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COMUNICATO STAMPA Alcune considerazioni e chiarimenti doverosi in merito al Dimensionamento Scolastico previsto dalla L.

111/2011 e attuato dalle Regioni per competenza. La sentenza della Corte Costituzionale n.147 del 07/06/2012 ha esplicitato molto chiaramente che il comma 4 dellart. 19 della L.111/2011 anticostituzionale perch non poteva intervenire su temi quali laccorpamento delle Istituzioni scolastiche, al fine di ridurre la spesa pubblica, senza tener conto della competenza delle Regioni e delle disposizioni gi stabilite dal D.P.R. 233/98 a cui le stesse dovevano/potevano attenersi nel predisporre i piani di dimensionamento scolastico. Praticamente lo Stato non poteva ordinare alle Regioni di predisporre un dimensionamento scolastico sulla rigidit del numero minimo di alunni (1.000) e la conseguente scomparsa delle scuole dinfanzia, primarie, secondarie di I grado mediante la costituzione degli Istituti Comprensivi. La Corte Costituzionale stabilisce che il numero degli alunni a cui le Regioni possono attenersi quello indicato dal D.P.R. 233/1998 che testualmente recita [] gli istituti di istruzione devono avere, di norma, una popolazione consolidata e prevedibilmente stabile almeno per un quinquennio, compresa tra 500 e 900 alunni [] e non quello previsto dalla L.111/2011 che, invece, perentoriamente recita [] la scuola dell'infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado sono aggregate in istituti comprensivi, con la conseguente soppressione delle istituzioni scolastiche autonome costituite separatamente da direzioni didattiche e scuole secondarie di I grado, gli istituti comprensivi per acquisire l'autonomia devono essere costituiti con almeno 1.000 alunni []. Il sistema utilizzato da alcune Regioni, che ha considerato la media regionale di 1000 alunni per Istituto, non ha fatto altro che applicare la legge 111/2011 in modo peggiorativo (vedi Regione Lazio) contribuendo alla creazione di mostri aziendali, e non scuole, con un numero di alunni, per alcuni dei nuovi Istituti Comprensivi, superiore ai 1500. Insomma, non si possono sopprimere delle Istituzioni Scolastiche gi autonome aggregandole, per legge, in Istituti comprensivi, senza tener conto del numero degli alunni e delle realt territoriali. Proviamo a soffermarci sulle possibili soluzioni e ripercussioni, con il palese intento di smentire ancora una volta chi, attraverso i mass media agita lo scenario che, se si applicasse la sentenza della Corte Costituzionale, lanno scolastico 2012/13 sarebbe a rischio. Sicuramente non cos. Anzi sarebbe esattamente il contrario, e lo dimostriamo. Soluzioni che potrebbero essere immediatamente attuate in base alla sentenza n. 147/2012 della Corte Costituzionale: 1) annullamento dei decreti che hanno individuato i docenti soprannumerari per la.s. 2012/13; 2) annullamento dei risultati e riapertura dei termini per le domande di trasferimento volontario dei docenti; 3) rideterminazione degli organici di diritto. Considerato che le suddette operazioni sono on-line e possono essere portate a temine ragionevolmente in 20 giorni, non ci sarebbero problemi per linizio dellanno scolastico 2012/13 e delle lezioni. Ripercussioni negative (anche in termini di risorse finanziarie) sul regolare avvio e proseguimento dellanno scolastico 2012/13 se il dimensionamento scolastico venisse attuato, non tenendo in considerazione la sentenza della Corte Costituzionale, a causa di alcune operazioni organizzative/amministrative/contabili obbligatorie: richiesta nuovo codice fiscale della scuola; chiusura al 31 agosto dei conti correnti bancari e postali apertura di nuovi conti correnti bancari e postali con la nuova denominazione della scuola e nuovo codice fiscale;

comunicazione dei nuovi codici fiscali e conti correnti a tutti i debitori e creditori (miur, regione, provincia, comune, ecc.); cambio password per denuncia mensile dei contributi allINPS e allINPDAP; conto consuntivo al 31 agosto di tutte le scuole soppresse; programma annuale (ex bilancio preventivo) dal 01/09 al 31/12; nuove elezioni Consigli di Istituto; nuove elezioni R.S.U. Ai pi le suddette operazioni potrebbero sembrare dei semplici atti burocratici che possono essere risolti in breve tempo, senza ripercussioni negative sul regolare svolgimento dellanno scolastico e delle lezioni. Non cos, perch per almeno 2 mesi (ad essere ottimisti) tutte le attivit come, retribuzioni supplenti (si nomineranno?), versamento contributi, incassi debitori, pagamento creditori, sarebbero bloccate per espletare tali obbligatorie operazioni. Inoltre, i costi non sarebbero indifferenti per: giornate di lavoro che verrebbero impiegate/perse dal personale A.T.A. e dai Dirigenti Scolastici per lespletamento dei suddetti atti amministrativi obbligatori, invece di essere dedicate alla normale attivit organizzativa/amministrativa/contabile/didattica; giornate necessarie per le elezioni dei Consigli di Istituto con relativi prevedibili costi per la sostituzione e per il recupero del personale facente parte delle Commissioni Elettorali e di quello in servizio ai seggi; giornate necessarie per le elezioni delle R.S.U. di Istituto con relativi prevedibili costi per la sostituzione e per il recupero del personale facente parte delle Commissioni Elettorali e di quello in servizio ai seggi. Alla luce della sentenza n. 147/2012 e per le suddette considerazioni, si ritiene necessaria la cancellazione/ritiro della delibera regionale (Lazio) n. 42 del 03/02/2012 e del decreto n. 22 del 21/02/2012 dellUfficio Scolastico Regionale per il Lazio sul dimensionamento scolastico. Coordinamento Scuole Elementari di Roma www.coselementariroma.it

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