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Capitolo 1

TORSIONE
1.1

Sollecitazione di torsione

Si esamina il caso in cui la trave soggetta ad una coppia torcente e3 agente


sulla base della trave.
Come al solito si utilizza il metodo seminverso per la determinazione della soluzione
del problema dellequilibrio elastico. In questo caso di sollecitazione si fanno delle
ipotesi esplicite anche sulla cinematica della trave, a partire da un suo intuitivo comportamento. Infatti, si suppone che la generica sezione della trave, posta allascissa
3 , ruoti rispetto alla base di estremit della trave di un angolo (3 ) = 3 , con
indipendente da 3 . Per verificare che sia una costante lungo lasse della trave
suciente ricordare che il momento torcente ha valore costante lungo tutta la trave.
Ne consegue che la deformata di un qualsiasi tratto di lunghezza unitario della trave
deve coincidere con la deformata di un qualsiasi altro tratto di uguale lunghezza
della trave. Per cui costante.
Inoltre, dovendo essere nulle le sollecitazioni di sforzo normale e momento flettente lungo tutto lasse della trave, i.e. = 0 e M = 0, si pu supporre che 33 = 0
ovunque. Si deduce che 33 = 0 in ogni punto della trave. Ne consegue allora che
se si verificano spostamenti 3 lungo lasse 3 , questi devono essere indipendenti
dallascissa 3 .
Nei ragionamenti sviluppati non si fatto alcun accenno alla geometria della
sezione retta della trave. Infatti, essi restano validi per una sezione di forma generica.

1.2

Torsione nella sezione circolare

Si considera inizialmente il semplice caso in cui la trave ha sezione circolare.


Si ipotizza inoltre che le sezioni della trave non subiscano ingobbamenti, cio
spostamenti lungo lasse della trave.
1

CAPITOLO 1. TORSIONE

Mt

Mt

ingobbamento

(a)

Mt

Mt

(b)
Figura 1.1: Momento torcente per sezione circolare.
Per dimostrare la validit di tale ipotesi nel caso di sezione circolare, si ragiona come segue. Si supponga che si verifichino ingobbamenti per eetto della
sollecitazione di torsione. Vista la simmetria polare della sezione, tutti i punti che
giacciono su una stessa circonferenza dovranno avere uguale spostamento in direzione
dellasse della trave. In figura 1.1(a) riportata schematicamente una possibile deformata della trave supponendo che si ingobbi. Ruotando di lo schema di figura
1.1(a), come illustrato in figura 1.1(b), si ottiene lo stesso schema di partenza ma
con spostamenti assiali opposti a quelli dati in figura 1.1(a). Ci impossibile, data
lunicit della soluzione del problema dellequilibrio elastico, per cui deve accadere
che, per il caso in esame, non si verificano ingobbamenti delle sezioni.
Visto allora che la cinematica della trave consiste solamente nella rotazione rigida
delle sezioni intorno allasse della trave, nellipotesi di piccoli spostamenti, la forma
del vettore spostamento del tipo:
1 = 2 3
2 = 1 3
3 = 0

(1.1)

con x = e . La componente dello spostamento lungo lasse nulla, come si era


in precedenza annunciato.
Il campo di deformazioni associato al campo di spostamenti definito dalla (1.1),

1.2. TORSIONE NELLA SEZIONE CIRCOLARE

fornito da:
11 = 22 = 33 = 12 = 0
213 = 2
1
223 =
Per comodit di notazione si introduce il vettore di deformazione come:

1 213
=
= x
=
2 223
dove

x = (e x) =

2
1

(1.2)

(1.3)

(1.4)

Le tensioni si ricavano utilizzando lequazione del legame costitutivo isotropo.


Le uniche componenti di tensione non nulle sono le tensioni tangenziali 13 e 23 .
In pratica si ha:
11 = 22 = 33 = 12 = 0
13 = 2
1
23 =

(1.5)

essendo = [2(1 + )] il modulo di elasticit a taglio. Per comodit di notazione


si introduce il vettore le cui due componenti sono proprio le tensioni tangenziali
non nulle:

1 13
=
= (e3 x)
=
(1.6)
2 23

Si deve ora verificare che le (1.1), (1.2) e (1.5) siano la soluzione del problema
dellequilibrio elastico della torsione per la trave con sezione circolare. Ci significa
che necessario controllare che le equazioni indefinite dellequilibrio e le condizioni
ai limiti sulle basi e sul mantello della trave, siano rispettate.
Per quanto riguarda le equazioni indefinite di equilibrio, per la (1.6) si ha:
0 = 3 = 3 (e3 x)
0 = ( ) = (e3 x)

(1.7)

la prima delle (1.7) verificata poich costante lungo lasse della trave per
ipotesi, la seconda anchessa verificata essendo (e3 x) = 0.
La condizioni ai limiti sul mantello della trave si riducono a:
0 = n = (e3 x) n

(1.8)

CAPITOLO 1. TORSIONE

che risulta banalmente verificata essendo, in ogni punto della frontiera della sezione
retta, x coassiale con n, normale al contorno della sezione retta, cio n = x kxk.
Non resta ora che controllare lequivalenza tra la risultante delle tensioni agenti
sulle basi della trave e la sollecitazione di momento torcente. Poich 33 = 0, lo sforzo
normale ed il momento flettente sono nulli. La risultante delle tensioni tangenziali
vale:
Z
Z
3
= e x = e3 S = 0
(1.9)
V=

essendo il vettore momento statico nullo poich il sistema di riferimento baricentrico.


Il momento torcente sviluppato dalle tensioni tangenziali vale:
Z
Z

3
3
x = e x (e3 x)
(1.10)
= e

Z
Z
= (e3 x) (e3 x) = x x

essendo = 4 2 il momento dinerzia polare della sezione retta circolare di raggio


.
Si ricava allora dalla (1.10) lespressione che fornisce langolo specifico di torsione
in funzione del momento torcente esterno agente:
=

(1.11)

La soluzione completa del problema in termini di spostamenti, di deformazioni e


di tensioni si ottiene sostituendo la (1.11) rispettivamente nelle (1.1), (1.3) e (1.6),
che diventano rispettivamente:
u = 3

(e3 x)

(1.12)

=
(e3 x)
(1.13)

3
(e x)
(1.14)
=

La tensione tangenziale massima max avviene per kxk massima, e cio quando
kxk = e vale:
2
(1.15)
max =
3
Analogo ragionamento vale per la sezione circolare cava concentrica, per la quale
il momento polare dinerzia vale = (4 4 ) 2, essendo il raggio esterno ed
il raggio interno.

1.3. TORSIONE PER LA SEZIONE GENERICA

G
x1
x

t
n

x2

Figura 1.2: Torsione per la sezione generica.

1.3

Torsione per la sezione generica

La soluzione trovata per il caso della sezione circolare non va pi bene quando la
sezione della trave non ha forma circolare. Infatti, nel caso di sezione generica la
condizione al contorno n = 0 in generale potrebbe non essere pi soddisfatta,
perch pu accadere che n 6= x kxk, come si pu facilmente intuire dalla figura 1.2.
Daltra parte, il ragionamento che escludeva la possibilit di ingobbamento fatto
su base intuitiva ma poi avvalorato dalle equazioni sviluppate per il caso della trave
a sezione circolare, non pi valido quando la sezione della trave in esame di forma
generica.

1.3.1

Cinematica

La cinematica ipotizzabile nel caso di sezione qualsiasi consiste nella rotazione relativa tra le sezioni della trave secondo unangolo specifico di rotazione costante
lungo lasse della trave, come gi visto per la sezione circolare, ed un ingobbamento
della sezione anchesso costante rispetto ad 3 . In pratica si suppone che il vettore
di spostamento abbia la forma:
u = 3 (e3 x) + e3

(1.16)

essendo = (1 2 ) la funzione di ingobbamento che dipende solo dalla geometria


della sezione.
Definito che sia il campo di spostamenti dalla (1.16) possibile calcolare le

CAPITOLO 1. TORSIONE

deformazioni ad esso associato:


11 = 22 = 33 = 12 = 0
213 = ( 1 2 )
223 = ( 2 + 1 )
ovvero, introducendo come in precedenza il vettore di deformazione:

1 213

= ( + e3 x)

=
=
2 223

1.3.2

(1.17)

(1.18)

Legame costitutivo

Le tensioni si ricavano tramite legame costitutivo:


11 = 22 = 33 = 12 = 0
13 = ( 1 2 )
23 = ( 2 + 1 )

(1.19)

ovvero, introducendo il vettore le cui due componenti sono proprio le tensioni tangenziali non nulle:

1 13

= ( + e3 x)
=
=
(1.20)
2 23

1.3.3

Equilibrio

Le equazioni indefinite di equilibrio forniscono:


0 = 3 = 3 ( + e3 x)
0 = ( ) = ( + e3 x)

(1.21)

Come accadeva nel caso della sezione circolare, la prima delle (1.21) verificata
poich, per ipotesi, costante lungo lasse della trave. Al contrario, la seconda
delle (1.21) non automaticamente verificata e conduce allequazione di campo:
() = = 11 + 22 = 0

(1.22)

essendo (e3 x) = 0.
Lequazione ai limiti sul mantello della trave fornisce:
0 = n = ( + e3 x) n

(1.23)

1.3. TORSIONE PER LA SEZIONE GENERICA

La (1.23) equivale a:
0 = n + e3 x n
= n e3 n x
= n t x

(1.24)

essendo t = e3 n la tangente al contorno della sezione retta. Posto 2 = x x, il


vettore posizione del generico punto della sezione si calcola come:
1
x = 2 =
2

(1.25)

per cui la (1.24) si riscrive nella forma:


0 = n t

(1.26)

Allora, lequazione di equilibrio al contorno si pu scrivere come:


n = t

1.3.4

(1.27)

Problema di Neumann

In definitiva lequazione indefinita di equilibrio (1.22) e la condizione ai limiti (1.27)


conducono al seguente problema alle derivate parziali per la determinazione di :
= 0
n = t

in
su

(1.28)

noto come problema di Neumann1 per lequazione di Laplace2 . E chiaro laspetto


puramente geometrico del problema (1.28). In analisi matematica si mostra che
1

John von Neumann (Budapest, 28 dicembre 1903 Washington, 8 febbraio 1957) matematico e informatico statunitense di origine ungherese. Fu una delle personalit scientifiche preminenti
del XX secolo cui si devono fondamentali contributi in campi come teoria degli insiemi, analisi
funzionale, topologia, fisica quantistica, economia, informatica, teoria dei giochi, fluidodinamica e
in molti altri settori della matematica.
2
Pierre Simon marchese di Laplace (Beaumont-en-Auge, 23 marzo 1749 Parigi, 5 marzo 1827) matematico, fisico e astronomo francese. Fu uno dei principali scienziati nel periodo
napoleonico. Ha dato fondamentali contribuiti a vari campi della matematica, dellastronomia e
della teoria della probabilit ed stato uno degli scienziati pi influenti al suo tempo, anche per il
suo contributo allaermazione del determinismo. Laplace, infatti, diede la svolta finale allastronomia matematica riassumendo ed estendendo il lavoro dei suoi predecessori nella sua opera in cinque
volumi Mcanique Cleste (Meccanica Celeste) (1799-1825). Questo capolavoro ha trasformato lo
studio geometrico della meccanica sviluppato da Newton in quello basato sullanalisi matematica.
Nel 1799 fu nominato ministro degli interni da Napoleone che nel 1806 gli confer il titolo di conte
dellImpero. Fu nominato marchese nel 1817, dopo la restaurazione dei Borboni.

CAPITOLO 1. TORSIONE

la soluzione del problema di Neumann esiste ed unica, a meno di una costante


arbitraria, purch sia soddisfatta la condizione:
Z
n = 0
(1.29)

Nel caso in esame la condizione di esistenza (1.29) soddisfatta. Infatti, tenendo


conto delle (1.27) e (1.25), si ha:
Z
Z
Z
1 2
t = 0
n =
t =
(1.30)

2
essendo (2 ) t un dierenziale esatto.
La costante a meno della quale si individua la soluzione del problema rappresenta
uno spostamento rigido lungo lasse 3 della trave. Indicando con = ue3 =
la componente dello spostamento del generico punto in direzione dellasse della trave,
lindeterminazione della soluzione del problema (1.28) eliminata ponendo nullo lo
spostamento medio:
Z
Z
Z
1
1
=
= = 0
=
= 0
(1.31)

in tal modo la funzione (1 2 ) resta univocamente determinata.

1.3.5

Risultanti

Anche in questo caso necessario verificare la validit della soluzione, controllando


che la risultante sia nulla ed il momento risultante dia il momento torcente applicato.
A tale scopo si osserva inizialmente che le caratteristiche della sollecitazione
ed M sono nulle essendo 33 = 0.
Si verifica poi che anche la caratteristica tagliante V sia nulla; ricordando che
n = 0 su , si pu scrivere:
Z
Z
0=
x ( n) =
x ( 3 )

che, per il teorema della divergenza fornisce:


Z
Z
( 3 ) =
( 3 )
0 =

Z
Z
=
3 + 3

Z
Z
=
3 + 3 =

(1.32)

1.4. FUNZIONE DI PRANDTL

visto che n = 0 su .
Per quanto riguarda il momento torcente si ha:
Z
Z

3
= e
x =
(1 23 2 13 )

Z
=
[1 ( 2 + 1 ) 2 (1 2 )]

Z
2

=
1 + 22 + 1 2 2 1

Z
= + (1 2 2 1 )

(1.33)

In definitiva si ottiene:

=

e3 x +

(1.34)

dove rappresenta il fattore di rigidezza torsionale:


Z
Z
= + (1 2 2 1 ) = + e3 x

La soluzione in termini di spostamenti, deformazioni e tensioni, del problema


dellequilibrio elastico della trave di sezione generica soggetta a torsione, quindi:
u=

( e3 + 3 e3 x)

=
( + e3 x)

=
( + e3 x)

1.4

(1.35)
(1.36)
(1.37)

Funzione di Prandtl

Il problema della torsione pu essere risolto in maniera alternativa attraverso luso


della funzione di Prandtl detta anche la funzione delle tensioni.
Si suppone che le tensioni derivino dalla funzione delle tensioni (o di Prandtl)
= (1 2 ) tramite la relazione:

2
= e3
=
(1.38)
1

ovvero in componenti:

1 = 2

2 = 1

(1.39)

In tal modo la terza equazione indefinita di equilibrio ( ( ) = 0) automaticamente soddisfatta.

10

CAPITOLO 1. TORSIONE

1.4.1

Problema di Dirichlet

Tenendo conto che le tensioni normali agenti sulla sezione retta sono nulle nella
sollecitazione di torsione, la quarta e la quinta equazione indefinita di congruenza,
scritte nel caso generale del problema della trave, conducono a:
( 132 231 )1 = 0
( 132 231 )2 = 0

(1.40)

ovvero il rotore del vettore deve essere un vettore costante. Ricordando lespressione (1.20) del vettore tensione tangenziale ottenuto partendo dalla cinematica del
problema, si ha:
e3 ( ) = ( 21 12 + 1 + 1) = 2

(1.41)

e quindi, ricordando la (1.40):


2 = (11 + 22 ) =

(1.42)

Lequazione (1.42) rappresenta la condizione necessaria e suciente di congruenza solo quando la sezione monoconnessa.
Per quanto riguarda la condizione di equilibrio sul mantello della trave, la (1.23)
si trasforma in:
0 = e3 n = e3 n = t

(1.43)

cio costante su . Nel caso di sezione monoconnessa la costante pu essere


posta uguale a zero perch lo stato tensionale non dipende da questa costante,
essendo ottenuto come gradiente di .
Lequazione di campo (1.42) con la condizione al limite (1.43) conducono al
problema di Dirichlet:
= 2
=0

in
su

Naturalmente, una qualsiasi funzione b definita come:


b = +

con costante risolve il problema (1.44).

(1.44)

1.4. FUNZIONE DI PRANDTL

1.4.2

11

Risultanti

Nasce ora lesigenza di verificare che la risultante delle tensioni sia nulla e che il
momento risultante fornisca una sollecitazione di pura torsione. La risultante delle
tensioni tangenziali definite dalla relazione (1.38) vale:

V=

e =

n e3 = 0

(1.45)

essendo = 0 sul contorno della sezione. Anche qualora si consideri la funzione b,


che assume valore sul contorno, si dimostra agevolmente che V = 0. Infatti:
Z

b e3

Z
Z
3
=
n e +
n e3

Z
= 0
t = 0

V =

(1.46)

Il momento torcente vale invece:

= e x = e x ( e3 )

Z
Z
3

3
= x e ( e ) = x

Z
Z
= ( x) + (x)
Z
Z
=
x n + 2

(1.47)

ma il primo integrale dellultimo termine nullo, essendo per la seconda delle (1.44)
= 0 su , per cui si ha:

(1.48)

12

CAPITOLO 1. TORSIONE

Nel caso si consideri b si perviene allo stesso risultato. Infatti, si ha:


Z
Z
b x n + 2 b

Z
Z
Z
Z
=
x n
x n + 2 + 2

Z
= 0 x + 2 + 2
Z
Z
= 0 2 + 2 + 2

Z
= 0 2 + 2 + 2

Z
=
2

1.4.3

Ingobbamento

Infine, invertendo la relazione (1.20) e tenendo conto della (1.38) si ricava lespressione del gradiente della funzione di ingobbamento in funzione della funzione delle
tensioni :
1
1 3
=
(1.49)
e3 x =
e ( x)


1
2
2
=
+

1
1
Noti che siano la funzione e langolo unitario di torsione tramite le equazione
(1.44) e (1.48), dalla (1.49) si ricava in funzione del momento torcente e quindi si
definiscono gli spostamenti della trave.

1.5

Sezione rettangolare allungata

Si considera ora il caso in cui la sezione della trave di forma rettangolare di dimensione con un lato di dimensione molto maggiore dellaltro: . In questo
caso non appare applicabile a rigore il principio di Saint-Venant, in quanto, come
risulta evidente, la sezione non compatta. Si suppone allora che la sollecitazione
di torsione sia applicata in modo opportuno sulle basi della trave, ed in seguito si
vedr cosa si intende per modo opportuno.
Si sceglie il sistema di riferimento in modo tale che lorigine sia baricentrica e
lasse 1 sia parallelo al lato maggiore , come mostrato in figura 1.3.
Se la sezione rattengolare sucientemente allungata, ed al limite il rapporto
tra il lato maggiore e quello minore tende ad infinito, appare giustificato supporre

1.5. SEZIONE RETTANGOLARE ALLUNGATA

13

b
x1

x2

Figura 1.3: Sezione rettangolare allungata.


che la tensione tangenziale non dipenda dallascissa 1 . Ci significa che 1 = 0.
La terza equazione indefinita di equilibrio (1.21), riscritta nella forma:
11 + 22 = 0

(1.50)

assicura che 22 = 0, ovvero la componente tangenziale 2 non dipende da 2 .


Daltra parte, la condizione al contorno sul mantello della trave (1.23) impone che
sul bordo della sezione la tensione tangenziale sia tangente al bordo stesso. Se
ne deduce che sui due lati maggiori della sezione rettangolare la tensione tangenziale
ha componente solo lungo la direzione 1 , ovvero 2 (2) = 0. Allora lungo ogni
corda la componente tangenziale 2 nulla.

1.5.1

Funzione di Prandtl

Si vuole ora arontare il problema della torsione per la sezione rettangolare allungata
tramite la teoria di Prandtl, utilizzando cio la funzione delle tensioni . Sulla base
delle considerazioni appena sviluppate, si tratta di costruire una funzione che
soddisfa le condizioni (1.44), ovvero che sia a laplaciano costante e che assuma
valore nullo per 2 = 2. A tale scopo si assume:

2
2
= 2 +
2
= 2
(1.51)
2
2
4
con costante che viene deteminata utilizzando lequazione di congruenza nel campo
(1.441 ):
= 2 = 2
(1.52)
In definitiva, ricavando la costante dallequazione (1.52) e sostituendola nella
forma di rappresentazione di (1.51), si ottiene:

2
2
= 2
(1.53)
4

14

CAPITOLO 1. TORSIONE

Langolo specifico di torsione si calcola imponendo che il momento risultante


delle tensioni tangenziali sia il valore assegnato . Infatti, utilizzando la formula
(1.48) si ha:

Z
Z
2

2
2
=
2 = 2
(1.54)
=
4

dove il fattore di rigidezza torsionale vale:


3
=
3

(1.55)

Invertendo la (1.54), tenuto conto della relazione (1.55), si ottiene finalmente:


3
=
3

(1.56)

Una volta trovato il valore di si sostituisce nellespressione (1.53) della funzione


di Prandtl e si ottiene:

3
2
2
=
2
(1.57)
3
4
Infine, utilizzando le espressioni (1.39) che forniscono le componenti della tensione tangenziale in funzione di , si ha:
1 = 2 =

6
2
3

2 = 1 = 0

(1.58)

Il modo opportuno, di cui si parlava in precedenza, con il quale viene applicata la


sollecitazione di torsione sulle basi della trave, definito dalla forma delle tensioni
tangenziali (1.58).
Nella generica sezione della trave, la tensione tangenziale massima in valore
assoluto si ha per 2 = 2:
3
max =
(1.59)
2

1.5.2

Eetto di bordo

Tenendo conto dellequazione (1.53) lespressione della tensione tangenziale (1.58)


pu essere riscritta nella forma equivalente:
1 = 2 2

2 = 0

(1.60)

Volendo allora calcolare il valore del momento torcente in funzione di , come


momento risultante della distribuzione delle tensioni tangenziali espresse dalla (1.60),

1.5. SEZIONE RETTANGOLARE ALLUNGATA

15

si ha:

= e x = e
x e1 (2 2 )

Z
Z
1
3
=
x e e (2 2 ) = 2 x e2 2

Z 2 Z 2
3
= 2
(2 )2 1 2 =
6
2 2

(1.61)

Si evidenzia che il risultato appena ottenuto tramite lespressione (1.61) in contrasto con quello ottenuto tramite la formula (1.54). Infatti la (1.61) fornisce un
momento torcente pari alla met di quello calcolato con la (1.54). Tale risultato
dovuto allapprossimazione ipotizzata sullandamento del vettore nella sezione.
Lespressione (1.53) considerata per la funzione di Prandtl non coerente
con la trattazione di Saint-Venant in quanto non soddisfa la condizione (1.442 ) per
1 = 2. Ci induce un errore che ovviamente sensibile nella prossimit degli
estremi della sezione e trascurabile nel resto della sezione, purch il rettangolo sia
sucientemente allungato. Tale approssimazione sulla funzione a sua volta induce
un approssimazione sullandamento delle tensioni tangenziali nella sezione. Esse possono essere considerate valutate con buona approssimazione nella parte centrale della
sezione, mentre presentano un andamento inaccettabile, secondo la teoria sviluppata
da Saint-Venant, per 1 = 2.
In realt, volendo soddisfare la condizione di mantello scarico su tutta la frontiera
della sezione, si dovr ammettere un dierente andamento delle tensioni tangenziali,
rispetto a quello definito dalla (1.58) o (1.60), in particolare in prossimit delle due
zone di estremit della sezione.
Si consideri allora una di queste due zone, e si imponga la condizione di equilibrio
su una qualsiasi parte P della sezione che risieda in questa zona, come mostrato in
figura 1.4.
Lequazione di equilibrio scritta in forma integrale su P fornisce:
Z
Z
0=
( ) =
n
(1.62)
P

ovvero, come noto per i cosidetti campi solenoidali a divergenza nulla, il flusso del
vettore entrante deve eguagliare quello uscente nella parte P della sezione. Con
riferimento alla figura 1.4, volendo allora rispettare la condizione di mantello laterale
della trave scarico, si dovr supporre che, per bilanciare il flusso entrante in P, la
tensione tangenziale in prossimit degli estremi della sezione deve cambiare direzione
ed assumere quindi componente non nulla in direzione di 2 . In definitiva, nelle zone
in prossimit di 1 = 2 si hanno tensioni tangenziali con componente non nulla
in direzione 2 .

16

CAPITOLO 1. TORSIONE

P
x1

Figura 1.4: Zona di estremit della sezione rettangolare allungata.


Ora, si torni al problema sorto dalla constatazione della dierente valutazione
del momento torcente fornita dalle espressioni (1.54) e (1.61). Si nota allora che
tramite la (1.54) si commette un errore tanto pi piccolo nella valutazione del volume definito dalla funzione , quanto pi la sezione allungata. Infatti la funzione
delle tensioni risulta errata solo in prossimit delle parti terminali della sezione. Al
contrario, tramite la (1.61), lerrore commesso notevole in quanto nella valutazione
del momento torcente non si tenuto assolutamente conto delle tensioni tangenziali
agenti in direzione 2 nella prossimit dei bordi della sezione. Tali tensioni, per
quanto relative ad una zona di piccola estenzione, hanno un braccio dapplicazione
pari circa 2, e quindi contribuiscono notevolmente nel calcolo del momento torcente. Per correggere allora la formula (1.61) si dovr tener conto anche del momento
torcente derivante dalle tensioni tangenziali 2 agenti nelle vicinanze delle estremit
della sezione rettangolare.
A tale scopo si suppone per semplicit che la dimensione di ognuna delle due
zona di estremit della sezione ove si hanno tensioni tangenziali 2 sia molto piccola,
come schematicamente riportato in figura 1.5.
Tenendo conto della formula (1.601 ), il flusso 1 delle tensioni tangenziali 1 vale:

2
Z 2
Z 2

2
1 =
(1.63)
1 = 2
=
2
4
2
2
Si consideri ora come parte la zona della sezione delimitata dalla linea tratteggiata
in figura 1.5. Lequazione (1.62) impone che il flusso totale 1 delle tensioni tangenziali 1 entranti in eguagli il flusso totale 2 delle tensioni tangenziali 2 uscenti
da . Ci implica che:

2
2 = 1 =
(1.64)
2
4
Se la dimensione di tende a zero, il valore di 2 non cambia. In tal modo, su
ognuna delle due corde di estremit della sezione rettangolare agir una distribuzione

1.5. SEZIONE RETTANGOLARE ALLUNGATA

17

1
q

P
2

x1

Figura 1.5: Distribuzione delle tensioni tangenziali nella zona di estremit della
sezione rettangolare.
parabolica di 2 . La risultante del flusso 2 vale:
=

2 2 =

2
22
4

2 =

3
6

(1.65)

In definitiva, si pu calcolare il momento torcente risultante dalla distribuzione


delle tensioni tangenziali come la somma del momento torcente ricavato dalla formula (1.61) aumentato dellapporto provocato dalla presenza delle forze agenti
sulle estremit della sezione:
=

3
3
3
+ =
6
6
3

(1.66)

che coincide perfettamente con la formula (1.54).

1.5.3

Ingobbamento

Infine, per quanto riguarda lingobbamento, la (1.49), per la particolare forma di


(1.53), fornisce:

1
2
2
22
2
2
+
+
=
=
(1.67)
=
1
0
1
1
1
ovvero:
1 = 2

2 = 1

(1.68)

18

CAPITOLO 1. TORSIONE

che integrate forniscono:


= 1 2 +

(1.69)

essendo una costante di integrazione. Dallequazione (1.69) si desume che lingobbamento della sezione generica della trave ha la forma di un paraboloide iperbolico.

1.6

Sezione sottile aperta

Si considera il caso in cui la sezione retta della trave sia costituita da una striscia
sottile di materiale di spessore variabile o non, avente come linea media la curva
piana, di lunghezza , di equazione:
1 = 1 ()

2 = 2 ()

(1.70)

con ascissa curvilinea del generico punto della linea media misurata a partire da
unorigine O, generalmente scelta in corrispondenza di unestremit della linea. Si
assume per ipotesi che la linea media non formi circuiti chiusi. In questo caso per
corda relativa allascissa curvilinea si intende sempre quella ortogonale alla linea
media della sezione, cui corrisponde uno spessore ().
La sezione sottile deve soddisfare alcuni requisiti geometrici:
()
() 1

() ()
ove () rappresenta il raggio di curvatura della linea media della sezione valutato
in corrispondenza dellascissa curvilinea .
Si esamina inizialmente un tratto di lunghezza infinitesima della sezione sottile. Si sceglie un riferimento locale destrogiro definito dal versore t della tangente
alla linea media della sezione e dal versore m definito come m = e3 t. Il generico
punto giacente sulla corda () individuato dalla distanza dalla linea media,
come mostrato in figura 1.6. Se il raggio di curvatura () della linea media della
striscia di materiale grande rispetto alla corda generica (), lelemento di sezione
di lunghezza pu con buona approssimazione essere considerato come un tratto
di una sezione di forma rettangolare allungata.
Analogamente al caso della sezione rettangolare allungata, in corrispondenza
della generica ascissa curvilinea, la funzione di Prandtl pu essere scelta con
buona approssimazione come quella definita dalla formula (1.53):

()2
2
=
(1.71)
4

1.6. SEZIONE SOTTILE APERTA

19

Figura 1.6: Generico tratto della sezione sottile.


Laliquota infinitesima di momento torcente assorbita dal tratto di lunghezza
per la relazione (1.48) vale:

Z 2
()2
()3

2
= 2

(1.72)
=
4
3
2
Integrando la (1.72) su tutta la linea media della sezione sottile allungata, si deve
ottenere il valore del momento torcente totale agente sulla sezione aperta:
Z
()3

=
=
(1.73)
3
0

Le tensioni tangenziali si calcolano tenendo conto delle espressioni (1.39), cio


derivando la funzione delle tensioni definta dalla (1.71) rispetto alla coordinata
nello spessore e rispetto allascissa curvilinea . In definitiva di ha:
= = 2
1
()
= =
() 0
2

(1.74)

ove lultimo termine della (1.742 ) tanto pi piccolo, e quindi trascurabile, quanto
pi lo spessore della sezione varia lentamente lungo lascissa curvilinea. In termini di momento torcente applicato, la componente non trascurabile della tensione
tangenziale si determina dalle relazioni (1.741 ) e (1.73):
=

(1.75a)

20

CAPITOLO 1. TORSIONE

che risulta analoga alla formula (1.58) ottenuta per la sezione rettangolare allungata. Infine la tensione tangenziale massima in valore assoluto, relativa allascissa
curvilinea , vale:

max =
()
(1.76a)

Nel caso che la sezione sottile ha spessore costante, cio la dimensione della
corda non dipende dallascissa curvilinea , il fattore di rigidezza torsionale vale:
Z
3
()3
=
(1.77)
=
3
3
0
Si nota che lespressione della rigidezza torsionale (1.77) perfettamente analoga a
quella deteminata per la sezione rettangolare allungata.
Lingobbamento della sezione si calcola, come gi fatto per la sezione rettangolare allungata, tramite la relazione (1.49). Infatti, il dierenziale lungo la linea
media vale:
1
= t =
(1.78)
t e3 x t

= x n =
essendo nulla la tensione tangenziale valutata in corrispondenza sulla linea media
ed avendo indicato con () la minima distanza tra la retta tangente la curva in
e lorigine degli assi di riferimento.
In definitiva la funzione di ingobbamento , per lequazione (1.78) si calcola
come:
Z
Z
b
() =
() =
(b
) b

(1.79)
0

con b
valore generico dellascissa curvilinea tra 0 e .

1.7

Sezione sottile chiusa

Si esamina ora il caso in cui la linea media della sezione sottile formi un circuito
chiuso. In tal caso la sezione detta chiusa. Lascissa curvilinea che percorre
la sezione chiusa scelta in modo da girare in senso antiorario lungo la striscia di
materiale che definisce la sezione.
Il problema della torsione per la sezione sottile chiusa si aronta, come gi fatto
per la sezione rettangolare allungata e per la sezione sottile aperta, in termini di
tensioni. A tale scopo, la condizione di congruenza (1.41), scritta ora nel riferimento
t m definito come in precedenza per la sezione aperta in figura 1.6, nel generico punto
giacente sulla linea media della sezione sottile fornisce:
= 2

(1.80)

1.7. SEZIONE SOTTILE CHIUSA

21

Daltra parte visto che lo spessore piccolo rispetto alla lunghezza della linea
media della sezione, si pu ragionevolmente supporre, come gi fatto per la sezione
rettangolare allungata e per la sezione sottile aperta, che la componente della tensione tangenziale in direzione normale sia nulla. Allora integrando lequazione
dierenziale (1.80), se ne deduce che la tensione tangenziale in direzione di t
funzione lineare di e si pu esprimere come:
= 2 + = +

(1.81)

dove rappresenta una costante di integrazione che in generale dipende dallascissa


curvilinea . Tramite la formula (1.81) la tensione tangenziale si scrive come somma
di una parte che, per la (1.741 ), equivale alla tensione tangenziale per una sezione
di uguale geometria, ma aperta, e da una parte dovuta proprio al fatto che la
sezione chiusa. In definitiva, la tensione tangenziale per una sezione sottile chiusa
soggetta a torsione assume la forma:
= + = ( + ) t

(1.82)

Ne seguito viene trascurata la parte della tensione tangenziale, in quanto,


come sar dimostrato risulta generalmente molto pi piccola di .
Lo stato tensionale determinato dal campo di tensioni tangenziali rispetta
ovunque la condizione di equilibrio sul mantello della trave. Si verifica allora il
soddisfacimento della terza equazione indefinita di equilibrio per il tratto generico
tratto della sezione sottile chiusa, come illustrato in figura 1.7. Scelta che sia la
posizione sulla linea media dellorigine dell ascissa curvilinea, si indichi con la
parte di sezione retta delimitata dalle corde ( 1 ) e ( 2 ). Lequazione di equilibrio
della parte fornisce:
Z
Z
Z
0 =
( ) =
n =
t n
(1.83)

Z ( 1 )2
Z ( 2 )2
=
t n +
t n
( 1 )2
Z ( 1 )2

( 1 )2

( 2 )2
( 2 )2

( 2 )2

= ( 2 ) ( 2 ) ( 1 ) ( 1 )

ove n rappresenta, come al solito, il versore della normale uscente a . Vista la


casuale scelta delle ascisse curvilinee 1 e 2 lequazione (1.83) conduce al risultato
che il prodotto () () costante su tutta la sezione sottile chiusa. Allo stesso
risultato possibile pervenire imponendo lequilibrio della parte di trave di lunghezza
unitaria, definita dalle due parti di sezioni definite dalle corde 1 e 2:
1 1 = 2 2

22

CAPITOLO 1. TORSIONE

c1
1

c1

1
2

c2

c2

2
Figura 1.7: Tensioni tangenziali per la sezione chiusa.
con evidente significato dei simboli.
Per prima cosa necessario verificare che la distribuzione di tensioni tangenziali
fornisca una sollecitazione di pura torsione. A tale scopo si deve inizialmente
controllare che la risultante V delle tensioni tangenziali definite dalla (1.81) sia
nulla. Si ha infatti:
Z
Z
V=
t =
t = 0
(1.84)

Con riferimento alla figura 1.8, il momento risultante delle tensioni tangenziali
dovuta alle tensioni tangenziali vale:
Z
Z

3
= e x t =
() = 2
(1.85)

dove () il doppio dellarea del triangolo di base ed altezza () rappresentato in figura 1.8 e rappresenta larea della figura geometrica che ha per contorno
la linea media della sezione sottile.
Si nota che, poich lascissa curvilinea gira in senso antiorario nella sezione, il
vettore m rappresenta la normale uscente da . Invertendo lequazione (1.85) si
ottiene la prima formula di Bredt:

=
2

(1.86)

1.7. SEZIONE SOTTILE CHIUSA

23

h()
h()d
d

Figura 1.8: Equilibrio alla rotazione della sezione chiusa.


La formula (1.85), ovvero la sua forma inversa (1.86), fornisce la relazione tra il
valore del momento torcente la distribuzione di tensioni tangenziali .
Volendo ricavare la relazione tra il valore del momento torcente e langolo
unitario di torsione , si applica il principio dei lavori virtuali per un tratto di
trave di lunghezza unitaria. Il sistema delle forze fornito dalla distribuzione delle
tensioni tangenziali che hanno momento torcente risultante unitario:
1
2

(1.87)

Gli scorrimenti angolari, valutati nel sistema degli spostamenti, sono ricavati utilizzando la relazione (1.86):
1
1
= =
(1.88)

2
Eguagliando il lavoro virtuale esterno con quello virtuale interno si ottiene:
1=

1
1

=
2 2
4 2

(1.89)

La relazione (1.89) nota come seconda formula di Bredt. Il fattore di rigidezza


torsionale proprio della sezione chiusa vale:
4 2

= Z

(1.90)

24

CAPITOLO 1. TORSIONE

per cui la seconda formula di Bredt si riscrive nella forma:


=

(1.91)

Indicando con il momento torcente risultante delle tensioni e con il


corrispondende fattore di rigidezza torsionale, poich langolo unitario di torsione
deve essere lo stesso se calcolato invertendo la (1.73) o tramite la (1.91), accade che:

=
=
=


(1.92)

dove = + ed il fattore di rigidezza torsionale totale si ottiene come:


Z
4 2
()3
(1.93)
= + =
+ Z
1
3
0

0
Le relazioni (1.92) permettono di determinare la parte di momento torcente
e la parte del momento torcente totale in funzione dei fattori di rigidezza
torsionale , e . Infatti, si ha:
=

(1.94)

Allo scopo di valutare lordine di grandezza relativo tra i momenti e , si


considera il caso di una sezione con spessore costante. Le formule (1.77), (1.90)
e le espressioni (1.94) relative alla ripartizione del momento torcente totale
forniscono:
2

3
( )2
1
=
=
=
=
(1.95)

3 4 2
12 2
12
Larea della sezione della trave generalmente molto pi piccola dellarea iscritta
dalla linea media, per cui il rapporto tra queste due superfici pu ritenersi molto
minore dellunit:

1
(1.96)

Ne consegue allora che le espressioni (1.94) possono assumere la forma approssimata:
=

(1.97)

In questo spirito, si ammette che la tensione tangenziale totale fornita dalla sola
parte , mentre la parte di tensione relativa alla sezione aperta trascurabile.

1.7. SEZIONE SOTTILE CHIUSA

25

Per quanto riguarda lingobbamento della sezione, in base alla (1.20) ed alla
prima formula di Bredt (1.86), si ha:

1 t

3
t =
e x t=
xn
(1.98)
2

Integrando ed eliminando la costante di integrazione tramite la classica condizione


che la funzione di ingobbamento abbia valore medio nullo sullarea, si calcola la
funzione ().

1.7.1

Sezione triconnessa

Si esamina il caso in cui la sezione sottile sia triconnessa ovvero costituita da due
maglie chiuse. Si denotino con 1 e con 2 i valori dei flussi nelle due maglie come
illustrato in figura 1.9, tali che:
1 = 21 1

2 = 22 2

(1.99)

con 1 ed 2 rispettivamente le aree delle maglie 1 e 2, ed inoltre con:


= 1 + 2 = 21 1 + 22 2

(1.100)

Per determinare langolo unitario di rotazione si applica il principio dei lavori


virtuali. Poich si intende determinare la rotazione della sezione, si sceglie un sistema
di forze definito dalla sezione oggetto di studio sollecitata da una coppia torcente
unitaria. Si ricorda che per applicare il PLV si deve considerare un sistema di
tensioni in equilibrio, e non necessariamente congruente, con le forze assegnate. Si
scelgono allora due sistemi di tensioni in equilibrio con la coppia torcente unitaria,
come illustrato in figura 1.9.
Considerando i due sistemi di forze SF1 ed SF2, il PLV fornisce le equazioni:
Z
Z

=
1 1
1 2
(1.101)
1
12
Z
Z
1 1
1 2


=
1 21
12 21
Z
Z
2
1
1
1

=
21 1
21 12
Z

2 1
Z
Z
1 2
1 1


=
2 22
12 22
Z
Z
1
1
1
2

=
22 2
22 12

2 2

12

(1.102)

26

CAPITOLO 1. TORSIONE

Mt

q1

q2

SS

q 1*

q2*

SF1

SF2

Figura 1.9: Sezione triconnessa soggetta a torsione.


avendo indicato con 1 la maglia 1, con 2 la maglia 2 e con 1-2 il tratto comune
della maglia 1 e 2. In definitiva, si ottiene il seguente sistema di 3 equazioni nelle 3
incognite , 1 , 2 :
= 21 1 + 22 2
Z
Z
2
1
1

=
21 1
21 12
Z
Z
1
1
2

=
22 2
22 12

(1.103)
1

Risolvendo il sistema 1.103 possibile determinare la distribuzione delle tensioni


tangenziali ed il valore dellangolo unitario di torsione per la sezione triconnessa.
Il procedimento pu essere esteso al caso di sezioni pi volte connesse.

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