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Corda G Dove nasce lausterity per gli enti locali: la Corte dei Conti e i crediti spazzatura

Dove nasce lausterity per gli enti locali: la Corte dei Conti e i crediti spazzatura
di Giuseppe Corda

Eravamo abituati a sentir parlare di sperimentazioni per antibiotici o farmaci miracolosi. Dal
primo gennaio 2015, dopo la fine di una lunga fase di sperimentazione, inizier la
somministrazione per quella che si annuncia come la normativa sullArmonizzazione dei
bilanci degli enti pubblici. La cura riguarder Regioni e Comuni, a seguito del D.Lgs 118 del
2011.
Nel 2011 La Corte di Conti, su incarico della Commissione per il federalismo fiscale ha analizzato
e relazionato sul tema principale nella riforma della contabilit dei comuni e delle Regioni: i
residui.
Ma cosa sono i residui? Esistono
residui attivi: somme accertate a favore del comune ma non riscosse per vari motivi
dallo stesso;
residui passivi: spese che lamministrazione si impegnata a pagare in futuro.
Il problema che a fine anno in sede di chiusura dei conti gli uffici ragioneria si trovano
valanghe di residui da contabilizzare, tali da rendere estremamente difficile la loro gestione
ed il monitoraggio nel corso del tempo. Vengono accantonati crediti di residui attivi di dubbia e
difficile riscossione che, nel caso del loro riaccertamento generano un disavanzo tecnico tale da
rendere necessarie forme di accompagnamento[1].
In pratica il comune deve depurare gradualmente il bilancio dai crediti insoluti, cio
impossibili da riscuotere, riducendo i crediti spazzatura. La riforma ha intrapreso questa
strada[2], ma di certo gli strumenti offerti rappresentano solo un primo passo. Purtroppo si
ribaltato completamente il compito delle amministrazioni locali: da gestori di risorse per far
crescere la comunit a esattore delle tasse per tappare i buchi contabili.
In conclusione, il disavanzo di gestione degli enti locali, che consiste nella differenza tra entrate
e spese, che dovrebbe essere generato da spesa pubblica produttiva, tale quindi da generare
un concreto sviluppo sul territorio, diviene gestione di buchi nei bilanci dei comuni che
franano a causa dei minori introiti.
Di fatto questi mancati incassi dovuti a crediti insoluti impongono ulteriori future riduzioni di
spesa per tapparli, rendendo ancora pi drammatica la situazione in cui si trovano gli enti
locali.
La riforma impone, quindi, la pro-ciclicit sullente locale, costruendo una vera e propria
austerity in scala, con le conseguenze note.
[1] Corte dei conti Sezione delle Autonomia: AUDIZIONE SULLO SCHEMA DI DECRETO LEGISLATIVO
RECANTE DISPOSIZIONI INTEGRATIVE E CORRETTIVE DEL DECRETO LEGISLATIVO 23 GIUGNO
2011, N. 118, IN MATERIA DI ARMONIZZAZIONE DEI SISTEMI CONTABILI E DEGLI SCHEMI DI
BILANCIO DELLE REGIONI, DEGLI ENTI LOCALI E DEI LORO ORGANISMI (ATTO N. 92) pag. 4
[2] Consiglio Nazionale dei dottori commercialisti, Proposte per il risanamento finanziario degli
enti locali, anno 2010, pag. 11.
www.retemmt.it

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