Il Drago Zimeul Priciu
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Il Drago Zimeul Priciu - Luigi Cianflone
I
Inizio Racconto
Ho incontrato un’anziana Signora che abita in una casa vecchia, in un paese nel comune di Livezile, nella campagna in direzione dei monti della Poiana. Conosco casualmente, la donna di nome Luminita, in quanto, ho amicizia con una delle sue nipoti Rachela, che mi presenta sua nonna.
Percorrendo la strada principale che dal centro abitato della cittadina di Aiud raggiunge l’altisssima vetta del Monte Valisoara Cheile Poieni. A limitati chilometri da Aiud in direzione del paese di Cimpeni, esiste una fila di case, di un centro abitato nel quale insiste una chiesa ortodossa guidata da un prete giovane che, con la raccolta di fondi dei paesani si è costruita la casa e abbellita la complessa chiesa. Giacché non era lui il finanziatore delle opere, la costruzione non gli è piaciuta e l’ha fatta demolire e ricostruire secondo i suoi punti di vista.
Proseguendo in direzione del bivio Buru e dirigendo verso Monte Grande (Muntele Mare a 1.826 M/L. Mare, esisteva una strada ferrata c’è un piccolo e curioso treno proveniente dalla città di Cluj Napoca giunge nella cittadina di Turda e dopo, prosegue trasportando i minatori e gli operai presso le fabbriche di Cimpeni e nelle miniere che si trovano sul monte Scarisoara. Molti altri monti esistono, nel circondario, in direzione di Alba Iulia. Seguono i monti: Poenita 1.437, Curcubata, 1.849, Monte Videaleasca 1.838 - 2.244, Surena, 2.059, in direzione Nord-Ovest, Mas Caleale, 1.404 M/L. Mare.
Da Aiud fino alle pendici del Monte Poenita, esiste una strada che giunge al monastero di Rimet, luogo simbolico e tantissimo interessante, in esso vivono monavi e le monache di clausura.
Nella zona a Sud del Monastero scorre un fiume nel quale, ancora oggi, alcune donne lavano i panni. In direzione nord, la strada prosegue e si congiunge con la statale Cluj Napoca -Turda, in direzione Cimpeni. In quel luogo, c’è una cascata meravigliosa di grandi dimensioni e, il fiume Aries con differenti affluenti. Esso scorre affiancato alla strada principale. Più avanti, si trova un monastero antichissimo ristrutturato.
Da Aiud, proseguendo in direzione di Cimpeni e i monti, esistono, una zona montana assai turistica con casette di legno e un nuovo convento di frati ortodossi (Calugari).
Dal paese di Aiud verso Cimpeni, iniziano una serie di case del tipo villette con terreno intorno: alcune di esse, si trovano nel mezzo del lotto. L’anziana Signora Luminita, abita una di quelle case e so che ancora è in vita… L’anziana, vive in una casetta piccola di metri quadri ventisette e così composta:
Un cancello in ferro battuto, fabbricato da un artigiano di scarsa professionalità, permette l’accesso alla casa.
Il recinto è composto di vari paletti di legno sui quali, vi è inchiodato del filo spinato assai arrugginito per vecchiaia. C’è un’aia in cui stanno le galline e le oche, libere di fare ciò che vogliono: Nel retro, rimane una parte di terreno che confina a Nord con un’altra casa di vicini così pure a Sud-Est. A Sud-Ovest scorre un piccolo fiume che nasce dalla montagna vicina a circa venti chilometri più Nord-Ovest, rappresenta il confine col proprietario terriero che sta a Sud.
Negli anni remoti, nell’interno delle case, non esistevano né l’acqua potabile, né i vari servizi igienici. In passato, la zona era priva di rete fognaria. Ma esisteva il metano in casa.
L’ammodernamento e i moderni servizi nelle abitazioni, avvengono nel 2001 quando la Romania si accinge a fare parte nella Comunità Europea.
Nell’acqua limpida e trasparente del fiume, i vari animali domestici fanno il bagno.
L’acqua potabile è prelevata da una sorgente vicina o da una vasca ricavata a soli quattro metri dal fiume.
Ogni casa, in quei tempi passati, aveva il proprio servizio igienico all’esterno, riparato da un gabbiotto di legno con un foro nel terreno e poco distante dall’abitazione.
Gli abitanti delle case, buttano la spazzatura nel fiume che poi, finisce nei laghi o sugli argini del fiume stesso, poi la piena invernale, la rigetta nelle campagne o nei laghi.
La dimora dell’anziana è costruita in prossimità del fiume: sulla superficie di trentacinque, metri quadri, utili e sono così composti: dal cortile si accede a una piccola scaletta e si entra in una cameretta di tredici metri quadri con annessa una stufa, capace di riscaldare con la segatura incendiata. Le pareti sono pitturate con calce viva e colorata, nei quadri appesi alle pareti, ci sono raffigurate delle statue di alcuni santi e alcune vedute di campagne con case. In un angolo di una camera, sosta un vecchissimo televisore in bianco-nero e poco funzionante. In un’altra parete c’è una credenza con vetrina e sopra di essa, sta posta una porta fotografie con la foto della Signora e il marito da sposi: Affiancato alla stessa parete, accanto alla porta principale, insiste un tavolino con sopra una tovaglia di plastica fiorata. Nella parete accanto alla stufa, ci sono: un divano di legno con letto singolo e il materasso imbottito in crino con le molle d’acciaio, esse nella parte bassa, poggiano su delle fasce telate inchiodate sui montanti di legno. Nella parete a sinistra della medesima casa c’è una stanzetta di quattordicu metri quadri. In essa esiste un altro divano per letto singolo, come il primo. La parte di sotto della casa è composta: di una camera di tredici metri quadri adibita a cucina con un divano addossato alla parete, un fornello a gas. La rete di condotte distribuiscono il metano di provenienza Russa. C’è, però, anche un altro riscaldatore alimentato con segatura come quella del piano di sopra, entrambe costruite in un bidone modificato con due sportelli, uno di carico e l’altro per la regolazione dell’aria, in cima, è saldato l’imbocco della canna fumaria allungata fino all’esterno del tetto della casa. E’ costruito con alcune tegole rosse, del tipo Marsigliesi
. I contro soffitti sono realizzati da strati di minuscole canne asciutte inchiodate nelle travi ricoperte di gesso e poi pitturate. Accanto alla cucina esiste un’altra porta che prospetta sul cortile, da essa si accede in una cantina scavata nella terra poiché: la casa è più bassa del piano strada, sta sulla pendice di una collina dal punto in cui, inizia la pianura e la fine della montagna.
Rimango affascinato dalla tradizionale foto dell’anziana scattata nel corso della sua gioventù. Quel giorno del suo matrimonio, era: Alta, snella, con capelli castani lunghissimi, il viso rotondo, due occhi grandi che facevano trasparire la sua perspicacia e intelligenza profonda anche se, lei no era riuscita a studiare come avrebbe desiderato.
Il marito era ritratto in costume tradizionale ma elegante per l’evento.
Il giovane era alto con capelli neri e un paio di baffetti che evidenziavano la sua grande personalità di un umo forte e duro, però debole di fronte alla sua donna, era l’amore he lo porta a essere così. I suoi occhi, nel ritratto, riproducono la vitalità e la volontà ferrea di far rispettare la legge e prima, se stesso. La sua professione è di poliziotto. Si chiama Laurentiu. In quei tempi, i delinquenti sono puniti con molte botte, prima di condurli in carcere e ciò avviene per vari motivi, uno di essi è quello di fargli rammentare che in negli anni futuri, avrebbero dovuto portare stima a se stessi, per gli altri e per l’altrui proprietà, poi sono celermente giudicati da giudici preposti a fare rispettare la legge statale. Laurentiu, nel circondario si fa valere, a volte riesce ad aiutare qualche povero cristo debole di essersi abbandonato in preda all’alcol e di avere offeso il prossimo.
Conversavo spesso con l’anziana mi piaceva ascoltare la sua dolce voce, tranquilla e per nulla fastidiosa ma piacevole, parlava ricordando:
«Ah! I miei tempi, quelli, sì che arano belli...!»
Naturalmente, non presto parecchia nattenzione alla sua affermazione, i nostri dialoghi sono concentrati in differiti argomenti di attualità. Incuriosito domando:
«Mi raccontate un episodio bello della vostra vita…!»
«Un’altra volta, per adesso non ho voglia!»
«Preferisce rivelarmi un episodio brutto o terribile…?»
«Un giorno, forse ti accontento!»
L’anziana Luminita sta indaffarata a occuparsi delle sue galline che vivono insieme ai piccoli anatroccoli e oche. Si cura anche della sua modesta casa e dei suoi figli rispettando, con amore, inipoti e il suo ruolo di mamma e nonna.
Immagino i sui tempi con la sua gioventù e chissà perché, percepisco il forte desiderio di conoscere la storia antica di quella zona della Transilvania.
Trascorro le mie giornate lavorando con la professione di agente di commercio, un’attività che non svolgo volentieri anche perché non sono attratto da guadagni inesistenti nel momento difficile che vive il Paese. Mi sembra di essere in una Nazione nella quale, i suoi cittadini sono diventati dei grandi sognatori e credenti che i soldini piovono dal cielo e bisogna soltanto, raccoglierli.
In questo periodo, non si onorano i contratti contratti e alcuni cittadini, si attivano in affari o meglio, promettono e dimostrano agli stranieri la possibilità di bisiniss lucrosi dal ricavo inimmaginabile, purtroppo, in realtà sono negativi.
Non mi lamento per la vita che conduco assai distrattiva tanto che spesso gironzolo per la Nazione in cerca di luoghi da vistare.
Come molti cittadini rumeni, anch’io desidero fare tante nuove conoscenze.
I cittadini rumeni sono assai emancipati, cordiali e molto disponibili al dialogo aperto nei confronti degli stranieri e di loro stessi. Mostrano molta disponibilità e ammirazione per il popolo italiano.
Durante la mia permanenza in Rmania, ho conosciuto persone importanti e altre, con incarichi collettivi di poco valore e, anche disoccupati ricchi di animo buono e assai amichevole.
Una volta il mese mi reco con Rachela a visitare sua nonna. Il mio continuo pensiero è di considerare come se lei fosse la mia amatissima nonna e da lei, desidero conoscere delle storie curiose di favole inventate da differenti popoli, mi accorgo che sono simili alle nostre. Egualmente, mi sento come un bambino spinto dal desiderio di cullarsi di fronte al racconto da una favola saputa esprimere dalla nonnina.
Non ricordo proprio, se in verità una delle mie nonne si è preoccupata di raccontarmi qaualche sua storia abbinata alla fantasia per compiacere il loro piccolo nipote. Mi avvicino e parlo all’anziana:
«Nonna Luminita, se oggi vi sentite bene, e volete, mi raccontate qualcosa di voi?»
«Non avrei voglia, ma dimmi, quale parte della mia vita desideri acquisire?»
«Iniziate da dove volete, sono interessato a conoscere la qualsiasi a partire, dalla sua nascita e dei vari domini stranieri avvenuti nei tempi, in questo Stato romeno!»
Improvvisamente mi sento contento che l’anziana mi dimostra simpatia per questo motivo diventa disponibile a rivelarmi qualcuno dei suoi molti segreti nascosti.
«Mio padre Nicu, nasce nel 1880, si sposa a venti anni, nel 1900 e muore a cinquanta nove anni, nel 1959, suo padre gli ha lasciato i suoi beni, dopo l’avvenuta invasione dai Tartari, quando la popolazione ottomana si sta ristabilizzando in Transilvania. L’eredità comprende: una casa fabbricata di terra miscelata con degli escrementi di mucca, si montano le relative travi di sostegno poi, rivestite di canne e sopra di esse, si appiccica la specialissima malta, alcuni costruiscono dei mattoni con la stessa melma impastata insieme alla paglia. I tetti sono rivestiti da fasci di erba secca, poggiati uno sopra l’altro con un spazioso spiovente, capace di tenere lontana l’acqua piovana che colpisce le pareti, in quel caso, la malta si sciolglie.
Il sistema di architettura è abbastanza sicuro, in quanto, il fabbricato, è