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DESTRA STORICA

La Destra stato uno schieramento politico italiano sorto, formalmente, nel 1849 con i governi di Camillo Benso conte di Cavour e proseguito dopo la sua morte sino al 1876 e detta, in seguito, storica per distinguerla dai partiti e movimenti di massa qualificati come di destra che si sarebbero affermati nel corso del XX secolo. I ministeri della Destra storica dal primo governo Cavour al governo di Marco Minghetti del 1876 conseguirono importanti risultati, primo fra tutti l'unit d'Italia, compiuta nel 1861 e portata a termine nel 1870 con la breccia di Porta Pia e la presa di Roma. Politica interna Nel gennaio 1861 si tennero le elezioni per il primo parlamento unitario. Su quasi 22 milioni di abitanti (non erano stati ancora annessi Lazio e Veneto), il diritto a votare fu concesso solo a 419.938 persone (circa l'1,8% della popolazione italiana). Laffluenza alle urne fu del 57%. La Destra storica, erede di Cavour ed espressione della borghesia liberale, vinse queste elezioni. I suoi esponenti erano soprattutto grandi proprietari terrieri e industriali, e personalit legate allambito militare (Ricasoli, Sella, Minghetti, Spaventa, Lanza, La Marmora, Visconti Venosta). La Destra storica, composta principalmente dall'alta borghesia e dai proprietari terrieri ed eletta con un suffragio di appena il 2%, diede alla neonata Italia un'economia basata sul libero scambio, che per soffoc la nascente industria italiana, esponendola agli attacchi del pi forte capitalismo d'Oltralpe. Un altro grave problema che affliggeva il paese, la difformit legislativa lungo la penisola, fu risolto mediante l'accentramento dei poteri (accantonando i progetti di autonomie locali proposti da Marco Minghetti), estendendo la legislazione piemontese a tutta la penisola e dislocandovi in modo capillare le prefetture come strumento di governo. Anche il sistema scolastico fu riformato e uniformato in tutta Italia a quello piemontese (legge Casati) nel 1859. Fu poi istituita la coscrizione obbligatoria. Risanamento del bilancio La Destra impose anche un pesante fiscalismo, al fine di finanziare le opere pubbliche di cui il Paese aveva bisogno per competere con le altre potenze europee. Nel 1875, con Marco Minghetti, venne raggiunto il pareggio di bilancio. La ricchezza nazionale aument in due scaglioni tra il 1860 e il 1880. Nella prima fase aument tramite le imposte dirette, che riguardavano i redditi di origine agraria, nella seconda fase invece con le imposte indirette, colpendo maggiormente i ceti meno abbienti. Nel 1868 venne introdotta la tassa sul macinato (per la precisione, sulla macinazione dei cereali) scatenando cos proteste popolari con assalti ai mulini, distruzione dei contatori, invasioni di municipi. Al termine di questa rivolta contadina si contarono molti arrestati, feriti e morti. I rapporti con la popolazione Tutti questi provvedimenti resero pi complicato l'inserimento dei nuovi territori nel Regno. A causa principalmente di provvedimenti visti come insensati ed odiosi da parte della popolazione, vale a dire l'imposta sul macinato e il servizio militare obbligatorio, la Destra favor, in un certo senso, lo sviluppo del Brigantaggio,che era storicamente endemico di vaste regioni del Regno delle Due Sicilie e dello Stato della Chiesa, cui rispose con particolare durezza attraverso la legge Pica e il dispiegamento nell'Italia centromeridionale di oltre 120.000 soldati, imponendo, in pratica, uno stato di guerra al Sud. Stando alle informazioni ufficiali del nuovo Regno d'Italia, dal settembre del 1860 all'agosto del 1861 ci furono nell'ex Regno delle Due Sicilie 8.964 fucilati, 10.604 feriti, 6.112 prigionieri, 13.529 arrestati, e pi di 3.000 famiglie perquisite. Questo fu uno dei motivi che incoraggiarono lemigrazione dalle regioni meridionali dItalia. Politica estera In politica estera, la Destra storica fu assorbita dai problemi del completamento dell'Unit dItalia; il Veneto venne annesso al Regno d'Italia in seguito alla terza guerra d'indipendenza (1866). Per quanto riguarda Roma, la Destra cerc di risolvere la questione con la diplomazia, ma si scontr con l'opposizione di Papa Pio IX, di Napoleone III e della Sinistra. Alla caduta di Napoleone III dopo la guerra franco-prussiana, lItalia attacc lo Stato Pontificio e conquist Roma, che divent Capitale nel 1871. Il Papa si proclam prigioniero e lanci violenti attacchi allo Stato italiano, istigando una forte campagna anticlericale da parte della 1

Sinistra. Il governo regol i rapporti con la Santa Sede con la legge delle guarentigie, non riconosciute dal Papa. Il Pontefice non riconobbe la legge e viet ai cattolici di partecipare alla vita politica italiana, secondo la formula "n eletti, n elettori" (non expedit). Un consigliere di legazione prussiano in Italia, Theodor von Bernardi, colse, nel corso della Terza Guerra d'Indipendenza, una frattura sui temi di politica estera fra una frazione "francofila" (formata da membri della Permanente, la corrente piemontese della Destra) e una frazione definita "nazionale". La prima corrente si sarebbe rifatta al generale La Marmora (Presidente del Consiglio prima della guerra e Comandante di fatto del Regio Esercito nel corso della guerra) e sarebbe dipesa eccessivamente dalle linee direttive di Napoleone III. La seconda invece,guidata dal barone Ricasoli,avrebbe avuto una visione pi ampia del ruolo internazionale dell'Italia e sarebbe stata molto meno filo-francese e pi filo-prussiana. Fine della Destra Storica L'era della Destra fin nel 1876: il governo Minghetti fu messo in minoranza dallo stesso Parlamento, che rifiutava la nazionalizzazione delle neonate ferrovie, cosicch il primo ministro dovette dare le dimissioni. Era stata attuata la rivoluzione parlamentare: per la prima volta un capo del governo veniva esautorato non per autorit regia, bens dal Parlamento. Il re Vittorio Emanuele II, preso atto delle dimissioni, diede l'incarico di formare un nuovo governo al principale esponente dell'opposizione, Agostino Depretis. Iniziava l'era della Sinistra storica. Gli esponenti della Destra storica che continuarono in un ruolo di opposizione parlamentare, e che in prevalenza provenivano dalla Toscana, furono chiamati dai loro avversari "consorteria". Divisioni e dissidi interni Subito dopo le prime elezioni nel neonato Regno d'Italia, la Destra storica si divise in due "correnti" differenziate in base alla zona d'elezione: - i piemontesi, eredi della Destra storica che aveva caratterizzato il Regno di Sardegna, formarono una "Associazione Liberale Permanente" - i tosco-emiliani, sostenuti da lombardi e dai politici meridionali, formarono un gruppo, chiamato dispregiativamente "Consorteria" dai piemontesi. Con il tempo questa divisione lasci il posto ad una divisione di tipo personale: i due principali leader delle varie anime della Destra, Sella e Minghetti, infatti, erano impegnati in una battaglia personale. Le Destre concordavano solo sulla necessit di raggiungere il pareggio di bilancio e sulla sconvenienza delle riforme democratiche volute dalla Sinistra, soprattutto l'estensione del suffragio elettorale. Non va inoltre dimenticato che al gruppo "originale" della Destra storica, formato da settentrionali di tendenze liberali, si erano aggiunti dei "nuovi arrivati" cio i borghesi meridionali, di tendenze conservatrici. Le divergenze fra queste due anime saranno di non poco conto. IL POLITICO DI RILIEVO...

MARCO MINGHETTI

(Bologna, 8 novembre 1818 Roma, 10 dicembre 1886) stato un politico italiano. Tra il 24 marzo 1863 e il 28 settembre 1864 succedette a Carlo Farini nella carica di presidente del Consiglio. Facendosi forte della decisa azione italiana contro la spedizione di Garibaldi all'Aspromonte, Minghetti fu in grado di negoziare un favorevole accordo con la potenza protettrice del Papa, la Francia. All'interno della Convenzione con la Francia, il governo Minghetti incluse la clausola dello spostamento della capitale da Torino a Firenze, suscitando sdegno e costernazione nella popolazione torinese. A seguito della brutale repressione delle pacifiche manifestazioni popolari di protesta, che provoc oltre 50 morti e centinaia di feriti tra Piazza Castello e Piazza San Carlo, il Re costrinse Minghetti a dimettersi dal governo. Tra le sue pi interessanti proposte ci fu quella di una riforma in senso autonomistico dello stato. Fu nuovamente presidente del Consiglio tra il 10 luglio 1873 ed il 25 marzo 1876. Durante questa legislatura si trov in disaccordo con la Destra, alla quale nonostante tutto apparteneva. Motivo del contendere era la rigorosa politica di bilancio che persegu e che nel 1876 port al pareggio di bilancio. Fu il propugnatore dell'invio di una legazione commerciale in Cina e in Giappone e la creazione di contatti diplomatici con questi stati. 2

SINISTRA STORICA
Dopo il 1870 si assistette a notevoli cambiamenti della politica italiana, La politica della destra aveva scontentato i ceti meno abbienti, tartassati dalle tasse, i quali erano stati loro malgrado gli unici attori del risanamento delle casse dello stato. Anche la borghesia, per, era scontenta: essa mancava di potere politico pur avendo in mano le sorti economiche del paese. Una volta raggiunto l'obiettivo del pareggio di bilancio molti deputati si convinsero che occorresse cambiare rotta dando maggiori poteri al ceto medio. Contadini, operai, analfabeti rimanevano ancora fuori dalla visuale dei politici del tempo. Nel 1876 Agostino Depretis riusc a formare un governo di sinistra. In seguito anche i risultati delle elezioni confermarono questa tendenza: la sinistra aveva sostituito la destra nella guida del paese. Ma chi formava questa sinistra? Nella sinistra militavano politici liberali, politici di tendenza democratica, ex garibaldini ed ex mazziniani. I ceti sociali che si riconoscevano nella sinistra erano piccoli proprietari, piccoli industriali, commercianti, imprenditori, professionisti e intellettuali: quelli che noi definiamo ceto medio. Gente che vive agiatamente del proprio lavoro e non di rendita e possiede un certo grado di ricchezza e cultura. Le riforme sociali della sinistra: - la legge Coppino del 1876, che introdusse l'insegnamento elementare obbligatorio; - abolizione della tassa sul macinato del 1883; - abbassamento del livello di ricchezza e di et richiesti per avere diritto al voto (1882). Gli elettori passarono da 450.000 a 2.000.000. La nuova legge elettorale permise per la prima volta a media e piccola borghesia e addirittura a una modesta quota di operai istruiti di partecipare alla vita politica. Le conseguenze della nuova legge elettorale furono immediate: nelle elezioni politiche del 1882 la sinistra ottenne la maggioranza e in parlamento entr addirittura un piccolo gruppo di socialisti. Dal punto di vista amministrativo ebbe luogo una maggiore autonomia dei comuni attraverso un maggiore decentramento amministrativo. Il protezionismo. La politica economica distinse maggiormente la destra dalla sinistra. La destra era stata liberista, cio non aveva operato alcun tipo di protezione delle merci italiane. Questa politica avvantaggiava i settori nei quali l'Italia era pi forte: agroalimentare e semilavorati, ma svantaggiava la grande industria e quindi l'alta borghesia. La sinistra, invece, impose forti dazi doganali ai prodotti industriali provenienti dall'estero a prezzi pi convenienti e dotati di una migliore qualit. La giovane industria italiana fu molto aiutata, ma l'esportazione dei prodotti agricoli fu fortemente penalizzata. Il colonialismo Aiutare l'industria significava rendere l'Italia pi forte anche sul piano militare, allo scopo di far partecipare il nostro paese alla spartizione coloniale del mondo. Tale scelta di politica estera fu sciagurata per due motivi: primo, l'Italia non poteva competere con le altre potenze coloniali, ben altrimenti armate e industrializzate; secondo, era ormai tardi e i giochi erano ormai stati fatti. L'Italia in Africa L'approdo pi logico e naturale per le mire colonialistiche italiane appariva essere la Tunisia, poco distante dalla Sicilia. Ma la Francia nel 1881 occup Tunisi con la mira di occupare l'intera Tunisia. Questa impresa compromise i buoni rapporti tradizionali Italo-Francesi e Depretis rinneg la tradizionale politica di amicizia con Francia e Gran Bretagna e strinse un patto con Austria e Germania: la Triplice Alleanza. Tale alleanza apparve come una mostruosit a molti Italiani: l'Austria era stata il nemico pi feroce dell'unit italiana e inoltre occupava ancora parte del territorio italiano. Oltre tutto la Francia rivoluzionaria e l'Inghilterra 3

borghese e liberale apparivano l'antitesi di due paesi autoritari e conservatori. Eppure Depretis era convinto che non si potesse fare altrimenti. Dopo la firma della Triplice Alleanza l'Italia si sentiva abbastanza forte da intraprendere l'avventura coloniale. Nel 1882 il governo acquist dalla societ privata Rubattino il porto di Assab, in Eritrea, allo scopo di espandersi in tutta la zona costiera. La Gran Bretagna, che controllava il Mar Rosso, lasci fare perch preferiva la presenza italiana a quella Francese.Le truppe italiane, entrate in contatto con quelle del sovrano d'Abissinia (negus), furono duramente sconfitte. A Dogali un corpo di spedizione italiano di 500 uomini fu completamente massacrato. LItalia di Crispi Nel 1887 Depretis mor e gli successe Francesco Crispi alla guida del governo. Crispi era un ex garibaldino che col tempo era diventato fervente monarchico e ammiratore dello statalismo Bismarkiano. Riteneva, quindi, lo stato come unica fonte del diritto ed era favorevole all'intervento statale in campo economico e sociale. Crispi aveva una posizione fortemente critica nei confronti del trasformismo di Depretis, ma questo lo portava ad emarginare il parlamento cercando di tagliarlo fuori dal potere decisionale. Egli si vantava di non guidare un governo di partito o di favori, ma un governo che aveva l'unico obiettivo di rafforzare il prestigio statale. Crispi ammirava la capacit del cancelliere Bismark di combattere contro il socialismo e il cattolicesimo, considerati forze antinazionali, e di promuovere l'intervento statale nel lavoro, la sanit, la scuola e il tempo libero. Le riforme di Crispi. - allargamento del suffragio nelle elezioni amministrative - elettivit del sindaco abolizione della pena di morte e ammodernamento del codice penale - controllo dello stato sugli enti ecclesiastici di beneficenza - costituzione di un sistema sanitario nazionale. Rafforzamento del protezionismo e politica colonialista. Nel 1887 var nuove misure protezionistiche in campo industriale e agricolo aggravando ulteriormente lo stato delle relazioni con la Francia. Riprese con vigore la penetrazione italiana in Etiopia e nel Corno d'Africa. Crispi firm nel 1887 il trattato di Uccialli con il negus Menelik. In base al trattato l'Italia avrebbe avuto il protettorato su alcuni sultanati della costa somala e il possesso di alcune zone dell'Eritrea. Nel 1895, per, gli Italiani ripresero l'espansione verso l'interno provocando la fiera reazione di Menelik che si concluse con una nuova disfatta dell'esercito italiano. Nel 1896 presso Adua migliaia di soldati italiani furono massacrati dagli Etiopi. L'avventura coloniale italiana si arrest bruscamente in un disastro e Crispi fu costretto ad abbandonare la vita politica. Italia di fine 800 L'Italia nei primi trent'anni di unit era formata da un due per cento di abitanti che guidava il paese, aveva diritti politici, un ottimo tenore di vita e una buona istruzione. L'altro 98 per cento era ignorato, lavorava pi di 12 ore al giorno per un salario misero, non votava. La maggioranza degli Italiani era formata da proletari, ma i socialisti non avevano un grande peso tra di essi. Molto forte, invece, tra contadini e operai politicizzati, era il movimento anarchico. Per gli anarchici il problema non era di sostituire un governo di padroni con un governo di lavoratori: per gli anarchici un mondo ideale era senza governo e senza stato, considerati entrambi strumento di oppressione e di ingiustizia. Il potere, quindi, andava combattuto con un'azione diretta e violenta. Solo negli anni ottanta si cominci a pensare a un partito che rappresentasse gli interessi dei lavoratori in parlamento. Solo nel 1892, finalmente, molte delle tante esperienze associative operaie diffuse in tutta la penisola si ritrovarono fuse e si riconobbero nel partito socialista italiano. Fondatori Filippo urati e Leonida Bissolati. Il partito socialista basava i propri scopi sulle direttive del marxismo. Fu un formidabile strumento di partecipazione 4

democratica perch anche chi non aveva ancora diritto di voto poteva comunque militare in un partito che difendeva in Parlamento le istanze dei lavoratori. I cattolici. Pio IX aveva vietato ai cattolici la partecipazione alla vita politica. Il suo successore Leone XIII, attraverso l'enciclica Rerum Novarum riconobbe ai lavoratori il diritto di organizzarsi per difendere i propri diritti ed esort i cattolici a battersi per migliorare le condizioni di vita dei pi umili. Non si trattava ancora dell'autorizzazione alla fondazione di un partito cattolico, ma sicuramente un invito all'impegno nella vita sociale. Ben presto nacquero migliaia di associazioni cattoliche, societ di mutuo soccorso, istituzioni caritative, casse rurali a sostegno di mezzadri e contadini. Inoltre i cattolici per la prima volta si impegnarono a votare quei candidati liberali impegnati a sostenere gli ideali cattolici. Crisi economica. I governi di sinistra provocarono una grave crisi economica e profondi squilibri. Il protezionismo giov allo sviluppo dell'industria del nord, messa la riparo dalla concorrenza inglese e francese e rinforzata dalle commesse militari. L'agricoltura del sud, invece, fu stroncata dal controprotezionismo straniero perch essa non aveva sufficiente domanda interna. Quindi si pu dire che lo sviluppo dell'industria del nord fu pagata con la crisi dell'agricoltura meridionale. Emigrazione. Centinaia di migliaia di contadini soprattutto meridionali, ma anche delle zone pi povere del nord, lasciarono l'Italia diretti negli Stati Uniti d'America, in Argentina e in Brasile. Si tratt di un fenomeno colossale e tremendo perch costrinse una massa enorme di persone a cambiare drammaticamente le proprie abitudini ed a confrontarsi con mondi diversi per cultura, per lingua, leggi e tutto il resto. Di fronte a tutto questo il parlamento italiano rimaneva chiuso, inerte e incapace perch rappresentava ancora una piccolissima elite di privilegiati. Deriva autoritaria. Governi siffatti reagirono con estrema durezza alle richieste dei lavoratori effettuate attraverso scioperi e manifestazioni di piazza. A Milano, nel 1989, una manifestazione di piazza contro il prezzo del pane fu dispersa a cannonate dal generale Bava Beccaris. Dopo tale tragico evento fu limitata la libert di stampa, furono vietate manifestazioni popolari e furono arrestati dirigenti socialisti. Per alle elezioni del giugno 1900, bench non esistesse ancora il suffragio universale, questa linea fu sconfitta e furono premiati i partiti d'opposizione: socialisti, repubblicani, liberali ostili al governo. Nel mese di luglio a Monza veniva ucciso il re Umberto I dall'anarchico Gaetano Bresci che intendeva vendicare le vittime del 1898 a Milano. POLITICI DI RILIEVO...

AGOSTINO DEPRETIS (Mezzana Corti, 31 gennaio 1813 Stradella, 29 luglio 1887) stato un politico
italiano. Fu presidente del Consiglio dei ministri italiano per nove mandati nei periodi: - 25 marzo 1876 - 24 marzo 1878 - 19 dicembre 1878 - 14 luglio 1879 - 29 maggio 1881 - 29 luglio 1887 Nel 1873 Depretis, ormai capo della Sinistra storica, prepar l'avvento al potere del suo partito, che avvenne nel 1876 quando fu chiamato a formare il primo governo di sinistra del nuovo Regno d'Italia. Durante questo governo fu varata la Legge Coppino (1877), che rendeva gratuita e obbligatoria la scuola elementare. Spodestato da Cairoli nel marzo 1878, il successivo mese di dicembre sconfisse Cairoli tornando ad essere Primo Ministro, ma il 14 luglio 1879 fu ancora una volta estromesso dallo stesso Cairoli. Nel novembre del 1879, tuttavia, entr a far parte del governo Cairoli come Ministro dell'Interno e nel maggio del 1881 gli subentr come primo ministro, mantenendo la carica fino alla morte, avvenuta il 29 luglio 1887. 5

Durante questo lungo intervallo di tempo comp ben cinque rimpasti di governo, estromettendo dapprima gli esponenti di sinistra Zanardelli e Baccarini, allo scopo di compiacere alle richieste della Destra, e successivamente nominando Ricotti, Robilant e altri esponenti conservatori, attuando cos quel rivolgimento politico che fu poi chiamato il trasformismo. Il trasformismo gli serv anche a far approvare le sue riforme. Secondo Sergio Romano, Depretis considerava le crisi come "temporali, fenomeni naturali contro i quali lunico rimedio possibile quello di aprire lombrello e aspettare che passino". Pochi mesi prima della morte si pent di aver compiuto queste scelte, e reintegr Crispi (che poi gli subentr alla morte) e Zanardelli nel proprio governo. Altre sue iniziative degne di nota furono l'abolizione della tassa sul macinato, l'ampliamento del suffragio elettorale, il completamento della rete ferroviaria, l'entrata nella Triplice Alleanza e l'occupazione di Massaua in Eritrea, con cui si inaugur la politica coloniale dell'Italia. Per contro gli si addebita un grande incremento dell'imposizione fiscale indiretta, lo snaturamento della struttura originaria dei partiti politici emersi alla fine del periodo risorgimentale, e di aver messo in grave crisi le finanze dello stato a causa di assai discutibili scelte in materia di lavori pubblici.

BENEDETTO ANGELO FRANCESCO CAIROLI (Pavia, 28 gennaio 1825 Napoli, 8 agosto 1889)
stato un politico italiano. Fu garibaldino, rifugiato politico e cospiratore anti-austriaco, deputato al Parlamento, Presidente del Consiglio dei ministri italiano nei periodi 24 marzo 1878 - 19 dicembre 1878 e 14 luglio 1879 - 29 maggio 1881. GOVERNO CAIROLI I Quando nel 1876 la Sinistra and al potere, Cairoli, deputato sin dalla prima legislatura, quindi da 16 anni, divenne capogruppo parlamentare della maggioranza e, dopo la caduta dei governi Depretis e Crispi, il 24 marzo 1878 form il suo primo Gabinetto. Sin dagli anni precedenti, la sua politica estera fu filo-francese ed irredentista, in linea con i sentimenti tradizionali della Sinistra italiana ed ebbe suggello simbolico con le sue nozze (nel 1873) con la contessa Elena Sizzo Noris (1845-1920), patriota trentina, fervente irredentista. Tale atteggiamento, tuttavia, non teneva conto del grave indebolimento della Francia, dopo la sconfitta subita alla guerra franco-prussiana, n delle latenti tensioni fra Roma e Parigi in merito alla colonizzazione della Tunisia. Mentre l'appoggio alle manifestazioni irredentiste offerto da Cairoli, contribuivano a mantenere tesi i rapporti con Vienna e l'alleato Bismark. Perci la politica estera di Cairoli aveva praticamente posto la posizione internazionale dell'Italia in un vicolo cieco. Gli effetti di tale isolamento furono palesi a tutti in occasione del Congresso di Berlino (12 giugno-13 luglio 1878): l'Austria-Ungheria si assicur l'occupazione della Bosnia e dell'Erzegovina, la Gran Bretagna l'isola di Cipro, la Francia garanzie sulla Tunisia, mentre l'Italia (rappresentata dal ministro degli esteri Corti) non ottenne assolutamente nulla, in particolare in merito al Trentino. Cairoli sostenne di aver condotto la politica delle "mani nette", rifuggendo da tentazioni nazionaliste: l'idea essendo che Roma aveva tanto pochi diritti su una nazione africana, quanto Vienna sulle residue province italiane. Ma l'assenza di progressi in merito a Trento appariva in troppo palese contraddizione con l'enfasi irredentista cui sembrava conformarsi la politica del governo. Cairoli, inoltre, poteva vantare di aver ottenuto la partecipazione dell'Italia ad un grande Congresso europeo, in qualit di grande potenza. Ed era la prima volta. Ma non fu facile per l'opinione pubblica comprenderne i vantaggi, in assenza di guadagni di alcun tipo. Il governo Cairoli ne usc fortemente indebolito, cosicch cadde alla prima occasione: il tentativo da parte dell'anarchico Passannante di assassinare il Re Umberto I (17 novembre 1878). Cairoli stesso, presente al fatto, afferr l'attentatore e ricevette una coltellata alla coscia. L'11 dicembre 1878 un ordine del giorno favorevole al governo venne respinto a grande maggioranza e Cairoli si dimise il giorno 19. GOVERNO CAIROLI II e III Dopo un breve governo Depretis, il 14 luglio 1879 Cairoli torn al potere e, il 25 novembre successivo form con Depretis un governo di coalizione, nel quale egli assunse gli incarichi di primo ministro e ministro degli esteri. Ma non aveva saputo risolvere il grave isolamento in cui languiva la politica estera italiana. 6

La questione all'ordine del giorno era la colonizzazione della Tunisia, cui ambivano la ricca Francia e la debole Italia. Cairoli, come prima di lui il Depretis non ritennero mai di procedere ad un'occupazione, essendo in generale ostili ad una politica militarista. Essi, tuttavia, confidarono troppo nella possibile opposizione della Gran Bretagna all'allargamento della sfera di influenza francese in Africa del nord (mentre, semmai, Londra era ostile al fatto che una sola potenza controllasse per intero il Canale di Sicilia). Cosicch il governo si lasci sorprendere, l'11 maggio 1881, quando i francesi procedettero all'occupazione della colonia. Essa diede ulteriore conferma della debolezza della posizione internazionale dell'Italia, e rinfocol le polemiche successive al Congresso di Berlino. Gli eventi, in effetti, dimostravano la velleitariet della politica del Cairoli e del Depretis, l'impossibilit di una alleanza con la Francia e la necessit di un riavvicinamento con Berlino e, quindi, con Vienna, seppure obtorto collo. Una simile inversione della politica dell'ultimo decennio, tuttavia, non poteva essere condotta dai medesimi uomini politici e Cairoli riconobbe la necessit di presentare le dimissioni, il 29 maggio 1881, evitando cos che la Camera lo censurasse apertamente. Da allora di fatto scomparve dalla scena politica. La strada era aperta per le ambizioni di Francesco Crispi, uomo della Sinistra ma assai pi disponibile ad abbandonare la politica del disimpegno internazionale ed a legarsi al grande avversario della Francia, il cancelliere Otto von Bismarck: nel maggio del 1882 Roma divenne membro della Triplice Alleanza.

FRANCESCO CRISPI (Ribera, 4 ottobre 1818 Napoli, 12 agosto 1901) stato un patriota e politico
italiano. Fu presidente del Consiglio dei ministri italiano nei periodi 29 luglio 1887 - 6 febbraio 1891 e 15 dicembre 1893 - 10 marzo 1896. Dopo l'avvento al potere della Sinistra nel novembre 1876 fu eletto Presidente della Camera. Nell'autunno del 1877 si rec a Londra, Parigi e Berlino per una missione di carattere riservato, avendo cos occasione di stabilire cordiali relazioni personali con Otto von Bismarck. Nel frattempo il rapporto con la moglie si fa burrascoso. Lui sempre pi distante e sostiene che le loro nozze non hanno mai avuto validit. Il 26 gennaio 1878 prende in moglie Lina Barbagallo, giovane e avvenente leccese, di nobile ceppo borbonico, dalla quale aveva avuto una figlia cinque anni prima. Il matrimonio celebrato in casa perch nessuno sapesse niente. Nonostante gli sforzi, per, la notizia trapela e la stampa lo accusa di bigamia ponendogli alcune domande sulla sua moralit e sull'uso pubblico del suo potere. Ben sei domande dalle colonne de "Il Piccolo", il quotidiano pi accanito. I giornali rivendicano il diritto di intervenire sulla questione sottolineandone la valenza pubblica. Crispi replica che sono fatti privati e a quelle sei domande non risponde. Lo scandalo coinvolge anche la regina Margherita di Savoia, la quale si rifiuta pubblicamente di stringere la mano al ministro Crispi, dopo aver presa visione della copia fotografica dell'atto di matrimonio celebrato a Malta. Perde la fiducia del re ed costretto a dimettersi da ministro. La magistratura apre un'inchiesta per bigamia che si conclude con un giudizio a suo favore, avendo i giudici accertata l'irregolarit formale del matrimonio maltese, dovuta al fatto che il prete celebrante era in quel momento sospeso a divinis per la sua attivit patriottica. Un "processo breve", anzi brevissimo. Crispi infatti ancora forte, nonostante le dimissioni, e la magistratura, piegata alle esigenze politiche, sensibile al potere dominante. Vignetta caricaturale su Crispi, raffigurato come il pallone aerostatico "Ciccio", pubblicata sul n. 36 (1895) del giornale umoristico di Bologna La Rana. Il titolo recita: Globo furbovolponico-politico-aerostatico a prova di bomba e pistola. Per nove anni la carriera politica di Crispi ebbe un periodo di stasi, ma nel 1887 ritorn in carica come Ministro degli Interni nel governo di Agostino Depretis. Successe a Depretis come primo ministro lo stesso anno, a causa della morte del vecchio "camaleonte" della politica, gi da tempo facile obiettivo delle critiche dell'opposizione per la disfatta coloniale a Dogali e logorato anche nella salute. Nel 1888 Crispi istitu, sul modello tedesco, la Segreteria della Presidenza del Consiglio dei ministri, ponendovi a capo il magistrato sorrentino Francesco Saverio Gargiulo. Nel 1889 approv il nuovo codice penale di Giuseppe Zanardelli, che introduceva importanti novit in senso progressista, come la libert di associazione e di sciopero per la prima volta in Europa e l'abolizione della pena di morte. In campo economico, adott una politica protezionistica, imponendo dazi doganali sui prodotti commerciali. Svilupp anche l'apparato industriale soprattutto nella metallurgia e siderurgia. Nel 1891 Crispi dovette lasciare il 7

governo a di Rudin. Alla caduta del successivo governo Giolitti, causata dallo scandalo della Banca Romana, Crispi ridivenne primo ministro. In questa occasione il suo governo assunse un carattere sempre pi conservatore e autoritario (e per questo fu celebrato dal regime fascista come il proprio precursore), reprimendo con severit i disordini operai, intervenendo contro il movimento dei Fasci siciliani e sciogliendo nel 1894 il Partito Socialista dei Lavoratori Italiani. Diede inoltre impulso all'apparato industriale, sostenendo la metallurgia e la siderurgia. Ebbe in questo periodo come suo segretario personale, lo scrittore scapigliato e diplomatico milanese Carlo Dossi. Una delle sue prime iniziative da capo del governo fu quella di recarsi in visita presso Bismarck, che desiderava consultare riguardo al funzionamento della Triplice Alleanza. Basando la propria politica estera su tale alleanza, integrata dal trattato navale con la Gran Bretagna (il cosiddetto naval entente). In politica interna Crispi complet l'adozione dei codici sanitario e commerciale e riform l'amministrazione della giustizia. Antonio Gramsci nei suoi "quaderni dal carcere" parlando del risorgimento ne offre un ritratto politico; egli descrive il politico Crispi come un uomo energico, risoluto e fanatico, ossessionato dall'unit politico-territoriale del paese; in nome della quale disposto, sebbene sconsigliato da Cavour, a trattare il mezzoggiorno con gli stati di assedio introducendo in Sicilia i tribunali marziali contro chi ne voleva il distacco dal resto d'Italia. Gramsci aggiunge che Crispi non esita a gettare il Mezzoggiorno e le isole in una crisi commerciale paurosa, pur di rafforzare l'industria che poteva dare al paese una indipendenza reale e avrebbe allargato i quadri del gruppo sociale dominante.

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