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L'oracolo
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Ebook472 pages7 hours

L'oracolo

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Il Grande Regno di Vaukhaal è sconvolto da una terribile invasione.

Il Signore Oscuro ha completamente distrutto la civiltà di Vaukhaal e sterminato quasi interamente la sua popolazione. Solo alcuni ribelli si sono salvati rifugiandosi a Passo del Gigante dando vita alla resistenza.

Arion, sedotto dalle tenebre e diventato l'Oscuro grazie agli insegnamenti di un misterioso e cupo maestro, si inoltra nei Territori Grigi arrivando alla città sotterranea di Katakymbas diventandone il signore assoluto. Dimentico della sua vita precedente e con l'idea fissa della vendetta darà inizio ad una caccia all'uomo e alla donna che gli hanno portato via tutto, fra mille avversità e scontri con temibili avversari.

Nel frattempo nell'Anello che circonda la città di Naab strane morti fra le fila zorkrug seminano confusione e apprensione. Dalia e il Nero in persona decidono di indagare e scoprire chi è così potente da uccidere gli zorkrug ed occultarsi rimanendo impunito. È in questo luogo che Silvany e Lea vivono da schiave, costrette a subire le violenze di tribù moresche e zorkrug.

Una nuova minaccia si profila all'orizzonte: il Signore Oscuro trama ancora, potenti forze si muovono nell'ombra. Una nuova guerra si avvicina. Mentre i ribelli di Vaukhaal dovranno stringere nuove alleanze per avere una possibilità di vittoria, Arion dovrà confrontarsi con la sua doppia natura.

Il futuro è incerto per Silvany e Lea, la vendetta per Arion è un'ossessione.

Per il popolo di Vaukhaal e l'intera Ghaya l'oscurità bussa alle porte.
LanguageItaliano
Release dateMay 25, 2016
ISBN9788869823206
L'oracolo

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    L'oracolo - Alberto Turrin

    Riassunto - IRA

    Arion Fireaxe un giovane e abile boscaiolo vive con i genitori, Lea ed Arson, la sorella Silvany e l'enorme lupo Khujo, fra i monti del Massiccio Settentrionale. Una catena montuosa a nord del regno di Vaukhaal. La tranquilla vita bucolica della famiglia Fireaxe viene stravolta da una improvvisa e quanto mai inaspettata chiamata alle armi. A causa di alcuni disordini e piccole battaglie ai confini meridionali del Grande Regno, il giovane Arion è inserito fra i coscritti che verranno addestrati in caso di reale guerra. Arson, di fronte a tale fatto, spiega al figlio il suo retaggio guerriero e nobile tanto da mostrargli in una grotta segreta un'armatura, un arco e un'ascia bipenne. Le armi sono magiche, ma solo il detentore deve scoprire come attivare la loro magia. E' il lascito dei suoi antenati, antichi guerrieri che da sempre proteggevano la famiglia imperiale

    Strappato alla propria vita in montagna Arion arriva così a conoscere l'addestramento guerriero nella vicina città di Folun. E' nel campo di addestramento, a contatto con altri giovani che lo prendono di mira per le sue umili e selvagge origini, che il ragazzo conoscerà un lato del suo essere a lui stesso sconosciuto. Il giovane una volta minacciato o ferito o a causa di un tremendo dolore tende a perdere la ragione e il contatto con la realtà diventando una sorta di combattente in preda ad un'ira combattiva e distruttiva che lo porta ad uccidere e a distruggere chiunque causi il suo dolore. Il giovane dopo essere caduto in preda alla furia non ricorda, se non solo vagamente, cosa gli sia capitato. In questo frangente conosce Huggher il capitano che per primo lo addestrerà nel combattimento e tenterà di incanalare l'ira che domina le sue azioni quando combatte. Durante l'addestramento Arion conosce Dalia, una giovane inserviente, di cui ben presto si innamorerà. Ma accade qualcosa di tragico per il giovane e la sua famiglia: un gruppo di creature selvagge chiamate zorkrug attacca la sua casa e uccide il padre di Arion. Il trauma per la perdita trasforma definitivamente il giovane nel berserkr, il furioso. Semi trasformato in una belva, il giovane insieme al suo amico Khujo insegue le orrende creature fino al loro campo e in un violento scontro riesce ad ucciderli tutti quasi a costo della sua stessa vita. E' in questo frangente che Eilos un eladrin, popolo fatato ormai scomparso da Ghaya, per puro caso vede Khujo. Affascinato dal wolfest decide di salvare anche l'essere umano, portandolo nel piano etereo al cospetto degli oligarchi, i quattro eladrin che governano il loro popolo. Arion graziato dalla presenza del wolfest viene curato e in fine anche istruito nel controllare la sua ira combattiva. E' proprio Eilos che si farà carico del giovane e lo guiderà nell'addestramento e nell'autocontrollo. Purtroppo tale addestramento non verrà completato. Una terribile invasione colpisce tutte le città di Vaukhaal. Zorkrug, mori, immondi e inanimati piombano letteralmente sulle città indifese da terribili portali dimensionali aperti improvvisamente sui cieli della città. Le vie, le piazze le case diventano luogo di scontro e di mattanze, dove il sangue innocente scorre a fiumi. Arion torna nel piano materiale insieme ad Eilos e precipitatosi prima a casa e poi nella città di Folun in cerca di sua madre e di sua sorella non ne trova più traccia. Le verdi pianure e le dorate colline di Vaukhaal diventano lande desolate: i Territori Grigi o Territori dell'Ombra così chiamati, diventano territorio di conquista governati da esseri non-morti definiti Inanimati e da colui che viene chiamato il Nero. Costui è un Signore dell'Occulto che guida il terribile esercito e che ha posto da sempre le basi per l'invasione. Ma anch'egli ha un padrone: il Signore Oscuro, un terribile essere non appartenente al piano materiale che mira alla conquista di Vaukhaal e stranamente interessato al giovane berserkr.

    Inizia così la resistenza. Un manipolo di uomini guidati da Kander il comandante supremo dell'esercito di Vaukhaal trova rifugio in ciò che rimane della verde natura di Vaukhaal a Passo del Gigante, un valico a nord di Folun fra i monti del Massiccio Settentrionale. Qui Arion, Khujo ed Eilos entrano a far parte della resistenza. Eilos dimostra affinità con gli umani nonostante la diffidenza e l'odio che separava da centinaia e centinaia di primavere le due razze. Arion diventa un guerriero formidabile sempre accompagnato da Khujo, l'unico in grado di combattere vicino a lui quando cade in preda all'ira, è qui che il berserkr diventa per gli uomini il Wolfest in onore a Khujo stesso. Il giovane uomo cresce, ma non smette di cercare fra le carovane di schiavi ciò che resta della propria famiglia. Purtroppo per lui la sua ricerca risulta inutile. Trascorrono le primavere e l'azione dei ribelli si concentra fra i monti, ma ben presto risulta necessario conoscere il territorio nemico e conoscere il nemico stesso. Viene scelto proprio Arion per questa missione: penetrare nel territorio nemico per raccogliere informazioni. A sua insaputa il giovane si trova durante il viaggio accompagnato da Dalia, che svela essere un'ombra sfuggente, dotata di capacità straordinarie. La ragazza è un'abile spia in grado di mimetizzarsi nelle ombre e sfruttare il piano materiale delle ombre brevi viaggi interplanari. I due penetreranno nel territorio nemico.

    Durante il viaggio trovano una piccola città abbandonata sulla quale sorge un tempio. Non è altro che la porta per la città di Katakymbas, un regno umano sotterraneo. I due cadranno prigionieri di una setta di esseri umani legati a usi e riti di un'antica civiltà. Presi prigionieri verranno liberati nientemeno che dal nemico: dal Nero. E' manifesta la volontà da parte del Signore Oscuro di catturare il berserkr; i motivi sono sconosciuti, ma risulta chiaro quanto il giovane sia conteso fra le forze del bene e le forze del male. La sua natura berserkr e inaspettatamente la sua natura di Signore dell'Occulto lo rende un essere straordinario sia per Cyrdas, l'arcanista, che per il Nero e il suo Padrone. Il caos creato dai combattimenti nella città sotterranea permette ai due di sfuggire nel piano delle ombre grazie alle capacità di Dalia. I due fuggono, inseguiti da orride creature e dal Nero, attraverso le lande del piano delle Ombre. Raggiunti dal Nero e dalle sue bestie Arion li affronta, ma dopo aver ucciso i due esseri grazie alle sue capacità soccombe ai poteri occulti del Nero. Ma una cosa annienta la volontà del berserkr: la improvvisa e traumatica scoperta che Dalia, la giovane donna con cui aveva condiviso tanto, è al soldo del Nero stesso. Il giovane reso impotente dalle ferite e dai poteri del Nero cade in preda alla disperazione. Ma ancora una volta accade qualcosa di inaspettato. Un essere oscuro potente quanto il Signore Oscuro stesso impedisce ai due di prendere prigioniero il giovane berserkr. Il giovane viene condotto in un castello nel piano delle ombre e sottoposto ad un terribile quanto intenso addestramento. Qui l'oscura creatura diventa il Maestro e Arion definitivamente impara ad utilizzare le sue doti arcane. Tuttavia qualcosa accade in lui: qualcosa cambia nella sua mente, nella sua memoria. Il giovane perde la sua identità e un unico pensiero regola la sua vita: la vendetta. Qui in questo momento nasce l'Oscuro, il berserkr, l'essere straordinario dotati anche di poteri arcani.

    Contemporaneamente nella città di Naab strane morti si verificano fra le fila degli zorkrug. Il Nero profondamente infastidito dalla cosa comincia ad interessarsi di persona.

    E' in questo periodo storico di Vaukhaal che la legge del Grande Equilibrio è messa in discussione, è la lotta fra il bene e il male che infiamma i territori del Grande Regno di Vaukhaal e ne rende protagonisti persone di estrazione e razza diverse. Il Divieto stesso, l'antica legge divina che proibisce agli dei di solcare il piano materiale, rischia di essere compromesso? Cosa succederà alla gente delle città costrette a vivere in schiavitù nei grandi Anelli di baracche e tende che circondano le nuove città murate del Grande Regno? Cosa accadrà ad Arion l'oscuro-berserkr? Quale via seguirà?

    Tutto è in divenire e nulla è stato ancora deciso per le sorti di tutta Ghaya.

    PROLOGO

    Il Salanthor risplendeva di una luce oscura. La figura si chinò per osservare al suo interno. Il chiarore nel cuore della sfera aumentò. Un po' alla volta le immagini si dipanarono davanti agli occhi del potente essere. Appoggiò le orrende mani sulla superficie liscia della sfera, confluì la propria energia nell'orbe e osservò attentamente. Tutto stava andando secondo i piani, secondo il suo disegno. Presto le cose si sarebbero concluse, il Divieto sarebbe stato rimosso e il suo regno avrebbe avuto inizio. Mancava solo qualcosa al completamento della sua opera. Qualcuno. L'oracolo. L'uomo era la chiave di tutto.

    -Eccomi, mio signore- un'oscura figura entrò nella sala.

    -Prostrati mio servo- gli intimò mentalmente, la figura eseguì l'ordine. -Hai fatto ciò che ti ho ordinato?-

    -Sì mio padrone. Il gruppo è sotto controllo nessuno di loro sa, tutti lo credono un elemento affidabile.-

    La figura ammantata rise -E il nostro alleato?-

    -Anch'egli è all'oscuro di tutto.-

    -Il tuo lavoro è finito per ora torna alla tua dimora.- Decise che quel suo servo inginocchiato non doveva morire, sapeva molte cose, ma gli sarebbe tornato ancora utile, doveva mantenere ancora i rapporti con il loro informatore, almeno per adesso... -Adesso va, torna al tuo castello.-

    La creatura si alzò, in qualche modo sembrava sollevata. Arretrò di qualche passo senza dare le spalle, poi celermente si avviò verso un'uscita segreta.

    Dall'entrata principale fu annunciato il Nero, il quale entrò subito dopo.

    Eccomi mio Signore! disse.

    -E così non sei riuscito a catturarlo.- Non era una domanda

    Sono desolato mio signore, ma una creatura potente... fece una pausa per trovare le parole ...potente...forse quanto voi si è interposta fra me è il nostro obbiettivo...non sarei mai uscito vincitore da uno scontro...la priorità in quel momento era salvarsi e avere il modo di mettervi a conoscenza di questa creatura...ripeto il suo potere, la sua aura era...era molto simile alla vostra!

    La creatura si allontanò dal Salanthor e si voltò verso il suo servitore -e così un mio simile ha fatto la sua comparsa nel regno delle ombre?-

    Non ho altra spiegazione in merito rispose il Nero. Si aspettava una violenta reazione alla notizia in vece l'oscura creatura sembrava incurante della cosa.

    -Una creatura coi miei stessi poteri...interessante...- L'essere rimase in silenzio qualche istante -Non ho altro da dirti puoi andare.-

    Il Nero rimase sorpreso. Aveva cercato, trovato e seguito il giovane berserkr sotto l'ordine diretto del Signore Oscuro. Non ne aveva capito il motivo inizialmente, ma poi aveva intuito le grandi capacità del ragazzo. Ora, di fronte alla scomparsa del giovane il suo Signore si dimostrava tranquillo e quasi disinteressato. Non si capacitava della cosa. Sapeva che il Signore Oscuro era un essere freddo e calcolatore, e spesso era capitato che non gli svelasse completamente i suoi piani o suoi pensieri, ma in questo caso, e per qualche motivo, la cosa gli risultava strana.

    L'essere ammantato tornò a rivolgere la sua attenzione al Salanthor. -Ancora troppa poca energia- aveva usato la sua immensa energia per aprire i portali sulle città umane, -ed ora i tempi nono sono ancora maturi.- La sfera,il Salanthor e la chiave erano i due elementi. Ora li possedeva entrambi, ma entrambi non erano ancora pronti per ciò che li attendeva.

    Aveva trovato il potente artefatto, nelle segrete. L'aveva cercato per centinaia di primavere in ogni angolo di Ghaya, poi aveva capito ed ora era in mano sua. -Gli umani! Creature inette, ignobili, non sono stati in grado di percepirne e comprenderne il potere. Persi nei loro gozzovigli quegli inutili stolti non sono riusciti a scoprire né tanto meno a cogliere ciò che di più potente avevano a disposizione per contrastare l'invasione. Patetici. Meritano ciò che è loro successo. Ora tutto è nelle mie mani, il fato si compirà.- Si allontanò dal globo oscuro e la sua luce si affievolì.

    1 – SACRIFICIO

    Cyrdas stava ritto in fronte al corpo dell'eladrin e recitava la formula da diverso tempo oramai. Impose una mano sul corpo di Eilos, l'altra la pose sulla testa del wolfest. Aveva spiegato alla creatura cosa si aspettava da lui. Inizialmente l'enorme lupo non aveva colto la richiesta dell'arcanista. Pur avendo sviluppato molto le sue capacità molte cose ancora non le capiva. Poi con pazienza e dedizione Cyrdas gli aveva fatto capire che doveva lasciarsi andare, permettergli di entrare in lui ed attingere alla sua forza. Erano rimasti fermi troppo a lungo e non avevano più tempo a disposizione. Cyrdas era visibilmente sfinito, di notte viaggiava e di giorno si prendeva cura dell'eladrin e istruiva il wolfest sul compito che li attendeva. La cosa era rischiosa. L'arcanista aveva confessato ad Huggher che se avesse sbagliato qualcosa, omesso qualche elemento, prelevata troppa energia o troppo poca ne fosse stata infusa qualcuno sarebbe potuto morire. Nella peggiore delle ipotesi potevano morire entrambi per tutti questi motivi messi assieme. Alla fine lui e il guerriero avevano deciso di tentare. Adesso doveva agire. Era arrivato il momento. Huggher, Falia l'anziana curatrice e alcune sue allieve assistevano all'operazione in religioso silenzio.

    Bene ci siamo disse Cyrdas guardando il wolfest. Il lupo gli restituì lo sguardo.

    -Sì- rispose.

    Cominciamo Cyrdas respirò a fondo, chiuse gli occhi e si concentrò. Il suo corpo, come quello di Khujo, fu scosso da un tremore improvviso. La mano che sfiorava il corpo inerte si accese come una torcia e il flusso di energia si riversò nel corpo dell'eladrin. Huggher era sbalordito; aveva sempre considerato l'amico un aggiusta-ossa e un preparatore di pozioni e veleni, ma ciò che stava vedendo ora gli fece capire quanto l'avesse sottovalutato. Wolfest, arcanista ed eladrin rimasero collegati in quella posizione. Huggher sapeva che la cosa sarebbe potuta durare anche una clessidra o così gli aveva spiegato Cyrdas. Nessuno di loro osò parlare. Il tempo passava lentissimo, non sarebbe stato facile, assolutamente. Poi sentirono dei rumori improvvisi provenire dall'esterno della tenda. Huggher aveva ordinato che nessuno si avvicinasse all'infermeria o che disturbassero per nessun motivo ciò che dovevano fare all'interno. Con i suoi modi delicati aveva fatto capire benissimo ai soldati che sarebbero stati guai molto seri se non avessero rispettato tale ordine. Per cui si infuriò notevolmente quando i rumori aumentarono diventando confusione. Mandò una curatrice a controllare. La ragazza rientrò subito e gli parlò all'orecchio. Huggher corse fuori immediatamente. Non poteva credere ai suoi occhi. Cinque soldati accerchiavano un uomo in evidente stato di ubriachezza. La cosa di per sé poteva non essere un problema per le cinque guardie se l'uomo non fosse stato Kander. Il comandante teneva in una mano un otre, mentre l'altra brandiva la sua spada. I soldati in evidente imbarazzo non sapevano come agire. Se fosse stato chiunque altro lo avrebbero disarmato e preso a calci nel sedere. Ma il comandante? Uno di loro con la coda dell'occhio vide Huggher.

    Capitano che dobbiamo fare?!? chiese l'uomo, mentre Kander cercava di colpirlo prima con la spada poi con l'otre ottenendo solo di rovesciare il vino per terra.

    Allontanatevi mi arrangio io! gli uomini fecero spazio al loro capitano: Ebbene amico mio ci siamo ridotti così?

    ...t...tt...ttu...nn...nnon..nonnn...ssei amico mmio farfugliò Kander con una voce a dir poco biascicata … nn.. nness… nessuno… q..qui .. .è...è...amico mio...ssono ssolo.

    Ma che cavolo stai dicendo comandante! Qui siamo tutti amici tuoi! sibilò Huggher prendendo Kander per un braccio.

    .No...nnon...è...vero...ssono solo...solo a pprendere le decisioni...t...tutte...le decisioni ruttò rumorosamente ...f...fate sssolo fffinta di aiutarmi...

    Maledizione Kander in quella tenda Cyrdas sta tentando di salvare un nostro amico... esplose improvvisamente irato ...e tu te ne stai qui a bere come uno stupido beone e a far casino??? Ti è dato di volta il cervello??? Huggher era rosso in faccia.

    ...dddi...a...a..Cyrdas...di...lasciar p-perdere...oramai nnnon c'è più sssperanza per nesssuno...di nnoi... blaterò ciondolando a sinistra e a destra quasi sul punto di cadere.

    Capisco il tuo stato e capisco la sbornia colossale, ma queste cose che blateri lo sai che sono assolutamente assurde, ma farò finta di non aver sentito ciò che hai detto. Si avvicinò con calma a Kander .Ora te ne stai buono e ce ne andiamo in tenda a smaltire la sbronza che ti ritrovi addosso. Huggher dovette ringraziare i suo riflessi ancora ottimi per non trovarsi la pancia aperta. Kander aveva cercato di colpirlo con uno sgualembro. Sentimi bene amico disse con voce irata fino ad ora ho agito come ha voluto l'arcanista, ma adesso ne ho le palle piene di questo tuo comportamento assurdo e agisco a modo mio per cui se non vuoi che ti prenda a calci in culo, comandante, fa in modo di ricomporti e seguirmi dolcemente verso la tenda per tutta risposta ebbe un altro sonoro rutto e l'otre scagliato contro.

    L...las...asciami perdere...se...semm..ti faccio… i… io.. il… culo… a… t… te… r… ric… ricordati… che que...que..quelo...che ssai...te...te l'ho insegnato...io.

    Huggher era furibondo e strattonò il braccio del comandante è meglio che la finisci e che ti avvii verso la tua tenda, sto perdendo la pazienza. Nonostante il suo stato pietoso Kander riuscì a reagire e a sferrare un pugno al suo capitano. Huggher lo evitò, ma perse la presa. Kander si lanciò nuovamente. Placcò letteralmente Huggher e rovinarono a terra. Rotolarono l'uno sull'altro come due gatti selvatici. Huggher riuscì a divincolarsi e ad alzarsi per primo, non aspettò un attimo: sferrò un potente calcio al costato dell'uomo ancora a carponi che litigava con se stesso per rialzarsi. Il colpo lo fece crollare nuovamente a terra. Se è così che la metti mio caro comandante, me ne frego del tuo grado...credo che sia arrivato il momento per aiutarti ad uscire dal tuo stato a modo mio, con una bella lezione! Afferrò per i vestiti il comandante aiutandolo a sollevarsi e sferrò una poderosa ginocchiata al già malandato stomaco di Kander che ebbe un conato di vomito. Huggher per nulla impietosito assestò un pugno non violento, ma preciso al mento dell'amico che rovinò sulla neve. La gente accorse a vedere e i soldati si sentivano per metà imbarazzati e per l'altra divertiti. Non capitava spesso che un generale supremo fosse preso a calci da un sottoposto, ed era infatti ciò che stava accedendo. Rialzatosi dalla neve e piegato in due dal dolore Kander ricevette un calcio frontale sul di dietro che lo fece volare nuovamente a terra.

    Forza comandante, su dai alzati lo incitò Huggher che aveva assunto una posizione di combattimento. Kander si rialzò lo vide. Scosse la testa per schiarirsi le idee e assunse anche lui la stessa posizione, traballante, ma in qualche modo la stessa posizione. Huggher si avvicinò deciso e il diretto arrivo a segno: sul naso. Kander lacrimò, ma non arretrò, anzi tentò a sua volta. Il colpo lento e impreciso andò a vuoto. Veloce e preciso il gancio di Huggher colpì in pieno la mascella facendo stavolta barcollare il generale. Huggher non attese: ballò attorno al suo avversario, colpiva e arretrava. Un po' alla volta il volto di Kander cominciò a riempirsi di ferite e tumefazioni. La cosa continuò e la gente da sorpresa e divertita cominciò a preoccuparsi. I mormorii si fecero più intensi. Huggher non vi badò e continuò la sua azione. -Questo vecchio orso è proprio duro da buttare giù- cominciava ad ansimare, non credeva che quel vecchio comandante fosse un osso ancora così duro. -Non oso pensare quando è nel pieno delle sue facoltà- perso un momento in quei pensieri non si accorse del montante che Kander riuscì a sferrargli, batté violentemente i denti e per poco non si tranciò la lingua, barcollò all'indietro. Kander ansimava come un toro infuriato, ma sembrava in evidente difficoltà.

    Mi hai proprio stancato si lanciò furibondo verso il comandante, gli sferrò un montante, ma diretto allo stomaco. Stavolta Kander riuscì a bloccarlo.

    Sai Huggher ne ho proprio voglia disse esprimendosi chiaramente, poi diede una terribile testata in pieno volto al capitano. Il sangue esplose dal naso e Huggher rovinò a terra. Stavolta fu Kander a lanciarsi sull'avversario. Rotolarono come cani furiosi e bloccandosi a vicenda. Si lasciarono e si alzarono in piedi. Kander ancora non era in perfetto equilibrio. Huggher ne approfittò: fintò il movimento di un diretto poi colpì con una spazzata la gamba sinistra di appoggio facendo perdere l'equilibrio a Kander. Prima che cadesse riuscì a bloccarlo con le mani dietro alla nuca e a tirarlo verso di sé. Kander fu colpito in pieno stomaco da una tremenda ginocchiata che lo lasciò senza fiato. Huggher non mollò la presa e continuò con un paio di ginocchiate al costato, quando sentì che le gambe del comandante cedere, lo lasciò cadere a terra nella caduta gli sferrò una violenta gomitata alla testa. Kander perse i sensi. Huggher ansimava. Guardò il corpo svenuto a terra del suo comandante, il sangue che aveva sporcato la neve. Alzò la testa e vide la gente che lo osservava con un misto di paura e stupore.

    Cosa avete da guardare, eh? Tornatevene alle vostre cose, porca miseria!!! Il tono non lasciava possibilità di scelta la gente si affrettò ad allontanarsi dal luogo. Portate il comandante nella sua tenda e cercate di medicarlo come potete, io vi manderò una curatrice.

    Sì signore! rispose un soldato ma credo che anche lei abbia bisogno di una medicazione...il suo naso...

    Non preoccuparti per me ragazzo...il mio naso è a posto. Si afferrò il naso con entrambe le mani e le dita intrecciate, diede un violento strattone laterale e lo schiocco che ne seguì fece rabbrividire i soldati. Maledizione adesso mi verrà un livido tremendo commentò lapidariamente il vecchio guerriero come nulla fosse successo. Kander era in condizioni pietose, trasportato di peso da due soldati sembrava un ubriacone che aveva appena sostenuto una zuffa in una bettolaccia. Huggher lo guardò andarsene. Scosse la testa e ritornò all'infermeria. Non appena entrò nessuno osò chiedergli cosa fosse successo di fuori. Erano tutti tesi allo spasimo. Cyrdas continuava il suo sortilegio, ma era visibilmente provato. Con gli occhi chiusi e estremamente pallido sembrava aver perso sangue, ma non ce n'era la minima traccia in giro. Khujo barcollava. Le curatrici osservavano immobili e impotenti quell'operazione. Purtroppo Eilos non sembrava reagire. Huggher non sapeva cosa fare, aveva le mani legate. Attese. Il tempo scorreva lentissimo. Non succedeva nulla. Huggher era sulle spine e sia Cyrdas che Khujo erano al limite.

    Falia interrompi il processo! O finiranno per lasciarci le penne tutti e tre!

    La donna era visibilmente scossa e atterrita dalla verità espressa a voce alta dal guerriero Non so Huggher, Cyrdas è stato abbastanza chiaro con me! Non intervenire assolutamente! Se le cose si fossero messe male ci avrebbe pensato lui...

    Huggher guardò la donna e poi l'arcanista. Rimase in silenzio, poi parlò: Potrebbe non aver previsto qualcosa, potrebbe essere bloccato in una sorta di vincolo magico dal quale non riesce a liberarsi...non ne ho idea Falia, ma guarda lui e Khujo sono al limite, oltre a Eilos rischiamo di perdere anche loro due!

    Quando avevano discusso della cosa e messo in chiaro che sarebbe stata pericolosa sia per Eilos che per Khujo, il guerriero si rese conto che l'arcanista aveva volontariamente omesso se stesso. Ti prego Falia una perdita purtroppo la possiamo ancora tollerare, ma tre no si odiò per le parole dette nel momento stesso in cui le pronunciava. Stava condannando a morte Eilos. La donna era pensierosa e le sue giovani assistenti restavano in silenzio tormentandosi le mani. Poi improvvisamente la vecchia guaritrice sembrò quasi tranquillizzarsi. Huggher notò stupito quel cambiamento nella donna. La vide girarsi verso una sua guaritrice e parlarle all'orecchio. La ragazza inizialmente scosse la testa, poi dopo qualche altra parola, annuì. Una lacrima scese sulla guancia della bella ragazza. Falia tornò a voltarsi verso Huggher.

    Ho preso la mia decisione. Farò il possibile per salvarli, ma non ti garantisco niente vecchio burbero. Un sorriso dolce amaro comparve sulla faccia rugosa. Si posizionò alle spalle di Cyrdas e appoggiò le sue fragili mani sulla schiena dell'uomo. Huggher rimase stupito nel vedere le mani illuminarsi come quelle di Cyrdas. Non lo sapeva: -Anche Falia possiede poteri arcani?- pensò. In fondo perché no. Tutte loro erano allieve di Cyrdas e probabilmente il vecchio arcanista aveva deciso di trasmettere il suo sapere e il suo potere a qualcun altro. Il volto della donna si corrugò improvvisamente e cominciò a tremare, ma i benefici del suo intervento si videro subito. Cyrdas riprese colorito e Khujo smise di barcollare. Un nuovo impulso, un nuovo vigore furono donati al sortilegio di Cyrdas. Il corpo di Eilos stavolta sembrò reagire. Finalmente mosse una mano. Poi le palpebre. Falia ad un tratto interruppe il suo intervento, crollò a terra. Aveva dato tutta se stessa, aveva elargito ogni stilla di energia che possedeva e semplicemente il suo vecchio e generoso cuore aveva smesso di battere.

    ___________________________

    Kander si vegliò; una figura femminile era china su di lui, si sentiva come se fosse stato travolto da una frana e in parte la cosa era vera: una frana di nome Huggher. Aveva solo qualche vago ricordo e il più chiaro era la sonora batosta che il suo capitano gli aveva inflitto. Ma non ricordava come era giunto a quel punto. Osservò la giovane donna che si prendeva cura di lui. Rimase per un attimo affascinato da quel volto gentile. Da molto tempo ormai non aveva più avuto un contatto femminile. Troppe cose erano successe. Troppe le pressioni, le decisioni importanti, da prendere, le fatiche, gli errori che non ricordava più cosa volesse dire stare accanto ad una donna. Aveva avuto una moglie una volta, ma un terribile male gliela aveva portata via. Non ebbe la fortuna di avere degli eredi e la terribile perdita gli tolse ogni desiderio di avere altre relazioni durature. Aveva sofferto troppo. In qualche modo ora però sentiva rinascere un desiderio che credeva oramai sopito. Scosse la testa. -Sono solo i postumi della sbornia- pensò.

    Ma noi ci conosciamo già...Come ti chiami? chiese alla donna.

    Mi chiamo Lea comandante, ma non si affatichi troppo, ha avuto una pessima giornata l'altro ieri.

    L'uomo capì chi era la ragazza, ma non disse nulla in merito. L'altro ieri?!? Ma da quanto sono in questo letto??? chiese poi.

    Da due giorni. Il capitano Huggher e l'alcol l'hanno messa al tappeto.

    Kander capi perché non ricordava nulla e sorrise: E dimmi Lea , sei sempre rimasta qui tu?

    Sì mio signore.

    Ti ringrazio per la tua disponibilità, devo essere stato insopportabile negli ultimi tempi.

    Lea arrossì e non ebbe il coraggio di rispondere tutti erano a conoscenza dello stato in cui verteva il loro comandante.

    Oh non serve che tu risponda, ho un furioso mal di testa, ma ricordo che non sono stato il miglior comandante possibile.

    Non deve accusare se stesso signore, per me e per tutta la gente del Passo del Gigante lei lo è e mi creda siamo ancora pronti a seguirla nonostante ciò che le è capitato. Anche lei è un essere umano e non è indistruttibile, ha solo avuto un momento di debolezza. In fondo a chi non capita? Siamo ancora qui ad aspettarla e pronti a seguirla. La sincerità con cui Lea si espresse e le sue parole toccarono nel profondo Kander.

    Grazie Lea, le tue parole mi commuovono... poi fu folgorato da un pensiero Cyrdas, Eilos???

    Una lacrima scese dagli occhi della donna.

    E' successo qualcosa Lea?!? Dimmelo...non tacere!!! sbottò improvvisamente allarmato.

    No no loro stanno bene...anzi le condizioni dell'eladrin migliorano a vista d'occhio...è...è per...Falia... scoppiò in un silenzioso pianto.

    Kander rimase ad osservare la donna. Conosceva la vecchia e abile guaritrice. In quell'esodo che li aveva condotti in quei deserti ghiacciati, la vecchia donna spesso aveva curato il loro popolo, in qualche caso aveva salvato anche la vita e il suo contributo era formidabile anche dal punto di vista del morale. Sempre con il sorriso stampato in faccia passava di tenda in tenda, di branda in branda a controllare i suoi pazienti, i suoi ammalati. Aveva una parola buona per tutti e non si perdeva mai d'animo anche quando le condizioni erano critiche. Per loro era una grave perdita. E...e..come è successo?

    Si è sacrificata... disse Lea ancora scossa dai singhiozzi. Kander le lasciò il tempo per riprendersi. Il sortilegio fatto da Cyrdas per salvare Eilos da morte certa richiedeva un enorme quantitativo di energia, quella fornita dall'arcanista e da Khujo...

    -Khujo?!?- si chiese Kander -Bene non mi sono nemmeno accorto del suo ritorno...-

    ...ad un certo punto sembrò non bastare, da quello che mi ha detto Falia tutti e tre erano a rischio morte. Il processo innestato dall'incantesimo stava prosciugando tutta la loro forza vitale. Come sa comandante anche noi curatrici disponiamo di un certo quantitativo di energia che utilizziamo per produrre unguenti, per preparare pozioni e durante i massaggi. Fra tutte noi Falia era quella che ne possedeva di più e lei lo sapeva. Semplicemente ci ha salutato, ha dato a me il compito di guidare le guaritrici rimaste e poi ha appoggiato le sue mani sulla schiena dell'arcanista ed ha confluito in lui tutta la sua riserva vitale. Lea fece una pausa "Ha donato loro la vita. Ha capito che loro erano più importanti di lei, sapeva che noi guaritrici rimaste potevamo sostituirla. Ha fatto la scelta più logica, ma allo stesso tempo più coraggiosa: ha donato se stessa per tutti noi.

    Kander rimase in silenzio impietrito, rifletteva su quello che aveva appena ascoltato. Improvvisamente si vergognò di sé stesso, di cosa fosse diventato in quegli ultimi tempi. Una donna aveva dato la sua vita per avere ancora una possibilità di sopravvivere, una possibilità per non estinguersi nel buio della notte. Una lacrima scese sul suo volto. Una lacrima per Falia, una lacrima per sé stesso, una lacrima per tutti quelli che aveva abbandonato. Lea ora devo riposare, avvisa Huggher e Cyrdas che fra una clessidra li voglio vedere.

    Sì comandante. La donna si avviò verso l'uscita poi si fermò: Solo una cosa disse senza voltarsi Arion? Dopo la sua partenza ho deciso di diventare una curatrice e di lui non ho più sentito nulla se non qualche vaga notizia.

    Di lui non sappiamo più nulla da molte e molte decadi, mi spiace.

    Lea rimase qualche istante continuando a dare le spalle a Kander, poi senza aggiungere altro uscì dalla tenda.

    ___________________________

    La creatura camminava osservando il paesaggio attorno a sé. Era visibilmente irritata per la cosa. Non vedeva ciò che per moltissimo tempo aveva agognato. Quello non era il mondo che si aspettava. Calciò furiosa un sasso muovendo così una piccola nuvola di polvere grigia. Tutto era grigio. Ovunque era grigio e malsano. Non poteva essere. Chi aveva fatto tutto ciò? Il piano materiale non era più tale. Il mondo delle varietà, il piano di esistenza dove tutte le creature potevano esistere, dove gli elementi come terra e aria, fuoco e acqua si fondevano l'uno con l'altro, ma allo stesso tempo mantenevano la propria identità. Il luogo dove esseri selvaggi e civili, buoni e malvagi, pacifici e bellicosi potevano coesistere. Il luogo e lo spazio delle possibilità dove nessun essere divino o semi-divino poteva interferire direttamente, dove ogni essere, buono o malvagio che fosse, era libero di pensare, agire, combattere e vincere. Un sorriso comparve sul volto scarno sotto al cappuccio. Era stato fortunato: un umano lo aveva evocato e involontariamente gli aveva dato la possibilità di evadere dalla sua prigione infernale. Era libero, ma qualcosa non quadrava, c'era qualcosa di sbagliato in ciò che vedeva e ciò che aveva visto. Per molte decadi aveva vagato alla ricerca di un luogo sicuro e tranquillo dove stabilizzarsi, ma tutto ciò che ricordava dalla sua precedente vita sembrava essere stato spazzato via, prati, foreste e boschi. Dei villaggi rimaneva solo un cumulo di macerie annerite. Degli esseri viventi nemmeno l'ombra. Se evocato nella sua condizione e sopratutto nel piano degli inferi poteva vedere, sondare il futuro, ma non poteva vedere il presente o il passato di un altro piano di esistenza. Non capiva cosa fosse successo. Ma doveva capire. Non aveva atteso tutto quel tempo per ritrovarsi nelle medesime condizioni di prima. Era fuggito dal piano degli inferi, era fuggito dal regno di Devilicon, era giunto nel piano materiale, non poteva credere che il piano delle possibilità fosse ridotto ad un altro piano infernale. Non poteva e non voleva credere che tutto ciò fosse causato da una divinità o da un Kalaavir. Non poteva tollerarlo. Perso in questi pensieri quasi non percepì gli umani. Si voltò. In lontananza vide una schiera di persone con carri trainati da cavalli. Si dirigevano verso sud. Li osservò attentamente. Chiuse gli occhi e sussurrò delle parole. Rimase qualche momento immobile, poi riaprì gli occhi. Valeva la pena osservare di persona.

    ___________________________

    I mori avanzavano lentamente, ma in maniera costante e regolare. Viaggiavano senza timori in quelle lande grigie e desolate, erano alleati del potente signore di quei territori. Tuttavia le creature che formavano il seguito del Signore Oscuro, erano creature infide, abbiette, ma sopratutto potenti, per cui non osavano allentare completamente la sorveglianza. Non si fidavano degli Inanimati, ne tanto meno degli zorkrug, i quali potevano tranquillamente considerare una carovana di moreschi un ricco bottino o un sollazzo temporaneo dove sfogare la loro subdola malvagità e potevano far sparire ogni traccia del loro passaggio. I soldati mori sapevano che il loro principe Omambwas era il più potente alleato umano del Signore Oscuro, e in qualche modo questo garantiva loro un passaggio tranquillo verso sud, verso i loro territori. Inizialmente non videro la figura che camminava nella loro stessa direzione a pochi passi da loro. Sembrava essere apparsa quasi dal nulla o forse il mantello grigio l'aveva mimetizzata col paesaggio fino all'ultimo? Mumwe, il capitano dei soldati moreschi diede l'ordine a due soldati di andare a controllare e agli altri di restare in guardia, non voleva farsi sorprendere da nessuno. Le due guardie si avvicinarono mentre la carovana proseguiva.

    Altolà!!! Chi sei? gli gridò uno dei due. La figura si fermò e si girò verso i due uomini. Due brillanti occhi rossi li inchiodarono sul posto.

    Sono un viandante sibilò tenendo la testa bassa.

    Sì...sì...sei un viandante risposero entrambi in modo improvvisamente trasognato.

    Devo parlare con il vostro capo, portatemi immediatamente da lui!

    Lo guardarono con gli occhi vacui e spenti. Seguici dissero solamente. I tre si avviarono verso la carovana. Mumbwe li osservò mentre si avvicinarono. Notò subito dalla camminata dei suoi uomini che qualcosa non andava. Avanzavano con le braccia ciondolanti e il passo strascicato. Istintivamente mise la mano sull'elsa della sua daga. Pensò di chiamare rinforzi, poi invece rinunciò. Fu il suo errore. I tre si avvicinarono.

    Mio signore un viandante disse con voce atona e spenta uno dei due soldati.

    Mumbwe osservò la cenciosa figura. Troppo tardi vide i due occhi rossi, la sua volontà fu completamente annullata.

    Se della carne e dei muscoli fossero stati al loro posto sul volto del lich i tre avrebbero visto il ghigno malvagio della creatura. Ho fame sentirono dire.

    2 – L'ANELLO

    La donna piangeva sommessamente. Alzò la testa e osservò l'esile figura. L'aveva salvata. L'aveva difesa dallo zorkrug che la voleva violentare. E l'aveva ucciso. Ma come c'era riuscita? Come aveva sconfitto quella brutale creatura? Non lo sapeva...o forse...non voleva saperlo... In fondo non aveva già notato in lei strani comportamenti, strani atteggiamenti? E poi le morti... improvvisamente alcune guardie zorkrug erano morte, soffocate. Nessuno nell'Anello di Naab aveva sollevato la minima obiezione in merito, ma molti si chiedevano, chi e come fosse stato possibile. In seguito ne morì qualcun altro. Divenne evidente, ad un certo punto, che le uccisioni avvenivano in seguito ad atti di violenza nei confronti di ragazze o donne.

    Di sicuro non era dispiaciuta nemmeno lei se qualcuno aveva ammazzato quelle bestie, ma chi poteva averlo fatto? Inizialmente, come molti di loro, non sapeva cosa pensare. Successivamente in lei era nato un sospetto, un pensiero nato quasi per caso. Come ogni

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