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Ci sono giorni - ogni famiglia e comunit conosce i suoi - in cui ci sentiamo come oppressi dalla sofferenza, che genera

tante domande, che crea dubbi non trascurabili Di fronte alla croce, quella di Ges come quelle che viviamo noi, possiamo assumere latteggiamento rassegnato di chi convinto si tratti della volont di Dio, un Dio poco paterno, per nulla solidale con luomo E allora abbassiamo lo sguardo, quasi come segnale di rinuncia, di resa di fronte alla vita cos dura, al destino (cos lo chiamiamo) tanto maligno e avverso Il crocifisso di san Damiano ci invita ad alzare lo sguardo, senza fermarsi neppure davanti al volto sereno e rassicurante, pieno di bont e di misericordia, del Cristo Continuiamo a guardare, sempre pi in alto, verso una scena nuova, che pu sembrare lontana, estranea al momento della Croce: vediamo un Cristo vivo, rivestito di vittoria e di gloria, che porta con s la Croce, ma trasformata in uno scettro regale; un Cristo che esce dalla nostra scena umana ed entra - accolto dagli angeli - nella pienezza della gioia del Padre, nel semicerchio della sommit, che con la sua mano benedice e accoglie il Figlio Il Cristo ci aiuta a camminare nei tratti in cui la vita sembra entrare in un tunnel, di cui non conosciamo la lunghezza e i pericoli che ci possono aggredire; anche i suoi apostoli avvertivano lo sconforto e la paura di fronte allannuncio della pasqua di morte e risurrezione, ben sapendo - laveva detto chiaramente - che la strada che avrebbero percorso non era differente da quella che lui aveva scelto Morte e risurrezione...ma solo la prima parola aveva prodotto in loro un dolore tale da renderli come sordi davanti alla seconda quello che accade a noi in giorni come questi, quando le notizie di morte sembrano seguirsi a ritmi infernale, tanto incalzante; sono i giorni in cui non riusciamo a vedere oltre la nebbia che si forma sui nostri occhi bagnati di lacrime, che ci rendono difficile riconoscere i volti familiari e il Volto di colui che ha condiviso questa prima parte della storia - la nostra sofferenza - perch noi potessimo condividere la seconda: la sua e nostra risurrezione. Sua e nostra; non dimentichiamolo!

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