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Quindicinale - Anno 26 - Numero 4

Fermignano
Le storie di chi lavorava
nel polo industriale

Architettura
La citt di De Carlo
e quel sodalizio con Bo

Il ricordo
ilducato.it
Ciao Mario Mariotti
Sul sito servizi, notizie
custodediCasa Raffaello e approfondimenti

ilDucato
Periodico dellIstituto
per la formazione al giornalismo di Urbino

4 marzo 2016

Una risonanza al cervello?


Si presenti tra 399 giorni

Notiziario

Vandalismo

Graffiti in centro
La pulizia dopo
la fine delle indagini

I graffiti che macchiano il


centro saranno cancellati solo a
indagini concluse. Lo ha
dichiarato il Comune che
comunque sta creando un
gruppo guidato dallarchitetto
Alessandrini, responsabile
dellufficio Decoro e Igiene
urbana, che si occuper della
pulizia. Intanto alla sinagoga, i
restauratori hanno cancellato
gratis le scritte.
Processo Vichi

Imputato al giudice
Auto impazzita

Viaggio virtuale nella sanit, dove per un esame salvavita o un banale controllo si possono aspettare
fino a due anni. Anche per questa ragione, nel 2015, un marchigiano su dieci ha rinunciato
alle cure o stato costretto a rivolgersi al privato. Spendendo anche il doppio rispetto al ticket
a pagina 2 e 3

GESTI DI AMOROSI SENSI...

e un capoufficio tocca il sedere alle impiegate non reato.


Quindi deve essere assolto. Sembra assurdo ma cos. E
non lo ha stabilito un Tribunale dellArabia Saudita, ma
quello di Palermo. E sapete qual la motivazione? Limmaturit dellimputato. Si proprio cos: immaturo. Solo
che limputato in questo processo non era un giovane in
vena di goliardate, ma un uomo temprato dalla vita, 65
anni, con un importante incarico di responsabilit: dirige
lUfficio delle tasse, gran brutto mestiere dagli effetti alienanti. E allora per rilassarsi un po, niente di meglio che
palpeggiare le impiegate. Le toccava per sgranchirsi le
nocche arrugginite dagli estenuanti accertamenti fiscali.
Ancora pi sconcertanti sono le motivazioni. Il giudice
estensore ha scritto che nel comportamento del direttore
non ravvisabile alcun fine di concupiscenza o di soddisfazione dellimpulso sessuale . Capito? Per scaricare la
tensione del lavoro, invece di strizzare la pallina antistress,
toccava il fondoschiena e le tette delle impiegate. Che
sar mai! Solo un gesto di amorosi sensi. E cos lo hanno
interpretato i giudici che hanno spiegato le ragioni della

loro decisione: Non si pu parlare di atto sessuale perch


la mano del capoufficio non si soffermata sui glutei dellimpiegata. E qui viene il bello. Chi ha cronometrato la
durata del palpeggiamento? E quando deve sostare la
mano sul sedere di una donna per configurarsi il reato di
abuso sessuale? E certo che le impiegate non hanno apprezzato gli amorevoli gesti del direttore. Invece di prestarsi
allo scherzo e magari agevolare lo stretching antistress del
capo sbottonando la camicetta, si sono rivolte a un avvocato
e hanno denunciato il giocherellone.
La sentenza d atto dellavvenuto palpeggiamento, ma
ha definito quei gesti privi di connotato sessuale, nel
senso cio che lo fece per gioco e senza trarne piacere.
Resta il comportamento prevaricatore di un direttore nei
confronti delle impiegate, ma andremmo oltre il codice
penale.
La prima considerazione che chiunque farebbe su una
decisione del genere che ci troviamo di fronte a una sentenza maschilista. Ma leggendo bene le cronache scopriamo
che a scrivere quella sentenza stato un giudice donna

La macchina era impazzita,


non sono riuscito a evitare
limpatto. Sono le parole del
pensionato di Fossombrone
accusato di omicidio colposo
per la morte di GiuliaVichi, la
bambina di quattro anni
travolta da un Suv nel 2013 a
Petriano. Il giudice Andrea
Pierasantelli ha convocato la
prossima udienza per il 19
aprile, per proseguire lascolto
dei testimoni.
Universit

Tesserino magnetico
al posto del libretto
Luniversit Carlo Bo, dal
prossimo anno, dir addio al
libretto universitario cartaceo.
Al suo posto ecco in arrivo il
tesserino magnetico. Lidea
quella di seguire lesempio di
altri atenei in cui questo badge
funziona anche come carta
prepagata e tessera della
biblioteca.
segue a pagina 8

ilDucato

Linchiesta

Ospedali, liste dattesa infinite


Pagare o rinunciare alle cure
Per esami o visite
a Pesaro, Fano o Urbino
lattesa lunghissima
Chi pu permetterselo
prenota un controllo
a pagamento
Chi non pu invece
ha tre possibilit:
chiedere al medico
una ricetta urgente
aspettare i tempi previsti
o rinunciare
alla propria salute

30

giorni il tempo massimo


di attesa per una visita
raccomandato dalla legge

46

giorni lattesa media


per una visita ginecologica
nel Centro Italia

LUCIA GABANI
MARTINA NASSO

recentonovantanove
giorni. Pi di un
anno. Tanto bisogna
aspettare per sottoporsi a unanalisi delicata e
importante, di quelle che
possono salvare una vita: la
risonanza magnetica al cervello.
da questo primo dato,
frutto di una telefonata al
Centro di prenotazioni unico
regionale, il Cup, che parte
questa inchiesta. Un viaggio
virtuale nella sanit di Urbino
per capire quanto tempo ci
vuole per curarsi e per prevenire. Un viaggio che riserva
molte sorprese e una conclusione amara: se si vuole
sapere subito se si malati
o no, meglio andare altrove
o pagare.
C posto nel 2018.
All800 098 798, il numero
verde del Cup, rispondono
subito. Una voce registrata
e una musica jazz tiene in
linea per almeno venti minuti. Solo allora si riesce a
parlare con un operatore.
Cos si scopre che a Urbino,
per una visita ginecologica,
si devono aspettare pi di
settecentocinquanta giorni.
Sono cos tanti che troppo
presto per prenotare il controllo, perch, spiega loperatore, non c ancora un calendario disponibile. meglio spostarsi e andare in un
ospedale vicino: a Pesaro, a
40 chilometri, c posto, ma
bisogna avere pazienza e attendere novantuno giorni.
Con 45 chilometri si arriva a
Fano, dove finalmente si ottiene la visita in una settimana. Liste dattesa pi corte? No, qualcuno ha disdetto
lappuntamento, quindi
meglio affrettarsi perch il
posto lasciato libero potrebbe
prenotarlo qualcun altro.
Serve lurgenza. Per superare lostacolo delle lunghe
liste dattesa, meglio chiedere al medico di base una
ricetta urgente per fare lesame. Un escamotage, ma anche un consiglio. un operatore del Cup a indicarlo

come il modo pi efficace


per fare una colonscopia in
tempi brevi. A Urbino, senza
priorit, sono quattrocentoventisette i giorni che trascorrono tra la chiamata e
lappuntamento. In questo
caso, anche spostandosi, non
si ottiene nulla: negli altri
due ospedali principali della
provincia si aspettano pi di
settecentocinquanta giorni.
Un tempo inaccettabile per
un esame fondamentale per
prevenire gravi malattie,
come il tumore al colon.
Le passo il privato?. In
alcuni casi anche un giorno
in pi di attesa pu fare la
differenza. Quando si deve
fare una visita delicata si perde la serenit e la paura cresce. e se si parla di cervello e
cuore, per esempio, il tempo
non sembra passare mai.
Allospedale della citt ducale
si attendono trecentonovanta
giorni per una visita cardiologica. Una data che non si
pu nemmeno segnare nel
calendario appeso in cucina.
Allora si cerca di prendere
appuntamento in un ospedale vicino, ma anche in questo caso si ricevono risposte
sconcertanti. Trecentosessanta giorni per Pesaro, trenta in meno per Fano. Se la
preoccupazione per i risultati
della visita tanta, per, si
vuole fare in fretta. Capita
che siano gli stessi operatori
del Cup a consigliare di prendere unaltra via, quella della
visita privata. Se si decide di
seguire il loro consiglio, si
attende in linea e dopo un
minuto al massimo risponde
un altro call center che prenota i controlli in pochi giorni. A farli sono gli stessi medici del servizio sanitario nazionale che fanno anche attivit da privati dentro gli
ambulatori degli ospedali.
Quanto costa?. Una settimana e 120 euro sono la
soluzione per un controllo
approfondito al cuore. Una
cifra pari a due volte il ticket
che si pagherebbe al servizio
sanitario nazionale. La visita
cardiologica, per, non la
pi costosa. A Urbino una
donna che vuole andare dal

ginecologo pu farlo in una


settimana, con 160 euro. Se
le liste dattesa non fossero
cos lunghe potrebbe sottoporsi allo stesso controllo
spendendo 20 euro, otto volte
meno. Per una colonscopia
ne servono 190, ma si ha la
garanzia di sottoporsi allesame in quattro giorni. Circa il
doppio rispetto a quanto costerebbe lesame rivolgendosi
alla sanit pubblica. Quello
che lascia davvero senza parole scoprire che a Pesaro
basta una settimana per fare
una risonanza al cervello. Al
prezzo di 344,19 euro, un terzo dello stipendio di un operaio e 100 euro in pi rispetto
al ticket. Per curarsi i cittadini
sono chiamati a mettere
mano sempre pi al proprio

portafogli, ma non tutti possono permetterselo.


Servono limiti. La soluzione abbattere i lunghi
tempi di attesa. Lassociazione Onlus, Cittadinanzattivachiede il blocco immediato
dellattivit libero-professionale quando supera quella
effettuata in reparto e se, per
una visita con il servizio sanitario nazionale, si sforano
i tempi di attesa massimi
previsti dalla legge. Inoltre
chiede di effettuare visite anche di sabato e domenica.
Serve una regolamentazione
unica per i medici che esercitano attivit libero-professionale nelle strutture ospedaliere dice Monia Mancini,
segretario regionale dellassociazione.

ilDucato
3

La novit

160
euro il costo di una visita
ginecologica intramoenia

20
euro il costo del ticket nelle Marche
per una visita ginecologica nel pubblico

10%
la percentuale di marchigiani che
ha rinunciato alle cure nel 2015

Clienti in attesa di cure


Non mi curo pi. Nellultimo anno un marchigiano su dieci ha
rinunciato alle cure (10,5%). Peggio solo Campania (14,1%) e
Puglia (12,5%). La media nazionale pi bassa (7,2%). Lo
dimostrano i dati raccolti in regione dai tribunali dei diritti dei
malato della onlus Cittadinanzattiva. I costi delle visite mediche a
pagamento e le lunghe liste dattesa sono i principali motivi per
cui i marchigiani rinuncino alle cure.
Secondo lultimo rapporto di Agenas (Agenzia Nazionale per i
Servizi Sanitari Regionali) la sanit marchigiana merita la maglia
nera per la trasparenza. Per legge le aziende ospedaliere
devono dedicare una pagina del loro sito per informare i
pazienti sui tempi dattesa. Una possibilit negata a gran parte
dei marchigiani che, anche per una semplice informazione,
devono attaccarsi al telefono e aspettare che qualcuno dal
centralino risponda. Nel 2005 il ministero della Salute ha stabilito
dei tempi massimi di attesa: trenta giorni per le visite
specialistiche, sessanta per gli esami diagnostici. Solo un quarto
delle aziende sanitarie delle Marche rispetta la legge e pubblica
le liste dattesa. Sono clienti, cos li dobbiamo chiamare, dice

Prescrizioni online
Addio ricetta rossa

Alberto Ruggeri, responsabile della libera professione


dellospedale, ed cos che vengono trattate le persone malate.
Devono mettersi in fila e aspettare il proprio turno, ma non chi ha
i soldi perch passa avanti percorrendo la via preferenziale e
cos incontrare un dottore in meno di una settimana.
Stesso posto, stesso medico, stessa visita, lunica cosa che
cambiano sono il prezzo e i giorni che dividono la prenotazione
dalla visita. I medici interni allospedale di Urbino visitano in
intramoenia,. Significa che usano le strutture dellospedale per
vedere i pazienti ma il costo della visita quello di un libero
professionista. I medici devono dare la priorit alle visite
ospedaliere spiega Ruggeri .La legge prevede un limite del
50%, qui siamo sotto il 30 aggiunge.
Lattivit intramoenia non una fonte di guadagno rilevante per
lazienda ospedaliera. Dei 100 euro pagati dal cliente per una
visita, 70 sono il compenso del medico, degli altri 30 lospedale
ne incassa tra il 15 e i 20 mettendo a disposizione del
professionista infermieri, macchinari e strumenti della sanit
pubblica.

La vecchia ricetta di carta


sparisce. Dal primo marzo
entrata in vigore la nuova
ricetta elettronica, valida per le
prescrizioni di farmaci su tutto
il territorio nazionale. Questo
significa che i medicinali
possono essere ritirati anche
fuori dalla regione di
residenza. Il proprio medico di
base, per effettuare una
prescrizione, si connette dal
proprio computer a un
apposito portale. La ricetta si
compila direttamente online
ed identica a quella cartacea,
un Nre (Numero ricetta
elettronica) associato al
codice fiscale del paziente ed
eventuali esenzioni sono
aggiunte in automatico dal
sistema. Anche il farmacista
accede allo stesso portale per
visualizzare limpegnativa. Per
il completo abbandono della
carta, per, bisogner
aspettare. Per ora il dottore
consegner al suo assistito un
cedolino bianco, un
promemoria da consegnare in
farmacia nel caso di problemi
al sistema informatico o in
assenza di connessione a
internet. Nei prossimi mesi il
meccanismo sar esteso
anche alle prescrizioni di
esami e visite specialistiche,
visto che la ricetta elettronica
sar accettata anche da
cliniche, ambulatori e
ospedali. Tra i vantaggi della
nuova procedura, il risparmio
sulla stampa e sulla
distribuzione dei vecchi
blocchetti di ricette e il
controllo sulla falsificazione.
Dietro gli aspetti positivi della
dematerializzazione si cela un
rovescio della medaglia spiega in una nota Giacomo
Milillo, segretario nazionale
della Federazione dei medici
di famiglia (Fimmg)- qualcuno
ha confuso gli studi medici con
quelli dei Caf, vista la mole di
dati anagrafici, codici di
esenzione dai ticket, adesso
anche quelli di erogabilit e
appropriatezza e quantaltro
dovremo verificare.

ilDucato

Fermignano

Lindustria tra passato e presente


Le quattro aziende storiche
dellapiccolaMilanodelle Marche

FORNACE CALPINO

LANIFICIO CAROTTI

Terra infuocata e mattoni


Tanto lavoro, sempre allegri

Rumore e quelle notti a filare


Le nostre coperte allesercito

La fornace accese il suo fuoco nel


1885 e continu ad ardere per 100
anni. Dopo la Seconda guerra mondiale, al suo apice, dava lavoro a pi
di 50 operai e per un lungo periodo
stata una delle realt pi innovative
del territorio. Ad esempio si usava il
metodo Falasconi, che prende il nome
dal suo inventore Luigi e che consisteva
nel muovere continuamente i mattoni
durante la cottura risparmiando sul
carbone.
Elso Paradisi, nato nel 1926, ha lavorato per 22 anni nella fornace di
Calpino, da quando ne aveva 36. Il
suo compito era impacchettare i laterizi
per la spedizione. Con il padrone la

giornata non era mai persa racconta


- anche quando cera poco lavoro. Lo
stipendio era abbastanza buono: io
prendevo 50mila lire al mese. Avevamo
delle attrezzature allavanguardia quando molte delle fornaci del territorio
ancora utilizzavano le carriole in legno.
Il lavoro era duro con temperature altissime che bruciavano le mani e i
volti.
La vita allinterno della fornace aveva
anche qualche comfort: Tutti avevamo
una fiaschetta con cui andavamo a
prendere il vino. Il padrone, per evitare
che uscissimo dalla fornace, aveva
portato le damigiane al suo interno.
Alcune volte qualcuno ha anche bevuto
un po troppo. Si lavorava tanto, ma
cera sempre una grande allegria.
La materia prima veniva estratta dai
terreni vicini, C Spacciolo e Calpino,
e i laterizi venivano venduti non solo
nelle Marche, ma anche a Ferrara, Ravenna, Bologna e Forl. Oggi, della fornace, non rimane altro che un capannone cadente in un campo circondato
da una ringhiera arrugginita.

La storia del Lanificio Carotti, la prima grande realt produttiva del territorio, comincia nel 1914 quando Augusto Carotti acquist lex cartiera dei
conti Castelbarco Albani. La fabbrica
era composta da sette ampi saloni: al
piano terra cerano due turbine idrauliche che garantivano lelettricit, nei
tre saloni del primo piano cerano i
reparti nei quali si cardava, filava e
torceva la lana, i locali del secondo
piano erano invece adibiti a magazzino
e tessitura. Lo stabilimento, che era
partito con pochi operai, nel 1919 ne
contava gi cento. Nel 1946 il numero
degli addetti arriv a 230 e un anno
dopo lazienda cre anche un reparto

di tessitura nel nuovo stabile costruito


sulle rive del Metauro per utilizzarne
lacqua. In quellanno la storia della
fabbrica incontra quella della quindicenne Cellina Benigni, al suo primo
impiego come addetta alla tessitura.
Rimarr in quel posto per 40 anni.
Cellina ritorna con la memoria al lungo
apprendistato e ai primi, miseri stipendi a nove lire lora. Lovatta nelle
orecchie, il rumore assordante dellordito e quella lana cos morbida
ricorda quando le chiediamo come
fosse il suo lavoro Ancora oggi mi
capita di sognare quei telai. Dentro
si producevano filato e tessuti ma anche coperte e matasse. Tra i clienti
principali cera lesercito. Quando arrivava un loro ordine racconta Cellina
dovevamo lavorare anche di notte.
Lambiente era rumorosissimo, per
parlare dovevamo fare il mimo o aspettare il suono della sirena per la pausa
pranzo.
Adesso del vecchio stabilimento non
resta che un rudere imploso su stesso,
pieno di calcinacci.

ilDucato
5

PAGINE A CURA DI LIBERO RED DOLCE E ANDREA PERINI

del 1951, di 4.865 abitanti. In pratica, almeno un membro di ogni nucleo familiare fermignanese lavorava in una delle
quattro industrie.
Grazie alla ferrovia, alla corrente elettrica Fermignano dopo Cagli stato il
secondo comune della provincia ad
aver impianti per la sua produzione e
allaumento costante della popolazione, nel XX secolo si trasformato da
piccolo borgo di campagna a polo industriale. Linsediamento produttivo
nato nel 1963 racconta Giulio Finocchi, ex dipendente regionale e appas-

sionato di storia locale quando il Comune, assieme allUniversit di Urbino,


alla Camera di Commercio e al Comune di Urbino, ha dato vita al Consorzio industriale del Medio Metauro.
Uneredit visibile ancora oggi: Fermignano, dopo Pesaro e Fano, il terzo
nucleo produttivo della provincia per
numero di imprese, grazie alla presenza nel proprio territorio di oltre 60
aziende, alcune delle quali operano a livello internazionale come Tvs, che produce pentole e padelle e Imab group,
specialzzata in arredi.

60
Le aziende che operano oggi
nel territorio di Fermignano

560
I fermignanesi impiegati
nellindustria negli anni 50

FOTO: ARCHIVIO PRIVATO GIULIO FINOCCHI

n tempo erano il cuore pulsante di Fermignano, oggi


sono dei ruderi o hanno lasciato spazio a nuove costruzioni. Si tratta del lanificio Carotti, la
fornace di Calpino, il pastificio Calasconi e il tabacchificio Donati, quattro
industrie che dal dopoguerra fino alla
fine degli anni Ottanta hanno reso Fermignano la piccola Milano delle Marche. Basti pensare che negli anni
Cinquanta le quattro imprese impiegavano in totale 560 persone su una popolazione, secondo il censimento Istat

PASTIFICIO FALASCONI

TABACCHIFICIO DONATI

La competizione con Buitoni


La fabbrica delle donne
Per la pasta dissi no al Genoa Ricordo ancora lodore acido

La pasta Falasconi oggi non la troverete al supermercato ma per anni il


marchio stato una realt in grado di
competere con la Buitoni. Il pastificio
nato nel 1897 operando in una
prima fase come mulino, dotato di un
impianto a cilindri e otto operai. Nel
periodo di massimo splendore, arrivava
a produrre 150 quintali di farina e semolino al giorno. Poi venne il pastificio
che, negli anni Cinquanta, dava lavoro
a circa 80 persone. Possedeva anche
lunico telefono di Fermignano e molte
persone andavano l per fare delle
chiamate.
Bruno Clementi ha lavorato per 40
anni dentro il pastificio. Ricordo che

quando sono stato assunto, a 17 anni,


di fronte allazienda cera la fila di birocci dei contadini che venivano a
portare il proprio grano. Allinizio cera
una sorta di baratto: loro portavano il
grano e ottenevano in cambio il corrispettivo peso in pasta. Con il tempo
poi cambiato: il grano arrivava dalla
Puglia e, oltre alla pasta fresca, avevamo
iniziato a produrre anche quella alluovo. Ne producevamo 86 tipi diversi
e io li conoscevo tutti, istruivo i nuovi.
Bruno rinunci a una carriera di calciatore per rimanere nel pastificio: Il
Genoa mi voleva come portiere racconta Bruno - ma io decisi di rimanere.
E poi a Fermignano cera mia moglie.
Lazienda non si fermava mai. Avevamo tre turni aggiunge dalle 6 alle
14, dalle 14 alle 22 e dalle 22 alle 6. Di
notte potevamo anche cucinare. Oggi
del pastificio Falasconi non rimane
traccia. Il mulino chiuse nel 1953,
mentre la ditta ventanni dopo. Nel
1985 lintero stabile stato demolito
per lasciar spazio a un complesso residenziale e commerciale.

La produzione di tabacco a Fermignano era un affare per donne. Il tabacchificio inizi la propria attivit
nel 1928 e nel suo punto di massimo
splendore contava cento lavoratori,
per la maggior parte donne, eccetto i
fuochisti. Il tabacchificio era costituito
da due capannoni, posizionati uno
tra la linea ferroviaria e la strada provinciale e laltro di fronte al piano del
Cucco, che ospitavano un semenzaio,
uno spazio adibito essiccazione, uno
alla scelta e uno per riempire le botti.
Il tabacco arrivava fresco e veniva fatto
essiccare in un capanno pieno di tubi
molto caldi. Liliana Sartori oggi ha 86
anni e i suoi ricordi del lavoro nel ta-

bacchificio ritornano attraverso i sensi.


Lodore acido della foglia fresca di
tabacco. Il suo colore giallo. La sua
porosit. Ho lavorato per 16 anni l
dentro e ancora ricordo quanta polvere
cera. Liliana era unaddetta alla cernita
delle varie qualit. Quando ho iniziato
era il 1948 racconta - ero appena diciottenne. A seconda dellannata si lavorava quattro o sei mesi, otto ore al
giorno dalle 8 alle 18 con unora e
mezza di pausa pranzo. Io dividevo il
tabacco in quattro qualit, dalla migliore alla peggiore.Bisognava raggiungere una quota giornaliera di 35
chili di produzione, obiettivo difficile
soprattutto per le lavoratrici pi inesperte o per le anziane. Le foglie
racconta Liliana - venivano confezionate in pacchetti con cui riempivamo
delle botti. La foglia migliore era quella
pi gialla, pi porosa e profumata.
Oggi di tutto il complesso, chiuso nel
1969, rimane solo un capannone su
viale Kennedy. Dove cera il secondo
oggi c la struttura in abbandono dellex Lar.

ilDucato

Eventi
La matita
che ridisegn
la citt ducale
Una maratona
per De Carlo

L11 e 12 marzo il primo


weekend di eventi
per ricordare la figura
di Giancarlo De Carlo
larchitetto genovese
che ha cambiato il profilo
delle colline di Urbino
Dai collegi ai monumenti
ai palazzi di Piansevero
decenni di trasformazioni

MAURO TORRESI
NICOLA PETRICCA

rriv a Urbino negli


anni 50 e ridisegn
la citt. A quasi 11
anni dalla scomparsa, la fondazione Ca Romanino rende omaggio alla figura di Giancarlo De Carlo,
architetto genovese che ha
segnato lo stile di Urbino
nella seconda met del 900.
L11 e il 12 marzo il primo
weekend di eventi: maratone
di lettura affidate agli studenti universitari e accompagnate da visite alle opere
dellarchitetto. Sar anche
presentato il corto Larchitetto
di Urbino, di Emanuele Piccardo, sulla vita di De Carlo.
Alle iniziative saranno invitati
atenei italiani e stranieri.
Larchitetto ebbe un legame
speciale con la citt. Tutto
part dallamicizia con Carlo
Bo, allora rettore dellUniversit. I due si erano conosciuti a Milano durante la
guerra. De Carlo rimodell
il profilo della citt: sua la
matita che ha disegnato i
collegi nella zona del Colle
dei Cappuccini, cos come
lespansione della citt verso

Piansevero. In mezzo secolo


di storia, nuove abitazioni,
recupero di edifici storici e
quartieri, fino al rinnovamento dellilluminazione
pubblica. Ma anche progetti
incompiuti, come lidea di
un nuovo Mercatale, con la
piazza sgombera, la collina
delle Vigne cava e occupata
dai bus e un camminamento
da porta Valbona ai collegi.
Ma lidea di scavare la collina
non piacque ai cittadini.

In alto, la scala a chiocciola nel dipartimento di Economia. Al centro, tunnel del collegio Tridente
In basso, da sinistra, lucernario del collegio, la torre a Economia e scale allinterno del Magistero
Lo speciale interattivo sul sito ilducato.it

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Arte

Le colline dietro alla Gioconda


I due punti da dove ammirarle
Due nuovi pannelli
per aiutare i turisti
a scoprire il paesaggio
che Leonardo scelse
per dipingere
la sua opera pi famosa

LEONARDO GRILLI

orse Leonardo si ferm proprio su queste


alture, che dominano
la Valmarecchia, e da
qui prese spunto per dipingere il paesaggio che fa da
sfondo al suo capolavoro pi
celebre: la Monna Lisa. Da
oggi sar possibile osservare
dal vivo le colline, i fiumi e
le valli alle spalle della Gioconda, grazie a due punti di
osservazione installati dalla
Regione Emilia Romagna e
finanziati dal Gruppo di Azione Locale Montefeltro, allinterno del progetto Montefeltro, terra della Gioconda.
Si tratta di due vista point,
realizzati nel territorio di Pennabilli (Rn): al Roccione e al
Monte Costagrande. Da qui,
i turisti potranno riconoscere
la parte destra del dipinto.
E, in particolare, il primo tassello in basso mostra la zona
del ponte sul fiume Marecchia e le case di Pennabilli.
Secondo le ipotesi delle
cacciatrici di paesaggi urbinati, Rosetta Borchia e Olivia Nesci, sarebbe il paesaggio del Montefeltro, a cavallo
tra Emilia Romagna, Marche
e Toscana, a fare da sfondo
ad alcuni tra i pi celebri
quadri rinascimentali. Con
un metodo che ha affiancato
lesperienza della prima, pittrice e fotografa di paesaggi,
con quella della seconda,
geomorfologa, fra il 2006 e il
2008 le studiose hanno capito
che tra i picchi e le rupi

Nel riquadro uno dei pannelli installati a Pennabilli da cui possibile osservare lo sfondo della Gioconda

calcaree della Valmarecchia


e le dolci colline della valle
del Metauro che vanno cercati gli scenari di alcuni tra i
pi grandi capolavori del Rinascimento italiano.
Lavventura iniziata con
lindividuazione di un primo
elemento del fondale che
alle spalle di Federico da
Montefeltro, nel Dittico dei
Duchi di Urbino di Piero della
Francesca che vede come
sfondo la vallata del fiume
Metauro nel territorio del-

lantico Ducato di Urbino.


Per leccezionalit della scoperta la Borchia ha dato inizio a una serie di ricerche
storico-artistiche che, insieme alle indagini scientifiche
della Nesci, porteranno al riconoscimento di tutti gli
sfondi del Dittico.
Nel 2008 la scoperta pi
importante: il ritrovamento
del paesaggio della Gioconda
di Leonardo da Vinci tra Romagna, Marche, Toscana e
Umbria. Grazie alla tecno-

logia informatica il territorio


viene rilevato e analizzato
con strumenti diagnostici innovativi, come lutilizzo di
droni che hanno permesso
di effettuare voli ad alta quota
per osservare con lo stesso
punto di vista dei grandi
pittori. Da allora sono stati
necessari quattro anni di
duro lavoro prima di mettere
per iscritto e svelare la scoperta, presentata nel dicembre 2012 col saggio edito da
Electa Codice P, Atlante illu-

strato del reale paesaggio


della Gioconda. In cui si svela
una nuova verit, supportata
dagli studi dello storico Roberto Zapperi e dalla paleolografa di Urbino Anna Falcioni: la Gioconda non sarebbe Lisa Gherardini del
Giocondo ma Pacifica Brandani, dama di Urbino e
amante di Giuliano de Medici, ospite per un decennio
alla corte di Guidubaldo da
Montefeltro.
E proprio dalle scoperte
presentate nel libro nato il
progetto Montefeltro Vedute
Rinascimentali, realizzato
dallAssociazione omonima
grazie al supporto della Regione Emilia Romagna e della
Regione Marche, e di cui fa
parte anche Montefeltro,
terra della Gioconda.
Una nuova forma di turismo culturale che, grazie alle
scoperte delle due studiose,
permette di visitare gli scenari reali dei capolavori rinascimentali. In pratica, un
museo itinerante, immerso
nei paesaggi vissuti centinaia
di anni fa da pittori come
Piero della Franacesca o Leonardo da Vinci.

Il ricordo di Mario Mariotti, storico custode di Casa Raffaello


VINCENZO GUARCELLO

l museo di Raffaello ha perso il suo


custode pi celebre. Il 23 febbraio,
Mario Mariotti, 58 anni, morto
per una crisi cardiaca dopo essersi
accasciato a terra a pochi passi dal
luogo di lavoro. Un duro colpo per
Urbino e i suoi cittadini, che si sono
uniti nel cordoglio dei familiari, della
moglie Lauretta, degli amici e colleghi.
Quando ho saputo della notizia
per telefono stentavo a crederci, ero
scosso racconta Giorgio Cerboni

Baiardi, presidente dellAccademia


Raffaello dal 2006 al 30 gennaio 2016
- Ho sempre avuto una grande considerazione di Marco, persona squisita
sotto tutti i punti di vista. Disponibile,
minuzioso, oserei dire preziosamente
attento. stato custode del museo

per oltre due decenni, era gi l quando


diventai presidente dellAccademia.
Il suo lavoro prevede grandi responsabilit. Ci vuole occhio vigile e grande
attenzione sottolinea Baiardi - soprattutto nelle giornate di grande affluenza di pubblico e lui era sempre
pronto: sguardo puntuale, ma cordiale
e affettuoso con tutti. Mancher molto
a tutti, stato un collaboratore prezioso
e non sar facile trovare qualcuno che
abbia la sua stessa dedizione. Approfitto
per esprimere alla moglie e a tutta la
famiglia il mio affettuoso sentimento
di cordoglio.
Conoscevo Marco sin da bambino,

qualche volta abbiamo giocato a calcio


insieme racconta Roberto Chicarella,
vice segretario generale del comunale
di Urbino ricordo ancora quando da
ragazzo, a met degli anni 70, portavo
il giornale LUnit a casa dei suoi genitori, in via Fontanoni. una brutta
perdita per tutta Urbino.
Anche Anna Bruno, segretaria amministrativa dellAccademia Raffaello,
ha voluto ricordare cos il suo collega:
Marco era un lavoratore infaticabile,
si era immedesimato in tutto. Gestiva
il museo come fosse casa sua. Una
cosa certa: Casa Raffaello non sar
pi la stessa senza di lui.

ilDucato

Notiziario
Violenza sulle donne

LO SCATTO

Tennis a Pesaro

Botte alla moglie


condanna di 18 mesi

Coppa Davis, sconti


per gli universitari

Il tribunale di Urbino ha
condannato a 18 mesi di
reclusione H.L., marocchino di
42 anni denunciato nel 2012
dalla moglie, anche lei di
nazionalit marocchina. La
pena, in quanto inferiore ai
due anni, stata per sospesa.
La donna, J.S., pi volte
picchiata e minacciata, si
spesso dovuta recare al Pronto
soccorso di Urbino per essere
medicata. I giudici hanno
riconosciuto i reati di
maltrattamenti in famiglia e
lesioni, ma non quello di
violenza sessuale.

Gli studenti delluniversit


di Urbino possono avere
uno sconto sui biglietti per
lincontro di tennis di
Coppa Davis tra Italia e
Svizzera, in programma dal
4 al 6 marzo a Pesaro. I posti
gradinata sono disponibili
per tutte e tre le giornate a
8,20 euro anzich i 15
previsti in via ordinaria.
Sar sufficiente rivolgersi
alla biglietteria dellAdriatic
Arena - anche il giorno
stesso dellincontro - ed
esibire il libretto
universitario per acquistare
il biglietto a prezzo ridotto.

Furti/1
Ciclismo

Pi auto rubate
primato alle Marche
Anche se in Italia il numero
delle auto rubate in calo,
nella provincia di PesaroUrbino nellultimo anno i
furti sono aumentati del
23%. Secondo i numeri
forniti dalla Polizia di Stato,
infatti, si passati dai 123
furti del 2014 ai 160 del
2015. Landamento, in
controtendenza rispetto al
dato nazionale, si riscontra
in tutte le Marche - passate
da 804 a 945 autovetture
scomparse nel 2015 (+15%)
- mentre in Italia si passati
dalle 120mila del 2014 alle
114mila del 2015 (- 10%). La
Fiat Panda il bersaglio
preferito dai ladri, a seguire
la Fiat Punto e la
Volkswagen Golf.
Furti/2

Ladro di rame
finisce in manette
La polizia di Urbino ha
arrestato un uomo originario
di Fermignano di 29 anni per
furto aggravato. Luomo era
stato sorpreso mentre
sguainava alcuni cavi di rame
dal cantiere di unabitazione
nella frazione di Crocicchia. Gli
agenti sono stati chiamati dalla
donna che abita nella casa,
allarmata dai rumori. Il
29enne, gi noto alle forze
dellordine, aveva anche
tentato di introdursi nella
parte abitata delledificio,
svegliando gli abitanti della
zona.

Urbino si fa in tre
per la Straducale
I 40 anni del murales sulla strage di Niccioleta, firmato Urbino
Lanniversario di un famoso murales e carte
segrete rese pubbliche dopo pi di 70 anni. E un
nome a legare tutto. Niccioleta, un borgo in
provincia di Grosseto dove nel giugno del 1944 i
nazisti massacrarono 83 persone. Il murales
quello del circolo del Pd di Bagno di Gavorrano,
in provincia di Grosseto, realizzato da un gruppo
di studenti di Urbino nel giugno del 1976,

quarant'anni fa. Uno degli episodi dipinti


proprio la strage nazifascista di Niccioleta. Le
carte segrete, invece, sono quelle pubblicate il 16
febbraio scorso dalla Camera dei deputati,
relative alle indagini della Commissione
parlamentare sulle stragi nazifasciste e
sulloccultamento di fascicoli, nascosti in quello
che stato chiamato l Armadio della vergogna.

Sanit/1

Sanit/2

Pensionati volontari

Violenza domestica
cure gratis in arrivo

Big data in corsia?


Italia non pronta

Futuro dellAuser
decisione rimandata

Cure gratuite a chi subisce


violenza domestica. Il
Consiglio regionale delle
Marche ha approvato una
mozione presentata da
Cinque Stelle e Gruppo
Misto che chiede esenzioni
dal ticket per le vittime di atti
di violenza tra le mura di
casa. Ora la Regione ha
detto la consigliera Pergolesi
- dovr garantire la gratuit
di tutte le prestazioni
sanitarie, dallingresso in
pronto soccorso al percorso
di sostegno successivo alle
violenze subite.

II Big Data, quei grandi archivi


di dati da gestire tramite
supporti digitali, sono pronti a
entrare nel sistema sanitario.
Se ne parlato il 25 febbraio al
convegno Le sfide digitali per
la performance in sanit
tenuto alluniversit Carlo Bo.
Presente anche Dino Amadori,
professore dellIstituto
scientifico romagnolo per lo
studio e la cura dei tumori: In
alcuni istituti di eccellenza
siamo pronti a usare i Big Data.
Quello che manca la loro
diffusione in ambiti pi
generalisti, ha detto.

La convenzione tra il Comune


di Urbino e lAuser,
lassociazione di pensionati
volontari, scaduta a
dicembre e non ancora stata
rinnovata. Per ora gli associati
possono solo accompagnare i
bambini a scuola, ma
vorrebbero tornare a
occuparsi anche della
manutenzione dei luoghi
pubblici. La giunta comunale
non si ancora espressa, ma
sta valutando lidea di ridurre
le aree di competenza
dellAuser per affidarle, tramite
appalto, ad altre ditte esterne.

ASSOCIAZIONE PER LA FORMAZIONE AL GIORNALISMO, fondata da Carlo Bo. Presidente:


Vilberto Stocchi, Rettore dell'Universit di Urbino Carlo Bo. Consiglieri per l'Universit: Bruno
Brusciotti, Lella Mazzoli, Carlo Magnani; per l'Ordine: Nicola Di Francesco, Stefano Fabrizi,
Simonetta Marfoglia; per la Regione Marche: Jacopo Frattini, Alessandra Ciolli; per la Fnsi:
Giovanni Rossi, Giancarlo Tartaglia
ISTITUTO PER LA FORMAZIONE AL GIORNALISMO: Direttore: Lella Mazzoli; Direttore emerito:
Enrico Mascilli Migliorini. SCUOLA DI GIORNALISMO: Direttore: Giannetto Sabbatini Rossetti
IL DUCATO Periodico dell'Ifg di Urbino Via della Stazione, 61029 - Urbino - 0722350581
- fax 0722328336 http:// ifg.uniurb.it/giornalismo; e-mail: redazioneifgurbino@gmail.com
Direttore responsabile: Giannetto Sabbatini Rossetti; Stampa: Arti Grafiche Editoriali Srl Urbino - 0722328733 Registrazione Tribunale Urbino n. 154 del 31 gennaio 1991

Il 26 giugno il circuito
fondistico InBici Top
Challenge, che riunisce sotto
ununica insegna alcune tra le
pi prestigiose manifestazioni
ciclistiche amatoriali italiane,
fa tappa a Urbino con la
Granfondo Straducale. La
manifestazione urbinate
ritrover i percorsi di gara gi
affrontati nel 2013, con il
ritorno del Monte Catria e del
Monte Nerone. Tre i tragitti
previsti: il pi lungo misurer
175 chilometri (per un
dislivello di 3770 metri), il
mediofondo 130, il terzo 76.
Liscrizione aperta a tutti gli
atleti di et compresa tra i 18 e i
70 anni.
Riforma sanitaria

Ceriscioli a Gambini
Rispetti la legge
Il sindaco di Urbino
dovrebbepensare che le leggi
vanno rispettate.
Nell'incontro informativo tra
Pd e cittadini del primo marzo
al Collegio Raffaello, il
presidente regionale Luca
Ceriscioli ha risposto cos alle
ultime critiche del sindaco di
Urbino Maurizio Gambini.
Non cambia nulla rispetto a
prima aveva commentato il
primo cittadino alla decisione
della Regione di posticipare la
riforma sanitaria al primo
gennaio 2017. La legge
prevede la riorganizzazione
degli ospedali di Sassocorvaro,
Cagli e Fossombrone.

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