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Emily Jane Bront

CIME TEMPESTOSE

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I 1801. Sono appena tornato da una visita al mio padrone di casa, il solitario vicino di cui dovr subire la presenza. Splendida regione questa! Non credo che in tutta l'Inghilterra avrei potuto trovare una zona a tal punto lontana dal frastuono dell'umana societ: un autentico paradiso per un misantropo; e il signor Heathcliff e io siamo le due persone ideali per condividere tale deserto. Un uomo davvero eccellente! Non poteva certo immaginare con quale simpatia io osservassi lo sguardo dei suoi occhi neri ritrarsi sospettosamente sotto le sopracciglia, mentre mi avvicinavo, e le sue dita nascondersi sempre pi a fondo, con gelosa determinazione, nel panciotto mentre io mi presentavo. "Il signor Heathcliff?". Non ottenni altra risposta che un cenno. "Sodo Lockwood, signore, il vostro nuovo inquilino; sono venuto a rendervi visita appena mi stato possibile per esprimere la speranza di non avervi infastidito insistendo per abitare Thrushcross Grange; ho appreso ieri che pensava te...". "Thrushcross Grange mi appartiene, signore" mi interruppe trasalendo. "Non permetto a nessuno di infastidirmi, se posso impedirlo. Entrate!". L'ultima parola, pronunciata a denti stretti, esprimeva piuttosto il pensiero: "Andate al diavolo!" N il cancello a cui si appoggiava ebbe alcun movimento in armonia con le sue parole; credo sia stata proprio questa circostanza a risolvermi a accettare l'invito: provavo interesse per un uomo che sembrava ancor pi smisuratamente riservato di me. Quando vide che il mio cavallo spingeva il cancello, si risolse infine a aprirlo, quindi mi precedette di malavoglia lungo il sentiero, chiamando mentre entravamo nel cortile: "Joseph, prendi il cavallo del signor Lockwood e porta del vino." "Quest'uomo deve certamente costituire l'intero personale domestico" mi dissi, sentendo quell'ordine composito. "Non mi stupisco che l'erba cresca tra i selci e che vi sia soltanto il bestiame a potare le siepi." Joseph era un uomo anziano; no, in verit, un vecchio, forse molto vecchio, sebbene sano e robusto. "Che il Signore ci aiuti!" mormor con stizzosa irritazione mentre mi prendeva il cavallo; piantandomi in viso, frattanto, uno sguardo cos acido che immaginai, caritatevolmente, dovesse aver bisogno dell'aiuto divino per digerire il pranzo e che la sua pia esclamazione non avesse alcun rapporto con il mio inatteso arrivo. L'abitazione del signor Heathcliff chiamata Wuthering Heights; Wuthering un termine dialettale assai espressivo del tumulto atmosferico al quale la sua posizione espone senza dubbio la casa nei giorni di tempesta. Qui, un vento puro e tonificante devono averlo con qualsiasi tempo, a dire il vero; si pu immaginare la forza del vento del nord che soffia sul crinale osservando la profonda inclinazione di alcuni abeti contorti in fondo alla casa; e una fila di roveti stenti che tendono i rami tutti in una sola direzione, come braccia che invochino l'elemosina di un po' di sole. Fortunatamente, l'architetto stato tanto previdente da costruire una abitazione solida; le finestre sono strette e profondamente incassate nei muri, e gli angoli difesi da grandi pietre aggettanti. Prima di varcare la soglia, sostai per ammirare gli intagli grotteschi che decorano a profusione la facciata, particolarmente la zona attorno al portone, dove, sull'architrave, tra grifoni che si sgretolano e sfrontati puttini, ho decifrato la data "1500" e il nome "Hareton Earnshaw"; avrei volentieri commentato la cosa e chiesto una breve storia della casa all'arcigno proprietario, se il suo atteggiamento davanti al portone non mi avesse chiaramente imposto di entrare subito o di andarmene definitivamente; e io non desideravo esasperare la sua impazienza prima di aver veduto la casa. Un solo gradino ci condusse nella stanza di soggiorno, che non preceduta da alcun corridoio o anticamera; da queste parti la chiamano "la casa", e comprende in genere cucina e salotto; ma a Wuthering Heights la cucina sembra sia stata costretta a ritirarsi in un'altra zona; sentivo infatti un suono di chiacchiere
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e uno sbattere di utensili venire dalle profondit della casa, e non vi erano segni che si arrostisse, bollisse o cuocesse in forno nel grande camino, n si vedevano alle pareti scintillare tegami di rame o setacci di stagno. In verit, la parete di fondo rifletteva superbamente la luce e il calore di enormi piatti di peltro alternati a brocche e boccali d'argento disposti in file e file in una grande credenza di quercia alta fino al soffitto. Quanto al soffitto stesso, non era mai stato rivestito, mostrando interamente la sua anatomia agli sguardi curiosi, salvo nel punto in cui una mensola di legno carica di focacce, cosciotti di manzo, montone, e prosciutti lo nascondeva alla vista. Sopra la cappa del camino erano appesi diversi vecchi fucili d'aspetto minaccioso e un paio di pistole; come unico ornamento, tre barattoli per il t dipinti a colori vistosi erano allineati sulla mensola. Il pavimento era di pietra bianca e liscia; non vi erano poltrone, ma sedie rozzamente lavorate dipinte in verde, mentre una o due, nere, massicce, si nascondevano nell'ombra. In una nicchia ad arco aperta sotto la credenza era accucciata una femmina di pointer fulva, circondata da uno sciame di cuccioli che guaivano; altri cani abitavano altre nicchie. La stanza e l'arredamento non sarebbero stati in alcun modo singolari se fossero appartenuti a un semplice fattore del nord, dal viso ostinato e le gambe robuste sottolineate dai calzoni al ginocchio e gli stivali. Un uomo del genere, seduto in poltrona, con un boccale di birra spumeggiante sul tavolino rotondo davanti a s, lo si vede dappertutto nel raggio di cinque o sei miglia tra queste colline se soltanto si trova il momento giusto, dopo pranzo. Ma il signor Heathcliff in singolare contrasto con la sua dimora e il suo stile di vita. Ha l'aspetto di uno zingaro dalla pelle scura, l'abito e i modi di un gentiluomo; di un gentiluomo, intendo, come lo sono molti signorotti di campagna. Piuttosto trasandato, forse; tuttavia la sua trasandatezza gli si addice poich ha un portamento fiero e un bel viso; e senza dubbio scontroso: qualcuno potrebbe immaginare in lui un certo rozzo orgoglio plebeo. Ma qualcosa in me, che vibra all'unisono con lui, mi dice che non si tratta di questo; so per istinto che il suo riserbo nasce dalla ripugnanza per le eccessive effusioni del sentimento, per le reciproche testimonianze di cortesia. un uomo capace di amare e odiare senza mostrarlo, e di giudicare un'impertinenza essere a sua volta amato o odiato. No, giungo troppo precipitosamente alle conclusioni; attribuisco troppo generosamente a lui caratteristiche che sono mie. Il signor Heathcliff pu essere indotto a ritrarsi, quando incontra un probabile conoscente, da motivi profondamente diversi da quelli che spingono me. Vorrei sperare che la mia natura sia quasi unica; la mia cara madre era solita dire che non avrei mai avuto una vera casa, e non pi tardi dell'estate scorsa mi sono dimostrato perfettamente indegno di averne una. Mentre trascorrevo un mese di bel tempo al mare, mi accadde di conoscere una creatura di grande fascino, una autentica dea ai miei occhi - fino a quando non si accorse di me. Non le espressi mai esplicitamente il mio amore; tuttavia, se gli sguardi possono parlare, anche un perfetto sciocco avrebbe intuito che ero pazzamente innamorato; lei comprese, e parve voler ricambiare i miei sentimenti con uno sguardo - lo sguardo pi dolce che si possa immaginare- e che cosa feci io? Lo confesso con profonda vergogna: mi ritrassi in me stesso gelidamente, come una lumaca, facendomi a ogni sguardo pi freddo e pi lontano; al punto che la povera creatura fin per dubitare di quel che vedeva, e, sopraffatta dalla confusione per il suo creduto errore, convinse la mamma a battere in ritirata. Per questa mia singolare natura, mi sono guadagnato la reputazione di essere freddo e senza cuore, reputazione quanto immeritata soltanto io posso saperlo. Sedetti a un lato del focolare opposto a quello dove si dirigeva il mio padrone di casa e riempii una pausa di silenzio cercando di accarezzare la madre della famiglia canina che aveva abbandonato la sua nursery e si stava furtivamente e avidamente avvicinando ai miei polpacci, le labbra che scoprivano i denti e l'acquolina in bocca al pensiero di un bel morso. Alle mie carezze reag ringhiando a lungo, con un suono gutturale. "Farete meglio a lasciare in pace il cane" ringhi a sua volta il signor Heathcliff, impedendo gesti pi feroci con un calcio. "Non abituata a venir coccolata, n trattata come un cane da salotto." Quindi, raggiungendo a passi impazienti una porta laterale, chiam di nuovo: "Joseph."
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Dalle profondit della cantina giunse un indistinto borbottio, ma Joseph non diede prova di voler salire; fu dunque il suo padrone a scendere da lui, lasciandomi a affrontare da solo quella cagnaccia e una coppia di torvi, irsuti cani da pastore che sorvegliavano tenacemente insieme a lei ogni mio movimento. Ben poco desideroso di entrare in contatto con le loro zanne, sedevo immobile; ma, certo che non avrebbero compreso insulti taciti, ebbi la pessima idea di strizzare l'occhio e fare le smorfie a quel minaccioso terzetto: qualcosa nella mia fisionomia indispett a tal punto la signora, che, presa da un'improvvisa furia, si avvent contro le mie ginocchia. Io la respinsi e mi affrettai a mettere tra me e lei il tavolo. Il mio gesto dest la furia dell'intero sciame; una mezza dozzina di demoni a quattro zampe, di dimensioni e et diverse, uscendo dai loro segreti nascondigli si un al terzetto. Vidi che i miei calcagni e le falde della giacca erano oggetto di particolari assalti; e, tenendo a bada per quanto potevo i pi grossi tra gli assalitori con l'attizzatoio, mi vidi costretto a chiedere a gran voce aiuto da qualcuno della casa per ristabilire la quiete. Il signor Heathcliff e il suo domestico salirono le scale della cantina con calma esasperante. Credo non accelerassero di un solo passo il loro ritmo consueto, sebbene attorno al focolare fosse tutto un avventarsi e ringhiare. Fortunatamente, un abitante della cucina diede prova di maggior sollecitudine; una robusta gentildonna, la gonna rimboccata, le braccia nude e le guance arrossate dal fuoco, si precipit in mezzo a noi brandendo una padella, e si serv di quell'arma e della sua lingua con tale efficacia che la tempesta, come per magia, si plac: era rimasta lei soltanto, ansante come il mare dopo un vento impetuoso, quando il suo padrone entr in scena. "Che diavolo succede?" chiese, con un'occhiata che trovai arduo sopportare dopo quell'inospitale trattamento. "Che diavolo succede, questa poi!" ribattei. "Il branco di maiali indemoniati non poteva essere posseduto da spiriti peggiori di questi vostri cani, signore. Tanto varrebbe che lasciaste gli estranei con un branco di tigri!". "Non toccano chi non tocca niente" osserv lui, mettendomi davanti la bottiglia e ricollocando al suo posto il tavolo che avevo spostato. "Fanno bene a stare in guardia. Un bicchiere di vino?" "No, grazie." "Morsicato, forse?". "Se mi avessero morso avrei lasciato il segno al mio assalitore." Il viso di Heathcliff si distese in una sorta di sorriso. "Oh, andiamo, siete un po' fuori squadra, signor Lockwood. Coraggio, prendete un po' di vino. Gli ospiti sono tanto rari in questa casa che io e i miei cani, sono pronto a riconoscerlo, non sappiamo come riceverli. Alla vostra salute, signore!" Chinai il capo e restituii il brindisi, rendendomi conto che sarebbe stato sciocco rimanermene l a fare il broncio per un branco di cani ringhiosi; inoltre, non desideravo permettere a quel tipo di divertirsi ancora alle mie spalle, dal momento che sembrava incline a farlo. Heathcliff - spinto probabilmente dalla prudente riflessione che sarebbe stato sciocco offendere un buon inquilino - parve rasserenarsi, attenu la laconica abitudine di eliminare dal discorso i pronomi e i verbi ausiliari, e introdusse un argomento che immaginava potesse interessarmi, parlando dei vantaggi e degli svantaggi del luogo in cui avevo deciso di trascorrere un periodo di solitudine. Mi parve, negli argomenti che affrontammo, molto intelligente; e, prima di prendere congedo, mi sentii tanto incoraggiato da offrirmi di tornare l'indomani. Palesemente, Heathcliff non desiderava che io rinnovassi quella mia intrusione. Ci nonostante, intendo andare. E' stupefacente quanto mi senta socievole se mi paragono a lui. II Il pomeriggio di ieri si annunciava freddo e nebbioso. Pensavo di trascorrerlo accanto al fuoco, nello studio, rinunciando a affrontare la brughiera fangosa per raggiungere Wuthering Heights.

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Tuttavia, risalendo al piano di sopra dopo pranzo (N.B., pranzo tra mezzogiorno e l'una; la governante, una donna matronale affittata insieme alla casa come un pezzo di arredamento, non ha potuto o non ha voluto capire la mia richiesta di pranzare alle cinque), salendo le scale per porre in atto quella pigra intenzione e entrando nello studio, ho veduto una servetta in ginocchio, circondata da spazzole e palette, che sollevava una polvere infernale mentre spegneva le fiamme nel camino con mucchi di cenere. A tale vista ho immediatamente battuto in ritirata; ho preso il cappello e, dopo una passeggiata di quattro miglia, sono giunto al cancello del giardino di Heathcliff, appena in tempo per sfuggire ai primi fiocchi leggeri come piume di una nevicata. _ Sulla cupa vetta di quella collina la terra era dura di una brina asciutta e l'aria mi penetrava nel corpo gelandomi le membra. Non riuscendo a aprire il cancello, lo scavalcai, e, percorrendo di corsa il sentiero selciato fiancheggiato da cespugli selvatici di uvaspina, bussai invano per entrare e tanto a lungo che le nocche delle dita mi bruciavano e i cani cominciarono a gridare. Con una silenziosa imprecazione augurai agli sciagurati abitanti di quella casa una perpetua solitudine come castigo di tanta inospitalit. "Io, quanto meno" mi dissi "non sbarrerei la porta durante il giorno; ma non me ne importa nulla: entrer ugualmente!". Presa tale decisione, afferrai il chiavistello e lo scossi con violenza. Il viso inacidito di Joseph scatt fuori da una finestrella rotonda del fienile. "Che cosa volete?" grid. "Il padrone gi all'ovile. Passate dietro il fienile se volete parlargli." "E non c' nessuno che possa aprirmi la porta?" ribattei. "Non c' nessuno tranne la signora, e lei non aprir neanche se fate chiasso fino a questa notte." "Ma come, non potete dirle chi sono, Joseph?". "No di certo! Non voglio averci niente a che fare" borbott quella testa prima di scomparire. La neve cominciava a farsi fitta. Afferrai la maniglia per provare di nuovo quando nel cortile dietro la casa apparve un giovanotto, senza giacca, che portava sulle spalle un forcone. Mi chiam facendo cenno di seguirlo, e, dopo aver attraversato una lavanderia e un cortile lastricato dove si trovavano una carbonaia, una pompa per l'acqua e una piccionaia, giungemmo infine nella grande stanza calda e gaia dove ero stato ricevuto in precedenza. Vi regnava il caldo, gradito splendore di un immenso fuoco di carbone, legno e torba, e vicino al tavolo, apparecchiato per un abbondante pasto serale, ebbi la soddisfazione di scorgere la "signora", una creatura di cui non avevo ancora sospettato l'esistenza. La salutai con un inchino e attesi pensando che mi avrebbe invitato a sedere. Lei mi guardava, appoggiandosi allo schienale della sedia, e rimaneva immobile e silenziosa. "Un tempo terribile!" osservai. "Temo, signora Heathcliff, che il portone rechi le conseguenze dello scarso zelo della vostra servit: stata una autentica impresa farmi sentire." Lei continuava a non aprire bocca. Io la guardai - lei mi guardava di rimando. O, quanto meno, fissava gli occhi su di me con uno sguardo freddo e vuoto, imbarazzante e sgradevole al massimo. "Sedete" disse il giovanotto di malavoglia. "Sar qui subito." Io sedetti, mi schiarii la voce, e chiamai la terribile Juno, che si degn, a questo secondo incontro, di muovere la punta estrema della coda come benevolo segno di riconoscimento. "Bell'animale!" dissi tentando di nuovo di fare conversazione. "Pensate di dare via i cuccioli, signora?". "Non sono miei" rispose infine quell'amabile padrona di casa, in tono ancor pi scostante di quello che avrebbe potuto usare lo stesso Heathcliff. "Ah" continuai, volgendomi verso un cuscino in ombra carico di qualcosa che sembravano gatti "i vostri preferiti sono dunque quelli!". "Strani preferiti da scegliersi" ribatt sdegnosamente lei. Sfortunatamente, si trattava infatti di un mucchio di conigli morti. Mi schiarii nuovamente la voce e mi avvicinai al camino ripetendo i miei commenti sul tempo di quella sera.
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"Non avreste dovuto uscire" ribatt lei, alzandosi e tendendosi per prendere dalla mensola del camino due dei barattoli dipinti. Prima la donna era in ombra; ora riuscii a vederla bene e per intero. Era snella e sembrava aver superato di poco l'adolescenza; una figura perfetta e il viso pi incantevole che avessi mai avuto la fortuna di ammirare; lineamenti piccoli, chiari; riccioli biondi, o piuttosto dorati, che le ricadevano liberamente sulla nuca esile; quanto agli occhi, se avessero avuto un'espressione amabile sarebbero stati irresistibili; fortunatamente per il mio fragile cuore, il solo sentimento che esprimessero pareva incerto tra il disprezzo e una sorta di disperazione, sentimento che appariva in lei singolarmente innaturale. I barattoli sembravano troppo in alto per lei; feci il gesto di aiutarla: lei mi si rivolt contro come potrebbe fare un avaro se qualcuno si offrisse di aiutarlo a contare il suo oro. "Non voglio il vostro aiuto" scatt. "Posso prenderlo da sola." "Vi chiedo scusa" mi affrettai a rispondere. "Siete stato invitato per il t?" chiese, legandosi un grembiule sul semplice abito nero e rimanendo con un cucchiaino pieno di t sospeso sulla teiera. "Sar lieto di berne una tazza" risposi. "Siete stato invitato?" ripet lei. "No" riconobbi, quasi sorridendo. "Toccherebbe a voi invitarmi." Lei mise bruscamente via t e cucchiaino; poi torn a sedersi di pessimo umore, la fronte corrugata, il labbro inferiore sporto in avanti come quello di una bambina prossima alle lacrime. Frattanto il giovanotto si era goffamente infilato una giacca in pessime condizioni, e, mettendosi davanti alla fiamma del camino, mi guardava di sottecchi, in tutto e per tutto come se tra noi ci fosse una faida mortale. Cominciai a chiedermi se fosse o non fosse un servo; il modo di parlare e il vestito erano rozzi, del tutto privi della superiorit palese nel signore e nella signora Heathcliff; i folti riccioli castani erano incolti e disordinati, le basette irsute come il pelo di un orso, le mani scure e ruvide, mani da contadino; tuttavia, il suo portamento era libero, quasi altero; e non dava alcuna prova dello zelo di un domestico nel servire la padrona di casa. Mancandomi chiare testimonianze della sua condizione, ritenni opportuno fingere di non notare la sua curiosa condotta, e, in capo a cinque minuti, l'arrivo di Heathcliff mi liber, in qualche modo, da quella imbarazzante situazione. "Vedete, signore, sono venuto come avevo promesso!" esclamai, con simulata gaiezza "e temo che il tempo mi costringer a rimanere una mezz'oretta se potete darmi asilo per tanto tempo." "Una mezz'oretta?" ripet lui scuotendosi dai vestiti i fiocchi di neve. "Dovevate scegliere proprio una tempesta di neve per avventurarvi fuori? Non sapete che correte il rischio di perdervi nelle paludi? Anche chi conosce bene la brughiera spesso si smarrisce in serate come queste, e, vi assicuro, non c' alcuna possibilit che il tempo per il momento cambi." "Forse potrei trovare una guida tra la vostra servit, che si fermi poi a Thrushcross Grange fino al mattino: potete concedermene una?". "No, non posso." "Oh, davvero! bene, allora dovr affidarmi alla mia sagacia." Un suono che esprimeva dubbio fu la sola risposta. "Lo fate o no questo t?" chiese il giovane dalla giacca in pessime condizioni, spostando il suo sguardo feroce da me alla signora. "Deve prenderlo anche quello?" chiese lei rivolgendosi a Heathcliff. "Sbrigati a prepararlo e basta" fu la risposta, pronunciata con tale brutalit che io sussultai. Il tono delle parole rivelava autentica cattiveria: non provavo pi alcun desiderio di definire Heathcliff un uomo eccellente. Quando il t fu pronto, mi invit con un: "Ecco, portate avanti la sedia." E noi tutti, compreso quel giovane zotico, sedemmo a tavola, consumando il pasto in austero silenzio. Pensai fosse mio dovere studiarmi di dissipare quella nube di cui sembravo essere la causa. Non era certo possibile che tutti i giorni sedessero cos cupi e taciturni; altrettanto impossibile, per quanto cattivo potesse essere il loro carattere, che quello sguardo torvo fosse il loro sguardo consueto. "E' strano" cominciai tra una tazza di t e l'altra " strano come l'abitudine possa modellare i nostri gusti e le nostre idee; molti non riuscirebbero a
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immaginare possa esservi felicit in una vita cos completamente isolata dal mondo come quella che voi conducete, signor Heathcliff; tuttavia, oso dire che, circondato dalla vostra famiglia e con la vostra graziosa moglie come l'angelo della vostra casa e del vostro cuore...". "La mia graziosa moglie!" mi interruppe con un ghigno quasi diabolico impresso sul volto. "E dove mai la vedete, la mia graziosa moglie?". "Intendo naturalmente la signora Heathcliff." "Ah, s... Intendete dunque affermare che il suo spirito agisce da angelo del focolare e veglia sulle fortune di Wuthering Heights anche se il suo corpo se ne ormai andato? cos?". Comprendendo di aver commesso un errore, cercai di correggerlo. Avrei pur dovuto vedere che c'era una differenza di et troppo grande tra loro due perch potessero essere marito e moglie. Lui era sui quaranta: a quell'et il vigore mentale troppo forte perch gli uomini nutrano l'illusione di venir sposati, per amore, da una ragazza; tale sogno di consueto il conforto della nostra vecchiaia. Lei non sembrava avere ancora diciassette anni. E di colpo compresi: quello zotico accanto a me, che in quel momento beveva il t da una ciotola e mangiava il pane con le mani sporche, era forse suo marito. Il giovane Heathcliff, naturalmente. Ecco dunque le conseguenze di un'esistenza troppo isolata: la giovane donna si accontentata di quel tanghero soltanto perch ignora l'esistenza di uomini migliori! Davvero un peccato - dovevo essere cauto e non farle rimpiangere troppo la sua scelta. Quest'ultima riflessione pu apparire presuntuosa, ma non lo era. Il mio vicino mi appariva quasi repellente, mentre io sapevo, per esperienza, di non essere privo di attrattive. "La signora Heathcliff mia nuora" spieg Heathcliff avvalorando cos la mia ipotesi. E mentre parlava le rivolse uno sguardo singolarissimo, uno sguardo di odio, sempre che egli non abbia muscoli facciali tanto ostinati da non voler interpretare, come quelli di tutti noi, il linguaggio del suo spirito. "Ah, si intende, ora comprendo: siete voi il fortunato possessore della fata benefica" osservai, rivolgendomi al mio vicino. Il risultato fu ancora peggiore del precedente; il giovane si fece color cremisi e strinse i pugni mostrando di voler deliberatamente assalirmi. Tuttavia, parve subito riprendersi; e la tempesta si espresse soltanto in una brutale imprecazione, borbottata contro di me, che io mi premurai di non prendere in considerazione. "Non avete fortuna nelle vostre congetture, signore" osserv il mio ospite. "N io n lui abbiamo il privilegio di possedere la vostra fata benefica; suo marito morto. Ho detto che mia nuora, dunque deve avere sposato mio figlio." "E questo giovane ...". "Non mio figlio, certamente!". Heathcliff sorrise ancora, come se fosse uno scherzo troppo audace attribuire a lui la paternit di quell'orso. "Mi chiamo Hareton Earnshaw" grugn l'altro. "E vi consiglio di portare rispetto al mio nome!". "Non ho mostrato alcuna mancanza di rispetto" fu la mia risposta, e dentro di me ridevo della solennit con cui si era presentato. Mi guard a lungo, molto pi a lungo di quel che io intendessi guardarlo, nel timore di cedere alla tentazione di schiaffeggiarlo o di rendere troppo palese la mia ilarit. Cominciai a sentirmi irrimediabilmente fuori posto in quella piacevole cerchia familiare. La lugubre atmosfera spirituale superava, fino a annullarlo del tutto, il caldo conforto fisico che mi circondava; e stabilii di essere molto cauto nell'avventurarmi una terza volta in quel luogo. Terminato il pasto, e poich nessuno pronunciava una sola parola per avviare una conversazione, mi avvicinai a una finestra esaminando il tempo. La vista che mi si present era scoraggiante; le tenebre della notte giungevano prematuramente e il cielo e le colline parevano confondersi in un vortice soffocante di vento e di neve. "Non credo mi sia possibile tornare a casa senza una guida" non potei impedirmi di esclamare. "Le strade saranno ormai sepolte dalla neve; e quando pure ne fossero libere non riuscirei a vedere nemmeno a un passo di distanza."

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"Earnshaw, porta quelle dodici pecore sotto il porticato del fienile. Verranno sepolte dalla neve se resteranno all'aperto tutta la notte; e mettigli davanti un'asse" disse Heathcliff. "Come posso fare?" continuai con crescente irritazione. La mia domanda non ottenne alcuna risposta, e guardandomi attorno vidi soltanto Joseph che portava un secchio di porridge per i cani, e la signora Heathcliff, china sul fuoco, che si distraeva bruciando un fascio di fiammiferi caduti dalla mensola del camino mentre lei vi ricollocava sopra il barattolo del t. Joseph, dopo aver deposto a terra il secchio, rivolse uno sguardo critico alla sala, e gracchi con voce stridente: "Come potete starvene qui a far niente, quando tutti sono fuori? Ma siete uno zero, voi, e parlare inutile: non vi libererete mai dal male che in voi, ma ve ne andrete al diavolo, come vostra madre!". Per un solo momento pensai che quella splendida eloquenza fosse rivolta a me; e, furioso, mi avvicinai a quella vecchia canaglia con l'intenzione di buttarlo fuori. La signora Heathcliff, tuttavia, mi ferm con la sua risposta. "Vergogna, vecchio ipocrita!" esclam. "Non temete di venir portato via dal diavolo ogni volta che ne pronunciate il nome? Vi avverto: non continuate a provocarmi o chieder che vi porti via come un favore speciale. Guardate, guardate qui, Joseph" continu, prendendo da uno scaffale un volume lungo e scuro. "Vi mostrer quanti progressi abbia fatto nella Magia Nera - presto sar in grado di liberarmi di voi tutti. La mucca rossa non morta per caso; e i vostri reumatismi non possono certo venir considerati un intervento provvidenziale!". "Oh, empia, empia!" esclam il vecchio ansando di sdegno. "Che il Signore ci liberi dal male!". "No, reprobo! siete voi il dannato - sparite o vi far del male davvero! Mi far di voi tutti immagini di cera e argilla; e il primo che passer i limiti stabiliti da me, sar... Non dir che cosa gli accadr, ma lo vedrete! Via, ora, via, vi sto guardando!". Quella streghetta riusciva a mettere una falsa crudelt nei suoi begli occhi, e Joseph, tremando di autentico orrore, si affrett a sparire, pregando e esclamando "empia" mentre si allontanava. Pensai che la condotta di lei fosse dettata da una sorta di cupo umorismo; e, ora che eravamo soli, mi studiai di interessarla ai miei problemi. "Signora Heathcliff" dissi con passione "dovete perdonarmi per il disturbo che vi reco - immagino che lo farete poich, con quel viso, non potete non avere un cuore generoso. Abbiate la bont di indicarmi alcuni punti di riferimento che possano mostrarmi la strada per tornare a casa: non so come raggiungerla pi di quanto voi possiate sapere come raggiungere Londra!" "Tornate per la strada da cui siete venuto" rispose lei, rannicchiandosi in una sedia, con una candela e il libro della magia davanti a s. "Non molto come consiglio, ma il migliore che io possa darvi." "Dunque, se verrete a sapere che il mio cadavere stato scoperto in un pantano o in un fosso pieno di neve, la vostra coscienza non vi dir che in parte la colpa vostra?". "E perch dovrebbe? Non posso certo scortarvi. Non mi permetterebbero di arrivare neanche in fondo al muro del giardino." "Voi! Mi addolorerebbe chiedervi soltanto di varcare la soglia per me in una notte come questa" esclamai. "Vi chiedo di dirmi quale sia la strada da seguire, non di mostrarmela; o, altrimenti, di convincere il signor Heathcliff a darmi una guida." "Chi? Qui siamo lui, Hareton, Zillah, Joseph, e io. Chi vorreste?". "Non ci sono garzoni alla fattoria?". "No, quelli che ho nominato sono tutti." "Se cos, mi vedo costretto a restare." "Per questo accordatevi con il vostro ospite; la cosa non mi riguarda." "Spero che questo vi insegner a non intraprendere viaggi avventati su queste colline" esclam la voce aspra di Heathcliff dalla porta della cucina. "Quanto a restare qui, non ho camere per gli ospiti; dovrete dividere il letto con Hareton o Joseph, se intendete restare." "Posso dormire qui" risposi "su una sedia in questa sala."
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"No, no! Un estraneo un estraneo, ricco o povero che sia: non intendo lasciarlo padrone del campo mentre io non sono all'erta!" ribatt sgarbatamente quella canaglia. L'insulto pose fine alla mia pazienza. Con un'esclamazione di disgusto, lo oltrepassai uscendo in cortile, e nella fretta andai a urtare Earnshaw. Il buio era cos fitto che non riuscivo a vedere il cancello, e mentre vagavo inutilmente colsi un altro esempio della cortesia che regnava tra loro. Dapprima il giovane parve incline a essermi amico. "Andr con lui fino al parco" disse. "Andrai con lui all'inferno!" esclam il suo padrone, o qualsiasi altra cosa fosse nei suoi confronti. "E chi dovrebbe badare ai cavalli, secondo te?". "La vita di un uomo conta pi del rischio di trascurare i cavalli per una sera; qualcuno deve andare" mormor la signora Heathcliff, pi dolcemente di quanto mi aspettassi. "Non perch lo decidete voi" ribatt Hareton. "Se ha tanta importanza ai vostri occhi farete bene a starvene tranquilla." "Allora mi auguro che il suo fantasma venga a tormentarvi; e che il signor Heathcliff non trovi un altro inquilino fino a che la Grange non cada in rovina!" rispose con asprezza lei. "Udite: la strega li maledice!" borbott Joseph verso il quale mi stavo dirigendo. Sedeva a portata d'udito, mungendo le mucche alla luce di una lanterna che io afferrai senza cerimonie, gridando che l'avrei restituita il giorno dopo e avviandomi di corsa all'uscita pi vicina. "Padrone, padrone, ha rubato la lanterna!" grid il vecchio inseguendomi. "Ehi, Gnasher! Ehi, cane! Ehi, Wolf, prendetelo, prendetelo!". Mentre aprivo il cancelletto due mostri irsuti mi balzarono alla gola, gettandomi a terra e spegnendo cos la luce della lanterna, mentre la risata di Heathcliff e Hareton coronava la mia rabbia e la mia umiliazione. Per mia fortuna i due animali sembravano desiderosi di stirarsi le zampe, di sbadigliare, dimenare la coda, pi che di sbranarmi; ma non intendevano tollerare che io mi rialzassi e fui costretto a rimanere a terra fino a quando non piacque ai loro malevoli padroni di liberarmi; allora, senza cappello e tremante di rabbia, ordinai a quei due furfanti di farmi uscire, minacciandoli, se mi avessero tenuto un solo minuto di pi, di oscure vendette che, nel loro indefinito abisso di violenza, ricordavano Re Lear. La veemenza stessa della mia agitazione mi fece sanguinare il naso, mentre Heathcliff continuava a ridere e io a gridare. Non so come si sarebbe conclusa quella scena, se non ci fosse stato sottomano qualcuno pi ragionevole di me e pi benevolo del mio cortese ospite. Si trattava di Zillah, la robusta governante, che infine apparve per chiedere a che cosa fosse dovuto tutto quel chiasso. Credeva che qualcuno di loro mi avesse aggredito; e, non osando attaccare il padrone, rivolse la sua artiglieria vocale contro il pi giovane dei due colpevoli. "Questa poi, signor Earnshaw" esclam "mi chiedo che cosa farete adesso! Dobbiamo metterci a assassinare la gente proprio sulla porta di casa? Vedo bene che questa casa non fa e non far per me: guardate quel povero ragazzo, sta quasi soffocando! Via, via, non dovete prendervela cos: entrate e sistemer io le cose. Ecco, andiamo, state tranquillo ora." Con queste ultime parole mi gett d'improvviso una brocca d'acqua gelida lungo la schiena e mi spinse in cucina. Il signor Heathcliff ci segu, la sua casuale allegria pronta a svanire nella consueta tetraggine. Mi sentivo davvero male, molto debole e con la testa vuota; ero dunque costretto, mio malgrado, a accettare di dimorare sotto il suo tetto. Heathcliff disse a Zillah di darmi un bicchiere di acquavite, quindi entr in una stanza pi interna mentre lei mi compassionava per le mie sventure, e, dopo aver obbedito ai suoi ordini restituendomi cos un po' di forza, mi condusse a letto. III

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Mentre mi guidava su per le scale, mi raccomand di nascondere la candela e di non far rumore, poich il suo padrone aveva strane idee sulla camera dove lei intendeva mettermi e non voleva che nessuno vi alloggiasse. Gliene chiesi la ragione. Non la conosceva, rispose: viveva l soltanto da un anno o due, e accadevano cose tanto strane che non aveva il tempo di essere curiosa. Quanto a me, troppo stupefatto per esserlo, chiusi la porta e mi guardai attorno cercando il letto. Per tutto arredamento vidi una sedia, un cassettone, e una sorta di grande armadio di quercia, con riquadri tagliati in alto simili ai finestrini di una carrozza. Avvicinatomi a quella singolare struttura, guardai dentro e vidi che si trattava di uno strano tipo di letto all'antica, concepito molto efficacemente per ovviare alla necessit che ogni membro della famiglia avesse una stanza tutta per s. In realt, costituiva da solo una piccola stanza; e il davanzale di una finestra, che racchiudeva, serviva da tavolino. Feci scorrere i pannelli laterali, entrai con la candela, li richiusi nuovamente, e mi sentii al sicuro contro la sorveglianza di Heathcliff o di chiunque altro. Su un angolo del davanzale, dove posai la candela, erano accatastati alcuni libri ormai ammuffiti, e numerose scritte ne graffiavano la vernice. Tuttavia, si trattava soltanto di un nome ripetuto in diversi caratteri, grandi e piccoli: Catherine Earnshaw, che in alcuni casi diveniva Catherine Heathcliff, quindi Catherine Linton. Con languida apatia abbandonai il capo contro la finestra e continuai a ripetere Catherine Earnshaw, Heathcliff, Linton, fino a che mi si chiusero gli occhi; ma non erano chiusi da cinque minuti quando un bagliore di candide lettere balz fuori dall'oscurit, vivide come spettri: l'aria pullulava di Catherine; riscuotendomi per allontanare quel nome invadente, vidi che lo stoppino della candela era inclinato su uno dei vecchi libri e profumava l'ambiente di un odore di cuoio bruciato. Mi affrettai a smoccolarlo, e, sentendomi profondamente a disagio per il freddo e una nausea persistente, sedetti nel letto e aprii sulle ginocchia il volume rovinato. Si trattava di una Bibbia, mal stampata e odorosa di muffa; sulla pagina del frontespizio si leggeva il nome "Catherine Earnshaw" e una data che risaliva a circa venticinque anni prima. Lo chiusi, poi ne presi un altro e un altro ancora fino a esaminarli tutti. La biblioteca di Catherine era ben scelta, e le condizioni in cui si trovava provavano che era stata usata a lungo, sebbene non per uno scopo del tutto legittimo: non vi era quasi capitolo che fosse sfuggito a un commento a penna, o a qualcosa che ne aveva l'aspetto, scritto in ogni spazio bianco lasciato dallo stampatore. In alcuni casi si trattava di frasi isolate, in altri di un autentico diario, tracciato con una grafia ancora infantile e incerta. In cima a una pagina interamente bianca, un autentico tesoro probabilmente quando era stata scoperta per la prima volta, mi divert osservare un'eccellente caricatura del mio amico Joseph, tracciata rozzamente ma efficacemente. Si accese in me un immediato interesse per quella sconosciuta Catherine, e subito cominciai a decifrare i suoi appassiti geroglifici. Una domenica terribile! cominciava il paragrafo sotto la caricatura. Vorrei che mio padre fosse ancora qui. Come suo sostituto Hindley detestabile, e la sua condotta nei confronti di Heathcliff, atroce. - H. e io intendiamo ribellarci; questa sera stessa abbiamo iniziato a farlo. Tutto il giorno ha piovuto a dirotto; non potevamo andare in chiesa e cos a Joseph saltato in testa di riunirci tutti per una cerimonia religiosa nella soffitta; mentre Hindley e sua moglie se ne stavano felicemente di sotto davanti a un bel fuoco facendo tutto fuorch leggere la Bibbia, ne sono certa, a Heathcliff, a me e allo sventurato garzone di fattoria stato ordinato di prendere il libro di preghiere e di salire. Ci hanno sistemato in fila su un sacco di grano, mentre ci lamentavamo e tremavamo dal freddo e speravamo che anche Joseph tremasse dal freddo cos da essere indotto a fare un sermone molto breve per il suo stesso bene. Vana speranza! l'officio durato esattamente tre ore, eppure mio fratello ha avuto il coraggio di esclamare, quando ci ha visto scendere: "Come, avete gi finito?".
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La domenica sera in genere ci permettevano di giocare se non facevamo troppo chiasso; adesso anche una risatina basta a farci mettere nell'angolo! "Dimenticate di avere un padrone ora" afferma il tiranno. "Demolir il primo che mi fa arrabbiare! Insisto perch la sobriet e il silenzio siano perfetti. Oh, ragazzo! eri tu? Frances, mia cara, tiragli i capelli mentre gli passi vicino: l'ho sentito che faceva schioccare le dita." Frances gli ha tirato i capelli di gusto poi andata a sedersi sulle ginocchia del marito; e se ne stavano l, come due bambini, a baciarsi e a dirsi sciocchezze - sciocchezze di cui noi ci vergogneremmo. Abbiamo cercato di sistemarci comodamente quanto era possibile nell'arco della credenza. Avevo appena legato insieme i nostri grembiuli e li avevo appesi per farne una tenda quando entr Joseph che veniva dalle stalle. Ha stracciato il mio lavoro, mi ha dato uno schiaffo e ha cominciato a gracchiare: "Il padrone stato appena seppellito, il giorno di festa non ancora finito, avete ancora nelle orecchie le parole del Vangelo e osate giocare! vergogna a voi! sedete, bambini cattivi! ce n' a saziet di buoni libri da leggere se soltanto volete farlo; sedete e pensate alla vostra anima!". Con queste parole ci costrinse a sederci in modo da poter ricevere dal camino, lontano da noi, un pallido riflesso di luce che ci consentisse di leggere i libri che ci aveva imposto. Io non sopportavo di passare cos il tempo. Ho afferrato quel sudicio volume per la costola e l'ho scagliato nel canile, gridando che detesto i buoni libri. Heathcliff ha gettato con un calcio il suo nello stesso posto. Allora successo il finimondo! "Padron Hindley!" grida il nostro cappellano. "Padrone, venite qui! La signorina Cathy ha strappato il dorso dall'Elmo della Salvezza, e Heathcliff ha preso a calci la prima parte della Via Larga verso la Perdizione! una vera vergogna che li lasciate comportarsi cos. Il vecchio signore li avrebbe frustati per bene, ma non pi tra noi!". Hindley si affretta a lasciare il suo paradiso accanto al focolare e, afferrando uno di noi per il colletto e l'altro per il braccio, ci scaglia entrambi nel retrocucina dove, ci ha assicurato Joseph, il diavolo ci avrebbe preso senza l'ombra di un dubbio; e, con queste parole di conforto, abbiamo cercato ognuno un rifugio per attendere il suo arrivo. Io sono riuscita a prendere questo libro e una boccetta di inchiostro dalla mensola e a aprire un poco la porta per farmi luce: ho passato cos il tempo scrivendo per venti minuti; ma il mio compagno impaziente e suggerisce di prendere il mantello della donna della latteria e di fuggire al riparo di quello sulla brughiera. Un'idea molto piacevole; se quel vecchio bisbetico entra, penser che la sua profezia si realizzata - non potremmo avere pi freddo n soffrire pi umidit sotto la pioggia che qui. Immagino che Catherine avesse realizzato il suo progetto, poich la frase successiva affrontava un altro argomento e era intrisa di lacrime: Non avrei mai pensato che Hindley mi facesse piangere tanto! La testa mi duole al punto che non posso tenerla sul cuscino; e tuttavia non intendo cedere. Povero Heathcliff! Hindley lo chiama vagabondo e non gli permette pi di stare insieme a noi n di mangiare con noi; dice che io e lui non dobbiamo giocare insieme e minaccia di buttarlo fuori casa se non obbediamo ai suoi ordini. Rimprovera a nostro padre (come osa farlo?) di aver trattato H. con troppa generosit e afferma che lo rimetter al posto che gli spetta. Gli occhi cominciarono a appesantirsi sulla pagina sbiadita; il mio sguardo vag dal manoscritto al testo stampato. Lessi un titolo scritto in rosso, in caratteri ornati: Settanta Volte Sette, e il Primo della Settantunesima. Pio Sermone tenuto dal Reverendo Jabes Branderham nella cappella, di Gimmerden Sough. E mentre, in uno stato di semi-incoscienza, mi tormentavo chiedendomi come Jabes Branderham avrebbe trattato l'argomento, crollai supino e mi addormentai. Ahim, quali tristi effetti possono avere un t cattivo e un cattivo umore! che altro infatti potrebbe avermi fatto passare una notte cos terribile? Non riesco a ricordarne un'altra che possa paragonare a questa da quando sono stato in grado di soffrire.
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Cominciai a sognare quasi ancor prima di aver perduto coscienza del luogo in cui mi trovavo. Mi pareva fosse mattina; e io mi ero incamminato verso casa avendo come guida Joseph. La neve sulla strada era profonda metri e metri; e, mentre arrancavamo faticosamente, il mio compagno mi tediava con i suoi costanti rimproveri perch non avevo portato un bordone da pellegrino; affermando che non sarei mai potuto entrare se non ne avessi avuto uno e brandendo spavaldamente un pesante bastone dalla grossa impugnatura che era evidentemente chiamato bordone da pellegrino. Per un attimo mi parve assurdo dovesse essermi necessaria una simile arma per poter entrare in casa mia. Poi mi attravers la mente una nuova idea. Non stavo andando a casa: eravamo in viaggio per ascoltare il celebre Jabes Branderham predicare sul tema Settanta Volte Sette; e Joseph, il predicatore o io stesso avevamo commesso il "Primo della Settantunesima", e dovevamo venir additati alla pubblica vergogna e scomunicati. Giungemmo alla cappella; vi sono davvero passato davanti due o tre volte nelle mie passeggiate: si trova in un avvallamento tra due colline, un avvallamento situato in alto presso una palude di torba che si dice riesca perfettamente a imbalsamare i pochi cadaveri che vi vengono deposti. Il tetto della cappella rimasto intatto, ma poich il beneficio per il ministro di venti sterline l'anno pi una casa di due stanze che minacciano rapidamente di trasformarsi in una sola, nessuno pronto a assumere il ruolo di pastore di quella cappella, tanto pi che il suo gregge - cos si afferma - sarebbe pronto a lasciarlo morire di fame piuttosto che aumentare la rendita di un solo penny di tasca propria. Tuttavia, nel mio sogno, davanti a Jabes si trovava una congregazione numerosa e attenta; e lui predicava, oh, se predicava! e quale sermone! Diviso in Quattrocentonovanta parti: ognuna pari a un sermone consueto, ognuna destinata alla trattazione di un singolo peccato. Dove li cercasse, non saprei dirlo; aveva un modo tutto suo di interpretare la frase, e sembrava necessario che il fratello commettesse peccati diversi ogni volta. Erano tutti di natura assai curiosa - strane trasgressioni che io non avevo mai prima di allora immaginato. Che noia mi prese! Quanto fremevo e sbadigliavo e ciondolavo il capo e poi mi riprendevo! Quanto mi pizzicavo e mi pungevo e mi strofinavo gli occhi e mi alzavo e poi di nuovo mi sedevo e davo di gomito a Joseph per chiedergli se il sermone sarebbe mai finito! Ero condannato a sentirlo tutto; infine arriv al Primo della Settantunesima. A quel punto un'ispirazione improvvisa mi colse; mi sentii spinto a alzarmi e a denunciare Jabes Branderham come colui che aveva commesso il peccato che nessun cristiano deve perdonare. "Signore" esclamai "seduto qui tra queste quattro mura, e senza interruzione, ho sopportato e perdonato le quattrocentonovanta parti del vostro sermone. Settanta volte sette ho preso il cappello e sono stato sul punto di andarmene. Settanta volte sette voi mi avete oltraggiosamente costretto a sedermi nuovamente. La quattrocentonovantunesima parte troppo. Compagni in questo martirio, addosso! Trascinatelo gi e fatelo a pezzi affinch questo luogo che lo conosce non debba conoscerlo mai pi." "Sei tu l'Uomo!" proruppe Jabes dopo una pausa solenne, appoggiandosi al suo cuscino. "Settanta volte sette ho visto il tuo viso contorcersi, settanta volte sette ho preso consiglio con la mia anima: ecco, questa umana debolezza; anche questo pu venir perdonato! Il Primo della Settantunesima giunto. Fratelli, eseguite su di lui il giudizio; tale onore abbiano tutti i Suoi santi!". A queste ultime parole, l'intera congregazione, brandendo i bordoni, si precipit all'unisono su di me, e io, non avendo arma per difendermi, cominciai a lottare con Joseph, il mio aggressore pi vicino e pi feroce, per prendere la sua. Nella confusione e nella ressa, molti bastoni si incrociavano; colpi destinati a me si abbattevano su altre teste. Presto l'intera cappella risuon di colpi e contraccolpi. Ognuno alzava la mano contro il vicino; e Branderham, non desiderando rimanersene inoperoso, esprimeva il suo zelo in una serie di forti colpi sulle assi del pulpito, colpi cos secchi che infine, con mio indescrivibile sollievo, mi svegliarono.

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E che cosa aveva suggerito quell'immane frastuono? che cosa aveva rappresentato la parte di Jabes in quella lite? Semplicemente il ramo di un abete che toccava la mia finestra, mentre il vento gemeva a raffiche, e sembrava bussare al vetro. Per un istante rimasi incerto in ascolto; poi individuai l'importuno, mi voltai, mi riaddormentai, e tornai a sognare; se possibile, sogni ancora pi sgradevoli. Questa volta ricordavo di essere in quell'armadio di quercia e udivo distintamente il vento forte e l'intensit della tempesta di neve; sentivo anche il ramo d'abete ripetere i suoi fastidiosi colpi e li attribuivo alla loro causa reale; ma mi disturbavano tanto che decisi di farli tacere, se era possibile; mi parve dunque di alzarmi per aprire la finestra. Il gancio era saldato, come avevo osservato quando ero sveglio ma avevo ora dimenticato. "Eppure devo fermarlo!" mormorai spaccando con le nocche il vetro e sporgendo il braccio per afferrare il fastidioso ramo; ma invece del ramo, le mie dita incontrarono le dita di una piccola mano ghiacciata! L'intenso orrore di quell'incubo mi sopraffece; cercai di ritrarre il braccio, ma la mano vi si afferrava e una voce di disperata malinconia singhiozzava: "Lasciami entrare, lasciami entrare!". "Chi sei?" chiesi lottando per liberarmi. "Catherine Linton" rispose la voce tremando (perch pensai proprio Linton? Avevo letto venti volte Earnshaw per un solo Linton). "Sono tornata a casa, ho smarrito la strada sulla brughiera!". Mentre la voce parlava, scorgevo oscuramente un viso infantile che guardava attraverso la finestra. Il terrore mi rese crudele; giudicando inutile cercare di liberarmi da quella creatura, le tirai il polso sul vetro rotto e lo strofinai avanti e indietro fino a che il sangue scorse e bagn le lenzuola; ma la voce continuava a gemere: "Lasciami entrare!" e la mano continuava a afferrarsi a me, che credevo di impazzire per la paura. "Come potrei farlo?" dissi infine. "Lasciami se vuoi che ti faccia entrare!". Le dita allentarono la presa, io mi affrettai a ritrarre le mie attraverso il buco del vetro, rapidamente vi ammucchiai contro i libri a piramide e mi tappai le orecchie per non udire quella straziante preghiera. Mi parve di essermele tenute chiuse per pi di un quarto d'ora; pure, non appena ripresi a ascoltare, riprese anche quel lungo gemito. "Vattene!" gridai "non ti lascer entrare neppure se me lo chiedessi per vent'anni!". "Sono vent'anni" mormor luttuosamente la voce "vent'anni, s, vent'anni che vago come un'anima persa!". Cominci allora un debole raschiare fuori del vetro, e la pila di libri si mosse come fosse stata spinta in avanti. Cercai di balzare in piedi, ma non riuscii a muovermi, e cos gridai forte, paralizzato da un terrore folle. Con profonda confusione, scoprii che le mie grida non erano immaginarie. Sentii dei passi affrettarsi verso la porta della mia camera; qualcuno la apr vigorosamente e una luce balen attraverso i riquadri in cima al letto. Io sedevo ancora rabbrividendo e asciugandomi il sudore dalla fronte; il nuovo venuto parve esitare e parlare a se stesso. Infine disse quasi in un sussurro, e senza attendersi palesemente risposta: "C' qualcuno qui?". Ritenni opportuno confessare la mia presenza, poich avevo riconosciuto la voce di Heathcliff e temevo potesse mettersi a cercare pi a fondo se fossi rimasto in silenzio. Aprii dunque i pannelli: non dimenticher presto l'effetto di questo mio gesto. Heathcliff era davanti al letto, in maniche di camicia, una candela che gli lasciava cadere la cera sulle dita, il viso bianco come il muro alle sue spalle. Al primo scricchiolio della vecchia quercia sussult come per l'effetto di un fulmine: la candela scivol dalle dita cadendo a circa un metro di distanza da lui, e il turbamento che lo scuoteva era tale che quasi non riusc a raccoglierla da terra. "Sono soltanto io, signore, il vostro ospite" esclamai desiderando risparmiargli l'umiliazione di dare ulteriore prova della sua codardia. "Sfortunatamente, ho gridato nel sonno avendo avuto un terribile incubo; scusatemi se vi ho disturbato."
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"Dannazione a voi, signor Lockwood! Perch non ve ne andate al..." cominci il mio anfitrione, posando la candela su una sedia poich non gli era possibile tenerla saldamente in mano. "E chi vi ha condotto in questa stanza?" prosegu, stringendo le mani a pugno fino a cacciarsi le unghie nel palmo e stringendo i denti per vincere il tremito della mascella. "Chi stato? Ho una gran voglia di buttarlo fuori casa in questo stesso istante." "La vostra domestica Zillah" risposi scendendo dal letto e rivestendomi in fretta. "Non mi dispiacerebbe se lo faceste, signor Heathcliff: non merita di meglio. Immagino abbia voluto procurarsi, a spese mie, un'altra prova che questa stanza visitata dagli spettri. Ebbene, lo : pullula di spettri e fantasmi. Non avete torto a tenerla chiusa, credetemi. Nessuno vi sarebbe grato di una notte trascorsa in un covo simile!". "Ma che cosa volete dire?" chiese Heathcliff "e che cosa fate? Ritornate a dormire e finite la notte qui, dal momento che ormai ci siete; ma guardatevi bene dal ripetere quel grido terribile. Niente potrebbe scusarlo, a meno che qualcuno non vi stesse tagliando la gola." "Se quel demonietto fosse riuscito a aprire la finestra, probabilmente mi avrebbe strangolato" ribattei. "Non intendo sopportare ancora la persecuzione dei vostri ospitali antenati. Il reverendo Jabes Branderham non era forse vostro parente per parte di madre? E quella strega, Catherine Linton, o Earnshaw, o comunque si chiamasse - doveva essere una trovatella - che anima perfida! Mi ha detto di avere vagato sulla terra per vent'anni: un giusto castigo per le sue colpe mortali, non ne dubito." Avevo appena pronunciato quelle parole quando ricordai come il nome di Heathcliff fosse unito a quello di Catherine nel libro, particolare che mi era completamente sfuggito di mente fino a quando non me lo ero io stesso riportato alla memoria. Arrossii per la mia sconsideratezza, ma, senza mostrare di aver avvertito il mio errore, mi affrettai a aggiungere: "La verit, signore, che ho trascorso la prima parte della notte..." e tacqui nuovamente; stavo per dire "leggendo quei vecchi volumi", ma questo avrebbe rivelato che ne conoscevo il contenuto manoscritto e non soltanto quello stampato; mi corressi dunque e continuai: "Decifrando il nome inciso sul davanzale della finestra. Occupazione monotona, scelta per conciliarmi il sonno, come contare o...". "Ma cosa vi salta in mente di parlarmi in questo modo?" tuon Heathcliff con inaudita violenza. "Come... come osate, sotto il mio stesso tetto... Deve essere pazzo per parlarmi cos!" e si batt la fronte in un impulso di rabbia. Non sapevo se mostrarmi offeso del suo linguaggio o proseguire nella mia spiegazione; tuttavia, mi parve tanto turbato che provai pena per lui e continuai a narrargli i miei sogni; affermai di non aver mai udito prima il nome "Catherine Linton", ma per averlo letto e riletto ne ero rimasto colpito al punto che il nome aveva assunto l'aspetto di una creatura quando la mia immaginazione non era stata pi sotto controllo. Gradualmente, Heathcliff si ritraeva nell'ombra del letto, mentre io parlavo, e infine vi sedette rimanendo quasi nascosto. Immaginavo tuttavia, sentendo il suo respiro irregolare e ansante, che si studiasse di dominare una violenta emozione. Non volendo mostrarmi consapevole di quella sua lotta, continuai rumorosamente a fare toletta, guardando l'orologio e parlando a me stesso della lunghezza della notte: "Non sono ancora le tre! Avrei potuto giurare che fossero almeno le sei - il tempo immobile qui - senza dubbio ci siamo ritirati alle otto." "Sempre alle nove in inverno, e ci alziamo sempre alle quattro" disse il mio ospite, frenando un gemito; e asciugandosi - o cos mi parve dal movimento dell'ombra del suo braccio - una lacrima. "Signor Lockwood" aggiunse "potete andare nella mia stanza; scendendo al pianterreno cos presto darete soltanto fastidio; e le vostre puerili grida hanno ormai distrutto il mio sonno." "E anche il mio" ribattei. "Passegger in cortile fino a quando si far giorno e poi me ne andr; e non dovete temere che rinnovi la mia intrusione. Sono ormai completamente guarito dal desiderio di cercare il piacere nella compagnia, in
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campagna o in citt. Un uomo di buon senso dovrebbe trovare sufficiente la propria." "Splendida compagnia!" borbott Heathcliff. "Prendete la candela e andate dove volete - vi raggiunger subito. Per tenetevi lontano dal cortile: i cani non sono alla catena; e tenetevi lontano anche dalla "casa": Juno fa la guardia l; e... gi, potete camminare liberamente soltanto sulle scale e nei corridoi - ma andate ora, vi raggiunger tra due minuti." Seguii il suo consiglio per quanto riguardava l'allontanarmi dalla stanza; ma a quel punto, ignorando dove conducessero gli stretti corridoi, rimasi immobile e fui involontario testimone di un atto di superstizione da parte del mio padrone di casa che smentiva, in modo singolare, il suo apparente buon senso. Sal sul letto e spalanc di furia la finestra, scoppiando, mentre lottava per aprirla, in un'incontrollabile e tragica esplosione di pianto. "Entra! entra!" singhiozzava. "Entra, Cathy. Oh, entra, ancora una volta! Oh, diletta dell'anima mia, ascoltami questa volta, ascoltami infine, Catherine!". Il fantasma diede prova della natura capricciosa consueta a un fantasma: non diede alcun segno della sua esistenza; ma la neve e il vento entrarono vorticosamente nella stanza, raggiungendo anche il punto in cui io mi trovavo e spegnendo ogni luce. Vi era una tale angoscia nell'esplosione di dolore che accompagnava quella sorta di delirio che la compassione mi spinse a dimenticare tanta follia, e mi allontanai, dolendomi quasi di avere ascoltato, pentito di aver narrato il mio ridicolo incubo dal momento che era stato causa di tale indicibile sofferenza; sebbene non riuscissi a comprendere perch. Scesi con precauzione ai piani inferiori, e mi trovai nel retro della cucina, dove un po' di brace ancora viva che riuscii a raschiare e ammucchiare mi permise di riaccendere la candela. Nessuno era sveglio salvo un gatto grigio tigrato, che strisci fuori dalla cenere e mi salut con un querulo miagolio. Due panche semicircolari racchiudevano quasi interamente il focolare; io mi sdraiai su una, Grimalkin sull'altra. Entrambi prendemmo sonno prima che qualcuno invadesse il nostro rifugio, e quel qualcuno si rivel Joseph: scendeva con passo strascicato lungo una scala di legno che spariva nel soffitto attraverso una botola, l'ingresso alla sua soffitta, immaginai. Lanci uno sguardo sinistro alla povera fiamma che ero riuscito a ravvivare, allontan il gatto dalla sua elevata posizione e, mettendosi al suo posto, cominci lentamente a riempire di tabacco una lunga pipa; palesemente, la mia presenza nel suo rifugio era considerata un'impudenza troppo grave perch dovesse venir sottolineata. Sempre in silenzio si port la pipa alle labbra, incroci le braccia e cominci a fumare. Lasciai che si godesse la sua pipa senza disturbarlo; e, dopo l'ultimo cerchio di fumo, con un profondo sospiro Joseph si alz e si allontan con la stessa solennit con cui era venuto. Lo segu un passo pi elastico, e io aprii la bocca per salutare, ma la richiusi subito senza completare il mio saluto: Hareton Earnshaw recitava sottovoce le sue "preghiere" in un susseguirsi di imprecazioni rivolte a qualsiasi oggetto toccasse, mentre frugava nell'angolo in cerca di una vanga o una pala per spalare la neve. Guard oltre lo schienale della panca dilatando le narici, e non pens a salutare me come non avrebbe pensato a salutare il mio compagno felino. Dai suoi preparativi immaginai fosse ormai lecito uscire e, alzandomi da quel duro sedile, feci il gesto di seguirlo. Lui parve accorgersene e indic con la vanga una porta pi interna, significando, con un suono inarticolato, che l dovevo andare se intendevo spostarmi. La porta dava nella "casa", dove le donne erano gi attive: Zillah soffiava su per il camino scintille di fuoco con un mantice colossale, e la signora Heathcliff, in ginocchio sul focolare, leggeva un libro alla luce delle fiamme. Si proteggeva con una mano gli occhi dal calore eccessivo e sembrava profondamente assorta nella sua occupazione, abbandonandola soltanto per rimproverare la domestica che la copriva di scintille o per respingere, di quando in quando, un cane che le avvicinava troppo sfrontatamente il muso. Mi stup vedere anche Heathcliff. In piedi accanto al camino, mi volgeva le spalle e stava giusto concludendo una tempestosa scenata alla povera Zillah, che
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di quando in quando interrompeva il lavoro per afferrarsi l'angolo del grembiule e dare in un indignato lamento. "E quanto a te, buona a nulla di una..." esplose lui mentre io entravo, rivolgendosi alla nuora con un epiteto non meno innocuo di oca o pecora, ma che di consueto si sostituisce nella scrittura con i puntini di sospensione. "Tu, con i tuoi stupidi passatempi! Gli altri si guadagnano il pane, ma tu vivi della mia carit! Metti via quella robaccia e trovati qualcosa da fare. Dovrai pagare per ricompensarmi della sventura di averti sempre davanti agli occhi. Mi senti, maledetta ragazza?". "Metter via questa robaccia, perch potete costringermi a farlo se rifiuto" rispose la giovane donna chiudendo il libro e gettandolo su una sedia. "Ma non far niente, quando pure doveste consumarvi la lingua a imprecare, se non quello che voglio fare!". Heathcliff alz una mano, e lei si affrett a mettersi al riparo, abituata evidentemente a sentirne il peso. Non desiderando assistere a una lotta tra cane e gatto, mi feci vivacemente avanti, come fossi desideroso di godere del calore del camino e innocentemente ignaro di aver interrotto una lite. Tutti ebbero tanto senso del decoro da rinunciare a ulteriori ostilit; Heathcliff si mise le mani in tasca per evitare ogni tentazione; la signora Heathcliff, con una smorfia sdegnosa, si avvi a una sedia lontana dove, fedele alle sue parole, rimase ferma come una statua per tutto il tempo in cui io rimasi l. Non a lungo. Rifiutai di unirmi alla colazione e, alle prime luci dell'alba, colsi l'opportunit di fuggire all'aria fresca, chiara ora e immobile e fredda come ghiaccio impalpabile. Il mio padrone di casa mi grid di fermarmi, prima che io fossi giunto in fondo al giardino, e si offr di accompagnarmi attraverso la brughiera. Fu una fortuna che lo facesse: la collina era come un oceano mosso da candide onde; e le creste e gli avvallamenti non indicavano corrispondenti rilievi e depressioni nel terreno: molte buche erano ormai livellate e intere file di monticelli, i rifiuti delle cave, erano cancellati dalla mappa che la mia passeggiata di ieri mi aveva lasciato impressa nella memoria. Avevo osservato su un lato della strada, a intervalli di sei o sette metri, una fila, che continuava ininterrotta lungo l'intera landa, di pietre piantate dritte nella terra e ricoperte di calce, allo scopo di servire da punti di riferimento quando si faceva buio o quando una nevicata come quella attuale confondeva i tratti paludosi a entrambi i lati della strada con il sentiero pi saldo; ora, con l'eccezione di qualche punto sporco qua e l, era svanita ogni traccia della loro esistenza; e il mio compagno trov necessario pi di una volta avvertirmi di girare a destra o a sinistra mentre io immaginavo di seguire correttamente le curve della strada. Parlammo poco, e Heathcliff si ferm all'ingresso di Thrushcross Park, dicendo che ormai non potevo sbagliarmi. Ci congedammo con un breve inchino, e subito io continuai, affidandomi alle mie sole risorse, perch non c' ancora un custode nella portineria. La distanza dal cancello alla casa di due miglia; sono riuscito - credo - a farle diventare quattro, perdendomi tra gli alberi o finendo fino al collo nella neve: situazione che soltanto quanti l'hanno conosciuta possono comprendere appieno. In ogni caso, quali fossero le mie deviazioni, l'orologio batteva le dodici quando entrai in casa; e questo significava un'ora esatta per ogni miglio della consueta distanza da Wuthering Heights. Il mio pezzo d'arredamento in forma di donna e i suoi satelliti mi corsero incontro per accogliermi, gridando tumultuosamente che pensavano ormai di avermi perduto: tutti avevano creduto che io fossi perito durante la notte e gi si stavano chiedendo come dovessero fare per cercare i miei miseri resti. Li esortai a stare tranquilli ora che mi vedevano di ritorno; quindi, gelato in ogni fibra del mio essere, mi trascinai su per le scale al piano superiore; poi, dopo aver indossato abiti asciutti e aver passeggiato a lungo avanti e indietro per ritrovare un po' di calore, sono ritornato nel mio studio, debole come un neonato, quasi troppo debole per godere del gaio fuoco e del caff fumante che la cameriera ha preparato per il mio ristoro.

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IV Quali fatue banderuole siamo! Io, che avevo deciso di vivere assolutamente privo di compagnia e mi stimavo fortunato per aver trovato infine un luogo dove questa era quasi irraggiungibile; io, povera, debole creatura che sono, dopo aver sostenuto fino al tramonto una lotta con la malinconia e la solitudine, mi sono infine visto costretto a cedere le armi; e, fingendo di voler ottenere notizie sull'andamento della casa, ho chiesto alla signora Dean, quando entrata a portarmi la cena, di sedere mentre io mangiavo sperando caldamente che si rivelasse una autentica pettegola e sapesse rianimarmi, o addormentarmi, con le sue chiacchiere. "Vivete qui da molto tempo" cominciai. "Non avete detto da sedici anni?". "Diciotto, signore; sono venuta quando la signora si sposata per farle da cameriera personale; dopo la sua morte il padrone mi ha tenuto come governante." "Ah, vedo." Segu una lunga pausa. Cominciai a temere che non fosse pettegola, se non per le sue faccende private che davvero non mi interessavano. Tuttavia, dopo essere rimasta a lungo pensosa, le mani a pugno sulle ginocchia e una nube di perplessit sul viso colorito, esplose in un: "Ah, sono cambiate da allora le cose!". "Gi" osservai "dovete senza dubbio aver visto molti mutamenti." "Molti; e anche molte sofferenze." "Ora porter la conversazione sulla famiglia del mio padrone di casa!" pensai. "Un buon argomento per cominciare; e quella bella ragazza - vedova - mi piacerebbe conoscere la sua storia: se sia nativa di qui o, il che pi probabile, una forestiera che gli inospitali indigeni non accettano come una di loro." Chiesi dunque alla signora Dean perch Heathcliff affittasse Thrushcross Grange e preferisse vivere in una casa e in un ambiente di tanto inferiori. "Non ricco abbastanza per tenere in buon ordine la propriet?" chiesi: "Ricco, signore!" ribatt. "Nessuno sa quanto danaro abbia, e ogni anno aumenta. S, s, tanto ricco da poter vivere in una casa pi bella di questa, ma molto tirato, economo, insomma; e, se anche avesse inteso venire a Thrushcross Grange, appena ha sentito che gli si offriva un buon inquilino non avrebbe sopportato di perdere l'occasione di guadagnare ancora qualche centinaio di sterline. E'strano come sia avida la gente, quando sola al mondo!". "Aveva un figlio, a quel che sembra?". "S, ne aveva uno: morto." "E la giovane signora, la signora Heathcliff, la vedova del figlio?". "S." "Di dove viene?". "Ma come, signore, la figlia del mio defunto padrone: il suo nome da ragazza Catherine Linton. Sono stata io a farle da balia, povera piccola! Quanto avrei voluto che il signor Heathcliff venisse ad abitare qui perch potessimo stare di nuovo insieme." "Avete detto Catherine Linton!" esclamai, stupefatto. Ma una brevissima riflessione valse a convincermi che non si trattava della mia spettrale Catherine. "Allora" continuai "il nome del mio predecessore qui era Linton?". "Infatti." "E chi Earnshaw, Hareton Earnshaw, quello che vive con il signor Heathcliff? sono parenti?". "No, il nipote della defunta signora Linton." "Dunque, il cugino della signora." "S, e anche il marito era suo cugino: uno per parte di madre, uno per parte di padre; Heathcliff aveva sposato la sorella del signor Linton." "Ho visto che la casa a Wuthering Heights ha il nome Earnshaw inciso sopra il portone. Si tratta di una antica famiglia?" "Molto antica, signora; e Hareton l'ultimo degli Earnshaw, come la cara signorina Cathy l'ultima di noi... voglio dire dei Linton. Siete stato dunque a Wuthering Heights? Scusatemi se ve lo chiedo, ma vorrei tanto sapere come sta." "La signora Heathcliff? Appariva in perfetta salute, e molto bella; tuttavia, credo, non molto felice."
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"Oh, non mi stupisce! E che cosa pensate del padrone?" "Un tipo piuttosto ruvido, signora Dean. Non ho forse ragione?" "Ruvido come il filo di una sega e duro come una pietra! Quanto meno avrete a che fare con lui tanto meglio sar." "Deve aver avuto molte traversie nella sua vita per essere diventato tanto acido. Sapete qualcosa della sua storia?" " un uccello che si insinuato nel nido altrui, signore. Di lui so tutto, ma non dove sia nato, o chi fossero i suoi genitori, o come si sia arricchito; e Hareton stato cacciato come un uccellino implume: quel povero ragazzo il solo in tutta la zona a non immaginare come sia stato defraudato!". "Bene, signora Dean, sar un'azione generosa da parte vostra dirmi qualcosa dei miei vicini. Sono certo che non potrei dormire se andassi a letto; abbiate dunque la bont di rimanere un'oretta a parlare con me." "Oh, con piacere, signore! Vado soltanto a prendere il mio cucito, e poi rimarr qui quanto vorrete; ma avete preso freddo - vi ho visto rabbrividire - e vi ci vorr una farinata calda per cacciarlo via." La brava donna se ne and tutta indaffarata, e io mi rannicchiai vicino al fuoco; la testa mi ardeva ma tutto il mio corpo era gelido; inoltre mi sentivo inquieto, eccitato fin quasi a esserne stordito. E per questo provavo non malessere, ma timore - e lo provo ancora - di possibili serie conseguenze degli incidenti di oggi e di ieri. La signora Dean torn subito con una scodella fumante e un cestino da lavoro, e, dopo aver appoggiato la scodella sulla mensola del camino per tenerla in caldo, avvicin la sedia, palesemente felice di trovarmi di umore tanto socievole. Prima che venissi a vivere qui - cominci senza attendere ulteriori inviti - ero quasi sempre a Wuthering Heights, perch mia madre era stata la balia del signor Hindley Earnshaw, il padre di Hareton, intendo, e io mi ero abituata a giocare con i bambini; facevo anche qualche commissione, aiutavo quando era il tempo di falciare il fieno, e insomma stavo alla fattoria pronta per qualsiasi lavoro chiunque mi affidasse. Un bel mattino d'estate - era appena iniziato il raccolto, lo ricordo bene - il signor Earnshaw, il vecchio padrone, scese al pianterreno vestito da viaggio e dopo aver detto a Joseph che cosa bisognasse fare quel giorno, si volse a Hindley, a Cathy e a me - perch sedevo a colazione con loro - e disse al figlio: "E ora, ragazzo mio, io me ne vado a Liverpool. Che cosa vuoi che ti porti? Puoi scegliere quello che vuoi, purch si tratti di qualcosa di piccolo, perch andr e torner a piedi e sono sessanta miglia a andare e sessanta a tornare: un bel tratto di strada." Hindley scelse uno zufolo, e lui si rivolse allora alla signorina Cathy; aveva appena sei anni ma sapeva stare in sella a qualsiasi cavallo, e scelse un frustino. Il signor Earnshaw non si dimentic di me, perch era un uomo generoso, sebbene a volte piuttosto severo. Promise di portarmi mele e pere e, dopo aver baciato i figli, se ne and. Ci parvero molto lunghi quei tre giorni della sua assenza, e la piccola Cathy chiedeva spesso quando sarebbe tornato; la signora Earnshaw lo aspettava per l'ora di cena del terzo giorno e continuava a rimandare il pasto; tuttavia, non c'era traccia del suo arrivo, e infine i bambini si stancarono di correre al cancello a guardare; poi si fece scuro e lei avrebbe voluto mandarli a letto, ma entrambi pregarono di poter restare in piedi; verso le undici qualcuno apr silenziosamente il cancello, e il padrone entr. Si butt a sedere su una poltrona, ridendo e lamentandosi, e chiese a tutti di lasciarlo tranquillo perch era morto di stanchezza e non avrebbe mai pi fatto un'altra passeggiata come quella neppure in cambio di un regno. "E arrivato qui, che bella accoglienza!" concluse, aprendo il pastrano che teneva avvolto come un fagotto tra le braccia. "Guarda" aggiunse rivolto alla moglie "niente mi ha mai stremato tanto in vita mia; ma devi accoglierlo come un dono di Dio, anche se nero quasi come venisse dall'inferno." Ci stringemmo tutti attorno a lui, e io riuscii a scorgere un bambinetto sporco, stracciato, nero di capelli, grande abbastanza per camminare e parlare: a dire il vero, a guardarlo in viso sembrava pi grande di Catherine; eppure, quando il signor Earnshaw lo mise in piedi, rimase l a guardarsi attorno snocciolando
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strane parole che nessuno riusciva a capire. Io ero spaventata e la signora Earnshaw voleva scaraventarlo fuori casa; si inalber e chiese come gli era potuto venire in mente di portare quel marmocchio zingaro in casa quando avevano i loro figli da nutrire e da difendere. Che cosa voleva farne, era forse diventato matto? Il padrone cerc di spiegare, ma era davvero morto di fatica e, tra i rimproveri e le proteste di lei, riuscii soltanto a capire che aveva trovato il bambino, affamato, vagabondo, inebetito, nelle strade di Liverpool dove lo aveva preso chiedendo a chi appartenesse. Nessuno sapeva di dove venisse, e poich il suo tempo e il danaro erano limitati, il signor Earnshaw aveva giudicato pi opportuno portarlo subito con s a casa piuttosto che affrontare inutili spese a Liverpool, dal momento che era deciso a non lasciarlo come lo aveva trovato. A farla breve, la signora a forza di protestare fin per calmarsi; e il signor Earnshaw mi disse di lavare il piccolo, di dargli dei vestiti puliti e di farlo dormire con i bambini. Hindley e Cathy si limitarono a guardare e a ascoltare fino a che non torn la quiete, poi cominciarono entrambi a cercare nelle tasche del padre i regali che aveva promesso. Hindley era un ragazzo di quattordici anni, ma quando prese quello che era stato uno zufolo, ridotto ormai in pezzi, scoppi a piangere; e Cathy, quando seppe che il padrone aveva perduto il frustino mentre si occupava del piccolo zingaro, espresse il suo malumore facendo le smorfie e sputando contro quello stupido bambino; si guadagn cos un sonoro schiaffo dal padre per insegnarle le buone maniere. Rifiutarono entrambi decisamente di dormire con lui, o soltanto di tenerlo nella loro stanza, e io non dimostrai maggior buon senso: lo misi sul pianerottolo, sperando che l'indomani se ne fosse andato. Per caso, o attratto dal suono della sua voce, il bambino si trascin fino alla porta del signor Earnshaw dove lui lo trov quando usc dalla stanza. Subito chiese come fosse arrivato l; io fui costretta a confessare e come ricompensa per la mia vilt e disumanit venni scacciata. Fu questo l'arrivo di Heathcliff nella famiglia. Ritornando pochi giorni dopo, giacch non consideravo perpetuo il mio esilio, seppi infatti che lo avevano chiamato Heathcliff. Era il nome di un loro figlio morto nella primissima infanzia e da allora stato per lui nome e cognome. La signorina Cathy e lui erano ora molto amici; ma Hindley lo odiava e, per essere sincera, lo odiavo anch'io, e lo trattavamo vergognosamente e gli facevamo terribili dispetti, perch io non avevo tanto buon senso da capire quanto fossi ingiusta e la padrona non diceva mai una parola in suo favore quando lo vedeva subire un torto. Sembrava un bambino imbronciato e paziente, abituato, forse, ai maltrattamenti; sopportava i colpi di Hindley senza un sussulto o una lacrima, e ai miei pizzicotti reagiva soltanto trattenendo il respiro e sgranando gli occhi come se si fosse fatto male per caso, e nessuno ne avesse colpa. Tanta sopportazione infuri il vecchio Earnshaw quando scopr che suo figlio perseguitava quel povero piccolo orfanello, come lo chiamava. Aveva uno strano affetto per Heathcliff, credeva tutto quello che lui diceva (quanto a questo, diceva pochissime cose e di consueto vere), e lo viziava molto pi di Cathy che era troppo capricciosa e ostinata per essere una prediletta. Cos, fin dall'inizio, semin malumore in casa, e alla morte della signora Earnshaw, avvenuta meno di due anni dopo, il padroncino aveva imparato a considerare suo padre un oppressore pi che un amico e Heathcliff un usurpatore dell'affetto paterno e dei suoi privilegi; e rimuginava continuamente queste offese facendosi sempre pi astioso. Per qualche tempo io simpatizzai con lui, ma, quando i bambini presero il morbillo e io dovetti curarli, assumendo di colpo tutti gli obblighi di un'adulta, cambiai idea. Heathcliff si ammal molto gravemente e nei momenti peggiori mi voleva costantemente al suo capezzale; immagino sentisse che facevo molto per lui e non aveva tanta malizia da capire che ero costretta a farlo. Tuttavia, debbo dirlo sinceramente, era il bambino pi tranquillo che mai un'infermiera abbia dovuto curare. La differenza tra lui e gli altri mi rese meno ingiusta; Cathy e il fratello mi creavano continui fastidi, mentre lui non si lamentava mai, buono come un agnellino; sebbene fosse la durezza a renderlo cos paziente, e non la dolcezza.
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Guar e il dottore disse che lo doveva in gran parte a me, lodandomi per le cure che gli avevo prodigato. Fiera di quelle lodi, mi addolcii nei confronti della creatura a cui in qualche modo le dovevo: cos Hindley perse il suo ultimo alleato. Tuttavia, non riuscivo a provare grande affetto per Heathcliff e mi chiedevo spesso che cosa vedesse in lui il padrone per ammirare tanto quel ragazzino tetro che, per quanto io ricordi, non ripagava mai la sua indulgenza con alcun segno di gratitudine. Non che fosse insolente nei confronti del suo benefattore; sembrava piuttosto insensibile, sebbene sapesse perfettamente quale potere aveva su di lui, non ignorando che gli bastava parlare perch tutta la casa dovesse piegarsi ai suoi desideri. Ricordo, per fare un esempio, che il signor Earnshaw compr una coppia di puledri alla fiera del paese e li regal ai ragazzi. Heathcliff prese il pi bello, che si azzopp subito; quando lui se ne accorse disse a Hindley: "Cambia il tuo cavallo con il mio; a me il mio non piace e, se non vuoi farlo, dir a tuo padre che mi hai picchiato tre volte questa settimana e gli far vedere il braccio che pieno di lividi fino alla spalla." Hindley gli cacci la lingua e gli diede un pugno. "Farai bene a darmelo subito" ribad Heathcliff fuggendo verso il porticato (erano nella stalla) "dovrai farlo, se io dico a tuo padre che mi hai picchiato, te le ridar con gli interessi." "Vattene via, cane!" grid Hindley, minacciandolo con un peso di ferro che veniva usato per misurare le patate e il fieno. "Tiramelo" lo sfid Heathcliff rimanendo immobile "e io dir che ti sei vantato di buttarmi fuori appena tuo padre muore: vedrai allora se non butta fuori te, e subito." Hindley tir il peso, colpendo al petto Heathcliff che cadde a terra, ma si rialz subito barcollando, pallido e senza respiro; se non lo avessi impedito io sarebbe andato dritto dal padrone e avrebbe ottenuto un'immediata vendetta lasciando fosse la sua stessa condizione a parlare per lui, se soltanto egli avesse fatto intendere chi l'aveva causata. "Prenditi il mio cavallo, zingaro!" disse allora il giovane Hindley "e spero che ti rompa il collo; prendilo e vai al diavolo, maledetto intruso! e deruba mio padre di tutto quello che ha con la tua astuzia rivelandogli soltanto dopo chi sei veramente, figlio di Satana! prenditi il cavallo, e che ti possa fracassare il cervello a calci!". Heathcliff era andato a sciogliere il cavallo per portarlo nel suo stallo; stava passandoci dietro quando Hindley concluse il suo discorso facendolo cadere sotto gli zoccoli del cavallo e, senza fermarsi a controllare se i suoi desideri fossero stati esauditi, corse via pi in fretta che pot. Mi stup vedere con quanta calma il ragazzo si rialz in piedi e continu a fare quello che aveva iniziato, cambiando le selle e tutto il resto; soltanto allora sedette su un mucchio di fieno, per calmare l'agitazione causata dalla violenza del colpo, prima di entrare in casa. Lo convinsi facilmente a lasciarmi dare al cavallo la colpa dei suoi lividi; non gli importava molto ora che aveva avuto quello che voleva. Si lamentava in verit cos raramente di fatti come questo che io avevo finito davvero per credere non fosse affatto vendicativo. Come apprenderete, mi ingannavo completamente. V Con il passare del tempo il signor Earnshaw cominci a indebolirsi. Era stato un uomo attivo e pieno di salute, ma le forze lo abbandonarono di colpo; costretto a rimanere in casa, presso il camino, divenne penosamente irritabile. Bastava un nonnulla per infastidirlo e se soltanto sospettava si mancasse di riguardo alla sua autorit veniva quasi colto da una crisi. Questo accadeva soprattutto se qualcuno cercava di dominare o di ingannare il suo prediletto; non tollerava che gli venisse detta una sola parola cattiva: sembrava infatti convinto che tutti odiassero Heathcliff e fossero ansiosi di fargli del male a causa dell'affetto che egli nutriva per lui. Non fu un bene per il ragazzo, perch i migliori tra noi, non volendo inquietare il padrone, ne assecondavano la predilezione nutrendo in tal modo copiosamente
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l'orgoglio e il cattivo carattere del bambino. Tuttavia era in qualche modo necessario; due o tre volte il disprezzo che gli testimoniava Hindley, quando suo padre era vicino, provoc nel vecchio un'autentica furia. Prese il bastone per colpire il figlio, e tremava dalla rabbia perch era impotente a farlo. Infine il vicario della parrocchia (ne avevamo uno allora, che riusciva a vivere del modesto beneficio aiutandosi con l'insegnamento ai piccoli Linton e Earnshaw e coltivando da solo il suo pezzetto di terra) sugger che il ragazzo venisse mandato in collegio e il signor Earnshaw acconsent, sebbene di malavoglia, poich disse che Hindley era un buono a nulla e non sarebbe riuscito bene dovunque andasse. Sperai con tutto il cuore che ora avremmo riavuto la pace. Mi addolorava pensare che il padrone dovesse soffrire proprio per quella sua buona azione. Credevo davvero che il malcontento dell'et e della malattia nascesse dalle discordie in famiglia, come egli affermava; ma in realt, sapete, signore, stava ormai declinando. Pure, avremmo potuto vivere tranquilli, non fosse stato per due persone: la signorina Cathy e Joseph, il domestico; immagino lo abbiate visto laggi. Era, e credo sia ancora, il pi insopportabile ipocrita che abbia mai studiato la Bibbia per attribuirne a s le promesse e scagliare sugli altri le maledizioni. Con una certa abilit nel fare sermoni e discorsi pii aveva saputo produrre grande impressione sul signor Earnshaw, e quanto pi questo diventava debole, tanto pi cresceva l'ascendente di Joseph. Non gli dava tregua nell'ammonirlo di pensare alla sua anima e nell'esortarlo a essere severo con i figli. Lo incoraggiava a considerare Hindley un reprobo; e, ogni sera, non mancava mai di raccontare tutte le malefatte di Heathcliff e Catherine; sempre attento per a lusingare la debolezza di Earnshaw dando la colpa soprattutto a quest'ultima. Senza dubbio, Catherine aveva certi modi che non avevo mai visto in nessuna bambina; e faceva perdere a tutti la pazienza almeno una cinquantina di volte al giorno; dal momento in cui scendeva dalla sua camera fino a quello in cui andava a letto non avevamo un solo istante in cui poter essere certi che non stesse combinando qualche guaio. La sua esuberanza e la sua audacia erano sempre altissime, la sua lingua, sempre in movimento: cantava, rideva, tormentava chiunque non facesse come lei. Era una ragazzetta ribelle e capricciosa, ma aveva gli occhi pi belli, il sorriso pi dolce, il passo pi leggero di tutto il paese; e in fondo credo non volesse far del male; quando infatti accadeva che vi facesse piangere davvero, non mancava quasi mai di tenervi compagnia e di costringervi a calmarvi perch poteste consolarla. Era sin troppo affezionata a Heathcliff: il peggior castigo che potessimo trovare era di separarla da lui. Pure, veniva rimproverata a causa sua pi di noi tutti. Quando giocava, le piaceva troppo farla da padrona; tiranneggiava i compagni e menava le mani senza risparmio; faceva cos con me, ma io non sopportavo di venir colpita e di sentirmi dare ordini, e non mancavo di dirglielo. Il signor Earnshaw non ammetteva scherzi da parte dei figli: con loro era sempre stato severo e grave; quanto a Catherine, non riusciva a comprendere perch il padre fosse pi di cattivo umore e meno paziente, ora che era infermo, di quando era in perfetta salute. I suoi stizzosi rimproveri suscitavano in lei il capriccioso piacere di provocarlo; non era mai tanto felice come quando noi la rimproveravamo tutti insieme e lei ci sfidava con i suoi sguardi audaci e impertinenti e la sua facilit di parola; si faceva beffe delle maledizioni di Joseph, stuzzicava me, e faceva proprio quello che il padre soprattutto detestava, mostrandogli come la sua ostentata insolenza, che egli credeva vera, potesse su Heathclift pi della bont di lui; come il ragazzo obbedisse a lei sempre, a lui soltanto quando gli conveniva. Dopo essersi comportata nel peggior modo possibile tutto il giorno, spesso andava da lui la sera, tutta tenerezze e moine, per fare la pace. "No, Cathy" le diceva allora il vecchio "non posso volerti bene; sei peggiore di tuo fratello. Vai a dire le preghiere, bambina, e chiedi perdono a Dio. Temo che tua madre e io dovremo pentirci di averti allevata!".

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Dapprima queste parole la facevano piangere; poi, venir continuamente respinta fin per indurirla e ormai rideva quando io le dicevo di esprimere il suo pentimento e di chiedere perdono. Ma venne l'ora in cui le pene del signor Earnshaw ebbero fine. Mor quietamente nella sua poltrona una sera d'ottobre, seduto accanto al fuoco. Un forte vento infuriava attorno alla casa e ruggiva nel camino; la sera era tempestosa, tuttavia non fredda, e eravamo tutti insieme - io un poco lontana dal focolare, occupata a lavorare a maglia, e Joseph che leggeva la Bibbia vicino al tavolo (poich allora di consueto la servit stava nella "casa" dopo aver finito il lavoro). La signorina Cathy non era stata bene e per questo era tranquilla; sedeva a terra appoggiata alle ginocchia del padre e Heathcliff era sdraiato sul pavimento, la testa nel grembo di lei. Ricordo che il padrone, prima di cadere in una specie di sonnolenza, accarezzandole i bei capelli - lo rallegrava molto vederla cos tranquilla disse: "Perch non sei sempre una bambina cos brava, Cathy?" Lei allora alz il viso verso il suo, rise e rispose: "Perch non siete sempre un uomo cos buono, signore?". Ma subito, vedendo che lui era di nuovo irritato, gli baci la mano e disse che avrebbe cantato per farlo addormentare. Cominci a cantare a voce bassissima fino a che le dita di lui si sciolsero dalle sue e la testa gli ricadde sul petto. Allora io le dissi di tacere e di non muoversi nel timore che potesse svegliarlo. Restammo tutti quieti come tanti topolini per una mezz'ora e lo avremmo fatto pi a lungo se Joseph, avendo finito l'ultimo capitolo, non si fosse alzato e non avesse detto che doveva svegliare il padrone perch dicesse le preghiere e si coricasse. Si fece avanti, lo chiam per nome e gli tocc la spalla, ma lui non si mosse - allora Joseph prese la candela e lo guard. Compresi che qualcosa non andava quando mise gi la candela, e prendendo i bambini per mano, gli sussurr di andarsene al piano di sopra e di non fare chiasso: avrebbero potuto pregare da soli quella sera, lui aveva da fare. "Prima dar la buona notte a pap" disse Catherine, mettendogli il braccio intorno al collo prima che noi potessimo impedirglielo. Quella povera creatura comprese subito la sua perdita, e grid: " morto, Heathcliff, morto!". Entrambi scoppiarono allora in un pianto straziante. Io mi unii a loro piangendo forte, ma Joseph chiese come potessimo piangere in quel modo quando lui era ormai un santo in paradiso. Mi disse di mettere il mantello e di correre a Gimmerton a chiamare il dottore e il parroco. Non riuscivo a immaginare che cosa dovessero fare in quel momento; tuttavia, andai, nel vento e nella pioggia, e riportai il dottore con me; il parroco disse che sarebbe venuto al mattino. Lasciando che Joseph spiegasse le cose, io corsi nella camera dei bambini: la porta era aperta e vidi che non erano andati a letto sebbene fosse ormai passata la mezzanotte; ma erano pi calmi e non avevano bisogno di me per essere consolati. Le due creaturine si stavano confortando con pensieri migliori di quelli che io avrei potuto trovare; nessun parroco al mondo ha mai dipinto il paradiso come facevano loro nei loro innocenti discorsi; e mentre piangevo e li ascoltavo non potei impedirmi di augurarmi che fossimo tutti insieme, in pace, lass. VI Il signor Hindley torn a casa per il funerale; e - cosa che ci stup profondamente e scaten i pettegolezzi del vicinato - era accompagnato da sua moglie. Di dove venisse, dove fosse nata, non ce lo disse mai; probabilmente non poteva vantare n ricchezza n un nome rispettabile, altrimenti lui non avrebbe tenuto segreto al padre il matrimonio. Non che una donna come lei potesse creare molto disturbo in casa. Dall'istante in cui varc la soglia, qualsiasi cosa vedesse sembrava entusiasmarla; e qualsiasi evento la circondasse, fatta eccezione per i preparativi per il funerale e la presenza dei parenti in lutto.
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La sua condotta in quella circostanza me la fece giudicare una povera sciocca: corse a rifugiarsi nella sua camera e mi volle con s, sebbene io dovessi preparare i bambini; sedeva rabbrividendo e giungendo le mani e chiedendo incessantemente: "Se ne sono andati?". Poi prese a descrivermi con isterica emozione che effetto le facesse vedere il lutto, e trasaliva e tremava e infine scoppi a piangere; quando io le chiesi che cosa avesse, rispose di non saperlo, ma aveva tanta paura di morire! A me sembrava che lei non avesse pi probabilit di morire di quanta ne avessi io. Era piuttosto esile, ma giovane e con un colorito fresco e due occhi che scintillavano come diamanti. Certo, avevo notato che a salire le scale le mancava il fiato, che al minimo rumore improvviso trasaliva e che a volte aveva una tosse stizzosa; ma ignoravo che cosa significassero quei sintomi e non provavo alcun desiderio di simpatizzare con lei. Di consueto non proviamo molta simpatia per i forestieri qui, signor Lockwood, a meno che non siano loro i primi a provarne per noi. Il giovane Earnshaw era molto mutato nei tre anni della sua assenza. Era diventato pi magro, pi pallido, parlava e si vestiva in modo assai diverso; e il giorno stesso del suo ritorno disse a Joseph e a me che da quel momento dovevamo ritirarci nel retrocucina e lasciare a lui la "casa". Avrebbe voluto preparare una piccola stanza vuota, arredandola e mettendovi dei tappeti, per farne un salottino; ma sua moglie si dimostr tanto entusiasta del pavimento bianco, dell'immenso camino fiammeggiante, dei piatti di peltro e della credenza, del canile, del vasto spazio per muoversi della stanza dove di consueto stava la famiglia, che lo ritenne superfluo per il benessere di lei e vi rinunci. Sua moglie parve anche molto felice di trovare, tra i suoi parenti, una sorella e chiacchier con Catherine e la baci e and dappertutto insieme a lei e le diede moltissimi regali, all'inizio. Il suo affetto svan prestissimo, tuttavia, e quando lei divenne irritabile, Hindley si rivel tirannico. Poche parole di lei, che esprimevano scarsa simpatia per Heathcliff, bastarono a ridestare il suo antico odio per il ragazzo. Lo allontan dalla sua compagnia mandandolo in mezzo alla servit, lo priv delle lezioni del vicario e volle che egli lavorasse nei campi, costringendolo a lavori pesanti quanto quelli di tutti gli altri garzoni della fattoria. Dapprima lui sopport bene quella degradazione, perch Cathy gli insegnava quel che lei imparava e lavorava o giocava con lui nei campi. Erano entrambi avviati a crescere come due selvaggi, poich il giovane padrone non si curava affatto di loro e della loro condotta purch lo lasciassero tranquillo. Non si sarebbe neanche preoccupato di controllare che andassero in chiesa la domenica se Joseph e il vicario non gli avessero rimproverato la sua trascuratezza quando i due se ne assentavano; allora si premurava di ordinare che Heathcliff venisse frustato e Catherine saltasse il pranzo o la cena. Ma era la loro pi grande gioia correre via nella brughiera al mattino e rimanervi tutto il giorno, e dei castighi che seguivano si limitavano a ridere. Il vicario poteva assegnare a Catherine quanti capitoli voleva da imparare a memoria e Joseph poteva frustare Heathcliff fino a farsi dolere le braccia; entrambi dimenticavano ogni cosa nell'istante in cui si ritrovavano insieme, o piuttosto nell'istante in cui avevano immaginato un malizioso piano di vendetta; pi di una volta ho pianto vedendoli diventare sempre pi selvaggi, mentre non osavo dire una sola parola nel timore di perdere il modesto ascendente che ancora avevo su quelle due creature senza affetto. Una domenica sera vennero entrambi banditi dalla sala per aver fatto rumore o per una sciocchezza del genere, e quando andai a chiamarli per la cena non li trovai da nessuna parte. Cercammo in tutta la casa, di sopra e di sotto, in cortile e nelle stalle: non si trovavano; infine Hindley, infuriato, ci disse di sbarrare la porta e giur che nessuno li avrebbe lasciati entrare quella notte. Tutti andarono a letto; io, troppo ansiosa per coricarmi, aprii la finestra e mi affacciai fuori per guardare, sebbene piovesse, decisa a farli entrare a dispetto del divieto, se fossero tornati. Dopo poco tempo sentii dei passi lungo la strada e vidi il bagliore di una lanterna attraverso il cancello.

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Mi gettai in capo uno scialle e corsi per impedire che svegliassero il signor Earnshaw bussando. C'era soltanto Heathcliff; trasalii vedendolo solo. "Dov' la signorina Catherine?" mi affrettai a chiedere. "Non le successo niente, spero?". " a Thrushcross Grange" rispose "e sarei l anch'io, se fossero stati tanto educati da chiedermelo." "Questa volta vedrai cosa ti capita!" dissi. "Non sarai contento fino a quando non ti butteranno fuori. Che cosa vi ha spinto a arrivare a Thrushcross Grange?". "Lascia che prima mi tolga gli abiti bagnati e ti dir tutto, Nelly." Lo ammonii a stare attento per non svegliare il padrone, e mentre lui si cambiava e io aspettavo per spegnere la candela, continu: "Cathy e io siamo fuggiti dalla lavanderia per fare una corsa in libert e, avendo visto le luci di Thrushcross Grange, abbiamo pensato di andare a vedere se i Linton trascorrono le sere della domenica rabbrividendo in un angolo mentre il padre e la madre mangiano e bevono e cantano e ridono e si bruciano gli occhi davanti al fuoco. Pensi che facciano cos? O che stiano a leggere sermoni e a venir interrogati dal loro domestico e costretti a imparare una colonna intera di nomi della Bibbia se non sanno rispondere?". "Probabilmente no" risposi. "Sono senza dubbio bravi bambini e non meritano il trattamento che ricevete voi per le vostre mancanze." "Oh, non metterti a fare l'ipocrita, Nelly" ribatt lui. "Sciocchezze! Abbiamo fatto tutta una corsa da qui fino al parco senza fermarci mai, e Catherine stata clamorosamente battuta perch era a piedi scalzi. Domani dovrai cercare le sue scarpe nel pantano. Ci siamo intrufolati attraverso il buco in una siepe, abbiamo cercato a tentoni la strada e siamo saliti su una grande fioriera sotto la finestra del salotto. Di l veniva la luce: non avevano chiuso le imposte e anche le tende erano accostate solo a met. Tutti e due abbiamo cos potuto guardare, afferrandoci al davanzale, e abbiamo visto - oh! era splendido - una magnifica sala con un tappeto cremisi e poltrone e tavole ricoperte in color cremisi e un bellissimo soffitto bianco bordato d'oro e una gran profusione di gocce di cristallo che pendevano da catenelle d'argento al centro e scintillavano tutte della morbida luce di mille candele. I due vecchi Linton non c'erano. Edgar e sua sorella avevano quella stanza tutta per loro: non avrebbero dovuto essere felici? A noi sarebbe sembrato di stare in paradiso! E adesso, cerca di immaginare che cosa facessero quei due bravi bambini. Isabella - credo abbia undici anni, uno meno di Cathy - strillava rannicchiata in un angolo della stanza, gridando come se le streghe le piantassero nel corpo aghi infuocati. Edgar era ritto sul focolare e piangeva silenziosamente, e in mezzo alla tavola stava un cagnolino che guaiva e aveva una zampa tremante perch, a quanto abbiamo capito dalle loro reciproche accuse, lo avevano quasi spaccato in due litigando tra loro. Ecco come si divertivano quei due stupidi! A litigare per decidere chi dovesse tenersi un batuffolo caldo di pelo, e a piangere perch, dopo aver litigato per ottenerlo, nessuno lo voleva. Abbiamo riso come matti di quei due bambini viziati, e quanto li abbiamo disprezzati! Quando mai mi scopriresti a desiderare qualche cosa che vuole Catherine? o quando ci troveresti soli che ci divertiamo gridando, piangendo, e rotolandoci per terra, ai lati opposti della stanza? Non cambierei neanche per un migliaio di vite la mia condizione qui con quella di Edgar Linton a Thrushcross Grange, neanche per il privilegio di buttare Joseph dall'alto del tetto e dipingere la facciata della casa con il sangue di Hindley." Lo ammonii a tacere, aggiungendo: "Ma non mi hai ancora detto, Heathcliff, perch Catherine rimasta l". "Ti ho detto che siamo scoppiati a ridere. I Linton ci hanno sentito, e sono corsi come frecce e di comune accordo alla porta. Dapprima silenzio, poi un grido: "Oh, mamma, mamma! Oh, pap! Oh, mamma, venite qui! Oh, pap, oh!". Davvero gridavano qualcosa del genere. Noi abbiamo fatto rumori terribili per spaventarli ancora di pi, poi siamo scivolati gi dal balcone perch qualcuno stava aprendo la porta e ci parso fosse meglio fuggire. Io tenevo Cathy per mano e la incitavo a affrettarsi, quando a un tratto lei caduta. "Corri, Heathcliff corri!" mi ha sussurrato. "Ci hanno lanciato contro un cane, e mi ha presa!". "Quel demonio le aveva afferrato la caviglia, Nelly: lo sentivo ansimare. Lei non ha gridato, no di certo! Si sarebbe vergognata di farlo anche se fosse stata
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infilzata dalle corna di una mucca impazzita. Io per ho gridato; ho scagliato tante maledizioni da distruggere qualsiasi demonio esista al mondo! Poi ho preso una pietra e gliel'ho infilata tra le mascelle, cercando con tutta la forza di cacciargliela in gola. Un animale di un servo arrivato infine con una lanterna, gridando: "Tieni duro, Skulker, tieni duro!". "Per, ha cambiato tono quando ha visto chi fosse la vittima di Skulker. Ha costretto il cane a lasciare la presa stringendolo alla gola: l'enorme lingua paonazza gli pendeva fuori dalla bocca, e le labbra inerti sbavavano sangue. "L'uomo ha sollevato Cathy; stava male, non perch avesse paura, ne sono certo, ma per il dolore. L'ha portata dentro e io l'ho seguito continuando a mormorare maledizioni e propositi di vendetta. "Qual era la preda, Robert?" ha gridato Linton dall'ingresso. "Skulker ha preso una bambina, signore" stata la risposta "e qui c' anche un ragazzo" ha aggiunto l'uomo, tenendomi stretto "che ha tutta l'aria di un vagabondo! Probabilmente i ladri volevano farli entrare dalla finestra perch aprissero poi la porta all'intera banda quando in casa dormivano tutti cos da poterci uccidere tranquillamente. Tieni chiusa quella bocca svergognata, brutto ladro! finirai sul patibolo per questo. Signor Linton, signore, non mettete via il fucile!" "No, no, Robert!" ha detto quel vecchio sciocco. "I briganti sapevano che ieri era il giorno del pagamento degli affitti e pensavano di potermi giocare abilmente. Che entrino, sapr come riceverli. John, metti la catena. Dai un po' d'acqua a Skulker, Jenny. Assalire un magistrato nella sua casa e per di pi di domenica! dove finir la loro insolenza? Oh, cara Mary, guardate qui! Non abbiate paura, soltanto un ragazzo - tuttavia, ha un aspetto tanto minaccioso che non sarebbe un bene per il paese impiccarlo subito prima che possa rivelare la sua natura nelle azioni e non soltanto nei lineamenti?". "Mi ha trascinato sotto il lampadario e la signora Linton si messa gli occhiali e ha levato le mani al cielo inorridita. Quei vigliacchi dei bambini si sono avvicinati anche loro e Isabella ha cominciato a mormorare con una vocetta affettata: "Che creatura spaventosa! Chiudetelo in cantina, pap. proprio come il figlio dell'indovino che mi ha rubato il fagiano addomesticato. Non proprio come lui, Edgar?". "Mentre loro mi esaminavano, arrivata Cathy; ha sentito le ultime parole e scoppiata a ridere. Edgar Linton, dopo averla guardata attentamente, si ripreso tanto da riuscire a riconoscerla. Ci vedono in chiesa, sai, anche se non ci incontriamo spesso altrove. " la signorina Earnshaw!" ha sussurrato alla madre "e guardate come l'ha morsa Skulker, come le sanguina il piede!" "La signorina Earnshaw? sciocchezze!" ha esclamato quella degna signora "la signorina Earnshaw che se ne va per la campagna con uno zingaro! Eppure, caro, la bambina in lutto... senza dubbio ... E potrebbe rimanere zoppa per sempre!" "Che colpevole trascuratezza da parte del fratello!" ha esclamato il signor Linton volgendosi da me a Catherine. "Ho saputo da Shielders" (Shielders era il vicario, signore) "che la fa crescere come una piccola pagana. Ma il ragazzo chi ? Dove ha trovato un compagno simile? Oh, senza dubbio si tratta dello strano acquisto che il mio defunto vicino ha fatto nel suo viaggio a Liverpool, un piccolo vagabondo indiano o americano o spagnolo." "Un ragazzaccio, in ogni caso" ha osservato la vecchie signora "e del tutto indegno di vivere in una casa per bene. Avete osservato il suo linguaggio, Linton? Mi turba sapere che i miei bambini lo abbiano udito." "Ho ricominciato a imprecare - non arrabbiarti, Nelly - e cos hanno ordinato a Robert di portarmi via. Io ho rifiutato di andarmene senza Cathy, ma lui mi ha trascinato in giardino, mi ha messo in mano la lanterna, mi ha assicurato che il signor Earnshaw sarebbe stato informato della mia condotta e, ordinandomi di andarmene dritto per la mia strada, ha chiuso di nuovo la porta. "Le tende erano ancora sollevate da un lato, e io sono ritornato nello stesso posto a spiare: se Catherine avesse voluto ritornare, ero deciso a spaccare le loro belle vetrate in un milione di frammenti se non la lasciavano uscire.

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"Catherine sedeva quietamente su un divano; la signora Linton le toglieva il mantello grigio della lattaia che avevamo preso per la nostra corsa, e intanto scuoteva il capo e protestava, con lei, immagino; Catherine era una signora e quindi la trattavano in modo ben diverso da me. Poi la cameriera ha portato un catino d'acqua calda e le ha lavato i piedi, e il signor Linton ha preparato un bicchiere di vino caldo e Isabella le ha vuotato in grembo un piatto di pasticcini mentre Edgar se ne stava lontano a guardare come uno sciocco. E poi ancora le hanno asciugato e pettinato i bei capelli e le hanno messo un paio di pantofole enormi portandola davanti al fuoco; io l'ho lasciata, felice come di pi non avrebbe potuto essere: spartiva il suo cibo con il cagnolino e con Skulker a cui pizzicava il naso mentre mangiava, e accendeva un barlume di intelligenza nei vacui occhi azzurri dei Linton - pallido riflesso del viso incantevole di lei; ho visto che erano pieni di stupida ammirazione; lei cos incommensurabilmente superiore a loro - a chiunque sulla terra, non vero, Nelly?". "Questa faccenda avr conseguenze che neanche puoi immaginare" gli risposi io coprendolo e spegnendo la luce. "Sei inguaribile, Heathcliff, e il signor Hindley sar costretto a prendere misure drastiche, vedrai se non far cos." Le mie parole si rivelarono pi vere di quanto desiderassi. Quella infelice avventura infuri Earnshaw; e il signor Linton, per sanare le cose, ci fece visita l'indomani e fece una tale predica al giovane padrone sul modo in cui dirigeva la sua famiglia che lui si decise infine a guardarsi davvero attorno. Heathcliff non venne frustato, ma gli fu detto che alla prima parola rivolta alla signorina Catherine sarebbe stato cacciato di casa, e la signora Earnshaw si impegn a tenere a freno la cognata, quando fosse tornata a casa, valendosi dell'astuzia e non della forza - con la forza le sarebbe stato impossibile. VII Cathy rimase a Thrushcross Grange cinque settimane, fino a Natale. A Natale la sua caviglia era interamente guarita e i suoi modi, molto migliorati. Finch rimase dai Linton, la padrona andava spesso a trovarla, e aveva iniziato il suo piano di riforma cercando di ridestare in lei l'amor proprio con bei vestiti e lusinghe alle quali Catherine si rivel presto sensibile; cos, invece di una piccola selvaggia senza cappello che entrava correndo in casa e si precipitava a abbracciarci fino a toglierci il fiato, da un bel pony nero scese una personcina piena di dignit con un piccolo cilindro nero ornato di piume sui riccioli castani che le incorniciavano il viso, e una lunga redingote di panno che era costretta a sollevare con entrambe le mani se voleva entrare maestosamente in casa senza incespicare. Hindley la sollev dal cavallo esclamando entusiasticamente: "Che sorpresa, Cathy, sei proprio una bellezza! Non ti avrei riconosciuta... sei una vera signorina; Isabella Linton non pu neppure venirle paragonata, non cos, Frances?". "Isabella non ha la bellezza che ha lei" rispose sua moglie "ma deve stare attenta a non ritornare selvaggia come era prima, qui. Ellen, aiuta la signorina Catherine; no, aspetta, cara, ti spettinerai: ti scioglier io i nastri del cappello." Io le tolsi la redingote e ecco apparire in tutto il loro splendore, sotto un superbo abito di seta scozzese, mutandoni bianchi e scarpette di vernice; e, sebbene gli occhi le scintillassero di gioia quando i cani arrivarono saltando per accoglierla, quasi non osava toccarli nel timore che potessero rovinarle quegli splendidi vestiti. Mi baci appena; ero piena di farina - stavo preparando il dolce per Natale - e non sarebbe stato bene abbracciarmi; poi si guard attorno cercando Heathcliff. Il signore e la signora Earnshaw attendevano ansiosamente il loro incontro, pensando che gli avrebbe permesso di giudicare in qualche modo quale fondamento avesse la loro speranza di poter separare i due amici. Dapprima non fu facile trovare Heathcliff. Se era sempre stato trascurato e abbandonato da tutti prima dell'assenza di Catherine, ora lo era stato dieci volte tanto.

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Nessuno, tranne me, gli usava l'elementare gentilezza di chiamarlo sporco esortandolo a lavarsi almeno una volta alla settimana; e i bambini della sua et molto raramente provano piacere nell'uso dell'acqua e sapone. Di conseguenza, per tacere dei suoi vestiti che da tre mesi venivano trascinati nel fango e nella polvere e dei suoi capelli folti e spettinati, la superficie del viso e delle mani era ricoperta in modo desolante da un fitto strato di sporco. Non c'era da stupirsi se si era nascosto dietro la cassapanca vedendo entrare, non l'arruffata monella simile a lui che si aspettava, ma una splendente, aggraziata signorina. "Non in casa Heathcliff?" lei chiese togliendosi i guanti e mostrando cos le dita rese prodigiosamente candide dal non far nulla e dal restarsene al chiuso. "Heathcliff, puoi venire avanti" esclam il signor Hindley, pregustando la sua umiliazione e lieto di pensare che sarebbe stato costretto a mostrarsi per quell'orribile ragazzaccio che era. "Puoi venire e augurare il benvenuto alla signorina Catherine come tutti gli altri della servit." Cathy, scorgendo infine il suo amico che si nascondeva, corse a abbracciarlo; gli diede sette o otto baci in un solo istante, poi si ferm, e, facendosi indietro, scoppi a ridere esclamando: "Come sei nero e imbronciato! e.. e buffo e torvo! Ma soltanto perch sono abituata a Edgar e Isabella Linton. Allora, Heathcliff, mi hai dimenticato?". Quella domanda non era senza ragione, poich la vergogna e l'orgoglio raddoppiavano la sua tetraggine e lo costringevano a non muoversi. "Dalle la mano, Heathcliff" disse benignamente il signor Earnshaw. "Per una volta, ti permesso." "Non voglio!" rispose il ragazzo, ritrovando infine la parola "Non voglio star qui mentre lei ride di me, non lo sopporter!" E si sarebbe allontanato bruscamente se la signorina Cathy non lo avesse afferrato. "Non volevo ridere di te" disse. "Ma non ne ho potuto fare a meno, Heathcliff; dammi almeno la mano! Perch sei cos di malumore? Avevi un aspetto strano: ecco tutto. Se ti lavi la faccia e ti pettini, andr tutto benissimo. Ma sei cos sporco!" Rivolse uno sguardo ansioso alle dita sudicie che stringeva nelle sue, e al bel vestito che temeva non avesse tratto vantaggio dal contatto col vestito di lui. "Potevi fare a meno di toccarmi!" rispose lui seguendo il suo sguardo e ritraendo bruscamente la mano. "Star sporco quanto mi pare, mi piace essere sporco e voglio esserlo." E con queste parole si precipit a testa bassa fuori dalla stanza tra il divertimento del signor Earnshaw e di sua moglie e con autentico turbamento di Catherine che non riusciva a comprendere perch le sue osservazioni avessero suscitato in lui un tale malumore. Dopo aver fatto da cameriera personale alla nuova venuta e aver messo i dolci in forno e aver reso la "casa" e la cucina allegre con grandi fuochi adatti alla vigilia di Natale, mi preparai a riposarmi su una sedia e a divertirmi da sola cantando le carole di Natale; e ignorando l'affermazione di Joseph che alcuni degli allegri motivi da me prediletti non erano molto diversi da canzonette profane. Si era ritirato in camera sua per pregare da solo, e il signore e la signora Earnshaw cercavano di catturare l'attenzione della signorina con alcuni oggettini che erano stati comprati perch lei li donasse ai giovani Linton come ringraziamento della loro gentilezza. Li avevano invitati a trascorrere il giorno di Natale a Wuthering Heights, e l'invito era stato accettato a una condizione: la signora Linton aveva chiesto che i suoi cari bambini venissero tenuti scrupolosamente lontani da quel "cattivo ragazzo che imprecava tanto". Date le circostanze, io rimasi sola. Sentivo l'intenso aroma delle spezie che si scaldavano nel forno e ammiravo i lucenti utensili della cucina, l'orologio ben lucidato e ornato di agrifoglio, i boccali d'argento allineati in bell'ordine su un vassoio, pronti a venir riempiti di birra speziata per la cena, e, soprattutto, l'impeccabile candore dell'oggetto delle mie cure maggiori: il pavimento ben lavato e spazzato. Approvai silenziosamente ogni oggetto, poi ricordai come il vecchio Earnshaw fosse solito venire quando tutto era in ordine e chiamarmi una ragazza in gamba
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e farmi scivolare in mano uno scellino come dono di Natale; e da quel ricordo passai al suo affetto per Heathcliff, al suo timore che il ragazzo potesse venir trascurato quando la morte li avesse separati; e da questo naturalmente alla condizione attuale del povero ragazzo; cos, dal canto trascorsi alle lacrime. Presto mi resi tuttavia conto che sarebbe stato molto meglio cercare di riparare alcuni dei torti da lui subti piuttosto che piangervi sopra. Mi alzai e andai in cortile a cercarlo. Non era lontano. Lo trovai che lisciava il lucente mantello del nuovo pony nella stalla e dava da mangiare alle altre bestie com'era solito fare. "Affrettati, Heathcliff" dissi "si sta cos bene in cucina e Joseph al piano di sopra. Fai in fretta e lascia che ti vesta in modo elegante prima che la signorina Cathy scenda, cos potrete stare insieme - avrete per voi tutto il focolare - e fare una bella chiacchierata fino al momento di andare a letto." Lui continu nel suo lavoro senza neanche volgersi verso di me. "Vieni, non vuoi venire?" continuai. "C' un dolce per ognuno di voi, ce n' per tutti; e ti ci vorr una buona mezz'ora per vestirti." Aspettai cinque minuti, ma, non ottenendo risposta, lo lasciai. Catherine cen con il fratello e la cognata; Joseph e io consumammo insieme un pasto ben poco allegro, condito di rimproveri da una parte e impertinenze dall'altra. Il dolce e il formaggio di Heathcliff rimasero tutta la notte sulla tavola per gli spiriti. Trov da lavorare fino alle nove, poi se ne and, silenzioso e cupo, in camera sua. Cathy rimase in piedi a lungo, avendo una quantit di ordini da dare per l'accoglienza ai suoi nuovi amici; entr una volta in cucina per parlare a Heathcliff, ma lui se ne era andato e Catherine rimase soltanto per chiedere che cosa avesse, poi si allontan. La mattina dopo Heathcliff si alz presto; e, poich era festa, port il suo malumore nella brughiera non ricomparendo prima che la famiglia si fosse allontanata per recarsi in chiesa. Il digiuno e la riflessione sembravano avergli portato consiglio. Mi gir intorno per un po', poi, fattosi coraggio, esclam di colpo: "Nelly, fammi bello; voglio essere bravo." "Era ora, Heathcliff" gli dissi. "Hai addolorato molto Catherine: rimpiange di essere tornata a casa, immagino. Sembra che tu provi invidia perch si curano di lei pi che di te." L'idea di invidiare Catherine gli era incomprensibile; ma quella di addolorarla la comprendeva con grande chiarezza. "Ha detto che era addolorata?" chiese con uno sguardo grave. "Ha pianto quando le ho detto che eri di nuovo fuori questa mattina." "Bene, anch'io ho pianto ieri sera" ribatt lui "e ne avevo ben pi motivo di lei." "Gi, avevi l'ottimo motivo di essertene andato a letto con un cuore orgoglioso e uno stomaco vuoto. L'orgoglio non fa che procurare dispiaceri. Ma se ti vergogni della tua suscettibilit, ricordati che devi chiederle scusa quando arriva. Devi andare da lei e offrirle un bacio e dirle... sai meglio di me che cosa dirle, ma fallo sinceramente e non come se la giudicassi un'estranea per i suoi bei vestiti. E adesso, anche se devo preparare il pranzo, ruber un po' di tempo per farti bello in modo che Edgar Linton sembrer un bambolotto accanto a te, e proprio quello che sembra. Tu sei pi giovane, eppure credo che tu sia pi alto e con le spalle molto pi robuste: potresti buttarlo a terra in un batter d'occhio: non credi che potresti?". Per un istante il viso di Heathcliff si illumin, ma subito torn a rannuvolarsi, e lui sospir. "Ma, Nelly, potrei buttarlo a terra venti volte senza che lui fosse meno bello o io pi bello. Vorrei avere i capelli e la pelle chiara e essere vestito bene e comportarmi bene come lui, e avere la possibilit di essere ricco come sar lui!". "E di chiamare la mamma ogni momento" aggiunsi io "e di tremare se un ragazzo di campagna ti minaccia con un pugno e di startene chiuso in casa tutto il giorno per una spruzzata di pioggia. Oh, Heathcliff, che codardo sei! Vieni davanti allo specchio e io ti mostrer che cosa dovresti desiderare. Le vedi queste due rughe tra gli occhi e queste sopracciglia folte che, invece di essere arcuate, si abbassano nel mezzo; e questi due neri demoni, cos profondamente incassati,
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che non aprono mai arditamente le loro finestre ma se ne restano acquattati al riparo, come le sentinelle del diavolo? Dovresti imparare a spianare quelle rughe di malumore, a aprire con franchezza gli occhi, a tramutare quei demoni in angeli innocenti e fiduciosi che non sospettano e non dubitano di nulla e che vedono ovunque amici quando non sono certi di trovare nemici. Non avere lo sguardo di un cagnaccio che ha tutta l'aria di sapere che merita i calci che riceve eppure odia tutti, e non soltanto chi lo prende a calci, per quello che deve soffrire." "In altre parole, devo desiderare i grandi occhi azzurri di Edgar Linton e la sua fronte liscia" ribatt lui. " quello che faccio, ma non mi aiuter a averli." "Un cuore generoso ti aiuterebbe a avere un bel viso, ragazzo mio" continuai "anche se fossi un vero negro, e un cuore cattivo pu trasformare il viso pi bello nel pi brutto, e anche peggio che brutto. E adesso che hai finito di lavarti, di pettinarti, di fare il broncio, dimmi se non ti trovi piuttosto bello. Ti dir francamente che io ti trovo bello. Sei degno di essere un principe travestito. Chiss che tuo padre non fosse imperatore della Cina e tua madre una regina indiana, entrambi in grado di comprare, con la rendita di una sola settimana, Wuthering Heights e Thrushcross Grange? Forse sei stato rapito da perfidi marinai e portato in Inghilterra. Se fossi al tuo posto, mi farei idee molto alte della mia nascita, e il pensiero di quello che sono stato mi darebbe il coraggio e la dignit per sopportare la tirannia di un piccolo signorotto di campagna." E cos continuavo a parlare; e Heathcliff, a poco a poco, perdeva il suo aspetto accigliato e si faceva quasi gradevole, quando, di colpo, la nostra conversazione venne interrotta da un suono di ruote che risalivano la strada e entravano in cortile. Lui corse alla finestra e io alla porta, in tempo per vedere i due Linton scendere dalla carrozza di famiglia, tutti imbacuccati in mantelli e pellicce, e gli Earnshaw scendere da cavallo: spesso durante l'inverno andavano in chiesa a cavallo. Catherine prese la mano dei due ragazzi e li condusse in casa davanti al fuoco, che diede subito colore ai loro volti pallidi. Esortai Heathcliff a affrettarsi ora e a mostrare il suo buonumore, e lui mi obbed con gioia; ma, sventuratamente, mentre lui apriva la porta della cucina da un lato, Hindley la apriva dall'altro. Si incontrarono; e il padrone, seccato nel vederlo tutto pulito e allegro, o forse ansioso di mantenere la promessa fatta alla signora Linton, lo spinse brutalmente in cucina e ordin con rabbia a Joseph di "tenere quell'individuo lontano dalla stanza e mandarlo nella soffitta fino a che il pranzo non fosse terminato. Altrimenti metterebbe le dita nelle torte e ruberebbe la frutta, se lo lasciassimo solo con loro anche un minuto". "No, signore" non potei impedirmi di rispondere "non toccher niente, siatene certo; e immagino che anche lui debba avere la sua parte di tutte quelle buone cose, come noi." "Avr la sua parte di botte se lo colgo di nuovo al pianterreno prima di questa sera" esclam Hindley. "Vattene, vagabondo! Stai cercando di fare il bellimbusto? Aspetta che riesca a prenderti uno di quei bei riccioli e vedrai se non te li tiro fino a farteli diventare pi lunghi!". "Sono gi abbastanza lunghi" osserv il signorino Linton facendo capolino dalla soglia. "Mi stupisce che non gli facciano venire il mal di testa; gli coprono gli occhi come la criniera di un cavallo!" Si era arrischiato a fare quell'osservazione senza alcuna intenzione offensiva; ma la natura violenta di Heathcliff non era pronta a sopportare neppure l'apparenza di un insulto da parte di qualcuno che, sin da allora, sembrava odiare come un rivale. Afferr una terrina di salsa di mele calda, la prima cosa che gli capit sottomano, e la scagli in pieno contro il viso e il collo di Edgar; questi, immediatamente, inizi un lamento che port accanto a lui Isabella e Catherine. Il signor Earnshaw afferr senza indugio il colpevole e lo port in camera sua dove, senza dubbio, si serv di un rimedio molto brutale per calmare quell'accesso di collera perch riapparve rosso e senza fiato. Io presi la tovaglia e, con un certo disprezzo, pulii il naso e la bocca di Edgar affermando che era quanto si era meritato per essersi immischiato di affari non suoi. La

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sorella cominci a piangere per tornare a casa e Cathy rimaneva immobile, confusa, arrossendo. "Non avreste dovuto parlargli!" protest con il giovane Linton. "Era di cattivo umore, e ora avete rovinato la visita e Heathcliff sar frustato - detesto che venga frustato! Non riuscir a mangiare il pranzo. Perch gli avete parlato, Edgar?" "Non gli ho parlato" singhiozz il giovanetto, sfuggendo alle mie mani e portando a compimento l'opera di purificazione con il suo fazzolettino di percalle. "Avevo promesso alla mamma che non gli avrei detto una sola parola, e ho mantenuto la promessa!". "Ebbene, non piangete!" ribatt con disprezzo Catherine. "Nessuno vi ha ucciso; non create altri guai: sta arrivando mio fratello; statevene tranquillo. Basta, Isabella! Forse qualcuno ha fatto del male a voi?". "Calma, calma, bambini, prendete posto!" esclam Hindley, entrando in grande agitazione. "Quel disgraziato ragazzo mi ha fatto davvero andare in collera. La prossima volta, signorino Edgar, risolvi la faccenda con i pugni - ti far venire appetito." La piccola compagnia ritrov la serenit all'apparire del fragrante banchetto. Erano molto affamati dopo la cavalcata e si consolarono in fretta, dal momento che non avevano subito alcun vero danno. Il signor Earnshaw preparava piatti abbondantissimi e la signora divertiva tutti con una conversazione piena di vivacit. Io ero di servizio dietro la sua sedia, e mi fece soffrire vedere Catherine, gli occhi asciutti e lo sguardo indifferente, che cominciava a tagliare l'ala di un'oca che le era stata servita. "Una bambina priva di sentimento" pensai. "Con quanta facilit dimentica le pene del suo vecchio compagno di giochi. Non l'avrei immaginata tanto egoista." Catherine si port il boccone alle labbra; poi lo rimise nel piatto: il rossore le sal alle guance, improvvisamente rigate di lacrime. Fece cadere la forchetta sul pavimento e si affrett a chinarsi sotto la tovaglia per nascondere il suo turbamento. Non la giudicai pi insensibile, comprendendo bene che per tutto il giorno lei soffr le pene del purgatorio, ansiosa di trovare l'opportunit di restare sola o di recarsi da Heathcliff, che era stato chiuso a chiave dal padrone, come scoprii quando cercai di fargli avere in segreto del cibo. Alla sera ci fu un ballo. Cathy chiese che Heathcliff venisse liberato dal momento che Isabella Linton non aveva un cavaliere; ma le sue preghiere furono vane e venni chiamata io per supplire a quella mancanza. Nell'eccitazione del ballo ci liberammo di qualsiasi malinconia, e il nostro piacere si accrebbe quando giunse la banda di Gimmerton, composta di quindici elementi: tromba, trombone, clarinetti, fagotti, corni francesi, violoncello, e i cantanti. A Natale girano per tutte le case per bene ricevendone doni, e per noi fu un vero piacere ascoltarli. Dopo il canto delle consuete carole natalizie, li facemmo cantare canzoni e contrasti. Alla signora Earnshaw la musica piaceva, e loro erano pronti a darcene in abbondanza. Anche Catherine amava la musica; ma disse che la si apprezzava meglio stando in cima alle scale, e cos si allontan nell'oscurit; io la seguii. Al piano di sotto chiusero la porta della sala senza accorgersi della nostra assenza, tanto era piena di gente. Catherine non sost in cima alle scale, ma sal pi in alto fino alla soffitta dove era rinchiuso Heathcliff; giunta l, lo chiam. Ostinatamente lui rifiut a lungo di rispondere; Catherine continu e lo convinse infine a comunicare con lei attraverso le assi di legno. Lasciai quelle due povere creature a conversare indisturbate, fino a quando non immaginai che i canti fossero prossimi a cessare per permettere ai cantori di bere e mangiare qualcosa; allora mi arrampicai sulla scala per avvertirla. Non la trovai davanti alla soffitta, ma sentii la sua voce venire dall'interno. Quella scimmietta si era insinuata dal lucernario di una soffitta, lungo il tetto, nel lucernario dell'altra, e mi fu molto difficile convincerla a uscire. Quando infine usc, Heathcliff era con lei; e Catherine insistette affinch io lo conducessi in cucina dal momento che Joseph era andato da un vicino per allontanarsi dal suono di quei "canti demoniaci", come si compiaceva di definirli. Dissi ai due ragazzi che non intendevo in alcun modo tener mano alle loro diavolerie; ma, dal momento che il prigioniero non aveva mangiato nulla dal

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pranzo del giorno precedente, ero disposta per una volta a chiudere un occhio e a aiutarlo a giocare il signor Hindley. Heathcliff scese; gli offrii uno sgabello accanto al fuoco e una quantit di buone cose; ma lui stava male, pot mangiare pochissimo, e i miei tentativi per rallegrarlo furono vani. Teneva i gomiti appoggiati sulle ginocchia e il mento sulle mani, immerso in silenziose riflessioni. Quando gli chiesi l'argomento dei suoi pensieri, mi rispose con profonda gravit: "Sto cercando di stabilire come prendermi la rivincita su Hindley. Non m'importa quanto dovr aspettare, purch infine riesca a vendicarmi. Spero soltanto che non muoia prima che io possa farlo." "Vergogna, Heathcliff!" ribattei io. " Dio che punisce i cattivi; noi dovremmo imparare a perdonare." . "No, per Dio non sarebbe una soddisfazione come lo sar per me" rispose. "Vorrei soltanto trovare il modo migliore! Lasciami tranquillo, e lo trover; finch penso a queste cose non soffro." Ma, signor Lockwood, dimentico che questi racconti non possono piacervi. Non riesco a pensare come abbia potuto continuare a chiacchierare in questo modo; e intanto la vostra farinata si fredda e voi siete ansioso di andare a letto! Avrei potuto raccontarvi la storia di Heathcliff, quella parte che vi pu interessare, in poche parole. Interrompendosi cos, la signora Dean si alz e si prepar a mettere via il suo lavoro; ma io non riuscivo a allontanarmi dal focolare e non ero affatto ansioso di andare a letto. "Sedete, signora Dean" esclamai. "Vi prego, sedete per un'altra mezz'ora. Avete fatto benissimo a raccontarmi le cose con calma. questo il modo che mi piace, e dovrete concluderle allo stesso modo. Mi interessano, pi o meno, tutti i personaggi che avete ricordato." "L'orologio sta per suonare le undici, signore." "Non importa - non sono abituato a andare a dormire prima delle ore piccole. L'una o le due un'ottima ora per qualcuno che non si alza prima delle dieci." "Non dovreste restare coricato fino alle dieci. Prima delle dieci ormai trascorso il momento migliore del mattino. Chiunque non abbia fatto gi la met del suo lavoro quotidiano per le dieci corre il serio rischio di non fare mai l'altra met." "Ci nondimeno, signora Dean, vogliate tornare a sedervi, poich domani intendo prolungare la notte fino al pomeriggio. Credo di potermi diagnosticare, quanto meno, un brutto raffreddore." "Mi auguro di no, signore. D'accordo, ma dovete concedermi di saltare almeno tre anni. In questo periodo la signori Earnshaw...". "No, no, non intendo concedervi nulla del genere. Conoscete quel particolare stato d'animo quando si seduti da soli e la gatta sta leccando il gattino sulla stuoia davanti a voi e voi la guardate con tanta attenzione che se soltanto dimentica di leccare un'orecchia, la cosa vi mette di pessimo umore?". "Uno stato d'animo terribilmente pigro, direi." "Al contrario, fastidiosamente attivo. il mio stato d'animo in questo momento, e quindi vi prego di continuare senza trascurare i particolari. Mi accorgo che la gente di queste zone supera in valore la gente delle citt come un ragno in una segreta supera in valore un ragno in una villetta, nei confronti dei reciproci abitanti; e tuttavia l'attrattiva pi intensa che esercitano non dovuta soltanto alla condizione dello spettatore. Vivono davvero in modo pi intenso, pi attenti alle cose interiori; e non nella mutevole superficie, attenti soltanto alle frivole cose esteriori. Qui giudicherei quasi possibile un amore che durasse tutta una vita; io, che risolutamente non credevo all'esistenza di un amore che durasse un intero anno. La prima condizione somiglia a quella di un affamato che ha davanti a s un solo piatto sul quale pu concentrare tutto il proprio appetito, rendendogli pienamente giustizia; l'altra, a quella di chi abbia davanti a s una tavola preparata da cuochi francesi: forse potr trarre da tutti quei piatti altrettanto godimento, ma ogni singolo piatto sar soltanto un piccolo atomo nella sua stima e nel suo ricordo." "Oh, qui siamo in tutto e per tutto uguali alla gente degli altri posti, quando ci si conosce bene" osserv la signora Dean, disorientata da quel mio discorso.
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"Scusatemi" ribattei. "Voi, mia cara signora, siete una clamorosa prova a sfavore della vostra asserzione. Con l'eccezione di alcuni provincialismi di nessuna importanza, non avete nei vostri modi nulla di quelle che io considero le caratteristiche della vostra classe. Sono certo che abbiate riflettuto molto pi di quanto solita fare la servit. Siete stata costretta a coltivare le vostre facolt intellettuali non avendo occasioni per disperdere la vostra vita in frivolezze." La signora Dean rise. "Senza dubbio mi considero una donna solida e ragionevole" ribatt "non proprio perch vivo tra queste colline e vedo, anno dopo anno, sempre le stesse facce e le stesse azioni; ma ho condotto una vita di severa disciplina che mi ha insegnato la saggezza, e inoltre ho letto pi di quanto voi possiate immaginare, signor Lockwood. Non riuscireste a trovare un libro in questa biblioteca che io non abbia guardato e da cui, inoltre, non abbia tratto qualcosa; sempre che non si tratti dello scaffale dei libri greci e latini o di quello dei libri francesi; e anche quelli li distinguo uno dall'altro: non credo potreste aspettarvi di pi dalla figlia di un pover'uomo. "Tuttavia; se devo continuare la mia storia con tutti i particolari, sar bene che continui; invece di saltare tre interi anni, mi accontenter di passare all'estate successiva: l'estate del 1778, vale a dire circa ventitr anni fa." VIII Una bella mattina di giugno nacque il primo caro piccino a cui facessi da balia, l'ultimo dell'antica stirpe degli Earnshaw. Eravamo impegnati a lavorare con il fieno in un campo lontano quando la ragazza che era solita portarci da mangiare arriv correndo, un'ora prima del consueto, attraverso il campo e su per il viale, chiamandomi mentre correva. "Oh, che bel bambino!" esclam ansando. "Il pi bel bambino che si sia mai visto! ma il dottore dice che la signora se ne andr; dice che sono mesi che soffre di consunzione. Gliel'ho sentito dire al signor Hindley - e ora che non ha niente che possa trattenerla, morir prima dell'inverno. Devi venire subito a casa, devi fargli da balia, Nelly - nutrirlo con zucchero e latte e prenderti cura di lui giorno e notte - vorrei essere in te, perch sar tutto tuo quando non ci sar pi la signora." "Ma davvero molto malata?" chiesi, gettando via il rastrello e annodandomi la cuffia. "Immagino di s" rispose la ragazza "eppure ha un'aria coraggiosa e parla come se pensasse di poter vedere il bambino crescere fino a diventare uomo. fuori di s dalla gioia, tanto bello. Ah, io non morirei di sicuro, se fossi in lei. Mi sentirei meglio soltanto a vederlo, a dispetto di Kenneth. Ero furiosa contro di lui. La signora Archer ha portato quell'angioletto dal padrone, in casa, e subito la faccia del signor Hindley si illuminata, quando ecco farsi avanti quel vecchio corvo e dire: "Earnshaw, una benedizione che vostra moglie abbia potuto vivere fino a darvi questo figlio. Sin da quando arrivata sono stato certo che non l'avremmo avuta a lungo tra noi; e ora devo dirvi che l'inverno probabilmente le sar fatale. Non prendetevela troppo: non c' niente da fare. Inoltre, avreste dovuto avere il buon senso di non scegliere quel giunco di ragazza". "E che cosa ha risposto il padrone?" chiesi. "Credo abbia imprecato - ma non badavo a lui: cercavo di guardare il bambino" e cominci a descriverlo di nuovo estaticamente. Io, ansiosa come lei, mi affrettai a casa per ammirarlo, sebbene fossi molto triste per Hindley; nel suo cuore c'era spazio per due soli idoli: sua moglie e se stesso; andava pazzo per entrambi, ma ne adorava uno solo. Non riuscivo a immaginare come avrebbe potuto sopportarne la perdita. Quando giungemmo a Wuthering Heights lo vidi in piedi davanti alla casa, e, mentre lo oltrepassavo, gli chiesi come stava il bambino. " quasi pronto per correre in giro, Nell!" rispose, con un sorriso che voleva essere gaio. "E la padrona?" mi azzardai a chiedere. "Il dottore dice...".

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"Al diavolo il dottore!" mi interruppe lui facendosi rosso. "Frances sta benissimo - sar perfettamente guarita tra una settimana. Vai di sopra? dille che verr subito se promette di non parlare. L'ho lasciata perch non si decideva a star zitta; mentre invece deve... dille che il dottor Kenneth dice che deve starsene quieta." Portai il messaggio alla signora Earnshaw; sembrava di ottimo umore e rispose gaiamente: "Ho detto appena una parola, Ellen, e lui se ne andato per ben due volte, piangendo. D'accordo, digli che prometto di non parlare; ma la promessa non mi vincola a non ridere di lui." Povera creatura! La gaiezza non le venne mai meno, neppure a una settimana dalla morte; e il marito insisteva ostinatamente, furiosamente, nell'affermare che la sua salute migliorava ogni giorno. Quando Kenneth gli disse che le medicine erano vane a quello stadio della malattia e che le sue cure erano ormai soltanto spese inutili, Hindley ribatt: "Lo so che non necessario che continuiate ad assisterla: sta bene ormai, non ha pi bisogno delle vostre cure. Non ha mai sofferto di consunzione. Era soltanto febbre, e ora passata: ha il polso lento come il mio, e il viso altrettanto fresco." Alla moglie diceva le stesse cose, e lei sembrava credergli; ma una sera, abbandonata sulla sua spalla, mentre gli diceva che pensava di potersi alzare l'indomani, venne colta da un accesso di tosse - molto leggero; Hindley la sollev tra le braccia; lei gli cinse il collo con le mani, il suo viso mut: era morta. Come la ragazza aveva previsto, il piccolo Hareton venne affidato interamente alle mie cure. Il signor Earnshaw, purch lo vedesse in buona salute e non lo sentisse mai piangere, non chiedeva altro per quanto riguardava il bambino. Quanto a s, cadde nella pi assoluta disperazione. Il suo dolore era di quelli che non trovano sfogo nei lamenti; non piangeva n pregava; bestemmiava e imprecava; esecrava Dio e gli uomini e si abbandonava alla pi sfrenata dissolutezza. La servit non sopportava a lungo quella sua condotta dissoluta e tirannica. Joseph e io eravamo i soli disposti a rimanere. Io non avevo cuore di abbandonare il piccolino che mi era stato affidato; inoltre, sapete che ero stata sorella di latte del signor Hindley e ero pronta pi di qualsiasi estraneo a scusare la sua condotta. Joseph rimaneva per tiranneggiare i fittavoli e i braccianti, e perch era una vocazione in lui vivere dove c'era molta empiet da riprovare. La cattiva condotta e i cattivi compagni del padrone erano davvero un gran bell'esempio per Catherine e Heathcliff. Il modo in cui trattava Heathcliff poi era tale da poter trasformare un santo in demonio. E in verit sembrava che il ragazzo fosse davvero posseduto da qualcosa di diabolico in quel periodo. Era per lui una gioia osservare Hindley che si degradava in modo irrimediabile; e di giorno in giorno diventava pi tetro e feroce. Non riuscirei a dirvi che inferno fosse la nostra casa. Il vicario fin per non venire pi e nessuno che potesse definirsi rispettabile si avvicinava a noi; la sola eccezione poteva essere rappresentata dalle visite di Edgar Linton alla signorina Cathy. A quindici anni Cathy era la regina della zona; non aveva nessuna che potesse starle alla pari e era divenuta una creatura altera e caparbia. Confesso di non averla amata molto, dopo gli anni dell'infanzia; e spesso la indispettivo cercando di abbassarle la cresta; lei, per, non prov mai avversione nei miei confronti. Aveva una stupefacente fedelt ai vecchi affetti; anche l'affetto che nutriva per Heathcliff rimase in lei inalterabile; e il giovane Linton, pur con tutta la sua superiorit di meriti, non trov affatto facile suscitare in lei un'impressione altrettanto profonda. Era lui il mio defunto padrone: ecco il suo ritratto, appeso sopra al camino. Un tempo il suo era appeso da un lato e quello di sua moglie dall'altro. Ma il ritratto di lei stato tolto: altrimenti avreste potuto farvi un'idea del suo aspetto. Riuscite a vedere questo? La signora Dean sollev la candela e io vidi un viso dai lineamenti dolci, profondamente somigliante alla giovane signora di Wuthering Heights, ma con un'espressione pi pensosa e pi amabile. Un'immagine gradevole. I lunghi capelli chiari erano appena ondulati sulle tempie, gli occhi erano grandi e seri,
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la persona quasi troppo aggraziata. Non mi stupiva che Catherine Earnshaw potesse dimenticare il suo primo amico per un uomo come quello. Mi stupiva tuttavia che lui, se la sua mente corrispondeva al suo aspetto, potesse amare l'idea che mi ero fatto di Catherine Earnshaw. "Un ritratto molto gradevole" osservai. " somigliante?". Lei rispose di s, ma il signor Linton aveva un aspetto migliore quando era animato; quello era il suo aspetto consueto, perch di consueto mancava di vivacit. Catherine era rimasta amica dei Linton sin dal suo soggiorno di cinque settimane presso di loro; e, poich quando era in loro compagnia non subiva alcuna tentazione di rivelare il suo aspetto pi aspro e aveva il buon senso di vergognarsi della propria asprezza l dove veniva trattata con tale immutabile cortesia, fin per accattivarsi inconsapevolmente, con la sua spontanea cordialit, la vecchia signora e suo marito; si guadagn l'ammirazione di Isabella e il cuore e l'anima di suo fratello - conquiste che sin dall'inizio la lusingarono, poich era piena di ambizione, e la spinsero a adottare quasi una doppia personalit, seppure senza l'esplicita intenzione di ingannare. Nel luogo dove sentiva definire Heathcliff "quel ragazzaccio volgare", e "peggio di un animale", era attenta a non comportarsi come lui; ma a casa nulla la spingeva a dar prova di una cortesia che avrebbe suscitato soltanto ilarit o a frenare una natura ribelle quando non ne avrebbe guadagnato n lode n stima. Il signor Edgar trovava raramente il coraggio di visitare apertamente Wuthering Heights. La reputazione di Earnshaw lo terrorizzava e rifuggiva dall'idea di incontrarlo; tuttavia, quando lo accoglievamo, facevamo sempre del nostro meglio; il padrone stesso evitava di offenderlo, sapendo perch venisse; se non riusciva a essere garbato, si teneva lontano. Credo per che la sua comparsa da noi non fosse molto gradita a Catherine; non era astuta, non civettava, e palesemente non voleva che i suoi due amici si incontrassero: quando Heathcliff esprimeva il suo disprezzo per Linton, in sua presenza, lei non poteva simpatizzare con Heathcliff come poteva farlo se Linton era assente; e quando Linton dava prova di disgusto e antipatia nei confronti di Heathcliff, non osava trattare i suoi sentimenti con indifferenza come se vederlo disprezzare il suo compagno di giochi non avesse peso ai suoi occhi. Ho riso spesso della perplessit e delle inconfessate angosce che lei si studiava invano di difendere dal mio sarcasmo. Potr sembrarvi una cattiveria, ma lei era cos orgogliosa che era davvero impossibile compatire le sue pene fino a quando la sofferenza non l'avesse indotta a una maggiore umilt. Infine si risolse a confessare, e a confidarsi con me. Non c'erano altri tra i quali potesse cercare un consigliere. Il signor Hindley un pomeriggio era uscito di casa, e Heathcliff, facendosi forza della sua assenza, si era azzardato a prendersi una vacanza. Aveva ormai sedici anni, credo, e, pur non avendo lineamenti sgradevoli n mancando di intelligenza, aveva tuttavia nell'aspetto e nel carattere un che di ripulsivo che il suo aspetto attuale non lascia sospettare. Innanzitutto, aveva ormai perduto i vantaggi dell'educazione un tempo ricevuta; il duro lavoro che era costretto a fare dall'alba al tramonto aveva spento in lui ogni curiosit, che pure aveva posseduto, per la ricerca del sapere, e ogni amore per i libri o la cultura. Il senso di superiorit che nella sua infanzia gli era stato instillato dalla predilezione del vecchio signor Earnshaw era ormai svanito. Lott a lungo per restare alla pari con Catherine nei suoi studi, e fu infine costretto a rinunciare con un rimpianto straziante seppure silenzioso; ma rinunci completamente, e era impossibile indurlo a fare anche un solo passo per migliorarsi, quando era certo che sarebbe ricaduto al di sotto del livello di un tempo. Allora l'aspetto esterno si deterior di pari passo con il deteriorarsi della mente; prese a camminare curvo, con un passo strascicato, privo di qualsiasi dignit; il suo carattere naturalmente riservato si esasper in una scontrosa tetraggine simile all'idiozia; e sembrava fosse per lui un cupo piacere suscitare avversione, piuttosto che stima, nelle sue poche conoscenze. Lui e Catherine erano ancora costantemente insieme nei momenti in cui egli era libero dal lavoro; ma Heathcliff aveva rinunciato a esprimere con le parole il suo affetto per lei e si ritraeva con rabbioso sospetto dalle puerili carezze di Catherine, come fosse consapevole che lei non poteva trarre gioia dai segni di affetto che gli prodigava. Nell'occasione cui ho gi accennato, Heathcliff entr
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in casa per annunciare la sua intenzione di non far nulla, mentre io aiutavo la signorina Cathy a sistemarsi il vestito. Catherine non immaginava che egli potesse decidere di prendersi una vacanza; e, convinta di avere tutta la casa per s, era riuscita in qualche modo a informare il signor Edgar dell'assenza del fratello e si preparava appunto a riceverlo. "Cathy, sei impegnata questo pomeriggio?" chiese Heathcliff. "Vai da qualche parte?". "No, sta piovendo" rispose lei. "Allora perch hai quel vestito di seta? spero che nessuno debba venire qui." "Non che io sappia" balbett la signorina. "Ma tu dovresti essere nei campi, Heathcliff; gi passata un'ora dal pranzo; credevo fossi andato." "Hindley non ci libera spesso della sua maledetta presenza" ribatt il ragazzo. "Non lavorer pi oggi, rimango con te." "Oh, ma Joseph far la spia; faresti meglio a andare!". "Joseph sta caricando calce dall'altra parte di Pennistow Crag; ne avr fino a sera e non sapr mai niente." Con queste parole, si avvicin al fuoco e sedette. Catherine riflett un istante, la fronte aggrottata. Le parve necessario prepararlo con dolcezza a un'intrusione. "Isabella e Edgar Linton avevano parlato di venire questo pomeriggio" disse dopo aver riflettuto qualche momento. "Piove, e quindi penso non verranno; ma potrebbero sempre venire, e se venissero, correresti il rischio di venir rimproverato per nulla." "Ordina a Ellen di dire che sei impegnata, Cathy" insistette lui. "Non mandarmi via per quei poveri sciocchi dei tuoi amici! Qualche volta vorrei lamentarmi che loro... ma non lo far...". "Che loro cosa?" esclam Catherine fissando su di lui uno sguardo turbato. "Oh, Nelly" aggiunse distogliendo con un gesto petulante la testa dalle mie mani "mi hai pettinato rovinandomi i riccioli! Basta cos - lasciami sola. Di che cosa vorresti lamentarti, Heathcliff?". "Di niente: guarda soltanto l'almanacco alla parete." Indic un foglio incorniciato appeso vicino alla finestra e continu. "Le croci indicano le sere che hai trascorso con i Linton, i puntini quelle trascorse con me. Vedi, ho segnato ogni giorno." "S, stato molto sciocco; come se io ci badassi!" rispose Catherine in tono stizzoso. "E a che cosa serve?" "A dimostrare che io ci bado." "Dovrei starmene qui con te?" chiese lei sempre pi indispettita. "E che cosa ne ricavo? di che cosa parli tu? Tanto varrebbe fossi un muto o un bambino, per quello che riesci a dire per divertirmi, o che riesci a fare, quanto a questo!" "Non mi hai mai detto che parlavo troppo poco, o che la mia compagnia non ti piaceva, Cathy!" esclam Heathcliff, profondamente turbato. "Non si pu parlare di compagnia, quando non si sa niente e non si dice niente." Heathcliff si alz, ma non ebbe tempo di dare libero sfogo ai suoi sentimenti: sui selci del sentiero si sentirono gli zoccoli di un cavallo, e, dopo aver bussato garbatamente, entr il giovane Linton, il viso acceso di gioia per l'inatteso invito che aveva ricevuto. Senza dubbio Catherine osserv la differenza tra i due mentre uno entrava e l'altro usciva. Il contrasto era simile a quello che si prova passando da una regione carbonifera, tutte colline brulle, a una bella vallata fertile; e la voce e il modo in cui Linton la salut non erano meno diversi. Parlava a bassa voce, in tono dolce, e pronunciava le parole come le pronunciate voi, voglio dire con un accento meno ruvido del nostro qui, pi dolce. "Non sono venuto troppo presto, vero?" chiese Linton rivolgendomi uno sguardo. Avevo cominciato a pulire le posate e a riordinare alcuni cassetti nel lato pi lontano della credenza. "No" rispose Catherine. "Che cosa stai facendo qui, Nelly?". "Il mio lavoro, signorina" risposi. (Il signor Hindley mi aveva ordinato di fare da terzo incomodo durante le visite di Linton.) Indispettita, lei mi pass alle spalle e mi sussurr: "Vattene via con i tuoi strofinacci! Quando ci sono visitatori in casa, la servit non deve mettersi a strofinare e pulire nelle stanze in cui sono stati ricevuti!".

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" un ottimo momento per me, adesso che il padrone via" risposi a alta voce. "Il padrone detesta che io faccia questi lavori in sua presenza. Sono certa che il signor Edgar vorr scusarmi." "Io detesto che tu faccia queste cose in mia presenza" esclam imperiosamente la signorina senza permettere al suo ospite di parlare. Dopo quella piccola lite con Heathcliff non era ancora riuscita a ritrovare la serenit. "Me ne dispiace molto, signorina Catherine" fu la mia risposta; e continuai assiduamente a lavorare. Lei, immaginando che Edgar non riuscisse a vederla, mi strapp di mano lo strofinaccio con cui pulivo e mi diede, con rabbioso rancore, un lungo pizzicotto a vite sul braccio. Ho detto che non la amavo e che non mi dispiaceva mortificare di quando in quando la sua vanit; inoltre, mi aveva fatto molto male; cos balzai in piedi e gridai: "Oh, signorina, che perfido scherzo! non avete il diritto di darmi pizzicotti e non intendo sopportarlo!". "Non ti ho toccato, bugiarda!" grid lei, con le dita che ancora le prudevano per il desiderio di ripetere quel gesto e le orecchie rosse per la collera. Non mai stata in grado di nascondere la sua collera: le accendeva sempre il viso come una fiamma. "E questo che cos' allora?" ribattei io, mostrando, come testimonianza contro di lei, un livido. Lei batt stizzosamente il piede, esit un istante, quindi, irresistibilmente spinta dalla capricciosa malvagit che era in lei, mi colp con uno schiaffo alla guancia, con violenza tale da riempirmi entrambi gli occhi di lacrime. "Catherine, amore mio, Catherine!" si intromise Linton, profondamente scandalizzato dalla duplice colpa della menzogna e della violenza di cui il suo idolo si era macchiato. "Lascia questa stanza, Ellen!" ripet lei, tremando tutta. Il piccolo Hareton, che mi seguiva dappertutto e era seduto vicino a me sul pavimento, vedendo le mie lacrime, cominci a piangere anche lui, e singhiozzando protestava contro "la cattiva zia Cathy" attirando cos sulla sua sventurata testolina la collera di lei; Catherine lo prese alle spalle e lo scosse fino a farlo diventare livido, e Edgar, senza riflettere, le afferr le mani per liberare il bambino. In un attimo una mano venne bruscamente liberata, e lo stupefatto giovane se la ritrov sul viso in un gesto che non poteva venir interpretato come uno scherzo. Si ritrasse, profondamente costernato; io presi Hareton fra le braccia e mi allontanai verso la cucina lasciando aperta la porta di comunicazione: ero infatti curiosa di sapere come avrebbero sistemato quella disputa. L'offeso visitatore si avvicin al punto in cui aveva lasciato il cappello: era pallido, e gli tremavano le labbra. "Splendido!" mi dissi. "Imparate la lezione e andatevene! stata una gentilezza permettervi di scorgere la sua vera natura." "Dove state andando?" chiese imperiosamente Catherine, avvicinandosi alla porta. Lui si fece di lato e cerc di passare. "Non dovete andare!" esclam lei con energia. "Devo andare e andr" rispose lui con voce sommessa. "No" insistette Catherine, afferrando la maniglia "non ancora, Edgar Linton, non potete lasciarmi in queste condizioni. Soffrirei tutta la notte e non intendo soffrire per voi!". "Pensate dunque che potrei restare dopo che mi avete colpito?". Catherine rimase in silenzio. "Avete fatto s che io vi tema e mi vergogni di voi" continu lui. "Non torner mai pi." Gli occhi di Catherine cominciarono a farsi lustri e le palpebre a battere. "E avete detto deliberatamente una menzogna!" incalz lui. "Non vero!" Catherine esclam ritrovando la voce. "Non ho fatto nulla deliberatamente. Bene, se volete, andatevene, andate via. E adesso potr piangere, pianger fino a starne male!". Si inginocchi accanto a una sedia e cominci davvero a piangere. Edgar tenne fede al suo proposito fino al cortile; l esit. Io decisi di incoraggiarlo.

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"La signorina una vera ribelle, signore!" gli gridai. " cattiva come tutti i bambini viziati. Farete meglio a andarvene a casa, altrimenti si sentir male soltanto per farci soffrire." Quel giovane debole e gentile lanci un'occhiata in tralice attraverso la finestra - aveva in s la forza per allontanarsi quanto un gatto ha quella di lasciare un topo ucciso a met o un uccello a met divorato. Ah, pensai, nessuno riuscir a salvarlo! E' condannato e va correndo incontro al suo destino! E cos accadde; si volse bruscamente, si affrett a rientrare in casa e a richiudersi la porta alle spalle; quando andai poco dopo da loro per informarli che Earnshaw era ritornato a casa ubriaco fradicio, pronto a far tremare tutta la casa (la sua condizione abituale quando era ubriaco), vidi che la lite aveva prodotto soltanto una pi stretta intimit: aveva infranto le difese della timidezza giovanile, permettendo a entrambi di rinunciare alla finzione dell'amicizia e di confessarsi innamorati. Apprendere che il signor Hindley era tornato sped rapidamente Linton al suo cavallo e Catherine nella sua stanza. Io mi affrettai a nascondere il piccolo Hareton e a togliere il piombo dal fucile da caccia con il quale Hindley si divertiva a giocare in quello stato di insana eccitazione mettendo a repentaglio la vita di chiunque lo provocasse o soltanto attirasse troppo la sua attenzione; avevo dunque pensato di togliere il piombo affinch facesse meno danno se mai fosse arrivato al punto di sparare.

IX Hindley entr, pronunciando spaventose imprecazioni, e mi sorprese nell'atto di nascondere il figlio nell'armadio di cucina. Hareton nutriva un salutare terrore tanto per il belluino affetto del padre quanto per la sua furiosa collera; nel primo caso correva infatti il rischio di venire abbracciato e baciato con tanta violenza da rimanerne soffocato; nell'altro, di venir gettato nel fuoco o scagliato contro il muro - cos quella povera creaturina se ne restava immobile, senza fiatare, ovunque decidessi di nasconderlo. "Ecco, finalmente vi ho scoperti!" grid Hindley, tirandomi indietro per la collottola come fossi stata un cane. "Per l'inferno, avete giurato tutti di assassinare quel bambino! Adesso so perch non riesco mai a vederlo. Ma, con l'aiuto di Satana, ti far ingoiare il coltello da cucina, Nelly! No, non ridere: ho appena cacciato Kenneth a testa in gi nella palude del Cavallo Nero, e due o uno la stessa cosa. Voglio davvero uccidere uno di voi: non avr pace finch non lo far!" "Ma non mi piace il coltello da cucina, signor Hindley" risposi. " stato adoperato per tagliare le aringhe - preferirei che mi sparaste, se non vi dispiace." "Preferiresti essere dannata!" disse "e lo sarai. Nessuna legge in Inghilterra pu impedire a un uomo di tenere in ordine la propria casa, e la mia abominevole! Apri la bocca." Aveva in mano il coltello e mi spinse la punta tra i denti: ma, quanto a me, non mi lasciavo mai spaventare dalle sue follie. Sputai, e dissi che aveva un gusto detestabile, che non l'avrei inghiottito a nessun costo. "Oh" disse, lasciandomi "vedo che quell'orribile mostriciattolo non Hareton ti chiedo scusa, Nell - se lo fosse meriterebbe di venir scuoiato vivo per non essermi corso incontro a accogliermi, e perch grida come se io fossi uno spettro. Vieni qui tu, cucciolo snaturato! Ti insegner io a ingannare un padre generoso e ingenuo. Non credi che il ragazzo sarebbe pi bello se gli tagliassi le orecchie? Un cane, se gli si tagliano le orecchie, diventa pi feroce e a me piace la ferocia. Dammi un paio di forbici - ferocia e ordine! Inoltre, un'infernale affettazione, una diabolica presunzione, essere affezionati alle proprie orecchie: siamo asini anche senza. Silenzio, bambino, silenzio! ma bene, dunque, proprio il mio tesoro! silenzio, silenzio, asciugati gli occhi - ecco qua la mia gioia; non vuoi darmi un bacio? Come, non vuoi? Dammi un bacio, Hareton! Dannazione, dammi un bacio! Maledizione, non intendo tirare su un tale mostro. Come vero che sono vivo, romper il collo a questo moccioso."
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Il povero Hareton strillava e scalciava nelle braccia del padre con tutta la sua forza; e raddoppi gli strilli quando il padre lo port su per le scale e lo sollev sopra la ringhiera. Io gridai che avrebbe spaventato tanto il bambino da procurargli una crisi e corsi a salvarlo. Mentre li raggiungevo, Hindley si sporse dalla ringhiera per ascoltare un rumore che veniva dal basso, quasi dimenticando che cosa aveva tra le braccia. "Chi ?" chiese, sentendo che qualcuno si avvicinava ai piedi delle scale. Mi sporsi anch'io, per far cenno a Heathcliff, di cui avevo riconosciuto il passo, di non avvicinarsi; e, nell'istante in cui il mio sguardo si allontan da Hareton, con uno scatto improvviso il bambino si liber dalla stretta ormai indebolita del padre, e cadde. Non vi fu quasi tempo di provare orrore prima di accorgersi che il piccolo era salvo. Heathcliff era arrivato ai piedi delle scale al momento giusto; per un impulso naturale ferm la sua caduta, e, rimettendolo in piedi, guard in alto per vedere chi fosse responsabile di quell'incidente. Un avaro che abbia ceduto un biglietto della lotteria per cinque scellini e scopra di aver perso cos cinquemila sterline non avrebbe avuto uno sguardo pi attonito di quello di Heathcliff quando vide in cima alle scale il signor Earnshaw. Il suo viso esprimeva, ben pi chiaramente di quanto avrebbero potuto fare le parole, la profonda angoscia di chi si servito di se stesso per ostacolare la propria vendetta. Se la stanza fosse stata buia, credo avrebbe cercato di riparare al suo errore fracassando il cranio di Hareton sui gradini; ma eravamo stati testimoni della salvezza del bambino, e io corsi subito in fondo alle scale stringendomi al cuore quel prezioso fardello. Hindley scese pi lentamente, improvvisamente calmo e avvilito. "E' colpa tua, Ellen" disse. "Avresti dovuto tenerlo lontano dalla mia vista; avresti dovuto portarmelo via! Si ferito in qualche modo?". "Ferito!" ribattei rabbiosamente. "Se non morto rester scemo! Oh! mi stupisce che sua madre non sorga dalla tomba per vedere che cosa gli fate. Siete peggio di un barbaro a trattare la carne della vostra carne in questo modo!". Cerc di toccare il bambino che, trovandosi con me, dava sfogo alla paura nei singhiozzi. Non appena tuttavia il padre lo tocc con un dito, subito riprese a urlare, ancora pi forte di prima, e a lottare come se stesse per cadere in convulsioni. "Non occupatevi pi di lui!" continuai. "Vi odia - tutti vi odiano - la verit! Ma che bella famiglia avete, e in che bello stato vi siete ridotto!". "Oh, e non far che migliorare, Nelly!" rise quello sciagurato ritrovando la sua durezza, "Per adesso, vattene e porta con te il bambino. E bada a te, Heathcliff, vattene anche tu, stai lontano dalle mie mani e dal mio udito... non intendo uccidervi questa sera, sempre che non decida di dar fuoco alla casa; dipende soltanto da quello che mi va di fare...". Mentre parlava prese una bottiglia di acquavite dalla credenza e se ne vers un bicchiere. "No, non fatelo!" lo supplicai, "Signor Hindley, fate tesoro dell'esperienza. Abbiate piet di questo povero bambino, se non volete pensare a voi stesso!". "Per lui chiunque sar meglio di me" rispose. "Abbiate piet della vostra anima" dissi allora cercando di strappargli di mano il bicchiere. "No di certo! al contrario, sar per me un gran piacere perderla per vendicarmi del suo Creatore" bestemmi. "Brindo alla mia dannazione!". Bevve e ci ordin con impazienza di andarcene, completando l'ordine con una serie di terribili imprecazioni troppo orrende perch possa ripeterle o soltanto ricordarle. " un peccato che non riesca a uccidersi a forza di bere" osserv Heathcliff, mormorando a sua volta una serie di imprecazioni, quando Hindley richiuse la porta. "Eppure fa del suo meglio, ma la sua costituzione glielo impedisce. Il dottor Kenneth pronto a scommettere la sua giumenta che Hindley sopravviver a tutti a Gimmerton e finir nella tomba soltanto quando sar un vecchio peccatore canuto; a meno che non gli capiti un evento fortunato, imprevedibile nel corso ordinario delle cose." Andai in cucina e sedetti a cullare il mio agnellino. Heathcliff, o cos credetti, and verso il fienile. Compresi poi che era andato soltanto dietro la

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cassapanca, gettandosi su un sedile addossato al muro, lontano dal fuoco, e rimanendo in silenzio. Stavo cullando Hareton sulle ginocchia, cantando sottovoce una canzone che cominciava: La notte era profonda - piangevano i bambini Sepolta sotto terra - la madre ud quel pianto quando la signorina Cathy, che aveva ascoltato tutto quel trambusto dalla sua stanza, mise dentro la testa e sussurr: "Sei sola, Nelly?". "S, signorina" risposi. Lei entr e si avvicin al focolare. Io, pensando che stesse per dire qualcosa, alzai lo sguardo. L'espressione del suo viso appariva turbata e ansiosa. Aveva le labbra dischiuse, come si preparasse a parlare; trasse il respiro, che si mut in un lungo sospiro. Io ripresi a cantare: non avevo dimenticato la sua condotta. "Dov' Heathcliff?" mi chiese interrompendomi. "Sta lavorando nelle stalle" fu la mia risposta. Heathcliff non intervenne per contraddirmi; forse si era assopito. Vi fu un'altra lunga pausa e io vidi una o due lacrime scivolare sulle guance di Catherine e cadere a terra. " pentita della sua vergognosa condotta?" mi chiesi "Sarebbe davvero una novit, ma dovr arrivare a dirlo da sola - io non l'aiuter di certo!". No, lei non provava turbamento per qualsiasi cosa non fossero i suoi personali problemi. "Oh, povera me!" esclam infine. "Sono cos infelice!". "Davvero un peccato" osservai "non facile accontentarvi: tanti amici e cos poche pene, eppure non riuscite a essere felice!". "Nelly, saprai tenere un segreto?" prosegu lei inginocchiandosi accanto a me e alzando al mio viso i suoi occhi incantatori con quello sguardo che allontana ogni malumore, anche da chi avrebbe tutto il diritto di indulgervi. "Vale la pena di tenerlo?" chiesi allora, gi meno imbronciata. "S, e mi angoscia tanto che devo rivelarlo! Voglio sapere che cosa devo fare. Oggi Edgar Linton mi ha chiesto di sposarlo, e io gli ho dato una risposta. Ora, prima che ti dica se abbia consentito o rifiutato, devi dirmi tu che risposta avrei dovuto dare." "Questa poi, signorina Catherine! come posso saperlo? Certo, se penso a come vi siete comportata davanti a lui oggi pomeriggio, potrei dire che sarebbe stato saggio rifiutarlo; se dopo quella scena vi ha chiesto in moglie, o irrimediabilmente stupido o un pazzo a caccia di guai." "Se parli cos, non ti dir pi niente" ribatt stizzosamente lei alzandosi. "Ho accettato, Nelly; ora, in fretta, dimmi se ho fatto male!". "Lo avete accettato? a che serve allora discuterne? Gli avete dato la vostra parola e non potete ritirarla." "Ma dimmi se ho fatto bene a farlo, dimmelo!" esclam in tono irritato, strofinandosi le mani e con il viso accigliato. "Ci sono molte cose da considerare prima di poter rispondere in modo giusto a questa domanda" dissi con aria sentenziosa. "Prima di tutto, la domanda pi importante: amate il signor Edgar?". "Chi potrebbe non amarlo? certo che lo amo" rispose. Allora la sottoposi al seguente interrogatorio; per una ragazza di ventidue anni, non mancava di buon senso. "Perch lo amate, signorina Cathy?". "Che domanda sciocca! Lo amo, e basta." "No che non basta; dovete dire perch." "D'accordo; perch bello e ha un carattere gradevole." "Pessima risposta" fu il mio commento. "E perch giovane e gaio." "Di male in peggio." "E perch mi ama." "Ragione priva di importanza, dal momento che viene dopo le altre." "E sar ricco, e a me far piacere essere la pi gran signora del vicinato, e sar fiera di avere un marito come lui."
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"Questa la risposta peggiore. E adesso, ditemi come lo amate". "Come tutti amano. Sei sciocca, Nelly." "No che non lo sono. Rispondete." "Amo la terra sotto i suoi piedi e l'aria attorno a lui e qualsiasi cosa egli tocchi e qualsiasi cosa egli dica; amo i suoi sguardi, le sue azioni, e amo lui, interamente e completamente. Ecco!". "E perch?". "No, ora ti stai burlando di me: una vera cattiveria! Per me non uno scherzo" disse la signorina, guardandomi con aria tempestosa e volgendo il viso verso il fuoco. "Non sto davvero scherzando, signorina Catherine" risposi. "Amate il signor Edgar perch bello e giovane e gaio e ricco, e perch vi ama. L'ultima ragione tuttavia non vale nulla. Lo amereste anche se non vi amasse, probabilmente, e anche se vi amasse non lo amereste se egli non possedesse le quattro caratteristiche precedenti." "No, certo che no - avrei soltanto piet di lui - lo odierei forse se fosse brutto e rozzo." "Ma esistono molti altri uomini giovani, belli e ricchi al mondo; probabilmente pi belli e pi ricchi di lui. Che cosa dovrebbe impedirvi di amarli?". "Se ce ne sono, io non li conosco; non ho mai visto nessuno come Edgar." "Potrebbe capitarvi di vederne qualcuno; e lui non sar sempre bello e giovane, e potrebbe non essere sempre ricco." "Ora lo , e io mi curo solo del presente. Vorrei che parlassi in modo ragionevole." "Ebbene, allora tutto chiaro. Se vi curate solo del presente, sposate il signor Linton." "Non mi serve il tuo permesso per farlo; lo sposer; tuttavia, non mi hai detto se ho fatto bene." "Avete fatto bene, se bene sposarsi pensando soltanto al presente. E adesso sentiamo perch siete infelice. Vostro fratello sar felice; la vecchia signora e suo marito non avranno, credo, obiezioni; lascerete una casa disordinata e squallida per una rispettabile e ricca; e amate Edgar e Edgar vi ama. Tutto sembra semplice e facile; dov' l'ostacolo?". "Qui, e qui!" rispose Catherine battendosi una mano sulla fronte e l'altra sul petto. "Ovunque viva l'anima: nella mia anima e nel mio cuore sono certa di essere in torto!". "E' molto,strano, non riesco a capirlo." " questo il mio segreto; ma ora te lo spiegher, se non ti burlerai di me; non so spiegarlo con chiarezza, ma ti far capire quello che sento." Sedette di nuovo accanto a me; il suo aspetto si fece pi triste e pi grave, e le mani, giunte, tremavano. "Nelly, non fai mai strani sogni?" chiese all'improvviso, dopo una pausa di riflessione. "S, qualche volta." "Accade anche a me. Ho fatto sogni che non mi hanno mai abbandonato e che hanno mutato le mie idee; mi hanno pervaso, come il vino si diluisce nell'acqua, e hanno mutato il colore della mia mente. E questo un sogno cos - ora te lo racconto - ma bada a non sorridere in nessun momento." "Oh, no, signorina Catherine!" gridai. "Siamo gi abbastanza lugubri senza evocare spiriti e visioni. Andiamo, via, siate allegra, siate voi stessa! Guardate il piccolo Hareton: lui certo non sogna nulla di terribile. Come dolce il suo sorriso nel sonno." "S, e come sono dolci le imprecazioni di suo padre nella solitudine! Immagino che tu lo ricordi quando anche lui era un bimbetto paffuto come questo - non meno piccolo e innocente. Tuttavia, Nelly, dovrai davvero ascoltarmi: non lungo il mio sogno, e non potrei essere allegra questa sera." "No, non voglio ascoltarlo!" mi affrettai a ripetere. Allora ero superstiziosa in fatto di sogni, e lo sono ancora; e nello sguardo di Catherine vi era un'inconsueta, lugubre tristezza che mi faceva temere qualcosa da cui avrei potuto trarre un presagio, una previsione di tragiche catastrofi. Lei era contrariata, ma non insistette. Passando all'apparenza a un altro argomento, riprese dopo poco tempo: "Se fossi in paradiso, Nelly, soffrirei molto."
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"Perch non siete degna" risposi "di andare in paradiso. Tutti i peccatori soffrirebbero in paradiso." "No, non questo. Una volta ho sognato di esserci." "Vi ho detto che non intendo ascoltare i vostri sogni, signorina Catherine! Me ne andr a letto" la interruppi di nuovo. Lei rise e mi costrinse a rimanere seduta, poich avevo fatto il gesto di alzarmi. "Non nulla" esclam. "Stavo soltanto per dirti che in paradiso non mi sentivo a casa mia; e mi si spezzava il cuore a forza di piangere per il desiderio di tornare sulla terra. E gli angeli erano cos in collera che mi scagliarono gi, in mezzo alla brughiera, proprio in cima a Wuthering Heights, dove mi svegliai singhiozzando di gioia. Questo sogno servir a spiegare il mio segreto quanto l'altro. Non fa per me sposare Edgar Linton come non faceva per me stare in paradiso; e se quell'uomo crudele l dentro non avesse a tal punto avvilito Heathcliff non avrei mai pensato a farlo. Mi degraderebbe sposare Heathcliff ora: cos lui non sapr mai quanto lo amo; e non perch sia bello, Nelly, ma perch me stesso pi di quanto io lo sia. Non so di che cosa siano fatte le nostre anime, ma la mia e la sua sono identiche; e quella di Linton diversa dalla mia come un raggio di luna da un lampo o il gelo dal fuoco." Prima ancora che il suo discorso finisse compresi che Heathcliff era presente. Avendo avvertito un lieve movimento, mi volsi e lo vidi alzarsi dal sedile e allontanarsi furtivamente e senza far rumore. Aveva ascoltato fino a quando Catherine aveva detto che si sarebbe degradata sposandolo; poi si era allontanato senza ascoltare altro. Catherine, seduta a terra, non poteva notare la sua presenza n che egli si era allontanato perch glielo impediva lo schienale della cassapanca; ma io sussultai e le chiesi di tacere. "Perch?" chiese, guardandosi nervosamente attorno. "C' qui Joseph" risposi sentendo proprio in quel momento il rotolare delle ruote del carro su per la strada "e Heathcliff entrer con lui. Per quel che ne so, poteva anche essere alla porta un momento fa." "Oh, non mi sentirebbe dalla porta. Dammi Hareton mentre prepari la cena, e quando pronta fammi cenare con te. Voglio ingannare la mia coscienza inquieta e convincermi che Heathcliff non sa nulla di queste cose - non ne sa nulla, vero? Non sa che cosa sia amare?". "Non vedo perch non dovrebbe saperlo come lo sapete voi" ribattei "e se siete voi il suo amore, sar l'uomo pi sventurato che mai abbia vissuto! Nell'istante in cui voi diventate la signora Linton, lui perde la sua sola amica, il suo amore, tutto! Avete pensato a come voi sopporterete la separazione e come lui sopporter di essere completamente solo al mondo? Perch, signorina Catherine...". "Lui completamente solo! noi separati!" esclam Catherine con profondo sdegno. "E chi mai dovrebbe separarci! Chiunque lo facesse farebbe la fine di Milone! Finch avr vita, Ellen, nessuna creatura mortale potr separarci. Tutti i Linton di questa terra potrebbero svanire nel nulla prima che io accetti di rinnegare Heathcliff. Oh, non volevo dir questo... non intendevo questo! Non diventerei mai la signora Linton se questo ne fosse il prezzo! Heathcliff sar sempre per me quello che stato tutta la vita, Edgar deve liberarsi della sua antipatia e riuscire quanto meno a tollerarlo. Lo far quando conoscer i miei veri sentimenti per lui. Nelly, vedo bene che mi consideri terribilmente egoista, ma non ti sei mai detta che se io e Heathcliff ci sposassimo saremmo poveri in canna, due autentici mendicanti? Mentre, se sposo Linton, posso aiutare Heathcliff a migliorare e liberarlo dal dominio di mio fratello." "Col danaro di vostro marito, signorina Catherine?" chiesi. "Non lo troverete arrendevole come sperate ora; e, sebbene io non possa giudicare, mi sembra che questo sia il motivo peggiore fra quanti ne avete dati per sposare il giovane Linton." "No" ribatt lei " il migliore! Gli altri servivano soltanto a soddisfare i miei capricci; e, per amore di Edgar, anche a soddisfare lui. Questo per amore di qualcuno che comprende in s i miei sentimenti per Edgar e me stessa. Non so esprimermi; ma senza dubbio tu come tutti gli altri senti che c', o dovrebbe esserci, per te una esistenza che va oltre te stessa. Quale scopo avrebbe la mia creazione se io mi esaurissi completamente qui? Le mie grandi sofferenze in
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questo mondo sono state le sofferenze di Heathcliff, e io le ho osservate e patite tutte sin dall'inizio; il mio pensiero principale nella vita lui. Se tutto il resto perisse e lui restasse, io continuerei a essere; e, se tutto il resto persistesse e lui venisse annientato, l'universo mi diverrebbe estraneo; non mi sembrerebbe di esserne parte. Il mio amore per Linton come il fogliame dei boschi; il tempo lo muter, lo so bene, come l'inverno muta gli alberi. Il mio amore per Heathcliff simile alle rocce eterne ai piedi degli alberi; fonti di poca gioia visibile, ma necessarie. Nelly, io sono Heathcliff - lui sempre, sempre nella mia mente, non come un piacere, cos come io non sono sempre un piacere per me, ma come il mio stesso essere; dunque, non parlare ancora di una nostra separazione: impossibile; e...". Tacque e mi nascose il volto nelle pieghe della gonna, ma io mi ritrassi di scatto. Non intendevo tollerare quella sua follia. "Se riesco a capire qualcosa di tutte le sciocchezze che avete detto, signorina" dissi "quel che capisco serve soltanto a convincermi che ignorate interamente i doveri che vi assumete sposandovi, oppure che siete una ragazza malvagia e senza principi. Ma non caricatemi di altri vostri segreti; non prometterei pi di custodirli." "Questo lo custodirai?" chiese lei con passione. "No, non lo prometto" ripetei. Lei si preparava a insistere quando l'ingresso di Joseph mise fine alla nostra conversazione, e Catherine si allontan per sedere in un angolo a cullare Hareton mentre io preparavo la cena. Quando fu pronta, Joseph e io cominciammo a litigare per decidere chi dovesse portare il cibo al signor Hindley, e non riuscimmo a accordarci se non quando tutto era quasi freddo. Infine decidemmo che avremmo lasciato fosse lui a chiamarci se voleva del cibo, poich temevamo in modo tutto particolare di andare da lui quando era stato solo per qualche tempo. "E quel buono a nulla non ancora tornato dai campi a quest'ora? Che cosa sta facendo quel fannullone?" chiese il vecchio Joseph guardandosi attorno in cerca di Heathcliff. "Lo chiamer io" risposi. " senza dubbio nel fienile." Andai a chiamarlo ma non ottenni risposta. Ritornando, sussurrai a Catherine che doveva aver ascoltato gran parte di quel che lei aveva detto; e le rivelai come lo avessi visto lasciare la cucina proprio mentre lei si lamentava del comportamento del fratello nei suoi confronti. Spaventata, lei balz in piedi, mise bruscamente Hareton sul sedile, e corse per cercare il suo amico, senza fermarsi a riflettere perch fosse tanto ansiosa o quale effetto le sue parole potevano aver avuto su di lui. Rimase lontana tanto a lungo che Joseph sugger di non aspettarla. Maliziosamente, insinu che i due si tenevano lontani per non dover ascoltare le sue lunghe preghiere prima del pasto, Erano, sostenne "tanto cattivi da fare qualsiasi cosa". E, proprio per loro, quella sera aggiunse una preghiera speciale al consueto quarto d'ora di suppliche; ne avrebbe aggiunta ancora un'altra per concludere se la giovane padrona non fosse entrata precipitosamente ordinandogli di correre subito gi in strada o dovunque Heathcliff fosse andato, di trovarlo e di farlo rientrare subito. "Voglio parlargli, e devo parlargli prima di salire" disse. "Il cancello aperto e lui in un punto in cui non pu sentire, perch non ha risposto sebbene io gridassi con quanta voce avevo proprio dal punto pi alto dell'ovile." Dapprima Joseph rifiut; ma lei era troppo appassionata nelle sue richieste per tollerare un'opposizione; e infine lui si mise il cappello e usc continuando a brontolare. Frattanto Catherine passeggiava nervosamente. "Mi chiedo dove sia, mi chiedo dove possa essere! Che cosa ho detto, Nelly? Ho dimenticato. Era offeso per il mio malumore di questo pomeriggio? Dimmi, dimmi che cosa ho detto che lo ha addolorato! Vorrei davvero che venisse. Lo vorrei davvero!" "Quanto chiasso per nulla!" ribattei, sebbene fossi io stessa piuttosto turbata. "Basta davvero un'inezia a spaventarvi! Non c' senza dubbio da allarmarsi se Heathcliff fa una passeggiata al chiaro di luna sulla brughiera, o se, troppo di

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malumore per parlare, decide di dormire nel granaio. Sono certa che si nasconda l. Vedrete se non riesco a scovarlo!". Mi allontanai per riprendere a cercarlo, ma il risultato fu deludente, e non lo fu meno la ricerca di Joseph. "Quel ragazzo peggiora sempre" osserv rientrando. "Ha lasciato il cancello aperto, e il cavallo della signorina ha calpestato due file di grano e andato dritto nel prato! Sia come sia, il padrone domani far il diavolo a quattro e far bene. la pazienza stessa con questa gente sventata e priva di riguardi, la pazienza stessa! Ma non sar sempre cos, no, e lo vedrete, voi tutti! Non dovete continuare a esasperarlo per niente!". "Hai trovato Heathcliff, vecchio sciocco?" lo interruppe Catherine. "Lo hai cercato come ti avevo ordinato?". "Tanto valeva cercare il cavallo" rispose lui. "Sarebbe stato pi utile. Ma non possibile cercare n un cavallo n un uomo in una notte come questa, nera come il carbone. E Heathcliff non tipo da venire perch sono io a fargli un fischio - forse sar meno duro d'orecchi con voi!". Era davvero una notte molto buia per una notte estiva; le nubi erano tempestose, e io dissi che era meglio aspettarlo in casa; la pioggia che si avvicinava lo avrebbe senza dubbio ricondotto senza che ci dessimo altra pena. Tuttavia, Catherine non si convinse a restare tranquilla. Continuava a andare angosciosamente avanti e indietro, dal cancello alla porta, in uno stato di agitazione che non le consentiva riposo; e infine si mise di sentinella da una parte del muro, verso la strada; dove, noncurante delle mie preghiere e del brontolare del tuono e delle grosse gocce che cominciavano a caderle attorno, rimase, chiamando a intervalli, poi ascoltando, e infine piangendo senza ritegno. Quanto a crisi di pianto; autentiche e appassionate, superava Hareton o qualsiasi altro bambino. Verso mezzanotte, quando eravamo ancora in piedi, la tempesta si scaten in tutta la sua furia. Ai tuoni si accompagnava un vento fortissimo, e i tuoni o il vento spaccarono di netto un albero all'angolo della casa; un grosso ramo cadde sul tetto facendo crollare una parte del comignolo a est e precipitando pietre e fuliggine nel camino in cucina. Ci parve fosse caduto un fulmine in casa e Joseph cadde in ginocchio supplicando il Signore di ricordare i patriarchi, No e Lot, e, come nei tempi antichi, di risparmiare i giusti colpendo gli empi. A me parve che quella tempesta fosse in qualche modo un castigo per noi. Giona, ai miei occhi, era il signor Earnshaw, e mi misi a scuotere la maniglia della sua stanza per accertarmi che fosse ancora vivo. Lui rispose con voce abbastanza chiara, ma in modo tale che Joseph cominci a gridare a gran voce che non era difficile tracciare una linea netta tra i santi come lui e i peccatori come il padrone. Ma la violenza del temporale pass in venti minuti, senza danneggiare nessuno di noi, a eccezione di Cathy, che si bagn fino alle ossa perch rifiut ostinatamente di mettersi al riparo e rimase senza cappello e senza scialle a prendere tutta l'acqua che pot sui capelli e i vestiti. Infine entr, e si stese sulla cassapanca, fradicia com'era, volgendo il viso verso la spalliera e coprendolo con le mani. "Ebbene, signorina" esclamai toccandole una spalla "non vorrete morire, spero? Sapete che ora ? Mezzanotte e mezza. Venite, andate a letto; inutile continuare a aspettare quello sciocco ragazzo - sar andato a Gimmerton e ormai rimarr l. Certo sa che non possiamo aspettarlo fino a tarda ora; o piuttosto, sa che soltanto il signor Hindley resterebbe in piedi, e senza dubbio preferir non vedersi aprire la porta dal padrone." "No, no, non a Gimmerton!" ribatt Joseph. "Non mi stupirei se fosse in fondo a una palude. Questo castigo non passato invano, e badate a voi, signorina: potrebbe toccare a voi ora. Rendiamo lode al cielo! Tutto si risolve per il bene di coloro che sono scelti e eletti tra i malvagi! Sapete bene che cosa dicono le Scritture...". E cominci a citare molti testi, dandoci anche i capitoli e i versetti dove avremmo potuto trovarli. Io, dopo aver invano pregato quella ragazza testarda di alzarsi e togliersi gli abiti bagnati, lasciai che lui continuasse a predicare e lei a tremare e me ne andai a letto con il piccolo Hareton, che si addorment subito come se tutti dormissero attorno a lui.

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Sentii che Joseph continuava a leggere ancora per qualche tempo; poi distinsi il suo passo lento sulla scala e infine mi addormentai. Scendendo dabbasso pi tardi del consueto, vidi, alla luce dei raggi del sole che filtravano attraverso le imposte, che la signorina Catherine era ancora seduta accanto al fuoco. La porta di casa era accostata; la luce entrava dalle finestre senza imposte; Hindley era uscito e stava ritto sul focolare in cucina, torvo e sonnolento. "Che cos'hai, Cathy?" diceva quando io entrai. "Sembri un cucciolo annegato. Perch sei cos bagnata e pallida, bambina?" "Mi sono bagnata" rispose lei con riluttanza "e ho freddo: tutto qui." "Oh, stata cattiva!" esclamai vedendo che il padrone era abbastanza sobrio. "Si bagnata fino alle ossa nel temporale di ieri sera e rimasta seduta qui, tutta la notte, senza che io potessi convincerla a muoversi." Il signor Earnshaw sussult stupito. "Tutta la notte" ripet. "E che cosa l'ha tenuta in piedi? certo non la paura del tuono. Ha smesso di tuonare da molte ore." Nessuno di noi voleva parlare dell'assenza di Heathcliff fino a quando potevamo tacerla; cos, io risposi che non sapevo perch si fosse messa in testa di non coricarsi; e lei non disse nulla. Il mattino era fresco e pungente; aprii le finestre e la stanza si riemp dei dolci profumi del giardino; ma Catherine mi grid stizzosamente: "Ellen, chiudi la finestra. Sto gelando!" e batteva i denti mentre si rannicchiava sempre pi vicino alla brace ormai quasi spenta. "Sta male" disse Hindley tastandole il polso. "Immagino sia per questo che non voluta andare a letto. Dannazione! Non voglio altre malattie qui. Perch andata sotto la pioggia?". "Per correre dietro ai ragazzi, come sempre!" gracchi Joseph, cogliendo l'occasione, poich noi esitavamo, di intromettersi con la sua lingua malefica. "Se fossi in voi, padrone, gli chiuderei la porta in faccia a tutti, plebei e signori! Non c' giorno che voi siete via senza che quella canaglia di Linton non se ne venga furtivamente qui; e la signorina Nelly, buona quella! Se ne sta a farvi la posta in cucina e quando voi entrate da una porta l'amico esce dall'altra. E poi la nostra gentildonna se ne va a amoreggiare per conto suo! Bella condotta davvero nascondersi nei campi dopo mezzanotte con quel sudicio demonio di uno zingaro, Heathcliff! Pensano che io sia cieco, ma non lo sono, ah, no di certo! Ho visto il giovane Linton quando se ne viene e quando se ne va e ho visto te" aggiunse rivolgendosi a me "te, buona a nulla, sporca strega! alzarti e precipitarti in casa appena sentivi il cavallo del padrone scalpitare su per la strada." "Stai zitto, spia!" esclam Catherine. "Non permetterti tutta questa insolenza di fronte a me! Edgar Linton venuto ieri per caso, Hindley; e sono stata io a dirgli di andarsene, perch sapevo che non ti sarebbe piaciuto incontrarlo nello stato in cui eri." "Sei una bugiarda, Cathy, non c' dubbio" rispose il fratello "e sei una maledetta sciocca! Ma non pensare a Linton adesso. Dimmi piuttosto, non eri con Heathcliff ieri notte? Dimmi la verit adesso. Non devi temere di danneggiarlo. Non lo odio meno di quanto lo abbia sempre odiato, ma mi ha reso un servizio poco tempo fa che impedirebbe alla mia coscienza di rompergli il collo. Per impedirmelo gli dar il benservito proprio questa mattina; e quando lui se ne sar andato vi consiglio di stare molto attenti: perch tutto il mio malumore potr riservarlo a voi." "Non ho visto Heathcliff ieri notte" rispose Catherine cominciando a piangere amaramente. "E se tu lo cacci di casa, andr con lui. Ma forse non avrai la possibilit di farlo - forse se ne andato" e qui scoppi in un pianto incontrollabile e le sue parole si fecero incomprensibili. Hindley la copr di insulti e di disprezzo e le ordin di andare subito nella sua stanza altrimenti non avrebbe pianto per niente! Io la costrinsi a obbedire e non dimenticher mai la scena che segu quando entrammo nella sua camera. Ne rimasi atterrita. Pensai che stesse impazzendo e chiesi a Joseph di correre a chiamare il dottore. A quella crisi iniziale segu il delirio; appena l'ebbe visitata, Kenneth disse che era molto grave.

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Le fece un salasso e mi disse di darle soltanto siero di latte e farinata cotta in acqua, e di badare bene che non si gettasse gi per le scale o fuori dalla finestra; poi si conged, perch aveva molto da fare in una zona dove due o tre miglia erano la distanza abituale tra una casa e l'altra. Non posso dire di essere stata un'infermiera tenera, n Joseph e il padrone erano migliori di me; tuttavia, sebbene la nostra paziente fosse fastidiosa e ostinata quanto pu esserlo una paziente, infine guar. La vecchia signora Linton venne spesso da noi, questo vero, a sistemare le cose, a rimproverare e dare ordini a tutti; e quando Catherine era convalescente, insistette per condurla con s a Thrushcross Grange, del che fummo tutti molto lieti. Ma la povera signora ebbe motivo di pentirsi della sua bont; lei e il marito presero da Catherine la febbre e morirono a pochi giorni di distanza uno dall'altro. La padroncina ritorn da noi pi impertinente, tempestosa e altera che mai. Non si era saputo pi nulla di Heathcliff dalla notte del temporale; e un giorno in cui mi aveva esasperato ebbi la pessima idea di darle la colpa della sua scomparsa (come era d'altronde vero, e lo sapevamo bene). Da quel momento e per molti mesi cess di avere qualsiasi rapporto con me, se non quello da padrona a domestica. Anche Joseph sub lo stesso trattamento; non si tratteneva mai dall'esprimere la propria opinione e la ammoniva come fosse stata una bambina, mentre lei si considerava una donna e la nostra padrona e pensava che la sua recente malattia le desse il diritto di venir trattata con particolari riguardi. Inoltre il dottore aveva detto che non era bene contrariarla: doveva poter fare quello che desiderava; cos, agli occhi di lei, era poco meno che un assassinio cercare di tenerle testa e di contraddirla. Dal signor Earnshaw e dai suoi compagni si teneva lontana; e, ammonito da Kenneth e dalla seria minaccia di gravi crisi che spesso accompagnavano i suoi impulsi di collera, il fratello le concedeva qualsiasi cosa lei si degnasse di chiedere e di consueto evitava di esasperare il suo carattere tempestoso. Era semmai troppo indulgente nel cedere ai suoi capricci; non per affetto, ma per orgoglio: desiderava appassionatamente che lei facesse onore alla famiglia sposando un Linton; e, purch lasciasse lui in pace, per quel che gli importava, Catherine poteva calpestarci come schiavi! Edgar Linton, come molti uomini prima di lui e molti dopo di lui, era infatuato; e si credette il pi felice di tutti gli uomini il giorno in cui la condusse all'altare della cappella di Gimmerton, tre anni dopo la morte di suo padre. Sebbene controvoglia, mi lasciai convincere a lasciare Wuthering Heights per accompagnarla qui. Il piccolo Hareton aveva quasi cinque anni e avevo appena cominciato a insegnargli a leggere. La nostra fu una separazione triste, ma le lacrime di Catherine avevano pi potere delle nostre. Quando io rifiutai di andare e lei vide che le sue preghiere non mi commuovevano, and a lamentarsi dal marito e dal fratello. Il primo mi offr un salario magnifico; l'altro mi ordin di fare le valigie - non voleva donne in casa, disse, ora che non c'era pi una padrona; quanto a Hareton, il vicario si sarebbe presto preso cura di lui. Cos, mi restava una sola alternativa: fare quel che mi veniva ordinato. Dissi al padrone che si liberava di tutta la gente per bene soltanto per rovinarsi pi in fretta; baciai Hareton e mi congedai da lui; da allora stato per me un estraneo, e, sebbene sia molto strano pensarlo, sono certa che abbia dimenticato del tutto Ellen Dean, abbia dimenticato che un tempo era stato per lei l'intero universo, come lei lo era stata per lui! A questo punto della storia la signora Dean guard per caso l'orologio sulla mensola del camino, e si stup profondamente vedendo che segnava l'una e mezza. Fu impossibile convincerla a fermarsi un solo istante di pi. In verit, ero io stesso incline a rimandare il seguito della sua storia; e ora che scomparsa per andare a coricarsi e che io sono rimasto a meditare ancora un'ora o due, mi far coraggio e andr a letto anch'io; sebbene abbia la testa e tutto il corpo impigriti e dolenti. X

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Splendido preludio a una vita da eremita! Quattro settimane di tortura, di inquietudine, di malattia! Oh, il vento cupo, e questi aspri cieli del nord, e le strade impraticabili e i medici di campagna sempre in ritardo! E la mancanza di fisionomie umane e, cosa peggiore di tutte, la terribile affermazione da parte di Kenneth che non devo aspettarmi di poter uscire fino alla primavera! Il signor Heathcliff mi ha appena fatto l'onore di una visita. Circa una settimana fa mi ha mandato una coppia di galli cedroni, gli ultimi della stagione. Che canaglia! Non si pu certo dire innocente della mia malattia; e avevo una gran voglia di dirglielo. Ma come potevo, ahim, offendere un uomo tanto caritatevole da sedere al mio capezzale per un'ora buona parlandomi di argomenti che non fossero pillole e pozioni, vescicanti e sanguisughe? Questa una pausa abbastanza serena. Sono troppo debole per leggere, tuttavia mi sembra che potrei interessarmi con piacere a qualcosa. Perch non chiamare la signora Dean affinch concluda la sua storia? Riesco a ricordare i particolari pi importanti fino al punto in cui giunta la sua narrazione. S, ricordo che il suo eroe fugg e non se ne seppe pi nulla per tre anni; e che l'eroina era sposata. Suoner per chiamarla: sar felice di trovarmi in condizioni tali da poter parlare con vivacit. La signora Dean venne. "Mancano venti minuti, signore, per la vostra medicina" incominci. "Basta, basta, non parlatemene! Quel che desidero avere...". "Il dottore dice che dovete sospendere le polveri." "Con tutto il cuore! Non interrompetemi. Venite a sedervi qui e tenete le mani lontane da quella sgradevolissima corte di fiale. Prendete il lavoro a maglia che avete in tasca - ecco, cos - e continuate la storia del signor Heathcliff dal momento in cui l'avete interrotta fino a oggi. Complet la sua istruzione sul Continente ritornandone come un vero gentiluomo? oppure ottenne una borsa di studio in un college? o ancora fugg in America e si fece onore spargendo il sangue della sua patria d'adozione? o forse fece rapidamente fortuna in Inghilterra come bandito di strada?". " possibile che abbia fatto un po' di tutto questo, signor Lockwood; ma non posso essere certa di nulla. Ho gi detto che non so come abbia fatto fortuna; n conosco con quali mezzi sia riuscito a risollevare la sua mente dalla cupa ignoranza in cui era precipitata; ma, con il vostro permesso, continuer a modo mio se pensate che questo possa distrarvi e non stancarvi. Vi sentite meglio questa mattina?". "Molto meglio." "Questa una buona notizia." Accompagnai dunque la signorina Catherine a Thrushcross Grange; e, deludendomi piacevolmente, lei si comport molto meglio di quanto io osassi sperare. Sembrava nutrisse quasi troppo affetto per il signor Linton; e perfino a sua sorella testimoniava molta tenerezza. Senza dubbio, erano entrambi molto attenti a farle piacere. Non fu il roveto a chinarsi verso il caprifoglio, ma il caprifoglio a abbracciare il roveto. Non vi erano reciproche concessioni; una rimaneva immobile e gli altri cedevano; e chi potrebbe essere imbronciato o cattivo quando non incontra n opposizione n indifferenza? Osservai che il signor Edgar aveva il profondo timore di turbare la sua serenit. Riusciva a nasconderglielo; ma se appena mi sentiva risponderle bruscamente o vedeva qualcun altro della servit rannuvolarsi per un ordine imperioso di lei, dimostrava il suo turbamento con un'espressione dispiaciuta che non gli incupiva mai il volto per qualcosa che lo riguardasse personalmente. Pi di una volta mi parl con severit della mia impertinenza, e mi ripeteva che una pugnalata non avrebbe potuto infliggergli sofferenza peggiore di quella che pativa vedendo sua moglie offesa. Per non addolorare un padrone cos gentile, imparai a essere meno suscettibile; e per sei mesi, la polvere da sparo si rivel innocua come sabbia poich non le si avvicinava alcun fuoco che potesse farla esplodere. Di quando in quando Catherine aveva momenti di cupo silenzio; momenti che venivano rispettati con un eguale, affettuoso silenzio da parte di suo marito che li attribuiva alla mutevolezza del suo umore provocata dalla grave malattia, poich non era mai stata soggetta a crisi di malinconia prima di allora. Il ritorno del sole
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nell'umore di lei veniva accolto con un corrispondente umore solare in lui. Credo di poter affermare che in quel momento entrambi possedevano una profonda e crescente felicit. Questa fin. Capite, a lungo andare un po' di egoismo lo abbiamo tutti; i miti e generosi sono soltanto egoisti in modo pi giusto dei tiranni - e la felicit fin quando le circostanze fecero s che ognuno sentisse quanto il proprio interesse non era al primo posto nei pensieri dell'altro. In una dolce sera di settembre, tornavo dal giardino con un pesante cesto di mele che avevo raccolto. Era ormai sera e la luna si affacciava sopra l'alto muro del cortile disegnando ombre indefinite che si acquattavano negli angoli delle numerose parti sporgenti dell'edificio. Posai il mio fardello sui gradini di casa davanti alla porta della cucina e sostai qualche tempo per riposare e respirare quell'aria morbida e dolce; fissavo la luna e volgevo le spalle all'ingresso, quando sentii una voce alle mie spalle dire: "Nelly, sei tu?". Era una voce profonda e che sembrava straniera; tuttavia c'era qualcosa nel modo in cui aveva pronunciato il mio nome che me la faceva parere familiare. Mi volsi per scoprire chi avesse parlato, con un certo timore, poich le porte erano chiuse e non avevo veduto nessuno mentre mi avvicinavo ai gradini. Qualcosa si mosse sotto il portico; e, avvicinandomi, distinsi un uomo alto, vestito di scuro, con il viso e i capelli scuri, Si appoggiava allo stipite della porta e teneva le dita sul chiavistello, come intendesse aprirsi da solo. "Chi pu mai essere?" pensai. "Il signor Earnshavw? No di certo! La voce non somiglia alla sua." "Aspetto qui da un'ora" riprese l'uomo mentre io continuavo a guardare "e per tutto questo tempo qui intorno c' stato un silenzio di morte; non osavo entrare. Ma non mi riconosci? Guardami, non sono un estraneo!". Un raggio di luce gli cadde sul viso; le guance erano scavate e quasi nascoste dai favoriti neri; le sopracciglia erano basse, gli occhi profondamente incassati, e strani. Ricordavo gli occhi. " mai possibile!" esclamai, ignorando se potessi davvero considerarlo come un essere di questo mondo, e alzai le mani al cielo stupefatta. " mai possibile? siete dunque tornato? Siete davvero voi? davvero?". "S, sono Heathcliff" rispose, volgendo lo sguardo da me alle finestre che moltiplicavano il luminoso riflesso della luna ma non brillavano di alcuna luce interna. "Sono a casa? lei dov'? Nelly, vedo che non ne sei felice - ma non devi turbarti tanto. qui lei? Parla! Voglio parlarle... parlare con la tua padrona. Vai a dirle che qualcuno di Gimmerton desidera vederla." "Come la prender lei?" esclamai "che cosa far? La sorpresa ha profondamente scosso me - lei ne perder la testa! E siete davvero Heathcliff? quanto profondamente mutato! Proprio non riesco a comprendere. Vi siete arruolato nell'esercito?". "Vai a riferire il mio messaggio" mi interruppe con impazienza. "Brucio tra le fiamme dell'inferno fin che non lo farai." Apr la porta e io entrai; ma quando giunsi al salotto dove si trovavano il signore e la signora Linton, non riuscii a andare avanti. Mi decisi infine, prendendo la scusa di chiedere se volevano che accendessi le candele e aprii la porta. Sedevano insieme nel vano di una finestra le cui vetrate erano aperte, oltre gli alberi del giardino e il verde parco, sulla valle di Gimmerton, con una lunga striscia di nebbia che saliva ondeggiante fino alla sommit (subito dopo aver oltrepassato la cappella, infatti, come forse avrete notato, l'acquitrino che esce dalle paludi si unisce a un ruscello che segue la curva della forra); l'altura di Wuthering Heights sorgeva da quelle nebbie silenziose, ma la nostra vecchia casa era invisibile: situata pi in basso, sull'altro versante. La stanza, coloro che la abitavano, la scena che contemplavano, tutto respirava una pace incantevole. Mi ripugnava il compito che mi era stato affidato; e mi stavo allontanando, senza dir nulla, dopo aver chiesto delle candele, quando la consapevolezza della mia follia mi costrinse a tornare e a mormorare: "Qualcuno da Gimmerton desidera vedervi, signora." "Che cosa vuole?" chiese la signora Linton. "Non gliel'ho chiesto." "Bene; chiudi le tende, Nelly, e porta il t. Torner subito."
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Lasci la stanza e il signor Edgar mi chiese chi fosse. "Qualcuno che la signora non si aspetta" risposi. "Si tratta di Heathcliff, forse lo ricorderete, signore, quello che viveva dal signor Earnshaw." "Quello zingaro, il garzone della fattoria?" chiese. "Perch non lo avete detto a Catherine?". "No, non dovete chiamarlo in quel modo, padrone" ribattei. "La signora si addolorerebbe molto nel sentirvi. Le si era quasi spezzato il cuore quando lui fuggito; immagino che il suo ritorno sar una festa per lei." Il signor Linton and a una finestra all'altro capo della stanza, che dava sul cortile. La apr e si affacci. Immagino che loro due fossero l sotto, poich lui esclam in fretta: "Non restatevene l, amor mio! Portate qui il vostro visitatore, se importante." In breve tempo sentii lo scatto della porta che veniva chiusa e Catherine corse su per le scale, ansante e tutta eccitata, troppo per dar prova di felicit; in verit, guardandola, si sarebbe piuttosto pensato a una terribile calamit. "Oh, Edgar, Edgar!" esclam con voce rotta gettandogli le braccia al collo. "Oh, Edgar, caro! Heathcliff tornato, tornato davvero!" E lo abbracci fino a soffocarlo. "D'accordo, d'accordo" esclam di malumore il marito "non dovete strangolarmi per questo! Non mi mai parso un tale tesoro. Non c' ragione di eccitarsi tanto!". "So che non vi mai piaciuto" rispose lei, frenando un poco l'intensit della sua gioia. "Tuttavia, per amor mio, ora dovrete essere amici. Devo dirgli di salire?". "Qui, in salotto?". "E dove altrimenti?" ribatt lei. Il signor Linton sembrava seccato e sugger che la cucina era un luogo pi adatto a lui. La signora Linton gli rivolse uno sguardo singolare, infuriato e tuttavia ridente di quella sua puntigliosa suscettibilit. "No" aggiunse dopo una breve pausa "non posso riceverlo in cucina. Prepara due tavoli qui, Ellen, uno per il tuo padrone e la signorina Isabella, che sono signori; l'altro per Heathcliff e me, che apparteniamo a una classe inferiore. Va bene cos, caro? O devo far accendere il fuoco altrove? Se cos, date voi gli ordini. Io scendo a assicurarmi che il mio ospite non fugga. Temo che la gioia sia troppo grande per essere vera!". Stava per correre di nuovo via, ma Edgar la ferm. "Ditegli di salire" disse rivolto a me "e quanto a voi, Catherine, cercate di essere felice senza essere assurda! Non necessario che tutta la servit vi veda accogliere un vostro domestico che era fuggito come fosse un fratello." Io scesi e trovai Heathcliff che attendeva sotto il portico, palesemente certo di venire invitato a entrare. Mi segu, senza sprecare troppe parole; e io lo introdussi alla presenza del signor Linton e della signora, i cui visi accesi tradivano una conversazione piuttosto animata. Ma il viso della signora si accese di un ben diverso sentimento quando il suo amico apparve sulla porta; balz verso di lui, gli prese entrambe le mani e lo condusse da Linton; poi prese le dita riluttanti di Linton e quasi le schiacci nelle mani di lui. Vedendolo ora alla piena luce del fuoco e delle candele, fui ancora pi stupefatta nell'osservare il mutamento di Heathcliff. Era diventato un uomo alto, atletico, dalla figura elegante; al suo fianco il mio padrone sembrava molto esile e giovane. Il suo portamento eretto faceva pensare fosse stato nell'esercito. Il viso era molto pi maturo nell'espressione e nella risolutezza dei tratti del viso del signor Linton; era un viso intelligente, senza alcuna traccia dell'avvilimento di un tempo. Nelle sopracciglia basse, negli occhi pieni di un cupo fuoco, si nascondeva ancora una ferocia solo in parte civilizzata, e tuttavia tenuta a freno; quanto ai suoi modi, erano pieni di dignit, del tutto privi di rozzezza, sebbene troppo severi per essere definiti garbati. Lo stupore del mio padrone eguagli e forse super il mio; rimase per un istante in silenzio senza sapere come rivolgersi al garzone della fattoria, come lo aveva definito; Heathcliff ritrasse la mano da quella esile di lui e rimase a guardarlo freddamente, attendendo che l'altro si risolvesse a parlare.
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"Sedete, signore" disse infine Edgar. "La signora Linton, nel ricordo dei vecchi tempi, ha voluto che io vi ricevessi cordialmente, e io sono, si intende, sempre lieto quando accade qualcosa che le fa piacere." "E lo sono anch'io" rispose Heathcliff "tanto pi quando si tratta di qualcosa di cui io faccio parte. Sar lieto di fermarmi un'ora o due." Sedette di fronte a Catherine che teneva lo sguardo fisso su di lui come temendo di vederlo svanire se lo avesse distolto. Heathcliff non alzava spesso lo sguardo a lei; un'occhiata veloce di quando in quando sembrava bastargli; ma quell'occhiata rifletteva, ogni volta con accresciuta sicurezza, la gioia palese che egli beveva dallo sguardo di lei. Erano troppo assorti nella reciproca gioia per provare imbarazzo; lo stesso non pu dirsi del signor Edgar che impallid per il dispetto, dispetto che raggiunse il culmine quando sua moglie si alz e, attraversando il tappeto, strinse nuovamente le mani di Heathcliff e rise come fosse fuori di s. "Domani" esclam "mi parr tutto un sogno! Non riuscir a credere di averti visto, di averti toccato, di averti parlato ancora una volta - e tuttavia, Heathcliff, sei crudele e non meriti un tale benvenuto! Rimanere lontano per tre anni senza dare notizie, senza pensare mai a me!". "Certo pi di quanto tu abbia pensato a me!" mormor lui. "Ho saputo del tuo matrimonio da non molto, Cathy; e, mentre attendevo in cortile, il mio piano era questo: vederti soltanto un'altra volta, forse cogliere un tuo sguardo di sorpresa, di simulato piacere; poi saldare il conto a Hindley; quindi impedire che la legge mi colpisse uccidendomi io stesso. La tua accoglienza ha allontanato queste idee dalla mia mente; ma bada di non accogliermi in altro modo la prossima volta! No, non mi spingerai ancora a fuggire. Hai davvero sofferto per me? Ebbene, a buon diritto. Ho combattuto battaglie molto dure dal momento in cui ho sentito per l'ultima volta la tua voce, e devi perdonarmi, perch ho combattuto soltanto per te." "Catherine, se non vogliamo prendere il t ormai freddo, abbiate la compiacenza di venire a tavola" interruppe Linton lottando per conservare il suo tono abituale e la cortesia strettamente necessaria. "Il signor Heathcliff dovr camminare a lungo, ovunque alloggi questa sera, e io ho sete." Lei sedette davanti alla teiera, e la signorina Isabella, chiamata dal campanello, giunse; io, avendo sistemato le sedie, lasciai la stanza. Il t non dur pi di dieci minuti. Catherine non riemp la sua tazza, non avrebbe potuto n mangiare n bere. Edgar aveva versato il t nel piattino e non mangi nulla. Quella sera il loro ospite non rimase pi di un'ora. Quando prese congedo gli chiesi se andasse a Gimmerton. "No, vado a Wuthering Heights" rispose. "Il signor Earnshaw mi ha invitato quando sono andato da lui questa mattina." Il signor Earnshaw lo aveva invitato! e lui era andato in visita dal signor Earnshaw! Riflettei penosamente a quella frase dopo la sua partenza. forse diventato un ipocrita e tornato qui per fare del male sotto un'apparenza rispettabile? mi chiedevo. In fondo al cuore avevo il presentimento che sarebbe stato meglio se fosse rimasto lontano. Verso la met della notte, venni destata dal mio primo sonno dalla signora Linton che entr silenziosamente in camera mia, sedendosi accanto al letto e tirandomi per i capelli per svegliarmi. "Non riesco a dormire, Ellen" disse come tutta scusa. "E voglio che qualcuno mi tenga compagnia in questa mia gioia! Edgar imbronciato perch io sono felice di qualcosa che non lo interessa. Rifiuta di aprire bocca se non per dire cose sciocche e meschine; e ha affermato che sono crudele e egoista a voler parlare quando lui non sta bene e ha sonno. Riesce sempre a non star bene alla minima contrariet! Ho detto poche parole in lode di Heathcliff, e lui, o per il mal di testa o per l'invidia, ha cominciato a piangere; cos mi sono alzata e l'ho lasciato." "A che scopo lodare Heathcliff con lui?" risposi. "Quando erano ragazzi si detestavano, e a Heathcliff non farebbe certo pi piacere sentir lodare lui: umano. Non parlate di lui al signor Linton se non volete che vi sia fra loro una vera lite." "Ma questo non rivela forse molta debolezza?" incalz lei. "Io non sono invidiosa - non soffro mai per la luminosit dei capelli biondi di Isabella o il
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candore della sua pelle, o la sua raffinata eleganza o l'affetto che tutta la famiglia le dimostra. Anche tu, Nelly, se qualche volta ci accade di essere in disaccordo, ti schieri subito dalla parte di Isabella; e io cedo come una madre troppo affettuosa. La chiamo cara e con le lusinghe riesco a restituirle il buon umore. Rallegra suo fratello vederci d'accordo e questo rallegra me. Ma si somigliano molto. Sono entrambi bambini viziati e credono che il mondo sia stato creato soltanto per loro; sebbene io indulga alla loro natura, credo che una severa lezione potrebbe farli diventare migliori." "Vi ingannate, signora Linton" ribattei. "Sono loro che indulgono alla vostra natura - so bene che cosa accadrebbe se non lo facessero! Non vi costa molto accontentare qualche loro capriccio, purch loro si facciano un dovere di prevenire tutti i vostri desideri. Tuttavia, potrebbe capitarvi di trovarvi in disaccordo per qualcosa che sia di eguale importanza per entrambi; e allora quelli che voi giudicate deboli potrebbero rivelarsi ostinati quanto voi!". "E allora combatteremo fino alla morte, non cos, Nelly?" ribatt lei ridendo. "No, credimi, ho tanta fiducia nell'amore di Linton che penso potrei ucciderlo senza fargli desiderare di vendicarsi." Le consigliai di stimarlo ancora di pi per tanto affetto. "E lo faccio" rispose Catherine "ma lui non deve mettersi a piagnucolare per la minima sciocchezza. infantile; e invece di sciogliersi in lacrime perch io ho detto che Heathcliff ormai degno del rispetto di tutti e che sarebbe un onore per il primo gentiluomo della zona essergli amico, avrebbe dovuto essere lui a dirlo, avrebbe dovuto rallegrarsi per amor mio. Deve abituarsi a lui, e tanto vale che gli piaccia; pensando a quante cose Heathcliff ha contro di lui, credo si sia comportato molto bene!". "E che cosa vi pare di questo suo andare a Wuthering Heights?" chiesi. "Si redento sotto tutti gli aspetti, a quel che sembra - pare proprio un buon cristiano, che offre l'ulivo della pace a tutti i suoi nemici." "Me lo ha spiegato" rispose. "Io ero stupita quanto te. Ha detto di essere andato a Wuthering Heights per avere mie notizie da te, immaginando che tu vivessi ancora l; Joseph lo ha detto a Hindley, che uscito e ha cominciato a chiedergli che cosa avesse fatto, come avesse vissuto, e gli ha infine chiesto di entrare. C'era qualcuno che giocava a carte - Heathcliff si unito a loro; mio fratello ha perduto del danaro a suo vantaggio; e, scoprendo che a Heathcliff il danaro non manca, lo ha invitato a tornare di nuovo la sera, invito che Heathcliff ha accettato. Hindley troppo avventato per scegliere con prudenza le sue amicizie: non si d la pena di riflettere sulle possibili ragioni di diffidare di qualcuno che ha cos vilmente offeso. Ma Heathcliff sostiene che la ragione principale per ristabilire un legame con i suoi persecutori di un tempo il desiderio di abitare vicino a Thrushcross Grange, e l'affetto per una casa in cui siamo vissuti insieme; inoltre, la speranza che io avr a mia volta maggiori possibilit di vederlo l di quante ne avrei se si fosse sistemato a Gimmerton. Intende pagare generosamente per il permesso di vivere a Wuthering Heigbts; e senza dubbio l'avidit di mio fratello lo indurr a accettare le sue condizioni; sempre stato avido, sebbene getti via con una mano quello che ha afferrato con l'altra." " davvero un bel posto in cui abitare per un uomo giovane!" dissi. "Non avete timore delle conseguenze, signora Linton?" "Nessun timore per il mio amico" rispose lei. "La forza della sua mente lo terr lontano dal pericolo; qualche timore per Hindley; ma non possibile renderlo moralmente peggiore di quel che gi , e quanto a un pericolo fisico, io stessa sono per lui uno scudo. Quel che accaduto questa sera mi ha riconciliato con Dio e con l'umanit. Ero insorta con rabbiosa ribellione contro la provvidenza. Oh, ho sopportato una sofferenza amara, quanto amara! Nelly, se quell'uomo sapesse quanto amara, si vergognerebbe di offuscare la mia gioia, ora che infine cessata, con la sua sciocca petulanza. stato soltanto per riguardo verso di lui che ho voluto soffrire da sola: se avessi espresso il tormento che spesso provavo, avrebbe imparato a desiderare che venisse alleviato con lo stesso mio ardore. Tuttavia, ora cessato, e non intendo vendicarmi della sua stoltezza. Da ora in poi posso permettermi di sopportare qualsiasi cosa! Se l'individuo pi meschino che vive sulla terra mi colpisse su una guancia, non soltanto gli porgerei l'altra, ma gli chiederei perdono per averlo provocato; e,

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per dartene una prova, andr subito a far pace con Edgar. Buona notte - sono un angelo." In tale compiacimento di s, si allontan; e il buon esito delle sue risoluzioni apparve palesemente la mattina dopo. Il signor Linton non soltanto aveva rinunciato a ogni malumore (sebbene sembrasse ancora in qualche modo oppresso dall'esuberante vivacit di Catherine), ma non sollev alcuna obiezione quando lei chiese di portare con s Isabella a Wuthering Heights nel pomeriggio; e Catherine lo ripag con tale solare dolcezza, con tale affetto, che la casa per pi giorni sembr un paradiso: il padrone e i domestici traevano allo stesso modo vantaggio da quel perenne bel tempo. Heathcliff - da ora in poi devo dire il signor Heathcliff - dapprima si valse con cautela del permesso di venire in visita a Thrushcross Grange: sembrava voler calcolare fino a qual punto il padrone di casa avrebbe tollerato la sua intrusione. Anche Catherine giudic sensato moderare le sue manifestazioni di gioia nel riceverlo; cos, a poco a poco, egli riusc a affermare il suo diritto di venire atteso. Aveva ancora molto di quel riserbo che aveva caratterizzato la sua fanciullezza e adolescenza, riserbo che frenava ogni effusione sentimentale. Il disagio del mio padrone conobbe cos un momento di requie, e per un certo tempo altre circostanze lo incanalarono in un'altra via. Sventuratamente, e in modo del tutto inatteso, Isabella Linton manifest un'improvvisa e irresistibile attrazione verso quell'ospite appena tollerato: tale fu la nuova fonte di turbamento. A quel tempo era una graziosa signorina di diciotto anni, dai modi infantili, sebbene non priva di intelligenza vivace, vivaci sentimenti, e anche di un carattere piuttosto vivace quando venisse indispettita. Il fratello, che aveva per lei tenerezza e affetto, rimase sconvolto da quella singolarissima attrazione. Anche senza voler pensare a quanto fosse degradante un matrimonio con un uomo senza nome e alla possibilit che la sua propriet, in mancanza di un erede maschio, potesse andare a un tale proprietario, il signor Linton aveva il buon senso di comprendere il carattere di Heathcliff; di sapere che, sebbene esteriormente fosse mutato, il suo animo era immutabile e immutato. E temeva quell'animo; ne provava orrore; rifuggiva istintivamente, e a buon diritto, dall'idea di affidare Isabella alle cure di un uomo come quello. La sua ripugnanza sarebbe stata ancora pi forte se avesse saputo che l'affetto di lei era nato senza venir sollecitato in alcun modo, e non aveva suscitato alcun sentimento in risposta; infatti, non appena scopr l'esistenza di quei sentimenti in Isabella, il signor Linton ne attribu la colpa a deliberati intrighi da parte di Heathcliff. Avevamo tutti notato da qualche tempo che la signorina Linton era turbata e inquieta. Diventava di cattivo umore e tediosa, scattava continuamente con Catherine e la indispettiva rischiando forte di esaurire la sua limitata pazienza. In una certa misura attribuimmo tutto alla cattiva salute; si indeboliva e impallidiva davanti ai nostri occhi. Ma un giorno in cui era stata particolarmente ribelle rifiutando la colazione; lamentandosi che la servit non faceva quel che lei ordinava; che Catherine non le permetteva di avere alcun peso in casa; che Edgar la trascurava; che aveva preso un brutto raffreddore perch le porte venivano sempre tenute aperte e perch noi lasciavamo spegnere il fuoco in salotto soltanto per indispettirla; con molte altre accuse ancora pi sciocche, la signora Linton insistette perch andasse a letto; e dopo averla vigorosamente rimproverata, minacci di chiamare il dottore. Nel sentir menzionare Kenneth lei esclam senza indugio di essere in perfetta salute: era solo l'asprezza di Catherine a renderla infelice. "Come puoi essere tanto cattiva da dire che sono aspra con te, quando sei la mia prediletta?" esclam la padrona stupefatta da quell'affermazione affatto irragionevole. "Stai perdendo la ragione: quando sono stata aspra, dimmelo!". "Ieri" singhiozz Isabella "e ora!". "Ieri!" ripet sua cognata. "In quale occasione?". "Durante la nostra passeggiata nella brughiera; mi hai detto di andarmene dove volevo mentre tu camminavi a fianco del signor Heathcliff." " questa che chiami asprezza?" ribatt Catherine ridendo. "Non volevo certo farti capire che la tua compagnia era sgradita; non aveva importanza per noi che

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tu ci fossi o no; pensavo semplicemente che la conversazione di Heathcliff non potesse interessarti." "Oh, no" continu piangendo Isabella "volevi che mi allontanassi perch sapevi quanto mi piaceva restare l". "Ma pazza?" chiese la signora Linton rivolgendosi a me. "Ti ripeter la nostra conversazione parola per parola, Isabella, e tu mi dirai quale interesse potesse avere per te." "Non mi importa della conversazione" rispose lei. "Volevo stare con...". "Questa poi!" esclam Catherine vedendo che lei esitava a finire la frase. "Con lui; e non accetter di venir sempre allontanata!" continu allora Isabella riscaldandosi. "Sei egocentrica, vuoi tutto per te, Cathy, vuoi essere la sola a essere amata!". "E tu sei una scimmietta impertinente!" esclam la signora Linton, stupita. "Ma non intendo credere a questa sciocchezza! mai possibile che tu possa desiderare l'ammirazione di Heathcliff, che tu possa giudicarlo un uomo gradevole? Spero di averti frainteso, Isabella." "No, non mi hai frainteso" rispose quella sciocca ragazza innamorata. "Lo amo pi di quanto tu abbia mai amato Edgar; e lui potrebbe amarmi se tu glielo permettessi!". "Se cos, non vorrei essere in te neppure per un regno!" esclam con enfasi Catherine - e sembrava parlasse sinceramente. "Nelly, aiutami a convincerla della sua follia. Dille chi Heathcliff: un uomo incolto, barbaro, senza alcuna raffinatezza o eleganza; un arido deserto di pietre e rovi. Preferirei mettere questo povero canarino nel parco in un freddo giorno d'inverno piuttosto che consigliarti di dare a lui il tuo cuore! Soltanto una deplorevole ignoranza del suo carattere, cara, e nient'altro, all'origine di questo tuo sogno. Bada, non immaginare che nasconda abissi di benevolenza e tenerezza sotto un aspetto severo! Non un diamante grezzo - un'ostrica ruvida che racchiude una perla; un uomo feroce, spietato, un autentico lupo. Io non gli dico mai: non fare del male a questo o quel nemico, perch sarebbe ingeneroso e crudele. Gli dico: non fargli del male perch io non voglio che tu gliene faccia. Ti schiaccerebbe, Isabella, come un uovo di passero, se dovesse trovarti fastidiosa. So che non potrebbe avere affetto per un Linton; e tuttavia non esiterebbe a sposarti per la tua ricchezza e per quella che potresti avere un giorno. L'avidit sta diventando il suo vizio principale. Ecco il ritratto che ne faccio, e sono sua amica; lo sono tanto che se lui avesse davvero pensato di conquistarti, forse non avrei parlato e ti avrei lasciato cadere nella trappola." La signorina Linton guard sua cognata con sdegno. "Vergogna, vergogna!" ripet rabbiosamente. "Sei peggiore di venti nemici, tu, amica piena di veleno!". "Dunque non vuoi credermi?" chiese Catherine. "Pensi che io parli per perfido egoismo?". "Ne sono certa" ribatt Isabella "e mi fai rabbrividire!". "Bene!" esclam l'altra. "Allora prova pure, se questo che vuoi; io ho finito e cedo di fronte alla tua impertinente insolenza." "E io devo soffrire per il suo egoismo!" prese a singhiozzare Isabella appena la signora Linton ebbe lasciato la stanza. "Tutto, tutto contro di me; lei ha reso impossibile la mia sola gioia. Ma ha mentito, non vero? Il signor Heathcliff non un demonio: un uomo d'onore, un uomo sincero; altrimenti come potrebbe ricordarla ancora?". "Allontanatelo per sempre dai vostri pensieri, signorina" le dissi io. "E' un uccello di cattivo augurio: non un marito per voi. La signora Linton ha pronunciato parole forti, e tuttavia non posso contraddirla. Lei conosce il cuore di Heathcliff meglio di me o di chiunque altro; e non lo dipingerebbe mai peggiore di quel che . La gente onesta non nasconde le proprie azioni. Come vissuto? Come diventato ricco? Perch abita a Wuthering Heights, la casa di un uomo che detesta? Si dice che il signor Earnshaw non faccia che peggiorare da quando lui venuto. Fanno le ore piccole ogni notte; e Hindley ha cominciato a prendere danaro in prestito dando come garanzia la propriet e non fa altro che giocare e bere: l'ho saputo una settimana fa; stato Joseph a dirmelo, l'ho incontrato a Gimmerton. "Nelly" mi ha detto "ci sar presto un'inchiesta del magistrato da noi. Uno si quasi tagliato un dito per impedire all'altro di scannarsi come un vitello. il padrone, sai, che vuole finire davanti al giudice. Non ha paura n dei giudici,
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n di Paolo o Pietro o Giovanni o Matteo, di nessuno ha paura! Ha proprio voglia di sfidare tutti con la sua faccia di bronzo. E quel bravo ragazzo di Heathcliff, guarda, un vero tesoro! Sa ridere come chiunque altro agli scherzi del diavolo. Non ti racconta niente della bella vita che fa da noi quando viene alla Grange? Eccola la sua vita: si alza al tramonto, dadi, alcool, imposte chiuse e luce di candela fino al mezzogiorno successivo; allora quel pazzo se ne va gridando e delirando in camera sua mentre la gente per bene si tappa le orecchie dalla vergogna; e quel briccone, lui, conta i suoi soldi, mangia, dorme e se ne va dal vicino a corteggiarne la moglie. Certo lo dice alla signora Catherine come il danaro di suo padre finisce nelle proprie tasche e come il figlio di suo padre corre alla perdizione e lui gli corre davanti per fargli strada?" Ebbene, signorina Linton, Joseph una vecchia canaglia ma non un bugiardo; e, se quel che dice della condotta di Heathcliff vero, certo non potete pensare davvero di volerlo come marito." "Sei in combutta con tutti gli altri, Ellen!" ribatt lei. "Non intendo ascoltare le tue calunnie. Devi essere davvero cattiva per volermi convincere che non c' felicit in questo mondo!". Non saprei dire se sarebbe guarita di quel capriccio se l'avessero lasciata stare, o se avrebbe continuato a nutrire il suo amore; non ebbe il tempo di riflettere. Il giorno dopo c'era un'assise nella citt vicina; il mio padrone doveva essere presente e il signor Heathcliff, informato della sua assenza, venne da noi prima del consueto. Catherine e Isabella erano insieme in biblioteca, palesemente ostili l'una all'altra ma silenziose. Isabella era allarmata dalla sua recente imprudenza, allarmata per aver rivelato i suoi segreti sentimenti in un fuggevole impulso di collera; Catherine, dopo aver riflettuto meglio, era profondamente offesa nei confronti della cognata; e, se ancora rideva della sua impertinenza, non era pi disposta a considerare la faccenda in una luce scherzosa. Tuttavia rise quando vide Heathcliff che varcava la portafinestra. Io stavo spazzando il focolare e le vidi un sorriso malizioso sulle labbra. Isabella, assorta nei suoi pensieri o nel suo libro, rimase fino a quando la porta si apr e era ormai troppo tardi per tentare la fuga, come avrebbe fatto volentieri se fosse stato possibile. "Entra, va bene cos!" esclam gaiamente la signora, avvicinando una sedia al fuoco. "Ecco qui due creature che hanno tristemente bisogno di una terza persona per sciogliere il ghiaccio tra loro; e tu sei giusto quello che entrambe avremmo scelto. Heathcliff, sono infine orgogliosa di poterti mostrare qualcuno che ti ama pi di me. Mi aspetto che tu ne sia lusingato - no, non si tratta di Nelly, non guardare lei! La mia povera cognatina ha il cuore spezzato dalla semplice contemplazione della tua bellezza morale e fisica. Hai la possibilit di diventare fratello di Edgar! No, no, Isabella non fuggire" continu, fermando, in un gesto falsamente giocoso, la povera ragazza che si era alzata in un impulso di sdegno. "Stavamo facendo baruffa come due gatte proprio per te, Heathcliff, e, quanto a proteste di devozione e ammirazione, devo confessarmi battuta; inoltre, mi stato detto che, se soltanto avessi il buon gusto di farmi da parte, la mia rivale, come vuole considerarsi, riuscirebbe a scagliare un dardo nel tuo cuore che ti conquisterebbe per sempre e condannerebbe la mia immagine a un eterno oblio!". "Catherine" disse Isabella, chiamando a raccolta la sua dignit e rifiutandosi di lottare per liberarsi dalla stretta che la immobilizzava "ti sarei grata se dicessi la verit e non mi calunniassi, fosse pure scherzosamente. Signor Heathcliff, vogliate avere la compiacenza di dire alla vostra amica di lasciarmi libera; dimentica che voi e io non siamo amici intimi e che quel che la diverte per me inesprimibilmente doloroso." Poich l'ospite non parlava, ma sedette, ostentando perfetta indifferenza ai sentimenti che lei poteva nutrire nei suoi confronti, Isabella si volse e chiese con passione alla sua aguzzina, in un sussurro, di lasciarla libera. "No di certo!" esclam la signora Linton. "Non intendo sentirmi dire ancora che voglio tutto per me. Adesso devi fermarti! Heathcliff, perch non dimostri la tua soddisfazione per queste belle notizie? Isabella afferma che l'amore di Edgar per me non nulla paragonato al suo amore per te. Senza dubbio ha detto qualcosa del genere, non vero, Ellen? E ha digiunato sin dalla passeggiata

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dell'altro ieri, per il dolore e la rabbia che io l'avessi allontanata dalla tua compagnia, pensando non le fosse gradita." "Credo che tu le faccia torto" disse infine Heathcliff, girando la sedia per fronteggiarle. "Quanto meno adesso, ha un gran desiderio di essere lontana dalla mia compagnia." E si mise a guardare fisso l'oggetto della conversazione, come avrebbe potuto guardare uno strano insetto ripugnante, un millepiedi delle Indie, per esempio, che la curiosit induce a esaminare a dispetto della ripugnanza. Quella povera creatura non riusc a sopportarlo; si fece dapprima pallida quindi rossa, e, mentre le lacrime le imperlavano le ciglia, mise in atto tutta la forza delle esili dita per liberarsi dalla stretta di Catherine; vedendo che, non appena lei riusciva a allontanare un dito dal braccio, un altro si stringeva con maggior forza, e che le era impossibile liberarsi, cominci a usare le unghie, che lasciarono sulla mano della sua aguzzina segni, rossi a forma di mezzaluna. "Che tigre!" esclam la signora Linton, lasciandola libera e scuotendo la mano per il dolore. "Vattene adesso e nascondi quella tua faccia da vipera! stato sciocco rivelare a lui quegli artigli. Non riesci a immaginare che conclusione ne trarr? Guarda, Heathcliff, sono armi di grande efficacia: dovrai proteggerti gli occhi." "Gliele strapperei dalle dita se mai dovessero minacciarmi" rispose brutalmente Heathcliff quando Isabella era ormai uscita richiudendo la porta. "Ma perch tormentavi in quel modo quella ragazza, Cathy? Certo non dicevi la verit?". "Al contrario. Da molte settimane languisce per te; questa mattina sembrava impazzita e mi ha investito con un torrente di insulti perch le ho descritto con chiarezza i tuoi difetti allo scopo di frenare la sua adorazione. Ma non pensarci pi. Volevo soltanto punire la sua impertinenza. Le voglio troppo bene, mio caro Heathcliff, per permetterti di afferrarla e divorarla." "E io gliene voglio troppo poco per provarci" ribatt lui "se non da autentico vampiro. Ne sentiresti delle belle se io dovessi vivere da solo con quella smorfiosa dalla faccia smorta; come minimo dipingerei su quell'incarnato pallido i colori dell'arcobaleno e le farei diventare neri gli occhi azzurri un giorno s e uno no; somigliano in modo detestabile agli occhi di Linton". "In modo incantevole" osserv Catherine, "Sono gli occhi di una colomba, di un angelo!". " l'erede di suo fratello, vero?" chiese dopo un breve silenzio. "Mi dispiacerebbe molto pensarlo. Spero che una mezza dozzina di nipoti possano allontanarla dall'eredit! Non pensare pi alla cosa ora; sei troppo pronto a desiderare i beni del tuo prossimo: ricorda che questi beni sono miei." "Se fossero miei, non sarebbero per questo meno tuoi" ribatt Heathcliff "ma, sebbene possa essere sciocca, Isabella Linton non pazza; in breve, sar bene non parlare pi della cosa come tu suggerisci." Parlare, non ne parlarono pi; e Catherine, probabilmente, cess anche di pensarci. L'altro, ne ero certa, se la riport spesso alla memoria nel corso di quella serata; lo vidi sorridere da solo - un sorriso torvo - e piombare in un minaccioso silenzio ogniqualvolta la signora Linton si assentava dalla stanza. Risolsi di sorvegliare le sue azioni. Il mio cuore era sempre dalla parte del padrone, pi che di Catherine; e a buon diritto, pensavo, poich lui era buono, sincero, retto; e lei... lei non avrei potuto definirla con gli aggettivi opposti; tuttavia sembrava concedere tanta libert alla sua coscienza che io avevo ben poca fiducia nei suoi principi e ancor meno comprensione per i suoi sentimenti. Volevo accadesse qualcosa che potesse liberare Wuthering Heights e Thrushcross Grange dal signor Heathcliff, senza drammi, riportandoci allo stato in cui eravamo prima del suo ritorno. Per me le sue visite erano un perenne incubo; e sospettavo fosse cos anche per il padrone. La sua permanenza a Wuthering Heights era un tormento incomprensibile. Mi pareva che Dio avesse abbandonato al suo colpevole errare la pecorella smarrita che viveva l e che un animale feroce si aggirasse tra lei e l'ovile in attesa di balzarle addosso e divorarla. XI

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A volte, mentre meditavo a queste cose in solitudine, mi accaduto di alzarmi preda di un improvviso panico, di mettermi la cuffia per correre a vedere come andassero le cose alla fattoria; mi convincevo fosse mio dovere avvertirlo di quel che la gente diceva di lui; poi ricordavo quanto fosse radicata la sua dissolutezza, e, disperando di potergli far del bene, non osavo rientrare in quella casa desolata, dubitando che avrei avuto la forza di sopportarlo, se fossi stata creduta. Una volta tuttavia ho varcato il vecchio cancello, allontanandomi dal mio cammino mentre ero diretta a Gimmerton. Era pi o meno nel periodo a cui sono giunta con il mio racconto - un pomeriggio limpido e gelido; la terra era nuda, la strada secca e dura. Giunsi a una pietra dove la strada maestra svolta a sinistra verso la brughiera; una ruvida arenaria, con le lettere W.H. incise sulla faccia a nord, a est la lettera G., e a sud-ovest T.G. Serve a indicare la strada per Thrushcross Grange, Wuthering Heights, e il villaggio. Il sole accendeva di un giallo intenso il grigio della pietra ricordandomi l'estate; e non so perch, di colpo, una piena di sensazioni infantili mi sommerse il cuore. Hindley e io, vent'anni prima, avevamo una predilezione per quel punto. Guardai a lungo la pietra consumata dal tempo, e, chinandomi, vidi un buco presso la base ancora pieno dei gusci di lumache e dei sassolini che noi eravamo soliti custodire l insieme a oggetti pi deperibili; allora, vivo come fosse reale, mi parve di guardare il mio compagno di giochi di un tempo seduto sul prato inaridito; la testa bruna e ben squadrata era china in avanti e la manina scavava il terreno con un coccio di ardesia. "Povero Hindley!" esclamai involontariamente. Sussultai - al mio sguardo illuso parve per un momento che il bambino alzasse il viso e mi guardasse! In un batter d'occhio l'immagine era svanita, ma io provai immediatamente l'irresistibile impulso di recarmi a Wuthering Heights. La superstizione mi spinse a seguire quell'impulso; e se fosse morto, pensai, o dovesse morire presto; se questo fosse un presagio di morte...! Pi mi avvicinavo alla casa, pi mi sentivo turbata; quando ne giunsi in vista tremavo verga a verga. La visione mi aveva preceduto e ora guardava attraverso il cancello. Fu questa la mia prima impressione quando vidi un bambino bruno e arruffato che appoggiava il visetto acceso contro le sbarre. Riflettendo, immaginai dovesse trattarsi di Hareton, il mio Hareton, non molto mutato da quando l'avevo lasciato dieci mesi prima. "Dio ti benedica, tesoro!" esclamai dimenticando all'istante le mie sciocche paure. "Hareton, sono Nelly, Nelly, la tua balia." Lui si ritrasse e raccolse una grossa pietra. "Sono venuta per parlare con tuo padre, Hareton" aggiunsi comprendendo dal suo gesto che, seppure Nelly viveva nella sua memoria; il piccolo era incapace di riconoscerla in me. Lui sollev la pietra per scagliarla; io cominciai a parlargli in tono rassicurante, ma non riuscii a fermargli la mano. La pietra mi colp la cuffia, poi dalle labbra incerte del bambino usc una serie di imprecazioni che, le comprendesse o meno, venivano pronunciate con esperta enfasi e distorcevano i suoi tratti infantili in una impressionante espressione di cattiveria. Credetemi, la cosa mi addolor ben pi di quanto mi infuriasse. Prossima alle lacrime, presi un'arancia dalla tasca e gliela offrii per ingraziarmelo. Lui esit, poi me la strapp di mano, come temendo che io volessi soltanto stuzzicarlo e deluderlo. Ne mostrai un'altra, tenendola tuttavia fuori dalla sua portata. "Chi ti ha insegnato quelle belle parole, bambino mio?" chiesi. "Il vicario?". "Al diavolo il vicario e al diavolo te! Dammela" rispose lui. "Dimmi dove hai imparato la lezione e te la dar" ribattei. "Chi il tuo maestro?". "Pap demonio" fu la sua risposta. "E che cosa impari da pap?" continuai. Con un balzo lui cerc di raggiungere il frutto; io lo alzai pi in alto. "Che cosa ti insegna?" ripetei. "Niente; soltanto a tenermi lontano da lui. Pap non mi pu soffrire perch io gli impreco contro."
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"Ah! e il diavolo che ti insegna a imprecare contro tuo padre?" osservai. "S... no" rispose lui con voce strascicata. "E chi allora?". "Heathcliff." Gli chiesi se gli piacesse il signor Heathcliff. "S!" rispose con entusiasmo. Volendo sapere per quale ragione gli piacesse, ottenni soltanto frasi come queste: "Lo so io; ripaga pap di quello che lui fa a me; impreca contro pap quando lui impreca contro di me; dice che posso fare quello che mi pare". "E il vicario non ti insegna a leggere e a scrivere?" proseguii. No; appresi che al vicario avrebbero cacciato i denti in gola se soltanto avesse varcato la soglia: lo aveva promesso Heathcliff. Gli misi in mano l'arancia e gli dissi di andare ad avvertire suo padre che Nelly Dean desiderava parlargli e lo aspettava al cancello del giardino. Lui si avvi per il sentiero e entr in casa; ma, in luogo di Hindley, sui gradini apparve Heathcliff, e io mi volsi immediatamente e corsi gi per la strada pi in fretta che potei, senza fermarmi finch non giunsi alla pietra miliare, spaventata come avessi evocato uno spettro. Questo non riguarda molto la signorina Isabella, se non perch rafforz la mia decisione di stare di sentinella e fare il possibile per arginare il diffondersi di quella pessima influenza a Thrushcross Grange, quando pure dovessi suscitare una tempesta domestica ostacolando la signora Linton. La volta successiva in cui Heathcliff venne, la signorina stava nutrendo i piccioni in cortile. Da tre giorni non parlava pi con la cognata, ma aveva anche rinunciato ai suoi inquieti lamenti, con nostro grande sollievo. Sapevo bene che Heathcliff non era solito sprecarsi in inutili gentilezze con la signorina Linton. Ora, appena la vide, si premur di guardare verso la casa. Io ero in piedi alla finestra della cucina, ma mi ritrassi per non essere vista. Allora lui attravers il cortile, le si avvicin e le disse qualcosa; lei parve imbarazzata e ansiosa di andarsene; per impedirglielo, Heathcliff le mise una mano sul braccio; lei distolse il viso; a quel che sembrava, Heathcliff le rivolse una domanda a cui lei prefer non rispondere. Un'altra rapida occhiata alla casa e, credendosi non visto, quel furfante ebbe l'impudenza di abbracciarla. "Giuda! traditore!" esclamai. "Sei anche un ipocrita adesso, un autentico impostore." "Chi , Nelly?" chiese la voce di Catherine al mio fianco; ero troppo attenta a sorvegliare quei due in cortile per accorgermi del suo arrivo. "Il vostro indegno amico!" risposi con calore "quella viscida canaglia laggi; ah, ci ha visto, sta per entrare! Mi chiedo se sar tanto abile da spiegare perch si mette a corteggiare la signorina Linton dopo avervi detto che la odia." La signora Linton vide Isabella liberarsi e correre in giardino; un istante dopo, Heathcliff apriva la porta. Non riuscii a non esprimere in qualche modo il mio sdegno; ma Catherine insistette con rabbia perch io tacessi e mi minacci di cacciarmi dalla cucina se osavo mettere in mezzo la mia lingua insolente. "A sentirti, sembra che la padrona sia tu!" grid. " tempo di rimetterti al tuo posto! Heathcliff, che cosa ti prende per sollevare tutto questo polverone? Ti avevo detto di lasciar stare Isabella. Ti prego di farlo, se non sei stanco di venir accolto qui e non vuoi che Linton ti chiuda per sempre le porte!". "Lascia soltanto che ci provi!" rispose quell'anima nera - in quel momento lo odiavo. "Gli auguro di conservarsi mite e paziente. Di giorno in giorno divento pi ansioso di spedirlo in paradiso." "Silenzio!" disse Catherine chiudendo la porta interna. "Non esasperarmi. Perch hai ignorato la mia richiesta? Si messa lei di proposito sulla tua strada?". "La cosa non ti riguarda" ringhi lui. "Ho il diritto di baciarla, se lei vuole, e tu non hai quello di fare obiezioni; non sono tuo marito, non devi essere gelosa di me." "Non sono gelosa di te. Sono in ansia per te. Via quell'aria minacciosa, non ti permetto di guardarmi cos! Se Isabella ti piace, la sposerai. Ma ti piace? Dimmi la verit, Heathcliff. Lo vedi, non rispondi. Sono certa che non ti piace."
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"E il signor Linton approverebbe il matrimonio di sua sorella con quell'uomo?" intervenni io. "Il signor Linton approverebbe" rispose risolutamente la signora. "Pu risparmiarsi il disturbo" ribatt Heathcliff "posso fare a meno della sua approvazione. E quanto a te, Catherine, voglio dirti alcune cose, visto che siamo in argomento; devi saperlo che io so che mi hai trattato in modo infernale - infernale! Mi senti? E se credi che io non lo capisca, sei una sciocca; e se pensi che io possa venir consolato con qualche parolina dolce, sei un'idiota; e se speri che io sopporti di non vendicarmi, ti convincer presto del contrario! Frattanto, grazie di avermi rivelato il segreto di tua cognata. Ne trarr il massimo vantaggio, credimi, e tu fatti da parte." "Quale nuovo aspetto del suo carattere questo?" esclam, stupefatta, la signora Linton. "Ti ho trattato in modo infernale... te ne vendicherai? Come te ne vendicherai, brutto ingrato? In che cosa ti ho trattato in modo infernale?" "Non di te che voglio vendicarmi" rispose con minor veemenza Heathcliff. "Non questo il mio piano. Il tiranno stritola i suoi schiavi e questi non gli si rivoltano contro, ma stritolano quanti sono sotto di loro. Tu puoi torturarmi a morte soltanto per divertirti; ma devi lasciare che io mi diverta a mia volta allo stesso modo. E per quanto puoi, evita di insultarmi. Dopo aver raso al suolo il mio palazzo, non costruirmi un tugurio compiacendoti di aver avuto la carit di darmelo come casa. Se immaginassi che davvero vuoi farmi sposare Isabella, mi taglierei la gola." "Oh, il guaio dunque che non sono gelosa!" esclam Catherine. "Bene, non ti offrir nuovamente una moglie. Sarebbe crudele, come offrire a Satana un'anima perduta. La tua gioia, come la sua, sta nell'infliggere tormenti. E lo stai dimostrando. Edgar ormai guarito dal malumore di cui ha dato prova al tuo arrivo; io comincio a sentirmi sicura e tranquilla; e tu, inquieto nel saperci in pace, sembri deciso a suscitare una lite. Litiga seriamente con Edgar, Heathcliff, e inganna sua sorella: sar il modo migliore per vendicarti di me." La conversazione fin; la signora Linton sedette accanto al fuoco, il viso acceso e cupo. Il demone che era in lei si faceva intrattabile; non riusciva n a domarlo n a controllarlo. Heathcliff era ritto sul focolare, le braccia incrociate, immerso nei suoi cattivi pensieri; io li lasciai entrambi cos per andare a cercare il padrone che cominciava a chiedersi che cosa trattenesse tanto a lungo Catherine. "Ellen" mi disse quando entrai "avete veduto la vostra padrona?". "S, in cucina, signore, e molto offesa dalla condotta del signor Heathcliff; in verit, credo sia tempo di cambiare tono alle sue visite. un male essere troppo arrendevoli, e ora che siamo giunti a questo..." E gli riferii la scena accaduta in cortile, e, per quanto osavo farlo, la disputa che ne era seguita. Pensavo che non avrei danneggiato la signora Linton, sempre che non si danneggiasse poi lei stessa difendendo il suo ospite. Edgar Linton fatic a ascoltarmi fino in fondo, e le sue prime parole rivelarono che non considerava esente da biasimo la moglie. " intollerabile!" esclam. " vergognoso che lei lo riconosca come amico e mi imponga la sua compagnia! Chiamatemi due domestici dall'ingresso, Ellen. Catherine non rimarr ancora a discutere con quella rozza canaglia; sono stato troppo indulgente con lei." Scese, e, ordinando ai domestici di attendere in corridoio, and, seguito da me, in cucina. I due avevano ricominciato a discutere rabbiosamente; la signora Linton, quanto meno, stava protestando con rinnovato vigore; Heathcliff si era avvicinato alla finestra, e teneva la testa bassa, come intimorito dalla violenza dei suoi rimproveri. Fu lui a vedere per primo il padrone, e con un rapido gesto le fece cenno di tacere; lei obbed subito, scoprendo il motivo del suo invito. "Che cosa accade?" disse Linton rivolgendosi a lei. "Che idea avete dunque del vostro decoro per rimanervene qui, dopo il modo in cui quest'uomo indegno vi ha parlato? Immagino voi non diate peso alla cosa perch il suo modo abituale di parlare; siete abituata alla sua bassezza e immaginate forse che anch'io possa abituarmi!". "Ascoltavate alla porta, Edgar?" chiese la signora, con un tono deliberatamente provocatorio, un tono che esprimeva a un tempo indifferenza e disprezzo per la sua irritazione.
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Heathcliff, che aveva alzato lo sguardo alle parole di lui, scoppi ora in una risata sarcastica, nel deliberato intento, a quel che sembrava, di attirare su di s l'attenzione del signor Linton. Ci riusc; ma Edgar non intendeva divertirlo con melodrammatiche esplosioni di collera. "Sono stato tanto tollerante con voi, signore" disse quietamente "non perch ignorassi la vostra natura vile e corrotta, ma perch ve ne giudicavo soltanto in parte responsabile; e, poich Catherine desiderava serbare la vostra amicizia, ho acconsentito... e sono stato uno sciocco. La vostra presenza un veleno morale che potrebbe corrompere i pi virtuosi; per questo, e per impedire peggiori conseguenze, da ora in poi vi negher l'ingresso in questa casa e vi comunico che esigo vi allontaniate immediatamente. Un ritardo di soli tre minuti render la vostra partenza involontaria e vergognosa." Heathcliff misur la statura e la corpulenza del signor Linton con uno sguardo pieno di derisione. "Cathy, il tuo agnellino si fa minaccioso come un toro" disse. "Corre il grosso rischio di spaccarsi il cranio contro i miei pugni. Sono davvero dispiaciuto, signor Linton, che non siate un avversario degno di venir steso a terra!". Il mio padrone si volse verso il corridoio e mi fece cenno di chiamare gli uomini: non intendeva rischiare uno scontro personale. Obbedii al suo cenno; ma la signora Linton, sospettando qualcosa, mi segu, e quando io cercai di chiamarli, mi trasse indietro, sbatt la porta e la chiuse a chiave. "Molto leale!" disse, rispondendo allo sguardo di rabbioso stupore del marito. "Se non avete il coraggio di attaccarlo, scusatevi o riconoscetevi sconfitto: vi guarir dal desiderio di fingere pi coraggio di quel che possediate. No, inghiottir la chiave piuttosto che darvela. Davvero una bella ricompensa ricevo per la mia gentilezza verso entrambi! Dopo aver sopportato con costante indulgenza la debolezza dell'uno e la cattiveria dell'altro, come ringraziamento ottengo due esempi di cieca ingratitudine, di assurda insulsaggine! Edgar, stavo difendendo voi e la vostra famiglia; e vorrei che Heathcliff vi picchiasse fino a farvi star male perch avete osato pensare una cosa cattiva di me!". Non fu necessario picchiarlo per questo. Cerc di strappare la chiave di mano a Catherine; e lei, per non correre rischi, la gett in mezzo al fuoco; il signor Edgar venne preso allora da un tremito nervoso, e il suo viso si fece mortalmente pallido. Per nulla al mondo avrebbe potuto evitare quella violenta emozione; angoscia e umiliazione lo sopraffecero interamente. Sorreggendosi allo schienale di una sedia, si nascose il volto. "Oh, sventurati noi! nei tempi antichi questo vi avrebbe valso di venir consacrato cavaliere!" esclam la signora Linton. "Disfatta completa! Heathcliff non vi toccherebbe cos come un re non marcerebbe con il suo esercito contro una colonia di topi. Fatevi coraggio, nessuno vi far del male. Non siete neanche un agnello, ma un leprottino che succhia ancora il latte." "Goditelo, quel vigliacco senza sangue nelle vene, Cathy!" disse il suo amico. "Complimenti per il tuo buon gusto: guardalo bene quell'essere bavoso e tremante che hai preferito a me! No, non lo toccherei mai coi pugni, ma a calci lo prenderei volentieri, e con grande soddisfazione. Piange o sta per svenire dalla paura?". Heathcliff si avvicin e spinse la sedia su cui sedeva Linton. Avrebbe fatto meglio a tenersi lontano; il mio padrone balz improvvisamente in piedi e lo colp alla gola con un pugno che avrebbe steso a terra un uomo meno robusto. Per qualche minuto, tuttavia, gli tolse il fiato; e, mentre lottava per riprenderlo, il signor Linton usc in cortile dalla porta sul retro e di l and all'ingresso. "Ecco, ora hai finito di venire qui" grid Catherine. "Vattene adesso, torner con un paio di pistole e una mezza dozzina di uomini. Se davvero ci ha ascoltato, naturalmente, non ti perdoner mai. Mi hai giocato un pessimo tiro, Heathcliff! Ma vai ora, presto! Preferisco vedere Edgar, piuttosto che te, con le spalle al muro." "Credi che intenda andarmene con il suo pugno che mi brucia ancora?" tuon lui. "No, per l'inferno! Gli schiaccer le costole come una nocciola marcia prima di uscire di qui! Se non lo stendo adesso, lo uccider un giorno o l'altro; se ci tieni alla sua vita, lascia che gli dia una lezione!".
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"Non sta venendo" mi intromisi io, allontanandomi un poco dalla verit. "Ci sono il cocchiere e i due giardinieri; certo non vorrete aspettare che vi buttino fuori loro! Ognuno ha un bastone, e probabilmente il padrone star a guardare dalle finestre del salotto per assicurarsi che eseguano i suoi ordini." I giardinieri e il cocchiere c'erano davvero, ma anche Linton era con loro. Erano gi entrati in cortile. Riflettendo, Heathcliff prefer evitare una lotta con tre domestici; afferr l'attizzatoio, ruppe la serratura della porta interna e riusc a fuggire mentre quelli entravano. La signora Linton, profondamente agitata, mi ordin di accompagnarla di sopra. Ignorava quanta parte avessi avuto in quella vicenda e io desideravo ansiosamente che continuasse a ignorarlo. "Mi sembra di impazzire, Nelly!" esclam buttandosi sul divano. "Migliaia di martelli mi battono in testa! D a Isabella di evitarmi: lei la causa di tutto questo trambusto; se lei o qualcun altro dovesse esasperare la mia collera in questo momento, impazzirei davvero. E, Nelly, d a Edgar, se lo vedi questa sera, che rischio di ammalarmi sul serio: vorrei accadesse davvero. Mi ha turbato e angosciato in modo terribile! Voglio spaventarlo. Inoltre, potrebbe venire e cominciare a offendermi o a lamentarsi; sono certa che io protesterei, e non so come le cose potrebbero finire! Lo farai, mia buona Nelly? Sai bene che io non sono da rimproverare affatto in questo. Che cosa gli ha preso di mettersi ad ascoltare? Le parole di Heathcliff sono state atroci quando ti sei allontanata, ma sarei riuscita a distoglierlo da Isabella, e il resto non aveva importanza. Ora, tutto rovinato dalla sciocca ansia di sentir dire male di s che perseguita certa gente come un demone. Se Edgar non avesse ascoltato la nostra conversazione, non sarebbe successo niente di male. Davvero, quando si rivolto a me con quella irragionevole severit, dopo che io avevo rimproverato Heathcliff fino a esserne rauca proprio a causa sua, non mi quasi pi importato di quello che avrebbero potuto farsi reciprocamente, tanto pi essendo ormai certa che, in qualsiasi modo si concludesse la scena, noi avremmo finito per restare divisi chiss quanto tempo! Bene, se non posso avere Heathcliff come amico, se Edgar intende essere meschino e geloso, cercher di spezzare il loro cuore spezzando il mio. Sar un modo rapido per finire tutto, quando sar con le spalle al muro. Ma qualcosa da tenere in serbo solo come ultima risorsa; non voglio cogliere Linton di sorpresa con un gesto simile. Fino a questo momento stato discreto nel timore di provocarmi; e tu devi spiegargli quanto sia pericoloso mutare strada, e ricordargli la mia natura violenta che, quando si riscalda, diviene furiosa. Vorrei che tu non avessi quello sguardo apatico ma sembrassi pi ansiosa per me!". La calma con cui io ricevevo quelle istruzioni doveva infatti essere esasperante, poich mi venivano date in perfetta buona fede; ma, a mio avviso, chi poteva calcolare quale profitto trarre dai propri scoppi di collera, poteva anche, con uno sforzo di volont, riuscire a controllarsi abbastanza pure essendo sotto il loro influsso; inoltre non desideravo "spaventare" suo marito, come lei aveva detto, e accrescere i suoi dispiaceri soltanto per accontentare l'egoismo di lei. Non dissi dunque nulla quando incontrai il padrone che si dirigeva in salotto; ma mi presi la libert di farmi da parte per ascoltare se avrebbero ripreso la loro disputa. Fu lui il primo a parlare. "Restate dove siete, Catherine" disse, senza alcuna collera nella voce, ma con doloroso abbattimento. "Non intendo fermarmi. Non sono venuto n per riprendere la lite n per riconciliarmi; desidero soltanto sapere se, dopo quel che accaduto questa sera, intendete continuare a essere amica di...". "Oh, per carit" lo interruppe la signora battendo nervosamente il piede "per carit, non parliamone pi ora! Il vostro sangue freddo non pu farsi febbrile nelle vostre vene deve scorrere acqua gelida - ma il mio ribolle, e la vista di tanta freddezza mi fa impazzire." "Se volete liberarvi di me, rispondetemi" insistette il signor Linton. "Dovete rispondermi, e la vostra violenza non mi allarma. Ho scoperto che potete essere stoica quanto chiunque altro se decidete di farlo. Intendete rinunciare a Heathcliff da ora in poi, o rinunciare a me? E' impossibile che voi siate nello stesso tempo amica mia e sua, e esigo, esigo di sapere quale sia la vostra scelta."
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"Io esigo di venir lasciata sola!" esclam furiosamente Catherine. "Lo pretendo! Non vedete che riesco a malapena a restare in piedi? Edgar, Edgar...lasciatemi!". Suon il campanello fino a spezzarlo; io entrai con calma. Quelle sue collere perfide e irragionevoli bastavano a esasperare la pazienza di un santo! Era l, che batteva la testa contro il bracciolo del divano e digrignava i denti tanto da far credere che si sarebbero spezzati. Il signor Linton era in piedi e la guardava, preso da improvviso pentimento e paura. Mi disse di portare dell'acqua. Lei non aveva tanto fiato da poter parlare. Io portai un bicchiere pieno e, poich lei rifiutava di bere, glielo spruzzai in viso. In pochi secondi, lei si irrigid, stralun gli occhi, mentre le guance, improvvisamente esangui e livide, prendevano un aspetto di morte. Linton era atterrito. "Non c' assolutamente nulla di cui preoccuparsi" gli sussurrai. Non volevo che cedesse, sebbene, in cuor mio, non potessi impedirmi di aver paura. "Ha le labbra insanguinate!" ribatt lui rabbrividendo. "Non badatele!" risposi acidamente; e gli dissi che aveva gi deciso, prima del suo arrivo, di fingere una crisi. Incautamente, lo dissi a voce alta, e lei mi sent, perch balz in piedi, i capelli sciolti tempestosamente sulle spalle, gli occhi lampeggianti, i muscoli del collo e delle braccia tesi in modo innaturale. Mi preparai quanto meno a avere le ossa rotte; ma lei si accontent di guardarsi attorno con gli occhi sbarrati, poi corse via. Il padrone mi disse di seguirla; io lo feci, fino alla porta della sua stanza; lei mi imped di andare oltre chiudendola a chiave. Poich non diede prova di voler scendere per la colazione la mattina seguente, io andai a chiederle se la voleva in camera. "No!" rispose risolutamente. Ripetei la stessa domanda a pranzo e all'ora del t, e di nuovo il giorno dopo, e ricevetti la stessa risposta. Da parte sua, il signor Linton trascorreva il tempo in biblioteca e non chiedeva notizie della moglie. Lui e Isabella avevano parlato per un'ora e lui aveva cercato di suscitare nella sorella sentimenti di orrore per la corte che le faceva Heathcliff; ma non era riuscito a interpretare le risposte evasive di lei, e si era visto costretto a chiudere in modo del tutto insoddisfacente quella conversazione, aggiungendo tuttavia, come solenne ammonimento, che se lei fosse stata tanto pazza da incoraggiare quell'indegno corteggiatore, qualsiasi legame di parentela tra Isabella e lui sarebbe stato infranto. XII Mentre la signorina Linton vagava tristemente nel parco e nel giardino, sempre in silenzio, quasi sempre in lacrime, suo fratello si chiudeva tra libri che non apriva mai, consumandosi, ne ero certa, nella continua, incerta speranza che Catherine, pentendosi della sua condotta, andasse da lui di propria volont per chiedergli perdono e cercare di riconciliarsi; e lei si ostinava nel suo digiuno, pensando, probabilmente, che a ogni pasto Edgar fosse sul punto di soffocare per la sua assenza e che soltanto l'orgoglio gli impedisse di correre a gettarsi ai suoi piedi, io continuavo nei miei consueti doveri domestici, certa che a Thrushcross Grange abitasse una sola persona sensata e che questa fossi io. Non mi perdevo a compatire la signorina, n a cercar di convincere la padrona, n prestavo attenzione ai sospiri del signor Linton che moriva dal desiderio di ascoltare il nome della moglie, poich non poteva ascoltarne la voce. Ero decisa a lasciare che, per quanto mi riguardava, risolvessero le cose come volevano; e, sebbene queste procedessero con esasperante lentezza, cominciai infine a rallegrarmi scorgendo, come mi parve all'inizio, l'aurora di una soluzione. Il terzo giorno la signora Linton apr la porta e, avendo finito l'acqua nella brocca e nel catino, chiese che le venisse rinnovata; chiese anche una scodella di farinata poich si sentiva morire. Io pensai si trattasse di un discorso riservato a Edgar. Non credetti affatto alle sue parole; cos, le tenni per me e le portai t e pane tostato.
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Lei bevve e mangi avidamente; poi torn a distendersi sul letto, tormentandosi le mani e gemendo. "Oh, morir" disse "dal momento che nessuno si cura di me. Vorrei non aver preso quel t." Poi, dopo una lunga pausa, la sentii mormorare. "No, non morir... lui ne sarebbe felice: non mi ama e non mi rimpiangerebbe." "Volevate qualcosa, signora?" chiesi, senza rinunciare alla mia perenne calma, a dispetto del suo viso spettrale, dei suoi modi strani, esasperati. "Che cosa sta facendo quell'uomo insensibile?" chiese, allontanandosi dal viso devastato i capelli arruffati. " piombato in letargo o morto?". "Niente di tutto questo" risposi "se vi riferite al signor Linton. Sta piuttosto bene, credo, anche se i suoi studi lo impegnano pi di quanto sarebbe giusto; sta sempre tra i libri, non avendo altra compagnia." Non avrei parlato cos se avessi conosciuto le vere condizioni di lei, ma non riuscivo a liberarmi dall'idea che facesse la commedia. "Tra i libri!" grid lei, stravolta "e io sto morendo, sono ormai sull'orlo della tomba! Ma lo sa quanto sono cambiata?" continu, guardando la sua immagine riflessa in uno specchio appeso alla parete di fronte. " questa Catherine Linton? Forse immagina che il mio sia soltanto un capriccio, una commedia forse. Non puoi dirgli che la cosa terribilmente seria? Nelly, se non troppo tardi, appena conoscer i suoi sentimenti sceglier tra queste due soluzioni: lasciarmi morire di fame subito - ma questo non sarebbe un castigo se lui non ha un cuore - o guarire e abbandonare il paese. Mi hai detto la verit quando mi hai parlato di lui? Attenta. davvero cos indifferente alla mia vita?". "Signora" risposi "il padrone non sa che siete impazzita; e naturalmente non teme che vi lasciate morire di fame." "Credi di no? E non puoi dirgli che lo far?" ribatt lei. "Convincilo, parlagli come fosse un'idea tua, digli che sei certa che lo far." "Dimenticate, signora Linton, di aver preso un po' di cibo con molto entusiasmo questa sera, e domani ne vedrete i buoni effetti." "Se soltanto fossi certa di ucciderlo con questo" mi interruppe "mi ucciderei subito! In queste tre terribili notti non ho chiuso occhio - e sono stata tormentata, ossessionata, Nelly! Ma comincio a pensare che tu non mi voglia bene. strano! Pensavo, sebbene tutti nutrano odio e disprezzo reciproco, che non potessero impedirsi di amare me - e in poche ore sono tutti diventati miei nemici. Ne sono certa: la gente di qui, intendo. terribile affrontare la morte circondata dai loro volti freddi! Isabella, terrificata e disgustata, che ha paura di entrare nella mia camera: sarebbe terribile vedere Catherine che muore. E Edgar, che rimane solennemente in piedi accanto a me a aspettare la fine, poi rende grazie a Dio per la pace infine restituita a questa casa e ritorna ai suoi libri! Ma che cosa pu farsene dei libri, quando io sto morendo?" Non riusciva a sopportare l'idea, che io avevo insinuato nella sua mente, della filosofica rassegnazione del signor Linton. Continuando ad agitarsi, port quella sorta di febbrile stupore sull'orlo della follia e strapp il cuscino con i denti; poi, alzandosi tutta in fiamme, mi chiese di aprire la finestra. Eravamo in pieno inverno, il vento di nord-est era forte, e io protestai. Le espressioni che le attraversavano il volto e i suoi mutamenti di umore cominciarono a allarmarmi terribilmente, riportandomi alla memoria la sua precedente malattia e l'ordine del dottore di non contrariarla. Un istante prima era stata violenta; ora, sorreggendosi su un braccio e senza accorgersi del mio rifiuto, sembrava provare un divertimento puerile nel togliere le piume dagli strappi che aveva appena fatto, allineandole sul lenzuolo secondo la loro diversa appartenenza; la sua mente si perdeva dietro altri pensieri e ricordi. "Questa una piuma di tacchino" mormorava "e questa di anatra selvatica; e questa di piccione. Ah, mettono piume di piccione nei cuscini - non mi stupisco di non aver potuto morire!. Dovr stare attenta a gettarla a terra quando mi distender. E questa la piuma di un gallo di brughiera; e questa - la riconoscerei tra mille - la piuma di una pavoncella. Che bell'uccello! volava in cerchio sulle nostre teste in mezzo alla brughiera. Voleva raggiungere il nido, perch le nuvole sfioravano quasi le colline e sentiva che stava per arrivare la pioggia. Questa piuma stata raccolta dalla brughiera, l'uccello non stato ucciso - abbiamo visto il nido durante l'inverno; pieno di piccoli scheletri.
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Heathcliff aveva preparato una trappola, e gli uccelli adulti non osavano avvicinarsi. Gli ho fatto promettere di non uccidere mai pi una pavoncella da allora, e lui ha mantenuto la promessa. S, eccone altre! Ha ucciso le mie pavoncelle, Nelly? Ce ne sono di rosse? Devo guardare." "Finitela con questi giochi da bambina!" la interruppi tirando via il cuscino e sistemandolo con gli strappi verso il materasso poich lei ne toglieva le piume a piene mani. "Mettetevi gi e chiudete gli occhi; dite cose senza senso. Guardate che confusione! Le piume volano dappertutto come neve!". E cominciai a muovermi nella stanza per raccoglierle. "Vedo in te, Nelly" continu con voce sognante "una donna anziana - hai i capelli grigi e le spalle curve. Questo letto la grotta fatata sotto la Rupe di Penistone, e tu stai raccogliendo frecce di elfi per colpire le giovenche; fingendo, finch io ti sono vicina, che si tratti di ciuffi di lana. Ecco che cosa diventerai da qui a cinquant'anni; lo so che adesso non sei cos. Non dico cose senza senso, ti sbagli; altrimenti crederei che tu sia davvero quella vecchia raggrinzita e che io mi trovi davvero sotto la Rupe di Penistone; mentre so che sera, e che ci sono due candele sul tavolo che fanno scintillare come giaietto l'armadio nero." "L'armadio nero? e dov'?" chiesi. "Parlate nel sonno." "Contro il muro, dove sempre stato. vero che ha un aspetto strano - riesco a vederci un volto!". "Non c' un armadio in questa stanza e non c' mai stato" dissi, tornando a sedermi accanto a lei e sollevando le cortine del letto per poterla guardare. "Non vedi dunque quel volto?" mi chiese, rivolgendo uno sguardo intenso allo specchio. E, per quanto dicessi, non riuscivo a farle comprendere che si trattava del suo volto; cos, mi alzai e coprii lo specchio con uno scialle. " sempre dietro lo scialle!" riprese ansiosamente lei. "E si muoveva. Chi ? Spero che non verr fuori quando te ne sarai andata. Oh, Nelly, la camera abitata dai fantasmi! Ho paura a rimanere sola!". Le presi una mano e la esortai a calmarsi, poich veniva scossa da brividi continui e si ostinava a volgere spasmodicamente lo sguardo verso lo specchio. "Non c' nessuno qui" insistetti. "Eravate, voi, signora Linton; poco fa lo sapevate." "Io!" esclam lei ansando "e l'orologio batte le dodici! dunque vero: spaventoso!". Strinse con le dita il lenzuolo e se lo port sopra gli occhi. Io cercai di avvicinarmi furtivamente alla porta con l'intenzione di chiamare il marito, ma venni costretta a tornare indietro da un urlo lacerante: lo scialle era scivolato via dallo specchio. "Ebbene, che cosa succede?" gridai. "Chi codardo adesso? Riprendetevi! lo specchio, lo specchio, signora Linton; vedete voi stessa allo specchio, e ora potete vedere anche me, al vostro fianco." Tremante e stordita, lei si stringeva a me, ma a poco a poco l'orrore svan dal suo volto, e il pallore cedette a un rossore di vergogna. "Oh, povera me! credevo di essere a casa" sospir. "Credevo di essere a letto nella mia camera a Wuthering Heights. Sono tanto debole che la mia mente si confusa e ho gridato senza accorgermene. Non parlare, ma rimani accanto a me. Ho paura di dormire: i miei sogni mi sconvolgono." "Un buon sonno vi farebbe bene, signora" risposi. "E spero che questa vostra sofferenza vi tratterr dal cercare ancora di morire di fame." "Oh, se soltanto fossi nel mio letto nella vecchia casa!" continu lei con amarezza, torcendosi le mani. "E quel vento che risuona negli abeti vicino alla finestra. Lasciamelo sentire - viene dritto dalla brughiera - lasciamene respirare almeno un soffio!". Per calmarla, aprii pochi secondi la finestra. Una raffica gelida entr; la richiusi subito e ritornai accanto al letto. Ora era tranquilla, il viso bagnato di lacrime. L'estrema stanchezza del corpo aveva infine domato il suo spirito; la nostra tempestosa Catherine era ormai una bambina in lacrime. "Da quanto tempo mi sono chiusa qua dentro?" chiese, riprendendosi di colpo. " stato luned sera, e oggi gioved notte, o piuttosto, ormai, venerd mattina."
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"Soltanto? della stessa settimana?" esclam lei. "Cos poco tempo?". "Anche troppo, per vivere soltanto di acqua fredda e malumore" osservai. "Sembrano molte, molte ore" mormor lei con voce incerta. "Deve essere pi tempo; ricordo quando ero in salotto dopo la loro lite; ricordo che Edgar stato crudele e esasperante, e che io sono fuggita disperatamente in questa stanza. Appena ho chiuso la porta a chiave, le tenebre pi assolute mi hanno sopraffatto e sono caduta a terra. Non potevo spiegare a Edgar quanto fossi certa di avere una crisi o di impazzire se lui continuava a indispettirmi cos. Avevo perduto il dominio della parola e della mente, e lui forse non ha saputo immaginare la mia sofferenza; avevo soltanto la padronanza di me necessaria per fuggire da lui e dalla sua voce. Prima che mi riprendessi tanto da ricominciare a vedere e a sentire, era quasi l'alba; e ora, Nelly, ti dir quello che ho pensato, quello che ha continuato a perseguitarmi tanto che temevo per la mia ragione: pensavo, mentre giacevo a terra con la testa contro la gamba del tavolo e lo sguardo che distingueva appena il riquadro grigio della finestra, di essere a casa, nel letto a pannelli di quercia; e il cuore mi doleva per qualche grande dolore che, appena sveglia, non riuscivo a ricordare. Pensavo e mi tormentavo per scoprire di che cosa si trattasse; e, in modo davvero singolare, gli ultimi sette anni della mia vita mi sembravano completamente vuoti! Non ricordavo neppure che fossero passati. Ero una bambina; mio padre era appena stato seppellito e la mia sofferenza nasceva dalla separazione che Hindley aveva imposto a me e Heathcliff. Per la prima volta ero sola nella mia camera, e, destandomi da un sogno tormentoso dopo una notte di pianto, ho sollevato la mano per aprire i pannelli: la mano ha urtato contro il piano del tavolo! L'ho fatta scorrere sul tappeto, e in quel momento la memoria ritornata, e la mia angoscia di un tempo stata inghiottita in una spasmodica disperazione. Non potrei dire perch mi sentissi cos sventurata; deve essersi trattato di un istante di follia, perch non c' una vera ragione. Ma cerca di immaginare che io, a dodici anni, sia stata strappata da Wuthering Heights, da tutti i miei legami, da quello che per me allora era il mio tutto, Heathcliff, per divenire di colpo la signora Linton, la padrona di Thrushcross Grange, la moglie di un estraneo, un'esule, strappata da quello che era stato il mio mondo... allora puoi forse farti una pallida idea dell'abisso di disperazione in cui strisciavo! S, scuoti pure la testa, Nelly, ma hai contribuito anche tu a sconvolgermi. Avresti dovuto parlare a Edgar, avresti davvero dovuto farlo, e costringerlo a lasciarmi stare. Oh, mi sento ardere tutta! Vorrei essere fuori, all'aperto. Vorrei tornare a essere una ragazza, quasi una selvaggia, e aspra e libera, che ride delle offese e non ne impazzisce! Perch sono tanto mutata? perch il mio sangue si agita tumultuosamente per poche parole? So che ritornerei a essere me stessa se potessi ritrovarmi una sola volta tra l'erica delle colline. Apri di nuovo la finestra, spalancala, lasciala aperta! Presto! perch non ti muovi?". "Perch non voglio farvi morire di freddo" risposi. "D piuttosto che non vuoi darmi la possibilit di vivere" ribatt cupamente lei. "Tuttavia, non sono ancora tanto inerme e la aprir io stessa." Scivolando fuori dal letto prima che io potessi trattenerla, attravers la stanza, con un passo incerto, spalanc la finestra e si sporse fuori, senza curarsi dell'aria gelida che la colpiva alle spalle tagliente come un coltello. La supplicai, e infine cercai di costringerla a ritirarsi. Ma scoprii subito che la forza che le veniva dal delirio superava di molto la mia (e che il suo fosse un delirio mi parve certo per le azioni che comp in seguito e per il suo vaneggiare). Non c'era luna, e tutto era immerso in una foschia tenebrosa; non si vedeva luce alla finestra di nessuna casa, vicina o lontana; gi da molto tempo ogni lume era stato spento, e quelli di Wuthering Heights non erano mai visibili; tuttavia, lei afferm di vederne lo splendore. "Guarda!" esclam animandosi tutta "ecco la mia stanza, con la candela e gli alberi che ondeggiano davanti alla luce - e l'altra candela nella soffitta di Joseph: Joseph resta sveglio fino a tardi, vero? Sta aspettando che io torni a casa per poter chiudere il cancello; bene: dovr aspettare ancora molto. E' un cammino faticoso, e il cuore soffre nel percorrerlo; e dobbiamo passare dalla cappella di Gimmerton per compiere quel viaggio. Abbiamo spesso sfidato insieme gli spettri che si aggirano nel cimitero, spesso ci siamo sfidati reciprocamente a rimanere tra le tombe cercando di evocarli. Ma, Heathcliff, se io ora ti
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sfidassi a farlo, ne avresti il coraggio? Se lo avrai ti terr con me. Non giacer l da sola. Possono seppellirmi dodici piedi sotto terra, e gettarmi sopra la chiesa intera; ma non riposer fino a quando tu non sarai con me. Mai!". Tacque, quindi riprese con uno strano sorriso: "Sta riflettendo; preferirebbe che io andassi da lui. Trova il modo, dunque! non attraverso quel cimitero. Come sei lento! Rassegnati, eri sempre pi lento di me!". Comprendendo che contro la sua pazzia i ragionamenti erano vani, stavo studiando come riuscire a prendere qualcosa per coprirla senza allontanarmi da lei, poich non mi fidavo a lasciarla sola davanti alla finestra aperta, quando, con profonda costernazione, sentii muoversi la maniglia, e il signor Linton entr. Veniva allora dalla biblioteca; attraversando il corridoio, ci aveva sentito parlare, e era stato spinto dalla curiosit, o dalla paura, a venire a vedere che cosa accadesse, a un'ora cos tarda. "Oh, signore!" gridai, interrompendo l'esclamazione che gli saliva alle labbra alla vista che lo accolse, alla cupa atmosfera della camera "la mia povera padrona sta male, e io non riesco a controllarla, non ci riesco affatto. Vi prego, convincetela a tornare a letto. Dimenticate la vostra collera: difficile guidarla lungo strade che non siano le sue." "Catherine sta male?" disse, affrettandosi verso di noi. "Chiudete la finestra, Ellen! Catherine, perch...". Ma subito tacque; il volto spettrale della signora Linton lo ridusse al silenzio; riusc soltanto a volgere lo sguardo da lei a me con atterrito stupore. " rimasta qui a tormentarsi" continuai io "e non ha mangiato quasi nulla, e non si lamentava mai; non ha permesso a nessuno di noi di entrare sino a questa sera, e cos non abbiamo potuto informarvi del suo stato perch noi stessi non lo conoscevamo; ma non nulla." Comprendevo di giustificarmi in modo assai goffo; il padrone si accigli. "Non nulla, vero, Ellen Dean?" disse severamente. "Mi renderete conto di questo, dovrete spiegarmi con ben altra chiarezza perch mi avete tenuto all'oscuro" e prese la moglie tra le braccia guardandola con angoscia. Dapprima, lei parve non riconoscerlo: non era visibile per i suoi occhi assorti. Tuttavia, il delirio non era costante; riuscendo infine a distogliere lo sguardo dalla contemplazione delle tenebre notturne, a poco a poco pot fissare su di lui la sua attenzione e comprese chi la tenesse tra le braccia. "Ah, siete venuto infine, Edgar Linton?" chiese con rabbiosa animazione. "Siete una di quelle cose che si trovano sempre quando nessuno le vuole e mai quando sono necessarie! Immagino che ora dovr sentire tutti i vostri lamenti... s, vedo bene che cos... ma non potranno tenermi lontano dalla mia stretta dimora laggi, dal luogo del mio riposo dove dovr recarmi prima che finisca la primavera. l, il mio rifugio, non tra i Linton, badate, sotto il tetto della cappella; ma all'aria aperta, con una semplice pietra, e quanto a voi, potete scegliere liberamente se andare con loro o con me!". "Catherine, che cosa avete fatto?" cominci il padrone. "Non sono pi nulla per voi? Amate dunque quello sciagurato di Heath...". "Silenzio!" grid la signora Linton. "Silenzio; non una parola di pi! Pronunciate il suo nome, e io metter fine alla cosa con un salto fuori dalla finestra! Quello che in questo istante toccate, potete averlo; ma la mia anima sar su quella collina prima che possiate di nuovo mettere le mani su di me. Non vi voglio, Edgar; non ho pi bisogno di voi. Tornate ai vostri libri; sono lieta che abbiate questo conforto, poich quello che avevate in me finito." "Sragiona, signore" mi intromisi. " tutta la sera che vaneggia; ma se rester tranquilla e verr curata bene, si riprender. Da ora in poi, dobbiamo cercare di non contrariarla." "Non desidero altri consigli da voi" rispose il signor Linton. "Conoscevate il carattere della vostra padrona e mi avete incoraggiato a tormentarla. E non dirmi nulla del suo stato in questi tre giorni! stato spietato. Mesi e mesi di malattia non potrebbero causare un tale mutamento!". Cominciai a difendermi: mi sembrava ingiusto venir biasimata per la colpevole ostinazione di un'altra. "Sapevo che il carattere della signora Linton era ostinato e prepotente" esclamai "ma non sapevo che voi voleste incoraggiare il suo temperamento violento! Non sapevo che, per compiacerla, dovessi farmi complice del signor Heathcliff. Ho compiuto il dovere di una domestica fedele dicendovelo, e ho
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ricevuto la ricompensa di una domestica fedele! Bene, questo mi insegner a essere pi cauta la prossima volta. La prossima volta potrete cercare di saperle da voi le cose!". "La prossima volta che verrete a farmi la spia, lascerete immediatamente il servizio, Ellen Dean" fu la sua risposta. "Preferireste non saperne niente, immagino, signor Linton" continuai. "Heathcliff il benvenuto quando viene a corteggiare la signorina, quando si insinua qui ogniqualvolta la vostra assenza glielo permette per avvelenare la padrona contro di voi." Sebbene Catherine fosse confusa e turbata, la sua mente era tanto viva da seguire la nostra conversazione. "Ah, stata Nelly la spia" esclam tempestosamente " Nelly la mia nemica segreta. Strega, dunque vero che raccogli frecce di elfi per nuocerci! Lasciatemi andare e la far pentire! La costringer a rimangiarsi le sue menzogne gridando dal dolore!" Una furia folle si accendeva nel suo sguardo; lottava disperatamente per liberarsi dalle braccia del signor Linton. Io non avevo alcun desiderio di indugiare ancora; e, risoluta a prendermi la responsabilit di chiamare un medico, uscii dalla stanza. Attraversando il giardino per raggiungere la strada, in un punto dove nel muro infisso un anello per legare i cavalli, vidi qualcosa di bianco che si muoveva irregolarmente, e palesemente non era il vento a muoverlo. A dispetto della mia fretta, mi fermai a guardare, per non avere poi sempre con me la sensazione che si trattasse di un essere dell'altro mondo. Grande fu la mia sorpresa e la mia perplessit quando scoprii, al tatto pi che alla vista, lo spaniel della signorina Isabella, Fanny, appeso a un fazzoletto e prossimo a esalare l'ultimo respiro. Mi affrettai a liberare l'animale e lo portai in braccio nel giardino. Lo avevo visto seguire la sua padrona quando era andata a letto, e mi chiesi come avesse potuto uscire e quale malvagia creatura lo avesse trattato cos. Mentre scioglievo il nodo attorno all'anello nel muro, mi era parso di sentire pi riprese un battito di zoccoli che galoppavano a una certa distanza; ma tante cose mi occupavano la mente che non pensai affatto a quella circostanza, sebbene fosse un rumore assai strano, in quel luogo e alle due del mattino. Fortunatamente il dottor Kenneth stava uscendo allora di casa per andare a visitare un paziente al villaggio quando io arrivai sulla strada; e le parole con cui gli descrissi la malattia di Catherine Linton lo spinsero a venire immediatamente con me. Era un uomo semplice e rude; e non esit a esprimermi i suoi dubbi che Catherine potesse sopravvivere a questo secondo attacco se non si fosse rivelata pi docile ai suoi consigli di quanto fosse stata prima. "Nelly Dean" disse "non riesco a non pensare che ci sia una causa in pi per questo attacco. Che cosa accaduto a Thrushcross Grange? Si sono sentite strane cose. Una ragazza robusta e piena di vita come Catherine non si ammala per una sciocchezza; inoltre, la gente come lei non dovrebbe ammalarsi. molto difficile poi farli guarire dalle febbri e da crisi come questa. Come cominciata?". "Ve lo dir il padrone" risposi "ma voi conoscete la natura violenta degli Earnshaw, e la signora Linton li supera tutti. Una cosa posso dirvela: cominciato tutto con una lite. Durante un violento impulso di collera stata presa da una sorta di crisi. Quanto meno, quel che lei mi ha detto; poich, nel momento di maggior gravit, fuggita e si chiusa in camera. Poi, ha rifiutato di mangiare e ora a tratti sragiona, a tratti rimane immersa in una specie di sogno, nel quale riconosce quelli che le stanno attorno ma ha la mente piena di strane idee e allucinazioni." "Il signor Linton ne soffrir?" mi chiese Kenneth. "Se ne soffrir? gli si spezzer il cuore se dovesse succedere qualcosa!" risposi. "Non allarmatelo pi del necessario." "Bene, gli avevo detto di essere cauto" ribatt il dottore "e ora, se ha trascurato i miei avvertimenti, deve sopportarne le conseguenze! Non si visto spesso con il signor Heathcliff di recente?". "Heathcliff viene in visita a Thrushcross Grange" risposi "ma viene soprattutto perch la padrona lo conosceva quando era ragazzo, non perch al padrone piaccia
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la sua compagnia. Ora, non avr pi il fastidio di venire, avendo avuto la presunzione di aspirare alla mano della signorina Linton. Non credo che il signor Linton si far ingannare ancora." "E la signorina Linton lo rifiuta?". "Non sono la sua confidente" risposi, preferendo non continuare in quell'argomento. "No, una gattamorta, quella!" osserv il dottore scuotendo il capo. "Tiene tutto per s. Ma una vera sciocca. So da fonte certa che la scorsa notte, e che notte era! lei e Heathcliff hanno passeggiato insieme nel campo dietro la vostra casa per pi di due ore; e lui le chiedeva appassionatamente di non rientrare ma di salire sul suo cavallo e fuggire con lui. Chi mi ha informato ha detto che lei riuscita a respingerlo soltanto dandogli la parola d'onore che al loro prossimo incontro sarebbe stata pronta; non ha sentito quando dovesse essere questo prossimo incontro, ma voi esortate il signor Linton a tenere gli occhi bene aperti!". La notizia mi riemp di nuovi timori; precedetti Kenneth e corsi per quasi tutta la strada che mi separava da casa. Lo spaniel uggiolava ancora in giardino. Persi un minuto per aprirgli il cancello, ma, invece di correre alla porta di casa, quello cominci a andare avanti e indietro, annusando l'erba, e sarebbe fuggito sulla strada se non l'avessi preso e portato con me. Quando salii alla stanza di Isabella, vidi confermati i miei sospetti: la stanza era vuota. Se fossi giunta poche ore prima, la malattia della signora Linton avrebbe forse impedito quel passo avventato. Ma che cosa si poteva fare ora? C'era forse la remota possibilit di raggiungerli inseguendoli subito. Tutta-via, io non potevo certo inseguirli, e non osavo svegliare tutti e riempire la casa di confusione; meno ancora osavo rivelare la cosa al padrone, assorto nella sua attuale sventura, con il cuore troppo preso da quel dolore per subirne un altro. Non vidi che altro potessi fare, se non tenere la bocca chiusa e lasciare che le cose andassero per il loro corso; poich ormai Kenneth era giunto, mi ricomposi a malapena e andai a annunciarlo. Catherine dormiva di un sonno turbato; il marito era riuscito a placare la sua frenesia; ora era chino sul guanciale e osservava ogni ombra e ogni mutamento di quel suo viso dolorosamente espressivo. Il dottore, dopo averla visitata, gli parl in tono ottimistico dicendo che sperava in un esito favorevole se soltanto fossimo riusciti a tenerla in una perfetta e costante tranquillit. A me rivel che il pericolo non stava nella morte ma in un inguaribile turbamento mentale. Quella notte n io n il signor Linton chiudemmo occhio: non andammo neppure a letto. Tutta la servit si alz molto prima del consueto, e giravano per casa a passi silenziosi e si scambiavano soltanto bisbigli quando si incontravano nelle loro diverse occupazioni. Tutti erano in movimento tranne la signorina Isabella, e cominciarono a osservare quanto fosse profondo il suo sonno. Anche suo fratello chiese se si era alzata e parve ansioso di vederla, offeso che desse prova di cos poca ansia per la cognata. Tremavo al pensiero che potesse mandarmi a chiamarla; ma mi venne risparmiata la pena di essere la prima a rivelargli la sua fuga. Una delle cameriere, una ragazza sventata che era dovuta andare per una commissione a Gimmerton, venne ansante su per le scale, a bocca aperta, e si precipit nella stanza gridando: "Oh, poveri noi, poveri noi! Che cosa succeder ancora? Padrone, padrone, la nostra signorina...". "Tieni il becco chiuso!" mi affrettai a gridare, furiosa per il chiasso che faceva. "Parlate pi piano, Mary. Che cosa c'?" disse il signor Linton. "Che cosa ha la signorina?". "Se n' andata, se n' andata! Heathcliff, proprio lui, scappato con lei!" rispose la ragazza ansante. "Non vero!" esclam Linton, alzandosi profondamente agitato "non pu essere vero. Come vi venuta in mente una cosa simile? Ellen Dean, andate a cercarla... incredibile... non pu essere vero." Mentre parlava, condusse la ragazza alla porta e le chiese di nuovo di spiegare quella sua affermazione. "Ecco, ho incontrato per strada un ragazzo che porta qui il latte" rispose lei balbettando "e mi ha chiesto se eravamo nei guai qui alla Grange. Pensavo che
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parlasse della malattia della signora e cos gli ho risposto di s. E allora quello mi dice: "Certo hanno mandato qualcuno a inseguirli". Io l'ho guardato con gli occhi spalancati. Lui ha capito che non ne sapevo niente e mi ha detto che un signore e una signora si erano fermati per far sistemare lo zoccolo di un cavallo dal maniscalco, due miglia fuori Gimmerton, non molto dopo mezzanotte; e che la figlia del maniscalco si era alzata per vedere chi fossero e li aveva riconosciuti subito. Aveva soprattutto riconosciuto l'uomo. Era Heathcliff, ne era sicura, non ci si pu sbagliare; e poi aveva dato una sovrana al padre per pagarlo. La signora si nascondeva la faccia con un mantello; ma quando ha chiesto un sorso d'acqua e ha cominciato a bere, il mantello caduto indietro e la ragazza l'ha vista benissimo. Heathcliff teneva tutte e due le redini mentre cavalcavano e andavano nella direzione opposta al villaggio, galoppando in fretta quanto potevano su quelle strade sassose. La ragazza non ha detto niente al padre, ma questa mattina ha raccontato tutto a Gimmerton." Soltanto per la forma corsi a guardare nella camera di Isabella, confermando, quando tornai, le parole della ragazza. Il signor Linton era tornato a sedersi accanto al letto; quando ritornai, alz lo sguardo, comprese la verit dal mio aspetto, e abbass lo sguardo senza dare alcun ordine, senza pronunciare una parola. "Dobbiamo fare qualcosa per raggiungerli e riportarla qui?" chiesi. "Come dobbiamo fare?". " andata di sua volont" rispose il padrone. "Aveva il diritto di andare se voleva. Non parlatemi pi di lei. Da ora in poi mia sorella solo di nome; non perch io la rinneghi, ma perch lei ha rinnegato me." Fu tutto quello che disse sull'argomento; non fece alcuna ricerca, n parl pi di lei in alcun modo, se non per dirmi di mandare le sue cose nella sua nuova casa, ovunque fosse, appena lo avessi saputo. XIII I fuggiaschi rimasero assenti per due mesi; in quei due mesi la signora Linton pat e sconfisse il peggior attacco di quella che venne definita una febbre celebrale. Nessuna madre avrebbe potuto curare il suo unico bimbo con la devozione con cui Edgar la curava. Vegliava accanto a lei giorno e notte, sopportando con perfetta pazienza i fastidi che nervi irritabili e una mente turbata potevano infliggergli; sebbene Kenneth osservasse che quel che egli aveva strappato alla tomba avrebbe ricompensato le sue pene soltanto divenendo fonte di nuove e costanti ansie future - sebbene dicesse in verit che la salute e la forza di lui venivano sacrificate per salvare un relitto umano - Linton non conobbe limiti alla sua gratitudine e alla gioia quando la vita di Catherine venne dichiarata fuori pericolo; un'ora dopo l'altra le rimaneva accanto, seguendo il percorso del suo lento ritorno alla salute fisica e illudendosi che anche la sua mente avrebbe ritrovato l'equilibrio e che presto lei sarebbe ritornata interamente se stessa. Lasci la sua stanza per la prima volta all'inizio del marzo successivo. Il signor Linton le aveva messo sul guanciale, al mattino, alcuni crochi dorati; lo sguardo di lei, per lungo tempo estraneo a qualsiasi bagliore di gioia, li vide svegliandosi e si illumin mentre lei li riuniva con entusiasmo in un mazzo. "Sono i primi fiori che sbocciano a Wuthering Heights!" esclam. "Mi ricordano le brezze dolci del disgelo, e il sole caldo e la neve quasi sciolta. Edgar, non soffia un vento del sud adesso e la neve non quasi tutta scomparsa?". "La neve quasi sparita da qui, tesoro!" rispose lui. "E su tutta la brughiera riesco a vedere soltanto due macchie bianche. Il cielo azzurro, le allodole cantano, e i fiumi e i ruscelli sono tutti gonfi d'acqua. Catherine, la primavera scorsa, proprio in questo periodo, morivo dal desiderio di avervi sotto il mio tetto; ora vorrei che foste su quelle colline un miglio o due lontano; l'aria cos dolce che sono certo vi gioverebbe." "Non torner mai pi l, se non una sola volta" disse la malata "e allora mi lascerete l e l rimarr per sempre. La prossima primavera conoscerete ancora il desiderio di avermi sotto questo tetto, e vi volgerete indietro e penserete che oggi eravate felice."

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Linton le prodig le pi affettuose carezze e si studi di rallegrarla con le parole pi tenere; ma, mentre guardava distrattamente i fiori, Catherine lasciava che le lacrime le bagnassero le ciglia e le scorressero lungo le guance. Sapevamo che la sua salute era davvero migliorata, e concludemmo che l'essere stata per cos lungo tempo rinchiusa nello stesso luogo fosse la causa di quella sua tristezza, che un mutamento di scena avrebbe dunque potuto in parte sanare. Il padrone mi disse di accendere il fuoco nel salotto ormai deserto da molte settimane e di sistemare una poltrona al sole, presso la finestra; poi la port gi, e lei rimase seduta a lungo, godendosi il calore del sole e, come speravamo, rianimandosi alla vista degli oggetti attorno a lei che, sebbene le fossero familiari, erano privi dei terribili ricordi associati all'ormai detestata camera da letto. Alla sera sembrava molto stanca; pure, nulla riusc a convincerla a ritornare in quella camera, e io dovetti prepararle come letto il divano del salotto fino a quando non si potesse sistemare per lei un'altra stanza. Per risparmiarle la fatica di salire e scendere le scale, le preparammo proprio la stanza in cui voi siete in questo momento, sullo steso piano del salotto; e lei presto fu abbastanza forte per spostarsi da una stanza all'altra, sostenendosi al braccio di Edgar. Finii per pensare anch'io che sarebbe guarita, circondata com'era da tante cure. E avevamo una doppia ragione per desiderarlo, poich dalla sua esistenza dipendeva un'altra esistenza; accarezzavamo la speranza che tra breve il cuore del signor Linton si sarebbe rallegrato, e che la sua propriet sarebbe stata strappata agli artigli di un estraneo, per la nascita di un erede. Dovrei forse dirvi che Isabella aveva mandato al fratello, circa sei settimane dopo la sua fuga, un biglietto nel quale annunciava il suo matrimonio con Heathcliff. Un biglietto molto asciutto e freddo; ma in fondo, a matita, erano state aggiunte confuse parole di scusa e la preghiera di venir ricordata e di poter ottenere una riconciliazione se la sua condotta lo aveva offeso: allora lei non avrebbe potuto evitare di fare quel che aveva fatto, e ora non era in suo potere annullarlo. Credo che Linton non rispondesse al biglietto; e, nel giro di due settimane, ricevetti una lunga lettera che mi parve strana, scritta dalla penna di una giovane sposa appena uscita dalla luna di miele. Ve la legger, poich la conservo ancora. Ogni ricordo dei morti prezioso, se ci erano cari quando erano vivi. Comincia cos: Cara Ellen, sono arrivata la notte scorsa a Wuthering Heights e ho appreso, per la prima volta, che Catherine stata e ancora molto ammalata. Non posso scrivere a lei, senza dubbio, e mio fratello o troppo in collera o troppo addolorato per rispondere alla lettera che gli ho scritto. Tuttavia, devo scrivere a qualcuno, e posso scrivere soltanto a te. D a Edgar che darei il mondo intero per poterlo rivedere, che il mio cuore era a Thrushcross Grange ventiquattr'ore dopo averla lasciata e che ancora l in questo istante, pieno di tenerezza per lui e per Catherine! Tuttavia non posso seguire il mio cuore (le parole precedenti erano sottolineate); non devono aspettarmi, e possono trarne le conclusioni che preferiscono, purch non diano la colpa a una mia scarsa volont o alla debolezza del mio affetto. Il resto della lettera soltanto per te. Voglio chiederti due cose: la prima questa: Come hai potuto serbare in te sentimenti umani mentre abitavi qui? Non riesco a trovare alcun rapporto tra un mio sentimento e i sentimenti di quelli che mi circondano. La seconda domanda mi sta molto a cuore; questa: Il signor Heathcliff un uomo? Se lo , pazzo? E se non lo , un demonio? Non ti dir perch ti rivolgo questa domanda; ma ti supplico di spiegarmi, se puoi, chi ho sposato; intendo dire, quando verrai a trovarmi; e devi venire, Ellen, molto presto. Non scrivere, ma vieni e portami una lettera di Edgar. Ora ti dir come sia stata ricevuta nella mia nuova casa, poich credo che Wuthering Heights debba essere tale. Soltanto per distrarmi indugio su argomenti quali la totale assenza di comodit; in realt non occupano mai i miei pensieri se non quando ne sento la mancanza. Riderei e ballerei di gioia se potessi
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scoprire che la mancanza di comodit la sola causa delle mie sofferenze e tutto il resto soltanto un incubo! Il sole tramontava dietro Thrushcross Grange quando noi ci incamminammo sulla brughiera; compresi da questo che erano le sei, e il mio compagno sost mezz'ora a esaminare il parco e i giardini e, probabilmente, anche la casa, come meglio pot. Era dunque gi buio quando scendemmo da cavallo nel cortile acciottolato della fattoria, e il tuo vecchio compagno, Joseph, usc per accoglierci alla luce di una candela di sego. Lo fece con un garbo che torna davvero a suo onore. Il suo primo gesto fu di alzare il lume al mio viso, di guardarmi con malignit, di fare una smorfia di disprezzo e di andarsene. Poi prese i nostri due cavalli e li port nelle stalle, riapparendo soltanto per chiudere con il catenaccio il cancello esterno come se vivessimo in un antico castello. Heathcltff si ferm a parlargli e io entrai nella cucina - una tana sudicia e disordinata; immagino che non la riconosceresti, tanto mutata da quando era affidata a te. Accanto al fuoco stava una birba di bambino, robusto e sporco, che ricordava Catherine negli occhi e nella bocca. Pensai dovesse essere il nipote acquisito di Edgar, in qualche modo dunque il mio; dovevo stringergli la mano e... s... dovevo baciarlo. Era giusto stabilire buoni rapporti fin dall'inizio. Mi avvicinai e, cercando di prendergli la manina grassoccia, dissi: "Come stai, caro?". Lui mi rispose in un dialetto che non capii. "Vogliamo essere amici, Hareton?" fu il secondo tentativo di conversazione che feci. Una imprecazione, e la minaccia di scatenarmi contro Throttler se non "me la filavo in fretta" fu la ricompensa per tanta perseveranza. "Ehi, Throttler, bello!" sussurr quella piccola canaglia, ridestando un bastardo di bull-dog dalla sua cuccia in un angolo. "Te ne vai adesso?" chiese imperiosamente. Il desiderio di rimanere in vita mi costrinse a acconsentire; oltrepassai la soglia aspettando che entrasse qualcun altro. Il signor Heathcliff non era da nessuna parte; e Joseph, che avevo seguito nelle stalle chiedendogli di accompagnarmi in casa, dopo avermi guardato stupefatto e aver borbottato qualcosa, ha arricciato il naso e ha risposto: "Ma senti, senti, senti! Quando mai un cristiano ha dovuto sentire niente di simile? Non fate che bisbigliare e mangiarvi le parole! Come faccio a capire che cosa dite?". "Ho detto che vorrei mi accompagnaste in casa!" gridai, pensando fosse sordo, pure profondamente offesa dalla sua scortesia. "No, no di certo! Ho altro da fare" fu la risposta; e continu nel suo lavoro, sempre biascicando qualcosa e guardandomi il vestito e il viso (il primo senza dubbio troppo elegante, ma il viso, ne sono certa, triste quanto egli poteva desiderare) con sovrano disprezzo. Feci il giro del cortile, e, attraverso un cancelletto, arrivai a un'altra porta, alla quale mi permisi di bussare sperando che qualche domestico d'aspetto pi civile facesse la sua comparsa. Dopo una breve attesa, venne aperta da un uomo alto, spettrale, senza fazzoletto al collo e estremamente trascurato in tutto; i lineamenti si perdevano in una massa di capelli arruffati che gli ricadevano sulle spalle; e anche i suoi occhi erano come lo spettro degli occhi di Catherine, privi di tutta la loro bellezza. "Che cosa ci fate qui?" chiese con aria torva. "Chi siete?". "Mi chiamavo Isabella Linton" risposi: "Mi avete gi visto, signore. Ho sposato di recente il signor Heathcliff, che mi ha portato qui, con il vostro consenso, immagino." " tornato, dunque?" chiese quella specie di eremita, guardandosi attorno come un lupo affamato. "S, siamo appena tornati" spiegai "ma mi ha lasciata sola alla porta della cucina; e quando ho cercato di entrare, il vostro bambino si messo a fare la sentinella e mi ha costretto a allontanarmi spaventandomi con un bull-dog."

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" una buona cosa che quel demonio d'inferno abbia mantenuto la parola!" brontol il mio futuro ospite, scrutando le tenebre alle mie spalle nella speranza di scorgere Heathcliff; poi si abbandon a un monologo fatto di esecrazioni e di minacce circa quel che avrebbe fatto se il "demonio" lo avesse ingannato. Mi pentii di aver provato a quella seconda porta; e pensavo gi di allontanarmi senza dargli il tempo di finire le sue imprecazioni, quando, prima che potessi mettere in atto la mia intenzione, mi ordin di entrare e chiuse a chiave la porta. C'era un gran fuoco, e era quella la sola luce della grande stanza il cui pavimento era diventato uniformemente grigio; i piatti di peltro un tempo lucenti che attraevano il mio sguardo quando ero ragazza, erano altrettanto foschi, appannati e impolverati. Chiesi se potessi chiamare la cameriera perch mi conducesse a una camera da letto. Il signor Earnshaw non rispose. Camminava su e gi, con le mani in tasca, apparentemente dimentico della mia presenza; appariva tanto assorto, e tutto il suo aspetto era cos solitario e ostile che preferivo non dargli altro disturbo. Non ti sorprender, Ellen, che io mi sentissi particolarmente triste, seduta in quella che era peggiore di un'autentica solitudine, davanti a quel camino inospitale, e ricordando che a quattro miglia si trovava la mia bella casa dove dimoravano le sole persone che io amassi sulla terra; tanto valeva ci fosse l'atlantico tra noi, invece di quelle quattro miglia. Non potevo superarle! Mi chiesi dove potessi trovare un po' di conforto: E - bada di non dirlo a Edgar o Catherine - la sofferenza pi grave di tutte era questa: la certezza di non trovare nessuno che potesse o volesse essermi alleato contro Heathcliff! Avevo cercato riparo a Wuthering Heights quasi con gioia, poich mi avrebbe evitato di vivere sola con lui; ma lui conosceva la gente da cui andavamo e non temeva che potessero intromettersi. Rimasi a lungo seduta a riflettere tristemente; l'orologio batt le otto, le nove, e Earnshaw continuava a camminare avanti e indietro, la testa china sul petto, in perfetto silenzio, se non quando un lamento o un'amara imprecazione sembrava uscirgli quasi a forza dalle labbra. Rimanevo in ascolto per cogliere una voce di donna in quella casa e riempivo quel lungo intervallo abbandonandomi a amari rimpianti e a tristi presentimenti che, infine, trovarono sfogo in sospiri che non riuscivo a frenare, e nel pianto. Non mi resi conto di quanto palese fosse la mia sofferenza fino a quando Earnshaw non interruppe la sua passeggiata fermandosi davanti a me e guardandomi con rinnovata sorpresa. Approfittando di quella sua ritrovata attenzione, esclamai: "Sono stanca del viaggio e vorrei andare a letto! Dov' la cameriera? Portatemi da lei, dal momento che lei non viene da me." "Non abbiamo nessuna cameriera" rispose "dovete badare a voi stessa." "Allora" singhiozzai "dove devo dormire?" Ormai non mi curavo pi della mia dignit, troppo sconvolta dalla stanchezza e dalla sofferenza. "Joseph vi mostrer la camera di Heathcliff" rispose lui. "Aprite quella porta: Joseph l." Stavo per farlo, quando improvvisamente mi ferm e aggiunse con voce stranissima: "Abbiate la compiacenza di chiudervi a chiave e di mettere il catenaccio - non dimenticatelo!". "Ma perch" chiesi "perch, signor Earnshaw?" Non mi piaceva l'idea di chiudermi deliberatamente in una stanza con Heathcliff. "Guardate qui" rispose prendendo dal panciotto una pistola fabbricata in modo singolare, con un coltello a scatto, dalla lama a doppio taglio, fissato alla canna. "E' una gran tentazione per un uomo disperato, non credete? Non resisto alla tentazione di salire con questa ogni notte e di cercare di aprire la sua porta: se una volta la trovo aperta, Heathcliff finito! Lo faccio immancabilmente, anche se l'istante prima mi sono appena ripetuto un centinaio di motivi che dovrebbero trattenermi - come un demonio che mi spinge a rovinare i miei stessi piani uccidendolo. Combattete quanto volete contro quel demonio, per amore di lui; quando sar il momento, neppure tutti gli angeli del cielo lo salveranno." Guardai con curiosit l'arma, e mi colp un'idea terribile. Quanta forza avrei avuto se avessi posseduto un oggetto come quello! Gliela presi di mano e toccai
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la lama. Lui parve stupefatto dall 'espressione che il mio volto, per un breve istante, assunse. Non era orrore, era desiderio. Gelosamente, mi strapp la pistola, fece scattare il coltello e nascose nuovamente l'arma. "Potete anche dirglielo" osserv. "Mettetelo pure in guardia e vegliate su di lui. Vedo che sapete in quali rapporti siamo; il pericolo che lui corre non vi stupisce." "Che cosa vi ha fatto Heathcliff?" chiesi. "In che cosa vi ha fatto torto, per spiegare quest'odio sconvolgente? Non sarebbe pi saggio dirgli di lasciare la casa?". "No" tuon Earnshaw. "Se dichiarasse di volermi lasciare, sarebbe un uomo morto; convincetelo a farlo, e sarete la sua assassina! Devo dunque perdere tutto, senza alcuna speranza di riprendermi qualcosa? Hareton deve dunque essere un mendicante? Maledizione! Riavr quello che mio; e avr anche il suo danaro, e poi il suo sangue; la sua anima l'avr l'inferno! Con un tale ospite sar dieci volte pi terribile di quanto sia mai stato prima!". Mi avevi fatto conoscere, Ellen, le abitudini del tuo antico padrone. Palesemente, sull'orlo della follia - quanto meno, lo era la notte scorsa. Stargli vicino mi faceva rabbrividire; paragonata a lui, la tetra volgarit del domestico mi pareva gradevole. Ricominci quella sua inquieta passeggiata, e io aprii il catenaccio e fuggii in cucina. Joseph era chino sul fuoco guardando dentro un grande paiolo che vi era appeso sopra; sul sedile vicino era posata una scodella di legno piena di farina di avena. Il contenuto del paiolo cominci a bollire, e lui si volse mettendo la mano nella scodella; immaginai che stesse preparando la nostra cena, e, affamata, decisi di renderla mangiabile; cos, esclamando: "Preparer io il porridge", allontanai da lui la scodella e cominciai a togliermi il cappello e la redingote. "Il signor Earnshaw" continuai "ha detto che devo badare io a me stessa; quello che far. Non penso certo di mettermi a fare la signora tra voi, non voglio morire di fame." "Povero me!" borbott lui, sedendo e accarezzandosi le rozze calze di lana dal ginocchio alla caviglia. "Se ci devono essere cambiamenti, proprio quando cominciavo ad abituarmi a avere due padroni, se devo avere anche una padrona sul groppone, proprio ora di squagliarsela. Non credevo di vedere mai il giorno in cui avrei dovuto lasciare la mia vecchia casa, ma temo che quel giorno sia vicino!". Non prestai alcuna attenzione ai suoi lamenti, ma continuai nel mio lavoro, sospirando al ricordo di un tempo in cui sarebbe stato tutto soltanto un gioco, ma subito costretta a allontanare da me quel ricordo. Mi faceva soffrire troppo ripensare alla passata felicit, e quanto pi forte si faceva il pericolo che la sua immagine venisse evocata, tanto pi in fretta girava il mestolo e le manciate di avena cadevano nell'acqua. Joseph guardava il mio modo di cucinare con crescente indignazione. "Gi!" sbott infine. "Hareton, questa sera non lo mangi il tuo porridge; ci saranno soltanto gnocchi grossi cos. Gi di nuovo! Se fossi in voi ci butterei dentro anche la scodella! Benissimo, spaccate tutto e cos avrete finito. Bang, bang. una fortuna che non si stacchi il fondo del paiolo!". Devo riconoscere che, quando lo versai nelle scodelle, il porridge era un autentico intruglio; erano state preparate quattro scodelle e un boccale di latte appena munto era stato portato dalla latteria; Hareton lo afferr e cominci a berlo e a versarlo tutto. Io protestai chiedendo che gli venisse messo in un bicchiere; come avrei potuto poi bere un latte che aveva subito quel trattamento? Quel vecchio cinico decise di mostrarsi molto offeso da tanta delicatezza; assicurandomi ripetutamente che "il bambino non era peggiore" di me, "e era altrettanto sano" e meravigliandosi molto delle mie pretese. Frattanto, quella piccola canaglia continuava a succhiarsi il latte, e mi lanciava tempestose occhiate di sfida mentre sbavava nel boccale. "Cener in un'altra camera" dissi. "Non c' una stanza qui che chiamiate salotto?". "Salotto!" mi fece eco lui con sarcasmo "salotto! No, non abbiamo salotti. Se non vi piace la nostra compagnia, c' quella del padrone; e se non vi piace quella del padrone, c' la nostra."
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"Allora andr al piano di sopra" risposi. "Conducetemi a una camera!". Misi la scodella su un vassoio e andai a prendere dell'altro latte. Borbottando continuamente, quell'individuo si alz e mi precedette; salimmo nelle soffitte, e lui ogni tanto apriva una porta per guardare nella stanza. "Qui ce n' una" disse infine, sbattendo un'asse che fungeva da porta. "Pu andare per mangiarci un po' di porridge. C' un mucchio di fieno l nell'angolo, quasi pulito; ma se avete paura di sporcarvi quei begli abiti di seta, stendeteci sopra il fazzoletto." Quella che lui chiamava stanza era un ripostiglio con un forte odore di malto e di grano; ce n'erano infatti ammucchiati molti sacchi che lasciavano soltanto uno spazio vuoto al centro. "Insomma!" esclamai, affrontandolo rabbiosamente "questo non un posto in cui si possa dormire. Desidero vedere la mia camera da letto." "Camera da letto!" ripet in tono beffardo. "Ecco tutte le camere da letto che ci sono: quella laggi la mia." Indic verso la seconda soffitta, diversa dalla prima soltanto perch le pareti erano libere e perch vi si trovava un grande letto basso, senza tendaggi, con un piumino azzurro. "Cosa dovrei farmene della vostra?" ribattei. "Immagino che il signor Heathcliff non abiti nelle soffitte." "Oh," la camera del signor Heathcliff quella che volete!" grid come avesse fatto una straordinaria scoperta. "Non potevate dirlo subito? vi avrei detto allora, senza tutta questa fatica, che proprio la sola che non potete vedere: la tiene sempre chiusa, e non ci entra mai nessuno tranne lui." "Ma che bella casa avete, Joseph" non seppi impedirmi di dire "e che gente simpatica ci abita; la quintessenza di tutta la follia del mondo deve aver eletto dimora nel mio cervello il giorno in cui ho deciso di unire il mio destino al loro! Tuttavia, questo ora non conta - ci sono altre stanze. Per carit, fate in fretta e trovatemi una sistemazione!". Lui non rispose alla mia richiesta; scese cupamente gi per la scala di legno, fermandosi davanti a una stanza; perch vi si era fermato e per la diversa qualit dell'arredamento, immaginai fosse la migliore. C'era un tappeto, e un bel tappeto, ma il disegno era nascosto dalla polvere; un camino ornato di festoni di carta che cadevano ormai a pezzi; un bel letto di quercia con grandi tendaggi cremisi di un tessuto costoso e di fattura moderna, che dovevano tuttavia aver subito un trattamento piuttosto rude; le mantovane ricadevano in festoni, strappate dai loro anelli; e la bacchetta di ferro che le sosteneva era piegata ad arco da un lato, cos che le tende strisciavano per terra. Anche le sedie erano rovinate, molte in modo grave; e profondi intagli deformavano i pannelli delle pareti. Stavo cercando di farmi coraggio, e di entrare per prendere possesso della stanza, quando quel pazzo che mi guidava annunci: "Questa la stanza del padrone." La mia cena era ormai fredda, avevo perduto l'appetito e la pazienza. Insistetti perch mi si trovasse immediatamente un luogo in cui potessi rifugiarmi e un letto in cui potessi riposare. "Dove diavolo" cominci quel devoto vecchio. "Che il Signore ci benedica! Che il Signore ci perdoni! Dove diamine vorreste andare? siete una buona a nulla viziata e noiosa! Avete visto tutto tranne la stanzetta di Hareton. Non c' un altro buco in questa casa dove riposare!". Ero cos esasperata che gettai a terra il vassoio con quel che conteneva; poi sedetti in capo alle scale, mi nascosi il volto nelle mani e cominciai a piangere. "Eh, eh!" esclam Joseph. "Ben fatto, signorina Cathy! Sia quello che sia, il padrone inciamper proprio su questi cocci e allora ne sentiremo delle belle. Sentiremo che cosa bisogna fare. Buona a nulla che non siete altro! meritereste di digiunare da qui a Natale per aver buttato a terra nella vostra rabbia i preziosi doni di Dio! Ma non credo proprio che continuerete a comportarvi cos. Pensate che Heathcliff sopporterebbe i vostri capricci? Vorrei che vi vedesse fare queste cose. Ah, se lo vorrei!". E se ne and nella sua tana continuando a brontolare e portando con s la candela, cos che io rimasi al buio.

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La pausa di riflessione che segu a quel mio gesto sciocco mi costrinse a riconoscere la necessit di tenere a freno il mio orgoglio, ingoiare la mia collera e darmi da fare per farne sparire le conseguenze. Un aiuto inatteso giunse nelle vesti di Throttler, che ora riconobbi come il figlio del nostro vecchio Skulker; da cucciolo era stato a Thrushcross Grange, poi mio padre lo aveva regalato al signor Hindley. Mi parve che mi riconoscesse; strofin il naso contro il mio per salutarmi, poi si affrett a leccare il porridge mentre io mi trascinavo da un gradino all'altro per raccogliere i cocci e asciugare il latte schizzato sulla ringhiera con il mio fazzoletto. Avevamo appena terminato le nostre fatiche quando sentii il passo di Earnshaw in corridoio; il mio aiutante si mise la coda tra le gambe e si acquatt contro il muro; io mi nascosi nella porta pi vicina. Il tentativo del cane di evitare Earnshaw palesemente fall, perch lo sentii sgattaiolare gi per le scale e guaire a lungo, in modo penoso. Io ebbi miglior fortuna. Earnshaw mi oltrepass, entr nella sua stanza e chiuse la porta. Subito dopo, Joseph sal con Hareton per metterlo a letto. Io avevo cercato rifugio nella camera di Hareton; vedendomi, il vecchio disse: "Direi proprio che adesso c' posto abbastanza nella "casa' per voi e per il vostro orgoglio. vuota, potete averla tutta per voi, e per quello che fa sempre da terzo incomodo in una compagnia tanto empia!". Con gioia accettai il suo consiglio; e nell'istante stesso in cui caddi a sedere in una poltrona accanto al fuoco, gli occhi mi si chiusero e mi addormentai. Il mio sonno fu profondo e dolce, ma termin troppo presto; mi svegli il signor Heathcliff; era appena entrato, e mi chiese, con la consueta tenerezza, che diavolo facessi l. Gli spiegai perch ero rimasta in piedi tanto a lungo: aveva lui la chiave della nostra camera. L'aggettivo nostra lo offese mortalmente. Imprec che non era e non sarebbe mai stata mia; e che lui... ma non intendo ripetere il suo linguaggio, n descrivere la sua abituale condotta; pieno di inventiva e mai stanco nel cercare di conquistarsi il mio odio! Talvolta mi disorienta tanto che l'intensit dello stupore attutisce la paura; tuttavia, credimi, una tigre o un serpente velenoso non potrebbero suscitare in me il terrore che suscita lui. Mi ha detto della malattia di Catherine e ha accusato mio fratello di averla provocata; promettendomi che avrei pagato io per le colpe di Edgar, fino a che non fosse riuscito a mettere le mani su di lui. Lo odio davvero... sono una povera sventurata... sono stata una sciocca! Bada di non dir nulla di questo a nessuno alla Grange. Ti aspetter ogni giorno - non deludermi! Isabella XIV Subito dopo aver letto la lettera, andai dal padrone per informarlo che la sorella era giunta a Wuthering Heights e mi aveva scritto esprimendomi il suo dolore per le condizioni della signora Linton e il suo ardente desiderio di vederlo; e la speranza che lui le mandasse, appena possibile, un pegno del suo perdono. "Perdono?" disse Linton. "Non ho nulla da perdonarle, Ellen - potete andare a Wuthering Heights questo stesso pomeriggio, se volete, e dirle che non sono in collera: sono soltanto addolorato di averla perduta; e tanto pi, poich non posso pensare che sar felice. E' tuttavia fuori questione che io vada a trovarla; siamo ormai separati per sempre; e, se davvero vuole farmi cosa gradita, deve soltanto convincere quella canaglia che ha sposato a lasciare il paese." "E non le scriverete neanche un biglietto, signore?" chiesi con voce implorante. "No. inutile. I miei rapporti con la famiglia di Heathcliff saranno limitati quanto i suoi con la mia. Non esisteranno affatto!". La freddezza del signor Edgar mi addolor profondamente; e lungo tutta la strada dalla Grange, continuai a pensare a come mettere un po' di calore in quel che aveva detto, quando avrei dovuto ripeterlo; a come addolcire il suo rifiuto anche di un semplice biglietto per consolare Isabella.
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Credo che lei mi aspettasse sin dalla mattina: la vidi guardare dalla finestra mentre salivo per il sentiero del giardino, e la salutai; ma lei si ritrasse, come temesse di essere vista. Entrai senza bussare. Non avrei potuto immaginare nulla di pi triste, di pi desolante di quella che era stata un tempo una sala cos allegra! Devo confessare che, se fossi stata nei panni della signora, avrei quanto meno spazzato il focolare e spolverato i tavoli. Ma era gi stata contagiata da quella neghittosa trascuratezza che pervadeva ogni cosa attorno a lei. Il suo bel viso era pallido e inespressivo; i capelli non erano arricciati; alcune ciocche ricadevano lisce, altre erano raccolte senza cura attorno al capo. Probabilmente non si era tolta il vestito dalla sera prima. Hindley non c'era. Il signor Heathcliff sedeva a un tavolo e sfogliava delle carte nel suo portafogli, ma si alz quando mi vide, mi chiese come stavo, amichevolmente, e mi offr una sedia. Era il solo a avere un aspetto accettabile in quella casa, e mi parve di non averlo mai visto in condizioni migliori. A tal punto le circostanze avevano mutato le reciproche posizioni, che senza dubbio un estraneo avrebbe giudicato lui un gentiluomo per nascita e educazione, e sua moglie una piccola sguattera! Lei si fece subito avanti per accogliermi, e tese la mano per prendere la lettera in cui sperava. Io scossi il capo. Isabella non volle comprendere quel cenno, ma mi segu a una credenza dove io appoggiai la cuffia e, in un sussurro, mi chiese insistentemente di darle subito quel che le avevo portato. Heathcliff indovin il significato delle sue manovre e disse: "Sei hai qualcosa per Isabella, come senza dubbio hai, Nelly, daglielo. Non devi tenerlo segreto; non ci sono segreti tra noi." "Ma non ho nulla" risposi, pensando fosse meglio dire subito la verit. "Il padrone mi ha detto di dire a sua sorella di non aspettarsi n una lettera n una visita da lui per il momento. Vi manda il suo affetto, signora, i suoi auguri di felicit, e il suo perdono per il dolore che gli avete causato, ma pensa che da questo momento non debbano esserci pi rapporti tra la sua casa e questa, poich non ne potrebbe venire alcun bene." Le labbra della signora Heathcliff tremarono appena, e lei ritorn a sedere accanto alla finestra. Il marito and a mettersi in piedi sul focolare, vicino a me, e cominci a chiedermi di Catherine. Io gli dissi quanto ritenevo giusto dirgli della sua malattia, e lui riusc a apprendere, con uno stringente controinterrogatorio, molti dei fatti che ne erano all'origine. Io, come lei meritava, le attribuii la colpa di essersela procurata; e conclusi augurandomi che lui seguisse l'esempio del signor Linton evitando da allora di intromettersi nella sua famiglia, per il bene o per il male. "La signora Linton" dissi "si sta appena riprendendo; non sar mai pi quel che era una volta, ma la sua vita salva e se davvero avete affetto per lei, dovete evitare di attraversarle nuovamente la strada. Anzi, fareste bene a lasciare il paese; e, affinch non dobbiate rimpiangerlo, vi dir che Catherine Linton diversa ora dalla vostra vecchia amica Catherine Earnshaw quanto quella giovane signora diversa da me! Il suo aspetto profondamente mutato, il suo carattere, ancora di pi; e l'uomo che dovr esserle accanto potr tenere vivo il suo affetto da ora in poi soltanto col ricordo di quel che lei stata un tempo, con l'umana piet e con il senso del dovere." " possibile" osserv Heathcliff costringendosi a sembrare calmo " possibile che il tuo padrone possa ricorrere soltanto alla umana piet e al senso del dovere. Ma credi davvero che io possa abbandonare Catherine al suo dovere e alla sua piet? e puoi davvero paragonare i miei sentimenti per Catherine ai suoi? Prima che tu lasci questa casa, esigo da te la promessa di procurarmi un incontro con lei; ma che accetti o rifiuti, io la vedr! Che cosa mi rispondi?". "Rispondo, signor Heathcliff, che non dovete vederla, che non la vedrete mai grazie a me. Un altro scontro tra voi e il padrone la ucciderebbe." "Con il tuo aiuto" prosegu lui "questo si potrebbe evitare. E, se davvero vi fosse un tale pericolo, se davvero egli fosse causa di una sola nuova sofferenza per lei, ebbene, credo che sarei giustificato nel compiere passi estremi! Vorrei avessi tanta sincerit da dirmi se Catherine soffrirebbe molto perdendolo. Il timore che lei potrebbe soffrirne mi trattiene, e in questo puoi vedere la
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differenza tra i nostri sentimenti. Se lui fosse stato al mio posto e io al suo, quando pure lo avessi odiato di un odio che facesse della mia vita un inferno, non avrei mai alzato la mano contro di lui. Guardami pure con quell'aria incredula! Non lo avrei mai allontanato da lei fino a quando lei avesse desiderato vederlo. Nell'istante stesso in cui l'affetto di Catherine fosse cessato, gli avrei strappato il cuore e avrei bevuto il suo sangue! Ma fino ad allora, se non mi credi non mi conosci; fino ad allora sarei morto istante dopo istante prima di toccargli un solo capello!". "E tuttavia" lo interruppi "non esitate a distruggere ogni speranza di un suo completo ritorno alla salute costringendola a ricordarvi, ora che vi ha quasi dimenticato, e trascinandola in un nuovo vortice di discordia e sofferenza." "Credi che mi abbia quasi dimenticato? Oh, Nelly, sai bene che non mi ha dimenticato! Sai come lo so io che per ogni pensiero dedicato a Linton, ne dedica mille a me! In un tristissimo periodo della mia vita, nutrivo un'idea del genere, che mi tormentava quando sono tornato in questi luoghi, l'estate scorsa; ma solo sentirmelo dire da lei potrebbe farmi ammettere nuovamente quell'idea orribile. E allora Linton non sarebbe nulla, Hindley non sarebbe nulla, n tutti i sogni che io abbia mai sognato. Due sole parole esprimerebbero il mio futuro morte e inferno - l'esistenza, quando io l'avessi perduta, sarebbe l'inferno. "Pure, sono stato uno sciocco a immaginare per un solo istante che lei stimasse l'affetto di Edgar Linton pi del mio; potrebbe amarla con tutte le forze di quella sua miserevole persona, e non riuscirebbe ad amarla in ottanta anni quanto io posso amarla in un giorno. E Catherine ha un cuore profondo quanto il mio; il mare potrebbe venir racchiuso in quell'abbeveratoio per i cavalli se il suo intero affetto potesse venir monopolizzato da lui! No! Le poco pi caro del suo cane o del suo cavallo. Non ha la forza di essere amato come me; come potrebbe amare in lui quello che lui non ha?" "Catherine e Edgar si amano come pi non potrebbero!" esclam Isabella con improvvisa vivacit. "Nessuno ha il diritto di parlare in questo modo e non intendo starmene zitta mentre mio fratello viene offeso!". "Tuo fratello ha uno stupefacente affetto anche per te, vero?" osserv sdegnosamente Heathcliff. "Non si fa pregare per abbandonarti al tuo destino." "Non sa che cosa soffro" ribatt lei. "Non gliel'ho detto." "Dunque gli hai detto qualcosa, gli hai scritto, vero?". "Per dirgli che mi ero sposata, per questo gli ho scritto: hai visto il biglietto." "E non gli hai pi scritto da allora?". "No." "La mia giovane padrona" osservai "non sembra aver tratto giovamento dall'aver mutato condizione. Evidentemente, le manca davvero l'amore di qualcuno: potrei indovinare di chi, ma forse non dovrei dirlo." "Direi che si tratta del suo amor proprio" disse Heathcliff. "Sta diventando di una incredibile sciatteria! Si stancata molto presto di cercare di piacermi. Stenterai a crederlo, ma all'indomani delle nostre nozze gi piangeva perch voleva tornare a casa. Tuttavia, si adatter molto meglio a questa casa se non sar troppo elegante, e bader io che non disonori il mio nome facendosi vedere in giro." "Bene, signore" ribattei "spero vorrete considerare che la signora Heathcliff abituata a essere curata e servita; che stata allevata come una figlia unica che tutti erano pronti a accontentare. Dovete procurarle una cameriera per tenere in ordine le sue cose e dovete trattarla bene. Qualsiasi cosa pensiate del signor Edgar, non potete dubitare che lei sia capace di forti sentimenti, o non avrebbe rinunciato all'eleganza, agli agi, agli amici della sua vecchia casa per rassegnarsi a vivere in un deserto come questo, con voi." "Ha rinunciato a tutte quelle cose perch era vittima di una illusione: vedeva in me un eroe romantico e si attendeva sconfinata tenerezza e indulgenza dalla mia cavalleresca devozione. Non riesco a considerarla una creatura ragionevole, tanto si ostinata nel crearsi un'immagine favolosa del mio carattere, comportandosi poi in base alle false idee nelle quali si cullava. Ma credo che infine cominci a conoscermi; non vedo pi quegli sciocchi sorrisi e quelle smorfie che all'inizio mi esasperavano; n quella stolta incapacit di comprendere che parlavo sul serio quando le esprimevo la mia opinione del suo amore per me e di lei stessa. Le costato un notevole sforzo scoprire che non
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l'amavo. C' stato un tempo in cui ho creduto che nessuna lezione potesse insegnarglielo, e tuttavia questa mattina mi ha annunciato, come una stupefacente rivelazione, che ero riuscito a farmi odiare da lei! Davvero una fatica di Ercole, credimi! Se davvero l'ho compiuta, posso rallegrarmene; posso fidarmi della tua affermazione, Isabella? Sei certa di odiarmi? Se ti lasciassi stare per una mezza giornata, non torneresti da me tutta sospiri e moine? Certo, avrebbe preferito che di fronte a te io sembrassi tenero; ferisce la sua vanit la verit cos brutalmente rivelata. Ma a me non importa che si sappia che l'amore era soltanto da parte sua, e non le ho mai mentito in proposito. Non pu accusarmi di averla mai ingannata. La prima cosa che mi ha visto fare, quando ha lasciato Thrushcross Grange, stato impiccare il suo cagnolino; e quando ha implorato per la sua salvezza, le prime parole che ho pronunciato sono state il desiderio di impiccare qualsiasi essere fosse legato a lei, salvo uno: forse, ha pensato che l'eccezione la riguardasse. Ma nessuna brutalit riusciva a nausearla - immagino abbia un'innata ammirazione per la brutalit, purch la sua preziosa persona sia al sicuro! Non era il colmo dell'assurdit - in verit di un'autentica idiozia - che questa cagna meschina, servile, vile potesse sognare che io l'amavo? D al tuo padrone, Nelly, che mai in tutta la mia vita ho incontrato una creatura abietta quanto lei: disonora il nome dei Linton; e che qualche volta ho interrotto, per semplice mancanza di fantasia, gli esperimenti per scoprire che cosa sia in grado di sopportare ritornando poi vergognosamente a strisciare da me. Ma digli anche, per tranquillizzare il suo cuore di fratello e di magistrato, che mi tengo strettamente entro i limiti della legge: fino a questo momento ho evitato di darle il minimo appiglio per chiedere una separazione; inoltre, non sarebbe grata a chi ci separasse; se vuole andarsene, pu farlo: il fastidio della sua presenza di gran lunga superiore al piacere che provo tormentandola!". "Signor Heathcliff" dissi "questo il discorso di un pazzo, e vostra moglie, probabilmente, convinta che voi siate pazzo; per questo vi ha sopportato fino a adesso; ma ora che avete detto che pu andarsene, non esiter certo a servirsi del vostro permesso. Non sarete davvero tanto infatuata, signora, da voler rimanere liberamente con lui?". "Bada, Ellen!" rispose Isabella, lo sguardo acceso dalla collera; la sua espressione non permetteva di dubitare che il suo compagno fosse pienamente riuscito a rendersi odioso. "Non credere in una sola parola di quel che dice. un demonio bugiardo, un mostro, non un essere umano. Mi ha gi detto prima che potevo lasciarlo, e ho cercato di farlo, e non oso ripetere il tentativo. Soltanto, Ellen, prometti di non ripetere una sola sillaba di questo infame discorso a mio fratello o a Catherine. Qualsiasi cosa affermi, desidera in verit portare Edgar alla disperazione. Dice di avermi sposato soltanto per averlo in suo potere, e questo non lo avr: morirei piuttosto! Spero soltanto, prego che possa dimenticare la sua diabolica prudenza e uccidermi! La sola gioia che riesco a immaginare quella di morire, o di vederlo morto." "Basta, basta cos adesso!" esclam Heathcliff. "Se mai dovessi essere chiamata a testimoniare in tribunale, ricorderai le sue parole, Nelly. E guardala bene: quasi come voglio che sia. No, non puoi badare a te stessa ora, Isabella; e io, come tuo protettore legale, devo tenerti qui, sotto la mia custodia, per quanto possa essermi sgradito. Vai di sopra; devo dire qualcosa in privato a Ellen Dean. Non da quella parte - ho detto di sopra! Da qui si va di sopra, bambina!" La afferr e la spinse fuori dalla stanza, poi torn mormorando: "Non ho piet, non ho piet! I vermi si contorcono, e pi io desidero fargli schizzare fuori i visceri! una tortura morale, e io mi accanisco con maggiore energia quanto pi cresce la sofferenza." "Ma lo capite il significato della parola piet?" chiesi, affrettandomi a rimettermi la cuffia. "Avete mai provato un istante di piet in tutta la vostra vita?". "Lascia stare la cuffia" mi interruppe, vedendo che intendevo andarmene. "Non andartene ancora. Vieni ora, Nelly; devo convincerti o costringerti a aiutarmi a vedere Catherine, e senza indugio. Ti assicuro che non intendo fare del male; non desidero causare alcun turbamento, n esasperare o offendere il signor Linton; voglio solo sentirmi dire da lei come sta e perch stata ammalata; voglio solo chiedere se posso fare qualcosa per aiutarla. La notte scorsa sono stato nel giardino della Grange sei ore, e ritorner questa notte; ogni notte
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visiter il luogo, e ogni giorno, fino a quando non trover il modo di entrare. Se Edgar Linton mi vede, non esiter a stenderlo a terra e a stordirlo quanto basta per essere certo che rimanga incosciente finch io mi fermo. Se i suoi servi mi si opporranno, li minaccer con queste pistole. Ma non sarebbe meglio evitare che io li veda, o che veda il loro padrone? E per te sarebbe cos facile riuscirci! Ti avvertirei quando intendo venire, e tu potrai farmi entrare non visto, appena lei sar sola, e stare di sentinella finch non me ne sar andato, in perfetta buona coscienza: eviteresti soltanto guai." Io mi ribellai all'idea di svolgere un ruolo cos sleale in casa del mio padrone; inoltre, gli feci presente la crudelt e l'egoismo di voler distruggere la tranquillit della signora Linton soltanto per la propria soddisfazione. "La pi piccola cosa la agita dolorosamente" dissi. "Ha i nervi allo scoperto e non sopporterebbe una sorpresa, ne sono certa. Non insistete, signore! o sar costretta a informare il mio padrone dei vostri progetti, e allora lui prender le misure necessarie per mettere la sua casa e gli abitanti al sicuro da simili ingiustificate intrusioni." "In tal caso io prender le misure necessarie per mettere al sicuro te, cara mia!" esclam Heathcliff. "Non lascerai Wuthering Heights prima di domani mattina. E' una sciocchezza affermare che Catherine non potrebbe sopportare di vedermi; e quanto a coglierla di sorpresa, non desidero farlo; dovrai prepararla, chiederle se posso venire. Dici che lei non pronuncia mai il mio nome e che nessuno lo pronuncia davanti a lei. A chi dovrebbe parlare di me, se io sono un argomento proibito in quella casa? Pensa che siate tutte spie di suo marito. Oh, non dubito che in mezzo a voi sia come all'inferno! Dal suo stesso silenzio, indovino che cosa prova. Dici che spesso inquieta e ansiosa: forse una prova di tranquillit? Dici che la sua mente turbata: come potrebbe non esserlo, in quella sua terribile solitudine? e quella miserabile, insipida creatura che si occupa di lei per piet e senso del dovere. Per compassione e carit. Spera di poterla restituire alla salute nel terreno delle sue misere cure? tanto varrebbe piantare una quercia in un vaso di fiori e aspettarsi che cresca vigorosa! Sistemiamo subito le cose; preferisci restare qui, e io devo passare sul corpo di Linton e dei suoi uomini per raggiungere Catherine? o vuoi essermi amica come sei stata finora e fare quello che ti chiedo? Decidi! non c' ragione che io aspetti un solo istante, se insisti nel tuo ostinato rifiuto." A farla breve, signor Lockwood, discussi con lui e mi lamentai e rifiutai almeno cinquanta volte; ma, alla fine, mi costrinse a cedere. Accettai di portare una sua lettera alla mia padrona; se lei avesse acconsentito, promisi di fargli sapere della prima assenza di Linton da casa affinch lui potesse venire e cercare come meglio gli riusciva: io non sarei stata presente e non ci sarebbero stati neanche gli altri domestici. Ho fatto bene, ho fatto male? Temo di aver fatto male, sebbene la cosa sembrasse utile. Pensavo di evitare un'altra tragedia con la mia compiacenza; e pensavo anche che potesse creare una crisi benefica nella malattia mentale di Catherine; inoltre ricordavo come mi avesse rimproverata il signor Edgar per aver fatto la spia; e cercavo di placare tutta la mia inquietudine ripetendomi spesso che quel mio tradimento, se davvero meritava un nome tanto severo, sarebbe stato l'ultimo. Ci nonostante, il mio viaggio di ritorno fu ben pi triste del mio viaggio di andata; e ebbi molti cupi presentimenti prima di convincermi infine a mettere la lettera nelle mani della signora Linton. Ma ecco qui Kenneth - scender e gli dir quanto siete migliorato. La mia storia lunga e servir a farvi trascorrere un'altra mattina. Lunga e tetra! pensavo mentre quella brava donna scendeva per ricevere il dottore; e non proprio del tipo che avrei scelto per divertirmi; ma pazienza! Sapr trarre una medicina benefica dalle amare erbe della signora Dean; e prima di tutto, sar bene che io mi guardi dal fascino che si annida negli occhi lucenti di Catherine Heathcliff. Mi troverei davvero in un bel guaio se dovessi dare il mio cuore a quella giovane donna e la figlia si rivelasse una seconda edizione della madre! XV
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E' passata un'altra settimana, e io sono di sette giorni pi vicino alla salute e alla primavera. Ho appreso l'intera storia del mio vicino in diverse sedute, quando la governante poteva trascurare compiti pi importanti. Continuer la storia con le sue parole, soltanto riassumendola un poco. In complesso, un'ottima narratrice, e non credo che potrei migliorare il suo stile. La sera stessa, disse, della mia visita a Wuthering Heights, seppi, come potessi vederlo, che il signor Heathcliff era nei pressi della Grange; evitai di uscire, perch avevo ancora in tasca la sua lettera e non volevo venir nuovamente minacciata o infastidita. Avevo deciso di non consegnarla fino a che il padrone non si fosse allontanato, poich non sapevo come avrebbe reagito Catherine. Di conseguenza, lei non ebbe la lettera prima che fossero trascorsi tre giorni. Il quarto era domenica, e le portai la lettera in camera mentre tutti erano in chiesa. Era rimasto solo un domestico per custodire la casa insieme a me, e di consueto avevamo l'abitudine di chiudere le porte durante la funzione; ma quel giorno il tempo era cos caldo e gradevole che io le spalancai; per tener fede al mio impegno, poich sapevo chi sarebbe venuto, dissi al domestico che la padrona desiderava molto delle arance e che lui doveva correre al villaggio per comprarne qualcuna, che sarebbe poi stata pagata l'indomani. Lui corse via e io salii. La signora Linton, in un abito bianco, largo, con uno scialle leggero sulle spalle, sedeva come di consueto nel vano della finestra aperta. I lunghi, folti capelli neri erano stati in parte tagliati all'inizio della malattia; e ora li portava pettinati con grande semplicit, raccolti in trecce sulle tempie e sulla nuca. Come avevo detto a Heathcliff, il suo aspetto era molto mutato, ma, quando era calma, sembrava vi fosse una bellezza ultraterrena in quel mutamento. Al balenio dello sguardo si era sostituita una sognante, malinconica dolcezza: gli occhi non sembravano pi fissare gli oggetti attorno a lei; pareva piuttosto che guardassero oltre, molto lontano, forse oltre questo stesso mondo; e il pallore del suo volto, da cui era svanita l'aria spettrale quando lei aveva ritrovato il peso consueto, e il singolarissimo sguardo che nasceva dalla sua condizione mentale, sebbene dolorosamente espressivi delle cause che li determinavano, aumentavano il toccante fascino che era in lei; e per me, lo so bene, e per chiunque la vedesse, credo, smentivano pi tangibili prove di convalescenza e la segnavano come una creatura destinata alla morte. Un libro era aperto sul davanzale davanti a lei, e la lievissima brezza ne moveva a tratti le pagine. Credo che Linton lo avesse lasciato l, poich lei non cercava mai di distrarsi con la lettura o con qualsiasi occupazione; mentre Linton trascorreva molte ore cercando di fissare la sua attenzione su oggetti che un tempo l'avevano divertita. Lei comprendeva il suo scopo, e quando era pi serena accettava quietamente i suoi sforzi; dimostrandone soltanto l'inutilit con un sospiro represso di tanto in tanto e ponendo poi fine ai suoi tentativi con sorrisi e baci di estrema tristezza. Altre volte distoglieva il viso in un gesto petulante, o se lo nascondeva tra le mani, o perfino respingeva rabbiosamente il marito; lui allora non mancava mai di lasciarla sola poich era certo di non poterle essere utile. Le campane della cappella di Gimmerton stavano ancora suonando; e il fluire morbido e pieno del ruscello nella valle giungeva come un suono rasserenante. Sostituiva dolcemente il mormorio ancora assente del fogliame estivo, che copriva alla Grange la musica del ruscello quando gli alberi erano in piena fioritura. A Wuthering Heights, lo si sentiva sempre nelle giornate serene che seguivano il disgelo o una lunga stagione di piogge persistenti - e proprio a Wuthering Heights pensava Catherine mentre lo ascoltava; sempre che pensasse o ascoltasse: aveva quello sguardo vago, distante di cui ho parlato, che esprimeva una completa astrazione dagli oggetti attorno a lei, come non li avvertisse n con l'udito n con lo sguardo. "C' una lettera per voi, signora Linton" dissi, mettendogliela con dolcezza in una mano abbandonata sul ginocchio. "Dovete leggerla subito, perch richiede una risposta. Volete che rompa il sigillo?". "S" rispose lei senza mutare la direzione del suo sguardo. La aprii - era brevissima.
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"Ora" continuai "leggetela." Lei ritrasse la mano e la lasci cadere. Gliela rimisi in grembo e attesi che volesse guardarla; ma tardava tanto che infine ripresi: "Devo leggerla io, signora? del signor Heathcliff." Lei sussult, nei suoi occhi apparve un turbato bagliore di comprensione, come uno sforzo per riordinare le proprie idee. Prese la lettera e parve leggerla; quando giunse alla firma, sospir; tuttavia, compresi che non ne aveva afferrato il senso: quando le chiesi quale fosse la risposta, lei si limit a indicare il nome e a guardarmi con una sorta di ansiet luttuosa e interrogativa. "Bene" dissi indovinando che le era necessario un interprete "desidera vedervi. in giardino ora, impaziente di sapere quale risposta gli porter." Mentre parlavo, vidi che un grosso cane, disteso al sole sul prato sottostante, drizzava le orecchie come stesse per abbaiare; poi le riabbassava di nuovo, e annunciava, dimenando la coda, l'arrivo di qualcuno che non considerava un estraneo. La signora Linton si chin in avanti e ascolt col fiato sospeso. Un istante dopo un passo attravers l'ingresso; le porte aperte erano una tentazione troppo forte perch Heathcliff vi resistesse: probabilmente temeva che io non volessi tener fede alla mia promessa e aveva dunque deciso di fidarsi soltanto della propria audacia. Lo sguardo ansioso di Catherine si volse affannosamente verso la porta. Lui non trovava subito la stanza giusta; Catherine mi fece cenno di farlo entrare, ma Heathcliff la trov prima che io potessi raggiungere la porta, e in due passi le fu accanto e la afferr tra le braccia. Per quasi cinque minuti non parl n allent la sua stretta, e in quel periodo la baci pi di quanto avesse mai baciato in tutta la sua vita, credo; ma la mia padrona era stata la prima a baciarlo, e io vidi con chiarezza che lui non aveva il coraggio, per la violenza del dolore, di guardarla in volto! La stessa certezza aveva colpito lui come aveva colpito me, nell'istante stesso in cui l'aveva vista: la certezza che non c'era speranza di una definitiva guarigione, che Catherine era condannata. "Oh, Cathy! Oh, vita mia, come posso sopportarlo?" furono le prime parole che pronunci, con una voce che non cercava di nascondere la disperazione. E ora la guardava con tale passione che io temetti la semplice intensit del suo sguardo potesse farla piangere; ma gli occhi di lei bruciavano di angoscia, non si scioglievano nel pianto. "Ebbene?" disse, appoggiandosi all'indietro e ricambiando il suo sguardo con un'espressione improvvisamente corrucciata. Il suo umore capriccioso era una autentica banderuola che mutava da un istante all'altro. "Tu e Edgar mi avete spezzato il cuore, Heathcliff. E tutti e due venite a piangere da me per questo, come se foste voi a meritare compassione! Non ti dar compassione, no, non io. Mi hai ucciso, e questo sembra averti giovato. Come sei forte! Quanti anni intendi vivere ancora, dopo che io me ne sar andata?". Heathcliff si era piegato su un ginocchio per abbracciarla; volle alzarsi, ma lei, afferrandogli i capelli, lo costrinse a rimanere gi. "Vorrei poterti tenere" continu con amarezza "fino a che non fossimo entrambi morti. Non mi importerebbe di vederti soffrire. Non mi curo delle tue sofferenze. Perch non dovresti soffrire? Io soffro! Mi dimenticherai, sarai felice quando sar sotto terra? Dirai, di qui a vent'anni: "Questa la tomba di Catherine Earnshaw. L'ho amata molto tempo fa e ho sofferto quando l'ho perduta, ma ora tutto appartiene al passato. Ne ho amate molte altre dopo di lei, i miei figli mi sono pi cari di quel che lei fosse; e, quando morir, non mi rallegrer di andare da lei, ma soffrir di lasciarli!". Dirai questo, Heathcliff?". "Non torturarmi tanto da farmi impazzire come te" grid Heathcliff, liberandosi dalla sua stretta, e digrignando i denti. Strana e paurosa immagine avrebbero rappresentato quei due agli occhi di uno spettatore indifferente. Non a torto Catherine pensava che il paradiso sarebbe stato per lei terra d'esilio, se con il suo corpo mortale non si fosse liberata anche della sua natura. Il suo aspetto aveva ora qualcosa di selvaggiamente vendicativo, nelle guance pallide, nelle labbra esangui, negli occhi febbrili; e nelle dita strette aveva ancora alcune ciocche dei capelli che aveva afferrato. Quanto al suo compagno, mentre si alzava sostenendosi a una mano, con l'altra le aveva preso un braccio; e la quantit di dolcezza in suo possesso era cos
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inadeguata alle condizioni di lei, che quando lo lasci vidi distintamente quattro segni lividi sulla pelle esangue. "Sei dunque posseduta da un demonio" riprese lui ferocemente "per parlarmi in questo modo, mentre stai morendo? Non capisci che tutte le tue parole resteranno stampate a fuoco nella mia memoria e mi divoreranno sempre pi a fondo, per l'eternit, quando mi avrai lasciato? Sai di mentire quando dici che ti ho ucciso; e sai che non potrei dimenticare te come non potrei dimenticare la mia esistenza! Non basta a soddisfare il tuo infernale egoismo sapere che mentre tu sarai in pace io mi contorcer nei tormenti dell'inferno?". "Non sar in pace" gemette Catherine, ridestata a un senso di debolezza fisica dal pulsare violento e irregolare del suo cuore che batteva, in modo avvertibile all'occhio e all'udito, per quella troppo intensa agitazione. Non disse nulla finch quella crisi non pass; poi riprese, con maggior dolcezza: "Non ti auguro tormenti maggiori di quelli che io provo, Heathcliff! Vorrei soltanto che non fossimo mai separati, e se una mia parola dovesse farti soffrire in seguito, pensa che io prover la stessa sofferenza sotto terra, e per amor mio perdonami! Vieni, torna a inginocchiarti accanto a me! Non mi hai mai fatto alcun male in tutta la tua vita. No, se ora tu dovessi nutrire collera, ricordarlo ti farebbe soffrire pi che ricordare la durezza delle mie parole. Non vuoi tornare qui? Vieni!". Heathcliff si avvicin allo schienale della sua poltrona e si chin verso di lei, ma non tanto da consentirle di vederlo in volto, un volto livido per l'emozione. Lei si volse a guardarlo, ma Heathcliff non volle permetterlo; allontanandosi bruscamente, si avvicin al camino dove rimase in silenzio, volgendoci le spalle. Lo sguardo della signora Linton lo seguiva con sospetto; ogni movimento ridestava in lei un sentimento nuovo. Dopo una pausa e un lungo sguardo, riprese, rivolgendosi a me con voce di sdegnata delusione: "Oh, lo vedi, Nelly! non intende cedere un solo momento, fosse pure per tenermi fuori dalla tomba! Ecco dunque come mi ama! Ma non ha importanza! Questo non il mio Heathcliff. Io amer il mio e lo porter con me - nella mia anima. E" aggiunse pensosamente "quel che pi mi irrita dopo tutto questa prigione ormai devastata. Sono stanca, stanca di essere rinchiusa qui dentro. Sono ansiosa di fuggire in quel mondo glorioso e di rimanervi sempre; non di vederlo in modo opaco attraverso le lacrime e di desiderarlo attraverso le pareti di un cuore dolente: ma di essere davvero con il mondo e nel mondo. Nelly, tu credi di essere pi fortunata e pi felice di me, in piena salute e forza... soffri per me; ma molto presto le cose cambieranno. Sar io a soffrire per te. Sar incomparabilmente al di l e al di sopra di voi tutti. Non riesco a comprendere che lui non mi venga vicino" continu, parlando a se stessa. "Credevo che lo desiderasse. Heathcliff, caro! non dovresti essere di malumore ora. Vieni da me, vieni, Heathcliff." Nella sua ansia, si alz sorreggendosi al bracciolo della poltrona. A quell'appassionato richiamo, Heathcliff si volse verso di lei, con uno sguardo di assoluta disperazione. I suoi occhi sbarrati, e infine bagnati di lacrime, si posarono lampeggiando tempestosamente su di lei; respirava a fatica, convulsamente. Per un breve istante rimasero separati; poi non riuscii a vedere come si raggiungessero, ma Catherine ebbe il gesto di voler correre verso di lui, e lui la afferr e si strinsero in un abbraccio dal quale mi parve che la mia padrona non dovesse uscire viva. In verit, mi sembrava fosse gi priva di vita. Lui si gett nella sedia pi vicina, e quando io mi avvicinai per vedere se fosse svenuta, digrign i denti verso di me, con la bava alla bocca come un cane rabbioso, e la strinse a s con avida gelosia. Non mi sembrava di essere insieme a una creatura della mia stessa razza; pareva che egli non comprendesse, per quanto parlassi; cos rimasi in disparte e in silenzio, disorientata. Infine un movimento di Catherine mi liber dalla mia angoscia: sollev le mani per afferrargli la nuca e avvicinare il suo viso al viso di lui che la teneva stretta; lui, a sua volta, coprendola di frenetiche carezze, diceva concitatamente: "Mi fai comprendere ora quanto sei stata crudele - crudele e falsa. Perch mi hai disprezzato? Perch hai tradito il tuo stesso cuore, Cathy? Non ho una sola parola di conforto; tutto questo lo hai meritato. Ti sei uccisa. S, baciami pure e piangi, e strappami in cambio baci e lacrime. Ti distruggeranno, ti danneranno. Mi amavi... quali diritti avevi dunque di lasciarmi? Quale diritto Pratica Biblioteca del Pratico Mondo

rispondimi - per il povero capriccio che ti ispirava Linton? Poich n la sofferenza, la degradazione, la morte, nulla che Dio o Satana potessero farci ci avrebbe separato, tu, di tua volont, lo hai fatto. Non io ho spezzato il tuo cuore, tu lo hai spezzato, e nel farlo hai spezzato il mio. Ma io purtroppo sono forte. Credi che voglia vivere? Che vita sar la mia quando tu... Vivresti, tu, quando la tua anima nella tomba?". "Lasciami, lasciami" singhiozz Catherine. "Se ho fatto del male, ora sto morendo per questo. Non forse abbastanza? Anche tu mi hai lasciato; ma io non te ne rimprovero! Io ti perdono. Perdonami!". " difficile perdonare guardando i tuoi occhi, toccando le tue mani consunte" ribatt lui. "Baciami ancora e fa che non ti veda gli occhi! Perdono quello che hai fatto a me. Amo la mia assassina... ma la tua! come potrei amarla?". Rimasero in silenzio - i volti nascosti uno contro l'altro, bagnato uno dalle lacrime dell'altro. O piuttosto, credo che a piangere fossero entrambi, poich sembrava che Heathcliff potesse piangere in un'occasione come quella. Frattanto, io mi sentivo sempre pi a disagio; il pomeriggio avanzava, l'uomo che avevo mandato via era ritornato dalla sua commissione; e, alla luce del sole al tramonto sulla vallata, riuscivo a distinguere la folla che si raccoglieva fuori della cappella di Gimmerton. "La funzione finita, il mio padrone sar qui tra mezz'ora." Heathcliff scagli un'imprecazione, e strinse ancora pi forte a s Catherine; lei non si mosse. Non trascorse molto tempo e io vidi un gruppo di domestici che risaliva la strada diretto verso le cucine. Il signor Linton non era molto lontano; apr lui stesso il cancello e entr camminando lentamente, probabilmente godendosi quel bel pomeriggio dolce come un pomeriggio d'estate. "Ora arrivato" esclamai. "Affrettatevi, per carit! Non incontrerete nessuno sulle scale principali. Ma affrettatevi; e rimanete tra gli alberi fino a che lui non entrato in casa." "Devo andare, Cathy" disse Heathcliff cercando di liberarsi dalla stretta delle braccia di lei. "Ma, se vivr, ti vedr ancora prima che ti addormenti. Non mi allontaner pi di cinque metri dalla tua finestra." "Non te ne andrai!" lei rispose, tenendolo con tutta la forza che le sue condizioni le concedevano. "No, ti dico che non te ne andrai." "Soltanto per un'ora" preg lui con appassionata intensit. "Non per un solo minuto" fu la risposta. "Devo... Linton sar subito qui" insistette lui, allarmato. Fece per alzarsi e si sciolse dalla mano di lei - ma lei gli si strinse con pi forza, ansante; vi era nel suo volto una sorta di folle deliberazione. "No!" grid. "Oh, no, non andare! l'ultima volta! Edgar non ci far del male. Heathcliff, io muoio, muoio!". "Al diavolo quello sciocco; eccolo" esclam Heathcliff tornando a sedersi. "Stai calma, amor mio, zitta, stai calma, Catherine, non me ne andr. Se mi uccidesse in questo istante, morirei con una benedizione sulle labbra." E tornarono a stringersi l'uno all'altra. Io sentii il padrone che saliva le scale... un sudore freddo mi imperlava la fronte; ero terrorizzata. "Intendete davvero dare ascolto al suo delirio?" dissi con forza. "Non sa quello che dice. Volete rovinarla, perch lei non ha il buon senso di evitarlo? Alzatevi! potrete liberarvi in un momento. Questa l'azione pi diabolica che mai abbiate compiuto. Siamo rovinati tutti: il padrone, la padrona e io." Mi torcevo le mani, gridavo, e il signor Linton, sentendo quel chiasso, si affrett. Nella mia profonda agitazione, mi rallegrai vedendo che le mani di Catherine erano ricadute inerti, e che la testa era china sul petto. " svenuta o morta" pensai. "Meglio cos. Meglio che sia morta piuttosto che vivere come un peso e una fonte di sofferenza per tutti." Edgar, con un balzo, raggiunse quell'ospite indesiderato, livido per lo stupore e la collera. Che cosa intendesse fare, non posso dirlo; l'altro gli imped qualsiasi gesto, mettendogli tra le braccia la forma apparentemente esanime di Catherine. "Guardate" disse "e se non siete un demonio, prima aiutatela, poi parlerete a me!". Si avvi nel salotto e sedette. Il signor Linton mi chiam, e, con gran difficolt e dopo aver tentato in molti modi, riuscimmo a riportarla alla vita;
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ma era stordita: sospirava e gemeva e non riconosceva nessuno. Edgar, nella sua ansia per lei, dimentic il suo odiato amico. Non io. Appena se ne present l'opportunit, andai da lui e lo supplicai di partire affermando che Catherine stava meglio e che avrebbe saputo da me il mattino dopo come avesse trascorso la notte. "Non rifiuto di uscire dalla casa" rispose Heathcliff "ma rimarr nel giardino; e, Nelly, bada di mantenere la parola domani. Aspetter sotto quei larici, bada! altrimenti torner qui, che Linton ci sia o no." Lanci una rapida occhiata attraverso la porta semichiusa, e, constatando che quel che io avevo detto sembrava vero, liber infine la casa della sua malaugurata presenza. XVI Verso mezzanotte nacque la Catherine che voi avete visto a Wuthering Heights, una bambina minuscola, di sette mesi; e due ore dopo, la madre mor, senza essersi mai ripresa tanto da sentire la mancanza di Heathcliff o da riconoscere Edgar. L'angoscia di quest'ultimo per la sua perdita un argomento troppo triste perch io vi indugi; e gli effetti della sua sofferenza rivelarono a qual punto questa fosse profonda. Era ai miei occhi una nuova fonte di dolore che egli fosse rimasto senza eredi. Lamentavo sempre la cosa, mentre guardavo la piccola orfana; e mentalmente protestavo contro il vecchio Linton per quella che era stata in lui una naturalissima predilezione: aver legato la propriet a sua figlia e non alla figlia del figlio. Non ebbe una accoglienza molto festosa, povera piccina! Avrebbe potuto piangere fino a morirne e nessuno se ne sarebbe curato nelle prime ore della sua esistenza. In seguito ci riscattammo da quella trascuratezza; ma l'inizio della sua vita fu privo di affetti come sar probabilmente la fine. La mattina seguente - gaia e luminosa - entr furtivamente, filtrata attraverso le imposte, nella stanza silenziosa, e diffuse sul letto e su colei che lo occupava uno splendore dolce e tenero. Edgar Linton appoggiava la testa al cuscino, e aveva gli occhi chiusi. I suoi lineamenti giovani e belli sembravano segnati dalla morte quasi quanto quelli della forma sdraiata accanto a lui, e non erano meno immoti; ma il suo era il silenzio dell'angoscia e della spossatezza, quello di lei, della pace. La fronte era liscia, le palpebre chiuse, le labbra atteggiate a un sorriso. Nessun angelo del cielo avrebbe potuto essere bello quanto lei; e finii per provare anch'io quella calma infinita in cui lei giaceva. Mai la mia mente ha avuto pensieri pi santi di quelli conosciuti negli attimi nei quali fissavo quella serena immagine di divino riposo. Istintivamente ripetevo le parole che lei aveva pronunciato poche ore prima: "Incomparabilmente al di l e al di sopra di noi tutti! Che sia ancora sulla terra o in cielo, il suo spirito ha raggiunto la propria dimora con Dio!". Ignoro se sia una mia caratteristica, ma di consueto sono felice mentre veglio nella camera di un morto se nessun parente in lutto, disperato o sconvolto, divide la veglia con me. Vedo una pace che n la terra n l'inferno potrebbero spezzare; e sento la certezza di un al di l senza fine e senza ombre l'eternit in cui sono entrati i morti - dove la vita non conosce limiti alla sua durata, l'amore pienamente corrisposto, e la gioia completa. In quell'occasione osservai quanto egoismo vi sia anche in un amore come quello del signor Linton, che rimpiangeva con tanta amarezza la liberazione benedetta di Catherine. Certo, si poteva dubitare, dopo l'esistenza ribelle e capricciosa che aveva condotto, che meritasse di giungere a un porto di pace. Se ne poteva dubitare nei momenti di fredda riflessione, ma non allora, in presenza della salma. Questa proclamava la sua serenit, pegno, si sarebbe detto, di un'eguale serenit per l'anima che l'aveva abitata. Pensate che gente cos sia felice nell'altro mondo, signore? Darei molto per saperlo.

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Rifiutai di rispondere alla domanda della signora Dean, che mi pareva assai eterodossa, e lei continu: Ripercorrendo la vita di Catherine Linton, temo che non abbiamo il diritto di pensare che lo sia; ma ora la lasceremo con il suo Creatore. Il padrone sembrava dormisse, e io, subito dopo l'alba, mi arrischiai a lasciare la camera per uscire silenziosamente all'aria pura e rinfrescante. I domestici pensarono che io fossi uscita per liberarmi della sonnolenza di quella lunga veglia; in verit, il mio scopo principale era vedere il signor Heathcliff. Se era rimasto tra i larici tutta la notte non aveva potuto udire nulla di quel che era accaduto a Thrushcross Grange, sempre che non fosse riuscito a sentire il galoppo del messaggero inviato a Gimmerton. Se invece era venuto pi vicino aveva probabilmente compreso, dalle luci che si muovevano da un punto all'altro, dall'aprire e dal richiudersi delle porte esterne, che qualcosa di tragico stava accadendo. Desideravo, e tuttavia temevo, di trovarlo. Sentivo che quella terribile notizia doveva venirgli data e ero ansiosa di farla finita; ma non sapevo come dargliela. Era l - pochi metri pi in l, nel parco, appoggiato a un vecchio frassino, senza cappello, i capelli bagnati dalla rugiada che si raccoglieva sui rami appena in boccio e gli cadeva attorno goccia a goccia. Doveva essere rimasto a lungo in quella posizione, poich vidi che una coppia di merli che gli volava accanto, a meno di un metro di distanza, passando e ripassando per costruirsi il nido, non dava palesemente alcun peso alla sua vicinanza, come si fosse trattato di un pezzo di legno. Quando io mi avvicinai volarono via, e lui alz lo sguardo. " morta!" disse. "Non ho aspettato te per capirlo. Metti via quel fazzoletto, non piagnucolare davanti a me. Al diavolo voi tutti! Lei non vuole le vostre lacrime!". Piangevo per lui non meno che per lei: ci accade di provare compassione per quanti non provano quel sentimento n per loro stessi n per altri; e non appena lo avevo visto in volto avevo compreso che era consapevole della catastrofe; mi aveva colto la folle idea che la ribellione del suo cuore si fosse infine placata e che egli pregasse, poich le sue labbra si muovevano e lo sguardo era fisso a terra. "S, morta" esclamai, frenando i singhiozzi e asciugandomi gli occhi. " andata in paradiso, spero, dove ognuno di noi potr raggiungerla se ci pentiremo e abbandoneremo le vie del male per seguire il bene." "Lei si dunque pentita?" chiese Heathcliff, tentando un sorriso sarcastico. " morta come una santa? Andiamo, raccontami le cose come davvero si sono svolte. Come...". Avrebbe voluto pronunciare il suo nome, ma non vi riusc; e, stringendo le labbra, affront un silenzioso combattimento con la sua sofferenza, sfidando la mia simpatia con uno sguardo feroce, inflessibile. "Come morta?" riprese infine, lieto, a dispetto della sua forza, di avere un sostegno alle spalle, perch dopo quella lotta, tremava, suo malgrado, verga a verga. "Povero sventurato!" pensai "hai un cuore e dei nervi come tutti gli altri uomini! Perch dovresti volerli nascondere? Il tuo orgoglio non pu ingannare Dio! Lo tenti a straziarti il cuore per costringerti a un grido di umilt!". " morta tranquilla come un bambino!" risposi a alta voce. "Ha tratto un respiro e si stirata, proprio come un bambino che si risveglia un istante e poi cade nuovamente nel sonno; cinque minuti dopo ho sentito un lieve battito del suo cuore, poi pi nulla." "E... mi ha mai nominato?" chiese con esitazione, come temendo che la risposta a quella domanda potesse rivelare particolari che egli non avrebbe sopportato di udire. "Non ha mai ripreso conoscenza, non ha pi riconosciuto nessuno dal momento in cui l'avete lasciata" risposi. "Ora giace con un sorriso dolcissimo; e i suoi ultimi pensieri erano tornati ai tempi andati, ai giorni felici. La sua vita si chiusa in un sogno dolce - possa risvegliarsi con altrettanta dolcezza nel mondo di l!". "Possa risvegliarsi tra i tormenti!" grid lui con spaventosa violenza, battendo rabbiosamente il piede, gemendo, in un improvviso parossismo di incontrollabile furia. "Ha dunque mentito fino alla fine! Dov'? Non lass, non in paradiso, non sotto terra: dov'? Oh, hai detto che non ti curavi delle mie sofferenze! E io
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ho una sola preghira - la ripeter finch la mia lingua si seccher: Catherine Earnshaw, possa tu non trovare mai riposo fino a che io sar in vita! Hai detto che ti ho ucciso - torna dunque a perseguitarmi! Gli assassinati, credo, perseguitano i loro assassini; so che ci sono stati fantasmi che vagavano sulla terra. Sii sempre con me - sotto qualsiasi forma - portami alla pazzia! ma non lasciarmi in questo abisso in cui non posso trovarti! La mia sofferenza indicibile! Non posso vivere senza la mia vita! non posso vivere senza la mia anima!". Batt la testa contro il tronco nodoso; e, alzando lo sguardo, cominci a urlare, non come un uomo, ma come una belva aizzata a morte da lance e coltelli. Vidi pi di una macchia di sangue sulla corteccia dell'albero, e anche la sua mano e la fronte erano insanguinate; probabilmente la scena di cui ero testimone si era gi ripetuta pi volte durante la notte. Non suscit compassione in me, ma turbamento e stupore; pure, esitavo a lasciarlo cos. Tuttavia, nell'istante stesso in cui si riprese abbastanza per vedere che lo osservavo, mi ordin tempestosamente di andarmene, e io obbedii. Non avevo la capacit di calmarlo o di consolarlo! Il funerale della signora Linton doveva aver luogo il venerd dopo la sua morte; fino ad allora la bara rimase scoperta, cosparsa di fiori e foglie profumate, nel grande salone. Linton vi trascorreva il giorno e la notte, vegliandola senza un istante di riposo; e - circostanza ignota a tutti ma non a me - anche Heathcliff trascorreva l fuori quanto meno le notti, senza concedersi un solo istante di riposo. Non comunicavo con lui; tuttavia sapevo del suo proposito di entrare se appena gli fosse stato possibile; e marted, quando da poco si era fatto buio e il padrone, stremato dalla fatica, era stato costretto a riposarsi per una o due ore, andai ad aprire una delle finestre, spinta dalla sua perseveranza a concedergli la possibilit di dare all'immagine ormai spenta del suo idolo un ultimo saluto. Lui non manc di valersi dell'opportunit che gli offrivo, con cautela e per breve tempo; con troppa cautela per tradire, fosse pure con il minimo rumore, la sua presenza; in verit, non avrei compreso che era venuto, se i drappi attorno al viso del cadavere non fossero stati mossi, e se non avessi visto sul pavimento un ricciolo di capelli biondi, legato con un filo d'argento, che era stato tolto, come vidi, dal medaglione appeso al collo di Catherine. Heathcliff lo aveva aperto, ne aveva gettato via il contenuto, e lo aveva sostituito con uno dei suoi riccioli bruni. Io li annodai insieme e li misi entrambi nel medaglione. Il signor Earnshaw, naturalmente, venne invitato ad assistere ai funerali della sorella, e, sebbene non mandasse alcuna scusa, non venne; oltre al marito, a seguire la bara erano soltanto i fittavoli e i domestici. Isabella non era stata invitata. Con grande stupore della gente del villaggio, Catherine non venne sepolta nella cappella sotto il monumento dei Linton n fuori della cappella fra le tombe dei suoi familiari. La tomba venne scavata su un verde declivio, in un angolo del cimitero, dove il muro cos basso che l'erica e i mirtilli della brughiera vi si sono arrampicati sopra, e la torba quasi lo ricopre. Suo marito giace accanto a lei ora; e per ognuno di loro c' una semplice lastra, e ai piedi un blocco di pietra grigia per indicare le tombe. XVII Quel venerd fu l'ultima giornata di bel tempo per un mese. Il tempo si guast la sera stessa; il vento mut da sud a nord-est portando dapprima pioggia, poi nevischio e neve. Il mattino dopo era difficile immaginare vi fossero state tre settimane d'estate: le primule e i crochi erano sepolti dalle nevi invernali, le allodole tacevano, le giovani foglie degli alberi erano appassite e annerite. E tetro, freddo e squallido avanz quel mattino! Il padrone rimase nella sua stanza, io presi possesso del salotto ormai solitario facendone una nursery; e sedevo l, con quel bambolotto piangente sulle ginocchia, cullandola avanti e indietro; e, frattanto, guardavo i fiocchi che ancora cadevano ammucchiarsi contro la
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finestra senza tende, quando la porta si apr e entr qualcuno, ansando e ridendo. Per un breve istante la mia collera super lo stupore; immaginai si trattasse di una delle cameriere, e esclamai: "Finiscila! Come osi esprimere qui questa sciocca gaiezza? Che cosa direbbe il signor Linton se ti sentisse?". "Mi dispiace!" rispose una voce familiare "ma so che Edgar a letto e non riesco a trattenermi." Con queste parole chi aveva parlato si fece presso il fuoco, ansando e premendosi una mano sul fianco. "Ho corso per tutta la strada da Wuthering Heights" continu dopo una breve pausa "salvo nei tratti nei quali volavo. Non potrei contare quante volte sia caduta. Oh, sono indolenzita dappertutto! Non allarmarti; ti dar una spiegazione appena sar in grado di farlo, ma ora dovresti avere la bont di andare a ordinare che la carrozza mi porti a Gimmerton e a dire a una cameriera che cerchi qualche vestito nel mio guardaroba." L'intrusa era la signora Heathcliff, che davvero non sembrava in condizioni tali da giustificare il riso: i capelli erano sciolti lungo le spalle, grondanti pioggia e neve; indossava l'abito da giovinetta che portava sempre, adatto alla sua et pi che alla sua posizione, un abito scollato, con le maniche corte, e non aveva niente in testa o al collo. L'abito era di seta leggera, bagnato al punto da starle incollato addosso; ai piedi aveva soltanto un paio di pantofoline; aggiungete una profonda ferita sotto l'orecchio che non sanguinava soltanto per il freddo, un viso pallido graffiato e livido, un corpicino esile che sembrava non riuscisse a stare in piedi per la fatica, e capirete che la mia prima reazione di spavento non si calm quando potei guardarla bene. "Mia cara signora" esclamai "non andr da nessuna parte e non star a sentire nulla finch non vi sarete tolta tutti i vestiti e non vi sarete messa qualcosa di asciutto; e senza dubbio non andrete a Gimmerton questa sera: dunque inutile ordinare la carrozza." "Senza dubbio ci andr" ribatt lei "a piedi o a cavallo; tuttavia non ho alcuna obiezione a vestiti decenti e asciutti; e... guarda come mi scorre lungo il collo adesso! brucia con il calore del fuoco." Insistette perch io eseguissi i suoi ordini prima di permettermi di toccarla; e soltanto quando ebbi detto al cocchiere di tenersi pronto e a una cameriera di preparare i pochi bagagli necessari, ottenni il consenso di bendarle la ferita e di aiutarla a cambiarsi d'abito. "Ora, Ellen" disse quando io ebbi finito, e lei era seduta in poltrona accanto al fuoco, con una tazza di t davanti "siedi di fronte a me e allontana la bambina della povera Catherine - non mi piace vederla! Non devi credere che non mi importi per Catherine perch mi sono comportata cos scioccamente entrando: ho pianto, anche, e amaramente - s, pi di quanto chiunque altro abbia motivo di piangere; ci siamo separate senza riconciliarci, lo ricorderai, e io non riesco a perdonarmi. Ma per lui non intendevo certo provare pena, per quel bruto! Oh, dammi l'attizzatoio! l'ultima cosa sua che ho con me" si tolse dall'anulare la fede d'oro e la gett a terra. "La far a pezzi!" continu colpendola con infantile dispetto "e poi la brucer!" e prese quel maltrattatissimo anello e lo scagli tra i carboni ardenti. "Ecco! ne comprer un altro se riesce a riavermi. Sarebbe capace di venire a cercarmi soltanto per indispettire Edgar. Non oso restare nel timore che in quella sua mente perfida entri una simile idea. Inoltre Edgar non stato buono con me, non vero? E non verr a implorare il suo aiuto, n gli causer altri fastidi. Sono stata costretta a cercare rifugio qui; tuttavia, se non avessi saputo che lui non c'era, mi sarei fermata in cucina, mi sarei lavata la faccia, mi sarei scaldata, ti avrei chiesto di portarmi quello che mi era necessario e sarei subito ripartita andando ovunque purch lontano dal mio maledetto... da quel diavolo incarnato! Ah, era furibondo... se mi avesse presa! un peccato che Earnshaw non gli stia alla pari come forza... non me ne sarei andata prima di vederlo completamente distrutto, se Hindley fosse stato in grado di farlo!". "Non parlate cos in fretta, signorina" la interruppi io "sposterete il fazzoletto che vi ho legato intorno al viso e farete sanguinare di nuovo la

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ferita. Bevete il t, riprendete fiato, e non continuate a ridere. Il riso tristemente fuori posto sotto questo tetto e nelle vostre condizioni!". "Una innegabile verit" riconobbe lei. "Senti quella bambina: non fa che piangere; portala via perch non debba pi sentirla, per un'ora soltanto: non mi fermer di pi." Suonai il campanello e affidai la bambina alle cure di una domestica; poi chiesi che cosa l'avesse spinta a fuggire da Wuthering Heights in quelle condizioni, e dove intendesse andare, se rifiutava di restare con noi. "Dovrei restare, e vorrei farlo" ribatt lei "per confortare Edgar e prendermi cura della bambina, e poi perch Thrushcross Grange la mia vera casa; ma, credimi, lui non me lo consentirebbe. Pensi che sopporterebbe di vedermi diventare grassa e allegra? che sopporterebbe il pensiero di saperci tranquilli e non si studierebbe di avvelenare la nostra pace? Ora ho la soddisfazione di essere certa che egli mi detesti al punto che la mia vista lo infastidisce profondamente. Vedo, quando gli compaio davanti, che i muscoli del viso involontariamente gli si distorcono in un'espressione di odio; in parte poich egli sa bene quali ottimi motivi io abbia di provare odio per lui, in parte per la sua avversione. Questa tanto forte da assicurarmi che non mi cercher per tutta l'Inghilterra, purch riesca a fuggire; e per questo devo allontanarmi. Ho superato ormai il desiderio di venire uccisa da lui: preferirei che si uccidesse! Ha saputo distruggere con grande efficacia il mio amore, e cos ora sono tranquilla. Riesco a ricordare, tuttavia, come lo amassi; e posso vagamente immaginare che riuscirei ancora a amarlo se... no, no! Quando pure egli fosse stato pazzo di me, quella sua natura diabolica si sarebbe in qualche modo rivelata. Catherine aveva gusti davvero perversi per averlo tanto caro, conoscendolo cos bene. un mostro! se soltanto potesse venir cancellato dalla creazione e dalla mia memoria!". "Basta, basta! una creatura umana" dissi. "Siate pi generosa: ci sono uomini peggiori di lui." "Non una creatura umana, e non ha alcun diritto alla mia generosit. Io gli ho dato il mio cuore, e lui lo ha preso e lo ha stretto crudelmente fino a ucciderlo; poi me lo ha scagliato contro; si sente con il cuore, Ellen, e poich lui ha distrutto il mio, io non posso pi sentire nulla per lui; e non vorrei, quando pure dovesse gemere e lamentarsi fino al giorno della sua morte e piangere lacrime di sangue per Catherine! No, no, non vorrei!" E qui Isabella cominci a piangere; ma, asciugandosi immediatamente le lacrime, ricominci. "Hai chiesto che cosa infine mi abbia spinto alla fuga? Sono stata costretta a tentarla perch ero riuscita a portare la sua collera a un grado superiore alla sua malignit. Strappare i nervi con pinze roventi richiede maggior freddezza che non colpire alla testa. E lui stato infine esasperato fino a dimenticare quella diabolica prudenza di cui si vantava e a abbandonarsi a una violenza omicida. stata una gioia per me riuscire a esasperarlo cos; e quella sensazione di piacere ha risvegliato il mio istinto di conservazione; cos, sono fuggita, e se mai ritorner tra i suoi artigli, si vendichi pure come crede. "Ieri, lo sai, il signor Earnshaw sarebbe dovuto essere al funerale. Era rimasto sobrio proprio per questo... quasi sobrio; non era andato a letto come un pazzo alle sei per alzarsi ubriaco a mezzogiorno. Di conseguenza, quando si alzato, era in uno stato di abbattimento mortale, pronto per andare in chiesa come per andare a ballare; e invece, si seduto accanto al fuoco e ha cominciato a tracannare gin o acquavite. "Heathcliff - rabbrividisco soltanto a nominarlo! - non si fatto vedere in casa da domenica scorsa fino a oggi. Non so se lo abbiano nutrito gli angeli o i demoni suoi parenti; ma non ha consumato un solo pasto con noi quasi per una settimana. Era appena tornato, all'alba, e era salito in camera, chiudendosi a chiave - come se qualcuno potesse desiderare la sua compagnia! E l rimasto a pregare come un metodista; ma la divinit che implorava ormai soltanto cenere e polvere; e quando forse invocava Dio, lo confondeva con il demonio che gli ha fatto da padre. Dopo aver concluso queste straordinarie orazioni - che duravano di consueto fino a farlo diventare rauco e a soffocargli la voce in gola - era solito uscire di nuovo per andare direttamente alla Grange. Mi stupisco che Edgar non abbia chiamato un poliziotto e non glielo abbia affidato! Quanto a me, sebbene addolorata per Catherine, mi era impossibile non guardare a questo periodo di liberazione da una degradante tirannia come a una vacanza.
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"Ero riuscita a riprendermi tanto da ascoltare le eterne prediche di Joseph senza piangere; e da non muovermi pi in casa furtivamente come un ladro spaventato. Ti riuscir difficile credere che io piangessi a qualsiasi cosa possa dire Joseph, ma lui e Hareton sono una compagnia detestabile. Preferisco quella di Hindley, preferisco ascoltare i suoi orribili discorsi, piuttosto che quelli del "padroncino" e del suo fedele sostenitore, quel vecchio odioso! "Quando Heathcliff in casa, sono spesso costretta a rifugiarmi in cucina e a subire la loro compagnia o a morire di fame nelle camere umide e vuote; quando lui non in casa, come accaduto questa settimana, mi sistemo un tavolo e una sedia a un angolo del focolare e non mi preoccupo di quello che pu fare il signor Earnshaw; lui, a sua volta, non si immischia in quel che io faccio: ora pi tranquillo di una volta se nessuno lo provoca, pi cupo e abbattuto e meno furioso. Joseph afferma che senza dubbio si redento; che il Signore gli ha toccato il cuore e che egli si infine salvato. Io non riesco a trovare traccia di questo benefico mutamento, ma la cosa non mi riguarda. "Ieri sera sedevo nel mio solito angolo, leggendo vecchi libri sin quasi a mezzanotte. Sembrava cos triste salire nelle camere di sopra con la neve che infuriava fuori e i miei pensieri che tornavano continuamente al cimitero e alla tomba appena scavata. Non osavo alzare lo sguardo dalla pagina, perch allora quella triste immagine ne prendeva all'istante il posto. "Hindley sedeva di fronte a me, sorreggendosi il capo con una mano, meditando forse sullo stesso argomento. Aveva smesso di bere e non si era mosso n aveva parlato per due o tre ore. Non si sentiva alcun rumore in casa se non il gemito del vento che, di quando in quando, scuoteva le finestre, il lieve scricchiolio del carbone che bruciava e il suono secco delle forbici con le quali tagliavo a intervalli il lungo stoppino della candela. Probabilmente, Hareton e Joseph dormivano nei loro letti. Era tutto molto, molto triste, e mentre leggevo sospiravo, poich sembrava che ogni felicit fosse svanita dal mondo e non potesse tornarvi mai. "Infine, quel luttuoso silenzio venne rotto dal suono del catenaccio della cucina. Heathcliff era ritornato prima del consueto dalla sua veglia, immagino per l'improvvisa tempesta. "La porta della cucina era chiusa a chiave, e lo sentimmo girare per entrare dall'altra parte. Io mi alzai, sulle labbra l'irrefrenabile espressione dei miei sentimenti, al che il mio compagno, che era rimasto a fissare la porta, si volse e mi guard. "Lo terr fuori per cinque minuti" esclam. "Non avete obiezioni?". "No, per quanto mi riguarda potete tenerlo fuori tutta la notte" gli risposi. "Fatelo! mettete la chiave nella serratura e tirate il catenaccio." "Earnshaw lo fece prima che il suo ospite raggiungesse la facciata della casa; poi torn e port la sedia all'altro capo del tavolo a cui io sedevo, appoggiandovisi sopra e cercando nel mio sguardo un sentimento corrispondente all'odio bruciante che si leggeva nel suo: poich provava i sentimenti di un assassino, e ne aveva l'aspetto, non pot trovare nei miei occhi quel che esattamente cercava; ma vi scopr quanto bastava per sentirsi incoraggiato a parlare. "Voi e io" disse "abbiamo entrambi un grosso debito da saldare a quell'uomo! Se non siamo codardi possiamo allearci per saldarlo. Siete mite come vostro fratello? pronta a sopportare fino alla fine senza cercare una sola volta di vendicarvi?" "Sono gi stanca ora di sopportare" risposi. "E sarei lieta di vendicarmi se la vendetta non dovesse ricadere su di me; ma l'inganno e la violenza sono spade appuntite da entrambi i lati: feriscono coloro che le usano pi dei loro nemici." "L'inganno e la violenza sono la giusta ricompensa dell'inganno e della violenza!" grid Hindley. "Signora Heathcliff, vi chiedo soltanto di rimanere ferma e in silenzio. Ditemi, questo potete farlo? Non dubito che provereste piacere quanto me nell'essere testimone della fine di quel demonio. Heathcliff sar la vostra morte se non sarete pi veloce di lui, e la mia rovina. Al diavolo quella canaglia d'inferno! Bussa come se gi fosse padrone di questa casa! Promettetemi di non parlare, e prima che l'orologio batta l'ora - mancano tre minuti all'una - sarete libera!".

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"Prese dalla giacca l'arma che gi ti ho descritto nella mia lettera e stava per spegnere la candela; tuttavia, io riuscii a strappargliela di mano e gli afferrai il braccio. "Non me ne star zitta!" dissi. "Non dovete toccarlo. Lasciate la porta chiusa e statevene tranquillo!". "No! Ho preso una decisione, e, credetemi, la metter in atto!" grid quella creatura disperata. "Vi far un favore a dispetto di voi stessa e render giustizia a Hareton! E non dovete darvi la pena di proteggermi. Catherine morta: nessuno al mondo mi rimpiangerebbe o proverebbe vergogna se mi tagliassi la gola in questo stesso istante: ormai tempo di farla finita!". "Tanto sarebbe valso lottare con un orso o ragionare con un pazzo. Avevo una sola risorsa ormai: correre alla finestra e avvertire la sua vittima del destino che lo attendeva. "Farai meglio a cercare riparo altrove questa notte!" esclamai, con voce quasi trionfante. "Il signor Earnshaw intende spararti se insisti nel voler entrare." "E tu farai meglio a aprirmi la porta, tu..." rispose, rivolgendomisi con una parola elegante che preferisco non ripetere. "Non intendo immischiarmi nella cosa" ribattei. "Entra e fatti uccidere, se vuoi. Io ho compiuto il mio dovere." "E chiusi la finestra e ritornai al mio posto accanto al fuoco,ppo priva di ipocrisia per fingere ansia al pericolo che lo minacciava. "Earnshaw imprec tempestosamente contro di me, affermando che io amavo ancora quella canaglia e insultandomi in tutti i modi per la vilt che avevo dimostrato. E io, in fondo al cuore (e la coscienza non mi rimproverava), pensavo che benedizione sarebbe stata per lui se Heathcliff avesse posto fine alle sue sventure e che benedizione per me se egli avesse mandato Heathcliff nella dimora che gli spetta di diritto! Mentre sedevo pensando a queste cose, la finestra alle mie spalle cadde sul pavimento per un violento colpo vibratogli dall'uomo che ho appena nominato, e il suo volto torvo apparve minacciosamente. Le sbarre della finestra erano troppo vicine perch egli potesse farvi passare le spalle, e io sorrisi, esultando perch mi credevo al sicuro. I suoi capelli e i vestiti erano bianchi di neve, e i suoi denti aguzzi e cannibaleschi, che il freddo e la collera scoprivano, scintillavano nelle tenebre. "Isabella, lasciami entrare o te ne far pentire!" ringhi. "Non posso commettere un delitto!" risposi. "Il signor Hindley sta in guardia con un coltello e una pistola carica." "Fammi entrare dalla porta della cucina." "Hindley ci arriver prima di me" risposi. "E che amore mai il tuo, se non pu sopportare una spruzzata di neve! Potevamo restarcene tranquilli nei nostri letti fino a quando splendeva la luna d'estate, ma nell'istante in cui ritorna una ventata d'inverno, ecco che corri a cercare rifugio! Heathcliff, se fossi in te andrei a stendermi sulla sua tomba per morire l come un cane fedele. Non vale la pena ormai restare in questo mondo, non vero? Mi avevi dato la netta impressione che Catherine fosse tutta la gioia della tua vita. Non riesco a pensare come tu possa voler sopravvivere alla sua perdita." " l, non vero?" esclam Hindley, precipitandosi alla finestra spalancata. "Se riesco a mettere fuori il braccio riesco a colpirlo." "Temo, Ellen, che mi troverai davvero empia; ma non sai tutto, quindi non giudicare. Per nulla al mondo avrei aiutato o approvato un'aggressione, fosse pure contro la sua vita. Ma non potevo non desiderare che fosse morto. Rimasi dunque terribilmente delusa e terrorizzata per le possibili conseguenze del mio discorso, quando Heathcliff si scagli sull'arma di Earnshaw e gliela strapp di mano. La carica esplose, e il coltello, scattando, si piant nel polso di Hindley. Heathcliff lo strapp via a viva forza, tagliando la carne mentre lo estraeva, e se lo cacci, insanguinato, in tasca. Poi raccolse una pietra, spezz il montante che divideva in due le finestre e balz dentro. Il suo avversario era caduto a terra privo di sensi per il dolore e per il sangue che sgorgava da un'arteria o una grossa vena. "Quell'anima nera lo colp a calci e lo calpest e gli sbatt due volte la testa contro il pavimento, tenendomi frattanto ferma con una mano per impedirmi di chiamare Joseph. Dovette esercitare su di s un controllo pi che umano per impedirsi di finirlo, ma, ormai senza fiato, desistette e trascin il corpo apparentemente inanimato verso la cassapanca. L strapp la manica della giacca di Earnshaw e gli fasci la ferita brutalmente, sputando e imprecando con la
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stessa energia con la quale prima lo aveva colpito. Essendo infine libera, non persi tempo nel cercare il vecchio Joseph che, afferrato a poco a poco il senso del mio concitato racconto, scese di corsa, ansimando, facendo gli scalini a due a due. "Che cosa succede ora? che cosa succede ora?". "Succede" tuon Heathcliff "che il tuo padrone pazzo, e, se vivr per un altro mese, lo far rinchiudere. E come ti venuto in mente di chiudermi fuori, vecchio cane sdentato? Non startene l a biascicare e a borbottare. Vieni, non voglio fargli da infermiere. Lava questa roba, e bada alle scintille della candela: pi della met soltanto alcool." "E cos, lo avete assassinato?" esclam Joseph, inorridito, alzando al cielo le mani e gli occhi. "Mai si visto nulla di simile! Possa il Signore...". "Heathcliff lo colp facendolo cadere in ginocchio in mezzo alla pozza di sangue; poi gli gett un asciugamani; ma, invece di incominciare a asciugare, Joseph giunse le mani e inizi una preghiera che mi spinse al riso per lo strano linguaggio. Ero in uno stato d'animo tale che nulla poteva scandalizzarmi; in verit, mi sentivo temeraria come si rivelano certi malfattori ai piedi del patibolo. "Oh, ti avevo dimenticato" disse il tiranno "lo farai tu. In ginocchio. E tu cospiri con lui contro di me, vipera? Avanti, un lavoro adatto a te!". "Mi scosse brutalmente fino a farmi battere i denti, quindi mi gett a terra accanto a Joseph, che concluse imperterrito le sue preghiere e infine si alz dichiarando che sarebbe andato senza indugio a Thrushcross Grange. Il signor Linton era un magistrato e, quando pure avesse avuto cinquanta mogli morte, avrebbe dovuto indagare. Era cos tenace nella sua decisione che Heathcliff ritenne opportuno costringermi a riassumere quel che era accaduto; torreggiava sopra di me, trasudando malevolenza, mentre io rispondevo con riluttanza alle sue domande. Ci volle molto tempo per convincere il vecchio che non era lui l'aggressore; tanto pi che le mie risposte venivano pronunciate a stento e perch vi ero costretta. Comunque, il signor Earnshaw lo convinse presto di essere ancora vivo; Joseph si affrett a fargli bere qualcosa di forte, e con quell'aiuto il suo padrone non tard a ritrovare il movimento e la coscienza. Heathcliff, comprendendo che egli ignorava come fosse stato trattato mentre era privo di sensi, dichiar che era ubriaco fradicio e che lui non avrebbe dunque dato peso alla sua vergognosa condotta, ma gli consigliava piuttosto di andare a letto. Con mio profondo sollievo, ci lasci dopo avergli dato questo saggio consiglio, e Hindley si distese sul focolare. Io mi allontanai in camera mia, stupita di essermela cavata cos a buon mercato. "Quando scesi la mattina dopo, una mezz'ora prima di mezzogiorno, il signor Earnshaw sedeva accanto al fuoco, mortalmente pallido; il suo cattivo genio, quasi altrettanto livido e spettrale, si appoggiava al camino. N l'uno n l'altro sembrava voler pranzare; e, dopo avere aspettato fino a che tutto era ormai freddo, io cominciai da sola. Nulla mi impediva di mangiare di buon appetito; e provavo un senso di soddisfazione e di superiorit quando, di tanto in tanto, lanciavo un'occhiata ai due uomini silenziosi e sentivo il conforto di una coscienza tranquilla. "Dopo aver mangiato, mi presi l'inconsueta libert di avvicinarmi al fuoco, passando dietro la seggiola di Earnshaw e inginocchiandomi nell'angolo accanto a lui. Heathcliff non guardava dalla mia parte e io alzai gli occhi e lo fissai, tranquillamente come se egli fosse diventato di pietra. La sua fronte, che una volta mi pareva cos virile e che ora mi sembra diabolica, era come oscurata da una pesante nube; gli occhi di basilisco erano spenti per la mancanza di sonno, forse per il pianto, poich le ciglia erano umide; le labbra, prive di quella smorfia feroce e sarcastica, erano chiuse in un'espressione di indicibile tristezza. Se fosse stato un altro, mi sarei coperta il volto in presenza di un tale dolore. Ma era lui, e io ne ero soddisfatta; per quanto ignobile possa parere insultare un nemico caduto, non potevo perdere quell'occasione di scagliare una freccia; i suoi momenti di debolezza erano i soli nei quali potevo gustare il piacere di restituirgli male per male." "Vergogna, vergogna, signorina!" la interruppi io. "Sembra che non abbiate mai aperto una Bibbia in vita vostra. Se Dio punisce i vostri nemici, questo non dovrebbe forse bastarvi? vile e presuntuoso voler aggiungere la vostra punizione alla sua!".
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"Riconosco, Ellen, che in linea di principio cos" annu lei. "Ma quale sofferenza che pesi sul cuore di Heathcliff potrebbe soddisfarmi, senza che io vi abbia parte? Preferirei vederlo soffrire meno purch possa essere io la causa delle sue sofferenze e purch egli lo sappia. Oh, gli devo tanto! Soltanto a una condizione posso sperare di perdonargli. Se posso prendere occhio per occhio, dente per dente, e per ogni spasimo della mia sofferenza infliggergliene uno, riducendolo al mio livello. stato il primo a ferire, sia dunque il primo a implorare perdono; e allora... s, allora, Ellen, potrei dimostrarti di saper essere generosa. Ma assolutamente impossibile che possa mai vendicarmi e dunque non posso perdonarlo. Hindley chiese dell'acqua e io gli porsi un bicchiere e gli chiesi come si sentiva. "Non male come vorrei" rispose, "ma, senza parlare del mio braccio, ogni singola parte di me indolenzita come mi fossi battuto con una legione di demoni." "Gi, e non mi stupisce" osservai. "Catherine era solita vantarsi di essere il vostro scudo contro il male fisico; intendeva dire che qualcuno non vi avrebbe fatto del male nel timore di offenderla. un bene che i morti non sorgano davvero dalla loro tomba, o la notte scorsa, lei avrebbe potuto essere testimone di una scena ripugnante. Non siete pieno di lividi e di ferite sul petto e le spalle?". "Non saprei" rispose. "Ma che cosa intendete dire? Ha avuto il coraggio di colpirmi mentre io ero a terra?". "Vi ha calpestato e preso a calci e sbattuto a terra" gli sussurrai. "E moriva dalla voglia di sbranarvi; poich uomo soltanto a met - e neppure tanto." "Il signor Earnshaw alz, come me, lo sguardo al viso del nostro comune nemico; che, assorto nella sua sofferenza, sembrava insensibile a quel che gli accadeva attorno; quanto pi a lungo rimaneva immobile, tanto pi l'angoscia dei suoi pensieri si rifletteva nei suoi lineamenti. "Oh, se soltanto Dio mi desse la forza di strangolarlo nella mia ultima agonia, andrei all'inferno con gioia" gemette quell'uomo, esasperato, lottando per alzarsi e ripiombando a sedere disperato, certo di non essere in grado di lottare. "No" osservai ad alta voce " sufficiente che abbia assassinato uno solo di voi. A Thrushcross Grange, tutti sanno che vostra sorella sarebbe viva ora se non fosse stato per il signor Heathcliff. Dopo tutto, preferibile essere odiati piuttosto che amati da lui. Quando ricordo quanto eravamo felici - quanto era felice Catherine prima che lui giungesse - sarei pronta a maledire quel giorno." "Probabilmente, Heathcliff colse la verit di quel che era stato detto pi che lo spirito nel quale veniva detto; vidi che la sua attenzione era stata ridestata, poich le lacrime gli cadevano dagli occhi tra la cenere e lui respirava a brevi sospiri che parevano soffocarlo. Lo guardai in pieno viso e, risi sdegnosamente. Quelle appannate finestre dell'inferno lampeggiarono per un istante verso di me; ma il demonio che guardava da quegli occhi era cos opaco e annegato di lacrime che non temetti di azzardare un'altra risata di scherno. ""Alzati e vattene via dalla mia vista" disse lui tra le lacrime. "O piuttosto immaginai che egli pronunciasse quelle parole, perch la sua voce era appena avvertibile. ""Ti chiedo scusa" risposi "ma anch'io amavo Catherine; e suo fratello ha bisogno di cure che, per amore di lei, intendo dargli. Ora che Catherine morta, la vedo in Hindley. Hindley avrebbe in tutto e per tutto i suoi occhi, se tu non avessi cercato di cavarglieli e non glieli avessi resi lividi e sanguinanti, e la sua...". ""Alzati, maledetta idiota, prima che ti calpesti a morte!" grid lui, con un gesto che ne provoc uno da parte mia. ""Ma" continuai, pronta a fuggire "se la povera Catherine avesse avuto fiducia in te e avesse assunto il ridicolo, spregevole, degradante nome di signora Heathcliff, presto non avrebbe avuto un aspetto diverso! Lei non avrebbe sopportato in silenzio la tua abominevole condotta; avrebbe espresso il suo odio e la sua ripugnanza". "Lo schienale della cassapanca e la persona di Earnshaw si frapponevano fra me e lui; cos, invece di cercare di raggiungermi, prese un coltello dalla tavola e me lo scagli mirando alla testa. Mi colp sotto l'orecchio mettendo a tacere la frase che stavo pronunciando; ma, strappandomelo dalla ferita, balzai verso la

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porta e ne scagliai un'altra: spero che le mie parole abbiano colpito pi a fondo del suo coltello. "Nell'ultima, rapida occhiata che gli rivolsi lo vidi balzare furiosamente contro di me, trattenuto da Hindley; entrambi, avvinghiati l'uno all'altro, caddero sul focolare. Correndo attraverso la cucina ordinai a Joseph di affrettarsi dal suo padrone; inciampai contro Hareton, che stava impiccando una cucciolata allo schienale di una sedia nel vano della porta, e, felice come un'anima fuggita dal purgatorio, balzai, saltai, volai gi per la strada ripida; quindi, abbandonando il sentiero tortuoso, tagliai direttamente per la brughiera, correndo gi per le sponde, sguazzando attraverso le paludi, precipitandomi, in verit, verso il faro di Thrushcross Grange. E preferirei essere condannata all'eternit dell'inferno piuttosto che trascorrere soltanto un'altra notte sotto il tetto di Wuthering Heights." Isabella tacque e bevve un sorso di t; poi si alz e, dicendomi di metterle il cappello e il grande scialle che le avevo portato e respingendo la mia preghiera di restare un'altra ora, sal su una sedia, baci i ritratti di Edgar e Catherine, baci anche me e si avvi alla carrozza, accompagnata da Fanny, che abbaiava, pazza di gioia per aver ritrovato la sua padrona. E Isabella part, per non ritornare mai pi da queste parti; ma si stabil una corrispondenza regolare tra lei e il mio padrone quando lei si fu sistemata meglio. Credo che la sua nuova dimora fosse a sud, presso Londra; e l, pochi mesi dopo la sua fuga, ebbe un figlio. Venne chiamato Linton, e fin dall'inizio lei lo descrisse come un bambino malaticcio e bizzoso. Il signor Heathcliff, incontrandomi un giorno al villaggio, mi chiese dove vivesse. Io rifiutai di dirglielo. Lui osserv che non aveva alcuna importanza ma che lei doveva guardarsi dal venire dal fratello; al fratello non si sarebbe mai potuta riunire: piuttosto, l'avrebbe ripresa lui. Sebbene io non gli rivelassi nulla, Heathcliff scopr, grazie a qualcun altro della servit, il luogo in cui lei risiedeva e la nascita del bambino. Tuttavia, non la molest; e per questa tolleranza Isabella poteva ringraziare, immagino, il suo odio. Spesso chiedeva del bambino quando mi vedeva; e, apprendendo il suo nome, sorrise ferocemente e osserv: "Vogliono dunque che io odi anche lui?". "Vogliono che voi non ne sappiate nulla, credo." "Ma lo prender quando vorr. Di questo possono essere certi!". Fortunatamente, la madre mor prima che quel momento arrivasse, circa tredici anni dopo la morte di Catherine, quando Linton aveva dodici anni o poco pi. Il giorno successivo all'inattesa visita di Isabella, non ebbi la possibilit di parlare al mio padrone: evitava la conversazione e non era in grado di discutere. Quando riuscii infine a farmi ascoltare, lo vidi felice nell'apprendere che la sorella aveva lasciato il marito, che egli odiava con un'intensit che la mitezza della sua natura non avrebbe dovuto consentire. Cos profonda e cos sentita era la sua avversione, che egli evitava di andare ovunque potesse vedere o udire Heathcliff. Questo, e il suo dolore, fecero di lui un autentico eremita; rinunci ai suoi compiti di magistrato, smise anche di andare in chiesa, evit in qualsiasi occasione il villaggio e trascorse una vita rigorosamente solitaria nei confini del parco e dei suoi terreni; interrotta soltanto da solitarie passeggiate sulla brughiera e da visite alla tomba della moglie, soprattutto alla sera o al mattino presto, quando non c'era nessun altro in giro. Ma era troppo buono per essere a lungo completamente infelice. Non era certo uomo da pregare perch l'anima di Catherine lo tormentasse. Il tempo port con s la rassegnazione, e una malinconia pi dolce della consueta gioia. Ricordava la memoria di lei con un amore ardente e tenero e con la fiduciosa speranza nel mondo migliore dove non dubitava lei fosse andata. Ma aveva anche consolazioni e affetti terreni. Ho detto che per pochi giorni sembr non interessarsi affatto della creaturina che gli aveva lasciato la moglie morta; quella freddezza si sciolse come la neve in aprile e prima che la piccolina potesse pronunciare una parola o accennare a un passo barcollante, gi era diventata la tiranna del suo cuore. Era stata chiamata Catherine ma lui non la chiam mai cos, come non aveva mai chiamato con un diminutivo la prima Catherine, probabilmente perch Heathcliff era solito farlo. La piccola per lui fu sempre Cathy; cos si distingueva dalla madre, pur stabilendo un legame con

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lei; e l'affetto del padre nasceva dal rapporto tra la bambina e sua madre pi che dal suo essere sua figlia. Ero solita fare un paragone tra lui e Hindley Earnshaw, e cercare a lungo di spiegarmi perch la loro condotta fosse cos diversa in circostanze simili. Entrambi erano stati mariti affettuosi, entrambi amavano i loro figli. E non riuscivo a vedere perch non dovessero prendere entrambi la stessa strada, nel bene o nel male. Ma - riflettevo - Hindley, pur essendo apparentemente il carattere pi forte, si era tristemente dimostrato peggiore e pi debole. Quando la nave stava affondando, il capitano aveva abbandonato il suo posto; e la ciurma, invece di cercare di salvare la nave, si era data all'indisciplina e alla confusione, non lasciando alcuna speranza per lo sventurato vascello. Linton, al contrario, aveva dimostrato l'autentico coraggio di un'anima leale e fedele: si abbandonava a Dio e Dio lo confortava. L'uno sperava, l'altro disperava: avevano scelto la strada da percorrere e, com'era giusto, erano condannati a percorrerla. Ma certo, signor Lockwood, non vorrete starmi a sentire mentre faccio la morale; potete giudicare queste cose come posso farlo io; quanto meno, penserete di poterlo fare, e lo stesso. La fine di Earnshaw fu quale ci si poteva aspettare; segu rapidamente quella della sorella: non trascorsero nemmeno sei mesi. Ma noi, alla Grange, non abbiamo saputo nulla delle sue condizioni prima della morte; tutto quello che seppi, lo seppi quando andai a aiutare i preparativi per il funerale. Fu il dottor Kenneth che venne a annunciare la cosa al mio padrone. "Ebbene, Nelly" disse una mattina entrando a cavallo nel cortile, troppo presto perch non mi allarmassi con un presentimento di cattive notizie. "Tocca a me e a voi adesso prendere il lutto. Chi credete che abbia esalato l'ultimo respiro?" "Chi?" chiesi, tutta agitata. "Via, indovinate!" rispose lui scendendo da cavallo e passando la briglia in un anello accanto alla porta. "E preparate l'angolo del grembiule: sono certo che ne avrete bisogno." "Non il signor Heathcliff, certo?" esclamai. "Heathcliff! piangereste per lui?" ribatt il dottore. "No, Heathcliff un giovane robusto; oggi poi sta splendidamente: l'ho appena visto. Sta rapidamente riprendendo il peso da quando ha perduto la parte migliore di s." "Chi allora, signor Kenneth?" chiesi nuovamente con impazienza. "Hindley Earnshaw! Il vostro vecchio amico Hindley, e il mio scapestrato compagno; sebbene gi da tempo fosse diventato troppo sfrenato per me. Ecco! Lo avevo detto che vi sareste sciolta in lacrime. Ma fatevi coraggio! morto senza tradire la sua immagine, ubriaco fradicio. Povero ragazzo. Dispiace anche a me. Non possibile non sentire la mancanza di un vecchio amico; sebbene fosse un tipo di cui era meglio non fidarsi e mi abbia giocato pi di un brutto tiro. Sembra che avesse appena ventisette anni: la vostra et; chi avrebbe mai pensato che foste nati nello stesso anno?". Confesser che questo colpo fu per me pi grave della pena per la morte della signora Linton. Il mio cuore era pieno ancora di antichi ricordi; sedetti sotto il portico e piansi come per un parente stretto, chiedendo a Kenneth di cercare qualcun altro perch lo annunciasse al padrone. Non potevo impedirmi di riflettere a questo pensiero: "Era stato fatto tutto il possibile?". Qualsiasi cosa facessi, l'idea mi tormentava; era cos tediosamente ostinata che decisi di chiedere il permesso di andare a Wuthering Heights per prestare le ultime cure al morto. Il signor Linton acconsent con estrema riluttanza ma io parlai con eloquenza della mancanza di amici del morto; e dissi che il mio vecchio padrone e fratello di latte aveva diritto ai miei servigi non meno di lui. Inoltre gli ricordai che il bambino, Hareton, era il nipote di sua moglie, e che, in mancanza di parenti pi stretti, toccava a lui fungere da tutore; e senza dubbio doveva chiedere come era stata lasciata la propriet e occuparsi degli affari di suo cognato. In quel momento non si sentiva in grado di occuparsi di tutte queste cose, ma mi disse di parlare al suo avvocato, e infine mi permise di andare. Il suo avvocato era stato anche quello di Earnshaw: mi recai dunque al villaggio e gli chiesi di accompagnarmi. Lui scosse la testa e mi sugger di lasciar stare Heathcliff; affermando che, a voler dire la verit, si sarebbe scoperto che Hareton era poco pi che un pezzente.
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"Suo padre morto pieno di debiti" disse. "L'intera propriet ipotecata, e l'erede naturale ha una sola speranza: avere il tempo di suscitare qualche affetto nel cuore del suo creditore perch questi lo tratti con clemenza." Quando giunsi a Wuthering Heights, spiegai che ero andata per vedere che tutto fosse fatto con il dovuto decoro, e Joseph, che sembrava sinceramente addolorato, si dichiar soddisfatto della mia presenza. Il signor Heathcliff disse che non gli pareva ci fosse bisogno di me, ma che potevo restare, se volevo, e dare disposizioni per il funerale. "A voler essere corretti" osserv "il corpo di quel pazzo dovrebbe venir sepolto all'incrocio delle strade senza alcuna cerimonia. Per caso l'ho lasciato solo dieci minuti, ieri pomeriggio, e in quell'intervallo ha chiuso le due porte della casa per impedirmi di entrare e ha trascorso l'intera notte bevendo deliberatamente fino a uccidersi! Siamo riusciti a entrare questa mattina avendolo sentito russare come un cavallo; e lui era l, sdraiato sulla cassapanca: se lo avessimo scotennato e scuoiato non si sarebbe svegliato. Ho mandato a chiamare Kenneth che venuto; ma non prima che la bestia fosse ormai diventata una carogna: era morto, freddo, stecchito; perci riconoscerai che era inutile darsi ancora da fare per lui." Il vecchio domestico conferm queste parole, ma borbott: "Avrei preferito che fosse andato lui a chiamare il dottore! Io mi sarei curato del padrone meglio di lui - non era per niente morto quando me ne sono andato, proprio per niente!". Insistetti perch il funerale fosse decoroso. Il signor Heathcliff disse che anche in quello potevo fare come volevo: soltanto, dovevo ricordare che i soldi venivano dalle sue tasche. Continu a comportarsi in quel modo duro, noncurante, che non rivelava n gioia n pena; semmai, esprimeva una spietata soddisfazione per un lavoro difficile, eseguito con successo. Una volta, a dire il vero, notai nel suo aspetto una sorta di esultanza. Accadde quando stavano portando via la bara dalla casa; aveva avuto l'ipocrisia di comportarsi come un parente in lutto; e prima di seguire la bara con Hareton mise lo sventurato bambino sulla tavola e disse con particolare divertimento: "E adesso, mio bel bambino, sei tutto mio! e la vedremo se un albero non crescer storto come un altro, con lo stesso vento a piegarlo!". Il povero piccino, che non sospettava di nulla, parve compiaciuto per quelle parole; gioc con i favoriti di Heathcliff e gli accarezz la guancia; ma io compresi il significato di quel discorso e osservai acidamente: "Il ragazzo deve tornare con me a Thrushcross Grange, signore. Niente al mondo vostro meno di lui!". " Linton a dirlo?". "Naturalmente" risposi "mi ha ordinato di prenderlo con me." "Bene" disse quel furfante "per il momento non parleremo della cosa; ma mi solletica il pensiero di allevare un ragazzo, cos vicino al tuo padrone che sarei costretto a sostituirlo con il mio, se egli dovesse tentare di prendermelo; non prometto di rinunciare a Hareton senza resistere; ma prometto di far venire l'altro. Non dimenticare di dirglielo." Quella chiara allusione bast a legarci le mani. Ne ripetei la sostanza al mio ritorno, e Edgar Linton, sin dall'inizio scarsamente interessato, non parl pi di intromettersi. Non so se avrebbe potuto farlo con successo, se anche avesse voluto. L'ospite era ormai il padrone di Wuthering Heights; la possedeva in modo indiscusso e dimostr all'avvocato, che a sua volta lo dimostr al signor Linton, che Earnshaw aveva ipotecato ogni metro della terra per avere il danaro necessario al vizio del gioco: lui, Heathcliff, era il beneficiario dell'ipoteca. In tal modo Hareton, che avrebbe dovuto essere ormai il primo gentiluomo della contrada, si vedeva ridotto a uno stato di completa dipendenza dall'inveterato nemico di suo padre; e vive ora in casa sua come un servo, privo del vantaggio di un salario, e impossibilitato a rendersi giustizia perch completamente privo di amici e del tutto ignaro del torto subito. XVIII

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I dodici anni - continu la signora Dean - seguiti a quel triste periodo furono i pi felici della mia vita: i miei pi gravi turbamenti venivano dalle piccole, insignificanti malattie della mia signorina, malattie che anche lei dovette subire come tutti gli altri bambini, ricchi e poveri. Per il resto, dopo i primi sei mesi, crebbe dritta e sana come un bell'alberello; e impar a camminare e a parlare, a modo suo, prima che l'erica fiorisse per la seconda volta sulla tomba della signora Linton. Era la bambina pi accattivante che mai abbia portato il sole in una casa desolata, un'autentica bellezza; con gli occhi scuri degli Earnshaw ma l'incarnato chiaro e i lineamenti fini dei Linton e i capelli biondi e ricci. Aveva un temperamento ardito, ma non aspro, addolcito da un cuore sensibile e capace di affetti sin troppo vivi. E quella capacit di amare profondamente mi ricordava la madre; tuttavia, non le somigliava, poich sapeva essere dolce e mite come una colomba, e aveva una voce morbida e un'espressione pensosa; se andava in collera, non si infuriava mai; mai il suo affetto era tempestoso, ma profondo e tenero. Tuttavia, non posso non riconoscerlo, aveva difetti che contrastavano le sue qualit. Era incline all'impertinenza; e aveva una volont caparbia tipica di tutti i bambini viziati, che abbiano o non abbiano un buon carattere. Se capitava a una domestica di indispettirla, invariabilmente esclamava: "Lo dir a pap!". E se il padre la rimproverava, fosse pure con uno sguardo, sembrava che la cosa le spezzasse il cuore; credo che egli non le abbia mai rivolto una parola aspra. Si occup da solo della sua educazione, e ne fece quasi un gioco; fortunatamente, la curiosit e l'intelligenza viva facevano di lei un'ottima allieva; imparava con rapidit e passione e faceva davvero onore agli insegnamenti del padre. Fino all'et di tredici anni non aveva varcato da sola i confini del parco. Il signor Linton, in rare occasioni, la portava con s un miglio o due pi oltre, ma non l'affidava a altri che a se stesso. Gimmerton era per lei soltanto un nome; la cappella, il solo edificio a lei noto, oltre alla casa; Wuthering Heights e il signor Heathcliff per lei non esistevano; conduceva un'esistenza isolata e, all'apparenza, ne era perfettamente soddisfatta. A volte, vero, mentre guardava la campagna dalla finestra della nursery, le accadeva di osservare: "Ellen, quanto tempo dovr passare prima che io possa andare fino alla vetta di quelle colline? Mi chiedo che cosa ci sia dall'altro lato: forse il mare?". "No, signorina Cathy" le rispondevo allora "altre colline, proprio come queste." "E come sono quelle rocce dorate quando ci si trova sotto?" chiese una volta. Il brusco pendio della Rupe di Penistone attirava particolarmente la sua attenzione, soprattutto quando il sole al tramonto vi splendeva sopra, illuminando le vette pi alte, e tutto il resto era immerso nell'ombra. Le spiegai che erano nude pietre, quasi senza terra sufficiente nei crepacci per poter nutrire un alberello stento. "E perch restano illuminate tanto a lungo dopo che qui gi sera?" prosegu lei. "Perch sono molto pi in alto di dove siamo noi. Non potreste arrampicarvici sopra: sono troppo alte e troppo ripide. Durante l'inverno il gelo arriva l prima che da noi; e, in piena estate, mi accaduto di trovare ancora della neve sotto quella scura cavit sul lato nord-orientale." "Oh, ci sei stata!" esclam gaiamente. "Allora anch'io ci potr andare quando sar grande. Pap ci stato, Ellen?". "Pap vi direbbe, signorina" mi affrettai a risponderle "che non vale la pena di visitarle. La brughiera che voi percorrete insieme a lui molto pi bella; e Thrushcross Park il luogo pi bello del mondo." "Ma il parco lo conosco, e non conosco quelle rocce" mormor parlando a se stessa. "E sarebbe bellissimo guardarmi attorno dal ciglio del punto pi alto. Il mio pony, Minny, un giorno o l'altro mi ci porter." Quando una delle cameriere parl della grotta fatata, le fece quasi girare la testa dal desiderio di realizzare quel suo progetto; torment il signor Linton fino a che lui promise di farle fare il viaggio appena fosse stata pi grande; ma la signorina Catherine misurava la sua et a mesi, e: "Adesso sono grande abbastanza per andare alla Rupe di Penistone?" divenne la sua perenne domanda. La strada per recarvisi passava vicino a Wuthering Heights. A Edgar mancava il cuore di andarvi; cos lei riceveva sempre la perenne risposta:
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"No, tesoro mio, non ancora." Ho detto che la signora Heathcliff visse circa dodici anni dopo aver lasciato il marito. Tutti in famiglia erano di costituzione delicata; sia lei che Edgar erano privi di quella robusta salute che di consueto si incontra da queste parti. Non so bene quale sia stata la sua ultima malattia; immagino tuttavia che siano morti entrambi dello stesso male, una sorta di febbre, lenta all'inizio ma incurabile e che, verso la fine, li consumava rapidamente. Lei stessa scrisse per informare il fratello del probabile esito di una malattia di cui aveva sofferto da quattro mesi; e lo preg di andare da lei, se era possibile, poich aveva molte cose da sistemare e voleva congedarsi da lui e affidargli Linton. Sperava che Linton potesse rimanere con lui, come era rimasto con lei; il padre, voleva convincersi, non desiderava affatto assumersi l'impegno di mantenerlo o di educarlo. Il mio padrone non esit un solo istante nell'acconsentire alla sua richiesta; per quanto riluttante a abbandonare la casa per questioni comuni, vol in risposta alla sua preghiera; e affid Catherine alle mie particolari cure durante la sua assenza ripetendo pi volte che non doveva mai uscire dal parco, fosse pure accompagnata da me; che potesse andare sola, non lo pensava nemmeno. Rimase assente tre settimane. Per i primi due giorni, la mia pupilla rimase seduta in un angolo della biblioteca, troppo triste per leggere o per giocare; in quella sua malinconica tranquillit non mi caus alcun problema; ma a quella tranquillit segu un periodo di noia e di inquieta impazienza; e io, troppo occupata e troppo vecchia ormai per correre su e gi a svagarla, trovai un sistema che le consentisse di divertirsi da sola. La mandavo, ora a piedi ora a cavallo, in giro per la propriet; ascoltandola poi pazientemente quando, al ritorno, mi narrava le sue vere o immaginarie avventure. L'estate splendeva in tutta la sua bellezza; e Cathy prese a amare tanto quelle solitarie passeggiate che spesso rimaneva fuori dalla colazione all'ora del t; le serate poi trascorrevano nella narrazione dei suoi fantasiosi racconti. Non temevo che lei superasse i confini permessi, poich i cancelli erano di consueto chiusi e ritenevo improbabile che si arrischiasse da sola a varcarli, quando pure fossero stati spalancati. Sventuratamente, la mia fiducia si rivel mal riposta. Catherine venne da me una mattina alle otto dicendo di essere quel giorno un mercante arabo che si preparava a attraversare il deserto con la sua carovana: dovevo dunque darle provviste in abbondanza per lei e per gli animali, un cavallo e tre cammelli rappresentati da un grosso bracco e una coppia di pointer. Preparai molte buone cose e le misi in un cestino appeso di fianco alla sella; lei balz sul pony gaia come una fatina, protetta contro il sole di luglio dal cappello a tesa larga e dal velo, e si allontan con un'allegra risata, facendosi beffe del mio prudente consiglio di non andare mai al galoppo e di tornare presto. Quella briccona non si fece vedere al t. Uno dei viaggiatori, il bracco, da quel vecchio cane amante delle comodit che era, torn; ma in nessuna direzione riuscivo a vedere Cathy, il pony o i pointer; mandai dunque cinque messaggeri in questo e quel sentiero e, infine, andai io stessa a cercarla. Un contadino lavorava a una siepe che delimitava la piantagione ai confini della propriet. Gli chiesi se avesse visto la nostra signorina. "L'ho vista questa mattina" fu la risposta. "Voleva che le tagliassi un ramo di nocciolo; poi ha fatto saltare al cavallo quella siepe laggi, dov' pi bassa, e via, svanita al galoppo." Immaginerete come mi sentissi ascoltando quelle parole. Mi resi immediatamente conto che doveva essersi diretta verso la Rupe di Penistone. "Che cosa ne sar di lei?" esclamai angosciosamente, passando attraverso un'apertura nella siepe che l'uomo stava riparando e dirigendomi senza indugio sulla strada maestra. Camminai in fretta come per vincere una gara, miglio dopo miglio, finch una svolta mi port in vista di Wuthering Heights, ma non c'era traccia, n vicina n lontana, di Catherine. La Rupe si trova un miglio e mezzo oltre la propriet del signor Heathcliff, a quattro miglia dalla Grange: cominciai dunque a temere di non riuscire a raggiungerla prima che cadesse la notte.

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"E se fosse scivolata nell'arrampicarsi" riflettevo "e si fosse uccisa o rotta le ossa?". La mia angoscia era davvero penosa; e, dapprima, fu per me un profondo sollievo vedere, mentre fiancheggiavo correndo la fattoria, Charlie, il pi coraggioso dei pointer, accucciato sotto una finestra con la testa gonfia e un'orecchia sanguinante. Aprii il cancelletto e corsi alla porta battendo con violenza per farmi aprire. Mi apr una donna che conoscevo e che viveva prima a Gimmerton; serviva a Wuthering Heights dalla morte del signor Earnshaw. "Ah" disse "siete venuta a cercare la vostra padroncina! Non abbiate paura: qui sana e salva; ma sono felice che non si tratti del padrone." "Non in casa dunque?" chiesi ansimando, quasi senza fiato per la corsa e lo spavento. "No, no. Lui e Joseph sono via e credo che non ritorneranno prima di un'ora o pi. Entrate e riposatevi un po'." Entrai e vidi che il mio agnellino smarrito, seduto sul focolare, si cullava in una poltroncina che era stata di sua madre quando era bambina. Il cappello era appeso al muro, e lei sembrava perfettamente a suo agio: rideva e chiacchierava, palesemente di ottimo umore, con Hareton, ora un ragazzone di diciotto anni che la fissava con molta curiosit e non minor stupore, comprendendo assai poco del fiume di osservazioni e domande che fluiva senza interruzione dalle labbra di lei. "Benissimo, signorina" esclamai, nascondendo la mia gioia con un viso severo. "Questa stata la vostra ultima passeggiata fino al ritorno di vostro padre. Non mi fider neppure a lasciarvi oltrepassare la soglia: siete stata davvero molto, molto cattiva." "Ah, Ellen!" esclam gaiamente lei, balzando in piedi e correndomi vicina. "Stasera avr una splendida storia da raccontarti... e cos mi hai scoperto. Eri mai stata qui prima?". "Mettetevi il cappello e andiamo subito a casa" dissi. "Sono molto in collera con voi, signorina Cathy: siete stata davvero cattiva! inutile fare il broncio e piangere; non mi ripagher dell'angoscia che ho patito, percorrendo tutta la campagna alla vostra ricerca. Pensare che il signor Linton mi aveva ordinato di tenervi in casa e che voi siete fuggita cos; dimostra che siete una piccola, furba volpacchiotta, e nessuno potr pi avere fiducia in voi." "Che cosa ho fatto?" singhiozz lei, frenando di colpo i suoi slanci. "A me pap non ha detto nulla... non mi sgrider, Ellen... lui non va mai in collera, come te!". "Venite, venite!" ripetei. "Vi annoder i nastri del cappello. E ora niente impertinenza. Oh, vergognatevi! A tredici anni, siete ancora una bamboccia!". Questa esclamazione si spiegava perch lei si era tolta bruscamente il cappellino dalla testa e si era rifugiata davanti al camino, lontana da me. "No" intervenne la domestica "non siate severa con questa bella bambina, signora Dean. Le abbiamo chiesto noi di fermarsi; lei avrebbe voluto continuare a cavalcare, temendo che voi foste in ansia. Ma Hareton si offerto di andare con lei e io ho pensato che dovesse farlo. una brutta strada, quella sopra le colline." Nel corso della nostra conversazione, Hareton era rimasto in piedi con le mani in tasca, troppo imbarazzato per parlare, sebbene gli si leggesse negli occhi che non aveva apprezzato molto il mio intervento. "Quanto devo aspettare ancora?" continuai senza badare all'interferenza della donna. "Fra dieci minuti sar buio. Dov' il pony, signorina Cathy? E dov' Phoenix? Vi lascer sola, se non farete in fretta: dunque, decidete voi." "Il pony nel cortile" rispose "e Phoenix chiusa l. stata morsa, come Charlie. Stavo per raccontarti tutto, ma tu sei di cattivo umore e non te lo meriti." Presi il suo cappello e mi avvicinai per rimetterglielo; ma lei, comprendendo che la gente della casa era dalla sua parte, cominci a correre per la stanza; e, quando io presi a inseguirla, si mise a scappare come un topolino sopra e sotto e dietro i mobili, rendendo ridicolo il mio inseguimento. Hareton e la donna ridevano, e lei rideva con loro e si faceva sempre pi impertinente, fino a che io gridai, molto irritata: "Bene, signorina Cathy, se sapeste di chi questa casa, sareste ben felice di uscirne."
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"E' di vostro padre, vero?" ribatt Cathy volgendosi a Hareton. "No" rispose lui, con gli occhi bassi e rosso di vergogna. Non riusciva a affrontare lo sguardo degli occhi di lei, sebbene fossero in tutto simili ai suoi. "Di chi allora, del vostro padrone?". Lui arross ancora di pi, per un diverso sentimento, imprec e si volse. "Chi il suo padrone?" continu quella tediosa ragazzina, rivolgendosi a me. "Parlava della "sua" casa e della "sua" gente... ho creduto che fosse il figlio del padrone. E non mi ha mai chiamato signorina; avrebbe dovuto farlo, vero? se un domestico." Hareton si fece scuro come una nuvola temporalesca a quelle parole infantili. Senza una parola io scrollai la bambina, e riuscii infine a prepararla per andarsene. "Ora portatemi il cavallo" lei chiese rivolgendosi al suo sconosciuto parente come si sarebbe rivolta a uno dei mozzi di stalla a Thrushcross Grange. "E potete venire con me. Voglio vedere il punto in cui il cacciatore fantasma sorge dalla palude e sentir parlare delle fate di cui mi avete raccontato, ma fate in fretta! Che avete? Portatemi il cavallo, ho detto." "Ti vedr dannata prima di farti da servo!" grugn il ragazzo. "Mi vedrete cosa?" chiese Catherine stupefatta. "Dannata, strega impertinente!" ribatt lui. "Ecco, signorina Cathy! vedete bene in che bella compagnia siete capitata" mi intromisi io. "Proprio le parole adatte da rivolgere a una signorina! No, non cominciate a discutere con lui. Venite, cerchiamo noi Minny, e andiamocene subito." "Ma, Ellen" grid lei, guardandolo attonita. "Come osa parlarmi cos? Non deve essere costretto a fare quello che gli ho chiesto? Dir a pap che cosa mi avete detto, perfido ragazzo che siete. Badate a voi!" Hareton non parve dare alcun peso alla minaccia; e subito lacrime di sdegno salirono agli occhi di Cathy. "Portate voi il pony" esclam rivolgendosi alla donna "e liberate subito il mio cane!" "Calma, signorina" rispose quella. "Non ci perderete niente a essere gentile. Anche se il signor Hareton non il figlio del padrone, sempre vostro cugino, e io non sono stata assunta per servire voi." "Lui, mio cugino!" esclam Cathy con una risata sdegnosa. "S, proprio cos" ribad la donna sempre in tono di rimprovero. "Oh, Ellen, non permettergli di dire queste cose" prosegu Catherine, profondamente turbata. "Mio cugino, pap andato a Londra per portarlo qui... mio cugino il figlio di un gentiluomo. Che mio..." si interruppe e scoppi a piangere, sconvolta al solo pensiero di una parentela con quello zoticone. "Zitta, zitta!" le sussurrai "si possono avere molti cugini, e di ogni tipo, signorina Cathy, senza che questo faccia alcun male; soltanto, non necessario frequentarli se sono sgradevoli e cattivi." "Non mio cugino, Ellen!" insisteva lei, rattristandosi sempre pi quanto pi rifletteva alla cosa e buttandomisi tra le braccia per mettersi al riparo da quell'idea. Ero molto in collera con lei e con la cameriera per le loro rispettive rivelazioni; non dubitavo infatti che l'imminente arrivo di Linton, che lei aveva rivelato, sarebbe stato riferito al signor Heathcliff; mentre ero altrettanto certa che il primo pensiero di Catherine, al ritorno di suo padre, sarebbe stato di chiedere spiegazioni su quel rozzo cugino di cui le aveva parlato la donna. Hareton, riprendendosi dalla rabbia di essere stato scambiato per un domestico, parve commosso dal dolore di lei; e, dopo averle condotto il pony davanti alla porta, per ingraziarsela prese dal canile un bel cucciolo di terrier; mettendoglielo tra le mani le disse di non piangere, perch lui non voleva far niente di male. Catherine smise per un istante di piangere, gli rivolse uno sguardo di paura e orrore, quindi riprese a singhiozzare. Non trattenni un sorriso di fronte a tanta antipatia per quel povero ragazzo, che era un giovane atletico, ben fatto, dai bei lineamenti, forte e sano, ma vestito con abiti adatti alle sue quotidiane occupazioni: lavorare alla fattoria e battere la brughiera in cerca di conigli e altre prede. Pure, mi parve di intuire in lui, dalla sua fisionomia, una mente dotata di qualit migliori di quelle che mai avesse posseduto il padre. Certo, si trattava di fiori perduti in
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un deserto di erbacce il cui rigoglio superava di molto la loro crescita trascurata; testimonianza, ci nonostante, di un terreno fertile che avrebbe potuto dare un raccolto abbondante in circostanze diverse e favorevoli. Il signor Heathcliff, a quanto credo, non lo aveva maltrattato fisicamente, grazie al carattere indomito del ragazzo che non lo tentava a esercitare su di lui un'oppressione di quella natura; Hareton non aveva quella timorosa suscettibilit che avrebbe reso divertente per Heathcliff maltrattarlo. Sembrava aver espresso la sua malevolenza nel tentativo di farne una creatura rozza, animalesca; nessuno gli aveva insegnato a leggere e a scrivere; nessuno lo rimproverava per qualsiasi cattiva abitudine che non infastidisse il suo tutore; nessuno gli aveva fatto muovere un solo passo verso la virt o lo aveva ammonito con una sola parola contro il vizio. E, a quel che seppi, Joseph aveva validamente contribuito alla sua degradazione con una predilezione ottusa che lo spingeva a lusingarlo e a vezzeggiarlo quando era bambino poich era ormai lui il capo della antica stirpe. E, come era stato solito accusare Catherine Earnshaw e Heathcliff, quando erano bambini, di esasperare il padrone costringendolo a cercare rifugio nel bere con la loro "empiet", cos ora dava l'intera colpa dei difetti di Hareton a chi ne aveva usurpato la propriet. Se il ragazzo imprecava, non lo rimproverava, n lo faceva mai, per quanto potesse comportarsi in modo riprovevole. Sembrava fosse una soddisfazione per Joseph vederlo precipitare sempre pi in basso. Riconosceva che il ragazzo era rovinato, che la sua anima correva verso la dannazione; ma subito rifletteva che Heathcliff avrebbe dovuto risponderne. A lui sarebbe stato chiesto conto di Hareton; e in quel pensiero vi era per lui un'immensa consolazione. Gli aveva insegnato l'orgoglio del suo nome e della sua stirpe; se avesse osato, avrebbe fomentato l'odio tra lui e l'attuale proprietario di Wuthering Heights, ma per Heathcliff provava un timore superstizioso; e i suoi sentimenti per lui li esprimeva soltanto in allusioni appena borbottate e in silenziose maledizioni. Non pretendo di sapere bene come si vivesse in quei giorni a Wuthering Heights. Parlo soltanto per sentito dire, poich vedere, ho veduto ben poco. La gente del villaggio affermava che il signor Heathcliff era "tirchio" e si comportava nei confronti dei fittavoli come un padrone duro e crudele; ma la casa aveva ritrovato l'aspetto confortevole di un tempo sotto la direzione di una donna; e tra quelle pareti non si svolgevano pi le scene di violenza e, dissolutezza, comuni ai tempi di Hindley. Il padrone era troppo torvo per cercare la compagnia di chiunque, buono o cattivo; e anche adesso cos... Queste riflessioni, tuttavia, non fanno progredire il mio racconto; la signorina Cathy rifiut l'offerta di pace rappresentata dal cagnolino e chiese imperiosamente di avere i suoi cani, Charlie e Phoenix. E quelli vennero, zoppicanti e a testa bassa; cos ci incamminammo verso casa, turbate e di cattivo umore entrambe. Non riuscii a strappare di bocca alla mia padroncina come avesse trascorso quella giornata; appresi soltanto, come avevo immaginato, che la meta del suo viaggio era stata la Rupe di Penistone; era arrivata senza nessuna avventura al cancello della fattoria, quando Hareton ne era improvvisamente uscito, seguito da alcuni aiutanti canini che avevano attaccato il seguito di lei. Si erano battuti ferocemente prima che i rispettivi proprietari potessero separarli, e la lotta era servita da presentazione. Catherine aveva detto a Hareton chi era e dove fosse diretta e gli aveva chiesto di indicarle la strada, riuscendo infine, con le sue moine, a convincerlo a accompagnarla. Lui le aveva rivelato i misteri della grotta fatata e di molti altri luoghi strani; ma, poich ero in disgrazia, non ebbi la gioia di una minuta descrizione di tutti gli oggetti appassionanti che lei aveva veduto. Riuscii tuttavia a comprendere che il suo accompagnatore le era stato molto gradito fino a quando lei non aveva offeso i suoi sentimenti rivolgendoglisi come a un servo e la governante di Heathcliff non aveva offeso quelli di lei, definendolo suo cugino. Poi le parole con cui egli le si era rivolto l'avevano profondamente ferita; lei, lei che tutti a Thrushcross Grange chiamavano "amore", "tesoro", "principessa", "angelo", venir insultata in quel modo da un estraneo! Non riusciva a farsene una ragione, e mi cost molta fatica strapparle la promessa che non si sarebbe lamentata della cosa con il padre. Le spiegai che egli era contrario a tutti gli abitanti di Wuthering Heights, aggiungendo che gli sarebbe molto dispiaciuto scoprire che lei vi era stata; ma
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insistetti soprattutto sul fatto che, se avesse rivelato come io avevo trascurato i suoi ordini, il padre sarebbe forse andato tanto in collera che io sarei stata costretta a andarmene; Cathy non poteva sopportare l'idea: mi diede la sua parola, e, per affetto verso di me, la mantenne. Dopo tutto, era una cara bambina. XIX Una lettera listata a lutto annunci il ritorno del mio padrone. Isabella era morta; e lui mi scriveva di preparare gli abiti da lutto per la figlia e di sistemare una stanza per il nipote. Catherine impazziva dalla gioia all'idea di poter riabbracciare il padre, e nutriva le pi ottimistiche speranze sulle innumerevoli virt del suo "vero" cugino. Giunse infine la sera del loro atteso arrivo. Catherine si era data da fare sin dal mattino a prepararsi; e ora, con il nuovo vestito nero - povera piccola! la morte di sua zia non le causava nessuna precisa sofferenza - mi costrinse, con le sue continue insistenze, a andare con lei a incontrarli nel parco. "Linton ha appena sei mesi meno di me" chiacchierava mentre percorrevamo tranquillamente i poggi e le conche dal tappeto erboso, al riparo degli alberi. "Sar bellissimo averlo come compagno di giochi! La zia Isabella aveva mandato a pap un bel ricciolo dei suoi capelli; sono pi chiari dei miei, color lino, e quasi altrettanto sottili. L'ho custodito accuratamente in una scatoletta di vetro; e ho pensato spesso che sarebbe stato molto bello conoscere il proprietario di quel ricciolo. Oh, sono proprio felice! e pap, il caro, caro pap! vieni, Ellen, corriamo, corriamo!". Si mise a correre e ritorn da me e ricominci a correre molte volte prima che i miei passi tranquilli raggiungessero il cancello; allora sedette sull'argine erboso del sentiero e si studi di aspettare con pazienza; ma era impossibile: non riusciva a star ferma un minuto. "Quanto tempo ci mettono!" esclam. "Ah, vedo la polvere che si alza dalla strada... stanno venendo! No! Quando arriveranno? Non possiamo andargli un po' incontro... soltanto mezzo miglio, Ellen, soltanto mezzo miglio? D di s, fino a quella macchia di betulle alla svolta!". Rifiutai risolutamente; e infine la sua attesa si concluse: la carrozza apparve. La signorina Cathy grid e tese le braccia non appena vide il viso del padre che guardava dal finestrino. Lui scese, ansioso quasi quanto lei; e pass un certo tempo prima che potessero pensare a altro che a loro stessi. Mentre si abbracciavano e si accarezzavano, io diedi un'occhiata nella carrozza per vedere Linton. Era addormentato in un angolo, avvolto in un caldo mantello foderato di pelliccia come fossimo in inverno. Un ragazzo pallido, delicato, effeminato, che poteva sembrare il fratello minore del mio padrone tanto forte era la somiglianza; ma nel suo aspetto vi era un che di stizzoso e malaticcio che Edgar Linton non aveva mai avuto. Quest'ultimo mi vide che guardavo; e, dopo avermi dato la mano, mi sugger di chiudere lo sportello e di lasciare tranquillo il ragazzo poich il viaggio lo aveva stancato. Cathy avrebbe voluto dare un'occhiata; ma il padre le disse di andare con lui e si avviarono insieme per il parco, mentre io li precedevo in fretta per preparare i domestici. "Ora, cara" disse il signor Linton rivolgendosi alla figlia mentre si fermavano ai piedi delle scale principali "tuo cugino, vedi, non n forte n allegro come te; e non dimenticare che ha perso la madre da pochissimo tempo; non ti aspettare dunque che giochi e corra subito con te. E non stancarlo troppo con le tue chiacchiere... almeno questa sera lascialo tranquillo, d'accordo?". "S, s, pap" rispose Catherine "ma vederlo, voglio proprio vederlo; e lui non ha mai guardato fuori." La carrozza si era fermata; e il passeggero addormentato venne svegliato, sollevato e messo in piedi dallo zio. "Ecco tua cugina Cathy, Linton" disse unendo le loro piccole mani "ti vuole gi bene; vedi di non addolorarla mettendoti a piangere questa sera. Cerca di essere allegro ora; il viaggio finito e tu devi soltanto riposarti e divertirti come vuoi."

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"Allora lasciatemi andare a dormire" rispose il ragazzo ritraendosi dal saluto di Catherine; e si port le mani agli occhi per asciugarsi le lacrime incipienti. "Via, via, siate buono" gli sussurrai accompagnandolo. "Farete piangere anche lei: guardate com' dispiaciuta!" Non so se fosse dispiaciuta per lui, ma Cathy aveva preso un'aria triste come quella del cugino e era ritornata dal padre. Entrarono tutti e tre insieme e salirono in biblioteca dove era stato preparato il t. Io tolsi a Linton il berretto e il mantello e lo sistemai su una sedia davanti al tavolo; ma, appena seduto, ricominci a piangere. Il mio padrone gli chiese che cosa avesse. "Non posso sedere su una sedia" singhiozz il ragazzo. "Vai sul divano, allora; Ellen ti porter il t" rispose pazientemente lo zio. La sua pazienza doveva essere stata messa a dura prova durante il viaggio - ne ero certa - da quel ragazzino nervoso e malaticcio. Lentamente, Linton si trascin fino al divano dove si sdrai. Cathy port uno sgabello e la sua tazza accanto a lui. Dapprima sedette in silenzio, ma non poteva durare a lungo; voleva che il "cuginetto" diventasse il suo preferito, il suo giocattolo, e cominci a accarezzargli i riccioli, a baciargli la guancia, a offrirgli il t nel suo piattino, come avrebbe fatto con un bambino. A lui questo piacque, perch era davvero come un bambino; si asciug gli occhi e si consol fino a accennare un pallido sorriso. "Oh, star bene" mi disse il padrone dopo averli osservati per un momento. "Star benissimo se riusciamo a tenerlo, Ellen. La compagnia di una bambina della sua et gli dar presto nuovo coraggio; e, poich vorr essere pi forte, finir per diventarlo." Gi, se riusciamo a tenerlo! andavo riflettendo tra me e me, e tristi presentimenti mi dicevano che non ne avevamo molte speranze. E come potr, mi dicevo, quel ragazzetto debole e malato vivere a Wuthering Heights? Tra il padre e Hareton, che bei maestri e compagni di gioco avrebbe avuto! I nostri dubbi si risolsero presto, pi presto di quel che io mi attendessi. Avevo appena portato i bambini di sopra, dopo il t, e avevo atteso che Linton si addormentasse - non mi aveva permesso di lasciarlo prima. Ero ridiscesa e mentre, in piedi accanto al tavolo nell'atrio, accendevo una candela per il signor Edgar, una cameriera usc dalla cucina e mi disse che era arrivato il domestico del signor Heathcliff, Joseph, e chiedeva di parlare con il padrone. "Gli chieder prima io che cosa vuole" dissi, piena di ansia. "E' un'ora davvero insolita per disturbare la gente, e per di pi appena tornata da un lungo viaggio. Non credo che il padrone potr vederlo." Mentre pronunciavo queste parole, Joseph aveva attraversato la cucina, e ora giunse nell'atrio. Aveva i vestiti della domenica e il viso pi acido e ipocrita che si possa immaginare; in una mano il cappello, nell'altra il bastone, cominci a pulirsi le scarpe sullo stuoino. "Buona sera, Joseph" dissi freddamente. "Che cosa ti conduce qui questa sera?". " al signor Linton che devo parlare" rispose lui respingendomi sdegnosamente con un cenno. "Il signor Linton sta andando a dormire; se non hai qualcosa di particolarmente importante da dirgli, sono certa che ora non vorr ascoltarti. Perci puoi sederti e affidare a me il messaggio." "Qual la sua camera?" prosegu imperterrito Joseph, osservando l'infilata di porte chiuse. Compresi che era deciso a rifiutare la mia mediazione; cos, con grande riluttanza, andai in biblioteca e annunciai quel visitatore inopportuno, consigliando di rimandarlo indietro perch tornasse l'indomani. Il signor Linton non ebbe il tempo di autorizzarmi a farlo, poich Joseph mi seguiva dappresso, e, entrando di forza nella stanza, si piant al lato opposto del tavolo, le mani strette a pugno sul bastone, e cominci, in tono concitato, come se gi prevedesse una opposizione: "Heathcliff mi ha mandato per suo figlio, e non devo tornare senza di lui." Per un attimo Edgar Linton rimase in silenzio, il viso segnato da un'espressione di profonda sofferenza; avrebbe provato pena anche soltanto per il bambino; ma, ricordando le speranze e i timori di Isabella, le ansie e i desideri che provava per il figlio e come la sorella lo avesse affidato a lui, soffriva amaramente al pensiero di doverlo abbandonare e cercava in cuor suo il modo per evitarlo. Non ne trov alcuno; se avesse soltanto espresso il desiderio di tenerlo con s non
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avrebbe fatto che rendere pi perentorie le richieste di Heathcliff; non aveva alternativa: doveva consegnarglielo. Tuttavia, non intendeva svegliarlo. "Dite al signor Heathcliff" rispose con calma "che suo figlio andr domani a Wuthering Heights. Ora a letto e troppo stanco per affrontare il viaggio. Ditegli anche che la madre di Linton desiderava che il figlio fosse affidato a me, e che in questo momento la sua salute molto fragile." "No!" grid Joseph battendo con il bastone sul pavimento e assumendo un piglio autoritario. "No! questo non conta: a Heathcliff non importa niente della madre, e neanche di voi; ma vuole avere suo figlio e io devo portarglielo: cos stanno le cose!". "Non glielo porterete questa sera!" rispose risolutamente Linton. "Scendete immediatamente e ripetete al vostro padrone quel che vi ho detto. Ellen, accompagnatelo. Andate." E, prendendo per il braccio l'indignatissimo vecchio, liber la stanza dalla sua presenza e chiuse la porta. "Molto bene, benissimo!" grid Joseph mentre faceva lentamente marcia indietro. "Domani verr lui stesso, e provate un po' a cacciarlo se ne avete il coraggio!". XX Per evitare che la minaccia venisse messa in atto, il signor Linton mi ordin di condurre presto a casa sua il ragazzo, sul pony di Catherine, e aggiunse: "Poich ora non potremo esercitare alcun influsso sul suo destino, buono o cattivo che sia, non dovete dir nulla a mia figlia di dove sia andato; da ora in avanti non potr essergli amica: dunque meglio che ignori quanto sia vicino per evitarle l'irrequietezza e l'ansia di recarsi a Wuthering Heights; le direte soltanto che il padre lo ha mandato improvvisamente a chiamare e che Linton stato costretto a lasciarci." A Linton non piacque venir svegliato alle cinque del mattino, e apprese con stupefazione che doveva prepararsi per un altro viaggio; ma io gli indorai la pillola dicendogli che avrebbe trascorso qualche tempo con il padre, il signor Heathcliff, tanto ansioso di vederlo da non voler rimandare quella gioia sino a che lui si fosse ripreso dal viaggio. "Con mio padre?" grid lui, stranamente perplesso. "La mamma non mi ha mai detto che avevo un padre. Dove vive? Preferirei stare con lo zio." "Vive" risposi "a poca distanza dalla Grange, subito oltre quelle colline, abbastanza vicino perch possiate venire qui a piedi quando starete meglio. E dovreste essere felice di tornare a casa e di vederlo. Cercate di amarlo, come amavate vostra madre, e allora anche lui vi amer." "Ma perch non ne ho mai sentito parlare prima? Perch la mamma e lui non vivevano insieme come tanta altra gente?" "Aveva affari che lo trattenevano al nord" risposi "mentre la salute di vostra madre le imponeva di vivere al sud." "E perch la mamma non mi parlava di lui?" insistette il ragazzo. "Mi parlava spesso dello zio, e ho imparato a amarlo da molto tempo. Come faccio a amare pap? Non lo conosc." "Oh, tutti amano i loro genitori! Vostra madre, forse, pensava che avreste voluto vivere con lui se ve ne avesse parlato spesso. Ora affrettiamoci. Una cavalcata in una mattina cos bella preferibile a un'ora di sonno in pi." "Verr anche lei con noi?" chiese. "La bambina che ho visto ieri". "Non ora." "E lo zio?". "No" risposi "vi accompagner io." Linton ricadde sul cuscino rimanendo malinconicamente assorto nei suoi pensieri. "Non andr senza lo zio" esclam infine. "Non posso sapere dove intendete portarmi voi." Cercai di convincerlo che non era bene mostrarsi tanto riluttante all'incontro con suo padre; tuttavia lui continuava a rifiutare ostinatamente di farsi vestire, e io dovetti chiedere l'aiuto del mio padrone per indurlo a alzarsi. Riuscimmo infine a far uscire quella povera creaturina assicurandolo pi e pi volte che la sua assenza sarebbe stata breve, che il signor Edgar e Cathy

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sarebbero andati a trovarlo spesso, con molte altre promesse, tutte altrettanto infondate, che io improvvisai e ripetei per tutto il percorso. Il profumo dell'erica nell'aria limpida, il sole scintillante, il trotto misurato di Minny non tardarono a liberarlo dalla malinconia. Cominci a farmi domande sulla sua nuova casa e i suoi abitanti con maggior interesse e vivacit. "Wuthering Heights bella come Thrushcross Grange?" mi chiese, volgendosi a guardare ancora una volta la valle da cui saliva una foschia leggera, formando nuvole morbide ai confini dell'azzurro. "Non immersa negli alberi come la Grange" risposi "e non altrettanto grande, ma si gode una bella vista ampia della campagna che la circonda; e l'aria pi salubre per voi, pi frizzante, pi asciutta. Forse la casa vi sembrer dapprima vecchia e scura, sebbene sia un edificio di tutto rispetto, il migliore della zona dopo Thrushcross Grange. E che belle passeggiate potrete fare sulla brughiera! Hareton Earnshaw - l'altro cugino della signorina Cathy, e dunque in qualche modo anche vostro - vi mostrer i luoghi pi belli; e, quando il tempo bello, potrete portare fuori un libro e fare di una bella conca verde il vostro studio; ogni tanto, poi, vostro zio potr unirsi a voi durante una passeggiata: passeggia spesso sulle colline." "E com' mio padre? giovane e bello come lo zio?". " giovane come lui, ma ha gli occhi e i capelli neri e un aspetto pi severo; anche pi alto e pi forte. Forse da principio vi sembrer meno dolce, meno affettuoso, perch lui fatto a suo modo; ma voi badate a essere sincero e affettuoso con lui, e naturalmente vi vorr bene pi di uno zio, perch siete suo figlio." "Occhi e capelli neri!" mormor pensosamente Linton. "Non riesco a immaginarlo. Dunque non gli somiglio?". "Non molto" risposi. "Neanche un po'" pensai, osservando con rimpianto l'incarnato chiaro, l'esile corporatura del ragazzo, e i suoi grandi occhi languidi... gli occhi di sua madre, ma non avevano nulla, se non quando li accendeva per un istante una sorta di morbosa suscettibilit, della scintillante vivacit di lei. " strano" mormor "che non sia mai venuto a trovare la mamma e me. Mi ha mai visto? Se lo ha fatto, dovevo essere un bambino; non ricordo proprio niente di lui!". "Signorino Linton" ribattei "trecento miglia sono una bella distanza; e a un adulto dieci anni sembrano un periodo molto diverso da quello che sembrano a voi. Probabilmente il signor Heathcliff ogni estate si proponeva di venire, ma poi non riusciva mai a farlo, e adesso troppo tardi. Non fategli domande: lo infastidirebbero e non servirebbero a nulla." Per tutto il resto del percorso, e fino a quando fermammo davanti al cancello del giardino, il ragazzo rimase immerso nei suoi pensieri. Io lo studiavo per leggergli in viso le sensazioni provate. Guard attentamente, gravemente, la facciata con gli intagli in legno e le finestre basse, i cespugli selvatici di uva-spina, gli abeti contorti, quindi scosse il capo; palesemente la facciata della nuova casa non incontrava la sua approvazione, ma ebbe il buon senso di attendere per lamentarsene: l'interno poteva riscattare l'esterno. Prima che Linton scendesse da cavallo, andai a aprire la porta. Erano le sei e mezzo; la famiglia aveva appena finito di fare colazione, e la domestica stava sparecchiando e pulendo la tavola; in piedi accanto alla seggiola del padrone, Joseph gli parlava di un cavallo zoppo; Hareton si stava preparando per andare nei campi. "Buongiorno, Nelly!" esclam il signor Heathcliff quando mi vide. "Temevo di dover venire io a prendere quel che mi appartiene. Lo hai portato, vero? Vediamo che cosa se ne potr fare." Si alz e and alla porta: Hareton e Joseph lo seguirono senza nascondere l'estrema curiosit. Il povero Linton rivolse uno sguardo atterrito a quei tre volti. "Senza dubbio" disse Joseph dopo un attento esame "quell'altro ha preso il vostro posto, padrone, e questo suo figlio!" Heathcliff, dopo aver spaventato a morte il figlio con il suo sguardo implacabile, diede in una risata sprezzante.

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"Ma che bellezza, che creaturina incantevole!" esclam. "Non lo avranno per caso nutrito a latte acido e lumache, Nelly? Maledizione! ancora peggio di quel che mi aspettassi, e il diavolo sa che non ero molto ottimista!". Attonito, disorientato, il bambino tremava: io gli dissi di entrare. Non aveva compreso appieno il significato delle parole del padre, n era certo che fossero rivolte a lui; in verit, non era ancora certo che quello sconosciuto cupo e sarcastico fosse suo padre; continuava a stringersi a me con crescente trepidazione; e quando il signor Heathcliff sedette dicendogli di "andare da lui", Linton mi nascose la faccia sulla spalla e scoppi a piangere. "Buono, buono!" disse Heathcliff tendendo una mano, trascinandoselo bruscamente tra le ginocchia e sollevandogli il capo. "Basta con queste sciocchezze! non intendiamo certo farti del male, Linton - non ti chiami cos? Sei in tutto e per tutto il figlio di tua madre! Che cosa c' di tuo padre in te, pulcino bagnato?". Tolse il berretto al bambino, gli allontan dalla fronte i folti riccioli biondo chiaro, gli tast le braccia esili, le fragili dita; nel corso di quell'esame, Linton smise di piangere e sollev i grandi occhi azzurri per esaminare il suo esaminatore. "Sai chi sono?" chiese Heathcliff, avendo ormai constatato che le membra del bambino erano tutte allo stesso modo fragili e deboli. "No!" rispose Linton con uno sguardo di atterrito sgomento. "Hai sentito parlare di me, immagino?". "No" rispose di nuovo. "No? una vergogna che tua madre non abbia ridestato in te il rispetto filiale nei miei confronti! Allora ti dir io che sei mio figlio e che tua madre stata una brutta sgualdrina a lasciarti ignorare che padre avessi. Adesso non cominciare a tremare e arrossire! anche se un piacere constatare che non hai il sangue bianco. Comportati da bravo ragazzo, e sarai felice. Nelly, se sei stanca puoi sedere, altrimenti torna a casa. Immagino che riferirai quello che senti e vedi a quella nullit di Thrushcross Grange; e questa creatura non si sentir a suo agio finch tu resti qui." "Bene" risposi "spero che sarete buono con il ragazzo, signor Heathcliff, o non lo avrete con voi a lungo; il solo parente che possiate essere certo di avere in tutto il vasto mondo: ricordatelo." "Sar molto buono con lui, non aver paura!" ribatt Heathcliff ridendo, "Ma nessun altro deve essere buono con lui. Sono geloso del suo affetto. E, per dare inizio alla mia bont, Joseph, porta qualcosa da mangiare al ragazzo. Hareton, dannato animale, vattene al tuo lavoro. S, Nell" aggiunse quando entrambi si furono allontanati "mio figlio l'erede presunto di Thrushcross Grange, e non vorrei vederlo morire prima di essere certo che sar io a succedergli. Inoltre, mio, e voglio conoscere il trionfo di vedere il mio discendente padrone delle loro propriet, mio figlio che paga i loro figli per coltivare le terre dei loro padri. Soltanto questa riflessione pu farmi sopportare quel cucciolo... Lo disprezzo per quello che , e lo odio per i ricordi che risveglia! Ma questa sola riflessione sufficiente; con me al sicuro e sar trattato con la stessa attenzione che il tuo padrone dedica a sua figlia. Ho gi fatto preparare una stanza al piano di sopra, arredata con molta eleganza; ho assunto un precettore perch venga tre volte alla settimana da venti miglia di distanza a insegnargli quello che vorr imparare. Ho ordinato a Hareton di obbedirgli; in breve, ho sistemato ogni cosa perch egli rimanga e si senta un gentiluomo, superiore agli altri. Tuttavia, rimpiango che meriti cos poco la pena che mi sono data. Se mai ho desiderato una gioia al mondo stata di trovare in lui un oggetto degno del mio orgoglio, e sono molto deluso da questa faccia inacidita, da questo cucciolo lacrimoso!". Mentre parlava, rientr Joseph con una ciotola di porridge al latte, che mise davanti a Linton. Lui mescol quel cibo casalingo con uno sguardo di avversione e dichiar che non poteva mangiarlo. Vidi che il vecchio domestico condivideva il disprezzo del padrone per il bambino, sebbene fosse costretto a nascondere i suoi sentimenti perch Heathcliff intendeva che la servit lo rispettasse. "Non puoi mangiarlo?" ripet, fissando in viso Linton e abbassando la voce a un sussurro nel timore di venire udito. "Ma il signorino Hareton non mangiava altro quando era piccolo; e quello che andava bene per lui dovrebbe andare bene anche per te, direi!".
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"Non lo manger!" ripet stizzosamente Linton. "Portalo via." Joseph riprese con sdegno il cibo e lo port a noi. "C' qualcosa che non va nel porridge?" chiese spingendo il vassoio sotto il naso di Heathcliff. "Che cosa dovrebbe esserci che non va?". "Ma!" rispose Joseph "quel bel signorino dice che non pu mangiarlo. Ma c' forse da stupirsi? Anche sua madre era cos: non eravamo degni neanche di seminare il grano per il suo pane." "Non parlarmi di sua madre" disse rabbiosamente Heathcliff. "Portagli qualcosa che possa mangiare e basta. Che cosa mangia di solito, Nelly?". Suggerii latte bollito o t, e la governante ricevette l'ordine di prepararne. "Forse" riflettei "l'egoismo di suo padre potr contribuire al suo benessere. Si accorto di quanto sia fragile e quanto necessario trattarlo in modo decente. Conforter il signor Edgar rivelandogli quale piega abbia preso l'umore di Heathcliff." Non avendo scuse per indugiare ancora, mi allontanai zitta zitta mentre Linton era impegnato a respingere timidamente le affettuose manifestazioni di un cane da pastore. Ma il bambino era troppo attento per lasciarsi ingannare: stavo chiudendo la porta quando sentii un grido e queste parole freneticamente ripetute: "Non lasciatemi! Non rimarr qui! Non rimarr qui!" Poi sentii il suono del catenaccio: non permettevano al bambino di uscire. Salii in sella a Minny e la spinsi al trotto: il breve periodo in cui mi ero presa cura di Linton era finito. XXI Fu molto penoso per noi affrontare la piccola Cathy quel giorno. Si alz piena di gioia, ansiosa di andate dal cugino; e una tale tempesta di lacrime e di proteste segu la rivelazione della sua partenza che lo stesso Edgar fu costretto a calmarla affermando che Linton sarebbe tornato presto; aggiunse tuttavia: "Se riesco a farlo tornare" e di questo non c'era speranza. La promessa riusc a placarla ben poco; il tempo si rivel pi efficace. Sebbene di quando in quando chiedesse ancora al padre quando sarebbe tornato Linton, nel momento in cui lo rivide i suoi lineamenti erano a tal punto svaniti dal suo ricordo che non lo riconobbe. Quando, recandomi a Gimmerton, mi accadeva di incontrare la governante di Wuthering Heights, le chiedevo come stava il padroncino: Linton conduceva infatti un'esistenza isolata quasi quanto quella di Catherine e non lo si vedeva mai. Appresi da lei che la sua salute continuava a essere fragile e che era un ragazzino fastidioso. Il signor Heathcliff sembrava detestarlo sempre di pi, sebbene si desse la pena di nasconderlo. Non tollerava il suono della sua voce, e non sopportava di stare nella stessa stanza con lui per pi di un minuto. Raramente si parlavano; Linton imparava le lezioni e trascorreva le serate nella piccola stanza che chiamavano salotto; oppure, rimaneva a letto tutto il giorno, poich aveva sempre tosse, raffreddore, dolori di ogni tipo. "E non ho mai conosciuto nessuno tanto pauroso" aggiunse la donna "n tanto preoccupato di s. Quante proteste, se una sera lascio aperta un po' troppo a lungo la finestra! Oh, un soffio di aria notturna potrebbe ucciderlo! E vuole che gli si accenda il fuoco in piena estate; e la pipa di Joseph per lui veleno; e bisogna dargli sempre dolci e dolciumi di ogni tipo, e latte, latte e latte - e mai che si accorga di quanto poco ne abbiamo noi in inverno. Se ne sta seduto, tutto avvolto nella pelliccia, nella sedia accanto al fuoco, con pane abbrustolito e acqua, o qualche altra cosa del genere, tenuta al caldo per poterla sorseggiare; e se il povero Hareton cerca di divertirlo - Hareton non cattivo, anche se rozzo - la conclusione sempre che Hareton impreca e Linton piange. Credo che al padrone farebbe molto piacere se Earnshaw gliele suonasse fino a intontirlo, se soltanto non fosse suo figlio; e sono certa che sarebbe pronto a buttarlo fuori casa se sapesse anche la met delle cura che dedica a se stesso. Ma non c' pericolo che ceda alla tentazione: non entra mai nel salotto, e se capita che Linton si riveli per quello che quando nella "casa" con lui, lo spedisce subito in camera sua."

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Da queste parole compresi che l'assoluta mancanza di affetto aveva reso il giovane Heathcliff egoista e antipatico, se gi non lo era per natura; di conseguenza, l'interesse che nutrivo per lui svan; sebbene continuassi a provare un certo dolore per il suo destino e a augurarmi che fosse rimasto con noi. Il signor Edgar mi incoraggiava a ottenere notizie; aveva molto affetto per lui, credo, e avrebbe corso dei rischi per poterlo vedere. Una volta mi disse di chiedere alla governante se non andava mai al villaggio. Lei rispose che c'era andato solo due volte, a cavallo, accompagnando suo padre; entrambe le volte si era poi lamentato di essere morto di stanchezza per tre o quattro giorni. Se non ricordo male, la governante se ne and due anni dopo l'arrivo di Linton; un'altra, che non conoscevo, venne dopo di lei: ancora l. Il tempo passava piacevolmente come di consueto a Thrushcross Grange, fino al giorno in cui la signorina Cathy ebbe sedici anni. Il giorno del suo compleanno non facevamo mai festa, perch era anche l'anniversario della morte della mia padrona. Il padre trascorreva sempre quel giorno solo in biblioteca, e, al crepuscolo, andava a piedi fino al cimitero di Gimmerton dove gli accadeva di restare oltre la mezzanotte. Catherine doveva dunque pensare da sola a divertirsi. Il venti marzo del suo sedicesimo compleanno era una bella giornata primaverile, e quando il padre si chiuse in biblioteca, la signorina scese, vestita da passeggio, e disse di aver chiesto il permesso di andare con me fino ai confini della brughiera e di averlo ottenuto, a condizione che non ci allontanassimo molto e fossimo di ritorno entro un'ora. "E dunque fai presto, Ellen!" concluse. "So dove voglio andare: dove si stabilito uno stormo di galli cedroni; voglio vedere se hanno gi fatto il nido." "Deve essere piuttosto lontano" ribattei. "Non nidificano ai confini della brughiera." "No, non lontano. Ci sono andata molto vicino con pap." Cos, io misi la cuffia e mi avviai, senza dare troppo peso alla cosa. Lei correva avanti, poi mi ritornava accanto, poi correva di nuovo come un giovane levriero; e io mi distraevo ascoltando il canto pi vicino o pi lontano delle allodole, godendo del dolce sole primaverile, e guardando lei, il mio tesoro e la mia gioia, i riccioli dorati che le scendevano liberamente lungo le spalle, l'incarnato luminoso, dolce e intatto nel suo splendore adolescente come una rosa selvatica, gli occhi radiosi di una gioia senza nubi. Era, in quei giorni, una creatura felice, un angelo. Perch non ha saputo accontentarsi di quel che aveva? "E allora" chiesi "dove sono quei vostri galli cedroni, signorina Cathy? Dovremmo ormai averli raggiunti: i confini di Thrushcross Park sono gi molto lontani." "Oh, ancora un poco pi in l, ancora un poco pi in l, Ellen" continuava a ripetere. "Bisogna salire quella collinetta, superare quella costa, e quando sarai dall'altro versante, io avr snidato gli uccelli." Ma c'erano tante collinette da salire e tante coste da superare, che infine cominciai a essere stanca e le dissi che dovevamo fermarci e tornare sui nostri passi. Dovetti gridarglielo, perch mi aveva sopravvanzato di molto; lei non sent, o non ascolt le mie parole, perch continuava a correre avanti e io ero costretta a seguirla. Infine, si tuff in una conca, e, prima, che io potessi di nuovo vederla, era pi vicina a Wuthering Heights che a casa; e io vidi due persone che la fermavano: ero certa che una di loro fosse il signor Heathcliff. Cathy era stata sorpresa nell'atto di rubare, o, quanto meno, di cercare i nidi degli uccelli; Wuthering Heights era propriet di Heathcliff che stava rimproverando quel giovane bracconiere. "Non ho preso nessun nido e neppure ne ho trovato nessuno" diceva Cathy, mentre io mi affannavo a raggiungerla, con un gesto delle mani per dimostrare la verit delle sue parole. "E non intendevo prenderli; soltanto, pap mi ha detto che ce n'erano molti quass e volevo vedere le uova."

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Heathcliff mi rivolse un sorriso di cattivo augurio - diceva chiaramente, quel sorriso, che egli aveva riconosciuto le due intruse e non nutriva benevolenza nei loro confronti - e chiese chi fosse "pap". "Il signor Linton di Thrushcross Grange" fu la risposta. "Ero certa che non mi conosceste o non mi avreste parlato cos." "Pensate dunque che pap goda di molta stima e rispetto?" ribatt sarcasticamente lui. "E voi chi siete?" chiese di rimando Catherine guardandolo con curiosit. "Quell'uomo l'ho gi visto. vostro figlio?" Indicava Hareton, la seconda delle due persone, che in quei due anni era diventato pi grande e pi forte, ma non meno goffo n meno rozzo. "Signorina Cathy" la interruppi "saranno tre ore, non una, che siamo fuori. Dobbiamo proprio tornare." "No, non mio figlio" rispose Heathcliff, ignorandomi. "Ma ho un figlio, e voi lo avete gi visto; sebbene la vostra nurse abbia molta fretta credo che un po' di riposo farebbe bene a entrambe. Dovete solo girare oltre quello sperone di erica per trovarvi a casa mia. Dopo esservi riposate tornerete prima a casa, e saremo molto lieti di accogliervi." Sussurrai a Catherine che non doveva, per nulla al mondo, accettare l'invito: era assolutamente impensabile. "Perch" chiese lei a alta voce. "Sono stanca di correre e la terra umida di rugiada; non potrei sedere qui. Andiamo, Ellen! Inoltre, dice che conosco suo figlio. Senza dubbio si inganna, ma credo di aver capito dove vive: alla fattoria in cui sono stata tornando dalla Rupe di Penistone. Non vero?". " vero. Andiamo, Nelly, chiudi il becco - sar un piacere per lei venirci a trovare. Hareton, vai avanti con la ragazza; tu verrai con me, Nelly." "No, non verr certo da voi" esclamai, lottando per liberare il braccio dalla stretta di lui; ma Catherine, superando di gran corsa lo sperone, era quasi arrivata davanti alla porta. Hareton non fingeva nemmeno di scortarla; si ritrasse ombrosamente oltre la strada e spar. "Signor Heathcliff" continuai "fate molto male; sapete bene di non avere buone intenzioni; lei vedr Linton e racconter tutto appena saremo di ritorno, cos io mi prender la colpa." " proprio quello che voglio, che veda Linton: in questi giorni ha un aspetto discreto, e non capita spesso che sia presentabile. Non faticheremo troppo a convincerla a tenere segreta la visita: dunque, che c' di male?". "C' questo di male: suo padre mi odierebbe se scoprisse che le ho permesso di entrare in casa vostra; e sono certa che, per incoraggiarla a farlo, dovete avere cattive intenzioni." "Le mie intenzioni non potrebbero essere pi oneste. Non voglio tenertele segrete, Nelly. Intendo che i due cugini si innamorino e si sposino. Sono molto generoso verso il tuo padrone: la sua ragazzina non ha alcuna prospettiva; mentre, se far come io desidero, verr subito nominata erede insieme a Linton." "Se Linton morisse" risposi io "e la sua vita molto incerta, l'erede sarebbe Catherine." "No, non vero; nel testamento non c' alcuna clausola che lo stabilisca; la propriet passerebbe a me; ma, proprio per evitare liti, desidero che i due ragazzi si sposino e sono deciso a concludere queste nozze." "E io sono decisa a impedire che lei si avvicini mai pi alla vostra casa con me" ribattei mentre arrivavamo al cancello dove la signorina Cathy gi ci attendeva. Heathcliff mi disse di stare zitta, e, precedendoci lungo il sentiero, si affrett a aprire la porta. La mia signorina lo guardava spesso, come se non riuscisse a decidere che cosa pensare di lui; ma lui sorrideva quando incontrava il suo sguardo e addolciva la voce quando si rivolgeva a lei, e io ero tanto sciocca da pensare che il ricordo della madre potesse liberarlo dal desiderio di farle del male. Linton era ritto sul focolare. Doveva essere stato fuori, nei campi, poich aveva ancora il cappello e chiedeva a Joseph di portargli scarpe asciutte. Era alto per la sua et: non aveva ancora compiuto sedici anni. I lineamenti erano ancora belli, e gli occhi e l'incarnato pi vivi di quanto ricordassi, sebbene brillassero di una luminosit passeggera, dovuta all'aria salubre e al tepore del sole.
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"E dunque, chi quel ragazzo?" chiese il signor Heathcliff volgendosi a Cathy. "Lo riconoscete?". "Vostro figlio?" Lei pareva esitare, dopo averli osservati entrambi. "S, certo; ma non lo avete mai visto prima? Riflettete. Ah, avete poca memoria. Linton, non ricordi tua cugina, che dicevi sempre di voler rivedere?". "Ma come, Linton!" esclam Cathy, accendendosi di una lieta sorpresa a quel nome. "Proprio il piccolo Linton? E' pi alto di me! Siete Linton?". Il giovane si fece avanti e si present: lei lo baci con grande affetto, e si guardarono entrambi, stupiti dal mutamento che il tempo aveva operato in loro. Catherine aveva ormai raggiunto la statura adulta; era a un tempo piena e snella, forte e flessibile come l'acciaio, e tutto il suo aspetto risplendeva di salute e vivacit. Il viso e l'andatura di Linton erano languidi, e la sua persona, esile; ma nei suoi modi vi era una grazia che ne attenuava i difetti e lo rendeva tutt'altro che sgradevole. Dopo avergli rivolto molte espressioni di affetto, sua cugina and dal signor Heathcliff, che indugiava accanto alla porta dividendo la sua attenzione tra quel che accadeva all'interno e quel che accadeva all'esterno; o piuttosto, fingendo di guardare gli avvenimenti esterni ma notando soltanto quelli interni. "Cos voi siete mio zio!" esclam Cathy alzandosi sulla punta dei piedi per baciarlo. "Mi sembrava infatti che mi piaceste, anche se all'inizio eravate arrabbiato. Perch non venite mai alla Grange con Linton? strano essere vissuti per tanti anni tanto vicini e non essersi mai visti; perch dunque?". "Sono venuto una o due volte prima che voi nasceste, una o due volte di troppo. Basta, dannazione! Se avete tanti baci da dare, dateli a Linton: con me sono sciupati." "Cattiva Ellen!" esclam Catherine correndo ora da me per ricoprirmi di carezze. "Perfida Ellen, che voleva impedirmi di entrare. Ma da ora in poi far questa passeggiata ogni mattina - posso farlo, zio, e portare qualche volta pap? Non vi far piacere vederci?". "Naturalmente!" rispose lo zio, nascondendo a stento una smorfia di profonda avversione al pensiero dei due futuri ospiti. "Ma badate" continu, rivolgendosi a Catherine "ora che ci penso, sar bene che ve lo dica: il signor Linton prevenuto contro di me. Una volta abbiamo avuto una lite di assai poco cristiana ferocia; e se gli direte di essere venuta qui, vi proibir di venire ancora. Dunque, non dovete parlarne, a meno che non vi importi nulla di vedere ancora vostro cugino; potete venire, se volete, ma non dovete parlargliene." "Perch avete litigato?" chiese Catherine, improvvisamente abbattuta. "Mi giudicava troppo povero per sposare sua sorella" rispose Heathcliff "e soffr quando io riuscii a sposarla - il suo orgoglio venne ferito e non mi perdoner mai." "Non giusto!" esclam Catherine. "Un giorno glielo dir; ma Linton e io non abbiamo parte nella vostra lite. Dunque, non verr qui: verr lui a Thrushcross Grange." "Sarebbe troppo lontano per me" mormor suo cugino. "Camminare per quattro miglia mi ucciderebbe. No, venite qui, signorina Catherine, ogni tanto, non ogni mattina, ma una o due volte la settimana." Il padre lanci al ragazzo uno sguardo di profondo disprezzo. "Temo, Nelly, che tutte le mie fatiche saranno vane" mi sussurr. "La signorina Catherine, come quel bamboccio la chiama, scoprir quello che vale e lo mander al diavolo. Se si fosse trattato di Hareton... lo sai che, venti volte al giorno, pur con tutta la degradazione del suo stato, vorrei che Hareton fosse mio figlio? Se fosse stato un altro avrei voluto molto bene al ragazzo. Ma credo che non corra il rischio di essere amato da lei. Per, se quel povero sciocco non si d da fare in fretta, gli metter contro Hareton come rivale. Pensiamo che non riuscir a vivere oltre i diciotto anni. Oh, al diavolo quello sciocco ragazzo! si preoccupa soltanto di asciugarsi i piedi e neanche la guarda... Linton!". "S, signore" rispose il ragazzo. "Non hai niente da far vedere a tua cugina da qualche parte? neanche un coniglio, o la tana di una donnola? Portala in giardino prima di cambiarti le scarpe, e nelle stalle a vedere il tuo cavallo." "Non preferireste restare qui?" chiese Linton rivolgendosi a Cathy, e il tono diceva chiaramente la sua riluttanza a uscire di nuovo.

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"Non so" rispose lei, con uno sguardo di desiderio verso la porta, palesemente ansiosa di attivit. Linton rimase seduto e si fece pi vicino al fuoco. Heathcliff si alz, and in cucina, e di l usc in cortile chiamando Hareton; questi rispose, e poco dopo i due rientrarono. Il ragazzo si era lavato, come appariva chiaramente dalle guance arrossate e dai capelli umidi. "Oh" esclam la signorina Cathy ricordando l'affermazione della governante "ora lo chieder a voi, zio. Questo non mio cugino, vero?". "S, lo : il nipote di vostra madre. Non vi piace?". Catherine aveva uno sguardo strano. "Non un bel ragazzo?" continu Heathcliff. Quella ragazzina scortese si alz sulle punte dei piedi e sussurr qualcosa all'orecchio di Heathcliff. Heathcliff rise; Hareton si fece cupo; vidi che era molto sensibile a presunte offese e tristemente consapevole della sua inferiorit. Ma il suo padrone, o tutore, dissip il malumore esclamando: "Sarai il nostro beniamino ormai, Hareton! Dice che sei un... che cosa avete detto? In ogni caso, qualcosa di molto lusinghiero. Bene, mostrale tu la fattoria, e bada di comportarti da gentiluomo! Non usare parole volgari e non guardarla quando la signorina non ti guarda per poi nasconderti la faccia quando ti guarda; e quando parli, pronuncia le parole chiaramente e non tenere le mani in tasca. Vai adesso e cerca di tenerle compagnia meglio che puoi." Rimase a guardare la coppia mentre passava davanti alla finestra. Earnshaw teneva il viso risolutamente distolto dalla sua compagna. Sembrava studiasse il panorama, a lui tanto familiare, con l'interesse di uno straniero e di un artista. Catherine gli rivolgeva un'occhiata maliziosa che esprimeva ben poca ammirazione. Poi decise di cercare da sola qualcosa che potesse divertirla e corse gaiamente avanti, cantando tra s per supplire alla mancanza di conversazione. "Gli ho sigillato la lingua" osserv Heathcliff. "Non si azzarder a pronunciare una sola parola! Nelly, tu ricordi quando io avevo la sua et... no, ero di qualche anno pi giovane. Ho mai avuto un'aria tanto sciocca, e goffa?". "Molto peggiore, poich inoltre eravate pi imbronciato." " una vera soddisfazione per me" continu riflettendo ad alta voce. "Ha colmato tutte le mie attese. Se fosse sciocco di natura non ne trarrei tanto piacere. Ma non uno sciocco, e io posso comprendere tutti i suoi sentimenti perch li ho provati io stesso. So, per esempio, che cosa soffre adesso, lo so con esattezza; e soltanto l'inizio di quello che soffrir. E non riuscir mai a emergere dall'abisso di volgarit e ignoranza dove io l'ho immerso pi a fondo di quanto quella canaglia di mio padre avesse fatto con me; poich lui fiero del suo abbrutimento. Gli ho insegnato a considerare con disprezzo tutto quel che non animalesco, come sciocco e debole. Non credi che Hindley sarebbe fiero di suo figlio, se potesse vederlo, quasi quanto io sono fiero del mio? Ma c' una certa differenza: uno fatto di oro e usato per pavimentare le strade; l'altro soltanto di latta, lucidato per sembrare argento. Il mio non vale nulla; tuttavia, avr il merito di farlo vivere quanto pu vivere una creatura come lui. Il suo possedeva splendide qualit, che vanno perdute, che si avviliscono fino a diventare ben pi che vane. Io non ho nulla da rimpiangere; lui avrebbe pi di quel che chiunque possa sapere, chiunque salvo me. E il lato pi divertente della cosa che Hareton mi vuole molto bene! Riconoscerai che in questo ho superato Hindley. Se quella canaglia potesse sorgere dalla tomba e insultarmi per il torto che ho fatto a suo figlio, avrei la gioia di vedere proprio, quel figlio che gli si rivolta contro, sdegnato nel veder offendere il solo amico che abbia al mondo!". A quel pensiero Heathcliff diede in una risata diabolica; io non risposi, comprendendo che non si aspettava alcuna risposta. Frattanto, il giovane Linton, che sedeva troppo lontano da noi per sentire quel che dicevamo, cominci a dare segni di imbarazzo: pentendosi probabilmente di essersi negato il piacere della compagnia di Catherine per il timore di un po' di stanchezza. Il padre vide i suoi occhi inquieti che si volgevano alla finestra e la mano tesa senza alcuna decisione verso il cappello.

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"Coraggio, poltrone!" disse con finta cordialit. "Seguili, hanno appena voltato l'angolo, sono vicino all'alveare." Linton raccolse tutte le sue energie e si allontan dal camino. La portafinestra era aperta e, mentre lui usciva, sentii Cathy chiedere al suo poco socievole cavaliere che cosa significasse quell'iscrizione sopra la porta. Hareton alz lo sguardo, poi si gratt la testa da quello zotico che era. " una stupida specie di scrittura" disse "non riesco a leggerla." "Non riuscite a leggerla?" esclam Catherine. "Io s, inglese; ma vorrei sapere perch l." Linton diede in una risatina - la prima manifestazione di gaiezza di cui mai avesse dato prova. "Non sa leggere" spieg alla cugina. "Riuscite a credere all'esistenza di uno zotico simile?". "Ma a posto con la testa?" chiese con seriet la signorina Cathy "o sciocco - non del tutto normale? L'ho interrogato ormai gi due volte e ogni volta mi ha guardato con un'espressione tale che non credo mi capisca; a dir la verit, io fatico a capirlo." Linton ripet la sua risata e rivolse un'occhiata provocatoria a Hareton, che in quel momento non sembrava davvero molto intelligente. "Non ha niente, soltanto pigro, vero, Earnshaw?" disse Linton. "Mia cugina pensa che tu sia un idiota. Ecco le conseguenze di aver sempre disprezzato le lettere. Non avete notato, Catherine, il suo terribile accento dello Yorkshire?" "Perch, a che diavolo serve?" borbott Hareton, pi pronto a rimbeccare qualcuno che vedeva tutti i giorni. Stava per proseguire, ma i due giovani scoppiarono in un'improvvisa esplosione di gaiezza; quella sventata della mia signorina si divertiva all'idea che si potesse mutare in oggetto di divertimento il suo strano modo di parlare. "E a che cosa serve il diavolo in quella frase?" ridacchi Linton. "Pap ti ha detto di non dire brutte parole, e tu non riesci a aprire bocca senza pronunciarne almeno una. Cerca di comportarti da gentiluomo, provaci!". "Se non fossi una femminetta pi che un ragazzo, ti butterei a terra in questo istante, ti assicuro, bamboccio che sei!" ribatt, infuriato, quello zoticone, facendosi indietro mentre il viso gli si accendeva di rabbia e umiliazione; poich comprendeva benissimo di venir insultato e non sapeva come reagire. Il signor Heathcliff, che aveva sentito, come l'avevo sentita io, la conversazione, sorrise quando lo vide allontanarsi, ma subito lanci un'occhiata di singolare odio a quella coppia impertinente che rimaneva a chiacchierare nel vano della porta: Il ragazzo, non privo di vivacit mentre parlava delle manchevolezze e degli errori di Hareton e riferiva aneddoti della sua vita; e la ragazza divertita dalle sue parole sprezzanti e impertinenti senza riflettere che queste rivelavano autentica cattiveria. Quanto a me, cominciavo a provare antipatia pi che compassione per Linton, e a scusare in qualche modo il padre che non lo teneva in alcun conto. Rimanemmo fino al pomeriggio; prima, non mi riusc di allontanare la mia padroncina; ma, fortunatamente, il mio padrone non aveva lasciato la biblioteca e rimase all'oscuro della nostra lunga assenza. Mentre tornavamo a casa avrei voluto rivelare alla signorina Cathy l'autentica natura della gente che avevamo appena lasciato; ma lei si era messa in capo che io fossi prevenuta contro di loro. "Ah!" grid "prendi le parti di pap, Ellen; sei parziale, lo so, o non mi avresti ingannato per tanti anni lasciandomi credere che Linton viveva molto lontano da qui; sono davvero in collera, per sono tanto felice che non riesco a dimostrarla! Ma tu tieni a freno la lingua quando parli di mio zio - mio zio, ricordalo, e sgrider pap per aver litigato con lui." E continuava a parlare e a parlare, fino a che io rinunciai a convincerla del suo sbaglio. Quella sera non disse della visita perch non vide il signor Linton. Ma il giorno dopo rivel tutto, con mio profondo dispiacere. Tuttavia, non ero interamente dispiaciuta: mi dicevo che il compito di guidarla e avvertirla avrebbe potuto svolgerlo lui molto meglio di me. Ma il signor Linton spieg con troppa esitazione le ragioni per le quali voleva che la figlia evitasse qualsiasi rapporto con la gente di Wuthering Heights, e Catherine voleva avere ragioni chiare per qualsiasi divieto imposto alla sua capricciosa volont.
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"Pap!" esclam subito dopo averlo salutato al mattino "indovinate chi ho visto ieri, nella mia passeggiata sulla brughiera. Ah, pap, siete sorpreso! non vi siete comportato bene, vero? Ho visto... Ma ascoltatemi, e saprete come vi abbia scoperto, e anche Ellen, che in combutta con voi eppure fingeva di compatirmi quando io continuavo a sperare - e rimanevo sempre delusa - che Linton tornasse da noi!". Rifer fedelmente della sua passeggiata e delle relative conseguenze; e il mio padrone, pur rivolgendomi pi di uno sguardo di rimprovero, non disse nulla fino a che lei non tacque. Allora la avvicin a s e le chiese se sapesse perch le aveva tenuta nascosta la vicinanza di Linton. Poteva forse pensare lo avesse fatto per negarle una gioia di cui avrebbe potuto godere senza danno? " stato" rispose lei "perch non vi piace il signor Heathcliff." "Credi dunque che io pensi ai miei sentimenti pi che ai tuoi, Cathy?" ribatt lui. "No, non era perch non mi piaceva il signor Heathcliff; ma perch io non piaccio al signor Heathcliff; e perch Heathcliff un uomo diabolico, che si diverte a danneggiare e rovinare quelli che odia se gliene danno la minima possibilit. Sapevo che non avresti potuto continuare a essere amica di tuo cugino senza venir costretta a conoscere anche lui; e sapevo che ti avrebbe odiato, a causa mia; cos, per il tuo bene, e soltanto per questo, ho fatto in modo che tu non vedessi pi Linton. Intendevo spiegartelo, quando fossi stata pi grande, e mi dispiace di aver rimandato." "Ma Heathcliff stato cordiale, pap" osserv Catherine, non del tutto convinta "e a lui non dispiace che noi ci vediamo: ha detto che sarei potuta andare a casa sua quando avessi voluto, che soltanto non avrei dovuto dirvelo perch avevate litigato con lui e non gli avevate perdonato di aver sposato la zia Isabella. E voi non... siete voi quello da biasimare... lui, quanto meno, pronto a lasciarci essere amici, io e Linton, e voi no." Il mio padrone, vedendo che lei non voleva credere alla cattiveria dello zio acquisito, le descrisse succintamente la sua condotta verso Isabella e il modo in cui era diventato proprietario di Wuthering Heights. Non sopportava di parlare a lungo di quell'argomento; infatti, sebbene ne parlasse molto poco, provava ancora lo stesso orrore e lo stesso odio per l'antico avversario che aveva provato sin dalla morte della signora Linton. "Sarebbe forse ancora viva, se non fosse stato per lui!" era la sua costante, amara riflessione; ai suoi occhi, Heathcliff era un assassino. La signorina Cathy, che non conosceva cattive azioni se non i suoi piccoli peccati di disobbedienza, ingiustizia, collera, causati soltanto da un carattere vivace e avventato, dei quali si pentiva il giorno stesso in cui li aveva commessi, rimase stupefatta da una perfidia capace di meditare e preparare in silenzio la vendetta per anni, di mettere deliberatamente in atto i propri piani senza provare mai rimorso. Sembrava tanto colpita e turbata da quel nuovo aspetto della natura umana - fino ad allora escluso da tutti i suoi studi e le sue idee - che il signor Edgar ritenne superfluo continuare. Aggiunse soltanto: "E ora sai, mia cara, perch desidero che tu ti tenga lontano da quella casa e da quella famiglia; ora ritorna alle tue solite occupazioni e ai tuoi svaghi e non pensare pi a loro!". Catherine baci il padre e sedette quietamente a studiare per uno o due ore come faceva sempre; poi accompagn il padre nel parco, e la giornata trascorse come di consueto; ma la sera, quando si era gi ritirata nella sua stanza e io ero andata per aiutarla a svestirsi, la trovai che piangeva, in ginocchio accanto al letto. "Vergogna, sciocchina!" esclamai. "Se conosceste il vero dolore, vi vergognereste di sprecare una sola lacrima per una piccola contrariet. Non avete mai conosciuto neppure l'ombra di un'autentica sofferenza, signorina Catherine. Immaginate, per un solo istante, che io e il padrone siamo morti e che voi vi troviate sola al mondo - come vi sentireste allora? Confrontate la situazione presente con una sofferenza come quella e sarete grata degli amici che avete invece di desiderarne altri." "Non sto piangendo per me, Ellen, ma per lui. Pensava di rivedermi domani e sar tanto deluso... e mi aspetter e io non andr!". "Sciocchezze!" ribattei io. "Credete davvero che abbia pensato a voi quanto voi avete pensato a lui? Non ha forse Hareton come amico? Neanche una persona su

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cento piangerebbe per la perdita di un parente che ha visto soltanto due volte, per due pomeriggi. Linton capir come stanno le cose e non penser pi a voi." "Ma non potrei almeno scrivergli un biglietto spiegandogli perch non posso andare?" chiese alzandosi in piedi. "E mandargli quei libri che avevo promesso di prestargli. I suoi libri non sono belli come i miei, e desiderava molto averli quando gli ho detto quanto sono interessanti. Non potrei farlo, Ellen?". "No davvero!" risposi energicamente. "Perch allora lui vi risponderebbe, e la cosa non finirebbe pi. No, signorina Catherine, dovete rinunciare completamente a questa amicizia: quel che si aspetta vostro padre e io vedr che sia cos!". "Ma come potrebbe un bigliettino..." incominci lei con uno sguardo implorante. "Silenzio!" la interruppi. "Non voglio sentire dei vostri bigliettini. Andate a letto." Lei mi rivolse un'occhiata ribelle, tanto ribelle che dapprima non volli darle il bacio della buonanotte; la coprii bene e chiusi la porta molto offesa; poi, pentendomi subito, ritornai indietro piano; e indovinate un po'! la signorina era in piedi al tavolino con un foglietto bianco davanti e una matita in mano che si affrett con aria colpevole a nascondere appena entrai. "Non troverete nessuno che vi porti quel biglietto, Catherine" dissi "se lo scrivete; e ora vi spegner la candela." Misi lo smoccolatoio sulla fiamma, e ricevetti un colpo sulla mano e un "cattiva!" pronunciato con voce petulante. Uscii di nuovo e lei si chiuse a chiave, indispettita come nei suoi momenti peggiori. La lettera venne scritta e mandata a destinazione grazie al lattaio che veniva dal villaggio, ma questo lo seppi soltanto tempo dopo. Le settimane passavano e Cathy ritrov il buonumore sebbene avesse preso la singolare abitudine di isolarsi in angoli solitari; spesso, se le andavo improvvisamente vicino mentre stava leggendo, sussultava e si chinava sul libro, evidentemente desiderosa di nasconderlo; e io scorgevo fogli di carta celati tra le pagine. Aveva anche preso l'abitudine di scendere presto la mattina e di indugiare in cucina come se aspettasse qualcosa; e in una scrivania in biblioteca aveva un cassetto che passava ore a esaminare e di cui, con grande attenzione, toglieva la chiave appena si allontanava. Un giorno, mentre esaminava proprio quel cassetto, vidi che i giocattoli, i gingilli che fino ad allora lo avevano riempito si erano trasformati in fogli di carta ripiegati. Immediatamente si ridest la mia curiosit e si ridestarono i miei sospetti; risolsi di dare un'occhiata a quel misterioso tesoro; cos, la sera, appena lei e il mio padrone furono al sicuro nelle loro camere, cercai, e non ebbi difficolt a trovare tra le chiavi di casa una che aprisse quel cassetto. Apertolo, ne vuotai l'intero contenuto nel grembiule e lo portai con me per esaminarlo a mio agio in camera. Sebbene non potessi non avere sospetti, provai una certa sorpresa scoprendo che si trattava di una fitta corrispondenza, quasi quotidiana, direi, di Linton Heathcliff, risposte a lettere che lei gli aveva inviato. Le prime erano goffe e brevi; a poco a poco, tuttavia, i biglietti diventavano lunghe lettere d'amore, sciocche come era naturale data l'et di chi le scriveva, tuttavia, qua e l, non prive di tocchi che mi sembravano presi a prestito da una fonte pi esperta. Alcune mi colpirono per una singolare fusione di ardore e scipitezza; cominciavano con sentimenti appassionati e finivano nel tono lezioso e prolisso che potrebbe usare uno studente rivolgendosi a un'innamorata viva soltanto nella sua fantasia. Ignoro se potessero soddisfare Cathy: a me sembravano sciocchezze senza alcun valore. Dopo averne lette tante quante mi sembrava sufficiente, le legai in un fazzoletto e le misi da parte chiudendo di nuovo a chiave il cassetto ormai vuoto. Com'era sua abitudine, la signorina scese presto recandosi in cucina; io la vidi andare alla porta all'arrivo di un certo ragazzino; e, mentre la ragazza della latteria gli riempiva il secchio, Catherine gli metteva qualcosa nella tasca della giacca e ne tirava fuori qualcos'altro. Io andai in giardino e mi misi in agguato aspettando il messaggero, che si batt valorosamente per difendere quel che gli era stato affidato, cos che tra noi versammo il latte; ma io riuscii infine a prendergli la missiva, e minacciandolo di gravi conseguenze se non se ne fosse andato tranquillo a casa, rimasi sotto
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il muro del giardino a leggere l'amorosa creazione della signorina Cathy. La lettera era pi semplice e pi eloquente di quelle del cugino, molto graziosa e molto sciocca. Scossi il capo e rientrai pensosamente in casa. Il giorno era piovoso, e Catherine non poteva distrarsi con le consuete passeggiate nel parco; cos, terminati gli studi mattutini, cerc il conforto del cassetto. Il padre sedeva al tavolo leggendo; e io, deliberatamente, avevo cercato qualcosa da fare accomodando alcune frange scucite delle tende, e tenevo lo sguardo fisso su di lei. Un uccello, ritornando al nido devastato dove aveva lasciato i suoi piccoli, non potrebbe esprimere, con le grida e il battere delle ali, una disperazione pi totale di quella che lei espresse con un solo "Oh!" e con il mutamento che le trasform il viso sino ad allora felice. Il signor Linton alz lo sguardo. "Che cosa c', cara? Ti sei fatta male?" chiese. Il tono di voce e lo sguardo le dissero che non era stato lui a scoprire il suo tesoro. "No, pap..." rispose con voce ansante, "Ellen, Ellen, vieni su... non mi sento bene!". Io obbedii e la accompagnai in camera. "Oh, Ellen, le hai prese" cominci subito, cadendo in ginocchio, appena fummo sole. "Oh, ridammele e non lo far mai pi, mai pi! Non dirlo a pap... Non lo hai detto a pap Ellen, di che non glielo hai detto! Sono stata molto cattiva, ma non lo far pi!". Con solenne gravit, le dissi di alzarsi. "Dunque" esclamai "signorina Catherine, siete andata molto avanti, a quel che sembra - avete ragione a vergognarvi! Davvero belle cose studiate nelle ore libere, davvero belle. Tanto che meriterebbero di venir stampate! E cosa credete ne penser il padrone quando gliele mostrer? Non gliele ho ancora mostrate, ma non illudetevi che terr il vostro ridicolo segreto. Vergogna! E dovete essere stata voi a scrivere per prima quelle sciocchezze: non avrebbe certo pensato lui a cominciare." "No, non sono stata io!" singhiozz Cathy, singhiozzi tali da spezzarle il cuore. "Non pensavo neppure a amarlo finch..." "Amarlo!" esclamai, con tutto il disprezzo che riuscii a mettere in quella parola. "Amarlo! Si mai sentita una simile sciocchezza! Tanto varrebbe dire che io amo il mugnaio che viene una volta all'anno a comprare il nostro grano. Amore, questa poi! quando, sommando insieme le due volte, avrete visto Linton appena quattro ore in vita vostra. Eccole qui tutte quelle sciocchezze infantili. Vado subito in biblioteca, e vedremo che cosa dice vostro padre di questo amore." Lei balz in piedi per afferrare le sue preziose lettere, ma io le tenevo in alto, sopra la testa; allora lei si mise a implorarmi freneticamente perch le bruciassi, perch facessi qualsiasi cosa piuttosto che mostrarle. E io, pronta a ridere quanto a rimproverarla poich pensavo si trattasse soltanto di puerile vanit, finii per addolcirmi un poco e chiesi: "Se accetto di bruciarle, promettete solennemente di non mandare n ricevere mai pi una lettera, n un libro - poich vedo che gli avete mandato dei libri - n riccioli, n anelli, n gingilli?". "Non ci mandiamo gingilli!" esclam Catherine, poich l'orgoglio aveva avuto la meglio sulla vergogna. "N oggetti di nessun genere, allora, signorina!" dissi. "Se non promettete, vado immediatamente." "Lo prometto, Ellen!" grid lei afferrandomi il vestito. "Gettale nel fuoco, ti prego, gettale!". Ma quando io cominciai a fare posto nel camino con l'attizzatoio, il sacrificio le parve troppo penoso. Cominci a supplicarmi con passione che ne risparmiassi almeno una o due. "Una o due, Ellen, perch possa tenerle come ricordo di Linton!". Io sciolsi il fazzoletto e cominciai a farle cadere da un angolo fino a che la fiamma si alz nel camino. "Una, almeno una, brutta cattiva!" grid lei, e, mettendo di colpo la mano nel fuoco, ne trasse alcuni frammenti gi quasi consunti, bruciandosi le dita.

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"Benissimo... e io ne terr qualcuna da mostrare a pap!" risposi, risistemando quel che restava delle lettere nel fazzoletto e tornando a volgermi verso la porta. Lei gett i frammenti anneriti nelle fiamme e mi fece cenno di continuare il sacrificio. Quando questo fu compiuto, io mossi le ceneri e le seppellii sotto una palata di carbone; silenziosamente, e con un profondo senso di offesa, lei si ritir in camera sua. Io scesi per dire al padrone che il malessere della signorina era quasi passato, ma che mi sembrava meglio per lei restate distesa qualche tempo. Catherine non volle pranzare; ma ricomparve all'ora del t, pallida e con gli occhi rossi, e con un aspetto straordinariamente sommesso. Il mattino seguente risposi alla lettera con un pezzo di carta su cui avevo scritto: "Il signorino Heathcllff pregato di non mandare pi lettere alla signorina Linton, che non le riceverebbe". Da quel giorno, il ragazzino del lattaio venne con le tasche vuote. XXII L'estate giunse alla fine, e il primo autunno; era ormai passato San Michele, ma il raccolto tardava quell'anno e alcuni dei nostri campi dovevano ancora venir falciati. Il signor Linton e la figlia andavano spesso a passeggiare in mezzo ai mietitori; quando vennero preparati gli ultimi covoni, rimasero fino al crepuscolo; la sera era fredda e umida, il mio padrone prese un brutto raffreddore che gli colp i polmoni, costringendolo a restare in casa per tutto l'inverno, quasi senza intervalli. La povera Cathy, costretta a rinunciare al suo piccolo idillio, era da allora molto pi triste e ben meno vivace; e il padre insisteva perch leggesse meno e si muovesse di pi. Non poteva ormai essere lui a accompagnarla, e io ritenni fosse mio dovere prenderne il posto, per quanto mi era possibile: ero senza dubbio una sostituta poco efficace, poich non potevo rubare pi di due o tre ore alle mie occupazioni quotidiane, senza dire che la mia compagnia era naturalmente meno desiderabile della sua. Un pomeriggio di ottobre, o degli inizi di novembre, un pomeriggio fresco e piovoso, i prati e i sentieri crepitavano delle foglie umide e appassite, e il freddo cielo azzurro era quasi nascosto dalle nuvole, lunghe nuvole grigie che salivano rapide da ovest e annunciavano pioggia abbondante; io chiesi alla signorina di rinunciare alla passeggiata poich senza dubbio avrebbe piovuto. Lei rifiut, e io, di malavoglia, indossai il mantello e presi l'ombrello per accompagnarla fino in fondo al parco, una passeggiata tranquilla che lei generalmente sceglieva quando era abbattuta, il che accadeva sempre se il signor Edgar era stato peggio del solito: condizione che lui non rivelava mai, ma che io e lei indovinavamo dal suo prolungato silenzio e dalla malinconia del suo viso. Lei camminava tristemente; non correva ora, non saltava pi, sebbene il vento gelido avrebbe potuto tentarla a una corsa. Spesso, guardandola di sottecchi, la vedevo sollevare una mano e asciugarsi le guance. Mi guardai attorno in cerca di qualcosa che potesse distrarla. Da un lato della strada si innalzava una sponda alta, aspra, dove, con una presa incerta, le radici a fior di terra, si afferravano noccioli e querce stentate: per queste ultime il terreno non era abbastanza saldo e la forza del vento ne aveva piegate alcune quasi fino a terra. D'estate, era una gioia per la signorina Catherine arrampicarsi lungo i tronchi e sedere sui rami, lasciando dondolare le gambe a pi di sei metri da terra; e io, pure felice della sua agilit, di quel suo cuore lietamente infantile, consideravo tuttavia necessario rimproverarla ogni volta che la sorprendevo cos in alto, ma con un tono tale da farle comprendere che non era necessario scendere. Rimaneva a volte dall'ora di pranzo fino al t in quella culla ondeggiante al moto della brezza, senza far nulla se non cantare vecchie canzoni - quelle che io le avevo insegnato - o guardare gli uccelli, i suoi coinquilini, che nutrivano o insegnavano ai loro piccoli a volare, o

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restarsene rannicchiata l con gli occhi chiusi, pensando, sognando, felice pi di quanto le parole possano dire. "Guardate, signorina" esclamai, indicandole un piccolo anfratto sotto le radici di un albero contorto "l'inverno non ancora arrivato. C' un fiorellino l sotto, l'ultima di tutte le campanule che ricoprivano in luglio questi prati di una nebbia azzurrina. Non vorreste arrampicarvi e coglierla per portarla a pap?". Cathy guard a lungo quel fiore solitario che tremava nel suo rifugio di terra, e infine rispose: "No, non voglio toccarlo; che aria malinconica ha, vero, Ellen?". "S" annuii " infreddolito e abbattuto quasi come voi: avete le guance esangui; prendiamoci per mano e corriamo. Siete cos stanca che riuscir a tenervi dietro, credo." "No" ripet lei, e continu a camminare fermandosi a tratti per guardare una pezza di muschio o un ciuffo di erba inaridita o un fungo che scintillava arancione tra i mucchi di foglie scure; di quando in quando sollevava la mano distogliendo il viso. "Catherine, tesoro, perch piangete?" le chiesi, avvicinandomi e cingendola con le braccia. "Non dovete piangere perch pap ha un raffreddore; rallegratevi piuttosto che non abbia nulla di grave." Lei non trattenne pi le lacrime, e i singhiozzi le spezzavano il respiro. "Oh, ma diventer qualcosa di grave" disse. "E che cosa far quando tu e pap mi lascerete, e io rester sola? Non riesco a dimenticare le tue parole, Ellen, mi tornano sempre alla mente; come cambier la mia vita, come mi sembrer triste il mondo quando tu e pap sarete morti." "Non detto che non possiate morire voi prima di noi" ribattei. "Non bene anticipare le sofferenze: speriamo che ci siano anni e anni prima che uno di noi debba andarsene; il padrone giovane e io sono forte e non ho ancora quarantacinque anni. Mia madre vissuta fino a ottanta, viva e vegeta sino all'ultimo. Se il signor Linton vivesse anche soltanto fino a sessant'anni, sarebbero sempre molti pi anni di quelli che voi pensate, signorina. Non sciocco piangere una calamit pi di vent'anni prima?". "Ma la zia Isabella era pi giovane di pap" osserv lei, guardandomi nella timida speranza di ottenere ulteriore conforto. "La zia Isabella non aveva voi e me a curarla. Non era felice come il padrone; non aveva altrettanti motivi per cui vivere. Dovete soltanto prendervi cura di vostro padre, rallegrarlo mostrandovi sempre gaia, evitare di causargli ansia per qualsiasi motivo - badate bene a questo, Cathy! Non nasconder che potreste ucciderlo se doveste essere ribelle e avventata e nutrire uno sciocco, immaginario affetto per il figlio di qualcuno che sarebbe lieto di vederlo nella tomba; se gli lasciaste vedere che soffrite della separazione che egli ha ritenuto necessaria." "Soffro soltanto per la malattia di pap. Non mi importa di nulla se lo paragono a pap. E mai, mai, finch sar me stessa, far un solo gesto o dir una sola parola che possa dispiacergli. Lo amo pi di me stessa, Ellen, e l'ho capito da questo: prego ogni sera di potergli sopravvivere; poich preferisco soffrire io piuttosto che far soffrire lui; e questo dimostra che lo amo pi di me stessa." "Belle parole" risposi. "Ma le belle parole debbono essere accompagnate dalle azioni; e quando lui sar guarito, badate a non dimenticare i propositi formulati nell'ora del timore." Mentre parlavamo, ci eravamo avvicinate a un cancello che si apriva sulla strada; e la signorina, tornando a farsi lieta alla luce del sole, si arrampic e sedette sul muro, sporgendosi per cogliere alcune bacche scarlatte sui rami pi alti dei cespugli di rose selvatiche che ombreggiavano la strada; le bacche pi in basso erano gi scomparse, ma soltanto gli uccelli potevano toccare quelle pi alte, gli uccelli e Cathy nella posizione in cui si trovava. Tendendosi per prenderle, fece cadere il cappello; e, poich il cancello era chiuso, lei sugger di scendere dall'altro lato del muro per riprenderlo. La esortai a essere cauta per non cadere, e Catherine scomparve agilmente. Il ritorno non era altrettanto agevole; le pietre erano lisce e uniformi, e le rose e le more rampicanti non offrivano appigli per la salita. Io, come una sciocca, non avevo pensato a questo fino a che non la sentii ridere e esclamare:

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"Ellen, dovrai andare a prendere la chiave; altrimenti devo correre alla portineria. Non posso scalare la fortezza da questo lato!". "Restate dove siete" risposi. "Ho il mazzo di chiavi in tasca: forse riuscir a aprire; altrimenti andr a prendere la chiave." Catherine si divertiva a danzare su e gi davanti al cancello mentre io provavo una dopo l'altra le chiavi. Avevo ormai provato l'ultima, e nessuna andava bene; cos, ripetendole l'invito a restare dov'era, mi preparavo a correre a casa pi in fretta che potevo quando un rumore che si avvicinava mi ferm. Era il trotto di un cavallo; le danze di Catherine si interruppero e, in capo a un minuto, si ferm anche il cavallo. "Chi ?" sussurrai. "Ellen, vorrei davvero che riuscissi a aprire" sussurr di rimando lei con voce ansiosa. "Oh, la signorina Linton" esclam una voce profonda (quella del cavaliere) "sono lieto di incontrarvi, e non abbiate fretta di entrare: ho una spiegazione da chiedervi e intendo ottenerla." "Non voglio parlarvi, signor Heathcliff" rispose Catherine. "Pap dice che siete un uomo cattivo e odiate lui e me; Ellen dice lo stesso." "Questo non conta" rispose Heathcliff. "Senza dubbio non odio anche mio figlio e proprio per lui che chiedo la vostra attenzione. S! fate bene a arrossire. Due o tre mesi fa, non avevate l'abitudine di scrivere a Linton? giocavate a fare gli innamorati, vero? Meritavate entrambi di venir frustati per questo! E soprattutto voi, la maggiore, ma anche la meno sensibile, a quel che sembra. Ho le vostre lettere, e se voi mi rispondete con impertinenza, le dar a vostro padre. Immagino vi siate stancata di quel passatempo e le abbiate gettate via; bene, cos facendo avete gettato anche Linton in un abisso di disperazione. Lui non giocava, era davvero innamorato. E, quanto vero che sono vivo, sta morendo per voi: gli si spezza il cuore per la vostra incostanza, non in senso figurato ma concreto. Anche se Hareton ha riso di lui per sei settimane e io ho fatto ricorso a misure pi serie e ho cercato di liberarlo di questo sciocco sentimento con la paura, peggiora ogni giorno, e finir sotto terra prima dell'estate, se non lo salvate voi!". "Come osate mentire cos sfrontatamente a quella povera bambina!" esclamai io dall'altro lato del cancello. "Andatevene via! Come potete inventare deliberatamente menzogne cos meschine? Signorina Cathy, far saltare la serratura con una pietra; ma voi non crederete a queste sciocchezze. Lo comprendete anche voi: impossibile che si muoia d'amore per un'estranea." "Non sapevo che qualcuno stesse origliando" borbott quella canaglia vedendosi scoperto. "Degna signora Dean, mi piacete molto, ma non mi piace il vostro doppio gioco" aggiunse a alta voce. "Come hai potuto mentire tu tanto sfrontatamente da affermare che io odiavo quella "povera bambina"? trasformarmi in una sorta di orco per allontanarla col terrore dalla mia porta? Catherine Linton (basta soltanto il nome a riscaldarmi il cuore), mia cara, sar via da casa tutta questa settimana: andate a vedere se non ho detto la verit; andate, siate buona! Provate soltanto a immaginare vostro padre al mio posto e Linton al vostro; pensate allora come giudichereste l'indifferenza del vostro innamorato se rifiutasse di muovere un passo per confortarvi quando vostro padre lo prega di farlo; e non cadete, per pura e semplice stoltezza, nello stesso errore. Giuro, sulla salvezza della mia anima, che Linton sta precipitando nella tomba e che voi soltanto potete salvarlo!". La serratura cedette e io uscii. "Posso giurare che Linton sta morendo" ripet Heathcliff rivolgendomi uno sguardo duro. "E il dolore e la delusione affrettano la sua morte. Nelly, se non vuoi che vada lei, vai tu stessa. Io non ritorner prima di una settimana, e non credo che il tuo padrone le proibirebbe di andare a trovare il cugino!". "Entrate" dissi prendendo Cathy per il braccio e costringendola quasi a entrare, poich lei indugiava, guardando, con occhi turbati, il viso dell'uomo che le parlava, un viso troppo severo per rivelare l'inganno. Lui avvicin il cavallo, e chinandosi, osserv: "Signorina Catherine, confesser di avere ben poca pazienza con Linton, e Hareton e Joseph ne hanno ancora meno. Confesser che il ragazzo circondato da gente dura. Soffre per la mancanza di tenerezza come per la mancanza di amore, e una parola dolce detta da voi sarebbe per lui la miglior medicina. Non ascoltate
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i crudeli ammonimenti della signora Dean, ma siate generosa e cercate di vederlo. Sogna di voi giorno e notte e non riesce a convincersi che voi non lo odiate, dal momento che non gli scrivete n andate a trovarlo." Io chiusi il cancello e sistemai una pietra per rafforzare la presa della serratura che avevo forzato; aprendo l'ombrello, condussi la signorina Catherine al riparo, poich la pioggia cominciava a cadere fitta tra i rami gementi degli alberi e ci esortava a non indugiare oltre. La fretta imped qualsiasi commento sull'incontro con Heathcliff mentre ci dirigevamo verso casa; ma io, d'istinto, indovinavo che il cuore di Catherine era ora oppresso da una doppia pena. Il suo viso era tanto triste da non sembrare il suo; palesemente, credeva vera ogni sillaba che aveva udito. Il padrone era andato a riposare quando noi entrammo. Cathy entr silenziosamente nella sua camera per chiedergli come stava; lui si era addormentato. Catherine ritorn e mi chiese di andare con lei in biblioteca. Prendemmo insieme il t, poi lei si distese sul tappeto davanti al camino e mi disse di non parlare perch era molto stanca. Presi un libro e finsi di leggere. Appena mi immagin immersa nella lettura, lei ricominci a piangere silenziosamente; sembrava fosse diventata la sua distrazione favorita. Le permisi di abbandonarvisi per un poco; poi cominciai a protestare, facendomi beffe di tutte le affermazioni del signor Heathcliff sul figlio e mettendole in ridicolo, come fossi certa che lei mi avrebbe approvato. Ahim! non avevo l'abilit per controbilanciare l'effetto che il racconto di lui aveva prodotto: e era proprio questo quel che egli voleva. "Forse hai ragione, Ellen" mi rispose lei "ma io non mi sentir tranquilla fino a quando non sapr - e devo dire a Linton che non colpa mia se non scrivo e convincerlo che non cambier mai." A cosa servivano la collera o le proteste contro tanta sciocca credulit? Quella sera ci separammo in disaccordo; ma il giorno seguente mi vide sulla strada di Wuthering Heights accanto al pony della mia ostinata padroncina. Non sopportavo la sua sofferenza, non sopportavo di vederla pallida, abbattuta, con gli occhi gonfi; e avevo ceduto nella timida speranza che lo stesso Linton potesse dimostrare, con la sua accoglienza, quanto poco fosse fondato il racconto di Heathcliff. XXIII Alla notte di pioggia era seguita una mattina incerta e nebbiosa - pioggia e brina - e improvvisi ruscelletti ci attraversavano la strada, sgorgando dalle colline. Avevo i piedi zuppi; ero abbattuta e di cattivo umore, l'umore ideale per fare un dramma dei pi semplici disagi. Entrammo nella fattoria dalla cucina per constatare se il signor Heathcliff fosse davvero assente, poich io avevo ben poca fiducia nelle sue affermazioni. Sembrava che Joseph fosse solo, immerso in una sorta di paradiso privato, seduto presso un fuoco scoppiettante, sul tavolo accanto a lui un quarto di birra e grossi pezzi di focaccia d'avena abbrustolita, in bocca la corta pipa nera. Catherine corse al camino per scaldarsi. Io chiesi se il padrone fosse in casa. La mia domanda rimase tanto a lungo senza risposta da farmi pensare che il vecchio fosse diventato sordo: cos la ripetei a voce pi alta. "No-o-o!" ringhi, o piuttosto parve gridare attraverso il naso. "No-o-o! dovete tornare da dove siete venute." Nello stesso istante, dall'interno una voce stizzita grid: "Joseph, quante volte ti devo chiamare? Sono rimaste ormai poche braci ancora accese. Joseph, vieni subito!". Vigorosi sbuffi di fumo e lo sguardo risolutamente fisso alla grata del camino dichiaravano che Joseph non intendeva ascoltare quell'appello. Non si vedevano neppure la governante e Hareton - una uscita per una commissione, probabilmente, e l'altro per il suo lavoro. Riconoscendo la voce di Linton, entrammo. "Oh, spero che tu muoia di fame in una soffitta!" esclam il ragazzo, scambiando il nostro arrivo per quello del suo poco zelante domestico. Si interruppe quando si rese conto dell'errore; la cugina corse da lui. "Siete voi, signorina Linton?" disse, sollevando il capo dal bracciolo della poltrona dove giaceva. "No, non baciatemi, mi toglie il fiato. Povero me, pap
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ha detto che sareste venuta" continu dopo essersi ripreso un poco dall'abbraccio di Catherine, mentre lei gli rimaneva in piedi accanto, con uno sguardo contrito. "Non vorreste chiudere la porta, per piacere? l'avete lasciata aperta e quelle... quelle detestabili creature non mi mettono carbone nel fuoco. Fa tanto freddo!" Io mossi la brace e portai una palata di carbone. Il malato protest che lo coprivo di cenere; ma aveva una brutta tosse e sembrava febbricitante e male in arnese: cos non reagii al suo malumore. "Ebbene, Linton" mormor Catherine quando l'aspetto corrucciato di lui si addolc. "Siete felice di vedermi? Posso fare qualcosa per voi?". "Perch non siete venuta prima? Dovevate venire invece di scrivere. Mi ha stancato terribilmente scrivervi quelle lunghe lettere. Avrei preferito parlarvi. Adesso, non riesco neanche a parlare, n a fare nulla. Mi chiedo dove sia Zillah! Vorreste" rivolgendosi a me "entrare in cucina a vedere?". Non avevo ricevuto ringraziamenti per l'altro servizio che gli avevo reso, e, non avendo alcun desiderio di correre avanti e indietro a eseguire i suoi ordini, risposi: "Non c' nessuno di l tranne Joseph." "Voglio bere" esclam distogliendo nervosamente il capo. "Zillah non fa che andarsene a Gimmerton da quando pap partito. E' una cosa terribile! E io sono costretto a scendere qui: non mi ascoltano se rimango al piano di sopra." "Vostro padre premuroso con voi, signorino Heathcliff?" chiesi, vedendo che Catherine si era sentita frustrata nei suoi tentativi di amicizia. "Premuroso? Quanto meno, costringe quelli a occuparsi di me. Quei disgraziati! Lo sapete, signorina Linton, che quel bruto di Hareton ride di me? Lo odio, in verit, odio tutti loro: tutte creature odiose." Catherine cominci a cercare dell'acqua; trov una brocca nella credenza, riemp un bicchiere e gliela port. Lui le chiese di aggiungere una cucchiaiata di vino da una bottiglia sulla tavola; poi, avendone inghiottito poco pi di un sorso, parve pi tranquillo e disse che era molto buona. "E siete felice di vedermi?" chiese Catherine, ripetendo la sua prima domanda, lieta di vedere apparire sul suo volto l'ombra di un sorriso. "S, sono felice. una piacevole novit sentire una voce come la vostra! ma sono stato davvero offeso perch non venivate. E pap dichiarava che era tutta colpa mia; mi chiamava miserabile, inutile, indegno, e diceva che mi disprezzavate, e che se fosse stato lui al mio posto sarebbe stato ormai padrone della Grange pi di vostro padre. Ma voi non mi disprezzate, vero, signorina...". "Vorrei mi chiamaste Catherine, o Cathy!" lo interruppe lei. "Disprezzarvi? No! Dopo pap e Ellen amo voi pi di chiunque altro al mondo. Per non amo il signor Heathcliff; e non oser venire quando sar di ritorno; star via molti giorni?" "Non molti; ma va spesso sulla brughiera da quando si aperta la caccia e voi potreste venire per un'ora o due mentre lui assente. Dite di s! Credo che non sarei stizzoso con voi; voi non mi provochereste e sareste sempre pronta a aiutarmi, vero?". "S" annu Catherine accarezzandogli i lunghi, morbidi capelli. "Se soltanto potessi ottenere il permesso di pap, trascorrerei con voi la met del mio tempo. Caro Linton, vorrei foste mio fratello." "Allora mi vorreste bene come a vostro padre?" chiese lui facendosi meno malinconico. "Ma pap dice che mi vorreste bene pi che a vostro padre e pi che a tutti se foste mia moglie: quindi preferirei cos." "No! Non vorrei bene a nessuno pi che a pap" ribatt gravemente Catherine. "E ci sono persone che odiano la moglie, mentre nessuno odia la sorella o il fratello; se poi foste mio fratello vivreste con noi e pap vi vorrebbe bene come a me." Linton dichiar che nessuno odiava mai la moglie; ma Cathy afferm il contrario, e, nella sua saggezza, port come esempio quello dell'odio di suo padre per la zia. Io cercai di fermare quella sventata, ma non vi riuscii prima che lei avesse detto tutto quel che sapeva. Molto seccato, il signorino Heathcliff dichiar che le sue parole erano false. "Me lo ha detto pap, e pap non mente mai!" ribatt lei in tono impertinente. "Mio padre disprezza il vostro!" esclam Linton. "Lo chiama vile e sciocco."

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"E il vostro" ribatt Catherine " un uomo cattivo, e voi fate molto male a ripetere quello che dice. Deve essere cattivo per aver spinto la zia Isabella a lasciarlo." "Non lo ha lasciato" disse il ragazzo "e voi non dovete contraddirmi!". "S che lo ha lasciato!". "E allora vi dir io qualcosa!" ribatt Linton. "Vostra madre odiava vostro padre: che ne dite di questo?". "Oh!" esclam Catherine, troppo infuriata per continuare. "E amava il mio!" aggiunse Linton. "Bugiardo, vi odio adesso!" rispose lei con voce ansante, il viso arrossato dalla collera. "S che lo amava, s che lo amava!" cantilen Linton rannicchiandosi nella poltrona e voltando la testa per godere del turbamento dell'altra, che gli stava in piedi alle spalle. "Silenzio, signorino Heathcliff!" intervenni io "immagino che anche questa sia una delle invenzioni di vostro padre." "Non lo , e voi chiudete il becco! S che lo amava, s che lo amava, Catherine, s che lo amava, s che lo amava!" Cathy, furiosa, spinse violentemente la poltrona, e lui cadde contro un bracciolo. Subito venne preso da un soffocante accesso di tosse che mise rapidamente fine al suo trionfo. La crisi dur tanto a lungo da spaventarmi. Quanto a sua cugina, pianse con tutta la sua forza, atterrita dal male che aveva fatto, pur non dicendo nulla. Io lo tenni stretto fin che la tosse non si calm. Allora lui mi respinse bruscamente e abbandon la testa in silenzio. Anche Catherine smise di piangere, sedette di fronte a lui e rimase a guardare solennemente il fuoco. "Come state ora, signorino Heathcliff?" chiesi dopo una decina di minuti. "Vorrei che lei si sentisse come mi sento io, quella ragazza crudele e dispettosa! Hareton non mi tocca mai, non mi ha mai colpito in vita sua. E oggi stavo meglio, e ora..." la sua voce mor in un gemito. "Non vi ho colpito!" mormor Cathy, mordendosi le labbra per impedirsi un nuovo scoppio di collera. Lui sospirava e gemeva come fosse oppresso da gravi sofferenze; e continu per un quarto d'ora, apparentemente al solo scopo di far soffrire la cugina poich ogniqualvolta sentiva un singhiozzo soffocato di lei, raddoppiava il dolore e il pathos nella sua voce. "Mi dispiace di avervi fatto male, Linton!" disse infine lei, non reggendo pi a quel continuo tormento. "Ma io non mi sarei fatta male per quella piccola spinta, e non pensavo che a voi potesse accadere; non vi siete fatto molto male, vero, Linton? Non lasciatemi tornare a casa col pensiero di avervi danneggiato sul serio! Rispondete, parlatemi." "Non posso parlarvi" mormor lui "mi avete fatto tanto male che rester sveglio tutta la notte, soffocando per la tosse. Se l'aveste anche voi sapreste che cos'; ma voi dormirete tranquillamente, mentre io soffrir le pene dell'inferno... e senza nessuno vicino! Vorrei proprio sapere se vi piacerebbe passare le notti terribili che passo io!" e cominci a gemere forte per la gran compassione che aveva di s. "Se siete comunque abituato a passare notti terribili" osservai "non sar la signorina a rovinarvele; sareste stato male allo stesso modo anche se lei non fosse venuta. Tuttavia, non vi disturber pi, e forse starete meglio quando ce ne andremo." "Devo dunque andarmene?" chiese dolorosamente Catherine chinandosi su di lui. "Volete davvero che me ne vada, Linton?". "Non potete cambiare quel che avete fatto!" fu la sua stizzosa risposta, mentre si ritraeva da lei "se non per il peggio, tormentandomi fino a provocarmi la febbre!". "Allora devo andare?" ripet lei. "Lasciatemi tranquillo almeno. Non sopporto di sentirvi parlare." Lei indugi ancora un poco, resistendo alle mie insistenze perch ce ne andassimo, ma poich lui non alzava lo sguardo e non parlava, si decise infine a muoversi verso la porta, e io la seguii.

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Venimmo richiamate da un grido. Linton era scivolato dalla poltrona sulla pietra del camino, e si contorceva con tutta la deliberata malizia di un insopportabile bambino viziato, risoluto a essere dispettoso e esasperante quanto pu. Avendo compreso a fondo la sua natura dalla sua condotta, vidi che sarebbe stata una follia cercare di compiacerlo. Lo stesso non accadde alla mia compagna; atterrita, corse indietro, gli si inginocchi accanto, e pianse, e lo consol, e lo preg fino a che lui si calm soltanto perch gli mancava il fiato: non certo per il dispiacere di farla soffrire. "Lo rialzer e lo metter sulla cassapanca" dissi "e l pu contorcersi quanto vuole; non possiamo fermarci per vegliarlo. Spero abbiate ormai compreso, signorina Cathy, che non siete voi quella che pu fargli del bene e che il suo stato di salute non causato dall'affetto per voi. Ecco, adesso l'ho sistemato! Venite via; appena vedr che non c' nessuno a occuparsi delle sue sciocchezze, sar ben lieto di restarsene tranquillo!". Lei gli mise un cuscino sotto la testa e gli offr dell'acqua; lui rifiut l'acqua e cominci a agitarsi sul cuscino come fosse di pietra o di legno. Catherine cerc di sistemarlo in modo pi confortevole. "Questo non va bene" si lament lui "non abbastanza alto!". Catherine ne port un altro da mettere sopra al primo. "Adesso troppo alto!" mormor quella creatura esasperante. "Come devo sistemarlo allora?" chiese lei disperando di accontentarlo. Lui si sollev a mezzo, si strinse a lei, che era quasi inginocchiata accanto alla cassapanca, e trasform la sua spalla in un cuscino. "No, cos non va!" intervenni. "Dovrete accontentarvi del cuscino, signorino Heathcliff! La signorina ha perso anche troppo tempo con voi; non possiamo restare neppure altri cinque minuti." "Ma s che possiamo!" ribatt Cathy. "Adesso buono e paziente. Comincia a capire che io soffrir molto pi di lui questa notte, se dovr credere che la mia visita gli abbia fatto del male; in questo caso, non oserei tornare pi. Dite la verit, Linton: perch non bene che io torni se vi ho fatto del male." "Dovete tornare invece, per guarirmi" ribatt lui. "Dovreste tornare perch mi avete fatto male: sapete bene di avermelo fatto, e molto! Non ero tanto malato quando siete entrata come sono ora, dovete riconoscerlo." "Vi siete fatto male voi stesso piangendo e andando in collera. Non sono stata soltanto io. Ma adesso saremo amici, e voi davvero volete, davvero desiderate vedermi qualche volta?". "Vi ho gi detto di s!" rispose lui con impazienza. "Sedete sulla cassapanca e lasciate che mi appoggi sulle vostre ginocchia. Faceva sempre cos la mamma, per interi pomeriggi. Sedete tranquilla e non parlate, ma potete cantare se sapete cantare, o recitare una lunga ballata interessante - una di quelle che avevate promesso di insegnarmi, o una storia - per preferirei una ballata; cominciate." Catherine recit la ballata pi lunga che riuscisse a ricordare, e quel modo di passare il tempo piacque molto a entrambi. Linton ne chiese un'altra, e poi ancora un'altra, a dispetto delle mie strenue obiezioni; e continuarono cos fino a quando l'orologio batt le dodici e sentimmo in cortile Hareton che ritornava per il pranzo. "E domani, Catherine, verrete domani?" chiese il giovane Heathcliff afferrandole il vestito mentre lei si alzava con riluttanza. "No!" risposi "e neanche dopodomani." Catherine, tuttavia, dovette dargli una risposta ben diversa, poich il viso di Linton si rallegr, mentre lei si chinava per sussurrargli qualcosa all'orecchio. "Domani non tornerete, ricordatelo, signorina!" cominciai appena fummo fuori dalla casa "Spero che non pensiate di farlo." Lei sorrise soltanto. "Oh, me ne occuper io!" continuai. "Far riparare quella serratura: e da un'altra parte non potete fuggire." "Posso scavalcare il muro" ribatt lei ridendo. "La Grange non una prigione, Ellen, e tu non sei il mio carceriere. Inoltre, ho quasi diciassette anni, sono una donna, e sono certa che Linton guarirebbe presto se io potessi curarlo. Sono pi grande di lui, e pi saggia, meno infantile, non credi? Con un po' di tenerezza da parte mia, arriver presto a fare quello che gli dir. un tesoro quando buono, e quanto lo vizierei, se fosse mio. Non litigheremmo pi, non vero, una volta abituati l'uno all'altra? A te non piace, Ellen?". "Piacermi?"
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esclamai. "Mai visto un carattere peggiore o una salute pi fragile in un ragazzo arrivato alla sua et! Fortunatamente, come ha compreso il signor Heathcliff, non arriver ai vent'anni! forse neppure alla prossima primavera; e non sar una gran perdita per la sua famiglia quando se ne andr; un bene per noi che lo abbia preso il padre. Se lo si trattasse con pi dolcezza diventerebbe ancora pi fastidioso e egoista. Sono felice che non possiate averlo come marito, signorina Catherine." Lei si fece seria alle mie parole. Sentir parlare con tanta noncuranza della morte di Linton feriva i suoi sentimenti. " pi giovane di me" osserv dopo una lunga pausa di riflessione "e dovrebbe vivere pi a lungo; vivr... deve vivere quanto me. Adesso, non sta peggio di quando venuto per la prima volta al nord, ne sono certa! Ha soltanto un raffreddore, come pap. Tu dici che pap guarir, perch lui non dovrebbe?". "Bene, bene" esclamai "dopo tutto non dobbiamo preoccuparcene; perch, statemi bene a sentire, signorina - e badate, manterr la mia parola - se cercherete di tornare a Wuthering Heights con o senza di me, ne informer il signor Linton, e, se non sar lui a permetterlo, l'amicizia con vostro cugino non deve venir rinnovata." " gi stata rinnovata!" mormor Cathy facendo il broncio. "D'accordo, non deve continuare." "La vedremo!" fu la sua risposta, prima che mi precedesse correndo e mi lasciasse a arrancare dietro di lei. Giungemmo entrambe a casa prima dell'ora di pranzo; il padrone credeva fossimo state nel parco, e non chiese spiegazioni della nostra assenza. Appena entrata, mi affrettai a cambiarmi le scarpe e le calze bagnate; ma essere rimasta tanto a lungo alle Heights mi aveva gi danneggiato. La mattina seguente dovetti rimanere a letto; e per tre settimane non potei svolgere il mio lavoro - una disgrazia che non mi aveva mai colpito prima di allora e che, sono felice di dirlo, non mi ha mai pi colpito. La padroncina si comport come un angelo: mi assisteva costantemente e confortava la mia solitudine; quella forzata immobilit mi abbatt molto - una pena per una persona attiva come me - ma pochi potrebbero avere minori ragioni di lamentarsi. Nel momento stesso in cui lasciava la stanza del signor Linton, Catherine veniva al mio capezzale. Divideva la sua giornata tra noi due senza prendersi un solo istante di svago; trascurava il cibo, lo studio, il gioco, e era la pi affettuosa infermiera che mai abbia assistito qualcuno; doveva avere davvero un cuore pieno di affetto se, amando il padre come lo amava, poteva dare tanto a me! Ho detto che le sue giornate si dividevano tra noi; ma il padrone si coricava presto, e di consueto io non avevo bisogno di nulla dopo le sei: le serate erano dunque soltanto sue. Povera creatura, non mi chiedevo che cosa facesse tutta sola dopo il t. E, sebbene spesso, quando entrava da me per augurarmi la buonanotte, notassi un pi vivo colorito sulle sue guance e una tinta rosata sulle dita esili, invece di attribuire quei colori al freddo di una cavalcata per la brughiera, pensavo dipendessero dal calore del camino in biblioteca. XXIV In capo a tre settimane potei lasciare la camera e muovermi per casa. E la prima volta che rimasi in piedi la sera, chiesi a Catherine di leggermi qualcosa perch avevo gli occhi stanchi. Eravamo in biblioteca: il padrone si era gi coricato; lei accett, sebbene, mi parve, di malavoglia, e, immaginando che i libri che io ero solita leggere non le piacessero, le dissi di scegliere pure secondo i suoi gusti. Catherine scelse uno dei suoi libri preferiti, e per un'ora lesse ininterrottamente; poi cominci a interrompersi spesso. "Ellen" chiedeva "non sei stanca? Non preferiresti andare a letto? Ti far male stare in piedi tanto a lungo, Ellen." "No, no, cara, non sono stanca" continuavo a rispondere.

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Vedendo che non riusciva a farmi mutar parere, cerc un altro modo per dimostrarmi che la sua occupazione non le piaceva; cominci a sbadigliare, a stirarsi, e: "Ellen, sono stanca." "Non leggete pi allora, e parliamo" risposi. Ma cos era ancora peggio: lei si spazientiva, sospirava, continuava a guardare l'orologio finch giunsero le otto; infine and in camera sua, sopraffatta dal sonno a giudicare dallo sguardo pesante, annoiato, dal continuo strofinarsi gli occhi. La sera successiva parve ancora pi impaziente, e la terza sera si lament di un mal di testa e mi lasci. La sua condotta mi sembr strana; cos, dopo essere rimasta a lungo sola, decisi di andarle a chiedere se stava meglio, suggerendole di scendere e distendersi sul divano invece di rimanere di sopra al buio. Ma non c'era traccia di Catherine n di sopra n di sotto. La servit afferm di non averla vista; andai a ascoltare alla porta del signor Edgar: tutto era silenzio. Ritornai in camera sua, spensi la candela e sedetti davanti alla finestra. La luna era luminosa, una spruzzata di neve copriva il terreno, e io riflettei che forse poteva aver pensato di camminare in giardino per rinfrescarsi. Vidi infatti qualcuno muoversi silenziosamente lungo il lato interno della siepe nel parco; ma non era la mia padroncina; quando usc alla luce, riconobbi uno degli staffieri. Rimase a lungo a guardare la strada carraia che attraversava il parco, poi si mosse velocemente, come avesse trovato qualcosa, e ricomparve poco dopo tenendo per la briglia il pony della signorina; e lei era l, appena scesa da cavallo, e gli camminava al fianco. L'uomo condusse furtivamente il cavallo attraverso i prati verso le scuderie. Cathy entr dalla porta-finestra del salotto e scivol silenziosamente in camera dove io l'attendevo. Chiuse quietamente la porta, si tolse le scarpe bagnate di neve, sciolse i nastri del cappellino, e inconsapevole della mia presenza, si preparava a togliersi il mantello quando io improvvisamente mi alzai, rivelandomi. Per un istante la sorpresa la impietr; diede in un'esclamazione inarticolata e rimase immobile. "Mia cara signorina Catherine" cominciai io, ancora troppo memore della sua bont per rimproverarla "dove siete andata a cavallo a quest'ora? E perch mai dovreste cercare di ingannarmi con una bugia? Dove siete stata? Ditemelo!". "Fino in fondo al parco" balbett. "Non ho detto bugie." "E da nessuna altra parte?". "No" rispose lei a mezza voce. "Oh, Catherine" esclamai con tristezza "sapete bene di aver fatto qualcosa di male, o non mentireste a me. Questo mi addolora profondamente. Preferirei star male tre mesi piuttosto che sentirvi pronunciare una deliberata menzogna." Lei corse verso di me e, scoppiando a piangere, mi gett le braccia al collo. "Sai, Ellen" disse "ho tanta paura di farti andare in collera. Prometti di non andare in collera e ti dir tutta la verit. Detesto mentire." Sedemmo nel vano della finestra, e io le assicurai che non l'avrei rimproverata, qualunque segreto mi avesse rivelato - naturalmente indovinavo di cosa si trattasse; cos lei incominci: "Sono stata a Wuthering Heights, Ellen, ci sono stata tutti i giorni da quando ti sei ammalata, salvo tre volte prima e due volte dopo che tu lasciassi la camera. Ho dato libri e disegni a Michael perch mi portasse Minny ogni sera e la riconducesse nelle scuderie, ma bada, non devi rimproverare neanche lui. Arrivavo alle Heights alle sei e mezza, mi fermavo generalmente fino alle otto e mezza e poi galoppavo a casa. Non andavo certo per divertirmi: spesso ero molto triste per tutto il tempo. Qualche volta, s, ero anche felice, forse una volta alla settimana. Dapprima, pensavo che sarebbe stato difficile convincerti a lasciarmi tener fede alla mia promessa a Linton: infatti, mi ero impegnata a tornare da lui il giorno dopo, quando lo abbiamo lasciato; ma, dal momento che sei rimasta in camera, ho evitato il fastidio di dirtelo; e, mentre Michael accomodava la serratura del cancello, io mi sono impadronita della chiave e gli ho detto che mio cugino desiderava una mia visita perch era ammalato e non
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poteva venire alla Grange, aggiungendo che pap non avrebbe voluto che io andassi. Allora ho cominciato a trattare con lui per il pony. A Michael piace molto leggere e ha deciso di andarsene presto per sposarsi, cos si offerto di fare quello che gli chiedevo se gli avessi prestato i libri della biblioteca; ma io ho preferito regalargli i miei e lui ne stato ancora pi contento. "Alla mia seconda visita, Linton sembrava d'umore vivace; e Zillah, la loro governante, aveva pulito e riordinato bene la stanza, aveva acceso un bel fuoco e ci ha detto che Joseph era uscito per andare a un incontro di preghiera, mentre Hareton era fuori con i cani - a rubare i fagiani dei nostri boschi, come ho saputo dopo: cos potevamo fare quello che volevamo. "Mi ha portato vino caldo e pan di zenzero, e sembrava un'ottima persona; e Linton sedeva nella sua poltrona, e io nella piccola poltrona a dondolo sul focolare, e ridevamo e parlavamo con tanta allegria e avevamo tante cose da dirci; pensavamo a quello che avremmo fatto e a dove saremmo andati in estate. inutile che te lo ripeta, poich lo troveresti sciocco. "A un certo punto, per, abbiamo quasi litigato. Lui ha detto che il modo migliore per trascorrere una calda giornata di luglio era restare distesi da mattina a sera su un prato di erica in mezzo alla brughiera, con le api che ronzano pigramente tra i fiori e le allodole che cantano alte, e il cielo azzurro e il sole che brilla uniformemente e senza nuvole. Era questa la sua idea di una perfetta felicit celestiale; la mia, era dondolarmi su un albero tra le foglie mosse dalla brezza, con il vento dell'ovest che soffia e bianche nubi luminose che attraversano rapidamente il cielo; e non soltanto allodole, ma tordi, merli, fanelli e cuculi che cantano da ogni lato, e in lontananza la brughiera interrotta da fresche e ombrose vallette; ma vicino a noi grandi poggi di lunga erba ondeggiante al soffio del vento; e boschi e il suono dell'acqua e il mondo intero pieno di gioia, vivo e selvaggio. Lui voleva che tutto fosse immobile, immerso in una estatica pace; io, che tutto scintillasse e danzasse in una festa gloriosa. "Ho detto che il suo paradiso sarebbe stato vivo soltanto a met e lui, che il mio sarebbe stato ebbro; io ho detto che nel suo mi sarei addormentata, e lui, che non avrebbe potuto respirare nel mio, e ha cominciato a farsi molto stizzoso. Infine, ci siamo accordati: li avremmo provati entrambi, appena il tempo fosse stato quello giusto; poi ci siamo baciati e abbiamo fatto pace. "Dopo essere rimasti seduti tranquilli per un'ora, io ho guardato la grande stanza con il pavimento liscio, senza tappeto, e ho pensato che sarebbe stato molto bello giocarci, se avessimo spostato il tavolo; ho chiesto a Linton di chiamare Zillah perch ci aiutasse, cos avremmo potuto giocare a mosca cieca; lei avrebbe dovuto cercare di prenderci: tu lo facevi, ricordi, Ellen. Ma lui non ha voluto, diceva che non sarebbe stato divertente; per, ha acconsentito a giocare a palla con me. Ne abbiamo trovate due in un armadio, in mezzo a vecchi giocattoli: trottole, cerchi, racchette, il volano. Su una delle due palle era incisa una C, sull'altra una H; io volevo avere quella con la C, perch significava Catherine, e la H poteva significare Heathcliff, il suo cognome; ma da quella con la H usciva la crusca e a Linton non piaceva. "L'ho battuto sempre, e lui ha ricominciato a essere di cattivo umore e a tossire e tornato a sedersi in poltrona; per, quella sera ha ritrovato presto il buonumore; gli piacevano moltissimo due o tre graziose canzoni - le tue canzoni, Ellen; e quando sono stata costretta a andarmene, mi ha pregato e pregato di tornare la sera successiva, e io ho promesso. "Minny e io siamo corse a casa leggere come l'aria; e io ho sognato di Wuthering Heights e del mio caro, dolce cugino fino al risveglio. "Al risveglio ero triste; un poco perch tu non stavi bene, e un poco perch volevo che mio padre conoscesse e approvasse quelle mie visite; ma dopo il t c'era una bella luna; cos, mentre cavalcavo, la mia malinconia svan. "Sar un'altra bella serata, pensavo, e mi rallegrava ancora di pi sapere che lo sarebbe stata anche per il mio bel Linton. "Arrivai al trotto nel loro giardino, e stavo voltando per andare sul retro quando quell'individuo, Earnshaw, mi ha incontrato, ha preso le briglie e mi ha detto di entrare dall'ingresso principale. Ha accarezzato il collo di Minny dicendo che era una bella bestia e sembrava aspettarsi che io gli parlassi. Io gli ho detto soltanto di lasciare in pace il cavallo che altrimenti avrebbe scalciato. Lui ha risposto con quel suo accento volgare:
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""Non farebbe mica un gran male se scalciasse"; e gli ha guardato le zampe con un sorriso. "Avevo quasi voglia di fargli provare; ma lui si allontanato per aprire la porta e, mentre toglieva il catenaccio, ha alzato lo sguardo all'iscrizione che c' sopra la porta e ha detto, con una stupida aria di imbarazzo e di sollievo insieme: ""Signorina Catherine, adesso riesco a leggere l." ""Straordinario!" ho esclamato. "Abbiate la bont di farmelo sentire - siete diventato davvero bravo." "Lui ha cominciato a compitare, faticosamente, il nome: ""Hareton Earnshaw." ""E la data?" gli ho detto in tono incoraggiante, vedendo che si era bruscamente interrotto. ""Quella non riesco ancora a leggerla" mi ha risposto. ""Oh, che sciocco siete!" ho detto io ridendo di cuore per il suo insuccesso. "Quello sciocco continuava a guardarmi, con un sorriso che gli aleggiava sulle labbra e uno sguardo torvo che gli incupiva gli occhi, come si chiedesse se non avrebbe dovuto unirsi alla mia ilarit, se non si trattasse di una gradevole familiarit e non - come era in realt - di disprezzo. Io placai i suoi dubbi ritornando improvvisamente seria e chiedendogli di andarsene perch ero venuta per vedere Linton, non lui. "Lui arross - lo vidi alla luce della luna - lasci cadere la mano dal catenaccio e si allontan imbronciato, vivente immagine della vanit mortificata. Immagino si sentisse colto e raffinato come Linton, perch era riuscito a compitare il suo nome; e rimase incredibilmente umiliato vedendo che io non la pensavo allo stesso modo." "Basta, cara signorina Catherine!" la interruppi. "Non voglio rimproverarvi, ma non mi piace questa vostra condotta. Se aveste ricordato che Hareton vostro cugino come lo il signorino Heathcliff, avreste capito che era sconveniente comportarvi cos. Era se non altro una lodevole ambizione in lui il desiderio di essere colto e raffinato come Linton; e probabilmente non aveva imparato soltanto per farsi bello: lo avevate fatto vergognare della sua ignoranza, e lui ora voleva porvi rimedio e compiacervi. Farvi beffe di questo suo imperfetto tentativo stato davvero poco cortese - se voi foste stata allevata come lui, sareste forse meno rozza? Era un bambino svelto e intelligente quanto voi, e mi fa soffrire che ora debba venir disprezzato perch quel vile individuo che Heathcliff lo ha trattato tanto ingiustamente." "Insomma, Ellen, non vorrai piangere per questo, spero?" esclam, stupita dalla mia seriet. "Ma aspetta, e vedrai se aveva cercato di imparare l'alfabeto per compiacere me e se davvero valeva la pena di essere cortese con quel bruto. Sono entrata; Linton era disteso sulla cassapanca e si alzato a met per ricevermi. ""Sto male questa sera, Catherine, amore mio" ha detto "e voi dovrete essere sola a parlare lasciando che io vi ascolti. Venite a sedermi accanto; ero certo che avreste tenuto fede alla vostra promessa e vi costringer a promettere di nuovo prima che ve ne andiate." "Sapevo ormai che non devo indispettirlo quando malato; e gli ho parlato a voce bassa senza rivolgergli domande e ho evitato di irritarlo in qualsiasi modo. Gli avevo portato alcuni dei miei libri pi belli; lui mi ha chiesto di leggergli qualcosa e io stavo per farlo quando Earnshaw, che riflettendo aveva accumulato veleno, ha spalancato la porta. venuto direttamente verso di noi, ha afferrato Linton per il braccio e lo ha tirato bruscamente via dalla cassapanca. ""Vattene nella tua camera!" ha detto, con una voce quasi incomprensibile per la rabbia, e il viso era gonfio e infuriato. "Portatela con te se viene per vederti - non mi costringerai certo a starmene fuori da questa stanza. Andatevene tutti e due!". "Ha imprecato contro di noi e non ha dato a Linton il tempo di rispondere, buttandolo quasi in cucina; e stringeva i pugni, mentre io lo seguivo, come desiderasse colpirmi. Per un momento mi sono spaventata e ho lasciato cadere uno dei libri; lui lo ha scagliato con un calcio verso di me e ci ha chiuso fuori. "Ho sentito una risata gracchiante e maligna che veniva dal camino e, volgendomi, ho visto quell'odioso Joseph che si strofinava le mani ossute e si scuoteva tutto dall'ilarit.

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"Ero sicuro che vi avrebbe sistemato! Quello s che un ragazzo! Ne ha di coraggio lui! E sa, s, sa come sappiamo tutti, chi dovrebbe essere il padrone qui. Eh, eh, eh, vi ha fatto correre proprio per benino! Eh, eh, eh!". "Dove dobbiamo andare?" ho chiesto a mio cugino ignorando il sarcasmo di quel vecchio sciagurato. "Linton era bianco e tremava. Non era bello in quel momento, Ellen. Oh, no, era terribile perch il viso esile e i grandi occhi erano trasformati da un'espressione di collera frenetica e impotente. Ha afferrato la maniglia della porta e l'ha scossa. Era chiusa. "Se non mi fai entrare t'uccido, se non mi fai entrare ti uccido!" ha gridato piuttosto che detto. "Diavolo, diavolo! Ti uccider, ti uccider!". "Joseph ha dato nuovamente in quella sua risata stridula. "Tutto suo padre!" ha gridato "tutto suo padre! C' sempre in noi qualcosa di entrambi i genitori. Non gli badare, Hareton, ragazzo mio, non avere paura: non pu raggiungerti!". "Ho afferrato le mani di Linton e ho cercato di spingerlo via; ma lui gridava in modo tale che non ho osato proseguire. Poi, le sue grida sono state soffocate da una spaventosa crisi di tosse; dalla bocca gli uscito sangue, e caduto a terra. "Pazza di terrore, sono corsa in cortile e ho chiamato Zillah con quanto fiato avevo. Lei mi ha sentito subito; stava mungendo le mucche in un riparo dietro il fienile e, lasciando di corsa il suo lavoro, ha chiesto che cosa succedesse. "Io non avevo fiato per spiegarglielo; trascinandola con me, mi sono guardata attorno in cerca di Linton. Earnshaw era venuto per controllare quale danno avesse provocato e ora stava portando al piano di sopra quella povera creatura. Zillah e io lo abbiamo seguito; ma lui mi ha fermato in capo alle scale dicendo che non dovevo entrare ma dovevo andare a casa. "Io ho risposto che lui aveva ucciso Linton e che sarei entrata a ogni costo. "Joseph ha chiuso la porta, ha detto che non avrei fatto niente del genere e ha chiesto se ero forse pazza quanto lui. "Io sono rimasta l a piangere finch non torn la governante; affermando che presto sarebbe stato meglio ma che non poteva sopportare tutta quella confusione e quei pianti, mi ha quasi trascinato nella sala. "Ellen, ero in uno stato d'animo tale da volermi strappare i capelli! Singhiozzavo e piangevo tanto da non vederci quasi pi; e quella canaglia per cui hai tanta simpatia se ne stava davanti a me, permettendosi ogni tanto di zittirmi e negando che la colpa fosse sua; infine, spaventato dalle mie affermazioni che lo avrei detto a pap e che lui sarebbe stato messo in prigione e impiccato, ha cominciato a piagnucolare anche lui e corso fuori per nascondere la sua vile agitazione. "Tuttavia, non mi ero ancora liberata di lui. Quando infine mi hanno costretto a andarmene e ero a circa cento metri dalla fattoria, lui uscito improvvisamente dall'ombra della strada e ha fermato Minny. ""Signorina Catherine" ha cominciato "sono tanto dispiaciuto, ma davvero ingiusto...". "Io l'ho colpito con il frustino, credendo che forse volesse uccidermi. Lui ha lasciato andare le briglie scagliandomi contro una delle sue orribili imprecazioni e io sono corsa al galoppo verso casa, fuori di me. "Quella sera non ti ho augurato la buona notte e la sera successiva non sono andata a Wuthering Heights. Ero molto ansiosa di farlo; ma ero stranamente turbata e a volte temevo di sentirmi dire che Linton era morto, a volte tremavo al pensiero di incontrare Hareton. "Il terzo giorno mi feci coraggio - o piuttosto non riuscii pi a sopportare quell'incertezza - e mi allontanai ancora una volta. Uscii alle cinque e andai a piedi, pensando che cos sarei riuscita a entrare furtivamente in casa e a raggiungere la stanza di Linton senza essere vista. Tuttavia, i cani rivelarono il mio arrivo; Zillah mi ricevette dicendo che "il ragazzo si stava riprendendo bene", mi fece accomodare in una stanza piccola, ordinata, con un bel tappeto dove, con inesprimibile gioia, vidi Linton seduto su un piccolo divano che leggeva uno dei miei libri. Ma non mi parl n mi guard per un'ora intera, Ellen; ha davvero un brutto carattere; e - cosa che soprattutto mi ha addolorato - quando apr bocca, lo fece per dire una deliberata menzogna: che ero stata io la causa di tutto e Hareton non ne aveva colpa!
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"Incapace di rispondere, se non rabbiosamente, mi alzai e uscii dalla stanza. Lui mi chiam debolmente: "Catherine!"; non si aspettava che io reagissi a quel modo... ma io non tornai; e il giorno successivo fu il secondo in cui rimasi a casa, quasi decisa a non andare pi da lui. "Ma era cos triste coricarmi e poi alzarmi e non sapere nulla di lui che la mia decisione svan prima ancora di essere chiaramente definita. Era sembrato un male fare quel viaggio per la prima volta; ora sembrava male non rifarlo. Michael venne a chiedermi se dovesse sellare Minny; io risposi di s e mi parve di compiere il mio dovere mentre lei mi portava su per le colline. "Dovevo passare davanti alle finestre della facciata per arrivare in cortile; era inutile cercare di nascondere la mia presenza. ""Il padroncino nella sala" disse Zillah vedendo che mi dirigevo verso il salottino. "Io entrai; c'era anche Earnshaw, che lasci subito la stanza. Linton sedeva nella grande poltrona, assopito; avvicinandomi al fuoco io cominciai con voce molto seria, che, almeno in parte, voleva essere sincera: ""Poich non vi piaccio, Linton, e poich pensate che io vengo qui soltanto per farvi del male e sostenete che lo faccio sempre, questo il nostro ultimo incontro: salutiamoci; e dite al signor Heathcliff che non desiderate vedermi e che non deve inventare altre bugie sull'argomento." ""Sedetevi e toglietevi il cappello, Catherine" fu la sua risposta. "Siete tanto pi felice di me: dovreste essere migliore. Pap parla tanto dei miei difetti e mi dimostra tanto disprezzo che naturale che io dubiti di me stesso. Spesso mi chiedo se non sono davvero indegno come lui dice; e allora divento tanto furioso e amareggiato che odio tutti! Sono davvero indegno, e ho un cattivo carattere e sono di umore triste, cos quasi sempre: se voi volete, potete salutarmi e liberarvi cos di un fastidio. Per, Catherine, rendetemi giustizia: credete che se potessi essere dolce, e affettuoso, e buono come siete voi, preferirei essere cos piuttosto che felice e sano come voi. E credete che la vostra dolcezza ha fatto s che io vi amassi pi profondamente che se avessi meritato il vostro amore; e sebbene non possa evitarmi di mostrarvi la mia vera natura, lo rimpiango, e me ne pento, e lo rimpianger e me ne pentir fino alla morte!". "Sentivo che diceva la verit e sentivo che dovevo perdonarlo, e che se anche avesse ricominciato subito a litigare, avrei dovuto perdonarlo di nuovo. Ci siamo riconciliati, ma abbiamo pianto per tutto il tempo in cui sono rimasta. Non soltanto di dolore, eppure soffrivo molto che Linton avesse una natura tanto contorta. I suoi amici non potranno mai sentirsi tranquilli con lui, e lui stesso non si sentir mai tranquillo! "Da quella sera sono andata sempre nel suo salottino, perch il padre ritornato il giorno dopo. Forse per tre volte siamo stati allegri e ottimisti come la prima sera; le altre mie visite erano malinconiche e inquiete, turbate ora dal suo egoismo e dalla sua stizza, ora dalle sue sofferenze: ma ho quasi imparato a sopportare il suo egoismo senza risentimento, come le sue sofferenze. "Il signor Heathcliff mi evita deliberatamente. Non l'ho mai veduto. Domenica scorsa, in verit, ero andata prima del consueto e l'ho sentito rimproverare crudelmente il povero Linton, per la sua condotta della sera prima. Non so immaginare come ne fosse al corrente, sempre che non fosse in ascolto. Linton si era senza dubbio comportato in modo esasperante, ma questo riguardava soltanto me: e io ho interrotto i rimproveri del signor Heathcliff entrando e dicendoglielo. Lui scoppiato a ridere e uscito, dicendosi felice che io vedessi le cose a quel modo. Da allora, ho detto a Linton che le sue frasi pi amare deve soltanto sussurrarle. "E ora, Ellen, sai tutto; e se mi venisse impedito di recarmi a Wuthering Heights, questo farebbe soffrire due persone; mentre, se soltanto non lo dirai a pap, le mie visite l non turberanno nessuno. Non glielo dirai, vero? Sarebbe davvero crudele." "Decider domani, signorina Catherine" risposi. "Devo riflettere; ora vi lascer riposare e andr a pensarci." Pensai a alta voce e in presenza del padrone: dalla camera di lei andai direttamente nella sua e gli riferii tutta la storia, tralasciando soltanto i particolari delle conversazioni con il cugino e quel che riguardava Hareton.

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Il signor Linton ne fu allarmato e angosciato pi di quanto volesse riconoscere. Al mattino, Catherine seppe che io l'avevo tradita e seppe anche che le sue visite segrete erano ormai finite. Invano pianse e si ribell al divieto e implor il padre di avere piet di Linton: come solo conforto ebbe la promessa che egli avrebbe scritto dicendo a Linton che poteva venire alla Grange quando avesse voluto; ma spiegandogli anche che non doveva pi aspettarsi di vedere Catherine a Wuthering Heights. Forse, se avesse conosciuto fino in fondo il carattere e lo stato di salute del nipote, avrebbe ritenuto opportuno negargli anche quel piccolo conforto. XXV "Tutto questo accaduto l'inverno scorso, signore" disse la signora Dean "poco pi di un anno fa. L'inverno scorso non credevo davvero che in capo a dodici mesi avrei divertito una persona estranea alla famiglia narrando questi stessi fatti! Pure, chi pu dire quanto a lungo sarete estraneo alla famiglia? Siete troppo giovane per contentarvi di vivere in solitudine; e in qualche modo mi sembra sia impossibile vedere Catherine Linton e non amarla. Voi sorridete, ma perch avete quell'aspetto vivo e interessato quando parlo di lei, e perch mi avete chiesto di appendere il suo ritratto sopra il camino? e perch...". "Basta, amica mia!" esclamai, " forse possibile che io mi innamori di lei; ma lei mi amerebbe? Ne dubito troppo per arrischiare la mia tranquillit cedendo alla tentazione; inoltre, questo non il mio habitat. Appartengo al mondo, al mondo impegnato e affaccendato, e a quel mondo devo ritornare. Continuate. Catherine obbed agli ordini di suo padre?" S, rispose la governante. L'affetto per lui era ancora il sentimento dominante nel suo cuore; e lui le aveva parlato senza collera; le aveva parlato con la profonda tenerezza di chi si prepara a lasciare il suo tesoro tra i pericoli e i nemici, dove il ricordo delle sue parole sar il solo aiuto che egli potr lasciarle. Pochi giorni dopo, mi disse: "Vorrei che mio nipote scrivesse, Ellen, o venisse. Ditemi sinceramente che cosa pensate di lui; cambiato in meglio, o c' speranza che possa migliorare con la maturit?". "Ha una salute molto fragile, signore" risposi "e non credo che raggiunger l'et matura; ma una cosa posso dirvela: non somiglia al padre; se la signorina Catherine avesse la sfortuna di sposarlo, riuscirebbe certo a controllarlo se non fosse troppo e troppo stoltamente indulgente; tuttavia, signore, avrete tutto il tempo di conoscerlo e di vedere voi stesso se possa essere adatto a lei; mancano ancora pi di quattro anni perch raggiunga la maggiore et." Edgar sospir e, avvicinandosi alla finestra, guard verso la chiesa di Gimmerton. Era un pomeriggio nebbioso, ma il sole di febbraio splendeva debolmente e riuscimmo appena a distinguere i due abeti nel cimitero e le poche, sparse, pietre tombali. "Ho pregato sovente" disse parlando quasi a se stesso "perch giungesse quello che infine sta giungendo; e ora comincio a ritrarmene e a temerlo. Credevo che il ricordo dell'ora in cui ho disceso quella valle subito dopo le mie nozze sarebbe stato meno dolce della consapevolezza che presto, tra pochi mesi, forse tra poche settimane, sarei stato deposto anch'io in quella fossa solitaria! Ellen, sono stato molto felice con la mia piccola Cathy. Nelle notti invernali e nei giorni estivi stata al mio fianco una vivente speranza - ma sono stato altrettanto felice quando ero solo tra quelle pietre, ai piedi della vecchia chiesa - disteso, nelle lunghe sere di giugno, presso la tomba di sua madre, desiderando, attendendo con ansia il momento in cui avrei potuto giacere accanto a lei. Che cosa posso fare per Cathy? Come devo lasciarla? Non avrebbe importanza che Linton sia figlio di Heathcliff, n che egli me la porti via, se potesse consolarla della mia perdita. Non avrebbe importanza neppure che Heathcliff ottenga infine il suo scopo e trionfi definitivamente privandomi della mia ultima felicit! Ma se Linton fosse indegno - soltanto un debole strumento nelle mani di suo padre - non potrei abbandonargliela! E, sebbene sia triste opprimere cos la vivacit del suo spirito, devo continuare tenacemente a

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rattristarla finch vivo, devo lasciarla sola quando muoio. Quanto mi cara! Preferirei affidarla a Dio e metterla io stesso sotto terra prima di morire." "Affidate a Dio la sua vita, signore" risposi "e se dovessimo perdervi - e piaccia a Dio di impedirlo - rimarr sua amica e consigliera fino all'ultimo. La signorina Catherine una brava ragazza; non temo che possa fare deliberatamente del male, e chi compie il proprio dovere finisce sempre per ottenere la sua ricompensa." La primavera avanzava; tuttavia il mio padrone non ritrovava le forze sebbene avesse ripreso a passeggiare per il parco con la figlia. A lei, con la sua inesperienza, questo semplice fatto sembrava un segno di convalescenza; inoltre, spesso sembrava che i colori gli ritornassero sul viso e che gli occhi fossero luminosi; Catherine era certa che sarebbe guarito. Il giorno del suo diciassettesimo compleanno il signor Linton non si rec al cimitero; pioveva, e io osservai: "Certo non andrete fuori questa sera, signore?". "No" fu la risposta "quest'anno rimander un poco la visita." Scrisse nuovamente a Linton, esprimendo il profondo desiderio di vederlo; se il ragazzo fosse stato presentabile, non dubito che il padre gli avrebbe permesso di venire. Stando le cose come stavano, Linton, senza dubbio istruito dal padre, rispose dicendo che il signor Heathcliff non voleva che lui si recasse alla Grange, ma che l'affetto del suo caro zio lo riempiva di gioia e che egli sperava di incontrarlo qualche volta nelle sue passeggiate per potergli chiedere personalmente che lui e sua cugina non dovessero restare ancora a lungo separati. Questa parte della lettera era molto semplice e, probabilmente, era davvero sua. Heathcliff sapeva che il figlio sapeva pregare in modo convincente per chiedere la compagnia di Catherine. Poi la lettera proseguiva: "Non chiedo che lei venga qui; ma devo dunque non vederla pi perch mio padre mi proibisce di andare a casa sua e voi proibite a lei di venire nella mia? Qualche volta, vi prego, cavalcate con lei verso Wuthering Heights; e permetteteci di scambiare poche parole in vostra presenza! Non abbiamo fatto nulla per meritare tale separazione, e voi non siete in collera con me: non avete alcuna ragione di odiarmi, lo riconoscete voi stesso. Caro zio! mandatemi domani una lettera con il permesso di raggiungervi ovunque vi piaccia, fuorch a Thrushcross Grange. Credo che se ci incontrassimo riuscirei a convincervi che il mio carattere non simile a quello di mio padre; lui stesso afferma che sono vostro nipote ben pi che suo figlio; e sebbene abbia molti difetti che mi rendono indegno di Catherine, lei li ha sempre perdonati, e, per amor suo, dovreste perdonarli anche voi. Mi chiedete della mia salute: sto meglio; ma, finch sar privato di ogni speranza e condannato alla solitudine o alla compagnia di quanti non mi hanno mai amato n mai mi ameranno, come potrei essere di buonumore e in buona salute?". Edgar, sebbene provasse tenerezza per il ragazzo, non pot acconsentire alla sua richiesta poich non poteva accompagnare Catherine. Rispose che forse in estate si sarebbero potuti incontrare; frattanto, si augurava che egli continuasse a scrivere regolarmente e si impegnava a dargli i consigli e il conforto che poteva dargli per lettera, essendo perfettamente consapevole della durezza della sua condizione nella propria famiglia. Linton accett; e, se nessuno lo avesse tenuto a freno, avrebbe probabilmente rovinato tutto riempiendo le sue lettere di lamenti e pianti; ma il padre lo controllava attentamente; e, senza dubbio, chiedeva di vedere ogni parola che il mio padrone scriveva; cos, invece di esprimere le sue personali sofferenze e i suoi tormenti - i temi costantemente dominanti nei suoi, pensieri - Linton parlava sempre della crudele necessit di venir separato dalla sua amica, dal suo amore; e lasciava dolcemente intendere che il signor Linton avrebbe dovuto concedergli presto un incontro, o lui avrebbe finito per temere che lo zio lo ingannasse deliberatamente con vuote promesse. A Thrushcross Grange aveva in Cathy una potente alleata; e, tra loro due, convinsero infine il padrone a permettere una passeggiata o una cavalcata insieme, non pi di una volta alla settimana, sotto la mia tutela e sulla parte della brughiera pi vicina a Thrushcross Grange. In giugno infatti il signor Linton era sempre molto debole e, sebbene avesse risparmiato ogni anno una parte dei suoi redditi per la mia padroncina, desiderava naturalmente che lei potesse conservare -o, quanto meno, potesse ritornarvi entro breve tempo - la casa dei
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suoi antenati; e pensava che la sola possibilit di farlo fosse per lei un matrimonio con l'erede: ignorava infatti che quest'ultimo non era vicino alla morte meno di lui. Tutti lo ignoravano, credo; nessun dottore si recava a Wuthering Heights e nessuno visitava il signorino Heathcliff per riferire poi a noi le sue condizioni. Quanto a me, cominciai a pensare che i miei presentimenti fossero falsi e che avrebbe finito per guarire quando parl di cavalcare o passeggiare sulla brughiera e parve cos ansioso di farlo. Non riuscivo a immaginare che un padre trattasse un figlio morente con tale tirannica crudelt, come in seguito seppi che Heathcliff lo aveva trattato per costringerlo a esprimere quel vivo desiderio; tanto pi gli sforzi di Heathcliff aumentavano quanto pi i suoi progetti crudeli e avidi correvano il rischio di venir frustrati dalla morte. XXVI L'estate aveva ormai superato il suo momento pi splendido quando Edgar, con riluttanza, cedette alle loro preghiere, e Catherine e io uscimmo per la prima volta a cavallo per incontrare suo cugino. Era una giornata cupa e soffocante, senza sole, ma il cielo era troppo chiazzato d'azzurro e troppo velato per minacciare pioggia; il luogo dell'incontro era stato stabilito alla pietra miliare, all'incrocio delle strade. Quando giungemmo l, tuttavia, un giovane pastore, inviato come messaggero, ci disse che il signorino Linton era proprio accanto a Wuthering Heights e ci sarebbe stato molto grato se fossimo andate un poco oltre. "Allora il signorino Linton ha dimenticato la richiesta pi importante dello zio" osservai. "Ci aveva imposto di restare sulle terre di Thrushcross Grange, e gi ce ne dobbiamo allontanare." "Bene" ribatt Catherine "volteremo i cavalli quando lo avremo raggiunto, cos la nostra passeggiata sar in direzione di casa." Ma quando lo raggiungemmo, a non pi di un quarto di miglio dalla porta di casa sua, vedemmo che non aveva cavallo e fummo costrette a scendere e a lasciare che i nostri pascolassero liberamente. Linton era seduto su un prato di erica, in attesa, e non si alz se non quando fummo a pochi metri da lui. E camminava cos debolmente e era cos pallido che immediatamente io esclamai: "Ma come, signorino Heathcliff, non siete in grado di fare una passeggiata questa mattina. Che brutto aspetto avete!" Catherine lo guard con stupefatto dolore e mut l'esclamazione di gioia che gi aveva sulle labbra in una di ansia, e le parole di letizia per quel loro incontro tanto a lungo rinviato in una ansiosa richiesta se non stesse peggio del solito. "No... meglio... meglio!" rispose con voce ansante, tremando e tenendo la mano di lei come avesse bisogno di un sostegno, mentre i suoi grandi occhi azzurri la guardavano timidamente e le occhiaie profondamente incavate davano alla loro espressione languida una nota allucinata e spettrale. "Ma siete stato peggio" insistette sua cugina "peggio di quando vi ho visto l'ultima volta: siete pi magro e...". "Sono stanco" si affrett a interromperla. "Fa troppo caldo per camminare; restiamo qui. La mattina mi sento spesso male - pap dice che cresco troppo in fretta." Del tutto insoddisfatta, Cathy sedette e lui le si distese accanto. "Questo somiglia un poco al vostro paradiso" gli disse, studiandosi di parere gaia. "Ricordate che avevamo deciso di trascorrere due giorni nel luogo e nel modo che ognuno di noi giudicava pi piacevole? Questo quasi interamente quel che voi volevate, a parte le nuvole; ma sono cos dolci e morbide da essere pi belle del sole. La settimana prossima, se potrete, cavalcheremo fino al parco della Grange e proveremo il mio paradiso." Linton sembrava non ricordare di che cosa lei parlasse, e qualsiasi conversazione gli costava palesemente molta fatica. La sua mancanza di interesse per ogni argomento che lei affrontasse e la totale incapacit di risponderle erano cos evidenti che Catherine non seppe nascondere la delusione. Tutto in
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lui, l'aspetto e i modi, erano in qualche modo mutati. Il carattere stizzoso che la dolcezza e le lusinghe potevano mutare in tenerezza aveva ceduto il posto a un'indolente apatia; non vi era pi in lui la natura capricciosa di un bambino che si agita e tormenta soltanto per venir consolato, ma piuttosto la tetraggine assorta in se stessa di un malato senza speranza che respinge ogni conforto, pronto a vedere un'offesa nel buonumore e nella gaiezza degli altri. Catherine comprese, come compresi io, che la nostra compagnia gli sembrava un castigo pi che una gioia; e non esit a suggerire che ci allontanassimo. Inaspettatamente, quella proposta ridest Linton dalla sua letargia e lo fece piombare in un singolare stato di agitazione. Lanciava occhiate spaventate verso casa, pregando che lei rimanesse almeno un'altra mezz'ora. "A me sembra" ribatt Cathy "che stareste molto meglio a casa che qui; vedo bene che oggi non riesco a distrarvi con i miei racconti, con le canzoni, con le chiacchiere. In questi sei mesi siete diventato molto pi saggio di me: ora non vi piacciono i miei svaghi; altrimenti, se potessi distrarvi, resterei volentieri." "Restate per riposarvi" rispose lui. "E non pensate e non dite che sto molto male, Catherine - soltanto questo tempo pesante, e il caldo, a intorpidirmi; inoltre, prima che voi veniste, ho passeggiato a lungo. Dite allo zio che sto abbastanza bene, lo farete?". "Gli dir che dite di star bene, Linton. Non posso affermare che sia cos" ribatt la signorina, stupita da quella tenace affermazione di qualcosa che era palesemente falso. "E tornate gioved prossimo" continu lui evitando lo sguardo perplesso di Catherine. "E ringraziatelo per avervi permesso di venire - ringraziatelo molto, Catherine. E... e se doveste incontrare mio padre e lui vi chiedesse di me, non lasciategli capire che sono stato cos taciturno e sciocco - non abbiate l'aria triste e delusa che avete ora: andrebbe in collera." "Non temo la sua collera" esclam Cathy, pensando dovesse esserne lei l'oggetto. "Ma io s" disse suo cugino rabbrividendo. "Non esasperatelo contro di me, Catherine, perch molto duro." " severo con voi, signorino Heathcliff?" gli chiesi. "Si stancato di essere indulgente e passato da un odio passivo a un odio attivo?". Linton mi guard ma non rispose; Catherine rimase ancora dieci minuti seduta accanto a lui e in quei dieci minuti Linton abbandon la testa sul petto come se dormisse e non pronunci altro che gemiti repressi di stanchezza o sofferenza; Cathy infine decise di svagarsi cercando mirtilli e dividendo con me i frutti della sua ricerca: a lui non ne offr, comprendendo che se si fosse occupata ancora di lui lo avrebbe soltanto stancato e indispettito. " passata mezz'ora, Ellen!" sussurr infine. "Non riesco a immaginare perch dovremmo fermarci ancora. Si addormentato, e pap ci vorr di ritorno." "S, ma non possiamo lasciarlo mentre dorme" risposi. "Aspettate che si svegli e siate paziente. Eravate tanto ansiosa di venire: il vostro desiderio di vedere il povero Linton svanito presto." "Ma perch lui voleva vedermi?" ribatt Catherine. "Mi piaceva di pi prima, anche nei suoi peggiori momenti di cattivo umore, che adesso, in questo suo strano stato d'animo. Sembra stia compiendo un dovere che gli stato imposto parlo di questo incontro - nel timore che il padre lo rimproverasse. Ma io non intendo venire per far piacere al signor Heathcliff, quale sia la ragione che lo spinge a ordinare a Linton di subire tale penitenza. E, sebbene sia lieta di saperlo in buona salute, mi dispiace che questo lo renda molto pi sgradevole e molto meno affettuoso verso di me." "Credete dunque che sia davvero in buona salute?". "S, perch era solito dare tanta importanza alle sue sofferenze prima. Non sta bene, come mi ha chiesto di dire a pap, ma credo stia meglio." "In questo siamo di opinioni diverse, signorina Cathy" osservai. "Io credo che stia molto peggio." A questo punto Linton si svegli bruscamente dal suo sonno; stupefatto e atterrito, e chiese se qualcuno lo avesse chiamato. "No" gli rispose Catherine "se qualcuno non vi ha chiamato in sogno. Non riesco a immaginare come possiate dormire, all'aperto e di mattina." "Mi sembrava di aver sentito mio padre" insistette lui con voce rotta, alzando lo sguardo al ciglio che ci sovrastava. "Siete certa che nessuno abbia parlato?".
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"Certissima" rispose sua cugina. "Soltanto, Ellen e io parlavamo della vostra salute e non eravamo d'accordo. State davvero meglio, Linton, di quando ci siamo separati quest'inverno? Se cos, sono certa che qualcosa non sia migliorato: il vostro affetto per me; ditemi: state davvero meglio?". Le lacrime sgorgarono dagli occhi di Linton mentre egli rispondeva: "S, s, sto davvero meglio!". E, sempre sotto l'imperio di quella voce immaginaria, il suo sguardo continuava a vagare per individuare a chi appartenesse. Cathy si alz. "Per oggi dobbiamo separarci" disse. "E non vi nascondo di essere rimasta molto delusa dal nostro incontro, anche se non lo dir a nessuno tranne a voi, e non perch abbia paura del signor Heathcliff." "Zitta" mormor Linton "zitta, per carit! Sta venendo." E si afferr al braccio di Catherine, lottando per trattenerla; ma, alle sue parole, lei si liber in fretta e fischi per chiamare Minny che le obbediva come un cane. "Verr gioved prossimo" disse mentre balzava in sella. "Arrivederci. Svelta, Ellen!". E cos lo lasciammo, ancora quasi inconsapevole della nostra partenza tanto era assorto nell'attesa dell'arrivo del padre. Prima che giungessimo a casa, la delusione di Catherine si era addolcita e mutata in una incerta sensazione di compassione e di rimpianto, piena di vaghi, angosciosi dubbi sulle reali condizioni di Linton, fisiche e familiari; dubbi che io condividevo, sebbene le consigliassi di non dire molto poich una seconda visita ci avrebbe permesso di giudicare meglio. Il mio padrone chiese che gli narrassimo il nostro incontro; la signorina Cathy rifer doverosamente i ringraziamenti del nipote sfiorando appena tutto il resto; io non gettai maggior luce su quello che era accaduto poich non sapevo che cosa nascondere e che cosa rivelare. Trascorsero sette giorni, segnato ognuno dal peggioramento della salute di Edgar Linton. Il male che un tempo avveniva in mesi ora bastavano poche ore a provocarlo. Noi avremmo voluto ancora ingannare Catherine, ma il suo intuito non le consentiva di ingannarsi. Aveva indovinato e indugiava cupamente sulla terribile probabilit che, a poco a poco, si faceva certezza. Quando giunse il gioved, lei non ebbe cuore di parlare della cavalcata; fui io a parlarne e a ottenere il permesso di ordinarle di uscire; poich la biblioteca, dove il padre sostava ogni giorno il poco tempo in cui le forze gli permettevano di restare alzato, e la sua camera erano diventate per Catherine tutto il suo mondo. Rimpiangeva ogni momento che non la vedesse china sul suo letto o seduta al suo fianco. Le continue veglie e la sofferenza le avevano smagrito e impallidito il volto, e il mio padrone fu lieto di congedarla per quello che sperava fosse un felice cambiamento di ambiente e di compagnia, traendo conforto dalla speranza che ormai lei non sarebbe rimasta interamente sola dopo la sua morte. Aveva l'idea fissa, lo indovinai da numerose sue osservazioni, che il nipote, somigliandogli nell'aspetto, dovesse somigliargli anche nel carattere; poich le lettere di Linton non tradivano quasi affatto i suoi difetti. E io, per una perdonabile debolezza, mi astenevo dal rivelargli il suo errore, chiedendomi a che cosa sarebbe servito turbare i suoi ultimi giorni con rivelazioni che non avrebbe avuto n il potere n l'occasione di utilizzare. Rimandammo la nostra cavalcata al pomeriggio, un dorato pomeriggio d'agosto: ogni soffio di brezza dalla collina cos pieno di vita che sembrava poter restituire le forze a chiunque lo respirasse, quando pure fosse stato morente. Il viso di Catherine era come il panorama - ombre e luci che lo percorrevano in rapida successione; ma le ombre restavano pi a lungo e le luci erano sempre pi fugaci, e il suo povero piccolo cuore si rimproverava anche quei brevi momenti di oblio delle proprie sofferenze. Vedemmo Linton che ci aspettava nello stesso punto scelto in precedenza. La mia padroncina balz a terra e mi disse che, poich era decisa a rimanere molto poco, avrei fatto meglio a tenerle il pony e a rimanere a cavallo, ma io rifiutai: non volevo rischiare di perdere di vista un solo minuto la creatura che mi era stata affidata; risalimmo dunque insieme il declivio di erica.

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Questa volta, il signorino Heathcliff ci ricevette con maggior vivacit; non la vivacit del buonumore, tuttavia, n quella della gioia; piuttosto, quella della paura. " tardi!" disse parlando a fatica. "Vostro padre molto malato, vero? Pensavo che non sareste venuta." "Perch non siete mai sincero?" grid Catherine, inghiottendo le parole di saluto. "Perch non dite subito che non mi volete? E' molto strano, Linton, che per la seconda volta mi abbiate condotto qui al solo scopo di rattristare entrambi, e inoltre senza nessun motivo!". Linton rabbrivid e le rivolse un'occhiata di implorazione e di vergogna a un tempo, ma la pazienza di sua cugina non era tanta da sopportare quella condotta enigmatica. "Mio padre molto malato" disse "e perch mai io devo allontanarmi dal suo letto? perch non avete mandato qualcuno a liberarmi dalla mia promessa, se desideravate che non la mantenessi? Andiamo! ora voglio una spiegazione: non c' posto nella mia mente per il gioco e le frivolezze, e ora non posso pi indulgere alle vostre affettazioni!". "Le mie affettazioni!" mormor Linton "quali affettazioni? Per carit, Catherine, non siate tanto in collera! Disprezzatemi quanto volete: sono un disgraziato, un indegno codardo, nessuno potrebbe disprezzarmi abbastanza! ma sono troppo meschino per la vostra collera; odiate mio padre e lasciate a me il disprezzo!". "Sciocchezze!" esclam tempestosamente Catherine. "Sciocco, stupido ragazzo! Eccolo che trema come se intendessi picchiarlo! Non necessario che chiediate disprezzo, Linton: chiunque ve lo offrirebbe spontaneamente. Andatevene! Ora ritorner a casa: una follia che voi vi trasciniate via da casa e fingiate... ma che cosa fingiamo? Non afferratevi al mio vestito; se io vi compatissi perch piangete e avete quello sguardo spaventato, non respingereste la mia piet? Ellen, digli che la sua condotta vergognosa. Alzatevi e non umiliatevi in questo modo come un rettile... no!". Il viso bagnato di lacrime e un'espressione di intensa sofferenza, Linton si era gettato a terra, con quel suo corpo privo di forza; sembrava sfigurato da uno spasmodico terrore. "Oh" singhiozz "non posso sopportarlo! Catherine, Catherine, sono anche un traditore e non oso dirvelo! Ma lasciatemi e verr ucciso! Cara Catherine, la mia vita nelle vostre mani, e voi avete detto di amarmi; e che male ci sarebbe? Non andrete, vero? cara, dolce, buona Catherine! E forse acconsentirete... e lui mi lascer morire con voi!" La mia signorina, vedendo quella sofferenza estrema, si chin per risollevarlo. L'antico sentimento di indulgente tenerezza ebbe la meglio sulla sua irritazione e lei si commosse e si allarm. "Acconsentire a che cosa?" chiese. "A fermarmi? Spiegatemi questo vostro strano discorso e mi fermer. Ma voi contraddite le vostre stesse parole e mi confondete! Siate calmo e sincero e confessatemi subito quello che vi pesa sul cuore. Non mi fareste del male, Linton, vero? E non permettereste che un nemico me ne facesse, se poteste impedirlo? Sono pronta a credere che siate vile per voi stesso ma non il vile traditore della vostra migliore amica." "Ma mio padre mi ha minacciato" sussurr il ragazzo stringendo le dita esili "e io ho paura di lui, ho paura di lui! Non ho il coraggio di dirvelo!". "Oh, d'accordo!" ribatt Catherine con sdegnosa compassione "tenetevi il vostro segreto: io non sono vile... salvate voi stesso, non ho paura!". La magnanimit di lei lo fece piangere; pianse disperatamente, baciando le mani di Catherine a cui si afferrava, e tuttavia non riusciva a trovare il coraggio di parlare. Io mi chiedevo di quale mistero si trattasse e ero decisa a far s che Catherine non dovesse soffrire per avvantaggiare lui o chiunque altro, se io potevo impedirlo. Quando, sentendo un fruscio tra l'erica, alzai lo sguardo vidi il signor Heathcliff che scendeva dalle Heights e gi ci era quasi sopra. Non guard affatto gli altri due, sebbene fossero abbastanza vicini perch egli potesse udire i singhiozzi di Linton; ma chiamandomi con quel tono quasi cordiale che aveva solo con me, e la cui sincerit non riuscivo a non mettere in dubbio, disse:
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" davvero una gran cosa vederti cos vicino a casa mia, Nelly! Come state a Thrushcross Grange? Sentiamo un po'! Si dice" aggiunse a voce pi bassa "che Edgar Linton sia sul letto di morte - forse si esagera?". "No, il mio padrone sta morendo, sin troppo vero. Sar molto triste per tutti noi, ma sar una benedizione per lui." "Quanto credete possa durare ancora?". "Non so." "Perch" aggiunse guardando i due giovani, come pietrificati sotto il suo sguardo - Linton sembrava non avesse il coraggio di muoversi o di alzare il capo, e Catherine non poteva allontanarsi perch lui la tratteneva "perch quel ragazzo sembra deciso a frustrare i miei piani - e sarei molto grato a suo zio se si decidesse a andarsene prima di lui. Salute! molto tempo che quello sciagurato cucciolo si comporta cos? Eppure l'ho ammaestrato a dovere su quel suo continuo piagnucolare. E' vivace di consueto con la signorina Linton?". "Vivace? no... ha espresso una profonda angoscia" risposi. "A vederlo, direi che, invece di andarsene in giro con l'innamorata sulle colline, dovrebbe piuttosto stare a letto, ben curato da un dottore." "E lo far, tra un giorno o due" borbott Heathcliff. "Ma prima... alzati, Linton, alzati!" grid. "Non contorcerti a terra, alzati subito!". Linton era caduto di nuovo bocconi in un'altra crisi di terrore impotente, causata, immagino, dallo sguardo di suo padre: nient'altro poteva spiegare tanta abiezione. Fece di tutto per obbedire, ma la poca forza che aveva era in quell'istante affatto spenta e ricadde a terra con un gemito. Il signor Heathcliff si fece avanti e lo sollev appoggiandolo al ciglio della collina. "Adesso" disse reprimendo la sua ferocia "finir per arrabbiarmi sul serio... e se non riesci a vincere quella tua vigliaccheria... Maledizione! Alzati subito!". "Si, signore!" disse con voce spezzata. "Soltanto, lasciatemi ora, o finir per svenire. Credetemi, ho fatto quello che volevate. Catherine vi dir che io... che io... sono stato gaio. Ah, restatemi vicina, Catherine; datemi la mano." "Prendi la mia" ribatt suo padre "e cerca di stare in piedi! Ecco, cos, lei ti offrir il braccio, cos, bene, guardala. Penserete che io sia il diavolo in persona, signorina Linton, per suscitare tanto orrore. Abbiate la bont di accompagnarlo a casa, volete? Rabbrividisce se lo tocco io." "Linton, caro" sussurr Catherine "non posso entrare a Wuthering Heights... pap me lo ha proibito. Non vi far del male, perch avete tanta paura?". "Non posso rientrare in quella casa" rispose lui "non devo rientrarci senza di voi." "Basta!" lo interruppe il padre. "Dobbiamo rispettare gli scrupoli filiali di Catherine. Nelly, accompagnalo tu e io seguir senza indugio il tuo consiglio per quanto riguarda il dottore." "Farete bene" risposi "ma, quanto a me, io devo rimanere con la mia padrona. Non affar mio prendermi cura di vostro figlio." "Quante arie!" disse Heathcliff. "Questo lo so bene, ma cos mi costringerai a dare pizzicotti a quel bel bambino e a farlo gridare prima di riuscire a commuoverti. Andiamo, mio giovane eroe: sei disposto a tornare accompagnato da me?". Si avvicin di nuovo e fece il gesto di afferrare la sua fragile persona; ma, ritraendosi, Linton si afferr alla cugina e la supplic di accompagnarlo con una frenetica insistenza che non consentiva rifiuti. Per quanto disapprovassi, non avrei potuto trattenerla; in verit, lei stessa non avrebbe potuto rifiutare. Che cosa lo riempisse di terrore non potevamo comprenderlo, ma lo vedevamo in preda a quel terrore, impotente, e sembrava che una nuova paura potesse condurlo all'idiozia completa. Arrivammo alla porta; Catherine entr; e io rimasi fino a che lei condusse il malato a una poltrona, aspettandomi che uscisse subito; quando il signor Heathcliff, spingendomi avanti, esclam: "Non c' la peste in casa mia, Nelly; e oggi mi sento d'umore ospitale; siedi e lasciami chiudere la porta." La chiuse e la chiuse a chiave. Io sussultai: "Prenderete il t prima di andare a casa" aggiunse. "Sono solo. Hareton ha portato il bestiame a pascolare, e Zillah e Joseph sono in viaggio di piacere. Sebbene sia abituato a star solo, mi piace avere una compagnia interessante,
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quando possibile. Signorina Linton, sedete accanto a lui. Vi do quello che possiedo; il dono indegno di venire accettato, ma non ho altro da offrirvi: mi riferisco a Linton. Guardate come mi fissa la ragazza! strano con quanta ferocia io reagisca a chiunque abbia paura di me! Se fossi nato dove le leggi sono meno rigorose e i gusti meno raffinati, mi dedicherei a una lenta vivisezione di quei due come svago serale." Trattenne il fiato, batt con forza il pugno sulla tavola e imprec: "Per l'inferno! li odio." "Ma io non ho paura di voi!" esclam Catherine, che non aveva potuto sentire l'ultima parte del discorso. Gli si avvicin, gli occhi scuri accesi di collera e risolutezza. "Datemi la chiave... devo avere quella chiave!" disse. "Non mangerei e non berrei qui neanche se morissi di fame." Heathcliff aveva la chiave nella mano appoggiata sul tavolo. Alz lo sguardo, stupito dall'audacia di lei, o ricordando forse, per quella voce e quello sguardo, colei da cui Catherine li aveva ereditati. Catherine fece per afferrare la chiave e riusc quasi a strappargliela di mano; ma il suo gesto lo richiam al momento presente, e si riprese subito. "Catherine Linton" disse "statevene lontana o vi butto a terra; e questo far impazzire la signora Dean." Noncurante delle sue parole, lei afferr di nuovo la sua mano chiusa sulla chiave. "Ce ne andremo!" ripet, facendo tutti gli sforzi possibili per costringerlo a aprire la mano; vedendo che con le unghie non riusciva a nulla si serv, e non senza energia, dei denti. Heathcliff mi rivolse un'occhiata che per un momento mi imped di intromettermi. Catherine era troppo occupata a cercare di prendergli la chiave per vederlo in volto. Di colpo, lui apr le dita lasciando l'oggetto della loro disputa, ma, prima che lei potesse impadronirsi della chiave, la afferr con la mano che aveva liberato e, tirandosela sulle ginocchia, con l'altra mano la colp ripetutamente al volto e con tale violenza che uno soltanto dei suoi colpi avrebbe davvero potuto, come aveva minacciato, gettarla a terra se lei fosse stata in condizioni di cadere. A tale diabolica violenza, io mi precipitai furiosamente contro di lui. "Canaglia!" cominciai a gridare "furfante!". Un colpo al petto mi costrinse al silenzio; sono piuttosto grossa e non difficile togliermi il fiato; in parte per il colpo, in parte per la collera, indietreggiai barcollando e mi parve di soffocare o che dovesse scoppiarmi una vena. Tutto fin in due minuti; Catherine, lasciata libera, si port le mani alle tempie, e sembrava non sapesse pi se aveva ancora le orecchie. Tremava come un giunco, povera bambina, e si sosteneva alla tavola, inesprimibilmente sconvolta. "Come vedi, so come punire i bambini" disse con aria torva quella canaglia mentre si chinava a riprendere la chiave che era caduta a terra. "E ora vai da Linton, come ti ho detto, e piangi quanto vuoi! Domani sar tuo padre - tra pochi giorni il solo che avrai - e non ti mancheranno gli schiaffi - li puoi sopportare, non sei un fuscello - ne avrai ogni giorno se mi capiter ancora di vederti quello sguardo infuriato!". Cathy corse da me e non da Linton, e si inginocchi, abbandonandomi in grembo il viso che le ardeva e piangendo forte. Suo cugino si era rannicchiato in un angolo della cassapanca, zitto come un topolino, rallegrandosi, immagino, che il castigo avesse colpito un altro e non lui. Il signor Heathcliff, vedendoci tutti attoniti, si alz e fece lui stesso il t; prepar le tazze e i piattini, vers il t e me ne offr una tazza. "Lava con questo il tuo malumore" disse "e servi la tua capricciosa pupilla e mio figlio. Non avvelenato, anche se l'ho preparato io. Vado a cercare i vostri cavalli." Quando usc, il nostro primo pensiero fu di cercare di liberarci. Provammo la porta della cucina, ma era chiusa dall'esterno; guardammo le finestre: erano troppo strette anche per l'esile persona di Cathy. "Signorino Linton" gridai vedendo che eravamo imprigionate "voi sapete che cosa intende fare quel demonio di vostro padre, e dovete dircelo o vi prender a schiaffi come ha fatto lui con vostra cugina."
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"S, Linton, dovete dircelo" annu Catherine. "Sono venuta soltanto per voi, e sareste davvero crudelmente ingrato se rifiutaste." "Datemi un po' di t, ho sete, e ve lo dir. Signora Dean, allontanatevi, non mi piace che mi stiate cos sopra. No, Catherine, fate cadere le lacrime nella mia tazza! Non posso bere questa, datemene un'altra." Catherine ne spinse un'altra verso di lui e si asciug il viso. La calma di quello sciagurato, ora che non aveva pi paura per s, mi disgustava. L'angoscia di cui aveva dato prova sulla brughiera era svanita appena era entrato in casa; immaginai cos che fosse stato minacciato di terribili ritorsioni se non fosse riuscito a farci entrare con l'inganno; essendovi ormai riuscito, non aveva altre immediate paure. "Pap vuole che noi ci sposiamo" disse dopo aver bevuto un po' di t. "Sa che vostro padre non vi permetter di sposarmi ora e ha paura che io muoia se aspettiamo troppo; cos, dobbiamo sposarci domani mattina e voi dovete restare qui tutta la notte: se farete come lui vuole ritornerete a casa il giorno dopo e mi porterete con voi." "Portarvi con lei, specie di bastardo?" esclamai. "Voi, sposarvi? Quell'uomo pazzo o crede che lo siamo noi. E pensate davvero che questa bella creatura, questa ragazza sana e coraggiosa, vorr legarsi a una scimmietta agonizzante come voi? Vi illudete che chiunque, per non parlare della signorina Linton, potrebbe volervi per marito? Dovreste venir frustato per averci portato qui con i vostri vergognosi, meschini trucchi; non prendete quell'aria sciocca adesso! Credo che vi dar davvero una buona scrollata, per il vostro vergognoso tradimento e la vostra stupida presunzione." Lo scrollai davvero leggermente, ma subito gli venne un accesso di tosse, e lui come sempre si rifugi nei lamenti e nel pianto e Catherine fin per rimproverarmi. "Restare qui tutta la notte? No" disse guardandosi lentamente attorno. "Ellen, dar fuoco a quella porta ma devo uscire." E avrebbe messo in atto subito la sua minaccia, se Linton, nuovamente spaventato per se stesso, non l'avesse stretta tra le deboli braccia singhiozzando: "Non volete dunque sposarmi, e salvarmi, non volete lasciarmi venire alla Grange? Oh, mia cara Catherine! non dovete andarvene e abbandonarmi. Dovete obbedire a mio padre, dovete!". "Devo obbedire al mio" rispose "e liberarlo da questa crudele attesa. Tutta la notte! Che cosa penserebbe? Sar gi angosciato. Devo buttar gi la porta o darle fuoco per poter uscire. State tranquillo! Voi non correte alcun rischio... ma se mi trattenete... Linton, amo mio padre pi di voi!". Il terrore mortale che provava per la collera del signor Heathcliff restitu al ragazzo la sua eloquenza di codardo. Catherine rimase sconvolta; tuttavia insisteva che doveva andare a casa, e prov a sua volta a pregarlo, a convincerlo a piegare quella sua egoistica sofferenza. Mentre erano impegnati a discutere, rientr il nostro carceriere. "I vostri cavalli se ne sono andati" disse. "E ora, Linton, ricominci a piagnucolare? Che cosa ti ha fatto lei? Andiamo, andiamo, basta cos e vai a letto. Tra un mese o due, ragazzo mio, potrai ricambiare le sue attuali tirannie con una mano vigorosa - ti struggi per l'amore puro, vero? non vuoi nient'altro al mondo - e lei ti sposer! Forza, vai a letto! Zillah non c' questa sera, dovrai svestirti da solo. Silenzio, basta frignare! Quando sarai nella tua stanza, non ti verr vicino, non avere paura. Per un puro caso, te la sei cavata bene. Al resto penser io." Mentre pronunciava queste parole, teneva la porta aperta perch il figlio uscisse; e il ragazzo usc, proprio come un cagnolino timoroso che chi lo accompagna intenda dargli per dispetto una strizzatina. La porta venne di nuovo richiusa a chiave. Heathcliff si avvicin al fuoco, dove io e la mia padrona rimanevamo in silenzio. Catherine alz lo sguardo, e d'istinto si port la mano alla guancia - la vicinanza di lui risvegliava una sensazione di dolore. Nessuno avrebbe potuto guardare senza commuoversi quel gesto infantile, ma lui le rivolse un'occhiata minacciosa e mormor: "Sicch, non hai paura di me? Lo nascondi molto bene il coraggio: sembri terribilmente spaventata!".

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"Ora, s, ho paura" ribatt lei "perch se rimango, pap soffrir molto; e come posso sopportare di farlo soffrire quando... quando... signor Heathcliff, lasciatemi andare a casa! Prometto di sposare Linton - a pap non dispiacerebbe, e io lo amo- e perch dovreste costringermi a fare qualcosa che sono pronta a fare di mia volont?". "Che ci provi a costringervi!" esclamai io. "Ci sono delle leggi in questo paese, grazie a Dio, ci sono ancora, anche se ci troviamo proprio in un posto fuori dal mondo. Lo denuncerei anche se fosse mio figlio; e si tratta di un reato bello e buono senza attenuanti!". "Silenzio!" disse quella canaglia. "Al diavolo le tue chiacchiere! Non voglio che sia tu a parlare. Catherine, sar per me una grande gioia pensare che tuo padre soffre; non dormir per la soddisfazione. Non avresti potuto trovare sistema migliore per stabilire la tua residenza sotto il mio tetto, le prossime ventiquattr'ore, di quello di informarmi che tuo padre ne soffrir. Quanto alla promessa di sposare Linton, far io in modo che tu la mantenga: non lascerai questa casa fino a che non lo avrai fatto." "Mandate Ellen, allora, per far sapere a pap che sto bene!" esclam Catherine singhiozzando amaramente. "Fatemi sposare subito. Povero pap! Ellen, ci creder perdute. Che cosa dobbiamo fare?". "No, non penser niente del genere!" ribatt Heathcliff. "Creder che tu ti sia stancata di curarlo e sia fuggita per svagarti un poco. Non puoi negare di essere entrata in casa mia di tua volont, disprezzando il suo divieto. E del tutto naturale alla tua et desiderare un po' di svago e stancarsi di curare un uomo malato, un uomo che soltanto tuo padre. Catherine, i suoi giorni di felicit sono finiti quando tu sei nata. Immagino ti abbia maledetto per la tua nascita - io l'ho fatto - e sarebbe bene che ti maledicesse nell'istante in cui lui muore. Io mi unirei a lui. Non ti amo! Come potrei? Piangi, piangi pure. Per quel che ne so, da questo momento in poi sar la tua principale distrazione, sempre che Linton non ti ricompensi di altre perdite, e il tuo previdente padre sembra pensare che possa farlo. Le sue lettere di consiglio e conforto mi hanno divertito moltissimo. Nell'ultima, raccomandava al mio prezioso gioiello di prendersi cura del suo, e di essere buono con lei quando fosse stata sua. Prendersi cura, essere buono: splendidi sentimenti paterni! Ma Linton ha bisogno per se stesso di tutta la cura e la bont che possiede. Linton sa essere un tiranno. pronto a torturare tutti i gatti che trova purch gli siano stati tolti i denti e limate le unghie. Quando tornerai a casa, credimi, potrai narrare al suo affettuoso zio graziosi racconti della sua bont." "In questo siete nel giusto!" esclamai. "Spiegate bene il carattere di vostro figlio; rendete palese la sua somiglianza con voi; e allora, spero, la signorina Cathy ci penser due volte prima di prendersi quel serpentello!". "Non temo ormai di parlare delle sue amabili qualit, perch o lo accetta o rimane prigioniera qui, e tu con lei, fino alla morte del tuo padrone. Qui posso tenervi senza che nessuno lo sappia. Se ne dubiti, incoraggiala a rimangiarsi la sua promessa e potrai giudicare da sola!". "Non intendo rimangiarmi la parola" intervenne Catherine. "Sono pronta a sposarlo anche adesso, purch possa poi tornare a Thrushcross Grange. Signor Heathcliff, siete un uomo crudele ma non siete un demonio; e non vorrete per pura cattiveria distruggere irrimediabilmente tutta la mia felicit. Se pap pensasse che io l'ho lasciato volontariamente e morisse prima del mio ritorno, come potrei vivere? Ho smesso di piangere ormai; ma mi inginocchier davanti a voi e non mi alzer e non distoglier lo sguardo dal vostro viso fino a che voi non mi guarderete! No, non voltatevi! guardatemi! Non vedrete nulla che possa provocarvi. Non vi odio. Non sono in collera perch mi avete colpito. Non avete mai amato qualcuno in vita vostra, zio, mai? Ah, dovete guardarmi almeno una volta, sono cos disperata che non potrete fare a meno di avere compassione per me." "Tieni lontane queste tue dita viscide e vattene, o ti allontaner io a calci!" grid Heathcliff respingendola brutalmente. "Preferirei essere abbracciato da un serpente. Come diavolo ti viene in mente di metterti a fare le moine con me? Io ti detesto!". Scroll le spalle - si scosse tutto, in verit, come se avesse la pelle d'oca per l'odio - e spinse indietro la sedia, mentre io mi alzavo e incominciavo a aprire la bocca per insultarlo; ma venni costretta al silenzio a met frase
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dalla minaccia che sarei stata rinchiusa in una stanza da sola se avessi pronunciato soltanto un'altra sillaba. Si stava facendo notte - sentimmo voci al cancello del giardino. Heathcliff si affrett subito fuori; lui non aveva perso la testa; noi, s. Ci fu uno scambio di parole per pochi minuti, poi ritorn solo. "Credevo fosse vostro cugino Hareton" osservai rivolta a Catherine. "Vorrei che venisse! Chiss, forse potrebbe prendere le nostre parti." "Erano tre domestici mandati da Thrushcross Grange a cercarvi" disse Heathcliff sentendo le mie parole. "Avresti dovuto aprire la finestra e gridare; ma senza dubbio la bambina felice che tu non lo abbia fatto. felice di essere costretta a restare, ne sono certo." Nell'apprendere quali possibilit ci fossimo lasciate sfuggire, ci abbandonammo entrambe senza alcun controllo al nostro dolore; e lui ci lasci piangere e lamentarci fino alle nove; allora ci disse di salire, attraverso la cucina, nella camera di Zillah, e io sussurrai alla mia compagna di obbedire; forse di l saremmo riuscite a passare attraverso la finestra, o a entrare in una soffitta uscendone poi dal lucernario. La finestra, tuttavia, era stretta come quelle del piano di sotto, e alla botola che portava alla soffitta non potevamo arrivare: eravamo chiuse a chiave come prima. N io n lei ci coricammo. Catherine rimase ferma accanto alla finestra a spiare ansiosamente l'arrivo dell'alba: un profondo sospiro era la sua sola risposta alle mie frequenti preghiere perch riposasse un poco. Io sedetti in poltrona, dondolandomi avanti e indietro e pensando con grande severit alle molte volte in cui ero venuta meno ai miei doveri; mi colp improvvisamente il pensiero che proprio da quelle mie mancanze erano scaturite tutte le sventure dei miei padroni. In realt, so bene che non cos; ma in quella triste notte era cos nella mia immaginazione, e giudicavo lo stesso Heathcliff meno colpevole di me. Heathcliff venne alle sette e chiese se la signorina Linton si fosse alzata. Lei corse immediatamente alla porta e rispose di s. "Vieni allora" disse aprendo la porta e tirandola fuori. Io mi alzai per seguirla, ma lui chiuse di nuovo a chiave. Chiesi di venir liberata. "Un po' di pazienza" fu la risposta. "Tra poco ti mander su la colazione." Io battei contro la porta e provai rabbiosamente la serratura, mentre Catherine chiedeva perch dovessi rimanere chiusa a chiave. Lui rispose che dovevo cercare di sopportare ancora per un'ora, e poi se ne andarono. Dovetti sopportare ancora per due o tre ore; infine sentii un passo, non quello di Heathcliff. "Vi ho portato qualcosa da mangiare" disse una voce "aprite la porta!". Aprii ansiosamente e vidi Hareton, che portava tanto cibo da bastarmi per tutto il giorno. "Prendetelo!" aggiunse, cacciandomi in mano il vassoio. "Restate almeno un momento" cominciai. "No!" grid lui e si allontan, ignorando le preghiere che io gli rivolgevo per trattenerlo. E rimasi chiusa l per tutto il giorno, e per tutta la notte seguente, e poi per un'altra e un'altra ancora. Rimasi cinque notti e cinque giorni senza vedere altri che Hareton, per una sola volta ogni mattina; e Hareton era un carceriere modello: di malumore, silenzioso, e sordo a ogni tentativo di toccare il suo senso di giustizia o di piet. XXVIII La quinta mattina, o piuttosto pomeriggio, si avvicin un passo differente - pi leggero e pi rapido - e questa volta chi si avvicinava entr. Era Zillah; con lo scialle scarlatto, la cuffia di seta nera in testa e un cestino appeso al braccio. "Oh, guarda un po', la signora Dean!" esclam. "Ce n' di voci su di voi a Gimmerton. Ero certa che foste caduta nella palude del Cavallo Nero, e la signorina insieme a voi, fino a che il padrone non mi ha detto che vi avevano trovato e che vi aveva ospitato qui! Ma che successo, certo siete riuscita a
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salvarvi su un'isola? E quanto siete rimasta nella palude? Vi ha salvato il padrone, signora Dean? Ma non siete poi tanto magra, non siete stata male, vero?". "Il vostro padrone un'autentica canaglia!" risposi. "Ma dovr pagare per questo. Avrebbe fatto meglio a non mettere in giro quella voce: io dir tutta la verit!". "Che cosa volete dire? Non stato lui a mettere in giro la voce: lo dicono al villaggio che vi siete perduta nella palude; e io, quando sono rientrata, ho detto a Earnshaw: ""Eh, ne sono successe di cose strane, signor Hareton, da quando me ne sono andata via. davvero un peccato per quella bella ragazza, e per Nelly Dean, che era cos forte." "Lui mi ha guardato senza capire. Io ho pensato che non avesse sentito niente, e cos gli ho detto quello che si raccontava. "Il padrone stava a sentire, e sorrideva da solo, e ha detto: ""Se anche sono finite nella palude, adesso ne sono fuori, Zillah. Nelly Dean, in questo stesso momento, nella tua stanza. Quando sali, puoi dirle di andarsene; ecco la chiave; l'acqua della palude le era entrata in testa, e voleva correre subito a casa, ma io l'ho trattenuta per darle il tempo di riprendersi. Puoi dirle di andare subito alla Grange, se in grado di farlo, e di portare a nome mio il messaggio che la signorina la seguir in tempo per partecipare al funerale del padrone."" "Il signor Edgar morto?" gridai. "Oh, Zillah, Zillah!". "No, no, sedete, cara signora, state davvero male. Non morto: il dottor Kenneth pensa che potr resistere ancora un giorno - l'ho incontrato per strada e gliel'ho chiesto." Non pensavo affatto a sedermi: afferrai le mie cose e mi precipitai di sotto, perch la strada era libera. Entrando nella "casa", mi guardai attorno in cerca di qualcuno che potesse darmi notizie di Catherine. La stanza era piena di sole e la porta era spalancata, ma sembrava non ci fosse nessuno. Mentre mi chiedevo se andarmene subito o ritornare a cercare la mia padrona, un leggero colpo di tosse attir la mia attenzione verso il camino. Linton giaceva sulla cassapanca, solo, e succhiava un bastoncino di zucchero seguendo i miei movimenti con sguardo apatico. "Dov' la signorina Catherine?" chiesi severamente, immaginando di poterlo spaventare e indurlo cos a dirmi la verit, dal momento che l'avevo trovato solo. Lui continuava a succhiare come un bambino. "Se ne andata?" chiesi. "No" rispose. " di sopra, non se ne deve andare; non glielo permetteremo." "Voi non glielo permetterete, piccolo idiota!" esclamai. "Portatemi subito nella sua camera o vi far gridare." "Pap vi far gridare, se cercate di andare in camera sua. Dice che non devo essere troppo buono con Catherine - mia moglie, e una vergogna che voglia lasciarmi! Dice che mi odia e che vuole che io muoia per poter avere il mio danaro, ma non lo avr; e non andr a casa, non andr mai a casa! pu piangere e star male quanto vuole!". Ricominci a succhiare, chiudendo gli occhi come se volesse addormentarsi. "Signorino Heathcliff" ripresi "avete dimenticatola bont di Catherine verso di voi, l'inverno scorso, quando dicevate di amarla, e lei vi portava i libri e vi cantava le canzoni e veniva spesso, con il vento e la neve, soltanto per vedervi? Piangeva se soltanto doveva saltare una sera perch sapeva che voi ne sareste stato deluso; e allora lo capivate che lei era cento volte troppo buona con voi; e ora credete alle menzogne che dice vostro padre, pur sapendo che vi detesta entrambi! E vi unite a lui contro di lei. Davvero una bella gratitudine, la vostra!" La bocca di Linton assunse un espressione desolata, e lui si tolse dalle labbra il bastoncino di zucchero. " forse venuta qui perch vi odiava?" continuai. "Cercate di pensare con la vostra testa! Quanto al vostro danaro, Catherine non sa neanche che ne avrete. E dite che sta male eppure la lasciate sola, lass, in una casa per lei estranea! Voi, proprio voi che sapete bene che cosa vuol dire sentirsi trascurati! Sapete
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compatirle le vostre sofferenze, e anche lei le compativa, ma non volete compatire le sue! Io piango, signorino Heathcliff, lo vedete - io, una donna anziana e una semplice domestica - e voi, dopo aver finto tanto affetto, e avendo motivo di venerarla, serbate per voi tutte le lacrime che avete e ve ne state qui tranquillo. Ah, siete un ragazzo egoista e senza cuore!". "Non posso stare con lei" rispose stizzosamente "non intendo stare solo con lei. Piange tanto che non riesco a sopportarlo. E non smette di piangere, anche quando dico che chiamer mio padre. Una volta l'ho chiamato, e lui ha minacciato di strangolarla se non stava tranquilla; ma lei ha ricominciato subito appena lui uscito: a lamentarsi e a piangere tutta la notte, anche se io gridavo per la rabbia di non poter dormire." " fuori il signor Heathcliff?" chiesi, comprendendo che quello sciagurato non riusciva a capire la tortura mentale di sua cugina. " in cortile, con il dottor Kenneth, il quale afferma che finalmente lo zio sta davvero morendo. Ne sono felice perch cos sar il padrone di Thrushcross Grange dopo di lui - Catherine ne parlava sempre come della sua casa. Non sua! mia - pap dice che tutto quello che lei ha mio. Tutti i suoi bei libri sono miei; lei si offerta di darmeli, e i suoi begli uccellini, e il suo pony Minny, se io avessi preso la chiave e l'avessi lasciata andare: ma io le ho detto che non aveva niente da darmi, che era tutto, tutto mio. Allora lei ha cominciato a piangere e si tolta un medaglione che portava al collo e ha detto che mi avrebbe dato quello - due ritratti in una cornice d'oro: da un lato sua madre e dall'altro lo zio quando erano molto giovani. E' accaduto ieri. Io ho detto che anche quelli erano miei e ho cercato di prenderli. Quella creatura dispettosa non me l'ha permesso; mi ha respinto e mi ha fatto male. Ho gridato - questo la spaventa - lei ha sentito che pap arrivava e ha spezzato la cerniera e ha separato i ritratti e mi ha dato quello di sua madre; l'altro ha cercato di nasconderlo; ma pap ha chiesto di cosa si trattava e io gliel'ho spiegato. Lui ha preso per s quello che avevo e le ha ordinato di darmi il suo e lei ha rifiutato; allora lui l'ha colpita facendola cadere, e ha strappato il ritratto dalla catena e lo ha calpestato." "E vi ha fatto piacere vedere che la colpiva?" chiesi, poich avevo i miei motivi per incoraggiarlo a parlare. "Ho chiuso gli occhi. Lo faccio quando mio padre colpisce un cane o un cavallo, lo fa sempre con tanta violenza; per dapprima ne ero contento: meritava di venir colpita perch mi aveva spinto; ma quando pap se ne andato lei mi ha condotto alla finestra e mi ha fatto vedere che aveva un taglio contro i denti, nell'interno della guancia, e che la bocca era piena di sangue; e poi ha raccolto i pezzi del ritratto e si seduta con la faccia contro il muro e da allora non mi ha pi parlato; e qualche volta penso che non possa parlare per il dolore. Non mi piace pensarlo! ma cattiva a piangere sempre; e cos pallida e spettrale che ho paura di lei!". "E potreste prendere la chiave se voleste?" chiesi. "S, quando sono di sopra, ma adesso non posso andare di sopra." "In quale stanza ?" chiesi. "Oh" esclam lui "non lo dir certo a voi dov'! E' il nostro segreto. Nessuno deve saperlo, n Hareton n Zillah. Tanto peggio per voi! mi avete stancato, andatevene, andate via!" E nascose il viso contro il braccio e chiuse di nuovo gli occhi. Pensai fosse meglio andarmene senza vedere il signor Heathcliff, e portare da Thrushcross Grange qualcuno che potesse salvare la padroncina. Quando giunsi a casa, gli altri domestici, vedendomi, mi accolsero con grande stupore e grande gioia; e quando seppero che la padroncina era salva, due o tre di loro volevano correre per gridare la notizia alla porta del signor Edgar; ma io volli annunciarglielo personalmente. Come lo trovai mutato, in quei pochi giorni! Era l'immagine stessa della tristezza e della rassegnazione, in attesa della morte. Sembrava giovanissimo; sebbene avesse in realt trentanove anni, ne dimostrava almeno dieci di meno. Pensava a Catherine, poich mormor il suo nome. Gli toccai una mano e parlai. "Catherine verr, caro signore?" sussurrai. " viva e sta bene e verr qui, spero, questa sera." L'effetto di questa notizia mi fece tremare: si alz a mezzo, si guard intensamente attorno, quindi ricadde svenuto.
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Appena si riprese gli narrai la nostra forzata visita e la nostra prigionia alle Heights; dissi che Heathcliff mi aveva costretto a entrare, il che non era del tutto vero; cercai di parlare il meno possibile contro Linton, n descrissi la condotta brutale di suo padre, poich non volevo aggiungere altra amarezza, se potevo impedirlo, alle sofferenze che gi doveva patire. Lui indovin che uno degli scopi del suo nemico era di far avere al figlio, o piuttosto a se stesso, il danaro insieme alla propriet; ma non poteva comprendere perch non avesse atteso la sua morte, ignorando che lui e il nipote avrebbero lasciato questo mondo quasi nello stesso istante. Tuttavia, pens fosse meglio mutare il suo testamento; invece di lasciare senza riserve a Catherine la sua ricchezza, decise di lasciargliene l'usufrutto affidandone l'amministrazione a un consiglio di curatori durante tutta la sua vita; dopo la sua morte, sarebbe passata ai figli, se ne avesse avuti. In tal modo non sarebbe andata al signor Heathcliff se Linton fosse morto. Dopo aver ricevuto i suoi ordini, mandai subito un domestico a chiamare l'avvocato, e altri quattro domestici, forniti di armi adatte, per richiedere la mia padroncina al suo carceriere. Sia l'uno che gli altri tardarono molto. Il domestico fu il primo a tornare. Disse che il signor Green, l'avvocato, non era in casa quando lui era arrivato e che aveva dovuto aspettare due ore; poi Green gli aveva detto di avere affari urgenti al villaggio, e che sarebbe venuto prima di mattina a Thrushcross Grange. Anche i quattro uomini tornarono soli, con la notizia che Catherine era ammalata, troppo ammalata per lasciare la sua stanza, e che Heathcliff non gli aveva permesso di vederla. Rimproverai quegli sciocchi per aver creduto a una menzogna che non intendevo riferire al mio padrone, decisa a portare tutta la servit a Wuthering Heights, all'alba, e a prenderla letteralmente d'assalto se la prigioniera non ci fosse stata restituita spontaneamente. Promisi a me stessa che il padre l'avrebbe rivista, lo promisi pi volte, quando pure quel demonio fosse rimasto ucciso sulla porta di casa nel tentativo di impedirmelo! Fortunatamente, quella spedizione mi venne risparmiata. Ero scesa alle tre per prendere una brocca d'acqua, e stavo attraversando l'atrio con la brocca in mano, quando sussultai per un colpo battuto con decisione alla porta. "Oh, Green" mi dissi riprendendomi "soltanto Green" e proseguii, con l'intenzione di mandare qualcun altro a aprire; ma il colpo venne ripetuto, non con forza e tuttavia con tenacia. Appoggiai la brocca sulla balaustra e mi affrettai a aprire. Fuori splendeva la luna. Non era l'avvocato. La mia cara, dolce padroncina mi gett le braccia al collo singhiozzando: "Ellen, Ellen, vivo pap?". "S, s, angelo mio, vivo. Dio sia ringraziato, siete di nuovo al sicuro con noi!". Subito, senza fiato com'era, voleva correre al piano di sopra nella stanza del signor Linton; ma io la costrinsi a sedere e le feci bere qualcosa e le lavai il viso pallido strofinandolo col mio grembiule per farle ritornare un po' di colore. Poi osservai che era meglio andassi io per prima a avvertirlo del suo arrivo, supplicandola di dire che sarebbe stata felice con il giovane Heathcliff. Lei mi guard stupita, ma comprendendo subito perch le suggerissi di mentire a quel modo, mi assicur che non si sarebbe lamentata. Non ebbi la forza di essere presente al loro incontro; rimasi fuori dalla porta per un quarto d'ora, e poi osavo appena avvicinarmi al letto. Ma tutto sembrava tranquillo; la disperazione di Catherine era silenziosa quanto la gioia di suo padre. Lei lo sosteneva e sembrava calma; lui alzava al suo viso gli occhi, dilatati in una sorta di estasi. Mor felice, signor Lockwood; mor in quel momento. Baciandole la guancia, mormor: "Vado da lei, e tu, cara bambina, verrai da noi"; poi non si mosse e non parl pi, ma aveva sempre quello sguardo rapito, radioso, finch il polso impercettibilmente smise di battere, e la sua anima lasci il corpo. Nessuno avrebbe potuto dire l'istante esatto della sua morte, tanto fu quieta e senza lotta.

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Che avesse gi versato tutte le sue lacrime o che il dolore fosse troppo forte per il pianto, Catherine rimase seduta senza piangere fino al sorgere del sole rimase seduta fino a mezzogiorno e sarebbe rimasta l, a meditare accanto al letto di morte del padre, se io non avessi insistito perch si allontanasse e riposasse un poco. Fu un bene che riuscissi a allontanarla, poich all'ora di pranzo venne l'avvocato che era andato a Wuthering Heights a prendere ordini. Si era venduto al signor Heathcliff, e per questo aveva tardato nel rispondere alla chiamata del mio padrone. Fortunatamente, nessuna ansia per gli affari di questo mondo aveva attraversato la mente del signor Linton e lo aveva turbato dopo l'arrivo della figlia. Il signor Green si comport da padrone dando ordini a tutti. Licenzi tutti i domestici tranne me. Avrebbe spinto il suo potere fino a insistere perch Edgar Linton non venisse sepolto accanto alla moglie ma nella cappella di famiglia. Tuttavia, c'era il testamento a impedirlo, e c'erano le mie alte proteste contro ogni tentativo di violarne le disposizioni. Il funerale fu affrettato; Catherine, ormai signora Heathcliff, pot restare alla Grange fino a quando vi rimase il corpo di suo padre. Mi disse che la sua angoscia aveva infine spinto Linton a correre il rischio di liberarla. Aveva sentito discutere alla porta gli uomini che io avevo mandato e aveva afferrato il senso della risposta di Heathcliff. Questa l'aveva spinta alla disperazione. Linton, che era stato condotto nel salottino appena io l'avevo lasciato, si era spaventato al punto da convincersi a prendere la chiave prima che il padre risalisse. Ebbe l'astuzia di aprire e poi far scattare di nuovo la serratura senza chiudere la porta; quando venne per lui il momento di andare a letto, chiese di dormire con Hareton, e per quella volta fu accontentato. Catherine lasci nascostamente la casa prima dell'alba. Non osava uscire dalla porta, nel timore che i cani dessero l'allarme; esamin tutte le stanze vuote e le finestre; e, fortunatamente, capitando nella camera di sua madre, usc facilmente dalla finestra, scivolando a terra grazie all'abete. Il suo complice, a dispetto delle sue timide astuzie, dovette soffrire per la parte avuta nella fuga. XXIX La sera dopo il funerale, la mia padroncina e io eravamo sedute in biblioteca; ora pensando tristemente, una di noi con disperazione, alla nostra perdita, ora azzardando ipotesi sul triste futuro. Avevamo appena deciso che la sorte migliore per Catherine sarebbe stata poter continuare a vivere a Thrushcross Grange, quanto meno fino a che fosse rimasto in vita Linton; lui avrebbe potuto raggiungerla e io sarei rimasta come governante. Una tale sistemazione sembrava troppo favorevole perch fosse ragionevole sperarla; tuttavia, io speravo, e cominciavo a sentirmi sollevata alla prospettiva di conservare la casa e l'impiego e, soprattutto, la mia amata padroncina, quando un domestico - uno di quelli che erano stati licenziati e che ancora non se ne era andato - entr precipitosamente e disse che "quel demonio di Heathcliff" stava attraversando il cortile: doveva chiudergli la porta in faccia? Quand'anche fossimo state tanto pazze da ordinarlo, non ne avremmo avuto la possibilit. Lui non perse tempo a bussare alla porta o a farsi annunciare; era il padrone e si valse del privilegio del padrone di entrare direttamente, senza una parola. La voce dell'uomo che era venuto ad avvertirci lo guid alla biblioteca; entr e, facendogli cenno di uscire, chiuse la porta. Era la stessa stanza in cui era stato introdotto, come ospite, diciotto anni prima; la stessa luna brillava attraverso la finestra, lo stesso panorama autunnale si distendeva fuori. Non avevamo ancora acceso le candele, ma tutta la stanza era visibile, perfino i ritratti appesi al muro: la splendida testa della signora Linton, e il viso elegante di suo marito.

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Heathcliff si avvicin al camino. Il tempo non aveva mutato molto neppure lui. Era lo stesso uomo - il viso scuro pi olivastro e pi composto, la figura un poco pi pesante, forse, ma non vi erano altre differenze. Catherine si alz, appena lo vide, seguendo l'impulso di uscire. "Ferma!, disse lui prendendola per un braccio. "Basta con le fughe! Dove vorresti andare? Sono venuto per portarti a casa; e mi auguro che sarai una brava figlia e non incoraggerai mio figlio a disobbedirmi ancora. Non sapevo come punirlo quando ho scoperto la parte avuta nella tua fuga - tanto fragile che anche un pizzicotto rischierebbe di farlo crollare - ma capirai dal suo sguardo che ha avuto quello che meritava. L'ho portato gi una sera, l'altro ieri, l'ho soltanto fatto sedere e, non l'ho pi toccato. Ho mandato fuori Hareton, e siamo rimasti noi due soli. Dopo due ore ho chiamato Joseph perch lo riportasse su, e da allora la mia semplice presenza lo terrorizza come quella di un fantasma; credo che mi veda spesso anche quando non ci sono. Hareton dice che durante la notte si sveglia e grida per un'ora intera e ti chiama perch tu lo protegga contro di me; e, che ti piaccia o non ti piaccia questo tuo prezioso compagno, devi venire... Ora riguarda te; tutto l'interesse che potevo avere in lui lo cedo a te." "Perch non permettete a Catherine di rimanere qui" lo pregai "e non mandate qui il signorino Linton? Dal momento che odiate entrambi, non ne sentirete la mancanza: possono essere solo un fastidio per un cuore snaturato come il vostro." "Sto cercando un inquilino per Thrushcross Grange" rispose "e naturalmente, voglio che i miei figli siano con me. Inoltre, quella ragazza deve pur fare qualcosa per guadagnarsi il pane. Non intendo tenerla nel lusso e nella pigrizia dopo la morte di Linton. Fai in fretta e preparati subito, e non obbligarmi a costringerti." "Verr" disse Catherine. "Linton ormai il solo affetto che abbia al mondo; e sebbene voi abbiate fatto il possibile per rendere lui odioso a me e me odiosa a lui, non riuscite a farci odiare; e vi sfido a fargli del male quando io sono presente; e vi sfido a spaventarmi." "Sei un campione molto coraggioso" rispose Heathcliff. "Ma non ti voglio tanto bene da far del male a lui; te lo godrai tutto tu, questo tormento, finch durer. Non sar io a rendertelo odioso, sar il suo amabile carattere. amaro come il fiele per la tua fuga e le sue conseguenze: non aspettarti ringraziamenti per la tua nobile devozione. L'ho sentito tracciare un gradevole quadro a Zillah di quello che avrebbe fatto se fosse stato forte come me. L'inclinazione presente in lui, e la sua stessa debolezza gli aguzzer l'ingegno per fargli trovare un surrogato della forza." "Lo so che la sua natura cattiva: vostro figlio. Ma sono lieta di avere una natura migliore, capace di perdonarlo; e so che mi ama, e per questo lo amo. Signor Heathcliff, non avete nessuno che vi ami; e, per quanto possiate farci soffrire, avremo sempre la gioia di pensare che la vostra crudelt nasce dalla vostra maggiore sofferenza! Perch voi soffrite, vero? Siete solo, come il demonio, e avido come lui. Nessuno vi ama - nessuno pianger per voi quando morirete! Non vorrei essere voi." Catherine parlava con una sorta di cupo trionfo; sembrava aver deciso di uniformarsi allo spirito della sua futura famiglia e trarre piacere dalle sofferenze dei nemici. "Rimpiangerai presto di essere te stessa" disse suo suocero "se resti ancora un solo minuto. Vattene, strega, vai a prendere le tue cose." Sdegnosamente, lei si allontan. Mentre Catherine era assente, cominciai a pregare per avere il posto di Zillah a Wuthering Heights, offrendomi di cederle il mio; ma Heathcliff non era disposto a accettare. Mi disse di stare zitta, poi, per la prima volta, si concesse di guardarsi attorno, di posare lo sguardo sui quadri. Dopo aver studiato quello della signora Linton disse: "Questo lo porter a casa, non che ne abbia bisogno, ma...". Si volse bruscamente verso il fuoco, e continu, con quello che, in mancanza di una parola pi adatta, definir un sorriso: "Ti dir che cosa ho fatto ieri! Ho costretto il becchino, che stava scavando la tomba di Linton, a togliere la terra dalla tomba di lei e l'ho aperta. Dapprima ho creduto che sarei rimasto l, quando ho visto il suo volto - ancora il suo
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volto; il becchino ha faticato a scuotermi; ma ha detto che il volto si sarebbe alterato se l'aria vi avesse soffiato sopra, cos ho schiodato un'asse dal fianco della tomba e poi l'ho richiusa; non dal lato di Linton, maledizione! vorrei venisse seppellito nel piombo. E ho pagato il becchino affinch tolga l'asse, quando anch'io sar sepolto l, e ne tolga una anche dalla mia tomba; cos, quando Linton verr da noi, non ci distinguer uno dall'altro!". "E' stata una perfidia, signor Heathcliff!" esclamai. "Non vi vergognate a turbare i morti?". "Non ho turbato nessuno, Nelly, e ho dato un po' di pace a me. Ora sar molto pi tranquillo, e avrete tutti maggiori possibilit di tenermi sotto terra, quando sar l. Turbarla? No! da diciotto anni mi turba notte e giorno, incessantemente, senza rimorso, fino a ieri notte... e ieri notte mi sono sentito finalmente tranquillo. Ho sognato di dormire il mio ultimo sonno accanto a lei, con il cuore ormai fermo e il viso gelido contro il suo." "E se lei si fosse dissolta nella terra, o peggio ancora, che cosa avreste sognato?" chiesi. "Di dissolvermi nella terra insieme a lei e di essere ancora pi felice! Credi forse che io tema un mutamento del genere? Mi attendevo una tale trasformazione quando ho sollevato il coperchio, ma preferisco cos, che non abbia inizio fino a quando io non possa dividerla con lei. Inoltre, se non avessi veduto con chiarezza i suoi lineamenti ormai in pace, quella strana sensazione non mi avrebbe mai abbandonato. E' cominciata in modo singolare. Sai, sono quasi impazzito dopo la sua morte, e sempre, da un'alba all'altra, la pregavo di tornare da me - pregavo il suo spirito - io credo nei fantasmi; sono certo che possano esistere, e che esistano, tra noi! "Il giorno in cui fu sepolta cadde la neve. La sera andai al cimitero. Il vento soffiava come fosse inverno - tutto attorno a me era silenzio: non temevo che quello sciocco del marito si avventurasse l a quell'ora, e nessun altro aveva alcuna ragione di venirci. "Ero solo, e sapevo che due metri di terra erano la sola barriera tra noi; cos mi dissi: ""La prender ancora una volta tra le braccia! Se fredda, penser che sia il vento del nord a gelarmi; e se immobile, penser sia il sonno." "Presi una vanga dal ripostiglio degli arnesi e cominciai a scavare con tutte le mie forze, ma graffiai la bara; allora cominciai a scavare con le mani; il legno, intorno alle viti, prese a scricchiolare; stavo per raggiungere il mio scopo quando mi parve di sentire il sospiro di qualcuno che, dall'orlo della fossa, si chinasse verso di me. ""Se soltanto riesco a togliere questo" mormorai "spero che gettino la terra seppellendoci insieme!" e lottai ancora pi disperatamente per aprire la cassa. Udii un altro sospiro vicino a me. Mi parve di sentirne il calore, che disperdeva il vento carico di neve. Sapevo che vicino a me non c'era nessuna creatura vivente; ma, con la stessa certezza con la quale si avverte l'avvicinarsi di qualcuno al buio pur non potendolo vedere, cos io ero certo che Cathy fosse l, non sotto di me, ma sulla terra. "Un improvviso senso di sollievo mi flu dal cuore in tutte le membra. Lasciai quella tormentosa fatica e mi sentii confortato, indicibilmente confortato. La sua presenza era con me, rimase con me mentre io ricoprivo la tomba e mi ricondusse a casa. Ridi pure, se vuoi, ma io ero certo che a casa l'avrei veduta. Ero certo che fosse con me e non potevo impedirmi di parlarle. "Giunto a Wuthering Heights, corsi in fretta alla porta. Era chiusa; e ricordo che quel maledetto Earnshaw e mia moglie cercarono di impedirmi l'ingresso. Ricordo di averlo colpito fino a ridurlo all'incoscienza e di essere poi corso di sopra in quella che era stata la nostra camera, di essermi guardato attorno con impazienza: la sentivo accanto a me, potevo quasi vederla, e tuttavia non potevo! Avrei dovuto sudare sangue, tanto era angoscioso il mio desiderio, il fervore con cui supplicavo di poterla vedere anche solo un istante! Ma non la vidi. Si comport con me come spesso si era comportata quando era viva, come un vero demonio! E da allora, a volte pi, a volte meno, sono stato lo zimbello di quell'intollerabile tortura! Infernale: mi tendeva i nervi al punto che, se non fossero forti come corde, si sarebbero indeboliti quanto quelli di Linton. "Se ero in casa con Hareton, pensavo che, uscendo, l'avrei incontrata; se camminavo sulla brughiera, ero certo di incontrarla rientrando. Quando uscivo da
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casa, mi affrettavo a tornare: lei doveva essere a Wuthering Heights! E quando ho voluto dormire nella sua camera, ho dovuto rinunciarvi: non potevo dormire l, poich nell'istante stesso in cui chiudevo gli occhi lei era fuori dalla finestra, o apriva i pannelli o entrava in camera o, perfino, posava la sua testa adorata sullo stesso guanciale che usava quand'era bambina. E io dovevo aprire gli occhi per vedere. E cos li aprivo e li richiudevo cento volte ogni notte, sempre deluso! Era un tormento intollerabile! Spesso gridavo, mi lamentavo forte, e quella vecchia canaglia di Joseph, senza dubbio, ha creduto che la mia coscienza mi rimordesse. "Ora, da quando l'ho vista, mi sento pi sereno.. un poco pi sereno. stato uno strano, lentissimo modo di uccidermi, ingannarmi con il fantasma di una speranza per diciotto anni!". Il signor Heathcliff tacque e si asciug la fronte; aveva i capelli incollati, bagnati di sudore; gli occhi fissavano le braci ardenti del camino; le sopracciglia non erano aggrottate, ma inarcate; l'espressione del suo viso ne risultava cos meno torva, ma singolarmente turbata: il doloroso aspetto di una forte tensione mentale verso un oggetto che assorbe interamente. Si rivolgeva soltanto in parte a me, e io rimasi in silenzio: non mi piaceva sentirlo parlare! Dopo una breve pausa, riprese a contemplare il quadro, lo tir gi e lo appoggi al divano per contemplarlo meglio; e ancora lo stava contemplando quando entr Catherine, annunciando di essere pronta quando avessero sellato il pony. "Mandami il quadro domani" mi disse Heathcliff; "poi, volgendosi a lei: "Puoi fare a meno del pony: una bella serata e non ti serviranno pony a Wuthering Heights, i viaggi che farai potrai farli a piedi. Vieni ora". "Arrivederci, Ellen!" sussurr la mia cara padroncina e mentre mi baciava le sue labbra erano fredde come il ghiaccio. "Vieni a trovarmi, Ellen, non dimenticarlo." "Bada di non fare niente del genere, Nelly!" disse il suo nuovo padre. "Quando vorr parlarti, verr qui. Non voglio che tu venga a spiare a casa mia." Le fece cenno di precederlo, e lei, rivolgendomi uno sguardo che mi spezz il cuore, obbed. Dalla finestra li vidi camminare in giardino. Heathcliff aveva preso il braccio di Catherine, sebbene lei, palesemente, si fosse dapprima ribellata a quel gesto, e a passi veloci la conduceva lungo il viale, dove gli alberi li nascosero. XXX Sono stata una volta a Wuthering Heights, ma lei non l'ho pi veduta da che se ne andata; Joseph teneva ferma la porta con una mano, quando io andai per vederla, e non mi permise di entrare. Disse che la signora Heathcliff era occupata e che il padrone non era in casa. Zillah mi ha detto qualcosa del loro modo di vivere, altrimenti non saprei neppure chi morto e chi vivo. Giudica Catherine altera e non ha simpatia per lei: lo indovino dalla sua conversazione. Al suo arrivo, la mia padroncina le aveva chiesto di aiutarla, ma il signor Heathcliff le ha detto di badare ai suoi affari e di lasciare che la nuora pensasse a se stessa, e Zillah ha acconsentito volentieri, da quella donna egoista e di mente ristretta che . Catherine, al suo rifiuto, ha dato prova di un'infantile irritazione, l'ha ripagata con il disprezzo e cos ha fatto di Zillah una sua nemica, come se le avesse fatto un autentico torto. Ho parlato a lungo con Zillah sei settimane fa, poco prima del vostro arrivo, un giorno che ci siamo incontrate sulla brughiera; ecco che cosa mi ha detto. "La prima cosa che ha fatto la signora Heathcliff, appena arrivata a Wuthering Heights, stata di correre al piano di sopra senza nemmeno augurare la buonasera a me e a Joseph; si chiusa nella camera di Linton e rimasta l fino al mattino; allora, mentre il padrone e Earnshaw stavano facendo colazione, entrata e ha chiesto, tremando tutta, se non si potesse chiamare il dottore perch suo cugino stava molto male. ""Questo lo sappiamo!" ha risposto Heathcliff "ma la sua vita non vale un centesimo e non intendo spendere un solo centesimo per lui." ""Ma non so che cosa fare" ha detto lei. "Se nessuno mi aiuta morir!".

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""Esci da questa stanza!" ha gridato il padrone "e non parlarmi pi di Linton! Qui non importa a nessuno di lui; se a te importa, fagli da infermiera; se no, chiudilo a chiave e lascialo." "Allora lei ha cominciato a tormentare me, e io le ho detto che quel noioso ragazzo mi aveva gi seccato abbastanza; ognuno di noi aveva il proprio compito e il suo era di occuparsi di Linton. Il signor Heathcliff mi aveva ordinato di lasciar fare a lei. "Come se la cavassero quei due, non saprei. Immagino che lui si agitasse e si lamentasse notte e giorno; e lei doveva riposare ben poco, lo si vedeva dal viso pallido e dagli occhi pesti; a volte entrava in cucina, sconvolta, e sembrava volesse chiedere aiuto; ma io non intendevo disobbedire al padrone: non oso mai disobbedirgli, signora Dean; e, sebbene mi sembrasse sbagliato non chiamare Kenneth, non era affar mio consigliare o lamentarmi; e mi sono sempre rifiutata di intromettermi. "Una volta o due, quando eravamo gi andati a letto, mi capitato di aprire di nuovo la mia porta e l'ho vista che sedeva piangendo in cima alle scale; allora ho richiuso in fretta temendo di farmi commuovere e di intromettermi. Avevo piet di lei, certo; ma non volevo perdere il posto, capite! "Finalmente, una notte lei entrata decisamente in camera mia e mi ha terribilmente spaventata dicendo: ""Dite al signor Heathcliff che suo figlio sta morendo - sono certa che questa volta stia morendo. Alzatevi subito e diteglielo!". "Dopo aver pronunciato queste parole, si allontan subito. Io rimasi a letto un quarto d'ora, tremando, a ascoltare. Non si sentiva nessun rumore - la casa era silenziosa. "Deve essersi sbagliata, ho pensato. Lui si sar ripreso, inutile che li disturbi. E ho ricominciato a dormire. Ma il mio sonno stato disturbato una seconda volta da un brusco suono di campanello - il solo campanello che abbiamo, sistemato proprio per Linton; e il padrone mi ha detto di andare a vedere che cosa succedeva e di informarli che non avrebbe tollerato di nuovo un frastuono simile. "Io gli ho riferito il messaggio di Carherine. Lui ha imprecato e in pochi istanti uscito con una candela accesa andando verso la loro camera; io l'ho seguito. La signora Heathcliff era seduta accanto al letto, le mani intrecciate in grembo. Suo suocero si avvicinato al letto, ha sollevato la lampada al viso di Linton, lo ha guardato, lo ha toccato, poi si rivolto a lei. ""E adesso, Catherine, che cosa provi?" ha detto. "Lei rimaneva in silenzio. ""Che cosa provi, Catherine?" ha ripetuto lui. ""Lui salvo e io sono libera" stata la risposta. "Dovrei sentirmi felice... ma" ha continuato con un'amarezza che non riusciva a nascondere "mi avete lasciato tanto a lungo a lottare da sola con la morte che sento e vedo soltanto morte! Mi sembra di essere morta!". "E davvero lo sembrava! Allora le ho dato un po' di vino. Hareton e Joseph, che erano stati svegliati dal suono del campanello e dei nostri passi e ci avevano sentito parlare da fuori, ora entrarono. Joseph era contento, credo, della morte del ragazzo; Hareton sembrava preoccupato, sebbene perdesse il tempo a guardare Catherine pi che a pensare a Linton. Ma il padrone gli ha ordinato di tornare a letto: non ci serviva il suo aiuto. Poi ha detto a Joseph di portare il corpo nella sua camera e a me di tornare nella mia; e la signora Heathcliff rimasta sola. "La mattina dopo mi ha mandato a dirle che doveva scendere a colazione. Lei si era svestita e sembrava stesse per andare a letto; ha detto che stava male, e la cosa non mi ha stupito. Io l'ho riferito al signor Heathcliff e lui ha risposto: "Bene, lasciala tranquilla fino a dopo il funerale e ogni tanto va da lei a portarle il necessario; appena ti sembra che stia meglio dimmelo." A quanto ha detto Zillah, Cathy rimase in camera sua per due settimane, e Zillah andava da lei due volte al giorno; sarebbe stata forse pi amichevole se i suoi tentativi di gentilezza non fossero stati prontamente e orgogliosamente respinti. Heathcliff sal una volta per mostrarle il testamento di Linton. Il ragazzo aveva lasciato tutti i suoi beni mobili, e quelli che erano stati di lei, al padre. La povera creatura era stata costretta con le minacce o le lusinghe a stendere quel testamento nella settimana in cui lei era rimasta assente, quando mor lo zio. Delle terre, essendo minorenne, non poteva disporre. Tuttavia, il
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signor Heathcliff le ha rivendicate e le ha tenute per diritto della moglie, e anche suo personale -e credo che la cosa sia legale; in ogni caso, Catherine, priva di danaro e di amici, non potrebbe far nulla per impedirglielo. "Nessuno" mi ha detto Zillah "si mai avvicinato alla sua porta, se non quella sola volta, tranne me; e nessuno ha mai chiesto di lei. La prima volta che scesa stata una domenica pomeriggio. "Quando io le avevo portato il pranzo aveva esclamato di non poter pi sopportare il freddo; e io le avevo detto che il padrone stava andando a Thrushcross Grange e che io e Earnshaw non le avremmo certo impedito di scendere; cos, appena ha sentito il cavallo di Heathcliff galoppare via, venuta, vestita di nero, con i riccioli biondi ravviati dietro le orecchie, semplice come una quacchera, ma i riccioli non poteva toglierseli. "Joseph e io andiamo alla cappella la domenica." (La chiesa, sapete, non ha un sacerdote ora, spieg la signora Dean, e il luogo di culto dei metodisti o dei battisti, non so dire di quali si tratti, a Gimmerton lo chiamano cappella.) "Joseph era andato" ha continuato Zillah "ma a me era sembrato meglio restare a casa. sempre bene che i giovani siano sorvegliati da gente pi anziana, e Hareton, con tutta la sua timidezza, non un modello di buona condotta. Gli avevo detto che sua cugina si sarebbe probabilmente unita a noi, e che era abituata a veder rispettare la domenica, cos lui avrebbe fatto bene a lasciar stare i fucili e i lavori in casa mentre c'era lei. "Sentendo quelle notizie, Hareton diventato rosso e si guardato le mani e i vestiti. In un minuto sono scomparsi l'olio e la polvere da sparo. Ho capito che intendeva tenerle compagnia e ho indovinato, dalla sua condotta, che voleva essere presentabile; cos, ridendo come non oserei mai ridere quando il padrone presente, mi sono offerta di aiutarlo, se voleva, e ho scherzato sulla sua confusione. Lui si fatto cupo e ha cominciato a imprecare. "Certo, signora Dean" ha continuato, vedendo che il suo tono non mi piacevano "voi pensate che la vostra signora sia troppo bella e elegante per il signor Hareton, e forse avete ragione, ma a me, lo confesso, non dispiacerebbe abbassarle un po' la cresta. A che cosa le servono adesso tutta la sua cultura e la sua raffinatezza? povera come voi o me - anche pi povera, immagino: voi avete i vostri risparmi, e anch'io faccio il possibile." Hareton permise a Zillah di aiutarlo e lei riusc a farlo ritornare di buonumore; cos, quando Catherine arriv, quasi dimenticando le sue precedenti offese, Hareton cerc di rendersi gradevole, a quanto mi ha raccontato la governante. "La signora entrata" mi ha detto "fredda come un ghiacciolo e altera come una principessa. Io mi sono alzata e le ho offerto la poltrona in cui sedevo. No, lei ha storto il naso alla mia gentilezza. Si alzato anche Earnshaw e le ha detto di sedere sulla cassapanca, vicino al fuoco; senza dubbio doveva morire di freddo. "" pi di un mese che muoio di freddo" ha risposto lei, pronunciando quelle parole con tutto il disprezzo possibile. "E ha preso una sedia e si seduta lontano da noi due. Dopo essersi scaldata, ha cominciato a guardarsi attorno e ha visto alcuni libri nella credenza; subito si alzata, sollevandosi sulle punte per arrivare a prenderli, ma erano troppo in alto. "Suo cugino, dopo averla guardata qualche tempo, si fatto infine coraggio per aiutarla; lei tendeva il grembiule e lui ci ha messo dentro i primi che gli venivano sottomano. " stato un gran passo avanti per il ragazzo; lei non lo ha ringraziato, ma lui si sentiva ugualmente grato che avesse accettato il suo aiuto, e si arrischiato a rimanerle alle spalle mentre lei guardava i libri, e perfino a chinarsi e a indicare quello che colpiva la sua fantasia in certe vecchie illustrazioni, e non si lasciato spaventare dal modo impertinente in cui lei ha voltato via la pagina; soltanto, si allontanato un poco e guardava lei invece del libro. "Lei continuava a leggere o a cercare qualcosa da leggere. L'attenzione di Hareton, a poco a poco, cominci a concentrarsi sui folti e morbidi riccioli di lei - non poteva vederle il volto e lei non poteva vedere il suo. E, forse senza capire bene che cosa facesse, attratto come un bambino da una candela, passato infine dallo sguardo alle carezze; ha teso la mano e le ha accarezzato un

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ricciolo, con dolcezza, come fosse stato un uccellino. Tanto valeva che le avesse piantato un coltello nel collo: lei si voltata bruscamente, furiosa. ""Andate via, via immediatamente! Come osate toccarmi? E perch rimanete qui?" ha gridato con voce piena di disgusto. "Non vi sopporto! Torner subito di sopra se voi mi venite vicino." "Il signor Hareton indietreggiato, con un'aria molto sciocca; si seduto in silenzio sulla cassapanca e lei ha continuato per un'altra mezz'ora a sfogliare i libri; infine, Earnshaw ha attraversato la stanza e mi ha sussurrato: ""Perch non le chiedete di leggerci qualcosa, Zillah? Sono stanco di non far niente, e mi piacerebbe, credo che mi piacerebbe sentirla leggere! Non dite che l'ho chiesto io, ma fate come se l'idea fosse vostra." ""Il signor Hareton vorrebbe che ci leggeste qualcosa, signora" ho detto subito io. "Gli farebbe molto piacere, ve ne sarebbe molto grato." "Lei si accigliata, e, alzando lo sguardo, ha risposto: ""Il signor Hareton, e voi tutti, avrete la bont di capire che io rifiuto qualsiasi tentativo di gentilezza che voi avete l'ipocrisia di fare nei miei confronti! Vi disprezzo, e non ho niente da dirvi! Quando avrei dato la vita per avere una buona parola, o soltanto per vedere qualcuno di voi, mi siete stati tutti lontani. Ma io non intendo lamentarmi con voi! Sono venuta qui soltanto per il freddo, non per divertirvi n per godere della vostra compagnia." ""Che cosa avrei potuto fare?" cominci Earnshaw. "Come posso essere da biasimare?". ""Oh, voi siete un'eccezione" ha risposto la signora Heathcliff. "Di una persona come voi non ho mai sentito la mancanza." ""Ma io mi sono offerto pi di una volta, e ho chiesto" ha detto lui infiammandosi a tanta impertinenza "ho chiesto al signor Heathcliff di lasciare che io vegliassi per voi...". ""Non parlatemi! Preferisco uscire, andare ovunque, piuttosto che sentire questa vostra voce sgradevole!" ha detto allora Sua Eccellenza. "Hareton ha borbottato che per quanto lo riguardava poteva anche andare al diavolo e, prendendo il fucile, non ha pi rinunciato alle sue consuete occupazioni domenicali. "E parlava ora, e liberamente; e lei presto ha ritenuto opportuno tornare alla sua solitudine. Ma il gelo era ormai costante, e, con tutto il suo orgoglio, stata costretta a degnarsi di accettare sempre pi spesso la nostra compagnia. Per, io sono stata molto attenta a evitarmi nuovi sdegnosi rifiuti delle mie gentilezze. Da allora, me ne sono stata rigida come lei; e tra noi non c' nessuno che le voglia bene o abbia simpatia per lei, che non lo merita: basta che qualcuno le dica la minima parola e subito si ritira nel suo guscio senza guardare in faccia nessuno! Rimbecca perfino il padrone e quasi lo sfida a picchiarla; e pi ne soffre, pi velenosa diventa." Dapprima, sentendo il racconto di Zillah, decisi di lasciare il mio lavoro, di affittare una casetta e di chiedere a Catherine di venire a vivere con me; ma il signor Heathcliff non lo permetterebbe come non permetterebbe a Hareton di vivere in una casa sua; non riesco a vedere per il momento alcun rimedio a meno che lei non si sposi di nuovo; e questa non una cosa che possa far accadere io. Cos si concluse il racconto della signora Dean. A dispetto della diagnosi del dottore, io sto rapidamente riprendendo forza, e, sebbene si sia soltanto alla seconda settimana di gennaio, penso di montare a cavallo tra un giorno o due e di andare a Wuthering Heights per dire al mio padrone di casa che trascorrer i prossimi sei mesi a Londra; se vuole, pu cercare un altro inquilino per Thrushcross Grange dopo ottobre. Per nulla al mondo trascorrerei qui un altro inverno. XXXI Ieri era una giornata calma, gelida, luminosa. Mi sono recato, come avevo deciso, a Wuthering Heights; la mia governante mi ha pregato di portare un suo biglietto alla padroncina, e io non ho rifiutato, perch quella brava donna non si rendeva conto che si trattava di una strana richiesta.

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La porta principale era aperta, ma l'inospitale cancello era chiuso come nella mia ultima visita; bussai e invocai Earnshaw, che, venendo dalle aiuole del giardino, tolse la catena permettendomi di entrare. Quel tipo, pure rozzo com', davvero molto bello. Questa volta lo notai in modo particolare; ma, apparentemente, fa il possibile per non mettere in valore i suoi pregi. Chiesi se il signor Heathcliff fosse in casa. Rispose di no, ma che sarebbe tornato per l'ora di pranzo. Erano le undici, e io dichiarai di voler entrare e aspettarlo; a queste parole lui gett immediatamente via gli arnesi e mi accompagn, come cane da guardia, non come sostituto del padrone di casa. Entrammo insieme; Catherine era l e si rendeva utile preparando la verdura per il pranzo; sembrava pi imbronciata e meno vivace di quando l'avevo vista la prima volta. Non alz neppure lo sguardo per salutarmi, ma continu nel suo lavoro con la stessa indifferenza alle pi semplici regole della buona educazione, senza ricambiare in alcun modo il mio inchino e il mio saluto. "Non sembra affatto amabile" pensai "come sostiene la signora Dean. una bellezza, questo vero, ma non un angelo." Acidamente, Earnshaw le disse di portare le sue cose in cucina. "Portatecele voi" ribatt Catherine, spingendole lontano da s appena ebbe finito il lavoro e sedendo su uno sgabello accanto alla finestra, dove cominci a intagliare figure di uccelli e di animali dalle bucce di rapa che aveva in grembo. Io mi avvicinai, fingendo di voler guardare il giardino, e riuscii astutamente, o cos mi parve, a farle scivolare in grembo il biglietto della signora Dean senza essere veduto da Hareton, ma lei chiese a voce alta: "Che cos'?" e lo respinse. "Una lettera da parte di una vostra vecchia amica, la governante della Grange" risposi, seccato che lei avesse rivelato cos la mia buona azione, e temendo che la lettera potesse venir considerata mia. Ora, apprendendo di che cosa si trattava, lei l'avrebbe ripresa volentieri, ma Hareton la precedette; la afferr e se la mise nel panciotto, dicendo che prima avrebbe dovuto leggerla il signor Heathcliff. A questo, Catherine distolse silenziosamente il viso e, di nascosto, prese dalla tasca il fazzoletto e se lo port agli occhi; il cugino, dopo aver lottato un poco per frenare i suoi istinti migliori, prese la lettera e la gett a terra davanti a lei, con tutta la malagrazia possibile. Catherine la raccolse e la lesse con gioia; poi mi rivolse qualche domanda sugli abitanti, umani e non, della sua vecchia casa, e, guardando verso le colline, mormor a se stessa: "Come vorrei cavalcare Minny laggi! Come vorrei arrampicarmi su quelle colline! Oh, sono stanca, stanca, Hareton!" E abbandon la bella testolina contro il davanzale, con uno sbadiglio che fin in un sospiro, e piomb in una sorta di distratta tristezza, senza sapere se noi la notassimo o no, e senza curarsene. "Signora Heathcliff" dissi, dopo essere rimasto seduto qualche tempo in silenzio "voi ignorate che io vi conosco, vi conosco tanto che mi sembra in verit strano voi non veniate a parlarmi. La signora Dean non si stanca mai di parlare di voi e di lodarvi; e sar molto delusa se ritorner senza alcuna vostra notizia, se non che avete preso la sua lettera e non avete detto nulla!". Lei sembr stupirsi delle mie parole e chiese: "Ellen ha simpatia per voi?". "S, molta" risposi senza esitare. "Ditele allora" continu lei "che risponderei alla sua lettera, ma non ho nulla su cui scrivere; neppure un libro da cui strappare una pagina." "Neppure un libro!" esclamai. "Come riuscite a vivere qui senza un libro? se posso permettermi di chiederlo. Sebbene provvisto di una ricca biblioteca, spesso mi annoio molto alla Grange: privatemi dei libri, e mi vedrete perduto!" "Leggevo sempre, quando avevo i libri" ribatt Catherine "e il signor Heatcliff non legge mai; cos ha pensato bene di distruggere i miei libri. Per settimane non ne ho neanche veduto uno. Soltanto una volta, ho cercato tra i libri edificanti di Joseph, con sua profonda irritazione; e una volta, Hareton, ho trovato un tesoro nascosto nella vostra camera: libri in latino e greco, e libri di racconti e di poesie. Tutti vecchi amici: gli ultimi li avevo portati qui io, e voi li avete presi, come una gazza prende cucchiai d'argento, soltanto per il
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piacere di rubare! A voi non servono; oppure li avete nascosti per cattiveria, affinch, poich voi non potete goderne, nessun altro ne goda. stata forse la vostra invidia a suggerire al signor Heathcliff di privarmi dei miei tesori? Ma la maggior parte sono scritti nella mia mente e incisi nel mio cuore, e voi non potete privarmene!". Earnshaw si fece scarlatto quando la cugina rivel il suo segreto tesoro letterario, e, balbettando, si difese con sdegno dalle accuse di lei. "Il signor Hareton desidera arricchire il suo bagaglio culturale" intervenni io, per venirgli in soccorso. "Non invidioso, piuttosto desideroso, del vostro sapere. Tra qualche anno sar un dotto sapiente!". "E frattanto vuole che io diventi una zotica" ribatt Catherine. "S, lo sento quando cerca di compitare e di leggere da solo, e fa buffissimi errori! Vorrei che ora ripeteste Chevy Chase, come facevate ieri. Era davvero divertente! Vi ho sentito... e vi ho sentito sfogliare tutto il vocabolario per cercare le parole difficili, e poi imprecare perch non riuscivate a leggerne le spiegazioni!". Il giovane giudicava evidentemente ingiusto che prima ci si burlasse di lui per la sua ignoranza e poi perch cercava di eliminarla. Io ero della sua stessa opinione; e, ricordando quel che mi aveva narrato la signora Dean del suo primo tentativo di gettare luce nelle tenebre nelle quali era stato allevato, osservai: "Ma, signora Heathcliff, tutti noi abbiamo cominciato e tutti noi abbiamo incespicato e esitato sul passo della porta; se i nostri maestri si fossero fatti beffe di noi invece di aiutarci, continueremmo a incespicare e a esitare." "Oh" rispose Catherine "non intendo certo limitare le sue conoscenze... ma non ha il diritto di appropriarsi di quello che mi appartiene e di rendermelo ridicolo con i suoi clamorosi errori e i suoi sbagli di pronuncia! Quei libri, in prosa o in versi, mi erano sacri per altri legami, e detesto sentirli avviliti e profanati nella sua bocca! Inoltre, ha scelto tra tutte le mie poesie preferite, quelle che pi amo recitare, come se lo avesse fatto per deliberata cattiveria!". Hareton rimase un istante in silenzio, ansando pesantemente; era sotto l'influsso di un profondo senso di umiliazione e di collera che non gli era facile frenare. Io mi alzai, e con la garbata idea di liberarlo dal suo imbarazzo, andai nel vano della porta a ammirare il panorama esterno. Lui segu il mio esempio e lasci la stanza, ma subito torn portando una mezza dozzina di libri che gett in grembo a Catherine esclamando: "Prendeteveli! Non voglio pi sentir parlare di loro n leggerli n pensarci!". "Adesso non li voglio pi!" fu la risposta. "Ormai li collegher a voi e li odier per questo!". Ne apr uno che era stato palesemente sfogliato pi volte e ne lesse un brano con il tono goffo e incerto del principiante; poi rise e gett via il libro. "E ora questo!" continu in tono provocatorio, cominciando a leggere, nello stesso modo, il verso di un'antica ballata. Ma il suo amor proprio non poteva sopportare oltre quel tormento. Sentii, e non posso dire di aver interamente disapprovato, che si serviva delle mani per mettere un freno a quella lingua impertinente. La streghetta aveva fatto del suo meglio per ferire la rozza ma delicata sensibilit del cugino, e un argomento manuale era il solo che gli fosse concesso per saldare il conto e ripagare chi l'aveva fatto soffrire. Poi raccolse i libri e li scagli nel fuoco. Io lessi nel suo viso con quanta angoscia offrisse quel sacrificio al suo malumore. Immaginai che, mentre i libri bruciavano, ricordasse il piacere che gi ne aveva tratto, e il trionfo e il piacere sempre crescente che sperava di trarne.., e credetti anche di indovinare che cosa lo spingesse a quei segreti studi. Si era accontentato del suo lavoro quotidiano e dei suoi rozzi svaghi fino a quando Catherine non aveva attraversato la sua strada. La vergogna per il disprezzo di lei e la speranza di ottenerne l'approvazione erano stati i primi stimoli a pi alte ambizioni; e, invece di evitargli il primo e conquistargli la seconda, i suoi tentativi per innalzarsi avevano ottenuto il risultato contrario. "S, questo tutto il vantaggio che un bruto come voi pu ottenere dai libri!" esclam Catherine, succhiandosi il labbro ferito e guardando il rogo con occhi pieni di sdegno. "Farete meglio a chiudere il becco adesso!" rispose lui con ferocia.
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E poich la sua agitazione gli impediva di parlare ancora, and rapidamente verso l'ingresso dove io gli cedetti il passo. Ma, prima che avesse varcato la soglia, il signor Heathcliff, salendo per il sentiero, lo vide e, mettendogli una mano sulla spalla, gli chiese: "Che cosa c', ragazzo mio?". "Niente, niente!" ribatt lui e si allontan in fretta per assaporare in solitudine la sua pena e la sua rabbia. Heathcliff lo guard e sospir. "Sarebbe strano se io finissi per oppormi a me stesso!" mormor, ignaro della mia presenza alle sue spalle. "Ma quanto pi cerco il viso del padre nel suo, tanto pi vi trovo quello di lei! Come diavolo fa a somigliarle tanto? Non sopporto pi di vederlo." Chin gli occhi a terra e entr di pessimo umore. Vi era nel suo viso un'espressione inquieta, ansiosa, che non avevo mai veduto prima, e mi parve pi magro. La nuora, vedendolo attraverso la finestra, fugg subito in cucina, cos che io rimasi solo. "Sono lieto di vedere che siete uscito, signor Lockwood" mi disse in risposta ai miei saluti "in parte per motivi egoistici. Non credo che in questo deserto mi sarebbe stato facile sostituirvi. Mi sono chiesto pi di una volta che cosa vi abbia portato qui." "Uno sciocco capriccio, temo, signore" risposi "o piuttosto uno sciocco capriccio mi porter via. Partir per Londra la prossima settimana, e devo avvertirvi che non intendo affittare Thrushcross Grange oltre l'anno su cui ci siamo accordati. Credo che non vi abiter pi." "Davvero? siete gi stanco di esservi esiliato dal mondo?" ribatt. "Ma se siete venuto per chiedermi di non pagare l'affitto di una casa che non occupate, il vostro viaggio inutile: non rinuncio mai a esigere quel che mi dovuto." "Non sono venuto a chiedere nulla di simile!" esclamai con non poca irritazione. "Se lo volete, posso pagarvi ora" e trassi di tasca il portafoglio. "No, no" rispose freddamente "lascerete quanto basta per coprire il debito, se non doveste tornare... Non ho tanta fretta; sedete e pranzate con noi: un ospite che certamente non potr ripetere la sua visita viene generalmente bene accolto. Catherine! apparecchia... dove sei?". Lei ricomparve con un vassoio di coltelli e forchette. "Puoi pranzare con Joseph" borbott Heathcliff "e rimanere in cucina fino a che lui non se ne andato." Chaterine obbed in tutto - forse non era tentata di disobbedire. Abituata a vivere tra zotici e misantropi, non pu apprezzare gente di una classe migliore quando la incontra. Con il signor Heathcliff, torvo e imbronciato, da una parte, e Hareton, assolutamente muto, dall'altra, il mio pranzo non fu dei pi gai, cos che mi congedai presto. Avrei preferito uscire dal retro per vedere ancora Catherine e disturbare il vecchio Joseph, ma poich Hareton ricevette l'ordine di portare il mio cavallo, e il mio ospite in persona mi accompagn alla porta; non potei realizzare il mio desiderio. "Com' triste la vita in quella casa!" riflettei, mentre scendevo a cavallo lungo la strada. "Sarebbe stato ancora pi romantico di una favola per la signora Heathcliff se io e lei ci fossimo innamorati, come la sua buona nurse desiderava, e fossimo fuggiti insieme nell'eccitante atmosfera della citt!". XXXII 1802. - Questo settembre sono stato invitato a mettere a ferro e fuoco la brughiera di un amico, nel Nord; e, in viaggio verso la sua abitazione, mi sono inaspettatamente ritrovato a quindici miglia da Gimmerton. Lo stalliere di una stazione di posta lungo la strada portava un secchio d'acqua per rinfrescare i miei cavalli, quando un carro di avena appena falciata pass di l, e lui osserv: "Quello viene da Gimmerton! L il raccolto lo fanno sempre tre settimane dopo tutti gli altri."

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"Da Gimmerton?" ripetei; il periodo trascorso in quella localit stava gi svanendo dalla mia mente e facendosi vago come un sogno. "Ah, s, so dov'! Quanto dista da qui?". "Forse un quattordici miglia sulle colline, e la strada brutta" fu la risposta. Mi prese l'improvviso impulso di visitare Thrushcross Grange. Non era ancora mezzogiorno, e pensai che avrei potuto passare la notte sotto il mio tetto invece che alla locanda. Inoltre, potevo dedicare un giorno a sistemare le cose con il mio padrone di casa risparmiandomi cos la fatica di ritornare da quelle parti. Dopo essermi riposato qualche tempo, dissi al mio domestico di chiedere la strada per il villaggio; e, sottoponendo i cavalli a molto sforzo, riuscimmo a percorrere la distanza in circa tre ore. Lasciai il domestico al villaggio e continuai solo gi per la vallata. La chiesa grigia sembrava pi grigia e il cimitero solitario ancora pi solitario. Vidi una pecora che brucava l'erba bassa sulle tombe. Il tempo era caldo, dolce, troppo caldo per un viaggio; ma il caldo non mi imped di ammirare l'incantevole panorama sopra di me e ai miei piedi; se lo avessi visto in agosto, non dubito che mi avrebbe tentato a trascorrere un mese in quella solitudine. Nulla di pi triste in inverno, nulla di pi incantevole in estate di quelle valli chiuse dalle colline, di quelle tondeggianti, ripide distese di erica. Raggiunsi la Grange prima del tramonto e bussai alla porta; ma i domestici si erano ritirati nelle stanze sul retro - cos pensai vedendo un sottile fumo bluastro che saliva dal camino della cucina - e non mi sentirono. Allora entrai a cavallo in cortile. Una ragazzina di nove o dieci anni sedeva sotto il portico lavorando a maglia, e una vecchia, semisdraiata sui gradini, fumava pensosamente la pipa. " in casa la signora Dean?" chiesi a quella gentildonna. "La signora Dean? No!" rispose. "Non abita mica qui; abita su, a Wuthering Heights." "Siete voi allora la custode?" continuai. "S, tengo la casa." "Bene, io sono Lockwood, il padrone. Ci sono stanze dove possa alloggiare? Voglio passare qui la notte." "Il padrone!" esclam stupefatta. "E chi se lo immaginava che volevate venire? Avreste dovuto avvertirci! Non c' niente di asciutto, niente di pronto in casa, niente di niente!". Gett via la pipa e si affrett a entrare; la ragazzina la segu e entrai anch'io, vedendo subito che le sue affermazioni rispondevano a verit, e che, inoltre, le avevo fatto completamente perdere la testa con la mia inattesa e sgradita comparsa. La esortai a calmarsi: sarei uscito a passeggiare, e frattanto lei doveva cercare di preparare almeno un angolo di una camera da pranzo perch io potessi cenarvi e una camera da letto per la notte. Non era necessario che spazzasse e spolverasse, bastava accendesse un buon fuoco e preparasse lenzuola asciutte. Lei sembrava pronta a fare del suo meglio, ma cacci lo scopino nella grata del camino prendendolo per l'attizzatoio e si confuse allo stesso modo con altri strumenti del suo lavoro; io mi allontanai, confidando che riuscisse a prepararmi un luogo in cui riposare al mio ritorno. La meta della passeggiata di cui avevo parlato era Wuthering Heights; ma, dopo aver lasciato il cortile, mi colse un improvviso pensiero e ritornai sui miei passi. "Va tutto bene a Wuthering Heights?" chiesi alla donna. "S, per quanto ne so! " rispose, correndo via con una padella di braci ardenti. Avrei voluto chiedere perch la signora Dean avesse lasciato la Grange; ma, poich era impossibile interromperla in un momento per lei cos difficile, mi volsi e uscii, camminando con calma alla luce del sole che tramontava alle mie spalle e al tenue splendore della luna che mi sorgeva di fronte; uno prendeva a svanire e l'altra si faceva pi luminosa mentre io lasciavo il parco e mi arrampicavo lungo il sentiero di pietra che si biforcava e portava alla casa del signor Heathcliff.

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Prima che ne giungessi in vista, della luce del giorno era rimasto soltanto un bagliore color ambra, senza raggi, a occidente; ma sul sentiero riuscivo a distinguere ogni sasso, ogni stelo d'erba, allo splendore della luna. Non dovetti scavalcare il cancello, n bussare - il cancello si apr alla pressione della mia mano. Ecco un miglioramento, pensai. E, con l'aiuto dell'olfatto, ne osservai un altro; tra gli alberi da frutto saliva nell'aria un profumo di violacciocche e viole del pensiero. Le porte e le finestre erano aperte; tuttavia, come consueto in un distretto carbonifero, un bel fuoco luminoso era acceso nel camino; la gioia che ne trae l'occhio ne rende sopportabile l'eccessivo calore. Ma la sala di Wuthering Heights cos vasta che gli abitanti hanno tutto lo spazio a loro disposizione per allontanarsi dal fuoco; in verit, quanti vi si trovavano in quel momento si erano sistemati non lontani da una delle finestre. Potevo vederli e sentirli prima di entrare; e guardai e ascoltai, mosso da un senso di curiosit e di invidia che, pi indugiavo, pi si faceva intenso. "Con-tra-rio!" diceva una voce dolce come un campanello d'argento. " gi la terza volta, zuccone! Non intendo dirtelo ancora. Cerca di ricordartelo o ti tirer i capelli." "Contrario, va bene" rispose una voce profonda, ma tenera "e ora dammi un bacio per essere stato cos bravo." "No, prima leggi correttamente senza un solo errore." Dei due che avevano parlato, l'uomo cominci a leggere; era un uomo giovane, vestito correttamente, e sedeva a tavola con un libro davanti. Il suo bel viso risplendeva di gioia, e i suoi occhi andavano impazientemente dalla pagina alla piccola, candida mano sulla sua spalla che lo ammoniva con un energico colpo sulla guancia ogniqualvolta la sua proprietaria notava tali segni di distrazione. La proprietaria di quella mano gli stava in piedi alle spalle, i lucenti riccioli dorati che si mescolavano a tratti con i riccioli scuri di lui quando si chinava per sorvegliare i suoi studi; e il suo viso... Era una fortuna che lui non potesse vederle il viso o non sarebbe riuscito a leggere con tanta attenzione; io potevo vederlo, e mi morsi le labbra per il dispetto di aver gettato via la possibilit di non limitarmi a guardarne l'abbagliante bellezza. La lettura venne completata, non senza nuovi errori, ma l'allievo chiese la sua ricompensa e ricevette almeno cinque baci che, tuttavia, restitu con l'interesse. Poi andarono entrambi alla porta, e dalla loro conversazione compresi che intendevano uscire sulla brughiera. Mi dissi che sarei stato condannato dal cuore di Hareton Earnshaw, se non dalle sue labbra, al pi profondo degli abissi infernali se mi fossi rivelato proprio in quell'istante; e, sentendomi molto meschino e maligno, feci furtivamente il giro della casa per cercare rifugio in cucina. Anche da quel lato si poteva entrare liberamente; e alla porta sedeva la mia vecchia amica Nelly Dean, cucendo e cantando una canzone che veniva spesso interrotta dall'interno con parole aspre di disprezzo e intolleranza pronunciate con una voce ben poco musicale. "In ogni caso, preferirei sentirli imprecare dalla mattina alla sera piuttosto che ascoltare te!" diceva colui che occupava la cucina in risposta a una frase, che non avevo udito, di Nelly. "E' un'infamia che io non possa aprire il libro benedetto senza che tu incominci quei tuoi canti blasfemi, a tutte le pi empie malvagit che mai ci siano state al mondo! Oh, sei proprio una buona a niente, e quella l un'altra; e quel povero ragazzo finirete per perderlo tra voi due. Povero ragazzo!" aggiunse con un gemito " stregato" ne sono certo! Oh, Signore, giudicale tu, perch non c' legge n giustizia in quelli che ci governano!". "No, o dovremmo sedere in mezzo alle fiamme, immagino" rispose colei che cantava. "Ma zitto ora, vecchio, e leggi la tua Bibbia da buon cristiano senza badare a me. Questa Fairy Annie's Wedding, una bella musica, adatta per ballare." La signora Dean stava per ricominciare quando io mi feci avanti, e, riconoscendomi subito, balz in piedi esclamando: "Benedetto voi, signor Lockwood, come vi venuto in mente di tornare in questo modo? Thrushcross Grange chiusa: avreste dovuto avvertirci." "Ho sistemato le cose in modo da poter alloggiare l fino a quando rester" risposi. "Riparto domani. E come mai vi siete trasferita qui, signora Dean? Ditemi un po'".

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"Zillah se ne andata e il signor Heathcliff mi chiese di venire qui poco dopo la vostra partenza per Londra, e di restare fino a che non foste ritornato. Ma entrate, vi prego. Siete venuto a piedi da Gimmerton?". "Dalla Grange" risposi "e, mentre l mi preparano una stanza, vorrei concludere gli affari con il vostro padrone; non credo che avr presto un'altra possibilit di venire." "Quali affari, signore?" mi chiese Nelly, accompagnandomi in casa. "Ora fuori e non ritorner tanto presto." "Parlavo dell'affitto" spiegai. "Oh, allora dovete parlare con la signora Heathcliff, o piuttosto con me. Non ha ancora imparato a occuparsi dei suoi affari, e me ne occupo io - non c' nessun altro." Io la guardai stupito. "Ah, vedo che non avete saputo della morte di Heathcliff" prosegu lei. "Heathcliff morto!" esclamai stupefatto. "Da quanto tempo?". "Tre mesi. Ma sedete, lasciate che vi prenda il cappello e vi dir tutto. Un momento, avete mangiato qualcosa?". "Non voglio nulla: ho ordinato la cena a casa. Sedete anche voi. Non avrei mai immaginato che fosse morto. Ditemi come accaduto. Avete detto che non pensate ritorneranno presto? i giovani, intendo." "No; ogni sera devo rimproverarli perch stanno fuori troppo a lungo, ma non mi ascoltano. Prendete almeno un boccale della nostra birra: vi far bene, sembrate stanco." Si affrett a andarla a prendere prima che io potessi rifiutare; sentii Joseph chiedere "se non era una vera infamia che lei avesse dei corteggiatori alla sua et. E poi, dargli da bere sfruttando la cantina del padrone! Si vergognava a vedere una cosa simile". Lei non si ferm a ribattere, ma rientr subito, portando un boccale d'argento spumeggiante che io lodai con il dovuto entusiasmo; poi concluse per me la storia di Heathcliff. La sua morte era stata "strana", disse. Venni chiamata a Wuthering Heights due settimane dopo la vostra partenza, cominci, e accettai con gioia, per Catherine. Il mio primo incontro con lei mi addolor e mi turb, tanto era mutata dalla nostra separazione. Il signor Heathcliff non spieg perch avesse cambiato idea e mi volesse ora con loro; disse soltanto che aveva bisogno di me e che era stanco di vedere Catherine; dovevo fare del salottino il mio soggiorno e tenerla con me. Era gi troppo per lui essere costretto a vederla una o due volte al giorno. Catherine sembr soddisfatta della nuova sistemazione; io, a poco a poco, riuscii a portare di nascosto da Thrushcross Grange molti libri e altri oggetti che erano stati per lei una gioia, e finii per sperare che avremmo potuto condurre una vita accettabile. Quell'illusione non dur a lungo. Catherine, dapprima tranquilla, in breve divenne irritabile, inquieta. Le veniva proibito di uscire dal giardino, e la indispettiva essere confinata in quello spazio ristretto, con l'avanzare della primavera; inoltre, dovendo occuparmi della casa, spesso ero costretta a lasciarla e lei si lamentava della sua solitudine; preferiva litigare con Joseph in cucina piuttosto che sedere tranquilla in solitudine. Alle loro dispute non davo peso; ma anche Hareton era spesso costretto a rifugiarsi in cucina quando il padrone voleva restare solo nella sala; e sebbene, all'inizio, lei si allontanasse al suo arrivo o si unisse tranquillamente al mio lavoro evitando di notarlo o di parlargli, e sebbene egli fosse sempre cupo e silenzioso, dopo qualche tempo Catherine mut, e non volle pi lasciarlo tranquillo. Gli parlava; faceva commenti sulla sua ignoranza e la sua pigrizia; si stupiva che lui potesse tollerare la vita che era costretto a vivere: come poteva restarsene seduto tutta una sera a guardare il fuoco e a sonnecchiare? " proprio come un cane, vero, Ellen?" osserv una volta "o un cavallo da tiro. Non fa che lavorare, mangiare e dormire! Deve avere una mente orribile, completamente vuota! Vi accade mai di sognare, Hareton? E se sognate, di che cosa sognate? Ma non potete parlare con me!". E lo guard, ma lui non apriva bocca, n le restituiva lo sguardo.

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"Forse ora sta sognando" continu lei. "Ha mosso la spalla come Juno muove la sua. Chiediglielo, Ellen." "Il signor Hareton chieder al padrone di mandarvi al piano di sopra se non vi comportate bene!" ribattei. Non soltanto Hareton aveva mosso la spalla, ma aveva anche stretto la mano a pugno come fosse tentato di usarlo. "Lo so perch Hareton non parla mai quando io sono in cucina" esclam lei in un'altra occasione. "Ha paura che rida di lui. Lo sai, Ellen? una volta ha cercato di imparare a leggere; e, siccome io ne ridevo, ha bruciato i libri e ha rinunciato; non stato uno sciocco?". "E voi non siete stata cattiva?" risposi. "Rispondete a questo." "Forse" riconobbe lei "ma non pensavo che lui fosse cos sciocco. Hareton, se vi dessi un libro, lo prendereste ora? Prover!". E gli mise in mano un libro che stava leggendo; lui lo scagli via borbottando che se non la smetteva le avrebbe torto il collo. "Bene" rispose Cathy "lo metter qui, nel cassetto del tavolo, e me ne andr a dormire." Poi mi sussurr di guardare se lui lo prendeva, e si allontan. Ma Hareton non si avvicin al libro, e fu quanto io le dissi il mattino dopo, deludendola molto. Compresi che si doleva per il continuo malumore e l'indolenza di lui - le rimordeva la coscienza per averlo spinto a rinunciare al tentativo di migliorarsi. Ci era riuscita con molta efficacia. Ma la sua immaginazione cominci a lavorare per rimediare al male che gli aveva fatto; mentre io stiravo o mi dedicavo a altri lavori che non avrei potuto svolgere nel salottino, lei portava qualche bel libro e me lo leggeva a alta voce. Se Hareton era presente, di consueto si interrompeva in un punto particolarmente interessante e lasciava in giro il libro aperto. Fece cos pi di una volta; ma Hareton era ostinato come un mulo, e, invece di abboccare all'amo, quando il tempo era piovoso prese l'abitudine di fumare insieme a Joseph, e sedevano come due automi, ognuno a un lato del camino, il pi anziano fortunatamente troppo sordo per udire quelle empie sciocchezze, come le avrebbe definite; il pi giovane facendo del suo meglio per fingere di non curarsene. Quando le serate erano belle Hareton andava invece a caccia e Catherine sbadigliava e sospirava e mi tormentava perch le parlassi e poi correva in cortile o nel giardino appena io cominciavo a farlo; infine, come ultima risorsa, scoppiava a piangere dicendo che era stanca di vivere, che la sua vita era inutile. Il signor Heathcliff, che si faceva sempre pi misantropo, aveva quasi bandito Earnshaw dalle sue stanze; e in seguito a un incidente, accaduto all'inizio di marzo, quest'ultimo divenne per qualche tempo una presenza fissa in cucina. Gli era esploso il fucile mentre era sulle colline da solo; una scheggia gli fer il braccio e lui perse molto sangue prima di poter arrivare a casa. Come conseguenza, si vide condannato alla tranquillit del camino fino a una completa guarigione. Catherine sembrava felice di averlo l; quanto meno, la sua presenza le faceva odiare pi del consueto le stanze al piano di sopra, e mi costringeva a trovare del lavoro da fare al pianterreno per potermi accompagnare. Il luned di Pasqua Joseph port del bestiame alla fiera di Gimmerton; nel pomeriggio io ero in cucina, occupata a preparare la biancheria. Earnshaw sedeva, tetro come di consueto, a un angolo del camino, e la mia padroncina cercava di trascorrere un'ora vuota tracciando disegni sui vetri delle finestre, mettendosi improvvisamente a cantare sottovoce, sussurrando esclamazioni e rivolgendo rapide occhiate di fastidio e impazienza verso il cugino, che tenacemente fumava e guardava la grata del camino. Quando le dissi che non potevo continuare a lavorare se lei mi toglieva la luce, si allontan avvicinandosi al camino. Io non facevo molta attenzione ai suoi gesti, ma subito le sentii dire: "Ho scoperto, Hareton, che voglio... che sono felice... che mi farebbe piacere che voi foste mio cugino, ora, se non foste diventato cos rabbioso con me e cos rude." Hareton non rispose. "Hareton, Hareton, Hareton, mi ascoltate?" continu. "Toglietevi dai piedi!" grugn lui, con irrimediabile asprezza.

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"Voglio prendervi la pipa" riprese lei, tendendo cautamente la mano e togliendogliela dalla bocca. Prima che lui potesse cercare di riprenderla, la pipa, spezzata, veniva gettata nel camino. Hareton imprec e ne prese un'altra. "No" esclam lei "prima dovete ascoltarmi; e non posso parlare con quegli anelli di fumo che mi volano davanti al viso." "Volete andarvene al diavolo" esclam ferocemente lui "e lasciarmi in pace?". "No" insistette Catherine "no davvero. Non so che cosa posso fare per indurvi a parlarmi, e voi siete deciso a non capire. Quando vi chiamo sciocco, non do nessun peso alla parola, non intendo certo dire che vi disprezzo. Via, dovrete pure accorgervi di me, Hareton: siete mio cugino e dovete riconoscermi." "Non voglio avere niente a che fare con voi, con il vostro sporco orgoglio e i vostri maledetti trucchi per prendermi in giro!" ribatt lui. "Preferisco andare al diavolo, corpo e anima, prima di perdermi di nuovo dietro a voi! e ora via, levatevi dai piedi, non un minuto di pi!". Catherine si accigli e batt in ritirata nel sedile della finestra, mordicchiandosi il labbro e mormorando a mezza voce una strana canzone per nascondere il desiderio di piangere. "Dovreste essere amici voi e vostra cugina, signor Hareton" intervenni "dal momento che lei si pente della sua impertinenza! Vi gioverebbe molto, farebbe di voi un altro uomo esserle amico." "Amico?" grid lui. "Se lei mi odia e non mi ritiene degno di pulirle le scarpe! No, neanche se servisse a farmi diventare un re, non intendo di nuovo essere disprezzato per aver cercato la sua benevolenza." "Non sono io a odiarvi, siete voi che odiate me!" scoppi a piangere Cathy senza darsi pi la pena di nascondere il suo turbamento. "Mi odiate quanto mi odia il signor Heathcliff, forse di pi." "Maledetta bugiarda" cominci Earnshaw. "E allora perch l'avrei fatto arrabbiare un centinaio di volte perch prendevo le vostre parti, e questo quando voi ridevate di me e mi disprezzavate e...? Continuate a farmi disperare e io andr gi e dir che mi avete indispettito tanto da costringermi a lasciare la cucina!". "Non sapevo che voi prendeste le mie parti" lei rispose asciugandosi gli occhi "e ero molto triste e nutrivo rancore per tutti; ma ora vi ringrazio e vi chiedo di perdonarmi; che altro posso fare?". Ritorn a farsi presso il camino e con grande franchezza gli tese la mano. Lui si incup, si accigli come una nuvola temporalesca e tenne risolutamente chiusa la mano, lo sguardo fisso a terra. D'istinto, Catherine dovette indovinare che l'ostinazione, non l'antipatia per lei, era la causa di quella condotta; dopo essere rimasta incerta per un istante, si chin e lo baci con dolcezza sulla guancia. Quella canaglietta pensava che io non l'avessi vista e, ritraendosi, torn a mettersi davanti alla finestra, con un'aria perfettamente virtuosa. Io scossi la testa in un gesto di riprovazione; allora lei arross e sussurr: "Ma che cosa avrei dovuto fare, Ellen? Non voleva darmi la mano e non voleva guardarmi. Devo dimostrargli in qualche modo che gli voglio bene, che voglio essergli amica." Non so se quel bacio convincesse Hareton; per alcuni minuti si preoccup molto di nasconderci il viso; quando infine si decise a alzarlo, non sapeva dove guardare. Catherine era occupatissima a avvolgere in carta bianca un bel libro; dopo averlo legato con un nastro e averci scritto sopra l'indirizzo "per il signor Hareton Earnshaw", mi chiese di farle da ambasciatrice e di portare il dono al destinatario. "E digli, se lo prender, che io gli insegner a leggere" aggiunse. "Se invece rifiuta, me ne andr in camera mia e non lo stuzzicher pi." Io portai il libro e ripetei il messaggio, ansiosamente osservata dalla mia padroncina. Hareton non apr la mano, cos io gli misi il libro sulle ginocchia. Lui non lo respinse. Io tornai al lavoro: Catherine abbandon il capo e le braccia sul tavolo fino a quando non sent il frusciare leggero della carta che veniva tolta; allora si allontan piano e quietamente sedette accanto al cugino.

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Lui tremava, e il viso gli si era tutto illuminato; svanita ogni traccia di durezza, di aspra tetraggine; dapprima non trov il coraggio di parlare, per rispondere allo sguardo interrogativo di lei, alla sua preghiera sussurrata: "Dite che mi perdonate, ditelo, Hareton! Potete farmi tanto felice con una piccola parola." Lui borbott qualcosa che non udii. "E mi sarete amico?" chiese Catherine. "No! vi vergognereste di me ogni giorno della vostra vita; e vi vergognereste sempre di pi, conoscendomi meglio, e questo io non posso sopportarlo." "Allora non volete essermi amico?" lei disse sorridendo, un sorriso dolce come il miele, e avvicinandoglisi furtivamente. Non sentii pi nessuna conversazione chiara; ma, volgendomi, vidi chini sulla pagina del libro due visi tanto radiosi da non farmi dubitare che il trattato era stato firmato da entrambe le parti e che i nemici erano ormai alleati. Il libro che studiavano era pieno di costose illustrazioni; e le illustrazioni e la posizione in cui loro si trovavano avevano fascino bastante perch non si muovessero fino al ritorno di Joseph. Lui, pover'uomo, rimase assolutamente sconvolto alla vista di Catherine che sedeva sulla stessa panca insieme a Hareton Earnshaw e gli teneva una mano sulla spalla, sconvolto e profondamente turbato all'idea che il suo prediletto sopportasse con tanta pazienza la vicinanza di lei. La cosa lo colp troppo profondamente per consentirgli, quella sera, di fare osservazioni sull'argomento. Espresse la sua emozione soltanto con un lunghissimo sospiro, mentre solennemente apriva sul tavolo la grande Bibbia e la copriva con banconote spiegazzate che aveva preso di tasca, il risultato degli affari di quel giorno. Infine chiam Hareton. "Porta queste al padrone, ragazzo" gli disse "e resta l; io me ne salgo nella mia camera. Questa stanza non pi adatta a noi n conveniente: dobbiamo andarcene e cercarcene un'altra!". "Venite, Catherine" dissi "dobbiamo andarcene anche noi; io ho finito di stirare; siete pronta?". "Non sono ancora le otto!" rispose alzandosi di malavoglia. "Hareton, lascio questo libro sulla mensola del camino e domani ve ne porter altri." "I libri che lasciate qui, li porter nella sala" le disse Joseph "e sar tanto se li ritrovate: perci, fate come vi pare!" Cathy lo minacci a sua volta di far pagare ai libri di lui per quelli che lei avrebbe perso; e, sorridendo mentre passava davanti a Hareton, sal in camera sua cantando, pi serena, credo di poter dire, di quanto fosse mai stata sotto quel tetto; salvo, forse, durante le sue prime visite a Linton. L'intimit cos iniziata crebbe rapidamente, sebbene incontrasse temporanee interruzioni. Non si poteva civilizzare Earnshaw con un colpo di bacchetta magica, e la mia padroncina non era n un filosofo, n un paragone di pazienza; ma poich le loro menti si indirizzavano a uno stesso scopo - una amando e volendo dare stima, l'altra amando e volendo riceverla - riuscirono, infine, a raggiungere quel comune obiettivo. Vedete, signor Lockwood, non era difficile conquistare il cuore della signora Heathcliff; ma ora sono felice che voi non abbiate provato: la loro unione coroner tutti i miei desideri; non invidier nessuno il giorno delle loro nozze - non ci sar in tutta l'Inghilterra una donna pi felice di me! XXXIII All'indomani di quel luned di Pasqua, poich Earnshaw, non ancora in grado di dedicarsi alle sue consuete occupazioni, rimaneva in casa, io compresi subito che non mi sarebbe stato possibile tenere accanto a me Catherine come avevo fatto sino ad allora. Lei scese prima di me e usc in giardino, dove aveva veduto il cugino eseguire alcuni semplici lavori; e quando li chiamai perch entrassero a fare colazione, vidi che Catherine lo aveva convinto a liberare un vasto tratto di terreno dai cespugli di uvaspina e di ribes, e che entrambi stavano progettando di portare piante dalla Grange.

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Vedere quale devastazione fosse stata compiuta in una breve mezz'ora mi atterr; i ribes erano la pupilla degli occhi di Joseph, e Catherine aveva deciso di collocare un'aiuola proprio in mezzo ai ribes. "Ecco! La cosa verr subito mostrata al padrone" esclamai "non appena verr scoperta. E quale scusa potrete fornirgli per esservi presi tanta libert con il giardino? Ci sar una bella esplosione per questo, vedrete se non ci sar! Signor Hareton, mi stupisce che abbiate avuto tanto poco buon senso da fare tutta quella confusione soltanto perch ve lo chiedeva lei!" "Avevo dimenticato che erano di Joseph" rispose Earnshaw molto perplesso "ma gli dir che sono stato io." Prendevamo sempre i pasti con il signor Heathcliff. Io fungevo da padrona di casa nel preparare il t e tagliare la carne; ero dunque indispensabile a tavola. Catherine sedeva di consueto accanto a me, ma oggi and furtivamente pi vicina a Hareton, e io compresi subito che nella sua amicizia non sarebbe stata pi discreta di quanto era stata nella sua ostilit. "Badate bene a non parlare troppo con vostro cugino, a non occuparvi troppo di lui" le sussurrai mentre entravamo nella stanza. "Infastidirebbe certamente il signor Heathcliff, che si infurierebbe con entrambi." "No, non lo far" fu la risposta. Un minuto dopo gli era scivolata vicino e metteva delle primule nella sua scodella di porridge. In quella stanza, lui non osava parlarle, a malapena osava guardarla, e tuttavia lei continu a stuzzicarlo al punto che per due volte lui fu sul punto di ridere; io la guardai accigliata e lei allora guard di sottecchi il padrone, la cui mente era occupata da argomenti ben diversi dalla compagnia che lo circondava, come rivelava il suo aspetto, cos che per un istante lei si fece seria, fissandolo con profonda gravit. Poi si volse e ricominci con le sue sciocchezze; infine Hareton diede in una risata repressa. Il signor Heathcliff sussult, e subito volse lo sguardo a tutti noi. Catherine incontr i suoi occhi con il suo consueto sguardo inquieto, e tuttavia di sfida, lo sguardo che lui detestava. " un bene che tu non mi sia vicina" esclam Heathcliff. "Che diavolo ti prende a restituirmi sempre lo sguardo con quegli occhi infernali? Non alzare gli occhi! e non fare che io debba ricordarmi ancora della tua esistenza. Credevo di averti guarito dalla smania di ridere!". "Sono stato io" borbott Hareton. "Che cosa hai detto?" chiese il padrone. Hareton guard nel piatto e non ripet la confessione. Il signor Heathcliff lo fiss per un istante, quindi riprese in silenzio a mangiare e a abbandonarsi alle sue riflessioni interrotte. Avevamo quasi finito e i due giovani, prudentemente, si separarono, sicch io pensai che per quella volta non ci sarebbero stati nuovi problemi; quando sulla porta apparve Joseph, le cui labbra tremanti e gli occhi furiosi rivelavano che l'offesa inflitta ai suoi adorati cespugli era stata scoperta. Doveva aver veduto Cathy e il cugino sul luogo del delitto prima ancora di averlo esaminato. Infatti, mentre muoveva le mascelle come quelle di una mucca che rumina, cos che il suo discorso non era di facile comprensione, cominci: "Devo chiedervi di pagarmi il mio salario e poi andarmene! Avevo pensato di morire dove avevo servito per sessant'anni; e avevo pensato di portarmi tutti i miei libri nella soffitta, e tutta l'altra mia roba, per lasciare a loro la cucina; e questo soltanto, per amore di pace. Era duro lasciare il mio focolare, ma questo mi pareva di poterlo fare! Ma adesso lei mi ha tolto anche il giardino, e questo, padrone, non posso sopportarlo! Voi potrete piegare il collo al giogo se vi piace di farlo. Io non sono abituato e un vecchio non si abitua facilmente a nuovi pesi. Preferirei guadagnarmi un boccone di pane e una minestra lavorando di piccone sulla strada!". "Via, via, idiota!" lo interruppe Heathcliff "taglia corto! Di che cosa ti lamenti? Non intendo intromettermi in liti fra te e Nelly. Per quel che mi importa, pu anche buttarti nella carbonaia." "Non si tratta di Nelly!" rispose Joseph. "Non ci baderei se fosse Nelly, per quanto perfida e buona a nulla sia. Non certo lei che pu rubare l'anima di qualcuno. Non mai stata tanto bella che non la si potesse guardare tranquillamente. Ma quella sfrontata, quella peccatrice che ha stregato il
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nostro ragazzo con quei suoi occhi sfacciati, e quei modi svergognati. Lo ha stregato al punto che... No, quasi mi si spezza il cuore. Ha dimenticato tutto quello che ho fatto per lui, quello che ho fatto di lui, e mi ha sradicato tutta una fila delle pi belle piante di ribes del giardino!" e qui scoppi quasi a piangere, profondamente scosso dalle offese ricevute e dall'ingratitudine di Earnshaw e dalla pericolosa situazione in cui si era cacciato. " ubriaco quell'idiota?" chiese il signor Heathcliff. "Hareton, con te che ce l'ha?". "Ho sradicato due o tre cespugli" rispose il giovane "ma adesso li rimetter a posto." "E perch li hai sradicati?". Catherine, saggiamente, intervenne. "Pensavamo di piantare alcuni fiori" esclam. "Io soltanto sono da biasimare, perch gli ho chiesto di farlo." "E chi diavolo ti ha autorizzato a toccare anche soltanto un pezzo di legno in giardino?" chiese il suocero, profondamente stupito. "E a te chi ha ordinato di obbedirle?" aggiunse, rivolgendosi a Hareton. Quest'ultimo rimase in silenzio; fu sua cugina a rispondere: "Non dovreste prendervela per pochi metri di terreno che io voglio abbellire, quando la mia terra me l'avete presa tutta!" "La tua terra, sgualdrinella? non hai mai avuto una terra!". "E il mio danaro" continu lei restituendogli uno sguardo altrettanto infuriato e continuando a mangiare un pezzo di pane, quello che restava della sua colazione. "Silenzio!" esclam lui. "Finiscila e vattene." "E la terra di Hareton, e il danaro di Hareton" prosegu audacemente lei. "Hareton e io siamo amici adesso: e io gli dir tutto di voi!". Per un momento il padrone sembr attonito: si fece pallido e si alz, continuando a guardarla con un'espressione di odio mortale. "Se mi colpite, Hareton vi colpir!" gli disse lei "sicch fareste bene a sedervi." "Se Hareton non ti butta immediatamente fuori di qui, lo picchier a morte" tuon Heathcliff. "Dannata strega! osi forse cercare di sollevarmelo contro? Portala via! Mi hai sentito? Buttala in cucina! La uccider, Ellen Dean, se me la fai venire ancora davanti!". Hareton, a voce bassa, cerc di convincerla a andarsene. "Trascinala via!" grid selvaggiamente Heathcliff. "Vuoi restartene qui a parlarle?" e si avvicin per mettere in atto egli stesso i suoi ordini. "Non vi obbedir pi, mai pi: siete un uomo crudele" disse Catherine "e presto vi odier quanto vi odio io!". "Zitta, zitta!" borbott il giovane in tono di rimprovero. "Non tollero che gli parliate in questo modo. Basta!" "Ma non gli permetterete di colpirmi?" grid lei. "Venite dunque!" Hareton le sussurr con gravit. Era troppo tardi - Heathcliff l'aveva afferrata. "Adesso vattene tu!" disse a Earnshaw. "Maledetta strega! questa volta mi ha provocato in modo insopportabile, e la far pentire per sempre!". Le afferr con una mano i capelli; Hareton cerc di liberarla, supplicandolo di non farle del male quella volta. Gli occhi neri di lui lampeggiavano, sembrava pronto a fare a pezzi Catherine, e io mi ero gi fatta coraggio al punto di arrischiarmi a correre in suo aiuto, quando, di colpo, la stretta di lui si allent, pass dalla testa al braccio, mentre lui la guardava intensamente. Poi si pass la mano sugli occhi, rimase fermo un momento, a quel che sembrava, per controllarsi, e, rivolgendosi a Catherine, disse con deliberata calma: "Devi imparare a evitare di farmi andare in collera, o un giorno o l'altro ti uccider davvero! Vai con la signora Dean, rimani con lei, e riserva a lei la tua insolenza. Quanto a Hareton Earnshaw, se lo vedo che ti d ascolto, lo mando a guadagnarsi il pane dove gli riesce di trovarlo! Il tuo amore ne far un reietto, un pezzente. Nelly, prendila con te, e lasciatemi, lasciatemi tutti! Lasciatemi!". Io condussi via la mia padroncina, che era troppo felice di averla scampata per resistermi; l'altro segu, e il signor Heathcliff rimase solo fino all'ora di cena.

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Avevo consigliato a Catherine di cenare in camera sua; ma appena lui vide la sua sedia vuota, mi mand a chiamarla. Non parl a nessuno di noi, mangi pochissimo e usc subito, avvertendoci che non sarebbe tornato prima di sera. Durante la sua assenza, i due recenti amici si stabilirono nella sala dove sentii Hareton interrompere severamente la cugina, quando lei si offr di rivelargli la condotta di suo suocero nei confronti del padre di lui. Hareton disse che non avrebbe tollerato una sola parola pronunciata contro di lui; poteva essere il diavolo in persona: per lui non aveva importanza, ne avrebbe preso sempre le difese; preferiva che lei offendesse lui stesso, Hareton, come era solita fare un tempo, piuttosto che il signor Heathcliff. Catherine cominciava a essere in collera, ma lui riusc a farla tacere chiedendole se a lei sarebbe piaciuto che lui parlasse male di suo padre. Lei comprese allora che Earnshaw si prendeva a cuore la reputazione del padrone come fosse la sua e che era unito da legami pi forti di quelli che la ragione pu spezzare - legami forgiati dalla consuetudine, che sarebbe crudele voler infrangere. Dimostr di avere buon cuore, poich da allora in poi evit di lamentarsi o di pronunciare parole di antipatia contro Heathcliff; e mi confess quanto le dispiacesse aver cercato di mettere male tra lui e Hareton; in verit, credo che da allora non abbia mai pi pronunciato, quando Hareton poteva udirla, una sola parola contro il suo oppressore. Appena quel lieve dissapore tra loro cess, ritornarono a essere amici e a impegnarsi pi che mai nei molteplici compiti di allievo e insegnante. Terminato il mio lavoro, io mi sedetti insieme a loro, e guardarli mi rasserenava e mi confortava tanto che non mi accorgevo del passare del tempo. Sapete, in qualche modo mi sembravano entrambi miei figli; ero stata a lungo orgogliosa dell'una, e ora ero certa che anche l'altro sarebbe stato fonte di eguale soddisfazione. La sua natura onesta, generosa, intelligente si liber presto dalle nuvole dell'ignoranza e dell'avvilimento in cui era stato allevato; e le sincere lodi di Catherine lo spronavano a migliorare sempre. La sua mente, aprendosi alla luce, gli illuminava anche il volto e aggiungeva fierezza e nobilt al suo aspetto. Mi sembrava impossibile riconoscere in lui lo stesso individuo che avevo visto il giorno in cui avevo scoperto la mia padroncina a Wuthering Heights dopo la sua gita alla Rupe di Penistone. Mentre io guardavo e loro lavoravano, si avvicinava il crepuscolo, e al crepuscolo torn il padrone. Giunse tra noi inaspettatamente, entrando dalla porta principale, e pot cos vederci tutti e tre, prima che noi alzassimo la testa per guardarlo. "Bene" dissi tra me "non si mai vista una scena pi piacevole o pi innocua; e sarebbe un'insopportabile vergogna rimproverarli." La luce del camino risplendeva di un rosso ardente sulle loro belle teste e rivelava il loro volto, animato dal vivo interesse dei bambini; infatti, sebbene egli avesse ventitr anni e lei diciotto, entrambi avevano tante cose nuove da provare e da imparare, che n l'uno n l'altra nutriva o palesava i sentimenti della sobria e disincantata maturit. Alzarono lo sguardo insieme... e incontrarono quello del signor Heathcliff forse voi non avete notato che i loro occhi sono assolutamente eguali, e sono gli occhi di Catherine Earnshaw. La nostra Catherine non ha altra somiglianza con la madre, a parte l'ampiezza della fronte e una certa linea arcuata delle narici che, lo voglia o no, le d un'aria altezzosa. La somiglianza di Hareton pi profonda; sempre singolare, e in quel momento colpiva in modo particolare poich tutto in lui era vivo e le sue facolt mentali erano state ridestate a un'inconsueta attivit. Credo fosse questa somiglianza a disarmare il signor Heathcliff: palesemente turbato, si avvicin al focolare, ma il suo turbamento si calm subito mentre egli guardava il ragazzo; o dovrei piuttosto dire, mut natura, poich rimase presente. Heathcliff prese il libro che l'altro aveva in mano e guard alla pagina a cui era aperto, poi lo restitu senza parlare, facendo soltanto segno a Catherine di allontanarsi. Il suo compagno rimase molto poco tempo dopo di lei, e anch'io stavo per allontanarmi, ma il signor Heathcliff mi disse di restare. "Una conclusione molto deludente, vero?" osserv dopo aver riflettuto qualche tempo alla scena di cui era stato testimone. "Una fine assurda per tutti i miei
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violenti sforzi. Mi armo di sbarre e picconi per demolire le due case, mi alleno a affrontare le fatiche di Ercole, e quando tutto pronto, tutto in mio potere, scopro che svanita in me la volont di sollevare una sola tegola da entrambi i tetti! I miei vecchi nemici non mi hanno sconfitto - ora sarebbe giunto il tempo di vendicarmi sui loro rappresentanti. Potrei farlo, nessuno potrebbe impedirmelo; ma a che scopo? Ormai non desidero pi colpire - non voglio darmi la pena di alzare una mano! Sembra quasi che io mi sia affannato tutto questo tempo soltanto per dar prova di questa bella magnanimit. Le cose non stanno affatto cos. Ho perso la capacit di godere della loro distruzione, e sono troppo pigro per distruggere per nulla. "Nelly, si sta avvicinando uno strano mutamento; gi ne avverto l'ombra. Ho cos poco interesse per la mia vita di tutti i giorni che a fatica ricordo di bere e mangiare. I due che hanno lasciato ora questa stanza sono i soli oggetti che conservino ai miei occhi un chiaro aspetto concreto; e questo aspetto mi causa una sofferenza lacerante. Di lei non intendo parlare e a lei non voglio pensare; ma vorrei appassionatamente che fosse invisibile: la sua presenza mi suscita soltanto sensazioni esasperanti. Lui mi ispira sentimenti molto diversi; tuttavia, se potessi farlo senza sembrarne pazzo, preferirei non vederlo mai pi! Tu forse mi giudicheresti prossimo a diventare pazzo" aggiunse, studiandosi di sorridere "se io cercassi di descriverti le mille forme di legami passati e di passate idee che egli risveglia o incarna. Ma so che non parlerai di quello che io ti dico, e la mia mente cos costantemente chiusa in se stessa che una tentazione rivelarla infine a qualcun altro. "Cinque minuti fa Hareton mi parso non un individuo ma la personificazione della mia giovinezza. Provavo nei suoi confronti sensazioni tanto diverse che non mi sarei potuto rivolgere a lui in modo razionale. "Innanzi tutto, la sua stupefacente somiglianza con Catherine lo collegava in modo terribile a lei. Tuttavia, questo, che tu potresti giudicare l'elemento pi adatto a catturare la mia immaginazione, quello che pu farlo meno: che cosa per me non si collega a lei? che cosa non la ricorda? Non posso guardare il pavimento di questa stanza senza veder delineati sulla pietra i suoi lineamenti! in ogni nuvola, in ogni albero, nell'aria della notte, nell'aspetto di ogni oggetto durante il giorno, sono circondato dalla sua immagine! I volti pi consueti, il mio stesso aspetto si fanno beffe di me parendomi simili al suo. Il mondo intero per me una terribile raccolta di ricordi, ricordi della sua esistenza, che io ho perduta! "Bene, l'aspetto di Hareton era lo spettro del mio amore immortale, dei miei folli tentativi per rivendicare i miei diritti, del mio avvilimento, il mio orgoglio, la mia felicit, la mia angoscia... "Ma follia ripetere a te questi pensieri; soltanto, servir a farti comprendere perch, pur con la mia riluttanza a essere sempre solo, la sua compagnia non pu giovarmi, ma al contrario non fa che aggravare il costante tormento di cui soffro... e contribuisce in parte a rendermi indifferente a quel che accade tra lui e sua cugina. Ormai, non posso occuparmi di loro, non pi." "Ma che cosa intendete parlando di un cambiamento, signor Heathcliff?" dissi, spaventata dal suo modo di parlare, sebbene egli non corresse il rischio di perdere n la ragione n la vita; a mio parere, era molto forte e godeva di ottima salute; e quanto alla sua ragione, sin dall'infanzia era stato un piacere per lui soffermarsi su pensieri cupi e coltivare strane fantasie; forse soffriva di una sorta di monomania per quanto riguardava il suo idolo ormai morto, ma sotto tutti gli altri aspetti la sua mente non era meno salda della mia. "Non potr saperlo" mi rispose "fino a quando non giunger. Ora lo avverto soltanto in parte." "Non vi sentite una malattia, vero?" chiesi. "No, Nelly, non mi sento una malattia." "Allora non avete paura della morte?" proseguii. "Paura? No!" rispose. "Non ho paura della morte, non ne ho il presentimento, non ne ho la speranza. Perch dovrei? Con la mia costituzione forte e la mia sobriet, dedito a occupazioni che non presentano alcun pericolo, dovrei rimanere su questa terra finch non avr pi un solo capello nero in testa, e probabilmente cos accadr. Tuttavia, non posso continuare in questa situazione! Devo ricordarmi di respirare... devo quasi ricordare al mio cuore di battere! come se dovessi piegare un ramo rigido... i gesti li compio soltanto perch
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costretto, non perch spinto dal pensiero; e soltanto perch costretto avverto qualsiasi cosa, viva o morta, non sia associata a una sola idea universale... Ho un unico desiderio, e tutto il mio essere e tutte le mie facolt aspirano a raggiungerlo. Da tanto tempo aspirano a raggiungerlo e con tanta costanza, da convincermi che infine lo raggiunger - e presto - perch mi ha divorato l'esistenza. come se venissi inghiottito nell'attesa di raggiungere infine il mio scopo. Questa mia confessione non mi ha sollevato - ma potr spiegare alcuni aspetti del mio umore altrimenti inspiegabili. E' una lunga, lunga battaglia! vorrei fosse finita!". Cominci a percorrere la stanza, mormorando a se stesso cose terribili finch cominciai a credere, come, a suo avviso, credeva Joseph, che la coscienza avesse fatto del suo cuore un inferno. Mi chiedevo come tutto questo sarebbe finito. Sebbene prima non avesse quasi mai rivelato i suoi pensieri e la sua condizione, fosse pure soltanto attraverso lo sguardo, non avevo dubbi che questo fosse il suo umore consueto; lui lo affermava, ma nessuno, dalla sua condotta, avrebbe potuto comprenderlo. Voi non lo avete compreso, quando lo avete visto, signor Lockwood, e nel periodo di cui vi sto parlando era esattamente lo stesso, soltanto ancora pi amante di una costante solitudine e forse, quando era in compagnia, ancora pi silenzioso. XXXIV Per alcuni giorni dopo quella sera il signor Heathcliff evit di incontrarci ai pasti; tuttavia, non accettava di escluderne formalmente Hareton e Cathy. Detestava cedere cos completamente ai suoi sentimenti, preferendo piuttosto assentarsi lui stesso; mangiare una sola volta in ventiquattro ore sembrava fosse per lui sufficiente. Una notte - tutti erano gi a letto - lo sentii scendere al pianterreno e uscire dalla porta principale: non lo sentii rientrare, e il mattino seguente scoprii presto che era ancora via. Eravamo in aprile, il tempo era dolce e tiepido, l'erba verde quanto pu esserlo l'erba bagnata dalle piogge primaverili e riscaldata dal sole, e i due meli nani verso il muro meridionale erano in piena fioritura. Dopo colazione, Catherine volle che io portassi una sedia e mi sedessi a lavorare tra gli abeti in fondo alla casa; e convinse con le sue moine Hareton, che si era ripreso dall'incidente, a scavare e sistemare il giardinetto che era stato confinato in quell'angolo per i lamenti di Joseph. Stavo piacevolmente godendo il profumo primaverile che mi circondava e il dolce azzurro del cielo, quando la mia padroncina, che era corsa al cancello per prendere alcune radici di primule da piantare nella sua aiuola, ritorn avendone prese assai poche e ci disse che il signor Heathcliff stava rientrando. "E mi ha parlato" aggiunse con uno sguardo perplesso. "Che cosa ha detto?" chiese Hareton. "Di andarmene, e di andarmene in fretta. Ma aveva un aspetto cos diverso dal consueto che mi sono fermata un istante a guardarlo." "Come, diverso?". "Aveva uno sguardo quasi luminoso e gaio - no, non quasi - uno sguardo molto eccitato, e pieno di vita, e felice!" rispose Chaterine. "Evidentemente, passeggiare di notte lo diverte" osservai fingendo indifferenza; in realt, sorpresa non meno di lei; e, ansiosa di controllare la verit delle sue parole poich vedere il padrone con un aspetto allegro non era certo uno spettacolo consueto, trovai una scusa per entrare. Heathcliff era davanti alla porta aperta; era pallido e tremava; tuttavia, senza dubbio, vi era nei suoi occhi uno strano sguardo acceso e pieno di gioia che gli mutava l'intera fisionomia. "Volete qualcosa per colazione?" gli dissi. "Dovete avere fame dopo aver camminato tutta la notte!". Volevo scoprire dove fosse stato, ma preferivo non chiederglielo apertamente. "No, non ho fame" rispose distogliendo il volto e parlando in tono sprezzante, come immaginasse che io stavo cercando di indovinare la causa del suo buon umore. Mi sentivo perplessa; mi chiedevo se non si trattasse di una buona occasione per dirgli qualche parola di ammonimento e di consiglio.
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"Non credo sia giusto uscirsene di notte" osservai "invece di restare a letto; quanto meno, in questa stagione umida, non saggio. Rischiate di prendere un brutto raffreddore o la febbre; anche adesso avete qualcosa che non va!". "Nulla che non possa sopportare" fu la risposta "e con il massimo piacere, purch tu mi lasci in pace: entra e non infastidirmi." Io obbedii, e, passandogli accanto, vidi che respirava con un respiro accelerato come quello di un gatto. "Gi!" mi dissi "senza dubbio finir per ammalarsi. Non riesco a capire che cosa abbia fatto!". A mezzogiorno, sedette a pranzo con noi e si lasci servire da me un piatto pieno di cibo come intendesse rimediare ai precedenti digiuni. "Non ho raffreddore e non ho la febbre, Nelly" osserv, alludendo alla nostra conversazione di quella mattina. "E sono pronto a rendere giustizia al cibo che mi dai." Prese il coltello e la forchetta, e stava per cominciare a mangiare quando il desiderio di farlo parve cessare improvvisamente. Appoggi le posate sul tavolo, rivolse uno sguardo intento alla finestra, si alz e usc. Lo vedemmo camminare avanti e indietro in giardino, mentre noi finivamo di pranzare; Earnshaw disse che sarebbe andato a chiedergli perch non pranzasse: pensava che in qualche modo lo avessimo addolorato. "Ebbene, viene?" esclam Catherine quando lui rientr. "No, ma non in collera; sembrava anzi molto soddisfatto; soltanto, l'ho spazientito parlandogli due volte, e allora mi ha detto di tornare da voi; si meravigliava che io potessi desiderare la compagnia di qualcun altro." Misi in caldo il suo piatto; e dopo un'ora o due rientr, quando la stanza era vuota; non pi calmo di prima: vi era quella stessa innaturale - poich era innaturale - espressione di gioia nei suoi occhi; aveva lo stesso colorito esangue; e a tratti scopriva i denti in una sorta di sorriso; tremava tutto, non come si trema per il freddo o la debolezza, ma come pu vibrare una corda tesa fino all'esasperazione; era una vibrazione la sua, pi che un tremito. "Gli chieder che cosa abbia" mi dissi "altrimenti chi potrebbe farlo?" E a alta voce esclamai: "Avete avuto buone notizie, signor Heathcliff? Sembrate straordinariamente animato." "Da dove dovrebbero giungermi buone notizie?" ribatt. "Sono animato dalla fame, e, a quel che sembra, non posso mangiare." "Il vostro pranzo qui: perch non mangiate?". "Non lo voglio ora" mormor frettolosamente. "Aspetter fino all'ora di cena. E, Nelly, una volta per tutte ti chiedo di tenere Hareton e quell'altra lontani da me. Non voglio venir disturbato da nessuno: voglio avere questa stanza tutta per me." "C' una nuova ragione per questo esilio? Ditemi perch siete cos strano, signor Heathcliff. Dove siete stato la notte scorsa? Non vi rivolgo queste domande per oziosa curiosit, ma...". "Mi rivolgi queste domande per oziosissima curiosit" mi interruppe lui ridendo. "Tuttavia ti risponder. La notte scorsa sono stato sulla soglia dell'inferno. Oggi sono in vista del mio paradiso... ho gi lo sguardo fisso al mio paradiso... non me ne separa pi di un metro. E ora faresti meglio a andartene. Non vedrai n sentirai nulla che possa spaventarti, se eviti di curiosare." Dopo aver spazzato il focolare e pulito la tavola, mi allontanai sempre pi perplessa. Quel pomeriggio non lasci la stanza e nessuno turb la sua solitudine fino a quando, alle otto, ritenni opportuno, sebbene non fossi stata chiamata, portargli una candela e la cena. Era appoggiato al davanzale di una finestra aperta, ma non guardava fuori; volgeva il viso verso il buio della stanza. Il fuoco si era ormai ridotto in cenere; la stanza era piena dell'aria umida e dolce di quella sera nuvolosa; un'aria cos immobile che non soltanto si distingueva il mormorio del ruscello a Gimmerton, ma anche il fruscio dell'acqua, il gorgogliare sopra i ciottoli, o attraverso le pietre pi grandi che non poteva sommergere. Diedi in un'esclamazione di scontentezza vedendo il fuoco quasi spento e cominciai a chiudere le finestre, una dopo l'altra, giungendo infine a quella dove era lui.
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"Questa devo chiuderla?" chiesi per scuoterlo, poich non si muoveva. Mentre parlavo, la luce lo colp in viso. Oh, signor Lockwood, non riesco a dire che colpo terribile fu per me quel breve sguardo! Quei profondi occhi neri! Quel sorriso, quello spettrale pallore! Non sembrava il signor Heathcliff, ma un fantasma; e, nel terrore che mi aveva preso, lasciai che la candela si piegasse verso il muro, gettandomi nel buio. "S, chiudila" rispose lui con la sua voce consueta. "Ma che goffaggine questa? Perch hai tenuto la candela in posizione orizzontale? Sbrigati a portarne un'altra." Mi affrettai, sempre presa da quella sciocca paura, e dissi a Joseph: "Il padrone vuole che gli porti una candela e ravvivi il fuoco." Non osavo ritornare io da lui proprio in quel momento. Joseph raccolse della brace in una paletta e and; ma la riport subito indietro, tenendo nell'altra mano il vassoio della cena, e spieg che il signor Heathcliff stava andando a letto e non voleva mangiare nulla fino al mattino. Lo sentimmo salire subito le scale; non si diresse in camera sua, ma si rec in quella con il letto a pannelli; la finestra, come ho ricordato prima, abbastanza grande perch se ne possa uscire, e mi colp il pensiero che intendesse compiere un'altra passeggiata notturna della quale preferiva non fossimo al corrente. " un morto vivente, o un vampiro?" mi chiedevo. Avevo sentito infatti parlare di quei terribili demoni incarnati. Ma subito mi misi a riflettere come lo avessi curato quando era bambino e lo avessi visto crescere e lo avessi seguito quasi per tutta la sua vita, dicendomi che era un'autentica sciocchezza cedere a quel senso di orrore. "Ma da dove era venuto, quel ragazzino scuro, che la generosit di un uomo buono aveva accolto per la sua rovina?" mi sussurrava la superstizione, mentre cominciavo lentamente a assopirmi. E, gi quasi in sogno, cominciai a immaginare per lui una ascendenza adatta, e riprendendo i miei pensieri di quando ero sveglia, ripercorsi la sua esistenza con cupe variazioni; raffigurandomi infine la sua morte e il funerale; di quest'ultimo ricordo soltanto che ero terribilmente seccata perch dovevo dettare io l'iscrizione per la sua tomba e che mi consultavo in materia con il becchino; poich non aveva cognome e non sapevamo la sua et esatta, dovevamo accontentarci di quella sola parola: "Heathcliff". E infatti, fu proprio cos. Se entrate nel cimitero, sulla sua pietra tombale leggerete soltanto quel nome e la data della sua morte. L'alba mi restitu il buon senso. Mi alzai e andai in giardino appena vi fu un po' di luce per vedere se vi fossero orme sotto la sua finestra. Non ce n'erano. " rimasto in casa" pensai "e oggi star bene!". Preparai la colazione per tutti come era mia abitudine, ma dissi a Hareton e Catherine di mangiare la loro prima che il padrone scendesse, perch restava a letto pi a lungo. Loro preferirono mangiare fuori, sotto gli alberi, e io sistemai un tavolinetto. Quando rientrai, vidi che il signor Heathcliff era sceso. Lui e Joseph stavano parlando di problemi riguardanti la fattoria; lui dava su quell'argomento ordini chiari e minuziosi, ma parlava in fretta, e volgeva continuamente il capo, e aveva sempre, anzi ancora di pi, quella stessa espressione eccitata. Quando Joseph lasci la stanza, lui sedette dove era solito sedere, e io gli misi davanti una tazza di caff. Lui se l'avvicin, poi appoggi le braccia sul tavolo e si mise a guardare il muro di fronte; mi sembr ne guardasse soltanto una parte, alzando e abbassando lo sguardo con occhi inquieti e lucenti, e con tale appassionato interesse che per mezzo minuto trattenne il respiro. "Andiamo, via" esclamai spingendogli contro la mano un po' di pane. "Mangiate e bevete finch caldo. pronto quasi da un'ora." Lui non si accorse di me, e tuttavia sorrideva. Avrei preferito vederlo digrignare i denti piuttosto che sorridere cos. "Signor Heathcliff, padrone!" esclamai. "Per carit, non guardate come se vedeste una visione soprannaturale." "E tu, per carit, non gridare cos" mi rispose. "Voltati e dimmi se siamo soli." "Ma certo" risposi "ma certo che siamo soli!". Tuttavia, involontariamente, gli obbedii come se non ne fossi proprio sicura.

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Con un gesto della mano lui liber una parte del tavolo dagli oggetti della colazione e si appoggi in avanti per guardare meglio. Ora compresi che non guardava il muro, poich, quando guardavo soltanto lui, mi pareva fissasse un punto a circa due metri di distanza. Qualsiasi cosa fosse, gli dava una sensazione di piacere e di sofferenza a un tempo, una sensazione esasperata al massimo; quanto meno, tale era l'idea che suggeriva la sua espressione angosciata e estatica insieme. Inoltre, l'oggetto che lui immaginava non era immobile; e il suo sguardo lo seguiva con infaticabile attenzione; anche quando lui mi parlava, gli occhi non se ne allontanavano. Inutilmente gli ricordai che da molto tempo non prendeva cibo. Se si muoveva o toccava qualcosa per accontentare le mie richieste, se tendeva la mano per prendere una fetta di pane, le dita gli si stringevano prima di raggiungerla e si posavano sul tavolo, dimentiche del loro scopo. Io sedevo, con ammirevole pazienza, cercando di catturare la sua attenzione distogliendola da quella riflessione che lo assorbiva interamente; infine lui si infastid e si alz, chiedendomi perch non lo lasciassi mangiare in pace e dicendo che la prossima volta non dovevo restare a servirlo: potevo apparecchiare e andarmene. Dopo aver pronunciato queste parole, usc, scese lentamente lungo il sentiero del giardino e infine scomparve oltre il cancello. Le ore passavano e la mia ansia cresceva: giunse nuovamente la sera. Non mi ritirai nella mia camera se non molto tardi, e anche allora non riuscii a dormire. Lui torn dopo mezzanotte, ma non and a letto, chiudendosi invece nella stanza al piano di sotto. Io rimasi a ascoltare, inquieta, e infine mi vestii e scesi. Era insopportabilmente fastidioso restarmene distesa in camera, a tormentarmi con un centinaio di sciocchi presentimenti. Sentii il passo del signor Heathcliff che percorreva incessantemente la stanza; spesso interrompeva il silenzio con un profondo sospiro, simile a un gemito. A tratti pronunciava parole isolate; la sola che riuscii a comprendere fu il nome Catherine, unito a espressioni di grande tenerezza o sofferenza, e pronunciato come se si rivolgesse a una persona presente - a voce bassa e con passione, come gli venisse dal profondo dell'anima. Non avevo il coraggio di entrare nella stanza, ma volevo distoglierlo da quella sua fantasticheria, cos mi accanii contro il fuoco in cucina; lo smossi con l'attizzatoio e cominciai a raccogliere la cenere. Le mie manovre riuscirono a scuoterlo prima di quanto pensassi. Apr immediatamente la porta e disse: "Vieni qui, Nelly. gi mattina? Entra con la candela." "Sono le quattro in punto" risposi. "Avrete bisogno di una candela per salire in camera vostra: potevate accenderne una al fuoco qui." "No, non voglio salire in camera. Vieni, accendimi il fuoco e fai tutto quello che c' da fare in questa stanza." "Devo aspettare che il carbone sia ben acceso qui, prima di potervene portare" risposi, prendendo una sedia e il mantice. Lui intanto continuava a camminare avanti e indietro, come impazzito; e respirava a respiri pesanti, affannosi, cos frequenti da non lasciare spazio per una normale respirazione. "Quando far giorno" disse "mander a chiamare Green; voglio rivolgergli alcune domande finch riesco a pensare a queste cose e a agire con calma. Non ho ancora fatto testamento e non so decidere come lasciare la propriet! Vorrei poterla cancellare dalla faccia della terra." "Non parlerei cos se fossi in voi, signor Heathcliff. Aspettate a fare testamento; certo vivrete ancora, per avere il tempo di pentirvi delle vostre molte ingiustizie! Non avrei mai pensato di vedervi cos sconvolto; tuttavia, adesso lo siete, e in modo terribile e quasi interamente per colpa vostra. La vostra condotta in questi ultimi tre giorni avrebbe potuto distruggere un titano. Mangiate qualcosa e riposatevi un po'. Basta che vi guardiate allo specchio per vedere quanto avete bisogno di cibo e di riposo. Avete le guance scavate e gli occhi iniettati di sangue, come qualcuno che muore di fame e non ci vede pi per la mancanza di sonno." "Non colpa mia se non posso mangiare o riposare" rispose. "Non lo faccio deliberatamente, credimi. Manger e riposer appena mi sar possibile. Ma sarebbe come se dicessi a un uomo che sta lottando nell'acqua di riposarsi quando giunto a poche bracciate dalla spiaggia! Prima devo raggiungere la
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spiaggia, poi mi riposer. D'accordo, non chiamare il signor Green; quanto a pentirmi delle mie ingiustizie, non ho commesso alcuna ingiustizia e non mi pento di nulla. Sono troppo felice, e tuttavia non abbastanza felice. L'estasi della mia anima uccide il mio corpo, ma non si soddisfa." "Felice, padrone?" esclamai. "Strana felicit! Se voleste starmi a sentire senza andare in collera, potrei darvi qualche consiglio che vi renderebbe pi felice." "Di quali consigli si tratta?" chiese. "Parla pure." "Sapete bene, signor Heathcliff, di aver vissuto, fin da quando avevate tredici anni, una vita piena di egoismo e non cristiana: in tutto questo tempo probabilmente non avete mai preso in mano una Bibbia. Dovete aver dimenticato che cosa sia scritto in quel libro, e forse ora non avrete pi tempo per cercarlo. Forse che vi danneggerebbe mandare a chiamare qualcuno - il sacerdote di qualche culto, non ha importanza quale, per spiegarvi la Bibbia e mostrarvi quanto vi siete allontanato dai suoi precetti e quanto sarete indegno del paradiso se non cambiate profondamente prima di morire?". "Ti sono grato, pi che essere in collera, Nelly, poich mi hai ricordato come desidero essere seppellito. Voglio essere portato al cimitero di sera. Se volete, tu e Hareton potete accompagnarmi; e badate bene che il becchino segua le mie istruzioni riguardo le due bare! Non deve venire nessun sacerdote e non necessario che venga detta nessuna preghiera. Credimi, ho quasi raggiunto il mio paradiso; quello degli altri non lo apprezzo e non lo desidero!". "E se vi ostinaste in questo vostro digiuno, e moriste per vostra volont, e rifiutassero cos di seppellirvi in terra consacrata?" ribattei, scandalizzata da quella sua indifferenza blasfema. "Vi piacerebbe forse?". "Non lo faranno" rispose. "Se lo facessero, devi far spostare segretamente il mio corpo; se non lo farai, avrai la prova concreta che i morti non vengono annientati!". Appena sent muovere gli altri abitanti della casa, si ritir nella sua tana e io mi sentii pi libera. Ma nel pomeriggio, mentre Hareton e Joseph erano impegnati nel loro lavoro, torn in cucina e, con uno sguardo selvaggio, mi disse di andare a sedere nella sala: voleva qualcuno con s. Io rifiutai, dicendogli apertamente che le sue parole e i suoi modi strani mi spaventavano e che non avevo n il coraggio n il desiderio di tenergli compagnia da sola. "Credo che tu mi consideri un demonio!" disse con quella sua terribile risata "un essere troppo orribile per vivere in una casa per bene!". Poi, volgendosi a Catherine che era presente e che si nascose dietro di me al suo arrivo, aggiunse con una risata sarcastica: "Non vuoi venire tu, tesoro? Non ti far del male. No! per te sono peggiore del demonio. Bene, c' almeno qualcuno che non ha paura della mia compagnia! Ma implacabile, implacabile! Oh, dannazione! E' troppo, davvero troppo perch un essere umano possa sopportarlo, perch io stesso possa sopportarlo." Non chiese pi nessuna compagnia. Al crepuscolo entr nella sua camera. Per tutta la notte, e ancora al mattino, lo sentimmo gemere e parlare da solo. Hareton avrebbe voluto entrare, ma io gli dissi di chiamare il dottor Kenneth: sarebbe andato lui a vederlo. Quando venne e io chiesi di poter entrare in camera e cercai di aprire la porta, vidi che era chiusa a chiave: Heathcliff ci mand tutti al diavolo. Stava meglio e voleva restare solo: il dottore se ne and. La sera seguente era molto umida: anzi, piovve fino all'alba; mentre io facevo il solito giro del mattino intorno alla casa, vidi che la finestra del padrone era spalancata e la pioggia entrava dentro. "Non pu essere a letto" pensai "quella pioggia lo bagnerebbe tutto! Deve essersi alzato o dev'essere uscito. Ma non intendo starci a pensare troppo, andr a guardare!". Essendo riuscita a entrare con un'altra chiave, corsi a aprire i pannelli del letto, poich la camera era vuota, e guardai dentro. Il signor Heathcliff giaceva a letto, supino. Il suo sguardo incontr il mio, cos penetrante e fiero che sussultai; e mi parve di vederlo sorridere. Non pensai che fosse morto, ma il viso e il collo erano bagnati di pioggia, le lenzuola erano zuppe e lui era perfettamente immobile. La finestra, sbattendo avanti e indietro, gli aveva ferito una mano che giaceva sul davanzale: dalla

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ferita non usciva sangue, e quando gli toccai la mano con le dita non ebbi pi dubbi: era morto e gi rigido! Chiusi la finestra, gli pettinai i lunghi capelli neri ravviandoli dalla fronte; cercai di chiudergli gli occhi, di spegnere, se era possibile, quella spaventosa esultanza che sembrava viva, prima che qualcun altro potesse vederla. Gli occhi non si chiudevano: sembrava si facessero beffe del mio tentativo, e anche le labbra socchiuse e i denti candidi e aguzzi sembravano farsi beffe di me! Presa da un'altra crisi di vilt, chiamai Joseph. Joseph sal col suo passo strascicato e diede in molte esclamazioni, ma rifiut risolutamente di occuparsi di lui. "Il diavolo si preso la sua anima" grid "e, per quel che mi importa, si pu prendere anche il suo corpo! guardalo quell'empio: ride alla morte!" e quel vecchio peccatore rise a sua volta con aria ironica. Pensai che intendesse mettersi a ballare intorno al letto; ma, riprendendosi subito, cadde in ginocchio e alz le mani al cielo e rese grazie perch il legittimo proprietario e l'antica stirpe erano stati restituiti ai loro diritti. Io rimasi stordita per quel tragico avvenimento; e la mia mente continuava a riandare ai tempi passati con una sorta di opprimente tristezza. Ma il povero Hareton, quello che aveva subito pi torti, fu il solo a soffrire davvero. Vegli il corpo tutta la notte, piangendo amaramente. Gli accarezzava la mano, e baciava quel viso selvaggio e sarcastico che nessuno osava soltanto guardare; e piangeva la sua perdita con il profondo dolore che scaturisce naturalmente da un cuore generoso, sebbene possa essere forte come l'acciaio. Kenneth non sapeva dire di che cosa il padrone fosse morto. Io tacqui il fatto che non aveva mangiato nulla per quattro giorni temendo che potesse causare problemi; inoltre, sono certa che non digiun deliberatamente: era la conseguenza di quella sua strana malattia, non la causa. Con grande scandalo di tutto il vicinato, lo seppellimmo come lui aveva chiesto. Io, Earnshaw, il becchino, e sei uomini per portare la bara, costituirono l'intero corteo funebre. I sei uomini si allontanarono dopo aver deposto in terra la bara: noi restammo finch non venne coperta di terra. Hareton, il viso rigato di lacrime, strapp dal terreno zolle verdi e le mise con le sue stesse mani sulla terra che copriva la bara. Ora la terra liscia e verde come quella delle altre tombe - e io spero che colui che vi giace dorma serenamente come gli altri. Ma la gente del posto, se glielo chiedete, pronta a giurare che non ha riposo. Alcuni affermano di averlo visto vicino alla chiesa, e sulla brughiera, e perfino qui in casa. Sono sciocche superstizioni, direte, e lo dico anch'io. Tuttavia, quel vecchio che siede accanto al camino in cucina afferma di avere visto due che guardavano fuori dalla finestra della sua camera, ogni notte di pioggia sin dalla sua morte - e anche a me circa un mese fa accaduta una cosa strana. Stavo andando una sera alla Grange - una sera buia che minacciava temporale - e, proprio alla svolta di Wuthering Heights, ho incontrato un bambino che guidava una pecora e due agnelli. Piangeva terribilmente e io immaginai che gli agnelli fossero capricciosi e non si lasciassero guidare. "Che cosa c', piccolino?" gli ho chiesto. "C' Heathcliff, con una donna, laggi, sotto il ciglio" ha balbettato lui piangendo "e io ho paura a passare di l." Io non ho visto nulla; ma n lui n il suo piccolo gregge volevano passare, cos l'ho esortato a prendere la strada pi bassa. Probabilmente, aveva immaginato quei fantasmi a forza di pensare, mentre attraversava da solo la brughiera, alle sciocchezze che aveva sentito ripetere dai genitori e gli amici; tuttavia, ora preferisco non uscire quando buio, e non mi piace rimanere sola in questa casa malinconica. Non posso farci nulla, sar felice quando se ne andranno da qui per stabilirsi alla Grange! "Vanno a stabilirsi l, dunque?" chiesi. "S" rispose la signora Dean "subito dopo il matrimonio; e si sposeranno a capodanno." "E chi vivr qui allora?". "Joseph pu custodire la casa, e forse ci verr un ragazzo per tenergli compagnia. Vivranno nella cucina e il resto della casa verr chiuso." "Perch i fantasmi siano liberi di abitarvi" osservai.

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"No, signor Lockwood" ribatt Nelly scuotendo il capo. "Credo che i morti siano in pace, ma non giusto parlare di loro con leggerezza." In quel momento si apr il cancello del giardino; i due innamorati stavano tornando. "Loro non hanno paura di niente" borbottai vedendoli avvicinarsi dalla finestra. "Insieme sfiderebbero Satana e tutte le sue legioni." Quando salirono sui gradini della porta e si fermarono per guardare un'ultima volta la luna, o piuttosto, per guardarsi alla luce della luna, io mi sentii di nuovo irresistibilmente costretto a fuggirli; e, lasciando un ricordo nelle mani della signora Dean e non curandomi delle sue proteste per la mia scortesia, mi allontanai attraverso la cucina nell'istante in cui loro aprivano la porta di casa; avrei cos confermato le idee di Joseph sulle colpevoli frivolezze della signora Dean, se egli non avesse fortunatamente riconosciuto in me una persona rispettabile dal dolce suono di una sovrana che gli cadeva ai piedi. La strada del ritorno fu pi lunga poich volli passare per la chiesa. Entrando vidi che anche in quei sette mesi la distruzione aveva svolto la sua opera: in molte finestre si aprivano buchi neri al posto del vetro, e alcune tegole sporgevano, qua e l, oltre la linea del tetto, destinate a venir progressivamente divelte dai temporali d'autunno. Cercai, e trovai presto, le tre pietre tombali sul declivio vicino alla brughiera: quella di mezzo, grigia e quasi sepolta dall'erica, quella di Edgar Linton abbellita soltanto dall'erba e dal muschio che vi salivano sopra, e quella di Heathcliff ancora nuda. Indugiai tra quelle tombe, sotto quel cielo benigno; osservai le falene volare tra l'erica e le campanule, ascoltai il vento dolce soffiare tra l'erba; e mi chiesi come si potesse immaginare un sonno inquieto per chi dormiva in quella terra serena.

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