Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Un'amicizia oltre la vita
Un'amicizia oltre la vita
Un'amicizia oltre la vita
Ebook91 pages1 hour

Un'amicizia oltre la vita

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

Eduardo è un ragazzo brillante e molto intelligente ed è grande amico di un certo Filippo. Sono inseparabili e vivono un sacco di avventure. Purtroppo un giorno si va a scoprire che Filippo è malato di AIDS e Eduardo gli fa la promessa di trovare una cura per lui. Non si arrenderà mai neanche nei momenti più disperati. Riuscirà a trovargli una cura?
LanguageItaliano
PublisherAndrea
Release dateApr 11, 2016
ISBN9788892593909
Un'amicizia oltre la vita

Read more from Andrea Calvaruso

Related to Un'amicizia oltre la vita

Related ebooks

Performing Arts For You

View More

Related articles

Reviews for Un'amicizia oltre la vita

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Un'amicizia oltre la vita - Andrea Calvaruso

    Andrea Calvaruso

    Un'amicizia oltre la vita

    UUID: 493f2b60-78fd-11e7-bdc9-49fbd00dc2aa

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice

    I CAPITOLO

    II CAPITOLO

    III CAPITOLO

    IV CAPITOLO

    V CAPITOLO

    VI CAPITOLO

    VII CAPITOLO

    VIII CAPITOLO

    IX CAPITOLO

    X CAPITOLO

    XI CAPITOLO

    XII CAPITOLO

    XIII CAPITOLO

    XiV CAPITOLO

    XV CAPITOLO

    XVI CAPITOLO

    XVII CAPITOLO

    XVIII CAPITOLO

    XIX CAPITOLO

    Questo libro è un opera di fantasia. Nomi, personaggi e avvenimenti sono stati creati dalla fantasia dell’autore. Ogni avvenimento a luoghi o persone sono del tutto casuali

    I CAPITOLO

    Era una fredda mattina di gennaio quando dissi addio al mio compagno di giochi e di avventure, Filippo ci aveva lasciati per sempre, Isabella, aggrappata al mio braccio, sembrava volere trarre forza e coraggio, io la sorreggevo e mi sembrava più fragile che mai. La chiesa era gremita, c’eravamo tutti, nessuno era voluto mancare, ognuno con la sua presenza aveva voluto testimoniare l’affetto per Filippo e per i suoi. Rita era come impietrita dal dolore, aveva voluto stargli vicina fino alla fine e la sua presenza aveva rappresentato per lui una ragione di più per lottare. Dire addio a chi ha condiviso con te momenti brutti e belli è sempre doloroso e richiama alla tua mente anni di condivisione.

    Ricordo che tornai a casa infreddolito, non era il mio corpo che aveva freddo, era dentro di me che sentivo il gelo. Mi chiusi nella mia stanza, mi sdraiai sul letto e lasciai che i miei occhi si riempissero di lacrime e i ricordi mi assalissero come un fiume in piena. Mi ripetevo che non poteva essere vero, che era solo un brutto sogno dal quale presto mi sarei risvegliato, non poteva un ragazzo vitale come Filippo averci lasciato, eppure io lo avevo seguito sin dall’inizio durante tutta la malattia, avevo visto giorno dopo giorno il suo fisico arrendersi al male, trasformarsi, perdere la vitalità che ne aveva fatto un ragazzo gioioso, un allegro compagno di giochi prima, un caro amico poi.

    Eravamo cresciuti insieme, abitavamo in un grosso condominio, quando eravamo piccoli, finiti i compiti, andavamo giù in cortile a giocare a calcio insieme agli amici, lui se la cavava bene col pallone, era portato per questo sport perché gli piaceva anche correre, mentre io non sapevo correre e il più delle volte mi mettevano in porta. Ci divertivamo un mondo e il tempo passava senza che ce ne rendessimo conto, a richiamarci alla realtà erano le voci delle nostre mamme che ci chiamavano per ritornare a casa.

    Crescendo la nostra amicizia si era rinsaldata, non giocavamo più a calcetto, solo di rado facevamo qualche partita, ma ci incontravamo ogni mattina e spesso andavamo a prendere qualcosa al bar prima della scuola, a noi si aggiungeva Isabella, sorella minore di Filippo. Isabella allora era una ragazzina di poco più di quindici anni, alta e magra con una cascata di riccioli rossi che le incorniciava il viso, su cui spiccavano le lentiggini ed un delizioso nasino all’insù. Mi accorsi solo dopo di quanto fosse graziosa, allora per me era solo una ragazzina lentigginosa, alta e secca. Era molto diversa da Filippo, anche lui alto e magro ma con i capelli neri, gli occhi scuri e lo sguardo intelligente e rassicurante. Insieme frequentavamo il famoso liceo classico Augusto, che con il pullman raggiungevamo benissimo in venti minuti mentre a piedi ne impiegavamo quaranta.

    II CAPITOLO

    I miei genitori, soprattutto mio padre, avrebbero voluto che io frequentassi l’istituto tecnico industriale per specializzarmi in informatica, io ero stato irremovibile e alla fine avevo frequentato la scuola che ritenevo più adatta a me. Io ritengo che ognuno di noi debba fare le proprie scelte, io sono stato sempre appassionato di anatomia, ho trovato sempre interessante conoscere il corpo umano pertanto ho sempre pensato che alla fine delle scuole superiori avrei frequentato la facoltà di medicina. Questa mia passione risale alla mia infanzia quando sin dalle elementari impazzivo per i cartoni delle serie siamo fatti così scritta e prodotta dall’autore francese Albert Barillè. Questa mia passione era suffragata dal mio istintivo desiderio di aiutare gli altri ed essere medico sarebbe stato per me un buon modo per farlo.

    Conclusi gli esami di maturità, dovevamo decidere quale indirizzo universitario seguire, io avevo fatto già la mia scelta, Filippo ancora no e questo lo rendeva ansioso. Io cercavo di tranquillizzarlo: <>.

    Purtroppo d’estate a Roma ti puoi scordare di fare il bagno a mare, il mare più vicino te lo trovi a un’ora di distanza, in più l’acqua fa schifo ed io e Filippo, non potevamo prendere tutti i giorni il pullman per andare a mare, né avevamo la macchina a disposizione perché serviva ai rispettivi genitori, quindi nei giorni in cui non andavamo a mare, andavamo nella piscina comunale, di sera invece uscivamo con alcuni compagni, con cui avevamo formato una comitiva, tre facevano parte della classe: Marco Frizzi, Maria Ardi e Giacomo Torri, in più c’erano alcuni amici con cui ci conoscevamo da quando eravamo piccoli.

    Marco avrebbe dovuto ripetere l’anno, non aveva molta voglia di studiare e ne stava pagando le conseguenze. Durante i cinque anni di scuola, era stato graziato più volte dai professori, la maggior parte delle volte passava con due o tre debiti da recuperare, ma quell’anno lo avevano fregato gli esami, mentre Maria e Giacomo se l’erano cavata abbastanza bene. Quando ci incontravamo la sera parlavamo dei nostri progetti post scuola, Marco chiaramente era abbattuto visto che doveva ripetere l’anno e stava pensando di frequentare una scuola privata, così sarebbe stato promosso senza problemi, Maria voleva iscriversi ad architettura mentre Giacomo ancora non ci aveva pensato, però era intenzionato ad iscriversi a lingue, visto che gli piaceva viaggiare, avrebbe potuto, conoscendo le lingue, lavorare e visitare nuovi paesi, ma soprattutto rimorchiare le straniere e per questo lo invidiavo!!!.

    Anche quell’anno, quando arrivò agosto, ci organizzammo per andare all’estero a divertirci, l’anno prima eravamo andati a Ibiza, e c’ eravamo tanto divertiti, non mi dimenticherò mai quello che abbiamo combinato, la maggior parte delle volte finivamo ubriachi, musica a palla ma soprattutto si riusciva ad avere avventure con ragazze diverse ed anche con due ragazze contemporaneamente,

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1