Oggi vengono resi pubblici redditi e proprietà di premier e
ministri. Fra i pochi in Europa a farlo, dice Monti. Casta cantay(7HC0D7*KSTKKQ(
Martedì 21 febbraio 2012 – Anno 4 – n° 43
Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma
tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230
SEI MALATO? CREPA
La donna in coma abbandonata per quattro giorni su una barella
al Policlinico di Roma è solo l’ultimo caso di una sanità pubblica
fatta di malapolitica, sprechi enormi e indifferenza verso chi soffre
LA BOZZA DEL DECRETO
Monti, 20 miliardi
dagli evasori
per tagliare le tasse
Stretta sulle imprese, torna il
registro clienti-fornitori di
Visco. I soldi recuperati dal
fisco in un fondo per aiutare le
famiglie. Nella notte vertice
sulla Grecia
MILANO x Annullati altri due incontri del procuratore capo di Torino che doveva presentare il suo libro
VIOLENTI NO TAV: “CASELLI NON DEVE PARLARE”
Che brutta
deriva
di Peter Gomez
dc
ian Carlo Caselli è un
G
uomo giusto e corag-
gioso. Anche per que-
sto, durante la sua car-
riera, in molti avrebbero vo-
luto fargli la pelle: i terroristi,
i mafiosi e, in modo figurato
ma assai pericoloso, un pez-
zo importante della politica
e dei media. Le minacce che
oggi arrivano da una parte
dell’area antagonista, insom-
ma, non gli fanno e non gli
devono fare paura.
Chi ha invece da temere è il
grande, e in maggioranza, pa-
cifico, movimento No Tav. I
blitz anti-Caselli durante i di-
battiti pubblici, le contesta-
zioni pianificate a tavolino
che costringono gli organiz-
zatori ad annullare gli incon-
tri nelle librerie, le scritte sui
muri del tipo “Caselli infa-
me” o “Caselli brucerai”, so-
no destinati a sortire un’uni-
ca conseguenza. Spingeran-
no l’opinione pubblica a vol-
tare le spalle alle (buone) ra-
gioni di chi manifestando si
oppone non solo a un’opera
nata vecchia, inutile e costo-
Feltri pag. 5 z
sa, ma anche alla scandalosa
militarizzazione della Val Su-
sa. Di questo il movimento
deve tenere conto: senza
consenso, qualsiasi lotta è
destinata a fallire.
Il movimento deve poi ricor-
dare che agli arrestati per la
guerriglia della scorsa estate
non sono stati contestati rea-
ti associativi, ma solo speci-
fici e documentati episodi di
violenza. Un evidente segna-
le di come la Procura di To-
rino non voglia criminalizza-
re il dissenso. Non capirlo
non è solo sbagliato. È stu-
pido. E gli stupidi, come i
violenti, di strada ne fanno
poca. Anche, e soprattutto,
tra le montagne della Val Su-
sa.
Il caos in corsia al pronto soccorso del Policlinico Umberto I di Roma (FERMO IMMAGINE DAL TGLA7)
Sul web appelli alla mobilitazione e minacce
contro il magistrato accusato di voler
“criminalizzare” i gruppi antagonisti della Val
di Susa. Ma lui replica: “Io applico solo la legge”
Calapà, Fierro e Giambartolomei pag. 2-3 z
Minacce Una delle tante scritte comparse sui muri
di Torino dopo gli arresti dei No Tav di fine gennaio
nIl ricordo
Addio al Nobel CAMPO DA GOLF
Dulbecco: CON VISTA
scienza e sentimenti CUPOLONE
Chiaberge e Truzzi pag. 22z
CATTIVERIE
Tracce di cocaina sui capelli
del comandante Schettino, ma
non nell’organismo. Forse la
usava come shampoo.
www.ilfattoquotidiano.it
Perluigi, Sansa pag. 6 - 7 z
di Gianni Barbacetto
accia a Gian Carlo Caselli. È
Cweb,iniziata da mesi: tam tam via
un assalto a Lugano, slo-
gan urlati nei cortei, scritte mi-
nacciose sui muri di Torino, Ge-
nova, Milano. Una parte (mino-
ritaria) del movimento No Tav
indica il procuratore della Re-
pubblica di Torino come il re-
sponsabile degli arresti dei mi-
litanti anti-Alta velocità, dun-
que come il nemico numero
uno del movimento. pag. 2 z
Udi Marco Lillo
Nco piùessuno lo immaginerebbe
mai: nel centro di Roma a po-
di un chilometro da piazza
San Pietro, nel cuore della splen-
dida tenuta Piccolomini, in cima
a una terrazza naturale unica al
mondo, sta per sorgere un cam-
po da golf. pag. 8 z
+?!"!$!$!=
€ 1,20 – Arretrati: € 2,00
Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)
Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009
I dieci comandamenti
di Marco Travaglio
M
entre Veltroni e Vendola si scannano sull’ap-
passionante quesito se Monti sia di sinistra o
di destra e Bersani non trova di meglio della
Fornero come modello femminile da con-
trapporre a Belén, ci permettiamo – se non è troppo
disturbo – di segnalare a lorsignori un tema appena
appena più urgente: la legge anti-malaffare, che ci per-
metterebbe di recuperare qualcuno dei 180 miliardi
mangiati ogni anno da corruzione ed evasione fiscale.
A meno che qualcuno non ritenga che l’articolo 18 ci
costa più del malaffare. Il periodo storico è fra i più
propizi: vale la pena approfittarne, prima che le acque
dell’indifferenza si richiudano. La ministra Paola Seve-
rino, intervistata da Lucia Annunziata, ha preso impe-
gni importanti. Perché centrosinistra e Terzo Polo non
la prendono in parola e si appropriano di questa ban-
diera, finora sventolata dal solo Di Pietro? Il Parlamen-
to è lo stesso di Ruby nipote di Mubarak, ma la paura
di sfidare l’impopolarità potrebbe costringere qualche
peone del Pdl e soprattutto della Lega a staccarsi dal
partito dell’impunità. In ogni caso vale la pena provar-
ci. Noi, a rischio di apparire ripetitivi, incalzeremo fi-
no alla noia su dieci punti irrinunciabili, tratti dalle
proposte del Fatto, dall’intervista che ci ha concesso il
pm Greco, dalla Convenzione di Strasburgo 1999 mai
ratificata dall’Italia e dalle direttive Ocse.
1) La prescrizione si interrompe al momento della
richiesta del rinvio a giudizio o del rinvio a giudizio.
Cancellata l’ex-Cirielli.
2) Il falso in bilancio torna a essere quello che era fino
al 2001: reato di pericolo e non di danno, perseguibile
sempre d’ufficio (senza bisogno di querela), senza
soglie di non punibilità, senza esenzioni per i falsi
qualitativi e con pene più severe di quelle precedenti,
per consentire custodia cautelare e intercettazioni.
3) Per i reati fiscali pene più alte (con custodia
cautelare e intercettazioni) e niente soglie di non
punibilità.
4) Pene più alte anche per la corruzione, estesa anche
ai casi dove non figura il pubblico ufficiale: cioè alle
società private.
5) Viene istituito il reato di traffico di influenze illecite,
per punire chi promette di spendere la sua posizione
per influenzare decisioni della Pubblica
amministrazione in cambio di soldi.
6) Viene istituito il reato di autoriciclaggio, per punire
chi accumula o aiuta ad accumulare denaro
illecitamente (con tangenti, evasione, estorsioni,
traffici di armi, di droga, di esseri umani...) e poi
provvede anche a nasconderlo o a reinvestirlo.
7) Il reato di abuso in atti d’ufficio torna alla versione
pre-1997: è punito chi abusa del suo ufficio per
favorire o danneggiare qualcuno anche senza finalità
patrimoniali e le pene vengono aumentate per
consentire custodia cautelare e intercettazioni.
8) Per garantire l’“enforcement” (un’organizzazione
adeguata a combattere questi reati, come ci chiede
l’Ocse), nasce un’Autorità indipendente dai partiti per
coordinare i vari organismi preposti all’accertamento
(forze di polizia, Agenzia delle Entrate, Consob,
Bankitalia) e garantire la trasmissione alla magistratura
di ogni notizia di reato. Il denaro recuperato viene
interamente devoluto all’autofinanziamento del
servizio Giustizia.
9) Riforma del finanziamento ai partiti: divieto di
ricevere denaro da società pubbliche o miste; liberi
contributi da quelle private, purché registrati nei
rispettivi bilanci (a partire da 5 mila euro, e non da 50
mila come ora); rimborsi elettorali pubblici
condizionati alla documentazione delle spese
sostenute (fatture, ricevute, scontrini) e sottoposti a
un tetto massimo invalicabile.
10) Responsabilità giuridica dei partiti, con bilanci
certificati e verificati dalla Corte dei conti, e con regole
ferree di democrazia interna (tesseramento, congressi,
primarie). Chi sgarra perde i rimborsi elettorali e paga
multe salatissime. Cioè fallisce.
Non sappiamo se questi dieci comandamenti siano di
destra o di sinistra. Ma sappiamo che sono giusti. Chi
ci sta si faccia avanti.
pagina 2

L
“NON DEVE PARLARE”

e sue due guerre Gian Carlo Caselli, nato
Dalle Brigate Rosse ad Alessandria il 9 maggio 1939, le ha
combattute contro il terrorismo rosso e
contro Cosa Nostra. Negli anni 70 e 80, da giudice
a Cosa Nostra: istruttore, si occupa di Brigate rosse e Prima linea. Il
16 maggio 1976 la Torino granata è in festa per lo
scudetto, la città è distratta mentre comincia il
tutte le sue battaglie maxi-processo alle Br. Sarà subito interrotto e
riprenderà un anno dopo, nel maggio ’77, cinque giorni
dopo l’omicidio dell’avvocato Fulvio Croce. Il
processo si bloccherà e riprenderà ancora, mentre i
terroristi dicono: “Non si processa la rivoluzione”. La
storia delle Br, di Prima linea e di Torino continuerà
per anni con una scia di sangue impressionante,
fermata, tra gli altri, proprio da Gian Carlo Caselli. Poi
Caselli si trasferisce a Roma, dal 1986 al ’90 al Csm. Ma
presto è tempo dell’altra guerra: arrivano gli anni delle
stragi di mafia, quel testimone idealmente passato alla
Procura di Palermo da Falcone e Borsellino al giudice
piemontese, che dal 1993 al ’99 resta in Sicilia, poi
torna a Roma da direttore delle carceri. Nel 2005,
prima del ritorno a Torino, il governo Berlusconi
approvò una legge apposita per evitare che Caselli
potesse guidare la Procura nazionale antimafia.

ASSALTO A CASELLI
Rischio disordini, i No Tav fanno annullare altri due dibattiti del giudice
Scritte e appelli web: tutte le minacce. Il magistrato: “Applico la legge”
di Gianni Barbacetto è diventato, per una parte dell’a- la presenza del magistrato. Gio-
rea No Tav, il simbolo della re- vedì 9 febbraio salta la presenta-
accia a Gian Carlo Caselli. È pressione dell’intero movimen- zione in una libreria di Torino di

C iniziata da mesi: tam tam

via web, un assalto a Luga-
no, slogan urlati nei cortei,
scritte minacciose sui muri di
Torino, Genova, Milano. Una
parte (minoritaria) del movi-
mento No Tav indica il procura-
tore della Repubblica di Torino
come il responsabile degli arre-
sti dei militanti anti-Alta veloci-
tà, dunque come il nemico nu-
mero uno del movimento. Ieri è
stata annullata una manifestazio-
ne a cui Caselli avrebbe dovuto
partecipare, alla libreria Feltri-
nelli di piazza Duomo a Milano.
Con il magistrato Armando Spa-
taro e il presidente onorario di
Libera, Nando dalla Chiesa,
Aveva detto:
“Non ho nulla
contro la Valle
di Susa. Mi
mancava
essere definito
mafioso... ”
to. Tanto che si sono moltiplicati
gli episodi di contestazione nei
suoi confronti. Quello stesso 26
gennaio, un gruppo di persone, a
sorpresa, si presenta a protestare
contro gli arresti, durante una
manifestazione antimafia: a Ge-
nova, dove don Luigi Ciotti, don
Andrea Gallo e Nando Dalla Chie-
sa festeggiavano l’apertura di un
negozio confiscato a un boss di
Cosa nostra.
SABATO 28 GENNAIO si
svolge a Torino una manifestazio-
ne dell’area antagonista dove
molti degli slogan e delle scritte
sui muri sono dedicati al procu-
ratore: “Caselli boia”, “Caselli
torturatore”, “Caselli ti faremo a
brandelli”, “Caselli come Ramel-
li” (Ramelli è un giovane di destra
massacrato a colpi di chiave in-
glese in testa nel 1975). Il 30 gen-
naio l’attacco si sposta a Lugano,
all’università, dove Caselli va a
presentare il libro Assalto alla giu-
stizia insieme al collega Spataro.
Deve intervenire la polizia sviz-
zera per fronteggiare e allontana-
re i contestatori. Intanto il tam
Procuratore della Repubblica a Torino tam anti-Caselli si fa via via più
Gian Carlo Caselli dal 2008 è procuratore dopo aver ricoperto in città pressante, tanto che gli organiz-
il ruolo di giudice istruttore e procuratore generale zatori sono costretti a sospende-
della Corte d’appello (FOTO EMBLEMA) re una serie di manifestazioni con
un volume di Nicola Tranfaglia, a
cui Caselli avrebbe dovuto parte-
cipare insieme a don Ciotti. “Rin-
viata per non esporre a rischio i
partecipanti”, spiegano gli orga-
nizzatori. Il giorno dopo, venerdì
10 febbraio, salta a Genova un in-
contro con i ragazzi di Libera nel-
la comunità di don Gallo. Sabato
11, sempre a Genova compaiono
le scritte “Caselli boia”, “Libertà
per i No Tav arrestati”. Segue cor-
teo da piazza De Ferrari al carcere
di Marassi. Sabato 18 febbraio è la
volta di Milano: manifestazione
(con la presenza tra gli altri del
vecchio leader di Autonomia
Oreste Scalzone) sotto il carcere
di San Vittore. Gli slogan si ripe-
tono: “Caselli boia”, “Caselli infa-
me”, “Caselli brucerai”.
Domenica 19 gli attacchi si trasfe-
riscono in una sagra di paese: a
Bussoleno, in Val di Susa, il tradi-
zionale tiro al barattolo, un euro
tre palle, è trasformato in “tiro al
nemico”: sui barattoli sono dise-
gnate le facce dei “nemici” dei
No Tav, tra cui Caselli. “Mi man-
cava di essere definito mafioso”,
scrive il magistrato nel suo libro.
“È accaduto di recente sui muri di
Torino, perché la procura da me
guidata applica la legge anche in
Val di Susa”.

avrebbe dovuto presentare il
suo ultimo libro, Assalto alla giu-
stizia: la casa editrice Melampo
ha spiegato che la decisione di
sospendere la presentazione po-
meridiana a Milano e un’analo-
ga, serale, a Cormano, “è stata
dettata, a tutela di tutti, dalla
consapevolezza che si sarebbe
potuto mettere facilmente in se-
ria difficoltà sia il luogo dove le
presentazioni si sarebbero svol-
te, sia il pubblico e i relatori”. Li-
bera ha subito espresso la sua so-
lidarietà al magistrato: “A Gian
Carlo Caselli manifestiamo tutta
la nostra solidarietà perché è uno
di noi, presente fin dall’inizio nel
percorso di Libera, non facendo
mai mancare attenzione e impe-
gno. Minacce e insulti non sono
mai giustificabili, tanto più nei
confronti di un uomo che ha
esercitato il suo ruolo di magi-
strato con impegno, coscienza e
competenza, sia nella lotta al ter-
rorismo, sia nel contrasto alla
mafia... Libera continuerà a chie-
dergli di dare, come sempre, il
suo contributo di magistrato e
cittadino, per continuare a co-
struire insieme un’autentica cul-
tura della legalità democratica
nel nostro Paese”.
Sul portale web Indymedia, nei
giorni precedenti, un comunica-
to firmato “No Tav sparsi e itine-
ranti” aveva invitato a contestare
la presentazione di Milano: “Sarà
presente Gian Carlo Caselli, il
magistrato direttamente re-
sponsabile degli arresti dei no-
stri compagni e amici No Tav.
Andiamo a esprimergli il nostro
punto di vista a proposito di ‘as-
salti’ e di ‘giustizia’”.
GLI ARRESTI evocati sono
quelli del 26 gennaio, quando so-
no finite in carcere 24 persone –
esponenti dei centri sociali, del-
l’area anarchica e dell’autonomia
– accusate di atti di violenza com-
messi durante i violentissimi
scontri avvenuti in Val di Susa il
27 giugno e il 3 luglio dello scor-
so anno, con 211 feriti tra poli-
ziotti e carabinieri.
Quel 26 gennaio, il procuratore
di Torino Caselli era stato chiaro:
“Non è un’operazione contro il
movimento No Tav”, aveva di-
chiarato. “Gli arresti di oggi non
sono diretti contro la Valle di Susa
o il movimento anti-Alta velocità.
Sbaglia chi vuole leggere in que-
sta indagine qualcosa contro la
Valle, il movimento No Tav e le
legittime manifestazioni di dis-
senso che restano nei limiti della
legge. I soggetti che abbiamo in-
dividuato sono autori, a nostro
avviso, di specifici episodi di rea-
to”. La procura aveva anche evi-
tato di contestare agli indagati il
reato di associazione a delinque-
re, ritenendo di dover procedere
soltanto per i singoli reati even-
tualmente commessi da ciascu-
no. Eppure da quel giorno Caselli

“Ha sbagliato, ma niente caccia all’uomo”

SABATO IN PIAZZA. GLI ORGANIZZATORI: “GLI ARRESTI GRAVI COME L’ERRORE DI UN CHIRURGO”
di Andrea Giambartolomei
Torino
on vogliono passare proprio loro, il movimento “criminaliz-
NGianzato dalla Procura”, per quelli che ne criminalizzano il capo,
Carlo Caselli, ma tra le file dei No Tav quello del giudice è
visto come “un errore che pesa, come lo sbaglio di un chirurgo”.
Fianco a fianco, militanti No Tav e amministratori della Val di Susa.
Vicini nonostante i 24 arresti di gennaio, considerati “repressione
per dividere il movimento tra buoni e cattivi”: eccolo “l’errore
della Procura di Torino e del suo capo Gian Carlo Caselli”. Fianco
a fianco di nuovo sabato prossimo, alle 13, alla marcia da Bus-
soleno fino a Susa. L’hanno organizzata i comitati No Tav assieme
alla Comunità montana e all’assemblea dei sindaci della Valle.
Che, quindi, non fanno un passo indietro dopo l’operazione della
Digos di Torino: “Siamo garantisti per i No Tav, come per Schet-
tino, Cosentino e altri”, afferma Sandro Plano, presidente della
Comunità montana della Val di Susa e Val Sangone, esponente Pd
contrario alla linea Torino-Lione: “Prima si faccia un processo, poi
le condanne, poi si mettano in carcere le persone. Abbiamo sem-
pre sostenuto proteste pacifiche e nella legalità, ma quando i mo-
vimenti diventano di massa succede come allo stadio, dove ci
sono le tribune, i distinti e gli ultras”.
“VALUTO positivo l’operato di Caselli – dice Plano – contro la
mafia, il terrorismo e la criminalità, ma nell’ambito specifico ha
fatto un errore, come succede a volte ai chirurghi nelle operazio-
ni”. È più severo Alberto Perino, rappresentante principale del mo-
vimento No Tav: “È normale che la gente protesti contro chi opera
a senso unico. Ci sono molti nostri esposti nei confronti della po-
lizia che giacciono in Procura. Alcuni arresti e accuse appaiono
ingiustificati, come quella contro Tobia Imperato, ora ai domiciliari
stretti, per aver afferrato ‘per un braccio un operatore di polizia allo
scopo di ostacolarne l’avanzata’”, dice leggendo l’ordinanza. No-
nostante la “normalità” delle proteste, sabato “la manifestazione
sarà tranquilla e pacifica”, sostiene Perino. I No Tav annunciano sui
loro siti che si tratterà di “un’occasione per rilanciare la mobili-
tazione e sancire la legittimità della resistenza in corso da mesi
contro il cantiere di Chiomonte”. Allo stesso tempo servirà per
esprimere vicinanza e solidarietà agli indagati e agli arrestati: “In-
vitiamo tutte le loro famiglie a partecipare con noi a quella che sarà
una grande giornata di testimonianza e gratitudine”. E anche questa
volta Perino deve mettere le mani davanti e avvertire chi parte-
ciperà: “Chiedo a tutti di rispettare banche, bancomat, case pri-
vate, monumenti. Lasciate a casa le bombolette”.
PER LA SUA adesione all’evento la Comunità montana ha rice-
vuto critiche da politici torinesi del Pd e del Pdl. Sabato mattina, alla
direzione regionale dei democratici, Antonio Saitta e il deputato
Stefano Esposito hanno biasimato la partecipazione di alcuni com-
pagni di partito. L’onorevole Sì Tav dice che non può più soppor-
tare la presenza di esponenti del partito a questa protesta. “In un
partito ci sono più opinioni. Io sposo la linea del Pd al 95%, tranne
sulle grandi opere. Continuo a essere un iscritto”, replica Plano.

I leader
degli scontri
al cantiere
Barricate a Chiomonte I manifestanti che il 24 luglio 2011 tentano di entrare all’interno del cantiere di Chiomonte (F
di Enrico Fierro
uca Cientanni, 38 anni, e
L Giorgio Rossetto, 50 anni, i
due attivisti del movimento
No Tav, arrestati insieme ad
altre 22 persone il 26 gennaio
scorso, non saranno scarcerati: lo
ha stabilito il Tribunale del Riesa-
me di Torino. Resteranno in car-
cere a causa delle loro “condotte
delittuose” e ai loro “profili di pe-
ricolosità”. È l’ultimo atto dell’in-
chiesta sugli scontri in Val di Susa
del luglio scorso che ha provocato
violentissime polemiche, attacchi
e intimidazioni al capo della Pro-
cura torinese, Gian Carlo Caselli.
Dalle carte dell’inchiesta emerge
un movimento No Tav a due fac-
ce. Quella “istituzionale”, come la
chiamano i funzionari della Digos
di Torino riferendosi ai sindaci, ai
sindacalisti, agli ecologisti e alla
brava gente che in Val di Susa lotta
da anni contro il Tav, e quella vio-
lenta. Un insieme di gruppi, centri
sociali dell’ala più antagonista,
vecchi rottami dell’Autonomia,
“irriducibili” ormai ingrigiti del
brigatismo, anarco-insurreziona-
listi, che hanno scelto la Valle co-
me luogo per sperimentare tecni-
che di guerriglia urbana. Basta
guardare gli scontri del 3 luglio, in
difesa della “Libera repubblica
della Maddalena”.
PER LA DIGOS e la procura di
Torino erano “preordinati”, orga-
nizzati militarmente. Tra il mate-
riale sequestrato c’è un appunto
scritto a mano che indica con
geometrica precisione mezzi e
tecniche per resistere alle cari-
che e ai tentativi di sgombero.
Viene descritta la tecnica per co-
struire le barricate (le Invalicabi-
li, fatte di filo spinato, massi tubi,
fuoco) e le mobili. Indicati i mez-
zi di difesa passiva (caschi, ma-
schere antigas, scudi), ma anche
quelli di offesa. Nell’appunto si
parla della formazione di squadre
specializzate (frombolieri, scu-
dieri, addetti al recupero dei la-
crimogeni, fuochisti), e c’è an-
che l’artiglieria, fatta di catapul-
te, lancia-massi, molotov e di un
mortaio artigianale. Per investi-
gatori e magistrati è cambiata la
“ragione sociale” del movimen-
to, che non si limita più a mettere
in campo manifestazioni per dire
no alla realizzazione dell’Alta ve-
locità, ma “mira apertamente al-
l’impedimento materiale della
prosecuzione delle attività”.
Scontri, tecniche di guerriglia, ar-
resti. A risentire di un clima che si
fa sempre più pesante è innanzi-
Giorgio
Rossetto
Per il leader
di Askatasuna
il carcere –
scrivono i giudici
– è “il minimo
presidio”
CORTEI E MOLOTOV
LA DOPPIA FACCIA
DEL MOVIMENTO
Le carte dell’inchiesta:
“I manifestanti pacifici in ritirata”
tutto il movimento. La gente par-
tecipa sempre di meno. “Persone
che avevano alimentato la prote-
sta per lo più pacifica degli anni
precedenti – si legge in un rap-
porto della Digos torinese – si so-
no rimodulate anche allontanan-
dosi dalle iniziative più marcate”.
Insomma, la gente pacifica che
giudica inutile e dannoso il Tav,
quando vede black-bloc, guerri-
glieri e antagonisti, si ritrae. Ha
paura a manifestare. Cosa c’en-
trano il valligiano preoccupato
per la sua terra, il sindacalista
contrario ad un’opera che spreca
centinaia di milioni di euro, il tec-
nico che propone soluzioni alter-
native, con i sequestratori di un
carabiniere? È accaduto durante
Il Riesame:
è cambiata
la ragione
sociale
della protesta,
si partecipa
sempre meno
gli scontri del 3 luglio. Il militare
rimane isolato, viene circondato,
gli tolgono la pistola d’ordinanza
(verrà ritrovata dopo qualche ora
senza munizioni). Quando viene
rilasciato una voce dal gruppo di
antagonisti urla una frase inquie-
tante: “Il prossimo non torna in-
Tobia
Imperato
Per lo storico
esponente
anarchico,
il tribunale ha
concesso
i domiciliari
dietro”. La tecnica di infiltrazione
dentro i cortei duri ma pacifici è
sempre la stessa.
IL 3 LUGLIO il corteo, ad esem-
pio, è aperto dai 23 sindaci della Val
di Susa contrari alla realizzazione
del Tav, c’è il presidente della Co-
munità montana, il sindacalista
Giorgio Cremaschi, esponenti dei
Verdi, di Sel, di Rifondazione co-
munista e del Movimento Cinque
Stelle di Beppe Grillo. “La Valle nel-
le nostre mani” e “La forza della
non violenza da Exilles Chiomon-
te”, gli striscioni che aprono la stra-
da a 5mila manifestanti pacifici.
Dietro 400 antagonisti, una parte
di loro alla fine del comizio (parla
Grillo insieme ad esponenti delle
Il documento
Le motivazioni della sentenza
del Tribunale del Riesame
istituzioni locali) si stacca per unir-
si alle altre frange violente. Dai bo-
schi iniziano lanci di sassi e molo-
tov contro poliziotti e carabinieri,
che a loro volta sparano lacrimo-
geni e caricano. Si va avanti per ore.
Le foto di quei giorni ci mostrano il
corteo pacifico, arrabbiato e colo-
“NON DEVE PARLARE”
Antonio Guido
Ginetti Fissore
Domiciliari anche Il consigliere
per l’esponente comunale di
autonomo già Villar Focchiardo
condannato è stato rimesso
in un processo in libertà, ma ha
a Prima Linea obbligo di dimora
LIVIO PEPINO
“Condanno
le intimidazioni
Ma quel blitz
fu un pretesto”
di Giampiero Calapà
Nmieonpoanalisi
può esistere nessun ti-
di collegamento tra le
nel merito dei
provvedimenti giudiziari sugli
attivisti No Tav e l’allarme per
la sicurezza del procuratore
Gian Carlo Caselli”. Livio Pepi-
no, una vita da toga, ora in pen-
sione dopo aver fatto parte del
Consiglio superiore della ma-
gistratura ed esser stato sosti-
OTO EMBLEMA) tuto procuratore generale
proprio a Torino, si dice “di-
spiaciuto e amareggiato per le
minacce a Caselli, ma conti-
nuerò a fare i miei rilievi civili
e argomentati, a torto o ragio-
ne”.
Dottor Pepino, però, il pro-
curatore Caselli non è voce
isolata. Dall’accusa del pm
al Riesame 19 magistrati
fanno le stesse valutazioni.
Infatti, il problema non è una
forzatura soggettiva, ma una
concezione della giurisdizio-
ne tipica dei momenti di gravi
tensioni sociali: si privilegia il
contrasto di fenomeni collet-
tivi rispetto all’accertamento
delle responsabilità dei singo-
li.
Detto questo, condanna chi
minaccia il suo ex collega
Caselli?
Non solo condanno, oggi co-
me sempre, minac-
ce e intimidazioni.
rato, le immagini della Digos quelle Ma aggiungo che
degli incappucciati, di gente col ca- esse sono il frutto
sco e la maschera antigas intenta a distorto di analisi
lanciare sassi e biglie di acciaio con sbagliate. Il proble-
le fionde, le esplosioni delle molo- ma evidenziato dal-
tov, le barricate fisse e mobili. Brut- le indagini sui No
ta piega ha preso il movimento, Tav non è quello di
bruttissima quella che rischia di forzature di singoli,
prendere se la gente che in pace ma di tendenze dif-
vuole battersi contro il Tav si ritira fuse nella giurisdi-
spaventata dalle violenze. E inorri- zione. Accade non
dita dalle intimidazioni rivolte al solo qui. In Inghil-
procuratore Gian Carlo Caselli. terra, in occasione dei disordi-
“Caselli Boia”, c’è scritto sui muri ni di agosto, sono stati con-
di Torino. Come negli anni Settan- dannati due ragazzi che, su Fa-
ta, quelli di piombo. “Caselli Boia”, cebook, avevano dato appun-
c’è scritto finanche a Palermo. Do- tamento ai contestatori in una
ve il procuratore chiese di andare piazza nella quale non accad-
dopo le stragi Falcone e Borselli- de nulla.
no. I suoi interventi sul manife-
“OPERA INUTILE”
L’appello degli esperti
Ivistaldefinito
progetto1 della Torino-Lione, inspiegabilmente
“strategico”, non si giustifica dal punto di
della domanda di trasporto merci e passeggeri,
non presenta prospettive di convenienza economi-
ca né per il territorio attraversato né per i territori
limitrofi né per il Paese, non garantisce in alcun mo-
do il ritorno alle casse pubbliche degli ingenti ca-
pitali investiti (anche per la mancanza di un qual-
sivoglia piano finanziario), è passibile di generare
ingenti danni ambientali diretti e indiretti”. Sono
già più di mille le adesioni alla lettera a Napolitano e
a Monti firmata da Sergio Ulgiati (Università Parthe-
nope, Napoli), Ivan Cicconi (esperto di infrastrut-
ture e appalti), Luca Mercalli (Società Meteorolo-
gica Italiana) e Marco Ponti (Politecnico di Milano).
Si può aderire su www.notav.eu.
Martedì 21 febbraio 2012
Maurizio
Ferrari
Anche l’ex
irriducibile delle
Brigate Rosse era
stato arrestato
per gli scontri
in Val di Susa
sto però sono diventati, ba-
sta navigare sui siti dei
gruppi antagonisti, la ragio-
ne del dissenso e di chi con-
testa Caselli soprattutto.
Non c’è nessun tipo di colle-
gamento. È conseguenza della
barbarie in cui viviamo ipotiz-
zarlo. Le mie sono analisi civili
e argomentate. Mi dispiace se
parallelamente ad esse altri
usano lo strumento della mi-
naccia. Ma proprio non vedo
come metodi così diversi pos-
sano essere confusi.
Ha scritto che “l’indicazio-
ne del movimento No Tav e
della sua azione di protesta
come bersaglio della misu-
ra (gli arresti, ndr) non po-
trebbe essere più esplici-
ta”. Insomma, secondo lei
“Non esiste
collegamento
tra le mie
analisi
e i violenti
Sostenerlo
è barbarie”
la Procura di To-
rino sta crimina-
lizzando il movi-
mento della Val
di Susa?
Io dico che a Chio-
monte, come in al-
tre manifestazioni,
ci sono stati com-
portamenti diver-
si: c’è chi ha com-
messo reati e chi
no; e, tra i primi, c’è chi ha
commesso fatti gravi. Tratte-
nere un agente per un braccio
o opporsi agli agenti con una
“paratia mobile” non sono ag-
gressioni preordinate e vio-
lente. Non differenziare ai fini
della applicazione di misure
cautelari può dare l’impres-
sione che si voglia colpire l’in-
tero movimento.
Il Tribunale del Riesame
scrive nell’ordinanza: “De-
vastante ed incontenibile
violenza collettiva, preven-
tivamente e strategica-
mente pianificata”. E si
parla di modalità “tipica-
mente sovversiva”. Sem-
brano accuse ben circo-
scritte a fatti specifici, non
crede?
Il problema sta proprio qui:
nel trasferire automaticamen-
te il giudizio su un fatto collet-
tivo all’azione dei singoli i cui
comportamenti non sono tut-
ti assimilabili. Non è una scelta
adeguata. E lo penso da oltre
40 anni, da quando entrai in
Magistratura democratica.
Adesso come allora continuo
a sostenerlo con ragionamenti
argomentati.
pagina 4 Martedì 21 febbraio 2012

È
DENTRO LA CRISI

stato notificato a Pietro Milazzo,
Il Questore “richiamò” attivista per i diritti umani della Cgil, il
decreto del presidente della
Repubblica con il quale è stato accolto il ricorso
il sindacalista. presentato dai suoi legali, Giorgio Bisagna e Armando
Sorrentino, contro il decreto del Prefetto di Palermo,
che aveva respinto l’istanza di revoca del
Il Colle accoglie il ricorso provvedimento adottato dall’ex questore di Palermo
Alessandro Marangoni. Secondo l’ex questore, Pietro
Milazzo si sarebbe reso responsabile di attività
socialmente pericolose, nell’ambito delle sue azioni
sindacali e da militante, e pertanto era stato “avvisato”
a cambiare condotta, altrimenti sarebbero state
applicate misure di prevenzione più gravi, “di solito
comminate a presunti mafiosi e delinquenti abituali”,
dicono gli avvocati Bisagna e Sorrentino. I legali hanno
impugnato il provvedimento facendo “ricorso
straordinario al Capo dello stato”. “Il presidente della
Repubblica, facendo proprio il parere reso dal
Consiglio di Stato ha accolto il ricorso - sottolineano gli
avvocati - Un passo significativo di civiltà giuridica, e di
affermazione della cultura della giurisdizione, a fronte
delle pericolose derive securitarie di cui il
provvedimento impugnato era portatore”.

Cagliari, Napolitano contestato

“Non rappresento le banche e il capitale”
IL CAPO DELLO STATO IN VISITA IN SARDEGNA
di Wanda Marra
uffone, buffone”. Non è
La contestazione del Movimento dei Pastori sardi a Cagliari (FOTO ANSA)
dei pennoni del Consiglio re-
gionale, è stato costretto a far
posto alla bandiera sarda, che
te della Regione, Cappellacci,
al sindaco di Cagliari, Zedda).
Davanti al Comune, fischi e ur-
la contro, così come succes-
sivamente fuori dal Teatro Li-
rico. I manifestanti hanno
chiesto invano un incontro.
DURO il leader dei pastori
sardi, Felice Floris. “Il presi-
dente ha messo da parte i me-
stieri tradizionali della Sarde-
gna: i pastori, gli agricoltori e
gli artigiani”. Anche gli studen-
ti hanno detto la loro.
L’Unione degli Universitari ha
esposto un maxi-striscione raf-
figurante caccia-bombardieri
puntati verso un libro di fianco
alla scritta “+15 miliardi per i
caccia F35 -8 miliardi per l'i-
struzione, dov'è il diritto allo
studio?”. Presente anche un
drappello dei sindaci del Sul-
cis, con lo striscione “Marcia
dei sindaci per il lavoro”. Molte
le bandiere
sarde, raffigu-
Da anti-Equitalia ai pastori ranti i Quat-
tro Mori e po-
in piazza. E lo stendardo chissimi i tri-
l’Ue). Peccato che per fargli Stato ha replicato, parlando:
posto, era stata ammainata la “Io so benissimo quale carica
bandiera dei Quattro Mori, tra di malessere, malumore, mal-
le proteste generali. Tanto che contento e protesta ci sia nel-
alla fine, gli organizzatori sono l’isola in questo momento”.
stati costretti a fare posto an- Ma “occorre rimanere padroni
che a questa, vicino alle altre di noi stessi e delle situazioni
tre. Anche grazie alla provoca- per quanto difficili e urticanti
zione di uno dei manifestanti, siano”. Poi ci ha tenuto a chia-
che ha forzato il cordone di rire ancora una volta la sua po-
protezione delle forze dell’or- sizione: “Sento la responsabi-
dine per presentarsi con la lità” di sostenere il rilancio del-
bandiera in mano. E alla fine, l’Italia. Già meno di un mese fa,
Napolitano è dovuto entrare andando a Bologna a ritirare
dall’ingresso laterale. una laurea honoris causa, il ca-
po dello Stato si era visto con-
PRENDENDO anche atto testare da un gruppo di indi-
delle proteste, il Capo dello gnati.
DALLE OLIMPIADI AL GIUBILEO
Provaci ancora
Alemanno
H a provato con le Olimpiadi 2020 ma
non c’è riuscito. Niente candidatura e
niente soldi a pioggia sulla Capitale per Gianni

B stata un’accoglienza
trionfale quella che ha
ricevuto Giorgio Napo-
litano nella sua prima visita uf-
ficiale a Cagliari: il passaggio
della sua auto per le strade del-
la città è stato accompagnato
da qualche applauso e dalla
protesta di un centinaio di ma-
nifestanti di 'Sardigna Natzio-
ne, Movimento Pastori, Popo-
lo delle partite Iva e anti-Equi-
talia, ma anche tanti studenti e
disoccupati. E persino lo sten-
dardo del Colle, issato su uno
era stata ammainata per l’oc-
casione. “Non rappresento le
banche e il grande capitale fi-
nanziario, come qualcuno
umoristicamente crede e ho
sentito gridare”, ha voluto re-
plicare Napolitano. Sullo sfon-
do di una visita in una Regione
dalla situazione “difficile”,
“peggiore” del previsto (paro-
le del Capo dello Stato), le
emergenze nazionali e quelle
locali (tra cui, la questione en-
trate dallo Stato, Equitalia, le
vertenze industriali e il tema
del Colle deve far posto
alla bandiera sarda che era
stata ammainata
delle infrastrutture). E così, la
contestazione è iniziata nella
centrale via Roma e continua-
ta durante i successivi incon-
tri istituzionali (Napolitano ha
visto un po’ tutti, dal presiden-
colori. E a
rendere anco-
ra più convul-
sa la protesta
contro Napo-
Alemanno che difficilmente otterrà un secondo
mandato. Ieri ha tentato il tutto per tutto: un ap-
pello a Mario Monti per chiedere progetti di svi-
luppo addirittura in vista del Giubileo del 2025.
Il prossimo tentativo forse per i mondiali
litano ci si è 2050? Intanto mercoledì il Cda di Acea, con-
messa pure la trollata dal Comune, è pronto a spaccarsi
bandiera: il sulla nomina di Simone Turbolente (ex por-
Presidente tavoce del sindaco) a capo della comunica-
doveva essere accolto in Con- zione. É l’unico candidato giudicato che non
siglio Regionale dallo stendar- ha superato l’esame per il ruolo. Ma il sin-
do presidenziale, per l’occa- daco insiste. Francesco Caltagirone, secon-
sione issato su uno dei tre pen- do azionista, è assai meno entusiasta.
noni del Consiglio (insieme al
tricolore e alla bandiera del-

LA GUERRA DEI TUBI di Stefano Vergine

MPS, crisi internazionale
Il gasdotto Tap si avvicina, IL FINANCIAL TIMES IRONIZZA SU SIENA E SE LA PRENDE CON DRAGHI

in Puglia è già aria di rivolta di Vittorio Malagutti

Milano
salito fino a Francoforte. Il
giornale britannico, da sem-
Siena, peraltro. E nelle ric-
che regioni del Nord e Cen-

S e il metano dell'Azerbaijan arrive-

rà in Europa passando dall'Italia,
il gasdotto che lo trasporterà nell'ul-
timo pezzo di strada sarà il Trans
Adriatic Pipeline. Lo ha annunciato un
portavoce di British Petroleum, la so-
cietà che assieme alla norvegese Sta-
toil controlla il pacchetto di maggio-
ranza del giacimento di Shah Deniz II,
una delle più grande scoperte di idro-
carburi degli ultimi 10 anni. Il cosid-
detto Tap, che dal confine occidentale
della Turchia arriverebbe sulle coste
del Salento, ha dunque battuto il pro-
getto concorrente. Si tratta dell'Itgi,
sponsorizzato da Edison e dall'azien-
da di Stato greca Depa, oltre che dai go-
verni di Roma e Atene che ieri infatti
non l'hanno presa per niente bene. Il
Tap è un progetto sostenuto dalla
svizzera Egl, dalla tedesca E.On e
dalla norvegese Statoil, presente
dunque sia nel gasdotto che nel
giacimento. Non solo. Come han-
no rivelato alcune conversazioni
intercettate durante le inchieste
sulle escort di Silvio Berlusconi, a
tifare per il Tap c'erano anche al-
cuni personaggi italiani noti alle
cronache giudiziarie: Gianpaolo
Tarantini, Valter Lavitola e Roberto De
l Monte dei Paschi di Siena
Idell'Italia
come rappresentazione
Santis, imprenditore pugliese consi- e dei suoi vizi. Un
derato vicino a Massimo D’Alema. La Paese dove la tradizione con-
realizzazione del gasdotto non è anco- ta più dell'innovazione e la
ra certa, visto che il progetto Tap deve raccomandazione vince sul
vincere la concorrenza di Nabucco e merito. Per la seconda volta
Seep, altre due condotte pensate per in un mese, il Financial Times
portare in Europa il gas azero passan- dedica un'inchiesta alla crisi
do però dall'Austria. Ma se il consorzio del Monte e lo fa proiettan-
Shah Deniz II deciderà di far transitare do i guai della banca sullo
il gas attraverso l'Italia, sarà il Tap l'in- sfondo dei mali italiani. Già
frastruttura prescelta. Per saperlo bi- che c'è il quotidiano inglese
sognerà aspettare aprile. Intanto resta se la prende anche con Ma-
da capire per quale motivo sia stata rio Draghi.
preferito un gasdotto che invece di at- L'articolo pubblicato ieri ri-
traversare solo due paesi, cioè Italia e corda che la disastrosa ac-
Grecia, passerà anche per l'Albania. E quisizione dell'Antonvene-
resta da capire come reagirà la popo- ta, l'affare che è all'origine di
lazione salentina all'eventuale costru- gran parte dei problemi di
zione del serpentone sotterraneo. Su bilancio dell'Mps, ottenne
Facebook è già stato creato un gruppo, un via libera convinto anche
si chiama No Tap e conta oltre duemila dalla Banca d'Italia, all'epo-
iscritti, timorosi che la zona possa es- ca (era il 2007) guidata pro-
sere devastata a vantaggio di un'opera prio da Draghi. Poche paro-
che ha già scatenato grandi interessi le, giusto una riga, quanto
economici. basta per accostare alle dif-
ficoltà dell'istituto senese
anche il banchiere italiano
pre critico verso la moneta
unica, non si lascia sfuggire
l'occasione di mettere sullo
stesso piano, il governatore
dell'euro e la terza banca ita-
liana che naviga in acque
agitate.
Ma c'è di peggio. Perché il
Monte, racconta l'articolo,
pensava di cavarsela anche
questa volta così come ha
sempre fatto nei suoi cinque
secoli di storia, aggrappato a
una tradizione di immobili-
smo che garantisce il potere
nelle mani dei soliti noti,
cioè i maggiorenti della Fon-
dazione. Adesso però l'isti-
tuto di Siena è diventato vul-
nerabile, oltre che venerabi-
le. E tutte le certezze del pas-
sato sono state bruciate nel
falò miliardario degli anni
scorsi. Quando la Fondazio-
ne ha fatto i salti mortali per
conservare la quota di mag-
gioranza della sua banca e
garantire lo status quo.
Per molti anni questa ricetta
ha funzionato. Non solo a
tro Italia la classe dirigente
ha potuto guardare con suf-
ficienza le statistiche che
raccontavano il declino del-
l'Italia. Seduti sopra un teso-
ro miliardario i capi delle
Fondazioni, in gran parte di
nomina politica, hanno ali-
mentato le loro clientele.
Per confermare questa tesi,
il Financial Times cita il poli-
tologo irlandese Malcom
McDonnell. “La Fondazione
è un sistema per far circolare
il denaro tra amici”, dice
McDonnel docente univer-
sitario da anni in Italia. “Bab-
bo Monte”, come la gente di
Siena chiama la sua banca,
adesso è costretto a cambia-
re. Il guaio è che l'eccesso di
sicurezza del passato ha fat-
to in modo che nessuno ela-
borasse un "piano B". Come
va a finire? Il Financial Times
torna a paventare il rischio
di una nazionalizzazione del
Monte. A meno che non ar-
rivi in fretta denaro fresco da
parte di nuovi azionisti.
Martedì 21 febbraio 2012 pagina 5

U
DENTRO LA CRISI

n deciso intervento nella lotta contro
Proposta di legge l'economia sommersa, sia quella attiva
nei circuiti “legali”, ovvero l'evasione
fiscale e contributiva, che quella “illegale e
antisommerso: reato criminale”, frutto dell'attività delle organizzazioni
mafiose. Questo il contenuto del documento
depositato ieri in Senato, a cura di Giorgio
anche l’autoriciclaggio Ruffolo, ex onorevole di area socialista, Elio
Veltri, giornalista e politico, cofondatore dell'Idv, e
Luigi Zanda, senatore del Partito Democratico.
Le proposte ricalcano molte delle misure avanzate
dal Fatto Quotidiano, nel settembre 2010, in tema di
corruzione. Nel testo, risulta prioritaria la messa in
funzione dell'Agenzia dell'amministrazione dei beni
sequestrati e confiscati, nei quali dovranno confluire
anche quelli acquisiti con corruzioni accertate.
Prevista l'introduzione del reato di autoriciclaggio e
l'approvazione delle Convenzioni europee in
materia. Infine, è necessario, secondo i promotori
del documento, emanare una direttiva europea
sull'esportazione di capitali nei paradisi fiscali: in
questa direzione, bisogna accelerare l'accordo con
il governo svizzero, considerati i 200/400 miliardi di
euro esportati nelle banche elvetiche dall'Italia.

NUOVE MISURE
senso, soprattutto in caso di
aumento della frizione con i
partiti.
Oltre alle tasse, però, la po-
polarità del governo dipende
da due temi: la casta e la tra-

ANTI EVASIONE
sparenza.“É molto bello che
ci siano le crociate contro i
privilegi della casta e siamo
ben lontani da aver realizzato
ciò che è necessario al riguar-
do”, ha detto ieri Monti ri-

E MENO TASSE
spondendo a una domanda
nella sede di Borsa Italiana,
dove erano riuniti investitori
e operatori. Poi l’invito a non
esagerare: la stampa dovreb-
be stabilire “nel segreto della
propria coscienza un’asta ol-
Monti conta su quasi 20 miliardi in più tre la quale dire ‘beh, mica
malaccio’. La fame di sangue
della politica da parte della
di gettito, una parte andrà alle famiglie gente è illimitata”. Il primo te-
st sarà oggi:
ministri e sot-
di Stefano Feltri creto consultata dal Fatto Quo-
tidiano, però, non c’è un rife-
Ma è un gioco a incastri: l’au-
mento dell’Iva è previsto co-
c’è chi nel governo pensa in-
vece di stabilire da subito il
Il governo rischia tosegretari
devono pub-
iù lotta all’evasione e rimento diretto all’Irpef, sol- me paracadute se il governo taglio dell’Irpef e, se non do- lo scontro con il Pdl: torna blicare on li-

P meno tasse. Lo slogan

non è nuovo, ma c’è
davvero un piano del
governo anche se molto di-
verso dalle indiscrezioni cir-
colate in questi giorni. Il
principio lo fissa il premier
Mario Monti, in un discorso
alla Borsa di Milano, ieri mat-
tina: “Il nostro obiettivo è ri-
durre disavanzo pubblico,
ma anche far affluire ai con-
tribuenti onesti il gettito del-
la lotta accresciuta all’evasio-
ne in termini di minore ag-
tanto a “misure, anche non
strutturali, di sostegno del
reddito di soggetti apparte-
nenti alle fasce di reddito più
basse” in particolare le “de-
trazioni fiscali per i familiari a
carico”.
PIAZZA AFFARI
IL PREMIER PARLA A UNA BORSA IN DECLINO
non riesce a rimodulare le
agevolazioni fiscali per fami-
glie e imprese. Se la tagliola
dell’Iva non scatta e il Parla-
mento approva la revisione
delle agevolazioni, si potreb-
bero liberare altre risorse. Ma
vessero arrivare abbastanza
soldi dalla lotta all’evasione,
far scattare una clausola di sal-
vaguardia che farebbe au-
mentare l’aliquota più alta
dell’Irpef, oggi al 43 per cen-
to sopra i 75 mila euro. Forse
di Vittorio Malagutti
il registro clienti-fornitori
per le imprese, creato da
ne redditi e
patrimoni,
non si accet-
tano defezio-
ni (il termine
è già stato
Visco e abolito da Tremonti prorogato di
una settima-
na). Monti
però è soltanto uno spaurac- già rivendica il successo: “Ho
chio da agitare davanti al Pdl faticato a trovare qualcosa di
per far digerire a Silvio Ber- comparabile” sui siti degli al-
lusconi e al suo partito una
misura antievasione, citata
nella bozza, che dovrebbe
tri governi del G7.

gravio fiscale”. Questo non
significa che il decreto legge
in discussione venerdì al
Consiglio dei ministri taglie-
rà d’un colpo le aliquote più
basse dell’Irpef, dal 23 al 20
per cento, come riferivano
alcune voci. Il meccanismo è
più complesso.
L’ultima manovra del gover-
no Berlusconi, dopo l’estate,
ha creato un “Fondo per la
riduzione strutturale della
pressione fiscale” in cui fini-
scono le entrate extra, cioè
quelle superiori alle attese,
in particolare quelle derivan-
ti dalla lotta all’evasione fi-
scale. Dal 2014, ogni anno,
nel Documento di economia
e finanza il governo deve sta-
bilire quanti soldi ci sono a
disposizione e poi, grazie al
fatto che sono al sicuro nel
Fondo, usarle per ridurre le
tasse.
STANDO alla bozza consul-
tata dal Fatto Quotidiano, vener-
dì il governo anticiperà dal
2014 al 2012 la partenza del
fondo, in maniera che i con-
tribuenti potranno avere
qualche beneficio già nel
2013 quando compileranno
le dichiarazioni dei redditi re-
lativi al 2012. La cosa impor-
tante è l’entità della cifra che
il governo conta di avere a di-
sposizione: visto che i blitz a
Cortina, Milano e Roma stan-
no funzionando, assieme alle
misure contenute nei due ul-
timi decreti, Monti e il suo vi-
ce al Tesoro Vittorio Grilli sti-
mano di trovarsi nelle casse
almeno 20 miliardi in più.
Non una tantum, ma struttu-
rali. Con un simile cuscinetto
si possono fare due cose: evi-
tare l’aumento dell’Iva a ot-
tobre (vale circa 16 miliardi) e
abbassare di almeno un pun-
to percentuale l’aliquota più
bassa dell’Irpef, cioè per il
reddito fino a 15mila euro,
dal 23 al 22 per cento. Ma il
Tesoro ha invitato alla pru-
denza. E nella bozza del de-
pplausi, sorrisi e battimani. Ieri la
A visita di Mario Monti in Borsa è
stata sommersa dal mare di melassa
sparsa da banchieri e top manager delle
grandi aziende nazionali corsi a Piazza
Affari per incontrare il presidente del
Consiglio. L'evento è stato preceduto e
seguito dal consueto bla bla delle grandi
(grandi?) occasioni. Un gran parlare di
innovazione, sviluppo, competitività, con
gli interlocutori del premier bene attenti
a far trapelare la loro fiducia nell'azione
del governo. Belle parole. Certo il
contesto stonava un po'. L'intervento di
Monti è stato ospitato dalla Borsa
SINDACATI IMBARAZZATI I professori capaci di tutto?
Perché Bonanni teme la sibilla Fornero
di Giorgio Meletti
Svoro:usanna Camusso esce perplessa
dal nuovo round del tavolo sul la-
“Usciamo dall’incontro con
molti più interrogativi che certez-
ze”. Raffaele Bonanni è addirittura
preoccupato, parla di un confronto
“nebuloso” e poi ammette con i suoi
che “una trattativa così assurda
non mi era mai capitata”.
A TESTIMONIARE il clima
un po’ surreale, uno scambio di bat-
tute al tavolo tra il presidente dei
banchieri, Giuseppe Mussari e il mi-
nistro del Lavoro Elsa Fornero. Quel-
lo chiede, come ogni italiano fareb-
be, che cosa vuole fare il governo sul-
l’articolo 18, e la professoressa di To-
rino lo apostrofa beffarda: “Lei vor-
rebbe sapere subito il voto che pren-
derà alla fine”. Il banchiere, seccato,
le fa notare che “non siamo in un’au-
la universitaria”.
Per spiegare tanta tensione basta
notare che alla domanda più ovvia
(“che riforma degli ammortizzatori
sociali ha in mente il governo?”) nep-
pure i leader sindacali sono in grado
di rispondere. Dice Bonanni: “Abbia-
mo chiesto quanti soldi il governo
DOPO IL DISCORSO a
italiana. Italiana per modo di dire, visto
che da anni il listino di Milano è gestito
dallo Stock Exchange di Londra. E questo
garntire le risorse al Fondo: il
ritorno dell’elenco clienti-for-
nitori per le imprese, una mi-
Piazza Affari, Monti è volato a
Bruxelles per l’eurogruppo,
la riunione dei ministri eco-
sarebbe il meno. Il problema vero è che le sura prevista ai tempi di Vin- nomici della zona euro, che
aziende preferiscono girare al largo da cenzo Visco (governo Prodi) deve decidere sugli aiuti alla
Piazza Affari. Il numero delle nuove e poi abolia da Giulio Tre- Grecia (il prestito da 130 mi-
quotazioni è di molto inferiore a quello monti. Difficile evadere per le liardi). Giusto prima della
imprese se costrette a comu- partenza esce una lettera fir-
delle società che lasciano il listino. nicare da chi si riforniscono e mata da 12 primi ministri, dal-
Difficile, a questo punto, vedere nella a chi vendono. Tutte le ope- l’inglese David Cameron allo
Borsa un motore di sviluppo razioni diventano tracciabili. spagnolo Mariano Rajoy al
del'economia italiana. Per ricordare polacco Donald Tusk. É il par-
questo concetto a Monti c'è voluto SONO MISURE che miglio- tito della crescita, guidato da
l'intervento dell'ex agente di cambio reranno il gradimento del go- Monti, che deve contenere l’i-
Urbano Aletti. Parole amare tra tanta verno. E Monti, che nega sem- stinto tedesco a imporre sol-
pre di fare scelte condiziona- tanto rigore, “serve un’azione
melassa. te dall’impatto di comunica- per modernizzare le econo-
zione, sembra però attento ad mie”. Ma contenere Angela
avere una solida base di con- Merkel non sarà facile.
vuole mettere sull’estensione degli meccanismi reali della società, pos- pensioni: ci siamo schierati compatti degli ammortizzatori sociali così
ammortizzatori sociali, e non ci han- sono fare disastri”. sul no, abbiamo anche fatto sciope- concepita: fine dalla cassa integra-
no risposto. Ci hanno detto che il sus-
sidio di disoccupazione sarà basato
su un sistema di tipo assicurativo che
La posizione della Cgil è diversa. Co-
me ha dimostrato la vicenda della
notizia (smentita) dell’incontro se-
ro, e i professori hanno deciso da soli
combinandoci questo bel disastro
dei 70 mila esodati che non hanno
zione straordinaria e della mobilità,
quando un’azienda grande o media
andrà in crisi scatterà subito il licen-
non graverà sulle imprese. Quindi lo greto Monti-Camusso, il segretario più ne salario nè pensione”. ziamento. A quel punto ci sarà il sus-
pagheranno i lavoratori. Ma quali? generale è pressato dai malumori in- sidio di disoccupazione per tutti i la-
Quelli che oggi non hanno nessuna terni, dal timore che eventuali cedi- L’IDEA DI BONANNI è di voratori che perderanno il lavoro,
copertura saranno chiamati a paga- menti tattici diventino vere e proprie limitare i danni (“lo sappiamo che che non sarà più parametrato sulla
re nuovi contributi? O si vogliono usa- ritirate strategiche. Bonanni invece, non siamo in avanzamento”), te- retribuzione (come la cassa integra-
re le quote per la cassa integrazione anche perché molto più forte di Ca- nendo conto che “qualche italiano zione, che copre fino all’80 per cen-
straordinaria e la mobilità che il go- musso dentro la propria organizza- ha convinto l’Europa che l’ar ticolo to del salario) ma su altri parametri
verno vuole abolire? L’unica risposta zione, confida nella sua tecnica di 18 è decisivo”, e che adesso quella è finora ignoti, ma sicuramente più
che conosco è: boh!”. concedere al governo tutto quello la scusa pronta per la rottura del ta- bassi (si parla del 60 per cento). Co-
Per i sindacati, ma anche per il Pd, c’è che serva a non rompere il tavolo: “Io volo. Sul tavolo, per quel poco che munque tutto questo i futuri disoc-
una strettoia politica molto difficile. non voglio che si ripeta la storia delle Fronero racconta, c’è una riforma cupati dovranno pagarselo da soli, e
La decisione con cui il premier Mario resta un interrogativo grande come
Monti ha ripetuto anche ieri mattina una casa: un giovane che magari la-
a Milano che la riforma del mercato vora tre mesi all’anno, che ammor-
del lavoro sarà fatta entro marzo tizzatore avrà? I sindacati non lo
“anche senza l’accordo con i sinda- sanno, ma forse un giorno Fornero lo
cati” preoccupa tutti i leader nella rivelerà. “Sono preoccupato”, dice
stessa misura ma in modo diverso. Bonanni, “questi sono partiti con i
Bonanni sostiene nei colloqui riser- giovani, i giovani... e i giovani finora
vati con Susanna Camusso della Cgil non hanno beccato un c...”. E così i
e Luigi Angeletti della Uil che non sindacati, messi con le spalle al muro
vuole rompere il tavolo a nessun co- dalla campagna che li dipinge come
sto: “Se andiamo allo scontro fron- difensori di vecchi privilegi come i mi-
tale sull’articolo 18 diamo a questi tici 750 euro al mese di cassa inte-
professori l’alibi per decidere tutto grazione, sono costretti ad agognare
da soli, e io mi preoccupo, questi l’arrivo della cavalleria di Bersani: “Il
hanno una conoscenza limitata dei Pd non può avallare ‘sta roba...”.
pagina 6

I
SEI MALATO? CREPA

Ma per la Polverini va
tutto bene: “Fidatevi
delle aziende pubbliche”
cittadini del Lazio possono continuare a
fidarsi della sanità pubblica e soprattutto di
tutto il personale altamente qualificato,
medico e non medico, impegnato quotidianamente a
garantire il diritto alla salute delle persone. Questo è il
mio impegno principale, insieme alla certezza che alla
signora in cura presso il Policlinico Umberto I è
garantita la massima assistenza”. Non ha aspettato
neanche di conoscere gli atti, e già la presidente della
Regione Lazio, Renata Polverini, si è sentita in dovere di
intervenire sulla vicenda della paziente in coma al
Pronto soccorso. “I tecnici della Regione – ha aggiunto
– stanno esaminando il caso in ogni suo aspetto: al
termine di questi accertamenti potremo esprimere un
giudizio e adottare eventuali provvedimenti. Dalle
prime notizie che abbiamo, sembra emergere che la
paziente sia stata gestita correttamente essendo stata
sottoposta a due Tac, una ecografia, tre trasfusioni e
assistita nel corso della permanenza al pronto
soccorso da un pool polispecialistico di 11 medici. A
tutela della sanità pubblica e della sua eccellenza – ha
concluso la Polverini – e nella massima trasparenza, per
evitare strumentalizzazioni, comunicheremo tutte le
informazioni in merito al caso”.

Al centro, due immagini del Policlinico

Umberto I prese da un video de La7. Qui sotto
I tempi di attesa Ambulanze ferme Ricoveri rifiutati Dimissioni improprie l’ingresso al Pronto soccorso (FOTO LAPRESSE)

Da 11 a 241 minuti Fino a un’ora Quasi il 6% di casi Passate da 63,9%

per l’accettazione per riavere la barella in più nel 2010 all’82,7% in 2 anni

L’ indagine conoscitiva
del Senato ha rileva-
to che si può attendere
per accedere al triage da-
gli 11 minuti della Puglia
ai 38 del Lazio. Per i dipar-
timenti di emergenza ad
Altà specialità si arriva ai
241 minuti dell’Abruzzo.
I l tempo medio di stazio-
ne delle ambulanze che
trasportano pazienti in co-
dice verde non deve supe-
rare i 30 minuti. In Liguria
si arriva a 46, in Sardegna a
60. Il problema è la ricon-
segna delle barelle da par-
te del Pronto soccorso.
L e segnalazioni per ri-
coveri rifiutati sono
passate dal 36,6% del
2009 al 42,4% del 2010.
Nel 19,1% dei casi si se-
gnala la scarsa assistenza
medica e infermieristica
mentre il 15,5% il ricove-
ro in reparti inadeguati.
I l rapporto Cittadinanzat-
tiva dimostra che dal
2009 al 2001 le dimissioni
ritenute improprie dai pa-
zienti sono passate dal
63,9% all’82,7%. Per il
10,8% dei cittadini è difficile
trovare strutture extraospe-
daliere per cure successive.

L’INFERNO IN “PIAZZETTA”
Una donna in coma legata alla barella
e abbandonata per 4 giorni al Policlinico di Roma
di David Perluigi purtroppo la scarsità dei paziente in coma e ho fatto Salute, Renato Balduzzi, già poco più di 1.500 euro al
posti letto è nota, ed è il per- quanto necessario per ca- ieri ha inviato una squadra mese”, riferisce uno di loro,
a “piazzetta” viene pirlo e comunque abbiamo

L
chiamata in gergo da
medici e infermieri
del Policlinico Umber-
to I di Roma. È lo stanzone
“infernale” del Pronto soc-
corso dove i senatori Igna-
zio Marino del Pd e Dome-
nico Gramazio del Pdl han-
no trovato una donna “in
coma da quattro giorni le-
gata con delle lenzuola a
una barella e senza nutri-
zione”, racconta Marino in
una conferenza stampa im-
provvisata a Palazzo Mada-
ma. Il blitz dei due parla-
mentari, accompagnati da
due carabinieri, è avvenuto
ieri mattina. I due chiedo-
no subito della “piazzetta”,
quello spazio del presidio
d'urgenza dove i pazienti
in attesa di essere trasferiti
nei reparti, sono ammassa-
ti senza distinzione di ses-
so, età, patologia e dove so-
lo i più fortunati riescono a
trovare un posto in barel-
la.
sonale del mio reparto, che
lavora con grande dedizio-
ne, il primo a pagarne le
conseguenze” dichiara
Claudio Modini, direttore
del Dea (Dipartimento
emergenza e accettazione)
del Policlinico Umberto I di
Roma. Quello che non si
spiega è come mai i medici
non abbiano assistito la pa-
ziente almeno col sondino
della nutrizione. “La donna
trovata al Pronto soccorso
legata al letto non era in co-
ma. Si tratta di una paziente
malata di Alzheimer, segui-
ta dal Dipartimento di neu-
rologia dell’Umberto I e i fa-
miliari della signora erano
sin dall'inizio informati del-
la grave situazione e del
trattamento assistenziale a
cui veniva sottoposta” affer-
ma Giuliano Bertazzoni, di-
rigente del Dipartimento di
emergenza del Policlinico
Umberto I. Ma Marino re-
plica: “So riconoscere un
fatto verbalizzare tutto di
fronte a due ufficiali”.
IL SENATORE ha presen-
tato una denuncia alla Pro-
cura della Repubblica che
inserirà il caso della donna
nel fascicolo già aperto dai
magistrati Elisabetta Cenic-
cola e Rosalia Affinito sulle
carenze nei Pronto soccor-
so romani. Il ministro della
La denuncia
dopo un blitz dei
senatori Marino
e Gramazio:
“La paziente
lasciata senza
nutrizione”
di ispettori al Policlinico,
ma va giù duro anche con la
classe medica: “Non c'è nul-
la che possa giustificare una
tale indegnità: né il sovraf-
follamento del Pronto soc-
corso per inappropriatezza
degli accessi, né le restrizio-
ni di budget connesse con
la necessità da parte delle
Regioni in piano di rientro,
né altre ragioni di emergen-
za. Dalla ispezione ammini-
strativa – aggiunge – e dalla
relazione già chiesta alla
presidenza della Regione
Lazio mi attendo elementi
per una individuazione del-
le cause di tale situazione e
dei relativi responsabili”. I
medici del Pronto soccorso
del più grande policlinico
d'Europa intanto abbozza-
no una difesa: “Solo nella sa-
la rossa ci sono 10 aneste-
sisti, quando ce ne dovreb-
bero essere 14, facciamo
turni anche di 12 ore, siamo
la maggior parte precari a
che vuole rimanere anoni-
mo.
Eppure solo giovedì scorso
una cronista di Piazzapulita
(La7) con una telecamera
nascosta aveva filmato 34
pazienti ammassati nella
“piazzetta”. Quattro di que-
sti erano stati sistemati in
una stanzetta attigua per-
ché nello stanzone sarebbe
stato difficile gestirli. Il go-
vernatore del Lazio, Renata
Polverini, ospite in trasmis-
sione, si era affrettata a dire
che il giorno dopo sarebbe
andata di persona al Pronto
doveva essere provvisoria,
ma come tutte le cose prov-
soccorso a verificare ma,
guarda caso, lo aveva trova-
visorie nella sanità romana
– racconta un infermiere –
to “ripulito”. si è istituzionalizzata; così
dalle 12 ore al massimo, si è
UN ALTRO MEDICO arrivati a ‘soste’ dei malati
racconta: “A tutti i malati anche di 4, 5 o 6 giorni. E
era stato trovato in poche sapete qual è l’altro dram-
ore, come per miracolo, un ma? La mancanza di barelle,
posto letto”, salvo poi che che escono dalle ambulan-
la situazione si è ricreata po- ze e finiscono ai malati per
chissimi giorni dopo. “La giorni e giorni. Così le am-
‘piazzetta’ è nata 12 anni fa, bulanze restano ferme in at-

“HO NOTATO subito

questa donna che aveva so-
lo la flebo con l’acqua fisio-
logica per l'idratazione e i
medici – continua Marino –
ci hanno spiegato che era-
no in attesa, da un minuto
all’altro, di poterla trasferi-
re in un altro reparto per
darle assistenza”. Il senato-
re dei democratici chiede al
personale sanitario da
quanto tempo fosse lì la
donna, gli viene risposto
che erano quattro giorni,
che soffriva di Alzheimer e
che era stata sedata per via
di un trauma cranico dovu-
to a una caduta in casa. Ma-
rino, che è prima di tutto un
medico, chiede come mai
non abbiano almeno appli-
cato alla donna il sondino
per la nutrizione, “a quel
punto i medici – spiega – mi
hanno guardato imbarazza-
ti”. Scendono trafelati i di-
rigenti sanitari che si affret-
tano a rispondere ai sena-
tori che la donna sarebbe
stata trasferita “da un minu-
to all'altro in reparto”.
La direzione dell'ospedale, a
dire il vero, non fa grandi
sforzi per difendersi. “Sono
cose che capitano spesso,
“Sulla sanità si gioca una partita tra amici”
FABRIZIO GATTI FECE UN’INCHIESTA PER L’ESPRESSO NEL 2007: “IN CINQUE ANNI NON È CAMBIATO NIENTE”
di Silvia D’Onghia
operazione trasparenza sul sito del
L’ Policlinico Umberto I è ferma al
2008: sette pagine, centinaia di nomi
di dirigenti medici e sanitari con i re-
lativi compensi. Peccato che molti di
quei nomi, a partire da quello dell’al-
lora direttore generale Ubaldo Monta-
guti, siano decaduti da tempo. E di chi
ne ha preso il posto non vi è traccia. Ma
non stupisce: il Policlinico è un enor-
me carrozzone che, ciclicamente, fini-
sce sui giornali. Appalti, ristrutturazio-
ni, liste di attesa, mancanza delle con-
dizioni igienico-sanitarie, assunzioni,
Parentopoli, taglio dei posti letto,
Pronto soccorso al collasso: il nosoco-
mio romano non si fa mancare proprio
nulla.
TRA LA FINE del 2006 e l’inizio del
2007 il giornalista de L’Espresso Fabrizio
Gatti lavorò per un mese in ospedale fil-
mando, con una telecamera nascosta,
l’inferno. Escrementi a terra, mozziconi
di sigarette accanto al reparto pediatri-
co, tubi rotti, barelle tra i rifiuti, provet-
te a disposizione di tutti. E
quindi di certo ieri non si è stu-
pito: “Sono passati cinque anni
e il problema non è stato nem-
meno impostato. La questione
non viene mai affrontata alla
radice e questo accade perchè
sulla sanità a Roma si gioca una
partita amichevole”. Sì, ma la-
sciare per 4 giorni una donna
in quelle condizioni non di-
pende solo dalle scelte politi-
che. “Sicuramente l’organizza-
zione delle priorità all’interno
dell’ospedale non funziona –
prosegue Gatti –. È un proble-
ma tecnico di gestione, manca l’integra-
zione tra il Dea (Dipartimento emergen-
za e accettazione, ndr) e tutte le disci-
pline della medicina. Ma c’è un secondo
livello. Il Pronto soccorso è diventato
un punto di raccolta dei problemi so-
ciali. Ciò vuol dire che manca una rete,
la cui competenza di solito è del Comu-
ne. A Roma si guarda alla vetrina delle
Olimpiadi, e poi non si riescono a ga-
rantire i servizi essenziali”.
Immaginare quella signora fa venire in
mente, però, un’altra domanda: al di là
dei posti letto che mancano, i medici
hanno fatto tutto il possibile? “Non pos-
so entrare nel merito – risponde il gior-
nalista –. Bisognerà per esempio capire
perchè la paziente non aveva il sondino
naso-gastrico. Ma sicuramente non va
richiamato il medico che, piuttosto che
dimettere una persona in quelle condi-
zioni di salute, la trattiene, anche così.
La domanda andrebbe rivolta alla dire-
zione sanitaria: perchè il passaggio si in-
golfa? Lo abbiamo visto anche la setti-
mana scorsa nel caso del San Camillo
(dove i pazienti venivano curati a terra,
ndr): se uno staziona tre/quattro giorni
in Pronto soccorso ed è in grado di par-
lare, vuol dire che potrebbe essere man-
dato a casa e poi richiamato, o che deve
passare con urgenza in un altro repar-
to”. Quindi bisogna prendersela con i
dirigenti? “Anni fa un paziente morì do-
po un intervento andato bene perchè i
medici si erano dimenticati di sommi-
nistrare l’anticoagulante. Chi fece cau-
sa all’ospedale faticò a trovare un con-
sulente di parte. Spesso sono le stesse
persone che si ritrovano nei circoli il fi-
ne settimana. Anche la questione del-
l’intramoenia si è rivelata fallimentare,
boicottata dalle stesse aziende, che ave-
vano promesso spazi che poi non han-
no mai dato. Così i medici visitano a casa
loro e operano in ospedale, sottraendo
posti letto. Ci sono dirigenti medici che
se la suonano e se la cantano da soli”.
Gatti insiste sulla “partita amichevole”:
“Le dichiarazioni della Polverini mi fan-
no sorridere: sono identiche a quelle di
Marrazzo. Tutti alzano le mani e a pa-
gare è la gente comune. Si dice che ci sia
un debito spaventoso, ma poi l’immen-
so patrimonio immobiliare delle Asl è
stato svenduto tra il 2005 e il 2007 ai
privati ‘amici’ che si erano guadagnati il
diritto di prelazione. Per non parlare
delle convenzioni con i privati, anche
loro tutti amici”.
 Martedì 21 febbraio 2012

D
CRICCA IN CORSIA

A un anno dalla morte
di Bollea rischia di sparire
il centro di neuropsichiatria
A poco più di un anno dalla
scomparsa di Giovanni Bollea,
padre fondatore della
neuropsichiatria infantile italiana, l’istituto da lui
creato e diretto a Roma rischia la “morte per
consunzione”. La denuncia èdel il personale del
centro, che inscenerà un vero e proprio funerale
il prossimo 27 febbraio. “La situazione attuale è
che stiamo morendo per consunzione – spiega
Ugo Sabatello, responsabile degli Interventi di
Psicoterapia con bambini, adolescenti e genitori
– le persone che vanno in pensione non vengono
sostituite e i contratti a termine non sono
rinnovati. Di questo passo anzichè ampliarsi il
servizio, che fa da punto di riferimento per tutto
il centro-sud, rischia di sparire”. Ci sono 6 mila
visite ambulatoriali e più di 700 ricoveri l’anno,
attraverso 10 neuropsichiatri infantili. Un mese
fa i ricoveri d’urgenza sono stati sospesi a causa
della carenza di personale: “Non riusciamo più a
rispondere alle sempre più pressanti richieste di
aiuto e assistenza, bbiamo tempi di attesa che
arrivano a sei mesi, e la situazione peggiora nel
tempo”.

“Con i soldi della Asl

cani e cavalli di razza”
SI ALLARGA L’INCHIESTA DI MASSA CARRARA
GLI APPALTI NEL MIRINO DEL PARLAMENTO
di Ferruccio Sansa chiesta è iscritto l’ex direttore Cercando di districare la matas- della mia buona fede portai tut-
amministrativo della Asl, Er- sa dei conti della Asl gli investi- to in Procura”. Tra i candidati
ani di razza. Perfino, pa- manno Giannetti. Ma non sa- promossi c’era la figlia della sua

tesa che venga restituita lo-
ro la lettiga. E pensare che
basterebbero poche decine
di migliaia di euro per com-
prare altre trenta barelle e
risolvere così almeno la si-
tuazione delle ambulanze
ferme”. “È la terza volta ne-
gli ultimi 12 anni che faccio
blitz al Policlinico Umberto
I e ogni volta – afferma il
senatore Gramazio – mi au-
guro di non trovare questo
maledetto stanzone”.
C
re, un allevamento di ca-
valli da corsa. La sanità
italiana non si fa mancare
niente: non bastavano le auto, i
gioielli per le fidanzate e i Ro-
lex. L’onorevole Lucio Barani
(Pdl), membro della commis-
sione parlamentare di inchie-
sta che si occupa del buco da
quasi 300 milioni della Asl 1 di
Massa Carrara, riferisce altri
episodi che la Procura di Massa
sta accertando.
Nella voragine dei conti dell’a-
zienda sarebbero “stati trovati
anche otto milioni di spese
compiute con centinaia di as-
segni che venivano riferiti alla
gestione stralcio. Ma invece di
riguardare spese sanitarie sa-
rebbero serviti per acquistare
beni di lusso”. Levrieri al posto
delle ambulanze, è questa l’i-
potesi. Nel registro degli inda-
gati per questo filone dell’in-
Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi (EMBLEMA)
La difesa
della Direzione
sanitaria:
malata
di Alzheimer, le
sue condizioni si
erano aggravate
rebbe il solo. Gli investigatori
cercano di ricostruire la posi-
zione di collaboratori e paren-
ti.
DEL RESTO la passione per i
Rolex dalle parti di Massa Car-
rara è diventata un caso politi-
co. Così è emerso che il sindaco
di Fivizzano, Paolo Grassi (Pd),
aveva acquistato un orologio
proprio dal direttore ammini-
strativo della Asl. Grassi (che
non è toccato dall’indagine)
l’ha spiegata così: “Quel Rolex
è mio e l’ho regolarmente pa-
gato con un assegno. Da tempo
cercavo quel modello. Era nuo-
vo, Giannetti mi fece uno scon-
to di 500 euro. Lo pagai 2.500
euro invece di tremila”. Ma per-
ché comprare un Rolex dal di-
rettore di una Asl? “Lo vidi per-
ché Giannetti l’aveva al polso”,
assicura Grassi.
gatori e la Commissione d’in-
chiesta si sono trovati in mano
tanti fili. Primo fra tutti il con-
corso per l’assunzione di un di-
pendente amministrativo ban-
dito nel 2008. Alla fine gli as-
sunti furono 54. Ha riferito Ba-
rani alla Commissione Parla-
mentare: “Tra i vincitori del
concorso risultano tra gli altri la
figlia del direttore sanitario, la
figlia della convivente del diret-
tore generale, la figlia del sinda-
co di Carrara e dell’allora sinda-
co di Fivizzano (Loris Rossetti,
oggi consigliere regionale del
Pd)”. Poi segretari di sindaci in
vista, figli di dirigenti Asl, di pri-
mari, sindacalisti e giornalisti.
Il Tar ha confermato la validità
della graduatoria. C’era un’in-
chiesta penale, ma è stata archi-
viata (nessuno dei candidati o
dei loro parenti illustri è stato
indagato). Il fascicolo, però,
potrebbe essere riaperto e toc-
care un secondo concorso del
2008: “La Asl di Massa Carrara
ha più amministrativi di qual-
siasi azienda toscana, ma con-
tinua ad assumere”, accusano
Maria Luisa Chincarini e Marco
Manneschi, consiglieri regio-
nali Idv. Antonio Delvino, l’ex
direttore generale della Asl fini-
to nell’occhio del ciclone, assi-
cura: “Due mesi dopo gli scritti
mi arrivò una lettera con gli
stampati delle domande dell’e-
same. Come a dire che gli esa-
minati avrebbero conosciuto i
quesiti in anticipo. A riprova
compagna? “Sì, una ragazza lau-
reata in possesso di tutti i tito-
li”.
MA GLI ATTI parlamentari
(approvati con il voto contrario
del Pd) contengono altri spun-
ti. Si concentra l’attenzione su-
gli ospedali in via di costruzio-
ne: “A Carrara c’è un ospedale
con oltre 300 posti letto ristrut-
turato a fine anni Novanta. A
Massa una struttura della metà
anni Settanta. E adesso si vuole
costruire un complesso che so-
stituirebbe i due esistenti con
un investimento di 200 milio-
ni”, racconta Renzo Giusti del-
l’associazione Ernesto Frediani
che si batte contro il progetto.
Riccardo Canesi (Idv) e Loren-
zo Schiaffino, imprenditore tu-
ristico, ricordano la relazione
del geologo Riccardo Canipa-
roli: “La zona” dove si costruirà
l’ospedale “ricade tra quelle in-
dividuate dall’Autorità di Baci-
no come a rischio e pericolosi-
tà idraulica elevata”. Ma la rela-
zione parlamentare amplia il di-
scorso al resto della Toscana, a
progetti da centinaia di milioni:
“Rimane da valutare attenta-
mente l’operato dei direttori
delle quattro Asl interessate al-
la costruzione degli ospedali
per approfondire se ci sia stato
un mancato controllo delle
procedure di legge per l’affida-
mento di appalti o subappal-
ti”.

L’IMPLOSIONE DEL SISTEMA

di Livia Ravera

SPRECHI E TRUFFE NASCOSTI NELLE DOPPIE CONTABILITÀ Sesso a scuola

di Chiara Paolin
enunciare sprechi e obbro-
Dmabri nella gestione del siste-
sanitario nazionale non è
come sparare sulla Croce Ros-
sa. È più facile. Tutti possono
prendere in mano statistiche e
tabelle, numeri e atti giudizia-
ri, spiegando come e quanto
sia stato malgestito il denaro
pubblico per – non – tutelare
la salute degli italiani.
FederAnziani, col supporto
dell’Università di Roma Tor
Vergata, ha rivelato: solo con i
contratti maldestri per mense,
lavanderie e spese telefoni-
che, le Asl buttano un miliardo
di euro l’anno. L’Aiop, l’Asso-
ciazione Italiana Ospedalità
Privata, s’è fatta una risata: i mi-
liardi che si potrebbero rispar-
miare ogni anno ottimizzando
il sistema sono almeno 13. Cer-
to i privati hanno interesse a di-
re che il pubblico non funzio-
na, ma purtroppo il Cerm, cen-
tro di analisi indipendente, ha
rincarato il concetto: se le co-
se andranno avanti così, i 111
miliardi del fondo nazionale
destinati alla sanità per il 2010
non basteranno più, e nel 2030
ne serviranno 186 per mante-
nere lo status quo. Li avremo o
il meccanismo imploderà?
L’APPOSITA commissione
parlamentare, battezzata “di in-
chiesta sugli errori in campo sa-
nitario e sulle cause dei disa-
vanzi sanitari regionali” (mai
plurale fu più evocativo), tenta
di fare chiarezza. “Il caso Massa
Carrara è stato uno choc – am-
mette il presidente, Leoluca
Orlando –. In Calabria c’è volu-
to un anno solo per capire se il
deficit era di 800 milioni, e poi
risultò di oltre due miliardi. I
numeri alla fine dicono poco:
bisogna vedere cosa c’è die-
tro”.
Ecco il problema: qual è la con-
tabilità parallela della sanità ita-
liana al netto dei già tragici con-
teggi ufficiali? Se anche que-
st’anno, andando giù d’accet-
ta, il disavanzo del servizio na-
zionale ammonta a 2,3 miliardi
di euro, quale può essere il con-
teggio reale dei buchi dissemi-
nati tra bilanci fasulli e truffe
non contabilizzate? “Bisogna
fare bene i conti in tutte le re-
gioni – ha detto il governatore
toscano Enrico Rossi commen-
tando il guaio di casa sua –. Non
vorrei che, a un esame più at-
tento, saltassero fuori dieci mi-
liardi di ammanco”.
Le cronache locali, disperata-
mente, confermano. A Foggia,
con un deficit Asl dichiarato di
80 milioni di euro, si moltipli-
cano uscite generosissime
mentre sei persone sono state
arrestate per truffe legate al-
l’acquisto di ventilatori polmo-
nari. A Genova due dirigenti so-
no finiti sotto indagine per aver
comprato e lasciato marcire
materiale informatico nei ma-
gazzini. A Trapani, dopo gli ar-
resti per infiltrazioni mafiose, è
in pieno svolgimento un bando
per assumere 37 nuovi mana-
ger, tutti ottimamente stipen-
diati. A Penna Sant’Andrea,
paesino del Teramano, un cen-
tro per bambini autistici è co-
stato alla Regione 450 mila eu-
ro di ristrutturazione (il Comu-
ne aveva donato l’edificio) ma
non è ancora in funzione a un
anno dalla fine lavori, e nelle
stessa provincia esistono altre
due strutture inutilizzate (la re-
sidenza sanitaria di Pietrafitta e
il poliambulatorio di Raiano)
per cui sono stati spesi due mi-
lioni. A Pavia 200 persone sono
indagate per aver ricevuto l’as-
segno di invalidità cedendo
una percentuale all’impiegata
compiacente (1,3 milioni il
danno).
RISULTANO queste voci nei
bilanci nella sanità italiana?
“Destreggiarsi con queste con-
tabilità è oggettivamente un
problema – ammette Lucio Ba-
rani, altro parlamentare in
commissione –. Noi, per meto-
do, guardiamo le carte e poi ve-
rifichiamo sul campo. Ma non è
facile avere un quadro preci-
so”.
e ataviche punizioni
DUE QUINDICENNI si accoppiano nel bagno della scuola,
reparto maschi. Un compagno li sorprende. “Ci sono
due che si stanno divertendo”, dice, tornato in classe. I
reprobi vengono scoperti. Parte la punizione. E la
punizione è asimmetrica: un giorno di sospensione a lui,
quattro a lei. La vicenda, accaduta a Bassano del Grappa,
istituto di ragioneria, di per sé, è irrilevante, ma contiene
alcuni mesti spunti di riflessione: in un periodo storico in
cui, non di rado, adolescenti girano video volgari da
buttare in rete, adolescenti vengono violentate e
massacrate, adolescenti appaltano lotti del loro corpo a
vecchi maiali, due quindicenni che fanno sesso a scuola,
per il piacere e il desiderio di farlo, magari addirittura
con un po’ d’amore e, soprattutto, nascosti agli occhi
degli altri invece che esibendosi, mi pare meriterebbero
un premio, più che una punizione. Invece ce l’hanno
avuta la punizione. E, altra amara riflessione: lei è stata
giudicata più colpevole di lui. Perché stava nel bagno dei
maschi? Balle. Perché, da Eva in avanti, è sempre stato
così. Lui, da solo, la mela dall’albero non l’avrebbe mai
staccata. Ma il dettaglio che, più di tutti, rivela lo spirito
del tempo è la frase del compagno di scuola ,
l’involontario delatore: “Si stanno divertendo”, ha detto.
Nei beati anni del romanticismo trasgressivo nessuno
avrebbe usato quel verbo. Divertirsi. Sarebbe parso
riduttivo.
pagina 8 Martedì 21 febbraio 2012

MALITALIA

ROMA, SCEMPIO A VILLA PICCOLOMINI ROMA

N
Nuovo rimpasto

CAMPO DA GOLF AFFACCIATO SU SAN PIETRO N

per Alemanno
ell’ennesimo
rimpasto di giunta,
il sindaco di Roma
Gianni Alemanno ha
I terreni di proprietà di una fondazione pubblica nominato assessore al
Patrimonio Lucia
Funari. Così, ha spiegato
il sindaco, “arriviamo a
di Marco Lillo mitato di cittadini “Parco Piccolo- Oggi su tre donne in giunta” e
mini”, ha presentato un’interroga- www.ilfattoquotidiano.it “mi auguro che questo
essuno lo immaginerebbe zione al presidente della Regione faccia cessare tutti i

N
La terrazza naturale su cui
mai: nel centro di Roma a Lazio Renata Polverini. Per Maruc- dovrebbe sorgere il campo da contenziosi” in corsa
poco più di un chilometro cio quel campo da golf non s’ha da golf e la vista su San Pietro. Oggi sulle quote rosa.
da piazza San Pietro, nel fare. Non solo per le problemati- il video sul fattoquotidiano.it
cuore della splendida tenuta Picco- che sollevate dai cittadini che pa- Sotto, il consigliere Idv
lomini che si estende da Villa Pam- ventano “un grave impatto am- in Regione Lazio
phili a via Gregorio VII, in cima a bientale su un’area di alto valore Vincenzo Maruccio
una terrazza naturale unica al mon- paesaggistico” ma anche perché i
do, con una vista mozzafiato sul cu- terreni che lo ospitano non appar-
polone, in un luogo verde e magico tengono a una società privata bensì
dove si aggirano indisturbate le vol- alla Fondazione Piccolomini, che
pi selvatiche sta per sorgere un ha finalità pubbliche. Non solo. Se-
campo da golf. condo Maruccio, la Fondazione è
La società Borgo Piccolomini Srl di presieduta da Benedetta Buccella-
Alberto Manni (amministratore to, un’attrice che in passato ha re-
unico e detentore dell’80 per cen- citato in una fiction diretta da Al- fittandolo con bandi pubblici. CALCIO SCOMMESSE
to delle quote) ha appena ottenuto berto Manni, proprio il socio prin- Quello per affittare il terreno, se-
l’autorizzazione con determina di- cipale della società Borgo Piccolo- condo Maruccio, presenta però al- Indagini per mafia
rigenziale della Regione Lazio per mini. cuni punti oscuri: “La Borgo Picco- e riciclaggio
realizzare in questo luogo unico al La Fondazione Niccolò Piccolo- lomini Srl diviene locataria di parte
mondo un campo pratica per il gio-
co del golf; la creazione di un per-
corso vita; la ristrutturazione di tut-
mini nasce da un lascito. Il pro-
prietario della tenuta, il conte Ni-
colò Piccolomini, morì a 28 anni
dei terreni del parco a seguito di un
avviso pubblico del 19 luglio 2010
che prevede come termine ultimo
C alcio scommesse e
mafia: è questa
l’ipotesi sulla quale
ti i fabbricati esistenti con cambio durante la seconda guerra mon- di presentazione delle offerte il 29 indaga la procura di Bari.
di destinazione d’uso in club house diale dopo avere frequentato luglio 2010. La Borgo Piccolomini Il pm Ciro Angelillis –
a servizio del campo da golf e infine l’Accademia di Arte drammatica li. Fondazione: due membri nomina- appartenente ad Alberto Manni e a che ha interrogato alcuni
anche una piscina. e destinò al mantenimento degli Nel 1943 , per realizzare le volontà ti dalla Regione Lazio, un membro Marco Cupelloni, risulta costituita calciatori come persone
L’inaugurazione del complesso è artisti drammatici indigenti il ter- del nobile attore, fu creata la Fon- nominato dal Sindaco di Roma, in data 4 novembre del 2010, quin- informate sui fatti -
prevista nel giugno del 2012 ma il reno sul quale sorgerà il campo dazione. Il conte avrebbe voluto uno dall’Accademia di Arte dram- di postuma alla chiusura dei termi- ipotizza reati che
consigliere regionale dell’Italia dei da golf, più un vero e proprio bor- che il suo patrimonio fosse utiliz- matica e un membro nominato dal ni previsti per la presentazione del- spaziano
Valori Vincenzo Maruccio, che ha go, una villa cinquecentesca im- zato per “il ricovero e il manteni- sindacati di categoria in rappresen- le offerte”. Inoltre Maruccio anno- dall’associazione
raccolto il grido di allarme del co- mersa nel verde e numerosi casa- mento di artisti drammatici inabili tanza degli attori drammatici, che ta la coincidenza: “Alberto Manni, mafiosa, alla frode
hanno scelto Bene- amministratore unico della Borgo sportiva e al riciclaggio: i
detta Buccellato, Piccolomini Srl è un regista. La dot- presunti benefici delle
Il conte voleva che la vicina alla Cgil che torsessa Buccellato, presidente combine di alcune
MILANESE Al via tenuta fosse destinata
aveva diritto a
esprimere il nome
della Fondazione Niccolò Piccolo-
mini è un attrice profesionista e
partite, giocate dal Bari
nello scorso campionato
in quella tornata. ...vanta precedenti duraturi rap- di serie A, sarebbero
il processo per il deputato Pdl agli artisti indigenti La tenuta di 8 ettari
che si estende dalle
porti professionali con Manni
avendo lavorato nella fiction “Ven-
finiti nelle tasche della
mafia barese. Oltre la
nizierà domani il processo a Marco Milanese, il pendici del Giani- to di Ponente” diretta dallo stesso. mafia, poi, le partite
Ifinito
braccio destro dell’ex ministro Giulio Tremonti,
alla sbarra con l’accusa di finanziamento il-
Ma gli attori “diseredati” colo fino a via Cava
Aurelia, era inutiliz-
Con tale contratto di locazione
trentennale (per 96 mila euro al-
manipolate avrebbero
favorito anche il clan
lecito ai partiti per la nota vicenda della barca. Con l’hanno dovuta occupare zata, ma rappre- l’anno Ndr) la presidente Buccel- degli “zingari”, sul quale,
lui, verranno processati anche il grande accusatore sentava un poten- lato vincola un bene facente parte da circa un anno, indaga
dell’inchiesta Finmeccanica Tommaso Di Lernia (che ziale polmone ver- di un’Ipab regionale per un perio- la procura di Cremona.
ha già proposto un patteggiamento a 4 mesi), Lo- al lavoro e l’assegnazio- de da sfruttare per do di gran lunga superiore alla sua
renzo Cola (anche lui intenzionato a patteggiare una ne di elargizioni ad arti- il quartiere Aurelio. carica”. Benedetta Buccellato di- MORTI SUL LAVORO
pena di 3 mesi), Massimo De Cesare, amministratore sti drammatici indigen- “Quei terreni devo- fende la sua scelta: “Il comitato dei
delegato Eurotec e Fabrizio Testa, ex consigliere di ti”. La sua volontà non è no essere restituiti cittadini sbaglia a parlare di parco Altri due operai
amministrazione Enav. Il filone è quello relativo al- mai stata pienamente alla cittadinanza”, pubblico. Si tratta di terreni privati deceduti
l’acquisto pilotato, per una somma superiore al suo realizzata. Nel 1980 la secondo Vincenzo di una fondazione che ha il dovere
valore effettivo, dell’imbarcazione di Milanese. A
comprarla per quasi due milioni fu Massimo De Ce-
sare. Un acquisto che secondo l'accusa avrebbe avu-
Fondazione è divenuta
un’Ipab, cioé un’Istitu-
zione Pubblica di Assi-
Maruccio dell’Idv,
“e devono essere
aperti ad attività
di mettere il suo patrimonio a red-
dito per destinare i soldi al sosten-
tamento degli attori, come preve-
A ncora vittime del
lavoro: un operaio
croato di 44 anni è morto
to lo scopo di far nominare Fabrizio Testa, ex pre- stenza e Beneficienza culturali per realiz- de il nostro statuto. Il campo da golf ieri mattina dopo essere
sidente di Techno Sky, consigliere dell'Enav. Per sod- sotto la vigilanza della zare lo scopo del la- non porterà nessuna nuova cuba- rimasto coinvolto in un
disfare la richiesta di Milanese, infatti Testa si sarebbe Regione Lazio, che dal 2006 al scito: una casa di riposo per attori tura e riqualificherà la zona. Manni grave incidente in un
rivolto a Cola, che avrebbe incaricato Di Lernia di 2009 ha commissariato la Fonda- anziani e non autosufficienti, im- era solo uno dei 4 registi di quella impianto siderurgico di
risolvere il problema. Questo a sua volta avrebbe zione. Dal maggio del 2009 a segui- mersa in un polmone verde per fiction e non è un mio amico. Oggi Castegnato, nel
contattato De Cesare per concludere l’acquisto della to dell’occupazione degli attori, quel quadrante di Roma”. fa l’imprenditore e ha presentato bresciano. L’altro invece
barca. v.p. villa Piccolomini è gestita da un Sotto la gestione Buccellato invece l’offerta migliore in un bando pub- è morto nel pomeriggio
consiglio di amministrazione no- la strada intrapresa è stata un’altra: blico con una decina di concorren- mentre lavorava con un
minato secondo le regole della mettere a reddito il patrimonio af- ti”. mezzo meccanico alla
Vibralcementi di
Grosseto. Si chiamava

Bonifici sospetti, Lusi ci riprova Flavio Montagnani, aveva

QUATTRO GIORNI FA L’ULTIMO TENTATIVO DI SPOSTARE SOLDI. NELLE CARTE ANCHE IL NOME DI ANGELO BALDUCCI
di Valeria Pacelli
inchiesta va avanti a colpi di scena e
L’ movimentazioni bancarie sospette
che vengono scoperte giorno dopo
giorno dalla guardia di finanza, e intan-
to il senatore Luigi Lusi, l’uomo con in
mano le chiavi della cassaforte della
Margherita, sembra ritentarci. Nono-
stante sia al centro dell’indagine per
appropriazione indebita di 13 milioni
di euro, da quanto emerge dagli atti
della Procura, il 17 febbraio Lusi avreb-
be tentato di spostare ancora soldi. So-
lo la settimana scorsa, secondo gli in-
quirenti, avrebbe cercato di movimen-
tare 253 mila euro dalle casse della
TTT.srl a quelle della Paradiso immo-
biliare, le due società riconducibili al-
l’indagato. Ma c’è di più. Perché tra le
tante operazioni sospette viene fuori
anche un nome noto: quello di Angelo
Balducci, l’ex presidente del Consiglio
superiore dei Lavori Pubblici, che solo
41 anni e stava
sostituendo un vetro alla
cabina di una gru-
CALABRIA
lo scorso settembre è stato rinviato a di Lusi, è “locazione immobile via La- parte di TTT srl di un mutuo fondiario
giudizio insieme agli altri della cricca tina 25”. Quindi avrebbe affittato una per 1.900.000 euro contratto da L’Ab- Minacce a Pecora
che facevano affari nel “sistema gela- casa dall’uomo della cricca. Però poco bate nel luglio del 2005 per l’acquisto di Gratteri e Creazzo
tinoso” dei Grandi eventi. dopo L’Abbate ha dichiarato di aver ef- un immobile di pregio nel centro sto-
A FARE da anello di congiunzione
con Balducci è Giuseppe L’Abbate, l’uo-
fettuato su quell’immobile un’impor-
tante ristrutturazione, “di cui –conti-
nua il gip– non vi è traccia sul suo conto
rico di Roma”. Si tratta della casa di via
Monserrato. Anche stavolta l’uomo che
fa da congiunzione con Lusi è Giuseppe
U n messaggio di
minaccia sull’auto. È
quello che ha trovato ieri
mo vicino sia all’ex tesoriere che alla corrente”. Per cui “potrebbe rappre- L’Abbate. Il 9 ottobre del 2008, poi la il leader del movimento
Margherita in generale, poichè siede sentare il saldo del beneficiario titolare TTT accedeva all’acquisto dello stesso ‘Ammazzateci tutti’, Aldo
nel consiglio di amministrazione della del conto di somme collegate a ristrut- appartamento e due anni dopo, preci- Pecora. Nel testo c'è
società che pubblica Europa, il quotidia- turazioni effettuate da terzi”. Si apre co- samente il 19 novembre 2010, affitta la scritto “Scopelliti ti
no del partito. È lui sì un altro capitolo sul casa proprio a Lusi per 2.500 euro al me- aspetta a braccia aperte,
che da aprile a luglio quale sta indagando se. farai la fine di Gratteri e
del 2011 emette quat- la Gdf, che vuole ve- Creazzo, boom”. Gratteri
tro bonifici per un to- rificare se dietro quel- INTANTO oltre i 13 milioni sui quali è procuratore aggiunto a
tale di 12.550 euro sul la transazione mone- la procura sta indagando, ce ne sareb- Reggio e Creazzo
conto di Banca Mar- taria si celi dell’altro. bero almeno altri 20 che provengono procuratore a Palmi.
che riconducibile a La seconda segnala- da operazioni sospette. E su questo, i Proprio ieri nella
Balducci. La causale, zione sospetta che ha pm vogliono fare chiarezza e capire se cittadina calabrese
come scrive il gip Si- convinto il gip a se- quel denaro sia stato utilizzato per fi- l’aula della Corte
monetta D’Alessan- questrare le società è nanziare altri partiti, diversi dal Pd. d’assise è stata intitolata
dro nell’atto con il quella già nota dell’8 Eventualità non contemplata nel vec- al giudice Antonino
quale approva il se- febbraio del 2011 “re- chio statuto di quella che era la Marghe- Scopelliti ucciso nel
questro delle società lativa all’accollo da rita. 1991.
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pagina 10 Martedì 21 febbraio 2012

LITI DEMOCRATICHE

STA IN DISPARTE, MA ANCHE NO:

IL RITORNO DI VELTRONI ALL’OMBRA DI MONTI
Rompe il tabù nel Pd sull’articolo 18. È subito faida
di Luca Telese non metabolizzata, quella delle rini sottolineava che a essere so-
dimissioni con cui Veltroni nel pra le righe per lui era Fassina:
hanno coniata a tempo di 2008 lasciò traumaticamente la “Che cosa vogliono da noi? Che ci

L’ record i geniacci perfidi di

Spinoza: “Come è noto nel
Pd esistono due visioni
delle cose: una miope e una
astigmatica”. Una sintesi satirica
– ma non per questo meno sba-
gliata – del caso che è nato intor-
no all’intervista dirompente di
Valter Veltroni sull’articolo 18. E
così – ancora una volta – il par-
tito torna ad agitarsi intorno allo
spirito etereo del veltronismo. E
così – ancora una volta – il Pd tor-
na a metabolizzare arsenico,
vecchi merletti, antichi rancori e
frammenti di battaglia politica
malamente sedata intorno alle
coordinate conflittuali di odio
amore per il suo fondatore. Per-
ché le cose sono complesse in
questa ennesima faida democra-
tica: solo una storia rimossa e
BOTTE DA ORBI
Il congresso?
È su Twitter
segreteria (senza spiegare per-
ché), infatti, può far comprende-
re l’ondata di rabbia di una parte
dei militanti che su twitter e su
internet ha investito l’ex sinda-
co.
E SOLO un senso di revanche
può spiegare la linea dell’ex lea-
der che annuncia di smantellare
la propria corrente, rompe sul te-
ma più delicato per il partito (il
mercato del lavoro) e allo stesso
tempo fornisce una sponda al
pezzo di popolo democratico
che tifa Monti.
Su Repubblica, intervistato da Cur-
zio Maltese, l’ex segretario ha
detto che Il Pd deve sostenere
Monti entusiasticamente, e non
certo con il mal di pancia (“Non
possiamo lasciarlo alla destra”). E
di wa.ma.
Illustrazione di Emanuele Fucecchi. In alto, Pierlugi Bersani (FOTO ANSA)
poi ha aggiunto la frase che fa da
detonatore, quella secondo cui
l’articolo 18. “Non deve essere
considerato un tabù”. Quasi cu-
rioso lo stupore suscitato da que-
ste parole. Da tempo i veltroniani
non facevano mistero di conside-
rare il governo Monti non una du-
più grande fortuna che sia tocca-
ta al nostro paese”. O che Beppe
Fioroni ha immaginato una pre-
giudiziale “montiana” persino su
Genova: “Come possiamo soste-
nere Marco Doria, uno che per
tutta la campagna delle primarie
ha criticato il governo?”. Ma Vel-
alla triangolazione gover-
no-Pd-Cgil Pier Luigi Bersani sta
giocando la sua partita più deli-
cata per tenere insieme tutti i
pezzi. Dopo l’intervista-choc al
Corriere della Sera in cui per la pri-
ma volta la Fornero prospettava
l’abolizione dell’articolo 18 (e an-
cuciamo la bocca in nome della
posizione ‘maggioritaria’ del par-
tito? Suvvia – sorride il deputato –
non credo che sarebbe una buo-
na cosa”.
E GLI UOMINI dello staff, sen-
za negare le tante proteste ag-
giungono che a Veltroni, in forma
pubblica (ma soprattutto priva-
ta) sono arrivati tantissimi “Soste-
gni pesanti”, non solo da cittadi-
ni, ma anche da altri dirigenti del
Pd. Su twitter Veltroni continua-
va a replicare. Sull’articolo 18:
“Ho detto molto meno di quanto
ha detto mille volte Bersani”. E
subito dopo: “Bisogna avere il co-
raggio di discuterne. Civilmente.
Senza che una opinione diversa
diventi una opinione del nemico.
Teorie pericolose”. E infine, più
tardi: “Comunque grazie a tutti.
Davvero. Anche delle posizioni
più critiche. Spero di aver fatto
capire meglio. Avere opinioni di-
verse è democrazia”. Sempre su
Twitter, arrivano consensi e dis-
sensi. Quello di Nichi Vendola,
coordinatore di Sel che dichiara
di essere “trasecolato” e dice:
“Veltroni indica come un retag-

U n congresso straordinario del Pd

per ora l’hanno chiesto in maniera
esplicita solo la Velina rossa e Bettini. Ma a
ra necessità (come dicono i ber-
saniani o come ripete la Bindi
quando dice: “Questo non è il no-
scorrere le reazioni di Twitter all’intervista stro governo”) ma un punto alto
di Veltroni diventa evidente che il congresso nella storia del riformismo italia-
va online ormai tutti i giorni. Botte da orbi
tra il “montiano” Ceccanti e “il sinistro” re-
no. Aveva fatto epoca una battuta
di Walter Verini, deputato e dio-
sponsabile Economia: “Fassina si vuol can-
didare a guidare la congregaz dottrina
scuro del segretario, che dopo il
primo sondaggio di Ballarò in cui
della fede la nomina è nei prox giorni
teologi avvisati”. Il quale, appunto, reci-
si rivelava per la prima volta il
buon gradimento demoscopico
tava il suo dogma: “Art 18 non è tabù è del premier, ripeteva ai colleghi:
strumento di tutela, migliorabile ma non “Adesso questo me lo ritaglio, per
rinunciabile”.Su tutti Follini: “Fassina or- farlo rileggere a tutti quelli che
mai sta a #Bersani come Suslov stava a pronosticavano catastrofi e crolli
Breznev. Si attende con fiducia l'avvento di consenso!”. E nemmeno era un
di Gorbaciov” mistero che per Enrico Morando,
altro pilastro dell’area Modem
“La nascita del governo Monti è la
troni ha calato il suo asso nel mo-
mento più delicato del dibattito
politico, proprio quando intorno
che in quel caso ricorrendo alla
parola “tabù”), Bersani era riusci-
to a frenare la deflagrazione della
polemica interna. Adesso accade
esattamente il contrario e a met-
Democratici: tere il carico è stata la lettera aper-
ta di Stefano Fassina a L’Unità: “La
“il partito prima regola per un dirigente na-
zionale – ha attaccato duro – sa-
del premier” rebbe quella di affermare la po-
sizione del partito di cui è parte.
La posizione del Pd sul mercato
va all’attacco del lavoro e sull’art. 18 è diversa
dalla tua, ovviamente legittima,
E Fassina alza gli ma minoritaria nel partito e più
vicina, invece, alla linea del ‘pen-
scudi: posizione siero unico’ e alle proposte del
centrodestra: è una constatazio-
minoritaria ne, un fatto”. Certo, anche ieri Ve-
gio novecentesco tutto ciò che è
appartenuto al campo delle con-
quiste sociali e dei risultati di de-
cenni di lotte. È una curiosa idea
di modernità e riformismo – con-
clude – quella che guarda con an-
tipatia alla Fiom e con simpatia a
Marchionne”. E poi quello di Pier
Ferdinando Casini: "Speriamo
che alcuni sinistri non vogliano
mandare Veltroni al rogo per le
sue idee sull'articolo 18". L’unico
a non dire nulla è Monti. Ataras-
sico, olimpico, distante. La poli-
tica, anche quando sceglie di so-
stenerlo, e quando si illude di
prendere la sua parte, sembra so-
lo un gioco di ombre cinesi sulla
parete della caverna.

di Arturo Parisi*
stare alle loro concordi pubbliche di-
ABersani
chiarazioni sembrerebbe che Alfano,
e Casini vadano stringendo un pat-
to sulle nuove regole della nostra demo-
crazia. Perché sembrerebbe? Un accordo
stretto da capipartito che pensano di poter
contare in Parlamento sull'82% dei voti, di
gran lunga superiore ai 2/3 dei parlamen-
tari richiesto dalla Costituzione, potrebbe
infatti essere dato per fatto a prova di ogni
verifica popolare. ABC sanno tuttavia che
se, quattro anni fa dietro quell'82% della
rappresentanza legale stava il 60% degli
elettori, oggi nel paese reale il sostegno dei
tre partiti, anche presi tutti assieme, si è
ridotto al 35%. Se non lo sanno si leggano
nel caso la bella analisi condotta dalla Tec-
kne per “l'Unità” che ci dice che se il con-
senso reale del Pdl è franato al 12,7% degli
elettori, (ripeto, degli elettori) anche il pri-
mato del Pd si fonda su un seguito reale del
15% e tutto il Terzo Polo raccoglie appena
il 7,6%. È per questo che conviene man-
tenere il condizionale. Se infatti è vero che
a fare le rivoluzioni e i colpi di Stato sono
state sempre delle minoranze, è anche ve-
ro che le forzature alla fine si pagano. So-
prattutto se si considera che dentro quella
minoranza del 35% i dissensi restano pro-
fondi. E profondo è nel restante 65% degli
elettori il sospetto che l'accordo in questio-
ne non è altro che un ennesimo inciucio, un
basso compromesso tra chi c’è e nell'in-
teresse di chi c’è, alle spalle e ai danni di chi
non c’è, e non invece finalmente quel patto
a vantaggio della Repubblica, e di tutti i
cittadini, che si promette da troppo tempo.
Ma se tra un inciucio e un patto la distanza
è enorme, il passo è purtroppo breve. Co-
me chi cammina su un crinale stretto può
L’ALLARME Gli accordi dei capipartito
“Tra patto e inciucio
il passo è breve”
trovarsi infatti sprofondato per un nonnulla
dalla parte opposta a quella sperata. Fi-
guriamoci se ci si infila apposta. È per que-
sto che di fronte alle prime notizie pub-
bliche sull'esito del confronto sento il do-
vere di lanciare un allarme accorato.
LO LANCIO sul “Fatto” sapendo di ri-
volgermi a lettori che questa estate tra i
primi hanno partecipato alla rivolta refe-
rendaria contro il Porcellum. Lo lancio per-
ché, nonostante il rigetto da parte della
Consulta della richiesta sottoscritta da
1.200.000 di cittadini, è dalla domanda di
allora che la stessa trattativa dice ora di
partire. È stata quella rivolta, il suo an-
nuncio, il suo svolgimento e il suo successo
a riportare sul tavolo una domanda che da
quel tavolo sembrava definitivamente
escluso. Sarebbe tragico se, dopo essere
stata delusa da una sentenza discutibilis-
sima, e tuttavia da rispettare, quella do-
manda fosse ora tradita in Parlamento. Io
non so se il cammino intrapreso arriverà a
destinazione, ma credo si possa dire che la
direzione di marcia è esattamente quella
opposta alla domanda alla quale si dice di
fare riferimento. Delle intenzioni dei cit-
tadini che hanno sottoscritto il referendum
che la Consulta ha ritenuto di cestinare si
può dire solo quello che è possibile dire di
un referendum abrogativo, non quale sia la
sua proposta, ma quale sia la protesta che
lo ha mosso, la sua causa, e il suo desti-
natario. In questo caso mi sembra incon-
testabile che la protesta fosse contro la
sottrazione ai cittadini di un loro diritto fon-
damentale, contro chi quel furto aveva
perpretato e allo stesso tempo contro chi
quel furto non era riuscito a impedire. E
difficile è anche negare che la domanda
fosse quella di una democrazia fondata
sulla partecipazione diretta e non sulla de-
lega ai capipartito, una democrazia che
riconosca ai cittadini non solo il diritto di
scegliere i propri rappresentanti, ma di de-
terminare anche la scelta dei governi. Una
protesta e una domanda questa volta po-
tenziata dalla rivolta montante contro tutti
i tipi di “porcelli” che affollano la fauna
politica, e contro il prezzo esorbitante pa-
gato, con la scusa del servizio alla demo-
crazia, ai partiti per la loro intermediazio-
ne. È pensando a questa domanda, di par-
tecipazione, di democrazia, di pulizia, e di
uguaglianza che non ho esitazione a dire
che la trattativa in corso e l'accordo che si
annuncia va esattamente nella direzione
opposta allo spirito del referendum e ai
sentimenti che l'hanno alimentato e con-
tinuano ad alimentarlo.
A SOSTENERE l'accordo sembra in-
fatti essere nei capipartito che lo hanno
sottoscritto non l'attenzione a quella do-
manda, ma la comune consapevolezza
della debolezza e della delegittimazione
crescente del proprio potere, e la scelta di
riformarlo con l'obiettivo di difenderlo e raf-
forzarlo e non invece di restituirlo e con-
dividerlo con i cittadini. Leggo attribuita a
Bersani l’affermazione "non possiamo
prendere in giro la gente, non ce lo per-
donerebbe”. Perfetto. Ma purtroppo è
esattamente quello che sembra accadere.
Bersani vuole alleggerirci dal sospetto della
presa in giro? Lasci stare da parte le for-
mule, e le tecniche, il bipolarismo, il pro-
porzionale più o meno disproporzionale, le
soglie di sbarramento, il metodo D'Hondt.
Torni invece assieme a Berlusconi e a Ca-
sini alle domande e alle promesse di par-
tenza e, misurando le parole, ci rispon-
dano assieme. 1) Alla protesta contro i co-
sti della politica, in modo forse discutibile, si
era risposto: ridurremo i parlamentari alla
metà. Quanti sono i parlamentari tagliati?
2) Alla richiesta di un processo legislativo
più efficiente e di un Parlamento finalmen-
te rappresentativo della nuova trama fe-
derale si era risposto: mai più due camere
fotocopia, facciamo un Senato federale un
senato delle autonomie. O, visto che ora va
forte il tedesco, un Bundesrat italiano. È
possibile che questa rivendicazione sia re-
galata alla Lega? 3) Alla richiesta di governi
scelti dai cittadini, non solo si riconosce for-
tunatamente da tempo ai cittadini, nei co-
muni, nelle province e nelle regioni, il diritto
di scegliere chi li guida, ma ci si vanta di
allargare la loro partecipazione alla scelta
dei candidati attraverso le primarie. Per-
ché a livello nazionale si pretenderebbe di
chiedere invece null'altro che una delega a
decidere alle spalle degli elettori e indicare
alleanze e governi solo dopo il loro voto? 4)
E, infine, si era detto mai più parlamentari
nominati, e giustamente si aggiungeva: an-
che il Mattarellum ne prevedeva un 25%.
Si dimostri che non è vero che con la legge
ora in gestazione i parlamentari nominati
sarebbero comunque molti di più e comun-
que troppi. E non parliamo del finanzia-
mento dei partiti. Come chiamare altri-
menti un accordo fatto dai capipartito nel-
l'interesse dei capipartito: un patto, o un
inciucio? Come sorprendersi se un accordo
a spese dei cittadini, invece che un supe-
ramento del porcellum, finisse per appa-
rire solo come una cosa diversamen-
te-sporca?
*Deputato Pd
Martedì 21 febbraio 2012
Si balla! De Michelis
in discoteca. Nella foto è
possibile riconoscere
anche
Laura Antonelli
In alto, nel cerchio
Umberto Pizzi,
fotografo, da decenni
assoluto protagonista
della vita notturna
romana
Da tempo collabora
con il sito Dagospia
e ora anche con il Fatto
di Alessandro Ferrucci
renta marzo 1991, il
T
settimanale satirico
Cuore titola: “Scatta l’o-
ra legale, panico tra i
socialisti”. Ancora non c’era
stato l’arresto di Mario Chie-
sa. Eppure non mancava una
comune consapevolezza su
certe abitudini in casa garo-
fano. Martelli, Craxi e De Mi-
chelis erano al culmine del
potere, protagonisti delle
notti romane. Quest’ultimo,
in particolare, era sopranno-
minato “avanzo di balera”.
Party, ristoranti, discoteche.
Poi il botto. Nel febbraio di
vent’anni fa scoppia Mani
Pulite e la “festa” finisce:
“Pensa, con il crollo dei so-
cialisti, alcuni ristoranti co-
me l’Augustea sono andati a
picco. Hanno chiuso poco
dopo. Con loro è morta
un’epoca”, racconta Umber-
to Pizzi, anche lui protago-
nista di quelle notti, assieme
alla sua macchina fotografi-
ca.
A Roma quando arriva lo
“stile socialista”?
Alla fine degli anni 70, una
reale ventata di novità
Cose mai viste?
Mai! Fino ad allora coman-
davano i democristiani, gen-
te riservatissima. Attenta a
tutto.
Invece dopo...
“Con la fine
del Psi i night
sono andati in
crisi e qualche
ristorante
ha chiuso
subito dopo ”
Continue serate al night.
Quanto si divertivano.
Chi trovavi?
De Michelis soprattutto. Poi
Martelli, l’ex ministro social-
democratico Ferri. Ah, an-
che se non era socialista, Al-
tissimo (segretario dei Libe-
rali) era del gruppo.
Hai mai avuto problemi
con loro?
Martelli abitava in affitto in
una proprietà degli Agnelli
vicino al Quirinale. A cena
andava all’Antica pesa. Una
sera si porta dietro Craxi e
una soffiata ci dà tra i pre-
senti anche Ania Pieroni (de-
finita “l’ultima amante” del
leader socialista). Era la foto
più ambita! Anche se poi
non usciva...
Cioè?
La davi ai giornali e poi loro
l’avrebbero utilizzata come
meglio credevano.
Agli albori dello stile Co-
rona... Eppoi cosa è suc-
cesso?
Siamo arrivati, molto soft,
ma ci scoprono. Si avvicina-
no i suoi scagnozzi e fanno:
“Se non ve ne andate ve rom-
pemo il culo”. Abbiamo obbe-
dito.
Buco nell’acqua...
Difficilissimo beccare Cra-
xi.
Mentre con De Michelis...
Frequentava discoteche, ri-
storanti. Si buttava in mezzo
alla pista e toccava il culo al-
le ragazze. Scatenato.
Ma pagavano il conto?
Per forza, erano troppi. Or-
ganizzavano feste e ancora
feste per decine di perso-
ne.
Avevano una corte attor-
no.
Sì, di leccasuole. Gli procura-
vano le donne, soddisfaceva-
no ogni esigenza.
Che tipo era Martelli?
Riservato. Ma con una don-
na dietro l’altra. Per anni è
stato insieme a Rosi Greco,
ma prima di lei...
Craxi?
Aveva una sala riservata al-
l’Augustea, un ristorante
dietro via del Corso, a due
passi dall’ex sede socialista.
Era una sua dependance.
Finito lui...
Hanno chiuso i battenti. Ora
è diventato un supermerca-
to.
Ma in quegli anni i socia-
listi non hanno mai coin-
volto i democristiani?
Forse, ma i democristiani
non si facevano beccare. Se-
condo il loro stile era pec-
cato farsi immortalare anche
solo con la forchetta in ma-
no. Pensa a una festa.
Dopo i socialisti?
Night mezzi vuoti. Quelli di
Forza Italia e i leghisti non
sono mai stati all’altezza dei
precedenti.
Proprio nessuno?
Qualcosa da Luca Leoni Or-
senigo, il leghista che ha
esposto il cappio a Monte-
citorio.
Ebbene...
La sera stessa di quella sce-
neggiata, l’ho beccato in di-
scoteca insieme a cinque
donne. Abbracciato.
Doveva rilassarsi.
Sì, come l’ex ministro Roma-
ni. Faceva parte del gruppo.
Ma, ribadisco, niente a che
vedere con gli anni di De Mi-
chelis, Martelli e gli altri.
Ma quando hai capito che
era finita un’epoca?
Nel 1993, con l’arrivo dei
nuovi politici: ignari delle
notti romane, erano stati in-
dirizzati dai vecchi socialisti
nei locali storici come Jackie
O’ o Gilda
Passaggio di consegne
Sì, ma il punto era un altro.
Quale?
In una discoteca vedo De Mi-
chelis che va al buffet. Si
riempie il piatto. Va verso il
tavolo. Al momento di seder-
si, vedo uno dei nuovi po-
litici che gli toglie la sedia da
sotto. Che botto! Il culo a
terra e con tutto il cibo ad-
dosso. Insomma, era crolla-
to l’impero.
TANGENTOPOLI
“Con il culo a terra
di De Michelis
è finita un’epoca”
PIZZI E I VENT’ANNI DA MANI PULITE:
“I SOCIALISTI ERANO I PADRONI DELLA NOTTE”
Assieme
a Minoli
Claudio Martelli
con Gianni Minoli
fuori da un
ristorante romano.
Il conduttore
televisivo Rai era
molto vicino ai
socialisti tanto da
girare un celebre spot
elettorale in coppia
con Bettino Craxi
Con il grande amore Claudio Martelli assieme a Rosi Greco
(a sinistra) e a Elisabetta Finocchi (sua fidanzata)
Con le
odalische
De Michelis al
ballo di Giuliana
di Camerino
organizzato
al Palazzo Zen
di Venezia nel
febbraio del 1986
Serata
Valentino Un
Craxi festaiolo nel
1980 al Castello
Sforzesco
di Milano per la
festa dedicata allo
stilista
APPALTI sede del Cnr
a Napoli: 8 arresti
n leghista, Giuseppe Cantoni, in contatto con l’ex
U(estraneo
vice ministro alle Infrastrutture Roberto Castelli
all’inchiesta), risulta indagato a piede libero a
Napoli per corruzione: avrebbe favorito un cartello di
otto persone tra faccendieri, costruttori e funzionari
del Provveditorato alle Opere Pubbliche della Campa-
nia, tutti arrestati dal Gip Egle Pilla. Per i pm Ardituro,
Del Gaudio ed Esposito, il cartello mirava a nominare
Angelo Palazzo alla guida del Provveditorato. Costui in
cambio avrebbe fornito notizie riservate sugli appalti.
Gli indagati al telefono dicevano che se la nomina di
Palazzo fosse andata in porto, si sarebbero spartiti 280
milioni di euro. Ma nei fatti si sono rivelati pasticcioni.
Miravano ai lavori del polo Cnr di Fuorigrotta, 18 mi-
lioni al ribasso, e hanno carpito illecitamente in Prov-
veditorato i dati delle offerte, comunicati al telefono
camuffando i punteggi come voti d’esame. Ma Palazzo
ha sbagliato i calcoli del ribasso dell’impresa, e l’appal-
to è andato ad altri. Centrale la figura di Carlo Romano,
già indagato sui casalesi. Ha architettato l’imbroglio e
ha fatto in modo che le tangenti di 5000 euro venissero
comunque pagate. Compresa la sua. (Vin. Iur.)
pagina 11
In discoteca
Anno 1984,
Claudio Martelli
esce dall’Open gate,
discoteca romana
in voga in quegli
anni. Il delfino di
Craxi aveva 41 anni
e al congresso
di Verona era stato
nominato
vicesegretario
unico
Con Marina Bettino Craxi durante una cena con una sorridente
Marina Ripa di Meana
NICOLI CRISTIANI
ai pm: “Sono soldi miei”
ex vicepresidente del Consiglio regionale lombar-
L’concorso
do, Franco Nicoli Cristiani, accusato di corruzione e
in traffico di rifiuti illeciti, è stato interrogato
ieri dal pm di Milano, Paolo Filippini. L'esponente del
Pdl, a cui gli sono stati sequestrati in casa 100 mila euro,
ha ribadito la sua versione: quei soldi sono miei rispar-
mi. Invece, l’imprenditore, Pierluca Locatelli, a dicem-
bre aveva ammesso di aver pagato la mazzetta in cam-
bio dell’'autorizzazione regionale per l’uso di una cava.
E aveva confermato quanto emergerebbe da intercet-
tazioni e pedinamenti: i soldi a Nicoli Cristiani li diedi
attraverso Giuseppe Rotondaro, il dirigente dell’ Arpa
(agenzia regionale per l’ambiente) accusato di aver pre-
so 10 mila euro per la “mediazione”. Ieri, Nicoli Cri-
stiani ha detto che se Locatelli ha sborsato davvero quei
100 mila euro, magari li ha presi Rotondaro. Non lui,
senza alcun potere di sbloccare la pratica. Ma quel de-
naro potrebbe anche essere una seconda tangente pre-
sa da Nicoli Cristiani . È un’ipotesi che sta vagliando la
procura, anche perché il taglio delle banconote di cui
ha parlato Locatelli non corrisponde a quelle da 500
euro sequestrate al politico. Antonella Mascali
pagina 12 Martedì 21 febbraio 2012

ALTRI MONDI

Vaticano Il Wall Street Journal cita il Fatto In Spagna Garzon espulso dalla magistratura Baltasar
una pagina di inchiesta sui segreti e i complotti in Garzon è stato espulso ieri dalla magistratura spagnola. Lo ha
Vaticano il quotidiano finanziario americano riporta lo stabilito l’organo di autogoverno dei giudici, il Consiglio
scoop del Fatto Quotidiano sul “complotto di morte” generale del potere giudiziario (Cgpj), dopo che il 9 febbraio
rivelato dal cardinal Romeo durante il suo viaggio in Cina Garzon è stato inabilitato alla professione per 11 anni in seguito
e il documento redatto per informare Benedetto XVI. alla sentenza sul caso Guertel. La decisione, presa
Chiedendosi se il Vaticano sa ancora custodire un segreto, all’unanimità dal comitato permanente, dovrà essere ratificata
il giornale ripercorre gli ultimi scandali della Santa Sede. giovedì dal plenum, ma è già stata notificata a Garzon. (FOTO ANSA)

TRE MILITARI ITALIANI

di Barbara Schiavulli
i muore anche per un

S incidente in Afghani-
stan, non è la prima vol-
ta. Capita quando un
mezzo corre troppo o quan-
do un aereo cade. Capita an-
che quando un inverno così
non si vedeva da quaran-
t’anni. Capita quando i fiu-
mi sono troppo pieni e le
MUOIONO NEL GELO DELL’AFGHANISTAN
montagne troppo innevate.
A volte il nemico indossa un
Annegati nel blindato rovesciato nel fiume
fucile, altre volte la sfortuna
si accanisce. “Morti nell’a-
dempimento del loro dove-
re”, scrive in una nota il ge-
nerale Claudio Graziano, ca-
po di Stato Maggiore dell’E-
sercito. A volte significa so-
lo essere nel posto sbagliato
nel momento sbagliato.

IL CAPORAL maggiore
Francesco Currò, 33 anni,
messinese, il primo caporal
maggiore Francesco Paolo
Messineo, 29 anni, di Termi-
ni Imerese e il caporal mag-
giore Luca Valente, 28 anni,
di Gagliano del Capo (Lec-
ce) sono morti intrappolati
in un lince affogato nell’ac-
qua. Erano i primi, in cima a
una colonna di mezzi, dove-
vano raggiungere i colleghi
che avevano trascorso la
notte fuori dalla base bloc-
cati dal cattivo tempo. An-
davano in loro soccorso, tra
loro e gli altri il fiume di
Shindad nella zona ovest sot-
to il controllo del contingen-
te italiano, quel fiume che
d’estate si attraversa trotte-
rellando tra le rocce, ma che
d’inverno si riempie di ac-
qua furiosa. Pensavano che
il Lince ce l’avrebbe fatta a
guadare il fiume traboccan-
te di gelo, tante altre volte lo
Un mezzo Lince impegnato in Afghanistan. A destra, le tre vittime dell’incidente: in senso orario, Messineo, Valente e Currò (FOTO ANSA)
aveva già fatto. Sono entrati
piano piano, si sono mossi
con gli occhi puntati sulla ri-
va opposta, quando il fondo
ha ceduto, o la corrente li ha
spinti, in ogni caso il mezzo,
quel grosso veicolo che pro-
tegge dalle mine piazzate dai
militanti, si è ribaltato. A riva
i colleghi inorriditi assisteva-
no alla morte dei loro com-
pagni senza poter fare nien-
te. Dentro al veicolo non c’è
stato modo di uscire. Non
sono riusciti a sganciare
quelle cinture che si stacca-
no con un dito, imprigionati
dalle lamiere, dai giubbotti
antiproiettile con l’acqua e il
fango che entrava e intorpi-
diva i corpi.
Dei quattro uomini nel mez-
zo, tutti del 66° reggimento
aeromobile “Trieste” di stan-
za a Forlì, solo il rallista che
sta in piedi con il busto fuo-
ri, mitragliatrice alla mano, è
riuscito a salvarsi. Ha nuo-
tato contro corrente, ha rag-
giunto la riva, ogni bracciata
una lotta per la vita mentre
quell’esperienza gli si con-
gelava addosso. Soccorso e
ricoverato nell’ospedale di
Shindad, ha sofferto d’ipo-
termia, qualche contusione
e lo shock di aver perso i
propri compagni e di essere
l’unico sopravvissuto.
Deve essere sembrato inter-
minabile il tempo che ci
hanno messo gli elicotteri
per arrivare, agganciare il
mezzo e trascinare a riva il
Lince con i tre corpi ormai
senza vita. Cordoglio delle
autorità politiche italiane, il
paese del caporal maggiore
Messineo, Termini Imerese,
ha annullato i festeggiamen-
ti del carnevale. Salgono co-
sì a 49 i militari italiani morti
in Afghanistan, più di 2800
quelli della Nato, la maggior
parte americani che ormai
dopo dieci anni di guerra
puntano al ritiro previsto nel
2014, ma anche prima se
possibile, come lasciano in-
tendere i vertici militari sta-
tunitensi decisi a lasciare il
pantano afgano al più pre-
sto.

DETENUTO IN ISRAELE
ADNAN, 66 GIORNI SENZA CIBO
IL BOBBY SANDS PALESTINESE
di Francesca Borri
i Khader Adnan, che adesso che
Ddavere,
leggete potrebbe essere già ca-
sappiamo tutto, ormai. Ha
33 anni, studia Economia all'Uni-
versità di Birzeit e vive a Arabeh,
vicino Jenin. Lavora come panettie-
re e ha una moglie, Randa, 31 anni
e una laurea in Giurisprudenza sot-
to il velo integrale. Ha anche due
figlie, Ma'ali di 4 anni, Bissan di 18
mesi. E un terzo bambino in arrivo.
Attivista della Jihad islamica, è sta-
to in carcere già altre 8 volte, per un
totale di 6 anni. Ma mai per atti di
violenza - a lungo, in fondo, è stato
reato anche solo sventolare una
bandiera palestinese.
SAPPIAMO TUTTO anche
del suo arresto. Di quando la notte
del 17 dicembre, alle 3, decine di
soldati israeliani hanno circondato
la sua casa, puntato le mitragliatrici
alla testa di Ma'ali e Bissan. Khader
è stato trascinato fuori ammanet-
tato e incappucciato, e picchiato e
insultato già sulla jeep, mentre ve-
niva trasferito nel carcere di Ofer,
vicino Gerusalemme. E lì, per i primi
18 giorni, è stato interrogato, legato
con le mani dietro la schiena su una
sedia alta 50 centimetri, 7 ore di do-
mande una di pausa, poi altre 7 ore
e un'altra ora; e via così. Per 18 gior-
ni. Da allora, non ha mai potuto né
lavarsi né cambiarsi. E anche ora
che è in una stanza di ospedale, è
incatenato al letto, le due caviglie e
un polso. Randa ha avuto sue no-
tizie solo il 30 dicembre, e ha potuto
incontrarlo solo il 7 febbraio per 15
minuti. Ha commentato solo: trau-
matico. L'8 gennaio è stato condan-
nato a un mese di reclusione, pro-
lungata poi per altri tre mesi. Fino
all'8 maggio.
L'unica cosa che ancora non sappia-
mo, di Khader Adnan, è di cosa sia
accusato. In Cisgiordania il decreto
militare 1651 del 1970 autorizza
ogni comandante dell'esercito, per
non meglio precisate “esigenze di si-
curezza”, ad arrestare chiunque
nell'area di sua competenza. Men-
tre il fermo di un israeliano deve es-
sere convalidato da un giudice entro
12 ore, un palestinese può rimane-
re in detenzione amministrativa, e
cioè in carcere senza accusa e sen-
za processo, fino a 6 mesi. Proro-
gabili di altri 6 mesi, e poi altri 6 mesi
- all'infinito. Al momento, secondo i
calcoli di Amnesty International, so-
no in detenzione amministrativa
307 palestinesi, tra cui 21 deputa-
ti.
Il 13 febbraio, il giudice Moshe Ti-
rosh ha rigettato l'appello dei difen-
sori di Khader. Le informazioni in
suo possesso, ha detto, coperte da
segreto, sono sufficienti a tenerlo in
carcere. E comunque, “le sue con-
dizioni di salute dipendono dalla sua
libera scelta non nutrirsi”.
L'avvocato Jawad Boulos chiede
semplicemente che sia processato.
Si è rivolto ora direttamente in Corte
Suprema, e l'udienza è fissata per
giovedì. Una risposta che equivale
però a una condanna a morte: per-
ché oggi sono 66 giorni che Khader
Adnan è in sciopero della fame -
quanto Bobby Sands quando morì.
Non è possibile resistere oltre i 70, e
già oltre i 55 i danni fisici e mentali
sono irreversibili. Khader è alimen-
tato solo da una flebo di soluzione
salina, integrata con glucosio e vi-
tamine. Ma i suoi muscoli, cuore in-
cluso, sono ormai atrofizzati, e in via
di decomposizione. Interrompere lo
sciopero della fame è per lui peri-
coloso quanto continuarlo.
SULLA STAMPA israeliana il
primo articolo è comparso una set-
timana fa, per il progressista Ha'a-
retz. Riferisce genericamente che
“un tribunale militare lunedì ha ri-
gettato l'appello di un palestinese in
sciopero della fame da 58 giorni per
ottenere una riduzione della pena”.
Ancora più istruttivi, come sempre, i
commenti dei lettori. “Israele è una
democrazia, ognuno ha il diritto di
morire”. Anche perché “è un terro-
rista in meno”, spiega Aron, “meglio
uccida sé stesso che gli altri”. Fino a
Mordechai: vorrei sapere chi gli pa-
ga le cure, le mie tasse?, chiede.
Ma a colpire, piuttosto, è l'indiffe-
renza palestinese. Mai nessuno ha
resistito a lungo quanto Khader, qui,
ma “Fatah e Hamas sono impegna-
te nella formazione di un governo
Manifestazione per Khader Adnan (FOTO LAPRESSE )
per uno stato che non esiste, e in
negoziati che non hanno la minima
possibilità di ottenere la fine della
detenzione amministrativa di 3,5
milioni di palestinesi”, scrive Ali Abu-
nimah. Statunitense, è il fondatore
del sito di controinformazione Elec-
tronic Intifada: e l'animatore, su
Twitter, di una campagna in soste-
gno di Khader che è da giorni al nu-
mero uno tra gli argomenti più di-
scussi. Ma la solidarietà internazio-
nale sembra più forte di quella pa-
lestinese, limitata a poche e rade
manifestazioni fuori dal carcere di
Ofer. Persino da al-Azhar, dagli ule-
ma del Cairo, è arrivata una fatwa
che ricorda come lo sciopero della
fame sia una forma di suicidio, con-
traria dunque al Corano.
Per il resto, l'unico, laconico comu-
nicato stampa è stato quello di Ca-
therine Ashton, responsabile della
politica estera dell'Unione europea.
Chiede a Israele di tutelare la salute
di Khader Adnan. Anche se non è
quello che chiede lui, che si sta bat-
tendo non per la sua salute, speci-
fica Randa, ma per la sua dignità e
libertà. È ancora cosciente. Ha di-
chiarato solo: muoio perché viviate.
GAUCK missione dignità
per il pastore tedesco
n uomo che parla al cuore della gente, emotivo e impre-
UGauck,
vedibile nelle sue scelte. Così è stato definito Joachim
il candidato unico alla presidenza della Repubblica
tedesca, forte di una statura morale che lo renderanno un
presidente scomodo, molto più scomodo del suo predeces-
sore Christian Wulff. Le difficili trattative per la sua candi-
datura si sono concluse domenica notte con un colpo di ma-
no da parte dei liberali, che impongono Gauck, in quanto
personalità ritenuta in grado di restituire “dignità, rispetto e
autorevolezza politica alla carica di presidente”. Merkel dun-
que costretta ad abbassare la testa per non dare l’impressione
di una frattura (reale) all’interno della coalizione di governo,
dopo aver tentato fino all’ultimo di far passare Wolfgang Hu-
ber, presidente del Consiglio Nazionale delle Chiese Evan-
geliche, ben voluto da Spd e Verdi, ma chiaramente troppo “di
parte” per i tedeschi di fede cattolica. Alla fine Gauck la spun-
ta e non nasconde in conferenza stampa la sua sorpresa.
NEL GIUGNO 2010, quando l’allora presidente Horst
Köhler gettò la spugna, molta parte della Cdu aveva apprez-
zato la scelta dei socialdemocratici e Verdi di candidare
Gauck. La Merkel puntò invece sul giovane Wulff, e in molti si
chiesero se non fosse un modo per fare fuori un suo possibile
concorrente alla cancelleria e garantirsi un presidente acco-
modante. Il 18 marzo dunque Gauck dovrebbe essere eletto
11° presidente della Bundesrepublik. Nato a Rostock nel 1940,
figlio di un capitano deportato in Siberia dai sovietici nel
1951, convinto anticomunista, studia Teologia e diventa pa-
store protestante. Gauck avrebbo voluto fare il giornalista,
cosa impossibile non avendo mai militato nei Giovani Pio-
nieri, l’organizzazione giovanile di partito della Germania co-
munista. Nel luglio 1989 è uno dei fondatori del Neues Forum,
primo movimento di opposizione riconosciuto dal partito so-
cialista unificato della Germania dell’est (Sed), e l’anno dopo
è eletto deputato della Volkskammer nelle prime libere elezioni
della Rdt negli ultimi mesi della sua esistenza. Al suo nome ha
legato la Commissione Speciale di controllo per lo sciogli-
mento della Stasi, il ministero per la sicurezza interna e lo
spionaggio della Germania comunista, che ha guidato dal
1990 fino al 2000, e nota come “Commissione Gauck”.
Martedì 21 febbraio 2012 pagina 13

ALTRI MONDI

Yemen Oggi al voto a un anno dalla rivolta Seggi aperti Nigeria Assalto al mercato, almeno 30 morti È
oggi in Yemen per le contestate elezioni presidenziali, dopo di almeno 30 morti il bilancio di un attacco contro un
proteste antigovernative, caos e violenze. Abde Rabbo Mansour mercato di Maiduguri, località nel nord-est della Nigeria.
Hadi, vicepresidente e braccio destro di Ali Abdullah Saleh, al Un gruppo di uomini armati, probabilmente appartenenti
potere da oltre 33 anni, è il candidato unico, appoggiato dal al gruppo radicale islamico Boko Haram, ha aperto il
partito del Congresso e dalla coalizione dei partiti fuoco contro la folla nel mercato. Un portavoce militare
dell’opposizione Jmp. Secondo la Commissione elettorale, sono ha riferito che i militari accorsi sul logo dell’attentato
state stampate circa 12 milioni di schede elettorali. (FOTO ANSA) sono riusciti a uccidere otto dei militanti. (FOTO LAPRESSE)

GLI SPARI DEI MARÒ

E LE CATTIVE ACQUE
TRA ITALIA E INDIA
Prolungato il fermo dei fucilieri
accusati di aver ucciso 2 pescatori I due marò italiani (con il basco nero) fermati dalla polizia indiana ( FOTO ANSA)

di Marta Franceschini na non può quindi essere com- liana, che nel frangente assolve- salito a bordo. te, non ha esitato a cavalcare la spiacevole sensazione che Nuo-
New Delhi petente. Inoltre, sul tavolo del va al ruolo di pubblico ufficiale, L'immediato risalto dato alla no- causa nazionalista, invocando va Delhi abbia agito più per ob-
pm romano Francesco Scavo, e su cui interamente ricade in tizia dai media indiani ha contri- una punizione esemplare per i bligo politico che per scelta di
re giorni di fermo per i due che ha aperto un fascicolo sulla base al regolamento internazio- imparzialità, e si teme che dietro

T
marò italiani indagati per
la morte dei due pescatori
indiani: il giudice di Kol-
lam ha esteso di 72 ore la custo-
dia dei militari delle forze spe-
ciali del San Marco. Il caso di-
plomatico tra New Delhi e Ro-
ma prosegue dopo ciò che è
successo mercoledì quando
due marines a bordo della
“Enrica Lexie”, in navigazione
nel Mare Arabico, avrebbero
scambiato una barca di persca-
tori keralesi, per pirati, e hanno
aperto il fuoco, lasciando senza
vita il timoniere Gelastine, di 45
anni, e il suo aiuto Ajesh, di 25.
La ricostruzione dei fatti è an-
cora parziale e l’Italia ha ieri fat-
to ricorso contro la decisione
indiana, precisando che l’inci-
dente è avvenuto in acque in-
ternazionali e la giustizia india-
vicenda, c'è un rapporto del
Ros che riassume tutte le infor-
mazioni disponibili. Si tratta di
fatto di ritagli di giornali, per-
ché finora non esiste una rela-
zione di servizio firmata dal co-
mandante della petroliera ita-
Il paese segue il
caso tra orgoglio
nazionalista e
sospetti sul ruolo
della leader
politica “italiana”
Sonia Gandhi
nale la decisione di aver abban-
donato le acque internazionali.
L'ipotesi ufficiosa, che la procu-
ra di Roma intende verificare,
lascia intravedere un tranello.
QUALCUNO avrebbe fatto
credere al comandante che le
autorità locali, saliti a bordo del
peschereccio, avevano arresta-
to i pirati, motivo per il quale
senza informare il comando del-
la Marina, i militari avrebbero
abboccato all'invito di avvici-
narsi al peschereccio, e si sono
pertanto avvicinati al porto. Si
ignora tuttavia se davvero Mas-
similiano La Torre e Salvatore Gi-
rone siano scesi dalla nave ed
eventualmente per quale moti-
vo. Pare che la decisione sia av-
venuta solo dopo un lungo con-
ciliabolo con il console italiano
buito a far crescere l'ondata di
indignazione che ha attraversa-
to il paese, mettendo Nuova De-
lhi in una posizione difficile. Ita-
liana è, infatti, anche Sonia Gan-
dhi Maino, la donna più potente
del subcontinente, presidente
del partito di maggioranza “Il
Congresso” e, considerata da
molti, il vero potere occulto che
gestisce il governo con pugno di
ferro da dietro le quinte. Davanti
a una crisi che coinvolge il suo
paese, si teme sempre che il go-
verno finisca per chiudere un
occhio, se non tutti e due, e in-
sabbiare la faccenda. Il governo
di Delhi non si può permettere il
sospetto di parzialità familisti-
che, soprattutto con le elezioni
locali in corso in 4 stati dell'U-
nione, una prova considerata
decisiva per il suo futuro. E con
l'opposizione che, naturalmen-
colpevoli. “Se l'incidente fosse
successo in acque italiane”, ha
scritto nell'editoriale il direttore
di uno dei maggiori quotidiani
indiani, “le conseguenze sareb-
bero state immediate e durissi-
me. Ci aspettiamo altrettanto
dal nostro governo”.
ALLA FINE, dopo febbrili
trattative tra i vertici diplomati-
ci, ieri mattina ai due marines
Massimiliano Latore e Salvatore
Girone è stato prolungato il fer-
mo. Sono accusati di omicidio, e
saranno giudicati da una Corte
indiana. “L'India ha mantenuto
la linea dura” titolavano oggi i
giornali, insinuando tuttavia
che 4 giorni di contrattazioni
siano comunque abbastanza
“strani”: sarebbe successo lo
stesso se fosse stato coinvolto
un altro paese europeo? Resta la
alla drastica decisione di oggi, si
nasconda la volontà di postrici-
pare la soluzione della faccenda
per sottrarla all'attenzione del-
l'opinione pubblica. Le indagi-
ni, assegnate alla polizia costale
dello stato del Kerala, partono
con pesanti ombre. Le versioni
delle due parti coinvolte si con-
traddicono fino quasi a sfiorare
il ridicolo: per esempio, sull'ab-
bigliamento dei marinai uccisi,
definito in un caso “piratesco” e
nell'altro “casual”. Certo, resta
difficile spiegare come una bar-
ca sia potuta arrivare tanto vici-
na alla nave italiana da diventare
bersaglio, senza apparenti se-
gnali d'allerta, tanto è vero che il
capitano del peschereccio dor-
miva al momento dell'attacco.
(ha collaborato Rita Di Giovacchi-
no)

“Un braccio di ferro diplomatico ECONOMIA ma fra i due paesi

dopo l’errore fatale”
di Roberta Zunini
i pare di poter dire che si sia
M trattato di un “genuine mista-
ke”, di un errore fatto in buona
fede ma i vostri soldati potreb-
bero rischiare comunque l'erga-
stolo o la pena di morte”. Il Ti-
mes of India è uno dei quotidiani
indiani più influenti e Indrani
Bagchi è da molti anni respon-
sabile della sezione diplomati-
ca. Da quando la vicenda dei ma-
rò italiani, arrestati nello Stato
del Kerala, è diventata un caso
diplomatico internazionale, an-
che la signora Bagchi vi sta lavo-
rando. “Secondo me si è trattato
solo di un errore dalle conse-
guenze purtroppo fatali. Non
credo che i vostri soldati aves-
sero intenzione di uccidere.
Penso volessero allontanare co-
loro che ritenevano pirati , non
ucciderli. Da quanto sta emer-
gendo sul campo, risulta ormai
chiaro che i colpi mortali sono
partiti proprio dalla nave italia-
na. Solo una grande nave infatti
avrebbe potuto distruggere le
reti del peschereccio”.
SECONDO la giornalista non
ci sono quindi più dubbi su chi
ha sparato a chi. Inizialmente
c'erano dubbi anche in proposi-
to. Si diceva che forse i respon-
sabili della morte dei due pesca-
tori indiani fossero su un'altra
barca che stava transitando nello
stesso specchio d'acqua. “Resta
il fatto che solo una nave enorme
La Enrica Lexie nel porto di Kochi ( FOTO LAPRESSE)
come quella italiana sarebbe sta-
ta in grado di distruggere com-
pletamente le reti, gettate al lar-
go”. Se non ci sono più dubbi in
proposito, è stato appurato che
la nave italiana si trovasse in ac-
que internazionali e pertanto do-
vrebbe essere la magistratura ita-
liana a istruire l'inchiesta. “La
legge indiana invece prevede
che se succede qualcosa a citta-
dini indiani su una nave indiana,
il caso è di competenza della ma-
gistratura indiana. Certo se il co-
mandante non fosse entrato nel
porto di Kochi, i marò ora non si
troverebbero davanti a un pro-
curatore indiano, però non do-
vete pensare che l'equipaggio
sia stato fatto entrare in porto at-
traverso un inganno premedita-
to dell'autorità di polizia india-
na. Le forze dell'ordine hanno
agito secondo la legge del nostro
Paese. Era loro dovere provare a
portare i presunti colpevoli da-
vanti al pubblico ministero”. Le
acque al largo del Kerala non so-
no frequentate dai pirati. La pe-
sca invece, assieme al turismo, è
la fonte principale di sussistenza
per i suoi abitanti. “Non ci sono
mai stati casi di pirateria, la gente
è pacifica e rispetto ad altre zone
lì si sta molto meglio, quei pesca-
tori non erano certo dei delin-
quenti”. E alla domanda se le ori-
gini italiane di Sonia Ghandi, la
leader del partito del Congresso,
possano influenzare in qualche
modo il caso, Bagchi risponde:
“Non c'è nulla che possa far pen-
sare che le origini italiane della
Ghandi possano orientare que-
sto caso. Che è un grande caso
solo in Kherala, non negli altri
Stati. L'attenzione dei media è
catturata dalle elezioni”.
è boom di scambi
di Luca D’Aprile
9 febbraio: ore 18 in Italia, le 22 e 30 in
1re farmaceutico
India. Un imprenditore indiano del setto-
mi chiama al telefono, a un
orario decisamente insolito, per sapere se la
crisi diplomatica tra Italia e India potrà in
qualche modo compromettere la imminen-
te costituzione di una joint venture tra la sua
azienda ed il mio cliente italiano, a cui stiamo
faticosamente lavorando da mesi.
Ci rassicuriamo a vicenda, ci diciamo che gli
unici problemi potrebbero venire da ritardi
o annullamenti nella concessione dei visti,
ma nulla più. Almeno così speriamo ed al-
meno così si augurano le comunità econo-
miche italiana ed indiana che non vorrebbe-
ro di certo interrompere la dinamicità dei
rapporti che vi è tra i due paesi.
L’India e l’Italia, due grandi economie che
hanno bisogno l’una dell’altra se vogliono
crescere ma con un distinguo che non sfug-
ge ad alcun operatore italiano che abbia a
che fare con il gigante asiatico. Se dieci anni
fa gli imprenditori indiani erano affamati di
tecnologia italiana, ed europea in generale,
ed erano pertanto “parte debole” nelle trat-
tative d’affari, ora hanno una consapevolez-
za nei loro mezzi che ha totalmente spostato
l’asse di forza delle relazioni di business. Il
gioco lo guidano loro, ormai è evidente, ma
ciò non toglie che la richiesta di know-how,
design e prodotti italiani rimane elevatissi-
ma e in molti settori: meccanico, automo-
tive, agro-industria, infrastrutture.
Lo dicono i numeri. L'interscambio com-
merciale italo-indiano è arrivato nel 2010 ad
oltre 7 miliardi di euro, con esportazioni ita-
liane in crescita del 23%. L'Italia è il 4° par-
tner commerciale indiano dell'Unione euro-
pea e il 7° per investimenti. Numeri confer-
mati dal vivo interesse che gli imprenditori
italiani quotidianamente mostrano con ri-
chieste approfondite sulle dinamiche di
mercato, sui livelli di tassazione, sul funzio-
namento delle loro società di capitali, sul
grado di penetrazione dei prodotto italiani.
Un mercato in continua crescita, a ritmi mai
conosciuti in Italia, che ha portato alla emer-
sione di una classe media che si stima ormai
prossima ai 200 milioni di persone e a una
fascia di ricchi di circa 10 milioni. Nonostan-
te questo l'export italiano verso l’India è an-
cora basso, non più dell’1% del totale ma cer-
tamente destinato a crescere, molto più che
in altri paesi, e questo anche per le affinità
storico culturali che vi sono tra i due paesi e
che sono certamente un patrimonio da non
disperdere.
Accade di frequente che un tavolo di tratta-
tive tra imprenditori italiani e indiani abbia
come incipit una chiacchierata sui forti le-
gami esistenti: da Sonia Gandhi alla moglie
italiana del premio Nobel per l’economia
Amartya Sen, dalle comuni radici del capi-
talismo familiare, croce e delizia di entrambi
i sistemi economici, fino alla continua affer-
mazione dell’orgoglio indiano per rappre-
sentare la più grande democrazia del mon-
do, spesso sottolineando ciò in contrappo-
sizione all’altro gigante asiatico, la Cina.
Di contro abbiamo debolezze strutturali di
grande evidenza, non più accettabili in una
economia globalizzata. Le Istituzioni pubbli-
che a supporto delle imprese italiane sono
spesso inconsistenti e, pertanto, ignorate
dai nostri imprenditori che, ancora una vol-
ta, in India, così come in molti altri paesi,
sono costretti al “fai da te”. Ed è questo uno
svantaggio competitivo enorme e un freno
troppo grande al nostro sviluppo sui mercati
esteri.
Martedì 21 febbraio 2012 pagina 15

SERVIZIETTO PUBBLICO

LA RAI VIETA
ALLE PRECARIE
DI AVERE FIGLI
Nel contratto da consulenti è previsto
il licenziamento in caso di gravidanza Il cavallo di viale Mazzini (FOTO ANSA)

di Carlo Tecce so che, qualora per tali fatti Ella per la Rai i diritti – e la maternità cisa di non essersi mai sognata di glio. Ecco, Marta può sapere: Vado al lavoro fino al nono mese
non adempia alle prestazioni è un diritto – cambiano se il gior- interrompere unilateralmente “Ogni anno mi mostravano il so- di gravidanza. E ho la fortuna di
arta è disoccupata. Gior- nalista è un dipendente o un col- contratti di collaborazione a cau- lito contratto di dieci mesi, set- partorire a luglio, nel periodo in

M
nalista precaria Rai,
mamma a tempo pieno:
“Non rinuncio ai miei di-
ritti, non accetto il ricatto né il
baratto: voi trascurate la vostra
famiglia, noi vi paghiamo 400
euro”. Marta è un volto anoni-
mo fra mille altri. Anche Marta
ha firmato il contratto che scon-
siglia di avere un figlio. Soltanto
Marta può capire che significhi
la clausola numero 10 che viale
Mazzini impone ai consulenti,
Cgil e Cisl:
“È illegittimo”
I partiti:
convenute, fermo restando il di-
ritto della Rai di utilizzare le pre-
stazioni già acquisite, le saranno
dedotti i compensi relativi alle
prestazioni non effettuate. Co-
munque, ove i fatti richiamati
impedissero a nostro parere, il
regolare e continuativo adempi-
mento delle obbligazioni conve-
nute nella presente, quest'ulti-
ma potrà essere da noi risoluta di
diritto, senza alcun compenso o
indennizzo a suo favore”.
IL COORDINAMENTO Er-
rori di Stampa ha pubblicato una
lettera a Lorenza Lei, il primo di-
rettore generale donna di viale
Mazzini. Errori di Stampa è un'as-
sociazione romana di giornalisti
precari che prova a trovare forza
laboratore. Anche perché il mer- sa di maternità, a meno che que-
cato del lavoro penalizza i con- sto non sia stato richiesto dalle
tratti definiti atipici: “Non c’è collaboratrici interessate”. In se-
mai licenziamento o risoluzione rata, per riparare, il dg Lorenza
anticipata del rapporto di lavoro Lei annuncia verifiche.
di natura subordinata, anche di
tipo a termine, avente per cau- FORSE DAVVERO la Rai non
sale lo stato di gravidanza. Quan- ha mai licenziato le collaboratri-
to ai contratti di lavoro autono- ci incinte – anche se nel contrat-
mo – cui non si applica lo Statuto to esagera con le precauzioni, e
dei Lavoratori né le relative tute- le violazioni – ma chi ha firmato
le – l'azienda di viale Mazzini pre- quei contratti può saperlo me-
VIALE MAZZINI condannata a pagare 7 milioni
a Fiat per un servizio di Annozero sull’Alfa Mito
tembre-giugno. Tre anni fa mi
impongono di aprire la partita
Iva. Lo faccio, per l'ennesima
consulenza, meno di 1.000 euro
al mese. A ottobre scopro di es-
sere incinta, conosco la clausola,
anch'io l'ho firmata. Non dico
niente per tre mesi, fin quando
l'evidenza lo mostra”. Il capore-
dattore s’accorge del pancione:
“Mi dice di stare attenta, di non
esagerare con i giorni di riposo.
cui il contratto è sospeso. Mi ri-
chiamano a settembre, faccio
turni di notte, fatico a crescere il
neonato. Passa un anno, stavolta
mi propongono 400 euro netti e
dico basta: avete avuto la mia ma-
ternità, non avrete mia figlia”.
Marta riprende un contratto del
2008, la clausola gravidanza c’e-
ra già. Adesso c’è la denuncia. E
dire che la chiamano “mamma
Rai”.

“Vogliamo
chiarimenti”
La replica:
“Verificheremo”
un’etichetta che camuffa gior-
nalisti che vanno in televisione,
che vanno in redazione, che
vanno in trasferta.
L’AZIENDA paragona la ma-
ternità a una “malattia” a un “im-
pedimento”: a un ostacolo che
puoi saltare con il rischio di farti
male (e venire licenziata). Que-
sto il testo: “Nel caso di sua ma-
lattia, infortunio, gravidanza,
causa di forza maggiore o altre
cause di impedimento insorte
durante l'esecuzione del con-
tratto, Ella dovrà darcene tempe-
stiva comunicazione. Resta inte-
e voce sommando debolezze e
disperazioni: “Le chiediamo di
porre fine al proliferare di con-
tratti ultraleggeri, di sostituirli
con scritture più serie, realistica-
mente rispondenti alle mansioni
del lavoratore. E di stralciare dal
testo la penosa 'clausola gravi-
danza'”. Ieri mattina Errori di
Stampa pubblica l'appello per il
direttore generale, i partiti di
qualsiasi colore e qualsiasi schie-
ramento spingono la rivolta, ma
l'azienda tace, riflette e poi –
quasi stizzita – risponde per con-
fermare. É infinito l’elenco di chi
protesta: Susanna Camusso
(Cgil) e Raffaele Bonanni (Cisl)
parlano di contratto illegittimo;
Nichi Vendola (Sel), Silvana Mu-
ra (Idv), Bianchi Clerici (Lega),
Paolo Binetti (Udc), Giorgia Me-
loni (Pdl), Vincenzo Vita (Pd) e
Beppe Giulietti (Articolo 21)
chiedono smentite che non arri-
vano. Il comunicato di viale Maz-
zini è lungo, contorto, ma va let-
to interamente per capire che
LnaleagliRaicivile
e il giornalista Corrado Formi-
sono stati condannati dal Tribu-
di Torino a risarcire la Fiat
con 7 milioni di euro. È stato giudicato
“denigratorio” il comportamento del-
l’attuale conduttore di Piazzapulita che
nella puntata di Annozero del 2 dicem-
bre 2010, confrontava la nuova Alfa
Mito Quadrifoglio verde con altre due
“piccole” sportive, la Mini Cooper e la
Citroen DS3. Dalla prova, sul circuito
di Varano de’ Melegari, la Mito finiva in
fondo alla classifica, sotto di quasi tre
secondi rispetto alla Mini. Secondo la
sentenza, da Annozero è stata fornita
un’informazione, oltre che “denigra-
toria” anche “non veritiera”, “incom-
pleta e parziale” che ha cagionato al
marchio Fiat, e in particolare a quello
Alfa Romeo, un danno patrimoniale
pari a 1 milione e 125mila euro e non
patrimoniale quantificato in 5 milioni
e 750 mila euro. A carico dei condan-
nati vanno poi aggiunti gli eventuali 2
milioni di euro delle spese di pubbli-
cazione sui giornali: entro 15 giorni,
infatti, la sentenza va diffusa sui quo-
tidiani La Stampa, La Repubblica e Il Cor-
riere della Sera, ed entro 45 giorni, su
Quattroruote.
Per stabilire la validità del test di For-
migli e di un esperto del canale Top
Gear i giudici piemontesi hanno costi-
tuito un collegio super partes di periti
di cui ha fatto parte anche l’attuale mi-
nistro dell’Istruzione, Francesco Pro-
fumo, all’epoca rettore del Politecni-
co di Torino. La relazione dei tecnici
sostiene che il sistema di controllo
ESP-TCS, non disinseribile su Alfa Mito
contrariamente alle due concorrenti,
ha penalizzato le prestazioni dell’auto-
mobile italiana; i tempi sul giro mostra-
ti a fine servizio, risultati inclementi
con la Mito, potevano variare se il con-
trollo di stabilità fosse stato disattiva-
to.
Formigli, si legge nella sentenza, “scre-
dita il valore di un’auto che è il simbolo
di una casa automobilistica produttri-
ce e difforme dal vero, in quanto atto a
rappresentare una falsa realtà”. La Rai
è stata ritenuta corresponsabile “per il
solo fatto di avere messo a disposizio-
ne i suoi mezzi di organizzazione e dif-
fusione, conservando, quale datrice di
lavoro, la potestà di dettare regole di
comportamento e di adottare le con-
crete decisioni circa i modi di svolgi-
mento della prestazione”. È stato, in-
vece, assolto il conduttore del pro-
gramma, Michele Santoro, ritenuto
“estraneo all’organizzazione della ga-
ra”. Corrado Formigli si limita a dire
che sta “leggendo attentamente le mo-
tivazioni della sentenza”.

Sanremo, anche con il successo si perdono soldi

ROSSO PREVISTO PER OLTRE 3,5 MILIONI DI EURO. E L’AZIENDA APRE IL PROCEDIMENTO DISCIPLINARE CONTRO CELENTANO
i sono due bilanci che circo- gazzo di via Gluck. La Sipra ha spesso anche col comune di Sa- do 150mila euro al botteghino. suoi interventi hanno violato il
Cfluente
lano in Rai nei giorni di veleno
che salutano la 62esima
venduto il prodotto Sanremo sen-
za sfruttare la figura di Celentano,
nremo per la convenzione milio-
naria, rinnovata qualche mesi fa
Gianni Morandi ha guadagnato
meno dei suoi predecessori, co-
contratto che aveva firmato. Pri-
ma di mobilitare la struttura di-
edizioni del Festival di Sanremo. anzi: per colpa del primo mono- per i prossimi tre anni: 7 milioni di munque una cifra considerevole sciplinare di viale Mazzini, Loren-
Ottimi ascolti: 57,5 per cento di logo, più lungo del previsto, dice euro a edizione, quasi la metà del (600mila euro), esattamente za Lei ha chiesto e ricevuto una
share, 13,3 milioni di telespetta- di aver perso 700 mila euro. E budget. Quest’anno la Rai ha ri- quanto Celentano che devolverà lettera da Mauro Mazza (direttore
tori, numeri che non si vedono da dunque i 15 milioni diventano sparmiato persino sui biglietti il suo ingaggio in beneficenza. di Rai1) e da Rosario Fiorespino
sette anni. Pessimi investimenti: 14.3. Viale Mazzini si lamenta omaggio per l’Ariston, incassan- Le tre vallette di Sanremo insieme (responsabile contratti). Stavolta
18 milioni in uscita, 14,450 mi- superano i soldi è successo quel
lioni in entrata, e dunque perdite spesi per il bellis- che desiderava il
oltre i 3,5 milioni di euro. Aspet-
tando i bilanci veri e propri, quelli
simo spettacolo
di Patty Smith e
Le vallette Consiglio di am-
ministrazione (e
definitivi e non preventivi, accon-
tentiamoci di un piccolo calcolo
Brian May nel gio-
vedì dei duetti.
sono costate Mazza riteneva
possibile), ma
che viene esaminato in viale Maz-
zini con tanta preoccupazione, e
Ma la 62esima edi-
zione di Sanremo
più di Patty quando l’ex con-
sigliere Rizzo Ner-
una domanda legittima: perché è ormai finita con vo chiedeva un
non tornano i conti? La conces- le dimissione del Smith e Brian procedimento sul
sionaria di pubblicità (Sipra) ha direttore artistico dg per le sue as-
venduto spazi per 15 milioni di Gianmarco Mazzi, May che hanno sunzioni natali-
euro, e s’è visto: le promozioni dal 1 marzo il co- zie, l’azienda ha
erano nascoste ovunque, si an- mando sarà in ma- incantato pensato bene di
nunciavano addirittura i nomi de- no a Giancarlo ignorare la prati-
gli stilisti e persino l’introduzione Leone, il vicedi- il pubblico ca. Persino il pre-
mostrava marchi di vario genere. rettore generale sidente Paolo Ga-
La Rai ha contrastato Adriano Ce- con delega ai programmi d’intrat- rimberti si oppose a una semplice
lentano sin dalla prima bozza del tenimento. Anche se il direttore discussione in Cda. Su Adriano
contestatissimo contratto, ma generale Lei convoca la Commis- Celentano, invece, tutti d’accor-
non ha sfruttato al massimo il ri- sione per il comitato etico contro do.
chiamo pubblicitario dell’ex ra- Adriano Celentano, per capire se i C .T.
Martedì 21 febbraio 2012 pagina 17

PRIGIONI

BRUTO, I CRIMINALI
E L’ORSO D’ORO
DENTRO UNA CELLA
Chi sono gli attori di Rebibbia
interpreti del film dei Taviani
di Elisa Battistini camorra ha ammazzato. È in ga- perché una loro amica era andata
lera da 34 anni e sconta l’erga- a vedere una rappresentazione
micidio, narcotraffico, as- stolo. A marzo uscirà anche il

O
sociazione a delinquere. I
reati compiuti dai prota-
gonisti di Cesare deve mori-
re, fresco Orso d’Oro dei fratelli
Taviani, non sono “minori”. La
sezione di Alta Sicurezza di Re-
bibbia ospita persone che han-
no vissuto e commesso talvolta
quegli atti violenti raccontati dai
classici della letteratura e del
teatro. Perché, in fondo, chi ha
indagato meglio le pulsioni più
oscure dell’uomo di Shakespea-
re, Genet, o Dante? Cosimo Re-
ga, che interpreta Cassio nella
messa in scena del Giulio Cesare
narrata nel film, è un che per la
FELICI e low cost: così inedito basso profilo, qua-
suo libro, Sumino ‘o Falco, autobio-
grafia di un ergastolano.
MA NEL FRATTEMPO è di-
ventato autore della battuta con-
clusiva del film, non prevista in
sceneggiatura, e che da sola apre
un mondo: “Da quando ho cono-
sciuto l’arte, ‘sta cella è diventata
una prigione”. Rega, assieme a
un’altra trentina di detenuti, l’ar-
te l’ha conosciuta da una decina
d’anni, quando ha cominciato a
recitare sotto la guida del regista
teatrale Fabio Cavalli, prezioso
“virgilio” per i Taviani. Che han-
no saputo del teatro a Rebibbia
dell’Inferno dantesco. E aveva
pianto. E allora loro sono andati a
vederli con i loro occhi, quegli
uomini che rivivevano il dolore
di Paolo e Francesca, del Conte
Ugolino, di Ulisse. Due anni fa
esatti, i Taviani hanno deciso che
con loro volevano girare un film.
“Stavamo lavorando ai Sei perso-
naggi in cerca d’autore– dice Fabio
Cavalli, anche coordinatore del-
le tre compagnie teatrali nate del
carcere – ma Paolo e Vittorio ci
hanno detto che avevano biso-
gno di qualcosa di differente da
Pirandello. Avevano bisogno di
Shakespeare”. E della sua trage-
dia più radicale sul potere, la ven-
Il set di “Cesare deve morire” dei fratelli Taviani, con gli attori detenuti di Rebibbia
C’è chi ha ucciso zogna? E l’arte è per loro una nuo-
va forma di verità: con il teatro
Cavalli, il regista
per la camorra, molti di loro hanno capito che
c’erano altre possibilità di vita.
che lavora con
chi ha fatto il CON UN EFFETTO liberato-
loro da anni: “Per
rio, più che frustrante. “Certo –
narcotrafficante, spiega Cavalli – i detenuti com- guadagnarsi la
prendono anche quanto hanno
ora fanno teatro perso di loro stessi, ma sentono loro fiducia non
anche che hanno ancora tem-
e si laureano in po”. Arcuri si sta laureando in bisogna mentire,
Giurisprudenza, Rega ha scelto
lettere e filosofia Lettere, un altro ha fatto una tesi cercano verità”
su Giordano Bruno, per la sua
laurea in Filosofia. Quasi tutti stu-
detta, il tradimento, il Giulio Cesa- diano. “E tutti – dice Cavalli – so- rante la messa in scena degli spet-
re, appunto. Prima di arrivare a
girare (le riprese sono durate un
no attori diplomati”. Bruto, ovve-
ro Salvatore Striano, ora l’attore
tacoli ho assistito a momenti for-
ti: la disperazione per aver rice-

volano i vincitori di Berlino siluminosi un’ombra alle spalle dei

vincitori, accom-
pagnati dalla produttrice
mese), i Taviani hanno dovuto
conquistare la fiducia dei dete-
nuti, il loro rispetto. I due grandi
lo fa di professione. Scugnizzo
dei clan, Striano è uscito grazie
all’indulto del 2006 e da allora ha
vuto la notifica di un ergastolo, le
grida di gioia di un carcerato che
aveva saputo che sarebbe stato li-

Bsumaerlino, aeroporto Schönefeld. Mattina Grazia Volpi e alcuni membri dello staff di
presto di domenica 19 febbraio. Si con- Rai Cinema. In file disordinate ci sottopo-
il ritorno dei “reduci” dal festival di niamo al rituale dei controlli d’imbarco: ed
Berlino: stampa e addetti ai lavori rimasti
fino in fondo, e dunque provati da dieci
giorni non-stop con finale esplosivo. Già,
non si parla di altro nella ristretta “commu-
nity” italiana, e mentre annusiamo proibi-
tivi profumi al duty free ci rendiamo conto
che il trionfo dei fratelli Taviani della sera
prima è diventato anche “affar nostro”,
cioè di ciascuno. Il contagio vale la condi-
visione, e l’evocazione si fa sostanza perché
Paolo e Vittorio ad un tratto ci appaiono da-
vanti. Raggianti, avvolti nella sciarpa con gli
orsetti della Berlinale, ognuno col suo trol-
ley. Ci congratuliamo, e scatta un’emozio-
ne estranea alla finzione. Poco dopo li rag-
giunge Nanni Moretti, berlinese in esclusi-
ve vesti di distributore italiano del film. E
per questo sempre rimasto in elegante e
ecco che al passaggio dei “fratelli d’Italia” il
detector intercetta qualcosa di metallico:
anche l’Orso d’oro “s’ha da controllare”. La
comunità tricolore si ricompone al gate,
dove altri tedeschi e italiani in partenza, a
noi estranei, confrontano le foto sulle pa-
gine dei quotidiani con i volti antichi dei
due signori sorridenti: sì, sono loro. “Pos-
siamo congratularci e fare una foto con
voi?” e si forma la fila, che include l’addetto
controllo passaporti. È un tunisino residen-
te in Germania, “portatemi in Italia con
voi!”. A quel punto Paolo e Vittorio estrag-
gono il trofeo, scatta l’applauso spontaneo.
Ci imbarchiamo, ognuno si siede dove tro-
va, perché questo è un volo low cost. Fuori
dagli yacht sanremesi, ecco l’Italia che ci
piace. Anna Maria Pasetti
registi sono stati sottoposti a un
esame accurato da parte di Cosi-
mo, Giovanni Arcuri (Giulio Ce-
sare), Antonio Frasca (Marcanto-
nio) e tutti gli altri. “I detenuti –
dice Cavalli – vanno guardati ne-
gli occhi e bisogna sempre dire
loro la verità. Se sentono che stai
mentendo, e che quindi li puoi
tradire, non ti riconosceranno
come loro pari”. Dopo alcuni in-
contri con i Taviani, il gruppo ha
ratificato: “Chille sono boss”.
Che pare una bestemmia. Ma che
invece nel linguaggio di chi vive
in cella, “significa che quei signo-
ri avevano lo sguardo limpido di
chi voleva raccontare senza sot-
terfugi, di chi non ha paura ed è
onesto intellettualmente”. Chi
ha fatto 30 anni di carcere e ha la
prospettiva di non uscire, come
può essere interessato alla men-
lavorato con Orsini a teatro, Gar-
rone al cinema (Gomorra) e sta gi-
rando una serie televisiva sulla
mala napoletana. All’inizio del
film, tutti gli attori si presentano.
Potevano scegliere se usare ge-
neralità fittizie, ma non lo hanno
fatto. “Dario Bonetti – dice Caval-
li – quarantenne italo-argentino
ed ex uomo del narcotraffico, ha
pensato poi maledetto a me: e se mi
riconoscono in Sud America?” . Ma
alla fine anche lui ha guardato la
verità in faccia. Alla notizia della
vittoria a Berlino, qualcuno ha
pianto. Tutti non vedono l'ora he
i Taviani li vadano a trovare con
l'Orso d'Oro. Anche durante le ri-
prese ci sono stati momenti di
commozione. “Uno degli attori
mi ha ringraziato perchè era ven-
t’anni che non vedeva il tramon-
to – dice Cavalli – ma anche du-
berato. È importante evitare di
fare prove in giorni emotivamen-
te importanti, come quelli dei
colloqui con i familiari. Se litighi
con tua moglie o tuo figlio, reci-
tare è impossibile. In carcere tut-
te le emozioni sono estreme. Per
il resto, sono dei veri professio-
nisti. Quando abbiamo scelto il
cast per il film, nessuno ha pro-
testato per aver le parti principa-
li: come i veri attori, sanno cosa
possono interpretare e cosa no. I
detenuti cercano verità e giusti-
zia. Cercano di comprendere lo-
ro stessi con l’arte e di conoscere
il verdetto di quello che ora è il
loro giudice naturale: il pubbli-
co”. Ma la capacità terapeutica
della recitazione non può toglie-
re il desiderio più forte. “Che re-
sta uno solo – conclude il regista
– Tornare liberi”.

Nove suicidi tra le sbarre: anno nuovo, stessi problemi

SABATO UN RAGAZZO DI 21 ANNI SI È IMPICCATO A SAN VITTORE, MA IN 48 ORE SI SONO UCCISI ANCHE DUE AGENTI PENITENZIARI
di Andrea Managò
abato scorso Alessandro Gallelli,
Sverso
21 anni, ha scelto un modo di-
di evadere dal carcere mila-
nese di San Vittore: si è impiccato
con una felpa nella cella del reparto
psichiatrico del penitenziario dove
era recluso. Era in carcere da ot-
tobre dello scorso anno, accusato
di violenza sessuale e stalking, il
Tribunale del Riesame aveva re-
spinto la richiesta di concedergli
gli arresti domiciliari. Il giorno pri-
ma della sua morte, il Gup di Mi-
lano, Paola Di Lorenzo, aveva di-
sposto una perizia psichiatrica per
accertarne lo stato di salute men-
tale.
Con lui sale a 9 il conto dei detenuti
che si sono suicidati dietro le sbar-
re dall’inizio del 2012, la maggior
parte di loro sceglie di impiccarsi.
Ma il bollettino di questa strage si-
lenziosa non si ferma qui: dal pri-
mo gennaio nelle carceri italiane ci
sono stati anche 5 decessi per cau-
se naturali. In altri 23 casi gli agenti
della Polizia penitenziaria sono riu-
sciti ad intervenire appena prima
che i detenuti si togliessero la vita.
Per una triste coincidenza sabato
scorso ha scelto di togliersi la vita,
impiccandosi nel bagno di casa, an-
che un assistente capo della Polizia
penitenziaria.
AVEVA 48 ANNI, prestava ser-
vizio nel carcere romano di Rebib-
bia e suonava nella banda musicale
del corpo. Due giorni prima un altro
agente si era sparato. Negli ultimi
anni il numero dei suicidi tra i ba-
schi azzurri ha subito un’escalation
impressionante: 88 dal 2000 ad og-
gi, di cui 38 solo negli ultimi quattro
anni. “Il nostro organico è ridotto
all’osso, abbiamo 6.500 unità in me-
no rispetto agli effettivi necessari”
spiega Eugenio Sarno, segretario ge-
nerale della Uil penitenziaria “lavo-
riamo in condizioni al limite della
legalità”. Poi incalza: “Senza voler
strumentalizzare, ma due suicidi in
meno di 48 ore non possono non
essere oggetto di attenzione verso il
malessere del personale, invece
non vediamo atti concreti da parte
Nelle galere
italiane circa
67mila carcerati,
22mila in più
della capienza.
Il 30% sono
tossicodipendenti
di chi detiene responsabilità politi-
che ed amministrative”. Le carceri
italiane scoppiano, strette tra so-
vraffollamento, strutture fatiscenti
e lentezza della macchina giudizia-
ria, con il 42% dei detenuti in attesa
di giudizio. Le ultime statistiche del
ministero della Giustizia parlano
chiaro: al 31 gennaio i detenuti era-
no 66.973, oltre 22 mila in sovran-
numero rispetto alla capienza rego-
lamentare prevista. Numeri che aiu-
tano a comprendere meglio perché,
in un anno, circa 500 agenti peni-
tenziari abbiano riportato ferite con
diagnosi superiori ai 5 giorni a se-
guito di aggressioni da parte dei de-
tenuti.
PER ALLEGGERIRE la situazio-
ne nei giorni scorsi il Parlamento ha
varato il cosiddetto decreto ‘svuota
carceri’ approntato dal governo
Monti. Il provvedimento prevede la
possibilità che una persona fermata
per reati non gravi venga trattenuta,
per le prime 48 ore, agli arresti do-
miciliari, poi nelle celle di sicurezza
delle Questure e solo come estrema
ratio nei penitenziari. In sostanza in-
terviene sul sistema delle porte gi-
revoli, che ogni anno vede transi-
tare in cella oltre 20 mila persone
per periodi compresi tra due e cin-
que giorni. Un meccanismo che
crea sovraffollamento. “Non è né un
indulto mascherato, né una resa del-
lo Stato alla delinquenza” ha tenuto
subito a precisare il Guardasigilli
Paola Severino. Contestualmente ha
annunciato 11.500 nuovi posti nelle
carceri.
“Questo decreto è un passo in avan-
ti che va nella giusta direzione, ma
va ripensata la politica della pena”
commenta il segretario generale ag-
giunto del Sappe Roberto Martinelli
“ad esempio per i tossicodipenden-
ti, che sono circa il 30% della po-
polazione carceraria”. Secondo il
Sappe “In una comunità di recupe-
ro potrebbero essere assistiti me-
glio ed avrebbero maggiori possibi-
lità di reinserimento sociale. Il car-
cere non sia l’unica risposta che lo
Stato da per garantire la sicurezza
dei suoi cittadini”. Con l’attuale si-
stema della pena, lo scorso anno 61
detenuti si sono suicidati in carce-
re.
pagina 18

ANDREA PIRLO ZLATAN IBRAHIMOVIC PAOLA FERRARI JOSÉ MOURI

il Calcio del Fatto

Voti a perdere
ì di Giancarlo Padovan
IL MIGLIORE 9 IL PEGGIORE 3
PIRLO La domanda è cosa sarebbe KOSICKY Barriera monca, uscita
la Juve senza di lui, snodo vitale di a vuoto, rinvio sbagliato. A Torino ha

SCUDETTO AL BIVIO qualsiasi manovra. Sabato vedremo

se dalla sua assenza il Milan ha tratto
giovamento o nocumento.
fatto tre errori da portiere nel pal-
lone. Il Catania ha sottovalutato la
partenza di Andujar .

E venne
GILLET 8 Bell’esempio di
portiere che para e di calciato-
re che rifiuta di tradire. L’anno
scorso era a Bari (ci è stato un-
dici anni) e fino all’ultimo ha fat-
to il suo dovere, credendo nel-
biani che ha lanciato il Lecce
verso un’insperata volata-sal-
vezza mostrano, ancora una
volta, qualità eccezionali. Bravi
i dirigenti dell’Udinese a pe-
scarli, bravo Cosmi a farli ren-
anno fa tra lui e Bonucci, ex
coppia di centrali difensivi del
Bari, il predestinato per tutti
era l’interista, temporanea-
mente parcheggiato al Genoa.
Adesso non è che Bonucci sia

la resa
la salvezza anche quando era
oggettivamente impossibile e
nonostante i compagni che si
vendevano partite e dignità. È
giusto che abbia ritrovato la Se-
rie A con il Bologna. Ed è pure
probabile che riesca a mante-
dere, beato Guidolin che se li
godrà l’anno prossimo. Classe
e velocità hanno scomodato
paragoni eccessivi (Messi, Ro-
naldo), tuttavia i due possono
almeno ripercorrere le orme
di Sanchez. Che da quest’anno
diventato meglio di Ranocchia,
solo che gioca sempre ed è si-
curamente più affidabile, tanto
da potergli insidiare il posto in
nazionale. A meno che Pran-
delli non dica che chi gioca in
una difesa a tre (Bonucci) non

del Conte nerla se alle sue parate si ab-

bineranno i gol di Di Vaio.

DI VAIO 7,5 La stagione era

cominciata male, come se aves-
se qualcosa da scontare e in ef-
fetti la ferita per la vicenda dei
gioca al Barcellona.

LOTITO 5 Il crollo della La-

zio a Palermo e le difficoltà
congenite in cui si dibatte, cau-
sa una rosa ridotta, non è colpa
di Reja, né della difesa (vi ha gio-
sappia giocare in quella a quat-
tro. Come quasi tutti sanno, è
vero l’esatto contrario.

CASTAIGNOS 3,5 Uno

di Roberto Beccantini
in meno. Mancano quattordici
turni: troppi, per parlare di esi-
fettiva” di rigori. La rimonta con
il Catania è stata incensata al di là
pass falsificati era grave e diffi-
cile da sanare per uno che si era
votato a Bologna, oltre che al
cato Ledesma per necessità),
né dei medici che curano un
gruppo sempre più consisten-
degli acquisti più insignificanti
della mortificante gestione
Branca-Ausilio, non riuscendo
a lasciar traccia come calciato-
re, lo fa da semplice lama. Scri-

M
ilan-Juventus di sabato sera tor-
na a essere la polveriera d'Italia.
Allegri vi arriva con un punto in
più e Ibrahimovic in bilico,
squalificato fino a giovedì e poi
chissà; Conte, con una partita
to finale e fatale, qualunque sia
il risultato. Il Milan è la squadra
campione in carica; la Juventus,
la sfidante al titolo. Pesi massi-
mi, in tutti i sensi.
L'ANNO scorso, la Juve, setti-
ma, finì a 24 punti dai rivali. Non
ci fu gara, se non nei confronti
diretti. La gita del Milan “B” a Ce-
sena, introdotta dalla zampata di
Muntari, scarto dell'Inter, con-
sente ad Allegri di gestire un pri-
mato meno virtuale di quanto
non sembri. Conte era reduce da
un esubero di pareggi (doppio
zero a zero con Siena e Parma,
dieci in tutto) e una carenza “af-
Il milanista Urby Emanuelson, protagonista contro il Cesena (FOTO AP)
di ogni ragionevole turibolo:
l'hanno orientata l'espulsione di
Motta, corretta, e, come in Ro-
magna, le papere del portiere.
Il Milan vanta il miglior attacco.
La Juventus, la miglior difesa.
Molto dipenderà dalla presenza
o meno di Ibra, senza il quale i
campioni hanno vinto a Udine e
Cesena. Oggi, la linea di confine
tra gli accampamenti rimane An-
drea Pirlo, 33 anni a maggio. Par-
tecipò da comparsa, con 17 pre-
senze e 1 gol, all'ultimo scudetto
del Milan; è stato il protagonista
della riscossa juventina. Sabato
sera, una rete e due assist. Nel
suo ruolo, Allegri ha preferito gli
spigoli di Van Bommel; nel suo
ruolo, Delneri aveva Felipe Melo
Bologna. La resipiscenza, piena
e sincera, ha fatto da catarsi. Ha
ricominciato a segnare (otto
gol con un solo rigore) e a San
Siro ha affondato l’Inter con la
candida freddezza di chi, con il
calcio, sa ancora divertirsi.
CUADRADO 7,5 Con
Muriel, una coppia di colom-
o Aquilani, che regista non è.
Secondo Valdano, “il talento nel
calcio suscita sospetti. Il musco-
lo è innocente”. Sono parole che
aiutano a indagare le fisse degli
allenatori. Conte ha rifondato la
Juventus ispirandosi al rullìo dei
tamburi; Allegri, lui, predilige il
disordine di talento alla discipli-
na ferrea; non a caso – Ibra a par-
te – il suo giocatore simbolo è
Boateng, a forte rischio per sa-
bato, tipico atipico di un calcio
che, come Nedved, racconta il
singolo partendo da “cosa non
è”: Boateng non è un attaccante,
non è un rifinitore, non è un me-
diano; in compenso, è la sintesi
esplosiva di almeno tre attitudi-
ni, di almeno tre posizioni.
LA JUVENTUS è imbattuta e
non ha pendenze europee. La ra-
zione settimanale di Champions
non riguarda il Milan, già fiam-
meggiante eversore dell'Arse-
nal. Coinvolge, viceversa, Napo-
li e Inter. Il Napoli ha recuperato
gol e fiducia, come documenta
la lezione inflitta alla Fiorentina.
Il Chelsea, in crisi nera, si ag-
grappa a un pronostico troppo
te di infortunati. L’unico re-
sponsabile è il presidente che a
gennaio ha promesso al tecni-
co, e fatto credere ai tifosi, l’ar-
rivo di rinforzi adeguati. Inve-
ce, a parte il modestissimo Al-
faro, sono rimasti quelli di pri-
ma, meno di prima.
RANOCCHIA 4 Solo un
aperto per metterlo al sicuro.
L'Inter sarà di scena a Marsiglia,
a casa Deschamps. La squadra di
Ranieri viene da un punto in cin-
que partite, le ultime due perse
al Meazza, in volata con il Novara
Milan-Juve
di sabato è appesa
alla forma di Ibra
Solo lui può fare
la differenza tra
il miglior attacco
e la miglior difesa
e per distacco con il Bologna. Li-
cenziare Ranieri, dopo aver eso-
nerato Gasperini, significhereb-
be affidarsi all'ennesimo giro di
roulette. A fine stagione, Moratti
dovrà ripensare la società, dallo
staff manageriale alla rosa. Serve
qualità: e la qualità costa.
ve il giudice sportivo in base alla
prova tv: “Il giocatore indiriz-
zava con repentino movimen-
to del capo, da una distanza di
due-tre metri, uno sputo verso
Raggi”. La squalifica è di tre
giornate, ma bene farà l’Inter a
multarlo adeguatamente. Al-
trimenti passi alla rieducazio-
ne.
Tornando alla partitissima, Con-
te ha già sconfitto Allegri all'an-
data (2-0, doppietta di Marchi-
sio) e in Coppa Italia (2-1 a San
Siro, Caceres, El Shaarawy, Cace-
res). Gli infortuni di Boateng e c.
hanno contribuito a smussare il
divario. Nessun dubbio che la Ju-
ve sia più fiamma e il Milan più
scintilla. Per domare il Catania, i
bianconeri hanno dovuto bru-
ciare una scatola di fiammiferi;
per liquidare il Cesena, ai senzaI-
bra è bastato un cerino. Non so-
no dettagli da poco.
IL MILAN, che resta favorito,
occupa il posto che gli compete.
La Juventus ha sabotato i prono-
stici e recuperato credito, non
solo terreno. Mai dimenticarlo.
Pirlo è la pietra dalla quale la sto-
ria ricomincia. Ibrahimovic, il
muro sul quale potrebbe andare
a sbattere. Quando si sfidano
scuole di impronta così diversa,
le emozioni dovrebbero scaccia-
re la noia. La Juve, di solito, si
butta sulla torta; il Milan va spa-
rato sulle fette. Auguri, di cuore,
all'arbitro: Orsato o Tagliaven-
to?

PUGNI e Caresse Risultati CLASSIFICA

24ª Giornata Milan 50

Paola, illuminaci tu con occhi truccatissimi e carnato eva- rotto. Esiste solo lei. Così ansiosamente
Novara - Atalanta
Inter - Bologna
Udinese - Cagliari
Juventus - Catania
Genoa - Chievo
0-0
0-3
0-0
3-1
0-1
Juventus
Udinese
Lazio
Roma
49
42
42
38
nescente. Ingiustamente accusata di presa dal dibattito, e dallo sciabordare Palermo - Lazio 5-1 Napoli 37
di Andrea Scanzi vantare raccomandazioni destrorse, dialettico di Obi-Wan Bacconi, da man- Cesena - Milan 1-3 Inter 36
Paola ha il disperato tentativo di dimo- giarsi le unghie: davanti alle telecamere, Fiorentina - Napoli 0-3
Roma - Parma 1-0
Palermo 34
“DUE FOLLETTI per la speranza”. strare che a casa sua (cioè la Rai) co- tanto è casa sua. Nel frattempo, il po- Cagliari 31
Lecce - Siena 4-1
Cominciava così, giusto per volare su- manda lei (e non solo Lei). Più che con- vero Ranieri rispondeva umilmente alle Chievo 30
bito alti, la sintesi di Lecce-Siena firmata duttrice, ella è Dominatrix. La voce, critiche su Thiago Motta: “Quando un Prossimo turno Genoa 30
Amedeo Goria. In realtà l’ultima puntata squillante come uno xilofono litigioso, calciatore se ne vuole andare, perché 25ª Giornata
de La Domenica Sportiva non è stata ma- detta i tempi e zittisce chiunque. Nes- tenerlo per forza?”. E Domina Paola, col Genoa - Parma 25/02 Fiorentina 28
le. C’era Claudio Ranieri, garbato come suno può terminare un ragionamento suo volto da Beata Sovraesposta: “Sì, le Milan - Juventus 25/02 Atalanta 28
sempre. E poi Emiliano Mondonico, in (che nel caso di Zazzaroni è un bene, ma devo dire che anch’io su questo sono Atalanta - Roma 26/02 Parma 28
gran forma negli sketch con Gene Gnoc- di per sé non è prassi educata). Col- d’accordo con lei”. Ovviamente il suo Cagliari - Lecce 26/02 Catania 27
chi. Sopra tutti loro, Paola Ferrari. Unica lovati: “Io il Napoli lo vedo...” e qui Paola parere non interessava a nessuno, men Catania - Novara 26/02 Bologna 25
Chievo - Cesena 26/02
e indivisibile. In studio, per renderla più lo silenzia. Civoli: “Il Genoa è una squ...” che meno a Ranieri (che ha già i suoi Siena - Palermo 26/02 Siena 23
diva, il direttore della fotografia segue la e qui Paola gli entra in tackle. Gnocchi: problemi), ma Paola è così: tracima. “Ci Bologna - Udinese 26/02 Lecce 21
lezione di Boris: “Smarmella, cioè “apre “Potrebbe andare all’Int...” e qui Paola lo vediamo domenica prossima, buonanot- Lazio - Fiorentina 26/02 Cesena 17
tutto”. L’effetto rende la Ferrari una sor- gambizza. A casa Ferrari, i pensieri – co- te a tutti”. Sì, Paola. Buonanotte. Ma sul Napoli - Inter 26/02 Novara 16
ta di sindone sovraesposta di se stessa, munque deboli – hanno il coito inter- serio.

NHO MARCO DI VAIO STEFANO PALAZZI EDY REYA MIRKO VUCINIC
OGNI MALEDETTA DOMENICA
Il campionato
delle scommesse
di Oliviero Beha
era una volta il campio-
C’ nato tranquillo senza
scommesse, o quasi, e
quelle che c’erano era-
no clandestine e davano fasti-
dio al Totocalcio. È vero, c’era
da sempre la cattiva abitudine
di “suggestionare” qualche ar-
bitro, oppure di concordare ri-
sultati tra club o allenatori o gio-
catori anche solo in “calcese”,
un dialetto internazionale del-
l’ambiente, una specie di espe-
ranto rotondologico fatto non
solo di parole ma di gesti, sguar-
di, ammiccamenti. Poi, va da sé,
le squadre che erano riuscite a
salvarsi per tempo dalla retro-
cessione, non avevano partico-
lari problemi di classifica né am-
bizioni e non navigavano nell’o-
ro, vendevano le partite dell’ul-
tima fase del campionato. Nel
sereno reame di Calciolandia,
però, nessuno si scandalizzava
più di tanto. Si sapeva che era
così e si tollerava, ogni tanto fa-
cendo saltare qualcuno per sal-
vare la faccia e poter dire che
dal frutteto dei piedi era stata ti-
rata via la mela marcia.
DI QUESTO andazzo però era-
no al corrente un po’ tutti gli ad-
detti ai lavori e ai livori, e nella
recita generale erano compresi
alti dirigenti dello sport italiano
e più bassi dirigenti di istituzioni
e club. In questo pacifico mon-
do incantato arrivarono i denari
delle tv e stravolsero il contesto.
Il calcio era diventato ostaggio
di diritti senza doveri, aveva con-
tinuato nella sua neghittosa am-
ministrazione bancarottiera, si
era speso tutto e non sapeva più
come fare: i magheggi di cui so-
pra stavano impallidendo di
fronte al buco nero del deficit.
Così quando arrivarono i piccoli
Stavijnski delle scommesse nel
frattempo legalizzate, in parec-
chi pensarono di aver svoltato:
la struttura del calcio arrangiato
in toto o in parte, secondo le
summenzionate cadenze stagio-
nali, c’era già, predisposta a pun-
tino. Si trattava di elevare a po-
tenza il trucco, professionaliz-
zando la faccenda. C’erano
esperti del settore la cui annosa
pratica si fuse con ex calciatori
in cerca di denari, che a loro vol-
ta convinsero altri addetti al
campo o ai dintorni di esso, fino
ad arrivare agli indispensabili at-
tori della pièce da manomette-
re, i calciatori (per ora non risul-
terebbero arbitri…). La cosa co-
minciò a funzionare, e attirò gli
appetiti dei club che fino a qual-
che anno fa si accontentavano di
qualche simpatico e contempla-
to (dalla tradizione...) arrangia-
mento, non sentendosi per esso
affatto in colpa. C’era, nel pallo-
ne dei pionieri, un modo di si-
stemare la cosa se non proprio
tra gentiluomini almeno tra fac-
cendieri, integrando le partite
combinate con l’imminente cal-
ciomercato o accendendo una
cambiale per il campionato suc-
cessivo.
SOLO CHE adesso, dopo varie
pernacchiette di poco conto
con scandali durati lo spazio di
un pomeriggio, è scoppiato il
bubbone, leggansi le inchieste
delle Procure di Cremona, Bari e
Napoli. Tre, per ora. E sono tutti
preoccupatissimi, anche se per
il momento non lo danno a ve-
dere. Tutti: manutengoli, gioca-
tori, ex giocatori, dirigenti, pa-
radirigenti, alte cariche dello
Martedì 21 febbraio 2012
BISOGNA SAPER VINCERE
EDY REJA,
O DEI SOGNI
A RATE
di Malcom Pagani
giugno potrà tornare tra i Pioppi di Lucinico, al confine
Aguardare
della solitudine, dove c’è più silenzio che confusione. E
un orizzonte più verde di un prato delimitato dalle
linee. Edy Reja, sommelier mancato, ex calciatore, allenatore
dal ’79, è stanco. Ma pedalare tra Gorizia e Nova Gorica, come
ama fare non appena il pallone concede un’illusoria tregua, è
meno faticoso che stare immobili in questa terra di mezzo in
cui alle promesse, si succedono le delusioni. Dopo aver con-
dotto un angolo di campionato da premio, Reja si aspettava
una targa. Un incentivo. Un atto di fiducia. Aveva ascoltato
programmi luminosi, tra un latinismo e l’altro, da Claudio Lo-
tito. Il “compriamo, manca poco” che quasi sempre nel mi-
crocosmo calcistico sottintende il contrario. Aveva dato retta
al suo direttore sportivo, Igli Tare, uno che nel cognome ha
l’anagramma perfetto di “rate” e incarna, a ben pensarci, la
filosofia più profonda della Lazio attuale. Tutto rateizzato, dal
debito con il fisco ai sogni perché non bisogna sventolare pa-
tente da indovini per intuire come e dove finirà una squadra
che svende a gennaio gli smeraldi dell’estate (Cissè), rinuncia
a qualunque asta (Honda), importa uruguagi di contrabbando
(Alfaro) ed espone a dolorose comparsate l’invecchiata figu-
Appassionato Juventus-Catania: il tuffo di Vucinic nell’area avversaria. Sotto, Edy Reja (FOTO LAPRESSE) rina di Zauri, terzino a servizio effettivo (con qualche pausa)
dal lontano 2003. Reja si è adattato al pauperismo con sof-
Cremona, Napoli, tite truccate si è rovesciato su
una Rotondocrazia dalle regole
successive in classifica ecc., pos-
sa facilmente distrarci. Dopo
ferenza. Ha meditato dimissioni poi rientrate. Ha protestato.
Ha inventato e poi stremato, è ricorso alla provocazione. Per-
deboli e di certo straviolate, in averne scritto per una manciata ché ogni gesto, sul palco nudo, somigliasse a un atto d’accusa.
Bari: le procure di continua franchigia. Dunque te- di lustri, mi assumo la responsa- Come l’Ottavio Bianchi napoletano che in piena guerra con
mono che le inchieste delle Pro- bilità della affermazione seguen- Ferlaino sostituì l’attaccante Careca con il portiere di riserva
Serie A sono già tre cure grazie al mestolone delle te: lo scandalo di “Calciopoli” in Di Fusco, Reja ha improvvisato soluzioni estreme (debutto di
scommesse scoperchino una confronto a questo è nulla o qua- minorenni come Rozzi e Zampa, cambi di modulo e di ruolo)
Se le inchieste vecchia pentola di loro piena co- si, è semplicemente la fotografia per gridare qualcosa che arrivasse dentro e (soprattutto) fuo-
noscenza. E se fosse così, qual- scattata male del calcio descritto ri. Il messaggio è stato recepito (il gruppo è dalla sua parte,
non saranno cuno, e non necessariamente all’inizio di questo articolo, con Tare e Lotito lo sopportano a stento) e anche la rabbia del
Adriano Celentano alla Domeni- sfumature alte e basse. “Scom- pubblico ha deviato obiettivo. Non più Reja, 67 anni a ottobre,
insabbiate, nulla ca Sportiva…, potrebbe doman- mettopoli” lede alla radice tutta finalmente adottato (“Uno di noi”) in fondo alla curva delle
dare urbi et orbi dove fossero i no- la pianta del campionato, anche reciproche incomprensioni, ma il bersaglio di ieri, il sor Clau-
sarà come prima stri eroi del settore, da me par- toccando coloro che non c’en- dio, che domenica sera a Palermo, accanto al biondo spento
zialmente ma puntigliosamente trano perché sicuramente ce ne del sodale Tare, avrebbe voluto sprofondare nel Loden. Al suo
su elencati, mentre il calcio puz- sono, rendendola deforme e de- posto, malmenata per cinque volte, cade a picco una Lazio a
sport italiano. E stampa di com- zava d’altro marcendo. Il super- stinata a morire, o a sopravvive- cui Reja nell’ultimo disperato tentativo di stupire aveva cam-
plemento, con alle spalle una Procuratore della Federcalcio, re in condizioni penose. Così biato pelle e modulo. Tre difensori e al centro del fortino un
lunga e affettuosa tradizione l’ormai preclaro Stefano Palazzi, stando le cose, vi segnalo il tuffo centrocampista argentino, Ledesma, abituato al vento pata-
“protezionistica” nei confronti ci sta dando dentro con la sua in- appassionato di Vucinic, sabato gonico, ma inabile al tango. Lo ha ballato male e la Lazio (tutta)
del business pallonaro. E ci cre- chiesta sportiva e i relativi inter- sera, nell’area del Catania per ri- ha danzato un valzer triste. Mentre Reja si aggrappa all’ipotesi
do: se fare il giornalista è sempre rogatori. mediare un rigore che manca al- del terzo posto e imita il pianista di Wilde: “Non sparateci
meglio che lavorare, fare il gior- la Juve da un pezzo (ma c’aveva addosso” a Roma si avvici-
nalista sportivo può spesso di- NE SAPREMO presto qualco- già pensato Chiellini a riscuote- na l’ombra del derby. Ieri in
ventare “holiday on news”, sa. Ma non vi sembra che uno re...): un carpiato a gambe unite radio, dietrologi in livrea
un’autentica ricreazione gene- scandalo che potrebbe dissesta- che andrebbe mostrato nelle sostenevano che il martirio
rale. Perché però tremano in tan- re il pallone in profondità meri- scuole calcio per insegnare che di Ledesma fosse una ven-
ti nel reame di Calciolandia e nel- terebbe un poco più di attenzio- imbrogliare non va bene (non detta premeditata di Reja
l’empireo dello sport italiano? ne? Forse stanno tutti studiando c’è l’ho con il montenegrino, nei confronti di Lotito. La
Appunto perché sanno benissi- come insabbiare, aiutati dal fatto gran mezzo marinaio, ho preso verità, purtroppo, è molto
mo come funzionava l’andazzo che la sfida Milan-Juventus, l’im- lui come sineddoche). Certo, in più semplice. La Grecia è a
in un calcio sporco da un pezzo, mersione fantasmagorica nella confronto alle scommesse pre- un passo. Per metafore,
e sanno altrettanto bene che il Champions, il livellamento ver- sumo che Napolitano possa rice- poesie e citazioni low cost,
fenomeno invasivo delle scom- so il basso foriero di incertezza verlo in futuro al Quirinale... comunque, c’è sempre
messe con la sua codona di par- delle altre cinque/sei squadre www.olivierobeha.it Claudio Lotito.
PALLONATE
di Pippo Russo UNA SPREMUTA DI IRRAZIONALE
e evoluzioni mentali di Mario Sconcerti ro Arturi inteso Franco, vicedirettore con de- di irrazionale?
L sul Corriere della Sera sono per il lettore
un appuntamento immancabile. In quelle
lega alle teiere. Uno dei tanti che prova a darsi
un tono da intellettuale del calcio. Lo sforzo è
Chiusura in bel-
lezza: “Il passa-
righe si trova uno speciale sforzo d’atletismo lodevole. Quanto ai risultati, diremmo che to è una tossina
del pensiero, il viaggio da fermo attorno alle nemmeno nei libri di Federico Moccia si tro-
paralizzante, la voglia di scappare all’indietro,
cose del calcio. Il pezzo pubblicato verebbe tanta eleganza stilistica. L’Arturo ha una prigione, ben rappresentata da quelle ma-
nell’edizione del 19 febbraio si concludeva stigmatizzato il rimpianto dei tifosi nerazzur- ni protese nel segno delle manette”. Se que-
con alcune riflessioni sull’Inter. Vergate col ri per José Mourinho, e lo ha fatto vergando st’uomo mangia come scrive, temiamo che il
solito tono nietzschiano da “Così parlò periodi come il seguente: “Nel caso nerazzur- suo piatto preferito sia il risotto all’antrace.
Mariothustra”: “Dare la squadra ro non siamo fortunatamente arrivati alle
Una delle notizie più importanti della scorsa
eventualmente a Figo significherebbe spedizioni punitive estreme, ma dal punto di
settimana è quella riguardante le conclusioni
cancellare il ruolo dell’allenatore, una specie vista simbolico si sfocia in una pericolosa sci-
dell’indagine dei Ris sulla morte dell’ex cen-
di psicoterapia di gruppo. Lasciare l’ultima volata nelle sabbie mobili del passato e del
responsabilità ai giocatori e al carisma di uno mondo dei sogni”. Scusa Arturo, ce la ripeti? trocampista del Cosenza, Donato Bergamini,
che pensa ancora come loro. Sarebbe una Andando avanti nel pezzo c’era questo pas- avvenuta nel 1989: non fu suicidio, ma omici-
rivoluzione dell’aristocrazia, ma non una saggio: “Quale Mourinho desiderano i tifosi? dio volontario. L’articolo che sulla Gazzetta
soluzione, quella non arriverà mai in un Quello che li ha abbandonati platealmente dello Sport del 17 febbraio ne dava conto è sta-
to firmato dal rampante Francesco Ceniti.
giorno. Ora all’Inter resta un compito perché aveva capito che la squadra della Tri-
semplice. Scegliere i tre migliori giocatori pletta era finita? Quello che è saltato a casa Mezza pagina, accompagnata da una didasca-
nei ruoli, chiunque siano, e cercare di Real un secondo dopo il fischio finale di Ma- lia in cui venivano messe in fila le tappe prin-
prenderli. Il resto è un sofisma”. drid? Domande che pochi si fanno, preferendo cipali della vicenda. Giunti alla fine dell’arti-
Sulla Gazzetta dello Sport dello stesso giorno un tuffo in una spremuta di irrazionale (...)”. colo, scansando lo sbadiglio, sorgeva l’interro-
prova a cimentarsi sul medesimo tema Artu- Ma come si farà mai un tuffo in una spremuta gativo: come diamine avrà fatto Ceniti a non
citare nemmeno di striscio il libro di Carlo Pe-
trini, “Il calciatore suicidato” (Kaos Editore),
TORNA LA NOSTALGIA DI MOU E GLI INTEROLOGI SPRE- la cui pubblicazione ha avviato il lungo percor-
CANO METAFORE: ‘ATTENTI IL PASSATO È UNA PRIGIONE’ so chiuso col risultato dell’indagine dei Ris?
pagina 20 Martedì 21 febbraio 2012

SECONDO TEMPO

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

TELE COMANDO
TG PAPI
+ anni, una media di sette ogni
anno. Un’inezia rispetto ai ca- di Nanni Delbecchi
L’invenzione
della pausa
mente suo di costruire l’even- al Festival con un contratto

Pasticciaccio duti per malasanità, malavita,

morti bianche sul lavoro. Ma è
tradizione che i caduti in divi-
sa valgano di più.
Qso uesta è la storia di uno di
noi, anche lui nato per ca-
in via Gluck, ma poi così
bravo da finire a Sanremo, in
to televisivo. Una modalità ba-
sata sul carisma personale,
sulla sorpresa del pubblico,
sulla tensione dei collaborato-
ri, sulla geniale capacità di
che gli dava carta bianca, le
prove blindate nel bunker se-
greto, il clima da affare di Sta-
to, l'arrivo del commissario
Marano (il Commissario

brutto
di Paolo Ojetti
g1
T L’ufficialità del Tg1 non la- g2
scia scampo nemmeno alla T Se Gadda fosse ancora vi-
più piccola fantasia. Monti è vo gli chiederemmo il permes-
sempre al nastro di partenza
con la Grecia, il mercato del la-
voro, la promessa di agevola-
zioni “ai contribuenti onesti”
e la pubblicità (oggi) ai redditi
e patrimoni dei ministri. Na-
politano segue a ruota per di-
re: “Non sono l’uomo delle
banche”, ma nessuno capirà
mai a quali polemiche abbia
fatto riferimento, il Tg1 è sem-
pre riservatissimo, se incappa
in una notizia se la tiene stret-
ta. Poi arrivano i tre militari
morti in un fiume afgano. La
retorica riempie gli armadi del
Tg1 e questo disgraziato e tri-
ste incidente stradale viene of-
ferto come un atto eroico. Ci
sono anche i marò, un caso
oscuro. Laura Chimenti as-
solve immediatamente: “Era
una missione antipirateria”.
Dunque si può sparare a qua-
lunque cosa galleggi?
so. Ma non lo è e allora, senza
permesso, lo parafrasiamo:
quello indiano e dei due marò
che hanno sparato è veramen-
te un “pasticciaccio brutto”.
Mentre gli indiani della costa
manifestano al grido “morte
agli italiani”, buona parte della
nostra stampa ha già assolto i
militari e si indigna. Nessuno
conosce la verità e – come ha
raccontato Agostino Muriel-
lo – nemmeno dove navigasse
il nostro mercantile, se in ac-
que internazionali o meno. Le
“diplomazie” sono al lavoro,
ma è più che probabile il ricor-
so a un arbitrato internaziona-
le. Raccoglimento per i tre mi-
litari morti in Afghanistan: in
totale, fra azioni belliche e in-
cidenti – ricordava il Tg2 – i ca-
duti sono arrivati a 49 in sette
T g3
L’India è lontana e scarsa è
la preoccupazione per il pa-
sticciaccio: di sicuro non di-
chiareremo guerra a Nuova
Delhi e la vicenda finisce in se-
sta posizione. Molto meglio
Monti che – servizi di Pier Lu-
ca Terzulli, Carmen Santoro e
Pietro Cipriani – la riforma del
mercato del lavoro la farà co-
munque “non potendo con-
sentire poteri di blocco” trop-
po pesanti. In compenso, ha
promesso una limatina fiscale
alla fascia Irpef più bassa. Na-
politano, dalla Sardegna, ap-
prova ma si prende fischi e
contestazioni in un’isola che
la crisi industriale sta schiac-
ciando senza pietà. Quando
Bianca Berlinguer annuncia
“e ora veniamo ai partiti”, il no-
stro personale interesse scen-
de a livelli di pura sussistenza.
Meglio il ricordo di Dulbecco.
Con Fabio Fazio presentò con
autoironia Sanremo 1999.
Spiegò agli italiani cos’erano il
Dna e la mappa genetica, sen-
za scomodare Dio, il Paradiso e
Famiglia Cristiana. La “fami-
glia” di Dulbecco era assai più
allargata.
cattedra, a parlare della vita,
della morte e di Dio. E da quel-
la cattedra pronto a ribattere,
nel monologo di sabato, alle
critiche ricevute sul monolo-
go di martedì; a descriversi
come vittima di un massacro
mediatico; a ipotizzare che i
fischi partiti dalla galleria del
Teatro Ariston fossero pilota-
ti, non si sa bene da chi, ma-
gari dalla claque dei Vescovi.
Insomma, convinto di avere
detto cose talmente scomo-
de, contenuti così esplosivi
che bisognava contestarli a ta-
volino. Non lo ha sfiorato il
dubbio che quei dissensi fos-
sero rivolti non ai contenuti,
ma a come erano stati presen-
tati. Eppure, questo incapo-
nirsi sui “contenuti” dei suoi
sermoni è la cosa più lontana
dallo stile Celentano brevetta-
to da vent’anni a questa parte,
se per stile Celentano si inten-
de la capacità magnetica, qua-
si magica, di sparare dal palco
qualsiasi ovvietà - o banalità -
come se fossero verità rivela-
te.
Fin dallo storico Fantastico 8
(1987) Celentano aveva trova-
to trovato un modo esclusiva-
reintrodurre l'improvvisazio-
ne solitaria in una diretta te-
levisiva ridotta all'elettroen-
cefalogramma piatto. Di quel
Fantastico restano ricordi inde-
lebili come il terrore scritto
negli occhi di Massimo Bol-
di, Maurizio Micheli e Hea-
ther Parisi (suoi compagni di
avventura al Teatro delle Vit-
torie) ogni volta che lui pren-
deva la parola. Poi non diceva
niente, o quasi, ma si aveva
comunque l’impressione che
lo potesse dire. E il terrore au-
mentava quando, invece di
parlare, Adriano taceva. I mo-
nologhi passano, ma i silenzi
restano. E soprattutto torna-
no, perché il silenzio ha sem-
pre l’ultima parola.
Celentano è passato alla storia
della tv come l’uomo che ha
inventato la pausa, una specie
di sospensione in equilibrio
magistrale tra l'esserci e lo
sparire, il tacere e il parlare.
Da allora è tornato in video,
ma solo alle sue condizioni. E
arriviamo così alla sua calata
Adriano Celentano, discusso
ospite d’onore dell’ultimo Festival
di Sanremo (FOTO ANSA)
Rex doveva essere già impe-
gnato). Era fuori contesto?
Certo, ma l’essere fuori con-
testo è sempre stata la sua ar-
ma segreta; un cantante (un
grandissimo cantante) che
non canta, ma parla. E fa così
l’ultima cosa che ti aspetti, in
un Paese dove tutti cantano, e
ognuno studia il suo ritornel-
lo, ma nessuno parla. Niente
di nuovo, insomma. Ma pro-
prio per questo si è vista me-
glio la differenza.
Questa è la storia di uno di
noi, nato in via Gluck e arri-
vato fino al Festival di Sanre-
mo. Là dove c'era un grande
interprete ora c'è un predica-
tore che si duole di avere il
mondo contro. Dal Celentano
di una volta ci saremmo aspet-
tati esattamente l’opposto, la
speranza di avere tutti contro.
Ma il Celentano di oggi è ap-
parso parecchio lontano dalla
sua immagine passata, come
se l’inventore delle pause,
perso nelle sue repliche, aves-
se messo in pausa se stesso.
Voleva avere l’ultima parola,
come chiunque, invece del-
l’ultimo silenzio, come in pas-
sato era riuscito solo a lui.

LA TV DI OGGI
11.00 NOTIZIARIO TG1
11.05 ATTUALITÀ Occhio
alla spesa
12.00 VARIETÀ La prova
del cuoco
13.30 NOTIZIARIO TG1
14.00 NOTIZIARIO TG1
Economia
14.10 ATTUALITÀ Verdetto
Finale
15.15 ATTUALITÀ La vita
in diretta
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20.00 NOTIZIARIO TG1
20.30 ATTUALITÀ Qui
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spenti nella notte
23.15 ATTUALITÀ Porta a
Porta
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1.25 ATTUALITÀ Qui
Radio Londra (REPLICA)
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Due
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Whisperer
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17.50 NOTIZIARIO SPORTI-
VO Rai TG Sport
18.15 NOTIZIARIO TG2
18.45 TELEFILM Numb3rs
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L'isola dei Famosi 9
20.25 Estrazioni del Lotto
20.30 NOTIZIARIO TG2
21.05 PRIMA TV RAI TELE-
FILM Criminal Minds:
Suspect Behaviour
21.50 TELEFILM Criminal
Minds
22.40 PRIMA TV TELEFILM
The Good Wife
23.25 NOTIZIARIO TG2 -
TG2 Punto di vista
23.40 DOCUMENTI Almost
true
0.30 TELEFILM Past Life
12.45 ATTUALITÀ Le storie
- Diario italiano
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14.00 NOTIZIARIO TG
Regione - TG3 - Meteo 3
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Carnevale di Viareggio
2012
15.50 NOTIZIARIO TG3
L.I.S.
15.55 DOCUMENTARIO
Cose dell'altro Geo
17.40 DOCUMENTARIO
Geo & Geo
19.00 NOTIZIARIO TG3 -
TG Regione - Meteo
20.00 VARIETÀ Blob
20.15 FILM I due ammira-
gli
20.35 SOAP OPERA Un
posto al sole
21.05 ATTUALITÀ Ballarò
23.15 RUBRICA SPORTIVA
90° Minuto Champions
0.00 ATTUALITÀ TG3
Linea notte
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PO Meteo 3
20.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
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lunghe da 24
21.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
21.30 RUBRICA Prima
Serata
21.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
22.00 ATTUALITÀ Maga-
ziene del giorno (REPLICA)
22.24 NOTIZIARIO Appro-
fondimento
22.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
23.00 RUBRICA Il punto +
Rassegna stampa
23.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
23.30 RUBRICA Il punto +
Rassegna stampa
23.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
0.00 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
0.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
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Meteo 5
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ful
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ci
16.55 ATTUALITÀ Pome-
riggio Cinque
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Drop
20.00 NOTIZIARIO TG5 -
Meteo 5
20.30 ATTUALITÀ Striscia
la notizia - La voce della
contingenza
21.10 FILM Scusa ma ti
voglio sposare
23.45 ATTUALITÀ Matrix
1.30 NOTIZIARIO TG5
Notte - Meteo 5 Notte
2.00 ATTUALITÀ Striscia
la notizia - La voce della
contingenza (REPLICA)
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Aperto - Meteo
13.00 NOTIZIARIO SPORTI-
VO Studio Sport
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14.35 CARTONI ANIMATI
Dragon Ball
15.30 PRIMA TV SIT COM
Camera Cafè
16.10 TELEFILM The Mid-
dle
16.55 TELEFILM La vita
secondo Jim
17.45 GIOCO Trasformat
18.30 NOTIZIARIO Studio
Aperto - Meteo
19.00 NOTIZIARIO SPORTI-
VO Studio Sport
19.20 TELEFILM Tutto in
famiglia
19.50 PRIMA TV CARTONI
ANIMATI I Simpson
20.20 TELEFILM C.S.I.
21.10 FILM Troy
0.20 FILM Kull il Conqui-
statore
11.30 NOTIZIARIO TG4 -
Meteo
12.00 TELEFILM Un detec-
tive in corsia
13.00 TELEFILM La signora
in giallo
13.50 REAL TV Il tribunale
di Forum
15.10 TELEFILM Flikken
coppia in giallo
16.15 SOAP OPERA Sentieri
16.40 FILM L'indiana bian-
ca
18.55 NOTIZIARIO TG4 -
Meteo
19.35 SOAP OPERA Tempe-
sta d'amore
20.30 TELEFILM Walker
Texas Ranger
21.10 FILM Miami super-
Cops - I poliziotti dell'8a
strada
23.25 RUBRICA I bellissimi
di R4
23.30 FILM Basta guardare
il cielo
1.30 NOTIZIARIO TG4
Night News
11.00 ATTUALITÀ L'aria
che tira
12.30 RUBRICA I menù di
Benedetta
13.30 NOTIZIARIO TG La7
14.05 FILM Assassinio sul
ponte
15.55 DOCUMENTARIO
Atlantide
17.30 TELEFILM L'ispettore
Barnaby
19.20 VARIETÀ G' Day
20.00 NOTIZIARIO TG La7
20.30 ATTUALITÀ Otto e
mezzo
21.10 TELEFILM L'ispettore
Barnaby
23.10 TELEFILM Crossing
Jordan
0.45 NOTIZIARIO TG La7
0.50 NOTIZIARIO TG La7
Sport
0.55 ATTUALITÀ (ah)iPi-
roso
1.55 VARIETÀ G' Day
(REPLICA)
2.30 ATTUALITÀ Otto e
mezzo (REPLICA)

TRAME DEI FILM PROGRAMMIDA NON PERDERE

/ Scusa ma ti voglio sposare
Tratto dall’omonimo libro di Federico
Moccia, il film è il seguito della storia
d’amore tra Alex e Niki, protagonisti
del precedente romanzo e film “Scusa se
ti chiamo amore”. Il quarantenne Alex
crede di aver trovato in Niki la donna
della vita e le chiede di sposarlo. Lei,
inizialmente felice accetta la proposta,
ma con il passare del tempo sente cre-
scere la paura che le farà mandare (for-
se...) tutto a monte...
Canale 5 21,10
/ Troy
Sparta, 1193 a.C.. Una delegazione tro-
iana, al seguito dei principi Ettore e
Paride, stringe una tregua con il re
Menelao. Durerà solo il tempo di qual-
che festeggiamento. Il giovane Paride e
la bella Elena, moglie di Menelao, si
innamorano. Paride la porta con sè a
Troia. Menelao, furibondo, si rivolge al
fratello Agamennone per avere giusti-
zia. Questi, che da tempo aspettava lo
spunto per muovere contro Troia.
Italia 1 21,10
 Ballarò  Almost True
Il nuovo fisco di Mario Monti: nuovi David Bowie sembra non invecchiare
estimi catastali, nuova Irpef, nuovi mai, alcune morti misteriose funestano
strumenti di lotta all’evasione, in attesa la Factory di Andy Warhol e Valerie
di sapere cosa succederà con l’IVA. Tra Solanas, la femminista considerata paz-
gli ospiti: il presidente dell’ENI Giusep- za che il 3 giugno 1968 attenta alla vita
pe Recchi, il sottosegretario all’econo- del creatore della pop art, farnetica di
mia Gianfranco Polillo, Maurizio Sacco- vampiri e immortalità.A collegare que-
ni (PdL), la presidente dei senatori del sti eventi apparentemente così lontani
/ Se sei così, ti dico sì  90° Minuto Champions
PD Anna Finocchiaro e il presidente ci pensa un giovane detective, il sergen-
Piero Cicala è un cantante che conduce Tutti i gol e i commenti della serata di
dell’Università di Trento Innocenzo te O’Brian che dopo l’attentato a War-
una vita modesta all’ombra dell’unico Champions League. Naturalmente l’at-
Cipolletta. hol, decide di vederci chiaro...
momento di gloria vissuto negli anni tenzione sarà focalizzata sulla sfida del
Ottanta, grazie a una canzone che gli
Rai 3 21,05 San Paolo. Il Napoli di Walter Mazzarri
Rai 2 23,40
ha fruttato un milione di dischi vendu- affronta nell’andata degli ottavi di
ti. Proprio quando sembra che la fama finale il Chelsea. La formazione di Villas
sia definitivamente confinata al passa- Boas non attraversa un gran momento
to, Piero riceve la proposta di condurre di forma ma possiede comunque un
una trasmissione a Roma.Accettata ottimo potenziale. Servirà tutta la spin-
l’offerta, si reca nella capitale, dove ta del pubblico partenopeo per spingere
incontrerà la famosa Tatia Cortès... la squadra verso il successo.
Sky Cinema 1 21,15 Rai 3 23,15
Martedì 21 febbraio 2012 pagina 21

SECONDO TEMPO

feedback$
MONDO WEB
La Russa e il figlio

AVVOCATO A CATANZARO Commenti al post

su ilFattoQuotidiano.it:
“Dimission
impossible”
di Marco Travaglio
RAI: PREVISTO ANCHE PER TABLET E PC
è LA VERITÀ è che in

“No al doppio canone” Italia siamo riusciti a

chiamare “giustizialisti”
coloro che vorrebbero
vedere puniti i ladri e i
ono ancora in onda gli spot videoregistratori, iPad, addirit- ciato nei giorni scorsi anche da
Socchio
della Rai per il canone. A un
attento non può sfuggi-
tura sistemi di videosorveglian-
za. Il tutto per una somma che
Rete Imprese Italia che lo ha de-
finito “un balzello assurdo” do-
disonesti. A maggior ragione
se politicanti. Così il
giustizialismo è diventato
re quanto vaghe siano queste va da un minimo di 200 fino a 6 po che su milioni di aziende e sinonimo di crudeltà senza
pubblicità: non viene rivendi- mila euro l’anno a carico di ol- liberi professionisti erano fioc- ragioni. Intanto i ladri e i
cato il servizio offerto al citta- tre 5 milioni di utenti per un cate le richieste di pagamento. disonesti prolificano. La
dino, ma vengono proposte ge- controvalore di 1 miliardo di A far scattare le richieste della legge anti-corruzione stenta
neriche affermazioni sull’orgo- euro l’anno”. La denuncia ha Rai, aveva spiegato l’organizza- a proseguire il suo iter
glio italiano (televisivo e no). Il sollevato un coro unanime di zione delle Pmi, una norma con- parlamentare e noi che la
canone è probabilmente la tas- proteste anche di gran parte tenuta nel decreto salva Italia Molto interesse in rete per un video vorremmo vedere applicata
sa più odiata d’Italia: l’offerta di dei partiti politici che, per una che obbliga le aziende a inserire (http://bit.ly/yu7x0L) di Ignazio La Russa ospite siamo crudeli e senza cuore!
Viale Mazzini piace a pochi, gli volta d’accordo, ne chiedono nella dichiarazione dei redditi i domenica di “Chiambretti Sunday show” su Italia1. Insomma da noi tutto è
intrallazzi dei partiti che gesti- l’abolizione. canoni cui sono tenute. In una Dal pubblico un ragazzo chiede quale città scegliere ribaltato. I valori etici sono
scono la televisione di Stato lettera inviata a Monti, Rete Im- per sostenere l’esame di avvocato e aggiunge: “So diventati assurde pretese e la
non piacciono a nessuno. C’e- MA NELLE ULTIME ore la prese ha sollecitato “l’esclusio- che suo figlio, residente a Milano, ha sostenuto nostra condanna è quella di
ra dunque da aspettarselo che protesta cresce anche on line: ne da qualsiasi obbligo di corri- l’esame in Calabria, a Catanzaro”. L’ex ministro essere nel giusto! Auguri
sollevasse un mare di proteste su Twitter si è imposta la (poco spondere il canone in relazione replica: “A Catanzaro? non lo so, te lo giuro”. Il Italia!
la decisione, denunciata dalle sobria) hashtag “Raimerda”. al possesso di apparecchi che pubblico in studio risponde rumoreggiando ma La jolly
associazioni dei consumatori, “Come aiutare le Pmi italiane ag- fungono da strumenti di lavoro Russa inveisce all’indirizzo del ragazzo: “Ma che
di obbligare al pagamento del giungendo tasse senza senso...”, per le aziende”. cazzo dici? Ma che cazzo dici?”. è IN GENERALE basta
canone anche a privati e pro- “Se arriva in azienda la richiesta fm aggiungere il suffisso -ista
fessionisti che posseggono di pagamento del canone Rai, per far sembrare tutto
smarphone, tablet e perfino mi faccio prendere per pazzo. negativa. La giustizia è una
personal computer. “La Rai, Questa è mafia”; “Già non guar- “TORNATE SU FACEBOOK” cosa positiva, ma se la
un’azienda lottizzata che sem- do #raimerda in tv, secondo voi pretendi veramente sei
pre di più sforna cattiva infor- mi metto a guardarla sul compu- giustizialista. Se vuoi uno
mazione – hanno sottolineato
Adusbef e Federconsumatori
–, ora ha sfornato l’ennesimo
ter?“: sono solo alcuni dei tan-
tissimi tweet che hanno affolla-
to la rete. Oltre a queste rifles-
TWITTER SI DIVIDE SUI “BIMBIMINKIA” stato in cui la religione è
separata dalla politica sei
laico, ma se prendi anche un
balzello, a carico di imprese, sioni più serie, non manca l’iro- di Federico Mello pullulano politici e giornalisti e l’utente me- timido provvedimento in tal
studi professionali e uffici, per nia: “Ho l’orologio Casio, quello dio ha tra i 30 e i 40 anni, vanta una buona senso sei un cattivone
imporre un pesante tributo sul
possesso non solo degli appa-
recchi Tv, ma anche di qualsiasi
col quadrante digitale e coi nu-
meri grossi, devo pagare il cano-
ne?”, “L’altro giorno ho visto un
Ccomeerto, ci sono questioni più importanti su
cui si divide il Paese. Eppure una vicenda
questa racconta perfettamente quello
preparazione , segue l’attualità ed è sempre
pronto a battute disincantate. Orde di Bim-
biminkia, invece, da venerdì hanno invaso
laicista. Se osi affermare che
forse uno che frequenta
prostitute minorenni non è il
dispositivo atto o adattabile a manifesto per una fiction Rai, che succede on line, come “culture” diverse, Twitter quando sul palco di Sanremo sono sa- massimo come presidente
ricevere il segnale tv, inclusi devo pagare un canone per gli ma pur sempre mutevoli, dividano commu- liti i britannici One Direction (OneD per gli del consiglio sei moralista. Io
monitor per il Pc, videofonini, occhi?”. L’allarme era stato lan- nity da community, social network da social adolescenti), perfetto esempio di Boy Band tutti questi pennivendoli a
network. Ieri tra le assemblata con i tassametro li manderei a
hashtag di Twitter concorrenti bellocci quel paese, ma ho paura di
svettava #TornateSu- di un reality e poi ar- passare per fanculista.
I FILM LO SPORT Facebook. Un ordine rivata in vetta alle ranzibaldo
perentorio partito da classifiche di mezza
SC1= Cinema 1 SCF= Cinema Family SP1= Sport 1 una parte dei “vec- Europa. Per i OneD i è CONCENTRATA in
SCH= Cinema Hits SCC= Cinema Comedy SP2= Sport 2
SCP= Cinema Passion SCM= Cinema Max SP3= Sport 3
chi” utenti contro i bimbiminkia hanno poche righe, Marco
nuovi, in gran parte twittato compulsiva- Travaglio, ha riassunto tutto
18.50 King Arthur SCM 18.00 Calcio, UEFA Champions
identificati come mente, sia in attesa il marcio della situazione
19.05 Deep Impact SCH League 2011/2012 Ottavi di fina-
“bimbiminkia”. Sul del loro arrivo che italiana. Spero che i politici
19.10 Uno strano scherzo le, gara di andata CSKA Mosca -
termine, squisito dopo la loro esibizio- leggano questo articolo e ne
del destino SCF Real Madrid (Diretta) SP3 neologismo nato in Rete, il vocabolario Trec- ne (visto che una trasmissione Rai aveva de- facciano tesoro,
19.20 Matrimoni e altri 20.40 Calcio, UEFA Champions cani fa scena muta. A spiegarne il significato è finito la band “inutile”, è stata scelta l’hashtag diversamente sono destinati
disastri SCP League 2011/2012 Ottavi di fina- la meno autorevole (ma più “pop”) Nonciclo- #raimerda – la stessa usata contro il canone a sparire. La misura è colma.
19.20 Sotto il vestito niente - le, gara di andata Napoli - Chel- pedia che così descrive le nuove tribù con- Rai imposto ai tablet). Ieri è partito l’attacco Arnaldo Cafarelli
L'ultima sfilata SC1 sea (Diretta) SP1 nesse: “Tipicamente di età compresa fra i 9 e i di alcuni utenti storici: “#TornateSuFace-
19.30 Scary Movie 2 SCC 20.45 Golf, US PGA Tour 2012 18 anni, i Bimbiminkia si riconoscono prin- book voi adulatrici di 4 deficienti”; “Non rom- è VABBÈ che la speranza è
21.00 Le nuove avventure di Da Pacific Palisades (California) cipalmente per il modo di scrivere on line; peteci Bimbiminchia del Cavolo”, “#Tornate- l'ultima a morire ma lei
Pippi Calzelunghe SCF Northern Trust Open: 4a gior- hanno sprezzo totale dello stile classico e pre- SuFacebook voi che vi iscrivete a Twitter solo crede veramente che questi
21.00 Piedipiatti SCC nata (Replica) SP2 feriscono cose luminose, rumorose, colorate per seguire i vostri idoli”. Facebook, natural- “signori...” possano fare
21.00 Il tesoro dell'Amazzonia SCM 20.45 Calcio, Serie A 2011/2012 e lampeggianti con le quali possono allegra- mente, è vista come sinonimo di community tesoro di parole...??? Loro
21.00 The Whore SCP Recupero 21a giornata Turno mente sgretolare i maroni a tutta la lista di meno chic e più di massa. Eppure a molti altri fanno tesoro dei soldi!!!!!
21.10 American Beauty SCH infrasettimanale Bologna - Fio- contatti. Utilizzano una media di 8 emoticon twitteristi non è piaciuto questo snobismo: flaneg51
21.15 Prima tv Sky Se sei così, rentina (Replica) SP3 per ogni lettera e adorano dire in giro che “#TornateSuFaceBook è il simbolo della clas-
ti dico sì SC1 22.45 Calcio, UEFA Champions ascoltano i Tokyo Hotel (TH per i veri fan): sica puzza sotto il naso di chi usa Twitter” spe- è LA CLASSE politica
22.45 Glory Road - Vincere League 2011/2012 Ottavi di fina- sono disposti a tutto per difendere i loro be- cificano. Si fa fatica a non dare ragione a questi italiana va licenziata. Ormai è
cambia tutto SCF le, gara di andata Napoli - Chel- niamini dalle maldicenze”. Ecco: questi i ultimi. Anche perché è meglio prepararsi: evidente. Gnà fanno i grulli,
22.45 School of Rock SCC sea (Replica) SP3 “bimbimikia”, adolescenti rumorosi finora l’invasione dei bimbiminkia è appena comin- proprio gnà fanno!
22.50 48 ore di terrore SCM 23.15 Rugby, Torneo Sei Nazio- alieni nel pettinato mondo di Twitter dove ciata. Raven2010
23.05 The day after ni 2012 2a giornata Italia -
tomorrow SC1 Inghilterra (Sintesi) SP2 è INSISTO: tutto questo
23.10 Billy Bathgate SCP 0.45 Calcio, UEFA Champions è SARKOZY CENSURA TW schifo non finirà finchè un
23.20 Il Paziente Inglese SCH
0.45 Malevolent SCM
League 2011/2012 Ottavi di fina-
le, gara di andata Napoli - Chel-
PROFILI CLONE IRONICI
“Sarkozy censura chi lo prende ZUCKERBERG under40 paese è abitato in gran parte
da pecoroni inermi e
in giro su Twitter”: in Francia menefreghisti. Basterebbe
0.50 Rapunzel SCF sea (Sintesi) SP1
c’è chi grida allo scandalo dopo
che l’associazione Internet Sans
più ricco al mondo solo che una parte di essi si
svegliasse e cominciasse a
Frontieres e la comunità
RADIO francese per la difesa della
libertà d’espressione on-line,
Iunalafondatore di Facebook Mark Zuckerberg, 28 anni
maggio, è già fra i più ricchi a livello globale: con
fortuna stimata da Forbes in 13,5 miliardi di dol-
una ostinata e sistematica
“moral suasion” verso
queste persone
hanno denunciato la chiusura di lari nel 2011, è 52mo nella classifica dei paperoni del contestandoli ad ogni
A “Radio3 Scienza” Cervello alcuni profili di Twitter che
imitavano o facevano la parodia
mondo. Ma, afferma The Economist, se lo sbarco in
Borsa di Facebook confermerà le attese, Zuckerberg
occasione pubblica,
tempestandoli di mail,
truffaldino del presidente Sarkozy. Profili farà un ampio salto e, per la sua età, diventerà il più (reperibili sui siti di camera e
Li chiamano arti fantasma.Anche se non ci sono più, come @mafranceforte, ricco al mondo: sarà un “billion-dollar baby” scrive il senato), sui loro blog /
continuano a far sentire la loro presenza, sotto forma di @fortefrance (dallo slogan del settimanale anglosassone. Zuckerberg ha il 28,4 per pagine FB, sputtanandoli
dolore, prurito o sensazioni di movimento. Sono casi cli- candidato) che si facevano beffa cento di Facebook e con una valutazione del social nella loro città e se non
nici molto studiati, da neuroscienziati come Vilayanur della campagna di Sarkozy. Per network di 100 miliardi di dollari – questa la cifra fosse sufficiente assendiando
Ramachandran, autore di L’uomo che credeva di essere giustificare la decisione, Twitter prevista dagli analisti – la sua ricchezza salirà a 28,4 a oltranza il parlamento fichè
morto (Mondadori, 2012), perché continuano a farci ha rivolto un messaggio al miliardi di dollari. Nella Silicon Valley non è l’unico: non si dimettono. Non
scoprire capacità sorprendenti del nostro cervello. Le profilo @_nicolassarkozy, a seguire il giovane miliardario, i co-fondatori di Goo- resisterebbero sei mesi.
raccontiamo con Salvatore Aglioti, docente di neuro- parodia del presidente, gle, Larry Page e Sergey Brin, unici altri sotto i 40 ArnerBank
scienze cognitive all’università La Sapienza di Roma. spiegando che “viola la politica anni nella classifica dei 100 più ricchi al mondo.
Vivere con la dislessia per un bambino può diventare di Twitter relativa alla Prima di lui, secondo Forbes, il messicano Carlos Slim è DATO CHE tale
un percorso ad ostacoli, come racconta la fiction su Rai prevenzione dell’usurpazione di con 74,0 miliardi; Bill Gates con 56,0 miliardi; Ber- gentaglia è dura a dimettersi
1 “A fari spenti nella notte”. Giacomo Stella, direttore identità”. Il sito di France info nard Arnault con 41,0 miliardi; Warren Buffett con e non lo farà mai, l’unica
del Centro di neuropsicologia clinica dell'età evolutiva ricorda però che la stessa sorte 50,0 miliardi, Larry Ellison con 39,5 miliardi; Eike soluzione sensata per
all'università di Urbino, ci spiega come si riconosce e si non è toccata ad alcuni account Batista con 30. Dopo di lui, appunto, Larry Page e contenere i danni sarebbe la
affronta la fatica di leggere. La musica di oggi è : Scher- che imitano il candidato Sergey Brin di Google con 19,8 miliardi di dollari a limitazione a 2 mandati, 10
zo di H.Villa Lobos eseguito da Quartetto d'archi Lati- socialista, Francois Hollande, testa. anni bastano e avanzano per
noamericano che fino ad oggi sono tutti rubare no?
Radiotre 11,00 rimasti attivi. FelixJuggler
pagina 22 Martedì 21 febbraio 2012

SECONDO TEMPO

Noi e loro
PIAZZA GRANDE É di Maurizio Chierici

Dulbecco: scienza e sentimenti
di Riccardo Chiaberge
on era un tipo facile al-
mo giornate intere assieme,
sul terrazzo della sua villa di
bel – il governo esprime quasi
una disapprovazione verso la
ricerca scientifica. Come se
racchi degli antiscientisti
quanto delle promesse mira-
bolanti dei mercanti di geni.
VENDONSI PEZZI
DI RICAMBIO
I numeri non fanno impressione: freddi e lontani dalle
abitudini di chi viene minacciato, eppure la speranza non
si arrende. Nel 2010 un italiano su quattro era a rischio
povertà. Un anno dopo la povertà è arrivata. E la
disperazione esaspera le diversità che dividono l’Italia dei
Suv dall’Italia dalle mani vuote. Professori precari in fila alla

N
la commozione, il pro-
fessor Dulbecco (pre-
mio Nobel per la me-
dicina 1975, morto ieri in Ca-
lifornia all’età di 98 anni). Ma
quella volta che mi raccontò
la sua prima traversata dell’A-
tlantico, aveva gli occhi luci-
di. Autunno del 1947: lui,
medico trentatreenne, scam-
pato alla guerra di Russia, ac-
cetta l’invito di un genio ita-
liano emigrato negli States,
Salvador Luria, che lo vuole
con sé nel laboratorio di ge-
netica a Bloomington, India-
na. E chi ci incontra, su quel-
la nave? Rita Levi Montalcini,
compagna di università a To-
rino. Sembra un film di Tor-
natore: “Furono giorni bellis-
simi – ricordava Dulbecco. –
Rita ed io, a camminare su e
giù per il ponte, guardando
l’oceano e discutendo di
quello che avremmo fatto in
America. Eravamo pieni di
speranze”.
Due futuri Nobel in fuga dal-
l’Italia del dopoguerra, che ai
giovani di talento non offriva
altra prospettiva che portare
la borsa al solito barone. Non
che poi le cose siano cam-
biate granché, come ha po-
tuto constatare lo stesso Dul-
becco, tornando in patria in
tarda età per restituire una
patina di prestigio ai nostri
scalcagnati istituti di ricer-
ca.
IN QUELL’ESTATE del
1987, il progetto Genoma sta-
va muovendo i primi passi, e
il professore era stato incari-
cato di seguirne il ramo ita-
liano: una colossale impresa
scientifica, che avrebbe dovu-
to condurre alla decifrazione
completa del codice eredita-
rio. Dulbecco aveva accolto
con entusiasmo la mia idea di
scriverci un libro insieme.
Dopo quarant’anni di Ameri-
ca il suo italiano era un po’
zoppicante, e anche se spie-
gare la genetica molecolare a
un asino laureato in legge era
impresa titanica, pensò vales-
se la pena provarci. Passava-
La Jolla, a picco sulle scoglie-
re del Pacifico. Con infinita
pazienza, senza mai abbando-
nare quel suo tono misurato e
gentile, mi parlava di Dna, di
nucleotidi e di virus, di basi e
di cellule, di ribosomi e di se-
quenziamento. Insieme, co-
struivamo scenari alla Hu-
xley, con genetisti-tiranni in-
tenti a fabbricare eserciti di
replicanti. E insieme li smon-
tavamo pezzo per pezzo, di-
mostrandone l’assurdità. Ai
piedi del professore, la cagna
Tibo sonnecchiava, incurante
di quei deliri post-umani.
Dulbecco era un gentiluomo
ottocentesco, non gli piaceva
l’avidità di certi suoi colleghi.
Al premio Nobel, che divise
nel 1975 con David Baltimore
e Howard Temin “per le sue
scoperte in materia di intera-
zione tra virus tumorali e ma-
teriale genetico della cellule”
(i cosiddetti “oncogeni”, che
hanno rivoluzionato la ricer-
ca sul cancro), ci era arrivato
senza scorciatoie e senza cla-
mori, in anni di duro, silen-
zioso lavoro tra Pasadena,
Glasgow e il Salk Institute di
La Jolla. Ma era abbastanza
pragmatista da dare il giusto
valore al denaro. L’esperienza
negli States gli aveva insegna-
to che senza sporcarsi le mani
con Big Pharma è impossibile
far avanzare la conoscenza e
trovare nuove molecole per
ridurre la sofferenza degli uo-
mini. Di una delle sue rare sfu-
riate fu vittima nel 1997, Vin-
cenzo Visco, ministro dell’e-
conomia del governo Prodi,
reo di nicchiare sulla detrai-
bilità fiscale dei contributi al-
la ricerca: “In questo modo –
si sfogò con me il premio No-
dicesse ai cittadini che questi
soldi non vale la pena di spen-
derli”. Gli obiettai: ma suppo-
niamo che un’impresa multi-
nazionale impianti in Italia un
centro di ricerca e poi pre-
tenda di non pagare una lira di
tasse. Le sembra giusto? E lui,
senza pensarci un momento:
“È proprio quello che ci ser-
ve. Ma non vede quanti labo-
ratori chiudono i battenti? E
questo mentre in tutto il mon-
do la rivoluzione biotecnolo-
gica marcia sui capitali priva-
ti, e il fisco fa ponti d’oro”.
Ma Dulbecco era anche un li-
gure scettico e incline all’un-
derstatement, uno che invita-
va a diffidare tanto degli spau-
Dalla traversata
dell’Oceano
con la Montalcini
al progetto
Genoma,
dalla battaglie
per la ricerca alla
sfida dell’Ariston
Se n’è andato un
gentiluomo
ottocentesco
Sopra, Dulbecco. Sotto, il Nobel con Letizia Casta. In basso, Fabio Fazio
NELLA PRIMAVERA del
1995, mentre il parlamento
europeo vota contro la bre-
vettabilità dei prodotti bio-
tecnologici (con gran gioia
dei verdi nostrani e delle mul-
tinazionali americane) Dul-
becco esce con un libro sul
futuro della genetica dove im-
magina una coppia dell’anno
2025 che vuole a ogni costo
un figlio su misura. E per ot-
tenerlo va da un ginecologo
di grido, tale professor Yessir
(Sissignore). Solo che Dul-
becco-Yessir, invece delle
provette, suggerisce ai due
una ricetta più tradizionale:
amore, assistenza medica, ali-
mentazione corretta, buone
scuole e buone università . E
conclude: “Guardate al doma-
ni con occhio sereno. Non bi-
sogna preoccuparsi... e nean-
che aspettare che la scienza
provveda a tutto per noi”.
Nel 1999, molti storsero il na-
so nel vederlo sul palcosce-
nico del Festival di Sanremo
accanto a Fazio e Laetitia Ca-
sta. Ma era anche questo, per
l’italoamericano Dulbecco,
un modo come un altro per
servire la causa, in un paese
da sempre refrattario alla
scienza. In fondo, meglio lui
di chi, da quello stesso palco,
predica i benefici della decre-
scita (salvo quella del proprio
cachet).
Caritas vestiti con la dignità che l’insegnamento pretende.
Non stracci che frugano le pattumiere delle villas miserias o
mosche sulle labbra come bambini africani. Raccolgono la
minestra nel piatto di plastica con lo smarrimento di chi è
precipitato nel girone degli espulsi mentre il mondo appena
perduto continua con le sue farfalle. Noi che raccontiamo le
storie degli altri abbiamo raccontato la stessa angoscia in
posti lontani: il cartello appeso al collo della ragazza dagli
occhi vuoti nelle favelas di San Paolo, Brasile (“Offro un
rene”), o i sospetti sussurrati da un missionario attorno a
Dakka, Bangladesh (“portano via i bambini per venderne gli
organi”). Le leggi lo proibiscono, ma le polizie chiudono gli
occhi e i medici dalle cliniche discrete rinsanguano vecchi
benestanti rubando un po’ di vita ai donatori affamati. India,
Zimbabwe o Kosovo non appartengono all’Europa dalla
civiltà cristiana. A Roma o in Brianza mai e poi mai. Invece,
la sorpresa. Ignazio Marino, senatore Pd, aveva proposto
una legge sepolta chissà dove: sottolineava la differenza tra
espianti da donatori e trapianti sollecitati da chi paga. Nelle
mani del chirurgo arrivano organi di provenienza misteriosa
da qualche tempo offerti anche nell’Italia senza lavoro,
appelli nascosti dalle censure e dal buon cuore di chi apre il
portafoglio non sopportando l’orrore. Storie superate: il
bazar della disperazione ormai non si nasconde. La rete ne è
il mercato bene illuminato. Siti frequentatissimi come
Annunci Urgenti (“www.soloinaffitto.it ") raccomandano:
“Non vergognarti, scrivi. Ricordati di inserire il recapito mail:
se non lo metti nessuno ti potrà aiutare” Chi scrive cerca
soldi. Chi scrive è disposto a tante cose. “Nico, offre rene,
parti di fegato, midollo, sangue. Mi rivolgo a questo sito
come ultima speranza. Non ho ancora trovato un lavoro
decente. Ho bisogno di soldi per continuare a vivere, soldi da
dare alla famiglia. Posso mandare gli esami dell’ospedale:
ottima salute, 15 mila euro”. Intanto la crisi continua: l’anno
venturo cosa venderà? Gerardo (“42 anni, disperato”) ne
chiede 20 mila. Dopo la firma, indirizzo mail. Quindi non
proletariato senza parole, ma uomini e donne col computer
sul tavolo, libri alle spalle, borghesia minuta che si aggrappa
all’ultima illusione. Un signore si convince di quanto sia
insensata questo tipo di esistenza e vorrebbe lasciare
qualche soldo alla famiglia con l’allucinazione di un
annuncio che avvilisce ogni ragione: “Vendo al miglior
offerente la possibilità di riprendere in diretta il mio suicidio.
Trattativa seria e professionale”. Prima di tagliare le casse
integrazioni, la signora Fornero dovrebbe dare un’occhiata
per capire come è ridotta la gente umiliata da un
“risanamento” che rallegra gli gnomi della finanza anche se
il prezzo è questo. È normale che appelli estremi possano
rincuorare vecchi commendatori alla ricerca di pezzi di
ricambio? Robuste raccomandazioni hanno chiuso il sito
Vajont: “Offendeva” l’onorevole Paniz, avvocato salva
Berlusconi, e lo Scilipoti dai variopinti ingegni. Ma non è
tollerabile che negli spazi della disperazione si offrano
traffici morbosamente fuori legge. E nessuno si indigna
davvero. Cancellarli e basta non serve se i professori al
governo non ascoltano la folla che si allarga, si allarga,
ormai disposta a tutto. mchierici2@libero.it

“Proponendogli
Quando Fazio il Festival ero
intimorito
Dulbecco ci andò perché vole-
va far conoscere Telethon e de-
cise di devolvere il suo cachet a
favore del rientro in Italia degli
venne in mente un premio No-
bel, perché no?”. Era il primo
Festival in cui si tentava di rom-
pere lo schema “presentatore
professore tanto illustre. “An-
dai da lui con Pietro Galeotti. Io
pensavo ‘giochiamo a chi con-
duce il Festival di Sanremo.

lo portò a Sanremo Mi rispose: ‘Lei

di Silvia Truzzi
entre il frastuono di
val”, nessuno ci credeva. Tutti
scettici, straniti, increduli. “Mi
pensa che lo
scienziati andati a studiare e la-
vorare all’estero. Di questa ini-
ziativa resta oggi traccia nel
progetto “Carriere Dulbecco”
promosso appunto da Tele-
smoking andrà
bene?’
più valletta bionda e valletta
bruna”. Così all’Ariston arrivò
un 85enne a presentare canzo-
ni.
“CERCAMMO a lungo una
definizione per presentarlo”,
racconta Fazio. “Alla fine, l’ag-
Chiediamolo a tutti’. Per il ‘tut-
ti’ funziona se cominciamo con
il più grande. Un giorno andia-
mo a casa del professor Dulbec-
co, a Milano. Avevo pensato di
chiedergli la partecipazione a
una serata. Poi quando sono sta-
to lì ho osato: gli ho chiesto di

M
una delle edizioni più
sguaiate e sbilenche
del Festival si fa eco
lontana, se n’è andato Renato
Dulbecco: scienziato, padre
della mappa del genoma, pre-
mio Nobel, ex partigiano, gen-
tiluomo soprattutto. Entrò nel
salotto degli italiani nel 1999,
in punta di piedi, quando con-
dusse Sanremo accanto a Fa-
bio Fazio con una grazia che
oggi si può solo rimpiangere.
La scelta di Fazio non fu capita
subito: il professore fu accolto
da una perplessità diffidente,
forse figlia del pregiudizio che
vuole gli uomini di cultura per
forza noiosi. Il giorno in cui fu
annunciato “Dulbecco al Festi-
telefonò due volte Lamberto
Sposini, che allora era al Tg1”,
racconta Fazio. “Era sicuro che
fosse una notizia falsa. Mi dis-
se: ‘Ma è chiaro che è uno
scherzo, dai piantala’”. Invece
era vero. Il Festival ebbe ascolti
stellari: oltre il 62 per cento di
share la prima e l’ultima sera.
DULBECCO – la classe non è
acqua – si presentò con una fra-
se di Galileo: “Sono venuto qui
per fare esperienze”. Su quel
palco ci fu l’incontro storico
con un altro Nobel, Michail
Gorbaciov e un ballo con Lae-
titia Casta, sulle note de La vie en
rose. Qualche mese dopo disse:
“È stata un’esperienza molto in-
teressante. Dopo il Festival sen-
Alla fine presentò
sorridendo,
fu la perfezione
assoluta”
to molta musica contempora-
nea e qualche canzone in più di
quanto facessi prima e ogni tan-
to riascolto il disco del Festival
che ho presentato, mi piaccio-
no quelle canzoni”. Vinsero An-
na Oxa e Alex Britti tra i giovani,
Gianni Morandi si esibì tra i su-
per ospiti, Teo Teocoli si pre-
sentò in mutande nell’indimen-
ticabile imitazione del sindaco
di Milano, Gabriele Albertini.
thon.
Racconta Fabio Fazio che l’idea
di chiamare un Nobel gli venne
un giorno, guidando in direzio-
ne Langhe: “Pensai che Sanre-
mo è il capodanno della televi-
sione. E quindi è di tutti e tutti
avrebbero dovuto presentarlo.
Infatti da quella scala scesero
postini, poeti e calciatori. Però
si doveva cominciare da un
grande personaggio. Allora mi
gettivo che ci parve più adatto
fu coraggioso”. “Il coraggio era
una sua caratteristica: da quan-
do in gioventù decise di studia-
re medicina; negli anni della
guerra partigiana; quando scel-
se di trasferirsi negli Stati Uniti;
nel tipo di ricerca che ha por-
tato avanti. Quel coraggio, an-
che se su scala infinitamente
più ridotta, riguardò anche il
suo sì a Sanremo. Non aveva
pregiudizi, era un uomo libero.
E la libertà intellettuale, il co-
raggio, la lucidità sono il viatico
della scienza, producono le vi-
sioni fuori dal comune di chi ar-
riva a qualche scoperta”. Ci
s’immagina l’imbarazzo di Fa-
zio quando andò a chiedere
una cosa tanto stravagante a un
presentare con me. Silenzio. Io
ero molto intimorito. Sai, quan-
do sei lì pensi di tutto, compre-
so che ti stia per sparare un neu-
trino. Poi lui prende l’agenda e
mi fa: sì sì, a fine febbraio dovrei
essere libero”. Tutto liscio?
Non proprio. “Mentre stavamo
uscendo, mi raggiunse: ‘Aspet-
ti un momento’. Ero sulla porta,
io e lui come nei film. Credevo
ci avesse ripensato. Invece no,
voleva chiedermi un’altra cosa:
‘Lei pensa che lo smoking an-
drà bene?’. Ha attraversato con
levità quella macchina inferna-
le, sempre sorridendo, diver-
tendosi. La perfezione assolu-
ta. Tra tutte le esperienze della
mia vita professionale è stata la
più clamorosa”.
Martedì 21 febbraio 2012
No al carcere
MAIL
preventivo
Il carcere preventivo è come se
fosse una sentenza anticipata quin-
di dovrebbe essere un’eccezione,
non la regola. In carcere prima del
giudizio dovrebbe andarci solo chi
ha commesso reati particolar-
mente gravi, chi è stato colto in fla-
granza di reato e chi effettivamen-
te potrebbe alterare le prove o
darsi alla latitanza. È fondamentale
un principio di civiltà. C’è stata una
stagione, circa 20 anni fa, in cui la
galera era uno strumento per in-
durre presunti colpevoli e anche
semplici testimoni a confessare. E
chi non si piegava a questa regola
finiva dietro le sbarre, tra il giubilo
di gran parte dell’opinione pubbli-
ca. Ed era sbagliato, a mio parere.
Infatti la detenzione dovrebbe es-
sere una sanzione, non uno stru-
mento investigativo. Ma noi siamo
anche il Paese in cui delinquenti
che si sono macchiati di delitti in-
fami vengono condannati a 20 anni
e più, ma dopo una decina tornano
tranquillamente in libertà. A me
sembra che l’Italia sia in pratica di-
ventata invece la patria dell’“incer-
tezza della pena”. Preventiva e de-
finitiva.
Mario Pulimanti
Gentile signor Pulimanti, rispettiamo
le sue convinzioni. Ma la custodia
cautelare, pur in via eccezionale, è
indispensabile quando, a fronte di
gravi indizi di colpevolezza,
l’indagato minaccia di ripetere il
reato, o di inquinare le prove o di
fuggire: in pratica, vanificare il
processo. Infatti esiste praticamente
in tutti gli ordinamenti del mondo.
(m.trav.)
Il governo ascolti
i disoccupati over 40
Il 20 gennaio scorso una rappre-
sentanza di circa 100 disoccupati
Over 40 ha manifestato davanti al
ministero del Lavoro e una dele-
gazione di Atdal Over 40 è stata
ricevuta dalla Segreteria Generale
del ministero. Come associazione
abbiamo richiesto un incontro al
ministro Fornero per essere
ascoltati e portare oltre alle pro-
poste, le storie di persone che ver-
sano nella disperazione più asso-
luta. A distanza di un mese non ab-
LA VIGNETTA
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pagina 23
SECONDO TEMPO
IL FATTO di ieri21 febbraio 1936
BOX Tutto era nato in una saletta del primo piano del Caffè
Campari, un angolo discreto nel cuore della Galleria
Vittorio Emanuele di Milano, dove alcuni giovani britannici
avevano fondato il loro semiclandestino Junior Club, primo
locale jazzistico aperto al Jazz Hot. Un gruppo di musicisti
fuorilegge, in tempi di sanzioni, autarchia e di “per fida
Albione”, al quale, il 21 febbraio ‘36, con una certa audacia,
si erano aggregati studenti italiani fans del nuovo sound,
Furio Colombo
7 A DOMANDA RISPONDO strumentisti dilettanti, suonatori di sax e cornetta, tutti
bollati dal regime e dalla Questura come untori di una
UN ITALOAMERICANO “musica selvaggia, negroide, proveniente da un Paese
demo-plutocratico”. Factotum dello Junior Club milanese,
il pianista Ezio Levi e Giancarlo Testoni, vero missionario
DOPO OBAMA? del jazz in Italia, entrambi vittime di una violenta campagna
sulle pagine del Popolo e su Libro e Moschetto, il giornale
aro Colombo, divisione fra credenti e non credenti. Secondo dei GUF. Attaccati come “gagarelli”, esterofili,
C pensa che sia una buona
notizia la candidatura (finalmente)
la visione di Santorum si deve ubbidire alla
Chiesa e basta. Chi conosce la vita
antipatriottici, i due pionieri riusciranno comunque, nella
loro breve esperienza, a organizzare il primo concerto jazz
di un italoamericano dopo Obama? americana conosce anche una curiosa in Italia, a favorire la nascita di piccole band, a incidere
Grazia caratteristica di essa: i super religiosi sono qualche disco pregiato. Così, grazie a quell’atto di
anche super reazionari. Ovvero intendono resistenza culturale al fascismo, l’Italia conobbe il jazz.
NO, NON LO PENSO. Mi imporre dogmi, ma anche isolare i poveri, Giovanna Gabrielli
preme poco la provenienza del candidato, mi separare la fede dalle opere, una sorta di
preme molto la qualità e il livello. verniciatura protestante fondamentalista su
Naturalmente sia la lettrice che io stiamo un impianto cattolico che – invece – dell'attività di Contract maggioranza Fiat Panda e di picco-
parlando delle elezioni in un altro Paese dovrebbe essere ispirato alla virtù cardinale Manufacturing a cui aggiungere la cilindrata, che sono auto di ser-
come se parlassimo di casa nostra. Succede della carità. Dunque Santorum è per quelli relativi al Fully Fledged vizio, cioè a disposizione dei ser-
sempre con le elezioni americane che molti, l’imposizione di ogni dogma, e la Manufacturing (6,9 milioni) e al vizi per i cittadini (servizi educativi,
nel mondo, sentono come proprie a causa decurtazione di ogni tassa, l'espulsione dei Limited Scope Manufacturing (841 servizi sociali, angrafe, urbanistica,
del grande peso americano sulle vicende di gay e delle coppie di fatto da ogni presenza e mila euro). Il "conto", dunque, è di vigilanza urbana etc.). Infine 28 au-
tutti. Diciamo dunque che è inevitabile riconoscimento nella vita sociale, ma anche il 11.554.540,00 di "proventi non to in fase di dismissione e rotta-
prendere parte e affrontiamo questo sostegno a costosissime scuole private purché dichiarati a fronte di operazioni di mazione (non “abbandonate nel
argomento come qualcosa che ci riguarda. religiose e purché tradizionaliste. Santorum transfer pricing, cioè per vendite a garage comunale” come malizio-
Bene, Rick Santorum, candidato di origine non ha il coraggio di dire apertamente, come prezzi non congrui rispetto ai costi samente annota la Zanca), in par-
friulana che ha fatto molta fortuna in quella il suo rivale altrettanto di destra estrema e sostenuti. La cifra di 20 milioni di ticolare: 12 in attesa di essere ri-
mitica America che appare in tanti canti altrettanto pericoloso Mitt Romney che “dei euro è relativa alla perdita tirate dagli acquirenti, a seguito di
popolari della sua regione e, adesso, sta poveri non mi importa nulla”. Ma la stessa dell'azienda del 2007 (non al asta pubblica; 2 in attesa di essere
diventando celebre e credibile come frase potrebbe essere il suo moto, e descrive fatturato) così come da comunicato ritirate dal rottamatore; 14 per le
candidato di estrema destra repubblicana, bene il carattere deformato di questo tipo di dell'azienda stessa. Quanto a quali è già in atto la procedura di
bene questo Rick Santorum è probabilmente super fede: una grande trovata per trascinare Madeira ognuno decida di chiamare alienazione/rottamazione. Come
uno dei candidati peggiori che il sistema verso destra masse che dovrebbero votare come vuole una località in cui la si vede, e come raccontano i nu-
americano abbia finora prodotto. Il fatto di per assistenza medica, cure gratuite e tassazione non esiste o che, in meri, siamo un Comune piuttosto
essere italiano americano non attenua il sostegno alla scuola pubblica. Ma vengono seguito a recente riforma, è stata “virtuoso”. Anche se la virtù, di
pericolo. I media americani definiscono travolti dall’illusione dell’avvento di nuovo portata all'1, 2 e 3 per cento. questi tempi, non sempre fa noti-
Santorum “ultra religioso”. Non si tratta di regno di Dio. Una trappola ignobili. s.c . zia.
essere pio. Il tema è la volontà di imporre Gianni Giovannetti
all’intera società americana tutta e sempre Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano Le auto blu e il Comune Portavoce del Sindaco di Torino
volontà della chiesa cattolica, della sua 00193 Roma, via Valadier n. 42
dottrina e delle sue prescrizioni. Nessuna lettere@ilfattoquotidiano.it di Torino Con un parco auto di 405 vetture
Forse per fretta, forse per appros- (contro le 115 di Bologna, le 127 di
simazione, nel pezzo di Paola Zan- Milano, le 109 di Catania) il
ca sulla “corazzata delle auto blu” Comune di Torino è “una delle
in circolazione per l'Italia, pubbli- amministrazioni più motorizzate
biamo ricevuto nessuna convoca- Celentano, solo polemiche lazione all’accertamento fiscale in cato dal tuo giornale venerdì 17, la d'Italia”. Il fatto che le auto siano
zione. Parliamo di disoccupati pri-
e nessuno ascolta oggetto, il processo verbale di Città di Torino passa per essere: quasi tutte Panda non cambia la
vi di qualsiasi forma di ammortiz- constatazione redatto dall’Agen- “Una delle amministrazioni più legge dei numeri. Così come sono un
zatore sociale, “troppo vecchi per Come si è soliti fare in Italia, ogni zia delle Entrate afferma che su motorizzate d'Italia”. Non è così. caso (citato in conferenza stampa)
lavorare e troppo giovani per la volta che c'è qualcuno che dice Madeira sarebbe stato eventual- Anzi è esattamente il contrario. le 28 vetture ferme in garage, anche
pensione” abbandonati a se stessi qualcosa di “scomodo” bisogna di- mente spostato un reddito di 3,7 D'altro canto bastava leggere con se aspettano di essere rottamate o
senza alcuna sostanziale forma di sintegrare e rendere nullo ciò che milioni di euro che se confrontato un po’ più d'attenzione i dati forniti ritirate dai nuovi proprietari.
rappresentanza in sede istituzio- dice, facendo una cosa semplice con il fatturato 2007 derivante dal- dal ministero della Funzione pub-
nale. La pazienza però è finita: il si- semplice, buttarla in caciara. Così la vendita di prodotti farmaceutici blica e ascoltare, senza pregiudi- I nostri errori
lenzio delle Istituzioni è vergogno- sta succedendo con il caso Celen- pari a circa 474 milioni di euro (e zio, le parole di apprezzamento
so e dimostra ancora una volta co- tano, si svia. Celentano ha lanciato non a 20 come ancora una volta che pure il presidente del Formez Su “Il Fatto Quotidiano” di dome-
me si continui a perseguire una po- la provocazione per vedere l’effet- erroneamente affermato) ne rap- ha usato nei nostri confronti in nica 19 febbraio, all’interno dei
litica pronta a soccorrere i poten- to che fa. Nessuno si è soffermato presenterebbe appena lo 0,8%. conferenza stampa, per non anno- due articoli nel basso di pag. 10, in-
tati ma che abbandona le vittime e ha detto se è vero o meno quello La consociata di Madeira è con- verarci tra i “cattivi”. Ma facciamo titolati “Spagna e Portogallo, ri-
principali del sistema. che ha detto, condivisibile o me- trollata dal gruppo italiano e gli utili parlare i fatti. La Città di Torino di- partono le caravelle per l’Ameri-
Stefano Giusti no. da questa conseguiti possono o spone solo di 8 (otto) cosiddette ca” sono stati scambiati i due sot-
Presidente Associazione Atdal Over 40 Vito Roberto Palazzo essere reinvestiti in attività indu- “auto blu”, peraltro non a uso totitoli, l’uno riferito a Madrid e
striali ovvero distribuiti alla con- esclusivo e, per di più, senza au- l’altro a Lisbona. Ce ne scusiamo.
Diritto di Replica trollante italiana e da questa, quin- tista dedicato. Faccio notare che
di, tassati in Italia. Non vi è stata e dall'anno scorso a quest'anno
Sigma Tau e i soldi non vi è alcuna architettura fiscale l'Amministrazione ha ridotto del
finalizzata all’evasione di imposte. 43 (quarantatre!) per cento que- IL FATTO QUOTIDIANO
a Madeira Le contestazioni mosse dall’Agen- sta dotazione. Poi ci sono 369 au- via Valadier n. 42 - 00193 Roma
Con riferimento all’articolo pub- zia delle Entrate sono basate su da- tovetture cosiddette “grigie”, in lettere@ilfattoquotidiano.it
blicato su il Fatto Quotidiano sa- ti di natura statistica frutto di as-
bato, il gruppo Sigma-tau respinge sunzioni e semplificazioni e che in
totalmente la ricostruzione pre- quanto tali non possono certa- Direttore responsabile
sentata al fine di collegare l’attuale mente costituire una prova certa.
cassa integrazione straordinaria di Sigma-tau si rivarrà in ogni oppor- Antonio Padellaro
alcuni dipendenti con una presun- tuna sede in difesa della propria Vicedirettore Marco Travaglio
ta evasione in paradisi fiscali che onorabilità e diffida chiunque dal
certamente non esiste. Madeira riportare tali fatti in maniera di- Caporedattori Nuccio Ciconte e Vitantonio Lopez
non è assolutamente un c.d. “pa- storta. Progetto grafico Paolo Residori
radiso fiscale” tanto da non essere Image Building, Ufficio Stampa Gruppo Redazione
incluso nella lista dei paradisi fiscali Sigma-Tau 00193 Roma , Via Valadier n°42
predisposta dal Ministero delle Fi- tel. +39 06 32818.1, fax +39 06 32818.230
nanze (cfr. D.M. 21 novembre La precisazione che non smentisce e-mail: segreteria@ilfattoquotidiano.it
sito: www.ilfattoquotidiano.it
2001). Il regime fiscale di favore di l'articolo. Il collegamento tra la
cui gode Madeira è temporaneo e cassa integrazione di "alcuni" Editoriale il Fatto S.p.A.
autorizzato dalla Commissione dipendenti (569) e la presunta Sede legale: 00193 Roma, Via Valadier n°42
europea e non garantisce forme di evasione viene fatto direttamente Presidente e Amministratore delegato
anonimato. dai lavoratori. Il verbale dell'Agenzia Giorgio Poidomani
Inoltre, come confermatoci dallo delle Entrate prende in esame la Consiglio di Amministrazione
Studio Tributario e Societario De- singola attività della Sigma Tau. I 3,7 Luca D’Aprile, Lorenzo Fazio, Cinzia Monteverdi, Antonio Padellaro
loitte che assiste il Gruppo in re- milioni sono proventi mancati Centri stampa: Litosud, 00156 Roma, via Carlo Pesenti n°130,
20060 Milano, Pessano con Bornago , via Aldo Moro n°4;
Centro Stampa Unione Sarda S. p. A., 09034 Elmas (Ca), via Omodeo;
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