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Platone e la democrazia
Platone critica i sofisti, ma anche gli uomini politici che avevano attuato riforme
della citt in senso democratico. Questo negativo giudizio sulla democrazia
ateniese, nasce, per Platone, dal desiderio di ritrovare un modello aristocratico e
da un instabilit politica.
Lepoca di Platone segreta infatti dallo scontro tra gli ristoi e il dmos; da
questo scontro nasce una contrapposizione di interessi. Secondo la concezione
aristocratica a reggere il governo devono essere i migliori (ristoi) , non solo per
ricchezza ma per virt e valore personale.
Invece secondo la concezione democratica a reggere il governo non sono i pochi,
ma il popolo.
Con la divisione di classi, nella repubblica si ha la staticit del modello gerarchico
di coesistenza sociale basato su ruoli fissi e nettamente differenti.
Platone giustifica le sue convinzioni sulla disuguaglianza naturale dei cittadini, con
quelle che definisce nobile menzogna; infatti la giustizia in Platone comporta una
situazione nella quale i governanti sono tenuti a governare e i lavoratori a lavorare,
senza che tra loro vi siano interferenze di alcun genere, questo significa che
secondo lorganicismo platonico, uno stato sano quando ognuno svolge lattivit
che gli propria per il bene di tutti.
In questo modo Platone abbatte la tesi sulla necessit di una gestione comune
della cosa pubblica e contrariamente a Protagora, ritiene che la politica non sia un
arte destinata a tutti, ma solo alla parte aurea della citt.
Con il rifiuto della democrazia lo stato assume una fisionomia statalista con regole
specifiche. Pur non essendo democratico lo stato politico non deve essere confuso
con lo stato tradizionale;infatti lo stato della repubblica aristocratico in quanto
chi governa sono i migliori.
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bene collettivo saranno sempre allaltezza di agire per il bene dello stato.
Naturalmente Platone per leducazione al sapere non si riferisce a tutti gli individui,
infatti per leducazione della classe lavoratrice il filosofo non fa alcun cenno,
convinto che il sapere sia riservato alle classi superiori.
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Il concetto principale quello della finalit politica della filosofia, ovvero che
tutte le conoscenze acquisite devono essere utilizzate per la fondazione di una
comunit giusta e felice.
Abbiamo un ulteriore approfondimento delle teorie del filosofo, nei grandi dialoghi
della vecchiaia che rivedendo le proprie dottrine giunge a esiti in parte nuovi; i
problemi fondamentali che si impongono al cosiddetto ultimo Platone sono
principalmente due:
1. Come devessere pensato il mondo delle idee?
2. Come va concepito il rapporto tra le idee e le realt naturali?
Alla prima questione risponde soprattutto il Sofista, alla seconda soprattutto il
Timeo.
con lidea precedente, dar luogo a un'altra idea, sino a continuare allinfinito e
questo argomento viene chiamato: terzo uomo.
Ma il problema principale che emerge nel Parmenide il confronto- scontro con la
logica parmenidea. Platone con la teoria di Parmenide in cui afferma che solo
lessere , mentre il non essere non si rende conto che questa affermazione
decreterebbe la morte della teoria delle idee. Nonostante tutti questi ostacoli, nel
Parmenide Platone manifesta di non voler rinunciare alla teoria delle forme ideali,
in quanto ribadisce che senza le idee non si potrebbe neanche pensare e
filosofare. Nel Teeteto Platone dimostra che per definizione adeguata di scienza
bisogna rifarsi alle idee, di conseguenza non rimane che rinunciare al principio
eleatico. Nel sofista avviene un vero e proprio parmenicidio.
Il Sofista
I generi dellessere e il problema del nulla
La dialettica
Grazie alla dialettica Platone determina quali idee si connettono tra loro e quali no.
Nella Repubblica la dialettica viene definita come la scienza delle idee-valori; nel
Fedro essa viene presentata come la tecnica stessa del discorso filosofico, il quale
si svolge attraverso due momenti:
1. Determinazione e definizione di una certa idea;
2. Divisione dellidea nelle sue varie articolazioni interne.
Larte della dialettica resa possibile dalla comunicazione tra le idee; se tutte le
idee comunicassero tra loro ogni discorso sarebbe vero e non avrebbe pi senso la
dialettica. Platone afferma che alcune idee sono combinabili tra loro e altre non lo
sono; la tecnica dialettica consiste nel definire unidea mediante successive
identificazioni e diversificazioni, attraverso un processo di tipo dicotomico, che
avanza dividendo per due unidea, fino ad arrivare a unidea indivisibile che ci
fornisce la definizione specifica di ci che cercavamo.
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a) Le leggi.
L'ultima attivit di Platone ancora dedicata al problema politico. Nel Politico, Platone ricerca
quale deve essere l'arte propria del reggitore dei popoli. E la conclusione che questa arte deve
essere quella della misura: in ogni cosa difatti bisogna evitare l'eccesso o il difetto e trovare il giusto
mezzo. Tutta la scienza dell'uomo politico consister essenzialmente nel cercare il giusto mezzo, ci
che in ogni caso opportuno o doveroso nelle azioni umane. L'azione politica deve "tessere
insieme" nell'interesse dello stato le due indoli opposte degli uomini coraggiosi e dei prudenti, in
modo che vengano contemperate in giusta misura nello stato la prontezza d'azione e la saggezza di
giudizio. La cosa migliore sarebbe che l'uomo politico non ponesse leggi giacch la legge, essendo
generale, non pu prescrivere con precisione ci che bene per ognuno. Le leggi sono tuttavia
necessarie per l'impossibilit di dare prescrizioni precise ad ogni singolo individuo; ed esse si
limitano quindi ad indicare ci che genericamente il meglio per tutti. Tuttavia una volta che siano
stabilite nel modo migliore, vanno conservate e rispettate e la loro rovina implica la rovina dello
stato. Delle tre forme di governo storicamente esistenti, monarchia, aristocrazia e democrazia,
ciascuna si distingue dalla corrispondente forma deteriore proprio per l'osservanza delle leggi. Il
fine delle leggi quello di promuovere nei cittadini la virt che, come gi Socrate insegnava, si
identifica con la felicit. Ed esse non devono promuovere una sola virt, per esempio, il coraggio
guerriero, ma tutte, perch tutte sono necessarie alla vita dello stato.
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