Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Socialismo ascetico: L'elevazione a Dio di coloro che vivono nel mondo
Socialismo ascetico: L'elevazione a Dio di coloro che vivono nel mondo
Socialismo ascetico: L'elevazione a Dio di coloro che vivono nel mondo
Ebook402 pages3 hours

Socialismo ascetico: L'elevazione a Dio di coloro che vivono nel mondo

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

"Socialismo ascetico" è un tentativo di conciliazione tra il compendio della filosofia materialista, il marxismo, e il compendio delle verità spirituali, la dottrina cattolica. Il testo tende ad unire le due parti sostanziali per la loro visione della Verità come Persona (rispettivamente l'uomo e Dio), mostrando come le due unità personali, per essere perfette nella loro forma, debbano essere necessariamente "una cosa sola", fino a confondersi l'una nell'altra e senza escludersi tra loro. La Verità completa, che non annulla la realtà opposta che ne è una sua faccia, cerca di presentarsi come intermezzo tra i due soliti estremi (lassismo e rigorismo), poiché, come diceva Orazio, "il giusto sta nel mezzo". Unendo filosofia e religione, psicologia ed esempi concreti, si mostra infatti la recondita condizione dell'uomo e i suoi problemi innati, il suo rapporto con Dio e il sommo bene assoluto, unito al valore delle realtà terrene, utili come mezzo e non come fine."Occorre che ci sia più apertura, più spazio sociale. Vi sono delle correnti di ogni sorta che tendono verso il socialismo, il che è bene, ma ciò dovrebbe avvenire sotto la guida della Chiesa".
LanguageItaliano
Release dateJan 11, 2017
ISBN9788869824265
Socialismo ascetico: L'elevazione a Dio di coloro che vivono nel mondo

Read more from Marco Sazio

Related to Socialismo ascetico

Related ebooks

Related articles

Reviews for Socialismo ascetico

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Socialismo ascetico - Marco Sazio

    Marco Sazio

    Socialismo ascetico

    L'elevazione a Dio di coloro che vivono nel mondo

    Cavinato Editore International

    © Copyright 2016 Cavinato Editore International

    ISBN: 978-88-6982-426-5

    I edizione 2016

    Tutti i diritti letterari e artistici sono riservati. I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi

    © Cavinato Editore International

    Vicolo dell’Inganno, 8 - 25122 Brescia - Italy

    Q +39 030 2053593

    Fax +39 030 2053493

    cavinatoeditore@hotmail.com

    info@cavinatoeditore.com

    www.cavinatoeditore.com

    Indice

    PREMESSA

    CAPITOLO 1

    COSA SI INTENDE PER SOCIALISMO ASCETICO DI DIO

    IL LAVORO E L’ATTIVITÀ COME PROLUNGAMENTO DELLA CONTEMPLAZIONE

    CAPITOLO 2

    L’ORIGINE RECONDITA DEL POTENZIALE E DEL PROBLEMA

    I QUATTRO TEMPERAMENTI

    I TEMPERAMENTI GRAFOLOGICI

    IL TEMPERAMENTO IDEALE

    LA VITA PRENATALE

    TEMPERAMENTO COLLETTIVO

    CAPITOLO 3

    IL PROBLEMA DELLO STATO

    L'EVOLUZIONE DIALETTICA SULLA COMPLETA COSCIENZA DELL’ANIMA

    LA DOTTRINA DI SALVEZZA

    DIO, L’UOMO E GLI ANIMALI

    I SETTE VIZI CAPITALI, VERI NEMICI DEL BENE COMUNE

    LA SUPERBIA

    L’AVARIZIA

    LA LUSSURIA

    L’IRA

    L’INVIDIA

    L’ ACCIDIA

    LA GOLA

    CELEBRAZIONE DEL DOLORE

    I PRINCIPI GENETICI DELLA VITA COMUNITARIA

    LE IDEOLOGIE MATERIALISTE

    UNA POLITICA SOCIALE SPIRITUALMENTE MARXISTA

    CAPITOLO 4

    LA LIBERAZIONE DELLE IDEE GENERALI. DALL’UNITÀ ALLA MISCHIA

    SINGOLARMENTE E UNIVERSALMENTE DIPENDENTI

    ESTREMISMI: TRADIZIONALISMO E MODERNISMO

    LA SAPIENZA

    LIBERAZIONE GENERALE TRA CUORE E RAGIONE

    STRATAGEMMA N.1

    STRATAGEMMA N.2

    STRATAGEMMA N.3

    DIETRO I PRIMI TRE STRATAGEMMI

    STRATAGEMMI N. 6-12-13-14-18-19

    STRATAGEMMI N.28-29-31-32-33-36 – METODI CONTRO LA VERITÀ

    STRATAGEMMI N.34-38 – IL PUNTO DEBOLE

    CAPITOLO 5

    LA LIBERAZIONE DELLE IDEE PARTICOLARI. DALLA MISCHIA ALL’UNITÀ

    COME MARIA

    L’ABORTO SPIRITUALE

    LA NASCITA SPIRITUALE

    LO SVEZZAMENTO SPIRITUALE

    LA FORTIFICAZIONE SPIRITUALE

    SALITA AI TRE MONTI

    RITORNO AL MONDO NUOVO

    LE RIDETTE CONSEGUENZE TEORICHE DEL QUINTO DOGMA SULLA SFERA COLLETTIVA

    DISTACCAMENTO DAL MONDO E NEL MONDO

    IL CANTICO DI FRATE SOLE

    L’ETERNO RITORNO DALLA DIPLOMAZIA ALLA GUERRA

    I TRATTI CARATTERIALI NEGATIVI CONTRO IL VIZIO

    I NOVE TIPI DI TERRITORIO

    L’ATTACCO CON IL FUOCO

    LA RETTA CONOSCENZA DI NOI STESSI

    CONCLUSIONE

    LO STRETTO RAPPORTO RELATIVISMO-MARXISMO

    PREMESSA

    Oggi si pensa che l’importanza di qualcuno derivi dalla grandezza del suo apparente ruolo nella società e dall’imponenza delle sue imprese, tanto che si crede che la vita abbia un senso solo se le condizioni primitive ed istintive sono soddisfatte (leggi e pratiche contro-natura sono perciò abbastanza coerenti con i nostri tempi). Tutto ciò nasce, come si potrà vedere nelle prossime pagine, da una visione molto approssimativa della vita comune che non rispetta la dignità umana e che, con il pretesto di liberarsi dalla cosiddetta morsa della religione, ha finito con il diventare una collettività fondata sul niente, dove solo il piacere più spicciolo si è elevato come un sedicente motore di conoscenza e dunque di praticità. Abbiamo creduto che la cosiddetta politica sia scissa dalla religione, poiché col tempo abbiamo inteso con il suo termine solo una guerra continua tra partiti e idee, fazioni e manifesti, che ha completamente omesso ogni riguardo dell’uomo come essere che veramente è. In questo testo in realtà si cercherà di spiegare proprio come la vita collettiva sia un prodotto molto più differente e complicato di come ci viene promulgato oggi, poiché ogni ramificazione dell’arte è un effetto della religione. Una delle tante ramificazioni è l’arte del governo. Perciò si può intendere per essa un sistema totalmente sciolto dalla religione? O più esattamente, la politica in quanto tale deve essere addirittura una conseguenza ascetica della religione? Essa, come somma di vite individuali, contiene a sua volta gli errori presi singolarmente di ognuno e le sue potenzialità, fino a diventare universalmente completa nella società stessa. Ma più che dai problemi economici e politici, cade sotto la gravezza di ogni peso spirituale e psicologico del singolo, anestetizzato dal vizio e dalla perversione dei costumi, a loro volta propagandati dalle altre ramificazioni dell’arte che, separate dalla religione, hanno smascherato la vera confessione religiosa che ha incanalato il mondo di oggi con virtualità utilizzate in malo modo e con anomalie morali lasciate crescere nel loro logorio.

    Tutti noi possiamo osservare dai nostri errori più o meno spettacolari, il problema stesso che si ripete continuamente in ogni esistenza e che si va a consolidare ed accrescere gradualmente prima nella famiglia e poi nella comunità. Perciò, operando in me una sorta di esame di coscienza del mio passato e del mio presente, ho voluto trascrivere qualche pensiero oggettivo, sicuro che, essendo abbastanza ignorante nelle scienze secolari (scientifiche e umanistiche), la Parola di Dio mi avrebbe aiutato in questo scritto, non me ne voglia la gente dotta ed istruita, a mostrare come quelle verità opinabili sorte con la cultura del mondo sono simili ad esso: imperfette, temporali, limitate e mortali.

    Eccetto la censura e il biasimo che si riversa su chi annuncia non bigottamente il male altrui, oggi ignoriamo più del dovuto il male come persona reale e spirituale e questo è un grande segno circa la sua predominanza sulle anime degli uomini. Se io fossi un giovane sempliciotto e rude, come potrei raggiungere un inganno di tale portata su me stesso, se non affermo che un’esistenza più scaltra ha schiacciato la mia personalità? Oltretutto noi siamo inclini ad amare ciò che è nostro, specialmente quello che noi siamo. Com’è possibile allora che io, ingannato da questa forza magari invisibile ma esistente per il motivo dell’auto-inganno, odiavo me stesso fino al peccato, pur dovendomi amare più di ogni altra cosa? Il reo impenitente è stupidamente astuto: conosce le cose del mondo per poterle possedere, ma non se stesso. Egli è invisibilmente spiritato, come nella grandissima maggioranza dei casi. Cercai allora il male come persona in tutte le sue forme e nei posti in cui meglio si poteva insediare ma, senza saperlo, solo per il vano gusto di scandalizzarmi. Dimenticai allora che un buon posto in cui poteva ben agire era all’interno della mia anima. Perciò imparai in maniera instancabile ma molto confusa tutto ciò che trovavo di fronte ai miei occhi e nel quale vedevo quelle parole chiave che si correlavano alla mia ricerca. Ho assimilato allora insegnamenti cristiani provenienti da ogni tipologia di credenza, non avendo una base dottrinale su cui fondare la mia conversione (non sono stato mai battezzato): cattolici, ortodossi, protestanti, evangelici, avventisti, battisti e anche tutte le profezie futuristiche in quei messaggi pseudo-mariani e pseudo-profetici che di reale hanno solo la penna con la quale sono stati scritti. Oltretutto in quel periodo stavo conoscendo anche il nemico numero uno della Chiesa, la massoneria, è finii con il mischiare il tutto in un gran macello dottrinale e pertanto anche comportamentale. Pensai allora, tanto per chiudere il cerchio, di raccogliere tutte queste informazioni che avevo gradualmente imparato, in un libro che avrei pubblicato però un anno dopo, contro la mia volontà. Ovviamente scrissi di tutto e di più. Infatti, pur recitando il Rosario e avendo una grande devozione per Maria e i santi, armi spirituali tipicamente cattoliche, in questo libro riunii concetti tra loro completamente discordanti: dall’opposizione violenta e settaria contro le associazioni di governo e cultura massoniche (chi conosce un po’ questo argomento sa di cosa e di quali parlo), all’interpretazione fai da te della Bibbia, che mi portarono in seguito a condannare la Chiesa in una maniera talmente inetta che affermai, con piena sicurezza di ciò che dicevo, che gli ultimi papi ecumenici erano papi massoni. Quest’uscita incompetente e ignorante l’avevo fatta perché, rileggendo il Concilio Vaticano II e i principi massonici, credetti che fossero simili tra loro, come diversi movimenti cattolici promulgano. Inoltre non credevo alla necessità di andare in Chiesa né di confessarmi, per giustificare in qualche modo il mio mancato battesimo. Tanti credenti oggi commettono queste mancanze.

    Tuttavia, avendo avuto man mano più confidenza nella preghiera e nel silenzio, la mia voce di perpetua contestazione e disobbedienza si fermò per dare tregua all’orecchio del buon Dio, che mi avrebbe fatto capire con amorosa compassione che gli atti penitenziali e i precetti della Chiesa erano santamente giusti ed io invece li contestavo e rinnegavo a mio stesso maleficio. Rimaneva però ancora in me il dubbio su quel cambio di rotta che il Vaticano aveva subito dal Concilio, perché pensavo ancora in modo pertinace che il trono pontificio fosse davvero virtualmente vacante. Mi spostai allora dalla parte dei sedevacantisti, diventando ben presto l’opposto di ciò che ero: dalla fede secondo me passai alla fede secondo il fondamento estremista della tradizione. Di fatto anche questo è un vangelo relativista, che della Verità e, del resto, della tradizione non ha nulla a che fare. Tutto però dipende dal nostro contatto con essa e in generale con il resto degli oggetti materiali e spirituali comunicabili che ci sono intorno. In breve tempo mi liberai dai preconcetti, i quali facilmente esistono nella debolezza del carattere umano e poco sono considerati nel giudizio e nella volontà.

    CAPITOLO 1

    COSA SI INTENDE PER SOCIALISMO ASCETICO DI DIO

    Questo capitolo sarà breve, ma anche fondamentale per la lettura delle prossime pagine. Diamo il vero significato dei termini presi singolarmente, affinché non si generalizzi la loro importanza ed il loro uso pratico. In particolare è bene soffermarsi sulla parola Socialismo, che sarà poco utilizzata in questo testo e che è tanto enfatizzata ma anche mal compresa nei nostri tempi. In realtà, per questo vocabolo s’intende la sua forma etimologica e quindi, il suo significato primordiale: essa è composta dalla desinenza ismo che, insieme ad esimo ricorda l’accezione di un movimento o di un’idea come il Positivismo, Fascismo, Illuminismo, Arianesimo, Feudalesimo, e via dicendo. La desinenza accompagna l’espressione societas, derivante dal latino socius, ovvero socio, amico. Dunque, per socialismo intendiamo un movimento verso l’amico, pur se molte nozioni politico-filosofiche ne hanno violentato il vero senso, che nel contempo ha preso tutt’altri connotati. Oltretutto l’amico, essendo anche socio, è chiamato a reagire ordinatamente al movimento ricevuto. Perciò la parola Socialismo indica innanzitutto una condizione astratta che si rende prontamente pratica (il movimento) verso un essere che è sempre concreto (l’amico, il socio). Esso è ascetico, nel senso morale della parola, poiché serve non solo come strumento pratico, ma anche contemplativo, utile ad innalzarsi e ad arrampicarsi nella difficile scalata verso colui che promuove questa elevazione, che è Dio Trinità, il Padre (che muove assolutamente), il Figlio (che subisce il movimento assolutamente e reagisce con la stessa sostanza ad esso, facendo ripartire il circolo perpetuo) e lo Spirito Santo (ovvero la sostanza e la forza che si muove e che fa muovere). Questo livello eminentemente perfetto è l’imitazione degli uomini di buona volontà.

    Non è inoltre specificato né l’indice della parte che si muove e nemmeno la parte di chi attende e subirà il movimento. Il numero dei componenti dei gruppi allora può essere anche due (colui che si muove e colui che riceve). Per socialismo pertanto non intendiamo nemmeno, nella realtà più tangibile, la presenza di un partito o di un insieme di uomini che soccorrono le necessità di altri uomini. La base necessaria però di tale relazione è la forza che porta la prima parte verso la seconda, ed essa è l’amore verso il prossimo. Facciamo un esempio. Molti conoscono le carte da gioco francesi: una serie di carte numerate dal numero uno (l’asso) al tredici (il re), a loro volta presenti in quattro catalogazioni differenti, la cui misura crescente è solita essere determinata dalla frase come quando fuori piove (cuori, quadri, fiori, picche). La carta più forte è l’asso, poi dal tredici al due. Ecco, il socialismo funziona come le carte francesi: basandosi sulla relazione positiva, esso è tanto più forte quando è presente una coppia d’assi di cuori. Quest’ultimo è il seme della carità, che riunisce le due parti nel movimento, mentre l’asso come primo numero, simboleggia nel nostro esempio l’umiltà, la condizione nella quale l’uomo si spoglia di tutto per indossare l’abito della carità in funzione di Dio e del prossimo. In via crescente invece, l’indice delle carte indica più soggezione alla superbia e agli altri vizi. Il seme delle carte invece rappresenta la vita scelta dall’indice, cioè la filosofia e la religione. Picche, la più debole, se è di guerra: infatti il socialismo moderno propugna il concetto di rivoluzione, ma Dio è ordine. Fiori, se è d’arte: infatti il socialismo moderno sfrutta l’arte per diramare e far comunicare il suo messaggio esatto nell’esempio di movimento, ma inverso in quello della sostanza, che è ciò che l’uomo può scegliere e quindi l’unica cosa che conta. Quadri, se è difensiva ed indifferente: infatti il socialismo moderno non realizza nell’essenza, ma nel perimetro dell’opera, considerandola tanto più buona quanto più mondanamente grande.

    Per questo motivo ritorna l’idea di rivoluzione: essa è giusta se è utilizzata non nell’andamento del moto tra le due parti, bensì nell’intestina condizione delle due singolarità. Infatti, poiché l’uomo è estremamente debole e riluttante nel vestire gli abiti dell’amore, è obbligato a cedere, oppure ad applicare un tumulto ed un sovvertimento nella sua situazione intima più esclusiva, comprimendo il corpo incancrenito dei vizi ed ingravidando quello delle virtù. Poiché la ricerca della moralità e del pregio è un’indagine utopica che ha bisogno dell’aiuto di un’unità perfettamente virtuosa, la quale è Dio Trinità, non ci può essere virtù senza contemplazione di coloro che sono intaccati dall’oppressore. Tale sedizione si risolve nel disporsi allo Spirito, affinché i vizi vessatori siano pian piano freddati dalla sollevazione, per mezzo dell’Amore, delle potenziali virtù angosciate e soverchiate. Da questo principio l’essere umano ottiene finalmente il legame affettuoso con l’Unità assoluta, che è il Padre, il Figlio, lo Spirito e con l’unità relativa, che è egli stesso, finendo con l’abbracciare il tutto, specialmente quelli che sono già nella Trinità.

    Non è allora la grandezza delle parti che fa grande un’idea, e nemmeno la grandezza di ciò che si sposta nel moto, bensì è la qualità che rende davvero grande l’opera dell’uomo, fosse anche il rispondere ad un saluto indisponente e malvisto.

    Ognuno di noi allora può considerare i difetti e le imperfezioni che fanno sgradevoli il nostro essere davanti a Dio. Esse sono l’ipocrisia, cioè la virtù come vizio mascherato; l’ingenuità, cioè il credere la virtù come vizio ed il vizio come virtù; l’austerità eccessiva, in cui è insediata una certa ed eccessiva considerazione di sé, qualora essa divenga non un mezzo più rapido alla virtù, ma uno scoglio, poiché non si oppone al vizio mediante mortificazione alla sua sorgente, ma alla virtù come mortificazione della possibilità di allevarla.

    IL LAVORO E L’ATTIVITÀ COME PROLUNGAMENTO DELLA CONTEMPLAZIONE

    In questo senso bisogna pensare all’esistenza nel mondo. Infatti esso, con i suoi tentacoli corrompenti, comprometterebbe la vita comune se gli uomini comunicassero con lui. Non potendo nulla infatti, il mondo offre all’individuo, che ha preferito la vita attiva alla fuga contemplativa, i fantasmi della vita dei sensi. Questi vanno a ingigantirsi a seconda del dilatamento della classe sociale, poiché il mondo si ordina nella graduatoria del possesso, divenendo presenti in ogni livello della società. Visto che la sintesi successiva al duello tra gli opposti non nasce se non dopo che le due parti sono venute a contatto, gli uomini del possesso spirituale devono accostarsi, mediante la grande potenza dell’amore, a quelli del possesso spirituale, ottenendo tra l’altro la propulsione verso la mediazione. Con un piede essi dimorano nel mondo, ma con quello d’appoggio sostengono tutte le membra nella Città di Dio. Così come contemplerebbero mentalmente tutte le cose di Dio, allo stesso modo, mediante l’azione attiva diretta verso l’ambiente sociale, essi si nutrono degli stessi frutti che hanno raccolto per gli altri, meditando il creato non solo come una minaccia, bensì come bellezza emanata da quella di Dio. Il mondo diviene allora il prolungamento della preghiera e la buona volontà umana si trasforma invece in una preghiera vivente, in un esorcismo contro i mali della società contemporanea, per quanto irrilevante e trascurabile. Non è infatti importante, dal punto di vista individuale, quanto in diametro la carità si sparga, ma come essa si faccia robusta e corpulenta. Come diceva S. Filippo Neri, "è possibile restaurare le umane istituzioni con la santità, ma non la santità con le umane istituzioni¹".

    Il lavoro tra l’altro aiuta l’anima a moltiplicare i suoi interessi e ad annullare la divagazione naturale della mente verso pensieri dannosi, ma perché ciò accada, esso deve rimanere innanzitutto un mezzo spirituale. Se infatti fosse un mezzo materiale, anche i frutti sarebbero quelli poco tangibili della materia. E poi come più segretamente succede, il lavoro deve rimanere un mezzo, e non trasformarsi in un fine spirituale. Così facendo infatti, l’avidità verso le cose materiali si traveste in modo sagace in un’avidità verso le cose spirituali, perché l’uomo finisce con il considerare l’opera non come un semplice espediente, ma come un’altra proprietà privata, appartenente a colui che invece ne ha soltanto avute le chiavi. Da questo difetto principale nascono quelle tre imperfezioni che fanno dispiacere Dio, in altre parole proprio l’ipocrisia, l’ingenuità e l’austerità. Esse urtano i due precetti dell’amore che ci portano ad amare Dio e il nostro prossimo con tutte le forze disponibili, ma agli intralci inevitabili si unisce un terzo, che dà stimolo e vigore: Non rubare. Pensiamo ad esempio a tutte quelle azioni viziose: esse nascono sempre da un sentimento approvato dalla volontà circa l’occasione di derubare. Quando mormoriamo contro qualcuno, rubiamo la possibilità di godere della stima altrui; quando uccidiamo, rubiamo la possibilità di vita altrui; quando

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1