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"Delitti, rimorsi e vendette" Luigi Brasili Prima Edizione eBook: Marzo 2006 Seconda Edizione eBook: Maggio 2012

Realizzazione: La Tela Nera www.LaTelaNera.com


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"Ponte degli angeli", "Non mai troppo tardi", "Seraphim", "Come un arcobaleno", "Io sono legenda", "Mai stato bravo con i giochi di parole", "Dimmi perch", "La settima preda", "Notte a White Chapel" 2004-2011 by Luigi Brasili

Immagine di copertina 2006 Fabrizio Brasili

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Luigi Brasili

DELITTI, RIMORSI E VENDETTE

La Tela Nera Marzo 2006 Maggio 2012

RINGRAZIAMENTI

Ringrazio di cuore Alessio e lo staff de La Tela Nera per avermi dato la possibilit di pubblicare questo e-book, e per aver contribuito a realizzarlo. Ma voglio ringraziare anche tutti gli amici del forum; in questi anni ho avuto qualcosa da ognuno di loro, sicuramente pi di quanto io abbia dato in cambio. E anche se non frequento pi il forum come un tempo laffetto quello di sempre. Un grazie a coloro che ogni tanto si disturbano per scrivermi e dirmi che hanno apprezzato le mie piccole storie (troppo buoni). Grazie a Fal, per avermi prestato il suo disegno per la copertina. Infine, grazie a quelli che si prenderanno la briga di leggere questo libro.

Un abbraccio, Luigi Brasili. 3 maggio 2012 luigibrasili@yahoo.it

SOMMARIO

Ponte degli angeli Non mai troppo tardi Seraphim Come un arcobaleno Io sono legenda Mai stato bravo con i giochi di parole Dimmi perch La settima preda Notte a White Chapel

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L'autore

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Delitti, rimorsi e vendette

Luigi Brasili

Delitti, rimorsi e vendette

Luigi Brasili

PONTE DEGLI ANGELI


Vado avanti e indietro lungo il ponte, scrutando le facce sconosciute che si godono il fresco della sera. Di lui non c' traccia, ma non importa, ho tutto il tempo che voglio. Angeli di pietra ai lati del ponte vegliano su artisti e sogni colorati, sui turisti accalcati di fronte alla paccottiglia degli ambulanti. Chiss quanta di quella roba andr a raccogliere polvere dallaltra parte delloceano. Lui non si vede, sono settimane ormai che lo aspetto ogni notte. Prima invece non mancava mai, una birra ghiacciata, una canna e poi tutta la notte a parlare, parlare. Era l'unico a parlare con me, gli altri facevano finta di non vedermi, proprio come adesso. I musicisti alzano il volume sperando di racimolare abbastanza per pagare le topaie dove dormono. Bella questa, la stessa che suonavano quella sera. Perch non arriva? L'ultima volta diceva che mi amava, che non mi avrebbe pi lasciata. Siamo andati a casa sua e lui beveva, e mi spogliava. Beveva, e mi colpiva. L'angelo con la spada mi guarda in silenzio dal castello - che cazzo guardi? mentre continuo a fissare la gente. All'inizio mi ha fatto male... credo, ma poi non ho sentito pi nulla, stavo bene. Potevo camminare, niente pi sedia a rotelle. Mai stata cos bene. Anche ora sto benissimo, per questo che voglio rivederlo, per dimostrargli tutto il mio amore. Voglio che lo provi anche lui. Ho imparato presto come si fa. Quando si alza la brezza, quella che chiamano "ponentino", devi soffiare e spingere, soffiare e spingere insieme al vento. Cos'hai da guardare ancora? Pensa a fare la statua che a lui ci penso io! Devo solo aspettare che torni e che si sieda sul muretto, come faceva sempre. Allora attender che arrivi il ponentino, poi andr ad abbracciarlo, e soffier forte insieme al vento. Cos sentir com' fredda l'acqua del fiume. Scoprir come mi sento bene adesso.

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NON MAI TROPPO TARDI


Scrut a lungo, in silenzio, la figura emaciata riflessa dalla superficie polverosa. I capelli biondi cadevano disordinati sulle spalle, sul viso; macchie viola sugli occhi tra i boccoli umidi e spenti. Il suo respiro ansimante spostava i fili dorati scoprendo le labbra tumefatte. In fondo allo specchio, nel buio, lui sorrideva facendo schioccare le nocche insanguinate. "Sei una lurida puttana..." sussurrava, "meriti una lezione..." insisteva, agitando la cintura come una frusta. Ogni sferzata nellaria la faceva sussultare. "Ora inginocchiati, da brava moglie, e accogli come si deve i miei amici..." continuava suadente, indicando quello nudo sul letto. Lei cerc di dominare il pianto, restando davanti allo specchio, senza voltarsi, cercando con tutta l'anima di svegliarsi dallincubo. "Devo andarmene, devo farlo, ora, subito..." Una forza misteriosa la inchiodava davanti alla sua immagine, mani invisibili strette sul collo, spire avvolte intorno al suo seno nudo. Voci fantasma ad attirarla. Che aspetti? Non ne hai abbastanza? Volt le spalle allo specchio con un gemito, ricacciando nelle tenebre mani e serpenti e raccolse la camicia strappata. "S, ne ho abbastanza" disse, scavalcando il cadavere del marito. Super anche il secondo corpo, le gambe piegate in una posa innaturale, una mano artigliata al lenzuolo insanguinato. Spinse via laltra mano, che reggeva ancora il coltello con cui le avevano strappato i peli dal pube. Le bottiglie di liquore vuote rotolarono dalla schiena del terzo sacco di merda. Allontan col piede la pistola ancora fumante e raccolse la borsa. Rovist nelle tasche, le mani tremanti a cercare una sigaretta. Una foto cadde a terra. Nell'immagine ingiallita il suo viso di fanciulla sorrideva accanto a una donna altera. Un fantasma di sorriso le incresp le labbra. A tutto c' rimedio diceva sempre la regina, c sempre tempo. Annu, infilandosi la gonna. La fiamma dell'accendino riverber sulle figure in attesa oltre lo specchio. Si avvicin di nuovo, evitando di sfiorare i cadaveri. Dite che posso? Lo specchio divenne liquido. Certo, disse la donna, allungando un braccio oltre il vetro, non mai troppo tardi per tornare a casa. Respir a fondo prima di passare. Dall'altra parte non c'era traccia di serpenti, di cinghie, di morte. Bentornata Alice dissero le voci. Bentornata! squitt il Bianconiglio.
Vincitore premio letterario Concorso in omicidio 2 pubblicato nellantologia omonima (Zolfo&Mercurio)

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SERAPHIM
Sono sempre stato solo. Senza sostanza, senza sentimenti, senza storia. Solo silenzio snervante, sussurri, stagnazione. Sdraiato su spoglie strisce sbiancate, sognavo speranze, senza speranza. Sbiadite sensazioni stravolte, sconvolte. Soltanto Seraphim sembrava scorgermi. Seraphim, straordinaria saggezza, soave splendore. Sono semplice scenario scurrile, sgraziata sorte, spregevole struttura scarnificata. Sterco senziente, stupore scolpito su smunti spasmi sclerotici. Sognavo sentieri stellati, seni strabordanti, sospiri sincopati. Sentivo solo striduli sorrisetti strafottenti, spiacevoli sussurri. Stantuffi sibilanti spingono sostanze sterilizzate. Strumentazioni scintillanti sorvegliano sinapsi strappate. Soffio sospiri spirometrici, senza strumenti sarei spento, scomparso, seppellito. Sciocchezze! Sarebbe stata sicura salvezza. Se Seraphim sparisse, s, solo se Seraphim smettesse, sarei sventurato sul serio. Sinsinua sovente, silente, splendido sguardo smaliziato. Seraphim, spaventosa, sconvolgente, scopre sguaiati stiletti. Spirali sanguinolente, stille sideremiche scivolano sulla stoffa sbiadita. Seraphim, serpente spettrale, spinge, spreme, succhia. Strali scarlatti scendono sinuosi sul suo seno smanioso, strappi spasmodici simulano sesso sfrenato. Salto, scalpito, scivolo sul sottile sipario soprannaturale. Sono svuotato, sereno. Sei sazia Seraphim? Soddisfatta sorride, sinarca, sospira. S. Sei sazia, sicuramente. Seraphim, straziante sorte, sempiterna sirena succhiasangue. Spietata, Selene sinabissa silenziosa. Seraphim, seccata, scompare scattando, spaurita. Sono solo senza Seraphim. Sono sempre stato solo.

Delitti, rimorsi e vendette

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COME UN ARCOBALENO
Il capitano scavalc i cadaveri con la pistola fumante in mano e si volt. La sua voce ruppe la quiete del grande sasso perso nello spazio. Venga tenente, ho trovato i figli Ma che fa con la pistola? Le ordino di abbassarla! Solo se lei abbassa la sua. Donna, sono io a comandare; la far degradare al ritorno sulla Terra! Come vuole, ma la smetta di puntare la pistola su quei bambini. Bambini? Ma sono dei mostri! Guardi i due biondi laggi, e guardi questi, invece. Guardi la pelle com verde. E le dita delle mani; otto! Abbassi larma! I bambini sono bambini. Peggio per te, donna I raggi esplosero insieme. Il tenente si strapp i gradi dalla divisa, fissando il corpo rantolante a terra. Raggiunse i bambini biondi e li prese per mano. I bambini sono tutti uguali capitano Storm. I due bambini tesero le piccole mani verso gli altri, accompagnandoli allastronave. Iridi blu sorrisero ad altre iridi colorate. Il capitano vide il corteo salire a bordo e il portello chiudersi, insieme ai suoi occhi. Lastronave si libr in silenzio lasciando una scia darcobaleno sulla polvere rossa. Il tenente Hope guard larco multicolore galleggiare nellaria e sorrise. I bambini non hanno razza, capitano mormor. Con sicurezza impost la nuova rotta e usc dalla cabina, sedendosi in mezzo al gruppo di piccoli superstiti dellennesima pazzia delluomo. I bambini hanno colori diversi, ma lo stesso cuore, come un arcobaleno disse, abbracciandone uno, asciugandogli le guance arrossate dal pianto.

Pubblicato nellantologia Parole per strada 2010 (Il furore dei libri)

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Delitti, rimorsi e vendette

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IO SONO LEGENDA
Lo stridore delle unghie sul pavimento le dava brividi nellanima. Nemmeno gli occhi dombra fissi su di lei; neanche le strisce di carne penzolanti dal viso le erano apparse tanto orribili. E la voce, per quanto sinistra, non era tanto diversa da come la ricordava. T-teeelaaav-voot-too... c-chsssiit-tnn-ttoo... aap-peend-d-ttiii... 1 Allung meccanicamente un braccio verso il tavolo della cucina, lo sguardo puntato sul morto, e prese a lanciargli addosso tutto quello che trovava. Ooomaaan-nuut-too... aap-pmm-sssaaa... 2 Il cadavere continuava a grattare i piedi per terra. ent-tlee... nnc-cee.. c-cmp-poo... 3 Disperata, gli lanci il cellulare, che cadde in pezzi contro il muro. Perdonami! Sono stati loro a dirmi di ucciderti, ti prego! Un braccio scarnificato si mosse, la mano artigliata le sfior il viso. D-dv-vee-s-snoo ...d-dssoo lloo-o? Sssiis-slaaa. S-ssloooiioo...ttvooob-bneee... 4 Si schiacci sulla parete, incapace di fare altro, di spingerlo, di toccarlo. Chiuse le palpebre, trattenendo il fiato contro il respiro fetido che ammorbava laria tuttintorno. No! url disperata quando fantasmi di labbra sappoggiarono alle sue. Poi la nebbia ingoi la sua mente. Sent appena gli artigli umidi stringerle i polsi, strapparle i vestiti, afferrarle i capelli. Le unghie annerite graffiavano i gradini come archi scordati sopra ai suoi assoli di terrore. Strisciando nel giardino, la terra bagnata le ader come una seconda pelle, coprendo bocca e naso, e tutto il resto. Vide tra lacrime di fango le mani scheletriche scavarle accanto. Poco prima di cadere nella fossa, i suoi occhi sinchiodarono per sempre alle parole scarlatte vergate sulla pietra. 5 Dopo ci furono solo terra e buio. E il corpo gelido, sopra e dentro il suo.

1. Te lavevo detto che sarei tornato a prenderti 2. Ho mantenuto la promessa 3. inutile, non c campo 4. Dove sono adesso loro? Sei sola. Solo io ti voglio bene 5. Robert Neville e signora, uniti per leternit

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MAI STATO BRAVO CON I GIOCHI DI PAROLE


Lo stridore delle unghie sul pavimento le dava brividi nellanima. Nemmeno gli occhi dombra fissi su di lei; neanche le strisce di carne penzolanti dal viso le erano apparse tanto orribili. E la voce, per quanto sinistra, non era tanto diversa da come la ricordava. Mai stato bravo a parole. Men che meno con i giochi; di parole intendo. Per Sonia insisteva. Forza, ha detto, guardandomi come fosse la cosa pi importante della sua vita. Occhi come mare tropicale e voce che nemmeno quella di un bambino. E la bocca, di quelle che a sfiorarle ti tremano le gambe. Faccio per dire... Vedrai che ci divertiamo, e io a guardarla, lasciandomi convincere. E cos siamo andati, una serata di quelle che non ti scordi. Quattro tizi, i nomi neanche con la moviola: uno basso, capelli lunghi; poi quello rossiccio, precipitato da qualche collina irlandese; la biondina griffata e infine questa qui, la pittrice coi boccoli neri. Proprio lei ha iniziato: Tocca a me, zombi! MacIntosh, occhi sbarrati, subito a ondeggiare. Ha artigliato le tette della modaiola addentandole un orecchio. Luna piena, ha biascicato, la lingua dentro la tromba di Eustachio. Lei lha respinto e si abbassata i pantaloni sculettando. La riccia a disegnare. Intanto Sonia, al grido di pipistrello svolazzava nuda alla finestra. E quellaltra disegnava. Bene, devo ammetterlo. E scriveva dei mezzi geroglifici. Ho passato il turno non so quante volte, incapace di trovare un filo logico in quel gioco, ipnotizzato da quella pergamena, con le forme che prendevano vita man mano che gli altri sparivano. La stanza piena di ombre, io a sudare e ansimare. E quella disegnava. Mentre le ombre sinfittivano, lei ha sventolato la pergamena e mi ha sussurrato: lupo mannaro... Poi ha capito il suo errore, sentendomi ululare... Ululare? Glielho detto maresciallo, non sono bravo con i giochi di parole. E dov la mora, che ne hai fatto dei corpi? Sono nella pergamena, non vede le creature? Aspetti, mi lasci finire il disegno... Oddio, nooooo! Non sono bravo a parole, ma in quanto a ululare e disegnare sono un vero mostro.

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DIMMI PERCH
Dimmi perch rimandare. inevitabile, lo sai, la mia natura sussurr la donna in nero. L'uomo le rispose senza timore: Dopo di me non avrai pi nulla. La donna si ferm con le braccia a mezzaria, la testa piegata di lato. Che vuoi dire? Che moriresti di noia Lei inizi a ridere, continu a farlo a lungo, senza riuscire a fermarsi. Prese a tremare, sussultare, sempre pi veloce. Il volto bianco divenne paonazzo. Si port le mani alla gola in preda alle convulsioni. Io non posso morire, non... posso... mo-ri-reee... Cadde a terra di colpo, con un tonfo, come un qualunque corpo morto. L'ultimo uomo sulla terra prese la falce dalle sue mani inerti. Sospir, pensando alle tante vite spezzate nella sua carriera di serial killer. Un cane si avvicin ad annusare la Morte riversa sul selciato. Lui sorrise al corpo immobile, alzando la falce. In effetti, c' ancora molto lavoro da fare...

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LA SETTIMA PREDA
La prima vittima, unanziana donna, la prese collinganno: Mi aiuti per favore, le disse, attirandola nel buio, poi le mangi il cuore. Per seconda, una hostess scelta sulla banchina, tra la folla, una spintarella sui binari e via, carne rosa divenuta colla. La terza, ancora un gioco da bambini, bionda autostoppista, oramai cibo per cani. Venne la quarta, azzurri occhioni adolescenti, luccise a morsi, le strapp i sogni con i denti. Poi quinta e sesta, alunna e maestra elementare, sesso rubato e tuffo in fondo al mare. Per ogni morte, fremendo di piacere, ascoltava il suono della vita evaporare. Infine giunse lei, bella, misteriosa, provocante; lincontr di notte, lo volle come amante. Ma quando, dopo lamplesso lui alz la lama per colpirla, fu un istante troppo lento, i canini assetati di lei lo consumarono nel vento.

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NOTTE A WHITE CHAPEL


Tremi allora dellultimo canto Ove il sospiro nel quale sei nata lunico istante, e vale una vita. Ascolta il suono, il rantolo lento Laria lontana, rubata, che fugge, Nel nulla che bagna le guance. Ma vieni, la notte veloce, Suona il rintocco, sode una voce. Sei stava brava stanotte, mia mano, Lascia che il fiume ti mondi pian piano.

Vincitore premio letterario OrrorinVersi 2011 versione audio-video realizzata da Scheletri (www.scheletri.com)

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Delitti, rimorsi e vendette

Luigi Brasili

L' AUTORE

Luigi Brasili nato nel 1964 a Tivoli, in provincia di Roma, dove vive tuttora. Ha sempre amato la parola scritta, fin da bambino, ma ci si messo dimpegno a partire dalla fine del 2003, ottenendo numerosi riconoscimenti in concorsi e selezioni editoriali. Ha pubblicato racconti in decine di libri e riviste, per vari editori e testate tra cui Fanucci, Rai-Eri, Cronaca Vera, Writers Magazine Italia, Delos Science Fiction. Suoi racconti sono stati letti in trasmissioni radiofoniche e universit. Ha pubblicato inoltre tre libri, La strega di Beaubois (Magnetica, Napoli - 2006), Lacrime di drago (Delos Books, Milano - 2009), La stirpe del sentiero luminoso (La penna blu Edizioni, Barletta - 2011).

Sito web: luigibrasili.altervista.org

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