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Incontni ~~ Periodico della Famiglia Cottolenghina Anno 67° n.1 gennalo 2015 Periodico della Faniglia Cottolenghina 1. gennaio 2015 Periodico quudsimestle Spedk in abb. posale Conena 20 est, Cat. 2 Legge 662/96 Reg, Tab, Torino n, 2202 del 19/71 Inuliciceo: Via Cottlengo 14 10132 Torino - Tel. 011 3225.111 CC. post. N. 19331107 Direzione Incontti Cottolengo Torino redarione.incontri@cottolengo.org Diretiore respunsabile Don Roberto Provera Redasione Salvatore Acquus - Mario Carissoni Collaborator’ Don Emanuele Lampugnani - Fr, Beppe Gaido Patizia Pellegrino - Gemma La Terra Nadia Monari Progetto grafico Salvatore Acquas Inpaginavione Valeer Olina Stempe Tipogrufia Gravinese Corso Vigevano 46 - Torino - Tel. 011 28.07.88 La Redazione ringraia li aucori di articoi¢ for, particolarmente quell che non @ riuscita a contattare Incontri consultabile su: www.cottolengo.org, entrate a cuore aperto http://cheariahospital.blogspot.com/ Questa rivista & ad uso interno della Piccola Casa della Divina Prowvidenza (Cottolengo) SO {punto 3 Don Roberto Provera L’Awento e le feste del Natale Redazione Pranzo di Natale 6-7 Don Mazzi La vocazione alla santita nel Santo Cottolengo 8-9 Don Emanuele Lampagaani Professione Perpetua 10-11 Suor Luisa Bosato Ricordando Fr. Lodovico 12-13 Fratel Beppe Sul filo della memoria - Vengono da lontano_14-15 2 cara di Salvatore Acquas Diaconato di Stanley Kobia 16 Don Peolo Boggio Ciao Gabriella 7 Paola Betella Rugby e Vangelo: don Andrea e lo sport 18-19 Gian Luca Favetto Buongiorno, Padre 20-21 Don Andrea Scrimaglia Suore silenziose 22-23 Patrica Pellegrino IL trascorrere del tempo 24-25 Eusilio Mattes Un prete di montagna racconta 26-27 Wario Carissoni Grazie: Volontari carabinieri 28 Redazione Leggiamo un libro: Sr. Maria degli Angeli Beretta 29 2 cura di Salvatore Acquas Laici e aggregati 30 G6 Auguri 31 Redazione Grazie nonni! 32 Madre Teresa di Caleutta ll vocabolario di Francesco ercoledi 5 novembre Papa Francesco ha annun- Me che il 21 giugno sari a Torino, per con- ‘templare ¢ pregare davanti alla Sindone ¢ per rendere grazie a Dio in occasione dei duecento anni della nascita di san Giovanni Bosco. Come Cotto- lenghini, speriamo e preghiamo, perché Papa Francesco possa trovare almeno un ritaglio di tempo da dedicare alla Piccola Casa. In ogni modo vogliamo gia sin d’ora mostrargli_ la nostra gratitudine, soffer- ‘mandoci su alcune parole, che risuonano eon frequen- za sulla sua bocca. GIOIA. Il primo documento interamente di Papa Francesco é programmatico della sua missione aposto- lica & lesortazione Evangelii gaudium. La gioia é la seconda parola, certo, ma forse Ia gioia é gia nascosta, anche nella prima parola, “Vangelo”, che come sappia- ‘mo significa buona, lieta notizia. Papa Francesco non € un idealista dalle facili illusioni, conosce il mondo con le sue brutture e le sue malvagita — che d’altra parte in certa mis fuggono neppure a noi —, ma nonostante tutto pone al primo posto la gioia. Quale gioia? Non quella che svanisce in un attimo, ma quel la che sgorga dalla certezza di essere amati personal- mente e fedelmente da Dio, Padre di tutti anon s SVEGLIATEVI. E ora che i cristiani con piti coraggio si scuotano dal sonno dell’indolenza e della pusillani- mit, per annunciare e testimoniare di fronte al mondo, cio8 nell’ambiente familiare, civile, ecclesiale, econo- mico, politico la loro fede in Gesii, Salvatore del mondo. 1! vangelo non é un giogo gravoso, opprimen- te, da scuotersi di dosso in nome di una fantomatica berta, ma é la via giusta, a volte faticosa, ma sempre giusta, che conduce al bene di ciascuno e di tutti, USCITE. Cristiani, aprite le porte delle chiese, delle sacristie, dei circoli ristretti, dei gruppi autoreferenzia- li, dei movimenti integralisti c fondamentalisti c anda- te incontro al mondo, specialmente al mondo dei debo- degli emarginati, degli scartati, perché inutili in una societa in cui cid che conta é la produzione per il con sumo ¢ il consumo per Ia produzione e cosi via in un circolo satanico, Uscite, per gridare con i fatti, ¢ se necessario con le parole, direbbe Francesco, quello Assisi, che la carta vincente non é il prendere, ma il dare, non il possedere, ma il donare. DECENTRARSI. 0 cristiano, chi ¢’é al centro della (ua vita? Tu? la tua carriera? il to suecesso? i tuoi soldi? il tuo piacere? o, come seriveva san Paolo, “per me vivere é Cristo” (Fil 1,21)? Cid che conta per te & pretendere di avere sempre e comunque ragione? ostentare la tua superi su chiungue altro? E pre- tendere che gli altri s'inchinino davanti a te, ricono- scendo la tua “autorita”? O piuttosto ti sta a cuore farti l'ultimo di tutti e il servo di tutti? Parole assurde queste ultime nella societa di oggi! TERRORISMO DELLE CHIACCHIERE. Espressione usata recentemente da Papa Francesco, questa, Le calunnie, le maldicenze, le mormorazioni distruggono subdolamente la vita fra- tera, che invece i cristiani oggi sono chiamati a vive- re con autenticiti e eredibilitd, per aiutare a sconfi gere la mentaliti individualista imperante. Possono anche volare piatti o addirittura pugni, ma alla fine una fine non troppo lontana — si riconosee il proprio errore ¢ ci si riconcilia. GG 11 Natate det Signore Gesit & prossimo. Colui che viene per salvare, ci trovi svegli e vigilanti, per aprirgli, appena giunge e bussa alla porta del nostra cuore, perché possa subito entrare e portarei una ventata di vita nuova. Don Roberto Provera J Ti * Naate, dolce stagione che ci invita ad accendere il fuoco dellospitalita ela straordinaria Jiamma di carita nel nostro cuore. Peer ena ¢ giomate via via piii brevi e L= i primi fiocchi di Ineve... Timidamente fanno capolino anche i primi pensicri dell’approssimarsi delle feste natalizie. Ci si prepara al grande evento, alla festa di amore e gioia che mitiga grigiore e tristezza dei giorni invernali con una ventata di speranza, E sul mondo cala un’at- tesa dolee, carica di quella sereni- 1G che rende tutti pid buoni Ricca di tradizioni secolari la festiviti del Natale & preceduta preparata dall’Avvento, tempo durante il quale antiche liturgie risvegliano ancora nei cuori una nostalgia che giomo dopo giomo porta al profeta Isaia: “Stillate 0 eli dall’alto la rugiada e le nubi piovano it ino. Invochiamolo! Vieni Signore e non indugiare! Esulta 0 Gerusalemme con grande ia, percha il tuo Salvatore a te viene". Giunti alla notte della ia, ecco ta veglia notturna, passaggio di grande valenza sim- bolica, molto partecipato parti- colarmente dai fedeli che conser- vano il culto delle veechie tradi- zioni, Passcranno in preghicra tutta la notte, in un’attesa che ha lo scopo di rendere presente e reale il miracolo della nascita di Gesit Intanto nelle case si danno gli ulti- mi ritocchi al presepio e all’ormai diffusissimo albero della tradizio- ne nordica, e fervono i preparativi per la Festa, sino a che il silenzio della notte non vien rotto dai rin- tocchi gioiosi delle campane che invitano ai riti natalizi. Si parteci- pa alla solenne celebrazione della ““Messa di mezzanotte”, la cantoria al gran completo, i numerosi chie~ richctti schicrati all’altare pieno di uci. In aleune localité, special- mente nei paesi agricoli, i vecchi contadini mantengono le salde usanze dei tempi antichi: termina ta la Santa Messa rimangono in Chiesa per una preghiera che con- tinua sino all’alba, cosi come fatto nella notte della vigilia, Da qualche tempo alla festa pro- priamente cristiana corre parallela anche Ia moderna festa pagana, caratterizzata dal cenone della vigilia con scambio di regali allo scoceare della mezzanotte. Natale: un giomo e una parola che sanno d’ineanto cui nessun cuore riesce a sottrarsi. Avvolge e tocca tutti gli uomini, anche quelli di altra fede ¢ coloro che di fede non ne hanno affatto e per i quali la storia di un bambino nato in una stalla pid di 2000 anni or sono, non significa e dice nulla, Anch’essi fanno preparativi e i piti generosie sensibili desiderano e pensano a come poter accendere qua ¢ la qualche raggio di gioia, Perehé Natale non é solo fiaba per bambi- ni buoni, motivo di scambio di regali, occasione per ritrovarsi nel calore della famiglia con quanti ci vogliono bene: ¢ la notte dell’an- nunzio dell’ Angelo a Betlemme di Giudea, in terra di Palestina, che proclama: “Oggi @ naio un Salvatore” (Le 2.11). Gesi, nato ancora una volta non in una reg- gia, ma in una stalla, seegliendo per padre un falegname e per madre una fanciulla che crede. Continua a venire e ci invita ad accogliere I’annuncio dell’ Angelo, per essere in mezzo a noi, al nostro fianco, in questi tempi tormentati, mentre camminiamo per le vie del mondo con nel cuore inquietudini, paure, oppressioni morali ¢ socia- Ji, Viene per gli sfiduciati di un mondo corrotto che aspetta lavoro giustizia, per scuotere incertezze, dissipare timori dare risposte ai perehé di ogni uomo, e il loro grido non si perde nel vuoto. In questa notte santa gli Angeli hanno risposto portando la Grande Notizia al mondo intero: non temete, nel cielo & apparsa una stella, guida ai piedi di un Bimbo cche porta pace sulla terra a rutti gli uomini di buona volonté: La Redazione eu 5 BO eR, LR MeL UTR eA al RAUL ee «Ma non é posstbile, caro don Bautista!» «Guarda, Gasparone, se sei contento, stasera, CUE Re Ke Cel ey LOE LOR volta tanto Cesira non avrebbe dovuto preoceuparsi per il meni del pranzo di Natale st’anno ci nella testa, come un gran ma bergo...». Cesira non era molto convinta un marito tozzo, senza collo ¢ adipo- come il suo, potesse avere gusti fini e sufficiente fantasia in c quando i macit gna la anche testa qualeosa, bis non altro, per la pace familiare. Gasparone ei teneva proprio che fosse un eran bel pranzo di Natal quelle feste in cui ci si alza da tant vert letcingi, 6 le guance rosse ¢ una vog bracciare tutti ¢ di cantar j ® Gm stava per finire era stato particolarmente worevole per lui, pieno di cose belle, come molto di rado.... Pensate cit, ancora tina i a febbraio aveva altro il veechio zio suo fratello Tonio, sicché, quando a marzo lo zio finalmente se n'era andato finito coll’eedita- re tutto fn A maggio s'cra tolto dai pied sua sorella ilina, la quale, vedova e con cinque bbambini attaccati al colle, di tanto in tanto, veniva a chiedengl aiuti per trare anti ... Da giugno a novembre aveva litigato con mezzo paese e Pavvoeato Perotti Paveva sempre tirato fuori da impiccio... «Dio mio! ~direte voi e cose sante e sante le mascalzona te... Gasparone era uno di questi Alla vigilia, sullimbrunire, tutto era gia pronto, Gli antipasti fredd, i dle, i vin crano gi tut a, belli callinati, alfresco nel salotto, Un grosso tacchino pendeva da una finestra... Agi stipiti delle sire e sulle pareti pigne argentate, grappoli di noci 2 mezzo scendevano ciuffeti di a con bacche rosse, condoni d nastti di ati, «Sono felice, cara Cesiraly aveva eselamatto Gasparone guardandosi attorno tutto soddisfatto «oi, donne, dite, ma quando ci mettiamo noi uomini facciamo sempre dei capola- vori... Nessuno dei due and® alla Messa di mezzanotie, Gasparone era dell"idea che per gustare bene un pranzo bisognava amivarei con lo stomaco in ordine eripo= sati nella giusta misura... Dopo una cena leggera, percid, se n’erano andati a leto, ansiosi che 1a notte finisse presto. Gosparone si sveglid quando Cesira era gi tornata dalla Messa Prima e gli aveva Portato una tazza di caffe, Rimase ancora qualche minuto al calduccio sotto le coperte per accertarsi di non avere scorda- to qualeosa per il pranzo, poi saltd git. Usci quando maneava ormai poco allora della Messa delle undici.. Bastianeito & un piveolo e povero paese di campagna, ‘ma quel mattno di Natale sembrava tutto nuovo... C’era Pindispensabile per fare un bbuon Natale ¢ lo si sentiva ne cielo terso € Tuminoso nellaria fiizzante, lo si vedeva soprattuto sul volto della gente: tuna gran voglia di essere buoni, di volersi bone edi stare in pace. «Buon Natale! Buone Feste!». Si augura- vano tutti, In ogni casa ta famiglia si ricomponeva, i parentisirtrovavano e si attendeva con impazienza quelli che non erano ancora arrival. Gasparone vide sua sorella Angiolina che, coi bambini pper mano, andava a passare le feste dal fratello Tonio e improvvisamente si accorse che @ lui «Buon Natale» non aveva augurato nessun, Ea nessuno lui aveva senfito il bisogno di augurarlo... In Unattimo sirese conto che forse era I'uni- co a Bastianetto che quel giorno sarebbe stato solo a mangiare il suo pranzo di Natale... Dapprima gli parve di sentire orrore per se stesso, poi i invidiare tuts infine, una rabbia sorda, profonda gli ser falmente forte lo stomaco da fargli cadere di botto tutto Pappetito... Use di chiesa prima di tut gli alt’ per non incontrare nessuno e scappd a casa in fetta, senza voltars indictro... Cesra lo attendeva con una faccia che era tutto somriso, ma quando vide gli occhi del tito, quasi si spavento... «Cosa c’82 ali domandd... «C°8 che oggi non man- aio!» grid’ quello, «Non ti senti bene, forse?... Qualeosa non va? Un momento fa andava tutto benissimo!y. «Senti, Cesira, lasciami stare... $e vuoi mangiare, siediti Ii e ingozzati, magar fino a scoppiare... Alla rmalora le feste e i pranzi di Natale... Cesira comincid a piangere e quando la moglie piange, i maritiescono di casa ¢ Gasparone usc sbattendo la porta... lz il colleto del paletot, si cal il cappella sugli occhi e ineomincid « camminare in sue in git per le vie del paese, tutte desert... Vicino agli usci delle case 0 soito le finestre, udiva distintamente il ticchettio delle posate, il vociare allegra della gente i bambini che, a turmo, rei- tavano le poesie...Tutlo aceresceva la sua rabbia ed egli, senza avvedersene, andava accelerando Pandatura... Passi davanti alla chiesa che sembrava. una spia braceata dalla poliza .. «hi, 13, Gasparone! — gli gridd don Battista che era gid fuori, a lui i pranzi lunghi non piacevano neppure a Natale, — Dove andate a quest’ora, cosi di corsa”! «Correre io? —rispose quest fermando- si, ~ Non me n’ero proprio accorto..». Rimasero un bel po’ a chiacchierare sul sagrato della chiesa, poi don Battista disse quasi forte © sospirando: «Ga- sparone mio, io credo che tu abbia sba- ¢liato meni, oggi. Hai dimenticato du pietanze molto comuni, ma insostituibili in un pranzo di Natale.», «Ma non & possibile, caro don Battista! — ribatté Gasparone trail sorpreso e il risen- tito. — Lo sa che ci ho impiegato una set- timana per combinarlo? Cosa manca, secondo Le «Guarda, se sei contento, stasera, all’ora di cena, te le porter io a casa. Ti va?». «Ma certo, arciprete, sono proprio curioso i conoscere queste famose pietanze! Alora di cena, don Battista bussd alla porta, «Avanti, si accomodi, arciprete!... E dove sono le due pietanze che ha pro- ‘meso di portarmi?..». «ecole!» rispose don Battista in tono risoluto, Sapeva bene quanto fosse deli- cata la mossa che stava per fare «eccole quis i tuoi eingue nipotini, tua sorela Angiolina e tuo fratello Tonio... ». Erano ‘tutti impacciat. «Ma che storia é questa?!”... Gasparone si era anche fatto tutto rosso in faccia «Corea di stare calmo! — continud don Batista. Poi facendosi serio, come ogni volta che stava per dire una verti sacro- santa. —Ricordati bene che nel meni di un pranzo di Natale non deve mai maneare odore acre dei ene di un povero, eque~ sti tuoi nipotini sono poverietu lo sai, Poi ci vogtiono almeno die lacrime di amore e di perdono.... Senza queste cose si rie schia sempre di perdere Vappetito a Natale, a Pasqua ein tute le festedell'an- no... Su, abbracciatevi fatela finita una volta per tutte, con le vostre beghe... Tu, Cosira, va’ a prendere quoi cappottini ¢ quelle maglie che tieni nella nafalina in fondo al guardaroba e mettili addosso a questi bambini, ché fuori fi piuttosto fireddo... Ora, presto, mettiamoci tutti a tavolalo. Tutti, compreso Gasparone, mangiarono ‘con buon appetito fin oltre la mezzanot- te... Ci furono le poesie ei brindisi e rut, alla fine, erano d'aecordo che un meni ‘come quello, andava benissimo anche a cenal Don Mazzi 7 Tei 7 La vocazi ile a7] solo pensiero di renderst felict MOLE MARC ence CARO LED POA MeO A oo RL EL n importante argomento pre- Us nelle parole di san Giuseppe Cottolengo era ill suo insegnamento riguardante /a vocazione alla santita San Giuseppe Cottolengo ebbe ben presto la percezione ¢ la con- sapevolezza, dovuta a un’educa- zione cristiana autentica, di essere chiamato alla santiti in un suo scritto autografo leggiamo infatti “Voglio farmi santo. mediante Vaiuto di lddio”. Nel periodo immediatamente pre- cedente la fondazione della Piccola Casa, il Cottolengo espri- meri con vigore la consapevolezza dell'importanza della vocazione alla. santitd, specialmente nella corrispondenza con i familias i una Tetera al padce scisse: “io desidero di vederlo santo, tutti gli altri di nostra Casa... il come fm Incontri solo pensiero di rendersi felici in Cielo & cid che ci debba stare ogni giorno a cuore per non dir ogni istante”. San Giuseppe Cottolengo inottre nelle prediche insegnava chiara- mente che tutti i fedeli sono chia- mati alla santitd e per tutti quindi incombe Vobbligo di tendervi, confuutando lerrore molto diffuso di quel tempo che la santita riguar- dasse solo il clero ¢ i religiosi 11 Cottolengo quindi con decisione predicava il dovere di percorrere la via della santiti da parte di tutti: vi dico stiani in qualunque stato e condi- zione si trovi pud esimersi... dal- Vattendere alla santita in modo corrispondente alla sua professio- ne di cristiano”. Olire che proclamare la vocazione universale alla santita, il Cot- che nessuno dei cri- tolengo diede anche qualche sug- gerimento su come fosse possibile camminare verso di essa, sottoli- neando tre degli elementi esse ziali. Il primo elemento: Ja buona volon- 1a, Diceva: “la perfe comanda di attendere il Signore. [consiste]...in una volonté illimi- tata di salire sempre pin nella virtit senza essere paghi di qual- che grado, henché gié rimarcabi- le. Il secondo elemento: non farsi prendere dallo scoraggiamento; se tutti sono chiamati alla santita, per nessuno il suo raggiungimento ¢ impossibile. Per questo il Cotto- lengo invitava a non scoraggiars neppure a causa dei difetti e delle maneanze: “Tra i salutari ricordi che vi vogtio lasciar il primo é di non lasciarvi giammai sgomentare one a cui ci

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