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A chi si rivolge questo libro?
Sei nativo digitale? Cosa preferisci della storia di internet? Sei studente? Hai mai provato la classe flippata? Baratteresti il peso di tutti i tuoi libri con un tablet ereader nello zaino? Hai figli minori? Sapresti educarli per navigare sicuri? Sei un insegnante? Come collabori coi tuoi colleghi per realizzare risorse educative aperte? Sei un imprenditore? Hai misurato quanto si risparmia sfruttando il cloud computing collaborativo? Lavori nella pubblica amministrazione? Hai idea di quando potresti guadagnare in salute grazie agli OpenData? Lavori in proprio? Hai mai avuto un ufficio virtuale con tutti i tuoi collaboratori che lavorano da dove sono senza mai perdere nulla? Lavori in una ditta piccola o media? Vorresti avere gli stessi risparmi che fanno le grandi imprese? Hai mai misurato la redditività della pubblicità online? Hai mai provato a vendere online tuoi servizi o prodotti al mondo intero?
Fare le cose con un metodo efficace, avendo chiaro gli obiettivi è il modo migliore per raggiungerli, migliorando se stessi e organizzando le relazioni con gli altri, come un nativo digitale.
Se regalerete un reader o tablet con questo libro, confido che saranno in tanti ad esservi riconoscenti, ricordandovi di mandare un email all'autore.
La garanzia di un effettivo diritto all’informazione è condizione imprescindibile per lo sviluppo di una cittadinanza europea attiva [...] fonte www.ec.europa.eu
Potremmo definire il diritto all’informazione come un diritto “attivo”. Per poterne godere, ed essere inclusi nella società analogica e digitale, dobbiamo essere in grado di:
riconoscere il bisogno di informazione,
ricercare e selezionare fonti attendibili,
ricavare dalle fonti selezionate le informazioni utili,
utilizzare le informazioni.
Sembra “in teoria” tutto molto facile...ma lo è realmente per un allievo?
Proviamo ad analizzare le diverse fasi dell’esercizio “attivo” del diritto all’informazione e a porci dei quesiti utili, se necessario, a ripensare la progettazione didattica.
Riconoscere il bisogno di informazione
In che modo, oggi la scuola, educa gli allievi a comprendere di quali informazioni hanno bisogno? La didattica riesce, in questo senso, ad essere orientante?
Educare alla ricerca è educare attraverso un compito.
In che modo l’esperienza didattica favorisce un ruolo attivo del discente orientando l’apprendimento ad un compito di ricerca guidata ed analisi delle fonti disponibili nel web? Ricavare dalle fonti selezionate le informazioni utili
Si trascura, spesso, il “peso” della competenza linguistica per l’esercizio della cittadinanza digitale. La competenza linguistica (per la lingua madre e lingue straniere) è da intendersi come competenza di lettura e necessita di essere agita a scuola sia su testi cartacei che su testi digitali reperiti in rete.
Quanto tempo è dedicato in classe all’analisi e comprensione di testi autentici selezionati nel web? Per educare all’utilizzo delle informazioni ritorna indispensabile il task come occasione in cui agire le competenze e “scontrasi” con le difficoltà del costruire, del personalizzare, dell’elaborare criticamente in relazione ad un preciso scopo.
In che modo, a scuola, l’allievo mette alla prova le proprie competenze di cittadino digitale per soddisfare il proprio bisogno di informazioni?
La progettazione di interventi volti a formare il cittadino digitale necessitano di continui “aggiustamenti” legati all’incessante cambiamento del contesto e all’evoluzione dei bisogni formativi dell’apprendente.
È, inoltre, richiesta una riflessione sulle modalità e i punti chiave su cui costruire l’esperienza didattica per conseguire la crescita delle competenze disciplinari e della persona nel suo complesso.
Marco Antonio Baldassari
16.01.2014
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons 4.0 Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate
Internazionale
ISBN—978-1-3107-3790-9
Sei nativo digitale?
Cosa preferisci della storia di internet?
Sei studente? Hai mai provato la classe flippata? Baratteresti il peso di tutti i tuoi libri nello zaino con un ereader in tasca?
Hai figli minori? Vorresti educarli per navigare sicuri?
Sei un insegnante? Come collabori coi tuoi colleghi? Vorresti realizzare risorse educative aperte? Aumentare la attenzione degli studenti?
Sei un imprenditore? Hai misurato quanto si risparmia sfruttando il cloud computing collaborativo?
Lavori nella pubblica amministrazione? Hai idea di quando potresti guadagnare in salute grazie agli Open Data?
Lavori in proprio? Hai mai avuto un ufficio virtuale con tutti i tuoi collaboratori che lavorano da dove sono senza mai perdere nulla? Lavori in una ditta piccola o media?
Vorresti avere gli stessi risparmi che fanno le grandi imprese? Hai mai misurato la redditività della pubblicità online? Hai mai provato a vendere online tuoi servizi o prodotti al mondo intero?
Fare le cose con metodo, avendo chiaro gli obiettivi è il modo migliore per raggiungerli, migliorando se stessi e organizzando le relazioni con gli altri. Vorrei dare maggiore spazio alla questione metodologica che deve guidare il nostro modo di agire.
In questo libro non si dettaglia la parte tecnologica, ma si illustra la pragmatica del come si fanno le cose, perchè altrimenti il libro sarebbe noioso. Essendo il cambiamento veloce e continuo, richiederebbe continui aggiornamenti. Rimandi ai dettagli operativi in internet e sul blog una comunità online.
Regala un ereader con questo libro; confido che saranno tanti ad esserti riconoscenti.
Marco Antonio Baldassari
Dedicato a
mia figlia e ai suoi coetanei,
nativi digitali.
In memoria di mio padre
ringraziandolo
per aver reso questo possibile.
A te che studii tutte le forme e tutte le mutazioni dello spirito come studii tutte le forme e tutte le mutazioni delle cose, a te che intendi le leggi per cui si svolge l'interior vita dell'uomo come intendi le leggi del disegno e del colore, a te che sei tanto acuto conoscitor di anime quanto grande artefice di pittura io debbo l'esercizio e lo sviluppo della più nobile l'abitudine dell'osservazione e debbo, in ispecie, il metodo. Io sono ora, come te, convinto che c'è per noi un solo oggetto di studii: la Vita.
Gabriele D'Annunzio
Il Piacere - A Francesco Paolo Michetti
Se avessimo una Ferrari, prima di metterci alla guida ci iscriveremmo probabilmente a un corso di guida. Consci dei nostri limiti, faremmo di tutto per documentarci e fare pratica, godendoci al meglio le grandi potenzialità dell'auto più invidiata al mondo.
Se prima di guidare una Ferrari vorremmo ricevere formazione, perché non dovremmo fare altrettanto per le nuove tecnologie digitali? Abbiamo a disposizione mezzi potentissimi a costi accessibili: telefoni intelligenti e tavolette digitali equivalenti a una Ferrari per correre sulle autostrade di Internet.
Abbiamo un potenziale di calcolo che gli astronauti dell'apollo 11 neppure potevano sognare. E possiamo metterci in rete e condividere questa potenza con tutto il mondo. Cosa potremo fare oggi con dispositivi milioni di volte più potenti di quelli con cui negli anni sessanta sono andati sulla luna?
Quali potenziali potremmo esplorare interagendo via internet con miliardi di altri dispositivi sparsi in tutto il mondo? La rivoluzione digitale, la nuova forma di relazione dei nativi digitali, una società orizzontale che si autocoordina tramite internet.
La società del dono dei privati cittadini nel libero mercato, senza prevaricazioni dello stato. I rischi di internet - l'autostrada dei bit - sono paragonabili ai rischi di una Ferrari guidata da chi non ha mai fatto alcuna lezione di guida.
Eppure la cosa peggiore è decidere di rifiutare la tecnologia, perchè non solo ne saremmo emarginati, ma non potremmo neppure riuscire a educare i nostri figli. Per pigrizia, per paura dei rischi che potremmo correre, per evitare di dover cambiare il nostro modo di vivere e lavorare, molti di noi tendono a trascurare l'educazione digitale. Tante persone neppure immaginano quello che si potrebbe fare. Altri non usano che in minima parte il dispositivo comprato.
Molti, nel dubbio, non fanno nulla: quasi il 40% di italiani rifiutano di accedere al web relegandosi volontariamente nel digital-divide, tagliandosi fuori dal resto del mondo che va avanti.
Mi sono spesso chiesto salendo su un autobus, incontrando le persone per strada, al mercato, negli uffici, nelle case: in che modo una migliore educazione digitale potrebbe realmente aiutare le persone che incontro nell'affrontare problemi quotidiani? Davvero è così complicato?
Vi sono problemi prioritari che vanno affrontati, ma siamo certi che la tecnologia digitale non darebbe comunque una mano? E quali sono i problemi più importanti? In che modo il digitale aiuta? Sono queste domande che mi hanno spinto a scrivere un libro che fosse utile soprattutto per le persone che ancora non hanno mai fatto esperienza di quello che oggi è possibile fare a costi estremamente modesti.
Educazione digitale per tutti, richiede impegno di tutti e dare il buon esempio. Questa guida contiene un metodo, chiedendo aiuto e fornendo aiuto, nello spirito hacker che ha realizzato intenet e il software libero, possiamo creare una comunità in cammino.
Se ogni persona sensibile volesse regalare un tablet o un ebook reader con questo libro; se questo libro potesse dare una traccia concreta per sviluppare una rete attiva di sostegno all'educazione digitale, si potrebbe innescare una reazione a catena.
Anche i rischi sono gestibili se li si conosce. L'intento di questo libro è di rendere semplice la adozione del digitale, orientando chi amerebbe un percorso semplificato e pragmatico. Molte pubblicazioni trattano nei dettagli ciascun argomento, ma esiste una tale frammentazione che rischia di disorientare.
In questo libro si offrono soluzioni pratiche per innescare una prima esperienza concreta e gratificante. Digital-divide è la assenza di accesso alla rete, principalmente dovuto alla ripida barriera iniziale del sapere pratico e alla grande pigrizia nel raccogliere i frutti della enorme innovazione disponibile. Una volta rotto il ghiaccio, accedendo all'informazione in rete, mettendosi in relazione con chi può offrire consigli, chi legge questo libro può volare con le proprie ali e insegnare a volare anche ai nativi digitali.
Con l'accelerazione che vi è stata negli ultimi dieci anni, non mi sorprenderei se questo libro potesse essere utile sia alla persona che si è appena comprata un dispositivo, sia all'ingegnere elettronico che non ha avuto tempo di occuparsi in modo specifico delle cose nuove di internet.
Per innescare una rinascita sociale non abbiamo bisogno di aspettare di aver letto il libro. Comincia subito, mandando un email o un sms a tutte le persone a cui vuoi bene, per costruire la tua rete di educatori digitali, per aiutarsi a vicenda. Se avrai la pazienza di leggere questo libro fino in fondo, ti chiederò soltanto di fare un esame della tu esperienza: prova a pensare, qualcosa è cambiato nel tuo modo di vivere la rete?
Tu lo puoi fare.
Se questo libro ti sarà stato di aiuto, se ti avrà consentito di risolvere concretamente qualcosa, misura questo beneficio. Stima quanto valore ha generato questo libro. Ti chiedo soltanto di riconoscere una parte di questo valore a chi ti ha consentito di leggerlo.
Manda alle persone a cui vuoi bene
http://educardigitale.blogspot.com
Regala un ereader con questo libro
tanti ti saranno riconoscenti.
Questo progetto vive e cresce online: il libro, che continua a crescere, grazie alle risorse online, al blog e alla community puoi scaricarlo con gli aggiornamenti al link indicato. Puoi comunicare con MAB eBOOKs su Google+ Facebook e Twitter o per email: mabebooks@gmail.com
Conto di ricevere notizie da te, consigli, suggerimenti e critiche. Sono benvenuti commenti e domande su temi da approfondire, richieste di spiegazioni e suggerimenti.
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Chat e chiamate voce
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Creazione di un Wiki
Editoria Digitale
Chi dovrebbe porsi il problema di educare? Forse tutti noi. Anche involontariamente, noi siamo punto di riferimento per altre persone. A nostra volta, abbiamo maestri che ci ispirano nel nostro modo di essere. Un bambino impara copiando il modo di fare e di essere di chi ha attorno. Gira in rete un bellissimo filmato dove si vede un bambino che segue un adulto e ricalca ogni sua mossa, ogni suo gesto. Vale molto più l'esempio di mille parole.
Non sempre un libro può essere determinante nel dare un percorso educativo. Pochi hanno il tempo di leggere, o così dicono.Bisogna farsi uno spazio, gli anglosassoni dicono proprio make time
farsi del tempo, mettere del tempo da parte da dedicare alla riflessione e alla nostra autoformazione. Per nostro piacere, diciamolo.
Lo spazio della lettura consente di evadere dalla quotidiana corsa contro il tempo. Lo stesso piacere si prova con la scrittura. Eppure non sono tanti che hanno la determinazione di mettersi a leggere, perchè esiste un bisogno di evasione
ricreativa, ludica e sociale. Nella migliore delle ipotesi in relax con gli amici per fare due chiacchere, ma spesso sprofondati esausti sul divano
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