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REGOLAZIONE DEL PESO CORPOREO

Assunzione di Cibo: i fattori determinanti


Il consumo di cibo necessario per laccrescimento, il mantenimento e la riparazione di tutti i sistemi organici e per la produzione dellenergia richiesta da tutte le cellule dellorganismo. Lassunzione di cibo, dunque, costituisce una forma di compenso al deficit energetico e serve ad omeostatizzare lorganismo. Lalimentazione prevede una regolazione a breve termine con i pasti, che vede lipotalamo come sensore della concentrazione di glucosio -ipotesi glucostatica- e una regolazione del comportamento alimentare a lungo termine che vede il mantenimento del peso corporeo durante gli anni -ipotesi lipostatica-. Lalimentazione di un individuo fortemente condizionata dallo status sociale e psicologico ma a svolgere un ruolo determinante sono fattori come lappetito e il senso di saziet. Questi sono regolati dalla leptina. La leptina (dalla radice greca leptos che significa magro) un ormone di natura proteica, scoperto nel 1994 da Jeffrey Friedman. Viene codificata dal gene dell'obesit (OB), ha un peso molecolare di 16 KDa ed fortemente coinvolta nella regolazione del metabolismo lipidico e del consumo energetico. Prodotta soprattutto a livello del tessuto adiposo bianco, la leptina viene trasportata agli organi bersaglio dal torrente ematico. I suoi recettori sono localizzati soprattutto all'interno del cervello, precisamente nell'ipotalamo, una regione del sistema nervoso centrale deputata, tra l'altro, al controllo del peso, della temperatura corporea, della fame, della sete e del freddo. La scoperta della leptina ha confermato l'esistenza di un canale di comunicazione tra tessuto adiposo e cervello, che ha lo scopo di regolare l'accumulo di grasso negli adipociti. Quando le riserve lipidiche aumentano, le cellule adipose bianche accelerano la sintesi di leptina per segnalare all'ipotalamo che occorre ridurre l'assunzione di cibo. La leptina diminuisce il senso della fame (effetti anoressizzanti) ed aumenta la spesa energetica, favorendo la riduzione del peso corporeo. Al contrario, quando le riserve adipose diminuiscono, gli adipociti bianchi riducono la sintesi di leptina per segnalare all'ipotalamo che occorre aumentare l'assunzione di cibo e ridurre la spesa energetica. In condizioni normali i livelli di leptina: aumentano dopo il pasto e si riducono nel digiuno prolungato; sono proporzionali alla massa grassa presente nell'organismo (maggiori negli obesi, minori nelle persone magre). Queste ultime sono per pi sensibili all'azione dell'ormone. Quindi la leptina, secreta dagli adipociti, agisce sullipotalamo per influenzare lassunzione di cibo, il dispendio energetico, il metabolismo del glucosio e quello dei grassi.
matricola: 571/001613 ANNA DE SIMONE

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Limportanza della leptina per il controllo del peso verificata nei ratti ob/ob, che hanno una mutazione nel gene responsabile dalla produzione di leptina e sono, quindi, estremamente obesi, presentando anche un appetito vorace. La somministrazione di leptina a questi ratti capace di invertire i sintomi, controllare lappetito e, cos, ridurre il peso. Ci dimostra che la deficienza di leptina la causa dellobesit in questi ratti. Questo effetto sui ratti ha portato molti ricercatori a studiare leffetto terapeutico della leptina contro lobesit negli umani. Alcuni scienziati hanno condotto uno studio in cui tre pazienti obesi turchi, identificati come portatori della rara mutazione nel gene ob, hanno ricevuto dosi di leptina per 18 mesi, alla fine dei quali il loro indice di massa corporea caduto dal 51.2 kg/m2 al 26.9 kg/m2 a causa della perdita di massa grassa. Il loro appetito, prima vorace, stato controllato e lintroito calorico stato estremamente ridotto (circa il 50%). Anche i livelli di colesterolo sono diminuiti, ma questo effetto stato attribuito alla riduzione delladiposit e non allazione diretta della leptina. La leptina, comunque, non stata efficace in altri casi di obesit, visto che la sua deficienza una condizione rara e non lunica causa dellobesit. Gli studi puntano adesso allipotesi di resistenza alla leptina, che pu essere una causa importante di obesit. Mutazioni nel gene del recettore OB-R possono causare resistenza alla leptina, un quadro in cui, nonostante gli alti livelli plasmatici di leptina, le attivit biologiche della proteina non sono verificate. Studi su questo tipo di mutazione nei ratti, hanno rivelato che il recettore OB-R mutato ha un dominio citoplasmatico pi piccolo rispetto al recettore normale. Questo dominio mutato non capace di attivare la via delle proteine STAT e si verifica quindi una situazione di resistenza. La resistenza alla leptina non stata attribuita solo a mutazioni genetiche ma anche ad altri fattori, ne esempio uno studio che associa la leptina-resistenza ad una dieta ricca di fruttosio.

Bilancio energetico: peso corporeo e Ipotalamo


Il peso corporeo viene regolato fisiologicamente dallorganismo attraverso il controllo delle riserve energetiche. Tale controllo non si esplica solo a livello dellapporto di cibo ma anche a livello di dispendio energetico. Qualsiasi variazione del peso corporeo in un adulto esclusivamente dovuta a variazioni della massa adiposa che si verificano in seguito a cambiamenti del bilancio energetico: Energia introdotta - energia per il metabolismo e le attivit fisiche Il peso corporeo si mantiene costante quando lenergia apportata con la dieta bilanciata da quella spesa per il mantenimento del metabolismo e per le attivit fisiche. Il dispendio energetico legato al metabolismo basale costane ma esistono comunque alcune evidenze sperimentali che dimostrano la diminuzione del metabolismo basale e della termogenesi indotta dagli alimenti in seguito a periodi di diete ipocaloriche: ci serve a ridurre i cambiamenti radicali del peso corporeo. Al contrario, stato dimostrato
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che nei periodi di iperalimentazione aumenta il metabolismo basale. Anche in questo caso la risposta eviterebbe eccessivi cambiamenti di peso. La zona del SNC coinvolta nellomeostasi energetica lipotalamo, regione situata sotto il talamo, nella parte centrale dellencefalo. Esso costituito da diversi nuclei, ognuno di essi svolge un funzione diversa, ma tutti sono coinvolti nei riflessi omeostatici.

Rappresentazione schematica delle zone che regolano lappetito e il bilancio energetico nel cervello dei ratti. Nellipotalamo ventromediale situato il centro della saziet che viene attivato da inibitori del centro della fame situato nellipotalamo laterale. Si ritiene che il nucleo paraventricolare sia coinvolto nellomeostasi del glucosio, mentre il nucleo dorsomediale presieda il controllo delle dimensioni corporee piuttosto che del contenuto in grasso dellanimale. Larea postrema e il nucleo caudo-mediale sono altri due siti di controllo del bilancio energetico. Il nucleo arcuato, uno dei nuclei in cui suddiviso lipotalamo, rappresenta il centro di elaborazione primaria dellinformazione. Qui, infatti, arrivavo, attraversando la barriera emato-encefalica, tramite carries specifici, i diversi segali afferenti, i quali vengono integrati tra loro originando una risposta che sar poi inviata ai neuroni secondari.
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Il nucleo arcuato costituito da due diversi set di neuroni: AgRP/Npy -agouti-related-gene protein- (entrambi potenti stimolatori dellalimentazione) e Pomc -pro-oppio melanocortina-/Cart -trascitto Cocaina, Anfetamina regolato- (inducono risposta anoressica). Tra di essi esiste una relazione di inibizione reciproca, quando uno attivo inibisce laltro e viceversa. Entrambi i set del nucleo arcuato sono sensibili alla leptina: se la concentrazione di leptina nel sangue bassa -poco tessuto adiposo- si avr una stimolazione del comportamento alimentare, al contrario, quando i livelli di leptina sono alti abbondante tessuto adiposo- vi sar una inibizione del comportamento alimentare. In tal modo si potranno distinguere segnali di appetito e segnali di saziet: Segnali di appetito -correlato aumento del comportamento alimentare- : tra i segnali di appetito troviamo la grelina, ormone prodotto dallo stomaco prima dei pasti. La grelina si lega ai recettori presenti sui neuroni AgRP/Npy attivandoli, antagonizzando cos lazione della leptina e dellinsulina.

Segnali di saziet -correlata inibizione dellassunzione alimentare- : sono la leptina e linsulina prodotti rispettivamente dal tessuto adiposo e dal pancreas, in quantit proporzionali alle riserve energetiche. Linsulina regola principalmente lomeostasi glucidica e linsulino-resistenza periferica pu determinare i noti fenomeni conseguenti alla cosiddetta glucotossicit, mentre la leptina regola lomeostasi lipidica e gli stati di relativa leptino-resistenza possono determinare un accumulo di lipidi intracellulari, che generano lipotossicit a livello delle cellule beta del pancreas, del miocardio e di altri tessuti, determinando i danni a carico di vari organi ed apparati descritti nellindividuo obeso. I recettori di questi ormoni sono pressocch ubiquitari, ma lipotalamo costituisce il bersaglio principale dellazione di controllo dellappetito. Questi si legano ai recettori presenti sui due set ipotalamici, inibendo i neuroni AgRP/ Npy e stimolando quelli Pomc/Cart.
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Il PYY3-36 prodotto dalle cellule L dellintestino tenue, rilasciato durante la fase postprandiale, in proporzione al loro contenuto calorico del pasto. Il P Si lega al recettore Y2R espresso sui neuroni AgRP/Npy. Infine vi sono altri due ormoni CCK, colicistochenina, e GLP-1, glucagone like petpide 1, entrambi prodotti dallintestino e dal duodeno.

Sostanze ad azione oressigenica: Come osservato, il neuropeptide Y un potente stimolatore dellassunzione di cibo e la leptina, inibendo la sua espressione potrebbe causare una grossa soppressione dellappetito. LAgRP la proteina della famiglia agouti ed esercita la sua azione oressigena legandosi ai recettori delle melanocortine, antagonizzando il loro effetto. Anche lMCH2 un ormone segnale che accresce lappetito e si ritrova nellipotalamo laterale. Infine vi sono la Grelina e lOressina, la prima prodotta principalmente a livello dello stomaco e in piccola parte dai neuroni ipotalamici, mentre le oressine sono secrete principalmente dallipotalamo laterale e dorsale, leffetto oressigeno direttamente proporzionale alla dose di oressina. -NEUROPEPTIDE Y Costituito da 36 aa. Struttura terziaria ripiegata. E il pi diffuso neuro trasmettitore nel cervello dei mammiferi. E principalmente espresso nei neuroni del nucleo arcuato insieme alla proteina AgRP. A dosi nanomolari stimola lappetito, riduce la spesa energetica (metabolismo), induce obesit. Risulta 500 volte pi potente delladrenalina nello stimolare lappetito. E implicato sia nel controllo dei meccanismi di regolazione della saziet (a breve e a lungo termine) sia nel controllo del peso corporeo. La sintesi ed il rilascio del neuropeptide Y sono regolati da molti fattori tra cui leptina, insulina e glucocorticoidi.
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Ad oggi sono stati identificati 6 differenti recettori per NPY (Y1.........Y6). Nell uomo Y6 sembra non funzionante. Y1, Y2, Y4 e Y5 sono espressi a livello ipotalamico, mentre Y3 espresso principalmente a livello del NTS (nucleo del tratto solitario), un importante nucleo tronco-encefalico. I neuroni dellARC che contengono lNPY (AgRP) hanno il compito di rilevare e rispondere ad uno stato di bilancio energetico negativo come il digiuno prolungato. Questi neuroni aumentano la frequenza di scarica in seguito ad una caduta dei livelli di deposito di energia dellorganismo. Lattivazione dei neuroni determina fame, ricerca di cibo e riduzione della termogenesi. Il segnale che registra la caduta delle riserve di energia molto probabilmente la caduta di concentrazione ematica di leptina e/o insulina.La diminuzione dei livelli di Leptina

ed Insulina circolanti determina un aumento della quantit di NPY presente a livello dellARC e degli altri siti di rilascio (PVN, DMH, LHA)

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-ORESSINA/IPOCRETINA Le Oressine (A e B) sono due peptidi di 33 e 28 residui aa. prodotti da un comune precursore (prepro-oressina) codificato da un gene localizzato sul cromosoma 17 nelluomo. Sono presenti nei neuroni dellarea laterale e dorsale dellipotalamo . I neuroni che contengono oressina interagiscono con gli altri sistemi neuronali che regolano lappetito. Esistono due tipi di recettori per loressina (OX1-R e OX2-R) che presantano differenti affinit per le due oressine. Il segnale trasdotto attraverso la via delle proteine G. Loressina stimola lappetito specialmente in relazione a variazioni giornaliere. Lattivit dei neuroni contenenti oressina regolata dal glucosio (lattivit dei neuroni stimolata dallipoglicemia dovuta allinsulina); -GHRELINA La ghrelina un peptide di 28 aminoacidi, prodotto principalmente a livello gastrico dalle cellule enteroendocrine. Una quantit minore di grelina prodotta a livello dellintestino, pancreas, rene, placenta, ipofisi, testicolo, ovaio e ipotalamo. La ghrelina ha un effetto a breve termine di tipo stimolatorio: implicata nel controllo del bilancio energetico e interviene in alcuni disordini come lobesit.

Bilancio Energetico: come il SNC integra i diversi segnali afferenti.


Saziet: Insulina, leptina, CCK, GLP-1, PYY nella fase postprandiale il CCK e GLP-1 attraverso il nervo vago giungono al Nucleo del tratto Solitario e infine al Nucleo paraventricolare dove inducono un senso di saziet. Sostanze ad azione anoressigenica Nel Nucleo Arcuato sono presenti le melanocortine (ACTH e l- - -MSH) , un gruppo di ormoni ipofisari derivati dal gene della POMC. Soprattutto -MSH, inibisce lassunzione di cibo e accrescere il dispendio energetico. Nei topi, quando sono lesi i recettori di queste melanocortine, insorge uno stato di obesit. Il trascritto regolato dalla cocaina ed anfetamina -CART- distribuito nei siti connessi alla nutrizione e spesso vicini ai neuroni NPY del nucleo arcuato. Sono spesso co-localizzati nei neuroni della POMC. Iniezioni di CRH inducono anoressia, questo un ormone rilasciante la corticotropina e con essa stimola il rilascio di ACTH dallipofisi. LACTH legandosi ai suoi recettori in siti specifici dellipotalamo, determina anoressia. I neuroni secernenti CRH, sono presenti soprattutto nel nucleo paraventricolare. -POMC Il sistema POMC coinvolto nella regolazione dellappetito e della regolazione del peso corporeo. I neuroni di questo sistema producono neuropeptidi da un precursore
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comune (POMC). Il principale neuropeptite coinvolto nella regolazione dellappetito sembra essere l -MSH. Sono stati identificati a livello cerebrale 3 distinti recettori denominati MCR-3, MCR-4, MCR-5. I recettori 3 e 4 sono espressi a livello di VMH, DMH e ARC. Il sistema POMC risponde a segnali riguardanti lo stato nutrizionale dellorganismo (leptina). La leptina stimola i neuroni del sistema POMC che determinano riduzione dellappetito. Nel nucleo arcuato il 30% dei neuroni POMC possiedono i recettori (OB- Rb) per la leptina. -PYY Questo peptide un agonista del recettore NPY Y2, espresso nei neuroni NPY del nucleo arcuato. E rilasciato dopo pranzo in proporzione al contenuto calorico del pasto. Le iniezioni di PYY diminuiscono la concentrazione di NPY ed incrementano lattivit neuronale POMC, riducendo lassunzione di cibo nei roditori e negli umani. -CCK-PZ La colecistochinina-pancreozimina (CCK-PZ) un ormone secreto dal duodeno nella fase postprandiale, questo causa il rilascio di bile dalla cistifellea e di enzimi digestivi pancreatici; la sua funzione svolta grazie al legame con un recettore specifico CCK1 questo attiva il nervo vago che connettendosi al nucleo del tratto solitario (NTS) e allipotalamo, induce il senso di saziet. La colecistochinina un ormone anoressizzante che non si limita a limitare lassunzione di cibo ma migliora anche lassorbimento del cibo e rallenta lo svuotamento gastrico. -GLP1 E prodotto dallintestino e dal duodeno, inibisce la motilit gastrointestinale, lappetito e di conseguenza lassunzione di cibo. Come il CCK, agisce mediante lattivazione del nervo vago che si connette allNTS (nucleo che raccoglie le informazioni sensoriali -distensione dellintestino e pressione sanguigna- viscerali dal vago e le invia allipotalamo ed altri bersagli). -LEPTINA & INSULINA La scoperta della leptina ha radicalmente cambiato le conoscenze in tema di controllo dellassunzione del cibo e del dispendio energetico, appartenente alla classe delle citochine, scoperta nel 1994 quale prodotto del gene OB, contenuto nel cromosoma 7. Lormone prodotto dal tessuto adiposo e la concentrazione ematica direttamente proporzionale alla massa grassa del singolo individuo. In sinergia con la leptina agisce linsulina, il primo ormone storicamente coinvolto nel controllo dellappetito. La secrezione di entrambi gli ormoni, che hanno unazione anoressigena, rapidamente stimolata dai livelli glicemici, segnalati rispettivamente nelle cellule adipose e nelle cellule pancreatiche. Recenti dati fanno peraltro ritenere che lo stimolo incretorio pi rapido per la leptina sia costituito dal livello dei trigliceridi circolanti. Questi ormoni sono differentemente ma reciprocamente correlati: la presenza dellinsulina necessaria per determinare la risposta secretoria di leptina da parte degli adipociti ai rapidi cambiamenti dellintroito di cibo. Anche linsulina direttamente correlata ai depositi adiposi e questa correlazione trova fisiologica giustificazione nel meccanismo dellinsulino-resistenza, che si instaura anche a livello degli adipociti e contrasta lazione
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dellormone sulla replicazione adipocitaria. La stessa secrezione di leptina, quindi, si riduce a seguito della resistenza insulinica, per cui la correlazione iniziale fra i due ormoni si attenua: in particolare gli stati di leptinodeficienza determinano grave obesit con iperinsulinemia, mentre nel deficit insulinico grave non presente obesit, nonostante liperfagia. I livelli di leptina presentano dimorfismo sessuale, essendo pi elevati nelle femmine che nei maschi, indipendentemente dallet e dalla quantit di grasso. E da sottolineare che il grasso sottocutaneo, caratteristico delle femmine, produce pi leptina del grasso viscerale intraddominale. Inoltre, il testosterone inibisce la sintesi di leptina. Le popolazioni di neuroni del Nucleo Arcuato (ARC), interagiscono tra di loro ed hanno connessioni con altre regioni dellipotalamo: Nucleo paraventricolare (PVN), nuclei ipotalamici dorsomediali (DMH), nucleo ipotalamico ventromediale (VMH) ed ipotalamo laterale (LHA). In dettaglio questi nuclei sono: LIPOTALAMO LATERALE Contiene neuroni che esprimono oressina ed MCH (ormone concentrante la

melatonina). Entrambi i peptidi stimolano lappetito. Sono presenti terminazioni NPY. In alcuni animali, una lesione in questa regione ha causato una stato anoressico.
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IL NUCLEO PARAVENTRICOLARE E un centro dintegrazione situato lateralmente allapice del terzo ventricolo. In esso convergono vie neuronali che influenzano lomeostasi energetica. In esso giungono terminazioni assoniche di neuroni NPY/AGRP e POMC/CART provenienti dallARC e terminazioni di neuroni contenenti oressina provenienti dallipotalamo laterale (LHA). Contiene anche numerose terminazioni contenenti neurotrasmettitori che agiscono sullappettito: serotonina, noradrenalina, galanina, -MSH e peptidi oppioidi. Alcuni neuroni del PVN che proiettano i propri assoni alleminenza mediana esprimono il fattore rilasciante la corticotropina (CRF). IL NUCLEO VENTROMEDIALE E il pi grande dei nuclei ipotalamici ed stato considerato a lungo il Centro della Satiet. I neuroni dellVMH contengono I recettori per la leptina. LVMH ha connessioni neuronali con il PVN, il DMH e LHA. IL NUCLEO DORSOMEDIALE Localizzato dorsalmente allVMH possiede connessioni con PVN, ipotalamo laterale midollo. I neuroni dellDMH contengono recettori per linsulina e per la leptina. Inoltre in questo centro sono presenti terminazioni provenienti dai neuroni ARC-NPY/AGRP.

Obesit, tra ambiente e difetti genetici


Lobesit una malattia cronica complessa dovuta a fattori genetici, ambientali ed individuali con conseguente alterazione del bilancio energetico ed accumulo eccessivo di tessuto adiposo nellorganismo. Attualmente, la sua incidenza sta aumentando in tutto il mondo con ritmo vertiginoso ed in molti paesi industrializzati colpisce fino ad un terzo della popolazione adulta. Lobesit inoltre un fattore di rischio per mortalit e morbilit sia per le sue complicanze dirette sia per le patologie associate. Si pu pertanto affermare che lobesit rappresenta lepidemia del terzo millennio e la pi comune patologia cronica del mondo occidentale. Lobesit risulta essere una classica malattia a genesi multifattoriale; pur tuttavia, il maggior nesso causale identificabile nei cambiamenti nel- la societ e nei comportamenti individuali, che hanno determinato un aumento dellapporto energetico, alterato i sofisticati sistemi regolatori che controllano lappetito e mantengono lequilibrio energetico; comportamenti che hanno anche contribuito a ridurre lattivit fisica. Lobesit si configura, infatti, quando lintroito calorico eccede il dispendio energetico il cui rapporto dovrebbe, invece, essere di 1:1. Lenergia che entra nellorganismo sotto forma di cibo, viene dispersa sotto forma di calore, di lavoro e di metabolismo basale. Levoluzione del genere umano ha portato ad una progressiva riduzione dellattivit fisica nel passaggio dal prototipo cacciatore-raccoglitore al- lagricoltore (10.000 anni fa) fino allavvento dellera tecnologica industriale da una parte e al continuo miglioramento dellapporto nutrizionale sia in senso qualitativo che quantitativo, dallaltra. A seguito di carestie e periodiche riduzioni dellapporto alimentare si
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andato, quindi, selezionando un gruppo di geni (geni risparmiatori) che tendono a risparmiare energia per sopperire alle esigenze quotidiane di sopravvivenza. Infine, dato che lorganismo umano difende le proprie riserve di grassi, ad ogni riduzione (volontaria e non) di queste a seguito di decrementi del- lintroito energetico segue il ripristino dei livelli di deposito di grassi precedentemente raggiunti e lapporto energetico ritorna normale. Difetti metabolici e stili di vita, alterazioni psicopatologiche e disturbi del comportamento alimentare, problematiche economiche e condizioni sociali intervengono nellobeso a vari livelli nellalterare i meccanismi regolatori dellappetito. stato sostenuto che il rapporto fra obesit e ambiente sia paragonabile al rapporto fra agenti infettivi e ospite, dove lagente patogeno costituito dallabbondanza di cibo e luomo costituisce lospite contagiabile, senza, peraltro, la possibilit di sviluppare anticorpi difensivi. Detto ci, chiaro che lobesit umana dovuta a mutazioni del gene della leptina o dellobR un fenomeno rarissimo. Gli uomini obesi, diversamente dai roditori ob/ob, hanno livelli di leptina molto alti che possono correlarsi al grasso corporeo. Per questo motivo, si ipotizza che nelluomo obeso si instaura una forma di resistenza alla leptina comparabile alla resistenza allinsulina del diabete di tipo 2.

In Sintesi: Tra regolazione, segnali e urbanizzazione: Il funzionamento del sistema, che per le leggi di selezione sbilanciato in favore di un bilancio energetico positivo, basato sulle informazioni che il cervello riceve dai segnali di adiposit, quali leptina ed insulina, che si integrano con segnali nutritivi quali gli acidi grassi liberi. La risposta in termini di comportamento alimentare, quindi, tale che in tempi di abbondanza lintroduzione di cibo si dovrebbe ridurre e la spesa energetica dovrebbe aumentare, mentre il contrario avverrebbe in tempi di carestia. Questo sistema attivo anche nellarco della giornata, determinando in teoria il ritmo fame-saziet. Su questa base biologica intervengono fattori condizionanti sociali e culturali che sovrastano il controllo del bilanciamento energetico, determinando cos linstaurarsi del soprappeso. Il cambiamento dello stile di vita, generato dallurbanizzazione, ha condizionato la dieta quotidiana e il ritmo dei pasti: le donne tendono a lavorare fuori casa e gli uomini raramente condividono le responsabilit domestiche. I consumatori urbani richiedono, quindi, cibi pronti e a buon mercato, spesso ricchi di grassi, colesterolo e zucchero e poveri di fibre, vitamine e minerali. In questo con- testo le aziende alimentari investono molto nella creazione di una sorta di status alimentare producendo cibispazzatura (snack, merendine e simili).

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Il Tessuto Adiposo: analisi citologica


Il tessuto adiposo un tipo di connettivo specializzato che svolge un ruolo fondamentale nella regolazione del peso corporeo perch funziona come il maggior sito di deposito del grasso in forma di trigliceridi. l tessuto adiposo nei mammiferi si trova in due differenti forme, il tessuto adiposo bianco o uniloculare (WAT) e quello bruno o multiloculare (BAT). La loro presenza, quantit e distribuzione varia nelle differenti specie e con let. Esso formato da cellule, dette adipociti, sostenute da una rete di fibre collagene in cui si ritrovano cellule stromali-vascolari, leucociti, macrofagi e preadipociti (non ancora ripieni di lipidi). Le cellule adipose sono molto vicine le une alle altre, perch la sostanza intracellulare, abbondante in altri tipi di tessuto, in questo caso molto scarsa. Gli adipociti grazie al reciproco contatto assumono una forma poligonale. Il tessuto adiposo risulta suddiviso in lobi di forma irregolare, a causa di sottili setti di tessuto connettivo in cui sono presenti i vasi sanguigni. Vi sono due tipi di adipociti, quelli uniloculari che, come detto in precedenza, costituiscono il t.adiposo bianco e quelle multiloculari che formano il t. adiposo bruno. Le cellule adipose una volta differenziate non si dividono pi. In un individuo normale sono presenti 25-30 miliardi di adipociti mentre, in un individuo obeso ce ne sono circa 260 miliardi, il maggior numero di cellule data dalla trasformazione di preadipociti presenti nel tessuto (iperplasia); Il tessuto adiposo ha una capacit di accumulare trigliceridi, e, quindi, di espandersi. Lespansione delle cellule adipose strettamente soggettiva e in presenza di un bilancio energetico cronicamente positivo, gli adipociti che non possono pi crescere per iperplasia, aumentano le loro dimensioni per ipertrofia, fino a raggiungere i 200m per poi andare incontro a fenomeni degenerativi. Distribuzione & Funzioni : circa il 50% del t. adiposo localizzato nel pannicolo sottocutaneo (tessuto adiposo di copertura) dove svolge sia la funzione coibente sia quella di protezione meccanica. Il 45% variamente dislocato nella cavit addominale (t. adiposo interno, viscerale) ed il restante 5% costituisce il grasso dinfiltrazione del tessuto muscolare, dove agevola le funzioni biomeccaniche dei muscoli. Il tessuto adiposo viscerale localizzato principalmente in alcune zone corporee, come le zone inguinali e ascellari, nelle logge in cui si trovano i reni, nelle cavit orbitali, nel mediastino e a livello dellomento (una piega del peritoneo), nel palmo delle mani e nella pianta dei piedi; oltre al gi menzionato pannicolo sottocutaneo, posto cio al di sotto dellapparato tegumentario, di spessore variabile a seconda dellentit delle riserve di grassi dellindividuo. Il connettivo adiposo va distinto in tessuto di deposito e in tessuto di sostegno. Il primo varia considerevolmente in relazione allo stato nutrizionale, il secondo meno soggetto a variazioni quantitative e non scompare mai completamente anche se pu diminuire in seguito ad un forte dimagramento come avviene in alcune articolazione, nellorbita, nella pianta del piede e nel palmo della mano. La distribuzione pu variare in base al sesso e allet.
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Nella distribuzione a mela si deposita nella parte superiore del corpo, collo, spalle ma anche fianchi e natiche; tale distribuzione caratteristica del sesso maschile. In quella detta a pera, caratteristica del sesso femminile, il grasso si deposita a livello del seno, natiche, fianchi e faccia laterale delle cosce. Con linvecchiamento la parete addominale diventa unulteriore area di deposito (grasso intraddominale). Il tessuto adiposo bianco o uniloculare (WAT) costituito da cellule che contengono una singola goccia di grasso che occupa quasi tutto il volume, in tal modo, il citoplasma ridotto in un velo sottile che circonda la goccia lipidica e anche il nucleo dislocato alla periferia e viene compresso contro il plasmalemma. In sezione, ladipocita presenta il caratteristico aspetto di un anello con castone. Il WAT funziona da isolante termico, da sostegno meccanico ed assicura un apporto costante di materiale energetico allorganismo. Il grado disolamento termico dipende dallo spessore dello strato di grasso. Una persona con uno strato di grasso sottocutaneo spesso 2 mm star bene ad una temperatura di 15C, unaltra con uno spessore di 1mm a 16 C. Gli adipociti sono cellule voluminose e rotonde con un diametro medio di 120m, gli estremi vanno da 25 a 200m. La forma sferica rappresenta il miglior modo di accumulare volume nel minimo spazio e consente anche di esportare una notevole massa di molecole energetiche senza scomporre troppo lanatomia del tessuto: infatti, in una sfera, una minima riduzione di diametro corrisponde ad una considerevole riduzione del volume. Assumono forma poligonale per la reciproca compressione. In toto conferiscono un colore biancastro al tessuto, ma se la dieta ricca di carotenoidi il tessuto assume un colore giallastro. Ha anche importanti funzioni endocrine. Per tutte le funzioni a cui assolve viene considerato, insieme con il tessuto adiposo bruno, come un vero e proprio organo: lorgano adiposo.

Il tessuto uniloculare vascolarizzato, anche se in misura minore di quello bruno; gli adipociti sono in contatto con i capillari. Il flusso sanguigno varia in dipendenza del peso e dello stato nutrizionale, in particolare aumenta col digiuno. Al microscopio elettronico le cellule adipose bianche presentano un piccolo complesso di Golgi in vicinanza del nucleo, scarso RER, discreti tubuli del REL, pochi mitocondri ed abbondanti ribosomi liberi.
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La goccia di grasso, detta liposoma, non circondata da membrana, ma da una sorta di canestro formato da filamenti intermedi di vimentina. Inoltre, una fosfoproteina predominante nelladipocita, la perilipina A, localizzata prevalentemente sulla superficie delle gocce lipidiche. La perilipina non fosforilata, formando una barriera intorno alla goccia lipidica, sembra ostacolarne linterazione con lHSL, la lipasi che catalizza la lipolisi dei trigliceridi accumulati nel liposoma. Il tessuto adiposo bruno o multiloculare, a differenza del WAT, costituito da cellule notevolmente pi piccole: i lipidi raccolti in queste cellule non sono raccolti in un unico grande deposito citoplasmatico, ma sono presenti in numerose microgocce disperse in tutto il citosol e frammiste a pigmenti responsabili del caratteristico aspetto brunastro. Il nucleo si trova in posizione eccentrica e sono presenti numerosi mitocondri, qui, i mitocondri non convertono lenergia in ATP, ma questa trasformata in calore che viene ceduto al sangue circolante (attivit termogenica). Al contrario del WAT, quello multiloculare un tessuto ampiamente vascolarizzato ed espresso prevalentemente nei mammiferi di piccolo taglio, nei neonati e negli animali che vanno incontro ad imbernazione. Lorgano adiposo diviso da setti connettivali in ammassi cellulari detti lobuli. Nel citoplasma degli adipociti, sono presenti le lipasi per la lipolisi, queste si trovano in forma inattiva e iniziano a svolgere la loro funzione solo quando i recettori dislocati a livello della membrana, interagiscono con le dovute molecole segnali; glucagone, gh, acth, catecolammine, tsh e tiroxina hanno unazione lipolitica. Linsulina favorisce la lipogenesi e induce lesocitosi dei trasportatori per diffusione semplice, Glu-T4. Lepinefrina pu svolgere unazione lipolisi-stimolante o favorire la lipogenesi, in base ai recettori. Recettore Beta-adrenergico, stimola la lipolisi provocando la diminuzione del contenuto di grassi nelladipocita, di solito, lazione dei recettori beta prevale su quella dei recettori alfa, che stimolano la lipogenesi. Come lepinefrina, anche le altre catecolamine hanno unazione lipolitica, in particolar modo, stimolano la lipolisi del grasso viscerale seguito da quello addominale e infine del gluteo femorale. Dal punto di vista metabolico il grasso pi attivo quello viscerale, seguito dal sottocutaneo addominale e poi da quello gluteo-femorale. Il grasso viscerale ha diretto accesso al fegato tramite la vena porta ed immediatamente metabolizzato durante lattivit fisica nel sesso maschile diversamente dagli altri depositi. Quindi la distribuzione regionale ha un importante significato metabolico. Ad esempio nel sesso femminile il grasso gluteo-femorale pi metabolicamente attivo, durante lallattamento.

Il Tessuto Adiposo come organo endocrino


Come abbiamo potuto apprendere, il tessuto adiposo un organo deputato allaccumulo dei substrati energetici e questa funzione supportata dallattivit secretoria delle cellule adipose, ne un esempio la sintesi di leptina. Il tessuto adiposo un vero e proprio organo endocrino, avente la capacit di produrre molteplici peptidi
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bioattivi, i quali influenzano numerose vie metaboliche, molte delle quali, come gi visto, regolate dallinsulina. Ogni adipocita secerne piccolissime quantit di citochine nellambiente circostante ma, essenso il tessuto adiposo lorgano presente in grande quantit nel corpo umano, e peraltro ben irrorato, le quantit totali di adipocitochine nel torrente sanguigno raggiungono livelli significativi ed, interagendo anche con altri tessuti e organi, influenzano una variet di funzioni che includono lomeostasi del glucosio, il bilancio energetico, il metabolismo lipidico, il sistema fibrinolitico, lomeostasi vascolare e infiammazioni: gli adipociti sono in grado di secernere citochine. Tuttavia, studi condotti per identificare le maggiori sorgenti di citochine nel tessuto adiposo hanno dimostrato che i macrofagi, e non gli adipociti, sono le cellule pi coinvolte. Un sovraccarico di lipidi negli adipociti pu iniziare uno stato di stress cellulare e unattivazione delle vie di segnale dellinfiammazione, la quale porta a unaumentata produzione di citochine proinfiammatorie adipocitarie, incluso il fattore di necrosi tumorale (TNF-), linterleuchina 6 e molecole chemioattrattive, come la proteina chemoattrattiva monocitaria di tipo 1 (monocyte chemoattractant protein-1, MCP-1) e il fattore inibitorio della migrazione macrofagica. Queste reclutano i monociti nel tessuto adiposo, tramite il supporto delle cellule endoteliali e attraverso linterazione delle molecole di adesione con le integrine e i recettori delle chemochine espressi sulla superficie dei monociti, che differenziano in macrofagi. Un altro possibile meccanismo che i macrofagi siano reclutati nel tessuto adiposo per spazzare via i detriti adipocitari, in particolare i residui lipidici che conseguono alla morte della cellula adiposa. La necrosi degli adipociti approssimativamente tre volte maggiore nei soggetti obesi rispetto ai normopeso ed anche aumentata nellipertrofia adipocitaria.

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