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1.2.3 Le 'Atlantidi-Ersatz'
1.2.3.1 Generalit
1.2.3.2 L'Atlantide nel Mare del Nord di Jrgen Spanuth
1.2.3.3 Le 'Atlantidi' sotterranee
1.3 Mu
1.4 Lemuria
1.5 Gondwana
1.6 Iperborea
1.7 Qualche conclusione
2. Welteislehre - la Luna, arbitra dei destini umani
2.1 La Welteislehre
2.2 'Umanit' arcaiche e catastrofi cosmiche
2.3 La Luna, arbitra dei destini umani
2.3.1 Metafisica lunare
2.3.2 Luna metafisica e Luna astronomica
3. Cesure epocali
INTRODUZIONE
tema non
tanto nuovo: ai tempi della 'guerra fredda', il 'dopo' era generalmente
presentato come il post-olocausto nucleare, a sua volta
prospettato come un
'fenomeno della natura', per prevenire il quale non c'era niente da fare.
Adesso, la tematica del post-catastrofe ecologica si fa avanti sempre pi
insistentemente - non senza una valida ragione - presentata anche quella
Sandrigo, 24-30.01.01
1. ATLANTIDE, MU, LEMURIA, GONDWANA, IPERBOREA
che di antropogenesi si possa parlare) si perde nella notte dei tempi (4).
La presunta 'modernit' della specie umana, sostenuta maldestramente dalla
scienza ufficiale contemporanea, obbedisce al dogma evoluzionistico
darwiniano e non ha niente di veramente scientifico.
I testi teosofici (e non solo quelli) molto spesso dicono di fare
riferimento a documenti di antichit immemoriale, la cui visione permessa
solo a persone 'qualificate' (la Blawacki faceva riferimento a un
fantomatico libro tibetano, le cosiddette Stanze di Dzyan [5], mentre il gi
citato Scott-Elliot parla di antichissime mappe su terracotta o pergamena);
nonch a fonti psichiche (6), cio alle possibilit parapsicologiche di
certi 'veggenti' particolarmente dotati.
Si tratta, chiaro, di fonti poco verificabili e anche magari opinabili; il
che non togli che, nell'insieme, la visione teosofica sia, a parer nostro,
adatta a fare da struttura portante per questo argomento. Essa fu adottata,
peraltro, dallo stesso Julius Evola (7).
N le 'fonti psichiche' vanno prese del tutto sottogamba - anche se,
ovviamente, ci vuole un certo criterio nel valutarle. In riguardo, il caso
di ricordare che l'Atlantide non fu un'invenzione di Platone, n egli
l'unico autore dell'antichit che ne parla: invece vero che la 'nozione'
di una grande civilt scomparsa posta a 'occidente' ('oltre le Colonne
d'Ercole') era molto diffusa a quei tempi - essa circolava nella 'psiche
collettiva' dell'Europa antica. Viceversa, nell'Africa nera c'era una
diffusissima 'nozione' secondo la quale i negri non si consideravano una
razza giovane, ma enormemente arcaica e crepuscolare (8) - e i negri
sarebbero, secondo la letteratura teosofica, fra i 'fossili viventi' che ci
ha lasciati indietro la Lemuria.
La geologia ufficiale ci assicura che l'Atlantide platonica (e, a fortiori,
il resto dei 'continenti scomparsi') non possono essere esistiti (9). Qui
il caso di ricordare che la scienza ufficiale, che spesso e volentieri segue
mode culturali, ha un valore del tutto relativo quando si tratta di valutare
eventi posti in epoche o luoghi remoti - per esempio, la teoria della deriva
dei continenti, lanciata da Alfred Wegener nel 1915, fu inizialmente coperta
di ridicolo dai santoni dell'establishment scientifico (allora erano in voga
i 'ponti intercontinentali'), mentre adesso divenuta una colonna portante
della scienza geologica ufficiale (fino a quando, staremo a vedere). Vale
comunque l'osservazione che una cosa prendere alla lettera la svariata
letteratura sull'Atlantide ecc. e un'altra ammettere che i 'continenti
perduti' possano avere avuto un'esistenza obiettiva di qualche genere, in un
passato difficilmente precisabile.
Si gi menzionato che sull'Atlantide ci sono migliaia di pubblicazioni e
molte meno sugli altri 'continenti perduti': si tratta sempre di scritti
specifici su di un certo 'continente'. Che lo scrivente sappia, l'unica
opera dove si cerchi di dare una visione d'insieme quella di Serge Hutin,
Hommes et civilisations fantastiques (10).
1.2 Atlantide
1.2.1 L'Atlantide classica
L'Atlantide, come essa generalmente intesa, viene a essere quella 'grande
isola' oltre le Colonne d'Ercole descritta da Platone nei suoi dialoghi
Critia e Timeo. La letteratura in riguardo ipertrofica (11), e qui ci si
limiter a qualche pertinente osservazione. - Secondo certe fonti (12),
l'Atlantide originalmente sarebbe stata una specie di ponte
intercontinentale fra l'America e l'Europa che si sarebbe 'sgretolato' a pi
riprese, l'Atlantide platonica venendo a essere quel che ancora ne rimaneva
verso la met dell'XI millennio a.C., quando essa scomparve per immersione
nei flutti del mare.
Qui interessa fare notare che estremamente improbabile che Platone si sia
inventato di sana pianta il suo racconto e che invece si pu prendere per
certa la verit di quanto egli afferma (che glie lo aveva raccontato
Critone, che a sua volta lo aveva ascoltato da suo nonno Solone, che lo
aveva appreso da sacerdoti egiziani). E comunque, prima, contemporaneamente
e dopo Platone, parecchi autori antichi hanno parlato dell'Atlantide, in
termini analoghi a quelli platonici anche se in minore dettaglio: Esiodo,
Omero (nella sua Odissea), Solone, Euripide, Strabone, Dioniso di
Alicarnasso, Diodoro Siculo, Plinio, Teopompo, Marcello (13) - il tema
dell'Atlantide faceva parte della 'memoria ancestrale collettiva' di tutto
il Mediterraneo da lunghissimo tempo. Questo sembrerebbe invalidare quelle
teorie secondo le quali l'Atlantide avrebbe potuto essere nei pi svariati
luoghi, mentre Platone, a conoscenza di un qualche cataclisma geologico o
meteorologico di grandi dimensioni, lo avrebbe utilizzato come spunto per
imbastire la sua storia. Qualche notizia in riguardo sar data pi avanti,
ma va detto subito che tutte queste teorie si rivelano insoddisfacenti: la
svariate 'Atlantidi' poste nei pi disparati luoghi del mondo non sono
l'Atlantide.
1.2.2 Le 'colonie' atlantidee
1.2.2.1 Generalit
Nella letteratura sull'Atlantide rappresentata spesso l'idea che prima del
suo inabissamento essa avrebbe fondato una serie di colonie sia in Europa
che in America, le quali, in qualche modo, ne avrebbero prolungato la
civilt - pur serbando un ricordo impreciso e confuso delle loro origini. La
civilt delle piramidi - presente dall'Egitto attraverso la Sumeria fino
all'estremo Oriente e anche in America (14) - stata indicata come il pi
probabile 'prolungamento culturale' dell'Atlantide. Meno attenzione invece
stata data al fenomeno megalitico, che pure, in questo riguardo, forse
presenta un maggiore interesse. Sul megalitismo ci si dilungher un po'
nella sezione che segue.
1.2.2.2 I megaliti
Il fenomeno megalitico si dato in Europa, in Nord Africa, nel Medio
Oriente, e poi attraverso l'Asia centrale e meridionale si esteso agli
arcipelaghi del Pacifico e all'Australia e ha attraversato il Sahara per
raggiungere l'Africa nera; ed presente anche in America (15) - di notevole
importanza il fatto che il megalitismo legato, in Eurasia e in Africa, al
culto del toro. Secondo alcuni autori, fra i quali Alberto Cesare Ambesi e
Pierre Carnac (16), nella civilt megalitica si dovrebbe ravvedere il
nocciolo dell'idea dell'Atlantide, tanto pi che essa fu, in parte,
fisicamente sommersa ai tempi della fine dell'ultima glaciazione (fatto
ammesso ufficialmente anche dalle scienze universitarie). Il megalitismo
europeo perfettamente documentato, quelli asiatico e polinesiano molto
meno, scarsissimamente quello americano (17), con l'eccezione di certe
formazioni subacquee nella zona di Bimini (isole Bahamas) che potrebbero
essere resti megalitici e che certuni hanno addirittura voluto identificare
con la platonica Atlantide (18). Si tratta comunque di una faccenda ancora
pochissimo chiara.
La civilt megalitica, in tempi preistorici e protostorici, ebbe come
origine l'Europa occidentale da dove, per diffusione culturale, si estese
1.3 Mu
Stando alla documentazione esistente, tutto ci che si riferisce a Mu,
continente 'inabissatosi' nel Pacifico centrale grosso modo allo stesso
tempo dell'Atlantide (circa XI millennio a.C.), ha la sua origine nelle
pubblicazioni di James Churchward, ufficiale coloniale inglese in India
nella seconda met del secolo XIX (31). Egli ne avrebbe appreso l'esistenza
attraverso certe tavolette di terracotta - le 'tavolette dei
naacal' -custodite in un tempio indiano del cui risi egli era divenuto
amico. I naacal sarebbero stati una confraternita di 'saggi', provenienti da
Mu, i quali le avrebbero scritte o a Mu stesso, prima del suo inabissamento,
oppure in Birmania dopo il medesimo, da dove poi esse furono esportate in
India. Churchward d una trascrizione dell'alfabeto di Mu nei suoi scritti,
ma gli originali delle tavolette non sembra siano stati mai pi visti da
alcuno dopo di lui. In quelle tavolette sarebbe stata descritta la storia di
Mu (vecchia di oltre 50.000 anni) nonch una dettagliata descrizione del
medesimo, presentato come una specie di 'paradiso tropicale' altamente
civile, nel quale convivevano pacificamente tutte le razze umane ma dove la
razza bianca aveva in mano il potere. L'inabissamento di Mu viene attribuito
a un improbabile processo geologico (collasso di sacche di gas poste sotto
la sua superficie), che avrebbe lasciato indietro come relitti gli
1.4 Lemuria
Il continente della Lemuria, sito nell'Oceano Indiano, fu proposto dalla
Blawacki come 'supporto' per la sua quarta 'razza radicale', e lo chiam
Lemuria ricalcando il nome che lo zoologo Philip Sclater aveva dato a un
ipotetico continente che un tempo, secondo lui, era esistito nell'Oceano
Indiano. Esso sarebbe stato distrutto, eoni addietro, da attivit vulcanica
(non per inabissamento). Il gi citato Scott-Elliot l'unico che si
riferisca in dettaglio a questo continente; e per quanto egli asserisca di
basarsi su fonti soprattutto 'psichiche', quanto ha da dire non manca di
spunti notevolmente interessanti.
Vestigia della Lemuria sarebbero l'Australia e la Nuova Zelanda, il
Madagascar, l'Africa meridionale e la Terra del Fuoco. Queste sono proprio
le terre dove fino a recentissimamente allignavano (e in parte, ancora
allignano) quei tipi umani descritti dagli etnologi come posti all'ultimo
gradino della specie: negri, boscimani, australoidi d'Australia e Indostan,
pigmei di vario tipo, fueghini (tutti esplicitamenti menzionati dallo
Scott-Elliot come 'fossili viventi' lemuriani). Particolarmente interessante
il Madagascar, isola che per quel che riguarda la sua flora e la sua fauna
viene a essere un microcontinente a s stante, n africana n asiatica (33).
Anche se, storicamente, il Madagascar fu popolato per la prima volta da
genti indonesiane solo un migliaio di anni fa (e adesso, attraverso
l'importazione di schiavi, la sua popolazione si quasi interamente
africanizzata), la sua atmosfera 'psichica' e religiosa non manca di tratti
particolari che non sono n indonesiani n bant (34) - residuo psichico,
forse, di un'umanit arcaica ormai fisicamente estinta.
Alla Lemuria stata anche attribuita una 'civilt', nei suoi tempi di pieno
rigoglio - che per non immaginabile se non come qualcosa di ctonio e
sinistro, sul tipo di quella meroitica o zimbabweana. L'uomo lemuriano,
supporto di questa civilt, descritto come uno strano essere
10
2.1 Welteislehre
La Welteislehre - la dottrina del ghiaccio cosmico - fu proposta nel 1913 da
Hanns Hrbiger (1860-1931); e poi in forma riveduta, in collaborazione con
il selenologo Philipp Fauth, nel 1925 (48). Si tratta di un tentativo di
combattere la scienza ufficiale sul suo proprio terreno - cosa eccellente -,
ma accettandone, almeno in parte, i paradigmi, mettendosi quindi
necessariamente sulla difensiva e a svantaggio rispetto all'imperante
establishment. Comunque, la teoria di Hrbiger rappresenta probabilmente
l'unica sintesi sistematica del lato 'scientifico' del sapere umano e delle
mitologie di tutte le popolazioni. Questo fa della Welteislehre una genuina
opera d'arte, di straordinaria bellezza e ancora valida come punto di
partenza - con le dovute rettificazioni - per una cosmologia alternativa. Nella Welteislehre non si prende assolutamente in considerazione la teoria
wegeneriana delle derive continentali; la Terra di Hrbiger sempre stata,
geologicamente, quella di adesso.
Hrbiger pone l'origine del sistema solare in un imprecisato ma remoto
passato, e lo fa conseguenza dell'incontro di una gigantesca massa ignea, il
cui residuo il Sole, con un corpo fatto di ghiaccio. Il vapore allora
generato avrebbe causato un'immane esplosione che avrebbe lanciato svariati
'pianeti' verso lo spazio, dei quali un determinato numero si sarebbe messo
a gravitare attorno al Sole.
Ma, sempre secondo Hrbiger, lo spazio sidereo non vuoto: esso pervaso
da polvere e da gas rarefatto, per cui il moto dei corpi celesti risulta
frenato e le loro orbite non sono fisse ma spirali sempre pi strette
attorno al corpo centrale (Sole). Le molteplici (fino a sette o otto) Lune
che la Terra ha avuto nel passato furono pianeti che un tempo circolavano
fra la Terra e Marte: con il restringersi delle loro orbite, essi si
avvicinarono alla Terra e ne vennero catturati; poi ebbero un'orbita a
spirale attorno alla Terra, sulla quale, alla lunga, essi precipitarono
11
causando immani disastri e dando inizio, ogni volta, a dei tempi senza Luna
(le diverse Lune, non esclusa quella presente, vengono immaginate come
formate da un guscio di ghiaccio racchiudente una massa di melma e
pietrame). Dopo il collasso del presente sistema Terra-Luna, il prossimo e
ultimo satellite terrestre sar Marte, dopo di che la Terra stessa
precipiter nel Sole.
La fenomenologia della nascita, vita e morte di ogni sistema Terra-Luna
descritto in dettaglio, per esempio, da Hanns Fischer (50) (il presente
sistema sarebbe ai suoi inizi, la nostra Luna attuale essendo stata
catturata verso il X - XI millennio a.C.).
Nei tempi senza Luna la Terra gode di una distribuzione uniforme dell'acqua
negli oceani e dell'aria nell'atmosfera. Con la cattura di una nuova Luna
incomincia subito a esserci un innalzamento delle acque e dell'aria sotto
l'orbita lunare (grosso modo equatoriale), innalzamento che diviene sempre
pi pronunciato a seconda che la Luna si avvicina, fino a formare un'alta
cintura attorno ai tropici. Quando la Luna molto vicina, la cintura, per
qualche tempo, si trasforma in due montagne d'acqua e aria poste allo zenit
e al nadir lunari, che circolano attorno alla Terra assieme alla Luna;
montagne che si ridissolvono in un'altissima cintura oceanica quando la Luna
vicinissima. Sopravviene poi la disintegrazione della Luna accompagnata da
grandi cadute di acqua e grandine - il 'diluvio' - e dal rilassarsi della
cintura oceanica, con conseguente migrazione delle acque verso le zone
polari, causando enormi inondazioni. Inoltre, l'avvicinamento lunare fa
sentire i suoi effetti sul manto terrestre, causando un generalizzato
vulcanismo. - Secondo la Welteislehre la cattura della presente Luna, causa
di un innalzamento degli oceani vicino ai tropici, fu causa
dell'inabissamento simultaneo della platonica Atlantide, della Lemuria e di
un non meglio definito Osterinselknigreich [regno dell'Isola di Pasqua].
Siccome non c' alcuna evidenza che Hanns Hrbiger conoscesse l'opera del
Churchward, non chiaro se questo 'regno' debba identificarsi con Mu.
A questo punto il Fischer fa un passo avanti, identificando le epoche
geologiche (secondo sono evidenziate dal susseguirsi dei giacimenti
geologici [51]) con i Mondzeiten [epoche lunari]; durante ognuno dei quali
la vita procedette in unisono con le specifiche condizioni dei tempi (52).
Facendo riferimento a Edgar Dacqu egli afferma che l''uomo' (uomo come
Wesen ['essere', 'entelechia'] e non come specifica Form/Gestalt [forma,
figura]) esiste almeno dal Primario. - Siccome, secondo Hanns Fischer, il
ghiaccio necessario perch ci possa essere fossilizzazione, ci si deve
aspettare delle discontinuit nel record fossile, corrispondenti ai tempi
senza Luna, durante i quali la Terra avrebbe avuto un clima mite
generalizzato (la presenza della Luna, assottigliando l'aria nelle zone
polari, causa della glaciazione) (54).
2.2 'Umanit' arcaiche e catastrofi cosmiche
Il tema della continuit della civilt, al di l di catastrofi e di
involuzioni (se ne parlato alla fine del Cap. 1) stato impostato dal
hrbigeriano Denis Saurat (55) in termini della Welteislehre. Egli indica un
filo conduttore che dalla notte dei tempi arriva fino ai nostri giorni;
sostenuto dalla 'memoria inconscia collettiva' (che poi si estrinseca in
miti, leggende, ecc.), nonch da reperti archeologici. (Vale la pena di
notare che, in fondo, gli spunti indicati dal Saurat sono utilizzabili anche
indipendentemente dalla Welteislehre.)
12
13
da kala, tempo. Ma kala vuole anche dire nero - e il tempo nero perch
duro, irrazionale e senza piet. Non a caso la Luna ha spesso assunto
connotati tenebrosi (61) e la magia lunare stata non di rado equiparata a
forme particolarmente sinistre di goezia (62).
Nel mondo sublunare - retto dal divenire, la cui misura il tempo - niente
definitivo: e questo proprio in ragione del fatto di essere soggetto al
tempo (63). E la Luna, reggitrice del tempo, quindi causa (metafisica) di
tutte le catastrofi che stravolgono il cosmo.
3.2.3 Luna metafisica e Luna astronomica
La 'scienza' contemporanea ha degradato la Luna (e non solo la Luna) a
semplce oggetto (64). E, a parere dello scrivente, alla Welteislehre va
riconosciuto il merito di avere fatto un tentativo di ridare alla Luna il
ruolo suo proprio di 'tessitrice' e facitrice dei destini umani, sia pure
dentro a un paradigma di tipo meccanicistico, di contro alla
'scienza'cosiddetta ufficiale. In questo senso la Welteislehre fu e rimane
un nobile monumento dell'ingegno europeo.
Valgono un paio di osservazione a proposito della 'validazione' finale delle
vedute scientificiste che sarebbe stata data dai voli spaziali - viaggio
sulla Luna, sonde interplanetarie: (a) a diversi, non escluso lo scrivente,
sar parso strano che, se per davvero nell'ormai lontano 1969 si arriv
sulla Luna, il viaggio non sia stato ripetuto. Adesso, con gli ulteriori
sviluppi che ci sono stati nei campi della metallurgia, della missilistica,
dell'elettronica, dell'informatica, l'impresa dovrebbe essere molto pi
agevole e molto pi a buon mercato; (b) le notizie che vengono date a
proposito di 'sonde spaziali' sono saltuarie e poco convincenti. Trattandosi
poi di cose interamente in mano americana, la faccenda pochissimo
rassicurante (65).
Non avrebbe niente di strano che tutta la trafila del 'volo spaziale' sia
stata fin dai suoi inizi una colossale montatura (66). Anche se una
sicurezza definitiva in argomento non si potr avere se non quando certi
archivi vengano resi pubblici (il che non sar tanto presto), se questo
sospetto dovesse rivelarsi una realt, si sarebbe smascherata una delle pi
imponenti falsificazioni storiche di tutti i tempi (67).
3. LE CESURE EPOCALI
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In particolare, questo sar vero per ogni collettivo umano - per ogni
'uomo', in senso lato - facitore di civilt. E quest'uomo, soggetto al
divenire, dove non esiste la permanenza, destinato, alla lunga, a subire
un processo di decadenza, per cui la sua natura psico-biologica stessa si
modifica fino a farlo percepire il non-io in modo diverso da quello che
poteva essere prima stato a lui proprio. I prodromi di questo rovesciamento
sono gi stati descritti dallo scrivente come uno snaturamento del tempo; ed
sua intenzione quella di approfondire l'argomento in un suo prossimo
scritto sull'equilibrio antropocosmico, con specifico riferimento alla
modernit contemporanea.
L'esperienza esistenziale del cambiamento - la cesura epocale (68) - non
potr non essere se non quella di una catastrofica lacerazione. Da notarsi
che essa non sar semplicemente percepita come una catastrofe: essa
fattualmente lo sar, perch un rovesciamento della relazione fra l'io e il
non-io non pu essere altro che un fatto distruttivo anche dal punto di
vista 'fisico' - fatto che passer poi alla 'memoria collettiva' post-cesura
epocale come qualcosa di apocalittico. Ecco dunque una possibile
interpretazione dell''inabissamento' dell'Atlantide e della Lemuria
'distrutta dai vulcani'; mentre le successive 'Lune' proposte dalla
Welteislehre potrebbero rappresentare il modo diverso di percepire il cielo
prima e dopo ogni cesura epocale.
I nessi causali, spaziali e temporali fra soggetto e oggetto specifici di
una particolare prigione kantiana saranno, di massima, incomprensibili per
chi non vi sia egli stesso all'interno e, al limite, descrivibili solo per
mezzo di geometrie pluridimensionali o non-euclidee, logiche
non-aristoteliche e altri accorgimenti matematici del genere. Ci che gli
appartenenti a una determinata prigione kantiana possono o potevano fare
normalmente, potr sembrare 'miracoloso' a chi vi sia fuori. Quindi anche i
problemi tecnici dell'erezione dei megaliti forse sono solo apparenti: chi i
megaliti eresse, apparteneva, totalmente o parzialmente, a un'altra prigione
kantiana, entro la quale le causalit fisiche - le cosiddette 'leggi della
natura' - non erano le stesse che noi adesso teniamo per valide.
NOTE AL TESTO :
15
16
1969) afferma che l'azteca Tenochtitln verrebbe a essere una replica quasi
perfetta della platonica Poseidonia, capitale dell'Atlantide.
(15) Uno studio dettagliato in riguardo, che include una buona bibliografia,
fu pubblicato dallo scrivente sulla rivista "Primordia" (Milano), nn. XV
(ottobre 1999) e XVI (marzo 2000) (Ricordiamo i nostri antichi padri
pagani). In quello studio si mette in risalto la concomitanza del
megalitismo con il culto del toro. Per quel che riguarda il megalitismo
negli arcipelaghi del Pacifico esiste un interessante libro (A. Riesenfeld,
The megalythic culture of Melanesia, Leiden, 1950) dove l'autore indica come
l la civilt megalitica sarebbe stata portata da invasori dal colorito
chiaro dediti a riti religiosi di tipo lunare provenienti da Ovest.
(16) Pierre Carnac, La historia empieza en Bimini, Plaza y Jans, Barcelona,
1976.
(17) Lo scrivente, durante la sua ventennale permanenza in Sud America, ebbe
occasione di visitare e fotografare un campo di megaliti nella zona dei
Caraibi del quale non ha trovato menzione nella letteratura rintracciabile
in Europa.
(18) Cfr. Pierre Carnac, op. cit.; Charles Berlitz, Das Atlantis-Rtsel,
cit. Gli ultimissimi sviluppi dell'archeologia subacquea delle Bahamas sono
dati da Andrew Collins, Gateway to Atlantis, Headline, London, 2000.
(19) In riguardo, fondamentali sono le opere di Hans. F. K. Gnther, in
particolare la sua Rassenkunde des deutschen Volkes, Lehmann, Mnchen, 1939.
(20) Julius Evola, op. cit., identificava la civilt atlantidea con
quell'et dell'argento dominata dall'astro notturno.
(21) Ma anche altri, ancora pi antichi e pi grandi di Stonehenge, fatti
per di legno (e dei quali non rimangono se non le fondamenta), nell'Europa
settentrionale e centrale (i 'megaliti di legno', di cui parla Robert
Heine-Geldern, cfr. Silvano Lorenzoni, Ricordiamo i nostri antichi padri
pagani, cit.). Una scoperta in riguardo stata fatta recentemente in
Germania (cfr. il quotidiano "La Padania" del 24.09.00).
(22) Cfr., per esempio, Serge Hutin, Hommes, cit.
(23) Cfr. Mario Polia, Gli Incas, Xenia, Milano, 1999.
(24) Lo scrivente, quando era in Sud America, ebbe occasione di conoscere
una signora Maria Verschuren che lo assicur che l'Atlantide era stata la
penisola di Paraguan, nel Mar dei Caraibi.
(25) Hans-Heinz Domke, Dithmarscher Skizzenbuch, Westholsteinische
Verlagsanstalt Boyens, Heide, 1976.
(26) Jrgen Spanuth, Atlantis, Grabert, Tbingen, 1965. Cfr. anche Gerhard
Gadow, Der Atlantis-Streit, Fischer, Frankfurt, 1977.
17
(27) Cfr., per esempio, Ferdinand Ossendowski, Hommes, betes et dieux, J'ai
lu, Paris, 1973; Gastone Ventura, Agartha e Schamballah, Centro
internazionale di studi tradizionali, senza indicazione di luogo o data di
pubblicazione (anni Novanta) (ma comunque reperibile presso la libreria per
corrispondenza Carpe Librum di Nove [Vicenza]); Serge Hutin, Des mondes
souterrains au Roi du Monde, Albin Michel, Paris, 1976.
(28) Ivan Sanderson, Invisible residents, Avon, New York, 1973.
(29) Citati da Serge Hutin, Hommes, cit.
(30) Un dettagliato resoconto dell''Atlantide' di Roberto Lovato stato
pubblicato dallo scrivente sul foglio di diffusione libraria "Cronache dal
Sottomondo" (Treviso), marzo 2001.
(31) James Churchward, Mu, le continent perdu, J'ai lu, Paris, 1969. Un
riassunto ben fatto delle opere del Churchward stato fatto da Stephan
Santesson, Le dossier Mu, J'ai lu, Paris, 1976.
(32) Louis-Claude Vincent, Le paradis perdu de Mu, La source d'or, Marsat,
1975 (2 voll.).
(33) Cfr., per esempio, Willy Ley, Exotic zoology, Viking, New York, 1959.
(34) Cfr. Serge Hutin, Hommes, cit.; Mircea Eliade, Trattato di storia
comparata delle religioni, Boringhieri, Torino, 1976 (originale 1948).
(35) Qui c' un interessante parallelo con le idee di Edgar Dacqu, cit. -
anche probabile che Edgar Rice Burroughs, inventore di Tarzan, si sia
ispirato allo Scott-Elliot nell'imbastire i suoi romanzi di fantascienza
marziana e veneriana.
(36) Cfr. anche Julius Evola, op. cit.
(37) Cfr. Mircea Eliade, Rligions australiennes, Payot, Paris, 1972.
(38) Questo si ricollega alla dotrina involutiva dell'origine dei selvaggi,
visti non come razze 'giovani', ma come residui degenerati o degenerescenti
di genti che ebbero un livello molto superiore. Su di questo argomento lo
scrivente ha in progetto un'opera specifica.
(39) Serge Hutin, Hommes, cit.
(40) Jean Haudry, Les indoeuropens, Presses Universitaires de France,
Paris, 1981 (una traduzione italiana vedr presto la luce per i tipi di Ar,
Padova). Questo testo d anche un'esauriente bibliografia.
18
19
Chronos, cit.
(52) Qui si rifiuta ogni 'evoluzionismo', soprattutto se di stampo
darwiniano - cfr. Chronos, cit. In argomento, un articolo sar pubblicato
prossimamente dallo scrivente sul bollettino di diffusione libraria
"Cronache dal Sottomondo" (Treviso): Un evoluzionista plotiniano, Leone
Croizat.
(53) Edgar Dacqu, Urwelt, cit.
(54) Anche le scienze ineccepibilmente ufficiali hanno dovuto recentemente
ammettere che la biogenesi (la cosiddetta 'evoluzione', secondo evidenziata
dal record fossile) ha un andamento discontinuo. Cfr., per esempio, Roberto
Fondi, Organicismo o evoluzionismo, Il Corallo - Il Settimo Sigillo, Roma,
1984.
(55) Denis Saurat, L'Atlantide et le rgne des gants, J'ai lu, Paris, 1954;
La rligion des gants et la civilisation des insects, J'ai lu, Paris, 1955.
Il Saurat si appoggia, per quel che riguarda l'etologia degli insetti, a uno
scienziato e poeta sudafricano che meriterebbe di essere meglio conosciuto,
Eugne Marais (le cui opere complete, a cura di Leon Rousseau, sono state
ripubblicate dalla Rubicon Pers, Kaapstad, 1986).
(56) Questo ammesso adesso anche dalla scienza 'ufficiale', se non per
tutto il Primario almeno per i suoi ultimi periodi, il Carbonifero e il
Permiano - cfr., per esempio, Philip Callahan, The evolution of insects,
Holiday House, New York, 1972. In riguardo, viene da fare la pertinente
osservazione che, sempre secondo la scienza ufficiale, il Permiano fu
l'ultimo periodo nel quale la temperatura media della Terra sia stata
superiore a quella attuale di ben 5. Adesso, con l'effetto serra, si sta
andando incontro a condizioni climatiche simili a quelle del Permiano, per
cui forse lecito attendersi una controffensiva degli insetti per la
dominazione del mondo.
(57) Cfr. Mircea Eliade, Storia, cit.
(58) Gilbert Durand, les structures anthropologiques de l'imaginaire,
Bordas, Paris, 1969.
(59) Cfr. anche Wilhelm Erbt, Weltgeschichte auf rassischer Grundlage,
Moritz Diensterweg, Frankfurt am Main, 1925.
(60) Neppure la Luna fu adorata per s stessa ma quale simbolo di ci che
rivelava nel contesto della sacralit generalizzata della natura (la 'natura
quale simbolo'). Fecero eccezione i semiti, la cui tendenza sempre stata
quella di confondere il simbolo con ci che esso simboleggiava (fenomeno del
feticismo). Non a caso il monoteismo fu in origine un fenomeno semitico cfr. Silvano Lorenzoni, Origine del monoteismo, cit.
(61) Cfr. Roberto Sicuteri, Lilith, la Luna nera, Astrolabio-Ubaldini, Roma,
1980.
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(62) Cfr., per esempio, Magia lunare, traduzione dal tedesco di Silvano
Lorenzoni, Libreria Editrice Letture Sconsigliate, Marostica (Vicenza),
1999.
(63) Si consulti Chronos, cit.
(64) Sul 'valore' che possano avere le estrapolazioni cronologiche fatte
dalla scienza 'ufficiale', cfr. Chronos, cit.
(65) Cfr. Silvio Waldner, Stati Uniti, Iberoamerica, Sud Africa: tre messe a
punto, di prossima pubblicazione.
(66) Cfr. Bill Kaysing, Non siamo mai stati sulla Luna, Cult Media Net
edizioni, Roma, 1997. Da questo libro fu tratto il film Capricorn One.
(67) Le altre essendo la 'donazione di Costantino' e il cosiddetto
'olocausto'.
(68) Un genuino frattale cronologico, per usare una terminologia matematica
adesso alla moda. Cfr. Tiziano Terranova, Dizionario di realt virtuale e
vita artificiale, Edizioni dell'Ortica, Bologna, 1995.
I CONTINENTI PERDUTI, LA LUNA E LE CESURE EPOCALI
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