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Perch il biogas uno scandalo?

Che il modo di organizzare il biogas in Italia sia scandaloso lo dicono da tempo i cittadini e le associazioni attenti alle sorti dellambiente e chi, come Report, denuncia le verit scomode che gli altri nascondono. Di solito vengono squalificati accusandoli di essere ideologici. Ma se a denunciare lo scandalo Renato Guerzoni, direttore generale di Soelia, la societ multiservizi di propriet del Comune di Argenta, e per di pi ad un Convegno organizzato dal Lyons Club (17 marzo scorso), tutti drizzano le orecchie e chi segue accomoda di conseguenza il suo discorso. Al Direttore di Soelia va certamente il merito di aver definito il fenomeno in modo efficace. Se per si fa attenzione allintervento di Guerzoni si scopre che i suoi rilievi sembrano la fotocopia di quelli avanzati dal Consiglio di Partecipazione di Filo, nel corso dellassemblea pubblica organizzata il 21 gennaio precedente, assemblea alla quale gli amministratori avevano partecipato non senza qualche resistenza, e solo dopo incontri separati con gli imprenditori che quegli impianti stanno realizzando a Filo. Problemi simili hanno sollevato anche i cittadini di Cologna, nellassemblea dell11 aprile scorso. Visto che ora possiamo contare su una tanto autorevole opinione convergente, ci pare utile ribadire per i lettori le cose che nessuno dice. Primo: gli impianti a biogas, nati per trasformare in metano i reflui animali, gli scarti dellagricoltura, i residui della depurazione delle acque e dellindustria agroalimentare, da noi divorano quasi esclusivamente cereali e mais prodotti a questo scopo. Secondo: ogni impianto da 1 MW ha bisogno di almeno 300350 ettari di terra fertile ogni anno; questo sottrae terreni allagricoltura e ne fa aumentare i prezzi. Terzo: il bilancio energetico di questi impianti quasi nullo (consumano 1 caloria per produrne 1,2), cio lavorerebbero in perdita se non fossero sostenuti dagli incentivi statali, incentivi che vanno ad appesantire la nostra bolletta di quasi il 10% (9,35). Quarto: tutto questo mentre la PAC (Politica Agricola Comune), riduce le sovvenzioni dellEuropa per almeno una parte degli agricoltori, sta per essere introdotta lIMU anche per i terreni e locali di servizio delle aziende e si aggrava di anno in anno la crisi di alcuni settori, in particolare la frutticoltura. Quinto: noi, nella nostra assemblea a Filo abbiamo anche osato dire che gli incentivi danno origine di fatto a due agricolture parallele, in concorrenza sleale tra loro: una, sovvenzionata dallo Stato, che ha spesso finalit puramente speculative, legate agli ingenti capitali richiesti; laltra, prevalentemente costituita dalle piccole e medie imprese, che non solo non ha incentivi ma vede ridursi sia gli aiuti del passato che il reddito aziendale. Sesto: il fenomeno, a differenza di quello che dice Guerzoni, tuttaltro che italiano se vero che lintera Europa ha sacrificato fino ad oggi alle bioenergie un territorio vasto quanto il Belgio e che, da grande esportatrice di beni alimentari, ne diventata la maggiore importatrice. Se poi vogliamo spingere lo sguardo fino ai nostri dirimpettai oltre il Mediterraneo e capire qual la rivoluzione globale da cui anche noi siamo investiti, scopriremo per esempio, che nel solo 2009 ben 32 milioni di ettari di paesi come lEtiopia, lUganda, la Repubblica Democratica del Congo, la Liberia, lo Zambia e il Mali, sono stati ceduti a societ straniere per periodi che arrivano e talvolta superano i 50 anni, con modesti compensi per i contadini che li hanno coltivati per generazioni e la promessa di posti di lavoro che somigliano a quelle fatte in previsione dellapertura del polo del laterizio a Molino di Filo. Dal canto suo il Direttore di Soelia ha sottolineato che il fotovoltaico, oltre a consumare 26 volte meno territorio del biogas, fornisce energia nei momenti in cui il consumo pi elevato, mentre il biogas la fornisce anche nelle ore notturne, quando le centrali a combustibili fossili, funzionando al minimo, forniscono gi pi dellenergia necessaria; creando oltretutto un problema di gestione della rete. Dal convegno sono emerse alcune altre informazioni. Lassessore allambiente della Provincia, Giorgio Bellini, ha dichiarato da un lato che Provincia e Comuni non hanno nessuna voce in capitolo per fermare le

autorizzazioni: possono solo controllarne, in fase di realizzazione, lapplicazione delle normative nazionale e regionale; che come ammettere limpotenza rispetto alla grande operazione speculativa internazionale che da qualche anno si riversata sullagricoltura. Daltro canto assicura che questo non impedisce allAmministrazione Provinciale di difendere gli interessi dei cittadini e del territorio (posizione ribadita nella lettera pubblicata su questo stesso giornale il 29 aprile). Prendiamo atto della buona volont ma stentiamo a credere che le due cose siano conciliabili. A sua volta lassessore comunale Sauro Borea, oltre a lamentare, e meritoriamente, la mancanza di un piano energetico nazionale, confessa che, senza le compensazioni di biogas e fotovoltaico (il 3% della produzione annua, dato una tantum), non si potrebbero rifare gli infissi delle scuole di Filo. Si pu credere che amministrazioni per le quali queste briciole e gli oneri di urbanizzazione sono lunica entrata aggiuntiva possano efficacemente esercitare la tutela del territorio?
Francesco Pertegato e Daniele Alberti.

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