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Dal canto al parlato: La didattica del canto nella terapia di un caso di Disartria Atassica
Dal canto al parlato: La didattica del canto nella terapia di un caso di Disartria Atassica
Dal canto al parlato: La didattica del canto nella terapia di un caso di Disartria Atassica
Ebook89 pages1 hour

Dal canto al parlato: La didattica del canto nella terapia di un caso di Disartria Atassica

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About this ebook

La ricerca "Dal canto al parlato" nasce come conclusione del percorso di studi in Logopedia e prende forma grazie all'incontro con la signora E. durante il tirocinio. Il suo caso clinico mi colpì molto cosi come la sua determinazione nel riuscire a recuperare qualcosa di perduto anche sperimentando cose nuove. Sapevo quanto potesse essere frustrante avere qualcosa dentro e non riuscire a comunicarlo correttamente all’altro.  La voce, in particolar modo, è intimamente legata ai nostri vissuti emotivi e una rinascita vocale può contribuire ad una rinascita spirituale. Proposi quindi il canto che accentua le componenti prosodiche del linguaggio e richiede un allenamento costante del fiato, morbidezza dell’articolazione, ritmo e accentazione, tratti che in minor quantità troviamo nel linguaggio quotidiano.
Quello che riporto nel saggio è un viaggio condiviso alla scoperta di se stessi, dei propri limiti, dei limiti indotti e come possano essere superati.
Silvia Cafiero


Silvia Cafiero, diplomata presso il conservatorio di Latina in Canto con il massimo dei voti, consegue il secondo livello in Canto sotto la guida del Maestro Michela Sburlati con il massimo dei voti e lode ottenendo anche il riconoscimento come miglior laureato del suo anno.
Vincitrice di diversi premi lirici internazionali tra cui il premio Zandonai a Riva del Garda, primo premio al concorso “ArteinCanto” di Basciano, premio speciale al miglior cantante italiano al concorso lirico internazionale di Orvieto, porta avanti la sua passione continuando a perfezionarsi con grandi nomi della lirica internazionale come Montserrat Caballè, Mietta Sighele e Raina Kabaivanska.
Oltre all'aspetto canoro perfeziona anche la parte attoriale attraverso la conoscenza della biomeccanica e la guida del regista R.Ruggieri docente del CUT di Perugia.
Allo stesso tempo segue i suoi studi di Logopedia laureandosi con il massimo dei voti e lode. Nella sua ricerca e attività di logopedista combina le conoscenze musicali con quelle scientifiche creando una terapia basata sulla tecnica del Belcanto. Frutto di questa ricerca è il saggio “Dal canto al Parlato: la didattica del canto nella terapia della disartria atassica”.
LanguageItaliano
PublisherPasserino
Release dateAug 3, 2018
ISBN9788893454223
Dal canto al parlato: La didattica del canto nella terapia di un caso di Disartria Atassica

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    Dal canto al parlato - Silvia Cafiero

    Dickinson

    Motivazioni della ricerca

    È iniziato tutto da un problema personale e apparentemente senza uscita che mi ha spinta a cercare in me stessa e da me stessa le soluzioni che il mondo esteriore non mi dava.

    Provengo da una famiglia che da sempre ha amato la musica, essa è sempre stata quasi una persona di famiglia che accompagnava le nostre giornate. Mio nonno era la maschera del teatro San Carlo di Napoli. Hanno calcato quel palco i più grandi cantanti di tre secoli di tradizione operistica, scrivendo la storia della didattica vocale. E mio nonno ha avuto la fortuna di ascoltare dal vivo cantanti come Del Monaco, Tebaldi, Zeani, Callas…probabilmente qualcosa della magia delle loro voci è arrivato a me attraverso i suoi ricordi.

    Spesso mia madre mi portava al teatro per assistere a degli spettacoli, sicura che sarei rimasta rapita dallo sfolgorante spettacolo di luci, colori, suoni e danze, tutto creato da persone come me.

    La prima opera a cui ho assistito è stata La Traviata di Giuseppe Verdi. Nonostante fossi piccola, ancora ne gusto le immagini e le sensazioni che mi ha lasciato. Ed in quel momento ho deciso, inconsciamente di dedicarmi allo studio della voce:

    <> (Iva Barthelemy).

    È una materia vivente, forte e concreta, ruvida, aspra, tagliente, ma allo stesso tempo fragile, impalpabile, morbida e rassicurante.

    Canto da sempre, almeno da quando ho memoria.

    Di natura ho una voce intonata, dolce ed estesa ed un orecchio sensibile.

    I miei studi di canto iniziarono verso i 17 anni da varie insegnanti di musica leggera perché il mio obiettivo era di saper gestire la mia estensione e magari aumentarla, ma non ricordo chissà quali risultati. Poi a 22 anni pensai di entrare in conservatorio, dove si studia canto lirico e repertorio prettamente operistico. All’inizio l’idea non mi allettava molto, ma negli anni ha prevalso la mia attenzione verso il bel suono, forte e potente tanto da sovrastare un’orchestra, che canta linee melodiche al limite dei limiti vocali pur rimanendo esteriormente facile.

    Purtroppo o forse fortunatamente, ancora devo scoprirlo, il mio percorso di studi in conservatorio non è stato dei migliori. Ho cambiato insegnante ogni anno perdendo quindi la possibilità di conoscere un metodo fino in fondo, e mi dispiace dirlo, fra i maestri di canto che ho conosciuto molto pochi erano in grado di educare una voce.

    Tra questi uno in particolare mi ha portato all’esasperazione vocale distruggendo ogni giorno di più la speranza di poter un giorno salire sul palco del San Carlo e far risuonare la mia voce nei secoli.

    Le sue lezioni erano un susseguirsi di attacchi di glottide, vocalizzi estremi con prese di fiato clavicolari ed insufficienti, indicazioni sbagliate sull’uso del vocaltract e dei risuonatori. Come risultato ottenevo l’afonia quasi completa dopo soli 10 minuti di lezione.

    Fu questo il campanello d’allarme che mi spinse a capire perché. Perché perdevo la voce dopo pochi minuti di studio, perché dopo cantato la mia voce era priva di proiezione e faticosa, perché avevo bisogno di almeno mezz’ora di silenzio per recuperare in parte il mio tono nel parlato, perché avevo continuamente secrezioni di muco e necessità di schiarirmi la gola, perché avevo sempre emicranie, perché tutto stava diventando cosi difficile e doloroso.

    Non parlo solo della mia voce cantata, anche il mio modo di parlare era diverso, espressione di una tensione eccessiva: impossibilità di parlare piano o bisbigliare, voce dura ed esplosiva, perdita del falsetto, grossa risonanza nasale, perdita di volume. Una vera catastrofe!

    Feci una visita foniatrica che fortunatamente non rilevò nulla di organico ma solo un atteggiamento fortemente ipercinetico.

    Mi sottoposi ad una terapia logopedica e cercai, al di fuori del conservatorio un nuovo maestro di canto.

    Da questo appresi molto bene alcuni fondamenti sulla respirazione che utilizzo anche nel trattamento, come gli esercizi per la propriocezione.

    Già lavorando meglio sulla respirazione ottenni alcuni risultati, ma non bastavano. Ormai avevo un atteggiamento fortemente ipercinetico con grandi tensioni muscolari del tronco e del collo nonché della muscolatura laringea.

    Cosi cercai ancora altrove e finalmente trovai la persona giusta.

    Grazie ai suoi insegnamenti, alla sua pazienza e precisione nelle spiegazioni, molto dettagliate anche dal punto di vista anatomico e non solo immaginativo, ho recuperato la mia voce perduta, liberandola da lacci troppo stretti.

    La rinascita vocale ha contribuito ad una rinascita spirituale e mentale ridandomi la possibilità di sognare e sperare di poter esprimere al massimo il mio universo attraverso la mia voce.

    <> (I. B.)

    È davvero frustrante avere qualcosa dentro e non riuscire a comunicarlo correttamente all’altro.

    Oggi tutto questo è solo

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