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^erlagbud^anbhtng.

1858.

T&G

it-

DEL

TIRO AL SEGNO
IN TORINO
STORIA

con documenti
NARRATA E RACCOLTI
DA

inediti

ANGELO ANGELUGGI
capitano d'artiglieria

TORINO, 1865 TIPOGRAFIA LETTERARIA


Piazza
S.

Carlo, 10.

Digitized by the Internet Archive


in

2012 with funding from


Illinois

University of

Urbana-Champaign

http://archive.org/details/deltiroalsegnoinOOange

AI TORINESI
L'AUTORE
7

Se

io scrivessi
,

un

libro per narrare

che

voi,

o Torinesi
siete

eletta

parte

del paese

Subalpino,
ripetere

un popolo

belligero,

non farei che

quello che stato detto da tutti gli storici vo*


stri;

avvegnach non

lo

abbiano sempre provato

con documenti a proposito.

Seppure non
le

isti-

marono

essi averlo fatto citando

molte bat-

taglie che avete gloriosamente combattute per


voi e per
i

Principi vostri

dall'antica

et alla

moderna. Coteste per non sono prove che bastino a chiarirvi bellicosi per inclinazione
,

ma
o

soltanto a mostrare che quando pel

Comune
,

per lo Stato dovevate impugnare le armi

voi
co-

non

la cedevate

ad alcun altro popolo per

raggio e per bravura. In fatto chi

che non.

546724
3

addivenga soldato

lor

che veda

la

sua patria

minacciata da straniera invasione


cipe guerriero lo chiami al
la via alla vittoria?

od un prine gli additi

campo

Sono

le instituzioni

che addimostrano

l'indole,

la tendenza, lo spirito di

un popolo
mostrare

di

que-

ste

deve tener conto chi voglia farne


,

la storia.

Perch mi sono proposto


rer fatica,

non
siete

d
-

come

voi

foste

sempre e

clinati alle armi, col discorrere di

un

esercita-

mento bellico
citt, del
storici,

II Tiro al

Segno

tenuto sin

da antico tempo in molta onoranza in questa


quale hanno
finora

taciuto

tutti gli

per questo solo, io credo, che vi era tanto

da

dire.

Io

dunque ho

la fortuna di essere

il

primo a

trattare questo importante argomento; e se posso

presentarvi

il

mio lavoro corredato


documenti

di

buon nunon
do-

mero

di preziosi

inediti, voi

vete averne obbligo al pensiero ed

alla

pazienza
ali

mia nel
patrio

ricercarli e raccoglierli
il

ma

amor
che

del Municipio vostro

quale

volle

l'uno e gli altri fossero messi alla stampa.

Quando ebbe incominciamento


cizio dello imberciare (1)?

in

Torino

lo eser-

chi

si

ratore di questa storia, ecco la

come narprima domanda che


presenti
giustissima
;

viene indirizzata.
se
il

la

domanda

ma
di

mio

lettore

persistesse

nella

pretensione

volere adeguata risposta, io sarei costretto fin da ora

a far punto e lasciare ad


fare alla sua curiosit.

altri

il

merito di soddis-

Supporr pertanto
il

che

egli

(1)

INon

saprei

come meglio addimostrare

mio grato
di

animo

alla onorevole

Rappresentanza Municipale
di storia

questa
di

citt pel

modo

gentile col quale accolse la

mia proposta

pubblicare queste pagine


la lettera inviatami

Torinese, cbe riportando

per comunicarmi tale deliberazione.


Torino, 28 maggio 1865.

La Giunta Municipale,
il

cai

mi sono

recato a dovere di parte-

cipare

generoso proposito di Vossignoria chiarissima di ricercare

le origini del Tiro a segno in questa citt per illustrarle coi documenti che esistono tuttora nell'archivio del Comune vi fece plauso per l'interesse che porta a questo Istituto e l'onore che ne
,

deriva
tichi
dini,

al

Municipio Torinese dalla esposizione storica de' suoi ans

ordinamenti per addestrare in

importanti esercizi

citta-

che seppero mantenere

le nobili tradizioni, e

dimostrarsi poi
la

soldati esperti e valorosi nella battaglie

combattute per

indipen-

si

della narrazione

accontenti che trasvoli sulle origini di questo esere

citamelo,
buio della

prenda

le

mosse

da
il

quelle epoche nelle quali

incomincia a diradarsi

storia. Gli esercizi delle

armi

sono nati
si

coll'apparire dell'uomo sulla terra.


stituita

Non

era co-

ancora

la

Societ, ed
a

il

verso del celebre can-

tore del cinque maggio


fratelli

fratelli

hanno

ucciso

aveva gi avuto una

terribile applicazione.
alla

Ogni genere d'arme dalla

clava

lancia, dalla

fionda Yarcobalestro, dallo schioppetto


;

al cannone ha avuto i suoi esercitamene che senza questi le armi non sono che inutili arnesi (1). In Torino non

deve essere accaduto diversamente che altrove; ogni

arma ed ogni epoca avranno avuto certamente


denza
italiana.

loro

per assicurare pi chiaramente in qual pregio


,

si

tenga l'opera e l'autore


ultimo scorso
,

la

Giunta stessa
accordi che

in

seduta di venerd
distinto

deliber che
gli

una edizione in

volume

sia

fatta a sua spesa, previ

saranno presi con l'As-

sessore delegato.
Infrattanto nel compiere
la sopra
il

gradito incarico di fare nota a V. S.


,

mentovata disposizione

ho l'onore

di

essere

con

la

pi

alta stima

Per
P.
All' onorevole signor

il

Sindaco

Agodino.

Angelo ngelucci
Capitano nel R. Corpo
Torino.
a" Artiglieria

(1)

In un vaso

fittile

etrusco

(operato da 3000 anni circa


di Napoli dipinto
il

indietro) esistente nel

Museo nazionale
arco.
11

Tiro all' Gallo con

1'

Gallo posto sul capitello di


v. vii,

una colonna jonica [Museo Borbon,


bolieri delle isole Baleari

tav. xli).

From-

erano celebratissimi nell'antichit

per

la loro bravura.

Vegezio, scrittore del iv secolo, ne' suoi

_
esercizi,

ma

tra l'oscurit del

cosa della

non saprei come spingere lo sguardo tempo antico e fare racconti di quale tace la storia e mancano documenti.
io

Perch incomincier da tempi meno remoti a narrare


quello che
zioni ed

mi sar dato

trarre da ragionevoli indu-

apprendere dai preziosi documenti


(1).

che ho

potuto raccogliere

Lo esercitamene
credo
sia stato se

dello

imberciare

in

Torino io

non
che

contemporaneo
della

almeno
4206.

di

poco posteriore

alla
,

istituzione

Compagnia

dell'arco in Aosta

ha
;

la data del

di
i

questa una mia supposizione


nella vicinanza delle

ma

trova

appoggio
sa che

due

citt e nella

dipendenza

esse

dallo

stesso

Principe. Ora chi

non

principf di Casa
istinto
fini ?

Savoia

erano

tutti

battaglieri
di
ristretti

per
condi-

e malcontenti di

uno Stato

Perci erano obbligati a tenersi pronti alla

cinque

libri

De Re

militari ci ricorda tutti gli esercitamenti

della giovent romana, fra quali quelli delle


ciarsi-

armi da lan-

Et pure contro
si si

al palo

con dardi exercitarsi spesse

volte

dee, a ci che l'arte del lanciare, con la verl virinforzi.


I

gorosa del braccio,

saeltari et fiondatori

un famolte
si

stidio di frasche, o di strame, et lungi seicento piedi (metri

177,000) per segno a quei tempi


et co sassi,

melteuano,
le

et

uolte con le saette,

che con

mazzafionde

gittauano

quel segno

(quantunque lontano) ueramente

si

toccava
(1)

(Vegezio, lib. n, cap. xxiv).


far

Agostino

Debbo qui Mayna

menzione dei signori Felice Vigliardi ed


Municipio
per la gentile cooloro
i

archivisti al

perazione

prestatami

nelle

ricerche, e far
facilitalo
il

miei pi

vivi ringraziamenti

per

avermi

lungo e tedioso

compito

fesa,
il

o spiavano

il

momento opportuno per

allargare

loro dominio; in

somma

stavan sempre con le armi

in

pugno. Un principe

guerriero non
,

pu
li

soffrire
,

per soggetti popoli imbelli

quando
I

avesse

li

cambia coll'esempio
belligeri

in soldati.
si

Torinesi per erano


dalle

per natura, e non

faceano forzare

inclinazioni del Principe,

ma le secondavano.
per
persuadersi

Bisogna

gettare un'occhiata, anche di volo, sulle vecchie carte


dell'archivio municipale
verit.
di

questa

Era un continuo chiedere per parte del prinsi

cipe che
clienti,

facesse

t'esercito

che

si

mandassero

ed un

sollecito

secondare per parte dei To-

rinesi quella

domanda. Talora non potevano contenI

tarlo nell'invio di armati

Allora sopperivano con

un
in-

donativo in danaro.

libri dei consigli di


si

Torino

cominciano l'anno 1325, e subito

trovano
(1).

rifor-

magioni per
il

le

armature della milizia

Nell327,

23

di aprile,

Filippo di Savoia principe di Acaia,

scrive al

Vicario, al Giudice, al Consiglio ed ai Sa-

pienti della sua citt di Torino avere, per la difesa


degli Stati suoi, ordinato

che

sudditi

si

provve-

dessero
i

di

nuove armi ed
dovessero

arnesi. Pertanto
di

anche
di

Torinesi

fornirsi

coretti,

gor-

giere, di diploidi

e di balestre nel
,

maggior numero
in

che

avessero

potuto

operando
avessero

modo
lunga
la

che

meno

facoltosi (minores)

almeno una

cer-

velliera, uno" scudo

ed

una

lancia

diciotto

piedi, e

fra

quindici d se ne
i

facesse

mostra.

Ed

il

Consiglio deliber che

Chiavari eleggessero

(i)

Liber Consiliorum civitatis Taurini,

fol.

79.

9
otto Sapienti,

con pieni

poteri, per

adempiere

ai

mandamenti
adunare
e da ultimo
il

del principe (1). Nel

l'esercito, pi lardi si

1329 si ordina di domandano balestrieri,

un certo numero
in

di cavalli (2). Nel 1349,

giorno 8 maggio, facta fuit monstra equitum etc,

ed notevole che
valli e ronzini
allora,
il

una

di esse
et

>:ono

notati

ca-

per pilum

signum, come dicevasi

ed

in un' altra le cavalle soltanto, e

sempre
serve

nome

dei rispettivi proprietari (3).

Ma che
lettore

che
libri

stia a riportare

qui tutte

le

notizie che
il

sono nei

municipali ?
si

Da

quelle citate

pu imsi

maginarle. Esse

seguono continuamente e

ras-

somigliano

tutte.

da

balestre

Nel 4384, il 22 ottobre, un maestro dimanda una qualche elargizione per


gli
cit-

istabilirsi

qui in servizio dei cittadini Torinesi, e

accordata (4).
tadini

E perch

stabilirsi qui

se quei

non

si
il

esercitavano a tirare con l'arcobalestro?

Nel 4396,

25
le

di ottobre, si

eleggono

sei sapienti

per distribuire
cittadini

balestre
(5).

comperate dal Comune

ai

Torinesi
)

Un Maestro
,

dei balestrieri
,

(balisteriorum
seguito
di

nel

4402
,

il

29

luglio
fiorini

riceve in
e la esen-

sua

domanda

cinque

zione dalla gabella per introdurre


vini in ciuitate Taurini

caratanti

vnam
(6).

pr ussu suo tantum

(1) Doc.
(2)

ined.

i.

Lib. Lib.

Consti., fol.

40, Doc. ined.

63 e 72.

(3)

Consti., fol.

74.

(4)
(5)

Doc. ined. in. Doc. ined. v.


Doc. ined. ix. Nel 1407
il

(6)

Comune ordinava che

si

fa-

cesse ricerca di un maestro di balestra [Lib.

Consti., fol. 9).


E
qui facciamo

10
di

osservazione alla parola

un poco

magisler balislreriorum. Questo dunque non era un


fabbricatore di balestre (magister balistrarum)
,

ma

un maestro
additato.

dei balestrieri.
significato,

Le parole
n altro
lo

latine

non am-

mettono doppio

in fuori di quello

Ma

se

cos,

come

difratti, eccoci

giunti all'epoca in cui l'esercizio dello imberciare


la balestra

con

era stabilita in Torino, ed aveva un in-

segnatola

Veramente per esserne persuaso,


di

io

non

aveva bisogno

questo documento,

ma

ottimoper

persuadere

altrui di tale verit.

Io traeva motivo,

come

gi dissi, di credere che


i

sino dal XIII


ciato a tenere

secolo

avessero

Torinesi
,

incomin-

esercitazioni

d'imber:io

perch
fin

in

Aosta era

instituita la

compagnia

dell'Arco

dal

4206
dava

(I).

Ma non

era soltanto Aosta

che
si

avesse

codesti esercitamenti.
il

Nizza nel

4294

dimanbolzoni
et

permesso

di portare le balestre
a

ed

(matracii)

e le verrette
;

causa
il

venationis

lu-

dendi ad bassallum

ed

rescritto del siniscalco

Ugo

dei Vicini fu favorevole alla

domanda. A Casale
sotto
la

Monferrato negli statuti del 4370

rubrica

non obstante dicto capitulo quilibet possit ludere ad bibendum et ad comedendum cum balista et archu ad repellanludis vetitis
si

De

legge

Et quod

dum,
dal

et

expendendum tantum

(2).

In

1380 era

dagli statuti ordinato

Cuneo fino quod aliqua

(1)

Angelucci,

77

Tiro al Segno in Aosta, Torino, Tip. G.

Baglione e
(*2)

C,

p.

3.
coi.

Monum. Hist. Pat., Leges municip.,

998, 99!\


Cunei... nisi deinde
I

11

persona non tenda! nec tendi

faciat bersum in posse bersum semper custodiatur (1).

Balestrieri Genovesi erano celebri fino dal XIII se-

colo (2), e nel

1352

il

Comune comper un pezzo


ad esercitarsi nel

di

terra dove erano

soliti

tiro al se-

gno con

la balestra

que' bravi cittadini (3).


citt

E menistitu-

tre tutte le

mentovate

avevano questa

zione, la sola Torino, che sta in

mezzo ad

esse, poil

teva esserne priva? No, in fede mia. Creda pure

contrario cui ne talenta

ma

io persisto

nella
i

mia
To-

opinione cio, che fino dal XIII secolo anche


rinesi

giuocavano all'arco ed
citt

alla balestra.

Gli statuti della

di

Torino debbono

risalire

ad epoca molto remota.

Fin dai primi tempi del-

l'indipendenza, e cos dal secolo XII, doveva la citt


di

Torino aver cominciato a promulgarne


cos, l'edizione

ma la

ri-

forma, o per dir


pi antica del

che ne rimane, non


s'abbia
(4).

1360, sebbene
anteriori

frequente
in

memoria

di

statuti

Ma

questi

(1)
(2)

Statuti di Cuneo, Mss. nell'archivio municipale.

Erano chiamati anche fuori

d'Italia.

Vedasi in propo17,

sito
3,

il

mio lavoro:

Il Tiro

al segno in Italia, p.

nota

cui aggiungo la seguente notizia:

En revance,

les prin-

ces de la maison de

Bourgogne

servrent ces vieilles bandes picardes


li

non seulement ils concomposes paracu,

rement d'archers, qui avaient appris combattre cle a cote avec les Anglais dans cette longue lutle que termina la paix d'Arras (1435), mais il prirent aussi leur solde des
arbaltriers trangers [enlre autres des Gnois)
Eistoire de VArlill. en Belgique, p. 23).
(3)

(Henrard;

Monum. Hist. Pat., tom. n,

col

606-608.
i,

(4)

Cibrario, Storia di Torino, voi.

p.

343.


statuti

12
il

giuoco dell'arco e
della

non

mentovato

balestra.

Dunque, non esisteva qui

allora cotesto eser-

citamento, mi dir qualcuno.


di concludere.

Oh stramba maniera Non sono nominate nemmanco le badunque, conchiuder anch'io,


si

lestre in quegli statuti,

nel

1560

in

Torino non

sapeva che arma


statuti

si

fosse

la balestra.

Ma mentre
i

gli

non mentovano
vi

quest'arma,

libri dei consigli

ne parlano a ribocco.
prover.

Ora come

si

spiega cotesto silenzio? lo mi

Nel mio primo opuscolo, Il tiro al segno in Italia dal xii al

xvi

secolo, io diceva

(pag.

16)
triplice

che
a-

questo esercizio va considerato


:

sotto

spetto, cio

una

societ,

come come

volontario,
instiluzione
statuto
il

come

instiluzione di
Il

dello Stato .

si-

lenzio

pertanto

dello

torinese

sul
vi

giuoco
entrava

della balestra

prova che

Comune non

per nulla in questo esercitamento, perch in principio era volontario, ed in seguito fu instiluzione di

una

societ,

primo documento che riporter per


del

questo giuoco mi dar ragione del mio opinamento.

Ma

se

non v'era alcuna ingerenza

Comune,
di

cio
tal

dello Stato di quei

tempi, nella instiluzione


i

giuoco, ci prova chiaramente che

Torinesi

non

a-

vevano bisogno
che

di incitamento

di

iniziativa

del
il

Governo per dedicarsi ad un


significa

tale

esercitamento;

che

Torinesi ne
i

comprendevano
vantaggi

la

importanza, ne apprezzavano

che

dove-

vano risultarne a loro

stessi, alla patria, al Principe.

Dunque
reschi.

Torinesi erano per indole bellicosi, e sponsi

taneamente

dedicavano

agli

esercitamene

guer-

Il

13

nel tirare
colla

Maestro dei Balestrieri che nominato all'anno


addestrarsi

1402, dinota abbastanza chiaramente che qui v'eran


discepoli che volevano
balestra. Ma, se questo
altro e

non bastasse, ho anche un pi valevole appoggio alla mia opinione.


Vili, il Pacifico,

Amedeo
Gasa
di

dot

gli

Stati

della

sua

molte e savie leggi che furono


il

promulgate
Statuta Saai

nel 1454, e conosciute sotto

titolo

di

baudiae. In esse v' un articolo intorno


nel quale
quelli che
il

giuochi,

legislatore distinguendo giudiziosamente

servono a ricreazione dello spirito o ad

esercizio del corpo,

da quelli
al

che

conducono
le

allo

sperpero delle sostanze ed


mette
ai
i

vuotare

borse, per-

primi, e vieta, minacciando severissime pene


i

contravventori,
:

secondi. Ecco le precise parole


speciei, utpote

della legge

Quoniam ludus primae


paleti,

scaccorum, alearum, pilae,

biliarum,

arcus
per-

balistae et similes in praesentia

nostra

fieri

mittimus,
vel alterius

dummodo nullum lucrum pecuniarum


cuiuscumque
rei,

exceptis dumtaxat

co-

mestibilibus et potabilibus quae inter ludentes

uno
Dunin

tantum pastu consumi valeant, interveniat

(1).

que v'era gi
generasse

l'uso di giuocare alVarco balestro


;

Torino, ad esercizio del corpo


in

anzi

sembra che dedi


in

abuso per

le

poste del giuoco, se quel

Principe avvis di ordinare


cibi

che

queste fossero

bevande

soltanto, e da potersi

consumare
di

un solo pasto,
Nell'anno 4441
il

Comune abbisognava e
738.

arnesi

(1)

Sorelli, Ediui,

ecc., pag.


e di armi. Per
i

14

di cento

primi commise a Bernardo Mayna

d'informarsi in Milano (1) del costo di cento celate

con bavera,

di

cento

bracciali,

paia di

guanti, e di cinquanta

paia

di

schinieri.

Per

le

armi poi incaricava

il

signor Vicario

perch

addi-

mandasse ad un

tal

maestro De Febenno (forse Fupotrebbe


e

binei?.) prov. d'Alessandria), a qual costo

dare sedici balestre


quattordici da
cio di

da banca,

venti da girella,

gamba, le acciaio, buone ed

quali ultime sint de acallo,


atte all'uopo (2).
il

Per non
in data

so quali urgenti bisogne del Principe,


glio d'oltremonte spaccia

suo Consi-

una circolare che,


al

dellO

luglio

4442, inviata anche


:

municipio di

Torino. Era in essa ordinato

si
i

facciano immedia-

tamente

le

cerne dei pedoni fra

pi abili
si

magqui

giormente esperti nelle


rinvenire, e fra

armi che

possano

25

giorni, forniti di

armi convenienti,
a
servire al
Si-

facciano la mostra e sian disposti

gnor nostro dove ed in qualunque parte da esso,


o dal maresciallo, o dal Consiglio medesimo sar
gnificato,
il

si-

numero

dei pedoni che doveva fare pre(3). Ora, se


et
il

parare Torino era di ottanta

Principe

voleva ottanta pedoni ex habilioribus


pertis in armis, vi

magis exi

dovevano essere

anche

meno

(1)

Ecco una prova non sospetta

dell' antichit

delle fab-

briche d'armi milanesi e della stima che

g' taliani di

quei

tempi faceano delle cose nazionali. Oggi,


si

in circostanza eguale,

preferirebbero

le

fabbriche
di

straniere,
!

perch

le

italiane

non operano alcun che


(2)
(3)

buono

Doc. ined.

x.

Lib. Consti, fol. 86.


abili.

15

il

Ma

in qual

modo

distinguere
tutti
i

pi dai

meno

abile, se

non mettendo

cittadini in

un luogo
armi

pubblico ad armeggiare? Dunque erano gi in Torino palestre per esercitamenti bellici.

quali

comunemente

si

adoperavano

in

quei tempi? La
il

spada, la lancia, Varco e la balestra. Dunque

giuoco

dell'arco e della balestra era in Torino gi instituito.

Ma usciamo
Era
di
il

finalmente dal

campo

delle conghiet-

ture ed entriamo in quello della realt.

20 maggio dell'anno 1463, ed

il

Consiglio

credenza chiamato a deliberare sulla domanda

fatta dai Balestrieri di

un

sussidio per
(cos

il

premio
il

del giuoco. Poich molti

giovani

scriveva

cancelliere comunale), tanto cittadini che abitatori di

questa

citt,

unitamente

si

esercitano ed
al

attendono,

specialmente nei d

festivi,

giuoco della balestra


e

per addestramento delle persone loro,

per

vancitt,

taggio e decoro della pubblica cosa di questa


e
si

presentarono in gran numero all'attuale


richiedendo che
il

officio

di credenza,

Comune

dasse

loro

qualche dono, perch pi diligentemente armati seguitino a radunarsi per addivenire esperti nell'esercizio

della

mentovata balestra;
il

cos fu ottenuto ed

ordinato che, ridondando


balestra in vantaggio e
si

detto esercitamento della


della cosa pubblica,

comodo

sborsino, una volta per, per

fanno da incomin-

ciarsi ora, ai detti balestrieri, dieci fiorini d'oro di

piccol peso del danaio del

Comune, perch con pi


a farsi abili

amore

possano attendere

ed

instrutti

nella detta esercitazione (1). Questo importante doti)

Doc. ined. xn.


cumento, che ora per
la

16

prima volta

pubblicato,

mi d ragione
di

della origine dell'esercizio del trarre

mira

in Torino, la quale io dissi

avvenuta

per

iniziativa di privati, che


biarsi in instiliizione di

vedremo pi innanzi camuna societ.


senza avere altre noti-

Passano ora cinque


bastantemente

lustri

zie intorno a tale esercitamento.


il

Ma

compensato
che

lungo silenzio dal documento


il

vengo a riportare,

quale, mentre prova inconte-

stabile della esistenza di

una societ di
la

balestrieri in

Torino, fa fede eziandio che

istituzione di essa
la notizia.

molto anteriore all'epoca nella quale sene ha


11

5 giugno del 1489, innanzi

al

Consiglio Gene-

rale fu presentata
altri

una petizione

fatta dal

Re
a

da
di

ghwcatori della balestra, che


:

presso

poco

diceva cos

Siccome una notabile consuetudine


porta, che
voi
spettabili

questa

citt

cos

signori
usi
di

Sindaci e Consiglieri siate


dare, in ogni

stati

sino

ad ora

anno una
al

volta, certo

danaio pel man-

tenimento del giuoco

della balestra per far tirare


detto
il

Re ed agli altri ghwcatori un premio volgarmente


consuetudine vanal

pappagallo;

la

quale

taggiosa ed onorevole, tanto in riguardo

Principe
pre-

che

alla citt; cos vi

fanno

sopramentovati

ghiera che vogliate non derogare a tale costumanza.

E
si

Dio conservi

le

Spettabilit vostre

)).

Ed

il

Con-

siglio

non fu sordo alla preghiera, dessero al Re dei balestrieri cinque


i

e decret

che

fiorini di piccol

peso del danaio del Comune perch

giovani di questa

citt si facessero abili nel trarre colla balestra (4).


(1)

Doc. ined. xvn.


Ecco
tuita,

17

ma
il

la societ

dei balestrieri regolarmente costi-

non

in

quell'anno
il

mollo prima
Re, e perch

e persi

ch aveva gi

suo capo,

dice

che

il

Comune
di

era stato solito

fino allora di
al

dare ed
ai

un sussidio
dal

danaio in ogni anno


balestra,

Re,

giuocatori della

Dunque

provalo
seguitato
si

che
a

1463 sino
il

al

1489

si

era sempre

tenere

giuoco della balestra.

Ma perch

costituisca

una

societ, vi vogliono delle leggi

che ne regolino

l'ordinamento.

Dunque debbono
;

esservi

anche

gli

statuti dei balestrieri torinesi

echi sa che col tempo


archivi
vi

e
si

con pazienti indagini negli

camerali

non

rinvengano anche questi. Che

fossero certo

per quello che ho detto, e pi poi per quello che


ora sono per dire.
Nell'anno 1507,
il

giorno di venerd 5 marzo,

si

propose

al

Consiglio di deliberare intorno alla

Compache
capitoli,
il

gnia (comitiva)
presentarono
le

e societ degli arcieri della citt


lettere ducali e

con esse

dimandando che venissero loro mantenuti. Ed


siglio decise
ai

Con-

che fossero quei documenti comunicati

signori Sindaci perch provvedessero all'uopo (1).


di

Ecco dunque una seconda compagnia

tiratori a!

bersaglio, aggiunta all'altra di pi antica instituzione,

quella cio degli arcieri.

E che
in

io

mi apponga, ne
altro

ho una prova incontestabile


di sei

un

documento
due compa-

anni dopo; dai quale fatto chiare che la sodegli imberciatori era

ciet

composta

di

gnie, ciascuna delle quali

adoperava armi dello stesso

(1)

Doc. ined. xviu.

genere

18

Ini

ma

di diversa specie.
il

fatto nell'adunanza

del Consiglio,

giorno

11

aprile

1513,

la

So-

ciet degli arcieri e dei

balestrieri della citt, rapla

presenta

come

gi da

tempo

Comunit

di

Torino
inti-

per sua devozione, fece costruire una Cappella


tolata a S. Sebastiano, fuori e presso le
citt (1), nella

mura
ed
i

della

quale essa Societ nel d della festa del

santo, fa celebrare

messe ed

altri

offici,

com-

pagni presentano offerte in onore della

citt.

poi-

ch

il

ha proibito che

signor curato della chiesa di S. Eusebio (2) sovra si facciano nella cappella le
si

dette cose, perci

supplica la Comunit,
i

che ne

la patrona, affinch, a mantenere

suoi diritti e la
la societ

devozione sua, provveda in

modo

che

non

venga pi oltre molestata.


il

Quali motivi inducessero

curato di S. Eusebio a fare una tale proibizione,

io

non so

dirlo, e lascio al lettore lo indovinarli.


la

per dargliene

chiave, aggiunger

la

risoluzione
:

del Consiglio che fu del tenore seguente

Sindaci
possi-

provvedano

di

diritto

ed

in

ogni miglior

modo

bile affinch si

proseguano a fare
in seguito

le solite offerte e per

(1)

Nel 1450,

ad un voto

fatto

in

occasione

della pestilenza, la citt fece costruire presso la porla

morea,

al di

qua

del silo dove ora sorge l'arsenale,

maruna chieCar27).

setta in onore di

San Sebastiano che venne


al

ufficiata dai

melitani

(Cibrario, Storia di Torino, voi. II,

pag.

La

porta marmorea era sulla via di S. Teresa


eia dell'Arsenale.
(2)

principio

della

La chiesa

di

S. Eusebio

si
,

innalzava dentro
corrispondenti
sull'angolo

presso
attuale

le

mura

meridionali della citt

alla

via di S. Teresa, e precisamente


sinistra di chi dalla

dell'isolato

mentovata via

entri in quella di S.

Mau-

Dopo questa
ratori,

19

due compagnie dei


ti-

cagione di queste la societ non sa molestata (l).Che il prete avesse di quelle offerte magra o punta parte ?
notizia delle

passano molti anni senza che


trarre

mi
con

sia

dato
aves-

trovarne altre; attalch sospettava quasi che


sero smesso di
al

bersaglio

armi

da

corda per esercitarsi con quelle da fuoco, che nelle milizie italiane venivano ad adottarsi in maggiori
proporzioni che non in quelle straniere.

Ma mi sono
(come
le

dovuto persuadere che

il

sospetto era mal fondato.

Avvegnach

fino dal principio di questo secolo


)

dimostrer in seguito

incominciassero
dello

cittadini

torinesi gli esercitamene

imberciare

con

armi da
stra.

fuoco, pure seguitarono ancora a trarre, e

forse soltanto per giuoco, con l'arco e con la bale-

la

lacuna nelle notizie in proposito da


alla

at-

tribuirsi

anche

mancanza

dei libri delle

Kiforma-

gioni, che di

buon numero
fatto,

di

anni sono irreparabil-

mente perduti. In
4557, sotto
la
il
il

una concisa memoria dell'anno


ci

giorno 15 di giugno,

assicura che

compagnia dei

balestrieri esisteva tuttora,

perch

Consiglio deliber che

exsimatur rex balleste(2)


,

riorum a custodijs per


rizio.

vnum annum

il

cio a dire

(Vedansi

le

piante di Torino del 1572 e 1680 nella Sto-

ria di Torino del Cibrario).

La giurisdizione della campacapitolo


,

gna torinese era divisa

tra

che
il

aveva

la

cura

spirituale delle parli settentrionali,


sebio che governava la parte

ed

parroco

di S.
,

Eu-

meridionale

(Cibrario
del

Storia

di Torino

pag. 27). Ecco

spiegato

il

diritto

curato di

S. Eusebio sulla cappella di S. Sebastiano.


(-1)

Doc. ined. xix.


Lib.

18)

Consil,

fol.

16.

20
per tutto
i

tempo che
il

egli

durava
il

in tale carica,

non
a

basta. Nell'anno 1565,

22 giugno,
fati a al

in seguito

domanda che
il

Re

detti archibuserij della citt


i>

ed

re delli archierij
Battista,
(1).

aveva

Comune per
al

un

qualche sussidio di danaio per la solita festa di


il

S. GiOc

Consiglio

accord

secondo

dieci

fiorini

Da

questi documenti
si

pertanto

chiaro

che

siccome

faceva

Ciamberi sino
ossiano de-

dai 4509, in Torino esistevano


tre
gli

contemporaneamente

compagnie
arcieri, dei

di tiratori

al

bersaglio,

balestrieri e dei colubrinieri quindi

archibugieri; delle quali, cessate verso quel


le

tempo
di-

prime due, rest


fasi

la terza

che,
i

passando per
tempi
di R.
le

verse
gli

cambiando

secondo
col

armi e
del

statuti,

dura tuttod

nome
dell'

societ

Tiro al Segno della citt di Torino.

Ora

vengo

alla

disamina

esercitmenlo
le

di

trarre al

bersaglio con le armi da fuoco;


le
,

quali

nomi diversi come colubrina archibugio da fuoco liscio o scoppietto schioppo a focile (o solamente fucile) ed a rigato percussione a canna liscia o rigala e carabina. Ma
secondo
diverse epoche presero
, ,

perch
che
il

io

possa farlo coscienziosamente,

mestieri

lettore ritorni

meco
11

indietro sino alla

prima

met
che

del

XIV

secolo.

viaggio un po' lunghetto,

egli vero,
gli

ma
di

ne avr un compenso nelle notizie


soprappi
pregio della novit.
in

verr mano a mano portando, alcune delle


il

quali
a

hanno
Gli

schioppi

erano adoperati

Piemonte nel

(1)

Doc. ined.,

2*2

giugno.

21
4331, e nel 134(3 Ugonino
di

Chtillon, valdostano,
di

ne fabbric quattro nel castello


l'anno

Lanzo. Pesavano

ciascuno intorno a sessanta libre di Piemonte. Nel-

medesimo
la

tra le

munizioni da guerra, di cui


il

era fornita

torre che difendeva

ponte sul Po

a Torino, eravi uno schioppo (1); e tre anni prima


nella cilt
di strada,

medesima

si

faceva giustizia d'un rubator


il

chiamato Girardino,

quale

vien

detto

maestro di schioppo (2) . Torino pertanto stata una delle prime citt italiane ad avere lo schioppo,
e notisi

che

quest'arma

era

della

monizione del

comune.
Sui finire del

XIV

secolo (1396, 6 agosto) ai


di

si-

gnori

dei Consiglio

credenza piacque decretare


tori-

che

si

eleggessero due buoni uomini cittadini


autorit di

nesi con
sei

comprare quattro bombarde e balestre o meno, secondo meglio parr loro (3).
anno
il

Nel seguente

Consiglio

ordin che quella


al

quantit di danaio che dovevasi

comune da
e
di

al-

cuni

ecclesiastici

sia riscossa fra tre

giorni ed imverrettoni
citt

piegata nella

compra

di

bombarde

per difesa de'cittadini


di

e dei fortilizi
il

della

(4).

Nel febbraio dell'anno stesso


tro libre

Consiglio dava quat-

denari viennesi ad un M. Andrea ardi

maiuolo per compenso

sue fatiche nel far trarre

(1)
(2)

Conto
Conio

di

Corrado Borgna, chiavario


Pietro

di Torino.

di

Arnaldi, chiavario

di

Torino. Cibba-

iro,
(3)

Econom.

Polit. del
iv.
fol.

Medio Evo,
ret.

voi.

pag. 247.

Doc. ined.

(4)

Lib. Consti,

4,

e 5.


la

22

(1).

bombarda grossa

del

comune
il

Non passarono
di

che pochi anni e nel 1406,


il

22 gennaio, scriveva

principe d'Acaia da Pinerolo al

comune

Torino

che pagasse la
quale
era

somma
(2).

di

cento tredici fiorini della

stato

tassato per la

bombarda da poco
(Vi

fatta fabbricare

Da un
1431
si

inventario del castello

Torino dell'anno
di

apprende che nella monizione

esso

esi-

stevano 39 colobrine di ottone con manico


di

{cassa)

legno ed un paniere pieno di pallottole di piombo


le

(plombces) per

medesime. Anche cento

dieci pic-

cole colubrine di ottone (3).

Nel 1442, Pietro Masoeri maestro delle artiglierie


e commissario del duca sopra
le

fortificazioni

fece
le

dimanda

al

Comune

di

molti

provvedimenti per
di

fortificazioni e

l'approvvigionamento

armi
si

di a-

vittovaglie in questa citt,

ed in ispecie che
di

vesse nella

monizione una certa quantit


colubrine, balestre,

bombarde,
,

bombar delle,
le

verrettoni

lance,

targoni, polvere, e di tutte sorte artiglierie, secondo


forze
del

comune

Perch

il

Consiglio statu

che avrebbe pagato quattro mila


anni, mille per ogni anno,

fiorini in

quattro
nei

da spendersi
(4).

mu-

nimenti e nelle armi mentovale

Uno

dei

modicomunemente^usati
la

nelle citt italiane

per fornire
(1)

monizione

di

armi

era quello d'im-

Lib. ConsiL, fol. 17, 18.

(2) Lib.
(3)

ConsiL,

fol

22, ret. e 23.


voi. Gioie e

Archivio del

Regno,

mobili

Inveiti,

del

Castello di Torino, ann.


(4)

MCCCCXXXI.

Doc. xi.


porre
a a

23

eletti

coloro

che venivano
,

a podest,

od

qualche altra carica


officio

di fare

donativo alla
uscirne,
di

citt

nello entrare in

o nello

una o

pi armi del genere usato nei tempi che erano chia-

mati

ad

esercitare
quelli

quelle cariche. Istessamente

si

operava con
dinanza.
la

che venivano

ascritti
,

alla

citta1

Perugia, per

esempio

nell'anno
di

375

monizione del

Comune
di

fornitissima

armi da
del va-

corda e sufficientemente

bombarde, tra quelle del


di

primo genere aveva


lore di venti fiorini
il

due balestre
,

osso
al

d'oro

che

lasci
citt

Comune

signor Michele, capitano della


elezione.

motivo della
osso del vadal

sua

Anche due balestre

di

lore di venti fiorini lasciate al

Comune

signor
del po-

Palla degli Sforza di Firenze,

gi capitano

polo

a motivo della sua elezione.


di
al

Anche due bafiorini

lestre

osso

del valore
dal

di

venti

d'oro

date

Comune

nobile

milite e

marchese Do-

menico

Andreasso
questa
.

de' Cavalcab di
citt,

Cremona

gi
ele-

podest di
zione, ecc
al

motivo della sua


di Jesi

(1).
a

podest

dovevano
,

lasciare
,

Comune
e

duas balistas
aggiunto

cum

chordis

ghirellis

etc. ,

con deliberazione del Consiglio del 5


vi fu

set-

tembre J452

moderne consuetudinis
alla

(2).
il

acumducbus targonis Ma nel 14-54, il 23

febbraio, fu stabilito che

podest dovesse donare


tres

camera

del pubblico, cio alla monizione

scoppettos

de

octone

trium

ducatorum

valoris ;
gli
1-3.

aggiungendosi poi con nuova deliberazione, che


(1)

rch. Decemv.
Rif.

di

Perugia,
f.

Lift, introit. el exit,

com.,

f.

(2)

municip. ad ann.,

63.


schioppetti

Ih,

dovessero

essere

cum manichis
tale

f con

casse) de

Ugno

(1).

nell'anno

seguente (1455)
signor

essendo stato eletto a quella carica un


Francesco Nobili
,

fu questi avvertito che


et

debeat

apportare securn scopietos honos


tres

idoneos vidclicet

de othone

(2).

Vercelli fu accordata la cit-

tadinanza a una certa Antonia di Cozola (f448, 18


gennaio), con che faccia quello che imposto dagli
statuti,

nec non obbligata

sit

emere

vnam

zaraba-

ianam

et

eam

tradere in comuni Vercellarum infra

duos menses proxime venturos post presententi concessionem. Etque Antonia ibidem et incontinenti genibus flexis corani prefato magnifico
state

domino potestesso giorno


degli

juravii, eie.

(5).

Nello

fu fatto cittadino vercellese

Giovanni
si
il

Agazi,

detto

Zanino della mola, che

obblig

comprare

due Cerbottane pel comune. Ed


seguente pres3nt
rinas de bronzio
le
.

giorno 31 maggio

Zarabatanas duas seu coluein

hac credentia,

etc.

(4).

Lo

stesso uso delle citt mentovate, e specialmente

dell'ultima, lo trovo

anche

in Torino. Nel

1469,

il

21 marzo, Michele Mayna di Poirino ricevuto

come

abitante e cittadino torinese, purch prima presenti


al

massaro

del

comune una

balestra buona, atta ed

approvata del peso


Rif. municip.

di dodici libre, ecc. (5).

l'anno

(1)

ad ann.

f.
f.

203, 250.

(2)
(3)

Rif. municip. ad ann.

292.
ciuit.

Liber prouis. sapienlum inclite

Vercellarum,

eia.

ab

ann.
(4)

H47

usque ad ann. 1450,


f.
f.

f.

71.

Lib. prouis.

cit.

e 110.

(5)

Lib. Consti.,

106.

-m
1488,
de
nel

giorno 28

ottobre

il

nobile

Pietrino
to-

Villa,

borghese

di Chieri,
ai

accettato cittadino

rinese, fece presentare

sindaci

nam

seu spingardellam broncinnm

vnam serpenti' quam ser-

pentinam seu spingardellam


quibus sunt scalpita

cum suo varnimenlo in arma ipsius N. Petrini eie. (1). Questo veramente era un modo mollo economico per fornire la monizione del comune delle armi del tempo. Ma non da maravigliarne; che allora tutti
i

cittadini

oltre

all'obbligo

di

accorrere in difesa
i

quando si mettevan fuori gonfaloni, o trombe o tamburri toccavan l'arme, o la campana del comune suonava a stormo, avevano anche
della patria
le
i

l'altro

di

armarsi secondo

il

loro grado e mezzi a

proprie spese.
lo

mi accorgo
;

di

essermi alquanto dilungato daldi

l'argomento

nulladimeno prima

ritornarvi

mi
ai

giova riportare anche un'altra notizia che, non tro-

vandola nelle dotte e coscienziose storie intorno


Reali di Savoia ed alla citt di Torino,

pubblicate

dal chiarissimo cav. Cibrario, posso esser certissimo

che tuttora inedita.


Colla data del 21
di

dicembre 14-68
di

il

cav. Claudio

Seyssello

maresciallo

Savoia e luogotenente

generale dell'illustre Principe di Savoia, duca oltre-

monte, spacciava una circolare inviando salute a


gli ufficiali

tutti

e sudditi del

mentovato

signore

ed in

ispecie ai sindaci

ed

ai

cittadini di quelle citt alle

quali fosse la lettera pervenuta.

Eccone

in

compendio

(1)

Lib.

Consti.,

fol.

VA ver.

il

senso.

26

il

Con dispiacere intendemmo che secondo


carico e la
di

le

richieste fatte ricusaste e ricusate

spesa

per

somministrare

il

vitto

di

uno o

due

giorni al diletto maestro Antonio Leardi,

bombar-

der

del Signor nostro,


i

ed

alla

sua compagnia di

cinquanta schioppettieri,

quali,

avvegnach bene ed
la patria,
,

opportunamente abbiano servito


ricompensa hanno ricevuta.
cos a tutti, ed a ciascuno

pure niuna
sa-

Pertanto
essi
,

siccome

rebbe cosa inumana rendere ad

male per bene,


bi-

di voi

non facendo
,

sogno requisizioni, comandiamo che


che
argento per ciascuno

pena

della

ducale indegnazione ed oltre a questa di cento mardi


,

secondo
il

le

dimande
per un
lettera

somministriate agli armigeri indicati

giorno senza pagamento alcuno, ecc.


scritta a
sciallo. al
11

La
,

vitto

Torino e firmata,
Consiglio incaric

Del
il

Pozzo

pel

mare-

sindaco a presentarsi

maresciallo ed a provvedere
le

come meglio avesse


della
citt
(1).

potuto, salve sempre

franchigie

Fra quei

cinquanta
?

schioppettieri vi saranno
Io credo che
s,

stati

anche dei Torinesi


che mi appongo.

e per

fermo

Ad

ogni

modo

debbesi osservare,

che una compagnia di soldati con armi da fuoco in


quel tempo era prova non dubbia

come

l'Italia fosse

molto avanti

alle

altre nazioni nell'uso di que'

non

comuni strumenti guerreschi.

Ma
nel

qual maraviglia di veder

giungere a Torino
ducali, se nell'anno
si

1468 cinquanta schioppettieri


trovo

antecedente

che a Vercelli

fa al Consiglio

(1)

Doc. ined. xv.


l
t

27

et aliquibus alijs

comunicazione

di

un ordine dei vice-governatore:


per

Super vitualibus dandis per ciues peditibus videsgopeterijs

iicet

js cloueroneri

octo dies tantum uel


ciues in
libus in

quantum
et

recipiantur per ipsos

domibus

suis faciendo eis

expensas de victuaet

comedendo

bibendo

quod sunt

sine

denarijs et cito recipient per

modum quod

poterunt
essere in

viuere suis sumptibus?


piccolo

E non doveano
che
e

numero
il

cotesti schioppettieri e
stabil

colubrinieri

perch
solo

Consiglio

se

ne accettassero
oltre
(1).

dugenlo per otto giorni

non pi

nel Ducato di Milano,


in

non era
?

gi questa milizia

da molto tempo
dallo

onore

Non sappiamo

spedita

Tanno 1471 di luglio, nel Delfnato una compagnia di 92 schioppettieri? E nel 1476 non ne mand quel duca una squadra a Giolanda
Sforza,
di
gli

Savoia reggente questi Stati per Filiberto


zii

cui

facevano guerra (2)


se
si

Oh
libri

avesse

la

pazienza di cercare negli antichi


,

de' municipi italiani


si

quanti

altri
ci

simili

docu-

menti

troverebbero.

Noi per

contentiamo di

ripetere quello che stato scritto finora sia vero o


falso, sia intera la storia

nostra o soltanto una parte.

cos,

chi sa per quanto


i

tempo passeremo per


il

di-

scepoli di coloro ai quali

padri nostri erano maestri.


lettore lo avesse

Ma

ritorno all'argomento, che, se


il

dimenticato, era

tiro al

segno con

le

armi da

fuoco.

Ed incomincier
sembrate

col dire

che se a taluno

fossero

inutili tutte

queste notizie che ho date sulle


ad ami.,
f.

(1) Lib. prov. civit.


(2)

Vercell.

81, Doc. ined.

AnGhIlgcc), Gli schioppettieri milanesi; Politecnico, v. xxiv.


armi da fuoco
1488,
esistenti
io invece le
la

2S
in

a)

Torino dal 1546 sino

ho reputate necessarie per poter

dedurne

conseguenza che doveano esservi degli

esperti per ministrarle.

Ma perch

tenere un rilevante
di

numero
Torino

di
fin

armi da fuoco manesche nel castello


dall'anno

1431; a che provvedere bom-

e colubrine (1442) a munimento delie fortificazioni di questa citt, se i cittadini noe fossero stati atti ad operarle? 1 primi

barde,

lombardelle

chiamati a difendere queste


tutti
tieri,

mura erano

cittadini,

soldati dai

15

ai
il

60 anni, ed ordinati per quar-

che prendeano
il

nome

dalle porte della citt,

come ne d prova
1497
disse
i

fatto seguente. Il

50 marzo del
si

sapienti della guerra ordinarono che


(fiant cride)

ban-

nella
,

piazza ed in
tutti

altri

luoghi

della citt di Torino


di
si

che

quelli del quartiere

Porta Nuova (1)


fornissero
di

ai

quali era stato ordinato che


e

armi
,

che

non ne havean
di

fatto
di

sinora la mostra

la

dovessero fare nel giorno

domenica 8

aprile sotto la

pena

dieci soldi vien-

nesi per ciascuno che, essendo ricco abbastanza per

comperarle, non
postegli (2).

si

fosse provveduto delle armi im-

Non

voglio dire che fra coteste armi dogli

vessero essere anche

schioppi o le colubrine,

ma

potevano esservi anche queste.


La Porla nuova
di
lo

Ad

ogni modo, qua-

(1)

nella vecchia Torino


S. Martiniano

era

alla
di

imboc-

catura della strada

da quella

S. Teresa,

che occupa
(Vedasi
la

spazio sul quale s'innalzavano le antiche

mura.
Torino

Pianta di

Torino

del

1572 nella Storia

di

del cav. Cibrarjo.


(2)

Lib.

Consti., fol.

32.


lunque fosse l'arma
,

29

ne era fornito dovea sa-

chi

perne usare. Non abbiamo gi veduto che sino dal

1&6 una compagnia


ad imberciare con
porsi
la

di giovani torinesi si esercitava

balestra?

Cos

potrebbe sup
e
colla

che

siansi

esercitati

collo

schioppo

colubrina non

appena s'introdussero su
citt.

larga scala

a difesa delle fortificazioni della

Le cento qua-

rantanove colubrine che erano nella monizione dei


castello chi le aveva a ministrare? Chi le altre

armi

da fuoco che dovea provvedere

il

comune

nel 1442?

Tutte queste supposizioni per, avvegnach ragionevolissime,


del

non trovano appoggio

in

alcun documento

XV

secolo.

dico ci per quello che mi consta

dalle indagini fatte.

Per quanto

abbia aguzzata la

vista fra quegli scritti,

nulla

vi

non tanto facili a diciferarsi, ho trovato che cambiasse in certezza


i

sospetti miei.

Ma

quello che ho cercato inutilmente nel seco'o


fatica a
,

XV,

non ho durato
in tale

trovarlo nel secolo XVI, ed

abbondanza poi
pazienza
il

da compensarmi ad usura
in

della

adoperata

cos tediose ricerche.


tale

Ecco qui
4513.

primo documento

quale registralo

nel Libro dei Consigli sotto la data del

23 maggio
requirunt

Comitiun abatis
dari
aliquic!
in

et

sociorum

ciuilatis

eis

suffragium fieri faciendi


in
a

unum

brauium pr ludendo Colouerinam


talis
)).

Ed
.

il

Consiglio

ordinava:

honorem ciuicomuni et tur

Vicario

Con questo prezioso documento sono stabilite due cose: la prima la data certa dello esercitamenlo

il

se

portatili; la

ad imberciare con armi da fuoco

seconda

cambiamento
che
la

del genere d'armi fatto dalla stessa

societ degli arcieri e balestrieri torinesi.

Aggiungo
documenti

poi

data della

domanda ed

altri

che riporter in seguito mi danno facolt di assicurare

che
S.

il

giuoco

della

colubrina
il

si

tenne nella
nella quale

festa di

Giovanni Battista
si

24 giugno;
la

circostanza

soleano fare

fal,
le

corsa de' bovi,


(hastiludia),
(1)

o dei cavalli, o del palio, e

giostre

che molte volte


In quanto al
io
al

si

preferivano

alle corse.

cambiamento dell'arma per


;

l'imbercio,
in

non trovo nulla per maravigliarne

ma

quanto

tempo, non so capacitarmi come in Torino, ove


societ degli arcieri e dei balestrieri da cinquansi

la

tanni, e forse pi, era costituita, adottare


delle tre
le

tardasse tanto ad
la instituzione

armi da fuoco. In Ciamber

compagnie

di arcieri cio, di balestrieri

e
le

di colubrinieri (per lo innanzi

non

vi

erano che

prime due) fu
<c

fatta in virt della licenza

ed autorit

donnes

(dice

il

documento)
et

par treshault

et

tresexcellent Seigneur

Prince et nostre tres

redoubte Seigneur Monseigneur Charles second de


ce noni et

noufuiesme Due de Savoie,


lettres

comme

il

conste

par

ses

pattentes

donnes a Turin Fan de


le

grace mil cinq cents et neuf, et

quatriesme jour
etc.

de septembre signees de sa main propre,


(1)

(2)

Doc. ined. xvi.


Codice cartaceo mss., nell'archivio municip. di Aosta. Si

(2)

noti

bene che Carlo detto secondo


di

di questo
lo

nome
il

nono

Duca

Savoia

come costantemente

nomina

cav. Do-

menico Promis nella sua dotta opera Monete

dei Reali di Sa-

E'

31

mi sembra dunque incredibile che in Torino, dove nell'anno 1509 Carlo II segnava le lettere patenti
per la mentovata instituzione di Ciamber, non
stesse
esi-

gi

il

giuoco

della

colubrina.

Ma

il

primo

documento torinese trovato finora, quello che parola per parola ho ripetuto sopra, e che io pel primo
ho scoverto
perch
cos
e

messo

alla

stampa.

E mene

compiaccio,
tiro al

posso segnalare l'esercizio del

segno con armi da fuoco in Torino 48 anni prima

che lo abbia accennato

il

Duboin (senza riportare

il

documento),

il

quale lo pone all'anno 4561.

Ma
il

quello che

non

fece

il

Duboin

lo far io,

poich

caso mi ha favorito (1); e tanto pi volontieri in

quanto che posso cos provare come bene mi apponessi

quando

in proposito degli

statuti

del

1671

scriveva che:

Questo regolamento non che una


modificazione, di altro di data
forse
la

copia, con

qualche

molto
secolo
voia.
11

pi

remota, e
fatti

del

principio del

XVI

(2). In

nta che a pie del foglio

chiarissimo Cibrario invece assicura che


di

prevalse

per altro l'uso

chiamarlo III (Cibrario,

Origini e pro-

gresso delle ifslituz. della monar. di Savoia, p. II, pag. 297).

A me

parrebbe per che


il

si

dovesse conservare la numerase stesso, altrimenti


si

zione che

Duca avea preso da


storia.

ge-

nera confusione nella


(1)

tissimo

Debbo avvertire che documento fu fatta


slampa
di

la scoperta di

questo importan-

dal eh. cav.

signor

Emmanuele
il

Bollati, direttore dell'ardi,

camerale, e quando gi era molto

inoltrata la

questo mio scritto. Cos spiegato

perch prima non


della esistenza di

siasi

menzionato,

come

io,

certissimo

uno statuto, ne abbia

fatto

nel

racconto

ragionevoli supposizioni.
(2)

Angelucci, // Tiro al Segno, ecc.

p.

xvu, nota 1.

della

32

ne
la

stampa

di

questi

statuti,

pi ampia

conferma. Eccola:
t

soprascritti
stati

capitoli

per

lo

giuoco dell'archibusio sono


lieo

cauati da

un an-

t
t

originale di priuilegi concessi alla

Compagnia

de

gli

archibusieri di questa inclita citt di

et tradotti di

francese in lingua italiana

TVRINO MDLXI d(1).


ori-

Questi capitoli

dunque sono
che

cavati da

un antico
al

ginale di privilegi e tradotti di francese in italiano,


e
ci

solo

prova

non appartengono

duca

Emmanuele

Filiberto che viveva allora.


la

E quando
degli ar

questo non bastasse, avrei

testimonianza di Carlo
i

Emmanuele che
chibugieri nel
1

nel

confermare

privilegi

maggio 1611 dice che questi


Duca Nostro Signore
Serenissimi
et

dai

fu serenissimo signor
sia

et

Padre

in

Cielo, et altri
stati

Nostri antecessori
,

sono

concessi
questi

accordati

ecc. (2).

Ma

certo che

capitoli

non possono essere


Filiberto
di

stati

confermati dal duca

Emmanuele
il

neM561,
novem-

perch

egli

non riebbe
(5).

possesso

Torino che nel


nel

dicembre del 1562


bre
il
i

Ed aggiunger che
comunit diede
col
di

Torinesi erano ancora soggetti alla Francia, che


di

12

quel

mese
al

la

un sussidio
contedi
del

di

12,000 franchi

Duca

consenso dei Vicer, e


scudi

che ITI dicembre fece dono

200

al

Masino

il

quale prendeva possesso della

citt a

nome

(1)

Doc. xxn.
Doc. xxxn.
Il

(2)
(3)
i

3 dicembre 156!
il

si

elessero dal Consiglio


al

di di

Torino

Deputati a prestare

giuramento

nuovo Re

Francia
'

{Carlo IX), ed a chiedergli la conferma dei


Censii,,
f.

privilegi

Lib.

36.


Duca
sino
(1).
al

33

risalgono

Dunque gli tempo di Carlo

statuti
II

certamente

(1490-1553).

Ora possiamo pure


provazione
lambiccare
chi

tirare innanzi la

disamina senza

tante supposizioni che


di
il

le

non sempre incontrano l'aplegge, mentre vi si dovette


per dar loro
I

cervello, chi le scrisse,

la

maggiore apparenza possibile


ci

di verit.
si fa

documenti
presto una

sono

ribocco,

con questi

narrazione senza tema che


smentita.

venga

in

alcuna parte

Sino dal 1536 furono invasi

gli Stati di

Gasa Savoia
il

da Francesco

I,

nipote di Carlo secondo


!

buono.

Caro
stata
gli

davvero

quel nipote

Ma

l'invasione

sarebbe
tutti
ri-

un

nulla se

non

l'avessero

accompagnata

orrori della guerra fatta da soldati che

non

sparmiavano n armati n inermi, n et n sesso,

n persone n cose.
braio,
il

Nel 1537, con editto del febincorporato


alla

Piemonte fu

Francia
il

Torino dichiarata capitale. Nel mese

di luglio

Pie-

monte, da Moncalieri
Il

alle

Alpi, era tutto francese!

Re ne

fece mettere all'incanto (1559) le rendite,


al

ma

niuno ard far partito per non dispiacere

Duca.

Bella

prova

di affezione cotesta,

che merita essere

segnalata. Gl'Imperiali

amici

di

Casa

Savoia non

trattavano

Piemontesi

meglio de' nemici. stata

sempre questa
la

la sorte toccata agl'Italiani!


i

Durante
mira, e la

occupazione francese
dallo

cittadini

di

Torino non
di

cessarono

esercitarsi

nel

trarre

notizia riportata all'anno

1557 (pag. 19),

sulla esen-

(1) Lib.

Consil.,

f.

7i)

e 84.

zione dalla guardia pel


la

34

questa societ non

Re dei balestrieri, ne fa innegabile testimonianza. E medesimamente conferma


mia opinione,
cio,

che in

entrasse punto l'azione diretta del governo,

ma

che

invece fosse una instituzione


cui dava
s

meramente cittadina,
in dasi

bene

il

Comune incoraggiamento,
si

naio o con esenzioni da' carichi, perch


in di

mantenesse

onoranza. Ma, ove

desiderasse un
alla

documento

maggior peso interno


del

continuazione di questi

esercizii, io

ne riporto qui subito uno nella delibeConsiglio,

razione
I

con

la

data del 1 maggio


:

558

che del tenore seguente


di

Si

commette
ai

al

maestro

ragione

sig. Raffaele

Bellacomba,

Ragio-

natori ed ai M. S. Sindaci di trattare con quelli che

vorranno

essere cittadini
,

per giucare al pappagallo


essi
,

dopo domani

affinch

convengano con
tassarli

per

il

prezzo da pagarsi per la detta accettazione

accor-

dando loro
giucare
al

pieni

poteri di
(1).

perch possano

pappagallo

Ed

ecco incontestabil-

mente provato che questa

instituzione era esclusiva-

mente cittadina; perciocch chiunque non era torinese non potesse tirare al pappagallo, senza per
che fosse
diritto
di
a' forestieri

proibito

il

tirare ai prezzi.

Il

tirare al

pappagallo,

portava

di

conse-

guenza

di potere essere eletto re, o luogotenente, o


,

abbate, od avere altre cariche nella societ

e per
i

questo motivo non potevano essere

che

cittadini
lo

membri

di quella accioche

(come diceva

statuto),
(2).

occorrendogli esser Re, possa farsi onore


(1)

In

Dog. ined. xxi.


Capitoli, Oedini e Statuti, ecc., Dog.

(2)

un.


somma
tiri
Il
il

35

moderni

pappagallo era nel giuoco di quel tempo


il

ci che

bersaglio riservato ai soci nei

al segno.

10 gennaio 1565, Marco Fornasero, re degli ar-

chibugieri di Torino,

dimanda

di essere esentato,

per

tutto quell'anno, dalla gabella,

perch tiene taverna


la

vende

vino

al

minuto;
il

ed ha
il

esenzione

(1).

Nell'anno stesso,

22 giugno,

mentovato Marco
il

Fornasero re degli archibugieri ed


supplicano
al

re degli arcieri

Comune perch voglia dar per la solita festa di San Giovanni, nella bono fare grande spesa. Ed il Consiglio
al

loro aiuto

quale debfa

pagare
Nel-

primo

fiorini 48,
si

ed

al

secondo

soli

10

(2).

l'anno seguente

trova lo stesso
il

Marco Fornasero
fa

re degli archibugieri, cui

Comune

pagare, con

mandato

del

26 luglio

fiorini
(3).

quarantotto per la

spesa della solita festa


Qui, per ordine di

data,

debbo

citare

un

altro

importante documento sul giuoco dell'archibugio in


Piemonte.
Il

Duca

Emmanuele

Filiberto cui stava


gli

molto a cuore questo militare esercitamento, che


preparava buoni
soldati,

non trascurava occasione per

favorirlo. In fatto, nel

1566 pubblic un bando


che difensive
il

col
il

quale

proibiva a chi non pertenesse alla milizia


s

portare le armi,
(diceva
cio
sotto
(1)
(2)
il

offensive

salvo

bando)
di

la

spada ed

pugnale
et

di

cammino
le terre

andando
pena

luogho a luogho

non per

di trenta scudi la

quale incorer ognuno

Doc. ined.
Doe. ined.

xxm, xxm,

lett.
lett.

A.
B.

(3)

Iti. dei Con*.,

I 38.

-36che
contrafara

irremissibilmente

et

delli

quali la

rnitta sar del accusatore et l'altra

mitta vogliamo
del archibuso

esser applicata alti

pretij di giuocho
ecc. (1) .
il

che sera in dette terre,

Sembra dunque

da questo documento, che

giuoco dell'archibugio

fosse molto generalizzato in Piemonte.

Ora non trovo pi memoria


sano scudi
sei

di tal

giuoco sino
,

al

1570, nel quale, con ordine del 5 luglio


degli archibusieri

si

sbor-

a M. r (messer) Freylino Gastaudo re


per

compenso

della
(2)
;

spesa fatta

nella festa di S. Giovanni Battista

ma

questa

interruzione del giuoco per


bile, e

me

cosa

poco credidel Co-

sospetto qualche lacuna nei registri

mune. Nel 1572 era re M. r Battista Bergamo ed ebbe


anch'egli,
di
e
il

giorno 11 di giugno,

il

solito

sussidio

scudi sei di fiorini none luno

li

(3).

Nell'anno ap

presso

disdotto de giugno fu dal Consiglio


si

or-

dinato che
di
al

facci il far

(fal) la
il

sera della vigilia


solito

san gioanni prossimo secondo


tresorier di pagar quel che
sei di fiorini

mandando
delli

sar necessario e pa-

gar scudi

noue luno per ognuno


taburlando
(4).
di n 3,

rei (sic) dell'archibugieri e

(t)

rch. gen. del Regno, Sez. Cam. Reg. d'ordini

f.

26.

(2)
(a)
(4)

Doc
Lib.

ined. xxiv.
f.

Lib. dei Cons.,


dei Cons.,

31.

queste re taburlando aggiunger un ordine

non sappia cosa si fosse di pagamento del 18 giugno 1577. Pi hanno mandato al tresorier di pagar et sborsar al Re taburlando scuti 6 da f. 9 luno che li dona
f.

23. Per chi

la citt in e
il

per agiulo di pagar

li
:

tromboni

quali soneranno

giorno della festivit di san gio


si

batta prossimo alla balloria


26)...

che

far per honoranza della citt [Lib. dei Cons., f.


Tutte
le

37

col

instituzioni

umane subiscono

tempo

qualche cambiamento o nella forma o nella sostanza


loro, e talvolta accade che, passati
si

non molti

anni,

non

riconoscano pi per quelle che erano nella loro

origine.

Non

si

aombri
si

il

lettore

per queste mie pafa-

role; che qui

tratta di

cambiamenti che non


,

cevano
aggravi

danno

alla

instituzione

ma aumentavano
11

alle finanze del

Comune.
si

giorno della festa

del giuoco dell'archibugio, che era quello della solennit di S. Gio. Battista,
il

teneva
dirlo

il

tiro di gara, tiro

tiro provinciale, e

possiamo

meglio

na-

zionale di quei tempi. Perci accorrevano in Torino


tiratori

da tutte parti
gli

di

questa regione
festa

ed

al

Re
il

spettava fare
carico.
Il

onori della
al

e sostenerne

Comune dava
di

in danaio, di 48,

che in principio

Re un piccolo compenso fu, come ho accennato,


;

da ultimo

54

fiorini

ma
il

questi eran poca

cosa in confronto alle spese che

capo della societ

dovea sostenere. Nel 4574 pertanto


Regis
essa
di

M. r Thomaso
supplic

Chieri, cittadino di Turino et habitante in

citt,

moderno Re
dalla
il

degli
citt

archibugieri
di
il

d' esser

agiutato

qualche

honesto

agiuto oliva

solito, ecc. ,

ed

Consiglio deliber

che

il

moderno

re et altri che

saranno per Vavesan giov. gio-

nire habbjno dalla citt per agiuto fiorini cento per

honorar

la citt in

detta festiuit de
et

cando all'archibuso
et

che sianno esenti de carichi


(1).

d'alloggiamenti mentre che saranno Re, ecc.

Avvegnach

si

trovi ora soltanto fatta

menzione di

[\)

Doc. ined. xxv.

privilegi accordati al
citt,

38

la

Re

degli archibugieri di questa

pure

io
di

tengo per fermo che


data anteriore (1).
al

concessione

debba essere
(1)

Non

sar

discaro

lettore

che
di

riporti qui

qualche
nonnulli

brani delle lettere patenti di Filippo

Savoia

contenenti la

piena sua

approvazione
alque

alla
viriles,

proposla fatta

per

balestarij juuenes

nostro burgi {Borgo in Bressa)

quorum copia hoc in oppido et illius mandamento locisque


il
i

circumuicinis habetur , d'introdurvi favorire e continuare

giuoco della balestra, non che

privilegi che quel


dei
balestrieri.

principe

concedeva

al

Be ed

alla

compagnia

il

pi

vecchio documento che mi sia capitato

intorno

a questo arprivilegi
la

gomento e serve benissimo a dare una chiara idea de' che godevano quelle societ cittadine. Ecco dunque
pi importante di questa lettera.

parte

Supplicationi itaque prefati


et

stephaneli

smilliardi

Regis

suo [nomine)

ceterorum balisleriorum predictorum super his

nobis facte benivole inclinati

omnia

et singula

per dictos stephanetum regem et ceteros socios et balislerios


circa hec vsque

modo

facla et

gesta rata et grata habemus.


et aliis qui in

El vlterius dictis Regis

moderno

futurum merueet

rintnomen Regis ipsorum balisteriorum burgi


gimur
et

mandamenti
damuslar-

appellari in priuilegium libertatem acque graciam

concedimus quod dictus stephanetus modernus Rex

eum tota sua domo ceteri que qui inposterum. anno quolibet singula singulis debite refferendo in Regem balisteriorum meruerint promoueri sint pr toto anno sui Regni liberi franchi quieti immunes et soluti et quos harum serie affrancamus soluimus quietamus et eximimus ab omnibus
pr hoc anno
et singulis a

quibuscumque donis
Iributis

focagiis talliis collectis im-

posicionibus

excubiis garda

ac

aliis

oneribus

tam

per nos

quam communitatem abinde imposterum


dandis aut concedendis
vel
alias

siue ordi-

nariis siue extraordinariis


fiendis

pio ipso anno quo Reges fuerint

imponendis

reali

forlifficacione

dumtaxat excepta.

ITEM

vlterius

eisdem mo-

derno

et ceteris vt premictitur in reges

promouendis ceterisque

39
Giovan Martino Ortis, Re degli Archibugieri di
Pinerolo
,

supplicava ad
il

Emmanuele
lui

Filiberto

di

concedere (scriveva

Duca) a

et alla
li

compagnia
medesimi

degli archibugieri et ai loro successori

sociis et balisteriis ville et mandamenti gium libertatem acque facultatem damus


ipsi possint

predicti in priuileet

concedimus quod

eisque liceat quotiescumque vbicumque et quan-

documque
circa hec

voluerint se invicem congregandi ordinacionesque

et statuta seu capitula

que

ipsis

regibus et sociis videbuntur


statuendi et

honesle et honesta inter se faciendi

ordinandi vocato castellano nostro burgi seu altero ex maioribus officiariis in congregationibus et statutis faciendis pre-

terque in ludis baliste exercendi que libere exerceri possint


et

absque aliquali nota vel reprehensione de monopolio cnillicita

uenlicula seu alia


ordinacrone.

et
eis

de jure velila congregacione seu


liceat

ITEM quod

semel quolibet anno et

dum

voluerint juxta solitum per ereclionem et tractum avis


inter se illum videlicet qui licite et honeste

papegay Regem

meruerit facere et assumere cui jussionibus que et ordinacionibus suis debite fiendis teneantur et debeant ceteri socii
balisterij
et pareri. ITEM ordinamus sic volumus per castellanum nostrum huius burgi seu eius locum tenenti presententi et qui pr tem-

graciose

obedire

quod expresse
loci

fieri

pore fuerit de pecuniis nostris dari tradi solui


pediri
singulis

et realiter

ex-

imperpetuum quinque florenos monete currentis in manibus Regis prefati moderni et fulurorum. Qui quinque floreni exponentur etexponi debebunt per ipsum Regem in unum prelium seu ludum et jocum commune inter ipsos socio? et balisterios ville et mandamenti prediclorum
annis

prout inter eos fuerit aduisatum dispositum seu

ordinatum.
baliuo
et

Mandantes harum

serie

Consilio

burgi

residenti

procuratori breyssie castellano sindicisque consulibus ville et

communitatis burgi predicti vniuersis


fidelibus et subditis nostris

et singulis

officiariis

mediatis et immediatis ad quos

spectabit et presentes peruenerint ipsorum que officiariorum

priuileggij che

hanno

gli

altri

Re

et

compagnie
.

di

archibugieri de nostri
al

stati

che tirano all'archibugio


Perci
priui-

tauolazzo et papagallo massime di Turino

egli

accord loro

in

perpetuo

li

medesimi

vicesgerentium

et

cuilibet

eorumdem sub pena centum


dicto Consilio inferiore

li-

brarum forcium pr quolibet


nostras
dicto

quatenus
et suis in

predictas exemptionis conceptionis donacionis et has licteras

modo

e\

forma predictis dicto supplicanti

Regno successoribus leneant actendant


in aliquo

et inuiolabiliter
il-

obseruent tenerique aclendi et per quos intererit faciant


lesas obseruari et

contraueniant

qnomodolibet ve*
et

opponant predictis sindicis


taxatoribus

consulibus ville et communitati

huiusmodi colleclarum focagiorum

ceterarum

impossicionum de quibus supra propterea inhibentes sub pena

jam premissa centum librarum forcium pr quolibet et vice qualibet qua non paruerint commictenda et nobis seu errano
nostro
fiscali irremissibiliter

applicanda ne

eumdem Regem
premissarum
aliorum

etsuos in eodem Regno successores


collectarum imposicionum

in aliquibus
et

subsidiorum

onerum

prenarratorum fortifficacione

reali predicta

dumtaxat excepta

imponere nominare taxare

vel

coequare habeant vel presu-

mant nec minus ipse castellanus ipsum Regem et futuros in numero tercentum et decem focorum nobis per dictos de villa
debitorum
et tradere

solilorum quoties continget per nos

ali-

quas imposiciones de quibus supra facere recipere audeat,

etc.

Datum burgi

die vicesima maij

Anno Domini millesimo quaf.

tercent. octuagesimo.

Philippe de Savoie.
69. Doc. ined.).
inediti sui
ai

(Arch. gen. del Regno, Sez.

Cam. n
tre

Con questo bo
privilegi

gi pubblicalo
stati

documenti

che negli

di

Casa Savoia erano concessi

Re

ed

alle

compagnie della balestra e dell'archibugio. Questo del


di
il

1480, quello
1575. Facendo

Ciamber del 1510,


confronto con gli
concessioni

quello di Pinerolo del

altri

due puole

il

lettore
tutte le

vedere che
societ.

le

eran

le

medesima per


legij
,

41

hanno
,

immunit

et

essentioni che

il

Re et
(1).

COMPAGNIE D'ARCHIBUGIERI DI TURINO

eCC.
il

dava queste lettere patenti da Torino


del

12 marzo
et es-

1575 unendovi ali priaileggij, immunit


altro

sentioni

concesse. Questo documento pertanto, ed

un

che accenner
la

all'anno 1611, bastano a

corroborare
Nell'anno

mia opinione.

1 576 fu Re degli archibugieri M: FabriBonanome, nel 1577 M. r Cristoforo Bellone, nel 1578 M. r Giovanpaolo Regale) e tutti tre ebbero il solito dono di cento fiorini (2). Nel 1579 fu costruita

zio

la butta per
spesi
fiorini
;

il

gioco dell'archibuso

e vi furono

trecento vinti dui grossi otto e quarti

due

(3)

e questo giuoco pare che in quel


della Porta palazzo,

tenesse fuori

lungo

la

tempo Dora

si

non lontano dai molini (4). Nell'anno suddetto nuovamente nominato M. r Fabricio Bonanome Luog. te
dil Ser.
al

mo

prencipe

Re

delti

Archibugieri di Turino,
vinti

quale
,
il

furono pagati
d

fiorini

vno

e grossi

due

50 novembre, per
giocho
del

altri

lavori fatti alla


(5).

butta

del

archibuso

Ed ecco
lett.

in

(1)
(2)

ngelucci, l Tiro al segno in Italia, Statuti ecc.


Lib.
dei Cons.,

A.A

ad ann.
di

f.

61 ver.,

f.

26,

f.

29 ver. e 40.

(3)
(4)

Doc. ined. xxvi.


In

un mandato

pagamento del 23 giugno 1583


appresso porta pallazzo vicino
dalli detti molini al giuoco del

trovo quanto segue:

Pi facendosi repparalione nella dora

delli molini esistenti fuori et

alla stradda per

la qual si

va

archibuso

accio

che l'acqua

la

qual discorre per la bialera

(canale d'acqua derivata per la irrigazione) la qual


gli orti ivi
(5)

adacqua

pi vicini a detta strada, ecc.

[Lib. dei

Cons.f. 54).
r

Doc. ined. xxvn.


un principe
che
il

42

il

questo anno un Re degli archibugieri che non era


quello che aveva abbattuto
di

pappagallo,

ma
I.

invece
altri

casa Savoia, che non poteva esser

futuro duca, cio Carlo


il

Emmanuele
avr pagato

E'

non

avr avuto per fermo

donativo di danaio dal Colo

mune per

la

sua festa,
la

ma

raddop-

piando e triplicando

somma. E con

ci si spiega

come non si trovi in tale anno registrato il pagamento delli cento fiorini, n menzionata la festa. Nel 1580 fu Re M: Carlo Santo ed, il giorno 18 luglio,
ebbe
fatta
fiorini
il

cento in aggiuto

della spesa per

lui

giorno della festiuit di san gio: batta pros

sime passata

(1).
il

E' sembra che

giuoco dell'archibugio di Torino


in

ogni anno crescesse

rinomanza, perch
le

al

Re non

bastavan pi
in

cento fiorini per


li

spese necessarie

riceuer et acarezzar
et
altri

forastieri venuti a giocar

al

archibuso

della citt in
il

onor
si

di essa . fa dal Co-

Cos trovo che nel 1581,

16 luglio,

mune un mandato
limo a
JJf/

di

scudi sedici

da

fiorini

noue

Bernardino Ruschi* cittadino

mercante

di Torino

solita festa (2). Nel seguente


tista

moderno Re degli archibugieri per la anno un M. r Giov: Bat-

in

dono

Bodinato di Torino, Re degli Archibugieri ebbe dalla Comunit venticinque scudi, da fiorini
(3).

nove
il

Nell'anno 1583
si

il

re degli archibugieri era

Duca, secondo
Pi oldita
(1)

apprende dalle parole seguenti:


regale luogo-

la

supplica di M. r paulo
f.

Lib. dei

Cons.,

33.

(2)

Lib. dei Cons.,


Lib- dei

f.

40 ver.
f.

(3)

Cons., 6 luglio,

39.


tenente di soa
al.

43

elletta
;

{altezza)

re

delli

archial

bugieri di esser agiutato

ecc....

hanno ordinato
cinque

tresorier di sborsarli scudi vinti

de

fiorini

noue limo e
gieri

gli saranno entrati etc. (1). Nei tre anni seguenti furono Re degli archibu-

Giacomo Roberto (1584)


Carlo
solito

Cesare
(1586); e

Perrinetto

(1585) e

della

Pietra
di

ciascuno
(2).

ebbe

il

donativo

scudi

venticinque

Trovo nel 4587 un

tale Battista

Giussiano luogote-

nente del Re degli archibugieri, del quale taciuto


il

nome

cui

vennero
Nel 1588 a

dati

dalla

citt

fiorini cin-

quanta
si

(3).

M. r

Giov.

Battista Milio

pagano

scudi vinticinque
in riceuer et

in agiuto della

spesa

per

lui fatta

banchetar
il

li

forastieri

vintiti

a tirar dei archibugio sicondo

solito (4).

Se nell'anno che segue non v'ha memoria del Re


degli archibugieri, questo
dallo
esercitarsi

non prova che


il

si

cessasse

ad imberciare. Ecco
il

che

ci

accenna

perch

di

tale

documento lacuna, e conferma

vie meglio che la iniziativa per questo esercitamene)

veniva sempre dai cittadini e non dai regolatori della


cosa pubblica.
presente
citt

Pi

hauendo alcuni giouini


supplica per la quale

della

sporto

narra-

vano non hauer


di

tirato al Papagallo

per la creatione
inteso

un nouo

re

di

archibugieri per hauer


il

che la citt haueua ritrattato

donatiuo che ogni

hanno faceua
(1)

ecc. .

la

ragione giustissima. Se
f.

Lib.

dei Cons., dei Cons.,

11 giugno,

35.

(2) Lib.
(3)
(4)

ad ann.,
22
luglio,

f.

21 ver., 58 ver., 42 ver.


f. f.

Lib. dei Cons., 21 marzo,


Lib. dei Cons.,

17 ver.
57.

_
non v'era
eleggere
il

44

non
si

chi pagasse

la lista civile

poteva
di

Re

perch non avrebbe avuto mezzi


doveri.

adempiere
veniva alla

ai suoi

Ed

il

Consiglio
al

si

capacit

delle ragioni addotte, e


citt

guardando
dugento

vantaggio che
al

da queir esercitamento accord


eletto,
fiorini,

Re, che verrebbe

aggiungendo,

non si tiri in conseguenza)) (1). ia vecchia formula non transeat in exemplum, che corripetuta sempre per risponde all'ima volta tanto
per che
ci
,

obbligare chi ha bisogno a chiedere, e lasciare a chi


sta al potere
il

merito della concessione.


costretto a passarmi dal contare
i

Ma
sono

io

mi veggo

tante particolarit, perch


in tal
tutti

documenti da
il

me

raccolti

numero che annoierei


far parola.

lettore se volessi

qui di

Arroge
si

le

notizie

si

rasso-

migliano

tutte,

poich
il

tratta

sempre

dello stesso

esercitamento tenuto
Battista nel quale
il

d della festa di S.

Giovanni

Re
si

degli

archibugieri riceveva 6
i

accarezzava
donativo che

banchettava

tiratori
al

forestieri e

quelli della citt che


la citt

cimentavano
al

giuoco, e del
ristorarlo

faceva

Re per
festa

in

parte della spesa che per quella

sopportava.

Perch d'ora innanzi non mi occuper che delle notizie

pi importanti, e riunir poi queste e


in

le altre
ri-

che ometter appresso


guardante
scritto.
il

un Indice cronologico,
al fine di

Tiro al segno a Torino,

questo

Ora vado
il

di botto al in

1614;

ma non
di

creda perci
si

lettore

che

questo intervallo

tempo non

(1)

Lib. dei Cons., 13 giugno,

f.

21 ver.

45
il

solito

tenesse sempre in Torino

esercizio dell'ar-

chibugio (1); che se venne intermesso per qualche tempo, ci puole essere accaduto solo nel 1599,

quando una

fiera pestilenza
il

travagli

questa
di

citt.

Anzi dir che nel 1600,

giorno 13

giugno,
archi-

a Gio: Giacomo Rubato alfiere del


bugieri (che
dalla citta

Re

degli
in

non so

chi fosse), fu dato

prestito
di

per servirsene nella prossima festa

san

Gio: Balta vna

Insegna turchina

col

Toro

et

l'arma

di
il

Spagna dentro
Consiglio, per

(%); e che nel 1603,


de'
sig.

45 giugno,
si

mezzo

Sindici procur

provvedesse subito
bugieri, perch
il

alla elezione

del

Re

degli archi-

si

tenesse nella festa di S. Giovanni

solito
I

giuoco
di

(3).
;

duchi

Savoia volevan soldati

che per

gior parte di essi la guerra era, quel che


bini
il

magpe' bamla

trastullo

una

necessit.

Il

giuoco dell'archi-

bugio dovea essere dunque pe' Torinesi, comepegli


altri

popoli de' loro Stati,


gli

il

tirocinio

della

milizia.

Nel 1611

archibugieri del gioco delV archibuggio


al

de Turino
delti

dimandarono
che

duca
sino

la

confirmatione
allora

pruileggi

avevano

goduto.

Essendo mente nostra (rispondeva Carlo


li

Emmain Cielo,

nuel I) che Buca Nostro


et altri

priuilegij

quali
et

dal fu ser. signor


sia

et

Signore

Padre che

serenissimi Nostri antecessori (4) sono stati

(1)

Vedasi Vindice cronologico.


Lib. dei Con., voi. 151
(i), f.

(2)

196 ver.

(3J (4)

Doc. ined. xxxi.

Questa una testimonianza tnconteslabile che, siccome


la

io

accennava pag. 38,

concessione di privilegi alla compagnia

dei tiratori torinesi era anteriore

ad Emmanuele Filiberto*


concessi
et

46

archibuggieri del
gli

accordati

alli

gioco

dell'archibuggio di questa Citt

siano

inuiolabild'essi

mente osseruati

et goldino

delle

preminenze
le

come hanno

fatto

per

il

passato: per

presenti di

nostra ceri a scienza habbiamo confrmato et confr-

miamo

a detti archibuggieri detti

loro priuilegij et
detti

concessioni, ecc

Con che per


ogni seruitio
et

archibugieri

siano pronti in

occorenze che da
citt gli

Noi

dal
,

Governatore di
et

questa

fosse

commesso
et

quando

giocaranno
l

dell'

archibuggio

debbano una volta tirar con


V altra
con quello
di

'archibuggio di

mira
si

guerra

(1).

Questo

chiama parlar chiaro. Volete voi giuocare


bugio ? Giuocate pure
;

all'archi-

ma

se

meco
vi

fare

una

partita

seria

ho bisogno che veniate al campo non vi

avete a rifiutare. Se non siete disposti a questo,

permetto che

vi esercitiate nell'imberciare. Io

non non
gua-

voglio di que' giuocatori di professione, avvegnach


valentissimi,
i

quali

si

appaghino degli

allori

dagnati sotto

le

ale del tiro,

ma

di quelli
i

che vengan

meco

a raccoglierne sul

campo quando
ci

nemici della
di sfida.

patria o della

mia casa

gettino

il

guanto

queste condizioni giuocate liberamente e fatevi deimberciatori. Presso a poco, suonavano cosi le

stri

parole di concessione di quei Duca piccolo e debole


di corpo,

ma grande

ed ardito

di

mente; eccellente

guerriero ; principe letterato e cavalleresco; ambizioso

ed inchinevole a

partiti arrischiati;
Italia;

nemico

del

do-

minio straniero in

principe che per modestia

(1)

ngelucci, Il Tiro al Segno in Italia, ecc., pag. lii.


non diceva creder
piccolo per
lui.

47

ma

s troppo grande pel suo Stato,

dava chiaramente ad intendere esser questo troppo

Ed
ciare.

Torinesi accettavano con piacere cotesta con-

cessione, e proseguivano ad addestrarsi nello imber-

Ed

il

Municipio nel seguente anno provava subito


utile alla

con una sua deliberazione quanto stimasse


citt
libri

ed

al

paese questo esercitamento.


si

Infatti

trovo nei

municipali che: Aci

ritrouino persone qualidelli archiS.

ficate et

honorate per essere create Re

bugieri di questa citt, che siasi al


Serenissima,....

gusto di

A.

han
et

detti

signori Gonseglieri et Consi

segno ordinato
bugieri che
si

ordina che

doni

al

Re

delli

Archi-

creara alla noua creatione di detto

Re

scudi cinquanta

da

fiorini otto in aggiuto, ecc.

(1).

Nell'anno 1619, non saprei se per

essersi

fatta
il

una

festa straordinaria del giuoco dell'archibugio

24 giugno, o per
nuele ordin

quali altri

motivi,
al

Carlo

Emma-

alla citt di

pagare

bugieri cento S. Carlo (2).

La

citt,

Re degli archinon senza fare

osservare
rini

al

Duca essere
gli

solito pagarsi soltanto fio-

200, esegui

ordini suoi pregandolo a voler

dechiarar che detto pi pagato del solito sia per


si

questa volta solamente senza

possi

mai

tirar

in

consequenza, ecc.

(3).

(1)
(2)

Lib. dei Cons. y 1612, 2 luglio,

La moneta chiamata
fiorini 9,

S.

f. 152; Doc. ined. Carlo nel febbraio del 1619

equivaleva a

9.

Dal 1

al

4 gennaio
il

fiorini

16, 3;

d'indi in poi fiorini 10, 6.

Lo stesso che

tallaro di
II,

Mon97.

ferrato (Promis, Monete dei Reali di Savoia, v.


(3)

p. 96,

Doc. ined. xxxu; A, B,

_
Nel 4620 non fu
chibugio;
si

48

giuoco dell'ar-

fatta la festa del

nei seguenti 21, 22,


il

23 e 24.

Nel 1621.

15 giugno,

si

fecero le seguenti pro-

poste e deliberazioni nel Consiglio di credenza


il

per
del

Re
e

d'archibugieri

et

accomodar

il

luogo

giuoco.

Pi che

il

sig.

Governatore della

citta

d'ordine

di S. A.
il

ha comandato che
si

la citta facci

accomodar
d'archiG
si alzi d.

luogo oue
si

tira al

tauolazzo et giuoca
pilie
al

bugio

giongano due
si

coperto et

coperto oue

tira.

Pi che

la citta
al

almeno pronti
d'archibugieri

cinquanta Ducatoni per donar

Re

per far
a

la festa

sudetta.
si
e

Hanno ordinato
d.

faci
pilie
la

spianar la piazza dei d.

giuoco anco alzar


al

quanto prime et circa


citta

dinaro

si

procuri che
solito

non

sia alterata

pagar pi del

che

sono

fiorini

ducento et
al

quando

S.

A.

precisamente lo
(1).

vagli alterar far

meglio sar possibile *

Ed
rono
altri

in quest'anno si fece la
i

solita festa, si

paga-

cinquanta ducatoni

al

Re, e se ne
eletto

diedero

cinquanta a M. r

Giacomo Rubato

Re per

l'anno prossimo (2).

Per quanto

il

Consiglio torinese volesse stare at-

taccato alla vecchia usanza nello


sidio al

accordare

il

sus-

Re

degli Archibugieri pel giorno della sua

festa;
la

pure que' doni straordinari dovevano portare

conseguenza che vediamo, cio l'aumento del do-

nativo. In fatto trovo che nel


(1) (2)

1624 essendo Re

il

Lib. dei Con.,

f.

49 ver. e 50; Doc. ned.

Doc. ined.

xxxm.


sig.

49

raccomansi

Filippo

Domenico
il

Elia, in seguito di
gii

dazioni di S. A.,

Consiglio ordinava

pagas-

sero

scudi cento da fiorini 9 per questa volta so(1).

lamente senza conseguenza, gi s'intende


Sino dal 1621
Francia,

incominciarono
Svizzera,

le

trattative
la

con

Venezia e

perch

Valtellina,
alla

scosso

il

giogo de' Grigioni, era venuta


si

ubbi-

dienza di Spagna; e nel 1623

risolsero in

una

lega tra Savoia Francia e Venezia contro la Spagna.

Nel 1624

si

venne
Il

alle

armi con
di
si

felice

successo per

parte della lega.

Duca

Feria
ritira

assedia

Verrua;

dopo
tore

infruttuosi

assalti

vergognosamente
scrit-

lasciandovi gran

numero esagera sino a 20

di

morti che qualche


Nel 1625
i

mila.

Gallo-Sa-

baudi vinsero a Voltaggio, presero Porto


S.

Maurizio,

Remo, Ventimigiia ed
sei

altre terre, e
il

minacciarono

Genova. In questi frangenti


che comperasse
all'armata.

Duca ordin alla citt archibugi rigati e li mandasse


si

Ma

quale rapporto, mi

dimander, ha
...

quest'ordine col tiro al Segno ? Eccolo spiegato.


S.

A.

comanda

si

uadi

alle case di quelli

fanno profe su-

fetlione di tirar all' archibuggio


sei archibuggi, quali la Citt

da

gioco e prender

debba pagar,
(2).

bito

inviarli

a S. A.

all'armata

Vedasi ora

quanto interessante questo documento, che mentre ci chiarisce

come

nel giuoco
ci

dell'archibugio

si

usassero anche armi rigate,

di

prova che

fin

da quel tempo ne fossero


l'esercito de'
(1)
(2)

forniti alcuni soldati nel-

duchi di Savoia.

questa

la

seconda

Doc. ined. xxxiv.

Doc. ined. xxxv.


4

m
notizia di data
di

remota che

si

abbia intorno

all'uso

carabine (1) come s'intendono ora, ossiano armi a canna rigata, fra soldati che non se ne aveva altra
;

in

proposito se non quella riportata dal Moritz Meyer

all'anno

medesimo, cio

les

Polonais font usage

de carabines rayes .
Seguitasi continuamente l'esercizio dell'archibugio
in Torino, e nel

1526 ne
il

fu
di

Re

il

sig.

Pietro d'Afiorini

mest, che ebbe

dono

50 scudi da

nove,

ma

fi

senza admetter conseguenza ne alcun preteso


(2).

solito

Nel seguente anno

il

21 giugno

si

fecero

nel Consiglio la proposta e la deliberazione che parola per paiola qui trascrivo:

Per

la festa

del

Re

di

archibuggieri

qua!

l'* P. D. Emanuel
<s:

di Sauoia.

Il

signor Sindaco
di

Sola propone che TE."10 P.D.


di

Emanuel

Sauoia e Re

archibugieri quest'anno

e per la qualit e grandezza sua non' esser


()

conue-

Una

milizia a cavallo del

XVI
di

secolo era chiamala Ca-

rabini,

perch andava armata

che per sembra non fossero guerra del Regno


di Napoli

rigati.

delti cambini, Era una intimazione degli

schioppi

archibugieri a cavallo italiani instituiti da Camillo Vitlli nella

Tanno 1496. Questa


(Vies des

milizia fu

dallo Strozzi introdotta in Francia nella prima secolo, e basta leggere


il

met del XVI


illustre*

Bramarne

hommes

erangers, par. 2, vita del maresciallo Strozzi) per avere

una

idea della

bellezza ed abilit di questa milizia composta di


e

vecchi

capitani

soldati,

pied terre on n'avoit besoin de grand


les

ordonner en

balaille, car

quand il falloit mettre commandemet pour d'eux memes se rangeoient si bien


quali
,

qu on

ny
Uh.

trouvoit rien redire

etc.

L'elogio deve essere

meritalo, perch viene da uno scrittore straniero.


(2)

dei Cns.,

f.

26

ver.


niente darli danari

51

come
se

cos S. ecc.

si

e dechiarato

non voler

dinari.
l

Hanno ordinato
al

prouedano

cloi

carra di

vino del pi dino

eccellente si troni ih tonino e se


(1).

man-

detto ecc."10 Signore

Ed ecco nuovamente un
Re
la qualit del

principe di Casa
il

Savoia

del giuoco dell'archibugio di Torino,

che, per

personaggio, dpvea essere


citt

di

potente

stimolo alla giovent di questa

per

attendere

con maggiore impegno a


D'ora
innanzi, sino al

tale utile esercifamento.

1685, trovo soltanto nel


il

1633 e nel 4635 Ed al primo si pagarono


giugno, e
dal
lire

ricordato
lire

Re

degli archibugieri.
il

25

(ducali, credo,)

21

50

il

23

detto, e fu dato

ad imprestito
di

Comune una bandiera ed un


secondo
si
il

certo

numero
lire

mo-

schetti (2); al

sborsarono
(3).

30 ducali

d'argento

giorno 6 di giugno

Travagliata spesso la citt di Torino a que' tempi


dalla peste, e dagli eserciti di Francia e di Spagna,
altra peste peggiore
cittadini,

per

le

cose e

le

persone dei
si

non a maravigliare che non


in

elegges-

sero

regolarmente

ogni

anno

Re

del

giuoco
si

dell'archibugio.

Da questa mancanza per non


gli

deve
anz

dedurre che cessassero


io

esercitamenti,
altro

che

son certo che

allora pi che in

facessero, perch
soldati

maggiore era

il

tempo s bisogno di buon


ora

per fornirne l'esercito che, con fortuna

(1)

Uh.

dei Cons.,

f.

.156.

(2)

Lib. dei Cons.,


lib. dei Cons..

i.
f.

380, e Doc. ined. xxslvj. 216.

(3)


prospera ora avversa,
alla
i

52

di

duchi

Savoia opponevano

prepotenza degli stranieri.


bastava
Il
il

Non

destreggiare,

il

volersi
in

neutrale. No.

Piemonte messo

mantenere mezzo dai posoccu-

sedimenti della Spagna e della

Francia; che

pava Pinerolo, (1) col suo territorio, la valle della Perosa ed il forte di S.ta Brigida; il Piemonte, dissi ?

dovea dichiararsi o per la prima o per la seconda. Ma questa si avanza minacciosa con forte esercito
a persuadere

Madama
1638,

Reale
il

di

confederarsi con essa


il

(4637), e
trattato di
e

nel

3 giugno, fu sottoscritto

Torino che stabiliva una

lega offensiva

difensiva con

Francia conira

Spagna. La consipoi
gli

gliava

come
11

necessaria Filippo d'Agli, che


trattato fu

ne

fu pentito.

tenuto segreto,

ma

Spa-

gnuoli lo
che,

riseppero

(2),

ed assediarono
cadde
il

Vercelli

dopo una

bella difesa,

in

loro potere.
al servizio

Si fu in

questo assedio che

Marlena,

degli Spagnuoli, prov pel

primo a
innanzi

tirare
si

ad un

sol
ti-

fuoco

le

bombe che per

lo

solevano

rare a due fuochi. Egli descrisse pure nella sua o-

pera un

Modo

di pozzacco
(3).

per tirare la

bomba
prima
bronzo

di diretta linea
il

Ma

oltre a cento anni

Biringuccio insegnava a gittare palle vuote di


di

o
si

ferro, le quali

empiutole

di

polvere accioche

spezzassero in pi

pezzi, et che ogni

pezzo

fa-

(1)
i

Fa preso

nel

1631 dai Francesi, e


e

restituito nel

169G

17 settembre (Cibrario, Origini

progresso, ecc. della

mo-

narchia di Savoia).
(2)
(3)

Cibrario, op. e par.

cit.

p. 397, 398.

Martena, Flagello

militare,

cap,

vii.


li

53

pi

cesse effetto, bastarebbono, per offender molto

huomini: perch tirando queste con Varligliaria,


et

farimi assai pi danno,

fracasso fra
:

le genti,

che

non

fari ano

con

la palla

ordinaria

perche, rompen-

dosi, viene far molti colpi

(1).

chiaro dunque

che se erano
vuole,

tirate

con

le

artiglierie,

queste palle

doveano esser

tirate

per diretta linea, ossia


lungo

con poca elevazione della bocca da fuoco.


Ritorno all'argomento. Avvegnach per
spazio di
s

tempo non

si

abbiano nei

libri
,

municipali

notizie del giuoco dell'archibugio,

non

come

dissi, e-

da inferirne che fosse cessato


sercitamento.
I!

in

Torino codesto

silenzio di que' registri la conse-

guenza
con

della niuna azione diretta del


i

Comune

sulla

Societ. Questa aveva


tutta esattezza era

suoi capitoli ed

attenendovisi
il

indipendente dal Comune,


citt

quale per l'onore della

dava un regalo
il

di

da-

naio

al

Pie

per

la
i

festa,

ossia per

Tiro di gara.

Ma

potevan bene

Soci esercitarsi di

continuo
gara,

ad

imberciare senza fare questo tiro di


poteva
festa, e
vi
il

oppure
lai

Re supplire
nell'uri

del

proprio

alle
il

spese di

caso o nell'altro

Municipio

non

entrava per nulla. Questa spiegazione

mi sembra

la pi
libri

semplice e

la

pi ragionevole, del silenzio dei

de' Consigli dal

In fatto nell'anno
tovati registri, del

4635 al 4685. 4668 non si ha verbo,


si

nei

men-

giuoco dell'archibugio in Torino.

Tuttavia certo che vi

doveva tenere non solo,


festa.

ma
(1)

farvisi

anco

la

solita

Se non

fosse

cos,

Biringucclo, Pirotecnia,

iib.

X, cap.

vi.


non
si

3
il

perch
tra
di quella 4
i

potrebbe spiegare
le

Di-

cMaratione sopra
Abbati del Giuoco
Carlo

precedenze

Re,

siano

dell' Archibugio
II

che

emanava
molto

Emmanuele
di detlo

da Rivoli,

il

31

maggio 1668.
di

E
il

notisi

bene che questa

precedeva

non
si

la festa

giuoco che in Torino

celebrava

M
E'

giugno.

sembra dunque che in circostanze d'inviti d compagnie forestiere al giuoco in Torino, e viceversa,
nascessero
tra
li

continui

disordini per

le

precedenze

Re,

siano Abbati

delle diverse
s'

compagnie
a
il

con

p ricolo che per

questi

avesse

da

inter-

rompere vr
et

esercitio cotanto nobile (scriveva

Duca j,
r

antico ne' Stali

nostri

Perch

prevenirli

Carlo

Emmanuele

II

ordin che cessasse ogni prece-

denza

tra

li

suddetti Re, Abbati e giuocatori di

qualunque

citt e terra

che siano, saluo tra


il

il

Re
non

abbate di Torino con


si
si

Re

abbate della citt oue

ander a

tirare, ecc.

(1).

Ma

se a Torino
il

giuocava pi all'archibugio, era inutile

menzio-

narlo nella dichiarazione.


Altre questioni pure sorgevano talora fra gli giuocatori stessi, e ci era
colpi;

ben naturale,

pel giudizio dei

ed anche a questo rimedi quel savio principe

con lettere patenti del 26 giugno 1671 date in Torino.

Con queste
et

confermando

capitoli e

regole

fatte e fatti,

priuilegi concessi da' suoi antecessori

a favore del giuoco dell'archibugio., instituiva

un

giu-

(1)

Borelli, p. 836. Akgelucci, // Tiro al Segno in Itaka,


lxii.

Doc.

dice e conservatore generale, conferendogli ogni autorit

opportuna di decidere sommariamente


importante

le dif;

ferenze e di stabilire miglior regola per detto giuoco


e fu

nominato a

tale

ufficio

il

marchese
Saluzzo.

Bel Borgo,
e

cavaliere dell'ordine, generale d'artiglieria


citt e

luogotenente nella
1

marchesato

di

Capitoli del giuoco

dell'archibugio

confermali

dal

Duca, sono

quelli stessi che

tradotti dal fran-

cese in italiano

furono

stampati
al

nel

1561
le

che

riporto

tra

documenti

il

XXII con

varianti,
si

e le aggiunte di quest'anno.

Su quei
quali

capitoli

mo-

dellavano presso che

tutti gli

altri delle citt e terre

degli Stati di Gasa Savoia, nei

un

tal

giuoco

fu continuamente, ed assai pi che nel resto d'Italia,

tenuto in grande onoranza ed alacremente esercitato.

Non ho
d'Italia;
fatti

notizia se coloro che

primamente

li

detta-

rono siano andati ad

inspirarsi

od a copiarli fuori
Gli avi nostri,
di dottrina

ma

farei e

sacramento che no.

alla

buona

senza tanta pretensione


usi

e di progresso,

non erano

seimiottare in

tutte

cose

gli stranieri

come facciamo adesso


saper molto di pi

noi, che

per
anzi

menar vanto
tutto, ci

di

di quelli,

guardiamo

dallo investigare ci che essi sasvilirli

pessero, trovando pi spiccio lo

che

lo

impa-

rare a conoscerli. Io non voglio far qui l'analisi di


quegli Statuti, perch l
il

documento per
tra' migliori

chi

ami

esaminarlo e convincersi che


del nostro secolo quello

ordinamenti

non farebbe

l'ultima figura.
e
>

Del 1677 la

Confirmalione di regole,
del

priui-

legi alla

Compagnia

Giuoco delVArchibuggio,
e

e costituitone di

Giudice

Conseruatore di esso


che
la

56

dava
da
i

duchessa
il

Maria

Giovanna Battista
presenti
e

Torino

2 giugno. Leggano
e
la

ed appren-

dano quali,
inspiravano

quanto generosi

nobili, sentimenti

Reggente degli

Stati di
:

Casa Savoia nel

dettare quest'atto di conferma

Li

medesimi motiui, ch'inuitorono


predecessori di questa

li

Serenissimi
di
stabilire

e Reali

Corona

priuilegi, regole, e
le

premij a quelli, che per sfuggire

permliose
di
tutti

conseguenze, che
i

deriuano
al

dall'omo,

padre

vitij,

s'applicano

nobile, et antico
il

Giuoco

dell' Archibuggio,

non men per

particolare

diporto, o diuertimento de Cauaglieri, Nobili, e de'


Cittadini,

quanto per perfettionarsi


spingono
le

al

maneggio
al

del-

l'armi cotanto lodeuole, ed auuantaggioso

mante-

nimento dello

Stato; Ci

hora a
li

nuouaconfrdelle

mente continuarli, come per

presenti

miamo

in

tutto e per tutto alla forma, e


S.

mente

precedenti patenti concesse da


e Consorte di glo.

A. R.

mio Signore,

4671 per

fare

mem. in data delli 26 giugno maggiormente apparire ad ognuno la


quando sentiremo cons

sodisfattione che riceueremo


tinuarsi dal

maggior numero possibile vn

virtuoso,

e lodeuole esercitio, come quello dei Giuoco dell'Archibuggio.

E per maggiormente
vi si

decorarlo, e che

ogn'vno tanto pi volontieri


eletto

accinga,

habbiamo
l

per

Giudice e

Conseruatore d'esso

conte

Filiberto di Piosasco (1)


(1)

Gentilhuomo

della

Camera
Bat-

All'epoca della Reggenza di


fu
di

Madama Giovanna
le

tista

sostituita

la

carica di

Gran Mastro

d'Artiglieria a

quella

Generale d'Artiglieria, conservando

attribuzioni

di questo.

Sullo scadere d'aprile del 1077 fu nominato alla


di S. A. R.

57

amatissimo, e
solo

mio

figliuolo

Generale

della nostra

Artiglieria al

luogo del Marchese del


li

Borgo per

far distribuire

non

premij, e luoghi,
i

che s'acquisteranno da Giuocatori con

loro colpi,

ma particolarmente per
le

decidere sommariamente tutte


essi, e sta-

differenze, che

potrebbero nascere fra

bilire

ogni miglior regola per

quelle preuenire,
di

et

euitare all'auuenire,
autorit,

dandogliene
far

ci fare

piena

come anche per


fatta

pontualmente osseruare

la dichiaratione

dalla

medesima

fu A.
li

R.

in

data

delli

31 maggio 1668 per euitar

disordini,

carica

di

Gran Mastro
Comitato
e

il

conte Filiberto

di

Piossasco

[Cenni

storici sul

Stalo Maggiore dell'Artiglieria Italiana,


II,

in

Gioa. d'Artigl. P.
di

p.

43). Nell'antica artiglieria degli

stati

Casa Savoia trovo menzionato

nell'inventario
,

del

Castello d'Ivrea [Arch. gen. del Regno, Gioie e Mobili)

anno

1426, un
di carica

Nobilis Petrus Masuerius Magisler artillierius

nome

da non confondersi con Magisler bombarderius che


Vedasi
il

sta ad indicare la professione.

Doc.

xi,

ove questo

stesso Nobile Pietro Masuero detto

Commissario del Duca.

Un

nobile

non poteva essere un semplice maestro bombardiere,


il

e tengo per fermo che fosse

Gran Mastro
Savoia

d'artiglieria di
del

que' tempi.

Nel

mazzo Guerra (Arch. gen.


-

Regno, Sez.
nel

Cam.
sotto

scafi*.

n 148, galleria,

-),

trovo

Bilans
,

General des Guerres pour tannee 1630; Chaleau Montmellian


il

titolo

Maistrance - quanto appresso:

Conile de S. 1

Mauris Grand maistre

d'artillerie a

D.

(ducalons)

75

le

mois quest par an


1631 trovo ripetuto
lo stesso

D. 900

Ed
di

in quello del

Gran Mastro
la carica
ai

con stipendio annuo di D. 1200. Pare dunque che

Gran Mastro

d'artiglieria in

Piemonte risalga
del secolo

primi anni

del secolo

XV;
il

e che nella
di

met

XVII
in

sia slata sur-

rogata da quella

Generale, per ritornarla

uso nel 1677

nominandovi

conte di Piossasco.


precedenze pretese dalle
questi Stati gli vni sopra
st'effetto,

Terre o Luoghi
di

che leniranno causati fra Giuocatori per causa delle


Citt,
gli

altri.

Volendo

que-

che tutto
tutti,

sia intieramente, e

pontualmente
rnede-

osseruato da

sotto le
ci

pene portate dal


piace.
di

sim'Ordine, perch cos


t

Dat. in Torino,

li

2 del mese
.

Giugno mille

seicento settantasette
[.

J.

BATISTE.
V. BlJSCHETTO.

De
Proseguendo
cos

S.

Laurent.

sempre

Torinesi nel loro pre


ali

diletto esercizio, si

avvidero che

antichi

Statuti

avvegnach riformati ed accresciuti, avevano ancora


bisogno
di

nuove aggiunte, e
vi

fattevele

e
la

sottoposti

all'approvazione del Duca,


in

mise

egli

sua firma

Torino,

li

23

luglio mille seicento ottantuno. Questi


il

doveano

regolare

giuoco

tanto della

citt

di

Torino quanto delle


S,

altre citt, e luoghi de' Slati di


le

A. R., ecc .
si

perch

Ne riporto vegga come la


gli

varianti al Doc.

XXXVII
nel
del

Societ

progredisse

migliorare

ordinamenti suoi col

progresso

secolo. Cos fu

permesso
di palla,

ai

giuocatori di servirti di

qualsivoglia sorta di
pili di

archibugi,
e di

purch non

porti

un oncia

qualsivoglia sorta

di polvere e palle a suo beneplacito


di

senza incorso

pena alcuna ancorch


e

fossero

polveri straniere:

si tirer

dalla distanza di cento sessanta passi di

due piedi

mezzo reali per

il

passo,

et il

piede della

misura

presentata alla margine (cio 129

,956);


li tavolassi

59

m
,178).
di questi

dovranno
solo

essere della lunghezza rap-

presentata alla margine (0

Ho dato
per
i

u brevissimo sunto
anzi
di

vec-

chi statuti torinesi,


tutti gli Stati

piemontesi, che servivano


di

Casa Savoia

qua dai monti,

quali possono provare, a chi voglia esaminarli, che

gli Italiani

del sestodecimo e diciassettesimo secolo


i

facevan da loro
nicipali;

regolamenti delle ^istituzioni mugl'Italiani del

mentre

secolo

decimonono
nazionale

per accreditare
Qui mi cade

quelli

della

insiituzione

avvertono che sono andati a studiarli fuori di paese!


in

acconcio

di

accennare che passa-

rono appena due anni, ed a Surse, luogo ove ebbe a


culla,

ebbe

la

tomba
ivi

il

Tiro al

Segno

della

Sviz-

zera; che

quello

tenuto nel

1683 fu

l'ultimo.

Da

quell'epoca in poi fu totalmente abbandonato

e per quasi

un

secolo e

mezzo rimase
(1).

un ricordo
una
orgo-

storico di

passata et
Italia,

ci

accadeva col,
Piemonte,

mentre

in

ed

in

ispecie nel

tale instituzione

era nel suo pi fiorente

sviluppo!

Noto questo con molta compiacenza,


glioso

perch
paese,

come sono

delle glorie

del

mio

non

posso tollerare che siano dimenticate queste, mentre


si

fa l'elogio

di quelle
il

degli stranieri.
del racconto. Nella

li

Riprendiamo

filo

Congrega-

zione municipale tenutasi

Fanno
quatro

del Signore mille

seicento ottanta cinque

maggio

il

si-

gnor conte Arcor


signori ufficiali

fece la

proposta
del

seguente:

Li

della

compagnia

gioco dell'ar-

ti)

//

Tiro a Segno nazionale, p. 35.

cobuggio pregano
sporre sopra
tauolazzo, et
la

60

permetterli di
far
eil

Citt di

la galeria
le

del suo presente palazzo

altre

insegne di detto
partila

giuoco

per
in

publico inuito
seguito

per

la

che

si

deve fare
oltre

dell'inuito gi
la Citt

publicato. In
la
il

pregano
(1),

anche
in

di far
si

accomodar
risposta fu
di

moller
tutto

che
al

pi luoghi
ecc.
li

ritroua guasta
la

conforme
tauolazzo

solito,

che: La Congreil

gatione

permette

far

esporre

et al

altre solite insegne fuori


solito,

della galleria

conforme

et ordina
alla

si

faci

acomodar

la

mottera con-

forme
vella

suddetta richiesta

(2).

Ecco una no-

prova della ninna animila del Consiglio sulla


del giuoco dell'archibugio. Altrimenti esla

compagnia

sendo, non sarebbe stato mestieri che


avesse domandato
il

compagnia

permesso per quella esposizione,


tavolazzo e

ma

il

Consiglio avrebbe ordinato che nei solili giorni


le insegne.,

si fossero esposli il

ecc.,

con-

forme

l'uso.

In questo

anno

libri

municipali

riboccano

di

notizie intorno al giuoco dell'archibugio.

Le riassu-

mer quanto pi brevemente mi sar

possibile.

Un

certo sig. conte Robbio, ora Rubli, possedendo


tiro,

terreni vicino al luogo del

incominci

ad

in-

nalzare una fabbrica lungo l'Allea di esso, cosicch

con Televatione
mottera,

di essa si
si

viene a toglier
il

il

sole

alla

ove

coloca

tauolazzo et

conseserviva

(1)

Rialto formalo di molle, cio zolle o piote che


le

a fermare
la Bulla.
(8)

palle clie non colpivano nel tavolaccio. In

>omma

Lib. dei Cons.,

voi.

212,

f.

49.

_
quentemerite
si

6!

detto gioco,

rende

inutile

non sental

dovi altro posto proprio da surogare per


Gli ufficiali
fatta

gioco

del giuoco

insieme
in

alla

citt

avevano
rescritto
la

intimare
al
Il

inhibitione

virt

di

senatorio

signor

conte Robbio di

proseguire

fabbrica.
cittadini

Consiglio

mand una commissione


sul

di
la

distintissimi

luogo
il

per esaminare
Giuoco,

quistione, e fra quelli

ero

conte di Piossasco geil

nerale d'artiglieria e direttore del

quale
t

d'accordo col senatore


Citt

Balegno
lite

propose che

la

per sedar detta

acomprasse dal
la fabrica

detto

signor conte Robbio


et le

il

prato con

veehia
la Citt

muraglie nuove gi principiate, et cos

regolasse poi

come padrona
il

le

cose in maniera che

non

si

pregiudicasse a detto gioco

ed in ci era
la

d'accordo anche

conte Robbio.
il

Ma

Congregad'informare

zione, dice spettare al Consiglio

risolvere sull'ar

gomento ed
S. A. R.

incarica

signori Sindici

de'

pregiuditij

che

il

suo

real

servitio
d'in-

et

il

pubblico ne pu riceuere, et supplicarla


la

terporre
lite

sua reggia autorit


la Citt

per terminar detta


debbi inoltrarsi
in

senza che per essa


j

maggiori spese
11

(i).

29 maggio

fu fatta

una nuova

visita al

giuoco

dell'archibugio dai signori marchese

Morozzo, cau-

sidico Veruoni, avvocato generale, conte

Cacherano,
Robbio, ed

capitano ed

ingegnere Rubatti,
i

conte

ingegnere Baroncello,

quali proposero un

tempe-

ramento perch

il

conte

Robbio potesse

alzare la

(1)

Lib. dei Cons., voi. 212,

f.

51.

_
sua fabbrica
in

62

tutto
il

modo

che per

mese

di

ottobre non venghi l'ombra


toccare in tutto od in

d'essa
il

sua fabbrica a

parte
si

tauolazzo di detto

giucho,
tosto
il

ecc.,

Ma pare

pensasse a favorire piutcitt.

conte Bobbio che la

In fatto per otte

nere questo intento slabilivasi doversi


la

trasportare

butta d'esso giuocho conforme


il

al disegno... in

modo
del-

che

tavolazzo resti per retta linea in mezzo

l'arcada di

mezzo
quale
si

et rifformar la

muraglia ossia
spatio
di

matter

la

protendi per

il

un

Trabucco dal centro della mottera verso mezzanotte intermedi, la bealera de ruolini della lll. ma
Citt o
sia
il

fiume Dora per andare

all'altro centro, ecc. .


la citt

in

somma, con questo progetto era


il

che doveva

far le spese pei vantaggi che ritraeva dalla

nuova

fab-

brica

conte Robbio. Pertanto

la

Congregazione cui
rifiut accettarla,

fu fatta

questa proposta

il

2 giugno

permettendo solamente
tinn l'alzamento della

senza pregiuditio per delle

ragioni della citt, che detto sig. conte Robbio con-

sua fabbrica per l'altezza

di

piedi otto e

mezzo

sovra la
a

muraglia gi
congregai.
6

fatta... ....

qua! dichiaratone la med.


le parti utili, ecc.

accetta

per

(1).
la

Lasciamo per un momento


e

fabbrica controversa
i

parliamo

di

cosa che riguarda


signori della

giuocatori dell'arnel

chibugio. Que'

compagnia dunque
presentare
al

giorno li giugno facevano


la

Consiglio

dimanda

della

costruzione di una camera


le

sopra

Vaia del giuoco per riporre

robbe dei signori d

(1)

Uh.

dei Cons. ciU,

f.

73-75.


detto giuoco.
la Citt

63

dice che per hora


far detta

Ma

11

Consiglio

non

in istato di

spesa, e per
in al-

differisce la resolutione di

detta propositione

tro
Il

tempo

i>

(1).
si

conte Robbio che pareva

fosse acconciato al

temperamento preso nella Congregazione municipale del 2 giugno, poi non se ne trovava pi contento
e fabbric

come
ecco

gli

sembr essere pi vantaggioCongregazione

il

so

(2).

Ed

nella

del

27 node ma-

vembre rapportarsi che


nona iabrica da
celli

sig.

conte Robbio nella


alle stale

lui fatta

attigua

proprie

della citt vicino

ai molini di

Dora

(quante cose sappiamo con un documento solo!) ha


fatto sei finestre e

due

uscij che

riguardano
a

neW alla

lea del gioco

dclV arcobxujgio

propriet

della citt,

cose tutte pregiudicieuoli alla med. etcontra


di

forma
il

quanto slato conuenuto, ed aggiustato sopra


udito

luogo, ecc. . Perch

questo
ai sig. et

rapporto

la

Congregatione ha commesso
tarsi in

Ghiauari di porcitt,

Comp. a
(3).

delli

auuocato

procurai, della

et di
ecfc;

me

sottoscritto alla visita, ecc.. sopra luogo,

Ma

basta finalmente di questa storia, perch anil

drebbe tanto a lungo da noiarc

pi

paziente

let-

tore, e ritorniamo di proposito all'argomento.

Per chi non fosse ancora persuaso che


dell'archibugio di una volta a Torino, anzi

il

giuoco
in tutto

Lib. dei

Cons.

cit.,
cit.,

f.

85 ver.
9l>.

l'I)

Lib. dei Cons.

f.
f.

(3)

Lib. dei Cons. cit.,

222.


il

64 ~i

Piemonte non
gli

fosse

come
nel
gli

Tiri al

Segno odierni,
si

di

che meniamo tanto vanto, nei quali


studenti

fa

quello

che

fanno

mese

nei

quindici
dire

giorni che

precedono

esami;

voglio

che

non fossero un passatempo od un esercizio per poter soltanto concorrere ad un bel premio di 4 o 5000
lire
;

per costui servir

il

documento che ho trovato


institutori

negli archivi comunali.


lo

Questo mostra chiaramente


e dei

scopo e

lo

intendimento degli
,

protettori di questo giuoco


ai

e gli obblighi imposti


volte la

giuocatori.

Per non ripetere due


il

medesima

cosa, riporto qui a dirittura

documento, parola per

parola, dalla pubblicazione del Valetta stampatore ducale in Torino.

D. Federico Tana, marchese d'Entracque.


citt
,

colonnello delle militie della

prouincia di
etc.

Torino, e gouernatore della

medema,
gli

mente

di S. A. R.,

che

infranominati Giuo-

catori

da Giuoco d'Archibugio

descritti nelle partite

annotate ne' Registri di detto


oggi
li

Giuoco

si

presentino

otto di settembre

corrente

alle

hore dieci

otto d'Italia nel Palazzo, et auanti del signor conte


di

Piozzasco General
gli

dell'Artiglieria per riceuer

da

esso signor conte

ordini

che

li

verranno dati
a'

per parte di
di

S. A. R.
iui, et

Mandiamo pertanto

medemi
moniti

presentarsi

auanti cui sopra all'hora sudetta


in difetto,

con loro Archibuggi da Giuoco, et


di fucili, sotto

pena

della disgratia di S.
il

A. R, la
(1).

cui mente, e tale, e cos


(1)

suo seruizio richiede

il

Vedasi fra

documenti XXXVIII, che

compimento

della parlo qui riportala.


Non
il

65

leggere
a'

vi

sembra cotesto un ordine del giorno che


il

generale od
si

colonnello faccia

suoi

soldati? Ora

puole

dire

che quella

compagnia
e che

dell'archibugio fosse
i

una istituzione da giuoco,

no quando eran chiamati pel servizio dello Stato? Dunque gl'imberciatori torinesi componevano una Societ
essa potessero a lor voglia andare o

membri di

privata
si

s,

ma

sottoposta a certi obblighi cui

non
di
il

poteva mancare
A. R. , che

sotto

pena
potuto

della disgratia

S.

avrebbe

anche

punire

mancante

col farlo cancellare dai Registri del Giuoco.

Ma

qual maraviglia che igiuocatori dell'archibugio di

Torino dovessero presentarsi, come una compagnia


di soldati, alla

mostra quando fosse piaciuto


lo avesse richiesto?
le

al

Duca,
ri-

od

il

suo servizio

Non

era

petuto sempre in tutte

concessioni di privilegi e

nelle approvazioni degli Statuti che lo scopo di que-

sta

instituzione era

quello di

togliere la

giovent
servizio

dall'ozio, e di farla addestrare alle

armi pel

della patria e del principe (1)?

(1)

Nelle concessioni alle

sociel

del ducalo di Savoia

sempre detto

lo stesso. Alla Sociel dei balestrieri di


di

Borgo in
igitur

Bressa scriveva Filippo

Savoia quanto segue


sii

Cum

hie ludus seu Jocus baliste licilus

ab omne jure

et doctrina
tui-

absque quouis scrupulo perraissus ad de /pensioner alque


cionem patrie
introductus
et

propterea

consideratone

ipsa

nonnulli balistarij Juuenes acque viriles etc. (vedasi la nota


1 a pag. 38
).

Alla citt

di

Tonone (cui furono concesse


li
il

franchigie pel

Re dell'archibugio da Carlo
il il

18 ottobre

1512, e confermate dai Signori di Berna


e 7 settembre 1563),

15 giugno 1542
rifina

duca Emmanuele Filiberto non


il

dal ripetere nelle sue lettere patenti, date a Torino

27 gen-


di

66

precipuamente per

Ora l'ordine del racconto mi


colo paese

conduce a parlare una epoca gloriosissima pel Piemonte, questo pic-

a pie

delle Alpi, e

la

naio 1574, le

medesime

cose.

Annullando una certa

lettera,

con la quale
jeu

auroit esl defendu tant

aux

d.ts scindiqs

que
le

au d.t Joly ne s'ingerer de telexercice: causant quoy tant


d'

harquebuze que aultres honnestes exercices d'armes


la

pourroyent cesser tellement que a faulte de ce


nostre
d.e
ville

jeunesse de

demeurer inutile; annuisce alla supplica dei sindaci e cittadini di Tonone dichiarando les laisser aux memes usaiges et coustumes concernant le d.t jeu
pourroit

de l'harquebouze et aultres honorables exercices sus declars


afin

que

les

jeunes gens se puissent tant mieulx experimenter

pour nostre seruice, etc.

(Dufour

Documents

inedits, eie.

Histoire deThonon, Chambry, impr. du gouvern., p. 15, 16).

E
il

Carlo

Emmanuele
et

I,

con sue lettere patenti, date a Torino

14 febraiol581, assegnava trenta scudi ogni anno


la d.e

celluy

des enfans

jeunesse de la d.e ville [di Tonone) qui se trou-

uera estre Roy checune anne au tirage de

arquebouse

comme
animer
et se

ils

onl coustume en Sauoye [pour) d'aultant plus les

et

encourager de continuer a sy honnorables exercices


a nous
'fair e

renare plus aples

auec

le

temps seruice

(Dufour, p. 19). Finalmente in un memoriale contenente le


concessioni fatte
delle quali
i

dai

duchi di Sauoia alla


il

citt

mentovata,

sindaci ed

consiglio di essa
SII,

ferma

al re

Carlo

Emmanuele

nel

dimandavano la conrammentare privilegi del


i

Nos souverains ontaccords ce priuilges dans la velie de donner lieu aux habitants de cette ville de s'exercer au maniement des armes pour tre utile a Vetat en temps de guerre, et pour que les bourgeois et habi-

Re

dell'

Uccello detto:

tants

de ditte ville continuent a ce noble exercice etc. (Dufour, p. 68). In somma non si adduce altro motivo per
di

avere o per fare concessioni, che quello


per la
difesa

preparare soldati
giuocatori

della patria,

mai quello

di fare

di professione.

citt

67

la

di Torino.
la

Meglio che
cetra del

penna
il

della

storico,

vi

vorrebbe

poeta od

pennello

del

pittore per ritrarre o cantare le belle opere di questo eroico popolo, che

ardimentoso e fermo seppe


potentissima
nazione.

da solo far testa

ad una

una

storia di timori e di speranze, di affanni


sconftte e di vittorie quella
i

e di

gioie, di

che vengo

compendiare. Nella quale


ambizioso del dominio
forza,
diritti,

protagonisti sono,

un re

d'Italia

che

si

fa

un

diritto della

ed un piccolo duca che, forte solo dei suoi


all'onta della

oppressione preferisce l'onore


alla

di

morire colle armi


presenti, ed

mano;
di

gli

attori,

una nala
i

zione agguerrita e potente che crede vincere ovun-

que

si

un pugno
in eroi
;

uomini che
in

di-

sperazione cambia

le

opere, la guerra

sac-

cheggi e
la

gli

incendi.
il

Insomma scendono
XIV
e
il

forza ed
II; la
al

diritto; Luigi

Vittorio

campo Amemodi
attra-

deo

Francia ed

Piemonte!

Siamo

1703. Vittorio

Amedeo

II

stanco de'

boriosi co' quali era trattato da Filippo

V ed

versato ne' suoi

disegni dai generali francesi, s'av-

vicinava all'Austria che gli faceva vantaggiose


poste, e cos scontentava

proin-

Francia

gelosa

dello

grandimento degli
con un
falso

Stati di

Casa Savoia.
Luigi
Il

L'Austria,

avviso,

fa credere a

segnato l'alleanza col duca


sulla furie, fa circondare e

di Savoia.

XIV avere Re monta


truppe pie(29

disarmare
di
S.

le

montesi che

erano

al

campo

Benedetto

settembre

1703), e tenta

impossessarsi del

duca.

Questi per contro, abbench

non avesse che quattro


ambasciatori di
Luigi

mila

soldati, fa arrestare gli


XIV
a Spagna.

68

ed
tutti
i

e di Filippo V, ed intima guerra a Francia Inoltre fa arrestare

Francesi

che'

sono nel suo Stato ed ordina


levare
al

si faccia
Il

immediatamente
si

la

milizia cittadina.

4 ottobre

riferisce

Consiglio

che

S.

A. R. nel

colloquio avuto

coi

Sindaci ha mostrato loro la urgenza di questo prov-

vedimento, e che affida


leva; ed
glieri
il

alla

citt

la

direzione della

Consiglio ordina ai Sindaci

ed

ai

Consi-

che prestino tutta l'assistenza all'uopo


la citt,
il

(1).

D'ac-

cordo con

marchese D. Gabriele Drouero


municipio
pre-

de' Principi d'Este partecipa con lettera al Consiglio

esser mente

di S.

A. R. che dal
i

si

pari l'occorrente per

nove battaglioni di milizia


i

cittadina e che

si

paghino

tamburini.

Sindaci

ed

il

Mastro

di

Ragione hanno

l'incarico di prove del co-

vedere dodici tamburi cogli stemmi del re

mune,

le

bandoliere con la livrea


il

(i

colori) della citt,


(2).
Il

e di pattuire co' tamburini

loro soldo

49

(1)

lib. dei

Cons.

voi.

233,
al

f.

130-133. Se fu dopo
di
,

lo

sfregio

recato da Luigi

XIV

Duca

Savoia

col

farne

disarmare
la

soldati (29 settembre 1703) che questi intim i guerra a Francia ed a Spagna, ed ordin far leva della

milizia; se,

come

provato dai libri municipali,

il

Duca par-

tecip ai Sindaci di Torino la detta determinazione nei primi

giorni di ottobre;

non

so capacitarmi ecc. della


1'

come
ai

il

eh. cav. Cidi

brario

[Origini e progresso

Monarchia

Savoia,

P.

II,

p. 441) possa riportare


di

ordine

cittadini
ivi

ed abi-

tanti

Torino

d'arruolarsi

nei

reggimenti

(cio nella

milizia) designati

colla data del 12 aprile. Cos la leva della


il

milizia avrebbe preceduto

fatto

che obblig
13 ottobre,

il

duca ad or130 e 138.

dinarla!
(2)

Ubi

dei Cons.,

voi.

cit.,

11

f.

69

citta-

ottobre poi, udita la lettura di due biglietti del mar-

chese d'Este sulla organizzazione della milizia

dina, approvansi le disposizioni date rapporto ai tamburi, ed alla distribuzione


cili;

delle

bandiere e dei fu-

quindi

si

decreta di annuire alla dimanda verbale


di Boglio

fatta dal

marchese

per parte

di S. A.

R.

per l'acquisto

di altre

due bandiere pel

Battaglione
le

provinciale (1).

A comandante
il

generale di tutte

milizie torinesi fu eletto


di

gi

nominato
il

marchese
a-

Drouero
il

de' Principi d'Este, ed

25 ottobre,

vutone

Consiglio la partecipazione, ordin ai Sin-

daci andarlo a

complimentare

(2).

Pare per che

non bastassero le bandiere commesse, perch trovo (8 novembre) un mandato di pagamento al banderaio Giuseppe Mattei

per fattura e

stoffa di

dodici

drap per
del

battaglioni delle milizie torinesi,

ed altro

pel pittore Grattapaglia per averci dipinto su le armi

comune

(3).
si

Intanto che

facevano questi preparativi di guerra


i

e che Principe e Popolo studiavano


dicare la vigliacca
offesa
il

recata dal

modi per venRe di Francia


la lega

ai soldati piemontesi,

Duca firmava
gli

(8 no-

vembre) colPimperatore che


indennit per
le

prometteva, come
il

spese di guerra,
il

Monferrato, la

Lomellina, Y Alessandrino,
della Sesia, ed
i

Vigev anasco, la valle

feudi imperiali delle Langhe.


I

Viene
gli

il

4704.

Torinesi proseguono con alacrit


la

apprestamenti per
Lib. dei Cons.,
f.

guerra; fanno provvista di

(t)
(2)

140.
152.

Lib. dei Cons.,


Lib. dei Cons.,

f.
f.

(3)

158.


raccomodare
zione
del
ciata dal
Il
i
i

70

grano, comperano 500 acciarini per

fucili, e

fanno

moschetti e

le

altre

armi della monigi

comune (1). La guerra Re di Francia colla invasione

incomin-

della Savoia.

Duca, prode soldato e perfetto cavaliere, vuole che


sudditi
si

comportino lealmente, e proibisce


i

ai

con-

tadini lo uccidere

disertori nemici. L'esercito franle

cese prosegue baldanzoso la invasione, ed occupa


Valli di Sesia e di

Aosta, Biella

e Vercelli. Vittorio
di truppe, batte

Amedeo non

si

sgomenta; stremato

col piede la terra e ne sorgono soldati,


evita di venire a giornata col
di forze.

ma
il

saviamente

nemico tanto superiore

Venderne

assedia Verrua,

Duca pone

il

campo

a Crescentino. Quella fortezza

si

sostiene per

cinque mesi ed infine


l'abbiano
d'Alleri
Il
i

deve cedere;

ma prima

che

Francesi

il
i

bravo comandante La-Rochebastioni.

ne fa saltare

fesa dal

Duca di Berwick assedia Nizza, eroicamente dimarchese di Caraglio, ma nel gennaio del
il

1705
se

castello preso e

demolito.

occupata 0-

neglia; assediato Chivasso dal

Vndome, che finalmente ne impossessa; cade Monmelliano. Il Duca non


la inferiorit delle

potendo per
il

sue forze affrontare


imprese.
Vittorio
se

nemico, ne ritarda con rara


forti

abilit tutte le

Di tante piazze

non rimangono pi a Amedeo che Cuneo e Torino. Intanto come


gli

non
si

bastassero pel Piemonte

orrori della

guerra,

pensava in Vaticano a scagliare contro questa desolata regione


i

fulmini

della

scomunica e

dell'inter-

(1)

Lib. dei Cons.,

marzo,

f.

58.


detto.

71

Terra e

cielo,

uomini e Dio
il

no,uomini, ed

il

servo dei servi di Dio,

suo Vicario, postosi dalla

banda del potente oppressore, congiurano a' danni di un Principe e di un popolo che aborriscono da padronanza straniera (1). Merc la mediazione delFambasciadore imperiale a
blicazione della scomunica.

Roma

sospesa la

pub-

Cos siamo

giunti ai

1706,

l'anno

delle terribili

pruove per Torino.


Venuti
i

Francesi in possesso di tutte


il

le fortezze

del Piemonte,

re Luigi

XIV

le

fa smantellare

per

avere sempre libero l'accesso in

Italia.

Fino dall'anno
sicuri
indizi

antecedente s'incominciarono ad avere

che Torino dovesse essere assediata.


(scriveva
il

Nos ennemis

conte Solaro della Margherita) prenaient


avertir
:

soin de nous

que
dans

c'tait leur dessein d'en

former
tifs

le

sige

leur menaces, les grands prparale

qu'ils avaient faits

Milanais, leur

mouve(2). Il

mens, rien ne permettait plus d'en douter


duca
di

Savoia aveva

perduto

tutto,

perci
la

era a
loro

Torino

che

Francesi dovevano

compiere

(1)

Fu

Vittorio

Amedeo

II

che, per la pubblicazione clan-

destina fatta a Ciamber (febbraio 1719) della Bolla Unigenitus,

introdusse

nei

suoi stati

il

sistema

dell'

Exequatur.
le

Vedi

Manifesto senatorio del 20 giugno 1719,


slesso giorno e
il

istruzioni dello

Rescritto Senatorio 11 settembre dell'anno

medesimo.

L' Exequatur

ha per

fine di riconoscere,

che non

vi sia nelle provvisioni pontificie cosa contraria agli indulti,

alle prerogative

ed

ai

diritti

della corona e dei sudditi

(Cibrario, op. e par. cit p. 451).


(2)

Journal historique du Sige de Turin en 1706. p. 2.


marcia
trionfale.

72

il

Qui s'aveva ad innalzare


cos

cantico
gli

della vittoria!

avvenne;
gli

ma
!

non per

op-

pressori,

bene per

oppressi

Era
il

il

13 maggio
di

e le

nove ore del mattino quando


fuori del tiro del cannone, e

nemico comparve

in battaglia nella pianura della

Madonna

Campagna

tosto le colubrine poste sui ripari del giardino reale


lo salutarono co' loro colpi.
citt
Il

15

di

questo mese

la

300 carra di vino per l'ospedale militare, e, col permesso del Duca, veste otto cittadini da Guardie a piedi per iscortare le provvisioni di riserva ai magazzini. Intanto il Duca
esenta
dal

dazio

avendo
del

giudicato
e

interamente scoperta
al

la

sinistra
il

nemico

troppo vicina

Po, fa passare

fiume

da un distaccamento
pezzi di artiglieria
,

di trecento

uomini con quattro


di

due de' quali

nuova invened

zione

(1).

Sorpreso

il

nemico

allo

spuntar del giorno

e violentemente battuto dall'artiglieria, fu disperso

obbligato ad

indietreggiare con la
il

sua ala sinistra.

Fu
in

tale

tanto

disordine della fuga precipitosa dei

Francesi, che abbandonarono cavalli e bagagie, tutto

somma

che avevano nel campo, e che ripresero

poi nella notte seguente.

(1)

cannoni detti
per

di

nuova

invenzione eran quelli che

si

caricavano
Il

la culatta,

immaginati da un certo Chieppo.


bronzo che

modo

di

chiusura era un parallelepipedo di

per mezza di una staffa formante braccio di leva ed una ruota


dentata
si

abbassava ed alzava perpendicolarmente presso alla

estremit del cannone in

un

foro della stessa forma.

Questo

sistema stato servilmente imitato non ha molto in Francia


in

una carabina d air inventore M. Treuil de Bouilieu.

Tali

Consiglio
al

municipale era

continuamente occuper
il

pato

disbrigo degli interni negozi ed a provvedere


mestieri

a tutto che facesse

minorare

danni

della vicina tempesta. Perch

giorno 46 fece prei

ghiera

al

Duca che
Ordina

liberasse tutti
il

consiglieri dalla
la

guardia della milizia ed


senzione.

%
nel

ebbe
per

dimandata
24,
si

e-

quindi,

giorno

stipuli

contratto in qualunque

modo

avere a censo od

a mutuo 200,000

lire

da impiegarsi nelle pressanti

bisogne

della

guerra;
citt; e

nomina
lascia

sei

archibugieri in
altre
tre-

servizio della

introdurre

cento carra di vino per l'ospedale militare senza padazio (1). Il municipio non dimentica di Comanda si faccian novene ed aumenta il numero de' Santi protettori della citt; ma fa pure

gamento
nulla.

subito racconciare dall'armaiuolo Piazza

fucili

del

Comune
i

distribuisce le
di essere

incombenze

ai consiglieri

con

preghiera

assidui nello spacciarle; avverte

proprietari delle case a

preparare recipienti pieni

di

acqua pel caso

quattro cittadini

bombardamento, ed elegge perch stiano sempre di guardia sulla


di

torre dei palazzo

civico

per osservare

movimenti

de' nemici e rapportarne tosto ali'uffiziale a ci de-

putato dal Duca; in


le

armi,

si

spera

somma si prega ma si apprestan ma si provvede al pericolo. Non


il

dico quel che facesse d'altra parte

Duca che

si

tro-

vava dappertutto, tutto voleva vedere co' propri occhi, e

dava ordini a mettere


Il

la citt in istato di

po-

ter resistere.

clero, impaurito, supplica a Vittorio

1) Lib.

dei Cons.,

I 142-159.


Amedeo che
esorta a pregar
Dio, ed
11

74

si

voglia cedere alla necessit, ed egli lo

impone

cessi

da ogni
il

timido consiglio.

cinque di giugno nomin

mar-

chese

di Caraglio

comandante generale
popolo approvarono
si

della citt, e
la

soldati, nobilt e

scelta

di

quest'uffiziale

che tanto

era distinto
,

nella

difesa

di Nizza.

Il

7 giugno

La Feuillade

comandante ge-

nerale de' Francesi, invia un messo all'aiutante generale dell'Imperatore per far sapere al

Duca che aveva


il

ordine dal Re di spingere


di Torino, e perci
lui palazzo,

vigorosamente l'assedio
di

desiderava sapere ove fosse


dal fuoco delle
i

per

risparmiarlo

arti-

glierie;

ed

in pari

tempo

offriva

passaporti

alle

Principesse se e quando
dalla citt.

piacesse

loro allontanarsi

Insultante cortesia, cui fu con


il

modesto
passaggio

orgoglio risposto che


intera

palazzo del Duca era la citt

ed in ispecie

la cittadella, e

che

il

per

la

porta di Po era
il

sempre aperto per uscire


il

dalla piazza;

Duca ringraziare

Re

della offerta.

dopo

tutto ci,

quando
i

il

16 giugno

la famiglia del

Duca era per


palle roventi!

partire,

Francesi tiravano sul palazzo

Ma

questa indegna azione fu vendicata


la

sopra coloro che


dell'assedio.

commisero

dalla

vergognosa

fine

La

cavalleria piemontese postata a Moncalieri cordi

reva risico

esserne cacciata, e spinta verso Torino.


alla cattiva posizione
la

Perch

il

Duca pens seriamente

fattagli dal

nemico, e risolse prendere

campagna

con

suoi cavalli per conservare quel poco che rima-

neagli de' suoi Stati, o disputarne

palmo a palmo l'occitt,


il

cupazione. Provvisto a tutte cose nella

Duca


di

75

Po gremita
il

part (17 giugno) a cavallo per la via di

popolo accorso per vedere anche una volta

suo

Principe che
sicuro,

non

si

allontanava per

mettere s in
citt.

ma
le

per meglio giovare all'assediata


in

Tutte
di sei

truppe che erano

Torino

si

componevano

reggimenti di fanteria dell'Imperatore, ridotti

a piccolissimo

numero,

e di diciassette battaglioni pie-

montesi; in tutto dieci mila uomini, compresi


cavalli,

600
Otto

ed un

migliaio di

cavalieri

appiedati.

battaglioni furono accasermati in citt, tre al


del Pallone, dodici furono

borgo

mandati a campeggiare e
sotto gii ordini del
Turili, pleins

guarnire

forti alla
<c

montagna

conte Della Rocca,

Les Bourgeois de

de zle pour leur


discipline
et

Prince et pour leur patrie, bien


e-

accotums depuis longtemps attx

xercices de la guerre,

montaient une grosse garde


la
ville,

aux

remparts, et au portes de

qui jamais
di

n'ont t fermes . Queste parole

sono

un

te-

stimonio oculare, dello scrittore del giornale d'assedio, e

bisogna prestargli piena fede. Ecco


otteneva dalla compagnia
i

il

frutto
e

che

si

dell'archibugio,

dagli esercitamenti militari che

membri

di

quella

facevano

di continuo.

Quando

parti la famiglia del

Duca

alcuni cittadini

di tutte condizioni,

troppo timidi, approfittarono di

quel tramesto della partenza della Corte per allontanarsi dalla citt,

ma

il

marchese

di Caragiio

ne
per-

fece serrare le porte per impedire a qualsiasi

sona

l'uscita; e

pubblic

ordini severissimi

perch

ritornassero nella citt

tutti

coloro che dal

mese

di

maggio

in poi se

n'erano andati. Pi tardi (20 gi-


gno)
che
il

70

della piazza ordin

conte
i

Daun comandante
essi
;

tutti

poveri fossero

raccolti

nell'Ospedale
i

di

Carit per liberare


dalle

dalia
e

fame, ed
i

cittadini

importunila loro

poich

borghesi

erano

aggravati di troppo dal servizio della guardia, causa


l'assentarsi di molti dalla citt, proib a tutti
tire
Il
il

par-

pena

la

vita.

Municipio che, obbligato a sloggiare dal suo pasi

lazzo; del quale

erano gi (7

giugno) poste

in

sicuro

le

tappezzerie, e levata (10 giugno) d'in sulla


il

torre la bella cuspide che sosteneva

Toro

di

bronzo;

aveva scelto a luogo delle sue adunanze (28 giugno)


il

corridoio

superiore
di

lateralmente

alla

chiesa

di

S.

Francesco

Paola,

non
che

si

ristava

dal cooperare
ai

energicamente
cittadini,
i

in tutto

potesse

essere utile

ed

alla difesa della citt


il

(1).

E perch

fra

cittadini

che facevano

servizio nelle milizie

erano
once

anche de' poveri, mand che durante l'assedio avessero per ogni guardia once tre di riso e due
di lardo o di o'io (2).

Ma

io

andrei troppo in lungo se volessi qui tutto


assedio, e
i

narrare di quel memorabile

come

co-

mandanti ed

soldati,

il

municipio ed

cittadini,

quasi

un uomo
di

solo, tutti d'accordo

procedessero

alla u-

nica alla onorata meta, la pi energica difesa, cio.

questa assediata

citt.

nemici eran

numerosi,

potenti di armi e di tutta sorta strumenti, macchine


e munizioni da guerra
;

ma

nella citt

si

suppliva

(1) Lib.
(2)

dei

Cons.,

f.

191 a 209.
f.

Lib.

dei Cons.,

29 luglio,

248.


alla scarsezza

77

col coraggio e colla fede


la piazza fosse

del

numero

nella santit della causa.

Avvegnach

ben fornita

di artiglierie,

pure saputosi dai disertori

come

nemici fossero molto tormentati dalle pietre


si

degli assediati,
Petrieri,

gettarono per ordine del

Duca

sei

ed appena compiuti furono posti sul ceppo

(\i luglio)
pollici

ed adoperati.
,

Il

pi grosso, che avea

48

(0

487)
di

di

diametro, scagliava ad ogni colpo


pietre.
Il

non meno
zava
s

due carrette di
co' lavori,

nemico avanvite

bene

ma
i

gli

costavano molte

de' suoi soldati,

perch

difensori della piazza

non

risparmiavan nulla per ritardarglieli. Fogate, mine (J) r

(1) A proposito delle mine merita di esser rammentato il modo adoperato qui, prima che altrove, e con molto vantaggio

per rinnovare l'aria nelle gallerie.


leries des buses

On murre
le

dans les gaair qui

ou longs tuyaux de fer blanc, par lesquels

force de soufflets, on pousse sous terre

bon

en

chasse la mauvaise. Le bon


terre [Journal du

effet

de cette invention a rendu

plus praticables les galeries, o l'on a mis provision desacs


sige,^. 65). Fuori d'Italia, trovo che

nel 1732,

Vidon
Halles

fait

l'exprience de l'emploi d'un fourneau

d'appel pour renouveler l'air des galeries des miues

che
nei

nel 1741,

<*

en Angleterre
des

invente

un ventilateur
;

pour renouveler
1755,

l'air

galeries de mines

che

Rugy

fait,

au camp de Compigne, pour l'airage des mines

l'essai

du ven-

tilateur

de Halle

aprs

y avoir
ci-

apport des perfectionnements


tali).

(Moritz Meyer, agli anni


si

ha prova, che primamente a Torino nel celebre assedio del 1706 si cerc modo, e vi si riusc, di rinnovare l'aria nelle gallerie delle mine;
Balle notizie riportate dunque
le quali

cessano di essere abitabili a 40 m dal loro ingresso,


minori non lo sono che fino a 25 o 30 m se orizzoni

come
tali,

le

ed

pozzi solo per 7 od 8 m di profondit.

fuoco di cannoni, di mortai, di petrieri,

artifizi

di

ogni genere e sortite


opera, e sempre con
diati.

frequenti
felici

tutto

messo

in

risultamene dagli asseil

Nos bombes

(dice

conte Solaro della Marsi

gherita) sont merveilleuses, elles savent

bien pren-

dre leur temps, qu'elles brulent toujours quelque raagasin de poudre aux ennemis . (1)

ci vuol dire

che

gli Artiglieri

erano

istrutti

a maraviglia.

Ma fra
ave-

questi artiglieri erano anche de' Torinesi

che

vano gi

servito nella

guerra

precedente e furono

arruolati nella circostanza dell'assedio (I).

le

Milizie cittadine

si

mostravano
artiglieri.

inferiori
Il
i

per

coraggio e per destrezza agli


se ne faceva dal
fcili

conto che
posti dif-

comandante
la

della piazza,

che

si

consegnavano loro a guardare, ed all'uopo


sono

a difenderli,

prova innegabile

di

quanto
si

quelle valessero. Lorch dai disertori nemici

ap-

prese (28 agosto) che

il

Duca d'Orleans veniva con


al

un corpo
genio che,

di cavalleria
si

per opporsi

Principe Eul'alto

avanzava con forze imponenti per


il

Monferrato verso
tutti

Piemonte,

si

rinfranc

il

cuore di
a-

per

lo avvicinarsi
il

de' soccorsi,

ed

soldati

nelavano

momento
gli

di

combattere.
i

Non dovevano
nella pre-

avere per

stessi

pensieri

nemici; e perci a

cautelarsi da qualche brutto giuoco che,

visione di avere a lasciare l'assedio, volessero quelli


tentare, furono mandati (28 agosto) cinquecento mi-

fi) (2)

Journal du sige, p. 81.


I

cannonieri

della

citt

erano 62, cio, 2 sergenti, 3

caporali e 57 cannonieri.


liti

79

morto che
soccorso
riuil

cittadini a guardia dell'angolo


alla citt.

niva la fortezza

Quando
che
il

fu assicurato

conte

Daun

(2 settembre)

sarebbe

giunto fra tre o quattro giorni, stabili tosto che dodici battaglioni,

quattrocento granatieri, cinquecento


di

cavalli e sei

pezzi

cannone
ausiliare

avessero a favorire

l'attacco dell'esercito

da
i

qualunque parte

fosse venuto.

Ma

a chi affidare

posti occupati dalla

truppa?

Ad

otto battaglioni della milizia cittadina.


militi

provvisati che

Dunque aveano dato prove bastanti questi non sarebbero stati da meno
che dovevano surrogare.
Vorrei finire
il

im-

di coloro

racconto di questa eroica difesa

il

quale, avvegnach in compendio, potr a qualcuno

parere non legato

strettamente

all'argomento;

ma

prima

forza
le

che narri un'azione gloriosissima sosi

pra tutte

pi gloriose che

compierono

dai di-

fensori di questa citt, e se

non unica

nella storia,

certo rarissima.

della

il

30 agosto. Verso mezza notte (29


francesi

al

30) quat-

tro granatieri

rasentando

la

controscarpa
la

mezza luna guadagnano inosservati


che -mette nella piazza.

porta
uccisi
la

della galleria

Sono

dalla guardia.

stessa sorte.

A Ma

tre altri
si

che

li

seguivano tocca

accrescono

gli assalitori, la

guarritira.

dia
I

si

difende, e, soverchiata dal

numero,

si

nemici erano per entrare confusi cogli

assediati

nella

grande

galleria,

ma.

un minatore serra loro


che
dalla

in faccia la

porta della scala


Il

superiore

scende

alla galleria inferiore.

nemico tenta aprirla


abbatterla.
Il

a colpi di scure; gi gi per

mi-


natore stimola
siccia di
il

80

tosto la sal;

compagno ad innescare

una mina quivi gi preparata

ma

o che

questi titubasse o che non fosse tanfo sollecito quanlo


il

minatore era impaziente, presolo per un braccio,

levati di l, gii disse, tu sei

pi lungo di un giorno
il

senza pane, lascia fare a me, salvati... ed appicca


fuoco
alla salsiccia,
la

mina

vola,

il

minatore

sca-

gliato quaranta passi lontano, Torino salva.

Ed

il

nome
si

del martire? Allora

non

si

seppe, quindi

lo

apprese dal compagno.

PIETRO

MICCA
dei

di

Sa-

gliano d'Andorno della


il

compagnia
sacrificio di

minatori fu
glo-

salvatore di Torino. Eroe senza speranza di

ria;

perch compiuto

il

s sotterra,

con

un testimonio che non era certo gii sopravvivesse; potea esser vile senza tema di vergogna. In quel momento supremo di vita o di morte per s, di
morte o
di vita

per Torino,
di

il

figlio

del popolo,
il

il

povero contadino

Sagiiano non fece

computo
al-

delle perdite e de'

guadagni propri. Non aspir

l'onore

postumo
orfana

di

monumenti
si

di

bronzo, n sospett
ele-

che

alla

famiglia
di

dasse in premio la

mosina giornaliera
Di l
il

due razioni di pane (1)/ No. nemico che incalza, di qua i miei compagni
io..., io vi

che non ponno respingerlo...

divider con

un

abisso. Pens, risolse,

oper.

s'innalz gigante

tra gii eroi passati e gii a venire, ed insegn a quella

turba di pigmei che aspirano

alla

immortalit quali

azioni vi vogliano per meritarsela.

(1)
il

Vedasi nella Storia

di

Torino citata (voi.


,

i,

p. 319-5*21)
il

ricorso di Maria, vedova di Pietro Micca

ed

rescritto.

Ma

basta

del

nostro

Eroe;

del

quale

potremo

degnamente
imitarlo; e
Il

gloriarci

soltanto allora

che

sapremo
Il

compio

il

racconto dell'assedio.
di

31 agosto fu

giorno

carnifcina.

nemico

tenta impadronirsi della

mezza luna

e delle contrag-

non poterono prenderla, da queste furono ricacciati. Si fa volare dagli assediati una mina e dei tre cannoni, da' Francesi posti nella batguardie;
quella
teria delia piazza

ma

d'arme a

sinistra della

mezza luna,

due sono
dosi
alla

inabissati,

palizzata

uno rotola nel fosso arrestandi una traversa. E la mina fu


attendere che vi fosgranatieri

tarda cos nello scoppiare da

sero sopra dugento


all'aria.
I

che

saltarono
il

tutti

vincitori trasportarono

in citt

cannone

rotolato nel fosso, tra le acclamazioni de' soldati e


dei popolo.
I

quali

si

persuasero sempre pi non es-

ser capace d'impadronirsi dell'artiglieria della piazza

un nemico,
si

il

quale,
i

dopo quattro mesi

di assedio,

faccia

prendere

cannoni dagli assediati.

Dopo questo brillantissimo fatto, ne seguirono degli altri non meno brillanti finch si venne al 8 settembre, giorno in cui
si

doveva decidere inappella-

bilmente della sorte


gi.

di Torino.

La
al

milizia cittadina,

avvertita a

tenersi

pronta,

rintoccare

della
le

campana
nati.

del

Comune, segnale convenuto, prende


ai

armi e corre con gioia

posti che le erano destila battaglia


;

Rinunzio a descrivere

non

me ne
com-

sento capace.
entrare
pleta,
i

A mezzo
i

giorno

incominciavano ad

nella citt

prigionieri.

La
le

vittoria era

nemici

disfatti
vita.

ed in fuga, fortunato chi poIl

tesse salvare la
6

campo,

artiglierie, le

mu-

deva

82

che
si

nizioni, tutto in possesso di coloro

preten-

di soggiogare. I cittadini si riversano

come un

torrente fuori porta

Susina nei
le

lavori del nemico.

Di

contemplando
il

rovine della cittadella, torna

loro in mente

pensiero della sorte tristissima che


li

per

lungo tempo

ebbe minacciati.

Ma

in pari

tempo si compiacciono che la citt non era caduta, come aveano creduto che dovesse avvenire coloro i quali contavano i soldati senza immaginare il valore
di essi e di chi
Il
li

comandava.

Duca,

il

Principe Eugenio entrano in trionfo nella

citt

per

la

porta Palazzo, detta porta della Vittoria.


il

Si canta nella Metropolitana

Te

Deurn. Sono

gli

oppressi sino a
vittoria e del
serciti.
I

ieri

che oggi intuonano l'inno della


di grazie al
insulti

rendimento

Dio degli

e-

vinti....

Risparmiamo
i

postumi

ai sol-

dati di Francia; che

loro nipoti

dopo un secolo e
dei danni

mezzo fecero generosa, onorevole ammenda


arrecatici dagli avi.

Ora per non posso resistere


appropriarmi
le

alla

tentazione

di

parole con cui lo illustre scrittore

del giornale d'assedio di Torino

compie

la

sua nar-

razione, ripetendole, con qualche giunta e variante,


nella lingua stessa, perch pare proprio fossero dettate allora
e

4
d
<i

per oggi.
les

Marche arme triomphante, va mettre


l'Italie; allez,
;

enne-

mis hors de

ROI, Princes vainqueurs,


s'empresse pour vous
votre

troupe de Hros

la victoire

accompagner;

la

terreur devance

marche.

VICTOR, Umbert, Amede, Odon vous ouvrent un nouveau chemin la glorie. Vous tes aims des

83

; il

petiples que vous allez aborder


les

vous attendente

ennemis que vous


il

allez

combattre, vous crai-

<

<c

gnent,

fuiront devant vous.

On ne

s'oppose point a

des armes accoutumes vaincre.


plus
le

On ne

dispute
les

passage des troupes qui traversent

plus profondes rivires, qui ne rencontrent point

d'ennemis, qu'elles ne

repoussent; rien
villes

ne vous
allez
atta-

peut plus arrter. Les


quer, savent, que

que vous

vous

resister c'est

se
;

perdre;
si

que vous cder

c'est se

rendre heureuses
pas
sitt
le

quelqelle

une ne

vous

ouvre

les

portes,

ne se dfendra qu'autant qu'il

faut

pour vous
gloi-

donner l'avantage de l'emporter avec plus de


re .

un voto?
mi

Si compia.

una

profezia? Si

avveri, e tosto.
Il

lettore

avr, spero, perdonalo questa lunga

digressione, perch
gli

non aveva
i

altro scopo che mettereffetti

sotto gli occhi

vantaggiosi

delle

militari
d'e-

esercitazioni ne'

supremi pericoli del paese. Sia


armi e specialmente
di
i

sempio
e
si

il

racconto agl'Italiani presenti ed a venire,


alle al

addestrino

tiro al

segno,

non per l'onore momentaneo


la gloria

un premio,

ma

per

duratura di essere
i

validi difensori

della Nazione,
citt.

come
la

Torinesi lo furono della loro

Ora proseguir
rarissime sono
pali.
le

narrazione per

sommi

capi,

che

notizie registrate nei libri munici-

Nel 1712, 29 luglio, fu


il

pubblicato un mani-

festo per regolare

giuoco dell'archibugio, in tutto


11
aprile, pel trat-

lo Stato (1). Nell'anno seguente,


(1)

Duboin, voi. xxiv, p. 503.


tato di Utrecht,

84

di

che

conferm quello
due

Vienna del
il

4703,
Sicilia.

il

duca

Vittorio
luglio

Amedeo ebbe

regno

di

11

primo

araldi,

l'uno

del-

l'ordine dell' Annunziata,

l'altro

de' SS. Maurizio e


la

Lazzaro, pubblicano con gran


in Torino
si

pompa

pace
di

(1).

vollero

fare

dimostrazioni
la

gioia,

ed era ben naturale


fosse

che

principale

fra

queste

una
la

partilo, ai prezzi coll'archibugio, in

somI

ma,

riapertura

del

Tiro

al

segno

nazionale.

capi della Societ fecero instanza al Municipio perch


li

sovvenisse di danaio per fare


rifiut

premi,

ma

questi

si

per

non avere

il

modo,

diceva,

di

sod-

disfare a quella onesta dimanda (2).

Ma
il

in opposi-

zione a questa sconsolante risposta, trovo un docu-

mento
farsi
il

il

quale mostra che


il

non

solo

Municipio

accord
il

danaio per

premi,

ma

volle egli stesso

promotore,

l'iniziatore della festa

pubblicando

giorno 46 agosto un bellissimo proclama per anle societ

nunziarla e per invitarvi


tutti gli Stati del

ed

giuocatori

di

duca

di Savoia.

Eccolo qui parola

per parola come l'ho trascritto da una stampa che


si

conserva nell'archivio camerale:

Il

giubilo universale arrecato


S.

per

la

pubblica,

tione della pace, che

D.
al

M.

si

compiacciuta

conceder tanto

gloriosa

Real

nostro

Padrone;

porge motiuo ahi signori Mastro


e giuocatori del

di ragione, officiali, di

giuoco

dell'archibuggio
di

questa

metropoli, di dar quei varii attestati

gioia,

con

fi)
{5,}

Cibbasio, op. e par.

cii.,

p.

446.

Doc. ined. xxxix.


qualche pubblica
sin dall'anno
di ragione,

85

per
contrasegno.

allegrezza

Che

perci in virt di permissione da S. A. R. concessa

hor scorso
e

a'

medemi
di

signori

Mastro
aprire

officiali,

giuocatori

puoter

detto giuoco, con l'espositione di dodeci prezzi d'argentaria,


si

stimato
altri

di

nuouamente quello

riaprire

con esporre
taria di

dodeci prezzi franchi pur d'argendi quelli dell'anno


al

maggior valore
con

hor scorso,
illustris-

quali verranno esposti

palazzo

di

questa
di

sima

citt,

li

suoliti
si

tauolazzi
di

partita,
al

con

permissione chi
suolilo

sia

venir tirare

luogo
caccia
palla,

con

fucile,

tanto

da giuoco,
eccedi

che

da
di

con pietra, purch non


secondo
la

un oncia
di

dispositione, e
la

capitoli

detto

giuoco?
giuotirare

precedente

misa

di

liure

due

per cadun
di

catore, mediante quale gli sar

permesso

quattro colpi

al

tauolazzo, con

una per palla per


puotr caduno
dieci

volta, et terminati

detti quattro colpi,

di detti signori giuocatori

pagar soldi

per cainclu-

dun colpo
siui
li

e tirare sino a ventiquattro

colpi

quattro primi, e non pi, con pretender, che

un

sol prezzo, alla

mente

de' capitoli,

concessi
tutti
li

da
si-

detta R. A.; Che perci restano

inuitati

gnori giuocatori delle partite di detto giuoco dell'archibugio,


citt,

come

altres

ogni

persona

di

qualunque
di

terre, e luoghi

che auer
citt,

desiderio di tirare,
e

di portarsi alla presente

luogo

solito,

detto giuoco,

alli

23 corrente Agosto
si

in qual gioril

no
in

et

alle
,

hore dieciotto
et

metter

tauolazzo

giuoco

successiuamente continuer

esposto

per tutto

li

dieci di

settembre hor prossimo ventu-

86

bore ventidue
li

oj in qual giorno, et
la partita.

alle

si

termi-

ner

Distribuendosi
citt

sudetti

prezzi nel
Sindici

palazzo di detta
della

dall'illustrissimi signori

medema

nell'istesso

modo, e forma
solite,

praticata

nell'anno hor scorso a chi Laura


colpo, secondo le

fatto pi segnalato
et

regole

capitoli

d'esso

giuoco

et acciche

ogn'uno de signori

giuocatori

possi esser certo di quanto soura; occorrendo qual-

che controuersia, quella sar decisa dall'illustrissimo


signor conte Solaro
della

Margherita,
S.

luogotenente
ci

generale dell'artiglieria di

A. R.,

in

special-

mente,

et

prouisionalmente deputato per Gonserua-

tore, e Giudice

per
li
li

la decisione,

secondo

le

contingli sa-

genze. Auertendo

detti signori giuocatori,


fucili

che

ranno imprestati
li

per tirare loro

colpi.

Torino,

16 Agosto 1713

(1).
si

Da questo proclama
gio, e che

apprende che anche


il

nel-

l'anno antecedente fu tenuto

giuoco dell'archibudodici prezzi


dagli

anche

allora

si

diedero
differivano

(premi) di argentana, che


soltanto perch erano di

ultimi

minor
di

valore.

Ma

questo solenne tiro

gara l'ultimo eserci-

tamento dello

imberciare che venga ricordato dalle

riformagioni municipali nel secolo XVIII.

Non

per-

tanto s'ingannerebbe a partito chiunque dal silenzio


di quelle carte volesse

argomentare

la

cessazione di

questo militare esercizio in Torino.

(1)

In Torino, Per

Gio. Battista Valelta stampatore di

S. A. R.

(Arch. gen. del Regno. Sez. Camerale. Reg.

Ord

di n. 138, anni

1713-1715,

p.

27).


In tutto
fi il

87

in

Piemonte era tenuto allora


Giuoco
delV archibugio,

grande
1"avodello

onoranza

del
citt

lazzo (1), e ragion vuole che le

minori

Stato ne traessero esempio ed incitamento dalla Metropoli.

questa che una


difficile

ragionevole induzione,

non mi sar
che
il

mostrare che

una
tal

verit.

Il

silenzio delle riformagioni

da questo solo

proviene
agiuto al
e

Comune non
i

dava pi quel
riceuere

Re

d'archibugieri per

accarezzare
che
ci

ban-

chettare

giuocatori forastieri

venivano a Tonullostante
il

rino in quella circostanza.


al

Ma
la

tiro

segno non era


questo

tolto dalle

abitudini, dalle occupa-

zioni di

popolo; e

ragione di

essere di

questo esercitamento stava nella mancanza di un esercito

permanente,
le

il

che

portava

la

conseguenza

che tutte

persone

atte alle

armi formavan l'esercito


i

Savoia. Dunque se tacciono Comune, non tacevano gli archibugi ed


dei Reali di

registri del
fucili

nella

palestra destinata alla

scuola del tiro

al

segno.

(1)

Cito

qui

luoghi nei quali ho trovato la inslituzione


in

della

compagnia del Giuoco dell'archibugio


Chxeri, Racconigi, Pinerolo,

questo secolo.

Poirino,

Pecetto, Villanova d'Asti,

Fossano, Motta, Savigliano, Rivoli, Busca, Saluzzo, Scalenghe,


Castelnuovo d'Asti, Cuneo, Grugliasco, Cambiano
,

Truffarello,
,

Carignano

Mongrando

None

Mombello

Canale

Courgn,

Ckerasco, Buriasco, Corceglio, Andezeno, Piobesi, Monastero di

Cantalupa, Asti, Yercelli,


e

Sommariva

del Bosco,
i

Pralormo,

Moncalieri. Avverto per che questi sono


le

luoghi noti a
i

me

per
il

mie ricerche, e non intendo che fossero


il

soli
si

ad avere
volte

Giuoco dell'archibugio. Per maggiori notizie

puole conaltre

sultare
citato.

mio

libro sul Tiro

al

segno in

Italia


si

88

festa del

seguitava anche a fare la

giuoco del-

l'archibugio nella ricorrenza di


tista.

San

Giovanni Bat-

In fatto nel 1725, 8 aprile, la

Compagnia
ce

del-

l'archibugio supplica al
far riparare la

Comune che
del

Si

compiaccia
presente-

motera

detto

giuoco

mente, a luogo che nelli

anni

antecedenti
festa del

faceva
S.

metter in stato detto giuoco alla


Battista .

Gio.
ce

questa domanda, e la
entrala in

risposta

la

Congregazione
delta moller

sentimento che
spese

detti si-

gnori Qiuocalori faciano a luoro

accomodar

(1),

provano che
si

non era cessato

queiresercitamento, e che
lito

faceva sempre nel so-

giorno

il

tiro di

gara. Per chi aveva volont di

addestrarsi nello imberciare


lora,

non faceva mestieri


al

al-

come adesso
i

che

il

Comune

o lo Stato, oltre

agli incitamenti a

parole ed

mettere a disposi-

zione loro
agli

locali e le armi, facesse

anco

brillare

occhi di que' tironi de' bei

gruzzoli d'oro,

preziosi donativi di armi, o di coppe e di calici di

argento, o di

altri

oggetti che ora vi vogliono,

ed

in abbondanza, per istimolare a presentarsi nella palestra


tirli
i

moderni amatori

del loro paese, che a senli

gridare patria, libert, Italia, pare che, o


i

ab-

biano creati loro questi nomi, o che siano


gli

primi,

unici che abbiano saputo difendere, apprezzare


cose.
i

ed
del

amare queste sante


tiro al segno, fa

Ora chi va
direzioni dei

alle feste

bene

suoi computi delle spese e


tiri

dei guadagni, e guai alle

se
i

non
fogli,

pubblican

prima, a lettere cubitali in

tutti

(1)

Lib. dei Cons., v. 255,

f.

78 ver.


quanti e quali sano
ciatore, la
fa col
i

89

imberdella vincita

premi pel pi destro


in

promessa

somma

moralissimo giuoco del

lotto.

dei

premi

cosa essenzialissima,

come si Ora il programma giacch come la


d
il

base di un contratto fra chi

tira e chi

tiro.

Per un tiratore
locale del tiro,

di professione,

ed un conduttore del
basi di
contratto,

ammetto
tiri

queste

ma non

per

d'istruzione di

un popolo che
stesso
il

vo"

glia farsi atto

difendere da s

proprio

paese, che voglia provare che l'esercito permanente


inutile. In

un giorno
difenderla
loro

di pericolo
i

per

la patria ba-

sterebbero a
tiratori

cento,

mille

bravissimi

colla

carabina

Enfield, o
si

Witwort,
il

o Henry, o Lancaster, ecc? Se

riduce

tiro

al
il

segno ad un
tiro, io
gl'

contratto

tra

il

tiratore e

chi d

non veggo pi Italiani un popolo

in esso lo scopo di fare dedi

soldati
Il

ma

quello

di

soddisfare a privati interessi.


di cento,
di

paese abbisogna non


imberciare,

non un milione

di mille professori di

ma

di destri tiratori,

che con armi e mu-

nizioni d'ordinanza

porta poco poi se

non falliscano il bersaglio; imnon danno sulla brocca. Colle


dei premii
a'

molte migliaia di
vere e
palle, e si

lire

provvedansi polbisogni della


gio-

sopperisca

vent che non puole spendere in viaggi, in munizioni.


Perch,
i

non

ricchi

sono

quelli
il

che formano le
fa

masse
masse

degli eserciti, quelli cui


il

cannone nemico

pagar caro

loro slancio,

il

loro coraggio.
patria, che
di esporsi ai
la

queste

di veri

amatori della

non conpericoli

trattano la ricompensa

prima

per essa, queste masse formano

pi

salda difesa


usc

90

di

della libert e della indipendenza della Nazione. Dal

popolo, dagli umili casolari

Sagliano d'Andorno

un

eroe,

cui

come n Imperatori, n Re, n


l'esempio
,

Principi aveano dato

cos

non avranno
la cavalla

mai

il

coraggio

d'imitarlo. Nel

medio-evo

leria era

l'arma dei nobili e dei feudatari, ora


;

ca-

rabina l'arma dei ricchi

come
I

cess quella distin-

zione negli eserciti, deve cessare quest'altra nelle gare


dei
tiri

che paga

la

Nazione.
la

fattori,

mantenitori
l'Esercito.

della

Nazione sono

Guardia Nazionale e

Ogni cittadino atto


sto

alle

armi un soldato, ed a que-

od a quella

appartiene.-

Ad

essi

dunque

si

ri-

volgano

tutte le cure. All'obbligo del servizio,

dal

quale nessuno puole esimersi (non parlo dell'Esercito), si

aggiunga quello della istruzione nel trarre

di

mira,
s
i

ma non

per prepararli ad una festa annuale,


di lire

per addestrarli a dovere. Meno migliaia

per

premi e per

gli

apparati di festa, e due tre volte


palle. Quella e queste in
tiratori nella
i

pi per polvere e
tadini che servono

abbonciti

danza producono bravi


il

massa de'
formano

paese;

premi

ti-

ratori di lusso,

tiratori
il

che non hanno da sudare


di

per guadagnarsi

pane

che vivono.

Ma come

si

puole ottenere questo intento? Io non


il

sono da tanto a suggerirne


tare quello che usavano
i

modo,

ma

posso
quali

ci-

nostri avi dei

noi

nassero

compatiamo l'ignoranza, mentre quelli se ora ritoral mondo, compatirebbero la nostra superbia.
Ecco dunque come
si

regol in cotesta faccenda per

la citt di Pistoia, nell'anno

Domenico

di

Dano Colludalo

cittadino fiorentino,

4427, l'egregio uomo uno


dei

91

del

cinque

ufficiali

conservatori

contado e
e
rifor-

distretto di Firenze

deputato

ad ordinare

mare

Balestrieri.

Et primo delibero prouuide e ordino che a detti


si

Balestrieri della citta e circostanzie di Pistoja

deb-

bano ciascheduna prima domenicha

di

ciascheduno

mese ragunare
e

nella citt di Pistoja

in quello lo

luogo

doue a loro sera comandato per


citta

Capitano della

guardia della detta


sera nella detta

di Pistoja
lo

che per lo tempo


excelso
balestra

citta

per

magnifico et
le

Populo

Comune

di

Firenze con

loro

marchiate del marchio del detto


pante con uno giglo in
tano
sia

Ufficio

de

Cinque

in sul tenieri di dette balestre cio

duno
il

lione ran-

mano

et

che

detto Capidette

tenuto et

debba

ciascheduna delle

prime domeniche del mese rassegnare e


strieri

detti bale-

con

le

dette loro balestre

armadure

et arnesi

come

a loro

sapartiene

di

portare. Et fare ciatre volle

scheduno di loro balestrare per insino in

come gli piacer et per lo meno vna. Et tuti quelli che non interuenissero e non fosseno alla detta rasegna con
le

dette loro balestra marchiate et

altre

armadure a loro apartenenti per insino alora del vespero sia tenuto et debba il detto capitano fare
scriuere e apontarli per vno de
suoi ufficiali

cum
pre-

due de Notai

della

Camera

del

Comune

di Pistoia

in soldi diece per ciascheduno che in nel

modo

detto rimanesse apontato, saluo et excepto, ecc. (1).

()

Arch. municip.

di

Pistoia, perg., Provv.


sig.

Statuti, filza

di n.

34 Doc. ined. favoritomi dall'arch.

D.r Fiorineschi.


Non
questo forse

92

degno
di

un metodo

essere

imitato da noi che

oggid non

facciamo cosa

che

non venga da paese


si

straniero, avvertendo, perch la


si

tenga per eccellente, che cos

fa in
gli

Francia od
avi

in Inghilterra?

Imitiamo

una

volta

nostri

che, se

non facevan sempre bene, almeno facevan da


non andavan
fuori di patria a studiare,

loro e

ma
e-

ad insegnare. Ed

in proposito del tiro al

segno

ran maestri, e l'ordinamento riportato basta a


strare

mouna

come intendessero
la
si

eglino bene

il

sistema da

adottarsi per fare buoni tiratori. Se ne

vuole

prova? Cito
che non mi

Prussia, del secolo, del

tempo

attuale,

potr impugnare che non sia una delle

pi bellicose nazioni. In Prussia dunque on part

d'un principe tres vrai que la pratiqae non


rompile
est

inter-

la condition essentielle

pour former un

bon tireur

(\

).

Perci

gli

esercitamene dello im-

berciare in quell'esercito durano tutto Fanno, e cia-

scun fantaccino deve

tirare

400

colpi a

pallottola,

ma giammai
non
di

pi di dieci in un

giorno.

questo

lo stesso

ordinamento dei balestrieri a Pistoia

quattro

secoli e

mezzo

indietro?

Ma

basta su
al tiro
ai

questo argomento che se non estraneo

segno

in generale, lo

a quello della citt


il

di

To-

rino del quale riprendo ora

racconto.
il

Un
1745.

ultimo documento che mentova


si

giuoco del-

l'archibugio

ha

colla data del

giorno 8 marzo
fare
dal

un conto

de' lavori

fatti

capo

(1)

L. de Podio, Journal des

Sciences

militaires

tom. xv,

309-382.


tasi

93

Cantone per un'ala


li

mastro da bosco Domenico


per ammassare
alli

fat-

sotto essa

Vitelli,

e Bovi at-

tiguo

Molini di Dora, e per la riparazione dei-

Vaia del

Giuoco

dell'archibugio, ed estimati
mille

tutti
ss.

detti lavori a livre

cento sessanta cinque

due den. cinque

(1).

qui finisce la serie de' dolibri

cumenti che mi riuscito trovare nei


chivio municipale.

dell'ar-

Non

saprei se nella stessa epoca

cessasse la Societ del giuoco dell'archibugio,


certo che nell'ultimo decennio di
esisteva pi.
si

ma

quel

secolo

non

Non

pertanto non

si

ha a credere che
serviva alla

smettesse questo esercizio del tirare di mira. Mai


Il

no.

locale

medesimo che prima

comfinire

pagnia dell'archibugio, in seguito, intendo sul


del secolo
,

pare che fosse tenuto da un privato in

custodia

cui veniva data dai tiratori, che continua-

mente

lo

frequentavano, una
tiri.

certa retribuzione in

ragione del numero dei


secolo attuale durante
il

cos fu seguitato nel


e quindi

governo francese,
il

innanzi dopo
notizie,

l'istaurato

governo del Re. Coleste


le

che non provengono da documenti,

tengo

da persona

degnissima

di

fede che

da

giovinetto

apprendevale da suo padre, ed adulto poi non era


l'ultimo ad andar col per addestrarsi ad imberciare.
Si era ritornati

dunque

all'esercizio volontario indi-

viduale, senza

legame

di associazione alcuna.

Ciascuno

andava ad

istruirsi

per

proprio

conto, e sempre

(1)

Lib. dei Cons.,

voi.

275,

f.

20.

Vedemmo
alle
di

gi (pag. 63)

,che
celli

il

giuoco

dell'

archibugio presso
ai

siale dei

ma-

proprie della citt vicino

moliui

Dora.


aveva accolto
i

94

1463

nello stesso locale del tiro, quello cio che nel

primi giovani balestrieri torinesi che

dimandassero
quattro secoli
nel

al

care alla balestra.

comune qualche danaio per giuE guardate combinazione: dopo precisi, nello stesso mese di giugno,
in

medesimo giorno (1), si teneva primo Tiro al Segno italiano


!

Torino

il

Proseguivano cos particolarmente in questa

citt

ad

esercitarsi al tiro

con

la

carabina

e,

col fucile,

nel locale indicato (2), e con la pistola in un altro,

posto non lontano dalla via che conduce


tino,

ai

Valen-

per quindi recarsi nelle

citt vicine, e special-

mente in Rivoli e Moncalieri dove eransi sempre mantenute le Societ dell'archibugio.


Finalmente anche in Torino pensarono a formare

una nuova Societ del Tiro


cittadini nel

al Segno.

Una

eletta di

1837

si

costitu
di

come

Societ promo-

trice

pel

rinnovamento

questa

instituzione. S'in-

titolarono essi

al tfegno

ed

Soscrittori
il

della Societ

del Tiro

giorno 25 maggio dell'anno indila

cato alle 3

pom. tennero

loro

prima adunanza
il

in

casa del conte Rignon per udire

rapporto del gi

(1)

La

festa del giuoco della balestra,


si
il

quindi dell'ar-

chibugio
Battista;

celebrava

il

giorno 24 giugno, ricorrenza di S. Gio.


al

primo Tiro

segno nazionale

si

tenne dal 21 al

27 giugno del 1863.


(2)

Questo luogo, detto allora del Fiawdro (nome che ha


canale (bealer a) e la Dora quello

tutta quella parte, ora dentro la cinta daziaria, posta dietro


ai

molini dei Molassi tra

il

stesso dove sin dal secolo

XV

andavano ad

esercitarsi

ti-,

ratori della balestra e dell'arco.


operato ed avvisare
tento che
i

95

l'in-

al

da operarsi per ottenere


(1).

si

erano prefsso

Fino a quel giorno


di essi fu-

soscriltori

erano venlotto (2) e ventuno


Rignon, anche a

rono presenti all'adunanza. La quale, udita


fatta dai conte
letta e

la

relazione

nome

del conte Pelalla

del cav. di

San Marzano,
alle

intorno

cer-

tezza che al

Re ed
che
si

principali autorit della citt


la

sarebbe riuscita accetta


ciet, stabil

formazione

di

quella So-

procedesse nelle pratiche necessi

sarie all'uopo.

E primamente

firm da ciascuno
S. M.,
fa-

de' presenti la supplica

da presentarsi a
Consiglio

cendola in seguito firmare anche dai sette Soci assenti; quindi


si

elesse

il

provvisorio

di

cinque membri; in fine sulla proposizione

del Gon-

(1)

Tutte

le

notizie

intorno

alla

nuova

instituzione le ho

desunte dai documenti conservali nell'archivio della Regia


Societ, cortesemente
posti

mia disposizione

dall'attuale

segretario sig. Paolo Riccardi.

nomi secondo la data della soscrizione - 21 (2) Eccone maggio - cav. Guido Asinari di San Marzano; conte Roberto - dal 21 al conte Edoardo Rignon Pelletta di Cossombrato 25 maggio- Ignazio Adriani; conte Vittorio Balbiano di ViaU;
i

avvocato Pietro Berlarelli; conte Giovanni Brondelli di Brondello;


di

Vincenzo Capello; Carlo Ceppi; marchese Vittorio


Cinzano

Colli

Fehzzano; marchese Enrico Del Carretto


di
;

di Monforte; cav.

Saverio Della Chiesa


Rovere-,

marchese Federico Della


di

conte Ferdinando Della Milla

Villastellone

cav.

Alfonso Ferrer della Marmora; conte Vittorio Filippi di Baidissero;


gna-,

conte Eugenio Morelli;

Clemente Garcon; cav. Alessandro Luserna dAngroEnrico Nasi; Giovanni Nigra


.

conte Bernardo

Pes di Villamarina del Campo; dott. Ignazio


;

Porta-Bava; conte Marcellino Ricardi di JSetro; Pietro Tron


Felice Vicino; Gio.

Domenico

Vicino.


siglio

96

mentovato,

si

decise

che fino

alla definitiva

costituzione della Societ,

si

sarebbe

continuato

ricevere le adesioni per semplice soscrizione volontaria , facendosi nel

tempo
il

slesso

un elenco

di per-

sone da invitarsi a far parte della Societ.


Nel giorno seguente
Consiglio provvisorio con-

segn
per

al

conte di Pralormo, primo segretario di Stato


la

gli Affari Interni,


i

supplica da presentarsi al

Re, nella quale

soscrittori

esponevano

il

loro
la

in-

tendimento

ce

di

formare una Societ sotto


Tiro a Segno
;

deno-

mazione

di Societ del

accennando
fra

che sarebbe scopo della medesima di promuovere

sempre maggiormente
persone distinte
di

lo

spirito di

unione

le

questa capitale, di procurare un

trattenimento dilettevole e utile ad un

tempo,

colal

Fistituire pei Soci l'esercizio giornaliero del tiro

bersaglio e finalmente di festeggiarne ogni anno pub-

blicamente l'istituzione.

Da

ultimo,

dopo detto

il

modo
ciet,

col quale

si
il

sarebbe

voluto ordinare la

So-

pregavano

Re a

degnarsi: 1 approvare

l'istituzione....

del titolo di
sercizi della

l'onore di fregiarsi ed accordarle Regia Societ; 2 concedere per gli eil

medesima

locale chiamato del Palla-

maglio

(1), sito nel

giardino del Valentino, o quell'al-

(1)

Aveva un
consiste

tal

nome

dal giuoco che vi

si

faceva. Questo

giuoco

nello

spingere

avanti od indietro in luogo


,

piano, di lunghezza e larghezza determinate

una palla d
,

legno
in

col

mezzo del maglio, che

una grossa verga


la

pure

di legno,

alquanto incurvata che termina ed una estremit


quale
si

una massa pi o meno pesante, con

percuote

la palla per farla scorrere sul suolo.

Cotesto giuoco sembra


fu presentata
il

97

tro che alla M. V. sar pi gradevole


al

La supplica
1 di

Re

il

27 maggio, ed

il

giugno

Maresciallo Governatore comunicava alla

Deputache

zione dei soscritlori per la Societ del Tiro a Se-

gno

la

risposta avuta dal

conte di

Pralormo,

annunziava l'approvazione della Societ e


sione
del
locale

la conces-

per

tenervi le
i

sue esercitazioni.
soscrittori,

Appagati pienamente
il

voti de' primi

Consglio provvisorio stabil che pel giorno 6 giu-

gno s'invitassero tutti i Soci ad un' adunanza, alle 3 pom. nella sala gentilmente offerta dal marchese
di

Breme, per

la definitiva costituzione della Societ.


i

Cos avvenne di fatto, ed

Soci presentatisi in nu-

mero

di 39, in seguito di

proposta del sovrammence

zionato consiglio, dichiararono


tuita la

formalmente

costi-

Regia Societ del Tiro a Segno,.... e perci

obbligatorie tutte le firme di adesione che ascen-

devano gi a 75; annunziato quindi dal Consiglio come i Duchi di Savoia e di Genova avessero accon-

nomi loro fossero inscritti nelunanimamente deliberarono che si pregasse il Duca di Savoia ad accettare la presidenza della Societ, proponendo poi, a maggiosentito che

anche

l'elenco dei Soci, questi

fosse

comune

il

in

Piemonte.

Il

eh. cav.
II,

Cibrario

Ordini e

progresso delle instituz. ecc. P.


in maggio,
bloquet

p.

202) narra che nel 1381,


al pallamaglio e al

Conte (Amedeo VII) gioca

con un Segretario
i

del Vescovo di Ginevra. Negli

antichi statuti di Savoia

giuochi permessi da

Amedeo

Vili

anche

in

sua presenza ad
pilae, paleti,

corporis exerciiium sono ~scacbiliarum, arcus balistae et


si-

corum, alearum,
miles, etc.
7

(Borelli, p. 738).

rit di voti, tre dei Soci,

perch fra quelli


potesse

il

Duca
il

(ove

annuisse

alla

preghiera)

scegliere

vice-presidente.
Il

13 giugno
la

si

per

tenne la terza adunanza generale

Discussione ed approvazione dello Statuto;

la Elezione dei postulanti


la

a far parte della Societ;

Nomina

del Consiglio di Direzione

Soci con-

gregati furono cinquantatre, e ricevuta partecipazione


dal

Consiglio

che

il

Principe di

Savoia Garignano

onorava del suo nome l'elenco dei Soci, addivennero


alla

disamina ed approvazione dello Statuto, che si

il

componeva di ottantacinque articoli, stabilendo che numero dei /Sfoci ordinari fosse di centocinquanta. Rimandarono poi ad altra adunanza, che si tenne il giorno 19, la nomina del Consiglio di Direzione. In
quell'adunanza, nella quale convennero cinquantotto
Soci,
il

Consiglio provvisorio riferiva

ce

che,

alcuni

particolari riguardi, vietando per ora d'offerire for-

malmente la presidenza della Societ a S. A. R. il Duca di Savoia, doveva perci considerarsi di niun effetto la lista tripla sulla nomina del vice-Presidente,
formata nella seduta del 6 giugno, ed invit in conseguenza l'adunanza a procedere
del Consiglio di Direzione
tazione, risultarono eletti
cav. Cesare di Saluzzo
;
:
.

alla elezione totale


alla vo-

doardo Rignon
Consiglieri

Ignazio
cav.
di

Tesoriere

Presidente Segretario conte E Clemente Garcon


S. E.
il
il
;

Perch venuti

Porta-Bava, cav. Alfonso della

Marmora,
Pinchia
letta.
,

cav. Alessandro

d'Angrogna

avv.

Carlo

cav. Giovanni Cavalli e conte


il

Roberto Pel-

Ma

Saluzzo

ringraziava la Societ


denza. Per
il

99

convocarsi la
Societ

della fattagli dimostrazione, e rinunziava alla presi-

che

si

mand

pel giorno 29, nella sala gentilmente offerta dal conte


di Viale, per la

nuova nomina

del Presidente;

che

dalla votazione de' cinquantotto Soci, risult


il

essere

conte Vittorio di Viale.


Il

27
si

luglio

si

convocarono nuovamente

Soci,
si

ma
in-

non

trovarono nel numero legale; perch


Presidente comunic alla Societ
Maresciallo

vitarono pel 1 agosto, e ve ne convennero settantadue.


cio del
Il
il

dispac-

Governatore in

data 28 luglio

con l'approvazione dello Statuto della Regia Societ,


il

quale dispaccio (Doc. ined. xl)

si

decret che ve-

nisse riportato interamente in fine dello Statuto (1).

Quindi
poste
:

fece mettere a partito le

due seguenti pro-

Se debba

la

Societ assegnare per la costrual-

zione dell'edilzio destinato al tiro e per tutte le


tre
tirsi

opere relative

la

somma

di L.

25000 da

ripar-

ove duopo sui Slanci del 1 quinquennio.

(c'2

Che

il

tiro

della Societ stia aperto a

suo caotto

rico per quattro mesi

dell'anno, e negli

altri
i

mesi possa essedo solo a richiesta d'alcuni fra alle coedizioni da stabilirsi .

Soci

Ed ambedue
Il

le

proposizioni furono approvate.


si

48 gennaio 1838

tenne

la ottava

adunanza
Pa-

generale della Societ in una

sala terrena del

li)

Negli

della R. Societ) nel

perci lo

(per Mussano e Bona, tipografi 1838, non trovo questo dispaccio, e pubblico come documento inedito,

statuti stampati


un
l'apertura del Tiro .
Il

100

comunicazione
di

lazzo Carignano per ricevere la

R. Brevetto, e deliberare intorno all'epoca

del-

R. Brevetto

riguardava la
rico-

concessione fatta dal Re che la Societ fosse


nosciuta

come corpo morale.


:

In quanto poi all'aper

tura del Tiro fu stabilito che

abbia luogo quando

sar totalmente terminato


stinato .
lizio fu

il
il

Padiglione a quello de-

qui dir che

disegno

di

questo edi-

commesso

all'Architetto

Sada
si

(1),

che

il

Conmal-

siglio lo

approv pienamente,
entrate

ma

vide suo

grado costretto a rinunziare


totale

allora alla
della

esecuzione
far

non bastando

le

Societ a

fronte alla considerevole spesa che,

come appariva
Perci

dall'unito calcolo, avrebbe quello importato.

venne

il

Consiglio nel pensiero di costruire soltanto


del grandioso fabbricato cio
i

una parte
Sada
in

uno

fra

padiglioni laterali,

quali venivano progettati


di

dal

sig.

modo, che caduno

essi potesse

con-

venevolmente
zio del Tiro.

stare da s solo e bastare all'eserci-

cos

si

fece allora, e null'altro vi si

aggiunto in seguito.

questo era mio debito ac-

cennare, perch chiunque volesse fare la critica dello

(1)

Adempiva

(sono le parole del rapporto del Consiglio

di Direzione, letto

nell'adunanza del 1 agosto 1887) lodeil

volmente alla datagli incombenza


all'approvazione del Consiglio
il

sig.

Sada

col sottoporre

disegno da

lui

formato

che viene oggi presentato alla Societ. Voi ne scorgerete, o signori, non solo l'architettonica eleganza, ma pur anche

quanto

sia adatto all'uso cui

debbe venir destinato, e come


genere.

abbia saputo l'esimio

architetto riunirvi le condizioni tutte


edifizio di simil

che richiedevansi

in

un


Ma
andrei troppo per

101

non
che

innalzato edifzio sappia che questo

una

delle parti laterali di quello proposto.


le

lunghe se
accennare

volessi con-

tar tutto ci che riguarda la formazione della


Societ.

nuova
del

Perch mi studier
le

le

cose pi

importanti, fra

quali prime sono la rinuncia


la

conte di Viale alla carica di Presidente e


a
tal

nomina
d

posto del cav.

Alessandro

Luserna

d'Angroil

gna, avvenute nella nona adunanza generale

7
:

aprile 1838. In quella stessa seduta fu deliberato che


l'apertura del tiro al

bersaglio

si

far

nella pesi

nultima settimana del prossimo maggio , e


il

lesse,

Programma per

l'apertura dell' esercizio del Tiro

(Doc. xl), che venne pienamente

approvato. Rimal'art.

neva ancora a provvedersi, secondo


zione della Societ, e per
festa Soci.

79 dello
institu-

Statuto, alla festa pubblica per celebrare la

quella

proponevasi

una

da

ballo a
la
(1).

mezzo

di soscrizione volontaria dei


a' voti
si

Ma

proposizione messa

ebbe una
all'im-

negativa
festa

Per quell'anno

pertanto non vi fu la

proposta,

ma

soltanto

Y esercitazione

bercio nel

tempo

stabilito colla

sovrammentovata de-

liberazione (2).
se contemporanea(1) La proposizione era concepita cos mente all'apertura del tiro, debba o non debba aver luogo una festa da ballo a nome della R. a Societ col mezzo di una soscrizione volontaria dei Soci ? Messa ai voti, ne ebbe
:

Irentatre

favorevoli
il

cinquantadue

contrari.

Si

dichiara
la

pertanto (dice

verbale della seduta 7 aprile] che

Societ

ha

risposto
(2)

negativamente sulla proposta questione

Dal Rendiconto del 1837-1838, che qui compendio, ap-


Nel seguente anno
si

102

(adunanza 20 marzo)
far
al
1.
si

stabil

quanto appresso:
1.

L'apertura

dei

Tiro

il

maggio

prossimo e continuer quello sino


per
la

mattino del 23

concorrenza

Il

al

premio dato

dalla Societ.

2.

Tiro star chiuso nel giorno 19 maggio.,


il

solennit della Pentecoste, e sar aperto solo


tino nei giorni successivi
3.

mat-

20

e 21.

Nel mattino del giorno 23 ed all'ora da stabi-

prender

il

lettore le rendite e le spese della Societ nella

sua formazione.
Diritti di

buon ingresso L. 50, e retribuzione annuale L. 80,


socii

per 155

L.

19890 00 22000 00

Imprestito contratto dalla Societ

Totale attivo L. 41890 00


Spesi

per

la

sublocazione del terL.

reno ecc
Costruzione
del

739 62 lr2

Padiglione,

muro

del bersaglio ecc

27281 37
3074 65
1466 86

Accessori nel Padiglione

fio-

Giardino, alberi d'ornamento,


ri

ecc

Assistenza ai lavori, custodia ecc.


All'architetto sig. Carlo

462 50
1620 00

Sada

segno, assistenza ecc.

...

di-

Totale L. 34645 00 1[2


Esercizio del Tiro

4559 73 Ii2 1455 30


101 25

Segreteria
Casuali

Pagamenti sospesi
Totale passivo

1120 00 41881 29
.
.

L
fondo
.

Rimanenza

di

L.

8 71


lirsi,
si

103

al

chiuder

il

Tiro per la concorrenza


al

premio,

si

proceder quindi

giudizio dei colpi.


dello
,

4.

Nelle ore pomeridiane


il

stesso giorno

ricomincier

Tiro d'esercizio
al

ed

avr

luogo

la

distribuzione del premio


5.
il
ce

vincitore.
tutto

II

Tiro d'esercizio continuer poi per


il

mese di giugno, quando


il

Consiglio abbia motivo

di credere che tale sia

desiderio dei socii

Nella stessa tornata

si

deliber di dare nel

tempo
che

dell'esercizio del Tiro alcune serate nel

modo

esse ebbero luogo in occasione della prima apertu-

ra
i

))

(1), col

prodotto di

soscrizione volontaria fra


.

socii ordinarii di L.

15 per caduna azione


il

Nel 1840 (2) fu aperto l'esercizio del Tiro


41 maggio,
e fu chiuso
il

giorno
fu-

12

luglio.

premi

rono cinque, cio: 1

fabbrica Mller di Berna ed

una Carabina d'acciaio della una Bandiera; 2 una


5

Medaglia d'oro ; 3 Una Medaglia d'argento ; 4 una


Medaglia
d'

argento

una Medaglia
l'esercizio
il

di

bronzo.

Con poche
Aperto
il

variazioni

si
si

fece

del

1841.

16 maggio,
2 altra

chiuse

giorno 11 di luglio,

ed

premi furono: 1 una Coppa d'argento ed una


;

Bandiera

Coppa

di

minor valore

una

(1)

Trovo nei documenti esaminali

(V. a p.

101

nota 1)

che a proposizione di

questa festa fu rigettata

nell'

adu-

nanza del 7 aprile 1838,


ci

ma

da quanto detto qui pare che

non ostante avesse luogo.


Nell'adunanza del
del

20 giugno fu annunziata alla Somarchese Seyssel d'Aix alla carica di Presidente, alla quale, dai 24 soci presenti, fu eletto alla unanimit il marchese Vittorio Colli di Felizzano.
(2)

ciet la rinunzia


Nel seguente anno
si

104

di

Medaglia d'argento; 4 una Medaglia


tenne
il

bronzo

(1).

solito esercizio del

Tiro, si diede la serata al


fare,

Padiglione, e dovendosi

non

saprei per qual

motivo, una festa

ce

sui

colli e sul

Po

di prospetto al R.
far

Castello del Va-

lentino

si

ordin di

costruire presso del Padi-

glione
di

un loggiato in legno onde provvedere i soci comodo sito per godere di quella festa. E nella
adunanza (11
aprile

stessa

1842)

si

deliber

doversi

inviare dei biglietti d'invito ai signori cavalieri del

Tiro di Cianiber).

Nell'anno 1843 ebbe luogo l'esercizio del Tiro che

dur venti giorni con premi pel complessivo valore


di L.

550. Nell'adunanza del 10 maggio

si

tratt

della festa

da darsi

al

Padiglione; ed
esservi

il

Presidente

avendo

fatto

osservare
quali

solamente L. 3000

disponibili

colle

non

si

sarebbe potuto fare


il

una

festa alquanto sontuosa,

per

che

il

Consiglio

avrebbe preferito sopprimerla, qualche socio propose


che per
la

distribuzione dei

premi
alle

si

chiamasse

la

musica per dar luogo quindi


allora stabilito,
luglio) si decise

danze.

cos fu
(

ma

in

una successiva adunanza


la festa.

sospendere

Per

le gravi le

spese sostenute nella costruzione del


condizioni

Padiglione

economiche

della Societ

non erano molto favorevoli. Perch nell'adunanza 17 decembre 1843 il Presidente (2) proponeva
(1)

del
ce

di
di

In questa medesima adunanza


,

il

marchese

Colli,

Felizzano

che secondo

lo

statuto

avrebbe cessato

alla fine

dell'anno di essere Presidente, fu rieletto a tale carica.


(2)

Qui mi pare

il

caso di fare

un confronto

tra la antica

societ

105

gli esercizi

sospendere per tempo indeterminato

della

ed

il

pagamento eziandio
184-4

del contributo
i

annuo

dall'anno

1845
il

in poi, e d'impiegare
,

fondi dispo-

nibili a tutto

nell'estinzione definitiva del-

l'imprestito ; e tale proposta

messa

ai voti

ne ebbe
1

e la

moderna

instituzione del Tiro al segno di Torino.

ba-

lestrieri torinesi

che nel 1463

(riuniti in societ

per esercitarsi,
alla tale

specialmente nei d
citt

festivi, ad imberciare) dimandarono un donativo pel premio esposero che scopo di


,

esercizio era io addestramento


taggio e decoro della pubblica
balestrieri

delle

persone

loro, ed
citt.
Il

il

vani

cosa di questa
al

Re ed

che nel 1489 supplicarono

comune per avere


tale consuetudine

qualche po' di danaio


detto
il

per far tirare un premio volgarmente


era

pappagallo,

rammentarono che

vantaggiosa ed onorevole tanto in riguardo al Principe che alla

La Societ deW abbate e dei compagni di Torino nel 1513 dimand al Consiglio qualcosa in suffragium fieri faciendi unum brauium pr ludendo colouerinam in honorem ciuitatis.
citt.
Il

Comune che regalava

il

Re

degli

archibugieri di 20, di

100, di 200 fiorini perch

avesse minor carico per le spese


i

che doveva fare nel ricevere, accarezzare e banchettare


ratori forestieri
tista,

ti-

ed

altri della citt nella festa di S. Gio.

Bat-

non aveva

altro in

mira che

la istruzione della

giovent

nel tiro al bersaglio perch la citt avesse alla circostanza


abili difensori.

Emmanuele
30

Filiberto nel 1566 ordin che della

multa

di scudi

inflitta ai portatori di

armi,

offensive che applicata alli

difensive, senza averne diritto,


pretij di giuocho

una met fosse

de Varchibuso che sera in dette terre, ecc.


I,

Carlo
dati,

Emmanuele
conferm
...
i

quel duca battagliero che voleva far sol-

privilegi al

Re ed
e

alla

compagnia dell'archipronti in ogni

bugio

Conche per

detti archibugieri siano

servitio et occorrenze che


citt gli fosse

da Noi

dal

Governatore di questa

commesso, et

debbano una volta tirare con


.

Varchibuggio di mira et V altra con quello di guerra


fa mestieri di altre

E non
di

citazioni

per

chiarire

lo

scopo

chi

106

E sembra
che
di altre

quattordici favorevoli ed otto contrari.


si

operasse cos

perch non trovo notizia


di quella la

adunanze infuori
quale
fu

del 31

luglio 1844, nella


,

approvata

detta

deliberazione

di

giuocava, e di chi permetteva ed incoraggiava con privilegi

popo^ che prendeva l'iniziativa, invece del Governo come accadeva in altre parti d'Italia, per prepararsi alla milizia e perci appunto la Societ teneva un certo numero di armi, le quali eran quelle della
il

giuoco. Era

il

Comune

o del

Milizia Paesana somministrate talora dalla citt

(p.

51,

anno
di

1633), a disposizione dei giuocatori, lasciando loro la liberta


di servirsi di

armi proprie purch non portassero palla


di

calibro maggiore

un oncia. Anzi negli


i

statuti di

Cuneo
tutte

(1745, stampali nel 1764) eran liberi


altra

tiratori di servirsi di
le

carabina od aichibugio, mediante

mire siano

simili a quelle che le dette

saranno dal detto Tiro provviste, dovendo

arme

esser munite di piastre a pietra, e non altri-

menti,
Il

il

tulio sotto

pena

di

nullit del colpo


I).

(Angelucci.
la

Tiro al segno, ecc., Statuti/ leu.


di

Si

conclude che

compagnia dell'archibugio
scopo
il

Torino,

quelle

dell'arco e

della balestra che la procedettero


lo esercitare la

avevano per loro principale


renderla atta alle armi,

giovent,

il

prepararla per la milizia.

La R. Societ

del Tiro al segno

ha per iscopo

l'esercizio

del Tiro a segno. Si

compone

di soci ordinari e di aggregati.

Si esercita al tiro colla carabina e colla pistola.


di cittadini, in

E una
si

eletta

somma, che con abbondanti mezzi


e, finito

procura

onesto ed utile passatempo occupandosi piuttosto che in altri

giuochi in quello di tirare al segno

codesto eserci-

tamento, nel dare una sontuosa festa nel locale del Tiro.
Io

non voglio erigermi a giudice


di

di

queste due instituzioni

per sentenziare quale


taggio pubblico,
co'

esse abbia servito

meglio

al

van-

ma non

posso astenermi dal dire che l'attuale


di

mezzi morali e pecuniari

che abbondevolmente fornita


al

sarebbe in grado di essere assai pi utile

paese che non

un'altra del 1 aprile

107

nella seduta del


ai
si

1845 mentovata
fa

22 marzo 1846. Nella quale

presente

soci

(erano 18) che volendosi riaprire V esercizio del tiro

(prova indubbia che dal 1843 in poi era stato chiuso),

occorrerebbero alcune spese di riparazione nel locale


a quello destinato.
sit di
si

Quindi

si

espone loro

la neces-

riformare lo Statuto, ed in quanto a danaio

dice che

non

se ne avrebbe a

sufficienza
al

per

mantenere
richiesto

l'esercizio del

Tiro e provvedere

mon-

tare di qualche festa al Padiglione, siccome sarebbe

dal

doppio scopo della Societ (1) e dal


operando con chi abbia volont di come nel 1463 oper il municipio
balestrieri,
i

lo potesse essere l'antica,

addestrarsi nell'imberciare,
di

questa citt con que'bravi giovani

quali

si

rivolsero ad esso

per aver qualcosa da fare un premio per

tirare colla balestra,


cittadina di quel secolo.
(i)

che era l'arma ordinaria della milizia


tiene ora
si

Del

modo

col

quale

si

1'

esercizio del tiro al

segno dalla R. Societ Torinese, e


cose abbastanza conosciute
e dagli stranieri.
dai

festeggia la distribu-

zione dei premi ai vincitori non faccio parola perch le sono


cittadini lutti, dai forestieri

Dir solo qualcosa


i

degli introiti

e delle

spese annuali di essa, provenienti


de' soci, e prodotte le seconde

primi dalle contribuzioni

dallo esercitamento del tiro,

dalla conservazione del locale, e dalla sontuosit della festa al

Padiglione, prendendone

dati esaltissimi dal conto d'introiti


si

e spese del 1838-1839, che fu l'anno in cui

tenne

il

primo

tiro.

Attivo.

Retribuzione annuale di 153 soci a L. 80, buon ingresso di 8 soci a L. 50, retribuzione di 4 soci annuali a L. 80 L. 12,960 00 Obbligazioni dello Stalo, residuo dell'esercizio precedente, ecc 1,384 87
Totale
.
.

L. 14,344 8:


desiderio dei

108

membri che Ja compongono E per non vi fu l'esercizio del Tiro. Nel 1847 sembra che si riaprisse il Tiro al Padiglione , perch trovo una relazione di quest'anno
quell'anno
nella quale proposto
:

si

tenga l'esercizio per tre

giorni con quattro premi: 1


glia d'argento, 2

una bandiera con meda-

una medaglia d'argento, 3 e 4


Il

me

daglie di rame.

prezzo di ogni colpo


Passivo.

si

accresca

Estinzione ed interessi

L. 6,498 23

Stipendi
Riparazioni al

1,020 00

padiglione
.
.

ecc.

206 70

Premi

L. 708,75

Armi e

riparaz.

860,25

Armaiuolo 1838 e
1839, e scrivano

1598,70 2[3L, Krr

a Q

SlOggetti accessorn

|f

al tiro.

...
di

451,55
38,00

JH Trasporto
bili,

mo
297,50 828,92

ecc.

...

Segreteria

Casuali

Pagamenti sospesi

1307,15
L. 14265,75 2|3

Totale passivo

Residuo

79,11 1{3

Appendice.
Sottoscrizione

volontaria

del

10 giugno

1838 per

premi

all'esercizio del Tiro.

Attivo.

Azioni 157 a L. cinque

L.

785,00


di

109

ai ristauri alle

cinque centesimi;

si

provveda

del Pa-

diglione e delle armi;


sarie con

si

sopperisca

spese neces-

una retribuzione provvisoria non maggiore


sino al

di lire venti.

Dopo quest'anno veniamo

altre notizie intorno alla R. Societ.

1853 senza avere E non a ma-

Passio.
Carabina L. 270, altra carabina
150,
in
lire

un paio

pistole L. 200, date

premio

L. 620,00

Bandiere di seta N 5

....
.

150,00

Bariletti de' colpi premiati N. o.

15

Totale passivo L.

785,00

Sottoscrizione

volontaria 1 aprile 1839 per la festa al PadigUon e


del

23 maggio.
Attivo.

Azioni 142 a L. 15 ciascuna

L.

2130,00

Passivo.

Addobbo
Musica

del Padiglione

L. 375,25

Illuminazione interna ed esterna

209,80

Servizio di rinfreschi, ecc.

Segreteria
Disposizioni di

buon ordine
la

... ...

210,00
752,00

104,00 128,00
18,50
L.

Spese preventive per


rata

seconda se

Totale passivo

1797,55
332,45

Residuo


ravigliarne se
si
il

110

a quali prove
4-9
,

rammenta per poco


Piemonte nel 1848 e
si

fu sottoposto
tristi

quali

conseguenze

avessero

le

imprese dal magna-

nimo Carlo Alberto


fine la giornata di

e dal suo

prode

esercito

con

tanto coraggio tentate, alle quali diede sfortunatissima

Novara.
;

Ma non

si

avvilirono per
il

questo

bellicosi subalpini

che fidavano in Colui,

quale nella sventura del suo Padre e del suo popolo


raccolse uno scettro cui era decretato che
fra
si

avesse
tutta

non molti anni ad assoggettare spontanea


R. Societ

l'Italia.

La

non

si

sciolse in que' primi anni di


i

dure prove,

ma non

tenne

soliti

pubblici esercita-

menti. Nella generale adunanza del 3 decembre

1853

furono prese

alcune determinazioni per

la

riforma

Ora, se togliamo le spese perla costruzione de! Padiglione

ed

il

residuo in cassa in
Societ,

lire

8666,96 1[3 dal tomaie degl'in-

troiti della

risalta

che de^e L. 8593,90 2(3 furono

spese per

pre-ni dei due Tiri 1338 e 1339 soltanto Lire mille

quattrocento novantatre, e cent, settantacinque.

Nel seguente anno


d'introito della Societ

delle
si

L. 31459,36 1[3

assegnarono:

Per estinzioni ed

interessi, ecc. L.

20962,50

Annualit, stipendi, riparazioni, segreteria, giardino,

spese eventuali

Esercizio del tiro

.... ....

5320,761(3 2960
500

Premi
Serata
al

Padiglione del Tiro

1716,10

Totale spese

L. 31459,36 1[3


dello Statuto,
il

Ili

48
articoli,

quale, ristretto in

venne
II

approvato da
il

S.

M.

il

Re

Vittorio

Emmanuele

in

24 febbraio 1854. Genova Sino dal 1854 pertanto la R. Societ del Tiro al segno risorse a nuova vita, ed il 24 aprile aveva gi 130 soci, ed a suo Presidente S. A. R. il Duca di
Genova.
Si ripresero gli

esercitamenti

soliti al

Padiil

glione del Valentino che, inaugurati solennemente

7 maggio dal Duca


di luglio.
lo

di

Genova, durarono sino

al

Da

quell'anno in poi non fu pi sospeso

esercitamento ordinario, e
felice

nemmanco
di

nel

1859
la

quando con tanto


redenzione

successo

l'esercito

Franco-

Sardo combatteva sui


dell'Italia.

campi

Lombardia per
i

Che, mentre col

soldati ita-

liani e francesi

raccoglievano allori bagnati del prode'

prio sangue e di quello

compagni

caduti,

qua

s'imberciava alla carabina ed

alla pistola,

combat-

tendo una guerra incruenta contro la brocca del bersaglio per

guadagnarsi un

premio ed

il

nome
A. R.

di

destro imberciatore (1).

Nel 1855,

essendo

mancato

a'

vivi S.

il

Duca

di

Genova, fu acclamato Presidente


il

della Re-

gia Societ S. A. R.

Principe Eugenio di

Savoia

Garignano

e lo tuttora.

Tra

doni de' quali quetale institu-

sto Principe fu largo

sempre inverso una


pi bravi tiratori,

zione, a

premio

de'

da notarsi

(1)

Questa sola circostanza basterebbe a provare


dello

la diffe-

renza

scopo

tra

la

vecchia instiluzione
,

cittadina del

Giuoco della balestra e dell* archibugio


Societ del Tiro a segno, in Torino.

la

nuova della R

112

fucile

un elegantissimo antico
selce e

spagnuolo a dop(1),

pio sistema,, a

percussione

inviato

nel

giugno del 1860 e destinato


tiratore colla carabina.

dalla Societ al miglior

Nel 1863 fu riordinata

la R. Societ

secondo

le

disposizioni del decreto 1 aprile 1861, e ristampato


lo Statuto

con piccolissime modificazioni.


il

Nel corrente anno poi avendo

Municipio di To-

rino voluto ridurre ad amenissimo giardino all'Ita-

liana (2) tutte le circostanze del R. Castello del Va(1)

Dal sistema di accensione della carica

a selce ed a

'percussione,

fatto chiaro che di antico in questo fucile


la cassa.

non

poteva essere altro che la canna, e fors'anche


("2)

Molti

si

ostinano a chiamare colesti giardini col


signori no,

nome

d' Inglesi;

ma

non sono
Il

Inglesi, sono Italiani. Il

primo giardino

all'Inglese stato fatto in Italia, in Piemonte,

anzi proprio qui a Torino.

giardiniere inglese

piantare e ne diede

il

disegno

fu

che lo fece Emmanuele Filiberto, il


credere alla mia

vincitore di S. Quintino.

Chi non volesse


di

asserzione, senta cosa scriveva Torquato Tasso a monsignor

Giovanni

Boter
il

dalle

prigioni
di

Sant'

Anna

di

Ferrara.

Affinch

sig.

Duca
li

Savoia

(Carlo Emmanuele I) mio

Signore sappia quanto grato

io sia alla serenit di

V. S.

il-

lustrissima,
le

per

boni

ufficj,

con cui

si

degnata di favo;

rirmi appresso a chi maggiormente importava

raccorr da

V. S.

pregandola, che assicuri sua Signoria Serenissima avere

io voluto
fica et in

immortalare, per quanto in

me

stia,

la

magni-

unica al

mondo sua opera


della

del Parco alla sua capitale,


,

una stanza
il

mia Gerusalemme

dove fingo di descri:

vere

giardino del palagio di Armida, et vi dico cos

Poich lasciar
<s

gli

avviluppati
il

calli,

In lieto aspetto

bel giardin s'aperse:

Acque

stagnanti, mobili cristalli,

Fior varj e varie piante, erbe diverse,

lentino sulla sinistra

113

gii

sponda del Po,


adiacente

stato in-

dispensabile, per compierne l'ideato ordinamento, di

occupare anche
Tiro,

il

terreno

al

locale

del

ed

il

locale stesso delle esercitazioni e l'unito

bel Padiglione architettato,

nell'anno 1837,

dal ca-

valiere Sada. Perch, postosi d'accordo col Consiglio

Provinciale,

ha aperto

trattative colla R. Societ del


la

Tiro

al
;

segno per avere


le

cessione dell'edifcio
i

men-

tovato

quali riuscite

secondo

suoi desiderii, ha

potuto addivenire alla costruzione di un nuovo


gnifico

ma-

locale

per

questo

utilissimo

esercitamento

dell'imberciare. Quindi,
affidata la conservazione

appena compiuto, ne verr


alla

R. Societ,

che avr

pure la Direzione degli esercizi del


a

Tiro al segno ,

norma
Il

degli Statuti che di concerto col Municipio

saranno compilati.

nuovo

edificio s'innalza
il

non lungi

dal Padiglione

attuale nel sito detto

Pallamaglio colla sua fronte

parallela al viale del Valentino, e sar capace di dodici

Apriche collinette, ombrose

valli,

Selve e spelonche in una vista offerse;

E quel che
Varie

il

bello e

il

caro accresce all'opre

che tulio fa, nulla si scopre .

Al nuovo giardino del.Valentino certo non applicabile tutta


l'ottava, e
il

meno
Il

poi l'ultimo verso;

ma non

da incolparsene

Municipio.

quale, per essere pi sicuro della buona riu-

scita dell'opera,

Parigi, persuaso, io credo, che,


giardinieri italiani
stri contraffatto
il

ha chiamato qui un Maestro Giardiniere da come pi vicino che non i


all'Inghilterra,

avrebbe
che

meglio

dei no-

genere

di giardinaggio

erroneamente

detto Inglese, mentre incontestabile che nato a Torino.

bersagli.
lazzi,

114

il

Autore del disegno

cav. Giovanni Castel-

luogotenente colonnello del Genio, che, siccome


a^

non era a dubitarsene, ha degnamente corrisposto


l'incarico datogli dal Torinese Municipio.
la descrizione

Non

faccio

della fabbrica perch nella tavola qui

unita puole vedersene la pianta e la relativa eleva-

zione della facciata. Quel che


,

non

si

deve tacere
di

si

che

il

nuovo

edifcio

del Tiro al

segno

Torino

riuscir veramente in tutte sue parti

una

delle pi

magnifiche e bene ideate palestre


esercitamento
l'esercizio
(1).
le

di cotesto bellico

Perch

vi si

possa tenere anche


quattro dei ber-

con

armi

di precisione,

sagli

sono

situati alla

distanza di

200

metri
alla

dalla

stazione del tiro, gli altri

otto sono

distanza

ordinaria di metri 150. In


visto,

somma

tutto stato pre-

a tutto

si

provveduto, e nella solenne inausi

gurazione, che

far certamente nella festa


i

dello

Statuto del vegnente anno, vedranno


spettatori che nulla

tiratori e gli sia

manca,

sia

per Fuso
edifzio.

per

l'or-

namento, a questo pubblico


(1)
Il

cav. Agodino che,

come deputato
di

del Municipio, ha

avuto tanta parte nella trattazione

questo affare, nella sua

relazione intorno al nuovo edificio aggiungeva,

come un fuor

d'opera,

che

egli

avrebbe creduto possibile unire ad esso


gli esercizi ginnastici,

anche una palestra per


vertire
slitta,

da potersi con-

in piscina

natatoria ed in ghiacciaia pel giuoco della

ed
si

il

giuoco del pallone.

A me
conto

pare che coteste idee


della

(se

non

avesse voluto
si

tener

maggiore spesa

necessaria all'uopo)

sarebbero potuto attuare tutte in un


il

unico edificio

che certamente avrebbe saputo assai bene

eh. architetto acconciarvele.

115

CONCLUSIONE
una incontestabile
verit che la storia della

Ella

Nazione

sta tuttora sepolta negli archivi; e la nar-

razione da

me

fatta

sulla

origine e sul progresso

del Tiro al segno di Torino

ne una

prova con-

fincentissima.

Ma
di

questa non che una pagina delle

molte migliaia

che

si

deve comporre

la storia

i-

taliana. Si giudichi

dunque

dal pochissimo che io

ho

investigato per

una

sola citt

ed intorno ad un solo

argomento, quanto rimanga ancora a ricercarsi prima


di poter

preparare

tutti

materiali inediti per

comtrat-

piere questa grande opera nazionale.


tare dei Tiro al segno in Italia,

Primo a

mi compiaccio

di

essere stato anche

il

primo a discorrere
ora

sullo eser-

cizio dell'imberciare in

questa antica ed illustre citt


rifatta
si

cui tanto deve l'Italia

Nazione.

se

il

mio lavoro non risponde come


getto, ci vuole dire che
la

dovrebbe

al sog-

ad operare bene non basta

buona

volont.

Ad

ogni

modo

documenti

ine-

diti riportati

per disteso o semplicemente

citati var-

ranno, spero, a

rendere

accetto
di

questo

libro cui,

ora che compiuto, mi accorgo

avere dato troppo

leggermente
titolo

il

titolo di

Storia.

Ma

poich questo

non

si

puole pi cancellare, non mi resta che


al

addimandar venia
povero
Dissi che la

lettore di averlo apposto al

mio
e

scritto, e far di

questo un breve riassunto.


del Giuoco dell
1

instituzione

Arco

della Balestra doveva essere antica in Torino quanto


in Aosta, dove sino dal

116

la

1206 esisteva
nelle

Compagnia
notizie

dell'Arco,

e confortai la

mia opinione con


vicine

di questo esercitamento

citt circa lo

stesso tempo. Nel secolo

XIV

primi documenti delle

Riformagioni Torinesi (1527 e 1329) ricordano Balestre,

e cinquanta

Balestrieri con buone balestre.

Se

il

Comune aveva
Vili

balestre e balestrieri, doveva es-

servi l'esercizio del trarre di mira. Nel

1430

il

duca

Amedeo
alla

permette

il

Giuoco

dell*

Arcobalestro

sua presenza; dunque cotesto giuoco era gi in


Stati di

uso comunemente negli


insieme

quel

Principe.

Se

volessi fantasticare antichit d'instituzicni, direi che

a Torino

al

giuoco

dell'

Arcobalestro esi;

stesse allora anche

quello dell' Archibuso


si

ma
tal

poi-

ch in quel tempo non


le

appellavano con

nome

armi da fuoco
perch
la

portatili, cos

non registro queste


della storia
(1).

inesattezze

offenderei la verit

senza rispettare
si si

propriet dei vocaboli


i

costituissero in Societ

Balestrieri Torinesi
si

Quando non
libri

puole

accertare; soltanto

apprende dai
il

municipali (Doc. ined. XV) che nel 1463


gio la Societ dei

Balestrieri

dimanda

al

20 magComune,

(1)

M. Guillet
di

[Jean-Louis) prendendo argomento dal passo


sul

degli statuti
scrive ci

Amedeo Vili che segue. On voit


(t7

Giuoco

dell' Arcobalestro

les anciens slatuts


tiro al

du duch

qu'elle y toit dj autorise


Il

pappagallo) l'an 1430.

se forma celie occasion,


celui de lare,

trois

corps de Chevaliers-lireurs,
de

a Chmbry:

celui

V arballe et

celui de

Z'rquebuse. Les rois, chefs de ces trois compagnies militaires, dressrent


tuts
,

pour

le

qui furent approuvs

bon ordre de leur socil, des stale 4 par le due Charles III
,

septembre de l'an 1509,

etc.

(Dictionn. Hist.

Lilt... et Statist.

ed
ottiene,

117

la

un

sussidio di danaio per giuocare alla

balestra.

Con

questo

documento provato che

riunione era volontaria, e che era una conseguenza


dell'attitudine e dell'amore

che questo popolo aveva

per

le belliche esercitazioni.
fatti

Formata
Statuti;

la Societ

si

saranno

certamente

gii

ma

io

non ne

ho trovato traccia, e solo nel 1507 ho la notizia che la Compagnia e Societ degli arcieri della citt, presenta al comune le lettere ducali con i capitoli,

dimandando che vengano loro

osservati (Doc. ined.

XVIII). L'ultima notizia dei balestrieri del 1566.

des Deparlem. du Mont-Blanc et du

Lemmi. Chambry
il

1807,

tom. prem., p. 149).

Da
in

qual documento tragga

eh. scrittre corpi

tore motivo di dire che nel


di cavalieri-tiratori,

1430

si

formarono quei

verit non lo saprei

indovinare. Io

ho copia fedelissima degli


ordonnances faictes
mil cinq cent
et

status chappitres constitulions et

et establies

Fan de
et
le

notre Seigneur courant


vingtiesme jour de
(e

dix (non 1509),

may

par les Roys des archiers arbalestriers et couluuriniers


archibugieri
)

de

la

bonne

Ville de
fatti

proemio poi detto che furono


tuti
.

non Chambry, etc. . Nel nuovamente questi stanon dei


cavalieri-

par les troys roys des gens de

trait (e

nome preso non prima, certamente, del secolo XV1I1) de Chambry, etc. , in seguilo di licenza avutane par
tiratori,

treshault

et

tresexcellent

Seigneur et Prince et nostre tres


Charles second de
ce noni

redoubte

seigneur monseigneur
et

(non terzo)

neufuiesme Due de Savoie, etc. . Negli statuti

poi detto chiaramente al cap. xi che prima di quell'epoca


esisteva

soltanto
si

la

compagnia
la

degli Arcieri co' suoi statuti

dal che
cos

deduce che

compagnia dei

Colubrinieri (che

chiamavansi dall'arma da fuoco portatile detta Colubrina


che

non archibugio) era cosa nuova.

Ma

la conclusione

degli

statuti

slessi

conferma

la

instituzione delle tre

compagnie

in quell'epoca colle seguenti


Sul tiro
al

118

e-

Segno con armi da fuoco ho gi


antico di

sposto nel mio scritto la opinione che sia questo in

Torino

pi

quello venga ricordato nelle

carte dell'archivio municipale.

Ed anche questa

opi-

nione puntellata da documenti incontestabili sull'antico

uso delle armi da fuoco nel Piemonte e nella

stessa Torino, che nel

munimento
appellate al

della torre al Ponte di Po.

1346 aveva uno Schioppo a Ma la prima


nuovo genere
al

notizia di tale esercizio col

di

armi

modo

francese Colubrine, e

non Schioppi,
riformarono

o Schioppetti, od Archibugi
del

modo

italiano, quella
si

1513 (Doc.

ined. XX).
della

Ed

allora

certamente

gli Statuti

compagnia o compagnie,
sia cos

che forse saranno state


e di Colubrinieri,

tre, di Arcieri, di Balestrieri

come a Giamber. E che

come
parle
:

opino, ne ho prova da quell'avvertenza stam-

Par

l'intercession etc
il

auquel supplions de-

uottement que de sa grace

veueills interceder enuers N.re

Redempleur Jesus qui Luy plaise preserver d'epidemie et de tous autres maulx et inconveniens Nostre tres redoutable
Seigneur Monseig.
N.re tres redoublee
le

Due

fondateur de c'este belle assemblee,

Dame

sa Mere; etc. .

TuUo

ci basta,

mi

sembra, a

rettificare la inesattezza del

citato autore intorno

alla origine

della
:

compagnia dei

tiratori

con arma da fuoco


si

in Ciamber

e siccome certo che sino dal 1475


i

eserci-

tassero col ad imberciare anche colla Colubrina


della Balestra e dell'Arco, che
il

giuocalori

comune

in quell'anno stabili

per tale nuovo esercizio un premio (Mnabr,

Bistoire

de

Chambery, p. 348)
dei

cos
si

pure certissimo che

la

Compagnia

Colubrinieri

non

form che nel 1510 unita a quelle

degli Arcieri e dei Balestrieri, essendo fondateur de c'este belle

assemblee

monseigneurs Charles second de ce

nom

et

neuf-

uiesme Due de Sauoie.


gua

119

pata a pie' degli Statuti dell 564, nella quale detto


esser questi in tale anno tradotti di francese in linitaliana. (Doc. XXII).
inutile

Ora
petere

che prosegua a compendiare quanto


ri-

narrato per disteso nel libro, perch sarebbe un


il

gi detto.

La cosa per me importantissima


l'antichit

era quella di
del
tiro al

provare

della instituzione

Segno

in

Torino, e

questa stabilita

parte con ragionevoli induzioni, parte con documenti


incontestabili. Il progresso, lo sviluppo, la continuit
di

questo esercitamento,

vantaggi che ne ritrassero

la citt

ed

Reali di

Savoia ne' momenti

supremi
questa

di pericolo

sono a lungo esposti nel


importante

libro. Tuttoci

poi che vi ha di pi

intorno a

instituzione accennato nell'Indice cronologico.

Finir pertanto col fare

riflettere

che

il

Tiro

al

Segno di Torino presenta uno dei pi antichi esempi


di quelle Societ

d'imberciatori delle
si

quali

pareva

che in

Italia

non

avesse

nemmanco l'idea, mentre


tutti gli

erano comunissime fino da tempi remoti in


Stati di

Casa Savoia. Sembra fosse una necessit, un

instinto per questo piccolo

Paese posto a pie

delle

Alpi

lo addestrarsi alle

armi, e con queste in Italia


si

e fuori, combattendo per s e per altrui,

giu-

stamente acquistato bella fama


fermata con otto secoli
sconoscere,
(1)
si

di bellicoso che, consi

di

prova,

potr da taluno

ma giammai impugnare
lo

(1).

Prenda esem-

Merita di essere segnalalo

scopo che ordinariamente


dell'archibugio in
di

prefiggevano tutte le societ del giuoco


si

Piemonte. Se

aveva a provvedere

al

mantenimento
;

un

ospedale, a sovvenire ai poveri ed

ai carcerali

od a

risto-


pio

120

nei tempi di

dunque

il

resto d'Italia da questo popolo di sol-

dati, lo

imiti; e ritorner,

come

Roma

antica,

grande e fiorente nell'interno,

e dagli esteri

paesi rispettata e temuta.

Quando

tutti gl'Italiani sa-

ranno

soldati, allora soltanto potr l'Italia esser vedi s

ramente padrona

stessa; allora

riconoscente

sempre inverso
favorirono
sigli,
il

le

potenze amiche che aiutarono e

suo risorgimento, accetter da esse conne subir mai


i

ma non

comandi; allora poil

tr eombattere

da sola nuove battaglie contro


dividere

suo

secolare nemico senza


della vittoria, allora

merito godr quella vera indipendenza


altri
il

con

che non essendo

effetto di umiliazioni

non sar mai

causa d'ingratitudine.
rare una chiesa ed a fornirla di sacri arredi una confraternita od i reggitori del municipio
in tal caso

di

quel luogo
tenere
il

dimandavano

al

governo

il

privilegio

di

poter

giuoco dell'archibugio in un dato tempo dell'anno, obbligandosi a fare tutte le spese necessarie per quell'esercitament

guadagno a quella opera pia per la quale permesso di tenere il giuoco. Veggasi in argomento il mio libro sul Tiro al segno in Italia ed in ispecie la Cronologia del tiro al segno, ecc. Ogni secolo ha
e di destinare
il

era stato chiesto

il

avuto

il

suo

modo per compiere


di
(e

atti di

pubblica beneficenza.

Ora nei teatri, demie di suono e


opere, alle quali
parati

nelle sale da ballo, nei circhi, nelle acca-

canto che

si

esercitano coleste

pietose

succede non

di rado) le spese degli

ap-

lasciano

una magra parte

dell'introito

senza che la

societ ne ritragga
ai bisognosi,

un vero

utile. Allora invece si

sovveniva

si

facevan soldati.

fe^S^gg^C^-*-'

RINO

ed:

MAS. lit.Rolla.

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Gemo

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di

1.

800 per

la

Pianta.

DOCUMENTI

(1)

[Lib.

Consil.,

pag. 43 e 45

Doc. ined.)

die xxnj aprilis (1327).

Primo super

litteris

misis a domino nostro domino Prin-

cipe super armaturis

de nouo dandis

et

distribuendis

inter

ciues ciuitatis predicte prout in

continencia litterarum dicti

domini principis que


uidere consulatis.

in sequenti si placet vobis aliquid

pro-

Tenor litterarum talis Achaye dilectis fidelibus


tatis taurini Consilio et

est.

Philippus de Sabaudia princeps


nostris
ciui-

suis Vicario et Judici

Sapientibus dicti loci salutem et con-

tinue

dilectionis

augmentum. Significamus vobis quod nos


quod Armature de nouo per vniuersas imponantur ut ipsa terra
Quocirca vobis districte
et

deliberato Consilio prouidimus ad salutem et slatum prospe-

rum

tocius terre nostre

terras nostras ordinentur et subditis

nostra tocies saluari valeat et tueri.

mandamus qualhenus

ordinare

imponere

in

continenti

curetis armaturas habiles civibus nostris taurini videlicet co-

fi) Avvegnach non riguardante direttamente il tiro al segno pure essendo importantissimo questo documento per la storia mif

litare torinese

non posso risparmiarne la pubblicazione, tanto pi che non solo inedito ma, per quanto sappia, da nessuno finora
accennato.


rella
(1)

IV

(2)

et

gorgerias

diploides

et

balislas

in

maionr

quam

poteritis quantitate.

Sic agenles

gentes habeant saltera Cerueleriam et

quod omnes minores scutum a lancea lun-

(3) que omnia sint exequta ed adindiem mensis madij proximi. Eo modo et forma quod die domenico subsequenti post diclam xv.am diem fiat mostra de predictis armaturis de qua mostra et de armaturis singulis et de quantitate ipsarum nos statim facta dieta mostra certificari curetis. Dat pinar.die xx mensis aprilis.

gam decem odo pedibus

pleta usque ad xv.

(1)

Corella
il

credo debba essere quell'armadura di ferro da coli

prire

petto, detto coreto, coretto o cuoretto. Ricevette

colpi

sopra

s,

come suole l'uomo ricevere nell'arme

e nelle corazze e
:

nel coreto (Cavalo. Specoli. Cr. 180).

Ed

altrove

Avevano
si

coreti

come

di ferro . Il Coreto era

anche

di cuoio lavorato e

portava

le vesti aggiustato alla vita per difendere il cuore anche abbia una panziera o vero coretto, con maniche di ferro, e corazze o vero lamiere, e cervelliera grossa o vero bacinetto, elmo o vero gorgiera, ecc, [Statuti delle Compa-

sotto le

armi e

(Grassi).

ypagnie del Popolo di Firenze, ann. 1355;

in

Arch.
Gali,

St. Ital., tom.

XV,
(2)

p. 27).

Diplois, Displois;
,

Laena duplicata,

surtout

doubl'.

Hist. Delph.

p.

126, col. 2. in

Computo

an.

1336. Item duodecim

disploides de fustonyo (forse fustaneo, lai barb.)

proXII.s.gr. (Du

Cange,

Gloss.)> Diploide; era presso gli antichi


si

un

abito o mantello

cos grande che


il

poteva ripiegare e mettere a doppio. Talora era


al

Comune che pensava

vestiario delle milizie.

esempio
tantt
tantt
le
le

dalla storia dell'artiglieria

del

Belgio.

Ne riporto un La commune
;

fournissait

aux milices un uniforme plus ou moins complet c'tait ou tunique, le justaucorps, le paltot ou la jacque, chaperon seulment. Cet uniforme gnralement aux coufrac

leurs de la ville, etc.

(Henrard, Histoire de

l'artillerie

en Bel-

gique, Bruxelles 1865, p. 10).


(3) Se piede Liprando m. (0,342,511 manuale

= m.
x
belga

(0,513,766

18) 9,247

se piede

18) 6,165.
il

Crederei per che s'inten-

desse questo secondo piede e non


tata
storia
dell'artiglieria

primo. Trovo nella sovra ci-

10) che l'armement,.... se composait gnralement de javelines et de piques dont qvelques(p.

unes avaient jusque vingt-deux pieds de long,

etc.

In

reformacionc
et

dicti

consilij

facto

partito

per

dietimi
et or-

dominum

judicem fuerunt in concordia staluerunt

quod eligantur vuj sapientes per clauarios de Consilio dictorum d.norum vicarij et judicis seu alterius ipsorum. Qui vuj sapientes jurent ad sancta Dei evangelia armaturas sufcientes juxta formam dictarum itterarum impodinauerunt

nere
et

et distribuere inter

ciues ciuitatis predicte et qualiter


fide

secundum

facultates

ipsorum bona

omni fraude odio


sta-

et timore sublatis.

Et quidquid vuj
teneat ac

sapientes fecerint
circa

tuerint et ordinauerint in predictis et

seu maior pars

ipsorum valeat
factum.

et

si

per totam

credenciam foret

II.

[Lib.

ConsiL, pag. 57 e 58

Doc. ined.)

Die v mareij. (1329)


In pieno et generali conscilio Taurini conuocato eie.

maioris credencie ciuitatis

Et primo- super ambaxata facta d.no n.ro d.no principi per

d.nos

Guillelmum

de

altessano et

Galuagnum borgexium

ambaxatores

d.ci co.is et exposita et presenti conscilio con-

tinente inter celer quod d.us Princeps d.us noster petit et


requirit ibidem ipso

comuni quod de ipsa

ciuitate

elligantur

mj.c clientes bene muniti


ueleria et spata et L.

cum

diployde lancea scuto et cer-

balisterij

cum
et
ipsi

bonis balistris et de-

cente

apparatu

qui

habeant pr

qualibet

ipsarum
L.

duas
caput

duodenas carellorum ad usum


babeant singuli
et
.

clientes
.

et balistarij

X. vnum caput

et singuli

vnum

omnes simul mj.c et L. vnum caput el debeant ipsi clientes omnes cum aparatu predicto ire in exercitus qui fient pr ipso d.no principi per comune predictum cum equitabit totum comune eorum proprijs sumptibus sicut alij ciues
et

cum

placuerit

ipsi

d.no

principi

ducere

vel

mittere

ipsos clientes teneantur ire

cum

aparatu predicto omnes vel


pars ipsorum prout
totura
ipsi

VI

iret

D.no Principi pacuerit qu. non


alia litera

comune stipendijs ipsius d.nj ipsum dominum principem prout in


Ideo
si

principis ordinandis per

sua ordinabit.

super hijs

placet vobis aliquid prouidere consulatis.

In reformalione cuius Conscilij

ordinauerunt quod
scilicet

per clauarios

dicli

comunis eligantur xvj sapientes


qui habeant

nij.or de quolibet quarterio

plenum posse

eli-

gendi, nominandi

predictos clientes et balistrarios et capita

juxta requisitionera dicti d.ni principis

eorum posse ac haipsis

beant bagliam de
ciendo
ipsos seu

ipsis

statuendo prout
dictis

videbitur

fa-

super capilis et

ornamentis

et

quid quid per

maiorem partem ipsorum factum

fuerit super pre-

missis et circa valeat et teneat

eie.

Ili
[Lib.

Consti.,

f.

8i ver. e 85

Doc. ned.)

Die Jovis xx oclobris. (1384)


Itera

super requisitone facla per magistrum. Arbalistrarum


per
ciuilatem
tauet venire in loco taurini et
ciuitatis.

qui requirit sibi dari aliquod auxilium


rini

ad hoc ut ipse possit stare


officio

de suo

seruire
et

et

compiacere ciuibus diete


racionatores

Super quarta

vltima proposta facto partito vt sup. pia-

cuit dictis credendarijs

quod

comunis habeant
eis

potestatem et plenum posse prouidendi et ordinandi de subsidio

dando dicto magistro balistrarum prout


fecerint
foret.

uidebitur

et quicquid

valeat et teneat ac

si

per

totam cre-

denciam factum

IV.
{Lib.
Consti.,
f.

96

Doc.

ined.)

Die dominico vj, mensis augusti. (1396)


It.

super

elligendo duos probos viros

qui

procurent haextitit

bere mj.or bonbardas sex balistras prout


natura.

allias

ordi-


Super sectmda proposita

VII

facto partito ut supra placuit ipsis

contentorum in dieta secunda proposta elligantur duo boni homines ciues taurini qui habeant potestatem inueniendi bonbardas quatuor et balistas
sex uel minus eorum albitrio, et pr predictarum bonbardarum
et balistrarum solucione juxta alias ordinata accipiant

credendarijs quod pr execucione

de petau-

cunia taxata ciuium et gabellatorum debencium


rini et ipsi

comune

duo

ellecti in predictis

faciant .cum
. ,

consciencia

racionatorum et curie.
Bonifacius becutus

Jacobinus bayuerius

[Lib.

ConsiL,

f.

104 ver. e 105; Doc.

ined.)

Die Mercurij xxv mensis octobris. (1396)


I
It.

super eligendo certos sapientes qui habeant potestatem

distribuendi balistas aquixitas per


placet ordinare consullatur.

comune

inter ciues

quid

Super

ij.

proposita facto partito ut supra placuit ipsis creet

dendarijs et inter ipsos obtentum

reformatum

fuit viri

quod
ciues

per clauarios comunis eligantur sex boni et probi


taurini qui ipsas balistas

dispenssare et distribuere debeant

bonis personis et ciuibus laurini qui habeant tantaui quo oppus


fuerit potestatem

ipsam emendandi

et

personas

quibus

di-

stribuerint in libro vermilio comunis

cum

ordinacione super

hoc per ipsos sapientes fenda.


VI.
{Lib.

ConsiL,

f.

4 ver. e 5; Doc.

ined.)

Millio ccc lxxxx septimo Indictione quinta

die quinto menssis Januarij.


It.

cum

alias

fuerit

ordinatum emi cerlas bombardas

et

viretonos de certa quantitate pecunie debita per non nullas


ecclesiasticas personas que

Vili

pla-

actenus neglexerunt quid

cet eie.
It.

sup.

nj. a

proposta facto partito ut supra placuit dictis


in

credendarijs
eclesiastiche

quod scriptum

quo sunt descripte persone


sibi taxatas

debentes pecunias

detur militi et

familie qui milles et familia excutere debeant dictam pecu-

nie

summam
et

in terciam

diem ex qua pecunia emantur Bomciuitatis predicte et

barde

Yiritoni

ad defensionem ciuium
ciuitatis

fortaliciorum

presentis

et

in

alio

conuertere non

debeat.
VII.
[Lib.

ConsiL,

f.

17,18; Doc

ined.).

die xvnj mensis februarij. (1397)


It.

super

prouidendo
adiutorium

Mag.ro Andre armurerio


per

qui re-

quirit sibi

fieri

comune

taurini de locando

vnam domum.
It.

sup. tercia et vltima proposta facto

partito

ut

supra

placuit dictis credendarijs et inter ipsos obtentum. et reformadicto mag.ro Andre armurerio tam pr parte domus quam pr labore suo in faciendo trahere bonbardam grossam comunis habeat libras mj.or vianensium de auere comunis soluendas eidem per maxarium
fuit

tum

quod

loderij unius

videlicet

medietatem

in principio

aliam in finem sui terminj.

VIII.
(Lib.

ConsiL,

f.

27

ver.; Doc. ined.)

Die xx mensis mareij. (1397)

Eodem

die congregati sex sapientes guerre pr ordinando

de habendo duas cassiasVirotonorumpro vtilitateco.is. Ordinauerunt quod mutuentur per masarium co.is sexdecimflor. pr emendo apud pynayrolium duas cassias Virotonorum videlicet vnam paruorum aliam grossorum Et quod solventurmutuenti dicti sexdecim fior, infra oclauam diem maij videlicet


flor.

IX

de denarijs exhabendis de gabella.

Et quod idem niasarius

traddat de auere comunis mutuenti pr eius interesse


(1).

vnus

IX.
[Lib.

Consil.,

f.

43

Doc. ined.)

Anno

d.nj Milhiino ecce. ino xlj die

xmj mensis septembris


seu
gabriel ber-

Et primo ordinauerunt quod comunitas

gexius et Johanes perachnatus facient quod

detur

comissio

Bernardo Mayne se informandi in mediolano pr quanto preci poterit

habere Celladas centum

cum eorum
paria

bayuerijs bonis

et sufficientibus

Item centum

bracellorum

Item
schi-

centum paria gandelettorum


neriarum.

Item quinquaginta paria


se

Item ordinatum

extitit

quod d.ns vicarius

informet
d'

quadam mag.ro de Febeno


de

(forse Fubine provincia

Ales-

sandria) pr quanto precio haberi poterunt

Baliste

Bancha

Item baliste

vigiliti

de girella

sexdecim
bone
et

Item baliste

xmj. de gamba que baliste


sufficientes.

sint

de acallo

[acciaio)

X.
[Lib.

Consil,

f.

133 ver. e 134; Doc*


Jullij.

ined.)

Die xxix mensis

(1402)

Item

si

placeat firmare

vel

aliler

prouidere

super facto

magistri balisteriorum.

Super secunda proposta placuit


Pare che anche
i

dictis credendarijs ut

sapra

(1)

bene
100!

loro interessi.

sedici, ossia il

tempi i prestatori di danaio facessero Per 48 giorni si pagava un fiorino sopra 6,25 per 100, e perci per ogni anno il 46,875 per
in que'

quod pr contentis

in dieta

secunda proposta quod Dominus

Viceuicarius Ioannes Alpinus et


nire debeant cura dicto raagistro

Malanus
si

Gastaldus
videlicet

conve-

poterunt

quod

eidem promittere debeant


ilorenos quinque

dicto raagistro de

auere

comunis

paruos et ultra quod habeat immunitatera

apportandi seu apportali faciendi caratam


vitate taurini pr vssu suo

vnam
aliqua

vini in ci-

tantum sine

impositione

seu gabella. Et hoc pr vno anno tantum videlicet dictosflorenos quinque

cum

aucloritate locandi

vnam domumetquicfuerit

quid per supradictos factum ordinatum et conuentum


in predictis et circa valeat et

teneat

ac

si

per

totam

crc-

denciam factum

foret.

XI.
(Lib. Consil,
f.

94 v er., 95 e ver.)

Die xjx mensis septembris. (1442)


In pieno et generali Consilio mairis credencie etc.

.
.

Et p.mo sup. petlicionibus nobilis


sarij

peti

masoerij

comis-

D.ni circa hec


petit

quarum
et

tenor talis est.

Et p.mo

idem d.us

comissarius

munilas debuerat fecisse


in fortiffcalionibus
et

adimplevisse

quod eadem coordinamenta per

mag.cum d.um marescalum achaye,


ciuitatis

et d.ni lauriacij et alios

thaurinj uel circa juxta posse,

menia in penis per ipsos comissis. idem masoerius quod eadem comunitas habeat in comuni certam quantitatem bombardarmi bombardellarum covissitentur

quod

Item

petit

louerinarum
pulueris
,

balistrarum
de

viritunorum
arlelerijs

lanciarmi

targonorum
facul-

et

omnibus

secundum eorum

latem. In refformatione cuius consilij siue partito placuit omnibus

etiam adiontis, quod per quatuor annis proximis in proximo festo pasche ressuresionis d.nj inchoandis in comuni habeantur quatuor mille flor.i pr quolibet anno mille, qui
et
flor.i

quatuor millia quolibet

a.

mille durantibus

quatuor
pasche

annis implicentur in fortifficationibus ciuitatis

requixitis per

d.um comissarium. Item quod

in

proxime

festum

XI

predictum
in

si

facta municio de arnexijs et armis pr


fat

armendis

de pede ad capud quinquaginta tribus et

municio eciam

dictum lerapus de centum


etc.

balistris et

totidem targonis, et

de totidem lanceis

XII.
[Lib.

Consil,
d.ni M.

f.

158

ver.;
Ixiij

Doc. ined.)

Anno

iiij.c

die xx Maij

Supra requisicionc facta per balisterios qui requirunt eis dari auxilium ad bracium [bravium, cio palio), ut, .... In cuius consilij refformacione obtentum et refformatum
fnit

cum consensu

et

auctoritate

prefati

N.

Vice

Vicari]

supradicti

Et quia quamplures juuenes tam ciues

quam

habitatores

haius ciuitatis aptissime se exercunt et operam dant

maxime
publice

diebus festiuis circa ludum balistre ad abilitalionem perso-

narum suarom

vtililatemque

et

decoracionem
in

rei

ipsius ciuitatis se presentauerunt

senti credencia requirentes aliquod

magno numero in predonum per ipsam comuOb-

nitatem dare

et conferre

super quo attencius armati ad exer-

citium diete balistre similiter conueniant se experturos.

tentum
listre

et

ordinatum

fuit

quod
pr

et

quia dictum exercitium barei

lendit ad vtilitalcm et

comodum
supra

publice dentur et

soluantur semel

tamen

scripto

anno

nunc in-

choando
ris

diclis balistrerijs

decem

florenos auri

parui ponde-

de ere comunis vt magis affectuose se experire habilitare

possint ad dictum exercitium.

XIII. (1)
[Lib.

Consil.,

f.

15).
lxvij.

Die Martis xxij mensis decembris Mill.io mj.c

Sequuntur ordinaciones
(1)

facte pr fortifficacione et repara-

Fu

pubblicato

il

sunto di questo documento dal eh. cav. CiIT, p.

brario nella Storia di Torino, voi.

15;

ma

credo interessan-

tissimo che sia conosciuto nella sua lingua originale.


cione Civilalis
thaurini per

XII

Millitem

Mag.um

D.

glaudium

de Seysello Marescallum Sabaudie.


Et primo ordinat idem D. Marescallus
lino (1) porte appellate Fibellone
fieri

facere in rene(in pie-

vnum excarzaylum
murum.

montese

scarzai, senliere) et leuari facere

Itera fieri facere

duas barierias bonas et duplices

vnam

medio eiusdem reuelini vsque ad vltimam turrim


aliam
in fronte ipsius lurris.

castri et

Item

in

eadem porta
(2)

in grossa turri fieri facere

vnam

ca-

noneriam

que verberet a longo itineris ipsius porte. Item facere murari posterlam tendentem a parte castri. Item facere vnam bareriam duplicem in alio reuelino ipsius
(3)

porte tendentem aduersus pessinam

et alciare

murum

su-

btus ipsam bareriam.

Item facere
in

vnum reuelinum juxta ripariam ipsius porte quo quidem reuelino fieri faciant vnam canoneriam que

verberet a longo ipsius reuelini.

Item quod reparentur menia vbi veniunt reparenda.

Item quod circum circa eadem menia ponautur mantelli.


Item a modo
in

antea

fieri

faciant

vnum belluardum

(4) in

medio turrium nove et veteris. Item construi faciant vnam turrim prope portam marmoream
et

circum circa

alciari.

Et curare faciant fossalia.

(1)
(2)

Rivellino. Vedasi

come

antica questa parola in Italia.


ci

Quegli scrittori Italiani che

fanno venire

il

nome

de' can-

noni dalla Francia nel 1494 con Carlo Vili potrebbero spiegarmi

come, se non si avevano artiglierie con tal nome, si potesse ordinare a Torino nel 1467 l'apertura di questa cannoniera che infilasse la
strada fuori la porta Fibellona? Spero non verr loro in mente d'im-

pugnare
(3)

il

documento

per sostenere una cos avventata opinione.


sulla strada di Pinerolo.

Pessinetto,

Comune
,

(4)

Eceo un

altro vocabolo di fortificazione di data

molto antica

in Italia. Belluardo

Ballovardo, Baluardo fu detto in principio

un

gran bastione che succedette verso la met del secolo xv alle torri delle vecchie cinte. Qui infatti chiarissimo che la doveva essere una opera di forma diversa dalle ordinarie, perch doveva costruirsi
tra le torri

nuova

vecchia.

XIII

Item quod curentur fossalia circum circa ciuitatera


Item destruantur tempore eminnentis perriculi omnes domus circum circa et extra eandem ciuitatem existentes, et
similiter

omnes

ecclesie.
lurri exislente

Item in prima

prope diclam

portam marin
ipsis

moream
Item
libus.

construi faciant
tolli

vnum belluardum.
itinera

facere

omnia

exislencia

fossa-

Item facere vnum belluardum nemoris


tibus prope

in

menijs existen-

eandem portam marmoream

per certitudinem vie

illorum de sesterijs.

Item facere vnum belluardum ante portam nouam. Et inhibere prius inchoatum non proficere.

Item in

turri

Susina

vnam canoneriam.

Item a porta Susina vsque ad turrim Domine nostre pr presenti conslruantur tres belluardi et hoc in qualibet parte

muri noui, Item in lurri capre

in

angulo tendente ad turrim Susi-

nam vnam
in

aliam canoneriam.
et

Item aliam canoneriam in turri Sancti Michaelis

quod

futurum

sit

turris et expeleant

murum

ipsius turris extra

dictam portam existentem.

Item in futurum

fieri

faciant turrim existentem prope epi-

scopatum
Item

foris

menia.

similliter in

medio
fieri

turris

longe et turris santi laurencij

vnam aliam
Item
in

turrim equidem foris dieta menia.


faciant
ipsius

Item prope castrum


qualibet

vnum belluardum.
ciuitalis

porta

construi

faciant

vnum Veuglarium

(I).

(1)

Nell'archivio municipale di Vercelli

trovo all'anno 1462, 13

gennaio, ordinati dal

Commissario del Duca Lodovico di Savoia


citt

molti provvedimenti per mettere quella


fra'

in istato

di difesa,

quali

seguenti:
dicti ciues fieri fatiant

iij.

Item quod

duos Vuglarios sive


(m. 1,798).

ser-

pentinas longitudinis trium

pedum cum dimidio


aut
iiij

Et

fant

tales ut possint proicere tres

lapides et

vnum

tractum sive


Item pr quaibet
et

XIV

vnam expingardam
balestarum
de

turri construi faciant

vnam
Item

colouerinam.
construi
faciant

qualuor

duodenas

Varatonum

tot

pr quaibet porta diete

civitatis.

Et muniantur

duobus capondinis, si ve co llauerinis longitudinis sex pedum (m. 3,082), et muniantur capsis necessariis et longitudinis ordinande per magistros ad hoc expertos, et fant
dicti Vuglarij

duobus

capsis et

diete artilierie de cupro seu bronzio.


Item fieri fatiant octo Vuglarios ut sapr pr quaibet panmuri [la cortina?) diete civitatis et quod dicti Vuglerij firmentur super turribus ita quod possint duci circa panteras menionj.

tera

rum

diete

ciuitatis

pr defensione diete ciuitatis vbi exigeret et


mille lapides pr dictis Vuglarij s et v la {Lib. provis.

esset necesse.
v.

Item

fieri fatiant

pides ferreos pr dictis collourinis


e 235; Doc. ined.).

civit. Vercell.

f.

234

Questo documento importantissimo. Apprendesi da esso che


Vugleri erano la stessa cosa che
mascolo, cio di
,

le

Serpentine e senza cannone o

Colubrine, -perch
glierie erano di

un solo pezzo come istessamente fabbricate le non v'ha motto di quelli. Che tutte queste artibronzo. Che le serpentine tiravan proietti di pietra
di
ferro

(lapides) e le colubrine proietti

(lapides

ferreos).

Final-

mente che i Vugleri dovevano essere modo da potersi quelli trasportare ove
desse. Il

incavalcati su
la

casse fatte in

difesa

della citt richie-

Vuglerio,

del

quale nel
il

Grassi non

fatta

menzione,
il

trovo ora da che traesse

suo nome, secondo accenna

eh.

si-

gnor Henrard nella sua interessante Histcire de l'artillerie en Belgique (p. 44). Les veuglaires taient des bouches feu de petit calibre; leur nom derive du mot flamand vogheleer oiseleur, parceque ce fut probablement au moyen de ces pices que les cannoniers s'exergaient au tir l'oiseau. E cita in appoggio i comptes comm. de Lille 1465.... it. pour un veughelaire et pierres con duites au buisson de Wallencamp o les confrres colevryniers tirrent du dit veughelaire pour avoir roy en leur confrrie

(La Fons Mlicoq. p. 19). Avrebbero corrisposto ai nostri moschetti da giuoco, co'quali esercitavansi i Bombardieri, che portavano una
libra di palla.

Ma

in quanto al calibro dei

Vugleri osserverei che

non

fosse ordinariamente tanto piccolo perch

avevano proietti di

pietra

come sono

quelli di Vercelli, e perch trovo ne'

documenti


passe et
fieri

XV

vnum
miliare viri
-

faciant pr qualibet balista

tonorum.

Item quod quilibet


in bonis mobilibus

renorum pr nexium completum


ladam.
Alij

Nobilis siue burgensis habens tamem quam immobilibus redditum centum fioanno teneatur tenere in eius domo vnum ar(1).

Ceteri mediocres brigantinam et ce-

vero

vnam

jaches

cum eorum

baistis et lanceis

et archis.

Et iniungitur eisdem sub pena centum marcharum argenti quod premissa habeant adimplere infra duos menses.

dell'opera Le passe

et

Vavenir de
,

l'artillerie (tom.

I,

p.

366

- 383.

anni 1428

1435

1463

1505) buon

numero

di queste bocche

da

fuoco con camera mobile della lunghezza di 16 a 34 pollici e della


portata di pietre del diametro di pollici 2 a 9. Ora dir di quelle due artiglierie nominate capondinis sive collaverinis . 11 citato M. Henrard dice che: Il y avait encore d'autres pices courtes et chambre fixe que l'on nommait bombardelles, crapeaudeaux et
mortiers; les milices

flamandes dans leur expdition de


(p. 47).

Calais,

avaient des coulevrines et des crapeaudeaux


dinis

Quel capontom.

dunque non
132, 133.

che

un diminutivo
et

dei crapeaudeaux. Veggasi


l'artillerie.

ancora in proposito Fave, Le passe


Ili, pag.

Vavenir de

(1) A Bruges, a la fin du xni sicle, tous les bourgeois possdant de 300 3000 livres doivent avoir un harnais de fer, de piatte ou. de mailles et un cheval d'une valeur proportionne leur revenu,

Lige,

la riche

bourgeoisie sert galement en armure complte et


la

cheval, et dans

plupart des
s'il

communes, nul ne put

aspi'rer

aux fonctions chvinales


rard, Hist de Vartill.
p.

ne possed une monture

(Hen-

6).

XVI

XIV.
{Lib.

Consti.,

f.

76 ver. e 78; Dog. ined.)


iiij.c Ixviij.

Die xxv raensis octobris M.

Dal. poteslas firmandi baiisterios.

Congregato Consilio
Et ultime ordinatum

raaioris Credentie Ciuit.


fuit ut

laur. etc.

bene

provideatur
ipsa
ciuitas

comunitati
et

de Magistris

Artilleriarura ut valeat

comu-

nitas hostibus ressistere

quod

JN.

Girardus de broxulo et Leofuit auctoritas et po-

nardus de magijs quibus pridie collata


teslas pr credencia

perquirendi

vnum

vel duos
et

bonos ma-

gistros balistarum ad

residendum in
quas

ciuitate

faciendum

balistras et alias artilliarias

facere

sciuerint

habeant
po-

nunc

ipsi

girardus et leonardus plenariam

auctoritatem
firmandi

testatem et libertatem presentis

credencie

conue-

niendi et paciscendi nomine et vice diete comunitatis tenore


presentis reformacionis
aptis et expertis

cum vno

vel

duobus bonis mag.ris bene

quos nouerint et reperi potuerint sumptibus


Constituendo salarium et prestanciam
poterint.

predicte comunitatis.

annualem prout melius


totani

Et

quicquid fecerint con-

uenerint et firmauerint, valeat et

teneat

proinde

ac

si

per

credenciam factum

foret.

XV.
[Lib.

Consil.,

f.

92 ver. e 93; Doc*

ined.)

nrj

(e)

Ixvjj

die xxiij decembris.

Item de deliberando super facto litterarum ibidem presentatarum pr parte M.ci D.nj Marescalj quarum tenor sequitur et est talis:

Copia litterarum.

Claudius de Seyxello milex Marescallus


illustris

Sabaudie
n.rj

et

locumtenens generalis
etc.

principis

D. D.

Sabaudie

ducis citramontes dilectis nostris universis


et singulis officialibns

XVII

subditis
prelibati D. n.rj

fidelibus

et

et presertim Sindicis et habitatoribus

ciuitatum

quibus pre-

sentes peruenerint salulem.

Displicenter

intelleximus

quod
et ex-

spictis requisitis nostris recusastis et recusalis

sumptus
dilecto

pensas unius

pastus vel

duorum
prelibati

ministrare
d.ni
n.rj

nostro
et

mag.ro Antonio lehardi


et

bombarder
licet

sue comitiue quinquaginla Schopetariorum

quibus

bene

opportune patrie seruiuerint nulla tamen facia

extitit sa-

tisfaclio.

Cum

igitur

inbumanum
est,

esset

maleficium reportare vobis et singulis


quisitionibus opus

eosdem pr beneficio vestrum postquam reet

non

precipimus

mandamus sub

pena Ducalis indignationis

et ulterius

sub pena centum mararmigeris

cbarum argenti pr quolibet quatenus iuxta presentes requisitiones nostras prenominatis gentibus

pr

nostra

liberalitate

victum ministretis vnius diey in singulis locissine


efficietis

constu quocumque in qua re nobis complacentiam

singularem
t'orciori.

alias

autem
et

licet invitus

de remedio prouidebimus
Ixviij.

Datum

taurini die xxj decembris a.

P. D.

Marescallum

D. M. mj.c locumtenentem prefatum.

De Puteo
(Reddantur
litere portitori.)

Super tercia

fuit

conclusum
prout

quod Sindacus adeat M. D.


melius poterit saluis fran-

Marescallum

et

prouideat

chixijs ciuitatis.

XVI.
(Lib.

Consti.,
vij

f.

114; Dog. ined.)

Die

Junij M. ecce Ixviiij.

Congregato Consilio maioris Credentie Ciuitatis Taurini, etc. Et primo super prima proposita faciente mentionem de solempnitatibns
solitis fieri

in festo

etc.

Fuit

obtentum

vieto

partito 'ad tabulas albas et nigras

Jostre

que ludi
2

hastiles

quod fiant bastiludia siue omisso uocanlur more consueto


.


curso palij attentis
lij.

XVIII

sub
ordinatione

Nec non

fiat

oblalio

pania utilitale ipsius pacereorum cuna cursibus bouum more


ciuitatis et

solilo et cuna expensis

consuetis

D.norum

Sindicorum

et masarij.

XVII.
(Lib.

Consti.,

f.

72;

Doc.

ined.)

Die v junij M. ecce lxxxvinj


Concilio Maioris Credencie eie.

Item de prouidendo super


parte Regis
et

supplicacione
arbalistre

ibidem

exhibita

aliorum

ludencium

cuius suppliea-

cionis tenor sequitur prout infra. Spectabiles et generosi Sindici et Consiliare ciuitatis taurini humiliter

exponitur

parte

honeslorum virorum Regis


habet quod vos spectabiles
lili

et aliorum

ludencium

Arbalistre

diete ciuitatis siculi nolabilis consuetudo diete ciuitatis sic se

Domini Sindaci
Arbalistris

et consiliarii so-

fuistis

actenus pr manutencione (iudtf) ipsis regietalijs

ludentibus et
quolibet semel

ludere

volentibus

videlicet

anno

dare Argentum pr

faciendo

ludere
est

vnum
vtilis

precium an vulgariler papagay. Que


et honesta

consuetudo

tam pr honore

principis

quam

tocius

ciuitatis.

Igitur supplicatur parte

quorum supra

vi dignentur prelibale

S. V. (Spectabilitates Vestrae) ita vt

est facere. Quas Deus conseruel In cuius quidem consilij reformacione cum consensu et auctoritate prefati Domini Vicari] ibidem assislentis refor-

consuetum

Speclabilitates

matum ordinatum

et

conclusum

fuit

prout infra

Super quinta proposita facienle


fuit

mentionem

de supplicaet

cione exibita parte Balistreriorum. Ordinatum

conclusum

quod

dari et solui debeant Regi dictorum Balistreriorum

pr causa de qua suprascripta suppl. refert floreni quinque


pp. (parvi ponderis) Sabaudie semel lamen

de

auere diete

comunilalis vt juuenes

diete ciuitatis

abilitenlur

ad ludum
diete

balislrarum, mandanles S. lohanni

Gastaudi Massario


sibi

XIX

comunitatis qualenus ipsos florenosquiuque traddat et soluat

eidem Regi balistreriorum de auere ipsius comunitatis qui intrabuntur in suo primo reddendo computo babita ab
confessione de recepto.

eodem rege

XVIII.
(Lib.

Consil.,

f.

16 ver.; Doc.

ined.)

1507

Die veneris v. marci].

De comitiua
duxerunt
litteras

et Socielate

archeriorum

ciuilalis

qui

pro-

Ducales cum capitulis ibidem

annexis,

qui

petunt eis obseruari.

Gomunicentur D. Sindacis

vi

prouideant.

XIX.
(Lib.

Consil.,

f.

15 ver.; Doc.
aprilis.

ined.)

Die lune

xj

(1513)

Socielas archeriorum et balestariorum ciuilalis

proponunt
fecit

quod

alias

comunitas thaurini pr deuocione

fieri

vna
facit

capella sub vocabulo Sancii Sebastiani extra et prope menia


ciuitatis thaurini in

qua capella ipsa

socielas celebrari

in dieta feria missas et alia officia et oblaciones tuntibi per

ipsam societatem
premissa
tas

in

honorem

ciuitatis.

Et quod dominus cuinhiberi


fecit

ralus ecclesie Sancii Heusebj de thaurino


fiant in dieta capella

ne

quod

supplicatili- vt

comunijurium

que

est

patrona ipsius capelle pr manutencione

et deuotionis taliter prouidere velit

ne moleslentur.

Gonclusum fuit quod domini Sindici prouideant de jure et omni meliori modo quo fieri polerit vt prosequanlur ad oblationes solitas et pr hijs

non moleslentur.

XX.
[Lib.

Consil,

f.

20; Doc.

ined.)

Die lune xxnj. a maij (1513)


Comiiiua abatis
in
et

sociorum ciuitatis requirunt eis dari aiquid


faciendi

suffragium

fieri

vnum brauium

pr

ludendo ad

colouerinam in

honorem

ciuitatis.

Comunicelur Vicario.

XXL
(

Lib. Consil.

f.

22

Doc. ined.)

Die

p.

maij, 1558.

Commititur m.
vi

d.

magistro rationis Domino


et rationaloribus

raphaelli

de

bellacomba magislro rationis


conueniant
psiTGUM

m.d.

Sindicis

cum
post

illis

qui voluerint esse cives pr ludendo


sic

ad

cras

taxent et

conueniant

cum

eis

pr prelio soluendo per ipsam acceptationem in ciuem dando

omnimodam
sint

potestatem taxandi beneplacitis in ciues vt pos[sic).

ludere ad psitagnum

XXI.
(Arch. gen. del

duchi di Savoia; di

Regno, Sez. camerale; Reg. Ordini N 2, anni 15U-1569, n 8).

dei

CAPITOLI ORDINI, ET STATUTI FATTI ET RISERUATI

PER LO GIUOCO
Dell'Archibugio, della Citt di

TVRINO,
i

li

quali inuiola-

bilmente

si

osseruaranno da
(1).

tutti

giuocatori delli prezzi di

detto Archibusio
(1)

Accenno qui

tutte le varianti, e riporto poi infine gli articol

aggiunti negli statuti del 1671


alle pag. 837-839.

che furono pubblicati

dal Borelli


Primieramente
uolta
si
si

xxr statuisce
,

ordina et

che

ogni
al

anno una

Labbia da tirare con l'archibusio


per
a basso

Papagallo, Et

colui che tirando dal luogo deputato


gli

la

compagnia de

Archibugieri metter
,

il

Papagallo dalla pertica

oue sar posto


creato

sar

per la detta compagnia nominato et

Re de
Il

gli

Archibugieri per tutto quello anno, et sino


lo

a tanto che per


un'altro.

medesimo ordine

et

modo ne
(1).

sia creato

quale Re goder

delli priuilegi

et franchisie

am-

piamente contenute

nelli lor antichi priuilegii

Pi, che non sia licito ne permesso ad

alcuna persona di
di

qualsiuoglia grado et conditione che

si

sia,

non

tirar al
(2),

Papagallo, che non sia cittadino di questa Citt di Turino


sotto

pena

di priuatione dalla detta

Compagnia,

et confiscatone

delle sue arme, et di fiorini uinticinque, d'applicarsi all'Hospitale di questa Citt.

Intendendo per, che detto Cittadino


honore.
accioch, occornome suo Ne manco sar licito
,

tenghi casa aperta in Turino a rendogli esser Re, possa


et
farsi

permesso ad alcuno

di tirar al Papagallo,

che prima non


pi

habbia pagato tre soldi per una Messa, et una libra di cera.
Pi, che colui che tirando al detto Papagallo

far

il
,

segnalato colpo di

tutti

gli altri

di

detta

compagnia
Al

non

abbattendo per

il

Papagallo, sia nominato et creato Vicer,

cio Luogotenente del

Re de

gli

Archibusieri.
la

quale in

absenlia di detto R, sar da


tutta quella obedientia, et fatto
alla

tutta

compagnia prestata quello honore, che si deue


pena
di

persona

di detto

R, durante quello anno, et fino a tanto


(3),

che ne sia creato un altro


Pi

sotto

un

soldo

tor-

nese per ogni volta a chi contrafara.


,

che tutte

le

persone

che

giuocano

prezzi

al

detto

(1)
(2)

Vedasi

(3)

Ecco una prova che si avevano statuti anteriori a questi. il documento XXL e che detto Luogotenente, in absenza di detto Re
privilegi^,

abbi a godere i doni, e che debba essere essente


tori, incluso
(art.
3).
il

come

se

fosse

il

Re

stesso, e

prima missa essendo dodeci giuocadetto Luogotenente per voler giocare in partida
dalla

giuoco dell'archibusio habbino a tirar a braccio franco senza


altra oppositione di sua persona (1).

Pi, che ogni persona che giuoca

ai

detto

giuoco,
il

non
et

babbi ne presuma

tirar pi di tre colpi,

come

solito,

ritrovandosi bauer tirato

quattro

colpi senza

hauer domandell'

data licentia, che siano detti colpi perduti, et di pi, disgradato dalla compagnia, et bandito dal detto giuoco
chibusio
(2).

ar-

Pi, che

si
li

faccia

una

boita

comune doue
et

si

habbino a

ri- #

ponere

tutti

denari

delle

emende,

condennationi,

insi

corse per la inobseruantia delli presenti Capitoli la quale

presentara sopra

il

giuoco da colui

che

sar

deputato

per

la custodia di essa (3).

Pi, che

si

debba tener un
et scritti
i

libro ver registro nel quale

saranno registrati
detta compagnia

ordinatamente
i

dal

deputato

di

nomi

di tutti al

compagni

che

vorranno
et
tirar

vacar et prender spasso


alli

giuoco

del Archibusio,
tutta la

prezzi

accio siano in cognitione di


li

compagnia.
tenuti,

Pi, che tutti


et obbligati ogni

compagni

di detta

compagnia siano
il

anno radunarsi insieme, nel giorno


tanto
si

di

Santa

Barbara per accompagnar con bel ordine


alla

Re, da casa sua

chiesa di San Giovanni

(4),

nello

andare

come,
ac-

nel ritornare. Nella qual Chiesa lenne, et ui


si

celebrara una Messa Socarit,

portara
il

il

compagnandola
cara, incorra la
Pi,
si si

Re con
li

pane benedetto, uero tutta la compagnia. Et

chi

manquali

pena

di tre soldi tornesi per ogni uolta.


il

faranno

prezzi ordinarii secondo


la

solito,

li

haueranno da pagare per


la

detta Compagnia; cio

ogni

uno per

sua rata parte, et equal porlione, senza eccettuar

persona alcuna.

(1)
(2) (3) (4)

Vedasi innanzi l'articolo 21 che surroga questo. Questo articolo soppresso negli statuti del 1671. Manca questo pure negli statuti indicati.

...

alla chiesa del

Corpus Domini propria della

citt di

Torino, tanto ecc.


Pi,
il

XX111

al

li il

detti prezzi si

giuocaranno
il

modo

solito,
il

tirando
e,

Re

primo colpo,

et in

suo

Luogotenente

secondo,

poi gli altri di


scritti.

mano

mano ordinatamente, secondo saranno


Compagnia che
della
li

Pi, che colui di detta


lato colpo, et

far

il

pi segnatauolazzo,
di

dar pi presso
tutti

brocca

nel

habbia

il

migliore di

prezzi, et

gli altri
gli

grado in
distri-

grado, che haueranno dato pi presso,


buiti
i

saranno

prezzi secondo
il

il

solito.

Et

tutti li

colpi che

saranno

dentro

tauolazzo et portaranno caviglia saranno buoni.


statuisce,

Pi, si ordina et

che

colui di detta
il

compagnia
tutti
i

d'rchibusieri che hauera


prezzi, sar tenuto far
il

guadagnato
di
i

migliore di

seguente come e di costume


giuocatori del Archibugio, di

(1).
ti-

Pi,

si

inhibisce a tutti

rar alcun colpo alli detti prezzi, che

prima non habbia detto


(2),

ad alta voce doi volte Giara

Gara

per euitar in questo

modo
sotto

ogni sorte

d'inconuenienti,

che

per

mancamento
:

di

questo, et per poca auertensa potessero auenire

et

questo

pena
si

di

un soldo tornese per ogni

volta a chi contra-

uerr come disopra.


Pi,
inibisce alli sopradetti giuocatori di tirar ne di far

mostra
di

di tirar

alcun colpo senza scoprir prima l'orecchia

(3)

suo archibusio, sotto la

pena

di

un soldo

tornese

ogni

uolla
Pi,
detti,

come
si

disopra.
i

inhibisce espressamente a tutti

giuocatori sopra-

di

non caricar

doi

balle in

una uolta nel archibusio


pena
di essere

per

tirar al papagallo, et prezzi, sotto

suali-

sato (4) et privato

dalla compagnia.

(1)

Manca questo
di

articolo nei ridetti statuti.


si

(2)

Gara, o garra, come


guardasse.

trova nello statuto


si

del

1671,

era

il

segno

avvertimento del colpo che


si

andava a sparare, perch

ognuno
(3)

L'orecchia dell'archibugio, era


di

il

copri scodellino girante per

mezzo

un

pernietto ribattuto sopra e sotto queste due parti dei

vecchi archibugi da fuoco.


(4)

...
.

della perdita dell'archibuggio,

e privatione della

com-

pagnia


tirar al

XXIV

compagnia volendo
il

Pi, occorrendo che alcuna della detta

Papagallo
il

alli

prezzi

non potesse sparar

suo arsar

chibusio, che
licito

fuoco non
il

pigliasse, in tal caso

gli

ritirar et rifar

suo colpo.

Ma

se hauesse l'archibusio
il

in spalla et sparandosi per sorte (1), che

colpo sia tirato et

non

gli sia

permesso

tirar pi per quella uolta.

Pi, occorrendo che per tre uolte

non potesse sparar

l'ar-

chibusio

pigliando

il

fuoco,
di

il

suo colpo

sar perduto,
soldo

et

sar condennato oltra


la

questo in

un

tornese

per

emenda.
Pi
si

prohibisce a tutti

giuocatori del archibusio di qual

si uoglia,

grado

et

natione, di non giurar

ne bestemiar

il

nome
ne

di

Dio Signor INostro, ne della Vergine Maria,

ne di

suoi santi, ne far alcuna sorta di giuramenti, et esecrationi,


dir alcuna sorte d'ingiurie

mutinamenti onde ne potes-

sero nascer questioni, ne dir in


et dishonesle di

modo alcuno
si

parole sporche,
potessero liei

nessuna maniera, che non


et questo tanto nel

tamente ne honestamente dire


et figlie
lo

al cospetto di

honesla donna,

da maritare,

luogo deputato per


et

giuoco del

archibusio,

come

nello andare, et ritornar

star nelle hosterie et tauerne insieme, et in ogni altro luogo:


sotto la

Pi, se alcuno di detta

gare la

un soldo tornese per ogni uolta. compagnia facesse difficulta di pasopradetta pena incorsa per lo precedente capitolo se
pena
di

gli torra la berretta di

capo
li

(2),

et

mettendola
di

al

luogo del

tavolazzo gli sar per tutti

compagni

detta

compagnia
di

d'archibusieri tirato con

l'archibusio

un colpo per uno


di detta

vinticinque passi appresso, per sattisfattione


et

pena,

per dar esempio ad

altri.

Pi, occorrendo che nel tirar al giuoco la balla scontrasse

in terra, et nel ribattere venisse poi a ferir nel tauolazzo et

nella istessa brocca che in tal caso

il

colpo sia nullo, et di

niun valore.

(1) (2)

... ...

per forza che ecc.


il

cappello di capo, ecc.

XXV I soprascritti Captoli per


pagnia de
etc.

concessi
di

lo

giuoco dell' archibusio sono stati


alla

canati da vno antico originale di priuilegi,


gli archibusieri di

com-

questa

inclita citt

TURINO,

tradotti di francese in lingua italiana

MDLXl

(avvertenza

stampata a pie del foglio del 1561).

Gli articoli aggiunti negli statuti del 1671 sono quelli che

seguono.
Capitoli,

Ordini,

e Statuti fatti, e riformali


Citt di Torino quali
i

per
s'

il

giuoco

dell' Archibuggio della

osseruaranno
detto

nuiolabilmente

da

tutti

Giuocatori

de'

prezzi d

Giuoco deli Archibuggio.


4. Pi,

che

s'

habbi da eleggere dodici Giuocatori de' pi


quali

esperti frequenti in detto giuoco,

abbino da stabilire

vn

Alfiere a voce, e quello a chi saranno date pi voci sar

creato Alfiere della

Compagnia;

auuertendo che

sia

homo
et
si

esperto, et agile in tal arte, e che, detto Alfiere debba spen-

dere ogni volta che sar

creato due scudi in

benefcio,

honore

di detta

Compagnia, o reparatione del luogo, oue

giuoca, o altrimente,

come

li

sar ordinato dal Re, e

dalla

Compagnia.
5.

Pi

il

Re

detto cos creato sar essente e franco di pa-

gare la missa della prima partita solamente,


tutto
il

durante

per

tempo del suo Reame, purch

li

Compagni, che en-

traranno nella partita, incluso detto Re, siano almanco al nu-

mero di dodeci, ouero che al giuocare v'interuenessero pi di due forastieri, nei quali due casi non sar franco detto Re delia detta missa, ma pagher come gli altri Giuocatori.
19. Pi che ogni qual volta, che

qualcheduno

delli

Archi-

buggieri hauer tirato

il

suo colpo in partita, e volesse andar


Tauolazzo, e che per sorte trouasse

a veder la sua botta

al

due botte vode


due balle
in

in detto tauolazzo,
si

che abbi
nel

facolt

di

pi-

gliare la migliore, saluo che

prouasse, che hauesse tirato

nella pena,

vn medesimo come sopra.

colpo,

qual

caso

incorrer


detto Giuoco,
atteso
il

XXVI

Re dopo che sera serrato


tiene,

20. Pi, che sia in polere del

grado che

d'aggiunger vno a

suo piacere.
21. Pi che tutti
li

Giuocatori, che tireranno in partita deb-

bano

tirare a braccio aperto, a

segno

tale,

che

il

pugno possi
che
so-

passare liberamente sotto l'ascella, e che la mano,


stiene l'archibuggio
la
sii

fuori del serpentino

(1)

sotto
di S.

prima volta

di soldi 10,

da pagarsi

in

honore
pi

pena Barla se-

bara, e d'esser suo colpo dichiarato nullo, e

mancando

conda volta

di tirar

come sopra, non

potr

pretendere

d'entrar in partita.
22. Pi, che sino al

prezzi quattro, cio 1, 2, 3


prezzi,
7,

numero di dodeci Giuocatori si faccino un prezzo, 4, 5 un prezzo, 6 due


e da

8 due prezzi, 9 tre prezzi, 10, 11 tre prezzi, et 12


,

inclvsiuamente quattro prezzi


di ventiquattro

dodeci sino

al

numero

Giuocatori a ragione di quattro per prezzo,

et essendoui pi
il
il

numero

delli Giuocatori delli ventiquattro,

denaro che auanzer sar

in vtile di quello,

che hauer

primo prezzo, e che rester Abbate per

la festa

prossima

sino al

numero di trentaquattro Giuocatori, e che arriuando al numero di trentacinque, si debbano far prezzi numero sette sino al numero quarantotto, che se ne dour far numero otto, e cos non si far pi numero de'prezzi, quando anche si arriuasse al numero di cento Giuocatori, e questo per le
parate ordinarie solamente.
23. Pi, che restandoui prezzi cadenti
si

debba
li

restituir

il

denaro a caduno de'Giuocatori a rata, detratti

dritti soliti.

24. Pi, che cadun Giuocatore auanti di tirar alcun colpo debba aver pagato al Secretaro il diritto della missa, stabilito a soldi dieci per la prima partita, e soldi cinque per la seconda, e non hauendo pagato, il colpo sar nullo. 25. Pi, che durante la partita
serpentino, detto
portatili,

non

sia lecito

ad alcun Giuoarmi
collo

(1)

Il

anche draghetlo, parte


il

delle antiche

da fuoco

ebbe

nome

dalla sua

forma imitante un
rilievo,

con testa
(o

di serpe, talora

anche scolpitavi a

che formava
la miccia
al

due ganascie ad apertura


posto.

verticale, fra le quali si

poneva

corda cotta), serrandole poi con

una

vite

per tener questa

XXVII

catore di tirar alcun colpo di proua, sotto pena di soldi dieci

da pagarsi
26. Pi,

in

honor
si

di

Santa Barbara.
saranno
tre Giuocatori

non

potr scriuer alcuno, tanto nella prima che

nella seconda partita,

quando

vi

che

habbino
et

tirati
il

suoi tre colpi.

27. Pi,

Segretario sar obbligato di mantener la mecchia,


al

vn Tauolazzo, dichiarando esser dovuto


di

Segretario per
dieci, e

ogni missa

prima partita

di

soldi
et al

dieci,

denari
la

per la seconda denari cinque,


detto diritto, restando
Capitoli antichi fatti,

Marcatore
e

sempre fermi ogni,

met di qualunque altri


abuso, e di-

e questo per euitar ogni

spula che potesse nascer in simili occorrenti. Chetai nostra

mente.
Dat. in Torino
li

26

di

Giugno 1671.

C.

EMANVEL.
Sansoz.

XXIII.
A.
[Lb.

dei Cons.,

f.

5; Doc. ined.)

10 gennaio 1565.
Pi essendo comparso Marchio Fornaaero re delli archibuserij

di

Torino con richieder

d'esser

essentato durante suo


fa tauerna

anno del reame dalla gabella attesoch


vino a minuto;
al
gli

e vende

Hanno commesso
gli

al

signor ranzo consindico ed

Maestro

di

raggione d'ordonar e stabilir quello e quanto


sia

parr raggioneuole
il

dedutto per

il

gabelliere di suoa

gabella per

vino che ha venduto e vender durante detto

anno acci
ranno rato

di tal deliberatione se

n'habbi raggione ad esso

gabellier sopra la censa della


etc.

gabella promettendo che Da-


{Lib.

XXVIII

Doc. ined.)

B.
dei Cons.,
f.

54

22 giugno 1565.
Pi essendo comparso
archibuserj della citta ed

Messer
il

Marchio fornasero re

delii

re delli archiery supplicando dt

essere aiutato di qualche cossa in honoranza della solita festa


di
il

San gioanni nella qual


solito;

gli

conuien far gran spesa secondo


al tresoriere

Hanno ordonnato

mandato

che de da-

nari della comunit dia paghi e sborsi a detto re cio a quello


delli archibusieri fiorini

quaranta otto
sudetto
e

et a
li

quello delli arentrati


et

chierij

dieci

per

l'effetto

saranno

allocati nei suoi conti quali

ha da rendere a detta comunit

ripportando

il

presente mandato con debita quiltanza.

XXIV.
(Lib.
dei Cons.,
f.

41 ver.; Doc. ined.)

3 luglio 1570.

Mandato per
Pi hanno mandato
Freylino gastaudo
al

il

Re

delli

Archibuseri.

thesoriere di pagar e sborsar a

M.

Re

delli

Archibuseri scudi sei d'oro o loro


il

valuta per agiuto della spesa per lui fatta

giorno di

San

Gioanni passato per onoranza della Citt


rapportando, etc.

el

sar entrato ecc.

XXV.
[Lib. dei Cons.,
f.

19 ver. e 21; Doc. ined.)

L'anno del Signore M.D. settanta quatro


maggio, conuocato e congregato
il

li

ventinoue

di

consiglio di credenza della

Mag.ca

citt di turino ecc.


il

Ordine con mandato per

Re

dell'archibugieri.

Pi,

Turino

hauendo M.r Thomaso regis di Chieri cittadino di et habilante in essa citt moderno Re degli archibuagiutato
dalla citt di qualche holi
il

gieri supplicato d' esser

nesto agiuto oltre


far et che
festa di
si

solito
li

per la gran spesa che


dell' archibugieri
il

conuien

fa

per

re

giorno della

per honor della


regis
dalla

San Giov. batta in riceuer et acarezzar li forastieri citt hanno ordinato et ordinano che esso
re et altri che saranno per l'auenire habbino

moderno
citt

per

agiuto fiorini cento per

honorar la

citt in

detta festivit de

San

giov.

giocando

al
d'

archibusio et che

siano esenti de carichi

de guardie e
fatti

allogiamenti mentre

che saranno Re e saranno

ogni anno tirando al papagallo,

con condilione che continuando ad esser re oltre l'anno senza

bauer

di

nouo

tirato

al

papagallo et per
tal

tal

modo

essere

stato fatto re

non habbi

che

resti

continuata detti fiorini

cento ne sic pur essente da detti carrichi.

Mandando

al detto

Mes. Baris moderno tresorier

di citt

che saranno per hor-

dinar di pagar detti fiorini presi dalli fondi della citt e so-

prauanzi di guardia a non molestarli per conto de detti carrichi ecc.

XXVI.
{Lib.

dei Cons.,

f.

45 e ver.; Doc. ined.)

Mandati per

la visita delle fini

con colegno e butta

fatta ai

giocho d'archibugio.

L'anno del S.r M. D. settanta noue


di luglio ecc.

et alli tredeci dil

mese

quali hanno

mandato
fatta

al tesorier di

pagar e

sborsar

fiorini

ducento e venti sette grossi otto e quarti due


per
il

per

le

spese fatte per la visita


delle
fini

S.r presidente
di esse

ruffia

con colegno come nelle parcelle


per
li

spese

fatte e signate

S.ri

Sindici

M.ro

di

rag.ne pi

fiorini trecento vinti dui grossi otto e quarti dui

per la spesa

fatta in far la butta

per

il

giuoco dello archibuso come nella


S.ri

parcella

fatta

per bertulinati e signata per detti

Sin-


dici e

XXX

Tip-

M.ro

di raggione e saranno entrale detie partite

portando

etc.

XXVII.
[Lib.

dei Cons.,

f.

43 ver

Doc. ined.)

L'anno

dil

S.r

M. D. settanta noue

et al vltimo del

mese

di

aouembrio ecc.

Mandato per M.r


Pi hanno mandato
al

fabricio

bonanome.
sborsar a fabricio

lesorier di

bo-

nanome

luog.te dil Ser.mo prencipe

Re

delli archibugieri di
(?)

turino fiorinj vinti vno e grossi due per tanti palizzi

spesi

et applicati alla butta del giocho del archibuso e giornali pagati alli lauoraiori per riempir essa butta
cella appare e
li

come

nella sua par-

saranno entrati

etc.

XXV11I.
[Lib. dei Cons.,
f.

35; Doc. ined.)

L'anno

dil

S.r M. D. ottanta Irei et

alli

vndeci giorni

di)

mese

di

giugno, ecc.

Mandato per
Pi oldila la supplica

il

Re

delli archibugieri.

di

M.r paulo regale luogotenente

di soa al. a [altezza) elletta re delli archibugieri di esser a-

giutalo di quel che piacerebbe alla citt per farsi honor alla
festiuita di

San

gio.

batta

prossima hanno ordinato

al

tre-

torier di sborsarli

scudi vinti cinque de fiorini noue luno e


etc.

gli

saranno entrati,

XXIX.
[Lib. dei Cons.,
f.

21, ver.; Doc. ined.)

13 giugno 1590.

Mandato per

il

Re

delli archibugieri.

Pi hauendo alcuni Giovini della presente citta sporta su p.


plica per la quale

XXXI

tirato al

narrauano non hauer

Papagallo perla

creatione di
la Citta

un nouoRedi Archibugieri per hauer inteso che haueua ritrattato il Donatiuo che ogni anno faceua al
Archibugieri in aggiuto della spesa che
al

Re de

li

faceua al

giuogo del archibugio


Batta e per questo

giorno della festiuit

di

san

Gio.
di

supplicato

che la Citt volesse


si

vsar

suoa solita liberalit per detto aggiuto Acci

potesse crear

un nouo Re et aggiustarsi dil donatiuo che piacerebbe farli. Hanno ordinato douersi dar al Re che si far fiorini Ducenlo per aggiuto come sopra Per chi ci non si tiri in consiguenza.

Mandando

al Tisorier di pagarli e

li

saranno entrali, eie.

XXX.
[Lib.
dei Cons.,

V. 144,

f.

77 ver.; Doc.

ined.)

10 luglio 1594,

Mandato per

il

Re

delli

Archibugieri.

Pi vdita ed intesa la richiesta del lll.mo ed Ecc. mo Signor

Don Amedeo
che suole dar
cos

di

Sauoia per

la qual
delli

domanda che

il

denaro

la Citt al

Re

Archibuggieri ogni anno et

spettante quest'anno a esso signor Don Amedeo che Re la Citt lo doni al signor Gio: paulo regale suo alfiere Hanno mandato e mandano al lesorier della detta citt di

pagar e sborsar ad esso signor Gio:


che
si

paulo

fiorini

ducenlo

donano
il

al

Re

delli

Archibugieri in aggiulo della spesa


festa
et

che fa
sar

giorno di San

Gio: batta in honor della


[officio)

della citt per conto di suo off.o


li

in racoglier et
et
altri

spe-

forastieri quali

vengono dello giorno


il

seguenti

a giocar all'archibugio secondo


etc,

solito,

et gli sar entralo,

Riportando,

etc.

XXXI.
[Lib. dei Cons.,

V. 153,

p.

105; Doc.

ined,)

15 giugno 1603.

Ordine con mandato per


Pi affinch
il

il

Re

delli
si

Archibugieri.

gioco

dell'archibugio

faccia nella prossima


festa di

XXXII

diffetto del
si

San Gioanni

batista che altramenti per

Re
Re,

del gioco che quest'anno non se fatto non

farr Detti

Signori hanno ordinato che prontamente s'abbi da far detto


al

qual

li

signori Sindaci procurino col mezzo del Molto

111. e

Sig. Gouernatore della Citt farle donar da S. A. scudi

uenti.

.....

Et la Citt

li

doni

li

soliti fiorini

ducenlo
saranno,

mandando
etc.

sin d'ora al Tesoriere


etc.

di darglieli

gli

Reportandone

XXXII.
A.

{Lib.

dei Cons.,

V. 170, p. 140; Doc. ined.).


2 luglio 6019.

Per

li

scudi 100 d'oro prettesi dal


il

Re d'Archibugieri.
si

Pi che

Sig.r Gouernatore purpurato poco affetto al serCitt

uicio di questa

non cessa procurar


la festa

paghi

al

sig.

Verqueria Re d'Archibugieri per

passata di S. Gio.

Batta scudi cento d'oro contro ogni solito qual e sempre statto
di

pagar

fiorini

ducenlo solamente.
alli

Hanno
di

ordinato
sig.r

Signori Sindaci e Mastro di Ragione


ufficio

andar dal

Gouernatore pregarlo non uogli far


raccorrer da S. A. acio

contrario alla protetione che deue a questa Citt et caso persista nelli cento scudi d'oro
si

os-

semi

il

solito.

B.
(Arch. Municip., carte sciolte).

Ser.mo Sig.r

La
200

Citt

di

Torino e solila soccorrer


il

il

Re

di

Archibugi
ff.

gieri di essa per la spesa fa

giorno di S.
si

Gioanni di

et q.sto

anno V.

A. ha comand.o
e

Carlo che cont.

ogni solito,

paghino Cento. S. sendo mai per mancar


alli

XXXIII

comandi

di

V. A. pure voleri, anco conservar sue ragioni

humil.te

Sup.ca
lito,

sia servita

dechiarar che detto pi pagato del sosola. te

sia p. q.sta volta

senza

si

possi

mai

tirar

in

conseguenza ne

trattan.si

quedil ser.o di V. A. se ben di


il

danno della
prosperit.

Citta quale pregara

Sig.e per la sua perpetua

S. A. dichiara che non se


.

debba

tirar

in

conseguenza

per l'auuenire

Tur.

li

15 lug.o 1619.

GROTTI.
[fuori)

Sup.ca
di Torino.

Per la Citta

Carlo Emanuel per gratia di Dio

Duca

di

Savoia

Prin-

cipe di Piemonte, etc.

Veduta nell'Vdienza

l'alligala supplica et suo tenor con-

siderato, attese le cose espresse, per le

presenti

di

nostra

certa scienza et auttorita et col parer

del
li

nostro

consiglio

dichiariamo non esser mente nostra che


quali

cento San Carlo

d'ordine nostro verbale la citta nostra di Turino

sup-

plicante ha pagati al
sata
festa di

Re

dell'archibusieri a questa hora pas,

San Gio: batta

debba
si

solo

esser per questa

uolta tanto, senza che nell'auuenire

possi

mai
li

tirar in

con-

seguenza, bastando che detta citta paghi

ducenlo
ditta festa,

fiorini

che

solita

pagar
fia

al ditto

Re ogn'anno per

manno-

dando a chi
stra

spediente di osseruar et far osseruar le pre-

senti senza la difficolt

ne contradizione alcuna, che


li

tal

mente. Dal.

in

Turino

quindici luglio mille sei cento

diecinoue.
C.

EMANUEL
Y. Argenter.

Balme.
3

XXXIV

f.

XXXIII.
[Lib.

dei Cons.,

V. 172,

51; Doc. ined.)

25 giugno 1621.
Per
Pi
il

Re d'Archibuggieri.
chiama
Ducatoni cinquanta per dar
al

che S. A. per via del Signor Gouernatore

alla Citt

Re

delli

Archibug-

gieri per aggiutto della festa di

signor Camerier Verqueria qual ha

cinquanta da

fiorini

San Gio. Batta et doppo il chiamato almeno scudi noue a che si e risposto non poter la
graui carrighi
et

Citt far spesa per suoi


insolita

esser cosa anco

non douendo
al solito.

la Citt

pagar pi

delli fiorini

ducento
e pagato

conforme

Hanno ordinato

atteso che l'anno passato

non
et
il

si

cosa alcuna per non essersi fatto alcun

Re

preciso orsi

dine di S. A. e che senza tirar questo in conseguenza

paghi

a M.r Giacomo Rubato agiuttante di guardarobba di Serenissima elletlo Re


delli

Madama
noue

Arcbibuggieri per un anno prosfiorini

simo per una uolta solamente scudi cinquanta da

Funo mandando

al tesoriere

di pagargli.

XXXIV.
[Lib. dei Cons.,

V. 175,

f.

26; Doc.

ined.)

2 giugno 1624.

Per

il

re delli archibugieri sig. ellia.


il

Pi che S. A. mandato raccomandar


gieri di

re delli archibu-

Torino

fllippo

Domenico
fia

ellia

accio

nel

ocasione

della festa di

San Gioanni

Balista sia socorso dalla Citt con


possibile.

quel vantagio maggiore

ff. 9 per questa volta solamente senza conseguenza et per vbedir

Ha

ordinato al Tesoriere di sborsargli scudi cento da

alla richiesta di S. A.

et per

1'

auenire non

si

paghi saluo

quello solito pagarsi cio fiorini ducento o quatro cento et

non

pi.

XXXV

XXXV.
(Lib.
dei Cons.,

V. 170

f.

73 ver.; Doc. ined.)

10 settembre 1625.
ordine di comprar sei archibuggi rigati per

Congregatone
l'armala.
11

signor

Sindico

Amedeo capone propone


dil

esserli statta

hoggi remessa lettera


dil

signor Secrelaro Garron delli noue

corrente per qual d'ordine di S. A.


di

comanda

si

uadi alle

case di quelli fanno proffettione

tirar

all'archibuggio da

gioco e prender sei archibuggi

quali la Citt

debba pagar
doura
sei

che

se-

gli

incontrara

il

dinaro nei

primi

pagamenti

far a S. A. e subito inuiarli a S. A. all'armata.

Hanno

ordinato al signor

Tessoriere di ritrouar detti


signor

archibuggi pagarli e consignarli a che detto

Carron

comandala per mandarli a

S.

A. all'armata come sopra.

XXXVI.
{Lib.

dei Cons.,

V. 181,

f.

153; Doc.

ined.)

Congregatane
L'anno predetto (1633)
Citt, ecc.
Il

et alli vinti

cinque giugno conuodel


Pallazzo della

cala la Congregatane nella solita

stanza

signor Sindaco propone che

il

Re

delli
il

Archibugieri fa
stabilito

instanza

grande aci
conforme

le

sia

acresciuto

donatiuo
il

dalla Citt et ne riporta lettera di S. A.


si aiuti

qual

scriue che

al

solito et di

pi che

li

prestino alquanti
si

delli

moschetti della Citt et un'insegna insta perci che

delliberi.

La Congreg. per obedir


al

a S. A. et senza conseguenza

manda
parr.

signor

Mestialis di pagare al
et

Re

delli

Archibugieri liure

cinquanta

l'impresti l'insegna

et archibusj

come

le

XXXVI

XXXVII.
Ordini generati dati da S. A. R.
pel regolamento del giuoco
(Ouboin,
dell'

archibugio

(1)

V. xv,

p.

801-804).

Capitoli, ordini, e statuti

fatti,

riformati per

il

giuoco del*
delle

l'archibugio tanto nella citt


eitt,

di

Torino

quanto

altre

luoghi

de' Stali di

S. A. R.,

quali si
dei

osserveranno
di

inviolabilmente

da

tutti

li

giuocatori

prezzi
e

detto

giuoco
segue
:

dell'archibugio,

di qualsivoglia

citt,

luogo,

come

Cap. 7
la festa di santa

da casa sua alla Chiesa


Barbara, tanto eco
volta.
il

(2),

dove

si

far

incorrer nella

pena

di soldi
8.

cinque per ogni

Cap.

(Questo soppresso, ed
li

nono ne prende

il

posto).
ai

Cap. 13. Pi,

colpi tutti
tirare,
,

che

si

spareranno in parlila

luogo destinato per

saranno buoni, purch l'archibugio


senzache possi tirare altro colpo

habbi perduto l'appoggio


in luogo di quello.

Cap. 21. Pi, sar lecito


di servirsi di

ai detti giuocatori

dell'archibugio

qualsivoglia

sorte
porli

di

archibugi

per

tirar

detto giuoco, purch

non
il

pi di

un'oncia di palla, e

che

tiri

come dispone

precedente capitolo,
di

come anche
sorte di

sar lecito ai medesimi di servirsi

qualsivoglia

polveri e palle a suo beneplacito, per servitio di detto giuoco

dell'archibugio solamente e non altrimenle, senza incorso di

pena alcuna ancorch fossero polveri straniere.


Cap. 22
bano far prezzi
di quattro per

prezzo, sino al

numero
si

trenta quattro, e che arrivando al numero trenta cinque


sette

deb-

ecc

di cento

Giuocatori,

e sino

(1)

Questo regolamento differisce pochissimo da quello del 1671,

perci

non
le

riporto
I

che

capitoli aggiunti

e le variazioni di

maggiore importanza.
(2)

capitoli

sono trenta.

Tutte

parole in corsivo sono del regolamento del 1671.


al

XXXVII

numero cento trenta, se ne dovr far nove, sino al numero cento cinquanta se ne dovr far dicci e non se ne dovr far di pi sino al numero ducento, che in tal caso se ne far dodeci, qual numero di dodeci non si passer quando anche s'arrivasse a qualsivoglia numero de' giuocatori e
;

ci tanto per le partite ordinarie

quanto

per

le

partite in
l'inter-

occasione delle feste della citt e luoghi, dove

vi

vento dei forestieri osservando nel far


qui usata.

li

prezzi la regola sin

Cap. 23. Pi, che occorrendo, che nel


per
il

tirar in

partita

o
vi

numero grande

de' giuocatori,

per altra
tanto
nel

causa
li

fossero colpi nel tavolazzo tre o quattro


degli altri, che venendo
altro colpo

vicini

uni
delii

ferir

mezzo
tal

medesimi potrebbe causar


a quelli che avrebbero fatto
evitare ogni dispula
e

disputa, e talvolta portar


li

danno

suddetti colpi, in
si

caso per

danno

lever

detto

tavolazzo dal

giuoco, e se ne porr un altro

dell'istessa

qualit, e total-

mente simile
di Torino,

di larghezza,

e questo a giudicio delli giuocatori


si

e del luogo, ove


li

tirer in

partita,

osservando
l'istesso
sol

nel misurar

colpi,

che saranno

in delti tavolazzi,

metodo che
lazzo,

si

osserva,

come
il

se non fosse che

un

tavo-

e dar

ad ogni uno
si

suo luogo.

Cap. 29. Pi,


per
gine

tirer a detto giuoco dell'archibugio dalla

distanza di cento sessanta passi di due piedi e


il

mezzo

reali

passo, et

il

piede della misura presentata alla mar-

(1).

Cap. 30
e

mantenere

la mecchia, e

li

tavolassi,
alla
il

quali

dovranno essere della larghezza rappresentata


(2,

margine

non allrimente,

e se colui

che avr

fatto

pi segnadi

(1)

Il

piede reale di cui


(il

si

la

misura quello

Francia,

pari a metri 0,32484

Duboin

lo fa,

nella nota, eguale a metri

0,325), perci la distanza di passi 160


(2)

equivarrebbe a metri 129,936.

Questa misura della larghezza del bersaglio non parte aliquota n del piede di Fi-ancia usato come sopra per la distanza, n del piede liprando, misura legale in Piemonte equivale a pol
:

lici 6,7

circa di quello, ed
loc.
cit.).

oncie 4,2 di questo, ossia a metri 0,178

(Duboin,


lato colpo

XXXVU1

il

nel tavolasso (de'giuocatori per della citt o luoghi

dove
gli

si

far la partita), desiderer avere


il

tavolazzo, non se

polr negare mediante

rimborzo al detto segrelaro del


argento da soldi vinti,
e

costo di detto tavolazzo, dichiarando essere dovuto al segrelaro

denari vinti per ogni livra

di

et al

marcatore danari dieci per ogni livra come sopra,


evitar ogni abuso, e
correnti. Dat. in

questo per

disputa
li

che potesse

nascere in simili oc-

Torino

23 luglio mille seicento ottantuno.

V.

AMEDEO
Delescheraine.

XXXVIII.
(Arch. gen. del Regno, Sez. cam., Reg. Ord., di
IN

104,

anni 1686-1689,

p.

105).

D. Federico Tana marchese d'Entracque, conte


e Sanlena,

di

Limone,

Barone

di

Lucenlo

cauagiier dell'Ordine della

Santis. Annunciala, vno dei Luogotenenti Generali dell'Armi


di S.

A. R., Colonnello delle Militie della Citt e Provincia


e Governatore della

di Torino,

medema,

etc.

'.

'.'.'.'.'.

'.

'.

'.'.'.'.'.'.

'.

'.

'.

'.

(1).'

Dichiarando, che alla copia stampala dal slampator


A. R. Antonio Valetta,
proprio
si

di S.

debba prestar ristessa


pubblicatione da
valer,
farsi

fede, ch'ai
al

Originale,
soliti

la

modo,

luoghi
li

della presente Citt,

etc.

Dat. in Torino

sette settembre mille seicent' oltantanove.

)1)

La parte
64.

del

documento qui omessa,

riportata innanzi alla

pagina

XXXIX

Nota dei Giuocatori del Giuoco dell'archibugio della Citt


di

TORINO.
Giuseppe Lomello
Gio: Antonio Morello

Gio: Francesco Grassone

Giacomo Grassone Carlo Gio: Aymetto Gio: Antonio Arnaudo Giuseppe Maria Arnaudo
Giuseppe Boetto
Gio: Guglielmo Bertollassone Gio: Francesco Brina

Lorenzo

Moya

Sebastiano Manassero
Pietro Antonio Manassero

Fabio Melle

Tomaso Morello
Secondo Marino

Michel Angelo Brina

Andrea Pozzo
Gio: Antonio Pogiano

Giuseppe Domenico Brina


Michel Giuseppe Brina
Bonifacio Bellarmino
Fabritio Battagliero

Giacomo Perona Carl'Andrea Perona Giulio Cesare Perona


Gaspare Quaglia
Lorenzo Antonio Ramondetto
Carlo Riccardi
Gio: Battista Mauritio Senta
Gio: Lucco Serra

Bartolomeo Crauosio
Giouanni Collo

Giuseppe Ceppo
Francesco

Comba

Pietro Cassinis

Sebastiano Ceresola

Antonio Sereni
Stefano Francesco Giacobino

Giuseppe Callegaris
Antonio Dalmazzo

Claudio

Boma

Emanuel Fassina
Giuseppe Fassina
Fabritio Ferro

Alessandro Antonio Meschiatis


Carlo Mauritio Cler

Carlo Manassero
Giacinto Peiretti

Nicolao Giacobino
Gio: Battista Galleani
Gio: Secondo Gentile Pietro Gallo
Gio: Battista Garrone

Francesco Mauritio Sachelti

Giuseppe Bottone

Giuseppe Costesio.
Pietro Francesco Lauerdura

Giouanni

la

Romea

Michel Antonio Solaro


Vlisse Souardo

Pietro Lione

Giouanni Lomello

Paolo Giuseppe Tempia


Gio: Francesco Testa

XL

Michel Antonio Ghignone

Giacomo Testa
Carlo Vianzone

Corrado Noel

Giacomo Faua
Giuseppe Francesco Gallitio Nicolao Bernardino Clerici
Gio. Francesco Fagiani

Giuseppe Viale
Gio:
Vittorio

Giacomo Verna Zegna


Borgna

Antonio Soardo
Ipolito

Gaspare Maga

Domenico Ferrarato
Gio: Francesco Borello

Michel Ballegno
Luigi Gagliardi

Benedetto Tifner
Giulio

Andrea Garrino
Carlo Bertonasso

Racca

Gio. Battista Casalis

Giovanni Chirone

Alessandro Campagna
Carlo Giuseppe Sapellano

Bartolomeo Mazzano
Gio: Francesco Bellico

Giacomo Rostagno
Carlo Bonfante

Guglielmo Vaij
Giuseppe Aliotto
Giovanni Buffer

Michel Antonio Seruello


Gio: Battista Zauatta

Giacomo Peyrone Giacomo Dublan Giacomo Antonio Lomelio Giuseppe Lega Guglielmo Andrea Vincenti Giuseppe Dupr Domenico Dupr
Francesco Rosso
Gio: Pietro Ropolo
Paolo la Cottura
Spirito Laugerio

Enrico Gregorio Ceppo

Antonio Cassinone
Gio: Lorenzo Tomaselto

Gabriel Bochiardo
Carlo Domenico Senta

Gio: Pietro Stronello


Gio: Battista Barrone

IL

MARCHESE TANA
RONDOLETTO.

In Torino per Antonio Valetta, Stampatore di S. A. R. e


dell'Eccellentissima Camera. 1689.


(Lib. dei Cons.;

XL

f.

XXXIX.
V. 243,
82, 83; Doc. ined.).

Congregatione

L'anno del Signore milleseltecento


seglio.
Il

tredici

li

ondeci agosto
del suo

nel Palazzo dell'Ili. ma Citt di Torino e sala

Con-

signor Conte e Cauagliere Nomis di


e
rifferto
il

Valfenera Sindico
Officiali

ha presentato
uoler
prezzi
solite

racorso

de signori

de

Giuocatori del giuoco dell'Archibuggio, in cui rapresentano


riaprire

detto
,

giuoco

nel

corrente
tutte le

anno con diuersi


partite

d'argentana

ed
tal

inuitare

forastiere

a concorrere a

giuoco

n potendo
alla solita di

detti

signori

Officiali

succombcr presentemente
perci

spesa di detti
di

prezzi,

supplicano

la

Citt

gratiarli

qualche

somma
termini

per conuertirla nel primo prezzo che sar distribuito

e meglio

come dal detto come parer.

racorso, qual insta

si

legi e

si

de-

La Congregatione
ueruna per
richiesto.

sentila

la lettura di detto racorso

et

informala non hauer mai la Citt


detti prezzi

contribuito ne dato cosa

signori Giuocatori che la citt

ha ordinato si faci risposta a detti non stima di farli il donatiuo

XL.
(Arch. della Regia Societ del Tiro a segno di Torino
;

Verbali dell'adunanza generale, Fase. 1; Doc. ined.)

Torino

il

28 luglio 1837.

Regio Governo
della

Divisione di Torino
JN<>

4b06.

AH' 111. mo signor Presidente


della Regia Societ del Tiro a segno
Il

Ministero Interni con suo Dispaccio 26 andante N 4791,

Divisione

7a

viene di parteciparmi che in seguito alla tra-


smessione
organico e
Tiro
al

XL1

Regolamento
Socii che

da
di

me

fattale

dello Statuto, ossia


di

amministrazione

codesta Regia Societ del

segno,

attualmente

come anche dell'elenco dei signori compongono essa Societ, essendosi

attribuito

l'onorevole ufficio di porlo sott'occhio di S. M., ebbe la prefata

M.

S. la degnazione di accordare la sua approvazione

del

Regolamento

organico

di

amministrazione per parte

della Societ

sottomesso, colle seguenti condizioni, le quali

dovranno essere comprese nelle disposizioni del Regolamento,


e cos
far parte degli obblighi della Societ.
le

1
di

Che
Che

armi non dovranno essere del calibro superiore


d'oncia
(1).

tre quarti

le

Feste

da darsi dalla Societ dovranno essere


e

preventivamente
Governativa.
3

note ed approvale dall'Autorit Politica

Che

le

adunanze generali andranno soggette

alle stesse

regole.

Che
Che

il

numero

degl'Invitati al Tiro

non potr eccedere


sar un

quello dei Socii ordinarli.


5
oltre
ai Socii straordinarii vi

numero

di

biglietti d'invito depositati

presso

il

Comando da

distribuirsi

agli Ufficiali
vi

che

si

troveranno temporariamente a Torino o

saranno
6

di
il

passaggio.

Che

numero
inoltre,
,

attuale dei Socii

non potr venir audi

mentalo
Governo,
articoli

senza annuenza del Ministero pel canale

questo
gli

ed

che

Regolamenti di cui parlano

55, e 56
di

e seguenti del capo 6 dello Statuto,


i

ad

eccezione
strazione

quelli

quali
della

avranno per oggetto l'amminiSociet,


tutti gli altri

economica
a

dovranno

essere

sottomessi

questo Governo per essere quindi tra-

smessi ed approvati dal Ministero.

(1)

Come quando

nell'esercito si

adoperavano archibusi o
cos

schetti che portavano la pallottola di un'oncia,

monon era permesso


cambiato
il

usare nel giuoco armi di calibro superiore


nei fucili militari
al
si

calibro

fece analogo ordinamento nelle armi del Tiro

segno.


Nell'aver
l'onore

XLIil

di

imperlanto
111.

porgere quanto sopra a


a

conoscenza di V. S.

ma mi
S.

fo

altres

pregarla di ben

volermi trasmettere una copia del suddetto Statuto ossia Re-

golamento approvato da
qui

M. coll'aggiunla

delle condizioni

sovra

espresse,

per

essere depositata negli archivj di

questo Governo.

Mentre mi reco a pregio


distinta considerazione

di

rinnovarmi coi sensi

di pre-

Per S. E.
Il

il

Maresciallo Governatore
la Divisione

Tenente Generale Comand.

Renaud

di

Falicon.

XVI.
[Arch. della R. Societ, fase,
cit.)

Regia Societ' del Tiro a segno.

Programma per

l'apertura dell esercizio del Tiro.

1 L'apertura dell'esercizio del Tiro

avr luogo nella pe-

nultima settimana del prossimo mese


l'ora

di

maggio;

il

giorno e

verranno

determinati

norma

delle circostanze dal

Consiglio di Direzione.
2 Nel giorno dell'apertura vi sar solamente
il

tiro colla

carabina, escluso
3

il

tiro

di

pistola.

Non

vi

sar che un solo bersaglio.

4 Sar

libero

ciascun Socio di servirsi di carabine e

munizioni proprie
5

ma

non d'inservienti
di

particolari.

Sar cura del Consiglio

Direzione di convocare con

lettera circolare ciascun Socio per l'ora stabilita.

6 Nella lettera circolare ai Socii,

si

richiederanno di fare

avvertito

il

Socio Segretario, almeno un giorno prima delse intendano prendere parte attiva a questo sodi

l'apertura,

lenne Tiro a fine


7 Vi sar
8
I

poterne fare un elenco.


di

un premio
che
si

onore

di

una carabina.

colpi

faranno da ciascun Socio, saranno in


numero
9
I

XLIV

al tiro

di tre,

ovvero in quell'altro numero che a seconda

delle convenienze verr stabilito dal Consiglio. Socii

prenderanno parte

secondo l'ordine de-

signato dalla sorte.

10 Per bersaglio
guali portanti

si

apporranno

tanti cartoni circolari e-

un numero d'ordine.

11

Il

cartone sar collocato in


i

modo da

essere

cambiato
sia quello

facilmente dopo
stato tocco o no.

colpi

da

farsi

da ciascun Socio

12 Si avr un

cartone modello, diviso da scala crescente


il

dalla periferia al centro, sopra


stalo colpito

quale

si

apporr

il

cartone

da qualche Socie.

13

Il

cartone, la

somma
a

dei cui colpi segner

maggior

numero
d'ordine

di gradi, sar dichiarato vincente

ed

il

suo numero

corrispondente
tiro

quello con cui ciascun Socio ha


il

preso parte al

proclamer

nome

del vincitore.
fatto dalla

14
palla.

colpi

saranno misurati dal centro del foro

15 Alcuni

Socii

vegleranno

al

bersaglio acciocch non

s'inverla l'ordine dei cartoni nel mentre che altri

terranno
fatti
i

conto dell'ordine numerico con cui


colpi.

Socii

avranno

loro

16
ranno

Socii

membri

del Consiglio

Direzione unitamente

a quelli preposti
i

all'uffizio,

di cui all'articolo

precedente, sa-

giudici.

Qualunque
il

dei Socii suddetti avente


si

qualche

probabilit di diritto al premio,

asterr dal giudicare.


il

17 Pronunziato
al

giudizio verr tosto rimesso

premio

vincitore.

18

Il

regolamento contenente

le

condizioni prescritte per

aver

titolo al

premio sar

affisso

sopra apposita tabella nella

sala del tiro.

Torino

il

7 aprile 1838.

Per

la
Il

Regia Societ
Presidente

D'Ang ROGNA.
Il

Socio Segretario
..

RlGNON.

INDICE CRONOLOGICO
DELLE NOTIZIE

SUL TIRO AL SEGNO IN TORINO

Compagnia dell'Arco

in Aosta.

probabile che questa


da Filippo
le

12O6

instituzione fosse anche in Torino (p. 9).

Arnesi ed armi imposte


voia principe di

ai

Torinesi

di Sa-

Acaia.

Tra

le

armi erano

baleI).

1357 23 apr>

stre, e

le

lance lunghe 18 piedi (p. 8, e Doc. ined.


L, con

Balestrieri
quadretta

buone balestre
,

due dozzine di

per
in

ciascuna

dimandati dal Principe per


II).

1329 5 marzo

l'esercito (p. 9, e

Doc. ined.

Schioppi
V.
I,

Piemonte

(p. 24; Gibrario, Econ.

Polii.,

1331

p. 247).

Girardino,

maestro di schioppo in Torino


cit.).

(p.

24;

1343

Cibrario, op. e p.

Schioppo

sulla torre al
cit.).

ponte di Po in Torino

(p. 24;

1346

Cibrario, op. e p.

maestro di balestre;
munc
per esercitare
III).
il

dimanda un

sussidio al Co9,

suo mestiere in Torino (p.

1384 22 ott.

e Doc. ined.

Bombarde

e Balestre, comperale
IV).

dal

Comune

1396
6 a ff<*-

(p. 21, e Doc. ined.


1396 25 ott -

XLVIH

ai

Balestre

comperate dal Comune e distribuite


e
al

eit-

tadini (p. 9, e Doc. ined. V).

1397
5 genn.

Bombarde
na j
dovuto

berrettoni
Comune da

da

acquistarsi col da-

alcuni ecclesiastici (p. 21,

e Doc. ined. VI).


18
feb.

m Andrea
la

armaiuolo, ha un sussidio per governare


del

Bombarda grossa

Comune

(p. cit., e

Doc. ined.

VII).
20 mar.

Verrettoni

grossi e piccoli, due casse, comperati in

Pinerolo (Doc. ined. Vili).


1402

Maestro
fiorini e

dei

balestrieri ricompensato con


la

cinque

con

esenzione dalla gabella per una car-

rata di vino (p. 9, e Doc. ined. X).


1406 genn.

Bombarda
-^

fatta fabbricare dal Principe,

per

la

quale

1430
17 s'^s-

c omime ^eve p a g arc di sua parte fiorini cento tredici (p. 22; Lib. Vomii., f. 23 e 24). Giuoco dell' Arcobalestro permesso da Amedeo V1II (p< 43 Borelli, Editti, ecc., p. 738).
.

1441 14 sett.

Balestre
(j

da banca 16, da girella 20, da gamba

(cio

a pj e de) di acciaio 14,

comperate dal Comune

(p. 13,

e Doc. ined. IX). 1442


16 lu S
19
sett.

Cerna di

in armis, pel

fanti, Duca

80, ex habilioribus et magis experlis


(p.

14; Lib. Consil,

f.

86).

Bombarde, bombardelle, colubrine,


stre, verrettoni, lancie, targoni,
della citt, secondo l'ordine del

bale-

polvere

ed altre artiglierie da provvedersi per munimento Duca (p. 22, e Doc. XI).

1463

SOmagg.

Societ dei Balestrieri che dimanda un sussidio p er giuocare alla balestra. Il Comune d dieci fiorini di

oro di piccol peso

(p. 15, e

Doc. ined. XII).


di ferro)

1467 22 dee.

Vugleri

(Veuglarium
e

artiglieria di

bronzo o

c i ascll na porta della citt.

Spingarda
della cinta.

Colubrina

in ciascuna

della

torri


Balestre da
passo

XLIX

quattro

(de passe)

dozzine

con

1467

mille verrettoni per ogni balestra. Ordini dati dal cavaliere Seyssello maresciallo di Savoia al

Comune
si

di

Torino pel munimento della

citt.

(Doc. XIII).
con1468

maestri di balestre
ducano a lavorare pel

di altre artiglierie;

Comune (Doc.
il

ined. XIV).

Compagnia di schioppettieri
a Torino. Ordine di darle
vitto

del

Duca venuta
senza

23 dee.

per un giorno

pagamento

(p. 25', e

Doc. ined. XV).


che deve presentare
1469
di Poirino, ricevuto

Balestra
al

del peso di 12 libbre

Comune Michele Mayna


ed
abitante
di
f.

come

mar

'

cittadino
Consti.,

questa

citt.

p.

24; Lib.

106).

Giostre

Corse

per

la festa di S.

Giovanni Battista

7 giug.

(p. 36, e

Doc. ined. XVI).

Serpentina
Comune

Spingardella

di

bronzo

data

al

dal nobile Pietrino Villa, borghese di Chieri,


f.

1488 28 ott

ricevuto cittadino di Torino (p. 25; Lib. Consil.,

24

v.)

Re

e giuocatori della Balestra supplicano al Comune per avere danaio per giuocare un premio
detto
il

1489
5

&iu S-

(precium) volgarmente

Pappagallo.

Si accor-

dano cinque

fiorini,

di piccolo peso, d

Savoia (p. 16,


del

e Doc. ined. XVI).

Doglo, balestriere
{Lib.

condotto

al servizio

Comune

Consil. fol. 17-18).

1497 15 mar

Compagnia
presentano
le

e Societ degli Arcieri


lettere ducali

della citt;

1507

con

capitoli,

dimandando

marz0

che vengano loro osservali

(p. 17, e

Doc. ined. XVIII).


della citt
il
;

Societ, degli arcieri e balestrieri


ricorre al Consiglio perch provveda che
s.

1513
-

curato di
i

11 a P r

Eusebio non

la

molesti per le
s.

offerte

che fanno

soci nella

cappella di

Sebastiano, ecc. (p. 18, e Doc.

ined.

XIX).

1513 S3 magg.

Compagnia dell'Abbate
della citt;

e dei
per
fare

compagni
un palio per

dimanda

sussidio

giuocare alla
e Doc. ined.
1557 17 giug.

Colubrina in onore
XX).

della citt (p. 29,

Re

dei balestrieri esentato per

un anno

dalle

guardie

(p.

19; Lib. Consti.,

f.

16).
ai soli cittadini

1558
1

Giuoco del Pappagallo permesso


Torinesi. Chi vorr giuocare
si

magg.

faccia inscrivere citta-

dino e paghi una tassa (p. 34, e Doc. ined. XXI).


1561

Capitoli, ordini

statuti per

il

giuoco dell'ar-

chibugio della citt di Torino (p. 31, e Doc. XXII).


1565 10 genn.

Wlarco Fornasero re

degli archibugieri di Torino,

esentato dalla gabella del vino venduto e da vendersi


nella sua taverna durante l'anno (p. 35, e Doc. ined.

XXIII
g8-

lett.

A).

Marco Fornasero
hanno
rini

sud.,

ed

il

re degli arcieri
il

dal

Comune

il

primo

fiorini 48,
cit., lett.

secondo

fio-

10

(p. 35, e

Doc. ined.

B).

1566 26 lug.
7
ott.

marco Fornasero re
di fiorini

degli

archibugieri; regalato
f.

48

(p.

35; Lib. dei Cons.,

38).

Emmanuele
tori di armi,

Filiberto multa

di scudi

30
35

porta-

ed ordina che ne venga erogata una met


(p.
;

per

premi del giuoco dell'archibugio

arch.
f.

gen. del Regno, sez. cam. Reg. d'ordini di n. 3,


1570
5 lug.

26).

m.r Freylino Gastaudo re

degli archibugieri,

riceve scudi sei d'oro (p. 36, e Doc. ined.

XXIV).
la festa
f.

1572
11 giug.

m.r Battista
nato di scudi

Bergamo re
sei

degli archibugieri; do-

da

fiorini
(p.

nove Vuno per

del giuoco dell'archibugio


1573
18 giug.

36; Lib. dei Cons.,


e

31).

Be

degli archibugieri
f.

re

Taburlando, rega;

lato

ciascuno di scudi sei da fiorini nove (p. 36

Lib.

dei Cons.,

23 \

M.r

Tommaso Regi*

di Chicri, cittadino

torinese,
di fiorini

1574

re

degli archibugieri regalato dal

Comune

cento,

ed esentato dalle guardie e dagli alloggiamenti


Doc. ined. XXV).
concessi da

durante l'anno della carica; disposizione estesa anche


agli a venire (p. 37, e

Esenzioni e privilegi
berto
al

Emmanuele

Fili-

1575

re ed alla
li

compagnia degli archibugieri di

Pinerolo come

hanno

gli

altri

re et compagnie di

archibugieri de nostri Stati massime di Torino

(p. 39;

Angelucci,

//

Tiro al Segno, ecc. Staimi,

lett.

A. a).
1576

M.r Fabrizio

Bonanome

re

degli archibugieri-,
f.

riceve cento fiorini (p. 41; Lib. dei Cons.,

61, v.).
1577 18 S IU S

m.r Cristoforo Bellone re


dono ha
con

degli archibugieri con


f.

di fiorini cento (p. 41; Lib. dei Cons.,

25, v.)

M.r Giovali Paolo Regale re


fiorini cento (p. 41; Lib. dei

degli archibugieri,

Cons.,i. 39 v. e 40).

1578 2 lug
1579

'

Butta (ferma
quarti due

palle) pel giuoco dell'archibugio, costruita


fiorini
tre centoventidue, grossi otto
e

la spesa di

(p. 41, e Doc. ined.

XXVI).
30
sett.

M.r Fabrizio Bonanome, luogotenente del Ser.mo principe re degli archibugieri, riceve fiorini ventuno
e grossi

due per spese

fatte nella bulla

del giuoco del-

l'archibugio (p. 41, e Doc. ined.

XXVII.)
1580

EH.r

Carlo Santo re

degli archibugieri; donato di fio

vini cento per la spesa fatta...


stieri

in raccogliere
S.

li

fore-

che venuti sono in esso giorno (cio di

Giovanf.

ni) a giuocar al archibuso

(p.

42; Lib. dei Cons.,

33).

m.r
da

Bernardo Ruschi* cittadino e


re
fiorini

mercante

di

To-

1581

rino,

degli archibugieri, regalato di scudi sedici

nove Vuno

(p.

42; Lib. dei Cons.,


di

f.

40, v.).

m.r Giov. Battista Bedineto


archibugieri, riceve in

Torino

re

degli

1582
6
lu

dono venticinque scudi da


f.

fiorini

nove Vuno

(p.

42; Lib. dei Cons.,

39).


1583

LII

M.r Paolo Regale

luogot. di sua a/.

(altezza) elleno

re
1584 glug
'

detti archibugieri, regalato di venticinque scudi

da

fiorini

nove Vuno (o. 42, e Doc. ined. XXVIII).


degli archibugieri, con

Giacomo Roberto re
nativo di scudi venticinque
Cons.,
f.

do-

come sopra

(p. 43; Lib. dei

54).

1585

Cesare Perrineto re
soliti

degli archibugieri

riceve
f.

21 lug.
1586 5 agos.

venticinque scudi (p. 43; Lib. dei Cons.,

58, v.)

M.r Carlo della Pietra re


j
#

degli archibugieri

n ^ ono ven tic in q Ue scucn (p 43. #.

ha

Cons.,

f.

42, v.).

1587 21 ug.

Giov. Battista Giusi ano


Cons., f. M, v.). Giov. Battista Millo re
.

luogotenente del

re <%ft

archibugieri donato di fiorini cinquanta (p. 43; Lib. dei

1588 22 lue

dea li archibuqieri con


Xtfc. <ie/

regalo di scwrft venticinque (p. 43;

Cons.

f.

57).

1590
81

Archibugieri
ritirato
il

della citt; narrano

non aver
il

tirato al

pappagallo perch hanno inteso che


donativo.
Il

Comune aveva

Consiglio ordina sian dati loro

dugento fiorini
1592 12 gene

(p. 43, e

Doc. ined. XXIX).


degli archibugieri (pel

M.r Pietro
4591) riceve
otto,

Frantone re
il

dono

di

scudi venticinque

da fiorini
il

che saranno compensati per rata sopra

fitto

che deve dar M. Ludovico


al

Franzone suo padre


della bealera di
{Lib. dei Cons.,
f.

sino

presente delle hore d'aqua


lui affittata dalla citt

Puteo
3, v).

per
5 kg.

M.r Giov. Antonio


bugieri (per
fiorini

Re Georgijs re degli archianno), regalato


dalla citt di

questo
la

dugento per

spesa fatta nella festa

di san

Gio. Batt. prossime passato in


il

honor

della citt circa


f.

giogo del Archibugio

(Lib. dei Cons.,

39, v.).

1593

M.r Francesco Y'olleto re


'

degli archibugieri
f.

ha

ug
il

dono

di fiorini

dugento (Lib. dei Cons.,

38, v.).

LUI

madre
di

Madama Lucia

Voleta di Torino,

Francesco re
dichiari

1594

degli archibugieri, supplica al

Comune perch
che

genn

nulla una accusa contro essa datta per


fatto scalvar le piante di salice

causa

che
esi-

habbi

sono

stenti nel terreno destinato al giocco dell'archibugio*.


I

consiglieri

Zaffarone e Doverijs

trattino

con

le

parti et
f.

vedano

di metterle d'accordo

{Lib. dei Cons.,

16).

D. Amedeo di Savoia re manda alla citt che faccia il


Alfiere sig. Jio.

degli archibugieri
solito

di-

10 lug.

donativo
Gli si

al

suo

Paolo Regale.
XXX).

sborzano

dugento fiorini (Doc. ined.

m.r Francesco llarcello re


il
f.

degli archibugieri

ha

1597

solito donativo di fiorini

dugento. (Lib.

dei

Cons.

us *

48),

Oio.

Giacomo Rubato
chi fosse) degli

detto

archibugieri,

alfer del re (non ha ricevuto in


Turchina col

1600
glu *

prestito dalla citt per servirsene nella prossima festa


di san Gio. Batta

una Insegna

Toro

et

l'arma di Spagna dentro. Et promette


ogni richiesta

restituirla
f.

ad
1603

(p.

45; Lib. dei Cons.,


il

496,

v.).

Perch possa
il

crearsi

re degli

archibugieri e tenersi

giuoco

dell'archibugio
i

nella prossima festa di san

gmg

Giov. Batta,

signori

Sindaci

facciano pregare S. A.
i

a voler donare scudi venti, e la citt dia

soliti

du1608 agos

gento fiorini (Doc. ined.

XXXI).
assegnato al re degli
archi'

Non

si

sborsi

il

denaro

bugieri

perch sin hora

non ha

suplito a quello do-

veva. Et questo sinch altrimenti


(Lib. dei Cons.,
f.

non
i

sia

ordinato

50)
I.

Carlo Emmaiiuele
V archibugio da
(p.

conferma

privilegi agli archisi tirasse

1611

bugieri con la condizione che

un giorno
con

con

ma S5-

guerra e
//

l'altro

quello

di

mira

45; Amgelucci.

Tiro al Segno, ecc. p. LXI).


1612

L1V

qualificate et

Acio

si

ritrouino persone

honorate per
citt

essere create re delli archibugieri di questa


siasi al

che

gusto di S. A. serenissima.... han

detti
si

Condoni

seglieri et Conseglio ordinato et


al

ordinano che

re delli archibugieri che


di detto
etc.

si

creara alla noua crea-

tone
1619
II
*

Re

scudi

cinquanta da fiorini otto in


f.

aggiuto
sig.

(p.

47; Lib. dei Cons.,


degli

152).

Verqueria re
Duca
di
si

archibugieri, per ordine

ug

del

regalato di cento

San Carlo, per

le

spese

della festa di S. Giovanni (p. 47, e Doc. ined.


1621

XXXIII)
il
,

Ordine

S. A.

alla citt di fare

accomodar

luoeo

oue

tira al

tauolazzo et giuoca d'archibugio

e tenere

pronti cinquanta

ducatoni per donar

al

re d'archiv. e SO).

bugieri, ecc.

(p.

48; Lib. dei Cons.,

f.

49

25giug.

M.p Madama

Giacomo Rubato,
Serenissima, eletto

aiutante di guardaroba di

re

degli archibugieri per

un anno prossimo,
quanta da
1623
fiorini

regalato dalla citt di scudi cin(p. 48;

nove

Doc. ined.
il

cit.

al

1619).

ne

fa^

archibugieri (non vi
la solita festa, di

citt,

per

nome) regalato dalla cinquanta Beati Amedei da


f.

fiorini

nove l'uno
citt

{Lib. dei Cons.,

29).

1624

% 8

m 8-

Filippo Domenico Elia re


riceve dalla
e Doc. ined.

degli

archibugieri

scudi cento da fiorini nove (p. 49,

XXXIV).
rigati,
del
li

1625

Archibugi
guito a

in uso nel giuoco. Se

ne requi-

siscono sei dalla Citt, per mandarli all'Esercito, in se-

domanda

Duca

(p.

49, e Doc. ined.


i

XXXV).

Nello stesso anno

usavano anche

Polacchi (Moritz

Meyer). In Francia, soltanto nel 1676 ne furono armati


quattro uomini per ogni compagnia delle guardie del cor-

po (Laisne', Aide-mmoire des


1626 28 giug.

officiers

du

Gnie,\>. 576).

Pietro d'Annesta re degli

archibugieri abbia

scudi

cinquanta di fiorini nove l'uno senza

admetter

con-


seguenza n
Cons.,
f.

LV

solito
(p.

alcun preteso
v.)

50; Lib. dei


archibugieri
eccellente
f.

26

D.
si

Emanuele di Savoia re

degli

1627
21

presentato di

doi

earra di vino del pi


(p.

B U 8-

trovi in Torino

50; Lib. dei Cons.,


prestito
(p.

456).
altre

Re Re

degli archibugieri

regalato di lire 25, poi di

1633

lire

50, e

gli

si

d in

una bandiera ed un
;

^j?5
1635
6

certo

numero

di

moschetti

51

Doc. ined. XXXVI).

degli archibugieri donato di lire

30 ducali d'argento
tra
(p.
i

(p.5; Lib. dei Cons., V. 182, p. 216).


Dichiaratione

^ iu ^
1668 ma88>

sopra

le

precedenze

re,
;

siano

Abbati del giuoco


p.

delVarchibuggio

53

Borelli,

31

836).
1671

Confirmatione de' Statuti, capitoli e privilegi concessi...

a favore del giuoco

dell'archibugio , e

nomina
citt

del

glug

'

Giudice e Conservatore Generale (p. 54; Borel., p. 836).

Regolamento pel giuoco


Torino

dell'archibugio nella

di

>

(p. 55;

Borelli, p. 837 e 839, e Doc. XXII.)


regole, e privilegi

Confirmatione
del giuoco

di

alla

compagnia
Giudice e

1677

dell'archibugio,

e costilutione di

81US

"

Conservatore di esso

(p.

54; Borelli, p. 839).

Ordini generali

dati

da S.A.R.pel regolamene
(p. 58, e Doc.

del giuoco dell'archibugio

XXXVII).
possa e-

1681 23 lu S lio

La Compagnia
sporre
il

del giuoco

dell'archibugio

1685

tavolazzo e le altre insegne del giuoco nella

ma SS-

galleria del palazzo del

Comune

(p.

59 e 60; Lib. dei

Cons.,Y. 212,

f.

49).

Il

conte Robbio
danni che ne

innalza una fabbrica lungo l'a#ea

13 dett

del giuoco. Protesta della

Compagnia

e della citt pei


cit.,
f.

risultano (p. 60-62; Lib.

51).

Prosegue

la quistione, e se

ne hanno notizie nel volu222, e nel volume 213,

me
ai

citato ai fogli 71, 85, 90,


f.

44 e 64.


1685

LVI

Dimanda de' Giuocatori


costruzione di una

dell'archibugio, alla citt, della

risposta di quella che nel

Camera sopra V ala del giuoco, e momento non puole farne


f.

la spesa, (p. 62; Lib. dei Cons. v. 212,

85

v.)

1686

il sig.

Benedici!, procuratore
contro
il

della citt, incaricato

di sostenere le ragioni
la fabbrica

signor conte Robbio per

mentovata

(Lib. dei Cons.,

V. 214,

p. 13).

1689

Giuocatori
il

dell'archibugio

comandati di presentarsi
S. A.

giorno 8

al

Palazzo armati de' loro archibugi, o di

fucili (1),

per ricevere ordini da parte di

R. (p. 63,

e 64, e Doc.
(1)

XXXVIII).
est

Le
si

fusil

nomm
il

pour
vero

la

premire
chasse

fois,

dans

les

dits des Rois

de France,

relatif a la

(Moritz Meyer).

Ma

non

creda

che sia che

fucile,

cio quell'arma

da

fuoco con l'acciarino a pietra. Quel fucile non era

che

l'ar-

chibugio a ruota

nei documenti
Il

ferraresi [dello

stesso
Polit.

tempo
tom.
a

detto
p. 396)

a pietra.

cav.

Cibrario

[Econom.

II,

riporta questa notizia.

1372. Thonon.

Dono ad un menestriero che


i

fece varii

giochi

con

la

daga, la spada ed

fucili [fouciliis)

4 franchi

d'oro, (23, 86,02) L. 95,44. (Lo noto

per la pi antica metal

moria ch'io conosca

di

quell'arma da fuoco sotto

nome.)

Con questa
il

notizia la Savoia sarebbe stata la

prima ad avere
invece

fucile,

disgraziatamente non

imitata da altri; che

di progredire andarono indietro, adoperando prima la miccia

a mano, quindi
nicare
il

il

serpentino,

ed in ultimo

la ruota

per comu-

fuoco agli schioppi ed agli archibugi!


11

Ma

che serve

lo illudersi.

eh. scrittore caduto in errore, e grave assai,


della parola Fouciliis, la quale

nella interpretazione
altro se

non

non

la voce francese fauclle; convertita nella latina

foucilla foucillae e posta al sesto caso fouciliis o Fouciliis;

che
le

significa Falciuola! Perci


strello di

il

menestriero, o ministriere, o minila daga,

Thonon, giuoco con

con
dato

la

spada e con

Falciuole, e

non

coi

Fucili;

nome
il

all'archibugio
nel 1515,

ad

azzalino od acciarino, secondo


pi certamente non

Moritz

Meyer

ma

Mima

dello scorcio del secolo

XVI.


11
l'affittaiuolo del

LVII

innovazioni fatte dalviale dell'archibuver.).


(p. 68).

tesoriere Bordini
gio. {Lib. dei Cons.,

visiti le

1691

conte Robbio nel

V. 220,

f.

229

Nove

battaglioni di

milizia cittadina,

1703
1706

.Assedio di Torino.

Servizio prestato dalla milizia

cittadina durante l'assedio, (p. 71-83).

Giuoco dell'archibugio.
tenuto
il

Manifesto per regolarlo

in tutto lo Stato, (p. 83; Duboin, v.

XXIV,

p. 503.)

Fu

1712 29 lu ^ ho

giuoco a Torino, e vi ebbero dodici prezzi

franchi d'argenteria dati dal

Comune

(p. 55).

Proclama per
la

pace

la Partita ai prezzi, per festeggiare 1713 fermata col trattato di Utrecht. Questa festa 16 agosto
il

puole

dirsi

primo Tiro

al segno nazionale del Pie-

monte. La

citt si fece iniziatrice della festa e

diede

dodici prezzi franchi

pure d'argenteria
.

di

maggior
seg.).

valore di quelli dell'anno or scorso


il

Si

tenne aperto
(p.
al

giuoco dal 23 agosto

al

10 settembre

84 e

Criuocatori
sposta che la

dell'archibugio.

Dimandano

Comune
ri-

faccia riparare la ruoter del giuoco,

ed hanno in
(p.

1725 8 aP nle

accomodino a loro spese,


f.

88; Lib.

dei Cons., V. 255,

78

v.

).

Ala

del giuoco

dell'archibugio
,

ristorata
f.

dal

municipio
l'ultimo

(p.

92; Lib. dei Cons


della

V. 275,

20).

questo

1743 8 marz0

documento

Compagnia del Giuoco dell'archibugio.


la

Seguit certamente

giovent torinese ad addestrarsi


se ne

nell'imberciare nel locale antico, ed avr durato anche


la Societ; e se

non
al

hanno memorie nei Libri


il

dei Consigli, sar per avere cessato


il

Comune
per

dal dare
la festa

solito

sussidio

Re

dell'archibugio

annuale.

Soscrittori della Societ del Tiro al Segno di Torino. Ventotto distinte persone di Torino

1837


^magg.

LVIII

modo
di

si adunano per avvisare nuova Societ (p. 94).

al

formare

questa

RcS**

Societ del Tiro a Segno formalmente


I

costituita.

duchi

di Savoia e di

Genova

inscritti

nell'albo dei Soci (p. 97). 6 S

m g-

Societ
(p. 97).

approvata dal

Re che concede
gli

il

locale

del

Pallamaglio, dimandato, per


1837 19 lug.

esercitamenti del tiro

Statuto
dal

della R. Societ del Tiro al Segno approvato

era:

Governo con alcune condizioni, delle quali la prima Che le armi non dovranno essere del calibro

superiore di tre quarti di oncia

(p. 99, e

Doc. ined.

XL).
28 lug.

Conte

Vittorio Balbiano di Via! e Presidente


lire
si

della Societ (p. 98).


1

agos.

Si

assegnano
del Tiro, e

25000 per
stabilisce
Il

la

costruzione
sia

dell'edificio

che l'esercizio
cav.

aperto per

quattro mesi dell'anno.


Tiro, del quale
(p.
si

Sada ide
il

l'edifizio del

costru solo

padiglione di sinistra

99-100).

1838 apr

Cav.
'

Alessandro Luserna d'Angrogna, Prcdella Societ.

sidente
vato
(p.

Programma

del Tiro appro-

101, e Doc.XLI).

maggio

Primo Tiro al

Segno
che
si

della R. Societ al padiglione

del Valentino (p. 101).


1839
1

Tiro al Segno
'

tenne aperto sino

al

30 giugno.

mags
1840

Feste serali

al

padiglione (p. 102-103).

Tiro al Segno
il

aperto
103).

il

giorno 11 maggio e chiuso

12 luglio

(p.

20 giug.

Marchese

Vittorio Colli di Felizzano, Presi103).


festa

1841

1842

dente della Societ, (p. 103.) Tiro al Segno dal 16 maggio all'I 1 luglio (p. Tiro al Segno e perch soci godano della
:
i


che
si

LIX

al R. Castello
la costruzione di
si

far

sui colli e sul


si

Po di prospetto

del Valentino ,

ordina
il

giato di legno presso

Padiglione e
Tiro di

glietti d'invito ai cavalieri del

un logmandano biGamberi (1 ) per(p.

ch possano assistere a quella festa (p. 404).

Tiro al Segno

tenuto per

venti

giorni

d04).

1843
17 die.

Il Presidente propone, d'adunanza approva, di sospendere per tempo indeterminato gli esercizi del tiro, ed 4845 per il pagamento del contributo annuo fin dal ragioni economiche (p. 405). Tiro al Segno. Dopo quest'anno non vi sono notizie

18 7
,

A U

di esercizi della R. Societ sino al

4853, senza per

ottobre

che questa
(1)

si

sciogliesse (p. 408-110).


la

Era gi compiuta
il

stampa

di

mi giunse
gentilmente
quale

prezioso

libro

La

questo mio scritto quando


Bazoche...
et

les

Compa-

gnies de l'Are, de l'Arballe et de

l'rquebuse

en Savoie,

donatomi
la

dal

eh. autore

M.Andr
scrittore

Perrin, nel

ammirabile

dottrina dello

non meno
facilitato di

della pazienza del ricercatore di vecchi documenti. Se ogni

paese avesse uomini

come M.
lavoro

Perrin,
di

sarebbe

molto

il

compito degli
importante

scrittori

storie

universali. Cito

qui questo

storico

sul

Tiro al Segno in

Savoia per invogliare


e

gli

amatori di
della

tali studi

a procurarselo,
al

per

rendere

un
poi

omaggio

mia

stima

distinto
di

autore.

Lo

cito

a proposito
in

dei

Cavalieri-Tiratori

Ciamber, perch
posi

ho trovato
(p.

esso la prova
les

che mi apde trait


de

quando

dissi

117
il

nota) che
di

gens

Chambry non presero del secolo XVIII.


Altri

nome

Cavalieri-Tiratori prima

documenti importanti

sul

Giuoco
et

dell'archibugio

di

Thonon furono pubblicati [Mmoires


dal
cav.

Documents publis par

la Socit Savoisienne d'Histoire et d'Archeologie,

tome sixieme
d'Artiglieria

Augusto Ddfour, maggior


Italiano, e di questi

Generale
fatto

nell'Esercito

ho

tesoro

nel pre-

sente libro

(p.

66 nota).

LX
1853

(p.

Adumnza
in

Generale della Societ. Si riforma lo Statuto ed approvato da S. M. il Re Vittorio Emanuele II

Genova

il

24 febbraio 4854

HO).
della

1854

S.

A. R.

il ltica

di Genova, Presidente

R. Societ (p. 411).


6 magg.
al

2 lug.
1855

Tiro al Segno. Se ne fa l'apertura alla presenza di S> A R e di 32 sod p> H1 ^ Tiro al Segno dal 7 maggio all'8 luglio. S- A. IH. il Principe di Savoia Cari guano Presidente della R. Societ. Gli annuali esercizi del
(

tiro

non furono pi
si

interrotti (p. 111).

1863

Eia

R. Societ

riordina secondo le disposizioni del

decreto 1 aprile

1861. Lo

Statuto

si

ristampa
al

con

lievi modificazioni. I tiri


si

annuali e le feste
(p.

Padiglione

succedono regolarmente

112).

1865

il

municipio di Torino,
vincia, delibera innalzare

d'accordo

con

la

Pro-

un grandiaso
la

locale per l'e-

sercizio del tiro. Tratta

con

R. Societ per la cesal

sione del Padiglione del tiro


ottiene
il

presso
gli

Valentino, ed

suo intento. Compiuti

accordi con le parti


il

interessate, s'incomincia nel luogo detto


la

Pallamaglio
i

costruzione del nuovo edifcio secondo

disegni del

cav.Giov.Castellazzi, Luogotenente Colonnello del Genio.


Il

locale che sar per ogni riguardo ammirabilissimo,

conterr dodici bersagli ordinariamente,

ma

ve se ne
pe' tiri

potr collocare anche


provinciali.

un numero maggiore,

ed in pari

La R. Societ ne curer la conservazione, tempo avr la Direzione del Tiro al Segno.


100,000
circa, e

L'edificio coster lire

per

la festa

nazio-

nale del 1866 se ne far la solenne inaugurazione.


Torino, 21 dicembre 1865.

LXI

CORREZIONI
Pagina

nota
linea

(1)

T?ro al Gallo
nell'invio di

8 9

14
(6)

armati? allora
balestre
fatto,

nota

10 linea 13 22 36 42 64

un maestro di come lo di

16 23 24
8
(1)
(2)

nel 1430, e l'approvigionamento et neufuiesme due Battista Bedineto archivi camerali


fra
tra
i

nota

documenti

il

XXXVIII,

94
97

canale [bealera) e la Dora), quello


il

linea

21

questi

unanimemente

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