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scaturita
dalle
risultanze
di
una
complessa ed articolata
indagine, avviata nel
luglio
del
2007,
condotta dagli Agenti
della
Digos
della
Questura di Siracusa e
coordinata dalla Procura
della
Repubblica
di
Siracusa. Le meticolose
indagini svolte con il
massimo impegno dagli
investigatori
della
DIGOS,
hanno
consentito al GIP di
Siracusa, di accogliere
le richieste della Procura
della
Repubblica
aretusea,
disponendo
misure cautelari a carico
di: Salvatore Bus,
48enne
residente ad Avola (SR),
funzionario
della
Direzione Provinciale del
Lavoro
di
Siracusa
(misura cautelare della
custodia in carcere);
Rosario
Caruso,
60enne
residente
a
Rosolini,
imprenditore
agricolo
(misura
cautelare della custodia
in carcere); Vincenzo
Cicciarella,
42enne,
residente
a
Rosolini,
imprenditore
agricolo
misura
(cautelare della custodia
in carcere); Salvatore
Puccia,
41enne Vittoria (RG),
consulente del lavoro
(misura cautelare della
custodia in carcere);
Hamid Siraoui, 41enne
marrochino, residente a
Rosolini, commerciante
(misura cautelare della
custodia in carcere);
Vincenzo
Terranova,
45enne
residente a Rosolini,
imprenditore
agricolo
(misura cautelare della
custodia in carcere);
Corrado
Vaccarisi,
53enne di c
Rosolini,
dottore
commercialista (misura
cautelare della custodia
in carcere); Abdellilah
Wadia,
26enne
marocchino,
residente a Rosolini,
bracciante
agricolo
(misura cautelare della
custodia in carcere);
Abdallah Bellaabada,
48enne
marocchino, residente a
Rosolini,
bracciante
agricolo
(misura
cautelare degli arresti
domiciliari);
Luigi
Candiano
48enne
di
Rosolini,
imprenditore
agricolo
(misura cautelare degli
arresti
domiciliari);
Mohamed El Hajra,
34enne,
marocchino residente a
Rosolini,
bracciante
agricolo
(misura
cautelare degli arresti
domiciliari);
Fettah
Sarhir,
41enne,
marocchino, residente a
Rosolini, commerciante
(misura cautelare degli
arresti
domiciliari);
Diego
Guarneri,
40enne,
residente a Canicatt
(AG), imprenditore edile
(misura cautelare degli
arresti
domiciliari);
Rafiqul
Islam
Muhammad,
31enne
originario
del
Bangladesh, residente ia
Catania, commerciante
(misura cautelare degli
arresti
domiciliari);
Bent Ahmed Tobni
Aicha,
48enne
tunisina,
residente
a Siracusa,
collaboratrice domestica
(misura cautelare degli
arresti domiciliari). E
stata disposta la misura
cautelare del divieto di
esercitare
attivit
imprenditoriale
nei
confronti di Sebastiano
Candiano, 26enne di
Rosolini,
imprenditore
agricolo
(misura
cautelare del divieto di
esercitare
attivit
imprenditoriale per 2
mesi);
Carmelo
Caruso,
38enne
di
Rosolini,
imprenditore
agricolo
(misura
cautelare del divieto di
esercitare
attivit
imprenditoriale per 2
mesi);
Raffaele
Poidomani, 48enne di
Rosolini,
imprenditore
agricolo
(misura
cautelare del divieto di
esercitare
attivit
imprenditoriale
per2
mesi);
Le
risultanze
investigative
hanno
evidenziato lesistenza
di
unorganizzazione
criminale dedita allo
sfruttamento di cittadini
extracomunitari ai quali
venivano
procurati
documenti
che
consentivano
lottenimento
della
regolarizzazione
sul
territorio
nazionale,
anche
attraverso
il
pagamento di somme di
denaro a compiacenti
imprenditori con i quali
venivano stipulati falsi
contratti di lavoro. Gli
Agenti della Digos della
Questura di Siracusa, si
erano
insospettiti
dallincremento
delle
richieste di lavoratori
extracomunitari,
da
parte di alcune aziende
agricole.
Gli
investigatori
avvalendosi
della
collaborazione
degli
agenti
dellUfficio
Immigrazione
della
Questura,
hanno
concentravano la loro
sud
della
provincia,
incassavano una cifra
variabile tra i 4.000 e
7.000
per
ciascun
contratto. I contratti di
lavoro
seguivano
richieste e rilasci di
nulla
osta
che
si
fondavano
su
falsi
presupposti,
come
linesistenza sostanziale
del rapporto di lavoro.
In questo contesto, gli
imprenditori
agricoli
beneficiando
delloperato
dei
due
professionisti indagati,
davano la loro piena
disponibilit
ad
impiegare
cittadini
extracomunitari, senza
che alla base vi fosse
una reale necessit di
personale.
Lorganizzazione
criminale,
ben
strutturata,
ruotava
attorno alla figura di
Salvatore
BUSA.
Il
soggetto
avrebbe
approfittato della sua
posizione di funzionario
della
Direzione
Provinciale del Lavoro e
responsabile del SUI,
per garantiva il buon
esito delle pratiche. In
sostanza
limpiegato
avrebbe
omesso
qualsiasi
controllo
e
favorito il formarsi dei
falsi
presupposti
di
legge, indispensabili per
il rilascio dei titoli di
soggiorno.
Il
ruolo
svolto
dagli
extracomunitari indagati
era quello di mediatori
che, con la mendace
promessa di un regolare
contratto
di
lavoro
subordinato, inducevano
i propri connazionali ad
emigrare dal loro paese.