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PARLIAMO ANCORA DEL PESO A costo di annoiare, voglio tornare ancora un momento sul discorso del peso; si tratta

infatti di un aspetto della tecnica davvero fondamentale per le notevoli implicazioni che pu avere proprio sul "tocco". Ho cercato di spiegare come il peso dev'essere scaricato, ma per meglio dire, proiettato, sulla punta delle dita, grazie al perfetto rilassamento di braccio, spalla e scapola; in questo modo la leva che il braccio costituisce potr gestire il peso a disposizione a seconda delle necessit, ma, attenzione, sempre senza sovraccaricare le articolazioni e in particolare quelle delle dita con la mano. Chiedo al lettore di fare un grande sforzo di intuizione, perch mi rendo conto che le parole possono non riuscire sufficienti a spiegare il meccanismo e le relative sensazioni neuromuscolari. Come ho detto, attraverso il rilassamento della spalla e della scapola, e quindi alla libera caduta del braccio, la sensazione del peso viene trasferita solamente sulla punta delle dita come se i polpastrelli della prima falange, fossero costituiti da pesanti biglie di vetro in grado di trascinarli verso il fondo della tastiera; il peso cos scaricato e' a totale disposizione, permettendo un grande appoggio senza il minimo senso di rigidezza o peggio di affaticamento. Altrove ho parlato di peso virtuale nel senso che pur avendo fisicamente a disposizione parecchi chili, costituiti, come si capisce, dalla spalla e dal braccio, tutto dev'essere poi calibrato in modo da non provocare atteggiamenti impacciati o, come detto, sovraccarichi delle articolazioni; insomma, un po' come se si dovesse danzare con tutto il peso del proprio corpo, muovendosi su dei bicchieri di cristallo. A questo punto e alle condizioni sopra esposte, sara' possibile intuire, studiare e realizzare il lancio del dito che, come si potr notare, verr ottenuto quasi spontaneamente o comunque molto facilitato. Attenzione poi che la sensazione di riferimento per il "tocco", non deve essere il fondo della tastiera in senso stretto, ma il punto in cui il martello tocca la corda che di solito si trova poco prima del fondo, 1 o 2 millimetri prima che il tasto tocchi appunto il cosiddetto fondo (ogni pianoforte, anche in relazione alla regolazione della meccanica, trasmette sensazioni diverse anche se simili). A mano a mano che migliora la padronanza della tecnica, il tocco si far sempre pi preciso e sar sempre pi evidente il punto di attacco del martello sulla corda; tutto allora diventer molto pi semplice e divertente. Adeguata concentrazione, corretto rilassamento muscolare con conseguente efficace appoggio, rapidissimo lancio delle dita che permetta il vero controllo del martello e naturalmente intelligente e profonda motivazione musicale, sono le

condizioni che rendono possibile suonare in modo soddisfacente, con conseguente grande piacere sia per l'esecutore che per chi ascolta; diversamente lo studio del pianoforte condurr a scarsi risultati e il pianista si sentir sempre inadeguato con il rischio di pervenire ad uno stato di scoraggiamento e di sfiducia. E' pur vero che poche persone possono giungere ai vertici del pianismo, ma e' altrettanto constatabile che molti possono riuscire a diventare apprezzabili esecutori e magari bravi insegnanti, di cui, tra l'altro, ci sarebbe davvero bisogno.

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