Professional Documents
Culture Documents
AMBIENTE E GLOBALIZZAZIONE
IL CASO MUCCA PAZZA: ESEMPIO DELLA COMPLESSIT DEL SISTEMA AGRO-ALIMENTARE MODERNO
Tiziano Gomiero
Introduzione Lolio di palma della Malesia, la lotta allobesit e alle malattie cardio-circolatorie, il miglioramento dellefficienza energetica, possono avere collegamenti con la filiera del sistema agroindustriale e la mucca pazza? A prima vista questi argomenti possono sembrare poco attinenti luno allaltro. In questo intervento si cercher di mostrare che non cos. Ma che, anzi, vi sono delle strette e complesse relazioni che concorrono a strutturare il sistema agroindustriale e agroalimentare globalizzato moderno. Qualche anno fa lepidemia di Encefalite Spongiforme Bovina (Bovine Spongiform Encephalitis, BSE in inglese), meglio conosciuta come mucca pazza, ha portato, in modo assai drammatico, la societ a riflettere sulla qualit dei processi produttivi del sistema agroindustriale moderno. Il problema stato spesso identificato in responsabilit precise: il cannibalismo bovino, la mancata adozione di misure di precauzione da parte delle istituzioni (lo scandalo BSE), il cambio delle pratiche di estrazione del grasso ecc. Raramente si tentata unanalisi pi approfondita. Il sistema agroalimentare (o agroindustriale) moderno tuttavia caratterizzato da unalta complessit. Ci che succede in un settore della societ si ripercuote negli altri, sia a livello locale che internazionale. Questo intervento non pretende di offrire unanalisi esaustiva del caso BSE. Intende invece usare il caso BSE per dimostrare che: 1) il sistema agro-alimentare (o agroConsulente ambientale, tiziano.gomiero@libero.it
industriale) caratterizzato da unalta complessit (ci che succede in un settore della societ si ripercuote negli altri, sia a livello locale che internazionale); 2) necessario un approccio multicriteriale al sistema agro-industriale moderno; 3) altrettanto necessario un approccio precauzionale che si sviluppi tenendo in conto tale complessit. Cos la BSE LEncefalite Spongiforme Bovina (Bovine Spongiform Encephalitis, BSE in inglese), una malattia degenerativa del tessuto nervoso che fu diagnosticata ufficialmente nei bovini britannici nel 1987. Si sospetta per che il Ministero dellAgricoltura, Alimentazione e Pesca (MAFF) britannico, ne fosse informato anche prima ma abbia taciuto le informazioni al pubblico (Lacey, 1995; Shaoul, 1996; 1997b). La malattia caratterizzata da unincubazione di alcuni anni e da un decorso drammatico che, attraverso la progressiva distruzione del tessuto nervoso spinale e celebrale, porta alla morte degli animali che ne sono colpiti. Attraverso il consumo della carne bovina (del tessuto nervoso in particolare) la BSE si trasmette alluomo, provocando ancora la degenerazione del tessuto nervoso. Nelluomo la malattia, ancora di lunga incubazione (anche una decina di anni o pi), nota come morbo di Creutzfeldt-Jakob. Il decorso altrettanto drammatico e porta alla morte delle persone colpite (Prusiner, 1996; The BSE Inquiry, 2000; Eigen, 2001; Parchi, 2001). La trasmissibilit della BSE dai bovini alluomo venne comunicata ufficial-
mente dal governo britannico nel 1996 (Shaoul, 1996; 1997b; The BSE Inquiry, 2000). Gli specialisti ritengono che le cause della BSE siano da attribuire alla presenza di un prione patogeno (una proteina), che si differenzia dal prione normale per una diversa struttura spaziale (nel modo in cui la catena degli amminoacidi si avvolge nello spazio). Tale diversa struttura lo renderebbe patogeno, mettendolo in grado di reagire col tessuto nervoso dellanimale infetto e quindi di distruggerlo a poco a poco (Prusiner, 1996; The BSE Inquiry, 2000; Eigen, 2001; Parchi, 2001). Recentemente Prusiner (uno dei maggiori esperti in materia) ha ipotizzato che vi sia anche unaltra proteina coinvolta nella patologia (Parchi, 2001), anche se la questione non ancora stata sufficientemente chiarita (Edsker e Wicker, 2004). Origine e diffusione del contagio Sullorigine della BSE si sono fatte varie ipotesi; riassumeremo brevemente le pi accreditate (Prusiner, 1996; Rhodes, 1997; The BSE Inquiry, 2000; Eigen, 2001; Parchi, 2001; Brown, 2004): 1) BSE come variante della scrapie nei bovini: La scrapie unaltra malattia degenerativa del tessuto nervoso che colpisce per gli ovini (le pecore). La malattia si sarebbe trasmessa ai bovini a causa delluso delle frattaglie e delle ossa di ovini infetti nelle farine per la nutrizione bovina. Va evidenziato come fosse ufficialmente noto, fin dal 1939, che la scrapie fosse una malattia trasmissibile a specie diverse (Royal Society of Chemistry, 1996); 2) mutazione puntuale del prione in un
55 sistenti, e questo si protratto fino ai giorni nostri, quindi non vi sono certezze che tali indicazioni fossero seguite dalle industrie di trasformazione (Sheoul, 1998). (Sullo stato di funzionamento dei macelli negli USA si veda, ad esempio, Rifkin, 2001). Alcune fonti assicurano invece che le temperature di esercizio effettive erano spesso inferiori a quelle di esercizio stabilite, per risparmiare sui costi di gestione (Sheoul, 1996; 1997a; 1997b; 1998). Le ragioni che portarono alla sostituzione dei solventi Luso dei solventi combinato con lalta temperatura fu sospeso verso la fine degli anni 70 e linizio degli anni 80, nellambito di politiche agroindustriali volte al taglio dei costi di produzione dellestrazione del grasso (Sheoul, 1996; 1997a, 1997b). Labbattimento dei costi di produzione si stava allo stesso tempo praticando negli allevamenti. Qui venivano portati alle estreme conseguenze le pratiche di allevamento intensivo atte a massimizzare la produttivit: uso intensivo di ormoni comprati al mercato nero, antibiotici, farine animali ad alto contenuto proteico ecc. (Jailette, 2001). Le direttive del governo britannico per lindustria dellestrazione del grasso, lanciate nel 1977 (direttiva citata in Sheoul, 1997a) raccomandavano: i) di regolare la temperatura per evitare sovrariscaldamento dei materiali animali; ii) di ridurre i rischi di emissione di cattivi odori; iii) di adottare nuovi impianti che potessero operare a temperature pi basse. A met degli anni 70, il prezzo del petrolio era salito alle stelle (con la sopravvenuta crisi petrolifera mondiale), e in tutti i paesi industriali si attuarono politiche di risparmio energetico in tutti i settori produttivi. Date le caratteristiche dellindustria di estrazione del grasso, sotto il profilo energetico, queste risultavano altamente inefficienti e lattivit risent quindi fortemente dellaumento del prezzo del petrolio. I solventi erano basati sul benzene e sintetizzati a partire dal petrolio, alla fine del processo inoltre dovevano essere estratti dalla poltiglia mediante vaporizzazione, altra spesa energetica. Leliminazione dei solventi e labbassamento della temperatura a cui avveniva lestrazione del grasso erano unottima opzione per ridurre le perdite e far fronte alla crisi. Le direttive del governo conservatore in tal senso non erano uniniziativa completamente autonoma, piuttosto una soluzione nata da un accordo congiunto governo
56 - industrie dellagribusiness britannico, sotto la pressione di queste ultime (Sheoul, 1996; 1997a; 1997b). Tali corporation costituivano, e costituiscono tuttora, una sorta di oligopolio dove poche grandi aziende controllano la quasi totalit del sistema agroalimentare: industrie di trasformazione, distribuzione e vendita (catene di supermercati). Ai produttori quindi non resta che adeguarsi alle politiche produttive dettate di volta in volta dalle grandi corporation (Sheoul, 1996; 1997a; 1997b). Vi sono naturalmente anche altre ragioni quali il rischio di incendi e esplosioni (nelle quali alcune persone persero la vita), e la salvaguardia della salute dei lavoratori (The BSE Inquiry, 2000). Tali ragioni tuttavia rimangono marginali e da sole non avrebbero certo indotto il cambio del sistema produttivo (Sheoul, 1996; 1997a; 1998). In conclusione possiamo dire che leliminazione dei solventi va imputata, innanzitutto, ai tagli dei costi di produzione, e alle politiche volte al risparmio energetico. Ma anche questa solo una parte della storia. Prima di analizzare il problema da altri punti di vista, desideriamo per vedere se luso dei solventi avrebbe potuto impedire il diffondersi della BSE. Luso dei solventi avrebbe potuto impedire il diffondersi della BSE? Alla fine degli anni 70, lestrazione basata sui solventi fu sostituita con metodi basati sul semplice riscaldamento a basse temperature (80 C) e pressatura. Alladozione di questo procedimento sarebbe da imputare quindi, secondo alcuni autori, la diffusione dei prioni patogeni e la seguente epidemia bovina e la trasmissione alluomo. Fino allinizio degli anni 90, lipotesi secondo cui i solventi potevano giocare un ruolo nelleliminazione dei prioni patogeni dai residui animali non era stata testata. Gi allepoca comunque non esisteva alcuna evidenza di metodi capaci di eliminare i prioni patogeni (Lacey, 1995; Taylor et al., 1995; Shaoul, 1997b; 1996; The BSE Inquiry, 2000; The Institute of Food Science & Technology, 2000). Una serie di lavori sperimentali, divenuti di riferimento, di un gruppo di ricerca dellUnit di Neuropatologia dellUniversit di Edimburgo (UK), concluse che il cambio del processo di estrazione non poteva avere alcun effetto specifico nella trasmissione dellagente prionico (Taylor et al., 1995; The BSE Inquiry, 2000). Infine, nella relazione ufficiale del governo britannico sul caso BSE, The BSE Inquiry: The Report (pubblicato nel 2000 e disponibile in internet), dopo la revisione
57 politiche agricole comunitarie che si tradusse, da un lato, in un aumento dei sussidi pubblici allagricoltura e, dallaltro, nel crollo dei prezzi al produttore e nella distruzione delle eccedenze (come prodotti collaterali di tale politica produttiva possiamo elencare la contaminazione delle falde idriche da nitrati e pesticidi, linquinamento degli alimenti, il dissesto del territorio). Luso del grasso animale nelle farine una maniera efficiente di aumentare le rese di allevamento. Si visto, infatti, che un aumento di grassi animali dal 2% al 5% nelle farine porta ad una maggiore velocit dingrasso e riduzione del tempo di macellazione degli animali (Watkins, 2001). Negli Stati Uniti, ad esempio, dal 1986 al 2000 luso di grassi animali nelle farine alimentari aumentato del 25% (Watkins, 2001). Crisi di domanda per il grasso, le farine come nuova nicchia di mercato: si innesca liperciclo Sul finire degli anni 70, lindustria del grasso si trov quindi di fronte a una drammatica crisi di domanda, mentre costi di gestione aumentavano con laumentare del prezzo dellenergia (i lavoratori del settore sono in tutto il mondo sottopagati e costretti a lavorare spesso in condizioni durissime, sia per i ritmi di macellazione - una carcassa ogni due minuti - che per le condizioni dellambiente di lavoro, Sheoul, 1998, 1997a, 1996; Rifkin, 2001). Dagli anni 60 si assistito allinnescarsi di un effetto di portata mondiale: gli agricoltori e le industrie agroalimentari lavoravano per aumentare il pi possibile la velocit dingrasso dei manzi e la produzione di latte delle vacche. Questo si tradusse nella richiesta di alimenti a sempre pi elevato potere nutrizionale ed energetico e di sostanze atte ad incrementare lassimilazione del cibo (p.es. ormoni), ed a prevenire il diffondersi delle malattie negli allevamenti (p.es. antibiotici, che servono anche il punto precedente). Dove trovare alimenti sufficientemente nutritivi per queste nuove esigenze produttive? Le farine animali si rivelarono il nuovo affare per i mangimifici e gli allevatori. Le farine animali non erano una novit, da decenni si usavano le farine di pesce e in minor misura carcasse riciclate. Luso del grasso, prodotto dallindustria del riciclo, per le farine permise a questa di trovare nuovi sbocchi per il proprio prodotto, che il mercato usuale domandava in misura sempre minore. A questo si aggiungeva che le nuove farine, arricchite di concentrati animali, risultavano molto pi nutrienti per i manzi e ne aumentavano la velocit di ingras-
58 so. Le vacche arrivarono cosi ad essere il cibo di se stesse; il sistema produttivo entr in un circolo vizioso che si autoaliment fino a scoppiare. Lo scandalo BSE: precauzione e presunzioni A dire il vero, a qualcuno non era sfuggito che questa situazione avrebbe potuto creare qualche problema. La Royal Commission on Environmental Pollution, gi nel 1979 metteva in guardia sui pericoli del processo di riciclo degli animali: Il problema maggiore di questo processo di riciclo il rischio di diffondere malattie contagiose negli allevamenti e quindi nelle persone. (citato in Sheoul, 1997a, traduzione dellautore). La Royal Society of Chemistry (1996), dichiara che questo risultato poteva essere previsto, visto quanto era successo negli anni 40, quando si ebbe una grande epidemia di scrapie (la forma di encefalite che colpisce gli ovini) quando si usarono i resti di pecore come alimento per le pecore stesse. In quel caso si scopr anche che nemmeno la formaldeide era capace di inattivare lagente della scrapie. Il processo di riciclo degli animali come cibo di s stessi fu bandito nel 1988 - 89 dopo lepidemia di BSE nei bovini anche se le evidenze scientifiche per un approccio precauzionale erano disponibili da parecchio tempo. Dagli anni cinquanta, si sapeva che una malattia endemica in una trib della Papua Nuova Guinea, il kuru (dai tratti simili alla scrapie), si trasmetteva nelle persone, dai morti ai vivi grazie a pratiche cannibalistiche. Pratiche in cui i parenti del defunto ne assimilavano lo spirito e sopratutto le carni. In ambienti dove le proteine sono difficili da trovare il cannibalismo una pratica piuttosto comune (Harris, 1990). Gajdusek vinse il Nobel per la medicina nel 1976 per aver dimostrato che sia il kuru (da lui stesso descritto) che la malattia di Creutzfeldt-Jakob (nota dal 1921) erano trasmissibili nelle scimmie (Parchi, 2001). In sintesi sia la scrapie, che il kuru, che il morbo di CreutzfeldtJakob che la BSE fanno parte delle malattie da prioni che si possono trasmettere da una specie allaltra. Questa caratteristica era conosciuta, da tempo, per le prime tre, ma nonostante la BSE mostrasse caratteristiche identiche, le autorit britanniche per decenni negarono questa possibilit. Studi recenti indicano che le proteine prioniche bovine e umane hanno strutture molto simili, e questo ne facilita il passaggio da una specie allaltra (Eigen, 2001). Nonostante queste conoscenze, il MAFF e i suoi esperti si ostinarono per
59
su The Ecologist, copie possono essere richieste allautrice) Taylor, D., Woodgate, S.L., Atkinson, M.J., 1995 Inactivation of bovine spongiform encephalophaty agent by rendering procedures Veterinary Record, 9 December, pp. 605608 (labstract disponibile in internet al sito http://neon.airtime.co.uk/bse/scij.htm) The BSE Inquiry: The Report. 2000 The Inquiry into BSE and variant CJD in the United Kingdom Disponibile al sito http://www.bse.org.uk/ report/index.htm (in particolare sui solventi vedere il volume 1 del report al sito http://www.bse.org.uk/report/volume1/exe csum4.htm#669611) The HM government, in consultation with the devolved administrations, 2001a The interim response to the report of the BSE Inquiry Disponibile in internet al sito http://www.defra.gov.uk/animalh/bse/gene ral/Inquiry.pdf The HM government, in consultation with the devolved administrations, 2001b Response to the report of the BSE Inquiry Disponibile in internet al sito http://www.defra.gov.uk/animalh/bse/gene ral/response.pdf The Horn Report, 2001 The Origin of BSE in the UK UK Ministry of Agriculture, Fisheries and Food, rilasciato in data 25 luglio 2001 e disponibile in internet ai siti: http://www.defra.gov.uk/animalh/bse/bseorigin.pdf o anche al sito http://neon.airtime.co.uk/bse/hypoth.htm#That BSE The Institute of Food Science & Technology (UK), 2000 Bovine Spongiform Encephalopathy (Bse) and Variant Creutzfeldt-Jakob Disease (Vcjd) in Humans Disponibile in internet al sito http:// www.ifst.org/hottop5.htm Watkins, C., 2001 Tallow INFORM, (International News on Fats, Oils and Related Materials) vol. 12, June, pp. 580-588 Note
(1)
Si definisce come tallow il grasso che si estrae dalle masse adipose dei tessuti dei ruminanti, principalmente bovini, dai muscoli dello scheletro e da altre parti di scarto incluse le ossa, mediante pressatura o altro sistema di estrazione (The Institute of Food Science & Technology, 2000).