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Killer love ( Amore assassino)
Killer love ( Amore assassino)
Killer love ( Amore assassino)
Ebook143 pages2 hours

Killer love ( Amore assassino)

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About this ebook

Il corpo di Paola, giovane insegnante precaria trasferita al nord per lavorare, viene ritrovato esanime dalla coinquilina Alessia, sua amica e collega, vicino al tavolo della cucina. La vittima aveva due spasimanti decisi più che mai a conquistare il suo cuore. L'assassino è proprio uno di loro oppure un terzo insospettabile personaggio? Sullo sfondo di Lecco un gruppo di amici trascorre la propria vita alla ricerca della felicità, senza sospettare minimamente il destino che attende una di loro.
LanguageItaliano
Publishereditrice GDS
Release dateJul 26, 2015
ISBN9788867824403
Killer love ( Amore assassino)

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    Killer love ( Amore assassino) - Claudio Zubani

    Claudio Zubani

    KILLER LOVE

    (Amore assassino)

    GDS

    Claudio Zubani

    Killer Love (Amore assassino)

    Editrice GDS

    Via Matteotti 23

    20069 Vaprio D’Adda-Mi

    www.gdsedizioni.it

    TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI

    Ogni riferimento descritto in questo romanzo, luoghi/persone e altro sono da ritenersi del tutto casuale.

    La spinta verso l'amore, portata all'estremo,

    è una spinta verso la morte

    (Marchese de Sade)

    I

    Il corpo di Paola giaceva disteso a terra, poco lontano dal tavolo della cucina che fino al giorno prima ospitava le sue cene in compagnia della coinquilina Alessia. Fu proprio lei a trovarla, appena rientrata a casa dopo aver trascorso il pomeriggio a scuola per una delle solite interminabili riunioni con le colleghe.

    Vestita con una maglia bianca a maniche corte ed i pantaloni della tuta neri con le strisce verticali azzurre, si trovava esanime sul pavimento da chissà quante ore. Gli occhi ancora spalancati, il sangue sotto la sua testa già coagulato e tutti quei graffi rossi sul collo resteranno per sempre nella memoria di Alessia come un'immagine indelebile. Una sorta di fotografia uscita dalla sceneggiatura di qualche macabro film dell'orrore. Purtroppo era tutto tristemente reale.

    Era stata certamente vittima di una feroce aggressione. Il corpo non mostrava particolari segni di lotta. Nessuna coltellata o traccia di arma da fuoco. Di sicuro era caduta e sbattendo la testa a terra si era procurata quella ferita da cui fuoriusciva l'unica macchia di sangue visibile sulle piastrelle intorno al suo volto. Il suo assassino aveva evidentemente cercato di strangolarla, forse a mani nude o con una cinghia, magari prima di scaraventarla sul pavimento o successivamente per completare il lavoro ed assicurarsi di non lasciarla in vita a testimoniare contro di lui. Quello solo le analisi della polizia scientifica lo avrebbero potuto rivelare.

    Senza neanche toccare l'amica, in preda alla disperazione e al panico più totale, prese in mano il cellulare per chiamare i carabinieri.

    «Aiutatemi, vi prego, Paola è morta, l'hanno uccisa!» disse piangendo al centralinista, ancor prima di presentarsi. Ritrovò un poco di lucidità per riferire indirizzo e nome sul citofono, dopo di che, una volta terminata la chiamata, si mise seduta sulla sedia abbracciando le ginocchia e fissando terrorizzata la povera ragazza. Non riusciva a smettere di piangere e non le sembrava vero di vivere un momento simile. La osservava sperando che da un momento all'altro potesse risvegliarsi, vittima di un incantesimo o autrice di uno scherzo di pessimo gusto. Niente di tutto ciò.

    Dalla finestra socchiusa entrò un filo di vento che spostò un ciuffo dei capelli neri di Paola. Alessia ebbe un sussulto. Si asciugò le lacrime con il fazzoletto appoggiato sul tavolo e riprese a vegliare sul cadavere. Mille pensieri le scorrevano per la testa, una miriade di domande alle quali la sua mente scioccata rispondeva continuamente in modo diverso. Le venne persino il dubbio di finire tra i sospettati, in fondo per chi non conosceva a fondo il loro rapporto sarebbe anche potuta essere una delle piste da seguire per risolvere il caso. Impossibile non trovare sul corpo di Paola sue tracce di Dna o impronte o una qualsiasi altra prova, in fin dei conti vivevano insieme. L'agitazione si mischiò alla paura.

    Passarono poco più di cinque minuti e le sirene dei carabinieri le annunciarono il loro arrivo. A causa dello spavento per essersi trovata di fronte il cadavere di quella che per lei era diventata più di una sorella non aveva più richiuso la porta dietro di se e le forze dell'ordine entrarono di corsa nell'abitazione per comprendere quanto accaduto.

    Ancora singhiozzante, Alessia raccontò di averla trovata già morta e di non avere la benché minima idea su come potessero essere andate le cose. Non sapeva come ci si dovesse comportare in una situazione simile e temeva che ogni suo gesto o frase potesse essere mal interpretato dai carabinieri.

    I brigadieri si misero a cercare nelle diverse stanze eventuali segni dell'omicida. In camera della vittima avrebbero trovato anche le sue valigie, preparate nei giorni precedenti un poco alla volta, così da sentire il momento della partenza sempre più vicino ed assaporarlo nella sua interezza. Non vedeva l'ora di tornare a casa dai genitori, in Puglia, per trascorrere li le vacanze estive. Sarebbero stati i tre mesi più belli e attesi dell'anno, proprio come succedeva ogni giugno da ormai cinque anni.

    Alessia ripensò a tutti i bei momenti passati con Paola. Uno dopo l'altro le passarono davanti agli occhi gli incontri con gli amici, le lunghe chiacchierate la sera davanti ad una tazza di tisana fumante, i sorrisi ed i pianti condivisi. Come sarebbe stata vuota la sua esperienza a Lecco ora che l'amica le era stata bruscamente portata via. Chi aveva avuto la crudeltà di compiere un simile gesto?

    Paola era una ragazza solare e ben voluta da tutti. Non frequentava strane compagnie, era dedita al lavoro, insegnante proprio come lei. Non c'era nessuna ipotesi in grado di scalzare le altre. Forse una rapina finita male? Solo in quel momento diede importanza al ricordo della porta di casa non chiusa a chiave al suo rientro, al contrario di quanto era solita fare l'amica. Forse il malvivente era qualcuno che la conosceva e che lei avrebbe fatto entrare in casa senza alcun problema. O magari, nella sua ingenuità, aveva aperto ad un venditore o a una qualsiasi altra persona non potendo immaginare quello che sarebbe successo di li a poco.

    «Lei questa notte non può stare qui» disse uno dei carabinieri facendola sobbalzare sulla sedia ed allontanandola all'istante dai suoi pensieri. «Ha un altro posto dove andare?» riprese poi l'uomo in divisa.

    Avrebbe voluto stringerla a se un'ultima volta, ma non ci riusciva e non glielo avrebbero neanche permesso. Quella distesa non poteva essere la sua amica, non ci voleva credere. Paola, sempre piena di vita e di iniziativa ora se ne stava li morta davanti ai suoi occhi gonfi di lacrime. Non le interessava dove avrebbe trascorso la notte, quella e tutte le successive. Di sicuro al risveglio non avrebbe potuto riabbracciare la sua compagna di vita come erano solite fare ogni mattina, prima di intraprendere ognuna la propria giornata per poi ritrovarsi e confrontarsi la sera. Quella era la sola cosa che la preoccupava e che le riempiva il cuore di una tristezza infinita. L'assassino non si era portato via solamente la vita di Paola, ma in qualche modo aveva ucciso anche Alessia.

    II

    Era proprio così che l'aveva immaginata, forse un poco più grande, ma con quella stessa distribuzione di spazi e posizioni. Ora andava riempita, abbellita a propria immagine e somiglianza, resa insomma lo specchio di se stesso.

    Da tempo Luca desiderava andare a vivere da solo e finalmente quelle mura erano la materializzazione del suo sogno. Tutto cambierà pensava tra se mentre si guardava intorno con aria speranzosa. Ora avrebbe avuto quegli spazi venuti a mancare nella casa dei suoi genitori. Il lavoro, le amicizie, i passatempi, tutto avrebbe avuto un nuovo sapore grazie a quegli ottanta metri quadrati che avrebbe fatto diventare il suo rifugio per stare da solo e nello stesso tempo il suo punto di incontro con gli altri, a seconda dello stato d'animo.

    La pareti erano tutte bianche, tinteggiate di recente, e su quelle non aveva intenzione di intervenire. Giusto qualche quadro qua e la per non dare agli eventuali ospiti la sensazione di vuoto. La casa era sostanzialmente già arredata, mancavano solamente un divano e gli elettrodomestici di svago come un paio di televisori, un computer e poco altro. Niente che non si sarebbe potuto sistemare nel giro di due settimane al massimo.

    «Noi andiamo» disse Alberto, responsabile dell'agenzia immobiliare che lo aveva accompagnato insieme alla segretaria a prendere effettivamente possesso di quella abitazione dopo una settimana in cui Luca aveva firmato più documenti che in tutto il resto della sua vita.

    «Ok, grazie ancora di tutto, fatemi sapere se c'è qualcos'altro che debba fare o se siamo a posto così» rispose, e per la prima volta provò l'emozione nuova di chiudere la porta di casa sua salutando gli ospiti che uscivano.

    La stanza da letto era dominata da un grosso armadio bianco adibito entro pochi giorni a guardaroba e contenitore di cianfrusaglie varie. In fondo Luca non aveva così tanti vestiti per riempirlo. Poco distante, una cassettiera con sopra lo specchio fronteggiava il letto matrimoniale ancora spoglio. Prese le lenzuola dal sacchetto preparato da sua madre e lo preparò per la prima notte li dentro. Non sapeva perché, ma si sentiva stanco. Tutte quelle idee e nuove prospettive di vita gli avevano tolto energia come se le avesse già attuate in pochi minuti.

    Un piumone a scacchi verdi, bianchi e blu aveva completato la preparazione del letto. Nonostante fossero solamente le sette di sera sentiva il bisogno di coricarsi, ma ci mise un bel po' di tempo prima di addormentarsi. Nella sua testa scorrevano valanghe di progetti su serate da organizzare, acquisti da fare, persone da invitare a vedere la casa e cose di prima necessità da dover ancora prelevare a casa dei suoi genitori. Lentamente i suoi pensieri vennero rimpiazzati dai sogni che solo il suono della sveglia il giorno dopo fu in grado di interrompere.

    Alzatosi di buon ora, con lo spirito di chi si apprestava ad iniziare una nuova vita, Luca si lavò in fretta e salì in macchina per andare al lavoro. La farmacia in valle, nel paesino di Villate, appena fuori il centro di Lecco, lo aspettava come ogni giorno con le sue insegne da accendere, i farmaci da ritirare dal cassone per essere disposti nei cassetti e la solita routine che ormai lo accompagnava da quasi due anni.

    Era bastato rimettere piede li dentro per accorgersi di quanto, forse, la sua fosse solo una pura illusione e che in realtà niente sarebbe cambiato così radicalmente come sperava.

    «Allora, com'è andata?» chiese il dottor Zampetti, titolare della farmacia, con il quale condivideva le sue otto ore lavorative quotidiane.

    «Tutto bene, ora mi serve un po' di tempo per comprare quello che manca e poi sarà tutto a posto.»

    «Se hai bisogno di qualche mezza giornata libera non ci sono problemi, mi raccomando.»

    Era sempre stato molto cordiale il dottor Zampetti. Uomo tranquillo, sulla

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