Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Amare Leif
Amare Leif
Amare Leif
Ebook159 pages2 hours

Amare Leif

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

TUTTI I DIRITTI RISERVATI: Quest’opera letteraria non può essere riprodotta o trasmessa in alcuna forma e con alcun mezzo, elettronico, meccanico, in fotocopia, in supporto magnetico o in altro modo senza il consenso scritto dell'autrice. Questo libro non può essere convertito in alcun formato, venduto o altrimenti trasmesso in alcun modo da un dispositivo a un altro tramite caricamento su programmi di file sharing peer to peer, gratuitamente o a pagamento. Tali atti sono illegali e in violazione delle leggi sul diritto d'autore.
Leif è abituato alla solitudine, ma protegge i suoi pochi amici con occhio vigile. Dopo aver saputo che i mutanti intendono aggredire i Figli della Luna, decide di chiedere aiuto a Anthony per dare la caccia a Lorus Korl, lo scienziato psicopatico che ha creato i mutanti. Quando Blake, un ex-mutante, acconsente ad accompagnarlo nel regno del popolo fatato, Leif non sa come comportarsi con il licantropo che sostiene che loro due sono anime gemelle destinate a stare insieme.
Una volta riprese le sue vere sembianze, Blake spera in cuor suo di incontrare Leif. Quando scopre che questi ha intenzione di recarsi da solo nel mondo dei fatati, lui acconsente a seguirlo. Dopo una notte di piacere, sa che Leif è il suo compagno.
Sono anni che Rhaegar attende in solitudine il suo compagno. Quando due appetitosi mutaforma entrano nel suo mondo, sa di doverli convincere a fermarsi. Sfortunatamente, la sorte è volubile e Rhaegar rischia di perdere i suoi uomini prima di avere l’occasione di farli suoi.

LanguageItaliano
PublisherAmber Kell
Release dateApr 15, 2017
ISBN9781370093717
Amare Leif
Author

Amber Kell

Amber Kell is a dreamer who has been writing stories in her head for as long as she could remember.She lives in Seattle with her husband, two sons, three cats and one very stupid dog. To learn more about her current books or works in progress, check out her blog at http://amberkell.wordpress.com.Her fans can also reach her at amberkellwrites@gmail.com.

Related to Amare Leif

Titles in the series (12)

View More

Related ebooks

Gay Fiction For You

View More

Related articles

Related categories

Reviews for Amare Leif

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Amare Leif - Amber Kell

    Capitolo Uno

    Leif planò attraverso il campo , inclinando le ali verso destra per fare una nuova ricognizione aerea. Si mosse in una stretta spirale mentre esaminava il terreno sottostante. Aveva seguito i mutanti fino agli alberi, ma le creature erano svanite al di sotto del fitto fogliame. Scese più in basso e atterrò su un ramo piuttosto vicino ai mutanti. Era da giorni che teneva d’occhio Flen, il capo dei mutanti del centro. Non si fidava di lui e temeva che volesse compiere ritorsioni ai danni dei Figli della Luna.

    Sebbene i membri del gruppetto di mutanti capitanato da Flen fossero felici delle loro nuove forme, erano anche gelosi del territorio del branco. Leif sospettava che fossero ancora seguaci di Lorus Korl, lo scienziato fatato che li aveva creati, e perseguissero il suo scopo di conquistare il mondo e fare di lui il loro sovrano. Leif aveva solo bisogno di prove concrete da portare a Silver, l’alfa dei Figli della Luna. Il licantropo non avrebbe aggredito i mutanti senza delle prove concrete e le creature erano troppo numerose per poter stabilire con certezza quale fosse stato il gruppo che aveva attaccato la casa del branco.

    Leif sospettava che Korl fosse ancora nascosto nel mondo del popolo fatato, protetto da uno dei suoi seguaci. Magari avrebbe potuto convincere Anthony a dargli un passaggio fin laggiù per dare la caccia allo scienziato. Il branco gli doveva un favore. Forse era giunto il momento di riscuoterlo.

    Korl era il responsabile dello sterminio dello stormo di Leif. Nella sua ricerca di modi per espandere il proprio esercito, lo scienziato aveva iniziato a sperimentare su altre specie. Nessuno dei corvi era sopravvissuto. Leif era rimasto lontano da casa una settimana per andare al matrimonio di un suo commilitone; al suo ritorno aveva trovato la sua famiglia annientata. Leif aveva trovato i loro corpi in putrefazione lungo il bordo della strada dove gli uomini di Korl li avevano gettati. Il puzzo dei mutanti aveva permeato l’aria e spezzato il cuore di Leif. Non avevano rispettato la morte dei corvi nemmeno quanto bastava per seppellirli.

    Ora Leif dedicava tutto il proprio tempo e le proprie energie a dare la caccia a Korl per vendicarsi. Per fortuna aveva incassato le assicurazioni sulla vita dell’intero stormo, dunque era in possesso dei fondi necessari a dare la caccia all’assassino.

    Dobbiamo abbattere i Figli della Luna. La voce profonda di Flen riecheggiò nella piccola radura mentre egli si rivolgeva a un gruppo di venti mutanti. Mentre parlava, camminava avanti e indietro; i suoi arti allungati ondeggiavano in maniera innaturale a ogni passo. Se annientiamo il loro capo, crolleranno. Sono solo un branco di cuccioli che si morde la coda. Tagliamo loro la testa e cadranno.

    Leif arruffò le piume. L’aria fredda penetrava il suo corpo minuto, privandolo del calore. Per un attimo invidiò i manti pelosi dei lupi, anche se non avrebbe mai scambiato la sua abilità di volare con un po’ di calore.

    Come facciamo a uccidere Silver? Ha il suo compagno a proteggerlo, intervenne un altro mutante, interrompendo la contemplazione di Leif della gelida aria notturna.

    Flen sferrò un manrovescio all’altro mutante. Anthony non è così forte. Quello che si racconta di lui è esagerato.

    Un mormorio di dissenso si diffuse nel gruppetto. I mutanti temevano il semidio capace di scagliare fulmini e Leif non poteva certo biasimarli. Anthony aveva incenerito diversi loro simili quando avevano invaso la casa del Figli della Luna, alcuni mesi prima. Leif si chiese chi Flen sperasse di convincere con le sue menzogne. Nessuno, tra i mutanti, pareva soddisfatto.

    Dopo l’incidente alla casa del branco, i mutanti avevano tenuto un profilo più basso per un po’ di tempo. Ma di recente altri si erano uniti al branco originale e la loro ostilità nei confronti degli altri mutaforma della zona era aumentata. Leif stava cercando di scoprire quale fosse esattamente il loro numero. Era chiaro che i mutanti nella radura non erano tutti quelli esistenti: lo spazio poteva ospitarne molti di più. Gli altri dovevano essere rimasti al nascondiglio. Leif doveva ancora trovarlo. I mutanti si erano trasferiti dalla zona industriale a un nuovo luogo segreto alcune settimane prima. Leif aveva preso l’abitudine di tenerli d’occhio nel caso avessero deciso di aggredire nuovamente i Figli della Luna.

    Era ferocemente protettivo nei confronti dei suoi amici. Se i mutanti avevano intenzione di attaccare, voleva raccogliere tutte le informazioni del caso e passarle a Silver. Tra tutti coloro per cui Leif avrebbe ucciso ed era disposto a morire, Dare era il primo. Poteva sembrare sciocco che un corvo volesse proteggere una tigre, ma Dare era un gattone pasticcione, mentre Leif aveva l’animo di un predatore.

    Qualcosa si mosse tra gli alberi e Leif balzò da un ramo all’altro per vedere meglio. Un bagliore metallico e un forte scoppio furono l’unico preavviso prima che una saetta dolorosa bruciasse lungo la sua ala. Da quando i mutanti erano armati? Leif imprecò dentro di sé. A quanto pareva non era stato cauto come credeva. Era ora di darsi alla fuga.

    Quella dannata spia! gridò qualcuno. Credo di averlo beccato.

    Merda!

    Leif balzò via dal ramo e si allontanò in volo. L’ala gli bruciava come il fuoco. Cercò di planare il più possibile per conservare le forze. Il sangue che gocciolava dall’arto leso finiva in grosse macchie sul terreno sottostante. Leif approfittò il più possibile delle correnti d’aria per non sforzare troppo l’ala danneggiata. Alla fine, individuò il proprio appartamento dall’alto.

    L’edificio rosso si trovava all’angolo dell’isolato; era una pila di vecchi mattoni che parevano messi assieme da un bambino maldestro con un eccesso di zuccheri. Leif lo adorava, anche se non si trovava nella zona migliore della città. Preferiva risparmiare il suo denaro per cose più importanti, visto che non era quasi mai a casa.

    Individuato il balcone, angolò le ali per controllare la discesa a spirale. Il dolore si diffondeva nel suo corpo ogni volta che batteva l’ala ferita. Il suo atterraggio mancò della consueta grazia. Ondeggiò sulla ringhiera del balcone, serrando gli artigli per evitare di cadere e spaccarsi la testa.

    Dopo che il mondo ebbe smesso di girare, Leif saltò sul pavimento di cemento e attraversò lo sportellino che aveva ricavato nella porta. Una volta entrato in casa, assunse la forma umana. Allungò le braccia e sospirò: aveva sempre i muscoli tesi dopo aver volato. Esaminò il lieve segno sulla sua spalla. Per fortuna il proiettile non era rimasto all’interno della ferita, che si era richiusa al momento della trasformazione, lasciando una cicatrice già quasi del tutto guarita. Ancora qualche ora e sarebbe scomparsa anche quella. Grazie al cielo il proiettile lo aveva solo sfiorato: se si fosse conficcato nel suo corpo, Leif avrebbe dovuto rimanere in forma di uccello fino a quando non avrebbe potuto farlo rimuovere. Se un proiettile rimaneva nel corpo durante la metamorfosi, non si poteva sapere dove sarebbe potuto finire. Un errore di calcolo e Leif avrebbe potuto trovarsi con delle schegge di piombo nel cuore.

    Si scrollò di dosso il disagio provocato da quell’incontro ravvicinato con la morte. Non aveva senso fissarsi su qualcosa che non era accaduto.

    Un lieve miagolio attirò la sua attenzione verso la palla di pelo acciambellata sulla sua poltrona.

    Suppongo che tu non abbia preparato la cena, disse alla gattina.

    L’animale rispose alla sua domanda appiattendo le orecchie e soffiando.

    Lo immaginavo. Razza di inutile felino. Non puoi adottarmi, osservò Leif. Sono un volatile. I gatti non hanno volatili come animali domestici.

    Nonostante l’affermazione, andò a grattare la fastidiosa gatta dietro le orecchie. L’animaletto aumentò i giri del motore fino a fargli vibrare le dita. Dopo aver trascorso diversi minuti ad accarezzare il morbido pelo dell’animale, Leif abbandonò la sua pelosa amica e andò a farsi una doccia calda. Poteva anche essere guarito, ma aveva la spalla destra coperta di sangue. La sostanza appiccicosa avrebbe presto iniziato a dargli fastidio se lui l’avesse lasciata seccare.

    Sospirò mentre l’acqua bollente gli si riversava addosso. Inclinò la testa, si bagnò i capelli e li lavò rapidamente. Le implicazioni dell’atteggiamento aggressivo dei mutanti gli provocarono un capogiro. Avrebbe dovuto inviare un messaggio a Anthony. O magari avrebbe chiamato Dare. Preferiva non avere troppo a che fare col semidio. Anthony era un bravo ragazzo, ma lo spaventava a morte. Il fatto che potesse scagliare fulmini con la stessa facilità con cui la gente normale respirava lo spingeva a evitarlo, tranne che in caso di emergenza.

    Si asciugò rapidamente prima di andare a vestirsi in camera da letto. Jeans strappati neri e una maglietta bianca erano il look giusto per trascorrere la serata davanti alla TV. Un miagolio imperioso lo accolse quando tornò in salotto.

    Cerchi ancora di ottenere del tonno?

    L’animaletto emise un altro suono esigente, che somigliava stranamente al pigolare di un uccello.

    Non credere che imitarmi ti farà guadagnare qualcosa. Leif prese in braccio quella primadonna d’una gatta e riprese ad accarezzarla. Sono proprio un duro, borbottò.

    Qualcuno bussò alla porta, interrompendo la contemplazione della creatura tigrata che aveva tra le braccia. I brillanti occhi verdi dell’animale brillarono di curiosità, o forse si trattava di malizia. Coi gatti non si poteva mai sapere. Quando Leif l’aveva salvata da una pattumiera la settimana prima, aveva pensato che l’avrebbe tenuta solo per qualche giorno. Ma i suoi sforzi di cedere l’animaletto ai vicini e persino a qualche passante non avevano finora portato a nulla.

    Il bussare proseguì.

    Immagino sia meglio andare a vedere chi è venuto a trovarci. Leif tenne stretto il felino. Tenerla in mano voleva dire sapere dov’era. L’ultima cosa che voleva era che la gatta uscisse dall'appartamento e si mettesse a girovagare per il condominio. Il regolamento consentiva di tenere animali, ma essi non potevano girare liberi. Se si fosse visto costretto a tenere la bestiaccia, avrebbe dovuto metterle il collare.

    Leif allungò il passo quando il visitatore inaspettato si mise a ringhiare dall’altro lato della porta. Guardò dallo spioncino e sorrise prima di aprire.

    Dare! Come mai da queste parti?

    Dare fissò le sue mani per un lungo istante. Che ci fa un volatile con un gatto?

    Leif sorrise a Steven, alle spalle di Dare. Non lo so. Che ci fa un lupo con una tigre?

    Steven oltrepassò Dare ed entrò nell’appartamento. Perché la tigre mi ha sottomesso a forza.

    Leif notò che il licantropo si era allontanato dalla portata di Dare prima di parlare.

    Dare sorrise a Leif. È vero.

    Leif si fece da parte per far entrare la tigre mannara. Cosa ci fate voi due qui?

    Non rispondevi al telefono ed ero preoccupato. Dare si accomodò sul divano di Leif, evitando lo strappo al centro con la grazia di un visitatore abituale.

    E io sono venuto per tenere Dare fuori dai guai, aggiunse Steven.

    Leif sbuffò. "Non credo sia possibile tenere Dare fuori dai guai. Mi dispiace

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1