You are on page 1of 20
Il mercato dei beni Capitolo Linterazione tra produzione, rediito e domanda aggregati & una questione cen trale nel?analisi delle futtuazioni dell'ativta economiea nel breve periodo. Varia- ioni della domanda di beni provocano fluttuazioni nella produzione aggregata A loro volta, le luttuazioni nella produzione comportano variazioni di reddito quindi della domanda. Le vignette nella pagina successiva illustrano bene questo punto, In modo pitt formale, descriviamo queste interazioni attraverso un sempli- ce schema: Produzione Lo scopo di questo capitol & 'analisi di queste interazioni ¢ delle conse. guenze che ne detivano, B La composizione del PIL E abbastanza ragionevole pensare che lacquisto di macchinari da parte delle imprese dipenda da fattori diversi da quelli che motivano le spese alimentari del: le famiglie o le spese militari del governo. Un buon punto di partenza per studiare la produzione aggregata (PIL) & quindi distinguere tea i vari beni prodotti e tea i diversi gruppi di acquirenti. La scomposizione del Pu. abitualmente usata dai macroeconomisti & riportata nella tabella 3.1 (una versione pit dettagliata, con definizioni formali, é presentata nel: Tappendice 2) La prima componente del Prt. @ il consumo (C), Si tratta di beni e servizi acquistati dai consumatori, dal cibo alle automobili nuove, dalle vacanze ai bi: alietti d'aereo. II consumo @ la componente pitt grande del PIL: nel 1998 rappre sentava il 68% del Prt. degli Stati Unit. La seconda componente @ l'investimento (1), ralvolta chiamato invest mento fisso per distinguerlo dalle scorte di m guito. Linvestimento & la somma di due componenti. La prima, l'investimento ‘CAPITOLO 3 Tas. 3.1. Composizione del Pit statunitense, 1998 Md Puy 8509 100 1 Const (C) 5806 68 2 Tavestinenc (2) 308 re 38 u 369 4 3 Sess pbolica (@) 148s is 4 Esportision! necte =i34 2 [Esportasion|(X) 358 4 Imporizoni (Q) Li 3 5 Invest » I toale nom & 100 causa del arrotondamen. Fonte: «Survey of Current Busines, febraio 199, alla 1.1 non immobiliare (o produttive), ® Vacquisto di nuovi impianti o macchinari dalle turbine ai computer ~ da parte delle imprese. La seconda, linvestimento immobiliare, & l'acquisto di nuove case o appartamenti da parte degli individui. I due tipi di investimento, ¢ le decisioni che li motivano, sono molto piti simili di ‘quanto non si pensi. Le imprese comprano impianti o macchinari per produrre di pia nel fururo, Le persone comprano case o appartamenti per ottenere pili ser q MANO. Al PORTAFOGL! Emu) osteo GE | Pa adit roca Gestiva Non SPANO MASTER ‘Quo Le Nostee valor ugeA, FoRse, parREKO INIZIERANNO A SALIRE aR ON U Questa analogia giustfica lo stesso nome attribuito alle due decisioni di ac quisto, cio’ «investimento». Nel 1998, le due componenti dell'investimento rap: presentavano il 15% del Pr. degli Stati Unit Il. MERCATO DEI BENI Si noti che gli economisti usano il termine fvestimento in un senso pitt ri stretto di quanto non faccia l'vomo comune o la stampa finanziaria. Nel linguag- gio quotidiano, «investimento» si riferisce all’acquisto di un'attivita qualsiasi, come loro 0 le azioni della General Motors. Gli economisti invece riservano que 0 termine all'acquisto di nuovi beni capitali, come macchinari, edifici 0 case Quando si riferiscono all’acquisto di atrivita finanziarie, essi parlano di invest mento finanziario, '@ La terza componente del Pr. é la spesa pubblica in beni e servizi (G). Si tratta di beni e servizi acquistati dallo Stato ¢ dagli enti pubblici — dagli aeroplani all’attrezzatura per ufficio, I servizi includono anche quelli forniti dagli impiegati pubblici. La contabilitt nazionale assume infatti che lo Stato acquist i servizi dai suoi impiegati per poi fornirli al pubblico. Si noti che G non include i trasferimenti, come I'assistenza sanitaria e sociale, né gli interessi sul debito pubblico. Nonostante queste siano chiaramente spese dello Stato, esse non rappresentano acquisti di beni e servizi. Per questo motivo, Ja spesa publica ~ che nel 1998 rappresentava circa il 18% del PL statunitense ~ @ inferiore alle uscite totali del settore pubblico (circa il 31% del Pu. nello stes so anno), MH La somma delle prime tre voci rappresenta la spesa di beni e servizi da parte dei residenti (spesa nazionale), siano essi consumatori, imprese o settore pubblico. Per ottenere la spesa totale in beni nazionali, dobbiamo considerare ancora due voci. Innanziturto, dobbiamo escludere le importazioni (Q), cioé gli acquisti di beni e servizi dall’estero. Poi dobbiamo includere le esportazioni (X), gli acquisti di beni e serviai nazionali da parte del resto del mondo, La differenza tra espor- tazioni ed importazioni @ chiamata esportazioni nette, 0 salde commerciale. Se le esportazioni eccedono le importazioni, il paese registra un avanzo commerciale. Quando invece il saldo & negativo, il paese presenta un disavanzo commerciale Le somma delle prime quattro voci da la spesa totale in beni ¢ servizi na: onali in un anno. Per ottenere il valoze della produzione in quell'anno, dobbia ‘mo compieze wn ulteriore passe. Alcuni beni prodotti in un dato anno potrebbero non essere venduti che nel anno successive o anche oltre. E alcuni beni venduti in quell’anno potrebbero essere stati prodotti in anni precedenti. La differenza tra produzione e vendite in uuno stesso anno prende il nome di investimento in scorte (Is, dove $ sta per stock, un sinonimo di score). Se la produzione eccede le vendite, le scorte di magazzino aumentano: l'investimento in scorte & positivo. Viceversa, quando la produzione @ inferiore alle vendite, le scorte si riducono: investimento in scorte @ negativo, Solitamente la variazione dello stock di magazzino & abbastariza piccola, posi tiva in alcuni anni, negativa in altri. Nel 1998, negli Stati Uniti exa pari all 1% del Pu. Con Paiuto della scomposizione del Pu, possiamo ora affrontare il primo mo dello di determinazione del prodotto aggregato. PA La determinazione della domanda Indichiamo Ia domanda di beni con Z. Per quanto detto precedentemente, possiamo scriverla come: ZaC+I+G+X-Q La domanda é Ia somma di consumo, investimento, spesa publica ed esportazio: ni nette (XQ). Poiché questa equazione vale per definizione ~ essa definisce la domanda di beni — essa preade il nome di identita (scrita col simbolo «=» al posto del simbolo di uguaglianza) Assumiamo per semplicitt che vi siano tre sole fonti di domanda: il consumo, Tiinvestimento ¢ la spesa publica (un modello inizia quasi sempre con la parola «assumiamo; eid significa che si sta semplificando il mondo per analizearne un aspetto specifico). In altze parole, ignoriamo esportazioni e importazioni, fingen do che leconomia sia chiusa, cio® che non commerci con il resto del mondo. Per sapritey la nostra economia ¢ reintrodurre le esportazioni e le importazioni do- vyremo aspettare sino al capitolo 10. Si assuma inoltre che tutte le imprese producano uno stesso bene, che pud essere usato indifferentemente dai consumatori come bene di consumo, dalle im- prese come bene di investimento dal governo come spesa pubblica'. In tal modo, dobbiamo analizzare un solo mercato ¢ non tutti i mereati dei singoli beni (da cui i titolo di questo capitolo, I! mercato det beni piuttosto en. Tutto quello che abbiamo bisogno di sapere & cosa determina la domanda ¢ Vofferta in quel mercato. ‘Assumiamo infine che le imprese siano disposte a fornire qualsiasi quantita del bene a un dato prezzo, P. In questo modo, ignoriamo il fatto che all'aumenta- re dellofferta, i costi di produzione potrebbero crescere ¢ far levitate il prezzo di vendita. Questa ipotesi ci permette di concentrarci esclusivamente sul ruolo della domanda nella determinazione della produzione aggregata. Come vedremo in seguito, questa ipotesi @ approssimativamente corretta solo nel breve periodo. Pertamio, il modello qui sviluppato pud essere applicato soltanto alle fluttuazioni del prodotto nel breve periodo. Per pensare a cosa determini la produzione su periodi di tempo pitt lunghi, dovremo eliminare questa ipotest restrittiva (lo fare mo a partire dal capitolo 13). Ora possiamo concentrarci sulle determinanti cella domanda di beni. In base alle nostre ipotesi, essa ? la somma di consume, investimento e spesa pubblica he I mercati det Zn +14G Discutiamo le singole componenti una alla volta ¥ Un bene di questo tipo, che pud essere mangéato (come un bene di consumo) oppure usato per produrre altri beni (come tn macchinario), ® spesso chiamato con il termine inglese shmoo, dal personagaio dei cartonisnimati Lil Abner. Tra i beni che potrebbero fare al caso nostro, ci sono le mucche e i cong IL MERCATO DEI BENT 2.1, Consumo (C) La determinante principale del consumo & sicuramente il reddito, 0 meglio il reddito disponibile — cid che rimane del reddito percepito dopo aver ricevuto i trasfetimenti dal governo e pagato le imposte. Quando il reddito disponibile au- menta, le persone comprano di pitt. Quando diminuisce, tiducono i loro consu. mi, In reali ci sono altre variabili che influenzano il consumo, ma per ora le ignoriamo. Sia C il consumo e ¥;il reddito disponibile. Possiamo serivere: C=ClY,) Questo @ semplicemente un modo formale per esprimere che il consumo & una funzione del reddito disponibile. La funzione CLY,) & nota come funzione del consumo. Il segno positivo sotto Y; indica una relazione pesitiva tra reddito consumo. Gli economisti chiamano queste funzioni equazioni di comportamento ~ in questo caso dei consumator Nel libro useremo funzioni simili per descrivere formalmente le relazioni ta pitt variabili, Spesso & utile specificare la forma funzionale — ad esempio assume re che In funzione sia lineare. Nel caso del consumo, ad esempio, & ragionevole assumere che la relazione tea consumo ¢ reddito disponibile sia data da: By =a ta Yy In questo modo stiamo ipetizzando che la funzione del consumo sia una relazio- ne lineare, caratterizzata da due parametri, ¢ ¢ Tl parametro ¢, noto come propensione marginale al consumo, Esso espri- ne leffetto sul consumo di una lira aggiuntiva di reddito disponibile. Se ¢, & 0; un dollaro in pit di reddito disponibile aumenta il consumo di 70 centesimi. Una restrizione naturille suc, & che sia positivo e minore di 1: € probabile che gli in- dividui vogliano consumare solo una parte del loro incremento di reddito ¢ ri sparmiare il resto, I parametro « ha una semplice interpretazione, Rappresenta il consumo de- siderato in corrispondenza di un reddito disponibile nullo (se ¥,=0 nella [3.1] allora C= ¢). Una restrizione naturale suc, & che sia anch’esso positive, Se il reddito disponibile 2 zero, il consumo sari comunque positive: il nostro consu- ‘matore dovri pur sfamarsi! Me com’ possibile che le persone cansumino con un reddito nullo? La risposta & semplice: attingendo ai loro risparmi o prendendo a prestito, La telazione ira consumo e reddito disponibile deseritta dallequazione [3.1] & riportata nella figura 3.2. Poiché essa & una relazione lineare, & rappresentata da una linea retta, La sua intetcetta verticale & pari a cy, Ia pendenza & ¢;. Poick @ minore di 1, essa @ pit piatta della retta a 45°, Dobbiamo ora definite il concetto di reddito disponibile, La relazione esatta ta teddito disponibile ¢ reddito aggregato @ contenuta nell'appendice 2, Qui as sumiamo che il reddito disponibile sia dato semplicemente dat on dove Y @ il reddito aggregato ¢ T rappresenta le imposte al nett dei trasferimer 1i (si noti che anche questa equazione @ un'identita). Per brevitd, T rappresenter’ 76 carrroLo 3 Fic. 32. Consumo sildte disponibile, 1 consvima aumenta cal rela disponibi Te, ma meta che pro porzionalmente Eunsione de coosumno Crate’, Gonsimo, C Tnctinazione= Resiito disponibile, ¥ le imposte, ma si ricordi che in realed T indica le imposte al netto dei trasferi ‘enti sicevuti dal governo, Sostituendo Y; nell'equazione [3.1] e risolvendo per il consumo, si ottiene: B62) C=q+a(Y-T} TI consumo & una funzione del reddito e delle imposte. Un reddito pid alto fa au- mentate il consumo, ma meno che proporzionalmente. Imposte pid elevate fanno dliminuire il consumo, anche in questo caso meno che proporzionalmente. 2.2. Investimento (I) Nei modelli economici troviamo due tipi di variabil. Aleune dipendono da altre variabili del modello e sono pertanto spiegate all'interno del modello stesso: ‘queste sono chiamate variabili endogene. E questo il caso del consumo nell’equa: ione [3.2], Altre variabili invece non sono spiegate all'interno del modello e ven- ono prese come date: queste sono chiamate variabili esogene. Nel nostro caso Finvestimento sari preso come dato: B3] pet Una barretta sopra la variabile ci ricorda che essa ® esogena al modello Qui Pinvestimento & considerato esogeno per motivi di sempliciti. Questa ipotesi non @ affatto innocua: essa comporta che quando osserviamo variazioni nella produzione, dobbiamo assumere che l'investimento non risponda in alcun modo. Non @ diflicile capire che questa ipotesi pud essere una pessima descrizio ne della realta: un'impresa che registri un aumento nella sua attiviti, probabil mente avta bisogno di pitt macchinari ¢ quindi aumenterd i suoi investimenti pro: durtivi. Per il momento escludiamo questo meceanismo dal nosito modell. IL MERCATO DEI BENI 2.3. Spesa pubblica (G) Nel nostro modello 1a terza componente della domanda @ la spesa pubblica, G. Insieme alle imposte (T), G descrive la politica fiseale del governo — cio? le scelte del governo circa le entrate e le uscite del sertore pubblico, Analogamente all'investimento, consideriamo G e T come esogene. La ragione di questa sempli- ficazione si basa su due considerazioni Tananzitutto, poiché il governo non presenta regolariti di comportamento come i consumatori e le imprese, non esiste un'unica funzione per G e per T che descriva il comportamento di queste variabili (come per il consumo). Questa pri- ma giustificazione in realta non é del tutto soddisfacente: anche se il governo non segue regole semplici, il suo comportamento & parzialmente prevedibile. Affron teremo questo tema pid avanti, nel capitolo 18, La seconda considerazione é la pit importante. Uno dei compiti dei macroe- conomisti @ consigliare il governo circa le decisioni di spesa e di gettita. In que sto senso, non @ molto utile considerare un modello che ipotizzi a priori una re- gola di comportamento del governo. I! nostro obiettivo & essere in grado di dire ai membri del governo: «Se sceglierete questi liveli di G e T, suecederk questo ¢ quest'altro, Vi sta bene?». In altre parole, 'approccio che seguiremo non cerche- 1 spiegazioni dell'andamento di G e T, ma le trattera come variabili di scelta del governo? BY La determinazione della produzione di equilibrio Riassumiamo i concetti che abbiamo introdotto finora. Sotto la nostra ipotesi che esportazioni e importazioni siano nulle, la domanda di beni 2 la somma di consumo, investimento e spesa pubblica: C+I+G Sostituendo C e I con le loro espressioni dalle equazioni [3.2] e [3.3], si ottiene: Bal Z=cota(¥-T)+1+G La domanda di beni (2) dipende dal reddito (Y) ¢ dalle imposte (T) — che in- fluenzano entrambi il consumo ~ dall’investimento (I) ¢ dalla spesa pubblica (G) = che sono esogeni. Vediamo ora Tequilibrio sul mereato dei beni, Assumiamo che le imprese rnon abbiano scorte di magazzino (si pensi, ad esempio, a un'economia che pro- duce soltanto servizi, che per loro natura non possono essere conservati sotto for- rma di stock). In questo caso, equilibrio sul mercato dei beni 2 dato semplicemen- te dalla condizione di eguaghianza tra domanda (Z) e offerta (¥) di beni: BSI Y 2 Poiché considereremo di solito Ge T come esogene, le serivereme sempre senza sopras- segnarle, per non appesantie la notazione CAPITOLO 5 Questa equazione & chiamata equazione di equilibrio. I modelli sono composti da tre tipi di equazioni: le equazioni di comportamento, le identita e le equazioni i equilibrio, Con la [5.5] abbiamo visto un esempio di ciascun tipo. Sostituendo la domanda (Z) con la sua espressione dall’equazione [3.4] ab- biamo: Ba Yeo +el¥-D+1+G Leequazione (3,6) esprime formalmente il meccanismo che abbiamo descritto alli: 2io del capitolo. La produzione, Y, deve essere uguale alla domands, Z. A sua vol: ta, la domenda dipende dal reddito, Y. Si nod che usiamo lo stesso simbolo, Y, sia per la produzione sia per il reddito. Questo non deve creare confusione, perché abbiamo visto che reddito e produzione sono identicamente uguali: sono due modi diversi di guardare al Pu — dal lato della produzione e dal lato del reddit. Una volta costruito il modello, possiamo risolverlo per vedere cosa determina il livello di produzione ¢ come quest'ultimo cambia in seguito, ad esempio, a una varlazione della spesa publica. Risolvere un modello significa non soltanto risol- verlo algebricamente, ma anche capire il significato economico dei risultati. Per tanto, a volte risolveremo un modelo in termini grafici — saltando completamente algebra — ¢ descriveremo i risultati a parole, Tre sono i passi seguiti dai macroe- conomisti nella ricerca: Palgebra assicura la cocrenza logica del modello, i grafici danno Vintuizione, le parole spiegano i risultati. 3.1. Lalgebra Riscriviamo l'equazione di equilibrio [5.6] come: Ysq+aY-a+I+G Spostando ¢¥ dal lato destro al lato sinistro ¢ riordinando i termini sul lato de- stro otteniamo: (1g) ¥ =e +1+G-aT Infine, dividiamo enteambi i lati per (I ~ ¢)): 1 671 x (co +1+G-a1) Questa equazione descrive la produzione di equilibrio. Vediamo il significato dei due fattori sul lato destro._ I secondo fattore, (¢)+1+G~«T), ha una semplice interpretazione, Esso ci dice quale sarebbe la domanda di beni se la produzione fosse uguale a zero. Dall’equazione [3.2] sappiamo che in questo caso il consumo sarebbe pati a (¢)~6,T). Linvestimento ¢ la spesa publica, che per ipotesi non dipendono dal livello di produzione, sarebbero uguali rispettivamente a I ¢ G. Mettendo tutto insieme e riordinando i termini, la domanda sarebbe (c) +1 +G-«T). Questo termine & chiamaco spesa autonoma, per indicare che esso rappresenta la com- ponente della domande di beni che non dipende dal livello di produzione. IL MERCATO DEL BENI Come possiamo essere sicuri che 1 spesa autonoma sia positive? Non pos- siamo esserlo, ma é molto probabile che lo sia. Supponiamo, ad esempio, che i govemo abbia un bilencio in pareggio, cioe che le imposte siano uguali alla spesa publica. Se T=G e se la propensione marginale al consumo (c,) ® mino- re di 1 (come abbiamo ipotizzato), allora (G—¢,T) @ positive © quindi lo an: che la domanda autonoma. Solo se il governo presentasse un grosso avanzo di bilancio — cio se le imposte fossero di gran lunga superior alla spesa — la spe sa autonoma sazebbe negativa. Iynoriamo quest'ultimo caso in quanto abbastan. 2a inrealistico, sideriamo ora il primo fattore, 1/(1 ~¢)). Poiché la propensione marginale al consumo (¢,) & compresa tra 0 ¢ 1, allora 1/(1—c) & un oumero maggiore di 1. Questo numero, che moltiplica Vetfetio dela spesa autonoma, & chiamato mol ieatore. Quanto pid csi avvicina a 1, tanto pi grande sar’ il moltiplicatore. Qual @ i significato del moktiplicatore? Supponiamo che al loro livello ini iale di reddito, i consumatosi decidano improvvisamente di consumare di pith Pia specificamente, assummiamo che ¢ nell'equazione [3.2] aumenti di 1 miliardo di dollari. Lequazione [3.7] ci dice che la produzione aumentera in misura su periore a 1 miliardo di dollari. Ad esempio, se ¢, @ 0,6, il moltiplicatore sara tuguale a 1/(1-0,6)=2,5, per cui la produzione aumenter’ di 2,5 x 1=2,5 liardi di dollari. Qui abbiamo considerato un aumento dei consumi, ma é evi- dente che qualsiasi aumento della spesa autonoma ~ derivante da un incremento degli investimenti o della spesa pubblica, oppure da una riduzione delle imposte = avra lo stesso tipo di efferto: la produxione aumenter’ in misura superiore al Freffetto diretto sulla spesa autonoma Ma da cosa deriva Velffetto del moltiplicatore? Llequazione [3.6] ei di una prima intuizione. Un incremento di g fa aumentare la domands. aumento della domanda determina aumenti nella produzione e nel reddito. La crescita del red dito, 2 sua volta, aumenta ulteriormente il consumo. L'incremento del consumo si ripercuote sulla domanda, ¢ cost via. Per fissare meglio questa intuizione, utiliz ziamo un gralico. 3.2. Un grafico Lequilibrio richiede che la produzione di beni (¥) sia uguale alla domanda de- ali stessi (2), La figura 3.3 mostra sia la produzione sia la domanda come funzioni del reddito, L'equilibrio @ il punto in cui produzione ¢ domanda sono uguali. Per prima cosa disegniamo la produzione in funzione del reddito (misuriamo la prima sull'asse verticale, il secondo sullasse orizzontale). Esprimere la produ- ione in funzione del reddito 8 abbastanza immediato, poiché le due grandezze coincidono sempre. La relazione tra le due variabili viene quindi rappresentata dalla retta a 45° nella figura 3.3 Il passo successivo & disegnare la domanda, Z, come funzione del reddito, La relazione tra domanda ¢ reddito € data dall'equazione [3.4]. Qui la riscriviamo per comodita, raggruppando i cermin della spesa autanoma in parentes Z=o¥ +(co+1+G-q0) La domanda dipende dal reddito, attraverso il suo effetto sul consumo, ¢ dalla spesa autonoma. Nella figura, la relazione tra domanda e reddito @ sappresentaca dalla linea 22, Liintercetta ~ il valore della domanda quando il reddito € uguale a zeto ~ & pari alla spesa autonoma, L'inelinazione & uguale alla propensione margi 80 Fic. 33. Hulls aneLmercato dei be 1a produzione di equilibria & deter rinata dalla condi ione di uguaglianza ‘ua produzione e do- manda cAPITOLO 5 a ¥ Redo, ¥ nale al consumo, ¢. Sotto I'ipotesi che ¢, sia positivo ma minore di 1, le retta & inelinata positivamente, ma con pendenza inferiore a 1 Si ha equilibrio quando la produzione & uguale alla domanda. In altre parole, Vequilibrio & dato dallintersezione della retta a 45° con la curva di domanda, 22, nel punto A. Alla sinistra di A, la domanda eccede la produzione; alla sua destra, Ja produzione eccede la domanda, Solo in A le due sono uguali. “Tomiamo ora all'esempio di prima. Supponiama che a un dato livello di red dito, i consumatori aumentino la loro spesa per consumi: @ sumenta di 1 miliar do di dollari, La figura 3.4, che & costruita a partire dalla figura 3.3, mostra cosa succede in questo caso. Per ogni valore del reddito, la domanda @ pit alta di 1 riliacda di dollari. Chiamiamo la nuova relazione tra domanda e reddito 22’ essa & rappresemrata da una curva parallela a ZZ, ma pitt alta di 1 miliardo di dol lati, IL nuovo equilibrio @ allintersezione tra la rerta a 45° ¢ Ia nuova curva di do manda, nel punto A’, La produzione di equilibrio aumenta da Y a ¥". E chiaro che V'incremento del prodotto, ¥”- Y, misurato sull'asse orizzontale, & maggiore del'sumento iniziale di 1 miliacdo di dollari. Questo & Petfetto del moltiplicatore Con Vaiuto del grafico & pit facile spiegare come e perché economia si spo sta da A ad A’, Lincremento iniziale del consumo fa aumentate la domanda, Al livello iniziale di reddito, Y, Ia domanda ora @ data dal punto B: essa & pill gran de di 1 miliardo di dollar. Per soddisfare questo livello di domanda, le imprese aumentano Ia produzione di 1 miliardo di dollari, spostando economia al punto C. Ma la storia non & ancora finita, II livello di produzione pitt elevato induce un ultetiore aumento della damanda, che muove 'economia nel punto D. A sua vol- ta, in D la produzione aumenta e cost via fino ad 4’, il nuove punto di equilibrio dove produzione ¢ domanda sono di nuovo uguali® > Questa spiegezione suagerisce un agafustamento della produzione che awiene nel corso del tempo, ¢ non istantancamente come stiamo assumendlo qui s Z z Reddit, ¥ NE: Un modo alternativo di guardare al moltiplicatore Nelle pagine precedenti abbiamo spiegato il meceanismo del moltiplicatore cercando di afferrarne lintuizione con T'aiuto di un grafi co. In questo quadro sviluppiamo I'algebra che sta dietto 'aggiustamento del mereato dei beni illustrato nella figura 3.4. Cost facendo, formalizeiamo Vintuizione dataci dal grafico ¢ ricaviamo espressione del moltiplicatore in tun modo alternativo. Ricordiamo brevemente i passi fatti nel pa ragrafo 1. Innanzitutto, abbiamo detto che Fequilibrio nel mereato dei beni richiede che la domanda eguagli l'offerta ageregata: Z= Y, dove Z=¢) +6(¥ -T)+I+G. Partendo da questa condizione di equilibrio abbiamo poi Gerivato il livello di equiibrio della produzio- ne (Y} come prodotto di due termini: il moleipli catore e la spesa autonoma (equazione [3.7)): 1 Y leg +1 +G-@T] ASSO IL MERCATO DEK BENT 81 mento dl stautonoma sulla radian: Un aumento dela spesaautonoma ha un eFfeuo pit che pro porzionle sulla peo: Aazione di eguilbie, Non é difficile mostrare che questa espressio- ne pud essere utilizzata per calcolare leffetto di una variazione della spesa autonoma sulla produzione di equilibri. Consideriamo, ad esempio, una variazione della domanda auto- noma di Ac (utilizzeremo spesso il simbolo AX per indicare la variazione di una determi- nata variabile X: AX deve semplicemente es sere letto wvariazione in X»). Di quanto si modifica il livello di equilibrio della produzio- ne? Qual @ il valore di AY? Dall'equazione precedente risulta chiaramente che, date le al: tre componenti della spesa autonoma (G, I ¢ T), la variazione della produzione @ uguale al moltiplicatore 1/(1 —c,) moktiplicato per la va riazione del consumo: Ad esempio, s¢ ¢; 2 0,5 — e il mohtiplicatore & guindi 1/(1 ~05) =2 — ese Ac, & un miliardo di dollari, 2 immediato verificare che la varia~ zione della produzione di equilibrio @ pari a 2 miliardi di dollari (AY =2 1 miliardo). 82 caPITOLO 3 Torniamo ora al nostra obiertiva iniziae: descrivere analicicamente Paggiustamento del Ia figura 3.4 € derivare cos, in un modo alter ‘0, il valore del moltiplicatore. Per fare questo, immaginiamo di scindere il processo di aggiustamento nel mercato dei beni in pe- riod successivi e chiediamoci che cosa accade se la spesa autonoma varia di Ag, Nel primo periodo, a domanda aggregata vatia di pari passo con Ja spesa autonoma, AZ= Aq. Ricordiamo che la domanda deter mina Ta produzione di equilibrio poiché assu miamo che le imprese siano disposte a offrire qualunque ammontare di beni al livello esi stente det prezei che, ricordiamoci, in questo modello sempre castante. Ne consegue che la variazione nella domanda aggtegata porta a una variazione dello stesso ammontare. nella produzione; e questo significa un’uguale va riazione nel reddito, poiché reddito ¢ produ: Zione coincidono per definizione. La relazione descritta corrisponde alla prima riga della ta bella 1. Ma la storia non finisce qui Che cosa succede nel periodo 2? Nel pe iodo 2, il maggiore reddito fa aumentare ulte iormente la domanda. Ma dit quanto varia la domanda? La definizione della domanda ag- smregata (equazione [3.4}) ci dice che essa varia dig, volte la variazione del reddit; questo per ché gli individui consumano una frazione ¢, di ogni incremento nel loro reddito, Poiché il reddito & cambiato di Ac, durante il periodo 1, Ja domanda varia di Ae, nel periodo 2. In se guito a questa nuova variazione della domanda produzione © reddito variano ancora, Gli ag giustamenti che si verificano nel period 2 sono riportati nella seconda riga della tabella 1 Nel periodo 3, aumento di c,Aqy del red dito fa crescere ancora una volta la domanda, questa volta della. quantita ¢~c,Acy. Liniziale TAB. 1, Loggiastamento nel mercato dei beni Pesiodo Domina Produrione Figura 3.4 Redo) 1 sa deo Asia 2 as cans. 3 aco deo i fae Pty aa variazione della spesa autonoma da quindi luo- 0 a una successione di incrementi della pro- duzione. Laumento che si verifica in ogni pe- tiodo = nel generico periodo T — & pati al pro: dotto tra la variazione osservata nel periodo precedente ¢ Ia propensione marginale al con: Siamo ora pronti a calcolare Ja variazione cumulata della domanda, sommando i termini che compaiono nella colonna «ADomanda»: ADomanda = deg +¢\Acy +c? Meo tant ef Aey =Aallte +cat + Leespressione in parentesi @ una serie geometsi- ca di ragione ¢, <1 (un ripasso delle propriet’ delle serie geomettiche @ contenuto nell’ pendice 3 alla fine del testo). La propricti principale di tali serie @ che quando ¢, @ mi- nore di 1 (come nel nostro caso), la. serie [l+e+ +ef-l+..] tonde, in limite, a 1/(1 -«,) per T che tende all’infinito, In termini economici, poiché ogni incremento suecessivo nella domanda ¢ minore di quello verificatosi in precedenza, questo processo non conduce un'espansione infinita della domanda. Sosti- tendo V0—q) a [+e tePtat fhe] nell’equazione precedente, ottenizmo la varia- ione cumnulata nella domanda aggregata che segue aumento iniziale di Ac, Essa coincide con la variazione nella produzione e nel reddi- toed & paria: ADomanda Acy = AProduzione Come si vede, abbiamo derivato il moltipli- catore scomponendo in periodi successivi il proceso di aggiustamento e siamo pervenuti allo stesso risulearo dell’equazione [3.7]. Tl termine 1/(1=¢,) é la somma dei successivi incrementi nella domanda aggregata quando a spesa autonoma aumenta di un'uniza (dq\= 1) € coincide con il moltiplicatore che abbiamo precedentemente derivato egua- aliando in equilibrio domanda e offerta. Per- cid, @ possibile interpretare il mokiplicatore come la variazione sotale della domand ag- ptegata a seguito di un cambiamento iniziale unitario nella spesa autonoma Notate che abbiamo fatto riferimento a una setie di periodi, o stadi, successivi al solo scopo di facilitare [illustrazione; nel modello invece non intercorrono intervali di tempo tra i singoli aggiustamenti della domanda ¢ della produzione. Un ineremento autonomo della domanda induce immediatamente un'espan- sione multipla della produzione. In realti le imprese non aggiustano immediatamente la produzione a variazioni della domanda: il pas IL MERCATO DEE BENT 83 saggio al nuovo equilibrio non avverta istanta neamente, ma gradualmente nel corso del tem- po. Un’analisi dettagliata dell'aggiustamento nel _mercato dei beni @ contenuta nell'ap- profondimento fatto nel sito del libro www:mulino.it/blanchard. La ci porremo la domanda: quanto tempo impiega un aumento della spesa autonoma a far crescere re produzione fino al nuovo livello di equi 3.3. In sintesi Come possiamo riassumere il tutto? La produzione dipende dalla domanda, che a sua volta dipende dal reddito (che @ uguale alla produzione). Un incremento della domanda, dal lato della spe sa per consumi, fa aumentare la produzione e il reddito. aumento di reddito a sua volta fa aumentare la domanda e quindi la produzione, e cosi via. Alla fine i risultato € un aumento della produzione superiore all’incremento iniziale della domanda, in misura pari al moltiplicatore. Finora ci siamo concentrati su aumenti della domanda, Ma il meceanismo @ perfettamente simmetrico: riduzioni della domanda fanno diminuire la produzio. ne. In effetti, la recessione del 1990-91 negli Stati Uniti é stata causata da un im: proviso crollo nella fiducia dei consumatori, che ha provocato una brusea ridu ione della domanda per consumi e, di conseguenza, un declino della produzio- ne. Le origini della recessione di quegli anni sono esaminate in dettaglio nel qua- dro Che ruolo ha avuto la fiducia dei consumatori nella recessione statunitense del 1990-912. EM Investimento = risparmio: un modo alternativo di pened revall equilibsloveulniereatollen beni Finora abbiamo pensato all’equilibrio in termini di uguaglianza tra produzio- ne ¢ domanda di beni. Un modo alternativo — ma equivalente ~ considera l"equi- librio in termini di risparmio e investimento. Quest ultimo & l'approccio seguito da John Maynard Keynes nel suo modello del 1936, nell’ambito della Teoria ge- nerale Per definizione, il risparmio ($) dei consumatori & uguale al loro reddito di sponibile al netto dei consumi Usando la definizione di reddito disponibile, possiamo scrivere il risparmio come reddito meno imposte meno consumo: SsY-T-C ‘Torniamo ora allequazione di equilibrio nel mercato dei beni. La produzione deve essere uguale alla domanda, che a sua volta la somma di consumo, investi- mento e spesa pubblics 84 CAPITOLO 5 Y=C+I+G Sottracndo le imposte da entrambi i lati e spostando il consumo sulla sinistra, ot teniamos Tain G-7 Notiamo che il lato sinistro di questa equazione & semplicemente uguale al rispar- 0, equivalentemente: B38] S+(T-G) Lequazione [3.8] ci suggerisce un altro modo di guardare all’equilibrio nel mer- cato dei beni, Sul lato sinstro <'é V'investimento, Il primo addendo sul lato de- stro @ il isparmio dei consumatori, che chiamiamo risparmio privato. Tl secondo addendo @ uguale alle imposte al netto della spesa publica, clot al risparmio pubblico (Veccesso di entrate sulle uscite del settore pubblico). Se quest'ultimo & negativo, il governo ha un disavanzo di bilancio. Tn altre parole, in base all’equazione (3.8], sappiamo che l'equilibrio nel mer- cato dei beni richiede che linvestimento sia uguale alla somma di tisparmio pub- blico ¢ risparmio privato. Questo modo di definire Pequilibrio @ alla base della curva IS — che rappresenta graficamente Pequilibrio sul mercato dei beni — dove IS @ l'acronimo inglese per «Investimento = Risparmio (Saving)». Per rafforzare l'intuizione data dall'equazione (3.8), si pensi a un'economia con una sola persona che decide quanto consumare, investire e risparmiare: l'eco: nomia di «Robinson Crusoe». Per Robinson, le decisioni di risparmio e di inve- stimento sono identiche: cid che egli investe (ad esempio, tenendo gli animali da iproduzione invece di mangiarseli) equivale automaticamente a quanto risparmia In un’economia moderna, invece, le decisioni di investimento sono prese dalle imprese, entre le decisioni di risparmio spettano ai consumatori ¢ al governo. In equilibrio, l'equazione [3.8] ci dice che tutte queste decisioni devon essere compatibili: l'investimento deve eguagliare il risparmio aggregato. A partite dalla [3.8] ¢ dalle equazioni di comportamento del risparmio ¢ del- Vinvestimento, possiamo studiare le caratteristiche dell’equilibrio. Notiamo innan- itutto che Le decisioni di consumo e di risparmio sono in realta due facce della stessa medaglia: una volta deciso quanto consumare, il risparmio @ determinato per differenza ¢ viceversa. L'equazione di comportamento del consumo specifica tain precedenza comporta che il risparmio privato sia dato da Se¥Sroe =Y-T-q-4(Y-T) Riordinando i termini, otteniamo: =o + (l-o)(¥-T) Se abbiamo chiamato ¢, la propensione marginale al consumo, chiamiamo (1 —¢)) la propensione marginale al risparmio. La propensione marginale al risparmio ci IL MERCATO DEL BENI dice quanto viene risparmiato di un incremento unitatio di reddito. Lipotesi che la propensione marginale al consumo sia compresa tra 0 e | implica che la pro- pensione marginale al risparmio sia anch’essa tra 0 ¢ 1. Questo significa che il ri: sparmio privato aumenta all'aumentare del reddito disponibile, ma meno che proporzionalmente Jn equilibrio, P'investimento deve essere uguale al risparmio, dato dalla som ma di risparmio pubblico e privato. Sostituire il risparmio privato con la sua espressione nella [3.8] da: y+ -N+7-@ Risolvendo per la produzione, otteniamo: —(c+I+G=aT) Questa @ esattamente la stessa espressione dell’equazione (3.7). Cid non ci do vrebbe sorprendere. Stiamo guardando lo stesso modello, ma da prospettive di verse. Questo modo di procedete risultera utile in molti altri casi Il paradosso del risparmio Fin da piccoli, ci insegnano le virtt del risparmio. Chi spende tutto il suo reddito & condannato a passare il resto dei suoi giorni da povero. Chi invece ti: sparmia potra vivere tranquillamente, Analogamente, il governo spesso ci dice che un'economia che risparmia cresceri forte e prospera. 'equazione [3.7], tut tavia, ci racconta una storia diversa e abbastanza sorprendente: supponiamo che a.un dato livello di reddito, i consumatori decidano di risparmiare di pit. In ter mini dellequazione [3.2], che descrive il consumo, essi riducono ¢, aumentando in tal modo il risparmio. Cosa succede alla produzione ¢ al tisparmio? Lequazione [3.7] dice chiaramente che la produzione di equilibria. diminui sce al diminuire di cy. Quando le persone risparmiano di pid al loro livello inizia le di reddito, riducono i loro consumi. Ma questa riduzione dei consumi a sua volta siduce la domanda e la produzione. Cosa possiamo dire del risparmio? Da un lato, i consumatori risparmiano di pitt ad ogni livello di reddito, ma d’altea parte il reddito ora é minore, il che ten: de a ridurze il risparmio, Leffetto netto sembrerebbe ambiguo, Invece possiamo dire con certeza in quale direzione andra. Si ricordi che possiamo pensare al Vequilibria in termini di eguaglianza tra domanda ¢ offerta, Pet ipotesi, investi mento non cambia. Per la condizione di equilibrio, quindi, nemmeno il risparmio cambia. Anche se le persone vogliono risparmiare di pitt a un dato livello di red: dito, quest'ukimo si riduce in misura tale da lasciare invariato il risparmio. Que: sto significa che il tentativo di risparmiare di pid si traduce in una riduzione del prodoito e in un risparmio invariato, Questa sorprendente combinazione di risul tati @ nota come paradosso del risparmio’ 4 Approfondimento, Potreste pensare che la mancate variazione del risparmio sia il rsul- tato di una delle ipotesi meno realistiche che abbiamo formulate finors: lipotesi di investimen © fisso. In realta, se permettessimo allinvestimento di muoversi con la produzione, il risultato 8% 86 CAPITOLO 5 Allora dovremmo forse concludere che la saygezza tradizionale @ infondata? Le persone dovrebbero essere meno parsimoniose? No. I risultati di questo sem- plice modello sono rilevanti nel bres periadl, Infatti é stato propria il desiderio di fisparmiare di pitt Ia causa della recessione del 1990-91 (si veda il quadro dedicato a questo tema). Tuttavia, come vedremo in seguito, rendendo il modello pit rea- listico, altri meccanismi entreranno in gioco ¢ un aumento del risparmio porter’ a risparmi e reddito pitt elevaté nel lungo periodo. Resta comungque valido l’avverti mento: le poltiche che incoraggiano il risparmio possono essere buone nel hungo periodo, ma nel breve periodo possono causare una cecessione, (Ll governo é davvero onnipotente? Un avvertimento Leequazione [3.7] ci dice che il governo pud influenzare la produzione see slicndo il livello di spesa (G) ¢ il gertto fiscale (T). Se il governo vuole aurenta ze la produzione di 1 miliardo di dollari, tutto cid che deve fure & aumentare G di (1=«)) miliaedi di dollari, Questo aumento della spesa fara aumentare la pro duzione di 1 miliardo di dollar, per effetto del moltiplicatare. Ma il governo pud davvero sceglicre il livello di produzione? Il verificarsi di period di recessione d- mostra chiaramente che cid non & sempre vero Tn ealta, ci sono molti asperti che non sone incoxporati nel nostro modelo. Li prenderemo in considerazione in un secondo momento. Per ora é utile clen came alcuni brevemence © Cambiare la spesa pubblica o le imposte potrebbe essere tute'sltro che faci- le: Fapprovazione di nuovi progetti di legge da parte dell'autorith legislativa ri chiede infatti molto tempo (si vedano i capitoli 18 © 20). © Gli efferti della spesa e delle imposte sulla domanda sono molto meno meceanici di quanto non risulti dall'equazione [3.7]. Questi ultimi potsebbero ve- rificarsi Jentamente, oppure i consumatori le imprese potrebbero essere intimo: riti dal disavanzo pubblico ¢ decidere quindi di modificare il loro comportamen to, € cost via (si veda il eapitolo 9) © Mantenete il livello di produzione desiderato potrebbe causare spiacevoli efferti collaterali. Ad esempio, tentare di ragefungere un livello di produzione molto clevato potrebbe accelerate l'inflazione (si veda il capitolo 15), © Ridurre le imposte o aumentare la spesa pubblica patrebbe generare grossi disavanzi di bilancio ¢ portare all'accumulazione del debito pubblico. Quest’ul ma pud avere effetti perversi nel lungo periodo (si vedano i capitoli 20 e 25), Man mano che affineremo la nostra analisi, il ruolo del governo diventeti sempre pitt difficile. Tl governo non se la passera pit tanto bene come ha farto in ‘questo capitol! sarebbe ancora pith drammatica: j tentativi delle persone di rsparmiare di pid porterebbero in ‘ogni caso alla riduzione della produzione. A su volta la riduzione della produzione farebbe di minuire linvestimento, ¢ quindi il rispertnio, Che ruolo ha avuto la fiducia dei consumatori nella recessione statunitense del 1990-91? Nel terzo trimestre del 1990, dopo Thin sione del Kuwait da parte dell'lrag, ma prima dellinizio della Guerra del Golfo, Ia crescita del Pu. starunitense & diventata negativa ed & rimasta tale per ¢ due trimestri. successvi Come abbiamo visto nel capitolo 2, gli econo- misti usano il termine «recessione» per definire un periodo di almeno due trimestri consecutivi di tiduzione del PiL. Lepisodio che qui rico diamo ® note come la recessione del 1990-91 La seconda colonna della tabella 1 di il Pit reale ~ in miliardi di dollari ai prezzi del 1987 — dal secondo trimestre del 1990 al se- condo trimestre del 1991. La terza colonna da la variazione del Pt da un crimestre al suc cessive, Si noti che il Pu. é misurato su base annua, per cui i-valori riportati sono pari a 4 volte quelli trimestrali. A prima vista, espri mere variabili mensili o trimestrall su base an- rua potrebbe creare confusione. In realti, portare tutte le variabili - trimestrali, mensili © giormaliere ~ su base annua & utile per con frontarle tra loro. 87 I, MERGATO DEI BENI I macroeconomisti non avevano previsto la recessione del 1990-91. In larga parte, que sto & avvenuto a causa di vatiazioni della spe sa che non erano state 0 non potevano essere anticipate, Cid risulta chiaro dalle colonne (4) © (5) della tabella, La colonna (4) La funzione del consumo esprime il consumo in funzione del reddito disponibile. La propensione marginale al consumo descti ve di quanto aumenta il consumo per un au mento unitario del reddito disponibile. La produzione di equilibrio @ il punto in cui la produzione @ uguale alla domanda In equilibrio, la produzione é uguale alla spe- sa autonoma moltiplicata per il moltiplicatore. La spesa autonoma ¢ quella parte della do- manda che non dipende dal reddito. Il molti- plicatore & uguale a 1/(1—<;), dove ¢ & la propensione marginale al consumo. > Nel breve periodo In domanda anmen: ta in seguito a variazioni positive della fiducia dei consumatori, della domanda di investi- mento, della spesa publica ¢ in seguito a va siazioni negative delle impost. > Un modo alternacivo di definire Pequi librio sul mercato dei beni @ attraverso P'ugua- alianza tra risparmio aggregato (pubblico ¢ privato) ¢ investimento, Per questa ragione, la condizione di equilibrio @ chiamata curva IS. Teen i chiave consumo (C) investimento (I) o investimento fiss0 investimento non immebiliare (produttivo} ¢ immobiliace spesa publica (G) teasferimenti importazioni (Q) esportazioni (X) exportazioni neite 0 saldo commerciale avanzo commerciale disavanzo commerciale investimento in scorte (I) identica reddito disponibile (Y,) funzione del consumo equazione di comportamento relazione linear parametr 1, Supponete che un’economia sia carat- terizzata dalle seguenti equazioni di compor tamento: C = 100 +06 ¥y G=250 T =30 T = 100 Caleolate: a) il Pu. di equilibrio (¥); 5) il reddito disponibile (¥,); 4) la spesa per consumi (C); 4) il risparmio privato (S); ¢) il risparmio pubblico; /) il moltiplicacore RCATO DEI BENT 89 > Nel breve periodo, un tentative degli individui di sisparmiare di pi, o del governo di ridurre il disavanzo di bilancio, non ha ef- fetti sul risparmio, ma produce soltanto una riduzione della produzione. Questo fenomeno & noto come paradosso del risparmio. Nel lungo periodo, turtava, alti fattori enteana in sioco, per cui & probabile che aumentino sin la produzione sia il risparmio. propensione marginale al consumo (o) variabili endogene variabili esogene politica fiscale equilibrio equazione di equilibrio spesa autonoma bilancio in pareggio moleiplicarore risparmio (8) risparmio privato risparmio pubblico curva IS propensione marginale al isparmio paradosso del risparmio errore di previsione indice di fiducia dei consumatori 2. Per economia considerata nelVeserci zio 1, verificate che, in equilibro: 4) la produzione @ uguale alla domanda; 5) il risparmio aggregato & uguale alPinve- stimento, 3. Supponere che il governo desideri au. mentare il Put di equilibrio di 100, 2) Quale cambiamento & necesserio nella spesa pubblica? (Suggerimesto: qual & il valo- re del moltiplicatore?) 5) Sela spesa pubblica non cambia, quale variazione & necessaria nelle imposte? (Sugge- vimrento: la risposta @ diversa da quella del punto «.) 90 cAPrTOLO 5 4, Per semplicita, abbiamo assunto che le imposte siano esogene. In realta, sappiamo che le imposte tendono a muoversi col reddi- to. Supponete che le imposte dipendano [i niearmente dal reddito, in base all’equazione: T dove #, ® Faliquota di imposta, compresa tra 0 € 1, Tutte le altre equazioni di comportamen to sono specificate nel testo 4) Trovate Tequazione di equilibrio del PUL, (Suggerimento: sari simile, ma non ugua le, all’equazione [3.4].) 5) Trovate Pespressione del moltiplicatore 2) Quando le imposte sono endogene, moltiplicatore @ pitt geande, piti piccolo uguale al caso in cui le imposte sono esogene? . A volte gli studenti si sentono un po’ con: fusi e pensano: «Non ci capisco niente! A volte variazioni del reddito causano variazioni del consumo, Altre volte @ il contrario, Qual éla di rezione giusta?». In che modo cerchereste di ti solvere questa confusione? Suggerimento: di stinguete tra variazioni di ¢€ variazioni di ¢,Y..) 6. Nonostante la propensione marginale al consumo definisca la relazione tra reddito -gato © Consumo ageregato, €88a pud esse- ze applicata anche alla relazione tra reddito consumo per un singolo individuo, 4) Determinate la vostra propensione mar ginale al consumo rispetto al vostro reddito di sponibile. (‘Suggerimento: ponetevi alcune do: mande ipotetiche. Ad esempio, se state gi la vorande, di quanto aumenterebbe il vostro consumo se il vostro reddito aumentasse del 20%2 Se invece non lavorate, di quanto au menterebbe il vostro consumo se iniziaste a la vorare a un salario di 30 mila dollar all’anno?) 4) La vostra propensione marginale al consumo @ coerente con le «restrizioni natura lis che abbiamo imposto nel testo? In caso contratio, spicgatene i mot

You might also like