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IL ROSETO DI VILLA MOLFINO A S.

MARIA CODIFIUME Tra le ville del territorio di Argenta una delle pi interessanti, anche per il bellissimo giardino/parco che letteralmente la circonda, villa Molfino (fig. 1), che si vede sulla sinistra entrando nel centro abitato di S. Maria Codifiume dalla strada che percorre la sommit dellargine del Reno. Perla del giardino la collezione di rose antiche che le sorelle Alessandra e Francesca hanno deciso di creare dopo i danni provocati dalla grande gelata del 1985-86 alle piante inserite dal loro nonno nel 1925. Le rose sono state scelte prevalentemente in due vivai, quello inglese di Peter Beales nel Norfolk e il vivaio di Anna Peyron in Piemonte. Altri vivai sono poi stati interpellati negli anni e, in questi ultimi tempi alcune rose sono state acquistate via Internet.

Fig. 1

Ce ne parla Alessandra Mottola Molfino, nostra concittadina e presidente nazionale di Italia Nostra, nel corso di una visita organizzata per i soci del Garden Club di Ferrara, in un momento magico per la fioritura delle rose, il 12 maggio scorso. La sua guida rivela la passione della collezionista ma anche lo studio che ha preceduto quellaffascinante impresa, tanto che dalle sue parole si pu ricavare una vera e propria storia delle rose, fatta attraverso quelle presenti nel giardino che coprono quasi nove secoli, dalla pi antica (risalente al XII secolo) fino alle ibridate dei primi decenni del 900.

Le rose, dice Alessandra, sono sempre state care al culto della bellezza e sono conosciute dai tempi della Creta minoica, come testimoniato dalla pittura murale; erano inoltre ben note a Greci e Romani. Ma comerano le rose antiche? Qui una premessa necessaria: erano molto diverse da quelle moderne che sono perlopi rose da taglio, cio utilizzate per essere messe in vaso; si riconoscono dalla forma un po a tulipano e molto spesso appassiscono senza aprirsi, cio senza mostrare linterno e, soprattutto, non profumano. Le antiche possiedono invece hanno una bellezza pi discreta e un cuore pi generoso: dischiudono infatti completamente la loro corolla, rivelando la perfetta distribuzione dei petali; moltissime poi profumano, con sfumature e intensit diverse. In questa storia bisogna distinguere almeno due grandi famiglie: le rose europee, arricchite da apporti del medio-oriente, e le rose cinesi. Lincontro tra queste due grandi famiglie d origine, a partire dalla fine del Settecento, alle rose ibridate, le quali a loro volta preparano il terreno a quelle ottocentesche e poi a quelle dei nostri giorni. ROSE EUROPEE - Le rose di cui parlano il greco Teofrasto e il romano Plinio hanno uno dei ceppi originari in quella chiamata convenzionalmente rosa gallica.

Fig. 2

Fig. 3

La gallica principale della mia collezione la Rosamunda (Rosamundi o Gallica versicolor fig. 2), una delle rose medioevali pi antiche (XII secolo) che ha preso il nome dellamante di Enrico II dInghilterra: un modo squisito di consacrarla allimmortalit! Una rosa gallica molto pi recente , qui nel giardino, la Tricolore delle Fiandre (Tricolore de Flandre), una variet creata nell800 da un vivaista fiammingo. C poi il ceppo delle rose alba, anchesse europee, note soprattutto nel medioevo; qui potete vedere di straordinaria delicatezza di quella chiamata Rossore della fanciulla (Maidens blush) perch mostra al suo interno una delicatissima sfumatura rosata (fig. 3). E la rosa pi profumata che ci sia, con una fragranza intensa e resinosa; la stessa che si sente sfiorando con le dita le punte dei boccioli. Per questa ragione stata utilizzata da sempre per ottenerne essenze e profumi. Unaltra delle pi belle e raffinate rose alba, anchessa conosciuta nel medioevo, la Celestiale (Celestial), cos chiamata perch ha il fogliame di un verde quasi azzurrino e un rosa tendente allazzurro dei petali.

Tra le europee unaltra delle pi profumate la centifolia (fig. 4), perch sembra avere centinaia di petali. Sviluppata presso i floricultori olandesi del XVI secolo, si trova dipinta in molti quadri fiamminghi e olandesi dellepoca. Sembra che il suo nome sia stato utilizzato da Plinio e da Teofrasto, ma probabilmente quelle erano rose galliche. Una delle pi singolari che potrete veder fiorita tra qualche giorno la centifoglia cristata (fig. 5), per le tre creste che circondano linfiorescenza, detta anche Chapeau de Napoleon.

Fig. 4

Fig. 5

Anche le rose damascene fanno parte delle europee; la leggenda vuole siano state portate dai crociati. Nel giardino potete vedere la Rosa bulgara (Kazanlik), anchessa utilizzata in passato per fare profumi e marmellate. ROSE CINESI Le rose europee, pur bellissime, fioriscono una volta sola. Le cinesi, invece, oltre ad avere pochissime spine, sono rifiorenti dalla primavera allautunno inoltrato. Quelle che vedete nelle quattro grandi aiuole centrali del giardino (fig. 6) sono

Fig. 6

originarie della Cina, non sono innestate e fioriscono senza interruzioni, da marzo-aprile fino a Natale. Si chiamano Cinesi mutabili (Chinensis mutabilis) perch hanno i petali di tre colori, rosa, rosso e arancio (fig. 7); provengono dal vivaio che il grande storico dei giardini Ippolito Pizzetti conduceva con la moglie Andreola.

Fig. 7

Alcune testimonianze ci dicono che le rose cinesi erano conosciute in Europa fin dal Rinascimento, in particolare nelle corti italiane. Nel quadro del Bronzino rappresentante Venere, Cupido il Tempo e la Follia, dipinto intorno al 1529 (dono di Cosimo I de Medici a Francesco I di Francia e ora alla National Gallery di Londra) un putto (Cupido ?) lancia su Venere una manciata di fiori di rosa, che sono cinesi. Unaltra riprova viene dal viaggio in Italia di Montaigne nel 1678: visitando Ferrara vede delle rose fiorite nel monastero dei Gesuiti e, poich era novembre, non potevano che essere cinesi. ROSE IBRIDE Nonostante gli europei apprezzassero molto questa propriet delle rose cinesi, non erano mai riusciti a far diventare rifiorenti quelle europee. La grande innovazione avviene a cavallo tra Settecento e Ottocento, attraverso libridazione soprattutto ad opera dei coltivatori francesi. Si ottengono prima le Portland poi le Bourbon, dal nome di una delle isole francesi Reunion. Si pu dire che la promotrice di questa trasformazione sia stata Josephine Beauharnais, moglie di Napoleone, la quale crea nella sua residenza nei pressi di Parigi, detta la Malmaison, la prima collezione di rose conosciuta in Europa. E incarica il pittore Pierre Joseph Redout di rappresentare tutti i suoi esemplari in unopera in tre volumi, scritta e illustrata tra 1817 e il 1824, cio dopo la morte di Josephine (1814). Un episodio della vita di questo straordinario personaggio merita dessere raccontato. Durante la guerra tra

Napoleone e lInghilterra, questa aveva posto il blocco navale contro le importazioni lungo tutte le coste della Francia. Josephine solitamente ordinava le rose in Cina e le ibridava con i suoi giardinieri. Quando il comando della marina Britannica viene messo al corrente dellarrivo di tre navi di piante destinate allimperatrice le lascia passare. Un episodio davvero encomiabile di galanteria, al quale dobbiamo molte delle rose che apprezziamo oggigiorno. Nel nostro giardino, in memoria della collezione di Josephine ci sono due rose: la Ricordo della Mailmaison (souvenir de la Malmaison), che stata creata dopo la sua morte, e lImperatrice Giuseppina (lemperesse Josephine) che una rosa gallica (fig. 8). Le rose bourbon e le ibride perpetue costituiscono il grosso della nostra collezione, perch anche la casa, che ha origini seicentesche, ha ricevuto la sua sistemazione attuale tra la fine dellOttocento e agli inizi del Novecento. Ad esempio la Old blush, una rosa soprattutto coltivata e ibridata dai vivaisti francesi nell800, oppure la Semper florens che, come dice il nome, fiorisce continuamente e ha un tipico colore rosso cremisi. Soprattutto la Semper florens, allevata in un vivaio inglese di Parsons, stata usata per ibridare tutte le altre. Tra le bourbon c qui la Madame Pierre Oger, una rosa bellissima, profumata, che somiglia sia alle europee sia alle cinesi. Unaltra meravigliosa la Regina delle violette (Reine des violettes - fig. 9), unibrida a fioritura perpetua la quale rappresenta unevoluzione rispetto alle Portland e alle Bourbon.

Fig. 8

Fig. 9

Ma quella pi rigogliosa del nostro giardino la Zephirine Drouhin, rosso violetto (fig. 10). Tra i risultati delle ibridazioni ottocentesche particolarmente apprezzate sono le rose

Fig. 10

screziate, come la Ferdinand Pichard (fig. 11) che si vede entrando nel giardino, accanto alla Variegata di Bologna (fig. 12), lunica rosa della collezione dovuta ad un vivaista italiano, il Bonfiglioli, che lha creata nel 1909.

fig. 11

Fig. 12

Screziata di bianco sulla punta dei petali la Baron Giraud de lAin (Fig. 13), unaltra rosa francese. Poi ci sono le ibride muscose tra le quali le Penelope che affiancano il vialetto che porta allingresso laterale (fig. 14), insieme agli alberi da frutta anchessi antichi. Questi

ricordano la vocazione della villa che era una masseria di frutta: mio nonno stato il primo ad impiantare frutteti in questarea.

Fig. 13

Fig. 15

C poi la testimonianza del lavoro di vivaisti fiamminghi che si sono dedicati alle rose tea, che sono cinesi di origine; il loro nome deriva forse dal fatto che venivano trasportate in Europa su navi che portavano anche il the. Si riconoscono per il colore sfumato dal giallo al rosa, dovuto allincrocio fatto soprattutto in Francia con le rose cinesi modernizzate. Ne abbiamo due piante, una rosa e una rossa, che si chiamano Marie e Louis van Hutte, i nomi di una coppia di vivaisti marito e moglie che le hanno create nel 1871. La rosa tea , a sua volta, la progenitrice di moltissime delle rose moderne, come quelle piantate da mio nonno allesterno del muro di cinta e che sono sopravvissute alla grande gelata; tra queste la Gloria di Digione (Gloire de Dijon), la rampicante che vedete appena fuori dal cancello. Le rose pi recenti della collezione risalgono al 1924; nessuna va oltre quella data. Sono state per ammesse alcune bellissime rose moderne che hanno fiori simili a quelli delle antiche e profumano: ad esempio quelle che resistono in vaso, nei pressi della fontana e ai lati del portone a sud, denominate rispettivamente Iceberg e Nahema (fig. 15).

Fig. 14 Villa Molfino notificata dalla Soprintendenza. La propriet volentieri consente la visita a tutti coloro che sono interessati, sia al giardino che alledificio, che si prestano anche per cerimonie ed eventi.

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