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Elena Tosato

Una nestra sul Cortile (dei Gentili)

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Una nestra sul Cortile


(dei Gentili)

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Una nestra sul Cortile (dei Gentili)

Indice

Prefazione




Il Cortile dei Gentili



Diario del Teologo



Lettera di un matematico non impertinente
Lipogramma in a



La scuola di Erice



Lanci di agenzia




Diario del Teologo



Canto dellintellettuale letterato e poeta S.N.
Interludio -

pag.












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Lettera del giornalista F.L. al suo defunto padre


Diario del Teologo




Mos maiorum - Lintercettazione telefonica

Diario del Teologo




Operette amorali -

Dialogo di un ontologo e del suo proprio specchio



Diario del Teologo Sacro opicio di teologia potenziale



Diario del Teologo - il Motore Immobile e altre storie

Lo Spettacolo






Etimasia


I Gentili del Cortile










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Prefazione


Nel gennaio del 2010 il Papa Benedetto XVI ha parlato per la prima volta del Cortile dei Gentili. Lespressione, stando a quanto dice la Bibbia, dovrebbe designare lo spazio del tempio accessibile a tutti i popoli, e non solo gli Israeliti, che vi si recano per pregare il Dio ebraico, come ci dice Mons. Crepaldi, arcivescovo di Trieste, che aggiunge: Il papa chiede che anche oggi si creino dei Cortili dei Gentili per permettere a costoro di avvicinare Dio almeno come Sconosciuto.
Subito dopo aver lanciato questa proposta di istituire uno spazio di dialogo con i non credenti, dal Vaticano si sono premurati di mettere dei paletti: lo spazio di dialogo non sarebbe stato un luogo neutro rispetto alla religione, ma un ambito in cui si accetta la proposta del Dio cristiano e il percorso dalla fede alla ragione. Inoltre, i non credenti non dovrebbero essere folkloristici come potrebbero esserlo, ci ricorda don Ravasi, i membri dellUAAR (Unione Atei e Agnostici Razionalisti), ma sarebbe invece opportuno che fossero rispettosi dellinterlocutore e consapevoli del fatto che il dialogo presume da parte loro una adorazione del Dio cristiano anche come Sconosciuto.
Cassati nomi del calibro di Dawkins, Hitchens, Hack(1) e Odifreddi(2) per manifesta irriverenza, nora (ottobre 2010) il grande pubblico ancora ignorava chi avrebbe avuto il privilegio di presenziare alle sedute del Cortile.
Grazie a fonti attendibili la cui provenienza debbo mantenere riservata, per, mi oggi possibile rivelare che il Cortile dei Gentili gi stato aperto ed gi stato frequentato. Trapelano le prime notizie. In attesa che diventino scritture canoniche, ve le propongo in anteprima.

19 ottobre 2010 E.T.

(1) Della Hack si ricorda un incontro pubblico in cui dovette destreggiarsi con gli epicicli dialettici di Mons. Zenti, ma non si tratt del Cortile dei Gentili. (2) Odifreddi racconta il suo cammino verso Santiago di Compostela con Sergio Valzania nel libro a due mani La via lattea. Ma neanche quello ascrivibile al Cortile dei Gentili.

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Diritti: La legge morale naturale dice a proposito di questo libello:


puoi leggerlo senza farne menzione al tuo confessore, stamparlo e copiarlo su qualsiasi supporto elettronico, ottico o cartaceo
non puoi modicarlo in alcun punto
non puoi utilizzarlo per scopo di lucro
non puoi utilizzarlo per commettere reati di alcun tipo

Contatti

mail: altra.versione@gmail.com blog: http://unaltraversione.blogspot.com/

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Godevo di una perfetta salute e d'una completa tranquillit, non avevo da temere il tradimento o l'incostanza di un amico, n le offese d'un nemico aperto o nascosto. Non avevo bisogno di corrompere n di adulare nessuno, n di leccare le scarpe di un grande o di un suo favorito per ottenerne la protezione; non ero minacciato dalla violenza n dall'astuzia.

J. Swift, I viaggi di Gulliver

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Il Cortile dei Gentili


Farsa in Atto Unico (aristotelicamente parlando, la potenza sottintesa)

Scena I
Citt del Vaticano, A.D. MMX, interno di un chiostro lussureggiante. Pomeriggio soleggiato. Due poltrone di vimini con cuscini foderati di velluto rosso. Personaggi: il Teologo, porporato con aria colta e gesuita; lAteo Approvato Non Folkloristico, con aria accademica e blase, aspetto curatissimo, loden e giacca di velluto con regolari toppe di pelle ai gomiti, nonostante il tepore primaverile; un servitore muto.

Teologo (indicando le poltrone e facendo strada) Prego, prego amico mio, accomodati. Ateo Approvato Non Folkloristico (slandosi il loden, sudato, e consegnandolo ad un servitore muto che, subito dopo, si ritira fuori scena) un vivissimo piacere, mio stimato sodale. Teologo: Oh, non dirlo a me! Sai bene che sempre stato nostro interesse dialogare con i non credenti, sempre nellalveo del reciproco rispetto. Gradisci una tazza di t? AANF: Volentieri, grazie. Il Teologo batte due volte le mani. Appare il servitore muto. Teologo (al servitore): Due tazze di t. Prendi quello della Riserva Speciale. Il servitore annuisce e, silenziosamente, esce di scena. Teologo (riferendosi al servitore): una persona veramente preziosa. Ringrazio Iddio per averlo portato sulla mia strada. Non v nulla al mondo che in queste stanze sapprezzi pi della discrezione e del silenzio. AANF: il ragazzo muto? Teologo: s, ma estremamente sveglio. Per comunicare con lui a volte basta un semplice cenno. AANF (guardandosi intorno) Certo che veramente bello, qui. Teologo: s, un vero gioiellino, unoasi di pace in questa chiassosa Babilonia che diventata Roma oggid. Costa un po di manutenzione, per fortuna che ci hanno tolto lICI. AANF: beh, era il minimo. In quanto Chiesa ne avete ben diritto... con tutto quello che fate per (ridacchia con aria complice) ...per i poveri. Teologo (scoppiando a ridere) S s, per i poveri, ah ah! Quella stata una campagna mediatica mica facile, sai? Ci veniva da ridere. Non riuscivamo a stare seri. Col vostro aiuto avete fatto tanto... ah ah ah! AANF (sorride compiaciuto) Sai che ti dico? mi sento onorato di essere al cospetto di unintelligenza cos sottile.
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Teologo: Beh... lintelletto essendo uno dei doni dello Spirito Santo, ringraziamo il Signore (si fa il segno della croce) AANF (facendosi il segno della croce) Non credo in Dio, pur cercandolo, per per rispetto mi segno anche io. Rientra il servitore con un carrello portavivande. Sopra di esso, un servizio da t e un grande samovar. Riempie due tazze, sinchina e se ne va. Teologo (servendo lui stesso lAANF) Prego, non fare complimenti. AANF: Uh, che bel samovar! Da dove viene? Teologo: San Pietroburgo, XIX secolo. Un regalo della comunit ortodossa di qualche anno fa. AANF: ne avevamo anche noi uno in sezione, regalo dei compagni di (calca la voce) Leningrado (torna normale) nel 1974. Teologo: Andaste voi a (calca la voce) San Pietroburgo? AANF (abbassando gli occhi in segno di resa) S, andammo noi a... a... San Pietroburgo. Dimentico sempre che ha cambiato nome. Teologo (conciliante) Suvvia, non siamo qui per parlare di toponomastica. Sai, il mondo laico e quello cristiano si aspettano molto dai nostri incontri. La base del dialogo il nostro reciproco rispetto. AANF (concitato) Rispetto, s! Rispetto! So che saranno anche pubblicati, giusto? Teologo: S, in folio, allegati allAvvenire e a il Riformista, ogni seconda domenica del mese. AANF: A cadenza mensile! Cos quei cialtroni di Micromega la volta che li fottiamo sul tempo, loro che son bimestrali, ah ah! Teologo: Labbiamo studiata apposta! E poi vuoi mettere, loro avranno i Carlomariamartini e i preti di frontiera, ma noi abbiamo tutto il Vaticano dietro. Ora, se non ti dispiace, suggerisco che largomento del nostro primo appuntamento si sviluppi attorno ad un punto molto sentito da ambo le parti, e la cui disamina pu molto apportare alla crescita culturale dellintera societ, cos piagata dalla secolarizzazione, ne converrai. AANF (ci pensa un po) Hmmm... fammi pensare... ah! ci sono! Teologo: ...s? AANF: Il Kerigma! Quale terreno migliore per un sereno dibattito che coinvolga tutti, nel reciproco rispetto e interesse? Teologo: e-sat-to! I laici perbene sono tutti interessatissimi al Kerigma. AANF (enfatico) cosa c di pi cruciale per un laico della morte e della resurrezione di vostr... eh, di nostro signore? Certo, noi nel nostro campo ne daremo una lettura in chiave storica e di critica letteraria... Teologo (di rincalzo) s s, e a noi spetter lesegesi! Ah, che discussione erudita e importante ne verr fuori! Ti posso garantire da parte mia lappoggio di tutta la mia esperienza di gesuita... AANF (timido) ehm... sai, forse non te lho mai detto ma... ho un grande rispetto per i gesuiti in particolare. Ho frequentato le scuole da loro.
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Teologo: Davvero? Oh, questa una bella notizia! Un altro punto che ci unisce, un altro importante tassello per il nostro dialogo costruttivo. Ma beviamo il t, che si fredda. Sorseggiano il t. AANF: Buono: che cos? Teologo: Una riserva speciale che ci mandano i nostri fratelli direttamente dalle Indie. AANF (estrae dalla tasca un notes e una penna) Cominciamo a stilare le linee guida del nostro dialogo? Un manifesto programmatico? Teologo (estraendo parimenti un notes e una penna dalle pieghe dellabito talare) Certamente, mio caro, certamente! Ah, ne verr una sinfonia, che dico! (musica fuori campo che cresce mentre i due confabulano vorticosamente, appuntandosi le idee principali sui rispettivi notes. Si sente solo qualche stralcio di conversazione nel brusio concitato di sottofondo. Calano le luci) Teologo: ...nella seconda lettera ai Corinti... AANF: ...lestetica che ne deriva.... Teologo: ...secondo il pronunciamento conciliare... AANF: ...i rotoli di Qumran... Teologo: ...erroneamente, la gnosi... (buio)

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Scena II
Come nella scena I, solo che siamo allimbrunire. Personaggi: il Teologo, lAteo Approvato Non Folkloristico, lAteo Folkloristico, due guardie svizzere.

AANF (massaggiandosi il collo indolenzito) Auff... che fatica! Quando Gramsci parlava degli intellettuali non credevo fosse un lavoro cos duro. Teologo: Sai che anche lui si convert, in punto di morte? AANF: oh, ma risaputo! (cambiando discorso) Scusami se mi permetto, ma... non ti pare un po troppo buio per continuare a scrivere? Non ci vedo quasi pi. Non si potrebbero accendere dei lumi? Teologo (inorridito) Aaaah! Sia anatema! AANF (morticato) Che... che ho detto? Non va bene accendere la luce? per via del paragone improprio con la luce divina? Teologo: no, sciagurato! Hai parlato dei Lumi! Voltaire! (schifato) Rousseau! (pietricato) Montesquieu! (disgustato) Rivoluzione francese! Libert di pensiero! Laicismo! Giacobini! Morte, morte, distruzione! (si alza, muove un paio di passi, poi si accascia nuovamente sulla poltrona, esausto e pallido) AANF: mi.. mi dispiace, io... ecco... non so come scusarmi... per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. (il Teologo non risponde, sembra in trance) AANF (tra s) Oh Ges, e adesso cosa faccio? Se questo mi muore mi sputtano a vita... ma perch queste cose non capitano mai a Odifreddi? Per cazzo, vero che buio, non si vede niente... ah... aspetta... (a voce alta) Fiat Lux! Teologo (riprendendosi di colpo) Eh? Ah? Latino! Sacra Scrittura! (sorridendo) Parola del Signore! (riprendendo colore) S, convengo con te, caro amico e collega, talmente buio che non distinguerei un tronco dalbero da un chierichetto. (Batte quattro volte le mani. Si accende la luce allinterno del chiostro) AANF (sollevato) Molto meglio, con questa luce! Teologo: Vero? Grande invenzione, la corrente elettrica. Certo, bisogna sempre ricordare che la scienza non pu procedere disgiunta dalla fede. AANF: Solo con la grazia, diresti tu, possiamo evitare di abbrutirci nel bieco scientismo di matrice neo positivista. E ne convengo. Abbisogniamo di unetica. Per questo sono qui. Teologo: cos, e ammiro la tua onest intellettuale! A proposito, ti ho detto che ho chiesto personalmente al professor Zichichi di scrivere uninterpretazione cristiana delle equazioni di Maxwell per lelettormagnetismo. AANF: Davvero? Sembra interessante. Teologo: Mi ha risposto entusiasta e dice che ci sta lavorando. Dice che toglier tutti quei pigrechi, perch alla sica bastano i numeri razionali. Fides et ratio. AANF: Magnico!
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Teologo: Ma... di che stavamo parlando, prima di questa digressione? AANF: Ti stavo facevo presente che la tua citazione di quella ben nota glossa di San Frequenzio alla Historia Universalis di Bertone da Mulhouse, piissimo storico del XIII secolo, riecheggiava la rilettura dellidealista minore Alois Von Knupper, attento studioso di Hegel. Ricordo di averne discettato in passato, nella mia universit. Teologo: Certamente! Mi compiaccio di dirti che anche io apprezzo la tua esegesi in chiave laica del diario apocrifo del cardinale Benemerenzio Crisostomi nel Conclave che elesse Papa Clemente III, specialmente quando hai notato il suo precorrere dellinterpretazione di Copenaghen nei versi di lode al Signore, sfatando il mito che Scienza e Fede siano inconciliabili. AANF: Certo che siamo proprio colti e intelligenti. Teologo: Ma naturalmente, mio caro. Eruditi. Come mi piaccio, come mi piaci. AANF: Come mi piaci, come mi piaccio. AANF e Teologo, in coro: Come ci piacciamo! Irrompe sulla scena, incespicando e quasi crollando a terra, lAteo Folkloristico. Il Teologo e lAteo Approvato Non Folkloristico, trasalendo, si voltano a guardarlo, come se fosse caduto dalla luna. Indi si alzano e gli vanno incontro, fermandosi a qualche passo di distanza. Ateo Folkloristico: Fermi, in nome della Ragione, fermi! AANF: E questo chi accidenti ? Teologo (con aria di sufcienza) Oh, madre del Cielo. un buffo esemplare di Ateo Folkloristico. Uno di quelli che irridono la fede, che hanno letto Dawkins e Dennett e magari persino la Bibbia da soli. AANF: Cosa? La Bibbia da soli? Senza un guida spirituale? Sia anatema. Culturale, ma anatema. (allAteo Folkloristico) Le pare unazione rispettosa, amico mio? Si crede forse dessere originale? Ci avevano gi pensato i Luterani. AF (riprendendo ato) Lo so. Teologo: Mi dica, buon uomo, a cosa dobbiamo la sua, diciamo cos, rocambolesca entrata in scena? AANF: Si crede forse un deus ex machina in una tragedia greca? Teologo: ih, gi conosco la risposta. Goner il suo gracile petto di persona a cui manca qualcosa e ripeter, con voce chioccia, il suo mantra: la cattiva notizia che il deus ex machina non esiste, quella buona che non ne avete bisogno Non cos? AF (offeso) Sono venuto qui perch questa discussione monca. Facile, Monsignore, scegliersi gli interlocutori tra quelli pi deferenti, tra quelli che mai oserebbero porre una domanda scomoda... Teologo (alzando gli occhi al cielo) Santa pazienza. Ora si metter a dire che a questo dialogo sopra i due massimi sistemi manca un Filippo Salviati, che poi sarebbe lui. AANF: Toh! Un novello Galileo! cos, buon uomo? Teologo: Ma quale Galileo, quello era un serio uomo di scienza, un credente, un... (estrae un foglietto dalla tasca) un geniale iniziatore del metodo sperimentale, comebbe a dire sua Santit
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Giovanni Paolo II, Papa a cui tutti, e sottolineo tutti, dovreste essere riconoscenti. Sa, buon uomo, le Sue armi sono spuntate. Ormai Galileo labbiamo rivalutato. AF: Ma ci avete messo quattrocento anni! Teologo: Emb? Cosa vuole che siano quattrocento anni di fronte alleternit? E poi non lo sa che di fronte a Dio tutto presente? AF: Comunque non sono qui per parlare di Galileo. AANF: Ah no? E per cosa, allora? AF (rivolgendosi ad AANF) Sono qui per porre le domande che questo qui mai si sognerebbe di fare, asservito com. Teologo (annoiato) Basta, questa storia mi ha seccato. (batte tre volte le mani: accorrono due guardie svizzere) Le guardie svizzere afferrano lAteo Folkloristico. Prima Guardia: Che ne dobbiamo fare, Vostra Eminenza? Teologo: Ahim, il secolarismo imperante ci obbliga ad averne cura. Dannata Breccia di Porta Pia. Maledetti diritti umani. AANF: Ma come? Non hai sempre detto che li avevate inventati voi, i diritti umani? Teologo (battendosi una mano sulla fronte) Ah gi! Che idiota! vero, ho detto cos. Beh, dai, questo quanto andiamo dicendo in giro. Sai, la stampa, i giornali, se no fanno storie. Comunque (alle guardie) accompagnatelo alla porta, e badate che non abbia pi voglia di ripresentarsi. Le guardie trascinano via lAteo Folkloristico che si dibatte e grida. AF: Ma come... io protesto... e poi dovevo... insomma! Lo IOR! I preti pedoli! Lo scandalo immobiliare! Calvi! ...Sindona!... (sparisce dietro le quinte, ma la sua voce continua a farsi sentire, sempre pi lieve) Il testamento biologico! La pillola del giorno dopo! I preservativi in Africa! Lingerenza nella vita pubblica! ... Il Teologo e lAteo Approvato Non Folkloristico rimangono soli e tornano a sedersi. Teologo (scimmiottando la voce dellAteo Folkloristico) e i crocissi in classe, e gli stipendi agli insegnanti di religione, e i fondi alle scuole cattoliche... (tornando alla sua voce) E che palle, dico io! Ma lo sa, lui, che cosa vuol dire muovere una macchina come quella vaticana? Sono un sacco di soldi, un sacco di grattacapi... AANF: Da grandi poteri derivano grandi responsabilit. Teologo: Mi piace! Questa la scriviamo nel resoconto che verr pubblicato. AANF: Veramente una citazione dallUomo Ragno. Ci sarebbero i diritti da pagare. Teologo: pfff, sai chi se ne frega. Noi siamo il Vaticano, mica la bocciola di quartiere. Quanto a supereroi, non ci batte nessuno. Le leggi a cui obbediamo sono quelle di Dio. A meno che non
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siamo noi i creditori: sai come si dice, rimetti a noi i nostri debiti, che poi ai nostri creditori ci pensiamo noi. AANF: vero. Teologo: riprendiamo col Kerigma? AANF: riprendiamo. (breve pausa) AANF: e se avesse avuto ragione? Dico, quel buffo tizio di prima. Teologo: Ges benedetto, ma certo che aveva ragione! Credi che non sappia quelle cose molto meglio di lui? Ma tu credi veramente che alla gente importi qualcosa se ha ragione lui oppure no? La gente vuole sognare, vuole consolarsi, vuole un senso di appartenenza. Noi diamo alla gente quello che la gente vuole. il mercato, bellezza. Vendiamo speranze. Le vuoi chiamare illusioni? Va bene. Per rendono bene, quindi tanto illusorie non sono. Come credi che siamo durati per duemila anni? con le belle parole? Tu non hai la minima idea di cosa voglia dire amministrare un potere del genere. AANF: Dio non esiste, vero? Teologo: ti dir, non ce ne mai importato niente (ride) AANF (scombussolato) A me s, per. Teologo: e mi pare giusto! Sai come si chiama questo? AANF: Rispetto? Teologo: Esatto. Rispetto. AANF: Rispetto. Tacciono ancora per un po, poi ciascuno riprende a scribacchiare sul proprio notes. (gi il sipario)

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Diario del Teologo


Rientro nelle mie stanze ben dopo lora di cena. Mi sono intrattenuto a lungo con il primo degli atei approvati e non folkloristici. Questi un conoscente di lunga data, uno storico, mi sempre sembrato una persona per bene, e se non fosse stato per linopportuna intrusione di quellaltro invasato il pomeriggio sarebbe stato pienamente gradevole. Ma ahim, per contratto m dato di dover sopportare pazientemente le persone moleste, cos ho dovuto fare buon viso a cattivo gioco. La prima seduta di studi stata comunque procua: abbiamo discusso, bevuto del t, preso appunti. Avrei volentieri invitato a cena il mio ospite, ma sfortunatamente questa sera aveva un impegno con dei suoi colleghi, un simposio a sua volta, sul ruolo dellintellettuale critico nel postmodernismo sotto legida imperialista. Sar per unaltra volta.
Quanto a me, ho giusto il tempo di fare una doccia e mettere sotto i denti un pasto cos frugale che mi sarei fatto complimentare da San Francesco, e poi debbo uscire di corsa e andare a fare rapporto dal mio capo.
Monsignore mi aspetta nel suo salottino, non si innervosisce per il piccolo ritardo; accenna un sorriso e mi fa sedere.
Com andata? mi chiede, dopo i convenevoli. Gli stilo un rapido rendiconto.
Bene, molto bene commenta questo nostro primo ospite s proposto come coordinatore dei gentili, non vero? importante che sia uno storico, allora. Sai, tutta la faccenda delle radici giudaico cristiane, lEuropa secolarizzata, i valori, la legge morale naturale, la necessit del permanere del nostro status privilegiato presso le Nazioni Unite...
Forse per questo ultimo aspetto dovremmo avvalerci di un esperto di diritto internazionale. Uno che non sia intriso di questi cascami libertari che fanno tanto chic nella giurisprudenza attuale gli faccio sommessamente notare.
Tempi grami per trovare sponde legali, amico mio sospira Monsignore, senza nascondere la sua amarezza: troppi scandali, non si riesce a sopire pi niente, qui un pedolo, l una casa di Propaganda Fide, presto una corruzione, si ungano le ruote, e che fa l'Opus Dei, chi ha cifrato quei conti allo IOR, che posti si piglia Comunione e Liberazione, si scatenino gli scherani della stampa amica, come si fa a stare tranquilli. Subito per Monsignore si riprende perch pare che abbia in serbo una novit succulenta. Vieni, debbo farti vedere una cosa mi dice, e fa cenno chio lo segua. Docile, mincammino dietro di lui. Ci lasciamo alle spalle le luci del salotto. Una notte blu e serena ci osserva dalle nestre alle quali non sono stati accostati gli scuri; sembriamo due cospiratori intenti a muoversi nellombra. Sua Eminenza mi fa strada verso lo studio. Anche questo immerso nel buio, non fosse per il chiarore che emana dallo schermo di un computer. Mi fa cenno di sedermi
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accanto a lui. Guarda dice mi arrivata proprio oggi pomeriggio questa email. Volevo sapere che ne pensi. Ammicca con aria complice e capisco perch non appena leggo il nome del mittente.
davvero lui mormoro, stupefatto. Gi risponde il prelato, soddisfatto Noto agnostico, ma sempre attendo alla sensibilit religiosa, due anni fa collabor come matematico a Tel Aviv nel gruppo Goyim Rispettosi, che come ricorderai fu un abbozzo dellidea che abbiamo riutilizzato qui per fondare il Cortile dei Gentili. Mi ricordo annuisco ne usc un lavoro che fece molto scalpore. Certo! Qabbalah, Combinatoria e Analisi numerica: Teoria dei gra nelle Sephiroth, a suo modo gi una pietra miliare nel settore. E ora... ma chi lha contattato per il nostro progetto? chiedo. Sono stato io in persona ridacchia Monsignore, con vivo compiacimento Ti dir, avevo molti dubbi sul fatto che rispondesse. sempre impegnatissimo. E invece... non solo s detto disponibile, ma mi ha anche mandato labbozzo di un paper, come si dice in gergo di quegli scientisti, un articolo scritto alla bisogna.
Ammutolisco, visibilmente ammirato. Il rispetto dei gentili comincia a commuovermi. Fossero tutti cos.
Te ne ho stampata una copia, tieni mi dice il mio superiore, porgendomi una cartellina con dei fogli.

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Lettera di un matematico non impertinente


Nel corso delle nostre ultime ricerche sulla matematica a cavallo tra il secolo XIX e il XX, i miei collaboratori ed io ci siamo imbattuti in un libriccino semisconosciuto scritto dal gesuita Werner Opngen, erede di una tradizione geometrica che per quanto riguarda la i seguaci di santIgnazio di Loyola affonda le sue radici perlomeno nellepoca del Saccheri e del suo quadrilatero: fu infatti con il trattato Euclides ab omni naevo vindicatus, in cui si affronta con una dimostrazione per assurdo il problema del postulato delle parallele, che si posero inconsciamente le basi per le geometrie non euclidee, sviluppate poi nel diciannovesimo secolo da Bolyiai, Gauss, Lobachevskij e, soprattutto, da Bernhard Riemann.
Quinto di otto fratelli, due dei quali morti in tenera et, Werner Opngen nasce in Baviera nel 1864, studia a Gttingen e in seguito prende i voti; pur non disdegnando mai la ricerca teorica pura, specie nellambito geometrico e topologico, il suo ruolo principale fu quello di insegnante in alcuni collegi della Compagnia di Ges. Il solo lavoro matematico di una certa importanza prodotta dal nostro viene subito tacitato dagli ambienti elitari del mondo accademico, con il solito meccanismo del gettare disprezzo sui pensatori non allineati, vieppi cattolici: il positivismo trionfa, la massoneria si compiace, la morale dissennata che unir Darwin e Nietzsche nei grandi orrori del ventesimo secolo sgomita per diventare pensiero unico. Lopera principale di Opngen si chiama Sulle ipotesi che stanno alla base della geometria teologica ed stato pubblicato nel 1902: troppo tardi, quindi, perch David Hilbert potesse includerne i risultati e le idee rimaste a livello di congettura nellelenco dei Problemi stilato in occasione del Congresso Internazionale di Parigi del 1900. Con questo nostro scritto speriamo di rendere parzialmente giustizia al genio di Opngen e di stimolare la comunit di matematici, cos come quella dei teologi, ad approfondirne gli spunti.
Nei primi due capitoli del suo lavoro Werner Opngen fa una attenta disamina delle pagine di Riemann sulle ipotesi che stanno alla base della geometria, da cui attinge, con ogni evidenza, anche il titolo. Parla con cognizione di causa del problema dello spazio e del concetto di variet nestesa di cui lusuale spazio tridimensionale non che un caso particolare; a margine nota anche come questo approccio scardini la concezione dello spazio geometrico come categoria a priori della conoscenza. Dopo aver ripreso ancora una volta le tematiche riemanniane sul problema della misura e dellelemento lineare, Opngen conclude il secondo capitolo con una osservazione interessante: da chiedersi riette quale sia il ruolo di Dio in questa nuova prospettiva geometrica. Mi sono permesso, umilmente, di considerare le teorie di un grande teologo e matematico del secolo XV e di rivederle alla luce dellimpostazione geometrica di Riemann.
Il terzo capitolo, infatti, tratta sommariamente dellopera di Niccol da Cusa e del suo Dio nascosto. Nel quarto capitolo Opngen affronta nalmente largomento che gli sta tanto a cuore...
A questo punto sollevo lo sguardo dai fogli che sto leggendo e mi rivolgo a Monsignore: Sembra veramente stimolante. Non so se un approccio simile era mai stato tentato
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Lui annuisce: Come vedi, nel Cortile dei Gentili stiamo riuscendo non solo ad incentivare il dialogo tra credenti e non credenti, ma anche a produrre nuova scienza. Svincolata dai tecnicismi privi di morale, anzi, ben salda nellalveo della tradizione culturale dellOccidente cristiano, che ha bisogno di Verit, di libert profonda e di amore gratuito. Finisci pure di leggere e dimmi che ne pensi. Tu te ne intendi pi di me di questi argomenti.
Mi immergo nuovamente nella lettura.

... noto dal De docta ignorantia che il processo per cui ci si avvicina indenitamente a Dio paragonabile a quello del moltiplicare il numero di angoli di un poligono inscritto in un circolo. Opngen estende questo concetto alle altre coniche, strizzando locchio alla pi evangelica di tutte, la parabola, con una dimostrazione che, seppure abbozzata, si estende per alcune pagine, e si spinge, alla ne del quarto capitolo e per tutto il quinto (che il pi metasico dellintera opera) ad una trattazione sistematica delle geometrie non euclidee e del loro rapporto con Dio. Si tratta sempre del Dio cristiano, uno e trino: molto suggestivo come per esempio Opngen spieghi il concetto dellincarnazione e della assunzione di Maria -allepoca non era nemmeno un dogma- in coordinate iperboliche, introducendo il concetto di geodetica mariana.
Questo sensazionale libriccino circol negli ambienti gesuiti con una certa difcolt e soltanto nel 1957, dodici anni dopo la morte di Opngen, gener un pollone degno di nota: il giovane matematico francese Grard DAmboise, allepoca appena ventenne, un Galois dei giorni nostri, scrisse un breve articolo in cui riprende sia Cusano che Opngen, sviluppandone le intuizioni alla luce delle nuove scoperte in ambito matematico. Pi specicatamente, un articolo che mette in relazione luniverso come Dio contratto e il teorema di Banach sul punto sso.
Ora io credo che sia arrivato il tempo di dare nuova linfa a tali questioni, anche in luce di una migliore comprensione tra il mondo della fede e quello dei non credenti che ad essa guardano con interesse e rispetto, per il suo indubbio rigore epistemologico e per la sua levatura morale. Proporrei dunque che allinterno del Cortile dei Gentili si creasse un gruppo di lavoro, formato da matematici e da teologi, per discutere delle implicazioni gnoseologiche della geometria teologica. Ad esempio, a partire dal simbolo niceno-costantinopolitano, la necessit di una chiralit intrinseca per denire cosa si intenda per la destra del padre.
Con i dovuti ossequi, mi rmo...
Straordinario! esclamo, riponendo larticolo nella cartellina. Devo immediatamente

prendere contatto con il matematico e organizzare con lui il gruppo di lavoro. Ma nuove sde mi attendono: trivio e quadrivio nel Cortile dei Gentili saranno rappresentati al completo, pertanto controllo lagenda per sapere chi mi aspetta domani.

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Lipogramma in a


Qui allegato trovate il contributo di un celebre enigmista. La sua proposta, sebbene un po estremista, sta incontrando pi dun favore allinterno del Cortile dei Gentili. La riportiamo afnch il lettore possa farsi unidea.
Perch espungere un certo vocoide


Esiste un vocoide, un fono che per dirlo ci si dischiude di molto il sorriso. Lo si emette per stupore, per dolore dei denti, nello svolgersi del supremo godimento erotico, perno quello che non si svolge col consenso del prete, il che invero ben poco degno di Nostro Signore.
dunque un vocoide indice di desiderio inconsulto, scevro di vincoli etici. Qui, in questo mio testo scritto che solerte vi invio, propongo che lo si levi sempre, se si discute con i teologi, e tosto dir il perch. solo questione di rispetto, in fondo: esso pure il simbolo degli empi! Se gli si pospone il termine teismo, per esempio, diviene unespressione infelice, un concetto incoerente e privo di equilibrio.
Dunque deve - o meglio, dovrebbe- essere espunto, perch disconosce Dio, e con lui le nostre origini. Osservo, e lo trovo corretto, che in cortile dei gentili esso non c, perch i gentili sono persone col cervello ben pulito.
Come ottenere un discorso uido dopo lespunzione del detto vocoide? Non difcile e lo

spiego in breve: si nomini Benedetto Sedicesimo pontece invece del termine comune pi corto, intendo quello composto di due suoni conformi luno col secondo e cui simile genitore per privo di tono; i suoi discepoli li si menzioni come clero; il luogo dove tengono i loro incontri e le loro funzioni, come tempio di Cristo. E per quel che concerne il sentimento splendido, quello che procur le sventure dei due celebri riminesi nel cerchio dei lussuriosi, quello che si legge nei sonetti di quel noto inglese del Seicento, s, proprio quel sentimento di cui preti e teologi rendono s stessi testimoni e vessillo, beh! sufciente scegliere il termine fede se coinvolge il solo spirito, sesso legittimo dopo le nozze con lunico ne di emettere prole se pertiene il corpo, ci che Ges ti chiede per il prossimo tuo in tutte le ulteriori evenienze.

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La scuola di Erice


Nel sesto secolo prima di Cristo, nella citt di Mileto, sulle coste dellAnatolia, sorse una scuola che annover grandi pensatori quali Talete, Anassimene, Anassimandro. Filoso della natura, essi si interrogarono sul problema di quale fosse la sostanza primaria che aveva dato origine a tutte le cose e si svincolarono dalla necessit di una teogonia con divinit antropomorfe.
Nel quarto secolo prima di Cristo, ad Atene, Aristotele e i suoi discepoli disputavano sul moto e sulla materia, camminando lentamente, soppesando concetti riniti a rigor di logica attorno alla statua di Apollo Licio: nasceva cos la scuola peripatetica.
Nel ventunesimo secolo dopo Cristo, i moderni loso della natura che vogliono discettare di scienza con rispetto per laltrui credenza si riuniscono alla Scuola di Erice, ed da qui che partiranno le menti pi brillanti per andare a portare il loro contributo laico al Cortile dei Gentili. Ecco ci che ho sentito io, menestrello e cantastorie il cui compito quello di redigere i verbali degli incontri e delle lezioni della Scuola, ad uso di voi acusmatici.
Lambiente, innanzitutto. Immaginate un giardino di profonda dolcezza, un piccolo eden su una rocca che schiude lo sguardo alle rive del Mediterraneo, il quale a sua volta un mare che porta leco di poesie, di disperazioni e passioni, di morte e bellezza. Una vegetazione lussureggiante come uscita dal pennello rotondo di Rousseau il Doganiere raccoglie al suo interno un peripato di pietre antiche. La sapienza vi trova quiete e dimora. Il Maestro della Scuola, Teolo Pseudocrozio, con i lunghi capelli bianchi mossi dal vento e strinati dai pensieri, la pelle combusta dal sole, osserva bonariamente i suoi tre migliori discepoli che, come saccennava in precedenza, si preparano a partire per rendere omaggio alla scienza al cospetto dei teologi e dei vescovi nel Cortile dei Gentili. Si tratta di due giovani uomini, un biologo e un sico, questultimo lallievo prediletto del maestro, che si dice fosse un sico a sua volta; con loro c una giovane donna, chimica, dagli occhi neri e laria assorta. Seduti tra le fronde sorseggiano bevande fresche e discutono con compostezza. Sofoide Eubiotico: Davvero non ho ben capito, o Armnio Uranico, quale sia il punto della tua argomentazione. Potresti spiegarti meglio? devi capire che non sono poi cos avvezzo alle teorie cosmologiche: il mio compito occuparmi della scienza della vita. Armnio Uranico: Certo, Sofoide Eubiotico: ora cercher di spiegarmi meglio. Ci tengo ad un parere schietto sia da parte tua che da parte di Eterea Flogista (la guarda, innamorato) perch ho investito molto in questo progetto. Eterea Flogista: Ti ascoltiamo, Armnio (gli concede il pi dolce dei sorrisi). Armnio Uranico: Partiamo dal problema principale, allora. Come ben sapete, noi tre siamo leggermente menomati dal punto di vista intellettuale e morale.
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Sofoide Eubiotico ed Eterea Flogista (sospirando, in coro) vero. Siamo atei. Armnio Uranico: esatto. E questo, ci stato insegnato dal nostro maestro Teolo Pseudocrozio e ci viene ripetuto ogni giorno da pletore di vescovi, cardinali, teologi, chierichetti graduati e semplici perpetue, pu signicare solo due cose... Sofoide Eubiotico: ...O che siamo atei passivi, e quindi cerchiamo Dio ma non riusciamo ancora a trovarlo, o che siamo atei attivi, e quindi neghiamo Dio per un risentimento nei Suoi divini confronti. Eterea Flogista: Mi sfugge il nesso logico della seconda proposizione. Armnio Uranico: lascia stare i nessi logici. Ci saranno sicuramente. Sta di fatto che moltissime persone credono in una divinit, e quindi noi dobbiamo tenerne conto. Eterea Flogista: qui passi dal non sequitur di prima allargumentum ad populum. Altra fallacia logica, Armnio, non ne usciamo. Sofoide Eubiotico (facendole segno di tacere) ssst, lascialo continuare! Al massimo si sistema tutto dicendo che Dio oltre la logica. Eterea Flogista: ma i tomisti hanno detto... Sofoide Eubiotico: oh insomma, Eterea! vuoi cavillare su tutto? non una formula chimica. Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce. Ecco. Mettila cos (abbassa gli occhi, disgustato) Tacciono per un istante. Eterea Flogista (rassegnata) Vai avanti col discorso, Armnio. Ti ascolto. Armnio Uranico (soddisfatto) Bene! Ecco, per lappunto: se siamo atei attivi ci cacciano dal cortile dei gentili, ma se siamo atei passivi godiamo della misericordia dei prelati, e possiamo farci strada e instaurare un... un... come si chiama? (a Sofoide Eubiotico) Sofoide Eubiotico: dialogo costruttivo Armnio Uranico: ...dialogo costruttivo! Ce lavevo sulla punta della lingua. Ora, io pensavo di approcciare la discussione seguendo due direttive differenti. Ci ho lavorato molto, vi dicevo. Come prima cosa proporr uninterpretazione della costante cosmologica che tenga conto degli attributi divini. Sofoide Eubiotico: non ho capito. Armnio Uranico: difcile scendere nel dettaglio... sappi solo che il valore della costante cosmologica dovrebbe essere correlato alla necessit del libero arbitrio. Eterea Flogista: mi sembra una soverchia stupidaggine. Armnio Uranico: potr esserlo, ma che importa? limportante far vedere ai teologi che siamo disposti a scendere su un terreno comune e che scienza e fede non sono inconciliabili. Sai che Frank Tipler, che di suo un sico, mica la quinta colonna del vaticano, sostiene che la teologia dovrebbe essere una branca della sica? Eterea Flogista: se lo dice lui. Io dico invece che con una teoria del genere non andrai molto lontano, nel cortile dei gentili. Ti cacceranno in malo modo.
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Armnio Uranico (arrossendo) Lo so. Non completa, e forse ha delle falle per quel che riguarda la coerenza intrinseca. Per non parlare dei dati sperimentali. Per in ogni caso c la seconda teoria, che molto pi agile e funzionale. Sofoide Eubiotico (mostrando interesse) E sarebbe? Armnio Uranico (inorgoglito) A-hem, qui non vorrei peccare di immodestia, ma credo... uh, credo proprio di aver fatto il gran colpo! Eterea Flogista: E cio? Hai sistematizzato una relazione tra linferno e i buchi neri? hai dimostrato un teorema di non localit per i dogmi tridentini? Armnio Uranico: meglio, molto meglio! (fa una piccola pausa, per accrescere lattenzione su di s) Ho nalmente unicato la relativit generale con la meccanica quantistica! Sofoide Eubiotico: Bum! No, amico mio, sai che ti stimo ma stavolta secondo me lhai davvero sparata grossa. Eterea Flogista: aspetta, aspetta, Sofoide (con sarcasmo) Lascialo spiegare... Che ti sei inventato, Armnio Uranico? Teoria delle stringhe? Gravit quantistica a loop? Armnio Uranico (intrecciando le mani dietro la nuca e sogghignando) No. La grazia. Sofoide Eubiotico e Eterea Flogista: eh? Armnio Uranico (poggiandosi ora le mani sulle ginocchia, con enfasi) La grazia! Non capite? Lunico tramite tra gli inconciliabili. Il dono infuso da Dio tramite lo Spirito Santo, che rende luomo partecipe del divino, in cui le aporie trovano risoluzione, e quindi anche lincompatibilit di fondo tra relativit generale e meccanica quantistica. Sofoide Eubiotico sghignazza. Eterea Flogista: (stizzita) Armnio, sei un idiota. Sono teologi, non sono necessariamente degli analfabeti o degli sciocchi. Credi davvero che con una cos smaccata... come si dice... Sofoide Eubiotico: ...captatio benevolentiae Eterea Flogista: ecco, captatio benevolentiae, ce lavevo sulla punta della lingua, credi che cos riuscirai a ingraziarteli? Sei un buon sico, Armnio, direi un ottimo sico, ma in questo modo sembra davvero che tu li stia prendendo in giro. Sofoide Eubiotico tace imbarazzato. Armnio Uranico (intimidito) e... e tu che avevi pensato, Eterea? Che cosa racconterai nel cortile dei gentili? Eterea Flogista: ho degli appunti nel mio studio. Potete aspettarmi qui un minuto, nch vado a prenderli? faccio in un lampo. Senza attendere risposta, Eterea Flogista si allontana di corsa, verso linterno della scuola. Armnio Uranico e Sofoide Eubiotico rimangono da soli. Sofoide Eubiotico: Bella ragazza, eh? Armnio Uranico (sospirando) Eccome. Ma mi sa che con quel che ho detto mi sono bruciato le speranze.
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Sofoide Eubiotico: e di, Armnio, non essere cos negativo. Sono sicuro che sotto sotto... s, sotto sotto ha apprezzato, ecco. A Eterea piacciono gli uomini puri di cuore, come te. Quelli che si entusiasmano e partono alla ricerca di nuovi lidi. Armnio Uranico: no, no, meglio che me la tolga dalla mente. A lei piacciono di pi i tipi pragmatici, come... come te, per esempio. Non ci hai mai pensato? Sofoide Eubiotico: A chi, a Eterea? (ride) oh, no. solo una cara amica per me. Anzi pensavo che... oh, aspetta, sta tornando. (a Eterea Flogista, che torna a sedersi con loro) Carissima, hai fatto veramente in un lampo. Eterea Flogista: Uf! Grazie per avermi aspettato. A differenza di Armnio (gli scocca unocchiataccia) non mi sono spinta troppo in l con la grandiosit delle teorie e mi sono modestamente limitata ad un aggancio tra la chimica e la metasica. Dicono che la prudenza sia molto apprezzata in ambito ecclesiastico. Sofoide Eubiotico (con una sollecitudine che insospettisce Armnio Uranico) Ma certo, cara. Cosa hai pensato, dunque? Eterea Flogista (si schermisce) Oh, nulla di che. Una breve disquisizione sulla sostanza. Armnio Uranico (bofonchiando risentito) I soliti sosmi metasici. Eterea Flogista (senza dargli retta) Andr per sommi capi, anche io, giusto per rendere lidea. Innanzitutto analizzo la sostanza dal punto di vista metasico, appunto, come la caratteristica peculiare dellesistente entro i limiti della sua determinazione... Armnio Uranico (borbottando infastidito tra s, ma a voce abbastanza alta afnch gli altri lo sentano) Come mettere delle parole alla rinfusa in una beuta e sperare di ricavarci una proposizione di senso compiuto agitandola per un po. Eterea Flogista (fulminandolo con lo sguardo) Poi passo ad analizzare le caratteristiche scientiche della transustanziazione... Sofoide Eubiotico (entusiasta) Fantastico, Eterea! nalmente un passo importante nel percorso del dialogo tra i due mondi, quello della ragione e quello della fede! Armnio Uranico (sbottando) E che diamine! e poi ero io quello inverosimile? Andiamo Eterea, tu sei una chimica, non ti puoi mettere a giocare a fare lalchimista, ne va della tua dignit professionale, che tinventerai dopo? La pietra losofale per trasformare il piombo in oro? Sofoide Eubiotico (ridendo) E perch no? Quelli sono abituati allacqua che si trasforma in vino, alla cialda che si trasforma in carne, vorrai che si stupiscano? Al massimo, Eterea, puoi dire che il piombo sostanzialmente trasformato in oro, ma gli accidenti non sono cambiati... Eterea Flogista (senza scomporsi) ...inne lascio delle domande aperte sul concetto di essere e sulle implicazioni teologiche dellibridazione degli orbitali. Che ne dite? Sofoide Eubiotico (applaudendo, rufano) Li lascerai secchi, parola mia! Armnio Uranico Bah. E tu, Sofoide, che pensi di raccontare? Sofoide Eubiotico (ringalluzzito) beh, io sono un biologo, e di questi tempi vado di gran moda. Armnio Uranico (tra s) pallone gonato.
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Sofoide Eubiotico (guardando sso Eterea Flogista) Come prima cosa penso di inserirmi nella commissione di bioetica e di dare l il mio contributo. Ho in mente un sacco di dissertazioni coltissime e profondissime sui temi della vita, della morte, del dolore, e poi gli embrioni, le staminali, ho un bel po di scritti in cui ho dimostrato chiaramente come la vita non sia propriet della persona umana bens... Armnio Uranico (completandogli il discorso) ...bens della chiesa cattolica. Sofoide Eubiotico (spazientito) Ma no, di Dio. Eterea Flogista: ma noi in dio mica ci crediamo. Sofoide Eubiotico: lo so, e infatti un po un feticcio, alla n ne quello che conta il parere della chiesa cattolica, quello che vincolante... insomma, io lo faccio per una forma di cortesia nei confronti dei nostri ospiti, andiamo nel cortile dei gentili e che gli diciamo, gi le zampe dal nostro corpo? Eterea Flogista: Hai ragione. una questione di rispetto. Sofoide Eubiotico: non solo di rispetto, Eterea: anche di convenienza. Io ho un contratto a termine, fra un anno non so dove sar, e ho il mutuo da pagare. Me ne andrei allestero, ma sono glio unico, mia madre anziana e sta male e non la posso lasciare cos. Armnio Eubiotico: Mi spiace per tua madre, Sofoide. Beh, immagino che parlerai anche di eutanasia e di testamento biologico, a questo punto. Sofoide Eubiotico: e certo! Sempre in chiave rispettosa del pensiero cattolico, il che vuol dire... Eterea Flogista: ...che per non offenderli facciamo decidere loro. I tre tacciono scoraggiati. Armnio Uranico: Beh, questa la situazione. Fanno il deserto e lo chiamano pace. C poco da fare. Hai ragione anche tu. Magari troverai posto in qualche universit cattolica. Sofoide Eubiotico: quello che spero. Posso sempre disseppellire il saggio che avevo scritto quando mi presentai alla prova di ammissione qui alla Scuola di Erice. Eterea Flogista: Su cosa verteva? Sofoide Eubiotico: Sugli errori di Darwin, che domande. Eterea Flogista: Sarai mica creazionista, Sofoide? Sofoide Eubiotico: fosse cos, magari adesso sarei vice direttore del CNR! No, sono un evoluzionista, naturalmente, per mi sono detto che sai com, latto creativo, il disegno intelligente, ho inlato un po di teleologia dove non era necessaria e ho scritto il tutto. In fondo venuto anche bene, il saggio, sai. Armnio Uranico: Non lo so, Sofoide Eubiotico. Io sono qui perch credo veramente nel dialogo, o almeno mi sforzo, credo di credere, come Vattimo, tu lo fai per convenienza tua personale. Sei pi egoista di un gene. Sofoide Eubiotico: (inorridito) ma che fai, sei matto? Citi Dawkins? Sei fortunato che non siamo ancora arrivati nel Cortile dei Gentili, altrimenti saresti stato come minimo lapidato di male parole e disistima.
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Armnio Uranico: ma non sera detto chi senza peccato scagli la prima pietra? Eterea Flogista: e che centra, le regole esterne sono diverse da quelle interne. Ti si deve spiegare tutto, Armnio Uranico. Sei veramente ingenuo a volte. Armnio Uranico: Scusatemi. Sono rimasto il sognatore che ero da bambino. Suona il cellulare di Sofoide Eubiotico Sofoide Eubiotico (rispondendo) S? S, sono io. Come? Oh, ma fantastico! (sottovoce, rivolgendosi agli altri due) Un mio articolo ha ricevuto una recensione entusiasta da parte di quelli di Scienza e Vita. (tornando al telefono) S, penso di poterlo fare subito. Certo, s. Grazie, e arrivederci. Come? S, s, grazie ancora! (riattacca. visibilmente allegro) Ragazzi, questa s che una bella notizia! (si alza in piedi) Ora bisogna che torni nel mio studio per preparare un altro articolo. Meglio battere il ferro nch caldo, no? (fa per congedarsi) Armnio Uranico (un po invidioso) A presto, Sofoide. E Congratulazioni. Ci rivediamo in giro. Eterea Flogista (ammirata) Sono proprio contenta per te, Sofoide! Te lo sei meritato. Ciao. (lo saluta con due baci sulle guance). Sofoide Eubiotico se ne va e Armnio Uranico rimane solo con Eterea Flogista. Armnio Uranico (imbarazzato) Beh, eccoci qua... Eterea Flogista (ancora pensando a Sofoide) Oh, guarda, sono cos contenta per lui... Armnio Uranico (prendendo un bel respiro) Eterea, io vorrei dirti una cosa... Eterea Flogista: S? A proposito delle tue strampalate teorie? Armnio Uranico: No, ecco, io... Insomma, difcile spiegare... (guardandosi i piedi, rosso in viso) Eterea Flogista: Che c, mi vuoi dire? Armnio Uranico (aulico) Nei tuoi occhi neri, Eterea... Eterea Flogista (passandosi le mani sulle palpebre) S? Ho qualcosa in un occhio? Dove? Armnio Uranico: No, no, Eterea... (prendendole le mani) tu... io... forse noi... Ecco, le formulazioni che sai proporre... il senso che io... no, cio, quello che tu... oh... Eterea Flogista (sospirando) Anche tu mi piaci, Armnio. Armnio Uranico (spiazzato) Ma... ma prima, con Sofoide... io credevo... Eterea Flogista: Sei un buon sico, Armnio, ma di donne non capisci niente. Armnio Uranico: Oh, Eterea... allora io... noi, cio, tu, forse, se... quindi... (riprende il tono aulico) nei tuoi occhi neri... Eterea Flogista (guardandolo languida) Baciami, stupido. Armnio Uranico la bacia con passione.
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Tra il settimo e il sesto secolo prima di Cristo, nellisola di Lesbo, per il morbo della gelosia alla poetessa Saffo gemeva il sospiro, nelle fauci stretto.
Nel primo secolo prima di Cristo, a Roma, il poeta Catullo incitava la sua Lesbia a vivere e ad amare, e a contare come nulla i commenti dei vecchi troppo severi.
Nel ventunesimo secolo dopo Cristo, nella scuola di Erice, il sico Armnio Uranico spazz il morbo della gelosia, abbracci larte di vivere e di amare e si rivers su Eterea Flogista con un bacio, uno di quelli che succhiano lanima e che fanno del sangue una brace e un vischio. Mi parso opportuno inserire questa sottotrama romantica afnch se ne evinca che, a differenza di quanto accade agli atei folkloristici, infelici e soli perch ciechi al senso del sacro, agli atei rispettosi della fede concesso compartecipare della grazia divina e dellamore che muove il sole e le altre stelle. Eterea Flogista (guardando il suo Armnio Uranico con occhi innamorati e persi) Vuoi fare lamore con me, Armnio? Armnio Uranico: (serissimo) Vorrei, mia amata. Ma non siamo consacrati e poi non giusto ridurre lamore alla sola genitalit. Senza contare il necessario dolore della perdita della mia alterit nellatto in cui io mi dono a Dio tramite te. Vieni, guardiamo il tramonto e interroghiamoci sui piani che questo Dio avrebbe per noi. Eterea Flogista: (sospira) Possa il Cortile dei Gentili esserci propizio. Andiamo. Scompaiono insieme tra le fronde.

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Lanci di agenzia

15.14 del giorno 8, CdV. Monsignor S. e Monsignor R. si dicono preoccupati dello scarso clamore che sta avendo liniziativa del Cortile dei Gentili sugli organi di stampa allestero. 16.44 del giorno 8, Roma. Il sottosegretario agli Interni con delega alla Richiusura della Breccia di Porta Pia, on. M.D., comunica di aver avvisato il suo omologo presso la Farnesina afnch si attivino le ambasciate e pongano rimedio a detto scandalo. 08.30 del giorno 10, Ouagadougou (Burkina Faso). Segnalate due diverse iniziative dei missionari presenti in loco per sensibilizzare la popolazione sulle dispute teologiche e culturali del Cortile dei Gentili. 08.45 del giorno 10, Berlino (GER). Il cardinale S.d.F., deputato ponticio ai rapporti con la sudditanza peninsulare nella Santa Sede, in visita presso la capitale tedesca, si compiace dei risultati dei richiami del governo italiano. 17.22 del giorno 10, Venezia. Severo monito del losofo tardoidealista postmarxista Adelmo Giarretta, che avverte contro i pericoli del relativismo e auspica una serena riconciliazione tra credenti e non credenti in base ai valori indissolubili portati dai primi. 17.28 del giorno 10, CdV. Monsignor A., coordinatore del Cortile dei Gentili, invita il losofo tardoidealista postmarxista Adelmo Giarretta, noto ontologo, a prenderne parte.


Una pila di fogli, appunti, imprecazioni e riessioni sofferte si ammonticchiava sulla scrivania dellinsigne opinionista F.L., giornalista di lungo corso e di stringente acume politico. Sospir. Sei notizie, solo sei, nellarco degli ultimi quattro giorni. Perse nel mezzo di insulsaggini: sagre della caciotta, dichiarazioni di capi di stato, acquisti del calciomercato, un uragano in arrivo sui Caraibi, di nuovo tensioni in Cisgiordania. E soprattutto: di queste sei notizie, nessuna che riguardasse lui.
F.L. guard il ritratto di suo padre, la fotograa che teneva sempre con s, accanto al monitor. Si rivolgeva a lui tutte le volte, invero non moltissime, che un dubbio lo assaliva. Bella gura, suo padre, a detta di tutti: politico e docente universitario, gura carismatica della sinistra borghese e colta. Le sue sorelle avevano ripercorso le orme paterne: una era docente di storia contemporanea in una piccola universit, laltra lavorava in un noto museo francese, aveva sposato
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un rampante amministratore della gauche del Midi e si occupava di diritti umani per le donne immigrate.
F.L. era lunico maschio. E in fondo la sua strada se lera scelta e laveva percorsa, era un polemista molto apprezzato in certi ambienti conservatori e pieni di acredine nervosa; aveva donne bellissime e costose. I suoi nemici dicevano che era arrogante, untuoso, perno patetico nel suo arrivismo, nella sua sudditanza, nel suo continuo ricercare un padrone che lo guidasse e lo proteggesse. I suoi amici lo stimavano per la sua intelligenza e la sua tracotanza.
Ma nonostante tutto, dal Cortile dei Gentili non arrivava nessun invito. A lui, che pure si era stracciato le vesti per il tanto fervore, quando listituzione del Cortile era stata annunciata.
Perch non mi chiamano, pap? mormorava alla foto. Perch non chiamano anche me?
Tornava a casa, la sera, si spogliava, cercava di pregare senza riuscirci un dio che aveva le

sembianze di un padrone misericordioso di cui lui era il liberto e guardava fuori dalla nestra come se stesse aspettando un segno. Il senso del riuto gli marciva dentro.
Il giorno in cui meno se lo aspettava suon il telefono, e allaltro capo del lo cera parimenti la persona che meno si aspettava: S.N., la sua nemesi. Letterato e poeta, godeva di un certo riscontro nei salotti pi appaganti. Era un po il suo contraltare: tanto quello era garbato e circospetto nella sua equidistanza, tanto lui sapeva ridere sguaiato delle fregole altrui. Da quanto tempo non si sentivano? Oh, a dire il vero si frequentavano per lavoro, incappando mal volentieri luno nellaltro sei o sette volte allanno. Ma da quanto tempo, si chiese F.L., non si sentivano senza che ve ne fosse loccasione ufciale? Forse addirittura dai tempi delluniversit. Primi anni Settanta.
Carissimo ment il poeta so che non ti aspettavi questa telefonata. Ma sai, cpita che io abbia bisogno di te. Hai presente il Cortile dei Gentili? Ges. F.L. si rattrapp sulla sedia, aspettandosi da un momento allaltro una pugnalata tra le scapole. Sono stato invitato a dare il mio contributo cinguett per lappunto linfame, con tutta la studiata noncuranza di cui era capace. Verme.
Me ne compiaccio, carissimo sputacchi il giornalista, stillando invidia da tutti i pori. Ma poi pens: se questo stronzo mi chiama per dirmi che ha bisogno di me, e lui stato invitato nel Cortile, vuol dire che posso agganciarmi a lui per entrare. Cambi subito tono e divent quasi cordiale: In cosa posso esserti utile?
Ah, vedi, F. si lagn il poeta, con quel tono molliccio sto scrivendo una cantica per loccasione, e vorrei che tu me la introducessi. Una prefazione, due righe di buon viatico, insomma, sai, io non sono molto avvezzo a parlare con i preti, mentre tu ultimamente sei... hmm... come dire... Il loro maggiordomo? sghignazz F.L., ironizzando su uno dei tanti epiteti di cui lo fregiavano i suoi nemici. Uh, non intendevo questo bofonchi S.N., vergognandosi, perch naturalmente voleva dire proprio cos Ma sai, visto che tu sai sicuramente come muoverti, e ti sei
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fatto portavoce di molte istanze vaticane nei tempi recenti... ecco, io mi chiedevo se magari potessi... in nome della nostra vecchia amicizia...
F.L. si gratt la pancia per trarvi ispirazione, come facevano gli aruspici un tempo con le viscere delle bestie. Era stato comunista, socialista, onesto, craxiano, anarchico, teocratico, ateo, devoto, ateo devoto, intimo del Sultano, era stato Mercuzio, Sheherazade, Messalina, volente, nolente, lirico, tragico, apostolo del messia, apostolo di un altro messia, di nuovo socialista, infelice, infausto, antiabortista, ostile alla gravit e alleliocentrismo, liberista atlantico, pacico mai, talvolta nei momenti di crisi era stato perno se stesso, e ora gli toccava fare da chaperon intellettuale a un idiota privo di degno talento e non abbastanza ammanicato.
Ma si pu?
S, si pu fare rispose affabile Mandami al pi presto questa tua... questa tua opera, e vedr di mettermi al lavoro anche io. A presto, mio caro. S, a presto.
In capo a due ore e mezzo, nella sua casella di posta appariva il primo canto di unopera in terzine. Il giornalista guard la foto di suo padre, e la foto di suo padre guard lui, e si sorrisero di rimando.

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Diario del teologo


Quella di ieri stata una giornata faticosa. Le vicende del Cortile dei Gentili mi hanno tenuto impegnato sin dal mattino: si sono presentati tre giovani scienziati provenienti dalla scuola di Erice, ciascuno pieno di energie e di spunti di riessione. Anche noi eravamo in tre, per loccasione erano accorsi due cari colleghi domenicani, anchessi teologi. Abbiamo apprezzato soprattutto il fervore visionario, da vero mistico della scienza, di questo sico teorico che si chiama Armnio Uranico.
Gli incontri e gli scambi culturali si sono protratti per tutta la mattina e buona parte del pomeriggio, appena intervallati da un breve pranzo che stato servito, con la solita impeccabile solerzia, dal mio buon ragazzo muto. La sera mi sono coricato presto, stanco morto. Ma non ho potuto dormire subito: m stato necessario trascorrere quasi unora e mezzo assonnato e forzatamente sveglio, buttato sul letto come un cencio, per scrivere un piccolo resoconto con dei commenti a margine che avrei dovuto consegnare a Monsignore stamani.
Sono andato nei suoi appartamenti immediatamente dopo aver fatto colazione. Lho trovato raccolto in preghiera; m stato detto di attendere e cos ho fatto, passeggiando nervosamente su e gi davanti alla porta chiusa. Quando inne mi stato concesso di entrare ho trovato il prelato particolarmente placido e disteso: una punta di rossore sul naso, per, tradiva la leggera emozione di cui mi avrebbe reso partecipe in seguito. Ma procediamo con ordine.
Che te ne pare? mi chiede. Che ti sembra di questo Cortile dei Gentili? Siamo abbastanza appetibili? Attiriamo i giovani? E il mondo della cultura, nel suo complesso? Lo so che cosa vuol sentirsi dire, e difatti glielo dico: Poco importa di quello che certi soloni materialisti possono strepitare: noi abbiamo la Verit, e la Verit ci render liberi. S, s taglia corto lui ma non tanto questo... ecco, vedi, le notizie sul buon procedere degli incontri sono arrivate alle orecchie del Santo Padre, che se ne compiace Molto bene, direi esclamo io. Lui prosegue: Sai, in questi giorni impegolato con un caso di malversazioni in un collegio tedesco. Questa masnada di giovani Trless sprofondati nel vizio, non hai idea di quanto si debba fare per far quadrare i conti, dal punto di vista morale e dimmagine. Cos sapere del buon successo della nostra iniziativa lo mette di buon umore, lo rinfranca... e stamattina presto mi arrivata una telefonata... oh si interrompe, la voce strozzata dallemozione era il Suo segretario particolare. Dice che... che... si blocca ancora. Suda leggermente sopra il labbro. Si asciuga con un fazzoletto di seta. Dice che sarebbe opportuno anche da parte nostra fare un passo importante nella loro direzione. Il Santo Padre vuole riabilitare qualcuno. In fondo c da capirlo: il Suo predecessore ha proclamato carrettate di santi e beati, si gloricato ammannendo scuse per le colpe passate, specie quelle molto passate, tanto scatta la prescrizione e le vittime non si possono pi lamentare o portarci in giudizio, non cindurre in cassazione ma liberaci dal male, e... E chi vorrebbe riabilitare? mi informo io, interrompendolo. qui per lappunto che Sua Santit chiede il nostro umile parere dice Monsignore in un sofo.
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Mi siedo, perch vacillo.


Questa davvero una grande responsabilit. Indirizzare il pensiero cristiano romano cattolico apostolico eccetera dimodoch i nemici di ieri diventino gli amici di oggi e di domani, e anzi ci si renda conto che erano amici anche prima.
Possiamo muoverci in qualsiasi ambito? chiedo. Tendenzialmente s risponde il mio superiore, riportando le disposizioni che promanano direttamente dal calzatore della sacra pantofola purch non sia nulla di troppo smaccato, del tipo niente dittatori Nemmeno quelli dellAmerica Latina? obietto io In fondo erano buoni cattolici. Nah, non li abbiamo osteggiati abbastanza quanderano vivi dice il vescovo, scuotendo mestamente la testa Che ne so, gli argentini? Ma lo sai che il nunzio apostolico Pio Laghi giocava a tennis col capo dellEsma, la scuola militare dove passarono pi di 5000 detenuti, il 90% dei quali desaparecidos? vero ammetto. Il prelato incalza: E le Madri di Plaza de Mayo protestarono nellindifferenza generale, ivi compresa la nostra, per anni... Oppure prendi Pinochet... nel 1999 Sodano, che era stato nunzio apostolico in Cile durante la dittatura, pardon, durante gli anni di regime diversamente democratico, peror contro la sua estradizione in Spagna e pure Giovanni Paolo II chiese perdono in sua vece. Che si fa, ci sputtaniamo cos? Che c da riabilitare? Li abbiamo mai osteggiati apertamente, come istituzione? C stata la Vicaria de la Solidaridad, vero. Quelli si sono sbattuti. Hanno rischiato in proprio. Per era la Chiesa locale... mi sa che noi, come Vaticano, siamo stati, ehr, troppo diplomatici. No, no, storia troppo recente. Qualche rompicoglioni che si ricorda ancora c. E poi io pensavo a qualche personaggio di facile presa mediatica, che piaccia al pubblico...
Mi butto su un argomento pi leggero e frivolo: I Beatles? Riabilitiamo i Beatles. Peccarono con uno stile di vita dissoluto e millantando di essere pi famosi di Ges, riabilitiamo loro propongo.
Gi fatto, ne ha parlato lAvvenire, tessendone le lodi, dicendo che non erano poi cos male replica Monsignore, scuotendo di nuovo il capo E sai cosa ha avuto lardire di commentare Ringo Starr? I couldnt care less. Non gliene pu fregar di meno! Ma ti sembra una risposta rispettosa? No, un esempio del genere va a detrimento della causa del Cortile dei Gentili.
Ci penso un po su. Ha ragione: e poi i Beatles sono un simbolo troppo labile. Ci sono dico Riabilitiamo Friedrich Nietzsche. Mi guarda come se avessi bestemmiato Dio, Ges, lo Spirito Santo, la Madonna e un po di altri personaggi sacri di contorno. troppo presto! grida, e quasi si strozza Nietzsche in programma che lo si riabiliti tra due o trecento anni, quando diremo che sempre stato un cristiano attento alle radici del suo credo, e che il solo fatto di aver intitolato una sua opera Genealogia della morale ne fa una gura attenta alle istanze che scuotono il cuore dellessere umano, troppo umano... s, Nietzsche lo riabiliteremo, ma in un futuro. Pensa a qualcun altro...

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Decido di rimanere in ambito losoco. Epicuro? Che ne dice di Epicuro?
Epicuro? No, Epicuro no. Sar pure un fautore del piacere catastematico, ma sempre di piacere si tratta. E non vincolato a Dio. Sia anatema!
Ma forse sarebbe un punto di forza cerco di ragionare dal canto mio unapertura inaspettata, no? Santo cielo, amico mio! esclama lui, esasperato Siamo la Chiesa Cattolica, le vestigia della tradizione, sei tu stesso a ricordarlo. E poi Epicuro, chi mai lo conosce? Qualche umanista debosciato, due o tre studentelli. Trova un personaggio pi caratteristico, pi complesso e tormentato, e che sia appartenente alla cristianit.

Mi scervello. Un antieroe complesso e tormentato. Magari compartecipe delle umane sorti e con dei problemi edipici nei confronti di Dio. E che non sia Ges. Alla ne trovo una soluzione: Ivan Karamazov?
Il mio capo sbotta: Eh no, Ivan Karamazov no. russo, se la sbrighino un po gli ortodossi, che centriamo noi? E poi vivaddio, il personaggio di un libro. Che dobbiamo fare, ci mettiamo a trattare i personaggi di fantasia come se si trattasse di persone reali?
Beh, reale o ttizio far mica differenza? Trattiamo un sacco di personaggi ttizi o solo verosimili... provo a ribattere, ma non sono mica tanto convinto che sia un argomento di facile presa.
No, no, no. Ivan Karamazov no. Niente letteratura. mi stronca Monsignore.


A questo punto la situazione si fa veramente spinosa. Non resta che puntare alto. Propongo: Riabilitiamo Giordano Bruno?
Silenzio. Mezzo minuto, non di pi, di un silenzio eterno come una pena infernale. Alla ne Monsignore riemerge dai suoi pensieri di tregenda. Si mostra interessato. Continua mi dice, con una voce che sembra un tentacolo rovente.
Brividi da febbre terzana mi rigano la schiena ma ormai sono in gioco. Perch no, monsignore? rilancio Un uomo di Chiesa che ha pagato le proprie convinzioni con la morte. Ma lo abbiamo bruciato noi! strilla lui. Questo alternarsi di toni suadenti e scoppi disteria mi sta logorando, non so pi come muovermi. Che diremo in giro? ah no scusate, si trattato di autocombustione ? geme. affranto. Provo allora a imbastire un discorso sensato e in linea con il magistero.
Potremmo sempre dire che nel pensiero della Chiesa c sempre stata in nuce la teoria delluniverso innito e dei molti mondi, che sono i motivi per cui abbiamo mandato Bruno al rogo spiego ma che per un difetto di esegesi la cosa non passata... che ne so, se invece di averli chiamati inniti li avesse chiamati transniti, come fece Cantor con gli insiemi secoli dopo su consiglio del SantUfzio, per non confonderli con attributi divini, ecco, anche Giordano Bruno si sarebbe salvato...
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Lalto prelato mi guarda perplesso. Devi lavorarci sopra mi concede, benedicendo la mia iniziativa con un cenno della mano e mi raccomando, datti da fare. Ah! Ti rendi conto? si infervora adesso Giordano Bruno! Un simbolo del libero pensiero. Un faro dei laicisti senza pudore! E ce ne appropriamo noi! Ah ah ah!
entusiasta. Anche io sono pi sollevato. Non resta che far partire loperazione. E questa volta saremo perno immuni alle eventuali critiche di Ringo Starr.
Dio, quanto mi piace questo lavoro.

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Canto dellintellettuale letterato e poeta S.N.


Teoria e pratica del bel mondo e dei suoi costumi: Canto I



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Se solo, Muse, ascoltarmi poteste per voi sarei come un umile aedo del viaggio che feci nel mondo celeste ch daltra grazia io pi non vi chiedo. Ma poi che lEllade venne dismessa e n vostra vece un altro Dio vedo a Lui dimando con lanima fessa Guidami a dire dei acchi, dei forti la storia che so che ai fedeli interessa or che son schiuse ai gentili le corti. Io mi aggiravo tra i sogni e le brume simili a quello che il regno dei morti quandecco che scorsi un ebile lume sgorgar dalla bocca dun vieto pertugio. Troverai genti pasciute dacume una voce mi fe; Vai, senza indugio. Fu s chentrai nel mondo dincanto dove le anime trovan rifugio che dessere insieme menano vanto e l conformismo qui regna sovrano tutto ovattando dun umido manto. Quale un amalgama sacro e profano qui vi son sterpi meschine o potenti volti che infestano il suolo italiano e non si vorrebbe che fosse altrimenti: io mavanzai dunque verso la prima e chiesi chi fossero mai quelle menti. Son tutte persone ben degne di stima! quella mi fece, lisciandosi il petto io per esempio son detto La Cima pel mio sapere preciso e perfetto. Questo sodale che scorgimi a lato
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invece ha il potere qual solo diletto e lo amministra con modo garbato. Ostili ci accusan: siete una cricca! voi siete eversori del povero Stato! ma noi sappiam che non che ripicca per esser esclusi dal giro migliore. Siam gente del clero, o nobile, o ricca usi a sgusciare nel mutuo livore; dobbiamo godere dun ego narciso e poco ci cale del vostro pudore. Vuolsi cos che sia un Paradiso? chiesi sperando non esser banale. Leden ambto rispose, deciso, in verit solo quello scale! e rise poi con locchio rapace quello celeste, che gi non male, guadagneremo con supplica audace a tonache amiche, amanti Mammona, cappucci massoni e vestiti dorbace, chapprezzano assai la razza padrona. Di questo eloquio ancor si compiacque come fa un re duna nuova corona. Poi, pari allocean che gona le acque sotto limpulso dei venti malvagi disse cos, al che lanima mia tacque: Ben da prima che arrivassero i Magi noialtri dettiamo quella ch legge: nostro il potere, noi dietro le stragi, nel nostro capriccio il mondo si regge. Sol ci necessita, a nostro baluardo, placido e stupido un debito gregge. Vedi laggi disse, e l seguii col guardo torme saffannano; nti ribelli strepitano invano al fato beffardo, e laggi invece ci sono pur quelli che pregano idoli, il culo alladdiaccio: fuoriusciti dai sonetti del Belli, dal salace argomentar del Boccaccio, dai puri tormenti del Pasolini, piagati con lanima come straccio
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mentre son pronti a impetrar vaticini e a dir speriamo! preghiamo li santi! e le madonne, ed i gesubambini! che rendano grazia a noi questuanti alle coscienze piccate o dischiuse. Non grandioso? Tu scrivi, tu canti di queste genti che non hanno scuse eppur sammazzan per essere servi. Poi col carisma che fu della Duse sincammin ed io coi miei nervi tremanti nellaria dietro gli tenni. Foste mai stati, voi, cos protervi, gelidi quanto le nevi perenni da provocare rivolte o sommosse contro voi stessi? Rosso divenni quando lo chiesi, temendo percosse. Ma lui sorrise, e mi disse, soave: che male sarebbe, quandanche fosse? molte son lanime docili e ignave: se l vento muta, (e noi lo mutiamo, appreso labbiam a far in Conclave) tutto ritorna qual noi lo vogliamo. Poco vuol luomo per esser felice: glinventi un dio che dica ti amo mio dolce creato. Ti sono radice: fa questo, fa quello, avrai la clemenza. Questo anche lanima pi peccatrice capisce e rinuncia ad altra sapienza. Considera ora -t scandalo, forse?- : Dove c fede, occorre coerenza? Io concordai, e la man che mi porse tosto accettai per seguirlo al suo mondo. E fu cos che l mio occhio saccorse di quello che l cuore nel suo profondo gi da lungi suggeriva, sommesso. Vera chi negava ad un moribondo la sola dignit desser se stesso o chi per dogmi di fede feroci strali lanciava sul libero sesso. Passammo poi con i piedi veloci
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sul malaffare ch marcio e diffuso, 114
che ama i silenzi ben pi delle voci
e dissi al mio mentore: son confuso,
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che posto questo, chio vedo s unto ma ero dogni suo singolo abuso? No, non lo dire, ma dammi uno spunto: che sia lArcadia, questottima terra ove il civismo inne in disuso? Quella che ai miseri muove la guerra moral civiltade la si ritiene? Egli rispose: La mente tua afferra che siamo al di l del male e del bene! Questa la terra ove non ci sindigna: rubiamo e poi condoniamo le pene! Assai pi dozzinale che maligna, ama i sovrani, quandanche sian tron, qui l magistero singrassa ed alligna, di qui traiamo i forzieri rigon, speme e gaudio e legittimazioni: questa la patria dei nostri trion. Io mi convinco e mi metto bocconi: Mai si dileggi questepoca buia! Amo esser servo di tali padroni;

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ed al vincitor: sia gloria, alleluia!

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Interludio - Lettera del giornalista F.L. al suo defunto padre

Caro pap,


oggi ho avuto modo di leggere il primo canto dellopera di quellidiota di S.N. Lopera, dice, verter su un suo fantomatico viaggio da esterno nei meandri della fede e della religione applicata. Devo confessarti che sono confuso. Alla ne si capisce che uno dei nostri, o almeno singegna a sembrarlo, ma in principio ho avuto i brividi di disgusto e di disagio che sempre mi vengono quando sento puzza di orazione civile. Per fortuna non ha nominato esplicitamente la maa, altrimenti il disastro sarebbe stato completo. Gli ho telefonato, a S.N., dopo aver letto il suo lavoro. Gli ho detto: Senti, il rischio di venire frainteso che stai correndo eccessivo. Se ti sputtani tu mi sputtano anche io. Tu potrai anche fare lintellettuale indipendente, il non organico, ma io no, ho dei limiti di ruolo. Sono stato franco con lui, pap. Ma ho anche cercato di essere generoso e di venirgli incontro. Anche questo me lhai insegnato tu, ricordi? Avevo undici anni, era il periodo in cui andavamo sempre in vacanza a Madonna di Campiglio col giudice R. e la sua famiglia. Anche a casa li frequentavamo. Suo glio Tommaso aveva la mia et e mi chiedeva sempre di fargli i compiti, perch non voleva deludere la sua famiglia ma a scuola non era un granch. Io non sapevo come comportarmi. Ricordo che tu mi dicesti: farli al posto suo disonesto; studiare insieme a lui, afnch si metta in pari col programma e capisca dove sbaglia, segno di generosit. Cos mi ero proposto di fare oggi con S.N. Scrivi qualcosaltro, cazzo, unintroduzione di tuo pugno, che certichi la tua volont di dialogo e di ascolto. Non lhai letto il pamphlet del barone dHolbach sullarte di strisciare? Lho letto, ma quello un testo satirico ha risposto limbecille, peraltro correttamente. Ma non ha nessuna importanza. Fallo lo stesso. Striscia. Impegnati. E compiaciti di strisciare. C poi bisogno che tu ti inserisca nel cupio dissolvi della cultura di corte contemporanea, sei troppo vitale anche quando ti atteggi a servo gli ho replicato io. Lui se ne stato zitto per un po, sentivo quasi i suoi pensieri scricchiolare nella testa come parti di un ingranaggio. Posso scrivere una lauda. Te la mando quanto prima, va bene? ha proposto inne. Ma io ho tagliato corto: senti, ti scrivo io qualcosa. E tu lo rmi. Che ne dici?
Mi tornato in mente Tommaso il glio del giudice, pap, ma tu mi capiresti: c un tempo per essere integerrimi e un tempo per essere accettati. Ora il tempo di essere accettati.
F.L. si ferm con la penna a mezzaria. Scriveva sempre le sue lettere a mano, quando il destinatario era il padre. La stanza era sempre uguale a se stessa: tanti libri, qualche riconoscimento appeso. Un riesso sulla nestra dava di rimando il ghigno che aveva reso F.L. celebre, oppure la sua aria aggrottata. Fuori dalla nestra si intravvedeva il viottolo nel cortile e, talvolta, nelle luci crude della sera, lultima donna presa a nolo che se ne ritornava da dove era venuta.
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Una nestra sul Cortile (dei Gentili)

Riprese a scrivere. Ho scritto dei versi e li ho accartocciati e buttati via. Tu eri un poeta migliore di me. Io a

tratti sembravo Bondi: una mescolata di sostantivi e aggettivi scombiccherati ma pomposi, neanche un verbo perch i verbi sono la colonna vertebrale del discorso e non giova al cortigiano avere una schiena dritta. Alla ne non so se scriver qualcosa. Per sai, sento il lezzo dolciastro della condiscendenza, della consorteria, e scopro che mi piace. Non male, pap. Spero di essere stato comunque un buon glio.
Ti abbraccio, F.


La luce del crepuscolo calava anche sullintellettuale e poeta S.N., in una via non lontana, nella stessa citt grassa e stanca. Dopo la telefonata con il suo vecchio nemico, che pure aveva accondisceso a fargli da mentore, si era ritirato in un angolo a scrivere versi, pieno di sconforto. Mise insieme un paio di sonetti, dei cachinni sparsi verso la sua ex moglie, che non ci stavano mai male, ma la lauda non gli veniva. Chiss, magari avrebbe potuto imbastire qualcosa in versi sciolti. Rimugin per tutta la notte, e il mattino dopo era ancora l che rimuginava.
Il noto polemista e giornalista chiuse la lettera in una busta e la ripose nella scatola in cui

conservava le altre. Oramai tracimavano nei cassetti come una muffa su un vecchio cacio.

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Diario del teologo


Che avevo detto? Che mi piaceva questo lavoro? e certo, perch non avevo ancora incontrato la signorina Elisabetta D., ma mi chiami Betta, sociologa e veterofemminista in crisi. Era una bella giornata dinizio estate e me ne stavo a godermi il fresco del chiostro con le Confessioni di Agostino sulle ginocchia e un t freddo sul tavolino. La visita di Madame era prevista solo per lindomani, nel pomeriggio avrei avuto un brieng con Monsignore e quindi approttavo della mezza giornata di riposo per meditare su letture signicative.
E invece, lundicesima piaga biblica, Iddio mi perdoni laccostamento, entrata come un ciclone e ha scompigliato tutto. Mi scusi mi scusi mi scusi ha esordito ma proprio non ce la facevo ad aspettare. Essendo oramai in ballo lho fatta accomodare, ho battuto le mani, il mio servitore muto arrivato di corsa e le ho fatto portare un altro t freddo. Che dovevo fare? Si sieda, carissima, mi dica. A cosa debbo questa visita fuori programma?
Ho una spina nel cuore ha detto lei, premendosi il (peraltro generoso) petto con ambo le mani. E di che si tratter mai? le ho chiesto, sorridendo per tranquillizzarla. Molte spine, in realt ha risposto, ed era tutta un gemito di sottofondo, a tal punto che ho temuto si sentisse male sicamente. Ma ci non era, il malessere era solo spirituale, come ha avuto modo di raccontarmi. Si stava preparando delle letture per la discussione sociologica che avrebbe dovuto allestire nel Cortile dei Gentili quando aveva notato alcune cose che lavevano fatta agitare. La lista dei partecipanti, per esempio. Sono tutti maschi, a parte me, questa chimica che si chiama... si chiama... uh s, Eterea Flogista e poi unaltra tipa che non ho mai sentito nominare, tale Sciantl Palumbo, anni 22. Chi , che fa? e che esperienza pu avere?
Cerco di dissimulare il mio imbarazzo. La signorina Palumbo in quota governo dico a mezza voce. Madame strepita come unossessa: in quota governo? e che vuol dire in quota governo? Eh, in quota governo vuol dire che ci stato chiesto, gentilmente... Da parte di chi? del governo? s, del governo... ma non ufcialmente, mi capisca... stata solo una richiesta... un favore informale tra amici... balbetto io, che odio queste cose, ma proprio con tutto me stesso. Favore informale tra amici? mi scimmiotta Madame, come se io fossi fesso, o se lei fosse fessa, o se non si fosse ancora capito bene chi fesso non . Comunque la signorina Palumbo una persona seria, preparata... struppolina (una sorta di velina, mi dicono) su Teleguappa e studentessa modello di Scienze dellIntercomunicazione Teologica allUniversit Miliziana del Cristo Risorto e delle Sue Sante Piaghe spiego. Una santa, insomma. Ordine delle Monache Certosine, anzi, Villacertosine sbuffa lei, acida. Non una battuta opportuna e glielo faccio notare, con tutta la delicatezza di cui sono capace. Madame deve sapere che ci sono delle linee gerarchiche da seguire e delle ruote da ungere. Forte di questa esperienza nel Cortile dei Gentili, Sciantl Palumbo avr presto un posto in una qualche giunta provinciale, o addirittura un seggio al Parlamento Europeo,
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noi avremo nuove prebende statali, i laici seri approveranno il mutuo rispetto e quindi il caso che la signorina Elisabetta D., e se proprio vuole la chiamo Betta, non rompa troppo i cabasisi, per citare quellinveterato comunista di Camilleri, uno dei non eletti e nemmeno chiamati che in questo Cortile non metter mai piede, sebbene Monsignore si sia guardato tutto Montalbano in tiv. Anche Madame, comunque, un tornaconto lo avr, ne stia pur certa. Il plauso sociale della gente che conta, una casa in centro a Roma, una cattedra da qualche parte.
Ma ecco! Vede? A parte noi tre, e mi creda, date la mia storia e le mie battaglie, faccio fatica a mettermi nello stesso gruppo con una Sciantl Palumbo anni 22, non c presenza femminile adeguata. Io credo che questo sia un retaggio della cultura maschilista che da sempre permea il cristianesimo e la chiesa cattolica conclude, la petulante. Per fortuna mi ha appena alzato un assist comodissimo. Ma mia cara, mia cara signora! esclamo, allargando le braccia e il sorriso in un moto di cordialit Come pu proprio Lei, che una sociologa cos attenta, cos stimata per il rigore con cui attinge alle sue fonti, riportarmi le accuse pi laide e infamanti della propaganda laicista? Mi sporgo leggermente in avanti, sfoderando un fascino da Uccello di Rovo e sbirciandole di nascosto nella giunonica scollatura - sar anche vetrerofemminista ma il reggiseno non lha bruciato, stamattina. La Chiesa sempre stata assolutamente rispettosa della dignit della donna. Un rombo sordo di un tuono lontano fa da traino allarrivo di un temporale. Sentendomi caricato dallelettricit dellaria, proseguo.
Pensi al ruolo fondamentale che ha la vergine Maria nel mistero salvico di Ges Cristo e mi segno. Madame, dopo qualche esitazione, si segna pure lei. L nella pienezza del tempo dove Dio si fa carne! esclamo nellessere madre di Dio ella realizza la predestinazione soprannaturale allunione col Padre elargita ad ogni uomo! Di questo parliamo quando parliamo di pura grazia...
La svampita mi interrompe con uno sguardo perplesso. Sar. Ma la gerarchia tutta maschile; non permesso alle donne celebrare messa, tanto meno diventare Papa, se si esclude il caso della papessa Giovanna che manco si sa se sia esistita davvero
E che siamo diventati, luterani? anglicani? eretici come Lutero o lussuriosi irredenti come Enrico VIII, che poi, guarda l, non che alle sue varie donne ci facesse fare una gran bella ne? sbotto. Lei si fa insolente: Ma non voglio parlare delle altre confessioni. Restiamo a voi. Se ha presente la prima lettera di Paolo ai Corinzi e il triste e ormai obsoleto ruolo della sessualit che vi si rafgu...
Ma insomma, signora mia! mi scandalizzo Non vede che impastoiata dalla foga isterica di voler leggere i testi in modo letterale? No, no, no, non ci siamo, non ci siamo! Il cristianesimo sempre stato rispettoso della dignit femminile. Punto. Tant che, per esempio, Sua Santit Papa Paolo VI annover tra i dottori della Chiesa Santa Caterina da Siena e Santa Teresa di Ges! E pensi al Cristo con ladultera, o con Maria di Magdala! Le pare poco?
Non che mi convinca pi di tanto pigola la stronzetta, evidentemente con la testa ancora intrisa di slogan come n puttane n madonne - solo donne.
Hmmm... vediamo allora... Conosce il concetto di Theotokos, Madame? chiedo, melliuo. Col concetto di Theotokos ho fatto stragi di cuori femminili, in passato.
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Pi o meno fa lei, accigliata e pronta tuttavia a sorbirsi la lezioncina, in nome del rispetto che lha portata qui.
Vuol dire Madre di Dio. Pensi che fu materia di dibattito al concilio di Efeso nel 431. Allepoca le questioni cristologiche erano allordine del giorno. Si ritrovarono di fronte due fazioni, una capeggiata da Nestorio, patriarca di Costantinopoli, che sosteneva che Maria fosse solo madre di Cristo, ossia Christotokos... tali teorie furono tacciate come degne di anatema dalla fazione avversa, poi risultata vincitrice, che sosteneva che la Vergine fosse Theotokos, ossia madre di Dio, perch il Verbo nato secondo la carne; questa fazione era guidata da Cirillo, patriarca di Alessandria sciorino compunto.
Cirillo? squittisce la smorosa, con sarcasmo telefonato quello che fece distruggere la colonia ebraica di Alessandria e si be nel vedere i parabolani scarnicare viva Ipazia?
Zitta, costola! penso io. Che ti metti a tirare in ballo? Dove le hai lette queste cose? scabroso alle donne studiar, son delluomo la disperazion.

Non possiamo dire quanto Cirillo soffr intimamente del clima di violenza che appestava la sua citt... sono pi che convinto che soffr anche del rogo della biblioteca di Alessandria... non dimentichi che un vero cristiano permeato dAmore, e Cirillo era un vero cristiano, tant che stato fatto santo e Padre della Chiesa e fu denito, comebbe a ricordare Sua Santit Papa Benedetto XVI, custode dellesattezza, ossia della vera fede. E comunque bisogna considerare le cose nel loro contesto. La morale dellepoca. S, cio, la morale della Chiesa unica ma... oh cielo, non mi faccia divagare: andiamo avanti, ne conviene?
Andiamo avanti concede Madame sono proprio curiosa.
E allora pensi a Maria! torno ad infervorarmi alla sua partecipazione nella missione di redenzione dal peccato! dalla triplice concupiscenza, quella degli occhi, quella della carne e la superbia della vita! E invece con Maria inizia la nuova, e denitiva, Alleanza di Dio con lumanit mi compiaccio Sicch Maria la donna, archetipo del genere umano, che si unisce sia con Dio che con il Figlio, ossia col Dio fatto uomo.
Le parlo del duplice ruolo della maternit e della verginit come dimensioni della vocazione

femminile, entrambe degna e sola rafgurazione dellamore sponsale. Io non sono n vergine n madre obietta la rompicoglioni e mi sento donna ugualmente. S, ma incompleta ringhio, forte della mia Verit che far libero sia me che tutti gli altri. Provo a farle il gioco delle tre carte col valore del dono di s, con tutto il rancore di eunuco che si fatto tale per il Regno dei Cieli, non come Origene, sicamente, ma nello spirito s, quasi sempre, e mi metto a instillarle il senso della dignit di donna che non pu ritrovare se stessa se non donando lamore al prossimo, perch in questo si esplica la sua femminilit. Sappia, Madame, che la procreazione segno della cooperazione con la potenza creativa divina! Sappia che Dio le ha afdato lUomo in modo particolare!
Uh, a me? che delizia sorride lei, civettando. Civettando? Ma come si permette. Va bene che la carne il cardine della salvezza, lha detto anche Tertulliano, ma adesso non esageriamo con le tentazioni.
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Vado avanti per una buona mezzora, cercando di sopire la Simone de Beauvoir che si agita nelle forme goderecce di questa sventurata. Che poi, da femminista, non dovrebbe essere acida, incazzata e con le tette rinsecchite? Non c pi uno straccio di clich degno di tal nome, al mondo. Segno evidente della corruzione dei tempi. Dopo averla ubriacata con le mille virt della Vergine Maria, Mater misericordiae, advocata nostra, ora pro nobis, passo a Chiara dAssisi, a Teresa dAvila (e qui, sullestasi, mi becco di rimando una sonora risata: ma si pu, dico io? e questo sarebbe il rispetto?), a Edith Stein e... e... e insomma, alla ne arrivo esausto e Madame Elisabetta D., e col cazzo che la chiamo Betta, ancora non fa una piega. Anzi, ben compita come una collegiale, mi apostrofa e mi fa: Tutto bello, tutto bello. Gran discorso sulla dignit della donna e sui pericoli della mercicazione del suo corpo nella societ di oggi. Bene. Vogliamo parlare delle vostre intrusioni nel corpo femminile?
Sbianco. Intrusioni, intrusioni... no, non pu sapere dei miei intrallazzi privati. Devessere una lippica sullingerenza pubblica della Chiesa Cattolica di cui, umilmente, mi onoro di essere un degno rappresentante.
Vogliamo parlare di tutte le storie che state facendo sulla pillola abortiva? su quella del giorno dopo? pure su quella del giorno prima? eh? vogliamo parlare della vergognosa campagna per lastensione al referendum sullabrogazione di quello schifo di legge 40? ne vogliamo parlare? inveisce.
Ma signora mia! ribatto, fremendo di sdegno nostro precipuo compito indirizzare lUomo verso la morale che esprima la sua pi piena dignit...
Dignit un cazzo! grida, sbertucciandomi. Poi torna a un tono di voce pi moderato. Stiamo parlando di speculare sulla vita, sulla salute e sul benessere di persone che potrebbero non avere nulla a che fare con voi e col vostro credo, in base a dettami che traggono la loro forza solo da un principio di autorit e non da evidenze fattuali
Non si chiama principio di autorit, si chiama mistero della fede replico, con calma.
E in cosa si differenziano? mi chiede. In niente rispondo per mistero della fede suona meglio. Pi rispettoso del libero arbitrio. Oh, ancora con questa manfrina del rispetto schiamazza linfelice quanto arbitrio, e nientaffatto libero, ci avete costruito sopra! Ma Lei ha mai pensato, per esempio soggiunge ha mai pensato che col divieto di diagnosi preimpianto avete condannato delle famiglie a dei giorni di ansia e dolore?
Madame dico con voce tonante, rialzandomi per esprimere tutta la mia autorevolezza e il

mio onore Noi siamo la Chiesa Cattolica. Sulla teleologia del dolore, meglio se quello altrui, noi abbiamo fondato la nostra esistenza e la nostra sopravvivenza. Noi serviamo a dare un senso al dolore. Gli diamo uno scopo. Un perch. In nome di Dio, non pu pretendere di togliercelo!
Anche Madame si alza. Dai vostri frutti vi si riconoscer sibila. Poi non dice pi niente.

Mi gira le spalle e se ne va, senza salutare e senza nemmeno ringraziarmi per il t freddo. Ed ora eccomi qui, solo e con mille pensieri.
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A proposito di t freddo, ho chiesto al mio caro servitore muto che mi portasse una camomilla e due pastiglie di tranquillante. Mi sono immerso in preghiera, ne avevo bisogno, e nella lettura di Agostino. Beh, con questa tizia non c stato niente da fare. Dopo che se n andata ho telefonato alla mia segretaria afnch avvertisse i partecipanti che la riunione di domani annullata. No, anzi, facciamo che procrastinata a data da destinarsi.
Dovevo solo trovare qualcuno che sostituisse quella vecchia ciabatta nel ruolo di coordinatrice e relatrice.

Mi sono fatto dare il numero di Sciantl Palumbo. O tempora, o mores.

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Mos maiorum - Lintercettazione telefonica


Mentre il teologo era impegnato nella sua disputa con Madame, Monsignor A., coordinatore della Corte dei gentili, si trovava al telefono con lonorevole N.M., noto a tutti col nome di Caio Gracco per una sua passata collaborazione con il ministero delle politiche agricole, quando era di sinistra.

Lonorevole N.M., adesso nel gruppo misto, era stato radicale, libertario, libertino, cattolico, redivivo, terzomondista, un passato nella FGCI, tifoso dellInter, ammiratore di Blair, democratico, critico, piacione, illuminista, centrista, ligio, uso ad obbedir tacendo, dadaista, di nuovo radicale, verde con diverse sfumature, postdemocristiano metamorco, europeista, rispettoso dei dittatori decaduti, aulico, pratico, romanziere, talvolta nei momenti di crisi era stato perno se stesso.
In spregio alla ventilata legge bavaglio, riportiamo dunque qui di seguito il testo dellintercettazione telefonica della conversazione tra Monsignore e lonorevole N.M., nome in codice Caio Gracco. [...] Monsignore: Come vanno i preparativi per la ction sul cortile dei gentili? Caio Gracco: stanno facendo il casting. Mi ha chiamato [omissis] dalla Rai, dice che lhanno afdato a un regista emergente, un giovane.... Monsignore: bene, bene, ction di qualit, mi raccomando. Ci sono nomi di grido? Caio Gracco: due, uno per il ruolo del teologo e uno per quello del giovane sico innamorato. Sciantl Palumbo dovrebbe fare un cameo. Monsignore: quante puntate? Quattro? Caio Gracco: si pensava a una miniserie, ora non ti so dire le puntate... Verrebbe un successo meglio di Elisa di Rivombrosa. In onda tutti i luned sera in prima serata, e a seguire una puntata di approfondimento di Porta a Porta, con ospiti di richiamo, psicologi, sociologi, qualche gnocca che fa audience, forse addirittura tu stesso sarai chiamato... Monsignore: ottimo! Il titolo? si sa? Caio Gracco: ancora no, niente di denitivo, cera una rosa di nomi, del resto gli sceneggiatori sono al lavoro... ma garantisco personalmente sulla buona riuscita... in Rai sono ligi al dovere... Monsignore: Va bene, veniamo alle rogne [...] e poi ci sarebbe la clinica, l, a [omissis], dove sta anche il dottor [omissis]... ecco l mi hanno detto che ci sono due ginecologi non obiettori, vero? Caio Gracco: S, vero, sono [omissis] e [omissis], che tra laltro fratello di [omissis] Monsignore: ma chi, il magistrato? quello delle indagini sulla corruzione di Monsignor [omissis]? ah ora tutto si spiega.
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Caio Gracco: s s, lui. Monsignore: credo che il reparto di ginecologia ed ostetricia dovrebbe toccare al dottor [omissis] Caio Gracco: s, abbiamo dato disposizioni. Monsignore: bene. [...] Anche il complesso T14 [complesso residenziale per la cui costruzione la gara dappalto stata vinta dalla [ri-omissis]SpA, di propriet dellimprenditor S.d.L., cognato di Monsignor A, ndr] si sta facendo... Caio Gracco: s, ma per quello non ci sarebbe... cio, mi hanno detto, mi ha detto Regolo [personaggio ancora da identicare, probabilmente in giunta comunale, ndr] che cera poi il problema di quei tre da mettere in lista per le provinciali del prossimo anno... mah... [ride] ma a Dio mica toccavano, tutte queste rogne, quando ha creato luniverso? Monsignore: [ride] Eh ma sai, lui adesso si occupa del versante, per cos dire, metasico... qualche volta andiamo a raccontare che interviene nel mondo, fa il roveto ardente, dona tavole, si incarna, rade al suolo citt, manda diluvi, giusto per la parte scenograca, ma lascia che te lo dica, questo non fa un cazzo, tocca fare tutto a noi... Caio Gracco: almeno vi lascia libert di manovra... Monsignore: ah se per quello non c proprio di che essere preoccupati. Mai sentito che si lamentasse. Bah, io mi sono anche rotto di parlare di... ma dimmi di te... tuo glio maggiore come va? ha fatto la comunione? Caio Gracco: s, in primavera. Era tutto contento, gli arrivata un sacco di roba... la playstation, un iPhone, roba del genere... mio suocero gli ha fatto una vacanza studio in Inghilterra per tre settimane, parte in luglio, qui... Monsignore: Bene, bene... sono contento per lui... abbraccialo da parte mia mi raccomando... tu invece? come stai? come ti stai muovendo? Caio Gracco: Cos, si uta laria. C un po di casino. Monsignore: vero. Bisogna stare cauti, usare prudenza e circospezione. Noi per stiamo in una botte di ferro, comunque vada ci guadagniamo sempre [ride] Caio Gracco: gi, eh eh! Ah, ho sentito che parteciperete in pompa magna alle celebrazioni per il venti settembre, gran bel colpo. Ci farete un gurone. Monsignore: s, ah ah, allinizio ti dir mi sembrava un po forzato, un po come vedere i nostalgici di Luigi XVI festeggiare il 14 luglio, ma sai com, le autorit politiche e amministrative si son dette subito pi che disponibili e poi noi ci teniamo a far passare la nostra versione. Ossia che senza il nostro fondamentale apporto non si sarebbe mai arrivati alla nascita dellItalia unita, e che fu lo stesso Pio IX a caldeggiare lunicazione e ad incentivare il liberalismo, sempre secondo la retta dottrina. Caio Gracco: eh? ma... e il Sillabo? e la scomunica ai padri del Risorgimento? Monsignore: perch, se ne ricorda qualcuno? Caio Gracco: in effetti. Monsignore: la storia plastica, amico mio, e va raccontata con cura. Al massimo la gente s vista In nome del Papa Re con Nino Manfredi, di chi era il lm... Caio Gracco: Luigi Magni.
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Monsignore: ...ecco s, Luigi Magni... ma appunto, un lm, puoi ben pensare come le cose siano state gonate ed esagerate, no? quello che andremo a raccontare. Caio Gracco: Quasi ho nostalgia della Roma papalina, a sentirti parlare [ride] Monsignore: nostalgia? e perch? scusa, ti pare di vivere in un Paese laico? Caio Gracco: no. Iddio ce ne scampi! E per dammi atto che anche io faccio la mia parte, in questo. Monsignore: ma te ne d atto! Come vanno i tuoi contatti trasversali tra i poli? Caio Gracco: discretamente. Ora presto per dire... ci sarebbero una decina di deputati che sarebbero interessati a dei progetti... ma non so... adesso le acque sono agitate e bisogna muoversi col culo rasente al muro... Monsignore: Cosa ne dice Scipione? Caio Gracco: Ah, lui daccordo, guarda... c solo Fabio Massimo che temporeggia, come al suo solito. Monsignore: dici che ce la fate per lautunno? Caio Gracco: mah guarda, spero di s... anche vista la situazione economica... dovremmo starci tutti... a parte quellaltro stronzo di [omissis] che s fatto beccare con un giro di triangolazioni bancarie e quindi non so, dovrebbe essere fuori dal gioco... non so se hai letto gli editoriali di Catone, sempre l a farci le pulci... Monsignore: li ho letti, s. Che cattivo gusto! Sai come ha chiamato tutta la storia di quel giro di donne e mazzette? Le guerre pubiche. Caio Gracco: che stronzo... vedrai, un bel dossier montato ad arte, su di lui, non glielo leva neanche il padreterno... Monsignore: mi sembra corretto. Caio Gracco: giusto per infangare un po, niente di che. Al massimo, se ci querela, smentiamo tutto e diciamo di essere stati fraintesi. Monsignore: Ma con la societ civile, o come cazzo si chiamano, non avete contatti? Caio Gracco: Ah s, per quello. Contatti ne abbiamo. Ma a quelli se gli tiri in ballo il fatto che ci siamo dati i nomi di coloro che combatterono Cartagine subito si mettono a pensare ad Hammamet, che l vicino, e rompono i coglioni con la questione morale. Monsignore: Nessuno che si pu tirare dalla nostra parte? Caio Gracco: e come no? tutto si compra. Basta solo stabilire il prezzo e lavorare sulla vanit. Vanitas vanitatum, et omnia vanitas. Vedi mo che mi son letto la Bibbia [ride] Monsignore: [ride] non mi resta che farti gli auguri. Ti abbraccio, carissimo. Fatti vedere, qualche volta, al Cortile dei Gentili. Il tuo percorso di fede pu essere un monito e uno spunto, una speranza per chi ancora sul cammino della Verit e della Vita. Caio Gracco: adesso parli che sembri proprio un uomo di fede. Quasi mi commuovo, guarda... Monsignore: e che ci vuoi fare, di tanto in tanto tocca pur lavorare. Preghiamo il Signore afnch ce ne dia la forza. Che Dio ti benedica, gliolo. Caio Gracco: Altrettanto, carissimo. Ci sentiamo. [riattacca]
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Nota

In nome della Concordia Ordinum, mi stato necessario espungere dalla trascrizione della telefonata i nomi dei personaggi coinvolti. Spetter alla magistratura inquirente ricostruire le corrispondenze tra gli pseudonimi latini e i personaggi reali cui essi si riferiscono, in caso si ravvisi la presenza di qualche reato.
Dopo questopera di garbata autocensura un senso di pace e quiete sociale mi pervade. Il servitore muto, gentilmente inviatomi dal Teologo, reclina il capo in segno di ringraziamento; portando con s la tazza di cicuta che mi era stata offerta, sparisce come un sogno tra le ombre del chiostro.

E.T.

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Diario del Teologo


Il mio ospite ed io avevamo da poco terminato di mangiare. Per fare il punto sulla situazione del Cortile dei Gentile avevo infatti invitato a cena il coordinatore del gruppo, lAteo Approvato Non Folkloristico, che in realt -ora posso dirlo, con una punta dorgoglio- quel serissimo storico insignito dei pi ambti riconoscimenti accademici che si chiama Pindemonte Delvecchio. La sera estiva era fresca e dolce; una splendida luna piena se ne stava l, appesa a met nel quadrato di cielo che si pu vedere dal chiostro. Ce ne stavamo seduti a chiacchierare amabilmente, tra le mani un calice di amaro derbe distillato da certi frati del mio paesino natale, e il mondo sembrava quasi si potesse modellare sui nostri pensieri. Era una di quelle serate in cui la soddisfazione per il lavoro ben fatto ti rende ottimista per il futuro. Avevamo letto insieme lintroduzione che il letterato S.N. e il giornalista F.L. avevano scritto insieme per lopera in versi del primo, sdandoci per indovinare chi avesse dato i maggiori contributi. Queste righe sono di F.L., ci scommetto quel che vuoi aveva esclamato Pindemonte, nel leggere certi strali contro il relativismo e questo aggettivo in lui invece sarebbe del tutto inusuale, quindi secondo me si tratta di S.
Un trambusto dalle parti dellanticamera -erano da poco passate le undici- ci ha distolti dai nostri discorsi. Una guardia svizzera entrata con passo un po rude e ha riferito: C un ospite inatteso, signore. Dice di chiamarsi Dott. Uranico. Al momento trattenuto allingresso. Sia io che Pindemonte ci siamo assai sorpresi: Armnio Uranico? E che vorr mai, a questora, e senza avvertire? ho pensato io. Che entri pure avevo detto comunque: quel ragazzo sempre gradito. Decisamente, questa faccenda del cortile dei Gentili mi sta sottoponendo ad un sacco di imprevisti!
Armnio Uranico era imbarazzatissimo. Io... io non sapevo che avesse un ospite ha detto, e poi si precipitato a stringerci la mano. Buonasera dottor Delvecchio ha salutato. Vi conoscete, no? ho buttato l io, cercando di superare limpasse iniziale. Ma certo ha risposto Pindemonte, anche lui in vena di stemperare latmosfera poco rilassata che si stava creando. Siediti, Armnio, prendi qualcosa con noi. Vuoi assaggiare un po di questo amaro? delizioso ho proposto. Armnio Uranico si seduto su una delle due poltroncine di vimini rimaste libere e, dopo aver cortesemente declinato lofferta dellamaro, ha cominciato: Non sapevo dove andare... io... ho camminato tutta la sera per le vie di Roma... sono qui per un convegno... mi manca un po latmosfera tranquilla di Erice, io... ecco... Ma hai fatto benissimo a venire qui ha risposto Pindemonte, guardandomi di sottecchi in cerca di approvazione non vero? sei tra amici, tra persone che ti stimano e con cui puoi dialogare. Se non conosci nessuno... beh direi che hai bussato alla porta giusta. Io davvero non volevo disturbare ha mormorato Armnio, come sempre timido. Non ci pensare pi ho detto io e, assieme a Pindemonte, gli ho sorriso bonariamente. un caro ragazzo, brillante ed educato.

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Io ho un problema. Solo voi potete aiutarmi. Le parole del giovane sico sono state come una fucilata nel buio. Mi sono preoccupato. Che stesse virando verso un ateismo militante, vieppi folkloristico? non si sa mai cosa pu succedere, a frequentare gli scienziati. Tendono ad essere poco religiosi, tutti persi come sono dietro a concetti come la natura, il tempo, lo spazio, la gravit, quisquilie epistemologiche se raffrontate a problemi ben pi cruciali come la morale ontoteologica, la grazia divina, lotto per mille.
Sia io che Pindemonte ci siamo sporti leggermente in avanti, fremendo, come se avvicinarci a lui fosse un modo di carpirne i pensieri prima ancora che gli uscissero dalla bocca. Mi sono innamorato, e non so pi che fare! ha gridato Armnio Uranico.
Ecco. Uno passa il suo tempo a discutere dei fondamenti dellortodossia, studia e si scervella, prega tutto il giorno, e questo il risultato. Un teologo di chiara fama ridotto a consulente della posta del cuore. Ma si pu?
Eppure, vuolsi cos col dove si puote ci che si vuole, di pi non dimando, e con tutta la pazienza di cui posso disporre a stomaco pieno e a sera inoltrata, mi sono messo ad ascoltare. Racconta tutto, Armnio ho sospirato.
La faccio breve. Armnio Uranico si innamorato di questa sua giovane collega della

Scuola di Erice, Eterea Flogista dai begli occhi neri, che abbiamo gi avuto modo di apprezzare nei suoi interventi al Cortile dei Gentili, quando ci ha intrattenuti con una lectio magistralis su ossidoriduzione, transustanziazione e passaggi di fase: i meccanismi di reazione e la Sostanza tra chimica e metasica. Il ragazzo, s detto, un timido. E, ben formato con i crismi della dottrina com, ha deciso di corteggiare la sua bella con garbo e rispetto. Il pregiato storico dottor Pindemonte Delvecchio s calato nel ruolo di padre - quasi potrebbe esserlo, vista la differenza di et - e, ben conscio di come si corteggia una donna dello spessore intellettuale di Eterea Flogista, ha fatto la serie rituale di domande.
Le trascrivo. D. A cena lhai portata? R. S. D. Ma era un ristorante di buon livello? presidio slow food, senza troppa puzza sotto il naso e contemporaneamente non per tutte le tasche? R. S. Ho riservato un tavolo in un angolo romantico tra le zagare e le ho offerto una cena perfetta. Le brillavano gli occhi, poi. D. Hm, bene. Il cineforum? Siete stati al cineforum? R. Una retrospettiva su Franois Truffaut. D. Eccellente! E una serata di lettura? R. Anche! Che diamine. Su Christa Wolf. D. Al mio amico teologo questo procurer un po di acidit di stomaco, ma in fondo ci sta. Cosaltro?
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R. Una sera siamo andati a teatro a vedere uno spettacolo sperimentale in cui si decostruiva lerotismo. Musiche di Stockhausen e coreograe che richiamavano moltissimo Pina Bausch. Si appassionata. D. Bene, benissimo! E poi? R. Due concerti. Poulenc e una cover band dei Simple Minds. D. Ahi! Qui andiamo male. Perch una cover band? E proprio dei Simple Minds? R. Non volevo dare limpressione di essere uno troppo artefatto. stata una serata piacevole, due birre al pub, una pizza al trancio. D. Beh s, hai ragione. Dove siete stati? Che avete fatto? R. Due escursioni in montagna a parlare di ori e cime, e ci siamo iscritti a un corso di tango argentino. Cos vede che sono anche capace di passione. D. E la preghiera, ragazzo mio? R. Ma noi non siamo credenti. D. Lo so, ma che male ti fa? R. vero. Boh, ci penser. Per le parlo sempre della purezza e del Dio cristiano. Etsi daretur. D. Altro? Le hai fatto regali? R. S. La settimana scorsa ha compiuto gli anni e le ho regalato un libro di biochimica che desiderava da tanto tempo. D. A me pare che vada tutto benissimo! Che cos che ti rende triste?
Armnio Uranico ha tirato un gran sospiro e se ne stato zitto e sconsolato. Oh no ha esclamato Pindemonte, venendo improvvisamente a capo del problema. Niente sesso. Ho indovinato?

Ho tossicchiato imbarazzato. Armnio, dal canto suo, arrossito, ha balbettato qualcosa ed alla ne tracimato, come un ume gonato dalle piogge dautunno: Aaah, me misero! Io mi struggo, sento lincanto del desiderio, laria che mi entra in corpo per fuggirne subito dopo, il tempo che mi irride, a volte non passa mai, a volte chiudo gli occhi e son passate ore, insomma, lontano da lei impazzisco, accanto a lei divento matto, le scrivo lettere appassionate che non le spedisco, vorrei averla, ma ho paura di... di...
...di...? abbiamo chiesto in coro io e Pindemonte.
Di mancarle di rispetto! Ecco! E glielho detto pi e pi volte, perch lei mi tenta alla lussuria, s, e io vorrei cedere, oh quanto! Ma alla passione saddice la temperanza, non cos? Alle lezioni di morale sessuale della Scuola di Erice mi hanno insegnato la prudenza e la virt, e io debbo pregare un dio in cui non credo per metterle in pratica. Sto male. Per questo sono qui. Sto male! le ultime parole gli sono uscite quasi strozzate.
Ahim, ragazzo mio ha replicato Pindemonte, battendogli affettuosamente una mano sulla schiena La situazione difcile e non posso esserti di grande aiuto. Ma ti dico di tener duro, di pazientare, perch la virt riceve sempre un premio. Il ragazzo non era mica tanto convinto. E ne aveva ben donde: Pindemonte pur sempre privo del dono della fede, bench la cerchi e ne soffra.
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Mi sono sentito in dovere di intervenire, come servo del Signore, giacch inlare il naso sotto le altrui lenzuola una prerogativa di ogni religioso che sia degno di tal nome.
Queste tue passioni, Armnio ho esordito, intrecciando le mani in grembo le hai mai scritte? Hai mai raccolto questi tuoi pensieri in forma scritta, afnch Eterea potesse leggerli? Le donne amano leggere di queste cose. Direi che le manda in brodo di giuggiole. S, le ho scritto delle lettere, lo dicevo gi prima; molte non ho il coraggio di spedirle, ma alcune s ha risposto lui. E lei? Ha mai risposto? Oh s ha esclamato il giovane sico E dice di condividere. Ci scriviamo delle lettere bellissime. E io sento che tocca a me la prossima mossa, ma veramente non so che fare.
Santo cielo, ragazzo mio, ma mi tocca spiegarti tutto! ho detto io, e mi sono alzato Aspettami qui, torno subito. Ero eccitato come un adolescente. Sono scappato verso la biblioteca, lasciando Armnio e Pindemonte a guardarsi perplessi. Ho attraversato i corridoi di corsa, come non facevo da tempo, perch quando mi vengono delle idee geniali c poco da fare, bisogna attuarle in fretta, prima che loccasione si perda. Sono ritornato ansante dai miei due sodali, con il sudore che mi imperlava la fronte. Mi sono riaccomodato sulla mia poltroncina di vimini e ho porto ad Armnio un libro a cui tengo particolarmente. Te lo presto gli ho detto e glielho messo tra le mani, con affetto magari fa al caso tuo. Beh, salvo le conseguenze estreme, eh eh.
Lettere di Abelardo ed Eloisa ha scandito lui, leggendo il titolo. E poi mi ha guardato con aria interrogativa, mentre quel vecchio marpione di Pindemonte scoppiava a ridere, rendendosi complice della mia inventiva. Visto che non la conosceva ho raccontato ad Armnio la storia del travagliato amore tra Pietro Abelardo, teologo e logico vivace avversario del Santissimo Bernardo di Clairvaux, e la sua giovane allieva Eloisa. Supportato dai rimandi di Pindemonte ho illustrato come Abelardo, nello sposare Eloisa, si fosse mosso in modo da riportarla al Bene. Scoperti dallo zio di lei, il teologo degli universali ci aveva rimesso i particolari, e la sventurata si era ritirata a vita monastica. Lei si straziava, nelle lettere, rimpiangendo ogni istante della loro peccaminosa relazione, e lui invece la riportava alla sua nuova dimensione di sposa di Cristo. Gi le nozze terrene, per, erano servite a qualcosa, anche se lui aveva fatto di tutto per tenerle nascoste data la sua condizione di chierico. Allepoca la Chiesa stava costruendo la morale matrimoniale mi ha fatto eco Pindemonte e il matrimonio tra Abelardo ed Eloisa sana il loro precedente peccato di concupiscenza. Gli ho lanciato unocchiataccia: quando fossimo stati soli gli avrei fatto presente che la morale della Chiesa non una questione in eri, una e immutabile, e casomai si deve lavorare di esegesi.
Sposa Eterea, Armnio ho sancito io, alla ne. Chiedile la sua mano. Solo cos potrete vivere pienamente il vostro amore. Con Dio.
Lidea del matrimonio lo aveva spiazzato, Armnio appariva affranto, e anche noi del resto

eravamo piuttosto stremati. Il coinvolgimento emotivo sempre qualcosa di sbrante. Specie a quellora tarda della sera in cui non si sa pi se oggi o domani. Ho chiamato il mio servitore muto
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e gli ho chiesto che ci portasse, a tutti e tre, una tisana che ci aiutasse a lenire gli affanni. Ah, il nepente ha ironizzato Pindemonte, in uno dei suoi fastidiosi classicismi che richiamano a falsi Di e falsi miti quello che Elena aveva appreso a preparare per vincere la malinconia. Ma s, ne abbiamo bisogno!
Il ragazzo si stava massaggiando le tempie. Non so ha detto, dopo un po. Questa storia di Dio che sovrintende alla mia vita amorosa e sessuale mi sembra un po assillante. Anzi, non mi viene in mente niente che mangosci maggiormente di un Essere Perfettissimo che si accovaccia sulla sponda del letto, sgranocchia pop corn e comincia: hmm, non vi siete sposati in chiesa. Hmm, non santicate le feste. Hmm, non siete nemmeno aperti alla vita. Povero Me! E in fondo non credete nemmeno che Io esista. Volete che ne parliamo? Avete qualcosa da dirmi? state pensando al mio gliolo che si sacricato per voi? da quanto non vi confessate? cosa ne pensate dell'eresia del monosismo? Vi sentite giansenisticamente portati a fare il male senza che la mia grazia vi corregga? Sentite il vostro corpo come un sinolo, sulla scia di Aristotele e Marsilio Ficino? cosa provate l'uno per l'altra? il tutto bene indirizzato al mio amore supremo? Ecco, non so... a me pare un incubo orwelliano...
Dottor Uranico! lho ripreso io, tagliente veda di fare meno sarcasmo su queste cose. Abbia un po di rispetto!
Mi scusi ha risposto, ricacciando indietro la sua irriverenza di miscredente.


In quello, il servitore ci ha portato tre tazze di tisana fumante. Lho congedato con un gesto e ci siamo messi a sorseggiare linfuso. Subito mi sono sentito pi conciliante. Armnio, coraggio ho detto, ritornando al mio tono familiare vedrai che le cose si sistemano. Abbi fede. Eterea sar felice di poter condividere la vita con te, quando sarete uniti dal sacro vincolo del matrimonio.
A questo punto la mia narrazione si stravolge, deve farsi confusa e non ne posso rendere conto in piena coscienza. Non so quali erbe ci fossero nella tisana. Subito dopo averla bevuta una sensazione di calore mi ha pervaso il corpo, e mi sono sentito sicamente molto rilassato, come se il sonno dovesse cogliermi di l a poco. I contorni degli oggetti si sono fatti pi soffusi e sfocati. Una musica lontana e dolcissima ha invaso il chiostro, senza che nessuno di noi riuscisse a capire chi la suonasse o da dove provenisse. Per un attimo mi sembrato di perdere i sensi in unestasi; quando ho ripreso il controllo di me, ero lucidissimo. Mi sono guardato attorno: anche Pindemonte e Armnio sembravano avere avuto la mia stessa esperienza. Lambiente circostante era tornato ad essere quello usuale. Solo che, seduto sullultima poltroncina rimasta vuota, cera un omino dallaria chioccia e curiosa, che fremeva e tossicchiava. Prima di domandarmi come accidenti avesse fatto ad entrare, gli ho chiesto chi fosse.
Quello in principio non ha aperto bocca, ma per tutta risposta ha sorriso benevolmente. Poi ha fatto una faccia furibonda a tal punto che mi si sono piegate le gambe - fortuna che ero seduto. Un rombo di tuono riecheggiato nella notte. Ti ricordi? mi ha detto, presupponendo che io lo
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conoscessi un rumore uguale lo hai sentito quando hai maltrattato quella povera Elisabetta D., e non lhai neanche chiamata Betta.
Sono sbiancato. Da chi lo aveva saputo? Quelloca gli aveva raccontato qualcosa? e il particolare del tuono, come...
Dopo, quando te ne sei andato a letto, quella sera, invece di continuare con Agostino come ti eri ripromesso ti sei messo a leggere un libro di Socci. Per la miseria! Che caduta di stile! ha continuato il tizio.
Co... come fai a saperlo? ho esclamato io, e avvampando di imbarazzo mi sono affrettato a specicare E poi quel libro era davvero una noia innita, me ne sono pentito immediatamente e lho abbandonato dopo dieci pagine
Lo so, lo so ha detto del resto io so molte cose. Non tutte, come si dice in giro, ma molte cose s.
Chi Lei? si intromesso Pindemonte Delvecchio, con una faccia stupita che faceva il pari con la mia. La ripetizione della domanda deve aver giovato, perch il nuovo ospite ha sorriso ampiamente, ridacchiando contento.
Davvero, rispondi. Chi saresti, tu? ha chiesto unultima volta Armnio.
Eh beh, io sarei colui che ha replicato Dio, smontandomi un po limmagine di puro Logos e Amore che in giovent mero fatto di lui.

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Operette amorali - Dialogo di un ontologo e del suo proprio specchio

Specchio: alla buonora. mezzanotte passata. Ontologo: vero, ho fatto tardi. Non me nero proprio reso conto. Vuoi che dissertiamo sulla scivolosit del tempo? Specchio: aspetta, aspetta. Fammi controllare. Hai bevuto. Sei ubriaco? Ontologo: non pi di quanto sia decente a questora. Specchio: la deriva etilica la Bukowski, il solito espediente scenograco adottato in giovent al ne di pater les bourgeois? Ontologo: ma vaffanculo, va. Specchio: bravo, cos mi piaci: iconoclasta. Ontologo: comunque no, mi sono sbronzato - diciamo, ho bevuto un po troppo, per sondare delle nuove logiche, dei nuovi paradigmi epistemologici. Voglio essere mistico, criptico ed ispirato, affastellare parole in modo melancolico e decostruito a tal punto da sembrare profondo. Specchio: Derrida ci riusciva da sobrio. Beh, almeno credo. Ontologo: Insinui che come losofo non valgo un granch? Perch ho bisogno di bere? Specchio: io non insinuo un accidente. Sono uno specchio, la mia funzione unaltra. Ontologo: ecco, adesso non buttarti sullintellettuale pure tu. Mi fa male la testa. Specchio: E ci credo. Hai una faccia che fa schifo. Come va, per il resto? Ontologo: grazie che me lhai chiesto. Non me lo chiede mai nessuno. Specchio: oh merda. Adesso non metterti a piangerti addosso. Sai che non lo sopporto. Ontologo: potrei sempre tirare in ballo la scusa che ho la sbornia triste. Specchio: vero. Come va con il Cortile dei Gentili? Ontologo: uh, non me ne parlare. Un casino. La prima mezzora dei nostri incontri la trascorriamo a sciorinare i nostri rispettivi titoli. Specchio: a te dovrebbe far piacere. Ontologo: S, perch no, in fondo? ma sai che non ci tengo pi di tanto. A me interessa lEssere, la Verit. Specchio: e come no. Senti qui: Chiarissimo Professor Adelmo Giarretta, laureato in losoa magna cum laude a ventidue anni, ordinario della cattedra di autoonfaloscopia teoretica alluniversit della Mental Rabona, nonch stimato lettore alla Kunst-undSelbstbewustseinacademie dello Scwharzwald, Ph.D. in Teismo a Boston, alchimista metasico che cura la rubrica La Stibnite Ontologica su un noto settimanale dessai, professore associato allcole normale suprieure des cartes, ove tiene seminari sulla vacuit positiva. E tutta la lista di pubblicazioni... Ontologo: eh beh, s, devo dire che fa il suo effetto. Per tutto ci non mi esime dalle contrizioni.
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Specchio: Quali contrizioni? Di che ti crucci, o prode Adelmo? Ontologo: Sbrigata (si fa per dire) la formalit delle presentazioni, capita che a volte non sappiamo di cosa parlare, e ne parliamo. Specchio: capisco. Le aporie del linguaggio, le sue ambiguit. Quando ti sembra di avere un dolce marshmallow al posto del cervello. Ontologo: non prendermi in giro. Ci pensa gi mia moglie. Specchio: Quella dannata Xantippe! Ontologo: La verit, ove per verit intendo il termine nella sua accezione popolare, parziale e mutevole, non in quella losoca, che sono un po a corto di idee, trattando ivi le idee ancora nellaccezione popolare e discorsiva, non in quella iperuranica. Specchio: hmm. Questo male, ove per male intendo laccezione popolare, vaga e blandamente autoreferenziale, non quella agostiniana. Ontologo: ma devi sempre farmi il verso? Specchio: e che vuoi che faccia, scusa? sono uno specchio! Ontologo: anche questo vero. Che capisci, tu? Che cosa appercepisci? Per ora che ci penso... possiamo parlare del nostro rapporto? quello fra me e te, dico? magari ne viene fuori qualcosa di interessante. Specchio: ah no, un tema troppo abusato. Ontologo: potremmo trattarlo in modo nuovo. O qualcosa che sembri tale, dai, domani ho un incontro con quelli del Cortile e non posso continuare a friggere aria. Piuttosto, vedo che sto invecchiando. Sono rughe che non avevo, quelle l? Specchio: si direbbe. Ti preoccupi? Ontologo: niente affatto. La caducit autocosciente un fertilissimo spunto di pensiero. A mia moglie, e ai miei studenti, dir che sul mio volto si sta disegnando una mappa del mio viaggio attraverso la vita, ma che i percorsi sono stati ricchi di ripensamenti, di vie che mi hanno narrato, che mi sono narrato. Specchio: bello, di grande effetto. Ontologo: s? bene. Mi piace quando mi lusinghi. Tengo molto alla tua opinione. Specchio: un minuto minsulti, il minuto successivo mi blandisci. Ontologo: linstabilit intrinseca dellanimo umano, vecchio mio! ma se noi non percepiamo che il cambiamento, pu essere che non ci-sia, che levento dellinverarsi attraverso lessenza sia a priori antitetico alla suzione apologetica del qui-ed-ora. Nest-ce pas? Che mi dici, in quanto specchio, cos simile eppur difforme dal reale? Specchio: Son rivolto, mi guardi e non esisto. Ontologo: eh? Specchio: Succhio luce, mi vedi, ti ribrezzi. Ontologo: ah, una specie di brainstorming. Ok, allora tu parla che parlo anche io, cos, come un limerick dei concetti. Ehi, limerick dei concetti mi piace. Bisogna che me la segni per la mia nuova rubrica sullEbdomadario dei Colti Lazzi. Specchio: Chiedi sconti e bugie per i tuoi vezzi
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Ontologo: Ma quali vezzi? la mia una necessit. Ananke, in greco. Madre delle Moire. Specchio: sputi arringhe ed amori in trito misto! Ontologo: s ma adesso non offendiamo. E poi non vuol dire niente. Va bene criptico ma qui siamo oltre il ridicolo. E quali amori? Scindi tra eros e agape, o al Cortile dei Gentili mi rideranno in faccia e penseranno che non abbia letto lenciclica Deus Caritas Est. Specchio: Segni di voci che avevamo previsto Ontologo: Pensavo invece che se inframmezzassi con stralci di esistenza denendo lalterit come qualcosa da amare e contemporaneamente espungere, la partecipazione al mondo sensibile sarebbe come una geometria che annulla le forme e la semantica del... Specchio: voci sparse nellaria fatta a pezzi Ontologo: ...ma ha senso parlare di esistenza? santo cielo... le mie lezioni, che in ambito universitario sono da tutte colte con dovizia di applausi riverenti, sono state sbertucciate da alcuni scientisti imbecilli che non si adeguavano ai miei presupposti epistemologici e al mio approccio transeunte e olistico. Ho chiesto a uno di quegli sfrontati che si ingiuggiolavano con delle robe quantistiche: ma tu lo sai cos lontologia? E lui mi ha risposto: la raccolta di letture dellispettore Clouseau. Ti rendi conto? Ah, ma tu non mi badi, non mi ascolti... Specchio: ti dicono, beone, e tu lapprezzi: Ontologo: Certo lalcolemia quella che . Per il problema cogente dellessenza e della sua atemporalit, alla luce dei nuovi studi che... Specchio: mendica lossessione del tuo cristo! Ontologo: non trattare la fede altrui con questa irriverenza, sai. Mi hanno fracassato le palle con la storia del rispetto. Adeguati. Non protestare. Non dissentire. Conformati. Il massimo che ti posso concedere, in modo chiralmente corretto dato che sei uno specchio, di invertire destra e sinistra. Oddio, no, che dopo ti daranno del qualunquista. Qualunquista che di destra, quindi no, non ti daranno del qualunquista, ti daranno del disfattista acido e arrogante, che pi bipartisan. Specchio: Ch alle corti sei uso recarti Ontologo: per non parlare poi dellidentit. Il problema dellidentit. Giacch sto parlando con te potrei pormi il problema, no? E potrei parlare di quello. Ma s, cos mi aggancio a questioni di bioetica, che non fa mai male. Specchio: il cul dimenando in vece di grazia Ontologo: Sai? Pensavo anche che la disputa sugli universali andrebbe ripresa. Specchio: fuggo gli stolti, coi colti massiepo Ontologo: No, non sono daccordo. Ma un fatto soggettivo. Non sono cos snob. Anzi tengo a precisare che sovente mi piace ascoltare le persone culturalmente meno fortunate. E ho a lungo lavorato per una sintesi politica che dirimesse la questione del trattino nella diatriba centrosinistra, centro sinistra o centro-sinistra? Specchio: mentre di me ti piangi e poi ti sparti;
e la coscienza, beata, si sazia
a saper che se tu vai, qui io crepo. Ontologo: Ehi, ma questa una poesia!
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Specchio: un sonetto. Sul nostro rapporto. Trono e pretestuoso, come tu mi vuoi. Ontologo: Devi essere ubriaco anche tu. Specchio: necessariamente. Ontologo: Allora sai che ti dico, compagno di bevute? Che siamo entrambi gli della vanit, e come tale abbisogniamo luno dellaltro, ma dolendocene. Specchio: questa la morale della favola? Ontologo: No, non c morale. Anzi, lascia che ti confessi una cosa. Se la vado a raccontare al Cortile dei Gentili mi spennano vivo, riesumano uno di quegli aberranti mezzi di tortura che andavano tanto in voga durante il periodo inquisitorio, mettono allindice tutte le mie sudatissime pubblicazioni e mi costringono a fare la macchietta del dissidente. No, no. Per carit. Specchio: Allora? che mi devi dire di cos sconvolgente? Ontologo: Dopo anni di studi, rovelli, macerazioni e quantaltro, sono arrivato alla conclusione, peraltro transitoria e precaria come giusto che sia, che la morale assoluta sia uno specchietto per le allodole, unarma pericolosa che si inventano i fanatici per conservare il proprio potere. Specchio: caspita, mi sembra una riessione davvero molto profonda. Ontologo: ancora, mi prendi in giro? Specchio: Ma certo che ti prendo in giro! Hai detto una cosa talmente evidente che ci ero arrivato perno io che non ho pensieri miei! Ontologo: Ah. proprio vero che gli specchi possono dare delle grandi sorprese. Specchio: Uh, chiedi a Lewis Carroll se non cos. Ontologo: Sai, cera unultima cosa. Unultima domanda su cui il mio spirito si strugge, ma che riguarda lintera mia essenza. La vastit della sua portata mi abbacina, la sua irriducibile complessit mi intimorisce e rende tremulo; temo lirrazionalit del suo costrutto, ancor pi che le possibili esegesi del suo contenuto. Solo tu, o ente da me s tenacemente bramato, puoi rispondermi. Specchio: S, Adelmo. Sei il pi bello del reame.

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Diario del Teologo - Sacro opicio di teologia potenziale


Un omino gentile, in fondo, a parte il rischio degli sbalzi dumore di biblica memoria che incombeva su di noi e lasciava lamaro in bocca. LOnnipotente Incausato ed Eterno si presentato, con divino understatement, vestito da travet e con una valigetta di pelle tra le mani. di urocrispo, sapete ha detto, ammiccando. Noi tre ci siamo guardati con aria interrogativa. Un phylum estinto. Uh, che non mi sentano i creazionisti! o, come si chiamano adesso, i sostenitori del disegno intelligente! Ecco, per dirla in modo pi pittoresco e a loro comprensibile: uno degli animali che non ce la fecero a salire sullArca ha spiegato poi, come se fosse la cosa pi ovvia del mondo.
Ma tu sei davvero il signor Padreterno? ha chiesto Armnio Uranico. Sono io ha risposto Dio. Ha fatto appena il gesto di impettirsi, come un attore consumato. Noblesse oblige. Puoi dimostrarlo? gli ho fatto io, con un tono di sda che non mi sarei mai sognato di possedere. Hmm Dio si grattato la testa Dimostrarlo, proprio no. No, anzi, per esempio, quella roba l di Anselmo dAosta ha un sacco di pecche. Diciamo che... eh... beh, ecco, mi sentite? sentite che sono io? S sono stato costretto ad ammettere. Era proprio lui. E, siccome passo per essere unautorit in materia, anche i miei due ospiti si sono convinti. Ma allora esisti! ha esclamato Pindemonte Delvecchio, smettendo tosto di dargli del Lei e battendo le mani entusiasta. E ti pareva, era tutta la vita che cercava un mentore, adesso aveva trovato quello giusto. Ih ha squittito quellaltro esistere una parola grossa. E poi questo un sogno, eh? Il ragazzo muto vi ha dato una tisana drogata, nientaltro. Allora, qui e ora esisto. Il resto non conta e domani un altro giorno.
C stato un attimo di silenzio. Nessuno di noi sapeva cosa dire. Non che uno si aspetta di trovarsi di fronte al padreterno una sera cos, senza preavviso. Ce ne stavamo l con le braccia ciondoloni e le bocche socchiuse, come se stessimo vorticosamente pensando a tutte le questioni che lumanit aveva posto a riguardo, e cercassimo a nostra volta di formularne una che avesse una speranza di ottenere una risposta. Dio deve aver intuito quello che ci passava per la testa, perch subito si coperto le spalle: ha alzato un dito in segno di ammonimento e, mezzo ridendo e mezzo no, ha esclamato: Tassativamente, vi avverto, non rispondo a domande sulla teodicea, sullaporia di Eutifrone, sugli a priori della conoscenza e sul modello standard. Nemmeno una sofata sul bosone di Higgs? ha chiesto Armnio Uranico, con quellegoismo epistemologico che tipico di tutti gli scientisti, e che si portano dietro anche quando vengono a smoccolare per le loro pene damore o fanno nta di interessarsi ai mutui intrecci di scienza e fede, tanto si sa che a quella gente l noi non piacciamo, e se devo dirla tutta la disistima intellettuale reciproca. Ecco. Niente da fare ha sancito il vecchio tetragramma. Poi ha preso a misurare il chiostro a lunghi passi, per quanto gli permettevano le sue gracili gambette, guardandosi intorno. Lilluminazione era scarsa; a parte il oco chiarore delle stelle sse, la luce delle due lampade nellangolo in cui ci eravamo
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seduti a discutere era per gli occhi lunico appiglio. Dio invece sembrava orientarsi benissimo anche al buio, memore delle sue esperienze da ragazzo, prima della creazione, quando non ci si vedeva a un palmo di naso. Confabulava tra s e sentivamo la sua voce emergere ora da quel punto, ora da quellaltro, come il suono di un oboe.
E cos questo sarebbe il Cortile dei Gentili ha detto, facendosi scudo delle macchie di tenebra. S ho risposto io lo spazio di dialogo con i non credenti su temi interfecondi.
Il termine interfecondo proprio sugoso, mi sa che lo devo girare a Monsignor Ravasi per il suo prossimo comunicato stampa, me ne sar grato.
Qui accorrono i migliori pensatori che conciliano una ricerca della fede ancora non matura e il senso del rispetto mi ha fatto eco Pindemonte Delvecchio c il losofo, il letterato, lo scienziato, ciascuno archetipo del suo ruolo, in una caratterizzazione umana che ricorda da vicino i tipi della commedia plautina o anche i Village People ha chiosato Dio, scoppiando a ridere e tornando a sedersi con noi.
Ho fulminato Armnio Uranico che si era messo a ridacchiare per via della facezia, e ho rivolto allOnnipotente i miei omaggi di ospite. Ma, e non me ne vogliano i miei due illustri ospiti, lo storico Pindemonte Delvecchio Pindemonte si prodotto in un sobrio inchino col capo e il sico Armnio Uranico il ragazzo arrossito non posso esimermi dal rendere Te, per questa sera, anzi, per questa notte, il centro fulgido e vivissimo delle nostre conversazioni. Stavo quasi per mettermi in ginocchio e mi tremava la voce.


Piantala con le smancerie ha riso ancora Dio mi verrebbe quasi da dire fate come se io non ci fossi, ma poi al Papa gli prenderebbe un colpo, e non vorrei mai averlo sulla coscienza, che morto un Papa tocca farne un altro e lo Spirito Santo si annoia a partecipare ai conclavi, sapeste quante me ne ha dette nel 1978, che gliene ho fatti passare due nel giro di due mesi. Piuttosto, cosa ho interrotto? Di cosa stavate parlando? Damore! ha subito esclamato Armnio Uranico, il quale, come tutti gli innamorati, non sa pensare ad altro, e in aggiunta pretende che anche il resto del mondo trovi interessantissime le sue vicissitudini sentimentali. Di donne ha rincarato la dose Pindemonte Delvecchio, con laria navigata come se stesse dicendo a Dio parliamo tra di noi, che siamo esperti. Giuro, volevo morire, tanto era limbarazzo. Ma non ho palesato i miei desideri, perch con una divinit presente, non si sa mai. Se i miei ricordi veterotestamentari sono corretti, quello non uno con cui poi si possa dire ah no, stavo scherzando.
Donne ha detto Dio, pensandoci sopra. Ne hai avuta una anche tu gli ha dato di gomito Pindemonte. Dicono, s, una ha replicato Dio ma io non che sia tanto sicuro. passato tanto tempo e non che... oh! Sapete invece chi mi piaceva tanto, ultimamente? Maledizione, come si chiamava? La mia memoria perde colpi.
Ho guardato il cielo nero al di l del cortile e delle umane miserie, sperando che il Signore mi incenerisse allistante, ma ci non poteva essere, visto che si trovava proprio l, a mezzo metro da me, e si stava impelagando in pettegolezzi da rotocalco. Ah. Ecco, adesso ci sono! Era Rita Hayworth ha detto Dio, con lo stesso tono apodittico che deve aver usato quella volta con Mos
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sulla montagna. Mugolio di approvazione da parte dei due sciagurati. Questo non un sogno, mi sono detto, un incubo. Una panoplia di vergini e martiri mi si sbriciolava nella mente sotto i colpi inesorabili del maglio di Gilda. Quando si sla il guanto cantando Put the blame on Mame la trovo assolutamente irresistibile ha aggiunto sognante e poi, come se non bastasse, mi ha guardato strizzandomi locchio.
Sudavo come una pioggia.


Devo fare un appunto, adesso. Sto trascrivendo nel modo pi fedele e onesto tutto ci che mi ricordo della scorsa notte. Alla ne, anche se non vi sono altre testimonianze, chiuder il diario e lo seppellir dove non si possa trovarlo, afnch nessuno abbia di che tacciarmi di eresia. Lo so che non mi crederebbero. Lo so. Eppure lo devo a me stesso, perch le parole della notte passata mi hanno marchiato a fuoco.
Dio si fatto raccontare dal ragazzo tutta la storia con Eterea Flogista e io ho cercato di seguire il discorso, nonostante Pindemonte nel frattempo si stesse prendendo la briga di rendermi edotto, con un tto bisbiglio, sulla vita e la lmograa di Rita Hayworth, casomai nei volumi agiograci di donne religiosamente importanti che vantavo in libreria non si parlasse di lei.

LOnnipotente ha tempestato Armnio di domande. E com, e quanti anni ha, e come vi siete conosciuti, ma bella, ma intelligente, e lei cosa dice, ma uscite spesso insieme. Armnio Uranico rispondeva puntualmente e con dovizia di particolari. Certo non variava molto sul tema, e la serie di aggettivi che riservava ad Eterea sembravano uscire dai biglietti dei cioccolatini, per Dio lo guardava in modo indulgente e cos ho deciso di adeguarmi e di guardarlo in modo indulgente anche io. Beata giovent ha esclamato Dio alla ne, con un sospiro. Si alzato in piedi e siamo rimasti zitti a guardarlo, come una rosa dei beati ristretta, un trifoglio dei beati, ecco. Ha ripreso a passeggiare, scomparendo a tratti nelloscurit, a tratti tornando sotto la luce delle lampade. Ho pensato che aveva il senso della teatralit. Lha sempre avuto, bisogna dire. Si fermato di botto, nella penombra. E poi, facendo due passi verso di noi, solo due, misurati, con calma studiata, ha detto: forse dovrei provare anche io con le storie damore. Che dite? Intrigano? acchiappano i lettori?
Armnio Uranico non gli dava retta, perso nei suoi pensieri amorosi; in compenso Pindemonte ed io ci siamo scambiati unocchiata perplessa. Che accidenti stava cercando di dirci? Perch questo dio quando parla non dice mai le cose chiaramente, che sono secoli che ci danniamo lanima per interpretarlo? oh beh, non che la cosa non ci faccia comodo, naturalmente, ci fa molto comodo, per a volte, quando non deve parlare in pubblico ma solo fare delle condenze, non potrebbe abbandonare questa fastidiosa indole esoterica?
Dio tornato a sedersi sulla poltroncina di vimini. Ha sorriso. Sto scrivendo un nuovo romanzo ha detto.
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Oh povero me. Sono venuto qui perch volevo che gli deste unocchiata. solo in fase di bozza, ma sapete

com, ci tengo al parere di persone competenti, perch... oh, una lunga storia.
Un nuovo romanzo? ha chiesto Pindemonte. S ha risposto Dio anche se, a ben vedere, si tratterebbe del primo, visto che -ehm- non che quello l che dite voi lo abbia scritto proprio io di persona. Diciamo che ci ho messo la faccia e le idee principali, questa la parola di Dio, per di mio pugno non ho vergato una riga. stato un best seller, per. Ci hai fatto fortuna ha notato ancora Pindemonte. S, su questo non c dubbio. Come libro ha di tutto: sesso, violenza, voli di fantasia, qualche parte un po noiosa che leditor avrebbe anche potuto tagliare, non lo nego, poesie, aforismi, insomma, stato il mio grande romanzo di formazione. Per capitemi, dopo di quello non ho scritto pi nulla per secoli. Avevo paura. Un successo del genere difcile da replicare. Ma volevo scrivere ancora qualcosa... ho tanti spunti... non ci sto a diventare una specie di J.D. Salinger, mi capite? J.D. Salinger quello... ha cercato di sussurrarmi Pindemonte. Lo so perfettamente chi era J.D. Salinger gli ho ringhiato contro.
Per fortuna Dio non ci ha sentiti e ha continuato con le sue argomentazioni. A volte penso di essere un tipo problematico ha detto non ho quel che si dice un bel carattere. Per anche vero che sono secoli, per non dire millenni, che mi fate le pulci su tutto. Torme di persone colte e trombone che dibattono sui miei attributi, che detto cos suona anche un po volgare. E io avrei detto questo, e io avrei fatto quellaltro. Ma un po di privacy? chiedere troppo? E poi mi invocano per tutto. Dio manda la pioggia. Dio fa smettere la pioggia. No, non cos tanto, solo un po. Una pioggerellina. Meno male che certe incombenze le posso delegare ai santi patroni, ma mi restano ancora delle rogne. Dio uccidi i miei nemici. Dio smentisci Darwin. Dio non cindurre in tentazione. Dio, il sei al Superenalotto. Dio fai cos, Dio fai col. Guardate, quasi mi vien da dire che preferisco le bestemmie, mi distraggono ma almeno non mi chiedono niente. Mi sembra di essere diventato uno sportello reclami. Oh, ma poi i peggiori sono quelli che si rivolgono a me e con voce accorata mi chiedono: Dio, mi ami? mi vuoi bene? Santo cielo. E che sono, vostra madre? Crescete, una buona volta. A me basta lamore di Eterea ha esclamato Armnio Uranico, desideroso di ingraziarsi la simpatia del Padreterno. Molto bene si compiaciuto quello, che non per dire, ma vanitoso, io lo so, tutta la vita che mi occupo di lui. A volte invidio gli Di Olimpi ha soggiunto quantomeno si divertivano. Io invece no, devo anche fare la faccia arcigna, o quella seraca e benevola, a seconda della convenienza, ma non che mi diverta un granch.
Si preso una piccola pausa e ha chiesto da bere. Non so se sia stato il mio servitore ad entrare nel sogno, o se sia successo veramente, fatto sta che di l a poco accanto a Dio troneggiava una bottiglia di acqua tonica. Chi beve pi lacqua tonica chiamandola acqua tonica, oggid? Unaltra riprova che si trattava proprio di Dio.
Per fortuna il secolarismo avanza ha ripreso Dio, dopo una lunga sorsata E cos negli ultimi tempi mi sono potuto ritagliare un po di vita privata. Lidea del nuovo romanzo nata cos.
E di cosa parla? ha chiesto Pindemonte.
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Le solite cose di cui parlano i libri. La vita. si schermito lui la storia di un tizio un po borderline, uno che racconta un sacco di balle, inafdabile, per con una ferita nascosta da sanare, uno che ha perso suo glio un po per colpa sua e un po per le circostanze, uno che ha ammazzato della gente ma che cerca di fare anche qualcosa di buono... in teoria a capo di una banda, ma i suoi compari gli sono un po sfuggiti di mano, si sono divisi in sette che si fanno tra di loro una sanguinosa guerra senza quartiere in nome suo e cos lui si relega sempre pi ai margini della societ e tira a campare vivendo sulle scommesse.
Sembra un personaggio interessante gli ho detto io Conti di pubblicarlo a breve? Uno come te non avr certo problemi a trovare un editore.
Dio ha spalancato gli occhi e, scuotendo la testa con veemenza, ha replicato: Macch! Allora, innanzitutto quelli che mi avevano curato la pubblicazione del romanzo desordio sono morti, e mi sono dovuto rivolgere altrove. Sono andato da un agente, uno anche abbastanza noto nellambiente, pensando di ricavarci subito un contratto con qualche grossa casa editrice. Questo idiota legge la prima stesura del romanzo, poi mi chiama e mi fa: ma autobiograco? Vi rendete conto? Robe da matti. Mi venuta voglia di trasformarlo in una statua di sale, come la moglie di Lot. Per non gli ho fatto niente. Sto invecchiando, e imparo a essere pi misurato. Gli ho risposto: ci sono degli spunti autobiograci, s, ma per il resto il lavoro frutto di una mia riessione losoca sulla natura umana Capisco mi fa lui Vede, il libro non male, per scimmiotta troppo Edward Bunker, senza peraltro metterci dentro alcunch di originale. Non credo che sia adatto alla pubb... anzi, mi faccia dire, come da lettera prestampata: al momento non in sintonia con la linea editoriale di alcuno. Adesso si pubblicano storie di adolescenti frustrati e isterici, oppure seghe mentali dellautore, la disgiunzione essendo inclusiva, per lautore devessere gi abbastanza noto e sulla breccia, mi capisce. Gli esordienti devono essere eccessivi e stereotipati: Lei potr essere eccessivo e stereotipato, ma non un esordiente, anche se in effetti non pubblica niente da millenni. Magari ai suoi tempi era una bella promessa della letteratura mondiale per Le chiedo francamente: ha scritto nulla nel frattempo? Che ne so, ce lha un blog? Me ne sono andato sbattendo la porta. Un blog. A me, che sono Dio?!
Non sar mica nita qui! si scaldato Armnio Uranico, a cui le peripezie del non pi molto Onnipotente stavano stuzzicando lempatia.
Tuttaltro ha ripreso Dio ho fatto, come si suol dire, il giro delle sette chiese. Un buco nellacqua dietro laltro. Agenzie, piccoli editori, trafconi e faccendieri, da tutti le stesse risposte: no grazie, o un pi ipocrita le faremo sapere. Uno mi ha perno suggerito di iscrivermi alla scuola di Baricco. Ecco, io lo dico sempre, poi se vi ritrovate con le cavallette, le rane e le citt rase al suolo non venite a dire che quantomeno non mi avevate provocato. Alla ne mi ero anche scoraggiato, sapete. Poi una mattina sfogliando il giornale ho letto che stavate allestendo questo Cortile dei Gentili e mi sono detto: ehi, qui ci devessere gente intelligente e dotata di spirito di discernimento. Mi sapranno dare delle dritte. O, meglio ancora ha aggiunto, rivolgendosi direttamente a me, e mentre parlava i suoi occhi brillavano in modo assai inquietante dato che ce
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lho sempre qui con me, nella mia cartella di urocrispo, ve lo lascio... ho pensato che potreste fare uscire il mio libro insieme alle vostre pubblicazioni.
Ho deglutito un paio di volte. Ma veramente con le pubblicazioni noi avremmo gi tutte le scadenze impegnat... Oh per la miseria! ha gridato Dio Non ti sto mica chiedendo la luna. E poi, se proprio vogliamo dirla tutta, lo so che fare ricorso alle clientele e ai favoritismi sempre antipatico, ma siamo in Italia e qui si usa cos, quindi ti faccio presente che io sarei il datore di lavoro del tuo capo.
Ha ragione ha ponderato Pindemonte, vendendo la mia anima per molto meno di trenta denari, e subito anche Armnio gli andato dietro, perch la solidariet tra atei fa di loro un branco, eh, alle volte: vero, ha ragione.
Non mi ricordo bene quello che successo dopo. Leffetto della maleca tisana

evidentemente stava terminando, e io mi devo essere appisolato. Sentivo nella testa le voci di Dio, di Pindemonte e di Armnio che ridevano parlando di quello stramaledetto romanzo e del grande successo che avrebbe avuto. Quelli mi vogliono morto. Con che faccia vado da Monsignore e gli dico guardi qui, c lultima fatica letteraria del Padreterno, e detto tra di noi non che noi come religioni istituzionalizzate ci facciamo una bella gura, per va pubblicato lo stesso? Quello mi spedisce a calci nel sedere a dirigere una missione nel pi sperduto villaggio del Dondestan, altro che Cortile dei Gentili.
Mi sono svegliato stamattina da solo, nel mio letto. Non so come ci sono arrivato. Ero ancora sudato fradicio. Un sogno. Un incubo, ho pensato. Mi sono alzato con la testa che ronzava e lo stomaco rivoltato. Ho stabilito che era il caso di farmi una doccia e dimenticarmi quella notte il prima possibile. Non stato niente di reale, mi sono detto. Niente di reale. Solo una suggestione perch sono stressato. Poi ho visto il romanzo sul comodino. Oh merda. Merda!
Beh, non mi avrebbe visto nessuno, in fondo. Ho acceso il caminetto, nonostante il caldo

ancora estivo, e lho bruciato. Trecentoventicinque pagine di divina scrittura sono andate in fumo nel tempo di un amen. Mi sono vergognato orribilmente perch io non sono uno che brucia i libri. Per si fa di necessit virt. Quando le amme si sono spente, lasciando a terra solo un confortante mucchietto di cenere, ho tirato un gran sospiro di sollievo.
Posso tornare alla mia vita e alle faccende del Cortile, adesso; in verit mi resta da affrontare leventuale ira dIddio, ma quello non mai stato un grosso problema.

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Diario del Teologo - il Motore Immobile e altre storie


Il lavoro mi ha assorbito di nuovo. Di buon mattino, dopo essermi liberato del libro e delle scorie della notte, mi sono messo a sbrigare la corrispondenza. Tutti vogliono collaborare al progetto del Cortile dei Gentili. Mi arrivano disquisizioni sulletica, un lungo saggio di Sofoide Eubiotico sulle implicazioni teologiche del progetto genoma, con tanto di agganci al Pentateuco, una tiritera di qualche ateo devoto, poesie sparse del nostro letterato S.N., lettere di ammiratori, un invito a un seminario su... oh, e intanto ecco che suona il telefono.
quella palla al piede di Armnio Uranico. Di nuovo! Ma stato qui ieri sera! Che altro vuole? Rispondo con tutta la cortesia di cui sono capace. Spero almeno che non faccia menzione dellincursione divina. Ci terrei a considerarla un brutto sogno.
Mi scusi, davvero, sa, ormai penser che sono un caso senza speranze si lagna il giovane innamorato. Eh. Ma no, Armnio. Non ti preoccupare. Anzi, mi fa piacere che tu mi abbia eletto a tuo padre spirituale. Sto scrivendo una lettera damore a Eterea spiega. E ti pareva. Ma perch non lavora a qualche teoria sica strabiliante, o almeno appetibile per il Cortile? Che gli rispondiamo a Stephen Hawking e alla sua non necessit di Dio? Gli raccontiamo i tormenti amorosi di Armnio Uranico?
Non che potrebbe darmi unidea? Io ho cercato ispirazione nel libro che mi ha prestato ieri sera Libro? Ah s. Abelardo ed Eloisa. bello, solo che... ma l lui dice a lei di farsi una ragione che non potranno mai stare insieme e magari non adatto... non so... cercavo qualcosa di... di poetico, ecco... ma a me vengono delle banalit... e cos ho pensato... no a dire il vero ho telefonato prima al dottor Delvecchio, e lui mi ha detto di chiedere a Lei, che un esperto del ramo. Stronzo di un Pindemonte, questa me la paga. Rimugino. Il ragazzo in fondo un po mi intenerisce, col suo disperato entusiasmo. Allora, senti qua. Per dopo te la devi sbrigare da solo, va bene? mi faccio promettere. S, s! Oh, grazie! esclama. Prendi carta e penna. Ti detto. Una piccola poesia per la tua bella. Sospiro. Armnio Uranico, dallaltro capo del lo, attende con impazienza.

Un d felice, Eterea, mi balenaste innante comincio.
Armnio esegue. Un d felice, Eterea, mi... ehi! ma io le d del tu, non del lei





Non importa. Zitto e scrivi. S, signore pigola il ragazzo. Lo sento scribacchiare. E da quel d, tremante, vissi dignoto amor proseguo, con aria melodrammatica. bellissimo! mi vengono le lacrime agli occhi Continuo senza dargli retta: Di quellamor ch palpito delluniverso intero Armnio si esalta: S! Oh, ma Lei un poeta, signore
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Innalzo gli occhi al cielo. Poi, pensando alla ne che ho fatto fare al romanzo di Dio, li riabbasso precipitosamente.
Misterioso, altero, croce e delizia al cuor concludo.
... al cuor. Finito cos? sinforma quel piccolo zotico che ho appena cercato di trasformare in Alfredo.
Finito cos confermo. Lo congedo con una benedizione e torno alle mie carte.
Per fortuna, se Armnio Uranico dal punto di vista professionale batte la acca, almeno ci

sono gli ingegneri che lavorano: mi arrivata lettera interessante e visionaria, come spesso sono quelle dei non credenti rispettosi. Mi immergo dunque nella lettura. Istituto delle Meccaniche Ecumeniche per le Nuove Energie Progetto E413 per limplementazione del Motore Immobile


Storia del progetto: LIstituto delle Meccaniche Ecumeniche per le Nuove Energie (I.M.E.N.E.) nasce nel 2000

durante lanno del Giubileo con lobiettivo dichiarato di gettare un ponte tra il brullo materialismo della sica e dellingegneria ed il mondo della fede e della spiritualit. Investire nella ricerca sulle nuove energie conciliandole con la tradizione metasica occidentale diveniva allora, nella mente dei fondatori, la chiave di volta per la costruzione di un mondo a misura dUomo. Nonostante il carattere prettamente secolare dellIstituto, la sua nascita riscuote un plauso unanime in ambienti ecclesiastici. Monsignor Pietro Maria Battistazzi, autorevole membro della CEI, ne incentiva il sovvenzionamento pubblico conferendogli unaura di intoccabilit morale: La sacralit dellI.M.E.N.E. non venga mai messa in discussione! [Gazzetta del Tiburtino, 14 ottobre 2000]. Il progetto principale vede coinvolti i ricercatori dellI.M.E.N.E. sin dal 2001 e riguarda limplementazione teorica del Motore Immobile da un punto di vista losoco e ingegneristico.
Dagli scritti di Aristotele [Metasica, libro 12] sappiamo che devesserci una sostanza eterna e immutabile: il moto, cos come il tempo, non pu essere n generato n distrutto, e lunico movimento continuo quello circolare. Da ci la necessit di qualcosa che si muova senza essere mosso: qualcosa, dice il Filosofo, di eterno che sia sostanza che atto. Causa nale delluniverso, il primo motore immobile ha attanagliato le coscienze dei moderni ingegneri meccanici. Qualcuno [anche di recente: S. Drezzi, A. Benato et al., 1988] ha cercato invano di identicarlo con un prototipo FIAT. La confutazione stata peraltro elementare, e ricavabile dagli stessi scritti aristotelici: s dimostrato infatti che tale motore non deve essere soggetto al divenire ed pertanto incorruttibile.

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Non trovando corrispondenti nel mercato stato dunque obiettivo dei progettisti dellIstituto elaborarne un modello. Naturalmente non prevista una realizzazione pratica, che sarebbe ridondante essendo di per s tale motore immobile un atto puro.
Abbozzi di una simile modellizzazione si trovano spesso nella storia della sica degli ultimi secoli. Il ciclo termodinamico, che ontologicamente richiama il movimento circolare, ha prodotto svariati tipi di macchina termica. A puro titolo didattico richiamiamo ora una delle pi interessanti implementazioni del concetto di motore immobile.


Siccome sullargomento meccanico non sono molto ferrato, vedo di concentrarmi. Il Motore Immobile ad accensione spontanea Lautoconsistenza e lautosufcienza dellessere divino ci fa propendere per lipotesi che il

motore immobile sia a combustione interna e ad accensione spontanea. A combustione interna a causa della suddetta autoconsistenza; e ad accensione spontanea a causa dellautosufcienza: se vi fosse qualcosa in grado di innescarne laccensione, il primo motore non sarebbe pi primo, cadendo cos in contraddizione.
Segue poi tutta una disamina sul funzionamento di tale motore, con unintrigante ipotesi di relazione tra lemissione di gas combusti e la questione del Male. Mi riprometto di chiedere approfondimenti. La pompa diniezione, simboleggiante lincarnarsi del verbo, viene trattata in un paragrafo a parte. Secondo i ricercatori dellI.M.E.N.E. questo progetto di motore immobile presenta tuttavia alcune spinosit, sia teoriche che pratiche. Leggo e riferisco dellunica che avrebbe trovato soluzione.
La non unitariet del rendimento invero un problema che ha impegnato pi di un teologo. Alcuni ingegneri hanno proposto un cambiamento del rendimento tramite lutilizzo di un rapporto volumetrico di combustione metasico. In questo modo, per esempio, si riesce ad aggirare il problema del motore non ideale. Linserimento di un elemento metasico non deve essere inteso come una fuga nellinsondabile (obiezione, questa, spesso rivolta da parte dei teorici del God of the gaps) quanto una naturale esplicazione dellessenza stessa del motore. Infatti per quel che riguarda la natura plausibile ipotizzare che lo spirito sia emerso dalla materia, questa frutto dellevoluzione, quello emerso per diretto intervento divino: analogamente si pu pensare che sia accaduto per il primo motore, che si autoevolve e autoispira, ponendo ne con la necessit della sua esistenza al regresso innito.
Restano non affrontabili in chiave scientica, al momento, le domande sulla sostanza del combustibile e sulla natura sica del gas in compressione; ci afdiamo pertanto alla rassicurazione dei non overlapping magisteria per quanto riguarda la legittimit delle opinioni correnti su questi punti.
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Sottolineo con matita e ammirazione i passi pi importanti. Pensavo che solo quel mezzo eretico di Vito Mancuso potesse spingersi cos in l.
Una nota a margine mi informa che vi fu qualche scientista che, alla pubblicazione del primo progetto di motore immobile ad accensione spontanea, ebbe lirriverente idea di ribattezzarlo Diosel. La stessa nota, peraltro, mi rassicura precisando che tutti questi detrattori sono ora costretti a lavorare allestero.
Lo sviluppo della comprensione del Motore Immobile sub un grave intoppo verso la met

degli anni 50 del XX secolo e da allora non sono stati fatti molti progressi. Il progetto del Motore Immobile ad accensione spontanea venne abbandonato, oltre che per le difcolt concettuali e realizzative, anche per unaccusa di eresia proveniente dalla Congregazione per la Dottrina della Fede.
Il relatore dellarticolo racconta cos la vicenda:
La sospensione delle ricerche dovuta ad alcuni aspetti progettuali. Secondo laccusa, cui non possiamo che dare ragione, nel disegno del Motore Immobile parte della meccanica era costituita da lascivi pistoni che simulavano la ferinit dellamplesso non regolato dal sacro vincolo del matrimonio, senza nemmeno il salvico rischio di grippaggio (mechanica impotentia coeundi ad sanctitatem tuendam) che sarebbe stato indice di difetti del Motore o di una sua corruttibilit, e avrebbe dato come esito un calo delle prestazioni del Motore stesso, quod est absurdum.
Inoltre si lamentava il movimento oscillante di chiara matrice pelvica delle bronzine.
Stanti tali premesse, la componente spiccatamente sessuale del Motore Immobile diventava talmente evidente da condurre a una contraddizione con la denizione stessa e con la sua attribuzione divina, pura, perfetta, incorruttibile e quindi asessuata, dando luogo ad una eresia comparabile solo a quella concepita da Gustave Courbet ne LOrigine del Mondo [1866, Parigi, Muse dOrsay]
Per fortuna i ricercatori dellIstituto delle Meccaniche Ecumeniche per le Nuove Energie

non si sono dati per vinti e, forti di nanziamenti statali piuttosto consistenti, stanno ora lavorando sul Motore Immobile nucleare.
Le prospettive sono interessanti, specie per quanto riguarda il tokamak uno e trino: c anche una curiosa applicazione sul bremsstrahlung come effetto riconducibile allo spirito santo. Per la pervasivit malvagia delleresia del motore immobile ad accensione spontanea mi ha scombussolato. Me lo immagino col suo osceno sferragliare, ansimante, tutta quella pornograa di pistoni, e naturalmente, a causa del Maligno, mi ritrovo a pensare a Elisabetta D., e i pensieri che faccio su di lei non sono per niente puri. Mi strono le tempie con le mani per tornare in me, ma sono troppo sconvolto. La lettura dei particolari tecnici mi ha proprio riempito la testa di robaccia peccaminosa. Ingranaggi mestofelici che iniettano liquidi, lalesaggio dei cilindri, la scabrosissima
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biella, tutte quelle valvole, unabbondante lubricazione, il motore che gira e canta e... e hanno fatto bene a dichiararlo eretico, maledizione!
Speriamo che con il Motore Immobile nucleare tutte queste nefandezze non abbiano pi ragione dessere. Certo che lho trattata proprio a pesci in faccia. Betta, dico. Ma del resto il connamento magnetico del plasma dentro un campo toroidale, con le linee di campo risultante che si rincorrono ad elica... No, forse sarebbe stato il caso di chiamarla. Chiss come verr affrontato il problema delle scorie? E se le chiedessi semplicemente scusa? Il fatto che quel Dio mi ha fatto venire i sensi di colpa.

Che casino. Metto via la lettera dellIstituto delle Meccaniche Ecumeniche per le Nuove Energie,

pazienza per i dettagli del motore immobile nucleare e la sua ontologica fusione e provo ad andare avanti con il lavoro.
Ho altra corrispondenza davanti, eppure passo dieci minuti ssando il nulla. Quasi non riconosco la mia voce quando mi sento sollevare il telefono e biascicare Ho bisogno di aiuto. Un peso mi opprime. Mi sa che sei lunica persona con cui posso parlarne. Chi pu capirmi meglio di te?
Ah, le donne sospira Armnio Uranico, e mi invita per il pomeriggio a prendere un t freddo a casa sua.

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Lo Spettacolo


Che il chiostro non fosse il suo ambiente naturale lo si intuiva facilmente. Monsignore era rigido e goffo mentre, ora sedendosi ora rialzandosi dalla poltrona di vimini, si stropicciava le mani sudate. Anche quello che tartagliava a or di labbra non erano le solite preghiere, quanto piuttosto una domanda angosciata e ripetuta: dove si sar cacciato, dove si sar cacciato. Del Teologo non cera traccia dal pomeriggio precedente, quando se nera uscito per andare a trovare un amico, cos aveva lasciato detto.
Monsignore passava poi a tenersi lo stomaco. Lagitazione glielo aveva inacidito. Controll lorologio: era quasi ora, ormai, e il Teologo non arrivava. Neanche una telefonata! Ci aveva provato lui di persona, a rintracciarlo, ma il cellulare era spento. Muto come il suo servo fedele. Dallatrio si sentiva un tramestio di passi. Monsignore tese lorecchio: scarpe di gomma e scarpe di cuoio, pesi diversi, cera un bel po di gente; unultima occhiata allorologio, era lora giusta, quindi erano proprio loro, il Teologo non cera e lui se la sarebbe dovuta sbrigare da solo.
Entrarono scortati da un paio di guardie svizzere e alcuni di loro potevano concorrere con gli alabardieri pontici quanto a vezzosit degli abiti. Signore e signori, gli artisti avevano fatto il loro ingresso nel Cortile dei Gentili. Monsignore li squadr come si squadra la plebaglia, con condiscendenza e distacco. Quelli si presentarono, con tanto di genuessione; uno avrebbe voluto baciare la sacra pantofola, ma gli spiegarono a mezza voce che ora non si usa pi. In rappresentanza della folta compagine di artisti miscredenti ma rispettosi che si sarebbero dovuti far carico dello spettacolo conclusivo delle vicende culturali del Cortile cerano Lozero, nom de plume di Gianni Zambon, pittore veneziano di Oriago, portavoce della brigata; il coreografo Sante Magistro, ateo e nichilista ma gradito allambiente ecclesiastico per aver partecipato alla messa in scena di unopera in tre atti sulla vita della Beata Nonmiricordopichi; completavano il gruppo un noto duo di chitarristi e compositori e inne un guitto, un malinconico buffone di corte, che gli altri tenevano a sospettosa distanza perch non si sapeva quanto le indicazioni sulla reverenza avessero fatto presa nel suo cuore dignitoso. Ma siccome era lui che avrebbe diretto la compagnia di attori, non si poteva farne a meno.

Monsignore conged le guardie con un cenno del capo e una benedizione. Il Teologo non cera ma aveva predisposto tutto con ordine: un rinfresco attendeva gli ospiti ed era pieno di quelle cose che, diceva mio nonno, una volta avrebbero fatto la fortuna al mercato nero. Gli artisti si misero subito a piluccare, sprecandosi in convenevoli e in complimenti sul cibo e sul bel chiostro. Il prelato si teneva in disparte, osservandoli con una smora. Lacidit di stomaco gli dava proprio il tormento: fu questa la scusa che addusse, quando Lozero sinform del perch non sazzardasse a
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toccare cibo. Il buffone in quello salt su, producendo una nuvola di briciole di tramezzino: Monsignore ha problemi digestivi? Eh, oh, s bofonchi quello, ed emise un paio di colpi di tosse a mo di sottolineatura della sua precaria salute generale. Sar mica colpa di tutta la teologia che legge? si inform il buffone Guardi che roba difcile da digerire, sa? Io ci ho provato una volta, e alla ne mi venuto un mal di testa che neanche mia moglie quando le dico che ho voglia di fare lamore, ci crede? E non parliamo dello stomaco: un bruciore! Sono diventato dipendente dagli antiacidi. Per questo pregavo il Signore: libera nos a Maalox! Ah, s s, la teologia. Agit la testa con convinzione.
La teologia un sollievo per lanima e un nutrimento per lo spirito chios Monsignore facendo lo sforzo di sembrare bonario o almeno saggio. Ma il buffone non si lasciava mica convincere: No no, io sono sicuro, ho un po di infarinatura di medicina, si tratta proprio di teologastrite acuta. Guardate, guardate tutti qua aggiunse e prese un tono professorale il volto dispeptico di Monsignore un compendio di patristica: il cruccio di un Boezio in cerca di consolazione sulle rughe della fronte, lo sguardo apologetico di un Giustino di Nablus, la bocca dai riessi giallognoli, e per estensione, doro, che ricorda necessariamente il nome di Giovanni Crisostomo, anche se mi dicono non sia parimenti antisemita, mentre tutto il male che gli viene dallo stomaco come mancanza di salute puro Agostino, ne sono certo! Non cos?
Lozero gli cinse le spalle e lo trascin con s: Fai il bravo, porca miseria. Ci stanno commissionando uno spettacolo che andr in mondovisione, te ne rendi conto? Il buffone grugn: Ma s, ma s, lo so. Che ti credi. Pensa che quando ne parlo con gli attori ho gi rinunciato a denire questa operazione una marchetta e ho optato per mecenatismo da parte del Clero. Nei miei racconti Monsignore diventato una specie di Giulio II e tu un Michelangelo Buonarroti. Bene fece il pittore. Il suo volto si apr in un bel sorriso. Il buffone scambi col prelato uno sguardo con cui luno si sottometteva e laltro concedeva generosamente lonore delle armi.
Poi, insieme al suo compare, torn al cospetto di Monsignore. Gli altri del gruppo continuavano ad abbuffarsi, in attesa che fosse rivolta loro qualche domanda. Ma lecclesiastico si rivolse a Lozero: Sar Lei che si occuper delle scenograe, non vero? S rispose il pittore ho qui alcune bozze, naturalmente. mia intenzione lasciarGliele in visione, afnch Sua Eccellenza mi sappia dire cosa preferisce. So che un cultore darte. Monsignore conferm: Lo sono. Da sempre. Mio padre era studioso di estetica e in casa si respirava quellaria di amore per il bello che molto mi ha aiutato nella ricerca della verit. So molto di Lei, Lozero. Seguo da tempo il Suo lavoro. Il pittore si fece gono come un tacchino e, dissimulando i rivoli di vanit, chiese: Davvero, Eccellenza? Ma s! E mi ha sorpreso, Lei che sempre stato un amante del gurativo, quando di recente ha intrapreso una svolta astratta. Non me ne sono dato ragione.
Lozero si precipit a spiegare: Prima di venire chiamato per il Cortile dei Gentili avevo avuto dei contatti, per carit informali, con i rappresentanti di unanaloga iniziativa che era partita dalluniversit del Cairo. Una sorta di Giardino per non islamici per rispettosi di Allah e di Maometto suo profeta. Siccome ci sarei dovuto essere anche io e mi sembrava poco garbato offendere i miei ospiti rafgurando immagini, mi sono dato una patina di iconoclastia e ho studiato
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le possibili tassellazioni del piano ripensandole in modo metasico no a sublimarle nellastratto Affascinante, invero fece Monsignore non nascondendo una certa ammirazione. Lozero prosegu: Oh, ma poi non se ne fece nulla. Arriv la telefonata per il Cortile dei Gentili e io, sa, dovendo scegliere, ho sentito le radici giudaico-cristiane che mi chiamavano... Ma andiamo lo interruppe laltro come avremmo potuto non pensare a Lei?
Il pittore si sdebit con una elegante riverenza. Vedendolo, Sante Magistro applaud e i due musicisti smisero per un istante di rimpinzarsi di tutto quel ben di Dio. Il buffone sospir.
Innanzitutto disse Monsignore ci tengo a ribadire che voglio che lo spettacolo sia allaltezza della situazione. Qui dentro mi prendono per un passatista, pensate! Se c una cosa che aborro quel tipo di spettacolo dozzinale di melensi buoni sentimenti. Questo il Cortile dei Gentili, non una giornata mondiale della giovent. Quindi niente gioiose schitarrate Do-La minoreFa-Sol settima, niente intonazioni belanti da orgasmo trattenuto, niente banalit, niente oh come sei bello Ges, va bene? Una cosa seria. Non mi sputtanate duemila anni di onorata tradizione. S, ho detto proprio cos: sputtanate. Qui non ci sono giornalisti e posso essere franco. Sante Magistro, coreografo col culto della propria professionalit, salt su indispettito: Non farei mai nulla di simile! E sar bene ammon Monsignore Proprio Lei, Magistro. Mi raccomando. Le d dispensa: piuttosto bestemmi Iddio, ma Tersicore no.
Rassicurati dallattestazione di stima sulle loro capacit che proveniva dalle parole dellUomo di Chiesa, gli artisti gli si fecero intorno per raccontargli lo spettacolo nei dettagli. Si sarebbe trattato di unopera in due atti che si sarebbe intitolata il Prometeo redento e sarebbe stata introdotta da un prologo afdato al Coro di Anime della Citt di Dite.
Il buffone si fece avanti ed enunci dessersi fatto Corifeo: Tutto buio, allinizio. Lentamente sul proscenio incedono gli attori del coro, e io sono con loro. Un sommesso tambureggiare, sordo e lontano, accompagna ogni passo, lentissimo, che ci porta al centro del palco. A parte le nostre facce e la sagoma confusa dei nostri corpi, in scena non si vede nulla. Questo quello che diremo: Veniamo dagli avelli della Citt di Dite ove entrammo da eresiarchi mutilati dalla luce e qui, morti tra i morti, cantiamo tristi lultima vita delluomo. Lontano il tempo in cui Eracle glio di Zeus e di Alcmena sposa dAntrione con una freccia trasse laquila che, sul Caucaso ogni giorno lacerava il fegato di Prometeo e l straziato il glio di Giapeto aspettava la notte quando la carne ricresceva nel corpo
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e cos la sua pena. Ora che il Caucaso daltri lutti si agghiaccia senza miti e senza eroi tornato Prometeo, titano immortale a ronzar nella mente degli umani inesausti...
Qui comincia la musica spiegarono i due compositori. Che genere di musica? sinform Monsignore. Un basso ostinato su cui sinnesta, molto piano, una melodia. In la minore, leggermente ipnotica fece uno dei due. Sante Magistro sintromise: E si alzano le luci su uno scenario urbano e caotico, nel quale per non si ode un suono. Gente che va e gente che viene. Correndo un po alla cieca
Il buffone riprese: Il Coro continua a raccontare quello che sta succedendo. Dopo aver portato allumanit il fuoco, Prometeo ne ha fatta unaltra delle sue. Dice il Coro: Pari nel dolo alla stolta Pandora che disse il mito gli fu infausta cognata Prometeo trasse dal fuoco i resti di saggi antichi e furon Democrito, Leucippo, Epicuro dal suo sozzo giardino E poi ancora Ctesibio misurator del tempo Eudosso ed Euclide postulator del reale e ancora dalle spiagge dOrtigia, Archimede e il suo poliedrico genio le sue spirali e i suoi principii. Tutti costoro si caric tra le braccia il glio di Giapeto e agli uomini li rivers a manciate...
Insomma, per farla breve salt su Lozero, che evidentemente si sentiva escluso il Coro fa

un atto di accusa a Prometeo per aver introdotto nel mondo il male maggiore che attanaglia la societ odierna... Lignoranza? Le guerre? Il fanatismo religioso? Le mae? La corruzione? Il razzismo? le ingiustizie economiche e sociali? Il dressage come specialit olimpica? Nossignore, no!... strill il buffone, rubandogli la scena.
E quale sar mai fece Monsignore, gi pregustandosi la risposta.
Lo scientismo! gridarono tutti insieme.
Monsignore applaud. Ben detto, per Dio! E non mi si tacci daverLo nominato invano! Lo scientismo, il braccio armato dellateismo senza morale! Ah, che bello. Lo scientismo, il grimaldello del relativismo! Cos lo si dipinga. Bene, bene, questopera mi piace. E come prosegue?

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Lozero riprese ato: Sullimmagine di un Prometeo nuovamente incatenato si apre il primo atto. Per le scenograe ho usato tratti espressionisti, molto forti, forme aguzze e moli imponenti Tutta roba scopiazzata bisbigli uno dei musicisti allorecchio del Prelato. Continu il pittore: Si guarda attorno. Lintero primo atto si consuma nei tormenti di Prometeo che racconta la sua triste vicenda e chiede agli Di ragione del suo dolore
E nessuno tra gli Olimpi gli risponde! esclam allora il buffone. La scena si svolge pi o meno cos: Coro: A chi rivolgi, infelice titano, le grida del tuo dolore? Per chi ti strappi i capelli e ti percuoti, vinto dal lutto malnato che sd pi volte gli Olimpi? Chi speri che ascolti le tue vane preghiere? Prometeo: Ahim!! Tace lEgioco, sordo ai miei tormenti! Tacciono i Numi, tutti quanti, ora che vedo la stirpe di mio glio Deucalione soggiogata dai mali che io stesso le ho inferto! Tace Era dagli occhi bovini, poich un tempo fu lodiato Eracle a liberarmi! E tace Pallade Atena, che pure mi voleva bene! Coro: Tacciono tutti, Prometeo. E sai perch? Prometeo: Ah, voi anime dannate, morti tra i morti, voi pravi vi compiacete dello strazio che mi afigge! Voi portatori di eresia, voi atei accecati dallHybris! E tanto pi vi compiacete perch in me vedete lorigine del vostro male! Coro: non divagare, Prometeo! Tacciono tutti e sai perch? Prometeo: No. Coro: Ah! Prometeo: ma lo indovino! Tacciono perch sia il silenzio a divenire lobbrobriosa mia catena. Coro: No. Prometeo: e allora mi struggo invano? Coro: Invano ti struggi per quegli Di, Prometeo, forte glio di Giapeto, che hai portato agli uomini una volta il fuoco, e hai pagato, e una volta lo scientismo, e ancora sei qui a patire. Invano per loro ti struggi, perch son morti! Morti i tuoi Numi, morti gli Olimpi, si sono stecchite pure le divinit ctonie, per sovrapprezzo! Prometeo: Ah! Me misero! No, voi mingannate. Via, via da me! Coro: Non tinganniamo, Prometeo, guarda...
Qui si apre una delle mie scene preferite disse Lozero. Oh s fecero allunisono i due compositori La scena del dottore. Sa, Monsignore, per questa abbiamo dovuto fare gli straordinari. Un tema che rimarr scolpito nella memoria collettiva pi delle musiche di Nino Rota, detto senza falsa modestia! Bene! esclam Monsignore Raccontatemi la scena. Fu Sante Magistro a prendersi lonere.
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Prometeo si dibatte mentre il Coro cerca di trarlo dai suoi tormenti e di fargli volgere lo sguardo verso due persone che lottano attorno al corpo di un uomo riverso a terra, esanime. Uno dei due contendenti un medico - uno dei medici che si azzardano a manipolare lessere umano interferendo sulla sua vita... com che si dice? Dal concepimento alla morte naturale sugger Lozero. Oh s! Dal concepimento alla morte naturale. Questi moderni sciamani, dice il Coro, vlti a far delluomo un feticcio, e della superbia unarte! Questa battuta la cito perch lho suggerita io. Comunque, il dottore si attorciglia in un corpo a corpo con un medico della peste... Quelli con la maschera col lungo becco spieg Lozero Il costume lho disegnato a partire dalle acqueforti del XVII secolo. Monsignore sembrava molto interessato. Il coreografo riprese: In questo balletto di morte sinserisce una terza gura, un sacerdote, che vorrebbe cercare di guarire il tizio esanime con la forza della fede. Ma il dottore, lui no! si oppone! Caccia via il sacerdote, scongge il medico della peste e si occupa del malato con le sue conoscenze... scientiche! Solo con quelle! Niente preghiere! Ah che aridit, che sconcezza! Terribile convenne Monsignore E Prometeo che fa? Come reagisce?
Prometeo intervenne il buffone, con una strana calma nella voce sulle prime si lascia ingannare. Cos parler con il Coro: Prometeo: Sia lode ad Asclepio! Sia lode ad Apollo Akesios, il guaritore! Allora non sono tutti morti. Coro: Ma che dici, Prometeo! Non c nulla di divino. Prometeo: No? Coro: Stolto, miserrimo Prometeo! Come hai potuto portare agli uomini il morbo indo dello scientismo e poi stupirti se i tuoi Di ne son morti? Prometeo: I miei Di? Perch, ce nerano altri? Coro: Ahi, sventurato! Come disciogli la lingua proterva! Molti furon gli Di che seguirono e luno con laltro sodiava e pugnava E tutti son morti, Prometeo, ahim! Tutti, ch luomo lirride, non v pi bisogno. E quindi per questo tu qui rimani a straziarti, infelice. Finch non ne troverai uno uno solo che possa inlarsi nei tuoi bisogni qui rimarrai incatenato e vinto, o Prometeo, glio di Giapeto, misero tra gli umani ora che pi a loro assomigli che alla stirpe di titani che ti gener.
Dopodich Prometeo e il Coro se ne stanno un po l a lamentarsi in ditirambi e a raccontare tutti i danni dello scientismo, con varie altre scene che non stiamo qui a descrivere nel
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dettaglio disse Lozero. Si tratta di scene analoghe a quella dei dottori? sinform Monsignore, e Lozero gliene dette riscontro: Abbiamo preso spunto dai discorsi di Sua Santit Benedetto XVI per aderire perfettamente alla visione del Vaticano su quali sarebbero le piaghe causate dallo scientismo, e dal vieto secolarismo che ad esso si concatena Bravi si congratul il presule.
Il primo atto si chiude in questo modo, con un Prometeo ai ceppi, che ancora non si rende bene conto come ci nito e perch, e soprattutto chi ce lo ha messo raccont Lozero e che prende dolorosa coscienza del proprio ateismo
Aggiunse il buffone: Come tale, ovviamente, si dispera. Dice cos, reggendosi la testa fra le mani: Prometeo: Ecco che ho perso il senso del mondo e del fato tutto mi turbina attorno come neve o come sabbia che mi gratta la pelle ed il senno. Coro: Taci, Prometeo, e senti il rombo spaventoso del vuoto mondo ora che ne hai scacciato dmoni e di! Prometeo: Nulla mi spaventa, eppure capisco che questo il laccio a cui mi si vuole impiccato. Coro: S, ti sia di pena la paura di dover bastare a te stesso! Prometeo: Anime schiette, morti fra i morti, tornate agli avelli dellinfera Dite! Non pi tormentate i miei sonni e i miei giorni. Coro: Sola abbisogni di una pietosa redenzione. Nulla, o fratello potr lenire il tuo spasmo, se non il farti redento. Prometeo: Via, via, lasciatemi solo! Io non soffro, lo nego! No, io soffro, non soffro, tremo, non temo, oh s, pi non so... Tutto caos, come prima che nascessero il Giorno e la Notte. Ed io son ebbro.
Insomma, il poveretto sta andando fuori di testa. Ma la situazione trova una sua via di uscita nel secondo atto concluse Sante Magistro.
Tra un atto e laltro abbiamo inserito un intermezzo musicale maestoso ricord uno dei due compositori, e laltro soggiunse qualcosa che facesse ben capire il tormento interiore ma che al contempo si dischiudesse, alla ne, verso spazi sonori pi ariosi e pieni di speranza.
Quanto al secondo atto, spiegarono gli artisti, dandosi lun laltro sulla voce con sospetto

entusiasmo, si apriva con Prometeo sbatacchiato in una cella angusta. Le luci della citt che
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avevano accompagnato linizio del primo atto non cerano pi. Il titano non aveva molto spazio per s, e sedeva in solitudine sul letto.
Il secondo atto in s non nemmeno concluso, lo abbiamo appena abbozzato esord il buffone perch volevamo un parere da parte Sua, Monsignore. Il prelato lo ss con aria interrogativa: E dunque? Di che si tratta? Il tema devessere la redenzione di Prometeo tramite lincontro con la Vera Fede. Avevamo pensato ad una apparizione mariana, e per questo eravamo un po incerti sul da farsi, perch nessuno di noi esperto nel ramo. Va bene un sole ballonzolante? Limmagine di Maria che si stampiglia sulla coperta, come il mantello a Guadalupe? La visione improvvisa di tre pastorelli analfabeti? una macchia di umidit sul muro? Come opportuno procedere? Hmmm, capisco disse Monsignore, rimuginando. E aggiunse: Limportante che Prometeo ci creda e che rimanga abbacinato. Poi le modalit non sono cos essenziali. Vada per la macchia di umidit? chiese Lozero, che intanto aveva tirato fuori un taccuino e prendeva appunti. Il coreografo dissent: Ma che schifo, una muffa. Fu la volta del buffone: Emb? Sapeste cosa ci ha tirato fuori Alexander Fleming, dalle muffe! Altro che Madonne! Oh, mi scusi, Eccellenza. Per intendevo dire che cos, con la storia della penicillina, ci riagganceremmo al discorso dello scientismo.
Uno dei due compositori ebbe unidea: E se invece si trattasse di una musica armoniosa?

Un sottofondo tenerissimo, di ignota e misteriosa provenienza, che scioglie il cuore angosciato di Prometeo? Ho gi in mente il motivo esclam il suo sodale, battendo le mani tutto contento. A maggioranza, con la sola opposizione di Lozero, pass la mozione Musica Armoniosa. Questa musica, mediante i buoni ufci del coreografo, sarebbe poi stata danzata da dei ballerini. Decorosamente vestiti si affrett a richiedere Monsignore. Lozero prese diligentemente nota. Grazie allintercessione mariana Prometeo avrebbe capito che le sue catene altro non erano che la disperata aridit cui una visione scientista del mondo lo costringeva e, gradualmente, avrebbe trovato la fede, liberandosi cos dai ceppi e godendosi inne nella sua piena umanit, anzi, titanit.
E come rendiamo credibile questa repentina conversione? chiese il buffone. Ah, questo un altro dettaglio irrilevante rise Monsignore quel che conta il risultato. I processi intermedi sono roba per gli psicologi, non per noi. Ah, e oltre alla Vergine Maria vedete di metterci dentro anche qualche prete, che ne so, qualcuno a cui racconti la conversione, se no poi sembra che non serviamo a niente e questo potrebbe essere un messaggio molto pericoloso; roba che ci tolgono tutte le prebende economiche e scali.
In Italia non mi pare che si corrano di questi rischi comment il buffone a mezza voce, e poi: E sia! Questo allora sar il dialogo nale tra Prometeo e il Sacerdote. Prometeo: Chio possa esser mondo dal mio peccato. Sacerdote: Grave fu la colpa, Prometeo, ma innita la misericordia che ti redime. Prometeo: Fioca era la luce, e sorde le mie orecchie come se la cera vi fosse colata allinterno. Giacevo nudo e sciocco, e mi ruggivano le tempie.
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Poi quella musica. Il grumo si scioglie, Prometeo, mi dico, respira! Eppure non capii, cieco e sordo, ancora, ed ecco il Sacerdote dellUnico Tempio farsi latore della mia stessa coscienza! Mi sento cos pervaso di serenit! Grazie, grazie Padre per avermi illuminato. Sacerdote: Si plachino le anime della citt di Dite, morti tra i morti, nei loro sepolcri di ferro, ora che il loro dolore s spento nel tuo, glio di Giapeto, che donasti il fuoco e che ora grazie alla Beata Vergine ti apri allAmore! Prometeo: Presto un obolo, un obolo per ciascuna di quelle anime Sacerdote: e un obolo ancora, che non guasta mai. Prometeo: Chio mi liberi dai ceppi, esplodendo nellaria, come una volta la terra mi mugghi addosso, e le folgori schioccarono e le polveri rotearono in turbine...
Il coreografo gli termin lopera: in un tripudio di musica e trombe e colori Prometeo

riconosce la funzione salvica del sacerdote cattolico, si disfa del suo ateismo amorale e abbandona lo scientismo per farsi promotore di una scienza eticamente responsabile!
Amen disse il buffone.
Monsignore rimase in silenzio a lungo, mentre gli artisti ne studiavano trepidanti la minima

reazione. Alla ne proruppe in un grido: Ma di una piaggeria estrema! Non ho mai sentito niente di pi codino, servile, spudorato, opportunista e megalomane, tranne qualche volta a Palazzo Grazioli.
Lozero, in qualit di rappresentante del gruppo, sbianc come una statua di cera. Balbett qualcosa. Mi dispiace, noi... Ma che dice, Lozero! esclam il presule fantastico! perfetto! Ah, come sono contento! Presto, un brindisi, ci vuole un brindisi.
Brindarono alla salute e alla buona riuscita dello spettacolo. Unarmonia celestiale regnava nel chiostro. Festeggiarono no a tarda sera. Monsignore era contento come non mai. Perno il mal di stomaco, gli era passato. Ah, avrebbe dovuto raccontarlo al Teologo, quando fosse tornato! A proposito, ma non era ancora arrivato? Ah, diamine, oramai doveva essere questione di pochi minuti.
Ma nemmeno quella notte il Teologo torn.

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Etimasia


Il teologo manca gi da una settimana, ma le gerarchie hanno deciso di non avvisare la polizia italiana, non ancora. Si limitano a fare delle indagini molto discrete per proprio conto. Siccome lo scomparso era il mio diretto superiore e io ero, pi che un dipendente, ormai un famiglio, mi sono messo a indagare anche io, senza dare nellocchio. Lidea mi venuta per caso: il giorno della scomparsa ero andato nei suoi appartamenti con una lettera di scuse perch la sera prima lavevo fatta grossa. Stavo preparando un certo infuso che non sto a raccontare per me e per un altro ragazzo che lavora qui, quando mi arrivata la richiesta dal Chiostro che portassi una tisana per tutti. Mi sono confuso. Quando mi sono ritrovato a bere una brodaglia che sapeva di malva e ho realizzato lerrore, era ormai troppo tardi. Per tutta la mattina successiva mi sono dato malato, ma la verit che mi vergognavo da morire. Solo dopo pranzo mi sono detto che dovevo assumermi le mie responsabilit, ho scritto una lettera in cui raccontavo come si erano svolti i fatti e sono andato a cercare il teologo per consegnargliela. Ero pronto ad essere licenziato.
Per il teologo non cera. Sono rimasto indeciso se lasciargli la lettera sulla scrivania o riprovare in un secondo momento e ho scelto prudentemente di ripassare nel tardo pomeriggio. Lui non cera. Vi lascio immaginare il mio stato danimo. Ho chiesto -sempre per iscritto- al mio collega di fare un giro di telefonate agli ospedali, di andarci anche di persona, per sapere se fosse stato ricoverato. Lui, o uno dei due che stavano con lui la sera precedente: Pindemonte Delvecchio e Armnio Uranico. Nessuna notizia utile.
Mi sono fatto coraggio e sono entrato nelle sue stanze a cercare indizi. Avevo il cuore che mi batteva forte e siccome questo lunico rumore che riesco a fare uscire da me lo tenevo in gran conto, come se fosse esso stesso portatore di un messaggio articolato. Lo studio sembrava in ordine. Cerano dei fogli sulla scrivania, li ho letti, erano bozze per un articolo che stava scrivendo per il giornale di studi teologici per il quale collabora. Il computer era spento. Lho acceso. Mi ha richiesto la password: l per l mi son fatto cogliere dal panico, ma poi lho indovinata al secondo tentativo. Conosco il teologo da troppo tempo. stato facile. Per prima cosa ho controllato la casella di posta. Tra la corrispondenza inevasa cera una lettera del matematico che illustrava i progressi del suo gruppo di ricerca nel campo della teoria della misura cristiana. Non ci ho capito molto, era pieno di formule, ma lho letta tutta, perch speravo di trovare lispirazione per le mie indagini e poi perch certe proposizioni erano davvero affascinanti e suggestive, come per esempio queste, che mi sono copiato su un le e che riporto qui:
necessaria unestensione della teoria degli operatori lineari sugli spazi di Hilbert qualora si debba lavorare con osservabili metasici e si debba tener maggior conto, in una equazione agli
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autovalori, dellessenza morale di questi (auto)valori. Una formulazione algebrica dei risultati teologici ai quali siamo giunti comprender dunque: 1) un ampliamento della teoria della misura secondo Borel, che tra le altre cose sappia estendere la denizione di integrale di Lebesgue ad insiemi non misurabili se non spiritualmente; sintende altres denire correttamente gli spazi normati secondo le Scritture 2) un riadattamento in chiave ontologicamente coerente degli spazi di Hilbert, tenendo conto dei non overlapping magisteria quando si denisce la somma diretta degli spazi suddetti 3) una rielaborazione della teoria delle distribuzioni che sia in grado di comprendere gli operatori corrispondenti alle quantit osservabili con lausilio della fede. Si dovr studiare anche lesempio della funzione di Dirac (nulla ovunque tranne che in {0} ove assume il valore innito) in relazione con la singolarit divina. Un formalismo di questo tipo dovr essere adeguato anche alla descrizione dei fenomeni sici osservabili (sia per il caso classico che per quello quantistico), al ne di non incorrere nella fallacia eretica analoga a quella di chi sosteneva la non completa consustanzialit del Cristo con Ges, o del Padre col Figlio.
Il resto della corrispondenza aveva gi ottenuto risposta. Ho controllato anche nel cestino

per vedere se ci fosse qualcosa di interessante: nulla, le solite mail nte delle poste, quelli che ti vogliono vendere orologi e pillole blu e dispositivi miracolosi diversi da quelli che tratta il mio padrone per lavoro. Ho chiuso il programma di posta e mi sono messo a sbirciare nelle cartelle dellhard disk. Mi sentivo come uno del RIS! Cera una cartella dedicata allesperienza del Cortile dei Gentili e lho aperta. Non avrei avuto il tempo di leggermi tutto in quel frangente, perch il teologo sarebbe potuto rientrare da un momento allaltro: cos ho copiato tutto il contenuto su una penna usb per leggermelo con calma nella mia stanza. Ho spento il computer, ho controllato di non aver spostato niente e me ne sono uscito.
Arrivato nella mia camera ho dato unocchiata a quanto avevo raccolto. Cera un sacco di

materiale, riguardo al Cortile dei Gentili! San Paolo sarebbe stato contento e ci avrebbe scritto una lettera, cos:

Dalla prima lettera di Paolo ai Gentili del Cortile Mentre si dichiaravano sapienti e diventavano stolti, non sapevano che i loro corpi erano

membra di Cristo. Ma io li ho giudicati nel nome di Chi li giudica: avremmo potuto obbligarli perch in Cristo abbiamo piena libert di comandare luomo a fare ci che deve fare, ma li abbiamo pregati in nome della carit. Inne sono stati comprati a caro prezzo, e adesso gloricano Dio e vivranno nella potenza di Dio. Ho provato grande gioia perch hanno fatto riorire i loro sentimenti nei riguardi del Signore. Amen

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Cerano poi verbali di tutte le sedute, noiosissimi. Mi sono ripromesso che se avessi dovuto raccontarli a qualcuno li avrei un po romanzati. Cera un le dedicato al Gentile Enigmista, quello che parla con i lipogrammi, che aveva redatto un testo che diceva cos:
Ho inventato, per il diletto di Vostra Eccellenza, degli indovinelli. Sono espressi in distici in cui la seconda riga un anagramma della prima. Essi sono tutti a carattere religioso, sicch non dovrebbe essere difcile risolverli.
Il teologo aveva evidentemente risposto a tutti: le sue annotazioni erano in verde, il resto del testo in nero. I primi indovinelli erano piuttosto semplici: Ges Cristo / streg usci e Messo in croce? / Misconoscere! avevano come soluzione, rispettivamente, la resurrezione e Pietro. Ce nerano di pi elaborati, come questo che rischiava anche di essere un po eretico losoa scolastica: / cos falsicata, lo so e che il teologo aveva risolto scrivendo la prova ontologica oppure s al Concilio di Nicea: / l si caccia linidoneo che probabilmente si riferiva al Vangelo (il teologo, non essendone sicuro, ci aveva messo un punto interrogativo) Il mio preferito era lultimo, che era bello lungo e aveva come soluzione, facilissima, Giuda: Se molto denaro in lui traboccava / lesto tradiva lamore con un bacio.
A parte questo, nella cartella riservata al Cortile dei Gentili si trovava anche il diario del teologo. Lho letto dun ato e cos ho scoperto che il giorno della sua scomparsa era andato a prendere il t da Armnio Uranico. Ho recuperato lindirizzo email del giovane sico e gli ho chiesto se avesse notizie, raccomandandogli nel frattempo sia la minuziosit dei dettagli che la massima discrezione.
Armnio Uranico mi ha risposto:


S, vero, ... [ometto il nome del teologo, ndA] stato qui da me. Abbiamo bevuto il t e conversato per un paio dore. Lho trovato piuttosto agitato, ma dal momento che non lo conosco benissimo potrebbe trattarsi di una mia impressione. Abbiamo parlato di donne. Di solito io gli chiedevo consigli sulla mia relazione sentimentale, ma questa volta invece stato lui a pretendere che lo indirizzassi. Nonostante il tempo trascorso insieme non ho ben capito la natura dei suoi sentimenti. So che aveva dei problemi con una donna, la signora Elisabetta D., che stata a suo tempo convocata per il Cortile ma che ha dato poi forfait in circostanze che a me non sono note. Da
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quel che ho capito, stando a quanto mi ha raccontato il teologo, loro due hanno avuto un diverbio e non si sono mai chiariti. Ne abbiamo parlato confusamente per un po, lui mi chiedeva continuamente informazioni sul modo di pensare delle donne, come se esistesse un archetipo, assurdo... poco prima delle otto di sera se n andato. [...] Mi faccia sapere se sta bene e se ha notizie [...]
Qualcosa inne lavevo scoperto: ho contattato allora la signora Elisabetta D. Via email stata molto cortese e mi ha invitato a casa sua per parlare. Quando le ho fatto presente che sono muto, ha detto che avrei potuto ascoltare e se avessi avuto delle domande gliele avrei potute scrivere su un notes. Ho accettato e sono andato da lei. Ha un bellappartamento, piccolo ma accogliente. Il teologo era stato l, avevano parlato, lui le aveva raccontato la storia della sua vita, lei si era annoiata ma alla ne colta da un sentimento di rimorso per il proprio scarso interesse lo aveva congedato regalandogli i due Tropici di Henry Miller. Le ho chiesto se fosse una forma di vendetta e lei ha risposto che un po lo era, ma perlopi si era trattato di compassione. Le ho fatto notare che questa mescolanza di sadismo, compiacimento e piet era un atteggiamento molto cristiano, e lei ha riso di cuore. Donna simpatica. Due giorni fa mi ha inviato unemail per comunicarmi che le era arrivato a casa un mazzo di rose. Allegato un biglietto con le iniziali del teologo. Ha detto di avvisarlo, nel caso lo incontrassi, che si risparmi certe sviolinate e che impari a gestirsi i sensi di colpa da persona matura e responsabile. Ho preso nota.
Stamattina, mentre sistemavo il materiale che avevo raccolto, sono stato chiamato nel Chiostro. Con mia grande sorpresa mi sono trovato in mezzo ad una riunione improvvisata con quasi tutto il mondo intellettuale che aveva partecipato alle sedute n qui tenutesi; sotto la guida di Monsignore intrecciavano dei tti commenti. Ho fatto il mio lavoro, che portare da bere, e in queste occasioni mi sento un po come il cameriere di un motel, e poi siccome ero troppo curioso mi sono appostato ad origliare, sbirciando da dietro un vetro, proprio come ci si aspetta che un servo faccia.

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I Gentili del Cortile


Farsa in Atto Unico (aristotelicamente parlando, eccetera eccetera)

Scena I
Citt del Vaticano, A.D. MMX, interno di un chiostro lussureggiante. Mattina da colori incerti: minaccia pioggia. Alcune poltrone di vimini dalle quali sono stati rimossi i cuscini foderati di velluto rosso. Personaggi: Monsignore, Pindemonte Delvecchio (gi conosciuto come lAteo Approvato Non Folkloristico), Armnio Uranico, Eterea Flogista, Sofoide Eubiotico, Sciantl Palumbo, il letterato e poeta S.N., il noto giornalista F.L., lontologo Adelmo Giarretta con uno specchietto tascabile, lonorevole Caio Gracco, Lozero e il buffone.

Monsignore (indicando le poltrone e facendo strada) Prego, prego, amici miei, accomodatevi. Pindemonte Delvecchio (corrucciato): Sedetevi pure, amici. Io preferisco restare in piedi. (a parte Monsignore, Pindemonte e il buffone, si siedono tutti) Monsignore: Vi ho fatti venire qui perch, come avrete forse saputo dai nostri emissari che stanno conducendo le indagini, da una settimana il nostro stimato Teologo scomparso senza lasciare traccia. Lozero: ancora nulla? Monsignore: Macch. Nulla di nulla. Sofoide Eubiotico: Avete avvertito la polizia? Monsignore: temo che ormai dovremo rassegnarci a farlo, ma sono dilaniato dai dubbi. Per questo ho voluto convocarvi, anzi vorrete scusarmi per lo scarso anticipo con cui vi ho avvertiti. Vi ringrazio comunque di essere venuti tutti. Caio Gracco: La situazione rischia di diventare spinosa. Indagare tra queste mura sempre stato tremendamente difcile (ridacchia maliziosamente) Mi sa che se non lo trovate voi (indica Monsignore) la polizia potr fare ben poco. Monsignore: vero, infatti noi proseguiremo comunque le ricerche anche per nostro conto. Quello che volevo dirvi che dobbiamo concordare una linea comune sul che fare. Tra laltro vi rammento, nel caso decidessimo di rivolgerci alla polizia, che il Teologo era coinvolto nellorganizzazione degli incontri nel Cortile dei Gentili e quindi voi potreste essere tutte persone informate dei fatti. Sciantl Palumbo (intervenendo garrula) Beh, a dire il vero, di quali fatti si parla? Caio Gracco (bisbigliandole in un orecchio) Si dice cos. una formula di rito. Non hai mai letto libri gialli? Oh, cazzo, ma che te lo chiedo a fare. Sciantl Palumbo lo guarda risentita, ma tace.

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F.L. (alzandosi in piedi) Per quel che mi riguarda non c problema. Volete un dossier? Fabbrico un dossier. facile. Se dobbiamo infangare il Teologo, lo infanghiamo; se dobbiamo infangare i suoi detrattori, infanghiamo loro. Caio Gracco: ben detto. S.N. (rivolgendosi a F.L.) Ma sei sicuro? non meglio aspettare? F.L. (liquidando lobiezione con un gesto della mano) Mi si dica contro chi agire, e io agisco. Monsignore (conciliante) ammirevole la tua solerzia, caro F., e sta pur certo che in caso di bisogno ci serviremo della tua penna tagliente. Ma il nostro buon letterato ha ragione, la prudenza una delle virt cardinali. Dobbiamo agire alla luce di Dio e della Sua legge. Ontologo: Miei cari, permettetemi di intervenire per ricordarvi che la giustizia una virt umana, virt e sapienza, seppure vi fu chi la den una nobilissima ingenuit. Invece va riconosciuta come sommo bene, e non, come farebbe il qui presente Caio Gracco, ricalcando il Trasimaco della Repubblica di Platone, come linteresse del pi forte. Pindemonte Delvecchio: Mio buon Adelmo, dove stai andando a parare? alla necessit di tripartire lUrbe ponendo te stesso, in qualit di losofo, al governo? Ontologo: Non lo faccio apposta. (sbirciando lo specchio) che ho listinto del nomoteta. Monsignore: Signori miei, vi prego! Non vi accapigliate. Sia ben chiaro anche a voialtri senzadio che il ne ultimo lAmore divino. Declinate dunque i protagonismi personali. Eterea Flogista (alzandosi in piedi sotto lo sguardo innamorato di Armnio Uranico): Sono daccordo con Monsignore. Ma come dobbiamo organizzarci? Sofoide Eubiotico (che intanto stava irtando con la signorina Palumbo) Io credo che dovremmo continuare a lavorare come se nulla fosse accaduto. Insomma, il materiale prodotto nelle riunioni qui al Cortile sufciente per permetterci di lavorare in autonomia anche senza il Teologo. Prendiamoci tempo. Armnio Uranico: il che anche uno spunto scienticamente rilevante. Il prendersi tempo, intendo dire. Il tempo, in s. Buffone: Sono anche io del parere di temporeggiare. Sia mai che la scomparsa del Teologo diventi di pubblico dominio, avremmo tutte le televisioni addosso, una cosa morbosa, brr. Potremmo addirittura incappare in un qualche giornalista che ci chiede cosa state provando in questo momento? (enfatico) Svengo, gemo, sono nel deliquio al sol pensiero. (con tono normale) Risparmiamoci questa pornograa, signori. Per piet. Monsignore: La bocca del giusto esprime parole sagge, e la sua lingua parla con giustizia. Salmi, 37:30. Beh, c una fazione di temporeggiatori, vedo. Altre opinioni? Pindemonte Delvecchio: io... io non capisco... questa mancanza di rispetto... Tutti lo guardano sgomenti Monsignore: Rispetto? Ma qui siamo nel luogo dellapoteosi del rispetto.

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Pindemonte Delvecchio: intendevo dire, rispetto nei confronti del Teologo... ne parlate come se fosse un estraneo, un corpo da espellere, rimpiazzabile a piacimento, quando invece per molti di noi era prima di tutto... ecco... un amico (si asciuga una lacrima) Monsignore (enfatico, abbracciando Pindemonte) Ma certo, ma certo! E chi lo nega? Anzi, mi compiaccio di questo cameratismo, ma che dico, di questi veri e forti sentimenti, di questa agape che ricalca lo spirito dellottima enciclica Deus Caritas Est del Nostro Santissimo Padre Benedetto XVI. (pausa) E per dobbiamo anche essere pragmatici. Lozero, come siamo messi con lo spettacolo? Lozero: siamo appieno nei limiti della tabella di marcia. Dovremmo essere pronti per Natale. Monsignore: Bene, ci signica che da qui a Natale, ossia per tutto lautunno, dovremo essere in grado di produrre a ritmo serrato anche in caso il nostro Teologo non dovesse tornare. Il progetto del Cortile dei Gentili troppo importante. Per quanto riguarda la polizia, aspettiamo ancora qualche giorno. Gli ospiti del Cortile dei Gentili si guardano lun laltro, mormorando frasi di approvazione e assentendo gravemente col capo. Monsignore: E allora andiamo! Siamo colti, intelligenti, eruditi! Ci piacciamo! vero che ci piacciamo? Ontologo (balzando in piedi) Eccome! Monsignore: Su! Al lavoro! (batte le mani) Quelli in piedi si siedono, a parte Monsignore. Tutti estraggono di tasca un notes, si fanno il segno della croce e si mettono a scrivere freneticamente. Monsignore rimane compiaciuto a guardarli, con le mani intrecciate dietro la schiena. Musica fuoricampo che cresce; si sente solo qualche stralcio di conversazione nel brusio concitato di sottofondo. Calano le luci. Eterea Flogista: ...la formazione del legame C-H come metafora di... Armnio Uranico: ...esprimendolo in notazione di Dirac... Pindemonte Delvecchio: ...nella biblioteca di Nag Hammadi... Ontologo: ...s, lessere... cos come si percepisce che la virt ... Sofoide Eubiotico: ...il fenotipo estendibile cristiano, del resto... Caio Gracco: ...quel pacchetto di voti che... S.N.: ...e cos parea chio fosse / dismesse un tempo le spoglie scosse... Monsignore: Fermi! Fermi, in nome di Dio! La musica di sottofondo si interrompe bruscamente. Tornano le luci in scena. F.L.: Che succede?
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Monsignore (facendo loro cenno di tacere col dito davanti alla bocca) Ssst... mi sembrato di sentire un rumore... un violento scalpiccio allingresso. Tutti tacciono, tendendo lorecchio. Lozero: vero, lo sento anche io. Si direbbe una colluttazione. Pindemonte Delvecchio: Oh cielo! Sar mica tornato lAteo Folkloristico con i suoi queruli motteggi? Adesso il rumore fuori campo si fa nettamente udibile. Tre voci maschili fuoricampo, insieme al rumore di una colluttazione. Voce fuoricampo n. 1: Maledizione! Lasciatemi passare! Sono io, vi dico! Sono io! Voce fuoricampo n. 2: Non ti muovere, impostore! Voce fuoricampo n. 1: No, no! Acc... ecco... Ehi! Voce fuoricampo n. 2: Presto! ci sfuggito! Voce fuoricampo n. 3: Tu a destra! io a sinistra! Rumore di tre persone che corrono. Monsignore (tuonando verso lingresso) Ma che diavolo...

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Scena II
Interno del Chiostro. Personaggi: gli stessi, due guardie svizzere, il Teologo, il servitore muto.

Il Teologo irrompe in scena, inseguito da due guardie svizzere che lo braccano proprio mentre questi arriva davanti a Monsignore. Ha la barba lunga, locchio spiritato. I suoi vestiti sono stazzonati: indossa dei pantaloni di lino chiari e una polo azzurra al posto dellabito talare. Prima Guardia Svizzera (trafelata): Chiediamo umilmente perdono, Monsignore. Questo cenciaiolo sfuggito ai controlli. Teologo (dimenandosi per liberarsi dalla stretta delle guardie) Ehi! Quale cenciaiolo? Attento a come parli, sciagurato lanzichenecco. (a Monsignore) Monsignore, almeno Lei, mi riconosca. Monsignore fa un passo avanti, sora il viso del teologo, ne osserva attentamente i lineamenti. Monsignore: Maria santissima immacolata (si fa il segno della croce) (alle due guardie) Lasciatelo andare. il Teologo. mormorio di stupore tra gli ospiti del Cortile. Le due guardie fanno un inchino, guardando il teologo con aria stranita, abbozzano delle scuse, poi se ne vanno come se avessero visto un fantasma. Pindemonte Delvecchio (correndogli incontro e riconoscendolo) Amico mio! Teologo (abbracciandolo) Ciao, Pindemonte. Monsignore (agli ospiti del Cortile) Nuntio vobis gaudium maximum! Ammazzate il vitello grasso! tornato il nostro Teologo. grida di giubilo tra gli ospiti F.L. (tra s) Uff, per questa volta non dovr confezionare dossier. Tutti si alzano e si stringono a cerchio attorno al Teologo. Sofoide Eubiotico gli porge una poltrona. Il Teologo si siede e li guarda con un sorriso enigmatico. Monsignore: Allora, dicci! Che cosa ti successo? dove sei stato per tutto questo tempo? Teologo (guardandolo con aria assorta) Sono stato... un po qui e un po l. Pindemonte Delvecchio: Ci hai fatto spaventare! Stai bene? Teologo: Mai stato meglio. Monsignore: E i vestiti? Teologo (ricordandosi in quel momento che non in tenuta dordinanza) Oh, labito, s... Beh, dopotutto volevo girare in incognito. Un prete d troppo nellocchio. Mi sono comprato questi vestiti in un grande magazzino. Monsignore: E i soldi? Dal tuo conto non risultano movimenti.
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Teologo: Avevo un po di contante con me. Monsignore: Non risulta nemmeno che tu abbia prenotato a tuo nome alcuna stanza dalbergo. O che tu sia stato ospite in alcun convento. Teologo: Sono stato in un paio di alberghi, ma non a mio nome. Pindemonte Delvecchio (scaturito) Hai dei documenti falsi? Teologo: Come tutti. Mi sono fatto chiamare Giovanni Ferretti, come quello strano cantante e come Pio IX (ride). Potete controllare. Monsignore: Ges benedetto. Pindemonte Delvecchio: e che hai fatto in tutto questo tempo? Teologo: io? Oh, ho letto Henry Miller (ride fragorosamente). E poi ho pensato. Ho pensato moltissimo. Ne avevo proprio bisogno (sorride, sornione) Monsignore (con aria paterna) Ma qui avevi tutto il tempo e il modo di pensare, benedetto gliolo. Sei a casa tua. Perch ti sei allontanato? E senza avvertire! Teologo (strizzando gli occhi) Eh, io... ecco... avevo bisogno di staccare la spina. Ero scosso e poco lucido. Ma vi garantisco (si alza in piedi) vi garantisco che stata la settimana meglio spesa della mia vita. Signori, amici, romani e non: (pausa) prestatemi orecchio. Tutti, compreso Monsignore, gli si avvicinano. Teologo: Ho avuto modo di riettere sulla natura del Cortile dei Gentili. Venite qui, signori miei, venite, senza timore! Ho capito che la missione paolina che abbiamo intrapreso insieme in questo chiostro non pu che essere il primo passo. ora, vi dico, di cominciare a pensare in grande. Monsignore lo guarda perplesso ma al contempo incuriosito. Il Teologo se ne accorge e fa cenno a Monsignore che si avvicini. Gli cinge le spalle con un braccio. Teologo (agli altri) Scusate un attimo. (bisbiglia qualcosa allorecchio di Monsignore) Monsignore (stupefatto) No! Teologo: continua a bisbigliare, concitato Monsignore (estasiato) S! Teologo: continua a bisbigliare, pi tranquillo Monsignore (sorpreso) Eh! Teologo: E inne (continua a bisbigliare, stavolta accalorandosi) Monsignore (illuminandosi) Ma certo! Teologo (continua a bisbigliare; poi, con tono normale) Per per questo ho bisogno del Suo aiuto. Ci pensa Lei ad avvertire le alte sfere? Si prende questa responsabilit? Monsignore: S. Non dovrebbero esserci problemi. Considera lautorizzazione come se gi ti fosse stata data. (guarda orgoglioso il Teologo) Perdonami se in questi giorni ho dubitato di te. Teologo (magnanimo) Non c nulla di cui debba chiedere perdono. Preghiamo Dio, piuttosto, e ringraziamolo.
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Si fanno il segno della croce, con evidente soddisfazione. Pindemonte Delvecchio: Ci volete spiegare cosa sta succedendo? Teologo (scambiandosi unocchiata dintesa con Monsignore, che sorride compiaciuto) presto detto. giunto il momento di uscire dal Cortile ed evangelizzare lintera societ. Pindemonte Delvecchio: Eh? Monsignore: A ciascuno di voi verr assegnato un compito. Sarete latori del messaggio del Cortile. S.N. : Di quale messaggio state parlando? Ontologo: Ehi, io ho capito. Stanno dicendo che nito il tempo dellanalisi ed cominciato quello della sintesi. Pindemonte Delvecchio: cio dobbiamo andare in giro a fare proselitismo tra la gente? Ontologo: Beh, come ci spiegavano sempre da giovani, il personale politico. Teologo: Per la miseria, Pindemonte, non vi mando mica a vendere aspirapolvere porta a porta. Monsignore: Per dirla volgarmente, stiamo per inltrarvi nelle stanze dei bottoni. Facciamo di voi dei matres penser. Il nostro think Tank. Le divisioni del Vaticano. Sciantl Palumbo: vuol dire che saremo noi quelli che fanno tendenza? Teologo: Brava. Ontologo: Giusto cielo! Saremo un soviet! Beh, una religione vale laltra. Vada per il Soviet dei Gentili. Pindemonte Delvecchio: Scusami, amico mio, ma dove sarebbe la novit? Non quello che avete sempre fatto? Teologo: s, ma adesso cambiamo marcia. Passiamo ad un livello pi... pi intensivo, ecco. Sofoide Eubiotico (esultando) Evviva! Armnio Uranico (guardandolo di sottecchi) Ma... io... ecco... tutto questo, con la ricerca pura, quanto ha a che vedere? F.L. (ad Armnio): E basta con questo idealismo sterile, ragazzo mio. Armnio Uranico (chinando il capo): Va bene. Caio Gracco: Fuoco alle polveri! Sapevo che qui cera da divertirsi (fregandosi le mani). I Gentili cominciano a confabulare tra di loro, commentando con fervore. Brusio intenso. Monsignore: Signori, signori! Un po di disciplina e di attenzione, per favore! (batte le mani per richiamarli allordine. I Gentili tacciono) Teologo: Cominciamo ad assegnare i compiti. Si parte da oggi. Voi, i tre di Erice! Sofoide Eubiotico, Eterea Flogista e Armnio Uranico si fanno avanti.

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Teologo: Vi afdo la divulgazione scientica. Avete carta bianca. Mi raccomando. Due note case editrici cattoliche sono a vostra completa disposizione. E preparatevi ad avere una trasmissione in tv. Forse la volta buona che riusciamo a cacciar via quei dannati scientisti degli Angela. Sofoide, Eterea, Armnio (in coro, con fare solenne): il Signore infatti d la saggezza: dalla sua bocca provengono la scienza e lintelligenza. Proverbi, 2:6 Teologo: Benissimo! I tre gli stringono la mano ed escono di scena, marciando come soldati. Teologo: Lozero, che ci fai ancora qui? Pale daltare, manifesti, ash mob, illustrazioni, tutta ma proprio tutta la comunicazione visiva! Te la senti? Lozero: (gonando il petto) Splendore e maest sono davanti a lui, forza e bellezza stanno nel suo santuario! Salmi, 96:6. Teologo: Meraviglioso! Lozero esce di corsa, agitando le braccia come un invasato. Teologo: Signorina Palumbo! Sciantl Palumbo (sorridendo in modo telegenico) S? Teologo: A lei afdo un compito cruciale, ossia il rapporto con i ragazzi, Questi giovani trovino grazia ai tuoi occhi, 1Samuele, 25:7. Trovi un modo per rendersi accattivante. Sciantl Palumbo: Potrei pensare ad una linea moda, o a dei gadgets a tema? Teologo: Mi rimetto alla sua competenza e al suo fascino. Dimentichi Teleguappa, sta per avere un posto alla RAI. Soltanto, una cosa... Sciantl Palumbo (fremente per lemozione) S? Teologo: Mi raccomando il look. Non dico che devessere castigato, ma discreto s. Lei deve apparire come una dolce amica, ma al contempo affascinante. Attrarre, sedurre e al contempo tranquillizzare. Li faccia sentire come parte di una grande famiglia che si occupa di loro e li ama. E faccia sempre accenno alla sua ritrovata fede e a quanto la riempie di gioia. Sciantl Palumbo (dubbiosa) Eh... uh... prover. Il Teologo la congeda con un cenno del capo e lei esce di scena titubante. Monsignore: E adesso veniamo alla parte difcile... Teologo: Eh gi! Qui mi ci vogliono un grande letterato e un celebre ontologo autoonfaloscopico. S.N. e lOntologo si fanno avanti. Teologo: Posso contare sulla vostra intelligenza e sulla vostra cultura, per fortuna. Perch quello che vi debbo chiedere veramente gravoso (si fa serio)
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Ontologo: Di che si tratta? Teologo: Intendo assegnarvi la gestione del GeCaDisPa. S.N.: (strabuzzando gli occhi) Del che cosa? Monsignore (intervenendo) Del Generatore Casuale di Discorsi Papali. GeCaDisPa. I Gentili rimasti si guardano sconcertati. Monsignore: (aulico) sin dai tempi remoti, scrivere bolle, encicliche, discorsi vari, si rivelato un compito improbo. Una mente umana fatica a comprenderlo. Nonostante il patrocinio dello Spirito Santo, e nonostante si possa sempre attingere dalle Sacre Scritture, veramente difcile sfornare di continuo discorsi non (troppo) banali su ogni aspetto dello scibile umano, sapete. (disincantato) E poi lo Spirito Santo comincia ad esser vecchio e le Scritture sempre quelle. Cos, un papa dietro laltro, si sempre fatto ricorso a uno stuolo di pensatori, esegeti, cavillatori, pazzi, quelli che adesso si chiamerebbero creativi. Da qualche tempo per i nostri informatici hanno messo a punto un software (mi dicono piuttosto semplice ma io non ci capisco molto) in grado di risparmiare il lavoro a tutti questi personaggi. Si tratta per lappunto di un generatore casuale di discorsi papali. Ontologo: E lavete mai provato? Monsignore: Qualche prova labbiamo fatta, ma non lo abbiamo mai utilizzato in sede ufciale. S.N.: E come funziona? Teologo: il programma prende delle parole a caso, tra quelle teologicamente rilevanti, che ne so, Dio, Uomo, Fede, Amore, Missione, Ente, Sostanza, eccetera, e le ricombina in modo da ottenere dei discorsi di senso compiuto, o almeno dei discorsi per i quali lesegesi non sia troppo ardua. Il problema che il GeCaDisPa, cos com adesso, troppo grezzo e semplice. Non possiamo far parlare il Papa come se fosse un biglietto dei cioccolatini. Monsignore (a S.N. e allOntologo) E qui, secondo i piani, entrate in azione voi due. Dovete arricchire il set di parole base, di concetti, magari inserire dei testi pi complessi, rivedere le bozze di Discorso Casualmente Generato quando il programma lo elabora... Teologo: Per scendere nel dettaglio: al letterato e poeta chiediamo di rendere immortale la dolcezza della lettura, di renderla profonda e piacevole; al losofo chiediamo di farcirla di contenuti sufcientemente eruditi. Tra i Gentili si sente un brusio di ammirazione. S.N. e lOntologo tacciono, col capo chino, ssando per terra. Stanno meditando. Monsignore (a S.N.) Allora? S.N. (prendendo ato) sgombro la mente dai dogmi avversi, a ridenir signicati maccingo; accetto, monsignor, e gi dora mi ngo che la prossima enciclica lavrete in versi. Teologo: E tu, Giarretta? Che ne dici?
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Ontologo: Nostra sia la scienza delle scienze, comebbe a dire Platone nel Carmide. O qualcosa del genere. (estrae lo specchio di tasca e si contempla estasiato) S, ci sto. Monsignore e il Teologo si congratulano con i due, che escono di scena con un nobile incedere e laria di chi investito di una missione divina. Pindemonte Delvecchio si fa allora avanti. Pindemonte Delvecchio: Suppongo che avrai pensato a qualcosa anche per me. Teologo: Naturalmente, amico mio. Monsignore (untuoso): Dopotutto il professor Delvecchio stato il coordinatore di questa accolta di senzadio, non cos? Teologo: Certo. Quindi per te ho addirittura una rosa di opzioni: scegli quella che di tuo maggiore gradimento. Potrai diventare il Tucidide dei Gentili, se solo lo desideri. Pindemonte Delvecchio: Sentiamo. Teologo: Busta numero uno: un ruolo al Ministero dellIstruzione, Universit e Ricerca, con delega alla revisione storica. Pindemonte Delvecchio: mmmmh, non mi garba. Teologo: Busta numero due: responsabile della divulgazione agiograca. Pindemonte Delvecchio: c una terza opzione? Teologo: s, c. Puoi tornare alla tua universit e fare ci che pi ti piace. Dal momento che sei mio amico, ti lascio la possibilit di tornare libero. Busta numero tre. Pindemonte Delvecchio: Torno libero. Teologo (sorridendo) Non avevo dubbi. Buona fortuna, Pindemonte. stato un privilegio lavorare con te. (lo abbraccia con calore) Pindemonte gli stringe la mano e se ne va con garbo, come solo pu una persona libera. Esce di scena. Monsignore prende da parte il Teologo con fare concitato. Monsignore (sottovoce, al Teologo) Ma... ma che fai? Non lo trattieni? Teologo: E perch mai? Pensi a quando la notizia si sapr in giro. Il Vaticano dispensa un noto storico dal diventare un suo suddito, favorendone lindipendenza di pensiero. A noi non interessano i servi, ma solo chi accoglie Dio liberamente, cos penseranno. Questo s il rispetto per gli intellettuali e per la loro dignit! Monsignore: E noi ci facciamo un gurone. Teologo: Esatto. Una bella gura di persone magnanime e liberali. Per quanto riguarda i ruoli che ho offerto a Pindemonte non si preoccupi, l fuori c la la di quelli che vogliono prenderne il posto mettendo a nolo la loro coscienza. Siamo in Italia, lo sa? Monsignore: sei un genio del male. Teologo: faccio solo il mio lavoro. F.L. richiama la loro attenzione.
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F.L.: E a me, Vostre Eccellenze Reverentissime? Che mi tocca? In che modo dovr dannarmi lanima impugnando la verit conosciuta? Teologo: Non lo indovini? F.L. (ci pensa un po, poi si rallegra) Potr fabbricare dossier? Teologo: Tutti quelli che vuoi. E non solo. Prendi dei discepoli con te, istruiscili nella tua arte, giacch in verit ti dico, (pomposo) in questo momento ti ho appena nominato Prefetto Laico della Congregazione per la Dottrina dellObbedienza. F.L. lo bacia in fronte ed esce correndo di scena. Rimangono Monsignore, il Teologo, il Buffone e Caio Gracco. Il Teologo squadra tutti, con un ghigno sul volto. Monsignore si siede, subito imitato dal Buffone. Caio Gracco e il Teologo rimangono in piedi, ciascuno ad un capo della scena. Il Teologo fa qualche passo avanti e indietro, studiandosi bene le pause, per acuire la tensione dellattesa. Il Buffone sta seduto sullorlo della poltrona, pronto a scattare in piedi. Caio Gracco ostenta tranquillit. Monsignore si rilassa e ridacchia. Teologo: Chi altro rimane? Tu, Buffone! Buffone (mettendosi pomposamente sullattenti) Signors signore! Teologo: come te la cavi nel dispensare gioia? Buffone: Gioia? Vossignoria moffende se dubita di me: quando millanto i miei quarti di nobilt danimo mi piace citare il motto che caratterizza il mio blasone: memento gaudere semper. Teologo (ridendo) Hai pure un blasone, Buffone? Buffone (piccato) Certo che s! Un dodo rampante rosso in campo bianco, simbolo della fuggevolezza delle cose e di quanto ne siamo tutti, pi o meno, inconsapevoli. Teologo: Perfetto! Buffone, ti nomino novello Giullare di Dio. Buffone: Come San Francesco? E dovr parlare con gli animali? Beh, se mi sono abituato con certi somari come Lozero, pensi un po. Teologo: s, farai il francescano, lanima progressista e aperta. Anzi, che ne dici di scendere in politica? Ti, cos ci siamo denitivamente coperti anche a sinistra, che sono ventanni che quelli brancolano nel buio e hanno bisogno del papa straniero. Glielo diamo noi, il papa straniero! Nessuno dice di no al Vaticano. Buffone: E volete dar loro come capo un buffone? Teologo: Perch no? per simmetria con laltra fazione. Buffone (offeso) Ehi, Richelieu, gi le zampe dalle mie buffe ma sacerrime terga. Io, e sottolineo, io, non posso certo vantare sodali onorati del laticlavio che siano stati condannati in appello per concorso esterno in associazione maosa. Caio Gracco (battendogli allegramente una mano sulla spalla) Oh, quelli in caso te li rimedio io. Basta chiedere.

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Teologo: bene, allora voi due potete fare squadra. Un buffone e un bandito. Certo, non sempre possibile averli riuniti in ununica persona, ma si fa quel che si pu. Coraggio, ora: andate a lavorare! Caio Gracco e il Buffone escono di scena tenendosi sotto braccio. Rimangono il Teologo e Monsignore. Un tuono sordo richiama la loro attenzione verso il cielo. Entrambi si dirigono al centro della scena. Teologo: Mah, forse verr a piovere. Monsignore (scrutando il cielo) Pu darsi, Ma secondo me non subito. Teologo (guardando il cielo a sua volta) Gi, non subito. Si sente in lontananza un altro tuono sordo. I due sembrano non farci caso. Monsignore (facendo un gesto dietro le quinte, ossia fuori dal Chiostro, in riferimento ai Gentili): Se ne sono andati tutti, nalmente. Teologo: Gi. Monsignore: E noi che facciamo? Che ruolo ci spetta in questa farsa? Teologo: Il solito. Ci muoveremo nellombra, amministreremo il potere. Tireremo i li, decideremo cosa Bene, cosa Male. Monsignore: Mi sa che ci vuole un brindisi. Champagne? Teologo: Questa cosa buona e giusta. (batte due volte le mani) Il servitore muto entra in scena. Teologo (al servitore) Due calici di champagne. Il servitore assente col capo ed esce di scena. Monsignore: Avrai bisogno di rimetterti i tuoi vestiti, adesso. Teologo: S. Vivere in borghese stato simpatico per una settimana, ma quando si ha una missione importante come la nostra bene vestirsi adeguatamente. Monsignore: Mi dirai mai per lo e per segno che cosa hai fatto in questi giorni? Teologo: Suvvia, Monsignore. Un uomo ha diritto ai suoi piccoli segreti. Monsignore: Supponi che io ti stia confessando. Teologo: Appunto. Il servo rientra con i due bicchieri di champagne e un carrellino con la bottiglia nel ghiaccio. Lascia il tutto in scena e se ne va.
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Monsignore (riferendosi al servitore) Bravo ragazzo, eh? Teologo: S. Sa, io lo dico sempre, un conforto che sia muto e, inoltre, discreto. lunico che conosce tutta la storia, lunico che potrebbe raccontarla. Magari per iscritto. Monsignore: ma anche molto fedele. Non lo farebbe mai. Teologo: Anche se lo facesse, chi gli crederebbe? Monsignore: La gente crede a tante cose. Teologo: S, ma sarebbe comunque la sua parola contro la nostra. Lo distruggeremmo. Monsignore: vero. E poi nessuno legge pi, oggid. (breve pausa) E allora brindiamo al nostro successo. Teologo (alzando il calice) A noi. Monsignore: A noi. Nei secoli dei secoli. Teologo: Amen. Bevono. Posano i calici sul carrello, si scambiano delle cordiali pacche sulle spalle ed escono di scena ridendo contenti. Musica di sottofondo, in crescendo. Rientra in scena il servitore muto, comincia a spingere il carrello fuori scena. Controlla attentamente da dove sono usciti il Teologo e Monsignore e sorride. Poi guarda il cielo. Un altro tuono sordo, e comincia a piovere. Il servitore esce di scena sorridendo. Gi il sipario.

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