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TORSIONE
1.1
Sollecitazione di torsione
1.2
CAPITOLO 1. TORSIONE
Mt
Mt
ingobbamento
(a)
Mt
Mt
(b)
Figura 1.1: Momento torcente per sezione circolare.
Per dimostrare la validit di tale ipotesi nel caso di sezione circolare, si ragiona come segue. Si supponga che si verifichino ingobbamenti per eetto della
sollecitazione di torsione. Vista la simmetria polare della sezione, tutti i punti che
giacciono su una stessa circonferenza dovranno avere uguale spostamento in direzione
dellasse della trave. In figura 1.1(a) riportata schematicamente una possibile deformata della trave supponendo che si ingobbi. Ruotando di lo schema di figura
1.1(a), come illustrato in figura 1.1(b), si ottiene lo stesso schema di partenza ma
con spostamenti assiali opposti a quelli dati in figura 1.1(a). Ci impossibile, data
lunicit della soluzione del problema dellequilibrio elastico, per cui deve accadere
che, per il caso in esame, non si verificano ingobbamenti delle sezioni.
Visto allora che la cinematica della trave consiste solamente nella rotazione rigida
delle sezioni intorno allasse della trave, nellipotesi di piccoli spostamenti, la forma
del vettore spostamento del tipo:
1 = 2 3
2 = 1 3
3 = 0
(1.1)
fornito da:
11 = 22 = 33 = 12 = 0
213 = 2
1
223 =
Per comodit di notazione si introduce il vettore di deformazione come:
1 213
=
= x
=
2 223
dove
x = (e x) =
2
1
(1.2)
(1.3)
(1.4)
(1.5)
1 13
=
= (e3 x)
=
(1.6)
2 23
Si deve ora verificare che le (1.1), (1.2) e (1.5) siano la soluzione del problema
dellequilibrio elastico della torsione per la trave con sezione circolare. Ci significa
che necessario controllare che le equazioni indefinite dellequilibrio e le condizioni
ai limiti sulle basi e sul mantello della trave, siano rispettate.
Per quanto riguarda le equazioni indefinite di equilibrio, per la (1.6) si ha:
0 = 3 = 3 (e3 x)
0 = ( ) = (e3 x)
(1.7)
la prima delle (1.7) verificata poich costante lungo lasse della trave per
ipotesi, la seconda anchessa verificata essendo (e3 x) = 0.
La condizioni ai limiti sul mantello della trave si riducono a:
0 = n = (e3 x) n
(1.8)
CAPITOLO 1. TORSIONE
che risulta banalmente verificata essendo, in ogni punto della frontiera della sezione
retta, x coassiale con n, normale al contorno della sezione retta, cio n = x kxk.
Non resta ora che controllare lequivalenza tra la risultante delle tensioni agenti
sulle basi della trave e la sollecitazione di momento torcente. Poich 33 = 0, lo sforzo
normale ed il momento flettente sono nulli. La risultante delle tensioni tangenziali
vale:
Z
Z
3
= e x = e3 S = 0
(1.9)
V=
3
3
x = e x (e3 x)
(1.10)
= e
Z
Z
= (e3 x) (e3 x) = x x
(1.11)
(e3 x)
(1.12)
=
(e3 x)
(1.13)
3
(e x)
(1.14)
=
La tensione tangenziale massima max avviene per kxk massima, e cio quando
kxk = e vale:
2
(1.15)
max =
3
Analogo ragionamento vale per la sezione circolare cava concentrica, per la quale
il momento polare dinerzia vale = (4 4 ) 2, essendo il raggio esterno ed
il raggio interno.
G
x1
x
t
n
x2
1.3
La soluzione trovata per il caso della sezione circolare non va pi bene quando la
sezione della trave non ha forma circolare. Infatti, nel caso di sezione generica la
condizione al contorno n = 0 in generale potrebbe non essere pi soddisfatta,
perch pu accadere che n 6= x kxk, come si pu facilmente intuire dalla figura 1.2.
Daltra parte, il ragionamento che escludeva la possibilit di ingobbamento fatto
su base intuitiva ma poi avvalorato dalle equazioni sviluppate per il caso della trave
a sezione circolare, non pi valido quando la sezione della trave in esame di forma
generica.
1.3.1
Cinematica
La cinematica ipotizzabile nel caso di sezione qualsiasi consiste nella rotazione relativa tra le sezioni della trave secondo unangolo specifico di rotazione costante
lungo lasse della trave, come gi visto per la sezione circolare, ed un ingobbamento
della sezione anchesso costante rispetto ad 3 . In pratica si suppone che il vettore
di spostamento abbia la forma:
u = 3 (e3 x) + e3
(1.16)
CAPITOLO 1. TORSIONE
1 213
= ( + e3 x)
=
=
2 223
1.3.2
(1.17)
(1.18)
Legame costitutivo
(1.19)
ovvero, introducendo il vettore le cui due componenti sono proprio le tensioni tangenziali non nulle:
1 13
= ( + e3 x)
=
=
(1.20)
2 23
1.3.3
Equilibrio
(1.21)
Come accadeva nel caso della sezione circolare, la prima delle (1.21) verificata
poich, per ipotesi, costante lungo lasse della trave. Al contrario, la seconda
delle (1.21) non automaticamente verificata e conduce allequazione di campo:
() = = 11 + 22 = 0
(1.22)
essendo (e3 x) = 0.
Lequazione ai limiti sul mantello della trave fornisce:
0 = n = ( + e3 x) n
(1.23)
La (1.23) equivale a:
0 = n + e3 x n
= n e3 n x
= n t x
(1.24)
(1.25)
(1.26)
1.3.4
(1.27)
Problema di Neumann
in
su
(1.28)
John von Neumann (Budapest, 28 dicembre 1903 Washington, 8 febbraio 1957) matematico e informatico statunitense di origine ungherese. Fu una delle personalit scientifiche preminenti
del XX secolo cui si devono fondamentali contributi in campi come teoria degli insiemi, analisi
funzionale, topologia, fisica quantistica, economia, informatica, teoria dei giochi, fluidodinamica e
in molti altri settori della matematica.
2
Pierre Simon marchese di Laplace (Beaumont-en-Auge, 23 marzo 1749 Parigi, 5 marzo 1827) matematico, fisico e astronomo francese. Fu uno dei principali scienziati nel periodo
napoleonico. Ha dato fondamentali contribuiti a vari campi della matematica, dellastronomia e
della teoria della probabilit ed stato uno degli scienziati pi influenti al suo tempo, anche per il
suo contributo allaermazione del determinismo. Laplace, infatti, diede la svolta finale allastronomia matematica riassumendo ed estendendo il lavoro dei suoi predecessori nella sua opera in cinque
volumi Mcanique Cleste (Meccanica Celeste) (1799-1825). Questo capolavoro ha trasformato lo
studio geometrico della meccanica sviluppato da Newton in quello basato sullanalisi matematica.
Nel 1799 fu nominato ministro degli interni da Napoleone che nel 1806 gli confer il titolo di conte
dellImpero. Fu nominato marchese nel 1817, dopo la restaurazione dei Borboni.
CAPITOLO 1. TORSIONE
2
essendo (2 ) t un dierenziale esatto.
La costante a meno della quale si individua la soluzione del problema rappresenta
uno spostamento rigido lungo lasse 3 della trave. Indicando con = ue3 =
la componente dello spostamento del generico punto in direzione dellasse della trave,
lindeterminazione della soluzione del problema (1.28) eliminata ponendo nullo lo
spostamento medio:
Z
Z
Z
1
1
=
= = 0
=
= 0
(1.31)
1.3.5
Risultanti
Z
Z
=
3 + 3
Z
Z
=
3 + 3 =
(1.32)
visto che n = 0 su .
Per quanto riguarda il momento torcente si ha:
Z
Z
3
= e
x =
(1 23 2 13 )
Z
=
[1 ( 2 + 1 ) 2 (1 2 )]
Z
2
=
1 + 22 + 1 2 2 1
Z
= + (1 2 2 1 )
(1.33)
In definitiva si ottiene:
=
e3 x +
(1.34)
( e3 + 3 e3 x)
=
( + e3 x)
=
( + e3 x)
1.4
(1.35)
(1.36)
(1.37)
Funzione di Prandtl
2
= e3
=
(1.38)
1
ovvero in componenti:
1 = 2
2 = 1
(1.39)
10
CAPITOLO 1. TORSIONE
1.4.1
Problema di Dirichlet
Tenendo conto che le tensioni normali agenti sulla sezione retta sono nulle nella
sollecitazione di torsione, la quarta e la quinta equazione indefinita di congruenza,
scritte nel caso generale del problema della trave, conducono a:
( 132 231 )1 = 0
( 132 231 )2 = 0
(1.40)
ovvero il rotore del vettore deve essere un vettore costante. Ricordando lespressione (1.20) del vettore tensione tangenziale ottenuto partendo dalla cinematica del
problema, si ha:
e3 ( ) = ( 21 12 + 1 + 1) = 2
(1.41)
(1.42)
Lequazione (1.42) rappresenta la condizione necessaria e suciente di congruenza solo quando la sezione monoconnessa.
Per quanto riguarda la condizione di equilibrio sul mantello della trave, la (1.23)
si trasforma in:
0 = e3 n = e3 n = t
(1.43)
in
su
(1.44)
1.4.2
11
Risultanti
Nasce ora lesigenza di verificare che la risultante delle tensioni sia nulla e che il
momento risultante fornisca una sollecitazione di pura torsione. La risultante delle
tensioni tangenziali definite dalla relazione (1.38) vale:
V=
e =
n e3 = 0
(1.45)
b e3
Z
Z
3
=
n e +
n e3
Z
= 0
t = 0
V =
(1.46)
= e x = e x ( e3 )
Z
Z
3
3
= x e ( e ) = x
Z
Z
= ( x) + (x)
Z
Z
=
x n + 2
(1.47)
ma il primo integrale dellultimo termine nullo, essendo per la seconda delle (1.44)
= 0 su , per cui si ha:
(1.48)
12
CAPITOLO 1. TORSIONE
Z
Z
Z
Z
=
x n
x n + 2 + 2
Z
= 0 x + 2 + 2
Z
Z
= 0 2 + 2 + 2
Z
= 0 2 + 2 + 2
Z
=
2
1.4.3
Ingobbamento
Infine, invertendo la relazione (1.20) e tenendo conto della (1.38) si ricava lespressione del gradiente della funzione di ingobbamento in funzione della funzione delle
tensioni :
1
1 3
=
(1.49)
e3 x =
e ( x)
1
2
2
=
+
1
1
Noti che siano la funzione e langolo unitario di torsione tramite le equazione
(1.44) e (1.48), dalla (1.49) si ricava in funzione del momento torcente e quindi si
definiscono gli spostamenti della trave.
1.5
Si considera ora il caso in cui la sezione della trave di forma rettangolare di dimensione con un lato di dimensione molto maggiore dellaltro: . In questo
caso non appare applicabile a rigore il principio di Saint-Venant, in quanto, come
risulta evidente, la sezione non compatta. Si suppone allora che la sollecitazione
di torsione sia applicata in modo opportuno sulle basi della trave, ed in seguito si
vedr cosa si intende per modo opportuno.
Si sceglie il sistema di riferimento in modo tale che lorigine sia baricentrica e
lasse 1 sia parallelo al lato maggiore , come mostrato in figura 1.3.
Se la sezione rattengolare sucientemente allungata, ed al limite il rapporto
tra il lato maggiore e quello minore tende ad infinito, appare giustificato supporre
13
b
x1
x2
(1.50)
1.5.1
Funzione di Prandtl
Si vuole ora arontare il problema della torsione per la sezione rettangolare allungata
tramite la teoria di Prandtl, utilizzando cio la funzione delle tensioni . Sulla base
delle considerazioni appena sviluppate, si tratta di costruire una funzione che
soddisfa le condizioni (1.44), ovvero che sia a laplaciano costante e che assuma
valore nullo per 2 = 2. A tale scopo si assume:
2
2
= 2 +
2
= 2
(1.51)
2
2
4
con costante che viene deteminata utilizzando lequazione di congruenza nel campo
(1.441 ):
= 2 = 2
(1.52)
In definitiva, ricavando la costante dallequazione (1.52) e sostituendola nella
forma di rappresentazione di (1.51), si ottiene:
2
2
= 2
(1.53)
4
14
CAPITOLO 1. TORSIONE
Z
Z
2
2
2
=
2 = 2
(1.54)
=
4
(1.55)
(1.56)
3
2
2
=
2
(1.57)
3
4
Infine, utilizzando le espressioni (1.39) che forniscono le componenti della tensione tangenziale in funzione di , si ha:
1 = 2 =
6
2
3
2 = 1 = 0
(1.58)
1.5.2
Eetto di bordo
2 = 0
(1.60)
15
si ha:
= e x = e
x e1 (2 2 )
Z
Z
1
3
=
x e e (2 2 ) = 2 x e2 2
Z 2 Z 2
3
= 2
(2 )2 1 2 =
6
2 2
(1.61)
Si evidenzia che il risultato appena ottenuto tramite lespressione (1.61) in contrasto con quello ottenuto tramite la formula (1.54). Infatti la (1.61) fornisce un
momento torcente pari alla met di quello calcolato con la (1.54). Tale risultato
dovuto allapprossimazione ipotizzata sullandamento del vettore nella sezione.
Lespressione (1.53) considerata per la funzione di Prandtl non coerente
con la trattazione di Saint-Venant in quanto non soddisfa la condizione (1.442 ) per
1 = 2. Ci induce un errore che ovviamente sensibile nella prossimit degli
estremi della sezione e trascurabile nel resto della sezione, purch il rettangolo sia
sucientemente allungato. Tale approssimazione sulla funzione a sua volta induce
un approssimazione sullandamento delle tensioni tangenziali nella sezione. Esse possono essere considerate valutate con buona approssimazione nella parte centrale della
sezione, mentre presentano un andamento inaccettabile, secondo la teoria sviluppata
da Saint-Venant, per 1 = 2.
In realt, volendo soddisfare la condizione di mantello scarico su tutta la frontiera
della sezione, si dovr ammettere un dierente andamento delle tensioni tangenziali,
rispetto a quello definito dalla (1.58) o (1.60), in particolare in prossimit delle due
zone di estremit della sezione.
Si consideri allora una di queste due zone, e si imponga la condizione di equilibrio
su una qualsiasi parte P della sezione che risieda in questa zona, come mostrato in
figura 1.4.
Lequazione di equilibrio scritta in forma integrale su P fornisce:
Z
Z
0=
( ) =
n
(1.62)
P
ovvero, come noto per i cosidetti campi solenoidali a divergenza nulla, il flusso del
vettore entrante deve eguagliare quello uscente nella parte P della sezione. Con
riferimento alla figura 1.4, volendo allora rispettare la condizione di mantello laterale
della trave scarico, si dovr supporre che, per bilanciare il flusso entrante in P, la
tensione tangenziale in prossimit degli estremi della sezione deve cambiare direzione
ed assumere quindi componente non nulla in direzione di 2 . In definitiva, nelle zone
in prossimit di 1 = 2 si hanno tensioni tangenziali con componente non nulla
in direzione 2 .
16
CAPITOLO 1. TORSIONE
P
x1
2
Z 2
Z 2
2
1 =
(1.63)
1 = 2
=
2
4
2
2
Si consideri ora come parte la zona della sezione delimitata dalla linea tratteggiata
in figura 1.5. Lequazione (1.62) impone che il flusso totale 1 delle tensioni tangenziali 1 entranti in eguagli il flusso totale 2 delle tensioni tangenziali 2 uscenti
da . Ci implica che:
2
2 = 1 =
(1.64)
2
4
Se la dimensione di tende a zero, il valore di 2 non cambia. In tal modo, su
ognuna delle due corde di estremit della sezione rettangolare agir una distribuzione
17
1
q
P
2
x1
Figura 1.5: Distribuzione delle tensioni tangenziali nella zona di estremit della
sezione rettangolare.
parabolica di 2 . La risultante del flusso 2 vale:
=
2 2 =
2
22
4
2 =
3
6
(1.65)
3
3
3
+ =
6
6
3
(1.66)
1.5.3
Ingobbamento
1
2
2
22
2
2
+
+
=
=
(1.67)
=
1
0
1
1
1
ovvero:
1 = 2
2 = 1
(1.68)
18
CAPITOLO 1. TORSIONE
(1.69)
essendo una costante di integrazione. Dallequazione (1.69) si desume che lingobbamento della sezione generica della trave ha la forma di un paraboloide iperbolico.
1.6
Si considera il caso in cui la sezione retta della trave sia costituita da una striscia
sottile di materiale di spessore variabile o non, avente come linea media la curva
piana, di lunghezza , di equazione:
1 = 1 ()
2 = 2 ()
(1.70)
con ascissa curvilinea del generico punto della linea media misurata a partire da
unorigine O, generalmente scelta in corrispondenza di unestremit della linea. Si
assume per ipotesi che la linea media non formi circuiti chiusi. In questo caso per
corda relativa allascissa curvilinea si intende sempre quella ortogonale alla linea
media della sezione, cui corrisponde uno spessore ().
La sezione sottile deve soddisfare alcuni requisiti geometrici:
()
() 1
() ()
ove () rappresenta il raggio di curvatura della linea media della sezione valutato
in corrispondenza dellascissa curvilinea .
Si esamina inizialmente un tratto di lunghezza infinitesima della sezione sottile. Si sceglie un riferimento locale destrogiro definito dal versore t della tangente
alla linea media della sezione e dal versore m definito come m = e3 t. Il generico
punto giacente sulla corda () individuato dalla distanza dalla linea media,
come mostrato in figura 1.6. Se il raggio di curvatura () della linea media della
striscia di materiale grande rispetto alla corda generica (), lelemento di sezione
di lunghezza pu con buona approssimazione essere considerato come un tratto
di una sezione di forma rettangolare allungata.
Analogamente al caso della sezione rettangolare allungata, in corrispondenza
della generica ascissa curvilinea, la funzione di Prandtl pu essere scelta con
buona approssimazione come quella definita dalla formula (1.53):
()2
2
=
(1.71)
4
19
Z 2
()2
()3
2
= 2
(1.72)
=
4
3
2
Integrando la (1.72) su tutta la linea media della sezione sottile allungata, si deve
ottenere il valore del momento torcente totale agente sulla sezione aperta:
Z
()3
=
=
(1.73)
3
0
(1.74)
ove lultimo termine della (1.742 ) tanto pi piccolo, e quindi trascurabile, quanto
pi lo spessore della sezione varia lentamente lungo lascissa curvilinea. In termini di momento torcente applicato, la componente non trascurabile della tensione
tangenziale si determina dalle relazioni (1.741 ) e (1.73):
=
(1.75a)
20
CAPITOLO 1. TORSIONE
che risulta analoga alla formula (1.58) ottenuta per la sezione rettangolare allungata. Infine la tensione tangenziale massima in valore assoluto, relativa allascissa
curvilinea , vale:
max =
()
(1.76a)
Nel caso che la sezione sottile ha spessore costante, cio la dimensione della
corda non dipende dallascissa curvilinea , il fattore di rigidezza torsionale vale:
Z
3
()3
=
(1.77)
=
3
3
0
Si nota che lespressione della rigidezza torsionale (1.77) perfettamente analoga a
quella deteminata per la sezione rettangolare allungata.
Lingobbamento della sezione si calcola, come gi fatto per la sezione rettangolare allungata, tramite la relazione (1.49). Infatti, il dierenziale lungo la linea
media vale:
1
= t =
(1.78)
t e3 x t
= x n =
essendo nulla la tensione tangenziale valutata in corrispondenza sulla linea media
ed avendo indicato con () la minima distanza tra la retta tangente la curva in
e lorigine degli assi di riferimento.
In definitiva la funzione di ingobbamento , per lequazione (1.78) si calcola
come:
Z
Z
b
() =
() =
(b
) b
(1.79)
0
con b
valore generico dellascissa curvilinea tra 0 e .
1.7
Si esamina ora il caso in cui la linea media della sezione sottile formi un circuito
chiuso. In tal caso la sezione detta chiusa. Lascissa curvilinea che percorre
la sezione chiusa scelta in modo da girare in senso antiorario lungo la striscia di
materiale che definisce la sezione.
Il problema della torsione per la sezione sottile chiusa si aronta, come gi fatto
per la sezione rettangolare allungata e per la sezione sottile aperta, in termini di
tensioni. A tale scopo, la condizione di congruenza (1.41), scritta ora nel riferimento
t m definito come in precedenza per la sezione aperta in figura 1.6, nel generico punto
giacente sulla linea media della sezione sottile fornisce:
= 2
(1.80)
21
Daltra parte visto che lo spessore piccolo rispetto alla lunghezza della linea
media della sezione, si pu ragionevolmente supporre, come gi fatto per la sezione
rettangolare allungata e per la sezione sottile aperta, che la componente della tensione tangenziale in direzione normale sia nulla. Allora integrando lequazione
dierenziale (1.80), se ne deduce che la tensione tangenziale in direzione di t
funzione lineare di e si pu esprimere come:
= 2 + = +
(1.81)
(1.82)
Z ( 1 )2
Z ( 2 )2
=
t n +
t n
( 1 )2
Z ( 1 )2
( 1 )2
( 2 )2
( 2 )2
( 2 )2
= ( 2 ) ( 2 ) ( 1 ) ( 1 )
22
CAPITOLO 1. TORSIONE
c1
1
c1
1
2
c2
c2
2
Figura 1.7: Tensioni tangenziali per la sezione chiusa.
con evidente significato dei simboli.
Per prima cosa necessario verificare che la distribuzione di tensioni tangenziali
fornisca una sollecitazione di pura torsione. A tale scopo si deve inizialmente
controllare che la risultante V delle tensioni tangenziali definite dalla (1.81) sia
nulla. Si ha infatti:
Z
Z
V=
t =
t = 0
(1.84)
Con riferimento alla figura 1.8, il momento risultante delle tensioni tangenziali
dovuta alle tensioni tangenziali vale:
Z
Z
3
= e x t =
() = 2
(1.85)
dove () il doppio dellarea del triangolo di base ed altezza () rappresentato in figura 1.8 e rappresenta larea della figura geometrica che ha per contorno
la linea media della sezione sottile.
Si nota che, poich lascissa curvilinea gira in senso antiorario nella sezione, il
vettore m rappresenta la normale uscente da . Invertendo lequazione (1.85) si
ottiene la prima formula di Bredt:
=
2
(1.86)
23
h()
h()d
d
(1.87)
Gli scorrimenti angolari, valutati nel sistema degli spostamenti, sono ricavati utilizzando la relazione (1.86):
1
1
= =
(1.88)
2
Eguagliando il lavoro virtuale esterno con quello virtuale interno si ottiene:
1=
1
1
=
2 2
4 2
(1.89)
= Z
(1.90)
24
CAPITOLO 1. TORSIONE
(1.91)
=
=
=
(1.92)
0
Le relazioni (1.92) permettono di determinare la parte di momento torcente
e la parte del momento torcente totale in funzione dei fattori di rigidezza
torsionale , e . Infatti, si ha:
=
(1.94)
3
( )2
1
=
=
=
=
(1.95)
3 4 2
12 2
12
Larea della sezione della trave generalmente molto pi piccola dellarea iscritta
dalla linea media, per cui il rapporto tra queste due superfici pu ritenersi molto
minore dellunit:
1
(1.96)
Ne consegue allora che le espressioni (1.94) possono assumere la forma approssimata:
=
(1.97)
In questo spirito, si ammette che la tensione tangenziale totale fornita dalla sola
parte , mentre la parte di tensione relativa alla sezione aperta trascurabile.
25
Per quanto riguarda lingobbamento della sezione, in base alla (1.20) ed alla
prima formula di Bredt (1.86), si ha:
1 t
3
t =
e x t=
xn
(1.98)
2
1.7.1
Sezione triconnessa
Si esamina il caso in cui la sezione sottile sia triconnessa ovvero costituita da due
maglie chiuse. Si denotino con 1 e con 2 i valori dei flussi nelle due maglie come
illustrato in figura 1.9, tali che:
1 = 21 1
2 = 22 2
(1.99)
(1.100)
=
1 1
1 2
(1.101)
1
12
Z
Z
1 1
1 2
=
1 21
12 21
Z
Z
2
1
1
1
=
21 1
21 12
Z
2 1
Z
Z
1 2
1 1
=
2 22
12 22
Z
Z
1
1
1
2
=
22 2
22 12
2 2
12
(1.102)
26
CAPITOLO 1. TORSIONE
Mt
q1
q2
SS
q 1*
q2*
SF1
SF2
(1.103)
1