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Riferimento bibliografico: RIPA R. – FIORE M. G.

(2005), Come gli scienziati al lavoro:


esploriamo il mondo delle muffe, in AMMATURO R. – DORONZO S. – Garuccio A. – ROCA F.
(a cura di), “L’educazione scientifica e tecnologica nella scuola dell’autonomia – Le esperienze del
progetto SeT”, Levante Editori, Bari, pp.109-118. Pubblicazione a cura dell’USR Puglia e del
Gruppo di Lavoro provinciale SeT di Bari.

XIV CIRCOLO DIDATTICO “RE DAVID” – BARI


Dirigente Scolastico: prof. Eufemia Ippolito Scionti

Come gli scienziati al lavoro


ESPLORIAMO IL MONDO DELLE MUFFE

di
Rosanna Ripa
(progettazione e realizzazione percorso didattico-laboratoriale)

Maria Grazia Fiore


(progettazione e realizzazione multimedia)

Premessa: il SET nella nostra scuola


Le basi della cultura scientifica si pongono durante l’intero corso degli studi, a partire da un
approccio che applichi all’esperienza delle cose del mondo un pensiero che si sforzi di rintracciarne
il senso profondo e la complessità.
Fondamentali, in tal senso, risultano esperienze di insegnamento/apprendimento che stimolino il
pensiero divergente e l’operatività degli alunni, rendendoli protagonisti del loro sapere, esaltando –
al tempo stesso - . il ruolo primario che la scuola ricopre nel processo di formazione culturale e di
mediazione tra la ricerca accademica e la cultura scientifica insegnata al proprio interno.
Partendo dalle indicazioni della CM 270 del 12.11.99, la scuola Re David ha elaborato un progetto
speciale per l’educazione scientifico-tecnologica dal titolo “Alla ri-scoperta del giardino
scolastico”.
La scelta di fondo è stata quella di “fare scienze” a partire dai luoghi fuori della scuola: nel caso
specifico dal giardino scolastico, che diventa il luogo delle prime concettualizzazioni scientifiche ed
ambientali. L’intento è stato quello di sviluppare la capacità di vedere l’ambiente educando
all’attenzione, alla percezione, all’esplorazione e all’intervento attivo.
Il progetto ha coinvolto tutte le classi di ambedue i plessi ed ha visto i docenti impegnati in un corso
di formazione volto al miglioramento delle conoscenze, delle metodologie e degli stili operativi del
sapere scientifico.
La decisione di coinvolgere tutte le classi è nata da una serie di considerazioni:
 il successo che l’attività laboratoriale riscuote tra i bambini con problemi relazionali e di
apprendimento, poiché contribuisce al rafforzamento della motivazione e all’assunzione
d’atteggiamenti più partecipativi alla vita scolastica;
 la necessità di potenziare l’insegnamento delle scienze attraverso la pratica sperimentale e
l’osservazione diretta di ciò che caratterizza il nostro ambiente di vita;
 l’interdisciplinarietà della tematica ambientale e la trasversalità dell’abilità che s’intendono
attivare negli alunni.
In relazione al curricolo, definito dal Collegio docenti, sono stati esplicitati i seguenti cinque temi,
uno per ogni interclasse:
 il mio albero (classi prime);
 l’origine delle piante “il seme” (classi seconde);
 il fantastico volo dei semi (classi terze);
 l’origine della vita (classi quarte);
 significato e funzione della biodiversità (classi quinte).
Per ogni tema, ciascuna interclasse ha definito i percorsi formativi e le esperienze programmate per
tutto l’anno.
La scelta è stata determinata sia dall’impatto emotivo che l’ambiente esterno alla scuola esercita
sugli alunni, sia dal desiderio di ri-scoprire il giardino come occasione di conoscenza, in un contesto
sociale dove “il giardino” tende ad essere relegato in una sfera d’interesse relativa al tempo libero o
fatta di stereotipi di carattere estetico-ornamentale.
La metodologia didattica di laboratorio è stata impostata sul metodo d’indagine ipotetico-deduttivo
per problemi, che ha permesso di vivere il laboratorio secondo un programma di ricerca.
L’alunno ha posto domande, formulato ipotesi, svolto il lavoro di ricerca e indagine in gruppo,
considerando, ponderando e valorizzando le intuizioni altrui attraverso la verifica delle ipotesi. Egli
ha acquisito così la consuetudine a vivere l’errore in maniera positiva, facendo crescere la voglia ed
il piacere della scoperta.

Oltre il SET…
In continuità con l’esperienza SET, nell’a.s. 2002/2003, il “mondo delle muffe” è stato esplorato e
studiato dalle IV sez. D-E della nostra scuola attraverso un percorso didattico-laboratoriale che ha
coinvolto, in qualità di esperti, anche docenti provenienti dall’ambito accademico. Si è
concretizzato, in tal modo, quel ponte di raccordo tra scuola e Università, necessario per la
formazione di una cultura scientifica che non veda come due entità separate la scienza studiata a
scuola e quella che viene “prodotta” nei laboratori di ricerca. La documentazione cartacea delle fasi
in cui si è articolato il percorso è stata poi riorganizzata e rielaborata in formato digitale attraverso
la creazione di un prodotto multimediale.
La realizzazione dell’attività laboratoriale e del multimedia hanno inteso quindi perseguire le
seguenti finalità:
 consolidare l’acquisizione del metodo scientifico attraverso percorsi operativi significativi e
coinvolgenti;
 “costruire e ricostruire” concetti, competenze e linguaggi propri della disciplina;
 fornire all’alunno uno strumento per ripercorrere l’esperienza;
 contribuire alla divulgazione di una formazione scientifica capace di costruire una mentalità
rigorosa nell’osservazione e nell’analisi di eventi e fenomeni, attraverso l’utilizzo di supporti
didattici innovativi, che permettano ai docenti di riproporre “virtualmente” l’esperienza ai propri
alunni.

Descrizione del progetto


1) L’esperienza in laboratorio
L’esperienza è stata realizzata con due classi di quarta (48 alunni in tutto), lavorando con un gruppo
classe per colta e dedicandovi due ore settimanali.
Dopo una prima ricognizione del laboratorio di scienze della scuola, è stata reperita l’attrezzatura
minima richiesta per l’approccio al mondo delle muffe: stereoscopio, capsule Petri, computer
portatile. La collaborazione con gli esperti ci ha fornito il materiale adeguato a mostrare diversi tipi
di muffe, sia tramite l’osservazione diretta, sia tramite foto al microscopio. L’efficacia della
mediazione didattica da parte della docente di classe affonda le sue radici proprio nella condivisione
dell’esperienza dei propri alunni, con la stessa curiosità e lo stesso desiderio di scoperta che ha
caratterizzato il loro coinvolgimento nell’esperienza.
Le fasi che contraddistinguono quest’ultima sono: 1) FASE PERCETTIVA -> “Analisi delle
preconoscenze” -> problematizzare il significato di “andare a male, imputridire, inacidire”: attività
di brain-storming; 2) FASE COGNITIVA -> “Costruzione delle conoscenze” -> messa in coltura,
osservazione e rilevazione dati circa la crescita delle muffe – scoperta delle caratteristiche
strutturali della muffa – acquisizione terminologia specifica: realizzazione del diario di laboratorio,
attraverso verbalizzazioni e rappresentazioni grafiche di quanto osservato; costruzione della carta
d’identità della muffa; 3) FASE METACOGNITIVA ->”Modifica dei comportamenti” -> dal
racconto della mosca furbacchiona, nuovi significati sul ruolo e l’importanza delle muffe in natura:
ascolto e comprensione della storia attraverso domande stimolo e rappresentazioni grafiche in
sequenza – reinterpretazione collettiva del messaggio sotteso, a partire dalle osservazioni di ogni
alunno – formalizzazione comune del messaggio; 4) FASE PRODUTTIVA -> “Realizzazione
multimedia” -> dal reale al virtuale: selezione dei contenuti dell’esperienza – progettazione della
struttura ipertestuale – implementazione attraverso l’utilizzo di Power Point; 5) FASE DI
VERIFICA ->”Rilevazione di conoscenze, comportamenti, grado di motivazione” -> Questionari di
ingresso e di uscita, diversificati a secondo dell’aspetto da valutare.

.2) Progettazione e realizzazione del multimedia


In tale contesto, la realizzazione di un multimedia si è rivelato qualcosa di ulteriore rispetto ad un
semplice “assemblaggio di componenti”, rivelandosi piuttosto un’operazione fondamentalmente
epistemologica che integra almeno quattro tipi di competenze (epistemiche, semiologiche,
contenutistiche e tecnologiche) ed esalta “l’attività conoscitiva come riadattamento flessibile della
preesistente conoscenza”, consentendo di pervenire ad una determinata unità informativa da diverse
direzioni. [A. CALVANI, Manuale di tecnologie dell’educazione, Edizioni ETS, Pisa 1999, pp.164-
166]
La fase produttiva ha quindi visto alunni e docenti coinvolti nella realizzazione dei seguenti step: 1)
selezione dei momenti e dei contenuti dell’esperienza che fossero al tempo stesso significativi ma
anche adeguati ad una versione multimediale; 2) definizione su carta della struttura del multimedia,
caratterizzata da una pagina di presentazione (con i dati della scuola ed i nomi del gruppo di
ricerca), una home page e sei sezioni; 3) definizione dei link, in maniera da permettere una lettura
sequenziale ma anche mirata dell’esperienza, con la possibilità costante di ritornare alla home-page;
4) definizione chiara ed efficace del menu e dei titoli di ogni sezione; 5) scelta dello sfondo e
delineazione di una struttura modulare delle pagine, distinguendo i rispettivi spazi dei testi, delle
immagini e delle animazioni; 6) inserimento di testi e immagini, mettendo in parallelo gli uni alle
altre e definendo l’animazione degli elementi in maniera consona ad una lettura agevole e alla
riproposizione adeguata degli eventi; 7) revisione e testing del multimedia.

Risultati attesi
La scelta di attività laboratoriali e della loro divulgazione attraverso un prodotto multimediale nasce
dalla convinzione che tale metodologia:
 sia una buona palestra di azioni educative e significative e di pratiche relazionali
opportune per gli alunni;
 sia la condizione per elevare la qualità culturale dell’azione formativa e le capacità
professionali dei docenti che la promuovono;
 stimoli la ricerca di metodi che valorizzino e diffondano la cultura scientifica e
tecnologica.

Risultati ottenuti
La significatività dell’esperienza laboratoriale si è rivelata attraverso i seguenti punti di forza:
 coinvolgimento attivo degli alunni, che ha favorito la crescita della motivazione ed un
approccio sereno all’apprendimento scolastico;
 valorizzazione delle risorse interne ed esterne alla scuola (docenti, esperti, genitori);
 condivisione del processo e non solo del prodotto finale, pur non sottovalutando
l’importanza di quest’ultimo come elemento di gratificazione per studenti e
insegnanti.
Per ciò che concerne la validità dei contenuti e la qualità della comunicazione degli stessi attraverso
il multimedia “Come gli scienziati al lavoro: esploriamo il mondo delle muffe”, queste sono state
attestate dalla commissione di esperti scientifici del concorso nazionale “La primavera della
scienza”, che ha conferito a questo lavoro il secondo premio nella sezione “Un multimedia per
un’esperienza”. Si tratta di un progetto nazionale promosso e coordinato da Museo nazionale della
scienza e della tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano, con l’obiettivo di sensibilizzare il mondo
della scuola e l’opinione pubblica sul valore delle scoperte scientifiche e dei progressi della
tecnologia.
Il multimedia è reperibile al seguente URL:http://www.scuolaredavid.it/altre/scienza.htm.

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