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Newt Gingrich esce dalle primarie ma la sua stata una gran bella corsa

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di Marco Respinti

stata una grande gara anche quella disputa da Newt Gingrich, ma anchegli adesso non pu fare altro che ritirarsi. Da tempo non pu pi insidiare davvero la leadership di Mitt Romney, e ora anche la matematica lo esclude completamente dai giochi. Ha sperato di poter restare nel giro per influenzare il pi possibile il dibattito politico sul piano dei contenuti di valore, ma alla fine il budget lo ha messo alle corde. Ora davvero non c pi storia. La nomination presidenziale Repubblicana sar di Romney, e con essa giunger il mandato con il suo pesante fardello di battere al meglio possibile Barack Obama. Il tempo affinch il GOP per intero, la galassia conservatrice tutta e anche ogni nemico di ieri si schieri al fianco dellex governatore del Massachusetts per sorreggerne la sfida c; basta usarlo bene. Laffondo di Gingrich in questo 2012 rester comunque negli annali della storia; laffondo di questo Gingrich di oggi. Pur figlio di quello che nel 1994, da enfant prodige della New Right (Newt Right, la chiamarono dopo), conquist il 104 Congresso federale divenendo presidente della Camera di Washington grazie a una vittoria elettorale strepitosa, quello del 2012 infatti un Gingrich non diverso ma pi maturo. Ha dimostrato, in queste primarie, di non temere nessuno, di amare le controversie anche pesanti, di non essere disposto a cedere un millimetro quanto ai princpi. Qualcuno continua a dire che un falsario: noi che non abbiamo la sfera magica per leggere dentro le anime degli uomini continuiamo a vedere ci che accade, a sentire ci che viene detto e a riportare quel che viene scritto, e tutto ci parla una lingua ben diversa da quella biforcuta che qualcuno si ostina ad attribuire a Newt. Almeno due sono del resto gli elementi di grande interesse nellavventura Gingrich 2012. Il primo stato lattacco sulla moralit di certe scelte economiche che lex presidente della Camera federale ha portato al cuore della campagna elettorale di Romney. Ebbene, a conti fatti, dopo molti mesi, e guardando al futuro cos come alla storia che si sta scrivendo giorno dopo giorno, importa assolutamente molto meno stabilire se abbia avuto ragione laccusa di Gingrich o la difesa di Romney, se Newt sia stato maldestro oppure se sia stato Mitt a comportarsi peggio. Quel che invece davvero importa ci che la disfida, elegante o meno che sia stata, evoca. Perch ci che il duello fra i due candidati Repubblicani ha messo perfettamente in luce la necessit di non confondere la difesa anche pi strenua della libert economica garantita dal mercato con la rapacit di chi riduce tutto lumano al solo dato economico. Lo stabilire se, quando si parla di denaro, si parla di valore assoluto come farebbe un perfetto marxista, oppure se lo si considera un bene strumentale a vantaggio della persona. Insomma, se per difendere il

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Newt Gingrich esce dalle primarie ma la sua stata una gran bella corsa

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laissez-faire dello spirito libertarian pi autentico sia automatico diventare materialisti, avidi, gretti, immorali e sociopatici. Ecco, Gingrich ha avuto il merito storico di porre sul tavolo della discussione seria questo tema, proponendosi come alfiere di una critica da destra alla Destra economica in grado di non concedere nulla al pensiero di sinistra. Pu pur avere sbagliato toni, modi, tempi a magari anche bersaglio, agli uomini capita di farlo pi spesso di quanto ci simmagini; ma il valore della sua chiamata alla riflessione resta alto. E si perder se qualcuno non ne raccoglier il testimone: ecco perch Gingrich non affatto un uomo finito. Quando vinse clamorosamente le elezioni di medio termine del 1994 alla testa dei Repubblicani, Newt non ragionava (ancora) cos. Oggi invece lo fa: e, a chi interessa (come interessa a chi qui scrive), il filo del suo ragionamento adamantinamente conservatore oggi perfettamente in linea con il magistero sociale della Chiesa Cattolica, a cui da qualche anno lex battista Gingrich appartiene orgogliosamente e mai spocchiosamente. Il secondo elemento che rester il ricupero, da parte di Gingrich, di quella che gli storiografi della politica statunitense contemporanea, e ancora di pi gli studiosi del conservatorismo nordamericano, chiamano da decenni southern strategy. Lespressione lha ripescata questanno qualche organo dinformazione liberal brandendola come uninfamante accusa, nel tentativo di venderla come unopzione disperatamente razzistica tesa ad accattivarsi le simpatie dei redneck sudisti. Ma tuttaltra cosa. La southern strategy si chiama cos da quando Richard Nixon (1913-1994) la mise in essere a vantaggio della splendida sconfitta conseguita nelle presidenziali del 1964 dal senatore dellArizona Barry M. Goldwater (1909-1998), cio luomo che, con quella nobile guasconata di quasi mezzo secolo fa, ha reso possibile lelezione di Ronald Reagan (1911-2004) alla Casa Bianca nel 1980 e quindi quel fatidico spostamento a destra del baricentro del GOP di cui oggi si stanno raccogliendo i primi frutti interamente maturi. Fu Nixon infatti che si rese per primo davvero conto sul piano del marketing politico di cosa fosse per la prima volta accaduto attorno a Goldwater e grazie a Goldwater. E ci che era accaduto era stato un primo, forse per certi versi ancora impercettibile, ma comunque sempre inaudito spostamento di qualche frangia dellelettorato conservatore degli Stati del Sud dal Partito Democratico a quello Repubblicano. Nel Sud, infatti, fino a Goldwater, i conservatori mai e poi mai avrebbero votato per il partito di Lincoln. In alcuni anfratti succede ancora, ma in quella prima met degli anni 1960 qualcosa cominci a mutare. Era nel frattempo mutato tantissimo il Partito Democratico, tanto che molti conservatori non potevano pi, nemmeno retoricamente e sentimentalmente, continuare a riconoscersi in esso; e iniziava a mutare pure il GOP, allorch Goldwater aveva inaugurato una pratica assai diversa rispetto a quella dei suoi compagni di partito. Pur appartenente al partito di Lincoln Goldwater dei sudisti non era nemico, ma volle essere amico, o lo diceva in pubblico. Nel 1964 and come and, ma Nixon si rese conto che quel che era iniziato andava proseguito e potenziato. Gli anni dincubazione successivi alla sconfitta elettorale di Goldwater furono quelli durante i quali il GOP guidato da Nixon punt moltissimo sulla strategia del Sud. Vincendo. Oggi in amplissima parte del Sud nordamericano, i sudisti indossano i panni di Repubblicani granitici come i loro padri non avrebbero mai sognato di vederli fare. E sono Repubblicani assai diversi da quelli della

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Newt Gingrich esce dalle primarie ma la sua stata una gran bella corsa

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cosiddetta ala liberal del partito. Ebbene, Gingrich questanno ha ripreso le fila di un discorso antico quanto Goldwater prima che la politica politicante dellestablishment del partito potesse riuscire a rendere non pi riannodabili certi fili. In qualche caso Newt andato subito benissimo allincasso elettorale, in altri meno. Ma il punto vero, come sempre, un altro. Non fosse altro che per questo reminder, la corsa di Gingrich nel 2012 valeva la penna di essere disputata, tutti i soldi spesi di essere spesi e i debiti ora rimasti di essere accumulati. Un GOP che battesse Obama in novembre, ricordasse la grande lezione dei Tea Party, si lasciasse ammaestrare dalle strategie e dalle filosofie di Gingrich, comprendesse appieno cosha significato al discesa in campo di Rick Santorum e smettesse di guardare al mondo emblematizzato da Ron Paul con sufficienza sarebbe la quadratura del cerchio che dai tempi di Goldwater la Destra americana attende. Marco Respinti presidente del Columbia Institute, direttore del Centro Studi Russell Kirk e autore di Lora dei Tea Party. Diario di una rivolta americana

4 Maggio 2012

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