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Mauro Pesce Il lenzuolo del cadavere di Ges nei pi antichi testi cristiani 1. Perch mostrare la sindone?

Nella buca delle lettere ho trovato un invito a un pellegrinaggio organizzato da una Parrocchia cattolica del centro storico di Bologna in cui vivo. Il pellegrinaggio era organizzato in occasione dellostensione della sindone (il lenzuolo che tutto lascia ritenere che abbia ricoperto il corpo di Ges durante la sua permanenza nel sepolcro, lasciandovi impresse, come in un negativo fotografico, le impronte delle sofferenze da lui subite durante la passione). Evidentemente lidea dellautenticit del lenzuolo chiamato sindone penetrata capillarmente in ogni settore di base della chiesa cattolica, dal Nord al Sud Italia. Pochi giorni fa, il venerdi santo, in Viale Fardella a Trapani, in una piccola cartolibreria cattolica i libri in vendita erano quasi tutti sulla sindone. Mi domando perch la Chiesa Cattolica italiana mettea oggi cos grande impegno a sostenere lautenticit di questo pezzo di stoffa. Sono nato e battezzato cristiano, ho avuto - come molti miei amici e conoscenti - una educazione cattolica serena e accurata. Per tredici anni dalla prima elementare alla terza liceo ho frequentato le scuole dei padri gesuiti, di cui ho un buon ricordo. Ho addirittura frequentato come laico per tre anni i corsi di filosofia della Pontifica Universit Gregoriana. Mai, in questo percorso pi che ventennale, qualcuno mi ha parlato della cosiddetta sindone. Da bambino leggevo le vite di Ges e di Maria che mi davano in casa. La mia famiglia recitava ogni giorno dopo cena il rosario. Ho imparato a memoria con un certo entusiasmo e impegno il catechismo di Pio X. Mai, dico mai, coloro che si occupavano della mia fede menzionarono la sindone. Diventato adulto mi sono trovato a decidere se rimanere o no nella fede cattolica. Lo studio della storia del cristianesimo, della storia delle religioni, e il confronto serrato con la filosofia moderna mi obbligava a passare da una cultura accettata per tradizione (anche se vissuta intensamente) ad una decisione individuale meditata. Ebbene, in questo processo di riesame critico non mi sono mai imbattuto in qualcuno che proponesse la sindone come un punto riferimento importante. Per riuscire a capire cosa serva alla Chiesa Cattolica di oggi tutta questa enfasi sulla sindone, sono costretto a pormi delle domande: - Forse la Chiesa Cattolica di oggi, che ha sposato con cos grande entusiasmo il culto a Padre Pio, vuole promuovere un culto popolare che abbia un oggetto pi vicino al centro della fede cristiana: Ges Cristo? - Forse si insiste sulla autenticit della sindone per avere una prova della risurrezione di Ges? - Forse si vogliono mettere a tacere i dubbi che emergono dalla scienza e filosofia moderna mediante un fatto che appaia indubitabile al popolo e che perci neutralizzi il dubbio delle coscienze critiche? - Forse si considera un oggetto una prova di fede? - Forse si crede che il sacro sia materializzabile in oggetti? - Forse si vogliono riconquistare alla fede cattolica grandi masse di persone che non sono abituate al ragionamento critico, alla meditazione, alla lettura della Bibbia, alla preghiera personale? - Forse le gerarchie ecclesiastiche pensano che queste persone possono essere tenute allinterno della chiesa mediante forme di culto pi o meno feticistiche, solo mediante una religiosit in cui il tatto, la vista, ladorazione di materiali sacri costituiscono la via principe per suscitare ladesione complessiva della persona? 2. I documenti per rispondere

Ho deciso quindi di rivolgermi ai testi del primo cristianesimo per vedere a. se in essi si parli della sindone; b. da quando si comincia a parlare della sindone nel cristianesimo; c. se nel cristianesimo antico esistano forme di religiosit che possono accettare come tollerabile un culto come quello della sindone che oggi viene proposto. Quando parlo di sindone intendo il pezzo di stoffa su cui sta impresso il volto di un uomo sdraiato supino e i segni del suo corpo fino ai piedi. Il Vangelo di Marco (15,43-16,8) scrive:
Giuseppe dArimata, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il regno di Dio, and coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Ges. Pilato si meravigli che fosse gia morto e, chiamato il centurione, lo interrog se fosse morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. Egli allora, comprato un lenzuolo (sindn), lo cal gi dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo (sindn), lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro lentrata del sepolcro. Intanto Maria di Mgdala e Maria madre di Ioses stavano ad osservare dove veniva deposto. Passato il sabato, Maria di Mgdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Ges. Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del sole. Esse dicevano tra loro: Chi ci rotoler via il masso dallingresso del sepolcro?. Ma, guardando, videro che il masso era gia stato rotolato via, bench fosse molto grande. Entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito duna veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: Non abbiate paura! Voi cercate Ges Nazareno, il crocifisso. E risorto, non qui. Ecco il luogo dove lavevano deposto. Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. L lo vedrete, come vi ha detto.Ed esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro perch erano piene di timore e di spavento. E non dissero niente a nessuno, perch avevano paura. Nel Vangelo di Marco quindi il cadavere di Ges viene avvolto in un lenzuolo (sindn) da Giuseppe di Arimatea. Quando Maria di Mgdala, Maria di Giacomo e Salome vanno al sepolcro vedono solo un giovane, seduto sul lato destro. Ma non sembra vedano nella tomba qualcosaltro, tanto meno un lenzuolo. Successivamente, il Vangelo di Marco non parla pi della tomba. Quindi, secondo questo vangelo, nessuno andato nella tomba a ricuperare il lenzuolo in cui era stato avvolto il cadavere di Ges per conservarlo.

Leggiamo anche il Vangelo di Luca (23,50-24,12):


Cera un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, persona buona e giusta. Non aveva aderito alla decisione e alloperato degli altri. Egli era di Arimata, una citt dei Giudei, e aspettava il regno di Dio. Si present a Pilato e chiese il corpo di Ges. Lo cal dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo (sindn) e lo depose in una tomba scavata nella roccia, nella quale nessuno era stato ancora deposto. Era il giorno della parascve e gia splendevano le luci del sabato. Le donne che erano venute con Ges dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono la tomba e come era stato deposto il corpo di Ges, poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo secondo il comandamento. Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba, portando con s gli aromi che avevano preparato. Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Ges.Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti. Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: Perch cercate tra i morti colui che vivo? Non qui, risuscitato. Ricordatevi come vi parl quando era ancora in Galilea, dicendo che bisognava che il Figlio delluomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno. Ed esse si ricordarono delle sue parole. E, tornate dal sepolcro, annunziarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria di Mgdala, Giovanna e Maria di Giacomo. Anche le altre che erano insieme lo raccontarono agli apostoli. Quelle parole parvero loro come un vaneggiamento e non credettero ad esse. Pietro tuttavia corse al sepolcro e chinatosi vide solo i panni. E torn a casa pieno di stupore per laccaduto.

Il Vangelo di Luca presenta dunque un racconto in parte differente. Anche questo vangelo dice che Giuseppe di Arimatea avvolse il cadavere di Ges in un lenzuolo (sindn). Il gruppo di donne che va al sepolcro per in parte differente: sono Maria di Mgdala, Giovanna e Maria di Giacomo (non come in Marco: Maria di Mgdala, Maria di Giacomo e Salome). Le donne vedono non un solo giovane (come in Marco), ma due uomini in vesti sfolgoranti. Le donne non vedono altro. Non sembrano proprio vedere panni o lenzuola. E Pietro che, accorso al sepolcro, non vede i due 2

giovani, ma dei panni (ta othonia). Si noti bene: non un lenzuolo, sindn, ma - al plurale - panni o lenzuola (othonia). (Spesso othonia viene tradotto con la parola bende, ma questa traduzione contestabile dal punto di vista lessicale. Pi che di bende si tratta di una stoffa piuttosto grande, che potremmo chiamare panno o lenzuolo). Pietro sembra non avere intenzione di toccare alcunch. Si guarda bene dal toccare le lenzuola o prenderle con s per conservarle. E strano che lautore del Vangelo di Luca dapprima dica che Ges stato avvolto in una sindn, lenzuolo, e poi dica che Pietro vede nella tomba non una sindn (sindn, in greco un sostantivo femminile) ma degli othonia. Ha voluto differenziare gli oggetti oppure solo le parole? Il significato del termine negli Atti degli apostoli (10,11; 11,5) appare chiaro: un othon un panno che, se preso per i suoi quattro angoli, pu contenere molti oggetti al suo interno. E quindi potrebbe in sostanza significare lenzuolo, panno abbastanza grande. Gli Atti degli apostoli ai versetti 10,11 e 11,5 usano il termine al singolare, perch si riferiscono ad un solo othon. Nella tomba di Ges, Pietro vede invece degli othonia, cio almeno pi di un lenzuolo o panno. Su questi panni, stando al vangelo di Luca, Pietro non vede alcuna immagine di Ges impressa! La presenza di questi panni o lenzuola serve al racconto solo per dire che il corpo di Ges non pi nello stato in cui era prima. Non pi avvolto da panni funerari. Il testo fa capire che il corpo di Ges non pi nelle lenzuola, non che sulle lenzuola si sia impresso il volto e il corpo di Ges che era contenuto in esse! Lassenza di ogni immagine di Ges sulle lenzuola (oltre al fatto che si tratta di lenzuola al plurale) mi sembra tolga ogni possibilit di identificazione tra la sindone di Torino e le lenzuola menzionate dal Vangelo di Luca. Il Vangelo di Luca poi non parla pi di questi panni o lenzuola n dice che qualcuno le abbia prese. Gli specialisti dicono che gli Atti degli Apostoli unopera scritta dallo stesso autore del Vangelo di Luca. Ebbene: negli Atti degli Apostoli non si parla pi n del lenzuolo, n dei panni che avevano avvolto il cadavere di Ges secondo il Vangelo di Luca. Il disinteresse per questo argomento totale. Il Vangelo di Matteo (27,57- 28,8) scrive invece:
Venuta la sera giunse un uomo ricco di Arimata, chiamato Giuseppe, il quale era diventato anche lui discepolo di Ges. Egli and da Pilato e gli chiese il corpo di Ges. Allora Pilato ordin che gli fosse consegnato. Giuseppe, preso il corpo di Ges, lo avvolse in lenzuolo puro (sindoni kathara) e lo depose nella sua tomba nuova, che si era fatta scavare nella roccia; rotolata poi una gran pietra sulla porta del sepolcro, se ne and. Erano l, davanti al sepolcro, Maria di Mgdala e l'altra Maria. Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato i sommi sacerdoti e i farisei, dicendo: Signore, ci siamo ricordati che quell'impostore disse mentre era vivo: Dopo tre giorni risorger. Ordina dunque che sia vigilato il sepolcro fino al terzo giorno, perch non vengano i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: E` risuscitato dai morti. Cos quest'ultima impostura sarebbe peggiore della prima!. Pilato disse loro: Avete la vostra guardia, andate e assicuratevi come credete. Ed essi andarono e assicurarono il sepolcro, sigillando la pietra e mettendovi la guardia. Passato il sabato, all'alba del primo giorno della settimana, Maria di Mgdala e l'altra Maria andarono a visitare il sepolcro. Ed ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accost, rotol la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve. Per lo spavento che ebbero di lui le guardie tremarono tramortite. Ma l'angelo disse alle donne: Non abbiate paura, voi! So che cercate Ges il crocifisso. Non qui. E` risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: E` risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; l lo vedrete. Ecco, io ve l'ho detto. Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annunzio ai suoi discepoli.

Qui il racconto sostanzialmente diverso da quello di Luca: si parla di una riunione di autorit religiose e politiche che fanno sigillare il sepolcro di Ges e lo fanno sorvegliare da armati. Un angelo scende dal cielo. La discesa accompagnata da un terremoto. Langelo apre il sepolcro alla presenza sia dei soldati sia di Maria di Mgdala e l'altra Maria. Esse vedono solo un angelo (non due come in Luca) e assistono allapertura del sepolcro (mentre in Marco il sepolcro era gi aperto).

Solo Matteo parla della presenza dei soldati e delle donne allapertura del sepolcro da parte di un angelo. importante il fatto che le donne non entrano nel sepolcro e che in esso non entri nessuno dei discepoli. Pietro quindi, secondo il Vangelo di Matteo, non vede alcun lenzuolo abbandonato nella tomba come invece raccontava Luca. Infine, il quarto vangelo contenuto nel canone del Nuovo testamento, quello detto di Giovanni (19,38 - 20,10) scrive abbastanza diversamente dagli altri. Non solo Giuseppe di Arimatea che si fa dare il cadavere di Ges da Pilato, ma anche Nicodemo. Ambedue avvolgono il cadavere di Ges, ma non in una sindn, bensi - al plurale - in othoniois. Per giunta, il Vangelo di Marco sostiene che passato il sabato, Maria di Mgdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Ges e cos pure dice Luca: il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba, portando con s gli aromi che avevano preparato . Giovanni invece pensa che il cadavere di Ges sia stato gi profumato e unto da Giuseppe di Arimatea e Nicodemo. In Giovanni solo Maria Maddalena che va al sepolcro e non altre donne come in Marco, in Luca e Matteo. Quando Maria di Magdala arriva, il sepolcro gi aperto (come in Marco e non ancora chiuso come in Matteo):
Dopo questi fatti, Giuseppe dArimata, che era discepolo di Ges, ma di nascosto per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Ges. Pilato lo concesse. Allora egli and e prese il corpo di Ges. Vi and anche Nicodmo, quello che in precedenza era andato da lui di notte, e port una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre. Essi presero allora il corpo di Ges, e lo avvolsero in panni (othonia) insieme con oli aromatici, com usanza seppellire per i Giudei. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto. L dunque deposero Ges, a motivo della Preparazione dei Giudei, poich quel sepolcro era vicino. Nel giorno dopo il sabato, Maria di Mgdala si rec al sepolcro di buon mattino, quandera ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e and da Simon Pietro e dallaltro discepolo, quello che Ges amava, e disse loro: Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove lhanno posto!. Usc allora Simon Pietro insieme allaltro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma laltro discepolo corse pi veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide i panni (othonia) per terra, ma non entr. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entr nel sepolcro e vide i panni (othonia) per terra, e il sudario (soudarion), che gli era stato posto sul capo, non per terra con i panni (othonin), ma piegato in un luogo a parte. Allora entr anche laltro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cio doveva risuscitare dai morti. I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa.

In sostanza, il Vangelo di Giovanni coerente nellaffermare che il cadavere di Ges fosse stato avvolto in lenzuola al plurale (othonia). Aggiunge che nella tomba cera anche piegata a parte un soudarion he era stato posto sul capo di Ges. interessante che il Vangelo di Giovanni quando parla al capitolo 11,44 delle fasciature del cadavere di Lazzaro menziona delle keiriai (bende che sarebbero sulle mani e suoi piedi) e non degli othonia (panni grandi o lenzuola). Sia le lenzuola che il soudarion sarebbero stati visti sia da Pietro sia dal discepolo amato e da nessun altro. Nessuno dei due, per, si badi bene, port via lenzuola e sudario. Anche in questo caso la descrizione, puntigliosa, di Giovanni non dice affatto che il volto e il corpo di Ges fossero impressi sulle lenzuola e /o sul soudarion. Una cosa simile non avrebbe potuto sfuggire al loro sguardo. Secondo il racconto il soudarion era accuramente ripiegato e posto in un luogo diverso rispetto alle lenzuola, Ci significa che, secondo lautore del testo, il discepolo amato ha guardato accuratamente questi panni. Su di essi, evidentemente, non vi era alcun segno dellimmagine di Ges. Quindi anche questo testo porta ad escludere che la sindone di Torino coincida con quella di cui parla il Vangelo di Giovanni. Il Vangelo di Giovanni di estrema importanza nel nostro contesto. Mi riferisco alla scena in cui Ges, ormai risuscitato, appare per la terza volta: 4

Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e cera con loro anche Tommaso. Venne Ges, a porte chiuse, si ferm in mezzo a loro e disse: Pace a voi!. Poi disse a Tommaso: Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere pi incredulo ma credente!. Rispose Tommaso: Mio Signore e mio Dio!. Ges gli disse: Perch mi hai veduto, hai creduto: beati i non vedenti (m idontes) e credenti! (Gv 20, 26-29).

Tommaso ha bisogno di rendersi conto che il corpo che gli appare come vivo sia veramente il corpo ucciso di Ges e perci vuole toccare le ferita inferta dalla lancia sul costato. Il problema il seguente: come si fa a credere se non si vede e non si constata personalmente che il corpo morto di Ges sia stato veramente risuscitato. La risposta chiara:
Ges gli disse: Perch mi hai veduto, hai creduto: beati i non vedenti (m idontes) e credenti! (cio: beati coloro che credono pur non vedendo).

Alla fede non importa la vista e tanto meno il tatto (il mettere la mano sulla ferita per constatare che veramente che si tratta di un corpo che stato ferito ed ucciso). Alla fede si deve arrivare senza la vista e il tatto: beati quelli che pur non vedendo credono. Se i discepoli avessero posseduto il lenzuolo in cui il cadavere di Ges era stato avvolto nel quale limmagine del volto e del corpo ferito fosse stato impresso, sarebbe stato per loro molto facile affermare: per credere basta vedere il lenzuolo. Oppure: se avessero pensato che la fede si basa sulla vista e sul tatto avrebbero fatto ricorso a questo lenzuolo (se lo avessero posseduto). Ma il testo mostra chiaramente: (1) che non avevano alcun lenzuolo e (2) che non pensavano affatto che limmagine del corpo di Ges fosse rimasta impressa su un lenzuolo e (3) soprattutto non pensavano affatto che un lenzuolo con limmagine del corpo morto di Ges servisse a fondare la fede. Di pi. Al capitolo 4 (vv. 19-24) il Vangelo di Giovanni afferma:
Credimi, donna, giunto il momento in cui n su questo monte, n in Gerusalemme adorerete il Padre. Ma giunto il momento, ed questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verit; perch il Padre cerca tali adoratori. Dio spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verit.

La fede e il vero culto a Dio non consiste nelladorare Dio in un luogo e tanto meno in un oggetto. Non ha bisogno di oggetti, templi e luoghi. un culto interiore che avviene nello Spirito e tramite lo Spirito. Il contatto con Ges, ritenuto assolutamente necessario per il Vangelo di Giovanni (senza di me non potete fare nulla; io sono la vite e voi i tralci), implica un contatto interiore tramite lo Spirito di Ges con Dio stesso. Nulla pi lontano dalla religione del Vangelo di Giovanni di una religiosit che valorizza un oggetto come la sindone. Il lenzuolo del cadavere di Ges non serve, non lo si conserva, non lo si mostra e non lo si propone come oggetto utile per la fede perch la fede consiste in una presenza dello Spirito nellinteriorit delluomo, in un culto in spirito e verit che non ha bisogno di luoghi. Laddove c bisogno di spostarsi per trovare il sacro, ebbene l non c ladorazione in spirito e verit: Credimi, donna, giunto il momento in cui n su questo monte, n in Gerusalemme adorerete il Padre. Di pi: stato pi volte sottolineata da parte dei commentatori del Vangelo di Giovanni quale sia la natura della fede del discepolo amato che entra nel sepolcro e constata che nelle lenzuola e nel soudarion non c pi il corpo di Ges. Il racconto dice che egli vide e credette e questo detto solo di lui. Il discepolo amato perviene alla fede perfetta. Egli non solo credette senza avere visto Ges (risorto), ma non ebbe neppure bisogno dellaiuto delle Scritture ebraiche le quali rettamente interpretate condurrebbero alla certezza che Ges doveva risuscitare dai morti (Gv 20, 8) (commneto di R.E.Brown). Anche questo mostra quanto sia estranea al mondo religioso del Vangelo di Giovanni una spiritualit che d rilievo religioso alla contemplazione di un lenzuolo su cui sarebbe impresso il volto e il corpo di Ges.

Si potrebbe infine aggiungere che i diversi commenti al Vangelo di Giovanni scritti nella chiesa antica, per secoli, quando hanno commentato i passi del capitolo 20 in cui si parla delle lenzuola del cadavere di Ges, mai hanno fatto cenno allesistenza di un lenzuolo con limmagine impressa del volto e del corpo di Ges. 3. Cosa credere per il cristianesimo primitivo Un parte rilevante della fede del primissimo cristianesimo espressa da un testo che forse riflette addirittura una formula di fede, una delle pi antiche :
Vi rendo noto, fratelli, il vangelo che vi ho annunziato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi, e dal quale anche ricevete la salvezza, se lo mantenete in quella forma in cui ve lho annunziato. Altrimenti, avreste creduto invano! Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anchio ho ricevuto: che cio Cristo mor per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture (1 Cor 15, 15).

Il testo tratto dalla Prima lettera ai Corinzi di Paolo che stata scritta allincirca nella prima met degli anni Cinquanta del primo secolo. Paolo afferma che la fede consiste nel credere in Ges Cristo, morto per salvare gli uomini dai loro peccati, e nella sua risurrezione. Il credere comporta unadesione interiore, una disposizione ad accettare il perdono offerto da Dio mediante la morte e risurrezione di Cristo, un perdono rivolto soprattutto ai peccatori mentre sono ancora peccatori, e indipendentemente dalle loro opere. Dio salva luomo, mediante Cristo, quando luomo gli ancora nemico (Lettera ai Romani cap. 5). Nessun oggetto sacro ha funzione alcuna nella fede protocristiana, nessuna forma di pellegrinaggio, di venerazione o contemplazione di immagini. La certezza della risurrezione data dallo Spirito Santo che grida nel cuore stesso delluomo e gli permette di invocarlo con il nome intimo e diretto di Abba. Limmagine di Cristo, secondo Paolo nella Seconda lettera ai Corinzi (2 Cor 3,17-18) solo la parola del vangelo (non qualcosa di impresso su un pezzo di stoffa). Quando il vangelo viene predicato, si imprime nel cuore delluomo limmagine di Cristo il quale immagine di Dio e perci, mediante lo Spirito santo che si inserisce nel cuore delluomo, il singolo uomo trasformato in immagine di Cristo e quindi in immagine di Dio, restaurando in qualche modo la situazione umana originaria in cui luomo era stato creato ad immagine di Dio:
Il Signore lo Spirito e dove c' lo Spirito del Signore c' libert. E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione dello Spirito del Signore.

Il cristianesimo primitivo non aveva bisogno alcuno di un lenzuolo con unimmagine di Cristo impressa. Il bisogno di statue, di oggetti e immagini sacre era invece caratteristico della religiosit cosiddetta pagana di allora. Anche se i cosiddetti pagani sapevano bene che le loro statue non coincidevano con la divinit che rappresentavano. Il cristianesimo primitivo era una religione della parola e dello spirito. Non cre mai oggetti in cui trovare materializzata la propria fede. Lunica forma di materializzazione creata dal cristianesimo primitivo furono testi, ma solo come espressione di una Parola trascendente e non materializzabile, se non nel contatto mistico tra uomo o donna e Dio. Ancora un punto: gli Atti degli apostoli dicono che la gente, colpita dalle capacit taumaturgiche di Paolo, poneva sul corpo di Paolo dei panni (chiamati soudaria o simikinthia) e poi li deponeva sulla pelle di malati per provocarne la guarigione. Quindi gli Atti degli Apostoli conoscono un tipo di religiosit miracolistica e non la condannano, anzi la mostrano per evidenziare il potere taumaturgico che Dio concedeva agli apostoli. La chiesa primitiva dunque, in alcuni suoi settori usava o non era contraria alluso di panni sacri per compiere guarigioni. Ma non abbiamo 6

alcuna traccia del fatto che venisse usato a questo scopo alcun panno mortuario adoperato per seppellire Ges che avesse per di pi la sua immagine impressa. Cosa che sarebbe probabilmente avvenuto se questi panni fossero stati in possesso di qualche cristiano. Il fatto che del possesso, conservazione o uso qualsivoglia dei panni adoperati per seppellire Ges non c alcuna traccia nel primo cristianesimo. 4. Altri testi del primo cristianesimo Prendiamo in esame anche altri testi non canonici. Il Vangelo secondo gli Ebrei (forse databile agli inizi del II secolo) , in un brano che conosciamo in traduzione latina solo grazie ad una citazione di Girolamo (Uomini illustri II, 11-13), dice addirittura che Ges, una volta risuscitato, consegna il lenzuolo (forse quello in cui era stato avvolto il suo cadavere) al servo del sommo sacerdote:
Il Vangelo che si chiama secondo gli Ebrei e che stato da me recentemente tradotto in lingua greca e latina e che anche Origene usa spesso, dopo la risurrezione del Signore riporta: Il Signore poi dopo avere dato il lenzuolo (in latino: sindonem) al servo del sacerdote and da Giacomo e gli apparve (Giacomo aveva infatti giurato che non avrebbe mangiato pane dal momento in cui aveva bevuto la coppa del Signore e finch non lo avesse visto risorgere da coloro che dormono) e di nuovo, poco dopo, portate, disse il Signore, mensa e pane e subito si aggiunge prese il pane, lo benedisse, lo spezz, e lo diede a Giacomo il giusto, e gli disse: Fratello mio, mangia il tuo pane, poich il figlio delluomo risorto da coloro che dormono.

Qui mi sembra chiaro che il Vangelo degli Ebrei vuole sostenere che le autorit ebraiche sacerdotali avevano avuto la possibilit di credere alla risurrezione di Ges perch Ges stesso avrebbe lasciato al servo del sommo sacerdote il lenzuolo mortuario in cui era stato avvolto. Che si tratti di leggenda ovvio. In ogni caso, anche qui largomento decisivo che in questo leggendario lenzuolo non si dice esserci stata in alcun modo unimmagine impressa del volto e del corpo di Ges. E Girolamo, che trasmette questo testo, non sa evidentemente nulla di un lenzuolo con limmagine di Ges impressa. Ed egli scrive nel V secolo (muore nel 419/420 circa). Non si pu neppure utilizzare questo testo con il metodo orrendo di Dan Brown usato alla rovescia. Per sostenere senza alcun fondamento che qualcuno avrebbe ritrovato poi millenni dopo il lenzuolo dato al Sommo sacerdote. Anche il Vangelo di Pietro (forse del I secolo, almeno nelle sue fasi redazionali pi antiche) dice che Giuseppe [di Arimatea] lav il cadavere di Ges e lo avvolse in un lenzuolo. Come del resto anche gli Atti di Tommaso (157,2) e la Vita di Ges in arabo (49,3) la quale specifica che quel lenzuolo era stato profumato di mirra [] Era la mirra che i Magi avevano donato a Ges alla sua nascita e che Maria aveva conservato fino a quel momento. Negli Atti di Filippo 37 [143], Filippo raccomanda di seppellire il proprio cadavere avvolto in bende di carta di Siria e non con un lenzuolo di lino, perch ne stato messo uno sul corpo del signore. Nel Vangelo di Nicodemo Ges, dopo essere risorto, conduce Giuseppe di Arimatea alla propria tomba, nella quale Giuseppe, come prova della risurrezione vede il lenzuolo (15,6). Questo testo sembra sviluppare il racconto leggendario di cui abbiamo attestazione nella Vita di Ges in arabo con lulteriore dettaglio della visita di Giuseppe alla tomba durante la quale egli vedrebbe il lenzuolo. Negli Atti di Taddeo (forse redatti nel VII secolo sotto il regno di Heraclio, 614-641), si dice che Anania era stato inviato dal re Abgar affinch verificasse con cura laspetto del Cristo (2,10). Anania quindi parte e va da Ges, portandogli una lettera di Abgar. Durante lincontro, Ges si lava la faccia e si asciuga il volto con un panno di lino piegato in quattro. Miracolosamente, la sua immagine rimase impressa sul tessuto del lino fine. Egli lo diede ad Anania (3,1-4) in modo che Abgar potesse vedere il suo volto. E quindi chiaro che lidea di una riproduzione del volto di Ges su un panno di lino attestata nel VII secolo d.C. (data probabile di composizione di questo testo), ma si tratta di un panno che riproduce il volto di Ges vivo. Non si tratta affatto del cadavere. 7

Nessuna connessione col panno di lino in cui secondo il Vangelo di Giovanni (20,7), era avvolta la testa o volto di Ges cadavere e tantomeno il lenzuolo con limpronta del volto e di tutto il corpo. Ancora: gli studi sulliconografia del volto di Ges hanno appurato che esistono almeno due immagini del volto di Ges nella chiesa antica: una con la barba laltra senza. Il Ges della sindone di Torino ha la barba. quindi pi che ovvio che tutte le immagini cristiane antiche in cui Ges appare senza barba dimostrano che la sindone di Torino non era conosciuta. Si pu infine aggiungere che nel momento in cui si cominciarono a cercare nella Terra di Israele reliquie di Ges e del primissimo cristianesimo, cio con Costantino e sua madre, non solo non si trov alcuna sindone, ma neppure venne mai in mente di cercarla o di costruirla, tanto era fuori dalla logica della religione cristiana di allora. 4. Conclusioni Alcuni testi del primissimo cristianesimo dicono che alcuni discepoli, e cio Pietro e il discepolo amato, videro il lenzuolo o le lenzuola nel sepolcro di Ges, ma non c alcun motivo per supporre che su di essi vi fosse impressa limmagine del volto di Ges o tracce del suo corpo. Nessuno dei Vangeli e nessuno dei testi cristiani prodotti nel I secolo dice che qualcuno dei discepoli di Ges and nella tomba di Ges a ricuperare il lenzuolo in cui egli era stato avvolto. Nessun testo delle origini cristiane ci dice che qualche cristiano andasse alla ricerca di questo lenzuolo. Nessun testo delle origini cristiane ci dice che i cristiani delle origini conservassero da qualche parte questo lenzuolo. Nessun testo delle origini cristiane ci dice che i cristiani usassero, per scopi religiosi, o per qualsiasi altro scopo, un lenzuolo con limmagine del volto e del corpo di Ges. Un culto, una venerazione o anche una qualche attenzione religiosa al lenzuolo o ai panni in cui fu avvolto il cadavere di Ges risulta del tutto assente dalla spiritualit cristiana almeno nei primi cinque secoli, quelli in cui il cristianesimo si formato pienamente dal punto di vista spirituale, istituzionale e dogmatico. Per tutti questi motivi, luso attuale che la chiesa cattolica permette e promuove della sindone a scopi religiosi mi sembra contrario alla religione del cristianesimo primitivo e al suo spirito. I discepoli storici di Ges dopo la sua morte non ebbero bisogno della sindone, non ne ebbe bisogno la chiesa antica. Oggi non ce n bisogno per la fede cristiana. Ma, allora, a cosa serve la sindone? Che tipo di religione esprime o suggerisce alle folle, ai credenti e ai non credenti? Perch non torniamo a Ges?

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