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L’arresto dello

sviluppo
La crisi demografica:

In Europa ci fu una crescita demografica alla fine del X


secolo e toccò il culmine intorno al 1300. Nei successivi
quarant’anni la crescita si esaurì e divenne sempre più
debole. Con gli 80-85 milioni di abitanti nel 1300-40 ,
l’Europa aveva raggiunto il massimo della popolazione che
era compatibile con i sistemi di produzione e distribuzione
delle risorse in quel momento disponibili. La pressione
demografica era diversa in tutte le regioni europee. Infatti
si registravano dai 40 ab/km ai 5 ab/km. Ci furono delle
migrazioni nel XII e XII secolo da parte dei tedeschi e
fiamminghi nell’Europa centrale e aveva funzionato come
valvola di sfogo.

La competizione tra arativo - bosco e pascolo:

Nell’Europa occidentale esistevano in abbondanza terre da


coltivare dissodare e prosciugare. Ulteriori aumenti della
produzione potevano avvenire solo con l’aumento dei campi
da coltivare. Il rapporto tra uomo e ambiente era affidato ad
un delicato equilibrio tra arativo, bosco e pascolo.
L’espansione dell’arativo so basava sulla presenza di nuovi
campi perciò dipendeva dal diboscamento e dal
dissodamento;furono costretti ad importare il legname dalla
Germania che era ricca di foreste. La continua riduzione dei
pascoli naturali era rischiosa perché indebolirono
l’allevamento e di conseguenza si era ridotto la disponibilità
di fertilizzanti animali,la cui scarsità poneva limiti
all’agricoltura. E poiché procedere al dissodamento non era
semplice, l’espansione dell’arativo avvenne in zone più facili
da conquistare ma meno fertili.

La Crisi agricola:
la crisi agricola, che cominciò ad avvenire con i problemi di
disboscamento della diminuzione dei pascoli ecc..coincise
con un periodo che era caratterizzato da peggioramenti
climatici,colpirono l’Europa due cicli di carestia. Nel 1314-15
le piogge insistenti ridussero i raccolti di oltre un terzo. La
carestia del 1315 al 1318 produsse un aumento di mortalità.
Il successivo periodo di carestia del 1346-47 toccò più di
una volta le regioni europee sempre a causa degli eccessi di
piovosità e a questo seguirono epidemie e infezioni che
bloccarono l’aumento demografico.

La crisi economica generale:

I proprietari terrieri pretesero dai contadini 1/3 o a volte


addirittura la metà del raccolto. Una misura insostenibile
per i contadini. Così sia i contadini che i ceti più abbienti
ridussero la propria domanda di beni manifatturieri e di
articoli di lusso. Le grandi carestie furono perciò all’origine
di una crisi generale che colpì le compagnie mercantili e
bancarie. Tra il 1342-46 a Firenze fallirono i più grandi
mercanti e banchieri d’Europa, Bardi e Peruzzi: questi dopo
aver prestato in totale 1 milione e mezzo di fiorini d’oro al
re d’Inghilterra e 200 mila al re di Sicilia. Ma il re
d’Inghilterra intraprese una guerra con la Francia che durò
per decenni, guerra dei cent’anni, questo fece sì che non
potesse più restituire la somma ai Bardi e Peruzzi. Così la
voce si sparse, tutti andarono a ritirare i loro soldi
depositati, ed essi fallirono.

La peste colpisce l’Europa


La peste:
nel 1347 ci fu la comparsa della peste e apparve come
qualcosa di sconosciuto. La peste nera si presentò in due
forme differenti: “bubbonica” e “polmonare”. Il primo è
causato dalla trasmissione del bacillo, che può avvenire al
semplice contatto e sull’uomo prolifera rapidamente,
provocando i cosiddetti bubboni ascellari e inguinali, seguiti
da febbre, allucinazioni e la morte nel 60% dei casi. La peste
polmonare è una complicazione della peste e attacca
l’apparato respiratorio, è trasmissibile come un semplice
raffreddore e porta alla morte quasi nella totalità dei casi.
Inoltre se solo una persona si ammalava di peste polmonare
subito scattava un’epidemia di grandi dimensioni. Gli effetti
della peste sul calo demografico furono devastanti. Fino al
1300 la popolazione europea aumento da 40 milioni ad 80
milioni ma con l’arrivo della peste ritornò ad essere di 50
milioni.
La peste si diffuse pure in Asia intorno al 1338. Nel 1347
sbarcò in italia una nave partita da Caffa e seminò la
peste anche in Siria e in Egitto. Dal 1347, in cui si
manifestò la peste nera,continuò una lunga serie di
epidemie,durate fino al XV secolo.

Il terrore della peste:


Nel 1347-50 ci fu il terrore collettivo, di fronte al fallimento
della medicina l’epidemia apparve come una punizione
divina e quindi chiedevano misericordia svolgendo
processioni e esposizioni di sacre reliquie. Fra le
manifestazioni di panico c’era chi si flagellava ( i
flagellanti)pubblicamente con fruste munite di punte
metalliche. Molti andavano a vedere queste auto-
flagellazioni che duravano per trentatre giorni e mezzo.

Le conseguenze economiche e sociali:


le carestie non devono essere considerate la causa della
peste, anzi fu la peste che causando mortalità ostacolò i
lavori agricoli. Perciò i contadini dovevano andare a
cercare cibo in città e anche questi diventarono luoghi
esposti al contagio. Una regione che veniva colpita dalla
peste si bloccava di colpo. I prezzi dei prodotti agricoli
aumentavano e poi tornavano regolari. La diminuzione
della popolazione portò alla mancanza di forza- lavoro : i
lavoratori superstiti per guadagnare di più si misero sia in
campagna che in città.

L’Europa dei villaggi


abbandonati
Ristrutturazione agricola e trasformazioni sociali:
durante la crisi dell’agricoltura i contadini decisero di
coltivare latte formaggio e carne perché il prezzo era
diminuito moltissimo e questa scelta portò a ottimi
risultati e scelsero inoltre di coltivare piante destinate ad
uso industriale. Sul piano sociale ci fu la tendenza delle
relazioni servili tra i signori e la massa contadina
lasciando posto allo sviluppo del lavoro salariato.
L’aumento dei salari era accompagnato da una maggiore
redditività delle produzioni. Però non tutti i proprietari
terrieri riuscirono ad adattarsi a questa nuova situazione,
andando incontro a una lunga fase di ristrettezze
economiche: da un lato le terre e i prodotti perdevano
lavoro, dall’altro i contadini cercavano rapporti a loro
vantaggiosi. I signori risposero con la violenza e i loro
contadini cercavano altri padroni perché la manodopera
scarseggiava ovunque. Rivolte contadine in tutte le parti
d’Europa portarono al declassamento della nobiltà
terriera e alla scomparsa dei rapporti di dipendenza nelle
campagne.

La soluzione alla crisi: allevamento brado e


agricoltura :
Scelsero l’allevamento brado molto differente dal
precedente, perché non aveva bisogno di molta
manodopera e potevano lavorare sui campi spopolati e
abbandonati. Questo avvenne soprattutto in Spagna e in
Inghilterra e pian piano iniziò ad espandersi anche in
Italia. Fra le regioni europee che reagirono al meglio alla
crisi agricola fu appunto la Lombardia. La Lombardia creò
prati artificiali nella pianura padana e anche
l’allevamento divenne il risultato di moltissimi
investimenti costosi.

La crisi della produzione laniera La crisi economica si


estese anche nel settore manifatturiero, determinando
una diminuzione del volume di produzione in poco più di
un secolo. Gli inglesi, maggiori esportatori di lane,
cominciarono a vedere alti e bassi nelle loro esportazioni,
a causa delle varie carestie e dalle varie epidemie. Le
maggiori esportazioni erano attorno al 1300 mentre
quelle minime attorno al 1450.

Autore : Sonia Sainas 3 f A.S 2009-10

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