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Manio Curio Dentato

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Manio Curio Dentato
Manio Curio Dentato
Console della Repubblica romana
L'incorruttibile Manio Curio Dentato di Govert Flinck (1656)
Nomeoriginale Manius Curius Dentatus
Gens Curia
Consolato 290 a.C.
275 a.C.
274 a.C.
Manio Curio Dentato (in latino: Manius Curius Dentatus; 330 a.C. 270 a.C.) fu un eroe plebeo della Roma
antica, famoso per aver messo fine alle guerre sannitiche.
Biografia
Manio Curio Dentato stato il pi celebre fra i Curii. Il suo cognomen (Dentatus) pare derivi dal fatto che, appena
nato, egli avesse gi i denti sviluppati in bocca. Viene varie volte definito da Cicerone "homo novus" per le sue umili
origini; sembra infatti che sia stato di discendenza sabina.
Il primo incarico che assunse fu quello di tribuno della plebe, forse nel 299 a.C, ma la data non certa. Durante il
suo mandato si oppose strenuamente al console Appio Claudio Cieco che, non rispettando la legge, aveva deciso di
non considerare i voti dei plebei.
Fu poi eletto console nel 290 a.C. insieme a Publio Cornelio Rufino e, in quello stesso anno, combatt e vinse la
Terza guerra sannitica contro i Sanniti e i loro alleati, ponendo fine ad una guerra che durava da ben 49 anni. Questo
gli procur un grande trionfo; inoltre, a distanza di pochissimo tempo, ottenne un secondo importante successo
sottomettendo definitivamente i Sabini, che da molti anni erano una costante minaccia per la sicurezza di Roma. Alla
fine di questa guerra i Sabini ebbero la cittadinanza romana, ma non il diritto di voto, e gran parte dei loro territori fu
spartita tra il popolo di Roma.
Nel 284 a.C. fu eletto pretore suffectus in seguito alla morte di Lucio Cecilio Metello Denter, ucciso dai Senoni.
Dentato mand subito loro un'ambasceria per trattare la restituzione degli ostaggi, ma i legati furono uccisi; decise
allora di muovere guerra contro i nemici e in quello stesso anno li sconfisse, annettendo i loro territori fino oltre a
Rimini e fondando Senigallia.
Nel 275 a.C. fu console per la seconda volta e sconfisse l'esercito di Pirro nella battaglia di Benevento (a quel tempo
Maleventum, ribattezzata dopo questa vittoria Beneventum), costringendo il sovrano greco ad abbandonare
definitivamente l'Italia. I festeggiamenti per questa battaglia, vinta con estrema abilit, furono i pi incredibili che
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Roma avesse mai visto, anche perch sfilarono all'interno della citt quattro elefanti sottratti a Pirro, animali
sconosciuti all'epoca. Manio Curio Dentato, per, si sottrasse alle onorificenze pubbliche e all'acclamazione della
folla, dato che era completamente disinteressato all'essere famoso. Proprio per questo fu da tutti riconosciuto come il
prototipo dell'antico romano: invincibile, incorruttibile e non interessato al potere.
Manio Curio Dentato e gli ambasciatori sanniti
di Jan Steen.
L'anno seguente, durante il suo terzo consolato, sconfisse i Lucani e
celebr un meritato trionfo.
[1]
Dopo ci si ritir nella sua fattoria a
condurre una vita dedicata alle attivit agricole, ma sempre pronto a
rispondere alla chiamata dello Stato in caso di necessit. Si racconta
che alcuni ambasciatori dei Sanniti, incaricati di consegnargli oro e
regali preziosi per la sua vittoria, lo trovarono intento a lavorare in un
campo e, quando gli porsero i doni, lui li rifiut. Sono descritti
moltissimi altri esempi della sua probit: uno fra tutti quando, alla
spartizione dei territori dopo la vittoria sui Sabini, lui volle ricevere
come ricompensa la stessa quantit di terreno decretata per gli altri
cittadini.
Nel 272 a.C. fu richiamato dalla campagna perch era stato eletto censore. Durante questo mandato inizi la
costruzione del secondo acquedotto di Roma, lAnio Vetus, che doveva portare le acque del fiume Aniene nella citt.
Quest'opera fu finanziata utilizzando il bottino di guerra della vittoria contro Pirro, ma purtroppo Manio Curio
Dentato mor prima di vederlo compiuto. Nel 271 a.C. ordin la costruzione di un canale (il Cavo Curiano) per far
defluire le acque stagnanti del fiume Velino, che rendeva paludosa e malsana la zona a nord dell'altopiano di Rieti, in
direzione del salto naturale di Marmore: da l l'acqua precipitava direttamente nel fiume Nera, affluente del Tevere.
Con questa costruzione rese coltivabili tutte le paludi che circondavano la citt.
Manio Curio Dentato fu amico di molti personaggi illustri del suo tempo. Scrisse anche alcuni testi, ma fu soprattutto
il soggetto delle opere di moltissimi scrittori e storici. Per secoli dopo la sua morte (avvenuta nel 270 a.C. mentre
sovrintendeva ai lavori per la costruzione dell'acquedotto) si raccontarono le sue imprese militari e si elogiarono la
sua rettitudine morale, additandola come esempio per tutti i Romani.
Note
[1] Testo originale latino dei fasti triumphales: .
Bibliografia
Fonti primarie
Livio, Ab Urbe condita libri
Fonti secondarie
(EN) William Smith, Dentatus, M. Curius (http:/ / www. perseus. tufts. edu/ hopper/
text?doc=dentatus-m-curius-bio-1& fromdoc=Perseus:text:1999. 04. 0104) in Dictionary of Greek and Roman
Biography and Mythology, 1870.
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Predecessore Fasti consulares Successore
Lucio Postumio Megello III
e
Gaio Giunio Bubulco Bruto
(290 a.C.)
con Publio Cornelio Rufino
Marco Valerio Massimo Corvino
e
Quinto Cedicio Nottua
I
Gaio Genucio Clepsina I
e
Quinto Fabio Massimo Gurgite
(275 a.C.)
con Lucio Cornelio Lentulo
Manio Curio Dentato III
e
Servio Cornelio Merenda
II
Manio Curio Dentato II
e
Lucio Cornelio Lentulo
(274 a.C.)
con Servio Cornelio Merenda
Gaio Fabio Dorso Licino
e
Gaio Claudio Canina II
III
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