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I personaggi
IL DISEGNO DI MONTALE
Una lettera di Montale del 10 ottobre 1932 con un disegno che prefigura il suo funerale
censione degli Ossi di seppia questi strilla indignato Lei ne scrive come si trattasse di un nuovo Leopardi. Nel 29, il 28 dicembre, Montale torna a Genova da Firenze e va a trovare Ansaldo, che cos ne parla nel suo diario. Lesangue Montale mi compare ieri dinanzi al tavolino di redazione veramente il degno poeta dellupupa. Ma questuomo, che pare cos distaccato, cos lontano, cos stanco e disabu-
GADDA E UNGARETTI
Gadda e Ungaretti sul ponte di una nave nel porto di Genova, nel luglio 1953
Un intero capitolo sui difficili rapporti tra Giovanni Ansaldo e lautore di Ossi di seppia
sato, sorretto da una incommensurabile vanit!. Montale non seppe mai di questo ritratto, ma a un amico scriveva: Ansaldo ha sposato la serva (e brutta) per paura di essere becco. Ansaldo sarebbe poi diventato il direttore del Telegrafo di Livorno, che era propriet di Ga-
CARLO BO
Marcenaro lo ricorda in clinica il giorno prima della morte che chiede: Cosa c di nuovo?
leazzo Ciano. Non smisero mai di guardarsi con antipatia, come i duellanti di Conrad, ma, ci informa Marcenaro, il caso li ha giocati entrambi. Nel Meridiano di Montale dedicato agli articoli di giornale, si infilato, spacciato per montaliano, un articolo di Ansaldo su Remigio Zena. Testamenti un libro di memorie. Marcenaro le coltiva da molto tempo e ha gi dedicato, per esempio, diverse fatiche alla gentile signora (cos la chiamava Gadda) Lucia Rodocanachi nata
Morpurgo. Poliglotta, molto intelligente, era stata assoldata come traduttrice da diversi letterati tra i quali figurano Vittorini, Montale stesso, Gadda e altri ancora. Nella sua casa di Arenzano il giorno dopo Natale o il luned dellAngelo, riuniva gli amici scrittori che talvolta ospitava destate anche a pagamento. La storia delle traduzioni nota e non fa molto onore ai letterati che si servirono bassamente della fin troppo gentile signora senza neppure un riconoscimento
in nota. Di Montale fu amica anche intima e forse aspir ad entrare nel variopinto mondo delle sue muse, ma non accadde mai. Si scrissero molto e qui Marcenaro recupera lettere e biglietti, ma non ci fu tra loro la passione esplosa per Irma Brandeis (Clizia) che per lo pi fu una passione epistolare. Si videro a Firenze, ma poi lei rientr a New York e Montale, pur promettendolo, non la raggiunse mai. Tu eri e sei lunica carta della mia vita, le scrisse ad un certo punto, mentre anni dopo alla Rodocanachi, che gli aveva inviato le condoglianze per la morte della Mosca scriveva: Per me la Mosca non stata n una moglie, n unamante, ma una carta che avevo giocato. Testamenti, ora lo debbo dire, non parla solo di Montale. C Gadda che scrive e va a trovare Lucia Rodocanachi (ma qui Marcenaro ha gi allattivo un volume di Lettere a una gentile signora, Adelphi 1983) e ci sono tanti altri: Mario Luzi, Carlo Betocchi, Bobi Bazlen Un capitolo dedicato a Pontiggia che muore dal ridere perch ha appena ricevuto una ragazza incaricata di una inchiesta porta a porta sulla lettura e non sa, ovviamente, che Pontiggia un bibliofilo e ha gi riempito due appartamenti di
Pontiggia ride nel ricevere una ragazza che fa uninchiesta porta a porta sulla lettura
libri. Quanti ne compra?. Cento, risponde lo scrittore. Allanno?. Ma no, al mese. E poi c Carlo Bo, che sempre chiede, fino allultimo giorno: che cosa c di nuovo? Marcenaro lo va a trovare in clinica il giorno prima della morte. Bo chiede un sigaro. Ma non si pu fumare!. Io posso, replica lui. Ecco Marcenaro, in questo denso libro di ricordi, ha raccolto di tutto e persino il fumo dei sigari. Manca, ed un peccato, lindice dei nomi.
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