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Ingredienti di pianificazione strategica

Bologna, Sala Imbeni 23 aprile 2012


Dott.sa Micaela Deriu

PIANIFICAZIONE STRATEGICA
Il problema del piano strategico, o meglio, le speranze riposte nei piani strategici, sono state come sempre, un po imprecise, nel senso che, come spesso succede quando un nuovo strumento si affaccia allattenzione degli amministratori e di chi governa, si tende a caricare questo strumento di una serie di significati, di una serie di speranze e di obiettivi probabilmente anche superiori alle possibilit effettive di conseguire

1. DIMENSIONE VOLONTARISTICA 2. LIBERA MODALIT DI COSTRUZIONE E DEFINIZIONE

Essi nascono se c almeno una persona che ci crede, ma vivono soltanto se ci sono molte persone che continuano a crederci
23 aprile 2012 - Micaela Deriu

(B. Dente 2010)

MOLTE DEFINIZIONI
E uno strumento (Torino 1PS, Bagnasco - Bolzano, Delibera Giunta) E un processo di discussione ed argomentazione pubblica delle missioni, delle priorit e delle azioni da compiere nel territorio (Pesaro, Perulli,) E un metodo di decisione politica, di programmazione e progettazione, che apre ad una sorta di democrazia diretta (Cagliari, Camagni) Eun processo di cooperazione volontaria tra i diversi soggetti pubblici e privati (Firenze, Trigilia ) E il solo "luogo" nel quale contenuta la visione di futuro che il Comune intende realizzare (Delibera Consiglio Comunale, Trento - Bottino, Rimini) E un processo continuo che non attende lapprovazione formale di un documento per generare i suoi effetti (2PS La Spezia, Camagni) E un sistema di relazioni (Comuni Copparese, Ave) un processo creativo, unattivit di pianificazione di carattere integrato (Jesi, Balducci) E un patto tra amministratori, cittadini, partner e attori diversi (Napoli, R.R.Iervolino,) E un processo volontario e collegiale di pi soggetti pubblici e privati (Bologna, Donati)

23 aprile 2012 - Micaela Deriu

PERCHE UN PIANO STRATEGICO?


Negli anni Novanta le prime esperienze europee: Barcellona, Bilbao, Lione.. In Italia circa 40 citt: Torino, La Spezia, Cagliari, Firenze, Lecce, Fabriano, Pesaro, Rimini, Alessandria, Napoli, Bari, Verona, Tempio Pusania, Jesi, Bolzano, Spoleto, Trento

RISPONDERE ALLA CRISI DI EFFICACIA DELLA PIANIFICAZIONE NEL GOVERNO DELLE CITT
MOTIVAZIONI SPECIFICHE

1. Tema dellidentit (posizionamento) e della ridefinizione della propria vocazione territoriale 2. Tema dell innovazione dei propri elementi di eccellenza 3. Tema inerente la globalizzazione economica e la richiesta di competitivit internazionale 4. Tema della ricostruzione di tessuti sociali 5. Tema della qualificazione delle competenze pubbliche 6. Tema del riposizionamento delle progettualit pubbliche e private nel sistema di coerenze territoriali condivise

23 aprile 2012 - Micaela Deriu

CONTENUTI E FASI
IL PIANO STRATEGICO E UNOPERAZIONE DI VISIONING (proiezione nel tempo)

PERCHE?

COME?

COSA?

1. FASE ISTRUTTORIA: promozione delladesione al processo di pianificazione e di strutturazione di una rete di collaborazione tra i soggetti coinvolti 2. FASE ESPLORATIVA DIAGNOSTICA: costruzione della fotografia del contesto e dello scenario futuro di riferimento 3. FASE PROGETTUALE : dare forma allo scenario attraverso progetti concreti ATTIVITA DI MONITORAGGIO: verifica di efficacia trasversale a tutte le fasi

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UN ELEMENTO COMUNE
I PIANI STRATEGICI SI DEFINISCONO TUTTI PIANI PARTECIPATI Arene, tavoli e fori della pianificazione strategica, dovrebbero ridurre (anche se non annullano) gli spazi di negoziazione bilaterale e spesso occulta nella formazione delle decisioni e azioni pubbliche. (Perulli, 2004) ciascuno deve essere convinto che la partecipazione al gioco di costruire la citt con la parola, frutter anche a lui PER COSTRUIRE UNA VISIONE CONDIVISA valore pedagogico PER REALIZZARE PROGETTI valore pragmatico

Articolazione delle fasi e peso relativo nell elaborazione del Piano


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Chi principalmente coinvolto nellelaborazione dl Piano

FASI DEL PROCESSO DI PIANO


1. FASE ISTRUTTORIA 2. FASE ESPLORATIVA DIAGNOSTICA 3. FASE PROGETTUALE
JESI

CITTA
TRENTO

AVVIO
2002 settembre 2003 settembre 2004 1999

ESITO
2004 giugno 2004

Il territorio di riferimento del Piano strategico non un dato ma un costrutto, dipende dagli ambiti cui si rivolge lattenzione degli attori e dal livello cui le questioni che essi pongono possono essere trattate. (Balducci, PS Jesi )

BOLZANO

maggio del 2006. 2004

LA SPEZIA

RIMINI

luglio 2007

gennaio 2010

FONDAMENTALI FASE DI DIAGNOSI E VISIONING TRENTO BOLZANO JESI

PESARO

febbraio 2001

gennaio 2005

RIMINI

LA SPEZIA

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SCATTI DI FOTOGRAFIE
Trento costruzione collettiva del Documento Quadro Schede informative per la costruzione di una base conoscitiva. Studio di verifica e incrocio dei contenuti della pianificazione e programmazione settoriale. Lesito il Documento di diagnosi condivisa che funge da riferimento di base per lelaborazione del Piano A seguire tavoli tematici progettuali Cagliari fase di ascolto sia tramite questionario, sia tramite tavoli di ascolto per gruppi di attori omogenei una fase di ricognizione, con un importante analisi di contesto territoriale, A seguire tavoli tematici progettuali Alessandria Quattro macro prospettive scattate dall'Universit del Piemonte Orientale per comporre l'Analisi Diagnostica del piano strategico della citt. redatta in un volume di circa seicento pagine. La Spezia due anni alla fase di ascolto con attivazione di molteplici strumenti partecipativi volta allesplorazione di tipo analitico-conoscitivo del contesto, A seguire approfondimenti tematici Bolzano diagnosi fondata sulloutreach Visioning tramite molteplici strumenti di partecipazione e accompagnamento

Jesi un documento a carattere esplorativo/interpretativo, elaborato dai consulenti esterni, realizzato tramite lascolto strutturato La prima fase di ascolto (80 interviste e 4 focus group) e attraverso un percorso di interlocuzione con le circoscrizioni e le scuole. A seguire tavoli tematici progettuali Rimini diagnosi esperta unitamente ad ascolto strutturato e rielaborata dal Forum (+ Forum Giovani) A seguire tavoli tematici

23 aprile 2012 - Micaela Deriu

STRUMENTI
INFORMAZIONE PROMOZIONE CONDIVISIONE COMUNICAZIONE PARTECIPAZIONE

BOLZANO JESI CAGLIARI LA SPEZIA RIMINI

STRUMENTI E PRATICHE FORTEMENTE INTEGRATE PRESENZA DI COMPETENZE SPECIFICHE DI FACILITAZIONE ALTA DIVERSIFICAZIONE NEL CORSO DEL PROCESSO DI PIANO ARCHITETTURA DEL PROCESSO POCHI STRUMENTI E DEBOLMENTE INTEGRATI

Questionari Focus group Interviste Punti informativi Laboratori di progettazione Tavoli tematici Open Space T. Web

MOLTI ALTRI

ASSENZA DI COMPETENZE SPECIFICHE DI FACILITAZIONE SCARSA DIVERSIFICAZIONE


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Tavoli tematici Web

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