rispettive parrocchie. Dato a li Oltulfo di Troyes. Il re di Francia si

Troyes, dal nostro episcopale palazzo, col trovava in questa città infermo, ed il Pa-
nostro sigillo e soscrizione non ohe del , pa era andato a trovarlo, dopo essersi
canonico segretario del Vescovato, a' 1
portato per mare in Provenza, per sot-
giugno 1847. +[+ G. 31. vescovo di Tro- trarsi dalle violenze di Lamberto I du-
yes'*, Ogni nuovo vescovo è tassato nei ca di Spoleto e di Adalberto I marche-
libri della camera apostolica in fiorini se di Toscana. In questo gran concilio vi
370. Dioecescos ambitus per lencas vi- furono trattati molti affari d'importan-
giliti circi ter in longum,pcr lotide ni in za. Nella [."sessione il Papa esortò i ve-
largitili se se ex tenditi totamrpie Albu- scovi a entrare a parte degli affronti e dei
lae provinciam s et piar e s civitates coni- danni sofferti dalla chiesa romana ,
per
plectitur. opera di Lamberto I , di Adalberto I e
Concilii di Troyes. loro complici, che ne aveano anco deva-
Il r y fu tenuto nell'8 4. 1 Il 2. ai5 ot- stato il territorio, ed a lui fatto oltraggi
tobre 86j relativamente
t
a Volfrado ed e patire il carcere, invitando a tutti sco-
Ebbone, celebrato col vescovo Fulcrico, municare quali nemici della s. Seda. I ve-
d'ordine di Papa s. Nicolò 1. I vescovi del scovi domandarono dilata, attendendo
a
regno di Luigi il Germanico vi furono l'arrivo de'loro confratelli. Nella 2. ses-
invitati, ma solo ve se ne recarono 20 dei sione Papa fece leggere le violenze che
il

regni di Carlo I il Calvo e di Lotario, che Lamberto avea audacemente esercita-


I

vi assisterono. Scrissero una lettera sino- te in Roma, e il concilio disse ch'era de-
dale a s. Nicolò I Papa, nella quale do- gno morte, e ebe dovea essere percos-
di
po aver parlato lungamente di Ebbone, so di anatema. L'arcivescovo d'Arles pre-
pregarono il Papa di non metter mano sentò al concilio una doglianza contro i

in ciò che suoi predecessori aveano re-


i vescovi e i sacerdoti, che passavano da
golato, e di non comportare, che in av- una chiesa all'altra, e contro mariti che i

venire nessun vescovo fosse deposto, sen- abbandonavano le loro mogli, per ispo-
za la partecipazione della s. Sede. Que- sanie delle altre viventi le prime. Il Pa-
sta era una conseguenza de'principii del- pa quindi vi pubblicò un decreto, col qua-
le decretali de'Papi. Ecco perchè si vede le proibì a'fedeli di sposare un'altra mo-
la notaseguentedirimpettoal luogo stes- glie, essendo ancor viva la prima; ed ai

so di questa lettera in un ms. della cat- vescovi e sacerdoti, di passare da una pic-
tedralediLaon scritto in que'tempu/Ziaec cola chiesa, ad una più considerevole. lue-
auidem Episcopi, conscientia morden- maro di Reims, a nome di tutti domati-
te inferifecerunt, quod sinceri propter
, dò del tempo per produrre l'autorità dei
a
scandalum penitus non rejecerunt. An- canoni. Nella 3. sessione i vescovi diede-
nal. Baronio au. 867* n.°5. Ebbone ar- ro il loro consenso alle proposizioni del
T II O TRU i4?
Papa. Incmaro di Laon, ch'era stato de- siapprovò l'elezione, che il popolo d'A*
posto e cavati gli occhi, presentò le sue miens avea fatto dell' abbate Golifredo
doglianze contro lo zio, e domandò d'es- per suo vescovo, e siccome 1' abbate re-
ser giudicato secondo i canoni. Incmaro sisteva d'accettare, fu obbligato di ren-
di Rei ms domandò un indugio per rispon- dersi a'desiderii del clero e popolo d'.V-
dere a questo lamento. Si lessero i
7 ca- miens. Vennero confermati privilegi del- i

noni stabiliti dal Papa, e riguardanti il la chiesa di s. Pietro di Troyes e dell'ab-


solo temporale delle chiese. Fu letta la bazia di Molesmes. Il 5.° neli 107 verso
condanna di deposizione contro il calun- l'Ascensione, presieduto da Papa Pasqua-
niato Formoso vescovo di Porto (poi as- le li, coll'interveuto di parecchi vescovi,
solto come innocente dal successore Mar- e di quello di Troyes Filippo de Ponts.
tino 11, indi divenne Papa), e Gregorio Si trattò della Crociata, che il Papa ec-
maestro della milizia romana, che fulmi- citò a seguire; e vennero scomunicali tut-
navali d'anatema, senza speranza d'asso- ti quelli i quali osassero violare la Tre-
/r
luzione. Fu letta la querela d'Oltulfo ve- gua di Dio {f .)> Fu ristabilita la li berla
scovo di Troyes contro quello di Langres dell'elezioni; e vi si confermò la condan-
per conto d'un villaggio ch'ei pretendeva na dell' Investiture ecclesiastiche (f^.)y
appartenere alla sua diocesi: libellumob- prelese dall'imperatore Enrico V, ad e-
reclamationis super Isaac de villa
tulit sempio del padre Enrico IV persecutore
Venderenensi, suamque dicebat cani ob • della Chiesa, intorno alle quali i tedeschi
tinereparocliiam. Si lessero i canoni che non sierano accordati colla s. Sede, nel-
vietavano a'vescovi di passar da una chie- la conferenza di Chalons, tenuta poco a-
sa minore a una maggiore, quelli di Sar- vanti. Molti vescovi di Germania per par-
dica, quelli di s. Leone 1 Papa intorno ai teggiarvi e per diverse cagioui, vi furo-
vescovi che cambiano sede, e canoni di i no sospesi dalle loro funzioni. 11 p. Man-
Àfrica che proibiscono le traslazioni dei siaggiunge 5 canoni a questo concilio,
vescovi. Nel tempo che si teneva il con- ma non è ben certo che ad esso appar-
cilio, Giovanni Vili vi coronò il re Lodo- tengano, riguardanti la disciplina eccle-

vico II il Balbo a'7 settembre, già coro- siastica e la simonia. Il 6.° concilio nel
nalo a liei ms da Incmaro nel preceden- 1 127.Il 7.°neli i^Sa'i 3 gennaio,se pu-
te anno. Vi si pubblicò una scomunica re non è il medesimo precedente, essen-
controUgo figlio di Lotario ed suoi com- i do vescovo Hato. Lo presiedette il b. car-
plici, e tra gli altri Bernardo, perchè con- dinal Matteo vescovo d'Albano e legalo
tinuavano le loro stragi. 11 Papa pregò nelle Gallie, assistito dagli arcivescovi di
il re Lotario di venirsi a difendere senza Reims e di Sem, dar 3 vescovi, da s. Ber-
indugio, e a liberare la chiesa romana nardo e da alcuni altri abbati. Si giudi-
da'suoi nemici e dalle correrie de'barba- cò opportuno di dare una regola in iscrit-
ri saraceni; ma non si vide in quest' in- to a' Templari, con proprio abito bian-
contro né la risposta del re, ne quella dei co, che anzi vuoisi fosse loro assegnato e
vescovi. Incmaro vescovo Laon fu ri-
di dato nel concilio. Quanto alla regola si
stabilito. II 4. ° concilio in aprile 104 te- 1 ordinò, che sarebbe distesa coli' autorità
nuto dal cardinal Riccardi legato a la- del Papa e del patriarca di Gerusalem-
tere di Pasquale II in Francia, numero- me. Gallia Christiana. Reg. t. 26 e 27.
so di vescovi compreso quello di Troyes Labbé t. io. Arduino t. 6.
Filippo de Ponts, ed Ivoue di Chartres. TRUCIiSESOTToNE.C^nfwrt/tvDe'
Uberto vescovo di Senlis accusato di si- baroni di Valtburg di Svevia ,
patrìzio
monia e di aver venduti gli ordini sagri, d'Augusta Germania, avendo appreso
in
si purgò colla prova del giuramento. Vi le buone lettere nelle università diTubiu-
VOL. LXXX.I. 10
i4f> TRU TRU
ga, di Dole, di Pavia, eli Padova e di Bo- linga nel i548, m cui rinnovò le costilo-
logna, ebbeinquest'ultima a maestro nel- -/ioni del cardinal Campeggi già legalo il

la scienza delle leggi Ugo Bnncompagno Li fere e pubblicate in Katisbona. Con au-
poi Gregorio XIII, e per condiscepoli A- torità di Giulio III fondò in Diliuga on'ac-

I essa mi io Farnese, Cristoforo Madrucci endemia, chiamandovi d'ogni parte va-


e Stanislao Osio poscia cardinali, e la coi lenti e insigni professori, trainali Pietro

amicizia fu sempre da lui coltivata. Al- Solo, e dipoi ne alìidò la direzione a'ge-
cuni narrano, che essendo giovinetto, in- suili. A questi fondò ampio collegio, nella
troduceva i fanciulli del paese in un do- cui fabbrica spese più di 5o,ooo scudi, per
mestico oratorio, ove coutralfacendo la alimentarvi 3oo giovani che affrontassero
8
persona del vescovo, conferiva loro lai. le dominanti eresie, colla direzione e go-
tonsura usando presso b poco le stesse
, verno de'gesuiti,a'quali inoltre edificò un
ceremonie di cui in quella funzione si va- collegio in Vienna ed altro in Augusta. Nel
le la Chiesa; e soggiungono, che le ma- santuario di Loreto eresse nobile cappel-
dri vedendo i propri figli tornare a casa la, e compartì alla basilica doni di raro
tosati e malconci ne'capelli, li sgridava- pregio e valore. L' imperatore Carlo V
no acremente. Dopo essere stato cano- nel 1 558 lo dichiarò protettore dell'im-
nico d'Augusta e decano della chiesa di pero, appresso la s. Sede. Indefesso per
Trento portatosi a Roma fu eletto ca-
,
convertire dall'eresia quelli che n'erano
meriere di Paolo III, che gli die commis- infetti, gli riuscì colle efficaci sue persua-
sione di trasferirsi perinternunzio al con- sive d'illuminare diversi insigni uomini,
gresso di Noriml>erga,per intimare i/pre- fra' qua li guadagnò al catolicismo Ulrico
lati di Germania la celebrazione del con- conte d'Helfeusleiu principe d'aito ran-
cilio generale , sostenendovi egli solo la go presso tedeschi, qu.de per vieppiù
i il

cattolica religione, in assenza de'nunzi a- confermaree stabilire nella cattolica cre-


postulici. Neh 543 fu da Paolo 111 fatto denza, ritenne lungamente presso di se,
vescovo d'Augusta, preposto d'Elvauges insieme al suo fratello. Sì trovò in Trento
e d'Erbipoli, se pure d' Et bipoli non fu alla conclusione del concilio nel 563, a- 1

vescovo e principe del s, romano impe- vendo prima fatto il viaggio di Spagna,
ro. Di più il Papa a' 9 dicembre 544 '° 1
1 cogli arciduchiErnesto e Ridolfo figli del-

creò cardinale prete di s. Balbina, e poi l'imperatore Massimiliano 11. E siccome


lo fudis.Sabina,la cui basilica ormai ro- s.lgnazioLojola,chesecondoil più comune
vinosa restaurò nel 1 56o con ecclesiastica parere principalmente fu l'inventore, il
magnificenza, e ornò di belle e vaghe pit- promotore e d fondatore degli odierniiSe:-
ture. Questo titolo fu da lui successiva- m!nari(F.),avea spedito nel 54' inGer- 1

mente cambiato neli5yo col vescovato roania il p.Claudio Jajo, acciò i vescovi po-
di Palestrina sotto s. Pio V, da coi fu am- tessero fiaccar l'audacia degli eretici, con
messo Ira' cardinali deputati sugli altari fondare case per l'educazione del clero;
della s. Inquisizione. Dopo aver destinato cosìil cardinale, presso il quale trovò gran

suo procuratore al concilio ecumenico di favore, nel concilio sollecitò il decreto sul-
Trento il p. Claudio Jajo gesuita e uno l'erezione de' seminari. Le segnalate virtù
de'pruni e) compagni di s. Ignazio, si con- di questo degno cardinale sono state ar-
dusse col duca di Baviera a far la guer- gomento delle lodi di parecchi scrittori,
ra a'protestanti,e riportata contro di essi e fra gli altri di Canisio, Giovio, Sande-
un' insigne vittoria, tolse dalie loro ma- 10, Petramellara , Orlandoli , Grelsero,
ni gran parte di sua diocesi, ed ebbe tutto Spoudano, che lo celebrarono intrepido
l'agio di celebrare in essa il sinodo per la difensore della chiesa cattolica, del coi zelo
riforma del clero, che fu tenuto in Di- ne rese autentica testimonianza il mou
TR U TRU i4 7
do tulio, come si espresse il cardinal O- TRUElNTO o TRONTO, Truendun,
sio in una lettera a Enrico III re di Fran- Trucntiiium Castrimi. Città vescovile e
cia. Amatore de'poveri, con inaudita fa- diroccata del Piceno, situata all'imbocca-
ciliià gli ammetteva alla sua udienza, sen- tura del fiume Trouto, donde prese il no-
tendo pena quando scorgeva alcuno, che me e le h\ comune, senza che resti trac-

da lui per soggezione e timore si cliscosta- cia. II fiume Tronto, secondo il comune
vn. Insigne per pietà e pel zelo nel pro- de'geografi, trae l'origine nel regno di Na-
pagare la religione, fu tenuto ornamento poli, nella provincia dell'Abruzzo Ulte-
e decoro del sagro collegio, specchio de' riore II, distretto d'Aquila, procede ver
prelati,e principe meritevole d'eterna me- so il nord, presto entra nel distretto di
moria. Ilitornando il p. Pietro Canisio ge- Civita Ducale, dove innaffia il cantone e
suita dall'Alsazia, il cardinale lo ricevè borgo d'Amatrice, penetra poi negli sta-
con grand'onore in Dilinga,e volle ad o- tipontificii, non fa che bagnare l'estre-
gni conto lavargli piedi, con estrema ri-
i mità orientale della delegazione di Spo-
pugnanza di quel ven. servo di Dio. A- leto, piega al nord-est, passa adArquala,
vendo il cardinal Alessandro Farnese de- traversa la delegazione d'Ascoli, di cui toc-
terminato di dar principio alla fabbrica ca il capoluogo, formando poi una pic-
della sontuosa Chiesa del Gesù di Ro- cola porzione del suo limite colla provin-
ma , il cardinal Truchses volle prender cia dell'Abruzzo Ulteriore I, sino alla sua
parie alla solenne funzione del geltitodel- foce nel mare Adriatico. Questo fiume,
lai.* pietra benedetta ne'fondameuli. In non navigabile per più d'una lega circa,
una sola cosa non corrispose l'evento al- ha un corso di quasi 20 leghe, nel quale
l'industrie e diligenze usate dai pio car- non s'ingrossa d'alcun influente alquan-
dinale, e fu nel nipote Gerbardo Truch- to notabile. 11 Tronto die il suo nome a
ses, da lui educate alla pietà e al timor un dipartimento del regno d'Italia, di cui
di Dio, quale essendo arcivescovo ed
il era capoluogoFermo,ne'primi anni del se
elettore di Colonia (^-)> a cagione d'A- colo corrente, e che si formò colle delega-
gnese Mansfeld canonichessa consagrata zioni pontifìcie di Fermo e Ascoli,il sud di
a Dio con solenni voti, innamoratosi di quella di Macerata, e l'est di quella di Ca-
essa perdutamente, prevaricò nelle tene- merino. Il Calindri, Saggio dello Sta
bre dell'eresia, onde con pontifìcia sen- to Po nli'fieio, dice che il Tronto comin-

tenza fu deposto e spoglialo di sua chiesa, cia al nord del monte Cenetra presso Tor
e cacciato di Colonia morì apostata mi- rita nel regno di Napoli, e s'inoltra nei
seramente in Strasburgo, con immenso papale per miglia 4^: ha due sor-
lo stato
dolore dello zio desolato. Dopo essere in- genti^ serve di confine collo stesso regno
tervenuto a 5 conclavi, non polendosi re- per un certo tratto, il quale confine fu da
care in quello di Marcello II, il cardinole ultimo rettificato colla permuta de' vari
passò al vSignore in Roma neh 573, e Lo- paesi che notai nel voi. LXV, p. 3 1 1 , co-
renzo Sirailei per gratitudine alla sua me- me Ancarano e altri. Giu-
tra'ceduti sono
moria, pose alla sua tomba nella chiesa seppe Colucci, Delle antichità Picene, t.
nazionale di Maria dell'Anima un ma-
s. 8: Dell' antica eittà di Truento, raccol
gnifico elogio che non più trovasi in essa. se le notizie che in breve compendierò. Nel
Dipoi per opera d'Enrico vescovo d Au- litorale pontificio, dopo Chiana e Cupra
gusta, come attesta il p. Pontanogesuita, marittima , anticamente esisteva anche
trasferito in Dilinga il cadavere, rimase l'illustre città di Truento, ricordata dagli
sepolto nella chiesa ch'egli medesimo a- antichi geografi colle testimonianze che ri-

vea magnificamente costruito presso la porta, dagl'itinerari, e dalle lapidi che re-
detta accademia. stano e da lui riprodotte. Ma corse ancor
i48 TI1U TRU
questa In disavventura di Inule allre che no presso la bocca del fiume Tronto, dov'è
limaselo invollc Ira le rovine delle stes- piantata la terra di Colonnella. Da qui ri-

se loro grandette, e il passeggiere non ne torce il monte verso mezzodì e va a ter-


vede più sasso, uè meno per poter dire: minare in un altro colle bislungo, difitan»
Truento fu qui. Essa ebbe comune col te circa uo miglio e mezzo da Colonnella,
lìmiie poi detto Tronto il nome, il (pia- che chiamasi Colle del la Ch'i tu ,poco lun-
le passa per Ascoli, solto cui si unisce col gi dal fiume Vibrala, ch'è l'antico Albu-
Castellano, e ingrossatosi forse più di tol- laies di Plinio. Colucci quindi crede, in
tigli altri fiumi del l'inno, si scarica nel- seguito delle accurate indagini fatte dal-
l'Adriatico, dopo un corso mi-
di varie l'idoneo Antonio de Angelis d' Ancora-
glia per fertilissime pianure. Questo è no, che precisamente sull'estremità del
l'unico fiume conosciuto nella provincia Colle della Civita sorgesse l' antica
pontificia, ignorandosi se esso die il no- Truento. Sito veramente affienissimo e
me alla città o se da questa lo prese. Il che potè invogliare popoli che appro- i

presente corso del fiume, dopo che si è darono in quella spiaggia, per edificarvi
riunito col Castellano, non è molto tor- una città; avente a oriente il bellissimo
tuoso, almeno da quel punto che il fiu- prospetto dell'Adriatico, a occidente una
me diviene come un termine fra lo stato gran vallata e pianare fertilissime eslese
pontifìcio e il reame napoletano, ch'è ap- sino a Civitella, a mezzodì bagnato dal-
punto tra Monte s. Polo e Conti oguerra YAlbulales,z a settentrione dal fiume ora
circa, ili.°essendo luogo d'Ascoli, l'altro distante circa due miglia, che scarica va-
dell'Abruzzo Ulteriore. Va dunque di- si sotto alla collina e poi entrava in ma-
rettamente a scaricarsi nel mare , e la- re. Ne' popoli circostanti si conserva la

sciando a mezzogiorno Controguerra e tradizione d'una città ivi distrutta da'go-


Colonnella, e a settentrione Monte San- ti, vi appariscono i ruderi, restando al col-
to Polo e Monte Prandone , fa foce nel le il nome di Colle della Civita, comu-
porto di Marlin Sicuro. Anticamente non ne «'luoghi ove già sorse alcuna città. E
era questo il corso del fiume. Sotto un perchè Truento fu prossima al fiume o-
colle, che s'alza sulla riva del mare, alle vnoimmo, Trite ut uni cu ni arnne t con vuo-
cui falde esisteva un insigne monastero le Colucci che la città sorgesse appunto a

de'monaci della badia di s. Stefano Riva ridosso delle foci del fiume. 11 dotto Ca-
Maris, ora delia mensa vescovile di Mon- talani, Origini e antichità Fermane, ri-

l'Ailo, vi sono al presente delle paludi e ferisce che 3 castelli navali o porti furo-
delle giungale, che tutte si chiamano Let- no nel Piceno, e lutti diversi dalle loro
to di Trento vecchio. Or questo appun- città, cioè il Fermano, PAdrianOjilTruen-
to era ij divario che passava dal corso an- tino, di cui scrisse Truento fu città as-
:

tico al moderno; cosicché non andando sai insigne, ed avea tal nobilissima città
allora direttamente, come al presente, tor- Picena mare, e al siili' imboccatura del
ceva sotto Colonnella, andava a lambire gran fiume Tronto il suo Castello, il qua-

le falde del monte della Civita, e ivi ap- le però da niunofu detto navale di Truen-
punto si scaricava nel mare. La collina, to, ma egli inclinò a crederlo. Sebbene Co-
che resta alle sinistre sponde del Tronto lucci altrove avesse aderito a tale opinio-
a chi dal mare si dirige vers' Ascoli, co- ne, la cambiò con dichiarare, che seTi udi-
mincia con un monte piramidale, sulle to ebbe il navale , non fu quello che si
cui vette si vedono rovine di luogo ab- denomina Castello nella lapide, e nella
battutoci luogo chiamatoPiocca diMur- lettera di Pompeo a Domizio, ma il Ca-
ro. Continua il monte per linea retta e va stello era la stessa Città, e il navale non
a terminare in un'altra piramidale colli- era dalla stessa diverso, e ne riporta le
TRU TRU i4cj

ragioni. [.Che non milita die il Castello Truento non fu dissimile nel governo po-
navale l'avessero Ferino e Adria. 2. Che litico da altre città del Piceno e dell'Ita-

il Castello di Fermo è distinto negl'iti- Diviso l'antico Piceno nelle 3 regioni


lia.

nerari, mentre il Castellani Trucntinuni, Adriana, Pretuzianae Pahnense, sembra


ovvero la Città, non si distingue, solamen- che Truento esistesse nella Pretuziana.
te segnandosi Castro Trucntiiio, Truca- Essa confina va con Castro Novo, città an-
lo Civita*. 3.° Che trovandosi nelle lapi- tica di cui riporta le notizie a p. 177, A-
di e negli scrittori, CastrimiTrucnlinwn, scoli, Cupra marittima, con ampio e fer-
sideve intendere la Città. 4»° Si mostra tile territorio. Pochissimi sono i monu-
perchè venisse detto Castrimi, spiegan- menti che restano di quest'antica città, ol-
do i vocaboli Oppidum, Urbs, Castrimi, trei ruderi ricordati, non avendosi che

Castellimi , e e ti e i Castra non furono alcune monete e corniole ivi trovate con
semplicemente castelli e piccoli luoghi, ma altre simili anticaglie descritte da Colucci,
luoghi rispettabili e dicousiderazione,ben insieme ad alcune lapidi da lui riprodotte.
fortificati e ben chiusi, per muraglie, per A probabilmente magni-
città si nobile, e

torri, per fosse o per naturale postura di fica e grande, non mancò I' onore della
silo. Non volendo Colucci impugnare che cattedra vescovile, dopo abbattuta l'ido-
Truento non avesse il suo navale o por- latria , e forse la fede vi fu predicata a
to, poiché le foci de'fiumi che neaveano tempo di s. Pietro, ignorandosi se avesse
dato il comodo a piti altre città, lo pote- i suoi martiri, Solamente si conosce, che
rono ancora dare a Truento, a vantaggio nel secolo Vgiàcadeutela città di Truen-
della propria e delle popolazioni con vici- to avea il suo vescovo, il quale era Vita-
ne , tanto più che il suo fiume è il più le , incaricato dal concilio romano e da
grosso fra quanti ne corrono dentro i cou- Papa s. Felice III in un'ambasciata o le-
fini dell'antico Piceno, e che il porto fu gazione onorevolissima e di somma rile-

una cosa stessa colla città. Sulla fede di vanza, col carattere di legato apostolico
Plinio Seniore, Colucci attribuisce l'ori- presso l'imperatore Zenone nel 4-83, per
gine di Truento a'Iibmni, luogo scelto per trattare la causa d'Acacio superbo vesco-
la forte posizione e facile a difendersi, e vo di Costantinopoli, il quale appoggia-
chea'tempi diT. Livioavea il pregio d'es- tosi al patrocinio imperiale, pretendeva

sere l'unica città d'Italia superstite de'li- con arroganza che la sua cattedra venis-
a
burni, de'quali riporta alcune notizie, e se riconosciuta per lai. dopo la Romana
li crede venuti dalmaree non dalle par- del Papa, ed anche di trasferire nel ve-
ti mediterranee, come cacciati dagli um- scovo di Costantinopoli la pienezza d'au-
bri occupassero l'isole dell'Adriatico, se- torità che Gesù Cristo avea soltanto con-
condo il Carli, Antichità Italiche. Fab- ferito a s. Pietro ed a'successori della se-
bricata da'liburui Truento, essa soggiac- de Romana da lui occupata. A tali per-
que alla sorte dell' altre città della pro- niciosissimi sforzi si oppose con petto di
vincia nella sua libertà , sia sotto i suoi bronzo Papa s. Simplicio, e il successore
fondatori, sia sotto umbri o sotto
gli , i s. Felice III nel concilio di tutti i vescovi
piceni, della servitù sotto romani dopo i d'Italia a taluopo adunato in Roma, nel
la resa de'piceni; e finalmente di muni- quale appunto si stabilirono le rimostran-
cipio e di colonia, sotto gli stessi romani, ze da farsi ad Acacio e se ne commise ,

dopo averla tenuta per alcun tempo iu l'efFettuazioue a'vescovi Vitale di Truen-
soggezione di prefettura. Allora avrà a- to e Misseno di Cuma, con due lettere pon •

vuto suo voto ue'romani comizi, la sua


il tificie, una per l'imperatore, l'altra per

repubblica colonica, suoi decurioni, ma- i Acacio, riprodotte dal Colucci, in uno ai
gistrali, sacerdoti; iu uua parola, pare che libelli mandali ad ambedue. I due lega-
i5o TRU T II U
ti con coraggio si portarono nella depra- difìcasserodopola sua distruzione,© per-
vala corte tli Costantinopoli, Ola subito chè fossero pagi del territorio Traenti-
furono cacciali in una prigione orrenda; no. Riferisce il Catalani, che Truento co-
iodi alla violenza del furioso ed eretico mechè >i crede esistita tra gli attuali con-
imperatore, autore dell'empio editto E- fini dell' arcidiocesi della chiesa di Fer-
notico (?'.), si unì la frode dell'ambizio- mo, a questa fu unita la diocesi e sede nel
so Acacio,il quale astutamente cominciò declinar del VI o neh ."periodo del VII
ad accarezzare due vescovi prigioni, e si
i secolo. Vedasi V Italia sacra, 1. 1 o,p. 1 78:
mostrò loroqual mansueto agnello. Tan- Truentiuus Episcopatus. Ne tratta pu-
to disse e fece quel perturbatore e scisma- re Carlo Ardui ni Nuova illustrazione
,

tico vescovo, che espugnò a suo favore la dell' antico Piceno, insieme al Flumen
COStaon de'legati,ed ottenne loro la liber- Albulates Suinum Ilelvinum. Dice
, ,

tà. Fatti così ribelli a Dio e al Papa, con- Truentum cum amne y città posta presso
versarono cou Acacio approvando le sue ilfiume Tronto al suo sbocco a diritta,
orgogliose mire, e non si opposero, come cominciando dal lato alla dogana di Mar-
doveano, nel sentire recitare ne'sagri dit- tin Sicuro sopra il letto del Tronto Vec-
tici il nome dell'eretico Pietro Mougo in- chio, ed estendendosi a ridosso d'una colli-
vasore della cattedra d'Alessandria, con- na a specchio del mare da mezzodì a set-
tro il vescovo Giovanni , che invece do- tentrione: quivi sopra oggi mirasi il castel-
veano cacciare dall'usurpata sede. Aven- lo di Colonnella. Aggiunge che Castrimi
do s. Felice 111 saputa l'infedeltà e la pre- Truentinum era una stazione militare,
varicazioue dall' apostolico ministero dei dall'altra riva del Tronto prospellante la

vescovi di Truento e di Cuma, adunato città, di cui lo crede come sobborgo. Che
in Roma un sinodo di 70 vescovi italia- probabilmenteentro vi passava la via Sa-
ni, furono giudicati i traditori legati tor- laria; mentre avea luogo tal sito fortifica-
nati dalla missione, i quali vollero scu- to nella pianui a sottostante a Monte Pian-
sarsi cou dirsi ingannati; ma convinti di done e Monte s. Polo, <\o\e ultimamen-
tradimento per le lettere che presentarono te si rinvennero alcune lapidi letterate,
d'Acacio, per comune giudizio furono sco- che vi svelarono l'antica esistenza d'offi-
municali e privati della dignità vescovi- cine porporarie. II riliramento del mare
le. Misseno fece penitenza del suo enor- di più miglia da questo luogo, come pu-
me errore, e fu ristabilito nel primiero re da Castro Novo e dal navale di Alria,
onore; ma Vitale imperversando nella sua pongono in molta luce, dice l'Arduini, le

ostinazione , morì nell' anatema , le cui sue asserzioni, convalidate per fermezza
mancanze si ponno leggere nelle lettere di dottriua dalle osservazioni geologiche
dal Papa scritte ad Acacio, con la senten del Prony, poi bene applicate alla rivi-
za di scomunica, ed al clero di Costanti- sta del litorale Adriatico dal bravo Pao-
nopoli, egualmenlepubblicate dal Coluc- li di Pesaro.
ci. Acacio fu l'autore deli. ° Scisma Ira la TRULLO o TRULLAiNO, Trullus,
chiesa di Grecia (F.) e la Latina. Non è Trullanus. Nome di due concilii di Co-
certose l'infelice Vitale fu l'ultimo vesco- stantinopoli tenuti in edilizi ch'erano de-
vodella chiesa Truenliua, e nel VI seco- nominati Trullo. L'annalistaliinaldi par-
lo i barbari distrussero la città. Fra'luo- lando del concilio del 680 , dice che fu
ghi surti dalle sue rovine, è Ci vitella del teuuto nel segretario del sagro palazzo
Tronto, distante 6 miglia, posta sopra un imperiale, cognominato Trullo. La vo-
monte di viva pietraie pare che anco Co- ce Trullus e Trulla , vale lo stesso che
lonnella, Corropoli,Nereto possano appar- in nostro volgare cupola (pocnula, he-
tenere all'antico Truento, o perchè si e- misphaerium, testudo,tliolus volta emi- }
1

TR U TRU iot
sferica che copre un edificio, spesse vol- voi. XV, p. 160,1 81 ei8a, XVIII, p. 3 1

le circolare, talvolta doppia, di cui i gre- ei32 (ove essendosi sturbata la stampi
ci ne fecero grandissimo uso all'epoca del- il 692 viene erroneamente detto 962)^1

l'impero: altri vollero spiegar la voce per altrove. Intali luoghi resi pure ragione,

Duomo). In questo senso, dice Anastasio perchè il concilio del 692 fu pure detto
Bibliotecario in s. Sergio I: Trullum vero Quini-Sesto,Quini- Sejctum,Quini- Se-
ej'us Ecclesiae, cioè de'ss. Cosma e Da- xtae, come chi dicesse rpiino sesto, e ciò
miano appresso il tempio della Pace di perchè il concilio del 692 non fu conci-
Roma,///.?/,? chariis plumbeis cooperili t. lio generale propriamente, ma naziona-
Tale luogo e chiesa tuttora si conserva, le de' greci, e come un supplemento del
e da quelli che si vedono può ben com- concilio generale quinto del 553, deno-
prendersi ciò che significa Trullus. Così minato Quinto Sinodo, e del concilio ge-
adunque il luogo del sinodo fu il segre- nerale sesto del 680, denominato Sexta
tario del palazzo, nominato con tal voca- Synodo. Il concilio del 692 inoltre vie-
bolo per la cupola che avea. Il Bernino, ne ordinariamente considerato come una
Hìstoria dell' eresìe , ragionando dello continuazione del precedente, tenuto pu-
stesso concilio, dice: Fu adunato nella re in Costantinopoli nel 680, e ambedue
gran sala dell'imperiai palazzo, detta il chiamati in Trullo perchè celebrati in
Segretario, che per aver la volta ad uso una da cupola, o volta ec-
sala coperta
di cupola, da' greci chiamavasi Trullo; con vocabolo alteralo; e siccome
celsa, i

onde questo 6." concilio generale fu det- due memorati concilii nulla aveano sta-
to in Trullo e Trullano. Abbiamo dal bilito sulla disciplina ecclesiastica, a' ca-
Novaes, nella Storia di s. Agatone Pa- noni che il concilio del 692 fece per es-
pa: » Che nel 680 fu celebrato in Costan- acinose
sa,DO la rinnovazione de'canoni del

tinopoli nel segretario della basilica di s. 553 e del 680. Quanto a'eanoni discipli-
Sofia, chiamalo Trullo, dalla forma ro- nari, furono costantemente dipoi osser-
tonda della volta, il concilio VI generale vati dalla chiesa greca; ma non tutti fu-
e di Costantinopoli III". Il medesimo nel- rono ricevuti da' Papi, dopo che s. Sergio
la Storia di s. Sergio I Papa riporta : I erasi ricusato approvare il concilio, uè

>» L'imperatore Giustiniano II non potè dalla chiesa latina, essendovene molti, i

ridurlo ad approvare il concilio Qui/rise- quali non erano conformi alla disciplina
sto, celebrato da 240 vescovi nella sala stabilita in occidente. Vedasi Noris, Dis-
del palazzo imperiale di Costantinopoli sertatio de Synodo V; Du Cange, Con-
chiamala Trullo nel 691 (meglio 692), stantin. Christiana, lib. 3, § 32 e seg.;
persupplirea'concilii generali V e Vl,che CristianoLupo, Dissert. deSynodoTrul-
non aveano formati canoni per regolare lanae caussa, tempore, loco, Episcopio;
la disciplina ecclesiastica, e perciò ne for- auctoritate,ne\ t. 3 delle sue Opere/Pan*

mai ouo in questo io 5, che s. Sergio I non ciroli, Tesori nascosti nell'alma città di
approvò". Dunque dalle riferite testano- Roma, p. 780, dove descrivendo la non
uianc« .sembra che due luoghi in Costan- più esistente chiesa de' Trinitari di s. Ste-
tinopoli si dicessero Trullo, benché il co- fano a piazza di Pietra, dice che si deno-
mune degli scrittori chiamino la volta minava del Trullo, che in greco signi-
della sala del palazzo imperiale col nome fica la volta d'una cupola, perchè for-
di Trullo, e che essendovi in essa stati se il Antonino a
vicino tempio eretto da
tenuti i due coucilii nel 680 692, e nel Marte era forma di cupola.
nella volta a
li dissero in Titillo e Trullano, e con ta- TRUPPA. V. Milizia, Soldato, Ma-
le vocabolo ambedue sono più universal- rima, Torbe, Tregua, Torneo, Tevere.
mente appellati. Ambedue li descrissi nei TRUXILLO (Truxillen). Città con
1

. 5 t n u TR U
residenza vescovile dell'America meridio- rò »n (Fraga nea della metropoli di Lima,
nale, della repubblica del Perii, capoluo- come lo è tuttora; e Paolo V confermò
«o<leldiparlhnentoedeldishetto del suo tali disposizioni nel 1 G 1 1 . Ih .°vescovo fu
nome, distatile da Lima o leghe, pres- i i fr. Alfonso di Guzman dell'ordine di s.

so il Grande Oceano, al sud-ovest della GirolamOjCui successeroGirolamo di Cal-


montagna granitica chiamata la Campa- camo professore di diritto canonico nel-
na di Truxillo. Giace in piano e in ame- l'università di Messico; fr. Francesco Ca-
na situazione, m mezzo a giardini e pas- brerà domenicano, morto nel G 1
(j; Car-
1

seggi deliziosi, ed in riva a un (lumieello, lo Marcello; tielt63o Ambrogio Bal- fr.

cinta da una mura bassa di mattoni, da lezo carmelitano, morto neh 635; Diego
1 5 bastioni fiancheggiata; le case,pnre di di Montoya; fr. Luigi Ronquillo trinita-
mattoni, hanno un'assai bella apparen- rio,morto neh 64^; Pietro Orteza, Gio-
za, ma lon poco alte a cagione de'terre- vanni Zapata,fr. Marco Salmeron del-
moti, assai nel paese frequenti : dice l'ul- l'ordine della Mercede, A ndreaGarci a dot-
tima proposizione concistoriale, quaeìri tore in diritto canonico, Diego de distil-
suo (Inorimi fere milliarium ambita de- lo trasferito da s. Fede di Bogola nella
certi circker mille habìtatores contine!. Nuova Granata. Nel 7 12 avendo il ve- 1

La cattedrale magnifica e vasta (nelle 3 scovo di Truxillo, con altri vescovi, sup-
ultime proposizioni concistoriali non si plicato Clemente XI ad ampliar loro le

dice a chi è intitolata), ha il battislerio facoltà per dispensare ne'gradi dal dirit-

eia cura d'anime, amministrata dal par- to canonico proibiti, con estenderle al 1

roco. Il capitolo si compone di 4 dignità, grado d'affiatiti; il Papa dopo aver con-
la i decano (secondo l'ul-
."delle quali è il sultalo la congregazione del s. oftìzio, fu

tima proposizione: le due precedenti di- costretto rispondere negativamente, esor-


cono P arcidiacono), di 3 canonici com- tando paternamente il vescovo di Tru-
prese le prebende del teologo e del peni- xillo ed i suoi colleghi , a riparare gli
tenziere , di 3 prebendati portionarios, scandali che davano alcuni fedeli, e l'esat-
ili 4 seiitì-porlionarios, e di altri preti e ta osservanza delle disposizioni relative
chierici addetti al servizio divino. Prossi- emanate nel 1690 da Alessandro VIII e
mo alla cattedrale è 1' episcopio, ottimo neh 701 da lui medesimo. Nelle Notizie
edificio. Vi sono nella città diverse altre di Roma sono registrati i seguenti vesco-
chiese, una delle quali parrocchiale col I, vi di Truxillo. Nel 1
740 Gregorio de Mol-
fonte, e due chiese parrocchiali esistono leda e Clerque.traslalo da Cai lagena d'A-
nel suburbio. Vi è un convento di reli- merica. Neh 747 fr. Giuseppe Gaetano
giosi e due monasteri di monache, alcu- Paravicino d'Arequipa minore osservan-
ni sodalizi, l'ospedale e il seminario con te, trasferito da Paraguay. Nel 1751 Ber-

alunni, oltre il collegio comunale, già dei nardo de Arbiza-y-Ugarte di Cusco nel
gesuiti. Assai attivo è il commercio, e si Perù, già vescovo di Cartagena d'Ame-
fa precipuamente nel porto di Guancha- rica. Nel 1758 Francesco Saverio de Lu-
co, distante due leghe al nord, ed è il mi- na Vittoria di Panama, traslato da Pa-
gliore della costa da Gallao sino a Tum- nama. Neh 778 CaldassareGiacomoMar-
bez.Fondata la città nel 535 da Pizar- t tinez Companon di Cabreda, diocesi di
io, domenicani della provincia di s Cro-
i Calahorra. Nel788 Giuseppe Andrea de
1

ce, che introdussero la fede nel Perù, la Achurradi Panama. Neh 794 BiagioSo-
stabilirono ancora in Truxillo. Indi ad briuory -Minavo d'Urena.diocesi di Palen-
istanza del re Filippo II, Papa Grego-
il da s. Giacomo di Chile. Nel
eia, trasferito

rio XIII neh 577 eresse nel Perù 3 sedi 1798 Giuseppe Carrion-y- Marfil di E-
vescovili, fra le quali Truxillo,e la dichia- stepona, diocesi di Malaga, già vescovo di
T R U TUA i53
Cnenca d'America. Gregorio XVI per su a mala. Truxillo nel 1 643 fu attaccata,
morte, nel concistoro de'24 luglio i835 presa e distrutta dagli olandesi, e non fu
gli surrogò Tommaso Dieguez }' Fio mi- che nel 1789 che incominciossi a ripa-
cia di Truxillo, dottore in teologia e gius rameli porto. Neli797 l'assaltarono due
canonico , arcidiacono delia cattedrale, vascelli inglesi, facendole molto male, ina
fornito di egregie qualità. Cessato di vi- non la poterono espugnare. Quivi Cor-
vere, lo stesso Papa nel concistoro de' 19 tes s'imbarcò al suo ritorno dal Messico.
gennaio 1846 dichiarò vescovo Giuseppe TUAM (Tuamen). Città con residen-
Igino M;idalengoitia delia diocesi di Tru- za vescovile d'Irlanda, nella provincia di
Xillo, die coi titolo di vescovo d'Antifel- Connacia o Couuaught contea, a 7 leghe
lo ìnpartibus, nella città e diocesi in aiu- da Galvvay, baronia di Downamore. Vi
to del predecessore faceva le sagre ordi- si osservano 4 v ' e principali, diritte, lar-

nazioni e celebrava i pontificali, e per le ghe e ben fabbricate; una bella piazza
sue doti idoneo e degno di succedergli. Per chiamata il Maglio, residenza de' ricchi;
sua morte, il regnante Pio IX nel conci- altra bella piazza con bell'edilizio pel mer-
marzo 853 nominò l'attuale
storo de' 7 1 cato, adorno di pilastri di pietra; rimar-
vescovo mg.' Agostino Guglielmo Clia- chevole è il palazzo arcivescovile d'anti-
run di Lima, dottore in s. teologia e par- ca e bella architettura , la cattedrale di
roco per molti anni, predicatore e confes- buono stile, il seminario diocesano con
sore di monache, rettore del collegio di fabbricati vasti e comodi. Vi sono botte-
S.Carlo, canonico cantore 3.* dignità del- ghe in gran numero e bene assortite; la

la metropoli di Lima, benemerito della fabbricazione delle tele di cui Tua in for-
religione, prudente, probo e degno del- ma l'emporio, è ne'dintorni considerabi-
l'episcopato. Ogni nuovo vescovo è tas- lissima, ed oggetto d' un gran commer-
sato ne'libri della camera apostolica in fio- cio. Vitengono 4 fiere all'anno, e pri-
si

rini 33. L'estensione della diocesi è di 5o 1 ma dell' unione mandava 1 membri al


leitcas, e contiene più di 90 parrocchie. parlamento d' Irlanda. Tuam o Toam,
TKUXILLO, Turris Julia. Città ve- Tuamum o Tuvomontium, fu quasi ri-

scovile di Guatimala, nello stato d'Hon- dotta in cenere nel i244» e(^ abbruciata
duras, capoluogo del dipartimento del dagl'inglesi nel 1691 colla chiesa catte-
suo luogo, nell'America meridionale^! 6 J drale. Al presente è una città di qualche
leghe da Comayagua. Siede sopra un'e- considerazione, la cui cattedrale fu cou-
minenza presso la baia di Truxillo, for- sagrala neh 836, la quale ha il capitolo
mata dal mare delle Antille, tra' fiumi- senza rendite. Sono i pii stabilimenti, ol-
celli distai e Cavallos. Il porto trovasi tre il seminario, 5 case de' fratelli delle

difeso da tre forti regolari. La bellezza scuole cristiane, altre scuole dirette dai
del clima, la salubrità dell' aria e delle frati del 3.° ordine di s. Francesco, due
acque, comodità del suo porto la re-
la monasteri di monache; e nell'arcidiocesi
sero in poco tempo assai importante. Fon- sono molte scuole pe'cattolici, molte cap-
dala nel 524 da F. di Las Casas, Paolo
1 pelle, 5i parrocchie, con altrettanti par-
III nel i539 I' eresse W *
sea e vescovile, e rochi e vicari, cioè 1 20 preti circa, gli a-
dichiarò sullraganea della metropolituua gostinianiji domenicani, e quasi 420,000
di s. Domingo, indi la sede fu trasferi- cattolici. La parrocchia di Rilmecne fu
ta e riunita a quella di Comayagua ( //.), data all'arcivescovo per mensa, ed al me-
chiamata anche Valladolid, eretta nel desimo spetta una parte delle tasse che
i.53i da Clemente VII in sede vescovile, sogliono pagarsi al clero per le dispense
e confermata neli539 da Paolo lll,suf- da' proclami matrimoniali. Il clero vive
fraganea di s, Domingo, e poi di Guati- de'proveuli parrocchiali, e delle pie obla-
i
54 T U A TUA
zioni de' fedeli. La sede vescovile, come breve Redemptoris , et Domini Nostri ',

«dire iV Irlanda (F'.) } fu istituita dall'a- de'20 aprile iy33, Bull. Pont. s. e. de
postolo della medesima s. Patrizio nel proj). fide, Appendix, t. 2, p. 57: Inter
43 5, avendovi predicato la fede anche s. Archiepi scopimi Tuamensem, et clerum
Palladio apostolo di Scozia (V.), ambe- populunKjucC.ilviciìscniexcitatasjani'
duo inviati in tali regni da Papa s. Cele- piidcin controversia* curai componen*
stino I, ed il 1 ,°vescovo di Tuam fu s. Jar- diis. Le notizie di Roma registrano » se-

lath, verso l'anno 600, secondo Com man •


guenti arcivescovi di Tuam, i quali non
ville, Histoìrv de tous Ics Jrcluvesclicz preconizzandosi in concistoro, ma appro-
et Eveschcz. Dipoi il Papa Eugenio III vandosi dal Papa a mezzo della congre-
nel concilio nazionale di Kells del 1 1V2, gazione di propaganda fide, altre notizie
presieduto dal pontifìcio legalo, confer- non mi è dato riferire. Nel 1787 Boezio
mò 4 i metropolitani nel Ii5l stabiliti nel Egan dell'arcidiocesi di Tuam, traslato
concilio di Milforl u Mellifunte, fra 'qua- dalla sede d'Achonry. A'20 HMVBOl7gg
li l'arcivescovo di Tuam per la Conimela, Odoardo Dillon già vescovo di Kilmac
e diede ad ognuno di essi il pallio, essen- duagh e di Kilfenore o Finibor. A'4 ot-
do stato il 1 ."arcivescovo di Tuam Eda- tobre 8 3 o 8 14 Oliviero O' Kelly.
1 1 1

re. Indi Alessandro I V nel 1 255 Io dichia- L'8 agostoi834 l'attuale eccellente ar-
r
rò primate della sua provincia di Conua- civescovo mfi[. Giovanni Mac-Hale, Iras-
eia: ora però l'arcivescovo d'Armagli è il ferito da Killala, del cui possesso parlai
primate di tutta l'ii -laudn,e per privilegio nel voi. VI, p. i34- Si legge nel n.° 34
l'arcivescovo di Dublino è primate di sua del Costituzionale Romano del 849,ehe 1

provincia. Di vennero sulfraganeediTuam a' 23 gennaio e ne' giorni seguenti in


le sedi vescovili di Enaghdoc e di Moy Tuam, metropoli ecclesiastica della pro-
o Mayo (F.) 9 poi unite a Tuam; Clon- vincia di Connacia in Irlanda, fu celebra-
fert, a cui fu unita in seguilo Kilniac- to con grande solennità econ tutte le for-
duagh ( V.)j Kilfenore a\\a quale ora tro- %
ine prescritte da' sagri canoui un Sino-
vasi unita Kilmacduagh (P:); Killala, do provinciale. Intervennero al sinodo
Achonry Galway (fr.)j Elphin Ro-
t , l'arcivescovo della provincia mg.' Mac-
iCOmmon(y.) Adcarna e Drumelium,le t
Hale, tutti i suoi suffragatici e molli di-
quali ultime 3 sedi, secondo Comma 11 vil- gnitari, che per diritto o per consuetu-
le, furono unile a Elphin, e pare che Ho- dine prendono parte in tali radunanze,
.scorninoli fu soltanto residenza del vesco- (ìli alti del sinodo non si fecero di pub-
vo d'Elphin. In sostanza, al presente so- , blica ragione, dovendosi sottomettere al -

no tuffi agauei dell'arcivescovo di Tuam l'esame della s. Sede. Peraltro i vescovi


i vescovi di Clonfcrt, Killala, Kilinac- prima di separarsi pubblicarono una lun-
duagh e Kilfenore, Elphin, Acìionry, e ga lettera pastorale, nella quale esorta-
Galway. Galway fu eretta in cattedrale vano i fedeli d'essere costanti e fermi nel-
da Gregorio XVI, e falla soggetta al gius la fede, e di abbondare in opere di mi-
metropolitico dell'arcivescovo di Tuam, sericordia, tanto più che viviamo in tem-
colla bolla Sedium Episcopalium, de' pi ne'quali la religione è travagliata da
26 aprile i83i, Bull. Roni. coni., t. aspre tempeste, e i poveri di Gesù Cristo
19, p. 10. Nella provincia di Tuam fu sono esposti alle miserie della carestia e
tenuto i\u sinodo approvato da Urbano della pestilenza. Passando poi alle cose
Vili nel i634 a'6 maggio. Altro silludo di Roma, i vescovi esposero alle loro greg-
provinciale diTuam vi in tenuto nel 1 817, gie le afflizioni eh' erano toccate al suc-
approvato dalla s. congregazione di prò- cessore di s. Pietro, Pio IX (Tr .), esor-
paganday/r/c nel 1825. Clemente XII col tando i fedeli ad essere più che mai di-
TU A TUB i55
voti e ubbidienti al supremo loro pasto- Y Osservatore Romano del 1 85 1 , p. 200,
re, a pregare fervorosamente per lui, e oltre il riportarsi tal brano di lettera, si

contribuire secondo i loro mezzi ad a- soggiunge. *» I segretari del concilio di


iutarlo uel suo esilio di Gaeta, al quale Thurles smentirono ufficialmente I' as-
oggetto fissarono la i. "domenica di qua- semblea di John Russel, relativa all'ado-
resima per ricevere le collette de'fedeli. zione della lettera sinodale fatta da'Pa-
1 vescovi della provincia ecclesiastica di di'i del concilio di Thurles. Il i.°ministro
Tuam pubblicarono anche un altro do- dichiarava al parlamento, che la lettera

cumento sulla necessità di stabilire una sinodale era stata votata alla maggioran-
uni versiti» cattolica in Irlanda, per l'istru- za d'un voto. I segretari del concilio di-
zione religioso-scientifica, il che meravi- conoche fu adottata all' unanimità devo'
gliosamente si effettuò in conseguenza del ti. Questa circostanza è importante, per-

celebre e memorabile concilio nazionale chè lord Russel rimprovererà agli auto-
tenuto nel f85o in Thurles (f.J, il i.° ri della lettera sinodale d'aver eccitato il

convocalo dal Papa nelP eroica Irlanda contadino contro suo signore: questo il

dopo il secolo XI li, sebbene altri conci- rimprovero non cade solamente sopra
1
Jii provinciali furono tenuti nell'illustre mg. Gullen primate d'Irlanda, come in-
regno, e dopo gl'indirizzi a' cattolici ir- sinua il ministro, rna su tutto l'episcopa-
landesi degli arcivescovi d'Irlanda, insie- to irlandese". Del resto il venerando pre-
me all'odierno di Tuatn, e di alcuni ve lato Mac-fJa!e fu uno degli arcivescovi
scovi della medesima. Principalmente si che si recarono in Roma nel 1 854 P ei as
* "

trattò nel sinodo di Thurles della enco- sisterealla definizione dogmatica dell'Im-
mia tissima istituzione, contro il fatale in macolata Concezione della B. Vergine,ed
segnamento misto, voluto dal governo e alla solenne consagrazione della patriar-
riprovato dalla s. Sede, vietando acatto- cale basilica di s. Paolo, eseguita dal Pa-
lici di frequentare le scuole delia Regina pa Pio IX, al modo che narrai nel voi.
di mista istruzione. Arroge che io ripro- LXXI1I, p. 42 e 368.
duca la lettera energica dal zelo dell'ar- TUBERT. V. Sa.nt-Tubert.
civescovo di Tuam indirizzata a lord Rus- TUBUNA, Thubuna. Sede vescovile
sei, reclamando per l'onore dell' Irlanda dell' Africa occidentale, nella provincia
di partecipare alla sorte dell'Inghilterra, di Nuoiidia, sotto la metropoli di Cirta
e di cui feci già parola uel citato impor- Giulia, poco distante da Tagaste e Ippo-
tante articolo. » Il modo con cui l'Irlan- na : quivi incontraronsi più volte s. Ali-
da ha rifiutato le facoltà incredule del go- pio vescovo di Tagaste col suo maestro
verno, lo spettacolo consolante e maesto- s. Agostino vescovo d' Ippona, allorché
so della sua antica gerarchia uel concilio disputavano col conte Bonifazio, intorno
di Thurles, la sua risoluzione ferma ed al nuovo genere di vita che dovea que-
inalterabile di fondare un'università cat- sti abbracciare. Si conoscono 3 de' suoi
tolica malgrado I' estrema sua povertà, vescovi, cioè Numesiano, che trovossi al
sono questi delitti che hauuo provocalo
i concilio Cartaginese riunito nel 255 da
la vo>tra collera, meglio ancora che lo s. Cipriano, per determinare se doveansi
stabilimento della gerarchia ecclesiastica ribattezzar quelli ch'erano stati battez-
inglese, a giudicarne dal luogo che que- zali dagli eretici; Cussonio, che trovossi
ste questionioccupano nel vostro discor- alla conferenza di Cartagine tenuta nel
so. L'Irlanda può bene esclamare me, : 4-iij Reparato, fra' vescovi cattolici esi-
w, adsum qui feci; e quindi essa richia- liati da Ùnuerico re de' vandali nel 4^4-
ma la sua parte di pericolo e di gloria Morcelli, Afr. chr. 1. 1.

nella persecuzione che ci minaccia". Nel- TUBURBIA oTUBURBlTA MAO-


i56 TUB T UD
GIORE, Tulurbita major. Sede vesco- nelle medesime sono designali coli. "vo-
vili- il' Africa nella provincia Proeouso- cabolo, onde evitare equivoci, e perchè
lare, sotto la metropoli eli Cartagine. Era non apparisca che la sede fosse cessata
di questa città quel Servtts Tuburbi ta- come sembrava; solo fu vacante e prov-
llite civitatis ma/oris generosus et nobi- veduta di pastore neh8o5 col nome di
li* vir, il ili cui Martirio è descritto da vescovo di Cordova. Nel 74 i » Ferdinan-
Vittore Vitense. In questa città sparsero do de la Sota-y-Arambù, vescovo Tu-
di
il sangue per la fede di Gesù Cristo al- cuman nell'Indie occidentali ossia Ame-
tri martiri, anche prima del nominato, rica di Spagna, così sono qualificali i se-
come le ss. Perpetua, Felicita, Massima, guenti. Nel 1745 Pietro d'Argaudona di
Donatilla e Seconda. Si conoscono ve- i s. Giacomo di Chile. Nel 76?. Emanuele 1

scovi Sedato, che fu al concilio di Car- Abad Illanadi Valladolid. Nel 177 1G10.
tagine del 255; Fausto, che trovossi a Emanuele Moscoso-y-Peraltadi Voquo-
quello d'Ariel nel 3 4 Cipriano assi-
1 5 ga diocesi d' Arequipa, traslato da Tri-
siettealla conferenza diCartagine nel4« i; corno in partibus. Nel 1778 fr. Giusep-
Dcuenato fu esiliato come cattolico da Un- pe da s. Alberto carmelitano scalzo di
nerico re de'vandali nel 4°'4j ei essersi
P
'
Frasno diocesi di Tarragona. Nel 1788
opposto all'erronee proposizioni de' do- Angelo Mariano Moscoso d' Arequipa.
natisti. Morcelli, Afr. c/tr. 1. i. Quindi Tucuman denominatasi Cordo-
TUBUttBlAoTUnUttBlTA MINO- va a quest'articolo riportai vescovi suc-
, i

RE, Tubiirbita minor. Sede vescovile cessori. Però dal 84 la diocesi è vacan-
1 1

d'Africa nella provincia Proconsolare,sot- te. Dice 1' ultima proposizione concisto-
to la metropoli di Cartagine. Ebbe a ve- riale deli 836: NovaCorduba Tucuma-
scovo Vittore, i! quale non potendo tro- niac ejusdem provinciae civitas in fer-
varsi in persona alla conferenza di Car- tili loco , 10,000 eirciter continet ha-
tagine del 4' '» ne fece sottoscrivere gli bitatores, in America Meridionali.
atti da Vittore li d'Utica. Morcelli, Afr. TCJDELA (Tudelen). Città con resi-
dir. t. r. denza vescovile della Spagna nella Na var-
TUBURNICA. Seile vescovile dell'A- rà, a 16 leghe da Saragozza e 6 da Co-
frica nella provincia Proconsolare, sotto re!la, sulla sponda destra deli'Ebro, che
la metropoli di Cartagine. Si conoscono vi si varca sopra un bel ponte di pietra
3 vescovi: Preposto vivea al tempo di s. di 17 archi, attribuito a d. Sancio ilCo-
Cipriano; Enea nel 4* i sottoscrisse gli raggioso, ma ch'è ben anteriore al regno
atti della conferenza di Cartagine; Cve? di quel principe, ed al confluente del
scente o Crescenzio sottoscrisse la let- Queyles con questo fiume; all'estremità
tera che il concilio proconsolare mandò d'una ubertosa vallea. Dell'antiche sue
nel 646 a Paolo patriarca di Costanti- mura, oltre alle porte, più. non si vede
nopoli contro i monoteliti. Morcelli, Afr. niente, né dell'antico suo castello, fuor-
dir. t.i. ché la vecchia torre di s. Barbara che si-

TUCCA. V. Thucca. gnoreggia la città al nord, essendo pure


TUCUMAN. V. Cordova d'America. Tudela all' est ed all'ovest dominata da
Non si deve confondere con Jucatan e alture.Le strade sono anguste e tortuose,
Menda, due altri vescovati d' America tetre é male insinuiate, tranne nel quar-
nel Yucatan. Anzi siccome prima le No- tiere più moderno di las Herrerias ;
tizie di Roma riportavano i vescovi sot- quartiere che contiene la piazza destinata
to il vocabolo di Tucwnan, e solo nel alla corsa de' lori, regolarmente fabbri-
corrente secolo con quello di Cordova, cata ne'suoi 4 lati. Vi sono 6 fontane pub-
conviene che qui registri i vescovi che bliche,belli passeggi ombreggiati Iuugh.es-
1

TUD TUD i5 7
so il fiume, la cattedrale di stile gotico, nuta poi infelice e deforme, al dire del-
diverse altre chiese , case religiose , due dopo che per comando del car-
l'Ortiz,
grandi ospedali, un ospizio d'orfanelli, la dinalXimenes arcivescovo di Toledo e
scuola di medicina, la società economi- governatore delle Spagne, nel 5i2 ne fu- 1

ca delbene pubblico, la scuola latina. Pos- rono smantellali i muri, gettata a terra
siede fàbbriche di sapone molle, di grossi la rocca, e obbligata a prestare giuramen-
oggetti di lana, di tegole e di mattoni, e to di sommissione a Ferdinando V re di
di grandi vasi di lena chiamati canta- Spagna, che avea spogliato della Navar-
rosj trovandovisi pure parecchi torchi da ra Caterina e Giovanni d'Albret. Laon-
olio e un bel molino da grano sull'Ebri). de, soggiunge l'Ortiz, di Tudela giusta-
11 vino del territorio, ch'è il migliore della mente potè dirsi: Quanta qualisquefila-
provincia, e l'olio vi formano il precipuo mina clocct. Egli ne parla nella
ri t ìpsa
commercio; traendo la città pure van- Deserizione del viaggio di Adriano FI
taggio glande dal traffico che si fa tra dalla Spagna fino a Roma. Imperoc-
Pamplona e Saragozza. Frequentatissime ché, mentre il cardinal Florenzi gover-
sono le due annue fiere, una dal .° al 1 i nava le Spagne per l'imperatoreCarlo V,
marzo, e l'altra dal 11 luglio alio ago- in Roma fu elelto Papa a'g gennaio i 5?.2,
sto. Patria de* poeti arabi Abu Isaac 1- e ritenendo il proprio nome si chiamò A-
brahim, ed Abdulabas A limitili; di Be- d ria no VI. Partito da Vittoria, ove di-
niamino Ben Jouah tli Tndela celebre , morava, con l'Ortiz, per recarsi a Roma,
rabbino e viaggiatore del secolo XIII, il nel declinar di marzo, da Calahorra giun-
cui itinerario, scritto in ebraico, fu im- se a Tudela, ricevuto con allegrezze e so-
presso per la i /volta nel 543; dell'astro- 1 lennità come altrove, e andò a fermarsi
nomo F. V. di Tornamira signore di Mo- nella casa del decano della collegiata, il
ra; di G. Arbolancha poeta; di P. Agra- quale si segnalò sopra tutti gli altri signo-

mont-y-Zaldivar storico; del capitano D. ri in magnifici trattamenti. Pertanto nar-


J. Berrozpeche, ec. I dintorni sommini- ra l'Ortiz, che i prima
suoi abitanti, che
strano migliori frutti e legumi deìla pro-
i aveano conosciuto Tudela bagnata dal-
vincia, ma la principale ricchezza ne so- l'ibero o Ebro, bella, illustre e celeber-
no l'olivOjdi cui ha piantagioni immense, rima, fremevano nel vederla divenuta de-
e la vile. Antichissima è l'origine di Tu- forme e non far quella comparsa al Pa-
dela, dal poeta Marziale designata sotto pa ch'essi avrebbero vagheggiato. Con-
il nome di Tutela, e sembra che esistes- fessa nondimeno che non uvea perduta
se lungo tempo prima de' romani. Al- la sua naturale bellezza, mentre da una

cuni autori la considerano come una co- parie la facevano brillare i torrenti del-
lonia fondala daTubai i.°re di Spagna. l'ibero, e dall'altra le amene campagne
Vi si sono trovate monete ed altre an- abbellite di vigne e di alborate molto
ben
tichità romane. Il re d'Aragona e di Na- Tudela «i condusse da Pam-
coltivate. In
varrà Alfonso I, l'ottenne da' mori nel plona con molti magnati per baciare i
,

l i5 per un trattato. Giacomo I re d'A-


1 piedi ad Adriano VI., il conte di Mirali*
ragona quivi ebbe un colloquio con Mar- cIh viceré di Navarra, con intenzione pe-
gherita regina di Navarra, per conclude- rò di restituirsi alla sua residenza nel gior-
re con essa un trattato offensivo e difen- no medesimo. Due giorni si riposò in Tu-
sivo. Verso il 1 36 1 la regina Bianca di dela il Papa, e indi senza interrompere

Castiglia, avvelenala da suo marito Pie- il viaggio giunse alla terra di Mai Ieri, nel

tro il Crudele, fu deposta nella cattedra- dì segueute in quella di Pedrosa, donde


le di Tudela. Questa città un tempo fu xvxo^xn Saragozza, ove fece solennissimo
la più bella di tutta la Navarra, dive- ingresso.Tudela seguendo destini della i
i >8 TUD T U O
Navarra di Spagna, vide a due leghe da pa Pio IX a'<)85 1, pel con-
settembre 1

essailmarescialloBesseriesducadiMonte- cordato concluso con Isabella regina di


bellocon 20,000 francesi riportare com- Spagna (/ .), uni Tudela alla sede ve-
piuta vittoria sugli spagnuoli,che in nu- scovile di Pamplona (/ ".), aeque prìw-
mero di 5o,ooo erano comandati dal ge- apaliter t
facendole ambedue sull'raganee
nerale Castagno*, a's3 novembre iSott, della metropoli di Compostella. Il capi-
e nel dì seguente entrare nella città. Già tolo di Tudela lo formò di 16 capitolari
il Papa Pio V l eolia bolla Ad universum, e di 12 beneficiati, con (pianto altro ri-

dea? marzo 1783, Bull. Roni. coni. t.


7, portai nel citalo articolo.

p. 1 o5,ad istanza del re diSpagnaCarlo III, TUDESCO oTUDl SCO Nicolò, Car-
avea eretto in cattedrale l'insignecollegia- di/tuie. Vedi il voi. IV, p. 164 ei65.
la di s. Tudela, formalo il vesco-
Maria di TUFICO, Tufìcum.C\U{\ vescovile an-
vato e dichiaratolo su (fraga neo della me- tica del Piceno non più esistente, di cui
tropolilana ili Burgos. Si dice nella bolla scrisse il Col ucci, Antichità Picene t. 2,
essere Tudela insigne e aulica, posta in p. 207: Dell'aulica cilici di Tufico. Un
aria salubre, in ferace suolo, opulenta e tempo appartenne agli umbri, sebbene le
abitata da 12,000 anime. Che più volle sue rovinee il sito ove sorgeva ora si com-
vi risiederono Navarra e vi ten- i re di prendono nella Marca d'Ancona. Plinio
nero le assemblee generali. Avere sotto di seniore tra' popoli antichi dell'Umbria,
se altri 7 luoghi con 26,000 abitanti. , fra'trebiesi e i li ber nati colloca i tufica-
Possedere 8 conventi di religiosi, 4 mo "
ni; e Tolomeo fa menzione della citlà di
nastèi i di monache, 3 parrocchie, la co- Tiificum, fra quelle degli olumbri,il che
spicua collegiata di s. Maria, ampia, ma- viene confermato dalle lapidi prodotte e
gnifica ed elegante, a 3 navi olire la ero- illustrate da Colucci. Fra le città di fila-
r
cera ed il coro con 00 ! stalli, fondata da' telica e di Fabriano (^ .), io una pianu-
re di Navarra con capitolo composto delle ra del territorio d' Albacina, castello di
dignità del decano, tesoriere , cantore e F.abriano (nel quale articolo ne parlai),
scolastico, di 7 canonici comprese le pre-
1 lungo le sponde del fiume Giano, ed un
bende del teologo e penitenziere, di 3 sot- miglio dal castello, 2 dalle rovine d'At-
to-cantori e di 4° cappellani. Il decano tidio e 4 da Fabriano, appariscono chia-
1.* dignità godeva le insegne della mitra rissimi indizi d'un'autica città ivi distrut-

e del bacolo, con giurisdizione quasi e- ta, che Colucci crede di Tufico, fissando-
piscopale e nullius ) i:h.e il Papa tolse nel- ne il sito ove si scavarono le lapidi col suo
l'istituzione del vescovo, sottraendo il ter- nome scolpito; altre essendo quelle di Ca-
ritorio col quale compose la diocesi, dal ni mena fiammica della dea Ferocia di

vescovo di Tarazona. Avea inoltre di- Settempeda benemerita di Tufico, e di L.


versi stabilimenti, l'ospedale, l'ospizio pe' Mu^azio protettore del municipio Tufi-
trovatelli e Olfatti, e*| il magnifico ospi- canoe d' A Itidio e Copra Montana. Si con-
zio pe' pellegrini. Pio VI nel concistoro ferma Colucci nella sua opinione, quanto
de' 2 5 giugno 1784 dichiarò i.° vescovo all'ubicazione di Tufico, per avere il p.
di Tudela Francesco Raimondo de La- MauroSa v\.\,De Episcopis Eugubin. cap.
rumbe, di Lumbier diocesi di Pamplo- G, § 4) chiamato gì' indizi del territorio
na; e nel 1797 nominò Simone de Casa- d' Albacina, raderà non coutemnenda.
biella di Jaea. Pio VII nel concistoro de* Altri crederono che Tufico fosse dov'è ora
20 marzo 819 preconizzò vescovo
1 Rai- la Fratta, tra Tiferno, Gubbio e Peru-
mondo M/ de Axpeytia Saint, di Tore- gia, sulle sponde del Tevere, come il Oli-
cilla diocesi di Cala borra. Dal i844' acuo " verio ; altri lo collocò nelle vicinanze di
cesi essendo priva del suo pastore, il Pa- Iloccacontrada : il Colucci ne confuta le
5

TUF .
TUF 1
9
Le lapidi concorrono n prò
obbiezioni. antichi tuficani i sacerdoti e altri mini-
vare chefn un municipio degli antichi ro- stri, destinati al culto denominati numi,
mani, e fors'anche colonia. Sottomessi i ed alcuni credono che vi fosse pure la Fia-
piceni dall'armi romane nel fòS di Ro- mmica sacerdotessa, e che di C. Cesio si

ma, nel consolato di D. Giunio e di M. ha indizio del suo pontificato perpetuo


Fabio,sembrache tuficani restassero per
i municipale di Tufico, mentre L. Musa-
qualche tempo in istato di prefettura, e zio fu ancora pontefice e augure. Quanto
quindi romanidonarono loro il privile-
i ai cristianesimo introdotto in Tufico, la-
gio di colonia o di municipio, probabil- sciando le questioni del tempo in cui fu

mente colla corrisposta d'annuo canone promulgato nel Piceno e nelle contigue
o tributo. Come tutte le altre colonie e città dell'Umbria, certo è che dopo la con-
municipii deve essersi regolalo il gover- versione di Costantino I, ne venne la pa-
no politico di Tu fico, essendo la sua re- ce allaChiesa e il notabile incremento del-
pubblica divisa in decurioni e plebe, ed le sedi vescovili, per le città non solo, ma
i suoi magistrati di primo ordine furono eziandio per gli altri luoghi e in sì gran
i duumviri. Protettore e quatuorviro j'u- numero di vescovi, che fu d'uopo faine
rìdicundo fu il detto patrono Musazio , limitazione in un conedio. Le città con-
come rilevasi dalla lapide; da altra tro- vicine a Tufico e della sua medesima con-
vata parimenti tra le rovine di Tufico, dizione, non si dubita che avessero il pro-
ricavandosi che lo fu pure L. Tifanio Mar- prio vescovo, come Matetica , Tadino,
cello: da una 3/ lapide apparisce il ma- Cìngoli, e Settempeda ora s. Severino.
gistrato de'duumviri principale di Tufi- Non è dunque strano il congetturare che
co. Sebbene Colueci non crede che Tu- 1' avesse altresì la città di Tufico, come
una delle primarie città dell'Um-
fico fosse lo crede il dotto e citato p. Sarti, dicen-
bria nondimeno conviene che non le
, do. Ncque vero dubium est, quin plures
mancarono diritti ch'ebbero tutte le al-
i cattiate* cathedra oliai episcopali orna-
tre, e quello pure di dare il voto ne'ro- tae fuerint, quarum nulla mine memo-
mani comizi, essendo i suoi cittadini a- ria extat, earum monumentis deper-
sci itti alla tribù Ofentina o Ufentina, così Ex eo numero Tuficumfuisse cen-
di tis.
detta dal fiume Ufens vicino a Terraci- seo,cujus rudera non condanne nda ap-
na ove esisteva. I tuficani adorarono la par cut prope Albacìnam in agro Fa-
dea Cerere, come si argomenta da una brianensi, secus Acsim fluviwn, cufus
lapide esistente in Cerreto , castello che ego cìvitatis Episcopum fuisse suspicor
alcuni credono originato da un tempio e- s. Venantium Albacinensem patronwn ,

retto alla dea da'tuficani, lungi da esso cujus corpus in principe ecclesia ejus ca-
2 miglia, e per l'analogia del nome di Ce- stri jacere intelliginius ex hac epigra-
rere con quello di Cerreto, che così sa- phe. La distruzione di Tnficosi ripete dal-
rebbe stato un pago dell'antico Tufico. l'armi del furioso Alarico re de'goti , il
Venerarono i tuficani anche la dea Ve- cpiale nel recarsi a Pvoma nel 4^3, atter-
nere,cui eresse i\n tempio C. Cesio in Tufi- rò mollecittà e castella che trovò per via,
co, protettore del municipio, e soprinten- col ferro e col fuoco. Non è certo che Tu-
dente alle pubbliche vie e ponti dell'Um- fico fosse distrutta in quell'epoca, ma cer-
bria non meno che del Piceno, costituito tamente sarà restata malconcia, e poi ri-
dall'imperatore Autonino, ed al quale i finita da altri barbari. Dalla sua caduta
propri liberti eressero una lapide per be- e da quella di Attidio riconobbe Fabria-
nefìcii ricevuti; altra lapide celebrando le no il suo ingrandimento, e riconobbero
cariche militari sostenute da C. Cesio, e la loro origine alcuni de'castelli di quel
i doni ricevuti pel suo valore. Ebbero gli distretto, se pure non si vuole ritenere,
iGo TUG T UL
ch'essi sieno nella mnggior parte succe- virtìi. La sua festa si celebra il 3o no-
iluti agli antichi pagi e vici ili Tufico, con- vembre.
tro cui il furore de' barbari non poteva TUIN, TEVIN,TlIEVINoTIlUIN.
gran fililo inveire. Nel riportare quindi il Città patriarcale dell'Armenia maggiore,
Col ucci le Rì//csm'o ù storico- topografi-
i antichissima e rinomata, nella provincia
clie-georgiche-orittologichc sopra Pie- d'Acalziche, ove più. volte risiederono i

rosa r a castello di Fabriano, dell'oli ve- re del Regno d Armenia, e vi furono ce-
lano p. ci. Giorgio Benedeltoni, compresa lebrati diversi concilii nazionali. Dopo che
nel territorio di Tufico, si leggono altre nel 45' fa celebrato il concilio generale
notizie di qualche monumento dell' ab- di Calcedonia, il quale condannò gli er-
battute grandezze tuficane, colle notizie rori degli Eutichianì e de' Dio8Coranit
della badia di s. Vittore. Il Turchi, De. gliarmeni nel conciliabolo di Tuin si se-
Eeelesiae Camerinensis Pontificibus , pararono dalla chiesa greca, allora orto-
tratta di Tuffìcum comecliè un tempo ap- dossa, e perciò unita alla latina. Non po-
partenente alla diocesi di Carnei ino, dal* tendo più patriarchi del Patriarcato
i

Ja quale fu smembrata la parrocchia per armeno (V.) dimorare pacificamente in


formare quella di Fabriano , e ragiona Ezmiazin o Ecimiazin (f.), fin a quel-
principalmente di sua distruzione. Que- l'epoca sede di essi, la trasferirono nel
sta avvenuta, gli abitanti che si rifugia» 452 in Tuin capitale in quel tempo del
rono in Albacina, vi portarono anche il reame. Nel 552 il patriarca Mosè adunò
corpo di s. Venanzio vescovo, che tutto- in Tuin un concilio, nel quale stabilì l'E-
ra riposa nella chiesa,del quale più volte ra degli Armeni (/ .). patriarchi sci- 1

se ne perde la memoria e poi si rinven- smatici rimasero in Tuin sino al 924,111


ne, e per ultimo neli823. Ma se questo cui la città venne occupata da'turchi.
s. Venanzio sia il corpo d'un santo vesco- TULLE (Tutelai). Città con residen-
vo africano o di Limi, o martire, ne trat- za vescovile di Francia nella Guascogna,
ta il Turchi, come di sue invenzioni. capoluogo del dipartimento della Corrè-
TUGDUALO (s.), vescovo. Ebbe a pa- ze, di circondario e di due cantoni, a 16
tria la Gran Bretagna, e passato nell'Ai'* leghe da Limoges,i4 da Aurillac eio4
inorico, fondò nella contea di Leone un da Parigi, in paese montuoso e pieno di
monastero, che fu poi conosciuto sotto il precipizi, al confluente della Conèze e
nome di Lan-Pabu, ed in appresso fon- della Solane, in ottimo cielo e alle radici
dò quello di Trecor, che non guari do- d'un colle. Sede de'tribuuali dii/ istan-
po fu eretto in vescovato, e prese quin- za e di commercio,cou conservazione del-
di il nome di Treguier. Di concerto con l'ipoteche, direzione di demani, delle con-
Childeberlo re di Parigi, fu eletto circa tribuzioni dirette e indirette, di società
il 532 s. Tugdualo per governarlo. Que- d'agricoltura. Fabbricata parte sul fian-
sto santo vescovo si tirò addosso col suo co e parte a pie del monte, parecchie tra
zelo la persecuzione de'malvagi, e morì il le sue vie sono addossate a balze e poggi
3 novembre circa 553. Sotiovi in Fran-
il scoscesi, il che ne rende l'aspetto alquanto
cia varie chiese a lui intitolate; ed è spe- ingrato e difficile la circolazione. Le case
cialmente onorato nella Bretagna, a La- in generale vi sono antiche, essendo i prin-
vai ed a Chartres. I bretoni Io chiamano cipali edifizi il palazzo della prefettura,
volgarmente Pabut che significa Pa-
s. t
le carceri, la sala pegli spettacoli, la cat-
pa , titolo che a quel tempo non era e- tedrale di mista struttura e ani pia. Dessa è
sclusivo del sommo Pontefice; e i bretoni sotto l'invocazione dis. Mai tino di Tours,
lo dierono a Tugdualo. per esprimere
s. con battisterio e cura d'anime ammini-
la venerazione ch'essi aveano per la sua strata dal canonico arciprete, coadiuvalo
f 1

TU L TUL i6r
da 3 vicari. Il capitolo si compone di
9 giureconsulto ed eruditissimo Stefano Ba-
canonici, senza alcuna dignità, fra'quali Juzio, per lui abbiamo tra le sue opere,Z/t-
è il teologo, oltre diversi canonici ono- sloriae Tulelensis, Parisiis 1 7 1 7. Tra gli

rari, non che altri preti, ed i pueri de altri illustri, ricordo il diplomatico Mel-
choro per l'ufficiatura. L'episcopio assai lon. Tulle o TuWe^Tulelao Tutelici, tal-
vasto e decente, none molto distante dal- volta dal nome latino diToul, Tu/Zen, 7W*
la cattedrale. Fra le chiese, due sono par- luniy con quella fu confusa. Sembra che
rocchiali col s. fonte. Vi sono tre mona- questa città debba la sua origine all'an-
sieri di religiose, i fratelli delle scuole cri- tica abbazia de' benedettini, fondata nel
stiane, alcune confraternite, l'ospedale: VII secolo sotto il nome di s. Martino,
le Or soline (F.) quivi fondarono ne'pri- distruttada'normanni nel IX secolo, ri-
mi del secolo XVII una congregazione, stabilita nel X e poi eretta in cattedrale.
che prese il nome di Congregazione del- Tuttavia parecchi antiquari pretendono
l' Orsoline di Tulle. A'22 giugno 85 1 che Tulle debba il suo incremento alla di-
1' odierno vescovo pose solennemente la struzione d'una citta più antica, che ha
a
i. pietra alle fondamenta del gran se- esistito ad una lega e un 4-° da Tulle, al

minario, coli' assistenza di tutte le au- casale di Tintignac, e che Baluzio crede
torità della città. Vi è pure un ospizio, l'antica Ratiastumdì Tolomeo; molto pe-
parte del quale è assegnato pe' pazzi , il so dando a questa opinione gli avanzi d'un
collegio comunale, già de'gesuili, con ga- grande anfiteatro che vi si vede ancora,
binetto di fisica e corso di geometria e e le urne, i vasi antichi e teste di marmo
meccanica applicata alle arti, la bibliote- che vi si sono scoperti. Tulle fu 1' anti-
ca con circa 3ooo volumi, bei bagni, a- ca capitale di quella parte del Limosino
meno passeggio pubblico ; fabbriche di che estendesi verso il mezzodì ed ilQuer-
carte da giuoco, di candele, di cappelli, cy a sinistra del fiume Verzère, e chia-
di chioderia, di stoffe comuni di lana.d'o- mata Basso Limosino. Nel 55o vi fu te-
lio di noce, di liquori e concie di pelli. Il nuto un concilio sulla disciplina ecclesia-
governo vi stabilì una manifattura d'ar- stica, di cui trattano Reg. t. 1, Labbé 1

mi da fuoco, con varie annesse, tra cui le t. 5, Arduino t. 2. Nel 685 fu presa da- 1

principali sono a Souillac , Laguenne e gli eretici, e molto ne soffrì. Di sua chiesa
Treignac ; ed i suoi prodotti d' armi da e de' vescovi ne ragionano e ci dierono la
guerra e di lusso non la cedono in bel- serie, Chenu, Archiepiscoporum et E-
il

lezza ne in bontà alle altre manifatture pùcoporum Gallie : Series Episcopo-


di questo genere, ed ultimamente dava- rum Tutellensìs Ecclesiale p. 339; e la
no più dii2,5oo armi all'anno: ferri i Gallìa Christiana 2." ediz. Tutellen- :

provengono dalle fucine di la Grénière sìs Episcopi*. La fede cristiana vi fu pro-


nella Dordogna, gli acciai dall' usina di mulgata da s. Marziale, uno de'72 disce-
la Derardière, presso s. Etienne; legni i poli di Cristo, inviato da Roma nell'A-
di noce per le casse, da'dipartimenti del quitania da s. Pietro, per la conversione
Lot e dellaCon èze,ed il carbon fossile dal- di que'popoli, in compagnia di Aurelia-
la ricca miniera di LaPlan pure nellaCor- no e di Austricli viano. Giunto s. Marziale
rèze.Questa città situata fra 3 strade mae- ad oppidum Tullum seti Tute l latti ne'
stre, fa un traffico considerabile in pro- confini del Limosino, ov'era un castello
dotti delle sue fabbriche, ed in lana, olio minutissimo del principe Nerva cognato
di noci, liquori e acqua di noce pregiati, dell'imperatore Nerone, e del quale ri-

tenendo 12 fiere l'anno, una delle quali mangono memorie; ivi operò strepitosi
ne' primi 3 giorni di giugno, e rinoma- miracoli, fra'quali risuscitò il figlio del
tissima soprattutto pe'cavalli. Patria del principe, e liberò dal demonio la figlia

VOL. LXXXl. 1
162 TUL T D L
dell'ospite Arnolfo, per cui tosto si con- le.GiovanniXXIl nello slesso 3 Sfece ." 1 1 1

vertirono 4ooo uomini e vennero battez- vescovoArnaldoo Arnoldo ultimo abbate


zati , nello stesso luogo fondendoli unti dell'abbazia di s. Martino di Tullcs il ,

chiesa, altre erigendosi nelle regioni con- r.Mtale pubblicò varie ordinanze sinodali
vicine a poco a poco che s. Marnale dif- nel i324 morì neh 334- Suo successo-
e
fondeva colla sua predica/ione P evange- le fu Arnaldo di Clermonl france-
fr.

lo. In seguilo h\ eretta e dotata in Tul- scano, che neh 336 intervenne al sino-
le l'abbazia benedettina in onore di s. do nazionale di Bourges. Verso il i35o
Martino vescovo di Tours, dal duca d'A- lo divenne Lorenzo de Beare, che fon-

quitania,e beneficata da Ademaro ingle dò nella cattedrale una vicarìa chiama-


se visconte Seal ri rum. Vi furono costi- ta de Boi me, e dopo la sua morte nel
tuiti 12 monaci con l'abbate, e per la vec- i3fìo [u nominato vescovo il suddetto
chiezza rovinando il monastero e la chie- cardinal Ugo Roger (/ '.), ma non prese
sa, furono riedificati neh io3 dal viscon- possesso. Nel 1 37 1 sedeva il cardinal Gio-
te Bernardo e in tempo dell'abbate Gu- vanni Fabri (/'".) consanguineo di Gre-
glielmo; e vieppiù l'abbazia divenne ce- gorio XI; indi il cardinal Bertrando Co~
lebre e visitata da'principi, per l'osser- //neh o Cosimeli (1 .), poi arcivescovo di
vanza e virtù de'monaci. Oltre Piani re Bourges. Nel 38o Pietro de Cosnac fino
1

di Francia, furono larghi di possessioni ah 396; Bertrando Botinando di s. Ger-


e privilegi diversi re delle Spagne, l'ab- mano presso Pierre Buflìere limosino, nel
bate divenendo signore temporale della i4«4 '
(J
g° a H fl sua chiesa le decime di s.

città e suburbii et*i mei o e misto impe- Ilario de Floissac, per dote d'un anniver-
lo, ascendendo le sue rendite annue al- sario perpetuo. Nel «4^3 Bertrando di
meno ad oelogiiila, millium librarum Malmonle; neh 428 Giovanni de Closis
tt/ronensium. I monaci aumentatisi no- o Cluys; nel i45 Ugo de Albuconio della1

tabilmente giunsero al numero eli 100, e nobile famiglia d'Albusson, poi Feulia-
molti fiorirono in santità di vita, indot- denel L imosino.Neh 469 Lodovico d' Al-
trina e in altre virtù, non che elevali alle buconio della stessa famiglia. Nel i^.'Ji
dignità vescovile e cardinalizia, fra'quali Dionisio de Barro o de Bar della casa
il celebre Umberto vescovo suburbicario Baugy nel Berry, non ostante l'appella-
di Selva Leone IX,
Candida creato da s. zione de'monaci, per aver eletlo'a vesco-
ed Ugo Roger creato dal fratello Clemen- vo F. Geraldo di Malmonte cellerariodel-
te VI. Nel 3 8 Papa Giovanni XXII e-
i i la chiesa: fu fatto ancora vescovo di s.Pa-
resse la chiesa abbaziale in cattedrale, la r poul.Neh48i gli successe nipote di Ber- il

città in sede vescovile, e per diocesi le as- trando di Malmonle, Gilberto de Chain-
segnò le parrocchie ili quella di Limoges, bora no abbate di s. Martino de Massaio
ina appartenenti all'abbazia. Stabilì al ve- nelP arcidiocesi di Bourges , e preposto
scovo per mensa 2,000 i lire annue, lo tas- coni in enfiata rio de) priora lo di Navis dio-
sò di 1400 fiorini perle bolle, e lo dichia- cesi di Tulle e dipendente dalla cattedra-
rò suffrnganeo della metropoli di Bour- le, nella quale fondò una quotidiana mes-
gcs,e lo è tuttora. Il capitolo restò regolare sa cantata in onore della B. Vergine. Nel
sotto un priore claustrale fino al 5 4> 1
1
i5oo da s. Papoul vi fu trasferito Cle-
in cui Leone X lo secolarizzò, forman- mente di Bi ilhaco, della nobile famiglia
dosi il nuovo capitolo di 4 dignità edi 2 1 d' Argy dell'ai cidiocesi di Bourges. Nel
canonici; il decano era elettivo, e le altre 1 5i 7 Francesco de Levi de'nobili de Ven*
cariche si nominavano dal vescovo. 1 ve- di Fran-
tadour del Limosino, duchi e pari
scovi di Tulle, successori degli abbati, fu- cia,un antenato del quale, Bernardo de
rono insigniti del titolo di visconti diTuI- Ventadour, era slato abbate benemerito
TUL < TUN i63
di Tulle nel 23 1 r. Nel535 Giacomo A-
i seppe Mario de RafaelisdeSaint-Sauveur
niellili, cui successe neh54o Pietro Ca- diParinian diocesi d'Orange. Restata va-
stellane di Limoges dottissimo, elemosi- cante la sede nel 1791, fu soppressa da

niere e prefetto della biblioteca del re Pio VII nel concordato con Francia nel
Francesco I, poi nel i 54-5 traslato a Ma- 180 1. Indi ad istanza del re Luigi XVIII,
con e anno Fian-
indi a Orleans. In detto Papa la ristabilì colla lettera
lo slesso

cesco Falconi o de Faulcondi Montepul- Commissa divinitus de'27 luglio 8 7, }


1 1

ciano nobile fiorentino, già canonico della Bull. Rom. 14, p. 369, disgiun-
cont., t.

s. Cappella di Parigi, ed abbate di s. Gio- gendola da Limoges. Poscia col breve Tn-
vanni di Sens edis. Pietro d'Altivilla di ter Ecclesia*, de' 27 settembre 1822,
Reims; indi neli55o passò ad Orleans e Bull. cit. t. i5, p. 572, deputò tempo-
poscia a Macon e Carcassona. Neil 553 raneo amministratore della chiesa di Tul-
r
Giovanni de Fonsequesde'baroni di Sur- le, mg. Gio. Paolo Gaston de Pins, che
geres; nel 56o Lodovico de Genoilhac
i nello stesso giorno dichiarò vescovo di
de'visconti di Vailbac, abbate di s. Ro- Limoges. Finalmente Pio VII concesse a
mano di Bordeaux, intervenne al conci- Tulle il proprio vescovo nel 182 3, con
lio di Trento, e morì neh 583 in Bor- preconizzale nel concistoro de* io marzo
deaux di cui era divenuto arcivescovo. Gli Claudio GiuseppeGiuditta Francesco Sa-
successe il nipote Flotardo de Genoilhac verio de Sagey, di Ornans diocesi di Be-
e governò due anni. Antonio de la Tour sancon, già vescovo di s. Claude, il quale
decano o anni e fu sepolto
di Tulle, sedè i poi rinunziò nel 1 824) e u dctlo cano- f'

nella chiesa di Rupisamalore. Nel 5gcj i nico di s. Dionisio: nel breve tempo che
Giovanni de Genoilhac/mtervenne all'iis- questo prelato governò la chiesa, le rese

semblea del clero in Parigi nel 16 4, che i segnalati servigi. Leone XII a'21 marzo
lo deputò legato a tutto il clero della pro- 1 825 dichiarò vescovo Agostino de Mai-
vincia inferiore del Limosino. A suo tem- Ihet, del castello di Vachers diocesi diLe-

po si monastero suburbano
fondarono il Puy , e già vicario generale del vescovo
delie monache scalze di s. Chiara della diLe-Puy. Per sua morte, Gregorio XVI
stretta osservanza di s.Franeesco,che pro- nel concistoro de*22 luglio 1842 preco-
r
fessarono nel i6i3;il monastero di s. Ber- nizzò l'attuale vescovo mg. Gio. Batti-
nardo de'monaci Rigiranti cisterciensi nel sta Leonardo Berteaud di Limoges, ze-
i6i5, fra'quali prese la cocolla Carlo de lante predicatore, professore di filosofia
la Fagerdie teologo della chiesa di Tulle, nel seminario Doratense, canonico teolo-
che dispose a favore della cattedrale an- go della cattedra 'e di Limoges, encomian-
nue rendite pel canto delle litanie in ono- dolo nella proposizione concistoriale, per
re della B. Vergine una volta la settima- prudenza, dottrina e buona morale. Ogni
na, e nelle vigilie e feste della medesima; nuovo vescovo è lassato ne'libri della ca-
il monastero delle monache di s. Orsola mera apostolica in fiorini 370. Dioecesis
nel 6 8, che nel 1620 si costituirono in
i 1 in longum et largurn protendi tur ad'leu-
congregazione. Per gli altri vescovi, fino cas vigintiquinque coniprehenditq ite to-
y

ad Andrea Daniele di Beaupoil di Saint- tani provineiam Amnis Corresii acplu- %

Aula ire, nominato neh 702, si può vede- ra loca.


re la ricordata Gallio. Christiana. Nelle TCJLUJAS. Luogo del R.ossiglione,pro-
Notìzie di Roma sono registrati i seguen- vincia di Francia, nel dipartimento de'
ti. Nel 1
^4 'Francesco deBeaumont d'Ari* Pirenei orientali, nelio4i o neh o45 vi

tichatnps di Valenza. Nel 1762 Enrico fu tenutoun concilio, Concilium Tulli-


Giuseppe Claudio de Bourdeilles di Trai- gense o Tulugiense e vi fu stabilita la ,

nediocesidi Saintes. Neh 764 Carlo Giù* Tregua diDio{ V). Ga Ilia dir. t. 6,p. 34.
164 TDN T U N
TUNICA, r. Tonaca. l'articolo Tonacella. » 1 diacono e
1 il sud-
TUNICA INCONSUTILEDIGESU' diacono assumono la pianeta ripiegata in-
CRISTO. V. Tonaca Inconsutile. nanzi al petto. Notai a'suoi luoghi (cioè
TUNICELLA. V. Tonacella o Toni- quanto ho qui ricordato) che
sta in latto
cella. Ne'tenipi di Digiuno,?, principal- allorquando il suddiacono depone la pia-
mente ne'lempidelPyA'i'<7/loedella Qua- neta per leggere PEpisiola, il diacono fa
resima, eccettualo ne\i.° la festa dell'Im- altrettanto pei leggere l'Evangelo,! ostan-
macolata Concezione e la 3." Domenica done ambedue senza sino al Post-Com-
detta Gaudete,e nel 2. la festa dell'An- munio, ma con grandi Stole paonazze a
nunziata e la 4«" Domenica detta Lae- traverso del corpo sul camice." Il suddia-
tare, il diacono e il suddiacono in vece cono non ha l'uso dello stolone,lo ripeto; e
delle tunicelle vestono le pianete piegate depone la pianeta unicamente per l'Epi-
dinanzi al petto. Il Suddiacono per leg- stola e subito la ripiende. Questo è il pun-
gere P Epistola si leva la Pianeta pie- to della presente rettificazione.
gata, restando col Camice cinto dal Cin- TUNISI, Ordine equestre. V. Tuni-
golo e il Manipolo j dopo tale lettura e si regno.
dopo aver bacialo la mano al celebrante, TUmSloTmES^TuneStTunetnm.
riassume la detta pianeta esem- la ritiene Regno o Reggenza di Barbaria ne 11'^-
pre. Il Diacono prima di prendere il Mes- frica (J7 .), trovasi tra' 3i°e37* 20' di
sale per leggere P Evangelo, depone la latitudine nord, e tra'5° /±o e9°dilon-
Pianeta piegata e prende lo stolone che gitudineest. Confinato e bagnato al nord
ritiene sino a dopo la consumazione delle ed all'est dal Mediterraneo, sopra une-
specie sacramentali che si fa dal celebran- stensionedi 600 miglia, al sud-est dal re-
te, e dopo voltato il messale riprende al- gno di Tripoli, al sud dal Sahara, ed al-
lora la pianeta piegata. Dunque il sud- l' ovest dal governo d' Algeri della pro-
diacono resta senza la pianeta soltanto per vincia di Coslantina, e dalle montagne
l'indicato breve tempo, ed il solo diaco- chela dividono dal deserto. Eslendesi cir-
no usa lo stolone, e lo ritiene sopra la Sto- ca 160 leghe per lunghezza dal nord al
la al modo detto. Tutto quanto precisa- sud, 70 leghe nella massima larghezza,
mente riportai a'iuoghi loro, e segnata- sotto il 3 3 mo paralello, i5 leghe nella
mente ne' voi. VIII, p. 270, 279, 283 ,
larghezza minore solto il 34 m0 e 9700
,

IX, 94, 95, XIX, p. 3oo, LXX p.


p. ,
leghe quadrate Questo re-
in superficie.

67. Oltre a ciò,giammai dissi che il Sud- gno,che in estensione vuoisi grande quan-
diacono usa la Stola, anzi esplicitamente do la penisola d'Italia (compreso la par-
e replicatamele dichiarai in que'due ar- te cosi detta del gran deserto, nella qua-

ticoli, essergli \a Stola vietata e interdet- le però hanno pure dominio le altre po-

ta, molto più lo stolone.Or bene, ad on- tenze di Barbaria), forma un' immensa
ta di lutto il qui rammentato e ne'ricor- pianura, divisa in 3 parti, a un di presso
dati articoli chiaramente descritto , sic- eguali, da due giogaie che si estendono
come nelle cose più comuni e più lievi fa- dal sud-est al nord-ovest: termina il me-
cilmente si erra, ed un fanciullo nelle co- desimo al nord capo Bianco, il più
col
grado di correggere anco
se di fatto è in settentrionale dell'Africa; il capo Bori, al
uomini provetti e consumali in gravi stu- nord -est, sporge in faccia alla Sicilia, e
di, anch'io mi esposi a fermi così am- trovasi all'estremità di una penisola che
monire, e qui ne fo emenda. Imperocché separa il golfo di Tunisi, al nord-ovest,
erroneamente e propriamente per com- da quello di Hammamet, al sud-est. 11
pleta astrazione, e in aperta contraddi- golfo di Cabès o Piccola Sirie, al sud di
zione col riferito più volte, ho scrittlo al- quest' ultimo, è il più. considerabile del
T U N T U » i65
paese; capo Capudia, al nord, e l'isola
il Il dattero, che somministra a gran parte
Zerbi, al sud, uè segnano l'ingresso; le degli arabi del Sahara, vicino all'Atlan-
isole Kerkeni, in questo golfo, dipendo- te, la principale loro sussistenza, non col-
no dal re«no
o di Tunisi. Un numero assai tivasi con molto buon successo fuorché
grande di scogli e bassi fondi rendono pe- in questa parte dell'Africa; lungo la co-
ricoloso l'avvicinarsi alle coste. Innalzasi sta non sono calori abbastanza forti per
i

nella parte di mezzo del paese il Grande- sempre maturarne il frutto. Non havvi
Atlante, e viene a terminare alla spiag- quasi parte del dattero che non abbia pe-
gia del golfo di Cabès; il Piccolo-Atlan- gli arabi la sua utilità: fanno col suo le-

te trovasi nel nord, il monte Fissato nel gno travi, travicelli, istrumenti rurali,ear-
sud. Il fiume principale è il Medj orda, che bone che produce forte calore; mangiasi
scorre dal sud-ovest al nord-est, nel nord la midolla e le foglie degli alberi giova-
del regno, e gettasi nel golfo di Tunisi; ni, e da' rami della cima ricavasi un li-

l'Uady- Fessa, nel sud-est mette foce nel quorebianco latticinoso; co'suoi filamen-
Mediterraneo presso la frontiera del re- ti secchi si fabbricano corde. I fichi del
gno di Tripoli. Nel sud corrono alcuni Beledel-Djerid, nel regno di Tunisi, sono
fiumi che perdonai nell'arene. All'ovest- i più stimati di tutta la Barbarla. Quindi
sud-ovest del golfo di Cabès estendesi il l'olivo é l'albero più utile, producendo
gran lago Laudeah; nel nord veggonsi i ogni anno abbondanti raccolti d'olio, in-
laghi di Tunisi e di Disella che comuni- feriore per qualità a quello di Provenza,
cano immediatamente col mare. Una par- ma di cui si fa un commercio considera-
te considerabile delle sorgenti di questo bile coll'estero, e molto ne adopera Mar-
paese è salmastra, ne è cosa rara di tro- siglia nelle sue manifatture di sapone. Si
vare spazi evStesissimi di terreni coperti semina il tabacco, di cui se ne fi» grancon-
d'una crosta di sale che i calori produs- stimo nel paese, coltivandosi sopra tutto
sero facendo svaporare le acque. Godcsi ilnìcotiana tabacum, ed il nicotiana ru-
in questo paese di bellissimo'fclima, par- stica, la quale ultima specie è la più co-
ticolarmente lunghesso la costa, e non dif- mune e meglio pregiata.La canna di zuc-
ferisce gran fatta dal clima del resto del- chero vi riesce bene, ma non sanno an-
la Barbarla; vi gela di rado e il freddo è cora perfettamente cavarne la materia.
mediocre nell' inverno; ma grandi ca- i Tutti i frutti de'climi caldi vi prospera-
lori cominciano in giugno e continuano no, così agrumi, squisiti essendo i me-
gli

fino in ottobre, ed allorché i venti sodìa- lungo il mare producono uve


loni. Le viti

no nel deserto, dilfoiidesi talvolta nell'a- ottime, principalmente il moscato bian-


ria un vapore acceso. Tutta la parte me- co, di cui secca vasi ogni anno la massi-
ridionale di questo regno, non è quasi rn;i parte per l'esportazione, ed ora se ne
che un'immensa pianura sabbioniccia e fa grand'uso per formare il vino che rie-
arida; non guari coltivata che lungo le sce d'eccellente qualità. Offrono i giardi-
spiaggie del mare, e l'olivo uè forma la ni gran varietà di fiori, e le acque artifi-
principale ricchezza. Meno arenosa è la ciosamente condotte vi mantengono gra-
parte del nord, più inacquata e più fer- ta verzura, anche ne' forti calori dell'e-

tile, e vi si raccolgono messi abbondanti. state, tempo in cui i vecchi mori si re-
La ricchezza della raccolta dipende dalla cano a prendervi il fresco. Il regno mi-
quantità di pioggia che cade nel corso nerale presenta molto meno interesse del
dell'inverno, ed è tanto ubertoso il suolo, regno vegetale; però le montagne del Tu-
che senza mai concimarlo produce le più nisi racchiudono miniere d'argento, rame

bellissime messi, le buone terre renden- e piombo, ed havvi pure una miniera di
do da 1 2 a 20 per uno, e talune sino al 5o. mercuriopresso Porto Fariua; delle quali
166 TUN T U N
ricchezze non ricavasi qnnsi nessun par- si prolungavano sino a Bugia, erano af-
filo. In sostanza, le produzioni vegetali fittate ad un barcellonese. Nel 55 ge- 1 1 i

p<l animali di Tunisi sono presso a poco novesi pescavano a Bona, banchi, che i

simili a quelle del resto della Barbarla. oggidì compariscono vuoti, si scandaglia-
Di tutti gli stati Barbareschi, il regno di vano rimpelto Colbah. L'illustre marino
Tunisi è il più favorevolmente collocato Andrea Doria non disdegnò d'aver in af-
pel commercio, massime con l'Europa : fitto la pesca.Verso lo stesso tempo Car-
ei si fu questa situazione clic formò il fon- lo V
avendo dato a'Lomellino di Geno-
damento della potenza e della ricchezza va l'isola di Tabarca, cedutagli da Soli-
diCarlagine.Le periodiche carovane met- mano II pel riscatto del famoso corsaro
tono questo paese in relazione colla Pi- Dragut, vi si trasferì lo stabilimento ge-
grizia, coi!' impero Marocco e coli' E-
di novese, e la pesca ne divenne uno de'prin-
git'o. Tra il governo si è
l'esportazioni, cipali oggetti. Quando neh 741 • tunisi-
riservatoli monopoliodel commercio del- ni la distrussero, s'impiegarono per la pe-
le pelli e della cera, diritto che cede an- sca 34 barche 272 marinari. La Fran-
e
nualmente ad una compagnia d'ebrei o cia v'intervenne nel 55 mediante una
1 1

di mot i; ha pure esso solo il diritto di far nave marsigliese, condotta da un padro-
il tra/lieo della soda, ed un tempo affit- ne corso, si mescolò a'corallari genovesi,
tava la pesca del tono e del corallo. Que- e non fu probabilmente la sola, perchè
st'ultima si fa singolarmente presso Bi- neh 56 si videro negozianti di Marsi-
1 i

serto e Ta barca, da barche napoletane e glia Lint.hes e Didier, in virtù di conven-


toscane, pagando un tributo alla Fran- zione colla tribù di Marzoula e d'un pri-
cia, perchè volgarmente dicesi che tale vilegio di Solimano Informare in una cala
prerogativa essa possiede per essere suc- del bastione di Francia, a 1 2 leghe da Bo-
ceduta nelle ragioni della reggenza d'Al- na e 3 da La Calle, un ."stabilimento per i

geri, a cui spettava, e per quanto vado a la pesca del corallo. I due mercanti an-
narrare. Sulla pesca del corallo tanto del- darono in rovina per tale intrapresa, e fu
le coste d'Algeri che di Tunisi, di recen- questo stabilimento la 1 ."traccia della tra-
te furono pubblicate da Giulio Du vai in- dizione francese nell'Africa del nord. i\Ia

teressanti notizie, che compendiate rife- il corallo delle coste era di gran lunga
iìiò. Da tempo immemorabile si è fatta superiore a quello de'mari d' I lalia. Un'al -

la pesca del corallo nelle coste d' Italia, tra compagnia francese si presentò e ac-
di Bona, di Sicilia, di Sardegna, come pu- crebbe le operazioni della pesca, fondan-

re in quelle dell'Africa; ma da circa 800 do successivamente stabilimenti al capa


anni si è riconosciuta la superiorità de' Roux,a Bona, Calle, Djijelly e Bugia. Nel
coralli dell'Africa. Al cominciar del se- i5g4 il centro delle operazioni fu tras-
colo XII, questa indostria faceva prospe- portato a Calle. La pesca del corallo fu
rare la città di Mcrsel-Djoun nel Tuni- definitivamente data a 'francesi pel trat-
sino. Nel trattato da'pisani concluso nel tato de' 20 maggio 1604 preparato ad
1 167 col signore di Tunisi, p linci pale
il Algeri da Savary e Breves, in conseguen-
oggetto fu la cessione del corallo, e per za d' un relativo accordo concluso a Co-
tentativoformarono uno stabilimento a stantinopoli con Amurat III. Sotto Lui-
Tabarca. Verso il 3oosi fa menzione del-
1 gi XIII nel 1619 il duca di Guisa go-
le pesche di Bonn; più tardi la pesca pas- vernatore di Provenza ricomprò la con-
sò nelle mani de'calalani, che nel «4^9 cessione dandole un nuovo sviluppo per
pagarono per quest'industria canoni allo mezzo dell'abile agente Sanson Nup.ol-
slato di Tunisi. Nel i44° la pesca delle lon. Dieci anni dopo il cardinale Ili-
coste i\\ questa reggenza, le quali allora chelieu iuviò in Barbaria vari agenti, e
T U N TUN 167
nel 1640 lento di fondare un nuovo sta- proprietà delle concessioni tolte, l'impre'
bilimento a Slora. Dopo il trattalo con- sa fu sospesa: colla pace d'Algeri del di-
cluso a' 7 luglio 1640 da Cosquiel, a cui cembre 1801 fu poi ristabilita la pesca
Luigi XIII assicurò il titolo ili capitano- sotto la direzione di Ratti) ber t che (issò
console, la coi risposta ila pagarsi al pa- la residenza a Tabarca,ove il diritto fran-
scià d'Algeri fu vaiolata da 7 in 8000 cese non era contestato, che a La Calle, e
scudi. Nel 1694 sotto Luigi XIV fu ac- convocò le popolazioni francesi e italia-
cordala l'annua sovvenzione di 4°>ooo ne. I corsi, i genovesi, i napoletani ri-

lire alla compagnia, che peno anni ac- comparvero in gran numero: soli 6 fran
cettò la concessione della pesca per mez- cesi presero parte alla pesca, e scorag-
zo d'una corrisposta diio5,ooo lire al- giati dal poco successo non tentarono una
l'anno. Sotto Luigi XV neh 7 19 com- la a." prova. Nel 1806 il bey di Costantini!

pagnia dell'Indie successe alla compagnia a istigazione dell' Inghilterra, divenuta


francese. L'Asia minore e I' Indie erano padrona di Malta, ammise la concorren-
allora i principali luoghi per trovare il za de'mallesi e degli ebrei spaglinoli ne'
corallo. Alla compagnia dell' Indie suc- mercati, in cui fino allora i soli francesi
cesse la società Auriol di Marsiglia, e nel aveano avuto diritto di comprare. Nel
1741 la compagnia d'Africa. Perla di- 1807 il bey d'Algeri vendè all'Inghilter-
struzione dello stabilimento di Ta barca ra le concessioni francesi della costa per
falla da'tunisiui, liberata dalla sola con- 267,500 franchi annui. Questa poten-
correnza che poteva temere, questa corn- za preoccupata dagli approvigionamenti
pagaia die alla pesca del corallo un or- delle guarnigioni di Malta e di Gibilter

g Mozzamento regolare e permanente. La ra, e più tardi dalla guerra di Spagi


pacifica prosperità fu turbala uel^So, lasciò la pesca del corallo a'marinari gre-
per aver ammesso alle pesche corallari ci, siciliani, sardi e spagnuoli, mediante
corsi, e la compagnia provò notevoli per- prestazioni stabilite a seconda delle sta-
dite. Intanto non tardò la compagnia a gioni d'estate e d'inverno. Questo stato
riprendere il corso di sua fortuna, e fu di cose durò 10 anni. I marinari d'Italia
mantenuta quando l'assemblea costituen- s'impadronirono d'un posto che non fu
te sciolse tulle le compagnie. Fu però es- più loro conteso, e le fabbriche di coral-
sa assalila dal decreto de'2 1 luglio I
791, lo si stabilirono nelle città di questa re
il quale dichiaiò libero il commercio del- gione e particolarmente a Livorno. La
la Barbarla, e una parte del suo
le tolse convenzione de'26 dicembre 8 7 rimi 1 1

privilegio. Fu inoltre allora obbligata ad se la Francia nel possesso della pesca de'
ammettere 56 gondole corse per fare una coralli, e fissò in 60,000 franchi la cor-
pesca di 55 giorni mediante compensi in risposta da pagarsi al bey. II trattato de'
natura. Il prodotto delle pesche corse fu 24 luglio 1 820
porlòa 200,000, il che
la

venduto a Livorno. Nel gennaio 1794 a ' in 5 anni cagionò una perdita di 3oo,ooo
compagnia d'Africa fu soppressa. Gii stra- franchi al governo, il quale avea fatto e-
nieri furono chiamali a concorrere alia seguire a'concessionari l'impresa per suo
poca del corallo: da 4o gondole della conto. Nel 1822 fu concesso il privile-
compagnia si passò tutto ad un tratto a gio a una casa di Marsiglia. I corallari
200.I prodotti salironoa 1,200,000 fran- francesi rimasero di nuovo sottoposti al-
chi nell'anno 5.°, ed a 2,000,000 nel 6.° la prestazione comune destinata all'ac-
Allora cominciarono a comparire le co- quisto delie rendite pagabili al bey, ma
ralline napoletane. Nel 1798, in conse- un premio d'incoraggia
fu dato altresì
guenza della guerra con Algeri, gli agen- mento. Nel 1826 il governo tlecrelò la to-
ti francesi furono portati in Ischia vilù, le tale soppressione della pesca sui battelli
i68 TUN TUN
francesi, e del mantenimento dell'antico no in generale bellissime, con carnagio-
diritto ne'batlelli esteri. La pesca nel 827 i ne delicata e animala, occhi pieni d' e-
fu impedita dalla dichiarazione di guerra, spressione, lunghi capelli neri intrecciali;
seguita ben presto dall'incendio degli sta- l<i maggior parte tingonsi l'estremità delle
bilimenti di La Calle. Frattanto dal 1 827 mani ede'piedi con foglie di Renna pol-
nli83i, alcuni pescatori avventurosi af- verizzata, ed annerisconsi pure le soprac-
frontarono i pericoli dell'ospitalità degli ciglia e l'orlo delle palpebre con minie-
indigeni, rifugiandosi, come portava il ra di piombo; portano braccialetti e o-
r.aso, a Tabarca o in alcuni punti della recchini d'oro e d'argento, e le povere di

costa di Tunisi. regno di Tunisi ritrae


11 rame. Niente pareggia la loro pulizia, e
da altre regioni quanto abbisogna, e gli vaunodisoveute al bagno, poi profumati-
americani principalmente vi fauno un si d'essenze e ardono ne'loro appartamen-

commercio ragguardevole. Poco operosa ti legni d'aloe. Il calore del clima fasiche
é in questo paese l'industria, tuttavia le non è raro il veder le donne madri d'i 1

manifatture di seta, di marocchino e di anni; allattano da per loro i figli,che bian-


panni sono assai floride. Vi si fanno pure chi quanto quelli degli europei, imbruni-
scialli e coperte con lane indigene, men- scono per l'ardore del sole a seconda di
tre le berrette, le più fine particolarmen- quanto vi si espongono. Sommamente mi-
te, sono fabbricate colle lane di Spagna. sto è il sangue de' mori per le continue
Diversamente è stata valutala la popo- parentele che i turchi ed i rinegali cri-
lazione di questo regno; i calcoli più pro- stiani di diverse nazioni contraggono colle
babili la portano a più di due milioni d'a- femmine del paese. Gli uomini sono inge-
bitanti, mori, turchi, arabi ed ebrei, i nerale ili costituzione magra, hanno ca-
mori e gli arabi essendo i più numerosi rattere e alterezza nella fisionomia, pochi
di tutti: tranne i giudei, che sono in nu- essendo gl'infermi e contrallatti; nel mas-
mero di circa 1 40,000, ed i cattolici che simo numero vivendo vita sobria, vivono
si fanno ascendere a circa 2,ooo,tutti 1 gli a lungo quanto gli abitanti de'climi tem-
altri professano \\ Maomettismo [F .). Gli perali, ài lasciano crescere la barba e
europei vi godono maggior libertà che radonsi il capo; alcuni radonsi pure il
negli altri stati maomettani; ed all'epo- volto, non conservando che mustacchi; i

ca della pirateria i tunisini si riguarda- ma tutti grandi hanno la barba lun-


i

vano come i più civilizzati tra'barbare- ga, e allorché si vogliono degradare vie-

schi. I tunisini, come gli altri barbare- ne loro tagliata. A' fanciulli si lasciano
schi, sono ignoranti, i più abili limitan- crescere i capelli sino all'età pubere. Il

dosi a saper leggere, scrivere e calcolare, popolo snpersliziosissitno ha il massi-


né bramano estendere più innanzi le Io- mo rispetto pe' santoni, specie di fana-
io cognizioni, poiché il calore del clima tici e vagabondi che vivono a spese della
li porta naturalmente all'indolenza e al- carità pubblica : sono considerati come
l'inazione. Sono fatalisti, e sottomettonsi perché commettono stra-
santi e ispirati,

con rassegnazione alle avversità della for- vaganze d'ogni specie; se ne vedono pian-
tuna ; creduli, avari, gelosi all' eccesso, tar chiodi nella testa e si menano colpi
molti si abbandonano al libertinaggio. Le violenti senza mostrar dolore; altri cor-

donne condannate a schiavitù perpetua, rono nudi in mezzo alle strade e pubbli-
escono di rado dalle case, né mai compa- camente vi si abbandonano alla loro lu-
riscono in pubblico senz'essere velate, li- bricità. Il regno èdivisone'7 distretti che
mitandosi unicamente alle cure domesti- prendono dal capoluogo il nome, e sono
che e de'figli, non estendendosi più oltre Tunisi che n'é la capitale, e di cui par-

il circolo del loro potere. Le moresche so- leròpei) El-Mahdia, Susa,K.airouau,Mu-


T U N TUN i6 9
liometa, Biserta, e Porto Farina. Il so- gli ultimi tempi le truppe tunisine erano
vrano porta il titolo di Bey o Dey, no- poco disciplinateeuon conoscevano la tat-
me di dignità presso i turchi, ed al suo tica militare; sebbene valenti marciava-

avvenimento al trono riceve l'intestila* no e combattevano quasi senz'ordine, es-


ra dall'imperatore de'turchi, e il cufian o sendo la loro principale occupazione il le-

firmano col titolo di pascià a 3 code; sono vare l'imposte. Partono ogni anno da Tu-
questi e altri diritti che la Porta ottomana nisi due campi volanti, comandati dal bey
nella 7 Wr/mv(/".)ha conservalo sulla reg- del campo, che in ciò agisce da principe,
genza diTuuisi. Noterò sul vocabolo e tito- e formati di dneo tre mila uomini, e van-
lo principesco di Zh redi /}ej',che
j
si osserva no a riscuotere dagli arabi le contribu-
ne'mouumeiiti locali di Algeri ed» Tunisi, zioni; uno di essi campi parte in luglio e
che nella reggenza il sovrano si chiamava agosto e inoltrasi dal lato dell'ovest, ver-
Dey, ed in quella di Tunisi si appellava so la frontiera d'Algeri; l'altro esce in no-
e tuttora si nomina Bey. Dal 1703, che vembre, percorre tutta la parte meridio-
cominciò la serie de' bey della regnante nale del regno varca , le montagne del-
dinastia, la sovranità della reggenza tu- l' Atlante e penetra nell'interno del paese
nisina è ereditaria, succedendo o il fra- e nel deserto, sino a' confini del territo-
tello o il figlio a seconda della maggio- rio di Tripoli. I tributi pagali dagli ara-

ranza di età. Il principe ereditario porta bi consistono in grani, frutti, datteri, o-


il titolo di Bey del Campo, onde distin- lio, pecore, cavalli e denaro. Senza tali

guersi dal sovrano o bey grande. Il prin- dimostrazioni di forze , le contribuzioni


cipe risiede nell'elegante castello di Bar- ed i tributi non si riscuoterebbero. I va-
do, situato in mezzo a una gran pianu- sti domimi particolari del bey gli procu-
ra presso la città di Tunisi. Numerosis- rano pur essi rendite considerabili; i da-
sima è la corte del bey, egli ullìciali che zi sulle mercanzie, e altri diritti accre-
lo circondano sono in generale onesti e scono le sue entrate. La pirateria sem-
cortesissimi verso i forastieri. Il principe bra ormai finita, nondimeno alcuni cor-

regna assoluto nel potere, delta e rifor- sari di Tunisi dicesi che talora furtiva-
ma le leggi giudica le bisogna de' suoi
,
mente fanno qualche preda. Da alcune de-
sudditi, li condanna e assolve senza ren- cine d'anni ricominciò il mare Mediter-

der conto della sua condotta; negli aliali raneo ad esser l'anima vivificatrice del-
impreveduti e delicati consulta il diva- l'antico mondo. Distrutto sulle coste set-
llo o consiglio di stato, ma è sempre li- tentrionali d'Africa il trono della barba-
bero di secondare la propria volontà. La quale colle sue piraterie si oppo-
rie, la

milizia componesi di rinegati, di mori e' neva ad un lucroso sviluppo del commer-
di pochi turchi: rinegati e mori for-
i i cio, si risolsero anch'esse finalmente, do-
mavano la cavalleria, i turchi V infaute- po lunga resistenza , ad accostarsi più o
lia. Anticamente ogni soldato era arma- meno all'incivilimento europeo. La ua-
to d'una pistola, d'una sciabola, d'un pu- tura del suolo di que'paesi, in cui si di-
gnale nella cintura, e d' un fucile senza rama il pendio settentrionale dell'Atlan-
baionetta. Parecchi impiegati della guar- te, non rinserra il carattere speciale afri-
dia del bey godono di grande conside- cano, ma la così detta Barbar ia appar-
razione, e pervengono eziandio alle cari- tiene evidentemente, e per clima e per
che importanti del governo. Riferiscono prodotti naturali, a quell'insieme di paesi
alcuni geografi, che oltre la forza navale che formano il bacino da] mare Mediter-
e l'armata di terra valutata 2 5,ooo, ol- raneo. Quindi ne'tecupi antichi e nel me-
un cen-
tre la guardia del bey, questi ad dio evo, que'paesi spiegarono un alto gra-
no può aruiaie 5o,ooo beduiui. Sino a- do di coltura, e celebra Urline furouo le
i
7 o T U N TU lN

colonie fenicie, greche, romane e nrabe. delle quali si fa tuttora un così forte com-
Ivi pose piede ab aulico la più florida a- mercio con l'interno dell'Africa ? Per la
gricollura. Quel paese, protetto contro via del mare Adriatico l'Europa centrale
la forza de' venti infocali del deserto, e viene diretta naturalmente verso questi
j ioli escalo dalla brezza del mare, ha un ultimi paesi.
t imi a sano, e non è dannoso clic agli eu- il regno o reggenza diTunisi coi rispon-
ropei de) nord, che sono corretti a fati- de a quella parte dell'Africa propria, che
co»! lavori, o non vogliono adattarsi al si- comprendeva la Zeugitania abitata da
Bietta di vita ilei paese, diesi possa qui popoli abilissimi nella chiromanzia,echia-
lavorare, è sialo dimostralo da tante mi- mati anche zingari e gitani , proviucia
gli.iiaui schiavi europei, de'quali non tutti che sembra la Proconsolare o provincia
erano originari delle alimi terre dell'Eu- di Cartagine; e la Bizaceua altra provin-
ropa meridionale, ed è nota la ricchezza cia nella parte meridionale di Tunisi. Li-
de'suoi prodotti naturali. Aulicamente, vio chiamò i tunisini, liììjphoenices; e
come pure medio evo, gli europei vi
nel Mo ree Ili il tunesino, Tunetanus. Domi-
dominarono potentemente come le gi- , nata la regione dalla possente Cartagine,
gantesche rovine di città greche e roma- i romani dalla distruzione di quella for-
ne lo piovano ancora oggidì. Anche la midabile rivale sino alla metà del V se-
Spagna nel tempo del suo eroismo, fu
, colo dell'era corrente, erano rimasti pa-
possente alle falde dell'Atlante. Dacché droni di questa contrada, allorché i van-
la Fi ancia conquistò il paese d'Algeri, tan- dali , conquistala la Spagna, si sparsero
to riccamente dotato dalla natura, essa per tutta l'Africa settentrionale. Il pro-
non temè di chiamare il Mediterraneo un ile Belisario ne li scacciò; ma nel 690,
mare interno. Tunisi posto nell'antico do- tutta questa parte cadde in potere de'ca-
nnine della celeberrima Cartagine, ten- lidi arabi maomettani, che la conserva-
de ad una stretta relazione coll'ltalia, La rono per 1^0 anni, e cori essi cominciò
penisola, sulla quale è posto, rende il ma- lasloria moderna de'tunisini. Mentre que-
le Tirreno, colla penisola d'Italia e le sue sti ubbidivano a' califfi, residenti in Rai-
isole, una parte segregala del Medi terra- rotta n, Vicus Augusti riguardala t
la ca-
neo. Cartagine e Rema (V,) si odiaro- pitale dell'Africa propria (cioè aulica pro-
no così mortalmente, perchè ambedue vincia dell'Africa, della quale non si può
andavanoa gara in voler divenire le città assegnarci confini precisi, bensì contenen-
centrali di lutto il mare Mediterraneo , te la contrada in discorso), verso il ggS
ed erano ambedue spinte dalla lo-
a ciò nel paese vi entrarono oltre un milione

ro posizione naturale. Alcuni desiderano d' arabi Saraceni pel deserto di Barca.
che come Alfièri
O fu soggettato
OD al sistema Narrai in tale articolo e in altri, le loro

di vita europea, per mezzo de' francesi, crudeltà e terribili irruzioni ne'dominii
così ancheTunisi possa essere posto in una cristiani, il che mosse Papa Pittore III
sfera di vita più elevala per mezzo della a riunire un grande esercito da tutle le

vicina Italia; e Tunisi dividerà la sorte parli d'Italia, massime geno-


di pisani e

con Algeri, qualora la dominatrice de'ma- vesi, per frenarne il furore con che face-
ri del nostro secolo non vi pianti il suo vano Schiavi immenso numero di cristia-
tridente. Ma chi sarà chiamato, per la ni. La flotta crociata, munita dello sten-

la natura delle circostanze a portare l'in- dardo di s. Pietro e dell'indulgenza con


civilimento dell'odierno Tripoli{V^) ver- remissione de'peccali, investì il regno di

so la diramazione orientale del monte A- Tunisi e fece varie conquiste principal-


t la nte, e sulle vicine coste di Barca, le qua- mente nel 1088, anno in cui fu eletto il
li anticamente erano lauto coltivale , e successore Urbano 11. 11 re infedele fu co-
-

TL'N T U i\ 1 7 .

stretto a rifugiarsi in una fortezza; fu pre- chini dalle fazioni, perderono i regni di
sa Mahdia, Tunisi e altre principali cit- Fez e di Tremezen, assumendo egli il glo-
tà, per cui il re maomettano si rese col rioso titolo di re dell'Africa, che limitò
suo stato tributario alla s. Sede, come re- a're di Tunisi in progresso, e ordinando
gistrai nel voi. LX1X, p. 275. Dipoi nel il ceremoniale della sua corte. Il figlio e

1 i4o Abdallà, nativo delle moulagne del- successore di lui chiamato Hutmen , se-

l'Atlante, 1 .°capo della dinastia degli Al- guì nella prodezza delle gesta il paterno
monadi, si rese padrone della Barbaria, esempio. Ben previo però il re di Fez era-

e Tunisi fu governala da're di questa tri- si fatto aggiudicare il predominio di tutta


bù pel corso di parecchi anni. Al decli- l'Africa iliìììe A ic dt fi le ni s\no ìì\ paese de'
nar dell'impero degli Almoravidi, s'in- JYegri,e co'successori di Hutmen duraro-
nalzò ili.° grido sedizioso dall'arabo A- no lunga stagione sanguinosissime guerre,
mentre il califfo Abassida Cairn
belcliit, Chiamatisi Are de fileni le frontiere le
legnava sui mussulmani; ma le sue trup- quali terminarono il cartaginese puuico
pe sconfissero il ribelle e lo spensero, pe- dominio dall'opposto lato, in corrispon-
rò rinacque ne' suoi due figli la brama denza delle Colonne d'Ercole, da quanto
d'emanciparsi. Indi combattè contro di vado ad accennare. Sorgeva appena e dila
loro il re Josef-Abu-Techifien della di- tavasi la famosa Cartagine, quando col
nastia degli Almoravidi, e terminarono contrastare il tributo, che alla città d'A-
le contese col rilasciargli il dominio del frica doveasi pel terreno ceduto nella sua
regno di Tunisi, a patto di perpetuo vas- edificazione, i limiti fra Cartagine e Ciré*
sallaggio a' sovrani di Marocco, qua- i zie furono puresubbietlidi disputa. Si con-
li tenevano in Tunisi un loro governa- venne, che due giovani partissero ad un
tore, che più volte fu assedialo dagli a- dato cenno dalle due città, e nel luogo
rabi. Terminata la linea degli Almora- oves'iticontrassero, venisse stabilito il con-
vidi, non furono punto migliori e docili fine. Mossero da Cartagine due fratelli

gli Almohadi successori, e Giacomo Al- Fileni,e fu sì celere il passo loro che mol-

mansor si tolse regni di Tunisi e di Bu-


i lo si avanzarono sul terreno de'cirenei pri-
gia. Declinando pero la fortuna di quel- ma d'incontrare i nemici, i quali perciò
li gli arabi di Tunisi tumultuarono di irati e come più forti,determinarono di
nuovo, e l'imperatore di Marocco compo- seppellir vivi i due fratelli se non aves-
se gli affaricon una imponente spedizio- sero dato indietro. Questi preferirono tal
ne navale comandata da Abduledi del- barbara morte piuttosto che tradire a-
la tribù di Mazamuda, celebre capitano gl* interessi della patria; ed 1 cartaginesi
di Siviglia, che vi ristabilì le cose; e con- per eternare la memoria del fatto eresse-
cedendo agli arabi talune pattuite rega- ro due altari sui loro sepolcri e sagri fica-
lie,venne acclamalo sovrano, onde lasciò rono loro come a Dei, e tuttora il luogo
J
sul trono pacificamente il figlio Buzaeca- si nomina le Are de Fileni. Quanto al-

ria, che si difese ne' torbidi mussulmani le Colonne d' Ercole, return Gadita- F
coli' innalzamento del castello tunisino. nuin o Erculeuni, è il nome che gli an-
Rassodatosi nel poteremo slato e la corona tichi dierouo alle due montagne Abi'tu e
rimasero ereditari nella sua famiglia per Calpe, che formauo lo stretto di Cadice
più di /joo anni. Abu-Ferez suo figlio di- e di Gibilterra, l'una dalla parte d'Eu-
visò di estendere a tutta l'Africa propria ropa, nell'Andalusia di Spagna, l'altra
il domiuio, che il padre non solo fino a dalla parte dell'Africa nel paese di Tan-
Tripoli avea ampliato, ma ben anche io ger. Queste due montagne furono così
gran parte della Libia e della Numidia. chiamate, secondo l'opinione di molti au-
3Nè mal vi riuscì, poiché lacerati i maroc- tori, perchè essendo alle e ripide, coni-
i
7a
TUN TUN
pai ivano da lunge alla vista di quelli che verse situazioni al lato d'occidente, risol-
venivano dal grande Oceano, onde en- se d'aumentare le fortificazioni della Go-
trare nel Mediterraneo, come duealteco- letta, che prima avea una semplice torre
lonne. Secondo la favola però, Ercole per- quadrata situata all'imboccatura del ca-
venuto sino a questo luogo, e credendo nale. Muley ritiratosi presso gli arabi suci
non esservi più terra verso l'occidente, vi alleali, di colà mandò a imploratela pro-
pose due gran colonne con 1' iscrizione: tezione dell'imperatore Carlo V promet- ,

Non ultra. Il potentissimo imperatore tendo di farsi suo vassallo se lo avesse as-
Carlo V assunse per impresa le due colon- sistilo. Commosso l'intraprendente Car-
ne col molto: Più ? ultra p restò a'successo- lo V dalle disgrazie del re di Tunisi, con-
«li Spagna (1 .). Prima di parlare di
ri re siderando che altra volta la Spagna (F.)
Muley-Hascem, dirò ili breve colla Storia avea imposto alle potenze di Barbarla e
di Tunisi\ clic saraceni dopo aver oc- i occupato la slessa Tunisi, e giubilante di
cupato la regione, la posero sotto il go- trovare un'occasione di vendicarsi de'Bar-
verno d'un viceré, talvolta chiamato re, barossa, primieramente fortificò, per ser-
dandogli il nome e titolo di Emir ossia virsene nella spedizione che inedita va, l'i-
principe de' credenti. Continuò tal forma soletta di Tabarca, sulle coste di Barba-
di governo ora in una famiglia ora in uu' ria nel regno d'Algeri. Quest'isola sorge
altra per lo spazio di quasi 5oo anni, fin- sul continente nella provincia di Coslan-
ché per una rivoluzione fu trasferita la tina, alla foce del Gondil-Bai ba, ed in es-
sovranità agli Almohadi, che assunsero i sa si vedono le rovine di Tabadcara o
medesimi onori che si davano a'califlì a- Tabarca (Fr.)o Tabathra, un tempo cit-

iricani ebbero la loro residenza in Ma-


: tà vescovile ed assai celebre.Donata alla
rocco, lenendo governatori in Tunisi si- nobile fu miglia Lomellini di Genova, era
no al 200. Furono poi cacciati da'Lassi,
i sotto la protezione della Spagna. Quindi
i quali si arrogarono il titolo di re, fa- Carlo V ne'porti di Spagna e d'Italia ra-
cendo il loro soggiorno in Tunisi, dove dunò una formidabile spedizione marit-
formarono una corte splendida e nume- tima di 4°o e o 'j c ,e pose alla vela nel
l ll '

rosa. Le guardie del corpoerauo compo- giugno 535 con 24,000 fanti di varie
i

ste do 5oo rinegati, e mantenevano un'


i nazioni e 5oo cavalli, sotto
1 suo coman- il

armala di 4o>ooo combattenti. Il loro do, che vi si recò personalmente, col fa-
consiglio componevasi di 3oo persone di- migerato Andrea Doria genovese; e Vir-
sutile per nascita, per probità e per espe- ginio Orsini conte dell'Anguillaia capi-
rienza. Questo governo fiori per lo spa% tano <li 1 3 galere pontificie, le quali Pao-
zio di oltre 3oo anni, e terminò in Mu- lo ili, che avea persuaso Carlo V a tale
Jeyche vnnlavasi il 35.°re discendente dai spedizione, beued\ a Civitavecchia, nella
Lassi. Nelle accennate guerre de'tunisini cui cattedrale consegnò lo stendardo dis.
col re di Fez, i re di Tunisi si ressero fi- Chiesa col bastoue del comando a Virgi-
no a Muley-Hascem o Hassan, discaccia- nio, al Doria inviando poi lo Stocco e Ber-
tone dal famigerato corsaroAriadeno Bar- rettone benedetti. Preparò il Barbarossa
bai ossa Il (fratello e successore di Bar- la più valida difesa, ma i suoi sforzi noa
barossa I nella reggenza d'Algeri), gene- vennero coronati da buon successo. Car-
rale dell'ai mate navali di Solimano Il im- lo V sbarcò a Porto-Farina, l' antica li-
7
peratore de'turchi, che nel i 534 s'impa- tica (Z .), il 16 giugno, e andando defila-
dronì di Tunisi e del regno, obbligando to ad assediare il forte castello della Go-
gli abitanti ad assoggettarsi all'impero ot- letta, in cui era chiuso il Barbarossa, lo
tomano; indi considerando che non po- superò d'assalto a'25 luglio, malgrado la

teva fortificarsi Tunisi dominato in. di- sua vigorosa resistenza. Presa la città di
,

TUN TUN i
73
Tunisi capitale del regno, Carlo V vi ri- 1 1 29 avea fatto conquiste nell'Africa, cioè
Muley-Hassan, investendolo libe-
stabilì Ruggiero 1, quando colle sue armi vitto-

ramente del regno. Bensì volle riservar- riose avea occupato Tripoli e Tunisi, ol-
si le mura pel presidio spaglinolo, l'an- tre diversi luoghi della Grecia e l'isola di
nuo tributo di 10,000 scudi d'oro, 4 ca- Malta. Il Giustiniani, Hi storie deelior-
valli e 1 o falconi, liberando lostotodal gio- dini equestri, cap. 67, ed altri storici dei
go ottomano, con patti molto favorevoli medesimi, attribuiscono a Carlo in me- V
alla cristianità e all'impero germanico, moria delle narrate conquiste l'istituzio-
spezzando le catene di 20,000 schiavi, co- ne dell'orarne militare di Tunisi, sotto
me accennai ne'vol.Ll, p.124, eLXVHI, il quale titolo creò de' cavalieri, a' quali
p. 122 ed altrove, dicendo pure delle al- assegnò un collare composto di piastre
tre piazze occupate dall'imperatore, co- d'oro ornale di pietre preziose, le quali e-
me Bona Mahdia summentova-
e Biserta. rano alcune pietre focaie mandanti scin-
ta, e chiamata anche Africa, lungo la co- tille, per denotare terrore e spavento

sta orientale giacente sopra una specie di poiché la pietra non si vince dall'ac-
penisola con solide mura e munita for- ciaio, ma getta fuoco se si percuote; dal
tezza, avendola occupata ilrinomatocor- collare pendeva una fascia colla paro-
saro Dragut , la lasciò guernita dal suo la Bari aria, ed alla fascia era appesa
nipote con 4°o mussulmani. Ma il pro- una croce di s. Andrea della Borgogna,
de Doria , aiutato dal signore di Rai- pure con pietre scintillanti, onde l'or-
1 ouan, da d. Luigi Perez di Vai gas, fatto dine fu anche detto di Borgogna. Tut-
governatore della Goletta e che perì nel- tavolta il critico p. Helyot pone quest'or-
l'impresa, e da'vicerè di Napoli e di Si- dine tra'supposti, non essendovi certe pro-
cilia, con poderosa flotta gli riuscìd'espu- ve di sua istituzione. Di più il Giustinia-
gnarla per assalto. Vedendone però dif- ni al cap. 7 i tratta àe cavalieri del Tu-
ficile laconservazione, ottenne da Carlo sino fondati dall'imperial casa d'Austria,
V che fosse demolita con mine, onde ne per avere i suoi imperatori tante voltede-
restò colmato il porto chiuso nell'interno bellato i barbari maomettani, saraceni e
della città. Vuoisi che Mahdia o Africa mori, e piantato nell'Africa lo stendardo
dasse il nomea tutta l'africana penisola. della Croce,mutandosi da Carlo V alle
Carlo V commise al marchese di Terra- Colonne d'Ercole il motto di Non plus
nova la presa di Susa, già chiamata Sfa- ultra, in Plus ultra. Che l'ordine del Tu-
gni, Ruspinae Bizacena, importante cit- sino colla regola di s. Basilio fu stabilito
tà marittima con fortificato castello. Se principalmente nell'Austria e nella Boe-
ne voleva impadronire il marchese colla mia , ed i cavalieri portavano sopra un
flottiglia siciliana, con a bordo le trup- manto rosso la croce liscia di color ver-
pe spagnuole, ed mori sussidiari forni-
i de, professando voto di castità coniuga-
tida Muley. Tuttavolta dopo sanguino- le e ubbidienza alla s. romana Chiesa.
so assalto e valorosi sforzi, convenne gli Ho voluto qui far cenno dell'ordine del
abbandonarla. Allora il Doria ebbe l'in- Tusino (V.), perchè non si confonda col-
carico di abbatterla e vi riuscì pienamen- l'ordine di Tunisi o Tunisino. 11 p. Bo-
te. Ma la flotta italico-ispana fu però indi nanni nel Catalogo degli ordini eque'
sgraziatamente dispersa in una notte dal- stri e militari, a p. 3o riporta la figu-
la tempesta, e Carlo V impedito di com- ra e descrive: 77 cavaliere della Croce
piere i suoi disegni sull'Africa, potè a sten- di Borgogna in Tunisi. do-
Paolo III
to afferrare il suo porto siciliano di Tra- po le vittorie riportate su Tunisi da Car-
pani con poche galere. Già un altro suo lo V, a congraluìarsene gl'invio per le-
predecessore nel reame di Sicilia verso il gati a latere i cardinali Cesarmi e Picco-
i
-
\ T UN T U N
Iomini,e il detto donoalDorin. Indi nel se- rilevai nel voi. XII, p. 9.H3, furono por-
guente mino 1 536 il Papa al modo de- tati sopra l'arco della demolita sagrestia,
scrittela Ingressi solenni in Roma, per la da cui si trasferirono sulla porta dell'ai*
spedizione di Tonisi vi ricevè in Ini ma di chi vi o dellanuova con l'antica iscrizione:
trionfo Carlo V. Il Cancellieri, che ne ri- Carvi us I imp. Tuneto espugnalo ve-
produsse la descrizione nella Stori/i dei e (cui et seram lume }>. Vetro ob insìgnem
w', riporta le analoghe epigrafi po- victoriam traiismisi t. Alcune cose donò
ste sugli archi trionfali e in altri monu- pure a Trapani tolte da Tunisi. Abbia-
menti sotto i quali cavalcò pomposamen- mo l'opuscolo: Gli successi della presa
te l'imperatore, ornati di figure e imprese della Goletta e de'progrcssi dello eser-
allusive, col titolo d' Affi e ano , di Virata- cito et armata Cesarea- insino alili Q di
rum vindici, Turcarum eversori. Ouie- lido 535. Ritiratosi Carlo V dall'Africa,
1

tis funda tori. Nell'arco trionfale super- il Barba rossa tornò a dare suoi feroci i

bissimo innalzato presso il palazzo di s. guasti sulla costa tunisina, e menti e Mu»
Mirco, con disegno di Antonio Sangallo, ley-Hassan erasi recato a Napoli da Citi-
vi lit dipinto il trionfo sull'Africa e la bat- lo V per indurlo a nuove imprese, il suo
taglia della Goletta, con l'iscrizione: Ga- figlio Muley-IIamida, fitto correre il gri-
le tue jnunilionibus expugnatis classe- do della fuga del genitore per l'oggetto
aite occupata ac liostibus foto stagno tru- di abbracciare la religione cattolica, lo fe-
cida tis atque submersis. Altra pittiti a e- ce detronizzare usurpandogli la corona.
spresse l'espugnazione di Tunisi con que- L'imperatore concesse al padre un soc-
sta epigrafe: Tuneto capto turcae poe- corso di 2000 italiani per reprimere la

nique in servi tu few a nostrìsad classem ribellione, ma questi miseri perirono tut-
attrahuntur. In un altro quadro l'impe- ti col ferro mussulmano, e Muley-Has-
ra torcerà rappresentato co'20,000 schia- san rimasto fra'prigioni gli fu tolta la vi-

ri liberati, che seco condusse in Sicilia e sta. Al suo fratello Abdulmalic riuscì di
fornì il necessario per ripatriare, con l'i- sorprendere la fortezza di Tunisi, e do-
scrizione: Chrisliani a miserabili servi- po aver liberato Muley-Hassan, e schian-
tute in libertalem restituii victoriam tati gli occhi a Sayd, primogenito del ni-

Caesari gratulantur. In altro quadro pote Ha mida, regnò egli persoli 36giorni,
l'incoronazione fatta da Carlo V del re eMaonietto suo figlio per 4 mesi. In capo a'
di Tunisi, nel ripristinarlo sul trono, con quali Hamida ricuperò il trono fi a le Stra-
l'epigrafe: Muleasses insigni Victoria re- gi e le devastazioni,e vi sedette pacifico si-

sti tu sa Caesare corona tur. Di altii si- no 1570. In quell'annOjOsecondoaltri


al

mili dipinti e iscrizioni si può vedere il neh 574, Aluch Ali o Ulachiali governa-
Cancellieri. Abbiamo dall'Alfarano, De- tore d'Algeri, prese possesso di Tunisi per
scrizione mss. della Basilica 1 aticana. sorpresa in nome del gran signore Seliui
"Sopra la porta Romana (della basilica) II. Così terminò il vassallaggio di Tuni-
ve sono 8 bandiere, et una serratura con si alla Spagna, a cui l'avea fatta tributa-

catenacci di CarloV imperatore, della vit- ria Muley, sotto il re di Spagna Filippo
toria avuta d'Africa in reverenlia.gralia, II. Arse poscia la guerra anche fra l'al-
et honore de Dio, et de s. Pietro suo vi- tro imperatore ottomano Animai III, e
cario... et in questo tempo forno levale le il re di Spagna Filippo lì figlio di Carlo
bandiere d'Africa, e il catenaccio e serra- V, il cui naturale d. Giovanni d'Austria
tura, che sta vano sopra la porta in segno cornandole forre spagnuole, in continua-
<lel!a vittoria". Poscia la serratura e il zione di quella che a'eristiani produsse la

catenaccio della soggiogata città di Tu- strepitosa vittoria navale di Lepanto Que-
nisi, donati da Carlo V a s. Pietro, come sto prode essendo iudisaccordocon Mar*
TU I TDN i7'>

c'Anfonio Colonna generale delle galere del divano, e da questi consiglieri si trae-
jiontifìcie,e conJacopoFoscarino generale vano gli agà o governatori militari de di-

delle venete, quantunque la flotta cristia- stretti. Cosi per via della milizia si ascen-
na fosse gagliarda di i4o galere, ^3 navi,6 deva a'primi onori. Durante i primi an-
galeazze e 3o altri legni minori, il dello ni il "ran signore mandava a Tunisi un
generale turchesco Ulachiali, uomo di so- pascià per governare la reggenza, e lo rap-
praffina accortezza, benché colla sua po- presentava eziandio nelle solenni adunan-
derosa flotta mostrasse sempre voglia ze. La carica di bey o gran tesoriere si
d' azzuffarsi, pure fuggi ogni incontro e poneva all'incanto in ogni 6 mesi, né po-
sì artificiosamente andò trattenendo cri- i teva ritenersi per più d' un anno. Il 2.°
che loro fece perdere il resto della
stiani, pascià nominato da Sinan per suo suc-
campagna, favorendo turchi anche la i cessore, dopo due anni l'u spogliato del
poca armonia tra il Colonna e il Fosca- potere esecutivo, lasciandogli la sola no-
lino, cose tutte che sommamente afflisse- minale rappresentanza del gran signore,
ro Papa Gregorio XI 11. Ad onta che ve- i e gli agà governarono per altri 16 anni
neziani sottoscrissero un trattato partico- alla testa del divano, finché la milizia si

lare di pace col sultano, nondimeno il Pa- sollevò contro) boiiluk-bascì, massacran-
pa e il re di Spagna continuarono a guer- done la maggior parte, e Kalif venne pro-
reggiare. Gli spagnuoli possedevano an- clamato sovrano col titolo di bey, ad e-
cora fortezza di Goletta presso Tuni-
la sempio d'Algeri, ed ebbe anche quello di
si, Giovanni d'Austria vi si accostò
e d. califfo. Continue rivoluzioni e scene san-

colla flotta di Sicilia ed occupò senza


, guinose hanno dopo quell'epoca balzato
combattere Tunisi e Biserta abbando- , dal soglio e innalzato bey, vani tornan- i

nate dalla maggior parte degli abitanti: do gli sforzi fatti a più riprese dal popo-
colle galere spaglinole eranvi le pontifi- lo per iscuotere il giogo oligarchico mi-
cie sotto il coniando diProspero Colon- litare; poiché l'ingiustiziee vessazioni dei
na. Dipoi la flotta del gran signore, sem- governatori, aveano determinato la mi-
pre capitanala dall'ammiraglio Ulachiali, lizia a scegliersi da se i suoi signori. Ec-
e l'armata di terra guidala da Sinan pa- co la serie de'hey di Tunisi della regnan-
cambiale le sorti, e pian-
scià, riuscì a far te dinastia. Nel 1700 Hassen figlio d'un
tò stabilmente la mezzaluna su' bastioni cristiano ri negato. Nel 173 5 Aly pascià,
della metropoli Tunisi, facendo macello che nel 174* prese la suddetta isola di
di tulli i cristiani che gli si fecero incon- Tabarca, della famiglia Lomellini geno-
tro, linone i4 prescelti a figurare come vese, e condusse a Tunisi 842 tabaichi-
trofei in Costantinopoli. Così finì il regno ni schiavi. Neh 75*2 a'24 aprile i mori tu-
diTnnisijdie dopoAbu Ferez avea durato nisini ribellatisi contro il bey Aly pascià,
3yo anni, sottrattosi dalla dipendenza de- saccheggiarono la cillà per 3 giorni, mas-
gl'im pera lori di Marocco, ed i turchi defi- sime depredando i cristiani, la chiesa e sue
nitivamente lo riunirono alla Turchia e suppellettili, l'ospizio e le memorie del-
impero ottomano.Sinan pascià della fami- l'archivio de'cappuccini. Nel j56 fu uc-
1

glia Cigalli genovese, fondò allora la reg- ciso Aly dagli algerini, e in sua vece in-
genza di Tunisi, ponendola sotto il vas- tronizzarono bey Nel 1759Mohammed.
sallaggio del gran signore. Vi stabilì una gli neh 782 lo divenne
successe Aly bey,
milizia permanente di 5ooo turchi, divi- Hamuda, nel 181 4 Olhman, che strozza-
si in tanti oldak o compagnie di 2j uo- to nel medesimo anno, in questo gli fu
mini, dalle quali fra'più antichi e bene- surrogatoMahmud. Nel 8 1 5 avendo una 1

meriti soldati scieglievansi i comandanti, benda di tunisini pirati sbarcato nell'isola


e tra essi poi si nominavano i consiglieri di s. Antioco presso la Sardegna, e por-
176 TDN T UN
tate in ischiavitù un centinaio di persone, dey difese la sua capitale come seppe e
mosse finalmente I* Inghilterra a frenare potè; ma in fine a'5 luglio dovè cederla
le piraterie ne!i8i6 di Tunisi, Tripoli e per capitolazione, ottenne di potersi ri-
Algeri, e mediante la flotta coma mia t a tirare colla sua famiglia e le sue proprie-
da lord Exmoulh, costrinse 3 bey del- i tà personali dove gli fosse piaciuto, e re-
le reggenze di Barbarla a parziali conven- cossi a Napoli. I francesi trovarono nel di
zioni, sia per la libertà di traffico commer- lui tesoro 48 milioni di fianchi, (pianti
ciale, che per l'abolizione della schiavitù, presso a poco ne avea costali la spedizio-
ne'cristiani, mediante trattali olia ripor-i ne. comandante francese in Algeri spe-
Il

tai a Schiavo. Nel i


824 diventò bey Bas- dì quindi una squadra a Tunisi e indus-
ini padre del bey defunto. Leg-
di recente se il bey Bussiti a sottoscrivere agli 8 a-
go negli Annali cV Italia del eh. Coppi, gosto una convenzione nella quale fu sta-
che nel i83o alcuni sudditi sardi erano bilito.» Rinunziare questi interamente e
da qualche tempo creditori della reggen- per sempre, per se e suoi successori, al di-

za di Tunisi, e non potevano in alcun mo- ritto d'autorizzare il corseggiamento in


do ottenere d' essere soddisfatti. Implo- tempo di guerra contro i bastimenti del-
rarono finalmente la prolezione del pro- le potenze, che stimassero conveniente di
prio governo, ed il re Carlo Felice spe- rinunziare all'esercizio dell'istesso diritto
dì avanti Tunisi il contrammiraglio Ca- verso i bastimenti di commercio tunisini.
stelvecchio con 3 fregale e alcuni basti- Abolire per sempre ue'suoi stati la schia-
menti leggeri, e con tal mezzo, co'è l'u- vitù de'ci isliani. Qualunque bastimento
nico potente co'barbari, furono questi in- che urtasse sulle coste della reggenza ri-

dolii a pagare quanto doveano. cevesse per quanto era possibile l'assisten-
Mentre l'Italia era in pericolo di nuo- za , i soccorsi e le vettovaglie di cui po-
ve agitazioni politiche , ebbe il benefìcio tesse abbisognare. 11 bey prendesse le mi-
d'essere stabilmente libera dalle correrie sure più pronte e più severe per assicura-
de' barbareschi africani. La Francia da re la salvezza degli uomini e delle cose e-
vari anni avea questioni con Husseyn pa- sistenti sul medesimo. Le potenze stranie-
scià edey d'Algeri, provenienti da un pos- re poter stabilire consoli e agenti com-
sedimento che avea su quella costa, e dal- merciali su tutti i punti della reggenza ,

la liquidazione di cerli conti derivanti da senza dover fare per quest'oggetto alcun
provigioni somministrate all'esercito d'I- regalo all' autorità legali locali. Tutti i

talia nel 1799. Fra tali discussioni quei tributi , regali e doni di qualunque na-
barbareschi insultarono talvolta la ban- tura, che i governi o i loro agenti pagava-
diera francese e la pontificia dalla Fran- no alla reggenza di Tunisi per qualunque
cia protetta, e il dey avea nel 1827 in- tilolOjCircostanzao nome,e principalmen-
sultato pubblicamente il console di Fran- te in occasione di concludersi un tratta-
cia colà residente, percuotendolo con un to o nello stabilirsi un agente consolare,
ventaglio. Allora il re Carlo X cominciò essere aboliti, né potersi esigere o stabi-
a spedire una squadra e bloccare Algeri, lire per l'avvenire. I sudditi stranieri po-
e nulla avendo con ciòottenuto, finalmen- ter trafficare liberamente co' sudditi tu-
te neh83o stabilì di mandar un eserci- nisini, pagando i diritti stabiliti". Simile
to per vendicare la dignità di sua corona, convenzione 1* 1 1 agosto fu stabilita col
e liberare l'Europa dal flagello de'pira- bey di Tripoli. Fu l'ammiraglio france-
ti barbareschi. Alla metà di giugno il vi- se Rosamel, che dopo la conquista d'Al-
ceammiraglio Dtiperré sbarcò presso Al- geri colla sua squadra percorse le diver-
geri 37,5oo uomini comandati dal ge- se reggenze barbaresche, notificando ai
neral Bourmont ministro della guerra. 11 capi di esse che la Francia vittoriosa vo-
1 -

T U N TUN 177
leva quindi che il suo nome e la religio- genti, ed i diritti della loro corona dalle
ne ci t Gesù Crislo fossero in quelle ino- reggenze Barbaresche. Trovandosi allo-
spitali parti rispettati. Quanto all'aver ra ambedue le potenze nella circostanza
la Francia imposto a'bey di Tunisi e di di dover vendicare de' torti che aveano
Tripoli non far esercitare il corseg-
, di rispettivamente ricevuti dalla reggenza
giamenlo in tempo di guerra control ba- di Tunisi, aveano perciò determinato di
stimenti delle potenze, che dal loro can- addivenire fra loro ad un'apposita con-

to rinunziassero allo stesso diritto ver- venzione al suddetto fine diretta. Stabi-
so i navigli barbareschi, indi nel 1 83 lirono pertanto che vi fosse d'allora in-

Ferdinando II re delle due Sicilie, volen- nanzi unione perfetta tra loro, nel caso
do profittare de' vantaggi che tal impe- di rottura d' una delle parti contraenti
gno assicurerebbe alla navigazione mer- con una o tutte le potenze Barbaresche*
cantile, per mezzo del governo francese In tal caso i sovrani unirebbero, ove oc-
partecipò alle due reggenze, che da par- corresse, la forza loro armata di mare e
te sua rinunziava formalmente al divisa- anche di terra,ove d'uopo, per far rispet-
to diritto di corso verso le medesime. Per- tare i diritti della rispettiva loro corona
ciò i due bey si obbligarono a una per- e de' loro sudditi, la regia bandiera e il

fetta reciproca nza. Ciò non pertanto Fer- commercio dalle reggenze suddette e da
dinando ebbe tosto motivi di lagnan-
li Ognuna di esse. La convenzione rimanes-
ze contro bey di Tunisi Hussin,ed al-
il se in vigore per lo spazio di 5 anni, e s'in-
tre ne avea il re di Sardegna Carlo Al- tendeste rinnovata di pieno diritto di

berto. Imperocché contro trattati vigen- i quinquennio quinquennio,meno vi pre-


in

ti esso avea fatto castigare con battiture cedesse 6 mesi prima della scadenza del
alcuni napoletani. Il governatore di Por- quinquennio il diffida mento d'una delle
to-Farina avea usato mali trattamenti ad due parti contraenti chene desiderasse lo
un bastimento genovese, e infine lo avea scioglimento \ In forza di questa conven-
anche sequestrato. consoli rispettivi- a- I zione, il re di Sardegna spedì alla rada
veano chiesto varie volte soddisfazione di di Tunisi una squadra composta di 4 fre-
tali insulti, ma sempre inutilmente. An- gate, una corvetta, un brick ed uno acuii
zi una volta il bey rispose in modo in- ner, e ne die il comando al contrammi-

sultante alla dignità del re Ferdinando raglio Viry. Ferdinando II riunì un afre-
II. Allora due sovrani conobbero non
i gala,duecorvette,una goletta e due brick.
esservi altro mezzo che d'appigliarsi al- Le due squadre presentaronsi avanti Tu-
l'armi. Incominciarono quindi dal sotto- nisi sul principio di maggio 1 833, e quin-

scrivere a' i§ marzo 833 una conven- 1 di spedirono i <lue commissari Montiglio
zione, nella quale in sostanza stabilirono piemontese e Marino Caracciolo napole-
che:» Per un effetto degli stretti vincoli del tano, ad intimare al bey di dare entro un
sangue che univano le due auguste cor- prefisso termine la chiesta soddisfazione.
ti, e dell'antica amicizia e perfetta cor- All'aspetto della forza il bey Hussin ce-
rispondenza che regnavano fra loro, già dette. Promise solennemente d'indenniz-
assaiprima d'allora aveano pensato alla zare il padrone del bastimento genovese
convenienza di unirsi con un apposito pel danno sofferto, e di, castigare severa-
convegno per difendere rispettivi loro i mente coloro che lo aveano insultato. Di-
sudditi dalle avarie e dagl'ingiusti e inu- chiarò essere stalo un equivoco d'intelli-
mani trattamenti, cui andavano di lauto genza le ingiurie che gli si supponevano
in tanto soggetti nelle contrade d'Africa, avere proferito contro il re del regno del-
e fare a un tempo rispettare la loro ban- ledueSieilie,anziavrebbeinviato i\u am-
diera, la rappresentanza de' loro regi a- basciatore a Napoli per dileguare ogni
VOL. LXXXI. 12
i
78
TUN T UN
dubbio che potesse rimanere nell'animo pe Baffo genovese, oriundo di Chiavari e
«li Ferdinando 11 sul senso delle sue paro- nativo di Tunisi, non seguisse le tracce
le. Promise infine, che qualora avvenis- de'barbari che nelle reggenze dell'Africa
se che i napoletani e siciliani applicati ai odiando il nome cristiano, accoppiavano
suoi servigi cadessero in colpa grave , li agli alti di tirannide verso » sudditi del-
farebbe consegnare in mano al proprio l'altre potenze la pianerà malafede, pu-
console, per essere ponili colle leggi del re di quando in quando il fiero caratte-
loro sovrano. Ottenuto così l'intento col- re de'seguaci di Maometto trasparirà mal
le sole minacce, le squadre tornarono al- adombrato dalle forme europee che si fa-

le loro sta2Ìoui. Il bey di Tunisi mandò cevano studio ti' imitare. Venne in capo
poi di fatti un individuo a Napoli,
il qua- al bey Ahmed di fare il monopolio del
le in nome padrone espresse al
del suo grano, e contro la lettera detrattati, sen-
re, in udienza solenne a' ni luglio, senti- za prevenirne i commercianti, ne proibì
menti di leale e costante amicizia, la qua- l'estrazione. Nel 843 il cav. Peloso con-
1

le egli non avea mai inteso d'alterare. sole del re se ne lagnò, ma indarno; s'ac-

Ferdinando li rispedì poi a Tunisi Ma- crebbero anzi i molivi di querela per al-
rino Caracciolo,il quale a' 17 novembre tre vessazioni e ingiustizie a danno de're-
concluse col bey un trattato, per esten- gi sudditi. Vedendo inefficaci le trattati-

dere le relazioni commerciali, vigenti tra ve, il governo sardo prescrisse al conso-
i loro rispettivi territori! e popoli, fissan- le più energico linguaggio, accompagna-
do d'accordo in una chiara e positiva ma- to da minacce di rottura; neppur queste
niera i patti da osservarsi da ciascuna conseguirono l'intento, e fu forza mandar
parte. Nel dì seguente si sottoscrisse una legni da guerra con ordine al console di
convenzione, nella quale si stabilì che: lasciar la reggenza e dichiarareche ove
wl sudditi del re, quali servivano i il pa- non fosse resa la dovuta soddisfazione il
scià bey particolarmente ed i suoi suddi- re provvederebbe agi' interessi de* suoi
ti, fossero sotto la di lui giurisdizione nel sudditi colla forza. Giosia era la guerra

solo caso correzionale di poco rilievo. In- che Carlo Alberto voleva fare al bey, ma
colpati però di grave mancanza, dovesse- non piaceva alla Francia. Essa conside-
ro congedarsi dal servigio del bey e dei rava il bey di Tunisi Ahmed come suo
suoi dipendenti, e tradotti nel regio con- protetto , sebbene egli temendo la sorte
solato generale per essere puniti colle leg- dell'Algeria conquistata dalla Francia e
gi del proprio re". Nel 83.5 divenne bey i la progressiva estensione di sue conquiste
di Tunisi Mustaia, padre dell'attuale che in Barbarla, fosse segretamente più ligio

da poco regna, e fratello del defunto pre- all'Inghilterra. Il console inglese avea fat-
decessoreHussin. Morto nel 83 7 osta- 1 M to de'passi al gabinetto tunisino del Bar-
la, gli successe il nipote Ahmed pasci;» fi- do, onde por termine alla discussione con
glio dell'altro bey Hussin, che si rese ce- accondiscendere alle giuste domande sar-

lebre pel suo governo, e distinto benefat- de, ma non era vi riuscito, e in gran par-
tore delle missioni apostoliche, come me- te perchè il console francese avea agito
glio poi dirò. Trovo nel Memorandum in senso opposto e corroborata la resisten-

storico-politico, pVI eh. conte Solaio del- za. II governo francese era estraneo al con-
la Margarita, ministro e 1. Segretario di tegno tenuto dal suo agente in Tunisi, pe-
slato di Carlo Alberto re di Sardegna, rò trovavasi sotto l'influenza de'suoi rap-
descritta la vertenza tra quella coi te e il porti, per cui forse men chiare vedeva le
bey di Tunisi Ahmed, onde ne farò cen- ragioni del re di Sardegna. Ciò che più
no. Sebbene quel principe mussulmano, premeva alla Francia era d'evitare a m\
cheavea per suo ministro il cav. Giusep- suo alleato l'umiliazione e danni d'una i
TU N TUN 179
sconfitta, poiché si prevedeva, colla me- prendere al bey di Tunisi la necessità di
moria quanto accadde a Tripoli nel
di cedere, né poteva ciòragionevolmente ri-

1823, che la marina sarda 0011 avrebbe cusarsi : la Francia all' opposto sdegnata
smentita la sua riputazione. Il governo del rifiuto di accettare la sua mediazione,
francese propose la sua mediazione, che minacciò che se la squadra sarda attac-
non fu accettata dal re pw vari motivi, cava Tunisi, ch'era sotto la sua protezio-
cui importava dar prova che avea per se ne, una flotta francese l'avrebbe aggre-
la forza di farsi rispettare, e una squadra dita. Rispose il governo sardo, che la ver-
in istato di sostener l'onore delia bandie- tenza col bey riguardava unicamente il

ra. Al tempo stesso si adombrò la subli- re, ch'era nel suo diritto, e non vi rinun-
me Porta, e dalla corte di Costantinopo- zierebbe mai per minacce, fosse pur pos-
li furono fatte delle osservazioni a quel- sente il governo che le proferiva; non esse-

la di Torino. Il sultano non riconoscen- re in grado di lottar con Francia, ma non


do l'indipendenza del bey Ahmed, ma con- perciò si sosterrebbe meno ciò che richie-
siderandolo come vassallo, trovava stra- deva l'onore e la dignità d'uno stato in-
no che si chiedesse a lui ragione coll'ar- dipendente; se il bey non dava soddisfa-
mi, anziché dirigersi al suosiguore perot- zione al re, la sua squadra assalirebbe
leuere riparazione de' gravami; non era Tunisi, e se la flotta francese lo impedii*
dunque pegl'interessi del bey, ma per far se cederebbe allora il governo sardo a-
atto di supremazia che la Porta interve- vanti forze maggiori, ma non alle minac-
niva. Rispose il governo sardo, che aven- ce mai, e l'Europa giudicherebbe chi più
do un agente in Tunisi, il quale trattava nobilmente procedeva. Queste e altre ri-

ogni affare col bey senza ingerenza del- sposte date alla Francia, comunicate al-
la Porla , e dal bey essendo stati sotto- le altre corti, furono ovunque approva-
scritti i trattati, da lui se n'esigeva 1' a- te; il gabinetto inglese scorgendo la con-
dempimento senza oltraggio de' diritti venienza d'impedire il conflitto, intimò al
delia Porta, che dal governo non erano bey di dar soddisfazione al re di Sarde-
pregiudicati, ne messa iti questione l'alta gna , ne potè ricusarlo. Non solo tolse i

sua signoria. Parve un istante che il sulta- molivi di querela e rivocò l'inibizione al-

no non pago disegnasse di mandar una l'esportazione de'grani, ma pagò mi in-


squadra nell'acque di Tunisi per difen- dennità pecuniaria pe'danni solferli dal
dere la città dall'armi sarde, ove s'intra- commercio sardo, ed il cav. Peloso fece
prendesse di bombardar la capitale, e vi pacifico ritorno a Tunisi. Intanto diven-
fu sospetto che fosse a suggerimento del- ne rinomato il bey Ahmed, amico since-
la Francia; ma la spedizione della flotta ro della Francia, e civilizzatore del pro-
ottomana non ebbe luogo, e le ragioni sar- prio stato, ove regnò da sovrano assolu-
de prevalsero a Costantinopoli. L'Inghil- to, poiché da oltre un secolo l'alto domi-
terra non voleva neppur la guerra, poi- nio della Porta ottomana vi è ormai af-
ché vi era tra essa e la Francia un segre- fatto cessato nella reggenza di Tunisi.
to accordo per proteggere il bey. Le due D'altronde non cessò di tratto in tratto la
potenze rivali intendevano cosi d'impe- sublime Porta da'tentativi onde ripristi-
dire che l'ima o l'altra opprimesse la reg- narvelo, se non che il governo francese,
genza , la Francia per distendere le sue al più lieve sintomo di pericolo, da fede-
possessioni in Africa ,
1' Inghilterra per le allealo, spedì ognora delle squadre in
creare presso l'Algeria una coloniaBrilan- di lui soccorso, e ciò bastò perchè le mi-
nica. Ma l'Inghilterra riconoscendo il di- nacce noti si traducessero infatti. Il bey
ritto del re di Sardegna, e lasciandolo in riconoscente al re Luigi Filippo fino dal
piena libertà d' agire , offri di far coua- 1 840 avea imposto il nome di Aloide Lui-
180 TDN T U N
gì Filippo allu parte superiore dell'an- Tunisi e per conseguenza lutto il reame;
tica Cartagine, offrendo a quel monarca che tale città era piena d'oro, d'argento
il terreno dove mori s. Luigi IX (J .) re e di ricchezze infiuile, come quella che
di Fraiuia&ij
agosto 270, mentre as- i da grandissimo tempo innanzi non era
sediava Tunisi, che poi avrebbe potuto e- slata presa da nessuno, e perciò con tali
spugnareilsopraggiunto l'ratelIoCai lo I re tesori si sarebbe potuto u" assai aiutar
di Sicilia, questi concludendo invece una I' impresa e la restaurazione del domi-
tregua a se molto vantaggiosa co'sarace- nio cristiano in Terra Santa. E solendo
ni. Narra l'annalista Rinaldi, che nella fornire i tunisini poderosi aiuti di com-
sagra crociala intrapresa da s. Luigi IX battenti, armi e cavalli contro le crociate
per liberare luoghi di Terra Santa dal-
i e in soccorso del soldatio d'Egitto, e con
le mani de'inaomettani, prima di recar- massimo pregiudizio de'crocesigna ti, viep-
visi si era proposto di conquistare il re- più fu tenuta necessaria l'impresa di Tu-
gno di Tunisi, del cui re avea ricevuto nisi. Pertanto l'armata cristiana appro-
segretamente molti ambasciatori e pro- i dò felicemente al porto dell'antica Car-
pri inviali a lui; poichéil re di Tunisi a- taginei giacche alcuna parte dell'aulica
vcadimostratosimulalamente molta pro- i saraceni aveano riedificata e foi litica-
pensione a farsi cristiano, purché con o- ta per guardia del porto, e fu tosto pre-
nesta cagione e salvo il suo onore potes- sa dai crociati, i quali attesero poi al-
se metterla ad effello seuza tema de'sara- l' assedio di Tunisi distante circa 1 5 mi-
ceni suoi sudditi, onde s. Luigi IX va- glia : quindi fu raggiunto dal fratello Al-
gheggiava con pio zelo l'idea di fargli da fonso conte di Tolosa. Allorché i crocia-
padrino. Avendo il re tunisino mandalo ti discesero sulla riva di Tunisi, i fran-
una solenne ambasceria in Francia,s. Lui- cesi coraggiosamente fugarono i sarace-
gi IX volle che gli ambasciatori assistes- ni su pe'rnonli. Subilo un limosiniero re-
sero in s. Dionigio al battesimo d'un e- gio pubblicò d' ordine del re l'entrala nel
breo famoso, eh' egli con diversi baroni paese in nome di Luigi IX: Io vi pubbli-
tenne al s. fonte. Dopo la funzione, il san- co il bando del Nostro Signor Gè sii Cri-
to chiamati a se gli ambasciatori, disse lo- sto , e di Luigi re di Francia suo ser-
ro con grande alfello. «Direte per parte gente t cioè a dire suo servo. Indi da'ero-
mia al re vostro signore, ch'io sì ardeu- ciali si distesero le tende, e ben presto co-
temente bramo la salute dell'anima sua, nobbero falsi i desiderii che avea mostra-
che voi rei stare nella carcere de'sarace- to il re di Tunisi infedele, d'abbracciare
11 tutti
i giorni di mia vita, senza veder
i 'la religione cristiana. I saraceni fecero vi-

mai la chiarezza del sole, solamente che sta più volte d'attaccar la battaglia, ma
il vostro re e la sua gente con di voto cuo- ebbero sempre timore del fiero contegno
re si rendessero cristiani". Egli dunque qualche volta vennero alle
de'crociali,e se
si persuase, che se il numeroso e tanto mani con iscaramucce,non netrasseroche
nominato esercito crociato fosse compar- danni. I maomettani difesero Tunisi con
so improvvisamente innanzi alla città di valorosi sforzi, ribattuti prodemente da'
Tunisi ,
questa sarebbe stata la più op- cristiani, ed il re volle indugiar nell'assalto,
portuna cagione, che quel re potesse ave- attendendo gli aiuti della grande armata
re tra' saraceni di premiere il battesimo che dovea condurgli il fratello re di Si-
co 'suoi, evitando
la inoi te,e ritenere il suo cilia Carlo I. Ma intanto, tra per man-
regno pacificamente. Oltre a ciò era per- canza d'acqua dolce, la corruzione delle
suaso s. Luigi IX, che se il re maomet- vettovaglie, gli eccessivi calori d'un pae-
tano non voleva venire alla fede cattolica, se così ardente, e l'intemperie dell'atmo-
era cosa assai facile espuguar la città di sfera , non che per l' infezione prodotta
TUN TUN 181
dagl'insepolti cadaveri, scoppiò la peste fossero in alcun modo impediti quelli che
e assalì l'esercito cristiano, facendo tosto avessero voluto prendere il santo lavacro,
strage della metà de'soldati,e poi ne'ca- e la conversione altresì de'mussolmani. Il

pitaui. Tra'grandi morirono pe'primi il redi Tunisi divenne tributario di 5o,ooo


conte di Nevers Giovanni Tristano figlio scudi annui del re di Sicilia Carlo I, il

del re, il cardinal Ridolfo Caprario le- quale avea portato macchine e tutto il le

gato della s. Set\e, e s'infermò a morte lo necessario per combattere Tunisi per ter-
stesso s. Luigi IX preso da continua feb- ra e per acqua; si obbligò di rimborsare
bre, il quale si apparecchiò al suo tran- il re e signori di Francia di tutte le spese
sito con somma edificazione, che celebrai ch'essi aveano fatte sino dal principio del-
altrove, colla recita delle divine laudi e la guerra, lequali ascendevano a i 0,000 i

il ricevimento cle'ss. Sagramenti, adem- oncie d'oro, di cui la metà doveasi paga-
piendo esemplarmente doveri di buon i re subito, e l'altra fra due mesi. Aggiun-
padre e di buon re. Avvicinandosi alla ge il Rinaldi, con altre testimonianze, che
sua fine, il santo re con fioca voce e pie- fu imposto al re di Tunisi di sommini-
no di zelo per la propagazione del cristia- strare il soldo a 3ooo combattenti, fin-
nesimo,andava ripetendo:» Veggiamo per ché durasse la guerra contro i saraceni
amor di Dio, come si possa predicare e invasori della Terra Santa. Di tali accordi
piantar la fede cattolica in Tunisi. Oh ci ragionai nel voi. XVIII, p-^B e 299. Il

fosse alcun huornoatto a esservi manda- re Carlo I fu tacciato d'avarizia, per aver
to a predicare"; e nominava un frate do- preferito farsi tributario il re di Tunisi
menicano, che altra volta era ito a Tu- (come Io erano stati i predecessori a quelli
nisi e conosciuto da quel re. Venendo il di Federico II imperatore e re di Sicilia)
servo di Dio all'ora estrema, giacendo in con annue 20,000 doppie d*oro,invece di
forma di croce sopra un letto asperso di prendere Tunisi, perchè allora conveniva
cenere, consumò il suo eroico sagrificio e divider la preda con gli altri principi, il
rese felicemente lo spirito alCreatore, nel- che principalmente riprovò Edoardo fi-
l'ora appunto nella quale il Figlio di Dio glio di Enrico III re d'Inghilterra, giun-
in croce morì per vivificare il mondo. Pub- tovi con l'armata dopo fatta la pace. Di
blicatasi la sua morte, l'esercito cristiano più Carlo I in luogo di recarsi in Siria per
oltremodo dolente, ne pianse amaramen- la sagra guerra e liberare i santi luoghi
te la preziosa perdita, onde il nemico ne dal giogo infedele, sciolse le vele verso la
prese vigore e baldanza, prontamente re- Sicilia, e mostrandone Dio giusto risen-
pressa dalla venuta di Carlo , il quale I timento, insorta Serissima tempesta, nau-
per le orazioni del fratello vide mitigar la fragò buona parte della flotta e del teso-
pestilenza nel campo per una gran piog- ro avuto dal re di Tunisi; e Tibaldo II
gia, indi ottenne gloriosa vittoria e si con •
re di Na varrà, che infermo era partito da
tentò di pacificarsi. Il re di Tunisi, che per Tunisi, giunto al porto di Trapani morì,
salvar la sua capitale e l'invasione del re- onde la vedova Isabella figlia di s. Luigi
gno erasi sottomesso a qualunqne patto, IX volle quindi osservare perpetua casti-
promise di liberare tutti cristiani schia- i tà, avendolo accompagnato nell'impresa
vi del suo reame con libero esercizio di d'Africa. I francesi rientrati in mare coi
loro religione, e concesse l'edificazione di siciliani, portarono seco il corpo di s. Lui-
conventi e chiese a onore di Gesù Cristo gi IX, ed il re Carlo I ne ottenne le vi-

in tutte lecittà del regno, e che eziandio si scere che fece depositare nella cattedra-
potesse predicar liberamente la fede cri- le di Monreale, li venerando corpo fu de-
stiana da'frati minori e da'frati predica- positalo nella celebre abbazia di s. Dìo-

tori, come pure da ogni altro; e che non nigìo, la testa fu posta nella s. Cappella
iS* TUN T UN
di Parigi\ e altra reliquie altrove Ami li» e la rada, e \i è stala situata di con-
do dunque il bey di Tunisi A burnì ce- senso dell'autorità mussulmana! monu-
Il

duto alla Francia il terreno sopra cui ino- mento eretto alla memoria di s. Luigi W.
ri s. Luigi IX, ed il «lono essendosi ac- nel luogo ov'egli morì, è al certo un edi-
cettato dal suo discendente re Luigi Fi- lìzio mollo ben inteso , sebbene siauna
lippo, si concepì il pensiero di fabbricar- tarda riparazione offerta al rappresentan-
vi una cappella o chiesa ad onore di quel te della Crociata. Ewi un'iscrizione con-
santo monarca, e tal re la fece innalzare cepita in questi termini. Luigi Filippo re
e dedicare nell'agosto i 84 '; quindi con- de* Francesi ha cretto questo monumen-
sagrare dal presente vescovo vicario apo- to sul luogo ove morì il re s. Luigi I V
stolico solennemente a'24 agosto 184^, suo antenato. Conclude il cav. Calza: Il
coH'interventodello stato maggiore e ban- segno della redenzione innalzato sulle mi-
de militari della squadra francese, ed ol- ne di Cartagine, lo stabilimento del pro-
ire il consolato ili Francia, vi assisterono prietario europeoGioliodeLesseps a Dja-
ancora i cancellieri di quelli delle altre far, l'adozione del costume europeo alla
potenze, con molta affluenza d'ogni na- corte militare del bey in Dardo sua reg-
zione e credenza religiosa Questo terre- gia, sono 3 tatti, che ciascuno nel loro ge-
no racchiude nel suo perimetro una pic- nere, contengono l'espressione e la ma-
cola parte dell'antica Cartagine; la chie- nifestazione d'un fatto generale , cjoè la

suola di s. Luigi IX colla sua bianca cu- trasformazione dell'Oriente! Quando il

pola gotica sormontata dalla Croce tor- duca di Montpensier, figlio di Luigi Fi-
/
reggia ne! mezzo di essa: su lutto il suo- lippo, si recò a Tunisi a'20 giugno 1
84 >>

lo sventola il vessillo di Francia. Questo e passò al Bardo per visitare il bey Àh-
luogoè indicato sulla carta geografica col med, questi lo tenne lunga pezza abbrac-
nome di s. Luigi di Cartagine t e gl'indi- ciato, poiché stimano i mussulmani che
geni arabi mussulmani lo chiamano Za.o- quanto più durano gli abbracciamenti,
vit ci Fransìs ,cioè il Santuario de* Fran- tanto più è profonda e sincera l'alfezio-
cesijXSantuarìodelSultanoCristiano.W ne che si ha di essi. Tra le altre parole
cav. Calza console generale pontificio nel affettuose il bey gli disse." Io sono il 20. mo
l'Algeria (ora di Toscana) nella sua Alge- della mia stirpe, e tuttavia il solo che ab-
ria, gravemente rimarca. Sul ripiano di bia avuto la gran fortuna di ricevere un
IWarka, sulla sommità dell'anticaAcropoli principe francese". A vendo il duca parlato
dove la regina di Tiro Didone venne fuggi- dell'amicizia del re padre pel bey, que-
tiva a cercare un asilo e fondare un famoso sti rispose. » La miglior prova ch'egli ab-

regno, abbellendo e fortificando la città, '


bia potuto darmene, si è l'aver posto sot-
s'innalza oggi un piccolo monumento, che to la mia custodia la chiesa di s. Luigi,
sarebbe questo solo il se$no della rigene- eretta in onore del gran re suo avolo, nel-
razione mussulmana.Sebbene non sia am- lo stesso luogo, ove lasciando la spoglia
pure è abbastanza ben situato per
bizioso, mortale la sua anima sen volò al cielo".
dominar l'orizzonte. Una Croce sulla ter- ]l duca di Montpensier decorò della le-
ra infedele! Una Croce sulla montagna gione d'onore l'ab. Bourgade cappellano
esposta a'pubbliei sguardi] Una Croce in della chiesa di s. Luigi; ed il bey di Tu-
un paese dove il fanatismo religioso dei nisi all'incontro insignì del suo ordine e-
maomettani ha reguato sì lungo tempo, questre il colonnelloThierry, e di Latour
dove qualche volta si riaccende risveglia- aiutanti di campo del principe. Il duca
to dall'ignoranza ch'è la sua compagna e avendo trovato l'attuale vicario aposto-
la sua sorella gemella! La Croce è là per- lico in visita, consegnò per lui al conso-
tanto, e doro ina Tunisi, Cartagine, il por- le di Francia in nome della pia sua gè-
T U N TlKY i83
miriceli regina Amalia, il dono di 3 pia- della chiesa africana Unisce al VI secolo
neteedi una magnifica stola. Nel seguen- e strascinò Cartagine nella sua tomba, la-

te anno essendosi portali a Tunisi il du- sciando sulle rovine un'aureola di gloria,
ca d' A uma!e governatore generale del- e nella sua terraun germe di santità che
l'Algeria, ed il fratello principe di Join- Dio dovea un gior-
nella sua misericordia
ville colla squadra francese, in nome del no fecondare. Fino alla metà del V seco-
loro genitore re Luigi Filippo formal- lo, Mandali (l.)(\'\ Genserico impadro-
i

mente decorarono della legióne d'onore nendosi dell'Africa, v'introdussero l'ere-

il dello vescovo vicario apostolico. Riguar- sia degli Ariani e poscia protessero gli

do al religioso monumento eretto in sito errori de' Donatisti (f .), pe'quali furono
così memorabile , alle conseguenze che dal re Unnerico esiliati e perseguitati cru-
produsse, e alle benemerenze dell' ab. delmente tanti illustri vescovi cattolici a-
T
Doni gade , P Osservatore romano del fricani, mentre l'eresia de' Manielici ^P .)

185 a p. 83g e 844> pubblicò un eru-


1 vieppiù ne lacerò la Chiesa. La rovina de-
dito articolo, e trovo opportuno darne rivava dalla sua sorgente, e la scimitar-
un breve estratto , che si rannoda colla ra deU' Islamismo dovea ben presto con-
comprende
storia della regione tunisina e sumarla e avverare per l'ultima volta l'o-

un notabile avvenimento, però rettifican- racolo del savio pagano: Dclenda Car-
do alcune cose, altre aggiungendone. So- thago. Scorrono 6 secoli, e Cartagine re-

pra la costa del nord dell'Africa s'innal sta abbandonata agli uccelli da preda,
zava un tempo la celebre Cartagine, ca- all' isolamento, alla desolazione, appena
pitale d'uno stato che conteneva le con- restando segni dell' alte sue rovine. Me
trade situate tra le Colonne d'Ercole e le queste mischiale alle feconde 'ceneri dei
Sirti o golfi Sidre e Cabès di Barbarla nel santi della chiesa d'Africa, e al sangue dei
Mediterraneo. Sulle rive del Tevere era suoi martiri dovean trovare grazie dinan-
un'altra città, Roma, a cui il destino ser- Dio del perdono, e la Francia qual
zi al

bava una grandezza unica nefasti della primogenita della Chiesa, fu lo strumen-
storici. Un giorno la sua potenza si tro- to eletto per compiere il risorgimento ci-

vò a fi onte di quella formidabile di Car- vile e religioso di Cartagine col grido di

tagine, e il giorno slesso la rovina oM que- amore nettato come una sfida all'anate-

sta rivale fu decisa. Il senatore romano ma del pagano: Reaedificanda Cartlia-


Catone, illustre per la sua eloquenza, pro- go. Nel secolo XI 11 s. Luigi IX, il re ca-

clamato saggio dalla posterità, pronun- valiere, vieue amorire a Cartagine, e il


ziò la sentenza di morte di Cartagine col- suo ultimo respiro è una fervorosa pre-
le parole divenute famose: DelendaCar- ghiera in fivore di queste rovine. Da quel
thago. Cartagine sotto la pressione del- momento uu'a-lleanza è stretta nel cielo
l' implacabile sua nemica, depose a' suoi fnrla Francia , e quel luogo testimonio
piedi sino l'ultimo respiro della vita po- della gloriosa morte del più santo de'suoi
litica; essa diventò la provincia procon- re. Passano de' nuovi secoli, comincia il

solare Africa dell'impero, e il granaio di XIX al rumore de'fulmini d'una guerra


Roma sino al giorno del suo i.° risorgi- universale, e questa guerra porta nel suo
mento al soffio vivificante Jella fede. Car- seno il genio di Bonaparte, che estesele
tagine fu una delle sedi più illustri del- sue conquiste sino a'piedi delle piramidi
la santa e celebre chiesa africana, i di cui d'Egitto. Strana cosa ! Il bey di Tunisi,

concilii, i padri, i santi, i martiri lascia- sovrano di Cartagine, osa più volte inci-

rono tanti magnifici monumenti alla chie- tare il vincitoredi Aboukir, che sdegnan-
sa primitiva, che in tauli luoghi altamen- do di misurarsi col pigmeo tunisino, si li-

te celebrai. 11 corto e brillante periodo mita a delle riprensioni, senza toccare il



I&4 T Lì N T UN
Itto territorio. All'ultimo de' nipoti di s. poslolico ministero, a nome di Roma cri-
Luigi IX, legittimamente regnante, era stiana, con l'augurio di speranza e di re-
risei baia la missione di vendicare il cri- denzione: Kaaedxficanda Carthago. Pei
>ti;iucNÌino, la civiltà dalle antiche e stre- suoi sforzi il nome di s. Luigi 1 X, fino al-
pitose a viinie delle reggenze Barbaresche. lora solamente scritto sul fregio della sud-
La conquista d'Algeri fatta da Carlo X detta chiesa, venne vieppiù glorificalo e
è un glorioso legalo del suo regno alla reso popolare in mezzo a una nazione in-
Francia, un avvenire di crescente ricchez- fedele. Attaccato egli alla legazione fran-
za, di conquista, di solidità della poten- cese in qualità di cappellano , il missio-
za marittima francese nel Mediterraneo. nario cominciò a Tunisi col cattivarsi la

Sotto il rapporto spirituale, il progresso si stima, impiegando il suo ascendente per


.stabilì e si svolse a gradi a gradi, e dalle ravvivare in seno della colonia francese
mani della Francia, la sede illustre di s. il zelo religioso, alimentandola talvolta
Agostino col pontificio concorso di Gre- colla parola di Dio in lingua nazionale, e
a
gorio XVI ricevette la i. restaurazione stimolando a più riprese l'influente con*
della chiesa d'Africa. Il popolo algerino sole generale di Francia in favore dell'o-
chiamato dalla conquista all'incivilimen- pera di Cartagine, e degli stabilimenti re-
to e alla vera religione, venne perciò dal» ligiosi di Tunisi. Il re lo nominò cappel-
l'occupazione francese a risentirne im- lano della reale sua cappella di s. Luigi
mensi vantaggi, e sempre più va prospe- IX, che per le sue cure fu circondata da
rando. Dopo la tempesta rivoluzionaria, un giardino, unendovi quasi un museo i

Luigi Filippo innalzò la cappella espia- di cui oggetti forniscono gli scavi abil-
toria dove K Luigi IX era spirato, pro- mente diretti, con iscrizioni puniche, sta-
clamandosi suo nipote; ed alla domanda tue e preziosi frammenti. Essendo l'esten-
della Francia il bey Ahmed concesse in sione del terreno concesso a s. Luigi qua-
assoluta proprietà il ricordato terreno si sufficiente per un villaggio, il missio-
che racchiude parte dell'antica Cartagi* nario lo fece coltivare a profitto della chie-
ne, ed ivi si eleva la celebrata piccola sa. Vi fondò rina specie di piccolo cam-
chiesa.La missione apostolica di Tunisi posanto, destinato a ricevere le spoglie
era dal 1624 servita da' telanti religiosi mortali de'marinai francesi che soccom-
cappuccini, e Gregorio XVI, come me- bono nel porto nelle lunghe stazioni del-
glio dirò all' articolo Tunisi città e descri- le squadre. Così s. Luigi non è più sola-
vendolo, l'eresse in vicariato apostolico mente un luogo di raccoglimento e di pre-
con provvido e benemerito pastore pe'fe- ghiere, è ancora un soggiorno piacevole,
deli dellareggenza tunisina, sotto l'im- un pellegrinaggio istruttivo, un felice pre-
mediata protezione della- Francia, nella ludio allo stabilimento d'una colonia a-
persona di mg.' Fedele Sutter vescovo di gricola, un luogo di riposo pe' marinai
Rosalia dell'ordine de' cappuccini. Così cattolici, che trovano a s. Luigi una ter-
per mezzo della gloriosa iniziativa della ra ospitale pe'loro avanzi inanimati, e una
Francia, le memorande rovine di Carta- preghiera per scortare I' anima loro al
gine cominciarono a risorgere dall'ombre sempiterno soggiorno. Indi il missionario
di morte, e il i.°monumento innalzalo tra estese le religiose sue sollecitudini a van-
loro è una chiesa cattolica per una dispo- taggio di Tunisi, punto di riunione del-
sizione della divina provvidenza, lai. "Tra la popolazione infedele e cristiana del pae-
tulle le possessioni francesi al nord del- se. L'istruzione classica mancava intera
l' AIrica, consacrata pontificalmente coi mente alla colonia europea , numerosa

liti liturgici. Intanto l'ab. Bourgade ac- d'alcune migliaia d'abitanti, e la colonia
corse a Cartagine a esercitarvi il suo a- ebrea, ancor più numerosa, periva per
TUN TUN i85
mancanza d'istruzione; quindi il missio- questo suolo, al vestiario fece assumere un
nario foroiò l'ardito progetto di fondare tipo speciale partecipando del turco e del-
un collegio o scuole, e l'eseguì sotto l'in- l'europeo, ammettendo in.corte parecchi
vocazione di s. Luigi da lui presieduto, dolli cristiani a cariche importanti. Fra
con studi i classici, filologici e commercia- questi il cav. barone G.RaiTo oriundoge-
li, pe'cristiani e pegli ebrei, uno de'qua- novese,cheil re di Sardegna dichiarò con-
li n'è maestro. Poi chiamò d'Algeri in Tu- te, dal bey fatto ministro degli affari e-
nisi le suore di s.Giuseppe a fondare un i- 3teri, consigliere e suo intimo segretario,
stituto per le ragazze, e un ospizio sotto il quale oltre l'essere protettore e bene-
l'invocazione di s. Luigi, (.love gl'infermi fattore insigne delle missioni cattoliche,
d'ogni culto sono ammessi e curati gra- molto contribuì alle utili riforme del bey,
tuitamente: a quest'ospedale diretto dal- rigenerando lo stato barbaresco, facendo
le monache e mantenuto da'benefattori, fiorire il commercio, perchè vi trovò ga-
paga il fitto il prelato vicario apostolico ranzie e sicurezza, la fabbricazione degli
in tino a quello della casa per le religio- oggetti di lana prendendovi un considere-
se. L'eseinpl;iri religiose furono compen- vole sviluppo. Il bey con l'aiuto di bravi

sate dell'infaticabile loro zelo; venerale affiliali francesi e. italiani, in pochi anni
da'eristiani e da'mussutmani, esse contri- .
seppe formarsi un'armata regolare, or-
buiscono a sviluppare la salutare reazione ganizzata, disciplinata, istruita e montata
che si opera lentamente, ma progressiva- all'europea. Istituì la decorazione eque-
mente in seno di tutte le nazioni dell'isla- stre tunisina del Nisciano Niscìani
If-
mismo, massime della Turchìa, come, de- thìar (/'.) civile e militare, destinata ad
scrivo in quell'articolo. Giunse l'ora infine onorifico guiderdone per coloro che se ne
in cui il missionario credette poter fare nel mostrano degni, statisti e stranieri;ciò pro-
paese con qualche buon esito una prima vando quanto Ahmed apprezzava leali i

prova di proselitismo; studiò la lingua egli servigi e quanto era innanzi nella via del
autori arabi, e pubblicò un'opera nella progresso e negli uside'paesi d'antico inci-
quale sagacemente attacca l'islamismo coi vilimento. L'ordine tunisino del Ni scia n
suoi propri argomenti, seguendo l'anda- si divide in 4 classi: cioè di i
,' classe col
a
mento col quale il maomettismo nel Vf grado di uflìziale dell'ordine; di 2. classe
secolo pervertì i cristiani dell'Africa, in- col titolo di commendatore; di 3/ classe
fetti disgraziatamente dall'eresia ariana, coi grado di uffi/.iale; e di 4-" classe col
a
e la imprimere in francese e in ara-
fece titolo di cavaliere. La decorazione dii.
bo. Questo missionario, con tutta ragio- classe formasi d'una specie di placca quasi
ne, prese per divisa I' oracolo del cielo: rotonda e composta di fregi, sovrastata dal-

lìcac dìfìc ancia Carlhago. La Francia ha la mezzaluna che racchiude una stella.
nobilmente rivendicalo a Cartagine il di- Dentro un circolo è la cifra del fondatore,
a
ritto che vanta di primogenitura nella cioè le lettere arabe A. D. vale a dire Iai.
Chiesa; essa l'ha protetta colla sua ban- e 1' ultima del suo nome (il successore
diera, battezzata col nome del suo re s. regnante nella decorazione ha posto la ci-
Luigi IX, e uod potrà abbandonar la sua fra del proprio nome). Tutta la decora-
pacifica conquista, lasciando incompleta zione è di diamanti, legati in oro e ar-
l'opera di misericordia. gento, d'oro essendo il fondo della cifra

il bey Ahmed illuminato, mercè le sue che occupa Le altre due deco-
il centro.
cure la reggenza di Tunisi, già nido di pi- razioni di commendatore e di utfìziale,
rati, marcia a veloci passi verso il comple- sono proporzionatamente meno ricche :

to incivilimento. Per lui il fanatismo reli- quella di cavaliere formasi d'una piastra
gioso e il brigantaggio souo scomparsi da d'oro ovale circondata da una corona di
iSG T UN T UN
fiondi d'alloro, sovrastata dalla mezza 6 inique. A nome d'un corpo numeroso,
luna e dalla siella di diamanti, avente in noi vi preghiamo umilmente d'aggradire
mezzo la cifra del bey pure in diamanti, l'espressione della nostra profonda grati-
a
La decorazione di i. classe pone a de-
si tudine per questa grande e nobile misu-
stra del petto; quelle delle 3 altre pendo- ra che rende liberi degli uomini, quali i

no da fittuccia di seta verde ondata ODO con ragione avete giudicato degni d' es-
4 filetti rossi: i commendatoli la porta- serlo. Che resta egli il più sovente dietro
no al collo, gli uffizioli ed i cavalieri alla le battaglie? o delle lagrime o del san-
sinistra del petto. L'atto che immortalò gue. Quella che avete riportalo sopra la

l'encomiato bey Ahmed, che supera tutti schiavitù sarà la più gloriosa che voi pos-
quelli emanati da lui ecliesegneià un'e- siatemai scrivere sulla vostra bandiera.
poca ne'fasti del inondo, fu l'abolizione L'umanità ha suoi annali: il vostro au-
i

Completa della schiavitù, di quella ver- gusto nome vi brilla oggi siccome nel cie-
gogna che deturpa tuttora il nostro se- lo un astro luminoso." li bey Ahmed nel
colo laddove meno dovrebbelo, come vi- novembre di detto 1846 recossi a Pari-
vamente deplorai a Schiavo. Avea il bey gi ricevuto solennemente dal re Luigi Fi-
da circa un lustro data la libertà appro- lippo, con Splendida cordialità. Egli si
pri schiavi, non senza esortare sudditi i mostrò piacevolmente in pubblico avente
a dismettere l'infame mercato della car- un fez in capo, vestito di ricca divisa quasi
ne umana e ad imitarlo, quando con de- simile a quella degli uftiziali francesi, e
creto de'^4 gennaio 1846 dichiarò: Es- portante il gran cordone della legione d'o-
sere troppo penoso e ripugnante al suo nore. Con onori reali fu festeggiato dalla
cuore il do il lo di proprietà di questa spe- corte e da'grandi; assistè a riviste milita-
cie del genere umano che Dio ha colmato ri e concerti;visilò i mirabili stabilimenti
di beneficenze, e voler cessata da quel di quell'immensa metropoli; profuse a
momento nell'estensione de'suoi stati la piene mani oro per sollievo delle vittime
schiavitù; ordinando altresì che diventas- della recente inondazione e de'miserabili
se libero qualunque schiavo proveniente ingenerale; e pose in moto la stampa pa-
dall'estero, il quale ponesse il piede ne rigina e dipartimentale, che a lungo fe-

gli stati medesimi. Adunque con un trat- ce eco al popolo in esaltare l' illustre o-
to di penna il bey di Tunisi Ahmed rup- spite, celebrandolo un grand' uomo pel
pe ferri di 3o,ooo de'suoi simili, ren-
i cuore, per le sue idee e pe'suoi alti. In
dendo loro un'esistenza indipendente,on- attestato quindi di grato animo per sì ma-
dechè milioni di voci risuonarono da tut- gnifica accoglienza, e pel successivo do-
te parti per ricompensare colle benedi- no ricevuto dal re della magnifica nave
zioni il magnanimo autore di sì umana a- a vapore Dante, mandò a Parigi la fa-
zione. L'istituto d'Africa, che tanto elli- mosa guglia di Cleopatra. Nel 1847 il bey
cacemente promosse la rigenerazione del - spedì in Algeri un suo olììciale, con l'in-
la razza africana, volle direttamente co- carico di consegnare al maresciallo Jju-
municare al generoso sovrano propri i geaud le insegne del Niscian tunisino di
sensi d'ammirazione per mezzo d'un in- 1 belasse, colla seguente lettera. » Al più
dirizzo, e contenente il brano seguente. distinto de'grandi, sul cui appoggio si può
n Voi avete nobilmente compreso, o prin- farconto,al più elevato, al più onorato, al-
cipe, ch'è un onorare l'Essere supremo l'uno de'primi (del regno) e de'principa-
trattando bene le di lui creature. Di già li ! A colui ch'è prodigio di bontà, d'af-
migliaia di cuori si sono inchinati ricono- fabilità e nostro amico, il maresciallo du-
scenti verso il vostro trono, e vi ringrazia- ca d'Islì, governatore dell'Algeria, cui Dio
no per aver infranto delle catene pesanti colmi d'onorificenze 1 Dopo di aver così
TU N T U N 187
offerto i saluti convenevoli all'ulto grado te del bey. Di più mandò in dono al bey il

che tu tieni, io ti duo che la nostra al- suo ritrattoci! coudato da brillanti, e due
leanza colla grande nazione francese e- quadretti di musaico. Il bey inviò rag-
cheggiò in tutto l'universo; quest'alleati- guardevoli soccorsi in denaro e truppe al-

za è stata proclamata da tulli gl'intèrpreti la Porta ottomana, nella terribile guer-


del pensiero, la parola e la penna. L'ono ra che ardeva colla Russia; e fu tenuto
re, che noi raccogliamo, sarà ricordalo uno de'più famosi giuoeatori di scacchi del
in tutti secoli; ed è per perpetuarlo e
i mondo. pubblici fogli deh 855 annun-
I

dartene una piova, che noi li mandiamo ziarono le seguenti notizie. A'3o maggio
questo splendido fregio , che occupa un nel nuovo palazzo della Goletta morì il
luogo distinto nell'opinionedi tutti gli uo- pascià bey di Tunisi Sì-Ahmed, in con-
mini d'onore. Sovr'essso è scritto il uo- seguenza di nuovo assalto di gotta, che
stro nome; è lo stemma della dignità del- inquietavalo da qualche tempo, e del 4-°
l'ordine: ti piaccia accettarlo. La felicità attacco apopletico , il quale appena gli

e accompimento d'ogni tuo desiderio


1' permise chiedere un po' d'acqua e subito
sempre ti accompagni. Ti conservi Id- perdendo l'uso della parola. All' istante
dio sempre fra mezzo agli onori, di cui ne fu avvisato il suo cugino Mohammed
sei degno Emanato dal povero in Dio,
! bey del campo, destinato a successore se-
dal suo servo Ahmed pascià, bey sovra- condo la consuetudine del paese, ricono-
no del regno di Tunisi. "Si legge nel Gior- sciuta per convenzione stabilita tra l'In-
nale di Roma de'27 febbraio 85 .» Sua 1 1 ghilterra , la Francia e la Porta. Il bey
Altezza il bey di Tunisi volendo felicita- del campo, dalla Marsa, luogo di sua vil-
re il santo padre Pio IX pel fausto di lui leggiatura , corse tosto alla Goletta ac-
ritorno alla propria sede, spedì in que- compagnalo dal suo seguito. Intanto il pa-
sta dominante un inviato straordinario scià bey continuava deteriorando, e verso
r
nella persona di S. E. il sig. barone Raf- la mezzanotte cessò di vivere, in presen-
fo suo segretario intimo , ministro degli za de'suoi cortigiani, e dell'altro suo cu-
affari esteri e generalissimo delle truppe. gino Sedak fratello minore del bey del
L'altezza sua avrebbe desiderato di com- campo, il quale erasi momentaneamente
piere prima d'ora a tale atto, laddove il assentato. Tale notizia pervenne in Tu-
cholera-morbus non avesse travagliato nisi a'3 di buon mattino, e fu poi con-
1

r
quelle contrade. Il sig. barone pei tanto, fermata co tiri di cannone che si usano fa-
ammesso all'udienza di sua Santità il dì re in simile circostanza dalla cittadella del
18 corrente, ne venne ricevuto con ogni Bardo, onde annunziare da un canto la
alfabilità di maniere, e co' riguardi cor* morte del sovrano, ed invitare dall'altro
rispondenti alla graziosa missione affida- il divano per la proclamazione del succes-
tagli. Égli poi nella notte de' 24 corrente sore. Mohammed nel frattempo si portò
ripartì per Tunisi, tenendo la via di Na- nuovamente allaGoletta per verificare co'
poli, e portando seco pegni manifesti della propri occhi la realtà della morte del cugi-
benevola accoglienza avuta dalla Santità uo,quindi andò alBardo per attendere alla
sua in simile occasione." Fu l'odierno vi- proclamazione secondo le forme richieste
cario apostolico che procurò che il bey si dal paese. Corsero al Bardo a tutta gara il
ponesse corrispondenza col Papa, il
in divano, le autorità e tutti gì' impiegati; e
quale decorò il ministro Ratio colla gran verso le ore 8 del mattino senza ostacoli
croce di s. Gregorio, con quella di com- fu proclamato: Sì Mohammed Bey del'
mendatore il suo figlio, e con quella di la Reggenza di Tunisi. Il nuovo bey a-
cavaliere due del suo seguito, ed Anto- sceso il trono ed entrato appena in potere,
nio Dogò ricco e buon cattolico iulerpre- investì suo fratelIoSedakdel titolo diBey
188 TUN TU N
del Campo, grado già da lui occupato si- soverchieria come veniva esalto nelle ri-

no da qitandosalì al soglio il defunto cu- vendile, dimodoché spesso le cose soggia


gino. Dopo taleceremonia sua altezza ri- cendo per la 4-" volta a'diritli d'imposi-
cevè baciamano Sedak 2.'1 dignità del
al zione, divenivano assoluta proprietà del-
trono, il Zapatappt guardasigilli, e Mu- l'appaltatore. L'abolizione del monopo-
Stafà hasnadar tesoriere, il divano, mi- i lio sommo beneficio non solo alla
recherà
nistri, le autorità e tutti gl'impiegati eu- popolazione, ma pure al governo mede-
ropei e indigeni. La proclamazione fu con- simo, perchè i poveri arabi angariati dal-
clusa con un saluto reale fatto dalle for- l'appaltatore preferivano di portare i lo-
tezze del Bardo di Tunisi, e con avere i ro bestiami nelP Algeria, e in tal modo
rappresentanti delle corti straniere inal- il governo non percepiva quello che ora
berato il rispettivo slendardosulleloroa* riscuote. Furono anche aboliti altri due
Lutazioni. Il nuovo principe ritenne per monopolii interessanti, cioè de'mattoni e
ministro degli affari esteri il conte Ralfo, della calcina, appalti che aveano cagio-
per la fiducia e stima che ha di questo nato la rovina della maggior parte del-
rispettabile personaggio; subito comin- l'abitazioni di Tunisi, che perciò conta-
ciò ad amministrare la giustizia, la qual va più di i ooo edificii non compiti, mu- i

cosa da più di 3 anni non faeevasi dal pre- ratori penuriavanodi lavoro, e molti al-
decessore per causa di sue infermità , e tri articoli spettanti alle fabbriche non a-
gli affari cade vano sotto la prepotenza or veano quasi più spaccio. A'2 ottobre ap-
di uno or di altro. Sono immense le spe- prodò sulla rada della Goletta, provenien-
ranze che si hanno nel nuovo bey, molto te da Costantinopoli e Malta, il vapore
più s'egli s'inspirerà ne'principii del de- tunisino Mausur con Rifat bey effendi,

funto suo padre, il buon cuore liensi


cui inviato del sultano Abdul-Medjid-Rhan,
presso tutti in gran memoria, come pu- colla conferma all'avvenimento al trono
re per conoscere bene lo stato delle cose, del nuovo bey. All'arrivo di questo per-
ed i balzelli degli appaltatori che gravi- sonaggio sua altezza Mohammed die l'or-

tano sugli abitanti della reggenza. Dal- dine de' preparati vi per la sua ricezione.
l'avere rimosso dalle porte urbane gl'im- Il bagno del defunto Ahmed bey, situato
piegati degli appaltatori, fi sperare l'a- fra s. Luigi e la Goletta, servì da lazza-
bolizione dell'appalto detabacchi e del- retto, ove P ambasciatore della sublime
l'erbe,che pagano il i5 perioo. Il bey Porta unitamente al suo seguito consu-
dopo aver visitato la gran moschea di Tu- marono la contumacia. A'7, giorno della
nisi, fece il giro della città fra gli applausi pratica, V ambasciatore fu ricevuto alla
della popolazione. Prendendo poi in seria Goletta con un saluto di 21 tiri di can-
considerazione lo stato deplorabile della none, donde fu condotto alla capitale Tu-
medesima, tosto abolì il gran monopolio nisi, accompagnato da uno squadrone di

ossia diritto detto dei Quarto, che prece- il cavalleria, e da infinito numero di per-
dente governo percepiva alla vendita di sonaggi impiegati nel servizio del bey,por-
lutti quadrupedi nella reggenza. Questo
i tatisi di suo ordine ad incontrarlo. Verso
esorbitantissimo diritto talmente aggra- le io antimeridiane un nuovo saluto dalla
dava gli agricoltori, i quali nella mag- Rasba annunziò I* arrivo in Tunisi del-
gior parte erano stati costretti d'abban- l' ambasciatore, il quale secondo gli usi

donare la coltivazione de'campi; ed era prese alloggio nella casa così detta del Bey.
anchegravosissimo non solo per l'ammon- Quindi a'g ebbe luogo il ceremoniale del-
tare, siccome obbligava i venditori di pa- l'investitura. Verso le ore 8 antimeridia-
gare il 25 perioo sul prezzo della ven- ne l'ambasciatore ottomano abbandonò
dita, ma eziandio per l'irregolarità e la Tunisi per recarsi ad incontrare sua aU
T U N TCN 189
tezza il bey, il quale aspettavalo nella sua tassa speciale di sangue. La vendita di ta-

cittadella del Bardo. Tutti gl'impiegati ci- bacco e sale verrà concessa a'privati verso
vili grande tenuta, ebbero
e militari in una tassa corrispondente. Verrà a oche at-
ordine d'accompagnare l'ambasciatore, tivata una riforma monetaria. Sopra il re-
nella sua gita al Bardo. Etano preparati gno di Tunisi e sua reggenza scrissero. J.
a disposizione di Rifai bey effendi una bel- 13. Gramaye, Africae illustratele. Tor-
lissima carrozza tirata da 8 muli, ed uno naci Nerv. 1622. Istoria degli stali di
de'migliori cavalli la cui bellezza è quasi Algeri, Tunisi, Tripoli e 3Iarocco,Lon-
rara nella reggenza. L'ambasciatore pre- dia 17 54. Levati, Storia della Barba-
ferì montare a cavallo, e quindi la car- ria, Roma 82 7.Toulotle e Rive, Ilistoì-
1

rozza ritornò vuota. Rifai bey effendi in re de la Barbarie et des lois au moyeu
piena uniforme portava oltre la sciabola a'ge, Paris 1829. Cav. Calza, Algeria:
propria die gli pendeva a fianco, un'al- Piaggio a Tunisi, Roma 844* 1

tra in mano lotta ornata di brillanti spe- TUNISI o TUiNESI, Tunetum. Città
dita dal sultano al bey, unitamente alla vescovile e antichissima d'Aftica, capitale
decorazione e al firmano. Lungo la stra- ei. "centro di commercio del regime rea-
da da Tunisi al Bardo la cavalleria ara- ganza di Tunisi [V?), residenza «lei so-
ba irregolare in onore del giorno festivo vrano bey, delle autorità civili e militari,
fece vari giuochi chiamati ll-Melhab,cou- de'rappresentanti delle potenze straniere
ducendo in tal modo Rifai sino alla porta e del vescovo vicario apostolico. Sorge sul-
del Bardo. Le truppe sotto l'armi schie- la costa settentrionale di Barbaria , sul
rate in due ale dentro la città prolunga- fianco e alle radici d'un poggio, distante
vate sino alla porta del palazzo reale del I5o leghe da Algeri,! 80 da Marsiglia, e
bey, ove l'ambasciatore scese da cavallo 4 leghe circa lungi dal mare Mediterra-
e consumò a piedi i pochi passi che gli re- neo, sedie rive del lago di Tunisi. Que-
sta vano per compiere la sua missione. En- sto ha quasi 8 miglia di circonferenza, po-
trando nell'aula di giustizia, Rifui presen- co profondo per venire colmato dalle quo-
tò a sua altezza Mohammed la decora- tidiane immondizie,che rendendo il fondo
zione, la sciabola ed il firmano. Aperto pieno denso fango nei o,nelle burrasche
di

questo dal bey e baciatolo per 3 volle, e- spande intorno insalubri esalazioni: è di
gli lo consegnò al Bas-Kngia, il quale lo forma semicircolare, abbonda di pesci e
lesseper 3 volte ad alta voce, presenti il ha comunicazione
d'uccelli acquatici, ed
bey di Tunisi, la sua corte, l'ambascia- col mare o golfo di Tunisi o di Cartagi-
tore ottomano, tutti i consoli e tutti gl'im- ne, il cui ingresso viene segnato da'eapi
piegati. Fini il ceremoniale con un saluto Bou e Farina. 11 canale che congiunge il

reale fatto dalla cittadella delDardo e da' mare col lago, e divide dal porto Alcnu-
principali forti di Tunisi. 11 grado che il vacl la città, prese il nome dal porto che
sultano conferisce ad ogni nuovo bey è si restringe a forma di golajchiamasi vol-
quello chMuscir.Nel Juglioi856 fu ordina- garmenteFom edagliarabiHalk-al-ouacl
ta l'abolizione delle vecchie tassee l'intro- ed anche Vad-al-halk, ciò che significa
duzione un nuovo sistema daziario e
d' la Gola del lago, onde quando gl'ila-

steurale. Verrà levata una decima sui ce- liani e spagnuoli vi fabbricarono il tortelo
reali e sull'olio, così pure verranno da- denominarono come il castello Goletta, il
ziati gli alberi fruttiferi, ne' villaggi sono quale domina potentemente lo stretto e
da pagarsi mensilmente 3 piastre di te- la rada della città, ch'è un grande stagno

statico, nelle città di Tunisi, Sfachx,Susa, appena navigabile pe'battelli; nella rada
Kaiiuane Monastii un importo alquanto però del porto le navi d'ogni grandezza
più allo; in caso di omicidii è fissata una in gran numero da guerra e mercantili
i
9o TUN T U N
vi trovano un comodo e sicuro ancorag nato con lusso asiatico. Alcuni de' gran
gio. Inoltre il vocabolo Goletta in tu- cortili hanno vaga fonte nel mezzo, e ne*
lliano significa Fortezza. Sul canale vi è [\ angoli gabbie con melodiosi uccelli a-
un ponte levatoio, e nel i 820 vi fu innal- fricani dello più rara bellezza. I tetti oter
zato il faro. Sulla riva settentrionale sta 1 azzi piani sono ornati di tende a vari co-
propriamente il gran Corte della Goletta, lori, ove nelle sere calde si respira l'aura
ed il minore trovasi a qualche distanza fresca e si conversa. Abitano
le donne un

dalla riva meridionale. Le fortifica/ioni appartamento separato da quello degli


lunghe e bianche della Goletta, eh' è la uomini, e quivi stanno sempre finché si
chiave di Tunisi e dista da essa quasi 5 trovi nella casa uno straniero: rare sono
leghe, sono munite con numerose bat- le (ìnestresulle strade, e le poche esistenti

terie: la grande forte/za o castello del- sono chiuse da graticci verdi. Le migliori
la Goletta, situata sopra un' eminenza abitazioni sono la casa dell'agì», del con-
al novd-ovest della città, questa difende sole di Francia, e generalmente quelle de-
nel suo vasto spazio cinto di moro solidis- gli altri consoli delle nazioni europee. Sot-
simo. Nfgli ultimi tempi le porte si chiù to la più parte delle case sono scavate due
elevano al tramontar del sole, ne si ria- vaste cisterne, in cui aduna risi l'acque pio-
privano che al suo levare; ogni venerdì vane che nell'inverno cadono sui terrazzi
stavano chiuse dalle dieci ore del malti* e nelle corti, uè se ne bevono altre, per-
lino sino a mezzodì, perchè un profeta chè quelle de'pozzi sono salmastre, e le
mussulmano predisse che in tale giorno sorgenti sono rare e lontane dalla città.
e in tali ore cristiani s' impadronireb-
i Verso il nord le numerose torri di Tu-
bero del paese: vegliando una guardia nisi appariscono sorgenti tra due colline

durante la notte alla sicurezza della cit sparse di castelli fortificati, ed insieme riu-
tà. Siffatto uso però ancora viene osser- nite da un lungo acquedotto , costruito
vato da qualche città della reggenza. Le dall'imperatore Carlo V. Tre montagne,
strade sueide, strette e tortuose, non in la cui elevazione è infinitamente superio-
siniciale, nell'inverno sono piene di fan- re alle altre, offrono allo sguardo contor-
go, tranne il quartiere abitato da' mori; ni singolarmente squarciati. La 1." e la
vi hanno parecchie piazze pubbliche e ir- piti vicina, chiamasi Bou-Charnin ;
più
regolari. Tunisi è ben fabbricala, belle lungi è l' A limar, o monte rosso; e più di-
sono le sue case imbiancate di fuori e fab- stante ancora il gran Sauoan. A sinistra
bricate ad anfiteatro; perciò scorgono a si spiega il lago di Tunisi, sulla cui su-
grande distanza, ed offrono un colpo d'oc-' perficie galleggia un' isoletta ov' è edi-
chio sommamente pittoresco sono co- : ficato il lazzaretto; quindi si scorgono
strutte quasi tutte di pietra o di matto- gli avanzi di Cartagine, e finalmente fa

ni, ordinariamente d* un sol piano, ter- di se bella mostra la cappella di s. Luigi


minano con un terrazzo, e sono così vi- IX re di Francia, recentemente costrutta e
cine che potrebbesi agevolmente passare nel precedente articolo descritta, qual nu-
da un terrazzo forma qua-
ali' altro; di cleo memorabile degli stabilimenti fran-
drata, hanno una corte della
nel centro cesi. A destra poi si osserva il villaggio di
stessa figura, circondata da un chiostro Rhades, colla punta di terra, sulla quale
Sostenuto da pilastri o colonne, gli appar- il celebre romano AttilioRegolo sconfisse
tamenti standone disposti all'intorno. 11 i cartaginesi guidati da Annone ; un po'
i.° piano presenta sopra la corte una gal- più lungi trovasi l'arsenale, ed in ultimo
leria che f<« il giro della casa, e per la qua- il castello della Goletta e il forte eretto
le entrasi in altri appartamenti; l'interno da Carlo V. Vedesi pure a destra un 2.

è tenuto pulitissimo, e presso i grandi or* lago d'acqua salsa, sulle cui rive si sten-
T UN T UN i
9 r

de il Puh do, palazzo reale d'ordinaria re- mi sporgono mensole sostenenti vasi di

sidenza del bey, che per l'ampiezza somi- porcellana e altre curiosità; e più in alto
glia ad ima piccola città: Malte Brulichia- ancora, una fila di specchi, gli uni accan-
mo il Bardo, il Versailles tunisino ; ed to agli altrijdisposti tutti all'intorno della
Ewald che lo visitò, diceche la gran sala sala,produce l'effetto il più strano. Solto
del castello gli parve opera delle Tale, per learmi e similmente tult'intorno alla sala
la sua ricchezza e magni licenza. Questa girano 3 ordini d'origlieri, coperti da uno
reggia in forma di cittadella conveniente- spesso drappo di seta rossa ricamato. Il
mente fortificata, rimane fuori le mura centro della sala è coperto di superbi lap -

della città alla distanza poco meno d'una peti persiani. Ne' giorni di solenne rice-
lega. 11 grande e principale ingresso, di- vimento, soli' ultimo ordine d' origlieri
pinto a strisce di colori diversi, è aperto stanno in piedi i principali cortigiani, for-
in un muro merlato e difeso da artiglie- mando una doppia schiera a destra
cosi
rie; esso conduce a un viottolo ben sel- e a sinistra; e fra le due schiere e alla lo-
ciato, ed ornato di colonne d'ambo i lati. ro estremità siede il bey, sopra un sofà
Di là si giunge in un vasto cortile, e ad coperto di raso bianco. L'appartamento
un i.° ingresso, pel quale si entra io un d'estate del bey è as-ai rimarchevole, mal-
passaggio, guardato da un distaccamento grado il dispiacevole miscuglio di colori
di soldati. Sì giunge poi in un altro cor- che poco si combinano insieme;esso è tut-
tile, assai più bello del .°, in mezzo al (pia-
i tavia assai ricco e risplendente d'oro e di
le zampilla una fonte, ed alti e vasti por- argento.Dalle volte pendono gabbie d'uc-
tici l'attorniano. Ivi in una stanza terre- celli in forma di vasi o d'altre bizzarre
na, provveduta di stuoie e di seggiuole al- figure; si scorgono negli angoli orologi an-
l'europea, aspettano coloro ch'esser deb- tichi e moderni, ed armi preziose ador-
bono ammessi all'udienza del bey. Dal- nano le pareti; ma in questo luogo, ac-
si vede una stila pa-
l'altro lato del cortile canto ad oimi moschetto v'è una buona
rata di rosso, con pavimento di mai ino provvisione di cariche belle e preparate.
bianco; in faccia all' ingresso apresi una Immensa è l'ampiezza di Tunisi, la cui
finestra, sotto cui è collocalo un largo so- popolazione ascende a circa 180,000 abi-
fà. Nell'interno dell' harem una vaghis- tanti, o meglio più di 200.000. Essa si

sima fontana, che sorge in mezzo al cor- compone precipuamente di mori, turchi,

tile, si combina con un gran candelabro ebrei, cattolici e rinegati di quasi tulle le
a più rami. Gli archi della galleria del i.° nazioni. In veruna altra parte della Bar
piano sono muniti d'un graticcio di squi boria mori non sono tanto tolleranti e
i

sito lavoro; la parte inferiore uè dipinta civili.Tutte le religioni sono a Tunisi tol-
di verde, dorata la superiore: dietro tal lerate, purché non si turbi l'ordine pub-

graticcio stanno donne del bey, e di là,


le blico, ne compromettasi il nome di Mao-
non vedute, veggono passar le persone che metto. sacerdoti catlolici sono rispettati
I

si recano all'udienza e che ne ritornano. e portano pubblicamente l'abito che li di-


L'ampia sala in cui il bey dà udienza, è pa- stingue, col fez in capo rosso, distinguen-
rata di velluto rosso ricamalo inoro; la dosi gli ebrei, con berrette nere. Quando
volta è in parte dipinta di colori brillanti esistevano gli schiavi cristiani, per 1' in-

ed in parte riccamente dorata. Ivi pen- dulgenza cui erano trattati potevano for-

dono alle pareli armi magnifiche, scimi- marsi di che pagarsi il riscatto. Quattro
tarre, pugnali e moschetti; e tutte que- lingue principalmente si parlano, l'italia-

ste armi sono risplendenti per l'oro, per na, il dialetto arabo, la turca e la france-
l'argento e per le gemme, onde sono con se, ma i trattati del regno si scrivono in
profusione arricchite. Al di sopra delle ar turco. L'ampiczz ideila città proviene dal-
i
92 TDN TUN
l'isolamento delle case, poiché ogni fami- finissima e candida lana, vaghissimi e ric-
glia ha la sua, e le mnssnlmane quasi sem- chissimi arnesi per cavalcare, scialli e làz-
pre separate ila un coitile ihille vicine, e zoletti,e quelle berrette rosse alla mussul-
comechè d'un sol piano, quindi la neces- mana che oggidì coprono
capo alla me- il

sità di guadagnare in larghezza ciò che si tà degli abitanti dell'impero ottomano:


perde in elevazione. Tunisi è composto la fabbricazione di queste berrette è la
della città propriamente della, e di l\uc principale che nel paese ha una certa im-
sobborghi, 13ebeney e Uebcl-JM enara , portanza. In questa città si fanno inoltre
stanziando in questo cristiani inarroc- i stolle di lana, di seta, di velluto, tele, inar-
chini di v\[omoza rabico. Essendo Tunisi rocchiai, cinture, tappeti turbanti ec,
,

situata parte sopra un'altura, e parte ne' ed attivissimo è il suo commercio, eser-
terreni sottoposti, questa diseguaglianza citandosi ui\ operoso trafìico coli' Eu-
di livello produce, che il quartiere abi- ropa, e coll'in terno dell'Africa per mez-
talo da'maurio mori è estremamente pu- zo delle carovane. Tra le importazioni
lito, mentre all'opposto i quartieri infe- primeggiano le lane, ed i liquori spiri-
riori, ove sono i consolati, i magazzini, le tosi di cui sono i mori avidissimi mal-
botteghe, i calle, per lo scolo dell'acque grado il divieto della legge maometta-
e dell'immondezze sono sporchi e fango- na. Pochissime carrozze vi erano un tem-
si. Vi sono in Tunisi moltissime moschee po in Tunisi, se si eccettuano quelle del
(dicesi 3 a 5) e alcune magnifiche, mot li bel- bey e de'consoli eranvi però certi ca-
;

li molte belle tombe di famiglia.


edilìzi e lessi a due ruote, coperti di tela rigata

Le moschee ha nuo minareti fabbrica ti con a striscie bianche e rosse, e tirati da uno
leggerezza ed elega nza; l'interno non pre- o due muli: il cocchiere accompagnava
senta che una sala grande quadrata e o- ilsuo calesse a piedi e correndo. Questo
scura spoglia d'ornamenti; però alcune costume de'calessi non più. esiste che in
sono decorate di colonne di marmo, che poco numero, e invece poco costuman-
i mori tolsero da antiche rovine. L* in- dosi andare a piedi fuori della città, mol-
gresso n'è interdetto a'eristiani e agli e- te sono le carrozze. Ricchissimo è il ve-
brei, e non è vero che i primi ponuo pe- stiario de'ricchi, ma i poveri incedono a
netrarvi talvolta regalando il custode. So- piedi nudi ravvolti in una coperta. Le ro-
no indi \ ersi quartieri bagni pubblici, do- vine della possente e famosa Cartagine,
ve si fa gran uso di legni aromatici e pro- di cui ede'suoi scavi moderni riparlai nel*
fumi, e vi siammettono forestieri; gli i l'antecedente articolo, che giaceva ad e-
ebrei vi hanno 8 sinagoghe; greci unar i guale distanza da tutte 1' estremità del
chiesa col parroco; i protestanti la chiesa Mediterraneo una situazione delle più
in
e il cimiterio. Vi si vedono pure parec- favorevoli al trafiico, trovanti al nord-
chie case particolari, che per l'eleganza ovest di Tunisi. ]VIa invano viaggiatori i

e per la grazia di loro architettura mo- senza farvi escavazioni vi cercano alcune
resca non disdirebbero ne' più brillanti vestigia di quelle triplicate mura, di quel-
quartieri delle capitali d' Europa. Fre- le robuste bastile, di quelle altissime tor-
quenti vi sono i ricchi bazar, che in mez- ri, di que'luoghi che contenevano Un e-
zo alle loro splendide merci, quando e- sercito di 100,000 armali con 3oo ele-
sisleva la pirateria mostravano talvolta fanti, di quelle darsene da cui 2000 na-
strani oggetti, provenienti probabilmente vi da guerra e 3ooo da trasporto porta
dall'antiche rapine de'pira ti tunisini, cioè rono Amilcare Barca padre d'Annibale
vasi, calici, candellieri ec. In questi ba- co'suoi sotto le mura di Siracusa: tutto
zar si vendono le celebri essenze tunisi- spaiì sotto il ferro de'romani, ne mai ven-
ne di rose e di gelsomini, i bournous di detta e maledizione di popolo contro pò-
T UN T U N i
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polo, dolendo, Carthago,fu sì compiuta- minarono e quindi munirono a cagione
mente esaurita. Al sud est soltnnto si rav- dell'importante sua posizione che domi-
titano alcune reliquie di moli, ed alcu- nava i vicini aditi della loro capitale, con-
ne cisterne e sozze cloache sono i soli in- siderandolo cornei. lorobaloardo. E sic-
dizi del sito che occupava quella metro- come i tiri primari fondatori di Cartagi-
poli, popolata da 5oo,ooo abitatori, e che ne erano fenicii, così i suoi abitanti dalla
poi tornò a splendere nel cristianesimo cittàchiamandosi cartaginesi, e conser-
per l'illustre chiesa d'Africa con celebre vando stretta unione colla madre patria,
sede vescovile e primaziale, finché il fa- con tutte le coloniefenicie e massime con
natico furore de^li arabi la ridusse in ce- Utica, quindi si dissero Plioeni, quasi fe-
nere, terminandole glorie dell'antica re- nicii, indi Poeni o Punici, vocabolo che
gina del Mediterraneo che restò sepolta si rese comune a* tunisini e agli altri a-
co'tesori de'suoi magnifici edifizi. Carta- bitanti di Barbari». Successivamente fu
gine ebbe 3 epoche : Cartagine punica Tunisi posseduta da'cartaginesi,da'roma-
e romana, Cartagine bizantina^ Car- ni, da'vandali, ma ebbe soltanto da 'sara-
tagine araba. Un magnifico acquedotto ceni arabi il suo accrescimento, ed i quali
però attesta tuttora il romano potere, alla non credendosi in Cartagine abbastanza
cui ombra sorse Cartagine seconda, ed o- sicuri, quivi si rafforzarono, sebbene po-
ra pel monumento religioso erettovi a s. co dopo più si addentrassero a fabbrica-
Luigi IX ha riacquistato celebrità. Il ter- re Kairouan , e venne un tempo perciò
ritorio di Tunisi produce in abbondan- riguardata comecapitaledell'Africa pro-
za grano, ulive, legumi, frutti squisiti,cuo- pria, fu residenza degli antichi califfi, e
prendo numerosi armenti le campagne: al generale Oeha-Ben -Nafai deve il mas-
il lago e il golfo sono pescosissimi , e la simo suo splendore, poi occupala dalle
città ben provveduta delle derrate neces- armi de're tunisini. Quando Scipione K A-
sarie alla vita. Il clima non è sanissimo, fricano vinse.il già formidabiieAnnibale,
l'aria essendo viziata dalle ricordate esa- fu in Tunisi che dettò le dure condizioni
lazioni infette che sollevatisi dalle spon- della pace tra Roma e Cartagine. Tunisi
de del lago e dalle cloache dove recansi seguì i destini e le sorti della regione e
le immondizie; gran numero di piante a- de'suoi dominatori. 1 mori scacciati dalla
romatiche purificano poco l'atmosfera. Vi Spagna nel declinar del secoloXV ne rad-
sono importanti saline, ed dintorni so- i doppiarono la popolazione, e la peste per
no ameni e coltivati. Tunisi, al riferire di incuria vi fece frequenti stragi. Memora-
Strabone e degli storici romani, già esi- bile fu il 1270 per Tunisi assediata da s.

steva, quando contigua fu innalzata la su- Luigi IX, che vi morì di peste sul suolo
perba Cartagine, perciò errarono coloro dell'anticaCarlasine.oveora sorge il suoi-
che affermano essere Tunisi fabbricata mentovato monumento; non che ili 535
sulle rovine di Cartagine, la quale sorge- per avere l'imperatore Carlo V espugna-
va su 3 colline e dividevansi in 3 parti, to la Goletta e Tunisi, facendo quindi co-
Byrsa, Megalia e Cotone. Osserva il Ram- struire dalle sue soldatesche italiane e
polli, che lo scerilfo Al-Edrissi, il quale spagnuole un altro forte pressoquello del-
apparteneva alla famiglia stessa che eres- la Goletta. Del resto anche le vicende mo-
se la moderna Tunisi, dice precisamente derne della città essendo state comuni con
nella sua geografia, che questa città è la quelle del regno e reggenza di Tunisi, a.

Tharsis africana di Tolomeo, la quale da' quell'articolo le riportai.


mussulmani venne aumentata con nuo- Vicariato apostolico dì Tunisi.
ve fabbriche, circondata da robuste mu- Gli antichi africani furono tutti ido-
ra e alte torri. I cartaginesi tosto la do- latri. Quelli della Barbarla adoravano il

VOL. LXXXl. i3
i
94
TUN XC N
sole e il fuoco, avendo a questo elemento dentale, la cui chiesa particolarmente ve-
alzato templi, ove conservavasi con ogni nerò il martire s. Alpino lapidato dagl'in-
cura. I numiilii veneravano i pianeti, ed fedeli nell'aprile 1/1O0; quivi pure solfrì

i negri qualche astro, ovvero la cosa pri- il martirio s. Oliva vergine palermitana,
ma vivente che incontravano, uscendo la memoria celebrano suoi concit-
cui i

dalle loro capanne. Dipoi gli africani sog- a'28 giugno. Il Morcelli nel t. 1
tadini
giogati da'romani adorarono i loro Dei, deWdfrica Christiana registrò due ve-
ed eressero un tempio famoso a Giove scovi di Tunisi: Luciano che fu alla con-
nel deserto di Barca. Molti alleluiano che ferenza di Cartagine nel 4 » e Sestilia- ' ,

gli africani ebbero ad apostolo della fe- no mandato da'padri del concilio procon-
de cristiana il celebre eunuco e gran te- solare d'Africa nel 553 al concilio di Co-
soriere di Candace regina degli etiopi, stantinopoli, perchè quivi facesse le veci
che avea professato la religione de' giu- «'eli* arcivescovo di Cartagine Primoso.
dei/istruito e battezzato da S.Filippo dia- La chiesa d'Africa lacerala dall' ariane-
cono; onde tornato pieno di gioia al suo simo e dal manicheismo, divisa dallo sci-
paese vi pubblicò la dottrina di Gesù. Cri- sma de'donatisli, restò del tutto derelitla
sto, la quale mirabilmente si propagò per nell'invasione de'saraceni del 698, che vi
l'Africa. Certo è die l'Africa rapidamen- seminarono il maomettismo; e quantun-
te divenne una celeberrima chiesa deco- que nativi del paese stanchi della loro
i

rata d'innumerabili sedi vescovili. Quel- dominazione crudele, li cacciassero ne'


la sola di Cartagine, al riferire del Terzi deserti, pure fatalmente ritennero «ogli
nella Siria sacra, come primazia le eb- errori la loro falsa credenza. Nella vita di
be 6 provincie ecclesiastiche subalterne, s. Luigi IX, che nel 1270 morì presso Tu-
cioè la provincia Proconsolare ossia di nisi, trovo un vescovo di Tunisi che con
Cartagine delta/?'eugi'tana ,con circa i o5 lettera partecipò la morte del re di Fran-
vescovati, fra'quali quello di Tunisi; la cia a Tibaldo li re di Navarro, pubbli-
provincia d'i Numidia, coti Cirta Giulia cata dal Martenne, Collect. t. 6, p. 1 2 7. 1

per metropoli ei38 vescovati; la provin- Notai all'articolo Pisa, che 1' arcivesco-
ciaBizacena, con Hadramito per metro- vo esercitò un tempo giurisdizione eccle-
poli e128 vescovati; la provincia Mauri- siastica sualcune chiese di Tunisi e di A-
liana Sitifense, con Siti/i per metropoli lessandria d'Egitto. Certamente che i Pa-
e 5o vescovati; la provincia Maurilia- pi sempre zelanti per la Propagazione
na Cesarieiise, con Giulia Cesarea per della fede, inviando missionari aposto-
metropoli eig vescovati (sarà errore ti- lici nell'Africa, non trascurarono la Bar-

pografico, poiché 121 ne registra Com- barla e quindi il regno di Tunisi; ed ivi

ri)anv\\\e, Ilistoire de tous les eveschez); pure si recarono que' religiosi che pro-
e la provincia Tripolitana, con Tripoli fessano per istituto la liberazione degli
per metropoli e 7 vescovati. 1 gloriosi fa- Schiavi, che tanti ne predavano! corsa-
sti ecclesiastici di Cartagine e de'suoi ve- ri tunisini. Apprendo poi dalle memorie
scovi, celebrò il dotto p. Morcelli ge-
li delle missioni Congregazione di della
a
suita nella 2. e % 'parte òt\Y africa Chri- propaganda fide, che la missione apo-
*//77/2tf,Brixiaei8 7. Nella regione diTu-
1 stolica con titolo di prefettura in Tunisi
nisi si crede che fiorissero circa 600 sedi e sua reggenza, con facoltà della forino-
vescovili, delle quali non più esiste alcun la 4) ^ affidata a'francescani cappuccini,
vestigio. Tunisi,Tunetum, Times, Ec- che vi si stabilirono fino dal /624-Leggo
clesia Tunegensis,%v<\ nel IV o V secolo però nel Rapporto istorico statistico ed
era sede vescovile della provincia Pro- economico delle missioni apostoliche di
consolare di Cartagine nell'Africa occi- Tunisi, dedicato dal presente vicario a-
T U N TUN r

%5
postolico alla Definizione generale del suo ischerno fosse dato cannone l'aggiunto al
ordine uVcappuccini, le seguenti interes- di Consolare. Questo pezzo, fuso da un
santi notizie. Urbano Vili col breve Ex veneto nel 542, fu preso da 'francesi nel-
1

omnibus charitatis officiis,t\eio aprile la conquista d' A !geri,e trasportato a Brest,

1624, fondò la missione apostolica de* venne innalzato su piedistallo in piazza


cappuccini nella reggenza e capitale di dell'armi. Nel 1 689 divenne vicario apo-
Tunisi. Vi spedì cappuccini i siciliani del- stolico di Algeri e di Tunisi Gianole, quin-
la provincia di Palermo, col titolo di pro- di nel «695 Lorance, nel 1700 Le Roy,
curatori degli schiavi cristiani, ed il pri- nel 1705 Duchesne, in tempo del quale
mo fu Angelo da Couiglione dal
il p. un inviato straordinario di Francia fece
1624 il ?..° il p. Luigi da Paler-
al 1629, riconoscere e proteggere i missionari apo-
mo dal 63o al 638. Essi cominciarono
1 1 stolici dal bey Hassen stipite de'regnantì
la serie de'prefetti e prò- vicari di Tunisi. bey, ed pp. trinitari spagnuoli recaromi
i

IVel 1 638 con decreto della congregazio- a stabilirsi in Tunifi presso il consolato
ne di propaganda fide, si recarono nel- di Spagna. Nel 1738 fu fatto vicario apo-
l'isola di Ta barca, di cui feci cenno nel- stolicoFaroux,nel 1 744P°' ssan ^ ne ?4^ l >

l'antecedente articolo, i cappuccini geno- Mossa, nel 1 756 Groiselle,nel 1 764 La Pie
vesi, e questi assunsero le missioni di Tu- de Scivigny, nel 1767 Le Roy, al cui tem
nisi e le tennero fino al 1 65 t. In questo pò il cardinal Castelli prefetto di propa-
cominciò la serie de' vicari apostolici di ganda obbligò il p. prefetto di Tunisi di
Algeri e di Tunisi residenti in Algeri, i pubblicarvi il decreto del concilio diTren-
quali spedivano le patenti di pro-vicari to contro i matrimoni clandestini. Nel
a'prefetti della missione di Tunisi. lli.° vicariato successe nel 1773 Viguier. Si
di tali vicari apostolici, eletto nel 1 65 1 legge nel 47 d e Bull. Pont. s.
t. 4j P- 1 '

stesso, fu Le Vacher, sacerdote della con- C. de propaganda, fide, breve Pro il

gregazione della Missione, della quale fu- commista, de' 12 dicembre 772 di Cle 1

rono pure i dimorò inTu-


successoti. Egli mente XIV: Vicarius Apostolicus Al*
nisi fino al 167 .Qui narrerò che ueli683
1 gerii constitu ìtur d. Petro Francisco Vi-
trova vasi in Algeri il p. Vacher missio- guier presbyte.ro saeculari congregdtio
nario e insieme console francese, quando nis Missionis, cidemque Tunetana Mis-
la reggenza era il terrore de'naviganti e sio subjicitur, ita tamen ut ibi possit
in ostilità colla Francia. Una flotta fran- prò vicarìum gener aleni consti tuere.Ne\
cese capitanata da Duquesne si presentò 1 779C0SS011, ne! 1 784 Ferrand, nel 1785
minacciosa avanti al porto, ed avendo co- Alasia ultimo vicario apostolico,e governò
minciato a scagliare
o alcune bombe nel- sino al 1798. Come narrai, questi vicari
la città, allora "li algerini nel loro bar- apostolici d'Algeri e Tunisi abitavano in
baro furore preso lo sfortunato console, Algeri, donde reca va tisi in Tunisi a far
che neppur avea cercato di salvarsi, ed le loro visite pastorali, ad amministrar-
accusato di segnali dati a'suoi connazio- vi il sagramenlo della cresima, ed ema-
nali, lo denudarono, e tutto vivo, inutil- na vano disposizioni pel governo della pre-
mente implorante pietà, 1' introdussero Ritornando a'tnis-
fettura e pe'cristiani.
dentro un cannone di grosso calibro già sionari cappuccini cheaveano tenuta la
carico, solo proponendogli per mezzo di missione sino ali65i, succeduti da'pre-
salvezza il riuegar la fede. A.1 che ricusa- ti della Missione che la tennero fino al
tosi eroicamente il p. Vacher, la miccia 1672, fu in quest'anno che cominciaro-
già pronta fece partire il colpo, che spar- no a governarla i cappuccini dello stato
se in un istante in mille combusti brani pontifìcio, ed il r.° pro-vicario apostolico
il corno dell'infelice. Si pretende che per fu il p. Carlo d'Ancona. Nel 1731 con
196 TUN TUN
ordine di propaganda fide i missionari dale fu come l'unico rifugio, eh' ebbero
di Tunisi andarono al Capo Nero colo- tanto cristiani che i maomettani, restan-
i

nia francese. Nel iy56 l'arcivescovo di do vittime della loro carità pp.Gomez e i

Genova rinunziò al diritto della pan oc- Moreno superiore dell'ospizio dc'lrinilarr
chia de'labarchini alle missioni di Tunisi. spaglinoli. Morirono anco due pp. cap-
Nel Giornale ecclesiastico di Roma. che '
puccini nell'ospedale de' trinitari, e de'
un tempo pubblicavasi in Roma (dal i.° trinitari solo restando vivo il p. Marti tri-
luglio 785 al giugno 798), nel t. 2, p.
i 1 nitario spaglinolo. Egli fu che accolse nel-
3 i,36, 83 e 87 si leggono due articoli l'ospedale i delti cappuccini divenuti in-
intitolati Monumenti ecclesiastici di
: fermi e gli assistè fino alla morte, perciò
lìtnisij e due articoli intitolati: Monu- ringraziato dal loro procuratore genei ale,
menti ecclesiastici di Algeri e di Tunisi. mentreiduesuperstiti cappuccini seguita-
Dopo avere ne'precedenti l'articolista G. rono nd assistere gl'infermi e gli altri fede-
H. narrato quanto riguarda Marocco, ri- li.Finita la peste, il 1 /ministro del beyMu-
ferisce alcuni falli accaduti in Tunisi e stafà Coiggia, con onorifica lettera in ara-
gloriosi alla cattolica religione, ed a'mis- bo, che tradotta si legge nel Giornale, di-
sionari apostolici ivi residenti, e special- chiarò a p. Marti la pubblica riconoscen-
I

unente all'ordine de' Trinitari della re- za, e quindi con altra graziosissima lettera
denzione degli schiavi istituito da s. Gio- rimise allo stesso p. Marti circa scudi 3oo
vanni de Matha,e da s. Felice di Valois, a beneficio dell'ospedale. Negli altri due
'A quale dalla s. Sede lo scrittore asseri- articoli riguardanti Algeri e 'Tunisi, do-
sce che fu affidata la missione, unitamen- po aver l'articolista R. S. deplorato le vi-
te co'cappuccini, ma ciò non sussiste per cende dell'insigne chiesa d'Africa, che il
tutto quanto il narrato : i trinitari si por- maomettismo seppellì nelle folle tenebre
tarono a Tunisi, quali addetti al conso- dell'errore, passa a dare un sicuro rag-
lato spagnuolo. Nel 1720 avendo reli- i guaglio dello slato in cui trovavasi il cai-
giosi trinitari ottenuta la facoltà di poter tolicismo dell'Africa sotto governo del- il

erigere nella città di Tunisi presso il det- le diverse reggenze Barbaresche, dove i
to consolato una casa d'ospizio con ospe- vestigi dell'antico e già florido cristiane-

dale annesso, esercitarono il loro zelo spe- simo sono alcune rovine di città e di tem-
cialmente nella peste che disgraziatamen- pli, che ne risvegliano la veneranda me-

te si suscitò nel 1775, 1779, 1 784 ei785. moria. Infelice descrive la condizione del-
In queste occasioni i religiosi trinitari non la fede cattolica in Algeri, che ivi profes-
risparmiarono fatica per assistere gli ap- savano appena 5 famiglie native, olire a'
maomettani, e
pestati tanto cristiani che due consoli veneto e francese, ed altri eu-
viperderono gloriosamente la vita pp. i ropei commercianti protetti dal bey o
Casanova e Sanchez spagnuoli. Nella pe- dalla Francia. Comunemente aranti più
ste cominciata nel 1784 e durata sino a di 2000 cristiani europei sollo la tiran-

tutta l'estate 1785, colla morte di circa nica schiavitù e condanno di molle loro
800 persone per giorno, siccome la bar- anime. In Tunisi poi erano più di 100 fa-
barie maomettana non prendeva quasi miglie europee addette alle negoziazioni
veruna cura onde provvedere alla mise- e perciò godenti franchigie come in Al-
ria degli appestali, così i trinitari con 4 geri, e minor quantità di schiavi, non es-
cappuccini italiani furono gli unici ad as- sendo i corsari tunisini tanto dediti alle
sisterepoveri infermi non meno cristia-
i frequenti scorrerie marittime come i pi-

niche turchi, e somministrando indistin- rati algerini. Le per&ecuzioui de'erislia-


tamente a chiunque rimedi e preserva- ni erano minori di quelle che si pativano
tivi contro il contagio. Per cui il loro spe- iu Algeri, principalmente contro i sacer-
TUN TUN 97
doli in odio della religione; poiché in Tu- schiavi del governo; dura schiavi- ma la

nisi ricorrendo con moderazione i cristia- tù che soffrivano quegl'infelici, permet-


ni angariati a'Ioro rispettivi giudici, ve- teva limitata libertà nelP esercizio della
nivano garantiti, e puniti gli aggressori, religione.Dappoiché essi soltanto pote-
vegliando missionari alla custodia delle
i vano ascoltar la messa e la predica ne'
loro anime, cioè 3 trinitari spagnuoli,e3 giorni festivi assai di buon'ora per atten-
francesi della congregazione delia missio- dere quindi a' loro pubblici lavori, da'
ne che aveano ospizio; e siccome in tutta quali siccome esentali ne' venerdì, giorni
la Barbaria non vi risiedeva alcun vesco- festivi pe' maomettani, così godevano il

vo, coȓ uno degli ultimi veniva destina- comodo di radunarsi nelle cappelle pro-
to vicario apostolico dalla congregazione prie più tardi. Gli schiavi de' particolari
di propaganda, il quale non godeva altra frequentavano le due cappelle de'missio-
facoltà particolare, che quella di cresi- nari, con più o meno
assiduità, secondo
mare; il che si praticava anco in Tunisi, che loro permetteva l'umanità o fierezza
dov'era nominato prefetto e pro-vicario de'padroui. Simile permesso non godeva-
apostolico uno de' 4 cappuccini, che at- no gli schiavi del bey e de'signori della
tendendo alle missioni fin dal i 672 avea- corte, i quali schiavi solamente sotto la
no cura dell' unica parrocchia esistente. custodia di due guardiani turchi poteva-
Sebbene i principi africani aveano natu- no ascoltar la messi e confessarsi 3 volte
ralmente in sospetto fa' cristiani tutti i l'anno, cioè pe! s. Natale e nelle due fe-
inivsionari,par ti colar mente i tri ni tari, an- ste principali che celebravano i mussul-
teriormente da e^si ingiustamente credu- mani in onore di Maometto. Gli schiavi
ti spie della Spagna, nondimeno a fron- del bey, de' califfi e degli alcaidi nelle
te di tal falsa prevenzione in più incon- diverse provincie della reggenza d'Alge-
tri resero loro onesta testimoniauza,sino a ri, si confessavano quando i loro padro-
sceglierli ministri degli affari i più. gelosi ni reca vanti in Algeri a pagar le gabelle
de'loro governi. Difatli nel 178) il bey e tributi che esigevano da'mori nelle pro-
d'Algeri inviò al redi Spagna per suo mi- necessità, di que'
vincie. Alle spirituali
nistro il p. Lopez per trattare la pace. L'in- meschini tuttavia non tralasciavano di
corro! ta fedeltà di tali religiosi, fece loro soccorrere i zelanti missionari, con esor-
poi nuovamente godere dovuto buon il tarli sovente alla costanza nella fede per
concetto e stima presso governo delle il mezzo di lettere, di libri divoti e corone,
reggenze d'Algeri e di Tunisi, ed ebbero e talvolta con recarsi personalmente a tro-
il privilegio d'esercitar con piena libertà varli previo permesso, acciò gli schiavi fos-
le funzioni ecclesiastiche nelle 5 cappelle sero liberi di ricevere il sagrameuto del-
a
della f.* e nelle \ della 2. ,
però solo pri- la penitenza. Così con manifesto prodi-
vatamente. Quando doveasi giustiziare gio e a fronte delle persecuzioni e degli
alcun schiavo cristiano, si permetteva a' oltraggi che soffrivano gli schiavi, i mao-
trinitari in qualità di confortatori d' ac- mettani era no costretti a confessare le vir-

compagnarlo al patibolo, ad onta dell'in- tù e i pregi di loro religione, chiamando


vettive e improperi vomitati dal popolo il Papa il Papasso grande, e proverbian-
maomettano. Con altrettanta libertà re- do i profestanti e scismatici col nome di
numerate famiglie cattoliche potevano cristiani falsi. Inoltre i cattolici non sosf-
o
adunarsi nelle due cappelle de'missiona- giacevano a tributi determinati, solo a
ri per assistere alla messa, ricevere i sa- regali pi governo in diverse occasioni, e
gra menti e ascoltar le prediche, così nel- venivano tenuti in miglior stima e con-
le 3 cappelle d'Algeri situate ne'3 quar- cetto degli altri cristiani. Ed è perciò che
tieri ove nella uolle si rinserravano gli la cattolica religione facendo teotire la
4

108 TUN TU N
suaforiadivina,qualche maomettano ab- to alBardo gli uffiziali regi, il bey fece
bandonava la superstizione di sua setta, gettare da una finestra in mare tutto il

per confessare Gesù Cristo, non curando vasellame, scusandosi cortesemente per-
il pericolo d'essere bruciato vivo insieme chè le leggi dell' Alcorano (V .) vietavano
col missionario che avea cooperato alla rigorosamente a'raaomeltani di ricevere
conversione, per cui si soleva da'missio- immagini dipinte o scolpite. Quindi per
uari inviarlo nascostamente in Europa. tratto d'amicizia invitò a tornar da lui
Le conversioni non erano abbondanti e gl'inviati napoletani, per mostrare adessi
senecalcolavano 3o all'anno, la maggior cosa di gran pregio. Portatisi di nuovo al
parte marinari e altri appartenenti a'ba- Bardo, il bey li condusse nelle stanze del-
slimenti delle potenze straniere, massime l'ospizio e della cappella della missione dei
in occasione d'essere ricevuti nell'ospeda- cappuccini vicina al palazzo, ove i religio-
le de' trinitari, ove si battezzavano quei si nella festa celebrano la messa e am mi-
fanciulli jche per infermità vi erano por- nistrano! sagra menti acattolici, e dall'ar-
tati prima che morissero. Il Baldassari, madio degli arredi sagri fece cavar fuori
Relazione delle avversità e patimenti di una bella cassetta d'acajù serrata con
Pio VI) narra nel t. 3, p. 24 1> che men- chiave, donde fu estratta la cassetta d'ar-
tre il Papa stava rilegato nella certosa di gento contenente la lettera di Pio VI, e
Firenze, anche al bey di Tunisi piacque mostrandola loro il bey, disse. *» Ecco
di mostrarsi cortese e rispettoso verso l'e- la risposta che mi venne dal Papa, quan-

sule e perseguitato Pontefice, con inviar- do gl'in viai una mia lettera e il dono d'un
gli allettuosa e ossequiosissima lettera,nel- calice, che molto tempo innanzi era sta-
la quale dichiarandosi protettore della to tolto con altre cose in una nave fran-
missione cattolica stabilita ne'suoi domi- cese. Questa risposta del Papa giudicai che
mi, chiedeva che un cappuccino fosse de- convenisse farla conservare in questo luo-
corato della dignità di vicario apostolico. go , siccome cosa sagra e venerabile per
Insieme colla lettera inviò il bey un ca- tutti cristiani".Ma osservo, che o la data
i

lice d'argento, già predato in qualche na- prodotta dal Baldassari del 18 6 è errata, 1

ve francese, perchè nel piede avea lo stem- ovvero quanto pone in bocca al bey sul
ma reale de'gigli;e confessando che tenes- ricevimento della lettera, deve riferirsi al
simo era il regalo, scusavasi con dire che successore; imperocché nell'articolo Tu-
altra cosa più preziosa e non iscon venien- nisi regno, riportando la serie de'bey di
te per farne offerta a un Papa, non avea in Tunisi della dominante stirpe, registrai
sua mano. Pio VI accettò con gradimen- .che nel798 era bey Ha muda, e nel 1 8
1
1

bey
to quel dono, e per lettera rispose al Othman,che ucciso violentemente nell'i-
ringraziandolo moltissimo, e raccoman- stessoauno ebbe a successore Mahmud,il
dandogli missionari. Ma non esaudì la
i quale regni va nel detto annoi 8 16. Dal-
domanda di promuovere il cappuccino, lostatodellemissioni deli 832, ricavo che
adducendo per motivo le attuali calamità al p. Alessandro da Massignano cappuc-
della chiesa romana, per le quali non po- cino, era succeduto nella prefettura apo-
tevasi effettuar la cosa secondo le forme stolica di Tunisi, il correligioso p. Luigi
e regole prescritte. Nel 8 6 il re delle due
1 1 da Marsala con 3 Trovo nel t. religiosi.

Sicilie,dopo rinnovate le antiche conven- 5, p. 1 Bidlarium il breve In


o4 del citato

zioni col bey, inviò a Tunisi una flottiglia sublimi, de' r4 marzo 834 d' Gregorio 1

eoi pattuito sussidio o tributo, ed un ma- XVI: Tunetanae Missionis visitatoreni


gnifico servigio da tavola in porcellana apostolicum p. Joseph Angeluni Fazio
di Napoli, dipinta egregiurnente con figu- de Pianella ord.pp.cappuceinoruni cori'
re mitologiche. Recatisi a presentare tut- Re-
slituit (già prefetto delle missioni di
TUPf T V N 199
zia, come rilevai nel voi. LXXH, p. 40* detto ospedale ne più vi esistono. Nel
,

Questo degno religioso meritò che lo stes- consolato di Spagna, 2 miglia da Tunisi,
1

so Papa nel maggio 836 lo facesse ve- 1 evvi una cappella assistita da un prete
scovo di Tipasa in partibust e col breve spagnuolo, indipendente dalla missione.
apostolici ministerii, visitatore aposto- Qui va notato, che il Giornale di Roma

lico dell' isole del mare Egeo, dell' Asia del 1 annunziando la morte
85?., a p. 9 1
,

minoreedi Costantinopoli; e nel 1837 col del p. d. Giovanni Yaldemoro di 84 an-


breve Universi dominici gregis visita- , ni, impropriamente lo chiama vicario a-
tore apostolico d'Egitto e dell' Arabia: i postolico della colonia spagn uola da mol-
due brevi nel ricordato Bnllariiwi sì ri- tissimi anni; ma egli era cappellano dei
portano a p. 1 4 1 ei55. Ecco lo stato del- suoi connazionali e benemerito. Si ag-
la prefettura apostolica di Tunisi, secon- giunge, che tra il pianto degli europei gli

do la statistica delle missioni pontificie nel furono fatte solenni esequie nella chiesa
principio deli844> essendone prefetto il cattolica di Tunisi, recitando l'orazione
p. Luigi da Taggia cappuccino (fin dal funebre mg.' vescovo, ch'è il vicario a-
1 837, ma ivi non è notato che per le sue poslolico. Indi il cadavere fu processio-
pratiche colla congregazioue di propa- nalmente trasportato nel cimilerio di s.

ganda, la missione di Tunisi dopo che per Antonio. In Bardo, residenza del bey, lun-
2 16 anni era stata governata da'eappuc- gi 3 miglia da Tunisi, la popolazione cat-
cini italiani, alla fine del 1 84 1 era pas- tolica è più di 100 persone. Presso a quel
sata al governo de'cappuccini maltesi, con sovrano palazzo è la suddetta cappella
tolale esclusione de' suoi antichi posses- cattolica costruita a tempo degli schiavi,
sori. E
con questo la custodia fu eretta Ivi non risiede missionario, ma ne' dì fe-
in provincia e il custode di Malta, che stivi vi si porta un cappuccino da Tuni-
con tale unione venne chiamato provin- si a celebrare per comodo de'fedeli, che
ciale, diventò prefello prò tempore del- sono in Bardo, e in Manuba dove hanno
la missione. Perciò lo fu il p. Pietro Pao- giardini e casini il principe e i grandi del
lo di Malta 1

provinciale di detta pro- regno. In Goletta sul lago che comunica
vincia, e per lui fu deputato vice-prefet- per un canale un miglio lungi da Tuni-
to il p. Emanuele da Malta, il quale fun- si, sulle cui sponde sono fabbricate case,
i843. Dappoiché cap*
se l'uffizio sino ni i cantieri e forti che costituiscono la città
puccini maltesi governala la missione 2C) omonima, vi risiede un missionario, e il

mesi e ig giorni, e non riuscendo felice p. da Pianella vi comprò la casa e fab-


il loro governo, furono richiamati cap- i bricò la chiesa pe'cappuccini : i cattolici
puccini italiani). cappuccini con ospizio 1 sono 5oo oltre i marinai. Susa, Sìagul,
e chiesa parrocchiale dedicata alla ss. Cro- Ru spina [V .),già sede vescovile, di fonda-
ce. 11 solo cullomaomettano può eserci- zione romana, a 100 miglia da Tunisi, cit-

tarsi pubblicamente. Le chiese o cappel- tà marittima e importante nell'antica par-


le pubbliche sono ne'consolati francese e te dell'Africa propria, che denominava-
sardo: le private nella residenza del con- si Bizacena )
cinta di forti mura e di bel-
sole napoletano e nel detto ospizio de'cap- 1' aspello , con castello fortificato nella
puccini, la chiesa de'quali è la principale sommità, già dimora de' signori di Kai-
di Tunisi. regno sono 8000,
I cattolici del rouan. Vi è chiesa e ospizio de'cappuc-
quelli della capitale 6000. In Tunisi due cini, con missionario cui incombe la cu-
chiese o cappelle pubbliche e due priva- ra d'assistere anche i cattolici di Mona-
te, cioè le già mentovate. Si dice che al- stiredi Malidia: isuoi 25o cattolici s'im-
lora dimoravano in Tunisi trio ita ri spa- i pegnarono di fabbricare un'altra chiesa.
gnuoli, quali uon vi hanno più il sud-
i Monastir, Monasteri um piccola citlà pò- t
200 TUN TUN
sta su d'una lingua di terra con ottimo difesa da molti castelli e batterie. Era fil-
norto, ai4 miglia da Susa: Ita 5o catto- inosi allorché vi li manteneva un gran nu-
lici senza chiesa. Mahdia O Africa, città si- mero di galere, che spellile poi in corso,
tuala lungo la costa orientale, ili cui Cu quivi portavano il prodotto di loro pira-
grande uà tempo l'opulenza e la forlei- terie. Oia il suo porlo riempito di sabbia
za, onde a Tunisi regno narrai la crocia- non vi animelle che piccoli bastimenti. I

ta di YiltorellI che l'espugnò, colla mor- suoi contorni sono fertilissimi, e vuoisi da
ie di 100,000 saraceni, e la presa che poi alcuno che in essi sieno le rovine dell'an-
ne lece Carlo V. Sotto romani fu fio- i tica Utica, ciò che altri negano. Nel 1 786
rentissima, e quando gli arabi distrusse- la (lolla veneta quasi distrusse la città.
ro la 2.' Cartagine, rovinaronopnre Mali- Non ha chiesa e conta 60 cattolici. Fino
dia, the il califfo INI elicili ripopolò e for- al anno i843
detto la missione di Tunisi
tificò dandole il suo nome, prima chia- era da poco tempo affidata al p. proviti-
mandosi Ifrikia, Aplirodlsiiini) evi sta- ciale prò tempore de' cappuccini della
1/ilì suo soggiorno, F distante 24 mi-
il provincia di Malta, che la faceva ammi-
glia da Susa: ha 5o cattolici senza chiesa. nistrare dal ricordalo vice prefetto apo-
Sfachx o Sfakes o Alfaques, Ruspa (/ .), stolico, scelto coH'annuenza della congre-
già sede vescovile e ora titolo in parti» gazione di propaganda Ira que' religiosi.
bus, bella e ricca città marittima nel gol- Tale affiliazione portava il grave incon-
fo di Cabès, circondala da folti muta, a venlenie di tener la missione sotto l' in-
100 miglia da Susa, con ameni dintorni. fluenza del console inglese, perchè l'Inghil-
Vi si trovano molti cristiani e molli ve ne terra domina Malta. La Francia si pose
attira il commercio, ma privi di chiesa. di concerto col Papa Gregorio XVI per-
Girla o Cerbi o Gerba, isola e città a 3o chè la missione da prefettura fosse eleva-
miglia da Sfachx sulla costa 01 ieulale,con ta a vicariato apostolico indipendente, pei*
grandiosi avanzi di romani edilìzi che ri- tutta la reggenza di Tunisi ,
e secondo i

cordano la sua antica grandezza. Avea diritti tradizionali dell' oriente sotto la
buon porlo, e pregevoli scaturigini d'ac- speciale protezione della stessa Francia.
qua potabile. cristiani I uniti a quelli di Quindi Gregorio XVI con breve de'2 i

Sfachx sommano a 600. Girini geografi- marzo dello stesso! 843 eresse il vicarialo
camente appartiene aTunisi. ma pare com- apostolico di Tunisi, e nominò nel 1
844
presa nella reggenza di Tripoli, ove ne per ."vicario apostolico l'attuale e bene-
1

r
riparIo,alrnenoanni addietro n'era in pos- merito mg. Fedele Sutter da Ferrara del-
sesso. Noteiòche dipoi "-° 2 ^ l'ordine de'cappuccini, conferendogli col-
nel 1847 ''

delle Notizie del giorno di Pi orna, riferì la dignità vescovile il titolo in parlibus
di avere il negoziante maltese Giuseppe di Rosalia, nel qualearticolofeei memo-
Velia donato un locale nell'isola di Cer- ria di sua consagrazione in lloma a' 2q
bi per una cappella con 4 camere per for- settembre di detto i844» Q«*M a chiesa di
marvi un ospizio facendo le necessarie, propaganda , eseguita dal prefetto della
spese e donando pure gli arredi sagri. Ret- congregazione cardinal Fransoni, assisti-
r
lifii Iterò e modificherò il ria irato, che il to da mg. Castellani vescovo di Porfirio

locale era semplicemente tenuto in lo- e sagrisla pontifìcio, e da mg/ Hughes ve-
cazione dal Velia, e che dopo la di lui scovo d'Eliopoli e vicario apostolico di
cessione aila missione, fu questa che lo ri- Gibilterra, come riporta il n.°8 1 i\e\ Dia-
dusse a chiesa e ospizio. Miseria, Ilippo- rio di Roma deh 844- - 11 ta ' e occasiono
Zarytus, o P>ensart, amena città maritti- il sacerdote d. Carlo Mini colle stampo
ma al nord di Tunisi,da coi è distante 4° pubblicò un opuscolo, celebrando la con-
miglia, fra il lago e il golfo del suo uome, sagrazione co'piu divoli senti nieuti ver-
-

T u 9 TUN 201
so il degno prelato, intitolandoli Rifles- ni militari; somministrando, oltre al lo-

si,enumerandone le virili e lo zelo die gli cale, biancheria, servitù, mantenimento


aveano guadagnato Y ammirazione dei e provvisione di tutto punto a me ed al
cattolici di Tunisi e sua missione. Immen- mio seguito, e ciò con ogni comodità, lau-
so è il bene fatto al nuovo vicarialo apo- tezza, onore. E gli ordini sovrani sono sta-
stolico dall'illustre prelato, colle sue iti - li dati così precisi e generosi , che tutti

defesse e paterne cure, con incremento d'ogni grado, civile e militare, inferiore
dell'universale venerazione, inclusiva- e superiore, andarono a gara chi meglio
mente bey e al suo governo. A rroge che
al sapesse e potesse trattarci e favorirci. E
io riproduca un articolo pubblicato dal* stato un vero trionfo per la nostra ss. Re-
Y Osservatore Romano de'28 settembre ligione, "il vedete presso mussulmani fa-

1 849. " Una lezione da Turriti ! Quan- vorito tanto ed onoralo il vescovo catto-
do i nostri buoni vecchi volevano speci- lico. — Cosi egli de'iurchi di Tunisi: men-
ficare un'azione barbara, inumana, con- tre i cattolici d'Italia, che (ino alla nausea
traria a'detlami della fede e della religio- si spacciano promotori della civiltà, del
ne, ed alle regole della civiltà, solevano progresso, della pura religione, insulta-
dire, esser questo un operare da Tur* vano, ingiuriavano, bistrattavano, i propri
co, e tanto bastava a formare il più reo vescovi, li cacciavano dalle loro sedi, ne
concetto. Or questa formola non possia- mettevano a ruba e a sacco le case e le
mo più adoperarla senza ingiustizia:e l'I- sostanze, e insidia vano alla loro vita, e per
talia a' di nostri dee solfi ir la vergogna colmo d'empietà costringevano lo stesso

d'essere in fatto di civiltà e di rispetto ver- Vicario di Gesù Cristo ad esulare dal suo
so la religione cattolica ed i suoi ministri, stato e da'suoi popoli, e lo sopraccarica-
sottoposta al Turco, e prendere da lui la vano per giunta di mille oltraggi e vitu-
lezione. In prova di che, ecco ciò che peri. Che memoria l'Italia de* tempi no-
r
scrive mg. Fedele da Ferrara cappucci- stri lascierà di sé nelle pagine imparziali
no, vescovo di Rosalia e vicario aposto- della storia !" Tulle verità ineoutrasta-
lico di Tunisi, sotto il 3 gennaio 849. <
— bili. Or che direbbe, se il veridico esten-
La mia visita apostolica cominciata in set- sore dell' articolo dovesse rientrale sul-
tembre l'ho proseguita in novembre, por- l'argomento nel declinar. deli 855?) Che
tandomi a i\Iedia(iYIahdia), a Biserta (l'an- direbbe sul progresso con enormi propor-
tica Ulica), quindi in seguito a tutta la zioni nell'empietà successivamente avve-
reggenza di Tunisi, che forma appunto nuto non solamente neh' infelice Italia

l'apostolico nostro vicariato. Quesia no- stessa, ma nell'altre parti della colta Eu-
stra visita pastorale fu fatta con molto de- ropa, come nella Svizzera, nella Spagna,
coro: giacché S. A. il Bey (Si-Ahmed) si il cui governo vanta lo speciale titolo di

è degnato darmi una delle sue carrozze Cattolico, e deplorabilmente anco in altri

bellissima a 6 cavalli, con cocchiere del- stati?!Ora perolaSpagnafa concepire buo-


la sua corte, con 5 mammalucchi (del qual ne speranze. Inoltre, merita che io ripro-
vocabolo riparlai a Egitto), 4 gendarmi duca un brano della Gazzetta di Ferra-
e 4 servi tutti a cavallo, tutti armati a ra, riferito dal n.°?,7 del Giornale di Ro-
sicurezza e ad onore di me, e di altri due ma del [8 32. v Abbiamo notizie di Tuni-
religiosi ed un ecclesiastico convisitatori si, in data 2 gennaio, che riguardano il

e compagni del mio viaggio, con ordine rispettabile nostro concittadino mg.' Sut-
a tutti i governatori delle città, de'paesi ter vescovo di Rosalia e vicario apostoli-
e borgate, di mettere a tutta disposizio- co in quella reggenza , le quali sebbene
ne mia e del mio seguito il palazzo del go- vertiuo intorno a cose di quel paese, pur
verno civile, passando essi alle abituzio- uè piace considerarle notizie patrie, uel
202 TU JV T U N
r
riflesso che il merito insigne di quell'il- mg. vicario fosse nobile e abbondante,
lustre personaggio, e le molte e splendi* non meno acciò potesse invitare alla 9ua
de sue opere ad incremento della religio- mensa alcuno de' primari de' luoghi, ma
ne , ed a profìtto degli europei di colà, ancora onde distribuire gli avanzi a'po-
tornano a decoro di questa città che gli veri avendo piacere che da questi ve-
,

diede la culla. In esse notizie si accenna: nisse applaudito. Che il bey Ahmed esti-
che il lodalo mg/ Sutter ha col 20 di- mando il vicario apostolico per le sue e-
cembre ricevuta la solenne professione gregie virtù, fu in molli incontri vieppiù
de'voti d'una giovane francese, distinta e condiscendente e benevolo versoi catto-
lagguardevole per nascita, per ricchezza, lici de'suoi domimi, e le cose riguardanti
per talento, per istruzionee per ogni ma- questa fiorente missione apostolica. Con-
niera di speranze per quelle monache di cesse pure il terreno pel cimi ter io, un al-
s. Giuseppe, alle quali diede gli spirituali tro per ingrandire la chiesa, altro per am-
a
esercizi ii p. Francesco M. da Rimini: che pliare l'orto dell'ospizio, oltre la suddet-
fro giorni avrebbe egli stesso amministra- ta area per la casa pel vicario apostolico,

to il s. battesimo a due infedeli, l'uno eli che prima era in luogo assai angusto. Di
r
18 anni, l'altro di 20: che la gran fab- più mg. Cutter potè ottenere da quel ge-
brica della Goletta progredisce sempre, e neroso principe e da' suoi governatori la
sempre si continuano i lavori a Diserta, a liberazione di non pochi mussulmani rei
Media, a Tunisi: che quivi anzi, entro d di piccole mancanze o prigioni per debi-
mese di geunaio,de v'essere condotto a ter- ti; il che conciliò al prelato l'amore, il ri-
mine un palazzo che sarà de'più belli di spetto e la gratitudine degli stessi mao-
Tunisi, la proprietà del cui terreno fu re- mettani.E siccome prima di lui pagavansi
galata ad es»o monsignore dal 13ey, fab- 1000 piastre tunisine annue al bey, per
bricalo poi pel pian terreno e mezzani a pigione del locale ridotto a chiesa e o-
spese del vicariato apostolico, e pe' due spizio (perchè il bey di Tunisi è l'unico
piani nobili ed il bel vedere a spese d'un proprietario di tutta la reggenza, onde gli
toscano, il quale se ne servirà per 8 an- estranei non vi ponno possedere, e se al-
ni, dopo cu» sarà ceduta tutta la fabbri- cuno ottomano o tunisino vuole aliena-
ca al vicariato stesso, che probabilmente re un fondo figura come dato in pegno
se ne servirà di episcopio: detto locale all'acquirente per una somma impresta-
sarà frattanto aperto con molta splendi- ta) pe' cattolici, il bey nella sua munifi-

dezza ad uso d'istruzione e di divertimen- cenza e singoiar deferenza pel prelato,


to pe'soci europei: d'istruzione, colla let- condonò per sempre tal corrisposta. Giac-

tura declassici italiani, francesi, spagnuo- ché deve sapersi, che l'autico locale del
li, tedeschi, inglesi ec. e giornali d'ogni consolato di Spagna, presso il quale era-
genere: di divertimento con sale di bigliar- no nominati ospizio e spedale dc'trini-
i

di all'italiana e alla francese, giuochi di lari, questi e quelli non più sussistendo,
scacchi, di dama, di dominò, di carte.Con- fu dato in affitto al p. da Taggia, il qua-
chiude infine la lettera che porta queste le vi eresse la chiesa di Tunisi dedicala
notizie, col ringraziare il Signore Iddio alla ss. Croce, con l'adiacente ospizio dei
pel bene spirituale e temporale che ivi si cappuccini, contribuendovi le pietose of-
va facendo". A schiarimento d'alcuni ferte de'fedeli, specialmente italiani, ol-
punti del riportato, aggiungerò. Che nel- tre quella generosa di 16,000 piastre del
la visita degli ospizi, il bey die al prelato conte Ruffo. 11 bey pertanto rinunziò per
per accompagnamento unjoffiziale bascia- sempre al fitto di detto locale, incontro
mauduc comandante la scorta, ed ingiun- al quale sorgendo ilsuddetto palazzo ve-
se a' governatori, che il trattamento di scovile, la via viene chiamata Strada del
,

T UN T U II ao3
ì 'est-avo. Sulla Goletta mg.' Su Iter otten- raho inoltre conferì eguali decorazioni j

ne l'area per fabbricarvi la chiesa e la ca- di 3. 'classe al p. Anselmo desArcs cancel-


sa d'ospizio, e ciò a vantaggio de'cnttoli- liere vicariale, ed al p. Giuseppe Filippo
ci del porto e fortezza di Tonisi. Per le da Ferrara, segretario del vicario aposto-
a
sue replicate pratiche e vive premure, ora lico; e di 4- classe a fr. Serafino da Fer-
furono introdotti in Tunisi 5 fratelli del- rara compagno del prelato. Non essendo-
le benemerentissime Scuole cristìanc^eì vi esempio che cappuccini avessero ri-
i

quali acquistò e quindi restaurò e ridus- cevuto decorazioni equestri da un prin-


r
se od uso de'medesimi e delle loro scuo- cipe mussulmano, mg. vicario apostoli-
le, l'antico ospizio che per i5 anni servì co ne consultò la s. Sede, la quale inteso
d'abitazione a' cappuccini e di chiesa ai il definitorio de'cappuccini, permise al ve-
cattolici. Giustamente è da attendersi fe- scovo ed a'3 religiosi cappuccini di usare
lici risultali da tali ottimi istitutori ,
in la detta decorazione, ma soltanto in tut-
vantaggio dell' istruzione ed educazione ta la reggenza di Tunisi.
elementare, massime religiosa, della gio- TUNRINO o TOCCHINO. V, Vica-
ventù, e già contano circa i 20 giovanetti riati Apostolici.
d'ogni nazione e culto. Per l'assistenza TUNUDA Tunusuda Tinnitisela, , t

degl'infermi e per l'educazione delle don- Tkunazuda, Tumìruda. Sede vescovile


zelle, l'attivo prelato, oltre alle suore di dell'Africa occidentale, di provincia in-
s. Giuseppe dette dell'Apparizione, che certa, tra Ippoua e Tabracca, ebbe a ve-
in buon numero esistono in Tunisi e fin scovo Gennaro che trovossi alla confe-
,

da qualche anno anco in Susa, le stabilì renza di Cartagine tenuta nel 4^'» e so-
eziandio alla Goletta, ed a Sfacbxo Sfix. stenne le parti de'cattolici contro Vitto-
Il vicariato apostolico di Tunisi presen- riano donatista. Morcelli, Afr. Chr. t.i.

temente ha i seguenti 8 ospizi de'cappuc- TUNUGABA, Thunuba. Sede vesco-


cini, ciascuno cosi un presidente religio- vile d'Africa nella provincia Proconsola-
so. Essi sono: quello di Tunisi, fondato nel re, sotto la metropoli di Cartagine, il cui
1624, col vicario apostolico, 8 missiona- vescovo Nivenzio nel 4» intervenne coi '

ri, 4 frati laici, ascendendo cattolici del- i vescovi cattolici alla conferenza di Car-
la città a (juasi 9000. Di Susa,istituito nel tagine. Morcelli, Afr, Chr, t. 1.

18 36, con circa 600 cattolici. Della Go- TUR-ABDIN, 3fonsJbdmus.C(mlva>


838, con circa 700 cat-
letta, istituito nel 1 da situata di qua del Tigri, dagli abitan-

Di Sfux o Sfachx, eretto nel 84


tolici. 1
1
ti chiamata Tur. Vi sono molli borghi e
con quasi 5oo cattolici. Di Gerbi, fonda- villaggi, e diversi monasteri d'ambo i ses-
to nel 1848, con circa 3oo cattolici. Di si.Anticamente era vi un solo vescovo per
Mahdia, istituito nello stesso 1848, con tulio il paese, ma in seguilo vennero e-
circa 3oo cattolici. Di Bise» la, fondato nel relti i vescovati di Betli-Mancieni (P.),
i85i, con ido cattolici circa. Di Porto e di Saldali (f7 .), oltre altri, soprattut-
Farina, stabilito nel 853, con circa 100
1 to durante lo scisma che tenne divisa la

cattolici. Laonde e compreso Tunisi per


y
chiesa da' Gìacobiti {l .) } qiiiMido Saba ve-
lutto il vicariato si ponno conlare quasi scovo di Salach fu innalzalo alla diimi-
o
1 2,000 cattolici, e questi divisi ini 4 dif- tàdi patriarca contro il legittimo patriar-
ferenti nazioni. Dirò per ultimo che il bey ca. Portarono il Tur-
titolo di vescovi di
Ahmed con tutta solennità e alla presen- Abdin seguenti. Mosè ne occupava la se-
i

za de' grandi del regno, pose in petto a de nel IX secolo; Ciriaco assistette al con-
r
mg. Sulter la sua" decorazione di 1. 'clas- cilio di Mabug; N... uno de'3 vescovi che

se,accompagnala da onorificentissimo di- il patriarca Atanasio VI scomunicò e che I

ploma de'2 5 novembre i85o scritto in a- non volle assolvere neppure in punto di
2o4 TUR TUR
morie; N.... dell 55; Giovanni i. "vesco-i descrivemmo Ll,p. 23o: Della Tur-
nel
vo ili Curseno; Camisio morto poco pri- chia Asiatica, regione che comprende le
ma dell'elezione del patriarca Ignazio li provincie asiatichesoggette all'impero ot-
nel i 222; Lazzaro; Ammodioo Aniinojo; tomano, le quali corrispondono all'Asia
Alalco o Melehez; Abelmedieh o Abilel- Minore y mi\ una gran parte dell'antica Ar-
messia del 583. Assemanni, Dìsscrt.de
1 menia, alla A7/7//,al!a Palestina e ad al-
Monoph. 1. 1; Qriens Chrìst. t.2,p. 1528. rade La capitale della
tre confinanti coni
TURCHI. /. Tunrn.A. monarchia trovasi in Europa, Costanti'
TUUClllA, Thracìa/Turcarum fm- nopoli situata nella Romelia ossia Ro-
,

penimi. Vasta contrada die trovasi \nEu- mania o Rum-ili (paese de' romani come
ropa ed in Asia e forma quasi tutto l'im- possedimenti degl' imperatori greci suc-
pero ottomano, nel ([nule sono compie- cessori di quelli romani), corrispondente
vi l'IJedjaz, regione nella parte oceidenta- nella sua parte occidentale alla Macedo-
le dell'Arabia, e nominalmente il pascia- nia e nell'orientale all'antica Tracia, luo-
lati^ o viceregnato d'ZTg/ffo (in Africa, go che separa l'Asia dall'Europa. Mal pro-
t in questa si ponno aggiungere le reg- pria è denominazione dellaTurehiaEu-
la

genze di Tunisie di Tripoli nella Bar- ropea, tratta dal dominio, che la razza tur-
barla). Questa è la definizione clieeomu- ca ha da 4 secoli esercitato sulla peniso-
nemenle danno geografi della Turchia,i la orientale d'Europa; la medesima però
che però mi sembra troppo vaga e poco è canonizzata dall'uso, ne lice per ora di-
esalta: m'ingegnerò con Ine v ila a supplir- partirsene. Su tutta la costa boreale del-
vi, pel resto riportaiidomi agl'innumere- l'Africa si estese un tempo la sua ferrea
voli articoli che andrò ricordando, o in- dominazione, e potè dalle due estremità
dicandoli in corsivo o citandoli, per ul- meridionali minacciare all'Europa inte-
teriori e dettagliale nozioni. Aggiungono ra l'ultimo eccidio, ma la nominale su-
gli stessi geografi, eh'eslendesi questa con- premazia, che iw\Y Egitto e nella Mauri-
trada dall' Adriatico e dal Danubio, al tiana pur serba , è divenuta ormai effi-

nordest, sino al golfo persico al sud-est, mera". Di recente furono pubblicati cen-
tra il mar Nero al nord e il Mediterraneo ni e noti?.ie statistiche sull'Impero Otto-
al sud, ritagliata dalle parli di mare che mano, le quali prendo per guida pe* pre-
uniscono questi due ultimi, cioè dell'Ar- liminari di questo articolo, ampliandole
cipelago, dallo stretto de'Dardauelli, dal ove credo opportuno di farlo. L'impero
mare di Marinara e dal canale di Costan- ottomano nelle tre parti dell'antico mon-
tinopoli: quest'è che stabilisce la distinr do abbraccia un territorio di una super-
zione della Turchia in due grandi por- fìcie di 3o,ooo miglia quadrate geogra-

zioni, la Turchia Europea a la Turchia fiche, situalo fra il 48**3 <h latitudine
Asiatica j quindi geografi descrivono se- i settentrionale, ed 43,4* di longitudine
il

paratamente le due regioni. L'avv. Ca- orientale. Leggo in un'altra statistica, che
stellano nel suo Specchio geo grafico -sto- l'impero turco, secondo un prospetto sta-
rico-politico dichiara \' Impero Ottoma- tistico compilato in Costantinopoli da per-
no: » Informe colosso, composto di parti sona esperta, avrebbe in Europa, Asia ed
eterogenee, ed elevalo dal terrore, che Africa un territorio di 43,5oo miglia qua-
pervennero a destare nel caduto impero drate tedesche. Quest'impero a settentrio-
orientale de' greci le reliquie della mao- ne e ad occidente confina colla Russia e
mettana possanza. La mela di esso è nel- Persia e le
coli' Austria, all'oriente colla

r Asia, e già il caos di feudalità e di ti- regioni dell'Africa centrale. Questo ter-
rannide, che sparge il lulto in quella re- ritorio formato delle più belle e delle più.
giune un tempo sì fauioau, parli Utmeute ricche contrade dal moudo, favorito dui
T U R T U R 2o5
dima il più felice, riunisce i prodotti del- so a'4 gennaio 18 56, fu sancita la conces-
PEuropa, dell'Asia e dell'Africa, la seta, sione di costruire un canale che deve con-
l'oppio, il riso, il maizeogni genere di ce- giungere il Danubio al mar Nero. Que-
reali, il grano giallo, la vallonea, legni da sto canale, cheil Journal de Constanti-

costruzione, olii, lane, semi oleaginosi, noplc dice essere impropriamente deno-
carbone fossile, ogni specie di mettiti, ta- minato di Kuslengi, partirà da Czerna-
bacchi, frutti secchi , noci di galla, pro- vnda per riuscire alla baia di Jugla,e pren-
fumi, olio di rosa, lino, canape, gomma, derà il nome del regnante sultano, cioè

ce, di che meglio ne' particolari che poi Canale, d' Abdul-Medjìd. Questo cana-
dirò delle suddette contrade. L'industria le sarà in certo modo il corollario dell'at-
serica acquista ogni giorno inTurchia uno tivazione della ferrovia che deve congiuu-
sviluppo sempre maggiore. Questa im- gere Costantinopoli a Belgrado, come e
mensa varietà di prodotti, mediante i van- di altre ferrovie, oltre gl'introdotti tele-
taggi di una incomparabile posizione geo- grafi, accennai nel voi. LXX,p. 5qe 1 1
7 5.
grafica trova uno smercio pronto e fa-
, Le <\ue imprese del canale e della ferro-
cile. Cagnaia all'interno da 4 grandi la- via realizzano uno stesso scopo, non solo
ghi, solcata da un gran numero di fiu- perchè costituiscono in modo decisivo
mi, cioè in Europa dal Danubio e suoi commerciale della Turchia, ma
l'influsso

affluenti; in Asia dall'Eufrate, dal Tigri, soprattutto perchè aprono nell' interno
dal Kizil-lrmaz o Ermak (fiume rosso, stesso dell'impero comunicazioni rapide e
il più grande dell'Asia miuore),e dal Gior- sicure colle grandi potenze d'Europa. Il

dano; in Africa dal Nilo. La Turchia toc- disegno di silF» Ito canale era stalo sotto-
ca in diversi punti 6 mari differenti, che posto alla Porta ottomana già nel 1839
presentano uno sviluppo di i 200 leghe di e nel 184^; ma la Russia avendo compre-
costa: colla Bulgaria, la Romelia ed una so tosto l'importanza di tale idea che di-
parte dell'Asia minore tocca il mar Ne- struggeva tutte le sue mire di sorveglian-
ro; coll'Anatolia, la Macedonia e la Tes- za esclusiva dell' ingresso del Danubio,
saglia l'Arcipelago; coli' Albania il mar ne fece protrarre l'esecuzione, mercè la
Jonio e l'Adriatico; coll'Irak il golfo Per- preponderanza che ayea allora in Tur-
sico. Posta a cavaliere dell'Europa e del- chia. Fra'posscdimenticompresi nella va-
l'Asia mediante il Bosforo ed
,
Darda- i sta estensione dell'impero otlomano,con-

nelli, famoso varco dell' Ellesponto (F'.), viene distinguere però quelli che sono im-
eli cui tiene le chiavi, la Turchia è padro- mediatamente soggetti all'autorità diret-
na assoluta del maredi Marmata, che ba- ta del sultano, e che si compongono del-
gna le mura di Costantinopoli, nel qua- la Turchia d'Europa, meno le provincie
le articolo ne parlai. Il mar di Marmerà Danubiane di Valacchia, Moldavia e
è situato nel centro dell'impero, comu- Servio, (V.)yt il gruppo montagnoso del-
nica col Mediterraneo per lo stretto dei la Cerna gora ossia il Montenegro (di cui
Dardanelli, e col mar Nero pel Bosforo, a Scutap.i); dell'Asia minore colla Siria
detto anche canale di Costantinopoli, po- e la Mesopotamia (F.) t
e del territorio
sizione digrande importanza politica; po- di Tripoli (F.) in Africa, e quelli che so-
tendo divenire pel governo un bacino si- no mediali o tributari soltanto. Questi
curo da esercitare e da istruire la flotta quantunque di pendenti dalla Porta,e con-
più numerosa, ed al presente giova in mo- siderati col mezzo di trattati come parte
do mirabile alle comunicazioni in tutte integrante dell'impero ottomano, sono al-
le parti dell'impero, mantenute da bat- tri, cocne V Egitto e Tunisi { V.), ammi-
telli a vapore che lo solcano in tutte le di- nistrati da pascià e da bey ereditali; al-
rezioni. Cou firmano imperiale compar- tri da principi indigeni, nominati a vita,
2o6 T l II T U II

solfo la cui autorità essi limino consci vo- come notai in tali articoli, mentre l' /C-

to il privilegio cruna legislazione e ili mia gitto secondo altri si crede popolato da più
amministrazione interna indipendente. di 2,5i4>oooabitauti )
altri aumentando-
Tali sono principati di Valacchia e di
i li sino a 4 milioni, tome rilevai nell'ar-
Moldavia, eia Servia. Questi 3 principati ticolo: negli altri de' principati Danubia-
furono sol toposli al protettorato della ni, e negli articoli delle altre regioni, pro-
llussia. ina ne furono sottraili pel celebre curai di riportare i calcoli più certi o più
trattato di pace segnato a Parigi ai 3o probabili; laonde conviene tenerli presen-
inatto 1 856, e conservata la sopraddetta ti, nel ripetere che qui vado facendo quel-
so\ ra ni là della Porta fu rono sottoposti sot-
5
li delle recenti statistiche). Secondo 110 an-
to la garanzia collettiva di tutte le poten- tico detto che corre in Turchia ,
questa
ze segnalarle del medesimo, e con quelle popolazione è ripartita fra 72 nazioni e
condizioni che dirò nel riportarlo in (ine. mezza, compresi gli ebrei, il cui piccolo
11sultano con un firmano de' 3 gennaio i numero non li fa contare, che per una
i85o, riconobbe e sancì la nuova costi- frazione di nazione. In vero non vi ha im-
tuzione della piccola repubblica di Zago- pero in Europa, formato di elementi co-
ri. Questo stalo situato nell'Albania, a bre- si vari ed eterogenei come l'impero tur-
ve distanza da Jannina, contiene 44 vl '* no.Esso non formasi d'una nazione, ma
laggi e una popolazione di 25,ooo abi- da un composto di nazioni. Sulla sua to-
tanti circa, greci coraggiosi, industriosi, tale popolazione di 35 milioni, la razza-
attivi e dediti alle speculazioni commer- conquistatrice vi figura al più per un 3.°;

ciali. La sua indipendenza è sempre sta- ilrimanente è un amalgama di gretti, di


ta riconosciuta dalla Porta. Ciascun vil- armeni, di ebrei, di romeni, di slavi , di
laggio nomina i suoi consiglieri , che lo albanesi, di arabi ec, tulli avendo una li-

goveruano,ed elegge il delegato che li rap- sonomia ed una individualità loro pro-
presenta a Jannina. Questa piccola re- pria. Ogni razza, ogni religione, ed ogni
pubblica di zagorioti tiene due generali idioma dell'antico mondo continuano a
assemblee ogni anno a Jannina, alle qua- sussistere l'una accanto all'altra sui vasti
li ciascun villaggio manda rappresentan- e pacifici domimi del sultano. Qui sono
ti a discutere sugli affari generali dello gli Abissini , edTchingane o Zingari
i

stato. Tale è la presente costituzione di (A'.), per la più parte pagani; là Cal- i

questa repubblica dell'impero ottomano, cici, che professano l'eresia de'nestoria-


che si è governata per molti anni senza nij Chemsiyè adoratori del sole; Ye-
i i

gravi difficoltà. La pubblica istruzione è credenza è il manicheismo mo-


zidis la cui
assai promossa a Zagori; ciascun villag- dificato dalla dottrina di Zoroasti o: in un
gio ha una scuola, in cui oltre le scienze luogo l'empie sette degli Ali-Tlaise de-
elementari, s'insegnano la lingua latina gl'Ismail; i Wahabis o Vecabili, ed i pro-
e francese. L'intera popolazioue dell'im- testanti dell' Islamismo; in altro i Kurdi,
pero ottomano può essere approssima- discendenti dagli antichi parti, e che col-
tivamente calcolata a 35 milioni e mez- la lingua hanno conservato modo loro il

zo d'abitanti; di cui 27 milioni nelle pio- di combattere,e le nomadi de'Turkoma-

vincie immediate, ed 8 milioni e mezzo ni, avanzi di orde conquistatrici de'Sel-


nelle provincie mediate , cioè 4 milioni djoukdes. Questa varietà, questo contra-
nella Moldo-Valacchia, un milione nel- sto perpetuo di fìsonomia, di lingua, di
la Servia, 200,000 nel Monte Negro, e costumi, di abitudini, di religione, in se-

3,200,000, nell'Egitto ed a Tunisi ( vi ag- no alle popolazioni dell' impero ottoma-


giuugerò Trìpoli; si vuole che superi 3 no, colpisce più di tritio il viaggiatore, sia
milioni, e Tunisi coi\[\ più di 2 milioni, che attraversi la pianura dell'Asia mino-
TUR TUR 207

che penetri nell'interno della Tur-
re, sia ho descritto YOrbis Christianus, pel 1

chia d'Europa, o che percorra monti i e per ispeeiale favore della divina prov-
ed i deserti della Siria. Gli Ottomani od videnza, così negli articoli delle sedi ve-
Osmanli si crede figurino nella riportata scovili superstiti o nuovamente erette, e
cifra per 12 oi3 milioni, di cui 2 milio- precipuamente delle numerosissime non
ni soltanto nella Turchia d'Europa. 11 ri- più esistenti, nelle Prefetture apostoliche
manente della popolazione si compone di (/'.), ne'Vicariati apostolici o Delega-
Greci, 2 milioni; di Ai nauti o Albanesi, zioni apostoliche, dell' impero ottoma-
i,5oo,ooo;di Armeni, 2,4oo,ooo;diSla- no, feci la descrizione della maggior par-
vi, 6,200,000; di Romeni, ovvero Moldo- te de'luoghi del medesimo, notando col!e
Valacchi, 4-OJ'lioni; di Arabi, 4,700, 000 ;
glorie antiche le principali successive vi-
diRurdi, un milione ec. Considerata sot- cende ; imponente complesso di notizie,

to la parte religiosa questa medesima po- che riunendole potrebbe formare un com-
polazione si compone di2 r milioni di mus- pendio isterico dello stesso impero, mas-
sulmani, dii3 milioni di greci scismatici sime nella parte che riguarda il cristia-

ed armeni,di qoo,ooo latini edi 1 5o,ooo nesimo, un tempo floridissimo, va-


in esso
ebrei. La popolazione delle sette che pro- le a due prima che il superstizioso fana-
fessano altro culto, ascende a 3oo,ooo. tismo maomettano ne operasse quasi la

Considerata poi sotto il rapporto politi- fatale distruzione. Il vocabolo infedele ,

co e civile, la popolazione degli stati im- col quale i turchi qualificano i cristiani,
mediali del sultano abbraccia 3 categorie suona nella loro lingua giaùr ogeaour.
perfettamente distinte. 1. I sudditi mus- NeIi85o avea riportato V Impartìal di
sulmani, che godono pieni diritti civili e Smirne dell'8 novembre, sotto la data di
politici. 2. 1 sudditi non mussulmani ora- Costantinopoli.»* Non tarderanno ad es-
yV?.?, assimilali finora a'primi soltanto sot- sere letti de'firmani in tutte le moschee
to il rapporto civile, ed il cui numero to- e chiese per abolire definitivamente la
tale non arriva a io milioni. 3. I fran- qualificazione di rajà, e per inibire pu-
chi, ovvero gli europei domiciliati inTur- re che si pronunzi la parola giaur. O-
chia, de'quali lo sialo e le condizioni di gni cristiano suddito del sultano avrà gli

esistenza al presente furono regolate da stessi diritti, privilegi ed immunità di cui


capitolazioni, delle quali parlai in più luo- godono i mussulmani ; l' liaralch o ca-
ghi, massime negli articoli riguardanti ratelli o testatico de'rajà, è egualmente
Terra Santa, culla di nostra ss. Reli- soppresso (come notai nel voi. LXV II, p.
gione. I rajas formano 5 distinte nazio- 12. Quanto aìYharatcIi o caratch, que-
ni, chiamate secondo lo stile officiale mi- sto vocabolo veramente clicesi in turco ha-
leti-khamsè, le 5 comunità, cioè, la gre- rflfg.Eqni debbo fare un'avvertenza, che
ca, l'armena, l'armena unita alla Ialina, molti vocaboli e nomi propri di turchi e
l'israelitica, e la Ialina o cattolica. Note- di quanto li riguarda avendoli detratti da
rò che i cristiani da'turchi sono chiamali derivazioni francesi, nell'idioma turco av-
Infedeli (V.), come noi appelliamo con vi qualche diversità di lettere). La intro-
più di ragione i turchi, e persino le loro duzione dell'elemento cristiano nell'eser-
regioni <\\c\amo par db us injidelium , cosi cito è pure decisa greci, armeni ed ebrei
:

qualificando i titoli degli antichi Vesco- forniranno per l'avvenire il loro contin-
vati {V .) già esistenti nella Turchia, che gente militare, ed aspireranno a'più alti
per l'invasione de'mussulmani cessarono impieghi sì civili che militari. " Quanto
e non restò che il titolo che da' Papi si avvenne di singolare e memorabile dipoi,
conferisce a' Vescovi in partibus. Sicco- a suo luogo in quest'articolo riferirò. O-
me pel dichiaralo nel voi. LXIX, p. 1
1 7, cni comunità cristiana è retta , sotto la
ao8 TUR TUR
sorveglianza dell;» Porta, da nn palliar- centi statistiche in discorso. Crii Arme*
ca o arcivescovo, die talvolta, ni;» non ni passarono sotto giogo de' turchi nel-
il

necessariamente, congiunge l'autorità re- lo stesso tempo che greci, e subirono i

ligiosa alla civile. La co munite «reca ,


le medesime condizioni. Essi al presen-
jcn/n milieti, composta di latti sudditi i teascendono a 2,4.00,000, di cui in pro-
ottomani di rito greco scismatico, è di- porzione non è granile il numero de'
visa in due razze o nazionalità distinte: cattolici, specialmente dopo la violenta
i romaichi e gli slavi (di cui me-
greci o persecuzione subita nel 1828 (di che me-
glio a Schiwonia), formati di serbi o ser- glio a Patriarcato Armeno). Gli Arme-
rani, di bulgari e di bosniaci, ec. Biso- ni abitavano principalmente nella Tur-
gna non perdere di vista tale distinzione, chia Asiatica dalla parte della Persiti e
se vuoisi evitare uno spregio in oriente, della Rus sia, contrade ove contano mol-
ove religione e nazionalità sono sovente tissimi de'loro correligionari. Gli arme-
prese una per l'altra, ove anche la reli- ni cattolici sono divisi in 8 diocesi, oltre
gione prende il posto della nazionalità. In la sede primaziale di Costantinopoli (so-
Turchia il nome de'Greci non si appli- no di più, come narrai al citato Patriar-
ca esclusivamente alle popolazioni di el- cato). Gli Ebrei dì Turchia, iehoudi-mil-
lenica origine: serve ad indistintamente leti,\n numero di circa 1 5o,ooo, sono per
designare tutti quelli de'sudditi cristiani, la più parte oriundi della Spagna e del
qualunque sia la razza a cui appartengo- Portogallo, donde emigrarono nel secolo
no, i quali riconoscono la giurisdizione ci- XV (principalmente e pel riferito in tali
vile e religiosa del patriarca scismatico di articoli ). Si trovano in maggiore o mi-
Costantinopoli. La razza greca, creduta nor numero dappertutto,e principalmen-
composta da 2 milioni, è sparsa in tutto te a Costantinopoli, a Saloniehi o Tessa-
1' impero ma in modo ineguale. Nella
, lonica, ed a Smirne. I Latini composti di
Turchia d'Europa forma circa l'undiee- latini propriamente detti, cioè cattolici i

sima parte dell'intera popolazione. Nel- che seguono la liturgia romana, ascen-
l'Asia minore e nella Siria giunge appe- dono a circa 5oo,ooo; composti di Greci
na alla venticinquesimamell'isole dell'Ar- uniti, di Melchiti,d\ Siri e di Caldei (sì
cipelago Ottomano, a Metelino, a Scio, devono aggiungere Maroniti) uniti alla
i

a Rodi) a Candid, può essere calcolata chiesi romana, formano una comunità
nella media a tre quarti. Fra' popoli di di quasi y5o,ooo anime, retti spiritual-
di razza slava, che sono sudditi imme- i mente da' loro patriarchi, arcivescovi e
diati della Porta, sono anzi tutti segna-,. vescovi, e collocali sotto l'autorità civile
lati i bulgari, il cui numero ascende a 3 d'un delegato della Porta, vckil ossia so-

milioni, sparsi su tutta l'estensione della stituto del capo civile, assistito da un con-
Turchia Europea. Vengono poscia Serbi i siglio di notabili scelti dalla nazione. I

della Bulgaria, della Bosnia e della Er- Franchi, cioè gli europei domiciliati in
zegovina (di cui a Trebigne), i , 1 00,000; Turchia e posti sin qui sotto l'esclusiva
del Montenegro, 200,000; finalmente i giurisdizione de'loro ambasciatori e con-
Ylachi o Zingani o Zingari, d'orisfine la- soli, senza essere fino ad ora soggetti alle
lina, come Moldo-Valacchi, 3oo,ooo;
i leggi ed a'tribunali del paese, formano,
il che unito a'2 milioni di Greci, forma come fu già accennato, una nuova cate-
un totale di 6,600,000 individui. Ora se goria d'abitanti allatto distinta da'sudditi
da questo numero detraggono 00,000
si 1 m u ss u m a n
l i o non m u ss u I in a 11 i ci e a Por-
1 1

cattolici, greci, bulgari e bosnici, il rima- ta. E difficile numero; sem-


indicarne il

nente rappresenterà esattamente l'effet- bra però che non possa sorpassare 5o i 1

tivo della comuuità greca, secondo le re- o 200,000 che per la più parte abitano

TUR TUR 209


Costantinopoli Smirne, Satanico o Tes-
',
geman gì' italiani fecero Dragomano o
salonica, Berito o Beyrouth, Alcppo di Dragomanno, od anche, con maggiore e
cui riparlai a Berrea ec. E qui rammen- più affine relazione all'arabica sorgente,
terò, che nella descrizione de'patriarcati Trucimanno o Turcimanno) da cui poi
cattolici esistenti di Gerusalemme, An- venne la voce francese ed inglese Tru-
1
tiochia de greci Melchiti, Antiochia de* cheman. Aggiungerò sulla popolazione
Maroniti Antiochia de' Siri, dì cui tor-
y
dell'impero altre notizie statistiche. Nel
Babilonia dei Cal-
nai a parlare a Siria, V Almanacco francese, che si stampa in
dei, Cilicia degli Armeni ',
oltre l'arci- Costantinopoli, nel i85o si registrò le se-
vescovo primate degli armeni di Costan- guenti date. L'impero ottomano ha una
tinopoli) il vicariato apostolico de'latini popolazione di 36,2 1 1,000 anime. La ,

di Costantinopoli, e di altri Vicariati, Turchia Asiatica baso, 700, 000, tra cui
Delegazioni e Prefetture apostoliche , 3 milioni di cristiani. La Turchia Euro-
ragionai pure de' luoghi di loro giuris- pea conta 5,5 1 1,000 abitanti, de'quali
1

dizione spirituale, e degli arcivescovati e 2,000,000 nella Romelia o Tracia e nel-


vescovati suffragane!, non meno che del la Tessaglia; i,4oo,ooo nella Moldavia;
clero secolare e regolare d' ambo ses- i 2,600,000 nella Valacchia;
1,011,000
si, i85i
e de' missionari apostolici. Nel nella Serbia o Servia;,600,000 nella Bo-
1

il governo ottomano annunziò con una snia ed Erzegovina; 2,200,000 nell'Alba-


circolare alle corti d'Europa, die le reg- nia; 2,000,000 nella Bulgaria; ,000,000 r

genze di Tìntisi e di Tripoli ,e il pascià nella Tracia; 220,000 sull'isola di Cre-


o viceré d' Egitto non ponno accredita- ta; 90,000 in Cipro; 390,000 nell'altre
re presso di esse alcun agente diploma- isole. Il n.°29 dell'Osservatore Romano
odi mi-
tico col titolo d'incaricato d'affari del i85i L'elemento religioso
riferisce.
nistro. Le leggi dell' impero non per- del cristianesimo va prevalendo dapper-
mettono loro che di aver consoli o vice- tutto in Europa. Neil' impero ottomano
consoli, e anche bisogna che le nomine il numero de'cristiani supera ormai quel-

sieno ratificate dalla Porta ottomana. La lo de'turchi. Questi sono 9 milioni, ei 3


s.Sede non ha rappresentanti nell'impe- milioni sono cristiani.
i turchi vanno I

ro ottomano; solo la Congregazione car- sempre più diminuendo di numero e di


dinalizia di propaganda fide (V.) ha ben essere, mentre invece cristiani cre- i

degli agenti per le missioni e pe'vescova- scono sempre più di numero e di poten-
ti che da essa dipendono in tutto l'impe- za. Nel Giornale di Roma del i853 si

ro medesimo. Ciascuno degli agenti di- pubblicarono due statistiche dell'impero


plomatici ha suoi dragomani ov'essi ri-
i ottomano a p. 227 e 3i4« l y nella 1." si i

siedono. Dragomano, dice il Razzarmi, si- dice. La popolazione della Turchia è ri-
gnifica interprete di lingua, e precisamen- partita come segue Moldo-Valacchi al
:

te della lingua turca e araba pegli euro- nord del Danubio 4jOOo,ooo. Slavi com-
pei , e della lingua francese od altra eu- patti al sud del Danubio6,ooo,ooo. Po-
ropea pegli orientali. Dicesi anche drog- polazioni miste di greci 900,000. In Tes-
mon il dragomano. Ogni ambasceria o saglia e sulle coste , armeni ebrei , ec. ,

consolato delle potenze europee presso la 600,000. In tutto rajas ,5oo,ooo. Ot- 1 1

Porta ottomana assolda uno o più di que- tomani asiatici 700,000. Mussulmani ri-
st'interpreti, che divengono necessari, per negali e altri 2,7.00,000. In tutto mussul-
agevolare le relazioni reciproche. È vo- mani 2,900,000. Totale della Turchia
cabolo formato dall'arabo largeman o Europea i4,4 00 000 Le tribù slave, il-
>
-

targiman, derivante dal verbo taragem, liriche e bulgariche formano in tutto 6


che in italiano suona interpretare: da tar- milioni d'anime. L'altra prospetto sta-
vol. txxxi. •4
2 i o TUR TU R
compilato o Costantinopoli, di-
fissistico do Negroj)ontc }
delle Cicladi settentrio-
ce che la Turchia Europea o Romelia nali, la principale essendo Sira t e delle
contiene! 5 milioni e mezzo di abitanti: Cicladi meridionali, la principale essen-
V Asiatica oAnadolu f>,o5o,ooo; 'Afri- i l do .IVasso. L'isole turche dell'Arcipelago
cana o Gerì) 3, 800,000. Quindi un to- sono Taso o Tasso Samos o Susatit ,

35,35o,ooo. Di cui Osmanli in


tale di A d tassi, Imbros, Lenmo, Tènedos, Me-
Europa 1,1 00,1000; in Asia 10,700,000; telino, Scio ec. L'isole meridionali han-
Slavi 7,200,00; Rumeni 4> 000 00 ° J j
no Rodi, Cos o Stamine), Nin Nissari
Amanti 1,600,000; Greci in Europa ec. L'isole delle Sporadi orientali, Nize-
4oo,ooo, ed in Asia 2,000,000. UAl- ria o Nicaria, Palmo 9 ove fu rilegato s.

mandch de Gotìia pel 854 die le seguen- 1 Giovanni apostolo ed evangelista e vi


ti cifre della popolazione mussulmana e scrisse V Apocalisse, Lero o Zeroec. L'i-
greca della Turchia. Maomettani nella sola di Candid, Cortina, Retinio, Cido-
Turchia Europea 4 55o,ooo; d' Asia }
nia o Canea ec. Tutte hanno articoli, per
I2,65o,ooo ; d'Africa 3,8oo,ooo. To- l'antiche loro sedi vescovili: alcune l'han-
tale 21 milioni. Greci, nella Turchia Eu- no ancora, le altre sono titoli vescovili in
ropea o milioni, nell'Asiatica 3 milioni,
1 partibus. Corrono i monti Carpazi sul
totale 1 3 milioni. Cattolici della chiesa o- confine settentrionale e colle loro ramifi-
rienlale, che ubbidiscono alla s. Sede, cazioni coprono la Valacchia, altre cate-
900,000; de'quali, in Europa 640,000, ne sono l'Alpi Dinariche, Balkan, l'El- i

in Asia 260,000, in Africa non pone ci- lenica ec. E Turchia Europea
ripartita la
fra, ma si può vedere gli articoli de'Vi- tra'bacini di 5 mari che la bagnano, così
c.ARiATi e Prefetture apostoliche ove li parecchi fiumi e laghi. Il clima è gene-

registrai. Finalmente leggo in altra sta- ralmente men caldo che non farebbe sup-
tistica del i854 ascendere , cattolici a i porre la sua latitudine. Stabilisce la cate-
900,000, compresi gli armeni di coi , na del Balkan, baluardi importante dal
640,000 in Europa, e 260,000 in Asia. lato de'russi,una differenza inarcala per
1 cattolici ai meni ed cattolici latini han-
i latemperatura, fra la parte situata al nord
no il loro capo civile, come l'hanno pro- i e quella che stendesi al mezzodì: quest'ul-
testanti. Oltre i patriarchi, arcivescovi e tima essendo sensibilmente più calda, ha
vescovi cattolici d'ogni rito, vi sono i pa- temperatura delle provincie me-
la stessa

triarchi greci e armeni scismatici, con ar- Fa freddo e cade


ridionali della Francia.
civescovi e vescovi; inoltre gli scismatici molta neve nelle contrade che innaffia il
e gli eretici d'altri hanno propri ai-,
riti i Danubio, ed in vari quartieri di questa
ci vescovi e vescovi. Gli ebrei hanno il loro parte dell'impero respirasi nn'aiia mal-
gran rabbino. Trovo indispensabile qui sana. La peste v' imperversò di soven-
oppresso aggiungere altri particolari sul- te, precipuamente a Costantinopoli, im«
la Turchia Europea, sulla Turchia A- potandosene le stragi o al l'accumula Orien-
siatica, e sulla Turchia Africana. to dell'acque slagnanti, oppure alla spor-
La Turchia Europea nella parte sud- cizia e in generale all'incuria degli abitan-
est dell' Europa, a oriente della medesi- ti. Le nuove saggie disposizioni migliore-
ma, ha frastagliatissime coste, l'isole del- ranno il suo avvenire. 11 suolo riesce quasi
l'Arcipelago del mare Egeo, partedel qua- dappertutto alla coltura, e consiste prin-

le appartiene al nuovo regno di G cecia cipalmente di terriccio grasso. Il paese ab-


(/•".), distaccato dalla Turchia a' nostri bonda di cotone, melaranci, limoni, me-
giorni,o Sporadi occidentali, delle quali ligranati , fichi , olive , frumento,
vino ,

è metropoli Sainos, oltre dipartimenti i maiz, riso che forma il principale alimen-
dell' isole di Eubea, la principale essen- to d'ogni classe. I turchi sono appassio-
T U R TUR a i i

nali pe frutti uell' estate e in parte del- o lurcomani, i quali ultimi sono pregia
unuo, facendo prodigioso consumo di
l'ani t'issimi e atli al tiro, godendo pure buo-
meloni, cocomeri e zucche. Dappertutto na riputazióne i cavalli bosniaci. LaTur-
si coltivano le piante della famiglia delle chia Europea è ricca di miniere di ferro,
cucuibilacee, che producono frutti simili che un tempo erano utilizzate, ma poi i

allezucchee a'poponi,massimesullespon- turchi trascurarono totalmente le ric-

de dell'Arcipelago e sul mare di Marina- chezze minerali del loro suolo. Le mani-
ra. iNella Romelia coltivasi la vile, e non fatture nou souo avanzatissime, e gli og-
polendo mussulmani, giusta la loro leg-
i getti principali ne' quali si esercita l'in-

ge, bcver vino, quelli che l'osservano si dustria, sono la preparazione de' cuoi e
contentano mangiar l'uva e di estrar-
di specialmente del marrocchino, la filato
ne una bevanda nou fermentata. I rajà ra del coione, l'impiego della seta, la tes

dell'interno della contrada fanno del vi- silura delle tele di canapa, lino e cotouc,
no, quanto basii per il loro uso. Il vino la fabbricazione di stoffe di pelo di capra
non è un oggello di commercio se non sul- e di panni grossolani per uso delle classi
le sponde di dello mare e nell'isole del- meno agiate: rinomati souo i scialli ed i

l/A rcipelago,essendo d'eccellente qualità. tappeti turchi. Il commercio delia Tur-


1 giardini sono ottimamente coltivati, spe- chia finora fu alquanto limitato; i pregiu-
cialmente a Costantinopoli e ne'dinlorui; dizi, la legislazione e il disposlismo con-
vi hanno molti frutti bellissimi, e copiosi corsero ad alzare il frullo del denaro a
fiori che le donne amano singolarmente, un interesse esorbitante, per ispirare la

ed i boschetti di rose sono tanto più cu- diffidenza nelle trattazioni e per rende-
rali perchè il fiore produce l'essenza pre- re difficili gli affari, llcommercio con l'e-
ziosa di cui si fa tanto uso e commercio stero è interamente nelle mani de'greei,
nel Levante. Trovane! boschi molto belli, armeni e franchi; e consiste molto più
particolarmente in Bosnia, ma alquanto in importazioni che ia esportazioni. Mol
trascurati. Nelle vicinanze delle città e de' ta operosità è nel traffico interno, e pren-
borghi, vi si fanno tagli regolari; e sicco- donvi parie i turchi e rajà, ma i primi si

me nou vi si lasciano talli o ramoscelli. né si limitano alle operazioni minute. Gli ar


attende a ripiantarli, succedono legni ce- meni fanno quasi esclusivamente il cani
dui e cespugli all'annosa quercie; sbosca- bio; gli ebrei barattano, prestano ad u-
mento che si fa specialmente notare ne' sura, portano di qua e di là. Ogni città,

dintorni di Bosna-Serai. Le selve lonta- ogni borgo ha fiere regolari frequentatis-


ne dalle città abbondano d'alberi magni- sime, ed inoltre bazari e mercati perma-
fici , che sarebbero alti alle costruzioni nenti abbondantemente provveduti de'
marittime, pia marciscono in piedi, per prodotti del suolo e dell'industria nazio-
mancanza di strade e canali onde traspor- nale. I velluti che costumatisi in Turchia,
trovano molti bovi e vacche, ma
tarli. Si escono dalle manifatture italiane. I tur-
di mediocre specie ; però dappertutto so- chi fauno uso di caria fortissima, poiché
uovi numerosi armenti di pecore, raris- per scrivere servonsi d' una canua tem-
simo essendo il porco, come vietato dal- perata a foggia di penna; carta che pure iu
l' A 1-Rorano. Nelle montagne sono belli gran parte ritirano dall'Italia. Si fa gran
armenti di capre; cavalli turchi sono pic-
i consumo di vai che si fabbricano in Rus-
coli, ardenti, vigorosi, instancabili, emi- sia; gli uomini ne foderano le loro tarta-
nentemente buoni al servigio della caval- re o rendigotte, e le femmine jabè, che i

leria, ed i turchi che amano molto que- sono specie di polacche. Il commercio che
sti animali, li cavalcano con destrezza e colla Russia era importantissimo avanti
iulrepidità. I grandi hanno cavalli arabi le guerre, è attivissimo colla Francia, la
aia TUR TUR
Germania e l'Influita in. Il commercio fra' quali il mar
Caspio, da fiumi di cui
internasi fa a schiena d'animali, per le sono celebri l'Eufrate, il Tigri, il Gior-
cattive >trailc. Gli lian o alberghi sono dano, e fra'laghi rammenterò l'Asfaltnle.
comunissimi e generalmente isolati da o- La contraila ha numerose isole dissemi-
gni abitazione. Le città di Turchia noo nale su per la costa dell' Arcipelago, già
somigliano punto alle citlàdel resto d'Eu- summentovate, poiché l'Arcipelago tro-
ropa: occupano spazi immensi le case es- vasi tra la Grecia, la Macedonia e l'Asia.
sendo attorniale da giardini,bruoli edau- JNel Mediterraneo si uota l'isola di Cipro,
che campi coltivati; la loro pittura ester- la quale conteneva molle ciltà con sede
na dà risalto al paese o paesaggio, che sia vescovile,come Nicosia,Famagosta,Sa-
lecito di dire. Le forme rotonde delle cu- lamina, Pafo, Arsinoe, Ncmosia, Ama-
pole delle moschee accompagnate da mi-
}
tunta, Ceraunia, Carpasia, Cifro, Ci'
nareti svelti, formano grata armonia col- tìum t Curium, Soli, Lapito, Ta masso,
la vemira degli alberi; vedute da lonta- Tre mito rito , Ledra (/'.) ec. Il mare di
no le città turche paiono un soggiorno Marinara offre l'isola del suo nome e quel-
incantato; quando poi vi si entra cessa su- la de'iVuicipi. La Turchia Asiatica con-
bito il prestigio, non offrendo che stia* tiene due catene di montagne principali,
de strette, tortuose e sucide. Le case più il Tauro e il Libano: quasi tutte le altre

opuleuti sono fabbricate di terra e legno, catene non sono che ramificazioni di que-
uè servousi della pietra fuorché pe' fon- sto^ tra le selteutrionali va ricordata l' A ii-
damenti e talvolta sino ali. ° solaio. I cif- li-Tauro che raggiunge il Caucaso, in Si-

flik sono a un tempo case di villeggiatu- ria essendovi monti Tabor e Carmelo.
i

ra e masserie; sono alti, ben fabbricali e La regione è Ira'più belli e più pingui pae-
situali in mezzo al podere. Le baracche si dell' universo; la dolcezza del clima, la
de'contadiui che coltivano la terra, tro- fecondità del suolo, 1' abbondanza delle
vatisi sparse intorno alle mura; parecchi produzioni celebri sono state in ogni tem-
sono costruiti in modo da poter ser-
cifilik po: comprende essa le regioni diesi con-
vireda fortezza. La Turchia Europea, pri- siderano come culla del genere umano,
mitivameute popolata dagli Sciti, com- quelle che il Tigri e l'Eufrale innaffiano;
prende paesi che gli antichi chiamava-
i ivi pur trovasi pallia un tempo sì ric-
la

no Mesia, Illiria, Tracia, Macedonia, ca e tanto florida de^V Israeliti o Ebrei.


Tessaglia uà Epiro. Fu prima partita in Ma molte contrade già famose per l'ab-
un gran numero di regni celebri, nota- bondanza e bellezza, giacciono ora abban-
bili repubbliche e popoli sino al tempo donate alla sterilità e alla desolazione. Ge-
d'Alessandro Magno, il quale tulli ridus- neralmeute parlando, le montagne sono
se sotto la sua potenza; dipoi restò nuo- coperte di boschi magnifici, e le pianu-
vamente divisa la regione in regni e re- rehanno una rigogliosa fertilità poco co-
pubbliche, riunita quindi dalle conqui- mune. Regna nell'Asia Minore una tem-
ste de* romani all'impero loro, da' quali peratura mite e pura che non trovasi più
passò all'impero greco o d'Oriente, e fi- nemmeno dall'altra banda dell' Arcipe-
nalmente si videue'secoli XI Ve XV sog- lago, sulla costa d'Europa: il calore del-
getta al dominio de'turchi, insieme a Co- l' estate viene considerabilmente tempe-
stantinopoli metropoli dell'impero mede- ralo dalle numerose catene di montagne,
simo e lo divenne dell'ottomano.La Tur- e la vicinanza di 4 mari addolcisce l'in-

chia Asiatica nella parte occidentale del- tensità del freddo; tuttavia le coste me-
l'Asia, abbraccia all'ovest la gran penisola ridionali risentono caldi fortissimi, men-
dell'Asia Minore, chiusa tra'mari Nero e tre le sponde del mar Nero alle volle sof-

Medi lei ranco. Bagnata da altri 3 mari, frono per troppa umidità. Nel Djezireh
TUR TUR 2i3
o anticn Mesopotamia y e nefl'frac o an- ed il capretto è cibo delicato. Trovansi
tica Caldea Babilonese, provatisi gran- ari animali feroci ,|come il leone, la ti-

di calori, però le notti riescono fresche gre, la iena, V orso e gli sciacal che con
senza che abbiasi né rugiada, ne umido. l'orribili loro grida turbano il riposo del-
Presenta la Siria tutti i gradi di te ui pe- la notte. Le città ei villaggi formicolano
latura; V Armenia e il Kurdistan turco di cani; errano gli struzzi pe'deserti pres-
parte dell'antica Assiria, paesi di monta- so l'Eufrate. Trovansi ad Angora gatti e
gne, sono le parti men calde della Tur- capre di lungo pelo, e d'una varietà ri-
chia Asiatica. Sommamente svariato il marcabile. Durante l'inverno si vedono
suolo, quello dell'Asia Minore consiste sulle paludi e su'fiumi dell'Asia Minore
principalmente in una terra argillosa e occidentale in numero prodigioso anitre,
grassa; il grano e l'orzo ne sono il prin- aironi, beccacci ne, pivieri; visi trovano
cipale prodotto. In Siria l'agricoltura tro- pure cigni selvatici, folaghe, gallinaccie,
vasi nella condizione più deplorabile, co- quaglie; vi sono molti serpenti. Di soven-
me miserabilissima è quella degli agri- te giungono dall'interno dell'Arabia eda!

co!tori;lecampagne che accerchiano/? rtg-* mezzodì della Persia nugoli di cavallette


dad giacciono generalmente improdut- che piombano sopra pianure fertili con
tive, tranne in tabacco; ne* dintorni di un rumore che somiglia a quello della
Mossiti le terre producono grani e co- pioggia. Grandissime sono le ricchezze mi-
tone; nel Djezireh raccolgonsi grani e le» nerali, ma gli abitanti poco attendono a
gumi d'ogni specie, un po'di riso, molto lavorarle: importanti sono quelle di ra-
sesamo, ed assai gran quantità di coto- me, e l'acque minerali più famose sono
ne. L'olivo abbonda soprattutto verso le quelle di Prusa oBrussa. In generale l'in-

spiaggie del Mediterraneo e dell'Arcipe- dustria e il commercio sono poco fiorenti.


lago; il salice piangente e molti pioppi Ne'soli porti le nazioni europee manten-
ombreggiano le rive dell'Eufrate. Possie- gono ancora un traffico assai animato, a-
deancora la Turchia Asiatica l'alno,il gel- vendovi esse consoli e fattori, e ritiran-
so bianco, l'albero di Giuda comune, il done cuoi e marrocchini, tappeti, stoffe
fàbago ordinario, l'azedarach o falso si- d'oro e d'argento, cotone filato, rabarba-
comero,iI melogranatoo albero dello sto- ro, caffè, oppio, diverse sorta di gomma
race, il mandorlo, il pesco, il ciliegio, il ec.Le città più importanti della Turchia
pero, il limone, il melarancio, il citiso, il Asiatica sono Smirne, Aleppo, Dama-
mirto, il banano, il nerprun paliuro, la seo, Gerusalemme, Bagdad ec. L'au-
vile che cresce selvatica in molti siti, il torità del sultano, per la lontananza dal
lentisco o albero del mastice, il terebin- centro deH'impero,non è dappertutto be-
to o pistacchio selvatico, il ginepro, il ce- nissimo stabilita, parecchi pascià essen-
droni cui ne rimangono ancora sul Mon- do poco sommessi alla Porta, e vivendo
te Libano alcuni il cipresso, il pino, il; diverse tribùnomadi e guerriere total-
ketmia de'giardini, il fico, il fico sicome- mente indipendenti: tali sono quelle de'
ro, il dattero, la quercia, l'alloro india- turcomani, de'kurdi, degli yezdi, de'be-
no, il platano, il lilla, il gelsomino, il cor- duini, de' drusi e de' maroniti. I cristia-
bezzolo. Esportansi da questo paese va- ni di rito greco e armeno vi sono nume-
rie piante e i loro prodotti, che sono utili rosissimi; non mancano di latini, eda po-
o alla tintoria o alla medicina. I migliori chi anni fu ristabilito il patriarca residen-
cavalli della Turchia Asiatica sono di raz- ziale di Gerusalemme. La Turchia Asia-
za araba. Servonsi maggiormente d'asi- tica sostituisce un gran numero di con-
ni, di muli e di cammelli ; raro è il bove trade celebri nell'antichità; quivi è che
e nou buono; la pecora gli è superiori», la storia ne fa vedere a sorgere le prime
,,

2.4 T UH T U \\

citt.à, a formarsi i primi imperi. Tìngilo commercio, secondo le ultime uutiziesta-


ni.i, Ninive, Troll baciarono appena ve- tistiche pubblicate sulla Turchi;».
stigia ;Gerusalemme pel s. Sepolcro e per Fino alla promnlgn/ione dell' Ilalli-
«li altri sempre l'og-
suoi luoghi santi, è Ilumaoiutn dè'ao febbraio i8">(>, in fa-
getto dell'universale venerazione. h*As- vore de/cristiani, del quale in seguito ra-
s/'ria, la Babilonia o Caldea 1* Arme- , gionerò nel riportarlo, la Turchia eia or-
Uesopotamia, la Siria, \a Feni-
I i ganizzata «econdo il Tanzimat, atto pub-
cia, la Palestina o Giudea, finalmente blicarla Mahrnond II, padre del regnan-

1' \sia Minore che comprende la IHisia, te sultano, atto che abbraccia appunto il

la Lidia, la Caria, la ììitinia, la Pafla- governo, V amministrazione e le finanze,


gonia, il Ponto , la Frigia, la G a lazia la giustizia e l'istruzione pubblica, l'eser-
la Cappadocia, la Licia, la Panfilia e cito e la marina. governo turco è una
Il

In Cilicia, questi sono agli antichi paesi monarchia nella forma assoluta, ma nel
in oggi riuniti nella Turchia Asiatica. Do- suo principiò temperata dalle istituzioni e
po formato tanti regni indipendenti e ce- dalle stesse condizioni della sovranità; co-
l< bri ,
passarono sotto il dominio del re me anche da'costumi,chein Turchia, più
di Persia, poi sotto quello d'Alessandro che altrove, modificano e limitano fino a
Magno,- quindi nuovamente dividendosi un certo punto l'azione del potere. Il sovra-
sotto successori di questo, subirono fi-
i no prende il nome di Padichak, cioè Im-
nalmente il giogo de'romani, alquanti an- peratore degli ottomani. L'Abbondan-
ni prima dell'era corrente; poscia dipen- za nel Dizionario di tutti i monarchi ot-
dettero dagl'imperatori greci di Costan tomani, nell'articolo Peidisach, dichiara
linopoli, a' quali a poco a poco conqui- Gran Signore, Sommo Mo-
significare
starono gli arabi, cui sovrani o califfi i narca. Noterò che il titolo di Gran Si-
successori di Maometto, risiedevano a gnore fu messo in voga dagl'italiani nel
I>agdad, e furono alla fine invasi da'tur- medio evo, e non adoprato affitto dagli
chi, de'quali i sovrani di Tartaria Mon- orientali. Osserva l'Abbondanza, che il ti-

goli abbassarono per un momento la po- tolo di Padisach l'assunse neh 4-8 i Oem
tenza, ma che, presto rialzatisi, estese- detto comunemente Zizim, scrivendo al

ro il loro dominio in queste contrade e fratello Baiazet II, contro il quale preten-
ne distesero per lungo tempo confini a i deva il trono. Lo prese pure Bajazet II,

spese della Persia; nondimeno da cir- e l'usò nel carteggio ch'ebbe col figlio Se-

caun secolo trovaronsi costretti a cedere, lim I, indi continuarono a fregiarsene i

non meno che alla Russia, parecchie lo- successori, come il più specioso loro distili"
ro provincie. L'Asia Minore viene chia- tivo. Aggiunge che gli altri titoli del mo-
mala la fortezza de' turchi, \b cittadella narca ottomano sono: Dio in terra, Om-
dell'Islam. Quanto alla Turchìa Afri- bra di Dio, Fratello del Sole e della
cana, che comprende l'Egitto, e le reg- luna, Capo di tutti i Re Distributore ,

genze di Tunisi e di Tripoli, ne' quali delle Corone. Il titolo di Sultano (F.),
articoli e ne'relativi avendone narrati an- aggiunto pure al suo nome, secondo alcu-
che i particolari, non mi sembra occor- ni significa Signore e Imperatore, al di-

rere di dirne altro, anche per quanto di- re di altri ha un meno importante signi-
rò poi in questo. Accennata l'estensione ficato, e corrisponde alla parola Princi-
dell'impero ottomano , della popolazio- pe, presa in ogni senso, indicante una so-
nee delle varie nazioni che l'abitano, pas- vrana esistenza più o meno vicina al tro-
so a parlare del suo governo, dell'ammi- no, un'origine imperiale o reale. Ond'è
nistrazione delle finanze, della giustizia che il titolo di sultano serve ad indicare
ed istruzione pubblica, dell'armata e del anche i figli, i fratelli e le sorelle del Pa«
TU R TUR 213
tlichak, colla differenza, che pe'maschi il ne del sultano, e di altri ottomani negli
titolo è posto davanti al nome, come Sul- harem propri. Dice l'Abbondanza che dal-
tano Mahmoud II, Sultano AbduIMedjid la voce persiana Serray, palazzo, si for-
Khan; mentre che per le femmine madre, mò quella di Serraglio, gran palazzo e re-
sorelle e figlie del sultano viene dopo, co- sidenza de' sovrani ottomani; de' diversi
me Fa lime Sultana , Adilè Sultana. La serragli imperiali e di quanto li riguarda
madre del regnante sultano e vedova del ne tratta il libro: A necdoti, ossìa storia
padre,portò il titolo di /"'tf/zV/^ValidèSul- segreta della famiglia Ottomana, Na-
tana cioè la madrejtitolo che l'Abbondan- poli 1 729. I serragli sono vaste e delizio-
za chiama il più augusto ed il più. carico sissime clausure,con edilizi splendidi e ma-
d'onori e privilegi che possa darsi dal sul- gnifici, dicendosi propriamente Harem o
tano regnante alla madre, la quale li go- Haram Charam l'abitazione delle don-
de in un al titolo vivente il figlio, e so- ile, voce che l'Abbondanza spiega, appar-
lo Maometto IV lo concesse, oltre alla tamenti delle donne in Turchia, divisio-
propria madre,alla zia Riosem ch'era sta- ne e separazione, luogo dove non è lecito
ta Valide Sultana e avea governato l'im- dientrare che a' soli mariti. Gli Harem
pero. Essa abita come le altre donne nel rigorosamente e con grande gelosia sono
serraglio, ma
appartamento separato e
in custoditi dagli Eunuchi (ìr.), e sulla so-
con trattamento che non lo cede a quello glia delia po.ta dessi comunicano colle
della più potente imperatrice. Lai/delle donne a mezzo d'una ruota, le quali so-
odaliche o mogli del sultano che gli par- no sorvegliale in ogni loro azione dalle
torisce il principe imperiale,erede presun- donne chiamate kaduns, cui devono ub-
tivo del trono, prende il nome di Hassa* bidire, e le quali tutto minutamente ri-
À7, che significa regina o signora grande. feriscono al -sultano. 1 serragli sono luo-
Talvolta per ambizione e gelosia di co- ghi di perenni inquietudini, gelosie e ar-
mando le sultane Valide e Hassaki sono tifici'!, che molle volte produssero amatis-
stale cagione di riempire il serraglio, Co- simi travagli al sovrano. Il sultano chia-
stantinopoli e tutto l'impero di confusio- masi pure Imperatore. Scrive Marino Sa-
ne e spavento; poiché sebbene non cono- livido nella Cronaca del 1
479> che a ri-

sciute, i più potenti magnati e ministri chiesta di Maometto II la repubblica di


dell'impero parteggiarono per loro. Os- Venezia gli mandò il valente pittore Gen -

serva Abbondanza, che anticamente i


l' tile Bellino, il quale essendo ancora in-
sultani sposavano formalmente alcune cisore di medaglie, ne fece una col busto
principesse di sangue regio,al le quali com- di detlo principe da una parte, e dall'al-
peteva il titolo di sultane; ma dopo aver tra l'epigrafe: MohametilmperatorisMa-
Tamerlano vinto Bajazet I,ed oltraggia- gni Sultani. Fu ilsultano chiamato an-
to obbrobriosamente non meno lui che che Gran 7ura?,poichèMaometlo II sul-
la sultana moglie, i successori non sposa- tano de'turchi fu cognominato il Grande
rono più donna alcuna, tranne Amurat per l'espugnata Costantinopoli e altre con-
li e Solimano II, e solo ebbero concubi- quiste. Furonostampate, Epistolae Ma-
ne avvenenti, schiave loro donate o com- gni Turci a Laudinio equite hierosoly-
prale, tra le più belle nella Grecia, nella mitano, senza data e luogo di stampa. Il
Circussia e nella Giorgia, le quali pren- Creveuna nel suo catalogo cita tale rara
dono il nome di Odaliche, cioè donne di edizione e la crede fatta circail 1470, e

camera, dicendosi sultane soltanto le o- soggiunge avvertirsi dall'editore Laudi-


daliche Hassaki e la Valide, e odalica fa- mojnargumentoEpistolarum^heMau-
vorita si denomina la più amata. L'Ha- Turco rum Imperatori cui pò s tea ,
ineles
rem è nel serraglio il soggiorno delle don- magnitudine rerum gestarum } Magnus
,

2i6 TUR TU II

Turcus cognomentofuit... Epistola* ad carimi di Pio II, e l'altra sua Epistola


innumeras Orhis gentes plurimas dica- Vii II ad Turearum Imperatorem. Pa-
»il. par tini siro, etgraeco sermone com- pa Alessandro VI in un suo diploma, pres-
positas ) partim etiam scytica lingua so il Bull. Vat. 291, dice che il
t. 2, p.
scriptas. Anche Francesco Aretino tra- ferro della Lancia fu mandato al suo
s.

sliitò in lutino le lettere ilei Gran Mao- antecessorelnnocenzoVIIl aMagno Tur-


metto 11, e Bartolomeo Fonzio fiorenti- carum Ty ranno. Nell'iscrizione posta nel
no le tradusse in volgare, e pubblicò in ciborio eretto per custodirla, si enuncia:
Firenze nel 1488. Queste poi furouo uni- Byzantio misswnaMaximo Turearum,
te con quelle di Falaride, che secondo A- che equivale al titolo di Gran Turco. An-
postolo Zeno non sono meno sospette, e zi nell'iscrizione sepolcrale d' Innocenzo
stampate dai Giolito in Venezia nel 563 1 Vili fu scolpi lo:LanceaaBajazetc Tur-
con questo titolo: Lettere del Gran Mao- earum Tyranno dono missaj di più si
metto imperatore de Turchi, scrìtte a vuole che iu essa il titolo di Tyranno fu
di
inversi re principi, signori e rep ubb lì'
,
sostituito a quello cY Imperator, che ven-
che, con le risposte loro, ridotte nella ne cancellato. Nelle lettere pontificie del
volgar lingua da Lodovico Dolce, in- Sadolelo si trova quella scritta al nun-
sieme colle lettere di Falaride. Da Gu- zio d'Ungheria nel 1527, che comincia :

glielmo Caorsiuo fu composta; Grado in In hoc gravi , et turbolento motu, quo


Sena tu Rliodiorumde morie Magni Tur- Turearum Tyrannus ad bellum infe-
habita prìdìc kalendas junias 48
ci, 1 1 rendimi Hungariae se apparai. Ma non
Lo stesso scrisse: De traductione Zyzy- solo si è disputato , se il Gran Sultano
mi Suldani fratris Magni Thurci, ad debba chiamarsi Turearum Imperator,
Urbem, Commentarìum. Collo stesso ti- o Turearum Tyrannus; si disputò pure
Gran Turco viene nominato dal
tolo di se si possa chiamar Turcos gli stessi Tur-
famoso Diario del ceremonieréBurcardo, chi, come il Filelfo, che sosteneva dover-
nel Y/list. arcana, sivc de vìtaAlexandri si dir piuttosto Turcas. Vedasi Giovan-
VIPapae. Die iSjan. Geni Sultanfra- ni Cuspiniano, De origine Turcorum. Il

ter Magni Turcae, equesler de Castro Morcelli chiama il Turco, Turcus, Tur-
s. Angeli, associa tusjìiit, usque ad pa- ca. 11 sultano è il rappresentante e il de-
lalium s. Marci, et ibidem regis Fran- positario della legge: solo incaricato del-
corutn assìgnatus. Il contemporaneo Ca- la sua esecuzione, può anche in certe par-
stiglione nelle sue Tacitele chiama Gran ti modificarla, purché non ne alteri l'es-
Turco il sultano Bajazet 11 fratello di Zi- senziale carattere. Le sue ordinanze ven-
zimoe figlio ci Maometto II. Lessi
i in un gouo chiamate khatti-chcriff scrittura ',

alto del generalissimo Omer pascià, chia- illustre, ovvero khatti-humaioum, scrit-
malo l'odierno monarca co'litoli di Sul- tura augusta, o semplicemente £/ìtf ^scrit-

tano e Imperatore. Ad esso si suol dare tura per eccellenza. Dice l'Abbondanza,
il soprannome Gasib o Ghazy, cioè il
di che il chaticherif , decreto imperiale , è
vittorioso, scimene da tanto tempo sul- i così sacrosanto presso gli ottomani, com'è
taui non più combattuto personalmente, una costituzione di qualunque mo-
altro
l'are che i francesi cominciarono a distin- narca nel proprio stato. Chiama Firmano
guere il sultano col titolo di Altezza Im- il decreto, comandamento rescritto im-
periale , onde da lutti viene qualificato periale: pare che il vocabolo sia derivato
altezza imperiale. Talvolta i Papi scri- dall'essere firmato e sottoscritto dal sul-
vendo al sultano lo trattarono col titolo tano. Il Bazzarini nel Supplimento al Di-
principesco di Tiranno (/"".). Così nelPZs- zionario enciclopedico, definisce Firma-
pislola adMachumc temi citicipeni Tur- " no. Decreto del grau siguore di qualsia-
TUR TUR 217
sialdo principe orientale e mussulmano; si variò in grazia dell'introdotta progres-
e dieesi specialmente eli quelli che conce- siva civilizzazione tra'turchi, e l'immen-
dono a' negozianti esteri il permesso di sa autorità sua venne alquanto modifica-
trafficare in Turchia e negli altri paesi. ta: così diverse principali cariche e altri
Firmarti, io trovo ancora diesi chiamano uffizi assunsero denominazioni europee,
qne'diplomi di tolleranza religiosa che in che in seguilo ripoiterò, come dirò del-
diversi tempi furono concessi a' cattolici l'antico e dell'odierno divano. Nelle ma-
e altri cristiani, deNpiali parlai a Geru- ni del gran visir il sultano deposita tut-
salemme, a Guardiano del s. Sepolcro, e ta la sua autorità; ed ecco come lo de-

relativi articoli. Il sultano erede del po- scrisse Abbondanza. È quelloche in tem-
l'

tere teocratico e dispotico di Maometto e po di pace e di guerra ha I' assoluta di-


de'califlì, sebbene assistito dal divano nel rezione dell'entrate dell'impero. Egli è il

governo della Turchia, ha il partito del giudice supremo di tutte le cause civili e
serraglio o della corte che l'influenza tal- criminali. Tiene e porta sempreseco il si-

volta decisamente. Egli è sovrano asso- gillo dell'impero, col quale autentica tut-
luto, legislatore supremo, pontefice, si- ti gli ordini ch'egli spedisce. E vero che
gnore della vita de' suoi sudditi; ne è il le cariche più luminose della corte si di-

suo potere limitato fuorché nell'opinio- spensano dal sultano, ma ilmonarca pri-
ne. IVou è tra' turchi l'opinione una pa- ma di conferirle sente il vizir azem , e

rola vana; è una vera potenza, tanto più molto suole deferire a que'soggetti ch'e-
formidabile che procede appoggiala so- gli propone e raccomanda. Entra in tut-

pra una religione cui dogmi e la mora-


i ti negozi dello stato di qualunque specie,
i

le sono profondamente scolpiti nel cuore ed a qualunque dipartimento apparten-


de' popoli. La forza dell'opinione si fa sen- gano. In una parola non ha limiti la sua
tire secondo forme non iscritte nel libi o autorità ,
per la quale è rispettato e te-
della legge, ma consagrate da grandi e- mulo come il sovrano. Nou recasi da nes-
sempi e dalla tradizione. 11 defunto sul- suno, uè alcuno ardisce mandarlo a chia-
tano lottò contro questa opinione formi- mare, fuorché il sultano. Quando tiene u-
dabile, e siad introdurre uè' suoi
sforzò dienza,o ricevecomplimeuti e visite, non
stati costumi occidentali. Il suo figlio, il incontra alcuno di qualunque grado sia,
sultano che regna, continuò con successo come non mai si alza in piedi per compli-
i patemi propouimenti di utili riforme. mentare chiunque; se non che all'unico
Il sultano esercita la sua doppia autorità gran muftì. Del tutto corrispondeuti alla
ed esecutiva mediante
legislativa due i sua dignità sono il suo trattamento e ren-
eminenti personaggi che sono come la dite, proprio dell'elevato grado. Ha un
chiave della volta dell'edificio governati- kiaja o luogotenente nel caimacan o kai-
vo nella Turchia; uno è il Sadr-Azani o makan di Costantinopoli. Questo pascià
gran il gran muftì ovvero
Visir j l'altro è dii .°rango governatore di Costantinopo-
Cheikh-ul-islam. Visir significa propria- li, in assenza del gran visir assolutamen-
mente facchino per indicare, che colui te governa, tratta gli all'ari dello stato e
,

il quale viene di questa carica investito, dà udienza agli ambasciatori. Responsa-


porta solo il peso degli affari pubblici. bile del suo operare è il gran visir , che
L' Abbondanza lo chiama visir azem o perciò veglia sulla sua condotta e se des-
gran visir, primo ministro di stato, luo- sa è biasimevole tosto lo fa rimuovere dal
gotenente generale dell'impero ottoma- sultano. Come pratico del governamene
no, capo del divano, il quale non ha altro e di tutti gli affari, il kaimakan suole per
superiore a se che il solo monarca. Quan- l'ordinario divenire gran visir. Questi a-
to con esso vado a riferire, in molte cose bitu sontuoso palazzo e serraglio, aperto
8

a 1 TUR TUR
» tutte Tore per sentite i reclami ilei piti tante del sultano, di cui custodisce i sigil-

minimo de'suddili. La sua corte è nume •


li. Da avviene che per un'antica eti-
ciò
ionissima, facendola ascendete l'Abbon- chetta, acni i'u perla 1/ volta ora deroga-
danza a 200 persone impiegate a servir- to quando giunse a Costantinopoli per la

lo in vari ufiìri. La sua guardia composta guerra di Crimea il principe Napoleone,


«li 4°o soldati j lo accompagni a piedi egli non fa alcuna visita e nessuno invi-
qu nido va al di vano. Nel recarsi alla guer- to accetta. Presiede il divano o consiglio
ra ì'occompagnano a cavallo. IVeopiosi privato, vocabolo che secondo il dotto o-
t indumenti del visir azem, il pascià Na- rienlalistallainer trae origine dalla lingua
suti gran visir d'Aclimet I, lasciò moren- araba o persiana, nelle quali \n\edemonej
do 800 milioni d'oro. Oltre le spese rag- gli armeni pure gli danno tale significato.

guardevoli pel suo mantenimento deco- L'applicazioue fattane dagli arabi, da'per-
roso, deve lai ne altre esorbitanti di tem- siani e da' torchi per indicare il loro con-
po in tempo, quando ne comprende il bi- siglio dì stalo, è testimonio, giusta 1'
e-
sogno, con legali al sultano; alle sue oda* tuttologia data da tutti i lessicografi, del-
licite O donne più favorite; al kislar agasi ropinionedi questi popoli intorno la qua-
o kiutzliragà, capo degli eunuchi neri e lità che debbono aver coloro che siedono
guardiano dell' odaliche , di grande in- capi dell'amministrazione; ed il nome di
fluenza e perciò immense sono le sue ric- divano pare non sia applicato a'consigli
chezze, che alla sua morte sono devolu- di stato se non per indicare che coloro,
te al chasna o erario pubblico, capo ilei ond' è composto, debbono essere dotati
quale è l'eunuco bianco cltasnadarbasci ; della forza e dell'attività de demoni. La
non che deve regalare il bostangibasci i.° parola demone, tanto in greco, quanto in
giardiniere capo di lutti i bostangi ogiar- tedesco, s'intende delta d'un genio qua-
dimeri imperiali, i (piali servono il sulta- lunque, d'un genio buono, d'un genio
no anche come rematoti nel brigantino cattivo: il senso più esteso che ha la pa-
colquale passeggia o pesca nel canale, se- rola divano presso gli arabi e i persiani,
dendogli accanto il bostaugibasci che re- la fa applicare al consiglio di stato e ad
gola il timone; ed altri che godono la gra- una raccolta di poesie. Tale applicazione
zia del sultano; poiché senza l'appoggio della medesima parola a due oggetti di
tle'nominati l'eminente carica non si può così diversa natura, facilmente. si spiega
fungere lungamente, almeno sino a tutto nelle lingue orientali, dove sì frequente
il secolo passato. In quell' epoca non di è l'uso delle metafore. Indica che il ge-
rado il gran visir correva pericolo di ve- nio debb'essere la dote dell' uomo chia-
l'ersi presentare un cordone di seta per mato a governare i suoi simili, come an-
strozzarsi, odi vedersi Deli entrate del ser- che di colui ch'è destinato a vincerli co-
raglio imperiale, circondare e as>alire dai gl'incantesimi e colla forza della sua im-
nani e muti del medesimo, e perire d'or- maginazione. L'Abbondanza molte noti-
dine del sultano, all'improvviso; poiché zie riunì nell'articolo D'wan^ che qualifi-
pel suo illimitato potere poteva altrimen- ca consiglio o persone congregate a con-
ti balzar dal trono il sultano , onde per siglio; perciò tanto questa congregazione,
lungo tempo pochi visir azem morirono quanto camera ove si aduna a con-
la

di morte naturale. Avea questo dignita- gresso dicesi Divam Le persone che lo
rio 6 consiglieri detti visir del banco, per componevano a suo tempo erano. i.°ll
siedete in un banco nel divano, con voto visir azem presidente, in luogo del sulta-
soltanto consultivo. Altri visir erano di so- no. 2. I 6 ricordali visir del banco, sem-
lo titolo onorifico. Tuttora il gran visir è plici consiglieri, il visir azem essendo l'ar-

il Iuogoleueute generale ed il rappreseti- bitro che decide nel divan. 3.° 1 due ka-
TUR TUR 219
di-Ieskieri o meglio k zoster di Roma- rihanno l'autorità sui mentovati giudici,
nia e di Natòlia giudici supremi delle
,
com4 tra'cattolici gli arcivescovi sui suf-
provincie e delle mlizie; Selim I avendo fragane!, preti e diaconi (paragone che fa
soggiogalo I' antichi kadi-
Egitto a' due l'Abbondanza, ed io trovo improprio); in-
leskieri o kasesker aggiunse e creò il 3.° combe ad essi spedirli nelle provincie, in-
k a ci i ieskieri d' Egitto. Quesla dignità è sieme agli hoggiasi, dottori e maestri per
sagra e non profana, giacché di laicale non insegnare il leggere, Io scrivere, ed i pre-
lui altro che la giudicatura delle milizie; cetti dell'Alcorano; ed a'talismani mini-
perciò tutto il loro studio consìste nel- stri inferiori delle moschee, in aiuto de-
l'imparar bene a interpretare l' Alcora- gl'iman: nomine tutte che deve confer-
no (J\) o Corano o Rorano, libro che mare il sultano. Da kadi-leskiere suole
contiene le leggi del Maomettismo (V.)> passarsi a gran muftì di Costantinopoli.
eh 'è la religione dell'Islamismo ossia dei Quanto all'Alcorano, di cui parlai in più
turchi, per poter da esso ricavare i lesti luoghi, qui dirò col vescovo Cecconi,/?^-
opportuni allesentenze, non avendo i tur- tuzione de' seminari, che il b. cardinal
chi altro libro di giurisprudenza uè ca- Rarbarigo vescovo di Padova, introdus-
nonica né civile (questa proposizione mi se nel suo seminario lo studio delle lin-
pare troppo generale, come si potrà in se- gue orientali, inclusivamente all'arabica,
guito rilevare da quanto riporterò); stu- persiana e turca, facendo stampare il te-

dio che in Turchia si fa da tutti i giudi- sto dell'Alcorano in arabo, colla versione
ci, come oltre quésti sono i mula-kadì latina e le note di confutazione di Lodo-
o molla ministri subalterni del muftì e vico Marracci, di cui abbiamo: Prodró-
giudici delle grandi ciltà, cui spettano le inus ad refutationem Alcorani, Romae
giudicature di materie civili o tempora- 1 69 '.Alcorani textus universas arabi*
1

li, ed alcune spirituali, come matrimoni, co et latino translatio cum notis atque
di vorzi e similpelle definiscono brevemen refutatione, Pala vii i698.4-°H g i'a 1 i def-
te, secondo il comune Turchia di
stile di tardar, co'duedeftardari minori. Il dettar-
sbrigare in breve qualunque lite, rare dar è il gran tesoriere dell'impero otto-
volte ingerendosi in cause criminali; i ka- mano, che tiene conto dell'entrata e del-
dì o giudici ordinari delle città, che deci- l'uscita del chasna o erario pubblico, per
dono le cause de' litiganti, e perciò ben cui sono presso di lui i relativi registri
istruiti delle leggi dell'impero, e pratici delle rendite e spese dell'impero o com-
dell'usanze e costumi de'luoghi, innanzi putisteria imperiale. Per privilegio ine-
a'quali seguono contratti matrimonia-
i rente alla sua dignità, tiene egli una del-
li,dopo aver gli sposi dall'iman o imam le chiavi del chasna privato, non ha pe-

o eniaum sacerdote parroco (meglio mi- rò il diritto di entrarvi, se non glieP or-
nistro, non avendo sacerdozio il maomet- dina il sultano, in di cui potere sta il por-
tismo), ricevuto nella Moschea (V.) o tar seco chi vuole quando va nel chasna
chiesa de' turchi la benedizione nuziale, privato. Ha il deftardar due altri dettar-

seguendo indi lo Sposalizio, il che si pra- dari suoi aiutanti e dipendenti, e per tut-
tica colle 4 mogli permesse dalla Poliga- to l'impero sono sparsi molli di questi def-
mia ad ogni turco, oltre le concubine e tartlari o computisti, che registrano tut-
le schiave, secondo la possibilità. I naipi ti gl'introiti de'dazi e tributi, per render-
poi sono i giudici de'castelli e de'villag- ne conto al gran deftardar, col quale pro-
gi. I quali giudici tutti, in uno a'maestri cedono di piena intelligenza e sommis-
della legge, non potino nelle cause deci- sione. 5.° Il reis-elTendi gran cancelliere
dere e sentenziare ancorché criminali,
, dell'impero, pascià a 3 code, e segretario
senza consultar l'Alcorano. I kadi-leskie- distato pegli affari esteri. A lui sono con-
2*o TUR TUR
segnati tutti i trattati e convenzioni fatte siana che secondo altri significa ordine e
da'sovrani stranieri colla Porta ottoma- comando. Egli risiede ofticialmente alla
na. Interviene a tutti i divani, e special- Porta ottomana (in turco Pacha-Ca-
mente se vi si deve trattare della pace o pòucci, la Porta del Pacha o Pascià),
della guerra, per cui egli tratta e negozia nomesottocui viene comunemente indi-
gli altari dell'impero co'mitiistri stranie- cato il governo e gabinetto turco. Dice-
ri. Interviene alla conclusione e sottoscri- si ancora Sublime Porta, e ne parlai an-

zione di tutti i trattati, ne' quali per lo che nel voi . XV 1 1


1, p. 9 e 66, dicendo del
piìiha la plenipotenza del suo monarca. serraglio o palazzo imperiale e sue porte,
Questa carica suol conferirsi a personag- e cheil vocabolo equivale a Corte. L'Ab-

gio esperto, dibuon tratto e politico: ha bondanza descrivendo il Serray , detto


sontuoso appannaggio e trattasi con i- volgarmente Serraglio, gran palazzo reti-
splendidezza conveniente al suo grado. Il denziale del sultano in Costantinopoli, di-
semplice titolo di effendi, significa dotto- stingue 3 palazzi imperiali. Il serraglio o
re di legge, usandolo gl'impiegati prima- ippodromo fabbricato da Ibraim pascià
ri delle magistrature e della burocrazia. genero di Solimano II che serviva per ,

6. 11 netangi segretario del divano mede- anfiteatro delle pubbliche giostre e altri
simo e che ne registra gli atti, senza aver festivi combattimenti, e particolarmente
voto ne consultivo né decisivo, intimando per la Circoncisione del Chez-Ade o ere-
di presentarsi ad esso quelli che occorro- de presuntivo dell' impero. Il serraglio
no. Tutti i nominati si adunavano nella propinquo alla residenza sovrana, chia-
sala del divano in giorni determinati per mato Eski-Serrai, cioè serraglio vecchio,
discutere gli affari pubblici ed i privati, ove si racchiudono
la madre, le sorelle e

rendendo giustizia in appello sì nel civi- ledonne de'defunti sultani, se alcuno dei
le e sì nel criminale prontamente. Seb- pascià non le sposa, ovvero non le pren-
bene abbia parlato con l'Abbondanza in da il successore. Il 3.° serraglio detto il

tempo presente, il descritto è l'antico di- serraglio nuovo è quello ove colla sua nu-
vano; del presente e de'ministri che ora merosissima corteabita il sultano, magni-
locompongono, vado a riferirlo. Secondo fica e sontuosa reggia, però bizzarra e ir-

l'Abbondanza, il sultanoassiste quasi sem- regolare, che l'Abbondanza disse abitata


pre al divano, in una piccola galleria che daio,ooo persone, essendovi chasna o i

lia una finestra corrispondente alla sala tesori pubblico e privato, moschea, l'ha-
la

del divano, con avanti una bandinella di rem deliziosissimo, il divano ec. La sua
velluto cremisi. Tutto vede e tutto sente, porta maggiore è tanto pregievolepe'tur-
senz'essere veduto, soggezione che mag- chi, che da essa la corte ottomana ha de-
giormente impegna il di vanoa fare giusti- sunto il nome di Porta ottomana e di Su-

zia, nel dubbio che il sovrano realmente blime Porta. 11 Dizionario delle ori-
vi assista, dovendo poi rendergli esalto gini ecco come spiega la Porta ottoma-
conto del discusso e dell'operato. Certa- ria. Nome che si dà alla corte del Gran Si-
mente il gran visir presiede il consiglio pri- gnoreealla sede stessa dell'autorità. Que-
vato, e ogni cosa viene per suo mezzo pre- st'uso viene da'turchi medesimi, che qua-
sentata alla sovrana sanzione; nulla è de- lificano in tal modo la corte del loro im-
proprio-motu, che non passi in sue
ciso peratore; e anche gli stessi sultani fanno
mani per l'esecuzione. Al gran visir sono uso di quel vocabolo nelle spedizioni più
conferiti i poteri in virtù, d'un khatti-che- importanti , e massime nelle lettere che
rif, a lui diretto dal sultano quando l'in- per parte loro s'inviano alle altre poten-
nalza al visirato. I suoi ordini portano il ze. Quella denominazione trae la sua o-
nome di firmava o fermarli , parola per- rigine da' califfi successori di Maometto,
TUR TUR 221
Si sa che que'piincipi riunivano nelle lo* costume quel nome di porta per il palaz-
io persone la qualità di ponlefìcee quel- zo stesso, per la corte, per il soggiorno del
la d'imperatore, e ch'erano supremi ca- principe e per la sede stessa dell'autori-
pi della religione e dell'impero de'mus- tà. Quell'uso fu adottato da lutti i sulta-
sulmaui.La politica di que'wonarchi che ni turchi, che detronizzarono que'sovra-
trovarono il loro conto a farsi adorare in ni pontefici, e ad essi successero nell'au-
certo qual modo da'loro sudditi, credeva torità spirituale e temporale, evi aggiun-
di non potere mai spingere le cose al di sero gli epiteti di Sublime e di Ottoma-
là del dovere a questo riguardo. JVlosta- na. Del rimanente gl'imperatori turchi
dem o Mostazem, l'ultimo califfo della non sono i soli monarchi d'oriente, chead
razza degli Abbassidi del 1 243, fece inse- imitazione de'caliiH abbiano dato alla lo-
rire nella soglia della porta principale del ro corte il nome di Porta, poiché i reo
suo palazzo residenziale di Bagdad un sciali di Persia si servono dello stesso vo-
frammento della famosa pietra itera del cabolo a un dipresso nel medesimo signi-
tempio della Mecca. Quella pietra, secon- ficato. Il cheikh-ul-islam o muftì rap-

do maomettani, era stata mandata dal


i presenta il sultano nell'ordine religioso e
cielo ad A bramo, allorché edificava la ca- iiell' amministrazione della giustizia. La
sa di Dio, che diventò poi il famoso san- sua attribuzione propria è d'interpretare
tuario mussulmano della Mecca; e gli stes- la legge: gli atti emanati dalla sua prero-
si maomettani pretendono che di bianca gativa portano il nome A'\fetvas.\\ fetvas
ch'essa era, diventò, nera pe'peccali degli propriamente detto non è uu' ordinanza,
uomini. Quella soglia era alquanto eleva- ma una forinola destinata a legalizzare gli
ta, e non si entrava nella porta se Don che atti della sovrana autorità, dichiarando,
a ginocchi, o anche col corpo prosteso in che essi niuna disposizione contengono
terra, dopo di avere più volle applicata che sia contraria al testo dell'Alcorano.
la fronte e la bocca a quella pietra riguar- L'Abbondanza chiama la fetvas col voca-
dala come sagra. Inolile al frontespizio o hiAo fcfta t
e la dice decisione che fa in
al luogo più eminente di quella porta vi iscritto il muftì consultato sopra qualun-
avea un pezzo di velluto nero attaccato que affare; e siccome turchi non fanno i

alla volta slessa, che pendeva sino quasi cosa senza consultar la legge, questo uni-
a terra, e a questa lutti i grandi della cor- camente spettando al muftì, quindi sono
te rendevano, non meno che alla detta continui i ricorsi che a lui si fauno in i-

pietra nera, onori straordinari, strofinan- scritlo e su'quali egli stende la decisio-
dogli occhi sull'una e sull'altra, e bacian- ne, come se possa farsi il ripudio d' una
do l'una e l'altra col più profondo rispet- moglie per sposarne altra, se un debi-
to. Coloro persino che non aveano alcun tore non può soddisfare i debiti possa
aliare a trattare o discutere nel palazzo, la legge punirlo nel corpo, ec. ; tenendo
venivano espressamente a quella porta perciò una prodigiosa quantità d'ama-
per tributarle quegli onori, e con questo nuensi e segretari divisi in dipartimen-
credevano di fare la loro corte al califfo ti. Nelle cause poi di slato, e specialmen-
medesimo. La porta del califfo con quel te quelle che richiedono segreto, fa tut-
pezzo di velluto avea altresì la denomi- to da se dopo aver diligentemente stu-
nazione di manica del califfo. A poco a diato l'Alcoi ano, stendendo il fefta ragio-

poco tempo, una porta tan-


col lasso del nato e sempre appoggiato a'decreti del-
to venerabile e tanto rispettabile pe'mao- la legge. Cause gravi e serie pel muftì so-

mettani, fu nominata la Porta per anto- no la pace e la guerra, se debba o no de-


nomasia, o la Porta semplicemente per tronizzarsi il sullanOjSe convenga ono per
eccellenza; quindi pigliossi nell'ordinario le circostanze ovvero per un delitto far
222 TUR T U R
morire un principe imperiale, o un pascià visir sino a una certa disianza l'accom-
ragguardevole, ia madre ilei Stillano o la pagna. Di sua potenza già parlai ; come
matite suo primogenito. Fattoli per
ilei supremo primate della setta maomettana,
queste cause dal muftì il iella lo consegna a lui sono sottoposte la maggior parte
al sultano, o al divano o a' ribellati, se- delle cariche che hanno rappoi lo alla re-
condoda chi gli è stato ordinato. Dice in- ligione, anzi ha il diiitto di conferirne al-
dire l'Abbondata*: B riserva sulla p;u:e dine nelle moschee imperiali. Osserva
esulla guerra, cheoidinariamentedipen- !'Abbondanza,che questa è la dignità più
cleva dal volere della milizia, tutti gii al- elevala tra'lurchi per venerazione, auto-
ili furono tenuti sì sacrosanti che non vi rità e ricchezze, e che dillicihneute si de-
è esempio che non -
fossero stati eseguili i pone e si uccide. Sotto però Mustafà li

fefla. Da questi derivavano le maggiori il muftì fu deposto, e dopo dichiarato pa-


ricchezzeal muftì, perchè ingegnosa nien- scià ili Sofia, cioè degradato e dal foro sa-
te adattava i fefla secondo l'inclinazione gro traslato. al laico, gli fu mozzata la te-

del sultano, «lei divano e de! popolo. An- sla e gettalo nel fiume, lasciando 3o mi-
ticamente più fefla furono fata i a diver- lioni di piastre, che secondo le leggi del-
si sultani, come ad Ostnano o Ottomano l'impero furono devolute al chasna o e-
Ile II>raim,aVisir azem, a'prineipi impe- rario. Sotlo Abdul-Hamed o Acmet IV
linli,alle sultane validèeomeaRiosem sot- furono deposti 5 gran muftì. Nella gerar-
to Mehemel o Maometto IV. 1 muftì so chia il gran muftì occupa lo slesso grado
nocogli ulema, de'quali sono i capi, gl'in- del gran visir, e come lui assieme al tito-
terpreti della legge e dell'Alcorano. Ve ha un assegno mensile
lo di altezza di
ne sono vaii in lutto l'impero e special- 00,000 piaslre turche. 11 gran visir
i e il

mente nelle metropoli e capiluoglii di muftì formano co'mtnistri di stato e al-


pi'ovincie. Il principale e capo di tulli i cuni altri dignitari, a venti grado di mini-
muffì è il multi dì Costantinopoli o gran stri, divano o consiglio privalo. Il di va-
il

muftì, capo della religione ottomana , e no attuale è composto ordinariamente co-


come impropriamente chiamano alcu- lo me segue. Gran visir, presidente, Sadri-
ni, sommo sacerdote della sella maomet- azarn ; JMufiì, Cìieikk-ul-islaiii j Séra-
tana. Si crea dalsultano,e si sceglie da uno sckier, ministro della guerra, col qual no-
dei kadi-leskieri, secondo l'Abbondanza, il me fu detlo anche il generale d'armata;
quale aggiunge che ceremcnia del ka- la Capitan o Capitatati pascià, ministro del-
di-leskiere assunto alla dignità di gran la marina (l'Abbondanza lo dice grande

muftì, consiste nel presentarsi al sultano ammiraglio e una delle 4 p'ù. ragguarde-
vestito d'una preziosa veste di zibellini, voli cariche dell'impero, e dopo il gran
dallo stesso monarca donatogli nel pro- visir,e che soleva essere anco Beglierbey
muoverlo. iN'ella Storia Bizantina, t. 8, o viceré di qualche provincia e per lo più
De rebus Tur eie is viene definito il muftì
}
di Terraferma che conteneva 3 sangiac- i

di Coi[auÌ\no[)o\\:JurisetR€ligioiasrwjc. chi o governi, e dell' Arcipelago); gran


Infatti, al modo detto, egli s'ingerisce nel maestro dell'artiglieria, governatore ge-
li vile, nel criminale, negli affari di stato, nerale di tutte le fortezze; ministro degli
in quelli piivati e nelle materie religio- affari esteri, l'antico reiè -effendi, chiama-
se. Non solo egli è veneratoda'turchi, ma to KharidcuijCc-naziri; ministro delle fi-

la sua famiglia viene considerata di san- nanze, o l)in uri malie -nazirij ministro
gue sagro. Il sultano e il gran visir ehe del commercio , agricoltura e de' lavori
non si alzano mai in piedi per ricevere o pubblici, Tidjn rel-naziri ^'intendente ge-
accompagnare alcuno, pure il sultano si nerale della zeeca,ZrtW^*MzV7iMf/»W.;in-
leva in piedi alla venula del muftì, ed il tendente generale de' facouf, o beni del-
a

TUR T U R 2?3
le moschee e fondazioni pie, Evkaf-nazi- datura officiale de' governi generali coi
ri; consigliere, Mustechar, del gran vi. loro capiluoghi e sedi di governo: quelli
sir, che esercita le funzioni di ministro che distinguerò in corsivo hanno speciali
dell'interno; e del ministro di polizia, Za- articoli; gli altri pure ne hanno, per le cit-

btijw-muchiri. primo in-


Vi ha pure il tà vescovili che comprendono o che fu-
terprete della Sublime Porta, Terdju- rono un tempo, anzi secondo la discrepan-
mani-divani-humaioum. Ad ognuno di za delle nomenclature diverse, di diversi
questi ministeri, se si eccettuano i mini- o tutti certamente ne parlai, ma doven-

stri degli alfari esteri e dell'interno, l'in- do seguire le denominazioni de\V Alma-
tendenza delle zecche e de'beni delle mo- nacco non potei chiarirle tutte. In Euro-
schee, sono addetti de'consigli permanen- pa sonovi \5 eyalet, 14 livas e 376 ca-
ti co' propri presidenti, che preparano i zas. Gli eyalet si chiamano: i.°In Tracia

progetti di uiiglioramenli.il i.°eil più im- governo generale, Ed irne o Audrinopo-


portante di questi consigli è quello di sla- li, capitale o sede del governo Amlrino-

to e di giustizia, o consiglio supremo, sta- poli o Adrianopoli: tolta neli36o da A-


bilito nel 1 84o, il cui presidente è per di- murat la'greci, di venne la sede dell'impe-
ritto membro del consiglio privalo. Inol- ro de'turchi nel i366 e continuò ad es-
tre vi sono per la giustizia 3 tribunali, cioè sere la residenza de'sultani sino alla pre-
la corte suprema delle provincie d'Euro- sa di Costantinopoli fatta da Maometto fi

pa, quella delle provincie d'Asia, e la cor- neh 4^3; oggi è la a." città dell'impero
te suprema di Costantinopoli, ciascuna a- ottomano. 2. Silistrè o Silistria, in Bul-
vente il suo presidente. Le cariche princi- garia, con Rustchuk o Rustsciuk ossia
pali di corte sono le seguenti: gran mae- Nicopoli per sede del governo e capoluo-
stro del palazzo imperiale e capo degli eu- go. 3." Boghdan in Moldavi con Jas.y t

nuchi; primo iman; gran ciambellano; per sede del governo. 4° Effak in Falac-
gran maestro di ceremonie; primo segre- chia, con Ruckarest sede di governo e ca-
tario del palazzo; primo referendario; te- poluogo. 5.° Vidin o Widdino, con Vidi-
soriere di sua Maestà; gran scudiere; a- no sede di governo e capoluogo. 6.° Nich
iutanle generale di campo di sua Mae- o Nissa, con Nissa sede di governo e ca-
stà; primo aiutante di campo; capo degli poluogo.7.°Uskupin Albania .con Uskup
eunuchi bianchi; gran maestro della cor- o Scopia sede di governo e capoluogo.
te; maestro della guardaroba; primo pag- 8.° Relighgrad o Belgrado, con Belgra-
gio di sua Maestà, capo de'paggi iciogla- do (di cui riparlai a Scardola e Semen-
TW.Riguardo all'amministrazione la Tur- DRiA)sededi governo, capoluogo e fortez-

chia è divisa in 36 Eyalet o grandi go- za. g.° Syrp o Servia, con Belgrado città

verni o governi generali, cui ammini-


i sede di governo e capoluogo. 1 o.° Bosna
stratori hanno il titolo di wfip/dicài 5 in 1 o Bosnia in Bosnia e Croazia (di cui ri-
Europa, 18 in Asia, e 3 in Africa. Que- parlai a Sirmio), con Bosnia Serai o Se-
sti governi generali sono suddivisi inno raievo sede di governo e capoluogo. 1 i.°
provincie chiamate Livas o Sandjak, non Rumili o Romelia, in Albania e Mace-
comprese le suddivisioni di Egitto e le donia, con Monastir sede di governo e
provincie tributarie: alla tesla de livas o capoluogo-.comprende la capi tale Costan-
provincie, sono posti decaimakano vice- tinopoli, metropoli dell'impero ottoma-
governatori. Livas sono divisi in Cazas
I no dal i453. i2.°Jania o Giannina in E-
o distretti, e questi in Nahiycs, formati piro, con Jannina sede di governo e ca-
da villaggi, casolari e capanne. Ecco se- poluogo. i3.°Selaniko Salonicoo Tessa-
condo l'ultima edizione de\Y Almanacco lo nica, in Macedonia e Tessaglia, con
imperiale di Costantinopoli la nomen- }
Salo nico sede di governo e capoluogo. 1 4."
224 TUR TUR
Duzair o Arcipelago, con Larnaca o iso- masco nella Sìria e Osroena , con Da-
la di Rodi seile ili governo e capoluogo. masco sede di governo e capoluogo: com-
1 5.°Kryi o Creta o CandiaoG*mm con prende il sangiaccato di Gerusalemme.
t

Candia sede ili governo e capoluogo. In 3o.° Mostul in Assiria, con Mossiti sede
Asia sonovi 8 eyalet, 78 livas e 858 ca-
1 di governo e capoluogo. 3i.° Bagdad in
chiamano: 6.°Castamou-
zas.Gli eyalet si 1 Babilonia, con Bagdad sede di governo
ni o Castamuni o Kastaiuonim in Pata- e capoluogo. 32.° Habech o Abissiuia nel-
gonia, con Castamuni o Germanicopoli V Arabia e Etiopia, con Diida o D Jeddah
sede di governo e capoluogo. y.°Rouda- 1 sede di governo e capoluogo. 33/ Ilar-
vendguiar in Bitinia,con Brusa o Prusa romi-Nabevi o Haremi-Nebevi, o Hedjaz
sede di governo e capoluogo. 8.°Aidin in 1 o Medina, con Medina e Mecca sedi di
lidia, con lzmir o Smirne sede di go- governo e capoluoghi: di questa e di Me-
verno e capoluogo. ig.°Cararam mFrigia dina poi riparlerò. In Africa i seguenti
e Pamfi Ha, con Koniah o Iconio sede di 3 eyalet, suddivisi in 17 livas e 86 cazas.
governo e capoluogo. 20. Adana in Citi- 34.° Misi-, Egitto, con Cairo sede di go-
ria, con Adana sede di governo e capo- verno e capoluogo. 35.° Tripoli d'Afri-
luogo. 2 .° Bozouq o Bozuk o Juzghat in
1 ca,con Tripoli sede di governo e capo-
Cappa doriamoli Bozouq o Juzghat sede luogo. 36.° Tunisi, con Tunisi sede di go-
di governo e capoluogo (in altre notizie vernoe capoluogo. Ripeto che oltre gl'in-
statistiche e in quelle del Saxe Gotha t
\n- dicati articoli, innumerabili sono quelli
vece di tale governo, ohe spetta al turco* che scrissi sulle regioni, città e luoghi del-
mano Tchapan-Óglu,governa-
d'origine la Turchia Europea, Asiatica e Africana;

tore in nome della Porta e da essa per più di alcuni ne feci superiormente ricordo,
rapporti quasi indipendente, trovo Ango- ed altri li andrò rammentando all'op-
ra in Cappadocia, chiamata anche An- portunità. I governatori generali posti al-
ciraxU'è il capoluogo e di cui riparlai nel la lesta degli eyalet o grandi governi, so-
324). 22.°SivasoRum in Cap-
voi. LI, p. no come prefetti della Francia riguar-
i

padocia, con Sivas o Sebaste sede di go- do alle loro funzioni edalla estensione del
verno e capoluogo. 23.° Tarabezoun o loro potere; ed i caimacam corrispondo-
Trebisonda nel Ponto e Colchide (di cui no a'sotlo-prefetti. I cazas o disi retti so-
riparlai a Mihgrelia eTosorr), con Tre- no amministrati ùa'mudir, assistiti da un
bisonda sede di governo e capoluogo. 24.° consiglio di notabili: nahi/ès tW/noiik-
i

Erzerouni in Armenia, con Erzerum se- tars o kodia -bachi? 9 eletti dagli abitan-
de di governo e capoluogo. 25.° Kurdi- ti e facenti ad un tempo le funzioni di ma-

stan (turco, essendovi pure il Kurdistan gistrato comunale e di ricevitore. Debbo


di Persia), con Van in Armenia sede di inoltre avvertire, che dicesi Pascialatico
governo e capoluogo (il Kurdistan turco o Bascialatico il governo d'un pascià o
forma i pascialatici di Mosul e di Chehre- Lascia, d'una provincia; e SangiaccatoW
zour, e di alcune parti di quelli di Van e governo generale, corrispondente a go-
Bagdad , comprenda pure
e pare che verno provinciale. Pascia, PachaoBas-
1

Diarbekir). 26. ° Karberout nella Sofe- sa sono i grandi dell'impero, e pascià si-
na e Comagena parte della Siria con , gnifica grande. Oltreché primari mini- i

Karberout sede di governo e capoluogo. strie magistrati, tutti i costituiti nelle più
27. Halep o A leppo nella Siria, con A- eminenti cariche devono essere pascià,
leppo o Ber rea sede di governo e capo- così tutti i più cospicui governi devono es-

luogo. 28. ° Saida o Sidone in Fenicia e sere governati da'pascià. Vi sono pascià i

Palestina, con Bairut o Berito sede di di 1. "rango e per distintivo hanno iu cer-

governo e capoluogo. 29. Chaia Da- te funzioni 3 Stendardi (al quale artico-
T U II T U R 225
Io no ripat lai) per insogna, rappresentali mento dell' eseguita seutenza, se al me
ila 3 code di cavallo, e perciò chiamatisi desialo premeva di averla. I figli de'pu-
pascià a 3 cocfe/que'di 2. rango ne han- niti pascià e di quelli che morivano na-
no solamente due; e que'di 3.° rango un turalmente, non solo vivente il padre non

Solo stendardo con U uà coda. I pascià nel- potevano sorpassare la carica di capitano
la monarchia ottomana rappresentano i di vascello, non permettendosi il loro in-
duchi, i principi, i baroni degli stati eu- grandimento, ma alla sua violenta o na-
ropei, cioè il ceto più nobile. I piti poten- turale morte non venivano sostituiti nel-
ti e ragguardevoli pascià erano il visir a- le cariche da lui occupate, ne ereditava-

zem, il caimacan, l'agà degli estinti gian- no le sue ricchezze, le quali erano devo-
nizzeri, e il capitan pascià^ per la loro au- lute al chasna; solo talvolta se ne die per
torità talvolta detronizzarono i sultani, grazia piccola porzione alla vedova, qua-
ina appunto per la loro possanza, sulta- i lora questa fosse figlia o sorella del sul-
ni ad ogni piccolo sospetto fecero loro to- tano regnante. Gli orfani figli de' morti
gliere la vita, ed il simile praticarono co- pascià venivano ammessi nel serraglio tra
gli altri principali pascià della corte o dei i paggi icioglami, e col tempo ottenevano
governi , massime i pascià beglierbey o cospicue cariche e ricchezze , se favoriti
beyglerbey ossiano viceré. Se questi e- i da'ioro meriti o dalla fortuna. Tra'pag-
rano troppo amati da'popoli,riceveauoia gi icioglami si collocavano i figli de'cri-
premio il fatale cordone di seta per stroz- stiani di circa 7 anni, avuti per tributo o
zarsi; se prepotenti e ingiusti si arricchi- presi in guerra, ove si educavano e istrui-
vano, quali venivano decapitati. Tali
rei vano; i meno belli e senz' ingegno chia-
punizioni anticamente si riceveanocon di- ma vansi azoglami,e si destina vano a'me-
vozione e ilarità, baciando il cordone, e stieri, a'bagni, alle porte e alle leguare.
poi con animo tranquillo si lasciavano Ora tutti i figli de'pascià e degli ufficiali
strangolare. Ciò avveniva quando i tur- superiori portano il titolo di bey; e tutti
a
chi credevano, che il morire per la quie- gli ufficiali militari della 5. classe, e gl'im-
a
te e sicurezza dell'impero e dell'ira pera- piegati nell'amministrazione di 2. classe
tore era lo stesso che volare in paradiso della corte portano il titolo di agà : di-
o morire come martiri. Era il cu pigi (uno versi figli di pascià sono anch'essi pascià.
de'custodi delle porte esteriori del serra- L'onorevole bey significa signo-
titolo di
glio,eapode'quali era ilcapigibasci), l'am- re ragguardevole, e anche capitano di va-
basciatore funesto che il sultano inviava scello. Agà significa signore, titolo che si
col suo ordine scritto a'pascià che vole- dà pure alla maggior parte degli ufficia-
va strozzati, sentenza autenticata da un li dell'armate, ea'governatori delle piaz-
fefla del muftì. Il decreto veniva ricevu- ze sotto i pascià. L'agà o colonnello dei
to con rispetto e posto sul capo dicendo- giannizzeri era il più potente dopo il muftì
si: Si faccia la volontà del Signore Iddio eil visir, si presentava al sultano colle ma-
e del mio imperatore. Ilcondannato do- ni sciolte e in aria baldanzosa, mentre
mandava circa 3 ore di tempo per conge- tutti gli altri grandi si presentavano eoa
darsi da'parenti e fare il bagno, per mo- portamento umile e le mani incrociate
rire più netto. Indi ilcapigi presentava il sul petto a guisa di schiavi. Sangiaccato
terribilecordone al pascià, il quale se Io è titolo di governo, e sangiacco signifi-
poneva al collo, e dopo fatta breve ora- ca governatore, perchè i sangiacchi nel-
zione, con raccomandarsi a Dio per l'in- lepubbliche comparse delle città da loro
tercessione di Maometto, due suoi servi governate, per distintivo si fanno prece-
lo strozzavano e poi gli tagliavano la te- dere da uno stendardo chiamato San-
sta , che portavasi al sultano per docu- giack. Sono i sangiacchi pascià di 2.°ran-
VQL. LXXXl. i5
216 T D R TU R
go t due code, ed cigni sangiaccoc subor- colla pesca, e quelli delle città si manten-
dinato al beglieibey o viceré di sua pro- gono a spese de'pellegrini che si recano
vincia. Mutselhm o molsallam, deposi- in folla annualmente a visitare le città di
tario dell'autorità, dicesi il governatore Medina e di Mecca, chiamale sante da'
il' una città. turchi ; gli altri abitanti sono pastori che
Dissi che nell'impero ottomano si com- dimorano sotto tende o nelle caverne. Il
prende l'Bedjai in Arabia, contrada del- sovrano del paese è lo scendo della Mec-
la costa occidentale di quella regione, die ca, che dipende dalla Porta ottomana, la
comprende la maggior parte della costa quale vi manda un pascià che fa la sua
orientale del golfo arabico, cioè da Mali residenza a Djeddah o Gedda con buon
sino all'estremità settentrionale del golfo porto, considerata come punto centrale
tli Suez. Il suo nome significa in arabo del commercio interno del golfo arabico,
paese del pellegrinaggio, per quello che il quale prima non si mischiava adatto nel-

si fa nella sua parte più importante di Be- l'interna amministrazione, quando l'au-
ledel Harem, Terra santa de'maomet- torità civile dello sceri (Io era maggiore. Le
tani, ove stanno le città di Medina, Mec- grandi carovane d'Egitto e della Siriache
ca e di Djeddah. Numerose isole ed una una volta all'anno fanno il viaggio della
infinità di scogli sono sparsi sulle coste del- Mecca, vi portano una quantità di generi

l'Hedjaz. Il suo nord-est era l'antica A- pregiati. Presso alla città di Djeddah si ve-
rabia Petrea, in cui si estendono deserti i de una piccola casa di pietra, chiamala
del monte Sinai e del monte Oreb, sì ce- il sepolcro di Eva, ch'era un tempo vi-
."
lebri nella storia sagra. L'Hedjaz è la / sitata da un gran numero di pellegrini.
elivisione territoriale della moderna Ara- La Mecca o Mekka che significa punto
,

bia, e consiste in una pianura d'ineguale di riunione e luogo di gran concorso,


larghezza, che si stende lungo la costa o- antica e famosa città dell'Arabia Felice,
rientale del mare Rosso dal monte Sinai capoluogo della prov incia d'Hedjaz e del
fino al Yemen. Il territorio è arido e sab- distretto di Beled-el-Harem, a 9.3 leghe
bioso, ma è prossimo ad una catena di da Djeddah che le serve di porto, 390
inontagne,che producono eccellenti frut- dal Cairo e 5^.0 da Costantinopoli, fu già
ta e altri vegetabili. Qui si raccoglie dal- chiamata Macoraba.ÌL residenza d'uno
l'albero detto gilead famoso balsamo il sceriffo, che dicesi discendente di Mao-
r
della Mecca, che non ha pari in prezio- inetto {J -\ e vi è sovrano pontefice, che
sità e fragranza, e si trae principalmente dirige il temporale e lo spirituale, goden-
dal territorio di Medina. Le campagne do le grandiose rendite,che vengono sem-
fertili appartengono agli sceik indipen- pre impinguate da' doni e oblazioni che
dentij che nell'estate vivono sotto le lo- v'inviano i principi ed i turchi doviziosi.
ro tende, e si ritirano nelle città duran- E celebre questa città come luogo di na-
te 1' inverno. In Turchia sono chiamati scita diMaometlo fondatore àtW Islami-
sceik ocheik i capi delle comunità reli- smo o Maomettismo, religione de'turchi,
giose e secolari, e i dottori distinti, non perciò da essi venne soprannomata San-
che i predicatori di cui è fornita ogni mo- ta, e fu la i.' sede di sua potenza. Non ha
schea. Questa voce vuol dire propriamen- per difesa che una fortezza, rozza unio-
te vecchio o vecchione. Un turbante ver- ne di mura e di torri elevate sul Diebal-
de distingue gli sceik dagli altri mussul- Djiad, ove risiede lo sceriffo. Tranne mol-
mani. Il capo loro risiede alla Mecca, e la te moschee, non è osservabile altro edi-
sua dignità éeredilaria, ma dev'essere con- fizio fuori delfamigerato tempio, la cui
fermato dal sultano. Gli abitanti delleco- cupola è d'oro, e che cinge e racchiude
ste d' Hedjaz sussistono principalmente la Beit Allah o Caaba, Casa di Dio o Ca-
a

T U li TUR 23 7
sa sagra o quadrata, situata in un re- bitanti,la cui fortuna dipende dal fitto del
cinto quadrato e poco largo. Questa mo- le loro case: a tale sensibile diminuzione
schea, la più. bella dell'impero mussulma- contribuirono le guerre e incursioni de'
no, chiamala da 'turchi El-Haram, è nel- •vecabiti , settari maomettani riformati.
l'interno decorata di bellissime dorature, Era una Sahei (V.)
pratica religiosa de'
di ricche tappezzerie e di suppellettili do- di venirvi in pellegrinaggio, e si accor-
viziose. UCaaba è un piccolo edifizio,coper- reva dalle 3 Arabie Petra, Deserta e Fe-
to d'un panno nero; vi si osserva la famosa lice a baciar la pietra nera del Caaba, su
pietra nera, grossa quanto la testa d'un uo- cui pretendevi siasi assiso Abramo, al qua-
mo e posta vicino alla porta d'ingresso, le se ne attribuisce la fondazione per di-
tanto venerata da'maomettani,chepreten- vino comando. Questa moschea è uffizio-
dono esservi stata portala dall'angelo Ga- ta eservita da numerosi imam e muezzini
briele ad Abramo, per formare fonda- i e altri ministri sagri maomettani, de'qua li

menti di quest'edilizio. concorso de'pel-


Il tutti è capo lo sceriffo che regna in que-
legrini di tulle le sette mussulmane che sta città e in tutto il suo territorio, e nelle
vengono a visitar questo tempio è incal- cui mani colano tutti i tesori mandati al

colabile, specialmente nelle feste del Bai- santuario da'sultani e altri sovrani mao-
ram, che celebratisi solennemente dopo il mettani principalmente. Con tali dona-
Ramazan, tempo del gran digiuno, doven- tivi lo sceriffo sopperisce alle spese e man-
do ogni maomettano in sua vita andar- tenimento che deve fare de' pellegrini vi-
vi o mandarvi almeno «ma volta. UCaa- sitatori della Mecca. Abbiamo di Gal land,

ba non è aperto che tre volte l'anno, ed i Rite et cérémonies du péltri unge de
pellegrini ne fanno giro 7 volte, recitan-
il la MecqUB) Parisi 7^4. Medina città del-
do preghiere, e baciando in ciascun giro l'Arabia Felice o Medinet-el-LNabi, Città
la pietra sagra; si conducono poscia alla del profeta, dell'Hedjaz, posta in un'
fontana diZemzem situata in un'altra par- mena pianura coperta di palmizi e altri
te dello slesso luogo, onde berne a lunghi un forte, irri-
alberi fruttiferi, divisa da
sorsi l'acque sante, e farvi dell'abluzioni; gata da un ruscello e in aria sanissima
vanno inoltre a porgere delle preci alla Delle due moschee, la principale situata
collina diMerona, situala netta città, ch'é nel mezzo delle città fondata da Mao-,

una piattaforma di quasi 3o piedi qua- metto , è degna d' filtenzione. Chiamasi
drati, chiusa da un gran muro da 3 lati, Mos-el-Kibu ola Santìssima. Ha 5 tor-
dietro al quale le case seguitano ad in- rette e le volte sono sostenute da 4oo co-
nalzarsi in anfiteatro. Un'altra ceiemo- lonne, la maggior parte ornate di pietre
ni d'una simile virtù è quella di fare wn preziose, e portanti dell'iscrizioni in let-

pellegrinaggio al monte Arafat a 5 leghe tere d'oro; nella parte sud-est fra'sepol-
e più di sud-est dalla città, perchè quivi cri di A bou- Becker e di Omar suoceri I

sono le sorgenti che alimentano la fon- di Maometto e successori nel califfato (del
tanaZemzem,col mezzo d'un acquedotto, vocabolo Califfo e di quello di Enrir par-
del quale si attribuisce la costruzione alla lai a Soldano, insieme a'di versi rami di
moglie del sultano Solimano. Può dirsi califfi, notando che la loro autorità spi-
che questa città non si sostenga che pel rituale passò rie'muftì rappresentanti de'
concorso de'pellegrini, il quale anticamen- sultani),si vedeqoellodel lorogeneroMao-
te era un gran fonte di ricchezze, e con- metto, in una torretta arricchita di lamine
teneva più di 100,000 abitanti, e celebri d'argento, rivestita di stoffe d'oro e ter-
erano allora i suoi mercati. Da qualche minata da una cupola, che i turchi chia-
tempo l'affluenza de'pellegrini molto di- mano turbe; questo sepolcro è di marmo
minuì, e pare che conti circa 20,000 a- bianco, e coperto comequello de'sultani
228 TUR TUR
a Costantinopoli. Una balaustrata d'ar- die sultani rispettano come un rampollo
i

gento lo circonda, e porla 3oo lampade del loro profeta è chiamato anco gtrtn
:

dello stesso metallo, che ardono di con- sceriffo. Significando il nome di /unir,
tinuo. Su questo sepolcro si spacciarono* signore o principe de' credenti, fu appli-
dal Marmici tismo tante fàvole, che ormai calo a coloro che pretendono d'essere di-
la critica ha rigettato. Si pretende che vi scendenti di Maometto, per mezzo della
fossero delle pietre preziose ed altri og- di lui unica figlia Fatima , 1 quali sono
getti di gran valore, iu una galleria che considerati come appartenenti all' ordi-
Ma intorno alla cupola della tot retta, ma ne religioso. Formano gli emiri una no-
sembra che tutlociò sia stalo tolto da\e- biltà riipet la tifisi ma , e per contrassegno
cabiti seltari maomettani, allorché pre- di discendere da Maometto e di tanto il-

sero Mediua e la Mecca nel i8o3 e nel lustre origine, portano il lurbaute verde
1807 ambedue del tutto saccheggiale.
, egodouodi grandi privilegi. Inoltre lo sce-
Partirono da Medina carichi delle spoglie riifo è il capo de'sceik. Distrutto dall'im-
della gran moschea, e di tutti tesori qui- i pero ottomano quello de'califfi, i sultani
vi accumulati da tanti secoli; e così fece- di diritto loro successero, e perciò si co-
ro della Mecca.La guerra «li tali settari stituirono immediati successori di Mao-
impedì per qualche tempo a' pellegrini le metto e capi della religione maomettana.
carovane. Quantunque Medina non sia Fero discendenti di Maometto si riser-
i

considerata santa tanto quanto la Mecca, varono in sovranità il possesso delle due
pure essa è in grande venerazione presso famose città di Mecca e Mediua col paese
i maomettani, che però non riguardano annesso,senza opposizione degli altri prin-

come una cosa indispensabile di visitarla. cipimaomettani e senza dipendere da al-


1 .soli maomettani di Siria vi vengono in cuno. due sceriffi della Mecca di Me-
I

pellegrinaggio, e quelli degli altri paesi dina furono rispettati da'sultani e rega-
si contentano, la maggior parte, di man- lali, ma poi e sebbene la loro dignità fos-
darvi de'doni perchè vengano fatte delle se ereditaria, i sultani vollero confermarli
preghiere in loro nome alla tomba diMao- nell'ascendereal sceri fifa to. Questi due sce-
metto; lo slesso sultano vi spedisce an- riffi si danno titoli fastosi, tutta volta si

nualmente somme considerabili di dena- chiamano: Servitori delle, due sagre cit-
ro. pellegrini pure ve ne lasciano assai,
1 tà della Mecca e di Medina; per vene-
in modo che gli abitanti in numero di cir- razione del luogo ove nacque, regnò e mo-
ca 10,000, vivono nell'agiatezza senz'ai- rì il loro profeta e padre Maometto. Os-

cuna industria. Maometto cacciato nel serva l'Abbondanza, che anco sultano, i.i

622 dalla Mecca, fece di Medina la sede .


sebbene signore assoluto di (Gerusalem-
dell'impero degli arabi suoi seguaci, e vi me, pure in ossequio a Gesù Cristo, che
morì nel 632. 1 califfi suoi successori im- riconosce pergrau profeta, si limita a in-
mediati dimorarono nell'Arabia a Medi- titolarsi: Protettore della santa città di
na e Kufa Koufah, ma gli Omniadi si Gerusalemme. Talvolta due sceriffi per i

stabilirono a Damasco e gli Abassidi che questioni di preminenza si fecero Ira lo-
li succedettero trasportarono la sede di ro atroci guerre. In tali circostanze i sul-
loro potenza aBagdad nel 763. L'Abbon- tani, come supremi procurarono califfi,

danza riferisce che due sono gli sceriffi pacificarli. Selim I e Solimano 11 suo fi-
nell'impero ottomano, uno regnava nella glio con poderose armate avendo fatto
Mecca 1' altro in Medina significando
, , conquiste sulle coste d'Arabia, e di por-
Sceriffo, principe discendente della stir- zione del regno di Yemen o lemen, i suc-
pe di Maometto. Il più considerabile e di- cessori non seppero conservarle lunga-
stinto è lo sceriifo principe della Mecca, mente, per cui nell'Arabia i sultani pare
TUR T U R 229
die propriamente non posseggano che sipotevano contare secondo gli ultimi au-
Gedda porto di Mecca, facendo però par- menti più di 100,000 uomini di truppe
te dell'impero ottomano tanto la Mecca regolari.Le truppe irregolari, delle quali
che Medina. I discendenti di Maometto sono aboliti tanto gli spahi, cioè soldati
sceriffi di Mecca e di Medina, derivano a cavallo forniti da'feudatari, e co'quali
da sua figlia Fatima e da Aly suo gene- sipotevano aumentare a 220,000 uomi-
ro e cugino, da'quali nacquero li, issali e ni,consistevano in albanesi con proprie
Hussein fondatori di due grandi stirpi nel armi, e che venivano arrolati da' pascià
maomettismo, da cui originarono due i senza distinzione d'età, non divisi in reg-
sceriffi; cioè da [lassati o Hasan sovrani i gimenti, ma in ciurme di circa 60 uomi-
della Mecca e di Medina, e da Hussein o ni guidati diìboluk lasci, che sono an-
Hossein, passati i discendenti in Africa ,
co i loro giudici. Ancora si calcolavano
divennero imperatori di Marocco nella nell'armata isoldatidi polizia, Àyzwz, for-
Barbarla e sceriffi di quella contrada. Tan- mati mediante ingaggio volontario, una
to i due sceriffi della Mecca e di Medi- specie di gendarmi , e poi seimer for- i

na, che gli altri , sono gran sacerdoti o mati ad uso antico turco per simili fun-
ministri della setta maomettana, e per- zioni, e di questi erano circa 1 00 uomi- [

ciò quello della Mecca apre e chiude il ni. L'anteriore riserva fu sciolta nel 1 843,
perdono, il quale dura da'23 maggio a- invece nel 1848 venne formata una ri-

gli 8 giugno. Lo sceriffo faceva credere a' serva nuova e piti grande, alla quale fu-
turchi, che ogni anno porta vansi in pelle- rono annoverati anche sudditi non mao-
grinaggio al santuario delta Mecca 70,000 mettani, /Y7/V),mentre fin allora i soli mao-
maomettani, e non compiendo il nume- mettani potevano essere ammessi al ser-

ro supplì vanoa'mancanli gli Angeli scen- vizio di guerra, circostanza per la quale
dendo dal cielo, acciò Maometto non fos- l'armala turca mai non poteva ottenere
se per intero defraudato di quell'omaggio! liti numero corrispondente alla grandezza
Sulle forze di terra o di mare varie dell'impero e della popolazione. Secon-
Statistiche furono pubblicale in questi ul- do regolamento della nuova organiz-
il

timi tempi. Quella dell 85 1 riferita dal- zazione dell'armata, si radunavano re- i

l' Osservatóre Triestino, diceva. Forze dif (vecchi soldati licenziati per avere fi-

militari. Milizia di terra. Si calcolava la nito i loro 7 anni di servizio), le riserve,


complessiva forza a 160,000 uomini, di- divisi secondo l' ordine della coscrizione
visa in 4 armate, quelle di Costantino- militare , ogni anno nel luogo loro pre-
Romelia, d'Anatolia e di Arabia.
poli, di scritto, onde far alcuni esercizi militari,
Del nuovo esercito asakiri Manssurei per conservarli in uno stato soddisfacente
Mohammedje , vale a dire: gli eserciti d'istruzione militare. Il i.° corpo d'arma-
maomettani vittoriosi, d'ordinario chia- ta, la guardia imperiale, consisteva di 6
mato anche Nisan, conlava la fanteria divisioni, stazionate in Drusa, Ismit,Smir-

regolare negli ultimi tempi 4 reggimenti ne, Aitili», Rara, Hissar e Sparta. Il 2.

di guardia, 0,000 uomini; 20 reggimen-


1 corpo d'armata, quello cioè di Costanti-
ti di linea 34, 000 uomini; battaglioni
,
nopoli, consisteva pure di 6 divisioni, che
sparsi perle provincie, 2,000 uomini, in 1 diinoravano in Adrianopoli, Rastomong,
tutto 46,000. Cavalleria, 3 reggimenti di Angora, Tscioroutn, Ronieh e Raisseri-

guardia, i5oo uomini; a reggimenti di ye. Il nuovo esercito era comandalo dal
linea 1000; artiglieria che presta va anche seraskicre generalissimo delle guardie.
il maggiore e de! ge-
servizio dello stato La fanteria si chiama piade, la cavalle-

nio, nel quale ramoeravi scarsezza, guar- ria suvari, l' artiglieria lopdsci. Il gene-

die 3oo, linea i5oo. In lutto però non rale d'un corpo in capo si dice /uuscirj
a3o TDK TUR
egli ha 3 code di cavallo. La divisione si montavano a i5 navi, 16 fregate, 33 cor-
chiama ferikj un generale di divisione, vette, brick e scunner, e Si navigli mi-
fcrik pascià, e con una coda di cavallo. nori. Nel 1849 s' costruirono a Costan-
Jl reggimento si chiama alaijl colonnello tinopoli 3 nuovi vapori, indi la Porta fe-
/////• ha con se il lenente colonnel-
<7////,che ce costruire in Inghilterra un piroscafo
lo o luogotenente kaimakan begli. Ogni della forza di 200 cavalli. Neil' arsena-
reggimento consiste di 4 battaglioni, ta~ le di Costantinopoli furono anche rifab-
bur, di cui ciascuno viene comandato da bricate e varate una fregata e una cor-
un maggiore,/;///? basei, cioè coma ndaule vetta assieme con 170 cannoni. La ma-
diiooo. Il battaglione ha 8 compagnie, rina, come già rilevai, sta sotto il ka-
bulhik, di cui la ^..* è sempre composta pudan pascià grande ammiraglio, un am-
di cacciatoli, ed ognuna viene comanda- miraglio e un contr' ammiraglio. I prin-
ta da un capitano,/*/.? lasci, de'cento, e cipali porti alle costeeuropee sono: Co»
si divide in io plutoni, di cui ognuno ha stantinopoli, Gallipoli, Varna. Neil' AL
un basso uifiziale,o// /><7.sr/,de'dieci.L'///.9e manacli de Gotha pour l'amwci$55 si

Z>tf.sc/,de'venti,sergente,cornanda 20 uo- Armata. Feld maresciallo, miichir,


dice:
mini. Fuor di questi vi sono nella fante- comandante de'corpi, ordou.fl 1. "guardia
ria 2, nella ca valleria 4 mulassim, lenenl i, imperiale; 2. armata di Costantinopoli
in ogni compagnia, e ^ciaus, messi per comandala dal seraskierej 3.°armata di
spedire gli ordini. chiamano
I gregari si Romelia comandata dal visir e generalis-
uefer, la musica meterliane. Ogni bat- simo dell'armata del Danubio; 4.° arma-
taglione ha due aiutanti maggiori, un a- ta d'Anatolia; 5,° armata d* Arabia; 6°
iutante d'ala e l'alfiere; ogni reggimento armata d' Irak, come le precedenti co-
ha inoltre un commissario di guerra, a- mandata da un pascià. Marina. Capii-
laiimi, che ha rango degli uiliziali sta-
il dan pascià grande ammiraglio; lo stato
bali.II reclutamento si fa di regola a sorte; maggiore generale comprende 5 ainmi-
il servizio era prima a vita, fu però dal ragli feriki bahriì. ; 3 vice-ammiragli,
'•

i843 fissato a 5 anni. Le principali for- bahrir Uva cij 8 con (c'ammiragli, bahrfe
tezze sono: Vidino, Silistria, i di cui ba- mir-alai. Ora dicesi che le forze militari
furono demoliti neli837,Seiumla,
stioni della Turchia, non comprese le navali, de-
Varna, le cui cittadelle però,come la mag- vono in tempo
pace ascendere a 00,000
di 1

gior parte delle fortezze del Danubio, si uomini, secondo il piano di riforma. Que-
trovano in pessimo stato, Scolari, Zvor- sta divide l'armata in 40, 000 soldati di fan-
nik, Bihacz, Banjaluca e Candia. Si pon- teria, 4o,ooodi cavalleria, 20 o 3o,ooo
no qui annoverare anche le fortificazio- d'artiglieria e genio, e vi si aggiungono
ni che difendono l'Ellesponto e i Darda- 4o,ooo gendarmi. Fino alla formazione
nelli, e lo stretto del tiosloroo di Costan- della gendarmeria, le truppe di linea sa-
tinopoli, come pure la catena di monta- ranno incaricale della conservazione del-
gne del Balkan, che da ponente verso le- l'ordine in tutte le provincie dell'impero.
vante in linea paralellacol Danubio for- Le nuove linee di navigazione a vapore
mano il baluardo principale dell'impero vanno per esserestabilite. La flotta ad elice
contro gli attacchi del Nord. Oltre di ciò è in via di progresso,esi spediranno diversi
i turchi hanno diritto di tenere una guar- officiali di marina in Inghilterra per com-
nigione nell'importante fortezza di Bel- pletare i famoso stendardo
loro studi. 11

grado nella Servia. A garanzia contro i di Maometto, Bagiarac, alla di cui co m-


montenegrini furono fabbricati nel 1849 parsa tulti i turchi piegano la fronte, ne*
tra l'adgorizza e Spux nell'Albania due secoli passati bastava mostrarlo agli otto-
torri forti. Forze marittime. Queste am- mani per sedare qualunque sollevazione,
1

TUR TUR 23
ovvero animarli a valorosamente combat- comechè da lui destinato a premiare i ser-
tere. Imperocché era ferma opinione ne' vigi prestati nelle varie funzioni del go-

tmclii, che quelli quali non si poneva-


i verno imperiale, ed a favore del medesi-
no sotto quell'insegna, quando si spiega- mo. La Gazzetta dello Stato verso il set-
va, non erano poi protetti nelle loro an- tembre 1 852 ne pubblicò il regolamento.
gustie e disgrazie da Maometto. Ma in se- In questo si dice essere l'ordine di Me-
guilo non più fu sufficiente la produzione djidiè posto sotto il patronato speciale
dello stendardo a frenare le insurrezioni del sovrano, e comprende 5 classi distinte.
e i tumulti. Sono insegne militari le mez- Le nomine hanno luogo per tutta la vita.
ze lune, e le code di cavallo, che sovra- Il numero de'membri è limitato a 5o nella
a a
stano gli stendardi, effettive o dipinte con belasse, 5o nella2. ,8oo nella3. 3ooo
1 1 ,

ogni colore, tranne il verde. Allorché il nella 4-* e 6000 nella 5\ Gli stranieri o-

sultano recasi alla guerra, porta 7 code, norati dal sultano di questa decorazione,
perchè secondo turchi il mondo è diviso
i non vanno compresi in tali numeri. Il

in parti, delle quali il sultano è padrone, sultano si riservò il potere illimitato d'ac-
7
perciò lochiamano Padrone di tutti i Re. cordar l'insegne d'una delle varie classi,
L'origine dell'insegna della coda di ca- dichiarando inoltre che ninno potrà es-
vallo, dice l'Abbondanza, si pretende deri- sere proposto alla nomina del Medjidiè se
vata da una disfatta da'eristiani data a'tur- non ha servito il governo durante 20 an-
chi, nella quale questi avendo perduto le ni almeno in tempo di pace se militare,

loro bandiere coll'insegna della mezza lu- e in qualunque tempo se impiegato civile.
na, il serasckiere tagliò colla sciabola la co- I funzionari di qualsiasi grado , che ve-
da un cavallo e postala sopra una picca,
a nissero accusati di tradimento, tanto in
gridò pel campo;Chi mi vuol bene,mi se- parole che in azioni verso il governo im-
guiti. 1 turchi così rianimati, ripreso co- periale, di concussioni e malversazioni, di

raggio e riordinatisi, con nuova battaglia furto e di assassinio , e condannati alla


trionfarono. Quando nel serraglio impe- meritata pena, perderanno la decorazio-
riale si attaccano le code di cavallo, è se- ne, di cui fossero stati insigniti. Lo stesso

gno che l'impero ha la guerra e non si sfregio sarà fatto a'militari accusati di de-

levano che al suo line. Per rimunerare la litti che incorrono la pena della depor-
virtù militare, Solimano li istituì l'ordi- tazione a vita, non che a quegli ufliziali

ne equestre della Luna (V.), indi rinno- subalterni e gregari che avessero alzata
vato da Selim HI, e si conferì pure a 'cri- la mano contro i loro superiori, commes-
A questa cavalleresca decorazione,
tifoni. so un furto o un assassinio, ovvero di-

Mahmud li, per compensare servigi e i i sertato. L'organizzazione finanziaria del-


meriti de'personaggi distinti turchi ed eu- l'impero ottomano, secondo l'ultimo ri

ropei, sostituì l'altra equestre del Nisciati cordato almanacco imperiale, è eguale
r
Ijìiliar (/ .); altra simile decorazione del all' amministrativa. In ogni governo un
Nisrian istituì pure il bey di Tunisi (F.) deftardar, ricevitore generale : in ogni
Àhmed. Ambedue si conferiscono anco- suddivisione un mal-mudiri, pagatore e
ra a persone d'ogni nazione e religione, ricevitore particolare. Ne' distretti i mu-
inclusivamente a'vescovi, sacerdoti e re- dir dirigono la parte amministrativa e
ligiosi cattolici. Il regnante sultano Ab- Ja finanziaria. Gl'introiti ordinari da qual-
dul-Medjid-Khan ha istituito l'ordine e- che anno variano da'i5oa'i72 milioni
questre imperiale, dal suo nome chiama- di franchi. Ecco fonti degl'introiti. De-
i

to Medjidu', e lo conferisce eziandio ad cima, 5o,6oo, 000 franchi; imposta fon-


ogni persona che crede meritarlo, senza diaria, 46,000,000 ; karadi o testatico,
riguardo alte nazione, al culto e al grado, 9,200,000; dogane,i 9,760,000; impo-
23* TUR T U R
ste indirette,34,000,000; tributo del- di Top-Kapou. Fu pertanto condotto al
l' Egitto 6,900,000 della Va lacchili
, ; ,
chiosco di Bagdad belli «ima costruzio-
i

460,000; della Moldavia, ?.3o, 000; della ne d'Amurat IV, che sorge nel punto cul-
Servia 460,000. Totale 167,610,000
,
minante del vecchio serraglio. L'imma-
fianchi (da un'altra statistica apprendo ginazione non saprebbe creare un luogo
che il solo testatico de'cristiani e de'giu- né più grazioso,nè più ameno, il cui iftlen*
dei ascende a 46 milioni di piastre tur- dorè porge un'idea delle ricchezze e del
che). Le spese ascendono a 59,252,000 1 lusso di Costantinopoli dal XV al XVII
franchi, di cui 7,25o sono assorbiti dal-
1 secolo. Al di dentro e al di fuori è rive-
,

la lista civile del sultano;44}° 5o,oooda- stito di maiolica inverniciata di Keachi,


gl'impiegati; 69,000,000 dall'armata di che le più belle fabbricavano in Rachan
terra; 8 ,62 5,ooo da Ila marina; 2, 3oo,ooo di Persia.Tutte le porle, gli assi e gli ar-
dagli all'ari esteri; 2,3oo,ooo da' lavori madi sono di cipresso, incrostati d'avo-
pubblici; 12,995,000 da'vaeoufo per le rio e di madreperla arabescati. Fu mo-
moschee e pie fondazioni ec. Totale delle strato al maresciallo il trono diKei-Kaus,
spese i59,252,ooo franchi. Dunque re- sultano di Koniah del 1 245 , circondato
stano dagli introiti 8, 358, 000 franchi ,
da tende ricamate con perle e smeraldi,
ma vi è il debito pubblico. Se nel 833 i oggidì collocate nelle vetrine. La sedia
era di 160,000,000 di franchi, immensa- d'argento è ricoperta di smalti più (ini, i

mente fu aumentato per le tatite progres con disegno il più grazioso riproducente
sive riforme, e precipuamente per l'ulti- la forma de'troni degli antichi redi Per-
ma e terribile guerra d'Oriente,della qua- sia. È coperto d'un tappeto di broccato,
le parlerò in fine. Diversi scrittori narra- e i cuscini sono di velluto rosso, rica-
no che vi avrebbero da essere due tesori mato con pietre preziose. Neil' armadio
in Costantinopoli. quellodeirimpero,che vicino si vedono lo scudo e la sciabola por-
non potrebbe essere divertito dal sultano tali dal sultano AmuratIV nel suo trion-
neppure ne' bisogni pressanti, né speso pe' fale ritorno a Costantinopoli, dopo la spe-
6uoi particolari interessi; ed il tesoro del dizione di Persia. Le armi sono d'oro, e
sultaiiOjdelqualeegli dispone a suo piace- levano la vista per la moltitudine de'dia-
re. Quanto a quest'ultimo, ogni sultano è manli. Vicino trovasi il forziere in cui sta
solitodi formarne uno particolare durante racchiuso Corano, che il sultano Soli-
il

il suo impero: fu Maometto II che comin- mano portava seco nelle battaglie. Il di
ciò; dopo di lui regnarono almeno 2 5 im- sopra è coperto di pietre preziose, fra le

pera tori,per conseguenza dovi eljbero sus- quali è una turchina in forma di man-
sistere 26 tesori in moneta, che alcuno dorla lunga due pollici e larga due dita.
volle calcolare 480 milioni, non compresi cordone del forziere vi
All' estremila del
gli oggetti preziosi, ed i presenti falli a è uno smeraldo grande quanto un uovo
tali principi, i quali pure si pretesero cal- di gallina. Un altro armadio contiene le
colare a 4o milioni. Calcoli tutti oscuri pinme,che i sultani ponevano ne'l tubanti
e incerti, e le guerre e altri bisogni pro- di ceremonia.Gli smeraldi, i rubini, i dia-
babilmente gli avranno assoibiti altri- , manti sono d' una dimensione e d' uno
menti non si sarebbe formato 1' ingente splendore meraviglioso, e si può afferma-
debito che gravila sull'impero ottomano. re, che in Europa poche gioie pouno ad
Un tesoro privato de' sultani copioso di essi paragonarsi, cioè a quelle lasciate da-
oggetti preziosissimi indubitatamente esi- gli antichi sovrani della famiglia degli O-
ste, poiché il regnante sultano nel luglio smani. Vi sono lazze di diaspro, vasi ci-

i856 ordinò che si mostrasse al mare- nesi, antiche slolfe, una moltitudine d'ar-
sciallo Pel issi er , e racchiuso nel palazzo mi di metalli preziosi, di faretre e d'ur-
T U R TUR 233
inimoderne bellissime e ricche, ed una sto di barbane, di superstizioni e di belle
numerosa collezione d'orologi del secolo doti. Per lo più peggio de'turchi e pes-
XVII donati da 'sovrani d'Europa. Nella simi sono i greci scismatici rinegati, e al-
biblioteca del serraglio, costruita dal sul- ohe obbrobriosamente abban-
tri cristiani

tano Achmet, fu mostrata al maresciallo donarono per le loro passioni il cristia-


la collezione di mss. orientali,clie invano nesimo per abbracciare il maomettismo.
si potrebbe cercare altrove. L'antica sala Ne'secoli passati molti rinegati lo furono
del trono ha il baldacchino e cammino per violenza de' turchi intolleranti, col-
coperti di placche d'argento a niello, nel- l'alternativa dellamorte o di riconosce-
le quali sono incassate turchine, agate e re Maometto. Siccome molli di tali rine-
granate. Anticamente il tesoro del sulta- gali erano colli e civilizzati, così perven-
no si custodiva nel castello delle SelteTor- nero a eminenti cariche, massime se pei*

ri, che poi divenne carcere di personag- ambizione e orgoglio prevaricarono. Si di-
gi, di ambasciatori e di sultani deposti. cono turcopoli nati da un turco e da una
i

Ogni pascili deve dare ogni anno al te- greca.Egual mente peggiori de'turchi sono
soro certo numero di borse, ciascuna delle molli degli ebrei abitanti in Turchia. In
quali si crede valutare i5oo fianchi, e si somma gli scrittori menofavorevolia'tur-
dice che i pascià governatori per lo più chi, sebbene li chiamino nazione fiera e su-

vessano i loro soggetti per ottenere il dop- perba, nelle prosperità indomabile, nel-
pio di quanto hanno da pagare. Si parla l'avversità trattabilee mansueta, checon-
ancora d'avanie e balzelli arbitrari che fida nella moltitudine, più facile a lasciar-
ancora si esigono sopra i negozianti greci, si vincere dall'oro che dall'armi ; lutta-
cristiani, ebrei,armeni ec, oltre i diritti volla credono migliori i turchi nativi, che
di dogana. La moneta turca, che alle al- i cristiani rinegati e gli ebrei. Rilevasi da-
tre serve di tipo, è il pezzo d'argento di gli storici e geografi che ne studiarono i

4o para che i turchi chiamano grus'n\ costumi, i quali ripeto vanno modifican-
linguaggio comune, e aslandi in termi- dosi per le salutari introdotte riforme,
ne tecnico. V aspro è ili. "elemento
a
della massime in conseguenza dell' eclatante

moneta turca ed è la 60. parte d'un fran- guerra d'Oriente, essere i turchi indolen-
co ed un 3.° di para; il beslik è il più. ti nella pace, e diventano furiosi quan-
piccolo pezzo d'argento, che vale 5 pa- do la guerra ne susciti l'irritazione e l'an-

ra; Yuluk è un pezzo di o para. L'fir- 1 tico valore, sopportando tutte le priva-
milik vale 20 para; Yizlole semplice 20 zioni con mirabile abnegazione e corag-
para; Vizlote nuova o grus e nel com- t
gio.Il suicidio è raro tra' turchi, siccome

mercio franco piastra propriamente


la pienamente conlrarioal dogma della pre-
detta (la pi astra ^monetina d'argento qua- destinazione sì generalmente ammesso
si simile al grosso romano, un tempo a- tra'maomettani. Oppressori e rapaci, in
vea il valore nominale d'8 paoli, ma ora generale, co'rajà sudditi cristiani o ebrei
vale circa 4 baiocchi) \a\e^o para; l'alt- che pagano la capitazione , a un tempo
mislik fio para; Yyusluk 1 00 para. Le sono onesti co'forastieri; distruggono vil-

monete d'oro sono il zecchino funduklì, laggi, e fondano ospedali; rispettano i lo-

il zcr/nahbub ed il meshir : il zecchino ro giuramenti, e calpestano i principii del

funduklì pesa 7 carati, il zermahbub 1 3


1 diritto pubblico, non però l'ormai illu-

carati, il meshir battuto al Cairo vale un minato governo e la classe elevata, dopo
po' più della metà del funduklì. che vari magnati neli' ambascerie o ne'
turchi prima della civilizzazione, che
I viaggi all'estero, e nell'educazione rice-
progredisce in molle parti del vasto im- vuta da'loro figli in Parigi, in Londra e
perOjpreseulavauo un miscuglio e contra- in altri luoghi, imitano la eivilizzazioue
a34 TUR TUR
europea, perfino nella più raffinata edu- core a maniche strette, assettato con lar-
cazione e coltura. Sensibili al putito d'o- ga cintura; sopra tutto portano una lar-
nore, sono d'ordinario alla pietà inacces- ga veste,aperla davanti e amplissima,d'un
sibili; affezionati alla monarchia, depo- panno leggero d'indiana o di seta. Por-
sero e talvolta con frequenza sgozzarono tano i turchi la barba e baili, colla te- i

i sultani, die alla loro volta furono cru- sta rasa per comando espresso dh Mao-
deli e tiranni , capricciosi e prepotenti. metto, cioè i vecchi turchi tenaci di tale
Grossolani e sensuali nell'idea diesi for- osservanza, gli altri portando capelli al-
mano de'piaceri, pure sono ne'piaceri stes- l'europea. I medesimi acconciatisi la te-
si moderati, e passano senza mormorare sta con una calotta alla greca di tela o di
dal seno delle voluttà alle privazioni più lana, coperta daun berretto assai alto di
penose. Sono buoni genitori, anche buo- panno o velluto, intorno al quale pon-
ni mariti, quantunque sia presso di loro gono una fascia di mussolina; ciò forma il

permessa la poligamia ; ed un harem o turbante. USagredo racconta che Organo


serraglio è per la maggior parie piuttosto 2.° sultano de'turchi ordinò, che pascià e i

un oggetto di ostentazione e di lusso. Nel- le persone graduate portassero grandi ber-


le vendette loro atrocissimi, spingono ta- rettoni bianchine la milizia popolare rossi,
lora fino all'eroismo l'esaltazione dell'a- Aggiunge che turbanti divennero comu-
i

micizia. Il coraggio loro manifestasi ora ni soltanto dopo la presa diCostantinopoli


per una temerità cavalleresca, ora per una d'ordine di Maometto II e in segno di li-,
indifferenza stoica; tanto in calma nel curetta; volendo con essi significare, che
sacrifizio della vita, come nell'eecidiodeb con sì importante acquisto avesse rasso-

le loro vittime, si considerano in ogni oc- dato l'impero, e piantata con istabili radi-
casione, come gli umili schiavi ei mini- ci l'ottomana potenza e grandezza; e col
stri terribili d'un'inflessibile fatalità,. Por- farli circondare di lascia in forma roton-
tano i Im chi al più alto grado il fanati- da, volle alludere che i turchi, siccome
smo religioso; ospitali e magnifici pero- aspiranti alla monarchia universale, a-
slentazione, gravi e serii perabitudine,dj- vrebbero colle armi attorniata la terra
sdegnosi, vani, ambiziosi, sono avidi di e dominalo il mondo. Il turbante trae
ricchezze senza tuttavia avere lo spirito la sua origine dagli antichi asiatici ; ed

mercantile. La buona fede che vantano il Bernino dice che 1' usarono talvolta
essi ha origine nel sentimento che nutro- anche le donne romane, come s. Silvia
no di loro pretesa superiorità, e la libe- madre di s, Gregorio I. Gli emiri diesi
ralità della quale si gloriano ha per base ,
vantano della razza di Maometto, dis-
l'orgoglio. Sono gravi e alquanto taci- si che pollano un turbante verde, pri-

turni; uniti tra loro in conversazione, vilegio chequanto al colore essi soli go-
sovente trascorrono delle ore senza che devano tra' turchi, oltre gli sceik,' in me-
alcuno pronunzi parole. L'aspetto de'tur- moria di quello pure interamente verde
chi è generalmente vantaggioso, come na- usato dal profetajpoichè turbanti degli i al-

ti dalle più belle donne; occhi neri, naso tri lui sono d'ordinario rossi,con un eu^
chi
aquilino* forme ben proporzionate, pro- fiato o cercine bianco. Il turbante del sul-

ducono un bell'insieme, al quale perfet- tano era della grossezza d'uno staio, or-
tamente couviensi un vestire che tiene il nato di 3 piumini, con pietre preziose,
mezzo tra l'abito stretto dell'europeo e due piumini usando il gran visir, uno gli

gli ampi panneggiamenti degli asiatici. altri ufficiali, i subalterni non potendo-
Tale vestimento consiste in una camicia ne usare alcuno. Il cercine del turbante
senza collo, calzoni larghissimi che scen- de'turchi è di tela bianca, quello de'per-
dono fino alla noce del piede, un giusta- siani di lana rossa o di talfellà bianco n*
T U R TUR. 235
gaio eli rosso. Sofì re di Persia , ci»* ert velluto, con ricami d'oro e d'argento. Le
della setta d'Aly, fu i!i.°che adottò* quel scarpe sono di marrocchino più. o meno
colore per distinguersi da'turchi della set- sfarzosamente ricamale. Portano i ca-
ta d'Omar I, e che i persiani al pari di pelli slesi o intrecciati, con una specie di
tutta la setta d'Aly riguardano come e- corona ducale di drappo d'oro odi rica-
1 etici Maomettismo. Di tutti colori
del i mo, coperta da un velo di seta, di velo
quelli che maggiormente convengono al o di mussolina; hanno pure ricche colla-
mussulmano, sono il bianco, verde e il il ne e braccialetti di perle, corallo o dia-
nero, in virtù delle parole di Maometto; manti. Le donne non escono mai di casa
cioè il color bianco è il più felice di tutti, senz'essere velale, del resto godendo li-
il verde era il colore prediletto dal pro- bertà. Non solo nel berretto, ma anche
feta degli arabi, tali essendo le vesti che nel rimanente delle vesti,i principali tur-
usava nel venerdì , e perchè finalmente chi variarono le usanze, e di molto si av-
esso il sedicente apostolo di Dio, nel gior- vicinarono al vestire degli europei. Nel
no del conquisto della Mecca fece la sua declinare del 1846 Mehemet-Alì viceré
entrata solenne nella santa città col tur- d'Egitto portatosi a Costautinopoli,adot-
bante e l'abito nero. Gli ottomani nel- tò la foggia delle nuove vestimenta; indi
l'origine della loro monarchia non por- appena tornalo ne'primi del 1847 in E-
tavano che berretti di feltro, ed è ancora gitto, appresso il suo esempio tutti pa- i

l'ordinaria acconciatura delle numerose scià, i bey, gli altri grandi della cortee-
popolazioni delTurchestan,e della Tarta* giziana, ed i principali ulìiziali si allreU
riaove parlai di tal paese e de'turcomani, tarono di vestir l'abito costantinopolita-
maomettani della setta de'sunnili avversa no, laonde in breve anche nell'Egitto si

a'persiani : questo berretto era comune a operò la mirabile trasformazione, con pe-
tulli. Mahmoud II in vece introdusse il na de'vecchi turchi avversi alle nuove ri-

berretto alto chiamato fes o fez, e rosso lo forme e al progresso ,


perciò anch' essi

dièa'soldati turchi invece dell'antico tur- chiamali retrogradi e oscurantisti. Abben-


bante, il quale è tuttavia usato da que' chè tal foggia di vestire presso alcuni non
turchi tenaci degli antichi costumi e con- fu trovata orientale e caratteristica, pure
trari alle progredienti riforme. Il berretto a'più illuminali sembrò inconveniente di
fes o fez prese questo nome dal luogo don- assai piccolo momento, nel riflesso del-
de originò e dove principalmente si fab- l'immenso buon efFetto morale, che ri»

bricano, cioè in Fez o Fes provincia della spello all' incivilimento e al buon prò-
Barbarla nell' impero di Marocco, e già gressodovea recare siffatta mutazione. Per
regno possente e florido sotto calilli. Con- i essa la Turchia e l'Egitto, divisi sino al-
siste la calzatura de'turchi,osservanti i co- lora in questo come in altri punii, si av-
stumi antichi, in una semplice pantofola, vicinarono sempre più non solo all'ester-
oin iscarpe ordinarie, o in islivali di mar- no abbigliamento, ma a' costumi e alle
rocchino giallo e rosso. Il resto de* tur- idee de'popoli europei. L'introdotto inci-
chi vestono interamente all'europea, né vilimento influirà ancora a rimuovere ìa

si distinguono che pel berretto fes o fez. Superstizione presso i turchi, in diverse
Le donne portano camicie di taifettà ver- cose ene'cibi,erroneamente ritenendo in-
de o chermesino, aperte davanti, ma am- frangere il digiuno colla fragranza degli o-

pia e incrociate; di sopra mettono una lar- dori. Abboniscono di mangiare certa sor-
ga veste di tela stampata o di seta legger- te di pesci, che ritengono immondi, così
mente ovattata; il busto viene stretto da le ranocchie, le lumache e le testuggini;

una cintura eleganle,ed hanno inoltre una raccolgono premurosamente brani di i

a
2. veste, aperta anch' essa, di seta o di carta gettati per terra, perchè in essa si
a3G TUR TUR
scrive il nome di Dio, e le fogliedelle rose Bayram de' religiosi. Il Bayram Bnjuc du-
ci «olendole nate dal sudore di Maometto. ra 3*giorni, ed iu questi più che in tutto
Tengono per impuri i cani, non lascian- il rimanente dell'anno si fanno da'mao-
doli entrare nelle moschee, e in vece ac- mettani limosine secondo la propria pos
carezzano i gatti reputandoli piùcasti,al- sibilila, in denari o generi. Da que'di li-

nii'iio palesemenlr;perù se una cagna par- mitate sostante si procura nel decorso del-
torisce, le prodigano le loro cine, ne pon- l'anno di porre in disparte denaro e al-
ilo vedere maltrattare gli animali, e con tro per celebrare piìi allegramente il Bay-
Mangiano ogni sorta di carne,
ragione. ram. In occasione di questa solennità si

tranne quella di porco; non tutti legu- i riconciliano le dissensioni, e in segno di


mi. In generale mangiavano senza ado- cordiale pacificazione si fanno vicende-
perare coltelli e forchette, cibandosi se- voli donativi. La collera de'turchi dii.°
dendo in terra su tappeti. E ad essi vie- impeto è pericolosa, indi sono facili a pa-
tato di bere il vino, e la legge punisce con cificarsi. Talvolta però ne'doni si nasco-
32 bastonate chi a tal precetto contrav- se la vendetta con oggetti avvelenati.Chia-
viene; bevanda ordinaria dovrebbe es-
la masi Duhalm la festa che ha luogo per
sere l'acqua pura o temperata con qual- lutto l' impero, per la nascita del chez-
che sciroppo o col miele, nondimeno fan- adè o primogenito del sultano, come ere-
no uso d'ogni bevanda, massime del caffè. de presuntivo del trono, per una gran vit-
Coricami di buon'ut a e si alzano col sole, toria riportata, per una pace fatta, per la
dormendo alquanto dopo pranzo. I tur- ricuperata salute del sultano da grave io-
chi sono maomettani della setta di Omar fermità,e per altre liete circostanze. L'Ab-
]; regola di loro lede è il Corano, misto bondanza che scrisse favorevolmente de'
di dottrine vana e assurde, di precetti gra- turchi, dice che non è vero ch'essi adori-
vi e frivoli, fra i cui numerosissimi inter- no Maometto per un Dio, come affer-
preti detonai ricordare i sofia. Numerati marono alcuni, ma riconoscono e adora-
sono le leste foro, e rigorosamente l'os- no il vero Dio, cioè il Padre creatore e
scrvanOjCOinechè scrupolosi seguaci della signore dell' universo, e lo confessano in-
legge e delle prescrizioni dell'Alcorano. defettibile, santo, giusto, misericordioso,
La più solenne fèsta è Bayram, e co-
il onnipotente; che castiga, premia ,
prov-
me una pasqua la celebrano dopo la qua- vede e spoglia (ma quello che non rile-
resima del liamazan , digiuno che dura va l'Àbbondauza, del torto che nel Co-
3o giorni, ne'quali da'crepuscoli del mat- rano si fa a Dio, del fatalismo che con-
tino fino al comparire delle stelle non- tiene, delle dottrine protestantiche e al-
ponno i turchi prendere alcun cibo o be- tro riprovevole, Io farò a suo luogo). Bensì
vanda, neppure un sorso d'acqua, anzi tengono Maometto per un gran profeta
neppure fumare il Tabacco {}' .). Il Ra- mandalo'da Dio al mondo per insegna-
mazau non ricade sempre nella medesi- re agli uomini tuttociò che non aveano
ma stagione, ma varia secondo il giro de' insegnalo, ne predicalo gli altri legisla-
mesi, alcune volte cadendo nell'estate o tori. Hanno ancora venerazione per Gesù
nell'autunno. Due però sono i Bayram Cristo, riputandolo altro profeta e apo-
che devono celebrare turchi, il i Bayram stolo di Dio, e assai favorito dal cielo. Os-
Rupie o maggiore che ha luogo dopo illla- serva il Sagiedo nelle Memorie de mo-
mazan, e il Bayram Cutzug o minore ch'è ndi chi Ottomani che ',
i turchi dicono che
in arbitrio l'osservarlo, e sogliono farlo 3 sono siali i grandi profeti mandati da
i religiosi turchi, e i più zelanti e scrupo- Dio in terra: Mose, Cristo e /Maometto.
losi maomettani che desiderano qualche Che ah.° die la legge per ammaestrare;
grazia speciale da Dio, perciò dicesi il al 2.° i miracoli per convertire; al 3.° la
T U II T U R a3 7
sciabola per debellare. Credono che la B. metlani si riconosce che i religiosi devo-
Vergine dopo l'annunzio dell' arcangelo no essere poveri , cos\ chiamano dervist

Gabriele restò incinta di Gesù senza uma- que'che tra loro menano vita di vota e so-

no commercio,anzi notai nel vol.LXXIII, litaria, alcuni avendo anche conventi o-


p. 53, parlando della dissertazione sulle ve vivono in comunità, con vita comune
testimoniarne rese dal Corano a Ma- e superiori imam. Predicano nelle loro

ria Fergine, che in esso ancora trovasi moschee, ed alle loro prediche interven-

la credenza del suo Immacolato Conce- gono per eccezione di regola generale le

pimento e di sua vita incolpabile. Credo- donne, alle quali è rigorosamente vietato
no inoltre turchi, che Gesù Cristo nel
i di slare cogliuomini, che per parentela di
giudizio universale sarà il giudice e 1' ar» i.° grado o maritaggio loro non apparten-
bitro; alfermando V Abbondanza , che i gano. Dopo la predica segue la preghie-
turchi non ricevono uella loro setta gli e- ra. Qui ricorderò che turchi sono ne- i

brei, se prima non si sono fatti battezza- mici delle Campane (F.), e non le per-
re, ed abbiauo pubblicamente professala mettevano a 'cristiani anticamente,lemen-
la religione cristiana. Dice poi, che i tur- do che potessero suonarsi per eccitare i
chi degli stati di Solimano padre di Or- popoli a ribellarsi, onde nel conquisto del-
togulo e avo di Ottomano I erano ido- le città cristiane subito le toglievano dal-
latri, e sul fine del secolo XIII abbraccia- le torri, convertendone il metallo in arti-

rono il 3Iaomettismo per l'esempio che


)
glierie, come si ha dal Cuspiniano , De
die ad essi Ortogulo loro signore. In tale Turcarum religio. Per la stessa ragione
articolo ragionai della religione óeWJsla- i turchi non ammettevano orologia ruota
misino formata da Maometto, con mo- colle campane, permettendoli però a'pa-
struoso miscuglio di cristianesimo, giu- lazzi de'ministri delle potenze,oltre la cam-
daismo e gentilesimo, il quale islamismo, panella. A Campanile e nel voi. LXXVIf,
appena morto il suo fondatore, fu lace- p. 2g4> dicendo delle Ioni campanarie,
rato tosto da scismi e diviso in gran nu- parlai delle torri e minareti delle moschee
mero di sette. Dissi pure che la religio- de' turchi, donde i muezzin inservienti a

ne dell'islamismo si pratica senza sacer- guisa di chierici(giusta il paragone d'alcu-


dozio e senza sagrifizi, poiché summen- i ni) nelle moschee, secondo il loro uffizio
lovali ministri della religione maometta- 5 volle al giorno annunciano al popolo
na sebbene equivalgano e da alcuni si
,
con Vezzan l'ora canonica della preghie-
pretenda paragonarli a'sacerdoli, noi so- ra, al che i turchi religiosamente ubbi-
no all'atto. IN è mancai di ricordare che i discono in qualunque luogo si trovino.
Musulmani o Mussulmani propriamen- Vuole Seldeno, Synt. e. 4) che Venere
te sono que'turchi, i quali più scrupolo- Urania,o Venere Celeste, fosse rappresen-
samente osservano i precetti e consi- i tata da un quarto di Luna, quindi mao- i

gli di Maometto, onde fra essi alcuni fan- mettani preselo l'uso di mettere sulle tor-
no professione di condurre una vita pia ri eminareti delle moschee le mezze lune,
e ritirala, benché il vocabolo comune- come i cristiani vi posero la Croce,serven-
mente si estenda cumulativamente su lut- dosi di tali torri e minareti comedi cam-
ti turchi e maomettani,
i turchi pe- i panili, muezzin da essi in luo-
perchè il

rò hanno più piacere d' essere appella- go di campana chiami il popolo alla mo-
ti Ottomani per aver Ottomano
,
fon- 1 schea ed a fare le preghiere. EutimioZi-
dato il loro impero. Tali mussulmani so- gabeno scrive in Panoplia, che fino da'
no detti religiosi e santoni, ed anche cler- tempi di Eraclio del 6 io i Saraceni e-
visi o dcrvik. Questo vocabolo signifi- rano dediti agl'idoli e adoravano Vene-
ca povero , e siccome anche tra' mao- re, col nome di Cabar o Grande, e che
236 T U R T UR
gl'Ismaeliti (/".) veneravano una pietra e portamento sono assai sudici e quan-
clic rappreseutava il capo di Veneri-. Sri- to il più misero mendico, mentre tur- i

delio soggiunge, che Maometto foce ab- chi in generale sono pulitissimi. Etti pu-
bandonare il cullo d' Urania e la festa re l\uìì volte la settimana hanno nelle lo-
Giuma sagra ad
Urania Corniculata : ro moschee la predica, e diversi divoti e-
Urania o Venere Celeste, che non ispi- sercizi, ripetendo coti frequenza e urlan-
rava che casti amori, era una delle due do in la mano,
circolo, tenendosi per II-
gran divinila degli arabi, l'altra essen- luhìi, cioè Dio
grande, mentre fanno
e
do Bacco. Gli arabi venerarono la Lu- con diversi giri una specie di danza co-
mi, come la più gran divinità del paga- me dervis; poiché turchi credono do-
i i

nesimo dopo il Sole, quindi tutti mao- i vere nell'orazione essere l'anima tutta in
mettani hanno una gran venerazione per moto nel raccomandarsi a Dio, e cos'i il
iaLuna; all'apparir di lei non manca- corpo dovervi corrispondere per lodare,
no giammai di salutarla, di presentarle pregare e riugraziareDio con fervore. Pro-
le loro borseaperte,e di pregarla di farsi fessano la scuola di Platone, abitano an-
the in quelle si moltiplichino le specie, a guste celle e dormono sulla nuda terra.
misura ch'ella andrà crescendo. Da lutto Essi come i dervis e altri recitano la co-

questo i maomettani fecero della Mezza rona chiamata Tesimeli, A\ cui parlai nel
Luna o Luna nascente e crescente la prin- voi. XVII, p. iq4» a CUI forma somiglia
'

cipale loro insegna religiosa ,


militare e alla nostra Corona divozionale o Rosa-
ci ile, quella dell'impero, e la posero an- rio, ma più lunga,essendo infilati nel cor-
che sulle torri delle moschee. Nella con- doncino di seta
99 grani di legno sparti-
quista di Costantinopoli e di altre città ti in 3 parti, ognuna di 33. In ogni gra-

de'cristiani, i turchi profittarono de'eam- no recitano un'orazione breve dell'Alco-


panili o torri campanarie delle chiese per rano > o ripetono 1' Alluhh. grandi e I i

fare iloro minareti, erigendo sopra di essi ricchi usano lesbuch d'ambra, di calcedo-
alti e lorretlecon ringhiere più minute,ter- uia, di corallo, di perle. Gii abdali sono
minandole con piramidi altissime e colla una sorte di religiosi più austeri de'der-
luna crescerle in cima. Gio. Federico Ro- vis e de'santoni, ma non hanno conventi,
ber scrisse: De Lima Cor niculata fami- ne regola, né superiori. Con ischifosa sel-

liaris juris insignì. Tornando areligiosi vatichezza pretendono provare la santità


dervis, vestono di grosso panno di color di loro vita, mangiando, bevendo e dor-
mischio, con sopravveste lunga e quasi mendo dove loro riesce esigere venerazio-
sempre bianca, e portano una berretta di ne e carità. I cheik o sceik sono i capi
pelo alla e pizzuta. Altri religiosi turchi dellecomunilà religiose esecolari, e i dot-
sono santonijgli abdali, i rhcichl o scei-
i tori distinti,non che predicatori delie i

ki e altri, i quali quasi tutti trattano fa- moschee in giorni stabiliti, e lo sceriffo
miliarmente colle donne, o almeno i bei della Mecca è il capo degli sceik. Altri reli-
dicendo con
fanciulli e le belle fanciulle, giosi turchi sonoi Bectaschites, così det-
Platone che in un bel corpo dee alberga- ti dall'istitutore Bectasch predicante d'A-
re una bell'anima. Techios dicesi il con- murat I, allorquando vinse \\ De spota del-
vento nel quale convivono religiosi tur- i la Servia. I giannizzeri ne professavano
chi, che hanno fallo voto di vita austera, l'istituto, e per contrassegno dal loro tur-
subordinali a'ioro superiori osceik, come bante pendeva sulle spalle una manica
sono dervis ed santoni
i i ec. 1 santoni, spe- lunga e stretta. Altra specie di beclaschi-
cie di religiosi turchi, in parte somigliano tes chiamano Zeratiles o Munscondu-
si

a'dervis, e vivono anco in conventi sotto ren, ma divennero empi poiché senza ,

l'ubbidienza de'superioii, ma nelle vesti scrupolo commettevano ogni sorta d'in-


TU tt T UR 23 9
cesto. Pare che tutti i bectaschites non più pli cattolici; tuttavolta registrai nel voi.
esistano. Izrevi o Erevi fondò un or- XLVIll, p. 281, che neli494 ne, ' a co ~
dine di religiosi turchi. Dicesi eh' egli si ronazione d'Alfonso II re di Napoli, tra
mortificava con continui digiuni, e pian- gli ambasciatori essendovi quello de'tur-
geva amaramente peccati che credeva a-
i chi, all'offertorio fu avvisato d'uscir dal-
ver commesso, e che gli angeli discende- la chiesa. Le abluzioni e lustrazioni sono
vano dal cielo per consolarlo. Izrevi era frequenti in Turchia; non si pone mai un
m dotto chimico, e i suoi discepoli rac- cadavere ne\\aSepoltura( T .)sopra un al-

contano che possedeva il segreto di far tro se non dopo 5oo 200 aunijcioè quan-
1

l'oro, che regalava a quelli che entrava- do il tempo ha cancellato la traccia del i.°
no nel suo ordine. Umile, umano, carita- seppellimento; quindi la Turchia è coper-
tevole, esercitava gli uffizi più abbietti di ta di Cimiteri^ se ne trovano in mezzo a*

sua comunità, e fondò gran numero d'o- campi e alle lande, lungi dalle abitazioni,
spedali o imar, ove si curano i turchi che in seno alle città riempiono gli spazi vuo-

non ponno farlo nelle proprie case. La sua ti intorno alle moschee; le tombe de'ric-
gran soddisfazione era il comprare le in- chi consistono in sarcofagi scoperti, sor-
teriora di vitelli e di castrati, per nutri- montati da colonne scolpite e dorate. Nel-
re gli animali privi di padrone e d'asilo. le cappelle delle moschee giacciono le ce-
Questa è la sola azione tl'Izrevi, chei suoi neri di qualche personaggio cospicuo in
discepoli imitano, nel resto essendo orgo- virtù e santità. Tali sepolcri sono chiama-
gliosi, libertini, avarie infingardi. Porta- ti Turbe, e quelli di fondazione imperia-
no inoltre l'empietà a seguo di dire, che le principalmente, sono intonacali inter-
per servire Dio bisogna essere ipocondria- namente di vernice a guisa della maioli-

co o pazzo. Vi sono finalmente marabu- i ca e porcellana, con molte iscrizioni in ca-


li ministri del culto maomettano di setta ratteri d'oro eper l'ordinario in versi ad
particolare, sparsi per tutta l'Africa e ve- onore Maometto. Ogni turbe ha 4o 6
di

neratissimi fra'mori e gli arabi. Sono di- custodi, e o o 5 vecchi per leggere ogni
1 1

visi in 3 ordini: il i.°èausterissimo, pende giorno il Corano pel riposo dell'anime di


al panteismo, e dopo alcuni anni di rigo- coloro che vi sono sepolti. I settari Ka-
re sommo si fa lecite le più nefande osce- dezadeliti, da Burgali Elfendi, si
istituiti

nità; quelli del i.° si chiamano cabalisti distinguono per alcune ceremonie che
1

e riconoscono il d. Beni (mal primo isti- praticano in ossequio dc'morti, e nell'o-


tutore jquelli del 3.° appellatisi sunnachi- razioni che fjuno per essi. Alcuni credo-

sii ed anche terapeuti, vivono da misan- no che fondatore abbia imparato dai
il

tropi, ed hanno una mostruosa mesco- cristiani rinegati l'orazione pe'morti, che

lanza di dogmi. Ingenerale i marabuti ritennero qualche idea confusa ilei Pur-
sono cattivi e solenni impostori, ignoran- gatorio e de'sulfragi pe'defunti. Il Mar-
tissimi e dissoluti. Con tultociò godono racci neìProdromit.s ad refuta lioiiem A l-
d'immenso credilo fra'mussulmani, pos- Coraiiì^av. 4, p. i5, spiega le ceremonie
sedono dappertutto case e terreni, ed an- praticate da'mussulmani in ossequio dei
che interi villaggi e città: parte di loro morti; quante volte e come lavano il cor-
corrono cenciosi e quasi nudi in segno di po del morto, gli abiti col quale lo rive-

penitenza. 11 gran marabulo, ossia il lo- stono, le funzioni che fanno, l'orazioni che
ro capo supremo, risiede in Ardra provin- gli recitano prima le persone costituite in
cia del regno di Dahomey in Africa, nel- dignità, poscia i parenti del morto. Indi
la Guinea superiore, già regno possente. l'iman grida ad alta voce nell'orecchie del
Nelle moschee era vietato l'ingresso n'eri» morto: Che si ricordi che non vi è se non
stiani, come a'turchi l'ingresso ne'tem- un Dio solo ed un profeta. Veramente ciò
2.{o TUR TUR
l'iman non dice al defunto, ma n! mori- pera , Lo stato attillile della Tai'clti<f t
bondo, colla forinola o specie <li profes- questa lingua considerata nella sua mag-
sione di fede, comune a tutti i mussulma- gior purità senza mescolanza d'arabo e
ni:Che non vi è che ixn Dio solo, e che di persiano, non è che una composizione
Maometto è il suo vicario. Il lutto è sco- secondaria, e manca del carattere esseu-
nosciuto in oriente, perchè I' islamismo ziale d'una lingua madre, consistente nel-
vieta ogni segno di cordoglio verso i tra- l'essere per se stessa intelligente e ridu-
passali. I Lumi, generalmente parlando, cibile a'suoi semplici elementi. Nullame-
punto non risplendono sotto l'imperodel no la sua pronunciamone è dolce e mu-
Corano. V
Anno è lunare, per conseguen- sicale, il che deriva dall'armoniosa dispo-
za d'i i giorni minore del nostro, ed ha sizione delle sue vocali, le quali ne' casi
principio successivamente in tutti i tem- obbliqui e nelle altre inflessioni sono mo-
pi dell'anno; V Era da'turchi adottata è dulate in modo d'essere gradualmente de-
quella dell'Egira o fuga di Maometto dal- clinate, secondo una proporzionata scala
laMecca, 6 luglio 622. Difficilmente si
i o misura. La sua costruzione è ingegno-
può formare un' idea, al dire di diversi samente composta, e le sue trasposizioni
scrittori, dell'ignoranza de' turchi sino ai sono lontane dall'ordine naturale dell'i-
nostri giorni, tranne poche eccezioni. Né dee che si hanno nell' altre lingue. La
i turchi sono meno indietro per conto del- grammatica turca è combinata con tal
le arti che per quello delle scienze e del- arte che sembra essere il risultamento d'u-
le lettere, sicché i capolavori della Gre- na profonda pratica de'principii delle lin-
cia non poteauo cadere in mani più pro- gue in generale, e piuttosto appare com-
fane e più barbare. Ma le relazioni che si posta secondo il raziocinio de'filoso(i,ehe
hanno sui turchi, alcune sono troppo de- in conseguenza delle accidentali combi-
primenti, altre troppo elogistiche; ciò (ac- nazioni d'un popolo selvaggio e privo d'u-
cio osservare, perchè raccogliendo nozio- na specie di coltura. La lingua turca pe-
ni dalle une e dalle altre, non sia credu- rò che si parla dal popolo, comechè ba-
to talvolta in contraddizione, solo rife- stantemente copiosa per l'uso ordinario,
rendo imparzialmente. Il Matracci stesso, è sprovveduta di termini tecnici e di e-
che colle sue dotte investigazioni trattò di spressioni per rappresentare le idee filo-
ciascun punto, in certi particolari fu stra- sofiche, perla cui sterilità si è dovuto im-
no. Le scienze furono assolutamente ne- piegare parole arabe ed anche persiane.
glette, secondo alcuni, nondimeno un non Con tale unione di termini esotici, la lin-
piccolo numero di letterati possiede gli e-, gua turca scritta offre un'asprezza pedan-
lementi delle matematiche e dell'astro- tesca; ma parlata fra colte persone, da
nomia, e come dirò d'altre scienze; vi so- coloro iniziati nello studio delle lingue
no accademie e collegi, e pubbliche scuo- araba e persiana, è scevra di quelle espres-
le sono presso le moschee. La lettura of- sioni e di que'modi forzali che sono am-
fre alcuni monumenti relativi alla teolo- messi nella composizione. Allorché una
gia, alla storia e alla poesia, questa pe- persona erudita parla familiarmente coi
rò essendo piena d'iperboli esagerate. La suoi amici, invece d'impiegareque'modi
lingua turca non manca di armonia gra- oscuri chesembrano indicare un idioma
ve e severa: la buona compagnia ha un barbaro, mancante di regole e di princi-
linguaggio fiorito, nella composizione del pii, fa uso d'un linguaggio leggiadro, pie*
quale entrano l'arabo e il persiano.Osser- no di bellezze, tanto per la sua purità e
va il Dizionario delle origini che secon- ',
de!icatezza,quanlo per la cadenza copiosa,
do l'inglese Thornton, che visse i4 an- regolare e maestosa de'suoi suoni. Non vi è
ni a Costantinopoli e lasciò la pregiata o- certameule lingua maggio» mente alta al
TUR TUR *4i
dialogo; ma non può formare un'idea
si fere missive, e segnatamente pe'pubblici
chiara e precisa della lingua turca, se non ministri, per gli editti e gli ordinamenti,
conversando con una società colta e gen- non che alle canzoni e agl'inni: tali due

tile. Questo nuovo idioma, cui a grado a caratteri sono maggiormente in uso pres-
grado si aggiunsero le ricchezze dell'ara- so tutte le classi della nazione. Il siyra-
bo e le dolcezze del persiano, dev'essere kath è riserbato al solo ministro delle fì-

sceverato dall'antico turco, proprio ora nanze;il rik'ah, pe'memoriali e altri scrit-
soltanto al comune del popolo. Egli è poi ti di simil genere ; il talik è specialmen-
in questo idioma nobile ed armonioso,che te consagrato alla poesia epica; il suluss
scrivonsi nell'impero ottomano i libri di djerissy e il nesskhy djerìs.y, non servo-
storia e le opere scientifiche, gli editti del no che agli epitaffi, alle leggende e alle
sovrano, gli ordinamenti de' ministri, i epigrafi; il diery è per le patenti e le let-

decreti de'ti ibunali , finalmente tuttociò tere diplomatiche. L'antichissima lingua


che emana dalla cancelleria imperiale e araba, dopo la caduta dell'arabo impero,
da'numerosi dicasteri degli affari pubbli- non perdette il suo lustro, ma cessò d'es-
ci. Tanto il turco, quanto l'arabo e il per- sere la lingua comune, e ad essa venne
siano, hanno un medesimo carattere,quin- sostituito il turco e il persiano. 11 turco
di uno stesso alfabeto,del quale e dellaZ/z/z- primitivo, poco ricco e meno armonioso
gua a questo articolo ne feci parola; ma del persiano, è l'idioma del popolo nel-
la semplice cognizione de'comuni carat- l'impero ottomano, inquellodegli uzbeki
non basterebbe ad un arabo o ad
teri, e in moltissime regioni dell'aita Tarlarla.
un persiano per leggere ad alta voce un Il persiano, la cui pronuncia è molto più
ms. turco, e così viceversa, se primiera- dolce, è coltivato anche fuori della Per-
mente non abbia imparato il significa- sia da tutti coloro che hanno mente per
to de' termini di ciascuna lingua : tulta- la poesia, e si parla persino alla coi te di
volta lo studio d'un anno è sufficiente per Costantinopoli,sebbene le due nazioni sie-
imparare a leggere e scrivere l'arabo, e no dissidenti, comechè i persiani sono se-
circa 4 m esi per ognuna dell' altre lin- guaci d'Aly, e perciò mal veduti da'tur-
gue; l'ortografia è infinitamente più sem- chi e da tulli i sunniti seguaci della set-
plice e più conforme alla pronuncia, che ta d'Omar. Niuna però delle due lingue
non sono per un italiano il tedesco e l'in- si avvicina alla ricchezza e maestà dell'a-
glese. Non bisogna però credere che la raba, il cui studio è indispensabile a qua-
lettura delle 3 indicate lingue sia facile lunque mussulmano, che voglia alquan-
ad ognuna delle stesse nazioni, giacche è to sollevarsi al di sopra del volgo, giac-
indispensabile una cognizione prelimina- che r Ai-Corano e tutte l'antiche opere,
re de' 3 idiomi in qualsiasi leggitore. I massime religiose, sono scritte nell'arabo
caratteri poi si varianoin io modi, perchè idioma. L'antichissima lingua araba è di-
ciascuno ha il nome e l'uso suo partico- visa in arabo letterale, ch'è la lingua del
lare; laonde un perfetto amanuense o co- Corano e de'dotti, e in arabo volgare. Co-
pista non è nell' oriente una persona di me la lingua più ricca d'oriente, ha un
limitale cognizioni, ma è un calligrafo; numero strabocchevole di sinonimi, per
giacché oltre al sapere le diverse scrit- indicare la stessa parola. Sedevesi crede-
turazioni, sanno cosi bene eseguire ogni re al Lessicografo Arabo di Firouzaba-
carattere, che l'occhio ingannato dalla sono iooo parole per indicare un
di, vi
bellezza loro le prenderebbe per lettere cammello e un lione,e 5oo per esprimere
stampate o incise. Il più comune carat- una spada. Osserva il Rampoldi negli An-
tere è il nesskhyt che s'impiega ne' libri nali Ottomani) ch'è un'opinione affatto
iuss. o stampati; il diwany è per le let- erronea tra gli europei, che la dottrina di
VOL. IXXXI. 16
24» TUR T U R
Maometto un muto di bronzo
innalzasse Francesco Meninski , Justitutiones lin-
contro le scienze e lumi, e che quel le
i guae turcieae, citm rudimenti* parai
gislalore sia stato il più gran nemico che lelis linguaréun arabicae et persicac,
abbia avuto la ragione umana, poiché a V'mdobonaei756. M. Viguier, Siemens
solo detrimento delle scienze raccoman- de la tangue turquet Constanti no pie
dasse o piuttosto imponesse una santa 1790. Yzi storiografo regio, Annali mu-
ignoranza a'seguaci suoi.Troppecose giu- sul mani sevi ll\ in lingua turca e divisi in 2

ste e solenniponno confutare tale pre- epoche. Costantinopoli 1784-85. Alpìia-


giudizio, imperocché non vi sono titoli betum arabicum, Romaei 797. Tomma-
fra'maomeltani maggiormente onorevo- so Erpeni, Rudimenta linguae arabicae,
li, come quelli di dotto, letterato, avvo- Parisiis 1688. Antonio Giggeri, Thesau-
calo o scrittore. Colui che coltiva i buo- rus linguae arabicae, Mediolani i63s.
ni studi, è ovunque rispettato, ed ei solo P. H. E. Gottlob, Compendium grani-
può aspirare a'pubblici impieghi, per cui maticac arabicae, cum chrestomalliia,
e accademie e collegi trovatisi pure ovun- Jenaei790. Massimo Mazlum patriarca
que in grau copia, e sono assai frequen- de'greci melchili, Grammatica genera-
tati. I primi studi consistono nella gram- le della lingua araba, Roma i83o. J.

matica, nella retlorica, nella poesia, uel- Chr. Kallii, Fundanienta linguae ara-
la filosofia e nella giurisprudenza : la bicae Hauniae 18 18. Francesco Dum-
,

grammatica però viene considerata qual bais, Grammatica linguae mauro-ara-


vera e solida base dell'educazione. Prima bicae juxta vernar idi idioma'tis usumj
d'ogni altra cosa i turchi esigono che si accessit Voeabolarinm ìatino-mauro-
conoscano priucipii della religione, e per
i arabicum,V\iìòoho\me 1800. Arleaga,
conseguenza della sua propria linguajque- DelV itifine nza degli arabi nella poesia
stoè santo dovere, non pregiudizio. Tut- moderna in Europa, Roma 1791. Simo-
te le lodi che si danno al Creatore, tut- ne Assemani, Saggio sull'origine, culto,
te le preci che a devo-
lui s'indirizzano, letteratura e costumi degli arabi avan-
no essere conosciute e inlese dall'offeren- ti Maometto, Padova 787. F. A. G. Her
1

te, dimodoché la lingua araba è studia- bin, Développeniens des principes de la


ta conosciuta e parlata dalla massima
, la ngue arabe moderne, Paris i8o3. Di-
parte de'mussulmani. La morale poi, os- ctionnaire arabe par Germain Farha-
sia la dottrina de'buoni costumi, da cui te maronita, révu, corrige et considera-

tulio dipende il beu essere de' popoli, é blement augmenté sur le ms. de V àu-
considerala come ii 2.° cardine della buo- teur par Rochaid de Dahdah, Rome
na educazione,e consiste in massime, sen- r849- Flores grammaticales arabici
tenze, proverbi, apologhi e racconti sto- idiomatis ex optimis grammaticis, nec
rici, per la maggior parte scritti in verso, non pluribus arabum monumenti*;, stu-
per cui lo studio della poesia vedesi ran- dio et laborefr. Jgapitia Valle Flem-
nodato con utilissimo e beli' artifizio a marum, Romae 845. L'operai insigne del
quello della morale , poiché diletta la gesuita Audres dell' Origine e deprogres-
mente, s'imprime anche con maggior di- si d'ogni letteratura, trattò egregiamen-
letto e con maggior solidità in cuore. Per te degli studi e delle scoperte degli arabi.
Io studio delle lingue turca, araba e per- Alphabetum persicum^ìomixe 783. Ru- 1

siana abbiamo copiose opere, fra le quali dimenta grammatiche persicac. Pala vii
le seguenti. Cosimo Comidas de Carbo- 17 Sy.jdntho logia persica,scu sclecta e di-
gnano, Priìicipìi della grammatica tur- versis persiis auctoribus in lati/10 /rrf/M-
ca, Roma 1794. Amedeo Jaubert, Elé- /<7tar,ViennaeAustriaei778A.Jesu,£/v7///
mens de lagrammaire furAr^Paris 82 3. 1 matica linguae persicac, Romae 1661.
-

TUR T U II 243
Sino ad anni addietrostamperie di le tinopoli, e compilatore del Dizionario
Costantinopoli non pubblicavano che Al francese-turco), sono stati stampati 108
Corani turchi e arabi, storie di Maomet- vohuni;dal 1842 il numerode'libri slam
to e dell'impero turco. Nel 1726 Achmet pati si è grandemente accresciuto. Nuo-
III. protettore zelante delle lettere,ordinò ve macchine sono state di recente stabi
che si stabilissero stamperie uella capita- lite a Costantinopoli e nelle principali cit-

le della Turchia. I giudei e gli armeni tà dell'impero, per le stamperie in nota


possedevanosoli, dalla fine delsecoloXVl, bile progresso. Leggo nella Civiltà catto
a
nelle case de' loro rabbini e sacerdoti, lica, 3. serie, t. 382, il novero dei
2, p.
stamperie, ove non s'impressero che ope- giornali che si stampano nella capitale
re di religione. Achmet III per conciliar- dell'impero ottomano. Ivi si dice, che nei
si gli ulema, non permise l'impressione numero delle molle altre cagioni le qui-

dell'Al-Corano, delle traduzioni dell'ope- li concorrono ad abbattere il vecchio mus-


re canoniche e giuridiche, nou che de'lo- sulmanismo in Costantinopoli, non è di
10 commentatori. Il motivo di questo di- tacere il progresso che vi fa la stampa pe
vieto era il timore di vedere i libri sagri riodica, il che dimostra che si ama di leg

falsificati. Coll'editto imperiale erano sta- gere e d'istruirsi. Lasciando di dire che
ti nominati due direttori, e posti i fondi quasi tutti principali periodici d'Euro-
i

alla loro disposizione. Ambedue erano sti- pa vi contano associati più o meno nume-
pendiati, ed il ministro e il gran visir li rosi, secondo la lingua in che sono scrit-
proteggevano in una maniera singolare. ti e le materie che trattano, il seguente
Quattro giudici, persone le più ragguar- breve catalogo comprende le pubblica-
devoli, erano incaricati della censura; il zioni periodiche che ora escono nella ca-
sultano Achmet III, che solamente regnò pitale del Bosforo. Esse sono le seguenti.
3 anni dopo questa istituzione, visitava Il Tanguin-V'agii o Tacìduli-i- Vacai,
spesso la stamperia incoraggiando i di- giornale de'fatti, esce irregolarmente in
rettori e gli operai alemanni. Mahmoud lingua turca , ed è giornale ofliciale. Il

I seguì l'esempio, dopo la deposizione del Journal de Constantinople Presse e la


predecessore. Tutta volta, malgrado Io ze- d'Oricnt, ambedue in francese, si pub-
lo de' due direttori e la sovvenzione im- blicano il lunedì e il giovedì. Il Telegra-
periale, la stamperia faceva poco progres- phos tou Bosphorou, telegrafo del Bosfo
so. La difficoltà di procurarsi abili com- ro, in greco, esce il sabato.il Medjmoud-i-
positori, e la mancanza de'caratteri,i qua* Havadis,YixcQo\lbò\. notizie, in turco con
li tutti fusi a Venezia, erano sì gran-
erano caratteri armeni, si dispensa il sabato. li

di che nel 743, vale a dire quasi 1 7 an-


1 Macis, monte Àia rat, in armeno, esce il
ni dopo, solo 17 opere erano state stam- giovedì. L''Jnadoht, Oriente,in turco cou
pate. Nel 1747 dopo la morte dell'ispet- caratteri greci, si distribuisce il sabato.
tore Kadi-lbraim, la stamperia fu chiù L' Akhbar-i-Constantiìùe, notizie di Co-
sa, e non si riaprì se non nel 1755. Da stantinopoli, in turco con caratteri arme-
quell'anno al 784 non fu stampato nul-
1 ni, si pubblica il sabato. U Avedapcr, mes-
la. Allora il sultano Àbdul-Hamed ordi- saggere, in armeno, mercoledì ogni i5 il

nò il ristabilimento della stamperia con giorni. Il Tzarigsadski Vestnitk, mes-


grande apparato. Nullameno dal 1784 al saggere di Costantinopoli, iu bulgaro, 3
1828 non comparvero se non 80 opere, volte la settimana. V Or-Israel, luce d'I-
le quali formavano uu insieme d'82 vo- sraello, in ebraico spaguuolo con carat-
lumi. Dah83o al 1842, secondo il cata- teri ebraici, il venerdì. L' Asdjid Asve-
logo fatto dal Bianchi (segretario inter- lian, piccola stella d'Oriente, in armeno,
prete della legazione francese a Costan- periodico letterario e scienlifico,esce men -
244 tur TUR
silmente. Djeridì-ì-Devrn
Il raccolta . conoi corpi de'ministri della religione^pe-
universale, in armeno, periodico religio- cie di gerarchia appartenente moljo più al

so, lellerario e politico, si pubblica due governo politico, che alla religione,la (pia-
volle il mese. L' Ardua ì asbouragan, le non ha quasi nò ne esteriori cere-
riti,

aquila di Vasburg, in armeno, periodico monie. Anzi trovo più critici


in diversi
morale e letterario d'ogui mese. El Ma- scrittori, che in errore caddero coloro che
ladcvOy la Fucate de ciencia , il Mala- ragionando delle cariche e magistrature
dero, la Foute della scienza, periodico il- dellamonarchia ottomana e di altre mus-
lustrato in lingua spaglinola clic si slam* sulmane, vollero fare paragoni alla ge-
pa con caratteri ebraici. Nominai più vol- rarchia ecclesiastica, come sono andato
te gli ulema , ora conviene che ne dia dicendo secondo le diverse opinioni, im-
coutezza. Una delle più grandi preroga- propriamente. Gl'imam non hanno ne di-
tive de'successori diMaometto, come os- stintivi, ne carattere che li dispensi dalle
serva il Itampoldi negli Annali musul- obbligazioni di cittadino, e ordinesedicen-
mani) fu l'unione delle due spade. L' e- te sacerdotale non esiste in veruna manie-
sercizio delle funzioni sacerdotali(o di pri- ra fra'mussulraanijCome già ripetutamen-
mi ministri della religione) fu pei ò sem- te avvertii. Il muftì e
le persone dell'il-

pre considerato da'califli come il più au- ulema, di cui egli è ca-
lustre corpo degli
gusto de'loro diritti, e il i.°de'loro dove- po supremo, non sono ministri della re- i

ri. Nella loro qualità di depositari supre- ligione, ma soltanto gl'interpreti della leg-
mi del Corano e della legge sagra , essi ge, giudici e giureconsulti, diversi adatto
furono sempre pontefici della religione dal corpo de'ministri del culto pubblico,
maomettana, amministratori della giu- come differente n'è la giurisdizione. Quel
stizia, e dottori della legislazione univer- rispeltabilecorpo è poi diviso in doccias-
sale: tre dignitàmolto distiute, ed a cia- si, Fukaha e Kad\ cioè giureconsulti e
scuna delle quali, secoudo lo spirito del- giudici, e ad essi è applicato esclusivamen-
l'islamismo, erano costantemente attacca- te il titolo di ulema, e quindi, ripelo di
li differenti poteri e particolari funzioni. nuovo, sono interamente separati da'mi-
Finché il califfato restò tanto nella fami- nislri del pubblico culto. I componenti
Ooi iliade che in quella degliAbbassidi
glia l'ulema sono teologi soltanto, perchè la
della i. 'dinastia, tali arabi imperatori a- giurisprudenza trae origine dal Corano;
dempirono le suddette funzioni da loro la quale cosa si dee pur dire relati vamen-
stessi, o col mezzo di luogotenenti stabiliti teaì Multekao particolare codice religio-
nella capitale, e nelle provincie sottoposte so, criminale, politico e militare dell'im-
al loiodominio, col titolo d'Imam e di Ca- pero ottomano. Tranne questo, i compo-
di o Kadi. Non furouo però che questi ul- nenti l'ulema sono totalmente estranei al-
timi.i quali distinti dagli altri sudditi, per la ìeligione. È vero che i ministri del cul-
l'erudizione, la natura e l'importanza del to ricevono ne'collegi lai. "educazione co-
loro ministero, composero l'ordine gerar- mune cogli ulema, e formano tra loro la
chico sotto il venerabile e augusto titolo classe de'soflà o studenti, per l'interpre-
di Xilema^ che significa de'dotti, de 'sa- tazione della legge; ma allorquando sono
pienti e letterati. Erroneamente da mol- giunti all'età conveniente, ed hanno ac-
ti si credette che i ministri della religione quistato un grado sufficiente di apposite
facessero pai te degli ulema: sono essi ben- nozioni, scelgono a volontà il ministero
sì rispettati al pari de'doltori della legge che loro maggiormente piace, cioè quel-
e de'ministri di giustizia, ma non forma- lo d'amministratori della giustizia, inter-
no come questi ultimi un ordine. Ulema preti della leggeo ministri del culto. Per
è altresì nome generico col quale s'iudi- questa ultima classe, non offrendo essa al-
TUR TUR 245
l'ambizione una carriera molto estesa,non mi che si sostengono, otfengonsi diversi
vi si ricerca perciò molta capacità a fron- gradi, che sono quelli di softà o studen-
te delle prime due, per cui coloro che vi te, muder ri o capo di scuola, naib o se-
si destinano sono obbligati a maggiori stu -
gretario di giudice, cadì o giudice, mol-
ili, e quindi sottoposti a formalità più ri- la o gran giudice, Kiabc molakì o giu-
gorose. E quindi da tale comune prove- dice della Mecca, Istambul effendi o ma-
nienza che molti confusero l'anzidetta ul- gistrato di Costantinopoli, kadi-leskìeri
tima classe colle prime due, le quali sol- a giudici militari. La legge religiosa e la
tanto sotto gl'indicati nomi di Fukaha e legge civile sono una cosa sola. Gli ule-
di Kadì compongono il detto corpo. Glio- ma sono i ministri della lesjsre e giudica-
norie le prerogative di quelle due classi di no senza appello in civile e in criminale.
persone, non che il loro sapere, e le cari- Abbandonano all'ordine inferiore degl'i-
che che occupano, formarono dappertut- mam le funzioni del culto , riservandosi
to una distinzione invidiata da taluni e gli uffizi giudiziari più lucrosi e impor-
rispettata da tutti. Colla loro costante u- tanti. Il sultano mentre eredita da tutti i

nione seppero poi formare un partito si funzionari civili e militari, ne sono esenti
forte, tanto alla corte, quanto fra il popo- gliulema. La Turchia, a parlar propria-
lo, d'avere un predominio sopra l'intera mente, non è una monarchia ma un com- ,

nazione, poiché alcune volte impiegaro- posto di principati, ed anche di repubbli-


no la loro influenza per indurre i popoli che unite per la legge di Maometto, vin-
alla ribellione, dirigendo l'opinione pub- colo potente per un popolo essenzialmen-
blica contro i sovrani, o giustificando le te religiosoe schiavo dell'abitudine. L'au-
loro usurpazioni. Non v'ha che il milita- torità del sultano non è positiva e intera
re che possa essergli contrario; ma anche che a Costantinopoli, e dentro un raggio
questa classe viene sovente resa ligia al- di 3o o 4o leghe intorno a quella capita-
l'influenza degli ulema, tanto per le su- le, ed in alquante grandi città dell'impe-

blimi cariche che occupa, quanto per le ro; dappertutto altrove n'è riverito il no-
ricchezze di cui all'uopo può disporre. In- me, perchè successore de'califfi e perciò
fatti i membri di questo possente corpo capo della religione; ma il suo potere è
non pagano tasse ne pubbliche imposizio- poco, o perchè pascià non l'ubbidisco-
i

ni, e per un particolare privilegio le loro no, perchè le città e capi de'territo- i

proprietà sono ereditarie nelle rispettive rii non ubbidiscono pascià. Le città noni

famiglie, ne mai sono sottoposte alle ar- hanno tutte la medesima forma d'ammi-
bitrarie confische. La conservazione di ta- nistrazione; le une sono governate da un
li immunità fa in modo che le famiglie luogotenente del pascià; altre soggette ad
meno ricche dell'ulema soffochino facil- oligarchie formate da uomini a' quali le
mente le gelosie che potrebbero avere ricchezze e la posizione danno preponde-
contro le più possenti, ed abbandonino i ranza sui loro cittadini; hanno altre un'a-
loro particolari ambiziosi progetti ogni ristocrazia costituita e regolare risultan-
qual volta lo credono necessario pel be- te dall'equilibrio de' poteri di parecchi
ne comune. Si dirigono i giovani delle al- funzionari gli uni dagli altri indipenden-
te classi alle funzioni d'ulema, che han- ti. La popolazione maomettana, ne'luo-
no per oggetto l'amministrazione civile e ghi dov'è assai numerosa, dividesi in cor-
religiosa, al modo narra to,e per pervenir- pi di mestieri, i cui capi adempiono le fun-
vi basta principalmente essere versati nel- zioni municipali. Arroge che io qui dia un

la cognizione del Corano. Scuole vi sono sunto de' Brevi cenni della dottrina dei
in Costantinopoli , Adrianopoli e altre Mussulmani a opra le loro leggi e sopra
maggiori città dell'impero. Dietro gli esa- il loro avvenire, estratti dal prof. Miche-
*46 TUR T LT II

le ile Mathias, specialmente Julia recen- ilo inlevo non abbia una certa religione,
tissima opera, La Tui <hia
G. M. Ja- J
ci i e confessano verissima la prescrizione di
n»nnini. "segretario interprete del ledei Maometto, doversi l'islamismo propagai
francesi per le lingue orientali, e Giulio re colh spada. I dotti turchi ora pongo-

Van Gaver, stampata neli83c) e tradot- no in ridicolo, che l'islamismo era la re-
ta nel 1840 da F. Falconetti; cenni pub- ligione che Dio prescrisse ad Adamo, ed
blicati negli Annali delle scienze religio- altro predicato dagli ulema quali col , i

se, 1. i5, p. 37 3, e che già ricordai a Mao- Corano alla mano vanno insinuando, che
mettismo. Il De Malthias divise il suo di- il tabacco, il calle, l'oppio e il vino sia-
scorso in due punti o articoli: nel i.°trat- no i 4 ministri del demonio, mentre al-
ta delle dottrine de'mussnlmani sulle lo- l'incontro gli altri mussulmani afferma
ro leggi in generale, rapporto ad un'agi- no invece essere 4 elementi del mondo i

tazione religiosa universale, che succede- del godimento, 4 cuscini del sofà del pia-
i

rebbe se si esaminassero ; nel 2.° parla cere. Lo stesso sultano, appellato enfati-
delledof trine de'mussulmani, rapporto al camente il re de' re e l'ombra di Dio, be-
loro avvenire. Quanto all'art. i.°si dice. ve il le prescrizioni del Co-
vino contro
E proibito presso i mussulmani, anche in rano.Rapporto alle donne, ormai mus- i

una semplice discussione, discorrere sul sulmani hanno capilo non esservi religio-
punto di vedere, cjnal sia la migliore le- ne tanto nemica del bel sesso, quanto la
gislazione del mondo ,
perchè nel secolo maomettana, perchè il tener più mogli
XVI, epoca la più florida per l'impero ot- ripugna agli offici della legge di natura
tomano, vi fu un'agitazione religiosa ge- perchè più donne non ap
detti secondari, •

nerale, nella (piale i turchi di maggiore portano che guai a se stesse e alle fami-
ingegno pensa vano che ilCorano era mol- glie, perchè l'amor coniugale si distrae,
dopochè gli avea
to inferiore all'È vangelo 5
perchè succedono perpetui delitti, gelosie,

illuminati colle pubbliche predicazioni l'u- risse, invidie ec. Del resto, è certo che i

lema Cabiz, il quale non potè essere con- mussulmani istruiti hanno una pessima
futatodagli opponenti, rimase fermo nel idea della loro legislazione e religione, sia
le sue incontrastabili convinzioni, e pre perchè la ritengono ridicolosissima in rap-
ferì la morte a'suoi giusti principii, qua! porto alla religione vera, sia perchè non
preteso eretico mussulmano, non però se- la vedono idonea a tutte le nazioni. Quan-
condo il maggior numero de'magislrati. to all'art. 2.°,dottrinede'mussulmani sul
Fu tale e tanta l'agitazione religiosa, che loro avvenire, si dice. E' presso i turchi
ìapidamente si estese in tutto il vasto im- sapienti generale la credenza, che la se-

pero ottomano, onde il sultano fu obbli- de dell'islamismo, Islambol o Istambul,


gato a decretare proibizione sotto pena CoslanlinopoIijCadrà nuovamente in po-
della vita, il dare anche in una semplice tere de'cristiaai; sebbene il Corano dica,
discussione la preferenza alla dottrina di che in ogni nuovo secolo Dio invierà al-
Gesù Cristo. In generale turchi la pen- i cuno a rinnovar la fede del popolo, che
savano come l'ulema Cabiz, se non in teo- imaomettani sostengono col regno. Seb-
rica^almenoin pratica;anzi gli stessi mao- bene molti tra essi ritengono per indu-
mettani alquanto illuminati, credonoan- bitato, che la da
loro legislazione derivi
cora che le loro leggi non ponno essere Corano, paro-
fonti nobilissimi, cioè dal
abbracciate da tutti i popoli del mondo, la di Dioj dalla Sunna, parola del pro-
e ritengono che non poche nazioni sono feta; dalle sentenze de'4 imam, che so-
fisicamente impossibilitate ad accettare la no come padri dell' islamismo; e dalle
i

loro religione,
massime del settentrione. leggi del sultano, comprese sotto il nome
Poco importa a'maomeltani che il mon- di Ursi, cioè legislazione necessaria, os-
-

T U II x u a 24 7
sia il compimento o spiegazione dell'ai -
dono poi nel tallo strano, sostenendo qhe
Ire 3 parti del diritto politico. Il Caunu- ciascuno nella propria sua legge possa-sai
name, libro o diritto canonico, è la col- varsi, avendo preteso Maometto, nel con
lezione di queste leggi, e permette per- fessar vera la fede cristiana, essere la sua
sino gii omicidii. Pure l'avvenire di sif- legge più facile e più sicura. Ed io non
fatta legislazione si crede pessimo, rela- cessando di ripetere:Fuori della veraChie-
tivamente alla sede dell'islamismo. Non sa cattolica non vi è la salute eterna, anco-
ostante che mussulmani chiamino il Co-
i ra una volta ragionai della veracità di tal
rano, C/ielam-Scerif, ossia parola sa- terribile sentenza, anche nel voi. LXXIX,
graj non ostante che lo appellino, Clii- p. y3. Il gesuita p. Menochio nelle Stuo-
tab o Chitab-ullah, vale a dire il libro re t t.3, cent. 1 1, cap. ifc Onde avven-
per eccellenza, il libro di Dio; non ostan- ga ì
che tanto lungamente duri V impe-
te che gli diano l'epiteto di Moshaf co- rio Turchescoj dichiara che niuna di
dice supremo, e di Furcan, quello che quelle sette insorte in diversi tempi e che
fa la distinzione del bene e del male ì
e colla loro potenza oppressero il popolo
del vero e del falso; pure molti vi cre- fedele, è durata tanto lungamente come
dono, rapporto al loro avvenire in Islam- la maomettana, che afflisse e affligge tan-

boi, in modo, come se non vi credessero te provincie nelle quali già fiorì il cristia
affatto. Anzi ritengono i civilizzati, che il nesimo, che abbattè e poco meno estin-
re de're, l'ombra di Dio, coli 'intero im- se. Enumerata durata dell'epoche sul-
la

pero ottomano cadrà; e dicono altresì, che le oppressioni a cui soggiacque il popolo
l'harem delle donne è una delle cause del- ebreojricordate le persecuzioni dellaChie
la caduta. E non pochi de'turchi credo- sa mosse da vari imperatori, per lo spa
uo inoltre, che la caduta dell'impero pro- zio di circa 260 anni; rimarcato che go- i

durrà pure quella dell'islamismo per o- ti, i longobardi e altri invasori oppresse
gnidove: questa credenza die luogo a due ro le nazioni per quasi 3ooanni, condii
sette maomettane, una ortodossa e l'al- de che la setta maomettana esiste dal 63o,
tra eretica. Il Jauannin scrisse nel suo ed occupò e signoreggia tuttora vasti re
proemio: Quest'astro politico, oltrepassa- gni e provincie già floridissimi. A inve
to punto del suo apogeo, precipita trop-
il stigar la causa di lunga tribolazione e

po rapidamente all'occaso. Termina suoi i durata d'impero de'turchi, dice con Pao-
cenni il De Matthias con osservare , che lo Burgense, scrivendo sul cap. 1 3 dell'ai
l'Oriente e l'Islamismo si va studiando se- pocalisse,checìò permeitela divina prov-
riamente, e dal 1842 in cui sciiveaad og- videnza per 3 ragioni. Lai. è che la set-

gi ognun sa quanti e quali studi si sono la maomettana, insieme alle cose cattive
fatti, quanti e quali strepitosi avvenimen- che pratica, ne ha alcune tollerabili e an-
ti si sono succeduti, come l'impero restò co buone, iu riguardo delle quali possia-
scosso du'fondamenti per l'ultima strepi- mo prudentemente credere, che Dio per
tosa guerra d'Oriente. Le conseguenze di ciò la sopporti tanto lungamente. Uua
tuli studi, anche presso mussulmani, so- i delle buone cose è che ella detesta ogni
no che la legge del falso profeta Maomet- sorta d'idolatria, la quale è tanto ahbor-
to mostra abbastanza da se la propria rita da Dio che lo muove a sdegno. La
turpitudine, e che il futuro si presenta in- 2/ è che la setta maomettana non impe-
certo e triste. Voglia Iddio che maomet- i disce ordinariamente, che i cristiaui vi-
tani, ora che sono in avanzala via dell'in- vano conforme alla legge loro, permet-
civilimento, abiurino i loro errori, come- tendo che sieno governati da' patriarchi
che in buona parte ormai persuasi, che e vescovi, che custodiscano i santuari di
il solo Dio è quello de' cristiani; ma ca- Terra Santa, e che questi vengano visi-
I \S TUR TUR
lati da'pcllegrioij ne stimano che la leg- n'sudditi che ardivano contravvenire al-
ge eli Crisi o sia cattiva, ma anzi credono, le leggi, la difficoltò di evadere dopo com-
come insegnò Maometto, che chi l'osser- messi i delitti, per la vastità de'paesi che
va possa conseguire l'eterna salute. La tutti riconoscono il medesimo signore,non
3." è, perchè ha voluto Dio fare co'crislia- potendo i delinquenti fuggir nel territorio
ni quanto già fece cogli ehrei, gl'inimici d'altro principe. Sebbene le reggenze di
rie* quitti che con essi confinavano e che Tunisie Tripoli dovettero far cessare la
occuparono il paese del popolo fedele, non pirateria nella quale si facevano Schiavi
volle allatto estinguere, acciocché avesse- (F*)j sebbene il defunto bey di Tunisi e
ro un continuo esercizio d'armi e di vir- l'iman di Mascaté abolirono la tratta de-
tù, e costanza nella vera fede. Aggiunge gli schiavi, questo mercato umano tutto-
col Percrio, disputazione AeW Apocalis- ra riprovevolmente si esercita nell'Afri-
se, sul cip. 22, de A ntichrfsto, a\lve ra- ca, ed il morette e anco di
riscatto delle
a
gioni, delle quali la 1 . è, che Dio permet- mori eseguito dal sacerdote Olivieri, con
te che i turchi occupino que'paesi e fla- esso da poco lo hanno assunto [Trinitari
gellino quegli abitanti, in castigo de'loro Scalzi (F.), mentre la schiavitù è in la-
errori che pertinacemente seguono nel- grimevole vigore presso turchi. La ser- i

l'eresia e nello scisma, siccome ostinata- vitù, si recluta per mezzo della guerra: gli
mente contumaci contro la Chiesa roma- eserciti che vanno in campagna sono ac-
na da cui sono separati , e sottratti dal- compagnati da' crudeli mercanti degli
l'ubbidienza del sommo Pontefice; e per schiavi, a'quali abbandonansi prigionie- i

le antiche perfidie e tradimenti usati agli ri, e sono obbligati a darne il 1 o.°allc sta-

eserciti cristiani de' Crociati, che andaro- to in prezzo o in natura; quelli che mer- i

no in TerraSanta per liberarci Santi Luo- canti trattengono sono condotti ne'bazar
ghi dal giogo saraceno. La 2.* ragione es- (mercati pubblici in Turchia, lunghe gal-
sere le discordie de'principi cristiani, che lerie piene di botteghe, con appositi guar-
a beneficio de'turchi accanitamente guer- diani, ove si collocano i negozianti di tut-
reggiarono tra loro; mentre se fosserosta- te le classi e di tutte le nazioni) o sulla
ti uniti, come zelantemente insinuarono piazza pubblica per esser venduti. In ge^
tanti Papi, la monarchia ottomana non nera le, non si sforzano a mutare religione
sarebbe divenuta così formidabile e in- rinegando la propria. I cristiani che con-
gerito colla sua colossale potenza terrore servano la loro fede, ricevono ordinaria-
a
alla cristianità tutta. La 3. cagione per mente la libertà dopo un certo numero
la quale la setta maomettana crebbe e si d'anni di servizio. Ve ne hanno che pos-
mantenne, è che la legge del falso profe- sono riscattarsi, ed i padroni loro procac-
ta non propone cose da credersi superio- ciano tutti i mezzi per corrispondere col-
ri all'ordinario intendimento umano, on- le proprie famiglie, per giungere a tale
de per ragione della difficoltà dell'inten- scopo: ma i rinegati non possono più far-
dere non dà occasione alcuna di rifiutar- si riscattare, e la loro libertà dipende dal-
la: anzi è molto sensuale e carnale, favo- la volontà del padrone: se l'ottengono, en-
risce la vita libera, alla quale inclina la trano nella condizione de'sudditi turchi,
natura umana corrotta. Finalmente, che ma non ponno esercitare alcun uffizio
sebbene il governo turco era tirannico e pubblico, né maggiormente i loro figli si-
a
l'imperatore trattava sudditi i come schia- no alla 3. generazione. Gli schiavi diffi-

vi, imperava su popoli educati all'abbie- cilmente ponno riuscire a scappare; co-
zione e inermi, senza ricchezze ereditarie, loro che ne favoriscono la fuga o li nascon-
con punire rigorosamente ad ogni sem- dono, incorrono la pena di morte e la con-
plice sospetto, riuscendo inoltre di freno fisca de'beui. E da sperarsi che il progre-
TU R TUR 249
diente incivilimento de' turchi e le util ta dell'insegnamento. I loro metodi furo-
riforme che va introducendo il regnante no poi sperimentati sotto gli occhi del
sultano, iniziate dallo zio Selim HI e pro- consiglio del pubblico insegnamento, ed
seguite dal padre Mahmud Khan II, a- i migliori furono adottati per tutte le
vi anno anche per felice conseguenza l'a- scuole. I professori più. capaci si fecero ri-
bolizione dell'inumana e harbara schiavi- manere a Costantinopoli, e furono am-
tù, alla quale in parte ha già dato opera messi nel corpo insegnante della scuola
quanto all' esecrando ti adico. Ora regi- normale, donde doveano uscire, formati
strerò alcune delle principali riforme at- a'nuovi metodi, tutti i professori di cui
tuate dall'illuminato governo. aveauo bisogno le scuole delle provincie.
Nel i 839 il sultano Mahmud-Rhan II A' i5 novembre 1 846 ebbe luogo con gran
decretò, che qualsivoglia suo suddito cri- pompa l'inaugurazione della nuova scuo-
stiano, il quale si presentasse a un magi- la militare fuori di Pera, alla presenza del
strato turco per abiurare la sua religione, sultano e de' dignitari turchi. Il sultano
fosse consegnato al patriarca ovvero al istituì quindi un comitato letterario, il cui
suo delegato, e custodito in carcere per incarico principale fu di soprintendere al-
4o giorni. Se, trascorsi questi giorni, e- la composizione d'una grammatica e di
gli rimaneva fermo nel suo proposito, po- un dizionario classico della lingua turca;
teva essere ricevuto legittimamente nel- di talecomitato niunoera europeo. Il sul-
l'islamismo. Il medesimo sultano dichia- tano dispose, che si fondasse un'accade-
rò cassa e nulla la sentenza degl'interpre- mia simile alleesistenti nelle primarie cit-
ti della legge maomettana, giusta la qua- tà degli stati d'Europa. Volle che il dot-
le le vergini cristiane, che siano tolte a to corpo si componesse di 20 effendi o dot-
marito da'giovani maomettani, doveano tori di legge, e che avesse per cura prin-
abbracciar maomettana o
la religione , cipale d'occuparsi di tultociò che si rife-

perdere la vita. Nello stesso anno il re- risce alla lingua e storia dell'impero ot-
gnante sultano Abdul-MedjidKhan suc- tomano. Che l'accademia avesse inoltre
cesse al padre, ne ereditò pure lo spirilo la sorveglianza di tutti gli stabilimenti di

saggio e riformatore, quindi con Hatti- pubblica istruzione, e dovesse essere con-
Cherilfde'3o novembre guarentì a' suoi sultata sopra tutte le questioni chesi col-
sudditi l'inviolabilità della vita, dell'ono- legano a tale importante soggetto. I pa-
re e della proprietà. Il sultano con l'Haiti- dri di famiglia della Bosnia , cristiani e
ChcrilF riguardante l'istruzione pubblica, mussulmani, ricevettero l'ordine di man-
eccitò i suoi ministri a distruggere l'igno- dare i loro figli a scuola. Sulla relazione

ranza, quel flagello della società, condan- del grande ammiraglio, il sultano ordinò
nato egualmente dalla religione e dal l'invio in Francia e in Inghilterra di 16
buon senso, affine di propagare i lumi, dis- giovani maomettani, allievi della scuola
sipare le tenebre, e spargere le scienze. La navale di Terz-K.hanè, parecchi de'quali
chiamata di Reschid pascià a capo del mi- aveano terminato loro studi d'ingegne- i

nistero, contribuì co'suoi lumie colla sua re; onde perfezionarsi nell'arti e ne'me-

matura saviezza ad ottenere progressive slieri che si collegano colla marineria. Una
riforme, chequicompendierò. Quantoal- società di generosi armeni risolvè nel no-
l'istruzione pubblica e stabilimenti rela- vembre 1846 di riaprire l'antico collegio
tivi, governo chiamò a Costantinopoli
il della loro nazione per un corso compiu-
tutte persone che nell' impero atten-
le to d'insegnamento, in 4 anni, dell'arme-
devano ad ammaestrare la gioventù, e che no, del turco , del francese e del latino.
si distinguevano pe'loro metodi, da'qua- Equi ricorderò due stabilimenti de'mo-
i

li iu gran parte dipende la buona riusci- nau armeui Mechitariòti (V.) di Vene-
%$o T U R TUR
zia, per l'educazione e istruzione de'loio riguardanti l'amministrazione; contiene
connazionali cattolici, sudditi della Por- pure l'elenco de'sovra ni d'Europa, ed al-

la, esistenti a Venezia e in Parigi; mona- cuni cenni statistici sommarii intorno ai
ci chiamali i gesuiti d'oriente, e beneme- paesi Stia n ieri: il prodotto della vendita
riti nel propagare lumi e i le scienze fra dell'annuario è a prò del pubblico inse-
gli armeni orientali, per cui il sultano de- gnamento. Sino alla fine del 846, la me- 1

corò col Niscian l'attuale abbate genera- dicina legale, che forma una parte rag-
le della congregazione mg/ Ilunnuz ar- guardevole dell'arte medica, non era inse-
civescovo di Stoma, residente nel mona- gnata che nella scuola di Galata-Serai. Al-
sterodi Lazzaro di Venezia, slabilimen-
s. lora medico supremo dell'impero prov-
il

tocelebreanche per la sua tipografia, pre- vide a tale difetto, ed una cattedra di que-
servalo nelle Napoleoniche soppressioni, st'importante disciplina fu per sua cura
per conservai e la sudditanza ottomana. A istituita. 11 consiglio superiore di sanità
questa pureappartiene il monastero, stu- dell'impero ottomano diresse una memo-
dentato e noviziato di Roma, de'mona- ria al direttore geuerale delle quarante-
ci Antoniani armeni, onde e per quanto ne dell'impero, tendente a ordinare in
narrai nel voi. LI, p. 32 i, il sultano in- modo completo il sistema delle quaran-
viò il suo ritratto dipinto in tela, l'arme tene, per Io innanzi assai negletto e con
imperiale per situarsi sulla porla di esso, disastrose conseguenze. Fra le altre di-
v un magnifico stendardo coll'immagine sposizioni vi è quella di lasciare al consi-
elei Sole, per ivi innalzarsi nelle festive ri- glio superiore di sanità tutta l'indipen-
correnze, in segno di riceverlo sotto la sua denza possibile nel suo officio, come pure
speciale protezione, per cui i monaci cre- d'ordinare definitivamente il servigio sa-
derono bene d'inalberarlo nell'anarchia nitario della Siria, d'aumentare il nume-
dell'infausto 1848; e poterono occulta* ro de'preposti sopra tutto il litorale, e di
mente ospitarvi ragguardevoli personag- costruire altri 6 lazzaretti; e tuttociò per
gi, come il defunto vicegerente mg/ Ca- le garanzie dovute all'Europa d'un buon
nali patriarca di Costantinopoli iti par- sistema di quarantene per le Pestilenze,
tibus, ed prelati Roberti e Barnabò ora
i nel qual articolo rilevai che anco la Tur-
cardinali, il 2/ de'quali allora segretario chia aderì al congresso sanitario interna-
di propaganda fide è di presente prefet- zionale, per l'uniformità delle prescrizio-
to generale della congregazione; singola- ni sanitarie. All' odierno sultano si deve
ri coincidenze che meritavano questo mio pure rordinamentOjCheiu tutte le provin-
rimarco. 11 sultano dispensò da ogni ag- cie dell'impero si assegnasse annua som-
gi avio di dogana, i libri stampati nella ma per incoraggiare la Vaccinazione per
summeulovala tipografia imperiale, che l'inoculazione de'fanciMlli delle classi po-
da Costantinopoli si spediscono pel resto vere,onde eliminare le funeste conseguen-
della Turchia. Olire l'ebdomadaria Gaz- ze del vaiuolo. Nel marzo 1847 con gran
zella officiale in turco, oTanquin- Faqii, pompa si fece l'inaugurazione della suc-
di cui già feci menzione, che pubblica le cursale alla scuola di medicina, sul gran
nuove officiali sì della capitale e si delle campo di Pera; e la sultana m^dre Va-
provincie, oltre le notizie d'Europa e il lide, Ali me o Sofia, assistè all'inauguro-'
bollettino del commercio interno, si ag- zione religiosa dellospedale da lei fonda-
giunse l'annua pubblicazione deW'Alma- to. Di cuor magnifico e di mente elevata,
uaceo imperiale di Costantinopoli , il fu lungo tempo un'altra ninfa Egeria,ai
quale contiene l'elenco di tutti gl'impie- cui oracoli finche visse s'ispiravauoMah-
gati dello stato, con una giunta d'impor- mud II e Abdul-Medjid ; fondò spedali,
tanti notizie statistiche e d'informazioni scuole, ospizi e moschee. Non è vero, co-
d

TU R TUR »$j
me alcuno scrisse, die fu ostile allo spi- ni straniere l'invito di proibire ad ogni
rito ili riforma, che divide ormai in due forastiere il portare armi d' ogni specie,
fazioni l'impero ottomano, e che fece di di nascosto o in palese. Intanto indicibi-
tutto perchè non vi s'introducessero no- li furono gli ostacoli e le opposizioni tro-
vità. Essa partecipò interamente allo spi- vate da Reschid pascià , nel perseverare
rito di progresso che animò il marito e a- ad ottenere i necessari miglioramenti nel-
nima il legnante figlio. Poscia si fondò a l'amministrazione dello slato. I partigia-
vantaggio de'preesistenti stabilimenti in- ni nel passato sistema, i suoi emidi gelosi
dustriali, una scuola d'arti e mestieri e del favore che a giusto titolo gli accorda-
un podere modello, di che fu promotore va il sultano, non lasciavano sfuggire al-
Ahmed Fethi pascià cognato del sultano. cuna occasione per fargli resistenza. re- I

Questi incoraggi il direttore delle polve- trogradi si andavano mostrando malcon-


riere, per intraprendere il viaggio per tenti delle nuove leggi e del progresso al
l'Europa ad oggetto di fare degli studi bene, e molto loro dispiacque l'abolizio-
speciali ed acquisti pe'nuovi stabilimenti; ne del riprovevole bazar degli schiavinoti
e si recò al proprio palazzo di Cerizan per che le giuste riparazioni imposte alle po-
animare l'artificio del cavar la Seta, già polazioni mussulmane pe' cattivi tratta-
fonte di ricchezze per l'impero greco, la menti ch'esse aveano fatto subire ingiù*
cui lavorazione da Costantinopoli si dif- stamente a'cristiani. A quell'epoca si os-
fuse nell'Europa, come notai nell'indica- servava, bisognare ancora alcun tempo,
to articolo; onde nuovamente introdursi prima- che i ragionevoli sentimenti e le

i relativi Turchia a van-


miglioramenti in belle idee che animavano e guidavano il

taggio di sì utile produzione, in uno alla giovane sultano, ed una parte de'suoi mi-
coltivazione di nuova specie di gelsi, l'e- nistri più illuminati, verso un miglior sta*
ducazione di belle razze di bachi tratte todi cose, penetrassero nellemasse in mo-
dalla Cina, e le nuove pratiche di trat- do soddisfacente. E che perciò Freschi
tura, accoppiamento e torcitura. Anche pascià, ad onta della sua abilità e del suo
il governo ottomano proibì la prepara- buon volere, dovea durare gran fatica per
zione e Io smercio del cotone fulminan- fare il bene che divisava, reclamato on-
te. Già nel 1847 si riceveauo cristiani al ninamente dal progrediente secolo. In se-
servizio della marina ottomana, ed il oa- guito si portò un notabile miglioramento
pudan pascià invitò l'arci vescovo greco di nella procedura della giurisdizione crimi-
Tessalonica a mantenerli efficacemente nale, furono date nuove guarentigie per
all'adempimento de'loro religiosi doveri, proteggere l'innocenza e scoprire i delit-
facendo allestire a Begeinar una delle più ti; e soprattutto le deposizioni di testimo-
belle fra le sue tende, a guisa di cappel- ni, a qualunque classe de'sudditi appar-
la, per la celebrazione de'di vini ulììzi. Que- tengano, furono dichiarate perfettamen-
sti vi furono celebrati dall'arcivescovo, il te eguali. Si repressero i disordini e gli at-

quale terminò coìDomine salvimi fae im- tidi crudele violenza pur troppocommes-
peratore ni nostrum Abdul-Medjid. Nel si di frequente dalle soldatesche irregola-
gennaio 1848 il ministro della polizia or- ri al servigio della Porta, oda individui
dinò, che ciascun capo di famiglia in Co- senza impiego , abbandonati all'impero
stantinopoli dovesse porre una lanterna delle loro passioni, e dediti al saccheggio
sotto le proprie finestre per illuminare al- e all' omicidio. Si rimossero qualunque
l'europea le strade della metropoli, che specie di ostacoli frapposti alla Ubera e-
rimaneva sempre deserta dopo il tramon- sportazionede'cereali da'porti della Tur-
to del sole e le strade erauo cattive. Il go- chia. Si ordiuò la totale proibizione del
verno trasmise a'capi delle varie legazio- traffico degli schiavi della Giorgia e Cir-
252 TUR TUR
cassia. Non ostante le autorità turche, cui delle strade di comunicazione 9ul conti-
incombe la fedele esecuzione de'mentova- nente dell'impero. La Turchia, paese es-
ti provvedimenti , doveano vincere non senzialmente agricolo, possiede prodotti
pochi pregiudizi tradizionali, e combat- del suolo in grande copia, quali di al- i

tere molti interessi contrari nell'adem- tro non abbisognano che di strade per
pimento de'loro doveri. Neh 853 con de- giungere a'mari che la bagnano, e per a*
creto de'^5 marzo fu approvata l'istitu- limentare il commercio dell'Europa. La
zione della Banca di sconto di Costanti- navigazione a vapore mercè le gran- ,

nopoli. Il capitale della banca si disse a- di sinuosità de' mari che penetrano per
scendere a 35o milioni di piastre, divisi così dire nel cuore dell' impero ottoma-
in azioni diioo I. st. cadauna, ed ognu- no, ha di già aperto grandi vie alle ric-
no potervi prendere parte. 11 contratto chezze agricole de' territorii circonvici-
fu sottoscritto da tutti i ministri e dal gran ni. Aprendo ora delle vie di comunica-
visir. La durata di esso fu stabilita ai5 zione nell'interno, si potrà rendere pai te-
anni; il tributo egiziano costituisce la gua- cipe tutto il continente dell'impero agl'im-
nuovo istituto, alla
rentigia necessaria al mensi benefizi che il commercio maritti-
cui direzione fu preposto un consiglio di mo offre alle coste della Turchia. Onde
11 membri. 1 beschlifo-, non che le mo- giungere a tale meta conviene stabilire
nete vecchie doveano togliersi dalla cir- delle grandi vie di comunicazione, cioè a
colazione, ed anche la carta monetata in dire una linea di strade ferrate, le quali
circolazione dovca sostituirsi da note di partendo da'centri agricoli del paese, ver-
banco. Venne decretata l'illuminazione rebbero a raggiungere i mari, percorren-
generalecoufari,di tutte le coste dell'im- do le provincie più fertili della Turchia,
pelo, a riverbero e lume rivolgente, e di che verrebbero in tal modo unite alleco-
fuochi a colori differenti, anche a lume municazioni cogli altri paesi d'Europa.
fisso, di i.°, 2.° e 3.° ordine. Propriamen- Le strade laterali ed i canali che dovran-
te la costruzione delle strade ferrate nel- no alimentare le ferrovie verrebbero fat-
l'impero ottomano fu decretata nel 855. 1 ti più tardi, o per meglio dire si farebbero
Sì dice nella notificazione data dalla Su- da se. La Turchia deve cominciar là do-
blime Porta a' 9 settembre. I migliora- ve l'Europa finì; ella non ha che a tra-
menti ed progressi che si manifestano
i sportare le opere di progresso che gli al-

ciascun giorno nell'impero ottomano so- tri paesi ottennero sì lentamente, sì dif-

no risultato delle magnanime cure che


il fìcilmente, ed avrà ad un tratto i frutti

animano S. M. I. Sultano e degli sfor-


il che attesero de'secoli per essere raccolti.

zi incessanti ch'egli non tralascia di fare Pertanto Tanzimat, dopo mature ri-
il

per assicurare il ben essere e la prospe- flessioni, riconobbe che la strada da Co-
rità della popolazione. L'eccelso consiglio stantinopoli a Belgrado è la più importan-
del Tanzimat è incaricato di realizzare te sotto ogni rapporto, ond'essere la più
questi nobili pensamenti del sovrano, e urgente a farsi come necessaria al com-
si occupa con ardore ad elaborare la leg- mercio. Costantinopoli è una città consi-
ge ed regolamenti che serviranno di ba-
i derevole, ove si fa un commercio estesis-

se ad una giusta e paterna amministra- simo; le derrate e le mercanzie, ch'è ob-


zione dello stato, e che daranno nuovo vi- bligata a ritirare dall'interno,costituisco-
gore all'industria e al commercio, svilup- no di già un traffico immenso, ora la stra-

pando ognor più la prosperità del paese. da ferrata daBelgrado a detta capitale de
Uno de' più importanti che contribuirà ve passare per molte città importanti, per
più che mai allo sviluppo delle risorse del- grandi centri di produzione e d'industria;
l' impero è senza dubbio la costruzione il solo commercio di Costanti tiopoli as-
TUR T UR 253
sicura di già alla ferrovia un prospero tano Mali mud II, di potere i religiosi la-

successo. Inoltre il porlo di Costantinopoli tini celebrare la messa nella chiesa del-
è uno de'più belli e più vasti del mondo l'Ascensione sul monte Oliveto), ordinò
intero, e l'enorme commercio che si fa col- al suo ambasciatore in Costantinopoli di
j'estero offrirà pure alla ferrovia un bril- ottenere dal sultano: la riapertura di det-
lante avvenire. Questa strada ferratale- te scuole, la punizione di quelli che l'a-

stinata ad unire direttamente la Turchia veano fatte chiudere, e il diritto esclusi-


col resto d'Europa, deve avere natural- vo a' religiosi latini di restaurare la chie-
mente per conseguenza un risultato im- sa del s. Sepolcro e di Bettlemme. Che nel
menso così materiale come morale. Tan- 1847 w luoala la stella d'argento nella
to a Costantinopoli che nelle più belle e grotta della Natività, sulla quale era in-
più fertili contrade della Romelia cui de- ciso: Hicde Firgine Maria Je su Chi •isti
ve traversare, questa via ferrata realizze- natuscst. Iscrizione latina che prova l'an-
rà in poco tempo , sotto questo duplice tico possesso de'lalini su tale luogo. Per-
punto di vista, i miglioramenti più im- ciò furono i greci che l'involarono, nel
portanti, darà un immenso slancio al com- tempo in cui eransi appropriali il santua-
mercio aprendo nuovi mercati all' agri- rio, e la portarono in trionfo nel loro mo-
coltura eall'industria,ed inaugurerà un'e- nastero di s.Saba. Ge- Il governatore di
ra novella di prosperità e di ricchezze. Il rusalemme Mustafà Zurif, dichiarò che
governo imperiale affidò la costruzione avrebbe ritrovalo la stella occultala , se
della ferrovia fra Costantinopoli e Bel- nella questione non si fosse intromesso il

grado a delle società d'azionisti, sieno sud- console di Francia; e il cadì propose are-
diti dell'impero o esteri. Ne'vol. LI, p. 25, ligiosi latini ch'egli avrebbe risoluto l'af-

L1V, p. 83 e seg., LV, p. 174 e altrove, fare a loro favore,se gli fossero date 1 1 ,000
rammentai in più luoghi ove trattai del piastre. In quest'odioso affare nel i85s
protettorato esercitato da tempo imme- prese parte Napoleone III imperatore dei
morabile in oriente, da'sovrani di Frati» francesi, ed ottenne: Che la chiesa del s.

eia, in favore de'lalini dell'impero otto- Sepolcro , la cui cupola fu restaurata a


mano, e perciò deili franchi, particolar- spese del sultano , sia tenuta come pro-
mente della Palestina, sì negl'interessi po- prietà comune, in cui tutte le chiese cri-
litici che ne'religiosi, ed eziandio sulla cu- stiane possano esercitare il loro cullo. Che
stodia segnatamente pei francescani del s. i latini fossero ammessi a celebrare nel-
Sepolcro, in che presero talvolta parte di- la cappella sotterranea del sepolcro della
versi altri monarchi , e la repubblica di ss. Vergine in Getsemani sul Cedron, già.

Venezia, per l'autorevoli sollecitudini dei loro proprietà esclusiva. Che a' latini si

Papi. Lodai la recente opera d'Eugenio dasse una chiave della gran porta della
Bore, Questione de Luoghi Santi, nar- chiesa superiore di Bettlemme, santuario
rando come la Francia fece valere i suoi usurpato da'greci e armeni scismatici; on-
diritti secolari di protettorato de'Luoghi de aver con tal mezzo il diritto di pas-
SantijCome delle pretensioni della Russia saggio per entrare nella cappella inferio-
in favore de'greci scismatici. Dissi, che in re o grotta della Natività, che loro ap-
conseguenza del firmano ottenuto dai parteneva ancora. Che i latini potessero
delti greci nel 1 84 , furono chiuse le scuo-
1
rimettere nella grotta della Natività una
le e la chiesa cattolica di Bettlemme, ed stella d'argento con l'iscrizione latina si-

i greci ottennero di potere restaurare la mile alla rubata. Altri scrissero che que-
chiesa del s. Sepolcro e quella di Betlem- st'ultima era d'oro e tempestata di bril-
me. Che però nel 184^ Luigi Filippo re lanti; e dono di s. Luigi IX redi Fran-
de'francesi (che già avea otteuulo dal sul- cia, come rilevai nel citato voi. LXIV, p.
aH TUR TUR
84« Laserade'3i geim.iioi 856 ebbe luo- penale: e dal mio avvenimento al trot
go uu avvenimento che farà epoca negli non ho cessato di l'are ogni mio sforze
annali ottomani, e che riuscì importan- questo scopo. Ne sieuo rese grazie all'Oi
tissimo ili quanto che dimostrò il cam- nipotente! Questi incessanti sforzi barn
biamento già Ritto e che continua a far- portato già fruiti utili e molti. Di giorno
si ogni giorno nell'idee e ne' costumi. II m giorno la ricchezza e la prosperità dei
sultano assistè a un gran ballo in costu- sudditi del mio impero vanno aumentan-
me che die lord de Redclille ambasciato- do. Oggi desiderando rinnovai e ed allar-
re d'Inghilterra, ch'egli stesso andò ad in- gare i nuovi regolamenti istituiti nello
a ilare.Questa è la I /rolla che un sulta- scopo di giungere a conseguire uno slato
no onorò di sua presenza una festa stra- di cose conforme alla dignità del mio im-
niera. Questo fatto fece una grande im- pero, ed alla posizione che occupa fra le
pressione negli alti circoli del paese. Inol- nazioni civili, ed i diritti del mio impero,
ile il sultano onorò pure personalmente ed oggi mediante il concorso benevolo ed
il ballo dell'ambasciatore francese Thou- nrnichevoledelle grandi potenze, mie no-
venel. In questa festa però non figurarono bili alleate, avendo ricevutoall'estero una
i capi delle varie comunità cristiane e del- sanzione, la quale dev'essere il principio
la comunità israelitica, come fu osservato d'uu'era nuova, voglio aumentare il ben
nella brillante festa dell'ambasciatore in- essere, la prosperità interna, conseguire
glese. E (jui aggiungo, che prima in Tur- la felicità di tutti i miei sudditi. Tutti egua-
chia erano vietali i teatri, ma già ne fu e- li al mio sguardo, e tutti egualmente ca-
di ficaio uno a Pera di Costantinopoli, è ri al mio cuore, e fra loro uniti di cor-
frequentato da'turchi e vi andò più vol- diali rapporti di patriottismo, ed assicu-
te il sultano lasciandovi in dono rilevan- rare i mezzi di fare di giorno in giorno
te somma. Indi a'2i febbraio fu pubbli- crescere la prosperità del mio impero. Io

cato famoso firmano o Halti-Huma-


il adunque ho risoluto e ordinato che venga
youn,dicuigià feci motlo ne' voi. LX VII, eseguito quanto segue. Le garanzie pro-
j>. !2,LXXlX,p. 2 25, che lascierà in be messe a tutti sudditi del mio impero col
i

«edizione il nomedi Abdul-Medjid-Khan, mio Halti-Humayoun di Gulhanè e col-


poiché col magnanimo alto pose tulli i le leggi del Tanzimat senza distinzione ,

sudditi della Porta, a qualunque religio- di classe e di culto, sono oggi consolidate
ne o rito essi appartengano, sul piede del- e confermate, e saranno prese efficaci mi-
la più perfetta eguaglianza, e promise ul- sure perchè abbiano il loro totale e pieno
teriori utilissime rifórme e salutari leggi, effetto. Tutti i privilegi accordati ab an-
ciò che vieppiù assicura il prospero av- tiquo e in parte posteriori ad ogni comu-
veniredella Turchia, massime pei la pro- nità cristiana o ad altri non mussul-
riti

prietà fondiaria concessa agli stranieri, la mani stabiliti nel mio impero sotto la mia
quale produrrà uu immenso sviluppo nel- egida protettrice, sono confermati eman-
le sue risorse agricole, nelle sue numero- tenuti. Ogni comunità cristiana od altro
se foreste e miniere. Eccone il lesto. « A rito non mussulmano sarà tenuto in tem-
te mio gran visirMehemet-Emiu-Aali pa •
po determinato e col concorso d'una com-
scià decorato del mio ordine imperiale del missione formata ad
hoc nel suo seno, di
a
Medjidiè di i. classe e dell'ordine del me procedere mia approvazione e
coli' alta

rito personale, Dio accordi grandezza e sotto la sorveglianza della mia Sublime
raddoppi la potenza. Il mio più caro de- Porta alle riforme volutedal tempo. 1 pò
siderio è stalo temere di assicurare la fe- teri conceduti a' patriarchi ed a' vescovi
licità d'ogni classe de'suddili, che la Prov- di riti cristiani dal sultano Maometto II

videnza ha posti sotto il mio scettro lui- e du'suoi successori saranno posti in ar-
T UR TUR fe*5

monia colla nuova situazione che le mie prescrizioni , restaurare e consolidare le

generose e benefiche intenzioni assicura- sue chiese, suoi spedali,


i le sue scuole ed
no a queste comunità. Il principio della i suoi cimiteri. Quando si tratterà d'in-
nomina a vita de'pat riarchi, dopo la re- nalzare nuove fabbriche, verrà chiesta la
visione de'regolameuli di elezione, oggi necessaria autorizzazione alla Sublime
in vigore, sarà esattamente applicata con- Porta per organo de' patriarchi e delle co-
forme al tenore del loro firmano d'inve- Mjunità i*e)igrose,e la Subii mePorta preu-
stitura. I patriarchi, metropolitani, arci- de.à una sovrana decisione coll'accordar-
non che rabbini saran-
vescovi, vescovi, i le,a menochenou vi sieno ostacoli ammini-
no tenuti giuramento al loro entrare
al strativi. L'intervento dell'autorità ammi-
in funzione, secondo una formula combi- nistrative in lutti gli alti di questa natu-
nata fra la Sublime Porla ed capi spi- i ra sarà adatte) gratuito. Il governo preu-
rituali delle diverse comunità. I carichi derà misura per assicurare ad ogni culto,
ecclesiastici di qualunque forma e natu- qualunque sia il numero de'suoi aderen-
ra, saranno soppressi e sostituiti dallo sta- ti; la piena libertà del proprio esercizio.
bilimento delle rendite de' patriarchi e Ogni distinzione ed appello tendente a
de'capi di comunità spirituali delle diver- rendere una classe qualunque de'suddili
se comunità e dell'allocazione del trat- del mio impero inferiore ad un'altra clas-
tamento e della mercede equamente pro- se, in ragione di culto, di lingua o di raz-
porzionala all'importanza, al rango e al- za, sarà per sempre cancellata dal proto-
la dignità de' diversi membri del clero. collo amministrativo. Le leggi agiranno
Non si farà alcuu attentato alle proprie- con vigore contro l'uso, fra privati oda
tà mobili ed immobili de* vari cleri cri- pule delle autorità, d'ogni qualifica in-
stiani. Nondimeno l'amministrazione tem- giuriosa o piccante. Attesoché ogni culto
porale delle comunità cristiane e di altri è, e sarà sempre liberamente praticato ne-
ritinon mussulmani, sarà posta sotto la ottomani, nessun suddito del mio
gli stati

salvaguardia d' una assemblea scelta in impero sarà impedito nell'esercizio della
seno di ognuna delle dette comunità fra religione che professa, ed in nessuu mo-
i membri del clero ed i laici. Nelle città, do sarà a tale riguardo molestato. Nessu-
borgate e ne'villaggi, ove la popolazione no potrà essere costretto a mutar religio-
apparterrà in totale allo stesso culto, non ne. La nomina e la scelta d'ogni funzio-
sarà fatto nessun ostacolo al restauro, se- nario e allri impiegati del mio impero di-
condo i loro piani primitivi, delle fabbri- pendendo interamente dalla sovrana mia
che destinate al culto, alle scuole, agli o- volontà tutli , sudditi del mio impero,
i

spedali, a'cimiteri. 1 piani di questi diver- senza distinzione di nazionalità, saranno


si edilizi , in caso di nuova costruzione, ammissibili agl'impieghi pubblici e atti
f
approvati da patriarchi o capi di comu- ad occuparli, secondo la loro capacità ed
nità, sarà mio semplice aleute sottoposti al- il loro meritò, e io conformità alle rego-
la mia Sublime Porta, che dovrà appro- le d' una generale applicazione. Tutti i
varli o farvi le sue osservazioni in uà de- sudditi del mio impero saranno indistin-
terminato tempo. Ogni culto, ne' luoghi tamente ricevuti nelle scuole civili e mi-
ove non esistessero altre confessioni reli- litari del governo oggi esistenti o che in

giose , nelle sue esteriori manifestazioni avvenire saranno create, quando abbia-
non sarà sottoposto ad alcuna specie di no però le condizioni d' età e ili esame
restrizione. Nelle città, borgate e uè' vil- specificato ne'regolamenli organici delle
laggi ove i culti sono diversi, ogni comu- suddette scuole. Inoltre ogni comunità è
nità abitante un distinto quartiere potrà autorizzata a stabilirescuole pubbliche di
del pari, conformandosi alle suindicate scienze, lettere, arti e industria: soltanto
*56 TUR TUR
che il metodo d'insegnamenlo e la scel- le città di provincia e nelle campagne sa-
ta de'professori nelle scuole di tali cate- rà riveduta in modo da dare ad ogni pa-
gorie saranno sotto Ja controlleria d'un cifico suddito del mio impero le deside-
consiglio misto d'istruzione pubblica, i voli garanzie di sicurezza e sulla loro per-
cui membri saranno da me eletti. Ogni af- sona e ne'beni. L'eguaglianza dell'impo-
fare commerciale, correzionale o crimi- ste portando l'eguaglianza de'carichi, co-
nale ove fossero mischiali mussulmani e me quella de' doveri, porta seco anche
sudditi cristiani o di altri riti non mus- quella de'diritti: i sudditi cristiani e di al-
sulmani o di riti differenti, sarà deferito tri ritinon mussulmani, dovranno come
a tribunali misti, la cui udienza sarà pub- i mussulmani, adempiere la legge di co-
saranno presenti e prò-
blica, le parti vi scrizione. Sarà ammesso il principio del
dm anno loro testimoni, ledi cui depo-
i cambio o del riscatto. Nel più breve tem-
sizioni saranno indistintamente ricevute po possibile sarà pubblicata una legge
sotto giuramento , secondo la legge reli- completa sul modod'ammissione e di ser-
giosa d'ogni culto. ! processi riguardanti vizio de'sudditi cristiani e di altri riti non
affari civili continueranno ad essere giu- mussulmani nell'esercito, di modo da po-
dicati pubblicamente, secondo le leggi ed ter loro assicurare la posizione la più con-
i regolamenti, dinanzi i consigli misti del- veniente. Si procederà ad una riforma
le provincie, alla presenza del governato- nella formazione de'consigli provinciali e
re e de'giudici locali. 1 processi civili spe- comunali per garantire la sincerità della
ciali, come quelli di successione od altri scelta de'dele^ali dalle comunità mussul-
di questo genere, fra 'sudditi dello stesso mane ed alla libertà de'voti ne'consigli.
rito, potranno su loro domanda essere ri- La mia Sublime Porta penserà a'mezzi
messi a'eonsigli de' patriarchi o delle co- più efficaci per esattamente conoscere e
munità. Le presenti leggi o correzionali controllare il risultato delle deliberazio-
o commerciali, e le regole di procedura ni e delle decisioni prese. Siccome le leggi
d'applicarsi ne'tribunali misti saranno il che regolano la compra, la vendita e la
più presto possibile completate e ridotte disposizione delle proprietà immobili so-
a codice. Sotto gli auspicii della mia Su- no comuni ad ogni mio suddito, potrà es-
blime Porta ne saranno pubblicate ver- sere permessoagli esteri di possedere pro-
sioni in tutte le lingue, che si parlano nel prietà fondiarie ne' miei stati, confor-
mio impero. Nel più breve tempo possi- mandosi alle leggi ed a'regolamenti di po-
bile si procederà alla riforma del sistema lizia, ed acquistando gli stessi pesi degli

penitenziario nella sua applicazione agli dopo che avranno luogo gli ac-
indigeni,
stabilimenti d'egual natura per concilia- comodamenti fra le potenze straniere. Le
re i diritti dell'umanità con quelli della imposizioni sono per lo stesso titolo esi-

giustizia. Nessuna pena corporale, anche gibili da tutti i sudditi del mio impero,
nelle carceri, potrà essere applicata se non senza distinzione di classe, uè di culto. Si
in conformità a'regolamenti disciplinari provvederà a'mezzi più pronti ed ener-
emanati dalla mia Sublime Porta: e tut- gici per correggere gli abusi nel percepi-
tociò che avesse della tortura verrà affat- re l'imposte e specialmente le decime. Il

to abolito. Le infrazioni su tale oggetto sistema dell'imposte dirette sarà succes-


saranno severamente represse, e porte- sivamente, ed appena che si potrà, sosti-
ranno ancora di pieno diritto la punizio- tuito al regime delle tenute in ogni ra-
ne, secondo il codice criminale, dell'au- mo degl'introiti dello stato. Finche du-
torità che le avessero ordinate, o degli a- rerà tale sistema, sotto le più severe pe-
genti che l'avessero commesse. L'orga- ne verrà interdetto ad ogni agente del-
nizzazione della polizia nella capitale, nel- l'autorità e ad ogni membro de'medglis
T U R TUR 25 7
di fu'si aggiudicatari de' terreni, che sa- ni. Verrà abolito tuttociò che può arre-
ranno annunciati con pubblicità e con- stare il commercio e l'agricoltura. Per
correnza, o d* avere una parte qualun- conseguire quanto è innanzi indicato, sa-
que u" interesse nella loro intrapresa. rà introdotto lo spirito di esperienza d'Eu-
Le imposizioni locali saranno possibil- ropa. Tali sono i miei ordini e la mia vo-
mente calcolate in modo da non colpire lontà: e tu mio gran visir, tu, secoudo l'u-

la sorgente del prodotto o da non attra- so, farai pubblicare tanto nella mia ca-
versare il movimento del commercio in- pitale, che in ogni parte del mio impero
terno. Le opere di pubblica utilità rice- questo firmano, e attentamente veglierai
veranno una conveniente dote mediante e prenderai ogni misura necessaria onde
imposte particolari e speciali delle pro- tutti gli ordini che contiene sieuo colla più

viucie chiamate a godere dello stabili- rigorosa prontezza eseguiti ". Il consiglio
mento delle vie di comunicazione per ma- del Tanzimat continua ad occuparsi at-
re o per terra.Essendo stata emanata una tivamente de'miglioramenti.Egli presen-
legge speciale, che ordina di comunica- temente fa fare più prove di differenti si-
re il budget degl'introiti e dellespese del- stemi di lastricatura per assicurarsi di
lo stalo, ad un'epoca periodica, e possi- quello che meglio corrisponderà a'bisogui
bilmente nella previsione d' un anno, al della capitale, che sarà interamente sel-
grande consiglio di stato, questa legge ver- ciata a nuovo. Si occupa pure di progetti
rà nel modo più scrupoloso osservata. O- di strade per tutto l'impero, e di progetti
gui anno si pubblicherà il budget , e si d'incanalamento de'nuuierosi corsi d'ac-
procederà alla revisione de' trattamenti qua che lo percorrono in tutti i sensi. La
ad ogni impiego. I capi ed un de-
stabiliti direzione dell'artiglieria fece costruire a
legato d'ogni comunità, scelti dalia mia Tofane o Tophana un'usina a gaz pe'suoi
Sublime Porta, saranno chiamati a pren- propri bisogni; la si farà però assai con-
der parte alle deliberazioni del consiglio siderevole per poter anche rischiarare a
supremo di giustizia in tutte le circostan- gaz Pera e Galata, grandi e primari sob-
ze che interessassero la generalità de'sud- borghi di Costantinopoli, equivalenti a
diti del mio impero. A tale effetto saran- importanti città. Pera è la residenza del
no convocati specialmente dal gran visir. vicario apostolico de'iatini, dell' arcive-
11 mandato de'delegati sarà annuale : al scovo primate per gli armeni, colle loro
loro entrare in ufficio darannogiurameu- chiese cattoliche, e degli ambasciatori e
to. Ogni membro del consiglio nelle riu- altri diplomatici europei presso la Porta.
nioni ordinarie e straordinarie dirà libe- Giace sopra una collina amena che do-
ramente la sua opinione e darà il suo voto, mina il canale di Costantinopoli al nord.
senza che possa su ciò essere mai mole- Ha palazzi assai belli, costrutti in pietra,
stato. Le leggi contro la corruzione , la e deliziosi contorni. Galata sorge in fac-
concussione, o la malversazione saranno cia a Costantinopoli, da cui è divisa me-
nelle forme legali applicate a tutti sud- i diante il porto. Contiene molte moschee
diti del mio impero,qualunque sia la loro e una fontana riccamente ornata. Nella
classe e la natura di loro funzioni. Quan- parte inferiore, all'ingresso del porto, sta
to più presto è possibile ci occuperemo il graude arsenale di Tophana, che con-
del sistema monetario del mio impero, co- tiene magazzini d'artiglieria, caserme di
me pure della creazione di banchi e di al- cannonieri, ed una bella fonderia di
tri istituti di credito pubblico, destinati cannoni. Vi risiedono molti mercanti di
ad accrescere le risorse del paese: come tutte le uazioni,efu il luogo dato da'greci
anche della costruzione di strade e canali imperatori a Genova. È vano il dissimu-
che più facili renderanno le comuuicuiio- larlo; lo spirito commendabile di civiltà
VOL. LXXXI. 17
2 58 TUR T U R
e «li progresso de! governo ottomano non è re i vantaggiosi fruiti al governo e al po-
comune alle popola/ioni discoste dal een- polo. Ora si va a fare eseguire il censo ge-
tro dell'impero, le quali sono sempre,per nerale della Turchia, nello scopo di rico-
loro grande s\entura, infatuate da'prin- noscere lo stato numerico delle popola-
clpù tradizionali d'orgoglio e di egoismo zioni e loro condizioni, ed i vagabondi
settario che hanno fatto propagare l'isla- saranno espulsi; di stabilire una riforma
mismo sulle vaste e ricche contrade del- sulle imposte, essendo l'anteriore censo
l'Asia e dell' oriente d'Europa, e ne die- assai difettoso; e per impedire il commer-
rono funeste e ulteriori prove nella pro- cio dello spaccio de' passaporti a 'sudditi
mulgazione dell' Hatti-IIumayoun e ,
ottomani, e suoi criminosi abusi. Di più
contemporanea soppressione dell'infame è slata nominata una commissione, con
commercio degli schiavi, di che dovrò ri- l'incarico di fare gti sludi necessari per
parlare. Ma buona parte delle razze o- migliora re il sistema carcerario dellaTur-
rienlali, quali esse siano, mussulmani o chia.
cristiani, ricevendo ormai la loro educa- L'origine de'turchi, come di tulli gli

zione principalmente per la lingua fran- antichi popoli, è contrastata dagli storici;
cese, e vedendo fra loro una società nu- comunemente si dice nazione uscita dalla
merosa e civilizzata che ha emigralo dalla Tartarici (^.J,che sotto il comando di
Francia, riguardano gli alleati del sulta- vari capi in due secoli eslesero le loro con-
no cornei rappresentati della civilizzazio- quiste dalle rive del mar Caspio allo stret-
ne europea. A tali razze più di tutti il ge- to di Costantinopoli. Che abbracciato il
nio e l'energia cosmopolita e universale Maomettismo degli arabi, servirono dap-
del popolo francese prevale nell'iati uirle e prima i Saraceni (^.), e alla decadenza
nel comunicar loro le necessarie cognizio- del loro impero fondarono il proprio, im-
ni; poiché la nazione francese, la quale per padronendosi del califfato o signoria de'
tanti secoli ha proclamato l'interesse che saraceni, che riconoscevano a loro capo
porta all'oriente, finalmente acquistò sul- temporale espiriluale il califfo. Gli arabi
l'impero ottomano quella piena influen- o saraceni, e poi turchi, al pari de' ro-
i

za che sì lungamente desiderò. Grandi so- mani formarono rapidissimamente il lo-


no i progressi che le idee francesi di pre- ro im pero nell'Asia, nell'Africa e nell'Eu-
ferenza fanno nella metropoli della Tur- ropa,-non però colla scienza militare che
chia, e vi contribuiscono le maniere in- distinse gli antichi signori del mondo, ma
sinuanti de'suoi rappresentanti diploma- col fanatismo e promulgandoli seducente
tici nel raccomandare le riforme con ra- loro sistema religioso, benché in sosta n-
gionevoli consigli,*! quali trovano facile a- ' za brutale ed empio. Gli arabi più istruiti
scolto. D'altronde conviene che i turchi a- cambiarono dappertutto, e al modo loro,
dem piano le promesse di riforme esplicita- anche le scienze e le arti, nelle quali van-
mente fatte agli uomini di stato dell'occi- tano non pochi illustri. L'araba filosofia
dente per impegnare le loro nazioni a pren- salì al suo apogeo per opera d'Ibn-Pioschd

dere parte alla guerra che minacciava di detto da'latini Aben-Rois e quindi Aver-
soggiogarli. La polizia e i gendarmi vanno roes.Costui nato in Cordova verso il i 20 1

ad organizzarsi del tutto sul modellato si- e dotato di grande amore per la scienza
stema francese; così l'esazione della rendi- e di superstiziosa venerazione per Aristo-
ta, così la formazionedelle strade urbane, tile, condusse nella lunga vita che ebbe
così altro. Costantinopoli sarà come cam- all' ultimo alto il movimento scientifico
pione delle altre città, e le migliorie de' de'suoi predecessori, e meritò d'essere te-
sistemi proposti dagli alleali, anche in E- nuto il più alto rappresentante della fi-

gitto, non tarderanno di farne raccoglie- losofia mussulmana. Intorno alla sua vita,
,

TU R TUR 2 59
a'suoi scrini, alla sua dottrina può leg- ceni o mori della Spagna, le fabbriche de'
gersi specialmente l'accuratissima opera quali ultimi hanno percarattere leL'gerez
d'Ernesto Renan: AverroésetVAverroi- za ed eleganza,che non si trovano in quelle
sme, Essai historique, Paris ìS5i-t il de'saraceni d'Egitto. Nell'architettura a-
quale sopra documenti irrefragabili e- raba o saracena negli edifìzi d'Egitto, A-
uieuda gli errori di que'che scrissero pri- leppo, Gerusalemme e Costantinopoli
ma di lui sul medesimo argomento, e vi si vede spesso frammischiata quella de'
reca tanta luce che forse non può darse- greci e romani, come avanzi di loro edi-
ne maggiore. Averi oes scrisse molti trat- fìzi. I turchi praticarono, perquanlo seni
tali scientifici, ecomcnentòdueo tre volte bra, l'architettura stessa de'saraceni, ma
quasi tutti i libri d'Aristotile; ma l'opera in alcune opere, e specialmente ne'pub-
più celebre che gli die sopra le altre rino- blici monumenti, aggiunsero agli ornati
manza, fu il così detto Gran Commenta- di gusto saraceno una quantità di piccole
rio, iu cui egli si studiò con molta diligen- torri o minareti. I loro edifìzi li descrisse
za e sottigliezza di esporre e di dilucida- Moradgea d'Ohsson egregiamente. Gli a-
re la dottrina di Aristotile; ma non però rabi cercarono nell'arte più il meraviglio-
si valse del testo greco, poiché era quel- so che il bello, e più studiarono di sor-
lo stato tradotto inarabo 3 secoli prima, prendere che di piacere. Conviene però
traduzione fatta non dal greco, ma dal si- confessare, che portarono al sommo gra-
riaco de'nestoriani che in qualità di me- do l'arditezza nella costruzione e nel ta-
dici frequentavano la corte de'califfi o- glio delle pietre, onde la loro architettu-
rienlali. In breve l'Averroismo è un A- ra fece gran fortuna, prima sotto i nomi
rislotelismo modificato da' neoplatonici d'araba, moresca e saracena, e poi di go-
alessandrini, guasto dalle interpretazioni tica moderna, venendo preferita talvol-
degli eretici ne storiarli siri e caldei. Quan- ta da'latini al gusto gotico ogivale e usi -

to alle arti , 1' architettura araba , o sia tato, ch'era pesante altrettanto, quanto
quella che praticarono i sai areni dopo le l'arabo era leggero e svelici turchi hanno,
loro conquiste in Asia, in Africa, in Occi- un' origine comune cogli sciti della grnn
dente, sembra essere stata daessiformata Tartaria, non sono dunque da seguirsi
in gran parte sullo stile egizio,ch'era quel- gli autori, che li confondono co' turco-

lo che più frequentemente loro si presen- mani dell'Armenia, dell'Assiria, e co'po-


tava negli edilìzi delle provinole conqui- poli del Turchestan, contrada d'Asia la

state. Essi però v'introdussero un gusto quale si divide in Tartaria indipendente


tutto particolare, e forse proprio della lo- e in Tartaria Chinese o Piccola Buka-
ro nazione; e questo gusto si fa partico- ria. turcomani, secondo alcuni , sono
I

larmente osservare nell'elevazione delie que'popoli medesimi che greci antichi i

loro volte ardite, nella forma della loro indicavano sotto il nome di parti, di mes-
centina, nella leggerezza delle colonne a sageti ed anche di sciti, cui noi abbiamo
guisa di fasci di pertiche, nella varietà de* sostituito il nome ài tartari, laonde gio-
capitelli, e nella quantità straordinaria de- va non dimenticare il loro articolo che
gli ornamenti, che presentano una riu- con questo ha tanta connessione. Queste
nione curiosa e stravagante di fregi, di fo- popolazioni erano sparpagliate all'oneri»
gliami, d' intrecciaraenti, incavati spesso te ed anche al settentrione del mar Ca-
e isolati a foggia di merletti o di filagra- spio, e in sino al di là del lago Arai, di-
na, di rosoni e di altre rappresentanze di modoché queste regioni assunsero poscia
fiori distribuiti talvolta con qualche mae- il nome di Turchestan o sia paese de'tur-
stria. Diverso però è lo stile de'saraceni comani, o de'turchi al dire di altri. Que'
d'Egitto e della Siria, da quello de'sara- popoli, pastori e nomadi al pari degli a-
260 TUR TUR
rabi del tksei lo, si fecero in ogni tempo re la propria patria , che s' avanzarono
t-onosceie come masnadieri feròdi t an- Terso I* occidente, che gli uni si stabili-
che guerrieri formidabili. Ne Ciro, uè A- rono vicino al Volga, e gli altri verso il
lessaudro, né gli slessi romani, ton po- mar Caspio,eche presero in seguito il no-
terono giammai giungere n soggiogarli ;
me di Turchi. 11 Berti ino nelle Memo-
quest'impresa era lisci bata agli arabi, i morie isteriche dichiara, che la nazione
quali 80 anni dopo Maometto, vi fecero de' turchi da oscuri natali si rese famosa
conoscere le loro armi e persino la pro- e temuta per azioni ardite e guerriere; e
pria loro religione,cbe costrinsero abbrac- che senza alcun dubbio trasse I' origine
ciare. Al riferire del principe di Moldavia dagli sciti, ot a tartari,abilatori delle vaste
Demetrio Canlemiro, Storia dell'"impe- solitudini sopra il mar Caspio presso il fiu-
ro ottomano, Parigi 743, I tirchi sono1
i me Volga. Che soggiogato il Turcheslan,
sortili da quella parie della gran Tarla- dal nome di questo paese presero quello
ria ch'è al di sopra del mar Caspio, don- di TurchiJ indi dal re di Persia Ormi-
de partirono queste numerose torme che sda III, che regnò dal 579 al 590, fatti

si sparsero nella Sarmazia e nella Scizia calare dal settentrione in suo aiuto, fe-
europea. Inoltre osserva, confessare i tur- cero quindi grandi conquiste, e regnaro-
chi, che i Crimea discen-
tartari della no per lo spazio di 5 secoli iti Asia, sotto
dono dalle medesime tribù, da cui ven- il nome di Saraceni. Il Rinaldi nel com-
gouo essi, ma per un altro ramo; e che pendio degli Annali ecclesiastici del Ba-
a
hanno molte volle dichiaralo, che se la rotiio, parla per lai. volta de'turchi ai-
casa degli Ottomani venisse a mancare, Pan. 566, perchè in quello turchi abi- i

quella de' tartari della Ciiuiea le succe- tanti al Tunai verso il vento euro, e chia-
derebbe nell'impero. Pare che la Crimea mati ab antico messageti, mandarono in
fosse anticamente chiamala Gazaria, e ne Costantinopoli all'imperatore Giustino li

fu capitale Tcodosia (V.) o Gaffa, già un'ambasceria con presenti, richiedendo-


floridissima colonia de'genovesi, chiama- lo che non volesse ammettere alla sua a-
ta anticamente da'turchi Krim-Slambul micizia gli avari e il loro re Gagano ne-
o Costantinopoli della Crimea. 1 turchi mici loro. Indi narra all'an. 62 5,che l'ini-
anticamente erano una nazione possente, peratoreEraclio chiamò in suo aiuto i tur-
che si stabilì nella Scizia europea, oggidì chi orientali, contro Cosroe 1 1 re di Per-
Moscovia> presso il Volga. Parlasi di essi anche turchi gazari,
sia, delti i quali si

come di abitali li di questo paese dagli sto- mostrarono pronti; laonde con Ziebil lo-
liei che hanuo scritto dopo il regno del- ro duce, rotte le porte Caspie ed entrati
l'imperatore Maurizio del 582. Si può nella Persia,mandarono ogni cosa a fer-
vedere Costantino Porfirogenito, De re- ro e a fiamma: quindi lasciando Ziebil
gendo imperio, et de legationihus, egli 4o,ooo soldati scelti a disposizione d'E-
altri autori della Storia Bizantina. I tur- raclio, tornò al suo paese. Scrissero pu-
chi si sparsero eziandio in Asia al di so- Teodoro Spau-
re dell'origine de'turchi,
pra del ricordalo mar Caspio, e forse di dugiuo Cantacuscmo,! Commentari del-
là alcune tribù passarono io Europa. Se- l'origine de'principi Turchi e de costu-
condo de Guignes, Storia generale de- mi di quella nazione, tradotti da L.Do-
gli Unni, Turchi ec, gli unni sortirono menichi, Firenze 1 55 1. Sausovino, /sto-
da principio dalla parte orientale della ria universale dell' origine de' turchi,
Tartaria, che confina colla Cina. 11 me- Venezia 582. Siccome la storia de'tur-
1

desimo aggiunge che le guerre frequen- chisi rannoda con quella degli arabi Sa-

ti co' cinesi., e le rivoluzioni che insor- raceni, per averne adottata la religione

sero fra di essi, fecero loro abbandona- e successo nella più parte de'ioro vasti do-
TUR T U R 261
mitili, e siccome presto cominciarono a siarchi Ario e Nestorio, un discepolo del
figurare coll'impero greco e con Costan- quale 1' aiutò alla compilazione de' suoi
tinopoli sua capitale ,
per le successive domini. Divisa l'Arabia nella credenza tra
conquiste che fecero inclusi vameule a
vi l'idolatria e la religione cristiana e l'ebrea,
tale metropoli; dovendo procedere d'ac- perciò Maometto astutamente accordò a
cordo col narrato e per maggior brevità ciascuna qualche cosa, lasciando a'volut-
qui ricorderò o accennerò il più princi- tuosi arabi lo sfrenato sfogo de'piaceri del
pale del riferito in cpiegli articoli, non sen- senso, che pure avrebbero goduto nell'al-
za alcuna intrinseca giunta. Quantoa Co- tra vita: allettò l' ignoranza e lusingò la
stantinopoli f \'ant\cù Bisanzio, ivi più spe- semplicità de' popoli. Chiamò i suoi segua-
cialmente ragionai de'turchi, oltre il ma- ci feri-Credentiy nome che di cesi equi-
teriale della città antica degl'imperatori valente a Mas sul/nani,meiilve Infedeli ap-
e delia moderna de'sultani, nel § I, Im- pettò quelli che uon abbracciarono la sua
pero orientale o greco da Costantino I setta, come lo sono rispetto a noi chi non è
il Grande, sino alla sua distruzione; Fedele.Nel 8i»4Michele Amai pubblicò
1 i

J
§ \\, Impero ottomano, ossia notizie com- in Firenze il i.°vul. della Storia de mu-
pendiate di esso dall'origine sino a no- sulmani di Sicilia, che la Civiltà catto-
a
stri giorni. Gli arabipretendono discen- lica nella 2. serie, t.
9, p.70, uel darne
dere da Ismaele figlio d'Agar e u" A bra- contezza riprovò, e poi la s. Sede pose nel-
mo, e perciò i discendenti si dissero an- l'indice de libri proibiti, come rilevai nel
che ismaeliti e agareni. Altri pretendo- voi. LX.X1II, 277. L'Amari sventu-
p.
no che il nome di Saraceni derivò loro ratamente, ad onta del suo ingegno e sto-
come discendenti di Sara, ma la s. Scrit- riche cognizioni, si mostra grandissimo
tura dice che dessa partorì ad Abramo ammiratore di Maometto, lo chiama ih*
soltanto Isacco, da cui discesero °V Israe- gegno altissimo, superiore nonché alla
liti. La pretesa religione che Ismaele in- sua nazione al suo secolo; ed osa met-
segnò a'suoi figli si dìsselsmaelismo (V.), tere quel furbo sopra il Papa s. Gregorio
diverso dal Maomettismo che poi abbrac- 1 Magno, che non riuscì come Maomet-

ciarono i saraceni, ad onta che aveano ri- to a migliorare la condizione degli schia-
cevuto il benefizio della fede cristiana per vi, cou ridicolo e indegno parallelo, che
la predicazione di Paolo apostolo e di
s. alla sua volta impugnò (se l'Amari inten-
s. Ilarioue abbate, avendo eziandio avuto de parlare della liberazione propriamen-
i propri vescovi, ed anche gli eretici A- te degli Schiavitù quest'articolo celebrai

rabi o Arabici. Indi diversi si dedicaro- il grati Pontefice appunto perchè non vi

no alle depredazionijditnneggiarono l'im- fu mai chi se uè prendesse alfettuosa e fer-


pero greco, profanarono chiese e marti- vorosa cura più di lui; se poi intende di-
rizzarono alcuni monaci. Frattanto nel- re di liberare i popoli dall'oppressione dei
la Mecca insorse il famoso impostore e fa- Longobardi e altri barbari, la storia im-
natico Maometto,vantandosi discendente mortalò le sollecitudini di s. Gregorio [

d'Ismaele e profeta, che divulgò nel 622 per difendere e proteggere i popoli dalie
ilguazzabuglio della religione da lui for- loro angarie, senza impor ad essi quel gio-
mata, la quale si disse Islamismo e dal go che Maometto impose a'suoi pretesi li-
suo nome si chiamò maomettismo, ar- berati; riè s. Gregorio I risparmiò prin- i

pureche va tenuto presente. L'im-


ticolo cipi cristiani, che provocarono la sua apo-

maginò per ambizione con un miscuglio stolica voce, che alto tuonò alla circostan-
principalmente di cristianesimo e di giu- za e con sacerdotale franchezza). Parla di
daismo per distruggerli ambedue: uè si sua legge o Al-Korano come di »' Un si-

discostò dall'eretiche opinioni degli ere- stema religioso e politico, semplice, vasto.
aGa TUR TUR
ottimo olla prova: poiché e rigenero mia spade, ed insegnava che ilcombaltere con-
nazione più prontamente che non l'abbia tro i nemici dell'islamismo è assai più me-
mai fatto altra legge, e contribuì non po- ritorio che non il pregare per 70 anni iu
co all'incivilimento d'una gran parte del casa, o il far 5o pellegrinaggi? Che si di-
genere umano, e si regge tuttavia, uè par rà dellosfrenamento totale de' costumi
disposto a morire". A siffatto parziale e che dovea seguire, e segui, specialmente
passionalo giudizio la Civiltà gli oppose il fra gl'ismaeliti, al uon essersi imposto dal-
seguente tratloda quello degl'inglesi
}
scrit- la legge freno alcuno alle corrotte voglie
toi i òeWHist. univ. cornp.par una sociétc. del cuore, e dall'essersi dipintoDio qual
de gnu de lettres, poco sospetti al certo autore perfino del peccato, e come un de-
nel sentenziare di tali materie. » L'islami- spola che salva o danna gli uomini a ca-
smo pare sia staloformato per nutrire e priccio? Che si dirà poi di quell'assoluto
saziare gli sregolati appetiti degli uomini e cieco in Dio che nel Corano
abbandono
e particolarmente le passioni depravate non è un'idea cristiana sotto nuovo «o-
degli arabi pagani; non deve perciò far 7ìie ma bensì riesce ad un micidiale^-
t

meraviglia che esso abbia fallo in sì bre- talismo , che rese in ogni tempo mus- i

ve terupo progressi cotanto pi odigiosi".La sulmani strumenti ciechi d'un tiranno teo-
Civiltà quindi confuta le asserzioni del- crate, il quale o li gittò nel furore delle fa-
l'Amari, rileva i funesti elFetti dell'isla- langi sotto il taglio delle spade e la piog-
mismo, meravigliandosi come mai si po- gia ardente e distruggitricedel fuoco gre-
trà seriamente asserire, che il maometti- co e della mitraglia, ovvero li calpestò
smo abbia rigenerata una nazione più di come fingo nella più insensata apatia fi-
qualùnque altra legge, non esclusa la cri- no a formarne Carmazi e Fedai?" La i i

stiana, e conferito all'incivilimento d'una legge mussulmana, considerata a franiti*


gran parte del genere umano un sistema mi e minuzzoli, ha certamente delle par-
religioso, che per rintuzzar la potenza dei li buone e degne di ammirazione e di lo-

nobili nemici del profeta, sebbene non vi de; ma queste sono copiate da'Profeti e
sia riuscito,e per istuzzicare le brame d'un dal Pentateuco, e capaci perciò di rialzar
popolo ardentissimo, promettendo egua- l'uomo da quella lagrirnevole brutalità,
glianza e democrazia , mentre al tempo nella quale lo suole inabissare l'idolatria.
slesso stabiliva nella famiglia la servitù e Riguardata però nel suo complesso e raf-
il degradamene della donna, fatta man- frontata co'fatli ch'essa produsse,non può
cipio a tolte le voglie del marito, anche non apparire che un accozzamento di con-
alle più opposte all'umana natura, e fon- non atte ad altro che ad esal-
traddizioni
dava nella società il dispotismo più cieco tare brutalmente gli spiriti de'popoli ma-
e brutale sostenuto da un'ipocrita teocra- teriali, ed eccitarne l'impelo sregolato, a
zia, incorporando al potere civile la pre- minacciar sempre alla verace civiltà del
minenza spirituale, di cui furono rampol- cristianesimo. Il doloroso spettacolo del-
li le terribili sette de'Carmazi e degli As- la selvaggia condizione, nella quale furo-
sassinami sistema religioso che raccoman- no prostrate la Siria, una gran parte del-
dava la giustizia e il rispetto delle pro- la Persia, e l'Africa principalmente, in
prietà, mentre approvava col religioso fa- cui pure tanto vigoreggiava una volta il

natismo l'ingiustizie e l'usurpazioni più cattolico incivilimento, basterà a far in-


spaventevoli; un sistema religioso il qua- tendere quanto abbia conferito l' islami-
leannunziava da un lato fratellanza e a« smo Sventurata-
alla civiltà de'popoli.
morevolezza, e sfrenava dall'altra suoi i mente si trovano nel Corano tutti semi i

cultori alla ferocia più bestiale, e rappre- delle dottrine protestantiche e de'moder-
sentava il paradiso sotto 1' ombra delle ni novatori. Ed ecco perchè destò tanto
TUR T U R 263
le loro simpatie , forma un oggetto non come nelle terrestri.
l'imprese marittime,
ultimo de'loro studi, e frutta talvolta al Maometto dopo aver nel 622 comincia-
mflomettismo qualche illustre acquisto di to 1' Era
o Egira de' maomettani, colla
protestanti. La rapidità poi colla quale si quale contano gli anni, propagata la
essi

fondò ed estese il colossale impero mus- sua dottrina, fatto molte conquiste, mo-
sulmano, massimamente se si ragguaglia rì a Medina nel 632 in casa della predi-
«"tempi del suo ingrandimento, oon de- letta sua moglie Aì'chah o Aiesha figlia

ve far meraviglia a chi è avvezzo allo del suoi. "discepoloAbou-Becker, chia-


spettacolo degli antichi imperi orientali; mata da'mussulmani la Madre de fede-
uè ci sorprenderà la tenacità colla qnale li. Questi fu acclamato signore, vicario,

si è mantenuto in parte quel religioso si- erede e successore di Maometto, cioèi
stema, dopo infranto in mille pezzi l'im- califfo, in pregiudizio d'Aly cugino e ge-
pero, se si consideri com' esso abbia in- nero del profeta, e per la sua moglie Fa-

trecciato con replicati nodi le sue radici a tima erede del medesimo; ciò che die ca-
quelle delle più gagliarde passioni del cuoi* gione al sussistente scisma che tiene an-
umano. Che poi non paia disposto a mo- cora discordi e divisi maomettani, aven- i

rire, noi ne dubitiamo assai, e ne dubi- do molti mussulmani protestato che non
tano con noi quanti non accecati dall' o- avrebbero conosciuto altro sovrano legit-
dio della chiesa cattolica , assistono allo timo fuori di Aly. Imperocché turchi ed i

svolgersi delle presenti vicende d'Euro- altri seguono la setta d'Abou-Becker e di

pa ". Inoltre l'Amari viene solennemente Omar I altro suocero di Maometto, men-
smentito dall'autorità, dalla ragione e dal tre persiani ed al tri seguono la setta d'A-
i

come prova la Civiltà cattolica.


fatto, ly. Tra le numerose sette del maometti-

Maometto accompagnò le sue predicazio- smo ì


e come dissi in quell'articolo nel par-

ni e legislazioni colla spada, il ferro e il larne, le due principali souo quelle dei
fuoco, onde rapide ed eslese ne furono le turchi e de'persiani, i primi denominati
conquiste, obbligando le Dazioni o ad ab- sunniti e i secondi sciiti, le quali seguo-
bracciar l'islamismo o a pagare un tribu- no ancora particolari principii. Vedasi J.
to. I saraceni presto 1' abbracciarono, si Albufedac, De vita et rebus gestis Dio-
assoggettarono a Maometto e cooperaro- hamedis arobice et latine cum praefa-
no potentemente a dilatar le conquiste tionibus et no tis J. Gag neri ,Oxonii 1 723.

violenti, ed a sostenere il suo dispotismo. A Saraceni parlai ancora de'diversi ra-


Dice il Sagredo: Come fu stravagante il mi de' califfi, così aCosTANTmoPOLi in uno
principio, e sopraffina la legge della set- alle varie dinastie, gli uni e le altre aven-
ta maomettana , così ne furono meravi- do lungamente regnato in varie regioni
gliosi gli avanzamenti. Appena bambi- d'Asia e d'Africa. Olire i califfi di cui va-
na s'ingigantì. I suoi unni furono contras- do ragionando, nel 909 cominciarono i

segnati da continuale conquiste. Ogni mo- califfi Fatimiti d'Egitto, ed Obeidollah


mento del suo crescere fu un trionfo, e fu il i.° Mahadi, ed il i4-° e ultimo A-
chi numera le vittorie, crede faticosi par- dhed questi nel 1171 ebbe a successo-
:

ti di secoli, ciò che fu prodigioso volo di re Nureddin Mahmud primo sultano di


brevissima età. 1 saraceni che primi alza- Egitto, ch'ebbe 61 successori, sino al
rono l'insegna dell'islamismo, inondaro- i5i7,epoca in cui turchi s'impadroni- i

no quale impetuoso torrente vastissime rono dell'Egitto. I turchi Selgiucidi si di-


provincie dell'Asia, tutta l'Africa e parte visero in 4 rami, cioè: i.° I sultani di Ra-
dell'Europa; coperte non meno l'onde dei rizma avi degli Osrnani, che regnano, che
mari di legni, che le campagne d'eserci- da Cothbeddin Mohammed, morto nel
ti; egualmente felici ne'successi, così ne!- 1 127, a Togrul Ortogulo padre d'Ot-
«64 TUR T V R
tornano!, che fu il i
." de'regnanli impe- tensioni d' Aly e suoi fautori , che ven-
ratori Osmani, contano 9 sultani. 2. I Sci -
ne persuaso dallo stesso Omar I a rico-
giucidi di Persia che tolsero queste a'Gaz- noscerlo. A mezzo del- suo prode gene-
nevidi, i quali da Mahmud fondatore del rale Rhaled represse l'insurrezione d'al-
regno mussulmano di Persia, dal G07 a cune tribù arabe che tentarono scuotere
JMassuli suo successore, dui osino al o38. 1 il giogo da lui imposto; poscia l'inviò nella
Vinto questi da'turelii Selgiueidi di Per- Caldea per conquistar l' link sni persia-
sia, elessero a .Multano de'tui chi Togrul
1 ni, e ne sottomise la miglior parte. Indi
Beig, che co'suoi abbracciò il maometti- trasportò le sue armi in Siria, e battuto
smo, ed alla Persia aggiunse oltre con- Patrizio generale greco, acquistò Boatro
quiste. Ebbe a successori io sultani sino o Rosrn eDamasco. A ho u- Becker radu-
a Togi ul li morto neh 187. Poiché sul- i nò tutti fogli dell'Alcorano e ne formò
i

tani di Romina u Karisina s'impadroni- un volume, il che altri attribuiscono a


rono della Persia, e neh 223 furon cac- Olinan, e morì nel 034- Gli fu sostitui-
cialida Gengis-Ran tartaro kati dei ,
to nel califfato Omar 1 , altro suocero e
mongoli. 3.° I sultani d'Iconio o di Roum, discepolo di Maometto, e fu il suo più fa-
che da Solimano del 107^ a Gajathcd- moso successore. Scrupoloso osservatore
din Masucl ucciso in battaglia contro un della legge, frugale, nemico del fasto, ze-
emiro neh 294, ebbero «3 sultani, fa? I lante della giustizia e mante-nitore di sue
sultani d' A leppo e di Damasco, che da pi omessse. Fabbricò Bassura alle foci del
Tutusc del o85, a Malek-el-Nasei -Yusnf
1 Tigri, e conquistò 36oo piazze, se deve
nel 1260 vinto dal kan de' mongoli Hu- credersi a Rhondemir. In Gerusalemme
lagu-Rau, coniano 19 sultani. Si deve edificò la celebre moschea del suo nome,
però avvertile, che a Damasco regnaro- magnifica e assai venerata da'inussulma-
no particolari sultani, cioè 7, da Dekak ni: la descrissi nel voi. XXX, p. 5j }
e ne
del 1 Mogir Eddin morto nel
095 a 5/i. 1 1 riparlai altrove. I rapidi conquisti che col-
Che in tale anno Nurredin Mahmud sul- le armi maomettane si successero, il Sa-
tano d'A leppo s'impadronì di Damasco. gredo così li arma-
descrive. Disfatte le
Che sultano Saladino nel 74 conqui-
il 1 1 te dell'imperatore Eraclio Costantino, O-

stò nuovamente Damasco e neh 83 A- 1 mar occupò in meno di 20 anni, cioè


I

Jeppo, morendo nel 193. Il successore 1 compreso l'operato del successore Otman,
Gajatheddin Glia/i fu sultano soltanto di 1' la Siria o Sorta con
Egitto nel 634,
Aleppo, perchè nello stesso ig3 Malek- 1 Damasco Palestina nel 635, quin-
e la
el-Ufdal divenne sultano di Damasco, il di anche Gerusalemme e Antiochia nel
quale ebbe 5 successori sino a Malek-el- 637 o 638 e tutta la Persia nel 63g.
,

Salek-Ismail; imperocché Damasco nel Indi numerosa nazione de'saraceni cor-


la

!25o si arrese al sultano d'Aleppo Ma- se l'Africa nel 647, prese Cipro nel 653,
lek-el-Naser-Yusuf mentovato e cadde , e quindi Rodi rovinandone il famoso co-
in potere de' mongoli nel 1258. Vi fu- losso del Sole; poi la Licia nel 67 1 e la
rono inoltre Se Igi acidi della dinastia
i Cilicia. Valicato il Mediterraneo, pose le

Radei gian, dominanti nel Rei man, da catene alla Spagna nel 7 1 4, con memo-
Kanderd del 1042, a Muhamed-seiah riasempre funesta e ignominiosa alla cri-
1 i.°e ultimo sciali di Rerman, fatto pri- che non sorse come un uomo a
stianità,
gione e ucciso nel 187 da Malek-di-
1 combattere il comune nemico il quale ,

lift r. Il calilfo Abou-Decker successore di diveniva vieppiù audace. Nel secolo se-
Maometto, considerato re dei saraceni ,
guente divenuti i saraceni formidabili in
favorito da Omar I, che poi gli succes- mare, s' impadronirono di Candì a nel-
se, si sostenne nel califfato contro le pie- T822, della Sicilia nell'827 e della Cu-
TU R T U R 26*
labriajc saccheggiarono con infinito dan- re un complesso di nozioni riguardanti
no e spavento de' popoli d'Italia nell'847> la vasta e celebre regione conquistata dai
con escursioni eziandio fino a Roma sles- mussulmani, che quasi inutilmente, pei'
sa.Ne curarono però con zelo successiva- mancanza di ferma unità, e ad onta del-
mente la difesa, come del litorale, i Papi, la più eroica abnegazione, costò a'eristia-
e precipuamente Gregorio IV, s. Leone ni fiumi di sangue e d'oro per liberarla
IV che ne restò vittorioso, Giovanni Vili dalle mani degl'infedeli; comechè conte-
dopo esser stato costretto a pagai' loro un nente i Santi Luoghi di nostra venturo-
tributo,Giovanni X guerreggiandoli, co- sa redenzione, santificati dalla presenza
me pur fece Benedetto Vili, già essendo del Figlio di Dio, la cui divinità sotlo for-
potente la marina militare pontifìcia. Nel me visibili volle nascervi e morirvi, do-
porteutoso progresso di queste impetuo- po averli illustrali co'suoi miracoli e in-
se an»i, i turchi che viveano senza nome signiti co'suoi benefizi, perciò furono eso-
e senza determinata legge , usciti dalle no chiamati per antonomasia TerraSan-
porte Caspie , devastarono fin dal 763 ta (/ .). In quest'articolo indicai quelli
l'Armenia, e corsa l'Iberia,ora Giorgia ne'quali con diffusione e divozione ne ra-
e lìJingrelia, combatterono iu Persia i sa- gionai, sino a'noslri giorni,e perciò con no-
raceni; e qualche tempo dopo assaltata la tizie appartenenti anche alle politiche vi-

Tracia nel 943, gl'imperatori Costanti- cende de'saraceni e de'turchi, che gli ebbe-
no VI e Romano II non polendo com- ro sempre in gran conto. Narrai come essi
batterli co! ferro li allontanarono con l'o- luoghi, sempre furono tenero oggetto del-
ro, e stabilita finalmente la loro sede nel la pietà cristiana,sinoda'primordi del cri-
paese del Turchestan, cominciarono a dif- stianesimo. E cosi la culla (di cui ripar-
fondere più largamente la fama del loro lai nel vol.LXXIV, p. 28), e il Presepio
nome e il terrore delle loro armi. Chia- in cui nacque nella grotta di Belllemme
mati i turchi nel 10 4.7 da'saraceni in soc- Gesù Cristo, la casa ch'egli abitò a Net*
corso, e sperimentali vili e deboli i sara- zarethyi fortunati paesi ch'egli percorse
ceni, venuti con essi in discordia preval- nella sua celeste predicazione , ma spe-
selo i turchi, li vinsero e conquistarono cialmente Gerusalemme e il Calvarioìa.
la Persia e Babilonia) di cui poi furono cui egli nella sua Passione volle essere
spogliati da' giorgiani e armeni cristiani immolato vittima innocente per l'eterna
all'epoca de'primi conquisti de* Crocesi- salute del genere umano, il luogo ove fu
guati (F.). Quanto operarono dal prin- elevala la Croce, glorioso e trionfante se-
cipio dell'irruzioni de' Saraceni sino a gno di nostra redenzione, il luogo che fu
della epoca i Papi per frenarle e combat- bagnato del suo Sangue preziosissimo,
terle, lo raccontai in quell'articolo e nei e il s. Sepolcro che ricevette la sua spo-
molti relativi , anche colle proprie armi glia mortale fino al giorno di sua por-
de' Soldati (V.) in terra, e della Marina tentosa Risurrezione, costantemente fu-
(/''.) in mare, con diversi prosperi succes- rono cari, venerabili e sagri a noi segua-
si, a difesa dell' oppresso e desolato cri- ci del medesimo Dio e Salvatore degli
stianesimo fallo in varie pavl\Schiavo(l/ .) uomini. Fino da'primi giorni della chie-
di sì furiosi nemici di sua religione. Pre- sa nascente i fedeli concorsero ne' Santi
messo questo rapido cenno per evitare Luoghi della Palestina iu folla per ado-
dettagli e insieme dare un'idea della pos- rarvi quel medesimo Gesù che giudei e i

sanza de'turchi e saraceni da Maometto ilSinedrio (P.) nei loro cieco furore vi
al 096, memorabile epoca delle Crocia-
1 aveano crocefisso. La prova più splendi-
le (P.) della Siria j articolo non meno da d'un tal concorso inai interrotto e u-
importante degli altri citali, percoutuue- uiveiaale de'primi cristiani, non ostante
266 1U R TUR
i pericoli d'ogni specie a cui erano espo- ma dalle sette cristiane separate dalla
sti, sono i provvedimenti medesimi che Chiesa cattolica, le quali si mostrano più
i persecutori credettero dover prendere crudeli, più ingiuste, più persecutrici che
per impedirlo. La Civiltà cattolica, nel- non sono gl'infedeli medesimi, il che ri-
la 2.* serie, t. 6, p. 129, 225, 593, nei petutamente deplorai negli analoghi ar-
bellissimi 3 articoli, I Luoghi Santi, dot- ticoli. I principi cattolici poi videro offe-
tamente ragionò: Art. i.° Diritti de cat- so il loro onore da queste continue usur-
tolici. sopra i santuari della Palestina. pazioni degli eretici e degli scismatici,mas-
A rt. 2/ Usurpazioni de* greci scismatici sitne greci; giacche Luoghi Santi, ben-
i

sopra i diritti della Chiesa cattolica la- ché posti sotto la dominazione straniera
tina. Art. 3.° Si confutano i pretesti al- della Porta, sono tuttavia collocati sotto
legati da*greci scismatici a difesa, di lo- la protezione de'potentati cattolici. Que-
ro usurpazio/ii. Qua e là ne riprodurrò sti stipularono, ed ottennero col mezzo
qualche brano, poiché furono imputati gli di solenni trattati, principalmente i re di
occidentali di scompigliare la cristianità Napoli, Francia, come già descrissi,
di
col litigio intorno al possedi mento de'Luo- e di Spagna, che loro sudditi e altri cat-
i

ghi Santi, querela di recente mossa dal- tolici latini dovessero avere sopra i Santi
l'anonimo autore del libretto intitolato: Luoghi di Palestina pacifico e perpetuo di-
Question religieuse d'Oricut et d'Occi- Il re (WNapolie il re di Sardegna(ec\
ritto.

de ut. Parole de Vorthodoxiecatholique anche l'imperatore d'Austria) si fregiano


(della Russia, che non è tale, come fon- del titolo glorioso di re di Gerusalemme,
dai;» dallo czar Pietro e non dal princi-
1 per le ragioni eredita te da're la ti ni crociali

pe degli apostoli s. Pietro pietra fonda- che vi regnarono; il quale titolo essi ces-
mentale della Chiesa di Cristo) au ca- serebbero di portare degnamente quan-
iholiei-me lìomain. Tradiate du russe do più non ne sostenessero i diritti e le

par Alexandre Popovitski, Parisi 853. preiogative,eilcontestatopossessodiquei


Afe die minuta contezza e magistralmente Luoghi che furono la culla per così dire
la confutò l'encomiata Civiltà cattolica, della Chiesa cattolica, e che il suo divin
con Parola di mi Cattolico romano
la fondatore le legò morendo sulla croce co-
in risposta alla Parola dell' Ortodos- me preziosissima eredità sulla terra. La
sia greco-russa, ue't. 5 e 6. Quindi par- questione de'Luoghi Santi, che dichiarai
ticolarmente svolse la storia della famo- nel voi. LXIV, p. 83 e seg., e toccai di
sa questione de'Luoghi Santi, co'lodati3 sopra, in uno all'esigenze di Russia, si

articoli , per le pretensioni che ultima- cotnpenetra nella questione d' Oriente,
mente rinnovarono sui medesimi, gli a- che provocò la guerra di cui in fine e della
catlolicied eterodossi, contro i quali, col- questione tenterò dame appena un siimi-
la luce de'fatti, delle date e de'documen- lacro,laonde è indispeusabile,per quanto è
ti provò iucouti astabilmente, che la Chie - relativo a quest'articolo,che io per miglio-
sa cattolica in quest'alare non dee rice- re intelligenza di questi miei cenni nedica
vere rimproveri, ma piuttosto ripetere le qualche parola all'opportunità, sebbene ri-
sue giuste lagnanze. Dimostrò chiara- tenga averne abbastanza discorso in più
mente ad evidenza, quanto cristiani cat- i luoghi e negli articoli che vado ricordan-
tolici feriti nel vivo del loro sentimento do in corsivo. Nella 3/ Persecuzione del-
religioso si commossero tem-
all'udire, di la Chiesa l'imperatore Adriano aveudo
po in tempo, la profanazione de'Luoghi fatto rifabbricare in parte Gerusalemme,
Santi, e le continue usurpazioni e le vio- elevò un monumento a Giove sopra il

lenze e gli scandali che vi si (anno non già luogo dove sorgeva prima il Tempio di
soltanto dagl'infedeli nemici della Croce, Salomone )
e collocò un porco di marmo
T U II TUR 267
sopra la porla che menava a Betlle mine, ce passare a fil di spada 80,000 cristiani,

per fare onta a 'giudei. Contro cristiani i arse e distrusse la chiesa del s. Sepolcro
poi l'imperatore fece porre un idolo so- fabbricala da Elena e tutti gli altri san-
s.

pra il luogo della Risurrezione, cioè sul tuari. Rapì e portò ne'suoi stati la veraCro-

s. Sepolcro; elevò una statua di marmo ce,indi ricuperata da Eraclio,che dopo a-


sopra il Calvario; profanò la grotta di Bel- ver sconfitto persiani, i la riportò in trion-
tlemme consagrandola al culto d'Adone, fo a Gerusalemme e la ripose sul Calva-

e ne'dintorni fece piantare uu bosco sa- rio; lieto avvenimento che celebriamo col-

gro, dove sacerdoti pa^aìii celebravano i la festa dell'Esaltazione della ss. Cro-
r
loro infami misteri : il tutto rammentai ce (I .). Predicata nel 622 dal falso pro-
anche nel voi. XXXI II, p.ioo, con quan- feta Maometto la novella religione, inbre-
to vado a dire, per temerne lontani cri- i ve tempo la' propagò colla forza della spa-

stiani e per estinguere la memoria dei da in mezzo a'popoli ignoranti, e per lo


Luoghi Santi. Ma tali provvedimenti em- più idolatri e barbari dell'Arabia e della
pi e sacrilegi, che i persecutori credeano Persia; ed Omar I,suo 3. "successore, con-
dover riuscire ad obbrobrio e rovina del tinuando le sue predicazioni e le sue cou-
cultocristiano, nonchead oblio perpetuo quiste, come già dissi , sottopose all' isla-

de'Luoghi Saoti, divennero poi il mezzo mismo l'Egitto e la Siria, e .s'impossessò


d'infattibilmente riconoscerli, quando Co- di Gerusalemme nel 636. Il che arrestò
stantino I rendendosi cristiano concesse in sulleprime il concorrervi de'fedeli, ed
la pace alla Chiosa, ne'prirai anni del IV anzi molte carovane di pellegrini che vi
secolo; poiché madre s. Elena re-
la sua erano avviate tornarono indietro. Ma co-
catasi in Gerusalemme a venerarne san- i gli ostacoli crescendo ancora la divozio-
tuari, seguendo quelle profane tracce ne- ne a Terra Santa, eia tolleranza interes-

gli scavi li ritrovò, in uno alla vera Cro- satade'mussulmani non vedendo dì mal
ce ed agli strumenti della Passionerei Re- occhio la folla de'fedeli pagar assai caro la

dentore, ciò che celebriamo con diverse propria divozione, accadde che gran mol-
feste commemorative. Allora da tutte le titudine di pellegrini seguisse come per
parti dell'impero innumerevoli fedeli, ed linnanzi ad accorrere a Gerusalemme da
i più illustri personaggi e santi, fervoro- tutta la cristianità. Gerusalemme si eru
samente accorsero in Palestina e a Geru- rendnta a patti a Omar I,e la legge mus-
salemme per soddisfare la loro divozione; sulmana ordina espressamente che quan-
il che tornai a celebrare nel voi. XXX, do una città o una nazione si arrende per
p. i oo e seg., rimarcando come i fedeli non capitolazione le si deve lasciare il posses-
potendovisi tutti recare di persona, si fe- so de'suoi templi e la libertà del suo cul-
cero portare della terra di Palestina e la to. Il califfo Omar I non fece dunque al-

chiamarono Terra Santa vocabolo che t


tro che seguir la legge di sua religione
si comunicò alla contrada donde si pren- quando concesse a'eristiani, per doaiau-
deva, quindi del pio uso che ne Riceva- da fatta dal patriarca di Gerusalemme,
no. La folla de'pellegrini andò sempre cre- la libertà d'esercitare il loro culto nelle
scendo fino al cominciò
VII secolo, in cui chiese come facevano per l'umanzi, e di
per la Palestina e perGerusalemrne in par- allevare i loro figli secondo i precelti del-

ticolare,quella lunga serie di calamità che la religione cristiana. Omar I concesse


in parte ancora durano. Cosroe II re di questa libertà a tutti i cristiani in gene-

Persia essendo in guerra coll'imperalore rale, senza distinzione di riti, ne di nazio-

Eraclio, eccitato dall'odio de'giudei con- ni, giacché la mussulmana non fa


legge
tro i cristiani, invase la Palestina e presa distinzioni. Omarl fondò la città di Ku-
Gerusalemme nel 6i5 la saccheggiò; fé- fa K-oufah presso la riva destra deli'Eu-
268 TUR T UR
irate, in vicinanza alle rovine di Clesi- del profeta, inveoed'imi tare Abou -Becker
plion , o Soliman-Pak la , 2.* delle città e Omar I, ch'eransi assidi due gradini più
la cui grandezza produsse la distruzione sotto. I funesti presagi che si trassero dal-
di Babilonia che le stava vicina. Kufa fu l'aver perduto l'anello di Maometto, fo-
florida e ben popolata, e la residenza dei mentarono di più le turbolenze foriere
califfi per un tempo, dopo il «piale cad- della catastrofe ebe terminò il suo regno.

de in rovina, e trovasi a 32 leghe da Bag- Otman volle gi unificarti pubblicamente


dad. Vi si vede ancora la moschea in cui dell'uso fatto del denaro del tesoro, e pre-
Ali fu assassinato, e per la quale i per- tese d' avere il diritto , come successore
siani e atri sciiti suoi settari conservano del profeta, di di .porre di quanto appar-
una grande venerazione. Dal nome di teneva a Dio. Una truppa d'ammutina-
questa città derivò quello di Kufici dato ti si accampò vicino a Medina per costrin-
agli antichi caratteri degli arabi. Morì O- gerlo a riuunziaie; invano il califfo di-

mar I644 deputando 6 commissari


nel chiarò che si pentiva dell'anteriore con-
successore, fi a 'quali Otman
a eleggergli il dotfa, invano promise di reintegrare il te-

o Othman-Ibn-Amm cugino in 3.° grado soro: tali concessioni forzate provarono la

di Maometto , di cui si mostrò uno dei sua debolezza e accrebbero l'audacia dei
pivmi e de' più zelanti discepoli, già uno sediziosi. Assediatoda'ribelli nella sua ca-
de' suoi segretari e genero perchè sposò sa, penetrali in essa l'uccisero 656, nel
successivamente due figlie di lui, Ilakiah benché si fece trovare colCoranoin seno.
ed Oman Rolthum , le quali morirono La sua morte fu il segnale o il motivo ap-
senza lasciargli prole; per questo fu co- parente delle guerre civili che insangui-
gnominalo Dzul Nureiu, possessore del- narono l'impero mussili mano, e la prin-
le due luei. Eletto da'suoi colleghi calif- cipal causa dello scisma che ancora tiene
fo, sotto il suo regno le armi mussulma- divisi mussulmani. La città di D Jeddah,
i

ne fecero nuovi prodigi: s'impossessaro- porlo della Mecca, fu fondala da questo


no di tutta la Persia e resero tributaria califfo. Gli successe Aly o Ali cugino, ge-
l'isola di Cipro. Olman pio e umano, po- nero, confidente e uno de'più zelanti set-
co idoneo a governare un vasto impero, tatori di Maometto, prode nelle battaglie
ed inclinato troppo a bene alla sua
far del e conquistatole del Yemen colle armi e
famiglia, commise il fallo di dare a suo colla persuasione, nel predicar l'Alcorano
fratello di latte Abdallah il governo del- agli abitanti di quella bella parte dell'A-
l'Egitto, di cui privò il generale Amru che rabia. Tutti questi servigi aveano deter-
l'avea conquistato; tale passo impolitico minalo Maometto a dargli in moglie la
eccitò molle turbolenze, onde fu obbliga- sua diletta figlia Fatima, e sembrava che
to a ristabilire Amru, anche per avere i ciò gli dovesse assicurare la dignità di
greci ricupera IoA lessa ndria. Sebbene im- califfo alla morte del profeta; ma la sua
piegò Abdallah a principiar il conquisto gioventù, l'odio d' A'ichah vedova favo-
della costa d'Africa, vincendo il patrizio rita di Maometto, ed i maneggi de' suoi
Gregorio^ impadronendosi di varie piaz- nemici Io allontanarono dal trono sino al
ze con gran bottino, nondimeno il mal- fine tragico d'Otmau, a cui dicesi non fu
contento generale contro onda- il califfo straniero, sebbene il califfi) avesse invo-
tasi aumentando, per aver deposto Saad- cato il suo soccorso, ed avesse man- egli
Jbn fondatore di Rufa e l ."conquistatore dalo per difenderlo due figli. Ap-
i suoi
della Persia, pel suo fasto, orgoglio, pro- pena in possesso d'una mal ferma auto-
digalità a'suoi favoriti e altri errori. Olisi rità, privò Moawyah o Ommiade, poii.°
ascrisse a delitto, che ufficiando nella mo- califfo della dinastia degli Ommiadi, e i
schea occupasse ìu cattedra lo slesso silo suoi alleali de'goveruameuli che aveauo;
e

TU R TU a 269
ricusò altresì a Zobeir eoi a Thalhah, due pugne Moawyah perde 45,ooo combat-
principali fra gli arabi del suo partilo, i tenti e 25,ooo Ali. Finalmente il califfo,
governamene di Bassura e di Rufa o Kou- stanco d'uccisioni e forse spinto da segre-
fah che gli domandavano. Cos'i impoliti- te insinuazioni del suo nemico, gli propo-
cameute governandosi , fu cagione delle se una singoiar battaglia, prendendo Dio
guerre ch'ebbe a sosleneie e della rovi- per arbitro delle loro contese. Moawyah
na della sua casa. Moawyah acclamato ricusò, ma l'astuto Amrou gli suggerì uno
califfo in Siria , non avendo più rispetti, strattagemma che lo liberò di Ali. L'Al-
alzò lo stendardo della ribellione, si fece corano ordina che. in caso di contestazio-
riconoscere e ni ir di Damasco e sottomise ne, si scelgano due arbitri per giudicar-

la Siria. Zobeir e Thalhah, che Atchali la. Amrou fece affiggere quel passo del
voleva califfo, si ritirarono alla Mecca, ed sagro libro sulle picche de' suoi soldati
unirono il loro risentimento all'odio d'Ai- ch'esclamarono: Ecco il libro che termi-
chah. Quella città divenne il centro d'u- nar deve le nostre contese. I soldati di Alt
na fazione a cui era ammesso ogni nemi- tocchi di rispetto per l'Alcorano, e sedot-
co d'Ali, ed essa vi prendeva ogni gior- ti dalla richiesta de'loro nemici, giusta in
no nuovo incremento. Già Zobeir, Thal- apparenza, accettarono la proposizione,
bah e la vendicativa Aichah eransi iui- nominarono per arbitro Abou-Mouca-al-
padrouiti di Bassura divenuta il punto Achary, uomo probo, ma semplice. Le
delle loro comunicazioni co'ribellì della truppe diMoawyah elessero Amrou, e
Siria. Ali mosse contro di essi con 3o,ooo dopo ciò Ali si ritirò a Rnfa o Ronfah e

combattenti. La battaglia fu sanguinosa l'altro in Damasco ad attendervi il loro


e celebre a'4 novembre 656, e fu delta destino. Amrou più astuto, venne a capo
di Rharybah dal sito in cui (u affronta- di persuadere Abou, che il mezzo per far
ta, o la cammello, per quel-
battaglia del rivivere la pace era quello di deporre i

lo che avea montato Aichali. Zobeir e due califfi. 11 giorno fissato per la cere-
Thalliah essendo stati uccisi, la vittoria moni a le truppe si adunarono, ed Amrou,
si dichiarò per Ali, ed Ai'chah già dilet- accompagnalo dal suo collega, ascese la
ta moglie di Maometto, cadde in suo po- tribuna, ma affettando per esso somma
tere; egli però ebbe per essa sommo ri- venerazione, lo costrinse a spiegarsi pel
guardo e la fece ricondurre alla Mecca. primo. Credulo Abou pronunziò la depo-
Ali si contentò di riprendere gli abitan- sizione di Ali. Amrou confermò la depo-
ti di Bassora pel loro mancamento di fe- ma
sizione, anziché pronunziar quella di
de al califfato, e si recò aRufa o Roulah, Moawyah, lo acclamò califfo. Tale perfì-
cui fece sede della monarchia. Moawyah dia riosci sommamente funesta al pote-
lungi dall'essere abbattuto per la sconfìt- re d'Ali, e d'allora in poi molto scemò di
ta de'suoi alleati, procurò con maggiorat- considerazione nello spirito de'suoi mus-
tività di fortificare ti suo partito. Eccitò sulmani. La setta potente de'Rharidjy si

il popolo alla ribellione, spiegando le ve- sollevò contro di lui, sostenendo l'opinio-
sti insanguinate del califfo Otuian suo pa- ne che ogni peccato dispensa i sudditi dal-
rente, sullo il quale avea occupato Cipro, l'ubbidire al sovrano che se ne sia reso col-
e conquistato Rudi abbattendone il co- pevole, accusando A fi d'aver abbandona-
losso; e secondalo dal celebre Amrou-Ben- uomini il giudizio d'una lite sopra
to agli
el-Ass. adunò numerosi fautori. Ali usa- cui Dio solo dovea pronunziare, e quin-
ti inutilmente i mezzi di conciliazione, di ricusò di prestargli ubbidienza. Ali co-
marciò conlroMoawyah con 800,000 uo- stretto a combattere que'ribelli, fece pian-
mioi, mentre i ribelli erano in minor nu- tare uno stendardo fuori del suo campo
mero. Negli 1 1 aitai in cui durarono le e promise il perdono a chiunque venis-
TUR T U R
se a schierarsi sotto quell'insegna di pa- continua sorgente di reclami e di diffi-

ce. Tale speziente gli riuscì: una [nule di coltà (ia'due palai. Kerbela o Re r bela li
sediziosi si dissipò, l'altra fu posta in fu- chiamali pure Bfeaheued o Meshehed
ga. Poco dopo 3 dì (|ue'fanatiei settari ri- Howcio, Imau-Htmiht, / ologesia o Ba-
solverono di assassinare nel giorno stesso lagUSUS, a io leghe da Bagdad, sopra y\\\
Ali. Moawyahed Amrou. Gli ultimi due braccio dell'Eufrate, in un pae«C ben col
camparono dal loro furore; ma Ali da tivato. Ora diamo i geografi, che l'edi-
Abdel-Kahmanebbe un colpo di sciabola ficio il più osservabile è una grande e bel-
sul cranio, nell'istante in cui chiamava la moschea, eli ì rinchiude il sepolcro non
il popolo alla preghiera nella moschea di d' Ali, ma dui suo figlio Hossein, ucciso
Kufa o Roufah a'^4 gennaio 66 1. Tra- in questo luo»o. Questo sepolcro in gran-
sportato in sua casa, adunò figli e gli a- i de venerazione fra'maometlani sciiti, in-
uiici e disse loro: Se mi riinetto in tallite, vita un gran concorso di pellegrini; mol-
perdono muoio perisca sul-
l'assassino; se ti fra loro, per eccesso di fanatismo, ven-
l'istante, allineile meco si presenti dinan- gono quivind uccidersi, coll'idea ch'entre-
zi al padrone dell'universo. Poco tempo ranno in cielo sotto la prolezione d'Hus-
dopo rese l'ultimo sospiro, e il suo omi- sein; altri vengono ad annegarsi in un poz-
cida spirò tra'più crudeli supplizi. Il suo zo vicino ch'è a lui consagrato. La cap-
corpo fu sepolto segretamente da'figli nel- pella in cui sta il sepolcro conteneva gran-

le vicinanze dì Kufa o Roufah, e solo sot- di ricchezze, che furono prese da'vecabi-
to il regno degli Abassidi si scuopri la sua ti sunnominate irruzioni. Dun-
nelle loro
tomba. Adhad-el-Daulahgli fece costruì- que Kerbela è sepolto Hossein, come
in
reunsuperbo monumento nella moschea meglio dirò, e non suo padre. Fu onora-
di Kufa, che viene visitato da tutti di' i to Ali in vita e in morte di parecchi fi-
voti sciiti suoi settari. Qui mi occorre no- stosi soprannomi la storia lo riconosce
:

tare, che secondo le notizie de' correnti zelante eroe propagatore dell' islamismo,
pubblici fogli Io sciali di Persia ha invia- principe prode, franco, generoso e degno
to Feruk-Kan a Costantinopoli, per ran- d'altro fine. Quantunque incontrastabili
nodar le pratiche relativamente alla vec- fossero i suoi diritti alla dignità di calif-
chia questione delle frontiere turco-per- fo e d' immediato successore di Maomet-
siane, che si agita da tanto
tempo fra i to , uon impiegò mai la forza onde farli
i\ue paesi. Oltracciò Feruk-Kan è inca- valere, e si sottomise alla potenza dei 3
ricato d'insistere sull'indennizzo di ia5 suoi predecessori qual semplice mussul-
milioni, che il governo persiano doman- mano. Ebbe pe'suddilila tenerezza di pa-
da pe'danni recati a'suoi sudditi nel bom- dre. Il suo spirito era coltivato dallo stu-
bardamento di Kerbelah, eseguito da o i dio, e lasciò diverse raccolte di sentenze,
anni fa da Negib pascià contro questa cit- di proverbi e di poesie. Ali finché visse
tì», che si era ribellata , senza prevenire Fatima non ebbe altre mogli; essa gli par-
il console di Persia, mentre esistendo co- tori 3 figli, Ilasan o Asan, che gli succes-
là la tomba di Ali venerato da' persiani se nel califfato, Hossein o Ho.cein, e Mo-
quale loro profeta, vi si trovava gran mol- hacan. Hasan ed Hossein formarono la

titudine di pellegrini e mercanti di quel- discendenza degli Alialo Alfdi, cioè Ha-
la nazione, che del resto non vi manca- san de' sceriffi ereditari di Medina e del-
no mai. Non è che poco tempo che la Per- la Mecca, i quali per distintivo e privile-
sia desistette dalle sue pretensioni di far- gio portano il turbante di color verde; da
si cedere dalla Turchia quella località in- Hossein voglionsi derivati gì' imperatori

sieme con tutta la rimanente provincia, di Marocco, e sceriffi di quella contrada.


che anco adesso non cessa d' essere una I discendenti d'ambedue godendo quelle
TU R TUR 271
prerogative e ministero religioso che de- strinse nell'istesso anno Hasan a dimet-
scrissi più sopra. Ali contrasse dopo la tersi dal califfato ed a ritirarsi a Medina,
morte di Fatima parecchi maritaggi, dai dove poi lo fece avvelenare. Moawyah I

quali ebbe 12 altri figli ei8 figlie. La po- fece allora il suo ingresso in Rufa, e mal-
sterità sua si moltiplicò all'influito, e si grado gli sforzi de'settari Raridjy, fu ri-

dilatò per tutto l'oriente. Il vero o suppo- conosciuto in tutto l'impero, e divenne
sto titolo di Alidi o discendenti d'Ali, ha capo della stirpe de'califfi Ommiadi. Egli
consagrato il regno degli Almoadi d'Afri- era pronipote d'Ommaia, cugino d'Abd-
ca in Marocco e di Spagna, de'Fatimi- al-Mothalleb avo di Maometto, e quan-

ti d'Egitto, degl'lsmaeliani, de' principi do fu aggredito da uno di delti settari,


del Yemen,degli sceriffi dellaMecca,e d'u- se scampò la vita reslò ferito in modo da
na quantità d'impostori, che si spacciaro- non poter più esser padre. Non contento
no suoi discendenti, di cui la transitoria d'aver spogliato del califfato la famiglia
potenza non si stabilì che per assassini*! e del profeta, obbligò i mussulmani a pre-
guerre civili. La dolce e insinuante mo- star giuramento di fedeltà a suo figlio Ye-
rale d'Ali, la sua virtù, e forse le sventu- sid I, che gli successe nel 680, cui per
re sue, gli guadagnarono la slima e l'a- altro raccomandò d'affezionarsi co'bene-
more d'un gran numero di mussulmani fizi Hossein figlio d'Ali. Hossein essendo
che parteggiarono con fervore per lui. Es- succeduto al fratello Hasan, si era riti-

sinon videro nell'innalzamento de'3 pri- rato a "Medina e ivi vivea nel riposo. Ma
mi califfi che 1' usurpazione d'un potere Yesid I avendolo sollecitato a riconoscer-
appartenente al genero e cugino del pro- lo per califfo, Hossein e la sua famiglia si

feta. 1 Su/miti, ortodossi, o partigiani di ritirarono alla Mecca. Nel medesimo tem-
detti califfi Abou-Becker,Omar eOtman I po il popolo di Rufa, sempre affezionato
o Othman. cornei turchi, tennero all'op- alla memoria d'Ali, si mosse infavoredel
posto quelli d' Ali, persiani e aldi mus- figlio e l'invitò a recarsi nella città, pro-

sulmani, che lo venerano quale loro pio- mettendogli di salutarlo califfo e di pren-
feta, per sediziosi ed eterodossi, qualifica- dere le armi in sua difesa. Tali favore-
zione espressa dal nome di Sciiti o Siiti voli disposizioni si mutarono presto per
ch'essi loro danno. 1 due partiti vennero l'abilità d'Obeid-Allah governatore di
alle mani, e Bagdad vide molte volte le Kufa, per Yesid I. Hossein essendo par-
sue strade tinte dal sangue de' sedicenti tito dalla Mecca per Rufa, le trupped'O-

veri credenti. Tale distinzione di Sunni- beid l'incontrarononella pianura di Rer-


ti e di Sciiti o Siiti esiste ancora. 1 turchi bela, seguito da un centinaio di persone.
sono Sunniti, i persiani sono Sciiti o Sii- Hossein fu trattato co'suoi cortesemente
ti, ed è questa una delle principali cagio- e si sarebbe lasciato ritornare libero alla
ni dell' odio tra le due nazioni. Perciò Mecca se avesse voluto riconoscere Yesid I;
i persiani, com'anche tutti quelli di loro ma egli preferì la morte a tale ignominio-
setta, maledicono la memoria de'3 primi sa sommissione, fece resistenza per vender
califfi, e non riconoscono successione le- cari i suoi giorni, e perì con lutti i suoi nel
gittima alla dignità di califfi) che nella ca- 680 a'i o Essendo stata recata la
ottobre.
sa d'Ali. Danno essi a'principi di quella testa a Yesid I,questo proruppe in mille
casa il titolo d'Imam, cioè da Ali sino a ingiurie e permise a stento che si seppel-
Mehdy. lisse a Damasco, donde fu in seguito por-
Hasan o Asan nel 66 1 successe ad Ali tata in Egitto, sotto i califfi Fatimiti, i

suo padre nel califfato, ina Moawyah I si quali deposero nelCairo in una moschea
la

proclamò califfo, couieehè divenuto più chiamata Mecched-Hossein. Il suo corpo


potente per la morte del suo rivale. Co- fu sepolto nella pianura stessa di Rerbeia
5

272 TUR Tua


cioè in tale città, ove i! sultano Adhad sposti a molteplici angarie. Erano gettati
^l'innalzò un sontuoso motiumetito, cui in 1111 quartieri- | parte, tassati sotto mille
gli sciti visitano ancora con gran divozio- pretesti dagli ufficiali del governo, quali i

ne. Considerandolo essi come il 3.° Imam facevano pagar loro ben caro quel poco
o capo legittimo della religione mao- di protettone che loro concedevano; ma

mettana, l'anniversario di sua morte è la libertà dì visitar que' santuari li con-


por lorogiornodi lagrime e di duolo. Que- solava di tutto. In mancanza degl'impe-
sta celebre commemorazione, fedelmente ratori greci, i quali erano quasi tempre
osservata dagli sciiti, contribuisce a man- in guerra co'mussulmani, saraceni e tur-
tener l'odio religioso tra'turchi e i per- chi, senzaperò far loro gran paura per-
siani, ludi furono califfi nel 683 Moa- chè n'erano quasi sempre sconfitti, pel- i

wyah II, nel 684Merwan I,nel 685 Ab- legrini ricorrevano sotto la protezione de'
clolmalek, continuando i Saraceni le lo- sovrani d' occidente , e specialmente di
ro conquiste, al modo narrato in quel- Carlo Magno in cui Papa s. Leone III a-
T articolo, non dovendo essi confondersi vea rinnovato l' impero occidentale, e il

co' turchi, co'quali soltanto ne'secoli po- nome del quale per la sua potenza era co-
steriori si trasfusero, sebbene alcuni scrit- nosciuto e rispettatoanche in oriente. Nel-
come notargli amalgamarono anebe
tori, l'8 1 o fece un regolamento sopra l'elemo-
prima. Nel jo5 fu califfi) Walid nel I , sine da mandarsi a Gerusalemme per la
quale anno l'imperatore Giustiniano II, riparazione delle chiese. Tra lui e il ca-
che da Cagano signore de'tur-
rifugiatosi liffo Harum passava tale stretta amicizia,
chi casari ne avea sposata la figlia, fu ri- che questi anteponeva la sua alleanza a
stabilito stii trono di Costantinopoli; indi quella di tutti i principi del mondo, e il

contro di lui nel 7 1 1 alla testa de'turchi teneva per solo degno d'essere tratti to coti
cazari fu acclamato imperatore Filippo onore e magnificenza. Perciò gli amba-
Bardane. Circa quest'epoca alcuni cri- sciatori mandati dall'imperatore a por-
stiani apostati avendo adottato l'islami- tar doni al s. Sepolcro, essendo iti a visi-
smo, si dissero Jgareniani (F.). Nel 7 1 tare il califfo e avendogli fatto conoscere
divenne calilfo Solimano, il quale ebbe la Volontà del loro sovrano, non solameu-
incendiala la flotta nel porto di Costan- teHarurn permise loro di compiere la mis-
tinopoli che volea assediare; altrettanto sione, ma concesse ancora a Carlo Ma-
avvenne a Omar II che gli successe nel gno la possessione di quel sagro luogo,

7 7, che pure voleva espugnar la metro-


1 nel modo che narrai ne' voi. X.XXII1, p.
poli del greco impero. Nel 720 fu califfo io3, e LXlV,p. 86. In virtù di questa
Yesid II, nel724 Hesciam, nel 743 Wa- concessione del califfo, e all' ombra del-
lid li, nel 744 Yesid III, Ibrahim, e Mer- la protezione de'successori di Carlo Ma-
lali II che morendo nel 700 fu I' ulti- gno, i pellegrini d'occidente continuaro-
mo degli Ommiadi. Gli successe Abul Ab- no ad accorrere a' Luoghi Santi, senza
bas il i.° califfo degli Abbassidi , al cui alcun impedimento: essi v'incontrava-
tempo e nel 763 i turchi uscite le porte no cristiani d' oriente e con loro si u-
i

del Caspio cominciarono le scorrerie in nivano, ed insieme compivano fraterna*


Armenia, che continuarono nel seguente mente il santo viaggio. Non vi era delit-
anno. Nel 754 fi» califfo Abu Giafar Al- to che non potesse espiarsi col Pellegri-
nianzor, cui successero nel 775 Moham- naggio (V.) di Gerusalemme, e con at-
med Mahadi, nel 785 Hadi, nel 786 Ha- ti di divozione sulla tomba di Gesù Cri-

rum-al-Rascid. Ad onta della libertà con- sto. Al possente calilfo Harum ,


che co-
cessa da Omar I a'pellegrini cristiani vi- mandava quasi a tutto l'oriente, tranne
sitatoti di Terra Santa, essi vi erano e- riudia,successero uell'809 .\m:u } ueU't> 1 3
TUR TUR 273
AI Marnimene molte guerre sostenne col- nazione. Cirillo fondò delle chiese , che
l 'imperatore Teofilo, nell'833Motassem, provvide d'eccellenti ministri, e fece ri-
nell'84* Vatek Billah, nell'847 Motha- torno a Costantinopoli, dopo aver inutil-
vakel. Fu circa in questo tempo che ca- i mente il principe e il popolo voluto of-
zarideliberarono d' abbracciare la reli- frirgli de'doni. Indi s. Cirillo, col fratello
gione cristiana. Questi cazari erano una s. Metodio, impiegò le sue apostoliche fa-
tribù di turchi, il più numeroso e il più tiche nella Bulgaria, Schiavonia. e Mo-
possente popolo tra gli unni che abitava- ravia. Nell'86 1 pervenne al califfato Mo-
no la Scizia europea, e fermata aveano stanser, nell'862 Moslain Billah,nell'866
la lorodimora in una contrada vicino alla Motaz, neh' 869 Mothadi Billah, nel-
Germania, la quale si estende lungo il Da- P87oMotamed Billah che guerreggiòcon
nubio. Essi aveano cacciatogli abari e le l'imperatore Leone VI, nell'892 Moina-
altre nazioni degli unni dalle rivedell'E- ded Billah, nel Q02 Moctafi Billah, nel
thel Volga, sino al Danubio, sotto gl'im- 908 Moctader Billah, al cui tempo l'E-
peratori Maurizio e Tiberio, i quali fe- gitto cominciò a governarsi da'particola ri
cero lega con esso loro, e vi mandarono califfi Fati miti, che estesero la loro signo-
magnifiche ambascerie. Da questi antichi ria sulla Siria e perciò su Terra Santa)
turchi alcuni fanno discendere quelli tra' suoi successori furono nel 932Raher, nel
tartari oigiziani che abitano l'Asia, non che 934 Rhadi. In quest'anno comparvero
i tartari di Crimea. Costantino VI Por- perlai." volta due nazioni poco conosciu-
firogenito del 911 e altri scrittori della te ad infestare la Tracia. I turchi forzate
Storia Bizantina, danno anche il nome le porte del Caucaso e discesi dalla Tar-
di turchi agli ungheri, ed alle nazioni set- taria, misero tutta la contrada a ferro e
tentrionali dell'Europa e dell'Asia: a suo fuoco. Il patrizioTeofane marciò contro
tempo i turchi erano divisi in sette, e tal- di loro, e gli riuscì non solamente di re-
volta in dieci tribù, ciascuna delle qua- spingerli oltre il confine; ma di liberare

liavea un principe indipendente chiama- i prigioni da essi fatti. Nel g4o fu califfo
to Chagan. Avendo dunque cazari di- i Mothaki,nel 944 Mostakfi, nel 946 Mo-
visato di sottomettersi all'Evangelo,man- lili, nel nel 991 Rader Bil-
974 Thai,
darono solenne ambasceria all'imperato- lah, al cui tempo occupava il califfato
re Michele III, non che alla pia impera- d' Egitto Hakem Bamrillah, il Nerone
trice Teodora sua madre, per domandar dell' Egitto. Questo famoso tiranno e-
loro de'preti, i quali volessero aver cura sercitò le sue crudeltà sopra i cristiani
di ammaestrarli. Teodora nell'848 con- e sopra mussulmani, e nel suo pazzo fu-
i

venne con s. Ignazio patriarca di Costan- rore volle farsi adorare come un' incar-
tinopoli, di eleggeres. Cirillo(f~.) di Tes- nazione della divinità. Per le vessazio-
salonica a capo dell'importante missione. ni che faceva a'Luoghi Santi ed a' pelle-
Siccome icazari, non che gli unni e i tar- grini cristiani che li visitavano, mosse il
tari, parlavano la lingua turca, il santo da- Papa Silvestro //d'alti spiriti nel
999
tosi tosto allo studio di essa l'imparò in ad inviare per tutta la cristianità un' en-
brevissimo tempo. Appena fu in grado di ciclica piena di religioso ardore, per ec-
farsi intendere, che col zelo da cui era a- citare principi e nazioni alla guerra so-
nimato die cominciamento alla predica- ciale, per liberare dal giogo mussulmano
cazione dell'Evangelo, e tutti gli occhi si i Luoghi Santi di Palestina, ed cristia- i

apersero alla luce che gli abbagliava. Il ni d'oriente; il che fu uno de'primi im-
Cham o Kan, capo principale o signore pulsi alla Crociata, e alla possanza tute-
de'medesimi, ricevette il battesimo, ed il lareile' Papi sull' universo. Poco dopo ,

suo esempio fu tosto seguito dall'intera da alcuno vuoisi che Papa Sergio IV del
VOL. LXXXI. 18
a74 TUR T U R
1009, si adoperasse con zelo perchè il ca- seggono un firmano, antico e veridico do-
liffo Hakém, che il Rinaldi chiama prin- cumento, che dimostra la loro esistenza
cipe ili Babilonia, non cedesse alle sug- in tal città fino dal 1023. Vi si trova an-
gestioni degli ebrei d'Orleans, che indotti cora un altro firmano del io 5o, il quale
da malignità e invidia, l'esortarono a di- conferma il precedente. Dunque religio- i

struggere la chiesa del s. Sepolcro, altri- si fianchi erano stabiliti in r.erusaleui-


menti in breve cristiani eccitati da Sil-
i me molto prima delle crociate, e prima
vestroII, avrebbero tolto a lui il regno. di esse già chiama vano franchi cri-
si i

Scopertosi l'indegno operalo degli ebrei stiani d'occidente. Fondato l'impero de'
dappertutto furono cncciati,mo!li tagliati turchi gaznevidi di Persia nel 997 da
a pezzi. altri gettati ne'fìumi,i vescovi vie- Mahinud, quesli neh 028 ebbe a succes-
tando a'cristiani di negoziare co' giudei. sore Massuh, il quale combattendo le or-

Ilakeni però distrusse da' fondamenti la de de' turchi selgiucidi,che situati iti là

chiesa del s. Sepolcro nel o o; 1 1 ma al ri- dall'Oso il padre avea tollerate nel suo
ferire di Rinaldi , come dissi a Gerusa- impero, restò vinto nel o38, onde 1 i tur-
lemme, nell'anno stesso Maria madre di chi si elessero perreosultanoTogrulBeig,
detto principe, cristianissima donna, co- il quale co'suoi soldati abbracciò la fmìe
minciò a riedificare con pietre quadre e di Maometto, ben presto associò a' ti-
e
polite il tempio abbattuto per di lui co- toli dil. sultano de'turchi e di conqui-
mando. Invece la Civiltà cattolicarife- statore quello di protettore della religio-
risce, che la chiesa fu rifabbricata verso ne mussulmana. Al califfo Kader Billah
ilio 48 sotto il califfato di Al-Mostaiiser- nelio3i successe Raiem Bamrillah, nel-
Billah , Abu-Tamin Moslanser califfo la cui epoca nel io45 i turchi selgiucidi
d'Egitto, ed in gran parte almeno colle guidati da Togrul Beig conquistatore, in-
limosine inviale dall'imperatore Coslan- vasero le provincie dell'Asia dell'impero
tino IX Mouomaco, pregato da'crisliani greco, e nel 1048 estesero le loro conqui-
di Gerusalemme, mancanti de'iuezzi ne- ste. Le rive del Tigli e dell'Eufrate erano
cessari a grande spesa
sì , senza che per allora turbale dalla sedizione degli emi-
questo ne fusse devoluto l'esclusivo pos- ri, che dividevansi le spoglie de'califlì di
sesso del santuario a favore de'greci, co- Bagdad; e appunto il califfo Kaiem avea
me ciò non avea preteso neppure Carlo implorato il soccorso di Togrnl, promet-
Magno a favore de'iatini. Raccontai nel tendo a queslo nuovo signore della Per-
ricordato articolo, che avendo i cristiani sia altre conquiste uell' Asia. Dichiarato
a
di Gerusalemme fabbricato Ia4- partedi suo vicario, Togrul soggiogò i faziosi, sac-

sue mura, ottennero dal califfo il possesso cheggiò le provincie e recatosi a Bagdad
di qoella parte, e che non avessero altro si prostrò a 'piedi del califfo. Questi pro-
giudice, che il patriarca, il quale perciò clamò pubblicamente il trionfo de'suoi li

n'ebbe il dominio. Anzi poco dopo la per- beralori, e solennemente decorò Togrul
secuzione dell'empio e feroce HakciDjche di 7 vesti d'onore e lo clonò di 7 schiavi
avendo finito di regnare nel 02 1 1 l'avea nati ne'7 climi dell'impero de^li arabi :

successo Daher, i religiosi cattolici della due corone d'alloro furono collocate sul
nazione de' franchi trovansi stabiliti ne' suo capo, e fu cinto di due scimitarre per
santuari di Terra Santa; e gli archivi del emblema del suo dominio sull'oriente e
convento del ss. Salvatore de'minori os- sull'occidente. I nuovi conquistatori oc-

servanti in Gerusalemme (ove nel voi. cuparonosubilamentecoirarmi quell'im-


XXXIII, 110, ne parlai nel rilevare
p. pero che il vicario di Maometto avea in
quando i passarono da quello an-
frati vi dicalo alla loro ambizione. Togrul Beig
tico del Cenacolo sul monte di Sion),pos- invasa la Siria, nel io55 s'impadronì di
T UR TUR 275
Gerusalemme ; la profanarono turchi i oriente, mentre per lui Roma era nuo-
e commisero ogni oltraggio sui pellegri- vamente divenutala capitale del mondo,
ni. Non per questo cessarono pii pelle- i promosse lo zelo de'principi e popoli cri
grinaggi, come rilevai nel voi. XXXIII, stiani, contro mussulmani per togliere
i

p. 1 06. L'imperatore Isacco Comneno nel dalle loro mani Luoghi Santi, promet- i

\Ci5n si oppose con valore a'turchi pat- tendo di condurli in persona neh' Asia;
zinaci , ma sotto il successore Costanti- ma senz'effetto per le persecuzioni con-
no X Duca, i turchi dell'Asia fecero non tro la Chiesa che faceva Enrico IV re de'
pochi progressi, e 600,000 uzii d'origi- romani, che il Papa avea invitato a in-
ne turcomana valicarono il Danubio, i- traprendere la sagra spedizione, e lo notai
nondarono la Tracia, e se la spada de' nel vol.XXXlII,p.io6.Neli075fu caline
bulgari e il contagio non li mieteva, l'im- MoctadiBamrillah,nel cui regno Niceforo
pero greco sarebbe slato in pericolo. In- Brienne nel 1078 si dichiarò imperatore
di nel 1067 i turchi s'inoltrarono sino a con l'aiuto de'turchi selgiucidi; questi pe-
Cesarea di Cappadocia, predando, arden- rò furono repressi nel 1080 da Alessio II Co-
do e divorando con ferine fuoco tutto- mneno nell'assunzione airimpero,coll'im'
ciòche innanzi a loro si parava: tra'lanti porre a'turchi d'Iconio giunti sino al Bo-
mali che fecero spogliarono e profanaro- sforo, cacciandoli al di là di Bilinia. Suc-
no il celebre tempio di s. Basilio in Ce- cesso nel 1086 a s. Gregorio VII, Papa
sarea. Regnando 1' imperatore Michele littore III, ne ereditò proponimenti di
i

Parapinace del 107 1, i torcili selgiucidi frenare la crescente sterminata possanza


assalito l'impero, in sanguinoso conflitto maomettana, onde riunì un grande eser-

fecero prigione Isacco Comneno coman- cito da tutte le parti d'Italia per far ces-
dante greco, e cadde pure nelle loro ma- sare principalmente il furore di quelli d' A •

ni Giovanni Duca, i quali furono riscat- frica,che turbando la navigazione del Me-
tati. Frattanto sotto i regni de'sultani sel- diterraneo, di frequente facevano Schia-
giucidi di Persia, Alp-Arslan e Ma lek. l'iimmenso numero di cristiani. La flotta

Sciali, successori di Togrul, i 7 rami crociata m unita del \0Stendard0 di s. Pie-


della dinastia di Seldjoue si divisero fra tro, investì il regno di Tunisi e fece va-
loro i più vasti regni dell'Asia: le loro co- rie conquiste, per cui il re si rese tribu-
lonie militari e pastorali si estendevano tario della s. Sede. Frattanto l'islamismo
dall'Oxo fino all'Eufrate, e dall'Indo si- faceva progressi pericolosi alla religione
noall'Ellesponto.Non ebberoigreci giam- cristiana e all'impero greco, onde Ales
mai nemici più crudeli e terribili de'tur- sio I Comneno invocò con lettere l'aiuto
chi. Intantochè la corte de'due memorati de'principi occidentali e del Papa Urbano
sultani sfoggiava tutta la magnificenza e II; mentre nel094 diveniva califfo Mo-
1

raccoglieva le dottrine degli antichi per- stadher, e nel 095 sultani d'Aleppo Re-
1

siani, il restante della nazione de'lurchi duan e di Damasco Dekak. Gli eserciti
era tutto barbaro, e conservava in mezzo conquistatori de'turchi e saraceni minac-
a' vinti popoli i feroci e selvaggi costu- ciavano insieme le altre parti dell'Asia e
mi della Tarlarla. Poscia i turchi patzi- dell' Africa, ove non dorninavano,ed anche
naci devastarono leprovincieeuropeedel- l'Europa per estendervi i loro possessiva
l'impero, e Solimano 1

sultano de'tur- il loro giogo più duramente pesava sui

chi selgiucidi d' Iconio, aspirò all'impe- cristiani d'oriente. Gerusa- I pellegrini di
ro greco, mediante un partito che si formò lemme erano da loro sottoposti a tali an-
a Costantinopoli. Intanto il gran Papa gherie ed a sì cattivi trattamenti, che il
s. Gregorio PII, bramoso di propaga- racconto ch'essi ne facevano al loro ritor-
re la religione e l'imperò della s. Sede in no accendeva ne'popoli d'occidente una
276 TUR TUR
giusta-e viva indignazione. Un luogote- soccorso alla chiesa orientale che perico-
nente del sultano Malek Sciali, de'lurchi lava, e massimamente Gerusalemme, dal
selgiucididi Persia, portò il tenore delle cui patriarca Simone avea ricevuto lette-
sue armi sulle sponde del Nilo, ed usur- re molto compassionevoli, recategli da Pie-
pò di nuovo la Siria soggetta a 'calili! Fa- tro d'Amiens romito francese, nelle quali
timiti d'Egitto. Cadde la Palestina in po- si significa va con molte lagrime,che Indil-
tere de'lurchi; e il nero stendardo degli la di Cristo, il suo Sepolcro e gli altri Luo-
Abbassidi fu inalberato sulle mura di Ge- ghi Santi erano profanati e conculcati da'
rusalemme. Non furono risparmiati da' turchi , da' saraceni e altri mussulmani.
vincitori, uè i cristiani, né i seguaci d'Ali, Imperocché al dire di Guglielmo arcive-
che il califfo di Bagdad rappresentava co- scovo di Tiro, che scrisse l'istoria di que-
me nemici di Dio. Fu trucidata la guar- sta sagra guerra, essendo Pietro in Ge-
nigione egiziana ; le chiese e le moschee rusalemme testimonio de' patimenti de*
furono messe a ruba e a sacco: la santa pellegrini, ed egli pure ne soffrì, dopoa-
città nuotò nel sangue cristiano, e mus- ver ricevuto le lettere pel Papa, orando
sulmano degeneratoli d'Ali. Contempo- nella chiesa della Risurrezione, ebbe da
raneamente altre tribù turche, condotte Cristo una visione, per la legazione ti i ca-
da Solimano nipote del sulla no,penetrate rico sì grande. Pietro dunque con mera-
nell'Asia minore, s'impossessarono di tut- viglioso fervore predicò la guerra Cro-
te le provincie che i pellegrini dell'occi- ciala (V.) t
e al suono di quella divina
dente attraversavano per giungere a Ge- tromba quasi tutto l'occidente corse alle
rusalemme, ludi clamori di dolore de* armi e si fece Crocesignato (^.). Ma il

cristiani di Palestina e de'pellegrini ec- principale duce della parola e promotore


cheggiarono per tutta Europa. Il mede- di tanta impresa fu Urbano II (F.), il

simo patriarca scismatico di Gerusalem- quale appositamente nello stesso 1 095 nel
me Simone, non isperando più alcun soc- Clcrmont con 3
concilio da lui tenuto a
corso dagl'imperatori di Costantinopoli, commoventi sermoni riportati dal Ri- ,

perchè l' impero indebolito da discordie naldi, promulgò la Tregua di Dio [V.)
intestine, dallo scisma della chiesa greca, e insieme la sagra guerra per la libera-
e dalla successiva perdita delle più belle zione de' Luoghi Santi di Palestina, col
provincie, minacciava una prossima ro- premio d'amplissime indulgenze, secon-
vina, rivolse il Papa che
gli occhi verso i do il vasto progetto di s. Gregorio VII;
suoi predecessori aveano abbandonato, e tutte vivamente narrando le calamità, cui
scrisse a Urbano II per ottenere soccorso soggiacevano gli oppressi cristiani d'orien-
a'Luoghi Santi. Narra il Rinaldi all' an. te, e i santuarii ove operaronsi i princi-
1095, che Urbano li sapendo che il pre- pali misteri della religione cristiana. Le
decessore s. Gregorio VII più volte avea immaginazioni e cuori de'cristiani d'oc-
i

tentato di bandire la sagra guerra per la cidente s' infiammarono così profonda-
liberazione diTerraSanta,eragli stato im- mente, che un immenso grido di guerra
pedito di mandarla ad effetto da'tumul- echeggiò dali'un capo all'altro d' Euro-
tidegli scismatici e dalle diverse guerre pa. In un istante un ardore incredibile
d'Enrico IV; quindi avendo ricevute le per la guerra santa si sparse come elet-
dette lettere d' Alessio I, le fece leggere trica scintilla in tutti gli ordini di perso-
nel concilio che tenne in Piacenza nel ne, e non andò mollo che parecchi for-

1095; poscia passato in Francia comin- midabili eserciti composti di tutte le na-
ciò a trattare di sì grave negozio con mol- zioni d'occidente, francesi, fiamminghi ,

ta sollecitudine, procurando che si radu- spagnuoli, inglesi, tedeschi, svedesi, ita-


nasse un esercito cristiano, per porgere liani furono all'ordine, ardenti di correre
TUR TUR 177
alla liberazione cìe'loro fratelli persegui- con alquanta ca utela.Trovo poi con-
Ietta
tati dagl'infedeli in oriente, e di riconqui- veniente, per la parte principalmente che
stare dalle mani maomettane Luoghi i spetta a'turchi, di dare un rapido e ge-
Santi. La nazione greca che a vea invocato nerico cenno di quanto precedette e ac-
soccorso e dovea trovare il suo vitale van- compagnò il conquisto di Gerusalemme.

taggio in questa guerra santa, perchè dal- I crociali doverono superare nel viaggio
l' esito di lei dipendeva la sua ulteriore indicibili ostacoli,e sostenere diverse guer-
esistenza politica, fu appunto la sola che re, massime co'turchi. Sebbene l'impero
non vi prese alcuna parte, come non vi fi- de'turchi selgiucidi all'arrivo de'crociati
gurò tra'crociati la Prussia. Che anzi invece in Asia, pendesse già verso la decadenza,
di secondare gli sforzi dell'esercito libera- pure opponeva co'sultani d'Iconio anco-
tore, la nazione greca gli pose mille ostaco- ra una formidabile barriera a' guerrieri
li,econ aperta malafede, ne fu certamente dell'occidente; ed i turchi erano animati
per lei, se una guerra impresa con tanta dal fanatismo della religione e da quello
eroica abnegazione, mirabilegenerosità e della vittoria, non professando che il me-
coraggio,non fallì interamente, come rile- stiere dell'armi. Rilidge Arslan I, figlio
vai in più luoghi. Ancora una volta ripeto, di Solimano sultano d'Iconio, all'avvici-
che questoampio e importantissimo argo- narsi de'crociati chiamò sudditi e gli al- i

mento già trattai in molti articoli, con ab tri turchi di Persia alla sua difesa. Per
quanta diffusione, specialmente i riguar- i.° ostacolo fortificò Nicea capitale della
danti la Siria, la Palestina, Gerusalem- Jjitinia, come posto avanzato, e sconfisse
me, le Crociate (nel quale articolo enu- 1' avanguardia accompagnata da Pietro
merai i sovrani, i principi, i vescovi, i le- l'Eremita. Indi si avvicinò a Nicea il cor-
gati apostolici che fecero parte di ciascu- po dell'esercito crociato composto di più
na),! venerandi luoghi di Terra Santa, di 100,000 cavalieri e 5oo,ooo fanti, il

gl'imperatori di Costantinopoli. In essi fiore de'bellicosi d'Europa eappartenenti


ricordai i campioni cristiani e i valorosi a 1 9 nazioni. Assediata da'crociati la città,

maomettani saraceni, che per due secoli il sultano d'Iconio tutto spaventato co-
combatterono memorabili battaglie, con nobbe che avea a fronte nemici troppo
diversa fortuna; e primamente,come sen- più forti e stimabili di quelli da lui vinti.

za il soccorso de' greci, ed anche a loro La vittoria, com'era naturale, nel com-
dispetto, prode esercito crociato capi-
il battimento si dichiarò pe' cristiani, che
tanato da Goffredo di Buglione (pentito vendicarono la morte de'compagni. Quin-
del suo anteriore operato, che registrai di i crociati strinsero d' assedio Nicea, e

nel voi. XXX,p.64 e altrove) duca della sul punto d'espugnarla,l'iudegno Alessio
bassa-Lorerctfjdopo moltee disperate bat- I con inganno se la fece cedere da'turchi,
taglie, dopo un lungo earduo assedio, do- con islupore e indignazione de'crociati,
po prodigi di valore sì de'crociali e sì de' da'quali anzi ottenne la liberazione della
mussulmani, superato ogni ostacoIo,Gof- moglie efigli del sultano, che aveano fatti

fredo prese Gerusalemme a' 1 5, e non a' prigionieri nel tentare la fuga da Nicea.
5, o a' 19 o i5 luglio 1099, come altri Questo conlegno dell'imperatore persua-
scrissero,alla testa del fiore de'principi so- se i crociati ch'egli cercava di risparmia-
vrani della cristianità e di Pietro l'Ere- re i loro nemici, e d'allora in poi gli odii
mita, tutti cattolici fervorosi e capitani tra'greci e i crociati non ebbero che rare
delle nazioni crociate, e grondanti di la- tregue. Avanzandosi i crociati per recarsi
grime sciolsero il voto al s. Sepolcro. Si nella Siria, il tornò ad
sultano Rilidge
può vedere la Storia delle crociate di attaccarli, ma Quindi i cro-
fu sconfitto.
G. Michaud, Milano 1 83 1. Essa però va ciati conquistarono Tarso, Edessa e al-
278 TUR TUR
Ire città d'Armenia, ed assediarono An- revoledUposizione per essi, e che le p<

tiochia. I trionfi riportati da'erociati io- di Gerusalemme da lui di recente ricon-


pia i turchi , eterni nemici della stirpe quistata sui turchi , non si aprirebbero
d' Ali, persuasero àbili -Casem-M ostali che a'eristiani disarmati. I capi crociati,
califfo Falimita d'Egitto, averli Dio mail* mossi da sdegno, decisero d'affrettare le

dati in Asia come strumenti di sua ven- mosse verso Terra Santa, e minacciaro-
detta e giustizia. Traendo profitto della no gli ambasciatori egiziani di portar le
fortuna da' turchi, erasi di fresco
sinistra armi loro sulle rive del Nilo. Avanzan-
impadronito della Palestinaje quindi spe- dosi crociati nella marcia, dopo a ver vin-
i

dì ambasciatori a' crociati, offrendosi di to l'emir ili Tripoli di Fenicia in sangui-


conduili co'suoi eserciti a visitare Geru- nosa battaglia, si diressero a Gerusalem-

salemme, promettendo di riedificare le me, pi omettendo loro con finzione 1' c-


chiese abbattute de' cristiani, di proteg- Bftir di Tolemaica d'arrendersi dopo la
gere il loro culto, e d* ammettere nella sua presa; e Tancredi s'impadronì di Bet-
città santa tutti i pellegrini senz'armi e lemme. Era difesa Gerusalemme da Is-

permetter loro il soggiorno d'un mese.Se tikhat-Eddaulac luogotenente del califfo


ricusavano tali condizioni e la sua ami- d'Egitto, che munitala per lungo assedio,
cizia, li minacciò di sollevar contro tulli fece devastarne i dintorni e avvelenare le

i crociati i popoli dell' Egitto, dell'Etio- cisterne, acciò i crociatinon vi trovasse-


pia, e quelli che abitavano nell'Asia e nel- ro che miseria e morte. La città avea
l'Africa dallo stretto di Gadesino alle por- 4o,ooo difensori, oltre 20,000 abitanti
te di Bagdad. Risposero i crociati, di non che aveano prese armi per sostenerli;
le

essere venuti in Asia per ricevere uè leg- gl'imani scorrendo strade, esortavano
le

gi, né benefìzi da' mussulmani , non a- il popolo alla resistenza. 1 crociati comin-
vendo dimenticato gli oltraggi da'pelle- ciarono 1' assedio della città pieni del più
grini ricevuti dagli egiziani, e precipua- religioso entusiasmo, e vieppiù si accese
mente sotto il feroce calitfo Hakem.Aver il loro zelo per liberarla. Mancando di
fatto voti di visitare Gerusalemme, ma scale, di macchine e di strumenti oppor-
anco di liberarla dalle mani degF infe- tuni all'espugnazione, sicché fi d' uopo
deli; e perciò il califfo scegliesse pace o di costruirne sotlo un cielo di fuoco,e pe-
guerra, né temere le sue popolazioni. nuriando d'acqua, giunsero a bere il san-
Intanto crociati riportarono vittoria su
i gue de'bovi. Inaudite e indescrivibili fu-
Beduan sultano d' A leppo, e su Dekak rono le privazioni patite da'erociati, gran-
sultano di Damasco. Durante l'assedio di le calamità sofferte per la sete: a tem-
d'Antiochia mosse in aiuto di essa Rai- po e nel maggior bisogno giunse un na-
boga sultano di Mosul con 200,000 uo- vile genovese carico di pi ovigioni e di mu-
mini, e prima che giungesse la città fu nizioni d'ogni maniera. Il giovedì i4 hi
espugnata da Doemondo I. Giunto Rar- glioiogg *H ?apparire ac giorno, il cam- l

boga cinse d'assedio la città, ma restò sba- po de'cristiani risuonò dello squillo delle
ragliafo. Il califfo d'Egitto che seguiva trombe per l'assalto di Gerusalemme, in-
la politica d' Alessio I, volle mantenere contrando dappertutto ostinata e valoro-
una certa relazione co'crociati e co'tur- sa resistenza, e il combattimento durò 12
chi, per regolarsi a seconda delle circo- ore. 11 giorno seguente ricondusse mede- i

stanze, sebbetie odiava i primi come ne- simi conflitti emedesimi pericoli del pre-
i

mici del profeta, e gli altri per avergli ra- cedente, e furiose furono le micidiali lotte.
pito la Siria, oltre la dissidenza religiosa. Gli arieti avendo finalmente squarciali i

Pertanto il califfo Abul pe'suoi nuovi am- muri in alcuni luoghi,dielro addensaronsi
basciatori dichiarò a'erociati la sua favo- le schiere saracene, presentando come un
T U R T U R 2 79
nllimo baluardo all'attacco de' crociali. trucidandosi i saraceni nelle vie e per le

Mentre gli assediatiti aveano impiegato case. Sotto il portico della moschea d'O-
la metà del giorno nella mischia, senza spe- mar I il sangue arrivava al ginocchio e
ranza d'entrar nella piazza, e tutte le lo- sino freno de'cav;»lli. Ciò sembra aper-
al

ro macelline erano iucendiate,mancaudo ta esagerazione. Però nelle lettere scritte

d'acqua per estinguere il fuoco greco lan- a Papa Urbano II, a'vescovie a'fedeli dal-
ciato contro di essi da' naussul inani, vide- l'arcivescovo di Pisa, da Goffredo e da
ro comparire improvvisamente su! mon- Raimondo IV, per dipingere quel terri-
te Oli velo un cavaliere agitando lo scu- bile spettacolo, si dice: Che nel portico di
do e dando loro il segno d'entrare nella Salomone deve intendere della mo-
(si

città. Goffredo e Raimondo IV di Tolosa, schea d' Omar I, perchè questi V eresse
clie pe'primi lo scorsero, gridarono che sull'area del tempio di Salomone), i no-
s. Giorgio accorreva in aiuto de'cristiani stri co' cavalli nuotavano uel vii sangue
(i crociatisperimentarono anche la pro- de'saraceni sino al ginocchio. L'immagi
tezione de'ss. Demetrio e Teodoro, e lo nazione rifugge raccapricciata da'dettagli
rilevatoti vol.XXX,p.64)-H tumulto del dell'orribile descrizione,d'una città in pre-
coiai tatti merito non permise né riflessio- da agli orrori tutti d'una micidialeguerra
ne né e*ame; la vista del Cavaliere cele- di vendetta e di distruzione. Goffredo do-
ste infiammò i crociati di nuovo ardore, po la vittoria si astenne dalla strage,e sen-
e tornarono con fiducia alia pugna. Gof- z'armi a piedi nudi si recò nella chiesa del
fredo con altri capitani abbassò sulle mu- s. Sepolcro. Diffusa tal notizia nell'eser-

ra il ponte levatoio di sua mobile torre cito, subito le vendette e i furori s'am-
di legno; i saraceni inviluppati dal fuoco mansarono, e i crociati a piedi nudi e col
e dal fumo che il vento spinse a loro dan- capo scoperto si recarono al santuario.
no vennero poderosamente inseguiti e
,
L'aspetto poi della vera Croce, già na
sbaragliali. Tutti crociati seguirono l'in-
i scosta da'eristiaui durante l'assedio, ecci-
trepido duce nella citlà, trucidando quan- tò il più vivo entusiasmo, e fu portata po-
ti incontravano; mentre una folla di eroi scia in trionfo per le strade. Propriamen-
penetrò per la breccia semiaperta nella te la strage non cessò se non dopo una
sospirata Gerusalemme, la cui porta s. settimana. Una barbara politica fondata
Stefano *i abbattè e venne spalancata alla su diversi gravi ri flessi, chiuse cuori alla i

calca de'crociati. Anche Raimondo! V dal- pietà e fece perire tutti i mussulmani su-
la sua parte pervenne alla sommità delle perstiti, tranne appena i saraceni ricove-
mura, e disperse saraceni che con l'e- i rati nella torre di Davide , e i destinati
mir fuggiaschi si ritirarono nella torre di al servizio dell'esercito e a seppellire i ca-
David. In breve tutti i crociati si abbrac- daveri sfigurati de' loro amici e fratelli.

ciarono dentro piangendo d'al-


la città, Gli uccisi si fanno ascendere a 70,000, e
legrezza, e più non pensando che a pro- gli mezzo alle fiam-
ebrei perirono tutti in
gredir nella vittoria. L'entrata de'crociati me. CosìGerusalemme, nello spazio d'al-
in Gerusalemme avvenne di venerdì a 3 cuni giorni, presentò ila nuovo spettacolo
ore di sera, giorno e ora memorabile in per aver cambiato abitanti, leggi e reli-
cui Gesù Cristo ivi spirò perla salvezza gione. Mentre i fedeli si rallegrarono con
dell'uman genere, come osservai anche entusiasmo della couquista, i mussul-
nel voi. XXXIII, p. 106. Inaspriti i cro- mani tutti si dierono in preda alla dispe-
ciati da' molti mali e gravi oltraggi sof- razione, e dappertutto si sparse la coster-
ferti, tosto coprirono di sangue e di lutto nazione. I turchi della Siria e della Per-
quellaGerusalemme che aveano liberata. sia, che aveano guerreggiato contro il ca-
In breve la carnificina divenne generale, liffo d'Egitto, pianseroco* maomettani sii-
a8« TUR TUR
ti i trionfi de'cristiani, e gli oltraggi falli vigi alla Chiesa e all'umanità, e si copri
alla religione di Maometto. I turchi della rono di gloria nelle battaglie a difesa di
Sìria, gli abitanti di Damasco e di Bag- Terra Santa contro gli sforzi incessanti
dad, riposero le ultime speranze in A bui de'mussulmani per ricuperarla; il che ad
Casein caliiFo d'Egitto, da essi per lun- onta del costante zelo de'Papi e d*lle di-
go tempo consideralo nemico del profeta, verse crociate da loro bandite ad onta ,

e andarono in folla a unirsi alla ma oste degl'immensi sagrifizi fatti da quasi tut-
che movea verso Ascalona. Ma sebbene te le nazioni cattoliche, non si potè con-
fosse immensa tale moltitudine, che Dio servare, colpa eziandio le fatali e intesti-
solo ne sapeva il numero, giusta l'espres- ne discordie insorte non meno tra gli or-
sione degli antichi storici, facilmente da' dini equestri, che tra'crociati per rivalità
crociati fu vinta con immensa stinge, ed di nazioni e d'individui, e diciamolo pu-
il visir Afdal,che la comandava, a stento re,perambizione di potere. Fu per le cro-
con poche migliaia si salvò nella flotta e- ciate che furono istituiti i patriarcati di
gizia. 11 bottino preso sul campo nou è rito latino in Gerusalemme e Antiochia,
a dire quanto fu ricco e abbondante. e di questi pure meglio a Siri a, e molti ar-
Fondato il regno latino di Gerusalem- civescovati e vescovati, che tutti descrissi
me, nefuelettoai.°re Raimondo IV con- a'Ioro articoli. Di più in Gerusalemme e
te di Tolosa, che modestamente ricusan- in Antiochia, e al modo ivi detto, s'intro-
do tuie onore, e sull'indicazione da lui dussero altri patriarchi di riti diversi, cat-
falla, gli fu sostituito Goffredo, il quale tolici Le guerre combattute
e scismatici.
per venerazione alla città dove il Salva- da' 1 2 re di Gerusalemme successivamen-
tore dì tutti era stalo coronato di Spine, te contro i mussulmani, califfi e sultani
solo accettò una corona di paglia o di d'Egitto, i sultani d'A leppo e di Damasco,
spine. Goffredo ebbe a successori I i re, in quell'articolo le registrai. 1 nuovi cro-
uno de'quali, Guido di Lusignano, fon- ciati che s'avviarono neh io3 per l'Asia,
dò il regno di Cipro. L'estensione delle tedeschi e lombardi, dall'imperatore A-
conquiste de' crociali formò vari princi- lessio 1 furono affidati al conte di Tolosa
pati e contee sovrane nella Palestina e Si- Raimondo IV, ma essi vollero fare la stra-
ria, i principali essendo quelli d' Antio- da del Rorassan. Oppressi dalla sete e dal-
chia, di cui riparlai a Siria, di Edessa, la stanchezza, incontrarono turchi accor- i

di 7 ripoli di Fenicia, di Tiro, Tolemai- si da tutte le provincie dell'Asia Minore,


de, Sidone, Berito ed altri riferiti a'pro- della Siria e della Mesopotamia, quali i

pri luoghi. 1 franchi profittando della vit- perseguitarono tanto cristiani, che li co-
i

toria, ed usandone diritti, ingrandirono i strinsero alla battaglia. Questa fu vinta


il tempio del s. Sepolcro, e col mezzo di da'turchi che dispersero i crociati e poi
uuove fabbriche chiusero nel medesimo ne fecero spaventevole carnificina. Un
recinto santuari del Calvario e della pie-
i nuovo esercito guidato da'conti di Nevers
tra dell'Unzione. A custodia del s. Sepol- e di Bourges, soggiacque allo stesso fata-
cro, e per proleggere i pellegrini ne'viag- le disastro: lutto fu preda de'turchi, do-
gi e ospitarli, furono successivamente isti- po la sanguinosa vittoria che riportaro-
tuiti i canonici regolari del s. Sepolcro, no, non senza sospetto di connivenza eoa
i cavalieri di tal nome, e gli ordini ospi- Alessio I. Un 3.° esercito di crociati, che
talari ed equestri, Gerosolimitano (que- parimenti si dirigeva per Terra Santa, ca-
sto ebbe anteriore il suo principio) e poi pitanato dal conte di Poitiers, nella Li-
di Rodi e Malta, Templari, di s. Lazza- caonia trovando il paese devastato dai
ro, e Teutonici di Monte Gioia o Gau- turchi, oppressi dalla sete e affranti dai
dio (V.) ec, i quali resero segnalati sei'- patimenti, anch'essi perirono dalla spa-
T UR TUR 281
da de'turchi miserabilmente in numero brato ne\i 123, fece decretare soccorsi e
di 100,000. h\ tal maniera disparvero 3 aiuti. Continuando l' indicazione crono-
glandi eserciti paragonabili a parecchie logica de'califìi arabi successori di Mao-
nazioni in armi. Più felici erano le armi metto, dirò che nel 1 1 1 8 lo divenne Mo-
de crocia li della Palestina, ove continua- starched, e poco dopo Masud sultano dei
vano le conquiste, ed il terrore da loro turchi selgiucidi d'Iconio ruppe guerra a
inspirato agl'infedeli era sì grande, ch'essi Giovanni Comneno imperatore greco, il

non più osavano disprezzai e i loro attac- quale avea debellato i turchi pattinaci,
chi. Invano il calilfo d'Egitto ordinava ai che dal Danubio eransi sparsi a devasta-
suoi emiri chiusi in Ascalona di combat- re la Tracia. Le sue armi sarebbero sta-
tere i franchi, e di condurre innanzi a lui te vittoriose anche contro i turchi d'Ico-
incatenato questo popolo mendicante e nio, se il suo terzogenito Isacco non si

vagabondo. Sospinti dalle minaceedel ca- fosse fatto maomettano per isposarelafì-
liffo tentarono un'incursione verso Team- glia delsuIlano,per cui lo privò della suc-
la, gi' incontrò il re Baldovino 1 cou un cessione eventuale all'impero: nondime-
puguodi crociati e riportò compita vitto- no gli riuscì d'obbligare alla pace i tur-
ria neh 101; ma nel 1 102 fu disfatto da- chi d'Iconio, e conservando apparente a-
gli egiziani d'Ascalona, e solo fu salvato ixkicizia co'crociati, si pose d'accordo coi
dalla gratitudine d'un emiro a cui avea mussulmani per distruggerli. Nelli 2 &i
restituito la moglie: colla battaglia però crociati conquistarono Tiro, ed avendo-
riportata a Jalfa, riparò in parte le pa- vi contribuito i veneziani colla flotta, se-
a
tite perdile. Avendo progressi dell'armi
i condogli accordi, fu loro concessa una3.
cristiane intimoriti Abul Manzor Amer parte della città, con propria chiesa e tri-

calilfo di Egitto e Mostadher califfo di bunale. Neh 35 1 fu calilfo Rasched, cui


Bagdad, fu dato a tutti popoli mussul- i successe neh 36 1 Moctafì. Intanto Ema-
mani il segnale d'una guerra sagra, e to- deddinZenghi I sultano d'Aleppo e di Ni-
sto fu adunato un esercito innumerevo- nive, assediò Edcssa e la prese a'erocia-
le. Baldovino I nel 2 l'affrontò a Ge-1 1 1 ti, con dolore di Papa Lucio II; avveni-
nezarelh,e il valore de'cristiani non po- mento che risvegliò l'ardore d'una nuo-
tè trionfare nella terribile battaglia del va crociata, onde ebbe luogo nel 1 1 45 la
numero de' mussulmani, i quali fecero 2/ Crociata, poiché tutta la Palestina era
strage di essi, senz'ai tre conseguenze. Per minacciata da'mussuluiani. Papa Euge-
un istante Baldovino I si collegò nel 1 1 i4 nio III la fece promulgare colle solite in-
con Togli teghiu sultano di Damasco, e dulgenze, ed posero Cor-
alla testa vi si

servi a deviare le forze contro di lui uni- rado imperatore de'rornaui e Lodovi-
III

te dal sultano di Mossul e dal calilfo di co VII redi Francia; non può ridirsi quan-
Bagdad, e liberar la Siria da un'invasio- te insidie e sevizie usò co'crociati Ema-
ne. Nel 1 1 Abul Man-
igilcaliffo d'Egitto nuele Comneno imperatore de'greci, tut-
zor fece una nuova spedizione comanda- te fatte colla più fina ed esecrabile simu-
ta dal sultano d'Aleppo Ylgazi, il più fe- lazione. Alla perfidia de'greci, e alla pro-
roce de'guerrieri mussulmani, e riportò dezza di Nureddin Mahmud sultano d'A-
vittoria ad Artesia contro signori d'Au- i leppo, oltre che di Damasco fe-
la difesa
tiochia, di Tripoli e d'Edessa, eil nuovo ce il suo sultano Mogir Eddin , si deve
re Baldovino Questo però preceduto
II. l'infelice riuscita di questa crociata, non
dalla vera Croce attaccò poi Ylgazi a Da- che alle altre cause che notai al suo ar-
nitzelo sbaragliò interamente. A soste- ticolo. Rimase Baldovino III re di Geru-
nere le conquiste de'crociati, Papa Ca- il salemme esposto allearmi formidabili dei
listo II nel concilio di Lacerano /, cele- mussulmani, e si misurò cou Nunediu,che
aSa TU R TUR
cominciava a pone le fondamenta d'un padroni poscia di quasi tutta la Palestina,
impero, dopoil conquisto di Damasco nel e di Gerusalemme a'2 ottobre, ove com-
i i54, destinato ad annientare le colonie mise contro i santuari le deplorabili ini-
cristiane dell'Asia. Nel i 1 60 fu califfo Mo- quità narrate dall'annalista Rinaldi. Al-
stanged, ed ebbe a successori, nel 1 170 tri storici non sono in ciò d'accordo, poi-

IWoslhadi, e neh 180 Nasser che regnò ché essendosi la città resa a patti, Stala*
lungamente, Prima di quest' ultimo, A- dino seguendo l'esempio del califfo Omar
maury 1 re di Gerusalemme guerreggiò 1 raccontano che usò moderatamente
,

Adhed califfo d'Egitto, che ricusava pa- della vittoria osservando la legge del-
,

gare il tributo a cui era stalo obbligalo l'islamismo a riguardo delle nazioni vin-
da'eroeiali; iodi esseudo sialo soddisfallo, te. I11 virtù della quale tìgli lasciò acat-
tlovè sostenerlo contro ii bellicoso [furati* tolici latini, co'quali era stata fatta la ca-
dio. Invaghitosi poi dell'Egitto, ne tentò pitolazione, l'uso di tutti i santuari , dei
il conquisto; ma il calilFo collegalosi con quali essi erano in possesso. Perciò i cano-
Nureddin, il re fu costretto abbandonar nici regolari del s. Sepolcro e gli altri re-

l'impresa; menlre Nu redditi profittando ligiosi latini, preposti all'ufficiatura e al-

dell'occasione, nel occupò l'Egitto e 1 1 7 1 la custodia de'Luoghi Santi, continuaro-


ne divenne sultano, terminando con Ad- no come per ('addietro ad esercitarvi li-
lied i califfi Fu li miti. Il potentissimo No* beramente esenza ostacolo le funzioni del
reddio sultano d' Egitlo , Aleppo e Da- loro culto, senza chede'greci siafalla dal-
masco morì 74; nell'Egitto gli suc-
nel 1 1 la storia alcuna menzione. Inoltre a'ea-
cesse il famoso Saladino, in Aleppo e Da- valieri gerosolimitani fu permesso rima-
masco Malek el-Saleh-Ismail, a cui Sa- nere nella loro chiesa e spedale per sol-
ladino neh 174 tolse Damasco. Malek eb- quan-
lievo de'pellegrini, poveri e infermi,
be a successori in Aleppo, neh 181 Az- tunque quali religiosi militari aveauo a-
zeddiuMasud e nel 82 EmadeddinZen- 1 1 vóto sempre parte nelle guerre combat-
ghi li, al quale neh 83 conquistò Alep- 1 tute. Le altre chiese furono cambiate in
po il valoroso Saladino. Divenuto questi moschee. Parecchi moderni scrittori han-
tanto possente, subito attaccò il regno di no contrapposta la generosa conciona di
Gerusalemme, piccolo a confronto de'suoi Saladino, a' fatti ributtatiti avvenuti al-

vasti domimi. Gli stali de' crociali Ialini lorquando i crociali entrarono per
lai/
d'Asia essendo in decadenza, Baldovino volta in Gerusalemme: non devesi però
IV redi Gerusalemme implorò i soccor- dimenticare che cristiani offersero di ca-
i

si de'cristiani d'occidente, e non conse- pitolate e di venir a patti co'saraceni, ma


gni che promesse. Saladino invase la Pa-. che questi sostennero un lungo assedio con
leslina, ma reslò sconfino dal re. ad A- fanatica ostinazione, e che compagni di
i

scaloiia. Irritalo di vergogna il sultano, Goffredo, ch'erano in paese sconosciuto e


desolò le provineie del regno. Divenuto circondato da popoli nemici, presero la

le Guido di Lusignauo, assediò in Tibe- città d'assalto dopo aver superato infini-

riade Raimondo III conte di Tripoli, il ti pericoli, e tollerati mali d'ogni genere.
quale per disperazione si collegò con Sa- 1 primi crociati, dopo la conquista di Ge-
ladino. Indi pentitosi, giurò ili combat- rusalemme, aveauo ancora a temere i
terlo insieme col re, roeutre Saladino vin- mussulmani della Siria e dell' Egitto, e
se la celebre battaglia di Tiberiade, già questo timore li rese barbari. Altri parti-
impadronitosi della città: i due eserciti pu- colari di Saladino si ponno leggere ne' voi.
gnarono uel luglio 1 187 nella pianura di XXX, p. 68, XXXIII, p.107. Guido ri-

Baltouf, Guido restò prigione, trionfan- nuuziato il titolo di re Gerusalemme,


(li

doSaladiuoco'suoisaraceui;il eguale s'ito* ottenne la libertà; e Papa Urbano III mo-


3

TUR T U R 283
lì di cordoglio alla notizia dell'espugna- propri stati tra' 12 suoi figli, la loro po-
zione diGerusalemme, mentre eia inFer- tenza si aflievolìjma però non polevauo do-
rara reduce da Venezia, in cui si adoprò mandar soccorsi dall'occidente per la con-
a mettere in ordine l'armala, che dovea venuta tregua. Venuto di ciò in cognizio-
soccorrere i cristiani d'Asia. Tutta l'Eu- ne Papa Celestino III, scrisse a tutta la

ropa fu immersa nella costernazione, e il cristianità nel 1 iq5 pubblicando la 4-*

nuovo Papa Gregorio Vili subilo si ap- Crociata, alla cui testa si pose l'impera-
plicò al ricupero di Gerusalemme, fece tore Enrico VI, benché rimase in Germa-
pubblicare la 3/ Crociata, ed esortò fe- i nia. Marciarono 3 corpi in Palestina, il
deli a prendere la croce, intimando per 2. de'quali con Maria regina d'Unghe-
5 anni il digiuno nel mercoledì per iuvo- ria ruppe la tregua, essendo sultani Ma-
ctir il divino aiuto. Il successore Clemen- lek-el-Mansur, eMalek-Adel-Seiffeddin fi-

te III nel i 188 inviò legati a're di Fran- gli di Saladino. Avendo
comin- i crociati

cia e d'Inghilterra per farsi crociali, e l'ot- ciate le devastazioni, Malek-Adel fece mas-
tenne insieme all'imperatore de'romani sacrare tutti i cristiani ch'erano in suo po-
Federico I, che presso Costantinopoli es- tere, e presa Joppe d'assalto ne passò a
sendo attaccato dal fedifrago Isacco li im- fìl di spada 20,000. Giunti gli altri cro-
peratore greco, fece questi ben pentire del ciati, riportarono sul crudele sultano vit-

suo ardire. I crociati vinsero i turchi d'I- toria, e molte città caddero in loro pote-
conio, la qual città tolsero al sultano Ki- re. Mentre divisavano passare a Gerusa-
lidge Arslan Conquistando Federico I
II. lemme, le discordie divisero capi, onde i

la Cilicia, perì nel fiume Selef; scoraggia- riuscì a Malek-Adel di compiutamente


ti i cristiani, in parte disertarono. Tutta- vincerli nella battaglia di Joppe; e giuuta
via gli altri crociati ottennero de' vantag- poi nel 1
197 la nuova della morte d'En-
gi, e Riccardo II re d'Inghilterra nel 1 192 rico VI, i tedeschi vollero ripatriare, ri-
alla testa di 100,000 crociati riportò pres- manendo in Palestina la regina Maria, e
so Arsur una segnalata vittoria, su3oo,ooo il conte di Montfort co'francesi, il quale
mussulmani capitanati da Saladino, a cui fece una tregua di 3 anni. Desolati e af-
prese molte piazze. Mentre Riccardo II si flitti i cristiani di Palestina, ueh 198 fu
accingeva all'assedio di Gerusalemme, eletto Papa il magnanimo Innocenzo III
dove Saladino erasi fortificato, vedendo- (K), e fu prima sua cura di riauimar
si abbandonato da'duchi d' Austria e di l'ardore delle crociale; impegnò le repub-
Borgogna, e perciò sproporzionato il nu- bliche di Venezia, Pisa e Genova ad at-
mero de' superstiti crociati alle forze del taccare gl'infedeli per mare e a fornir va-
sultano, neli 192 volle tornare in Euro- scelli pel trasporto de' crociati, e dapper-
a
pa. Laonde concluse un trattalo con Sa- tutto fece bandire la 5. Crociata; indi
ladino, di tregua per 3 anni e 8 mesi, du- seguì uno speciale accordo tra'crociati e
rante la quale Gerusalemme sarebbe a- i veneti, pel loro trasporto in Egitto, vo-
perla alla divozione de'cristiani in picco- lendosi da questo cominciar l'impresa per
li drappelli, e lasciati essi tranquilli pos- non rompetela tregua. Però l'impresa fu
marittima da Jaffa o
sessori della costa interrotta con dolore d'Innocenzo 1 1
1, poi-
Joppe sino a Tiro, insieme a Tolemai- ché gli altri crociati imbarcatisi in Mar-
de o Acri e ad Ascalona. Nel 93 a' 1
1
1 siglia, giunti in Terra Santa, invano pel
marzo morì il possente Saladino, e gli suc- loro numero ne tentarono la conquista,
cesse il sultano Malek-el-Aziz-Otmau ; respinti dal sultano Abubeer Salatini. La
onde cristiani di Palestina concepirono
i flotta veneta portò i crociati a Zara per
buoue speranze, vedendosi liberati da un ricuperarla alla repubblica; e giuuta in
formidabile uemico, che avendo diviso i Costantinopoli, Alessio ili che ueli2o3
284 E U R TUR
era stalo deposto, invocò con grandi pro- XIII vantano sì preziosa prerogativa, rico-
messe il soccorso loro per essere ristabi- nosciuta dagli stessi sultani antichi, con
lito. Tutto contro le precise ingiunzioni quella di altri Santi Luoghi di Gerusa-
d'Innocenzo lll,cheavea proibito rivol- letnmej e fors'anche vi aprì alcun con-
ger l'anni crociale contro i cristiani. Ma vento il glorioso s. Francesco loro istitu-
i crociali tratti da cupidìgia di dominio, tore, allorché si recò in Damiata, e dai
invece di conquistar Gerusalemme, nel sultani di Babilonia e d* Egitto o meglio
1204 tolsero »' greci Costantinopoli, sia de'turchi d' Iconio. Noterò, quanto alla
per vendicarsi dc'lanli ostacoli da essi lo- custodia, giurisdizione e prerogative del
ro incessantemente fatti nelle precedenti minore osservante p. guardiano del s. Se-
crociate, sia per credere che ciò avrebbe polcro, che ne riparlai ne'vol. XXX, p.
facilitato la conquista stabile de' Luoghi 34, 4o e 58, LXIV, p. 82 e 83, per lo
Santi. 1 francesi, fiamminghi, i venezia- i slato presente. La detta crociata fu la più
ni, il conte di Monferrato si divisero la lunga di tutte, perchè rinnovala da In-
olla e l'impero, al modo narrato anche nocenzo III nel concilio generale di /al-
nel \ol. XV III, p. 292; fondarono l'im- terano IV, continuò ne'pontificati diO-
pero Latino di Costa itti nopò li (Z7 .), ed riorio IH e Gregorio IX. Questi due Pa-
elessero imperatore Baldovino I conte di pi costrinsero l'imperatore de'romaui Fe-
Fiandra e d'Hainaut. Indi ottennero che derico II a mantenere il giuramento di
Innocenzo 111 stabilisse e consagrasse il portarsi in Palestina, il che non eseguen-
patriarca Ialino di Costantinopoli. In pa- do e per perseguitar la Chiesa fu scomu-
ri tempo i principi greci fondarono i pic- nicato. Vi si recò poi invitato a impadro-
coli imperi diNicea e di Trebisonda(F.), nirsi diGerusalemme,ad istanza di Malek-

finché dopo 6 imperatori latini nel 1261 el-Ramel sultano d'Egitto; ma Gregorio
si ripristinò il greco, continuando a sus- IX, olire l'aver invialo missionari per la
sistere quello di Trebisonda. Teodoro La- conversione de'ifiussulniani, non fidan-
scaris imperatore di Nicea nel 1209, con dosi più dell' ingrato Federico II e spa-
2000 cavalieri e 800 latini valorosissimi, ventalo dell'alleanza col mussulmano,
assali lutatine principe de'turchi che ne procurò impedirne l'effetto, per cui i cri-

conduceva 20,000, e mozzatogli il capo stiani di Gerusalemme non videro in lui


Jo fece porre sopra un'asta aguisa di tro- che uno scomunicato e quasi un rinega-
feo. Innocenzo III non cessando di far sen- to, comechè ubbidienti alla s. Sede che
tire la sua voce in lutto il cristianesimo sempre dirigeva quanto avea relazione al
per la sagra guerra di Palestina, nel 1 2 1 3 possesso de' Luoghi Santi. Osò donare al
'
fece predicare la 6." Crociata; ma i prò- sultano quella sagvaSpada (^.),che Gre-
gressi degli eretici albigesi di Tolosa, e gorio IXaveagli donato per combatter-
de'mori saraceni nella Spagna, oltre le lo. Interdetti Luoghi Santi dal patriar-
i

guerre fra diversi principi, resero questi ca, dovè Federico 11 da se proclamarsi re
e i popoli indifferenti alle lagrime del grati e coronarsi. Federico li dopo aver con
Pontefice ,
per veder abbandonati i cri- infiline patto tradito gli all'ari de'cattolici,

sliani di Palestina,ove non erano loro re- perchè non vi comprese il principato
state che Tiro, Tolemaide e qualche al- d'Antiochia e la contea di Tripoli, veden-
tro luogo, e col timore sempre di perder- dosi da tutti esecrato, nel inaggio 1229
le. Egli approvò il meraviglioso ordine fuggì nascostamente da Gerusalemme,
Francescano , a cui tosto fu a Aida la la per quanto narrai in quell'articolo, no-
custodia del s. Sepolcro, col Guardia- tando pure che il da lui convenuto in fa-

no del s. Sepolcro (}'.), onde i france- vore de'sanluari non fu osservato da'mus-
scani Ialini fino da' primi anni del secolo suloaani che in piccola parte. Nel 1 225 era
TUR T U R 285
divenuto Daher, successo neh 226
califfo eia, il quale giunse colla flotta a Danna-
da Mostanser e nel 1243 da Mostazem ta neh 249, che subito abbandonarono
che fu l'ultimo califfo Abbasside e l'ul- i maomettani. Quindi determinasti l'in-
timo successore di Maometto nel califfa- vasione dell'Egitto, ove riportarono cro- i

to,poiché nel 2.58 prese Bagdad sua re-


1 ciati de'segnalati vantaggi, ma neli25o
sidenza Hulagu Kan principe mongolo di fu fatto prigione il re a'5 aprile. Si con-
Tartaria, ceppo della dinastia persiana venne poi al riscatto e alla tregua di io
de'discendenti del famoso conquistatore anni col sultano Malek-el-Ascraf-Musa.
Gengis-Kan, il quale neh 225 erasi im- I turchi desolando il principato d'Antio-
padronito della Persia cacciandone sul- i chia e i suoi dintorni, Papa Alessandro
tani dì Ka risma o turchi selgiucidi;e poi IV neh 256 invitò i cristiani ad accorre-
nel 1 260 avendo vinto Ma lek el NaserYu- re Hi aiuto de'cristiani di Palestina. Di-
suf sultano di Damasco, riunì il paese ai poi Bibar I Bondacar sultano d'Egitto
suoi domimi. Gli storici fanno derivare occupando varie città de' latini e rovi-
Gengis-Kan da' turchi o tartari d' Asia, nando Tiro, nel 1266 espugnò Cesarea,
il quale comandava ai tartari oguziani JafFa e Antiochia, facendo trucidare chi
quando nel 1 200 fece la conquista del Mo- ricusava di rendersi maomettano; non re-
gol e della Persia, e sulle rovine di que- stando ormai delle colonie crociate che
st'ultima innalzò quel nuovo impero che Tolemaidee Tripoli di Fenicia, s. Luigi
comprese tutto 1' oriente conosciuto dai IX si risolvette di tornare alla crociata.
greci. Allorché morì nel 2 24, uno de'suoi 1 Papa Urbano IV beneficò Terra Santa,
figli gli successe in Persia , un altro nel e il successore Clemente IV fece promul-
Mogol, un 3.° una parte della Tarla-
in gare l'8/ Crociata, di che feci pure ri-
rla : i suoi governatori si appropriarono cordo nel voi. XXXIII, p. io3 e seg., in-
il resto dell'impero e si dichiararono in- sieme a 'soccorsi dati da altri Papi a 'San-
a
dipendenti. L'esito della 6. Crociata fu ti Luoghi, e all'autorizzazione delle que-

infelice, per colpa di Federico II, onde i stue pubbliche a vantaggio e pel mante-
francesi e gì' inglesi per la discordia dei nimento de'medesimi. Il re partì nel 1270
crociati, concluso un trattato con Malek e approdò a Tunisi (V.) ài Barbai ia, per
Adel sultano d'Egitto, pel pacifico ritor- poi passare in Palestina, ma colpito dal-
no de'cristiani di Palestina a Gerusalem- la peste vi perì a' 25 agosto. Il suo fra-
me, partirono per le loro case. Frattan- tello re Carlo I sottentrò al comando dei
to i principi degli stati crociati che anco- crociati, combattè e vinse il re di Tuni-
ra sussiste vano, essendosi alleati con quel- si, e lo fece tributario della Sicilia. Ta-
li mussulmani di Siria, contro Malek Sa- le in certo modo fu la fine dell'ultima
lek sultano d' Egitto, questi per vendi- delle principali crociate d'oriente contro
carsi chiamò i turchi selgiucidi, cioè i ka- i mussulmani, sì per la morte fatale di
rismiani abitatori delle frontiere della s. Luigi IX, e sì per la lunga vacanza del-
Tartaria-Mogol, ad invadere la Palesti- la Sede apostolica. Non per questo del tut-
na ; che soqquadro da
difatti fu posta a to cessarono le crociale e gì' incessanti
loro, occupando pure Gerusalemme, ove sforzi de'Papi in favore di Terra Santa, e
commisero ogni crudeltà e sconfìssero , per reprimere l'ingrandimento de'mus-
neh 244 interamente cristiani a Gaza. i sulmani per la quiete e integrila d'Eu-
Papa Innocenzo IV commosso da tante ropa. Mentre Teobaldo Visconti era le-

sciagure, nel concilio generale di Lione gato della s. Sede in Acri o Tolemaide,
I, nel 1245 depose Federico II e determi- benché non insignito del cardinalato, fu
nò la 7." Crociata di Palestina; per essa neh 271 eletto Papa e prese il nome di
fu eletto generale s. Luigi IX re di Fran- Gregorio X. I cristiani di Siria coucepi-
aSG T V R TUR 1

rono le più liete speranze, poiché il nuo- re il retaggio di Cristo. II Papa riconob-
vo Pontefice era stato lungamente testi- be il nuovo re de'romani Rodolfo I d'Ab-
monio de' loro .pericoli e miserie, aven- sburg, a condizione che sarebbe andato
dovi condotti i (Visoni, e che avrchhe a- in Palestina alla testa d' un esercito. A.
doperata tutta In stia possanza per soc- malgrado maestà d'un con-
di lnttociò,la
correrli. Gregorio X prima di partire glie- cilio, le decisioni e l'esortazioni del Pon-
lo promise in un discorso. Infiliti giunto tefice e di più di 1000 prelati, non val-
in occidente, da vari principi e dalle re- sero a risvegliare l'entusiasmo de'fedeli.
pubbliche di Venezia, di Pisa e di Geno- Mortoil lernbileBibar I sultano d'Egitto,
va ottenne soccorsi che inviò a Tolemai- mentre si proponeva d'assediar Tolemai-
de. Essi pero erano ben lungi dal corri- de, nel 1277 gli successero Bereke Ran
spondere a* bisogni e alle speranze delle Said e Selamese, ma ben presto Relaun
superstiti e pericolanti colonie cristiane; Malek-el-Mansur, il più. valoroso degli e-
per cui Gregorio X, risoluto di far par- miri, nel 1279 usurpò la suprema auto-
tecipare a 'suoi disegni l'intera cristianità, rità, favorito da' famosi Mammalucchi
convocò a quest'effetto il concilio genera- (/".), divenuti ormai nell'Egitto quello
le di Lione II, e nel 274 vi si trovarono i che poi furono a Costantinopoli i turbo-
gli ambasciatori di quasi tutti i principi. lenti gianniz7eri. Bibar 1 avea comincia-
Quelli peròche ivi attirarono maggior- to la rovina de'cristiani, Relaun non a-
mente l'attenzione de' fedeli , furono gli vrebbe tardato a compierla, se non aves-
ambasciatori e i principi tartari inviati se dovuto combattere con un nemico for-
da Abaka Ran possente capo de' tartari midabile, ausiliare de' Ialini. Conviene
mongoli, successore d'Hu'agu-Ran della sapere, che fino dal principio del seco-
dinastia persiana di Gengis-Ran, per con- lo XII, orde innumerevoli conosciute sot-

trarre un'alleanza contro i mussulmani. to il nome di turchi, inondarono inces-


Parecchi di que'principi tartari, ricevet- santemente le ricche contrade della Siria,
tero il battesimo dalle mani del Papa, o venendo da Mossul, dalle rive del Cappio,
dal cardinal vescovo d'Ostia poi Inno- dal Curdistan e dalla Persia. Queste or-
cenzo V; il che da'eristiani fu preso a si- de spaventevoli aveano abbracciato l'isla-
curo pegno delle divine pi omesse, riguar- mismo, e il fanatismo mussulmano le
dando il kan come un altro Ciro susci- spingeva a fare una guerra implacabile a'
lato dal cielo per distruggere babilonia cristiani, come sono andato accennando.
e liberar Gerusalemme; tanto più. che i Verso il cominciai del secolo XIII mutò
cristiani di Palestina aveano chiamato in la scena. Tutte le nazioni turche che do-
loro soccorso i tartari , i quali in molte minarono dall'Enfiate all' Oxo, furono
grandi escursioni aveano oppresso i sara- vinte e disperse da Gengis-Ran e suoi suc-
ceni. Gregorio X scrisse ad Abaka per e- cessori tartari mongoli , come pure già
sortarlo ad abbracciare il cristianesimo, notai. Il califfato di Bagdad, ch'era il le-
e promise di mandargli ambasciatori pri- game di tutte queste potenze, venne egli
ma che avesse luogo la spedizione. Nel pureannientato nel 1 258 da Hulagu-Ran.
concilio si convenne all'intrapresa duna Non trovando tartari mongoli più nes-
i

nuova crociata, e che per un decennio si suna barriera penetrarono nella Meso-
,

leverebbe decima su tutti beni eccle-


la i polamia, nell'Asia Minore e nella Siria.
siastici. Michele Paleologo imperatore dei Pur non avendo essi abbracciato il mao-
greci, che finalmente erasi riunito alla mettismo e fino allora combattuto soli i

chiesa latina, con professione di fede che mussulmani, mostra ronsi disposti d'unir-
non tardò ad essere smentita, promise che si alle colonie cristiane, come alleati de
avrebbe mandato soldatesche per libera- capi della Giorgia, della piccola Armenia
TUR T U a a8 7
e ili altri slati cristiani. Adunque te po- re di non seppellirlo che dopo «li la presa
tenze mussulmane che dominavano in Si- Tolemaide o. Acri, questa fu assalita fe-
ria e in Egitto, ebbero a un tempo da rocemente ed espugnata nel 29 i;e lo de- 1

combattere tartari e latini, ii che contri- plorai anche ne' voi. XVI II p. 299, e ,

buì a mantenere per qualche tempo i de- XXXIII, p. 108, dicendo che Papa Ni-
boli avanzi della potenza derivata dalle colò IV ne morì di afflizione. L'Europa
crociate in Asia. Tuttavia i tartari non fu colta da grave dolore; nessuno avea
poterono trionfare della milizia discipli- pensato a prender le armi per soccorrerla,

nata de'mammalucchi e della politica de' ad onta degli eccitamenti del Papi; mi
sultaui d'Egitto, per cui non riuscì loro tutti deplorarono la sua perdita. Indi i

di penetrale in quella regione. Se la for- vincitori s'impadronirono subito di Tiro,


tuna avesse favorite le loro armi, devesi di Berito, di Sidone e di tutte le città cri-
credere che più tardi avrebbero abbrac- stiane della spiaggia, ad onta della tre-
ciato il cristianesimo, e fin d'allora l'o- gua da loro conclusa col sultano, perla
riente forse avi ebbe interamente cambia* quale eransi astenute di soccorrere To-
biato faccia. Appena Rei a un salì sul tro- lemaide. Il furore de' mussulmani eser-
no d'Egitto, co'inammalucchi presso E- citossi persino sulle pietre e sul suolo a-
messa riportò sui tartari una vittoria de- bitatoda'cristiani: le loro case, i loro tem-
cisiva, che incusse timore a lutti gli stati pli, i monumenti di loro pietà, della lo-

cristiani. Tultavolta il sultano si arrese ro industria e del loro valore vennero con-
alle preghiere del conte di Tripoli, e de' dannati a perire con essi per mezzo del-
cavalieri gerosolimitani e templari che gli l'incendio e del ferro. Le colonie cristia-
domandarono pace,e andò a sfogar la sua ne d'oriente aveano contato più d'8o cit-

collera sugli stati del re d'Armenia, pera- tà, ed un maggior numero di castelli e di

ver chiamato in Siria mongoli. L'accorto i fortezze; ma la maggior parte de'casteMi


Relaun acconsentì a una nuova tregua e delle città riceveano i loro difensori e i

co'latini, col vergognoso patto di doverlo loro abitanti dall'Inghilterra, dalla Ger-
avvisare dell'ari ivo degli eserciti cristiani mania, dalla Francia e dall'Italia. Per cui
d'occidente, ove teneva agenti che Tisi rui- questi stati lontani non avevano il prin-
vano di quali forze si preparavano control cipio della loro conservazione; ed i veri

mussulmani da' Fa pi e da' principi cristia- sostegni del regno di Gerusalemme era-
ni, anzi si collegò co' re di Sicilia e d'A- no in occidente. Finché le colonie dei
ragona ! Così alla liberazione de'Luoghi franchi attrassero l'attenzione d'Europa,
Santi ormai si preferivano i vantaggi e che il loro nome bastò ad eccitare I' ar-
commerciali, anche dalle città marittime dore guerresco de' popoli al ili làde'mari,
d'Italia ! Così per timore, ambizione e a- esse si sostennero con isplendore; ma in-
varizia si andava alzando un muro di di- vece decaddero quando l'Europa rivolse*

visone tra' cristiani occidentali e quelli altrove gli sguardi, e che la possente opi-
orientali ! Con diversi pretesti Kelaun e- nione che le avea fondale cominciò a in-

spugnò la fortezza di Margat de'geroso- debolirsi. La loro gloria fu 1' opera del-
limitani nel i 28 1, prese Laodicea e altre l' entusiasmo religioso, o piuttosto del'pa-
piazze cristiane nel i 287; e pose l'assedio triotlismo cristiano, che le avea fondate,

a Tripoli che nel 289 fu presa, arsa e di


1

ed una delle loro maggiori calamità fu
strutta da' mammalucchi. Nel 1290 mi- T indifferenza de'fedeli. L'impero de'cri-
nacciò Tolemaide, ma mentre voleva as- sliani in Asia, cominciato colle Crociate,
sediarla morì e gli successe il figlio Ka- finì con esse. La guerra fatta all'islamismo
lil Aseraf, che altri chiamano Saladino. irritò i mussulmani, i quali abusando di
Siccome il sultano erasi fallo promette- loro vittorie, non permisero più a'erislia-
288 TUR TUR
ni di stabilirsi fra loro, e considerandoli aTESORiERE,rngionantlo delle finanze pa-
cornei loro più crudeli nemici, dappertut- pali; armarono corpi di Milizia e la Ma-
to li condannarono all'esilio, alla schiavi- rina militare, in aiuto de'popoli ede'priu-
tù, ad ogni genere di miserie. Ogni giorno cipi minacciati. Tutto avendo narrato in
si videro sbarcare ne' porti d'Italia sven- tali articoli e ne' molteplici che vi hanno
turati abitanti della Palestina, i quali per- relazione, ora nel descrivere in breve le
correndo le città elemosinando, raccon- notizie de'sullani Ottomani, ricorderò l'o-
tavano cogli occhi pieni di lagrime gli perato da' Papi, avendone ancora tenuto
ultimi mali de'cristiani d'oriente. Che la proposito negl'indicati luoghi (avvertendo
maggior parte delle chiese fabbricate in che secondo i diversi cronisti, vi sono non
Damasco, in A leppo, nel Cairo, in Edessa, poche differenze ne'nomi e nelle date), e
in Iconio ec, erano stale demolite o ab- copiosamente ne trattò Domenico Derni-
bandonate ; le grotte del Libane e delle no, Memorie historiche di ciò che hanno
montagne della Giudea, le celle del Sinai operato li sommi Pontefici nelle guerre

e del Carmelo, le solitudini di Memfi e contro i turchi dal 1 ', .°


passaggio di que-
di Scelliaveano perduto loro ospiti, e i sti in Europa Jino all'anno 1684, rac-
non risuonavano più degli accenti della colte e dedicate alla Santità di N. S.
preghiera. Le cronache cristiane ascrivo- Innocenzo XI Roma i685. t

no per la maggior parte sì gravi disastri Solimano Sciah della famiglia d' O-
a' peccati de' crociati e degli abitanti di guz, de'sullani turchi di Rarisma, prin-
Palestina; all'ambizione de'capi, all'indi- cipe della città di Nera, posta sulle spiag-
sciplina de'guerrieri, alle turbolenti pas- gie del mar Caspio, e capo d' una tribù
sioni della moltitudine, alla corruzione noniada de' tartari dell'Asia, intraprese a
de'costumi, allo spirito di litigio e di di- marciare sulle orme di Geugis-Ran nel
scordia, e finalmente all'egoismo. Nel de- 1 2 .Passò il monte Caucaso con 5o,ooo
1 1

plorabile spettacolo che allora si vide, uomini, e s'avanzò verso l'Asia, reuden-
scorgono cronisti unicamente quell'ira
i di- dosi padrone d'un gran numero di con-
vinatile s'aggravò già sopra Ninive e Ba- trade. Ma si annegò nel 12 19 o meglio nel
bilonia. Ora la storia presenta un altro 1 237, volendo passare l'Eufrate a caval-
spettacolo, l'impero de' turchi Osmani lo. Sivede presso A leppo il suo sepolcro,
discendenti de'turchi Selgiucicli,così detti pel quale hanno gran venerazione tur- i

da Selgiuk loro capo, che portarono alla chi. I suoi figli dierono sovente soccorso
sua volta guerra formidabile in Europa a 'sultani saraceni, ch'erano allora padro-
e minacciarono di conquistarla, dopo,,
la ni delle provincie orientali dell' impero
averne occupato buona parte. Orasi apre greco. Spesso ancora facevano da loro so-
nella storia un nuovo e vasto campo alle li la guerra agi' imperatori di Costanti-
paterne sollecitudini de'Papi per salvare nopoli, e mettevano a ruba i loro paesi.
la cristianità dall'impeto de' maomettani, Verso questo tempo , cioè verso la fine
onde arrestarne i rapidi e funesti progres- del secolo XIII, essi rinunziarono all'ido-
si. Queste grandi benemerenze de'Papi de latria per abbracciare il maomettismo,
celebrai principalmente nelle loro biogra- ch'era la religione de'saraceni, co' quali
fìe, ed a Costantinopoli, che i turchi for- trovavansi a conlatto, e ben presto diven-
marono la capitale del loro possente im- nero scrupolosi osservatori di essa, e più
pero, e negli articoli altresì delle città e fanatici e iutolleranli ile'mussulmani sun-
degli stati che la pontificia benignità fece di feticismo o fetiscismo era la reli-
niti. Il

tutto per salvare e difendere dal comune gione in origine professata da' turchi. Il
nemico. A tale effetto profusero tesori e fetiscismo o culto reso a ferisci, trae da
contrassero immensi debiti, che descrissi questo vocabolo il nome, che deriva dal-
e

T U li T U R 289
la voce portoghese Felisso, oggetto fe- un esercito spaventevole di parti, i quali
steggiato, deificato. Nella Mitologia A- dopo aver distrutte tutte le sue forze lo
fricana si definiscono i Fetisci. Divini- privarono de' suoi stati. Solimano senza
tà de'negri della Guinea, che variano se» abbattersi nell'avversafortuna, volle con
tondo il capriccio de'fetisceri , sacerdoti alcuni de'suoi traversar l'Eufrate per in-
negli consagrati al culto de'fetisci. A que- seguire un corpo di nemici, ma co' suoi
ste divinità attribuiscono prosperi even-
i vi peri. 11Ortogulo con piccolo a-
figlio

ti, e fanno libazioni di vino di palma, nel vanzo de'suoi si rifugiò in Iconio metro-
giorno che corrisponde alla domenica dei poli de'turchi selgiucidi, presso il sultano
cristiani, riuniti intorno ad un albero sa- d' IconioAladino o Alaeddin Kaikobad
gro, da essi chiamato l'albero de Feti- d'ottime qualità, implorando il suo pa-
sci.Qualunque oggetto che colpisca la lo- trocinio. Aladino, commosso di sue sven-
ro immaginazione o lo sguardo, come una amorosamente, lo confortò,
ture, l'accolse
mosca, un uccello, un leone, un pesce, ed assegnò a Ortogulo e suoi il borgo e
per lo più un serpente, pietre,alberi, mon- territorio diSogutin Mista. Aladino scor-
tagne colpite dal folgore, divengono per se in Ortogulo gratitudine e ingegno, e
essiimfetisceo divinità tutelare. Ne han- maggiormente s'impegnò per esso, il qua-
no de' piccoli che portano al collo ed al le si procacciò pure la benevolenza del der-
gomito, e sono pezzetti di metallo o con- vis Edebale favorito del sultano e vene-
chiglia. Una rupe d' enorme grandezza rato dall'universale. Questi gli spiegò il

chiamata Tahra, che prolungasi in ma- sogno avuto da Ortogulo, in cui gli par-
re a foggia d'una penisola, è il pubblico ve di veder la Luna cornuta lucidissima,
fetisce del Capo Corso, e ad esso rendono cou Edebale nel mezzo che corse ad ab-
onori particolari, siccome al capo ed al piti bracciarlo; e cheun albero surto a'suoi
possente de'fetisci. Vincenzo Abbondanza piedi di smisurala grandezza colla sua ,

scrisse il Dizionario storico delle vite di ombra copriva una sterminata estensione
tutti i monarchi Ottomani, sino al re- di campagna che irrigava grosso fiume
gnante gran Signore Achmct IPJ e del- scaturito dalle sue radici. Gli predisse per-
le più ragguardevoli cose appartenen- tanto la futura grandezza di sua famiglia,
ti a quella monarchia, dedicato al car- che suo figlio diverrebbe capo di vasta

dinal Domenico Orsini d'Aragona, Ro- monarchia e sposo di sua figlia. Il figlio
ma 1786. Egli diceche figlio di Solima- d'Ortogulo chiamato Ottomano oOtmau
no Sciali, fu Ortogulo, che altri chiama- di fatto prese in moglie con molte ric-
no Erdegrul, Ordogrul e Togrul, che si- chezze la figlia di Edebale, il quale aven-

gnifica uomo giusto. Quanto furono de- do messo in grazia il genero ad Aladino,
plorabili e tetri i primi inforlunii di que- questi da Sogut lo chiamò in corte, ma
sto principe, altrettanto sorprendenti e essendo turco idolatra eragli vietato dal-
giulivi riuscirono gli avvenimenti che l'ac- l'islamismo d'innalzarlo agli onori. Que-
compagnarono al sepolcro. Ortogulo 0T0- impedimento tolse Ortogulo cou ab-
st'

grul vide infranto il suo trono e intera- bandonar francamente l'idolatria e con
mente disfrutto il suo regno, ma egli stes- abbracciare il maomettismo, altrettanto
so fu quello che potè morire contento per facendo a suo esempio i di lui seguaci tur-
aver innalzato a' turchi un soglio assai chi. Il cambiamento ad
di religione fruttò
più risplendente e magnifico del perduto. Ortogulo molti onori e grandezze,non che
Quanto a Solimano suo padre, l'Abbon- l'esser fattogovernatore della Frigia. Mo-
danza lo vuole di stirpe illustre e signore rì poco dopo nel 1289, compianto da A-
d'uno stato non molto esteso; e che prima ladino e da\suoi popoli. Ma Aladino A-
della metà del secolo XIII fu attaccalo da laeddiu essendo morto molti auui prima,
vot. Lxxxr. '9
290 T U R TUR
pare clic il Mirralo dall' Abbondanti di Irato nella slima del sultano d'Iconio Ga-
tal sultano,debba riferirli a 'sultani Az- jalbeddin Masud, gli rese grandi servigi,
7edin Kaikau II, Ilnkueddin, Gajathed- per cui lo dichiarò generale di tutti i suoi
«lin Kaikosru ìli, e Gajallieddin Masud eserciti e in presenza di questi gli fece or-
ultimo sultano d'Iconio. Dal narrala so- nare il capo d'una corona d'oro. Morto

gno, crede l'Abbondanza derivata l'inse- nel ?g4Gajatheddin, ucciso in battaglia


i

gna maomettana della mezza bina; ina si da ìiu suo emiro, o in prigione di Andro-
tenga presente quanto con altri dissi di nico Il Paleologo imperatore di Costan-
sopra. Nel 5g era nato in Sognt da Or-
1 2 tinopoli ,
presso il quale erasi ritiralo
togulo, Ottomano poi fondatore dell'/m- quando abbandonò i suoi slati per l' in-

pero ottomano e degli O.wimii come . testine discordie, i grandi del regno se ne
impropriamente comunemente si chia- disputarono il possesso,e finalmente se lo
ma, giacché alcuni appellano Ottomano divisero in 7 parti, una rilasciando a Ot-
col nome di Osman, e comunemente Ot- man benché Straniero, per avere la mili-
man o Othman, e pretendono che per cor- zia a suo favore. Gli stati del sultano d'I-
ruzione di vocabolo l'impero si disse Ot- conio si componevano della Turchia, Ca-
tomano, dovendosi veramente chiamare ramania, I conia, Lidia, Bitinta, Caria, Pa-
Osmano. Ottomano lo chiama il cav. Gio- tagonia. Otman I ebbe la Turchia, econ-
vanni Sagredo nelle Memorie istorichc tentissimo nel 1 at)9 o nel 1 3oo fissò la sua
J
de monarchi Ottomani, Bologna 1674. corte in Acri o Tolemaide, prendendoli
Ed Oltomanochiamò questo principe,che titolo di Saldano o Sultano de' Turchi,
gettò fondamenta dell' odierno impe-
le cominciando così la serie di essi, ed ecco
lo, tanto l'Abbondanza che il Bei nino, il l'origine dell'impero che pel suo nome si

quale non conviene sulla sua illustre ori- disse ottomano. Altri dicono che in Iconio
gine, dicendolo di bassa condizione, ma gettò le fondamenta di tale impero, e che
fortunato e ardito. Educato dal padre con veramenteessa fu la sua 1. 'capitale. Scal-
tigni cura e vigilanza , egli vi corrispose tro, vivace, ardito, bellicoso, unì alla bra-
egregiamente, onde divenne uno de'più vura l' ipocrisia, praticando co' santoni
accorti principi de' suoi tempi, e amato maomettani e mostrandosi popolare, per
cla'snllani d'Iconio e da'suoi. Gajalbed- guadagnarsi la stima e l'applauso de'po-
din Masud, che l'Abbondanza continua a poli. Da buon politico strinse subito le-

chiamare Aladino, gligoverno


conferì il ga col vicino sultano di Cara mania per-
di Frigia sostenuto dal padre, ed Edeba- chè non l'inquietasse, e domandò e otten-
le gli die in moglie l'unica figlia Zela Mul- ne la sua figlia in isposa del proprio fi-

1 ia fon sua erede , la quale tosto partorì glioOicano. L'annalista Rinaldi registrò
Orca no o Orkan, che ricevè la medesima all'anno i3oo, che uscirono turchi con i

educazione del padre. E qui torno ad av- grande impeto di Turchia, dopoché il sul-
vertire, che nell'articolo Costantinopoli, tano Azatiue, forse Gajatheddin Masud,
§ li Impero ottomano, premesse com- fu cacciato dall'Asia da'tarlari; e che i tur-
pendiose notizie di Maometto, de'sarace- chi ingrati e sconoscenti dierono molte e
ni e di altri mussulmani, e dell'operalo grandi sconfitte a' greci, da' quali erano
da'Papi a favore de' cristiani da essi ti- stati ne'loro avversi casi accolti e trattati
ranneggiati e di Terra Santa^qnhìtW nar- benignamente; e siccome non eranvi e-
rai quelle dell'impero ottomano e de'suoi serciti imperiali in Asia, senza contrasto
sultani, e le incessanti cure de'Papi e i lo- soltomisero alla loro signoi ia i greci asia-
ro sagrifìzi, per salvare l'occidente dalla ni, e si divisero le provincie tra loro. Uno
crescente e conquistatrice potenza de'tur- di questi fu Ottomano, chiamato ih.°re
rhi. Otman o Ottomano I sempre piùen- de'turcbi, il cui impero poscia crebbe in
1

T U li TUR 29
lagrimevole modo pe'cristiani. Neh3o3 degl'infedeli. Otman T per conciliarsi ve-
andando le cose dell'impero orientale di nerazione e lodi, attribuì va al cielo la pro-
male in peggio, ne profittarono i turchi sperità di sue armi, moderava la licenza
per estender le loro conquiste, ed asse- militare nel bottino e negli oltraggi sui
diarono Filadelfia. Giunto peròadAndro- vinti; fu liberaleco'poveri, splendido npl-
meo 11 un aiuto d'aragonesi, li spedì con- Ie fabbriche delle moschee, e morì di circa

tro i turchi, che fuggirono ne'precedenti 6g anni nel i 326,dopo aver esortato il fi-

confini. Inoltre i cristiani neli3o6 vin- glio Orcano, che gli successe, di regnare
sero turchi di Rodi e circostanti isole.
i senza superbia e prepotenza. Il Sagredo e
Il nuovo Papa Clemente V avendo sta- l'Abbondanza gli attribuiscono il conqui-
bilito la sua residenza in Francia, e poi Bursa o Pru-
sto della Bitinia e di Brussa o
in Avignone (V.) ove rimasero i succes- sa sua capitale neh 3s6, ciò che poi fe-
sori sino a! i 376, nel congresso tenuto in ce il figlio; anzi il 2. lo dice sepolto iu
Poiliers ordinò la promulgazione della Prusa e come avea disposto in un mau-
crociata per togliere a' greci scismatici soleo tutto d'oro, o d'argento come altri
l'impero e Costantinopoli, uonsolo per ri- vogliono. La sua tomba è in un gran mau-
storare la religione oppi essa nell'Asia dai soleo alle falde dell'Olimpo nelle vicinan-
turchi, ma ancora per impedire che se ne ze di Brussa, e viene riverita da' turchi.
impadronissero i turchi e -saraceni, altri- Orcano amatissimo per la sua generosi-
menti laChiesa e la cristianità ne avrebbe- tà da'soldati, dovè sconfiggere prima due i

ro ricevuto grandissimo danno e confusio- fratelli che gli contesero il trono, per se-
ne. Quanto giusti fossero i timori e le pre- dervi pacificamente. Indi tutti i principi
videnze di Clemente V, successivi dolo- i provarono il valore del suo braccio, spe-
rosi avvenimenti lo giustificarono piena- cialmente i greci divisi dalle loro intesti-
mente, come osserva Rinaldi. Nel 3 o, ad 1 1 ne discordie, e sulle rovine del loro im-
onta degli sforzi d'Otman I, i cavalieri ge- pero vieppiù rassodò le fondamenta del-

roso! imitarli conquistarono Rodi e l'iso- la progrediente monarchia ottomana. Gii


le vicine, e divennero un propugnacolo ambasciatori de' re di Cipro e d'Armenia
della cristianità contro i turchi, i quali siportarono inAvignone nel 327 da G10 1

invano tentarono allora di ricuperarlo. vanni XXII, egli notificarono che i det-
VolendoAndrouicoll trasfondere l'impero ti due stati cristiani rimasti in Asia sta-
a) secondogenito Costantino ad esclusio- vano per essere affatto distrutti da'mus-
ne del nipote Andronico III, questi si ri- sulmani, senza un pronto soccorso. Laou-
bellò, onde l'avo chiamò in suo aiuto i deil Papa fece predicar la crociata, e mol-
turchi, aprendo loro fatalmente la strada ti principi presero la croce. Neh 333 Or-

nell'Europa. Otman I profittando delle cano s'internò nella Cappadocia, espugnò


discordie di tali principi, desiderò di por- Nicea, Nicomedia e invase la Lidia, vin-
tarvi le armi, ma. vedendosi monarca na- cendoAndronico III. In detto anno il fran-
scente credè bene contentarsi de'suoi pos- cescano p. Guarini ottenne da Naser Mo-
sessi, non volendo per l'incerto arrischiare llarci med sultano d'Egitto, che un picco-

il sicuro; bensì die il guasto all'Armenia, lo numero di religiosi potesse stare pres-
perchè il re de'tartari non cessava di com- so il s. ma non vi durarono lun-
Sepolcro,
battere i turchi, zelando la religione cri- gamente, come notai ne'vol. XXX, p. 34,
stiana; eccitati i tartari da Papa Giovanni XXXIII, p.108. Mentre crociati si ap- i

XXII a reprimere la crescente potenza dei parecchiavano per la spedizione, morì nel
turchi , oltre l'invitare gii altri principi 1 334- Giovanni XXII. Intanto la nuova

a soccorrere i cristiani di Siria. Di più il della crociata essendosi diffusa in Levan-


Papa inviò missionari per la conversione te, i cristiani e i pellegrini furono bersa-
292 TUR X UR
gì io e preda ad ogni persecuzione. Naser Sancia sua consorte nel \Z!\i ottennero
JVIohammed stillano d'Egitto e alili prin- dal sultano d'Egitto AbubecrMansnrSeif-
cipi mussulmani radunarono eserciti per fedin, a prezzo d'oro e con molle difficol-

resistere a 'crociati, ed nnrhe per assalirei tà , che i religiosi francescani potessero


cristiani in occidente. Un discendente de* tornare e dimorare sicuramente in per-
gli Abbassidi che stava nell'Egitto e pren- petuo nella chiesa del s. Sepolcro, e ce-
dea il titolo di califfo, mandò lettere per lebrarvi liberamente d ivini uffìzi. Di più i

ogni parte, invitando i veraci credenti a il sultano concesse a'reali coniugi il Ce-

impugnar l'armi, promettendo a'marti- nacolo e la cappella ove Cristo si mostrò


ri della fede mussulmana, che avrebbero a s. Tommaso; e la regina fece costruire
assistito nel paradiso di Maometto a de- un luogo o convento sul monte di Sion,
liziosi bauchetti, e che a ciascun di loro per mantenervi continuamente a suespe-
sarebbero state date in ispose 7 vergini se [2 francescani. La convenzione tra'no-
donzelle. Questa crociata, che predica va- minati principi franchi e il sultano, co*
si in nome del profeta della Mecca, dovea stituisce un contratto di compra e ven-
penetrare in Europa per lo stretto di Gi- dita. Il pio re fece il contratto secondo lo
bilterra ; ed i guerrieri saraceni andava- spirito e la legge della chiesa cattolica, la
nogiuraudoche avrebbero distrutto il cri- quale vuole che il possesso e l'usufrutto
stianesimo e cambiati in altrettante stal- de'beni ecclesiastici sia sottoposto all' am-
le i templi cristiani. Di mano in mano che ministrazione del Papa o de'suoi delega-
i saraceni andavano allestendo la spedi- ti, massime in ciò che riguarda le perso*
zione, che pur essi nominavano Santa, ne ecclesiastiche. Il sultano fece il conti at-
l'Europa vedeva indebolirsi, anzi spe- to secondo il prescritto dall'Alcorano, che
gnersi lo zelode'principiede'guerrieri che non permette di trasferire la proprietà
a veano giurato di combattere nemici di i territoriale agl'infedeli, ma solamente il

Gesù Cristo. Il nuovo Papa BenedettoXIl possesso e l'usufrutto. Dunque dell'uno


trovò ogni cosa mutata; F odio, la diffi- non potevano disporre gli al-
e dell'altro
denza, la gelosia, erano succeduti ad un tri mussulmani, con contraddit-
principi
entusiasmo momentaneo e poco sincero. tori fìrmani ad altri concedendone par-
Indarno il Papa esortò e pregò replicata- te e molto meno la pienezza. A quell'e-
mentej mentre il sultano d' Egitto rotta poca non eranvi turchi, eretici e scisma-
la tregua col re d'Armenia,piombò sopra tici che pensassero a contendere a'fran-
i suoi stati. Agognando F Inghilterra la cescani il diritto, comprato a denari con-
corona di Francia, il re fu costretto a ri- tanti, come si pretese poi con prepoten-
nunziare alla crociata. QuindiOrcano ten- ti intrusioni; nou potendo aver luogo né

tò di assalire Costantinopoli, e continuò nuove concessioni, ne nuove vendite, ne


i successi sui greci con armata poderosa. le posteriori usurpazioni de'greci scisma-
Commosso Papa Benedetto XII anco dal tici e di altre seite ertiche, che si appro-
prospero corso delle vittorie d'Orcano,in- priarono la migliore e maggior parte di
dnsse la repubblica di Venezia a por fre- que'santuari. Nel 1° de' luoghi citati ri-
no alla di lui nascente grandezza, che da marcai, che già nel 1 363 i francescani a-
lontano minacciava servitù e rovina al veanoilsantuariodi Bettlemme. Frattan-
cristianesimo.La repubblica inviò 1 00 ga- to Giovanni I Paleologo imperatore gre-
lere comandate da Pietro Zeno, il quale co nella sua fanciullezza, per destinazione
cacciò i turchi dall'Arcipelago, ne arse i del defunto padre Andronico III, ebbe a
legni e depredò le marine dell'Anatolia. tutore e reggente il generale Giovanni
Narrai ne' voi. XXX, p. 35, XXXIII, p. Cantacuzeno, il quale spinto dall'ambi-
108 e 109, che Roberto re di Sicilia e zione destinò d' impossessarsi del trono.
TUR TUR 293
Perciò una terribile guerra ci-
si suscitò Solimano I figlio di quest'ultimo; altri di-
vile, e temendo Giovanni di soccombere, cono morto Orcano neh 355 o nel 356 1

implorò l'aiuto d'Orcano a mezzo della onel i357,edaltri ritardano il suo fine al
bellissima Teodora sua figlia che gli die 1 35g. Fu Amurat I e non Solimano che
in moglie. Tutto l'impero fu invaso dai successe al padre, e quelli che sostengono
turchi, nel 1 347 fu intruso sul trono Gio- che questi lo succedesse, lo dicono riso-
vanni, dal quale Orca no in ricompensa luto e intraprendente, che regnò due an-
dell'operalo ottenne a pregiudizio de'gre- ni, rie'quali fece progressi nell'Asia, ed in
ci tuttociò che volle.Papa Clemente VI Europa espugnò diverse piazze nel Cher-
non risparmiò fatica, affine di muovere i soneso di Tracia; collegato a Giovanni I
principi cristiani a prendere le armi con- Paleologo frenò gl'insorti bulgari, s' im-
tro turchi, che con sommo danno del-
i padronì di Filippopoli e poi anche di A-
la cristianità si rendevano ogni giorno più. drianopoli, avendogli un bifolco additato
possenti, e convenne che un numero di un'apertura di muro per la quale si faci-

galere dovessero slare nel porto di Smir- litò la presa. Altri l'attribuiscono, come
ne, conquistato dalla flotta veneta e da dirò, ad Amurat Questo principe do-
I.

quella allestita dal predecessore e dal re tato di talento, forte e bellicoso, ben pre-
di Cipro. Reso poscia l'Arcipelago più im- sto si acquistò l'amore de'suoi e l'univer-
praticabile da'ladronecci de'turchi, lare- sale riputazione; poiché aumeutò gli sta-

pubblica veneta col navile della lega si ti dell impero più del 3.°,e prese il sopran-
spinse in traccia del nemico, ma incorsi i nome di Co ntì hiari, cioè Signore grandis-
cristiani nell'insidie de'turchi furono tut- simo o Imperatore. Trasferì neli36o la
timiseramente tagliati a pezzi. Vi peri- sede imperiale da Prusa in Adrianopo-
rono il legato delle truppe pontificie En- k da lui conquistata, ch'era stata capita-
rico d'Asti patriarca di Gerusalemme e il le dell'impero greco finché durò l'impe-

Zeno, mentre ascoltavano la messa, so- ro latinodi Costantinopoli, econtinuò ad


praffatti all'improvviso da'nemici. Orca- esserlo de'lurchi fino ai conquisto di det-
nò portata la guerra nella Bilinia, la con- ta città, siccome posta io mirabile po-
quistò, e dopo lungo assedio s'impadronì sizione, anzi dipoi fu talvolta abitala da
nel 1 356 della capitale Prusa o Brussa, e alcuni sultani a preferenza di Costantino-
la fece sua residenza e capitale di lutto il poli. Formò, ad esempio de'mamaialuc-
regno, come afferma anche il Bernino, e chi d'Egitto, il famoso corpo de'gianuiz-
a
fu lai. e più antica sede del nuovo otto- zeri, de'quali parlai nel voi. X Vili, p. 49»
mano dominio. Il sultano die il sangiacca- dando loro un regolamento, privilegi e
to di Prusa ad Amurat suo figlio, e quel- amplissime esenzioni, di cui abusarono e
lo di Nicea all'altro figlio Solimano. Po- riuscirono infesti altri dicono che lai/
:

co dopo Orcano passò in Europa per com- istituzione di essi si deve a Orcano, e che
battere i tartari presso Gallipoli con fe- Amurat 1 li ridusse a migliore ordinanza.
non che cadde d'un col-
lice successo, se Bensì istituì lei milizia a cavallo deglispa-
po morto nel punto che Solimano espu- hiospahys, che poi giunsero al numero di
gnava Gallipoli (nel cui articolo per fal- 12,000, e divennero anch'essi pericolosi
lo numerico, ili 356 è detto i 536), e fu con unirsi sovente a 'giannizzeri nelle ri-
Europa che pervenne iti po-
lai. 'città in bellioni. In seguitosi aumentarono con

tere de'turchi. Vi è discrepanza sull'an- uumero esorbitante. Creò la luminosa ca-


no della morte di Orcano: alcuni scrivo- rica de! gran visir, e die alla monarchia
no nel 3\S e gli danno per successore il
i ottomano quella forma che durò fino al
primogenito Solimano, ed a questi il fra- corrente secolo. Invase la Servia per ave-
tello Amurai I, forse confondendolo con re il despota Urosco negato dargli in ino-
2<j 4 TUR T U R
glie 1' avvenente sua figlia, il cui fratello dal cielo la vittoria contro sì terribile ne-

gliela consegnò dopo aver veduto tron- mico, esortandoli all'unione con promes-
care il capo al comune e vinto genitore. se di validi soccorsi de'principi d'occiden-
Conquistò buona parte della Greeiii e , te, confortandoli a resistere all'impetuo-
depredò l'Albania e la Bosnia. Le altre so torrente de' barbari; e solennemente
conquiste che Sagredo attribuì al fra-
il bandi la crociata sotto la condotta di Gio-
tello Solimano,
Bernino ne fa autore A-
il vanni li re di Francia , che dalle mani
murat 1. Fu amareggiato il suo regno per del Papa ricevè la croce, con piena au-
la ribellione del primogenito Saux, che torità di disporre delle limosine de'popo-
fece moiire per aspirare al dominio del- li per la medesima, Trovandosi in Avi-
le provincie d'Europa, con voler detro- gnone Valdemaro IV redi Danimarca e
nizzare il padre; e siccome nella congiu- Pietro re di Cipro, il Papa anche a lo-
1

ra eravi Andronico figlio di Giovanni I ro die la croce, ed al 2.° donò lo Stocco


Paleclogo, onde togliere a questi il trono, e Berrettone benedetti (V,) ,
per aver
il villano obbligò il padre a fililo acceca- tolta dalle mani de'lurchi la città di Sa*
re.Anzi l'imperatore per accertarlo cbe tata in Cilicia, secondo il Bernino. Tali
non avea parte alla trama, die al sulta- sagri donativi si dierono poi da' Papi ai

no una sua figlia per moglie. Scampato sovrani e capitani benemeriti della Chie-
da questo pericolo, Amurat 1 si portò in sa, specialmente pereccitarli a combatte-
Asia a domare i pascià insorti, assistito re gl'infedeli, o in premio di vittorie ri-
dal figlio Bajazet tanto valoroso clic fu portale su di loro, come può vedersi dal
denominato il Folgore. Mosse guerra al lungo novero che riportai nel citato ar-
sultano di Caramania suo genero, e l'a- ticolo. Legato della crociata nominò il

vrebbe vinto se la moglie e i figli non fos- cardinal Talleyrand; piazza d'anni fu de-
sero corsi a'snoi piedi a implorare pietà. stinata Venezia per riunire la flotta e i

L'ingrandimento del dominio de'lurchi crociati; e spedì governatore a Smirne il

in Europa pose in gravi apprensioni i genovese Pietro Raccanello ,


per custo-
principi europei e principalmente Papà dirla in nome della s. Sede. Ma la mor-
Urbano V padre comune de' fedeli, cbe te del cardinale e quella di Giovanni II,

con occhio apostolico vi scorgeva quel di le guerre e discordie de'principi, il viag-


più cbe agli altri non appariva; per cui gio a Roma del Papa, e la sua morte av-
divisò i modi e come, per allontanare
il i venuta nel ritorno in Avignone, storna-
mali da cui erano fortemente minaccia- rono l' impresa e cessarono le concepì--
ti gli stali europei, e la Cbiesa, per l'im- te speranze. Gregorio XI, che gli suc-
minente rovina del mondo cristiano. Ma cesse nell'anno 1870, intimò a' greci i
l'Italia era in moto, e le sue armi distrat- divini flagelli se non si riunivano alla
te alla repressione de' ribelli; la Francia Chiesa cattolica, avendo l'imperatore
e 1' Inghilterra, consumate da lunghe abiuralo lo scisma al predecessore, onde
guerre; l'Ungheria e la Germania, emu- evitare terribili mali che loro sovrasta-
i

le antiche, erano discordi; impolente e vano; scrisse a'sovrani, perchè deposte le


disunito l'impero greco. Pertanto intima- private passioni accorressero alla causa
le pubbliche preghiere, inviò dappertut- comune della Chiesa; inviò considerabili
to fervorosi predicatori per esortare i po- somme a vari signori dell'Arcipelago e
poli a pregare Dio pei- la comune dife- di Grecia, onde polere resistere al nemi-
sa del cristianesimo. Fu'miuò la scomu- co; ed a Raimondo Berengario governa-
nica contro chi avesse dato soccorso a'tur- tore di Rodi affidò la difesa di Smirne
thi; scrisseenergicamenle a'principi gre propugnacolo della cristianità in oriente,
ci acciò abiuralo lo scisma, impelrossero e la cura del regno di Cipro in parte oc
TUR T U H 2^5
tu palo da'turehi. Nel 1871 l'imperatore trovò Urbano VI, nondimeno ordinò la

greco inviò Giovanni Lasca fi S al Papa , fabbrica di due galere per spedirle in soc-
onde ragguagliai Io dello slato miserabi- corso a'greci, concedendo plenaria indul-
le del suo impero e della Grecia inonda- genza a chiunque porgesse aiuto per la
ta da'turehi, ed impotente a resistervi sa- guerra controil comune nemico. Ad A-

rebbe pento senza un poderoso e solleci- murat I la fertilità del paese e le discor-
to soccorso. Gregorio XI commosso a tan- die de'greci servirouodi nuovistimoli per
te sciagure , tornò ad esortare i greci a v stendere le conquiste; e per troncar d'un
placare la divina giustizia irritala da'lo- sol colpo la vita dell'impero, meditò e di-
ro ripetuti scismi, e ad effettuare la tan- spose 1'
attacco di Costantinopoli , nella
te voltepromessa riunione alla Chiesa, quale sembravano chiuse le più vive spe-
ludi ordinò a sue spese la costruzione di ranze e le forze maggiori dell'imperato-

1 5 galere e le destinò allo stretto di Gal- re. Desolò pertanto la R.omania, passò in
lipoli per impedire il passaggio di nuovi Bulgaria, prese Nicopolì, spianò Sagora,
rinforzi al turco dall'Asia in Europa; e debellò Nissa, indi passato sopra un pon-
fece pubblicar la crociata in Ungheria, te l'Ebro, si spinse nella Macedonia, as-
Ragusi e Dalmazia, per difesa della Ser- sediò e viuse Apollonia,* con questa for-
bia e della Bulgaria, ordinando pubbli- te catena di soggiogate città venne a rin-
che orazioni con indulgenze. Il sultano serrare nel suo UislrettoCostantinopoIi,a
d'Egitto Sciatali Ascraf, nel i3y5 com- fine d'obbligarne il popolo alla sommis-
pì il conquisto feW Armenia, e così ter- sione. L'imperatore Giovanni spaven-I

minò quel già florido regno cristiano di tato, cercò d'obbligarlo con benefìzi, e
Asia. Invece il Sagredo e l' Abbondanza gli concesse un giudice turco in Costan-
tale conquisto l'attribuiscono a Bajazet tinopoli, dal cui privato tribunale indi-
I, dopo aver corrotto la regina d'Arme- pendentemente da ogni altro si decides-
nia divenuta sua amante. Intanto Gre- sero le controversie e gli affari de'turchi.
gorio XI reputando mostruosa la lonta- Questa concessione si allargò sotto Ema-
nanza del Capo della Chiesa dalla metro- nuele, con accordare a'tnrchi nella stes-
poli della fede, e che ne languivano le sa metropoli uu particolare quartiere e
membra del cristianesimo, partì d'Avi- una moschea pegli atti di loro religione.
gnone e nel 1 3yy restituì alluma la re- Accompagnava frequenti donativi, con
sidenza papale, per quivi come dal cen- magnifiche ambascerie per rendersi ami-
tro riordinare la disciplina ecclesiastica e co Amurat I, che non poteva combatte-
la macchina del cattolicismo. Mentre in re, ma egli non le ricevè che con alterigia
Roma una poderosa lega contro
trattava disprezzandone il fasto. Lazzaro principe
il turco, Gregorio XI morì nel 378. Gli 1 di Servia e Marco principe di Bulgaria
successe Urbano VI, contro il quale to- investirono Nicopoli. Amurat I vi accor-
sto insorse il grande, lungo e funesto Sci- se e fece nella battaglia di Cassovoslia-
sma (P.) d'occidente, sostenuto dagli an- ge crudele dell'armata cristiana, e vi pe-
tipapi che in Avignone alzarono una cat- rirono col fiore della nobiltà due prin-
i

tedra di pestilenza , e pure furono rico- cipi. Però Mdo servo di Lazzaro, addo-
nosciuti e ubbiditi da vari sovrani e na- lorato per la morte del suo signore, altri
zioni. La divisione e la mancanza d'uni- lo chiamano Cabilowitz croato e amico
tà de'fedeli fatalmente contribuì all' in- del despota , fintosi turco si appressò al

grandimento della potenza ottomana uel- sultano per rivelargli uu importante se-

la Grecia, e alla depressione dell'impero la mano, con


greto, e uell'atlo di baciargli
greco scon volto dall'interne divisioni. Ad un pugnale gli trapassò il cuore neh 389,
onta delle affliggenti coudizioni in cui si e immediatamente fu fatto in pezzi. D'ai-
296 TUR TUR
lon in poi i turchi circondarono i sulta- de'tartari,al quale sarebbe devoluto. Nel-
ni di moltissime guardie, per assicurarli la metà del secolo decorso JMahmoud I

da simili assalimi; e fu abolita la egemo- non avendo avuto figli fu esposto a gra-
nia di baciar loro la mano, e surrogalo vi traversie, che dovè distruggere a fu-

il bacio del manto in distanza, e poi la ria di profusioni d'oro. Laonde dipenden-
sola profonda riverenza in mezzo a due do per circa 3 secoli la successione dalla
uHiziali, che gli tenessero le braccia. Con- sola persona del sultano, eorse pencolo
seguenza della famosa battaglia di Cas- di vedersi lroncala,specialmente ne'regni
sovo, fu il conquisto di parte della Bul- d'Amurat l!,di Amural IV, di Maomet-
garia e di tutta la Servia, laonde Ragli- to II, di SelunSolimano 11, tutti
I e di
si accolse nel suo seno più illustri esuli i imperatori bellicosi, da'quali non si tro-
del regno Serbo, e la loro presenza ri- vava altro piacere che quello di star sem-
destandovi più ardente l'amor pali io,gio- pre alla testa de' loro eserciti, esposti al
vò a svoli»
o e e con mirabile
i fecondità e fuoco e alle armi de' nemici. Per la ra-
splendore la ragusina letteratura jugo- gione già detta, alcuni scrittori riferisco-
slava, per cui dalla metà del secolo XV no a Bajazet I avvenimenti che altri de-
alla metà del XV11 di essa fu come l'A- scrivono nel regno del padre; certo è ch'e-
lene e il centro, sebbene nel secolo decor- gli conservò sempre il titolo di Folgore,
so vi brillarono ancora Boscoviehe Cu- acquistatosi fin da giovanetto colla rapi-
nidi. A tu u rat I avendo vinto 3j batta- dità di sue vittorie. Andronico dopo la
glie, si prese il titolo di Grande. Usuo morte del padre Giovanni l, sebbene cie-
cadavere portato a Pi usa, ivi fu tumula- co, seppe trovare i gradini del soglio per
to. Alcuni storici anticipano di molti an- salirvi , non polendo soffrire di vedersi
ni la sua morte. Lasciò due figli, Solima- preferito Emanuele Paleologo suo minor
no e Bajazet il quale con l'appoggio
I, fratello all'impero greco. Fuggi da Ba-
da cui era amato pel suo
dell' esercito, jazet 1 e gli promise se l'aiutava a ricu-
gran valore e perizia militare, usurpò il perare lo scettro, la città di Filadelfia,
trono al fratello, e lo fece strozzare da 4 già la 2." della Lidia, e annuo tributo. Il

muti del serraglio, il che fu di funesto e- sultano gli die 4ooo turchi, co' quali e
sempio, mentre per più secoli l'erede del con l'aiuto de'veneli e de'geuovesi si di-
trono appena morto il padre fece ucci- fese in Pera dall'armi del fratello. Ma al-
dere fratelli e nipoti, onde tranquilla*
i i lettato Bajazet Ida maggiori offerte d'E-
metile sedervi, eciò fino a Maometto IV. manuele, poiché oltre la Filadelfia gli of-
Osserva rAbbondanza,che perciò non fu frì 3o,ooo ducati all'anno, per esso si de-
la poligamia die mantenne la famiglia im- cise. Gli abitanti di Filadelfia, che ante-
periale degli Osmani. A riserva di Bajazet riormente eransi determinati d'assogget-
I ch'ebbe 8 figli, e di Amurat III ch'eb- tarsi alla s. Sede, si opposero di piegar
be 5'i maschi e 5o femmine, tutti gli al- il collo al giogo de' barbari, ma furono
tri imperatori in confronto delle molte assediali da'greci stessi, e vinti furono da
donne che tenevano ebbero una suf- chi loro costretti umiliarsi a' turchi. In tal
ficiente figliuolanza echi nessuna. Ibraim guisa, sempre tra loro discordi, si fabbri-
il più lussurioso di tutti, per non essergli carono greci le catene per divenire con-
i

naio dopo parecchi anni V erede del tro- cordemente del tutto schiavi della più
no, sodrì qualche travaglio da' turchi, i barbara nazione d'oriente. Andronico re-
quali sono gelosissimi della conservazio- stato deluso, si trovò obbligato mendi-
ne dell'imperiai st'upe degli Gsmani, per care una tenue pensione per vivere dal-
non vedere che si estinguesse
nel caso ,
la Porta ottomana. Misera fatalità dei
passar l'impero sollo il dominio del kau cristiani, sempre tra loro discordi , ma
,

TUR T U R 297
sempre concordi nel divenir schiavi del 200,000 ducali,e la nobiltà francese ven-
più implacabile loro nemico! Bajazet 1 a ne trucidata. Bajazet I divenuto più ar-
guisa di fulmine accecando col lampo o rogante e orgoglioso per tanto trionfo,
atterrando colla percossa, scorse la Gap- pensava già al conquisto di tutto l'impe-
padocia, lacerò la Frigia , saccheggiò la ro greco col solo terrore del suo nome,
Macedonia, forzò a tributo la Valacchia, per cui subito ricondusse il campo sotto
devastò l'Albania, ne perdonò la Tessa- Costantinopoli, che sarebbe in breve ca-
glia, spogliando de' loro stati 5 principi duto in suo potere, se Dio per dare altro
che regnavano nella Macedonia e nella tempo agli ostiiiiiti greci di ravvedersi,
Misia. Conquistò interamente la Bulga- non avesse per allora impedito il colpo
ria, malgrado le rimostranze dell'Unghe- mortale. Im perocché coni passiona mio 5 i

ria. La vedova principessa di Delfo gli principi d'Asia spogliali de'loro stati e il

ollrì a sposa la figlia di rara bellezza, per destino del greco impero, il kan Mongo-
assicurarsi lo stalo e la libertà, donando lo Tamerlauo, forlunatoe valorosissimo,
una Venere al Marte ormai invincibile. o Timur Bek, signore della Persia e del
Sigismondo re d'Ungheria intimorito, ed Zagatai nella Tarlarla Levante e fon- di
eccitato dairimperatoreEinanuele I a soc- datore d'un grand' impero dopo essere ,

correrlo cogli altri principi cristiani, al- sialo pastore d'armenti, secondo alcuni,
trimenti caduto l'impero d'oriente nelle ad istanza de principi cristiani si propo-
mani de'turehi, sarebbe in pericolo an- se di domare il sultano. Pertanto con un
che quello d' occidente, raccolse un po- milione d' armati si portò nella Natòlia
tente esercito vedendo ormai esposti
, i o'danni di Bajazet I , anche per vendicar-
suoi stali.Papa Bonifacio IX invitò il re si come adirato per aver il sultano mal-
di Francia e il duca di Borgogna ad op- trattalo con disprezzo i suoi ambascialo-
porsi a Bajazet l, e concesse ampie indul- ri e rifiutato i suoi doni. Tamerlauo po-
genze a quelli che fossero accorsi sotto se tutto il paese a ferro e fuoco, passò
l'insegne del re d'Ungheria per sì degna l'Eufrate, prese Sebaste, uccise Ortobu-
impresa. Per tale zelo il conte di Nivers lo figlio del sultano, devastò la Frigia e
Giovanni duca di Borgogna,
, figlio del altre provincie dell'impero ottomano, e
si recò da Sigismondo con buon corpo di minacciò lo sterminio alla nazione tur-
truppe; laonde il re marciò con 80,000 chesca. Bajazet 1 punto non si turbò, ed
uomini nel 3 9 5 all'assedio di Nicopoli,
i animoso d'Eu-
raccolti da'suoi vasti regni
per quindi soccorrere Costantinopoli ropa e d'Asia 3oo,ooo cavalli e 200,000
presso il quale accampava Bajazel I. Que- pedoni, tolse il campo da Costantinopo-
sti con 200,000 turchi tosto andò a dar li e con animo intrepido passò in Asia in
battaglia all'esercito cristiano, sulla riva traccia del terribile Tamerlauo. due e- 1

destra del Danubio, nella pianura di Ni- sercili nel 1397 s'incontrarono in Arme-
copoli. L'audace conte di Ni fera innanzi nia nella gran pianura che si stende dal-
tempo e ad onta delle rimostranze regie, le radici del monte Stella all'Antilauro,
si slanciò impetuosamente colla cavalle- ove Pompeo avea rotto Mitridate; altri
ria francese assaltando i turchi, ma restò dicono presso Ancirae ritardano al 1402
prigioniero colla più cospicua nobiltà, ve- la pugna. La battaglia fu data, al dire dei
nendo disfatto il suo corpo, e perciò la greci, vicino a Prusa, e Cantemiro prova
fanteria cristiana fu fatta a pezzi, con im- che segui sulle sponde dell' Eufrate., 11

mensa strage ili 70,000 cristiani, oltre la combattimento durò un intero giorno
perdita dell'artiglierie e de'bagagli. Sigi- con varia fortuna e immensa strage; ma
smondo con pena potè restituirsi nel re- al tramonto del sole turchi restarono i

gno; il conte di Ntvers fu riscattato con sbalorditi dalia slermiuula moltitudine


ap8 T U K T UR
delle saette de' tartari, e la confusione fa ram Ti/miri, qui vulgo Tamcrlanes (li-

generale, restandovi sul campo i4o,ooo citar, liì storia


arabica ci latinacum no-
tli loro e 200,000 tartari, onde l'Eufra- tis S. lì. .ìFaugcr, LeovardiaeiyGy. De-

te per più giorni fu rosseggiante. Bajazet gli 8 figli di Bajazet I, Mustafà perì nel

] infermo di podagra, colla moglie prin- combattimento, \ furono fatti prigioni, e


cipessa di Servia, ed i loro figli furono 3 con l'aiuto della madre essendo fucci-i
presi dal vincitore Tamerlano. Questi ve- ti, successivamente furono assunti al-
dendosi insultato dal fiero sultano, e di- l'impero.
svezzare la sua moderazione, ne punì Solimano Io Musulmano essendosi riti-

l'orgoglio con farlo mettere in una gab- rato dal campo d'ordine diBajazetl suo pa-
biseli ferro, servendosi del suo corpo per dre, allorché vide assicurata a Tamerlano
«gabello nel montare a cavallo , ed alla Europa e si fece saluta-
la vittoria, passò in
sua presenza obbligò la sultana quasi nu- re sultano i4o3in Adrianopoli, dallo
nel
da a servirlo a mensa; altri vogliono l'al- truppe ottomane rimaste di là del Bosfo-
tra moglie despena Maria figlia del pria* ro, tosto che seppe la mor te del genitore,
cipe di Bulgaria. Mentre mangiava Ta- siccome dotato di brillante coraggio. Ri-
merlano, gettava gli avanzi al sultano nel- gettò l'offerta che gli fece Tamerlano di
la gabbia perchè si nutrisse. Questo fu ricevere una sovranità da lui, e ne trattò
uno de'più clamorosi spettacoli dell'in- con disprezzo gli ambasciatori. L»' Elle-
costante fortuna. Colla libertà mancò fi- sponto prestava appoggio a tal contegno,
nalmente a Bajazet I la costanza per re- poiché il conquistatore di quasi tutta l'A-
sistere all'obbrobrio CUI era slato emulati' sia e il signoredi tanti soldati, non avea una
nato, e perì nel i4o3 miseramente con galera.Solimano I colle sue truppe andò a
battere furiosamente la testa nella gab- Prusa ad assalire il fratello MusaChelebi,
bia che lo racchiudeva, dopò 8 mesi di di- che il superstite esercito avea collocato sul
sperata sofferenza. Emanuele Paleologo trono ottomano d' Asia, sostenuto dal-
udita la amba-
strepitosa vittoria, inviò l' imperatore, da Ismaele principe di SU
sciatori a Tamerlano in Prusa per con- nopeeda Daas principe di Valacchia. Due
gratularsi, e insieme offrirgli il suo im- volte Musa, senza osare d'attenderlo, fuggì
pero, per averlo Dio destinato libera lo- e sparve dinanzi a lui. Ma i favori della
ie d'Europa. Puspose il kan che la sua
, fortuna corruppero lo spirito generoso e
venuta non aveva altra mira che di aver- clemente del giovane e ardente Solimano
lo liberalo dalla tirannica schiavitù dei I. Ebbe l'imprudenza di disgustarsi fra- il

turchi. Indi Tamerlano debellò la Siria , telloMaometto o Mehemet, gove malore


I

e la Mesopotamia, ed invasegli stati del di Amasia, sdegnando suo omaggio e ri- il

sultano d'Egitto; voleva internarsi nel- mandando suoi ambasciatori, così pri-
i

1 Africa, ma ormai sazio di tante conqui- vandosi d'un sostegno. I suoi eccessi gli

ste e trionfi , ricco di preziosissime spo- nocquero, più che gli sforzi aperti o i ma-
glie ritornò nella Tarlarla, e poco dopo neggi segreti di Musa. Schiavo di sue pas-
morì. Nel voi. XXXIII, p.iog, notai che sioni e dell'inclinazioni più turpi, era de^
Tamerlano avea divisato distruggere il dito all'ubbriachezza, il viziopiù condau-
s. Sepolcro, ma
che ne fu impedito dalle nabile agii occhi de'mussulmani; essi spre-
molestie de'bruchi; e che il sultano d'E- giarono un principe che calpestava la loro
gitto Zalebi o Farage, vedendosi libera- legge, e richiamarono unanimi Musa. Soli-
to da sì formidabile nemico, si pacificò mano abbandonato
1 dal beglierbey delle
co'cristiani, e fece loro le varie benigne proviucie d'Europa edall'agà de'giauuiz-
concessioni che notai. Abbiamo di Ach- zerij e costretto a ripassare in Europa, fu
niedìi Arabsiada, Fila et rerum gesta- inseguito da Musa, che l'obbligò a sgouv
T U li TUR 2y 9
tiare Adriauopoli. Andò a cercate mi a- fortificò e poi appoggio di Orcano
si fece

fciio pressoEoianuele Paleologo,in cuispe- figlio di Solimano I, il quale assunse il

java soccorso, per aver cessato col prin- titolo di sultano e alla lesta di un eser-

cipe valacco di parteggiare per Musa. cito si recò iu Macedonia. Musa in vece

Mentre recavasi a Costantinopoli, si ub- di annientare questo nascente suo ne-

briaco per via e alcuni turchi l'uccisero mico, rivolse le sue armi contro Costan-
nel 1 4 1 o. I più degli storici turchi non tinopoli, ma con esito infelice, poiché
contano Solimatiol, ne due seguenti suoi i fu intieramente distrutta la sua armala
fratelli tra gl'imperatori ottomani, per- navale, mentre Orcano
impadronì di s'

chè regnarono breve tempo e ninno di Tessalonica e di molle altre piazze. Or-
loro possedè la totalità dell'impero, di cui cano vedendosi abbandonalo da' greci,
si disputarono i brani, Isa ò Josue alla secondo la consueta incostante loro poli-
morte di Bajazel 1 suo padre,dicono alen- tica ^ e sentendo che lo zio marciava con-

iti montato sul trono e ricuperati


ch'era i tro di lui, fuggì nelle montagne di Tes-
ili lui stati; ma combattuto dal fratello So- saglia, e preso dalle genti di Musa, questi
limano 1, fu viutoeiuimediatarnenle fatto lo fece strozzare. Insorse però un altro
uccidere. Invece Musa Chelebi per dare competitore nel proprio fratello Maomet-
pil contrassegno d' umanità, fece gettar to 1, protetto dal principe di Caramauia

x i vi sul fuoco que' che avevano mozzato e amato in generale da'turchi per lesue
la lesta a Solimano I; ma egli pervenne buone qualità. Musa non si prese cura di
al trono essendola monarchia in tumulti debellarlo, e credendosi rassodato sul tro-
e confusione, depauperata, smembrata e no, si die a governare con alterigia è di-
schernita. Sigismondo re d'Ungheria a vea spotismo tale, che nella monarchia sin
ottenuto da Papa Gregorio XII le solite a Ilota non erasi veduto di peggio, onde
indulgenze a chi promuovesse la spedi- disgustò gli animi, e gl'ingerì odio e di-
zione controil turco; indi impetrò da Papa spetto perMusa. Maometto I essendo in-
Alessandro V che con legati sollecitasse i formato di tutto, vedendo essere il tempo
Il deli della sua ubbidienza ad unirsi per maturo per detronizzare il fraleìlo,come-
affrontare turchi che travagliavano icou-
i chèda molli credevasi morto nella batta-
iìni dell' Ungheria, il che impedì lo sci- glia di TamerlanOjSi fece conoscere da tut-
sma il quale vieppiù lacerava la Chiesa. to l'impero, e promise di ristabilirlo nel-
E Musa che volgeva nell'animo il paterno l'antica potenza, e digoveruarecon giusti-
proponimento d'impossessarsi del greco zia e benignità.Questa pubblica dichiara-
impero e di Costantinopoli, fece scorrerie zione cagionò tali movimenti, che molli
iu Macedonia e nella Servia,e minacciò corsero sotto le sue bandiere per combat-
l'Ungheria. Sigismondo con poderosoe- tere Musa. 11 suo esercito si aumentò cogli
i>ercilo tedesco e boemo, e colla cavalle- aiuti del principe di Caramauia, dell'im-
ria ungherese marciò nella Servia contro peratore greco e de' partigiani d'Orca no,
i turchi; ma presso Colombeclz e il Da- e con esso invase gli stati del fratello e si

nubio restò interamente disfatto, perden- misurò due volte con lui, che gli riuscì
do il campo e con isleulo salvandosi colla respingerlo. Maometto I tornò ad attac-
fuga. Musa insolentì per questo vantag- carlo presso Samocova, con tale esito, che
gio, e volendosi vendicare di Daas prin- letruppe di Musa vedendosi vicine ad es-
cipe di Valacchia e dell'imperatore gre- sere fatte a pezzi defezionarono in favore
co, da' quali era stato abbandonato due del vincitore. Musa abbandonalo e per-
anni prima, si mosse contro di essi. L'im- duta una mano nel combattimento, si die
peratore che procurava mantener sem- alla fuga: venne raggiunto e fatto pngio-
pre le scissure tra' principi ottomani, si ne, e condotto al fratello, questi ordinò
3oo TUR TUR
che si strangolasse, ìndi mandò il corpo titolo di sultano di Prusa, cogli aiuti del
a Prora nella tomba de'prineipi ottoma- duca di Smirne; ma (piando vide il sul-
ni nel i4i3. Assunto Maometto I all'im- tano risoluto di opporgli un esercito, fug-
pero, trasferì nuovamente la sede di esso gì col duca a Costantinopoli presso l'im-
da Prusa o Brussa olmi sa, in Adriano- peratore Emanuele. Perchè fossero am-
])oli nulla Trucia, per maggiormente accu- bedue Maometto si obbligò
custoditi, I

dire agli aliali ti Europa e terminar l'ini- pagare annua pensione pel mantenimento
prete di Costantinopoli. Le sue amabili a H'impera loie che li confinò nell'isola di
qualità tli generoso, valoroso e sincero, Lemiios,ecosì la buona armonia fra'gre-
gli procacciarono l'amore de'suddili, die ci e i turchi non fu alterata, anzi i primi
lo i «guardarono quale altro Tito; perciò per tale trattato ricuperaronole piazze del
gli fu agevole di pacificare la Boraania, Peloponneso. Maometto 1 colla sua man-
elie il pallilo del defunto fratello avea suetudine, equità, munificenza, e colla
commossa. Ainauledella p-ice,slrinselega pace generale, senza strepito d'armi fece
co greci ed alti i principi confinanti, frenò fiorire l'impero, ne fu salutalo restaura-
l'orgoglio del principe di Caramaniacon tore, e rese felici i suoi sudditi, che l'a-
disfarlo in battaglia, e poi gli rese la li- mavano atlettuosamente. L'Abbondanza
bertà e si pacificò con oso. Rassodò la nel profondere elogi a Maometto I tac-
monarchia ottomana, le restituì la sua que il narralo da Beruiuo, che per am-
antica estensione, e colle leggi fece fiorire pliare l'impero in Europa, il sultano fece
anche le arti ; in somma si propose un dare il guasto alle provincie vicine, per
legno dolce e pacifico, e di fare riposare aprirsiun passaggio in Ungheria, che i

i sudditi dopo tante agitazioni e guerre. turchi vagheggiavano occupare. Perciò


Mondi meno dovè ifsare rigore con alcuni vennero fieramente invase la Servio, la
sconsigliali sedotti dal fanatico sceik Be- Valacchia % la Transìkania e la Bosnia,
dredin. Questi che sotto Musa era stato con terrore sì granile de' popoli che molti
katlileskier tli Natòlia , vedendosi spo- preferirono sommissione alla resisten-
la

gliato della carica, sparse d'essere un pro- za. Di più narra Sagredo, che ricuperò la
feta mandato ad avvertire i popoli del Cappadocia, e che fu ih .Sultane a guer-
cattivo governo che avrebbe fatto Mao- reggiare la repubblica di Venezia, la qua-
metto 1, ed ostentando pietà e austerità le possedeva quasi tutta la costa marit-
si ritirò in un deserto. Molti turchi cor- tima dell'Asia Minore, e da Capodistria
sero a udire le predizioni , e ne riceve- sino a Costantinopoli, riuscendo a'veneti
rono tale impressione che si sollevarono. vantaggiosa la pace col turco per la na-
Allineile le turbolenze non mettessero più vigazione e pe' traffici. Pietro Loredano
profonde radici, il sultano ordinò al fi- si recò con una flotta allo stretto di Gal-
glio A murai di marciare coli' esercito a lipoli, acciò i non fossero più
legni veneti
soggiogare gl'insorti, che avendo presole molestali e rapili, eche le promesse aves-
armi, Bedredin si pose alla loro testa. sero slabile esecuzione e non le consuete
Sbaragliati interamente, lo sceik co'capi frequenti rotture, secondo 1' operare dei
della rivolta furono impiccali a vista di turchi. Riportò una vittoria navale, s'im-
lutto l'esercito. Non passò mollo tempo padronì di 6 galere e tli 2 i foste, taglian-
ad uscir fuori un impostore che si spacciò do a pezzi 3ooo turchi. Nel combattimen-
per Mustafà secondogenito di Bajazet I, to per armi principalmente si adoperaro-
morto sul campo (altri lo dicono real- no, da'turchi le frecce, da' veneti le bale-
mente fratello di Maometto I, ma l'ultimo stre e i verettoni, poiché l'invenzione dei
de'fratelli), perciò a lui spellare l'impero; moschetti e de'cannoni non molto prima
•Jan lo stendardo della ritolta e prese il usuila dall'inferno, comesi esprime il Sa-
T R TUR 3or
gredo, non erasi dilatata nel mondo al murai TI. Adunato un esercito per opera
comune sterminio degli uomini. Che di- di Alideri e di Giovanni III, disturbatore
rebbe il Sagredo se vedesse come a' no- del greco impero, e de' turchi amanti di
stri giorni si è abusato dell'ingegno uma- novità, si dichiarò sultano in Nicea da essi
no, per inventare molteplici e tenibili espugnata. Amurat II astutamenteguada-
mezzi per la più rapida distruzione del- gnò e corruppe l'aio Halias, il quale con in-
l'uomo, che registrai a Soldato e altro- fame tradimento gli die in mano l'infelice
ve, comechè il soldato è un'arma a due giovanetto e Nicea, venendo strangolato
tagli? I turchi s'obbligarono a non più Mustafà nel serraglio di tal città. Quindi
uscire dallo stretto e di non molestare la Amurai II, pieno di vendetta contro il si-

marina veneta; ma poco dopo FantiuMi- gnore di Caramania e contro greci, ne i

chieli con una flotta fu costretto a libera- invase gli stati. Scorse ferocemente laGre-
re mari infestati da'corsari mussulmani,
i cia devastò e domò la Macedonia , la
,

e conquistò diverse città;altre neUaMorea Tessaglia, l'Acaia, deliziose provincie; si

si diedero alla repubblica, vedendosi loro i rese tributarie P Epiro, P Jlbania e la


mire dei
signori incapaci di resistere alle Bosnia; e portalo l'impeto della guerra
turchi, esempio che non fu imitato dalla nella Valacchia e nella Servia, ove rotta
moglie diGiorgio Strusimero, la quale non la giurata pace col desposta Giorgio Dui-

si vergognò di vendere al comune nemico cowitz, la cui figlia despena Maria dovea
l'importante piazza di Vallona. Di 5 tìgli sposare, lo cacciò dalla provincia e se ne
a Maometto 1 restarono Amurat e Mu- impadronì, facendo accecare due suoi fi-

stafà, pelquale avea parlicolar tenerezza, gli. Dipoi a condizione che gli dasse la fi-

per iscorgervi animo pacifico, mentre nel- glia gli restituì la Servia. Neil' acconsen-
l'altro vi osservava lo spirito bellicoso. tirvi Giorgio, volle per patto espresso,che
Voleva tra loro dividere P impero, asse- permettesse a Maria di rimanere nella re-
gnando adAmurat gli stati d'Europa,ed a ligione cristiana, e non solo l'ottenne, ma
Mustafà le provincie d'Asia, il che la mor- la despena entrò tanto in favore del ma-
ie avvenutagli nel 1421 gl'impedì man- rito, ch'egli abbandonò le altre odalicheo
dare ad effètto. Amurat II assunse il tur- concubine, ed ella ebbe in dono il letto im-

bante imperiale colle paterne insinuazioni peria le, le cui /{.colonne d'oro massiccio pe-
di governare con giustizia e moderazione, savano 36o mila libbre. Il Bernino attri-
e di continuar la im-
lega col confinante buisce ad Amurat 11 la 1. 'guerra contro i
pero greco. Nel principio del suo regno lo veneti, e l'espugnazione fatta da lui di Tes*
sconsigliato Giovanni 111 Paleologo, che sa Ionica ,che A ndronico alcuni anni avanti
Emanuele suo padre avea associato al- avea donato alla repubblica, come impos-
l'impero, fomentando le civili discordie, sibile a difendersi da' grecrper essere cir-
gli die molti travagli, suscitandogli contro condata da' dominii ottomani. Frattan-
il preteso zio Mustela che custodiva in to con P elezione di Martino V Papa e-
Lemno. Questi aiutato da' greci prese le rasi estinto il furioso scisma d'occiden-
armi, ma restato vinto e prigione, misera- te, onde il nuovo Pontefice rivolse le

mente fu strozzato. Caduto a vuoto tale sue cure anco al cristianesimo d'orien-
tentativo, FirrequietoGiovanni 111 ardita- te, sino allora crudelmente lacerato non
mente indusse padre a proteggere anche
il meno dalle armi lurchesche, che dal-
l'altro Mustafà, fratello minore del sulta- le antiche eresie e scisma, che lo rende-
no, che l'ambizione del suo aio Halias pa- vano indegno de' comuni soccorsi degli
scià indusse a fuggire presso Alideri Beg occidentali. Ammonì perciò energicamen-
signore di Caramania, onde togliere al- te Giovanni 111, perchè alla fine co' sud-
meno la metà dell' impero al fratello A- diti aprissero il cuoie alla verità de' dog-
-

3<>a T 11 TUR
mi, dalla lornostinnzionederivando le ca- Valicarono e vieppiù si ostinarono uell<
lamità clic aiìliggevano l'impero, colle di- scisma, e colla volubilità della religioni
scordie civili e colle armi infedeli di cru- fecero a tutti pronosticare la mutazioni
delissima nazione, e le quali minacciava- e la definitiva rovina dell' impero. Frat-
no ingoiarlo e dina servitù al rimanente tanto Amurat II dirocco Snnderovia sulle

d'Europa. Scosso Giovanni III da queste rive del Danubio, mentre il detronizzate
e altre esortazioni, con ambasciatori si Giorgio di Servia rifugiatoti presso Al ber
mostro disposto e richiese di ritornare to II d'Austria imperatore e re d'Unghe-
colla chiesa greca nel grembo della cat- ria, l'indusse a provvedere alla difesa della
tolica ; onde il Papa per assicurarsi della medesima e di Buda assediata. Ma giunto
sincerità di tali istanze, conoscendo l'in- presso di essa con fòrte esercito, ammalò
costanza greca, inviò a Costantinopoli fr. di dissenteria e morì a Lungaz nel 4 ><)• 1

AntonioMassana generale de'minori e poi Amurat II espugnò la città, e profittando


per legato il cardinale Fonseca, acciò ac- de' torbidi nati nell'Ungheria per l'ele-
curatamente esaminassero sentimenti dei i zione del nuovo re Uladislao I, ammas-
greci se simulati o veraci. Avendo Gio- sò un formidabile esercito munitissimo e
vanni XXIII confermalo a'francescani la si presentò innanzi Belgrado, riputata
custodia de'Luoghi Santi, siccome alcuni propugnacolo e chiave dell'Ungheria e del
ecclesiastici cattolici del Levante tenta- cristianesimo, difésa dal fiorentino Urano
rono d'assumere quella del s. Sepolcro, meravigliosamente ; onde dopo 7 mesi di
Martino V dopo maturo esame sentenziò assedio il sultano ne partì vergognosa-
a favore de'francescani; e dipoi il succes- mente, sfogando la sua rabbia in un gran
sore Eugenio IV aggiudicò la custodia tratto del regno. Uladislao I per reprime-
de' Luoghi Santi esclusivamente »' Vi- re l'orgoglio e i disegni d'Arnurat li sul-
ìiori Osserva/iti (F.), ed altrettanto ap- l'Ungheria invilo il celebre Giovanni Un-
provarono molti Papi. Martino V, mo- niadè palatino di Transilvania e gover-
rendo nel 4.3 lasciò un tesoro raduna-
1 1 , natore della Schiavonia, alla difesa dei
to per somministrar le spese a' greci che suoi stati. Perciò il prode Unniade marciò
avea invitalo ad un concilio generale, e contro il turco che desolava la Schiavo -

per fare la guerra a' turchi. Il successore nia e la Servia, e gli riuscì di batterlo e
Eugenio IV con zelo continuò il trattalo respingerlo; e dopo diverse vittorie sul
della riunione delle chiese latina e greca, Sultano, riporlo quella insigne nelle gran
ed a tale elfetto celebrò il concilio gene- valli del monte Hemo, costringendolo nel
rale, che cominciato in Ferrara fu pro- i443 a domandare istantemente la pace,
seguito in Firenze (F.). con 1' interven- con cedere la Servia al suo antico signore
to di Giovanni III col fratello Demetrio, in uno a' figli, e sgombrale la Ufo Ida
del patriarca di Costantinopoli, e di di- wV/, convenendo a una tregua di 12 anni.
versi arcivescovi greci, fra'quali il torbido Eugenio IV però ne fu afflitto, perchè
e maligno Marco d'Efeso, armeni e ru- sperava cose maggiori per la gran lega

teni. L'unione finalmente, dopo gravi di- formata nel concilio di Firenze con Gio-
spute, fu conclusa e sottoscritta. Il Papa vanni III e nitri principi cristiani, avendo
dopo aver magnificamente ospita toi gre- inviato in Ungheria per legalo il cardinal
ci, e sopperito alle spese di viaggio, som- Cesai ini, a Costantinopoli il nipote cardi-
ministrò in due volte 38, 000 scucii al- nal Condulmieri col] armata e flotte pon-
l'imperatore per la difesa di Costantino- tificia e veneta ; unito all' esercito d' Un-
poli; ma la sospirata riconciliazione, per gheria quello del duca di Borgogna e la

le brighe dell' indegno Marco d'Efeso, fu nobiltà di Polonia, infiammati efficace-


tosto violala, ed greci nuovamente pre-
i mente dal cardinal Cesarmi; mentre il ru-
T U II T UR 3o3
Unno mulinai Isidoro (di cui riparlai nel praffalti dal numero de'nemici,o soccom-
voi. LXXIX.p. i i5),inviatoa Coslanlino- berono per aver gli ecclesiastici confuso
poli allestiva, coll'imperatore già in armi, 1'ordine della pugna. Quindi avendo i

vettovaglie, munizioni e soldati, e il car- giannizzeri investito Uladislao I, l'uccisero

dinal Condulmieij erasi recalo allo stret- insieme a Giovanni vescovo di Strigonia

to di Gallipoli pei- impedire il transito al- e di Varadino che portava Io stendardi)


le soldatesche asiatiche in Europa. Allo reale di s. Ladislao. Perirono pure il car-

slesso fìneavea il Papa obbligato Alfon- dinal Cesarmi, e Simone vescovo d' A gria,
so V re d'Aragona, nell'investii lo del le- ili. "trapassato da tre frecce, il i.° da mi
gno che dovesse accodi re alla
di Napoli, tiro d'archibugio, insieme al fiore della

lega con potente armala, concedendogli nobiltà polacca e ungara: il rimanente


200,000 scudi d'oro da esigersi dalle de- dell'esercito datosi alla fuga, si sommerse
cime imposte a'due regni. Ma l'improvvi- nella vicina palude, e il resto servì di pre-
sa pace rese inolili I' incessati li fatiche di da e di ludibrio a* turchi, i quali però la-
Eugenio IV. Essendo Amurat II passato sciarono sul campò 3o,ooodiloro. Alcuni
in Caramania conico quel signore, il car- dicono, che a'turchi si unirono gli Ussiti
dinal Condolimeli consigliò il Papa a pro- crudeli eretici. Il sultano per combattere
fittarne, con ricominciar la guerra, onde più libero si pacificò co' veneti nel 1 44^*
Eugenio IV vivamente ordinò al cardinal indi marciò contro greci: prese Corin-
i

Cesa ri ni di determinarvi Uladislao 1. Il to, disfece Demetrio principe di Morea e


deslro e aulente porporato indusse il re fratello dell' imperatore, e saccheggiò il

a romper la pace, ad onta dell'opposizio- fertilissimo suo dominio; corse nell'Alba-


ne ragionevole d'Unniade e di Ladislao nia e nell'Epiro, esigendo contribuzioni e
Dragula principe della Valacchia monta- popoli, e nuo-
schiavi da quegli infelici
na. Fatalmente si ruppe la giurala pace vamente occupò il porto di Vallona. Nel
1 44? morì Eugenio IV e gli successe
e quella fede che non ftveano i turchi, so- Ni-
stenendo il cardinale esser lecito, dopo che colò V, e nel i44 0> morì Giovanni III
il Papa avea sciolto re dal giuramento, il Paleologo e gli successe nel periclitanle
e mandalo uno stendardo col l'effigie del impero il figlio Costantino XII, che fu
Redentore crocefisso, quale insegna della l'ultimo imperatore greco. Morto Giovan-
lega. Poslo Unniade al coniando della ni Gasinola principe deIÌ\Ewro, il sulta-
vanguardia francese, nel i444 s comin- ' no ordinò al pascià di Macedonia il con-
ciò l'infausta guerra, saccheggiando il ter- quisto della capitale Croia e d' occupare
ritorio di Nicopoli e la Bulgaria sino a X Albania; ma siccome nell'esercito eravi
Vania detta pure Tibcriopoli, e non O- il valoroso e celebre Giorgio detto Scali-
dessa come alcuni pretendono. Ivi si vi- (lerbegh, che in tanti luoghi celebrai, fi-

dero all'improvviso Amurat II con fiorito glio di Giovanni fallo tributario del sul-
esercito d'8o,ooo turchi, avendo subor- tano, che preso in ostaggio d' ordine del
nato o ingannato pontifìcii e veneti chei medesimo era stalo circonciso e educato
difendevano il passo di Gallipoli, presen- con islratlagemmasi fece con-
alla turca,
tare furente battaglia nel novembre. Co- segnare Croia percustodula, losto fallosi
minciò il conflitto famoso e memorabile conoscere da' suoi sudditi e dichiarato-i
per l'atrocità della pugna, e per la cru- loro liberatore, fece a pezzi tutti i turchi
dele rotta ch'ebbe il cristianesimo. Il fiero dell' Epiro e in pochi giorni riacquisiò
combattimento durò 3 giorni e 3 notti, P usurpato suo dominio, dandone parte
non potendosi comprendere a qual parie al Papa e alla repubblica di Venezia, dai

piegasse la vittoria. I cristiani fecero pro- quali ricevè considerabili aiuti in denaro
digi di valore, ma si vuole che furono so- e in militari munizioni per resistere allo
M TUR
sdegnato multano. Questi fece marciare chi,
TUR
come rilevai nel voi. LXVIII, p 12.
contro di Ini 4o,ooo turchi, e Scander- Sagace, quando il padre gli rinunziò l'im-
begli con soli 8000 cavalli 07000 fanti pero e poi gliene ritolse il governo, con-
ne uccise 20,000 e fece 2000 prigioni. tentissimo lo ringraziò, e per non dargli
A murai II «inrata aspra vendetta, alla 01 nbra, subito si ritirò aM.iguesia ,go verno
testi! di 100,000 nomini passò in Epiro d'appannaggio del successore al trono. Al-
e assediò Croia, risoluto di farne sparire lorché poi ne udì la morte, precipitosamen-
fino In memoria. Scander begli affidata te volò a Costantinopoli, facendo traspor-
la pia/za al conte d' Urana, ne uscì con tare il cadavere a Prusa, e permettendo
18,000 per travagliar l'inimico, e secon- alla savia despena Maria sua vedova, che
dato dal prode conte vi riuscì in modo, ritornasse nella paterna corte di Servia.
che costrinse il sultano dopo 5 mesi d'o- Cogli anni crebbe smisuratamente nel co-
stinatissimo assedio, ad abbandonar l'im- raggio e nella bravura, divenne il terrore
presa con disonore e rabbie tale, che ne del mondo e il distruttore delle più pos-
morì di y5 anni nel i4-5i, strappandosi monarchie. Ardito e dmbizioso,IVlao-
senti
co' propri denti le dita, o di apoplessia metto li successe al padre di 21 anni, e
come vogliono altri, carico d'allori e a- dopo aver simulato pace e tranquillila,
maramente compianto dall'impero otto- l'osservanza detrattali stipulati co'vicini
mano. A murai II ebbe due figli, A ladino dal padre, si lagnò che il mondo fosse an-
e Maometto II. Ad Aladino, come ehez- gusto alla vastità de' suoi disegni, onde
ade o erede presuntivo del trono, die per subito risolvè l' espugnazione di Costan-
solilo appannaggio il tang iacea lo di Ma- tinopoli, come quella che non riuscita a'
gnesia, provincia della Macedonia conti- suoi predecessori avrebbe reso immorta-
gua alla Tessaglia, stretta lutla fra il ma- le il suo nome. A tal effetto, dopo avere
re e monti, e a! governo di esso lo fece
i con diverse scorrerie provocata la rollìi-

partire nella nascita di Maometto II. Do- ra co'^reci, fece bandire ne'suoi slati d\V-
po la morte di Aladino, stanco di più re- sia e d'Europa la sua vasta idea, impie-

gnare, due volle rinunziò l'impero a Mao- gando due anni a far preparativi di sol-
metto II; ma poi per essere minacciato dati ed'armi, fra le quali la famosa e smi-
dalle guerre, fu obbligato a riassumere il surata bombarda, che Leonardo di Chio
potere, anche per essersi annoiato nella arcivescovo di Mililene nella letlera de
vita privata. Maometto II sino dalla te- captivitate Constanlhiopolis, scritta a
nera età in tutte le sue azioni aveva del Nicolò V, riferisce che avea nella bocca
sorprendente: alla quadratura della men- 1 i palmi di diametro e appena potea ti-
te univa un fuoco che da cosa alcuna non rarsi da i5o paia di bovi. Invitò con lar-
poteva arrestarsi; parlava serio e grave il ghe promesse di stipendio e di preda gli
turco, l'arabo, il persiano, econ autorità slessi cristiani ad unirsi a lui nell'impresa,
comandava. Negli sludi ed esercizi cavalle- e tanto valse la loro infame opera nell'e-
reschi e militari, a' 1 1 anni riusciva di stu- spugnazione della città, che si attribuì il
pore a tutti, maneggiando egregiamente suo soggiogamento a' medesimi cristiani
i cavalli, l'arco e la sciabola. Nel serra- in favore de' turchi. De' 400,000 com-
glio il solo Scanderbegh 1' eguagliava, e battenti che il sultano v'impiegò nell'as-
per poco superava nella destrezza. Allor- sedio, la maggiore e miglior parte erano
ché poi quest'eroe divenne invincibile, il greci, tedeschi,unga ri e boemi, che al-
sultano attribuendo una virtù sopranna- lettati dal copioso bottino, erano accorsi
turale alla sua sciabola gliela domandò; a contribuire alla sovversione dell'oriente
ma dovè persuadersi che il suo braccio e e del cristianesimo con ogni specie d'ar-
non l'arme Io rendeva il flagello de'tur- mi. Né ininoii furono i preparativi ma-
TUR TUR 3o5
rittimi, formatiprincipalmente da 2^0 3 aprile i4*3 fece avanzare contro la

legni, che pose alla bocca del Bosforo sventurata città Sarazia beglierbey d'Eu-
Tracio, dove è piti breve il tragitto che ropa, e nel di seguente egli vi comparve
conduce dall'Asia in Europa, ed ivi in 3 circondato da innumerevole esercito per
mesi fece alzare 3 forti castelli, poiché col- terra e da i5o vele per mare. I greci in-
la costruzione de* Dardanelli egli chiuse dolenti, per avarizia aveano nascosto il
l'ingresso all'Ellesponto, onde impedire più prezioso, invece di soccorrere la pa-
l'accesso in quello stretto a' legni ausi- tria e corrispondere a' replicati inviti e

liari de' principi d'occidente. Ma questi preghiere dell'imperatore, per aumenta-


non curarono e non seppero calcolare le re gli scarsi mezzi di difesa eie munizioni
conseguenze e la rovina del cristianesi- di cui penuriava. Il cardinal Isidoro con
mo, per la caduta di Costantinopoli, re- pubbliche processioni implorò il patroci-
stando nella più parte indifferenti all'i- nio celeste, mentre la turba imbelle del
stanze caldissime di Nicolò V, e all' am- popolo con inutili e alte strida accresce-
bascerie di Costantino XII, che tentò nuo- va nell'animo de'più forti la confusione
vamente l'unione colla chiesa latina, im- e Io spavento. I turchi fieramente comin-
pedita dal clero e monaci greci,che fomen- ciarono l'assalto, che i greci sostennero,
tarono la disunione per conservar l'indi- ma dediti allo studio e al traffico, non
pendenza, discreditando l'autorità ponti- possedevano l'arte necessaria per respin-
fìcia per mantener intatta la propria. At- gere gli sforzi del possente e agguerrito ne-
territo Nicolò V da' formidabili prepara- mico. Maometto li sforzò 1* enorme ca-
tivi di Maomettointimò pubbliche
II, tena del porto, e con inaudito sforzo fece
preghiere, più vohe a piedi nudi si vide di peso trarre dall'acqua 70 vascelli, e

per Roma in processioni di penitenza per parte strascinati e parte portati a spalla
animare a questa col proprio esempio i fe- fece gettare nel porto. Ivi formò un pon-
deli. A mezzo del cardinal Capranica pa- te lungo 3 miglia, per dare da esso l'as-
cificò i principi d'Italia, e li strinse in le- salto alla città, e fabbricò diverse torri
ga per eccitarvi il rimanente del cristia- foderate di pelli bagnate per resistere al
nesimo. Armò con grave suo dispendio fuoco; e finalmente per animare l'eserci-
3o galere, affidandone il comando a Gia- to promise il sacco della città per 3 gior-
como Loredano; inviò a Costantinopoli ni, mentre il muftì ordinò l'universal di-
nel i4^2 l'animoso ruteno cardinal Isi- giuno per un intero giorno. Spuntò l'alba
doro, e fu l'ultimo legato della s. Sede ai fatale de' 29 maggio.giorno sacro allo Spi-
greci, per rimproverare questi della loro ritoSanto, la cui processione dal Padre e
ribellione e della simulata riconciliazione dal Figliuolo negavano i greci; e Costanti-
co'lalini, e per soccorrere l' imperatore, nopoli^! confine dell'Europa con l'Asia e
ed ebbe in animo di portar visi in persona già metropolidi ZWzcitfjl'anticaBisanzioe
con potente armata. Ma quanto fece Ni- la nuova Roma, fu interamente conquista-
colò V innanzi e dopo la presa di Costan- ta da Maometto II, ed invece d'Adriano-
tinopoli, in favore de'greci, lo narrai in impero otto-
poli di venne la capitale dell'
tale articolo e ne'relalivi, con quanto pu- mano, e da'turchi fu chiamata Stambul,
re precede, accompagnò e segui lo stre- Jstambul o Islambol, cioè luogo fertile e
pitoso e deplorabile avvenimento; così quasi apice dell'islamismojiion che con en-
ancora, chi fece l'estrema difesa dell'in- fatica espressione Ummeda Dania, va-
felice città, le prodezze e la tragica fine le a dire Madre del mondo; la sede del
di Costantino XII, dopo avere ricevuto governo e la metropoli della Turchia; e.
la comunione in s. mani del
Sofia dalle Maometto II prese il titolo d' imperato-
cardinal Isidoro. Intanto Maometto II ai re d'Orzc/zfc.Galatade'genovesi fu egual-
vol. ixxxi. 20
3o6 TUR T U r.

mente occupala ; spietate furono le bar- quindi agevole a' turchi di conquistatilo
Itnrie e4e stragi commesse da' \ intiloi ì, l' impero diviso fra tanti regoli e deftpoli
t i greci per prezzo di loro vita olliendo deboli e diffidenti, condotti da contrari
nllora le loro ricchezze, l estarono crndel- interessi ed affetti. Lo spavento uuiver
mente a un tempo privati dell'una e del- sale per la caduta di Costantinopoli, ac-
l'altre. Fu spettacolo lacrimevole il cani celerò la loro. A compensare la brevità
biamento avvenuto nella reggia degl'im- che mi è legge, nel molto che resta a dire
peratori e ne' santuari de' martiri, dive- sul colossale impero, ed anche per non
nuti asili d'infedeli e ricettacolo del'e più ripetere il riferito in tanti articoli, ricor
barbare nazioni dell'Asia. Tre anni pri- derò fra' molli che scrissero sul mede»
ma Nicolò V avea predetto a Costantino ino i seguenti. Giosafatte Barbaro, Viaggi
XII la recisione di quell' albero infrutti- fritti da Venezia in Persia, i/i Indine in
fero nella vigna di Cristo, la qual cosa Costantinopoli, Venezia 1 543. Giorgio
seguì nel determinalo tempo. Dicesi non- El mancini, [Ustoria Saraceuica in (jua
dimeno, che il Papa restò siffattamente res gcstaeMuslinorum fedelissime expo''
sbalordito e afflitto per tanta rovina- die cantar, arobice, latine redatta a T. Er*
nel breve tempo clic sopravvisse non fu piìi perdo: Acced. et Roder. Ximenes, histo-
veduto ridere, ne fare alcuna dimostra- ria Arabum, Lugduni Bai. 1625. Gre-
zione d'allegrezza; e contratta un'infer- gorio Abul Phaiagh, Specimen historiae
mità, accorato e mesto lasciò di vivere ai Arabum, sive, de origine et moribus A-
^4 marzo 1 4-55, dopo aver accolli beni- rabum succinta narra tio arabica, in lin-
gnamente in Roma i letterati greci fug- gua latina conversa notiscpic illustrala,
da Costantinopoli e dall'oriente, dove
giti opera et studio E. Pococki, Oxonine
enei roto d' Italia riaccesero l'amore 65o: /Ustoria compendiosa dynastia-
1

delle Lettere belle (/'.), di che riparlai rum orientaliurn, historiam compleetens
LXlX,p. 222;
nel voi. dopo aver molto e universalem, amundo condito, usque ad
lodevolmente operalo, non per la ricu- se tempora auctorisj arabicc edita, et lati-
pera di Costantinopoli, almeno per infre- ne versa ab E. Pococki rum supplemento
nare i disegni di conquista di Maomet- latino conscripto, Oxoniae 663. Ver- 1

to II, fa'quali vagheggiava quelli d'Ita- dier, Compendio dell'istorie generali dei
lia e Roma. Fra le principali cagioni del- turchi, Venezia1662. Ricant, [storia
la caduta dell'impero greco, oltre il lusso impero ottomano, Venezia 1672.
dell*
fastoso, l'ozio, l'empietà, l'eresia, le quali Cosimo Comidas, Descrizione lopogra-
avvilirono 1' animo de' greci e li resero , fica dello stato presente di Costantino-
meritevoli di sì grave castigo, fu la se- poli, Bassano 794- Hammer, Storia
1

parazione orgogliosa dalla chiesa roma- dell'impero Osmano, illustrata con ag-
na, per cui s'interruppe anche nelle cose giunte e traduzione dal tedesco di fio-
politiche co'principi di Ponente la corri- manini, Venezia 1824. Margaroli, La
spondenza, e molte imprese di essi, come Turchia o l'impero ottomano descritto,
le crociate, furono frastornale dalle frodi Milano 1829. Guglielmo Taylor, La sto-
de'greci, che perciò si resero tardi e lan- ria del Maometlanismo e delle sue set-
guidi a soccorrerli, e lo fecero per le in- te, tratta principalmente da fonti orien-
cessanti esortazioni de' Papi. Vi contri- tali,Londra 834- Ne dà contezza il t.
1 1

buì pure la divisione che fecero de'vasti degli Annali delle scienze religiose, p.
domimi in diverse parti di principati e 4i3.
signorie, oltre I' impero di Trebisonda, Dopo l'espugnazione di Costantinopo-
tutti improvvidi nel couoscere 1' avve- li, la repubblica di Venezia procurò pres-
nire e imperili nelle arti di stato. Fu so Maometto 11 il riscatto de' nobili ve-
T U R 1 U R 3o 7
lieti restati schiavi nella difesa, e dopo di- va là giurisdizione per mezzo d'un vica
versi trattati l'ottenne, ed il suo bailo po- rio, per Io più semplice regolare. Cresciu-
tè restare in Costantinopoli quale ordi- ti i cattolici latini, nel 1 63 1 ottennero
nario ministro della repubblica. Conven- che la congregazione
propaganda//^* di

ne l'accorto sultano alla pace co' veneti, ordinasse al patriarca di nominare un


per rassodarsi nell' impero e per disto- suffragamo e di fargli un annuo assegno
glierli dal nuocergli colle flotte in che pre- sulle sue rendite di Canditi, e poi lo no
valeva no alle sue. Espugnata Costantino* minò la stessa s. congregazione. Ili.°suf
poli e divenuta quasi deserta, Maomet- fraganeo che si conosca fu Livio Li Ij de-
to li pensò a ripopolarla e v'invitòeziao cano di Candia. I successori si chiama-
dio i cristiani, permettendo loro di eleg- rono ora suffraganei, ora vicari patriar-
gersi un patriarca. Essi elessero G en nadio quest'ultimo titolo prevalse. Per
cali, e

ossia Giorgio \oScolaro t ma dipoi i suc- qualche tempo in Costantinopoli pe'lati-


cessori furono destinati da'sultani, i qua- ni, oltre il sulfraganeo vescovo, vi fu un
li vi nominarono chi piti offriva di tribu- vicario patriarcale, ma pare che non fosse
to , con perniciose conseguenze. Questo niente più che un vicario generale. II vi-
riguarda greci. Quanto agli armeni,
i cinato apostolico latino di Costantino-
Maometto li ordinò che venisse presso di poli estende la sua giurisdizione ne'luo-
luicon buon numero di famiglie armene ghi descritti in tale articolo,ove narrai eoo
in Calata e in Costantinopoli, l'arcivesco- diffusione quanto qui appena accenno ,

vo di Prosa o Bursa Gioacchino e con , tank) pe' greci che pegli armeni ancora,
firmano ordinò a' suoi nazionali, che nel sia in Europa che iu Asia. Il vicario a-
civile lo riguardassero qual suo luogote- postolico de' latini è insignito del titolo

nente politico, e come avea fatto con Gen- d'arcivescovo in par•tìOus.j ora peròè pro-
nadio, gli die il titolo di Palrik o patriar- vicario patriarcale l'arcivescovo di S;nir-
ca. Di più il sultano accordò a Gioacchi- nej e tra'cattolici il solo arcivescovo pri-
no autorità pure sopra armeni tutti gli mate armeno s'intitola di Costantinopo-
domiciliati nella Grecia e nell'Asia Mi- li con giurisdizione e residenza, mentre
nore, unitamente al potere di conferma- il patriarca latino di Costantinopoli lo è
re o eleggere e deporre vescovi. Tale fu i di solo titolo fu partìbus. Di questi Pa-
l'origine del pastore armeno di Costan- triarchi {^Costantinopoli ne raccolsi un
tinopoli. Nel i6o5 circa gli armeni sci- bel numero in tali due articoli. Dopo che
smatici cominciarono ad avere un eccle» l'ultimo fu traslato alla sede di Siniga-
siastico in Costantinopoli col titolo di pa- glia, il titolo restò vacante. Suoi imme-
1

triarca, sebbene vicario di quello di Ezc- diati predecessori furono: neh 843 mg.
miazin. Da questi patriarchi soli ricono- Giacomo Sinibatdi di Fermo, traslato da
f
sciuti dal governo per capi spirituali e ci- Dannata; Fabio M.* A-
nel 1 844 ai S-
vili della nazione armena, cominciò con» Udine, traslato da Tarso e ora
Stjuini d'
r
tro gli armeni cattolici quella lunga se- cardinale; nel i845 mg. Giuseppe Ca-
rie di persecuzioni che imperversò fino al nali di Cesano diocesi di Porto, traslato
i83o, in cui furono eletti il proprio ar- da Colossi e F ice gerente. Caduta Can-
civescovo primaziale, e il capo civile, con dia nel dominio de' turchi, il patriarca
che vennero emancipati dalla soggezione risiedè in Roma, perdendo le rendite che
ni patriarca scismatico. Quanto a'Iatini, traeva da quell'isola, cioè 3,ooo lire ve- i

il loro patriarca cominciò dopo la presa nete, colle quali però dovea mantenere il
di Costantinopoli fatta da'medesirni lati- clero della medesima composto di 4 ec- 1

ni. Presa la città da'turchi, soleva il pa- clesiastici. Per un decreto della congre-
triarca risiedere in Venezia, e vi esercita* gazione di propaganda del 1771 mini- i
3o8 TUR TUR
stri delle potenze europee presso la Su- fìcii, impegnare
mitre preziose, e alie-
le

blime Porta, hanno il privilegio di farsi nare alcune terre dello stato papale. Ca-
amministrale sacramenti parrocchiali,
i listo 111 elesse capo della spedizione che

sì per loro che per quelli che abitano den- allestivasi contro i turchi, Alfonso V re

tro il recinto di essi,da'propri cappellani. d'Aragona, cui scrisse: Utinarn, ut tan-


Da ultimo la giurisdizione del vicario a- ta strages opprobriumque fi dei ortho-
postolico patriarcale pe'lat ini di Costanti- doxae cessare t; captività* personae no-
nopoli comprendeva, oltre tale città la , strae sufficeret, quam sponte offerìmus,
Romania, la Macedonia, Metelino e l'A- novitDeus. Perla morte del ree pel peri-
natolia ; ed avea annualmente dalla con- colo prossimo dell'Ungheria, la crociata
gregazione di propaganda scudi 3go, dal- appena ebbe qualche edetto ne' due se-
l'ambasciata francese scudi 3 oo, dalla ca- guenti pontificati. Sembrandogli troppo
sa e chiesa di s. Giorgio antica cattedra- angusta l'Europa al suo zelo, inviò fr. Lo-
le (ora essendo quello della ss. Trinità) dovico di Bologna francescano negli e-
scudi 4°°; roa grandi sono le spese ch'e- stremi confini dell'Asia, per eccitare al-
gli sostiene, pel mantenimento della cat- l'impresa il re de' tartari, il principe d'Ar-
tedrale, pel sollievo de* poveri, in ispese menia, ed Usum Cassan re di Persia, i

pe' missionari che spedisce ove richiede quali portarono unitamente le armi con-
il bisogno, ec. Mi sembrò indispensabile tro il turco con vittoriosi successi, ed in-
questo cenno per notare come fu provve- viarono ambasciatori alias. Setle per no-
duto a 'cristiani scismatici e cattolici, non tificarli; il re di Persia attribuendoli al-
meno di Costantinopoli che di altre par- l'orazioni delPapa. Da questo fatto eb-
ti dell'impero, dopo che se ne impadro- be origine quella scambievole corrispon-
nirono turchi. Da sì infausta epoca ri-
i denza che diversi Papi ebbero co're, coi
prendo la narrazione. Il nuovo Papa Ca- sofì e co'sciah di Persia. mi- Maometto 1 1

listo IH non fu meno infervorato del pre- rando all'invasione dell'Ungheria, assali
decessore Nicolò V per frenare il corso con 400,000 uomini e una flotta Belgra-
agli ottomani progressi, come quello che do suo propugnacolo e insieme del cri-
da cardinale ritenendo di divenirPapa fé* stianesimo,onde Calisto III vi spedì il car-
ce questo giuramento. To Calisto Pontefi- dinal Carvajal con denaro, e ingiunse a
ce m'obbligo con voto a Dio Onnipoten- s. Giovanni da Capistrano, che vi si tro-

te ted Individua Trinità diper-


alla ss. e vava,la promulgazione della crociata. In-
scguitarefierissimamentei turchi nemi- timorito d'Ungheria teneva impos-
il re
ci del nome cristiano, e ciò con guerra, onde il solo Giovanni Un-
sibile la difesa,

maledizioni, interdetti, esecrazioni,efi* niade l'assunse animato da s. Giovanni


nalmente in qualunque modo mi sarà da Capistrano e dal cardinale, invocando
permesso. Ratificò da Papa il voto nel il divino aiuto. L'eroe liberatore dell'Un-
i ."concistoro in cui adunò il sagro colle- gheria e del cristianesimo, con tenui for-
gio, e intimò con sentimenti di gran ze- ze insegnò non essere invincibili i turchi.
lo la crociata per tutta Europa. Fabbri- Dopo averli interamente disfatti nella
cate 16 galere, onde fu benemerito del- flotta sul Danubio, nell'assalto tremendo
la marina militare pontifìcia, le mandò di Belgrado, tenendo S.Giovanni inalbe-
inAsia^icuperando alcune isole dell'Ar- rato il Crocefisso per vessillo , superata
cipelago, altre difendendo da'lurchi, ren- già da'lurchi la città, nell'atroce conflit-
dendosi formidabile in quelle acque. Al- to Maometto restò gravemente feri-
II

tre 24 ne fece armare in A vignone dal car- to in petto dauna freccia, onde si ritirò
dinal legato, per cui fu necessitato ven- ne'sobborghi. Ciò costernò torcili ea- i

dere gran parte degli ornamenti ponti- nimò i cristiani in modo, che respinti gl'i-
,

TUR TUR 3o 9
nia>ici dalla città, con istrage li fugarono. dogli un fratello mediante annuo tribu-
Allora impadronitisi di 200 cannoni e ri- to alla Porta. Egualmente si rese tribu-
voltati contro i turchi, ne fecero macello taria l'isola di Scio, e con tale acquisto
di 3o,ooo con dolore disperato del sulta- diventò formidabile all' isole cristiane
no, che svergognato abbandonò l'impre- dell'Arcipelago, a difesa delle quali avea
sa, mentre a vea deriso suo padre della Pio II istituito l'ordine equestre e mili-
cattiva riuscita. Calisto III a rendere me- tare di s. Maria di Dettlemme(F.). Nel
morabile il 6 agosto,giorno del prodigio- 1 4^3 si portò in Bosnia, fece scorticar vi-
so trionfo, rese più celebre e solenne la vo il re Stefano, ed in breve se ne impa-
festa della Trasfigurazione (P.). Di più dronì. Indi scorrendo qual fulmine di-
il Papa inviò somme considerabili all'al- struggitore la Sdii avonia e la Dalmazia,
tro eroe cristiano Scauderbegh, perchè fece strage e preda innumerabile di po-
continuasse suoi conquisti nella Mace-
i poli: e benché MattiaCorvino figlio d'Un-
donia. In memoria del suo operato con- niade, eletto re d'Ungheria, ne tentasse
tro i turchi abbiamo la medaglia colla ef- l'acquistocon fortunato evento, pur tut-
fìgie di Calisto III, colle parole: Hoc vo- ta via non senza stento la soggiogò di nuo-
vi Deoj nell'asergo: ut Fide hostes per- vo. Pio II commosso da' mostruosi pro-
derai! elexit me. Nel rovescio si espri- gressi di Maometto II, che toglieva a'eri-
me la spedizione dell'armata navale con- stianiogni anno un regno, il che recava
tro il turco. Risorgendo Maometto II più grande apprensione al rimanente del cri-
vigoroso da tanta perdita,.conquistò suc- stianesimo, appena eletto neh 4^8 tentò
cessivamente nel 1 4^9 la Morea ì
fuggen- di formare una lega di principi cristiani,
done il despota Tommaso Paleologo, fra- ina senz'alcali eifetto. Come succede nei
tello del defunto Costantino XII , colla gravi casi, rimaneva ciascuno tanto me-
testa di s. Audrea apostolo, la quale in- no disposto al rimedio, quanto più espo-
viò in dono a Papa Pio li, che con solen- sto allo spavento, e misurandosi col timo-
nissima Processione (P .) la portò nel re la grandezza del pericolo, s'abboniva
Vaticano, ospitando poi magnificamen- comunemente il precipizio senza schi-
te in Roma quel principe. Indi l'impera- varlo. Intanto ebbe luogo un carteggiodi
tore prese Sparta, Atene, Lesbo, il cui lettere fra Maometto II e Pio II. Glorian-
regolo Domenico Catalusi genovese tra- dosi l'imperatore d'aver preso Corinto,
cidò,beuchè si facesse maomettano, e l'im- chiave del Peloponneso, ed altri luoghi,
pero greco di Trebisonda neh 46 e. A- scrisse al Papa su tale acquisto. Corin-
vea Usum Cassante di Persia inviati am- tinnii Acìiaiae nobilis simam, Etholos

basciatori a Maometto II non molesta-


di Acarnanes ,Macedoniam,atque omnem
re il piccolo impero di Trebisonda, al- Pcloponessum armis invasimus : vicos
trimenti gl'iutimava la guerra, avendo- praeterea, agros, et oppida late incen-
ci delle ragioni per la dote della despe- dio depopulati, ut mox in Italiani bel-
ua sua moglie figlia di David Comneno lum transfer amus. Haec tibi omnia cani
imperatore diTrebisonda. Infierito il sul- sumnio christianorum me tu, ac detri-
tano a tal proposta e uon potendo soffri- mento nuneijamus. Sensatamente rispo-
re di ricever leggi da quell'antico nemi- se Pio II. Quo d Graeciam omnem fer-
co de'turchi, ne affrettò l'occupazione, e ro, igneque vastaveris, non tam credu-
condotti in trionfo a Costantinopoli l'im- litatem in hac re tuam, quam tot ur-
peratore, la moglie e i figli, tutti fece poi bium direptiones ulcisci paramus. Ne-
crudelmente morire. Mossa quindi guer- que caini victor hostibus ignoscere po-
ra alla Valacchia, cacciò da essa il figlio ter as, qui luis edam immaniter scelere,
deIpriucipeUladislaoDracula,sostituen- ac libidine numquam pepercisti, Nec ei
i, -

3.o TUR T U R
pium,fasvequid<piam apudhomìncs cs- il mondo cristiano in Mantova (/"')', e
Atf pottòty cui, neglecta religione, Deus pe'primi che intervennero alla granile as-
in contemptu sit. Nos tanica vero nu}- semblea, furono gli ambasciatori orien-
luma tebcllum in Italia mctuituus. l-\- tali di Cipro, di Rodi/di Morea,di Lc-bo
cileenim scelerata ìiominum arma con- e altri luoghi d'Asia, d' Albania, Bosnia
temuti qui Dei numi ne, or. praegidio tu- e Schiavonia, e de' re di Polonia e Un-
tu? est. Gli rescrisse Maometto II in que- gheria: lutti domandarono efficacie pron-
sta guisa. Frustra per Deus imniorta- ti soccorsi contro Maometto II, e contro
les nobiscum agis, qui nee leeiun de pie- Almi Nashr sultano d'Egitto,poichè mol-
tale, nee religione, nee justilia, seti im- ti aveano già soggiaciuto al nemico, al-
perio coutendiuius. I ter annis vietar tri confinanti erano minacciali e trava-
extitcrit, iustioreidem belli causa de- gliati da continue incursioni. Pio li che
bcbilur. Crudelitalem vero, ac scelcca, prontamente erosi lecato al congresso,
quae duo nobis gravissima obiecisti non potè contener le lagrime a tali calo-
ideo in captivos exercemus, ut eum es- rose e commoventi istanze. In due discor-
se me re (juidem experiantur,quem ver- si eloquenlissimi, riportali ne'suoi Cot/i-
bis homines pracdicant.W Papa gli man- mcntari e in parte dal Bernino. il Papa
dò questa risposta. Et si tecum nobis i le- dimostrò fervorosamente la necessità di
stissima belli causa est, non pari tumen portare unitamente l'armi contro il tur-
scelere, vel libidine regnandi: seti prò co, che avendo già assorbito gran pai te

tuenda hominum libertate arma suini- d'Europa, preparava ad occupar la ri-


si

mus. Quis enim mores Ty ranni per di- manente; con energiche dimostrazioni
Ustsimo acquo animo ferat? Nani quoti provando l'inevilabilesterminio della io-
plerumque in caeteris usu eventi, ut vel ligione, la schiavitù de' popoli, il guasto
me tu, vel odio in subditos acerbioresred- delle provincie e altri infiniti danni, pro-
dantur^ipse omnibus sponte immanior mettendo di recarsi in persona alla sagra
esse, qui crudeli tate potius, quarti, Victo- guerra che formalmente pubblicò, e di
ria gloriarlo; acca tamquam parimi sit andai e almeno sino in Albania a corona-
admississe captivi* edam sempcr cala- re rea Croia l'invitto Scanderbegh. Con
mita tes exprobasti. Meritas igitur poc- solide ragioni confutò poi coloro, che per
nas exolves: ultor enim scelerum Deus privati interessi esagerando le forze tur
vindictae tar ditate gravitate, supplici chesche, stimavano troppo difficile l'im-
(ompensat. Scopertosi monti della
in 7 presa; mormorando di postergarsi gli af-

Tullia, di cui riparlai nel voi. LV1I), p. fari d'Italia egl'inleressi piti urgeuli del-
j32, il celebre minerale dell'allume, pel la religione, per desiderio di gloria, ad
qnale larga rendita si accrebbe alla ca- operazioni speciose, nobili a dirsi e diffi-

mera apostolica, Pio II la consagrò a di- cili ad attuarsi. Inoltre con argomenti
fesa del cristianesimo per far guerra al convinceulissimi il facondo Pio II di-
turco; il che fu seguito da'successori, ed chiarò non avere a cuore che la difesa
» cardinali nel conclave ne fecero dipoi della causa di Dio, e la propagazione del-
legge inviolabile. Invitati i priucipi cri- la vera fede. Indi dopo 8 mesi, annun-
stiani alla pace e ad unirsi per combat- ciò finalmente al congresso le operazioni
tere con guerra generale turchi, per com-
i risolute, e gli aiuti convenuti e promessi,
binarne modi, onde ricuperare Geru-
i tra'quali Dorso d'Este duca di Modena
salemme e Costantinopoli (articolo che offrì 3oo,ooo scudi: il Bei nino ne ripor-
va sempre tenuto presente pe'pai ticola- ta i particolari. Ancona fu destinata per
ri di quanto vado accennando), il Papa convegno della flotta e per piazza d' ar-
promulgò il generale congresso di lutto mi; e Pio II risoluto coraggiosamente di

T U II TUR 3 1 r

andare alla testa della crociatn, diceva : si edificarono Mouteeilfone, e gli slavi Ac-
Pro Dea nostro i pròpriam Sederti, et qua vi va. Su queste colonie scrisse il prof.
Ilo ma nani Ecclesiali* relinquimus , et Gio. de Ruhertis, Delle colonie slave nel
lume caniciem, atquc Ime debite corpus regno di Napoli, Zara 18 "6. Sublima-
.siKte pietatis devovemus. Neil 4^4 p*** to a! triregno Paolo II, come partecipe
ti pertanto per Ancona, perivi attender* de' più segreti trattati del predecessore
vi i fedeli crociali, che da tutta la cri- e promotore anch'esso della spedizione,
stianità accorrevano ad arrotarsi sotto non è credibile con quanto zelo subito
l'insegne della Croce. Giàeravi giuntala s'applicò al proseguimento della guerra,
flotta veneta per congiungersi alla pon- rinnovando il volo che in conclave avea
tificia ,
già eransi mosse le armi dal re fatto, e assegnando dall'erario papale an-
<V Ungheria e da altri principi, quando nui scudi 100,000 a'eollegati. A'suoi ve-
Dio non permise si ben disposta impre- neti offrì, oltre l'armata navale, ch'era
sa, togliendo di vita Pio II a' 4 agosto,
i in mare, 4ooo cavalli, 2000 fanti, e al-
anima motrice di tuttala macchina. Mo- tre 9 galere che con tutta diligenza fece
ribondo, avendo udito che turchi vo- i costruire presso il Tevere (1^.), assistei!
levano assediar Raglisi, rizzatosi sul let- dovi bene spesso in persona. Però la mal-
to, ordinò che si allestissero le galere, sul- vagità de' tempi, e la sempre falale disu-
le quali egli stesso volea portar il soccor- nione de principi cristiani, non fece ese-
so all'illustre cittàje solo si quietò, quan- guire magnanimi desiderili del Pontefi-
i

do seppe la ritirata de'turchi dalla me- ce, come narrai a'ioro luoghi, ed inutil-
desima. 11 sagro collegio animò i princi- mente si consumarono tesori pubblici i

pi collegali a perseverar nell'impresa, e e privati del cristianesimo, riuscendo e-


inviò al re d'Ungheria 48,000 scudi d'o- gualmente inutili le gravi cure consecu-
ro trovali al Papa. Nella zecca pontificia tive di 3 Papi. Maometto II non intra-
vi è il conio della medaglia alludente a lasciando i suoi arditi proponimenti, in-
questa crociata, con l'effigie di Pio II e vase con desolazioni crudeli la Croazia
1

l'iscrizioni: Velociter scribentis sobolesj e I Istria, saccheggiando tutti que'ferli-


nell'esergo: Ne tanti Ecclesiae pacisq. fissimi stati de* veneti; mise a contribu-
amanlis delealur memoria ynel rovescio zione la Dalmazia, cou disegno d'inva-
una tavola con 4 ''bri e •• motto: Lupo- dere nuovamente l'Epiro e d'assogget-
sita Turcor uni Lex. Avendo Pio II pre- tarsi l'Albania, il cui principe Scander-
gato Scanderbegh a soccorrereFerdi nan- begh difendeva e travagliava cou incur-
dù redi Napoli, assediato in Bari dal du
I sioni i territori! de'turchi. Avendo di nuo-
ca d'Angiò, dopo aver quel prode scon- vo il sultano assediato Croia cou 80,000
fitto i! principe di Taranto, vinto il du- uomini, non gli venne mai fallo di pren-
ca, e liberalo il re, questi per gratitudi- derla finché visse quell'eroe j ma morto
ne die agli albanesi e slavi che l'aveaoo nel 1466 in Lisso, per mancanza di vi-
seguito, facoltà di stabilirsi nelle sue ter- veri, dopo aver guastate la Carinlia e la
re. Gli albanesi fondarono Portocanno- Siiria, fu lolla al figlio Giovanni, insie-
ne,Campomarino, Ururi, Chiniti, ecci- me a gran parte del celebre reame. In-
ti e l'essersi stabiliti nel castello di s. Cro- di Maometto II si recò, non senza tradi-
ce di Magliano (ora ducato de' baroni mento, a conquistare a' veneti l'impor-
Grazioli, come rilevai cou analoghe no- tante isola di Negroponte, che signoreg-
tizie nel vol.LIX, p. ig4):gli slavi Mon- gia l'isole dell'Arcipelago, commetten-
t emitro, Sanfeliee, Tavenna e Cerritel- dovi tal crudo macello che fa orrore iu
lo. Dopo la peste del 52 7,che disertò nel
1 leggerne la descrizione. Quant'italiani vi
Sannio varie di tali borgate, gli albaue- si trovarono, tutti furono impalati vivi
2

3 1 TUR T UR
(cioè uccisi col cacciar Della parte poste- bi Unente in Roma, onde per gratitudine
riore un palo di ferro tagliente, e farlo lasciò morendo le ragioni del suo regno
riuscire di sopra, atroce supplizio usato a Sisto IV, che avea continuato a soste-
dagli ottomani),barbaramente tagliate nerla. Questo Papa accolse pure e ali-
per mezzo le donne (ciò turchi soleva- i mentò pietosamente in Roma, divenuta
no crudelmente fare anche con seghe), asilo benefico degli esuli greci fuggiti o
strangolato qua?.i tutto il rimanente del cacciali da'turchi dalle loro signorie e pa-
popolo: per ultimo, al comandante Pao- trie,Andrea Paleologo despota di Mo-
lo Erizzo, fu violata per forza e poi scan- rea, Leonardo Tocco despota d' Epiro,
nata lui presente Tunica sua figlia, ed e- Carlotta regina di Cipro; con doli collo-
gli venne barbaramente trucidato. Tut- cò in onorevoli matrimoni le figlie di ta-

te queste e altre inaudite crudeltà era- li infelici, come pur fece con Sofia figlia di
no comuni a' turchi, ed io tralascio dal Demetrio Paleologo, che maritò allo czar
ricordarle , come notissime e registrate di Russia (V.) Ivan III nella basilica Va-
dalla storia, e per non far raccapriccia- ticana; e lo czar consideratosi erede dei
re l'umano lettore. Indi il sultano, sul- diritti sul crollalo impero greco, adottò
l'Euripo oEgripo, stretto che divide la per arme Y aquila nera di due teste. Co-
città di JNegroponte, fabbricò quel pon- sì grande carità, che in questi tempi an-
te lungo circa 200 piedi, che fece stu- cora usò la s. Sede verso gli oppressi, spe-
pire i cristiani, per sì temeraria impre- cialmente dalla possanza e fierezza del
sa, donde argomentarono chea'lurchi co- turco, così grande zelo per salvarle ter-
ki niuna cosa or-
arrischiati nelle guerre, re cristiane dalle loro armi, per tentare
mai era difficile e insuperabile. Udite- di respingerle nella Tartarea, antica lo-
si da Paolo Jl le deplorate calamità, pe- ro sede; la quasi perpetua guerra fatta
netralo di profondo rammarico, invocò per tanti secoli a'iurchi dalla Chiesa ro-
la divina misericordia con pubbliche pro- mana, o direttamente colle proprie for-
cessioni di penitenza in Roma, e due vol- ze, o indirettamente con grandiosi sussi-
le v'intervenne a piedi nudi. Nelle pro- dii dati a'principi cristiani col suo erario,
cessioni, con generale compunzione, fe- formeràsempre negl'innumerevoli e glo-
ce portare l'immagine di s. Maria del Po- riosi suoi fasti un trionfo dell'esimia e ine-
polo, le teste di s. Gio.- Battista e di s. sauribile carità, che ha nutrito e nutri-
Andrea apostolo, e il Volto santo, con- rà costantemente per la comune salvezza.
cedendo indulgenze a chi cou orazioni e Nel principio del pontificato di Sisto IV,
"
limosine avesse contribuito alla sagra nel distretto d'Aquileia i veneti patirono
guerra. A Paolo II divenne talmente in deplorabile strage da' turchi capitanati
odio e avversione il semplice nome dei dal pascià Asabech, e la salute delle vi-
turchi, che volendo promuovere al vesco- cine provincie fu l'immenso bottino ri-
vato di Conversano, Turco de'Turcoli di portato da'turchi. La repubblica di Ve-
Giovenazzo, prima gli cambiò il cogno- nezia per tal disastro ricorse al Papa, il

me. Perciò narra il cardinal di Pavia, nel- quale formò una lega formidabile con-
YEpist. 90: Quum celerà probarentur tro Maometto II, ed armò 24 galere che
meo, nomea solimi pr oh atiim non cstj si recò a benedire uel Tevere, dopo aver
ideocjut•, Patrum comprobatione prò ,
in s. Pietro benedetto gli stendardi che
Turco Petrum, ex suo nomine sanxil vo- consegnò al cardinal Caraffa legato, in-
cari. Paolo li sovvenne generosamente i sieme ai 35, 000 scudi d'oro. Questa flot-
parenti di Tommaso Paleologo, Azanito ta unita a quella de'collegati, in tutto 98
nipote di Scanderbeg h, e Caterina regi- vele,si recò nell'Arcipelago e portòpiù ter-

na di Bosnia detronizzata! che ospitò uo- rore che danno al nemico. Tutta volta ut-
2

TUR TUR 3i3


tacco Satala, saccheggiò Smirne e ince- era fortemente invaghito. A cominciar-
nerì molti villaggi, per provocare i tur- ne la conquista nell'agosto 1 480 spedì il
chi a uscir colla loro flotta da'Dardanel- pascià Acmet con 5o 1 vele e 40^000 uo-
li per combatterla, ma inutilmente. In- mini da sbarco, co'quali dovesse devasta-
vece i turchi, dopo parlila la flotta, tol- re paesi e spaventare
i popoli, per at- i

sero a 'genovesi Teodosio, o Caffo, in Cri- tendere la sua venuta appena termina-
mea, e portarono l'impeto della guerra ta la guerra d'Asia, contro il sultano d'E-
nell'Adriatico contro i veneziani. Attac- gittoAscraf-Raitbai. Acmet salpòdal por-
carono Sentori, s'impadronirono di Ce- to di Vallona e in breve si avvicinò a O-
jalonia t con disegno di gettarsi sopra Cor- trantOfCUe tosto espugnò colla strage del
fìi per aprirsi la via all'invasione d'Ita- popolo in numero di 1 4,000 persone, ve-
lia. La repubblica di Venezia con invin- nendo trucidato il decrepito arcivescovo;
cibile costanza oppose eroica resistenza, indi eslese nella provincia le sue feroci
ad onta che le nuove discordie de'cristia- devastazioni, che sparsero il terrore an-
ni avessero quasi scioltola lega; ma ve- che nelle più lontane provincie d'Italia.

nula in cognizione che alcun principe cri- Avendo i turchi fatto un'escursione per
stiano suo confinante, fomentava i tur- spogliare il santuario di Loreto , prodi-

chi a suo danno, giudicò bene pacificar- giosamente presi da panico terrore si die-
si con essi, e loro sagrificò l'isola di Ne- rono alla fuga. I principi ne restaronoat-
groponte, quella di Lemno, Scalari, Brac- territi, la confusione universale; e fu sug-
cio di Maina Morea e altri luoghi,
nella gerito alPapa di trasferirsi in Avignone,
obbligandosi all'annuo tributo d' 8000 Ma Sisto IV con animo invitto, pacifi-
scudi d' oro per trafficare nel mar Nero catele discordie, dappertutto spedì nun-
o Ponto Eussino. Non per questo restò sa- zi per eccitare la difesa del cristianesimo
zia l'avidità di Maometto li, che soleva dall'estrema rovina; ed inviò 22 galere
dire non essere di si corta durata la vi- e un grosso corpo di truppe al re di Na-
ta dell'uomo, che non potesse sottomet- poli, il cui figlio duca di Calabria corse

tersi più mondi; e come un solo Dio re- all'assedio d'Otranto, da' turchi superba-
gnava ne'cieli, così parimenti un sol uo- mente fortificala con bastioni. Mentre
mo dovea regnar sulla terra, e questi es- Maometto II trovavasi in Nicea o me-
ser lui; stimando perciò ogni momento di glio in Nicomedia (ove era morto a'
tempo perduto, se non l'impiegava alla maggio il fondatore diCostanlinopoli Co-
distruzione del cristianesimo, solo osta- stantino 1), altri dicono nel suo campo
colo all'immaginata sua monarchia uni- presso Costantinopoli, fu sorpreso da ta-
versale. Quindi terminata un'impresa, al- li dolori colici, che a'3 maggio 1481 di
tra ne intraprendeva. Fece la guerra ad 53 anni morì, con immenso giubilo del-
Usum Cassan re di Persia da cui fu scon- l' abbattuto cristianesimo. Principe ac-
fitto e poi ne trionfò. Indi passò a preda- corto e valoroso, crudele e lascivo, am-
re l'Ungheria e la Transilvania, e ad at- bizioso e superbo, soggiogò due imperi,
taccar l'isola di Rodi, eroicamente dife- 12 regni e 200 città, nondimeno ordinò
sa da'eavalieri gerosolimitani e soccorsa che nel suo sepolcro in Costantinopoli si
da Sisto IV. E siccome avea soggiogato scolpisse quest'epigrafe: Mens erat supe-
l'Albania e l'Epiro per farsi strada in Ita- rare Rìiodum, etsuperbam Italiani, che
più volte accennò a' suoi pascià so-
lia, ripetei nel voi. XXIX, p. 233. Acmet si
spirando, il suo conquisto e quello di R.o- rese a palli al duca di Calabria, perciò
ma,dellecui beliezze,come dotato di gran- proclamato liberatore d'Italia, e partì da
de spirito e di non mediocre erudizione, Otranto, lasciandola provveduta copio-
istruito nell'agricoltura e nella pittura, samente di viveri e di formidabili mimi-
3 .
i T t Et TUR
zioni per sostenersi lungamente. Sisto IV deità d' Amurnt li (piando accecò i fra-
ordinò pubblici e solenni rcudifiieiiti di telli, principessa virtuosa che fu madre a
grazie a Dio, 3 giorni di fesle e fuochi Cui bug e Amurat dal padre allevati ac-
artificiali, olire il suono di tutte le cam- curatamente. Per tutto questo, Zizim era
pano; ed in memoria del pericolo scam- adoralo da 'torchi in modo, diesi sareb-
patoprodigios; unente, presso Oli auto fe- bero fatti massacrare per lui. Però Zi-
ce innalzare imi celebre tempio nel col- zim conoscendosi supcriore al fratello nei
le, ove 8oq martiri pei' In confessione del- pregi e possente per le universali simpa-
patirono crudele morte. Il Borgia
la ^a\{i tie, non contento di dominare il paese
nellaBreve istoria del dominio della ?. tllconio e la Gara mania, la sete del re-

Sedcy riferisce che Sisto IV salvò l'Italia gno ottoni mogli fece radunare un esercì -

e specialmente il regno di Napoli dal- to, per obbligare Bajazet II a di filler con

la schiavila de' turchi, contro i quali nel- lui il vasto impero. Lo zelo e la fedeltà
la guerra per Otranto impiegò più di de' 3 piscia pel sultano, fece due volte
i 65^000 fiorini, per cui nel suo sepolcro sconfiggere Zizim, presso Nicea e nell'A-
Io scolpito li motto: Turcìs Italia Sttni- natolia, onde questi vedendo disperato il

Htotis. In una Sud medaglia è l'epigrafe: suo partito, neli4H2 impetrò e ottenne
Parccrc subiecUs et debellare super- magnifico asilo da 'cavalieri Gerosolimi-
bos,SU' le poles.constanlia. Vi si vedo- tani di Rodi, i più. fieri e invincibili ne-
no varie navi e ligure di schiavi turchi. mici del padre, il che doppiamente tra-

Lasciò Maometto II due figli. B-ijizel II fisse l'animo dell'irritato fratello. Il gran
pnmogeniloeGem volgarmente chiama- maestro d* dubusson, poi cardinale, l'ac-
to Zitira (Amore) terzogenito, poiché il colse colle più grandi distinzioni, men-
2.°Mustafa l'amore dell'esercito, che spe- tre Zizim era portato sulle braccia di 3
rava di vedere in lui ulteriormente di- turchi, e allorché vide il gran maestro sce-
latata la gloria dell'impero ottomano, il se a terra, si fermò e 3 volte pose il di-
padre l'avea fatto perire, per tratto di ri- to alla bocca per segno di sommo rispet-
gorosa giustizia e in punizione d'aver vio- Rodi. Il gran
to verso l'eroico difensore di
lentato la moglie d'Acmet. Per diritto di maestro pe'suoi ambasciatori, dicesi che
natura,, il trono spettava a Bajazet li, ma inutilmente procurò di fare una lega di
non era amato da' turchi, come nemico principi cristiani contro Bajazel li in fa-
della guerra, portato all'ozio, allo studio vore di Zizim, impresa che riteneva van-
delle letteree molto più alla crapula,
,
taggiosissimaa tutta la cristianità. Poscia
onde non senza grandi sforzi 3 princi- i per diversi riflessi vedendo che la vici-

pali pascià affezionati al padre a questi nanza de'turchi non gli permetteva di cu-
lo fecero succedere. All'incontro Zizim, stodire per lungo tempo l'illustre suo pri-
bello e maestoso nella persona, snello e gioniero, persuaseli principe a intrapren-
insieme fiero e robusto, attaccassimo al- dere un viaggio in occidente, anche per
la sua religione qual vero mussulmano, determinai e i sovrani a suo vantaggio, Zi •

frammischiava gli esercizi dell'armi e del- zim autorizzando gran maestro di trat-
il

la caccia, a quelli dello studio e della poe- tare col fratello per qualche accomoda-
sia; e oltre ad essere bravo e perito guer- mento. I! gran maestro destinò diman-
riero, parlava egregiamente anche gì' i- darlo in Francia, ne consultò Sisto IV,
diomi arabo, persiano, greco e italiano; il quale ne lodò il disegno e scrisse al re
avta finalmente spirilo vivace e pene- Carlo Vili per impegnarlo a ricevere nel
trante, nobili modi ,
parco nel nutrirsi, suo regno Zizim. Partì accompagnato da
tenero dell'unica sua moglie Maria figlia 4 commendatori, il che saputosi dal sul-
di Eleazaro redi Ser via, sfuggilo alla crii- tano inviò al gran maestro i suoi amba-
TUR XU ti 3.7
sciatori, col donativo d'un braccio del lo- Ironizzare Bajazet li, con palli Vantag-
ro patrono s. Gio. Battista, e Ira 'quali si giosi al cristianesimo. Il Papa ancora a-
convenne cbe cavalieri avrebbero cu-i vea ricevutola'domanda del sultano d'E-
stodito Zizim, e non inai ceduto ad al- gitto per fargli consegnare Zizim ,
per
cun principe cristiano, mediante l'annuo metterlo alla testa d' un esercito in li-

compenso di scudi 35,ooo, altri dicono na guerra contro i turchi; offrendogli


4^,ooo scudi d'oro e sembra più proba- 100,000 ducati d'oro, il possesso di Ge-
bile, oltre 10,000 per una volta, ed rim- il rusalemme, ed anche di Costantinopoli se
borso delle spese per la guerra sostenu- giungesse a rendersene padrone. A'6 mar-
ta contro il padre. Giunto Zizim in Pro- zo i4^9 Zizim fece il suo Ingresso so-
vetta, i commendatori lo presentarono lenne in Roma (F.), d'ordine del Papa
a Carlo Vili redi Francia (ciò viene da onorato con i straordinarie onorificenze e
altri negato, poiché sebbene lo sventu- pompa regia, e magnifica cavalcala di 2 i

rato principe destò molto interesse in mila cavalli, sempre accompagnato dai
Francia, i cavalieri fecero di tutto perchè cavalieri di Rodi, ospitato decorosamen-
non fosse veduto dal re), e poi lo con- te nel palazzo apostolico Vaticano. Seb-
dussero nella torre della loro commen- bene ormai Zizim era stanco di tante com-
da Borgo Nuovo oBourganeuf in Au-
di parse, presso i nemici più implacabili dì
vergne, continuando a trattarlo sontuo- sua nazione, pure sagace alquanto tem-
samente, ma egli ben si accorse dalla vi- prava la sua fiera indegnazione con ap-
gilanza colla quale era custodito, di tro- parente dolcezza e dignitoso portamen-
varsi in nobile prigionia , onde si lagnò to. Nel giorno seguente fu presentato al-
del trattato fatto col fratello, che ritene- l' Udienza del Papa in concistoro pub-
va a suo danno. Allora i re di Casliglia, blico, sedente in trono e vestito ponti-
d' Ungheria e di Sicilia o di Napoli, A- ficalmente, ove 1' orgoglio ottomano a
scraf sultano d'Egitto, presso il quale era grande stento dovè umiliarsi genufles-
stato e vi avea lasciatola moglie, doman- so a baciare piedi a Innocenzo VIU,
i

darono Zizim al gran maestro per porlo il che viene negato dal Bernino cbe
alla testa d'un esercito, ma pegli accor- ne descrive il feroce aspelto, e con mol-
di fatti con Ba jazet II riceverono negati- ta grazia in italiano ossequiò il Papa e
ve. Dopo 7 anni dacché Zizim dimora- complimentò i cardinali, e con termini i

va in Auvergne, desiderò d'averlo in ìio- più significanti lodò la grandezza della


ma Papa Innocenzo Vili, spinto dal ze- corte romana. Fu da Innocenzo Vili as-
lo d'avvilire i turchi onde frenare la sma- sicurato di tutta la sua protezione e di
nia di dilatarsi, e perciò avea fatto quan- adoperarsi in suo favore. Intanto B;»jazet
to dissi nel voi. 62, XL1X, p.
XVIII, p. II, che ignorava l'accaduto, da Costan-
264 e altrove, concluso formidabile le- tinopoli, e con quelle cospicue olferle ri-

ga di possenti principi e speso da 200,000 ferite a tale articolo, avea spedito a Car-
scudi d'oro ricavati dalla vendila deizli
o of- lo Vili un ambasciatore perchè ritenes-
fiei venali de' l*ncabìli(V?)$ come poi fe- se nel suo regno Zizim; ma avendo po-
cero altri suoi successori. Pertanto pre- scia saputo ch'era passalo in Bontà, ivi
murosamente domandò al gran maestro inviò il sicario Macrin per attossicar hi
di voler egli custodire Zizim o Gem, e fonte ove si attingeva l'acqua pel Papa e
come capo supremo della Chiesa e del- per Zizim. Scoperto l'assassino fu puni-
l'ordine,dovette questo ubbidire, coll'as- to con morte esemplare d'impiccatura e
senso di Carlo Vili. Dicesi aver avuto in squarta Vedendo Bujazet II sventato il
mira il Papa la formazione d'una pos- suo pravo diseguo, quindi volendo con-
sente lega, e porvi alla testa Zizim per de- cibarsi il poulifìcio animo, con politica
3i6 TUR TUR
ne! i4l)3 mandò a Innocenzo Vili per zione del suo ingresso in Roma. Pare che
ambasciatore Camisbuercli oCassù Begli, Bajazet mandasse a unocenzo Vili an-
1 1 I

che accoltoonorataniente in Ancona d'or- che l'eniir Musiafà Agà, per sempre più
diue pontifìcio, fece
il suo Ingresso so- impegnarlo a impedire che suo fratello
lenne in Ilomu (r.)a'3o maggio, con no- non s'accostasse alle frontiere mussulma-
bile cavalcata, alloggiato nel palazzo Ce- ne. Per sì interessante ostaggio nella ca-
si vicino alla basilica Vaticana , ora dei pitale del cristanesimo , che il sultano
suddetti monaci antoniani armeni. Quin- grandemente temeva, tenne sospese le ar-
di portatosi dal Papa, in nome del sulta- mi e progressi de'turchi. A.nzi Bajazet
i

no pregò a custodire diligentemente


lo Il ebbe corrispondenza col Papa Alessan-
Zizim che gli disputava l'impero, gli pre- dro VI, succeduto nel i49 2 a Innocen-
sentò il più prezioso che produce l'orien- zo Vili avendo notato nel voi. IX p.
, ,

te, e i donativi della s. Lancia (V.) y del- 3o5, che gli scrisse di fare perfetto cardi-
la s. Sponga ( l.) e deWas. Canna (V.) t nale Nicolò Cibo nipote cugino del Pa-
consagrale dalla Passione di Gesù Cristo, pa Innocenzo VI II, che questi avea crea-
che Maometto II avea con altre reliquie to cardinale e noti pubblicato, il quale
insigni trovate in Costantinopoli e con ri- prelato fece parte della solenne comitiva
gore riposte nel suo tesoro. Di più gli of- che accompagnò Zizim nella sua entrala
frì pel mantenimento di Zizim 4°>° 00 in Roma. Narra il Marini, Archiatri, t.
scudi d' oro air anno, di cui Innocenzo 2, p. 228, che Nicolò Cibo affine d'Inno-
Vili ne assegnò 2,000 al cardinal Bai-
i cenzoVlII,da questi fu fatto scrittore apo-
ve (F.) dello d'A ngiò, uno di quelli che stolico, e suo fratello Giorgio Bocciardo
l'avea incontrato, a cui commise la custo- genovese divenne celebre per la sua nun-
dia del principe sotto buona guardia, co- ziatura al gran turco sotto Alessandro VI,
me quello ch'era stalo legalo della Mar- eperle lettere che recava al Papa di quel
ca quando Boccoli no tiranno d'Osano a- principe, e che gli furono intercettate in
vea offerto a Bajazet li la città e sua pro- Sinigaglia in una di esse era quegli
:

vincia. Dice BerninochelunocenzoVIII


il pregato da Bajazet II, a crear cardinale
assicuròil sultano che avrebbe ben custo- Nicolò, come Innocenzo Vili avea pro-
cli lo onestamente nel Valicano il fratello, messo di fare. Il Bucciardo fu dal sulta-
ma ricusò l'offerta di dare a'eristiani Ge- no ricevuto onorevolmente e ricolmato di
rusalemme, se nelle carceri lo avesse se- sontuosi regali, per se e pel Papa. Frat-
gretamente fatto strozzare. Leggo poi nel- tanto nella corte di Francia non si par-
1' opuscolo Serie de' coni di medaglie
: lava che di Zizim, e l'allarme di Bajazet
pontificie esistenti nella pontificia zec- Il la persuasero d'essere giunto il mo-
cai esservi quello coll'efìigie d'Innocen- mento per rovesciarne la potenza. Si ra-
zo Vili e l'epigrafe: Ecce sic benedice' gionava del conquisto della Grecia, della
tur homo. Roma. E che si vede nel rove- liberazione di Terra Santa, e ritenevasi
scio: » Il Pontefice nella sedia pontificia che Zizim aprirebbe a'eristiani le porte
assistitoda altra figura sedente, e da un di Costantinopoli e di Gerusalemme. Per-
diacono stante con libro riceve al bacio suaso poi Carlo Villa far valere suoi di- i

del piede un personaggio, che sembra Zi- ritti sul regno di Napoli , fec'egli palese
zimo figlio di Maometto II". Si può vede- il suo disegno d'estender le sue conqui-
reil p. Uonnnn'i, Numismata Pontificum, ste sui regni delLevante, per liberar la
t. 2, p. 108, che riporta la medaglia inci- Grecia dal giogo de'turchi; e si trovò se-
sa e le testimonianze prò et contra , se condato dalla nazione, risvegliandosi l'an-
Zizim fece le genuflessioni e baciò il pie- tico ardore per le crociate , fino a farsi
de a Innocenzo Vili, insieme alla descri- pubbliche preghiere nel regno pel buon
TUR TUR
3i 7

successo d'una spedizione contro gl'infe- regno di Napoli, e riguardava come uno
deli, onde il re domandò a'vescovi fran- strumento di sue vittorie futi re, e perciò 1

cesi le decime della crociata. Dicesi che accarezzò e trattò regiamente, cadde ma-
Carlo Vili fondava suoi diritti all'im- i lato in Velletri o in Terracina , e mori

pero di Costantinopoli per averglieli ,


arrivando a Capua o a Gaeta a' i5 feb-
venduti per 43oo ducati d'oro Andrea braio. Gli uni accusarono veneziani di i

Paleologo despota d'Acaia e nipote diCo- averlo fatto avvelenare a istanza di Ba-
stantino XII. Mentre Alfonso II redi Na- jazet II; altri ne calunniarono Alessandro
poli ponea le sue speranze stilla corte di VI, a cui il sultano a vea inviato suoi am- i

Roma e Alessandro VI,colqualeerasiim- basciatori con promessa di 3oo,ooo du-


parentato,mandò ambasciatori a Costan- cali d'oro; ma il contemporaneo morda-
tinopoli per avvisare il sultano de' dise- ce Burcardo, non punto favorevole al Pa-
gni del re di ¥ rancia, invocando soccor- pa, dice che il principe Gem morì in Ca-
si per difendere il suo regno contro l'in- pua in conseguenza della sua intempe-
vasione de'francesi. Secondo ilBurcardo, ranza, ed aggiunge che le genti del segui-
anche Alessandro VI inviòaBajazet lì il to del principe rientrarono quindi nelle

suo segretario Giorgio Bruzard o Bocciar- buone grazie di Bajazet II. II Bernino ri-

do genovese suddetto, per prevenirlo che ferisce che morì in Gaeta di dissenteria, e
Carlo VIII meditava una spedizione in ilsuo corpo fu mandalo poi a Costantino-
Grecia, e per impegnarlo a difendere Al- poli dall' imperatore Federico essendo :

fonso II contro i francesi. Si dice che ri- questo morto, sai à meglio ritenere, Fe-
spose il sultano, di far perire Zizim, pro- derico! re di Napoli, come dice l'Abbon-
mettendogli grossa somma di denaro. danza. Questi aggiunge, che vogliono al-
Carlo Vili giunse in Roma l'ultimo del cuni morisse in Terracina e cristiano, co-
i4g4 > mentre Alessandro VI per sicu- me battezzato in Roma da Innocenzo
rezza erasi ritirato in Castel s. Angelo, con Vili. Sagredo ripetè la calunnia con-
Il

Zizim e alcuni cardinali. Assediatovi dai tro Alessandro VI, e dice morto Zizimo
francesi, fu costretto a convenire a con- in Terracina. A 'nostri giorni fecero al-
dizioni contrarie alla maestà pontifìcia, trettanto nell'opera summentovata, La
che riferisce il Rinaldi, cioè: di consegnar- Turchìa Jauannin e Van Gaver, ma A-
,

gli Terracina, Civitavecchia , Viterbo e lessandro VI venne difeso dal prof. Mi-
Spoleto, fino al suo ritorno da Napoli; di chele de Matthias , come notai nel voi.

ammettere nella sua grazia i cardinali di XXXV, p. 177 , dichiarando falsissima


cui era malcontento; di consegnargli Zi- l'imputazione data al Papa d'aver coo-

zim o Gem; e di coronarlo re di Napoli, perato avvelenamento di Gem o Zi-


all'

però colla clausola, senza l'altrui danno. zim per vistosa somma; il che vuole pro-
Zizim tutto lieto, vivamente ringraziò il vare, con averlo taciuto ilPanvinioeFau-
Papa della libertà che aveagli restituito, no suo volgarizzatore, e per averi nomi-
e si rallegrò mollo di vedersi protetto dal nati scrittori seguito Giannone,che qua-
gran re di Ponente, ne punto dubitava lifica nemico della verità, la cui storia ci-
che l'armi cristiane P avrebbero riposto vile del regno di Napoli è un' indegna sa-

sul soglio ottomano, e Carlo Vili com- tira contro la corte romana e i Papi, per
pianse le sue sventure. La presenza di Zi- quanto riporlo. Concludo, che il riferito
zim nell'esercito francese intimorì siffat- sullamorte violenta di Zizim, sembrano
tamente il fratello, che fece venire il na- tutte dicerie. Carlo Vili senza difficoltà
vile allo stretto del braccio di s. Giorgio s'impadronì di quasi tutto il regno di Na-
per rifuggirsi in Asia. Ma Zizim, che il re poli, nella cui metropoli si fece coronare
di Francia condusse seco alla volta del imperatore di Costantinopoli e re di Sici-
3i8 TUR T U R ;

lin, ilche fu cerne una cere mani a trionfa- hlicAndoln nella Pentecoste i 7o i nella
le, pel singoiar contrasto ci sua pronta ri- i cappella papale.eon dichiarazione di por-
tirata in Francia. Liberatosi Baùtte! II si egli stesso alla testa de'erociati. La guer-
colla morte del fratello da mia continua ra segni con varia fortumi. Il gran Con-
trepida/ione , intimò guerra al sultano SftUo colle galere di Spagna si unì a quel-
d'Egitto Ascraf Kaitbai, per vendicarsi le del Pesaro generale de' veneziani, pre-
di Ini per l'asilo dato a Zizitn dopo la sua sero Cefalo nio e ricuperarono s. Maura.
disfilta, insieme alla moglie Maria che vi Il cardinal Aubusson legato apostolico
restava ancora e al figlio Amurat, passa- con 3 vascelli allenì le spiaggie dell'A-
lo poi a Pvodi,se non consegnava am-
glieli li itolia, e portò lo spavento a Costantino-
bedue per farli perire; mentre l'altro ni- poli. Ma comandata da
la flotta francese
pote Ceibug l'avea fatto morire uel vin- Jieveslein, nell'ossa lir Melelino, una fu-
cere il padre. Ascraf si ricusò, e comin- riosa tempesta la balzò a Taranto. Non-
ciata la guerra vi restò del lutto perden- dimeno Venezia si vide costretta a dura
te l'imperatore, non avendo più soste- il pace, cedendo a'turchi s. Maura, Duraz-
gno del visir Acmet benemerito e favori- zo, Lepanto, Modone, Corone, Capogal-
to di Bajazet 11 medesimo, per averlo fat- lo e Navarino, solo restandole Cefalonia.
to strozzare da'muli del serraglio per so- Papa Giulio 11 tentò una spedizione con-
spetti. mammalucchi tagliala la testa
I tro i turchi, spedì legati a'principi cristia-
del suo amato genero Fet.ilz pascià la , ni, e il nunzio Giacomo Pisone al re di
posero sopra una picca a terrore de't ur- Polonia, esortandolo a prenderne il co-
tili, che restarono sconfini in una 3.' bat- mando; ma fu impedite a lare altro, per
taglia. A queste disgrazie si aggiunse Pas- ricuperare i domimi tolti alla s. Sede, e
sassi nio che sopra Bajazel 11 tentò un per le conseguenze che accompagnarono
eterna, e l'uccisione di Mehemel suo ter- e seguirono la famosa lega di Cambray,
zogenito, da lui ordinata per gelosia che ed anco perchè Bajazet II cessò di mole-
«ispirasse al Irono. Sedale le interne di- slare il cristianesimo, per essere fieramen-
scordie, risolvè il sultano di guerreggiare te perseguitato da Selira I. Il sultano do-
j veneziani e di portare la guerra in Eu- po tanta vita agitala, erasi abbandonato
ropa nel «49^j co pretesto d'aver essi ne- ' al vivere tranquillo e a'piaceri, lascian-
gato alla sua flotta d'entrare nel porlo do tutto il governamento a'pascià, qua- i

«li Cipro, ch'era destinata contro l'Egit- li non seppero profittare delle divisioni e

ti; e perchè la repubblica avea soccorsi guerre civili che laceravano la Persia. In
GiovanniCa4riota e Giovanni Cerno vieta seguito volle Bajazet II rinunzia»' l'impe-
nemici acerrimi della Porta. Ali pascià ro al primogenito Achmetda lui amato,
invase la Dalmazia, prese Durazzo e Le- ina non gli riuscì come contrariato dai
-jifìht'OyModone e Corone, oltre altre piaz- turbolenti giannizzeri. Selim I figlio mi-
ze importanti, devastando con orribile in- nore, col pretesto di far guerra all' Un-
vasione il Friuli Schender pascià, a isti- gheria, radunò un corpo di truppe per im-
gazione del duca di Milano, contro il qua- pedire divisamento del padre, il quale
il

le i veneti erano collegali con Luigi XII invecegli ordinò di non muoversi dal suo
re di Francia. Neil' impresa e strage di governo di Trebisonda. Però l'ambizio-
lUodone, vi contribuì il sultano capita- so e superbo Selim l non l'ubbidì, e ar-
nando i5o.ooo turchi. Agitalo Alessan- dì di presentarsi con 20,000 uomini per
dro VI per tali successi de'mussulmani, combattere suo padre. Nella battaglia fu
si unì in lega e fornì grossa somma di de- spettatore sopra un carro Bajazet li, co-
naro a'veneti, al re d'Ungheria, a' fran- mechè travagliato dalla golia, e vinse pel
cesi e spagnuoli, a'cavalieri di Rodi, pub- valore di CÌierseg-Ogli. b\ felice succes-
T ti R TUR 3 19

so nuovo lo determinò a cedere il Iro-


ili rivolse tutto l'amino a grandi imprese, e
no od Ai hmel; ma giannizzeri suoi ne- i desideroso d'ampliar l'impero, soleva di-
mici implacabili, guadagnali clall'oio di re che in poco più di 20 anni voleva sot-

Sellili I, si sollevarono con tanta furia che tomettere tulio l'universo. Con sì vasti

per poco non tolsero vita e regno al sul- pensieri pacificatosi col re d'Ungheria e
tano. Armata mano si sparsero per Co- i veneziani, marciò con 200.000 com-
stantinopoli , trucidando e saccheggiati* bat tenti contro il soli di Persia Selah-l-

do le case di coloro, che il furore dipin- smael I, per ospitare il nipote Amurat;
geva loro divoli al stillano, e coisi al ser- u'io agosto 1 5 4
1 > co ^ e fulminanti sua
raglio con urli feroci minacciarono at- artiglierie trionfò a Galileiano sulle i ìvò

terrarne le porte se non s'aprivano. Ba- dell' Arasse impadronì della celebre
, s'

jazet 11 le fece aprire e loro si presentò Tauri*, e devastando il regno, persiani i

domandando cosa volevano. Risposero furono costretti mandargli la testa del ni-
non voler Aehinel per in. peratore, rico- pote, secondo l'Abbondanza, il quale con
noscer lui solo, ma essendo egli divenu- anacronismo dice altrove, che Amurat fu
to malsano e vecchio, bramare Se! ini I preso in Piodi e ucciso da Solimano IT.
a successore. Il sultano minacciante e fie- Questo principe figlio di Selim I, scam-
ro lo negò. Allora i sollevali occupato il pò il veleno suo per l'accortezza dell'a-
serraglio,proclamarono sultan Selim, e morosa madre. Proseguendo Selim I il
Bajazel 11 ad evitare una carnificina »i corso di sue vittorie, nel 5i 6 invase VE- 1

acconsentì. Chiamato Selim 1, che dopo gitto, essendo sultano Cam poso ne Gall-
la sconfitta era fuggilo, il patire alla pre- io o Kansu Algurri, dopo il quale nel
senza detrattili lo ricevè sedente iti ele- i5i 7 Toumambai fu l'ultimo. Imperoc-
valo Irena, lo fece asside re al suo fianco ché distrutti mammalucchi circassi, col
i

e dichiarò imperatore ottomano, ceden- Cairo lo conquistò interamente, ed unì


dogli interamente la sovranità, con entu- come una provincia all'impero ottoma-
siastico giubilo degl'insolenti giannizze- no nel idi 7. Con prospera fortuna si re-
ri , che si resero più audaci. Bajazet li se padrone anche della Mesopolainia,del
J
partì per Dìdinwlica, città di aria pura paese de Kurdi, dell'Armenia, e della Si-
e opportuna alla sua deteriorala salule, titi, ove i bellicosi drusi gli fecero resi-
esortando buon governo del-
il figlio al stenza. La Palestina passò in altro domi-
limpero, solo facendosi accompagnare da nio, ma per nulla si cambiò l'infelice con-
Xmuzez pascià favorito. Non contento dizione de'erisliani sotto il sultano di Co-
l'ingrato Selim 1, per impadronirsi dei stantinopoli. Ti ovò nella Paioli na i fran-
suoi tesori onde nouperveu isserò ad Ach- cescani latini possessori de'sanluari e in-
illei, per aver più forza di contrastai gli caricali della loro custodia , ma già in-
il trono, dall' ebreo hekinzinbasci, uno quietati dalle ingiuste pretensioni de'mo-
de'due protomedici della corte, fece ini- naci greci scismatici che brigavano di
quamente avvelenar subito il padre , il spossessarli. Selim I scelto aibitro dalle
quale giunto a Izurolo presso Adriano- i\ut parti, giudicò in favore de'latiui,mos-
poli visoccombè di Gì anni a' i 7 otto- so e persuaso da'documeuli che questi gli
brei5i2; portalo il corpo a Costantino- mostrarono, il contrailo cioè di Roberto

poli, con pompa fu deposto nella moschea re di Napoli, ed i fìrmani de'di versi ca-
da lui fabbricata, indi Selim I fece deca- liffi e sultani d'Egitto. 1 latini fecero an-
pitai e il protomedico per occultare il par- cora vedere permesso di riparare il con-
il

ricidio. 11 feroce nuovo sultano, dopo a- vento eia chiesa di Beltlemme, loro con-
ver anche latto uccidere fratelli A eli me t,
i eesso nel i446 dal sultano Achillei iNacer,
che avea tentato avvelenarlo, e Corcut, che altri chiamano Abusaid Jacninc. Do-
r

3™ TUR TUR
cumenti tutti, clie nncora si conservano ria sopra Minerva; indi inviò per legati
pel convento de'minori osservanti del ss. e nunzi cardinali e i prelati più illusi :
i

Salvatore in Gerusalemme. Pienamente allepotenze cristiane, per con venire a una


convinto Selim 1 del diritto de'latini,diè tregua generale per 5 anni. L'Italia era
loro vinta la causa, ed impose a 'greci che allora zeppa de' greci rifugiati, fra'quali
si astenessero dal piti oltre molestarli. I molti dotti,ed essi influivano grandemen-
quali queruli pretendenti l'intimidirono te sugli animi econtinuo dipingevano
di

bensì per un momento, ma ben presto ri- i turchi come un popolo barbaro e fero-
cominciarono le loro invasioni di fatto ; ce; la lingua greca die insegna vati facen-
per le quali furono costretti Ialini a ri- i do conoscere i capolavori della Grecia,
correre a nuovi mezzi di difesa. Tornato serviva a contribuire all'aumento d'odio
Selim I a Costantinopoli carico delle pre- delle genti contro i crudeli dominatori di
ziose spoglie della Persia e dell'Egitto, Gerusalemme, d'Atene,di Costantinopo-
le fece appendere nel cliasna o tesoro im- li. Leone X formò il piano della guerra

periale quali trofei e per incitamento d'al- santa, dopo aver consultato più esper- i

tre conquiste a 'successori. Riprometten- ti capitani, proponendosi d'imbarcarsi e-


dosi lunga vita, vago di gloria e di esten- gli stesso nel porto d'Ancona, per recar-
dere il suo impero, si accinse a fare pre- si sotto alle mura di Costantinopoli, ge-
parativi formidabili contro Rodi, per poi nerale convegno di tutte le forze cristia-
passare nell'Italia e in Germania. Intan- ne. Il diseguo eia gigantesco, ne l'impe-
to Papa Leone X celebrando a'16 mar- ro ottomano sarebbe giammai stato espo-
eoi 5i 7 l'ultima sessione del concilio ge- sto a pericoli più grandi , se così vasto
nerale di Laterano V, essendo in grave concetto avesse potuto mandarsi ad ese-
apprensione pel conquistato Egitto e sua cuzione. Ma i monarchi appena alcuni
Siria, per non aver più il sultano poten- mesi osservarono la tregua proclamata

ze rivali nelPOriente,quindi non aver più dal Papa, onde le forze destinate contro i

nemici da combattere che nel Ponente, turchi divennero loro necessarie per in-
per a ver la costernazione invaso il distia* grandire o difendere i propri stati. Con-
nesimo, lesse a'padri una lettera dell'im- tribuì ancora al raffreddamento de'prin-
peratore Massimiliano I, che esprimeva cipi, la sfrenatezza di Lutero, che ardita-

il dolore di vedere la cristianità in preda mente impugnando l'indulgenze, che fa-


all'invasioni d'un popolo barbaro; men- ceva predicar Leone X per le oblazioni
tre alla dieta di Norimberga uvea scritto perla riedificazione della chiesa di s. Pie-
di sempreaver desiderato il ristabilimen- tro, tliceva empiamente: Chela Corte di
to dell'impero di Costantinopoli e libe- Roma, per la Chiesa di s. Pie-
fabbricar
rarla Grecia da'turchi;che perciò volon- tro, demoliva Chiesa di Gesù Cristo!
la

teroso avrebbe assunto l'impresa, se gli Alle sueeretiche bestemmie aggiunse an-
altri capi lo avessero secondato; ma egli che questa E un peccato il resistere ai
:

era incostante e nulla fece. Nel concilio si turchi, poiché la Provvidenza si serve di
lesseropure le lettere de' re Carlo V di questa nazione infedele per visitare le ini-

Spagna e Francesco I di Francia , che quità del suo popolo! Egli avversava la
promettevano soccorsi. Quindi il Papa an- crociata perchè essa chiamava il concor-
nunziò solennemente la crociata e le ri- so de! Papa, e spinse tanto l'odio contro
soluzioni prese per intraprenderla, colle di esso, che poi giunse a dire doversi fa-

decime per 3 anni; nominò i due re ge- re la guerra al Papa e al turco, e scrisse
nerali della spedizione, e per invocar il un libro di preghiere contro turchi, con- i

divino aiuto a piedi nudi recossi in pro- dannando con contraddizione l' indiffe-
cessione da s. Pietro alla chiesa di s. Ma- renza de'popoli nel combatterli. L'apo-
TUR TUR 32i
siala ed eresiarca Lutero non solo fu ca- atti di giustizia: permise a tutti i suoi sud-
posala de' Luterani (T .J, ma da essi de- diti di domandare beni che loro erano
i

rivarono quelle altre deplorabili sette de- stati ni pili, esempio unico nella storia dei
nominate Protestanti (V.). Queste tri- turchi; ma le restituzioni non furono ne

sti dispute religiose e le guerre fanatiche numerose, riè considerabili, perchè i più
sostenute per difenderle, distrussero af- de' proscritti aveano perduto la vita, ed
fatto il senti mento cristiano per la repres- esse non si estesero a'ioro eredi. Represso
sione de' turchi, con immensi danni del il ribelle governatore di Siria Kauberdy,
cristianesimo indifeso, meno rare eccezio- Solimano li non meno avido di glorie
ni derivate dal zelo di alcuni Papi, o dal- e di conquiste de'più bellicosi suoi ante-
la necessità de' sovrani per conservare i nati, seppe profittare destramente delle
propri che pure contribuì l'ine-
stati, in funeste rivalità dell'imperatore Carlo V
sauribile paternità pontifìcia. Questa è signore della monarchia di Spagna (V.)^
Storia (V.). In questo mentre Selim I, di Francesco I re di Francia (f.)^ volse
per un'ulcera cancrenosa e feteute nelle contro l'Europa le sue prime armi. Fatal-
reni, spirò di 46 anni come una fiera a''22 mente i cristiani colla morte del padre si

settembre 520, nel castello di Chiurli in


1 lusingavano estinta ne' turchi la sete di
Romania,ove avea tentato uccidere il pa- conquistare. Leone X in mezzo alla pom-
dre. Principe d'aspetto deforme e truce, pa delle belle arti da lui protette, distrat-

crudele e sospettoso, fu poco portato per todalleguerred'ltalia, dalle cure del pon-
ledonne pel nefando vizio che la vere- tificato, e da'progressi dello scisma per la
condia m' impedisce di nominare, ver- pretesa riforma praticata dall'ardente Lu-
gognosamente predominante ne'turchi e tero, non potè più attendere alla spedi-
negli orientali : si disse eccellente pittore zione contro turchi, abbandonata o ne-
i

e valente poeta; lasciò nell'eccesso di sua gletta da' principi. Morì il i.° dicembre
superba oltracotanza i seguenti stoma- i52i, e gli successe il virtuoso cardinal
chevoli versi perchè in turco, greco e sla- vescovo di Tortosa(P.) Adriano VI, as-
vo si scolpissero sulla sua tomba. Io sono sente da Roma e poco conosciuto, che tro-
quel gran Selim che fé tremar la ter- vò il Tesoro pontificio del tutto esausto.
ra, Marte medesimo avrebbe temuto il 11 sultano chiamatosi offeso del tratta-
mio invincibil braccio. Ancor dopo la mento ricevuto da'suoi ambasciatori nel-
mia morte cerco i combattimenti. Se il la corte di Luigi II re d' Ungheria, a'29
mio corpo e qui i V anima mia e nella agosto J.522 espugnò Belgrado baluardo
guerra. del regno e frontiera del cristianesimo, lo
Solimano li il più celebre degl'impe- scoglio in cui erasi infranta la potenza di
ratori oltomanijSoprannominato il Gran- Amurat II e di Maometto II. Niun impe-
de ^W Magnifico, \\ Conquistatore e il Le- dimento ne fecero principi cristiani, e i

gislatore, successe senza turbolenze e sen- pure con tal conquisto turchi s'aprirono i

za opposizione a Selim I suo padre, men- la strada nell' Ungheria e a que' futuri
tre governava la Magnesia appannaggio progressi che fece dolorosamente pentire
degli eredi del trono. L' accorta vigilan- di tanta indifferenza. Adriano VI, ad on-
za della madre 1'
avea salvato dal veleno ta della peste che desolava Roma, avea in-
del padre. L' opinione favorevole che i viato al re il cardinal Vio con 4°}° 00
turchi hanno de'numeri interi, fece loro ducati; e sovvenne le minacciate Schiavo-
concepire i più fausti presagi sulla gran- nia e Croazia con frumento e munizio-
dezza e prosperità del loro nuovo sultano, ni. Di più, inviò un legato a Norimber-
perchè nato nell' anno 900 dell' Era E- ga, onde si ha Legatio Adriani PP. VI
:

gira. Egli die principio al suo reguo con ad Coìwentum Nurembergensem anno
VOL. LXXXI. 21
3aa T U R T U R
1 5? 2 /w/.w/r/Witlembergaei 53 8. Lo sles- ra si concluse lega tra Carlo V, i re d'Un-
so Solimano II per la presa ili Belgra- gheria e d'Inghilterra, i veneziani, lascian-
do venne in potere dell' importante Pe- do in libertà il redi Francia di entrarvi.
terwaradino e oltre piane. Indi il solfa- Estenuato da tante cure e pene, mori A-
no inviò il gran visir al conquisto di Ro- driano VI a' 1 4 settembre 523,e gli suc- i

di, l'nllima colonia de' cristiani in Asia, cesse Clemente V II, il quale nel ?2 5 so- ì

che non era riuscito a Maometto II, per- lennemente pubblicò nella basilici» Lille-
ciò vi si recò «nell'egli, onde impadronirsi ranense la lega fatta contro turchi. Re- i

propugnacolo elei cristia-


di quest' altro pressi i sediziosi d' Egitto, Solitna.no II
nesimo, guardia d'oriente, aiuto e asilo pubblicò regolamenti per l'amministra-
de'pellegrini, rifugio de' perseguitati cri- zione della giustizia e delle finanze, e per
stiani, dagli storici turchi indegnamente quella delle rendile delle moschee. Rifor-
qualificala tana di ladroniA cavalieri Ge- mò vari abusi introdotti dalla cupidigia
ro solim itani, abbandonati alle sole pro- e dall'ignoranza, e fece punire i cadì col-
prie forze, poiché l'impotente AdrianoVI pevoli di prevaricazioni. Prescrisse diver-
non potè mandar che 3 grosse e ben for- se pene secondo la diversità de' delitti,
nite navi dal vento ritardale, per tradi- quella di morte per gli omicidii e per al-
mento furono costretti da 4oo vele e da cuni furti. Amante dell'ordine, volle in-
2oo,oco turchi a capitolare onorevol- trodurlo in tutti i rami del governo. E-
mente il giorno di Natale. La storia ha resse le provincie in pascialatici e in san-
reso celebri le fatiche e i miracoli d'eroi- giaccati,ed assegnòtruppe a'pascià confe-
sniOjCo'quali il benemerito ordine sovrano rendo loro grande autorità, onde conte-
illustrò la propria difesa, indi obbligato nere i popoli nell'ubbidienza. Moltiplicò i

per alcuni anni a mendicare una dimora gradi degli ufficiali di sue milizie, ^volen-
finché ebbero Malta {?>), da dove pure do bilanciare l'arroganza de'giannizzeri,
guerreggiarono i turchi, finché i cristiani istituì il corpo de'hoslangi a'quali affidò la

loro non la tobero.L'infeliceAmurat figlio cura esterna de' suoi palazzi e la conser-
di Geni oZizim,cheavea ricevuto il batte- vazione de'giardini. Mormorandole trup-
simo ed erasi sposato secondo il rito del- pe inasprite dal riposo dell' ozio, nel i526
la chiesa cattolica, colla moglie e 4 fig n Solimano lì portò nuovamente la guerra
dimoiando in Rodi, inutilmente procurò inUngheria, ripresePeterwaradino e mol-
occultarsi alle ricerche accurate del sul- guadagnò la celebre bat-
te altre piazze, e
tano, a cui la religione e la politica impo- taglia di Munita ts, in cui vi perì l'ultimo
sero di farlo perire. Condotto innanzi So- re d'Ungheria Luigi II. Pugnarono circa
limano li colla famiglia, e interrogato 200,000 turchi contro circa 26,000 un-
qnal religione professava, Arnurat ilare e gati, l'entusiasmo religioso de'quali dovè
franco rispose, la cristiana, in uno alla cedere all'esorbitante numero de'nemici,
moglie e figli. Turbato il sultano, I' am- e vi perirono diversi prelati e l'arci vescovo
monì a tornare alla religione de' padri di ColoczaTomorreOjche incautamente a-

suoi, ma Amuratsi ricusò: subito fu stran- vea consigliato affrontare sì gigantesche


golato con due figli, e la moglie colle due forze. Tale vittoria aprì a Solimano II le

figlie furono inviate al serraglio di Co- porte di Buda capitale del regno, che sac-
stantinopoli. L'animo zelante dello sven- cheggiò e bruciò, il fuoco consumando
turato Adriano VI restò profondamente nella reggia la collezione d'eccellenti pit-
trafitto; sollecitò i principi cristiani a far ture e statue di bronzo, e la ricca biblio-
fronte al colosso che li minacciava, e im- teca,tranne alcuni mss.,da Mattia Cor-
pedire ulteriori progressi in Ungheria, e vino ivi riunite. Clemente VII che tro-
di penetrare in Italia; laonde per sua ope- vavasi in deplorabili condizioni, pure vi
T UR TUR 3*3
avea mandato a sue spese un corpo di te- tnendo sacco di Roma dall' esercito di
deschi e boemi, ed esortato baroni del i Carlo V, nondimeno inviò a questi 12
regno urgentemente a cooperare alla co- navi costruite a sue spese per la difesa
mune difesa, non che invialo 5o,ooo scu- del litorale d' Italia, e al fratello Ferdi-
di, e data facoltà d'alienare beni i di chie- nando I spedi il cardinal Ippolito de Me
sa e i vasi sagri preziosi. Dispose inoltre, dici suo nipote, perchè a suo conto sti-

che se il sultano investisse l'Italia, si ven- pendiasse o,ooo cavalli ungheresi; indi
1

dessero tutti gli ori e argenti delle chie- non cessò d'animare principi cristiani,
i

se, per opporsi vigorosamente alle sue ar- per la pubblica salvezza a porre un argine
mi. Per buona ventura Solimano II tornò alle crescente potenza del sultano. Ferdi-
a Costantinopoli, per far punire dal co- nando I ricuperò alcune piazze, ma fu co»
gnato I brami gran visir l'insurrezione di stretto levar l'assedio da Buda, per l'a-
parte dell'Asia Minore. Indi con 3oo,ooo stuzia di Mehemed governatore di Se-
uomini nel 1^29 ritornato in Ungheria, mendria, spacciandosi pel gran visir. Car-
col pretesto di sostenere Zapolski, che loV recatosi in Ungheria, raccolse 90,000
contrastava il regno a Ferdinando d'Au- fanti e 3o, 000 cavalli nel i53i. Vi ac-

stria re de'romani e cognato di Luigi II, corse Solimano II con 4^°> 000 turchi,
riprese Buda occupata dal nuovo re, e la prese Gradisca^ sottomise la Schiavo-
consegnò a Zapolski colla da lui doman- nìa e assediò Strigonia. Nel i532 due i

data investitura del regno, che perciò di- imperatori si trovarono vicini, e tutta Eu-
venne indegnamente vassallo della Porta; ropa attendeva l'esito della lotta che sta-
mentre suoi generali sottomettevano
i va per cominciare; ma due accorti ri-
i

Bogdano principe di Moldavia^ la qitale vali, egualmente formidabili, probabil-

ancora divenne feudo dell' impero otto- mente temerono con cimentarsi di com-
mano. Quantunque avanzata la stagione, promettere la loro gloria, e si condussero
con 2 5o,ooo turchi cinse d'assedio Vien- con tanta circospezione, che la campagna
na capitale dell' Austria, valorosamente finì senza risultati importanti. Carlo V si

difesa da Federico conte Palatino e da contentò d' essersi mostrato a' turchi, e

Filippo suo nipote, perciò benemeriti del Solimano II tornò a Costantinopoli, per
cristianesimo. Dopo avere perduto 80,000 reprimere le rivolte del kan di Crimeaj
uomini, le pioggie continue e 1' inonda- di Persia e di Bagdad l'antica capitale dei
zioni del Danubio lo costrinsero a parti- califli. Il sultano visitò le tombe d'Ali e
1' anatema a chi fra' suc- d'Hossein, ne fece restaurare moschee,
re, proferendo le

cessori avesse osato rinnovar tale impre- e ordinò lo scavo del canale dall'Eufrate
sa. Il savio Ibraim l'avea consigliato alla a Mesched Hussein. Aveano leflottecom-
ritirata, poiché tutta Germania si armava binate di Carlo V e di Venezia, coman-
alla difesa della regione. Si dice che I- date dal celebre Andrea Doria e da Vin-
braim contribuì all' abbandono di Vien- cenzo Cappello, ricuperato varie piazze
na, per l'attacca mento conservato nel fon- delle costediMoreaedella Grecia, le qua-
do del cuore alla religione cristiana, in li non lardarono a conquistarsi dal famo-

cui era nato da una famiglia di Ginevra so corsaro Ariadeno Barbarossa pel sulT-

trapiantata in Albania, donde fu portato lano, di cui era ammiraglio. Inoltre Aria-
al serraglio e educato con Solimano II. deno con possente flotta spaventò il lito-

Quel contegno d' Ibraim, penetralo poi rale del mar Tirreno, saccheggiando Pro-
dalla sua nemica Rosselane,|servì per uno cida, Capri, Terracina,e Fondi ove ten-
de' capi d' accusa che lo sagrificò, come tò rapire l'awenentissima Giulia Gonza
avesse avute intelligenze col nemico. Seb- ga per donarla a Solimano II. Inoltre
bene Clemente VII avesse patito il tre- Ariadeno avea al mltano fatto omaggio
3^4 TUR TUR
ileisuo regno tV Algeri, dì cui era dey, legi de' Catecumeni e Neofiti (/'".), tur-
quindi lieti oui zzò del regno di Tunisi chi ed altri, che avessero abbracciato la
JVIuley-Hascem, reudendo tributario il re- fede cattolica, dichiarando cittadiui roma-
gno Porta ottomana. Mule y ricorse
olla ni gli schiavi turchi ad essa convertiti. Si
a Carlo V per essere ristabilito, giurando può vedere il Vermiglioli, Lezioni di di-
perpetua lega co 'cristiani a danno de'lur- ritto canonico, lib. 3,lez. 33: Della con-
clii, per cui Papa Paolo HI persuase l'im- versione degV infedeli. Indi ilPapa nel
peratore a intraprendere di persona la i537 si strinse in lega contro i turchi,
spedizione, somministrò aiuti ed ebbe
gli con Carlo V e i veneziani, che dopo 3 so-
felice riuscita, onde Carlo V fu poi rice- lenni processioni pubblicò in s. Pietro :

vuto in Roma a modo trionfale. Barba- dopo il canto del Te Deiun, ammise gli
rossa per vendicarsi devastò i lidi della ambasciatori dell'imperatore e della re-
Sicilia e della Puglia, e s' impadronì di pubblica al bacio del piede, della mano
Castro nella medesima. Intanto tornato e della faccia, obbligandosi di fornir loro
Solimano li dall'Asia in Costantinopoli, 3o galere armate. Il Papa nel 1 538 desti-
ad onta che avesse giurato per 1' anima nò Marco II Ori ma ni già patriarca d'A-
di suo padre e di Maometto di giammai quileia (di cui parlo a Udine nel ripor-
farlo perire, ad onta di giuramento sì sa- tare la serie de'patriarchi) a comandan-
grosanlo tra'maomettani, fece uccidere il te generale della flotta pontificia, nella
gran visir Ibraim, il più valente de'suoi quale occasione fu coniata al prelato una
generali, perebè avea spinto il suo orgo- medaglia colla sua effigie e 1' epigrafe :
glio fino al punto d'assumere il titolo, fiuo Marcus Grim. D. M. Pro Pat. Aquil.
allora inaudito, di serascìùere sultano, Pont.Clasis Imper.Miì Andrea Doria am-
e si era reso colpevole di vari abusi di po- miraglio di Carlo V colla sua condotta fu
tere. Altri lo difendono da tali incolpa- cagione de' pochi successi riportati, del-
zioni, e le calunnie sostengono inventale l'infelice conflitto di Prevesa, e del ritiro
da Rosselane per aver protetto Mustafà. de'veneti che si pacificarono con Solima-
Quanto ai giuramento si dice, che Soli- no 11, cedendogli Malvasia e Napoli di
mano li per non più osservarlo ne con- Romania. Il sultano fece portare le sue
sultò il muftì. Questi già prevenuto da armi nel golfo Arabico e sul mare del-
Rosolane, rispose, che quando il princi- ed il Yemen fu conquistato. Col-
l'India,
pe dorme non regna. Pertanto il sultano la morte di re Zapolski, nel i5/fO rico-
ordinò ad uu euuuco d'uccidere Ibraim, minciò la guerra contro Ferdinando I,da
mentre egli dormiva. Così si assolse dal cui il sultano ricusò l'offerto omaggio e
più inviolabile giuramento ; e l' impero tributo; se ne impadronì dopo aver scon-
perde il più savio ministro della corte. fitto l'esercito cristiano, nel quale erano

Quiudi suoi generali fecero tributari del-


i 4ooo fanti stipendiati da Paolo III. Il
la Porta principi di Giorgia, sottraen-
i veneto Luigi Grilli insinuatosi nell'ani-
doli alla Persia. Portatosi Solimano II mo del sullauo, ne divenne generale e peli
uell' Albania, l'assoggettò interamente ; in questa guerra per aver ordinato la mor-
ma nel danneggiare i veneti con toglier te d'Americo vescovo di Varadino, ven-
loro varie piazze, non gli riuscì d' espu- dicato dagli ungheresi. Solimano li al fi-
gnare Corfhy Cattar o e Napoli di Ilo- glio del defunto re die in vece dell' Un-
mania. Paolo III per opporre un limile gheria per compenso Transilvania co- la

a'progressi de'turehi, si recò a Nizza per me un feudo. Fu allora che fece il suo
pacificare Carlo V e Francesco J, e in- trioufale ingresso in Ruda, e convertì le
durli ad opporsi ad essi, ma solo ottenne chiese in moschee, lasciaudo agli ungari
una tregua di io anui. Accrebbe i privi* la loro religione, i privilegi e le proprietà.
TUR TUR 32?
Paolo III per la difesa del litorale dello di dolore, dimise per un tempo ogni pen*
«tato pontificio, contro i pirati ei turchi, siero di guerra, liberò un gran numero
istituì gli ordini equestri di s. Giorgio di di schiavi cristiani, concesse tregua a Fer-
Ravenna (F.) 9 e del Giglio (V.). Nel dinando I, e fondò vari stabilimenti pii.

i54?- Solimano li, come nemico di casa Nel i546 fu pure afflitto per la perdita
d'Austria, si alleò con Francesco I re di di Barbarossa,e nel 1 548 guerreggiò nel-
Francia, ed i gigli unitisi alla mezzaluna, la Persia. Dichiarò in luogo del defunto
commisero parecchie devastazioni a dan- Barba rossa, capudan pascià il famoso cor-
no de'dominii di Carlo V; mentre Barba- saro Dragut e il non meno famigerato
;

rossa infuse il terrore in Ostia, e perciò Sinan pascià rinegato fiorentino,nel 55 1 1

anche in Roma. Francesco I, che pri- s'impadronì di Tripoli di Barbaria. A.-


ma avea fatto predicar ne'suoi stati la cro- vendo la vedova di Zapolski ceduto la

ciata contro i turchi, alleossi con essi per Transilvania a Ferdinando I, il sultano
vendicarsi del fortunato rivale Carlo V, feceoccupare Temeswar, che poi dovè
con sommo scandalo delia cristianità e abbandonare. Carlo V cogli aiuti, solda-
giuste rampogne del Papa.col quale cercò tesche e galere di Papa Guilio III, dal
di giustificarsi, accagionandone la perfì- Doria fece combattere Dragut, ed espu-
dia e l'ambizione dell'emulo per dominar gnare la forte città di Mahdia nella reg-
l'Europa. In vece Francesco I offrì i suoi genza di Tunisi. Solimano II vedendo
soccorsi e la sua intervenzione per quie- sconfitto in Persia un suo esercito dallo
a
tare le turbolenze che la sediceute rifor- sciah Thamas, per la 3. volta dichiarò
ma de'novatori avea fatto nascere nella guerra a quel regno. Ma il conquistato-
Chiesa. Però l'esempio infausto di Fran- re di tanti stati e il legislatore de'turchi a-
cesco I venne ben presto seguito dallo vea trovato rm vincitore. L'ambiziosa,cru-
stesso Carlo Ve da altri potentati cristia- delee più sagace che avvenente Rosselane
ni. La politica fatalmente sciogliendosi di sanese, che da schiava Solimano 11 avea
mano in mano ognora più dalla religio- fatta sua sposa e favorita, dopo avergli
ne, fece alla fine riguardare la sublime per io anni fatto dimenticar lealtnulon-
Porta, non più come un nemico perico- ne di cui avea pieno il serraglio, abusa-
loso e acerrimo ch'era d'uopo di combat- va d'un predominio che i suoi artifizi più
tere continuamente, ma come una grande aveano acquistato sul-
della sua bellezza le
potenza, ch'era mestieri talvolta d'acca- l'animo dell'innamorato sultano; predo-
rezzare, e di cui poteasi domandar l'aiuto, minio il quale non fece che crescere, al-
senza che con ciò s'oltraggiasse Dio, e si lorquando l'età indebolendo il carattere
nuocesse allaChiesa. Lo spirito delle guer- del principe, Y ebbe reso più credulo e
re sauté era da prima dipendente da po- più diffidente ; onde alcuni attribuirono
polari opinioni e da fervore religioso. l'incantesimo per Rosselane a un sortile-
Quando l'uno e le altre si aftievol irono, gio. 1 raggiri di tale femmina furono ca-
e si formarono le grandi potenze, tutti gione de' falli, de' delitti e degli affanni
gli affari relativi alla pace e alla guerra domestici, che disonorarono e avvelena-
vennero unicamente trattati ne'gabi netti rono la vecchiezza del gran Solimano IT.

de'sovrani, i quali obbliando le idee re- Basti qui che dopo la morte del
il dire,
ligiose, seguirono puramente gl'interessi principe Maometto, primogenito de'fìgli
politici. Da quell'istante non si tenne più che Rosselane avea dato al sultano, essa
conio alcuno dell'entusiasmo, e di tutte gelosa di Mustafà nato da un'odiosa ri-
le allre cause e passioni che aveano dato vale, il quale era divenuto Y erede pre-
origine alle crociate. Morto Maometto suntivo dell'impero, si sforzò di renderlo
primogenito del sultano, trafitto questi sospetto a suo padre, per assicurare il
e e

3*6 TUR T U R
trono ad uno de'suoi propri figli. Com- mente tentò di ristorare il suo parlito,on-
plice e agente principale di sua perfidia desi ritirò inPersia,eThamas gli fece l'ac-

fu il ginn visir Rustnm. Accusalo Mu- coglienza la piùaiIetluosn;ina dopo un an-


*tafà d'intelligenza col re di Persia e di no cedendo alle minacce d'un padre irri-
cospirazione contro il patire, questi lo fe- talo, fece avvelenar Bajazet co'suoi figli.
ce strangolare da' muli del serraglio nel Nel 1 56o la flotta ottomana comandata
i553, presso Tanris, ove erasi recato il dal pascià Pialeh, riportò compita vitto-
sultano, e nella propria tenda. Indi Soli- ria su quella di Filippo II re di Spagna
mano Il sfiilò a duello Io sciali Thauias, e de'ca velieri di Malta nel golfo di Tri-
che non gli rispose. Allora entrò nell'Ar- poli. INel 1 562 il sultano concluse una
menia persiana, prese e devastò Frìvan, tregua d'8 anni con Ferdinando I dive-
e distrusse il paese tra Tauiis e Megara. nulo imperatore. Indi con delti irritato
Però nel i 554 m Amasia si pacificò cogli cavalieri gerosolimitani, che figuravano
ambasciatori di detlo sofì.Lecittà di Van, in tutti gli atti di ostilità verso la Porta,
diMarasche di Mosul furono riconosciute nel 1 565 commise le al suo sue vendette
per confini dell' impero ottomano dalla ammiraglio Pialeh con 40,000 uomini e
parte della Persia. La sua flotta butte numerosa flotta di 200 vele, olire la squa-
quella de'porloghesi nel golfo persico, le dra del famoso Dragut corsaro e pascià
sue armi riportarono altre vittorie sugli di Tripoli di Barbaria, ed anche per im-
ungheresi, così quelle del kan di Crimea padronirsi della loro isola di Malta, a
su'russi,sottomeltendogli il governo di Al- mezzo della quale credeva facile l'impre-
geri Bongia e 3 altri castelli tolti agli spa sa di Sicilia e d'Italia. Espugnato il caste!
gnuoli. Ritornato Solimano li nel i555 s.Elmo, turchi posero l'assedio a Malta,
i

a Costantinopoli, rinnovò con terribile e- da dove gl'invitti cavalieri respinsero 12.


ditlo la proibizione dell'uso del vino, che furiosi assalti, in cui perì Dragut che a-
per l'esempio e tolleranza d'alcuni suoi vea disapprovato la spedizione, con circa
predecessori era divenuto quasi genera- 20,000 turchi. Questi ritiratisi svergo-
le ; ordinando di versare del piombo li- gnati, dopo avere rovinalo le fortificazio-
quefatto in bocca a'trasgressori di tale pre- ni della città con 78,000 tiri d' artiglie-

cetto del Corano, e fece ardere lutti i na- ria, sfogarono il loro dispetto contro Scio,,
vigli carichi di vino che giunsero a Co- per punire gli abitanti d'aver informato i

stantinopoli. La morte di Piosselane, av- maltesi de'disegni della Porta. Per la di-
venuta nel 1 55j, fu fata le a Solimano II e fesa di Malta si segnalò il zelo di Papa
all'impero. Bajazet suo figlio, che essa vo- Pio IV, sia con pubbliche orazioni, sia col

leva sul trono a pregiudizio del fratello munir tutte le fortezze marittime, sia con
LU'iggiore Selim, in breve lasciò divam- animareesoccorrere cavalieri sino i a pro-
par contro questi il suo odio. Invano il metter loro di recarsi da essi in persona. In-
padre rimosse la cause di discordia tra essi viò loromunizionijdenari, un reggimento
colla distanza de'luoghi, ordinando a Se- di milizie e poi altri 4000 uomini levati a
lim di lasciare governo di Magnesia per
il sue spese nel proprio slato; oltre le galere
quello d'Iconio, capoluogo del pasciala- riunite a Messina, e colle altre da lui otte-
tico di Caramania, ed a Baja/et d'amia.- nute da Filippo II, dal duca di Savoia,
a risiedere in Amasia. Questi non ubbidì, dalla Toscana, ove Cosimo I avea istituito

levò truppe e si mosse contro Selim che l'ordine militare ed equestre di Stefa- s.

l'attendeva nelle pianure d'Iconio. La bat- no /(/'".), che divenne celebre per l'im-
taglia seguì a' 3o maggio i55o. e costò prese navali, contro le piraterie africane,
4o,ooo uomini all'impero. Bajazet vinto barbaresche e turchesche. A riparare le

fuggì co'4 suoi figli io Amasia,doveinu til- rovine di Malta, e per l'edificazione della
TUR T U R 32 7
«uova ci Un, munifico fu il successore s. fermi, e una biblioteca di mss. pubblica.
Pio V, tutto impegnato per la depressio- Gli altri monumentiivi ealtrove da lui fon-
ne de' turchi e in proteggere beneme- i dati, attestano l'amore di Solimano II per
riti cavalieri dallo sdegno di Solimano II. T umanità, le scienze e la religione, eoo
Di più s. Pio V avendo impegnato il re di fondi assegnati al mantenimento degli e-
Francia per la liberazione degli schiavi fat» difizi e de'ministri addetti. Tutto questo,

ti a Scio, ebbe la consolazione di vedere e- la protezione che accordò alle lettere e

saudite le sue paterne sollecitudini. Mor- alle arti, lo splendore di sua corte, in cui

to Ferdinando I, il governatore dell'Un- erano ambasciatoli e principi di diversi


gheria austriaca, per suo figlio Massimi- paesi d'Europa, Asia e Africa; l'aria di
liano II, avendo rotta la tregua e com- grandezza e maestà di tutta la sua per-
messo ostilità contro i turchi e il vaivoda sona, non ostante la semplicità de' suoi
di Transilvania loro vassallo, il sultano vestimenti, giustificano i soprannomi di
a
volle intraprendere la sua i 3. spedizione Magnifico e di Grande, che la posterità
ad onta dell' avanzata sua età e infermi- gli ha conferiti. Principe, del quale tur- i

tà, preceduto da 200,000 uomini, do- chi non videro forse mai né men barba-
po aver fatto rapidamente costruire da ro, né più glorioso, e che a misura del suo
»5,ooo uomini il meraviglioso ponte di vasto impero ebbe capacità per ammi-
Essech sulla Dia va. Per questa guerra nistrarlo. I turchi gli hanno dato il titolo

s. Pio V, invocato il celeste aiuto eoa di Ghazy t


a motivo delle sue conquiste
Giubileo universale e di vote processioni, e delle sue vittorie; l'onorano col nome di
inviò all'imperatore 900,000 scudi d'oro, Schehid, martire, perchè morì in guerra
olire la promessa d'altri annui 5o,ooo contro i cristiani; ma il soprannome di
sino al fine della guerra, ed eccitò molti Canuny, il legislatore, commemora a un
principi a fare altrettanto. Ma l'esercito tempo e il vanto in lui di sapienza, e il ri-
adunato a Giavarino attese più a vane spetto degli ottomani che si governano
ostentazioni, che a porger soccorso all'as- ancora colle sue istituzioni. Solimano II
sediate piazze di Zigliet e Alba Giulia, propriamente non pubblicò un corpo di
che caddero in potere de'turchi. Per l'e- leggi, poiché il Corano è il codice unico
salazioni delle paludi, Solimano li si am- e universale de'maomettani; ordinò sol-
malò e morì il 4o l'8 settembre 1 566. II tanto una compilazione, una revisione di
granvisirTcheleby volendo prevenire ogni tutte le massime e regolamenti de' suoi
sedizione nel campo, assicurare il trono a predecessori sull'economia politica, civi-
Selim li, ed espugnare Zighet, che fu le e militare; ne riempì le lagune, rego-
presa dopo 2 giorni, tenne occulta la mor- lando i doveri, il grado, il vestire, i poteri
te del sultanocon far perire il medico e gli e i privilegi di tulli gl'impiegati della cor-
schiavi che ne nveanoil segreto. Sei set- te, della città, dell'armala, le leve, il ser-
timane dopo il gran visir die il seguale vigio, l'allestimento, il soldo delle truppe
della partenza, e solo in Belgrado l'eser- di terra e di mare, il modo delle esazioni
cito seppe la morie del suo sovrano e ac- e delle spese del pubblico tesoro. Però tali

clamò Selim II. Il corpo di Solimano II istituzioni, che i conternporenei qualifi-


fu portato religiosamente a Costantino- carono allora superiori a quelle dell'altre
poli e deposto nella grande moschea Soli- nazioni d'Europa, il capolavoro della sa-
mania, da lui fondata e di cui la magnifi- pienza umana, non avendo provata sino
cenza e la grandezza non sono inferiori a'nostri giorni ninna migliorazione, col-
che a quella di s. Sofìa. Tale vasto edi- l'andar del tempo necessariamente si tro-
ficio contiene nel suo recinto 4 collegi, un varono al di sotto de' progressi fatti più
ospizio pe' poveri, un ospedale pegl' iu- tardi dalla civiltà, dalla legislazione e dal-
3*8 TUR TUR
le scoperte. Sebbene il sistemo ammini- cali per scrupolo di coscienza. Docile alle
strativo di Solimano II meriti) lodi, hi co- rimostranze del muftì, vendè la sua ar-
stituzione e la potenza de'lurchi, perve- genteria a profitto degl'indigenti, e ado-
nute sotto il suo regno al più allo grado però vasellame di terra : ma in pari tem-
di perfezione e di consistenza, dipoi sem- po faceva un'accurata toletta e s' imbel-
pre declinarono. Egli stesso forse preparò lettava per nascondere la sua vecchiezza,
tale decadenza colla famosa legge, la qua e persuadere i diplomatici stranieri d' es-
le allontanando dal comando degli eser- ser ancor vigoroso per governar l'impe-
citi e dal governo delle provicele i mem- ro e difenderlo impugnando l'armi. Sop-
bri della famiglia imperiale, assicurò de- pe scegliere e conservare abili ministri e
bolmente la tranquillità del sovrano, e buoni generali; animò le lettere, le arti,
condannò gli eredi del trono alla reclu- l'agricoltura e il commercio; unì la po-
sione, per conseguenza all'ignoranza, alla tenza alla maestà del trono, ed ebbe a un
mollezza, alla nullità. Ma tale era la forza tempo eserciti in piedi di mare e di terra,
d'un impero ingrandito, rigeneralo e con- eguali in forza e numero a quelli di tutti
solidato da lui, die il decadimento di esso, gli slati uniti d'Europa. Oppose un argine
almeno quanto a' limili territoriali, non all'ingrandimento di casa d'Austria, e riu-
pervenne gran fatto notabile a'nostri gior- scì di sconcertare i progetti del suo capo
ni. Sotto il regno di Solimano II la lingua Carlo V, ch'eresi illuso con aspirare alla
turca si abbellì, si perfezionò e acquistò monarchia universale. Stabilì la discipli-
più armonia, dolcezza e nobiltà, pel me- na ne' »uoi eserciti, più col suo esempio
scoglio dell'arabo e del persiano. L'im- che colla sua autorità, e li guidò nella
peratore parlava tali 3 lingue con purez- loro corsa vittoriosa, dall' Arasse e dal
za, ed era valentissimo nella poesia. Sa- golfo Persico fino nel centro della Ger-
peva pure il greco e fece tradurvi Co- i mania. Solimano lì per equità si mostrò
mentari di Cesare. Solimano II ebbe tut- giusto e imparziale anche co'lalini custo-
te le qualità degli eroi, e parecchie virtù di de' Luoghi Santi, i quali ad onta del
de' buoni regnanti. Sobrio, temperante, riferito decretato di suo padre Selim I,

giusto, rigido osservatole del suo culto, erano sempre molestati dalle usurpazio-
religioso inantenitore ed esecutore detrat- ni de' greci scismatici irrequieti. Non a-
tati, era pure valoroso, infaticabile all'e- vendo la chiesa cattolica a sua disposizio-
sercito, magnanimo, grande politico e a- ne alcuna forza materiale per mantenere
mico della verità. Gli piaceva di sentire i suoi diritti sopra gli oggetti esteriori del
giuste e spiritose risposte. Alcuni prete- suo culto, ne giovando le sue armi spiri-
sero chiamare Solimano 11 il più gran tuali contro la proterva incredulità degli
principe d' un secolo, in cui figurarono infedeli, degli eretici,degli scismatici,ella è
Giulio II, Leone X, Clemente VII tra i costretta quando è spogliata ed oppressa,
Papi, Carlo V, Francesco I ed Enrico Vili di chiamare il soccorso di que' principi
fra 'monarchi. Le sue virtù e talenti gli e- temporali che la riconoscono per madre
rano propri; suoi falli edelitti però sono
i e signora spirituale, affinchè colla loro
un vergognoso tributo che pagò all'uma- prolezione e assistenza possa godere in
na debolezza, appartenevano alla sua na- pace di ciò che le appartiene legittima-
zione, alla sua religione, alla sua cieca te- mente. Quindi è che nelle differenze col-
nerezza per una femmina accorta, ambi- la Porla ottomana, prima co' greci sci-
ziosa e ci udele. Nella vecchiezza divenne smalici, e poi anche cogli armeni e con al-
più di voto e superstizioso. Appassionato tri,quali le contendevano il possesso dei
i

per la musica, rinunziò di fare accademie, Luoghi Sanli, essa ebbe sempre ricorso
spezzò e arse lutti i suoi strumenti musi- a'que'uriucipi Ialini, la cui iuflueuza era
TUR tua 329
maggiore in Oriente, o perchè aveano a- spendere lampade ad altri die a'ialini ".
\uto parte alle crociate, o per le alleanze Selim II succeduto al padre, subilo di-
ch'essi aveano contratte co* sultani di Co- stribuì a'giannizzeri 100.000 sultanini:
stantinopoli. A domanda quindi dell'ara* di vasti pensieri, fuperò perduto per le
Lasciatole di Carlo IX re di Francia, fu- donne, e pel vino a segno che medesimi i

rono da Solimano II mandati sui luoghi turchi rispettosissimi pe' loro sovrani, lo
questionati de'giudici per sentenziare, ed chiamarono Sarkok cioè Y Ubbriaco. Dei
essi nel i564e nel i565 emanarono le resto fu prode, amante della giustizia, del-
due seguenti sentenze in favore de'franchi le scienze e de'dotti, clemente e religioso.
o cristiani Ialini, che il sultano corroborò Nel 1567 per Sinan pascià sottomise in
co'suoi fìrmani, per far cessare le dissen- breve lem pò l'Arabia Felice, ossia il Ye-
sioni fra i francescani e i greci. » i."Le men che avea scosso il giogo, ed a mezzo
chiavi della Grotta, in cui nacque Gesù del dey d' Algeri Ucchiali la Goletta con
Cristo, sono nelle mani de'franchi e pas- Tunisi tolta agli spagnuoli ; indi a persua-
sano successivamente dall' uno all' altro sione di Pian pascià suo genero e mimi-
di quelli fra loro che giungono e dimo- cissimo de' cristiani, risolvè d'impadro-
rano in Gerusalemme. Ciò si fece e prima nirsi del regno di Cipro de' veneziani dopo

e dopo la presa di Gerusalemme falta dal aver fatto tregua con Massimiliano II, ed
sultano Selim I fino all'epoca presente, alcuni pretesero per la sua passione verso
senza che le chiavi sieno mai passate in il vino, del quale Cipro ne produce del-
altre mani che nelle loro. Sono latini i l'eccellente. Con 4oo vele e più di 1 00,000
quelli che aprono a' quei mussulmani ed uomini il Mustafà assalì l'isola
gran visir

a que' cristiani che vengono o dimorano di Cipro, ed espugnò Nicosìa e Fama-

a Gerusalemme e desiderano visitare quel gosta, commettendo empie crudeltà. Ol-


luogo. Non si sa che Ialini abbiano mai i tre la difesa che veneli fecero dell'isola,
i

cessato di possedere quelle chiavi, o che con un diversivo investirono l'Albania, la


persona al mondo abbia loro mai contra- Morea,e precisamente l'isole dell'Arcipe-
stato questo diritto, o ne li abbia sposses- lago che devastarono col ferro e col fuoco.
sati. Essi ne sono in possesso costante e Il Papa s. Pio V confortò la repubblica a
non interrolto da'tempi più antichi fino sostenere la pericolosa guerra, pel prospe-
al giorno sotto il quale è dato l'atto pre- ro successo della quale implorò la divina
sente. Perciò il giudice confermò il pos- misericordia, inviò il suo nipote cardinal
sesso delle chiavi del detto luogo nelle Bonelli legalo a' re di Francia, di Spagna
mani della nazione franca. a." Il luogo e di Portogallo per unirli in lega contro
del s. Presepio è posseduto da' franchi il nemico del nome cristiano, ed ottenne
da'tempi anteriori e posteriori alla presa II 5o galere
a sua disposizione da Filippo
di Gerusalemme fino a'nosti i giorni. Es* comandate da Gio. Andrea Doria, e la
so fu dato loro esclusivamente. Fu dimo- promessa d'altri soccorsi. Con queste ga-
strato al giudice che il Presepio e le sue lere e con altre 1 2 armate a sue spese, s.
chiavi sono nelle mani de' latini fin dai Pio V spedì Mai c'Antonio Colonna verso
tempi più antichi, e passarono successiva- Candia per congiungersi alla flotta di Ve-
mente dalle mani dell' uno a quelle del- nezia. Ma nata dissensione tra Doria e
l'altro senza interruzione. Perciò questo Colonna per la preminenza, per la peste
giudice ha sentenzialo e ordinato che non e le tempeste che decimò la flotta, ninna
si tocchi nulla di quanto è nelle mani dei azione potè intraprendere, anzi dovè ri-
suddetti franchi ed ha relazione al delto parare ne'porti di Messina e Ancona per
luogo sopra cui si discute, e eh' essi non risarcirsi da'gravi danni. Questi infausti
sieno cositeli! di aprirle e di lasciarvi so- successi afflissero il Papa, e con pubbliche
33o T U R TUR
orazioni cercò di placare Dio. Non ces- e affondati 80; ed il famoso pascià Uc-

sando le sue cure perla lega, finalmente cidali appena con pronta fuga De poteri*
gli stringerla formalmente nel
riuscì di portare /j-0 *Co*tantinOpoli(at\ (piale a r-
1 5j medesimi capitoli fatti da Pao-
i , co* licolo dissi pure le disposizioni di s. Pio
lo III, Ira il Papa s. Pio F, la repubblica V in favore de' turchi venuti al cristia-

di Venezia e Filippo li re di Spagna. 11 nesimo). Morirono 8000 cristiani, fra i

Papa si obbligò a somministrare 12 ga- quali Troilo Savelli, Orazio e Virginio


lere, 3ooo fanti e i5o cavalli, affidan- Orsini capitani pontificii. Mentre s. Pio
done comando
Marc'Antonio Colon-
il a Vdava udienza al Tesoriere, Dio gli ma-
/.a, il quale solo dovea inalberare Io sten- nifestò il felice esito del combattimento
dardo di s. Chiesa, come generale della strepitoso, nel punto in cui erasi consu-
medesima, che gli die nella solennità di mato; per cui si sciolse in lagrime di gioia,
una messa troiata nel modo riferito nel e in affettuosi e prolungati ringraziamen-
voi. LXX,p. 2T; e l'incaricò di coman- ti all'Onnipotente. Si dice che i turchi
dare tutta l'armata in assenza o impoten- attribuirono alle orazioni del Papa la lo-

za del principe di Spagna d. Giovanni ro terribile disfatta, e a'ss. Pietro e Pao-


d'Austria; l'altro comandante essendo il lo che videro in aria con terrore, perchè
veneto Sebastiano V eoi ero: il duca di Sa- con ispade di fuoco combattevano a'io-
voia, Genova e l'ordine di Malta, ciascu- ro danni. In memoria dell'avventuroso
no somministrò 3 galere armate. Il car- giorno s. Pio V in onore della B, Vergi-
dinal lionelli legato vendè il suo uffizio ne aggiunse alle litanie Auxilium CiirU
di camerlengo per 70,000 scudi, i quali stianorwn,e istituì la festa della D. Ver--

impiegò a sovvenimento della flotto ; e gine della Vittoria, che il successore de*
per aiuto spirituale di questa il Papa nominò del ss. Rosario (V*) perchè t
in
mandò molti religiosi, e per nunzio presso esso ne ricorreva la festività al dire di
icomandanti Paolo Odescalchi vescovo Bern'mo, ed i cristiani combatterono te-
diPenne. Fece incidere una medaglia col nendolo al collo; celebrò solenni ringra-
suo ritratto e l'iscrizione Foederis in : ziamenti a Dio con Te Daini nella ba-
Turcas Sanelos. L'incisione allude alla silica Vaticana, e poi col senato e popo-
medesima triplice alleanza. Si vedono 3 lo romano accorciò gli onori del Trion-
figure in concordia e sono: la Chiesa col fo (F,) al valoroso Marc'Antonio Colon-
triregno pontificio, il regno di Spagna na, a cui nella divisione della preda toc-
rappresentato da una figura galeata e ar- carono 17 galere e 4 galeotte. Marc' Alt*
mata, e la repubblica Veneta personifi- ionio dell'ascendere il Campidoglio era
cala col berretto ducale. Nell'esergo so- preceduto da un gran numero di turchi

no i simboli relativi, cioè l'Angelo, l'A- prigioni di guerra , e nella Chiesa di s.

quila e il Leone di s. Marco col libro. La Maria d'Araceli vennero sospese l'inse-
flotta cristiana presentò battaglia navale gne loro tolte. Il Papa dispensò medaglie
olla turca, nel golfo di Lepanto aj ot- colla sua effigie , e nel rovescio espressa
tobre, e riportò sopra di essa quell'insi- l'armata navale cristiana guidata dal-
gne e sanguinosa vittoria, che celebrai in l'Angelo, con Croce e calice, che disper»
tanti luoghi e negli articoli indicati, do- de la flotta turca: in aria Dio, che la po-
po ostinatissima e fiera pugna di circa 6 ne in fuga a Lepanto. Con L'epigrafe;Z?ea?«
ore, con l'uccisione del supremo coman- tera tua Domine pcrcussit inimicuni
dante Ah, di quasi 32 ooo turchi, oltre }
i5ji. Un'altra medaglia parimenti col
3ooo ovvero 10,000 prigioni e la libe- ritratto di s. Pio V, precedentemente co-
razione di 1 5,ooo cristiani schiavi. Inol- niata, rappresenta l'armata navale pre-
tre furono tolti a' tur chi più dii3o legni parata contro i turchi, e iu aria è una fi-
t v a TUR 33 1

gura fra le nubi. Dice il motto: A Do- ce perdere il tempo opportuno alla cam-
mino factum est istud i5ji. Il fervido pagna, onde venuto l'inverno dovette-
zelo di 3. Pio V volendo colla futura cam- ro tornare a'Ioro porti. A sì nullo suc-
pagna ricuperare a Venezia il regno diCi- cesso influì d. Giovanni d'Austria, che
pro, scrisse urgentissime lettere al sofì di restato nel porto di Messina, per atten-
Persia e al re d'Etiopia, all'imperatore e der l'esito della guerra de' Paesi Cassi, più
al re di Francia, perchè prendessero parte volte fece mostra di voler passar all'ar-
alla guerra contro i turchi; e inviò il pre- mata, senza effettuarlo, e lagnandosi che
lato Odescalchi a'prineipi d'Italia per de- senza di lui si voleva combatterci gene-
terminarli a'Ioro soccorsije morendo nel rali romano e veneto non si trovarono in
I 5ji raccomandò al sagro collegio il vi- armonia, cose tutte che sommamente af-
goroso proseguimento della guerra, per flissero Gregorio XIII, che inoltre con

l'annientamento di sì potente nemico. La isdegno e sensibile pena vide nel marzo


gran vittoria de'cristiani sparse il terro- t 573 pacificarsi veneti con Selim II,
i

re e la costernazione in Costantinopoli; colla cessione del regno di Cipro e altri

i turchi credendosi vedere il vincitore luoghi occupati (ia'turchi, mentre eragli


alle porte, per lo spavento molli di essi riuscito determinare alla lega l'impera-
dierono a custodire i loro tesori a'cristia- tore e avea buone speranze col re di Por-
ni. Conobbero gì' infedeli di non essere togallo. Quando l'ambasciatore Tiepolo
invincibili, eche vite un Diosupremoche notificò al Papa nella villaMondragone di
mette confine agl'imperi più. possenti, i Frascati l'operato del suo senato veneto,
e colla sua provvidenza regola gli avve- aspramente lo licenziò dalla sua presen-
nimenti della terra. Ma mentre Costan- za. Nondimeno Spagna con-
egli col re di

tinopoli trepidava, la poca unione de'vin- tinuarono a guerreggiare, avendo gli spa-
citori, le dillerenze insorte tra d. Giovan- gnuoli ricuperato la Goletta e altre par-
ni e il Venterò, impedì che vi piantas- ti ili Tonisi con Diserta, mediante l'aiu-
sero le trionfali loro insegne. Vedendo il to delle galere papali, ma Sinan pascià li

sultano che non ne profittarono, se ne cacciò nel 5y4, e definitivamente riunì il


1

consolò ledendo il Corano, Il nuovo Pa- regno alla Porta tributario. Morì Selim
co
pa Gregorio XIII mostrò Io stesso ardo* II d'apoplessia di 5o anni nel dicembre

redel predecessore per proseguir la guer- 1374- Si osserva, che sotto di lui si fer-
ra, perciò spedì nunzi e legati a'monar- marono progressi dell'impero ottoma-
i

chi cristiani esortandoli alla lodevole Um« no, di cui la decadenza politica comincia
presa. Confermò generale delle galere di dal regno del successore suo figlio, quan-
s. Chiesa Marc' Antonio Colonna, Io for- tunque la sua decadenza morale princi-
nì di nuove reclute e denari; ma il solo piò realmente da lui stesso , che pel i.°

Filippo II contribuì lievi soccorsi, sospet- cessò di mostrarsi alla testa dell'armate.
tando che Francia gli movesse guer- Amurat III montò sul trono ottoma-
ra. Unite le flotte si trovò l'armata cri- no, di grande spirito, amante delle scien-
stiana gagliarda dh4o galere, 23 navi, ze, parlava benissimo il turco, l'arabo e
6 galeotte 3o altri legni minori, La Por-
e il persiano; però il suo naturale incostan-
ta le oppose una flotta di 263 galere , te lo faceva passare rapidamente da una
galeotte e fuste con 5 galeazze, nondime- singolare virtù, a un vizio eccessivo. Per
no inferiore di nerbo e di coraggio alla i5 anni si contentò d' una sola moglie,
cristiana. In traccia di essi andarono Mar- in seguito fu un mostro di mollezza e di
c' Antonio e il veneto Jacopo Foscarini, lussuria, per gl'intrighi dell' odaliche o
ma l'accortissimo generale Ucchiali arti- concubinedalui prima non curate. Que-
ficiosamente gli evitò sempre, deluse e fe- ste indussero il muftì ad acremente ri-
i

332 TUR TUR


prendete In sua continenza, come vieta- uomini. Ad onta d'una eroica difesa, Si-
to dalla legge maomettana, e mentre e- nan pascià essendosi impadronito r
di f e-
gli dovea esserne il vindice la vilipende- sprim, il pascià di Buda costrinse Gia-
va , onde abbandonata la sultana Bailo, varino alla resa. Amurat III dopo varie
bellissima e virtuosa veneziana, cheavea inquielitudiui ,
per la sollevazione dei
dichiarata Hassaki o regina per avergli giannizzeri ede'vaivodi diTransilvania,
partorito l'erede dell'impero, quindi la- Moldavia e Valacchia, ridotto in pessimo
sciò libero il corso alle sfrenate sue vo- stato per l'abuso dell' odaliche, morì ai
glie. Solo fu saldo nel rispetto verso la 18 gennaio i5<)5, di circa 49 anni. Ebbe
sultana Valide o sua madre. Per bene 102 figli, 52 femmine e 5o maschi, dei
consolidarsi sul soglio fece perirei suoi 5 quali lasciò viventi 10 maschi e 3o fem-
fratelli, e gettare in mare due odaliche re- mini, oltre io odaliche gravide. Maomet-
stale ineiutedaSelim 11 suo padre. Il suo to III suo figlio, che sebbene gli successe,
regno fu agitalo da lunghe guerre con- da giovinetto dasse ottime speranze di
tro l'Ungheria ,
perchè Matti miliario II buona riuscita, appena salito al trono si
troncò la tregua conclusa col genilore,per cambiò in modo che fu il vero ritratto del
cui il sultano si oppose alla sua elezione padre. Fece ammazzare tutti i detti suoi
in re di Polonia, e favorì quella del tran- fratelli, de'quali al solo Selim riuscì fug-
vano principeBathori. Più micidiali fu-
sil gire pel favore del gran visir, e gettare
rono le guerre colla Persia, per vagheg- in mare le io odaliche incinte. Dalle bar-
giare il conquisto di quella monarchia; barie domestiche, a vituperio dell'impe-
dopo diverse sconfìtte patite da' turchi, ro, Maometto I II si abbandonò tota linea •

riuscì loro d'impossessarsi di Tauris, e di tea'piaceri, lasciandole redini del gover-


reprimere gl'insorti maroniti e drusi del no nelle mani della sultana Valide Baf-
Monte Libano. Il sultano dopo avere rin- fo, la quale madre di i4 figli, tranne il

novata la imperatore Ro-


tregua con l' sultano, tutti erano morti nelle fascie, e
dolfo II, invase con 5o,ooo uomini la ciò servì di pretesto al Podaliche per in-
Croazia, cui popoli sdegnati da tanti Ira-
i durre Amurat HI ad abbandonarla; non-
vagli, uccisero i o,ooo turchi e gli altri co- dimeno riconosciuta da questi la sua in-
strinsero a ritirarsi. Intanto Papa Sisto nocenza la riprese. Di continuo diceva
V, a difesa dello stato pontificio, contro Maometto III, che gli obblighi del mo-
le aggressioni de'turchi e barbareschi pi- narca sono il bere e l'amoreggiare. Fra
rati,aumentò la marina militare, e pel una truppa ben numerosa d' odaliche,
6uo goveruamento istituì la cardinalizia quali continuamente convivea, 4 e-
.colle

Congregazione per preparare e conser- rano a lui più care, e di esse Filatra ci-
vare V armata navale (P.)> e nel collo- priotta era l'idolo dominatore del suo
care un tesoro in Castel s. Angelo, dichia- cuore. Per questa condotta del sultano e
rò che dovesse servire ancora, prò recti' vedendo impugnato lo scettro da una
peratione Terrae Sanctae, et generali donna, vari pascià si sollevarono in Asia,
contra Turcas expeditione^ altra simi- ed cristiani se ne prevalsero in Unghe-
i

le universale necessità. I veneziani allar- ria, Transil vania e Moldavia. Minaccian-


mati dalle mosse de'turchi, nel i5g3 al- do i turchi Segna, frontiera della Croa-
le frontiere del Friuli edificarono la for- zia, dell'Illiria e dell'Italia, Papa Clemen-
tezza di Palmanuova e si misero sulle di- te Vili considerandone l'importanza e
fese. In fatti, Rodolfo li avendo dichia- volendo applicarsi a vantaggio dell'Un-
rata guerra ad A murai III per l'oltrag- gheria, dopo aver mandato una somma
gio fatto a'suoi ambasciatori, tornarono al presidio, ed eccitato alla difesa Rodol-
turchi uel 1 5o,4 iu Ungheria con 200,000 fo II, inviò il cardinal Gaelani in Polonia
TUR TUR 333
per indurre il re a dichiarar guerra ai conseguenze che poteva produrre, ed a
turchi, e il prelato Visconti in Transil- tal fine vi spedì colle sue milizie il det-
vania al principe Sigismondo II Balhori to nipote Aldobrandino eccitando l'im-
per congratularsi d'essersi sottratto dal* peratore a tosto farne l'assedio. Rodolfo
la divozione della Porta e collegato col- II inclinava per l'espugnazione di Buda,
l' imperatore. E siccome Sigismondo li ma il Papa insistette per liberare Canis-
avea vinto Sinan pascià, il Papa l'ono- sa, edatale effetto mandò al nipote un e-
rò collo Stocco e Berrettone ducale, ol- sercito di 8 ovvero 10,000 fanti, e pro-
tre una somma di denaro. A Rodolfo II curò d'unir in lega i principi cristiani e
mandò 100,000 scudi, con un esercito di persino il soiìdi Persia, al quale spedì i

i o ovvero 12,000 fanti e 1000 cavalli sot- gesuitiDiego Manriquez e Antonio Co-
to il comando del nipote Gio. Francesco sta. Ad istanza del sofì o sciah Abbas I

Aldobrandino e di parecchi distinti ba- il Grande, Clemente Vili mandò in Per-

roni romani. Il Papa in s. Maria Mag- sia per missionari i carmelitani scalzi,
giore solennemente gli die il bastone del poi seguitida altri religiosi di diversi
generalato di s. Chiesa, indi benedì due ordini. Indi Clemente Vili ricevè e ma-
stendardi rossi e glieli consegnò. In uno gnificamente ospitò in Roma due am-
era dipinto d'ambo le parti il Crocefisso basciatori di Persia (F.), quali vi fece- i

colle parole: Exurge Domine, et dissi' ro il loro ingresso con solenne cavalcata.
pentur inimici tui. Nell'altro era l'arma Nel 1601 Canissa venne assediata, nel
di Clemente Vili col motto: In hoc de- qual tempo per le lunghe fatiche morì
fende. populum tuum Domine.Que&lo po- d'infermità il generalAldobrandiui in Va-
deroso soccorso riuscì graditissimo ed ef- radiuo, compianto da tutti. Sopravvenu-
ficace, poiché gì' italiani per superar la to l'inverno, essendo morte di freddo più
fama ch'era di loro precorsa, combatte- dii5oo persone, convenne levar l'infeli-
rono valorosamente e fecero prodigi di ce assedio. Nel 1 602 si prese Pest, ma inu-
prodezze. Col concorso loro l' arciduca tilmente si tornò ad assediar Buda. Dal-
Mattia prese il forte di CocheremeStri- l'altro canto cavalieri di Malta presero
i

gonia, indi Albareale, mentre Sigismon- Lepanto. Intanto Maometto III non si
do II vittorioso percorreva l'Ungheria prendeva alcun pensiero di queste guer-
superiore, la Bulgaria e la Romania, spa- re, ed i giannizzeri insorti volevano de-
ventando Adrianopoli e Costantinopoli; porlo e surrogargli Ottomano kan dei
e retrocedendo in Valacchia con uuovi tartari. Allora si scosse dal letargo e si po-
trionfi espugnò Temeswar, contribuen- se alla testa d'uua poderosa armata per
dovi le milizie papali, e togliendo a Si- risarcire l'onore dell'oscurato impero.La
nan pascià il principale stendardo verde sultana madre fece inutili sforzi per fra-
del profeta Maometto. Malcontento il stornarlo col dono d'un' altra bellissima
sultano di Sinan ,
gli sostituì Ferat pa- odalica, e marciato in Ungheria sconfis-
sciuti quale prese Agria e sconfisse l'e- se l'arciduca Mattia, e riacquistò il per-
sercito imperiale nel 1597. Tuttavolta i duto. Credendo il sultano a" aver fatto
cristiani s'impadronirono di vari castel- troppo, si restituì a Costantinopoli con
li, assediarono Buda e sorpresero Giava- fastosa pompa trionfale, che per un caso
lino. Neli6oo avendo i turchi comanda- strano riuscì più nuova e brillante. La
ti dal gran visir Ibraim preso l'impor- sultana Baffo volle intervenirvi a cavallo
tante città e fortezza di Canissa, propu- senza velo sul viso , con tutto il suo im-
gnacolo d'Italia e.di Germania, capitale periai corteggio, Al fianco incedeva il suo

de'dominii dell'arciduca Ferdinando, il defterdar, che ad ogni passo gli porgeva


Pana ne fu altamente commosso per le quantità d'aspri, che colle sue mani di-
334 Tu II TU R
spensava al popolo. Tutto questo non ba- custodi de'santuari di Palestina, a sugge-
stò a sopire il malcontento de'miimlri e mussulmano, d' or-
stione d'un fanatico
del popolo, poiché i persiani prolìtlatulo dine di Maometto doveano partire e III

delle rivoluzioni d* Asia ricuperarono il santuari convertirsi in moschee; e che


i

tolto loro da'precedenti sultani, e le trup- gli ambasciatori di Francia e di Venezia

pe ottomane erano state fieramente scon- fecero calde rimostranze in favore de' re-
fitte aV principi di Transilvania e Molda- ligiosi e de' santuari , ed ottennero colla
via, che aveano scosso il giogo della Por- revoca dell'ordine fatale, la rinnovazione
ta. Laonde di nuovo sollevatisi i gianniz- detrattati falli da' sultani predecessori
zeri pretesero che si decapitassero il capi per mantenere i latini nel possesso del s.

agà e la sultana Valide; oppose il sul- si Sepolcro, firmano che ratificò pure Ac-
tano , ma vedendo poi che si procedeva rnet I neli6o4- Avea questi 5 anni quan- 1

alla sua deposizione, permise l'uccisione do morì il padre, ma per politica di sta-
del capi agà, ed esiliò la madre, che poi to, onde evitar la reggenza, fu detto che

ottenne la grazia dal figlio. I ribelli del- ne avesse 8. Acclamato imperatore, fe-
1

l'Asia posero alla loro testa Selim fratel- ce la consueta solennissirna sua compar-
lo del sultano, sfuggilo alla sua strage, per sa alla moschea di Jub, eh* è il possesso
innalzar kan Ottomano. Ve-
al trono il de'sultani, tra le universali acclamazioni.
dendo Maometto III che non poteva con- Di belle fattezze, avea portamento mae-
tare sulle sue truppe, con l'oro corruppe stoso e grave, magnifico, giusto e avver-
i generali insorti per avere in suo potere so a spargereil sangue umano. Non pen-

Selim. Questi fu portato in Costantinopo- sando mai che quartogenito dovesse a-


li, e il sultano lo fece decapitare alla sua scendere al trono, riprovava la barbara
presenza. Guadagnatosi inoltre il pascià consuetudine che dannava a morte tutti

d' Aleppo, capo de' congiurati, la trama i fratelli dell'imperatore, per cui giurò al
svanì. In questo tempo Podalica greca La- fratello minore Mustafà di conservargli
parè riuscì a fuggire col figlio Jakaja in la vita se il Laon-
caso lo portasse al soglio.

Tessalonica, per virtuosamente abbrac- de Mustafa tutto lieto si recò a congra-


ciare la religione cristiana da lei profes- tularsi con lui e gli rammentò il giura-

sata prima d'essere stata fatta schiava, e mento; ma Acmet I invece ne Ordino la
indusse il figlio a ricevere dall'arcivesco- morte, e poi cambiato di parere lo fece
vo il battesimo e farsi cristiano. L'altra chiudere in una camera del serraglio, po-
odalica Filalra favorita del sultano, per- co permettendogli d'uscire. Avendo ripe-
fidamente osò di ordire una congiura per tuto due altre volte il crudele comando,
farlo detronizzare esostituirgli il proprio ne fu impedito da particolare circostan-
figlio Maometto. Il sultano venuto in co- za, e Mustafà per non dargli ombra pre-
gnizione di tutto, fece gettare in mare Fi- se l'abito ili dei vis, e visse ritiratissimoin

latra, e strozzare il figlio, massacrando i una cella religiosa. Quanto alla sultana
complici dell'intrigo. Afflitto Maometto Baffo, le tolse il suo preziosissimo teso-
III per la morte del primogenito Selim, ro, rilegandola nell'Eski- Serrai o serra-

e per aver dovuto far perire Maometto glio vecchio, luogo assegnato alle madri,
che amava, ed ignorare l'esistenza di Ja- sorelle e odaliche del defunto sultano.
kaja che aveangli detto morto di vainolo, Profittando i turchi delle dissensioni tra
penetrata la peste in Costantinopoli lo ra- l'imperatore e il fratello arciduca Mattia,

pì neli6o3 di 38 anni, senza alcun com- neli6o5 ripresero Strigonia, onde nel
pianto, lasciando due figli, Acrnet I e Mu- 1606 l'imperatore fece pace colla Porta
stafà I, che gli successero. Notai uel voi. e con tregua di 20 anni. Acmet I abban-
XXXIII, p.i io, che i minori osservanti donatosi a' divertimenti e alle odaliche,
TUR TU R 335
queste presero a dominarlo e a maneg- erede dell'impero, sospirato avvenimen-
giare gli affari più rilevanti dell'impero, to che riempi d'infinita gioia il sultano:
per cui se negiovòAbbasI il Grande sciali fec'egli perciò celebrare in tutta la mo-
di Persia per ricuperare Tauris ed Erze- narchia un duhalm, festa propria per si-

rum. Colpito il sultano dal vainolo ne re- mili nascite e altri grandi avvenimenti, e
stò deformalo nel volto, e per sollevarlo dichiarò Johahi ffassah'1 c\oè reginajma
dalla noia mentre n'era infermo la sul- divenuta gravida d'un altro figlio morì

tana Valide gli pose a fianco l'ebrea Rai- nel parto.Poco dopo Riosem, che per le
ria Kaden che narrando favole e detti
, sue prerogative nell'affetto d'Acmet era I

spiritosi, s'insinuòtalmente nel suo ani- subentrata a Johahi defunta, die alla lu-
mo che giunse a dominarlo , regolando ce un altro figlio, che fu Amurat IV, e
dispoticamente l'impero,onde tosto fu ar- tanto bastò perchè il sultano la decoras-
ricchita di doni. Questo disordine produs- se del titolo d' Hassakìkck o Basch FIas~
se una terribile sollevazione suscitata dal saki, seconda regina; di più le donò due
gran visir Druis, poiché vedea annienta- preziosissimi pendenti del valore di 5 mi-
ta la sua autorità, e sostenuta da'gianniz- lioni di piastre, ciascuno formati da un
zeri indispettiti di vedere una schiava e- diamante di fondo d' acqua bellissima,
brea maneggiar Per calmar
lo scettro. grandi ciascuno più d'una grossa casta-
queste turbolenze, convenne al sultano gna,da'quali pendevano un più grosso ru-
dar l'ebrea a 'giannizzeri, che tosto la fe- bino. L'accorta Riosem vieppiù s'insinuò
cero in pezzi, ma poi si vendicò con farpe-* nell'animo del sultano e dominò nell'im-
rire alcuni di loro e Druis. Frattanto Ja- pero, ammassando ricchezze grandi. Nel
kaja, tratto dall'ambizione che il trono a mentre Acmet I non conosceva altro al
lui spettava, si unì al pascià Perì ch'era- mondo che rharem,rimpero specialmen-
si in Asia ribellato, ma d'ordine d'Acmet te in Asia era funestamente agitato e dai
] fu disfatto dal pascià Tefteduen. Riu- polacchi minacciato. Per rimediarvi, il

scito a fuggire, erasi unito nella congiura sultano pose in piedi 4 eserciti, il incon-
di Druis e travestito pervenne a Costan- tro la Persia, il 2.° contro la Polonia, il

tinopoli, ma precipitosamente dovè rifu- 3.° per opporsi a'kosaki o cosacchi, e il

giarsi in Polonia e poi a Praga dall'impe- 4-° per domare l'Egitto che ricusava il
ratore Rodolfo II, chelo trattò con distin- tributo. Non avendo prodotto l'esito che
zione. Però la smania di dominare lo fe- si aspettava, il sultauo per arrestare pro- i

ce vagare in Africa, in Siria, in Firenze, gressi de'persiani si pacificò con Abbas I.

a Roma, in Francia per cercare sosteni- Capo de' ribelli d' Asia era il gran visir

tori alle sue pretensioni. Finalmente di- Massuf o Nassuf, di raro talento e valo-
singannato di sue illusioni, Dio ebbe mi- re, già cristiano, che protetto da Riosem
sericordia di lui, si ritirò nella certosa di avea sempre evitato il castigo; ma final-
Dijon ove tranquillamente finì la vita, nel mente fu scannato e gli 8oo milioni d'o-
porto dell'eterna salute. Acmet I vieppiù ro che possedeva passarono nell'erario.
si die tutto in preda alle odaliche, e i mi- Intanto nel 161 cominciarono gli arme-
i

nistri per comandare dispoticamente fa- ni scismatici ad affacciar pretensioni sulla


cevano a gara in offrirgli le più vezzose. custodia de'Luoghi Santi diPaleslina. Di-
Tra diesse primeggiavano nell'avvenen- visi da'greci scismatici quanto al dogma,
za e nel favore Nassia greca, Riosem fi- ad essi si unirono, e ancora si uniscono be-
glia d'un prete greco di R.omelia spirito- ne,per inquietare i religiosi latini e aiutar-

sa e di raro talento, e Johahi ateniese na- siscambievolmente nelle usurpazioni co-


ta cristiana, la quale era la piùamata. Di- muni. I greci sopra tutti arroganti, pre-
poi Johahi partorì Otman o Osman II sero allora a stancare il sultauo colle lo-
336 T U R TU R
io ingiuste querele; per cui Acmct I or- delle femmine e l'ubbriachezza del vino.
dinò un'investigazione minuta sulle ra- Anche il Sagredo lo dice stolido, stupido
gioni delle parti contendenti, la quale riu- e senza cervello. L' Abbondanza fu al-
scì pienamente favorevole a'Iati ni. Quan- quanto troppo panegirista de' sultani e
do I" impero cominciava a risorgere, per de'lurchi; poco critico e non sempre im-
essersi le sedizioni alquanto calmale, e parziale. Mustafà I nulla fece ; si rimi-
perchè pareva che Acmet I volesse cam- se ciecamente al divano e al gran visir
biar costume, consunto questi dall'abu- Ali, ma voleva leggere e considerare tut-
so dell'odaliche si ammalò.Vicino a mor- to prima di sottoscrivere: era affabile con
te chiamò a se dalla solitudine di sua cel- tutti, e pieno di tenerezza pel popolo a
la il fratello Mustafà, e in presenza dei cui si faceva spesso vedere. Le sue scem-
pascià e de'ministri formalmente dichia- piaggini si ricoprivano con ogni studio
rò. Che per essere i 6 suoi figli troppo dalla sagacità della Valide sua madre, la
giovani, avendo Otmau 1 anni, l'invita- 1 quale per tenere pel futuro i giannizze-
ta a salire al trono, raccomandandogli ri favorevoli al figlio nell'assunzione al
teneramente detti nipoti e Kiosem, pre-
i trono dello zio donò loro 1 5, 000 zecchini.
ferendo con singoiar esempio l'interesse Vedendo la Valide che suoi sforzi per i

delio stalo a quello del sangue, onde e- mantenere Mustafà in reputazione, non I

vitare le turbolenze che accompagnano avrebbero lungamente potuto conserva-


la minorità de'principi. Rispose M usta- re il trono al figlio, profittando dell'as-
la , che spettando il soglio a' nipoti egli senza del gran visir che combatteva in
non voleva occuparne la sovranità ma ; Persia, creò nuovi ministri cominciando
fermo il sultauo nel suo proponimento, dal gran visir, per avere un sostegno al
convenne per quietarlo che Mustafà vi vacillante soglio, ma invece ne alfrettò
si uniformasse. Mori Acmet I di 3o anni, la rovina. 1 deposti ministri cagionarono
a'i5 novero brei6i 7, e per la sua splen- un generale malcontento, e d'accordo coi
dida magnificenza colla quale visse, lasciò giannizzeri Ali alla lesta dell'esercito si

la sontuosissima moschea da lui edifica- propose deporre Mustafà l. Questo era


ta nella più gran piazza di Costantinopo- solito visitare ogni giorno la Valide nel
li, ch'entrò nel numero delle più. sorpren- serraglio, ed in una di tali visite fu chiu-
denti meraviglie di quella città. Il fratel- so in esso. Indi preso nipote Otmau 11,
il

lo Mustafà 1 gli successe, grande e ben fu portato nel hazodà oca mera imperia-
fatto, magro e pallido per la vita menata le del tacito trono, lo proclamarono im-
e patimenti sofferti, liberale e magnifico, *
peratore, e poi nella gran moschea il gran
versato nelle leggi e costumi di sua na- visir gli cinse la sciabola.Mustafà I ven-
zione , e casto a segno tale che non co- ne posto in una torre, e la Valide nel ser-
nobbe mai alcuna odalica. Parlava mol- raglio vecchio, il sultano avendo regna-
lo e quasi sempre fuori di proposito, ri- lo 3 mesi e 7 giorni. Otman II di 3 anui 1

deva facilmente, e di notte usciva furti- fu quindi acclamato imperatore, dotalo


•vamenle dal serraglio. Le sue occupazio- di singolare avvenenza e d'una grata fi-
ni erano puerili, consumando il tempo sonomia , maestoso e grave, ed insieme
con assistere a ridicole commedie, ed una piacevole: era tenace nell'esecuzione dei
volla donò a un comico molte gioie pre- suoi voleri, economo sino alla sordidez-
ziosissime. Questo è il ritratto che ne fa za. Disprezzò i nani e muti del serra-
i

l'Abbondanza. Il Bernino invece lo qua- glio, non meno che le donne, tranne una
lifica stupido ed inesperto, che lontano odalica che gli partorì l'erede de! trono.
cla'tumulti della corte e in una cella avea Nel 1620 Otman II, ad istanza dell'am-
pasciuto 1'
ozio degli anni fra le lascivie basciatore di Francia Di-Ilurlay-Saucy,
T VK Tua 33 7
concesse il seguente firmano a' religiosi chiesa situata in Bettlemme, e gli altri

cattolici de'LuoghiSanti.»I religiosi fran- luoghi che sono in possesso ed in uso dei
chi antichi possessori esclusivi della chie- religiosi franchi". Ma da quell'epoca fi-

sa di Bettlemrae, e della chiesa del Sepol- no a'nostri giorni l'istoria de'Luoghi San •

cro dellaVergine hanno di loro buon gra- ti non è più altro che un tessuto d'usur-

do concesso ad ognuna delle altre comu- pazioni continue, fatte, per così dire, a pal-
nioni cristiane una parte de'santuari nel- mo a palmo da'greci e dagli armeni, alcu
la chiesa superiore; ma la parte inferio- na volta uniti contro il nemico comune,al-
re in cui nacque Gesti Cristo (che a lui cuna volta separati ed operanti ciascuno
sia salute) è santuario esclusivo de'reli- per proprio conto; ed un seguito ed un
giosi franchi. Nessun'altra nazione vi ha alternarsi difirmani contraddittorii dati
diritto, ed è proibito a ciascuna di esse dalla Porta ottomana, secondo che es-
di usurpare d'ora innanzi ideili luoghi. sa si lasciava ingannare dalla frode e dai
Gli armeni e le altre nazioni cristiane documenti falsificati che le presentavano
hanno nella chiesa delSepolcro della Ver- igreci e gli armeni, ovvero secondo che
gine santuari loro assegnati per l'inter- i suoi officiali si lasciavano più abbaglia-
mezzo e colla permissione de' religiosi re dallo splendore dell'oro che loro ve-
franchi ; e questi poi hanno documen- niva offerto per ottenerne il giudizio fa-
tiche ascendono fino al tempo de'sulta- vorevole, ovvero per converso secondo
ni arabi, i quali dimostrano che le altre ch'ella era tenuta a dovere da'vi vi richia-
nazioni non hanno alcun diritto sopra mi delle potenzecattoliche, e specialmen-
questo luogo; e perciò non ponno sospen- te dalla Francia e da Venezia, e forzata
dervi lampade... I greci posero in mezzo così di stare agli antichi patti, e di man-
la stessa pretensione di comunità di uso tenere i diritti de'latini. Otman II cono-
e di possesso riguardo alla cupola cono- scendosi per potente monarca, nella sua
sciuta sotto il nome di Sepolcro di Gesù ambizione ritenne che il conquisto di tut-

Cristo.... Parimenti gli armeni allegando ta la terra fosse a lui riservato. Si pro-
diritti sopra la pietra dell'Unzione, disse- pose perciò d'imitare Selim I e Solima-
ro: // capo de' religiosifranchi ci ha per- no li, come pieno di spirito e d'orgoglio,

messo di accendervi de' cerij questa li- bravo, ma temerario. Pensò quindi d'at-
cenza ci dà diritto alla comunione di taccare la Polonia } \a quale avea conser-
questo luogo ... Noi ordiniamo che ciò vato sempre buona concordia e amicizia
non si permetta a nessuno armeno, né ad co'sultani,raassimeconBajazetIIeSeIimI,
altri uel luogo dove nacque Gesù. Cristo, così con Solimano II che avea rinnovato
luogo posto sotto la chiesa di Bettlemme, gli antichi trattati, fatti con reciproca sti-

e neppure nella cupola che si chiama la ma. Ma ogni legge fu rotta, ogni giura-
Tomba di Gesù Cristo, e ne anco nell'in- mento violato dal sultano, irritato dalle
terno del Sepolcro della santa Vergine, frequenti incursioni de'cosacchi, quali pel
ed in fine in nessuno de'santuari, qua- i mar Nero fino a' borghi a vista di Co-
lida lungo tempo appartengono areli- stantinopoli spesse volte scorrevano,
giosi franchi. Dato nel palazzo di Daud mandando a fuoco ogni più delizioso pae-
pascià nel mese di Djemadi-el- Akhez se, e asportando quel di più di preda che
io3o dell'Egira". Tre anni più tardi lo loro veniva fatto rubare.PertantoOtmau
stesso ambasciatore ottenne un novello II,e desiderando di segnalarsi con qual-
firmano, il quale ordina.» Non doversi che singolare e mai tentata impresa, e-
permettere che senza la licenza del p. spose al divano di voler dichiarare guer-
Guardiano alcuno s'ingerisca in ciò che ra al regno di Polonia. I ministri cono-
riguarda il Sepolcro di Gesù Cristo , la scendo i polacchi per invincibili quando
VOL. ixxxi. 23
1

338 TUR T U R
sono uniti, disapprovarono In risolo/io- za feci ammutinare gli altri, e se non s'in

ne, muftì dichiarandola ingiusta; e il


il terponeva a sedarli l'ngà la sollevazione
gran visir Musi afa per averla più degli scoppiavo. Malcontenti, continuarono a
11

altri impugnata, ii sultano gli fu sopra, combattere, ed polacchi per la 3. vol- i

10 ferì e per poco non lo svenò. Quindi ta disfecero i turchi. Laonde il sultano
Otman II ordinò che si cavassero dall'e- presso Goccino nella Moldavia, lece la

rario 20 milioni d'oro per allestire un pace con onorevoli condizioni, mentre il

formidabile esercito, alla cui tesla voleva Papa trattava una generale lega contro
marciare, con 3oo pezzi di cannone e un Otman II, stipulandosi che cosacchi non i

equipaggio immenso. Appena i polacchi avrebbero danneggiato sudditi turchi, i

seppero grandi preparativi de'lurchi per


i ne tartari di Crimea e di Bessarahia i
i

assalirli, adunarono nella dieta di Varsa- sudditi polacchi. Tornato il sultano in


via la uobiltà polacca, e con generosa de- Costantinopoli pieno di risentimenlocon-
liberazione stabilirono di difenderead o- Irò i giannizzeri, si propose abolire trup-

gni costo la propria patria e libertà. Per- pa sì tumultuante, che continuamente


ciò inviarono diversi nobili a Papa Gre- comprometteva l'impero e cospira va con-
gorio XV, all'imperatore Ferdinando li tro la vita del sovrano, surrogandole al-
e agli altri principi cristiani, invocando i cune compagnie arabe. Ne comunicò l'i-
loro soccorsi contro il comune nemico. dea al gran visir Divaler, ma cjuesti lo
11 Papa assegnò notabile somma ogni me- avvertì di non precipitare in novità tan-
se ad Acazio Grochovio vescovo di Pie- to pericolosa ,
poiché nelle loro potenti
mislia, segretario del re Sigismondo III mani era la sua vita, il serraggio e la ca-
e suo residente in Roma, promettendo- pitate; o almeno doversi prima trasferi-
gli altri aiuti appena fosse terminata la re la sede dell'impero in Damasco capi-
guerra mossa dagli eretici all' impera- tale della Siria, o al Cairo capitale d'E-
tore, per la quale avea esausto l'erario gitto. Ostinato il sultano d'abolire i gian-
pontificio. Il giovane Olindo li neh 61 nizzeri, sparse voceche per un voto fat-
eutrò col suo numeroso esercito in Po- to a Maometto per la salute dell'anima
lonia , e Uladislao figlio del re alla te- sua dovea recarsi alla Mecca, e intanto
sta d'80,000 combattenti evitò gli scon- spogliò il suo serraglio e quello dell'oda-
tri per la sproporzione delle forze e per liche, moschee e sepolcri, di quanto
le i

non arrischiare la battaglia. Questa però oro argento e gioie contenevano, non
,

presentatagli dal sultano, contro il pa- perdonandola al cadavere del padre, dal
rere degenerali che non lo volevano e- cui turbante tolse le gemme, ne a quello
iposto a' pericoli, i polacchi respinsero i d'un figlio dal cui collo prese la catena
turchi valorosamente. In vedere le per- tempestata di perle, e d'ogni cosa fece ca-
dile gravi dell'esercito il sultano pianse ricare diversi vascelli. Ordinò poi elicsi
di rabbia, rimproverando di viltà 1 suoi. trucidassero tutti i fratelli, perchè volen-
Allora Raraskas pascià di Buda si gettò dolo i giannizzeri detronizzare non tro-
nel più forte della mischia, e n'avrebbe vassero sua famiglia; onde ciò sa-
altri di

trionfalo se gran visir suo nemico l'a-


il putosi da Riosem, le riuscì colla propria
vesse secondato, onde vi perì e l'eserci- vita scampar quella del figlio A murai, e-
to ricevè altra sconfitta. Sospettando il vadendo dal serraglio, ed anche gli altri
sultano che l'amato pascià l'avesse sa- scamparono la morte decretata. Solo ec-
grificatoil suo emulo, lo depose e dichia- cettuò lo zio Mustafa come imbecille, I

rò gran visir Divaler, acremente rimpro- e perchè seco lo conduceva. Da tutte que-
verando d'inetti giannizzeri e molti dii ste disposizioni fieramente s'insospettiro-
essi ne fece trucidare. Questa imprudeu- no il popolo, i giannizzeri,! grandi. I mal-
x ua TUR 33 9
contenti in numero di 12,000 obbliga- tilmente l' infelice principe ìagrimando
rono due kadi-leskieri, o supremi giudici supplicò di non esser fatto morire per ma-
delle provincie di recarsi dal sultano e di ni così infami. Portato nel castello delle
pregarlo da parie del popolo e della mi- 7 torri, fu cacciato in orrida prigione, ove
lizia anon abbandonare la città imperia- fu massacrato a'24 maggio d'ordine del
le. Idue kadì con rampogne furono cac- gran visir Daut che aspirava al trono, nel-
ciati dal sultano e disprezzati due volte. l'età di 1 7 anni. L'odio che i giannizzeri
Allora gli ammutinati indussero il muftì aveano concepito per l'ucciso monarca,
a rimuoverei! sultanodalla sua risoluzio- fece loro obbliare il disprezzo cheaveano
ne; ma questi benché di lui suocero non pel vergognoso fantasma di Mustafà I. A
volendosi esporre ad oltragginoli un fefta colorire l'incoerente e ridicola sua ripri-
dichiarò al sultano non poter eseguir il slinazione, fu pubblicato che la sua taci-
suo voto e pellegrinaggio alla Mecca, per- turnità e raccoglimento erano effetti di

chè essendo di pregiudizio a'sudditi e al- sua vita contemplativa, e delle medita-
l'impero, non poteva piacere nèa Dio, ne zioni sublimi e religiose alle quali si de-
a Maometto. Ricevuto da Otman II il dicava nell'eccessivo fervore di saviezzae
fefta furiosamente lo lacerò, con iscan- di pietà. Mustafà I per assicurarsi nel po-
dalo de'turchi, per non vedere rispetta- tere, fece chiudere in una fortezza tutti i
to il capo supremo della religione. Poi nipoti, e ridonò la calma a Costantino-
comandò a Isuf agà de'giannizzeri di por- poli malcontenta del precedente gover-
si 6compagniee frenare l'au-
alla testa di no, per opera della Valide madre torna-
dacia de'ribelli, il che dopo un tentativo ta a dominare, la quale continuò a far di
tralasciò d'eseguire. Adunato dal sulta- tutto per ascondere l'insufficienza ed inet-
no il divano di 6 ministri, gli manifestò titudine del sultano. Dovendo questi fa-

il suo disegno; 3 di essi si gettarono ai re la pubblica comparsa per la città, dal-


suoi piedi inutilmente scongiurandolo a la Valide in nome suo fu distribuito un
desistere dalla partenza. Egli invece con milione di zecchini alle milizie. Ma quan-
hatti-cheriff de' 18 maggio 1622, avvisò do il popolo vide a cavallo Mustafà I, in-

il beglierbey del Cairo di recarsi a fìssa- cedere come un insensato, Io pose in ri-
re la sua residenza in quella città. Lo scrit- dicolo. La sua imbecillità si mutò presto
to fu intercettato da'sollevali e persuasi in demenza e furore. La misura di tali

del vero scopo del sultano, in numero di colmo, e quelli che loa-
eccessi giunse al

3o,ooo furiosamente assalirono il serra- veano innalzatolo rovesciarono di nuo-


glio, e liberarono di prigione Mustafà I vo. Kiosem madre di Amurat IV, ch'era
restituendogli l'imperiai dignità, ad onta stata chiusa nel vecchio serraglio, ener-
che si mostrò alquanto ripugnante, e fi- gicamente adoprò per l'innalzamento
si

nì con sottomettersi e ringraziare ribel- i del figlio e divano de' 3 set-


vi riuscì. Nel 1

li. Questi gli domandarono la morte di tembre 1623, tenuto nella moschea So-
Otman II, ed egli rispose non essere in r> mania, fu sentenziala la deposizione di

suo potere , ma nelle loro mani. Allora Mustafà I, e l'elevazione d'Arnnrat IV,
corsero a impadronirsi d'Otman II, ede- che nel dì seguente fu proclamato impe-
capitati i 6 del divano posero le loro te- ratore di1 3 anni, e Kiosem riconosciuta
ste sopra aste e con esse girarono per Co- per Valide. Questa gl'insegnò a regnare,
stantinopoli , conducendo in un carro il e seppe quanto prima farsi temere da'suoi
deposto sultano vestito a'20
di vili abiti sudditi e nemici. Non mai attentando i

maggio, da tutti oltraggiato. Giunti nel turchi a 'giorni degl'insensati, il nipote A-


suburbano campo delle milizie, lo fecero murat IV fece chiudere per sempre Mu-
salire su altro carro col carnefice, ed inu- stala I nella sua antica ptigione, venendo
34o TUR TUR
dimenticato: tuttavolta il successore d'A- tempo si vendicò e ne fece gettare nel ma-
murat IV adombrato di sua esistenza, lo re un grandissimo numero. Intanto fra i

fece strangolale nel 63q, ad onta che il


i grandi che sagrificaronoi giannizzeri nel-
Corano vieti di uccidere pazzi. Finchéi l'insurrezione vi furono il muftìjil gran vi-

durò la minorità del sultano, Kiosem fu sir, l'agà degli stessi giannizzeri, il defter-
la governali ice dell'impero; uscito però dar: soloriuscìal suitanodi salvare la ma-
egli di tutela non volle più che s'intrigas- dre Kiosem. Padrone delle sue passioni,
se negli affari di stato, mutazione che tra* era sobrio quando moslravasi alle sue
fìsse l'animo dell'ambiziosa Valide; non truppe.Sottoilsuo regno e neli63o re- i

pertanto passando Amurat IV facilmen- ligiosi latini custodi de'Luoghi Santi per-
te dall'abuso de'piaceri, alla vigilante as- misero a'greci il pane sopra
di benedire
sistenza degli alfari,così Kiosem di tratto Bettlemme.Que-
l'altare della Natività in
in tratto esercitò la sua influenza. Assunto sta concessione,che avrebbe dovuto esser

al trono bagnato ancora dal sangue del un vincolo di pace tra le due nazioni, di-
fratello e avvilito dalla deposizione dello ventò invece un pomodi discordia. Giac-
zio, esercitò in principio il potere con ri- che greci fabbricarono sopra tal conces-
i

servale volendosi assicurare dall'armi cri- sione un gran castello di vane pretese, e
stiane, confermò con l'imperatore Ferdi- mancando le ragioni per sostenerle si ven-
nando 11 per altri io anni la pace, e gli ne alla violenza; il sangue scorse in Bet-
cede alcune terre controverse del conta* tlemme, ed cattolici dovettero darsi a fu-
i

do di Strigonia. Dopo 5 deboli regni, i ga precipitosa per evitare un generale ma-


turchi videro sul trono il principe più as- cello. Appena le notizie di sì grave scan-

soluto che avesse loro mai comandalo. dalo giunsero agli ambasciatori di Fran-
Dotato d'uno spirilo fermo e intrepido, cia e di Venezia, ne fecero amare doglian-
la natura una forza di corpo straor-
gli die ze al governo turco, da cui ottennero due
dinaria, e una maestà che le morali sue fìrmaui,ne'quali è dichiaralo che il s. Se-
doti avvalorava di tuttociòche le forme e- polcro, le due Cupole, la pietra dell'Un-
slerne hanno di più imponente. Egli scos- zione, la chiesa di Belllemme e le 3 chia-
se senza timore il giogo delle leggi e dei vi della cappella sotterranea appartengo-
pregiudizi della nazione, e fu ili. Resul- no a-religiosi franchi. Si trovano inoltre
tamene osò apertamente permettere l'u- in uno di essi le seguenti rimarchevoli
so del vino; egli stesso ne bevea all'ecces- parole:» Chela nazione greca usò false

so, e duede'suoi più cari favoriti non eb- testimonianze e false prove, e che il fir-

bero altri titoli alla loro fortuna, che l'es- mano d' Omar mostrava ad ap-
ch'ella
sere duecrapuloni. Fece morire suoi i fra- poggio di sue pretensioni era un docu-
telli Bajazet e Orcan, con una mazza fer- mento di sua invenzione". Ma greci sem- i

rata levò la vita alla sorella, e con un col- pre crescendo d'audacia fecero pratiche
po di pugnale uccise la sua odalica fa vo- in Costantinopoli, presso la Valide Kio-
lita. Con animo impellerli to accorreva ad sem, che d'origine greca speravano pro-
ogni sentore di novità , e col terrore di tezione. Essi cominciarono collo sparge-
sue minacce si rese divoli più temerari, i re innumerabili calunnie contro i catto-
avendo ancora troncato di propria ma- lici latini , e poi offrirono al gran visir

no dal busto il collo di qualche principa- 20,000 piastre, ch'egli vilmente accettò.
le pascià; il che gli conciliò la stima e l'a- I religiosi latini non poterono evitare il
more de'giannizzeri. Ma in una ribellio- colpo che li minacciava, se nonché sbor-
ne di questi fu in pericolo di restarne vit- sando 8ooo piastre in contanti e promet-
tima, se non permetteva 1' uccisione dei tendone altre i4,ooo. Però il visir parli
diversi grandi partigiani di Kiosem ; a per la guerra di Persia, e il suo luogote-
TUR TUIi 341
iiente,comprato da'greci, accolse favore- vea concesso i LuoghiSanti al patriarca di
volmente la loro causa. Invano gli am- Gerusalemme, era una 2.* falsificazione

basciatori di Francia e di Venezia si la- facile a verificarsi, perchè egli invece del
gnarono presso la Porta, invano mostra- vero nome del patriarca allora sedente
rono le concessioni anteriori; la corruzio- vi avea per isbaglio inserito quello di
ne e la violenza finsero. I greci si solle- Teolano. 3.° Che il kyayo o maggiordo-
varono con vera sommossa; l'ambascia- mo del capitan pascià subornato con2ooo
tore di Francia fu assediato nel suo pa- scudi avea presentato il firmano da sot-
lazzo, il (. dragomanno dell'ambasciato- toscriversi al sultano nell'istante in cui e-
re di Venezia fu impiccato al suo balco- gli,uscendo di fretta dal palazzo e salen-
ne, un dragomanno dell'ambasciatore di do a cavallo, non avea avuto il tempo di
Francia venne impalato; 3 ambasciato- i esaminarlo. Avendo il gran visir ricono-
ri di Francia, dell' imperatore e di Ve- sciuta l'esattezza di questa deposizione,
nezia furono carcerati e posti ne'ferri per Amurat IV rivocò il (irmano concesso ai

molti giorni. Il sultano Amurat IV ag- greci,e nel 1 635 ne fece scrivere il seguen-
giudicò a'greci la chiesa di Bettlerame, te in favore de' religiosi latini. *» Oggi i

la Culla, i giardini, la pietra dell'Unzio- religiosi franchi hanno mostratodocu- i

ne; e proibì a'greci di farsi cattolici. Il menti ch'essi aveano nelle mani. Noi li ab-
che fece ingannalo della sciocca accusa biamo esaminati, e vedemmo ch'essi e-
sparsa ad arte da'greci, che quelli qua- i rano carte antiche. Da essi apparisce che
li si convertivano alla religione de'fran- tutti i luoghi qui sopra indicati, come pu-
chi voleano esentarsi dal pagar l'imposta re le 3 porte della grotta di Bettlemme
e sottrarsi dalla sua ubbidienza. Ma que- e le chiavi di dette porte appartengono
sto trionfo ottenuto colla violenza e col- esclusivamente a'religiosi franchi fin dal

la frode non fu di lunga durata. L'arci- tempo della conquista di Gerusalemme


diacono Gregorio nipote del patriarca di fatta dal califfo Omar l'uno de' 4 califfi

Gerusalemme , sdegnato per la perdita (Dio sia contento di lui), e che al tempo
d'una somma di denaro che il suo zio e- in cui il nostro avo di gloriosa memoria
rasi tenuta perse, si recò a Costantinopo- il sultano Selim I (il quale è ora in para-
li a lamentarsi del patriarca e chiedere diso), s'impadronì di questi santuari, es-
la sua destituzione. Tra pel suo sdegno, si rimasero tutti, come per ('innanzi, nel-

e perchè tormentato da'rimorsi della sua le mani de'medesimi religiosi franchi. Af-
coscienza , egli manifestò ancora in pre- finchè i religiosi franchi rimangano in
senza degli ambasciatori dell'imperato- possessione di detti luoghi, chiesa e mo-
re, di Francia e di Venezia: i.° Ch'egli nastero, noi abbiamo dato un nobile fir-

era l'autore della falsificazione del docu- mano decorato d' uno scritto di nostro
mento presentato al divano intorno ad proprio pugno, affinchè loro serva di ti-

una pretesa visita del profeta Maometto tolo, ed abbiamo ordinato che secondo
a Bettlemme, dove questi diceasi aver già questo firmano, franchi abbiano, comei

trovato greci ed accesa una lampada al


i anticamente, il possesso e l'uso della grot-
santuario della Natività ad onore di Ge- ta situata aBettlemme, e conosciuta sot-
sù Cristo; che il testo del vecchio ms. da to il nome di
Culla di Nostro Signore, di
lui falsificato recava il nome generale di cui greci si sono impadroniti colla fro-
i

cristiani (Nacara), e ch'egli vi avea so- de, e col produrre falsi documenti; e che
stituito quello de'greci (Roumi). 2. Che i franchi abbiano in possessione ed uso la

il ms. turco presentato al medesimo tem- pietra dell' Unzione situata nella chiesa
po al visir il sultano Se
ed attestante che del s. Sepolcro, le volte del Calvario, 7 i

firn I quando conquistò Gerusalemme a- archi situati sopra s. Maria, le due Cu-
34* TUR I V R
pule, la granile e la piccola, che cuopro- monarchico reggimento , precipitarono
iM > la tomba di Gesù Cristo; ch'essi ab nel mare da alta torre il fraudolento pa-
bumo inoltre, nello stesso modo che per triarca greco, incolpato d'alroci delitti.
lo passalo, la possessione sia in Gerusa- Il patriarca successore chiamato Parte-
lemme della tomba di s. Maria e del con- nio e anche Cirillo d'Uteri* o di Berne,
tento colle sue attinenze e dipendenze, avvedutosi della corruzione generale col-
sia nel villaggio di Nazareth della chie- la quale lafede cattolica era pervertita in

sa e monastero, ed in somma di tulli i calvinistica convocò in Costantinopoli


luoghi, de'quali (inora furono in posses- un sinodo di su(Traganei,nel quale esecrò
so non contrastalo; che d'ora innanzi nò l'eresia con tanta vivezza di zelo, die
greci, ne armeni, uè alcun'allra nazione della condanna ne trasmise la notizia con
cristiana osi turbarli o inquietarli che ; lettere sino agli ultimi termini d'Euro-
sempre ne'detti luoghi, e principalmen- pa e di Asia, facendo palese al mondo
te sul Calvario, i religiosi franchi eserci- quanto fosse riprovevole ed empia quella
tino il loro cullo a loro piacere come per setta, che neppure volevasi ammettere ne
lo passato, e vi accendino, come innan- dagli scismatici, uè da' maomettani. Par-
zi , cerei e lampade, senza the alcuno li tenio condannò pure tanto il predecessore
molesti; che negli esercizi del loro cullo Ciiillo Lucano, che gli errori de' calvi-
il superiore de'religiosi franchi abbia, co- nisti, in due altri coucilii di Costantino-
me per l'innanzi, la precedenza sopra i poli. Di più inviò deputati a Papa Ur-
religiosi d'ogni allra nazione, purché pa- bano Vili per rendergli ubbidienza co-
ghino il tributo secondo l'antica consue- me capo della Chiesa universale, e per
tudine". L'originale di questo firmano e trattare1' unione de' greci colla chiesa
della relazione del (alto serilla dal dele- romana, la quale però non ebbe effet-
gato della Sublime Portarono deposti ne- to. Le guerre di Amurat IV contro la

gli archivi dell'ospizio di Terra Santa in Polonia, e contro la Persia, ove sem-
Pera. Intanto reggeva il palliai calo greco pre combattè valorosamente in perso-
di Costantinopoli Cirillo Lucano, prima na, la presa di Vati, di Erivan, e quel-
maomettano, poi scismatico crinalmen- li* per sempre famosa di Bagdad, in cui
te eretico calvinista, perciò ràbicissimo enttò sui cadaveri di 3o,ooo vinti, ed
della s. Sede, e fanatico per contraddirla ove si fece coronare re di Persia, gli ac-
coll'opposizione ancora de'suoi successori; quistarono il solito titolo di Ghazyj ma
al quale effetto avea mandato de'giovani le sue dissolutezze d' ubriachezza e la-
greci ad apprender le scienze nelle scuole scivia^ gli stravizzi che commetteva coi
eretiche dell'Olanda, e pubblicato per la paggi mosaip favoriti, affrettarono il ter-
Grecia una confessione di fede, in cui ol- mine de' suoi giorni e lo condussero ad
tie gli articoli del vecchio scisma v'inserì una morte immatura. Accorgendosi che
i
7 proposizioni di Calvino, le quali dalla nell'ebbrezza dava ordini ridicoli e disu-
turba imbelle e dalle ignoranti cattedre mani, ordinò «'ministri che non l'ubbi-
di que'desolati paesi apprese, e insegnate dissero dopo il pranzo e dopo la cena.
per cattoliche, ridussero la miserabile Sotto il suo regno furono assalite le spiag-
Grecia in una Ginevra di Calvinisti. Ac- ge di Napoli dalla poderosa squadra dei
cudivano! mercanti eretici delle parti oc- maomettani comandata d'Ansati Cala-
cidentali alle operazioni di Cirillo, e con slatfamoso corsaro. Ma unite da Papa
frequenti donativi di deuaro, di cui egli Urbano Vili le proprie galere a quelle
era avidissimo, tenevano forlemeute nel- di Toscana dell'ordine di s. Stefano I, ne
la loro fede il di lui animo. Ma i turchi, riportò un'insigne vittoria. Amurat IV
che odiavano i calvinisti come nemici del fece fiorire l'impero, il terrore che avea
TUR TUR 343
sa pufo ispirare conteneva pascià i clie go- mici. A decidere affare cotanto grave si

vernavano le provincie, e magistrati che i adunò il divano, il quale per il sesso e per
amministravano la giustizia non ardiva- la dignità permise a Kiosem di perorare

no più di prevaricare; imperocché ascoi* prima degli altri pretendenti. Con fran-
lamio ogni lagnanza, era sempre pronto co coraggio, dimostrò i funesti inconve-
a casligare. Spesso travestito si presen- nienti che sarebbero nati nell'impero, se
tava ne' lunghi o v'era meno atteso. Vo- un principe straniero o un suddito am-
leva con precisione sapere cosa si diceva di bizioso, si fossero preferiti con aperta in-
lui, ilche spesso gli serviva a corregger- giustizia al sangue ottomano di suo figlio
si. Sapeva a meraviglia dissimulare. Nel- Ibraim, unico rampollo della famiglia im-
l'incendio di Costantinopoli che incene- periale. La sola sua perorazione bastò
ri 200 serragli e 6000 case, con l'eccidio perchè il divano, dichiarando nullo il te-

d' innumerabile gente, magnificamente stamento d'Amurat IV, proclamasse sul-


soccorse danneggiati. Teneva una pro-
i tano Ibraim, e tosto lo riconobbe per le-
digiosa quantità di musici, co'quali pas- gittimo imperatore. Questi che ignorava
sava Tintele giornate. La peste avendo l'avvenuto e più d'una volta avea scam-
desolato l'impero, penetrò in Costantino- pato la morte ordinata dal fratello, sen-
poli, e ad onta delle precauzioni anche tendo gridi del popolo temè qualche sol-
i

nel serraglio, ove perirono 1 00 odaliche levazione e si chiuse bene nelle camere,
e chez-adè o erede del trono, che essen-
il in cui l'avea rilegato il fratello; poiché più
do l'unico figlio del sultano, questi ne re- volte nelle rivoluzioni erasi sagrificato al-
stò inconsolabile. Alcune ore prima di l'ira popolare, per salvar la vita del sul-
spirare, minacciò i suoi medici di farli tano, quella d'alcun principe del sangue
pei ire, se non s'affrettavano a guarirlo. superstite, acciò il popolo fanatico per la

Morì nel 1640 di 32 anni circa. Lasco 7 conservazione della famiglia ottomana
figliuole che maritò ad alcuni pascià; di desistesse dall'incrudelire sul sovrano,per
5 figli gli sopravvisse Solimano il solo na- non esporsi ad un prin-
esser governato da
to dalla bella Rascima a Djarbekir, che cipe straniero. Per quanto accorressero i

il sultano ignorava, per tenerlo la madre grandi dell'impero e la stessa madre ad


occulto temendo il furore dell' hassaki assicurarlo di non temere e che era dive-
Rossana. Nel suo testamento diseredò il nuto sultano, non volle mai aprire; con-
suo fratello Ibraim , che teneva per in- venne portargli il cadavere del fratello
capace di regnare per la sua debolezza di per convincerlo. A questi poi fece solen-
chiamò alla successione
spirito, e invece nissime esequie, e col capo nudo volle por-
dell'impero Rim-Kiraskan de'tarlari. Al tare anch'esso sulle spalle la cassa mor-
cuni amanti di novità pretesero che a- tuaria.
vesse pieno effetto la disposizione d'Anni* Ibraim bello della persona, dolce e u-
rat IV, perchè grandi vantaggi si ripro- mano, nel resto era goffo e incapace di
mettevano dal kan. Mustafà gran defter- regnare, per cui dominò per lui la Valide
dar, capitan pascià e genero del sultano, Kiosem, cui dovea il trono. Alle sue in-
sosteneva appartenere a lui il trono, qua- sinuazioni, e per le mene, falsi documenti
lora non si eseguisse il testamento, e in e oro de' greci, a questi Ibraim concesse
favor suo avea un forte partito. Ma pre- un firmano contraddittorio a quello re-
Kiosem ma-
valse l'impegno della Valide cente del fratello in favore de' latini dei
dre ancora d'Ibraim, co'suoi destri ma- Luoghi Santi. Die a' greci con tale atto
neggi e persuaditrice eloquenza, e più di l'autoritàdi riprendersi i santuari da loro
tutto co'tesori da lei cumulati che profu- contrastati a'Iegittimi possessori. Inoltre
se a'più poteuti pascià e ministri suoi a- i greci ingannarono il governo turco, con
344 TUR TUR
calunnie non meno
che ridicole, co-
false del principe di Valacchia, più a forza di
inè ci' aver Ialini rubato il corpo della
i oro, che di ferro, assediò e prese la for-

ss. Vergine, per tentare d' impadronirsi tezza d'Azow nel fondo della palude Meo-
della cappella sotterranea sagra alla me- tide, e ne scacciò i cosacchi russi, feroci in-
desima a pie del monte Oliveto, nella festatori di quel mare. Ma poi Ibraim o
quale è il suo sepolcro. E qui noterò, che per sospetto o altrui inimicizia fece uc-
fu poi ordinala una ricerca, dopo la quale cidere il gran visir e gli sostituì Mehe-
1' ambasciatore di Francia ottenne nel met pascià di Damasco, per genio e per
1666 un fi mio no, il quale dimostra e rim- fede avverso a' cristiani, che cercò nuo-
provera la malizia e le menzogne de'gre- cere in ogni modo. Spinse Bechir pascià
ci, e ripone i religiosi franchi in possesso con 46 galere ne'mari d'Italia; intimorì
di questa chiesa eh' essi possedevano da Otranto, e corseggiando Tacque di Ta-
più di 36o anni. Ciò non ostante nel de- ranto, saccheggiò Rocca Imperiale e fece
clinar dello scorso secolo, greci sempre i 200 schiavi. Nel 1 644 ! generale Bau-
collemedesime male arti riuscirono nuo- drand comandante la squadra di sei ga-
vamente ad impossessarsene^ b posseggo- lere de'cavalieri di Malta, si portò nelle
no ancora di presente, e pare senza neppur acque di Rodi per dar la caccia alla ca-
permettere a'pi'eti latini di celebrarvi la rovana che soleva passare da Costanti-
messa. Ibraim nel i.°anno vigilò alquan- nopoli al Cairo nel settembre, composta
to sugli affari, puntualmente interveniva di 3 grossi vascelli sultane, oltre le sai-

al divano, cui raccomandava la giustizia che e altri legni minori. Dopo un dispe-
e che si risparmiasse possibilmente il san- rato combattimento e la morte di Bau-
gue de' sudditi ma sciolse il freno alle
, drand e di Chislar agà, vinsero i cava-
passioni. Furioso e disordinato, era un lieri, e tra' prigioni vi fu Mehemet cadì
misto di ferocia e di timidezza, di prodi- della Mecca, ascendendo la preda a circa
galità e d' avarizia : fece consistere tutte due milioni. Di questo fatto sdegnato I-
le sue occupazioni in trattenersi nell' ha- braiin e il visir, armarono una poderosa
rem colle sue odaliche, lasciando il go- flotta, restandone intimoriti veneti come i

verno dell'impero a Riosem, e al gran più esposti per le loro colonie all' offese
visir Muslafà. Questa poi per sfogare la de'turchi,e per aver ricettato ne'loro por-
sua ambizione fomentava la mollezza del ti le vittoriose galere maltesi. Papa Inno-
figlio, popolando il serraglio d'una gran cenzo X eccitò la Francia e la Spagna a
quantità delle più belle di Grecia, di Gior- cessar la guerra, mentre di nuovo il cri-
gia e di Circassia. Una di qnest' ultime stianesimo era minacciato nel conquisto
chiamata Jachan, nel 16^1 gli partorì di Candid e d'altre isole de'veneti come
Maometto erede dell' impero, che colmò si sospettava. Mandò al re di Polonia
di gioia il sultano e i sudditi, trepidanti 3o,ooo scudi, acciò dalle sue frontiere di-
fin allora per mancanza di successione; vertisse l'armi de'turchi nelle sue mosse;
indi gli nacquero altri tre figli, con che ma il re era intento a una spedizione con-
restò spento il fuoco delle pretensioni al- tro i tartari di Crimea, avendo a tal ef-
trui al trono. Però cominciarono quelle fetto assoldato buon numero di cosacchi.
dell'hassaki Jachan, che bramava essere Di più il Papa aumentò le sue milizie,
a parte del potere esercitato dalla Vali- parte ne inviò in aiuto di Malta, e parte
de, onde fra loro restarono implacabili ne- in Dalmazia sotto il comando del conte
miche. Muslafà scaltro e alieno dalle ar- Mirolio indi ordinò pubbliche orazioni
;

mi, profittò delle occasioni per ingrandir pel celeste aiuto. Appena udì la partenza
l'impero senza muoversi dalla reggia per de' turchi a' danni eli Candia, promulgò
mantenersi nel favore. Quindi per opera un Giubileo, e permise alla repubblica
T UR TUR 345
di Venezia d'esigere per 3 volte dal clero con essi e co'due kadi-leskieri per detro-
de'suoi stati 100,000 scudi d'oro, e sol- nizzarlo. A'7 agosto 1648 insorti i gian-
lecitò che ad essa si unisse la sua squadra nizzeri furiosamente portatisi al serra-
di 5 galere, con quelle che si potesse rac- glio imperiale, col muftì e i kadi-lesckieri,
cogliere da'principi cristiani. La Spagna chiese 1 oal sultano la testa del genero gran
ne somministrò 5, altrettante la Toscana, visir Achmet suo ministro in tutte Y ini-

6 Malta, delle quali 21 galere Innocen- quità, e che gli surrogasse il seraschiere.
zo X affidò il supremo comando al nipo- Voleva Ibraim resistere, ma Kiosem lo

te Nicolò Ludovisì generale di s. Chiesa. persuase a cedere. Nel dì seguente torna-


Altri soccorsi il Papa ottenne da Francia, rono i giannizzeri dal sultano, e gli do-
da Parma, da Modena, oltre 3ooo scudi mandarono il chez-adè Maometto IV, ed
dal cardinal Barberini e 10,000 da altro alla negativa, mediante il fefta di deposi-
cospicuo ecclesiastico. Udivano aspirava zione del muftì forzarono il serraglio. Cor-
all' impresa di Malta, ma conosciuta la se Riosem per salvar la vita a Ibraim, e
difficoltà risolvè quella di Candia, confi- questa gli fu concessa dopo la consegna
nante a 'suoi domimi, a' quali intese unir- del figlio Maometto IV di 7 anni, che i

la; tuttavia dichiarando con simulazione giannizzeri proclamarono sultano, e gli


guerra a Malta nel marzo i645, in vece cinsero la scimitarra ottomana, equiva-
arrestato contro il diritto delle genti il lente alla corona e allo scettro. Rinchiuso
bailo veneto di Costantinopoli, nel giu- Ibraim una camera, per disperazione
in

gno fece investire l'isola di Candia dal- battè mura, finché il muftì
la testa alle

la flotta, forte di 378 legni e di 5o,ooo con altro fefta lo dichiarò degno di mor-
soldati. Seguito lo sbarco, a' 19 agosto i te, per cui 8 giorni dopo la sua deposi-

turchi fecero capitolare Canea ; e tosto si zione, fu strangolato con cordoni di seta
impadronirono di buona parte dell'isola da' dislì o muti del serraglio a' 1 7 di detto
che riempirono di terrore e di stragi. In- mese. L'ambiziosa Riosem volle domina-
di Cussein pascià cominciò il famoso asse- reanche in un 4-° regno. Quale ava del
dio della città diCandia, memorabile pegli nuovo sultano aspirò alla reggenza, e la
sforzi degli assedianti, e per la costante e ottenne dal divano, dovendo governare
valorosa difesa degli assediati. I veneti in durante la sua minorità insieme alla Va-
vece assalirono la Dalmazia, espugnarono lide Jachan, assistite dal consiglio di 12
vari luoghi e sparsero la costernazione pascià, ed al principe fu dato per aio o
per tutto il paese. Intanto Ibraim abban- hoggia il pascià Vani effendi onesto e sa-
donato alle sue dissolutezze avea riempi- vio. Però le rivalità delle due reggenti

to l'impero di malcontento, per sopire il posero in iscompiglioil serraglio, la capi-


quale Riosem andava dispensando tesori talee l'impero,Riosem sostenuta da'gian-
al popolo, alle truppe, a'ministri, ed a fu- nizzeri, e Jachan difesa da'loro emuligli
ria di scaltrezze e di avvilimenti rilardò spahys, e più volte il sultano fu in peri-
lo scempio del debosciato figlio, le cui colo di restarne vittima, se il gran visir
dissolutezze fecero inorridire i sudditi, in Siaoux non avesse vigorosamente veglia-
modo che non vollero più tollerarlo, dopo to alla sua difesa, troncando le ordite con-
aver per forza disonorato anche la figlia giure. Finalmente Riosem nella sua ca-
del muftì. Questi trattenne quelli che vo- mera fu massacrata dagl' icioglami, pag-
leano vendicarlo, riservando a tempo più gi d'origine cristiana del serraglio, dopo

opportuno il suo risentimento e inde- circa io anni di sua reggenza. Dipoi il


gnazione. Profittando poi de'disgusti in- pascià d' Aleppo Orkan insorse per de-
sorti tra il sultano, ed il seraschiere Me- tronizzar Maometto IV., e dichiarar sul-

hemetel'agà de' giannizzeri, convenne tano l'incognito Solimano figlio d'Ama-


346 TUR TUR
rat IV, e nato dall' avvenente Rasciina. I cardinali Francesco Barberini e Flavio
Riuwcì però a Mehemet Kiuperli pascià Chigi nipote del Papa spedirono galere
diDamascoegran visir di vincere Orkau, con generosa emulazione a proprie spese
e lo fece strangolai e con Solimano. Uscito mantenute, ed il i.° anche 5ooo tumuli
Maometto IV ili minorità mostrò passio- di grano. Il cardinal Antonio Barberini
ne per la caccia, per la quale teneva im- offrì 100,000 scudi, il cardinal Bernardi-
piegate 3o,ooo persone e 900 cani levrie- no Spada morendo lasciò 10,000 scudi,
ri, amando d'allontanarsi da Costantino- e il cardinal Mozzarmi ne legò al Papa
poli che abborriva, per rammentare gra- i 200,000 parimenti per impiegarli nella
vi pericoli in essa passati nella sua fanciul- guerra contro i turchi II cardinal Nicolò
lezza. Fino all'età di 22 anni non mo- Guido di Bagno vendè la suppellettile di
sti ò alcuna propensione per 1' odaliche, argento, il palazzo e le vigne che posse-
abbandonato al bestiale vizio dell'infame deva, e il ricavato di scudi 38,ooo desti-
ed empia pederastia, riprovato dalla im« nò pel sostentamento della fede nel regno
tura, dalla morale, dalla ragione e dalla di Candia. (ili altri cardinali dierono cir-
religione. Perciò fu perduto amante dei ca 5oo scudi per ciascuno. Luigi XIV con
inosaip Mehemet e Mustafà, favoriti e nuovo soccorso contribuì 00,000 scudi. 1

potenti; pel ricacciò benemerito visiril In più altri modi aiutò Alessandro VII la
Kiuperli e Ristar agà, che colla Valide repubblica di Venezia per sostenere le

aveano tentato d'ammonirlo; il 2. creò grandi spese, applicandole i beni de'sop-


pascià e visir del banco, conferendo il pa- pressi Crociferi e de'canouici di s. Spirilo
triarcato di Costantinopoli ad un suo rac- di Venezia, che fruttarono 9^8,970 scu-
comandato. Datosi poi all'odaliche, Za- di, oltre le decime imposte di 3oo,ooo
cbi di Relimo, presa nella guerra diCan- scudi per sostenere la guerra, e lo straor-
dia, lo fece padre di Mustafà erede del dinario sussidio di scudi 100,000 pre-
trono, donando per giubilo alla madre scritto al clero de' veneti domimi. Rinfor-
una corona d'oro tempestala delle più zò il reggimento pontifìcio in Dalmazia,
preziose gemme; quindi e ad onta dell'a- ed ebbe la consolazione di vedere nel 1 656
more e della stima cheZachi seppe inspi- i famosa vittoria dei
veneziani riportare la

rargli, non tardò il sultano a darsi in pre- Dardanelli, nella quale gloriosamente vi
da all'altre odaliche, lasciando governare perì il comandante generale Marcello. Ne
al gran visir Achmet Kiuperli, figlio del- fu conseguenza conquisti di Tenedo ,chei

l'espulso, destro quanto il padre, fornito servì a serrare a Costantinopoli il mare, e


di talento e di spirito. La guerra di Cau- di LemiWy ambedue isole che nel 1 6.^7
dia cominciata da Ibraim, continuò Mao- ricuperarono i turchi, mentre sotto Can-
metto IV, ora con prospero, ora con av- dia infierivano con ripetuti e furiosi as-
\erso successo, ne'mari dell'Arcipelago e salti. Nel 1 660 i turchi, senza abbandonar
diCandia con frequenti battaglie co'prodi la guerra contro i veneti, la mossero alla
veneti. Appena divenne Papa Alessandro Transilvania, assediarono Varadinoe l'e-

VII, effettuò quanto in uno scritto in con- spugnarono dopo 57 giorni di resistenza,
clave avea consigliato il nuovo Papa per con afflizione dell'imperatore Leopoldol.
la difesa di Candia, alla quale ogni anno A vendo questi inviati soccorsi alla Tran-
inviò galere unite a quelle di Malta, esu- silvania, i turchi l'interpretarono per ma-
bito3ooo fanti,oltre i soccorsi che procurò nifesta rottura, onde fecero crudeli inva-
da'priucipi cattolici nel pacificarli, e le ga- sioni ne' suoi stati, che posero a ferro e
ben firmate da'più opulenti principi,
lere fuoco. Il conte Nicolò Zdrino governato-
come quelli di Sulmona, Piombino, R.os- re di Croazia a frenare l'arroganza tur-
sano, Palestrina ed altri baroni romani. chesca assediò Canissa, ma V imperato-
TUR T U R 34;
re per non irritare di più il nemico ordi- Zdrino nel 1664 devastò il paese de'tur-
nò che si ritirasse, onde il conte ncll' ub- chi, e la città di Cinque Chiese da loro
bidire mal volentieri, costruì una lega occupala; ma il nemico espugnò il forte
distante un forte che col suo nome diZdri- ili Zdrino. Le armi di Souches operarono

no divenne celebre. E per non avello im- con prosperità, batterono più volte tur- i

pedito il pascià di Canissa, il gran visir lo chi, ricuperando Nitria e Leuentz, rup-
fece strozzare. In Belgrado il gran visir pero il pascià di Buda e presero Barcham
i improverò commissari imperiali d'in-
i incontro a Strigonia. 11 visir mirava ad
telligenza co' veneti, e disse loro che se internarsi nell'Austria, ma il 1. "agosto vo-
volevano pace dovesse Leopoldo sbor- I lendo passare il R.aab, Montecuccoli ri-
sare alla Porta due milioni per le spese portò su di lui importante vittoria, che
della guerra, pagarle ogni anno 160,000 salvò la Germania e l'Italia, e si fece la

talleri pel regno austriaco d' Ungheria, e pace con dispiacere degli ungheresi come
concederle il passo ne' suoi stati per in- pregiudizievole, restando la maggior par-
vadere quelli de' veneziani. Inorriditi i te dell'Ungheria sotto turchi. Nel 1667 i

commissari per si orgogliose e vili condi- ilPapa Clemente IX, dopo aver pacificate
zioni, francamente le rigettarono. Allora Francia e Spagna, applicò l'animo alla
il gran visir,che furtivamente avea radu- difesa di Candia stretta dallo stesso gran
nale imponenti forze, dichiarò guerra al- visir, inviando a'veneti 5o,ooo scudi delle

l'imperatore, e tosto die in preda all'im- decime per l'Ungheria, spedì 5oo soldati
pazienti truppe 1' Ungheria e V Austria. comandali dal marchese Maculani, e al-
Leopoldo I restato di ciò sorpreso, vide trettanti a spese della camera apostolici);
verificarsi i ripetuti avvertimenti de've- armò le sue galere di nuove e numerose
ueli, di non fidarsi dell'apparente amici- soldatesche con 100,000 libbre di polve-
zia de'turchi. Pertanto destinò alla difesa re per Candia, alla quale mandò 3o,ooo
sulle rive di Raab il celebre Montecuccoli, scudi, destinando per generale il nipote
della Croazia il conte Zdriuo, della Mo- Vincenzo Rospigliosi. Soppressi gli or-
ravia e della Slesia il conte di Souches. Si dini di s. Giorgio in Alga, de'Gesuali e dei
munirono le piazze più esposte, oltre Vien- Fiesolani, ne applicò i beni a'veneti. Im-
na colla demolizione de' sobborghi. Im- piegò 20,000 scudi pel passaggio da Na-
plorò gli aiuti de' principi italiani e del poli a Venezia delle squadre imperiali, e
Papa. Alessandro VII con giubileo uni- ne die 3o,ooo al duca della Mirandola
versale supplicò il divino soccorso, impo- per recarsi a Candia col titolo di maestro
se 6 decime sul clero d' Italia, tranne il generale di campo di s. Chiesa. Impose
veneto, e trasmise a Vienna 1 39,840 scu- un sussidio sul clero veneto, e permise la
di, oltre i 200,000 scudi delcardinalMaz- alienazione d'alcuni beni della chiesa di
zarini. Nel decorso poi della guerra il Pa- s. Marco. Col denaro raccolto dal clero
pa sborsò in Roma al ministro imperiale di Spagna comprò 80,000 libbre di pol-
Lambardi 54 1,7 19 scudi, e fece partire vere, e 4o>°°° ne provvide il cardinal
le milizie papali in Ungheria. Invitò Ales- Barberini, oltre il mantenimento di 600
sandro VII priucipi cristiani alla lega, ed
i soldati, rimettendo spesso a Venezia da
il re di Francia somministrò alcune trup- 8 a 12,000 scudi. Ad istanza di Clemen-
pe. Neh 663 gran
con 70,000 tur-
il visir te IX il re di Francia mandò un'armata

chi assediò Nehysel o Neosolio e la prese, navale comandata da Francesco de Ven-


così Nitria e altre piazze d'Ungheria e di derne duca di Beaufort, a cui il Papa ri-
Transil vania. Adunata V imperatore la mise 3o,ooo scudi con un ricco stendar-
dieta di Ratisbona, ottenne 3o, 000 uomi- do coll'immagine del Crocefisso come sua
ni che dovè fornire d'artiglieria. Il conte insegua, perchè il re volle che militasse iu
34<S T UR TUR
Dome Clemente IX. Ma giunti in Cin-
di lauda, e la repubblica di Raglisi: quest'ul-
tila tanti soccorsi, gran parte miseramen- tima minacciata da'turchi, avea ricevuti
te restò uccisa, in uno al Reaufort, ed il da detto Papa, essendo cardinale, scudi
visir Kiuperli a'6 settembre 1669 otten- i3,733,edal sagro collegio scudi 28,1 o3.
ne Camita per capitolazione, dopo una Ipolacchi che riprovarono 1' umiliante
gtnma di 25 anni., pacificandosi i turchi trattato di pace, guidati dal prode Sobie-
Clemente X ueconcepì lau-
co'veneziaui. I ski nel 1673 affrontarono Capelan pascià
ta pena, che caduto infermo ne morì. Il sulle rive del Niester, e colla completa vit-

gran visir dopo aver ristorato l'esercito, toria che riportarono presso Coccino sal-
nel 167 passò in Moldavia per invadere
1 varono il regno della schiavitù. Sobieski
la Polonia; nel 1672 prese l'importante fece prodigi di valore, e colla famosa sua
piazza di Kamenìcch e nella Russia po- Spada o sciabola recise la testa a Soli-
mentre Capei. m pascià
lacca vari castelli, mano pascià di Ruda. Rimasti polacchi i

assediò Leopoli coti 4°> 00 ° uomini, la padroni del campo, s'impossessarono del-
quale però con 80,000 scudi si liberò. Per lo stendardo di Maometto che Sobieski
le dissensioni del regno, il general Gio- mandò a Clemente X, il quale lo collocò
vanni Sobieski appena alla moltitudine nella basilica Vaticana, e per memoria
de* turchi potè opporre 10,000 polacchi, fece coniare la medaglia ricordata a Polo-
e con questi più con arte e valore contra- ni a, e rese solenni ringraziamenti a Dio.
stò a* nemici maggiori acquisti , evitan- Nello stesso giorno del trionfo morì re Mi-
do cimenti campali, fermo nella massima, chele, e nel seguente anno gli fu surrogato
che il fine di chi comanda gli eserciti è il Sobieski col nome di Giovanni III. Per
ben sempre di vincere, ma non sempre di tanti faustiavvenimenti succeduti per la
combattere. Il re Michele per far argine perizia del gran visir Kiuperli, 1* animo
all' invasione si trovò costretto alla pace, di Maometto IV fu pieno di gioia, ma te-

cedendo alla Porta la Podolia e l'Uckra- mendo che i giannizzeri incostanti potes-
di.i, e sottopose alla sua protezione i co- sero un giorno privare del trono suo fi-

sacchi libelli, e ciò che maggiormente fece gl'iOjOude non si trovasse chi porvi, destinò
disapprovare siffatta pace, fu promesso
il morire propri fratelli Solimano e
di far i

pagamento d'annui scudi 20,000. Que- Orkan, il quale solo perì di veleno, l'altro
ste dure condizioni in generale dispiac- lo lasciò di malavoglia vivere a interces-
quero grandemente, benché il re vi pose sione del muftì. Al sultano riuscì fatale
la clausola, che dovessero ratificarsi dalla la morte di Kiuperli che avea governato
dieta del regno. Papa Clemente X, ch'era bene e ampliato l' impero, senza ch'egli
stato uditore del nunzio di Polonia Lan- abbandonasse i suoi piaceri. Gli sostituì
pace si vergognosa e pro-
cellotti, detestò nel visirato Kara Mustafà ambizioso, su-
mise vigorosa resistenza contro turchi, i perbo e ignorante. Questo fanatico per
inviando ni suo nunzio a tale effetto de- soverchiatela gloria del predecessore, su-
nari e istruzioni. Dopo avergli rimesso bitoruppe la tregua con V imperatore
del proprio 75,000 scudi, impose sul cle- Leopoldo 1 e con tutta la Germania. En-
ro d'Italia le decime, lequali per diversi tròinUngheria con4oo,ooo uomini,epel
ostacoli non si potè esigere che nello sta- felice esito di sue operazioni ardì recarsi
to papale, ed in quelli di Firenze e di Luc- all'assedio di Piemia (/^.), residenza im-
ca^ non superarono la somma di 99,000 periale, e vergognosamente fu disfatto
scudi.Di questi Clemente X ne mandò in a'i4 luglio 1 683, come celebrai in tanti
Polonia 3 ,ooo,e per sua morte il succes-
1 luoghi, principalmente nell'articolo Co-
sore Innocenzo XI divise il resto tra 'po- stantinopoli, nella biografia di Papa In-
lacchi, gl'inglesi cattolici rifugiati iu O- nocenzo XI ed a Polonia, per aver con-
TUR TUR 34 9
tribuito quel Papa e re Giovanni III alla no dalla quadruplice alleanza del Papa,
liberazione di Vienna, ambedue uniti in dell'imperatore, del re di Polonia e della
lega con l' imperatore, oltre le prodezze repubblica di Venezia. Altra medaglia
di Carlo IV duca di Lorena. Ricono- d'Innocenzo XI ha l'iscrizione In per- :

scendo il Papa il fausto avvenimento dal petuwn coronata triumphat. Si vede la


patrocinio della B. Vergine, istituì la fe- Croce sul monte con corona di spine rag-
sta del ss. Nome di Maria (V.) e Ro-
in giante, che sta solida fra 4 venti che sof-
ma V Arciconfrateriiiladel ss. Nome di fino. Simboleggia le vittorie riportate
Maria (F.). Giovanni HI mandò al Papa hi Ungheria nel 1 685 sopra turchi. La i

lo Stendardo (V.) di Maometto, che fu maggiore fu l'espugnazione di Buda, fat-


collocato nella basilica Vaticana, ed altro ta da'cristiani a' 2 settembre 1686. ba-
colla sua spada inviò alla s. Casa di Lo- luardo dell'impero ottomano dalla parte
reto. Inoltre Papa donò al re di Polo-
il dell'Ungheria. I turchi avvezzi fino a po-
nia lo Stocco e Berrettone ducale (V.); chi anni addietro a vincere e trionfare,
e fece coniare una medaglia colla stessa vedendosi ora perdenti l'attribuirono al
epigrafe usala da s. PioV per la vittoria sultano, e questi chesempre avea tenui-
di Lepanto; ed altra nel 1684 col mot- lo il popolo e i giannizzeri, per cui poco
to: Habeto nos foederatos et serviemus dimorava a Costantinopoli, per tali la-
tibi. Si vede nelT incisione P altare con gnanze abbandonò la caccia, e licenziò
triregno e il berretto ducale, e lo Spirito la turba immensa de'cacciatori, disfacen-
Santo che in aria spande luce sopra la dosi della prodigiosa quantità de' cani.
quadruplice alleanza formata dal Papa, Ma ciò non bastò per dissiparla tempesta
per avervi ammesso la repubblica di Ve- che lo minacciava, anche pel suo varia-
nezia. La decadenza della Turchia, come bile cai-altere di passare dalla timidezza
potenza marittima, avea cominciato alla alle minacce. Le truppe d' Ungheria si

battaglia di Lepanto; la sua decadenza ribellarono, e nel 1687 marciarouosulla


come potenza militare e conquistatrice, capitale per detronizzarlo, riè bastò per
fu segnata colla disfatta di Vienna. Rara quietarle sorprendente quantità di de-
la

Mustafà fu processato,deposto estrangola- naro che loro inviò, ritenendo il quale


to; e Maometto IV pianse vilmente l'u- imbaldanzirono di più. Allora Maomet-
miliazione ricevuta, ed elesse a gran vi- to IV consultò il divano, dopo essersi di-
sir il caimacan di Costantinopoli Ibraim, scolpato sull'incapacità nel governo e nel-
indi conosciutane l'incapacità, nominò a la guerra di cui veniva tacciato, e ricor-
rimpiazzarlo Solimano pascià, pratico de- data la moderazione colla quale avea re-
gli affari e coraggioso. Egli procurò di ri* gnato, supplicandolo con lagrime a so-
parare alle conseguenze delle perdile fat- stenerlo e consigliarlo. 1 componenti del
te, ma i cristiani avendo preso l'ascen- divano, e gli altri pascià chiamati, bra-
dente dopo la liberazione di Vienna, ogni mosi di novità, dopo 4o anni di regno,
loro movimento era una vittoria. Ripiglia- risposero ambiguamente. Il pascià Riu-
rono una quantità di piazze, ed abbiamo perli, d' accordo col muftì, consigliò il

una medaglia d'Innocenzo XI col molto: sultano alla spontanea rinunzia in favore
Dominimiformidabunt adversarii ejns. del fratello Solimano III, colla giurata
Nell'incisione si esprime la Chiesa colla promessa di conservargli la vita. Mao-
croce nella destra e una fiamma nella metto IV considerando che altrimenti la
sinistra; a Iato vi è un Angelo col libro sua deposizione e uccisione erano inevi-
<3el Vangelo. Allude forse alla presa del- tabili, pienamente vi aderì. Subilo fu
l' isola di s. Maura fatta da' veneti nel proclamato Solimano III, debole, timido,
1684, ed a' felici successi che si sperava- poco alto al governo; rifiutò sul-
di volo, e
35o TUR TUR
le prime lo corona per timore o per ri- desiderio di combattere i turchi l tutta
spetto ni fratello, e l'accettò suo malgra- questa cavalleria cristiana fu un modello
do. Maometto IV visse in onorata pri- d'eroismo, e ricordò le virtù bellicose
gione sino al iGc)3 e morì ili 5s anni. La- delle prime crociate.Mentre turchi e- i

sciò due figli, che più tarili regnarono, riino assaliti in Ungheria da'soldali tede-
e ilue figlie. L' insurrezione non fu ilei schi e d'altri paesi della cristianità, i polac-
tutto calmata ; mentre si ville Solima- chi e i spargevano il terrore sulle rive
russi
no III dopo 3o anni di prigionia balzato del Pruth e nella Crimea. Agria baluardo
goderne
sul soglio, lusinga vasi di le pre- dell'alta Ungheria fu ripresa dagl'impe-
rogative, ed invece conobbe tosto d' es- riali ; Peterwaradino e Albareale gli a-
sere in un baratro di gravissimi trava- prirono le porte. Il principe Luigi di Ba-
gli, e il breve suo regno fu pieno di tur- den battè i turchi presso Nissa. Venezia
bolenze. Riconosciuto sultano senza in- colla sua flotta e le galere pontifìcie per-
telligenza della milizia, questa s'inviperì corse in trionfo il mar di Grecia e dell'Ar-
talmente che ridusse Costantinopoli cam- cipelago. Si videro sventolare lo stendar-
po di desolazione e di lutto. Tutti i gian- do di s. Pietro e quello di s. Marco sui
nizzeri divisi in vari corpi, ed i levenli o bastioni di Corone, di Navarino, di Pa-
soldati di mate in numero di 5o,ooo si trasso, di Napoli di Romania, di Cori il-
dicrono a guisa di conquistatori d' una io, d'Atene ec. I turchi perdettero quasi
città presa d'assalto a fieramente percor- tutta la Morea e molte isole ; le loro sol-
rerla,saccheggiando e uccidendo; indi si datesche furono dappertutto vinte o di-
presentarono al serraglio domandando la sperse. In una medaglia del veneto Papa
solita distribuzione pel nuovo sovrano, e Alessandro Vili, che somministrò 7 ga-
le teste di 62 ministri della Porta. Rac- lere a Venezia, si legge l'epigrafe: Victri-
colto del denaro con pubblica tassa, essen- cemmanum tuam laudemus. Si rappre-
do vuoto il tesoro, fu dato a'ribelli. Que- senta la figura della Beata Vergine col s.

sti Siaoux l'esilio


poi esigerono dal visir Bambino sopra le nuvole; due turchi pri-
del cognato Riuperli suo caimacan, e sic- gionieri sulla sponda del mare colle ma-
come tardi vi si decise, fu trucidato con ni legate al tergo, ed accanto a due tro-
4oo de'suoi, facendo il più crudele scem- fei. Si riferisce alle vittorie riportate dai
pio del cadavere, di sua moglie, delle fi- veneziani sui turchi nel 1 690 sotto il pa-
glie e della casa. Solimano 1 11 costretto a trocinio della B. Vergi ne, e principalmen-
frenare tanto furore, uscì co'suoi contro te alla liberazione della Morea. Di più
gl'insorti, preceduto dal Bagiarac o sten- Alessandro Vili mandò doge di Ve-
al

dardo di Maometto, alla cui vista ogni nezia Morosini lo Stocco e Berrettone
turco è obbligato a impugnar Tarmi per ducale benedetti. Intanto siccome fino
la difesa della religione, del sultano e del- dal 1674 altre usurpazioni erano segui-
la patria. Per buona ventura questa di- te a pregiudizio de'religiosi latini custodi
mostrazione riuscì a far desistereda'loro de'Luoghi Santi, nel 1690 dierono occa-
eccessii giannizzeri e leventi, ed a poco i sione a un nuovofìrmanodi SolirnanolH.
poco tornò la quiete nella città. II nuo- Questo importante firmano, non meno
vo visir Ismaele fece poi morire segreta- esplicito di quello d'Amurat IV, rimpro-
mente 7000 capi dell'insurrezione. Ve- vera le nuove frodi e le falsificazioni di
dendo cristiani che turchi si distrugge-
i i documenti commesse da'greci, e special-
vano fra loro, proseguirono più animosi mente quella del preteso firmano d'O-
le loro imprese,e per !a fama di loro vitto- mar, e ripone un' altra volta religioni i

rie da tutti i paesi d' Europa accorse una franchi in possesso di tutti i santuari men-
moltitudine di guerrieri che ardevano del tovali dal i.° firmano d'Amurat IV, per
T U R TUR 3m
la prolezione di Luigi XIV re di Fran- Ali ignorante e presuntuoso, la diversità
cia, ed alcuni aggiungano, di Leopol-
vi tra loro tosto si fece manifesta, e comin-
do I imperatore, il quale allora guerreg- ciò l'impero a soggiacere a nuovi travagli
giava ;
piuttosto le benemerenze di Leo- e perdite, una sconfitta seguendo l'altra.

poldo 1 si devono ritardare dopo la pace. Nella battaglia di Salankemen, vinta da-
Di questo firmano riparlai e lo riprodus- gli imperiali comandati dal principe di
si interamente nei voi. XXX, p. 35, 36, Baiteli, vi perirono 25,ooo turchi, ed i

XXXI 11, p. ili, ii2. Tanti disastri a- vincitori s'impadronirono di tutta l'arti-

veudo eccitalo anche clamori della ple- i glieria e della cassa militare. Tale disa-
be, Solimano 111 sbigottito volle partire stro fu seguito da turbolenze nel serra-
per Adrianopoli,e mancante di mezzi pel glio, da fame, da peste, da molti ineeudii

trasporto, dovè vendere alcuni gioielli a Costantinopoli, e da terribile terremoto


per sopperirvi. Siffatta confessione della a Smirne. Gli arabi saccheggiarono la
pubblica sua indigenza, calmò finalmcn- carovana che reca vasi alla Mecca, e obbli-
le gli animi. Sgomentato da' progressi garono il sultano a un tributo, profittan-
de'suoi nemici, chiese la pace e non poi è do di sua debolezza. I veneti batterono i
ottenerla. Non liusceudo al visir Ismaele turchi in Dalmazia, s'impadronirono di
col suo coraggio e accortezza riparare a Scio e minacciarono Smirne, per cui Pa-
lauti disastri, Solimano III si trovò in ne- pa Innocenzo XII ordinò pubblici ringra-
cessità di richiamar dall'esilio Kiuperli, ziamenti a Dio. Sebbene Acmet 11 ebbe
a
che emulo del valore del padre e del fi el- la consolazione che un' odalica per la i.

icilo, immediatamente si accinse a ripri- partorisse due gemelli, ili.°de' quali fu


stinare il credito dell'ai ini ottomane,cam- chiamato Acmet Ibraim, e che i turchi
biò faccia all'impero e riacquistò molto si lusingarono di fiutato presagio, il sul-

del perduto. Prese Nissa e Belgrado, vet- tano colpito da tante umiliazioni e tra-
tovagliò Temeswar, s'un padroni di Lip- versie morì di 47 au, d ne 1695. Ali per l

pa e d' Orsova, e balle il general Vele- mantenersi nel visirato, tentò subito di
latti sotto le mura d'Essek. Ricondusse porre sul trono il detto figlio del delunto,
al dominio della Porta la Servia, ed a che avea due anni; ma uno de' capi dei
Buda sparse lo spaveuto. Tornato trion- giannizzeri dichiarò spettare a Mustafal I

finite in Costantinopoli trovò gravemente figlio di Maometto IV, e preterito due


infermo Solimano III, che morì nel giu- volte, altrimenti Costantinopoli sarebbe
gno 69 ,di 49 anni circa, senza lasciar fi-
1 i stalo teatro ili tragica ribellione, ed il di-

gli, poiché si crede che non convivesse col- vano di comun consenso proclamò Mu-
le odahehe. Piigido osservatore del Cora- stafà 11. Le sue belle doli del corpo e del-
no, non volle bere il vino, che gli avea- l'animo fecero concepire grandi speranze
no consigliato i medici, ed è in concetto a'turchi, onde rialzar l'impero dalla sua
di santo presso i mussulmani. Il gran vi- decadenza, con un regno fermò e glorio-

sir Kiuperli, ad onta del forte partito in so. Minacciata l'Ungheria da'turchi, In-
favore di Mustafà figlio di Maometto IV, nocenzo XII somministrò copiosi sussi-
fece innalzare sul trono Àcmet li fratello dii all' imperatore Leopoldo I. Il pirata

minore del defunto Solimano 111, e fece Mezzomorto riprese a' veneti Scio, e il sul-

uccidere quelli che visi opposero. Ingra- tano mosse persona contro gl'imperiali
in

to e ignorante, il nuovo sultano depose comandati dall'elettore di Sassonia Fe-


Kiuperli, per uu maligno ricorso d'un derico Augusto, e per alcuni vantaggi in-
suo rivale, mentre se avesse continuato a decisivi riportati sul generale Veterani da
governare l'impero avrebbe potuto tisla- lui sconfitto e sull'elettore, volle tornare
bilirne la rinascente gloria. Creato visir trionfante in Adrianopoli. Restituitosi iu
352 TUR TUR
Ungheria GgGjtrovò che l'imperato-
nel i licolo i3.°di questo trattato internazio-
re gli avea messo a fronte il prode princi- nale. » A riguardo de' religiosi custodi
pe Eugenio di Savoiaconle di Soissons; de'Luoghi Santi di Palestina, e dell'eser-
e la strepitosa battaglia di Zeuta, valoro- cizio della religione cattolica romana, il
samente dal principe Eugenio combat- granSignore promettedi rinnovare e con-
tuta sulla riva della TheissoTibisco Pi i fermare tutti i privilegi loro concessi dai
settembre 1697,6 vinta interamente dai suoi predecessori". Indicibile fu la gioia
cristiani, costrinse il sultano a vergogno- di Mustafà II all'avviso della tanto de-
samente fuggire, tenendosi fortunato di siderata pace, donando a'due corrieri che
riunir gli avanzi dell'esercito sotto le mu- gliela recarono due code di cavalli, allora
ra di Teraeswar. Tale perdita avendo po- presso turchi equivalenti a insegne eque-
i

sto i turchi fuori di stato di continuar la stri, 20 borse di 5oo scudi 1' una. Al
e
guerra, cedendo allora alle lagnanze e ai Maurocordato die il titolo d' Eccellenza,
clamori de'suoi popoli che chiedevano la e dichiarò il figlio interprete ordinario
pace, il sultano seppe farla con accortez- della Porta, ed al reis effendi
il suo più
za e dignità, ed il trattato concluso fa o- superbo cavallo sontuosamente guernito,
nore tanto a lui, che all'abilità de' suoi e per molti giorni fece celebrare un so-
negoziatori, per la mediazione dell' In- Jennissimo duhalm. Così dopo 16 anni
ghilterra e dell'Olanda. In Carlowitz Del- disgraziati combattimenti e di rivoluzio-
l' Ungheria fu principiato il trattato di ni, i turchi sebbene favoriti dalla guerra
tregua per25anni tra l'imperatore Leo- che la Francia avea dichiarato all'im-
poldo le la Germania, e Mustafà II e l'im- pero Germanico, trovaronsi finalmente
pero oltoma no,nell'ottobre 698, e sotto- 1 ridotti a chieder la pace senz* aver vinti
a'26 gennaio 1699, per
scritto e giurato iloro nemici, il che colpì nello stesso tem-
l'imperatore dal conte Wolfango d'Oet- po l'orgoglio nazionale e le massime del
tingen e dal conte Leopoldo di Schlik,e Corano. Però tale pace, ad un tempo
in nome del sultano daMehemet reta effen- gloriosa e utile all'impero, sotto uu aspet-
di gran cancelliere e Alessandro Mauro- to, produsse la caduta del principe che
cordato dragomanno del la nobile fa miglia l'avea confermata. Mustafà II essendosi
Scarlatti. Con questo famoso trattato, co- quietato volle godersi che la tranquillità

me pure a Costantinopoli parlan-


dissi avea procurato all'impero. Avverso co-
do delle benemerenze d'Innocenzo XII, me suo padre a Costantinopoli, le mor-
Mustafà II rinunziò a ogni pretensione morazioni del popolo e de' soldati pel
sull'Ungheria e sulla Transilvania, tran- trattato di Carlowitz lo obbligarono ad
ne la città di Temesware un distretto da uscirne e di ritirarsi ad Adrianopoli, ove
regolarsi, insieme allo stabilimento dei si die in preda alle passioni. La sua as-
confini de'due imperi. La repubblica di senza aumentò il disordine e il disgusto
Venezia rimase in possesso di tutta la Mo- della capitale. La deposizione del gran
reaedi tutte l' isole e piazze acquistate visir Hussein, amante della pace, placò
sulle coste dell'Albania e dell' Epiro, ab- gli animi; ma il successore Daltaban, che
bandonando solamente il paese e le città la disapprovò, li riaccese colle sue brighe
delle quali erasi impadronita al di là dello per ricominciare la guerra e rovinare ad

stretto diCorinto. I polacchi ricuperarono un tempo il reis effendi e il dragomanno


Kaminiek.Co'russi il sultano non accon- che aveano concluso il trattato di Carlo-
sentì chea una tregua di due anni,durante witz, non che il muftì Feyz-ullah. Il sul-
la quale accordò loro di ritenere la fortezza tano fece cader la testa del gran visir, il

di Azow e tuttociò che aveano conquista- che cagionò la rivolta scoppiata a Costan-
to sulle coste del mar Nero. Dice poi l'ar- tinopoli nel 1703, anche per l' impru-
T U II TUR 373
(lenza del caimaean che s'inimicò le trup- ro dalle spedizioni contro i cristiaui, e le

pe : egli era genero de! muftì general- spedizioni contro questi ultimi uocquero
mente detestato. I sediziosi si scelsero dei al buon successo delle loro guerre in Asia.
capi, un nuovo muftì ede'nuovi ministri, In queste guerre essi aveauo una maniera
e mossero per Adiianopoli in numero di di combattere all'atto diversa. Dopo aver
circa Sojooo uomini. Le truppe che loro per alcun tempo pugnato co'guerriei del- i

oppose il sultano, passarono nelle file di l'Oxo e del Caucaso si trovarono inabili
e»si. Invano JUustafà II espose il vecchio a guerreggiare in Europa. Così non po-
muftì all'odio de' ribelli, invano si ab- terono mai' interamente trionfate né dei
bassò a lusingare i capi e a confermarli persiani, né delle nazioni cristiane, e ri-
nelle dignità usurpate, egli fu deposto ai masero alla fine stretti da due nemici, e-
18 settembre e rilegato per favore nel gualmente bramosi della loro rovina ed
castellodelle 7 Torri, ove poi morì di 3g egualmente animati dalle passioni reli-
anni nel 700. 11 famoso trattato di Car-
1 giose. Egli è noto che turchi venuero
i

lowilz attesta la perdita cheavea fatto la debellati per aver trascurato di conoscere
nazione turca, e la incontestabile supe- e seguire i progressi della tattica milita-
riorità degli stali cristiani. I greci avreb- re europea, poiché fino a' giorni nostri i

bero potuto fin d'allora scuotere il giogo turchi ebberocontinuameute inodioqua-


ottomano, ma aveano ancora conservate lunquecosa nuova. Fino a tantoché trat-

le loro prevenzioni o la loro antipatia con* ta vasi di raccogliete e. di trattenere sotto

tro i latini, e Venezia perciò veniva po- le bandiere una moltitudine di soldati
sposta dominio de'turchi. La storia ha
al animati dal fanatismo, il vantaggio fu
due cose da far osservare ne' negoziati e per gli ottomani; ma questo vantaggio
nel trattato di Carlowitz: l'Ungheria che scomparve quando la guerra chiamò il

per due secoli avea resistito a tutte le for- concorso delle scienze umane, e che il ge-
ze dell'impero ottomano, il cui territo- nio, colle sue scoperte e invenzioni, di-
rio era come le Termopili della cristia- venne il terribile ausiliario del valore. La
nità, indebolita fiualmentedalle discordie opposizione de' formidabili giannizzeri e
civili, dalle guerre straniere, contempo- degli spahy impedì sempre che s' in-
raneamente in opposizione agi' imperalo- troducessero miglioramenti di qualsivo-
li austriaci di Germania, ed a' sultani di glia sorte nella disciplina e nelle costu-
Costantinopoli, perde allora la sua iudi- manze militari. Quelle turbolenti solda-
pendenza, e trovossi unita a'dominii del- tesche,^ aveano cotanto contribuito al-
la possente casa d'Austria. Tra' principi l'antiche conquiste, furono di grandissimo
che sottoscrissero l'accordo, videsi compa- ostacolo per cominciarne delle nuove, e
rire lo czar di Russia, novella potenza che insieme di poter conservare tutte le pre-
fiuo allora non s'era mostrata nella lotta cedenti. Nella loro decadenza nulla fa cosi
contro gl'infedeli, sebbene invitala da'Pa- funesto a'turchi come la memoria d'una
pi Calisto III, Leone X, Clemente VII e gloria passata; nulla tanto nocque loro,
s. Pio V,e che più tardi dovea recare mag- come quella nazionale superbia, che più.
giori otfese all'impero, con notabili smem- non era proporzionata alla loro fortuna
brazioni, e gravi e ripetute minacce d'oc- ed alle loro forze. Le illusioni d'una pos-
cuparlo. Una delle principali cagioni del- sanza che più non esisteva, impedirono lo-
la decadenza de'turchi e che ne affievo- ro di prevedergli ostacoli chedoveano in-
lì la militare potenza, fu il loro guer- contrare nelle loro imprese, ed i pericoli
reggiare che fecero nel medesimo tempo di cui erano minacciati. 1 turchi nelle guer-
contro l'Europa cristiana e contro la Per- re sfortunate e ne'dannosi accordi, pren-
sia. Gli sforzi contro i persiani li distolse- dendola co'capi sacrificandoli colla depo-
VOL. LXXXl. 23
354 TUR f UR
sizione, l'esilio o la morte, era un farsi la Acmet IH figlio di Maometto IV e fra-
guerra tra loro, e le loro sciagure diveni- tellodi Mestala II. buo- fornito di alcune
,

vano tnnto più itriii)eu ial>ili, quanto più si ne qualità, da'ribellati giannizzeri fu ae«
oslinaronoa non volerne conoscere le vere clamato sultano e lasciò in vita il depo-
cause. 1 loro principi furono una famiglia sto fratello; dopo avere raccolto il flutto
ili despoti che divorò se stessa sultani a-
; i del delitto, fece decapitare i capi della
scendendo al trono, per gelosia di coman- sommossa, persuaso che sarebbero stati

do, immolavano più vittime. Il cielo però capaci di fare altrettanto contro di Ini.

non permise, che le più sagre" leggi della JNon regnò senza inquieliludini , mutò
natura fossero più violate impunemente, continuamente gran visir, uè di altro si
i

e la dinastia ottomana, in pena di tanti occupò che di formare de'tesori e d'au-


feroci delitti, parricidii e fratricidi!, cadde mentarli, nella convinzione che il denaro
in una specie di degradazione. I principi sia la prima leva della potenza. La lun-

ottomani, allevati nel servaggio e nel ti- ga prigionia da lui sofferta lo rese com-
more, perderono l'energia dell'animo e passionevole e indulgente co'sudditi, ma se
ben governare
e le altre doti necessarie a eoncepivasospetto su d'alcuno, che atten-
un grand'impero. Solimano II, come già tasse alla sua vita o regno, lo puniva cru-

notai, non fece che accrescer il male, al- delmente. Dotato di talento, avido di glo-
lorquando pose per legge fondamentale, ria, coltivò le lettere ed attese a' pubbli*
che nessun figlio de' sultani potesse co- ci affari. Per
smania di estendere con-
la i

mandar ad eserciti o governare provincie. fini dell'impero, non osservò trattati dei i

Da quel tempo in poi non si videro sul suoi predecessori uè le sue promesse;
,

trono se non principi elfemminati, timidi pronto a far la pace, fu più sollecito a
e insensati. La gelosia del possesso di Co- romperla quando l'occasione gli presen-
stantinopoli e del dominio ottomano in tava vantaggi; così fu incostante nell' a-

Europa, non fece profittare alle grandi micizie,ora esaltando e più facilmente de-
potenze della decadenza de' turchi per primendo. Ebbe poco rispetto per la Va-
respingerli nell'Asia, che anzi sursero con- ne disprezzò consigli, con infelice
lide, i

tro chi vi aspirava in sostenimento del esito nelle guerre in cui sagrificò l'impe-
sultano, per conservare l'equilibrio poli- ro, lusingato da quelle intraprese che
tico europeo. A questo devono i turchi con qualche successo avea riportato nel
la loro esistenza in Europa. Se i turchi i yo5 circa contro veneti, per toglier la- i

cessarono d'essere temibili, da perse soli, vo la Morea e altre conquiste cedute nel

come potenza militare, come nazione non trattalo di Carlowitz, il quale però venne
mancano d' una certa forza per resistere dal sultano violato. Nel 1709 disfatto il

a un dominio strauiero. Egli è difficile, cavalleresco Carlo XII re di Svezia, nel-


non già il vincere un esercito turco, mail la battaglia di Pulta va daPietro I WGraii-
sottomettere una popolazione turca, dife- afe czar di Russia, si rifugiò a Bender nella
sa da' suoi pregiudizi e dagli eccessi pur Bessarabia,e dal sultano fu trattato ma-
anco della sua barbarie. Anzi ora l'abbia- gnificamente. Acmet III rappresentò al-

mo veduta ribelle e insubordinata, cru- lo czar che non poteva dispensarsi dal pro-
delmente e ingratamente insorgere in più teggere Carlo XII, rinnovò quindi con lui
luoghi, contro i sudditi cristiani della Por- la pace a condizione di non opporsi al si-

ta,per averli il suo illuminato sultano e curo ritorno del rene'suoi stati. Ma i mi-
governo, nel suo incivilimento e per equi- nistri comprati dalla Piussia e dalla Sve-
tà,finalmente equiparati ne'comuni diritti non corrisposero a'voleri del sultano,
zia,

ad essa, a qualunque rito o confessione onde russi continuarono a tener impe-


i

appartengano. dito il passo al re. Diviso il divano di pa-


TUR TUR 355
rerecon Acmet III, finalmente col suo fl- done, Patrasso e altri luoghi; i tentativi
uito il re riaccese la guerra colla Russia, fatti contro l'isola di Corfa non ebbero
inducendo eziandio con diversi intrighi riuscita. Per ta te guerra i turchi nellostes-
Acmet HI a dichiararla nel 1710, dopo so 7 1 5 fecero una solenne processione iti
1

essersi il sultano assicurato delle pacifi- Costantinopoli, portandola bara di Mao-


che intenzioni dell'imperatore Giuseppe metto, e invocando da lui vittoria con-
I, perchè non si unisse co'russi, median- tro i cristiani. Durò 24 ore, e ad ogni ora
te ambasceria che spedi a Vienna. Indi trucidavano due schiavi , uno cristiano,
Acmet III affidò l'esercito al gran visir l'altro ebreo, tagliati a pezzi dagli officia-
Battagi Mehemed ,
privo di proporziona* li di guerra. Ne fa la minuta descrizione
te cognizioni, non degno di stare
avaro e il Sarnelli nelle Lettere ecclesiastiche, t.

a fronte dello czar. Tutta volta sulle spon- 9,lett.36 Delle barbare processioni al-
:

de del Frulli neh 7 1 riuscì al gran visir r la maomettana. Due anni dopo i vene-
di accerchiare i russi, e per più giorni eb- ziani co'generosi aiuti di Papa Clemente
be nelle mani i destini della Russia e di XI, come avea fatto per difendere Cor-
Pietro I. Questi ridotto agli estremi fu fìi ,
poterono ricuperare diverse piazze.
salvato dalla sagaci tà della moglie Cate- Inorgoglito Acmet III de'vantaggi ripor-
rina I, la quale l' indusse a guadagnarsi tati sui veneziani, senza valutare la fede
con ricchi doni il gran perchè gli ac-
visir detrattati ruppe guerra all'imperatore
cordasse la pace, e gli riuscì mediante la Carlo VI, che si collegò con Venezia, e
restituzione di Azof, e la promessa, non spedì inUngheria il valoroso principe Eu-
mantenuta, di ritirar le sue truppe dalla genio di Savoia con 80,000 uomini, il

Polonia e dalla Pomerania, coti dispetto quale a Petervaradino attaccò 200,000


di Carlo XI che vide distrutte le sue spe-
I turchi e completamente ne trionfò, on-
ranze. Conosciutosi dal sultano il gravis- de il Papa tanto benemerito de' copiosi
simo pregiudizio fatto all'impero dal soccorsi dati e procurati anche all'impe-
gran visir, si contentò soltanto di allon- ratore, inviò all'eroe vincitore lo Stocco
tanarlo; nondimeno riuscì alla Russia di e il berrettone ducale (V.) benedetti.
porre in diffidenza la Porta sulle inten- Questi poi avendo assediato Belgrado, l'e-
zioni del re di Svezia ,
per cui questi fu spugnò a' 17 agosto 7 [7. Quanto operò 1

invitato a partire a Beuder nel febbraio Clemente XI a vantaggio de' veneti e de-
1713. Temendo il re d'esser dato in ma- gl'imperiali, con diffusione lo narrai a Co-
no de'suoi nemici non volle partire e si stantinopoli. Non solo somministrò rag-
oppose armata mano, ond'ebbe uri con- guardevoli somme, ma milizie e galere le
flitto sanguinoso co* turchi suoi ospiti. quali portarono lo stendardo di s. Chiesa,
Qui noterò, che la residenza di Carlo XII colla flotta confederata che percorse l'Ar-
non fu propriamente in Bender, come si cipelago. Osserva il Borgia , che dalla
vuole generalmente, ma piuttosto in guerra Candia a quella di Morea e di
di
Warniz città poco distante» 11 re i\\ pre- Corfù la s. Sede con larga profusione
,

so e condotto in Adrianopoli, onore- somministrò alla sola repubblica veneta


volmente accolto da Acmet III, indi cinque milioni, 550,269 scudi romani.
Demir-Tocca, donde fuggì
fu rilegato a Clemente XI approvò il celebre concilio
travestito neli 7 Contro il trattato di
1 4* tenuto in Albania, di cui riparlai a Suc-
Carlowitz, il sultano mosse guerra a've- cia, il quale proibì d'imporre a 'bambini
neziani nel 1
7 dando
1 5, il comando del- cristiani nomi maomettani: prescrizione
l'esercito al nuovo visir Ali, il quale in che poi rinnovòBenedettoXI V. Già gl'im-
poco più di 3 mesi riconquistò il regno di periali comandati dai conte Palfy avea-
Morea, Corinto, Napoli di Romania, Mo- no conquistato Teuaeswar a' 23 agosto
35G TUR T U R
1716. Mentre in Roma il Papa ringrazia- mandò una solenne ambasciala a Luigi
va il Dio tlegli eserciti e la 13. Vergine (il XV re di Franti*, alla cui testa era Me-
citatoSarnelli nel t. io, lei 1. 100: Del pa- lieGiel-effendi che lo avea segnalo, inca-
trocinio della gran Madri- di Dio nel- ricalo di pi esentai e un firmano, che ac-
le guerre presenti tra cristiani e i lur- cordava acattolici di Gerusalemme l'in-
chi\ fa il novero di quelle vinte da'eristia- tero possedimento del s. Sepolcro, e la
11
i per la sua protezione, inclusi vomen- libertà di riparare le loro chiese. 1 tur-
te a quelle in discorso), a cui consagrava chi riponendo ormai le loro sperante nel-
le bandiere tolte a'turchi, pe'trionfi de- la pace, rinunciarono fiu da questo tem-
gli eserciti cristiani; in Costantinopoli il po ad ogni disegno di conqu ista in Eu-
corpo degli ulema condannava questa ropa; e soddisfalli d'aver ricuperato al-
guerra, che gli sembrava altrettanto più cune città di Morea, non pensarono più
ingiusta, quanto ella era più disgraziata, che a difendere il loro impero, minaccia-
ed il muftì malediceva coloro ebe l'avea- to ora da'tedeschi e ora da'russi.Dal mo-
uo provocata. Perciò Acmet 111 fu costret- mento in cui non s'ebbe più timori dei
to domandar la pace, che fu segnata a turchi per la cristianità, la Chiesa non
PassarowitznellaServiaa'22luglior7 18, ebbe più da predicar crociate contro i

tra il sultano, i veneziani e l'imperatore turchi, e le guerre di Levante non furo-


Carlo VI. Per questo trattato restarono no mosse più se non dall'ambizione dei
all'imperatore Petervaradino, Belgrado, sovrani e dalle ricordanze dell'antica
Temesware altri luoghi; inoltre i turchi Grecia. Lo spirito delle crociate del seco-
perderono la Servia e parte della "Valac- lo XI era stato specialmente suscitato dal-
chia; ma i veneti vennero spogliali della le persecuzioni iulraprese contro i pelle-
Moiea. Vedasi il Brusoni , Istoria del- grini, e dalla condizione misera in cui ge-
l'ultima guerra tra' veneziani e turcliì, mevano cristiani d'oriente. Allorché non
i

Venezia 1775. L'articolo 2.°di questo me- furono più perseguitali e ch'ebbero ma-
morabile trattato rinnovò le disposizio- li minori a soffrire, la cristianità conteu-

ni di quello di Carlowitz, relative areli- tossi di mandar preghiere a Dio per la

giosi latini de'Luoghi Santi, e all'eserci- conservazione della pace ne'luoghi san-
zio della religione cattolica, senza che vi tificati da'miracoli di Gesù Cristo. Uno
sia fatta alcuna menzione uè di greci, né spirito di rassegnazione prese allora il pò •

di armeni. Poco dopo, nel trattalo di Co- sto all'entusiasmo delle crociate; gli ora-
stantinopoli de'5 uovembre 7 20,nell'ar- 1
tóri sagri non più rivolsero l'esortazione
ticolo 12/ comparve la Russia per la 1/ ,al valore de' guerrieri, ma soltanto alla
volta nella questione de'Luoghi Santi, e divozione e carità de' fedeli. I pellegrini
senza parlare di diritti o di concessioni d'occidente un tempo accolti in Gerusa-
precedenti , le quali non esistevano , la lemme e ospitati, da secoli lo erano e so-
Russia si restrinse a stipular colla Porta: no dal guardiano e minori osserva nti del
«Che sarà permesso a'russi di far pelle- s. Sepolcro, amorevoli d' ogui soccorso.
grinaggi a Gerusalemme ed altri Luoghi Nel 1722 vi fu qualche idea d'aggredire
Santi, senza essere sottoposti a pagare ve- Malta, ma si dissipò. Peraltro in favo-
rtin tributo". Ma nello stesso anno Acmet re de'cavalieri gerosolimitani Papa Inno-
111, ad istanza dell'imperatore Carlo VI, cenzo XIII invitò i principi cattolici a di-
emanò quel firmano in favore de'religio- fenderli , e mandò a' cavalieri più di
si francescani de'Luoghi Santi, di cui par- J 00,000 scudi, comprese le oblazioni del
lai nel voi. XXXIII, p. 12. Racconta il 1 sagro collegio. Dipoi la Porta non solo
Michaud nella Storia delle Crociate, che si mostrò di pacifiche intenzioni coli'or-
dopo il trattalo di Passa io witz la Porta diuegerosolimitano, ma eccitò Luigi XV,
TUR T U R 35 7
re di Francia, in contraccambio de'fir- van e Tauri», colla Giorgia e l'Armenia
mani rilasciati a favore de'Luoghi San- persiana. Indi suscitatasi la guerra in Eu-
ti, e de'enstiani abitanti e pellegrini, per- ropa, il governo di Mahmoud I la dichia-
chè le navi maltesi rispettassero la mari- rò all'imperatore Carlo VI, aiutato dai
na ottomana; e dopo quell'epoca le na- russicomandati dal maresciallo Manica:
vi ottomane furono rispettate da quelle diedero motivo a questa guerra le mire di
de'cavalieri gerosolimitani di Malta. Ac- Carlo VI e della Russia pel rovesciamen-
inet II! credendo di compensarsi in Per- to dell'impero ottomano. Questo fu sal-
sia con felici successi, le dichiarò guerra vato pel valore di Rislar agà eunuco ne-
e soggiacque a considerabili sconfitte. A- gro e per le vittorie riportate nella Bo-
schraf usurpatore del trono persiano, in snia: ripresero i turchi Belgrado, e Or-
più incontri uccise i 5o,ooo turchi e pre- sova colle porzioni della Servia e della
se loro molle piazze. Cominciando a sol- Valacchia cedute agl'imperiali uella pa-
levarsi i popoli per tante guerre, e per ce di Passarowitz. Indi la Porta a'22 set-
essere esausto l'erario, si pacificò con A- tembre 1739 si pacificò con Carlo VI e
schraf in Dagdad nell'autunno 727, con i colla Russia, a condizione di smantellare
trattato vantaggioso. Per tanti disastri e- le nuove fortificazioni di Belgrado, il che
sacerbati gli animi contro Acmet III, si da'turclii fu eseguito fedelmente. Nell'ar-

commosseroi turchi inCostantinopolia'5 ticolo g.° di questo trattalo internaziona-

ottobre 1780 con orribile sollevazione e le si conferma i privilegi concessi in au-


Io detronizzarono. Fu proclamato sultano lico areligiosi cattoliche in quanto a'sud-
Mahmoud l figlio di Mustafà II, e il de- dili dell'imperatore di Russia, non si fa
posto zio lo andò a trarre dalla prigione, che conceder loro licenza di visitar i Luo-
e condotto alla sala del trono, l'esortò a ghi Suiti. Inoltre Mahmoud 1 con suo
profittare del suo esempio, di non aver firmano, esistente negli archivi de' religio-
lasciato lungamente igran visir incarica; si francescani di Terra Santa, nel 1740
gliraccomandò i suoi figli e la propria confermò i precedenti, con l'elenco par-
persona, e andò a chiudersi nella stessa licolareggiatodi tutti i santuari possedu-
prigione, ove fini oscuramente suoi gior- i ti da'religiosi franchi. Mahmoud I non
ni di anni nel 17 36. Mahmoud I di-
74 s'ingeriva negli affari, fidando a'suoi mi-
ventilo sultano pel favore del famoso Pa- nistri la cura di governare, insieme alla
trona Rhalil, le prime sue cure furono Valide e a Ristar agà, così la scelta dei

di quietare i tumulti e castigane la fello- gran visir. Non si occupava che di diver-

nia de'ribelli principali che aveano depo- timenti e di piaceri , amava il fasto , le

sto lo ziOj facendone strage. Per meglio gioie, le porcellane, il denaro. Insorte do-
pacificarsi colla Persia, nel 1782 fece un glianze per l'abuso de'suoi favoriti, ces-
trattato con Sciah-Thamas; ma nel 1736 sarono allorché furono sagrifica ti. II suo
usurpando quel trono il celebre capitano carattere dolce e pacifico lo fece amare;
Thamas-Kuli-Kan,disapprovòil trattalo contribuì colla sua mediazione in favo-
a
come vergognoso per le sue condizioui, e re dell'imperatrice M. Teresa, pel termi-
ricominciò la guerra co'lurchi. La 1 . 'vol- ne della lunga guerra accesa contro di
ta restò vinto dall'illustre gran visir To- essa. Sebbene amasse il popolo, questo

pal-Osmano , ma poi due battaglie


in mostrò malcontento per vederlo privo di
trionfò de'turchi, e ricuperò quanto que- successione, ma egli lo quietò dispensan-
stiaveano occupato iuPersia,pe'qoali suc- do immense somme. Una fistola che lo
cessi fuacclamato Sciali Nadir. Questi si travagliava impedendogli d'andare a ca-
pacificò co'turchi, venendo da loro rico- vallo, lo costrinse a rimanere nel serra-
nosciuto per sciali, e cedendo adesso Eri- glio; il popolo nou più vedendolo andare
353 TUR TUR
il vetta dì alla moschea, secondo l'uso im- mi parenti cui sembra che voli del popò i

memorabile de'sultani, cominciò a mor- lo chiamino a salire sul trono, fece avve-
morate, temendo che si occultasse la Mia lenare due principi (iglid'Acmet 111, dei
morte. Mahmoud fece uno sforzo per
1 quali la vita l'adombrava, e temeva le
mostrarsi, e fu vittima di questa condi- qualità eminenti. Il solo evento del re-
scendenza politico-religiosa, spirando sul gno d'Osmano III fu la disfatta e il sac-
cavallo nel rientrale dentro il serraglio, cheggio della carovana della Mecca, fat-
dicembre 1754 di 49 auui, compiuti-
u'i 3 to dagli arabi nel 757. Dopo aver depo-
1

to universalmente. Cavalo dal carcere, sti o fatti morire 6 gran visir e altrettan-
ov'era chiuso per la solita gelosia di sta- ti carata ka ti, l'imbecille e feroce Osmauo
to, il Osiuano o Ottomano o Ot-
fratello 111 morì quasi improvvisamente; la sua
man HI, tranquillamente fu proclamato morte procurò il trono e salvò la vita a
sultano. Osservo anche nelle poche noti* suo cugino ozio Mustafà IN, e conservò
ziedi queslosullano, le frequenti ed enor- isigilli al celebre gran visir Ragli ih Me-

mi contraddizioni de'biografi degl'impe- be mei pascià >ch 'era vicino a perde ili. Mu-
ratori ottomani, vero scoglio per un com- stafà 111 dopo la deposizione d'Acmet III
pilatore, gli uni esaltando un sultano co- suo padre, era sempre vissuto tra la noia
me ornalo di belle doti, mentre altri Io e l'iuquietitudine, e colpito continuamen-
dipingono co'più tetri colori. Valga per te dal timore di veder terminare i gior-
lutti per saggio l'esempio che produco di ni suoi col veleno. 1 grandi dell'impero il

Oliuan 111. 11 più volle ricordalo Abbon- crederono debole, e si lusingarono di go-
da uza, uel Dizionario de' monarchi otto- vernare in suo nome; il popolo sperò che
mani, colla solila sua parzialità panegi- fosse prodigo; ma tanto gli uni che gli al-

rica, rappresenta Otman 111 nato per es- tri s'ingannarono. Disse al gran visir che
ser amato e subito fece spicca re la genero- lo pose sul trono: Conserverò i miei mi-
sità, con distribuire a'giannizzeri 20,000 nistri finché sarò contento de'loro servi-
zecchini, in luogo della consueta somma. gi. Rilegò aLemnosil protomedico di cor-
Dichiarò Valide la madre, benché avan- lej a cui attribuì la morte del predecesso-
zala in età. Amante della pace, la coltivò re. Dopo aver cinto la scimitarra nella
con tutto l'impegno e specialmente coi moschea d'Eiub, passando innanzi all'o-
principi cristiani. Sotto il suo regno fio- da o caserma de'giannizzeri, nel prende-
rirono la giustizia, la carità e la disciplina re il sorbetto che secondo l'uso gli fu pre-
militare. E siccome era nato per essere da comandanti nel restitui-
sentato, disse a'
tulli amato, così morì per essere da lutti re la coppa Se a Dio piace, il berremo
:

compianto u'29 ottobre 757. A questo e- 1 insieme nella prossima primavera sotto
logio dell'Abbondanza, che veramente fu le mura di Beuder. L'Abbondanza uarra
abbondante nelle lodi, senta pelò lacere che in luogo della solita distribuzione ai
le principali delle molte crudeltà di cui giannizzeri, regalò un milione di fiorini
è lauto insanguinata la storia de' turchi, d'Olanda, cioè 000,000 piastre (quando
contrappongo il riferito dalla Biografia valevano 8 paoli), somma che niuno dei
universale, ricavato da De Saliberry. 11 predecessori avea donato. Subilo rinno-
regno d'Osmano 111 fu breve e contras- vò le leggi suntuarie contro il lusso dei
segnato dall'incapacità, dall'indecisione e greci e degli armeni, e sul modo di vesti-
dalle crudeltà. Cambiò coutiuuameule i re degli ebrei, dalle quali erano escuti i

grau visir, uè discernè mai i buoni dai franchi. Diminuì il lusso del serraglio, si

cattivi consigli: fedele, per un istinto applicòa varie riforme economiche, e sop-
feroce, alia politica sanguinaria che con- presse parecchi inutili impieghi. Sedotto
siglia i sultani a liberarsi di que'prossi- iuighib pascià dall'oro de'greci e degli ar-
TUR TUR 35 9
ineni,ottenne dui sultano un fìrmano,che rarle la guerra, poiché avea il progetto
dava loro il possesso dell'ala sinistra del di fare rivivere le repubbliche d'Atene e
coro della gran chiesa di Beltlemme, il di Spatta, al vecchio impero
per opporle
Sepolcro e la eappella sotterranea della B. degliOsmani.PiadunatosulDanubioun e-
Vergine in Getsemani, la piccola cupola sercito di circa 3oo,ooo turchi, sotto fri-
del s. ed una
Sepolcro di Gesù. Cristo , voli pretesti, il sultano dichiarò guerra al-

chiave della grolla della Natività. Nel la Russia, contro il parere del divano e
1760 essendosi lagnato di questa viola- per contentare anche il popolo. AlloraCa-
zione de'palli l'ambasciatore di Francia, lerina II sviluppando le forze del suo va-
il gran visir, ad onta del diritto di pro- sto impero, mandò verso il Danubio e la
prietà de'fraucescani, ad onta di tanti fir- Crimea armate sufficienti a resistere al

mani e articoli di trattati internaziona- nemico, e le sue truppe ben ordinate fu-
li fatti colle potenze cattoliche d'occiden- rono costantemente vittoriose siili' indi-
te,audacemente rispose. « Questi luoghi sciplinate masse turche. Intanto in Asia
appartengono al Sultano mio signore, il Caterina lì suscitò i principi cristiani della
quale dà a chi meglio gli aggrada. Può
li Giorgia a rendersi indipendenti dallaPor-
darsi molto bene ch'essi sieno sempre sla- la, promettendo di assisterli, e nello stesso
ti in mauode'franchi,ma SnaAltezza vuo- tempo fece uscir dal Baltico una flotta con
le ch'essi sieno ora in mano de'greci". Nel- truppe da sbarco, dirigendola nel Medi-
lo .slesso anno fuggirono 78 schiavi con terraneo ad assalir le coste della Morea e
un vascello di Mehemet pascià, mentre ri- l'isole dell'Arcipelago. A sì vasti proget-

scuoteva i tributi nell'isole dell'Arcipela- ti l'Europa rimase attonita, e l'Italia che


go. Approdati a Malta lo douarono a'ca- vide ne'suoi porti quell'armata navale,co-
\alieri,i quali però rifiutarono il carico. minciòa considerare che la lontana Rus-
Irritato il pascià preparò un terribile ar- sia poteva influire direttamente ne'suoi
mamento contro Malta per vendicarsi. interessi. Nello spedire la sua flotta nel
11 redi Francia s'interpose, comprò il va- Mediterraneo per combattere turchi, i

scello, lo mandò al sultano e tutto fu fi- Caterina li avea avuto particolar atten-
nito. IlcarattereguerrierodiMustafàllI, zione d'indurrei cavalieri di Malta a coo-
che piaceva a'soldati, finché visse il gran perare all'impresa, per cui il gran mae-
visirPiaghib fu modificato ispirandogli di- stro avea allestito la flotta dell'ordine per
sposizioni pacifiche, nella sua saggezza ve- unirla alla russa. Ma Luigi XV re di
dendo che guerra non conveniva ne
la Francia, intento come i suoi predecesso-
alla gloria, ne all'interesse dell'impero ot- ri a sostenere la Porta, minacciò i cava-
tomauo.Essendo \aPolonia in guerra col- lieri d'impadronirsi di tutti i beni che pos-
la Russia, lai. 'invocò l'aiuto di Mustafà sedevano nel suo regno, se non desiste-
HI, quale rispose nel 1768 a mezzo del
il vano dalla lega co' russi. Non potendo i

gran visir Mehemet Ernia, che l'avreb- cavalieri resistere a intimazione cosi for-
be difesa. Il eh. Coppi, negli Annali d'I- te, per onestare la cosa il gran maestro

talia, narra che la Francia gelosa di ve- partecipò all'ammiraglio russo Orlon ,

der l'influenza che esercitava sulla Polo d'essere stati richiesti da Luigi XV di por-

nia Caterina II imperatrice di Russia, po- tar le armi contro i tripolini ch'eransi im-
tenza che da poco più. di mezzo secolo a- padroniti d'alcuni bastimenti con bandie-
vendo cominciato a prender parte negli ra francese. Iufatti spedì la squadra Mal-
affarid'Europa, avea già acquistata una tese a bombardare Tripoli, contro gli a-
imponente considerazione, intenta la bi lauti del quale sempre rapaci, uon man-
3

Fraucia a far retrocedere la poteuza di cavano mai motivi di guerra. Supremo


Russia, indusse laPorta nel 1 768 a dichia- generale dell'armala russa fu il conte Ro-
-

36o t ti R X E R
manzow feldmaresciallo, tenenti genera- glio. Caterina li dopo il i.° spartimen'o
li Plemannikow e principe Uepnin,quar- della Polonia, eolle provincie della (pia-
tier mastro il general Bever, comandan- le ingrandì l'impero, dopo la sommissio-

te della flolta il generale Elphinston. I ne della Crimea, in seguito questa volle


primi combattimenti de'turchi contro i vedere. A Chcrson trovò un arco coll'e-
769 con impadronir-
russi finirono nel i pigrafe: Questa e la vìa di Bisanzio! La
ti russi nuovamente eli Khotin o Choc*
i guerra continuò, e la campagna del 1773
zim, die aveano occupalo nel 1789 con procurò alcuni vantàggi a'turchi. Milita-
battaglia memorabile, città di Bessara- la III in mezzo a tante amarezze e umi-
bia presso la riva destra del Dniester; del- liazioni, lece di tutto per uscir con deco-
la Moldavia, per l'intelligente con quel ro da sì disastrosa guerra, per la quale
palatino di Nicola Dhraco, dragomanno spese inutilmente immensi tesori, spopo-
del gran visir Meliemet Emiri, il quale lò le provincie dell'impero, e restò del
pure fu colpevole per negligenza, ed am- tutto deluso nellesue speranze. Con nuo-
bedue perderono poi la testa ; e di una ve leve sempre rinforzòl'armata, aumen-
parte della Valacchia. La guerra del 1770 tando l'ingaggio sino a i5 zecchini vene-
riuscì pe'turchi ancor più disastrosa, e fu ti. Scelse i più bravi guerrieri pel coman-
resa celebre dalla terribile battaglia na- do di sue armate, né perdonò a spese nel
vale di Tcbesme o Tcbecbmeb ,
golfo servirsi de'più rinomati ingegneri. Per ul-
presso l'isola di Scio nell'Arcipelago, dal- timo fece produrre lo stendardo di Mao-
i'incendiodella flotta ollomuna di 3o 11 a metto, ed ancor questo senza successo.
vi,con istrattageroma la noltede'5 luglio, Imperocché generali russi che aveano
i

e con orrenda strage di 12,000 turchi; preso ascendente sui turchi sì per mare
dalla disfatta del kan di Crimea sul Pruth, che per terra, si ridevano degli sforzi del

dalla rotta deli' esercito del gran visir sultano. Avvilito e confuso M usta fa HI
presso all'imbocca tura di tal fiume,il qua- dalle triste vicende che rapidamente si

le era slato spellatole dell'angustie dello succedevano, si propose prima di rinun-


czar Pietro 1 per opera di quegli stessi zia!- l'impero al fratello Dajazel, poi eli di-
turchi allora vinti, benché in numero di viderselo con esso, cedendo a lui gli sta-

i5o,ooo, da forze assai inferiori alle lo- ti d'Europa, ri lenendo per se que'd'Asia,
ro, perdendo circa la 3." parte dell'eser- e finalmente di porsi alla testa dell'arma-
cito ei4o pezzi di cannone; e dalla per- ta , menlre le sue forze fisiche non cor-
dila di Bender, della Bessarabia e di pa- risposero al vigore del suo carattere. Ma
recchie isole dell'Arcipelago, con immen- intanto che consultava, i russi per mare
so bollino e munizioni d'ogni sorte. Nel e per terra trionfavano; e se i russi non
medesimo tempo l'Albania e laMoldavia, passarono Dardanelli, con che diveniva-
i

istigate da'russi, tentarono di sollevarsi; no padroni di Costantinopoli, si deve al-

Ah bey s'impadronì dell'Egitto, e lo sot- la bravura del celebre ingegnere france-


trasse dal dominio del sultano; il cheik se de Tott, che seppe costruire e dirige-
Dhaber cominciò a regnar da principe re le formidabili batterie, e montate da
indipendente su d'una parte della Siria; cannoni fatti fondere da lui. Verso la fine
ed a stento i turchi contesero il Danubio del 1773 gli si debilitò la salute visibil-
a'vineitori russi. Nel 1
77 1 la Crimea cad- mente; chiamato a se il AbduI-
fratello
de in loro potere, e nel 1772 colla me- Hamed, che altri chiamano Acmet IV,
diazione dell'imperatore e del redi Prus- gli raccomandò suo figlio Selim, e morì
sia venne convocato e tosto sciolto il con- a'21 gennaio 1774 di 58 anni. Mattata
gresso di Focziani o Fokchani, e le con- IH ebbe sano criterio, cuore retto, costu-
ferenze di Bukarest non riuscirono me- mi austeri. S'istruì nel! api 'ione median-
T U R TUR 36r
!e io studio della storia e delle leggi; a- vendo assicurato in Adrianopoli la cassa
vea lati le elocuzione, ma mediocre inge- militare, la cancelleria di guerra e lo sten-
gno. L'incapacità de'suoi generali fu la dardo di Maometto. I plenipotenziari del-
principale cagione di sue sconfìtte. In cir- la Porta si condussero con magnifiche
ia
ten-

costanze meno ardue, col suo zelo e buo- de in vicinanza al corpo d'armata del ge-
ne intenzioni, avrebbe potuto operaie co- neral Kamensky, per recarsi ai quartie-
se grandi. Sotto il regno di Mustafa III, la re generale di Romanzow presso Silistria,
Russia inspirò a'greci quello spirito d'in- ma si fecero fermare a Bujuck-Kaynardgi
dipendenza, que'prineipii di libertà, die oRainardji. Il visir si finse ammalato pei*

a'giorni nostri operarono il gran cambia- evitare il rossore di comparire avanti il

mento nel sistema politico d'Europa. Ab- vincitore R.omanzow che , vi si recò col
dul Hamed per salire sul trono fu trat- principe Nicola Piepnin, il quale col vi-

to dalla prigione,ove per gelosia di sla- ce-visir Nicha udiii llesnè, Achmet effen-
to visse circa 44 anni, ed ove fece rin- di, e Ibraim Missembel nuovo reis-eflen-
cbiudere il nipote Selim di 7 anni, trat- di, a'2 r luglioi 774-concluseroIu pace tra
tandolo benignamente. Confermò mini- i la Russia e la Turchia e sottoscrissero il

stri nelle cariche, e li regalò magnifica -


seguente trattato, cioè nello stesso gior-
mente. D'animo mansueto, dolce, nobi- no incili i turchi sul Penili aveano accor-
le, liberale e spregiudicato, per l'età gli dato a Pietro I la sospirala pace. i.° In-
mancò quel coraggio e quell'attività die dipendenza de'tartari, che le due poten-
abbisognavano all'impero ottomano, per ze riconobbero popolo libero; e che il lo-
evitare quelle umiliazioni cui tosto sog- ro kan .non dovesse far altri ofiìzi al sul-
giacque. Zelante per l'educazione de'suoi tano di quelli che impone il maometti-
figli Solimano, Mustafà e Mabmud (ab smo al supremo califfo. 2. Si permise la

triaffermano cbe non ebbe prole erro- navigazione reciproca libera in tutti i ma-
neainente)procurò che fossero istituti nei ri e fiumi, e di dar fondo in lutti i por-
buoni principii e nelle belle lettere. Ami- ti e l'ade de'due imperi. 3.° Piena liber-
co della pace, ma geloso dell'onore del tà reciproca di costruire dappertutto nuo-
Irono» spinse con tutta forza i preparati- ve fortezze e far nuove fortificazioni al-
vi per continuar la guerra contro la Rus- l'antiche. 4-° Che la Porta dasseil lito-

sia, cominciati dal fratello. I suoi eserci- Io di Pa disa eh o Imperatore di tutte le

ti, de'quali era capitano il gran visir Mus- Russie a sovrani di quell'impero. 5.° La
sum-Oglou, vennero cresciuti sino al nu- Porta cede per sempre alla Russia lepiaz-
mero di 400.000 combattenti; ma la di- zed'Azow, YenicalèjKertscheKinbouru
sciplina e il valore de' russi trionfarono co'loro rispettivi territori:, e una lingua
ovunque del numeroe dell'ignoranza dei di terra fra'fiumi Boug e Dnieper. G.° La
nemici. I torcili già sconfìtti da 'genera- Russia restituì tutte le conquiste fatte sul-
li Soltikow, Kamensky e Suwarow, fu- l'impero ottomano, stipulando per tutti
rono iu Bulgaria in numero di 40,000 gli abitanti delle provinole ed isole che
chiusi nel loro campo di Scimmia, dalle -restituì certe prerogative e privilegi, che
mosse strategiche e ingegnose del feld- le misero al coperto d'ogni e qualunque
maresciallo Komanzow, ed il visir sepa- oppressione. In sostanza per questo ver-
rato dalle genti slaccate dal grosso del- gognoso trattato la Porta fu obbligata a
l'esercito e da' magazzini, im possi bili lato riconoscere I' indipendenza della picco-
a ritirarsi ed a combattere, e posto fuo- la Tarlarla o Crimea e del suo kan, di

ri del caso d'aver soccorso, fu costretto Budjnk e Kuban; cede alla Russia le for-
di domandar la pace, di cui prima il di- tezze di Azow, Kilbonran e altre sul mar
vano non voleva sentirne parlare; già a- Nero, e permise la libera navigazione nel-
3Ga T U R TUR
l'acque della Turchia a tutti i bastimen- nbbandonòla Crimea, continuando a mo-
ti mercantili russi. La Giorgia fu libera- strarsi ostile, e sostenendo le pretensioui
ta da'tribuli che pagava a'iurchi. La Rus- di Giuseppe II sui confini de'due imperi e
sia ricevè inoltre una somma di denaro sopra alcuni privilegi. Ambedue le poten-
in rimborso delle spese della guerra. La ze continuamente minacciavano l'impe-
Russia restituì la Moldavia eia Valacchia ro, dilanialo da interne divisioni intesti-
clie avea occupate. Il trattato fu poi ra- ne noi divano e Ira'ministri. Per una sol-
tificato dal feldmaresciallo Romanzow, levazione il sultano fu in pericolo di per-
e dal gran visir Mnssum-Oglou, il quale dere trono e vita, per una congiura che
morì pochi giorni dopo. Indi l'imperato- costò le teste a più pascià e ministri, le

re Giuseppe II reclamò il distretto della (piali ad terromeni furono esposte sulla ci-

Rokowina, perchè situato tra la Gallizia ma delle mura del serraglio; e diversi di-
e la Transilvania, e come antica dipen- gnitari furono spogliati de'loro tesori. Di
denti! dell' Ungheria, e allora unita alla frequente si cambiarono! membri del di-
Moldavia. I russi nello sgombrare questa vano, e in breve spazio 5 muftì furono
provincia la rimisero agli austriaci; e la privati della dignità, spesso si elevarono al
Porta credette prudente il dissimulare e visirato persone non degne dell'imperio-
cedei la dipoi formalmente. II regno d'Ab- se circostanze che da ogni parte minac-
dul-Hamed fu ancora funestato da lagri- ciavano l'impero sconcertato. 11 pascià di
mevoli incendi che desolarono Costanti- Scutari Mahmud ribellatosi, rovinò l'Al-
nopoli, e fatale fu quello del i 782, in cui bania e osò marciare su Costantinopoli
il sultano di persona si recò per impedir- con 4O)O0O uomini; mentre l'impostore
ne la dilatazione e con profusione soccor- Mausur, spacciandosi per profeta, teneva
se i danneggiati; quindi intraprese la rie- agitala l'Asia. Abdul-tlamed vedeva la
dificazione del dislrutto.il sultano (ecc. poi decadenza del proprio impero, ne deplo-
pubblicare un editto per vietare l'abuso rava la sorte, e non poteva uè prevenirla,
dell'eccessivo fumare il tabacco, e trave uè arrestarla. Finalmente neh 787, mos-
stilo si recava ne'luoghi per vedere se si so da'consigli e dalle promesse dell' In-
osservava la legge, facendo punire i tra- ghilterra e della Prussia, intimò di nuo-
sgressori. 1 cattolici sotto di lui goderouo vo la guerra alla Russia, che col suo con-
protezione, massime dalla tirannia del pa tegno la provocava, anche per l'inadem-
Inarca greco-scismatico di Costantinopo- pimento d'alcuni articoli del trattalo di
li , che perciò severamente castigò. Nel Kaynardgi. lira troppo tardi, poiché or-
1783 il sultano concluse un trattato col mai la Crimea si considerava provincia
redi Spagna Carlo HI, al quale poi il suc- russa, avendola Cateriua li riunita all'ini -
cessore concesse il titolo dr protettore dei pero. Avendo la Porta interpellato Giu-
sauluari di Palestina e de'francescani che seppe II, per sapere qual parte avrebbe
l'hanno in custodia. 1 vantaggi consegui- egli preso in quella guerra, rispose l'im-
ti dalla Russia non la distolsero dal fare peratore, essere obbligato a soccorrere la
pel corso di più anni una sorda guerra al Russia con 3o,ooo uomini, offrire non-
disgraziato Abdul-Hatned. I generali rus- dimeno la sua mediazione per ristabili-

fci Crimea; il divano in coster-


invasero la re la pace. Frattanto radunò truppe nel-
nazione osò appena mormorare contro 1'
Ungheria, e dopo aver tentato inutil-
tale pubblica aggressione, a cui si aggiun- mente di sorprendere Belgrado, a' 9 feb-
se l'abdicazione del kan costrettovi dalla braio 1788 dichiarò guerra alla Tur-
Russia. 11 sultano volendo con questa po- chia. Ni un fatto interessante era seguilo
tenza ristabilirla pace, l'ottenne VS gen- nella 1 .'campagna tra'russi e i turchi. Nel
naio! 784. Non pertanto Cateriua li nou 1788 poi il principe di Poleuikiucoman-
T U R T U R 363
dante supremo de'russi,a' 17 dicembre no. Risposta imprudente, ma profonda-
espugnò Oczakow o OlchakofF impor- mente pensata. Mal sopportando gli af-

tante fortezza sul mar Nero. Gli austria- fronti accumulali sull'impero che dovea
ci comandali da Lacy misero il campo governare un giorno, e irritato della de-
principale a Semlino, indi s'impadroni- bolezza dello zio e della corruzione dei
rono Choczim, Dubitza e Novi. 11 gran
di ministri, non sognava che la rigenerazio-
visir Youssouf si portò colla principale ne del suo paese, ed i bei giorni degli A-
armata contro gii austriaci, e nell'agosto murai e di Maometto li. Non avendo let«
invaseli Cannato e la Transilvania. Vi lo che l'Alcorano e alcuni annali poco ve-
accorse Giuseppe li ma con disastrosa , ridici, attinse alcune idee elevale io una
ritirata dovè tornare a Semlino; rinvigo- specie di testamento politico che suo pa-
rito poscia l'esercito, cacciò i turchi dal dre avea scritto per sua istruzione. Pe-
Cannato. Gustavo HI re di Svezia fece a netrato di rispetto per la memoria del pa-
favore de'lurchi una potente diversione, dre, e confidando d' esser più fortunato
sdegnato contro Caterina 11 per l'influen- di lui, si propose prenderlo a modello. A
za che voleva esercitar nel suo stato. Pri- tale divisamento era incoraggiato -da sua
r
nia impedì colla sua flotta che uscisse dal madre gran senno, e dal d. Lorenzo
di
Baltico la russa ,
preparata a Cronstadt chirurgo italiano che V avea curato du-
per recarsi nel Medi terra neo;econ36,ooo rante il vaiuolo e che avea acquistata la
svedesi che riunì in Finlandia gettò la sua confidenza. La sua anima ardente si

costernazione nella stessa Pietroburgo, pasceva di continuo de'suoi progetti di ri-

non avendo i russi che 4, 000 uomini da


1
forma. S'irritava di sua ignoranza, e mo-
opporgli. L'insubordinazione d'alcuni of- strava il più forte desiderio d'imparare.
ficiali e la guerra dalla Danimarca dichia- Tutte le sue domande scoprivano urla-
rata alia Svezia, quale alleata di Russia, mmo agitato da grandi disegni e da vio-
impedirono a Gustavo HI di riportare lenti desiderii. Era impaziente di vendi-

que' vantaggi che sembravano indicati car idi


o do ricevuti dalla sua nazio-
oltraggi
dalla sua situazione. Intanto si collega* ne da'russi. Preparandosi a saper regna-
rotio l'Inghilterra e la Prussia, che già Io le, segretamente domandò a Luigi XVI
erano coli' Olanda, col fine di pacificar re di Francia nozioni sulle diverse parti
l'oriente, ch'era minacciato da una gran- dell' amministrazione : nelle sue lettere
de rivoluzione. Abdul-liamed in mezzo trattava le più alte questioni della politi-
a'pi eparativi della guerra pel 789 mo- 1 ca, e mostrava buone e grandi vedute per
ri a'7 aprile, lasciando al nipote un im- l'avvenire. Negli esercizi cavallereschi di-
pero vacillante per irreparabili perdite, venne peritissimo, e prova va suglianima-
ministri vili e corrotti, pascià sollevati, e- ii la forza del suo braccio. Di 28 anni sa-

sercili senza disciplina, e generali privi di li sul trono, e dichiarò che avrebbe puni-
talento e di sperienza. Con tali infelici au- to di morte chiunque de'suoi ministri
spici! montò sul trono Selim III tiglio di accettasseil più lieve regalo. La sua inau-

Muslafà lll,chevivea liberissimo nel ser- gurazione segui colla massima pompa e
raglio, e 1' alletto che mostrò per lui lo il più vivo entusiasmo de' turchi, che si
zio Abdul-Hamed il rese caro a tutti i aumentò per diversi atti benefici che eser-

mussulmani. Per l'impotenza di questi ad citò. Cornei più illustri de'suoi predeces-
aver prole (il che non è vero perchè eb- sori, uscì ogni giorno diversamente tra-
be nominali tigli, due de'quali regnaro-
i vestito, per assicurarsi .senei governo ur-
no), si offrirono delie donne a Selim III bano s'invigilava a dovere; volle final-
nell'età eli 1 z^ anni, ma egli le rifiutò di- mente vedere tutto co'propri occhi. Per
cendo; Che non voleva che figli di sovra- mettere a profitto le sue osservazioni, prò-
3(14 TUR TUR
mulgò che assicurarono le
diversi editti avendo Mol-
assalito presso Focziani in
provigioni della capitale, e determinaro- davia armata combinata de'russi e au-
I'

110 il vestire de' mussulmani e di quegli striaci comandata da Suwarow e dal

altri sudditi die non erano settatori di principe di Coburgo, fu sconfitto intera-
Maometto. I delinquenti erano puniti di mente a'2 lugl oi 789. Il gran visir vo-
i
:

morte, e spesso anzi nelle sue esplorazio- lendo ristabilir l'onore dall'armi turche,
ni il sultano faceva togliere al suo cospet- marciò alla testa di 100,000 uomini con-
to la vita a'colpevoli, o li puniva di pro- tro gli austriaci, ma i russi avendoli rag-
pria mano per minori contravvenzioni. giunti presso Martinistiasul Pvimnick nel
Tale maniera speditiva d'amministrar la momento che cominciava il conflitto , i

giustizia infuse il terrore in Costantino- turchi patirono una sconfitta disastrosa,


poli, e allorché Solini 111 usciva, tutta la lasciando sul campo 22,000 uomini e
gente fuggiva al suo avvicinarsi. Trovan- tutte Ir munizioni. Il principe di Cobur-
do l'impero afflitto da grandi avversità, go subito entrò in Valacchia e s'impa-
e sostenere guerra disastrosa contro la dronì di Bukarest, mentre Laudon sot-
Russia e l'Austria , il sultano ordinò le- tometteva Belgrado YS ottobre. In bre-
ve numerose e mostrò intenzione di re- ve tutta la Servia fu in potere degli au-
campo per dirigere in persona le
carsi al striaci. Dalla parte del Danubio i turchi
sue truppe. Poteva allontanarsi senza pe- furono ancora più infelici, e videro cader
ricolo dalia capitale, in cui lasciava per successivamente in potere de'russi Ben-
eredi del trono due cugini in età giova- der, Akermann, la provincia d'Oczakow,
nili, e si sa l'avversione de'turchi pe'mi- la Moldavia, la Bessarabia, ec. Galatz fu
nori. A llorchètaleinlenzione fu conosciu- ridotta in cenere, ed Ismail, fortezza prin-
ta, l'ardore de'turchi, che le sconfitte a- cipale de turchi sul Danubio, si vide mi -

veano abbattuti, si rianimò per un istan- nacciata. Dopo la sconfitta sanguinosa di


te; ma il consiglio di stato distolse Solini Ivimnick, sparsasi l'agitazione in Costan-
HI dal suo generoso progetto, sotto lo spe- tinopoli, il pubblico malcontento si esal-
cioso pretesto che la guerra era stata in- tò con mormorii e replicati incendi che
trapresa dal suo predecessore con auspi- fecero sparire diversi quartieri della cit-
co sfavorevoli. Il pubblico attribuì l'ina- tà. Benché il sultano intimorito non uscì
zione del sultano all'indolenza e all'amo- piti dai suo palazzo, non si lasco abbat-
re pe'piaceri, ma
mostrò contra- egli si tere e ordinò nuove leve. I lieti successi
rio alla pace per voler ad ogni costo la de'nemici della Porta risvegliarono la ge-
cedola Crimea. Spinse sino alla demen- losia dell'Inghilterra , e inquietarono la
za suoi progetti di vendetta e di con-
i Prussia e la Polonia. Avea la triplice al-
quista, e ricusò d'ascoltare i savi consigli leanza indotto la Danimarca a desistere
della Francia per darli interamente a dalle ostilità contro la Svezia, laonde Gu-
quelli dell'Inghilterra, della Prussia e del- stavo III potè rivolger tutte le sue for-
la Svezia che l'indicevano alla guerra. ze contro la Puissia; ma questa potenza
La diversione di quest' ultima, a cui la essendosi ben munita anche da quella
Turchia e l'Inghilterra davano sussidi!, parte, continuossi la guerra senza falli de-
mise in allarme per uu momento la Rus- cisivi. Intanto relativamente a questa
sia nia non produsse nessun risultato.
, guerra erano divisi i desiderii degl'italia-
Mahmud pascià di Scolari, da lungo tem- ni. Osserva il Coppi, che alcuni brama-
po in aperta ribellione, era tornato al- vano la distruzione de'turchi una volta
l'ubbidienza, ed appenaavea unito suoi i sì formidabili al nome cristiano. Altri al-
albanesi alle truppe rie! pascià di Bosnia, l'opposto avrebbero gradito che fossero
allorché il bravo Hassun, capitan pascià, rimasti vittoriosi, non certamente per a-
TUR TUR 'Ò65

mor di loro, ma per avversione a Giu- ta d'Ismail a'22 dicembre, colla morte di
seppe li polente in Italia e riformatore 33,000 turchi, mise il colmo a'suoi terro-
deplorabile delle cose religiose, e quindi ri : egli si credè obbligato per calmare il

per doppio titolo odiato da molli. Si può popolo, di sagrificare I intrepido Hassan
aggiungere che ad altri riusciva di ram- gran visir. 11 principe Repnin avea respin-
marico l' ingrandimento della possente to Yussuf pascià, richiamalo al visirato,
Russia in Europa. Morto neliygo Giu- e la piazza di Varna, granaio di Costan-
seppe II, il pacifico fratello e successore tinopoli e dell'armate ottomane, era nuo-
Leopoldo II abbandonò i vasti suoi dise- vamente minacciala, allorché in seguito
gni e pensò ^ pacificarsi colla Porla, poi- de'timori che inspiravano gli eventi che
ché l'Inghilterra per fare una diversione succedevano per 1' anarchia in Francia,
avea ordinato un armamento marittimo, l'Inghilterra, I' Olanda e la Prussia s'in-
e la Prussia sempre intenta a conserva- terposero per pacificar l'oriente, onde più
re l'equilibrio politico degli stati in Eu- libere rivolgere le loro cure all'occiden-
ropa, avea a'3 gennaio concluso con Se-
1 te, pervenendo a indurvi l'Austria in Si-
llai III alleanza offensiva e difensiva, im- stow. Ivi la pace fu stipulata a'4 agosto
pegnandosi di dichiarar nella primavera 1791, restituendo Leopoldo lì alla Por-
la guerra all'Austria e alla Russia, e di ta Belgrado e tutte le piazze conquista-
non deporre le armi finche laTurchia non te, tranne Choczim, cherestòin deposilo

avesse ottenuto una pace onorevole ed fino alla pace colla Russia. Solo si die al-
una sicurtà pei fetta in terra e in mare. l'Ausi ria una vantaggiosa fortezza sulla
Pertanto nel congresso di Reichenbach sinistra dell'Unii, e dalla parte della Va-
Leopoldo II dichiarò a' 27 luglio alla lacchia la vecchia Orsowa : la riviera di
Prussia l'armistizio e di acconsentire a Czerna fu fatta confine tra' due imperi.
pacificarsi colla Porta, restando le cose co- Raddoppiando le 3 potenze i loro sforzi,
in'erano prima della guerra, pei- il che anche la Russia cede a sì possenti media-
convenne di tenere un congresso a Sistow tori, a'quali si unì pure la Danimarca, e
a mediazione della triplice alleanza, ve- limitandosi a conservare Otchakoif, l'i 1

nendo esclusa quella di Francia divenu- agosto sottoscrisse in Galatzi prelimina-


ta repubblica e in rivoluzione. Però la ri di pace, ne'quali promise a' turchi di
Bussia altamente protestò di voler trat- restituire il restante dell'occupato. La pa-
tare separatamente la pace, quindi con- ce poi si concluse a Jassy g gennaio
a'

tinuò la guerra riportando nuovi vantag- 1792, confermandosi il trattalo di Rai-


gi. Nel Baltico poi Gustavo IH entrò nel nardgi, ritenendosi la Russia, oltre Ocza-
golfo di Wiburg e gettò lo spavento a
, kow o Olchakoff, il lenitorio situalo fra
Pietroburgo, sbarcando truppe aio le- il Bog e il Dniester, in cui si vide tosto
ghe distante; ma chiuso nello slesso gol- erigere la città d'Odessa. La Porta ac-
fo dalla flotta russa, non potè uscirne the consentì ancora a lasciare vaivodi di i

col sagrifizio d'un 3.° di sua marina: non- Moldavia e Valacchia esercitare il loro uf-
dimeno a'9 luglio attaccali gli svedesi a fizio per 7 anni, senza poterli dimettere
Svenekssuud, riportarono segnalata vit- in tal tempo, a meno che la Russia non
toria e presero a'russi 55 bastimenti. Ta- vi adei i»se.

li perdite e vantaggi vicendevoli, e per- Tra le feste brillanti celebrale in Co-


ciò inutili, fecero desiderare alla Russia e stantinopoli per l'inatteso pacifico avve-
alla Svezia la pace, che seguì nelle pia- nimento, giunsero a rattristarle cattive
nure di Verelà a'i4 agosto, rimanendo notizie dalle provincie. Tutta la Siria e-

lecose com'erano innanzi la guerra. Que- rasi ribellala, l'Egilto era in preda a'eapi
sta pace imbarazzò il sultano, e la pcrdi- indipendenti de'mammalucchi, e le fron-
366 TUR t U R
tiere orientali minacciate da una parie un grande interesse per la Francia; dopo
da' persiani e dall'altra dal pascià d' A- essersi posto in coni spon (lenza co' pascià
napn; lilialmente la Porta era stata co- di Jannina e di Scutari, gli scrisse poter
stretta far marciare contro a'tartari della forse la Grecia risorgere dalle sue cene-
Ci irai ia, malcontenti della cessione del lo- ri ; l'isole Jouie essere per la Francia in-
ro paese alla Russia, per sottometterli al teressantissime, l'impero do' turchi gior-
nuovo sovrano. Selim III risolse d'osser- nalmente crollare; col possesso di tali i«

vare un' esalta neutralità tra la repub- sole poter Francia essere in caso di so-
blioa francese e i potentati collegali con- stenerlo finche fosse possibile, o di pren-
tro di essa. Cedendo però alle vive istan- derne la sua porzione ; forse non esser
te delle corti di Vienna, Pietroburgo e lontano il tempo in coi essa avrebbe com-
Berlino, manifestò dispiacere pel cambia- preso che per distruggere veramente l'In-

mento de'minislri, ritìnto l'ambasciatore ghilterra dovea impadronirsi dell' Egitto


e poi ammise un inviato straordinario; governato da un pascià e dominato da 24
ma quindi persistendo nella neutralità, bey intimamente legati agi' inglesi. La
rifiutò l'alleanza a cui era sollecitato. Le decadenza dell'impero ottomano indurre
relazioni fra la Porta e la Russia erano alla Francia l'obbligo di pensare per tem-
ben lungi dall' essere amichevoli, per le po ad abbracciare mezzi per conservare
i

nuove pretensioni che la 2.* ogni giorno il suo commercio in Levante. Avendo il

metteva fuori ; Selim IH sprezzando le direttorio gustate tali proposizioni, nel giu-
minacce altere del ministro russo, finì le gno 1798 una flotta francese chiamata
discussioni mediante un compenso pecu- armala d'oriente, avendo a bordo 36,ooo
niario. Quantunque il governo rivoluzio- uomini comandali da Bonaparte, s' im-
nario di Francia inspirasse poca fiducia al padronì prima a' 12 dell' isola di Malta
sultano, siccome era con vinto che Francia e sue dipendenze, il forte baluardo della
la più antica e più fedele alleata dell'im- cristianità che combattendo contro i tur-
pero ottomano, non poteva esser sua ne- chi e i barbareschi era l'ornamento della
'
mica, manifestò il desiderio d'aver in Co- maomettani, pre-
nobiltà. Liberògli schiavi
stantinopoli degli operai francesi, per isca- venne subito le potenze barbaresche che
vare un bacino in quel porlo, per la co- l'ordine Gerosolimitano era distrutto, e
struzione di vascelli, degl' istruttori, dei colle sue truppe e vascelli aumentò la flot-

laminatori, de' fonditori di bombe, degli ta. A' 19 partì alla volta dell'Africa, ed il
utfìziali di lena e di mare, e degli artisti i.°lugiio Bonaparle sbarcale le truppead
in ogni genere; e la Francia si a (frettò a , Alessandria, nel dì seguente se ne impa-
mandarglieli. Nel 1794 u »ia truppa nu- dronì per assalto, ed invase V Egitto [V^)>
merosa di
o Adriano-
masnadieri obbligò senz'aldina provocazione per parte della
poli a darle 3oo,ooo piastre. Gravi tur- Turchia. Allorché la notizia dell'inattesa
bolenze scoppiarono sulle rive del Danu- occupazione di tale importatile provincia,
bio,ove il famoso Passwan Oglou alzan- a cui i turchi danno il nome d' ombellico
do stendardo della ribellione, s'impa-
lo dell'Islamismo) a causa della sua vici-
dronì d' Orsowa e Tirlowa, e minacciò nanza colle città della Mecca e di Medina,
la Servia e la Valacchia; indi obbligò la che ne sono la testa e il cuore, pervenne
Porta di riconoscergli un'autorità quasi in Costantinopoli, i {tirchi furono viva-
indipendente. Napoleone Bonaparte vit- mente da quella violazione del
irritati di-

torioso comandante supremo dell'armata ritto delle genti. Il divano nondimeno ri-

francese in Italia, nel 797 volse in men- 1 fiutò di cedere all'istigazioni dell'Inghil-
te disegni vastissimi, esponendo al diret- terra, che Io sollecita va a dichiarare guer-
torio di Parigi, l'isola di M alta essere di ra alla Francia. Soltanto dopo la confer-
TUR TUR 36 7
ma cìelln sconfitta della flotta francese visir, perchè la Porta amica della Fran-
ad Aboukir, fece palese il suo risenti- cia finche questa potenza era stata cri-
mento. Ruffin incaricato d'affari in Fran- stiana, le faceva poi la guerra dopo che
cia fu rinchiuso nelle 7 Torri colla lega- la medesima per la sua religione si era av-
zione ; tutli i francesi che trovavansi nel- vicinata alla credenza mussulmana nel-
1'impero ottomano vennero arrestati e V Egitto. Inoltre e previo un voto del imi-
le loroproprietà confiscate. Se ne adom- ftì, in cui si dichiarava, poter essere mus-

brò tanto Selim III, che nel i.° settembre sulmano senza la circoncisione e bevendo
dichiarò guerra alla Francia, e si collegò vino, Bonaparte fece credere che in breve
strettamente colla Russia, alla quale era- avrebbe abbracciato il maomettismo con
no uniti l'Austria, l'Inghilterra e il re tutta 1' armata. Scrisse poi al direttorio,
delledue Sicilie. Nel principio d'ottobre che se gl'iuviassero altri i5,ooo uomini,
una squadra russa comandata da Oucka- sarebbe andato a Costantinopoli. Ma il

tow, ed altra turca sotto gli ordini di Ca- direttorio gli rispose, le circostanze della
dir bey uscirono da'Dardanelli con trup- guerra esigere che la repubblica concen-
pe da sbarco ed assalirono l' isole Jonie,. trasse le sue forze, richiamare perciò in
S'impadronirono.di Cerigo, Zantee altre Francia l'armata d'oriente. Troppo rin-
isole, assediando Corfù. ch'ebbero per ca- crebbe a Bonaparte di abbandonar l'im-

pitolazione nel seguente anno. Nel tempo presa, tuttavia lasciando Kleber nell'E-
stesso Ali pascià di Jannina con alcune gitto coll'armata, partì segretamente,pro-
migliaia di turchi e albanesi assalì e dis- fittando d'un momento in cui la crociera

fece presso Nicopoli un forte distaccamen- inglese erasi allontanata. Giunto a Pari-
to francese comandato da Salcette. Nel gi, mediante nuova rivoluzione e nuo-
1799 una scI ua dra di russi, napoletani e va costituzione, fu eletto .°console della 1

turchi approdò in Manfredonia, per ap- repubblica. Selim 111 nell'ottobre 1799
poggiare la controrivoluzione in favore permise agl'inglesi di navigar liberamen-
del re, e cacciare dal regno di Napoli gli te nel mar Nero, concessione che più tar-
invasori francesi. A' 1 8 maggio i russi ca- di nel 1806 rese comune «'prussiani. La
pitanati da Voinowich, ed i turchi con- conquista iìeW'Isole Joiiìc } Corfù, Zanle,
dottida Patrona bey vice-ammiraglio, Cefalonia, s. Maura, Itaca, Paxo e Ceri-

bersagliarono Ancona colle loro squadre go, fatta sui francesi che le aveauo tolte

e poco dopo la bloccarono per mare: l'au- a' veneti, essendo stata condotta a fine il


striaco general Froelich si recò a raffor- 1 marzo 1
799, dalle flotte turche e rus-
zarli nell'assedio, eLa boi la circondò per se, sorprese di vedere le loro bandiere
terra. Formatosi da Froelich più regolare unite laonde per equità o per evitare
,

assedio, con esso capitolò il francese Mon- possibilmente la gelosia delle grandi po-
niea'i3 novembre, dopo diversi combat- tenze, la Russia in Costantinopoli fece
timenti. Così ì turchi contribuirono a li- colla Porta a'21 marzo 1800 una con-
berare idominii pontificii dall' invasione venzione nella quale si dichiarò. Che le
francese. Intanto Bonaparte nel princi- 7 isole Jonie avrebbero formalo la re-
pio dell'anno fece una correria nella Si- pubblica delle Sette Isole unite sottomessa
riaff.), per prevenire i turchi radunati alla supremazia della Porta e garantita
a'suoi danni, sollevare i loro nemici e fa- dalla Piussia, governata da' principali del
cilitare la strada all'Indie; prese diverse paese, con costituzione approvala dalle
piazze e poi tornò al Cairo. Dopo essersi due corti contraenti. Ogni 3 anni la repub-
lagnato col divano, per essersi i turchi col- blica avrebbe pagato alla Porla 75,000
legati eo'russi, procurò d'introdurre ne- piastre a titolo di vassallaggio, e sarebbe
goziazioni di pace; lamentandosi col gran stata esente da qualunque altro tributo.
3f>8 TUR/ T U R
Durante la guerra le due polènte Treb- re cannonieri esercitali all' europea con
berò potuto presidiarne le fortezze, pre- un' artiglieria leggera, e di formare mi
vio reciproco concerto fra loro e il con- piccolo corpo di fanteria armalo ili baio-
tento della repubblica. Pretesa, Parga, nette. Ritolte di fare di quest'ultimo cor-
A onttta e Bui rinto, stabilimenti sul pros- po, ch'eresi distinto nel iy<)8 per intre-
simo continente dipendenti dall'isole me- pidezza e docilità nell'assedio di Tolemai-
desime, sarebbero uniti all' impero otto- de o Acri, il nucleo d'una milizia perop-
mano, restando però vietalo a' mussul- porla a'tui Irnienti giannizzeri. Le dispo-
mani d'abitare in que' luoghi o d'acqui- sizioni favorevoli che il popolo di Costan-
starvi beni slabili. Con questo trattato tinopoli avea dimostralo per tali soldati,
l'onore della sovranità della nuova re- quando tornarono dall'Egitto, fece cre-
pubblica fu della Poi la, ma la fona del dere al sultano che avrebbe potuto co-
potere rimase a' russi ; imperocché per stituirne un corpo particolare, con paga
somiglianza ci ì religione erano osi gra- regolare, e perfezionarne l'organizzazio-
diti al popolo, e d'altronde col pretesto ne. Tale progetto ardito appoggiato forte-
della guerra vi mantennero presidii for- mente dal muftì Veli-Zadeh e da IIus-
littimi. Intanto nel 1800 gl'inglesi tol- seim pascià, fu messo .in esecuzione nel
sero Malta a 'francési, e con questa con- 1802; ed un firmano ordinò di formare
quista vennero a signoreggiare il Medi- un corpo composto di fanteria, di caval-
terraneo. francesi non polendo resistere
I leria ed artiglieria sul piede europeo, ri-
agli sforzi de'lurchi, sostenuti dagl'ingle- cevendo il nome di Nizani Dgcdid, o
si, evacuarono l'Egitto, per convenzione Ni-zamì Gcdid, cioè milizie di nuova or-
de'3o agosto 1801, e ne' preliminari di dinanza. Questi nuovi soldati avendo giu-
pace sottoscritti a Londra il i.° ottobre, stificate le concepite speranze, Selim III

siconvenne dalla Francia la restituzio- per aumentarne il numero fece nel marzo
ne dell'Egitto alla Porta, ed il riconosci- i8o5 un halti-eheriff, che ordinava di
mento della repubblica delle Sette Isole. scegliere nelle città e ne'principali villag-
Bonaparte effettuò la riconciliazione fra gi della Turchia europea fra 'giannizzeri,
la Turchia e la Francia, pe' preliminari i più forti e meglio costrutti, per essere
della pace firmali a Parigi a' 9 ottobre, i incorporali nel Nitara Dgedid. La fer-
quali però non furono ratificati nò dal mentazione ch'eccitò tal ordine immatu-
divano, ne da Selim Nondimeno per III. ro, obbligò il sultano a rimetterlo a tem-
rannodare le mandato a
negoziazioui fu pi più favorevoli. Qualche tempo dopo
Parigi Esseid-Mohammed, che sottoscris- ilrinnovamento delle ostilità fra l'Inghil-
se a' i5 giugno 1802 un trattalo defini- terra e la Francia, un insidio falto alla
tivo, dopo avere la Porta acceduto alla moglie dell'ambasciatore russo, l'assas-
pace generale d'Amiens. Questa non durò sinio di due capitani di vascello di tal na-
molto per l'ambizione di Francia e In- zione, fecero temere una rottura diva- : il

ghilterra, per cui tosto ricominciò la guer- no ordinò delle scuse ad Alessandro I im-
ra. Troppi elementi di discordia e di tur- peratore di Russia, il quale se ne contentò.
bolenza affliggevano la Turchia, perchè Però il divano si trovò imbarazzalo al-
Selim III potesse mischiarsi nelle contese lorché il general Brune ambasciatore di
de'suoi alleati, perciò stette neutrale. Vo- Francia, a' 18 giugno 1804 gli notificò,

leva inoltre profittare dello stalo di pace che Bonaparte avea preso il nome e il ti-

in cui trovavasi il suo impero, per con- tolo di Napoleone I imperatore de' france-
tinuar le riforme. Gii ufficiali francesi e- si, e domandare che fosse riconosciuto. La
sislenti in Costantinopoli lo posero in gra- incertezza della Turchia proveniva dalle
do d'istituire fonderie di cannoni, di crea- minacce che la Russia le avea fatte a mez-
TUR TUR 3S 9
zo d'Italinski, di dichiararle guerra se ce- chiudesse il Bosforo a' vascelli da guerra
deva a tali desiderii. La Porla condusse russi e inglesi. L'Inghilterra prese le par-
in lungo le negoziazioni e fece nascere ti della Russia,, minacciò colla flotta unita
tante difficoltà che Brune partì, lasciando alla russa Costantinopoli inutilmente, pei
un incaricato d' a fila ri in Costantinopoli. preparativi fatti di difesa da' turchi e di-
Soltanto nel gennaio 1806 Selim HI, a- retti da Sebastiani, per cui passò in Egit-
•vendo saputo le vittorie de' francesi, ce- to ad occupare Alessandria, poi cacciata
dette e accordò il titolo domandato a i- da quel pascià, edi russi s'impadronirono
stanza di Ruffin. Questi avea ottenuto una dell' isola di Tenedo e vi stanziarono la

dogana più vantaggiosa dell'altre


tariffa di loro flotta. Frattanto nel 1 807 stesso tut-
nazioni, ad onta del malcontento de* russi to sembrava presagire la dissoluzione del-
e degl'inglesi. Indi l'ambasciatore di Fran- l'impero ottomano: l'autorità del sultano
cia Sebastiani, nel 1806 fece decretare, era disconosciuta dappertutto. Delle ban-
che nessun greco o armeno si potesse de di masnadieri armali desolavano le
naturalizzare russo o di qualunque altra Provincie vicinealla capitale. Gli abitanti
nazione, e che simili atti fatti da 4 anni d? Adrianopoli, eccitati e sostenuti dai
addietro in poi si dovessero annullare. Tali giannizzeri, aveano rifiutato di ricevere
provvedimenti diretti evidenlementecon- nelle loro mura iNizam Dgedid. SelimlH
tro la Russia, furono seguiti dalla deposi- per calmare l'irritazione degli animi, fu
zione de'due ospodari di Moldavia e Va- obbligato a fare rientrare tali nuove trup-
lacchia che le erano ligii, ed i quali fu- pe negli anteriori loro quartieri e di rin-
rono surrogati da partigiani di Francia. novare quasi tulio il suo ministero. Da
L'ambasciatore russo aCostantinopoli di- un'altra parte Paswan Oglouerain piena
mostrò grave malcontento di tale viola- si conduceva da so-
ribellione. Ali pascià
zione del trattato di Jassy e dell'hatti-che- vrano indipendente nel suo governo di
rin°,e le sue minacce equivalevano a quasi Jannina. I serviani sotto la condotta di

dichiarazione di guerra. Arbuthnot mini- Giorgio Czerni aveano riprese 1' armi, e
stro inglese, irritato perchè la Porta avea minacciavano d'impadronirsi di Sabatz
rifiutato rinnovare il trattato del 1 798 si e di Belgrado.Djezzar,famoso pascià d'A-
unì ad Ilalinski, ed annunziò che una flot- cri, non avea che il nome; ed i
di suddito

ta di sua nazione avrebbe sostenuto le di- dopo essere stati cacciati


settari vecabiti,

chiarazioni della Russia. La Porla, cono- un momento dalla Mecca e da Medina da


scendo la sua debolezza, voleva cedere; loro spogliate, aveano riconquistate quel-
ma 1807 Sebastiani e Ruffin seppero
nel le due città, impedivano i pellegriuaggi, e

dominare talmente lo spirito del divano, dominavano sull'Arabia. Infine l'autorità


che non ostante la presenza delle flotte dellaPorta era pure disconosciuta nell'E-
inglese e russa, la Porta decise di dichia- guerre civili.Tale era
gitto, straziato dalle
rare la guerra alla Russia, avendo saputo la situazione della Turchia, allorché la
che essa avea invaso la Moldavia eia Va- squadra combinata inglese e russasi pre-
lacchia, col pretesto di sostenere i diritti sentò innanzi i Dardanelli, come narrai, e
degli ospodari. Per la guerra che si faceva 9 vascelli gli aveano passati e trovavansi
tra la Francia e la Russia, non era rima- dinanzi alla punta del serraglio, la coster-
sta indiffereute laTurchia, perchè l'impe- nazione della città essendo al colmo. Gli
ratore Alessandro I erasi ricusato ratifi- ingegneri e gli artiglieri francesi, Seba-
care il trattato di Parigi, nel quale venne stiani e Ruffin, salvarouo allora Costan-
riconosciuta l'integrità e V indipendenza tinopoli, ed obbligarono la squadra a ri-

dell' impero ottomano, per cui 1' amba- passare i Dardanelli. Selim III mostrò un
sciatore francese ottenne che la Porta grande carattere in quella circostanza, a-
vol. ixxxi.
37o TUR TU R
inaiando i lavoratori delle fortificazioni vasi interrotto, era un uomo sacrilego ;

ne'liioghi più pericolosi: ordinò ad ognu- in fine, che ogni innovazione era dichia-
no de' suoi ministri di far costruire una rata dalla religione un delitto irremissi-
batteria e di combat ter vi, e fece decapitar bile. Allora più audaci, u-
i ribelli fatti
ijuello delle finanze per non averlo fatto nendosi popolo, domandarono la de-
il

e per aver commesso delle dilapidazioni. tronizzazione di Selim III. Le pignatte


Poco dopo che il sultano si liberò dalla delle truppe, segno venerato da esse, fu-
squadra nemica, una disposizione impru- rono poi tate sulla piazza e rovesciate, per
dente e mal concertata lo precipitò dal dimostrare che rifiutavano il cibo che
trono. A vea mandalo a Scutari,ne'caslclli dava loro il sovrano, e non aveano più
del Bosforo ed in quelli de' Dardanelli, nulla di comune con esso. Ma le porte
degli abiti fatti alla norma dell'ordinanza del serraglio non s'aprivano, ed il sulta-
del Nizam Dgedid,con l'ordine di vestir- no eh' erasi tenuto rinchiuso ne'
muri di
ne i giannizzeri. Gli yamacks, avventu- esso a tutto il giorno 28 maggio, avea
rieri la più parte albanesi, eli 'erano inca- tentato senza buon successo di calmare
ricati congiuntamente co' Nizam della il furore de' ribelli, facendo loro gettare
guardia de'forti del Bosforo e del servizio le leste de'favoriti che aveano proscritti,
delle batterie, furono i primi che rifiuta- e sopprimendo il corpo de' Nizam Dge-
rono d'ubbidire. Trucidarono Mahmud did; ma persisterono nel loro empio pro-
effendi portatore dell' ordine, e diversi getto. 11 29 era un venerdì, giorno in cui
uflìziaH che cercarono di calmarli. Non il sultano deve andare pubblicamente in
ostante una viva opposizione Nizam sog- i una moschea, tal costume che non fu mai
giacquero dopo una lotta vigorosa, furo- violato, rendeva il momento decisivo. Se-
no espulsi da'castelli e obbligati a ritor- lim non osò uscire, ed il muftì ac-
III,

nare nelle loro stanze di Costantinopoli. compagnato da' principali ulema, si pre-
La ribellione de' yamacks non avrebbe sentò nel vecchio serraglio, dinanzi a Mu-
avuto conseguenze, se il sultano avesse slafà figlio del defunto sultano Abdul-
fatto sull'istante i provvedimenti oppor- Hamed e cugino del successore Selim III,
tuni per sedarla; ma ingannato dal nuo- gli annunziò ch'era scelto dal popolo per
vo muftì e dal caimakan nemici delle ri- occupare il trono,e lo condusse prima nel-
forme, restò nell'inazione; e Cabacki O- la moschea, e poi al serraglio, in cui ac-

g!ou, uomo oscuro che gli yamacks avea- compagnato da 3oo giannizzeri lesse a
no eletto a capo, ebbe il tempo di concer- Selim III la sentenza di sua deposizione.
tarsi co'giannizzeri e co'lopgi o artiglieri. Tale principe disgraziato vedendo che la
Entrò Cabacki in Costantinopoli alla te- resistenza era inutile, cede il soglio a suo
sta di tutte le truppe ribellate, e si pose con cugino o nipote Mustafà IV, fu rilegato
esse sulla piazza dell' Atmeidam, luogo in un kiosk, e trattato con qualche ri-
ordinario delle riunioni del popolo. Ec- guardo. La morte d'alcuni ministri e dei
citato dal muftì e dal caimakan, Caba- capi della nuova milizia de' Nizam Dge-
cki si arrogò 1' autorità di sovrano, e do- did, avendo quietato giannizzeri, la tran-
i

mandò insolentemente la deposizione di quillità fu presto ristabilita iu Costanti-


Selim III. 11 muftì consultò il Corano, ed nopoli, ma la sedizione si sparse per le

emanò il suo terribile fefta, in cui diceva provincie. Il gran visir che comandava
un so-
coll'aulorità di quel libro sagro,t he l'esercito diValacchia contro russi, e i

vrano cheavea regnalo 7 anni, senza che che avea ottenuti alcuni vantaggi, fu tru-
il cielo gli avesse accordata posterità, era cidato da' sediziosi. Il pascià di Bagdad
indegno del trono; the un sultano, sotto venne assassinato dal suokiaya o luogo-
a cui il pellegrinaggio della Mecca trova- tenente, che fu fatto successore dal sul-
TUR TUR 37 i

lano. I pascià di Damasco e di Tripoli si vole colla Porta. I due imperatori si u-


fecero guerra; quello d'Aleppo fu cacciato nirono in alleanza. Con articoli segreti,
da'giannizzeri. I veeabiti padroui di Mec- la Russia rinunziò in favore della Fran
ca e Medina, profittando dell'avvenimen- eia la protezione e che avea sulle
i diritti
to, continuarono i loro progressi sulle Isole Jonie, ritirandone le truppe; e Na
frontiere della Siria e s'impadronironodi poleone I dichiarò che non si sarebbe
Anah sull'Eufrate, mentre russi batte- i opposto, con altri accordi, perchè Ales-
rono il pascià d' Erzerum. Mustafà IV sandro I unisse al suo impero la Moldavia
appena acclamato sultano pubblicò un e la Valacchia, perciò potere protrarre Io
firmano per rinnovar la dichiarazione di sgombrameuto : nou essere possibile di
guerra alla Russia ; promise di ripristi- soffrire più oltre il turco in Europa, po-
nar gli usi antichi e gli antichi limiti del- tersi forse respingerlo in AsTia! In esecu-
l'impero, soppresse le nuove imposizioni, zione del trattato di Tilsit sgom- i russi
abolì tutte le istituzioni di Sellai III, e brarono Tenedo, e consegnarono a'frao-
distrusse anche la stamperia di Scutari. cesi l'Isole Jonie, che furono dichiarate
Alcuni memorabili eventi resero rino- indipendenti da Napoleone I; ma col pre-
mato il breve regno di Mustafà IV. Il ca- testo d'alcune correrie de' turchi, riten-
pitan pascià Seid Ali, il i.° luglio 1807 nero i principati Danubiani. Egualmente
combattè con vantaggio la flotta russa a mediazione di Napoleone a'24 agosto
I

dell' ammiraglio Siniawiu presso Tene- fra la Russia e la Porta fu sottoscritta una
do nell'acque di Lemno, e meritò le lodi tregua, ed altra si concluse da' turchi coi
e gli onori di Ghazy, il vittorioso o vin- serviani. GÌ' inglesi che sotto Selim HI
citore degl' infedeli, che gli die il sulta- aveano superato l'entrata de'Dardanelli e
no in un' udienza solenne. Napoleone I minacciate le mura del serraglio, e si e-
si coni piacque della rottura tra la Porta rano impadroniti d'Alessandria, fallirono
e la Russia, e si decise sostenere la Tur- pure solloMustafà IV nel reiterare la spe
chia, pel grave riflesso: » Che se risorgesse dizione. Lord Paget loro ambasciatore
e trionfasse il diadema greco dal Baltico non riuscì meglio nella sua negoziazione
al Mediterraneo, si vedrebbe a'noslri gior- per ottenere che l'Egitto venisse dato agli
ni le nostre provincie assalite da un tur- inglesi per tutto il tempo che fòsse durata
bine di fanatici e di barbari. E se in que- la guerra fra essi e la Frauda. Le loro
sta lottal'Europa incivilita venisse a soc- truppe, tagliate a pezzi da quelle del cai-
combere, la nostra colpevole indifferenza makan, poi celebre viceré d' Egitto Me
ecciterebbe giustamente le querele della liemet Ali, in un tentativo che fecero so
posterità, e diverrebbe nella storia uu ti- pra Rosetta, furono bloccate in Alessan-
tolo d'obbrobrio". Ma Alessandro I dis- dria dal medesimo pascià, che le costrin-
gustalo coli' Inghilterra sua alleata, per se a capitolare, ed a rendere la città, ove
la negata guarentigia d' un prestito, pro- entrò a'22 settembre. Malgrado tali van-
pose a Napoleone 1 un armistizio che fu taggi, malgrado la severità di che usò per
concluso fin da'21 giugno 1807, indiai reprimere le insolenti pretensioni de'gian-
2 5 due imperatori si abboccarono pres-
i nizzeri, malgrado le disposizioni cui fece
so Tilsit, ove trattarono a'7 luglio la pa« ai fine di loro opporre un nuovo corpo di
ce col re di Prussia, per la quale fu sta- truppe disciplinate all'europea, ma vestile
tuito di cessare Russia e le ostilità tra la lilla foggia turca, Mustafà 1 V soffrì la me-

la Turchia, ed promisero sgom-i russi desima infelice sorte di Selim III. Questo
brare principati di Moldavia e Valac-
i ultimo avea ancora numerosi partigiani,
chia, accettando la mediazione di Napo- di cui era segretamente capo Mustafà
leone I per concludere una pace onore- Rairakdur, poi celebre gran visir, che gli
37* TUR TUR
dovea In sua elevazione. Egli era pascià ostacolo non può fermare. Dopo breve
di It ustsciuk, dotalo di talento e di valore resistenza fatta a Bairakdar, si aprono le

col quale si distinse in militari imprese. porte del serraglio, ed il cadavere dello
Allora comandava qunlseraschiere l'eser- sventurato principe è gettato a'suoi pie-
cito d'osservazione sulDanubio, quando di.Bairakdar tributa lagrime di dolore al
volle mandare ad effetto il ristabilimento suo signore ; ma presto crescendo in lui
di Selim III sul trono. Moveva contro i il fui ore, ordina il supplizio de'consiglieri
russi allorché fu fatta l'accennata tregua. e degli esecutori di tanto delitto, rilega
Nel 1808 finse di marciare contro i ser- Muslafà IV nella prigione occupata dal
viente avvicinandosi a pocoa poco ad A- disgraziato Selim III, e nello stesso gior-
drianopoli ed al campo del gran visirTche- no 28 luglio proclama sultano e fa intro-

leby Mustafà, lo costrinse ad unirsi con nizzare Mahmud Khan II figlio del sul-

lui, movendo ambedue verso Costantino- tano Abdul-Hamed e fratello del deposto.
poli. Dopo aver accampalo più giorni di- Il nuovo monarca dichiarò gran visii Bai-
nanzi alla capitale, ad onta del rispetto rakdar, il quale tenne ubbidienti i pascià,
che ostentava per Mustafà IV, fece segre- ristabilì il ministero della polizia e delle
tamente strangolare comandanti delle i provigioni, e fece tulte le disposizioni e-
fortezze delBosforo,e loro sostituì degli uo- spedienti a mantener la tranquillità nella
mini chea luierano divoli. Enlrato a'28 capitale. Nel medesimo tempo intese sen-
luglio in Costantinopoli, depose il muftì, za posa ad ordinare e aumentare l'eserci-
l'agà de' giannizzeri, tulli gli ulema che to ottomano, ad introdurvi nuovamente
aveano preso parie nella rivoluzione con- la disciplina e la tattica europea, a sop-
tro Selim HI, e marciato verso il serra- primere il corpo formidabile de'gianniz-
glio richiese di quel principe per procla- zeri, e ad assoldarli in quello de'seymen

marlo di nuovo sultano, dopo aver fatto da lui formato. Tali innovazioni, che a-
deporre Mustafà IV dal muftì e dagli u- veano servilo per colore alla caduta di Se-
lema da lui eletti. Ma Mustafà IV ordinò lim III, l' inflessibile fermezza del gran
che si strozzasse il cugino o zio Selim III; visir, e la soverchia sua severità, irritaro-
gli assassini a ciò incaricati, in altro strano no i di lui invidiosi, ed aumentarono il

modo Mentre lo sventurato


I' uccisero. numero dei malcontenti. Delle truppe ar-
principe ne impediva 1' esecuzione colla rivate senz'ordine da' Dardanelli e dalla
forza e col coraggio, che spiegò contro i Romelia fino da' io novembre 1808,
suoi carnefici, uno di questi caduto fra le mettono in colmo l'agitazione di Costan-
sue gambe lo trasse da' sensi, con affer- tinopoli a'i 4 di detto mese. Si appiccano
rare e stringere impetuosamente gli or- de'combattimenti parziali fra essi e la mi-
gani della propagazione, e morì per tal lizia de'seymen istituita e protetta da Mu-
modo il misero. Così perì questo illumi- stafà Bairakdar. Il visir scorre le vie della

nato sultano, per aver tentato di rigene- capitale, e si reca dovunque il pericolo è
rare la sua nazione, e di scuotere il giogo maggiore, ordina con sangue freddo, ina-
de' giannizzeri e degli ulema. Dotato di nima i seymen più coli' esempio che coi
belle qualità e di buone intenzioni, egli suoi discorsi, e sbaraglia più d'una volta i

non riuscì in tale impresa, che avrebbe giannizzeri; ma mentre egli vince da uà
posto la Turchia nel più alto grado fra i lato, i suoi partigiani sono respinti in tutti
potentati, pressoché come la distruzione gli altri punti. Costretto finalmente a ce-
degli strelitz aveano dato a Pietro I,un se- dere al numero, si ritira nel serraglio. Vi
colo avanti, i mezzi di fondare la formida- viene assediato, vi dà fuoco e se ne sca-
si

bile potenza russa. Gli mancò l'energia lano le mura a' 1 5 novembre. Bairakdar
di carattere e la perseveranza che niun non ha che il tempo di far strangolare
TUR TUR 373
Mustafà IV colla madre, cui i ribelli ri- principio di detto anno la Turchia erasi
domandavano per sultano; e temendo di pacificata coll'Iughilterra, vi aggiunse per
cader vivo nelle loro mani, incendia la altra condizione l'espulsione da Costan-
polveriera, balza in aria, e seco trae una tinopoli del ministro inglese. Il sultano
moltitudine di quelli ch'erano i più acca- non volle acconsentire a tali patti, e si
niti a ucciderlo. Nel dì seguente fu tro- ruppero le conferenze. Allora i russi ri-
vato il suo corpo sotto le macerie, e fu presero le offese; s'impadronirono total-
bersaglio agli oltraggi della plebe. In tal mente delle chieste provincie, e portarono
guisa finì il famoso visir, di cui il corag- eziandio la guerra sulla riva destra del
gio e i talenti elevati avrebbero potuto Danubio. Intanto nell'Egitto il pascià Me
operare dell' utili riforme alla sua nazio- hemet Ali, divenuto viceré, nel i.° mar-
ne^ contribuii e ad un maggiore sviluppo zo cominciò ad eseguir la strage de' tur-
di quelle che intraprese poi Mahmud li, bolenti mammalucchi, che non cessò fin-
se imprudentemente affrettata egli non che quasi tutti non furono sterminati. Con
avesse tale tremenda rivoluzione. 11 cor- questa terribile misura politica 1' Egitto
po di Mustafà IV a' 18 fu deposto nella fu pacificato. Ad onta delle convenzioni,
tomba del padre suo. Mahmud li avea delle capitolazioni, de' firma ni, detrattali
2 3 anni quando salì al trouo, sul quale internazionali e di ogni altro diritto dei
portò le feconde idee di riforma e d'inci- francescani latini sui Luoghi Santi, che
vilimento iniziale dal cugino o zio Se- sono andato riferendo, greci e gli arme-
i

lim 111 e proseguite dal visir Bairakdar, ni scismatici, sempre di visi nel dogma, ma
le quali con piti fausti auspicii sviluppò sempre d' accordo contro i Ialini, salvo
in Costantinopoli ,nel quale articolo per- sempre il diritto di accapigliarsi fra loro
ciò lo celebrale nel priucipio di questo già nel momento di dividere la preda, pro-
ne feci cenno ; sebbene le sue incessanti fittando astutamente delle brighe chele
cure e l'essersi mostrato d'animo costante guerre e le rivoluzioni davano a'goverui
ne' prosperi e negli avversi casi, lo face- d'occidente, già fino dal declinar dei pas-
vano degno di sorte migliore. Quanto ai sato secolo si erano impossessati di quasi
grandi avvenimenti suo im-
politici del tutti i santuari di Palestina. 1 legittimi
pero, dirò che poco prima di sua assun- possessori latini o franchi, cacciati quasi
zione ad esso, Napoleone I avendo fondati da ogni luogo, non erano né anco più tol-
sospetti che l'imperatore d'Austria Fran- lerati in queir oscuro cantuccio eh' era

cesco I gli muovesse nuovamente guerra, loro rimasto, quando il funesto caso, che
tentò inutilmente di distrarne la politica narrai a Gerusalemme con dettagliati par-
verso l'oriente, col proporgli la divisione ticolari, ivi venne a mettere il colmo alla
deli' impero ottomano, ammettendolo a desolazione e alla miseria de' vessali mi-
parte delle spoglie. Nel colloquio poi te- nori osservanti, ed insieme adarea'loro
nuto dal medesimo Napoleone I in Erfurt superbi, prepotenti e crudi rivali un' ap-
nell'autunno con Alessandro I, a questi parenza di diritto, tanto piùassurdo,quau-
rinnovò la promessa , che non si sarebbe to che fondato sopra una nuova e più a*
opposto all'unione della Valacchia e della ceiba oppressione. Nella notte dall'i 1 al
Moldavia all'impero russo. Nel 1809 A- 12 ottobre 1808 il fuoco si apprese alla
lessandro I prorogò colla Porta l'armisti- cappella degli armeni, ed in breve si pro-
zio di Slobosia,che dovea terminare nel- pagò tanto che in meno di due ore di-
l'aprile, e trattò in Jassy per concludere roccò la gran cupola della chiesa del s.
una pace definitiva. Chiese però per base Sepolcro, in volgendo nella sua rovina uua
del trattato la cessione della Valacchia e gran parte de' preziosi doni che l' orna-
della Moldavia ; e siccome frattanto sul vano. I greci e gli armeni furono or gli
1

>.; TUR TUR


uni or gli altri accusali d'aver appiccato della chiesa del Sepolcro, non doven s.

il fatale incendio; essi medesimi se ne in- nuocere a'diritti anteriori de'latini. Que-
colparono a vicenda, e gli uni e gli altri sto firmano però non ebbe altro effetto
egualmente ne profittarono. A niunomai che di porre il diritto legalmente in si-

\enne in pensiero d'incolparne religiosi i curo. I greci e gli armeni ottennero anzi
latini, i quali non potevano che perdere nel seguente 1 8 2, un altro firmano dal-
1

in quell'incendio. L'utile che a' greci ed lo stesso sultano, il quale non ostante i

agli armeni provenne da questa distru- diritti de'latini con aperta contraddizione
zione sacrilega, non è certamente ragione aggiudicò a' greci e agli armeni l'esclu-
sufficiente per imputar loro un delitto sì siva possessione de'Luoghi Santi. Esso si

atroce; ma la loro condotta susseguente, appoggia a due falsi firmani attribuiti a


e r ora ed il luogo ove l'incendio si ap- Selim I, il quale, secondo quello, avreb-
prese, oltre il modo con cui si propagò, be conceduto medesimi luoghi alle due
i

dierono pur troppo motivo a gravissimi nazioni; ma que' due prelesi firmani
di
sospetti. Essi sapevano molto bene chela non erasi udito parlar mai prima di quel
povertà de' francescani latini privati da giorno in cui il sultano emanò un ^fir-
lungo tempo dell' elemosine di Spagna, mano in opposizione al r.°, il che solo pro-
del Portogallo e dell'altre nazioni occi- verebbe la loro falsificazione. Quello che
dentali, ponevali nella stretta e affliggen- ad evidenza prova la falsità de' firmarli
te impossibilità di rifabbricare la chiesa attribuiti a Selim I, si è che ambedue por-
del s. Sepolcro, quando una volta fossedi- tano la medesima data, e danno nel me-
strulta. Sapevano parimenti che in tal desimo tempo medesimi luoghi a'greci i

caso avrebbero facilmente ottenuto


essi ed agli armeni, cioè a due nazioni rivali
a forza di danaro dal governo turco la li- e nemiche, le quali non sì accordano che
cenza di ricostruirla a loro spese; il che, per danneggiare latini. Qui aggiungerò, i

secondo avrebbe loro da-


l'idee del paese, che gli armeni ottennero nel 1829 da
toli diritto esclusivo di proprietà. Questo detto sultano un nuovo firmano, il quale
in fatto greci e gli armeni ottennero ed
i loro concede solamente di celebrar la
eseguirono, non ostante l'opposizione dei messa e d'accender le lampade avanti il
francescani legittimi possessori, non o- s. Sepolcro. Dirò pure, che Luigi Filippo

stante i loro più energici richiami, non o- re de'francesi, per l'ammiraglio Roussin
Mante le capitolazioni e i trattati, e tutti ottenne da Mahmud II il permesso a' re-
qujinti i loro diritti. 11 divano di Mah- ligiosi latini di celebrar la messa nella

mud II die facoltà a' greci e agli armeni chiesa dell'Ascensione sulmonte Oli veto
di rialzar la cupola e di ricostruire il re- benché la
nel dì anniversario della festa,
sto del diroccalo tempio, il che essi fece- chiesa fu convertita in moschea; il qual
ro senza curarsi troppo del rifabbricarla favore Solimano II non volle accordare
come si conveniva e con ornati poco ra- a Francesco I re di Francia per la chiesa
gionati. D'allora innanzi èagevoleacom- delmonte di Sion, nella quale i mussul-
prendere quanto sieuo stati più. ardenti mani aveano fatta la loro preghiera ca-
i loro tentativi per giungere ad un'inva- nonica. Riprendendo il filo cronologico
sione compiuta del santuario. L' incari- de' maggiori avvenimenti della
politici
cato d'affari di Napoleone I a Costanti- Turchia, noterò che nel 18 12 Napoleo-
nopoli, per impedir gli effetti di questa ne I volendo mandare ad effetto l'inva-
costruzione, protestò ed ottenne nel 1 8 1 sione della Russia, colla quale erasi ini-
un firmano di Mahmud II, col quale si micato, spedì truppe in Polonia, si col-
dichiara esplicitamente, che l'opera dei legò colla Prussia e coll'Austria median -

greci e degli armeni nella rifabbricazione te il trattato di Parigi de'i4 marzo, in


,

TUR TUR 375


cui ancora si guarentì l'integrità del ter- suoi canti pieni d'ardenti sensi d'amorpa
ritorio della Porta ottomana in Europa, trio e dell'antiche glorie, poste a confrou-
la qual potenza sarebbe stata invitata ad to dello stato d' abbiezione in cui sog-
accedere all'alleanza. Quest'invito non giaceva la nazione greca sotto i turchi
ebbe l'effetto desiderato dalle parti con- infiammò la gioventù, a riconquistare la
traenti; ma intanto le circostanze giova- sua libertà e indipendenza. La propen-
rono Imperocché ne'due prece-
a' turchi. sione alla libertà, diffusa generalmente
denti anni avendo essi continuato a guer- in Europa, era penetrata anche fra' gre-
reggiare co'iussi, sulla fine del 18 1 i aven- ci, poiché molti de'loro giovani negli stu-
do sofferto a Rustsciuk in Bulgaria una di delle università d'Italia, di Francia e di
totale disfatta,costrinseMahmudII a do- Germania, colle cognizioni letterarie e
mandare la pace ad Alessandro 1. Questa scientifiche aveano acquistato eziandio lo
certamente sarebbe stata pregiudizievo- spirito liberale che negli studenti si era
lissima, senza l'imminente guerra tra la molto diffuso. Riscaldati gli animi colla
Russia e la Francia. In fatti nel trattato coltura per le antiche celebri memorie,e il
roncluso a Biikarest a'28 maggioi8i2, vedere la debolezza a cui era ridotto il de-
Alessnndro 1 potè soltanto estendere suoi i crepitoimpero ottomano, inspirò loro la
confini sino al Pruth;con che unì al suo lusinga di emanciparsi da esso. Già fino
vastissimo impero la Bessarabi?ì,ecl un 3.° dal 18 (4 formossi la società secreta degli
della Moldavia, regioni interessanti, ma Eteristit o amici della libertà, il cui scopo
non corrispondenti a' vantaggi riportati era di liberar la Grecia. Nel 182 1 si sol-

da'russi. In tal modo l'imperatore di Rus- levarono i greci contro i turchi, animati
sia rese disponibile l'armata che avea sul dalle rivoluzioni scoppiate nella Spagna
Danubio, e si tolse un nemico confinan- e nel regno delle due Sicilie. Ne furono
te. Non solo la Porta restò neutrale nelle principali autori Auogosti, Teodoro mo-
grandi guerre che disfecero il possente tro- naco, Alessandro e Demetrio Ipsilandi,
no di Napoleone I nel 18 14, ma mentre Germano vescovo greco di Patrasso, Go-
tutte le potenze mandarono i loro rap- locotroni, Odisseo e Niceta detto Turco-
presentanti al celebre congresso di Vien- fago. Dòpo alcuni brevi e infelici movi-
na, per regolare i destini d' Europa e il menti suscitati da'greci stabiliti nella Va-
suo equilibrio politico, essa se ne astenne. lacchia e nella Moldavia, la rivoluzione
Nel 18 16 l'Inghilterra indusse le reggenze scoppiò nel Peloponneso, e quindi cotau-
di Barbarla, cioè d' Algeri, Tunisi e Tri- nicossi alla Grecia propriamente detta, e
polita concludere trattati di paceco're di alle vicineregioni especialmente nell'isole

Sardegna e delle due Sicilie, e col gran- del mar Egeo. Incominciossi allora quivi
duca di Toscana, e le costrinse ad abolire un' aspra e sterminatrice guerra. Intanto
la pirateria, la schiavitù dei cristiani, ed i turchi infierivano contro i cristiani an-
a liberar gli schiavi che aveano, senza che che ne' paesi non sollevati, e vi furono
la Porta facesse rimostranze. Avendo il orribili stragi di greci in Costantinopoli,
viceré d' Egitto portato in Arabia la guer- a Smirne e in altri vari luoghi. Indi i gre-
ra contro i vecabiti, li vinse e vi pose fine ci nel 182 2 si dichiararono indipendenti
nel 18 19. e promulgarono una costituzione tem-
Dopoché la repubblica dell'Isole Jonie, poranea. Le feroci repressioni e la guerra
sottratta dalla supremazia della Porta e portata inGrecia da'turchijinasprirono gli
dal protettorato della Russia, fu dichia- animi e li rese più tenaci in sostenere le
rata stato libero e indipendente con go- loro pretensioni. Continuando la guerra
verno rappresentativo, sotto il protetto- de'turchi coutroi greci insorti con alterna
rato perpetuo dell' Inghilterra, Rigas coi fortuna, e sempre con tutti gli orrori e
37G TUR T U R
cornifìcine delle discordie civili e del fa- sero ottenuto un'esistenza nazionale e in-
natismo irritalo; il 1822 fu funestato spe- dipendente, e garanzie sufficienti per so-
cialmente dall' esterminio di Scio. Que- stenerla. Se 1' Europa nel trattare colla
st' isola deliziosa, opulenta e abitata da Porta voleva comprendere la nazione gre-
circa 70,000 uomini, venne in gran parte ca, essi dichiaravano di non accettare al-
sollevala dagli altri greci a'22 marzo.!/ 1 1 cun trattato prima che loro deputati i

aprile però il capitan pascià vi sbarcò un non fossero ammessi a difendere i loro
corpo d' ottomani che tutto distrussero diritti. Che se poi ciò fosse a loro nega-
coll'eccidio e colla schiavitù della maggior to, allora protestavano all'Europa intera
parte degli abitanti. Narra il Coppi, che ed alla grande famiglia della cristianità,
la persecuzione de' turchi contro i greci che deboli ed abbandonali avrebbero ,

stabiliti nel loro impero, eccitò Io sdegno continuato a combattere per morire libe-
di tutti i cristiani, e specialmente de'russi ri e cristiani, come aveano vinto fino al-
cheaveano comuni con quelli i principii lora colla sola forza del Redentore, e peit
religiosi. Quindi essi accolsero e soccor- la sola possanza divina ". Ma le grandi
sero generosamente coloro che si rifugia- potenze d'Europa non erano ancora di-
rono ne' loro stati, ed invocarono alta- sposte a riconoscere la nazionalità greca.
mente guerra per vendicarla religio-
la D'altronde l'Austria, la Francia. l'Inghil-
ne oltraggiata. L'imperatore Alessandro!, terra e la Prussia temevano che la Rus-
sempre fisso ne'principii della legittimità, sia s' ingrandisse ulteriormente in una
disapprovava la ribellione de' greci, ma nuova guerra colla Turchia. Quindi li-

d' altronde, secondando lo spirito pub- mitaronsi a temperare le ire ed a raddol-


blico, fece forti rimostranze alla Porta cire gli animi. Da ciò ne venne che il con-
sugli eccessivi rigori che si esercitavano gresso di Verona, procurando di conci-
da essa, contrari all'umanità ed a'trattali liare i diritti della legittimità e dell'uma-
vigenti. Lagnossi inolile che contro i trat- nità, si limitò a dichiarare: » Chela que-
tati medesimi si fossero mandate e stan- stione greca apparteneva agli affari in-

ziate truppe turche ne' principati di Va- terni della Porta, e come tale dovea es-

lacchia e di Moldavia. All'opposto la Por- sere definita esclusivamente dalla mede-


ta sosteneva, che gli atti di rigore eserci- sima. Per conseguenza non vi dovea in-
tati dal governo erano legittimi, e se vi tervenire alcun' altra potenza ; e se mai
era stato qualche eccesso doversi soltan- alcuna di esse intervenisse, tutte Y altre
to attribuire alla feccia del popolo. Anzi avrebbero agito secondo i principii del di-
essa chiese la consegna de' suoi sudditi ritto delle genti ". Intanto disapprovan-
ribelli rifugiati in Russia, e lo sgorubra- do la sollevazione, stabilirono d'inter-
mento d'alcune sue regioni nell'Asia oc- porre per umanità i loro uffici in favore
cupate da'russi. Da tultociò nacquero tra delle vittime della stessa. Sino a questa
le due potenze calde questioni, e talvolta epoca la casa di Savoia non a vea avuta al-
minacce di guerra. I greci all' annunzio cuna relazione diretta colla Porla, ne la
che nell'ottobre 1822 si teneva da di- sua bandiera era riconosciuta da'turchi;
versi sovrani e diplomatici di altri un quindi i sardi che commerciavano in o-
congresso iu Verona, vi spedirono alcuni riente erano costretti di mettersi sotto la
deputati a rammentare. » Chedue volte protezione di bandiere straniere. Dopo
aveano domandato a' cristiani di
di già l'unione del Genovesato al regno di Sar-
Europa soccorsi, o almeno una stretta degna, il re Vittorio Emanuele I erasi
neutralità. Allora poi dichiarare, che nel- immediatamente adoperato per stabilire
lo stato attuale delle cose era impossibile direttamente relazioni diplomatiche colla
che deponessero le armi finché uou aves- Porta, ma avea incontralo forte opposi-
TUR TDR 3 77
zione per parte della Francia, gelosa del tica e in alcune prossime provincie,come
commercio genovese in Levante. Final- anche in varie isole dell'Arcipelago, seb-
mente colla mediazione dell'Inghilterra bene sanguinosa e distruttiva, non eravi
superò ogni ostacolo, ea'25 ottobre 1823 stato risultamento decisivo sinoal 1827.!
tu sottoscritto in Costantinopoli un trat- greci non aveano forze sufficienti da venir
tato d'amicizia fra la Sardegna e la Por- a battaglie campali, ma il terrenofavori va
ta. Le relazioni commerciali furono sta- per loro la piccola guerra; da questa frat-
bilite sulla base in cui erano fra la Porta tanto ne derivò una molestissima pirate-
e T Inghilterra. Il re mandò un mi-
poi ria. Mehemet Ali viceré d'Egitto quasi in-
nistro plenipotenziario a risiedere in Co- dipendente, avea unito poderose forze di
stantinopoli. e consoli ue'principali porti terra e di mare a quelle dellaPorta. Alcuni
di Turchia, e furono presi gli opportuni privati da varie parti d'Europa si erano
provvedimenti affinchè sardi potessero i recati a combattere per la libertà della
fare un più libero commercio nell' Arci- celebratissima Grecia; e molti anche dagli
pelago, e nel mar Nero in cui già i geno- Stati Uniti d'America inviarono a' greci
vesi erano stati possenti per la loro cele- soccorsi in danaro. I sovrani però, e preci-
bre colonia di Teodosia o Caffa. Senza puamente l'imperatore d'Austria, riguar-
ritornare sull'argomento, qui dirò che di dando sempre greci quali ribelli, si a-
i

poi due potenze fecero nel 1839 un


le stennero dal favorirli.Consideravanod'al-
nuovo trattato di commercio e di navi- tronde essere cosa pericolosa Io stabili-
gazione per aumentare il commercio fra' mento di un governo repubblicano in
loro rispettivi domimi, e rendere più fa- una regione dalla quale lo spirito di li-
cile il cambio de'prodotti d'un paese con bertà si sarebbe facilmente potuto comu-
quelli dell'altro; a seconda di quello sti- nicare ad altri paesi e specialmente all'I-

pulato nel precedente anno tra la Porta talia; ma tempo rincresceva


nello stesso
a
e l'Inghilterra, per aver dichiarato la i. ad alcuni di essi che la pirateria danneg-
che non avrebbe ricusato all'altre poten- giasse il commercio de' loro sudditi, e li
ze altrettanto. Mentre i greci colla loro costringesse a mantenere forze navali nei
indipendenza disputavano a'turchi le bel- mari di Levante per proteggerlo. Non era
le contrade possedute da' loro antenati, poi neppure da sprezzarsi il voto che lutti

l'energico Mahmud II non solamente con- facevano per l'indipendenza di si classica


tinua va le riforme per civilizzare il suo terra. In tali circostanze i greci dopo es-
impero, ma con ardito disegno effettuò sersi nel 182.5 posti sotto la prolezione
nel 1826 quello concepito e inutilmente dell'Inghilterra, questa nel 1826 con-
tentato dal cugino o zio Selim III, la di- certò colla Russia d'interporsi per un pa-
struzione de'turbolenti e imperiosi gian- cificamento sulla base di formare della
nizzeri in Costantinopoli e in altre parti Grecia uno stato tributario della Porta,
dell'impero. In quell'articolo, dopo ave- ma governato da magistrati nazionali. Sta-
re ragionato dell'istituzione e insubordi- bilirono eziandio le due potenze d' invi-
nazione de'giannizzeri, raccontai cornas- tare le corti di Vienna, di Berlino e di Pa-
si ribellatisi Mahmud II seppe farli di- rigi a garantire tale accordo. L'Austria e
struggere co'caunoni a mitraglia in nu- la Prussia non vollero prendervi parte;
mero di 20,000, e degli altri 60,000 e- vi acconsenti però la Francia, ed a'6 lu-
spulsi in Asia ne furono messi a morte glio 1827 le 3 potenze sottoscrissero in
4o,ooo; quindi e per sempre abolì la mi- Londra un protocollosulle mentovate ba-
lizia de'giannizzeri e ne dichiarò il nome si. Aggiunsero d'intimare alle parti com-

maledetto. Continuando i greci la guerra battenti di desistere immediatamente dal.


d'indipendenza nel Peloponneso, nell'At- l'ostilità. Comunicato quest'atto alla Por,
378 T D R TUR
ta nella metà d'agosto, Mahmud li ricu- l'armata nemica, e si sarebbero salvati
sò inflessibilmente d'aderirvi, risponden- senza un riprovevole tradimento; mentre
do: Che inolivi religiosi, politici e d'inter- un distaccamento di 5o uomini risoluti
na amministrazione gli vietavano d'am- facendo colle mine saltar per aria il ca-
mettere qualunque intervento straniero. stello, si seppellì sotto le rovine della piaz-
I collegali pei* appoggiare le loro propo- za, ravvolgendo nel terribile eccidio ara-
sizioni inviarono in Levante poderose for- bi, turchi ed egizi. 1 pochi ed estenuati su-
ze navali. Nella metà d'ottobre unironsi perstiti abitanti perirono quasi tutti pel
con flotta combinata sulle coste del Pe- ferro nemico o pel fuoco ch'eglinostessi ap-
loponneso, una squadra inglese coman- piccarono^ gli altri furono tratti in ischia-

data da Codrington, una francese sotto vitù. Questa feroce difesa è uno de' fatti
gli ordini di Rigny, ed una russa capita- più eclatanti della greca insurrezione;
nata da Heyden. Stabilirono questi co- l'altro essendo il disastroso episodio che
mandanti d'entrar nel porto di Navarino vado a narrare. Dopo dunque l'intima-
in Morea, uno de' più sicuri e più vasti zione dei comandanti alleati, essi a*20 ot-
di Grecia, che si stima capevole di 2000 tobre entrarono nel porto di Navarino,
vele, dove nel 182,5 erasi impegnato un cioè 1 1 bastimenti inglesi, 8 russi e 7 fran-
sanguinoso combattimento fra'greci e le cesi. I turchi ed egizi aveano nel porto 3
truppe turco egizie comandate dal valo- vascelli, ig fregate, 26 corvette e altret-
roso Ibrahim pascià figlio di Mehemet tanti legni minori, altri dissero 2 1 4 legni
Ali viceré d' Egitto, ed allora eravi an- d'ogni dimensione. Essi considerarono il

corata la stessa flotta turco-egizia a dispo- movimento de'collegati quale atto ostile,e
sizione del medesimo Ibrahim, il quale loro spararono contro alcuni colpi di fuo-
con un esercito di egizi, turchi e arabi co. Questi vi risposero energicamente, e in
devastava le vicine regioni. Era loro in- 4 ore distrussero quasi tutti que' basti-
tenzione d'intimargli di desistere da quel- menti, colla morte di circa 6000 uomini.
la guerra sterminatrice. La slessa armata I non perderono alcun legno,so-
collegati
turco-egizia aveaa'io aprile 1825 asse- lo n'ebbero alcuni danneggiali, con po-
diato Missolonghi città di Grecia sopra checentinaia di morti o feriti, ed il tuono
una baia del mar Jonio, come piazza di tremendo de' loro bronzi micidiali con-
guerra ben fortificata, e difesa da buona fermò la greca indipendenza comprata
cittadella e da molti forti circostanti, e con 6 anni di sangue da un pugno d' in-
perchè greci se n'erano impadroniti nei
i trepidi contro l'impero ottomano. Mah-
primordi di loro insurrezione, vi avea- mud II adirato per tale sterminio e per la

110 bene ristaurate le fortificazioni, e sta- rovina di sua marina militare, fatto da 3
bilita la sede del loro nuovo governo, re- potenze che viveano in piena pace e ar-
sistendo eroicamente agli assediami. Ri- monia colla Porta, e mostravano di farle
dotti in fine agli estremi e dopo aver sof- parti di mediatrici, lo chiamòlfatto compiu-
ferto tutti gli orrori della fame,gli assediati to e obbrobrioso alla civiltà europea; ma
si videro costretti ad abbandonar la piaz- impotente a vendicarsi, domandò debol-
za a'26marzo o 23 aprile 1826, all'ar- mente soddisfazione e poi dovette dissi-
mata numerosa d' arabi disciplinati al- mulare. Il sultano restò per altro ancora
l' europea, e di turchi e albanesi; ma la fermo nel proposito di non voler accet-
guarnigione, sotto gli ordini de! prode tare l'offerta mediazione pel pacificamen-
Notis Botzari, accompagnata da porzione to, ed allora i rappresentanti delle poten-
degli abitanti più risoluti, racchiudendo ze collegate partirono da Costantinopoli.
nel centro le donne e i fanciulli, si fece Ivi 4 giorni prima della catastrofe di Na-
strada colla spada alla mano in mezzo al- varino erasi sottoscritta una convenzione
TUR TUR 3 73
fra fa Porta e regno delle due Sicilie,
il le stabilirono: Che la Francia spedisse ila

nella quale si stabilì: Accordare la Porla corpo truppe per cacciare dal Pelo-
di
che i bastimenti del regno potessero pas- ponneso turchi e gli egizi, quali in par-
i i

sare con reale bandiera dal mar Bianco te ancora l'occupavano. Di fattii4,ooo
nel mar Nero con carichi di produzioni francesi capitanati da Maison sbarcarono
del regno e di altri stati, e che indi po- in quella penisola, e nel settembre co-
tessero tornare dal mar Nero nel Bianco strinsero facilmente tutte le truppe infe-
con carichi di produzioni russe. Nel i 82S deli a sgombrarla. Ciò eseguito i medesi-
Nicolò I imperatore di Russia, dopo aver mi collegati a' 1 6 novembre sottoscrissero
con un trattato costretto la Persia a ce- in Londra altro protocollo, in forza del
dergli due provincie con punti importan- quale dichiararono alla Porta, che pren-
tissimi di difesa, e pagar per la guerra una devano sotto la loro temporanea garanzia
indennizzazione di 20 milioni di rubli di il Peloponneso e l'isole Cicladi. Inoltre i

argento, si decise di rivolgere le sue armi plenipotenziari francesi, inglesi e russi di-
contro la Turchia. La Russia era sempre moranti in Londra, ivi a'22 marzo 1829
in atto minaccevole verso la Porta, colla un altro protocollo, col qua-
sottoscrissero
quale oltre la questione greca ne avea di- le determinarono i confini della Grecia.
verse altre dipendenti dall'esecuzione del Furono questi indicati dal golfo di Volo
trattato di Bukarestdel 1812. Queste que- a quello d' Ambrakia,passando per la som-
stioni tanto crebbero che sul fine del pre- mità del monte Othrix presso il Pindo.
cedente anno il sultano non dubitò di Premesso quest'atto gli ambasciatori di
pubblicare:Che la Russia da 5oanni ten- Francia e d'Inghilterra ch'erano partiti
deva alla distruzione dell' islamismo e da Costantinopoli sul principio dell'an-
specialmente dell'impero ottomano, quin- no precedente, vi ritornarono nel giugno
di se le 3 potenze collegate non desiste- 1
829 per indurre la Porta ad accettarlo.
vano a intervenire a favore de'greci, do- Ma gli sforzi della diplomazia continua-
veasi intraprendere una guerra religiosa rono ad esser vani, finche la questione
e nazionale. A tale annunzio Nicolò T non fu decisa dall'armi della Russia. Ni-
rispose colla dichiarazione di guerra. I colò l sul principio di detto 1829 die il
russivarcarono il Pruth a' 7 maggio, il comando del suo esercito sul Danubio al
Danubio 1' 8 giugno, e nel corso della general Diebitsch. Questi nel giugno vinse
campagna presero Issaktcha, Brailow e la battaglia di Rulewtscha e prese Sili-
Varila. S'impadronirono eziandio d' A- stria. Nel luglio passò il Balkan, e a'20
napa e di Poti, piazze importanti che la agosto entrò in Adrianopoli, antica me-
Porta conservava ancora sulla spiaggia tropoli della Tracia e dell' impero otto-
settentrionale del mar Nero. All'oriente mano. Sul principio di settembre estese
poi di questo mare altro esercito russo che la sua sinistra a Viza presso il mar Nero
era capitanato daPaskewitsch ed avea po- e la destra ad Enos sulla spiaggia dell'Ar-
c'anzi debellato i persiani, entrò nell'Ar- cipelago. In tal guisa minacciava Costan-
menia, prese d'assalto Rais creduta ine- tinopoli, già in preda allo spavento, alla
spugnabile, e si avvicinò a Erzerum ed a distanza di circa 100 miglia, e di abbat-
Trebisonda. Nel tempo stesso una squa- tere potenza turca in Europa, scuoten-
la

dra ch'era nell'Arcipelago, dichiarò iDar- do fondamenti la monarchia ottoma-


da'
danelli in istato di blocco. La guerra della na. Intanto Paskewitsch coll'esercito del
Russia fu naturalmente una diversione Caucaso a'9 luglio avea preso Erzerum e
favorevolissima pe'greci. D'altronde le 3 continuava a minacciarTrebisonda. Tan-
potenze collegate a' 9 luglio 1828 sotto-
1 ti vantaggi peròdella Russia dispiacevano

scrissero in Loudra un protocollo col qua- a'grandi sovrani d'Europa; essi gli aveano
3So TUR TUR
già preveduti, e perciò sin dall'anno pre- tezza fu restituita a'turchi nel 1 836. In
cedente aveano cominciato a meditare sostanza la Russia restituì la Valacchia e
sui mezzid'impedir che quella potenza la Moldavia, e il Pruth fu determinato
di già formidabile, aumentasse ulterior- come il coufine nord-est della Turchia;
mente la sua colossale grandezza sulle io- ma sovranità del sultano nella Valac-
la
vine dell'impero ottomano. Ed in ciò a- chia, Moldavia e Servia fu limitata al di-
doperavansi specialmente l'imperatore ritto di nominar gli ospodari, che dovea-
d'Austria, il quale cercava di collegarsi no pagargli un piccolo tributo, e la Rus-
co're di Francia e d'Inghilterra. Il re di sia si aggiunse la guarentigia o protetto-
Prussia spedì a Costantinopoli il general rato della prosperità delle provincie. Di
Aluffling per procurare d'aprire negoziati più per compeuso di spese della guerra,
di pace. Le premure di quest* incaricato il sultano cede a' russi Anapa, Poti, A-
'

speciale, unite all' istanze de' rappresen- khallzike, Atzkour e Akhalkali.Neli83o


tanti di Francia e d'Inghilterra, ed i mi- i plenipotenziari di Francia, Inghilterra e
naccevoli progressi de'russi indussero fi- Russia a'3 febbraio sottoscrissero in Lon-
nalmente Mahmud Ila spedir nella metà dra un altro protocollo relativo alia Gre-
d'agosto plenipotenziari per manifestare cia. Stabilirono che questa formasse uno
a Diebitsch: Essere pronto a concludere stalo indipendente; che i confini fossero
la pace secondo le condizioni bramate ristretti dall' imboccatura del fiume A-
dall'imperatore di Russia. Il trattalo ne spropotamos a quella dello Sperchios ,
fu difetti sottoscritto in Adrianopoli a' 14 passando per la sommità de'monti Axos
settembre. La Porta cede alla Russia al- ed Oela, della quale restrizione i greci
cune fortezze e punti strategici in Asia. restarono malcontenti, poiché tolse loro
Abbandonò varie fortezze che ancora a- circa 100,000 abitanti e vari puuti di di-
vea sulla riva sinistra del Danubio. Ri- fesa. Pace tra' turchi e i greci, e amnistia
nunziò alla maggior parte de'dirilti che tra'due popoli. Nominarono iure Leopol-
conservava sui principati di Valacchia e do di Sassonia Coburgo il quale avendo t

di Moldavia, i quali passarono sotto la inutilmente desiderato che si unissero al


potente influenza della Russia. Accordò nuovo regno di Grecia Samos e Candia,
e confermò privilegi particolari alla Ser- eh' erano in parte sollevate, rinunziò e
\ia, promise di non mettei ealcun ostacolo poi divenne re óeìBelgio, ove applaudito
al libero passaggio pel canale di Costanti- regna; indi gli fu sostituito il reguante re

nopoli e pe' Dardanelli a'bastimenli mer- Ottone 1 di Baviera. Quanto qui ho nar-
cantili delle potenze colle quali non fosse rato sulla rivoluzione de'greei e sull'ere-
in guerra dichiarata. Promise di pagaie zione del regno di Grecia, V ho riferito
alla Russia un milione e mezzo di zec- principalmente cogli Annali enco- dell'

chini d'Olanda pe'dauni sofferti da' suoi mialo Coppi, per la parte che riguarda
negozianti, e di più una somma da stabi- alla Turchia, mentre già in quell'artico-
lirsi per indennità delle spese della guer- lo ne trattai con altri particolari, inclu-
ra. Dichiarò d'aderire interamente a'pro- si vamente all'ordinamento delle cose ec-

tocolli sottoscritti inLondra relativamen- clesiastiche, alla foggia della chiesa d\Rus-
te alla Grecia a'6 luglio 18276 a'22 mar- sia t e con nuova descrizione di sua ca-
zo 1829. L'indennità della guerra fu po- pitale Atene. L'avv. Castellano descri-
scia stabilita in dieci milioni di zecchini vendola Turchia Europea y o$sev\a: Che
d'Olanda, colla coudizione che la Russia sotto Mahmud II raddoppiate ferite fu-
tenesse in suo potere Silistiia sino al pa- rono portate al cuore della monarchia
gamento. Quella esorbitante somma fu ottomana cui io smembramento delia
,

quindi ribassata in vari tempi, e la for- Grecia lascia una debole, e quasi preca-
1

TUR TUR 38
qua del Bosforo. Si pon-
ria esistenza al di d'Europa, per averne conferito la deco-
ilo leggere: Eugenio De Genoude, Con- razione anche a'ioro rappresentanti; des-
sidérations sur les Grecs et les Turcs, sa porta anche il titolo di bey o nobile,
suh'ies de mélanges religieux,politiques 1.°
e pende al collo con fittuccia rossa. 11

et littéraires, Paris 1822. Pouqueville, de'medici cristiani al quale Mahmud II


Storia della rigenerazione della Gre- concesse questa distinzione e ricompen-
cia, Italia 1825. Negli articoli Costanti* addetto poi anche al servigio del re-
sa, e
r
nopoli e Patriarcato Armeno, con dif- gnante suo figlio, fu il d. Carlo Ceneri di
fusione raccontai quanto precedette, ac- Bologna. Siccome il sultano che regna
compagnò e seguì la persecuzione degli confermò questa decorazione equestre,
armeni cattolici nell' impero ottomano, unendo alla cifra del padre la propria, on-
massime nel 1828 e nel 1829; che il sul- de si dice gran Tura o cifra grande, co-
tano conosciuta la loro innocenza e fal- sì spedì al detto medico il seguente he-

se le calunnie degli armeni scismatici, ac- rat, brevetto o diploma.»' L'Altissimo ha


cordando ad essi piena libertà religiosa, stabilito l'ordine negli affari del mondo
ed emancipazione dal patriarca scismati- per mezzo dell'esistenza de're, e ha dato
co armeno, volle che formassero un cor- la durata a quest'ordine per mezzo del-

po separato governato da un loro capo l'unione de'sovrani. Ora, siccome la per-


civile eletto da essi, con proprio vescovo fetta armonia che regna da sì lungo tem-
per capo spirituale; per cui il Papa Pio po fra la mia Sublime Porta e le corti
"Vili per le cure indefesse, ed a seconda amiche, è inalterabile, e siccome ogni di-
dello stabilito dal zelante e dotto cardi- stinzione conceduta a' funzionari ed ai
nal Mauro Cappellai-i, istituì in Costan- sudditi delle due corli, si riflette sopra di
tinopoli nel i83o la sede metropolitana esse;conoscendo il talento e l'abilità in
primaziale pe'medesimi armeni cattolici, medicina del dottor Ceneri , suddito di
solo dipendente dalla s. Sede; e per sif- Sua Maestà il Papa ed abitante in Bolo-
fatta guisa restò felicemente coronata di gna, il quale è stato impiegato per qual-
premio la loro costanza nelle vessazioni che tempo presso la mia Sublime Porta,
scismatiche per conservare la purità del- ho voluto dargli un contrassegno di be-

la fede. La Francia da vari anni avea que- nevolenza consegnandogli il presente Be-
stioni con Husseyn pascià dey d'Algeri, rat per la decorazione del Niscian Ijti-

indi questi insultò suo console; allora


il fazr,cheil fu mio glorioso padre Sua Al-
Carlo X fece occupare Algeri, ed obbli- tez2a sultano Mahmud gli avea concedu-
gò bey di Tunisi e di Tripoli (V.) a
i ta". Mehemet Ali viceré à' Egitto essen-
rinunziare per sempre alla pirateria, e al- dosi disgustalo col sultano, inviò a con-
l' abolizione della schiavitù de' cristiani. quistar la Siria il suo figlio Ibrahim pa-
Dipoi la Francia eslese le conquiste nel- scià,occupando Acri, Jalfa, Aleppo, Ge-
l'Algeria, e la Turchia perde ogni signo- rusalemme e le altre città, onde Mahmud
ria su quella reggenza. MahmudII avea li con un firmano proscrisse il genitore.

nel 1 808 istituito un'insegna d'onore, es- Ecco come narra questo fatto l'annalista
sendo andata in disuso quella della Luna Coppi. Fino dal 1806 Mehemet Ali èra-
Mezza Luna, mediante Tura o ci- il si reso quasi indipendente dalla Porta, e
fra esprimente suo nome, quindi nel
il per aver neli8i6 vinti i vecabiti, nemi-
1 83o formò di tale insegna già ricorda- il molto pericolosi dell'impero ottomano,
ci

to ordine cavalleresco in brillanti ed e- Mahmud II gli promise il governo del-


quivalente alla Legione d'onore de'fran- la Siria,ma poi non gli mantenne la pa-
cesi,intitolandoloiV*.?citftt Iflihar,\\ qua- rola, temendo che diventasse troppo po-
le venne riconosciuto da tutte le potenze lente. Da ciò ne derivarono dissapori, ed
382 T U R TUR
in fine il pascià tenlò ù' aver
armi culi' piìiefficace assistenza". Con articolo sepa-
quello che non avea potuto avere con uti rato inoltre si convenne.» Che la Subli-

firmano. Pertanto nel detto 83 Me- 1 i me Porta, invece de' soccorsi materiali
hemet Ali col pretesto d'alcune questio- che dovea somministrare al bisogno, a-
ni col pascià d'Acri, spedì in Siria un po- v rebbe limitalo la sua azione in favore
tici osoesercitosotto gli ordiui d'Ibrahim della Russia a chiudere lo stretto de'Dar-
suo figlio, il quale nel i832 espugnò quel- danelli, cioè a non consentire ad alcuna
lo fortezza clic invano avea per due me- nave da guerra straniera, sotto qualun-
si Dona parie. 11 sultano gli spe-
assedialo que pretesto, d'entrarvi". Rimarca ilCop-
dì contro un esercito, ma Ibrahim a'29 pi: In tal guisa la Russia divenne quasi
luglio lo balte ad Adana,e a'21 dicem- protettrice della Turchia. Ed io aggiun-
bre lo disfece a Roniah o Iconio, dove fe- gerò, che questo trattato dovea rimaner
ce prigioniero lo stesso gran visir. Sul in vigore per 8 anni, ed essere rinnova-
principio del i833 Ibrahim varcò il Tau- lo perpetuamente. Le corti di Francia e

ro e avanzossi a Magnesia, a Belikesser e Inghilterra protestarono energicamente


nd Aidin a poche miglia da Costantino- contro di esso, quando videro che alla
poli. Il sultano ridotto all'impotenza di Russia bastava dichiararsi in istato di
sostenersi colle proprie forze, avrebbe de- guerra per aver il dominio di tutte l'ac-
sideralo soccorsi da're di Francia ed'Iu- que della Turchia. Il governo inglese di-

ghillerra suoi antichi amici; ina questi es- resse una nota al conte di Nesselrode, mi-
sendo troppo distanti, dovè chiedere o ac- nistro degli affari esteri di Russia, in cui
cettare quelli della Russia. Partiti 1 o,ooo significava, che qualora si verificasse la
russi nel principio d'aprile dalle coste set- circostanza contemplata, cioè una dichia-
tentrionali del mar Nero, in pochi giorni razione di guerra della Russia, l'Inghil-
sbarcarono in Asia presso il Bosforo, al terra agirebbe come se il trattato non fos-

cospetto di Costantinopoli. Intanto l'in se stato mai sottoscritto. Nesselrode ri-

caricato di Francia s'interpose per un ac- spose freddamente, che in tal caso egli ri-

comodamento, ed in quelle urgenti cir- terrebbe che la nota inglese non fossesla-
costanze facilmente vi riuscì. IN ella metà ta scritta mai. Questo trattato non fu mai
d'aprile il sultano concesse aMehemel A ili applicato, né rinnovato. Il cuore pater-
il governo della Siria, e dipoi ad Ibrahim no e maguauimodelPapa Gregorio XVI,
l'affitto del distretto d' Adaua nella Ca- ondegiovarea'suoi figli cattolici dell'im-
ramauia. INel giugno l'esercito egizio ri- pero ottomano, fu assai lieto e consolato
passò il Tauro, ed a' 1 o luglio i russi par- di f ire delle personali relazioni col sulta-
tirono per tornare nelle loro regioni. La no Mahmud II. Raccontai uè* voi. XVIII,
Piussia per altro non tralasciò di trarre p.87 e seg., XLV, p. 247, LI, p. 32 1,
profitto da quel soccorso. Due giorni pri- quanto in breve qui indicherò con alcu-
ma della partenza delle truppe i suoi a- ne aggiunte. Che il pascià Ahmed Fethi,
genti sottoscrissero con quelli della Por- superiormente encomiato, genero del sul-
ta il trattato d'Uukiar-Skelessi di allean- tano, recandosi ambasciatore a Londra,
za fra le due potenze. E-sse dichiararono: col segretario di legazioneSami effendi e
» L' unico scopo della lega essere la co- un interprete, da Napoli giunse iu Ptoma
mune difesa de'loro stati contro ogni u- l'8giugnoi838,fatto onorare fino dal con-
surpazione. Promettere perciò di concer- fine diTerracina dalPapa co'riguardiche
tarsi senza riserva su tutti i punti che ri- si praticano co'principi reali e con accom-
sguardasseroalla loìo rispettiva tranquil- pagno di dragoui. L' 1 1 fu a riverire il
lità e sicurezza, e di porgersi vicendevol- cardinal Lambruschini segretario di sta-
mente a tal fine soccorsi maialali e la lo, e nel dì seguente venne beuignaincn-
T U R TUR 383
le ammesso all'udienza di Gregorio XV I, che nelle pili recenti scoperte nelle scieu-
il quale gli fece graziosa accoglienza e i ze fisiche e naturali , come rilevarono i

nobili donativi narrati uè' luoghi citati n.' 46 Diario di Roma, e il n.°
e 48 del
(oltre alcuni de'pochi esemplari del suo ^4 delle Notizie del giorno deli 838; il
ritratto inciso a Pietroburgo dal valente pascià Ahiued Fethi partì a'i5 da Ro-
veneto Veudramini, a aie poi legatalo dal ma alla volta di Toscana, restando altac-
Papa, che il pascià ricevè con moltissi- Cittissimo e alfezionatissimo al Papa, che
mo piacere e pose poi nel suo gabinetto uou cessò d'ossequiare e ringraziare fin-
di Costantinopoli, della sultana sua mo- che visse, nel carteggio ch'ebbe col p. Ar-
glie e diversa dall'avito che perì d'incen- senio. iNotò la Civiltà cattolica, a." se-
dio, come dirò), egli raccomandò viva- rie , 1. 1 i
, p. 244- " Ahmed Fethi fu il pri-
mente i cattolici dell' impero ottomano. mo gran pascià, che nel recarsi come am-
11 pascià venne accompagnato dall'arme- ottomano a Parigi passasse per
bascia loie
no p. ab. d. Arsenio Angiarakiau de'mo- Roma omaggio a Gregorio
e rendesse
naci antoaiani armeni, che fu interprete XVI, da cui ebbe bellissima accoglienza.
tra lui e il Papa. Siccome il pascià reca- Nella quale congiuntura ilpadre comu-
vasi due volte al giorno a prendere il caf- ne de'callolici non lasciò diraccomauda-
fè nel suo monastero di s. Gregorio Il- re caldauieule al di lui sovrano suoi fe- i

luminatore, che soleva chiamar suo mo- deli dell'oriente". Avendo il pascià noti-
nastero, e già palazzo Cesi dietro le co- ficato a Mahmud 11 il trattamento rice-
lonne di s. Pietro ,
precisamente ov'era vuto in Roma da Gregorio XVI, il sul-
stato alloggialo nel i49 2 > tome dissi di tano ne reslò così penetrato, che poco do-
sopra, l'ambasciatore che Bajazet 11 spe- po ordinò a Reschid pascià allora reis ef-

dì a Innocenzo Vili, perchè custodisse ge- fendi o segretario degli all'ari esteri e poi
losamente il fratello Gem o Zizim, co'sa- gran visir (come e nuovamente lo è pe'

che enumerai, così mo-


gri e altri doni i suoi vasti lumi di presente), che in prin-
naci anloniani dierono a' i3 giugnogli cipio di quest'articolo celebrai, nel re-
un pranzo nel medesimo. A questo pu- carsi ambasciatore straordinario a Pa-
re invitarono il poliglotlo cardinal Mez- prolungare il viaggio onde espres-
rigi, di

zofanti, i prelati e poi cardinali Cadoli- samente e appositamente portarsi a Ro-


n segretario di propaganda e Massimo
i ma, e nel suo sovrano nome esprimere
maestro di camera del Papa ,e l'arme- a Gregorio XVI, colla sua stima la gra-
no mg/ Papasian arcivescovo di Taron. titudine pe' favori elargiti ad Ahmed
Verso il fine della tavola furono recita- Fethi pascià. Giunto in Roma il pascià
ti diversi sonetti dagli studenti del mo- a'26 settembre dello stesso 838 con 3 1

nastero in latino, italiano, francese e gre- figli, il suo segretario Aaalì (ora mini-
co, dal p. Arsenio spiegati in turco al pa- stro senza portafoglio e da ultimo gran
scià, che ne provò singoiar soddisfazio- visir), l'interprete cattolico e due altri

ne e ne volle copia, lasciando al mona- personaggi , nel dì seguente fu ricevuto


stero uno scritto co'sensi di sua ricono- cortesemente dal Papa, in presenza del
scenza, secondo l'uso de' turchi ospitati cardinal Mezzofauti, facendo da interpre-
bene. .Nel dì seguente il pascià dal palaz- te il lodalo p. ab. d. Arsenio Angiara-
zo Accoramboni, con gran commozione kiau , al complimento che lesse in fran-
ammirò la solenne processione dei Cor- cese (che posseggo), e col quale il pascià
pus Domini fa Ita da Gregorio XVI. Do- dichiarò pure: Di sperare che questi pri-
po aver visitato monumenti antichi e i mi rapporti, creati dalla somma cortesia
moderni di Roma, e dato prove di rara e dallo spirito d'amabile compiacenza di
iutelligeuza e di non comune sopere, an- Gregorio XVI, sarebbero seguili da al-
384 TUR TUR
tre relazioni quanto utili altrettanto ag- intima corrispondeuza da Gregorio
all'

gradevoli alla s. Sede e all' impero otto- XVI contratta col viceré d' Egitto (F r.)
mano. Il Papa corrispose al modo che de- Mehemet Ali, quale il gl'invio in dono pel
scrissi ne' ricordati volumi, ove riportai risorto Tempio (F.) di s. Paolo diver-
il discorso del pascià in italiano (e quale lo si massi dello splendido alabastro egizia-
pubblicò il n.° 80 del Diario di Roma no nel seguente anno; anno ancora me-
del 1 838, e in diverse lingue i fogli stra- morabile per la preziosa visita che rice-
nieri , con quanto vado qui ripetendo, vè dal regnante imperatore di Russia A-
mentre col n.° precedente avea il Diario lessandroII, la quale agevolò quella del

annunziato il suo arrivo), e dissi i doni fat- suo augusto genitore Nicolò! allo slesso
ti al pascià, a'figli, al segretario Aaalì e Gregorio XVI. Per aver questo Papa col-
al segui tojesprimendoGregorio XVI l'al- le grandi sue virtù destato particolare ri-

to suo gradimento, e incaricandolo di si- spetto ne'sovrani d'Europa, anco acatto-


gnificarlo al sultano, unitamente alle più lici e infedeli, non solo ne ricevè le pub-
affettuose preghiere in vantaggio de'cat- bliche dimostrazioni , ne trasse profitto
tolici di lui sudditi. Il pascià Reschid cor- per l'incremento e difesa della religione e
rispose nel modo il più degno, e quindi protezione a' cattolici, ma preparò altri
passò a visitare il cardinal Lambruschi- fecondi trionfi al pontificatoci cui ne fruì
m segretario di stato. L'illustre personag- il venerando successore. Il sultano Mali-
gio si fece ammirare in Roma pel suo ac- mud II si propose d'inviare al Papa ma-
corgimento e coltura di spirito, ed erudi- gnifici e preziosissimi donativi, commet-
zione nella letteratura orientale; anche i tendo a parecchi valenti orefici V effet-
suoi figli inspirando il più vivo interesse tuazione del suo generoso divisamento,
per l'educazione raffinata, e per la loro che la morte a lui impedì di eseguire.
"vivacità contenuta ne'giusti limiti, di cui Egli finché visse attese alacremente a ri-

dierono saggio. Assistito sempre dal p. formare l'impero ottomano, introducen-


Arsenio, al quale il pascià, come il pre- dovi gli usi europei, richiestivi dalla ci-
cedente, accordò la più estesa e meritata viltà rinascente nel medesimo. Nel 1839
fiducia (come rimarcò il ricordato Dia- poi tentò di sotlometlereil ribelle Mehe-
rio) } più volte ne onorò il monastero e in met Ali pascià d'Egitto, a cui avendo pur
iscritto vi lasciò l'attestato di sua soddi- dato l'importante isola di Candia,pertor-
sfazione. Vi fu trattalo di colazione e ri- gliela voleva spedire il capitan pascià col-
petutamente di caffè, non avendo potu- la flotta che stanziava ne'Dardonelli; ma
to accettare un pranzo, perchè a'29 par- . il suo esercito fu disfatto a'24 giugno a
ti alla volta dell'alta Italia. In tal modo Nizib nella Siria dagli egizi, capitanati da
la divina provvidenza dispose che fosse Ibrahim pascià. Forse egli non conobbe
riservato a Gregorio XVI la gloria di ri- questo disastro, essendo allora oppresso
cevere pel 1 .°tra'Papi, omaggi d'ossequio da grave malattia, che gli tolse la vita,

da due eminenti ambasciatori ottomani, non senza fondato sospetto di propinato


e di venirgli dichiarato che il loro illu- veleno, il 1 luglio d' anni 55 circa, la-

minato sultano desiderava stringere ami- sciando tre figli i sultani Abdul Medjid
chevoli relazioni colla s. Sede, dappoiché (che significa Servo dell' Adorato) prin-
l'ambasciatore di Bajazet II ebbe altro cipe imperiale, Adul Aziz, e Nizamud
scopo, oltre l'attentato contro Innocenzo Din, e 5 figlie sultane. Così fu impedito
Vili surriferito. Questo stupendo avve- al potente genio civilizzatore diMahoiud
nimento forma fausta epoca negli anna- II, di effettuare i vasti disegni che me-
li della Chiesa romana, che non mancai ditava a vantaggio della Turchia.
celebrare ne'luoghi rainuaeotati, insieme Abdul Medjid Khan e regnante sulta-
t ua TUR 385
no, dii6 anni successe al padre nell'im- d'una quota d'imposizione,de-
sia tassato

pero ottomano, che trovò sconcertato, ai terrninata in proporzione delle sue pro-
2 luglio 1 83q: principe eli carattere dol- prietà e sostanze. Tutti essere obbligati
ce e amorevole verso suoi sudditi, se- i con determinate leggi al servizio milita-
guace zelante del genitore nella civiliz- re per quattro o ciuque anui. La causa
zazione e nelle utili riforme die prosegui di qualunque prevenuto sia pubblica-
e continua a introdurre con prospero suc- mente giudicata dopo processo ed une-
cesso, come rilevai in principio. Della ric- sa me. iNon sia permesso ad alcuno di at-
chissima sciabola presa solennemente nel- tentare all'onore di chiunque siasi. Cia-
l'elevazione all'impero, feci parola nel voi. scuno possieda le sue sostanze di qualun-
LXVIII, p. io. Pochi giorni dopo la sua que natura siano, e ne disponga colla più
assunzione al trono, il capitan pascià spa- intera libertà. I beni del colpevole non
rì colla flotta da'Dardanelli,e vergogno- siano più. confiscati. Queste concessioni
samente avendo disertato, si recò a Rodi, estendersi a tutti i sudditi diqualunque
e passando in Alessandria si die con essa religione o setta, e ne godano senza ecce-
a Mehecuel Ali, protestando che non l'a- zione alcuna. Una perfetta sicurezza es-
vrebbe restituita alla Porla, se non quan- sere adunque accordata a tutti gli abi-
do essa avesse riconosciuto in Mehemet tanti dell'impero per la loro vita, il loro
Ali la sovranità ereditaria dell' Egitto q onore e le loro sostanze". Il sultano sta-
ili tutto il paese che governava, ed allon- bili quindi un consiglio di giustizia inca-
tanato dagli altari il gran visir Kosrevv. ricato di discutere liberamente tutte le
Quiudi l'impero ottomano era minaccia- leggi da promulgarsi per rigenerare l'im-
to da furiosa guerra intestina, e da to- pero. Frattanto le grandi potenze che a-
tale imminente rovina. Mala sua esisten- veano assunto a se la questione tra la Por-
za interessando all'odierna politica del- ta e Mehemet Ali pascià d'Egitto, con-
l'Europa, perciò l'Austria e la Russia si- tinuarono a trattare per accomodarla;
no dal precedente maggio aveano fatto ma l'opera era ardua, essendovi molti in-
promettere a Mehemet Ali, che in caso di teressi opposti. La Francia specialmente
vittoria, il suo esercito non avrebbe oltre- sosteneva il pascià, dopoché nel marzo
passato Orfa e Diarbekir, e di fatti co- 1840 Thiers era divenuto presidente del
là fermossi Ibrahim. Nel tempo stesso la consiglio de'ministri e ministro degli af-
Francia e l'Inghilterra consultavano sui fari esteri, e si adoperava per fargli ave-
mezzi di sostenere la Porta, e d'impedi- re il dominio utile ed ereditario dell'E-
re che i russi, col pretesto di protezione, gitto e della Siria, e di più il governo vi-

occupassero Costantinopoli. In tale stalo talizio dell'isola di Candia. L'Austria, la


a
di cose i rappresentanti delle 5 grandi po- quale era stala lai. a proporre l'Egitto
tenze a'27 luglio dichiararono al nuovo ereditario, e con essa la Prussia, si mo-
sultano, che i loro gabinetti erano d'ac- strarono per qualche tempo disposte ad
cordo relativamente alla questione egi- aderire, almeno in parte, a tale idea. Al-
ziana ; consigliargli di ricorrere alla loro l'opposto 1' Inghilterra, che aspirava ai
benevolenza, ed egli vi aderì. Intanto Ab- comodi passaggi per 1' India, a traverso
dul Medjid, per cousiglio di Reschid pa- dell'Egitto e della Siria, non voleva che
scià sullodato e d'altri personaggi illumi- quelle regioni fossero in potere d'un so-
nati, a'3 novembre promulgò in Giul Ha- vrano forte e amico della Francia. La
né l'hatti-cheriff seguente, di cui feci cen- Russia aderiva all'Inghi'terra; del resto
no nel voi. XVIII, p. 89 e ricordai di so- mostrandosi indifferente alla questione
pra, per sostituire la legge al dispotismo. territoriale, adopravasi per poter agire il

» Ogui membro della società ottomana più che fosse possibile nel Bosforo. In-
VOL. LIIXI. 25
38f> T U R TUR
tonto nel giugno varie regioni della Siria novembre sottoscrisse, col comandante in-
si sollevarono contro il dominio del pa- glese avanti Alessandria, una convenzio-
scià d'Egitto. In tale stato di cose l'Au- ne, nella quale che restituisse
si stabilì
stria, l'Inghilterra, la Prussia e la Russia alla Porta sgombrasse la Siria,
la flotta,

da una parte, e la Porta ottomana dal- avendo già evacuato Candia e l'Arabia,
l'altra, a'i5 luglio sottoscrissero in Lon- ed avesse il governo ereditario dell'Egit-
dra uu trattato, nel quale in sostanza sta- to, garantito dalle potenze alleate. La
bilirono. « Che il sultano promettesse a Francia al sentire essersi concertate le

Mehemet Ali e suoi discendenti in linea cose d' Egitto senza il suo intervento, si

retta l'amministrazione dell'Egitto, e di offese. Thiers propose al re Luigi Filip-


più sua vita durante quella della fortez- po di fortificar Parigi, armare 63g,ooa
7a di Tolemaideo Acri colla Siria meri- uomini di linea, e 3oo,ooo di guardia na-
dionale. Si sarebbe determinato il tribu- zionale, inviare la flotta nella rada d'A-
to che avrebbe dovuto pagare. Le leggi lessandria oa'Dardanelli, e negoziare per
dell'impero ottomano fossero applicabili far modificareil trattato de' 5 luglio a 1

all'Egitto. Le truppe del pascià formas- maggior vantaggio del pascià d'Egitto. 11
sero parte della forza dell'impero otto- re acconsentì alle fortificazioni della ca-
mano.Intanto egli restituisse al sultano la pitale ed a qualche aumento dell'esercito;
flotta che nell'anno precedente era pas- ma non volle prendere un'attitudine che
sata in suo potere". Partecipato alla me- potesse compromettere la pace d' Euro-
tà d'agosto il trattato a Mehemet Ali, e- pa. Laonde nell'ottobre Thiers rinunziò
gli rispose: Che si sottometteva alla vo- al ministero, il re vi surrogò Guiaot, e la
lontà del sovrano. Accettava la proposi- tranquillità d'Europa non fu turbata. A-
zione dell' eredità dell'Egitto, e per gli vendo il sultano dichiarato Mehemet Ali
altri territori] che occupava si rimetteva decaduto dal governo d'Egitto, nell'anno
interamente alla di lui discrezione. Tale seguente 1 84 1 tal atto sembrò troppo vio-
dichiarazione non fu creduta sufficiente. lento alle corti di Berlino, Londra, Pie-
Abdul Medjid lo dichiarò decaduto dal troburgo e Vienna ;
quindi i loro pleni-
governo dell'Egilto,ed collegati adopra-i potenziari a' 3o gennaio sottoscrissero iti

rono l'armi. Una flotta inglese coman- Londra un protocollo,col quale consiglia-
data da Stopford, una squadra austria- rono ad Abdul Medjid di rivocarlo e di
ca capitanata da Bandiera, ed altra squa- promettere a Mehemet Ali che i suoi suc-
dra ottomana avente a bordo alcune trup- cessori in linea retta sarebbero nominati
pe di sbarco, nel settembre rovinarono e pascià d' Egitto, tutte le volte che quel
occuparono Berito e Sidone, ed a'4 no- posto rimanesse vacante per la morte del
vembre con 3 oie di cannoneggiamento pascià precedente. Con atti posteriori, quei
ridussero in loro potere la fortezza d'A- plenipotenziari regolarono il modo di suc-
cri. Nel tempo stesso favorirono la sol- cessione e la somma del tributo fu fissata
levazionedella Siria e la dispersione del- in 80,000 borse, circa un milionee 600,000
le truppe egizie che l'occupavano. Jbra- scudi. Questi consigli di 4 grandi potenze
him pascià, che le comandava, ed era sta- furono accettati dal sultano e dal pascià :

to poc'anzi formidabile a'turchi, diven- gli articoli li riportai a Egitto. Per ulti-
ne impotente contro la tattica europea e mare, o piuttosto per sopire la questio-
l'oro inglese. I collegati s'impadronirono ne d'oriente, rimaneva di dare qualche
de' punti principali delle coste di Siria, soddisfazione alla Francia, ancora isola-
quindi recaronsi nella rada d' Alessan- ta.Per quest'effetto s'ideò di concertare
dria. Allora Mehemet Ali conobbe la ne- un atto d'interesse generale, pel consoli -
cessità di cedere alle circostanze, ed a'27 damento della pace europea, al quale in-
T UR TUR 38 7
lervenisse anche governo francese, co-
il particolare stima econsiderazioueche nu-
me fece dopo l'invito. Quindi a'i 3 loglio triva per lui, offrendogli qualunque cosa
le 5 grandi potenze sottoscrissero colla Por- gli fosse abbisognato ; e qual padre uni-
ta una convenzione, nella quale stabili- versale di tutti i cattolici, dichiarargli l'af-
rono. » Il Gran Signore da una parte, di- flizione in cui era pe' continui disastri
chiarare d' aver la ferma risoluzione di patiti da' suoi figli cattolici maroniti del
mantenere in avvenire il principio inva- Monte Libano, e quindi raccomandarli
riabilmente stabilito come antica regola alla sua autorevole protezione. Il pascià
del suo impero, e in virtù del quale fu in sorpreso e penetrato di commozione per
ogni tempo proibito a'bastimenti di guer- la benignità di Gregorio XVI, nobilmen-
ra delle potenze straniere d'entrare negli te espresse la sua confusione e grato ani-
stretti de'Dardanelli e del Bosforo, e fin- mo per questo ulterior tratto di singoiar
ché la Porta si trovasse in pace, il sulta- distinzione; rammentò le squisite genti-
no non ammetterebbe nessun bastimento lezze ricevute dai Papa quando ebbe l'o-

da guerra straniero ne'dettistretti. L'im- nore di presentarsi alni co'suoi figli, quel-
peratore d' Austria, il re de' francesi, la le posteriormente espresse nelle lettere
regina d* Inghilterra, il re di Prussia e che riceveva dal p. abbate medesimo, ed
l'imperatore di Russia dall'altra pàrte,im- anco da altre persone colle quali il Papa
pegno iti di rispettare questa determina- domandava di sue notizie, con un inte-
zione del sultano, e di conformarsi al prin- resse veramente clemente. siccome nul- E
cipio suddetto ". Venuto in cognizione la avea fatto per meritarsi tante grazie,
Gregorio XVI, che nel gennaio 1 844 d°~ pregò il p. abbate d'umiliare al pontificio

veva passare dal porto di Civitavecchia trono l'indimenticabile sua riconoscenza,


Eeschid pascià, per recarsi a Marsiglia e il suo cuore iii pegno de' sentimenti che
Parigi, quale ambasciatore della Sublime avea saputo inspirargli, in uno all'osse-
Porta, per tratto di speciale considera- quioso omaggio della più profonda ve-
zione all'eminente personaggio, ordinò al nerazione. Quanto all'affare de'maroniti,
r
delegato apostolico mg. Stefano Rossi di aggiunse il pascià, veder bene la necessi-
usargli quell'ospitalità conveniente all'al- tà d' essere ultimate le vertenze ; che si

to suo rango. Contemporaneamente il Pa* reputerebbe felice di poter contribuire


pa mandò da Roma a Civitavecchia il a secondare i desiderii di Sua Santità, e
p. abbate d. Arsenio Angiarakian, ch'era che avrebbe profittato dell'opportunità
slato suo interprete nella visita ricevuta per fare ogni sforzo onde finire le conte-
da lui, per complimentarlo nel pontifìcio stazioni co'maroniti, e così dare un atte-
nome, tempo raccomanda-
e nello stesso stato del suo riverente attaccamento al
re maroniti del Mon-
gli affari de'cattolici Santo Padre; anzi l'incaricò pure, nello
te Libano, A' 3 approdò nel porto il va-
r scrivere a S. A. Ahmed Fethi pascià, di
pore che conduceva il pascià, accompa- dirgli le raccomandazioni falle pe' maro-
gnato da 4 figli, da Nedim effendi suoi, niti, perchè ancor lui vi cooperasse. Indi
segretario, dal dragomanno armeno e da il pascià chiamati i figli e que'del suo se-
33 persone di seguito. Il p. abbate, quale guito, festeggia nte narrò loro l'onore che
interprete del Papa, previe intelligenze avea ricevuto. Vedendo il p. abbate che il

prese col prelato delegato, accompagna* pascià per mancanza di tempo non pen-
to dal capitano del portosi recò a bordo sava scendere a terra, gli disse che ilPapa
r
del vapore. Incontrato urbanamente dal avendo ordinatoa mg. delegato di averlo
pascià e condotto nella sua camera, il p. ospite, perciò il prelato l'aspettava ; ma il

abbate eseguì la sua missione,con compli- pascià si confermò nel non discendere, on-
mentarlo da parte del Papa, co'sensi di de non essere di soverchio incomodo. Al-
388 TUR T U R
loro p. abbate ne fece avvisare il pretato,
il di settembre 1 843 alcuni audaci fattati
il quale immediatamente con cine ufficiali sollevarono parte del presidio e della po-
di piazza si condusse al vapore ilei pascià, polazione d'Atene, e costrinsero il rea pro-
e questi lo ricevè fregiato delle sue deco- mettere una costituzione. Fu poscia radu-
razioni, e condusse con bei modi nella sua nata un'assemblea generale, la quale di-
r
stanza. Mg. Rossi in francese esternò al scusse una costituzione, che venne pro-
pascià gli ordini ricevuti dal Papa, di o- mulgata a' 1 6 marzo 844- Furono
i in essa
norare e complimentare la sua degna per- stabiliti i principii dell'eguaglianza de'di-
sona. Il pascià con aumento di commo- ritti dinanzi alla legge, e della libertà del-
zione rinnovò i sensi esternali al p.abbate, la stampa. Si dichiarò che il potere legi-

pregaudo il prelato ad esserne facondo in- slativo si componeva del re, delle camere,
terprete, non trovando egli sufficienti e- de'deputati e del senato. Il diritto di pro-
spressioni per dichiarare quanto sentiva porre leggi appartenere al re, alla came-
pel Santo Padre. Dopo lieta conversazio- ra e al senato. Sebbene la Grecia era di-
ne, nel partire il delegato volle il pascià venuta libera dal giogo mussulmano per
seguirlo sino alle scale del vapore; e po- generosa commiserazione delle potenze
scia coi suo accompagnamento tutto giu- occidentali, nondimeno i suoi deputati nel
bilante per vedere il pascià tanto onorato formular la costituzione politica del regno
dal Papa sovrano di Roma, Reschid scese furono solleciti di sancire che esso appar-
r
a terra e si recò a restituir la visita a mg. tiene alla religione e alla chiesa ortodossa
delegalo, ripetendo sempre con effusione (com'essi pretendono) orientale, e che non
la sua ammirazione per l' incomparabile è permesso di sollecitare alcun greco ad
bontà Gregorio XVI. Licenziatosi dal
di abbracciare la chiesa ortodossa occiden-
prelato, fece il pascià un giro per la città tale. Il che significa non esser permesso il

di Civitavecchia, e pieno di soddisfazione procurare il ritorno d'un greco scismatico


si congedò dal p. ab. Arsenio, invitandolo all'unità della chiesa cattolica, fuori della
a presentare suoi rispetti al cardinaleMez.
i quale non trovasi l'eterna salute. Ecco un
zofanli ed a mg/ Garibaldi che avea co- altro saggio della pretesa tolleranza van-
nosciuto a Parigi. Finalmente asceso il va- tata dagli scismatici. Si può vedere UE-
pore, usci dal porto e partì. Dipoi Reschid par Jacques G.
glise Orientale, Pitzi-
pascià portò tutto a cognizione d' Abdul pios Romei 855. Ne die contezza
y
la Ci-
Medjid, e questi penetrato della benignità viltà Cattolica ,serie 2.", t. 2, p. 557, co ~
di Gregorio XVI, bramoso di dimostrar- me di libro degnissimo d'essere conosciu-
gli la sua estimazione e gradimento per le to dal pubblico per l'importanza dell'ar-
distinzioni usate al cognato e a Reschid, ed gomento che vi si tratta. 11 eh. Pitzipios,
inol\re d'entrare in diretta relazione con greco di nascita e praticissimo degli affari
esso, pur egli ordinò che si preparassero d'oriente poco conosciuti, riuscì oltremo-
dei ricchi donativi perinviarliaRoma;ma do a stenebrai e l'oscura questione, ch'egli
mentre si disponeva la spedizione, il Papa considerò sotto un aspetto tale, che ne ri-

passòa miglior vita. Allorquando nel 833 1 mase soddisfatto ogni cuore sinceramente
Ottone I ascese sul trono di Grecia, vi sta- cattolico. Giacché egli non vede altrove il

bilì un governo dispotico, e istituì l'ordine rimedio alle sventure, che da tanti secoli
7
equestre del ss. Salvatore (Z .). Coloro aggravano {'Oriente, fuorché nel ristabi-
però che aveano combattuto con tanta e» lire la comunione tra la chiesa rientale
ìiergia per ricuperar l' indipendenza, a- e la chiesa romana, prendendo a norma

Tiebbero desiderato eziandio la libertà ; e a fondamento decreti del concilio ecu-


i

quindi malcontento, società segrete e co- menico di Firenze. Nella 3." parte intito-
stante fermento. Finalmente uella metà lata : apostasia del clero di Costantino-
e

TUR TUR 3S 9
polii il eli.pone sotl'occhio
Pitzipiosci la rivoluzione che minaccia l'ordine sociale
maniera tirannesca onde patriarchi i di in Europa per la disunione de'popoli cri-
Costantinopoli e il loro sinodo esercitano stiani e il disaccordo de'governi non può
l'autorità temporale che da' sultani fu ad trovare efficace riparo fuorché nell'azio-
essi delegata sopra i seguaci della medesi- ne della Chiesa e nell'autorità del sommo
ma religione. Osserva inoltre, che i tem- Pontefice ". Le relazioni particolari cosi
pi si sono ora in gran modo cambiati; al- bene cominciate da Gregorio XVI, de-
l'antipatia de'turchi contro gli occidentali funto il i.° giugno 1846, fra la s. Sede e
sottentrò la fiducia e la benevolenza; ed il la Sublime Porta, mediante due suoi pri-

governo ottomano mostrò più volte desi- mari ministri e ambasciatori ottomani,
derio d' entrare in relazioni amichevoli con due sultani, il defunto e il regnante,
colla s. Sede. Ora sopra questo nuovo sta- cominciarono a produrre le loro felici con-
to di cose conviene appoggiarsi per met- seguenze, amando Abdul Medjid prose-
tere un termine alle triste condizioni in guirle col successore. Pertanto riporta il

cui geme l'oriente. Il clero di Costanti- n.° 1 6 del Diario di Roma del 847. «Do- 1

nopoli, quanto al fatto, rifiuta l'autorità po aver annunziato nel n.° 14 cu questo
del concilio, di Firenze, ma quanto al di- Diario l'arrivo in Roma di S. E. Cliekib
ritto il concilio conserva il suo pieno vi- effendi (a'i 5 febbraio, incontrato a Mon-
gore. ** Consigliati dalle potenze cattoli- terosi dal p. ab. d. Arsenio Angiarakian,
che d'occidente ponno spogliare
i sultani dopo averlo inutilmente atteso inAncona,
il clero di Costantinopoli della tempora- ove dovea approdare, d' ordine pontifi-
le autorità di cui fa si enorme abuso, e cio),
parleremo ora dello scopo e delle
potino ancora richiedere a chi vien pro- particolarità della sua missione, la quale
posto alla sede patriarcale che sottoscriva formerà uno de' fasti memorandi nella
la sua adesione al concilio di Firenze.Non sloria ecclesiastica de'tempi nostri. S. A.
mancheranno vescovi in oriente che ac» I. il sultano Abdul iVIedjid Khan, com-
Cellino tali condizioni, e il sultano può preso pur esso da quella universale esul-
d'ora innanzi non riconoscer per patriar- tanza, suscitatasi ovunque all'annunzio
ca se non chi l'abbia adempita. Con que- del faustissimo avvenimento al trono pon-
sto il rito gì eco è conservato intatto, l'au- tificio della Papa Pio IX,
Santità di N. S.
torità de' Pontefici è ristabilita nella chie- si avvisòdi darne al mondo intero una so-

sa orientale, la riforma del clero si opera lenne luminosissima prova. Ordinò quin-
senza ostacolo, e un'era novella incomin- di a S. E. Chekib etfeudi, designato a suo

cia per quelle vaste e belle contrade che ambasciatore presso 1' I. R. corte d'Au-
da tanti secoli gemono sotto il peso di tan- stria, di condursi espressamente in Roma
r
te sventure. JN è il beneficio di questa ri- (nota Diario: La storia registrerà cer-
il

storazione della chiesa d'oriente rimarrà ta mente essere questa la prima voltacht

circoscritto da' confini dell'impero otto- il sultano ha decretato un'apposita spedi-


mano. Il regno di Grecia e l'impero di zione per complimentare il Romano Pon-
Russia si troveranno condotti e da inte- tefice, lìiijazette nel 1490 avea inviato un
ressi politici e da altre cagioni più degne suo ambasciatore ad Innocenzo Vili; ma
ad entrare nella stessa via di riconcilia- per sua missione speciale relativa alla cu-
zione. L'oriente intero non formerà più stodia diZizim suo fratello, fatto prigionie-
che una chiesa sola coli' occidente sotto ro da'eavalieri gerosolimitani e consegna-
l'autorità dello stesso supremo Pastore. to al Papa.Reyu.,//wi<2/. eccles. n.° i49 2 «

Allo spettacolo di questa unione, i Prote- Osserverò che aven-


pel riferito di sopra,

stanti vedendosi più separali e di visi, tor- do il Diario co' citati 4 suoi uumeri e con
nei anno più facilmente all'ovile: inoltre la aitrogià ricordato deWeJYo tizie del giorno
39 o TUR TU R
deli 838, lauto parlato de'due ambascia- to, innanzi al sagro e maestoso di lui co-
tori che furono a visitare Gregorio XVI, spetto. Assidevasi Santo Padre nel tro-
il

ed uuo espressamente innome del sultano, no, con quella fronte grave in un tempo o
come rilevasi dal tetto del discorso dal serena, ove riuvengonsi come elligiate le
medesimo riprodotto, poteva qui richia- preclare vii tu ond'Esso congiunge in mi-
mare con una parola il da lui pubblicalo, rabil modo lo spirituale col temporale, la

ad onore appunto rie fasti memorandi Chiesa e lo Stalo. E qui S, E. Chekib ef-
della storia ecclesiastica e ch'ile de' tem- fendi, appalesandosi ben degno dell' alta
pi nostri. Quanto poi all'epoca vera della fiducia in lui riposta dall'imperatore ot-
venuta dell'ambasciatore di Bajazet II, e tomano, soddisfece ne'modi e coll'espres-
se Zizim fu propriamente fatto prigione sioni le più adatte alla circostanza al gran-
da' gerosolimitani, può vedersi nel nar- de oggetto di sua missione: e perciò n'eb-
ralo a suo luogo superiormente) per e- be dal Santo Padre non equivoche dimo-
sprimeine in suo nome e di viva voce le strazioni di gradimento. Egli imprese a
più estese congratulazioni al Santo Pa- dire, che S. A. I. il Sultano suo augusto
dre, e per attestare insieme la profonda padrone, avea sentito con somiria compia-
stima onde S. A. sentivasi penetrata per cenza la felice esaltazione delibanti là Sua
un sovrano, che nel periodo di pochime- altrono pontificio. Aggiunse, che quan-
si avea saputo attirarsi ammirazione e
1' tunque non esistessero fino ad ora fra la
il plauso di ogni eulta nazione. Sono que-^ Sublime Porta ed il governo della s. Seiìts
ste,presso a poco, le espressioni che oc- particolari relazioni, pure il suo Signore,
corrono nelle lettere officiti] dirette da associandosi all' universale soddisfazione
S. A.Reschid pascià, gran visir, all'Em. del mondo per l'esaltamento al trono del-
r
e Rev.° sig. cardinale Gizzi segretario di la Santità Sua, gli avea dato l'onorevole
stato, in virtù delle quali veniva pre>celto incarico di presentacene nell'augusto suo
il nuovo ambasciatore ottomano al gran- nome le più sincere e vive congratulazio-
de incarico. Nella mattina pertanto del ni; che S. A. coglieva con pieni tira que-
giorno 16 corrente (febbraio) si recò S.E. sto fortunato incontro per entrare diret-
a consegnare le slesse letlere all'alto loro tamente in relazione col governo di Sua
iudirizzo (accompagnalo dal p. ab. Arse- Santità, esprimendo in fine la sua ferma
a
nio), pregando l'Eni.' Sua Rev. a consul- fiducia che sentimenti di benevolenza del
i

tare V oracolo del Santo Padre intorno suo augusto Signore verso suoi sudditi i

al giorno ed all' ora, in cui gli piacesse di tutte le classi, ch'esso considerava eguali
di ammetterlo all'augusta di lui presen- "senza dislinzionedi credenza, come un pa-
za. Essendosi a tal uopo stabilita da Sua dre che ama indistintaménle tutti i suoi
Sanlità la mattina del sabato p. p. ( 20 figli, sarebbero apprezzati, a preferenza
febbraio), S.E. si avviò con nobile treno d'ogni altro, dalla stessa Santità Sua, alla
al palazzo apostolico Quirinale, in mezzo cui stima e preziosa amicizia S. A. gran-
ad una immensa moltitudine indigena e demente aspirava. Il Santo Padre corri-
foi esliei a, accorsa ad ammirare, lungo le spose a questo discorso ne' termini i più
strade ch'ei dovea transilare, lo straordi- graziosi, commettendo al signor amba-
nario e decoroso avvenimento. Entrò fi- sciatore di far conoscere all' imperatore
nalmente S. E. nel grau cortile delQuiri- ottomano con quale riconoscenza aves-,e
naie; e dopo aver percorso le ampie sale accollo e contraccambiasse i sentimenti di
del pontificio appartamento, ove trova- leale benevolenza, che S. A. perdi lui mez-
vasi disposta in lutto il suo nobile e digni- zo gli avea espresso,e come si aprisse il suo
toso splendore la corte del supremo Gè-. cuore alla lieta speranza, che le vicende-
1 arca, fu introdotta insieme al suo segui- voli relazioni, ch'Essa bramava di atrio-
TUR TUR 39 i

r
gere col governo pontificio, fossero per il sig. Gaspare de Manass 1

interprete
tornare a somma utilità de' cattolici di- d'ambasciala, accomiatandoli con cortesi
moranti in quel vasto impero, la coi re- parole e con dimostrazioni di sovrana be-
ligiosa condizione quanto più sarebbe* nignità. S.E.è partita questa mattina alle
migliorata mercè della continuazione e ore 7 i/2 dirigendosi alla volta d' Anco-
dell' aumento del potente sovrano patro- na". Si legge inoltre nel n.°54 del Diario
cinio inverso loro, tanto più preziosa gli di Roma, d'i aver il Papa donato allorché
sarebbe stata la sua amicizia, e più gra- si congedava, a Chekib effendi, il suo ri-
dito 1' effetto delle proposte amichevoli tratto inciso in pietra dura contornato di
relazioni fra'due governi. L'Em. e Rev.° brillanti, che l'ambasciatore si appese sul
r
sig. cardinal Mezzofanti, chiamatovi dal petto a guisa di decorazione, come rilevai
Santo Padre, si trovò presente a questa u- nel vol.LUI,p. 1 91, dicendo contornata la
dienza; e ne fu fedele interprete il B.m.°p, pontificia effigieanche con rubini e sme-
abbate d. ArsenioAngiarakian precurato- raldi;equi aggiungo d'un valore di scudi
re generale de'monaci armeni anloniani. i5oo,e che il Papa donò all'ambascia-
5. E. Chekib effendi presentò al santo Pa- tore eziandio diverse bellissime stampe in-
dre Arif bey suo figlio e i.° segretario, cise della calcografia camerale. Notai poi
r
Aly elfendi 2.° segretario, ed il sig. Ga- nel voi. LI, p. 32 che Chekib frequentò
1,

spare de Manass i.° interprete d' amba- in Roma il monastero degli armeni anto-
sciata, a'quali Sua Santità degnò
si di di- niani, e cornei predecessori si servì d'in-
r
rigere delle cortesi parole. Quindi il sig. terprete col Papa del p. ab. Arsenio, la-
ambasciatore si trattenne alcun poco con sciando al cenobio testimonianze in iscrit-

Essa in privali discorsi, e sen partì piena to di gran soddisfazione. Aggiungerò che
avendo la mente e penetrato il cuore del- l'ambasciatore ottomano, in tutto il terìi-
r
l'accoglienza, che u'avea ricevuto. Il sig. po della sua dimora in Roma, 3 volle fu
ambasciatore poi nell'asci re dall'appar- ricevuto in udienza dal Papa, cioè dopo
tamento pontificio si diresse alle stanze il suo arrivo e pel congedo, oltre una se-
1

dell'Eni, sig. cardinal segretario di sta- greta o privata, presente solamente il p.


to, col quale s'intrattenne in colloqui, che ab. Arsenio come destinalo a interprete e
furono ad entrambi motivo di reciproca suo accompagnatore, e perciò questi l'ac-
soddisfazione. Questo illustre personag- compagnò pure nelle altre e da per tutto.
gio si reca tutto giorno a visitare, accom- L'ambasciatore fu dal cardinale Gizzi 5
r
pagnato dal eh. sig. cav. Luigi Grifi, i volte, visitò 2 volle il cardinal Antonelli,
più notevoli monumenti antichi e moder- allora prelato tesoriere, e volle pure visi-
ni, onde va tanto superbo il nostro classi- tare il celebre cardinal Lambraschini, già
co suolo; ed in ciò fare S. E. addimostra XVI, in ri-
segretario distato di Gregorio
tale accorgimento e coltura da riscuotere verente memoria di quest'ultimo. Il Pa-
l'altrui ammirazione". Notificò poi ilo. 18 pa Pio IX per memoria dell'avvenimento
del Diario di Roma.» La Santità di N.S. fece coniareuna medaglia coll'epigrafe :

Papa PioIX ricevette ieri mattina ( 1 ."mar- Lcgatione perfune tus ad Pi uni IX P.
zo), in visita di congedo, S. E. Chekib ef- M. elecluni nomine Magni Ture. Domi-
fendi ambasciatore straordinario, inviato ni 1847. Ne donò all' ambasciatore e al
da S. A. il Sultano a complimentare la suo seguito in oro. Qual testimonianza di
Santità Sua per l'auspicato avvenimento progressivo incivilimento, anche intro-
al trono pontificio: dopo di che si degnò dotto in Egitto da Mehemet Ali, registrai
d' ammettere alla sua augusta presenza nel voi. XLVI,p.g8, che nell'aprile 1
847
Arif bey figlio del lodato ambasciatore e in quella regione con solenne festa si col-

i.°segretario, Aly effendi 2. segretario, ed locò dal viceré la 1/ pietra con monete,
39* TUR tun
«Ile fondamenta delle chiuse del Nilo,COn sero animati quando si accinsero al viag-
cereuuonie inni (ino allora praticale in gio, e quale fosse il loro interno quando
Turchia e elìcivi narrai. Per zelante pio v- si trovavano a pie di que' santi monu-
Vu lenza ilPapaPiolXa'2 3 luglio 847 ri- i menti. Da ultimo si pubblicarono: Gior-
pristinò il patriarca di rito latino residen- nale d un pellegrinaggio eseguito in Ter-
ziale in Gerusalemme, ed a'4 ottobre pre- ra Santa nel\85i dal mese, di agosto
conizzò l'odierno patriarca mg/ Giusep- al mese di dicembre dall'ai. ìl'onner
pe Valerga, che consagrò e gli conferì il curato di Nólre-Dame di Metz, Parigi
pallio.Era 6 secoli dacché Gerusalemme 1 853, colle piante del s. Sepolcro e diCet-

mancava del patriarca residente con giu- llemme. Morie d'un pellegrino a Geru-
1

risdizione, e mg. Valerga vi fece il suo salemme nel i852, notizia sugli ultimi
solenne ingresso a' 17 «lei seguente gcn- momenti del conte Carlo Coetloscptet,
naio,preceduto dalla croce patriarcale
(
in- di Emilio Gentil cavaliere del s. Se-
alberata, e salutalo da salve d'artiglieria polcro, Parigi 854- £> es Saints Lieux.
1

d'ordine del pascià. Andò a ufficiare nella Pélerinage à Jérusalcm en passoni par
chiesa del ss.Sal valore de'minori osservan- V /Intriche, la Hongrie, la Slavonie, Ics
ti, che facendo le veci di cattedrale, vi l'or- proyinces Danubiennes, Co ns tanti nople,
mò poi un capitolo. Il Papa a mezzo della V Archipel, le Liban, la Syrie, Alexan-
congregazione di propaganda/»/*' stabili i dre, Malte, la Sicile et Marstille; par
limiti e le prerogative del p. guardiano del mons.r Mislìn abbi mitre de s. Diarie
s. Sepolcro, la giurisdizione del patriarca, de Deg en Hongrie, carnerier secret de
e ilconferimento dell'ordine equestre del S. S. Pie TX* te., Paris 85 Storia del-
1 1 .

s. Sepolcro.D'i quanto ho accennato, ne ri- lo stato attuale di Gerusalemme, per


portai i particolari ne' voi. XLV1, p. 227, Vab. Mariti, Parigi 853. La Siria, la
1

LI, 22 e 298, LUI, p. 192, LXIV, p.


p. Palestina e la Giudea, Pellegrinaggio
83 eg3, LXV1I, p. 32. Il fervore de' cri- a Gerusalemme ed a' Luoghi Santi'.Pa-
stiani è sempre vivo nell'intraprendere i rigi 853. Le ultime due opere sono dette
1

sagri pellegrinaggi della Siria per visitare molto importanti per avere raccolto le
i santuari di Terra santa. Dal riferito più recenti osservazioni su que' memora-
superiormente è provato che in ogni tem- bili luoghi, resi tanto più celebri dalle ul-
po i cristiani, massime i cattolici, hanno time controversie, che sono andato svol-
guardato con singoiar pietà a que'luoghi gendo, nelle quali tutta 1' Europa prese
celebralis>imi che furono santificati in tan- parte cotanto attiva e con formidabile e
ti modi e principalmente dalla presenza strepitosa guerra, che in breve narrerò
dell' Uomo-Dio e bagnali dal divin suo alla sua epoca. Mehemet Ali nel dicembre
sangue. Alcuni, è vero, nel considerarli 1847 volendo dimostrare a' suoi grandi
anche dappresso e nel visitarli si propo- la compiacenza pel progressivo aumento
sero soddisfare alla loro erudita curiosità dell' industria nazionale, e nello slesso
o intraprendere scientifiche ricerche, che tempo confortarli a seguire animosamen-
pubblicarono colle stampe e rami, mol- te la via del progresso e della civiltà, do-
te spiranti poetico entusiasmo, mancante po averli tutti convitati alla tavola reale,
del linguaggio proprio del di volo. Ma mol- li riunì pochi giorni dopo nel divano o
ti fra loro meritarono una distinzione per gran consiglio, ed ivi per l'organo di S. A.
la ffdee la divozione con cui compirono il Kiamil pascià suo genero, ed uno de'più
santo pellegrinaggio. Alcuni di loro, ri- illustri letterati nelle lingue orientali, fece
tornali nella propria patria, scrissero le loro pronunziareun discorso, pieno d'alti
ricevute impressioni, e da queste facil- sentimenti d'amor patrio, d'umanità e di
mente si puòdedurre da quale spirilo fos- civilizzazione, degni della già stabilita fa-
TUR TUR 393
ma dell'egiziano riformatore. Dice l'esor- to, ma clie ancora tramandava raggi e
dio. ># Avendo veduto da qualche anno lampi della più splendida luce. Ora passo
utili testimonianze del vostro coraggio ci- a narrare l'ambasceria inviata a Costan-
vile e della vostra libertà negli affari, ed Abdul Medjid, dal Pa-
tinopoli al sultano
avendovi conosciuti finalmente capaci di pa Pio IX, memorabile avvenimento che
comprendere ed apprezzare miei consi- i mi proposi qui riportare, come promisi
gli, io vi ho riuniti perciò presso di me, e ne'vol.XLV1II, p. 168, LUI, p. 9 3, ed i

mi affretta di farvi scorgere l'oggetto prin- altrove. Per questa metamorfosi di rap-
cipale di questa riunione . . . Sappiatevi porti, in confronto de' precedenti secoli,

bene che io ho oltrepassato l'età di 80 an- che di sopra cronologicamente tratteg-


ni, e nulla desidero per me; ma sappiate giai, non potrò essere tanto breve nel de-
pure che io non ho sonno né riposo, e che scriverla, amotivo de'particolari di signi-
attendo notte e giorno solo per la felicità ficante importanza, chea gloria del pon-
vostra, e per la vostra posizione sociale. tificato non posso om mettere per la sin-
Come io vi ho educato fanciulli, e vi ho golarità d'un complesso di circostanze in-
fatto istruire ne'collegi, e condottivi al gra- teressanti il cattolicismo sì della Turchia
do in cui siete, vi ho adottali e sono vostro che del resto del mondo, ch'è quanto di-

vero padre; così siatemi voi figli amoro- re di 200 milioni di persone.ll n.° io3 del
si e ubbidienti. Con questi suggerimenti, Diario di Roma del 847 notificò, che ai 1

di cui attendo grande attenzione, io non 2 dicembre era partito da Civitavecchia,


1

ricerco che il vostro riposo e il vostro be- sul vapore da guerra il Tripoli messo ge- t

li' perchè vostri servigi saranno


essere, i nerosamente a disposizione del Papa dal
per voi stessi ..." Termina il ragiona- re di Sardegna, mg. 'Innocenzo Ferrie-
mento con queste parole. » Se il cielo mi ri (di Fano già incaricato d'affari t\e Pae-

darà coraggio di spirito ed un prolunga- si Bassi, dal Papa consagrato) arcivesco-

mento di vita per questa gioia, noi fare- vo di Sida in par ti bus ambasciatore o y

mo mollo dietro tal norma; ed il popolo nunzio pontificio a S. A. il Sultano, per


saprà che tuttociò che fo è giusto e buo- ringraziarlo dell'atto gentile, che la me-
no, e lo sapranno i miei figli, i quali an- desima A. S. ebbe la cortesia di compiere
cora per avermi prestalo attenzione ed per mezzo del suo ambasciatore presso la
essere convinti della mia giustizia, otten- corte di Vienna Chekib effendi, incarican-
nero le proprietà che hanno, e prende- dolo di rallegrarsi col Pontefice Pio IX
ranno esempio da me.Avrete dunque l\<ì\ per la sua elevazione al pontificato. 11

la mia famiglia onori, elevazioni e digni- quale Papa inoltre incaricò il prelato di
tà ; e (ino che durerà la nostra stirpe, e offrire in suo nome al sultano alcuni do-
voi seguirete le imprese tracce, i miei fi- nativi. Indi l'officiale Gazzetta di Roma
gli e nipoti conosceranno la vostra virtù, del 1 848 a p. j5 riprodusse la relazione
\' innalzeranno in ogni tempo, e ripete- pubblicata dal Journal ihConstantinople
ranno che voi fedelmente serviste il loro sull'arrivo e ricevimento in quella città
r
padre ed avo". Con tali elevati sentimen- di mg. Ferrieri, incaricato dal Santo Pa-
ti non è a meravigliare se Mehemet Ali dre d' una missione straordinaria presso
pervenne a quel grado di possanza, che il sultano. Ivi si dice, che giunse a Costan-
più. d'una volta fece impallidire la Porta tinopoli cogli addetti alla nunziatura, a' 1 6i

sua suprema signora, e portò 1' Egitto a gennaio sul detto battello, il quale nel
tanta prosperità e ricchezza, che desiò trapassare la punta del serraglio alzò la
fammi razione delle nazioni incivilite. E- bandiera ottomana e die il saluto di 2 [

gli però era ormai un lume che stava per colpi di cannone, a cui con altrettanti ri-
spegnersi, un astro vicino al suo tramon- spose la nave di guerra ottomana, anco-
%4 T UI* TUR
rata alla bocca del porto. Diversi legni del freddo e della pioggia, numerosissime
stranieri, e specialmente il brick di stazio- turbe trassero a vederlo, frammischiando
ne della milione di Russia, ed alcuni na- le grida di viva il Sultano a quelle di viva
vigli di commercio sardi, che si erano ar- Pio IX. Nello stesso giorno tutti i rappre-
mali di cannone, si coprirono ili pavesato, sentanti stranieri inviarono uno de' prin-
alzarono la baudiera della s. Sede, e fece- cipali impiegati a complimentare il nun-
ro le solite salve. Appena il Tripoli era zio apostolico, il quale ricevè inoltre la
Malo scorto, che l'incaricalo d'affari della visita de' più ragguardevoli cattolici. Il

Sardegna, il barone Tecco, si recò a bordo giorno seguente complimentario degli


il

per salutare l'inviato di Sua Santità, e ral- ambasciatori Riami bey, si condusse dalI

legrarsi del suo arrivo. 11 vekil o sostituto nunzio per felicitarlo da parte del sultano
del capo civile degli armeni cattolici d\ e della Porta; e la maggior parte de'iap-
Stefano Pehlivanian (e non patriarca co- presenlanti stranieri, che trova vausi iu
me dice la GtfS3e/taJ,el'ufiìzialedelIaPorr Pera, specialmente l'ambasciator diFran-
ta Serafino Manasse (Mi li mandar, cioè cia, l'internunzio d' Austria e il ministro
complimentario e ospitaliere), andarono di Russia, andarono a fargli visita ne'gi or-

a bordo del Tripoli per accogliere la mis- ni di lunedì e martedì, La visita di mg/
sione pontificia (imperocché tali due cat- Ferrieri alla Porta venne fissata pel mei*-»
tolici furono destinati dalla Porta come coledì, Nel mattino il baron Tecco prece-
complimentari e conduttori per assistere de il nunzio, e presentò successivamente
l'ambasciatore in tulio quello volesseser- al gran visir Reschid pascià, al ministro
virsi di loro per mandare ambasciate, e degli affari esteri e al presidente superiore
per precederlo a cavallo nelle gite diplo- del consiglio di giustizia, il conte di Lu-
matiche). Un battello a 5 ordini di remi cerna d'Angrogna, il principe di Podenas,
era stalo messo a sua disposizione dal go- ilmarchese di Negro, insieme allo stato
verno. Adempite le formalità della qua- maggiore del Tripoli; quali tutti atte- i

rantena, mg/ Ferrieri vi entrò col suo ac- sero alla Porta il nunzio per unirsi al suo
compagnamento, e sbarcò alla scala di seguito. 11 prelato in manlellctta e roc-
Top-Hauè. Appena sceso fu salutato da chetto, accompagnato da tutte le persone
2 colpi di cannone delle batterie di terra
i di sua nunziatura, vestite parimenti iu
di Top-Hanè.Tre carrozze di corte e mol- abiti di ceremonia, seguito da 12 servitori
ti cavalli, messi dalla sublime Porta a di- m divisa, si recò in carrozza alla Porta
sposizione dell'ambasciatore pontificio e a' 19 sul mezzodì ; egli era preceduto dal
degli addetti alla nunziatura, per tutto Mihmandar Manasse in uniforme con de-
il tempo della sua missione, ve P aspet- corazione^ dal suddetto vekil del capo ci vir
tavano. Mg/ Ferrieri, accompagnato da le degli armeni cattolici d. Stefano. Dodici
d. Stefano e dal Mihmandar Manasse, en- cavass della Porta (cioè gendarmi o ullizia-

trò nella ì /carrozza; ed il corteggio s'in- li di polizia), e 3 ordinanze a cavallo aspet-


camminò lentamente, traversando il sob- tavano il corteggio alla testa del nuovo
borgo di Galata e quello di l'era per ivi ponte,e l'accompagnarono fino alla Porta,
andare al palazzo che il governo turco Al suo arrivo, il nunzio e tutte le persone
uvea preso in affitto e destinalo al prelato del suo seguito furono immediatamente
e suoi compagni, disponendo il sultano fatti entrare nelle camere del gran visir
che 11 nunzio e il suo seguito fossero spe- Reschid. Questo dignitario si levò per rice-
sati di lutto ( abitazione, villo e tratta- verli, li accolse con tutta la gentilezza, fe-
mento, cavalli, carrozzze e barca del sul- ce sedere il nunzio accanto a se sul ^vaa
tano). La notizia dell'ari ivo di mg/Fei> sofà, fece servire a tutti la pipa, il calle ed
rieri rapidamente si sparse; a malgrado il sorbetto, come si costuma uegli altri ri-
T U K TUR J9 5
cevituenti degli ambasciatori stranieri. La all'inviato della Sede per complimen-
s.

conversazione ebbe luogo continuamente tarlo. 11 prelato ricevè pure una nume-
io lingua francese. Dono essersi accommia- rosa deputazione di persone ragguarde-
tato dal gran visir (che per distinzione sin- voli d'armeni cattolici. II patriarca de'gre-
golare l'accompagnò fino alla porta del- ci scismatici di Costantinopoli anch' egli
ie sue camere), il nunzio si recò presso mandò messi a visitare in suo nome il
1
A\y pascià ministro degli affari esteri, che rappresentante del Santo Padre.
Mg Fer-
se gli fece innanzi per riceverlo sino alla rieri si mostrò ben lieto di tale visita, ac»
porta d'ingresso di sue camere. Questa colse tutti i membri della deputazione con
visita si prolungò quanto la precedente, modi cordiali ed affabili, e
no- li pregò di
e fu piena della stessa gentilezza, degli tificare al capo della loro comunione gre-
stessi riguardi, delle stesse testimonianze ca il contento provato dal suo cuore, per
vicendevoli di benevolenza e d'alfabilità testimonio sì spontaneo di premura e di
1

( mg. Ferrieri, per onorarlo,


nel partire benevolenza. Indi il prelato fece molte vi-
Aly pascià l'accompagnò fino a capo delle site al corpo diplomatico, e tornò ad ab-
scale del palazzo). Nelle strade di Costali- boccarsi col ministro degli affari esteri ri-

tiuopoli,come ne'corridoi dcllaPorta,ruen- petutamente, Nel n.°24 della Gazzella di


tre il corteggio passava, si osservava con Romani dice chele notizie pubblicate dal
graude curiosità e meraviglia fra'spelta- Giornale di Costantinopoli^ sull'inviato
tori, senza alcun segno o indizio di mal straordinario del Papa a complimentare
animo. Sembrava anzi che la popolazione il sultano, furono esattissime, nondimeno
maomettana si associasse con piacere agli reputò pubblicar le seguenti, pervenute
onori, ch'erano fatti al nunzio del Papa. da lettere autorevoli, oou particolari da
Dopo essersi licenziato da detto ministro, indurre una soddisfacente consolazione
il nunzio partì dalla Porta. Gli furono nell' animo non solo de' romani, ma di
fatte nella sua dipartita le stesse onorifi- quanti altri si pregiano d'esser figli della
cenze ch'ebbe nell' arrivo, e le 3 guardie s. Sedtì, e sono del seguente tenore. 11 gran
a cavallo che I' accompagnarono, non si Signore non aveaa'27 gennaio potuto an-
separarono che alla testa del poute. Nella cora ricevere l'arcivescovo di Sida, per-
r
sera mg, Ferrieri rese la visita all'amba- chè non era compiuta la traduzione, da

sciato!* di Francia,all'inleinunzio austria- farsi d'oro e su pergamena,


in caratteri

co e all'incaricato d'affari di Sardegna. Nel delle lettere del Papa a Sua Maestà. Ma
dì seguente il ministro della marina, go- siccome quanto prima dovea esserlo, così
vernatore di Pera, inviò il iManasse suo monsignore era convenuto col gran visir
i.° interprete, a presentare i suoi conve- sul discorso che dovea fare al sultano il
r
nevoli al nunzio. Continuando mg. Feiv giorno di sua presentazione. Si dichiarò
ìieriad esser l'oggetto delie cortesie del incredibile 1'
urbanità e gentilezza di tal
governo turco, ricevè le visite di vari mem- pascià Reschid, verso il rappresentante di
bri del corpo diplomatico, e particolar- Nostro Signore Pio IX ( di che già diedi
mente quella dell' incaricato d' all'ari di saggio di sopra, accennando le sue rela-
Penìa Memehet Khan, L'arrivo dell'am- zioni con Gregorio XVI, felici e fertili ini-

basciatore della Sede a Costantinopoli


s. ziatrici di queste), e con quali parole d'os-
fu consideralo da tutti come un pegno di sequio e d'ammirazione egli parlava diSua
fraternità, edi molti dissidenti stessi vol- Santità, facendo l'elogio di sue preclarissi-
lero manifestare quanto si rallegrassero me virtù e azioni. Inoltre fu da'diploma-
d'un avvenimento nuovissimo ne' fasti lici considerata come una testimonianza di
dell'impero ottomano. 11 patriarca degli straordinario onore l'essersi, contro il con-
armeni scismatici inviò uua deputazione sueto costume, queli.°ed altissimo digut-
3tjG TUR TUR
tario dell'impero levatodn sedere, quan- Pio IX. Grandi furono le Iodi che lutti
r
do mg. Fon ieri prese da lui commiato, e diedero a Sua Santità, pregando monsi-
l'averlo preceduto per lungo tratto fino gnore, in nome non pur loro, ma anche del
al limitare del proprio appartamento, do- patriarca, di porre a' suoi piedi i senti-
ve fermatosi oliti la mano al prelato e a menti della comune venerazione, e d'as-
tutto il seguito con singolare dimostra- sicurarlo insieme che ne ammiravano le
zione d'alletto. Mg.' inviato, nell'andare virlùe le opere, e speravano essere, quan-
e nel tornare dall'udienza, Cu servito dal- do che sia, in un solo ovile riuniti. Degnu-
Ja carrozza stessa del gran visir, oltre al- inenle,come si conveniva, corrispose (non-
l'accompagno di 4 di gala, di 12 cavalli da signore a siffatte dimostrazioni di all'etto

sella e di un numeroso stuolo di guardie e di ossequio, assicurando i deputati che


di palazzo a cavallo che facea ala al treno non mancherebbe di far tutto sapere e
e corteggio. Nobilissimo fu altresì il con- gradire alSanto Padre. Intanto, aggiunse,
tegno tenuto dal ministro delle relazioni far voti, perchè la grazia dello Spirito San-
estere Ali pascià, delle cui cortesie il pre- to scenda su loro, e faccia in fine risolverli
lato non sapeva abbastanza lodarsi. » Quel- alla desideralissima unione, avendo il san-
lo però che dee veramente empiere il cuo- to Gerarca aperte sempre amorosamente
re di allegrezza è il modo pieno di osse- le braccia per tutti riceverli con vera pa-
r
quio, onde anche que' cristiani, i quali terna consolazione. Nel giorno 1 1 mg.
sono ancor dissidenti e separali dal grem- Ferrieri ricevette pure una deputazione
bo cattolico, hanno veduto, e diremoqua- diesi presentòa complimentarlo in nome
si festeggialo l'arrivo dell'inviato aposto- del patriarca greco scismatico. Era questa
lico romano. Primi furono gli armeni a composta degli arcivescovi di Smirne e di
dar segno di partecipare della comune le- Nicomedia,del vicario del patriarca e d'un
tizia: ognuno sapendo quali buone dispo- secolare interprete. Non meno rispettosa
sizioni siano in loro da qualche tempo di verso la s.Sede fu questa missione: per-
riunirsi alias. Sede romana. Il patriarca ciocché i deputati, compresi due arcive- i

scismatico di quella nazione avendo fatto scovi, vollero baciar la mano all' inviato
chiedereal governo ottomano il permesso del sommo Pontefice, pregandolo anch'es-
d'inviare una deputazione al rappresen- si, in nome pure del patriarca, d'umiliare
tante del sommo Pontefice, incontanente a pie del trono di Pio IX i sensi della loro
l'ottenne ;e mandò subito a prevenirne divozione ed ammirazione. Squisita inol-
monsignore per mezzo del sig. Agop, ar- tre fu in essi la gentilezza di manifestare a
meno anch'esso scismatico e interprete monsignore la grandissima ansietà in cui
della SublimePorta.La mattina infatti del erano stati per alcun giorno sul suo arri-
r
giornea t la deputazione si presentò a mg. vo, e il dispiacere che aveano provato di
Fei rieri in numero di q indi vicini, fra'qua- vederlo protratto, temendo non gli fòsse
li erano gli arcivescovi d'Egitto e di Diar- accaduto qualche sinistro.... Possa N. S.
hekir, i vicari de'patriarchidi Costantino- Pio IX alle tante sue glorie unire pur que-
poli e di Gerusalemme, il curato di Pera, sta, di estinguere cioè nella Chiesa di Dio
ed esso sig.' Agop interprete. Il contegno quante v'ha dissensioni di fede, e di riu-
de'deputati fu rispettosissimo, quanto mai nire tutti i cristiani nella pace di un solo
dir si possa, ed uno degli arcivescovi ed il ovile, dove i fedeli insieme all' universale
vicario patriarcale di Costantinopoli vol- Pastore innalzino inni di benedizione al-
lero baciar la mano a mg.' inviato, il qua- l'Eterno " Indi il Journal de Constali-
1

lebenché modestissimo lo permise, ben tinople pubblicò, e la Gazzetta di Roma


vedendoche un atto di tale rispetto riferì-? riprodusse a p. io 3. L'ambasciatore pon-
vasi alla diguilà e persona del Santo Padre tifìcio alla Sublime Porta veune accolto il
TUR TUR 3 97
i.° febbraio 1848 in udienza particolare Il sultano significò altresì la sua ioddisfa-
ilal sultano, nel palazzo imperiale di Tchè- zione, che tale rilevante ufficio fosse stato
ragan, affinchè potesse presentar le sue commesso ad un uomo di tanta capacità
r
credenziali. Questa udienza, alla quale as- di quanta è mg. Ferrieri. Il sultano inol-
sistevano il ministro degli affari esteri Ali tre, dopo l'ambasciatore pontifìcio, accol-

pascià, e l'introduttore degli ambasciatori se le persone della legazione, il coman-


Kiamil bey, ebbe luogocon tutta la solen- dante e lo stato maggiore del Tripoli, e i
nità solita a usarsi in somiglianti congiun- due altri personaggi piemontesi conteLu-
ture. Tosto che T inviato fu condotto in- cerna e principe Podenas, ch'eransi con-
nanzi al sultano, il battello a vapore sar- giunti a monsignore, con una somma be-
do il Tripoli, ancorato rim petto al pa- nevolenza e gentilezza; e al termine del-
lazzo, fece sventolar la bandiera ottomana l'udienza il sultano pregò i suoi segretari
insieme alla pontificia, e fece una salva di e il suoi ^ciambellano Hamid bey, di far
r
22 colpi di cannone, a cui risposero le bat- vedere il palazzo a mg. Ferrieri e alle
terie di Tchèragan e quelle di Top-Hané. persone che l'accompagnavano. Quindi il
r
Presentando lesue lettere credenziali,mg. u.°3o della Gazzetta dì Roma, alle di-
Ferrieri indirizzò al sultanoAbdulMedjid, scorse notizie sull' udienza data dal sul-
in nome del Papa Pio IX, parole piene di tano all'ambasciatore straordinario cliSua
affetto. Dopo aver egli mostrato tutto il Sani ita, aggi unte le seguenti particolarità,
piacere che provò il Santo Padre, per gli desunte da lettere autorevoli. Quanti ri-
incarichi dati a Chekib effendi, e rinnova* guardi potevansi mai usare dallaSublime
linei ringraziamenti, l'inviato soggiunse, Porta, tutti furono cortesemente praticali
che le relazioni di amicizia, sì felicemen- in onore dell'inviato pontifìcio. Fino dal
te stabilite fra' due sovrani, ridonderanno giorno precedente all' udienza, egli era
alla loro gloria reciproca, e all'utile dei stato prevenuto di poter scender dalla car-
loro popoli; che Sua Santità ben cono- rozza con tutto il suo seguito, a pie della
sceva il bene operalo dal sultano per tut- principal porta d'ingresso del palazzo im-
te le classi de'suoi sudditi, e questi beni periale, benché un'antica legge, fino allo-
essere di tal natura, che senza (allo indur- ra rigorosamente osservata, imponesse a
rebbero ne' cattolici, messi sotto la sua ogni pei sona, senza distinzione alcuna di
protezione sovrana e uniti a Roma pei grado, di fare a piedi tutto quel gran trat-
vincoli spirituali, 1' affetto eia fedeltà al to della pubblica via che corre esterior-
trono imperiale, e quell'ammirazione che mente lungo le mura del palazzo diTchè-
tutti popoli sentono per l'allequalilà del
i ragan. Soldati di varie armi e di nobile
sultano. La risposta del sultano fu tra- apparenza stavano schierati in doppia fila

dotta dal détto Ali pascià. Il sultano do- così in una parte del giardino, eh' è rin-
po aver detto che sentiva anch'egli la gio- chiuso fra le mura e il palazzo, come pu-
ia generale cagionata dall' elevazione di re in un atrio assai vasto fra la porla di
Sua Santità Pio IX al trono pontifìcio, e ingrèsso e l'interna sala maggiore; e sì gli

che la spedizione di Chekib effendi avea uni e m gli allri resero i militari onori a
periscopodi dichiarare al medesimo quc monsignore e al suo seguito. Sulla soglia
sti sentimenti dell'animo suo, soggiunse della delta porta trovossi Ramil bey, in-
che gli sforzi fatti da' due sovrani, per troduttore degli ambasciatori, il quale ri-

migliorare la sorte de'loro sudditi rispet- cevette con ossequio monsignore, accom-
tivi, doveano naturalmente stabilire fra pagnandolo fino al limitare della grande
loro vincoli d' amicizia e di simpatia, e dov'era Ali pascià ministro' degli
scala,
ch'egli era lieto che queste relazioni si affari esteri, a cui si appartiene l'incarico
fossero stabilite nel tempo del suo regno. di presentare ofiìcialmente gl'inviati delle
398 TUR TUR
r
potenze a! gran Signore. Entrò il prelato persona qual è mg. Ferrieri". Alle quali
con tale accompagno e col suo seguito parole, che il sultano pronunciò volgen-
appresso, nell'imperial resilienza, dove in do sovente gli occhi al cielo, quasi chia-
una sala fu invitato a trattenersi in mezzo mandolo testimonio di sua sincerità, re-
u vari dignitari! dell'impero e grandi della plicò monsignore co'dovuli sensi di grazie
corte, (ìnchè non giunse l'avviso che il in nome
del Santo Padre] aggiungendo i

sultano era pronto a riceverlo. Ivi Ali pa- particolari suoi per la degnazione che avea
scià si piacque presentare ad uno ad uno avuto Sua Maestà d'inviare il giorno in-
all'ambasciatore pontificio i prefitti digni- nanzi a prender notizie della sua sanità
tari e grandi, in tutti i quali fu questi lie- lievemente indisposta. Dopo di che pregò
tissimo di scorgere una rara amabilità e di poterle presentare gli addetti alla
pon-
gentilezza. All'annunzio che Sua Maestà tificiaambasciata; e la Maestà Sua a ciò
slava attendendo, monsignore si mosse corrispose con singoiar bontà e deferenza.
verso camere imperiali, e nelle saledon-
le Ne a queste sole attenzioni stette contento
de passò, fu veramente preso d'ammira- il ma derogando ad ogni antichis-
sultano;
zione all'aspetto d'una scelta guardia d'o- simo uso, volle ricevere la lettera di Sua
nore, vestita alla foggia del greco impero, Santità, non dalle mani d'alcun dignitario
così splendida ed elegante, che noti po- della corte, ma da quelle stesse del prela-
trebbe forse con alcun'allra paragonarsi. to; e bramò che da lui pure gli venisse

Stava il sultano seduto in un divano, solo offerto il dono inviatogli dal Papa, ed e-
e in quell'attitudine d'orientai dignità che sposto con rara testimonianza di gradi-
in modo solenne è prescritta dagli ordini mento nella sala d'udienza, piacendosi nel
ceremoniali della corte di Costantinopo- riceverlo di dire all'ambasciatore: » Con-
li. Presentatosi a monsignore espose,
lui, siderare egli quel dono per due cagioni
colla nobiltà e facondia che gli sono pro- prezioso: la i." perchè proviene da Sua
a
prie, le cagioni di sua ambasciata, facen- Santità; la 2. perchè ciascuno degli og-
do del suo discorso la traduzione, ad ogni getti donali è unico nel suo genere. Pregò
1

periodo, Ali pascià,con visibilissima com- perciò mg. ambasciatore, di partecipare


piacenza e qunsi commozione del giovane al Santo Padre, ch'egli come un ricordo
monarca. Taciutosi monsignore, il sul- d'amicizia lo accetta, e lo conserverà ge-
tano prese subito a rispondergli dicen- losissimamente". Dirò io in che consiste-
do. « L'avvenimento del Santo Padre rono i pontificii donativi al sultano, inco-
Pio IX al trono de'romani Pontefici esse- lonna bronzo dorato, alta i 3 palmi com-
di
re slato oggetto d'universale allegrezza : preso il piede, esprimente la ColonnaTra-
avervi perciò voluto prendere anch' egli iana. i.° Dejeuné con tavola di musaico.
una parte, incaricando Chekib effendi di 3.° Collezione d' incisioni e stampe della
porgergli le sue congratulazioni. Delle pa- calcografia camerale. 4-° Tre astucci cia-
role amichevoli, dette in tal occasione da scuno con 7 medaglie d'oro, d' argento e
Sua Santità, aver avuto inestimabile pia- di bronzo. Aggiungerò colla Gazzetta ci-
cere. Cerio il vivo desiderio di migliorare tata. « Il sultano, per quanto affermasi,
la condizione de' propri sudditi , essere non sa lodare abbastanza Colonna Tra-
la

slato naturalmente un legame d'amicizia iana, di cui Sua Santità ha inviato un


gli

fra il sommo Pontefice e lui. Dover reca- superbo modello in bronzo dorato. Anche
re quest'amicizia a' due stati un grande il gran visir ha mostrato di sommamen-
utile. Esser ben lieto di vedere strette nel te gradire il prezioso gioiello ( eguale a
suo regno prime correlazioni fra le due
le quello dal Papa donato all'ambasciatore
r
potenze: essere anche lieto che la Santità Chekib), che mg. Ferrieri gli ha preseu»
Sua abbia scelto per raffermarle una tale tato in nome del Santo Padre; ed Ali pa-
T UR TUR 3 99

sciTi, oltremodo soddisfatto del dono della brillanti legati a giorno (pel i.° ministro
ha supplicalo
scatola (d'oro) brillantata, di Sua Santità, che poi il Papa donò al
monsignore di metterlo a? piedi di Sua cardinal Antonelli) ;2o pezze di lana di
Beatitudine e di esprimerle sentimenti i capra tessutein bianco nella fabbrica di

della profonda sua venerazione. " Terni i- Ancira;6oo braccia di tappeti turchi; 6oo
ììata l'udienza sovrana,e congedatosi mon- braccia di stoffa tessuta in oro e velluto;
signore anche da Ali pascià, si condusse 6 cavalli arabi (portati sino alle stalle del
in mezzo a nobile comitiva, a visitar Quirinale da'servi del sultano e a sue spe-
tegli,
la sala del trono del sultano, veramente se); una sella di vellullo rosso con istaffe

mirabile per vastità, architettura ed ele- auree, ossia d'argento dorato; gualdrap-
ganza d'ornamenti; indi l'armeria, ove pa di panno rosso ricamata in oro, e or-
fra l'oro, gli smeraldi e i brillanti, rifulgo- nata di 4002 brillanti, 4 de'quali di gran-
no le famose lame di Damasco e di Per- dezza e bellezza particolare ; una testiera
sia ; poi la sala degli ambasciatori, tutta di pelle nera ornata di 4007 brillanti, con
bella di preziosi tessuti, di tappeti finis- fibbie auree ossia d' argento dorato ( la
simi e di cristalli ; in fine la camera ov' è gualdrappa e la testiera si valutarono cir-

il ritratto del sultano. Noterò che il Papa ca 80,000 scudi); due drappi di seta nera
r
consegnò a mg. Ferrieri anche sagri do- ricamali in oro per coperture di canapè.
1

nativi per alcune chiese d'oriente. Lo stes- Inoltre il sultano regalò a mg. Ferrieri
so n.°3o della Gazzetta di Roma ripor- una tabacchiera ornata di brillanti, e lo
ta il discorso letto dall' interprete della decorò dell'ordine di Niscian di 1.* classe
deputazione degli ebrei della comunità in brillanti, come pascià ( che ja Gaz-
i

israelitica di Costantinopoli, sudditi della zetta, a p. 4^8 disse del valore di 5o,ooo
Porta ottomana, composta del gran rab- piastre turche, 5o,ooo valutando la ta-
bino dell'impero e di due personaggi del- bacchiera). Di più il sultano conferì le
1

la nazione, nella visita fatta a mg. Fer- decorazioni di tale ordine in brillanti a'

rieri. Ed il n." 34 della Gazzetta riferisce seguenti nubili addetti all'ambasceria


la visita fatta al prelato da Emin effendi pontificia monsignor Filippo Vespa-
: a
i.° interprete del divano; il gran banchet- siani cameriere d'onore del Papa e mi-
to imbandito al medesimo ed a tutti gli nutante di propaganda fide (ed ora cli-
a
addetti all'ambasciala pontifìcia, dall'in- chiarate vescovo di Fano), di 2. clas-
ternunzio austriaco, con l'intervento del- se; al canonico Giovanni Capri Galanti
l'arcivescovo primate degli armeni catto- (ora prelato domestico ec), di 2." classe;
lici di Costantinopoli, d'Ali pascià, e del al p.ab. d. Arsenio Angiarakian interprete
corpo diplomatico; non che l'altro ban- dell'ambasceria, della classe che suol con-
chetto apprestato pure in onore dell'am- ferirsi a'metropoliti sudditi ottomani (con
basciatore straordinario pontificio e degli facoltà di donarlo in morte a chi voles-
addetti eli sua nunziatura, dal ministro se, non però quale decorazione, come no-
degli all'ari esteri della Porta Ali, e v'in- tai nel voi. LI, p. 32 insieme al proprio
1 ,

tervennero tutti i membri del corpo di- ritratto e allo stendardo di cui feci più
plomatico, alcuni dignitari dell' impero, sopra menzione, e dalla sultana ricevè il

il capo civile degli armeni cattolici e altri dono d' un porta caffè, sotto-tazza bril-
cospicui personaggi. Si legge a p. 4^4 del- lantata questo p. abbate fu benemerentis-
:

la stessa Gazzetta il novero dei doni dal simo quanto precede, accompagnò ese-
di
sultano inviati al Papa per mezzo di mg/ gui questa memorabile ambasceria, per
Ferrieri. che sono seguenti. Tabacchie- i la grande stima che gode presso la Porta,
ra d' oro col proprio ritratto ornato di essendo armeno nativo di Costantinopo-
brillai) ti; altro suo ritratto contornato di li) ; al conte Giuseppe Ferretti (patrizio
4oo TUR TUR
d'Ancona, il cui vescovato essendo uni- gualdrappa e magnifica sella, il cui lavoro
to ad l iiidiui, in quest'articolo ripar- lo dice eo*ì perfetto e d'un gusto e squi-
lando dell'ambasciatore ottomano invia- sitezza taleche invailo tentarlo non che
to a Innocenzo Vili, dissi che in Anco- emularlo potrebbero nostri artefici mi- i

na fu alloggiato nel palazzo de'suoi an- gliori. La bardatura, qualificata straor-


tenati : egli è inoltre commendatore pro- dinaria, fu reputata d* un incalcolabile
fesso dell'ordine di Malta e cadetto del- valore, sia per le dovizie e preziosità delle
le guardie nobili pontificie), di 3." clas- stoffe, delle gemme, de' velluti e dell'oro,
se; ed al conte Augusto Marchetti (ni- che per la rarità e bellezza di tutta l'im-
pote del ministro pontificio degli affari e- mensa quantità di brillanti. Questo inu-
steri), della slessa classe. Noterò, che nel non mai più visto donativo, unita-
sitato e
tempo in cui l'ambasceria rimase in Co- mente a lutti gli altri, fu per vari giorni
stantinopoli i turchi non dimenticarono nel palazzo apostolico Quirinale esposto
Giegorio XVI. I pascià ed altri grandi alla pubblica curiosità; ed il concorso del-
più volte e in più incontri e conversazioni la moltitudine per contemplare così stra-
fecero onorevolissima menzione di Grego- ordinarie magnificenze e rarità, fu tanto
rio XVI, richiamando essi alla memoria e in tal numero che invano si potrebbe
il maestoso, paterno e amorevole conte- colle parole riportarlo. Indi il Papa pro-
r
gno del venerando \egIiardo,come lochia- mosse mg. Ferrieri a nunzio apostolico
inavano;eciòesprimevanocon una espan- di Napoli, ed ora I' ha traslalo alla nun-
sione di cuore, che manifestava il dolore ziatura di Lisbona che porta al cardina-
da loro provato nella sua morte. Mg/Fer- lato.
rieri ambasciatole straordinario presso la Mehemet Ali per l'età e malsana salu-
Sublime Porta> dopo ie visite di congedo, te, divenuto impotente a reggere le redi-
partìda Costantinopoli cogli addetti alla ni dello slato, il sultano Abdul Medjid il

nunziatura a' 17 maggio, sul battello a 1. "settembre 1 848 nominò suo successo-
vapore francese delle poste il Ramscs che ì re e viceré d'Egitto, il di lui figlio Ibra-
dopo aver approdalo a Malta, a Napoli, him pascià, anch'esso rovinato nella salu-
ed a Civitavecchia a'g giugno, nel dì se- te, per cui godè la dignità appena due
guente giunse in Roma. Riferisce il n.° i 33 mesi eio giorni, morendo nel novembre
della Gazzetta di Roma, e già lo notai ai di 5g anni: il giorno del suo decesso fu
loro luoghi, che il Papa destinò alle ba- seguilo da! l'imbecilli mente di detto suo
siliche Lateranense, Vaticana e di s. Ma- padre, che non molto gli sopravvisse. Per

ria Maggiore (ove altra volta si offrirono lamorte d'ibrahim fu chiamato al go-
i trofei riportati da'eristiani sui turchi, e verno dell'Egitto il suo nipote Abbas pa-
ne esistono le memorie), parte de'prezio- scià,nato nell'Arabia nel 181 3, come il
si tappeti ricevuti in dono dal sultano; ed rampollo più attempato della famiglia di
inviò alla basilica Ostiense una porzione Mehemet Ali e nato dal figlio di questi
della magnifica stoffa di egual provenien- Jussuf. Abbas trovavasi alla Mecca, ov'e*
za, ad efìelto d'ornarvi la cappella del ss. rasi in apparenza recato in pellegrinag-

Crocefisso. Riferisce ancora, che il Papa gio, ma in realtà erasi allontanato dallo
nell'idea di disporre di alcuni de'ricevuti zioIbrahim per timore; laonde tempora-
cavalli arabi, onde propagarne la specie e neamente assunse la direzione del gover-
renderla indigena, stabilì una commissio- no Said pascià, sino al suo ritorno. Abbas
ne di vari fra' socii dell' istituto agrario versato nella letteratura orientale, cono-
pontificio per averne un progetto relativo. sceva le lingue turca, persiana e araba.
L'Album dìRoma nel n.° 1 9 del 1. 1 5, pub- Non essendo egli attaccato a vermi par-
blicò delineata e incisa la sorprendente tito europeo, africano o americano, si
-

tur TUR 4«i


disse noncìisposto a lusingare l'Inghilter- colo ove si può fare il confronto colle pre-
ra, l'Austria, la Francia e la Russia; al- cedenti condizioni politiche tra la Tur-
tri dissero che avrebbe favorito gl'ingle- chia e i Papi e le attuali; ed è perciò che
si di preferenza, perchè aveano avuto per immortai gloria la memoria
brillerà d'
lui ogni sorta di riguardi. Al viceré Ab- del gran Pontefice pergliomaggi ricevuti
bas si debbono lodi per aver sommini- da'mussulmaui in vita e dopo morto! Nel
stralo,appenu pregato,deH'alabastro d'E- voi. LXIV, p. i 1 5, descrivendo il monu-
monumento sepolcrale di Papa
gitto pel mento sepolcrale e lo stato in cui trova
Gregorio XVI,oude accrescere gli splen- vasi a' io novembre 1 853, dissiche una
didi ornamenti di cui è doviziosissima la delle due statue del medesimo esprimeva
sontuosa basilica Vaticana. Abbas aven- il Tempo; ora noterò che due mesi dopo
do presente la buona corrispondenza pas- la stampa dell'articolo a tale statua fu
sata tra il Pontefice e l'avo, ed i magni- sostituita quella della Sapienza, la quale
fici doni inviati nell'Egitto al medesimo fu collocata alla destra della grandiosa
e allo zio , con piacere mandò in Roma figura del Papa , alla sinistra essendovi
diversi blocchi del prezioso marino. Con stata posta la statua della Prudenza, av-
essi fu disposto di formare al monumen- vertenza eh' era necessaria nel riparlare
to l'urna ,
gli specchi de' piedistalli delle del nobilissimo deposito eretto dalla ve-
due statue laterali a quella del Papa, e nerazione e dalla munificenza de'cardi-
gli stipiti della porticella rispondente alla nali creati da Gregorio XVI. Desso or-
cappella del ss, Sagrameli lo, sopra la qua- inai è del tutto compito; non manca che
le apertura elevasi il magnifico mauso- d'alcuni ritocchi di scalpello, e di mette-
leo. Ma dipoi considerandosi che l'avel- re sul timpano l'arme marmorea di Gre-
lo diveniva di5 ordini e troppe cose vi gorio XVI sovrastala dalle chiavi e dal
si ammassavano, contro le leggi dell'ar- triregno di metalloue dorato, il che cer-

monia artistica, fu deposto il pensiero di tamente avrà luogo verso la fine del cor-
fare l'urna d'alabastro, e invece si ridus- rente 856. Egli è sempre difficile descri-
1

se il bassorilievo a farne le veci. Adun- vere monumenti pubblici che si stanno


que si misero soltanto in opera gli stipi- fabbricando, essendo soggetti a variazio-
ti d'alabastro e due lastre di esso pe'det- ni; ed alcune di queste ne furono fatte an-

ti specchi ; questi ultimi però figurando cora a quello che si sta lavorando per Pio
i piedistalli delle statue, e non più essen- Vili , il quale pure descrissi nel citato
dovi richiamo dell'urna, forse saranno
il luogo, dopoaver veduto nello studio del-
rimossi, nel qual caso di tutto l'alabastro l'esimio scultore l'approvato modello. Ai
egiziano, mandalo espressamente da un 19 aprilei849 fu sottoscritto il trattato

maomettano per decorare nel


principe di Balta Limali sui principati Danubia-
Vaticano il sepolcro d'un illustre roma- ni, tra la Porta e la Russia, riguardan-
no Pontefice, che per mirabile disposi- te l'elezione degli ospodari della Molda-
zione della divina provvidenza, peli. Dui- via e Valacchia, spettante alla Porta, ma
lio le relazioui amichevoli tra la s. Sede, con nuovo metodo, e della temporanea
la Porta ottomana e l'Egitto, con quei occupazione de'due principati da due cor-
prosperi successi che ho celebrato, non pi di turchi e russi, a motivo delle tur-
resterebbe che quello degli stipiti, lan- bolenze che gli aveano profondamente a-
guida memoria del singolare e portento- gilati. Ne' voi. XLII, p. 1 39,XLIII,p. 1 09,

so avvenimento. Mi gode quindi l'animo XLV1II, p.149, LXXII, p. 245, parlai


supplirvi qui con poche parole, le quali del valoroso, colto e celebre emiro arabo
resteranno imperiture pe'secoli ammira- Abd-el-Kader, il cui interessante ritrat-
tori di Gregorio XVI, ed in quest'arti - to si vede nel u.°i 4 del citato Album, ed
VOL. LXXXl. 26
4o2 TUR TUR
abbiamo La-Croix: Storia privata a
ili to(J\) che nel 18 55 le recò immensi dan-
politica diJbd-el-Kadcrfio\ogui\ 8 \Cì. » ni, Abd-el Radei alzò le sue tende nei
Figlio Mahhi-Eddin marabulo vene-
ili campi. La vicina gran montagna Chescis-
latissimo, questi dopoché francesi occu- i dahi, in cui si suppone sepolto Anniba-
parono Algeri fece credere alle popola- le, in parte si staccò e precipitò nella pia-
zioni arabe, che un giorno A bil-el -Rader nura di Prusa. Ed eccoci alla sanguino-
sarebbe sultano, e che l'impero de'turchi sa e gigantesca guerra per la questione
dovea cessare nel suo regno. Quindi ap- d'oriente, sostenuta dalla possente Russia
pena francesi presei oOrauo,Mahhi-Ed-
i contro la Turchia, la quale però ebbe a
diu predicò la guerra santa contro i cri- formidabili alleate la Francia., l' Inghil-
stiani, ed Abd-el-Rader si pose alla te- terra e la Sardegna. Guerra che minac-
sta degli arabi insorti delle tribù d'Afri» ciò tutta l'Europa a trasformarsi in un
ca, le quali loproclamarono sultano. Da vasto campo di battaglia, per la compli-
quel giorno la sua vita fu una lunga e cazione politica che insorse di difficile svi-

formidabile lotta contro francesi, scam- i luppo, ferace di gravi pericoli. Guerra che
pando sempre più gravi pericoli, onde
i alimentò d'illusioni e di prave speranze i

i suoi lo crederono invulnerabile, para- nemici dell'ordinerà demagogia d'utopi-


gonato aMassinissa e Giugurtare di Nu- stici sogni politico-democratici, per ab-

midia. ludi aiutato dall'imperatore di battere cioè la religione e i troni; ma col-

Marocco, a questi i francesi imposero di la pace andarono interamente in fumo le

desistere a soccorrere il loro invincibile loro lusinghe e ordite mene, e voglia Id-
nemico. Finalmente si vide costretto nel dio che abbia lunga durata pel riposo
1847 ^ ( sottomettersi alla Francia, e in d'Europa e per la diffusione del cattoli-
essa fu trasportato colla sua madre, fa- cismo anche nella Turchia. Non posso,
miglia e compagni arabi d'ambo sessi, i né oserei pretendere di farne la storia
circa100 individui fra tutti, trattati ge- tanto conosciuta, pieni essendone perio- i

nerosamente. Però nel 1848 l'eroe guer- dici politici, letterari e religiosi, come a
riero del deserto con suo dispiacere i\\ ri cagiou d'onore nominerò la Civiltà cat-
legalo nel castello di Pau, antica capila tolica. Con questa, cioè colle sue Crona-
le della Navarra francese e ora capoluo- che contemporanee, e col Giornale di
go de'BassiPirenei, laonde per molto tem- Roma, ed evitando possibilmente lo sco-
po non volle uscire dalla sua camera. glio delle molte notizie poi non verifica-
L'imperatore Napoleone 111 nel dicembre te, ed il laberinto del distingue tempo-
1 852 gli restituì la libertà e la spada in ra, qui riunirò le nozioni più essenziali,
segno di pace, e lo conseguo alla Porta potendo-
colla possibile brevità, a questa
ottomana perchè lo custodisse, facendo- vicopiosamente supplire l'encomiala Ci-
lo imbarcare co* suoi sul piroscafo fran- viltà, auche co' suoi gravi articoli La :

a
cese il Labrador^ che lo condusse a Co- guerra d' Oriente. Nella 2. serie, t. 6,
stantinopoli. Il sultano l'onorò e trattò si contengono gli articoli: i.° Lo spirito
con ogni riguardo, e poi a* 16 gennaio che guerreggia. i.° 1 Diritti. 3.°L,e Spe-
1 853 collo stesso piroscafo, accompagna- ranze. Nel t. 7 gli articoli. 4- Pronosti-
to da Nicolasdragomanno dell'ambascia- ci e Profezie. 5.° Risposta ad alcune cen-
ta francese, lo mandò a Prosa o Brussa sure. In prima farò osservare, che ad on-
da lui sceltasi per luogo di sua dimora: ta degli sforzi del governo ottomano per
città antichissima con vescovo armeno introdurre l'incivilimento nell* impero,
cattolico, centro d'una provincia ricchis- ad onta del dichiarato principio di rico-

sima e floridissima per l' industria, so- noscere per suoi sudditi e cogli stessi di-

prattutto nella seta grezza. Pel Terremo- ritti lutti i professanti qualunque religio*
T U R T U R 4o3
ne diversa dall'islamismo, nondimeno a di gran noia degli oppressi, come costret-
quest'epoca grandi erano le sofferenze dei ti a portarsi ogni volta gli utensili sagri,
cristiani in molte parti della monarchia celebraresull'altare degli scismatiche non
mussulmana, per l'inveterato odio delle potervi sospendere uè una lampada, uè
popolazioni contro cristiani, pel fanali-i una tabella votiva 1 Veduto adunque di
co maomettismo e per 1'iutolleranza re- esser fatti zimbello della prepotenza al-
1
ligiosa. maltrattamenti de' cristiani da
I trui, i cattolici col loro patriarca mg. Va
parte de'ruussulmani, e le arbitrarie op lerga rifiutarono di più assistere alle con-
pressioni che gli organi della pubblica ferenze intimate dalla Porta, ed il conso
amministrazione in grande numero si le francese protestò contro l'usurpazione,
permettevano contro medesimi, recla- i con nota precisa di quanto loro spettava
marono uu pronto rimedio, siccome un e che volevano senza restrizioni. Pertan-
imperioso dovere d'umanità. Uno dei to domandarono 1' esclusivo diritto d'of-
punti principali pe' quali già da lungo ficiare presso latomba del Redentore, la
tempo l'Austria mosse gravami contro la chiesa del s. Sepolcro colla facoltà di fab-
Turchia, e con ispecial vigore uel 853, 1 bricarvi la cupola, il Battistero, i
7 archi
era quello delle sofferenze de'cristiani nel- della Vergine che fauuo parte della
ss.

l'impero ottomano. In seguito della mis- chiesa dello stesso s. Sepolcro la chiesa ,

sione del conte di Leiningeu, fu dal go- di Bettlemme, e quella de'sepolcri de'.ss.
verno turco promesso rimedio. Era pe- Gioacchino, Anna, Giuseppe e Simone, la
rò ovvio il timore che la promessa rima- Grotta de'pastori, e la Stella della Nati-
nesse promessa e null'altro. Finalmente vità. In pari tempo la Turchia era minac-
eccitato il nuovo ministero di Costantino- ciata da troppi altri guai interni edesler
poli a seriamente occuparsi a soddisfare ni a segno, che si dubitava se avesse pò
co'falti alle sue promesse, tornò più po- tuto superarli. Turbe cittadine messe su
sitivamente a promelterlo,scosso dalle ul- e fomentale da diversi protettori del vec
time violenze coni messe,sino a pretender- chio e del nuovo sistema governativo in-
si colla forza che i cristiani abbracciasse- grossavano ogni giorno più, cercando di
ro l'islamismo! La Turchia per compia- soverchiarsi eminacciando guerra civile.
cere la Russia eFrancia concesse ai
la La successione al trono di Grecia ,
per
greci scismatici e acattolici facoltà cou- mancanza di prole a Ottone I, era nuo-
traddittorie,come sono andato rilevando, vamente determinata a suo danno. Per la
e col cominciar del 1 853 si trovò vieppiù morte non lontana d'Ahmed bey di Tu
nell'imbarazzo di soddisfare insieme e da- nisi, mentre essa intendeva di riprender-

re ragione a due poderosi litiganti. L'im- si il pascialatico, la Francia voleva un'e-


portante questione de'Luoghi Santi di Si- rede della stessa famiglia del bey, di cui
ria e di Gerusalemme riprese nuovo vi- era amica. Gli effetti minacciosi d'aver
gore, e di giorno in giorno divenne più interdetta ne'suoi stati la moneta stranie-
grave e inestricabile. Eragià stalo rico- ra, non dovendo essere iti corso che quel-
nosciuto il diritto de' cattolici di fare le la del sultano regnante, proibito di na-
loro sagre cercmonie nella chiesa del se- vigare il Bosforo e toccare i suoi porti, ri-

polcro della ss. Vergine, quando un com- fiutato l'imprestilo concluso già dal suo
missario della Porla, in certa conferenza deputato co'banchieri inglesi e francesi,
ch'ebbe luogo nella valle di Giosafat, e- vessato i cristiani della Bosnia , stabiliti

spose gli ordini del governo, a non cele- certi limiti territoriali non abbastanza
brarle senza la facoltà de'greci ! Il che ol- provali, erelle fortificazioni ue'confini au
tre al ferire antichi diritti incontestabili, Aggiungasi di più la guerra della
siriaci.

come andai dimostrando, sarebbe stato Siriache poteva estendersi anche a'iatini
404 TUR TUR
clelLibano ed a'LuoghiSanti, complican- za vicino alla caducità, e vi camminano
do vieppiù la collisione de'diritti, e quella n gran passi. Donde conseguita che deb-
di Montenegro, che tutelato dalla Ilussia bono essere facilmente ed indohilatameu-
la sosteneva contro il pascià di Sentiri. te conquistate da un popolo giova ne e
I montanari dell'Erzegovina turca ricu- nuovo, quando quest'ultimo sarà venu-
savano alla Porta le contribuzioni ordi- to in tutta la sua forza ed accrescimen-
narie, e i cristiani dell'Albania superiore to. Il monarca russo riguardi quest'in-
anelavano di scuotere il giogo che gli op- vasione futura de' paesi dell'Occidente e
prime. Sebbene io mi sia proposto di spi- Nord ,come un
dell'Oriente,per parte del
golare (non mietere e molto meno spie- movimento periodico decretato ne'dise-
tatamente come fanno taluni, senza man- gni della Provvidenza, che rigenerò per
co ricordareil campo benefico che li nu- tal modo, egli dice, il popolo romano col-
trì pinguamente e la copiosa fonte che li l'invasione de'barbari. Paragona quest'e-
dissetò, senza faticatosi vestendosi qua- migrazioni degli uomini polari al (lusso

si interamente dell'altrui penne, ma col del Nilo, chea certe stagioni ingrassa del
marchio del plagio che ben ravvisano gli suo limo le terre isterilite dell'Egitto. Ag-
oculati Arghi) soltanto le Cronache con- giunge che la Russia, ch'egli ha trovato
temporanee della Civiltà cattolica^ tut- piccolo canale e lascierà gran fiume, di-
ta voltami pare opportuno che almeno io verrà sotto successori suoi un gran ma-
i

qui riproduca il così detto Testamento po- re destinato a fecondar l'Europa impove-
litico di Pietro I il Grande , o disegno gi- rita e che le sue onde traboccheranno,
,

gantesco di dominio europeo da lui ar- malgrado di tutte le dighe che deboli
ditamente concepito, che ricavo dal 3.° braccia potranno oppor loro, se suoi di- i

suoarticolo:La guerra d' Oriente^ ed ai scendenti sapranno dirigerne il corso. Per


miei cenni di questa lo premetta, senza la qual cosa lascia loro gl'insegnamenti
ì commenti importanti che nella Civiltà del seguente tenore, e li raccomanda al-
si ponno leggere, bensì qualche osserva- la loro attenzione ed osservazione costan-
zione premessavi da Gaillardet. Copia te, nel modo stesso che Mosè avea racco-
del piano di dominio europeo lasciato mandate le tavole della legge al popolo
da Pietro IH Grande a' suoi successo- israelita. i,° Mantenere la nazione russa
ri al trono di Russia e depositato negli in uno stato di guerra continuo per te-
archivi del palazzo di Peterhoffa Pie- nere il soldato agguerrito e sempre in e-
troburgo.» In nome della ss. e indivisibi- sercizio; non lasciarlo riposare che per mi-
le Trinità, noi Pietro imperatore ed auto- gliorare le finanze dello stato ; rifare le
crate di tutte le Russie ec, a tutti i no- armate e sceglierei momenti opportuni
stri discendenti e successori al trono e go- per l'attacco; fare così servire la pace al-

verno della nazione russa. Il gran Dio da la guerra e la guerra alla pace, nell'in-
cui abbiamo avuto la nostra esistenza e teresse dell'ingrandimento e della cre-
la nostra corona avendoci costantemen- scente prosperità della Russia. i.° Chia-
te illuminato de'suoi lumi e sostenuti del mare con tutti i mezzi possibili da tutti

suo divino appoggio ec. Qui Pietro I sta- i popoli istruiti dell'Europa, capitani du-
bilisce che, secondo le sue mire, ch'egli rante la guerra, sapienti durante la pa-
crede quelle della Provvidenza, riguarda ce,per far profittare la nazione russa dei
il popolo russo destinato nell'avvenire al vantaggi degli altri paesi, senza farle per-
dominio generale dell' Europa. Fonda dere cosa alcuna de'suoi propri. 3.° Pren-
questo pensiero su ciò che, per opinione der parte in ogni occasione agli affari o
sua, le nazioni europee sono giunte nel- dissi dii quali che sien dell'Europa, e se-
la maggior parte ad uno stato di vecchiez- gnatamente a quelli della Germania, la
j

TUR T li 4o5
quale più vicina interessa più diretta- vanle, ed avanzarsi fino all'Indie che so-
mente. 4-° Dividere la Polonia fomentar! • no il magazzino del mondo.Ottenuto quei
dovi le turbolenze e le gelosie continue; posto, si potrà far senza dell' oro dell'In-
guadagnare i potenti a prezzo d'oro; in- ghilterra. io.° Cercare e mantenere con
fluire sopra le diete, corromperle, alliue cura l'alleanza coli' Austria; appoggiare
d' aver parte attiva sull'elezione de' re; in apparenza le sue idee di futuro domi-
farvi nominare i propri partigiani, pro- nio sulla Germania, ed eccitare contro di
teggerli, farvi entrare le truppe russe e essa di sottomano la gelosia de'principi.
soggiornarvi fino all'occasione di restar- Dar opera di far domandare soccorsi al-
vi totalmente. Se le potenze vicine op- la Prussia per gli uni e per gli altri, ed e-
pongono dillìcoltà calmarle momenta- , una specie di protezio-
sercitare sul paese
neamente dividendo il paese finche si pos- ne che prepari la dominazione futura.
che sarà stato dato. 5.°
sa riprendere ciò 1 1.° Interessare la casa d'Austria a cac-
Prendere più che si potrà alla Svezia e ciar Turco d'Europa e neutralizzare le
il

sapersi fare attacca re da essa per aver pre- sue gelosie al tempo della conquista di
testo a soggiogarla. Però isolarla dallaDa- Costantinopoli, sia suscitando una guer-
ni marca e la Danimarca dalla Svezia, e ra co' vecchi stati d'Europa, sia dandole
colti vare con cura le loro rivalità. 6. "Pren- una porzione delle conquiste che le si ri-
dere sempre le spose de'principi russi tra prenderà più lardi. 1 2. Lavorare ad u-
le principesse d'Alemagna per moltipli- nire attorno a se tutti i greci disuniti o
care 1' alleanze di famiglia , ravvicinare scismatici che sono sparsi sia nell'Unghe-
gl'interessi ed unire da se stessa la Ger- ria, sia nel mezzogiorno della Polonia; far-

mania alla nostra causa, moltiplicando- si il loro centro, il loro appoggio, e sta>
vi lanostra iufluenza. 7. Cercare di pre- bilireantecedentemente un predominio
ferenza l'alleanza dell'Inghilterra pel universale per mezzo d' una. specie di
commercio come della potenza che ha
, reggimento o supremazia sacerdotale
maggior bisogno di noi per la sua mari- saranno tanti amici che si avranno in ca-
na, e che può essere la più utile ali'iucre- sa de'nemici.i 3.° Smembrata la Persia,
mento della nostra. Cambiare nostri le- i vinta laSvezia, soggiogata la Polonia,con-
gni ed altri prodotti contro il suo oro, e quistata la Turchia, le nostre armate riu-
stabilire tra'suoi mercanti, tra'suoi mari- nite, il mar Nero e il mar Baltico custo-
nari ed i nostrijConlinue relazioni che for- diti da'nostri vascelli, bisogna allora pro-
meranno alla navigazione e al commer- porre separatamente e segretissimamen-
cio il paese nostro. 8.° Estendersi senza te prima alla corte di Versailles ,
poi a
posa verso il Nord, lunghesso il Baltico, quella di Vienna di dividerecouesse l'im-
come pure verso il Sud lunghesso il mar pero dell' universo. Se l'ima d'esse accet-
Nero. 9. Avvicinarsi il più che si possa ta, ciò che non può fallire lusingando la

aCostanlinopoli e alle Indie. Quegli che loro ambizione e amor proprio, servirsi
vi regnerà sarà il vero sovrano del mon- d'essa per ischiacciare l'altra, poi schiac-
do. In conseguenza suscitare continue ciare alia sua volta l'altra che rimarrà,
guerre ora al Turco, ora alla Persia; sta- impegnando con essa una lotta che non
bilire cantieri sul mar Nero; impadronir- potrebbe esser dubbia perchè la Russia
si a poco a poco di quel mare, come del possederebbe già in proprio tutto l'Orien -

Baltico, ciò ch'è un doppio punto neces- te ed una parte d'Europa. i4-°Se,ciò ch'è
sario alla riuscita del disegno; affrettar improbabile, ognuna d'esse ricusasse l'of-

la decadenza della Persia; penetrare fino ferte della Russia, bisognerebbe saper su-
nel golfo Persico; ristabilire, s'è possibi- scitar loro querele e farle rifinire l' una
le, colla Siria l'antico commercio, del Le* coll'altra. Allora, profittando d' un mo«
T
4o6 T L | T U R
mento decisivo, la Russia farebbe piom- sto, ìa Turchia sottrattasi alla tutela del
bare le sue truppe raccolte in anteceilen- russo, accettò. come meno pericolone le

7a sulla Germania, nel tempo stesso che protezioni occidentali, le quali non han-
due flotte considerevoli partirebbero l'u- no sugli stati ottomani ne il vantaggio
ni dal mare d'Azof e l'altra del porto della vicinanza, uè l'influenze delle uni-
d' Arcangelo , cariche di orde asiatiche, tà dello scisma, uè l'interesse di sbocca-
sotto il convoglio delle flotte annate del re pe'Dardanelli sul Mediterraneo. Que-
mar Nero e del mar Baltico. Avanzando- ste potenze consigliando alla Turchia le

si Mediterraneo e per l'Oceano, inon-


pel riforme europee accennano di volerla
,

derebbero la Francia da nn lato , men- rialzare ad una morale indipendenza, per


ticene la Germania sarebbe inondala cui potrebbe a suo tempo rivaleggiare col-
dall'altro, e vinte queste due conti ade, il la Russia in civiltà, in industria, in ric-

resto d'Europa passerebbe facilmente e chezza. Dopoil buon esilo degli uffizi pre-
senza colpo ferire sotto il giogo. Così può sentati dal conte di Leiningen, in nome
e dev'esser soggiogata l'Europa'". Osser- dell'imperatore d'Ausilia Francesco Giu-
va la Civiltà cattolica: Si paragonino i seppe I, al sultano Abdul Medjid a prò
precetti con tutta la serie de'falti succes- de'montenegrini e de'cristiani tiranneg-
sivi negl'incrementi della Russia(V.) l che giati da' turchi , la pieghevolezza della
enumera, e si vedrà come ogni suo passo Porta sembrò aver mosso Nicolò I im-
batte appunto quelle vie che il fondato- peratore di Russia a pretendere anch'es-
re dell'impero le avea segnale. Nel i 829 so un simile diritto relativamenle a'suoi
avendo la Russia superato il Balkan, pa- correligiosi greci scismatici dellaTurchia.
drona di correre a Costantinopoli, par- Inviò dunque a Costantinopoli nel mar-
ve arrestarsi per generosità; e col con- zo del 1853 per suo legato a trattare il
venire al trattato d'Àdrianopoli. fece so- general Menzikoff, chiedendo in sostan-
pravvivere la Turchia alla sua sconfitta, za al governo ottomano. i.° Che I' auto-
perchè credeva ridotta a non esistere
si crate imperatore russo fosse riconosciu-
che sotto la protezione della Russia e a to protettore della religione greca in
non ascoltare che suoi desideri*!. Ma do-
i Turchia. 2.°Ched'ora innanzi l'elezione
po il 1848 gli affari presero un tult'allro del patriarca greco di Costantinopoli fat -

aspetto, benché gli sconvolgimenti di tal ta da'maggiorenti della chiesa, abbisogni


epoca avea no lasciato l'Europa occiden- per la validità della conferma dell'impe-
tale peste le membra pe'conflitti e disan- ratore di Russia. 3.° Che si definisse l'in-
guale per debiti e gravezze. Il momento .terminabile questione de' Luoghi Santi,
non poteva essere più opportuno per la secondo le tracce da lunga pezza inviale
Russia, che oltre il protettorato di Molda- alla Porta. 4«° Che si dichiarasse non po-
via, Valacchia, Servii e Grecia, nel 1
849 ter l'imperatore russo veder più a lun-
avea contribuito alla salvezza dell'impe- go con indifferenza la situazione de' popo-

ro Austriaco e impostogli il nobile vinco- li del Montenegro, dellaBosnia,dellaMoI-


Io di gratitudine,che tanta parte poteva davia, della Valacchia e della Bulgaria,
averenella soluzione della questione d'O- che per vincoli di stirpe e di religione ap-
riente; ma l'Austria, vera salvaguardia e partengono alla Russia. Questi 4. artico-
palladio d'Europa, colla riacquistata sua li riportati dalla Civiltà cattolica, e da al-

possanza e colla saviezza del sagace suo cuni periodici, secondo gli atti poi pub-
contegno, divenne l'antemurale d'Euro- blicati, non sembra certo che tutti for-
pa in Costantinopoli , mentre contro la massero ledomande del Menzikoff, come
Russia combatterono apertamente Fran- il i.° e il 4-° nel modo qui esposti. Il ge-
cia, Inghilterra e Sardegna. Per tutto (pie- neral Menzikoll avea a! seguito due gc-
TU R T U R 407
pernii e due ammiragli, e lo slato mag- ni, inasprirono tanto i greci,cheil patriar-
giore di 5 vapori da guerra in porlo; e ca corse a Costantinopoli per querelarse-
giunto a Costantinopoli era vi slato accol- ne col sultano. Questi restò sorpreso e in-
to dalla legazione e da più di 6000 sud- timidito dall'orgoglio di Menzikoff, e do-
diti russi e correligiosi greci. Nell'udien- po aver sacrificato il più accorto de'suoi
za però avuta dal sultano a'i3 rimetten- ministri, perchè mal veduto dalla Prussia,
do le sue credenziali, solo avengli detto: chiese soccorso alla Francia e all'Inghil-
Il mio sovrano onde provare alla Maestà terra.Continuando Menzikoff le sue trat-
Vos'ra ìa sua sincera amicizia, m'invia tazioni, domandò per i5 anni poter la
a contrattare alleanza offensiva e difen- Russia sorvegliare i bastimenti che appro-
siva colla Turchia. A ciò il sultano rispo- dano al porto ottomano di Butunès, nel
se:Che era assai sensibile alle cortesie del sospetto che fornissero armi a'eircassi coi
monarca russo, e che per la missione di quali sosteneva guerra, al che si oppose
cui era incaricato il principe, spettava al il ministro inglese. Indi esagerò l'avvili-

divano il disbrigo. Due giorni dopo reca- mento de'fajà greci e armeni, sia riguar-
tosi a far visita a Reschid pascià gran vi- do al culto religioso che non potevano li-
sir, contro l'uso diplomatico vi andò ve- beramente esercitare, sia riguardo a'di-
stito familiarmente in abito borghese,per- ritti cittadini, ond' erano in gran parte
chè avverso alla Russia. A. questa scorte- frodati. E che se la Francia e l' Inghil-
a
sia successe la 2. , ommettendo la visita terra erano naturali proteltrici desulto-
di ceremonia al ministro degli affari este- ri di loro religione, perchè non essere dei
ri Fuad che ne rimase perciò vi-
effendi, suoi laRussia?Ma il sultano adunati il pa-
tuperato; anzi sapendo che il russo avea triaca, i vescovi e i notabili greci, essi di-
tenuto tale contegno per essere il suo go- chiararono godere libertà di culto; per cui
verno corrucciato con lui qual reo di ma- fece dire all'inviato russo, essere stato e-
la fede, indispettito si ritirò dalla carica, saudito. Chiese Menzikoff nuovi privile-
e gli successe Rjfaat pascià favorevole e gi pe'Luoghi Santi a favore de'greci,aver
ligio alla Russia. Per quesl'incidentee per il suo gabiuetto assicurato quello di Pa-
esser pronta nel porlo di Sebastopoli la rigi, non trattarsi di ledere gli accordi del-

flotta russa formidabilissima di 27 legni la Francia colla Turchia. Il sultano per


da guerra , con quasi 2000 cannoni e contentarlo emanò due firmarli, in con-

3o,ooo soldati, si recarono la flotta in- traddizione delle concessioni fatte a diLa
glese di Malta nell'Arcipelago, e la fran- Vallette ministro francese, a'quali noti si

cese di Tolone verso I' acque di Grecia; oppose l'inviato di Francia in Costantino-
indi ebbero ordine di unirsi e di muove- poli. Coli. "ordinò il restauro della cupo-

re pe'Dardanelli in atto di osservazione. la del s. Sepolcro a spese della Porta, ma


Intanto per ferme rimostranze del pa
le dover il patriarca greco presiedere alla
r
triarca latino mg. Val erga, e per l'au- fabbrica, acciò nulla si muti nel disegno
torevole intervento di Napoleone III im- prestabilito. Col 2.°si dice, che la chiave
peratore de'francesi, ne'Luoghi Santi e- della chiesa di Beltlemme fu bensì data a'
rasi ottenuta qualche tregua all'antiche latini, ma per servirsene soltanto come ab
vessazioni; rimessa a suo luogo la Stella antico, senza diritto d'officiarvi o di pos-
della Natività dal sultano, e consegnata sedere quel tempio in comune co'greci;
acattolici una nuova chiave della Grot- perciò non potervi alterar nulla. Dichia -

ta, con quant'altro narrai di sopra, il pre- l*ò poi, che la Stella, ristabilita come so-

lato essendo tornato a solennemente ce- lenne ricordo che offre il sultano in segno
lebrare nella chiesa di Beltlemme.Le qua- di benevolenza alla nazione cristiana, non
li concessioni ri uscite accettissime a'Iati- conferisce peculiardiritloa nessun culto;
4o8 TUR. TUR
e che le nazioni cristiane cui è data facol- itafk gran visir, Meherued
Ali perla guer-
tà di visitar la tomba della B. Vergine, ra, Retchid già gran visir pegli alluri e-
vi oflìcierannoogni giorno, prima i greci, sterni (il che fu conferma di non volersi
poi gli armeni, infine i latini. Cos'i il prin- cedere alle pretensioni russe, e sorprese
cipe Menzikoff riportò una specie di vit- l'ambasciatore russo, per vedere un mi-
toria a danno de'lntini del concesso già a nistero tutto ostile alla Russia), Puifaat
Francia. Di più il sultano concedeva l'e- presidente del consiglio di stalo, Mehe-
iezione a Gerusalemme della chiesa, del met Ruchi generalissimo dell' esercito,
convento e dell'ospedale che Nicolò vo- 1 Ahmet Fethi cognato del sultano mini-
leva fondarvi pe'russi, purché per altro stro della marina. Menzikolf partì il gior-
ahbia luogo in guisa da mantenere intat- no dopo, annunziando che in Bujukdiéré
ti i suoi diritti d'amministrazione inter- fino a'20 avrebbe atteso l'ultima deci-
na e dopo inaline trattative tra'due go- sione della Porla. Il sultano fu più volte
verni. Con venendo che tali fondazioni fos- inclinato a cedere, ma
il suo gabinetto vi

sero sotto la sorveglianza del console ge- si oppose risolutamente. Nell'ultima ri-
nerale di Russia nella Siria e in Palesti- sposta fu detto: Non pensare il sultano
na. Non contento il principe russo di tut- a restringere gli accordati privilegi a'eri-
to questo, fece altre inchieste perento- stianijSpecialmente greci, anzi la loro con-
rie, cioè per garantire la conservazione servazione sarebbe 1' oggetto di sua co-
de* privilegi, franchigie e immunità di stante sollecitudine.Ma però non poter
cui godono i greci in virtù de' firmani concludere trattato con alcuna potenza
e delle lettere visiriali ad essi successi- estera, sopra una questione che dipende
vamente accordati, dovesse la Porta fir- esclusivamente dall'amministrazione in-
mar colla Russia una convenzione o trat- terna dell'impero. Ciò sarebbe un sagri-
tato internazionale, che rendesse irrevo- ficare i suoi diritti di sovranità e la sua in-
cabili tali concessioni e le mettesse al co- dipendenza. Ciò sarebbe pure contrario
perto dal capriccio o dalla cattiva vo- al diritto internazionale, e a quelli d'o-

lontà futura del governo turco. Insom- gni stato libero e indipendente. 11 sulta-
ma bramare la Russia, che le preroga ti ve no dichiarare formalmente in faccia del-
che godeva da 80 anni, insieme al recen- l'universo che manterrà in tutta la loro
temente concessoda'fìrmani, fossero cor- estensione i privilegi, le franchigie e im-
roborate d'un atto autentico a riparazione munità, onde da si gran tempo godono
del passato contradittorio e a guarentigia ne'suoi stati le chiese cristiane, e partico-
dell'avvenire, onde non essere inferiore larmente la chiesa greca. Questa dichia-
alla Francia e all'Austria, colle quali la razione dovere bastare, poiché non sareb-
Porta avea stipulato somiglianti trattati. be più un sovrano indipendente, se po-
E perchè a' o maggio gli fu risposto ne-
1 tesse consentire a legarsi su tal questio-
gativamente, temendo il divano che rus- i ne con un trattato o con una convenzio-
si sotto specie di protezione religiosa non ne qualunque con una potenza estera. In-
acquistino diritto di metter mano negli vano consoli di varie potenze pregaro-
i

affari ottomani, MenzikolT sdegnato mon- no Menzikotfa modificare alquanto lesue


tò sopra la nave Bessarabia quasi pron- domande; ei tenne fermo: o tutto o nien-
ta alla partenza, e di là fece .sapere alla te; e partì a'22 per Odessa, con tutta la
Porta: pesasse le conseguenze di quel ri- legazione,dopo aver fatto abbassar l'in-
fiuto, e pel suo meglio rifacesse l'acerbo segne imperiali, e affidando la tutela dei
dispaccio. A' 1 3 il sultano rinnovato il mi- sudditi russi all'ambasceria d'Austria. Il

rimandòla risposta di prima.


nistero, gli Giornale dìRomat\e\ 853 1 riporta: a p.
Compose il gabinetto ottomano eoa Mu- 4g 1 la risposta della Porta ; a p. 563 la.
TUR TUR 409
sua nota officiale sulla questione de'Luo- tàimmobili ed altre località religiose che
ghi Santi «'rappresentanti d'Inghilterra, dipendono da queste chiese e conventi, le
Francia, Austria e Prussia ; a p. 57 i la immunità ed diritti propria simili sta-
i

lettera del cancelliere russo conte di Nes- bilimenti di preghiere ed agli ecclesiasti-
selrode,a Reschid pascià; a p. 582 la cir- ci, i privilegi e le concessioni simili scrit-
colare del medesimo conte sull'avventi- te e contenute neberat che racchiudo-
to, a' ministri e agenti diplomatici del- no le condizioni antiche de' patriarchi e
l'imperatore di Russia, per giustifica reta de'loro poteri, privilegi, immunità e con-
condotta del governo,e menò gran rumo- cessioni accordati agli ecclesiastici de'sud-
re per tutta Europa. In questo tempo la diti fedeli del mio impero che si trovano
sultana Valide Ali me, dui figlio sultano nella nazione (qui il nome della comuni-
amatissima, mentre i suoi consigli erano tà), de'miei illustri e magnanimi antena-
più che ima necessari, mori d'idropisia
pi ti, e riconosciuti ed ammessi da me. Nel
di cuore. Secondo l'uso e per accertarsi confermare di nuovo e Dell' annunziare
di non seppellirla con qualche fiato di vi- la mia alta volontà imperiale, questo ira-

ta, ne fu lavato il cadavere con acqua bol- de decisivo e pieno di giustizia , è stato
lente, indi cucito in grossa tela e poi ri- emanato perchè ciascuno ad esso si con-
coperto del velo della Kaaba che ogni an- formi e perchè si sappia che coloro qua- i

no si porta dalla Mecca. Il giorno dopo, li agiranno contrariamente saranno espo-


posto il feretro sopra un battello dorato sti alla mia collera imperiale. Gl'impie-
e circondato da' suoi paggi con turiboli gati rispettivi ne vennero informati per-
alla mano, venne tradotto dal serraglio chè non vi abbia luogo a scuse nel caso
a! mausoleo dell'augusto suo sposo Mah- ch'essi commettessero qualche negligen-
mud li intanto che gittavansi a piene
,
za. L'esecuzione completa ed esatta es-
mani dalle finestre del palazzo monete sendo il mio alto scopo sovrano, aflin di
d'oro e d'argento. Nel partire Menzikoff confermarlo ed annunziarlo, il mio su-
avea fatto saper al sultano, si guardasse periore firmano venne emanato dal mio
di fare concessioni di diritti meramente divano imperia le. E tu, che sei questo pa-
spirituali, le quali infermassero in qual- triarca, quando ne avrai preso cognizio-
che modo gli altri antichi privilegi del- ne, agirai e ti condurrai sempre secondo
la sedicente chiesa ortodossa russa. Il ga- il mio ordine superiore, e li asterrai dal-

binetto turco s'avvide della malizia che l'agirecontrariamente.Se sopraggiunges-


sotto vi si ascondeva e vi prese riparo. Ai se alcuna cosa contraria a questo decre-
6 giugno Abdul Medjid emanò un fir- to decisivo, ti solleciterai di partecipar-

mano di proprio pugno detto Cifra Im- ne immediatamente la nostra Sublime


periale, diretto a ciascun patriarca del- Porta. Abbiatelo per inteso, prestando fe-

le comunità cristiane esistenti nella Tur- de alla mia cifra imperiale, scritto verso
chia,e persino al gran rabbino degli ebrei, la fine del mese di sciaban 296 (dell'E- 1

in cui s'intitola Sultano, Imperatore eCa- gira) in questa capitale di Costantinopo-


liffo. In esso si dice, aver egli sempre ve- li". Questo decreto imperiale fu letto ai
gliato perchè tutte le classi de'suoi sud- capi delle 3 nazioni greca scismatica, ar-
diti godessero d'una perfetta protezione, mena eretica, ed armena cattolica in ca-
tranquillità nell'esercizio del culto e nei sa di Reschid pascià, a Balta Lituana nel
loro affari spirituali. « Pertanto voglio Bosforo, ov'erano stati invitati i patriar-
che sieno sempre conservati in tutto i pri- chi, ed a ciascun di loro ne fu data co-
vilegi spirituali particolari delle chiese e pia per farne lettura a'rispettivi sudditi.
de'con venti che esistono ne'miei stati ioj- Nel di seguente Y ambasciatore inglese
Deviali) non clie delle terre, delle proprie- fece visita a'due patriarchi greco e arme-
4«o tur T D R
no non uniti, dichiarando loro che 1 n prò latore della guerra, facollizzò il sultano
le/ione russagli avrebbe tolta ogni liber- di servirsi per essa de'beni sagri, e gli o-
iti nell'esercizio della propria giurisdizio- lemi convennero nella detta splendida of-
ne, specialmente nell'elezione de'capi spi- ferta. Si disse pure che lo sceriffo della
rituali. L'ambasciatore assicuro due pa- i Mecca 3o,ooo offrì cavalieri interamen-
triarchi della sincerità e inviolabilità del- te armati. Anche i cristiani eterodossi e
le promesse del firmano. A' i4 g' n g l,( > perfino molti de' cattolici inviarono of-
pubblicò il Journal de Constantinoplc, ferte di sostanze e di persone per soste-
parlando del 2. ultimatum russo della ner la lotta contro la Russia. Inoltre gli

nota del conte di Nesselrode.«»Del resto ebrei avendo inteso la vampa del fuoco
tutto quello che domanda la Russia, ed marziale, costituirono un corpo di solda-
stili più , essere già stato accordato col ti israelitici, ei più doviziosi largheggia-
lirmano emanato il 6 corrente, e dover- rono di pecunia per la causa mussulma-
si sperare che S. M. l'imperatore di Rus- na. Eziandio il clero cattolico della capi -

sia ne abbia od essere rimasto soddisfat- tale e altri luoghi esibì larghi soccorsi di
to. Il firmano apparire in particolare suf- denaro per la guerra. Chi s'incaricò, du-
ficiente perchè il sultano assunse con es- rante la guerra, di mantener uno, chi più
.<o, pubblicamente ed innanzi a tutte le reggimenti; chi si assunse di formar le-

potenze del mondo , I' obbligazione di gioni di forestieri attirandoli a combatte-


mantenere intatti i privilegi e le immu- re per l'integrità della Turchia con gra-
niià accordati a' diverbi culti". La regi- vissime spese. Allorché giunse a Costan-
na di .Spagna Isabella II, con decreto dei tinopoli il contingente tunisino, fu invita-
24 giugno, creò un consolato spagnno- to famoso emiro Abtl-el-Rader d' as-
jl

Joa Gerusnlemrae,incaricato specialmen- sumerne il comando, ovvero di capitana-


te d' intendersi co' religiosi francescani re, se più gli piacesse, qualche altro cor-
spagnuoli in Palestina, onde sostenere po d'esercito. Rispose l'emiro, che volon-
attivamente gl'interessi della religione e tieri si sarebbe prestato per la comune
dello stato,e i diritti e le prerogative del -
ili purché lo permettesse Francia.
fesa ,

la corona di Spagna ne' Luoghi Santi e Perciò furono tosto iniziate trattative col -
suo protettorato. Intanto la Russia mise l'ambasciatore, ma convien dire che fos-
io movimento i suoi eserciti e le sue flot- sero negative, poiché egli non figurò nel-
te,cosi la Turchia ove mussulmani non i la guerra. L'antico eroe de'beduini a' 1 3
conoscono difficoltà allorché trattasi di ottobre si recò con 600 giovani della sua
difendere la terra natale, ed ivi la divo- nuova patria Proso o Brussa alle falde
zione verso il sultano crebbe infinitamen- dell'Olimpo, ov'è il gran mausoleo d'Ot-

te. I) viceré d'Egitto, ed i bey di Tuni- man I o Osmano fondatore dell'impero


si e di Tripoli offrirono bastimenti ila islamitico. L'i tuano recitò un'arringa bel-
guerra, armate e somme di danaro. An- licosa, dopo la quale Abd-el Rader ap-
che i più ricchi turchi offrirono al sulta- pese al mausoleo la sua scimitarra, e giu-
no immense somme di denaro, perchè se rò di non riprenderla che per tutela del -

ne servisse alla difesa del minacciato im- la religione, siccome anelante la guerra.
pero. Uno de'ministri esibì 4° milioni di Oltre i nuovi privilegi a 'cristiani, la Por-
piastre turche, pari aio milioni di fran ta fece pubblicare in tutte le moschee che
chi, per assoldar milizie. Si disse che i mi- si avessero in istima di veri amici i fran-
nistri del culto offrirono 200 milioni di ne rispettassero religiosamente
cesi, e se
piastreossin 45 milioni di franchi, abban- le persone e le sostanze. Nell'impero ot-
donando il loro stipendio in favore dell'e- tomano la chiesa greca per Taddietro vi
sercito; ma veramente il gran muftì ze- godeva molli poteri civili e giudiziari; ora
TUR TUR 4.i
la Porlo volle resti inger'i,largheggiando promesso per affare politico esulò in Tur-
nel concedere invece la massima libertà chia, ove assunto l'odierno nome, dovè
del culto religioso; quindi si affievolì nel- », l'inizi di sua fortuna alla bellezza della
l'impero l'influenza della Russia, la qua- persona e ad un paio di guanti donati ad
le ne fu sdegnata. Nel siioultimatum die Hussein pascià comandante di Viddino,
8 giorni di tempo per sottoscrivere il trat- a seconda del riferito nel t. 2 1, p. 261
tato sopra la guarentigia de'diritti e pri- àeW Album di Roma), oltre il 4-° corpo
vilegi della chiesa greca: scorso il qual di 45>ooo uomini d' Erzerum capitale
ten'po le ostilità sarebbero cominciate dell'Armenia maggiore, sotto il comando
dall'occupazione delle provincie Danu- di Abdì pascià generalissimo dell'armata
biane diMoldavia e Valacchia. Ma la Por- d'Anatolia, destinato dalla Porta alla di-
ta si ost'nò nel rifiuto. Voleva Nicolò I che fesa delle frontiere dell'Asia, temendone
il sultano facesse con lui un trattato, con l'invasione de' russi come nel 1828. Le
cui promettesse di rispettare i diritti del- due squadre francese e inglese, composta
la chiesa greca, come quelli diesi pone- ciascuna di 20 legni, si tennero pronte a
vano sotto la tutela del governo russo. E qualunque cenno. I russi capitanati dal
chiaro che conseguenza di questo trat- general Danneberg passarono Pruth ai il

tato sarebbe stato l'essere la nozione 2 luglio 853, presso Skuleny e Leowna,
1

greca, cioè oltre a g milioni di sudditi e nel dì seguente cominciarono a inva-


dell'impero ottomano, sotto la protezio- dere per la Moldavia principati Danu-
i

ne degl' imperatori russi, che perciò a- biani, sotto il comando supremo del prin-
vrebbero esercitato nella Turchia un'im- cipe Gortschakoff, il quale con proclama
mensa influenza.il che non potendosi con- dichiarò lo scopo dell'occupazione , e il

ciliare né colla politica della Turchia, né mantenimento dell'istituzioni e dell'am-


con quella delle corti dell'Europa, che ministrazione provinciale come la trovò,
volevano sostenere l'integrità dell'impe- invitandogli abitanti a proseguire tran-
ro ottomano, il sultano persistette nella quillamente i loro affari e all'ubbidien-
negativa alle pretensioni russe: i nobili za verso le autorità costituite. A secon-
sentimenti sopra la dignità dello stato da de' trattati, l'invasione de'principati
prevalseronell'animode'turchi all'impe- Danubiani la Turchia la qualificò usur-
riose minacce della Russia d'invadere le pazione, e doversi respingere coli'armi, e
loro frontiere. Ma Francia e Inghilterra, il partito di tale opinione vinse quello che
Austria e Prussia aveano assicurato il go- voleva procedere con maneggi diploma-
verno ottomano del sincero e perfetto ac- tici. Intanto la Porta, frenando l'impeto
cordo di preservare suoi diritti da ogni
i guerresco de' mussulmani e fidente nel-
assalto, l'indipendenza e integrità dello l'intervento diplomatico delle grandi po-
sfato di Turchia. governo energica men-
Il tenze, inviò alla Russia un manifesto o no-
te guidato dal gran visir Mustafà e dal ta , dichiarando il suo stupore per aver
ministro dell'estero Pieschid ,
pose in o- udito l'occupazione de'principati. Espo-
pera tutti i mezzi di difesa, ecol consiglio ste le ragioni per le quali non poteva con-

4 grandi potenze, do-


de'ministri di dette sentire alle sue domande, terminò col di-
po aver concentrato la flotta al nord del re. Questo procedere aggressivo della
Bosforo, formò 3 corpi d'esercito di ter- Russia dovrebb' essere considerato come
ra composti ciascuno di 5o,ooo uomini, una dichiarazione di guerra ... Ma la Por-
e per generalissimo Omer pascià (il rine- ta è lungi dal volere spingere i suoi di-
gato slavo Michele Attas, nobile austria- ritti all'estremo. E così per ora si conten-
co di Croazia, già sotto-ispettore de'pon- ta di protestare contro l'aggressione. Os-
a
ti e strade di Carlstadt e Zara, che corri - serva la Civiltà cattolica) 2. serie, t. 3,
4.2 TUR TUR
p. ^80: TI Prolettorato Russo^heW ma- dentali Austria e Prussia, Francia e In-
nifesto pubblicalo nel momento che le ghilterra, fu elaborata una proposta o no-
truppe imperiali valicarono il Pruth, por ta collettiva compilata a Vienna di cou-
se in chiaro con franca alterezza l'inten- ciliazioue da presentarsi a' due impera-
zioni dell'autocrate nell'incertissima que- tori dissidenti. Come favorevole alla Rus-
stioned'oriente, sotto lo specioso zelo per sia,subitoNicolò l l'accellò,purchè la Por-
la sua fede che chiama ortodossa; in so- ta vi si acconciasse senza mutar sillaba.
stanza esprimere che U Russia arrogan- Àbdul Medjid aderì alle pacifiche condi-
dosi un protettorato ufficiale sopra a più zioni, e v'indusse la maggiorità del diva-
di cj milioni di greci scismatici sudditi del- no che le rigettava, ma con alcune mo-
la Porta ottomana , verrebbe ad acqui- dificazioni, senza alterarne la sostanza,
stare un'influenza su lutto l'impero tur- nondimeno significanti e quali si leggo-
co, da averne per ora quasi tutti i van- no ap. 807 del Giornale di Roma. Di-
taggi, senza l'invidia e le gelosie che in- chiarò proteggere le chiese greche e le loro
contrerebbe nel farlo interamente suo. immunità, e di far loro godere quelle che
Frattanto la condizione del protettorato di sua piena e spontanea volontà in av-
identificando a poco a poco gl'interessi, venire potesse accordare alle altre comu-
assimilandole popolazioni eterogenee, a- nità suddite ottomane; respingere qua-
bituandola Porta ad una dipendenza co- lunque ingerenza diretta dello czar, e ciò
me d'infeudata, apparecchierebbe quel per non creare uno speciale controllo re-
congiungimento politico del Bosforo col- ligioso della Russia in oriente. Rimise la

la Neva, al quale gli czar, da Pietro I fi- nota modificata eosìa'rappresentaoti del-
no al presente, stanno mirando con lon- le 4 potenze, dicendo che l'avrebbe man-
ganime e poco dissimulata perseveranza. data per un ambasciatore formalmente a
Fra' svariali commenti di cui fu argo- Pietroburgo appena la Russia se ne fosse
mento il manifesto russo, per le sue con- dichiarata soddisfatta, bea inteso che do-
seguenze, vi fu quello pure sul preteso vessero i russi evacuare i principati nel
protettorato' della grande questione dei punto che il suo ambasciatore partisse da
Luoghi Santi di Palestina, ed il quale po- Costantinopoli. Ma mentre la Russia esi-
se in tanta luce i diritli de'latiui per que- geva intera accettazione della proposta
sto capo. La Civiltà cattolica poi consi- nota viennese, intanloaumenlava immen-
derò filosoficamente nel manifesto russo, si armamenti; e mentre la Turchia per-
lasciando ad altri giornali la questione suasa di non poterla finire all'amichevo-
strettamente politica e d'interessi nazio- le , sebbene esausto l'erario, proseguiva
nali, gli elementi d'una guerra di religio- strepitosi preparativi militari e faceva gli
ne e di proselitismo scismatico! A'i4a- ultimi conati per sorreggere in piedi il

gosto approdò a Costantinopoli la squa- suo trono pericolante, il sultano pubbli-


dra egiziana inviata da Abbas pascià vi- cò un manifesto alla nazione, atliggevalo
ceré d'Egitto. La Servia si dichiarò neu- all' uso europeo in tutti gli angoli della
trale, con piacere de'turchi, e di volere capitale, cosa mai più veduta in Costan-
respingere colle armi ogni invasione stra- tinopoli, e ne mandò copia a'governato-
niera. Al cotninciamento dell'ostilità mol- ri di tutto l'impero. In quello informò il

ti della Moldavia e della Valacchia, vo- popolo del finora operato riguardo alle
lendo conservarsi fedeli al sultano,ne par- pretensioni della Russia; die conto delle
tirono: il simile fecero i dueospodari Ghi- forze straordinarie dovute armare per
kada Jassye Stirbey da Bukarest. In una necessità a tutela dell'autonomia ottoma-
confetenza diplomatica, a cui assistette- na, per conservare la libertà da ogni do-
ro i delegati delle 4 g'audi potenze occi- liamo straniero; si lagnò delle domande
TUR TUR 4.3
russe, chiamò violenza e atto misleale il russo; imente imbrandisse la sciabola
alti

passaggio del Pruth; esortò caldamente e li guidasse alla battaglia. Però il gran
ogni mussulmano a guardare quasi fra* muffi colla sua moderazione disapprovò
telili cristiani dello stato, perchè questi le disorbitanze degli ulemi, e rimprove-

non solo si mostrano contenti de'fìrma- rati gli audaci che si presentarono a ram-
ni, ma si offrono anch'essi alla difesa del pognale i! sultano, mostrandosene pen-
minacciato paese. Invitò adunque lutti, titi furono perdonati. In questo stato di

di qualunque culto, all'imperiai vessillo, cose, e perchè secondo discorsi trattati la i

unico simbolo di comune interesse. Que- barriera de'Dardanelli era rotta alle po-
sto editto, firmato da Abdnl Mecljid e da tenze estere, ad onta che la Russia avesse
62 membri del divano, fu come un tiz- dichiarato casus belli l'ammettervi i lo-
zone gittato tra materie assai combusti- ro vascelli, gli ambasciatori francese e in-
bili, e levò tal fiamma di patrio entusia- glese,LaCoureStraffordCanningdeRed-
smo che non è dato descrivere con po- cl inchiesero e ottennero un firmano per

che paiole, essendo già i turchi animatis- introdurre nel mare di Marinara alcune
simi sino al furore per la guerra. Nicolò navi da guerra di loro flotte; sia per di-
I rifiutò d'accettare la nota colle modifi- fendere il sultano da'nemici interni ed e-
cazioni fatte dalla Porta, ed inutilmen- sterni, sia perchè avesse la libertà del co-
te tentarono rappresentanti delle poten-
i mando e cessasse dalle sue angoscie, sia
ze di persuadere il divano a riceverla sen- per tutelare i diritti de'connazionali mi-
za mutazioni ,
partecipandogli le ultime nacciati nelle sostanze e nelle persone, se
minacce d'un dispaccio diNesselrode. Se scoppiava una rivoluzione ch'erasi a te-
non che quanto era facile di muovere il mere. Passate le navi Dardanelli, fece- i

sultano già proclive alla pace, eziandio a ro vela per Costantinopoli e ivi si anco-
costo di qualche grave sagrifìzio, altret- rarono e fu saggio provvedimento. La
,

tanto riusciva impossibile di far rinsavi- polizia turca mostrò un'insolita energia,
re un esercito di forse 3oo, 000 soldati e ei turbolenti che tramavano un ammu-
un popolo di molti milioni richiedenti la tinamento, ne furono abbastanza infrena-
guerra con bollente fanatismo. L'immen- ti in una parola voleasi e chiedeasi mi-
:

sa maggioranza voleva che si corresse la nacciosamente la guerra contro il comu-


sorte dell'armi, e sì risolutamente che il ne nemico, ed in questa sentenza conven-
sultano ne temeva malgrado la sua auto- nero due parlili delle autorità turche,
i

crazia proverbiale, ed ormai non fu più. che prima erano divisi d'opinione, oude
capace di comandare liberamente, anche il sultano non più potè impedirla.
costernato dall'ultime vicende e per la sua A'23 settembre i853 i ministri reca-
malferma salute. Del che accortisi i fau- ronsid'Abdul Medjid per annunciargli so-
tori della guerra, e in ispecie gli ulemi in- lennemente, aver Nicolò I respinte le mo-
terpreti della legge, più. volte infesti e ar- dificazioni della Porta alla nota viennese:
roganti col trono, crebbero in baldanza il sultano contrario alle ostilità, manifestò
senza misura, eccitarono i deboli e gl'ir- il doloieche gli recava la prospettiva del-
resoluti con parole e con iscritti incendia- la guerra. Allora si avanzò Io sceìk-ul-
ri attaccati per mura, ei8 di essi giun-
le islam o gran muffi, capo della religione
sero pei fino, coll'antica impudenza, a in- maomettana e luogotenente del sultano,
vitare il sultano a cedere la sovranità ad e additando il Corano dichiarò, a nome
altri più degni (il fratello Abdul Aziz di- eziandio de' compagni ulema, che rica-
cesi bellicoso, e il principe imperiale Me- drebbe sopra il suo e loro capo il sangue
hemet Amurataveai3 anni), se fosse sta- versato in una guerra intrapresa per la
to debole ad annuire alle richieste del giustizia, per l'onore e l'integrità dell'ini-
4 ij TUR I U R
jiero ottomano e per la fede dell' Islam me già briaco di furor bellicoso per mol
inesca a repentaglio, eolie Sua Maestà pò ti e recentissimi manifesti, in unode'qua-
lea considerarsi sicura da ogni responsa- li enumerate le perdite della Giorgia, del-

bilità. Allora il sultano interrogò Reschid la Grecia, dell'Algeria, della Bevsarabia


pascià ministro degli aliali esteri, se gli e d' altre provincie , si diceva l' impero
bastava l'animo di sollosCi ivere la nota struggersi quasi neve al sole. Recato al
qual eia venula da Vienna; al clic a ven- Sultano il voto del consiglio, l'approvòcon
do rispostole ed i colleglli essere concor- Haiti -clienti da lui sottoscritto a'4 otto-
di in preferirà di lasciarsi piuttosto tron- bre, ordinandone due copie, una per in-
car la mano destra, anzi il capo, che ap- viai si al generale GorlscliakolF, l'altra pel

porti il loro nome; soggiunse il sultano, popolo turco, il quale lo vide pubblicalo
approvare la risoluzione del suo gabinet- e affisso a tutte le moschee a'5 ottobre.
to, onde si convocasse il gran consiglio S'intimò a tal principe l'8 ottobre da O-
nazionale per intenderne il parere. Qne mer pascià, con dispaccio riportato dal
sto fu adunalo a'25 e v'intervennero lut- Giornale di Buina a p. 963, di sgom-
ti i ministri, gran numero di visiri, di u brare entro i5 giorni dopo ricevutone
lenii, di capi militari e altissimi magistrali l'avviso, dalle provincie Danubiane; l'ul-

della nazione. Vi si discussero 3 punti : i.° terior permanenza aversi in conto d'usur-
Se si dovea accettar la nota viennese sen- pazione, quindi cominciarsi tosto le osti-

za commenti. 2.° Se chiedere, accettando- lità. 11 manifesto fu partecipalo a tutto il

la, alle potenze una qualche. mallevarla corpo diplomatico. Dal giorno 25 settem-
contro gli abusi che uè potrebbe far l'au- bre sul comignolo del già maggior tem-
tocrate. 3.° Se la nota viennese fosse da ri- pio di s. Sofia , ora principale moschea,
pudiare, come contraria alla dignità del cominciò a sventolare lo stendardo rosso
Irono. Fu risposto: ali. "quesito con vo di Maometto, detto Cagiarac e santo ves-
ce unanime negativamente; al i.° per le sillo, per chiamate i mussulmani alla

osservazioni d'un ulema che sovrani non i guerra. Siccome altre volle con tale ban-
sono mallevadori sicuri perchè intangibi- diera si convocava il popolo a distrugge-
3."
li, fu respinto il quesito; al 'egualmen- re indistintamente i giaur o infedeli, cioè
te si rispose con negativa. Quindi di co- i qualunque rito o setta in
cristiani di ,

mune accordo, ad eccezione di 3 votanti, tulle moschee fu dichiarato da'muez-


le

fu deciso si chiedesse al sultano la dichia- zim e dagli ulemi, che per infedeli non
razione di guerra. Il consiglio venne con- si dovea intendere in questa circostanza

vocalo per due giorni consecutivi, e la se- che soli russi. 11 governo turco ordinò
i

duta in ciascuno non durò meno di 6 ore. una nuova leva di 5o,ooo uomini, e per
1

Reschid pascià riportò vanto sopra gli al- la gran lolla alacremente dispose prepa-
tri d'eloqueulissimo dicitore e n'ebbe po- rativi formidabili d' artiglierie e d'ogni
scia infinite congratulazioni, specialmen- specie di munizioni. 1 rappresentanti del-
te per lo spirito marziale onde si mostrò le grandi potenze fecero di versi inutili leu-

ardente e dal quale era prima reputato a- lutivi per calmare alquanto l'esaspera-
heno. Decisa la guerra alla Russia, quan- zione degli animi. Accolli amorevolmen-
te volte le sue truppe non si ritirassero te dal sultano, questi ringraziò i loro so-
al di là del Prulh, il gran muftì colla sa- vrani della parte presa a suo favore, e af-
gra e irrevocabile fefta legalizzò la deli- finchè ogni litigio si componesse con o-
berazione dell'assemblea, e l' irati ossia nore della Turchia, e soggiuuse loro:» S'è
manifesto di guerra. La decisioue si spar- destino che questa città muti signore, noi
se come l'elettrica favilla tra il popolo l'abbandoneremo coli' armi alla mano,
the l'accolse con frenetico entusiasmo, co- perchè dessa è sede della uoslra religio-
T U R TUR 4i5
ne, tomba de'nostri antenati; pel culto e orientali, colle quali cou impegno e amo-
per la patria o vinceremo o morremo co- revolezza gli esortammo a ritornare nella
me si addice a valorosi soldati". Quasi a comunione di questa s. Sede, ed a strin-
crescere il malumore del russo, ne'giorui gersi ad essa fermamente: e la necessità
appunto in cui decretava*» la guerra, av- di tale unione dimostrammo con molti e
venne la morte di Germano patriarca gravissimi argomenti, i quali sono per la
greco scismatico di Costantinopoli. Costui verità incontraslabili, checche in contra-
ebbe gran parte ne'narrati scompigli; e rio abbiano osato dire io un loro scritto

poiché avea lottalo contro l'esigenze rus- (di Antimo) diversi vescovi scismatici, iu-

se, corsero malfondate voci d'avvelena- tenti avomitare contro la Sede aposto-
mento. Temendosi che l'autocrate disco- licaV antico loro veleno. Questo scritto
noscesse la nomina del successore Auti- faremo in modo che sia confutato, per ri-
uo, votala dal sinodo bizantino con tut- battere gli errori e curare la pertinacia
ta fretta e senza il consenso dello czar, il degli scismatici: intanto non tralasceremo
sultano non indugiò ad approvarla, poi- di pregare e scongiurare il Padre celeste

ché il permettere in quell' elezione una de'ìumi per la salute loro, non rispar-
qualche ingerenza dell'autocrate sarebbe miando per nulla quella cristiana cari-
stato lo stesso che concedergli quello stes- tà, ch'è paziente e benigna: dallo spirilo
so diritto, per negargli il quale erasi ve- della quale al pari eccitati i nostri prede-

nuti alla dichiarazione di guerra. Quan- cessori non solo non disapprovarono i sa-

to ad Antimo qui dirò, che avendo il Pa- gri riti che usa la Chiesa orientale, e che
pa Pio IX con lettera che ricordai nel voi. videro non opporsi affatto alla iede orto-
LUI, p.ig4 e altrove, invitatogli orien- dossa; ma giudicarono di più doversi os-
tali scismatici alla riunione culla Chiesa servare e mantenere, come raccomanda-
cattolica , e quelli che vi appartenevano ti da un'antica origine, e in non piccola
all'osservanza delle loro liturgie, l'Anti- parte stabili ti da'Padri: che anzi con prò v-
mo osò contrapporre una irriverente en- videntissime costituzioni ordinarono che
ciclica, nella quale ribadiva lo scisma, e a nessuno fosse lecito abbandonare i riti

imitando la folle temerità di Dioseoro orientali , senza averne avuta la facoltà

prelese scomunicare lo stesso sommoPon dal sommo Pontefice. Sapevano che la

lefice con tutta la Chiesa latina. Quindi sposa immacolata di Cristo si contraddi-
il Papa Pio IX con l'allocuzione In Apo- stingue per quella meravigliosa varietà,
slolìcae Scdis. pronunziata nel coueislo che non lede la unità, che la Chiesa di

io de* 19 dicembre 1 853, e riportata nel Cristo cioè ciiconscrilta da nessun con-
n.°296 del Giornale di Roma, colla qua- fine di paese, abbraccia tutti i popoli, tut-

le aununziò d'aver effettuato lo stabilito te le nazioni e le genti, che concordano


da GregorioXVI perla nazione de'valae- nell'unità della fede, quantunque diver-

chi, di rito greco cattolico, che abitano se per costumi, per lingua, e pe'rili ap-
la Transilvanici-, mediante la nuova prò- provati dalla Chiesa Romana, madre e
\ incia ecclesiastica di Fogaras,che descris- maestra di tutte". La volontà di Pio I X.

si nel ricordalo articolo, celebrandole pa- fu eseguita col dotto libro: Confutazio-
terne e incessanti cure de' predecessori ne d /intimo patriarca scismatico Co-
per la Chiesa orientale, soggiunse.» E uoi stanti'nopoli 7<7./?o, Roma
i854, tipogra-
emulando questi esempi illustri di pater- fìa della Civiltà cattolica. Questa ne die
a
na sollecitudine, fin dall'anno 2.°del no- egregiamente contezza nella 2. serie, t.
stro pontificato (cioè dopo l'invio dell'am- 6, p. 4^2. Avendo Antimo nella sua ir-

basciatore pontifìcio a Costantinopoli) riverente enciclica preteso far due cose:


mandammo lettere apostoliche a tintigli l'ima di scagliare una sentenza d'anale-
4i6 TUR TUR
ma contro il Vicario di Cristo e la Chie- deva, rispondendo a' i o col rifiuto; laon*
sa latina; l'altra di ribattere ciò che Pio de procedendo i russi, secondo l'uso, al-
IXavea detto nella sua lettera agli orien- la benedizione delle bandiere e dell'eser-
tali per indurli a ritornar nel seno della cito, partirono i singoli al posto loro de-
\era Chiesa di Cristo. Ora l'autore del- stinalo, pronti alla difesa e fermi di non
la confutazione stabilisce di dimostrare attaccar il nemico, ad orila che nelle mi-
che Antimo, come facilmente interviene lizie russe faceva strage il cholera e le feb-
a chi difende una mala causa, è riuscito bri tifoidee. Dalla risposta russa, tenuta
colla sua enciclica ad un termine tutto op- per certa la guerra, si festeggiò nel cam-
posto a quello verso cui voleva cammi- po turco e quartiere generale di Chouin -
nare; imperocché egli ha invece fulmina- la o Sciumla con indicibile allegrezza. O-
to l'anatema contro se stesso e il suo sci- mer pascià, convocate le milizie, fece giu-
sma, ed in cambio di atterrare ha confer- rare sulle bandiere obbedienza e fedeltà
mato anzi tullociò che il Pontefice Pio all'imperatore Abdul Mecljid, cosa inso-
IX diceva nella sua lettera. In tal modo lita nell'esercito mussulmano^ e fece cor-
l'enciclica d' Antimo viene a confutarsi rere pel campo un'arringa militare che
per se medesima. E perchè il laico Gior- destò in lutti accrescimento d'ardore per
gio Marcorau , ardito greco separato di impugnar l'armi. Gli ambasciatori fran-
Corfù, poco versato nelle scienze sagre, cese e inglese chiesero e ottennero dal
con infelice successo volle dettare viru- sultano a' i o ottobre, di far entrare le lo-

lenti osservazionicon Fopuscolelto: So- ro flotte comandate da Hamelin e Duu-


pra alcuni passi deW Allocuzione di Pio das, nel mar di Mannara a difesa della
IX, ec. Osservazioni di G* Marcoran, Turchia, con moltissimo piacere de'tur-
Corfù 854 C0S1 a Civiltà cattolica le
1 1 l chi. Questi fecero il i.°movimeuto in a-
confutò sapientemente, in uno alle sue \anti, prendendo a' 7 ottobre l'isola po-
i

calunnie madornali, consigliandolo a più sta fra Viddiuoe Kalafat. A'23 due bat-
maturità di giudizio e di buona fede, per tellia vapore e 8 scialuppe cannonieredei
nou iscrivere così all'avventala cose lau- russi sforzarono il passo del Danubio, re-
to contrarie non pure all'ortodossia dei sistendo al vivissimo fuoco della fortezza
dogmi, ma all'evidenza stessa de'falti. Il turca d'isaktcha o Jassaktchi sulla riva
patriarca Antimo nella riprovata encicli- destra del fiume fra Reni e Ismail; il trat-
ca conferma senza volerlo che i principii tato d'Adrianopoli vietava a'russi di mon-
protestanti sono ora l'unica regola della tare il Danubio con navi guerresche ol-
chiesa greca scismatica. 1 n fatti egli riget- tre la foce del Pruth. A'27 turchi en- i

ta ogni autorità vivente della Chiesa e si trali nella piccola Valacchia presero Ka-
rimette alla sola Bibbia e a'Canoui anti- lafat. Questi furono gì' inizi delle ostilità
chi interpretati dal privato senso de'fe* per cominciare la disastrosa e memoran-
deli per definire le controversie in mate- da guerra , della quale nell' angustie di
ria di fede. Questo è il principio prote- queste pagine appena con fugaci cenni mi
slantico nella sua schietta semplicità. Al- limiterò a ricordarne le fasi e le azioni più
tri indizi di protestantesimo nel patriar- principali notissime, come di volo ram-
ca scismatico si ponno vedere nell' enco- menterò alcuna delle continue conferen-
miata Confutazione. Arrivato uel campo ze diplomatiche per conservare la paceal
russo il messaggio turco apportatore del inondo con estinguere il vasto acceso in-
riferito dilemma, o sgombero odostililà, cendio, eil prudente contegno dell'Austria

il general Gortschakofflo accolse ini per- poderosamente armata, la quale seppe


turbato, nel quartiere generale di Buka- conservare libertà d'azione a grande e pa-
rest, e come chi da parecchi mesi lattea- cifico impero necessaria. Mentre da non
TUR TUR 4i 7
pochi si credeva la Turchia in sul finir di stato delle cose. Imperocché recandosi
sua carriera, essa invece die lì no da tali una divisione navaledella flotta turca, ca-

principi] mauifesti segni di energica e va- pitanata da' vice-ammiragli Osinan pascià
lorosa vitalità, incoraggiata dalla simpa- e Hussein pascià, con soldatesche e dena-
tia delledue potenze d'occidente, le più ri in soccorso dell'esercito di Battimi, si

potenti in mare. Sebbene il guanto fosse ricoverò temporaneamente nella rada di


gitlato e venisse raccolto, non per que- Si/iojjc, senza usar precauzioni, special-
sto cessarono i
4 ambasciatori residenti a mente a lasciar libero il trarre alla bat-
Costantinopoli) d' adoprarsi per la pace, teria di terra. Comparve due giorni do-
ma inutilmente. Ili.°di novembre Nico- po la squadra russa comandata dal vice-
lò pubblicò un terrìbile manifesto di
I ammiraglio Nakhimoffe le intimò la re-
guerra, nel quale chiama bugiarde accu- sa a'3o novembre 853. La lotta fu mi- 1

se verso la Russia, quelle contenute nel- cidiale e spaventosissima, avendo russi i

la sfida di guerra dell' ostinato governo distrutta la divisione turca, con que'par-
ottomano, rimproverandolo d'aver assol- ticolari che narrai al ricordato articolo.

dato nelle sue file i ribelli d'ogni paese, Osman cadde prigione, Hussein perì nel-
e d'aver pel r ."cominciate l'ostilità sulDa- l'onde, Aly bey volle saltar in aria col suo
nubiò» Combattere per costringere la Por- vascello, non volendo sopravvivere a tan-
ta ad osservare trattati, a far ammen-
i ta sventura. Non è a dire la costernazio-
da dell'ingiurie colle quali rispose alle sue ne di Costantinopoli per sì desolante ca-
moderate inchieste, e alla sua legittima tastrofe; il sultano pianse, i cittadini ne
sollecitudine per la tutela della fede or^- fecero disperate lagnanze, e gli ulemi mi-
todossa in oriente; invocando Dio alla be- nacciarono di vendetta i cristiani, perchè
nedizione di sue armi, impugnate per cau- le due flotte francese e inglese stavano
sa santa e giusta. Indi e secondo l'usanza ancorate nel Bosforo senza recare soccor-
fece leggere la dichiarazione di guerra in so. Dipoi Nakhimoff morì di ferite pe'com-
tutte le chiese dell'impero. I rappresen- battimenti di Sebastopoli. Nel cominciar
tanti di Francia , Inghilterra, Austria e l'anno 1 854 Inciviltà Cattolica compen-
Prussia a'9 dicembre firmarono in Vien- diò l'esito de'primi 3 mesi ottenuto d'am-
na un protocollo, nel doppio scopo di bo i guerreggianti. Principiò la Turchia
pacificar fra loro la Russia e la Porla ad con prospero evento, sì in Europa e sì in
onorevoli condizioni, e serbare intero il Asia; indietreggiò poi trovandosi nell'an-
territorio dell'ultima, la cui indipenden- terior condizione, solo occupante una por-
za, ne'limili conclusi ne'trattati, è coudi- zioncella della piccola Valacchia , e col-
zione essenziale dell'equilibrio d'Europa; l'immenso disastro per la perdita di buo-
avendo Nicolò I protestato non aspirare na parte del suo naviglio. Rotto il quale,
ad ingrandimento a danno dell'autono- restò il russo di fatto dominatore dell' Eu-
mia turca. La corrispondente nota per le sino, e sotto quest'aspetto non solo la Tur-
negoziazioni da intavolarsi, diretta dal- chia, ma tutte le potenze straniere che a-
l'ambasciatore inglese alla Porta, si legge veano interesse a difendere il mar Nero
a p. 29 del Giornale di Roma del 1 854« sentirono i colpi dellostrepitoso bombar-
E siccome nell'esordire la lotta d'oriente, damento di Sinope. Il perchè venne or-
siridestarono le società segrete, ad estin- dinato alle navi anglo-francesi, composte
guerne le prime fa ville, perchè non erom- di circa 60 legni, di recarsi in guardia dei
pano in incendio inestinguibile, le poten- porti turchi , ed a' 3 gennaio entrarono
ze presero unite opportune misure. Però nelPEusino, grave passo equivalente a di-
intanto in oriente accadevano inopinati chiarazione di guerra. Sgomentato il sul-
avvenimenti, capaci di mutar affatto io tano, sembrò inclinare pienamente alla
VOL. LXXXI. 27
(,8 TUR TUR
rigettata pmposta delle 4 potenze, r fi- mancò che non si facesse tumulto. L'in-
nire una lolla suo malgrado cominciata. gresso delle flotte nelP Eusino f
avendo
Ma appena riusi conobbe, i softas univer- mosso Nicolò a domandai e con note di-
1

sitari o giovani studenti nelle moschee, plomata he spiegazioni alle alleate Fran-
andarono sulle furie e fu giorno di spa- cia ed Inghilterra, ne fu conseguenza la

vento per pubblica quiete: vinti dalla


la celebre e grave lettera che gli scrisse INa-

forza, un 4oo de'rivoltosi furono esiliati poleone III a'29 gennaio, riprodotta a p.

a Candia e Creta. Cos'i la questione d'o- 173 del Giornale di Roma. Ricapitola-
riente gigaiileggiò fuor di misura, e si rin- ta la storia de'fattiche inasprirono la que-
novò gran problema: l'Asia sarà ella in-
il stione e cominciarono la guerra, l'itupe-
glese o russa? Sempre cercando russi di i ratore de' francesi dichiarò sembrargli giu-
accostarsi »\Y fndie orienta li (/ .), gl'in- sta la causa della Turchia , che avendo
glesi sono lutti intenti a tenerveli lontani domandato il suo aiuto, con l'Inghilter-
per conservarsi queir immenso impero : ra fece gettar l'ancora alle flotte nel Bo-
ciascuno incessantemente procura gua- sforo, atteggiandoti a protettori passivi, e
dagnarsi il favore della Persia, che in que- consiglieri dimoderazione e di pace. A.
sta guerra tenne condotta ambigua e ar- malgrado della vicinanza di tale naviglio
mata. Non lungi da Calafat, nella piccola delle due prime potenze marittime, noi»
Valacchia, avvennero nelle vicinanze del potendo esse tollerare che la Turchia fos-
villaggio di Cselate, perciò divenuto fa- se guerreggiata per mare, il doloroso av-
moso, parecchi scontri terribili tra russi e venimento della battaglia di Sinope scon-
turchi, con grave perdita d'ambedue le fisse il loro onore militare, e rimbombò
parti, continuando la lotta più che mai nel cuore di quanti francesi e inglesi sen-
accanila. E ciò ad onta de'rigori dell'in- tono la dignità nazionale; perciò furono
verno, tra burrasche di mare e nevi, ghiac- spedite le flotte nell'Eusino ad impedire
ci e pantani di terra: Calafat divenne la somigliante disastro, e tutto per facilitare
Troia della presente contesa, i combattenti lapace. Ormai fatti dover condurre o i

ciascuno magnificando la propria vitto- ad accordo definitivo o a decisa rottura;


ria. Pare che il guasto più terribile sia toc- se desiderare la pace, com'egli la brama-
cato a'russi. sebbene iturchi ne rimase- va, segnasse tosto un armistizio e abban-
ro assai danneggiati. Ne' primi mesi della donasse i principati Danubiani, come le

guerra i cristiani della Turchia furono la- flotte alleate il mar Nero, onde negozia»
sciati respirare, e sembrò spegnersi a po- re un concordato colla Turchia, da sotto-
co a poco gli antichi odii della superstizio- porsi al consiglio delle 4 potenze, per ri-

ne mussulmana conti odi essi; ma dipoi i stabilirla pace e soddisfare il mondo, sen-
cristiani tornarono a patir angustie nelle za che nulla potesse ledere il suo onore.
Provincie e nella slessa capitale. A Da- »Che se poi, per qualche motivo diffici-

masco insorsero furibondi a loro danno le a comprendere, Ella vi si opponesse,


anche ebrei, gridando sterminio agl'in-
gli la Francia e l'Inghilterra sarebbero co-

fedeli. Se il governo avesse patito un ro- strette ad abbandonare alla sorte dell'ar-
vescio, da divenir impotente a reprimere mi e alle vicende della guerra un litigio
sì rabbiose vessazioni, era a temersi una che or potrebbesi decidere dalla ragione
sanguinosa rivolta di turchi contro i cri- e dalla giustizia". Fatalmente il senno di
stiani. Frattanto con sorpresa e malumo- Nicolò I disdegnò le lodevoli condizioni
re de' costantinopolitani , ignorandone il offertegli da Napoleone III. Gli ambascia-
ragionevole motivo, le flotte rientrarono tori russi abbandonarono Parigi e Lon-
nella baia di Beicos, tra la generale inde- dra, l'inglese e il francese Pietroburgo. La
gnazione per le deluse speranze e poco, Svezia e la Danimarca adottarono la più
TUR TUR 419
stretta neutralità annata. Tn Costantino- della civiltà ". Indi l'ardor di guerra non
poli l'avvenimento più importante fu la si appigliò così veemente in Francia come
remo/ione del seraschiere e capitano ge- in Inghilterra,sebbene ogni cosa alacre-
le milizie ottomane,
neralissimo di tutte mente anch'ivi si apprestò per accorrere
Mehcmet Ali, egoista che pretendeva do- in aiuto del mussulmano. A capo supre-
verla Turchia unicamente confidare sul- mo del suo esercito l'Inghilterra nominò
le sue forze, disgustando gli alleati e re- lord Raglan feld-inaresciallo. L'Austria
spingendo i cousigli pacifici delle potenze, inviando a 'confini valacchi un considera-
riuscendo di grave ostacolo alle delibera- bilecorpo di milizie, a tutela del suo im-
zioni del divano: gli fu sostituito Riza pa- pero, avea prima assicurato il sultano,
sci;» popolare e all'esercito carissimo. In dichiarando che se 1* intervento armato
cjueslo tempo il Papa Pio lXemanò l'en- divenisse necessarioal mantenimento del-
ciclica Iirt&r grtìvissimàs t 4\ttl\à all'epi- l' odierno territorio strettamente legale
scopato e a' fedeli dell' Armenia cattoli- dell' impero ottomano, essa nou ricuse-
ca della provincia di Costantinopoli, on- rebbe di pigliarvi parte. La Russia si pre-
de por termine a parecchie controversie parò sempre più alla tinta e formidabile
levatesi tra'cattolici. Se ne legge un sun- tenzone, producendo tutti i giganteschi
a
to nella Civiltà Cattolica, 2. serie,». 5, mezzi più opportuni di cui può abbon-
p. 687. La risposta di Nicolò I, de'9 feb- dantemente disporre, per possibilmente
braio e riportala dal n.°58 del Giorna- uscirne vittoriosa. Non solo al materiale,
le di Roma, non lasciando più veruna pro- ma si ebbe cura anche al morale, il quale
babilità di pacifico aggiustamento, non spesse volte è più elKcace, sia colle pre-
più efficaci le pratiche della diplomazia, ghiere ordinate ne'principati Danubiani,
e dovendo la spada recidere l'indissolu- sia con pastorali allocuzioni dell' episco-
bile nodo della questione d'oriente, Na- pato, all'esercito, nelle quali si diceva, ri-

poleone III nella sessione legislativa dei cordarsi di combattere pel piissimo dei
1 marzo, ragionando sulla stessa questio- czar, per la cara patria, per la cristiani-
ne d'oriente, dichiarò che dopo gli sfor- tà, contro gli oppressori di popoli che
zi fatti mantenimento della pace e per
pel hanno comune con noi la stirpe e la reli-
evitare una lotta, si trovava costretta la gione, contro i profanatori de* Luoghi
Francia a trai* fuori la spada per resiste- Santi* Nuovo periodo dell'infaustissima
re a straniere usurpazioni; però non aver lotta fu l'insurrezione della Grecia turca,
voglia d'iugrandimeuto, essendoli tempo cioè degli albanesi, epiroti, macedoni e
delle conquiste passato. « Non ci si venga altri, de'quali corsero molti dal regno di
dunque più a dire: che cosa andate voi a Grecia, forse colla mira di ristabilir l'an-
Fare a Costantinopoli? Vi andiamo insie- tico impero bizantino, cacciandone il tur-
me coll'Inghilterra che difenile la causa co, benché non si mancò d'attribuirla al-
del sultano, e per proteggere nello stes- l'oro e alle promesse russe. Mentre buo-
so tempo i diritti de'ci istiani: vi andiamo na parte d'Europa si preparava alia guer-
per difender la libertà de' mari e la no- ra e fervevano al lavoro le più famose fu-
stra giusta influenza nel Mediterraneo ; cine e i precipui arsenali elei mondo, in
vi andiamo colla Germania per aiutarla Costantinopoli era vi quiete e si pensava a
è conservare il grado da cui sembra si vo- pubbliche letizie. Il sultano fece celebra re
glia farla discendere, e .per assicurare le il matrimonio della sua primogenita Fa-
sue frontiere contro la preponderanza di timè sultana con Ali Ghalib pascià, 3.°d^i
un vicino troppo potente. Andiamo fi- figli di Reschid pascià, e promise e fidan-

nalmente con tutti quelli che vogliono il zò tre altre sue minori figlie, cioè la sul-
trionfo del buon diritto, della giustizia e tana Refigè a Eth.em pascià figlio di Me-
4^o TUR TUR
hrmet suo cognato e già ministro del*
Ali /ionia, e si riferiscono a' tribunali misti,
Ja guerra, la sultana Djemilèa iMahmud- all'ordinamento dell' imposte e alla sop-
Gelal-Eddin pascià figlio ili Ah mei IV pressione dell' Jlaradscli, ossia testatico,
Ibi pascià suo cognato gran maestro del- il quale considera vasi per l'addietro co-
l'artiglieria, e la sultana Alunne ad liba- me un riscatto de' rafà o cristiani e altri

mi pascià d'Abbas viceré d'Egitto,


figlio non mussulmani, dal servigio militare.
e ciò per ricompensare ne' figli servigi i Tanta liberalità d' Abdtll Medjid in fa-
prestati da'loro genitori al trono e all'im- vore de'crisliani per l'eguaglianza de'di-
pero. Nel t. 6, p. 2 16 della 2." serie la ( 7- ritti civili, produsse mal umore nel vec-
viltà Cattolica riprodusse i famosi docu- chio partito di Costantinopoli. Le nuove
menti confidenziali russo-inglesi, pubbli- provvidenze aprono uu era novella al

cati in Inghilterra, da'quali rilevasi come cristianesimo di Turchia, quindi non più
Nicolò I tentò disunir questa fin da quan- necessario il protettorato russo pe' suoi
do contrasse l'alleanza di Francia, per di- scismatici. Opponendosi il gran mufù al-
vidersi la cadente Turchia, senza recarlo l'eguaglianza de'sudditi che doveasi pro-
a cognizione dell'altre potenze, cedendo clamare, riferisce il Giornale di Roina>
il russo agl'inglesi l'Egitto, Candia ec. 1 a p. 339, che il sultano lo destituì que- :

Finalmente a'27 marzo la Francia e l'In- sta deposizione del capo della religione
ghilterra dichiararono guerra alla Rus- fece gran sensazione tra' mussulmani, i

sia, per prestare assistenza attiva al sul- quali non potevano conoscere il vero mo-
tano loro alleato, a vendo già tra loro con- tivo per cui il muffì era sì inaspettata-
venuto per ristabilir la pace tra la Russia mente caduto in disgrazia presso il so-
e la Porta, per sgombrare interamente il vrano. A'2 marzo gli successe ArifefFen-
1

territorio turco, e per impedire il rinno- di. Indi fu emanato il firmano per l'am-

vamento di simili complicazioni: promi- missione de'crisliani a deporre in giudizio


sero di non trattar colla Russia se non in sopra un piede di eguaglianza co' mus-
comune, rinunziando ad ogni utilità spe- sulmani in tulio l'impero; grande allo
ciale che loro potesse derivare dagli even- di giustizia sempre finora rifiutato. Già
ti, e dichiarando di ricevere con piacere a'2 3 marzo il general Gorlschakoff spic-
nella loro lega le altre potenze che vo- candosi da Ibraila, con una forte spedi-
lessero entrarvi. La Turchia, la Francia zione di navi prolette da alcuni cannoni
e T Inghilterra a' 12 marzo e a' io aprile che avea posto in un'isola, varcò in fine
stipularono un concordato di confedera- il fiume Danubio e die l'attacco alle bat-
zione, col quale le due potenze occiden- terie turche, le quali gli risposero dispe-

tali promisero al sultano d'aiutarlo gra- ratamente; mentre da'suoi russi si ope-
tuitamente fino al termine della guerra, rava il passaggio, fece altrettanto col suo
e dopo di essa di sgombrare colle loro corpo il general Luders di fronte a Galatz
truppe dalle terre ottomane. La Turchia senza ostacoli. Così passando ilDa- i russi

die autorità alle due potenze di dirigere nubioaMalschin, IsaklchaeTulcha, com-


le loro forze su tutti i punti dell'impero battendosi da amba le parti valorosamen-
ottomano, si obbligò di non far la pace te, posero il piede nella Bulgaria e nella

col russo senza il consenso de'due alleati, paludosa Dobruscka. La rivoluzione viep-
ed a concedere a tutti i suoi sudditi di più si estese nel regno di Grecia, per u-
qualsiasi religione piena eguaglianza di- uirsi a' connazionali insorti, per cui gli

nanzi alla legge e capacità a tutti gl'im- ambasciatori francese e inglese fecero al

pieghi dello stato. Al nuovo patto furono gabinetto d' Atene le più solenni rimo-
aggiunti diversi protocolli assai/>pporlu- stranze e minacce, ed alcuni de'loro legni
ni, che riporta il n.° 70 Ad Giornale di incrociarono in tutte le direzioni del mar
tu r TUR 421
Ellenico, mostrandosi a tulli i polli. Tra e a' fianchi d* un alleato anglicano. Nel
la Porta e la Grecia aperta divenne la voi. LXXVII, p. 5j e 58, celebrando il

scissura, ei loro rappresentanti partirono, trionfante spirito religioso che regna nel-
onde il sultano cacciò i greci regnicoli e Francia (ed ulteriormente
la floridissima

nativi da Costantinopoli, tranne certa clas- anche a Uffizio divino), feci pure eco di
se di persone, massime tulli greci cat- i ammirazione a quello dell'armata che e-
r
tolici, per le premure di mg. Hillerau voicamente combattè la guerra d'oriente,
vicario apostolico e provicario patriarcale che vado accennando brevemente. 1 buo-
palatini di Costantinopoli, e degli amba- ni esempi delle truppe francesi, lo zelo
sciatori di Francia e d' Inghilterra. In- de'cappellani militari e dell'eroiche suo-
sorta questione col ministero, fu risoluto re della Carità, operarono parecchie con-
che mediante alcune condizioni, restas- versioni al cattolicismotra'proteUanti in-
sero nella città oltre i greci cattolici, an- glesi. Le particolari notizie sulla religio-
che gli scismatici. I greci latini egli scisma- ne di cui fece bella mostra il prode eser-
tici lodarono immensamente lo zelo del cito francese in Crimea, e sull'incredulità
vicario apostolico e la fermezza dell'ani* che regnava neh' inglese, si leggono nelle
fasciatore straordinario francese Bara- commoventi lettere pubblicale dal Pre-
guay d'Hilliers. Il principe Danilo eccitò i di historiques, savio e cattolico periodi-
montenegrini alla guerra contro la Tur- co di Brusselles. Mentre in Costantinopoli
chia, indi insorseanche l'Erzegovina. L'O- erasi in qualche seria apprensione sull'av-
landa si dichiarò neutrale; il Belgio mo- vicinamento de' russi, i quali vi tendeva-
strò s'uiì patia alla Russia; le potenze Ger- no di buon passo, finalmente ivi e a Gal-
maniche ammisero l'inviolabile integrità lipoli giunsero e sbarcarono i desiderati
della Turchia, lo sgombro de'priucipati inglesi e francesi, oltre gli egiziani. Noti
e il ritorno delle cose allo stato di prima; solo la Civiltà Cattolica andò descriven-
1' America si dichiarò interamente neu- do cronologicamente la guerra d'oriente,
trale;1' Austria temporeggiò dal dichia- ma quella pure de'fogli officiali, massime
rarsi,vedendo la Prussia, sempre gelosa delle parti belligeranti, che guerreggiaro-
del suo primeggiare, tentennante e pro- no con non minore accanimento median-
pensa più alla Russia che all' occidente, te articoli e dichiarazioni. Eletto coman-
essendo il re cognato di Nicolò I. Molti ve- dante supremo di tutte le truppe russe
scovi di Francia e 1' arcivescovo ordina- sul Danubio il vecchio principe Paske-
rono pubbliche preghiere per la vittoria witch, fece evacuar la piccola Valacchia,
dell'anni unite, per l'onore della patria, la poiché cambiando i piani politici e stra-
quiete d'Europa e l'incremento della cat- tegici, volle concentrarle forze tra Rust-
tolica religione. Anche la regina d'Inghil- sciuk e Silistria. OlFesi gli ammiragli an-
terra Vittoria stabili il 26 aprile per gior- glo-francese pel trattamento fatto da O-
no di pubblica umiliazione e di preghiere dessa a un vapore parlamentario, a' 22
per tutto il regno. Napoleone III rinnovò i aprile la fecero bombardare per 12 ore,
cappellani dell'armala navale, oltre quelli che molto la danneggiò. Avendo l'Inghil-
dell' esercito il cui comando si ailidò al terra inviato altra flotta nel Baltico, co-
general Saint-Arnaud maresciallo diFrau- mandata da Carlo Napier, recò gravi dan-
eia; ed alle navi capitane delle flotte del ni al commercio russo, e recatosi dal re

marcerò e del Baltico mandò un bei qua- di Svezia Oscar gli svedesi l'accolsero con

dro della B. Vergine, perchè si ponesse arande entusiasmo. Una divisione di va-
o
sotto la sua valida prolezione. Se ne fece pori inglesi capitanata dal contrammira-
l'inaugurazione con di voti e edificanti fe- glio E. Lyons si recò nel mar Nero a di-

steggiamenti, sui lidi luterani e scismatici, struggere sul' lido della Crimea, e della
4?2 TU R TU R
Circassia gli stabilimenti e le navi i us>c, dite venivano respinti dal valore de'tur-
e ad aprire inoltre comunicazione co'cir- chi e dall' intrepido comandante Mussa
cassi, e specialmente col famoso loro capo pascià. Per una contusione ricevuta da
Sciamvl acerrimo nemico de* russi. Così Paskewitch in un fianco si ritirò a Jassy ;
mentre i russi eccitavano i greci contro il accorrendo al comando dell'assedio anche
sultano, l'occidente trovò ne' circassi un il granduca Costantino figlio bellicoso di

nuovo e potente alleato, i quali occupa- Nicolò e capo della marina imperiale. A'
I

rono la costa da Battum ad Anapa ab- 18 maggio il maresciallo francese Saint-


bandonata da'russi.Nel mar Baltico rus- i Arnaud, lord Raglan, co* ministri della
si fecero terribili preparativi e fortifica- guerra e della marina Riza eMehemet, in
zioni, le flotte a nglo francese presero po- uno al contrammiraglio Roxer,da Costan-
catturarono legni mercantili, e
sizioni e i tinopoli si recarono aVarna (poi divenuta
Napier bombardò le batterie della for- quartiere generale de'comandanti inglesi
tezza di Gustafswern. Ma mentre gli al- efrancese,e stazione principale della guer
leali andavano in caccia delle flotte rat- ra del mar Nero), per un convegno con
te, queste ebbero ordine d' evitare uuo Omer pascià generalissimo de' turchi: vi
scontro ne'due mari, restringendosi a di si trovarono pure gli ammiragli IJame-
fendere i porli militari sotto le batterie di liu francese e Dundas inglese. Stabilirono
ti ira, avendo i russi sempre gelosa cura d'assalire i russi in ogni punto del mar
di conservare i loro legni. I russi intanto Neroe sul Danubio nel medesimo tempo,
sulla riva del Danubio continuavano ad concertando il piaoQ di guerra. Incolpa-
esser superiori di molto; le loro forze e to il governo greco, con promesse d' iu-
quelle inferiori d'Omer pascià sono enu- grandimento con provineie turche, d'es-
merate nel n,° 1 08 del Giorna le di Roma. sersi fatto l'ausiliario stipendialo di Ni-

Il 1.*maggio giunse in Costantinopoli il colò 1 ; ed essendosi chiuse le camere in


principe Napoleone cugino dell' impera- Atene e domata l'insurrezione de' greci
tore, comandante la riserva de' fraucesi, sudditi della Porta, gl'interessi politici e
in mezzo alle salve dell' artiglierie tur- militari degli alleali richiesero che laG re-
che, e poco dopo si recò a render omaggio eia fosse da loro occupata, per so tirarla
al sultano, il quale lo ricevè con istraor- dall'influenza russa e possibilmente sal-
dinaria benevolenza. Questo fu un trat- varla dalla sua rovina. Ottone I dovè
to di speciale distinzione, poiché (inora sottoscrivere alle domande fattegli dal-
nessun principe e benché ereditario avea l'Inghilterra e dalla Francia, e di osser-
potuto vedere il sultano nel giorno me- vare stretta neutralità, dopo aver colle
desimo del suo arrivo; onore che fu ne- loro armi enelluata l'occupazione del re-
gato al granduca Michele figlio di Nico- gno. Segui fin da'20 aprile l'alleanza of-
lò 1, alcuni anni addietro. A'7 maggio poi fensiva e difensiva dell'Austria e della
il sultano si degnò in persona di render Prussia, per tutto il tempo che durasse
visita al principe francese, cosa inaudita la guerra d'oriente, guarentendosi i loro
fin qui nell'impero turco. Intanto la for- stati eterrilorii, tedeschi e non tedeschi,
tezza di Si 1 ist iia in Bulgaria, che i russi e obbligandosi a proteggere i diritti e gli

aveano espugnato a'3o giugno Sagdopo 1 interessi della Germania, non che di coo-
33 giorni d'assedio, ora volendosene im- perare al ristabilimento della pace. Inol-
padronì re ad ogni co^lo con un escici lo tre convennero di non procedere ad azio-
di circa (jo,ooo uomini, con ripetuti fieri ni otfensi ve contro la Russia, se non nel

assalti e bombardamenti terribili, strin- caso dell'incorporazione de'priucipali, o


gendola d'assedio per terra e per aequa di un attacco o d'un passaggio delia linea
il Paskevr iteli e il Luders, con gravi per- de'Balkaui. Questo trattato strinse vieui-
TUR TUR 4^3
meglio l'unione delle potenze occidenta- dalla Sublime Porta una lettera enciclica
li. A' 29 inaggio ebbe luogo il cambia- da pubblicarsi alla sua nazione, a' suoi
mento del ministero turco: al gran visir metropoliti e vescovi. In essa si dichiarò
Mustafà successe Mehemet KJpreslì pa- esser la chiesa greca di Costantinopoli di-
scià, già ministro della marina, a cui fu versa da quella de'russi in molti riti e an-
sostituito Ilalil pascià eh' era ministro co in qualche dogma, senza parlare del
senza portafoglio. 11 1.° giugno recatosi il governo ecclesiastico, adduceudosi d'ogni
sultano a veder l'accampamento inglese, cosa le prove e fatti. Il patriarca sapen-
i

nel partire l'ambasciatore gli presela ma- do che vi avea contribuito alla compda-
no e aiutò a scender nel battello. Di chi zione 1' ambasciatore inglese, non volle
un sofia, non potendo ralfrenar la colle- pubblicarla e rinunziò la dignità a Re-
la, mise a gridare a tutta possa, dicendo
si schid, il quale non accettò e lo esorlò a
esser stata profanata la persona del suc- ubbidire al sultano, che volea così sot-
cessore di Maometto pel tocco d'un cri- trarre la chiesa greca dalle pretensioni
stiano ! Dopoché sul Danubio si agglo- russe. Tuttavolta il patriarca si ostinò nel
merò impotente esercito auglo francese, rifiuto, e de' 1 2 metropolitani del suo si-
l'Austria comineiò a minacciar la Russia nodo u'mno volle succedergli e pubblicar
insistendo sullo sgombero de' princi- la circolare.Questo altare non ebbe con-
pati, per non voler tollerare sommos- seguenze e restò sopito. Nel giugno, per
se a' suoi confini, e per essere liberata hulisposizione di salute di Reschid pa-
dalle penose conseguenze che il rifiuto scià, il sultano affidò per interini gli alfa-

farebbe pesare sopra suoi alleati ger-


i ri esteri a Chekib pascià ch'era presiden-
manici, x\nche la Prussia impose tal com quello che si recò
te del consiglio di stato,

dizione a'rtissi per noti dichiarar loro la in Roma complimentare il Papa Pio
a

guerra. Gli altri governi tedeschi della IX. Nella provincia di Rais nell'Arme-
confederazione Germanica colle discus- nia Maggiore ebbe luogo un rilevante fat-
sioni di Bamberga e di Fraucfort si mo- to d'armi col vantaggio de'russi, i quali
strarono irresoluti sul partito da pren- sconfìssero la truppa irregolare turca dei
dere e temporeggianti, propensi alla più bascibozueh, soldati di ventura come gli
stretta neutralità tinche le loro terre non italiani del medio evo, che profittando
venissero invase. E ciò non senza ragio- dell'occasione spogliavano e scannavano
ne, perchè i! Ger-
mettersi in campo della icristiani de' luoghi remoti da Costanti-

mania equivaleva ad una guerra gene- nopoli. Le flotte alleate ridussero in ce-

rale fra tutte le maggioii potenze d'Eu- nere il porto d'Odessa, indi riparato proli
ropa, aila rottura degli antichi trattati lamenti 1

; inutilmente sfidarono la squa-


che regolano i loro reciproci diritti, alla dra russa a uscir da quello di Sebastopoli,
creazione d'un nuovo giure intemazio- porto assai forte, magnifico e importante,
nale e ad uno spartiuieulo de' popoli di- giacente formidabilmente nella punta me-
verso dal presente! Soltanto aV^^o'' ridionale della Criaiea,che sporge sul mar
la dieta acconsenti finalmente al trattato Nero, come posto avanzalo presso il capo
austro-prussiano e all'articolo addiziona- Chersoueso. Di più catturarono i basti-
le, tranne i due granduchi di Meklem- menti mercantili russi iti mare o iu rade
burgo, che poi apertamente si mostraro- aperte, rovmarouo i 5 forti eretti sul li-
1

no molto favorevoli alla Russia. Per to- torale di Circassia abbandonati da'russi,
gliere all' autocrate russo il pretesto di oltre altri e anche di Giorgia, cacciando
voler proteggere la da lui denominata la loro bandiera dal marNero che preten-
fede ortodossa della chiesa greca, fu pre- devano signoreggiare, restando così sco-

sentata ad Antimo patriarca scismatico perto il fianco dell'esci cito russo in Asia.
;
i4 tu r T U R
i\è anche la flotta di Cronstadt volle ti- col prelesto di molivi strategici, comin-r
*,cùe, alla vista di quelle di Napier e dei ciarono a ritirarsi da'principati Danubia^
francesi, pei* cui si osservò clic senza im- ni,immediatamente occupali nell'agosto
mensi sforzi la Russia non poteva lunga- prima da' turchi e poi dall' Austria, in
mente lottare colPEuropa, sebbene essa conseguenza delle sue rimostranze e dei
più volle dichiarò che avrebbe resistito precedenti accordi colla Porta, e di que-
fino all'ultimo uomo e (ino all'ultimo sta ne ristabilì l'autorità, nominando ca-
rublo. Di latto può dire che quasi tut-
si pitano generale delle truppe d' occupa-
ta la Russia divenne un campo di esercizi zione il luogotenente feld- maresciallo con*
e movimenti militari, tra l'entusiasmo le Gio. Coronini con residenza a Bukarest,
delle truppe e la fedeltà de'popoli. Anche la quale per aver festeggiato i turchi e O-
essa ricevè copiosissime offerte dalla no- mer pascià nel loro ingresso, la Russia si

biltà e altri ricchi sudditi per sostener la propose punirla a suo tempo. 11 barone
guerra, e si alleò con alcuni kan dell' A- Bach fu eletto commissario civile ue'prin-
sia, come con quello di Khiva, promet- cipati, per ristabilirvi l'ordine e la fidu-
tendo di non intromettersi mai ne'domi- cia, impedire e sopire qualunque contro-
itii e nelle leggi del kan sino alla fine del versia. Così l'Austria assicurò le foci del
inondo. 1 turchi perdettero l' eroico co- suo Danubio,e francò il commercio degli
mandante di Silislria Mussa pascià, uc- stali Germanici sopra il mar Nero. Men-
ciso da una palla quando rendeva grazie tre Napier danneggiava in più modi la
a Maometto della vittoria riportata; ed Prussia nel Baltico, le coste Bolniche e
Hussein pascià gli successe. Dopo enormi Finniche erano desolate dall'ammira-
perdite fatte sotto i muri diSilistria di cir- glio Plumridge, perchè secondo l'istru-
ca 24,000 morti, fra' quali più generali, zioni del suo governo inglese, di pren-
i russi a'4 giugno l'abbandonarono, ed
1 dere, bruciare e distruggere, colla sua
il principe Paskewitch ritirandosi, ripie- squadra a vapore piombò sui legnelti di
ne il comando come generalissimo Gort- poveri pescatori e mercanti, li disperse,
schakofl. 1 russi battuti sul Dauubio vin- arse e spogliò; egualmente incendiò e di-
cevano in Armenia contro Selim pascià strusse molti magazzini e depositi di mer-
vicino a Guriel, pel valore del generale ci, con parecchi cantieri, e le navi anco-
Andronikolf: essi in Asia aveano mag- rate ne' porti. Non avendo [ancora nel
giori forze ed esperti generali. Nel luglio Baltico la flotta francese catturato verun
Nicolò I ordinò, che per breve tempo le bastimento, l'odiosità cadde tutta sugli
truppe si ritirassero dalle posizioni insa- „ inglesi. Intanto la Francia nel luglio spe-
lubri del Danubio verso le più salubri dì una nuova divisione nel Baltico, sotlo
de'mooti, inquieto per l'incredibile resi- gli ordini del general Baraguay d' Hil-

stenza fatta da' turchi nell'improvvisata liers. A'i41ug'i° improvvisamente morì

fortezza di Calafat. I turchi se non furo- d'apoplessia al Cairo il viceré d' Egitto
no sempre furono però sempre
vincitori, Abbas, di biasimevole vita, alieno dagli
buoni soldati, e lungi da lasciar in pace europei e nemico del progressivo incivi-
il nemico lo tormentarono con frequen- limento. Gli successe lo zio Mohammed
tissimi assalti, riducendolo alla difensiva Said pascià figlio del celebre Mehemet
ed a fortificarsi perciò in Bukarest e in Ali di 32 anni, che siccome educato in
Gioì gevo, dalla qual ultima posizione riu- Europa si sperò fondatamente dalle sue
scirono di cacciarlo a'7 luglio con un fat- tendenze e ingegno grandi benefizi e l'iu-
to d'arme onorevolissimo. Nel declinar troduzione di que' miglioramenti di go-
di tal mese alla linei russi, per-tlifende- verno di cui abbisogna l'Egitto; perciò la

re l.e coste del maj- Nero e la Crimea, e popolazioue solennizzò la sua assunzione
TUR TUR 425
al potere con illuminazione e feste. Said la guarentigia comune delle potenze quei
scelse a sua ordinaria residenza Alessan- privilegi che il sultano concesse a quelle
dria. Dopo la visita fatta da Napier alle provincia. o.° Che la navigazione alle foci
formidabilissime fortificazioni di Cron- del Danubio sia libera, e regolata secon-
stadt, esse crebbero molto di fama, e sem- dogli atti del congresso di Vienna. 3.°Che
pre più si dissero impossibili a superarsi; il trattato de' 1 3 luglio 1 84 1 sia riveduto
laonde si perde allora la speranza di bom- in guisa che venga sminuita la potenza
bardare il propugnacolo di Pietroburgo. russa nel mar Nero. 4«° Che ninna po-
Bensì Napier nel Baltico bombardò Bo- tenza eserciti una prolezione officiale so-
niarsund, che lo era stata altre volte, e pra una parte de' sudditi turchi, come
quindi ue'pi imi d'agosto l'espugnò e poi finora fece la Russia; ma che la Francia,
distrusse Baraguay d'Hilliers dichiaran- I' Inghilterra, 1' Austria, la Prussia e la
do A land libere dal giogo russo,
le isole d' Russia s'accordino insieme nel chiedere
e pochi giorni dopo fu egli promosso a alla Porta i privilegi religiosi pe'suoi sud-
maresciallo di Francia, ove ritornò colla diti cristiani, salva sempre la sua indi-
flotta comandata dall'ammiraglio Par- pendenza. L'Austria approvò tali arti-
se vai. Anche Napier si restituì in Inghil- coli e le guarentigie che la Francia e l'In-

terra, ma tra il malcontento de'suoi con- ghilterra chiedevano alla Russia, e pro-
nazionali, che pretendevano che avesse mise di non trattar con questa senza ot-
dovuto attaccare Gronstadt e Sveaborg, tenerle. La Russia rispose con un rifiuto
biasimandolo per aver fatto poco nel Bal- molto chiaro, benché in termini mode-
tico. Ne! mar Bianco fu bombardata Rola ratissimi, e d'aver richiamato le truppe
die andò in fiamme, ma il bombarda- Danubiani pegli interessi
da' principati
mento del monastero di Scholovez non secondandone voli,
austriaci e tedeschi, i

produsse guasti. Nel mar Pacifico poi le abbandonando il solo punto militare che
squadre inglesi e francesi danneggiarono potesse ristabilire in suo favore l'equili-
il forte e la città di Pelropolowski. Re- brio delle posizioni dell'immenso teatro
gnando nelT estate le febbri perniciose dell'operazioni di guerra. Avendo fatto
nelle vicinanze del Danubio, malati fran-
i tale sacrifizio e concessione per amor del-
cesi portati (Ja Verna negli spedali presso la pace inutilmente, inoltre dichiarò la

Costantinopoli, molti morirono, e sulle Russia, di vedersi nella necessità di rien-


loro tombe furono innalzate grandi croci trare ne' principati, di prender davvero
co' nomi scritti de' defunti, cosa insolita Silistria, di sconfiggere Orner pascià e di
fino a questo tempo in Turchia. Il cho- volare a Costantinopoli! L'accettazione
lera scoppiato in Gallipoli e Vania fa- de'4 articoli presentati dall'Austria aNt-
cendo deplorabile strage ne' campi, dila- colò I,l'avea raccomandata anche la Prus-
zionò la partenza degli alleati per la Cri- sia, come base d' ulteriori pratiche. Le
mea o altro punto del territorio russo, flotte alleate fecero una nuova visita a
colla loro famosa spedizione. Con noia Sebastopoli, ma i vascelli russi rimasero
de'22 luglio di Drouyn de Lhuys mini- nella loro difesa inespugnabile.
stro degli affari esteri della Francia si fe- Verso la Crimea e specialmente verso
cero nuove pratiche diplomatiche per la Sebastopoli, l'orgoglio della Russia nel
pace, colle seguenti domande inchiuse mar Nero, si rivolse l'attenzione dell'Eu-
nel protocollo de'g aprile, soltanto ten- ropa, aspettando con impazienza l'esito
denti a salvare l'integritàe l'indipenden- d'una gigantesca spedizione intrapresa
za della Turchia. i.° Che cessi il [
elet- con tanti gravi dispendii, e da cui sem-
torato russo sui principati di Moldavia, brava dipendere le sorti della clamorosa
Valacchia eServia; ponendo però sotto guerra, sotto il supremo comando del
fri x u a TUR
maresciallo Saint- A maini. A'5 settembre obbligato lo scismatico patriarca Antimo
i854 si mosse la flotta francese ila Vania a pubblicare col suo nome da' enciclica
e il 7 da Baltcick 1' inglese : fbrtnotti di composta dall'ambasciatore inglese pro-
1 5o legni di guerra, de'quali 80 a vapo- testante e destinata a' greci scismatici,
re, ed un convoglio di 600 legni da cari- per eccitarli contro la Russia e a favore
co. L' esercito era composto d» 70,000 degli alleati, ed intesa a far maledire ila
uomini,di cui 35,ooo francesi, 2 5, 000 in- un greco patriarca il greco sovrano del-
glesi e10,000 turclii scelli. 1 mai inai e- la religione greca. In essa si esorta i greci
inno 25, 000, di cui 5ooo potevano al- scismatici a non offender gli alleali venuti
l'uopo prestar aiuto all'esercito di terra. a sostenere i diritti dell'impero ottomano
Sui legni di carico contavano 5ooo ca-
si contro P esigenze della corte di Russia,
valli, 80 cannoni ila campagna,colle provi- che sotto pretesto di difender l'ortodos-
sioni di 000 colpi per ogni cannone, e vi-
1 sia nasconde disegni furbi e politici, co-
veri per due mesi. Si stabili bloccar cou 5 1 me già lo mostrò in varie occasioni. Es-
vascelli porto diSebastopoli per impedir
il sa, mentre intende a cose noci ve e funeste,

che la flotta russa u'esca per inquietar lo non fa che manifestare pubblicamente
sbarco. Una riserva di4o,ooo uomini e di altre intenzioni, e si sforza il' attirare i

6000 cavalli restò per allora a Vania e si : semplici alle sue promesse Dun-
fallaci...

dispose, che quando il grosso dell'eserci- que voi conoscendo ora la menzogna del-
to sarebbe a lena, vi si recherà tal riser- la Russia, non badate alle sue chiacchie-
va e così sommeranno 160,000 uomini i Qua-
re indegne dell'attenzione de'savi.
pronti ad assalir la fortissima Sebasto- sicontemporaneamente in Atene G. A,
poli. Sebbene si previdero le difficoltà Maurocordato pubblicava Ultra- : V
della stagione avanzata, la necessità di moiitanisnie tUmasqué par lui mane.
a
prevenire V arrivo de' soccorsi russi for Dice la Civiltà Cattolica, 2 . serie, t. 8,
zò gli alleali di precipitare i preparativi p,226, nel darne contezza riprovandolo,
d' impresa tanto pericolosa ; ma la spe- che il contenuto del libro, il cui titolo
ranza di finire con un sol colpo la guer- sembra promettere tutt'altra trattazione,
ra prevalse, ad ogni altra considerazione. si riduce ad essere un'apologia dell'im-
La spedizione fu delle più arrischiate, do- peratore delle Russie nella corrente que-
vendosi assalire forse a numero eguale stione orientale, e un'invettiva contro la
un nemico difeso da fortezze che molti Chiesa cattolica. L'autore pretese dimo-
reputa vano inespugnabili. Conquistar Se- strare che lo czar avea diritto a tutte ie
bastopoli e laCrimea a qualunque costo od sue pretensioni sulla Turchia, come pro-
abbandonar allallussia l'oriente, ecco l'al- tettore nato della Chiesa orientale, e che
ternativa in cui INicolò I pose le potenze queste pretensioni erano legate co'più vi-

d'occidente. Dopo esplorata la costa dal vi interessi della Grecia. Che se lo czar
CapoChersoueso fino adEupaloriae alCa- avea prima protestalo all' ambasciatore

poLukul, a' 1 £ settembre francesi, inglesi inglese che *non avrebbe giammai per-
e turchi, deludendo la vigilanza de'russi, messa la restaurazione dell'impero di Bi-
presero terra a Eupatoria, città forte po- zanzio o l'ingrandimento territoriale del
sta a 20 leghe circa da Sebastopoli, con regno ellenico di Grecia, ciò non fa da
porto sicuro e rada difesa da' venti del luidetto ex animo, ma fu, come a dire,
nord, e luogo opportuno alla sicurezza una bugia officiosa, o, se meglio pi a ce, uri
delle truppe. Pare che non vi sia stata op- dola* bonus, adoperato per ispiare in tal
posizione alcuna, e senza ferir colpo s'im- materia i sentimenti dell'Inghilterra. Del
padronirono della città che si rese a di- resto i greci dover stare tranquilli; che le

screzione. Già iu Costantinopoli era slato intenzioni del russo cratio diiinteressate,
TUR T U \\ 427
e mirare unicamente al bene della nazio- ma formidabilmente trincerati, per im-
nalità greca e,sua chiesa ortodossa. Esse- pedirgliene il passaggio; li cacciarono e
re il gran principio filosofico e sociale del sconfissero dopo 4 ore d' accanito e san-
dolus bonus vero inganno, sempre stato
t
guinoso combattimento, e la mancanza
la nonna pe'greci iti tutte le loro relazio- di cavalleria impedì di perseguitarli nella
ni co' crociali, co' turchi, co' cappuccini ritirata e mutare la 1." vittoria degli al-

e gesuiti allorché questi volevano con-? leati iu piena sconfitta del nemico coman-
vertii li al callolieisnio, e perciò da loro dalo in persona dal principe M enzikoff. Si
tenuti per nemici. Sui rinnovellati capi distinsero tra' francesi, che pe'primi va-
d'accusa di Maurocordato e suoi correli- lorosamente assalirono, i generali Cauro-
gionari contro la Chiesa romana, la Ci- beri e lìousquel; tutte le posizioni furono
viltà richiama le sue confutazioni già prese colla baionetta in canna al grido di
fatte e ricordate disopra, nella Coi {filia- / iva l'Imperatore, l'Alma fu traversa-
zione (V'Antimo , nella Risposta alla pa- ta a passo di carica. GF inglesi ebbero
rola ortodossa (Vini greco russo, e nel- 1 5oo uomini fra morti e feriti, i francesi
la Risposta a Mareorau. Dimostrò iu lamentarono la perdita di i3oó uomini
fine che la prediletta teorica di Mauro- circa e io33 feriti ; i russi peiderono
cordato, sopra la distinzione del dolus 5ooo ovvero 8000 uomini. L'artiglieria
bonus dal dolus mal u s in occidente non russa danneggiò assai, ma migliore fu re-
suona bene, credendo lecito d equivoca- putata la francete; gli zuavi si fecero am-
le nelle parole. Anche il dotto mg. "Mas- mirare da' due eserciti, chiamali i primi
simo Mazlum patriarca greco-melchila soldati del mondo dalla relazione di Saint-
d'Antiochia, Gerusalemme e Alessandria, Arnaud, che defluì la battaglia dell'Al-
dulia sua residenza di Damasco emanò ma, piena vittoria e bella giornata da ag-
a'suoi connazionali una circolare, savis- giungere a* fasti militari della Frauda.
sima e conveuienlissima e degna d'un di- Napoleone 111 la celebrò a Parigi con 21
gnitario cattolico. In essa celebro la vit- colpi di cannone; altrettanto fece in Co-
toria riportata dal proprio sovrano il sul- stantinopoli Abdul- Medjid. russi scora- I

tano, nella sconfìtta de't ussi, che forti di ti per l'audacia degli alleali, senza arre-
80,000 uomini assediavano Silistria, ri- starsi nelle posizioni formidabili di Rat-
cacciali oltre iiPanubioe resi inabili alla eila e di Delbeck, entrarono iu Sebasto-
pugna 25,ooo acciò si raddoppiassero Je
; poli, di cui con determinazione disperata
pi eghiere a Dio affinchè proteggesse i pre- colmarono V ingresso calandovi a fondo
ziosi giorni del sultano, facesse prospera- 5 vascelli e 2 fregate; non conservando
re il suo impero, e concedesse la vittoria così nell'interno del porto che 9 vascelli,
finale alle sue truppe, come a'suoi eccel- per affondarli se Sebastopoli venisse pre-
si alleati cristiani,! quali in modo si no- sa.La chiusura del porlo mutando pie-
bile l'aiutavano a difendere i propri di- namente l'aspetto alla condizione di Se-
ritti, non che impedisse un ulteriore spar- bastopoli, fece cambiare agli alleati il pia-
gimento di sangue. Così e mediante soli- llo d'attacco, dileguarsi la speranza della
da pace, sia il glorioso risullamenlo della prossima espuguazione di Sebastopoli e
guerra impresa dall'amato sultano, l'in- prepararsi a lungo e regolare assedio, ne-
tegrità dell'impero, onde pocsa il monar- cessariamente modificando lutto il dise-
ca assicurare il ben essere de'suoi popoli, gno delia campagna, con dolore de' co-
la libertà di coscienza e 1' indipendenza mandanti per tale deplorabile operazione
della patria. A' 20 settembre gli alleali de'russi, senza che la tenibile flotta del
incontrarono per lai.' voltai russi iu nu- Baltico potesse riscuotere gli onori della
mero di enea 5o,ooo sulla riviera d'Al- campagna. 11 2 3 gli alleali erano iu mar-
4i3 TUR TUR
era per prendere posizione dinanzi alla nauti, quale tormentato già da lungo
il

città. L'importante Balaklava con porto tempo da crudèle malattia, non potè re-
ampio 8 miglia e al sud
e sicuro, distante siviere all'ultime fatiche, e specialmente

di Sebastopoli, con via postale e comodis- per le [2 ore passate sul cavallo Della gior-
sima, fu presa a'25 dagl'inglesi superan- nata dell'Alma. CedèduiKjue il comando
done le difficoltà ; e cosi l'esercito fu in al general Canrobert, ferito in detta bat-
piena e sicura comunicazione colle flotte, taglia, come avea destinalo l' imperato-
die ivi felicemente sbarcarono l'artiglie- re, e imbarcò per Costantinopoli, ma
s'

ria per l'assedio di Sebastopoli, la cui 2.* morì prima di giungervi a' 29 settembre
linea di difesa fu egualmente espugnato. sul vapore che lo conduceva, e da buon
Tentò una divisione navale russa d'uscir cristiano, dopo avere ricevuti tutti i sa-
dal porlo, dalla piccola apertura lascia- gra menti e con piena rassegnazione al vo-
tavi in vista della batteria del nord, ma lere di Dio, che gli toglieva la vita nel
fu respinta dal francese ammiraglioBruat più bello forse di sue speranze, e nell'au-
com4 "ascdli. L' esercito allealo si col- ge della sua gloria militare. Mentre gli
locò stabilmente in Crimea. Per quanto in alleati strenuamente allestivano ogni co-

mezzo iillo strepito dell'armi poco si badi sa per stringere al più presto la piazza, e
alle pratichediplomalicbe, nondimeno gli mulatodiseguo d'attacco dal nord al mez-
storici contemporanei le riferirono, come zogiorno per l'ardita mossa di Menzikolf,
quelle tra l'Austria, e la Prussia e la dieta spedirono a difesa d'Eupatoria 8000 tur-
Germanica, per prevenire gli attacchi del- chi, protetti dalla flotta turco-egizia; ed
la Russia, mostrandosi la Prussia appro- il principe Menzikolf affidò il comando
vare l'unione di Germania in favore d' Au- di Sebastopoli al geueral Sciooiutoff, che
stria, quando la Russia volesse assalirla da Perekop avea condotto il soccorso di
per l'occupazione de'principati Danubia- 1 5.000 russi. La guerra d'oriente si com-

ni, nel qual caso farà essa altrettanto, pe- batteva intanto sotto le sole mura di Se-
rò confidare che la Russia sarà fedele bastopoli^ la questione d'oriente si agi-
alla promessa di non aggredirla. LaRus- tava pressoché esclusivamente tra l'Au-
sia dipoi non cessò di minacciar le fron- stria e la Prussia al modo accennato. Pre-
tiere tedesche, con che inondaro-
eserciti sero posizione al mezzodì di Sebastopo-
no la Polonia e marciarono a 'confini. Se- li, gl'inglesi alla dritta e i francesi alla si-
guirono ancora varie altre note e dichia- nistra, e si dierono a fare opere fortifica-
razioni tra Austria e Prussia, la quale in torie, ad aprir le trincee e ad eseguire
alcuni punti non si mostrò d'accordo; vo- gli altri apparecchi necessari per comin-
lere restare alleata dell' Austria, ma non ciare il bombardamento della città e dei
veder ancora giunto il tempo di mobiliz- torli, sturbati continuamente da' canno-
zar l'esercito per assalir quindi la Russia. ni, dalle bombe e dalle sortile de' russi.
Le potenze alleate inviarono alla Prussia A '9 ottobre gli alleati aprirono la trincea
note premurose, invitandola a uscire dal- a 700 metri dalla piazza, ed a'i 7 comin-
la sua politica dubbia nella questione o- ciarono a cannoneggiare la città da terra
rientale. E siccome anche l'Austria con- e da mare, cui risposero gli assediati colle
centrò truppe a' confini, così ebbero luo- loro batterie molteplici: le perdite e i dan-
go tra essa e la Russia molte note per do- ni non furono piccoli né dall'una uè dal-
mandar spiegazione de' loro movimenti l'altra parte. Dinanzi al porto della Qua-
reciproci. Entrali gli alleati in Balaklava rantena, all'entrata di Sebastopoli, 7 va-
si trovarouo sicuri da' russi, possessori scelli francesi cominciarono a bombar-

d'un bel porto e vicini a Sebastopoli; ma dare i forti della Quarantena, d'Alessan-
i v» perderono il maresciallo Sainl-Ar- dro e di Nicolò: le due squadre inglese e
e

TUR T U II 429
turca presero a battere il forte di Comari* lieve una sortita al fianco sinistro contro
tino ed al tre batterie, ridncendo il i ."for- la linea francese. Si combattè per 1 2 ore
te a non poter più rispondere, al fuoco con indicibile accanimento e con danni
loro. Il comandante del forte Costantino gravissimi d' ambo le parti, e maggiori
l'ammiraglio RornilolF vi restò Ucciso, assai quelli de'russi per 9000 feri li circa,
gli successe il sunnominato ammiraglio oltre i 5ooo morti. Restarono
generali e
JNakhimoiFche alla sua volta vi perì. L'e- feriti più di 5generali inglesi, oltre Smor-

sercito francese diviso in due parli, l'una ti, e le altre perdite per metà alle nemi-

attendeva all'assedio sotto il general Can- che. Però i russi fallirono il loro scopo
robert,raltra capitanata dal generalbous- principale di liberar Ja piazza dall'asse-
quet era opposta all'esercito di MenzikofF dio, rovinandone bensì le operazioni on-
e a' rinforzi condottigli dal general Li- de procrastinare Que-
l'assalto generale.

prandi, il quale,comedirò, sforzò un cana- sta terribilebattaglia,detta dlnkermann,


po degl'inglesi e ne disfece la cavalleria. si qualificò la maggiore dopo le famose
Il bombardamento di Sebastopoli e il con- combattute da Napoleone 1, poiché Ni-
seguente avanzarsi lentamente si e mici- colò I avea fermamente risoluto, col pia-
diale, ma
pure costante degli alleali sotto no che si disse immaginato da lui, che il

le mura nemiche, comincialo il 17 otto- giorno 5 novembre dovea esser l'ultimo


bre, andò continuando fino a'25, nel qual dell'assedio di Sebastopoli, e perciò vi avea.
giorno assaliti daLiprandi dovettero pen- mandato i figli per l'esatta esecuzione e
sare piti che all'assedio a difendersi. Gli per eccitare V ardore delle truppe com-
attacchi furono respinti, mai lavori d'as- poste da circa 60,000 uomini. Sorpresi
sedio restarono assai danneggiali, ed al- 8000 inglesi dall'improvviso impeto del-
lontanato da' russi il pericolo d'un pros- lemasse lusse e da \i pezzi d'artiglieria
simo assalto generale, destinato pel 5 no- che vomitavano fuoco e morte dalla gua-
vembre. Gl'inglesi patirono a Balaklava dagnala altura adiacente al campo, me-
la delta strage per imprudente ardore, ravigliosamente tennero fronte per 2 ore,
nel difendere i turchi costretti alla fuga: finché corsi i 7000 francesi condotti dal
di 700 cavalieri usseri tornarono appena Rousquel li salvarono. Allora i russi retro-

i8oal campo inglese. Lord Raglan sospe- cederono, perderono l'altura che ripiglia-
se il loro comandante lord Caidigan, eia rono per ben 3 volte francesi e inglesi, i

Porta fece giudicare da un tribunal di a 'quali riuscì di manlenervisi. e fuggendo


guerra Selim pascià incolpato di negli- furono vittime della strage che facevano
genza e imprevidenza. Per questo rove- i cannoni francesi posti sull'altura che
scio gli alleati si videro piantalo dietro di domina il ponte della Chernaia. Mentre
loro il general Liprandiben afforzato in si combatteva a corpo a corpo così alla

una posizione che prima serviva loro di diritta, la guarnigione di Sebastopoli fe-

difesa. Procedendo però a'iavori d'asse- ce alla sinistra una sortita contro le trin-
dio a' 5 novembre aveano avanzato la cee fi ai! cesi, la quale con istento fu re-
trincea sino a 200 metri dalle fortezze. pressa e non senza la morte del general
Nel qual giorno temendo il divisalo assal- Lourmel che comandava 3ooo uomini.
to, di buou mattino animati dalla presen- In tal modo soli 18,000 alleati presero
za de' granduchi Michele e Nicolò, figli parte alla battaglia, sostenuta o vinta con-
dell'imperatore, guidati da'generali Men- tro almeno 5o,ooo russi; il qual numero
zikofF e Dannenberg, e favoriti dalle te- tanto sproporzionato segnalò il trionfo
nebre e dalla nebbia, con grande appara- degli alleati e rese famosa la vittoria di
lo di Iruppe attaccarono la destra della Inkermann, vocabolo turco che significa
posizione inglese, mentre la guarnigione città da basso, nelle cui vicinanze si com-
43o T u a TUR
battè. Tultavolla fu questa una ili quel- l' escavazione d'un gran canale marini
le vittorie che indeboliscono così il vinci- 1110navigabile da glandi navigli tra'due
tore come il vinto. 1 russi restarono per mari; non che per costruire o acquistare
qualche tempo d'assalir gli alleati, e que- due mfficenti ingressi, uno sul mar Rosso,
stinon attesero che a fortificare il cam- l'altro sul Mediterraneo, e per stabilire
po. 1 granduchi Nicolò e Michele parti- ilue porti. La durala della concessione
rono per la Bessarabia. Gli alleali cessa- la stabili a 99 anni dal giorno dell'aper-

rono dal bombardare per la sproporzio- tura del canale in poi; indi dovendo su-
ne che passava tra la loro artiglieria e bentrare in tutti i diritti della società il

quella de'russi, i quali armarono la piaz- governo egiziano, insieme al pieno pos-
za co'cannoni de'disarmati legni da guer- sesso degli stabilimenti. vSi dichiara inol-
ra ili lunghissima portata, maneggiati con tre nel firmano, che (salvo le condizioni
grandissima giustezza di tiro da'loro bra- della ratifica del sultano) l'Egitto lascerà
vi artiglieri. Ormai non si trattò più di per sempre aperto il canale a tutti i ba-
assalir la città,quanto di sostenere una stimenti di commercio che tragittano da
vera campagna d'invernocombatluta tra Pelusio a Suez senza veruna distinzione
due eserciti potentissimi e le procelle , o preferenza di persone o di nazione, a
grandi del mar Nero, massime de' «4 no ~ patio solo diesi paghino le lasse e si a-
vembre la quale infranse circa 32 legni dempiano i regolamenti stabiliti dalla
da carico, indebolendo vieppiù gli alleati. compagnia universale. 1 capitali per sì

L'uragano fu spaventoso, e il danno de- grande e utile impresa vennero tosto of-
plorabile e gravissimo. Durante tal for- ferti da varie parti al Lesseps; ma egli

tuna di mare
invano tentarono di
i russi non volle stringere le pratiche e avven-
ricuperare Enpatoria. In Francia quindi turare l' esecuzione prima che la parte
e in Inghilterra non si pensò che a man- teorica della questione non fosse recala
dar poderosi rinforzi in Crimea, ove le a chiarissima e universale evidenza dalla
truppe doveano combattervi indefessa- Commissione scientifica internazionale )

mente una penosa guerra d* inverno e che pronunziò la sua sentenza. L'Istmo

lottando ancora con l'asprezza del clima. di Suez unisce l'Africa all'Asia, ed è ser-
Frattanto Mohammed .Said pascià viceré rato tra il Mediterraneo e il golfo diSuez
d'Egitto, die saggio di elevala mente, pel golfo d' lleroopolis il più occidentale
suo celebre firmano de' 3o novembre de'due bracci che il mar Rosso o golfo
i854, col quale e con diverse condizioni Arabico forma nella sua parte settentrio-
concesse al francese Ferdinando Lesseps nale, golfo posto all'estremiti nord-ovest
(forse quello stesso di cui feci parola nel delmar Rosso. L'Istmo di Suez ha 2 5 le-
voi. LUI, p. 21 1), già console francese in ghe d'estensione. L' Osservatore Trie-
Egitto, l'autorizzazione esclusiva di for- stino intorno al taglio dell'Istmo di Suez
mare e dirigere una Società compagnia pubblicò le seguenti nozioni storiche, che
universale del canale marittimo di Suez, omplierò colle posteriori pubblicate dal-
a
composta di azionisti 6 capitalisti di tut- la Civiltà Cattolica nella 3. serie. Que-
te le nazioni, ed a tutte sue spese esclu- sta nel t. 2,p. 378, dicendo del firmano
sivamente, l'impresa gigantesca e d'altis- concesso per l'apertura e fora mento del-
sima importanza del taglio dell' Istmo l' Istmo di Suez, lo chiamò nuovo por-
di Suez, disegno aulico e in questi ullimi tento dell'arditezza umana che meravi-
anni con incredibili sludi maturato pei glierà il mondo. Indi nel t. 4j P« 34, ci
sommi vantaggi che ne doveano deriva- diede il dotto articolo: // canale di Suez.
re all'Egitto, per l'unione cioè del mar 1 vi lo dice gran disegno, che originato 3o
Mediterraneo col mar Rosso, mediante secoli fa, sembra finalmente avvicinarsi
1

T U R TUR 43
fella sua compiuta esecuzione. Dichiara vi e profondi studi e misure prese, si for-
pure che non deve far meraviglia il tanto marono i nuovi disegni proposti e di-
e universale ardore destato per !a sua scussi in tuttaEuropa intorno al fura-
costruzione, poiché non è solo un gigan- mento dell'Istmo. E siccome la Francia
tesco lavoro idraulico e una queslioue di non desistè mai dal suo progetto, poi vi
commercio d' altissimo valere pe' t indi- inviò il Lesseps a recarlo in atto, con ri-
canti, ma la conseguenza dell'aprimento prendere l'opera della società europea
dell'Istmo egiziano ha relazioni cosi stret- concepita da Enfantin. L' Istmo che si

te colla politica e colla civiltà universale, trattò di tagliare ha circa 120,000 metri
che vincono di gran lunga la sua mate- di larghezza tra Suez e la riva al nord di
riale importanza. Il perchè ne die bella Vai amali presso l'antico Pelusio : ora le

contezza storica e descrittiva dell' intra- terre di alluvione estendendosi a un 5ooo


presa, con alcune riflessioni intorno a'ri- metri, ne consegue che il minimo della
sultati grandiosi che nel mondo traffi- distanza tra'due punti estremi è di circa
cante e civile ne seguirebbero, conside- 1 5,ooo metri. Non è moderna 1' idea
1

randolo sotto i precipui aspetti eh' esso della formazione d' un canale che met-
presenta. Nel declinar del secolo passalo tesse in comunicazione due mari: vuoisi i

il problema di congiungere due mari i che Sesostri la intraprendesse pel i.°,inca-


Mediterraneo e Rosso fu rimesso in cam- nalandoil braccio Pelusiaco del Nilo e re-
po dalla gran mente di Bonaparte Na- candolo in comunicazione col mareRosso.
poleone, e durante la narrata spedizione Altri con Erodoto più probabilmente as-
sua nell'Egitto diènei 1799 a studiare
lo serisconOjChe ciò avvenisse sotto Necao fi-

e a risolvere a que'dotti, di cui avea con- glio di Psammetico,ina che da Necao fosse
dotta seco un'eletta schiera.Tuttavia non interrotta per ubbidienza a un oracolo.
sipotè spinger oltre la grand' opera, la PeròDario figlio d'Istaspe, impadronito-
quale e pel ritorno di Bonaparte in Fran- si dell'Egitto, ne ripigliò i lavori ed aprì
cia , e per l'immatura morte del genera- nuovamente il canale. Secondo Erodoto
le Rleber s'arenò in sul bel principio. Ma eStrabone esso fu ristorato,eompito e reso
Enfantin, dopo avere acceso in Europa navigabile da Tolomeo II Filadelfo, con-
nuovo ardore per la questione, radunò ducendo il canale fino ad Arsinoe sull'E-
in Egitto fino dagli ultimi del 1847 un ritreo. All' opera de'Faraoni, de're per-

corpo d'ingegneri francesi e di varie na- siani e de'greci s'aggiunse più tardi quel-
zioni insigni, tra' quali De Bruck attua- la degl'imperatori romani. Ne' primi an-
le ministro delle finanze dell'impero au- ni del regno d'Antonino era in piena at-
striaco, Negrelli celeberrimo ingegnere tività, o meglio apiì un altro canale da
del medesimo, Roberto Stephenson no- lui chiamalo in onore di suo padre adot-
tissimo per le sue imprese gigantesche di tivo, Hamnis Traianus, che partendo
architettura idi aulica, e Paolino Talabot da Babilonia d'Egitto (il Cairo) correva
autore della ferrovia da Lione al Medi- fino a Pharbaclis o Bnlheis, e qui s'allac-
terraneo. Si recarono sul!' Istmo per far- ciava all'antico. E vi ha luogo a credere
vi colla maggior diligenza gli studi op- che continuasse ad esserlo durante il sèco-
portuni alla scavazione d' un canale ma- lo degli Antonini. S'ignora in qual epoca
rittimo che unisse idue mari. Riuscirono precisa questo canale fosse lascialo ostrui-
a chiarire e correggere gli eri ori del se- re dalle sabbie; si sa però che ri ma se eli in*
colo scorso de' geometri francesi, sebbe- so fino alla conquista dell'Egitto fatta
ne valenti, trovando principalmente, che dagli arabi, cioè dal principio del III se-
i due mari a bassa marea hanno livello colo dell'era corrente fino quasi alla me-
eguale, salvo le maree. Quindi sui nuo- tà del VII. Fu ristabilito dal calilfo d'O-
43a TUR T LI R
mar, e ne continuò la navigazione fino al mar Rosso e del Mediterraneo sa ranno il-

califfo Abu-Giafar-Almanzor. che il fì;ce luminate con fari di 1 /'ordine, per indi-
ch'iutiere verso gli anni 762-767 per im- carne a'vascelli l'entrata. Le conclusioni
pedire il ti asporto di viveri al ribelle Mo- da ultimo recate dalla commissione scien-
li. untt-Ben-Abdullà. Da quell' epoca in tifica internazionale sembrano avere pie-
poi il canale non fu più ricostruito, ma se namente risoluta ormai la questione del
ne vedono le vestigia. Il celebre calilTo taglia mento dell'Istmo egiziano,per(j uà il-
lIurum-al-Rascid del 786 lo voleva ri- io riguarda il suo lato scientifico. Resta
storare, ma ne fu stornato per timore che ora, che ella venga decisa anche dal lato
ì mussulmani non venissero distolti dal politico, mediante il consenso delle na-
recarsi in pellegrinaggio alla Mecca. Nel siccome comuni
zioni europee, delle quali
1 5 7
1 il sultano Selim I insignoritosi del- sarebbero grandissimi vantaggi che l'in-
i

l' Egitto s'avvisò anch' egli di riaprire il trapresa promette, cosi vuole anch'essere
canale, ma la morte ne troncò il disegno, comune il concorso e la cooperazioue ad
Solimano II suo figlio riprese il concetto eseguirla. Tra esse la sola Inghilterra si
ereditato dal padre, e v'impiegò di molti è mostrala avversa (sebbene ottenne da
denari e operai, senza però riuscire nel- Abbas pascià di costruire tra Suez ed A-
l'intento. Ea vuoto parimenti riuscirono lessaudria la strada ferrata che ora serve
le speranze de' suoi successori fino a Mu- per la loro posta dell'Indie), non già per-
stela III del 17 57, frastornate sempre dal- chè non abbia a sperarne anch' ella ric-
la morte oda ostacoli che sarebbe lungo chissimi profitti pel suo commercio del-
a ridire. Né miglior esito incontrarono le l'Indie; ma perchè dovendo l'apertura
istanze che presso i sultani d'Egitto mos- dell' Istmo tornare più. vantaggiosa alle
sero i veneziani, quando si videro rapire nazioni che siedono sul Mediterraneo, che
la suddetta signoria de' mari da' porto- nona lei rilegata nell'Oceano, l'accresciu-
ghesi scopritori del Capo Buona Spe-
di ta prosperità di queste ridonderebbe in
rante le premure di Luigi XIV, quale il suo danno e le scemerebbe forse quella
consigliatovi da Leibnitzio, ne fece tener signoria de' mari di cui è sommamente
vive pratiche alla Porta dall' ambascia- gelosa. Ella teme ehe non incontri a lei
tore Nointel. Trovasi l'Istmo di Suez al- per 1'tipri mento dell'Istmo quel che av-
l'oriente del Delta o triangolo della pia- venne a Venezia per lo scoprimento del
nura del Basso Egitto, in forma di breve Capo di Buona Speranza. Secondo i cal-
lingua di terra, che correndo da Suez a coli de'perili, 6 anni basterebbero a com-
Pelusiodivideilmare Rosso dal Mediter- piere un' opera che farà succedere nel
raneo; e forse negli antichissimi tempi in mondo una rivoluzione meravigliosa e u-
cui il Delta era una gran baia, l'Istmo non niversale, qual non si vide più dal secolo
era che un Bosforo, ossia stretto di mare. di Colombo in qua. E chi
mai ne potrà
Tenendola via più breve, cioè la dritta presagire tutte le conseguenze ed enume-
che fila da mezzodì a tramontana, s'in- rare le intricale e lontanissime serie d'ef-
contrano lande montuose e difficili; men- fetti che ne risulterebbero non solo nel-
tre facendo un po' di curva si trova una l'ordine materiale del commercio e delle
strada agevolissima e lunga più di 120 ricchezze, ma eziandio nel più elevato del
chilometri, che la natura sembra avere politico e morale incivilimento. Aprendo
preparata appunto per ricevervi un ca- l'Istmo di Suez, la via dell'Indie orientali
nale, ed alimentato con l'acqua dei. due viene accorciata a'navigli europei di circa
mari, per quindi sboccare sul Mediterra- 3700 leghe, cioè di più della metà. Ora
neo nella baia di Tineh pel porto Said. questo semplice fatto non è a diredi quan-
Aperto il canale, le spiaggie vicine del ti nuovi e importantissimi risultamcnti
TUR TUR 433
possa essere fecondo. Le ricchezze del- L'esperienza dimostrò che se nel seco-
l'Indie e della Cina affluirebbero in Eu- lo XV si preferì l' interminabile via del
ropa con profusione, ed a buonissime der- Capo di Buona Speranza (V.) alla molto
rate. La spesa necessaria a quest'impre- più breve strada di terra, perchè disagi i

sa fu già calcolata da alcuno 4°, da altri di chi cammina per le vie terrestri sono
070 milioni di franchi. Pel taglio dell'I- ben altri da quelli che scivolano sulle on-
stmo Suez due mari Mediterraneo e
di i de, l'esperienza provò altresì ch'è quasi
Rosso venendo congiunti, il commercio impossibile stabilire una linea regolare di
dell'oriente riprenderà le antiche strade bastimenti a vapore dall' Europa a Cal-
per l'Italia, abbandonate dopo lo scopri- cutta lungo quella via, per motivo del-
mento della via marittima intorno all'A- l'immensa distanza che separa le stazio-
frica. A questo lauto banchetto tutte le ni, e per l'impossibilità d'approvvigiona-

nazioni d'Europa sono convitate, benché re sullìcientementei navigli del necessario


non tutte godrebbero egual
certamente vi combustibile, mentre già sono sovrab-
parte. Quelle cui bagnai! Mediterraneo o bondanti di mercanzie. Ma quando la

che vi hanno porti e stazioni marine sa- strada dell'Istmo di Suez sarà compinta,
rebbero sema dubbio le più avvantag- i battelli del Mediterraneo faranno il viag-
giate. Le piazze mercantili maritlimesul- gio da Venezia o da Genova a Bombay
l'Adriatico e sul Mediterraneo attireran- in cinque o sei settimane al più, in vece
no di bel nuovo in gran parte a se quel del triplo di tempo ch'è indispensabile
commercio. Ciò viene mostrato dalla Òro- ossidi. La medesima encomiata Crona-
nacaò\ Milano, del eh. cav. Ignazio Can- cadì Milano, in aggiunta al riferito sul
tù anno I, p. 1 19 e seg., col testo del fir- taglio dell'Istmo di Suez e grandioso sca-
mano di concessione ecogl'imporlanti ar- vo del canale fra il Mediterraneo e il mar
ticoli: i.°ll Mediterraneo. 1. °L'Italia lito- Rosso, a p. 277 e seg. pubblicò diversi pe-
rale. 3.° L'Italia insulare. 4-° Conclusione. riodi storici interessanti d'un relativo ar-
In questa si dice: » Cosi la patria che Dio ticolo, quali terminano con queste pa-
i

ci diede, privilegiata per clima, per ab- role. » Trieste e Venezia, le quali dalla
bondanza, per suolo, grande nella storia congiunzione de' due mari si ripromet-
del passato, decaduta nelle rovine succes- tono incremento a'ioro commerci, hanno
medio evo, ebbe dalla natura doni
sive al fin dal principio accompagnata quest'im-

che ninno le può negare. I suoi porti di presa co'Ioro voti, e seguono ora con in-
Savona, Nizza, Genova (la quale si vuole teresse i passi ch'essa fa verso il suo com-
giacere nella situazione migliore in faccia pimento... Dopo la scoperta del passaggio
all'Europa), Spezia, Livorno, Civitavec- del Capo di Buona Speranza, Venezia ri-
chia, Terracina, Gaeta, Palermo, Messi- cevè de' colpi mortali, per cui suo com- il

na, Brindisi, Manfredonia, Fermo, Anco- mercio si diresse da quel punto in mano
na, Ravenna, Venezia, sono altrettante de'portoghesi, poi in quelledella Spagna,
località in aspettativa di miglior fortuna. indi dell'01anda,e finalmente degl'inglesi,
La società de'battelli che percorrono l'A- i quali seppero eludere sempre progetti i

driatico, 1' .Tonico, l'Arcipelago, e vanno di canalizzare l'Istmo... La Rivista Fene-


a toccare capitale del mondo mussul-
la ta scrisse 4 lunghi e ragionati articoli su
mano, un sempre più soddisfacente
o(fre tale proposito, che poi raccolti insieme
prospetto delle sue operazioni. Tutto dun- col titolo complessivo, Il commercio del-
que fa credere che tra poco il commercio l'India e V Istmo di Suez, memoria del
r
dell'Europa coll'lndia aumenterà l'atti- d. Girolamo Errerà, Venezia 856, co- 1

cità de'porti italiani; non foss'allro alme- stituiscono una dotta monografia di tale

no come stazione de' vapori passeggeri. argomento ... È bello il leggere il Bolle t»
VOI. LXXXI.
434 TUR T U II

tino <Ir ITIstmo di Suez, che il eli. Ugo miti della Nuova Granata; ma in seguito
Cilindri pubblici a Tei ino ogni 5 gior- 1 delle turbolenze di quella repubblica,
ni ". Ne trotta V Enciclopedia contempo- l'Istmo è stalo elevalo al grado di stato
ranca di Fono. Dice la Civiltà Cattoli* libero e indipendente, vale a dire è stato
ca, che non meno grandiosi saranno i investito del diritto di darsi una costitu-
risultamenli, clic spettano al solo ordine zione. Nondimeno la Nuova Granata ha
materiale della ricchezza, degK effetti mo- ritenuto il privilegio di regolare gli affari
rali, politici e religiosi enumera. che tutti esterni dello stato e di mantenerci forze
In tal modo l'umana stirpe, benché dila- militari per momenti; ma in tal modo lo
tata per lutto il mondo, si andrebbe rav- ha fatto chegli americani degli Stati Uniti
vicinando a gran passi verso quell'unità sono divenuti veri e soli padroni del ter-
i

che già ebbe in Oriente suoi primordi!, i ritorio. Essi hanno stabilito una ferrovia
e che secondo l'oracolo divino deve avere e fondata sul suo principio nell'Atlantico
uè' tempi novissimi il suo compimento. la cittàd'Aspinwal,di più vi hanno sta-
Abbreviandosi di tanto il viaggio dell'In- una stazione navale fra le due estre-
bilito
die, immenso sarà il vantaggio che ne mità della strada. Il Giornale di Roma
trarrà l'apostolato cattolico, per la con- ancora riferì diverti articoli sull' Istmo
versione dell' Oriente. Lo zelo de* mis- di Suez, il firmano di Mohammed Said a
sionari riacceso di nuovo ardore si slan- p. 87 del i855,e il firmano dello stesso
cierà per la novella carriera e coglierà viceré de' 20 luglio 856, a p. 840 di tale
1

in campi vastissimi feracissima messe e anno. Quest'ultimo firmano riguarda la


Quando le parti estreme del
conquiste. esecuzione de' lavori del canale maritti-
mondo saranno men lontane da Roma, mo di Suez, onde provvedere al buon
centro e capo dell' Orbe cristiano, anche trattamento degli operai egiziani che vi
per l'apertura dell'Istmo di Panama) di saranno impiegati, e vegliare nello slesso
cui feci parola altrove, e potranno ascol- tempo agi' interessi de' coltivatori, dei
tare quasi presenti la voce del Pastore su- proprietarie intra prenditori del paese, il

premo; allora che più mancherà perchè tutto stabilito di concerto di Lesscps pre-
la grazia dell'Evangelo trovi spianata la sidente fondatore della compagnia uni-
via a far di tutto mondo un solo ovile?
il versale dei detto canale. Fu annunziata la
La religione dunque non meno che la ci- formazione della compagnia egiziana di
viltà devono rallegrarsi sull'incremento cabottaggio a vapore nel mare Rosso, la
rapido del commercio e sull'impresa del- quale si connette colla canalizzazione del-
l' Istmo egiziano. L'Istmo di Panama è l'Istmo di Suez. Allorché le merci saran-
oggi la strada la più battuta da' viaggia- no giunte a Suez per mare, esse non han-
tori di tulle le nazioni, i quali vanno nel no più da subire il trasporto a cammello
l'Oceano Pacifico o che ne fanuo ritorno. sino al Cairo. Inoltre Suez avrà quanto
Vi si è costruita una Strada ferrata, e prima l'immenso vantaggio della ferro-
presto o tardi vi si scaverà il canale. Quel via che lo porrà a poche ore da tolto il
popolo che giungesse a farsi padrone di resto dell'Egitto e dal Medi Ieri aneo,poi-
queste due vie di comunicazione diverreb- chè la via ferrala va di già dal Cairo ad
be l'arbitro della navigazione e del com- Alessandria, e Suez non è più d'8o leghe
mercio di tutto il mondo. Gl'inglesi, me- da questa. L'ingegnere inglese Gisborne
no di qualsiasi altri, potrebbero sostene- ottenne dal viceré d'Egitto la concessio-
re una tale sovranità, come diceCon- il ne d' un telegrafo elettrico da stabilire
stilliti onne l. L'Istmo di Panama ha co- fra Alessandria e Suez, sulla linea della
mune la sorte col resto dell'America cen- ferrovia egiziana, pei* la comunicazione
trale. E stalo a principio compreso ne'li- fra l'È uropa e le 1 udie.Nel dicembre 1 856
T U R TUR 435
^rnvi ostacoli incontro a Costantinopoli le più colte alle più ignoranti, dalla più
il grandioso progetto del taglio dell'Istmo bianca alla più nera, ho ripetuto i famo-
di Suez, favoreggiato con gran calore si viaggi dell' intrepido Cook. Così sarà
dalla Francia. Onesti ostacoli proveni- ridotto a questione di giorni il più lungo
vano principalmente dall'Inghilterra, la de'possibili giri mondiali; quel piroscafo
quale si è falla promotrice d'un altro pro- viaggiatore avrà fatto scorrere la sua
getto non meno gigantesco e tendente al- chiglia nell'acque dell'Atlantico, delPa-
l'istesso scopo d'unire l'Europa coll'Indie cifico, del mar Indiano, del mar Rosso e
Orientali. Onesto consiste nella ferrovia del Mediterraneo, avrà veduto gli splen-
dell'Eufrate, intrapresa che tentarono di didi Arcipelaghi dell'Azzorre, delle An-
screditare i fogli francesi. Adonta di que- tille, dell'Oceania, della Sonda; avrà su-

sti due progetti rivali per congiungere perato gli stretti di Torres, di Sumatra,
l'Europa gli' Asia, pare che prevalere il di Babel-Mandel, di Gibilterra; avrà ve-
taglio dell'Istmo di Suez; intanto si voi duto capi di Comorino e di Guardami,
i

le deliberare l'eseguimento d'un piccolo che formano punti geografici eminenti


i

canale, che parte dal Nilo. E indispensa- del globo e che statino a migliaia di ki-
bile che io termini queste generiche no- lometri disuniti fra loro".
zioni sull'Istmo di Suez, con riportare Tornando alla guerra di Crimea, do-
quanto la lodata Cronaca di Milano ri- po la battaglia d'Inkermann, gli alleati
ferisce a p. 53 i dell'anno 2.° » Anche il munirono i loro campi con formidabili
i 856 entra nella storica serie del passa- difese, e persino provvidero alle pioggie,
to e confida al suo successore una quan- alle tempeste e a' geli per la sicurezza
tità di lavori incompiuti, a cui esso o dell'armata; imperocché le pioggie con-
diede l'iniziativa, o che raccolse già ini- tinuate, il freddo e i venti toi ritentarono
ziati del suo antecessore. Basterebbe an- P esercito più che non avrebbero forse
che la sola questione de' due tagli degli fatto micidiali combattimenti. Oltre le

Istmi di Suez e di Panamà,destinati a fon- truppe che mandava Francia e Inghilter-


dere tra loro le sinora disunite acque del ra in Crimea, la Turchia inviò gran parte
Mediterraneo e dell'Eritreo, e quello del dell'esercitod'Oiner divenuto inutile alla
Golfo Messicano e del Pacifico, per atte- difesa de' principati di Moldavia e Va-
stare quali sono le immense questioni lacchia, dopo che P Austria col trattato
che stanno sul tappeto dell'Umanità. Ef- de' i dicembre, concluso con Francia e
fettuati che sieno questi due tagli, la cui Inghilterra e riportato a p. i 2o3 del G/'or-
esecuzione non può esser mollo lontana, nale di Roma deli 854, se ne incaricò;
un viaggiatore partirà supponiamo il di laonde presto l'armata sotto Sebastopoli
di Pasqua da Gibilterra, e alle feste di dovea giungere a i5o,ooo uomini. Impor-
Pentecoste ritornerà a Gibilterra. E se gli tantissimo fu il detto trattato, poiché ri-
domanderete dove sia stato ? potrà nien- ferendosi alle dichiarazioni d'anteriori
te meno che dirvi : ho percorso 3cj,ooo protocolli, si obbligarono le alte parti con-
kilometri, ho visitato il Messico, la Nuo- traenti anon entrare in nessun accomo-
va Guinea, flndostan, P Arabia, l'Egit- damento collaRussia, prima d'aver collet-
to,insomma ho veduto P Europa, P A- tivamente deliberato in proposito. L'im-
inerica, l'Oceania, l'Asia e l'Africa,ho peratore d'Austra avendo occupato col-
provato in questi 38 giorni le modifica- le sue truppe i due principati, in virtù
zioni di tutte le 4 stagioni; ebbi la pri- del trattato stipulato a' i4 giugno colla
mavera Europa, Pinvernoin Ameri-
in Porta, si obbligò difenderne i confini dai
ca, l'autunno all'Australia, Pesiate inA- russi, e per l'autorità delegata dalla Por-
sia; ho veduto tutte le razze umane dal- ta a Francia e Inghilterra, non recava pre-
436 TUR TUR
giudizio a'movimenti di loro truppe (ale chiesto, e salvo insieme l'onor della Prus-
occupazione. Che in Vienna le dette 4 sia. Questa potenza sempre sostenne che
potenze formeranno ima commissione per non si togliesse alla Russia veruna parie

regolarne le questioni, sia stillo stato ec- di territorio, che si tenesse lontano quan-
cezionale de* principati, sia pel libero pas- to poteva sapere di rivoluzione, che non
saggio dell'armate. Qualora scoppiassero si chiedesse più di quello che importa-
ostilità fra l'Austria e la Russia, l'impe- vano le 4 condizioni, e che in ogni caso

ratore d'Austria, quello de'francesi, e la non s'imponessero alla Russia condizioni


regina d' Inghilterra, si promisero mu- troppo dure e umilianti. Le potenze al-
tuamente alleanza offensiva e difensiva leate si andavano lagnando, che in Ber-
nella guerra presente; e di non accogliere lino trionfava la parte russa, e che il ga-
dalla Russia veruna proposizione, senza binetto tratteneva la Germania dall'en-
essersi intesi fra di loro. Qualora il rista- trare in aperta guerra colla Russia, per
bilimento della pace generale non fosse essere con questa legata con reciproche
assicurato nel corso del presente anno promesse. A' 28 dicembre P Austria, la

i854, 3 potenze delibereranno senza


le Francia e 1' Inghilterra segnarono i\n

ritardo sui mezzi efficaci per raggiungere nuovo protocollo, quale articolo addizio-
lo scopo di loro alleanza. Le 3 corti sta- nale de'2 dicembre, nel quale
al trattalo

bilirono comunicare il trattato al re di concordarono unanimemente l'interpre-


Prusissia, e ne riceveranno con premura la tazione de'4 articoli surriferiti, della nota
sua adesione, se volesse obbligarsi alla francese de' 22 luglio, per stabilirne il
cooperazione nello adempiere l'opera co- senso. Cominciò l'annoi 855 con un bar-
mune. La Prussia non aderì a questo lume di pace sul fosco orizzonte, pel ma-
trattato, Densi sottoscrisse un articolo ad- nifesto di Nicolò I disposto a condizioni
dizionale a quello concluso coli* Austria eque di pace, e per trattarsi questa seria-
a'2oaprile, obbligandosi assisterla se fosse mente a Vienna. L'imperatore non ve-
assalila da'russi, con 100,000 uomini, e deva che con turbamento P unione del-
sperare che anco gli altri confederati te- l'Austria colle formidabili potenze occi-
deschi accetteranno quest' articolo ; ma dentali, alle quali stava per unirsi la Sar-
poi si negò di porre in istato di guerra degna; e siccome la lega contro di lui o-
le sue truppe. Pretese di stringere par- gni dì si faceva più universale in Euro-
ticolari e separati trattati con Francia e pa, pensava d'uscir con onore da un con-
Inghilterra, e d'esser ammessa confiden- flitto che ormai sembrava superare le sue
zialmente alle conferenze che si tenevano colossali forze. Dall'altro lato non desi-
a Vienna per la pace, ma le fu negato ;
deravano troppo la continuazione della
quindi interminabili furono le moltepli- guerra gli alleati, tranne 1' Inghilterra
ci pratiche diplomatiche fra Y Austria e che sembrava temere che si concludesse
la Prussia, tra esse e le altre potenze dì la pace, ad onta che vedeva Io stato de-
Germania. La discordia tra l'Austria e la plorabile del suo esercito in Crimea e
Prussia sopra il punto del porre in moto decimato: pare che amasse di veder on-
le truppe federali, finì coll'accettare che ninamente prima distrutta la flotta rus-

fecero entrambe il mezzo termine propo- sa. L'esercito inglese sotto Sebastopoli si

sto dalla Baviera : fu cioè definito che i trovò sprovvisto di molte cose necessa-
governi tedeschi sieno invitali a ordinar rie, senza tende, senza fuoco, accampato
le loro truppe in guisa che, comandan- in un mare di fango, coraggioso peròsem-
dolo la dieta, possano essere poste in mo- pre e immobile, non solo avanti il nemi-

to nel tempo di i5giorni. Così la dieta co, ma ancora alle prove forse più dine
concesse all'Austria una parte del da lei che l' intemperie degli elementi, per le
TUR T U R 437
privazioni pressoché d'ogni cosa ; le nuo- do del generale Alfonso La Marmora.Le
ve reclute inesperte e non avvezzate alia alleate Francia e Inghilterra guarentiro-
fatica,appeua giunte in Crimea amma- no il territorio sardo durante la guerra,
lavano, e non servivano che a ritardar promisero d'aprire i loro magazzini per
le mosse e ad empiere gli ospedali, men- le provviste, e il governo inglese impre-

ile erano privi di medici e infermieri; stò al re di Sardegna perallestire le trup-


laonde il governo venne nella determi- pe un milione di lire sterline. Nella di-
nazione di arrotare alcune migliaia di scussione delle camere di Torino, il trat-
forestieri agguerriti, ad onta dell' oppo- tato ebbe propugnatori e impugnatori.
sizione delle camere, che biasimarono la Indi a' 5 marzo seguì l'alleanza tra il re
1

sua poca previdenza nel fornire l'eserci- e la Porta ottomana. Nel febbraio 25,ooo i

to dell'occorrente, il che produsse la ca- russi comandati da Osten-Sacken fecero


duta del ministero Àberdeen-Russel. Al uua ricognizione contro turchi d'Eupa- i

nuovo si pose alla testa lord Palmerston toria, e ve ne trovarono 4o,ooo, onde de-
e nuovamente Russe!. Cosi ad un parti- posero il pensiero di espugnarla, essen-
giano della pace successe l'acerrimo so- done stati respinti a' 1 7. Tal generale poi
stenitore di calda guerra, ed un ministe- successe nel comando in Crimea a Men-
ro ardente per continuarla. In vece nel zikoff richiamato a Pietroburgo. Dopo la
campo provvedu-
francese, oltre l'essere battaglia d'Alma, il combattimento diBa-
to senza paragone meglio del suo allea- laklava, la giornata d'Iukermanu e il re-
to, seppe trovar maniera di difendersi dal- spinto assalto d'Eupatoria, il fatto d'ar-
l'umidità sì fatale alla salute de' soldati; mi più segnalato ch'ebbe luogo in questa 4

e per le condizioni infelici dell'esercito in- guerra fu il combattimento alla torre di


glese, rimasero iti certo modo i soli fran- Malakoff innanzi a Sebastopoli, dal destro
cesi incaricati dell'assedio e della guardia lato de' lavori d'assedio, succeduto nella
delle trincee. Oiner pascià a' 5 gennaio notte tra il 23 e il 24 febbraio. Aveano i

era nel campo allealo sotto Sebastopoli, russi innalzati alcuni lavori di difesa tra
per porsi d' accordo cogli altri generali le mura di Sebastopoli, divenuta più forte
sopra i movimenti de' 3 eserciti, ed a' 6 e sicura di quello che non fosse al primo
partì per Vania, per poi ritornare in Cri- giungere in Crimea degli alleati, e le trin-
mea, dopo aver sopra v vegliato all' im- cee uemiche; co'quali, oltre all'impedire
barco de' turchi, de' quali si recarono a ilproseguimento dell'opere d'assedio, po-
Eupatoria circa i6,ooocon aumento di tevano anche facilmente danneggiar le
fortificazioui, perchè russi 1' andavano i fitte. Di che, avendo il Canrobert inca-
circondando. A* 26 gennaio il redi Sar- ricala una parte del suo esercito di di-
degna Vittorio Emanuele li entrò nel struggere que'lavori di contrapproccio, il

trattato della lega di confederazione, sti- tentativo fu eseguilo nella delta notte.
?
pulato a 1 2 marzo e a' 1 o aprile del pre- L'assalto fu respinto da'russi, dopoché i

cedente anno tra la Turchia, la Francia francesi visi erano stabiliti con gravi lo-

e 1' Inghilterra, sottoscritto dal conte di ro perdite. Mentre l'imperatore Nicolò I

Cavour, successo nel ministero degli af- avea accettato i famosi 4 articoli per trat-

fari esteri al general Dabormidache non tare la pace e le successive interpretazioni


volle firmarlo. Il re si obbligò di som- di tali guarentigie, convenendo alla con-

ministrare 1 5,ooo uomini e uua brigata ferenza da teuersi a Vienna per discuter-
di riserva, di fanteria, cavalleria e arti- le; mentre in pari tempo faceva nuovi e
glieria in proporzione; esercito che dovrà formidabili preparativi perla guerra, au-
conservarsi sempre in detta cifra con suc- mentando i mezzi di difesa e ordinando
cessivi rinforzi, e venne allidato al coruau- la leva della milizia generale dell' itupe-
438 TUR TUR
NI, mori nella mattina de'2 inalzo 855, 1 curia di quel porto, di que'golfi e di quel
dopo breve e grave malattia, ed il princi- mare ; mentre un ambasciatore russo gli
pe ereditario Alessandro li fu proclamato avrebbe assicuratola piena aderenti a
solennemente imperatore nel corso della docilità del patriarca, e per essa tutto il

stessa giornata, e gli i\\ prestato il giura- prestigio dell'autorità esercitata da tal

mento d'ubbidienza. Non ostante l'inten- patriarca sopra 1' oriente scismatico sa-
sità del freddo, Nicolò I avea continuato rebbesi rivolta a vantaggio dell'impera-
ad attendere a'suoi soliti esercizi ; tutto tore delle Piussie. Quest'inaspettata mor-
volea veder da se e ben paratamente; visi- te accrebbe alquanto quelle speranze di
tava i soldati nelle loro caserme; passava pace, che la prudente politica dell' Au-
lunghe e frequenti riviste, dimenticando stria, le pressoché eguali forze delle parti
le precauzioni e i riguardi che la sua età combattenti e la prossima apertura delle
di circa 60 anni (ene regnò 3o) richiede- conferenze di Vienna aveano già ingene-
vasoltoun tal clima ein una stagione rigi- rato negli animi di molti. E vero che il

da.Tullavolla per le osservazioni de'suoi, nuovo imperatore Alessandro II nel suoi.


da un anno curava la propria salute, ma manifesto o proclamazione dello stesso 2
in un modo tutto suo e per evitar la pin- marzo, che si legge a p. 2 53 del Giornale
guedine che assai temeva. Si ammalò di dì Roma, pregò fra l'altre cose la Prov-
grip e si pose a letto a'28 febbraio, e au- videnza a voler fare in modo ch'egli >» po-
mentandosi rapidamente il male, con pa- tesse compiere i disegni e i desideri i di
ralisi nel polmone, prese congedo da'suoi Pietro I, di Caterina li, di Alessandro I

1' ultima nofle di sua vita nel modo più e di Nicolò d'eterna memoria"; il che in-
commovente, dirigendo ad ognuno paro- dusse di per se 1' opinione eh' egli fosse
le di conforto e dando la sua estrema be- propenso alla guerra come suo padre.
nedizione. Nicolò 1 di vasta mente e di Ma il ben nolo carattere d'Alessandro II,

ingegno singolare, dotato di molte qua- che potè ammirare anche Roma, lodalo
lità degne d' un possente sovrano, ebbe da tutti come dolce e pacifico, e il sapersi,
naturale attitudine per le scienze militari o almeno Udirsi che si era fatto, ch'egli
e soprattutto per l'arte delle fortificazio- avesse altamente disapprovate le spaval-
ni ; coltivò eziandio le arti amene e in derie del Menzikoff a Costantinopoli, e
ispecie lamusica nella quale compose va- l' invasione de' principati, produssero e
rie marcie
militari. Si disse, che 1' esito crebbero in molti la lusinghiera creden-
della strepitosa guerra gli abbreviò il suo za che la pace dovesse uscire dalle con-
vivere. Si disse ancora che il disegno da ferenze viennesi più facilmente che non
Nicolò 1 fatto su Costantinopoli non era una lega più stretta di vincolo, o più am-
per aggiungerla a' suoi stati, e che nep- pia d' alleati contro la Russia. Tali lieti
pure mirava di formare delle sue beile speranze aumentarono per un dispaccio
e ricche contrade uno stato indipendente circolare russo de' io marzo, in cui fu
pel 2. de'suoi figli granduca Costanti- detto: «Le intenzioni dell'imperatore Ni-
no. Usuo disegno era molto più accorto e colò saranno religiosamente osservate.
i

più vasto. Egli voleva fare della grande Esse ebbero per iscopo di ridonare alla
Costantinopoli e de' suoi dintorni un do- Russia e all'Europa il benefizio della pa-
minio temporale pel patriarca greco sci- ce: di assicurare la libertà del culto e la
smalico della medesima, cui voleva in- prosperità de'cristiani nell'oriente senza
nalzare al grado di Pontefice della Chiesa distinzione di riti; di porre le immunità
orientale. Le milizie russe avrebbono a- de' principati Danubiani sotto una gua-
vuto loro stanza nella città residenza del rentigia collettiva; di assicurare la libera
patriarca, e così fatta all'imperatore si- navigazione del Danubio in favore del
T U R TUR 439
commercio di tolte le nazioni; di far ces- nario a Vienna. Per la Francia l'amba-
sare nel Levante la rivalità delle grandi sciatore residenziale barone di Bourque-
potenze per prevenire novelle discordie: ney, istruitissimo degli altari d'oriente,
da ultimo di porsi d'accordo colle mede- al quale poscia si aggiunse il ministro de-
sime sopra la revisione detrattali coi qua- gli esteri Drouyn de Lhuys. Per l'Austria
li esse sancirono la chiusura degli stretti il ministro imperiale degli affari esteri il

del Bosforo e de' Dardanelli, giungendo conte Buoi Schauenstein, che regolò le
così ad una sanzione onorevole per tutti. conferenze nella sua qualità di r.° pleni-
Una pace fondata sopra questi principii, potenziario dell'Austria, ed il presidente
ponendo fme alle calamità della guerra, della dieta di Francfort barone di Pro-
richiamerà sul nuovo regno le benedizio- ckesch, molto esperto negli alfari d'orieu-
ni di tutte le nazioni. Ma la speranza di le. La Prussia non vi fu ammes-
di fatto

pace sarebbe vana se le condizioni varcas- sa dagli alleati, ad onta delle perorazio-
sero i limili seguati dalla dignità della co- ni de'rappresentauti russi, bramando che

rona di Russia. L'imperatore attende la prima si obbiigasse a qualche cosa nel-


manifestazione de' pareri de* vari gabi- l'ipotesi che leconferenze tornassero vaue.
netti con un sincero desiderio di concor- Intanto lavori di contrapproccio de' rus-
i

dia ". si avanzavano, procurandogli alleati per


Sotto i favorevoli auspicii della seria quatito più potevano d'impedirli. Alcuni
volontà che aveano i potentati di porre un di questi assalti alle nuove difese russe
termine alla guerra d'oriente, salvato l'o- furono sanguinosi assai dall'una e dal-
nore militare d' ambo le parti, si apriro- l'altra parte; tra' quali una sortita fatta
no in Vienna a'7 marzo le conferenze, co- forse dai 5, ooo russi, per un assalto ge-
minciale a'i 5 da'loro ambasciatori, cele- nerale contro i lavori d' assedio degli al-
bri e segnalati uomini di stato, in base dei leati intorno alla torre di MalakoiF, fu
4 articoli e loro interpretazione accettati respinta nella notte del 2 3 al 2/\. marzo,
dalla Russia. I plenipotenziari chiamati dagl'inglesi e francesi, restando di questi
alla grand'opera del ristabilimenlo della sul campo 3oo e de'russi 1000. ludi que-
pace furono: per la Porta Aridelfeudi e sti calarono a fondo sulla bocca del porto
Riza bey ambasciatore ordinario del sul- altri 4 legni da guerra per impedire viep
tano a Vienna, con quelle speciali istru- più l'assalto di Sebastopoli, sebbene l'im-
zioni riferite dal Giornale di Roma, a padrunirseue in tal modo e senza rego-
p. 3 io, dovendo limitarti a prendere le lare assedio si riconosceva impossibile,
questioni che vi si tratterebbero solamen- per l'ini meuse sue forze di natura ed ar-
te ad referendum j poiché le questioni te, unite alia bravura incontrastabile dei
concernenti la futura pace,essere d'un'im- suoi prodi difensori. La flotta del Baltico
portanza troppo capitale per l'impero ot- partì dall' Inghilterra alla volta del de-
tomano, perchè si debbano decidere col* cantato inespugnabile Croustadt, con me-
la più grande circospezione e le più ma- no entusiasmo dell'anno passato, ma pro-
ture riflessioni. Indi vi prese parte auche babilmente con maggiori speranze, come
Aali pascià ministro senza portafoglio. Per più forte per esser tutta a vapore e pel
la Prussiail principe AlessandroGortscha- nuovo genere di barche cannoniere onde
kolfambasciatore ordinario a Vienna, di- penetrare in tutti i bassi fondi, capitana-
verso dal generale supremo di tal cogno- ta dall'ammiraglio Dundas, diverso da
me, col Titofì già ambasciatore a Costan- quello che avea comandato la flotta del
tinopoli. Per l'Inghilterra il suddetto lord mar Nero. Dopo la 12.* conferenza di
John Russel ministro delle colonie, col Vienna se ne sospese la continuazione,
conte Westmoreiand ambasciatore ordi- avendo la Russia dichiarato non poter
440 TUR T U R
accettar l' aliti nativa, o diminuzione
la cor libero il passo verso Sinferopoli e di
tli sua flotta nelmar Nero, né riguardar là aperta la via di l'erekop, comunicante
questo come mare comune e neutrale. col resto del vastissimo impero, il che gli
Taki proroga esentò l'Austria dall'espo- affrancava dal timore di mancare d'uo-
sizione di esser spinta a una convenzio- mini e d'ogni genere di provvigioni. Dal-
ne militare, perchè restando un' ombra l'altra parte i russi stessi confessavano che
di negoziati pacifici non era vi necessità i lavori de^h assediatiti erano di così gi-
d'unir le sue all'armi alleate. Drouyn de gantesca intrapresa, che forse non si co-
Lhuys avcmlo dato ascolto a qualche pro- nosceva esempio d'altrettanta operosità
pósta di pace non pienamente conforme nelle storie de' militari assedii. Il ricor-
alle sue istruzioni, si licenziò dal mini- dato ultimo bombardamento vomitò da
stero e gli successe il conte Colonna Wa- 4oo bocche fuoco infernale, come lo
IcAvski ambasciatore in Londra. Per lo chiamò GortsehakofF ne'suoi dispacci, e
stesso motivo venendo biasimato Russel, per 9 giorni continui tanta strage che si
die la sua dimissione al ministero. Un credeva giunti alla vigilia del sospirato
compendio delle conferenze di Vienna, assalto; tultavolta la piazza assediata po-
la Civiltà Cattolica riporta nella 2." se- co ne risentì, dovendosi le artiglierieav-
rie,!, i o, p. 7o3, e parla delle note circo- vicinar di più onde producessero il loro
lari del conte di Nesselrode per difender terribile effetto. Il generale del genio
la Russia in faccia all'Europa dall'accu- Totlleben, ingegnere capo della direzio-
sa di non voler in realtà quella pace che ne de' lavori di difesa generale di Seba-
tante volte avea desiderato; e del conte stopoli,munì questa col suo straordina-
Walewski che combattè e rettificò l'as- rio ingegno e con regole del tutto nuove,
serzioni di parecchi principii sostenuti d' inespugnabili fortificazioni, che reca-
dal Nesselrode. A'g aprile cominciò il 2.° rono immensi danni agli alleati. Mentre
bombardamento di Sebastopoli o alme- gli slessi russi confessarono, che se il ne-
no d'una parte principale di sue fortifica- mico appena sbarcato in Crimea l'avesse
zioni di contrapproccio tra le mura e il assalita da vicino sarebbe certamente ca-
campo allealo; la sua durata di ^gior- duta in suo potere, ala ora essere assai
ni, meno la presa d'alcuni di que' lavori dillìcile, considerali i 175,000 accorsi a
folta nella notte venendo il 2 maggio, non difendere la città e le incredibili opere di
fruttò quasi nulla agli alleati, in vece difesa che poi vi furono innalzate. Can-
sempre minacciati dall'esercito esteriore robert comandante supremo de'francesi
di osservazione del Liprandi situato in chiese e ottenne la dimissione, per motivi
posizione vantaggiosa, e perciò più che di salute. Educato sui campi d'Africa,era
mai si conobbe doversi prima disfare tale nel fiore dell' età, nella pienezza del vi-
esercito e poi procedere all' espugnazione gore, ed amatissimo da'soldati. Ne'6 mesi
di Sebastopoli. Intanto non cessavano gli del suo penoso comando, tra la pioggia,
arrivi di nuove truppe io Crimea che la neve e il fango, non solo couservò le
sommarono a 1 66, 000, per cui gli alleati posizioni e respinse valorosamente gli at-

ne inviarono colla flotta 1 5,ooo a Rertch tacchi del nemico, ma si avvicinò sempre
o Celerei che fu bombardato, e occupato più alla piazza, superando tutte le diflicol-

porlo e superarono
città: tosto tali forze d'inkermann. Non-
là,e vinse la battaglia
200,000 uomini. Non per questo si po- dimeno l'impazienza con che attendevasi
teva conquistare Sebastopoli, dovendosi la rovina di Sebastopoli, infastidita la fer-
procedere nell'assedio secondo le regole vida soldatesca del lungo indugio, lo fece
della tattica militare, le quali richiedono giudicare lento e irresoluto. Avendo egli
giau tempo; oltre l'aver gli assediati au- stesso proposto per suo successore il gè-
TUR TUR 44<
neral Pelissier, questi gli surrogò l' im- nella notte seguente si rinnovò l'attacco
peratore, e Canrobert con rara generosità dagli alleati, i quali rimasero padroni del
e mirabile abnegazione, rimase al campo campo. Si calcolarono le perdite russe a
qual comandante del corpo capitanato 5ooo uomini, enormi quelle degli alleati,
prima dal suo successore.il nuovo coman- ma assai meno numerose di quelle nemi-
dante generale de' francesi in Crimea di che. Imbaldanziti di questa vittoria, mos-
circa 60 anni, ma pieno d'ardore mar- sero gli alleali verso la Chernaia, fiume e
ziale, godeva fuma d'attivissimo, arditis- valle che piegano d'oriente in occidente
simo e d'immenso coraggio, perito assai fino a perdersi nel golfo di Sebastopoli; si

Dell'arte della guerra, singolare ne'ripie- impadronirono dell'alture che ne forma-


gbi subitanei e uegli slanci decisivi. Nell'e- no la sponda sinistra, vi piantarono uu
strema punta orientale della Crimea />ve campo e cominciarono fortificazioni. Uà
il mar JNero comunica con tpiel d'Azoff, altro fatto d'armi presso Sebastopoli, av-
sorgono due città, Kertch e Jeuikaleb, la venuto a'7gi ugno, meritò parimente gran-
I. 'famosa per esservisi avvelenato Mitri- de onore agli alleati, sebbene lo pagarono

date VII re di Ponto per non cader nelle a largo prezzo di sangue. Fu esso l'assal-
mani di Pompeo; la 1. "edificata nel 1703 to e la presa del poggio Mamelon Vert,
da'lurchi per chiudere a' russi V entrata straordinariamente fortificato perchè ser-
nell'Emilio. Per queste due città passa- visse di difesa alla terribile torre di Ma-
vano munizioni di guerra e di viveri
le lakolf presso cui giace verso levante,che
dall'interno dell' impero a' combattenti da quel lato Malakoff è la chiave maestra
russi della Crimea. Avvedutisi gli alleati delle fortezze di Sebastopoli. Tale impor-
dell'importanza vitalissima di talicomu- tantissima posizione dominando parte del-
nicazioni, troncarono quest'arteria della la strada di Sinferopoli e l'estrema baia,
Crimea con insignorirsene a'22 maggio, e onde si poteva nuocere alla flotta russa ivi

cou e>se il mare d'AzolF passò nelle loro ricovratasi, GortschakolF dovè trarla dal

mani, distruggendo le flotte di Lyons e porto militare. Si disse periti 5ooo russi e
Bruat tutti legni, ed impadronendosi di
i degli alleali metà circa. Col poggio cadde-
unaenoroiequanlilàdi provvisioni e mu- ro in mano di Pelissier 5oo prigionieri, 70
nizioni de* russi porli e città furono vi-
: cannoni e diversi ridotti circostanti. Ma
sitati dal cannone distruggitore, ed im- l'assalto sanguinosissimo al GranRedan,a
mensa quantità di viveri fu data alle Malakolfe alle batterie che ne dipendono,
fiamme. Così furono spietatamente dan- costò a' 8 agli alleali più di 3200 uomini,
1

neggiate e rovinate le sostauze russe nel morti, feriti, prigionieri o in altra guisa
mate d'Azoff, già impenetrabile. La città scomparsi. L' esercito sardo ben accolto
di Cherci fu orribilmente saccheggiata dagli alleati in Crimea, i cui lidi ancora
dagl' inglesi e da' turchi, distruggendone risuonano delle prodezze de' reali di Sa-
il prezioso museo, e vessando gli abitanti voia e della possanza della marina geno-
crudelmente, il che mosse l'indegnazione vese, fin qui non avea avuto parte a qual-
generale. Contemporaneamente Pelissier che grave scontro, ed invece furono fla-
colse anch'esso un bell'alloro sotto le gellali dal cholera, che vi faceva stragi

mura di Sebastopoli, con gettarsi furio- nel loro campo di Kamara ed a Balakla-
samente la notte del 11 al 2:3 maggio sul va, morendone il fratello del comandan-
gran campo d' armi che i russiaveauo te, bravo generale Alessandro La Mar-
il

latto al lato del mezzodì, nel luogo detto mora istitutore del corpo de' bersaglieri,
il Cimitero, per impedir ulteriori approc- non meno rinomali e intrepidi de' famosi
ci e per distruggere le parallele del ne- cacciatori di Vincennes e de'zuavi france*

mico, n uscenti la mischia assai micidiale; si. CusUuliuopoli olire Y essere il conli-
4'p TUR TUR
mio deposito de'ferili e maiali ili Crimea, ta della Porta per conservare l'integrità e
pali anch'essa ripetutamente il funesto l'indipendenza de'suoi stati. A'3o giugno
morbo ed aliti giavi infortuni!. A' f)
giu- sifondò canonicamente in Colonia V As-
gno un incendio ridusse in cenere il vasto sociazione del s. Sepolcro, pev la conser-
e magnifico palazzo imperiale di Alimed vazione e l'avanzamento del cattolicismo
Fethi pascià gran maestro d'artiglieria e in Terra Santa, colle norme riferite dalla
1
cognato del sultano, che fu il I .° degli am- Civiltà Cattolica) serie 3. , 1.
1, p. 2^4-
basciatori ottomani a rendere omaggio a L'Opera de'pellegrinaggi in TerraSan-
Gregorio XVI in Roma, siccome già nar- ta fu istituita anche in Francia, più volte
rai : il danno si valutò a più di 1 o milioni ne ragionò la stessa Civiltà, celebrandone
di piastre turche. L'incendio però ch'eb- il fervore tanto delle carovane de' pelle-
be luogo a' 24 Tu più assai pernicioso e grini francesi che tedeschi, noncheilGVor-
deplorabile, in 8 ore riducendo in cenere nale di Roma, cornea p. 862 del i856,
5ooo case e botteghe turche e parecchi pa- ove si dice de' nuovi viaggi organizzali
lazzi, oltre 5 moschee, 6 scuole e una bi-
1 dal comitato dell' opera, oltre quelli per
blioteca. 11 danuo fu incalcolabile. Gioii- la settimana santa e altre epoche, anche
stadt sempre era vagheggiata dalla flotta per le feste del s. Natale, ed avverte. « La
nemica a rispettosa distanza, e sembrava partenza sarà da Marsiglia il giovedì 27
che dal suo durissimo scoglio intimasse novembre. Le persone che desiderasse-
al Duudas ciò che l'anno scorso avea in- ro farne parte, dovranno dirigerne la do-
timalo a Napier Guardami finche vuoi,
: manda alla segreteria del comitato, via
purché non mi tocchi. Il generale russo Furslemberg n.° 6,al più presto possibile.
INI ura wielfo per combattere Sciamyl,o le- La durata del viaggio è di due mesi (an-
mendu qualche bombardamento diLyons data e ritorno), de'quali 36 giorni in Pa-
oBruat, abbandonò la fortezza d'Auapa, lestina. I prezzi restano ai2DO fran-
fissi

la piazza de' russi più valida sulla costa chi, 1.* classe, e 1000 2/ classe,
franchi,
asiatica del mar Nero, e la chiave de'loro prezzo totale del viaggio". Il 28 gingilo
possedimenti nel Caucaso. L'ambasciato- 1 855 fu l'ultimo di vita pel capo gene-
re inglese in Costantinopoli fece a nome rale inglese in Crimea, lord Raglan, mor-
del suo governo una convenzione col sul- to di malattia in età di 67 anni. Gli suc-
tano, per prendere 20,000 turchi asoldo cesse il generai Simpson, allora capo dello
inglese per l'esercito. Indi gl'inglesi for- statomaggiore in Crimea, vecchio esperi-
marono delle legioni straniere d'avven- meulato. Nel Baltico avendo gl'inglesi
turieri svizzeri, italiani e tedeschi. Presero patito altri gravi danni dallo scoppio del-
al soldo un corpo d'irregolari turchi det- lemacchine infernali de'russi, ne pesca-
ti basci-bozuch,i quali non furono potuti rono da 5o e impararono a disarmarle ;
domare ne da Omer pascià, né dal gene- eco'francesi bombardarono Sweaborg la

ral Yussuf, per cui riuscirono veri brigan- rocca marittima o la Gibilterra del Bal-
ti. Benché Francia ricordasse all'Austria tico, ed oltre altri piccoli bombardamenti
le sue promesse, di mutar il trattato in distrussero moltissime navi di commercio
alleanza offensiva e difensiva, se le confe- e barche pescarecce, onde vendicarsi di
renze mancavano, a dimostrare l'Austria non poter guerreggiar le navi chiuse nei
che per allora non intendeva sguainarla porti. Volendo russi occupare le linee
i

spada, diminuì notabilmente il suo eser- della riva sinistra della Chernaia, la qua-
cito. Restò all'Austria il favorire la pace le si teneva dagli alleati, nella mattina dei
sui punti convenuti nelle conferenze, an- 16 agosto in numero di quasi 60,000 pas-
co coli' armi occorrendo, di mantenersi sarono il fiume o torrente sopra vari pon-
armata ne'piincipati Danubiani, ed allea- ti fabbricati all'improvviso, esi gettarono
TUR TUR 443
sopra il campo piemontese principalmen- tragittare sicuramente da Sebastopoli ai
te, che in sulle prime dovette sopportare forti del nord i suoi guerrieri, e fu capo-
quasi solo l'urto del potente nemico. So- lavoro d'arte militare. Gli alleati creden-
praggiunsero poi i francesi con Pelissier, do che i russi volessero tentare una sor-
e in 4 ore circa 40,000 tra francesi e sar- tita si tennero pronti ad accoglierli, sen-
di poterono fare ripassare la Chernaia ai za lasciar il bombardamento e il pensiero
russi, i quali nella precipitosa fuga abban- dell'assalto della città. Ne' giorni 6, 7 e 8
donarono da fabbricar
tutti gli attrezzi settembre raddoppiarono con insolito ar-
ponti; e si ritirarono sopra Makenzie, do- dore la tremenda opera di distruzione,

po aver fililo il maggior sforzo sul ponte vomitando spavento e morte sull'infelice
di Traktir, per cui si chiamò la battaglia Sebastopoli da ben 700 bocche di canno-
della Chernaia e di Traktir. Gì' inglesi ne, mentre la flotta alleata comandata da
giunsero dopo il ritiro de' russi. I morti Lyons e Bruat facea grandinare senza po-
dalla parte de' russi si disse più di 3ooo, sa le sue bombe specialmente sul forte
i feriti 5ooo,e fra gli uni e gli altri
7 ge- della Quarantena, onde de* russi ne'20
nerali^ de'prigioni circa 800: dalla parte giorni che precedettero il 5 settembre
degli alleati caderonoi 81, e feriti poco più morivano non meno da 5ooaiooo uo-
di 1000. Tra' sardi restò ferito il general minial giorno pel bombardamento, e ne-

conte Rodolfo Moutevecchio di Fano e gli ultimi 3 giorni 25oo al giorno! Giunti
poi morì a' 2 ottobre religiosamente, con
1 i lavori francesi del genio a^So/Jo me-
quella edificazione che rilevò la Civiltà tri dall'opere principali della piazza, ter-
Cattolica, dicendo benissimo che si può minato l'allogamento di 100 batteria con
essere prode soldato e fervido credente. 35o bocche da fuoco pegli attacchi di si-
Inoltre il general Moutevecchio partico- nistra e 200 per que' della destra, e ap-
larmente fu encomialo pel valore, e de- postati gl'inglesi a 220 metri dal gran Re-
plorato anco dall' Enciclopedia contem- datl alla Ivarabelnaia con 200 cannoni,
poranea di Fano sua patria. Napoleo- fu deciso da Pelissier e Simpson, d'accor-
ne 111 scrisse congratulazioni a Pelissier, do co'generali del genio a dell'artiglieria,
dicendogli: Questa è la 3/ volta che russi i di procedere all'assalto finale della città
mostrarono, che in campagna aperta noti assediata. Venne quindi affidato al gene-
.° corpo francese,
ponuo stare a fronte degli alleali. Sog- ral de Salles e al suo i

giunse, Sebastopoli cadrà presto, e ma- rinforzato all' uopo d'una brigata sarda,
nifestò il rammarico di noti poter rag* l'attacco del bastione centrale. Agl'inglesi
giungere l'esercito in Crimea, com' erasi il gran Redan, al generale lìousquet la
proposto. 11 bombardamento di Sebasto- torre di Malakoiì'e il piccolo Redan sulla
poli ricominciò a' 1 8 agosto, ed il principe baia del Carenaggio. Quest'ultimo assa-
Gortschakolf essendo costretto per l' in- liremo come il piti difficile e decisivo fu
cessante tiro degli assediami a rallentare cosi disegnato : il general Mac Mahon a
l'esecuzione de' lavori di difesa, mentre sinistra dovea impadronirsi di Malakolì;
prima nottetempo russi riparavano dan- i i il general Dulaca destra soggiogare il pic-

ni del giorno, e vedeudo che le gallerie colo Redan, e il general Mollerouge do-
nemiche guadagnavano terreno,ela torre minar nel centro la cortina che legava le
di Malakofl bersagliata a soli io metri, due opere anzidette. Pochi tratti storici
temendo sulla sorte di Sebastopoli, pensò sono paragonabili alla strage che vado ad
di preparare uno scampo al suo esercito accennare, poiché a migliaia i valorosi si

in caso di grave disastro. Perciò verso il lanciarono a morte pressoché inevitabile.


fine d'agosto fece gettare attraverso della Avvicinale adunque di nascosto le colon-
gran rada un ponte di barche che potesse ne; disposte le milizie del genio con ap-
4 i ì
'* u R TUR
parecchi per gittar ponti; forniti gli ar- segno dell' attacco agl'inglesi e più tardi
tiglieri d'attrezzi per inchiodar e schiodar al general de Salles. Gl'inglesi aveanoaoo
cannoni e volgerli a danno del nemico; metri a varcare sotto una terribile pioggia
muniti altri d'utensili per aprir passaggi, di mitraglia; in un momento tutta l'area
colmar fossi e creare impedimenti ; assi- restò coperta de'loro cadaveri. Nondime-
curatosi infine tutto l'esercito dalle spal- no le colonne non
arrestarono e giun- si

le e dal lato più esposto, dopo aver can- sero imperterrite nella direzione del pun-
noneggiato spaventosamente pe' detti 3 to culminante. Discese nel fosso scalaro-
giorni le fortificazioni, venne il momento no, malgrado gli sforzi de'russi, la scarpa,
dell'assalto cioè il meriggio dell'8 settem- ed espugnarono il saliente del Redan;
bre. Appositamente erasi scelta tale ora ma colà giunti, dopo una prima zuifa che
affinché rimanesse tempo agli assalitori costò assai cara a'russi, non trovando di-
d'eseguir il colpo, e non vi fosse pericolo nanzi a se che uno spazio libero e fulmi-
che l'esercito russo campato fuor di città nato senza posa dalle palle del nemico che
potesse prima della notte accorrere in soc- sfavasi ritirato nascosto ne' suoi riposti-
corso. Giunto il momento prestabilito, li, nou bastando nuovi arrivanti a sur-
e i

uscirono dalle trincee i generali Mac Ma- rogare caduti, dopo due ore d'inegual
i

hon, Dulac e Motterouge ; e tamburi i combattimento indietreggiarono con tal


e le trombe battendo e suonando il passo intrepidocontegnoche russi non furono i

di carica, alle grida di Viva V Impera* arditi d'inseguirli. Dal canto suo il gene-
(ore mille volte ripetuto, si precipitarono ral de Salles moveva i suoi all'attacco del
contro le fortezze le loro truppe. La di- bastione centrale. Auch' ivi fu spostalo
visione Mac Mahon si lanciò contro Ma- sulle prime il russo; ma questi mercè al-
lakolf: ivi la larghezza e la profondità del cuni cannoni già nascosti, della grandine
fosso, l'altezza e Io scoscendimento del- di palle che suoi moschetti vomitavano
i

l'erta ne resero difficilissima la salita; ma da ogni parte, di alcuni fornelli fatti scop-
ogni dillìcoltà svanì davanti a'fervidi guer- piar opportunamente, e soprattutto d'una
rieri; infiammati di valore, pervenuti al carica impetuosa e numerosissima, rigua-
parapetto piombarono addosso a' russi dagnarono il perduto terreno e costrin-
che prodi si fecero piuttosto uccidere che sero anche i fraucesi a cessarsi dopo aver-
indietreggiare, e perduti i fucili si difesero vi tollerali gravissimi danni. Si volle ri-

colle zappe,colle pietre e con quanto loro tentare il fatto, sperandone miglior for-
venne alle mani. Quivi s'ingaggiò terri- tuna; ma il general Pelissier lo credè inu-
bile tenzone a coi pò a cor pò; in tanto fran- i tile, e perciò ne mandò a tempo il divie-
cesi guadagnato terreno, saltarono entro to. Parimente l'assalto del piccolo Redan
Je opere, e pochi momenti dopo la loro e della Cortina, sebbene sostenuto lungo
aquila sventolò vincitrice stilla torre. Già tempo con incredibile valore, riuscì qua-
a destra e al centro le divisioni Dulac e siinteramente a vuoto. Imperocché alla
jMollerouge si erano impadronite del pic- difesa di questo punto cooperarono assai
colo Redan e della Cortina spingendosi fi- le batterie de'forli del nord, i cannoni dei
no alla 2. "cinta ancora in costruzione, vascelli nemici, e lo scoppio fortuito di
quando ogni cosa pericolò per la disgra- una gran polveriera de'russi. Tre volte le
zia avvenuta all'intrepido general I3ous- divisioniDulac e Motterouge s'impadro-
quet, il quale colpito da grossa scheggia nirono del piccolo Redan e della Cor-
di bomba dovè abbandonar campo. Gli il tina, e 3 volte ne furono respinti. Indar-
successe nel comando general Dulac. il no i russi tentarono più volte di ricacciare
Intanto il genio colmava le fosse, apriva ifrancesi da MalakolF: questa torre era
passaggi gittava pouli, Allora fu dato il presaecou questa fu presa Sebastopoli,
TUR tur 44$
come quella eh' era la chiave delle for- riti e 6 contusi. La perdila de' russi, per
tezze meridionali della città, e formida- la crudezza della mischia, fu assai mag-
bilissima sopra tutte giganteggiava. Pian- giore. Se è vero che il principe Gortscha-
tate colassù le artiglierie degli alleatala koffinterpellasse Pelissier, se ritirandosi
guarnigione di Sebastopoli sostenne un i nord esso s'incaricasse
russi da' forti del
fuoco infernale, respinse 6 assalti, ma le di 5,ooo feriti e malati, si può ben ar-
i

fu impossibile sloggiare il nemico dal ba- gomentare che quasi tutti quegl' infelici
stione Kornilofi di Mulakoff: indi fu faci- cadessero nelP ultime giornate ;
poiché
le a'francesi il far tacere la a.* linea di for- prima gl'infermi s'inviarono a Sinfero-
tificazione, il che vedendo russi sgom- i poli. Sono incredibili le. fatiche sostenute
brarono con fuga così rapida che a molti da'guerrieri assalitori, la loro costanza e
costò la vita e non lasciò agio di prov- rassegnazione; e nel dì solenne del memo-
vedere bastevolmente al trasporlo dei rando e terribile assalto, quell'ardore cui
mortiede'ferili. Anche i tìedan vennero non arrestava né il fuoco delle batterie
abbandonati, e col favore delle tenebre i nemiche, né fulminanti cannoni, né la
i

russi lasciarono la città varcando sopra grandine di mitraglia che continuamente


il ponte anzidetto alle fortificazioni del li decimava, né gli sforzi della flotta riu-
nord, onde a'g settembre gli alleati furo- niti a quelli dell' armata di terra, né la
no padroni della sospirata Sebastopoli, natura sconvolta e gli elementi infuriati,
baluardo della potenza russa nel mar Ne- che pareano congiurati a difendere que-
ro e regina di questo. Intanto che i russi sta meravigliosa e grande Sebastopoli, ne
si ritiravano, l'esercito alleato salì sugli l'aspetto della superba città, che loro pre-
spaldi della città, ma dell' entrarvi era sentava fieramente le alte sue torri ed i

nulla f perchè Gortschakoff, fosse per pro- suoi formidabili baluardi, né 1' eroica e
teggere la sua ritirata dalla dolorosissima disperata resistenza degli assediali. Fu co-
pei dita, o più probabilmente perseguire mune opinione, che l'ultima difesa di Se*
l'uso antico di sua nazione di distruggere bastopoli costò tra morti e feriti 3o,ooo
ciò che non si può salvare, avea prima Ge- guerrieri a' russi, pel micidiale bombar-
mmate le vie di gran quantità di bombe damento. Dall'apertura della trincea, fat-
e appiccato il fuoco alla città, e fra le pro- ta a'g ottobre i 854, a'9 settembre 1 855,
prie fumanti rovine scomparve la sua passarono 33o giorni di lavori d' assedio
grandezza. Fortezze, arsenali, pubblici e eseguiti quasi tutti nel vivo sasso sotto il
privati edifìzi, tranne alcune eccezioni ,
fuoco della piazza e malgrado le sortite
tutto saltò in aria con tale spavento che degli assediati. In vari punti furono fatte
sembrò un finimondo. Anche la flotta fino a 7 parallele. Dall'apertura poi del
disparve affondata e distrutta per opera fuoco, 1 7 ottobre 854, corsero 332 gior-
1

de' russi medesimi, che non patirono di ni di bombardamento e di cannoneggia-


lasciar in mano altrui sì ricco bottino. mento. Cessate alquanto le fìammediSe-
All' arrivo degli alleati nel porto di Se- bastopoli, per l'incendio appiccatovi nel
bastopoli erano in tutto 1 08 bastimenti di partile da'iussi, l'i 1 settembre Pelissier
ogni dimensione e armati da 2200 can- percorse la terribile e domata città, e in-

noni 1 Si combattè valorosamente da am- di scrissi a Paiigi. •• Il pensiero non può


bo le parti, e la vittoria U\ da'iussi con- formarsi un quadro esatto della nostra
trastata eroicamente, e fatta pagare a vittoria. La molteplicità di difesa e mezzi i

caio prezzo di sangue. Nel numero totale materiali che sono stati posti in opera
de' rimasti sulcampo, gli alleali conta- superano di gran lunga quanto si legge
rono 8000 morti, de' quali 6000 fran- nella storia delle guerre". Caddero in pre-
cesi compresi 5 loro generali, oltre 4 fé- da de'conquistatori 4°oo bocche dafuo-
446 TUR T UR
<o, i 5o,ooo pnllc da cannone e propor- sima solennità e intervento dell' impera-
7Ìonnta quantità di mitraglia, di polvere tore e de'corpi diplomatici e militari; alla
e di rame, e tutte quelle altre copiose (piai pia ceremonia assisterono pure, per
provvista e numerose munizioni di ricco la potenza della vittoria, l'ambasciatore
bottino, riportate dalla Civiltà Cattolica, del sultano Vely Edilio Rifaat pascià e
a/ serie, t. 12, p. 6o5. danno sofferto
Il l'emiro Abd-el -Rader che trova vasi in
da' russi si fece ascendere a 80 milioni di quella gran empitale! Anche in Inghilter-

rubli. Oltre la cattedrale di Sebastopoli, ra si tripudiò senza fine, sebbene la glo-


restala quasi intatta, e dedicata tosto dai ria dell' impresa propriamente militare
francesi al culto cattolico, l'ammiraglio non sia divisibile in egual parte alle due
Lyons governo in-
nelle sua relazione al potenze alleale (e lo confessarono diversi
glese, fece il novero dell'opere pubbliche fogli inglesi, dicendo la nazione umiliata
poco o nulla danneggiate venule nelle del non aver avuto la parte ch'ebbero i

mani Trovò che il forte del-


degli alleati. francesi, sia nella guerra, sia nel trionfo),
la -Quarantena non avea sofferto molto nonché a Torino, in Costantinopoli e nel-
dall'esplosione della polvere, così le fiam- l'impero ottomano. L'esultanza de' tur-
me poco nocquero al forte .Nicolò; rima- chi per la caduta di Sebastopoli fu oltre
sero pine in perfetto stato i 5 docks e i ogni dire grandissima, e rese tra essi più
magnifici bacini colle macchine a vapo- lemuto e rispettato nome de' francesi.
il

re e destinate a riempirli dell'acqua del- L'alta provvidenza di Dio mena sempre


la Chernaia, ma poi si fecero saltare in la sua Chiesa ad inaspettati trionfi. 1 cat-
aria. La notizia della strepitosa e cele- tolici nell' impero ottomano gemevano
berrima venne accolla con im-
vittoria sotto il peso di doppia oppressione : dal-
menso stupore da tut-
e contrari affetti l' una parte i turchi vietavano il libero
ta Europa, la quale attendeva da un an- esercizio di loro religione, tranne alcune
no allo scioglimento del gran dramma eccezioni,e tenevanli in a obiezione presso-
sanguinolento di carnificina umana. In ché di schiavi; dall'altra gli scismatici ne
sulle prime ebbe di molti che non ci
v' invadevano il patrimonio cte'Luoghi San-
presta van feóe, e non è poco vanto del ge- ti, da'quali all'ombra della potenza rus-

neral Pelissier 1' aver eseguito un colpo sa s'argomentavano di cacciarli del tutto
a lor giudizio incredibile: fu colmato d'e- a poco a poco. Quando Dio colle vittorie
logi e di decorazioni ( lo fu pure il ge- delle potenze cristiane, procurava l'intera
neral Simpson dalla sua regina, dall'im- emancipazione de'crisliani e fiaccava l'ol-
peratore de'francesi e dal re di Sardegna, tracotanza scismatica in Palestina. In que-
con singolari lodi), e da Napoleone III sta regione non solo i greci scismatici de-
fatto maresciallo di Francia, duca di Ma* posero l'usata baldanza, ma diverse co-
lakoff con pensione annua di 100,000 munità si posero sotto la prolezione del
franchi. Ma dopo qualche giorno dove- patriarca latino di Gerusalemme, nella
rono anch' essi chinar il capo e tributar qual città alzarono la bandiera nazionale
lode alla possente nazione, che condusse i consolidi Francia, Inghilterra, Austria
a termine un assedio per innumerevoli e Spagna, mentre prima non vi sventola-
circostanze difficilissimo e non secondo a va che la sola Giornale di Ro-
turca! Il

verun'altra impresa di simil fatta. Nella ma a p. 58 e 62 riporta un erudito ar-


Francia e in Parigi specialmente le dimo- ticolo della Patrie sopra i 3 più grandi as-
strazioni di gioia furono stragrandi, per sedi fatti sotto grande impero di Na-
il

festeggiar il glorioso avvenimento. Fu poleone I, cioè di Gaeta, Danzica e Sa-


cantato nella metropolitana di Parigi il ragozza, provando che ni uno può para-
Te Deum al Dio degli eserciti colla mas- gonarsi a quellodi Sebastopoli, operazio-
TUR T UR 4Ì 7
no di guerra ilei tutto eccezionale ne'fa- sperperò la cavalleria russa del general
sli degli attacchi delle piazze. Le partico- K.ot'Ìf,e le tolse6cannoni,i2 cassoni, 230
lari difficoltà, che si presentarono in ta- cavalli e r 69 prigionieri. Nello stesso gior-
li dubbio per parie
assedi, esigerono senza no le milizie turche e inglesi chiuse den-
degli assediatiti un gran valore, una gran- tro Kars, che con Erzerum sono le città

de abilità e una ferma volontà di vince- pi ti i ra portatili della Turchi a Asia lica ,co •

re; ma ninno di essi ebbe per se solo riti- mandate dal prode general Williams, fu-
n'iti cotanti ostacoli, quanti convenne su- rono circondate d'ogni verso dall'eserci-
perare per piantar la bandiera di Fran- to russo capitanato dal valoroso e con-
cia sulle mina di Sebastopoli, perchè ces- dottiero vittorioso di molte fazioni guer-
si di minacciar il Rosforo e Costantinopo- resche general Mttrawieff, ed Omer pa-
li. 1 fogli francesi fecero voti per la pace, scià inviato a soccorrere la piazza che tro-
intanto che gl'inglesi e altri si mostraro- vavasi in pericolose condizioni per lungo
no più prima furibondi per la guerra!
di assedio, non potè pervenirvi. Il combatti-
1 pochissimi periodici che aveano abbrac- mento fu accanilo e micidiale nel nuovo
ciato la causa russa tentarono di possi- assalto dato da MurawiefF, ma gli asse-
bilmente attenuare il valore del riporta- diati benché ridolli a pochi per mancan-
to trionfo, e volevano far credere che il za di viveri, tale resistenza fecero e con
russo era tuttavia poco men fòrte di pri- tanta valentia respinsero il nemico , che
ma per rimanergli la Sebastopoli setten- questi dovè ritirarsi con grandissima per-
trionale eie fortezze del nord piti formi- dita. Ma questa splendida vittoria non
dabili delle conquislatedel sud. Ma la Pa- cambiò la (torte de'turchi assediati, per it

trie tra gli altririspondendo a tali esage- loro stato lagtimevole. Intanto la Russia
razioni osservò saviamente, che fino a'9 a mano a mano che Sebastopoli pericola-
settembre non vi fu che una sola Seba- va, andò aumentando le fortificazioni di
stopoli, cioè quella delsu(l,ch'è la perdu- Nicolaiew, nuovo e ricchissimo arsenale
ta; in questa esservi gli arsenali, i cantie- marittimo, situata a egual distanza tra O-
ri, le provvigioni d'ogni fatta: al di là del- dessa e Perekop, per ridurla a piazza di
la baia avervi bensì alcune fortezze, ma 1 ."ordine e formidabile per molestar gli
meno formidabili delle già espugnate. Ed alleati con flotte, mirabilmente prestan-
il Moniteur rimarcò, ch'esse non supera- dosi la giacitura del luogo internato i\en-
no le fortificazioni che circondano Pari- Irò terra un i5 leghe e di tante discosta
gi. Lasciali circa 3ooo uomini alla guar- dalle bocche del Dnieper, precipua arte-
dia della città conquistata , Pelissier di- ria dell'immenso impero, e così farla di-
spose le truppe per stringere sempre i più venire una »." Sebastopoli, per cui vi si

forti delnord e interrompere la comuni- recò Alessandro 11 ad affrettare i lavori


cazione che restava aperta tra quelli e de'35,ooo operai diretti dal celebre ge-
Sinferopoli. Seguirono scambievoli scara- nerale del genio Totlleben. La pace di-
m uccie, ed esplorazioni di terreno per par- ventava più difficile, sebbene si bramava
te degli alleali, i quali a'ig settembre dai dalle (\ue parti guerreggiatiti, poiché A-
castelli e dalla rada cominciarono ener- lessandro II annunziandola caduta di Se-
gicamente il bombardamento de' forti bastopoli allo zio redi Prussia, soggiun-
del nord;mentre ad Eupatoria sbarcati se, fu detto: La Russia non indie
come
25,ooo uomini trasportativi da Ramie- treggiagiammai dopo un disastro. Ed al
sch,checo'3o,ooo turchi ivi stanziati for- governatore di Mosca dichiarò: Il popolo
marono un corpo assai forte, ed il general russo è pronto a versar tutlo il suo san-
Allooville con parie di essi, co'suoi fran- gue per conservar l'integrità dell'impero,
cesi e gH egiziani a' 29 settembre slesso del (piale uon soffrirà mai che si stacchi
448 TUR TUR
la minima parte. Da molti piccoli fatti fu s'impadronirono dell'importante città di
osservato, la Russia essere irreconciliabi- Kinburn posta estrema punta che
all'

le coll'lnghilterra, poiché a questa piut- chiude quasi lo sbocco del Dnieper e del
tosto che alla Francia cercò eli nuocere "Bug nel mar di Odessa, e domina così dal
nella campagna di oCrimea; e ciò forse lato del mar Nero la famosa Nicolaiew,
per antipatia o per malumore cagionato occupandola il generalBazainecon 2,000 1

dalla pubblicazione de'segreti documen- uomini. La vittoria fu rilevante anche per


ti relativi alle mire di Nicolò I sulla Tur- avere i russi fatto saltare in aria le cele-
chia , onde gì' inglesi furono particolar- bri fortificazioni d'OlschakofF di fronte a
mcnte presidi mira. Osservò la Bilancia Kinburn. I navigli alleati quindi getta-
di Milano, che i francesi si mostrarono in rono l'ancora sull'imboccatura del Dnie-
questa guerra generosi e soldati d'onore, per, impedendo così qualunque comuni-
secondo l'indole della nazione e per la be- cazione marittima tra Nicolaiew e Chcr-
nefica influenza cattolica dell'illustre cle- 8011 (altra volta centro del comando del-
ro; laddove gl'inglesi dierono prove tal- la flotta russa nel mar Nero, e tuttora bel-
volta di cupidigia, di rapacità e d'animo la città malgrado la vicinanza delle due
crudele. felici rivali, Nicolaiew e Odessa, che si di-
3
Negli ultimi del memorabile settembre visero le sue spoglie, lai. togliendole la
1 855 fu raccolto in Costantinopoli il sino- marina militare, l'altra la commerciale)
do greco scismaticOjConsigliere del patriar- da un lato, e dall'altro tra Nicolaiew e
ca in tutti gli affari rilevanti e che veglia Odessa, aspirando pure a rompere le co-
con lui alla prosperità della chiesa, all'am- municazioni della Russia occidentale col-
ministrazione de'suoi beni e alla conser- la Crimea eziandio per terra da quella
vazione de'suoi privilegi. Sebbene tutti i parte e da Perekop, onde obbligare i rus-
vescovi e arcivescovi metropolitani han- sio a una decisiva battaglia o ad eva-
no diritto d'intervenirvi, pochi Io fanno, cuar la Crimea, per mancanza di riceve-
ora ascendendo le sedi vescovili a circa re munizioni e vettovaglie. Ma Gortscha-
i3o e le Per l'elezio-
arcivescovili a 80. koff non mostrò affatto disposto a la-
si

ne del patriarca intervengono pure con sciar la Crimea, sperando che il prossimo
voto il presidente de' diversi mercanti e inverno avrebbe impedito agli alleati di
de'di versi corpi delle classi d'operai. Scel- dargli grave molestia, e che in tale stagio-
to il nuovo patriarca, spetta l'approvazio- ne si potesse iniziar qualche trattato di pa-
ne al sultano. Ora in detto sinodo fu e- ce. Ricevè la visita d'Alessandro li, il qua-
sautorato il famoso patriarca Antimo pei* le ispezionò tutti i luoghi dal campo di
gravi lagnanze della nazione, di cui non Perekop fino alle fortezze nordiche di Se-
seppe discolparsi, e in suo luogo fu flet- bastopoli, incoraggiando le milizie ci co-
to patriarca Cirillo arci vescovo d'Amasia. mandanti. Inutilmente a'2 7 ottobre il ge-
Il gran visir a uome del sultano lo rico- neral d'Allonville mosse daEupatoria, per
nobbe e confermò, ordinando ad Antimo provocare a battaglia i russi a Tchobatar
d'abbandonare il trono patriarcale. Con- sulla via di Sinferopoli. In questo tempo
siderandogli alleati chele città di Taman nell' oriente stavano a fronte de' russi
e Fanagoria, poste sul pendio de' monti 276,000 de 'quali più della metà
alleati,
che formano il lato orientale dello stret- truppe scelte francesi; e nelle darsene e
Kertcih, già Bosforo Cimmerio,sem-
toci*! officine d'Inghilterra, Francia eTurchia a-
bravano opportune a servir di base d'o- lacrementesi lavorava un'immane quan-
perazioni militari in una campagna d'in- tità di apparecchi di distruzione, di mor-
verno, le fecero occupare ambedue. A* 17 te e di spavento. Il perchè la Russia si ar-
ottobre le squadre alleate espuguarouo e mò sempre piti poderosamente, molti ar-
TUR X II 449
derido di continuar In guerra pei rifarsi ciata da'russi èda MurawieiTche vi si re-
ad ogni costo delle palile sconfitte. Ala in- cò sollecitamente. Indi fu chiamato a Co-
sieme il partito della pace guadagnava o- stantinopoli a render conto di sua con-
gni giorno aderenti , caldeggialo dalle dotta. Nel decimar del 855 osservò il Ti- 1

principesse imperiali, ed il popolo minu- mes. » La rigenerazione dell'impero otto-


to ossia l'immensa maggioranza della na- mano è una parte legittima delia politi-
zione, non vedeva la necessità di conti- ca degli alleati. si conoscano as-Benché
nuar la lotta cotanto disastrosa. Perciò il sai male i governo turco, non-
dettagli del
sinodo russo con nuova insistenza volle dimeno se ne sa per convincere il pub-
darle colore di religione, con islimolare blico che l'impero ottomano traversa una
i pastori a persuadere i soggetti loro che: fase di sua storia, che deciderà di sua po-
«Lo czar fa la guerra in qualità di capo sizione ne' secoli avveuire. La preseuza
della chiesa orieutale; che come nel i 828 delle grandi armate sul suo territorio ha
la Russia snudò la spada per liberare i già fatto rientrarci turchi in se stessi: il

greci suoi fratelli in religione, così ora non sultano benché d'ora in poi meno espo-
può patire che si attenti alla libertà di sto alle intraprese de' diplomatici, è di-
coscienza gloriosamente acquistata : che venuto più seriamente responsabile in
Infine il solo protettore della chiesa or- faccia agli statid'Europa e alla grande
todossa è lo czar, e chi ne dubita diven- famiglia de'sovrani, a mezzo cui tiene un
ta perciò apostata". A'6 novembre Omer posto. Il turco stesso, non ostante il suo
pascià forzò il passo lugur combattendo coraggio e la sua nativa dignità, discen-
co'suoi immersi nell'acqua sinoallespalle, de ogni giorno dall'antica sua posizione
contro 16,000 russi che sbaragliò. Indi in conseguenza della sua mancanza di col-
continuò il suo viaggio alla volta di K.u- tura intellettuale e morale. Le popola-
tais per avvicinarsi a Kars ; ma le tribù zioni cristiane crescono in numero e po-
caucasee,a cui avea inviato legazioni e do- tenza ". Caurobert non si trovò presen-
ni, non simostrarono propense ad abbrac- te all' espugnazione di Sebastopoli , ma
ciar le parti de'turchi. Esse avversano e- poi con Bousquet fu fatto maresciallo di
gualmente i russi per amore d' indipen- Francia: richiamato a Parigi, vi giunse
denza, e i turchi per timore che loro im- a' 16 agosto, indi fu spedito ambasce- in
pongano la propria religione che abbor- ria straordinaria al re di Svezia e Nor-

rono, seguendo varie riforme del mao- vegia. Di tal missione fu conseguenza il
mettismo. Riuscito fallilo a Murawieif, trattato concluso tra la Francia, l'Inghil-
anzi fatai issimo, l'attacco di Kars, che as- terra, la Svezia e Norvegia a'2 i novem-
sediava dalla metà di giugno, risolvette bre e ratificato a Slocolma a' 17 dicem-
d'espugnarla per fame. Omer pascià non bre. Ne fu il precipuo scopo, spirito e va-
giunse in tempo a soccorrerla, ed il pro- lore, il prevenire ogni complicazione di
de Williams colla valorosa guarnigione natura da turbare l'equilibro europeo,
anglo-ottomana, a'28 uovembre furono nello scopo d'assicurare l'integrità de're-
costretti a capitolare, ad onta della formi- gni uniti di Svezia e Norvegia; come l'op-
dabile posizione naturale della piazza. porre ima barriera insormontabile all'in-
Caduta Rais, s'accorse Omer pascià del vasioni della Russia sul Baltico e ue'ma-
inai passo che avea fatto nel tentare la ri del Nord, ottenere una garanzia con-
campagna di Mingrelia elmerezia per di- tro il progetto, che quella potenza nutri-
vertire il nemico dalla sua impresa. Do- va e seguitava con ogni mezzo, di crear-
vette perciò retrocedere e recarsi a Tre- si stazioni navali sulle coste della Norve-
bisonda per proteggere, se pur era anco- gia. Tale si è il 1 ."risultato positivo e ma-
ra tempo, la fortezza d'Erzeruui. oiinac- teriale, che le potenze marittime occiden-
VOL. LXXXl. 29
45o TUR TUR
tali vollero assicurare e conseguire col ni d'un inviato sì distinto. Nutro ferma
li aitato. Le garanzie in esso stipulate con- speranza che la mia incessante premura
tro il pericolo eventuale, di cui la Russia perla felicità de'miei sudditi sarà accom-
minacciava le 3 potenze contraenti, sono pagnata dal desiderato successo, e che il
vicendevoli. Da una parte il re de'regni mio iinpero orrnai divenuto unode'mem-
}

uniti di Svezia e Norvegia s' impegnò a bri della famiglia europea mostrerà a ,

non cedere alla Russia, ne cambiare al- tutto il mondo ch'esso


degno d'assume- è
cuna porzione o diritti del suo territorio; re un posto tanto importante nel concer-
dall'altra le potenze occidentali garanti- todelle nazioni incivilite. La Turchia non
rono alla Svezia e Norvegia l'integrità dei dimenticherà mai magnanimi sngrifizi i

suoi possedimenti attuali, pronte a som- che suoi alleati s'imposero per conse-
i

ministrare forze navali e militari per re- guire questo grande e felice risul lamento.
sistere alle pretese della Russia. Così la Scriverò direttamente a S. M. l'impera-
Russia venne confinata nel suo territorio tore per ringraziarlo; ma prego in antici-
continentale; il Baltico e il mare del Nord pazione il sig. 'ambasciatore di partecipar-
sono perciò chiusi a'disegni della Russia. gli i miei sentimenti di gratitudine".Dipoi
In questo senso il trattato in discorso si la regina d'Inghilterra Vittoria conferì al
può dire che costituisce fra le 3 potenze sultano l'ordine della Giarrettiera ,e in-
contraentiun vero trattato d'alleanza di- viò a Costantinopoli il re d'armi o gran
fensiva, il cui testo leggesi nel n.°295 del maestro di ceremonie dell' ordine Carlo
Giornale di Romaj mentre poi la Sve- Young, per eseguire la ceremonia dell'in-
zia nel precedente anno erasi accorda- vestitura. Questa seguì con gran pompa,
ta colla Danimarca di restar neutra in e lord Stratford de RedclifFe rimise al sul-
questa lolla, ora promise d' opporsi a tano l'insegne dell'ordine, previo un di-
qualunque invasione russa, e accettò il scorso a cui con altro rispose il sultano:
soccorso delle due potenze. In una paro- ambedue si leggono a p. io64del Gior-
I», questo trattato fu giudicato un'arma nale di Roma. Ero no presenti sirE.Bul-
preparata di difesa de'dirilti pure anco- wer commissario britannico ne'pnncipa-
ra non bene chiariti. Non essendovi esem- e l'ammiraglio Lyons a cui il sultano
ti,

pio che il sultano accettasse mai decora- avea donato una bellissima spada con
zioni equestri da altri sovrani, Abdul Me- brillanti di straordinario valore. Anche
djid ricevè con piacere il gran cordone l'imperatore d'AustriaFrancesco Giusep-
della Legione d'onore, che il ministro di pe I rimise al sultano l'insegne in bril-
Francia Thouvenel gli presentò in nome , lanti delgran cordone dell'ordine di s.
di Napoleone III, al cui discorso rispose Stefano /, a mezzo del barone di Roller,
colle seguenti significanti parole.» Io con- commissario austriaco ne' principati, con
sidero queste preziose insegne d' onore tutta formalità. La nobile ceremonia seguì
non solo come un particolare attestato nel palazzo imperiale diDolma-Bagsci, e vi
M. 1' imperatore dei
dell' amicizia di S. assisterono principali ministri. Decorazio-
i

francesi,mio augusto alleato, ma ezian- ni equestri da sovrani cristiani già ne a vea-


dio come una delle grandi conseguenze no ricevute parecchi ambasciatori della
della memorabile alleanza, ch'è destina- Porta a loro in via ti, anzi la legioned'onore
ta a consolidare per sempre le relazioni fu conferita dal reLnigi Filippo al defunto
amichevoli de'due imperi. Io sono tanto bey di Tunisi, e nel settembre dell'asino
maggiormente commosso da questo con- decorso il regnante imperatore d'Austria
trassegno di attenzione, ch'esso è la ."de- i inviò l'insegne dell'ordine di Francesco
corazione ch'io ricevo, e nello sfesso tem- Giuseppe all'attuale viceré d' Egitto, e
po mi gode l'animo di averla dalle ma- Soid poscia nel riceverle dal console gè-
\

TUR TUR 45i


nerale, mostrò d'apprezzare molto bene leva pia un' oncia di pace, che una lib-

la dignità della decorazione di cui fu o- bra di vittoria. In seguito della gene-


nornto. Incominciò ili 856 co'parlari di rale accettazione del progetto austriaco
probabilità di vicina pace, pel gran de- de' preliminari di pace, i rappresentanti
siderio che ne aveano popoli, mentre
i e- d'Inghilterra, Francia, dellaSublime Por-
l'ansi pure rannodate le relazioni tra !a ta e dellaRus^ia si riunirono il i.°febbraio
Porta e la Grecia. L'Austria ne prese l'i- in Vienna (nel qual giorno morì a Varsa-
niziativa avventurosa, alquanto diversa via il principe Paskeswitcb luogotenente
campa-
nelle condizioni, pe'successi della imperiale nel regno di Polonia, dignità
gna del precedente anno, dalle due prò* conferita al principe Gorlschakoff coman-
posizioni da essa esibite nel maggio e ri- dante supremo della guerra, che condus-
ferite dal Giornale di Roma del 856 a 1 se con tanta valentìa e nobiltà d'animo, e

p. 70. Pertanto dopo aver comunicato caldo favoreggiatore della pace) per sot-
agli alleati le sue proposte, a Pietrobur- toscrivere, in unione al conte Buol-Scha-
go le inviò pel conte Estei hazy con nuo- uenstein rappresentante dell'Austria, un
ve basi di pace, onde venire alle tratta- protocollo a mezzo del quale tali prelimi-
tive de' suoi preliminari. La Russia pu- nari ebbero una forza obbligatoria. Con-
ramente e semplicemente a' 16 gennaio temporaneamente fu fissata in massima
accetta rido c\ues\.' ultimatum >(> meglio at- la conclusione da farsi d' una tregua o
to officioso e consiglio amicbevole,fece un armistizio, e disposto inoltre che i pleni-

atto di saggia politica e un immenso pas- potenziari delle 5 corti si l'accogliessero a

so verso Siccome l'indole pacifi-


la pace. Parigi per concludere il definitivo trat-
ca di Alessandro II è compresa intima- tato di generale pacificazione. La Gaz-
mente dell'obbligo ingente che ad un so- zetta ufficiale di Vienna divulgò le 5
vrano assoluto di 65 milioni di uomini proposte austriache e patti fondamentali,
corre di procurarne il ben essere, perciò li quali riprodusse la Civiltà Cattolica
con pena vedeva prolungar la guerra, ver- nella 3.* serie, o. Ormai la que-
1. 1 , p 5
t 1

sare tanto sangue, e tanti rovesci conse- stione d'oriente non si agitò più a colpi
guenza di lotta cos'i micidiale. In un di- di cannone nella Crimea, ma abbando-
scorso che avea fatto Bright membro del- nata con ottimi auspicii alle amichevoli
la società della pace a Manchester, rile- trattazioni della conferenza di Parigi av-
vò che già 1' Inghilterra avea perduto vicina vasi di suo scioglimento. Il Giorna-
5o,ooo uomini, Francia 100,000, la
la le di Roma, dal n.°3y nell' appendice co-

Russia i5o. 000: l'Inghilterra avere spe- minciò a pubblicare diversi articoli per
so 100 milioni di lire sterline, la Francia chiarirla, e intitolali: Parte diplomatica
altrettanto, la Russia 5o milioni. Al gran- della questione d' Oriente. Essi conten-
de annunzio, piacque generalmente ai gono un epilogo de'falti ch'ebbero luogo
buoni l'accellazionede'preliminaridi pa- per per servire di guida alla storia.
ce, e che la peripezia del terribile dram- La novella dell'accettazione della pace
ma volgesse a tanta gloria de' tre primi fatta dall'imperatore delie Russie, ven-
imperi del mondo, restando alla Francia ne accolta ancora a Mosca con segni di
l'onor della bravura militare, all'Austria grande allegrezza; l'entusiasmo si propa-
il merito della combinata pace, e allaRus- gò per tutto l'impero,e si aumentò quan-
sia il vanto di generosità e di sincero amo- do l'imperatore emanò 1' emancipazione
re de'suoi popoli; trionfo morale che con de'servi. Le manifestazioni in favore della
espansione d'animo celebrai nel volu- pace furono quindi universali e apertissi-
me LXXVII, p. 58; solendo dire il ven. e me, ed in Russia perciò vi fu cambiamen-
dottissimo cardinal Bellarmino, che va- to di pubblici ufiìziali. I cattolici dalla
,

45* TUR TUR


giustizia di Alessandro li furono sottratti cattolici un avvenire molto migliore del
eli) I giogo ilei loro nemico Skripitzyne, eil passato lagrinievole. Avendo Alessandro
aprirono il loro cuore a dolci t perente; Il nel principio del suo impero donato
massime i greci ruteni, la cui illustrechie- alla comunità cattolica di Pietroburgo un
sa dal 1 839 cessi) d'avere un'esistenza le- terreno, per fare un cimiterio riserbato
gale per l'apostasia de'3 vescovi greci u- alle persone che professano il cai tolicismo;
liiti che allora la reggevano. Tutti gli am- indi si raccolsero fondi per edificarvi li-

miratori dell'equità, della mansuetudine na cappella cattolica. Quanto alla Polo-


di Alessandro 11. della nobiltà de'suoi sen- nia, dice la Civiltà Cattolica : Un sag-
si co'quali ama di lasciare il suo nome in gio della presente letteratura polaeea.
benedizione, ritengono che riparerà un » Ora se egli é vero che la letteratura è
male da lui non commesso, rendendo agli lo specchio vivente del secolo e della na-
infelici ruteni cattolici i propri sacerdoti zione in cui fiorisce... oggi in Polonia col
dalla violenza dispersi, i quali veraci con • rifiorir delle lettere s'è ravvivato non so-
fessoli della fede seppero conciliarsi la sti- lo l'amore e lo studio delle cose patrie e
ma e la venerazione del clero non unito, delle tradizioni nazionali,scuotendo il ser-
in mezzo al quale furono collocati. E col vaggio dell'imitazioni straniere; ma si è
sospirato loro ritorno tra le fedeli popo- altresì felicemente rinfocolato quell'ardo-
lazioni rutene, sieno a queste dati i prò re religioso e sinceramente cattolico, per
pri vescovi,onde impedire il fine d* una cui la Polonia dacché nel secolo X sotto
chiesa tanto rispettabile. Avendo l'augu- ilregno di Micislao 1 si convertì al ci istia-
sto monarca dichiarato di sua voceaGre- nesimo,fu sempre insigne, e per cui, ben-
gorio XVI, che l' impressioni giovanili ché stretta da ogni parte e fieramente
sempre restano scolpite nell'animo, nel assediata dall'eresia e dallo scisma,si man-
ripetergli la venerazione affettuosa che tenne fedele alla cattedra di Pietro. Il
avea saputo inspirargli nella sua fausta catolicismo è la gloria più pura del no-
venuta in Roma; voglia Iddio che il suo me polacco, e tutte le sue glorie sono a
bel cuore benignamente rammenti an- questa intimamente associate. La fede e
cora le vivissime preghiere fattegli dallo il valore de'polacchi salvò più d'una vol-

zelo e amore paterno di quel Papa, a fa- ta l'Europa dalle invasioni degl'infedeli
vore de' cattolici latini e ruteni del russo tartari e turchi; e quando sopra il setten-
impero, e sia il loro consolatore; sia colla trione si addensò così folta e così vasta la

perfetta esecuzione del concordato stipu- notte dell' errore, la Polonia serbò viva
lato colla s. Sede, sia col far cessare la ve- la face della verità cattolica, quasi faro di
dovanza come ha fatto
delle chiese rutene, salute e di speranza. Egli ha quindi ben
colle primarie earcivescovili di Mohilowe ragione quel popolo magnanimo di ser-

di Varsavia, e colle vescovili d' Uladisla- bare inviolata e cara l'eredità di questa
via e Podlachia. Per le benevole inten- sua gloria, e di stringersi oggidì con amo-
zioni d'Alessandro 11 a favore de'caltolici, re e con fede sempre più salda al vessillo

cessò il sistema di persecuzione del regno del cattolicismo". A'21 febbraio i856 il

precedente, il quale con astuto accorgi- sultano Abdul Medjid pubblicò il celebre
mento maliziosamente dava opera a di- Halti-Humayoun, sull'emancipazione dei
struggere la chiesa cattolica in Russia ,
cristiani, equiparandoli a'turchi ne'diritti

ed uno de'principali sistemi era di lasciar civili, che interamente riportai quasi nel
lungamente le sedi vescovili vacanti, o di principio di quest'articolo, discusso in
non farle occupare che da pastori vili o molte conferenze col divano, e coll'inter-
infedeli, mentre non mancano ecclesiasti- vento degli ambasciatori d'Austria, Fi an-
ci egregi, Tutto induce a fare sperure pei ela e Inghilterra, che segna un'era novel-
t u a T U li 453
la alle cose religiose d' oriente; e le po- greche e armene scismatiche, e nelle sina-
tenze ehe hanno provocato il firmano goghe degli ebrei, il governo non potè
saranno sollecite dell'esecuzione e veglie- ottenere altro se non che ne venisse data
ranno percliè non resti come altri una al popolo la notizia sommaria senza let-

lettera morta. L'atto destò in tutti gran- tura, e que'che n'ebbero l'incarico lo fe-

de meraviglia, mussulmani di antica


i
cero in guisa che, in luogo di notificar
stampa ne restarono inviperiti, dicendo la sentenza della cosa, lasciarono questa

che il maomettismo avea ricevuto un da parte e si distesero con sottile artifi-


colpo mortale, i greci scismatici malcon- cio nelle lodi de'seutimeuti di benevolen-

tenti, e lieti generalmente cattolici; pe- i za e paternità del sultano e del suo go-
rò molli di quelli dell'impero ottomano verno verso i propri sudditi. In somma
dubitarono forte se si porrà in pratica, ali'u>cir di chiesa e della sinagoga non si

auzi trepidando sul riseutimento e irri- conosceva qual fosse la legge più che al-
tazione de' turchi fanatici ne' pregiudizi l'entrare. In quanto poi alle popolazioni
antichi. I pubblici fogli celebrarono il turche, non è a ridirsi il rancore de' mus-
firmano come uno degli atti più onore- sulmani, ed aglistessi rajà o cristiani i

voli e de' più fecondi del sultano regnan- nuovi provvedimenti riuscirono di terro-
te. Questo sovrano e gl'illuminati mini- re, paventando l'esasperamento de'turchi,
stri, organi del suo pensiero, in questa e in diversi luoghi scoppiò a loro grave
memorabile occasione non potevano me- danno coti ispargimeuto di sangue; deplo-
glio rispondere a'voti delle potenze occi- rabili conseguenze d' una rabbiosa e bol-
dentali ed a' disinteressati sacrifizi fatti lente intolleranza, per vedere i turchi coin-
da esse per la causa dell'indipendenza pletameule eguagliati a loro i cristiani.

della TurcbiA e del diritto europeo, en- Fra' pochi luoghi in cui il firmano fu beu
trando con lealtà e risolutezza nelle vie accolto,contribuendovi magistrali, me-
i

dell' interne riforme. L' eroica difesa di ritano ricordo speciale Gerusalemme e l'i-
Silistria , I' ammirabile resistenza della sola di Creta. In Gerusalemme fu pub-
guarnigione di Kars, combattimenti nei
i blicato a' 7 aprile con grande solenuilà,
principati Danubiani, nella Bulgaria e per la prudenza e l'energia di Kiamil pa-
altrove, hanno provato al mondo, che la scià. Vestito questi splendidamente,por-
Turchia avea conservalo quello spirito tava sul petto le due croci di commenda-
militare, abnegazione e valore tanto ne- tore conferitegli dall'Austria e dal Belgio,
cessari alla salvezza degl'imperi. Il cele- per le attenzioni falle a'ioro principi nel-
brato firmano, dettalo da saggia politica la visita de'Looglti Santi. I turchi e spe-
e da pensiero d'umanità, attesta che l'at- cialmente gli elfeudi, guardavano mera-
tuale governo ottomano conosce, che non vigliati la novità, come un riuegameuto
vi ha miglior mezzo per compiere e sta- d'ogni costume ancor più aulico e più ra-
bilire l'opera della guerra se non quello dicato. Alla sua destra il pascià avea il pa-
r
di risolutamente agire per introdurre nel- triarca mg. Valerga, segno anche questo
l'impero ottomano le riforme, che devo- inaspettato della stima del governo ver-
no assicurare la sua rigenerazione,e strin- so prelati ialini. Molti colpi di cannone
i

gere alla sua causa le simpatie dell'Eu- annunziarono la promulgazione del fir-
ropa e quelle di sue popolazioni. Quanto mano, e da' mussulmani fu accollo con
sitemeva si verificò. Il firmano in gene- calma. Nell'isola di Greta o Candia si con-
rale inasprì gli animi. Nelle moschee fu verti rono varie persone islamismo dall'

letto, benché la redazione ne venisse ap- al cristianesimo, ed è esempio che il i.°

positamente modificata ed attenuala in l'apostasia de'turchi uou fu punita. Per


parecchi punti : ma iuveee nelle ciùe*i la saggia anaittiuUU azione di Vcly pascià,
454 TUR T 11

già ambobciatore a Parigi in tempo della nitiopi da guerra per due anni. I plenipo-
guerra, nobile e umano, Cu permesso alla tenziari destinali a concludere d trattato di
popolazione greca d'edificare un tempio, pace furono i seguenti, l'er la Francia il

ed il sultano a istanza del pascià donò per conte Alessandro Colonna Walewsky mi-
le prime spese 100,000 piastre turche. nistro degli all'ari esteri ,e il barone Fra nce-
Fece pur dono agli europei d'un sito per sco Adolfo di Bourqueney ambasciatore a
fabbricare un ospedale civile, e introdusse Vienna. Per l'Austria il conte di Buoi*
molti costumi europei, la polizia, l' illu- Schauenstein ministro degli alfari erteli,
minazione Dottorila, stabilii tribunali prò e barone Hùbner ambasciatore a Pari-
il

vincigli per la campagna, aprì strade e gi. Per l'Inghilterra Giorgio Guglielmo
prete cura del pubblico insegnamento. Federico conte di Clarendon segretario
IN un è dubbio clic il lirmano sarà esegui- degli alfari esteri, e lord Enrico Riccardo
to con minor fervore e precipitazione ili Carlo Cowley ambasciatore a Parigi. Per
quello che siadoperò a proclamarlo. Bi- la Russia il conte Alessio Orlolf membro
sogna in esso distinguere due parti: quel- del consiglio imperiale, e il barone Filip-
la che si riferisce alle riforme pratiche e po di Bruno vv inviato straordinario pres-
possibili; e l'altra delle riforme destinate so la confederazione Germànica. Per la

a soddisfar l'opinione pubblica dell'Eu- Sardegna il conle di Cavour presidente


ropa. Sarebbe certamente a temere che de'ministri, e il marchese di Villauun ina
questa seconda parte, irritando gli ani- ainbascialore a Parigi. Per laTurebja Mo-
mi, potesse recare qualche grave ostaco- hainmed Einiu Aaaii pascià gran visir, e
lo alla prima. Ma
Porla Ottomana ha
la Melicene t-Djem il bey ambasciatore a Pa-
date soddisfacenti assicurazioni alle po- rigi. Fino allora venne negato alla Prua»
tenze alleate sull' attuazione del firmano sia di far parte alle conferenze diploma-
in favore de' cristiani. Il viceré d'Egitto tiche. A' 25 febbraio si adunarono i ple-
emanò un'ordinanza in virtù della quale nipotenziari in Parigi nella vasta sala
i soldati cristiani al suo servizio ora pou* detta degli ambasciatori nel palazzo del
no praticare il loro cullo in piena liber- ministro degli alfari esteri, riccamente
tà, ma uella Civiltà Cattolica^ serie 3.", addobbata con in mezzo la tavola roton-
a
t. 252, si dimostra e deplora quanto
2, p. da coni 2 sedie in giro, ed una 2. tavola
è dannoso in Turchia, alla fede de'eristia- pe' plenipotenziari che volessero scrivere
ni il servizio militare, di cui furono liberi a parte ; altra tavola servi pe' segretari,
ab antico. 11 viceré di più ha permesso e venendo incaricato stendere il protocollo
favorisce l'impresa, vagheggiala anche delle conferenze Benedetti capo ilei di-
dal padre, la spedizione per trovare le partimento politico al ministero degli af-
sorgenti misteriose del il maggiore
Nilo,, fari esteri. Per voti unanimi fu eletto a
fecondatore e insieme il maggiore di tut- presidente il conte Walewaki, che fece il

ti i fiumi, onde conoscerne la tanto bra- discoi so d'apertura. 1 pieni potenziali pre-
mata origine nell'ignoto centro dell'Afri- sero posto alla destra e a sinistra del pre-
ca. La spedizione novera italiani, france- sidente, secondo 1' ordine alfabetico sta-
si, inglesi, tedeschi, americani ec.;i2 scien- bilito da' regolamenti del congresso di
ziati o militari, 24 artigiani, 4°° solda- Vienna. Nella 2/ seduta a'27 febbraio fu
ti egiziani, e molti conduttori di cammel- conclusa, riguardo solo agli eserciti di
li, battellieri e domestici: in tutti 5oo per- terra, la pi estabilita nella I.* Conferenza;
sone.Quest'impresa darà bella fama anche tregua e armistizio, conservando le trup-
al vicerè,il quale presea suo carico le spese pe le rispetti ve posizioni, fino al terminar
della spedizione , fornita di strumenti e di marzo, spirato il qual mese, se non si

mezzi straordinari, non che di viveri e mu- firmava la pace doveausi riprendere le o*
T U R TUR 455
etililà: il telegrafo annunziò dappertutto ropa un'era di riconciliazioue generale.
l'armistizio, conservandosi il blocco dei Io l'educherò con questo sentimento: che
porti. Ignorandosi in Crimea che le con- i popoli non debbono essere egoisti, e che
ferenze doveano subito cominciare,
si i la tranquillità d' Europa dipende dalla
Cannoni e le bombe delle due parti tuona- prosperità delle sue singole nazioni ".
rono con esplosioni più di prima frequenti Nella seduta de' 12 marzo la conferenza
eclamorose. I russi maudaronoda'fortidel de' diplomatici invitò la Prussia a man-
nord ima salva di proiettili sopra miseri i dare suoi plenipotenziari al congresso, co-
avanzi di Sebastopoli, e tentarono di sfor- me segnataria del trattato de' i3 luglio
zare un passo dellaCheruaia, donde venne- i84-i>eper ragioni d'interesse europeo
ro non senza danno respinti. Gli alleati poi partecipare alle trattazioni del cougresso;
oltre al rimandare
nemico abbondanti
al ed il re Federico Guglielmo IV v' inviò
le bombe e le mitraglie, distrussero com- il presidente del consiglio de'ministri ba-
piutamente quanto rimanea de' forti e rone O. Tommaso de JYIanteuffel, oltre
degli arsenali meridiani della vinta città. il conte Massimiliano d'Hatzfeld amba-
Indi la proclamazione della tregua e del sciatole a Parigi. A'3o marzo 856, gior- 1

l'armistizio fu accolta in Crimea da'belli- no memorando e domenica in A Ibist fu


gerauti come una notizia di famiglia. Bus- sottoscritta la pace, eia grande e fausta
si e francesi particolarmente, per le loro notizia guizzò sulle ali dell'elettricità dal-
scambievoli simpatie, già ripetutamente l'uno all'altro capo d'Europa,apportatri-
manifestate nell'ardore stesso della guer- ce in ogni luogo di vivissima esultanza.
ra, abbracciarono e felicitarono nelle
>i Siccome la Pace è conseguenza della Tre-
future gioie della pace, trattandosi con gua, così a quest'articolo solennemente
reciproci rinfreschi e altre aifettuose di- la celebrai e ne magnificai lo spirito e i

mostrazioni. Tosto anche le armate di vantaggi, perchè regolando la famosa que-


mare ebbero l'ordine di sospendere le o- stione d' oriente, con nobili modi e mo-
stilità, senza venire sciolto il blocco dei derazione pose fine alla sanguinosa guer-
porti russi, beusi quello del Baltico. Uu ra d'oriente, e stabilì il riposo d'Europa.
faustoavvenimento rallegrò a' 16 marzo Riportai pure alcuni particolari che ac-
Napoleone III, Parigi e la Francia, men- compagnarono la sua sottoscrizione, eco-
tre le conferenze della pace proseguiva- ine dall' universale fu ricevuto il lietis-

no alacremente. L' imperatrice Eugenia simo annunzio j ne tacqui le deluse fal-

nel lieto giorno delia domenica delle Pal- laci illusioni de' tristi nemici dell'ordine
me die alla luce il principe imperiacene pubblico, ne gì' inutili sforzi e tentativi
sembrò esser comparso con in mano il con alcune biasimevoli rimostranze
fatti
ramo del pacifico olivo e in fronte il tito- contro alcuni potentati d'Italia inclusiva-
lo d'apportatore di Essendo pa-
pace. mente al governo pontificio. Ma il nar-
drino Pio IX e madrina Giuseppina regi- rare gli ultimi avvenimenti percorrispon-
na di Svezia e Norvegia, fu battezzato col dere al titolo di questa mia opera, fino

nome di Napoleone Eugeuio; dipoi le ce- a nostri giorni, è uno scoglio pericolo-
remonie solenni si fecero invece del Papa so. Quindi trovo giustissima la sentenza
dal cardinal Patrizi legato a Intere, con dichiarata dal cav. Ignazio Cantò, Crona-
quella pompa e circostanze che narrai nel ca diMilano,anuo 2.°,«>emestre2. ,p. 2o5.
voi. LXXIX,p. 280 e seg. A'buoni augu- «I fatti appena compiuti entrano subito è
ro de'pleuipotenziari delle potenze rispo- vero ne'dominii della storia... ma la storia
se Napoleone 111 » Son lieto chela Prov
: ha bisogno del suggello del tempo ".
viden za m'abbia inviato un figliuolo in Quasi tulli periodici riferirono il te-
i

uu momento in cui s'auuuuzia pei TEu- sta dei trattalo, fra' quali il Giornale di
t56 TUR t u n
iiornn nel n.° o i i , e la Civiltà Cattolica restituiti da una parte e dall'altra. 7.S.
lidia serie 3/, t. 2, p. 4^3. Ommesse le M. l'Imperatore d'Austria, S. M. l'Impe-
solite furinole e i titoli e qualità de'singo- ratore de' francesi, S. M. la Regimi del
li plenipotenziari, eccone il contenuto. regno unito Gran Brettagna ed Irlan-
di
** Art.°i. Vi sarìi a dotare dallo scambio da^. M. Re di Prussia, S. M. l'Impera-
il

delle ratifiche del presente trattato, pace toredi tutte le Russie e S. M. il Re diSar-
ed amicizia tra S.M. f Imperatore de'fran- degna, dichiarano la Sublime Porta am-
cesi,S.M. la Regina dellaGran Brettagna messa a partecipare de' vantaggi del di-
ed Irlanda, S. M. il Re di Sardegna, S.M. rittopubblico e del concerto Europeo. Le
I. il Sultano da una parte, e S. M. l'Impe- LL. MM. s'impegnano, ciascuna dal *uo
ratore di tutte le Russie daH'altra,delpnri canto, a rispettare l'indipendenza e l'in-
che tra' loro eredi e successori, loro stati tegrità territoriale dell'Impero Ottoma-
e sudditi rispettivi in perpetuo, i. Esten- no, garantiscono in comune la stretta
do felicemente stabilita la pace tra ledet- osservanza di quest'impegno, e conside-
te LL.MM. i territorii conquistali o occu- reranno, in conseguenza, ogni atto che
pati dalle loro armate durante la guerra potesse recargli offesa, siccome una que-
.saranno reciprocamente sgombrati. Spe- stione d'interesse generale. 8. Se soprav-
ciali accomodamenti regoleranno il modo venisse fra la Sublime Porta el'una o più
dello sgombramene, che dovrà effettuar- delle altre Potenze segnatane un dissenso
si al più presto che sia possibile. 3. S. M. che minacciasse il mantenimento delle
l'Imperatore di tutte le Russie s'impegna loro relazioni, la Sublime Porta e ciascu-
a restituire a S. M. i! Sultano la iltadella • na di queste Potenze, prima di ricorrere
di Kars, come pure le altre parti del ter- all'impiego della forza, porranno le altre
ritorio ottomano, di cui le truppe russe si parli contraenti in misura di prevenire
trovano in possesso. 4- Le LL. MM. l'Im- una tale estremità col mezzo della loro
peratore de'francesi eia Regina del regno azione mediatrice. 9. S. M. I. il Sultano,
unito di Gran Brettagna e d'Irlanda, il nella sua costante sollecitudine per il be-
Re diSardegna ed il Sultano s'impegnano nessere de' suoi sudditi, avendo concesso
a restituire a S.M. l' Imperatore di tutte un firmano, che, migliorando la loro con-
le Russie la città ed i porti di Sebastopoli, dizione, senza distinzione di religione ne
Ralaklava, Kamiesch,Eupatoria,Kerlch, di razza, consagra le sue generose inten-
Jenikaleh, Kiuburn, come lutti gli altri zioni verso le popolazioni cristiane del
territorii occupati dalle truppe alleate. suo impero; e volendo dare una novella
5. Le LL. MM. l'Imperatore de'francesi, testimonianza de'suoi sentimenti a questo
la Regina del regno unito della GranBret- riguardo, ha risoluto di comunicare alle
tagna e d'Irlanda, l' Imperatore di tutte Potenze contraenti ildettofirtnano, spon-
le Russie, il Re di Sardegna ed il Sultano taneamente emanato dalla sua volontà
accordano un'amnistia piena ed intera a sovrana. Le Potenze contraenti constata-
quelli fra' loro sudditi che fossero stati no l'alto valore di questa comunicazione.
compromessi con una partecipazione qua- E ben inteso che non saprebbe, in nessun
lunque agli avvenimenti della guerra in casolare il diritto alle Potenze d'ingerir-
favore della causa nemica. Egli è espres- si, sia collettivamente, sia separatamente,
samente inteso che quest' amnistia si e- nelle relazioni tra S. M. il Sultano e i suoi

stenderà a'sudditi di ciascuna delle parti sudditi, né tampoco nell'amministrazione


belligeranti, i quali avessero continuato, interna del suo impero, io. La convenzio-
durante la guerra, ad essere al servizio ne de'/ 5 luglio 84i, che mantiene l'an-
1

di uno degli altri belligeranti. 6. 1 prigio- tica regola dell'impero ottomano relati-

nieri di guerra saranno immediatamente va alla chiusura degli stretti del Bu&foio
TU I T U B 4) 7
e de'Dardanelliè stata riveduta di comu- destinati a regolare la navigazione de'fiu-
ne accordo. L'atto conchiuso a tale og- mi che «eparano e traversano più stali, le
getto, e conformemente a questo princi- Potenze contraenti stipularono tra loro
pio, tra le alte parti contraenti, è, e rima- che per l'avvenire questi principii salati-
ne annesso al presente trattato, ed avrà no egualmente applicati al Danubio ed
anche forza e valore come ne facesse
se alle sue imboccature. Esse dichiarano che
parte integrante, i i. Il mar Nero è neu- questa disposizione fa d'ora in poi parte
tralizzato: aperto allamarina mercantile ilei diritto pubblico dell'Europa, e la pren-
di tutte le nazioni. Le sue acque e suoi i dono sotto la loro guarentigia. La navi-
porti sono, formalmente e in perpetuo, gazione del Danubio non potrà essere
interdetti alle bandiere di guerra, sia del- soggetta ad alcun intoppo uè imposizio-
le potenze finitime, sia di tutt' altra po- ne che non fosse espressamente previsti
tenza, salvo le eccezioni menzionale negli dalle stipulazioni contenute negli arti-
articoli 1 4
9 del presente trattalo. I*. Li-
e 1
coli seguenti. In conseguenza, non sarà
bero da qualunque intoppo, il commer- percepito alcun pedaggio basato unica-
cio ne' porli e nell'acque del mar Nero, mente sull'atto della navigazionedel fiu-
non sarà soggetto che a de' regolamenti me, né alcun diritto sulle mercanzieche
di sanila, di dogana, di polizia, concepiti si trovano a bordo de' navigli. regola- I

in un senso favorevole «dio sviluppo del- menti di polizia e di quarantena da stabi-


le transazioni commerciali. Per dare agli lire, per la sicurezza degli stati separati o

interessi commerciali e marittimi di tutte traversati dal fiume, saranno concepiti in


le nazioni la sicurezza desiderabile, la modo da favorire, per quanto sarà possi-
Russia e la Sublime Porta ammetteranno bile, la circolazione de'na vigli. Salvo que-

de'consoli ne' loro porti situati sul litora- sti regolamenti, non sarà frapposto alcun

le del mar Nero, in conformità de'princi- ostacolo, qualunque ei sia, alla libera na-
pii del diritto internazionale. 1 3. 11 mar vigazione. 16. Nello scopo di realizzare le
Nero essendo neutralizzalo, a termini del- disposizioni dell'articolo precedente, una
l'art.! 1, il mantenimento o lo stabilimen- commissione, nella quale la Francia, l'Au-
to sul suo litorale di arsenali militari ma- stria, la Gran Brettagna, la Prussia, la
rittimi diventa senza necessità comeseu- Russia, la Turchia saranno,
Sardegna e la

za oggetto. In conseguenza S. M. l'Im- ciascuna, rappresentate da un delegato,


peratore di tutte le Russie e S. M. il Sul- sarà incaricata di designare e far esegui-
tano si obbligano a non costruire ne con- re i lavori necessari, al di là d'Isatcha, per
servare, su questo litorale, alcun arsenale sgombrare i' imboccature del Danubio,
marittimo. 1 4. Le LL. MM. l'Imperatore non che le vicine parti del mare dalle
di tutte le Russie ed il Sultano, avendo sabbie e altri intoppi che l'ostruiscono,
couchiusa una convenzione all'oggetto di affine di mettere questa parte del fiume e
determinare la forza ed il numero de* ba- le dette parti del mare nella miglior con-
stimenti leggeri, necessari al servizio del- dizione possibile di navigabilità. Per co-
le loro coste, che si riservano d' intrat- prir le spese di questi lavori, non che
tenere nel mar Nero, questa convenzio- luelle desìi stabilimenti che hanno per
ne viene annessa al presente trattato, ed oggetto di assicurare e facilitare la navi-
avrà la stessa forza e valore come se ne gazione bocche del Danubio, potran-
alle

facesse parte integrante. Essa non potrà no essere prelevali de' diritti fissi d' una
essere né annullata, né modificata, senza misura conveniente stabiliti dalla com-
il consenso delle Potenze segnatane del missione a maggioranza di voti, solto la
presente trattato, 1 5. L'atto del congres- condizione espi essa, che, sotto questo rap-
so di Yicuua avendo stabilito i princinii porto, come sotto tutti gli altri, le bun-
4)8 x u n TUR
diere di tutte le nazioni saranno trattate ad un chilometro all'est del lago Bourna*
kul piade una perfetta eguagliatila.
il' Sola, raggiungerà perpendicolarmente la
17. Sarà stabilita una commissione e si Strada di Akermann, seguirà quella stra-
comporrà dì delegati dell'Austria, della da sino Vallo Traiano, passerà al sud
al

Baviera, delta Sublime Porla e del Wiir- di Bolgrad, risalirà lungo la riviera dì
temberg (uno per ciascuno di queste po- Jalpuck sino all'alturadi Saralsika, e an-
tenze), a' quali si uniranno commissari i drà a terminare a Katamori sul Pruth.
de'4 principali Danubiani, la cui nomina Àll'insù di questo punto, l'antica frontie-
sarà approvata dalla Porta. Questa aom- ra tra'due imperi non subirà alcuna mo-
ii)issione,clie sarà permanente: ^elabore- 1 dificazione. De' delegati delie Potenze
rà i regolamenti ili navigazione e di poli- contraenti fisseranno ne' dettagli la de-
zia fluviale; 2. farà scomparire gl'imba- marcazione della nuova frontiera. 21. Il
razzi diqualunque natura potessero esse- territorio ceduto dallaRussia sarà annes-
re, cheoppongono tuttavia all'applica-
si so alla Moldavia Sotto la sovranità della
zione al Danubio delle disposizioni del Sublime Porta, Gli abitanti di questo ter*
trattato di Vienna; 3.° ordinerà e farà ritorio godranno de' difilli e privilegi as-
eseguire i lavori necessari su tutto il cor- sicurati «'principati, e durante lo spazio
P
so del fiume; 4« dopo lo seio-
veglierà, di 3 anni sarà loro permesso ili traspor-
gJimento della commissione europea, al tare altrove il proprio domicilio, dispo-
mantenimento delia navigabilità dell'im- nendo liberamente delle loro proprietà,
boccature del Danubio e delle vicine par- 22. 1 principati di Valacchia e di Molda-
ti del mare. 18. È ben inteso che la com- via continueranno a godere sotto la sopra*
missione europea avrà fornito il suo com- sovranità della Sublime Porta, e sotto la
pilo, e che la commissione fluviale avrà guarentigia delle Potenze contraenti, i

terminato i lavori designati nell'articolo privilegi e l'immunità di cui sono in pos-


precedente sotto i numeri i.°e 2. nello sesso. Verun protettorato esclusivo non
spazio di due auni. Le Potenze segnatane sarà esercitato su di essi da una sola delle
riunite in conferenza, informate di questo Potenze garanti. Non vi sarà alcun dirit-
fatto, pronunceranno, dopo averne pre- to particolare d' ingerenza ne' loro affari
so atto, lo scioglimento della commissio- interni. 23. La Sublime Porta s'impegna
ne europea; e da quel punto la commis- a conservare a'suddetti principati un'am-
sione fluviale permaueule sarà investita ministrazione indipendente nazionale,non
degli stessi poteri di cui la commissione che la piena libertà di culto, di legislazio*

europea era stata fino allora, ig. All'og- ne, di commercio e di navigazione, Lo
getto di assicurare l'esecuzione de' rego- leggi e statuti oggidì in vigore saranno ri-
lamenti che saranno stati stabiliti di co- veduti. Per stabilire un completo accor-
mmi accordo, dietro i principii sopra e- do sopra questa revisione, uua commis-
nunciati, ciascuna delle Potenze contra- sione speciale, intorno alla composizioue
enti avrà il diritto di far stazionare in o- della quale s'intenderanno l'altre Poten-
gni tempo due bastimenti leggieri all'im- ze, si riunirà senz'indugio a Bukarest con
boccatura del Danubio. 20. In cambio un commissario della SublimePorta. Que-
enumerati nel-
delle città, porti e territori* sta commissione avrà per incarico d'in-
l'ari. 4 del presente trattato, e per viem- formarsi dello slato attuale de' principa-
meglio assicurare la libertà della naviga- ti e di preparare le basi della loro futura
zione del Danubio, S. M. l'Imperatore di organizzazione. 24- S. M. il Sultano pro-
tutte le Russie acconseute alla rettifica- mette di convocare immediatamente uu
zione della sua frontiera di Dessarabia. Divano ad hoc, in ognuna delle duepro-
La novella frontiera partirà dal marcerò, viucie, composto iu Uiodp da formare ia
t u a X U R 4%
rappresentanza più esatta dcgl' interessi da' regolamenti interni, è mantenuto:
di tutte le classi della società. Questi Di- ninno intervento armato potrà aver luo-
vaoo saranno chiamali ad esprimere i voli go in Servia, senza previo accordo tra le
delle popolazioni relativamente all' or- altre Potenze contraenti. 3o. S. M. l'Im-
ganizzazione de'principati. Una istituzio- peratore di tutte le Russie e S. M. il Sul-
ne del Congresso regolerai rapporti della tano mantengono nella sua integrità lo
commissione col Divano.25. Pigliando in stato de' loro possessi in Asia, come esi-
considerazioue l'opinione espressa da'due steva legalmente avanti la rottura. Per
Di vani, la commissione trasmetterà senza antivenire qualsivoglia contestazione lo-
indugio alla sede attuale delle conferenze cale, la demarcazione della frontiera ver-
i risultamenti del proprio lavoro. L' ac^- rà rettificala, se farà mestieri, senza che
cordo finale colla potenza sovrana sarà possa risultare un danno territoriale per
consagralo da una convenzione couehiusa l'un* o l'altra delle due parti. A questo
a Parigi tra le alte parti contraenti, e un effetto una commissione mista e coiti po-
Halticheriff conforme alla stipulazione eta di due commissari russi, di due com-
della convenzione costituirà definitiva- missari turchi, d' un commissario fran-
mente l'organizzazione di queste provin- cese, d'un commissario inglese, sarà man-
cie, poste da qui innanzi sotto la garan- data sul luogo immediatamente dopo il
zia collettiva (li tutte le Potenze segnata- ripristinamento delle relazioni diploma-
ne. 26. Rimane convenuto che vi sarà, nei tiche ti a la corte di Russia e la Sublime
principatiuna forza armata nazionale, Porta. Il suo lavoro dovrà essere termi-
ordinata allo scopo di mantenere la si- nato in fra 8 mesi, a datare dallo scambio
curezza e d'assicurare quella della fron- delle ratifiche del presente trattato. 3 1. 1

tiera. Non si potrà opporre alcun ostacolo territorii occupati durante la guerra dalle
a' provvedimenti straottima rii di difesa, truppe delle LL. Mi\l. l'Imperatore dei
che d'accordo colla Sublime Porta, prin- i francesi, l'Imperatore d' Austria, la Re-
cipati fossero coslrelti a pigliare per re- gina del regno unito della Gran Bretta-
spingere qualsivoglia aggressione stranie- gna e d'Irlanda, e del Re di Sardegna, a
ra. 27. Se la quiete interna de' principali termini delle convenzioni sottoscritte a
sitrovasse minacciata o compromessa, la Costantinopoli il 12 marzo 18 ~4 tra a '

Sublime Porta s'intenderà colle altre Po- Francia, la Gran Brettagna e la Sublime
tenze contraenti sulle misure a prendersi Porla, il Sghigno dello stesso anno ira
per mantenere o ripristinare l'ordine le- l'Austria e la Sublime Porta, e 5mar- il 1

gale; eun intervento armato non "potrà zoi855 tra la Sardegna e laSublimePor-
aver luogo senza un precedente accordo ta, saranno sgomberati dopo lo scambio
tra coteste potenze. 28. Il principato di delle rattifìche del presente trattalo, to-
Servia continuerà a rimanere in dipen- sto che sarà fattibile. Lo spazio di tempo
denza della Sublime Porta, conforme- e i mezzi d'esecuzione formeranno 1' og-
mente agli Hats imperiali, che fissano e getto d'accomodamento tra la Sublime
determinano suoi i diritti e immunità, po- Porla Potenze le cui truppe occupa-
e le
sti quind'innauzi sotto la guarentigia col- no il suo territorio. 82. Fintantoché i
lettiva delle Potenze contraenti. Per con- trattati o le convenzioni esistenti prima
seguenza il detto principato conserverà la della guerra tra le Potenze belligeranti
propria amministrazione indipendente e sieuo stati o rinnovati o surrogati da atti
nazionale, come benanco piena libertà dì nuovi, il commercio d'importazione e di
culto, di legislazione, di commercio e di esportazione avrà luogo reciprocamente
navigazione. 29. li diritto di presidio della iu basede'regolamenti vigenti prima del-
Sublime Porta, come trovasi stipulato la guerra ;e i loro sudditi iu qualsiasi al-
46o TUR TUR
tr;i materia saranno trattati sul piede del- lato generale di pace. I men/.ionati atti
le nazioni più favorite. 33. La conven- si poDilo leggere distesamente nel Gior-
zione conclusa in questo giorno tra le nale di Roma n.° 1 02 e seg. Ne 'protocolli
LL. M \1. T Imperatore de' francesi e la vi è pure il discorso inaugurale e di rin-
Regina del regno unito della Gran Bret- graziamento del conte Walevvski per la
tagua e d'Irlanda da una parte, e S. M. presidenza affidatagli dalla conferenza. In
l'Imperatore di tutte le Russie dall'altra, alcune tornate e segualamente in quella
relativamente all' isole d' Alami, è, e ri- dell'8 aprile credettero i plenipotenziari
mane annessa al presente trattato, ed avrà di dover toccare di altre questioni più o
la lituo forza e valore come se ne facesse meno connesse coll'argomento cheavea-
parte. 34- Il presente trattato sarà ratifi- 110 tra mano. Disse la Civiltà Cattoli-
cato e le saranno scambiate a
ratifiche ca. » La demagogia menò gran trionfo
Parigi nello spazio di 4 settimane, o pri- del protocollo 32, nel quale si discorse di
ma, se è possibile, lu fede di che, i pieni- alcuni stati d' Italia, segnatamente del
poteuziani rispettivi lo hanno sottoscritto, Pontifìcio e del Napoletano; e s'affrettò
e vi hanno apposto il suggello delle loro di pubblicarlo prima d'averlo ben letto
armi. Fatto a Parigi, 3o marzo 856". il 1 e meditato. Ora che il bollore è dato giù,
Seguono le firme de'plenipoteuziarii. Ar- sembra avvilita della sua troppo faede
ticolo aggiunto e transitorio. Le con- esaltazione". Le dicerie si misero in cam-
venzioni che riguardano gli stretti dei po e si esagerarono per alimentare il fuo-
Dardanelli noti saranno applicabili a'ba- co della rivoluzione, a cui sempre sono
stimeuli da guerra, ne cominceranno ad intenti i nemici della pubblica tranquil-
aver effetto prima che le Potenze abbiano lità. Mentre essi confidavano nel gabi-
ritirato da'lerritorii occupati le loro ar- neltodi Londra, questo giudicò per allora
mi. Annessi. Nel i

il Sultano iu tempo gettar acqua sul fuoco acceso nel congres-
di pace si obbliga a tener chiusi alle navi so di Parigi dalla nota verbale del conte
di guerra gli stretti de'Dardanelli e il Bo- Cavour; altrettanto Fran- fece quello di
sforo, tranne il caso di bastimenti legge- cia, e cos'i le illusioni sembrarono dile-
ri destinati al servizio delle legazioni di guarsi. Utinamì Pare che vi contribuis-
potenze amiche, per la cou venuta stazio- se l'energica « grave circolare del princi-
ne alle bocche del Danubio, o all'uso di peGortschakolfjchesi legge nel Giornale
che si parla nel secondo annesso; le Po- di Roma a p. 9 1 6, e nella CiviltàCattoli-
a
tenzesegnatariesi obbligarono rispettare ca, serie 3. ^43. A'3i marzo in
, t. 4, p.
tale determinazione. Nel 2.° la Russia e PietroburgoAlessandroll pubblicò il ma-
la Turchia si obbligano di non mantene- nifesto imperiale, che si legge a p. 34^ del
re ciascuna nel mar Nero neutralizzato Giornale diRoma,[>ev annunziare all'im-
altri legni da guerra se non sei bastimen- pero la soscrizione della pace,dell'accan ita
ti a vapore di 5o metri di lunghezza a fior e sanguinosa lotta che per tre anni avea
d'acqua e della capacità d' 8oo tonnel- scompigliato l'Europa. Giustifica l'augu-
late al più; e altri quattro bastimenti leg- sto genitore per averla intrapresa ; loda i

geri a vapore od a vela di 200 tonnellate fedeli popoli e i bravi soldati, per essersi
al sommo. Nel 3.° L'Ino pera tore delle Rus- mostrati degni della foro alta vocazione,
sie promette di non fortificare l'isole di non risparmiando uè sostanze, ne vita
Aland,nè vi sarà mantenuto alcun stabi- per la difesa della patria, rivaleggiando
limento militare o navale. XXXI F Pro- tutti di abnegazione, e di nuove e glorio-
tocolli. Sono questi i lunghi dibattimen- se gesta. Esalta come fu combattuto il

ti delle diverse sessioni nelle (piali si di- nemico, e l'eroica difesa per lo spazio d'i 1

scussero i putiti poscia stabiliti nel Uat- toeti delle fortificazioni dalla parte sud di
1

TUR t u a 46
Sebastopoli, rizzate sotto gli ocelli e sotto Porta pe' provvedimenti elicne divenis-
il ftioco degli assalitori.che vivrà nella me- sero necessari , e regoleranno fra loro
moria della più lontana posterità.» Frat- l'impiego delle forze militari e navali. A-
tanto, da' decreti impenetrabili e salutari vendone il conte Orlolldomnndoto spie-
della Provvidenza si preparava un fatto gazione, ebbe dalle 3 potenze soddisfacen-
conforme a' voti dell'amatissimo fu au- terogione dell'operato. Alessandro li vo-
gusto nostro padre, a* nostri, a quelli del- lendo riconoscere i segnalati e memoran-
la Russia intera, e che compieva lo scopo di servigi resi alla patria dal conte Or-
della guerra. La sorte futura e il diritto ioli, coronati coll'opera salutare della pa-
di tutti i cristiani del Levante oramai so- ce tra la Russia e le poterne europee ar-
no garantiti. Il Sultano solennemente li male contro di essa, l'innalzò a presiden-
riconosce, e in conseguenza di quest'atto te del consiglio dell' impero e alla di-
di giustizia l'impero ottomano entra nel gnità ereditaria di principe del medesi-
concerto degli stati europei !. .. Onde ac- mo trasmissibile a tutta la suadiscenden-
celerare la conchiusione del trattato di ?a. Egli viene chiamato il Paciere, per
pace, ed allontanare anche per l'avve- la gran parte eh' ebbe al congresso di
nire sino il pensiero di mire ambiziose o Parigi nel concludersi la sospirata pace.
di progetti di conquiste che potrebbero La guerra di oriente è durata in tut-
esserci attribuiti, noi abbiamo acconsen- to, due anni meno due giorni. La notizia
tilo di adottare certe misure di precau- della pace riuscì gratissima anche agli
zione, destinate a prevenire una collisio- Crimea, che per la malsa-
eserciti della
ne de* nostri bastimenti da guerra con nia della campagna furono negli ultimi
quelli della Turchia nel mar Nero, come mesi travagliali da diversi morbi che me-
anche di stabilire una linea di limitazio- narono orribili strage, ne'russi eziandio.

ne nella parte meridionale della Bessa- Festeggiarono il ben augurato giorno del
labia la più. vicina al Danubio. Le con- ritorno della pace con grandissima esul-
cessioni non sono gravi, se si pongano in tanza, con visite reciproche, banchetti e
bilancio co' pesi d'una guerra prolunga- festeggiamenti. Sventuratamente i detti
ta e vantaggi che ci promette la tran-
i parecchi morbi che dominavano, tempe-
quillità dell'impero di cui Dio ci ha af- rarono e funestarono alquanto la gioia
fidati i destini ". Della vastità dell'impe- comune. Riferisce la Civiltà Cattolica.
ro russo, il Giornale di Roma a p. 665 » L'esercito francese d'oriente ebbe a lot-
ci die parte dell'introduzione dell'opera tare colle malattie e col nemico, in con-
del eh. J. H. Schn itzer: V Impero degli dizioni tenibili per tutto un rigidi} imo
Czari) un settimo del globo secondo lo inverno e una estate niente meno mici-
stato presente della scienza. Oltre al diale ; e ognuno presumeva che le per-
patto di pace firmato dalle 7 Potenze, la dite ne fossero state enormi. Il Moni-
Francia, l'Austria e I' Inghilterra sotto- teur de V Armée per togliere sopra ciò
scrissero a' i5 e ratificarono
ig aprile a' ogni incertezza e cessare ogni esagerazio-
un trattato particolare del seguente te- ne, pubblicò il quadro de' morti di cia-
nore. I. Le alte parti contraenti assicura- scuna categoria, e sono: Uffiziali d'ogni
no unitamente e separatamente l'indi- grado, compresi 12 cappellani, 1284; sot-
pendenza e l'integrità dell'Impero Otto- to-uffiziali, caporali o brigadieri 44°3 ;

mano fissate nel trattalo de' 3o marzo. soldati 56,8o5; in tutto 62,492 uomini,
II. Ogni infrazione alla stipulazione di periti di ferro, di fuoco e di malattia,dal
detlo trattato sarà considerata dalle po- i.°sbarco delle truppe in Turchia, fino
tenze sottoscritte qual caso di guerra. al trattato di Parigi. Sono ancora sco-
Esse andranno d'accordo eolla Sublime nosciute le vere perdite fatte dall'esercito
46a TUR TUR
inglese, ma furono gravissime ; e basti più d'8 mi'ioni di libbre di polvere e mr-
dire qui che del reggimento delle guar- glio di a 5 milioni di cartucce. In questi
composto di 3200 uomini, me-
die reali, calcoli non si compresero tiri de' pez/.i i

no d'6oo rividero l'Inghilterra. Il corpo di campagna. Indi la Civiltà Cattolica


di spedizione sardo, compresi i rinforzi osservò, doversi aggiungere a tali cifre il

mandatigli aoocèsaivamenle, giunse al nu- di più che i russi consumarono in tante


mero di i
7, 584 uomini, de'quali fino ai oltre parti sì d'oriente e sì di settentrione,
3 ottobre
1 1 855 erano periti i632; cioè e poi se ne raddoppi almeno il mimerà
I2i idi cholera, 170 dal tifo, 25 idi ferite per unirvi il si avrà
fatto dagli alleati, e
od altre cagioni. In questo numero sono una qualche idea del quanto sia costata
compresi 56 563 sotto ulìiziaìi
uffizioli, 1 sotto questo riguardo la guerra orientale.
e soldati, e 3 impiegati d'amministra-
1 Il generale maggiore bagdanowitsch pub-

zione. Dal 3i ottobre fino allo sgombro blicò un opuscolo sull'assedio di Sebasto-
il corpo di spedizione ha ancora perdu- poli, nel quale dice, che le trincee degli
to sottosopra 900 uomini. In tutto 2 532. alleatimisuravano 0,000 passi, mentre
1 1

Non può negarsi che la presa di Sebasto- la massima estensione de' precedenti la-

poli e il trattato di Parigi costano caro! vori d'assedio non importò oltre 20,000
Per altra parte i russi, secondo un calcolo passi. Nell'assedio di Sebastopoli furono
che pare ben fondato, quantunque non impiegali 80,000 cestoni, 60,000 fascine
sia officiale ,
perdei teio per la guerra e circa un milione di sacchi di terra. Ne-
nientemeno che 277,000 uomini dal mo- gli assedi ordinari non vengono impiegati

mento che passarono il Proti) fino ali. cheio ai 5,ooo cestoni, altrettanti sacchi
maggio 856. Inoltre poco meno di 2 3,ooo
1 di lerra e 100,000 fascine. Neil' ultimo
uomini appartenenti all'armata del mar tempogli alleati contavano nelle loro bat-
Nero, e che parteciparono alla difesa di terie 800 pezzi, eia loro artiglieria tirò in
Sebastopoli, vi trovarono la tomba. Laon- tutto un milione e 600,000 colpi. 1 pezzi
de in tutto sono un 3oo,ooo vittime 1 collocali contro Sebastopolierano d' un
Queste perdite sono per certo assai mi- calibro impareggiabilmente maggiore de-
nori di quanto presumevasi, massime se gl' impiegati in tutti i precedenti assedi.
si tien conto dell'immensa estensione del- Il capitano dello stato maggiore genera-
la loro linea di difesa, delle distanze enor- le Anitskolf in rosso rese di pubblica ra-
mi che doveano percorrere a marce for- gione un libro intitolato: Schizzi storici
zale pel gelo e per le steppe del deserto, e della spedizione di Crimea. L' autore
a tante altre cagioni, aggiuntesi a quella profittò di tutte le notizie russe ed este-
de'combattimenti militari. Tuttavia ba- re, e parlando del valore russo egli rese
stano a far capire quanto urgente debba giustizia anche a quello del nemico. Ta-
essere la necessità che spinge alla guerra le sua opera, scritta con chiarezza, pre-
affinchè si possa giustamente imprende- senta in ogni riguardo a tulli i russi una
re ". Nel seguire lo sgombero della Cri- lettura piacevolissima. Contiene pure la

mea, il general supremo dell'esercito rus- descrizione dell'assedio di Sebastopoli, e


so fece sapere a'generali francesi, inglesi la carta de'suoi dintorni coll'indicazione
ec, essere volere d' Alessandro II che si delle linee nemiche di circonvallazione,
rispettino in ogni tempo le tombe deca- oltre quella dell'assedio e difesa. Nel de-
duti sotto le mura di Sebastopoli. Al dire clinar d'agosto 1 856 pubblicò il Moni'
d' un giornale russo gli assediali a Seba- teur de la Flotte. Sei mesi fa, i prelimi-
stopoli tirarono 38 6o8 colpi di canno- 1
:
nari della pace erano stati sottoscritti, ed
ne, il totale delle cariche de'quali sommò i francesi aveanoda ricondurre in Fran-
a 56 milioni di libbre. Visi consumarono cia e in Algeri un esercito di 100,000 110-
TU Ì TUR 463
mini, ! 5oo a 2000 catelli e più di ao,ooo tolica, che il Times parlando delle spese
tonnellate di materiale. Con 8 1 legni e in confessò che l'Inghilterra non le farà mai
4 mesi fu condotto a buon fine Jo sgom- conoscere separatamente. Ad ogni modo,
bro dell'esercito d'Oriente, ardua e com- considerando l'ultimo rendiconto officiale
plicata impresa per le circostanze epide- ne ricava che l'anno scorso la guerra in-
miche e per altri ostacoli. Dall' ammira- goiò circa un bilione di lire allaGranBret-
glio al marinaro, tutti hanno diritto di tagna. La qual somma immensa profusa
rivendicare a se l'onore di questa ulte- ne'soli 12 mesi del 1855 fa esclamare al
riore campagna, poiché tutti vi concor- giornalista La guerra è
: più costoso di il

sero nella misura della loro buona volon- tutti i piaceri, e senza fallo la Provviden-
tà. Dal cominciar della guerra sino al suo za volle cosi perchè vi sono popoli che
fine, la flotta francese pagò largamente il sterminerebbero volonlieri tutta la terra,
suo debito; ne vide soccombere meno di se ciò potessero fare a buon mercato ! Poi
34i6 uffiziali o marini sui campi di bat- soggi unge. Una parte della nazione ingle-
taglia di terra e di mare. Dipoi il Moni* se è proclive allaguerra, perchè le perdile
teur de'23 ottobre ci diede la relazione che ne derivano si sentono da poche fa-
indirizzata dal maresciallo Vaillant mi- miglie! Una corrispondenza parigina del-
nistro della guerra a Napoleone III, che l' Indépendanee Belge calcolò le spese
presenta in qnadro»particolarizzato l'or- della sterminatricee gigantesca guerra nel
ganizzazione completa delle forze e elei modo seguente. La Francia ha speso un
mezzi militali, co'quali la Francia ha com- miliardo e mezzo, oltre al suo bilancio
piuto la guerra d'oriente; relazione che straordinario per la guerra di circa mez-
comprende 3 parti, il personale dell'ar- zo miliardo. L' Inghilterra due miliardi
mata, la sua organizzazione materiale, e mezzo, oltre al bilancio straordinario.
l'insieme de'mezzi marittimi impiegati pei La Turchia 120 milioni, quali però sono i

trasporti. Questo importantissimo docu- una piccola parte delle sue perdite. La
mento, che descrive quali sforzi, quali stu- Russia ha chiesto in imprestito 54 milio- 1

di e quali spese costasse alla sola Fran- ni e vuotati i fondi delle sue finanze. L'Au-
cia il trattato di Parigi e la distruzione stria solo per tener l'esercito sul pie di
della flotta russa, lo riprodussero ancora guerra, ad onta che buona parie ne licen-
il Giornale di Roma a p. 996, io4o e ziò, ha speso un miliardo e i4o milioni.
io43, e la Civiltà Cattolica, serie 3.*, La Prussia avea destinato 97 milioni per
1. 4 j 4^6. Lo stesso Giornale a p.
P-
esser pronta all' esigenze della guerra e
io45 riportò il quadro del materiale e ne spese la metà. Il Piemonteo Sardegna
delle munizioni fornite dall' impero ot- consumò 80 milioni. In tutto sette mi-
tomano durante la guerra alle varie ar- liardi di lire 1! Anche la Turchia coniò
mi dalla direzione dell' artiglieria tur- medaglie militari destinale a tutti gli uf-
ca, per le cognizioni e attivi là di Ahmet fiziali di terra e di mare degli eserciti al-
Fethi pascià gran mastro dell'artiglie- leati che assistettero all'assedio di Seba-
ria e cognato del sultano. Potentemente stopoli, cioè d'oro pe'generali e d'argento
contribuirono alla guerra sostenuta dal- pegli uffiziali d'ogni grado. La medaglia
le potenze occidentali contro la Rùssia, le rappresenta da un lato le 4 bandiere del-
ferrovie e la navigazione a vapore, non le potenze alleate, con un cannone e la
che le comunicazioni telegrafiche fra la caria della Crimea svolta per metà, po-
Crimea, Londra e Parigi. Il AJorning sala sopra un'aquila russa abbattuta, e al
Post ci disse, che le spese della guerra per di sopra è inciso il nome di Sebastopoli in
1' Inghilterra sono ascese a 80 milioni di lingua francese. Dall'altro Iato è il nome
lire sterline. Ma trovo nella Civiltà Cat- del sultano e la parola Sebastopoli in
TUR T U R
idioma (ureo. La Civiltà Cattolica, serie nia il cammino dell' oriente, e lo sgorgo
3.',t. 3,p. 585, parlando della Germania naturale e vastissimo delle patrie derrate
nella questione d'oriente, osserva la sua e manifatture ; essa ottenne quegli altri
coi rispondenza, die tal questione fu sciol- non pici-oli vantaggi morali e materiali
ta senza die la confederazione Germanica che dal trattato di Parigi derivano a tut-
abbia fatto, come propriamente tale, il ta l'Alemagna. Abbiamo, La Crocee la
più lieve sforzo odine di conseguirne lo Spada. Racconti della guerra, aV'Orini*
scioglimento favorevole il più die li po- te, campagne deliSS^. ei 855, versione
tesse a' propri interessi ; il die qualifica dal francese cC Aurelio Casini capita-
segno non dubbio di politica debolezza. no in riposo del redi corpo d 'artiglie-
Poiché la sua postura geografica, la sua ria toscana, Firenze 856. Nel declinar i

popolazione, le sue forze le davano natu- d'agosto 1 856 Costantinopoli tornò nel-
ralmente il potere far pendere la bilancia lo stato normale, non essendovi più uè le-

«la quel lato che avesse voluto. Mancò l'e- gni da guerra, né soldati francesi, ingle-
nergia necessaria per dir la parola deci- si e sardi. Dopo la pace 1' impero otto-
siva, perchè suoi membri non erano con-
i mano provò il disastro di Tessalonica o
giunti da mire e da tendenze uniformi, Saloniehi , le catastrofi dell' Egitto , di
seguendo una politica di espeltazione,mol- Caudia e di Rodi, dell' insurrezione del-
ti stati vagheggiando il protettorato rut- la Mecca e de'gravi movimenti del Mon-

to.Chi guardava oltre il Reno, chi oltre te Negro, cominciati durante la guerra coi
JaNeva; chi ingelosivasi della prevalenza russi. L' luglio uno spaventoso incendio,
i i

d'uno stalo alemanno, chi temeva 1' in- di cui s'incolpò uno Schilizzi, avvalorato
fluenza di qualche stalo forasliero. I più dall'impeto del vento, distrusse più della
guardavano pieni di sospetto verso le po- metà di Tessalonica, con immensi danni
tenze occidentali, e speravano il tutto dal- e diverse vittime umane. In Egitto la not-
la Russia, e queste inclinazioni furono il te de' 12 ottobre fu desolante pel terre-
principal ritardo d'ogni partito decisivo. moto ondulatorio con alquanto sussulto:
Se ciò non ostante la pace di Parigi ha dessa è la più forte scossa udita a memo-
cagionato dell'utile e non leggero all' A- ria d'uomo nell'Egitto. Crollarono diver-
lemagna, devesi un tal successo all' Au- se moschee e case , né mancarono delle
striaca quale colla sua condotta seppe pre- vittime. Quasi simultaneamente in Cau-
pararlo ed ottenerlo. Quando essa vide la dia il terremoto la ridusse un mucchio
Prussia che sai ebbe uscita dalla sua pre- di rovine, e ne' dintorni cagionò orribili
tesa neutralità, determinò d'operare da, guasti. Nella città e provincia furono di-
se sola, e allora s' avvicinò alle potenze strutte 5686 case, 23 moschee, 68 chie-
occidentali. L'etfetto di tal politica fu V ul- se greche; i morti si dissero 5 17, i feriti

timatum spedito a Pietroburgo, 1' accet- 6o5. Pure in tale giorno anche l'isola e
tazione della Russia, e la conclusionedel- la città di Rodi fu devastata per simile
la pace. L'Austria rimase fedele alla sua flagello. Prolungato e funesto terremoto
politica veracemente alemanna e nazio- ondulatorio fece crollare moltissimi fab-
nale, fin anche nel congresso di Parigi. bricati, e gli altri restarono più omeno
Essa dimandò ed ottenne che fosse la rovinati , annientando le illustri memo-
Prussia invitata ad inviare suoi rappre- rie del benemerito ordine Gerosolimita-
sentanti al congresso; essa propose e con- no, oltre la sua torre degli Angeli situa-
seguì che la Prussia avesse parte all'ordi- ta nell'imboccatura del porto. Tutti i
44
namento de' principati Danubiani; essa villaggi dell'isola soffrirono gravemente,
riuscì a render il Danubio fiume aleman- ed alcuni furono pressoché adequati al
no, aprendo per le sue acque alla Germa- suolo ; e si compiansero numerose vittime.
T UR TUR 465
II tei remoto si estese altresì a tutte l'iso- T Egitto imitassero nobili esempi delle
i

le dell'Arcipelago, le quali però non tut- altre nazioni, anche mussulmane cornea
te egualmente soffrirono, ed a gran par- Tunisi) per l'abolizione dell'infame com-
te delle coste d'Asia; sentendone pure l'in- mercio, che mosse 1' eroica carità del sa-
flusso del tristefenomeno il mare e con cerdote Olivieri, a cui orasi sono associa-
violenza. Mentre Rodi deplorava la sua ti i Trinitari scalzi^ istituire la santa

sciagura, a'6 novembre il fulmine fece sal- opera del riscatto degli schiavi, portando-
tare tremendameute in aria la polveriera, si a comprarli nell' Egitto, massime di
situala nella sommità della città presso il morette), e mandò ordini alle autorità di
campanile della già celebre chiesa di s. Gedda e della Mecca perchè fosse esegui-
Giovanni de'cavalieri gerosolimitani, ri- ta la sua legge. Magli ulemi di quest'ul-
dotta a moschea. La terribile esplosione tima città, ove è concentrato il fanatismo
inandò in aria un 3.° della derelitta cit- mussulmano, negarono di assoggetlarvi-
tà, con oltre 3oo vittime sepolte nelle ma- si, adducendo ch'esso si oppone al Cora-

cerie, e gran numero di malconci. Fuo- uo. Iudarno il kaumukuu cercò di far
ri 9 monumenti, tutti dell'an-
della città intendere la ragione a'forsennati; questi
tica Rodi andarouo perduti. La detta
, in vece si ammulinarono
e vennero alle
chiesa di s. Giovanni eretta nel declinar mani. Allora le milizie dierono addosso
del XV secolo, rimase completamente di- al popolo e uccisero l'ulema che andava
strutta; e quel che più devesi deplorare alla preghiera, il che mise lo scompiglio
nell'interesse della scienza, restarono di- al colmo; neli.° scontro un centinaio di
strutti gli archivi de'cavalieri gerosolimi- abitanti rimasero morti sul campo,quin-
tani, murati, come porta la tradizione, in di la sollevazione fu universale e le poche
un angolo della stessa. La maggior par- soldatesche costrette a chiudersi nel for-
te del famoso palazzo, già del gran mae- te. In questo istante giunse alla Mecca il

stro di detto ordine, venne del tutto rovi- potente capo de' malcontenti, lo sceriffo
nalo; lo stesso dicasi delle torri e delle for- Abu Talib che altri chiamano Abdel-el-
tificazioni. Quanto alla rivoluzione della Montalib, e poco dopo arrivò pure Re-
Mecca si deve sa pere, che fin da tempi im- schid pascià, uno de' generali dell' Ara-
memorabili è io uso un commercio fre- bistan, diverso dal celebre, con istruzione
quentissimo di schiavi traMassua oMasso- di farlo arrestare e spedirlo a Costanti-
va dell' Abissinia,e Gedda d'Arabia distan- nopoli. Fu intanto nominato a governa-
te3o miglia dallaMecca nel dominio otto- re provvisoriamente la Mecca lo scerif-
mano. In Massua, borgata di circa 4ooo fo Nazir fino all' arrivo del governatore
abitanti, si aduna la sventurata merce, la definitivo Mahomedbin Aun. A Gedda
quale giunta a formare circa un migliaio successero eguali disordini, ed ambe le
di vittime tragittasi al di là del mar Ros- piazze furono poste in istato d' assedio.
so fino a Gedda che sorge sull' opposta Siccome gì' insorti attribuirono l'aboli-
sponda. Dicesi che durante il breve tra- zione della schiavitù all' influenza ingle-
gitto una 4«" parte del carico venga me- se e francese, perchè il sultano era sta-
no di morbo o di suicidio. Gli schiavi si to sempre promotore e ardente difeosore
prendono d'ordinario dal popolo di Gal- della medesima, vollero che i consoli del-
las, nell'Africa centrale e dagli abissini, e le due nazioni abbassassero le bandiere
la metà di essi è cristiana. Ultimamente e fossero espulsi. Ne prese la protezione
il sultano, che prima era gran protettore Mahmud pascià di Gedda, e iutanto da
della schiavitù, soppresse uelia Turchia Bombay giunse un vapore inglese per
l'infame commercio degli Schiavi (al qua- sostenere i consoli e i cristiani, e tentare
le articolo avea fatto voti perchè dessa e una couciliazioue tra il governo e il pò-
VOJL. LXXXI. 3o
a

4<;r> t u r T U II

polo commosso da'furiosi ulema. Questa n\ Alessio o Lisso, Podgoritza ce. A tale
i»<nrrczinnc era promossa dallo sceri ilo e ilei lo non solo invocò la mediazione del-
Abn Talil), poiché gli sceri/li della Mec- l'Austria, ma anche quella della Kussia e
ca, come narrai più sopra, considerarono di Napoleone 111. Intanto ricusandola tri-
sempre ilYemen come un litro appannag- bù di Kuci o Kuli di ubbidire Danilo, in-
gio. Dopo però la sua ribellione, a di Ini viò colle truppe a punirli il suo fratello
provocazione uscì in campo lo sceik I! is- vaivoda Mirko Petrovich, che vi porlo il
suo nipote sceik Galib, figlio del
sai! col ferro e il fuoco, restando il paese nel lutto
proprio fratello Hussein defluito sceriffo, e nella desolazione. La tribù di Kuti abi-
alla testa di numerose masnade d'avven- ta la parte orientale del Monte Negro o
turieri. Hassau pretendeva aneli* egli es de'Berda e sui confini dell'Albania, il cui
sere lo sceriffo della Mecca, e perciò d'a- distretto si chiamaRutschka egli abitanti
ver diritto al governo dell'Arabia Felice. anche kutschkieni, e pe'doni de'pascià di
Nullità antico rancore contro la Porta Scolari erasi sottratta dal principato dì
per essere stalo nel i85i disfallo dalle Monte Negro, e 60 anni addietro a questi
truppe ottomane sotto le nudi di Lidie- eia stala nuovamente riunita. Ma parteg-
ja, onde s'impadronì di vari luoghi. La giando pe'liuchi Kuti, qtìando volevano
i

Porta destituì il pascià Mahmud come comballerei connazionali montenegrini,


inetto, egli surrogò il famoso knrdo questi poi si univano per opporsi a'turchi
Ahmed pascià. Il sultano inviò una bel- e Iure scorrerie in Albania a loro danno.
lissima spada a Said vicerèd'Egitlo, invi- Quindi tradimenti e violazione di patti e
tandolo a mandile due reggimenti al nuo- di tregue, cambiamenti continui compro-

vo governatore del Yemen per reprimere mettevano ilMonteNegiOjOnde il principe


i ribelli. In fatti questi vennero disfatti, e Danilo volle castigarli severamente. Tut-
in pari tempo morì Aitl-Bin Osman fa- tavia l'eccidio di Kuci provocò Y univer-
moso capo.de'vecabiti, clieavea preso una sale indignazione del mondo incivilito, e
parie attiva a' torbidi della Mecca. Abu fece considerare la nazione bellicosa della
Talibfu destituito dallo sceriffato, e gli Cernagora, per le sue orde montenegrine,
fu sui rogato Ben A un già sceriffo, che seno-selvaggia. I consoli inglese e france-
partì da Costantinopoli per recarsi al suo se di Scutari s'intromisero per pacificare
posto, e giunto alla Mecca vi fu ricevuto gli albanesi co' montenegrini, ch'erano
colla più viva gioia. Quindi radunato un accorsi in aiuto di Kuci. 1 consoli austria
esercito, assalì Abu Talib, disfece i suoi co, francese, inglese e russo s' interpose-
4o,ooo uomini, lo fece prigione e lo man- ro per pacificare il distretto di Kutsehka
dò a Costantinopoli per essere esilialo a e il principe Danilo. E siccome i mon-
Tessalonica. In tal modo ebbe fine una tenegrini invasero poi Berda, territorio
sollevazione che avea preso un aspetto ottomano presso Podgoritza, parve che la

grave e minaccioso. Circa al Monte Ne- Porta prendesse misure energiche per far-

gro, ilVIadika principe Danilo profittan- la finita cogl'irrequieti montenegrini. Pe-


do della guerra prelese di far fissare con- i rò la comunanza di religione colla Russia
fini del suo territorio e anche di estender- e la prolezione di questa, non che la me-
li fino al Tar e Lima, chiedendo quelli di diazione d'altre potenze modificò la col-

Baniun, Piva e Drobniac, pomo eterno di lera de'turchi. Il 1 omaggio il Vladika Da-
discordia fra' suoi sudditi e quelli della nilo, qual principe del Monte Negro e del-
Turchia domandò inoltre il porto d'Au-
: la Berda, presentò alle potenze segnala-
liva ri, e che alle coste fossero riconosciuti rle del traltatode'3o del precedente mar-
di nuovo gli antichi confini della Ivanbe- zo il Memorandum, che si legge nel n.°
govina, la quale comprende pure Seuta- 228 del Giornale di Hotna '

9
co\ qualein-
t u a T UR 467
tese provare, i ."Esseri; necessaria l'indi- ardore simile a quello di sua indipenden-
pendenza del Monte Negro per via diplo- za, per la quale in ogni tempo ebbe il di-
matica, essendolo di fililo da oltre i5o an- ritto di far pace e guerra colla Turchia.
ni, giacché dal ro3 non diede mai nò un
i In tempo delle guerre delle nazioni cri-
obolo, uè un soldato al sultano; il quale stiane contro l'islamismo , i governi eu-
sebbene ottenesse a quando a quandoal- ropei hanno chiesto il concorso de'mon-
cuna vittoria, non potè più introdurvi la tenegrini, quali sempre sono accorsi,
i

propria amministrazione, né mantenervi e ponno farne fede l'Austria e la già re-


presidio. 9..° Doversene aggrandire il ter- pubblica di Venezia ; ed i francesi e gl'in-
ritorio colla giunta d'una parte delle pia- glesi nel 1806 e ueh8i4- I montenegri-
nure vici ne dell'Erzegovina e in Albania, ni acquistarono a prezzo di sangue tutta
essendo impossibile che i i 20,000 abitan- la costa di Cattaro, da loro posseduta fi-

ti Cernagora e della Berda


delle rupi della no al 8 4> che Alessandro I imperatore
1 1

possano vivere co'prodotti del suolo per di Russia invilo il metropolita e il popo-
essi finora posseduto, e finché non abbia- lo montenegrino a cedere il litorale di
no altro mezzo di procacciarsi alimenti, Cattaro all'Austria, a cui l'attribuì il con-
saranno costretti di adoperare le scorre- gresso di Vienna. I montenegrini ubbi-
rie armale soprai doviziosi vicini. Laste- dirono, si ritirarono ne'Ioro monti, ma fu
r iti là del suolo, di cui appena una 5o.»ia una grande ingiustizia allontanarli affatto
parte è capace di collina, vi cagiona spes- dal mare e non lasciar loro un solo por-
so la desolazione della fame, laonde non to. Senza la libertà del commercio pel

di rodo da 5 a 600 famiglie, sopra i Monte Negro e pel suo popolo non vi può
1 20,000 abitanti, sono costrette ad emi- essere sviluppo interno, ne base propria
grare. 3 °Delineazione definitiva del con- a stabilire una politica organizzazione re-
fine verso la Turchia, quale esiste pe'con- golare, né rapporti convenienti co'popo-
fini austriaci. 4-° Annessione del porlo ii AH'incominciardel secolo XVIII
vicini.

d' Antivari al principato, con un tratto il Vladika tentò restituire al territorio


di marina adiacente. Danilo basò le sue montenegrino il distretto d'Auti vari, che
f
domande principalmente pe seguenti ri- per lungo tempo ne avea fallo parte; ten-
flessi. Il popolo montenegrino per lo spa- tativo che costò torrenti di sangue. Con-
zio di 466 anni ha ricusato sottometter- cluse Danilo, col domandare alle grandi
si ad alcuna potenza e di riconoscere la potenze europee di proteggere ii debole
sovranità di chicchessia; sempre avendo contro il forte, garantire a'monlenegrini
collearmi combattuto per la sua indi- 1' integrità del loro territorio, ed accor-
pendenza, sostenendo per tutta la detta dare ciò che può conservare la nazionali-
epoca una continua lolla coll'itnpero tur- tà de'montenegrini e garantire il loro di-
co, una volta il più. potente d'Europa, a ritto. Il Memorandum da alcuni si trovò
cui dinanzi tremavano gli slati europei, e strano e in contraddizione alla garantita
perciò avere reso segnalali servigi al cri- integrila dell'impero ottomano; mentre
stianesimo e fatto per essi continui sagri- la Cernagora è un'anomalìa in mezzo al-
fizi, difendendosi fieramente fra lesueste la civiltà europea, abitata da un popolo

rili montagne, di cui ogni sasso è


e alte primitivo mezzo-barbaro, perciò diversi
baguato del sangue de'suoi eroi, in mez- opinarono doversi lasciar così, poiché non
zo a regni tulli caduti sotto le scosse dei si può pensare a riformarlo, ma non fa-

turchi. Il Monte .Negro non rivendica i vorirne T accrescimento. Si parlò quindi


lerrilorii,che possedeva ad un'epoca assai vagamente d'indurre Danilo ad un trat-
rimota; ma richiama i territori!, per cui tato colla Turchia, alla quale si dovea di-
ha combattuto ne'tempi i più critici, coti chiarare appartenere il Monte Negro e la
4G8 TUR TUR
Dei da, innalzandoli a ducato, aunientan- strosa lotta, per sostenere e difendere la
clone il territorio, senz'obbligo di tribu- esistenza dell'impero della Turchia, the
to, posto sotto la sovrunità della dinastia ne' passati secoli aveauo combattuto per
diPeti ovich, riservandosi il sultano la con- frenarne le conquiste e ricacciarlo nell'A-
iii ma del principe. Si disse pure,che Da- sia ! Ripristinatele antiche relazioni tra la
nilo soltantoavrebbe riconosciuto il sul- Turchia e la Russia,quesla nell'agosto in-
tano non più come suo signore, ma come viò aCostanlinopoli il sig.DeBoutentil per
uua potenza europea ammessa alla con- ambasciatore, e il sultano spedì a Pietro-
ferenza di Parigi, assumendo in tal mo- burgo per ambasciatore Mehemet Kipri-
do uua posizione al pari delle altre poten- pascià per congratularsi coli' impera-
sli

ze. Certo è, ebe la Porta sospese gli ap- tore Alessandro 11 per Y assunzione al
prestamenti militari per marciare contro trono, ed assistere alla coronazione. Que-
il Monte Negro; ma definitivo accomo- sta fu effettuata in Mosca, dopo il trion-
damento ancora non si conosce. Queste fale ingresso d' Alessandro 11 nella gran
nozioni ponno servire di giunta alle no- metropoli, soleunementee colla più splen-
tizie storielle ebe riportai sul Monte Ne- dida pompa in mezzo all'indiale giubilo
gro e sulla Leida all'articolo ScuTAiu;ed universale a' 7 settembre. La maestosa e
uno brano slot icosu'montenegrini si può imponente ceremouia della coronazione
leggere a p. 996 del Giornale di Roma. dell'imperatore Alessandro li e dell'im-
Abbiamo Bibliografia della Dal/ua-
la peratrice Maria d'Assia, e della loto pro-
zia e del Monte Negro. Saggio di Giu- clamazione di czar e czarina incoronali
seppe Falentinelli. membro della socie- di tutte le Russie, fu celebrata col massi-
là slavo-meridionale, Zagabria 1 855. mo entusiasmo e strepitose commoventi
La guerra d'oriente lia aperto questo acclamazioni, fra il magnifico fasto d'una
vastissimo paese alla civiltà europea, e il moltitudine di principi sovrani, di tanti

sultano slesso col rendere la libertà civile e grandi e di tante distinte dame. Disogna
religiosa a'eristiani de'suoi domimi met- aver veduto questo sontuosissimo spet-
te i popoli alleati in condizione di dar com- tacolo per comprenderlo: per descriver-
pimento all'opera e di aiutarlo a rigene- lo neppur basta d'averlo veduto. L'im-
rare 1' impero
da essi salvato. A questo peratore ricevè moltissime manifestazio-
scopo si è stabilita una società francese, ni d'affetto, e ricchissimi e preziosi dona-
la quale vuol partecipare alla gì aud'im- tivi da'suoi sudditi d'ogni condizione; ma
presa con mezzi i pili elementari, quali niente meno egli si mostrò generoso col
sono le fondazioni di scuole popolari. L'o- suo popolo, con onorificenze, largizioni e
pera è già cominciata da'fratelli della dot- amnistie, approvando eziandio 3 colos-
trina cristiana, e dalle suore della Carità, sali società per la navigione a vapore, ol-
ebe nella guerra provocarono l'ammira- tre quella per 1'
aumento notabile delle
zione e la riconoscenza anche de' turchi. ferrovie russe. Alessandro 11 si fa rende-
Quindi furono aperte scuole a Costanti- re conto periodicamente delle produzio-
nopoli, a Tessalonica, Smirne, Monte Li- ni letterarie, e fa quindi esprimere la sua
bano ec. aperte non solo acattolici, ma
; benevolenza e premia vari dotti. Non tar-
a'greci, a' giudei ed agli stessi turchi. Di derà la Pi ossi a a sentirei benefìci effetti
questa benefica e pia istituzione, col lito- del novello avviamento dato dal senno
Io d' Opere delle scuole d' Oriente ^ ra- e dal cuore di Alessandro 11 a tutti gli or-
a
giona la Civiltà Cattolica , serie 3. ,t. 2, dini dell'impero. L'imperatore sostituì a*
r
p. 470. La guerra finalmente ci ha dato Roma all'encomiato ambasciatore ii sig.

il singolare .spettacolo, di vedere armate Nicola de Risseleff, dalla cui moderazio-


e impegnate le potenze cristiane in disa- ne, equità e lealtà i cattolici s'impro-
TUR TUR 469
mettono bene dello spirito onà"«sso ma- pertauna missione armeno-cattolica, per
neggerà gli affari che dovrà trattare, co- avere il Begh armeno-cattolico Antonio
me rilevò la Civiltà Catto lica^evìe 3/, Misirlian con pia generosità dato 1 70,000
t.i,p. 49^- Ed il Papa mandò per am- piastre. Con questa somma si comprò il

basciatore straordinario della santa Sede suolo da erigervi chiesa e casa, ed è il luo-
r a
mg. Flavio de'principi Chigi, dopo aver- go sul quale Gesù cadde lai. volta sotto
lo consagrato arcivescovo di Mira, il qua- la croce, presso cioè a quello dove seguì
le giunse a Mosca l'8 settembre riceven- 1' incontro di Gesù colla B. Vergine sua
do molte distinzioni. Fu ricevuto a' io in Madre. Anche altri cattolici , ora che lo
formale udienza dall' imperatore e dalla possono, fabbricano case e cappelle, pro-
sua augusta consorte, cui facevano corona fittando dell'ultime concessioni pure gli

gl'imperiali figli, con tutti riguardi cor- i scismatici non meno che gli ebrei, con
,

rispondeuti all'alta sua rappresentanza ; fare altrettanto. Mediante firmano otte-


indi passò a complimentare l'imperatri- nuto dalla Francia, cattolici con loro im-
i

ce vedova. Nel giorno seguente, onoma- mensa consolazione in Gerusalemme rice-


stico dell'imperatore Alessandro II, mg/ verono e presero possesso il 1 .° novembre
Chigi ebbe pur l'onore di presentargli, dell' area contenente il santuario, di cui
alla testa del corpo diplomatico, le sue erano possessori dal ri 87, e antica chie-
felicitazioniper sì fausta ricorrenza. La sa di s. Anna ossia della Concezione del-
r
presenza di mg. Chigi fu una gran con- la B. Vergine , cioè la casa di s. Gioac-
solazione pe'cattolici della Russia. Nel ve- chino e di s. Anna genitori della Madon-
dere l'accoglienza che gli veniva fatta, i na ,
posta presso la porta di s. Stefano,
otteneva dappertut-
felici successi ch'egli perciò detta Bah-Siti-IVf ariamo porta del-
to dovechè si mostrasse, i cattolici senti- la Vergine Maria. Essa mette alla valle

rono più vivo il desiderio di vederne fis- di Giosafat, e resta vicino alla probatica

sato il soggiorno in Russia in modo sta- piscina; luogo da s. Giovanni Damasce-


bile ; ma egli era destinato nunzio apo- no distinto col nome di Domus pr oh ali-
stolico di baviera, ed ora risiede a Mo- ene piscinae. Allorché Saladino conqui-
r
naco. A Mosca mg. Chigi ebbe un lun- stò Gerusalemme, il monastero delle mo-
r
go colloquio con mg. Philaroti metropo- nache diesi trovava in quel sito fu di-

litano russo non unito di Mosca. Voglia strutto; la chiesa convertita in moschea
Iddio, che la celebrala operetta: La Rus- e scuola mussulmana, e parte in istalla,
sie sera-t-elle Catholique? At\ p. Gagà ri n precisamente il luogo ove seguì l'Imma-

russo convertito e presentemente mem- colato Concepimento e la nascita della Ma-


bro della compagnia di Gesù, possa otte- dre di Dio. Il santuario formasi di due
nere il santo scopo propostosi dall'illu- fabbricati, uno sopra l'altro; l'uno la chie-

stre autore. Questi volle provare, che se sa superiore, di stile bizantino con 3 na-
non fossero i pregiudizi, l'ignoranza e le vate e rimonta al tempo delle crociate;

passioni, tanto i veri interessi del clero l'altro, l'interno del santuario, che secon-
russo, quanto quelli del governo dovreb- do la costante tradizione non è altro che
bero certamente indurre l'uno e l'altro a l'interna abitazione di s. Gioacchino e di

procurare l'unione colla s. Sede. Nel pas- s. Anna. Ora esso consiste in una grotta
1

saggio di mg. Chigi per Varsavia, cat- i sotterranea, divisa in due parti da un mu-
tolici fecero una vera ovazione al rappre- ro di giudaica costruzione. Nella più gran-
sentante del Papa Pio IX. Frattanto il de vedonsi gli avanzi del primitivo alta-
seminario istituito dal patriarca di Ge- re, collocato nel luogo medesimo ove la

rusalemme va di bene in meglio e conta stessa tradizione stabilisce il fausto nasci-


26 alunni. Nella medesima città si è a- mento della ss. Vergine: sopra questo ai-
.;-,, T U R T U R
lare, sulla volta, scorgonsi gli avauzi di i buoni con Tremito d' indigna/ione ap-
antiche pitture. Tutta questa parte ilei presero l'iniquo attentalo, l'esercito regio
sotterraneo è d'una limola antichità. Fu subito decretò di erigere sul luogo del
considerato come una miracolosa dispo- misfatto e del miracolo un tempio all'Im-
sizione della divina provvidenza, che quel macolata Concezione, e la città di Napo-
santo luogo, il quale ha una relazione co- li un benefico stabilimento adiacente. Era

sì intima col mistero dell'Immacolata da poco che l'encomiato e pio Ferdinando


Concezione, fosse da'ttirchi, che l'ebbero II avea mandato in dono alla chiesa del
in possesso per quasi 700 anni, restitui- ss. Salvatore Gerusalemme, ed a quel-
di
to a' cattolici latini poco dopo che Pio la di s. Caterina di Bettlemrae, due ma-
I \ aspo della chiesa latina decise che la gnifiche campane di bronzo fuse in Na-
Madonna fu concepita senza macchia, nel poli. Nel corso deh 856 in Palestina si a-
modo che narrai nel vol.LXXIH, p. 65, prirono 3 nuove missioni, ed il numero
avendo nella precedente p. 55 detto pa- de'convertiti alla chiesa cattolica non fu
role sui luoghi abitati da' santi suoi ge- mai contandosene
così considerevole, piii

nitori. Di tale reintegrazione del santua- dii5o. L'avvenire pertanto sorride alle
rio, ne restarono soddisfatti gli stessi tur- glorie della chiesa cattolica in oriente, e
chi, ne' quali il nome della ss. Vergine è possano le preghiere de' fedeli niìrettar-

in grande rispetto, e la chiesa di s. Anna ne il pieno trionfo, poiché ormai pare cine
tengono in venerazione considerandola , il fanatismo ridesto ne' turchi dall'I Iatli-

quale argomento di gratitudine del sul- houmayoum fu esagerato soverchiamen-


tano pe'grandi servigi recentemente resi te dalle notizie sparse da'novelliei i, e Dio
dalla Francia alla loro amata patria. Fi- sa con qual fine. Circa alle condizioni po-
no alla nuova consagrazione della chie- litiche e conseguenza del trattato di pa-
da di s. Anna, seeondo il rito latino, in es- ce, narrerò per ultimo. II 1 .°novembre se-

sa non si celebrano che messe lette su al- guì in Costantinopoli una crisi ministe-
tari portatili, e le prime due si celehraro- riale, con modificazioni del ministero. Ne
no secondo l'intenzione dell'imperatorie e furono cagioni, lo sgombro de'principati
dell'imperali icede'francesi,l'8 dicembre Danubiani dalle truppe austriache, seb-
Immacolata Concezione nella
fèsta dell' bene poi si decise sulla prolungazione, fi-
grotta sotterranea, da fr. Leone d'Aven- no alla soluzione completa delle questio-
ches cappuccino, e dal p. Badour gesui- ni insorte di litigio colla Russia per Tese*
ta missionario nella Siria, il quale con dizione del trattato, la Porta sempre av-
paiole piene d'unzione e d' insegnamen- versando l'unione de'medesimi principa-
to, si fece eloquente interprete de'senti- li. II prolungato soggiorno della flotta in-
menti del rispettabile uditorio. Giorno glese nel Bosforo e nel mar Nero, volen-
memorabile per singolar coincidenza poi- dovi restare l'ammiraglio Lyons, finche
ché in Napoli succedeva il manifesto pro- le questioni sull'isola de'Serpenli e di Bol-
digio operato dalla stessa Immacolata grad, volute dalla Russia, siano compiuta-
Concezione, mentre se ne celebrava la so- mente definite. E che la Porta non avea
lennità, liberando dalla morte il religioso ancora chiuso gli stretti de'Dardanelli e
Ferdinando II re delle due Sicilie, a cui del Bosforo. Il nuovo ministero si com-
empiamente attentò un pessimo soldato pose de'seguenti pascià; Reschid, gran vi-

per mandalo de'libertini, onde sommove- sir; Ahmet-Fethi,gran maestro d'artiglie-


popolo, per quale invece fu novel- ; Mebemed Ali, grande ammiraglio e
te il il ria
la occasione di entusiasticamente mani- ministro della marina; Ethem, ministro
festare suo amore pel degno e provvi-
il degli affari esteri; Mehemed Riprisli, pre-
do suo re e per l'oidine pubblico. Tutti sidente del consiglio delTanzimat; She-
T L II T U R 47 1

sik, presidènte del gran consiglio ili giu- ne, rammentò Che
d'ordine del Papa. »
Mouktar ministro delle finanze;
stizia; , le attuali grandi vicende che commovo-

Moussa Saffelti, ministro del commercio; no il mondo le quali presentano tante


,

Tz/et, ministro di polizia; Aalì Fuad, , speranze e tanti timori, esigono ora più
Riami!, Pieouf, Muslafà , ministri senza che mai dal popolo cristiano straordina-
portafoglio. Cosi per la moltiplicità del- rie preghiere, affinchè le bilance poste nel-

l'importanti questioni pendenti e la neces- le mani di Dio pieghino non a giustizia,


sitàd'una buona amministrazione, il sul- ma bensì a misericordia ". Soffiarono uel
tano richiamò al visirato, in surrogazio- fuoco della discordia diversi giornalisti,
ne d'Aalì, il pascià Heschid. Ne'rnomen- massime inglesi, gettando con quanto vi
ti i più difficili il sultano chiama alla dire- ha di più infiammabile, scintille nelle ce-

zione degli affari la capacità straordina- neri de' pregiudizi, per ridestare le me-
ria, l'abilità sovente provala, d'esperien- morie d'una rivalità con Francia di più
za consumata di tale illustre uomo di sta- secoli. Tutlavolta dopo diverse trattative
to. Ad onta del convenuto, spirata a'28 diplomatiche delle potenze , e il Memo-
ottobre l'epoca stabilita dalle potenze al- randum con nota della Russia, che poti-
leate, per l'evacuazione dal terrritorio tur- no leggersi nel n.° 292 del Giornale di
co, alcune navi inglesi restarono nel l5o- Roma, si convenne alla riunione d'uu'al-
sforo e nel mar Nero; più l'ammiraglio tra conferenza a Parigi per spianare scio-

Lyons formò una squadra per le diver- gliere le dispute insorte sull' accennate
genze e difficoltà insorte nell' esecuzione controversie, in base dell'anteriore trat-
del trattato di pace, per la rettifica dei tato ivi concluso, il cui eseguimento fece

confini della Bessarabia, pretendendo la sorgere le nominate difficoltà, chiarite an-


Russia, Rolgrad e l'isola de' Serpenti; il co dalla Civiltà Cattolica, serie 3.*, t. 4>
pur detto mantenimento dell'occupazio- p. 707, 708, 7 1 1 e seg., t. 5, p. 1 1 6. Le
ne austriaca de' principati Danubiani, e conferenze si aprirono in Parigi il 3i di-
circa l'unione de'medesimi. Queste nuo- cembrei856, con ispirilo di conciliazio-

vecomplicazioni fecero dire al marescial- ne, rimossi gli ostacoli che si frappone-
lo Vaillaut, ministro della guerra in Fran- vano all'esecuzione del trattato di pace
cia, all'imperatore, nel sunnominato rap- de'3o marzo. Si composero de'secondi ple-
porto sull'ordinamento dell'armata d'o- nipotenziari di detto congresso e nomina-
riente. » Riandare i conti delle perdile e- ti di sopra, tranne quello di Francia per-
nonni d'umane vite,e del colossale dispen- chè il conte Walewski presiedè le confe-
dio di denaro e di materiale d'ogni lat- renze, e la Piussia al suo plenipotenziario
ta, cui die luogo una guerra che non pro- aggiunse il conte di Risseleff suo amba-
dusse risul lamenti ne precisi (!), e
stabili sciatore in Parigi. A'7 gennaio 1 8 T7 fu
che oggidì, fra tante nuove complicazio- firmalo il seguente protocollo per la con-
ni, mal saprebbesi se sia finita o se sor- clusione del congresso, secondo il dispac-
damente duri tuttavia ; dev' essere cosa cio telegrafico e altre notizie pubblicate
istruttiva ed atta a spiegare le ripugnan- a p. 26 e 34 del Giornale di Roma del

ze odierne de'popoli verso le guerre, che i857, e che mi piace qui aggiungere su-
nello stalo economico de' tempi nostri e gli stamponi a compimento del gravissi-

colle risorse delle scienze presentano co- mo argomento. « La nuova frontiera se-
sìambiguo e difficile esito ". Adunque le guirà il vailo di Traiano fino al fiume
numerose complicazioni minacciando di Yalpouk, lasciando Colgrad e Tocbak
turbare di nuovo la pace d'Europa, in Ro- alla Moldavia. La Russia riterrà la ci Uà
ma il cardinal Patrizi vicario, nell'invito di Komrat con un territorio di circa 33o
per la noveua dell'immacolata Coucezio- werste quadrate. L'isola de'Serpenti sarà
472 T R TUR
considerata come unn dipendenza delle Nelle scorrerie de'normanni le sue reli-
boccÉM tlel Danubio. I territorii all'ovest quie, ch'erano a s. Leufredo nella diocesi
tifilanuova delimitazione saranno aggre- d'Evreux, furono trasportate all'abbazia
gati allaMoldavia, fuori del delta del Da- dis. Germano de' Prati, ove tuttora sono
nubio clie tornerà in possesso della Tur- in venerazione. La sua festa è segnata il

chia. A' 3o marzo la delimitazione sarà i3di luglio, e leggesi nel Breviario di l*a-
compita, e gli austriaci e gl'inglesi avran- rigi, che iu virtù delle sue reliquie fu-

no rispettivamente evacuato i principati ronoalcune volte miracolosamente spen-


Danubiani e il mar Nero". ti degl'incendi.
TURCHINE. V. Torchine. TURIBIO (s.). V. Toribio (s.).
TURD1TA, Turili tam, Tisdra. Sede TURIBOLO, TURIBILE o TURRl-
vescovile dell'Africa nella provincia Bi- BULO. V. Incensiere, Turiferario.
7;i<ena, sotto la metropoli d'Hadrainito. TURIFERARIO, Tliurificator, Thu-
Ebbe a vescovi Elpidio, che celebrò coi riferarius. Accolito o altro ecclesiastico
donatisti il concilio o conciliabolo di Ca- che nelle sagre funzioni porta il Turi-
bnrsnssa nel 3g3; Navigio,che assistè coi bolo (J^-Jj chierico che porta l'incensie-
vescovi cattolici alla conferenza di Car- re, ed è incaricato d'incensare nel Coro
tagine nel 4' i ; Benerio, che sottoscrisse agli ecclesiastici seduti negli stalli, se non
nel 64 1 Ja lettera mandata dal concilio lo fa il diacono. Veste di cotta, sostiene
Bi/aceno all'imperatore Eraclio Costan- il turibolo colla destra, e apposto il pol-
tino. Morcelli, Afr. cìir. t. i. lice all'anello maggiore, e il dito anulare
TUREJO o THLjREY o TURUSO della stessa mano all'anello minore della
Pietro, Cardinale. Vedi il voi. HI, p. catenella che solleva il coperchio, lo sor-
1 1 4, e i?>i e seg. regge e porta la navicella navetta, Na-
TURI AVO (s.), vescovo. Nacque nella vicula, Navetta deW Incensiere (/^.),nel
diocesi di Vannes, nelle vicinanze del- qual vaso d'argento o di rame inargen-
l'abbazia di Ballon. Recatosi a Dol in età tato si tiene l' Incenso (V.) da bruciare
giovauile, vi fu allevato nella pietà e nel le ne^luribolo, apponendo la sinistra al di
scienze da s. Tiarmailo, ch'era contem- lui Porgendo il turibolo al cele-
piede.
poraneamente abbate di s. Sansone e ve- brante, perchè vi ponga l'incenso, il tu-
scovo di Dol. Questi, dopo avergli con- riferario porta colla destra la navicella
ferito gli ordini, lo fece suo vicario e Co- e colla sinistra dovendo av-
il turibolo;
r-episcopo (Z 7.), e dopo la sua morte, av- vertile, che la parte della navicella che
venuta verso il 733, l'ebbe a successore, deve aprire riguardi sempre il suo petto.
S. Turiavo si rese commendevole per la In questo modo poi sostiene il turibolo
sua vita penitente, pel suo zelo, carità e innanzi al celebrante. Alza l'anello raa£-
fervore, non che per la sua fermezza nel gioie colla sinistra, e solleva l'altro anel-
sostenere la disciplina, di che diede lumi- lo del coperchio colla destra, e colla stessa
nosa prova all'occasione, che un signore mano unisce le catenelle alla di loro me-
chiamato Rivallone avea commesso molti tà, le sostiene quasi genuflesso, purché
Il santo vescovo gli fece
atti di violenza. non si noli altrimenti. Indi datasi dal ce-
con energia conoscere l'enormità de'suoi lebrante la benedizione sul turibolo an-
delitti, e gl'impose una penitenza cano- cora aperto, e ricevuta la navicella colla
nica, cui Rivallone si sottomise, assog- sinistra, il turiferario lo porge chiuso al
gettandosi a varie soddisfazioni che si e- Diacono (? y .)o all'assistente, il quale Io

sigetlero da lui, e riparando le sue ingiu- presenta al celebrante, che deve incensar
stizie. S. Turiavo
morì a' 3 luglio, secon- 1 V Altare. Se il turiferario tiene la navi-
do la più comuneopinione nell'anno 749. cella nella sinistra, deve porgere il turiba-
TUR TUR 47 3
lo colla destra. Ma
dovrà se egli sfesso sicutinccnsum in cospectu tuo. Nelle Per-
porgerlo iniuiediatamente nelle mani del secuzioni della Chiesa, si dissero caduti
celebrante, odi altro che dovrà incensa- Lassi (V.) quelli che per timore ab-
re, lo consegna allo stesso modo del dia- bandonarono la cattolica religione, fra i

cono, cioè con ambo le mani, tenendo quali vi furono i Turificati, così chia-
colla destra la sommità delle catenelle, mati per aver offerto incenso agi' Idoli
e colla sinistra la di loro estremità, pur- ne' Sagrifizi idolatri.
ché non tenga la navicella : bacia poi il TURINGIA, Thuringia, Thuringen.
turiboloquando lo porge al celebrante Antico paese Germania, in oggi com-
di
e non ad altri. Non si deve genuflettere preso ne' ducati di Sassonia-Coburgo-
assolutaménte quando il celebrante im- Gotha, Sassonia- Meiningen , e Sasso-
pone l'incenso nell'incensiere o turibolo, nia- TVeimar (P\). Nel 1 1 o5 vi fu tenu-
ma sia quasi genuflesso, sempre che non to un concilio da Enrico IV re de'roma-
amministri al vescovo, al cardinale, alPa- ni, che pentito delle sue fiere persecuzio-
pa, perchè in allora dovrà genuflettere. ni contro la chiesa romana, alla comu-
Così pure deve avvertire non chiudere il nione di questa vi volle riunire tutta la
turibolo, se prima il celebrante non abbia Sassonia, per consiglio di Rotario arci-
benedetto l'incenso. Come si deve porta- vescovo di Magonza, e di Gebeardo ve-
re il turiferario nell'ecclesiastiche funzio- scovo di Costanza e legato apostolico di
ni, lo descrissi ne' relativi articoli. Avver- Papa Pasquale II. Questo concilio fu te-

te il Magri nella Notizia de vocaboli ec- nuto nella casa reale di Northus.Fnrono
clesiastici, essere abuso contro i riti eccle- rinnovati i decreti de'concilii precedenti.
siastici e i sagri canoni, il mettere nell'in- Si condannò la simonia, e l'eresia de'ni-
censiere molti aromati odoriferi con po- colaiti, cioè il concubinato de'preti, e fu
co incenso. Dice inoltre che il turibolo, confermata la tregua di D'io. Conci l.t. io.
Turibulum, non fu detto Incensorium, TORIO o TURRIO, Tkurium, Thw
ma con questo vocabolo si volle significar rii. Città vescovile antica d' Italia nella
la navetta, neliedue aperturedella qua- Magna Grecia, sul golfo di Taranto, già
le si ripone l'incenso. In fatti nella Cro- abitata da' famosi sibariti, da' tessali e
naca cassinese facendosi menzione d' al- da'peloponnesiaci. Turio ripete l'origine
cuni donativi offerti al monastero diMon- dalla famosa Sibari, i cui abitanti si re-
te Cassino, dopo aver nominati due turi- sero rinomati pel raffinato loro gusto ai
boli, soggiunge, Incensorium de argento piaceri e per gli eccessi della loro mollez-
unum. Parlando il cardinal Bona, Rerum za, per cui si resero i più spregevoli fra i

liturg. lib. i,c. i5, § 9, dell'antichità del popoli conosciuti. Si vantavano di non a-
rito dell'incensazione ne' sagri misteri, e ver mai vedutone il levare ne il tramon-
dell' Incensazione, che si dà pure come tar del sole, ed affinchè i loro sonni non
la Pace (I7 •), spiega il significato di que- bandirono tutte le arti
fossero interrotti,
sto rito. Quod vero Minislris Altari.?, ches'esercitanocon qualche strepito e pro-
ac postea circumstantibus etiam laicis scrissero persino galli. Proponevano dei i

Tliuris suffìtus praeberi solcai, non ad premii a'cucinieri, i quali avessero inven-
dignità tis praerogativam pertinet, ut tate le migliori e più. squisite vivande, ed
per abusimi irrepsit, sed ad religionem accordavano all' inventore un privilegio
pertinet; ut. nimirum excitet adoratio- esclusivo d'un anno onde arricchirlo e nel
ncm et effectum divinae gratiae reprae- tempo stesso animare l'industria degli al-
sentct. Unde ApocaL 8 Incensus sunt : tri colla speranza di non minor fortuna.
orali ones Sanctorum, et in psalmo ca- 1 pescatori, i tappezzieri, i coltivatori di
nimus. Dirigatur, Domine, oratio meo., fiori, i profumieri erano esenti da qualuu-
i-i TUR TUR
que pubblica imposta. nvcnno I sibariti no44 oav*nti l'era corrente. Altro legis-
delle s.ile sotterranee pe'loro pasti, onde latore fu Za letico di Locri, il quale aven-
guarentirsi dall'estivo calore, e dal fred- do ordinato che agli adulteri fossero ca-
do dell'inverno. Decretavano delle coro- vali gli occhi, a figlio che ne fu con-
suo
jie d'oro a qua' cittadini che aveano da- vinto, popolo volea fin* grazia a di lui
il

to i più sontuosi e più delicati banchetti. riguardo, ma il padre se ne fece cavar uno
Su terreno oggi divenuto palustre e Insa- perchè al figlio toccasse la metà della pe-
lubre tra le foci del Crali e del Coscile, na incorsa. La sua popolazione sommò
che Sibari amicamente chiamatasi, edi- nel più grande auge a 3oo,ooo cittadini, e
ficarono gli achei ed i trezeni del Pelo- »5 città ubbidivano alle sue leggi, che di
ponneso, d'eolica stirpe, 8 secoli innanzi rado si derogavano. Ma dalle città Jonie
l'era nostra, la colonia di Sibari, che tosto ben presto ereditarono l'asiatica mollezza
conquistò rinomanza per la sua possanza e il lusso, per cui in un baleno ne rimase
e corruzione, e poi per la sua caduta. Po- oscurata la gloria. Si cominciò dal par-
sta a profitto e aumentata con regolari teggiare tra le due-razze de'fondatori, ed
irrigazioni 1' libertà del suolo, trassero i i discendenti da' trezeni, cacciati in ban-
sibariti il centuplo dalle loro semente, e do dagli achei, ripararono a Crotone, da
colla navigazione del Crati diretta da ar- que' popoli impetrando vendetta. Teli,
tificiali canali, recavano per acqua le der- fatto tiranno di Sibari, osò provocare i

rate ne' magazzini urbani. Quindi dalla crotoniati col domandar la consegna de-
progressiva opulenza si fecero scala alle gli esuli, ed il rifiuto accese la guerra. Co-
più ardite commerciali imprese, veleg- mechè minori di numero nella giornata
giando per la Grecia, sull'Egeoe nell'Asia del Trionto, i crotoniati condotti dal fa-
Minore. Ci ebbe in breve siifattamenfe la moso allelaMilone riportarono una com-
loro potenza, che sulla rifa del Tirreno piuta vittoria, indi saccheggiarono e di-
fondarono le colonie di Pesto e di Scidro, strussero Sibari, dopo due secoli di prospe-
l'area delle quali è del tutto ignota, e di rità, ad allagarla essendovisi volle l'acque
Laino presso l'imboccatura del Lao, e di- delCrati.Tultavolta i sibarili,dopo 58 an-
venne la più florida tra le repubbliche ni aiutati da diversi tessali avventurieri,

degl' Italioti, nome che greci davano ai i impresero a riedificar la patria, ma gì' i-

loro compalriolli stabiliti nella parte me- nesorabili crotoniati li cacciarono di nuo-
ridionale d'Italia, quali occupavano tut-
i vo. Chiesero allora i profughi aiuto alle
to quel tratto che da Locri stendesi fino al repubbliche greche e trovarono in Pericle
promontorio Japigeo lungo il mare Sicu- un sostenitore che inviò in soccorso co-
lo. Era colonia divisa iuro tribù di io di- loni ateniesi,edin amena pianura alquan-
verse nazioni, intitolate dalla varia loro to più internata nelle terre fabbricarono
origine.Nefu legislatore il celebreCaron- Turio, nobilissima città, di cui era l'eu-
da di Catania, che poi si uccise per aver ritmia sorprendente per le 4 rettilinee vie
violato le ptoprie leggi. Avendo egli proi- principali denominate da Ercole, Venere,
bito sotto pena di morte di trovarsi ar- Olimpia e Bacco, che dalle tre, dell'Eroe,
mato nelle assemblee del popolo, ed es- di Turio e di Turino venivano interse-
sendovi un giorno andato egli stesso fret- cate, e per la comodità dell'ampio porto
tolosamente, reduce della campagna, per- Roseiano. Gli abitanti delle io tribù per
chè popolo era raccolto in assemblea
il l'arroganza degli antichi sibariti eccitaro-
piena di turbolenze, senza badare che a- no gravi discordie, sicché dopo larga elfu-
vea la sua spada, appena gli ebbero ac- sione di sangue, gli autori della sedizio-
cennalo lo sbaglio, e di violar pel primo la ne furono cacciali in bando e miseramen-
sua legge, se la piantò nel seno, verso l'an- te perirono in odio alle circostanti nazio-
TUR T U 11 47 5
ni, cessando così il nome sibaritico, ri- poslolica sedit in cathedra Jesu Christi
masto a' Seguaci della voluttà licenziosa, Vicarius , prò cujus etiam nomine sub
della mollezza, della crapula e dell' ec- Antonino Pio illustre mar ty riunì per-
cessivo lusso. I turii condotti dal generale pessusesl: iisdcmquc accessit episcopa-
spartano Gilippo, guerreggiarono vantag- lis dignitatis fulgor, linde sequentes re-

giosamente contro i tarantini, obbligan- periuntur lliurinorum sacris praefuisse


doli a divider con essi il dominio di Siri, Jìitis-tites. Giovanni, che fu il i.°vescovo

ove immisero nuovi coloni, che poi passa- che si conosca , intervenne a' concilii di

rono co' vecchi tarentini a popolare Era- Roma del5o 1 e del 5o4« N. essendo mor-
clea. Le severe leggi di Torio tratte dai to nel 600, Papa s. Gregorio I affidò la
codici di Caronda e di Zalcuco caddero cura della diocesi a Giovanni vescovo di
a poco a poco in obblivione, e il gover- Squillate {V'.). Il vescovo Valentino fu
no degenerò in oligarchia militare; quin- presente al sinodo romano del 649- Teo-
di notabilmente decadde, e dopo il con- fane si portò al concilio di Roma tenuto
quisto de'romani fu distrutta in progres- nel 680. Giovanni vivea nelio3i.G. tro-
so da'barbari. DiTuriose ne vedono le vossi al celebre concilio di Laterano adu-
rovine presso almare vicino a quelle di nato da Papa Pasquale II nel 1 1 1. Indi 1

Sibari, nella Calabria. Fra' suoi illustri la diocesi di Turio fu unita a quella di

ricorderò Papa s. Tclesforo deh^. Di Rossano (V\ e pare parte anche a quel-
Turio e de'turiani fanno menzione Pli- la di Squii lace.
nio, Tito Livio e Tolomeo. Già città flo- TURLUPINI. Setta di eretici o piut-
ridissima, quando i romani vi condusse- tosto d'infami libertini, quali audace- i

ro dopo il conquisto la colonia, le die- mente e con aperta sfrontatezza faceva-


roiio il nome di Copine ; nondimeno pre- no pubblica professione d'impudenza, so-
valse l'antico e continuossi a chiamare stenendo che non si dovea avere rossore
Turio. Distrutta interamente, si vuole di tuttociò ch'è naturale, poiché è opera
che ne* tempi posteriori riedificata, poi di Dio. Si pretende che il nome di Tur-
avesse a patire altre diverse distruzioni, lupini loro fosse dato da Turris, torre,
finche dalle sue rovine stirpe Terranova, e da Lupus, lupo, perchè si ritiravano in
borgo del regno di Napoli, provincia del- torri abbandonate o negli antri e nelle fo-
la Calabria Citeriore, presso la sponda si- reste tra'lupi, e sembravano come selvag-
nistra del Crati, in una pianura. Contie- gi. Questi settari presero per titolo, Con^

ne 2 chiese parrocchiali, 4 conventi e cir- fraternità de Poveri. Andavano nudi, e


ca 2000 abitanti, tra'quali alcuno si fe- si mischiavano colle donne in pubblico
ce distinguere nelle buone lettere. Fu det- mercato all'usanza dell'impudicizie che si

ta prima Turio Novo e poi Terranova. Erano una setta dei


rinfacciano a'einici.
Dell'antico Turio e di sua sede vescovile F reroti o Beguardi[F.) ed ebbero ori- }

parla eruditamente ilColeti nell'aggiunte gine ne'secoli XIII e XIV nelle monta-
airUghelli,/bz//a sacraA. io,p.i 72: T/iu- gne del Delfinato e della Savoia, da do-
rinusEpiscopalus. Thuriis quoque He- .. ve si sparsero in Francia e in Germania,
rodotus, graecae historiae parens t hi- specialmente ne'Paesi Bassi. Sotto il ve-
storias scripsit, ac sepultus est; et O- lo d'una falsa spiritualità, sedussero un
ctavianus Angus tushinc genus duxit si t
grandissimo numero di persone dell'uno
quidemM. Antonius eiproavum expro- e dell'altro sesso, sprezzarono le censu-
b r ab at proveniente in ex agro Thurino. re e le condanne scagliate da molti con-
Ncc impar thurinorwn gloria, ex quo cilii contro di essi, e quelle pure fulmi-
vis vera ìlluxit ChristianaJides ; ex il- nate da Papa Clemente V nel concilio ge-
liscnini prodii t Telesphorus ì/fe, qui A- nerale di Vienna neli3i i, ed ebbero l'ar-
(J 76 TUR TUR
r
diredi dogmatizzare a Parigi. Nell'anno srn (T .)o Pinsk, in mezzo a vaste paludi,
precedente era stata bruciata viva Mar- sulla sponda destra del Pripef, presso il

gherita Correità, con Dnlcino caposetta confluente della Slucia. Fu già capoluo-
di DìiUinisti (/ .) e suo preteso marito go d'un piccolo principato d'appannag-
in tal città. Neh 372 Papa Gregorio XI gio del suo nome, e sede d' un vescovo
lornò a scomunicare i turlupini, e Car- sullìaganeo di Kiovia. Il vescovato fon-

lo V re di Francia ne!i3y3 fece brucia- dato nel secolo XII, ebbe a vescovi Leon-
re pure a Parigi vivi Giovanni d'Aban- zio Peluzicski cbe lo fu pure di Turovia,
tona loro predicante e altri loro capi, ed il quale sottoscrisse Miche-
al concilio di

nitri principi seguirono il suo esempio, lemetropolitano di Kiovia, ed alla cele-


facendo bruciare pubblicamente i turlu- bre lettera di quel prelato al Papa Cle-
pini co'loro riprovevoli libri. Insegnava- mente Vili, relativamente all'unione col-
no questi eretici, che le donne aveano ri- la santa Sede. Giona Hobel sottoscrisse lo

cevuto da Dio il potere di predicare co- stesso concilio e la medesima lettera, co-
me gli uomini; che per conformarsi al- me designato successore di Leonzio. A-
la vita degli Apostoli bisognava che il cri- lessioDubovisch, che avea fatto suoi i

stiano fosse povero, scalzo e quasi tulio studi a Roma. Oriens christianus t. r,
nudo; che quando l'uomo è giunto al più p. 1285. In seguito le sede di Turovia col-

alto grado di perfezione, può senza ti- la diocesi fu unita a quella di Pinsco, di
more soddisfare tutte le sue passioni, e rito ambedue greco ruteno unito.
che non eranvi che gl'imperfetti che po- TURQUESTAN oTOCARISTAN,
tessero sgomentarsi e averne vergogna. Turquestania.Vfizse dell'Asia della 7V?.r-
Tra questi settari fanatici e odiosi, che co- taria (F.),(\ìì\ quale alcuni crederono
a
minciarono colla falsa spiritualità e ter- derivati i Turchi (F.) XXIX. provin-
y

minaronocol libei tinaggio,vi fu laPorret- cia de Caldei, che abbracciò la fede cri-
ta, che per la scandalosa sua condotta pe- stiana nel IX secolo, di cui fu metropoli-
rì del narrato supplizio, la quale in un li- tana Casgara (Jr.) o Rasgar, soggetta al
bro si sforzò empiamente di provare, che cattolico di Seleucia che rappresentava
J' anima quando è assorta nell'amor di il suo vescovo quando era vacante la se-
Dio, non è più soggetta a veruna legge, de. Il Turquestan ebbe i suoi particolari
e che può senza rendersi rea d'alcun de- vescovi, de' quali ci restano i nomi dei
litto soddisfare a tutti gli appetiti natu- seguenti. Giovanni nominato dal cattoli-
rali. Insomma tutti i turlupini riguarda- co Elia III, il quale eresse in metropoli-
vano il pudore e la modestia come segui tana Casgara con 3 vescovi sulhaganei.
di corruzione interna, come il caratte- Gli successe dopo ili 176 Serba jeso. Il ve-
re d'un'anima soggetta al dominio dello scovo Deuha sedeta altempo d'Uncham
spirito sensuale ed animale, ^turlupini o Giovanni re de'turchi. Malassia o Ab-
tutta volta trovarono in diversi Prote- delmessia conferì il battesimo al kan de'
stanti de'sedicenti difensori, i quali nella tartari Rincai o Hyocay, e a 8 provincie 1

loro innocente semplicità non fecero rei di sua nazione. Oriens cìiristianus t. 2,
i turlupini d'altro delitto, se non di aver p. 1297.
scosso il giogo delle leggi tiranniche e TURRECREMATA. V. Torrecre-
delle superstizioni della chiesa cattolica, MATA.
che noi chiamiamo morali e veneriamo TURKIOZZl Fabrizio, Cardinale.
santissime. Nacque nobilmente in Toscanella delega-
TUROVIA o TUUOW.
Città vesco- zione di Viterbo, a' 16 novembre ij55 t
vile di Lituania nell'impero di Russia, da'conti del suo nome e patrizio di det-
governo di Minsk, a 23 leghe da Piti' ta città, e di quella di Anagni in uno alla
TUR TUR 477
sua famiglia. Sorti dalla natura pronto lippo, eretto nell'altare di quel santo nel-
e perspicace ingegno, che successivamen- la chiesa parrocchiale di Civitanova arci-
te ornò cogli studi, a cui diligentemeute si diocesi di Fermo. Avendo egregiamente
dedicò uel seminario di Monte Fiascone esercitalo nella sagra romana e universale
ed in Roma, massime nella giurispruden- inquisizione tale grave e delicato uffiziolo
za e nella teologia, in cui ebbe reputazio- stesso Pio VII nel concistoro de'io mar-
ne non comune. Il Papa Pio VI scorgen- zo 18 23 tra' 12 cardinali che creò e pub-
do in lui altitudine agli affari e prontezza blicò, vi comprese nell'ordine de' preti il

nel concepire le cose difficili, lo credè at- prelato. Nell'allocuzione che il Papa pro-
to alla diplomazia de' negozi ecclesiasti- nunziò, disse che avea protratto la pro-
ci, e reputò degno d'inviarlo per incari- mozione sino a quel giorno, perchè era
cato della s. Sede
Torino presso il rea per entrare Bell'anno 24.° del suo ponti-
Carlo Emanuele IV. Restando il Papa ficalo. In globo di tulli fece quest'elogio.
soddisfatto di sua condotta e capacità, uel «Uomini egregi, de'quali abbiamo speri-
i
797 trovò opportuno di spedirlo a Ra- mentata la fedeltà, la probità, la dottri-

sladt nel granducato di Baden, con mis- na, la diligenza eia sagacità nell'adempi-
sione diplomatica, onde assistere al con- mento degl'incarichi loro afì';dati,e dall'o-

gresso e conferenze per la pace dell' im- pera de'quali abbiamo certa fiducia di es-

pero Germanico, che secondo il tra Ita lo ser coadiuvati nel supremo governo del-
di Campo Formio sarebbesi dovuto te- laChiesa". Tanto riportasi ueln.°20 dei
nere a Berna. V'intervennero pure ple- i Diario di Roma. Pio VII quindi gli as-
nipotenziari dell'impera loreFraneescoII, segnò per titolo cardinalizio la chiesa di
e della repubblica francese, insieme aNa* s. Maria d' Araceli, e le congregazioni
poleoue Bonaparte allora generale in ca- de'vescovi e regolari, del concilio, della
po dell'armata d'Italia. JNel segueute an- rev. fabbrica di s. Pietro, e di consulla.
no invaso da' francesi e democratizzalo Morto Pio VII nell'agosto dello stesso an-
lo stalo papale, detronizzalo Pio VI e tra- no, il cardinale entrò in conclave,che du-
dotto in Francia ove morì, eletto per suc- rato 26giorni,ebbe in ciascuno degli scru-
cessore Pio VII, questi nel i 802 a'2 apri- timi del mattino e del pomeriggio, meno
le lo ammise tra 'referendari delle segnatu- 6, sempre de'voti al pontificalo, ma non
re di grazia e di giustizia, e poscia io di- superarono il numero di 4> '1 che dimo-
chiarò prelato domestico, e governatore stra l'estimazione che godeva, e lo ricavo
di Jesi ; ma nel 1809 gl'imperiali francesi dal quadro de'voti del conclave pubbli-
avendo occupato dominii i della s. Siide 3 calo dall' Arlaud nella Storia di Leo-
il prelato fu dal general Miollis governa- ne XII, che fu l'eletto. Questo Papa l'eb-
tore generale di Roma rilegato a Tosca- be in particolare estimazione, per cui gli
nella. Ricomposte le cose pubbliche d'Eu- affidò il carico di presiedere alla riforma
ropa neli8i4, e tornato Pio VII aPioma, del codice civile, e lo nominò legato di
gli afiidò nuovamente il governo di Jesi, Bologna, ma per motivi di salute rinun-
poi lo fece delegato apostolico di Fresi- ziò a quell'onore. Leggo nel n.° 90 del
none, non che prolonotario apostolico so- Diario di Roma del 1826 annunziala
prannumerario ; quindi P8 marzo 18 16 con vivo dispiacere la morte del cardi-
avendo promosso alla sagra porporaMal* nale seguita in R.oma nell'età di 72 anni
vasia assessore del s. Offìzio, conferì que- meno 7 giorni, la sera de' 9 novembre.
sta cospicua carica a Fabi izio, che inol- Tormentato spesso da podagra e minac-
tre fece canonico della basilica Vatica- ciato da idropisia, in fine una violenta
na. JNel 18 1 7 il Papa gli conferì il benefi- complicazione di mali gli tolse la vita.

cio semplice, ossia cappellata di s. Fi* NeH'emiueute diluita a cui era stato e-
À>8 T R X U I
levalo, fu spesso atloprato in affari gra- inno i (lumi Acri e Sinno, fra' quali tro-
vissimi, lasciando viva memoria ili se vasi il lag») dell'Olino. Poco lungi e o i 3
presso quelli che ne aveano conosciute leghe nord-est sono le vestigia dalla
al

le qualità dell' animo e della mente, la celeberrima Angiomi (?*), già chiamata
vasti dottrina, la probità, Io zelo e le al- Àquilonia, ePandosia perchè da evsn cre-
ile viriti che lo fregiavano. Il tk'gi dello deei originata, di cui tratta I' Ughelli,
slesso J Ha rio descrive hi pompa fu nel ne Italia sacra t.
7,p. 68 : Anfkmenses et
colla (piale fu portato il cadavere nella Tursienses Episcopi, Tursi è soggetta
sua chiesa litolare d' Araceli, ornata a eoi suo distretto al circondario di Rolou-

lutto, ed ove esposto in mezzo su magni- della, e vantò un tempo il titolo di ducea
fico letto vestito pontificalmeuse e cir- cu propri duelli particolari, e per ultimo
condalo da 100 cerei, dopo il canto del ne furono duchi Daria- Pampliilj (V .). i

r uffizio de' defunti, e la celebra/ione co- Credasi fondata da'saraceni, quae iti suo
piosa di messe, seguì quella di requie duorum circiter nulliariwn ambitu ooo i

pontificata dal cardinal Pedieini, coll'iu- (ìomos et 4.000 ci rei ter eo/nplectitur in*
ti rvento del sagro collegio, della prela- co las, secondo l'ultima proposizione con-
tura e degli altri che sogliono assistere cistoriale. In latino si chiama Tursiu/n,
alle cappelle papali. Terminata l'esequie Tur sìa, Tursi. Contiene diversi palazzi
colle consuete assoluzioni, dipoi il cada- di mediocre architettura , ed ogni anno
vere fu tumulalo nella steste chieda, in- vi si Itene una fiera a'26 luglio. La cat-
nanzi t'aitare maggiore nel suo mezzo,ove tedrale basilica, mediocre edilìzio, è sot-
il fratello eonta Giuseppe gli pose prolis- to l'invocazione dell'Aimunziazione del-
sa, dipinta e onorifica lapide di marmo la B. Vergine, con ballislerio e cura d'a-
a
(questi morì neh 836, e nel n." 5o delle nime affidata all'arciprete 2. dignità del
Notizie del giorno di Roma di tale an- capitolo, coadiuvato dal prete economo.
no si legge il suo elogio, rimarcandosi la Il capitolo si compone di 3 dignità, cioè
a
sua prodigalità co'poveri in tutte le oc- l'arcidiacono, ch'è la 1 , , l'arciprete e il

correnze). Il cardinale amò assai la sua decano, d' canonici comprese le due
1 1

patria Toscanella, e specialmente al suo prebende del teologo e del penitenziere,


alleilo e al celebralissimo cardinal Con- dì 1 o preti ebdomadari partecipanti, e di
salvi, di famiglia pur toscanese, devesi la altri chierici inservienti al divino servi-
totale restaurazione dell'aulico e insigne gio. L'episcopio trovandosi in cattiva con-
tempio di s. Pietro, che per colpa de'tem- dizione, il vescovo nell'inverno abita nel-
pi era ridotto a pessimo stato di rovina,. la casa della congregazione de'filippini, e
e forma oggi l'ammirazione di lutti i fo- nell'estate nel decente suo palazzo del vi-

rastieri che si recano a goderne le molte cino borgo di Chiaratuonte, il quale è po-
bellezze, come di lutto tenni proposito a sto sul pendio orientale dell'elevato mon-
Toscanella. Inoltre il cardinal Turriozzi te della Noce, donde scaturisce il Coglian-
prese cura della patria gioventù, ed al- drino influente nel Sinno, in aria saluber-
l'uopo istituì e protesse un istituto poli- rima. Ivi sono due vaglie chiese, una del-
tecnico neli'allora ex-convento del Ripo- le quali collegiata erelta da Margherita
so, il quale però disgraziatamente termi- contessa di Chiaramonte moglie di Gia-
nò con lui. como Sanseverino conte di Tricarico;di
TURSI (Tur sieri). Città con residen- più vi una certosa fuori del suo recin-
è
za vescovile deU'anticaLucania,nella pro- to. Conserva le vestigia di Gruuientum,
vincia di Basilicata del regno delle due antichissima e celebre città di Lucania,
Sicilie, posta su d' un colle che guarda onde poi fu della Agrimonie e Chiara-
il golfo di Taranto, e la pianura ove sboc- munte: conia quasi 2 5oo abitanti. In Tur«
-

T D 11 T u 1 4 79
si tra le allre chiese vi sono due altre par- turila dell'editto imperiale, e che il pa-
rocchie umilile de! *. ionie, e quella di triarca Polyeucto nel medesimo 968 l'e-
s. Maria de Icona è collegiata. Ha pu- rigesse in cattedrale in grazia dell'arcive-
re una casa religiosa, ilconsei valoiiodel- scovo d'Olrauto a cui fu resa soggetta. Il

le donzelle ed alcuni sodalizi. Un tem- rito greco fu introdotto poi nelle chiese
po ebbe l'ospedale e l'ospizio pe'pellegri- inferiori, ed i canonici assunsero per in-
ìii. Prima di pai lare della sede vescovile segne corali le mezzette uere, adottando-
trasferita in Tursi da Anglona, dirò dei si T uso I' epistola e 1' evange-
di cantare
vescovi greci e del rito greco che un tem- lo in lingua greca. L'esempio de'sacerdo-
po vi lìoiì, col Rodotà, Dell'origine del li greci ammogliati mosse preti latini i

rito greco in Italia. 1 patriarchi di Co- della Puglia e d' altre provincie di fare
stantinopoli tentarono d'imprimere, par- altrettanto; pernicioso disordine che per
ticolarmente nell'animo de'pugliesi e dei sradicarlo esercitò l'indefesso zelo de'Pa-
calabresi, av\ersione al rito della chiesa pi, principiando da Nicolò II pe' canoni
romana, ondesottrarli all'ubbidienza del falli nel concilio di Melfi, celebralo da lui
Papa,, censurandone l'azioni per render- nel 1059. Perciò in questo furono de-
lo odioso. Pertanto nel 968 fu pubblica- posti il vescovo greco di Tricarico e il

to un editto imperiale di Nieeforo Foca, vescovo di Monte Peloso. Che il vescovo


col quale s'impose a'vescovi di Puglia (la di Tursi erasi immerso ne' medesimi e
quale comprendeva le due proviucie d'O- altri disordini, lo scrisse san Pier Da-
tranto e di Basilicata) e di Calabria , re- miani conlemporaueo. Quindi Nicolò II
gioni dipendenti dal greco impero, che destinò Godano in arcivescovo d'Aceren-
bandito dalle loro chiese l'esercizio del za, e costituì suo legato Arnolfo a rei ve
rito latino, introducessero le ceremonie scovo di Cosenza, per prendere gli op-
ilei rito orientale, e che in avvenire non portuni provvedimenti. Godanoadunò in
si valessero ne'sagriiìzi del pane azzimo, Tursi, città di sua provincia, unitamen-
ma del fermentato. Inoltre fu ordinato che te col legato apostolico, un sinodo. In es-
l'autorità di consagrare i vescovidi Tursi so vi fu elello il 1 .°vescovo Ialino di Tri-
e altri fosse tolta al Papa e se ne trasfe- carico Arnaldo, a cui neh 060 indirizzò
risse l'esercizio all'arcivescovo d'Otranto, un diploma. Nel medesimo concilio di
cui dovessero essere sulìraganei e ubbidi- Tursi si fecero canoni contro i vizi de-
re i vescovidi 5 vescovati, compreso quel- gli ecclesiaslici latini, eia riforma de'lo-
lo di Tursi. Per cui l'ambizioso patriar- 10 scandalosi costumi, tollerandosi però
ca Polyeucto ordinò l'esecuzione del de- il matrimonio ne'sacerdoti greci; anzi di-
cretatOjCOsì al vescovo di Tursi, commet- poi dichiarò Innocenzo III, che non erano
tendolo a Pietro arcivescovo d'Otranto. ostacolo a conseguire il vescovato d'Anglo-
Ma appena questi pubblicò l'odiosa dispo- na i natali che traeva l'eletto a quella
sizione, generale fu l'indignazione, tran- sede da un sacerdote di rito greco. Il Ro-
ne pochi spiriti incostanti e leggeri. Os- dotà non dice altro del vescovo greco di
serva il Rodotà, che i delti vescovati, in Tursi la cui sede probabilmente cessò
,

uno a Tursi, non furono istituiti per l'e- quando fu conquistata colla provincia dai
ditto del 968, ma già ne godevano la pre- normanni, quali reintegrarono Papi
i i

rogativa, e che solamente allora ricevero- de'loro diritti e ripristinarono nelle chie-
no una nuova forma di polizia con sot- se il rito latino. Crede l'Ughelli, che la
nuovo arcivescovo d'Otran-
tomettersi al fei\e cristiana fu predicata in Anglona dai
to. Nondimeno crede lo stesso Rodotà, discepoli degli apostoli. Episcopatus An-
che la chiesa di Tursi per la prima volta glonensis vetustiis est, et Acheruntino
fu onorata della sede vesGoviieper l'au- archiepiscopo sitffraganeu3t cujus mai-
48o TUR TUR
sae episcopali* animus censite ducalo- Sicilia confermò al detto monastero i be-
rum fere trium millium, qui coiligun- ni donati da' predecessori. Il vescovo N.
tur ex vectigutibut cwitatièt et pascuit postulato dal capitolo, fu eletto da An-
agri Anglonensis, quae cani pieno j uve drea arcivescovo d'Acerenza, con autori-
Federicui Ilirnp. episcopi* Angionen- tà d'Innocenzo III, a cui scrisse nel 1 202,
siòut donami ettmmue donatione con-
, essendo Papa a Ferentino. Pietro An-
il

firmarunt postea Ludovicus, etJoauna glonensis Episcopus violatore di sua di-


I Siciliae reges, et novissime Carolus gnità e dilapidatore di sua chiesa, nel 1 2 19
F Augustus. Prima la diocesi conteneva fu deposto da Onorio III, e per sostentar-
3 abbazie concistoriali: s. Maria de'cister- si ebbe un assegnamento. Gli fu surroga-
ciensi, ss. Elia e Anastasio de'basiliani; e to nel 1220 N. A questi al successore,
s. Angelo di Monte Rapaio. Della i. TU- l'imperatore Federico II neh 23 1, per la
ghelli riporta il prodigio che promossela maggior Redentore e della ss.
gloria del
sua fondazione; e della 2." l'elenco di
47 Vergine, per rimedio dell'anima di suo
abbati e archimandriti, compresi i com- padre Enrico VI e de'suoi predecessori,
mendatari, 3 de'quali cardinali e il pe- donò in feudo ecclesiastico, Civitatis, ca-
nultimo Pampbilj divenne Innocenzo X. salisAngloniLucaniae proviuciae,e con-
Altri furono illustri per dottrina e santi- speda Tarentinae regionis, onineni ter-
tà di vita. 11 i.° vescovo fu Simone del ritorium,et teninientum Anglonen. cutti
1077, egregio per morali virtù, Anglo- pertinentiis suis, quoderal dictac ch'i-
nensis Episcopus. Peronella carta di do- tatis casalis, necnoii codein muniflcen-
nazione fatta al celebre monastero de'ss. tiae dono dedit eidem Ecclesiae civita-
Elia e Anastasio, si sottoscrisse: Si/neon tetnipsam casalis Anglom,homines 9 vas-
Dei gratta Tursitanae sedis Episcopus salloscpic ejusdem nonnullasque do-
,

interfuit. Su di che scrive TUghelli: Cur jnus lioniinum habilantium in castro


aule ni sic se deiiominaverit, nescìo, ta- Tursii, necnoii alias donius in terra s.

si divi/tare velimus, lune ternpor. s. Ali- Angeli, ut in donatiotiis documento ha-


glonensi, jam diu a gothis diruta civi- Z>etar.L'Ughelli ne riprodusse il diploma,
tate, apud Tursium Episcopus manti*- in unoa quello col quale Federico II con-
se j certuni tamenhabentus hoc anno Si- ferma il privilegio concesso all'archiman-
ìtieonem sederti A.iglonensem rexisse. drita del monastero de'ss. Elia e Anasta-
Dopo Giovanni /Inglo/ien-
di lui trovasi sio, e lo pacilìcò col vescovo d'Anglona.
sis Episcopus, che intervenne alia con- Roberto dall'abbazia cislerciense di s. Ma-
sagrazione della chiesa di Catanzaro, fat- t
ria fu assunto al vescovato nel pontifica-
ta neh 123 da Papa Calisto 11. Neh 1 39 to di Gregorio IX, lodato per esimie vir-
sottoscrisse una donazione pel monaste- tù e ingegno.Morto verso il 253, nel se- 1

ro de'ss. Elia e Anastasio, da'principi nor- guente Inuocenzo IV per far piacere a Gio-
manni arricchito ripetutamele, il che ri- vanni diMoute Fosco signore d'Anglona,
levasi da'documenti riferiti da Ughelli. elesse fr. Deodato di Squillace francesca-
Riporta pure il diploma col quale il re di no, dotto e perito in ogni affare, con e-
Sicilia Guglielmo li donò nel 1 67 a Gu- 1 pistola diretta al capitoloe presso Ughel-
glielmo 3.° Anglonensis Episcopus, il ca- li. Visse pochi mesi, e nell'islesso anno il

stello di Nucara, per rimedio e salute del- Papa fece vescovo il detto Giovanni di
l' anima di suo padre Guglielmo I. Indi Monte Fosco signore d'Anglona. Trasla-
Roboamo Anglonensis Episcopus, fu nel to a Nola, gli successe Leonardo mona-
1
1 79 al concilio generale di Laterauo. E co cisterciense di s. Maria, che nel 1269
pure nominalo nel diploma presso l'U- sottoscrisse in uno a'eauonici la conven-
ghelli, col quale neh 1 9 1 Tancredi re di zione riferita da Ughelli, coli' abbate di
T U B TUR 48 r

detto cenobio. Il vescovo Gualtiero è ri- gliere di romana cu-


Ferdinando le nella
cordato nel 1 296, indi arcivescovo di Ta- ria oratore, a quo exemptioncm a solu-

ranto. Marco deli 3o2 convenne col ca- tione veetigalium per decenniiun, nuri-
pitolo a quell'alto di concordia coli' ar- dinarumque indictione prò sua Anglo-
chimandrita de'ss. Elia e Anastasio, rife- nensi civitate gratiose impetravit. Nel
rito da Ughelli. Neh 322 Silvestro nobi- 1472 Giacomo Guasconi, in tempo del
le di Matera; quindi Francesco della Mar- quale Ferdinando I emanò il diploma
ra nobile napoletano, neli33o trasferito pubblicato da Ughelli, pel monastero de'
all'arcivescovato di Cosenza, e gli fu sur- ss. Morto nel 000 gli fu
Elia e Anastasio. 1

rogato Guglielmo. Nel 1 333 Giovanni, al surrogato di Capua nobilissimo


Giacomo
cui tempo morì santamente il b. Giovan- napoletano, il quale nel i5o8 si dimise
ni de Calamolatolosano, con verso cistcr- cedendo la sede al nipote Fabrizio di Ca-
ciense di s. Maria, la cui vita riprodusse pua. Indi fu vescovo Gio. Antonio Scot-
Ughelli. Al vescovo Riccardo nel 1 352 col ti napoletano, che nel 5i 2 fu 1 al concilio

diploma presso Ughelli , Lodovico re e di Laterano V, lodato per ingegno e dot-


Giovanna I regina confermarono privi- i trina : rinnovatesi sotto di lui le frequen-
legi da Federico If, Ecclesia Anglonen- ti e gravi vertenze coll'archimandrila dei
si concessi accepit contro, Tursienses ,
ss. Elia e Anastasio, sostenne le sue ra-
Ecclesiac Anglonensis perturbalores. gioni e poi si pacificò. Nel 1028 ammi-
Confirmationis diploma itarecitatur in nistratore il cardinal Gio. Vincenzo Ca-
tabulis ejusdem Ecclesiae quibus sane ì rafa (V.) arcivescovo di Napoli, il quale
ceftìsici aliis idgenus documentis liqui- rassegnò la sede al nipote Oliviero Cara-
do consta t Anglonensem civitatem ad fa a'6 settembre 536. Per sua rinunzia,
1

Episcopum spedasse. Da Minori nel Paolo III nel i542 fece amministratore
1 363 vi fu traslato Filippo, che morto nel perpetuo il proprio nipote cardinal Gui-
1 364 m questo gli successe Fdippo Sar- do Ascanio Sforza (V.) a'24 novembre:
luca primicerio salernitano, al cui tem- però egli dopo pochi giorni con regresso
po nel contado di Chiaramonte il conte a*2 dicembre cede la sede al proprio se-
Venceslao Sanseverino, duca di Venosa, gretario Bernardino Elvino di Sora Te-
Tricarico e Chiaramonte, fondò il nobile soriere generale (V.). Nel suo vescova-
monastero di s. Nicola pe'cisterciensi,con to, per essere la città d'Anglona distrut-
atto riportato da Ughelli,in uno al diplo- ta, Paolo I II con decreto concistoriale del-

ma in favore del medesimo d'Antonello l'8 agosto 1 546, presso Ughelli, ne sop-
Sanseverino principe di Salerno , conte presse la cattedrale, l'arcidiaconato, il de-

di s. Severino, di Marsi, di Tursi e ammi- canato, il cantorato e tutti gli altri bene-
nistratore del regno di Sicilia. Bonifacio fizi ecclesiastici, eresse in città Tursi, in
IX nel i3g9 fece vescovo Giacomo, nel cattedrale la chiesa parrocchiale di s. Mi-
i4oo lo traslatò a Strongoli, e gli sosti- chele, istituendovi il capitolo colle digni-
tuì Ruggero de Morescalli, al quale re tà dell'arcidiaconato e decanato, con io
Ladislao con diploma confermò quello canonici e le altre prebende. Stabilì per
del conte Venceslao pel monastero di s. Ni- mensa 3ooo ducati, il godimento al ve-^

cola, e si legge nell'Ughelli. Da Capaccio scovo de'palazzi episcopali di Anglonae


neh4i8 Martino V promosse a questa Tursi; trasferì nella cattedrale di Tursi
sedeGiovanuiCaracciolo napoletano, det- tutti i privilegi e i diritti della soppressa,
to Giovanello Paneila. Nel 1439 Giaco- e volle che Bernardino e i successori s'in-
mo di Tursi arcidiacono d'Anglona, poi titolassero vescovi d' Anglona e Tursiy
sepolto nella chiesa di s. Michele di Tur- e continuassero ad essere suffraganei de-
si. Nel 1468 Lodovico Fiouoblet consi- gli arcivescovi d'Acerenza, e lo sono tut-
VOL. LXXXI. 3i
48j tur TUR
loia, Bernardino morì in Roma nel 1 548 quoque cujusìibct anni ; restaurò il di-
e fu sepolto in s. Maria del Popolo, con ruto pai acro vescovile di Chiaramente,
epitaffio riferito da Ughelli, alla quale B. ed ivi morto 1G16, fu sepolto nella
nel
Vergine divotissimo avea fatto voto pel cappella del Sagramento della chieda
ss.

doloroso male che lo affliggeva. A'27 lu- di s.Gio. Battista, ove gli fu innalzata una
glio Paolo III gli sostituì l'intimo suo fa- lapide riconoscente dall'arciprete. Nello
migliare Giulio deGrandis ferrarese, ca- stesso anno Ionico de'conti Siscara napo-
ro a'prineipi d'Este e presidente della ca- letano illustre, ornalo di scienza e di vir-
mera apostolica, che restò in Roma qua- tu, referendario delle due segnature, eb-
le oratore del duca di Ferrara. Morì nel be tomba nella chiesa di s. Gio. Battista.
declinar del i55y in Roma, ed il nipote Nel 1619 Alfonso de'conti Giliolo nobile
Giulio Saraceni gli fece celebrare il fune- ferrarese, benigno e virtuoso, già nunzio
rale nella chiesa de'ss. Simone e Giuda, alduca d'Urbino e a Ferdinando II gran-
e tumulare con iscrizione riprodotta da duca di Toscana, protonotario apostoli-
Ughelli. Pio IV nel i56o fece vescovo co e assistente della cappella pontifìcia,
d'Anglona e Tursi Gio. Paolo Amarti di non che governatore di Camerino; non
Crema, che fu al concilio di Trento, a futumulato nella cattedrale di Tursi, co-
forma de'cui decreti ridusse la sua chie- me vuole Ughelli , ma nel sepolcro dei
sa; lodato per ingegno, virtù, dottrina, no- Gonzaga nella chiesa della ss. Annunzia-
bile esperienza e benignità ,
amato dal ta di Firenze, come prova Coleti. Nel 1 63o
cardinal d'Este. Rinnovatesi le vecchie li- Gio. Battista Deli patrizio fiorentino di
ti col monastero de'ss. Elia e Anastasio, egregie qualità, traslato da Castro d'O-
le sostenne virilmente. Moti nel i58o e morto nel 63
tranto, 1 1 e sepolto in Cina-
fu sepolto nella terra di Sinesio nella dio- ramonle nella chiesa di s. Gio. Battista
cesi d'Anglona, nella tomba da lui eretta con epitaffio dell'arciprete e del cantore.
per se e successori, dentro la cappella e- Dopo pochi giorni gli successeli fratello
legante della Conversione di s. Paolo da Alessandro, che morto in Sinesio, fu de-
lui edificata. Gli successe Nicola Grana di posto nella suddetta sepoltura , ove già

Ferrara suo coadiutore sinodali 578. Nel Io era stato il fratello Pietro Francesco
1 5c)5 Ascanio Giacobazzi nobile romano, Deli con suo onorifico epitaffio. Nel 1 638
referendario delle due segnature, nunzio Marc' Antonio Coccini nobile romano, e-
della s. .Sede a Ferdinando I granduca di rudiroe dotto, poi traslato a Imola. Nel
Toscana; lodato pel suo sapere, Paolo V 1 646 FlavioGalletti romano monaco vai-
nel 609 lo richiamò a Roma, ove rinun-
1 lombrosano, ma inetto e incolpato di di-
ziò il vescovato e poi morì neliGi 1, se- verse mancanze, fu chiamato in Roma
polto nella chiesa di s. Paolo a piazza Co- posto in carcere nel convento di s. Ma-
lonna de' barnabiti, non più esistente. Nel ria del Popolo, ove morì nel 653. Nel se 1

1609 Bernardo Giustiniani de'signori di guente Francesco Antonio de Luca no-


Scio, canonico di Messina , ben istruito bile di Melfi, di cui molto scrisse il Cole-
nella scienza. Celebrò il sinodo con uti- ti, per le sue virtù e per la sua gran di-
lissimi decreti, riordinò la diocesi, riven- vozione a S.Filippo Neri, ed alla congre-
dicò i diritti alla sua chiesa: ogni dome- gazione di recente istituita in Tursi , e-
nica istruiva o faceva istruire i fanciulli dificòindi lui onore da'fondamenti nobi«
nella dottrina cristiana. Istituì ogni saba- lissima cappella, la dotò e arricchì di m;
to canto solenne delle litanie dopo la
il gnifiche suppellettili; e siccome tosto per
compieta, in onore della B. V'ergine, e de- l'esenzione dalla peste la città ne provò il

cretò l'istituzione nella cattedrale dell'e- patrocinio, così fu decretata di precetto


sposizione del ss. Sagramento, ut tertio la festa de) santo. Zelantissimo pastore,
TUR TU R 483
non è a dire quanto curò l'istruzione del belli la residenza e la villa episcopale di

clero, e la santificazione della diocesi , a Chiaramente. Generoso co' poveri, colle


vantaggiodella qualecelebrò il sinodoso- zitelle, cogl'infermi, a questi assegnò far-
lennemente e pubblicò colle stampe nel machi e ministri dell'arte salutare. Adii
i656. Edificò io Tursi 1' episcopio e lo nò due sinodi nel 1706 e nel 17 18, ed in-
abbellì, e nuocendogli il clima della città trodusse nella diocesi i cappuccini, gli a-
fu traslalo a Nazareth nel 1667. Nel 1672 gostiniani , i minori osservanti , e fece
Matteo de'marchesi Consentini calabre- quanto altro descrive Coleti, il quale ter-
se, fregiato di probità e dottrina, valen- minando con esso la serie de' vescovi di
te predicatore, ricevuto dalla città a mo- Anglona e Tursi, la compirò colle Notizie
do trionfale. Corrispose alle concepitespe- di Roma. Nel 72 Ettore del Quartodei
1 1

ranze pel gran bene spirituale che fece, duchi di Belgioioso, di Laurenzano feu-
padre de'poveri e degl'infermi generosis- do di sua casa. Nel 1735 Giulio Capece
simo. Nel 1674 edificò il monastero per Scondito napoletano. Nel 1763 Gio. Bat-
le nobili vergini, riparò e con gran dispen - tista Pignattelli napoletano, traslato dal-
ilio decorò l'episcopio con ornamenti, fe- l'arcivescovato di s. Severina, colla riten-
ce doni alla cattedrale e alla chiesa diChia- zione del titolo arcivescovile. Nel 1778
ramonte, ripristinò 1' ordine delle sagre Salvatore Vecchioni napoletano filippino.
ceremouie e fu acerrimo difensore dell'im- Nel 18 19 Arcangelo Gabriele Cela di Bi-
munità ecclesiastica. Celebrò due sinodi saccia. Nel 1824 Giuseppe Saverio Poli di
e il i.°fece stampare 1700. Mentre fa-
nel Molfetta. Gregorio XVI nel concistoro
ceva la visita pastorale, piamente morì de' 19 maggio 1837 preconizzò Antonio
nel i Rocca Imperiale, la cui chie-
702 in Cinque di Morano diocesi di Cassano, di
a
sa largamente beneficò. Trasferito a Tur- quella collegiata di s. M. Maddalena pre-
si tra il pianto di tutti, fu lodato con o- posto e 1. "dignità e parroco, predicatore,
razione funebre, e sepolto nella cattedra- esaminatore pro-sinodale, convisitatore
le colla iscrizione da lui ordinata Hic : della diocesi, dotto e prudente. Per sua
jaccnt ossa miserabilis peccatoris. Nel morte il regnante Pio IX nel concistoro
1 702 gli successe Domenico Carlo Sab- di Gaeta de' 20 aprile 1849, promulgò
1

batini nobilissimo di Strongoli,camerlen- l'odierno vescovo mg. Gennaro Acciai-


go del clero di Roma, che avea ricusato di napoletano, dottore in sagra teologia,
egual dignità a Iunocenzo XII_, e ubbidì professore di liturgia e d' eloquenza nel
pel comando di Clemente XI. In Tursi seminario di Napoli, zelante predicatore,
eresse da'fondamenti il seminario evi po- e caritatevole co'carcerati e cogl'infermi,
se ottimi precettori, perfezionò l'episco- grave, prudente, probo e pieno d'esperien-
pio, elegantemente abbellì la cattedrale, za. Ogni nuovo vescovo è tassato ne' li-
massime la cappella del Sagramento,
ss. bri della camera apostolica a fiorini 100,
e fabbricò la simmetrica torre campa- ascendendo la mensa a 1000 ducati, pw
naria. Rifece l'antica basilica d'Anglona, b lieti deductis oneribus. La diocesi si e-
e la fornì degli occorrenti utensili sagri. stende per circa 80 miglia di territorio,
Consagrò la chiesa di s. Filippo, e quella e contiene 36 luoghi.
di s. Maria de' cisterciensi. Giusto, vigi- TURUDA. Sede vescovile dell'Africa
lante, pio e benigno, più volte visitò la proconsolare sotto la metropoli di Car-

diocesi, la quale santificò in vari modi. Di- tagine, alla cui conferenza nel 4 1 * assi-

fensore de' propri diritti, fece riconosce- stè il suo vescovo Venusto. Morcelli, Afr.
re la sua giurisdizione all'abbazia de' ss. chr. t. 1.

Elia e Anastasio, che pretendeva l'esen- TURUZA, TVzo.Sedevescoviled'A-


zione e giurisdizione quasi episcopale. Ab- frica nella provincia proconsolare, soffra-
484 TUS T U S
ganea delia metropoli di Cartagine, e Se- la furiosa peste in detto anno, e la tute*
rotino suo vescovo intervenne alla con- larono poi sempre anche a'nostri giorni
ferenza di tal città nel 4 1 1 • Morcelli, Afr. per 3 volte dal desolatole morbo coleri-
chr. t. l. co. La nobile e magnifica esecuzione del-
TUS o THUS. Sede vescoviledella dio- la fausta ricorrenza si deve alla solerte
cesi de'Caldei, e città rovinata di Persia cura della pia unione di 24 primari cit-

nel Korassan presso Meshehed, situata tadini a'quali è affidata la custodia nel-
nella satrapìa diNisabouro Nisapor,detta la nominata chiesa di quel prezioso teso-
tinche Tausa-Masclicd e Mescat. Ebbe ro, presieduta dal vigile suo priore Giu-
a vescovi, Samuele ordinato dal cattoli- seppe Senni; d'accorcio e colla cooperazio-
co Dadjcsus verso il 43o, e Simeone Bar- ne del R.mo clero, dell'illustre magistra-
Kalig trasferito alla metropoli di Tan- to, dell'università deli'arteagraria, di cin-
gulli dal cattolico Mar-Denha. Oriens que corporazioni di divoti e dell'intera
chr. t. i33y.
2, p. popolazione, che gareggiarono in proni o-
TUSCANIA. Sede vescovile d'Africa verue il culto e le dimostrazioni colle qua-
nella Mauri tiana Cesai iense sotto la me- li degnamente lo espressero. Perciò con
tropoli di Giulia Cesarea, il cui vescovo religiose e splendide pompe si celebraro-
Massimo trovossi uel 484 nella conferen- no processioni, e nel duomo, ove furono
za di Cartagine, e venne esiliato da Un- trasportale le Immagini, vesperi e mes-
ss.

werico re de' vandali, perchè si ricusò sot- se pontificate dagliE. m * cardinali Amai,
toscrivere l'erronee proposizioni de' do- Cagiano e Altieri, accompagnali da varie
natisti. Morcelli, Afr. chr. t. I. grandiose musiche vocali e islromentali,
TUSCANIA. V. Toscanella. magistralmente eseguite colla direzione
TUSCO. V. Toschi. degli egregi maestri compositori cav. Gae-
TUSCOLO o TUSCULO. V. Fra- tano Capocci eGiuseppe Augusto Mililot-
scati, Grotta Ferrata, e pe'famosi con- ti; come pure da faconde orazioni sagre

ti Tusculani, Roma e i molti articoli nei del p. Minini gesuita, del p. de Ferrari
quali ne ragionai. Paolo III trovandosi iu domenicano, e del can. Sebastiani tuscu-
Frascati il venerdì 2 gennaio 1 538 tenne lano. Inoltresi fecero sorprendenti lumi-
concistoro, ed in esso decretò: Quod Op- narie anche notturne, fuochi artificiali,
pidum,óelto Frascati, deinceps esset Ci- corse e altri pubblici spettacoli. Termi-
i'itas Tusculanacum resti turione pristi- narono le feste lietissime colla solenne ac-
ni nominis Tusculani. Da' 2 3 giugno cademia Tusculana, una delle coloniedel-
r
i854 u'è vescovo Anton M.* il cardinal la romana Arcadia, tenuta nella chiesa di
CagianodeAzevedo,dicui ne'vol.LXVl, s. Maria del Vivaio, con decoro addob-
p. 262, LXVII , p. 218 e altrove. Non bata dall' intelligente zelo di Francesco
posso qui tacere almeno un fugace cenno Senni presidente dell' accademia stessa,
di due recentissime glorie tusculane av- ove pronunziò eloquente prolusione il
venute nel 856, pel divotocelebrato cen-
1 cardiual Altieri, venendo quindi le poe-
tenario e pel compito tratto di ferrovia. sie intramezzateda una cantata dell'enco-

Da'i5 a'24 giugno 856 1 Frascati solen- miato Mililotli. Festeggiamenti tutti che
nizzò decorosamente il 2. patrio cente- annunziati dal Giornale di Roma a p.
nario del prodigioso discoprimento, av- 5i8 , descrisse poi elegantemente il eh.
venuto nella chiesa di s. Maria del Viva- Vincenzo Prinzivalli neln.°i2 del suo
io a' 18 giugno 1656, dell'immagini dei sempre più gradito e applaudi to/^ta<or-
patroni i ss. Sebastiano e Rocco, che per do giornale dell' accademia Filodram-
la loro potente intercessione presso la di- matica Romana. Nel voi. LXX, p. i63 e
vina misericordia salvarono la città dal- 164 parlai del tronco di Strada ferrata
è

T U S T U T 485
da Roma a Frascati, ili. (il 2.° è quello contali insegne. Gli scrittori parlano del-
della sezione della linea Pio-Centrale che l'ordine con incertezza e dubitano di sua
da Uomamette a Civitavecchia, cui la- i esistenza. Il p. Bonanni nel Catalogo de-
1

vori furono inaugurati da mg. Tizzani gli ordini equestri e militari, ne ripor-
arci vescovo di Nisibi colle benedizioni del- ta la figura a p. 119.

la Chiesa a'9 ottobre 856, 1 al modo de- TUSURITA, Tusurus, Tizurus. Se-
scritto nel a/ 1Z1 del Giornale di Roma, de vescovile d'Africa nella provincia Bi-
ove si legge che questa ferrovia iu bre- zaceua sotto la metropoli d'Hadramito.
vissimo tempo sarà portata a compimen- Ne furono vescovi, Benenato che interven*
to) costruito nello stato pontificio, per poi ne nel 393 al concilio di Cabarsussa e fa-
proseguirlo a incile tri (P.). A' 7 luglio vorì il partito de' donatisti, contro Prt-
i856 mg/ Giuseppe Palermo di Mazza- tuiano di Cartagine che restò condan-
ra vescovo di Porfirio e sagrista (già prio- nato; Asselico, il quale co' vescovi cat-
re generale degli agostiniani, morto in tolici di sua provincia nel 4 1 1 fu alla
Palermo a'29 del seguente ottobre: gli conferenza di Cartagine, e si oppose vi-

successe uella carica e nel titolo episco- rilmente a' donatisti; e Fiorentino che
r
pale mg. Francesco Marinelli di Tolen- venne nel 4^4 esiliato da Unnerico re
tino, già priore del convento di s.Ago- de' vandali, per non aver sottoscritto l'er-
stino di Roma, indi sotto-sagrista) ne fe- ronee proposizioni dei donatisti nella con-
ce la solenne benedizione, e indi subito ferenza tenuta a Cartagine. Morcelli, Afr.
seguì l'apertura con gran pompa
6 bel- e chr. t. 1.
lissimi vagoni. Il municipio Tusculano TUTORE, Tutor. Quegli che ha in
per eternarne la memoria fece coniare protezione e cura il pupillo; colui eh'
una medaglia monumentale, con l'iscri- destinato a prendere cura della persona
zione: Non. fui. An.Chr. MDCCCLVL d'un minore e rappresentarlo in tutti gli
Pio IX P. M.Alidore. In Ditione Pon- atti civili, e ad amministrare i beni da

tificia. Ferreae Viae Commoditas. Ro • buon padre di famiglia. Pupillo, secondo


ma Tusculum. S. P. Q. T. Tutto viene il diritto romano, è un figlio o una figlia

narrato e celebrato da'ti.» i54e i56 del di famiglia, che non arrivò ancora all'e-
Giornale di Roma. tà della pubertà , e che è in tutela. Nei
TOSINO, Ordine equestre e milita- paesi di diritto scritto si distinguono con-
re. Si attribuisce la fondazione agli arci- formemente al diritto romano , i pupilli
duchi d'Austria figli dell'imperatoreFer- da' minori. Per questi s'intendono i fi-

dinando I, cioè agli arciduchi Ferdinan- gli che hanno passato puber-l'età della

do d'Innspruk e Carlo di Gratz, sotto la tà, ma che non sono maggiori , cioè che

regola di s. Basilio, per l'Austria e la Boe- non hanno compito il 24.° anno di età,
mia neh 562 circa. Lo scopo fu l'esalta- secondo il diritto civile. La tutela, tutela,
zione della fede cattolica e la sua difesa patrocinium, praesentia, è l'autorità che
contro i turchi, che i cavalieri combatte- le leggi danno a'tutori per difendere co-
rono valorosamente in piti incontri. Pro- loro, che per la debolezza dell'età non pon-
fessavano! voti di castità coniugale, e ub- no difendersi da per se stessi, né prende-
bidienza alla chiesa romana ed al pro- re cura de'propri affari. Secondo il dirit-
prio sovrano. Portavano un manto rosso, to romano vi sono 3 sorta di tutela: la
con semplice croce verde. L'imperatore testamentaria, ch'è deferita per Testa-
n'era gran maestro. 11 p. Helyot crede che mento (V.) del padre; la legittima, ch'è
il Giustiniani abbia confuso questi cava- deferita naturalmente dalla Legge al più
lieri, con quelli di altro ordine militare prossimo Parente, tranne il caso, se qual-
che fiorì io Ungheria, i quali vestivauo che impedimento non 1' escluda da tale
486 TUT T U Y
incarico, oppure legittime ragioni lo di- della Chiesa i vescovi non aveano riguar-
spensino dall'accettare; la dativa, che in do alle leggi civili, che impedivano gli uf-
mancanza delle due precedenti viene de- fizi ed esercizi ecclesiastici, anzi l'annul-
ferita dal Tribunale o Magistrato ad uua lavano. Eranvi molle leggi a favore dei
persona idonea e capace. Chiamasi altre- pupilli, per le quali niuno, di qualunque
sì tutela officiosa quella che alcuno si as- dignità o stalo si fosse, poteva rifiutar la

sume volontariamente a favore d'un in- tutela loro, e nondimeno i vescovi nel con-
dividuo durante la sua minorità, con- ne fecero una a quelle contraria, or-
cilio

traendone l'obbligo di nudrirlo e porlo dinando che chierici non si ponno no-
i

nel caso di guadagnarsi il vitto. Il codice minare lutori ne'testamenti. Favo» irono
de'rispettivi slati determina i doveri e i poi gl'imperatori cristiani questo decre-
diritti de' tutori fino all'estinzione della to, disponendo, che i chierici e imonaci
tutela. I sordi, i ciechi, i muti, i parali- non potessero esser costretti ad accettar
tici, che sono af-
gl'insensati e tutti quelli la tutela. Ma il concilio generale di Cai-
da qualche considerabile infermità
fetti cedonia nel 4^'> v olle che i chierici non
sono dispensati da ogni tutela. Gli eccle- fossero scusati dalla tutela legittima, e da-
siastici negli non ponno esse-
ordini sagri tiva comandata dal vescovo loro. Tulore
re obbligati ad accettare una tutela o cu- finalmente dicesi figuratamente, d'un
ratela. Propriamente la curatela è la ca- Protettore^ d'un Difensore, d' un Pro-
rica del tutore, ed è reputata pubblica. curatore (/ .). Un buon Sovrano (V.)
Si mettono in curatela anche i prodighi, è il Padre e il tutore de'suoi sudditi. V,
gl'interdetti, i minori emancipati, Osser- Povero, Vedova, e gli altri articoli re-
va il Rinaldi negli Annali ,
quanto agli lativi.
ecclesiastici che non ponno esser falli tu- TUTTI SANTI. F.OgNISSANTI^AN-
I

tori e curatori, che nel 257 s. Cipriano ti, Beati, Martiri.


vescovo di Cartagine cogli altri vescovi TXJY (Tuden). Città con residenza ve-
suoi colleghi insieme celebrarono un scovile di Spagna nella Galizia, provin-
concilio, ove fra l'altre cose fu proposta cia di Vigo e a 6 leghe distante da tal
la famosa querela, che morendo un cri- città ei8 daOrense, alla destra del Min-
stiano nominò nel testamento per luto- ilo, che la separa dal Portogallo, per cui
re de' suoi figli un prete, contro di che sichiama Tudae ad Fines. Città forte,
procede il sinodo, come contro gravis- giace sopra un'eminenza, circondata da
simo delitto. Per cui dice s. Cipriano: 3 ruscelli affluenti di detto fiume, sui qua-
Essendosi determinato in un concilio di, li sono 4 ponti. E sede d'un governato-
vescovi, che niuno possa lasciar per te- re militare e di altre autorità: ha buoni
stamento tutore e curatore alcun chie- ripari, parecchi forti e una cittadella guar-
rico; e che se alcuno avesse a tal decre- nita di numerosa artiglieria. Resta incon-
to contravvenuto, in pena di ciò non si tro a Valencia piazza forte portoghese,
olfrisse per lui, ne si celebrasse per l'ani- situata alquanto più sopra dall'altra par-
ma sua il sagrifìcio; non meritando d'es- te del Minho. Tuy è ben fabbricata, con
ser nominato all'aliare nell'orazioni dei vie regolari ben insipidale e pulite. Ha
sacerdoti, chi si sforza di ritrarre dall'al- una bella piazza e varie piccole, 3 fonta-
tare i sacerdoti egli altri ministri; pertan- ne, ameni passeggi, e diversi rimarcherò*
to avendo Vittore avuto l'ardimenlo di li edilizi. La cattedrale, d'antica e solida
far tutore Geminio Faustino prete, con- struttura, è dedicata alla B. Vergine As-
tro la forma dianzi data nel concilio, non sunta in cielo. Tra le reliquie è in gran-
si dee da noi fare oblazione o orazione dissima venerazione in bella cassa d'ar-
nella chiesa a nome suo Ne'primi ! secoli gento il corpo di s. Telmo o Pietro Goti-*
TU Y TUY 48 7
zalcz Telmo (V.) patrono della ci Ita e polita na fu confermata nel concordalo del
della diocesi, e protettore di tutti i mari* 1 85 1 . 11 1 ."vescovo di Tuy fu Epitacio che
nari di Spagna e di Portogallo, delle cui la chiesa di come un mar-
Placencia onora
predicazioni provarono i meravigliosi ef- tire a'28 maggio. Furono suoi successo-
fetti auche le diocesi di Tuy e Compo- ri, Evasio onorato esso pure come mar-
stella, morendo fra le braccia del suo a- tire dalla suddetta chiesa ili.°dicembre;
mico vescovo di Tuy in questa città. Si Anila, assistè al 2. concilio di Braga nel
chiama pure s. Elmo, nome con otto se- 572; Neumfila, sottoscrisse il 3.° concilio
condo il p. Papebrochio, derivativo da di Toledo nel 58g; Anastasio, firmò il 4»°
quello di s. Erasmo, uno de'santi tutela- e il 6.° concilio di Toledo; A di miro, sot-
ri che s'invocano ab antico sopra il Me- toscrisse al 7. ; Beato all'8.° nel 653, ec.
diterraneo da 'marinari, in uno a s. Tel- Fiorì nel secolo XIII Luca detto di Tuy
mo. Vi è il batlisterio, ch'è l'unico del- o Tudensis, perchè fu diacono, poi ve-
la città, come la cura d'anime, ammini- scovo di Tuy. Scrisse la vita di s. Isido-
strata da due vicari approvali dal vesco- ro di Siviglia; una storia della Spagna,
vo. 11 capitolo, secondo le lettere aposto- dal principio del mondo fino al 1274
liche delPapa Pio IX Ad T icariani, , dell' era spagnuola ; ed un'opera contro
a
deve essere composto di 5 dignità, lai. gli eretici albigesi, confutandone gli er-

il decano, l'arciprete, l'arcidiacono, il can- rori e palesandone le infinite frodi, fal-

tore, il prefetto della scuola; di 4 cano- sità e corruzioni. Il vescovo Luigi Mar-
nici chiamati de officio cioè magistrale, , liani eletto a' 6 febbraio
milanese fu
dottorale, lettorale e penitenziere, fra i i5i7, e medico dell'imperatore Car-
fti

quali è compreso il teologo; di 1 6 cano- lo V monarca di Spagna, del quale go-


nici detti de grada, e di li beneficiati. dè la grazia con somma autorità. Per-
II palazzo vescovile, contiguo alla catte- ciò il Leone X Alean-
celebre nunzio di
drale, è bello, comodo e decente. Tra le dro,grandemente raccomanda vasi a'buo-
al tre chiese della città niuna è parrocchia- ni uffici di lui nella causa dell'aposta-

le; vi è un monastero di monache, diver- ta ed eresiarca Lutero, ed ebbegli pron-


si sodalizi, il seminario cogli alunni, il col- tissimi e larghissimi, come dimostra uu
legio, parecchi oratori*!, l'ospedale, l'ospi- breve del Papa de'4 maggio i52i, sino
zio de'lrovatelli e 2 caserme. Vi si fabbri- ad essersi impegnato di scrivere un'ora-
cano principalmente biancherie da tavo- zione, o due come vuole Tiraboschi, con-
la e cappelli comuni , e vi hanno concie tro quel pericoloso novatore. 11 nunzio
di pelli; traffica col Portogallo, e tiene an- mandòu lloma l'orazione, e piacque tan-
nualmente 3 fiere. Il clima è benigno, ma to, specialmente a Giacomo Sadoleto ed
poco salubre a cagione dell'acque palu- a Camillo Porcari, duo romani cloquii
dose che le stanno vicine. La campagna fulmina, come dice l'illustre poeta Mar-
è bella e fertile di grani, vino, frutti d'o- cello Palonio nella dedica al cardinal Ar-
gni specie e altre produzioni. Tuy è cit- mellino , che questi volle allora subito
tà antichissima, che Plinio disse Castel- stamparla, non ostante temesse di far di-
limi, che annunzia che al suo tempo era
il spiacere all'autore. Morì il vescovo Mar-
Alcuni scrittori spagnuoli pre-
fortificala. liani alla corte dell'imperatore in Worms
tendono che occupasse un alti osito, e che nel settembre o ottobre di detto anno,
Ferdinando II re di Leon del i i5y la fa- e l'Aleandro se ne mostrò assai tristo.

cesse costruire nel luogo ove oggi si tro- Tanto rilevo dal Marini, Archiatri t. 1,
va. La sede vescovile istituita ne' primi p. 3o4- Le Notizie di Roma registra-
anni del VI secolo, fu suffraganeadi Bra- no seguenti vescovi di Tuy. Ferdinan-
i

ga, poi di Compostella, alia quale luelro- do Ignazio d'Arangoe Queipo. Nell'an-
\ ss x u z T V E
no 17 i*> Giuseppe de Larumbedi Lum- ratorii, 3 monasteri, il seminario, scuole
brer diocesi di Pamplona. INel 7 5?. Gio. 1 ecclesiastiche, l'istituto della nobiltà, il

Emanuele Rodriguez Castaoon di Leo- ginnasio, scuole d'orfani militari e * lei

ne di Spagna, traslato da Utica ìli par- popolo, l'ospizio de'lrovatelli, 2 ospeda-


tiluts e già suflraganco di Saragozza. li, il teatro. Rimarchevoli sono: la ca tte-
Nel 1770 fr. Luca Ramirez minore os- drale, beli' edilizio gotico costruito nel
servante di Valalcazar diocesi di Cordo* 1687, e dove si trova il corpo di s. Mi-
Aa, trasferito dall'arcivescovato di
s. Fe- chele Jaroslawitch principe di Tver in
de America, colla ritenzione del ti-
in ricca custodia; magnifico palazzo arci-
il

tolo arcivescovile. Nel 1775 Domenico vescovile, quello del governatore, il mu-
Fernandez de Angolo di Focea diocesi di nicipale e il palazzo della ragione; il ba-
Burgos. Nel 1797 Gio. Garcia Benito di zar, il grazioso passeggio del Vauxhall,
s. Maria del priorato di s. Giacomo della il giardino pubblico dell'arcivescovo, so-
Spada nulli us. Nel Si 5 Francesco Gar-
1 prannominato Tre volle santo; le case
cia Casarrubios-y-Melgar, della congre- che fiancheggiano il Volga il ponte di ,

gazione benedettina cistcrciense, di Lillo battelli che lo traversa, e quello in forma


areidiocesi di Toledo, traslato da Ceuta, di zattera sul quale si varca la Tvertza,
morto nel fine di gennaio 8 55.1 regnan-
1 1 ed il bel canale di Caterina scavato nel
tePioIX nel concistorode'a 8 seguente set- 1 8 Questa città vantaggiosamente si-
1 2.
r
tembre preconizzò l'attuale mg. Telmo tuata sopra due fiumi navigabili e tra-
3VlaceiradiTiiy,chea'27 settembre 852 1 versata dalla strada di Pietroburgo a Mo-
avea fallo vescovo di Mondonedo, già ca- sca, è il centro d' un traffico rag"uarde-
nonico teologo della caltedralediTuy, poi vole. Lo slerlet quivi si pesca iu abbon-
decano e amministratore della diocesi, lo- danza nel Volga. Deve Tver la sua ori-
dandolo per dottrina, gravità e altre vir- gine ad un folte che Vsevolod Jurewitch,
tù. Ogni nuovo vescovo è tassato ne' li- principe di Vladimir, fece costruire nel
bri dellacamera apostolica in fiorini 696, 1 182 sulla sponda sinistra del Volga al
la mensa avendola regolata il concorda- confluente della Tvertza, per cuoprire i

to colla Spagna (/ •)• La diocesi è gran- suoi stati da quel lato contro le incursio-
de circa 12 leghe per lunghezza e 5 per ni di Novogorod; ma essendo poi la de-
larghezza, contenendo più di 270 par- stra sponda del fiume più. vantaggiosa a-
rocchie. gli abitanti del luogo, il granduca Jaro-
TUZUDRUMA. Sede vescovile del- slaw , figlio di Vsevolod, lo trasferì nel

l' Africa proconsolare sotto la metropoli 1 240 nel sito che oggi occupa la parte
di Cartagine, il cui vescovo Ottaviano si principale della città. Divenne allora la
trovò tra' vescovi cattolici che nel 525 città il capoluogo d'un principato, di cui
sottoscrissero il concilio diCartagine.Mor- i.°sovrauo fu Jaroslaw, figlio del prece-
celli,Jfr. chr. t. 1. dente e fratellodi s. Alessandro Newsky,
TVER o TWER.
Città arcivescovile che una sede vescovile nel 127 1.
vi stabilì

di Russia in Europa, capoluogo del go- Si conoscono vescovi Vasiano che assistè
i

verno e del nome, di-


distretto del suo alla coronazione d'Ivan III nel 49^, e 1

stante 35 leghe da Mosca eio5 da Pie- Teofìlatlo Potauski o Lopandiski del


troburgo, in situazione amenissima sul 1 725. L'arcivescovo Metodio deplorò l'ir-

Volga che la traversa e vi riceve laTverlza ruzione fra 'russi della dottrina calvinisti-
e la Tmaka. Tver,una delle città più bel- ca, e riconobbe il diritto della Chiesa di
le dell'impero, nel centro della Russia, si far Simboli (f^.). In seguitogli altri prin-
divide in /(.circondari, ha numerose piaz- cipi di Tver ingrandirono di molto i lo-

ze pubbliche, 35 chiese in pietra, 38 0- ro stati o per mezzo di conquiste per via


1

T VE TZU 489
d'eredità, oper concessioni volontarie dei cedipoi cavargli occhi. Nel 1606 fu Tver
principi di Vladimir e di Suzdal e della presa da'polacchi, che ne vennero discac-
repubblica di Novogorod, che assumeva ciati 3 anni dopo da' russi, aiutati dagli

di sovente alla propria testa principi di svedesi. Ebbe questa città molto a soffri-

questa casa. Nel 8 fu Tver attaccato


1 3 1 re dalla peste, massime nel 1 655 che ne
da Giorgio Danilowilch principe di Mo- rapì tutti gli abitanti, sicché per ripopo-
sca, il quale venne compiutamente battu- larlabisognò mandarvi delle colonie.Fre-
to da Michele Jaroslawitch figlio postu- queuti incendi pur afflissero Tver, ed è
i

mo del i.°sovrano, ch'era salilosul trono ad uno di tali disastri che deve l'attuale
nel 3o4,e che fu assassinato nel 3 g da
i 1 i sua bellezza, e d'allora in poi essa fu sem-
Uzbek kan della gran orda de'lartori. Il pre in incremento. Anticamente il vesco-
suo figlio Dmitri fu continuamente in vatodi Tver era suffraganeo della metro-
guerra con Giorgio Danilowitch, che in politana di Kiovìa, ma poi divenne arci-
fine uccise di propria mano nel i326, e vescovato, e gli fu attribuita per suffra-
fu pur egli posto a morte da detto kan. ganea la chiesa di Kaschiow. L'arcivesco-
Questi neh 3^7 avendo inviato ad Ales- vo fa l'ordinaria sua residenza in Raschio,
sandro, fratello e successore di Dmitri, e a 27 leghe da Tver sulla Raschinka che
come lui principe di Vladimir, un amba- la divide in due parti. E antichissima, ed
sciatore, lo fece bruciare con altri tarta- ha 20 chiese, un convento, scuole, casa
ri; onde mandò contro la sua capitale un di carità e ospedale. Questa città fu pur
esercito che tutta la pose a fuoco e san- lungo tempo uu appannaggio de'priuci-
gue. Nel i 365 il potere, dopo i due altri pi di Tver.
principi Costantino e Basilio, toccò a Mi- TWYFORD. Parrocchia d'Inghilter-
chele figlio d'Alessandro, il quale fece cru- ra, nella contea di Southampton, distan-
del guerra al granduca di Mosca, Dmi- te una lega da Winchester. Vi fu tenuto
tri Ivauovilch Donskoie, al quale ei di- un concilio nel 685 per l'elezione di Cut-
sputava il gran principato, di cui avea ri- berto. Reg. t. 17, Labbé t. 6, Arduino
cevuto rinvestitura da Marnai kan e che t. 3, Ànglic. t. 1.

incendiò Tver nel i 3y4« Cinque sovrani, TYN1CE. V. Tarnovia.


i cui regni niente offrono di rilevante, gli TYRNAW o T1RNAVIA. V. Stri-
successero sino a Michele III Borisowitch, GONIA.
il quale giunse al potere nel 1 46 1 , e la cui TZAR e AUTOCRATE. V. Czar e
sorella Maria avea sposato Ivan Vasile- Russia.
witcb gran principe di Mosca, col qua-
I TZUVOLLOES TZORULI. Sede
le si collegò per attaccare novogorodia- i vescovile della provincia d'Europa, sot-
ni; atterrilo poi dalla grande possanza di to la metropoli d'Eraclea, unita a quel-
suo cognato, cercò d'indurre il re di Po- lo di Petzi e di Sergentza. Secondo Com-
lonia a fargli guerra; ma Ivan istruito del manvillesi chiama TurulusoChiourlìky
tradimento, nel j 4^6 piombò sopra Tver, e la dice eretta nel IX secolo. Ne furono
se ne impadronì e lo concesse a suo figlio vescovi Sisinnio, che assistè e sottoscris-
Ivan, il quale vi morì 4 anni dopo. Que- seil VII concilio generale; Baside all' Vili

sta città fu allora unita al gran principa- ed a quello di Fozio sotto Papa Giovan-
to di Mosca, e ne ha poi sempre segui- ni V 1 1; N. fu al concilio del patriarca Ge-
to le sorli. Sotlo i czar Ivan Vasilewitch remia II, contro la simonia; Teona ne
e Boris Godounow, vi fu rilegato Simeo- occupava la sede nel 1579. Oriens chr.
ne re di Razau, al quale quest'ultimo fe- t. 1, p. 1129.
u
UBA UB A

UiBADA. Sede vescovile d'Africa nel- ti che infestavano la detta provincia, e che
la Mauritiana Cesariense, sotto la metro- ridusse al dovere. Lo
stesso Innocenzo IV

poli di Giulia Cesarea, il cui vescovo In- nel 1247 lo spedì con Buon nerbo di trup-
genuo nel 484 intervenne alla conferen- pe in soccorso di Parma, e nel 1 249 Io fece
za di Cartagine» e fu esiliato da Un neri- amministratore di Rimini. Alessandro IV
co re de'vaudali, fautore degli errori dei l' inviò in Puglia con numerosa milizia
donatisti. Morcelli, Afr. dir. t. 1. per tenere in freno il tiranno Manfredi,
C BALDINI Ottaviano, Cardinale, col quale venne ad un accomodamento,
Patrizio fiorentino, nato in Mugello pres- ma il Papa ricusò il suo beneplacito. Nel

so Firenze, arcidiacono di Bologna e udi- 1257 Alessandro IV gli affidò la protei-


tore di iota, dal capitolo di detta città fu toria dell'ordine camaldolese, e fu ancora
postulato per vescovo , come quello che destinato alla legazione di Francia, do-
3o anni già fioriva per virtù,
nell'età di ve terminò la causa dell'arcivescovo di
onde Gregorio IX benignamente condi- Bourges, fissando le regole da osservarsi
scese con breve onorifico pel prelato. Per dal primate di Bourges nel visitare la pro-
l'età a tenore delle leggi canoniche non vincia di Bordeaux, con decreto confer-
potendo ricevere l'episcopale consagrazio- mato poi dalla s. Sede. Nel passare da
ne, fu costituito amministratore di Bolo- Bologna la prosciolse dall' interdetto , e
gna, ritenendo l'arcidiaconato. Innocen- restituì a'cittadini tutti i loro antichi pri-
zo IV l'incaricò di prendere giuridica in- vilegi. Essendo legato in Lombardia, con
formazione sull'elezione di Guglielmo da consenso d'Urbano IV, conferì la chiesa
Fogliano vescovo di Reggio, per esami- di Milano a Ottone Visconti, già suo no-
nare se fosse seguita giusta il prescritto bile famigliare, il quale dovette aspettar
de'canoni,e gli comandò di togliere il go- molto tempo per prenderne possesso, vi-
verno dell'abbazia di s. Stefano all'abba- vamente contrastatogli da'Della Torre o
te che se n' era reso indegno. Quindi in Tulliani, i quali l'arcivescovo non man-
Lione nel dicembre 244 1° creo cardi-
1 cò perseguilaresino all'ultimo sterminio;
nale diacono di s. Maria in Via Lata, e mentre essendo assai potenti tra'mi lane-

perciò fu uno de'piimi a ricevere il cap- si, gettatisi al partito del popolo, eransi
pello cardinalizio , sostituendogli nella dichiarati nemici della nobiltà. Il cardina-
chiesa di Bologna il domenicano Boncom- le era pure fortemente sdegnato contro i

pagni. Inoltre lo fece vice-cancelliere di s. Turriani,de'quali fattosi capopopoloMar-


Chiesa, e legato di Romagna, che toltala tino della Torre difendeva valorosamen-
dall'invasione di Federico II, ben presto te la plebe contro i nobili, di cui avea fat-

la ridusse alla divozione e ubbidienza del- to sanguinoso macello ; e tra le altre cose

la s. Sede. Altri Papi dipoi si servirono avea cacciatoio esilio l'anteriore arcive-

di lui utilmente contro diversi tirauuet- scovo Leone Perego, aperto fautore del-
UBA UBA 491
la nobiltà. U motivo dello sdegno conce- già allo studio delle leggi, ne riportò la
pito dal cardinale contro i Turriani, in- laurea in quella di Pisa.II cardinal Medici
cominciò allorquando passando per Mi- suo prozio, ritornato dalla legazione di
lano e alloggiato nel monastero di s.Ain- Francia, lo volle tra* suoi famigliari, e
brogio,neirammirare !e rarità di quell'an- quando nel i6o5 fu elevato al pontificato,
tichissima basilica, gli venne tra le altre conoscendo Roberto l'amore che avea per
cose mostralo un carbonchio, che per la lui, concepì le più liete speranze; ma sva-
sfavillante sua luce e straordinaria gros- nirono in 16 giorni di regno, non volen-
sezza era oltremodo vago e prezioso, on- do il Papa agonizzante cedere alle insi-

de il cardinale l'avrebbe volentieri acqui- nuazioni di crearlo cardinale. Desse pe-


stato se non l'impediva Martino, ad onta rò rinverdirono coll'elezione di Paolo V,
che nel vagheggiarlo il cardinale ripetè ilquale o penetrato di sua disgrazia o
che sembrava una gemma nata fatta per mosso dalle sue rare virtù e singoiar me-
la tiara pontificia più. preziosa. Fondò in rito, subito lo lece suo maestro di came-
Firenze il monastero di s. Chiara, e sta- ra, e dopo avere sperimentato la sua fe-
bilì per ispeciale commissione d'Alessan- deltà e industria, cominciò a valersene
dro IV, alcuni decreti pel buon regola- negli affari di maggiore importanza, e
mento del clero di Siena, confermali poi quando dovea scrivere a'sovrani e ad al-
con bolla pontificia. Fu une de'6 cardi- tri personaggi di rango, si serviva di lui;
nali compromissari, all'arbitrio de'quali protestando, che fra tanti scrittori nou
nelconclave per l'elezione di Gregorio X conosceva chi con più gravità di senti-
fu dal sagro collegio rimesca la scelta del menti e proprietà di vocaboli sapesse co-
nuovo Papa, Taute e sì preclare azioni me l'Ubaldini esprimerei di lui concet-
rimasero non poco oscurate dal soverchio ti ; il che quanto gli guadagnò la grazia
impegno mostralo dal cardinale a favore pontificia, altrettanto gli sollevò contro
della fazione de'ghibellini nemici del Pa- la bassa invidia della corte e precipua-
pa, per cui Innocenzo IV avea determi- mente de'congiunti del Papa, i quali con
nato privarlo della porpora, e ne fu im- dispetto vedevano il prelato amato e pre-
pedito dalla morte. Dopo esser interve- giato assai più di loro, A fine pertanto di
nuto a 4 conclavi, pagò nel 1273 il de- V con o-
allontanarlo dal fianco di Paolo
bito alla natura in Mugello, essendo in nore e insieme con sua soddisfazione, si
alta reputazione non meno tra'principi, appigliarono al partito di persuadere ar-
che presso i Papi, singolarmente Grego- tificiosamente Papa, che le circostanze
il

rio X che l'ebbe carissimo, onde nel por- de'tempi esigevano che il nunzio da in-
tarsi al concilio di Lione 11, si fermò per viarsi a Parigi fosse uomo di vaglia, for»
tutto l'estate uell'amena vdla che il car- nito di nobiltà, credito, talenti, autorità
dinale possedeva in Mugello. Abbiamo e prudenza; onde fra quanti prelati Irò-
V Istoria dalla casa degli Ubaldi/ii, e vavansi allora nella curia romana, ninno
de fatti d'alcuni di quella famiglia, Fi- era più a poi tata di quell'importantissi-
renze 1 588. mo carico dell'Ubaldini, nel quale a me-
UBALD1NI Roberto, Cardinale. Na- raviglia concorrevano tali prerogative. Il

to di nobili genitori in Firenze, pronipo- Papa, quantunque di malavoglia, tutta-


te di Leone XI per parte di sorella , fu via s'indusse alla fine ad acconsentirvi, e
fatto cauonico della metropoli lauti, e la lo nominò nunzio di Parigi, dopo averlo
docilità dell'eccellente suo ingegno lo fe- sinodal 607 dichiaralo vescovo di Mon-
1

ce sino da'suoi verdi anni distinguere tra te Pulciauo. L' esito del prelato confortò
i suoi condiscepoli, che di gran lunga tut- Paolo V, al (piale i parenti giustamente
a
ti superò. Datosi nell'università di Perù- lo aveauo proposto; ma quando ueliai.
i

4<p UBA. UD A
promozione de'nunzial cardinalato, do- il quale nel oo scudi.
visitarlo gli lasciò i

vea comprendervi l'Ubaldini, si adopra- Anche Francesco Calducci poeta insigne,


rono perchè fosse preterito, per cui il pre- ridotto poveramente, ne sperimentò la li-

Iato se ne gravò con lettera al cardinal beralità, somministrandogli il cardinale


Borghese, non già perchè a lui dispiaces- mezzi per campar la vita. Avea traspor-

se il ritardo a M'onori ficenta della porpo- to pel suono e pel canto onde teneva ,

ra, ma perchè la corte di Francia riguar- presso di se non pochi musici e suonato-
dò tal no\ilà come pregiudizievole alla ri per mezzo de* quali veniva sollevato
,

maestà del re. Finalmente, dopo avere dalle cure e sollecitudini, che lo tenevano
passali q anni nella nunziatura con suo assiduamenleapplicato. Innalzò nella ba-
gran decoro, e di aver conclusi rilevan- silica Vaticana alla memoria di Leone XI
tissimi e scabrosi affari, maneggiali con quel superbo mausoleo di cui riparlai nel-
prudente destrezza e pari felicità, con pia- la biografia di quel Papa, con l'opera del
cere e soddisfazione della corte di Fran- celebre scultore Algardi. Morì in Roma
cia e delPapa, questi a'2 dicembre i6i5 nel i635, di 54 anni, e fu sepolto nella
lo creò cardinale prete, e quando venne chiesa di s. Maria sopra Minerva. Dichia-
in Roma gli assegnò per titolo la chiesa rata erede de'suoi beni la congregazione
di s. Matteo in Merulana. 11 suo ritorno di propaganda/?^, questa come a insi-

per l'accoglienza ricevuta da tutta la cit- gne benefattore nella propria chiesa gli
tà fu equivalente a un trionfo. Fu ascrit- eresse un busto di marmo bianco, con e-
to a diverse congregazioni , nelle quali legante iscrizione.
riusciva autorevole il suo volo; dipoi fu UBALDO (s.), vescovodi Gubbio nel-
prefetto di quella del conci Iio,e venne ben l'Umbria. Nacque a Gubbio, di nobile fa-

provveduto di beni ecclesiastici, per so- miglia (dicesi della famigliaBaldassini,co-


stenere con decoro e splendore la digni- me riportai all'articolo Gubbio, nel qua-
tà. Morto Paolo V, contribuì molto al- le inserii varie notizie del sauto vescovo),
l'esaltazione del successore Gregorio XV, ed allevato nel seminario di s. Mariano e
il quale conoscendone il merito e aman- di s. Giacomo, fece grandi progressi nel-
done la virtù, Iodestiuòalla legazione di la letteratura sagra e profana. Non si la-
I3ologna,nella quale fu confermato da Ur- sciòsedurre dal cattivo esempio de'suoi
bano Vili, sebbene non ne favorisse l'e- compagni, e non potendo sopportare cer-
lezione. 11 nipote di Gregorio XV gli as- ti abusi che vedea tollerarsi, abbandonò
segnò, finché fosse vissuto, l'uso della vil- quel seminario, ed entrò nell'altro di s.

lache possedeva in Frascati. Co'suoi do- Secondo, ove terminò suoi studi, essen- i

mestici si portò più da padre che da pa- dosi già proposto di passare la sua vita
drone,inclusivamentea'piùinfìmi,a 'qua- nel celibato. Il vescovo di Gubbio, che
li ancorché infermi abbonda nlemente conobbe il suo merito, lo nominò priore
somministrava il bisognevole per vivere del capitolo della sua cattedrale, allineile
con agiatezza. Rinunziato il vescovato e riformassealcuni disordini introdottisi ira
lasciato il i.°titolo,passòa quello di s.Pras- i canonici. Egli si accinse a quest' opera
sede. Mecenate de'lelterati, donava loro coi digiuni e coli' orazione, e tratti dalla
considerabili somme per sollevarli nelle sua tre canonici che gli parvero meglio
occorrenze e augustie, e il situile usò con disposti degli altri, gl'indusse a vivere in
Agostino Mascardi, sebbene nelle con- comunanza con lui, e il loro esempio eb-
versazioni inaratamente
o ne biasimava la be molta forza su tutto il capitolo. Reca-
condotta: infermatosi costui e abbando- tosi poi a visitare i canonici regolari di s.

nato dagli amici, ritrovò per unico con- Maria in Porto nel territorio di Ravenna,
forto la geucrosilà esimia del cardinale, ch'erano in gran fama di santità, prese
UBA U B A 493
In loro regola, egli riuscì di farla adot- ch'egli sopportò con eroica pazienza,e mo-
tare dal suo capitolo. Allorché la casa ca- li santamente il 16 maggior 160. Gli a-
nonicale e il chiostro restarono consuma- bitanli delle vicine provincie assisterono
ti da un incendio, Ubaldo riguardò que- a'suoi funerali, e furono testimoni di mol-
sto disastro come un' occasione che Dio ti miracoli operati da Dio alla sua tom-
gli presentava onde lasciare il priorato e ba, avendo egli avuto anche in vita il do-
ritirarsi in qualche solitudine. Avviossi no de' miracoli, e guarito molti infermi
dunque verso il deserto di Fonte Avel- colle sue orazioni e col segno della cro-
lana, ove partecipò il suo disegno a Pie- ce. Celebrasi la sua festa il 16 di maggio,
tro da Rimini; ma questo servo di Dio lo ed è nominato nel martirologio romano.
esortò a tornare alla sua chiesa, e conti- UBALDO Cornelio, Cardinale. Da
nuare a farvi del bene, seguendo la sua Lucca, fu creato da Adriano I del 772
prima vocazione. Ubaldo tornò quindi a cardinale prete de'ss. Quattro.
Gubbio, e rifabbricò la casa del suo ca- UBALDO, Cardinale. Vescovo diSa-
pitolo che divenne fiorente. Morto nel
, bina,trovossi insieme con Alessandro lì

1 1 26 il vescovo di Perugia, venne Ubal- neh 071 alla dedicazione della chiesa di
do acclamato successore,ma tosto chesep- Monte Cassino, e vi consagrò 1' altare di
pe la sua elezione si andò a nascondere s.Gregorio a favore di tal monastero
:

in luogo romito, dove non fu possibile sco- avea sottoscritto la bolla che il detto
prirvelo. Recatosi quindi a Roma, scon- Papa emanò a' io maggio 1067, ne fir-

giurò Onorio II di dispensarlo dall'ac- mò ancora delle pon- altre, e mori nel
cettate l' episcopato. Il Papa si lasciò al- tificato di s. Gregorio VII, sebbene al-
lora piegare dalle sue pressanti ragioni; tri con poca probabilità gli prolunghino

ina poi lo nominò vescovo di Gubbio nel la vita.

1 128, ordinando al clero della città di UBALDO, Cardinale. Prete del tito-
procedere alla sua elezione secondo le for- lo di s. Maria inTrastevere e di Calisto,
me ordinarie , e la cei emonia della sua sottoscrisse la bolla spedita in Anagni da
consagrazione fu fatta l'anno seguente. Alessandro II nel 1062.
Animato da zelo veramente apostolico, UBALDO, Cardinale. Nel 1 090 circa
morto al mondo e a se stesso, vivea in fu da Urbano licreato cardinale vescovo
un'assoluta mortificazione de'sensi, inde- di Sabina, e sottoscrisse le sue bolle a
fesso nelle fatiche del ministero episcopa- favore de'monasteri di Monte Cassino e
le, sobrio, umile, sincero, e pieno di ca- della Cava. Morì nel 1092 altri dicono :

lila per tutti. Insorta un giorno una fie- nel 1 093, e che in quell'anno si trovò in
ra sedizióne nella città, si gettò in mezzo Roma alla consagrazione di Lamberto
de'combattenti e cadde tra loro. Gli am- vescovo d'Arras.
mutinati credendolo morto, deposero le UBALDO, Cardinale. Innocenzo II

armi pieni di dolore. Il santo vescovo, ren- nel 33 o 1 34 in Pisa lo creò cardinale
1 1 1

dute grazie a Dio della cessazione del tu- diacono di s. Maria in Via Lata, ed egli
multo, calmò lo spavento del popolo, as- confermò col suo nome molte bolle di quel
sicurandolo che non avea riportato alcu- Papa, e di Celestino li nel cui pontifica-
na ferita. Minacciando l'imperatore Fe- to e sul principio deli i44 cam kiòil tem-
derico 1 Barbarossa di far strage di Gub- porale coll'eterno, dopo aver contribui-
bio, come avea fallo di Spoleto , si recò to col suo suffragio all'elezione di Cele-
Ubaldo ad incontrarlo, ne disarmò la col- stino II.

lera , e ottenne grazia per l'amalo suo UB ALDO, CtfrdzW/e. Da Lunata,pic-


gregge. Gli ultimi due anni di sua vita cola terra dell' arcidiocesi di Lucca, fu
furono travagliati da crudeli malattie, da Innocenzo 11 nel 1 1 33 11 34 in Pi-
286054
4s4 uba UBA
sa creato cardinale prete. Oltre la men- UBALDO, Cardinale. Prete cardi-
zione che di lui fa s. Bernardo, si vede nale di s. Lucia si trova sottoscritto ad
ricordato nella bolla che detto Papa spe- una bolla d' Adriano IV nel 56 a fa-
i 1

dì nel i 1 35 a favore de'canonici regola- vore di Rocco preposto di s. Costanzo


ri Lateranensi di s. Frediano di Lucca. d' Orvieto e riportata da Ughelli, Italia
Morì nel i i
j j, e alcuni dubitano di sua sacni, t. i.

punizione.

FINE DEL VOLUME OTTAìNTESIMOPRIMO.


BX 841 .M67 1840

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