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Ultimo Peccato
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Ultimo Peccato

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About this ebook

Lo sceriffo comandante Jake Carson è impegnatissimo… una grossa e impegnativa indagine su un brutale multiplo omicidio, un figlio problematico e una ex moglie vendicativa. Incontra una giovane paramedico, uno spirito libero, Julie Jennings. Quando Julie diventa oggetto di un’ossessione, entrambi sono in pericolo…

LanguageItaliano
Release dateMar 8, 2018
ISBN9781547520824
Ultimo Peccato

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    Ultimo Peccato - Chelle Cordero

    Ultimo Peccato

    Chelle Cordero

    Lo sceriffo comandante Jake Carson è impegnatissimo... una grossa e impegnativa indagine su un brutale multiplo omicidio, un figlio problematico e una ex moglie vendicativa. Incontra una giovane paramedico, uno spirito libero, Julie Jennings. Quando Julie diventa oggetto di un’ossessione, entrambi sono in pericolo...

    Ultimo Peccato

    Chelle Cordero

    Copyright 2018 Chelle Cordero

    Published by: Vanilla Heart Publishing

    Ebook Edition, License Notes

    Titolo originale dell’opera: Final Sin

    Copyright 2012 Chelle Cordero

    Pubblicato da: Vanilla Heart Publishing

    Traduzione dall’inglese di: Elisabetta Colona

    ––––––––

    Ebook Edition, License Notes

    La lettura di questo ebook è strettamente personale. Questo ebook non può essere rivenduto o ceduto a terze persone. Se vuoi condividere questo libro con altre persone, per favore comprane una copia per ogni persona con cui desideri condividerlo. Se stai leggendo questo libro senza averlo acquistato, in questo caso dovresti restituirlo al proprietario e acquistarne una copia tua. Grazie del rispetto dimostrato per il duro lavoro di questo autore.

    All rights reserved. No part of this book may be reproduced or transmitted in any form or by any means, electronic or mechanical, including photocopying, recording or by any information storage and retrieval system without written permission from the publisher, except for the inclusion of brief quotations in a review.

    Ultimo Peccato

    Chelle Cordero

    Dedica

    Agli eroi che mi circondano e mi ispirano ogni giorno -  mia figlia, mio figlio e mio marito.

    Ringraziamenti

    Desidero ringraziare l’impegno e la dedizione dei membri dei nostri servizi di emergenza, le persone che rispondono alla chiamata di aiuto di uno sconosciuto. Alcuni sono volontari, altri dipendenti; ognuno mette se stesso al servizio degli altri. Queste sono le persone sempre pronte e desiderose di rispondere alle emergenze 24 ore al giorno e 7 giorni alla settimana indipendentemente dal pericolo o dal disagio che possano fronteggiare. Questi eroi fanno del mondo un posto migliore.

    Questo libro è anche in onore di tutti i nomi su tutti i memoriali della nostra nazione dedicati al Servizio Medico di Emergenza, Forze dell’Ordine e Vigili del Fuoco.

    Ancora una volta devo ricordare mio padre, Ausiliario della Polizia Capitano Marcy Cordero del 52esimo distretto di New York City fino alla sua morte avvenuta nel 1977 – il suo spirito di servizio alla comunità è stato un meraviglioso esempio per i suoi figli e nipoti.

    Grazie ancora, Kimberlee Williams, che mi incoraggi a scrivere queste storie.

    PROLOGO

    Non c’era nessuno lì che non sembrasse non essere pronto a vomitare. Julie era dispiaciuta per i volontari, membri del locale corpo volontari sulle ambulanze. Almeno lei e Matt venivano pagati per essere lì. Malgrado questo, nessuna cifra poteva rendere tollerabile presenziare alla carneficina che avevano davanti.

    Matt aveva iniziato con le operazioni dichiarando la morte di una delle ragazze. Era ovviamente morta, lo era per chiunque. Cercando di non camminare nel lago di sangue o di interferire con le fondamentali operazioni di investigazione che sarebbero seguite, lei finì di preparare per il trasporto una delle ragazze che era ancora viva.

    Un giovane uomo, intorno ai trent’anni, Julie non avrebbe saputo dirlo con sicurezza senza leggere la cartella del paziente, aveva subito un’ustione quando la sua camicia aveva preso fuoco. Era seduto da una parte guardandosi il braccio gravemente ustionato mentre Matt lo medicava. Sembrava spaventato e sotto shock per la situazione in cui si trovava e non guardava nessuno dei poliziotti che erano intervenuti. Julie pensò che fosse il suo modo di negare il trauma.

    Un agente con le spalle larghe arrivò dalla porta e prese il comando della scena. Sembrava assuefatto al massacro, come se avesse già visto molte altre scene come questa. Vestito con una giacca da baseball blu scura, una camicia bianca con il colletto sbottonato e pantaloni cachi, indossò dei guanti di lattice che si era portato in tasca e iniziò una ispezione visiva, piuttosto distaccata, della stanza. Lo schiocco che l’elastico dei guanti produsse nell’aderire alle sue grandi mani fu in netto contrasto con la sua calma e immobilità. Gli altri agenti sulla scena si affidavano al suo giudizio e prendevano istruzioni mentre lui studiava attentamente l’intera scena. Era concentrato sul modo migliore di raccogliere le prove che potessero raccontare la storia di quanto fosse accaduto.

    Appena Julie e uno dei membri dell’equipaggio dell’ambulanza spostarono la ragazza sopravvissuta sulla barella, lei rischiò un’occhiata veloce a quell’ufficiale alto dagli occhi scuri e notò che c’era un velo di sconcerto accuratamente celato. L’aveva incuriosita per la sua espressione rigida e l’apparente distacco da quell’orrore, e per la sua completa concentrazione sulla raccolta di indizi rilevanti. Da qualche parte nei recessi della sua mente, Julie pensò, il poliziotto non era completamente indifferente all’orrore o distaccato dal prezzo umano pagato, e quel pensiero le era di conforto.

    Per Matt e Julie, il turno di lavoro era iniziato come molti altri. C’era stata una chiamata per un lieve indicente motociclistico, un’altra per un dolore al petto e una per il trasferimento in ospedale di un paziente oncologico che doveva fare il suo trattamento. Molte delle comunità del nord dello stato di NY avevano un contratto con i servizi paramedici a complemento degli esistenti corpi di servizio di ambulanza per far fronte alle emergenze mediche. Che fossero pagati o volontari, i corpi certificati rispondevano sempre con tecnici medici d’emergenza che erano in grado di gestire la maggior parte delle situazioni. Quando erano coinvolti anche i paramedici, fornivano un aiuto aggiuntivo e la possibilità di usare farmaci endovenosi che potevano fare la differenza in situazioni critiche.

    Questa chiamata era arrivata per una vittima di ustioni, così nessuno della polizia intervenuta, vigili del fuoco, volontari dell’ambulanza o paramedici erano preparati per quello che avrebbero trovato quando raggiunsero l’isolato capanno. Dall’esterno, la costruzione di legno grigio era sembrata abbastanza serena, e la sola piccola finestra era incrostata di sporco. Non pensava che avrebbe dato al capanno una seconda occhiata in circostanze normali. Ma questa era tutt’altro che normale. Nessuno aveva immaginato quella orribile scena  all’interno.

    Due giovani donne erano fissate e legate sul pavimento sporco, entrambe avevano perso molto sangue per una serie di ferite. Anche se una era ancora viva, respirava a malapena a causa delle gravi mutilazioni e una imponente perdita di sangue, l’altra era stata bruciata ed erano rimasti solo i resti carbonizzati di quella che era stata una volta. Julie non era la sola che pregava che la giovane donna fosse già morta prima che le fiamme avessero ridotto così il suo corpo. Non sembrava che avesse lottato e la sua bocca era ancora aperta, Julie temeva che fosse morta urlando. Stava ancora bruciando quando i vigili del fuoco erano arrivati e la pozza l’acqua intorno a lei era diventata fango.

    Il giovane uomo raccontò fra le lacrime di aver tentato di domare le fiamme e si era bruciato quando la manica della sua camicia aveva preso fuoco. Se non fosse corso fuori nella notte da quello sperduto casotto, probabilmente non sarebbero mai stati trovati prima che fossero morti tutti e tre. Un motociclista di passaggio aveva visto l’uomo correre con i vestiti in fiamme e aveva chiamato il nove-uno-uno con il cellulare prima di andare ad aiutarlo. Apparentemente un secondo uomo, il presunto responsabile della prigionia e della tortura di questi tre giovani, era già scomparso nella torbida oscurità.

    La polizia stava interrogando la vittima maschile mentre Matt terminava di tagliare la manica bruciata. Disse che il suo nome era Andrew e che lui e l’altro uomo avevano incontrato e prelevato le due ragazze in un bar a Westchester. Con le ragazze sul sedile posteriore, Andrew aveva guidato seguendo passo passo le istruzioni dell’altro uomo fino a una città nel nord della Hudson Valley. Andrew disse di non conoscere il nome dell’altro, ne aveva usati più di uno e lui pensava che nessuno fosse quello vero. Avevano sniffato un po’ di cocaina, fornita dallo sconosciuto assalitore, e avevano fatto sesso. A questo punto l’uomo aveva tirato fuori una pistola e costretto Andrew a legare le ragazze a dei paletti che aveva fissato in terra. Quindi Andrew era stato portato fuori e chiuso nel bagagliaio dell’auto.

    Aveva udito grida attutite, non avrebbe saputo dire da dove venissero. Era disorientato e si sentiva soffocare nel bagagliaio di quell’auto, ma disse che gli sembrava fosse durato per ore. Alla fine fu liberato e riportato dentro la baracca sotto minaccia di una pistola per vedere quella orrenda situazione. Fu quando il colpevole aveva versato benzina sulla prima ragazza e acceso un fiammifero per darle fuoco che Andrew aveva provato a combattere. L’uomo parò l’attacco e spinse Andrew al suolo. Poi scappò correndo. Andrew restò li cercando di spegnere le fiamme e salvare la povera ragazza.

    Julie usò il suo walkie-talkie per mandare una richiesta di un elicottero per portare la sua paziente al centro traumatologico. La voce alla radio rispose che c’era stato un incidente di più auto e con più di un ferito sulla statale, l’elicottero era già in servizio su quell’incidente e non era disponibile per la sua chiamata, e non c’era un secondo mezzo per trasportare i suoi pazienti separatamente. Matt, che aveva sentito la conversazione dal proprio talkie, propose di trasportare le vittime insieme, visto che il suo paziente, in quanto bruciato, era stabile.

    Spostarono il paziente sull’ambulanza dove la ragazza sopravvissuta giaceva immobile sulla barella. Julie preparò una linea di infusione per fornire i primi liquidi necessari alla sua paziente. Tenne la mano ferma mentre inseriva il primo dei due tubi di infusione nel braccio della giovane ragazza e avviò la soluzione salina. Matt saliva sull’ambulanza mentre lei era concentrata nell’inserire il laringoscopio per intubare la ragazza.

    L’agente dalle spalle larghe seguì Matt nel retro aperto dell’ambulanza dopo aver fatto sedere Andrew sulla panca dell’equipaggio. Matt si assicurò che il suo paziente avesse la cinture allacciate, il suo braccio era stato fasciato con bende umide. Il poliziotto guardò tranquillamente Julie mentre aggiustava la quantità di soluzione salina della flebo della ragazza. Una bottiglia di acqua sterile fu preparata per mantenere bagnate le bende del paziente ustionato fino all’arrivo in ospedale.

    Ovviamente c’erano domande che avevano bisogno di una risposta, ma i paramedici e i volontari soccorritori avevano un importante lavoro da portare avanti e l’agente cercò con discrezione di non intralciarli nel loro lavoro. Alla fine, quando l’agente vide Julie appuntare qualcosa nella cartella, salì sul mezzo. Matt lanciò uno sguardo irritato in direzione dell’agente per la sua invasione. Il poliziotto dovette chinarsi per far entrare la sua corporatura di più di un metro e ottanta.  Facendo un passo verso Julie, le chiese gentilmente di passare alla stazione di polizia locale, al ritorno dal viaggio in ospedale, per aiutarlo a riempire i documenti con alcune informazioni importanti sui pazienti. Anche se aveva impostato la richiesta gentilmente, non era una vera domanda. Le fece sapere che l’aspettava più tardi.

    Suoni e rumori squillanti uscirono dai walkie talkie fissati alle cinture dei paramedici e dalla radio dell’ambulanza. Matt uscì per rispondere alla chiamata di aiuto e lasciò Julie e i due volontari del soccorso con i pazienti. C’era bisogno di lui altrove. Matt scansò il poliziotto mentre indietreggiava fuori dalla sua traiettoria e scese dal gradino fra le due grandi porte posteriori. Julie si allungò ad afferrare la maniglia di una delle porte e l’agente la aiutò a chiuderla. Mimò con le labbra la parola dopo attraverso i pannelli di vetro. L’autista dell’ambulanza attese il segnale di Julie prima di inserire la marcia e partire.

    La ragazza, che Andrew aveva chiamato Holly, non sopravvisse ai trentacinque minuti di viaggio fino all’ospedale. Il suo cuore si fermò. Uno dei soccorritori iniziò la rianimazione cardio polmonare mentre il secondo controllava i dati sui monitor. Condivisero un breve momento di speranza quando videro un normale ritmo sinusoidale ma durò solo fino a quando, interrompendo la manovra per lasciar battere il cuore da solo, non ebbero alcuna risposta. A quel punto il volontario fu punto nell’orgoglio e riprese la rianimazione, non voleva credere che il giovane cuore della ragazza non riuscisse a mantenere il ritmo da sé.

    Julie le iniettò epinefrina e bicarbonato di sodio per due volte nel tentativo di farle ripartire il cuore, ma non riuscirono a riportarla indietro. Aveva perso troppo sangue e sofferto per troppi traumi. Fu quasi come se lei si fosse arresa alla tranquilla pace della morte. Furono 25 minuti di frustrazione mentre l’equipaggio tentava di salvare la vita della donna.

    Andrew sedeva tranquillamente sulla panca mentre il personale dell’ambulanza lavorava senza tregua, i suoi occhi erano pieni di lacrime che non poteva trattenere.

    Julie lo guardò voltandosi indietro e si sentì dispiaciuta per quel ragazzo. Ovviamente soffriva per le proprie ferite, ma sedeva tranquillo e in disparte mentre loro cercavano di rianimare Holly. Quando arrivarono in ospedale, i medici non si preoccuparono neanche di spostare la povera ragazza dalla barella prima di dichiarare la sua morte.

    CAPITOLO UNO

    Sulla via di ritorno dall’ospedale, Julie fu chiamata per un altro intervento. Dalla radio uscirono le parole di richiesta per una bambina di sette anni con un incontrollabile sanguinamento dal naso. Era solo un normale sanguinamento dovuto a un comune raffreddore e aggravato da una madre fin troppo preoccupata. Sarebbe stato uno spreco di risorse per Julie rispondere alla chiamata. I tecnici volontari erano ben equipaggiati e avrebbero potuto gestire il caso efficacemente.

    Julie non aveva mai sottovalutato il valore dei volontari che prestavano servizio sulle ambulanze locali. Anche se non erano pagati, lei si considerava fortunata di lavorare con alcune delle persone più professionali nel loro campo. Erano ben addestrati e prendevano molto sul serio i loro compiti. Aveva guidato un mezzo del servizio medico di emergenza prima di decidere di studiare come paramedico. Julie non  voleva dimenticare chi fosse e da dove venisse e non sopportava quei medici che trattavano con sufficienza i volontari del servizio di emergenza. Molti dei membri degli equipaggi delle ambulanze che viaggiavano con lei apprezzavano il rispetto che lei manifestava per loro. Spesso aveva saputo di essere stata espressamente richiesta per coprire i turni in alcune delle stazioni.

    Ebbe cura di portare l’equipaggio di primo soccorso sul luogo della chiamata e proseguì per la stazione di polizia. Prima di arrivare, Julie prese il walkie-talkie Motorola dalla cintura e chiamò Matt per sapere la sua posizione. Stava andando in uno degli ospedali della zona mentre gestiva un caso di difficoltà respiratoria sul retro del suo mezzo. Ci sarebbe voluto un po’ prima che terminasse di compilare tutti i documenti per l’ospedale. Ogni volta che un paramedico era costretto ad usare farmaci per via endovenosa le carte erano lunghe e ogni dettaglio doveva essere accurato. Gli comunicò per radio che lo avrebbe recuperato più tardi.

    L’agente la incontrò appena varcò la soglia dell’ingresso della stazione di polizia, l’aveva vista arrivare nel suo mezzo di intervento medico sui monitor del circuito chiuso. Julie pensò che il piccolo ingresso sembrasse ancora più piccolo con lui dentro; non si ricordava quanto larghe fossero le sue spalle e si meravigliò che fosse riuscito ad entrare nel retro dell’ambulanza. Notò che aveva anche l’altezza giusta per portare bene quelle spalle larghe. Indossava una camicia blu scuro e pantaloni cachi che enfatizzavano la sua statura alta e slanciata. Era sicuramente un uomo attraente, pensò.

    Ciao, non ho potuto presentarmi prima, sono il vicesceriffo Jacob Carlson. Per favore chiamami Jake. Le tese la mano per il saluto. La sua mano contenne completamente quella di lei in una calda stretta e il suo tocco le fece sentire un formicolio lungo il braccio.

    Julie Jennings. Rispose al saluto con un accenno del capo e stringendo a sua volta la mano. La sua stretta era ferma e piacevolmente solida. Julie era colpita dalla sensazione di benessere che aveva provato stringendogli la mano. E gliela tenne stretta un attimo di più di quanto avesse voluto.

    Perché non entriamo a sederci? Dovette ricordarsi di lasciarle andare la mano e farle strada lungo il corridoio. Lei non poté fare a meno di notare nuovamente, mentre lo seguiva lungo il corridoio, che uomo prestante fosse. Appariva potente e muscoloso, il suo modo di muoversi era fluido e forte. Malgrado le dimensioni, si muoveva con confidenza e grazia che pochi uomini riuscivano a mostrare. Quest’uomo è formidabile, pensò Julie, ed era in qualche modo confortata di sapere che lui era al servizio della legge e avrebbe contribuito a rendere il mondo un po’ più sicuro.

    Fermandosi sulla porta, fece entrare prima Julie. Fammi solo andare ad accendere le luci, le passò accanto per arrivare agli interruttori, si trovavano nella spoglia stanza degli interrogatori. Una lampadina spoglia mandava luce dai pannelli del soffitto. Posso portarti un caffè o qualcos’altro?

    No grazie. Julie entrò nella piccola stanza e si sedette su una delle seggioline verdi imbottite intorno al tavolo di legno.

    Julie era stata in precedenza in questa stazione di polizia per controllare le condizioni dei prigionieri. Riconobbe la stanza come una delle stanze per interrogatori. Completamente spoglia fatta eccezione per il piccolo tavolo di legno chiaro e tre sedie di metallo con l’imbottitura verde, le dava un senso di freddo. In qualche modo, pensò, l’uomo che entrò nella stanza dietro di lei sembrò riuscire ad alzare la temperatura della stanza di qualche grado.

    Era in piedi accanto a lei e scusandosi prese dal tavolo quella che sembrava una sottile mattonella di plastica su cui era posato un foglio di vinile. Devo chiederti di farmi prendere le tue impronte delle scarpe visto che eri sulla scena. Dovrò chiamare anche il tuo collega per questo. Aspettò che lei accettasse la sua richiesta prima di accovacciarsi davanti a lei. Sfortunatamente c’è stato così tanto traffico nel casotto e vogliamo essere in grado di isolare le impronte che possano aiutarci a trovare il colpevole.

    Nessun problema. Julie si alzò e fece un passo sul foglio di vinile che lui aveva poggiato sul pavimento di fronte a lei. Notò che si era messo un paio di guanti in lattice. Così?

    Si inginocchiò davanti a lei e cercò a fatica di non concentrarsi sulle curve delicate dei suoi fianchi. Si. Quando lei fece un passo indietro, lui prese con cautela il foglio dagli angoli e lo coprì con un altro foglio di plastica prima di infilarlo in una grande busta di carta. Sigillò la busta, prese una penna per scrivere il nome di lei e la mise in un cestino metallico sul tavolo. Julie sedette di nuovo sulla sedia.

    Jake sedette sulla sedia dall’altro lato del tavolo e si sfilò i guanti dalle mani. Piegò le dita per sollecitare il ritorno della circolazione. Sorridendo, la guardò, Odio queste cose.

    Lei annuì pienamente d’accordo.

    Ho i nomi e le informazioni dei pazienti qui. Tirò fuori un pacchetto di fogli dalla tasca del giacchetto dell’uniforme. La ragazza non ce l’ha fatta. Il tessuto della polo di Jake era aperto sul collo lasciando intravedere un folto ciuffo di peli sul petto. Julie notò il suo fascio di muscoli tesi sul collo quando gli disse della triste fine della ragazza.

    Jake sospirò rumorosamente e borbottò un’imprecazione. Il ragazzo... Guardò alle carte che aveva davanti, Andrew Larkin ti ha detto qualcosa?

    Alzò le spalle. In pratica solo quello che aveva già detto a te e agli altri agenti sulla scena. Julie si prese un momento per ripassare mentalmente tutte le conversazioni che avevano avuto luogo durante il tragitto in ospedale, stando attenta a non rivelare nessuna informazione confidenziale del paziente. Voleva aiutare più possibile. Ha detto che era stato lui che, beh, lui è stato con Holly. L’altro ragazzo, lo ha chiamato John, o almeno questo è uno dei nomi che ha usato, è stato con Beth. Non conosceva i cognomi delle ragazze.

    Jake, seduto dall’altra parte del tavolo, prese alcuni appunti su un taccuino giallo che aveva trovato li. E’ stato un vero scempio. Spinse indietro la sedia, incrociò le braccia muscolose e la studiò.

    Sembrava giovane. Era di altezza media e slanciata, anche se quando pensava a lei, nulla gli sembrava nella media. Non era semplice ignorare che aveva decisamente tutte le curve al posto giusto. Anche con la camicia bianca e inamidata dell’uniforme e il tesserino brillante del soccorso paramedico, i pantaloni unisex con le tasche sporgenti, lei era decisamente una donna completa, pensò. Mentalmente cercò di indovinare quanto fosse alta, 1,65 o 1,70? Di sicuro non pesava molto. Apprezzando la sua figura come solo un uomo avrebbe potuto fare, ammise con se stesso che non gli sarebbe dispiaciuto prenderla in braccio per cercare di indovinare anche il suo peso.

    Jake si rimproverò silenziosamente. Erano entrambi dei professionisti e lui avrebbe dovuto trattenere i suoi apprezzamenti maschili sul suo aspetto prima di superare il limite. La sua immaginazione era andata oltre il dovuto, e gli fu difficile evitare di pensare a lei senza uniforme. E gli fu ben più difficile non immaginare se stesso aiutarla ad uscire dall’uniforme. Quando l’aveva vista lavorare così alacremente per salvare quella povera ragazza, non poté non pensare che fosse una ragazza anche lei. E fu uno shock realizzare, a dispetto della sua natura solitamente riservata, che, ragazza o no, era una donna attraente. Jake ripensò alla scena del crimine e si rimproverò, di tutti i posti possibili quello non era certamente il luogo migliore per una conquista.

    Continuò a studiarla. Come fai a sopportarlo? Jake era colpito perché sembrava che la brutalità che aveva visto non l’avesse toccata. Resistette alla sua naturale inclinazione di offrirle conforto fra le sua braccia. Era così graziosa, pensò. I suoi occhi erano pieni di vita e pensò a quante vite aveva visto spegnersi nel suo lavoro. Doveva essere bello guardare la vita con gli occhi appassionati della sua giovinezza.

    Cerco di non pensarci. Cominciò a chiedersi se lui fosse poi così duro come aveva pensato inizialmente. Sai che è stata programmata una CISD (Sessione di Gestione dello Stress da Incidente Critico) fra un paio di giorni? La sua espressione composta non lasciava trapelare nulla. Ci sarai? Il suo supervisore aveva richiesto che tutti i paramedici assistessero alle sessioni per la gestione dello stress da incidente critico ogniqualvolta avessero ricevuto chiamate per situazioni gravi. Julie ci andava tutte le volte e partecipava attivamente; la aiutava a gestire le situazioni più tragiche. La prima volta che aveva partecipato ad un incontro era stato dopo un incidente stradale che aveva ucciso un’intera famiglia, bambini compresi. Aveva aiutato.

    No. Ce lo hanno detto, ma ho visto di peggio. Inoltre, preferisco non perdere neanche un minuto di tempo che posso usare per cercare le prove. Voglio trovare chi ha fatto questo. Questo è il mio modo di superare. Strinse le sue larghe spalle mentre la guardava dritto negli occhi. La sua voce aveva preso un tono spietato.

    Anche il mio collega, Matt, crede che non gli servano. Cercava gentilmente di convincerlo. Invece servono.

    Scosse la testa e guardò in basso per scribacchiare qualcosa sul taccuino di fronte a lui. "No, quando ne

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