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Stato e Diritto Nel Giovane Hegel

Studio sulla genesi illuministica della filosofia giuridica e politica di Hegel


Padova: Pubblicazioni della Facolt di Giurisprudenza dell'Universit di Padova - 1958

a mia madre

Proprheta letteraria riservata

~ Copyright 1958 by CEDAM - Padova

Nella inia formazione scienti[lca che partita dai bisogni


subordinati dell'uo1no, io ho dovuto esser sospinto verso la
Scienza, ed il 1nio ideale giovanile ha poi dovuto prendere
fonna riflessiva, vale a dire 1nutarsi in Sisten1a; 1ni chiedo
ora, nzentre sono ancora ilnpegnato in questo lavoro, quale
sia la via per tornare ad influire sulla vita degli uo111ini )).

(G. W. F.
Stampato in Italia - Pr'ttnted in Italy
TIPOGRAFIA S.A.G.A. -

PADOVA -

VIA CARLO CASSAN, 5

f-IEGEL,

Brief an Schelling, 2-11-1800)

INDICE
lNTRODUZIOJ\.1E

CAPITOLO PRIMO -

1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.

Pag.
L'an1biente illuministico.

Caratteristiche generali
Il problema del giusnaturalismo tedesco
Il significato dello Sturm und Drang
L'ideale neoclassico e la concezione umanistica dello stato
L'evolversi della coscienza st0rica e il concetto di stato popolare
L'epoca del tardo diritto naturale
Conclusione

Pag. 17

23
29
34
39
46
56

La formazione hegeliana nel periodo di Stuttgart e


Tii.bingen: il te1na libert e amore.

CAPITOLO SECONDO -

1. A contatto con la cultura illuministica


2.
3,
4.
5.

Carattere e metodo dcl giovane Hegel


Il problema dcl circolo di Tubinga
Significato e limiti dell'influenza religiosa, in particolare pietistica
Centralit della considerazione dell'entusiasmo hegeliano per la rivoluzione francese nello studio della sua evoluzione giovanile
6. Il ripensamento della filosofia kantiana ed il nuovo concetto di uomo
7. La nozione di spirito popolare e la volont generale nel concetto
hegeliano di societ
8. Il Tilbinger Fragment

9. Conclusione: spunti metodici e sostanziali dell'opera hegeliana di


Tubinga .

Pag. 59

65
68
76
85
93

101
110

117

Il definirsi dell'originalit speculativa hegeliana e il radicalismo democratico nel periodo di precettorato bernese. Libert e
alienazione.

CAPITOLO TERZO -

1. La situazione ambientale
2. Il problema dell'alienazione

Pag. 123

127

VIII

INDICE

,
3. I concetti di re1ig1one
e d'I s t a t o popolare come ideali operativi:
la positivit nel mondo cristiano
4. I concetti di religione e di stato popolare come ideali operativi:
la positivit nella storia universale .
.
s. Hegel e Schclling. L'autonomia del pensiero hegeliano
6. Critica del 111 ondo gcr1nanico contemporaneo nel pensiero di Hegel e di Schelling .

V l
7. Il tentativo teorico di ricostruzione dello stato popolare. a ore e
limiti dcl procedimento hcgeliano
.
:.
.
_ _ "'
8. Conclusione. La crisi del radicalismo politico nel periodo bcrnesv .

Pag, 134

146
156

168

173
181

INTRODUZIONE

Dialettica u 1nanistica e dialettica rnetafisica nel pe~


siero giuridico e politico di Hegel nel periodo di Francoforte. Libert e destino.

CAPITOLO QUARTO _

1 La nuova situazione culturale: la polemica ont:o la rivoluzione


. francese e la rivendicazione dei diritti della storia
.
2. La nuova situazione culturale: la crisi .d.el!'individualismo nello sviluppo della filosofia del diritto del criticismo
.
3, e on tinuit della problen1 atica hegeliana nel passaggio da Berna a

Francorte .

.
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.
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. r . I e.
4. Riepilogo dell'esper~cnza bernese nel commento 1ege iano a op ra di J ean J acques Cart
.
.

.
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f dimento del metodo storico e la rielaborazione dell ideale
5 L,
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d 1 w ttemberg
di stato popolare nello scritto sulla cost1tuzio~e e.
ur
.

6 Eticit e legalit: separazione kantiana e un1ficaz1one hegeha?a


La rivalutazione della positivit attraverso l'analisi dell'esperienza
giuridica e dell'esperienza economica
8. L'idea di destino e lo schema generale di reintegrazione della positivit
.

9. La collcezione metafisica della dialettica nel pensiero hegeliano di


Francoforte
10. Conclusione. L'ideale di stato popoIare e Ome fondamento della
concezione um::1nistica della dialettica

1:

Pag, 189

197

204

207

212
220

229

237

248

258

CONSIDERAZIONI FINALI

Pag. 268

INDICE DEI

Pag, 281

N0~1T

Tre sono le principali direzioni in cui si svolta l'interpretazione del pensiero politico e giuridico dello Hegel (1 ), La prima
di queste, - prin1a in ordine storico, per q11anto orn1ai si presenti come una costante nell'ambito degli studi hegeliani -, pu
essere qualificata come interpretazione << di destra : essa spazia
nella cultura tedesca per piu di un secolo, da quando Karl
Rosenkranz pubblic la sua apologia di Hegel nazionalista e
prussiano fino, agli ultimi epigoni nazisti (2), Certo, lo stesso
perdurare di tale interpretazione sta a dimostrare che alla sua
base sono esigenze culturali e politiche di non scarso rilievo, e
infatti l'intera storia della formazione dottrinale del nazionalismo

(1) Si veda la recente Bibliographie zur politischen Theorie flegels, (di 307 nu1neri), a cura di K. GRUNDEn, in appendice (pp. 81-113) a P. RITTE!~, Hegel und die
franzOsischen Revolution, in Arbcitgcmeinschaft fi.ir Forschung des Landes Nordrhein-Wcstfalen;>, H. 63, Colonia e Opladen, 1957. Questa bibliografia comprende le
opere apparse tra il 1905 (da cui data, con il lavoro di Dilthey, il rinnovamento
degli studi hegcliani) a tutto il maggio 1957; alla letteratura aggiunta una nota
sulle edizioni degli scritti politici dello Hegel. Come tutte le bibliografie settoriali,
anche questa presenta il fianco a notevoli critiche, tuttavia ci sembra molto utile,
soprattutto per chi voglia affrontare ricerche sui temi: hegelismo-nazismo e hegeIismo-marxismo (da questo punto di vista la bibliografia seinbra esauriente).
2
( ) L'interpretazione nazionalis1ica del pensiero politico dello Hegcl ha una
storia quanto mai complessa, che spazia nella cultura tedesca per un secolo: dall'opera di RosENKRANZ a quella di KosTLIN (del 1870), all'Einfiihrung in Hegels Rechtsphilosophie, di J. BINDER, M. BUSSE e K. LARENZ del 1931 (Berlino), alle rivendicazioni di Hegel al nazismo: cfr. G. DULCKEIT, Hegel und der preussische Staat, in
Zeitschrift fUr deutsche Kulturphilosophie, II, 1936, pp. 63-77; Rechtsbegriff uhd
Rechtsgestalt, Untersuchungen zu Hegels Philosophie des Rechts und ihrer Gegenwartsbedeutung, Berlino, 1936; T. I-IAERING, Hegels Lehre van Staat und Recht. Ihre
Entivicklung und ihre Bedeutung fiir die Gegenwart, Stoccarda, 1940; K, LARTINZ,
flegelianis11n1s und preussische Staatsidee, Amburgo, 1940, cui si rimanda per ulteriore bibliografia sulle opere di BT!\TDER, SCHMITT, I-IDBI:m, ecc.
1. A. Negri - Stato e diritto nel giovane Hegel.

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INTRODUZIONE

bbe considerarsi filtrata nei termini problematici


tedesco potre
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delle scuole hegeliane '. H_ ~ al'1 tato determina per esso nuovi
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Reich. Un insigne

(3)

F.

MEINECKE,

Die deutsche l(atastrophe, Wiesbaden, 1946, p. 25 e p. 27.

INTRODUZIONE

tuarsi quando, per quella sorta di nemesi che stata propria dei
nazionalismi occidentali del secolo scorso, le giuste rivendicazioni
nazionali cominciarono a dilatarsi ed il nazionalismo assunse, man
mano che si consolidava all'interno, le minacciose sembianze dell'imperialismo all'esterno. In queste circostanze, all'inizio del secolo, la filosofia hegeliana riapparve sulla scena e cominciarono a
configurarsi i precisi contorni dell'interpretazione di destra, come
noi ora la riconosciamo. Da profeta dell'unit tedesca Hegel si trasform in profeta della missione universale del popolo tedesco,
da interprete dell'esigenza di uno stato forte per sostenere e rendere possibile l'unificazione divenne l'assertore della politica di
potenza nei rapporti internazionali; e se anche di Hegel si potrebbe
ripetere quanto il Meinecke scrisse dell'opera di Bismarck - che
cio la sua sintesi risolutiva e unificatrice era pericolosamente carica di termini equivoci - , p11re in q11esta innovazione dell'interpretazione del suo pensiero si trascorse oltre ogni limite, e nel
nuovo ambiente culturale, nell'ansia di rispondere ai nuovi bisogni, persino il fondamento idealistico della dottrina hegeliana and
curiosamente assumendo tinte positivistiche, organicistiche e la concezione etica dello stato venne a sostenere le pi recenti aberrazioni razziste dello stato totalitario nazista.
A questo processo, piuttosto esteriore, corrispose il parallelo
sviluppo dell'analisi del pensiero hegeliano nei suoi presupposti
propriamente teoretici. Ed in particolare fu oggetto di indagine il
problema del rapporto dialettico tra individuo e totalit, vale a
dire il problema dialettico come tale, che, nei termini interpretativi della destra, pu anche dirsi il problema della manifestazione
dell'Assoluto nelle singole posizioni storiche. Con questa definizione
abbiamo d'altronde gi definito l'angolo visuale di tali interpretazioni: il rapporto triadico di opposizione che si conclude nella
sintesi logica veniva cio inteso come processo di rivelazione di
un contenuto metafisico e la sintesi, - o, meglio, l'assoluta sintesi - , assumeva in tutto il procedimento una precisa primalit
logica. Conseguentemente tra il polo dell'individualit e quello
della totalit entro cui si determina la relazione dialettica, l'accento cadeva decisamente sul secondo: al totalitarismo politico seguiva il totalitarismo metafisico, e come lo stato, nuovo Leviatano,

INTRODUZIONE

si spostava oltre l'orizzonte del potere dei soggetti, cosi l'Assoluto


metafisico si situava oltre i termini dello stesso procedimento logico. La qualifica di irrazionalismo veniva a tal punto, coerentemente, attribuita alla speculazione hegeliana ed ovviamente alla
sua origine si rintracciava110 motivi mistici e teologici (4).
Ma forse la piu lucida teorizzazione di questa prospettiva interpretativa stata offerta, piu che dai teorici tedeschi, prigionieri
dell'equivoco Jdealrealismus romantico, in Italia da Giovanni Gentile. Qui l'accostamento del motivo mistico spiritualistico e di quello
politico totalitario, la riduzione del procedimento dialettico ad una
radice metafisica unitaria sono condotte fino alle estreme conseguenze, valendo perci ad esplicitare nella pi intima natura anche le intuizioni della teoria germanica. Non a caso si voluto vedere nella filosofia gentiliana, da parte di non benevoli ma acuti
critici, la pi coerente riduzione all'assurdo dello stesso immanentismo hegeliano (5) ; non si pu negare tuttavia che proprio questa
distruzione del panlogismo hegeliano contenga altresi un motivo del
tutto positivo, consistente nel recupero dell'attivismo romantico
ed esprime, nella prospettiva storica dello sviluppo della filosofia
idealistica, un suggestivo ritorno al primato kantiano e fichtiano
della ragion pratica.
Quanto al diritto, caratteristica di questa interpretazione la
precisa relazione stabilita tra diritto e stato, tra legalit ed eticit.
Che ci fosse gi in Hegel palese, non discutibile; tuttavia rilevabile che nel caso dell'interpretazione della destra l'accento si

(4) Hegel ist ohne Zweifel der grOsste Irrationalist, den die Geschichte der
Philosophie kennt , R. l(RONER, Van I<.ant bis Hegel, vol. II, Tubinga, 1924, p. 271. Le
altre due fondamentali opere che ressero l'interpretazione irrazionalistica di Hegel
furono: M. B. FosTER, Die Geschichte als Schicksal des Geistes in der Hegelschen
Philosophie, Tubinga, 1929, e H. GLOCKNER, Iiegel, I val.: Die Voraussetzungen der
Hegelschen Philosophie, Stoccarda, 1929, II vol.: Entwicldung und Schicksal der
Hegelschen Phi!osophie, ibid., 1940. In genere sugli sviluppi del Neuhegelianisn1us,
cfr. W. MooG, Hegel und die hegelsche Schule, Monaco, 1931, e R. KRONEl~, Hegel. Zu1n
lUU. Todestag, Tubinga, 1932.
(5) Cosi soprattutto da parte di U. SPIRITO, soprattutto nelle Note sul pensiero
di Giovanni Gentile, Firenze, 1954, e da parte dei critici neoscolastici (in particolare dal BoNTADJNI); quanto all'interpretazione romantica dcl pensiero di Gentile
essa fu soprattutto espressa da A. TlLGHER (La pole1nica Croce - Gentile, in Rassegna contemporanea, 1914, pp. 327-331).

INTRODUZIONE

sposta dal rapporto dialettico che lega diritto e stato ad un rapporto di identit. Lo stato, si sostiene, non nasce dalla connessione
che si stende i.nter homines ma invece si organizza in interiore
homine: esiste perci la possibilit di dedurre gli aspetti eteronomi
del diritto dall'interiorit dell'atto spirituale, e conseguentemente
il diritto rappresenta nella sfera dell'attivit pratica la manifestazione oggettiva di un'unitaria volont etica, quella stessa che, nel
suo momento assoluto, costituisce lo stato. In tale prospettiva la
statualit del diritto dogma indiscutibile, lo stato esplica una
funzione metafisica che garantisce in assoluto la validit del diritto
positivo: e se il valore etico dello stato comprova il valore etico
del diritto, la distinzione tra le due sfere non che un dato effimero,
seppur necessario, oltre cui l'aristocratica coscienza dell'interprete
della destra sa mettere in risalto l'unit originaria. Inoltre il diritto soggettivo non ha piu alcuna garanzia di autonoma sussistenza: lo stato non lo tutela ma lo fonda, intendendolo non come momento in s, ma come funzione della sua volont. Insomma la riduzione all'unit spinta fino alle sue ultime conseguenze logiche:
individuo, diritto, stato non sono che espressioni diverse di uno
stesso contenuto unitario, di una totalit onnicomprensiva che la
dialettica non costituisce ma rivela.
L'interpretazione della destra non si svilupp senza provocare
forti reazioni. Gi al Rosenkranz si opponeva Rudolf Haym con
quel famoso pamphlet, in cui si denunciava il carattere reazionario
dell'interpretazione di destra e si faceva risalire allo Hegel la responsabilit della direzione assunta dalla scuola (6 ). La polemica si
trascin quindi per anni tra vecchi>} e giovani liberali, cio tra
i nazionalisti sostenitori della politica di Bismarck e le pallide

(6) Non si pu infatti negare che l'insegnamento berlinese dello !{egei fosse quanto mai equivoco: famoso a questo proposito il caso della pubblicazione, a Berlino nel 1829, del Grundbegriff Preussischer Staats- und Rechtsgeschichte di F. SITZE,
un hegeliano che deduce la storia prussiana secondo schemi triadici: Austria, Prussia
e paesi slavi son la trinit, l'Impero tedesco la coscienza dell'Europa e la Prussia
l'autocoscienza, ecc. Eppure Hegel non sentiva il bisogno di intervenire a dissipare
gli equivoci, neppure quando tali idee erano anche a lui attribuite: cfr. P. RITTER,
op. cit., p. 49. Si veda poi F. EPHRAIM (Untersuchungen iiber den Freiheitsbegriff in
seiner Jugendarbeiten, Berlino, 1929) che ha segnato con molta accuratezza (a p.
112) i luoghi dei testi hegeliani in cui gli storici della filosofia hanno riconosciuto
l'inesistenza di un concetto di libert individuale.

INTRODUZIONE

schiere di intellettuali avversari, senza grande fortuna per questi


ultimi se vero che la figurazione dello Hegel nazionalista venne
canonizzata nel nuovo Reich. Perch il problema dell'esistenza e
della consistenza dell'idea di libert nella filosofia hegeliana si riproponesse, fu necessario attendere il rinnovarsi dell'interesse storiografico per lo Hegel, databile, come s' detto, dall'inizio del nostro secolo. La Hegelsrenaissance, cio lo sforzo di ricostruzione
storica dcl pensiero hegeliano fuori dai triti termini della polemica
della scuola, si intrecci allora con le elaborazioni teoriche dei neohegeliani, e da parte di alcuni si fece centro, nel corso della reinterpretazione, sull'idea di libert. Convinti che il carattere totalitario che Hegel attribuisce allo stato rappresenti una contraddizione nella dottrina dello spirito etico, e che non nello stato, ma
nella societ civile debbasi vedere la pienezza del processo dialettico,
questi interpreti considerano elemento peculiare della concezione
politica e giuridica dello Hegel l'espressione della libert dei soggetti nella societ civile; ma tale concezione, essi aggiungevano,
risulterebbe affatto falsata, qualora si accettasse quel rigido statualismo che sembra successivamente qualificare la teoria hegeliana e
che necessariamente conclude nella negazione della stessa libert.
Questi interpreti si propongono quindi un paziente lavoro di ricostruzione, partendo dall'idea di libert, attenti a contenere la raffigurazione del processo dialettico nei limiti della tradizione del
pensiero individualistico e liberale ( 7 ).
La posizione assunta da Benedetto Croce nell'ambito dell'interpretazione liberale del pensiero di Hegel particolarmente significativa. Egli dimostra di intendere il procedimento dialettico
essenzialmente come strumento logico, escludendo, nei limiti del
suo storicismo, ogni implicazione metafisica; allo Hegel rimprovera
appunto di aver materializzato, di aver racchiuso in astratte formule sociologiche il circolo ideale dell'attuazione della libert; alla
dialettica materializzata e rigida della filosofia della storia egli vuole dunque sostituire una concezione dialettica quanto mai aderente

INTRODUZIONE

al flusso della storicit. Ma malgrado tale attenzione alla demetafisicizzazione della concezione dialettica, - o meglio in forza di
ci - , il dialettismo crociano veniva a svolgersi su due piani diversi e da un lato si configurava come sviluppo storico di positivit
autonome, dall'altro emergeva come linea ideale di svolgimento tra
valore e disvalore. Storia e storia eterna, umanesimo e teleologia
erano cosi posti in rapporto antinomico e l'estremo sforzo per
eliminare i presupposti metafisici della concezione hegeliana si risolveva nella contraddizione (S).
L'antinomia sopra rivelata, riguardante la concezione dialettica,
si rispecchia altresi nella speculazione sul diritto e sullo stato. Per
quanto atteneva al problema dello stato infatti, il pensiero crociano subi, nella sua evoluzione, vicende alterne: da una primitiva
rlativizzazione dell'idea di stato - in piena coerenza con la tradizione liberale - , egli pass man mano ad una visione pili positiva,
laddove lo stato era considerato garante dello sviluppo della libert
dei soggetti. Ne seguiva, in un primo momento, l'assoluta distinzione del diritto dallo stato, mentre, nel secondo momento, il diritto veniva vieppiu avvicinato alla politica, attraverso la mediazione dell'idealit morale; in primo tempo insomma il diritto era
inteso nei ter1nini di una concezione societaria definita dalla categoria economica, mentre in secondo tempo poteva sembrare accentuata una certa attenzione alla tutela che sul diritto lo stato deve
esercitare (9 ).
1

chiaro dunque che anche alla base della interpretazione


liberale del pensiero di Hegel stanno dei motivi ermeneutici e delle
condizioni storiche ben determinate : in particolare una rielaborazione della concezione dialettica in funzione essenzialmente metodica, - ed questo motivo che rivela una prospettiva individualistica e quindi una considerazione relativistica della realt dello
stato - , mentre d'altro lato, certo in relazione a particolari condizioni storiche e, per quanto riguarda Croce, alle esigenze di lotta

8
( ) Soprattutto S. ZEPPI (Studi crociani, Trieste, 1956) ha posto chiaramente in
luce l'emergenza di queste due aniine nella concezione crociana.
(7) Per tutti si rimanda alle argomentazioni di B. CROCE, in particolare nelle

pagine dedicate al concetto di stato etico in Hegel, negli Elen1enti di politica, Bari,
1925, pp. 72 sgg.

9
( )

Ancora S. ZEPPI ha chiarito ncll'op. cit. questo tema, ma con troppa insistenza, come ha ben rilevato N. BoBBIO nella recensione del lavoro sulla Rivista
di filosofia)>, XLVIII, 1957, I, pp. 92-95.

INTRODUZIONE

INTRODUZIONE

contro il fascismo, riemerge una posizione metafisica, quando si


proclama ]'assolutezza dell'idea di libert. Il blocco monolitico della filosofia hegeliana, raffigurata nell'interpretazione di destra, viene
cosi frantumato : se la dialettica si svolgeva infatti tra i due poli
dell'individualit e della totalit, nel caso dell'interpretazione di
destra, la totalit che trionfa, nell'interpretazione liberale, sebbene con notevoli contraddizioni, l'individualit.
Ma c'era ancora una possibilit, quella di sviluppare l'interpretazione dell'hegelismo in una prospettiva senz'altro umanistica,
ed in questa direzione procedette fin dall'inizio la critica marxistica.
interessante i1otare che q11esta i11terpretazione, pur essendo immediatamente sollecitata da interessi politici, piu delle altre trascura la considerazione del pensiero propriamente politico dello
Hegel. Infatti per gli interpreti della sinistra non c' dubbio che
il contenuto ideologico del pensiero hegeliano sia essenzialmente
reazionario: non tanto su di esso occorre far centro per puntualizzare il significato dell'opera di Hegel, quanto invece sul suo metodo, sulla dialettica, che, malgrado tutto, rappresenta un effettivo
contributo nel processo di formazione del pensiero progressista. Si
tratter poi di decantare i temi metodologici dal contenuto ideologico, che assumono nella sistematica hegeliana, di rovesciare infine la
dialettica, di rimetterla in piedi, epurandola cio dei motivi mistici
10
reazionari che nell'originale redazione la caratterizzavano ( ).
V' dunque ali' interno della critica di sinistra la pretesa di
distinguere un elemento positivo nell'ambito della dialettica hegeliana, di escludere quelli negativi e di rielaborare il primo in una
concreta intuizione della storia, di intendere in definitiva la storia
come dialettica tra reazione e progresso: i contenuti del processo
dialettico non sono essenze metafisiche o idee astratte, ma concrete
(1o) Cosi, a partire da K. MARX (cfr. Opere filosofiche giovanili, Roma, 1950, pp.
13 sgg.; su cui soprattutto G. CAPOGRASSI, Le glosse di Marx a Flegel, in Studi
filosofico-giuridici dedicati a G. Del Vecchio)}, vol. I, Modena, 1930, pp. 54-71), la
critica marxista, almeno la pili aperta: G. LUKACS, Der j'unge Hegel, Zurigo e Vienna, 1948; E. BLOCH, Subjekt-Objekt. Erliiuterungen zu Hegel, Berlino, 1951; F.BBHRENS,
Hegels Okono1nische Auflassungen und Aschauungen, Lipsia, 1952-1953. In genere
sul rapporto tra filosofia marxista e filosofia hegeliana si possono vedere utilment~
gli articoli pubblicati in 'Deutsche Zeitschrift filr Philosophie1), dal 1954 in poi,
nonch soprattutto J. HYPPOLITE, Etudes sur Marx et Iiegel, Parigi, 1955, in partico.:
]aie pp.

82-105 e 120-141.

realt e forze storiche, in particolare economiche. In questo quadro i problemi riguardanti lo stato e il diritto vengono prospettati
dal punto di vista della genesi sociale dell'uno e dell'altro: cade
perci lo statualismo della destra, minato da un fondamentale relativismo storico, mentre si accede a quella concezione societaria
che propria anche dell'interpretazione liberale, ma permane l'identificazione del diritto e dello stato, poich il diritto non che
espressione dei gruppi dominanti: esso insomma sovrastruttura
tendenzialmente quindi alienazione, in ogni caso strumento dl
classe. Ma ci, a parere degli interpreti marxisti, solo fino a quando
la separazione dello stato dalla societ civile una realt, e quindi
un presupposto assoluto della raffigurazione del mondo politico,
come avviene nella teoria hegelia11a: st1peratasi, nel nlovimento rivoluzionario del proletariato, questa frattura, l'idea della giustizia
si concretizza nella nuova struttura dello stato, la societ civile
viene reintrodotta nello stato, o, meglio, lo stato calato nella realt
economica, culturale e politica della classe sociale; e se il diritto,
come lo stato, nell'ultimo stadio evolutivo del movimento proletario si annullano, permane tuttavia la giustizia, non piu idea astratta
per cui combattere ma forma costitutiva dei rapporti sociali.
Al relativismo della polemica rivoluzionaria e della realistica
critica storica del marxismo si accompagna quindi u11 preciso concetto di giustizia: e se individualit e totalit, vale a dire i due
poli attorno a cui si erano radicalizzate l'interpretazione liberale e
q11ella reazionaria, risultano n11ovamente congiunte, pure l'umanesimo marxista rinnova nella dialettica materialista quella contraddizione tra volont e razionalit, tra libert e necessit, che
gi Hegel pretendeva qualificasse il processo storico (H).

Di fronte a cosi diverse interpretazioni e di fronte agli sviluppi


anche pratici che sul piano della problematica giuridica e politica
della societ contemporanea esse hanno avuto, si impongono al-

11

) Si cfr. a questo proposito l'art. cit. di G. CAPOGRASSt e anche E. OPOCHER


Il prob~en1a del.la giusti:-ia nel materialismo dialettico, estratto dagli Atti del Con~
gresso 1nternaz1onale di filosofia1), Roma, 1947.
(

INTRODUZIONE

INTRODUZIONE

cune constatazioni di non scarso rilievo per la comprensione dell'intera personalit del grande filosofo.
Anzitutto si deve far risaltare la centralit che la filosofia del
diritto e dello stato ha nel pensiero hegeliano. Questa centralit
dipende, da un lato, dallo sviluppo sistematico del procedimento
dialettico all'interno della problematica dello Hegel, dall'altro, dalla
generale tendenza del suo mondo culturale, in particolare del romanticismo, a superare l'individualismo illuministico e a concentrare la sua attenzione sull'oggettivit storica, anche se questi motivi genetici non sono separabili con un taglio netto, poich il procedimento della filosofia hegeliana vive appunto dell'interazione contin11a di essi: sforzo sistematico e condizionamento storico costituiscono infatti due forze convergenti nel processo formativo dello Hegel. La filosofia hegeliana, costruendosi nella pili piena aderenza alla
problematica del tempo, tendeva quindi decisamente all'oggettivit
e infatti attraverso la dialettica Hegel cercava la mediazione di
individualit e razionalit, cercava di calare nella particolarit
storica l'universalit logica: ma se a questo scopo era rivolta l'indagine, non era proprio il mondo storico del diritto e dello stato
che rappresentava la sfera pili adeguata per una tale sintesi? Qui
individualit e totalit si ponevano necessariamente in rapporto dialettico, e la volont assumeva forma oggettiva; qui la razionalit
su c11i tanto l ill11minismo aveva insistito, si determinava concretamente in un rapporto attivo con le individualit che la sostenevano. Il pensiero politico e giuridico doveva cosi permettere allo
Hegel di precisare la stessa fondamentale istanza della sua filosofia,
e raffigurava il momento centrale della speculazione, quasi la sua

11

nello svolgimento del suo pensiero: Hegel infatti non applica al


diritto ed alla filosofia politica uno schema metafisico 0 rnetodieo
prefigurato; anzi, la sua metodologia ed in genere tutta la sua filosofia vengono elaborandosi all'interno dell'analisi dei terni concret~mente proposti dall'esperienza. Cosi la filosofia politica e giuridica dello Hegel costituisce quasi lo specchio della continuit problematica di illuminismo e di romanticismo.
Tenendo ferma la constatazione della centralit della filosofia
del diritto nel pensiero di Hegel, non pu stupire allora che le varie
linee interpretative abbiano trovato in essa il punto da cui muovere nella rielaborazione ermeneutica e parimenti il punto discriminante delle diverse valutazioni. Chi infatti insisteva sull' elemento della totalit come motivo fondamentale che vale a chiarir'." fa concezione dialettica, teorizzava lo stato totalitario c12);
chi mvece vedeva nello storicismo e nel polo individualistico
della dialettica il tratto caratteristico del procedimento, concludeva nell'accettazione dell'ideologia liberale; ed infine chi della dialettica assumeva la forma logica per svolgerla nei termini di una
nuova i11tuizione storica e per risolvere l'antinoinia tra progresso
e reazione, poneva perci stesso il presupposto della dottrina
socialistica (13).

verifica sperimentale.
La filosofia hegeliana del diritto e dello stato sembra perci,
da questo punto di vista, raffigurabile come il tentativo di dare
risposta sistematica ai problemi suscitati dall'antinomia di individualit e razionalit che si era rivelata nel pensiero illuministico
ed il rapporto del giovane Hegel con la cultura dell' illuminismo
rappresenta il punto di inserzione antinomico della sua filosofia
con la cultura del tempo. Ed necessario insistere su questa origine determinata del problema della filosofia hegeliana, poich ci
viene a confermare la centralit della tematica politico giuridica

.(") .N ~n s1. con~an? naturalmente le opere indirizzate a respingere il carattere


na~i~nahstico, e poi d1 p~eludio al nazismo, che si voluto attribuire al pensiero
politico dello Hegel: particolarmente vigorose sono le polemiche di E. TROELTSCH
Natur;echt.und Htl1nanitii.t in der Weltpolitik, Berlino, 1923; di J. LOwnNSTEIN, He~
gels Staatst~ee; lhr IJ_oppelgesicht und ihre Einfluss iJn XIX Jahrhundert, Berlino,
1_927, nonche
1 appassionata opera di R TRI!VES , La filosofi a t H ege e e nuO've
. .
concezioni
tedesche del_ diritto e dello stato , Messrna , 1935 (su cui anch e Ia recen.
.
sione d1 F. LoPEZ DE ONATE, in ((Rivista internazionale di filosofia del diritto)) XVI
19~6, pp. 318-320). Nella pi recente letteratura, particolarmente preoccupati 'di re~
spingere. la . grossolana accusa rivolta al pensiero hegeliano di essere progenitore
d.el 1otahta;r1smo moderno sono H. MARCUSE, Reason and Revolution. Hegel and the
VII) E
rise of soctal theory, Oxford, 1941 (cfr. II ed. aumentata, Nc\vYork 1954
WEIL, H_ege_l et l'.Et~t, Pari.gi, 1950, pp. 7 sgg.; ed ora W. KAUFMANN,' Heg~r Lei:;;nd~
und Wzrklichkeit, __in Ze1tschrift fiir philosophischc Forschung, x, 1956, 2, pp.
191~~26, c~c polc~1zza aspr~mente c~ntro K. POPPER, autore del famoso pamphlet
ant1hegehano The open soctety and its ene1nies Princeton 1950 (ma I

.d
,,
a prima e .
del 1945).
'

13

z z

Ph .. ( ) A questo proposito si veda W. R. BEYER, in un recente lavoro (Zwischen


anomenologie und Logik. flegel als Redakteur der_ Bamberger Zeitung, Francoforte M., 1955, soprattutto pp. 271-276), in cui egli ha affrontato a fondo il

12

INTRODUZIONE

Cosi, malgrado le divergenze, ognuna delle tre interpretazioni


ha serie ragioni per richiamarsi a qualche motivo del pensiero hegeliano. Ma nello stesso momento in cui procedono alla sua innovazione, tali interpretazioni, radicalizzando i termini entro cui si
svolse quanto mai fluidamente e vivacemente la filosofia hegeliana
del diritto, prevengono ad un punto in cui perdono di vista quello
che si pu ritenere il principale carattere della speculazione hegeliana sul diritto e lo stato, vale a dire appunto la ricchezza di motivi diversi, la sua intuizione della complessit della vita storica,
la sua apertura alle diverse esigenze che storicamente si manifestavano nell'an1bito dello stato moderno. Hegel non chiude mai il
suo orizzonte teoretico, ma apre e lascia aperto un problema poich, con scrupolo di fenomenologo, non pu concludere laddove
l'esperienza storica gli presentava istanze, problemi, gli tracciava
compiti, ma non gli offriva alcuna verit definitiva. E qui ritorna,
a lato dell'indagine storiografica, la consapevolezza che la filosofia
del diritto e dello stato di Hegel esprime un problema impostato
in termini antinomici, non risolubili, il problema cio della mediazione di individualit e di razionalit che, come vedremo,
emerso nel momento in cui l'illun1inis1no entrava in crisi per aprire

INTRODUZIONE

13

tica speculativa, il nucleo del suo inquadramento sistematico, la


scaturigine insomma di tutta la successiva speculazione. E non a
caso, da quando gli scritti giovanili di Hegel furono riportati alla
luce dal Dilthey e in parte pubblicati da Nohl, son divenuti il
cavallo di battaglia di tutte le interpretazioni hegeliane ( 11 ).
Tuttavia la ricerca si sviluppata anch'essa seguendo prospettive divergenti, di modo che la querelle,, sull'interpretazione del
pensiero hegeliano della maturit si rinnovata a livello dell'indagine sul pensiero giovanile e vale ricordare che ci provocato dal
riflettersi delle diverse posizioni ideologiche sui metodi messi in
opera per organizzare quei materiali cosi fluidi ed indeterminati
che costituiscono la base documentaria della Jugendgeschichte di
Hegel. In tal modo all'interpretazione storico culturale del Dilthey,
particolarmente incline a risolvere la figura del giovane Hegel nel
contesto della cultura dell'epoca e su cui d'altronde pesano gravemente i generali convincimenti filosofici dell'autore ( 15 ), si opposta l'interpretazione dello Haering che ha fatto centro sugli aspetti esteriori dell'evoluzione filosofica dello Hegel e ne ha tentato
la ricostruzione seguendo criteri meramente filologici ( 16 ); ali' interpretazione di tipo esistenzialistico, che ha riproposto proble-

il romanticismo.
(1 4 ) Cosi molto bene N. BoBBIO nella Rassegna di studi hegeliani, in <(Belfagon),

Ci posto, appare evidente la grande importanza che viene ad


avere, per un'esatta interpretazione della filosofia del diritto e dello
stato di Hegel, - come d'altronde per tutto il suo pensiero - , lo
studio della sua Jugendgeschichte. In essa infatti possibile cogliere, oltre che l'enuclearsi di problemi prevalentemente svolti
nel periodo della maturit, anche il senso generale di quella tema-

problema dell'interpretazione marxista del pensiero hegelian.o, negand? .1~ ,po~sibili


t di una duplicazione dell'indagine e sostenendo al contrario la poss1b1hta ~1 qua~
lificare anche il contenuto della filosofia giovanile di Hegel come progressista. E
chiaro che egli si oppone soprattutto a quelle correnti positivistiche che allignano
nell'ambito della filosofia marxista, da Engels a Stalin, che ritengono di poter int_egralmente liquidare il pensiero hegeliano come idealistico: ultimo insigne esempio
di questo vulgar Marxisn1us )) la recente introduzione di L. Col.ETTI alla trad.
it. dci Quaderni filosofi.ci di V. I. LENIN, Milano, 1958.

V, 1950, pp. 67-80 e 201-222. Come noto i Theologsche Jugendschriften di HEGEL


furono pubblicati da H. NoHL nel 1907 (Tubinga}: da allora la pubblicazione degli
scritti hegeliani giovanili andata completandosi soprattutto ad opera di J. HoFF
MEISTER, editore nel 1936 dei Dokun1ente zu Hegels Entwiclclung (Stoccarda} e nel
1952 del I vol. delle Briefe van und an Flegel, 1785-1812 (Amburgo). Sulle edizioni di
J. Hoffmeister cfr. il recente Zuni Gediichtnis (Gedenkschrift fUr J. Hoffmester),
a cura degli scolari F. NICOLJN e O. POGGELEI~ (Amburgo, 1956), con una bibliografia di
59 numeri. Quanto allo stato dell'edizione delle opere di Hegel cfr. F. NICOLIN, ProCleme und Stand del' Hegel~Edition, in Zeitschrift fiir philosophische Forschung>>,
XI, 1957, 1, pp. l.16-129, Vi tuttavia ancora chi nega ogni valore alla Jugendforschung: per es. I. ILJJN, Die Philosophie Hegels als kontemplative Gotteslehre, Berna, 1946, p. 386. A sostegno della nostra tesi cfr. le opere di F. RoSENZWEIG, Hegel und
der Staat, voll. 2, 1\1onaco e Berlino, 1920, tuttora insostituibile, e quelle citate di
H. MARCUSE, P. RITTER, E. Wnu, (sul cui carattere si pu vedere util1nente F. VALENTTNI,
La filosofia francese contemporanea, Milano, 1958, pp. 301~343}.
( 15) W. DILTI-IEY, Die Jugendgeschichte Hegels (1905}, ora in Ges. Schr.)), vol.
IV, a cura di H. Nonr., Lipsia e Berlino, 1925.

(1 6 ) T. L. I-IAERING, Hegel, .sein Wollen und sein Werk, Lipsia, voi., I, 1929, voi.

II, 1938. In Italia si mosso sulla base deila metodologia haeringhiana E. DE NE~
GRI, in particolare nella pur ottima Interpretazione di Hegel, Firenze, 1943.

INTRODUZIONE
INTRODUZIONE

14

maticamente i temi gi rilevati da Dilthey, in particolare il motivo


teologico, insistendo tuttavia sui caratteri formali piuttosto che
sui contenuti della speculazione giovanile hegeliana (17 ), si opposta la corrente marxista che ha ripreso l'impostazione storico culturale del Dilthey, sviluppandola in chiave economicistica (18 ). E
come alla base dell'interpretazione diltheyana c' era l'intuizione
vitalistica, ed alla base di quella dello Haering una concezione sostanzialmente irrazionalistica, - perci l'unico appiglio consistente
offerto all'ermeneutica diviene, in questo infido terreno, la struttura linguistica esterna - , cosi all'origine dell'indagine esistenzialistica c' l'ansia di evidenziare i motivi della polemica hegeliana
contro l'alienazione e della rivendicazione spiritualistica dell'autenticit, ed all'origine di quella marxista l'intenzione di determinare
le circostanze genetiche del procedimento dialettico.
Si ha dunque l'impressione che sui pur importanti contributi
offerti dagli interpreti del pensiero giovanile di Hegel gravi, in
maniera piuttosto consistente, il peso di un'impostazione critica
costruita a parte. E tale impressione risulta accentuata qualora
si consideri il problema del diritto e dello stato, centrale nel pensiero del giovane Hegel, che, laddove non sia stato alquanto trascurato, come dalla maggior parte degli interpreti della destra e di
quelli liberali; s' inteso in una prospettiva pesantemente ideologica,
come accaduto alla maggior parte degli interpreti della sinistra:
ed in questo caso ancora si perde di vista l'originalit del procedimento hegeliano, della sua genesi e dei problemi che apre per intendere Hegel solamente come progenitore di una particolare dottrina.
Riconoscendo ci, non intendia1no certo sminuire l'importanza che
la Jugendforschung ebbe ed ha nel campo degli studi hegeliani,
e passar sotto silenzio il valore delle indagini particolari da essa
svolte, di cui anzi ci varremo largamente, ma solamente avvertire
che l'accettazione d'essa porta con s, a nostro avviso, la necessit
di integrarne e depurarne le prospettive metodologiche. E per depu-

(17) Cfr. J. WAHL, Le nialheur de la conscience dans la philosophie de Hegel,


II ed., Parigi, 1951; I-I. NJEL, De la 1-nediation dans la philosophie de Hegel, Parigi,
1945; e su queste opere cfr. i gi cit. BOBBIO e VALENTINI, nonch M. MER.LEAU-PONTY,
L'existentialisme chez Hegel, in <'Les Temps modernes>>, 1946, I, pp. 1311-1319.
( 1 8)

Cfr. le gi cit. opere di G.

LUKACS,

E. BLOCII, F.

BEHRENS,

15

rare intendiamo l'accedere ad un'interpretazione rigorosamente


storica che prescinda, per quanto possibile, da ogni aprioristico
condizionamento ideologico; per integrare intendiamo lo spostare,
pili decisamente che mai, l'accento sul tema giuridico e politico.
Il lavoro che segue, vorrebbe appunto costituire un contributo
alla comprensione del pensiero di Hegel, osservando da un lato
questi requisiti metodologici, cercando dall'altro di provare l'ipotesi
interpretativa che in questa introduzione stata enucleata.

CAPITOLO PRIMO

L'AMBIENTE ILLUMINISTICO

SOMMARIO: 1. Caratteristiche generali. - 2. Il problema del giusnaturalismo tedeM


sco. - 3. Il significato dello Sturnz und Drang, - 4. L'ideale neoclassico e la concezione umanistica dello stato. - 5. L'evolversi della coscienza storica e il concetto
di stato popolare. - 6. L'epoca del tardo diritto naturale. - 7. Conclusione.

Nei momenti di pili vivace polemica non si potuto


negare al pensiero dell'Illuminismo il carattere di filosofia pubblica: eppure si preferito dimenticare quell'elemento peculiare
e valutare il pensiero dei Philosophes solamente nella sua forma
tecnica, povera davvero, soprattutto quando il termine di paragone tenuto costantemente presente fosse la doviziosa tematica della
metafisica idealistica e del romanticismo. Cosi, fissando in un
determinato sistema il paradigma della filosofia in generale e
rifiutando lo sforzo di un'analisi interna della cultura dell'et dei
lumi, si ritenuto di aver liquidata, o, nel migliore dei casi, risolta
nel procedimento dialettico, una filosofia il cui significato poteva
rintracciarsi non tanto nell'apporto di acquisizioni strettamente
tecniche o di nuovi concetti metafisici, quanto nell' aderenza ai
problemi della vita in cui si era instancabilmente svolta. C' un
fatto non irrilevante che riguarda i Filosofi, il quale va, per usar
loro giustizia, notato ... : i Filosofi non erano filosofi ( 1 ). Non lo
erano propriamente, vale a dire in senso professionale, non erano
chierici, poich l'Illuminismo stesso si definisce in opposizione
a ci: esso non solo un movimento scientifico ma soprattutto
1. -

(1) BECKER, C. C., La citt celeste dei filosofi settecenteschi, trad. it., Napoli,

1946, p. 28.

2, A. Negri - Stato e diritto net giovane Hegel.

18

CAPITOLO PRUvlO

l' espressione pm avanzata e conseguente di quel movimento di


emancipazione della cultura laica e mondana dal pensiero teologico
dominante le scuole, che si era iniziato con la Rinascenza; si estende a tutti i campi del sapere e dell'agire, ponendo le basi del
pensiero e dell'azione rivoluzionaria che concluder il secolo ; ed
al tempo stesso porta al limite estremo le contraddizioni del pen2
siero umanistico che costituiva la sua matrice storica ed ideale ( ).
dunque la philosophia in plateis che trionfa nell'Illuminismo, un pensiero che si accompagna sempre alla tensione morale
della critica e all'ottimistica certezza della sua forza di realizzazione ; e la filosofia, come nella polis greca, si risolve interamente
in fatto culturale. Distruzione del mito, polemica contro la rivelazione, ricerca di un ordine puramente razionale del mondo, e di
conseguenza una visione generalmente immanentistica, - anche
se non coerente e talvolta neppure espressa - , cui corrispondeva
l'affermazione del primato della ragion pratica sulla teoretica, anche se tale primato solo nell'ultimo e pi grande illuminista
doveva trovare un'adeguata teorizzazione. E accanto a questi motivi, che costituiscono la tonalit generale della cultura illuministica, un contenuto di specifiche conquiste tecniche, nella politica,
nel diritto, nella storiografia, e nell'estetica, nella psicologia, nella
fenomenologia religiosa, nel!' etica, nella scienza dei costumi. La
scienza dev'essere usata a fini di utilit sociale, la teoria verificata
nella prassi, cosicch tra scienza e storia si stabilisce un nesso di
continuit, innervato dalla fede nel progresso indefinito dell'umanit mediante la ragione.
Il concetto di Ragione il perno dell'intera cultura illuministica e costituisce il motore di tutto il suo sviluppo: concetto di
ragione che tuttavia non inteso come astratta nozione ma che,
attraverso la mediazione dell'umanesimo rinascimentale e stoico,
si risolve nel concetto di diritto razionale (3 ). L'assolutismo razio(2) Cfr. DILTIIEY, W., Die Achtzehnte Jahrhundert und die geschichtliche Welt,
in Gcsammclte Schriften)J, vol. III, Berlino, 1927, pp. 209-268; TROELTSCH, E., Die Auf"
kliirung, in Gesammelte Schriften)), vol. IV, Tuhinga, 1925, pp. 338-374, in particolare
pp. 338-340; CASSIREH, E., Die Philosophie der Aufkliirung, Tubinga, 1932; WUNDT, MAX,
Die deutsche Philosophie ini Zeitalter der Aufkliirung, in Zeitschrift fi.i.r dcutschc
I<ulturphilosophie1>, II, 1936, pp. 225-250.
(3) Questo concetto il leit-n1otiv della fonda1nentalc opera di WILHELM DILTHEY,

L'AMBIIlNTE ILLUMINISTICO

19

nalistico
non risulta perc10
" immo

b i 1izzato in una nozione univoca


.
ma
riversato . nel rapporto che costituisce il diritto.
esso enn~~
,
1
~
.
.
d ~ecessa~1~':1ente richiama l'altro, quello cio dell'individualit
e e a storic1ta. La dottrina profana del diritto naturale ha alla
s~~ base l~ convinzione del fondamento razionale ed umano del
diritto, ed e appunto in questa convinzione del valore dell'uomo
a~ermata' polemicamente da un lato contro la dommatica teolo'.
t t
gica,
dal! altro contro l'assolutismo politico ' che s1 e' pouacoI'
g ie~e u'.1a nuo~a forma di religiosit che coagula i singoli elementi
cost1tut1v1 ed imprime al diritto n a t ura1e pro f ano un carattere
affatto unitario (4 ).
. Infatti solo tale elemento religioso, o almeno entusiastico
ritrovato nella tematica giusnaturalistica poteva da un 1 t . '
1'deo1ogica e rivoluzionar
'
a o mg enerare l'e fl cacia
1'a di' que1 pensiero
d' 1
1
e a tro ato coprire la contraddizione teorica che la eone .
'
ez10ne
d 1 d'
e . iritto naturale
recava
in
s.
poich,
'l
h
.
.
. ,
e I rapporto e e s1 de'
termma tra raz10nahta ed individualit nell'ambito d 1 .
t
J'
, d'
. .
,
e gmsnaura ismo e
ant1tes1 e 1 emancipazione dell'individualit si afferma attraverso la posizione del diritto astratto, che pure si conWeltanschauung und Analyse des Menschen seit Re .
Abhandlungen zur Geschichte der Ph'l
h'
naissance und Reforination,

l osop te und Religi


dc1 <:Gesam~elte Sc~riftenl), Lipsia e Berlino, 1914.
on, contenuta nel val. II
( ) Sugh elementi un1anistici ha insistito E C
des Naturrechts, in <(Zeitschrift flir Rechts h'1 . h~ss~RTIR, Vo111 Wesen und Werden
1934, pp, 1-27, in particolare pp. 5-6. sugli ~l~;_:~~i ie ;.n _Le?re und Praxis)), VI, 1932religiosit rappresentata dal dr'rr'tt'o
t
1
re 1g1os1 e sulla nuova forma di

e
na ura e profano E TROE
D
.
chrtstltche Naturrecht und da~ in 0 d
f ~ '
'LTSCI-I,
as stoischerne pro ane Naturrecht in G
S h

.
_
,
es. e r,)), voi.
Iv , c1t., pp. 166-191 in part pp 188
A. PASSERIN n'ENnilivEs, Il ~onc~tto ;ig~i~i;u quest'opera _l'i~portantc commento di
condo E. Troeltsch, in Atti della R- A dto 1:1-aturale cr.istiano. e la sua storia se1926 (30 maggio) PJ) 664 70' r'n
. t'. clca em1a delle Scienze d1 Torino)), val. LVI
'

- .,.,
par 1co are p 696 sag
I H
'
das Naturrecht, in Vortragc und S h .
d. D "" " e anc le .. MITTEIS, Ueber
.
e rt 11en er eutschen Al d
d

. _.
.
.
~a. em1c . W1ssensch.
zu Berhn1J, fase. 26, 1948. Sull'elemcnt
ne~la loro bellissima opera Dialekt~kn1~~~0 :~;J~~ns1ero illu~1n1sti~o hanno insistito
Frtedrich Pollock zuni 50 Geburtsta A
d ' rung (Phtlosophische Frag1nente.
N_o: pur non conilividendo lo spirf~o :~:;al~md:!i~7) M .. HoRI~HEIMER e T. W. AD0Rr1portarne alcuni passi: Wie die Mythen schon
~.dag1ne ci .sembra opportuno
AufklEirung mit jedcm ihrer Scl1r'tt t' f
. h ~ufklarung vo.1lz1ehen, so verstrickt
.
I e Ie er SIC 1n Mythol .
( 22
.
zip der Immanenz der Erklar
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G
Ogiel> P. ), <( Das Pr1n..
'
ung JC en eschehens als w d l 1
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1c er10 ung, das die
Aufklarung wider die mythische E" b'l l
1
sclber (p. 23), (( AufkHi.rung ist die ~:d:l e t:ngs craf; - vertritt, . ist das des Mythos
Im_manenz des Positivismus ihr letztcs p~~~u~~wo~ e~~ myth1schc Ang~t. Di~ reine
un1versales Tabu >> (p. 27) etc.
' lS nic ts andcres als ein gle1chsam

CAPITOLO PRIMO

20

(5 );

trappone alla storicit e la nega


in altri termini, quell'assolutezza razionale che si rapporta all'individualit nel momento della
fondazione del diritto, riacquista autonomia ed univocit quando
venga situata nella prospettiva della considerazione teorica, e trascendenza qualora sia comparata all'indefinito sviluppo della storia. Il paradosso della volont che sostiene il pensiero rivoluzionario, si trasformava nell' antinomia teoretica non risolvibile e
drammatica di pensiero riflesso e di storicit.
Quando poi la dialettica storica non fosse radicalizzata dal
prepotente avanzarsi della borghesia e dall'ostinata resistenza dell'ancien rgime, ma uno spirito di paternalistico riformismo percorresse le strutture sociali come avveniva in Germania; qt1ando
la borghesia nazionale fosse ben poco sviluppata, non del tutto
cosciente dei suoi interessi di classe ed incapace di proporsi e di
nutrire l'azione rivoluzionaria, allora quell'antinomia teoretica, che
sopra abbiamo definito, lungi dal risolversi, almeno in modo transitorio, in volont rivoluzionaria, si riproponeva a tutti i livelli
della vita sociale e degenerava in dramma individuale fino a scoprirsi come lacerazione ideologica e culturale e a porre impedimenti insormontabili al progressivo sviluppo della societ.
Nell'impero germanico particolarismo principesco e cosmopolitismo, liberalismo e dispotismo erano i termini entro cui si configurava l'antinomia generale del pensiero illuministico. Solamente
individualit ed umanit, si diceva, sono oggetto di una considerazione razionale, ed assurdo cercare una mediazione, co1ne quella espressa dal concetto di nazionalit, che risulterebbe meschina
e contingente. " Garanzia dell'equilibrio europeo, !'impotenza della
nazione tedesca appariva ad una generazione nutrita di cosmopolitismo come un beneficio e non come uno scandalo ( 6 ). E quando

( 5 ) La contraddizione inerente alla concezione del diritto naturale stata posta


in luce da G. SOLARI, L'idea individuale e l'idea sociale nel diritto privato, vol. I:
L'idea individuale, Torino, 1911, pp. 9 sgg., e soprattutto da E. OPOCHER, G. A. Fichte
e il proble111a dell'individualit, Padova, 1944, p. 16: (( L'illuminismo rappresenta n
pili n 1neno che il centro della cultura moderna. E' l'epoca in cui la premessa
umanistica di questa cultura si dispiega compiutamente fino ad esasperare l'anti~
nomia tra razionalismo ed individualit che in essa era implicita >>.
(6) J. DROZ, L'Allemagne et la rvolution franaise, Parigi, 1949, p. 8: cfr. anche

pp. 5-8.

L'AMBIENTE ILLUMINISTICO

21

a~che il sentimento nazionale si manifestasse, nel mi ['


d .
.
c10 rivelava un atteggiamento di protesta nei riguar~/';:ila e~ ca~I
nante cultura francese (7)
.
omInella proclamazione di " ~n
~i m~ssImo poteva consistere
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pr111cipI astratti senza con
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u a presente tale
P ro on a ant111omrn che percorreva il ensi
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accentuata dall'incapacit di o
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.
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p rre una quals1vogha mediazione tra
~=:~~~~i~e s:~ria,. tra razionalit ed individualit, risultava altresi
nomici fi
e. SI pr~cedesse ~Ila radicalizzazione dei termini antin qm consideratI: c1 troviamo cosi di f
t
d
.
che trag
d 11' 1 b
ron e a auton
gono
. d'IVI'dua1Ita. le pre. h a .e a orazione del concetto d'I 111
messe teoric e dI una dottrina lib era1e d e1 tutto negativa
.
m

o::,:;:o

soprattutto ~d altri che nel razionalismo trovano la giustifica~ion:


della concez10ne paternalistica ed ottimistica del dispotismo I'll
m111ato (9) ' c oncez10ne

uquesta complicata d li
1'influenza di
. .
. '
. .
a a permanenza e dal.
. mot1vI propri alla tradiz10ne luterana e dall'effettiva
e.s1ste.nza . d1 una struttura sociale di tipo gerarchico medievale
1Obrilgkeztsstaat, cui la religiosit luterana conferiva un suggello'
sacra e (IO).
In Germania il problema della mediazione dell'antinom
.
velata dal. pensiero ill~ministico resta fin d'ora al centro di It:t::
la successiva speculaz10ne. Mancando la forza dI'
1 .
dica
' l e e rivoluz10naria

~w~=
ra
del
contrasto
I.
te
.
.
1
.
'
rm1111 permangono nella
oro ant1nomicit; e poich l'esigenza dI' un superamento e pro(

Ivi, p. 7.

(B) F. MEINECKE, Cos1nopolitisn10 e

Venezia, 1930, p. 32.

s ato nazionale, trad, 1t., vol. I, Perugia

(9) Cfr. H. TRESCHI!R Montesquiet1.s E'1 fl


losophie bis zu Anfan~ des 19. lahrhu~~ uss ~uf die Geschichts~ und Staatsphi~
setzgebung, Verwaltung und V
.
erts'. In <(Schmollers Jahrbuch fi.ir Ge267-304, in particolare il paragra~~~:~~~~~~~. im deutschen ReicheJ>, 42, 1918, pp.
(10) Tale tesi, cui aderiamo, sostenuta so
. . .
cese: cfr. in particolare J. DRoz op c't
26 2~rattutto da stonc1 d1 scuola fran~
poraine, vol. I Parigi 1952 pp, 128.14'1 "cpp. - . ; E. VERMEIL, L'Allemagne contem~
'
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ontrar1 a t I
la maggior parte degli storici tede 1".
. a e. interpretazione sono invece
se 11 . per tutti vedi F MEINE
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e h ns lC es Gen1eini,vesen uncl chrr'stl.teh en 5 taat in H' t h CKE,. ut . er ii ber
1920, p. 1 sgg. Molto vicino alle tesi f
. . .,
<< is ~nsc e Ze1tschr1ft, 121,
der christlichen Kirchen und Gruppenra~ces1Se h1nvece E. TROELTSCH, Die Soziallehre
cfr. anche IDEM Ges Schr voi IV , e2s0. e r., vol. I, Tubinga, 1919, pp. 512-605.
'

"

pp.
2-254 e 254-261.
'

CAPITOLO PRIMO

22

L'AMBIENlE ILLUMINISTICO

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p orzionale alla Profon dit della lacerazione ideologica e tale supe11 omplesso delle ragioni accennate, a rarnento non pu, per . c.
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matica teologica de pan og1sm
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e romanticismo perci in Germania con .
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( 11) Cfr. H. MARCUSE, Reason and 54 che sot~olinea l'arretratezza del sistem~
theory, II ed. aumentata, New York. 19 ,
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la debolezza delle classi
.

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quello francese e ing ese,
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economico tedesciM l Jspe
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medie la scarsezza dello sviluppo industna ,
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9. E TROEL1SCH, ei ntz
Lipsia, 1922, in par. P; , .488-531 e Der deutsche Idealisn1us, ivi, pp. 532-587.
Ges. Schr.1>, vol. IV, c1t., pp.
,

23

del tardo diritto naturale tale processo trovi modi di iniziarsi effettivamente, ed infine, per esteso, come il giovane Hegel, rivivendo
il problema tra Illuminismo e romanticismo, lo affronti portando
innanzi una prospettiva risolutiva.
2. - La recezione del diritto naturale in Germania ebbe fin
dall'inizio un carattere del tutto particolare ( 13 ). Nata altrove e
costruita sistematicamente nell'Europa occidentale per rispondere
alle esigenze delle grandi monarchie assolutistiche, era ovvio che,
trasferendosi in Germania, la concezione del diritto naturale subisse profonde modificazioni, dovendo qui rispondere ad esigenze
sociali sostanzialmente diverse. La radice individualistica, volontarista e razionalistica da cui muovevano le costruzioni occidentali,
sviluppate secondo una piena consequenzialit logica fino alle estreme conseguenze, rimane estranea ai teorici tedeschi e paralleladeontologico del giusnaturalismo si elide qui,
mano a mano, nel moralismo e nell'eudemonismo, piuttosto che
trasformarsi in programma d'azione rinnovatrice. un fatto che
la metafisica sociale del luteranesimo media la recezione germanica
ciel diritto naturale, smussandone ogni istanza radicale e lo costringe entro le maglie della societ gerarchico-assolutista che essa
consacrava, La soluzione dell'antinomia di individualit e razionalit che il giusnaturalismo recava in s veniva in tale situazione
ricercata non in una nuova prospettiva, sia pure pratica e rivoluzionaria, ma nell'adeguazione della nuova teoria alle vecchie strutture, in una prospettiva perci essenzialmente conservatrice. All'atomismo metafisico, psicologico e giuridico dei sistemi occidentali del diritto naturale seguiva in Germania una mediazione del
'.ftutto formale al servizio della dottrina del dispotismo illuminato ( 14 ).

a) Cfr. P. HONIGSHEIM, La doctrine allemande du Droit naturel aux XVI/e et


--_XVI/le sicles, in i<Archives de Philosophie du Droitl>, 1939, 1-2, pp. 216-237.
14
(
) Non cosi H. VoLTELINI (Die naturrechtlichen Lehren und die Refonnen des
- )8. Jahrhunderts, in Historische Zeitschrift>>, 105, 1910, pp. 65-104) che per primo a
nostra conoscenza, tra gli storici, ha tracciato il quadro di maniera del giusnaturalismo al servizio del dispotismo illuminato. Il Voltelini sostiene la tesi dell'originali_ -:t, dell'autonomia e della produttivit del Naturrecht tedesco nel periodo dell'asso.
, ltismo illuminato, facendo centro soprattutto sull'idea del Wohlfahrtsstaat teoriz~
:- Zata dai teorici prussiani e austriaci devoti a Federico il Grande e a Giuseppe II.
(

25

L'AMBIENTE JLLUMINISTICO
CAPITOLO PRIMO

24

15

Se consideriamo ad esempio la teoria che Christian Wolf ( )


elabora sulla base della metodologia cartesiana rinnovata dal
Weigel e delle intuizioni metafisiche del Leibniz, tocchiamo con
mano quella soluzione del problema giusnaturalistico che si pu
dire atomistica e formale. Il concetto di giustizia, che nella sua
assertoria ed umanistica definizione costituisce il centro propulsore della teoria giusnaturalistica, svuotato di significato, reso
opaco attraverso l'immersione in un sistema di tipo matematico
deduttivo; il concetto viene in tal modo definito attraverso le sue
costanti formali, mentre il metodo preso per la sostanza, l'accessorio per il fondamentale, la parte per il tutto ( 16 ). L'eguaglianza
dei diritti e la libert dei soggetti concepita astrattamente e
l'unica mediazione possibile oltre tale disgregazione atomistica del
contesto sociale consiste nell'ideale di benessere, che lo stato impersona ( 17). Il dispotismo illuminato risulta cosi giustificato sul
primitivo atomismo e formalismo e mediato dall'idea dello stato
di benessere (JS). E uno stato paterno, illuminato appunto, e volto
al benessere dei sudditi, ma che in nome di un'astratta concezione
egalitaria, sprovvista di qualsiasi contenuto individuale e di ogni
impulso attivo, nega ai cittadini ogni iniziativa politica; lo stato
poliziesco che si arroga tale funzione in nome della sua missione
educativa, la fioritura statuale germanica del mercantilismo europeo, sbocciata col ritardo di un secolo rispetto allo sviluppo delle

gra~di

monarchie occidentali, simile a quelle ed aggravata da un soporifero riformismo che le essenziale (19).
. In .questo quadro lo specifico contributo tedesco alla concez10ne grnsnaturalistica la dottrina per cui il diritto d'agire secondo la ragion di stato considerato connaturale allo stato
nozione questa che era estranea ad ogni precedente teoria del
diritto naturale (2). Nell' ambito della concezione paternalistica
tuttavia il sacrificio del diritto alla ragion dr' stat o appariva

grn
stificabile, particolarmente quando la ragion di stato fosse atomisticamente intesa non tanto in termini di potenza ma eudemonistici C2 1 ): in tal caso essa era riferita al fine stesso del contratto
sociale, cio l'assicurazione del maggior grado di felicit alla totalit del corpo sociale. Ci troviamo difronte ad un'immagine dello
stato ambigua e cervellotica in cui l'individuo subordinato alla
totalit senza riserve ed il drammatico contrasto della felicit individuale e dell'utilit dello stato si placa in una specie di astratto
calcolo, in una fantastica armonia prestabilita (22); ma evidente
che la contraddizione iniziale del giusnaturalismo non veniva risolta da tali superficiali ed opportunistiche mediazioni.

,
( 19 ) ~fr. ~lLTH~Y, W., Ges. Schr., vol. I.II, cit., p. 145, pp. 158-170. In genere sul1 assolutismo 1llum1nato cfr. I(, KASEI~, L'et dell'assolutisn1 o trad it pren
1925
PP:
e
HARPOLE, W. E., History of the ri;e
spirit of
in Europe, Watts ' 1910 ' JonNSON , A H ., Th e age oI t h e enltgh
tened
Desrationalts1n
t L
po' ondra, 1925; H. l(RABBE, L'ide 1noderne de l'Etat Parigi 1927 e
MoRANDI, La politica dell'et dell'assolutisino Pavia 1930
'
'
'

!3-3~ 3.15-34~; L~CKY

. ()CT
~
r. P .. HONl.GSHEIM, op. cit.,

(15) Cfr. LANDSBERG, Geschichte der Deutschen Rechtsvvissenschaft, Monaco e


Lipsia, 1898, voi. III, parte I, Testo, pp. 198~206.
(113) CASSIRER, E., op, cit., pp. 1-5: lo stesso Cassirer esclude tuttavia che tale
conclusione sia quella del Leibniz. Anche LANDSBERG, op. cit., p. 198, insiste sull'eccessivo peso che nella sistematica wolfiana assume la rigidit del metodo.
(17) LANDSBERG, op. cit., p. 203; VOLTELINI, op. cit., pp. 103 sg.; CHR. WOLFF, Verninftige Gedanken van der Menschen Thun und Lassen zur BefOrderung ihrer Glilck.seligkeit, Halle, 1720; HAZARD, P., La pcnse europenne au XV/Ile sicle de Montesquieu Lessing, Parigi, 1946, vol. I, pp. 17-33, e vol. III, pp. 20-24 (quest'ultima opera per da usarsi con molta cautela: cfr. recensione di D. CANTIMORI: Societ,

1947, pp. 287-292).


(1B) P. HoNIGSHEIM, op. cit., pp. 222-223, nota che questa teoria del benessere nella
prospettiva del dispotismo era molto popolare prima di essere teorizzata da T110MASIO (Drei Biicher der gOttlichen Rechtsge!ehrsa1nkeit, III, 2, parg. 163, p. 498) e
soprattutto dai partigiani dello stato poliziesco (JELL1NEK, G., Allge1neine Staatslehre,
Berlino, 1900, Il, 8; II, 1, a.).

~nel i~flu~nc:e~f th~

p ..

'
233 e' 236. FR.

.
MEINECKE

(L'idea della ragion

di stato, .trad. 1t., Firenze, 1942, vol. I, p. 185) affer1na: Nella letteratura tedesca
n~n trov~amo un nuovo ed in1po.rta~te patrimonio di idee da contrapporre a quello
gra os~e1vato nel.la lette~atura italiana. Si sentiva a priori nella ragion di stato
una p1ant.a straniera, latina, una teoria al cui peso era impossibile sottrarsi si
cercava dr ad~ttarla alle..cs.igcnze tedesche nla la si avvicinava ad un tempo con 'ctif~
f~denza e pa1na . Ma g1a 1n Pufendorf Meinecke trova la ragion di stato presente
s1a pure soffocata dall'astrattismo giusnaturalistico (voi . II , pp . 3157)
e1n
p eer1co
d
a ff atto operante (vol. II, pp. 155-195).
( 21 } E' ci che lamenta FR. MEINECKE nei l. c.
.<~ 2 ) Cfr. a~ ~s. CH. GARVE, Abhandlung iiber die Verbindung der Mora! init der
Polttik oder ~inige Betrac.htungen' ~iber die Frage, in wiefern es inOglich sei, die
Mora~ d:s Pnvatl~bens bei der Regierung der Staaten zu beobachten, Breslau 1788
trad.
1t. t1n appendice
a l(ANT, Scritti politici ' Torino ' 1956 pp 575-668 I n questo ' testo'

'b'I
ed appun
o poss1 1 e vedere come
la concezione dellla rag1' on d'1 s t a t o venga costn1en
.
os1 sulla base clell'eudemon1smo ato1nistico e di una casistica storica di' ti'po
mat
S G
d' I
.
pram, reo. u. arve ve 1 a nota bibliografi.ca, a pp. 571-574 dell'cd. it. cit. del suo
scritto, ed inoltre, LEROUX, G. d. Flu1nboldt, Parigi, 1932, pp. 367-370.
1

L'AMBIENTE ILLUMINISTICO

CAPITOJ.O PRIMO

26

Inevitabile dunque il fatto che la teoria wolfiana del diritto sia


stata interpretata in direzioni divergenti ( 23 ), poich l'accostamento
di motivi atomistici e di tesi assolutistiche affatto meccanico e
la mediazione in teoria puramente verbale mentre in pratica
risulta essere un obolo offerto al sistema del dispotismo illuminato ( 24 ).
Intrecciato alla scuola wolfiana si svolge in Germania un altro
indirizzo di pensiero giusnaturalistico, che pone attenzione alle
strutture intermedie del corpo sociale ed elabora una sorta d
pluralismo giuridico, tendenzialmente antiassolutistico ( 25 ). La mediazione tra esigenze individuali e contenuto razionale del diritto
tentata approfondendo l'analisi del contratto e fondando quella
teoria della molteplicit dei contratti sociali che un'altra caratteristica della scuola tedesca del diritto naturale: la mediazione
viene perci posta e, per cosi dire, diluita in una successione, logica e cronologica, di atti di volont.
Tale concezione, gi accennata dall'Althusius (26 ), e perfezionata dal Pufendorf (27), ulteriormente approfondita attraverso la
recezione della concezione ottimistica del diritto naturale e della
tradizionale dottrina aristotelico - cristiana della socievolezza dell'uomo naturale: cosicch oltre alla pluralit di associazioni volon(23) Si vedano le opere citate da G. GuRVITCH, L'ide du droit socia!, Parigi, 1932,

p. 215.
(24) WOLFF CHR., Jus naturae n1ethodo scientifico pertractatum, Francoforte e
Lipsia, 1740, VIII, parg. 4 sgg.
(25) P. 1-IONIGSHilIM, op. cit., pp. 228-229 e G. GURVITCH, op. cit., pp. 171 sgg. e 215
sgg. hanno molto insistito su questo contributo originale della dottrina germanica,
ma talvolta estendendo troppo il significato dei testi alla luce della teoria del diritto sociale.
(26) O. GlERKE, Johannes Althusius, 4 ed., Breslau, 1929, pp. 21 sgg. e pp. 99 sgg.:
ma a nostro parere la teoria altusiana della ((consociatio)) non significa ancora pienamente teoria della molteplicit dei contratti in tern1ini giusnaturalistici, poich in
Althusius il c~rporativismo ha ancora un valore predominante.
(27) Su Samuel Pufendorf su veda P. MEYER, Samuel Pufendorf, Corhnna, 1895;
H. WELZEL, Die Naturrechtslehre S. Pufendorfs, Heidelberg, 1930; IDEM, Die kulturR
philosophischen Grundlagen der Naturrechtslehre S. Pufendorfs, in <(Deutsche Vierteljahrschrift fiir Literaturwissenschaft und Geistesgeschichtc)), IX, 1931; E. WoLF,
Grosse Rechtsdenker der deutschen Geistesgeschichte, Tubinga, 1939, pp. 245-303; N.
Bomno, Leibniz e Pufendorf, in <{Rivista di Filosofia, 1947, pp. 118-129. Sulla teoria
della molteplicit dei contratti cfr. De jure naturae et gentium libri octo, L. III e
L. VII, c. 2. Cfr. anche CHR. WoLF, Jnstitutiones juris naturae et gentium, Halac.
1754, 979 sgg.

27

tarie nello stato civile, si ammette una societas naturalis, sebbene


con attributi puramente negativi, fondata su un quasi-contratto,
metafora che sta ad indicare una figura mediana tra la concezione
organicistica e quella volontaristica ( 28 ). Quando poi, analizzando
i rapporti intercorrenti tra popolo, costituitosi in personalit autonoma con il pactum unionis, e sovrano, si ritiene valida l'ammissione di un rapporto obbligatorio tra il titolare del potere statale e la collettivit soggetta come tale e non come molteplicit
di individui ( 29 ), la teoria dell'assolutismo sembra del tutto superata e si pu credere altresi raggiunta la mediazione nella costituzione intermedia di un corpo sociale. Infatti dalla premessa
della conservazione del patto d'unione anche nel rapporto di soggezione e quindi di " una personalit particolare del popolo accanto a quella dello stato >>, si deduce che il sovrano non pu in
alcun caso rompere i termini del contratto: esso supremo magistrato, in nessun caso despota, poich il patto di soggezione non
che la garanzia di quello di associazione. Ed altresi il nesso di
individualit ed assolutezza, lungi dal radicalizzarsi ai poli dell'antitesi, si placa nel concetto di societ. Attraverso la teoria della
pluralit dei contratti sociali si faceva strada la concezione liberale (30 ).
Achenwall (31 ) e Schliizer (32 ) portano questa dottrina alle
conseguenze pili estreme che siano note nell'ambiente dell'Illuminismo tedesco. Per entrambi il pactum unionis civilis sufficiente
a determinare un ordinamento giuridico autonomo della societ

Cosi G. GURVITCH, op. cit., pp. 217 sg.


O. GIBRKE, op, cit., p. 89 (trad. it. Torino, 1943, p. 86).
( 30 ) Cfr. A. BERNEY, August Ludwig van SchlOzers Staatsauffassung, in <~IIisto
rische Zeitschriftl>, 132, 1925, p. 57.
( 31 ) Su Achenwall, cfr. LANDSBERG, op. cit., III, I, Tcxt, p. 354.
( 32 ) Su Schli::izer oltre a BERNEY, A., op, cit., pp. 43-67, G. GURVITCH, op. cit., pp.
234-235; G. A. WALZ, Die Staatsidee des Rationalismus und der Ro1nantiJ und die
Staatsphilosophie Fichtes, Berlino, 1928, pp. 172-176; F. FURST, A. L. SchliJzer, ein
deutscher Aufkliirer n 18. Jahrhundert, Heidelberg, 1928; O. GIERKE, op. cit., p. 200;
LANDSBERG, op. cit., III, I, Text, p. 425. L'originalit del pensiero di Schli::izer stata
sostenuta da GURVITt1I e BERNEY contro JELLINEK, op. cit., p. 88 e A. V. UNRUH,
Dog1nenhistorische Untersuchungen ilber den Gegensatz van Staat und Gesellschaft
vor Hegel, Lucka im Thi.ir., 1928, p. III (Der Begriff der Gesellschaft sei modern
von SchlOzer zuerst in Deutschland, von Ferguson oder seinem Vorlaufern in England
eingefilhrt wordenl>).
( 28 )

( 2 9)

-------~~"'=,_-,._,.,....,___...,,...._....,._ _illill_illill,lil!l'--""'--c!!lil-!!!!
___ !!!!!_!Il!.-!!!!!~--!!!!=!!!!
.__ Il_!lll!l!!!!!lllll!lilllll

28

CAPITOLO PRIMO

civile (33 ), che lo stato pu al massimo perfezionare come depositario dell'imperium ( 34 ); ma la fonte di tutti i diritti risiede in
ogni caso nel popolo, la sovranit non che il medium ex pacto
tum unionis tum subjectionis ( 35 ); e lo stato viene man mano ridotto ad un ente artificiale, ad una macchina posta a garantire
dall'esterno, mediante l'imperium, il regolare sviluppo dell'ordinamento giuridico sociale ( 36).
Era davvero superata in tal modo l'iniziale antinomia giusnaturalistica di individualit ed assolutezza? O invece da tale tentativo di mediazione pluralistica non usciva esasperata la prospettiva individualistica della dottrina del diritto naturale? Vera ci sembra questa seconda ipotesi : non bastava infatti spostare I' attenzione dal contratto di soggezione, dall'idea di benessere e dalla
struttura dello stato al contratto di unione, all'idea della volont
generale ed alla struttura della societ, per risolvere !'antinomia:
in tal caso all'assolutizzazione del termine razionale che le teorie
del dispotismo attuavano, si contrapponeva l'assolutizzazione liberale del termine individuale, ma l'antinomia non era risolta, piuttosto recisa, ed il rapporto in cui consiste l'idea di diritto veniva
a mancare, salvo poi riapparire surrettiziamente in ognuno dei con
tratti intermedi e prolungare la contraddizione a tutti i livelli dell'ordinamento. Invece di radicalizzare i termini era sull'idea stessa
di contratto che si doveva operare, rompendo definitivamente con
l'atomismo individualistico, e con l'eudemonismo che lo seguiva,
rielaborando il concetto di volont generale, individualizzando insomma e storicizzando la definizione e la considerazione del valore giuridico (37 ). Il giusnaturalismo tedesco dunque nelle due
specifiche teorie che enuclea, quella del dispotismo illuminato e
quella della pluralit dei contratti, non trova alcuna adeguata soluzione al suo problema, ma anzi lo aggrava sospingendolo in direzioni divergenti e contraddittorie.
(33) AcnENWALL, Jus naturae pars posterior, parg. 98; GURVITCH, op. cit., p. 234.
(34) GURVITCH, op. cit., p. 235.
(35) AcHENWALL, l. c.
(36) A. BERNEY, op. cit., pp. 49-51; GIERKE afferma che Sch15zer considera lo
stato come kilnstliche ilberaus zusammengesetzte Maschine >> (l. c.).
(37) Su questa esigenza insiste particolarmente, per quanto riferendosi talvol~
ta ad un equivoco ideale faustiano, G. A. WALZ, l. c.

L'AMBIENTE ILLUMINISTICO

3. - Lo Sturm und Drang si inquadra nella cultura dell'Illuminismo, non tanto come movimento d'opposizione, quanto invece
come coerente prosecutore di alcune sue fondamentali istanze: il
problema suscitato dalla scissione tra scienza e storia ed il proposito quello di riconquistare la totalit, approfondendo l'esperienza della vita e dell'individualit. In ci appunto gli Stiirmer
sono illuministi, poich si sono proposti il problema dell'Illuminismo e poich la via percorsa nell'affrontarlo, radicalizzando in
astratto un polo del rapporto ed esasperandone la considerazione
con procedimento razionalistico, illuminista. La differenza consiste nel fatto che lo Sturm and Drang un movimento pessimistico, il quale oppone alle imperanti dottrine dell'assolutismo razionalistico, fondate su una visione del mondo ottimistica e talvolta idilliaca, un'intuizione tragica dell'universo, un'analisi disincantata e drammatica delle contraddizioni della vita. Ma, all'origine, la tensione razionalistica la medesima e si potrebbe dire
che l'abito tragico nasca dalla coerenza delle deduzioni della ragione che si trova poi coinvolta nelle contraddizioni vitali che
essa stessa, in tale moto, genera. Perci lo Sturm non solo un
episodio della cultura tedesca ma un indice generale dell'evoluzione della cultura europea oltre i limiti del razionalismo illumi
nistico, sia pure nella tematica ed attraverso i metodi da quello
proposti (38 ).
Non vogliamo con questo trascurare o sminuire le peculiarit
dello Sturm tedesco. Infatti il movimento europeo (3") si esprimeva
88

) La bibliografia dello Sturm und Drangl> pu esser consultata in un qualsiasi manuale universitario di storia della filosofia. Abbiamo tenuto presente le
opere fondamentali di E. CASSIRER (Idee und Gestalt, Berlino, 1921) e di H. A.
KoRFF (Geist der Goethezeit, vol. I: Sturin und Drang, Berlino, 1924) e inoltre E.
GELPCKil, Fichte und die Gedanlcenwelt des Sturin und Drang, Lipsia, 1928, soprattutto il cap. I.: Begriff, Ursprung und Wesen des Sturin und Drang, pp. 9-32. Ma
il canovaccio della nostra interpretazione ricavato da R. PASCAL, La poetica dello
Sturnt und Drang, trad. it., Milano, 1957. Per le interpretazioni di tipo religioso,
qui non prese in considerazione, cfr. R. UNGER, Ha111ann und die deutsche Aufldiirung, 2 voll., Jena, 1911.
39
(
) Si sono moltiplicati nei tempi recenti gli studi che insistono sull'apparire
della visione tragica della vita nella cultura seicentesca e settecentesca: si veda
la bibliografia di P. HAZARD, op. cit., voi. III, cap. I e passini, e inoltre B. GROETHUYSEN, Philosophie de la rvolution franaise, Parigi, 4.a ed., 1956, soprattutto
pp. 83-95; L. GotDMANN, Le Dieu cach- Etude sur la vision tragique dans les' Penses de Pascal et dans le thatre dc Racine, Parigi, 1955.
(

30

L'AMBIENTE ILLUMINISTICO

CAPITOLO PRIMO

in Germania con intensit particolare, dovuta ancora una volta


alle generali condizioni di arretratezza della societ tedesca (40 ).
Qui l'antinomia illuministica non poteva risolversi in un'azione
di rinnovamento e la contraddizione rimaneva inalterata: inevitabile quindi che pur rivelando la profonda crisi della societ, la
protesta degli autori dello Sturm und Drang risultasse infine isolata, che le apologie della rivoluzione, le imprecazioni e gli inni
repubblicani non avessero dal punto di vista politico alcun significato (41). Di fronte ad una situazione che sembra irrimediabile e
di cui essi stessi sono il prodotto, gli anarchici fuggono nella poetica del grido ed accettano la rousseauiana figurazione dell'uomo
primigenio da opporre alle leggi sociali. L'isolamento tematico diviene a sua volta causa di isolamento sociale, e la poetica del genio
viene ben presto considerata poetica della pazzia. Ne segue che
lo Sturm und Drang mai raggiunse una vera diffusione negli strati
essenziali della societ - che pure erano stati permeati dal razionalismo e dall'Aufkliirung ,, (2 ).
Anarchico, individualista, esasperato, lo Sturm und Drang
ha per il valore di raffigurare in termini adeguati il problema della
disgregazione sociale della Germania. I drammi sturmiani sono
intessuti del contrasto di leggi e convenzioni, di passato e presente,
del diritto degli individui e di quello dello stato. Si pu sottoli(40) Sulla pos1z1one dell'intellettuale nella societ tedesca dell'Illuminismo, cfr.
W. DILTHTIY, Das Erlebnis und die Dichtung, Lessing - Goethe - Novalis - HOlderlin.
3.a ed. amentata, Lipsia, 1910, soprattutto pp. 23-38; K. BoRRIES, Kant als Politker,
Lipsia, 1928, pp. 7-9.
(11) Generale l'accordo sul fatto che le dottrine dello Sturn1 und Drang non
abbiano uno specifico significato dal punto di vista politico: J. DRoz, op. cit., pp.
13 sgg.; V. BASCH, Les doctrines politiques des philosophes classiques de l'Alleinagne, Parigi, 1927, pp. 15 sgg.; A. KossELECK, Persdnlichkeit und Staatsauffassung
in der deutsche Geniezeit, (<Historische Viertcljahrschrift1>, 24, 1927; R. PASCAL, op.
cit., p. 340 e passim. Interessante in ogni caso la tesi di R. PASCAL che sostiene
che lo Strum und Drang sia espressione di ceti borghesi, contro la generale interpretazione che lo considera espressione delle classi aristocratiche: per tutti cfr.
F. KRENNBAUER, Goethe und der Staat. Die Staatsidee des Unpolitischen, Vienna, 1949,
p. 3. Non perci si pu considerare lo Strum und Drang movimento puramente
letterario: contro tale interpretazione protesta giustamente E. GELPCKE, op. cit.,
pp. IO sgg., 19.
(42) A. GERBI, La politica del rotnanticismo. Le origini, Bari, 1932, p. 174. Ma vedi anche ivi, pp. 162-177, una gustosa raffigurazione dei costumi degli autori dello
Sturm und Drang, ed anche IDEM, La politica del settecento, Bari, 1928, pp. 307-329.
Cfr. inoltre F. KRTINNBAUER, op. cit., pp. 2 sgg.

31

neare che agli Stiirmer interessa il contrasto per se stesso, piuttosto della decisione politica qualificata e dell'opzione ideologica
che la spinta rivoluzionaria si esaurisce in una protesta merament~
formale e si giustifica nell'appello alla supposta natura demoniaca
del genio, ma pur sempre tale estrema coerenza ha un significato
di rottura e chiarificazione (43 ). Se analizziamo le opere goethiane
di questo periodo dal Gotz all'Egmont, dal Prometeo a Clavigo,
Stella e al Werther possiamo appunto osservare come il tema
fondamentale, quello dell'opposizione tra individuo e societ, abbia divergenti soluzioni: nel Gotz, il Volksrecht si oppone al diritto
statuale e giustifica la rivoluzione, nell'Egmont invece l'eroe si
oppone allo stato in nome di un diritto popolare inteso in senso
conservatore (14 ). Del contrasto tra individuo e societ al poeta
interessa cogliere le risonanze soggettive, l'attenzione posta unicamente sull'eroe, tutto il resto pretesto, rivoluzione e conservazione si equivalgono. E non neppur detto che l'eroe debba essere
rivolto all'esterno, in tensione con le strutture oggettive della societ: il giovane Werther ricrea tale tensione in se stesso, passivamente, nel proprio animo (45 ). Gli Stiirmer insomma si muovono
tra l'esigenza dell'azione nel mondo e le contraddizioni di una
societ disgregata che la impediscono : allora proiettano il contrasto nel dramma individuale e concludono la tensione morale
della ricerca in una concezione univoca e solitaria dell'individualit.
Anche il fallimento di una prospettiva assume tuttavia valore
nel complesso discorso di una cultura unitaria poich esclude alcune possibilit ed allude ad altre: si ricercano nuove vie oltre
l'insolubile dilemma di individualit ed assolutezza. interessante
notare che gi nell'ambiente dello Sturm und Drang si riproponga
ad esempio il problema della nazionalit tedesca. Herder insiste
nella prima raccolta dei Frammenti sulla letteratura tedesca del
1767 sul carattere unitario e sulla perfezione della lingua tede-

( 43 )
11

Cfr.

KHENNBAUER,

op. cit., pp. 4-5,

Cfr. E. WOHLHAUPTER, Dichterjuristen, voi. I, Tubinga, 1953, p. 304 sgg. Lo


(Werke, III, p. 534) ha riconosciuto la stretta parentela del Gdtz del
1773 (~erke, II, p. 574 sgg,) e deil'Eg111ont, iniziato nel 1775 e coinpletato tra il
1782 e 111787 (Werke, II, p. 1139 sgg.): quindi lecito il raffronto delle due opere.
15
(
) Cfr. E. WonLHAUPTER, op. cit., pp. 312-313.
(

stesso

GOETHE

32

CAPITOLO PRIMO

sca ("'); in tntto il Gotz van Berlichingen di Goethe presente la


tradizione e la nostalgia della deutsche Gemeinfreiheit (47 ). La
totalit cosmopolitica comincia ad essere scomposta nei suoi membri, nasce l'amore per le comunit popolari, il concetto di umanit
tolto dall'iperuranio razionalistico per essere riferito alla vita
individuale delle nazioni (48 ). Ed anche il concetto di individualit
esce rafforzato dalla crisi dello Sturm, attraverso la rivalutazione
del sentimento e della natura. Gli Stiirmer divulgano in Germania
correnti di pensiero illuministico gi affermate altrove, in particolare Hume e Shaftesbury, sulle cui teorie appoggiano la loro
concezione dell'individualit, rinnovata dall'assunzione di tecniche
psicologiche. E poi Shakespeare offre loro il suo solido concetto
di uomo e Rousseau comunica loro la fede nella natura: a poco a
poco il prometeismo sturmiano, quello dei grandi almeno, quello
di Goethe, sembra riallacciarsi alla tradizione dell'umanesimo rinascimentale (49 ).
Ma non tanto in queste nebulose intuizioni che dobbiamo
ricercare il valore dello Sturm, quanto nel clima generale da esso
generato, nell'asia di rottura e nell'aspirazione al rinnovamento,
introdotte nel garbato ambiente dell'Illuminismo tedesco; lo
Sturm sgombera il terreno di molti idoli, non permette ulteriori
resipiscenze, imprime ad un'intera cultura una nuova tensione. :E.

(46) Frag 1nente zur deutschen Literatur, in JOJ-IANN GoTTFRTED VON HERDER's,
Siinunliche Werke, Zur schtinen Literatur und Kunst, t. 1-2, a cura di HEYNE, Stoccarda e Tubinga, 1827, pp. 61 sgg., pp. 127 sgg.
("7) Cfr. P. HAGENBRlNG, Goethes GOtz van Berlichingen, Halle, 1911, in particolare cap. I, lletd'er und die ro1nantischen und nationalen Str01nungen in der
deutschen Literatur des 18. Jahrhunderts.
("8) Cfr. V. BASCH, O]J. cit., pp. 16 sg.; E. GELPCKil, op. cit., p. 29; R .. J. SCHMJDT,
Cultura! nationalisn1 in Herder, in Journal of History of Ideas)>, XVII, 1956, pp.

407417.
(49) Sulla diffusione di Hume e Shaftesbury, cfr. FR. MEINECKE, Le origini dello
storicis1no, trad. it., Firenze, 1954; sulla diffusione di Shakespeare, R. PASCAL,
Shakespeare in Gennany, 1740-1815, Can1bridge, 1937; F. GUNDOLF, Shakespeare und
der deutsche Geist, Berlino, 1914, nonch, il Saggio in prosa. Per il giorno onomastico di Shakespeare)) di GOETHE (in Opere, vol. I, trad. it., Firenze, 1946, pp.
543-548). Per l'umanesimo del concetto goethiano di individualit, cfr. G. SrMMEL,
Goethes Jndividualisinus, in ((Logos)>, III, 1912, pp. 251-274, ma soprattutto R. PASCAL La poetica dello Sturm und Drang, cit., pp. 338 sgg. Per la diffusione del pensier~ rousseauiano cfr. FESTER, R., Rousseau und die Deutsche Geistesphilosophe,
Stoccarda, 1890. Cfr. infra.

L'AMBIDNTE ILLUMINISTICO

33

la Stimmung escatologica che Kroner ha potuto indicare come


essenziale alla cultura tedesca della fine del secolo XVIII: " percorre l'epoca qualcosa di quell'alito di speranze escatologiche che
del tempo delle origini del cristianesimo : ora o mai deve spuntare il giorno della verit, esso vicino e noi siamo chiamati a
50
crearlo ( ). Tutti i filosofi dell'epoca si sentono investiti di questa missione e la filosofia si appresta a quella funzione sacrale che
l'idealismo romantico le attribuir ( 51 ). Ma non tanto alla forma
religiosa del movimento dobbiamo por mente quanto al suo nucleo
filosofico: fin d'ora infatti lo scopo intravvisto quello di procedere oltre l'antitesi di individualit ed assolutezza razionalistica,
di trovare nuove formule risolutive che non permettano di ricadere nel vecchio dilemma, ma invece ne comprendano i termini
nella totalit. Questo movimento di inquietudine e di orgoglio ,,
che costituisce il tramite dalla crisi dell'Illuminismo alle origini
del romanticismo ( 52 ) porta con s la certezza che la rinascita filosofica possibile solamente attraverso una Aufhebung; n tale
superamento sar solo filosofico ma sociale, politico, giuridico, insomma pienamente inserito nella vita storica. La rivoluzione francese che influisce largamente sul pensiero filosofico tedesco, conforter tale convinzione e solo quando l'entusiasmo rivoluzionario
sar attenuato e la reazione avr nuovamente imposto le pesanti
bardature assolutistiche alla societ germanica, allora la filosofia
tedesca sar nuovamente coinvolta nella crisi che gi lo Sturm
u'nd Drang aveva drammaticamente sofferto, e strappata dalla ter-

50

(
) R. KRONER, Van J(ant bis Hegel, Tubinga, 1925, vol. I, pp. 1-2; cfr. anche
W. DJLTHEY, Leben Schleiermachers, cit., pp. XXVII - XXVIII.
51

) Sulla ((Stimmung escatologica)) dell'epoca e sulla fede nella filosofia come


forza risolutrice della crisi, cfr. I(. L. REINHOLD, Briefe iiber die Kantische Philoso~hie, 1788, cit. da J. HoFFA!lEISTER, Einleitung, a Hegels Phiinonienologie des
Getstes, 4 ed., 1937, pp. XX sgg.: E. REINHOLD, J(arl Leonhard Reinhold's Leben und
litterarisches Wirken, Jena, 1825, pp. 72 sgg.; SCHILLER, Briefe Uber die aesthetische
Erziehung des Menschen, 1794-1795, Erst. Brief; HOLDERLIN, S. W., Il, p. 379, lettera
a~ f~'atello del 13-X-1796, c~t. da J. HoFFMEISTER, HOlderlin und die Philosophie,
L1ps1a, 1942, p. 29; ~IEGEL, in J. 1-IoFFMEISTEl~, Dokuniente zu Hegels Entwicklung,
Stoccarda, 1936, p. 3::i2, Aus der Jeneser Dozenten-Zeit: ({ Wir stehen in einer wichtigen Zeitepoche ... Es bereitet sich ein neucr Hervorgang des Geistes .. )) ; I(NITTER~
MEYER, H., Schellng und die roniantische Schule, Monaco, 1929, p. 15 e passitn.
52
(
)A. GERBI, La politica del ronzanticisnio, cit., p. 10.
(

3. A. Negri - Stato e diritto nel giovane Hegel.

34

CAPITOLO PRIMO

L'AMB.IBNTE ILLUMINISTICO

ra, dall'impegno storico sar ancora obbligata a sintesi astratte,


puramente metafisiche, formali ed equivoche, alla scissione tra
scienza e storia che tradizione del pensiero tedesco.

35

plificazione ideale della civilt antica vale in funzione risolutiva


dell'antinomia dell'Illuminismo.
Come poteva la civilt antica, greca in particolare, rappresen-

tar~ la n~rma ~ella bellezza, e in genere della cultura? Come con-

4. - Winckelmann, Lessing e Herder sono generalmente considerati i fondatori del movimento neoumanistico nella Germania
del secolo diciottesimo. Attraverso la loro opera il rinverdito ideale
della Grecit assume un valore centrale nella vita culturale del!'epoca (53 ).
Come lo Sturm und Drang cosi il movimento classicista fa da
tran1ite tra l'Illuminismo e il romanticismo, poich affonda le sue
radici nel settecento mentre i suoi concetti sono elaborati e rifusi
nella dottrina romantica. Illuministico l'ideale di umanit dalla
cui meditazione muovono Herder e Lessing, illuministico il carattere normativo cui la nozione di classicit viene assunta da
Winckelmann (54 ); tuttavia l'ideale di umanit non pili un'astrazione ma una visione unitaria dell'universo, intrecciata al senti~
mento dell'individualit, n la funzione normativa si applica secondo schemi astratti ed esteriori ma attraverso l'intuizione, nella
vita vissuta (55 ). L'ideale di umanit, che assume un nuovo e specifico significato dall'essere strettamente connesso all'ideale della civilt greca, vale dunque a risolvere l'antinomia illuministica di
individualit e razionalit: infatti esso per definizione considerato mediazione storica di universalit razionale e di individualit,
momento teoretico ed insieme criterio pratico valutativo. L'esem-

(53) In generale sul movimento neoclassico si veda: H. A. KoRFF, op. cit., vol.
II, Das Klassik; E. ARON, Die deutsche Enveckung des Griechentu111s durch Winckelniann und Herder, Heidelberg, 1929; G. FRICKE, Das I:Iunianitiitsideal der klassischen
deutschen Dichtung und die deutsche Gegenvvart, in Zeitschrift ftir Deutschkunde, XLVIII (1934), pp. 673-690; C. EPHRAIM, Wandel des Griechenbildes n
XVIII Jahrhundert (Winckelmann, Lessing, Herder), Berna e Lipsia, 1936; STEFANSKY, G., Das hellenisch-deutsche Weltbild. Einleitung in Lebensgeschichte Schellings, Bonn, 1925; MEINECKE, FR., Le origini dello storicis1no, cit., passn; LEROUX,
op. cit., pp. 367-420.
(54) Sull'ambiguit e la duplicit delle concezioni teoriche dei neoclassici si
vedano le annotazioni di FI~. MEINECKE, op. cit., pp. 236 sgg., 241 sgg., e C. ANIONI~
La lotta contro la ragione, Firenze, 1942, pp, 45 sgg.
(55) Si cfr. R. LEHMANN, Herders Humanitlitsbegriff, in {<Kantstudien)), XXIV, 1919,
pp. 242-60, in particolare pp. 250-252.

c:p1sce l umamsta la civilt greca? Non possiamo evidentemente


n~ercorrere i. vari episodi della lunga querelle che oppose antichi e moderm, entro cui venne elaborandosi l'ideale ellenico.
b t"
.d
' Cl
.as I cons1 erare come l'immagine della grecit, propria agli autor'. che studiamo, sia profondamente connessa alla generale tematica dell'Illuminismo. L'antichit classica ci offre il quadro dramn_iatico dello sviluppo della primigenia umanit in lotta contro il
cieco destmo, la bellezza delle immortali opere greche scaturisce
dalla vit;.oria d~lla vita sul destino, della ragione sulla sensibilit,
- tale 11mmagme settecentesca della cultura ellenica. Razionalit
ed individuali!~ sembrano ancora una volta senz'altro opposte, term_m~ contraddittori in una lotta in cui un contendente dev'essere
eh.mmato: ma i concetti hanno subto una profonda rielaborazione
e il contrasto si placa in nuove categorie. L'individualit, innanzitu:t~, dopo la crisi dello Sturm, sempre piu intesa come forza
ongmale, come attivit e movimento (5G); e la razionalit non
definita in termini formali astratti ma proiettata nell'ideale, filtrata
attraverso le individualit, ripensata alla luce del platonismo. r
due concetti, profondamente intrecciati, si congiungono nella nuova categoria della totalit, che perfetta simbiosi di vita e idea.
La civilt classica raffigura tale totalit raggiunta nella storia. la
citt ce~este dei filosofi settecenteschi si determina in un paradigma storico, lo stato di natura della dottrina ottimistica si riconosce
nella polis greca. Come lo stato di natura era un concetto ad un
t:m~o. reale ed ideale, cosi la nozione di classicit parimente
nfenbde ad un evento storico e conclusa in una forma ideale con
attributi deontologici: un fatto e un simbolo, un essere e un
dover essere (57).

( ~) Si vedano le pagine di W. DILTHEY, su Winckel111ann in Ges Schr


l
III, c1t., pp. 257-261, in particolare p. 258.
'

., vo
). ~I termi~e <{~lassicis1?-o)},. oltre al riferimento ad un'epoca storica che gli
e _1m~hcito, ha in se un cr1ter10 deontologico che ne inficia talvolta il valore
sc1cntifico ma che ne assicura anche Ia portata ideologica: si confr. l'accurata
57

36

CAPITOLO PRIMO

Per questa duplicit che gli caratteristica, il concetto della


totalit classica non solamente una categoria del pensiero riflesso ma anche un criterio interpretativo: come tale assorbito
nella nozione di cultura. La civilt greca perci, secondo lo schema, un crescere organico di tutte le forze che la compongono, dal
reale all'ideale (58) e conseguentemente la categoria della totalit
rifratta nei singoli membri. L'individualit essenziale alla totalit come il reale essenziale all'ideale; anzi la totalit si costi'
tuisce solamente nel continuo apporto di significato che le attribuiscono le libere energie individuali: fuori di questo rapporto la
totalit solo meccanica, la comunit disgregata e l'individualit
schiacciata. La libert dell'individuo quindi la pietra angolare
del sistema: ancora una nozione storica - la libert del cittadino
della polis - trasformata in concetto filosofico ( 59 ).
Il concetto filosofico, a sua volta, come s' visto, assume una
funzione etico-politica. Infatti nell'ambito della polemica contro
il dispotismo illuminato il mito neoclassico, nel portare seco l'immagine di una libert che non si dissolve nell'anarchismo ma si
consolida nella totalit culturale, riesce a formulare un'alternativa
ideologica e a determinare una nuova concezione dello stato, tale
che in esso singolarit e totalit concrescano nella libert: il
Kulturstaat.
Wilhelm von Humboldt l'autore che meglio ha tracciato tale
concezione. Ed chiaro, da quanto fin qui detto, che n gli interpreti che fan di lui un estremo assertore dell'individualismo, sulle
orme dell'insegnamento kantiano (60 ), n coloro che nel suo pen-

L'AMBIENTE ILLUMINISTICO

siero han visto l'individuo svolgersi senza residui nella totalit


- in ci egli sarebbe un precursore della Weltanschauung romanti'.
ca ( 61 ) - , han colto nel segno: il suo problema infatti quello del
superamento dell'antinomia illuministica e la mediazione tentata
in una sfera intermedia, laddove individualit e totalit si integrano nella libert ("2).
Chi ha seguito analiticamente l'evoluzione giovanile di Humboldt, dallo scritto Sulla Religione alle I dee su un tentativo di fissare i limiti dell'azione dello Stato, ha potuto determinare le varie
fasi dello svolgersi di questa prospettiva. A noi interessa solo cogliere la costante dello sviluppo humboldtiano che ci sembra consistere nel concetto di uomo, non entit astratta, ato1110 interscambiabile, ma Mittelwesen tra natura e spirito, singolarit, sinolo di ragione e sentimento. Quando Humboldt si oppone all'invadenza dello stato nella vita individuale, sia che si tratti della
confusione di moralit e religione rivelata, vale a dire chiesa, sia
che entri in causa il sistema poliziesco dello stato dispotico, lo fa
in nome del suo concetto dell'individualit come unicit e creativit, e in nome di un'idea di progresso che non la meccanica
attuazione di un astratto contenuto di principi normativi, ma lo
spontaneo perfezionamento culturale dell'individuo, cio l'idea
stessa de!Ia libert. "L'originalit (di Humboldt) sta nel correggere il "neminem laedere " del diritto naturale aggiungendovi
"rendi colto te stesso", ed questa massima che d alla sua teoria dello stato il suo carattere peculiare "(63). Individualit e to-

61

) Per 1' interpretazione romantica


del pensiero di I-Iu1nboldt cfr. S. A.
KAEIILER, Hu111boldt und der Staat, Oldenburg, 1927, e G. A. WALZ, op. cit., pp. 230 sgg.
(

analisi che ne fa W. WEISBACH, Die klassische Ideologie, in ((Deutsche Vierteljahrschrift fi.ir Literaturwissenschaft und Geistesgeschichte, XI, 1933, pp. 565 sgg., e
inoltre W. TATARKIE\'JJCZ, Les quatre significations du 1not ((classique1>, in {<Revue
internationalc du Philosophie)>, 43, 1958, pp. 5-23 (fascicolo interamente dedicato
alla Notion du Classicis1ne).
(5B) W. DJLTHEY, op. cit., p. 260.
(!>9) Cfr. c. ANIONI, op. cit., p. 114; FR. MEINECKE, op. cit., pp. 238 sgg.
(GO) Si confronti a questo proposito l'opera <( classica di R. HAYM, W. v.
flumboldt. Lebensbld und CharaJcteristik, Berlino, 1856, e soprattutto gli scritti
di E. SPRANGER, U.'. v. Hu1nboldt und Kant, in K.antstudien)1, XIII (1908), pp. 57-129;
lV. v. Hu1nboldt und die Hu111anitiitsidee, Berlino, 1909 (in cui rifuso l'art. precedentemente citato); W. v. Hu111boldt und die Refonn des Bindungswesens (Die
Grosse Erzieher, hrg. v. R. LEHMANN, voi. IV), Berlino, 1911. Cfr. inoltre R. ARIS,
History of politica! Thought in Gern1any fro111 1789 to 1815, Londra, 1936, pp. 136-165.

37

62

) << Der wahre Zweck des Menschen, nicht der, wclchen die wcchselnde
Neigung, sondern wclchen clic ewig unverlinderlichc Vernunft ihm vorschreibt _
ist die hOchstc und proportionierlichste Bildung seincr Krlifte zu einem Ganzen.
Zu dieser Bildung ist Freiheit die erste und unerHi.ssliche Bedingung , W. v.
HUMBOLDT, ldeen zu_ einem Versuch die Grenzen der Wirksamkeit des Staats zu
besth111nen, edizione della Deutsche Bibliothck in Berlin, s. d., p. 25. Abbiamo
riportato questo brano perch ci sembra molto indicativo dell'istanza fondament~le di Humboldt.: un'interpretazione sostanzialmente adeguata ci sembra quella
di R. LEROUX, Guillau111e de Ilun1boldt, Parigi, 1932. Malgrado sia incompiuto si
v~da anche il bel saggio di G. SOLARI, Guglieln10 Hu111boldt e il suo pensiero polit1co, ora in <(Studi storici di filosofia del diritto>), Torino, 1949, pp. 315-342.
( 63 ) R. LEROUX, op. cit., p. 353.
(

38

CAPITOLO PRIMO

L'AMBIENTE ILLUMINISTICO

talit non sono quindi che due aspetti parimenti essenziali dell'idea
di cultura, la cultura realizza infatti l' armonioso sviluppo della
individualit nella libert, e tale sviluppo del tutto immanente
all'individualit.
Nelle Idee sulla costituzione dello stato, in occasione della nuova costituzione francese (61 ), che l'opera se non pili impegnativa
e fortunata, certo la meno carica di pretesti polemici di questo
periodo ("5), tali principi chiaramente risaltano. Ai costituenti
francesi Humboldt rivolge il rimprovero di aver voluto innalzare
il nuovo stato " meramente secondo gli assiomi della Ragione " (66 ).
" Ma non si possono dar delle lezioni di anatomia su un corpo vivente,,_ egli obbietta: " ci che deve svilupparsi nell'uomo, deve
scaturire dal suo interno, non essergli imposto dall'esterno; e che
cos' uno stato se non una somma di forze umane, attive e passive? (67). L'individualismo humboldtiano non nega perci lo stato
ma lo ricostruisce nelle sue componenti individuali e riferisce il suo
grado di perfezione al grado di perfezionamento attinto dai soggetti. Anche quando, nelle Idee su un tentativo di fissare i limiti
dell'azione dello Stato, Humboldt sembra toccare l'estremo limite
nella polemica individualistica contro lo stato dispotico, e la funzione dello stato pare ridotta " alla cura per il bene negativo dei
sudditi, per la loro sicurezza" (68 ), pure permane il pensiero fondamentale che la vita sociale condizione della vita individuale,
che la cultura fenomeno collettivo, anche se non pu non esser
vivificata dall'energia creativa delle singole personalit.
chiaro che la mediazione dell'antinomia illuministica attuata dagli autori del neoumanesimo resa possibile dall'accen-

(64) Jdeen Uber Staatsverfassung, durch die neue franzOsische

Constitution

veranlasst, pubblicato la prima volta in Berlinische Monatsschrift)), di BIESTER,


1792, fase. I, pp, 84-98. Citiamo dall'ed. curata da L. B. FORSTER, W. V. HUMBOLDT,
Abhandlungen Uber Geschichte und Politik, Berlino, 1869, pp. 14-19.
(135) Lo hanno soprattutto notato GoocI-I, Germany and the French Revolution,
Londra, 1920, p. 108 e G. SOLARI, op. cit., p. 326. Un'importante documentazione sulla vita di Humboldt e le sue osservazioni sulla rivoluzione francese ci sono offerti dai suoi diari: cfr. w. V. HUMBOLDT, Tagebilcher, a cura di A. LEITZMANN, I voi.,
1788-1798, nuova ed. aumentata, in <cGes. Schr.1> voL XIV, Berlino, 1922.
(66) Ideen ilber Staatsverfassung, ed. cit., p. 14.
(67) Ivi, pp. 15-16.
(68) [deen zu einem Versuch, die Grenzen ... , ed. cit., p. 58-61.
1

39

tuazione idealistica della prospettiva risolutiva: la drammatica


antitesi sturmiana superata>> in un'armoniosa immagine idea~
le, in una conciliazione di tipo platonico. In ci consiste il limite
della speculazione classicista e qui si rivela la sua origine profondamente aristocratica e l'inadeguatezza delle soluzioni proposte alle esigenze della societ tedesca. C' da sospettare che i neoclassici, in fondo, non vogliano la libert che per gli uomini liberi
e non intendano costruire, fuori dal mito, altra repubblica dello
spirito,, che non sia la comunit di Weimar, il distaccato circolo
degli olimpici, dei Goethe e degli Schiller. N pu sfuggire il carattere illusorio della mediazione: l'idea del Kulturstaat cosi
generica da risolversi in mera declamazione letteraria o, nel migliore dei casi, in un vago concetto di societ (69). La concezione
storica dello stato cui sembravano essersi avvicinati elaborando
un pi completo concetto di uomo e togliendo la concezione dello
stato primigenio dell'umanit da una figurazione naturalistica, si
scioglie in definitiva nell'utopica affermazione del diritto dell'aristocrazia elettiva della cultura (70).
Ma oltre questi limiti necessario cogliere quanto c' di
positivo nel pensiero neoclassico. Ci consiste in particolare nell'insistenza con cui han delineato il concetto di uomo come ente
attivo ed intermedio tra idealit e storicit: il diritto naturale
che esce da tale ricerca non pili definito come orda ordinatus
ma come orda ordinans (71 ), progresso e cultura divengono sinonimi e la libert il pi alto attributo dell'uomo. La crisi dell'Illuminismo era ormai entrata nella fase definitiva.
5. - L'Illuminismo ha, nella sua ultima fase, portato a maturazione la coscienza storica. Questo sviluppo stato ormai discusso dalla contemporanea storia della filosofia in maniera da
69

) Cfr. FR. MEINECKE, Cos1nopolitis1no e stato nazionale, cit., voi. I, pp. 41-43;
G. A. WALz, op. cit., passim.
(

70
(
) Il carattere aristocratico della concezione umanistica stato chiarito a
sufficienza da II. FREYER, Die Beivertung der TVirtschaft im philosophischen Denken
des 19. Jahrhunderts, 2. ed. riveduta, Lipsia, 1939, pp. 23-35.
71
( ) Prendian10 l'espressione da E. CASSIRER, Vo1n Wesen und Werden des Naturrechts, cit., p. 8. Sulla graduale trasformazione del concetto di ragione che
risulta sempre pili attivizzata cfr. inoltre P. EIAZARD, op. cit., voi. I, pp. 34-57.

40

CAPITOLO PRIMO

L'AMBIENTE ILLUMINISTICO

non dover essere ulteriormente illustrato ( 72 ): a noi interessa soltanto vedere come la maturazione della coscienza storica e la
conseguente enucleazione di nuovi temi metafisici abbiano contribuito a mutare i termini entro cui dibattere il problema suscitato dall'antinomia del pensiero illuministico.

lizzante, pi che essere inteso come acosmico sistema dell'identit, era perci reinterpretato alla luce della concezione del divenire:
i gradi dello sviluppo dell'essere divengono le tappe del suo processo genetico.
Da Leibniz a Herder dunque, nell'Illuminismo tedesco, il problema della teodicea si trasforma profondamente e la soluzione
dapprima posta in una prospettiva teologica e chiusa in s, infine aperta alla storicit. Il tal senso spinozismo e coscienza storica si intrecciavano, proponendo nuove soluzione del problema
illuministico (' ).
In questo quadro la primitiva naturalistica formulazione della
dottrina razionalistica risultava se11z'altro rovesciata. La ragione
non tanto un'astratta potenza il cui contenuto normativo precede
e regge tutto il successivo sviluppo, quasi raffigurato, a sua volta,
come un rigido sillogismo in cui l'universalit della premessa e
l'analiticit della deduzione non ammettono alcuna conclusione
originale, - ma invece assunta ad ideale termine dello sviluppo,
e la sua attuazione deve essere mediata dall'individualit.
L'ideale storico-pedagogico, quale descritto dal Lessing nel-

Strettamente connesso a quello dell' antitesi tra assolutezza


razionale e individualit, era nell'Illuminismo il problema della
teodicea, vale a dire della giustificazione logica e metafisica della
funzione individuale nel quadro dell'equilibrio razionale dell'universo. In termini pi o meno teologici, a seconda dei presupposti
dai quali si muoveva, molti erano stati i tentativi di soluzione,
ma il problema aveva trovato una sistemazione solo nel pensiero
leibniziano: l'armonia prestabilita delle monadi doveva appunto
rappresentare l'adeguata mediazione di assolutezza e individualit. Ma il tentativo di Leibniz portava anche all'estremo la tensione tra i termini considerati, poich paradossalmente postulava
la concordia sulla pi completa disgregazione individualistica del
contesto metafisico; non stupisce quindi che alla miracolistica
mediazione leibniziana si opponesse sempre di pi, nella linea evolutiva del pensiero laico, lo sforzo di riconquistare l'unit e l'equilibrio dell'universo dall'interno, passando attraverso le individualit, che dovevano rompere il circolo incantato della monade ed
in s trovare l'energia della conciliazione, senza attendere la soluzione da un'ipotetica e poco convincente folgorazione divina. Tenuti presenti tali presupposti, s'intende come la rinascita dello spinozismo avvenisse in funzione di alternativa immanentistica alla
prospettiva leibniziana: di fatto Spinoza , per cosi dire, tradotto da Leibniz, nel senso che, fin dal primo apparire in Germania,
alcune fondamentali istanze del suo sistema son situate entro i limiti della tematica leibniziana e debbon contribuire a risolvere
quei problemi che Leibniz aveva sollevato, mentre d'altro lato si
tengono fisse altre istanze d'origine leibniziana come quella individualistica ( 73 ). Lo spinozismo, filtrato dal nuovo spirito individua-

72

Rimandia1no ai fondamentali contributi di W.

Jahrhundert .. ., cit., e di E.

CASSIRER,

DILTHEY,

Die Achzehnte

Die Philosophie der Aufkliirung, cit.

73
(
) Sullo spinozismo in Germania non esiste, a nostra conoscenza, alcun lavoro recente: si vedano tuttavia le opere di M. I(RAKAUER, Zur Geschichte des

41

Spinozismus in Deutschland, Berlino, 1895; M. GRUNDWALD, Spinoza in Deutschland,


Berlino, 1897 (POLLOCK, E., Spinoza, Londra, II ed. 1899, nelle prime pagine, considera questo lavoro esauriente); R. E. HERING, Spinoza in1 jungen Goethe, Lipsia,
1897; F. BLANDENSPERGER, Klopstock et les n1igrs franaise Ha111bourg, in Revue
d'histoire littraire de la France)), 1913; IDEM, Le mouve111ent des Ides dans l'migration franaise, Parigi, 1924; W. DILTHEY, Del periodo degli studi spinoziani di
Goethe (art. del 1894, poi in <{Ges. Schr.1> voi. II, 1914), in L'analisi dell'uon10 e la
intuizione della natura ... , trad. it. cit., pp. 180-210; TH. v. STOCKUlvi, Spinoza, Jacobi,
Lessing, Berlino, 1916; D. BAUMGARD'l', Spinoza und der deutsche Spinozis111us, in
Kantstudien1), XXXII, 1927, pp. 182-192; P. HAZARD, La crise de la conscience europenne, Parigi, 1935, vol. III, Note, pp. 65 sgg.; H. HOLTERS, Der spinozistische
Gottesbegriff bei Mendelsohn und Jacobi und der Gottesbegrifl Spinozas, Emsdetten, 1938. Si veda inoltre, naturalmente, l'edizione dc' Die Hauptschriften zum
Pantheis111usstreit zwischen Jacobi und Mendelsohn, di I-I. ScnoLz, Neuedrucke
seltener philosophischer Werke, hrsg. v. der Kantsgesellschaft, vol. VI, Berlino,
1916, ed in particolare, per quanto riguarda la nostra indagine, Ie pagine introduttive d H. Scnm.z, IX-CXXVIII. In generale pu poi esser utile anche la consultazione di J. H. LoBWE, Die Philosophie Fichte's nach Gesa1nn1.tergebnisse ihrer
Ent1vickelung und in ihre1n Verhliltnisse zu Kant und Spinoza, Stoccarda, 1~62,
particolarmente pp. 247-261 e 271-286, nonch C. GEBHARDT, Spinozisnnts und Trascendentalphilosophie, in Chronicon Spinozanum)), II, l'Aja, 1922, pp. 118-129.
74
(
) Cfr. J. KREMER, Das Problen1 der Theodicee in der Philosophie und Lite-ratur des 18 . .Tahrhunderts n1it besonderer Rilcksicht auf [(ani und Schiller,
in Kantstudien>), Erglinzungshelft, 13, Berlino, 1909, in particolare pp. 142-155.

42

CAPITOLO PRIMO

!'Educazione del genere umano (75 ), risponde appunto a tale nuova


tematica filosofica. " L'educazione la rivelazione che opera nel
singolo uomo; e la rivelazione l'educazione che ha operato e tuttavia opera sul genere umano ,, (76 ). Affinch la ragione si riveli,
quindi necessario che essa si attui progressivamente nelle individualit, che cio le individualit la rendano operante nel processo
storico, dall'uomo al genere umano. Che tale concezione sia ancora
piuttosto esteriore e meccanica, non si pu mettere in dubbio: il
contenuto normativo dell'ideale che pure assume una luce messianica, appesantisce nel complesso la visione lessinghiana e determina
finalit astratte dello sviluppo storico (77 ). Tale conseguenza risalta
ancor pili chiaramente qualora si passi dalla considerazione storicometafisica a quella storico-politica. Qui l'ideale pedagogico oppone
allo stato storico una specie del tutto astratta di stato umanistico,
una sorta di massoneria ideale il cui scopo l'integrale attuazione
delle finalit della ragione: non interessa tanto l'uomo quanto
l'Uomo, Nathan il saggio, l'unit della natura oltre tutte le differenze stabilite dalle circostanze, dalle convenzioni e dai costumi,
dalla storia insomma (78 ). Quanto allo stato storico, esso ridotto
a fatto contingente, stato di necessit finch esistano le differenziazioni, ma destinato a risolversi, o meglio, a scomparire nella
comunit ideale. Lessing aveva posto le basi di un ripensamento
(75) Die Erziehung des Menschengeschlechts, del 1779; cfr. nella traduzione
italiana di F. CANFORA, Bari, 1951. L'interpretazione metafisica del pensiero di Les~
sig stata soprattutto sostenuta da I-I. LEISEGANG, Lessings Weltanschauung, Lipsia,
1913, che tuttora l'opera pi esauriente. Si veda inoltre W. DILTHBY, in Ges.
Schr.)), voi. III, cit., pp. 172 sgg.
(76) Die Erziehung des Menschengeschlechts, paragrafo 2.
( 77) FR. MEINECKE, Le origini dello storicisnio, cit., p. 235, insiste molto sull'insufficienza dello storicismo lessinghiano, polemizzando contro W. DILTHEY, Erlebnis und Dichtung, cit., p. 129 che ritiene sostanzialmente valido il principio
evolutivo di Lessing. Per Mcineckc, la strada iniziata da Lessing poteva forse
portare ad I-Iegel ma non a Goethe o a Ranke: da parte sua HEGEL (Lezioni sulla filosofia della storia, trad. it., f'irenze, 1947, vol. I, p. 152) sostiene che l'idea
geniale)) di Lcssing in pieno contrasto con la sua idea di progresso poich
quella si muove su un piano solo quantitativo - (( niente altro che comparativi )>
- mentre la propria si verifica in mutamenti qualitativi essenziali. Pur ammettendo l'insufficienza del principio evolutivo lessinghiano ci sembrano tuttavia estreman1ente ingiusti e polemici i rilievi di Hegel e Meinecke.
7
( 8) Si confronti soprattutto il saggio Ernst und Valk, visto
da noi nelle
Taschenausgabe der Philosophischen Bibliothek, H. V., Lipsia, s. d., tradotto col
titolo Dialoghi 111assonici nell'Acacia Massonicaii, 1948, nn. 5 e 7.

L'AMBIENTE ILLUMINISTICO

43

dello sviluppo storico('"), ma fino a quando non si procedesse pm


conseguentemente da queste all'analisi minuta dei fenomeni storici e sociali, non sembrava possibile che il pensiero illuministico
riuscisse a superare l'ostacolo creato dall'alternativa di idealit e
storicit, della proclamazione dell'utopico Kulturstaat e della rassegnata constatazione dell'esistenza del Notstaat. Si doveva procedere pili a fondo nella determinazione dell'individualit dei fenomeni storici, e questo fu il merito di Justus Miiser ( 80 ).
Non stupisca, sulla base degli schemi correnti, l'accostanrnnto
del Miiser al Lessing, perch nulla pili lontano dal vero dell'immagine romantica data della sua personalit: il suo problema tuttora
quello illuministico della differenziazione nell'unit, e la polemica
che egli conduce contro il razionalismo egalitario strettamente
connessa allo stato della scienza giuridica e delle strutture della
societ illuministica ( 81 ). Se vi una differenza, - che certo essenziale, ma che non traduce, perci soltanto, la problematica moseriana in quella romantica ( 82 ) - , essa consiste nel fatto che l'accento posto sulle differenze piuttosto che sull'unit: ma tale indirizzo metodico era comune alla storiografia dell'epoca ed assume, svolgendosi, alcuni caratteri della visione prammatica. Paradossalmente si pu dire. che proprio l'intensit polemica del procedimento individualizzante lega Miiser all'Illuminismo, poich fa
della sua scienza storica un'arma contro il dispotismo, del suo realismo lo strumento per la rivendicazione dei diritti individuali corltro il giusnaturalismo dottrinario: ma l'un termine non pu sussistere senza l'altro, l'individualit e la razionalit si debbono continuamente rapportare a livello storico, la scienza consiste appunto
79

) Si vedano ancora le belle pagine di Meinecke,


( ) Di Jus1us M6SER si vedano soprattutto le
Stimmtlichc Werke>>, Berlino, 1842, voll. I-I\T; molto
K. BRAl\.'DI, J. M6SER, Gesellschaft und Staat, Monaco,
(

80

81

sia pure con qualche cautela.

Patrlotische Phantaslen in
buona anche l'antologia di
1921.

) Sebbene con molta antipatia per la figura di MOser, C. ANIONI, La lotta


contro la ragione, cit., pp. 94 sgg., ha posto in giusto rilievo tale concetto.
82
(
) Interpretazioni romantiche della figura di MOser sono quelle di FR. MEINECKI:!, op. cit., pp. 247 sgg.; w. DILTHEY, Ges. Schr., val. III, pp. 247-257; H. BARON,
l. Mdser Indlvidualitiitsgedanke in seiner geistesgeschichtlichen Bedeutung, in Historischc Zeitschrift)), 130, 1924, fase. 1, pp. 31-57. Quanto al lavoro di H. V.
SCUPIN, Volk und Recht bei I. MOser, in Zeitschrift des Offentlichen Rechts, XIX,
1939, pp. 561-639, esso ha il tipico carattere dell'apologetica storica nazista.
(

44

,l

CAPITOLO PRUvIO

L'AMBIENTE ILLUMINISTICO

in questo nesso realistico posto tra teoria e storia, e non v' alcuna
sorgente metafisica che condizioni e sostenga lo sviluppo antinomico dei termini, - e solo una tale impostazione meriterebbe l'attributo di romantica ( 83 ). Mi:iser insomma storicizza il nesso tra
individualit e razionalit che Lessing aveva gi rintracciato nell'immanenza, e, in questo suo originale contributo all'evoluzione
della problematica illuministica, le istanze pi diverse del pensiero
storico e politico del settecento si intrecciano profondamente.
Nelle Fantasie Patriottiche Mi:iser enuclea la nozione di popolo,
definito come il complesso originale cli tutte le manifestazioni inerenti alla sua vita; lingua, costituzione, religione, costume, diritto
non sono che espressioni diverse di uno stesso nucleo vitale : il
montesquieuiano spirito delle leggi trova in Mi:iser una definizione
organica. Tuttavia tale atteggiamento profondamente conservatore
in senso politico ed insieme innovatore sul piano teoretico non ha
nulla in comune con quel morboso romanticismo che amer giustificare perfino gli abusi in nome della loro antichit "( 84 ). Miiser
si muove nell'ambito della societ germanica del tempo e polemizza contro lo stato assolutistico in nome dell'ordinamento gerarchico e patrimoniale dei Liinder imperiali; " questa forma mista di dottrina progressiva e reazionaria ... la spia del dilemma
politico che tormentava la Germania di quel tempo " e non vale
inveire contro di essa poich, se la consideriamo in quell'ambiente, " essa sembrava l'unica che avesse preso atto della disgregazione politica del Sacro Romano Impero e che proponesse coerentemente una riforma sociale conveniente all'angustia territoriale dei piccoli stati tedeschi "( 85 ). Ad ogni modo, fosse autentica
o meno l'ansia di libert del Mi:iser, certo che il suo metodo
contribui ad approfondire ulteriormente la prospettiva risolutiva
dell'antinomia tra individualit e razionalit ( 86).
83
( ) Non a caso W. DILTHEY, l. c., va alla ricerca di ipotetiche {{forze oscure
che Mi::iser considererebbe alla base del processo; molto pili guardingo H. BARON,
art. cit., pp. 35 sgg. non esclude forti residui illuministici.
(84) J. DROZ, op. cit., pp. 343-344.
85

( ) R. PASCAL, La poetica dello Sturni und Drang, cit., p. 60. Approfondendo


l'analisi Pascal trova anche nei giacobini dell'epoca simili testimonianze.
86
(
) Sull'influenza del pensiero di Mi:iser sui suoi contemporanei si veda innanzitutto la testimonianza di GOETHE, Dichtung und Wahrheit, 15, in <<Werke)), vol.

1,
Con Herder giunge a conclusione nell'ambito dell'Illuminismo il processo di storicizzazione fin qui descritto ( 8 '). Egli muove
dal kantismo che, pur da un punto di vista particolare, radicalizza
il dualismo illuministico, e soffre con grande intensit quel problema sul piano teoretico come su quello pratico : perci " la sua
storia non nascer da un vivo e concreto problema politico e pratico ma da un ondeggiamento tra politica e visione storica, nascer da un bisogno pratico insoddisfatto, non da una esigenza di
luce che si inserisca su un'azione immediata. Nascer filosofia della
storia, non vera e propria storia "( 88), Contro lo stato dispotico
che retaggio del dominio del conquistatore sul vinto, contro lo
stato macchinoso e poliziesco dunque rivolta la polemica herderiana; e di converso egli cerca di definire lo stato popolare, organico, che nasce dai pi immediati bisogni degli uomini e si affina
nelle istituzioni popolari ( 89 ). La duplicit della concezione herderiana conseguenza della sua disincantata analisi della situazione
della Germania: la Germania non ha pubblico, non ha un'opinione
pubblica letteraria, lamenta l'uomo di cultura, ma subito dopo approfondendo l'analisi scopre che non ha cultura perch non popolo, non patria. Oggetto di ironica commiserazione da parte
degli stranieri, disgregato, rotto in classi, ceti, stati, con interessi

X, Zurigo, 1950, pp. 702-703, e inoltre G. HEMPEL, J. MOser Wirkung auf seine
Zeitgenossen, Mitt. des Vereins fiir Geschichte, Osnabri.ick, vol. 54, 1933, e R.
PASCAL, /. c.
7
(8 )

Su Herder, oltre alla fondamentale opera di R. HAYM, Herder nach seineni


Leben und seinen Werken dargestellt, nuova edizione, Berlino, 1954 (su cui W.
HARICH, R. Flay1n und sein Herderbuch, Berlino, 1955), si vedano le recenti opere
di W. DoBBEK, Herders Hunzanitii.tsidee als Ausdruck seines Weltbildes und seiner
Persdnlichkeit, Braunschweig, 1949; R. T. CLARK, Herder, his life and thought,
Berkeley e Los Angeles, 1955; D. W. JONs, Begriff und Problem der historischen
Zeit bei J. G. Herder, in Acta Universitatis Gothoburgensis)), LXII, n. 5, Gi:iteborg,
1956; V. VERRA, Dopo Kant, Torino, 1957, pp. 153-241.
8
( 8)

F. VENTURI, Introduzione alla trad. it. di J. G. HERDER, Ancora una filosofia


della storia per l'educazione dell'u1nanit, Torino, 1951, p. XI. Cfr. anche R. T.
CLARK, op. cit., pp. 194-196. Su questa linea anche l'interpretazione di M. RoucHE,
la philosophie de l'histoire de Herder, Strasburgo, 1940. Si veda anche il sempre
importante studio di R. STADELMANN, Der historische Sinn bei H erder, Halle, 1928.
8
( n) Vedi J. G. HERDER, Jdeen zur Geschichte der Menschheit, Parte II, 1785,
Libro IX, 4, in Si:in1mtliche Werke, Zur Philosophie und Geschichte, a cura di
JOHANN v. MtiLLER, vol. V, Stoccarda e Tubinga, 1827, pp. 210-223.

lj'

;<

46

CAPITOLO PRIMO

L'AMBIENTE ILLUMINISTICO

divergenti e contraddittori, tale l'immagine del suo popolo (9).


Anche l'azione di rinnovamento trova in tale situazione rilevanti
difficolt oggettive; egli sente che il Volkstaat che teorizza (91), rischia di restare indefinitamente un ideale. Eppure l'unica possibile
soluzione quella di stabilire un nesso dialettico tra la totalit
empirica delle individualit - la Menschheit -, e la totalit ideale
cui deve tendere lo sviluppo storico - la Humanitiit: soluzione
che non consiste nel rilevamento teorico di tale dialettica, ma nella
possibilit di rendere attivo il rapporto in ogni individuo, in ogni
istituzione, in ogni formazione sociale (92),
L'idealismo lessinghiano ed il realismo moseriano, protesi alla
soluzione del problema teorico dell'Illuminismo e con questo del
problema storico della societ tedesca, si ritrovano in Herder come potenze reciproche in una stessa filosofia della storia e nel suo
ideale di Volkstaat. La via risolutiva era stata definitivamente imboccata, anzi cominciava ad essere percorsa. Ma molte erano le
mete a cui tale tracciato poteva portare: poteva essere, data la profonda ambiguit della premessa ideai-naturalistica, una forma nuova di individualismo, esasperata dalla deduzione privatistica delle
pubbliche istituzioni come pareva avvenire al Miiser ("3), o un
atteggiamento immobilistico e assurdamente conservatore come
quello del vecchio Miiser (94 ), o ancora un programma riformistico,
storicamente confortato, quale Lessing ed Herder auspicavano. Ma
oltre queste difficolt era l'affermazione dell'immanenza dell'individuo nel processo storico e sociale. Quando il concetto di
Volkstaat fosse stato ripensato, fuori dell'ambiguo naturalismo che
lo caratterizzava all'origine, come processo senz'altro t1rnanistico,
si sarebbe potuta considerare risolta l'antinomia illuministica.

ticismo. Ci vale anche per lo svolgimento delle dottrine del diritto naturale (95 ) che, alla fine del secolo diciottesimo, pur presentando forme invecchiate ed un insopportabile tono scolastico che
in parte giustificano la reazione polemica dei romantici, d'altro
lato erano venute maturandosi in prospettive metodiche~ e sostanziali del tutto nuove sulle quali si fonderanno le successive intuizioni della scuola storica (9B).

6. - Crediamo che nel corso della precedente esposizione


sia stata dimostrata, almeno per sommi capi, la continuit dello
sviluppo filosofico e culturale dall'Illuminismo tedesco al roman(90) Vedi J. G. HERDER, Briefe zur BefOrderung der Hu111anitiit, 57, in Samm.
W.Jl, cit., vol. 14, 1829, pp. 101-111.
(9 1) IDEEN, cit., libro VIII, in ~<Sii1nm. W.l>, cit., val. V, 1827, pp, 105-173.
(92) Cfr. R. T. CLARK, op. cit., pp. 314 sgg.
(93) Vedi c. ANTONI, op. cit., p. 94.
(91) Cfr. R. PASCAL, op. cit., l. c.

47

Tale continuit ha un senso preciso ed univoco, definibile


come tendenza alla sempre pili piena storicizzazione del diritto,
attraverso l'emancipazione del diritto positivo dalle premesse giusnaturalistiche, la definizione della sua autonomia e, conseguentemente, una nuova metodologia che esigeva continua attenzione
al rapporto intercorrente tra dottrina, giurispmdenza e contesto
storico. Miiser e Herder contribuiscono alla formazione di questa
prospettiva, e particolarmente Herder, la cui filosofia della storia, reggentesi sul ritmo alterno di teoria e prassi, doveva offrire
profonde suggestioni ad una ricerca che, come quella giuridica,
viveva di tale rapporto; inoltre Herder aveva compiutamente definito il nesso tra diritto e cultura e scoperto quelle categorie dell'individualit e dello sviluppo che potevano sorreggere la ricerca
rivolta a cogliere tale nesso (97).
In tal modo la crisi individualistica che travaglia il diritto
naturale si avviava a soluzione mediante il ricorso alla storicit.
Non bisogna quindi farsi ingannare dalle apparenze e ritenere tale
95
(
) Ci siamo valsi nella stesura di questo paragrafo particolarmente del fondamentale articolo di H. THIBME, Die Zeit des spiiten N aturrechts. Bine privatge.J,
schichtliche Studie I, in <(Zeitschrift der Savigny-Stiftung fiir Rechtsgeschichte, LVI,
1936, Genn. Abt., pp. 202-263. In generale sulla transizione dalla scuola illun1inistica
a quella storica si vedano anche H. \'ON VoLTELINI, art. cit., e F. BEYERLE, Der andere
Zugang zu1n Naturrecht, in ''Deutsche Rechtswissenschaft,,, IV, 1939, pp. 1-24.
913
(
) H. THIEME, op. cit., pp. 202-208. L'A. fa riferimento ai testi di Dilthey e
Troeltsch pi sopra da noi citati (cfr. p. 18, n. 2). L'esposizione del Thie1ne, soprattutto per quanto riguarda la polen1ica sulla codificazione e la posizione della scuola
storica dcl diritto, integrata dal secondo art. dei suoi studi: Die preussische [(odi[lkation, nello <(Zcitschrift der Savigny-Stiftung cit., Gerni. Abt., LVII, 1937,
pp. 355428.
97
(
) Si cfr. soprattutto Tn. WORTENBERGER, J. G. Herders Bedeutung fiir die
Rechtsgeschichle, in Juristenzeitung, 1957, fase. 5-6, pp. 137-141, ma particolarn1ente p. 138; IDEM, Volk, Recht und Gesetz bei J. G. Herder, in Zeitschrift der Akademie fiir Dcutschcs Recht, XI, 1944, pp. 140 sgg.; V. EHRENBERG, Herders Bedeutung
fiir die Rechts1t1.1issenschaft, discorso comn1emorativo, Gottinga, 1903.

48

CAPITOLO PRIMO

processo solo rappresentato dal Savigny e dalla sua scuola: la


scuola storica raccoglie invece l'eredit di una lenta e faticosa elaborazione giuridica e storiografica, che bensi avveniva a livello
teorico e programmatico con Herder e gli altri di cui sopra abbiamo segnalato il contributo, ma anche e. soprattutto a contatto con
i problemi pratici, nell'uso dei vecchi dommi giusnaturalistici che
venivano adattati alle nuove esigenze, rielaborati, trasformati:
un processo sotterraneo, umile, che tuttavia percorre vivacemente
le trame del tardo diritto naturale; e nell'approfondimento analitico della ricerca si aprono anche nuove prospettive teoriche (98),
Quali erano le caratteristiche della scienza giuridica in Germania in quell'epoca? Colpisce innanzitutto, ad una considerazione
esterna, la sua estrema diffusione, ma ci diviene plausibile quando
si pensa a quanto era utile ai governi dei piccoli stati principeschi
dell'Impero servirsi del parere e del sostegno di eruditi e valenti
giuristi: si dovevano difendere i diritti dei Reichstiinde e si tentava
di razionalizzare quel coacervo di consuetudini, di leggende e di
decreti imperiali su cui essi si reggevano. Era inevitabile poi che
proprio per il compito che loro spettava ed il particolare materiale
su cui operavano, questi giuristi facessero ricorso al metodo storico pili che a quello formale di tipo matematico (99 ). Molto spesso
questi storici e giuristi non erano altro che compilatori di florilegi, raccoglitori di massime, o, nel miglior dei casi, topi
d'archivio preoccupati solamente di dotte dispute sull'autenticit
dei titoli sovrani dei principi: tuttavia anche attraverso questo
tipo di indagine, che si chiamata elegante o erudita>>, s'andavano elaborando nuovi metodi ( 100 ).
(9 8) Sia THIEvlE negli artt. cit., che SOLARI, Storicisnio e diritto privato, Torino,
1940, p. 4, insistono sull'importanza dell'indagine strettamente giuridica tra i fattori
fonda1nentali che hanno contribuito al superamento dcl gilisnaturalismo. Contra

vedi invece il cit. VOLTELINI.


(99) Cfr. in particolare C. ANIONI, La lotta contro la ragione, cit., p. 53.
1

( 00) La distinzione delle correnti <(elegante, prammatica)) e filosofica stata


posta da LANDSBERG (op. cit., III, 1, Text, pp. 150 sgg., 228 sgg.) jn 1naniera incontrastata: essa ha tuttavia numerosi precedenti, tra cui P. J. ANSELM FEUERBACI-I, Ueber
Philosophie und E1npirie in ihreni 1/erhiiltnisse zur positiven Rechtswissenschaft,
Landshut, 1804, p. 1 sgg. Si veda inoltre H. WEHER, Gustav Hugo, Vo1n Naturrecht
zur historischen Schule, Ein Beitrag zur Geschichte der deutschen Rechtswissenschaft, Gottinga, 1935, pp. 7-17. H. THIEME, Die Zeit des spiiten Naturrechts, cit., p.

L'AMBIENTE ILLUMINISTICO

49

Ma soprattutto la scuola prammatica che esplicita questi


nuovi metodi: i suoi maestri portano a livello strettamente giuridico le intuizioni politico-giuridiche di Montesquieu e ne rielaborano la metodologia in riferimento ad esigenze pratiche (10'). Con
ci l'ideale giusnaturalistica risulta man mano trasformato in funzione interpretativa e la stessa filosofia comincia ad essere concepita pi che come procedimento aprioristico e astratto, come criterio di valutazione della realt empirica. Tale concezione, caratterizzata come uso del metodo deduttivo nel mondo dell'empi102
ria ( ), era stata enucleata nell'ambito della scuola di Gottinga:
Gesner, Heyne, Michaelis avevano posto le basi della metodologia
prammatica liberando la storiografia da ogni presupposto teologico ed accettando il principio della individualit ed unit delle
culture, mentre la seconda generazione della scuola, con Gatterer,
Achenwall e Sch!Ozer aveva studiato il metodo delle scienze applicate, come la geografia politica e la statistica. Qui il metodo causale veniva applicato all'analisi dei rapporti tra gli individui, e
le forze storiche erano considerate nel quadro di una costellazione
di nessi razionali. Non che in tal modo gli schemi del razionalismo
settecentesco fossero superati, ma certo erano rielaborati profondamente, immersi appunto nella realt empirica e, per quanto
imperfettamente, lo sforzo per attingere la mediazione aveva avuto senza dubbio inizio ( 103 ). Ne seguiva una concezione realistica
della storia ed il progresso, di cui tanto si parlava, non era pili
concepito in una sfera astratta ma si riteneva dovesse attuarsi
nella progressiva trasformazione delle istituzioni. La coscienza
scientifica si intrecciava alla coscienza politica e la polemica illuministica prospettava obbiettivi concreti di riforma (104).
210, nota che la corrente elegante riduce la storia ad un puro Arscnal von einzelnen '
trockenen gelehrten Notizen: cosi anche C. ANTONI, op, cit., pp. 54 sgg.
101

) Cfr. ~ TRESC~IEI~, Montesquieus Einfluss, ct.; H. THIEME, art. cit., p. 211:


i~ questo periodo, egli afferma, la torn1ula spirito delle leggh} ebbe tanta diffu(

sione quanta due generazioni pi tardi il termine Volksgcistl>.


1
( 02) H. TI-IIEJ\tlE, art. cit., p. 215.
. (
) Lo ~i~onoscc lo stesso HUGo, Lehrbuch des Naturrechts, als einer Philoph1e ~es p~sitiven Reclzts (1797), III cd. au1nentata, Bcrljno, 1809, che considera J.
D. M1c.haehs <(dcr dnzige Schriftstcller, welcher ein positives Recht philosophisch
bearbe1tcte)) (p. 27}.
103

104
(

Per queste notizie ed il tono generale dell'esposizione dcl prograinma della

4. A. Negri - Stato e diritto nel giovane Hegel.

so

CAPITOLO PRIMO

L'AMBIENTE ILLUMINISTICO

I frutti di questa impostazione metodica non tardano a farsi


sentire ( 105 ). La stessa metodologia wolfiana, quando fosse considerata dal nuovo punto di vista, poteva influire positivamente
sul processo evolutivo del tardo pensiero giusnaturalistico. Un
presupposto essenziale della dottrina razionalistica era infatti la
finitezza e l'armonia dell'ordinamento giuridico, ed al di fuori di
questo presupposto la deduzione di tipo matematico non era neppure pensabile; mutato ora l'angolo della visuale, e riagganciato
il diritto alla storia ed alla vita del popolo, restava pur sempre
l'esigenza sistematica che fu tramite del passaggio dalla dottrina
alla codificazione ( 106 ). Non bisogna infatti considerare il movimento per la codificazione, e quello prussiano in particolare, solamente come la conclusione logica dalle premesse astratte del
razionalismo illuministico o il frutto dell'esigenza dello stato assolutistico di porre in maniera incontrastata la sua sovranit attraverso la pianificazione del diritto; il movimento per la codificazione ha anche un senso inverso, vale a dire che ad esso implicita la volont di rispondere attraverso l'unit e la semplicit del!'ordinamento - che sono poi unificazione e semplificazione ai bisogni del popolo. Per i riformatori prussiani il diritto funzione della sovranit popolare, e continua la loro sollecitudine
nel far posto nel codice ai diritti individuali ed alle esigenze delle
classi e di tutte le strutture sociali intermedie. L'immagine del
Volksstaat viva nella mente dei codificatori e con essa l'intento
di attivizzare il popolo nello stato, di estendere il diritto oltre i
tribunali e gli organi amministrativi dello stato fino a radicarlo
nella eticit popolare ( 107 ). N questa figurazione sembri troppo

scuola di Gottinga ci siamo valsi delle pagine di W. DILTI-IEY, in Gesammclte


Schriften, voi. III, cit., pp. 261-268.
(1 5) H. THIEMTI, nell'art. cit., p. 221, sembra opporre le direzioni di evoluzione
metodica a queJle di sviluppo sostanziale. Tale procedimento ci sembra pericoloso:
per utilit espositiva si potr al massimo distinguere l'una dall'altra.
( 1 06) Cfr. H. THIEME, art. cit., p. 225 e 228.
1 7
( 0 )

G. SOLARI, L'idea individuale cit., pp. 59 sgg, e soprattutto p. 82 ha messo


nella giusta luce l'iinpegno pratico dci riformatori prussiani; la n1igliorc esposizione
che conosciamo ed alla quale abbiamo larga1ncnte attinto tuttavia quella di W.
DILTHRY, Das allge1neine Landrecht, in Ges. Schr.)) val. XII, Lipsia Berlino, 1936,
pp. 131-204. H. THIEME, da parte sua, pur correggendo alcuni punti dell'interpreta-

51

moderna: Io stato federiciano del cui spirito I' Allgemeine Landrecht espressione, era riuscito a mobilitare le forze nazionali e
ad inserirle attivamente, sebbene in maniera burocratica nella vi
'
ta dello stato ed era pensiero comune, confermato dalla tradizione protestante, che la pili valida salvaguardia del diritto e dello
stato risiedesse nella coscienza dei cittadini. Il riformatore Klein
ritiene che solo la Volkstumlichkeit sia il criterio atto alla determinazione della forma e del contenuto delle leggi (108) e Suarez
sente con tale intensit quest'esigenza da pubblicare una Istruzione alle leggi per il popolo dalle cui pagine risalta pienamente
il concetto della funzione popolare del diritto (10"). Tuttavia proprio questo testo chiarisce anche in che consista, nel metodo e
nella sostanza, l'insufficienza dell'opera di codificazione. Il limite
risiede ancora una volta nella non adeguata sutura di generalit
ed individualit, nello squilibrio formale tra deduzioni aprioristiche e considerazione delle istanze popolari, di modo che un atteggian1ento aristocratico e pedagogico diviene paradossalmente
il veicolo del rapporto educativo; e poi la mediazione tra cittadini
e stato ancora una volta fondata sul principio del benessere e
della sicurezza, che, come abbiamo altrove osservato, rivela una
sfiduciata concezione atomistica ed individualistica del corpo sociale ed offre il pretesto per il trasferimento dei diritti sovrani alla
persona del principe assoluto. Con la giustificazione dell'assolutismo risultava infine pregiudicata quella compenetrazione di diritto
e storia che pure era sembrata verificarsi ( 110 ). Si era fatto un notevole passo sostituendo al diritto astratto quello relativo, alla sistematica razionalistica quella dell'ordinamento positivo, al diritto

zione di Dilthey, aderisce alle tesi generali (Die preussische Kodifikation, cit., pp. 416417). Si veda inoltre, sulle vicende della composizione del codice, H. TI-IIEME, art. cit.,
pp. 361-403 e 417 sgg., e H. BRANDT, Das preussische Volksgesetzbuch, in Zeitschrift
f. d. ges. Staatswissenschaft)), 100, 1940, pp. 337-352.
108

) Cfr. H. TI-IIEME, Die Zeit des spiiten Naturrechts, cit., p. 259. Su Klein si
veda anche LEROUX, G. d. Hu111boldt, cit., pp. 121-129.
(

109
(
) C. G. SUAREZ, Unterricht filr das Volle ilber die Gesetze (1793), a cura di E.
WOLF, Francoforte s. M., 1948. Cfr. inoltre H. THIEME, Die preussische Kodifikation,
cit., pp. 403-416.

( 11 0) Cfr. C. G. SUAREZ,

op. cit., pp. 5-9.

r-.. -
52

CAPITOLO PRIMO

puro l'applicato, all'assoluto l'ipotetico, ma il procedimento era


inficiato da una sostanza assolutistica che finiva inevitabilmente
per situare il diritto in una prospettiva statica.
.
,
.
Tuttavia il processo che non poteva concludersi nell ordma:
mento dello stato prussiano, trovava tra i teorici e i liberi giuristi
dell'epoca un ulteriore approfondimento. Il diritto naturale era
ormai concepito come idea e sostanza dello spirito popolare e
Troeltsch ha giustamente riconosciuto in esso non piti un dogma
ma uno schema interpretativo della realt giuridica: egli parla
dell'inizio di una nuova moderna concezione della sociologia eh~
sarebbe inerente al diritto naturale ( 111 ). Di fatto il nesso tra diritto e storia era concepito in maniera attiva, quasi, diremmo,
riempiendosi di un contenuto storico lo schema costitutivo del
diritto naturale. Un profondo relativismo permetteva dr desostanzializzare fino a tal punto l'antica e gloriosa tradizione giusnat~
ralistica : ed anche in questo campo si pu notare come lo. scetticismo adempia ad una funzione maieutica, nel romp~r~ gh sch~
mi dommatici ed aprire le porte ad una ricerca emp1nca. e. positiva dei cui molteplici possibili sviluppi era solo preved1b1le al
momento la spinta al rinnovamento.
Tipico il posto che occupa in questo qu~dro, l'em~'.rismo
eclettico e relativizzante di Feder: egli approfondisce 1 anahs1 delle
strutture giuridiche riconducendo positivisticamente la conoscenza
delle leggi naturali alla descrizione dei comportamenti umani (ll2).
Lo stesso Hugo, di solito cosi poco riconoscente ai propri predecessori, gli attribuisce il merito di aver in tal modo defi~i:o quel
procedimento innovatore che egli chiama filosofia del diritto po-

L'AMBIENTE ILLUMINISTICO

fico piti profondo, poich non bastava ricondurre le leggi naturali


alle leggi del comportamento umano ma si doveva altresf muovere
da una nuova co11cezio11e dell'uomo, come ente attivo, creativo.
Abbiamo visto altrove come attraverso lo Sturm e il movimento
umanistico la nuova concezione fosse venuta formandosi: parallelamente nel campo degli studi giuridici il richiamo a Rousseau assunse un analogo significato. Se Montesquieu segn la via, si
disse, Rousseau che l'ha approfondita, spostando l'interesse dall'analisi dei nessi meccanici tra leggi e contesto storico all'indagine
sul nesso attivo di volont e leggi ( 1 t<). Insomma solo quando si
fosse fatta viva la convinzione di un rapporto creativo tra vita popolare e diritto, solo allora diritto e storia potevano dirsi ricondotti ad una esperienza unitaria.
Questo processo investe la scienza giuridica dell' epoca : da
ogni parte vengono portati contributi alla costruzione della nuova
teoria mentre le precedenti dottrine entrano in crisi. Particolarmente significativa la crisi del diritto romano, che fino ad allora
aveva rappresentato il paradigma cui costantemente si riferivano
le concezioni del diritto naturale: gli si oppone il diritto germanico come espressione vivente della comunit germanica e sola
adeguata risposta alle sigenze di quella societ. Ricostruito storicamente, rielaborato nella sua applicazione al diritto privato, il
diritto germanico contribuisce potentemente a consolidare la nuova coscienza giuridica (115).
In questo ambiente si forma anche la scuola storica del diritto. Se in Hugo non si son potute non riconoscere profondissime

sitivo ( 113 ).

.
La spinta decisiva doveva tuttavia venire da un motivo filoso-

c111) E. TROELTSCH, Ges. Se h r. vo I. Iv , p. 188


. , H THIEME
.
, ,Die Zeit
.
des spiiten
_
Naturrec ht s, c11 ., pp . 232-235 , IDEl\1
" , Die preusstsche J(odi-fikation,
. c1t., pp.
.
357 361.
(1L2) T G H FEDER Grundlehren zur Kenntnis des nienschllchen Wtllens und
der natU~ch~n Gesetze' des Recht1'erhaltens, II ed., Gottinga, 1785; com~ espressive dell'eclettismo di Fcder si vedano qui le pagine dedicate ~Ila Geschichte d~
praktischen Philosophie, pp. 195-206. Su Feder, LANDSBERG, op. czt., III, 1, pp. 43 437 del testo e note pp. 279 sgg.
(113) HUGO, op. cit., p. 28.

53

(Il") Cfr. HuGo, op. cit., pp. 23-26; G. SOLARI, Storicis1110 e diritto privato, cit., p.24,
n1et1e in guardia, giustainente a nostro avviso, dal pericolo di considerare in maniera meccanica il rapporto intercorrente tra Montesquieu e la scuola storica: Montesquieu rivissuto attraverso la mediazione di Rousseau, attraverso l'attiviz?:azione del concetto di spirito del popolo. Cfr. anche TTUEME, Die preussische Kodifikation, cit., p. 359.
1 5
1 )

Le opere fondamentali che presiedettero alla rinascita dcl diritto germanico furono di J, S. PVTTER, Elementa juris Gennanici privati hodierni, Gottinga,
1754, la cui ottava edizione del 1770 porta il titolo Istitutiones juris publici ger111anici: l'ultima ed. apparve nel 1802 (su Piitter si veda, LANDSIJRRG, op. cit., III, 1, Text,
pp. 331-353); di J. FH. RuNDE, Grundsiitze des ge1neinen deutschen Privatrechts, Gottinga, 1791; e la Geschichte des deutschen Handelns, di F. C. J. FISCHER, I-Iannover,
(

1785-1792.

54

CAPITOLO PRIMO

L'AMBIENTE ILLUMINISTICO

influenze illuministiche, - e d'altro lato egli stesso cosciente del


suo legame con la tematica culturale del!' epoca in cui si formato ( 116 ) - , non capitato lo stesso per quanto riguarda Savigny.
Ossequiosi alla fable convnue dell'opposizione di Illuminismo e
storicismo, gli studiosi hanno preferito incidere nel vivo della continuit storica e raffigurarsi una nicchia isolata entro cui collocare
l'immagine del teorico della scuola storica. Recenti ricerche han
tuttavia ridimensionato la sua figura e rintracciato nel suo insegnamento analogie ed influssi della scuola del tardo diritto naturale. Il problema del giovane Savigny quello illuministico della
compenetrazione di diritto e storia ( 117 ) ed i concetti che egli usa
sono anch'essi illuministici: la nozione di Volk non allude ad alcun principio naturalistico o biologico, ma descritta come nucleo
individuale di una comunit fondata su elementi culturali; e ci
vale anche per il concetto di sviluppo; n la polemica contro la
codificazione fine a se stessa, ch non rivolta contro la codificazione in generale, - infatti la codificazione giustineanea valutata positivamente - , ma solo contro quelle codificazioni che non
si reggevano su un reale travaglio storico ( 118 ). Se vi una differenza rilevabile, essa consiste nel definitivo superamento del metodo prammatico - " perch la storia non piu una semplice rac-

(110) Su Hugo, oltre al cit. H. WrmER, si veda G. SOLARI, op. cit., pp, 12-28, nonch
F. ErCHENGRUN, Die Rechtsphilosophie Gustav Hugos, ein geistesgeschichtlicher Beitrag
zu111 Proble1n von Naturrecht und Rechtspositivismus, L'Aia, 1935. In tutte queste
opere si mette in luce il carattere duplice della filosofia del diritto positivo)) di
Hugo, da una parte solidamente radicato nell'ambiente giuridico, e soprattutto storiografico, dell'Illuminismo, dall'altro aperto ad esigenze di positivit che si faranno particolarmente acute in periodo romantico: a con1prova vedi Huco, op. cit.,
p. 3 e 45.
(117) Si cfr. un altro importante articolo di H. TI-IIBME, Der junge Savigny, in
Deutschc Rechtswissenschaft. Vierteljahrschrift der Akademie filr Deutsches Recht>},
7, 1942, 2, pp. 53-64, ma soprattutto a questo proposito pp. 53-54. Si veda in ogni caso
F. C. VON SAVIGNY, Grandgedanken der Historischen Rechtsschule, (raccolta antologica a cura di E. WOLF), Francoforte, 1948, in particolare pp. 3-7 e 14-21.
(118) Cosi F. W1EACKER, Friedrich Carl van Savigny, in Zeitschrift der Savigny~
Stiftung>}, Roni. Abt., LXXII, 1955, pp. 1-38, ma in particolare pp. 6-8: questo,
a nostra conoscenza, il pili fortunato e utile articolo espressivo dell'odierna rivalu~
tazione di Savigny. Un'attenta analisi del pensiero di Savigny nell'ambito della problematica illuministica anche dato da W. TAGETl-IOFF, [(ant und Savigny, Der Einfluss
des deutschen ldealis111us, insbesondere l(ants auf Friedrich Carl van Savigny, diss.,
Francoforte s. M., 1952.

55

colta di esempi, ma l'unico mezzo per attingere una vera conoscenza della nostra situazione " ( 119 ) - ; solo piu tardi infatti, nel
clima della restaurazione europea, la scuola storica del diritto far
propri, dal circolo romantico di Heidelberg sotto linfluenza di
Schelling, motivi organicistici, naturalisti e irrazionalisti (12).
Ma torniamo alle dottrine del tardo diritto naturale e cerchiamo di vedere come nel superamento del giusnaturalismo attraverso l'approfondimento metodico si rivelino anche nuovi motivi
sostanziali: il nesso tra diritto e spirito popolare non indica infatti solamente una forma di produzione del diritto ma ne determina anche il contenuto. All'immagine del Rechtstaat che era propria delle correnti razionalistiche e dei codificatori prussiani si oppone l'idea del Volkstaat, e sebbene questa nozione sia di rado teorizzata del tutto coerentemente, pure ne vengono notevoli conseguenze. Particolarmente importante, nel quadro della successiva
evoluzione del pensiero filosofico giuridico tedesco il progressivo
abbandono della distinzione di diritto e morale propria dei teorici
del Rechtstaat dal Tomasio al Kant a Hufeland: qui invece diritto
e morale son ricondotti alla sfera dell'eticit popolare ed in essa
si rapportano come momenti diversi di un medesimo processo che
di libert. su questa base che si sostiene il diritto del popolo
alla rivoluzione, cosi come si lotta contro !a servit della gleba ed
il sistema chiuso delle classi (1 21 ): la libert infatti intesa come
svolgentesi in un ritmo storico alterno di limitazioni e spinte, un

(119) FR.

c.

V. SAVIGNY, op. cit., p. 15.

120

H. THIEMil, Der junge Savigny, cit., pp. 60 sgg.; ma si cfr. anche Ja fondamentale opera di A. STOLL, Franz Karl van Savigny. Ein Bild seines Lebens 1nit
einer Samnilung seiner Briefe, voll. 4, Berlino, 1927-1939.
(

121

) La rivendicP.zione del diritto del popolo alla rivoluzione e la polemica contro il sistema della scrvitll vanno di pari passo soprattutto in Prussia dove tale problema era senlito con molta intensit. Si vedano in particolare le opere di CH. J.
KRAUS, il collega_ economista di Kant all'universit di KOnigsberg, su cui si possono
utilmente vedere le pagine dedicategli da FR. MEINECKE, Leben des General-FeldMarschalls Hennann van Boyen, ve.Il. 2, Stoccarda, 1896-99 e FR. Mn.KowsKr, Die
Bedeutung van Chr. [(raus filr die Geschichte der Volkswirtschaftslehre, in <(Schmollers Jahrbuch flir Gesetzgebung)> L (1926), oltre naturalmente a CHR. J. KRAus, Werke,
vcll. 8, KOnigsberg, 1808-1819. Molto vivace la polemica di THEODOR SCHMALZ, altro
collega di Kant alla facolt di KOnigsbcrg, di cui si veda Das Recht der Natur, in 4
libri, (I ed. KOnigsberg, 1791) II ed., da cui cit., !(Onigsberg, 1795, I libro . pp. 1314, 97, Il libro, pp, .14 sgg,, 48, 108, 114-120, IV libro, pp. 39 sgg.; ed inoltre Erkltirung
(

56

CAPITOLO PRIMO

progresso positivo ma faticoso in cui le forze popolari si muovono


e fondano il loro diritto. L'apologia del diavolo e Sul diritto del
popolo ad una rivoluzione - due operette di J ohann Benjamin
Ehrard, apparse nell'ultimo decennio del secolo diciottesimo ( 122 )
- possono essere considerate l'indice di questa nuova tematica. In
entrambe lo sviluppo storico descritto come collisione di forze
ed in tale quadro il Rechtstaat dimostra la sua inadeguatezza nel
rispondere alle esigenze storiche: il diritto di un popolo alla rivoluzione interviene allora ad innervare la concezione del progresso.
In queste affermazioni ci sembra sia possibile cogliere l'elemento
pili profondo dell'esperienza culturale degli autori di quest'epoca,
nella tend_enza cio a dialettizzare in t1na visione drammatica ma
creativa della storia tutte quelle coppie di termini antinomici che
l'Illuminismo non aveva saputo risolvere in unit, razionalit ed
individualit, diritto e storia, moralit ed eticit, filosofia e storia.

7. - Elemento peculiare dell'Illuminismo tedesco quindi


l'aver ritracciata ed indicata alla cultura romantica la via per la
soluzione dell'antinomia inerente al pensiero illuministico. Oltre
!"esasperazione. dei termini individuali e razionali che giusnatura
lismo e Sturm und Drang avevano attuato, attraverso il ripensamento degli autori dell'Aufkliirung maturo e della scuola del tardo

der Rechte des Menschen und des Biirgers. Ein Com1nentar Uber das rein.e Naturund natiirliche Staatsrecht, KOnigsberg, 1798, capp. 20-22. Si veda inoltre I(. MANGELSDORF, Rede ton der natilrlichen und biirgerlichen Freiheit, KOnigsberg, 1793.
(122) J. B. EHRARD, Apologie des Teufels, 1795, in Philosophisches Journat}, I, pp.
105-140 (da noi consultato nella traduzione curata da B. CROCE, Bari, l'J43) e Veber
das Rechl des l-'olks zu einer Revolution, Jena e Lipsia, 1795, soprattutto pp. 142
sgg. Su Ehrard si veda A. RAV, Filosofia del diavolo, in Rivista moderna, I, 1921,
fase. 2 C' le note di CROCE alla trad. cit., pp. 1-6 e 61-85: entra1nbi gli articoli hanno
per un significato parziale e unilaterale. Cfr. anche la breve nota di X. LPO"f, Fichte
cit., I, pp. 484-485. Nello stesso circolo di idee stato anche concepito I'Anti-Elobbes,
oder Uber die Grenzen der hiichsten Gewalt und das Zivangsrecht der Bii.rger gegen
,Jen (Jberherrn, Erfurt, 1798 di P. J. A. FEUERBACH, di cui vedi pp. 49-53 e 26-1-282. Su
quest'opera e i suoi precedenti si possono utilmente consultare i lavori. di O. D01nNG,
Feuerbachs Straftheorie und ihr Verhiltnis zur Kantischen Philosophie, Berlino,
1907, Ergdnzungsheft der Kantgesellschaft, n. 3, pp. 16-24 e G. RADBRUCH, P. J. A.
Feuerbach, Ein Juristcnleben, Vienna, 1934, pp. 24 sgg. e 44 sgg. (di quest'opera vi
anche una seconda ed. curata da E. WOLF, Gottinga, 1957).

L'AMBIENTE ILLUMINISTICO

57

diritto naturale si definisce un ambito di mediazione a contatto


della storicit.
Tuttavia mancava ancora un elemento ideologico tanto profondamente penetrato nelle coscienze da permettere il coagulo delle
disparate tendenze e la formazione di un movimento originalmente
caratterizzato. La rivolt1zione copernicana risponder a quest'esigenza, non tanto per quello che essa effettivamente esprimeva nella scolastica formulazione kantiana, quanto per il modo in cui fu
intesa dai pensatori che elaborarono il tema. Essa signific una
nuova immagine della vita, la liberazione del mondo interiore, la
potenza dell'uomo nell'universo (123 ); e poi, dal punto di vista sociale e politico, rappresent l'istanza di comprendere universo e
comunit in un insieme in cui l'autonomia delle parti, attraverso
un rapporto creativo, si conciliasse nella categoria della totalit (1 24 ).
L'antinomia illuministica si avviava dunque ad essere trattata nell'ambiente culturale del romanticismo quando gi una via di mediazione era stata colta e si era cominciato ad approfondirla. Non
si dar pi la possibilit di drammatiche rotture, di radicalizzare
l'antinomia: il pensiero tedesco potr guardare dietro di s la mediazione raggiunta ed attuare il titanico tentativo di concludere la
storia del mondo nel sistema.
Ma non possiamo non chiederci se la certezza dell'unit attinta, se quest'olimpica saggezza nel contemplare lo sviluppo storico, non sia ancora una volta frutto di una lacerazione dell'esperienza vitale, il pretesto per annegare nel!' assoluto la nostalgia
dell'azione nel mondo del relativo in cui l'uomo deve vivere.
la stessa domanda che si pone il giovane Hegel. Cercheremo di vedere, seguendo passo passo la sua evoluzione, come l'antinomia di razionalit ed individualit si riproponga in lui in forma
tanto intensa quanto poteva esserlo in un pensatore isolato, ancora
strettamente legato ai moduli del pensiero illuministico. L'origi( 123 )
124

Cfr. W.

DILTHEY,

Leben Schleierinachers, cit., pp. XXVI sg.

Questa la tesi fondamentale del lavoro di L. GoLDI\1ANN, La conununaut


hu1naine et l'univers chez Kant, Parigi, 1948, in part. pp. 31-37: ci siamo valsi di questo lavoro larga1nente, e lo riteniamo uno dei pili centrati per quanto riguarda la
interpretazione del pensiero politico giuridico di Kant ed il suo significato nell'ambiente della filosofia dell'idealismo tedesco.
(

'

'

58

CAPITOLO PRIMO

nalit della risposta hegeliana consiste essenzialmente nel fatto


che in nessun momento della sua esperienza giovanile egli dimentica l'uno o l'altro dei termini in questione. Hegel riporta l'antinomia nel suo dramma interiore, nel suo metodo, nella storiografia, nei saggi speculativi e politici e sempre commisura la possibilit di una soluzione alla realt antinomica del problema. Solo
quando avr creduto di aver trovato la formula risolutiva di questo
dramma, allora avr posto le basi del sistema della maturit.

CAPITOLO SECONDO

LA FORMAZIONE HEGELIANA
NEL PERIODO DI STUTTGART E TUBINGEN:
IL TEMA " LIBERT E AMORE,,

SOMMARIO: 1. A contatto con la cultura illuministica. - 2. Carattere e metodo del


giovane Hcgel. - 3. Il problema dcl circolo di Tubinga. - 4. Significato e limiti dell'influenza religiosa, in particolare pietistica. - s. Centralit della considerazione
dell'entusiasmo hegeliano per la rivoluzione francese nello studio della sua evoluzione giovanile. - 6. Il ripensamento della filosofia kantiana ed il nuovo concetto
di uon10. - 7. La nozione di spirito popolare e la volont generale nel concetto
hegeliano di societ. - 8. Il Tiibinger Frag1nent. - 9. Conclusione: spunti metodici e sostanziali dell'opera hegeliana di Tubinga.

1. - Figlio di un funzionario ducale e di madre proveniente


da una famiglia dell'aristocrazia territoriale del Wiirttemberg,
Georg Wilhelm Friedrich Hegel crebbe fin dall'infanzia in un ambiente saturo della tradizione sveva ( 1 ). Nel Gymnasium Illustre
di Stoccarda che frequent, l'educazione era a sua volta fondata
su schemi affatto tradizionali, in particolare sull'apprendimento
delle lingue antiche e sullo studio della teologia (2 ).
Ma in tali schemi erano ormai penetrati motivi della cultura

(1) Cfr. G. AsPELIN, Hegels Tiibinger Fragment. Bine psychologisch-ideengeschichtliche Untersuchung, Lund, 1933, pp. 6-7: Altlutherischc Ortodoxie, modiHzicrt
durch pictistische Gcfiihlsreligion, btirgeliche Kultur im bcwussten Gcgensatz zur
Hofkultur, chauvinis1isches Entzticken tiber alle einheitnischen Verhtiltnisse und
Unwille iiber auslandische lmpulse, so erscheincn die wichtigsten Charakterztige
Wiirttembcrgs um 1780 >1,
2
( )

Si vedano le note di J. HoFFMEISTER all'edizione dei Dolcuniente zu Hegels


Entwickung, Stoccarda, 1936, pp, 392-400 (d'ora in poi citeremo quest'opera con la
sola indicazione Dokiunente).

60

CAPITOLO SECONDO

illuministica e soprattutto agiva fortemente l'influenza del movimento neoclassico. Perci l'educazione umanistica ivi i1npartita
non si riduceva alla semplice preparazione grammaticale e filologica ma tendeva a ricostruire nei discenti i valori della civilt
classica (3 ). Quanto all'educazione teologica ricevuta, essa appare
fin d'ora in Hegel qualcosa di esteriore: la tradizione cristiana,
e pietistica in particolare, certamente viva nell'ambiente, ma la
polemica illuministica e del neoumanesimo cominciava ad agire
su di essa, in modo da diminuire l'interesse per gli aspetti sovrannatt1rali e misterici del cristianesimo, 1nentre i11vece fa atte11ti
ai motivi umani e culturali del fenomeno religioso in generale ('l).
Hegel viene quindi a contatto con l'Illuminismo fin dalla sua
prima esperienza culturale, ed il suo un contatto intensamente
vissuto e d'altronde quasi inevitabile, data la sua ingenuit culturale e la sollecitudine della nuova cultura nel farsi sentire
ovunque, ma pur sempre problematico. Nel Tagebuch e negli
excerpta di questo periodo ( 5 ) i temi pili noti dell'Illuminismo ricorrono con frequenza ed Hegel si compiace di un settecentesco
tono moralistico, al punto di riuscire insopportabile. Forse ci
dipende dall'incompatibilit che innegabilmente esiste tra l'atteggiamento moralistico ed il solido carattere di Hegel, quale gi qui
si rivela: egli recita la lezione appresa con convinzione ma senza
adesione, e si riprende solo quando affronta qualche argomento
che gli consentaneo, come quelli riguardanti la storia o la pedagogia. Hegel insomma parla il linguaggio illuministico ma lo
riempie dei suoi sentimenti e del suo interesse speculativo unicamente quando pu muoversi nell'ambito di quelle correnti che
ponendo l'accento sulla storia o sulla pedagogia ne fanno il mezzo
di un possibile superamento dell'astrattismo illuministico.
C' una pagina estremamente significativa del giornale he-

LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PilRIODO DI STUTTGART E TtiBINGEN

61

geliano che riguarda la nozione di storia prammatica("). La defin1Z1one che Hegel ne d stata senza dubbio sollecitata dalla lettura della Weltgeschichte di Schrockh che andava facendo in quei
giorni e riteneva la migliore fin' allora letta (7), opera su cui Voltaire e Hume avevano influito direttamente e a cui Montesquieu
e Gibbon non erano estranei. Hegel fa sua l'istanza di considerare
la storia non come pura collezione di fatti ma come un tutto:
gli usi e i costumi nazionali sono elementi costitutivi di un complesso originale e individuo, le individualit si integrano nella
totalit. Da questo punto di vista molti motivi illuministici venivano riconsiderati. Si veda per esempio quanto risulti mutata la
considerazione del mito di Socrate: gli illuministi ne avevano
fatto 11n eroe dei lumi in lotta contro l'oscurantismo mentre
Hegel, riprendendo il mito, va a considerarne un aspett~ minore
ma proprio laddove risalta un fatto di costume. Perch Socrate
ha fatto sacrificare prima della morte un gallo ad Esculapio?
Perch, risponde Hegel, questo voleva la tradizione popolare cui
il saggio si inchina ( 8 ). Questo apologo Hegel aveva letto nel Fedone di Mendelsohn (9 ), ma ci sembra di poter insistere sull'originalit hegeliana poich nel rapporto che nella leggenda si stabilisce tra saggezza e costume, egli pone l'accento su quest'ultimo
piuttosto che sulla prima: Hegel rende omaggio alla saggezza di
Socrate in quanto il filosofo si inchina al costume, non solamente
in quanto Socrate saggio; anzi quell'atto necessariamente ine6

) Cfr. Dokun1ente, pp. 9-10: Eine pragmatische Geschichte ist


glaub ich
\Venn ma~ nicht blos Facta erztihlt, sondern auch den Charakter eine~ berilhmte~
Manncs, e1ner ganzen Nation, ihre Sitten, Gebrliuche, Religion, etc .... >>,
(

) Cfr. Dokumente, p. 7. 11 titolo completo dell'opera di J. M. SCHR0CKH


Lehrbuch der al~ge111einen 1'Veltgeschichte zu1n Gebrauche bei dein ersten Unterricht
~er lugend, Berhno e Stettino, 1777. Si vedano in ogni caso le note di J. I-IOFFMEISTER
1n Dolaunente, p. 401.
(

3
( ) Cosi soprattutto R. HAYM, Hegel und seine Zeit, Berlino 1857, pp. 24-26, che
tuttavia insiste troppo sull'eccellenza del sisten1a scolastico del Wi.ittembcrg, n1entre a nostro avviso vanno tenute presenti le riserve dcll'Aspclin.
1
( )

Questa la conclusione dell'accurata analisi di P. AsVELD, La pense religieuse du jeune Flegel, Lovanio 1952, pp. 22-28. Anche G. ASPELIN, op. cit., p. 15, ritiene l'interesse del giovane Hegel per i fatti religiosi puramente intellettuale.
3

( ) Il Tagebuch hegeliano del periodo di Stuttgart pubblicato nei Doktunente,


pp. 6-41; gli Excerpta nei Doku1nente, pp, 54-166.

) Dokun1ente, p .. 10, ma si veda anche sul medesitno argomento pp. 86-87 e H.


NoHL, Hegels theologische Jugendschriften Tubinga 1907 p 11 (d'or
't
,
'
, .
a 1n por c1 eremo quest opera con la sola indicazione Jugendschriften).
(

) ~ MENDELSOII~, Phiidon, Augusta, 1776, p. 190: Hegel andava leggendo quest opera in quc~to. periodo: ba~ti vedere gli accenni ad un discorso sul carattere di
Socrate J> nel,.d1ano del 1.5 lugho 1785 (Dokurnente, p. 15) su cui MENDELSOHN, op. cit.,
pp. 3-52: Sull 1nfluenza d1 Mendelsohn si veda infra. Sul mito di Socrate nel settecento s1 veda ..N. AccOLTI Gr~ VITALE, La giovinezza di Hainann, Varese 1956, pp,
113-169, e B. BoHM, Sokrates nn achtzehnten Jahrhundert, Lipsia 1929.
9

,I
; l

62

CAPITOLO SECONDO

rente alla sua saggezza, non un pretesto qualsiasi per far risaltare la virtli socratica come avveniva presso molti altri illuministi.
Coscientemente o no, Hegel cominciava ad approfondire la concezione pragmatica che esigeva una considerazione storica dello
spirito umano in una visione attenta ai fenomeni collettivi della storia.
Intanto Hegel impara a prescindere nella complessa tematica
dell'Illuminismo e si accosta soprattutto al movimento neoclassico. Qui infatti un episodio storico, la civilt antica, assunto
a criterio di valutazione di ogni possibile fatto culturale, e quest'episodio non frutto di individualit geniali ma solitarie,
invece prodotto dallo sviluppo delle individualit in una totalit
armonica: la concezione umanistica tipicizza, e in qualche modo
avvicina alla storia, la concezione prammatica. Possediamo alcuni
scritti hegeliani del periodo di Stuttgart che si muovono in questo
spirito. Il primo un abbozzo drammatico, un dialogo tra Antonio,
Lepido e Ottaviano, steso il trenta maggio del 1785 ( 10 ). Dopo la
morte di Cesare i triumviri preparano la riscossa del loro partito :
nel dialogo la saggezza di Ottaviano si scontra con la brutalit e
la sete di vendetta di Antonio, - questo l'argomento. Si
voluta vedere in questo dialogo una certa originalit di accenti e
si insistito sull'influenza shakespeariana sulla descrizione dei caratteri (11 ). Ma non necessario andar cosi lontani nella ricerca
dei motivi ispiratori, poich la tipologia della storiografia prammatica che sta alla base della caratterizzazione hegeliana, ed Ottaviano raffig11ra il -sovrano pensoso e saggio, mentre Anto11io non
che il sanguinario tiranno: da un lato l'ideale del dispotismo illuminato, dall'altro il suo oggetto polemico. L'originalit hegeliana
sembra consistere nel tono della descrizione, nella radicalit dell'antitesi proposta e nel fatto che attraverso tale sua intensa partecipazione, Hegel cerca di muovere da quel moralismo illumini-

( 10)

Unterrcdung zwischen Dreien, in Doku111ente, pp. 3-6.


Cosi I<. RoSENKRANZ, G. W. F. Hegel's Leben, Berlino 1844, pp. 17-18 e J. 1-loFF
MEISTER in nota ai Dokun1ente, p. 13 e pp. 400401. Dal canto suo G. AsPELIN trova
in questo scritto un molto discutibile interesse per le con1binazioni politiche i>
ed Ottaviano sarebbe qui il Machtmensch che il futuro filosofo della storia teorizzer (op, cit., p. 8): ma queste sono solo fantasie.
(

11

LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIOO DI STUTTGART E TtiBINGEN:

63

stico che gli estraneo e di svolgerlo nei termini della concezione


prammatica in modo che anche le astratte figurazioni della mitologia illuministica assumano una certa concretezza umana e storica ( 12 ).
L'approfondimento in senso storico della tematica illuministica si fa pili forte negli scritti successivi. Due anni pili tardi
Hegel scriveva alcune pagine sulla religione dei greci e dei ro13
mani ( ). Si tratta di una esercitazione di tipo illuministico, cosi
logicamente articolata: dato che il monoteismo affatto naturale
si debbono studiare quegli elementi che contribuirono a falsare l~
coscienza degli antichi e di conseguenza determinarono la nascita
del pantheon pagano. Ignoranza, dispotismo, clericalismo ed altri
idoli della polemica illuministica vengono considerati la causa di
quella falsificazione della coscienza naturale. Ma il punto centrale
sta nella seconda fase dell'indagine, quando Hegel nota che l'origine del pantheon pagano strettamente legata alla costituzione del
mondo greco e romano, vale a dire che il pantheon non che l'espressione religiosa di un sincretismo di popoli (14). Quest'affermazione, presaga di ulteriori vasti sviluppi, getta una luce profonda
sul carattere dell'intuizione storica del giovane Hegel: infatti la
storiografia prammatica sembra gi essersi mutata in un'attenta
considerazione della positivit come tale. L'elemento valutativo,
inerente al giudizio storico illuministico, si elide di fronte al giudizio di fatto su cui posa l'accento Hegel. Anche l'esortazione finale,
di tipo illuministico - non odieremo n giudicheremo senza carit colui che pensa diversamente da noi - assume un significato
pi pregnante: in favore della tolleranza, non si fa appello alla potenza della ragione, all'orgogliosa comprensione o alla commise12

) ,F. RoSENZWETG, llegel und der Staat, voL I, Oldenburg, 1920, afferma che i
caratteri sono, nel linguag?io dell';8~gel maturo, ((hintergrundlos)> {pp. 12-13), e G.
DELLA VOLPE'. He.gel ro11:antico e 1nistzco, Firenze, 1929, p. 2, riprende l'annotazione:
ma e~tramb1 gli autori errano, a nostro parere, l'interpretazione del brano proprio
perche partono dalla co.nsiderazione dellTegcl maturo, e cosf sfugge loro l'importanza dello sforzo hegehano nell'emanciparsi dalla tematica illuministica.
13
(
) Ueber die Religion der Griechen und R01ner, in Dokun1 ente, pp. 4348
datato 10 ottobre 1787.
'
(

11

( ) Hanno sottolineato l'importanza di questo passo F. RosENZWEIG, op. cit.,


voL I, pp, 15-17; G. ASPELIN, op, cit,, p. 15 sg.; G. DELLA VOLPE, Op, cit., pp, 4-5;
AsvELD, P., op. cit., p. 23 sg.

64

CAPITOLO SECONDO

LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TDBINGEf\i.

razione del saggio, ma si insiste sulle differenze reali che l'esperienza di per s offre e giustifica.
Nel 1788, al termine del periodo di studio in Stuttgart, tutti i
motivi dapprima solo accennati giungono alla loro pi matura
espressione in uno scritto dedicato alla querelle des anciens et
des modernes ,, allora ripresa in Germania, particolarmente da
quando l'opera di Winckel:mann aveva cominciato ad imporsi ( 15 ):
Qui l'adesione ai motivi del classicismo permette allo Hegel dr
tracciare un quadro della civilt greca con particolare attenzione
all'intreccio di cultura, religione e politica che in essa si attua,
sostenuto dal vivace sentimento della libert e dal fervido spirito
nazionale. Il concetto di Volkgeist sorregge questa raffigurazione
della civilt antica ed esso , oltre che uno strumento di analisi
scientifica anche un criterio deontologico: la civilt greca un
tutto perf~tto, il trionfo della libert dei singoli individui nell'unit di una cultura e di uno stato, la religione della bellezza, insomma la giovinezza dello spirito umano che si esprime nell'ordine armonioso della totalit con una felicit e semplicit che
richiama il concetto schilleriano della Naivitiit (16 ). Di fronte alla
aiovinezza della civilt antica la vecchiezza della moderna che si
~anifesta nella complessit della sua vita e nell'isolamento conseguente degli individui (17). Comincia qui a delinearsi, assieme
(15) Ueber einige charakteristische Unterschiede der alten Dichter. (von de~
neueren), in Dokun1ente, pp. 48-51, datato 7 agosto 17~8: ~ 1-!oF:"MEISTER, in n?ta a1
Dokuinente, pp. 407-414, ha cercato di chiarire le ong1n1 b1b1Iografich~ ed I~ genere culturali di qucSto scritto: particolare importanza avrebbe un articolo d1 Cn.
GARVE, apparso nel 1770 e raccolto in una San11nlung di scritti dello stesso n~l 177~,
ma qui intervengono elementi ben pili vasti, tutta una cultura e una polemica vivacissima. Sono invece troppo generici i riferimc_nti fatti da G. DELLA VOLPE, op.
. ,
, .
cit., p. 5.
(lll) Cosf G. AsPELIN, op. cit., pp. 9-10: ma questa analogia e pu:amente te~r1ca,
e lo ammette lo stesso Aspelin, poich non si pu pensare ad un'1nfluenza .diretta
di Schiller su Hegel in questo periodo, mentre v' l'influenza del movnnento
neoumanistico. Che questo scritto hegeliano denoti un senso dell'~ntic~1it pi. maturo di quelli precedenti, non si pu mettere in d~bbi~: 11~11. s1 puo tuttavia a
nostro avviso vedervi ormai anche un atteggiamento irraz1onahstJco, corr:e vor:'ebbe
G. AsPELIN, op. cit., p. 12. Cosi Aspcln pretende di opporre questo scritto a~ precedenti di tono affatto razionalistico, mentre a noi questo sembra un proccd1n1ento troppo azzardato.
(17) Il paragone tra vita umana e vita dei popoli orn~ai co1n~ne alla fine del
secolo diciottesimo: vedi in ogni caso infra. Come fonte diretta di Hegel va forse
ricordato FERGUSON, An Essay on the history of civil society, Basilea, 1757.

65

alla centralit della nozione di Volkgeist, l'amara polemica del


giovane Hegel contro la civilt a lui contemporanea e l'approfondimento dell'indagine sull'antichit la pietra di paragone della
sua critica: infatti la mediazione dell'antinomia illuministica di
razionalit ed individualit, raggiunta attraverso il concetto di
Volkgeist e la mitizzazione della civilt antica, apriva la strada
alla critica del mondo presente in cui tale antinomia trionfava
ancora nella cultura e nelle istituzioni.
2. - Hegel non era ancora preparato alla polemica contro il
suo mondo. Pili che pei temi sostanziali affrontati la sua originalit va perci rilevata negli spunti metodici che cominciavano
a risaltare nei suoi scritti.
Innanzitutto ci sembra utile sottolineare alcuni elementi del
carattere di Hegel. un giovane di una seriet inusitata, freddo,
lontano da ogni posizione pur vagamente sentimentale: non a
caso pochi anni pili tardi i suoi colleghi dello Stift Io chiameranno
alt Mann e Hiilderlin ruhige Verstandesmensch ( 18). Stupisce,
scorrendo le pagine del Tagebuch, la mancanza di qualsiasi accenno alla sua vita interiore, il tono compassato e disimpegnato:
inizia dicendo di scrivere exercendi stili et roboris acquirendi
19
causa ( ) e, altrove, "deficiente alia quadam materia si propone di narrare Adrasti calamitates paucis, continuando poi
per tre giorni, malgrado il paucis, ad intrattenersi su quel mito (2). Ma quando si impegna speculativamente, allora risalta un
altro elemento caratteristico del suo metodo, l'analiticit. Attento
alle classificazioni delle scienze, ne riporta alcuni estratti (21 ); e
si interessa anche di classificazioni psicologiche dei sentimenti e
22
degli affetti ( ). Ovunque insomma fa mostra di quell'oggettivit
18

) Cfr. W. BETZEND0RFim, HOlderlins Studienjahre iln Tii.binger Stift, Heilbronn,


1922, pp, 99-101 (sembra tuttavia che Hegel non disdegnasse di frequentare le
Weinstube e di giocare a tarocchi); R. HAYM, op. cit., p, 22; H. NIBL, De la niediation
-(1,ans la philosophie de Hegel, Parigi, 1945, p. 19 sg.
(19) Dolcu1nente, p. 18.
(20) Dolcu1nente, p. 19 sgg.
(

21

) Dokuniente, pp, 109-115 (dal [(urzer Begriff alter Wissenschaften und andern
Teile der Gelehrsamkeit, 2. ed., Lipsia, 1758, di SULZER, Hegel trae soprattutto la
classificazione delle sezioni del diritto naturale) e p, 137.
(22) I:olaunente, pp. 101-104, 115-136, 138.
(

5. A. Negri ~ Stato e diritto nel giovane Hegel,

66

CAPITOLO SECONDO

di considerazione che riteneva precipua virtu degli antichi e che


in lui si compendia in un pieno equilibrio di interiorit e di esteriorit. Ed anche l'attenzione che portava alle teorie pedagogiche
e agli ordinamenti scolastici stranieri (23 ), oltre che per essere
un motivo molto diffuso nella cultura illuministica, ci sembra
rientri nella sfera degli interessi di questo spirito analitico ed oggettivo in conformit all'esigenza che egli sentiva di valutare l'efficacia e la perfezione dell'ordinamento scolastico in cui era inserito.
Risulta evidente che tutti questi motivi lo portassero a fare
della storia un oggetto predominante della sua indagine, e cosi
che la variet dell'informazione culturale che dimostrava, lo inducesse a contemplare ogni fenomeno storico da molteplici punti di
vista. Si parlato della propensione hegeliana per una "concezione
sociologica complessiva dei problemi culturali ( 24 ), ed abbiamo
infatti visto come Hegel nell'analizzare attentamente i fenomeni
culturali del mondo classico tenesse presenti i vari elementi particolari per poi ricondurli all'unit del fenomeno generale. A questo approfondimento della concezione prammatica, Hegel era portato spontaneamente per il carattere enciclopedico dei suoi studi:
e non crediamo che in ci si possa vedere l'influenza del movimento
neospinoziano, delle cui polemiche Hegel era al corrente (2 5 ) e che
agi in senso analogo su altri pensatori di quest'epoca come Lessing
e Herder, ma non poteva rendere operante 11na sua secondaria
conseguenza in un giovane studioso che non ne aveva profondamente meditata la problematica.
Hegel porta l'atteggiamento che abbiamo descritto anche nella
vita quotidiana. Per la religione tradizionale non ha che un interesse intellettuale ed osserva gli eventi pubblici della sua citt con
il medesimo spirito. D'altro lato non vi erano stimoli nella situazione politica che sollecitassero un suo impegno o un suo giudizio:
nel Wi.irttemberg si era in quel periodo creato un certo equilibrio
(2:-1) Dolaunente, pp. 54-55 (l'estratto deriva da un articolo apparso sulle
SchZOzers Staatsanzeigen, Gottinga, VII, 1785, 25, 4, sull'organizzazione della scuole normali in Russia) e pp. 55"81 (dal libro di J. G. H. FTIDER, Der neue En1il oder

van der Erziehung nach bevvlihrten Grundsiitzen, 1774-1775, che voleva opporsi

alle tesi rousseauiane in nome della tradizione cristiana).


(21) G. ASPELIN, op. cit., p. 11.
(25) Dokun1ente, pp. 156-166; P. AsVELD, op. cit., pp. 26-27.

LA FORMAZIONE

HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART

T-0BINGEN

67

delle forze politiche, principe e borghesia (26 ), e se pure vi era qualche nascosto stimolo al rinnovamento non era certo il figlio del
funzionario che poteva notarlo. Dalla lettura delle riviste dell'Illuminismo berlinese che andava facendo in quel periodo (27), Hegel
deve aver inoltre tratto convincimenti politici propri del dispotismo illuminato. Mendelsohn e Nicolai, dai cui articoli Hegel
ha tratto excerpta, teorizzavano il pacifico e continuo progresso
del popolo verso lo stato di cultura attraverso la mediaziont'1
dello stato illuminato. Che Hegel sia convinto di tali teorie, ci
sen1bra evidente e non c' alcuna sua pagina che possa far sospettare il contrario ( 28 ). Tuttavia la metodologia che ormai dimostrava di possedere gli offriva la chiave per intendere pili profondamente il mondo in cui viveva: i problemi sociali assumevano infatti in essa una rilevanza fondamentale e ci poteva indurlo
ad una analisi che concludesse al rilevamento di contraddizioni
difficilmente pacificabili. Hegel non ha ancora una tale coerenza,
aderisce alla situazione senza dialettizzarla, - per usare la sua
terminologia matura - , ed alla morte di Johann Jakob Moser,
che pure aveva denunciato la crisi delle istituzioni sveve (29), non
(2 6) F. RosENZVVEIG,

op. cit., vol. I, p. 10.


Hegel fa estratti di articoli contenuti nella Allgemeine Deutsche Bibliothek
di NICOLAI (Dokun1ente, p. 29, 40) e inoltre dello stesso NICOLA!, Beschreibung einer
Reise durch Deutschland und Schweiz, voi. V, 1785 (Dokumente, pp. 145-147; sul
pensiero politico di Nicolai, cfr. E. ENGTILS, Fr. Nicolais Allgemeine Deutsche Bibliothek, Diss., Bonn 1936); di un articolo sul concetto di Aufklarung di M. MENDELSOHN sul Berlinische Monatschrift (Dolctunente, pp. 140-145; su questa rivista
cfr. J. HAY, Staat, Volk und Weltbiirgertu111 in der Berlinischen Monatschrift van
F. Gedike und Biester, 1784-1796, Diss. Berlino 1913); e infine dall'Allgemeine Lteratur Zeitung (leneser) (Dokun1ente, pp. 147-166). Gli excerpta da quest'ultima rivista riguardano articoli di kantiani: con ci tuttavia non si pu minimamente
sostenere che Hegel gi a Stoccarda conoscesse sufficientemente la filosofia kantiana.
(

27

28

(
) Ma a ci non segue la narrazione di maniera che Fu. BtiLOW, Die Entwicklung der Hegelschen Sozialphilosophie, Lipsia 1920, pp. 7-9, si sente in diritto di
dare: gi nella sfera familiare Hegel avrebbe ricevuto il profondo senso (altprotestantich) dello stato che dimostra nelle opere mature. Ma il problema non di
sapere che cosa possa aver ricevuto dal filisteo ambiente familiare, ma di come
Hegel Io ha rimeditato, ed allora quanto dice Biilow assolutamente inesatto.
Anche W. DrLTHEY (Die Jugendgeschichte Hegels, in Gesammelte SchriftenJ>, voi. IV,
a cura di H. Noi-IL, Lipsia e Berlino, 1925) a questo proposito molto ambiguo
(pp. 5-8).

29

) Jusrus JAKOB MOSER (1701--1785). Su di lui cfr. LANDSBERG, op. cit., III, 1,
Text, pp. 315-330 e M. FROLICI-I, !. J. Moser in seinen1 Verhiiltnis zun1 Rationalisn1us
(

68

CAPITOLO SECONDO

LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TtiBINGEN:

sa dedicargli altro che questa retorica ed insincera annotazione,


degna di un aulico epitaffio forse ma non di un diario: mortuus
est eodem temporis spatio celeberrimus ille, decus maximum patriae nostrae, Moser, qui tot, quot perlegere humana non sufficit
aetas, perscripsit libros, qui tot tamque variis (casibus) jactatus
vitam egit " (30 ).
Non vale tuttavia scandalizzarsi di questo suo atteggiamento.
pi importante porre l'accento sulla positivit del carattere e
del metodo del giovane Hegel: vive in un ambiente tradizionalmente religioso e saturo di istanze pietistiche, ma non si lascia
andare ad alcun isterismo mistico; si forma a contatto con lo
Sturm und Drang, ma rigetta ogni tentazione soggettivistica; aderisce al giusnaturalismo ed alle teorie del dispotismo illuminato,
ma non perci si permette una concezione della storia ottimistica ed unilaterale, ch anzi procede in senso analitico all'analisi
delle strutture culturali; rivela insomma, con una precisa informazione una serena fiducia nei propri mezzi culturali e ci sostiene l~ sua concezione enciclopedica ed oggettiva, con preminenti interessi sociologici. Proprio questo pieno possesso della cultura illuministica gli permetter di maturare, silenziosamente ma
decisamente, la risoluzione del suo superamento, senza nulla lasciare che fosse ormai attribuito allo spirito umano, in quella maniera globale ed organica che d ad un tempo misura dell'importanza della sua funzione storica e della sua originalit filosofica.
3. - Dal 1788 al 1793 Hegel fu ospite del seminario teologico
di Tubinga. Holderlin gli fu collega nel medesimo periodo, mentre Schelling entrava nello Stift due anni pi tardi. I tre giovani
strinsero amicizia ed insieme posero le basi di una collaborazione
und Pietismus, Vienna 1925. Autore di un Teutsches Staatsrecht, Niirberg 1737-1753,
in numerosi volumi, per cui fu considerato il padre del diritto tedesco dello
stato fu a lungo Landaschaftskonsulent dcl Wiirttemberg e venuto a contrasto
con principe merit il carcere dal 1759 al 1764. Dev:
difensore delle tradizionali istituzioni sveve contro il potere pr1nc1pesco (cfr.
J. DHoz, op, cit., p. 112 sgg.) (e infra).
. .
(BO) Dokumente, p. 24. Dall'edizione dell'HOFFMEISTER se.1nbra d1 r1Ieva_re. che
il passo riferito a Moser nella pagina hegeliana di necrol.g1 debba esser hm1tato
a quanto sopra riportato (contra K. ROSENKRANZ, op,. ctt., ~ 440, e ~ .LASSON,
Einleitung a Hegels Schriften zur Politik und Rechtsphtlosophte, 2 ed., L1ps1a 1923,
pag. Xl).

considerars~ ~no stren1~0

69

filosofica che doveva durare a lungo. Quale fosse il problema comune e soprattutto quali gli stati d'animo e le assunzioni teoretiche
che essi condividevano, questa la domanda che subito dobbiamo
porci.
bene ricordare che essi provenivano dallo stesso ceto sociale,

- i loro padri erano funzionari dello stato o ministri del culto,


professioni che nel cesaropapismo luterano si equivalgono - , che
avevano pressoch la stessa et, ed avevano ricevuta la stessa educazione di base, protestante con influenze pietistiche ed illuministiche, e che infine erano stati destinati alla medesima carriera, a
divenire cio ministri di culto (31 ). Nello Stift avrebbero dovuto
trovare un'educazione ed un ambiente capaci di trasformare la
decisione della famiglia in vocazione personale; lo Stift non seppe
invece assecondare tale premuroso desiderio e la maturazione dei
tre giovani avvenne in modo del tutto diverso. Tubinga fu bensi
un periodo di transizione dalla giovinezza alla maturit e quindi
il momento della ricerca della propria vocazione, ma, lo ricorda
Holderlin, col rappresentare il passaggio " dagli affetti alla ragione,
dal regno della fantasia a quello della verit e della libert '" signific anche la rottura con tutto il vecchio mondo (32 ). Entro le
vacillanti strutture della societ gerarchica non v'era abbastanza
spazio per chi aveva conquistato un nuovo senso dell'individualit: era un dramma che, localizzato, poteva assumere i toni del
conflitto di generazioni ma che aveva un valore specifico per chi,
come Holderlin, Hegel, Schelling, credeva nell'avvento di un prossimo regno di libert e verit. L'importanza del periodo di Tubinga consiste appunto in tale decisione qualificata di rottura,
in cui si configura umanamente il problema teorico e storico del
superamento dell'Illuminismo.
La concezione ellenofila favori l'amicizia e la costituzione del
33
circolo ( ). L'immagine della Grecia antica, della libert del citta1

(3 ) Su queste analogie ha giustamente insistito anche J. HOFFMEISTER nel capitolo dedicato a HOlderlin (pp. 211-270) in Die Flenkehr des Geistes. Studien zur
Dichtung und Philosophie der Goethezet, Hameln 1946, in part. pp. 214-216.
(32) Passo citato da J. HOFFMEISTER, HOlderlin und Hegel, Tubinga 1931, p
5. Cfr. anche, ivi, p. 11 sg.
(33) Si veda J. HYPPOLITE, lntroduction la philosophie de l'histoire de Hegel,
Parigi 1948, p. 17 sg. Questo libretto, oltre a contenere la pili vivace e succosa espo-

CAPITOLO SECONDO

LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TDBINGEN

dina della polis, della spontaneit e felicit di quella vita risplendeva dinnanzi a questi giovani come in un sogno e si sostanziava
in un ideale di rinnovamento. Il peculiare ed originale motivo che
qui risalta, infatti la trasformazione della concezione classica
da criterio metodologico in criterio deontologico, del concetto di
libert da oggetto contemplato in soggetto, in pathos costruttivo,
in esigenza di liberazione (31 ).
Eppure l'ambiente, in cui vivevano a Tubinga, non offriva,
di certo, conforto a questa volont. La vita dei giovani nel Tubinger Stift, i programmi scolastici, le personalit dei loro insegnanti,
tutto stato minuziosamente indagato ( 35 ) e nessuno studioso ha
fin qui rilevato elementi che potessero favorire un rinnovamento
tanto radicale. Sembra pili verosimile pensare che l'ambiente abbia esercitato una funzione dialettica sui giovani, costringendoli,
volentes nolentes, a ricercare con autonomo sforzo quello che n
l'organizzazione degli studi n la sensibilit dei loro docenti poteva loro dare. Non che nello Stift non fossero presenti delle individualit interessanti e culturalmente aggiornate: il neoclassicismo era ad esempio entrato nelle vecchie mura del chiostro agostiniano e i Repetenten Conz (36 ), Bardili, Staudlin costituivano
appunto un circolo vivace, portatore del gusto e delle esigenze

neoumanistiche (37 ); inoltre alcuni professori rappresentavano le


correnti pili scientificamente progredite dell' Illuminismo, come
Christian Friedrich Ri:isler il cui insegnamento storico era al corrente dei metodi di Achenwall e Schi:ickh ( 38 ), 0 August Friedrich
Bi:ick che si faceva portavoce dell' eclettismo giusnaturalistica di
39
Feder ( ), o ancora Johann Friedrich Flatt che nel semestre estivo
del ~ 790 tiene un corso sui" potiora kantianae criticae capita,, (40);
ma il tono generale della cultura impartita nello Stift era in sostanza tradizionalistico e pedantesco.

70

sizione del pensiero giovanile di Hegel che ci sia nota, offre anche alcuni spunti
interpretativi molto interessanti.
(3") Cosi F. EPHRAIM, Untersuchungen iiber der Freiheitsbegrifl Hegels in seinen
Jugendarbeiten, I parte (ma la seconda non uscita), Berlino 1928, in part. pp.
35-36. Il lavoro di Ephraim, sotto taluni aspetti ottimo, va tuttavia usato con cautela: l' A. infatti non rispetta il tipo di discorso di Hegel, per quanto sia attentissimo
alla sostanza: la sua ipotesi di lavoro, verificare in Hegel il concetto esistenziale
di Freiheit-in-der-Weltl>, lo induce a radicalizzare le alternative hegeliane, per es.
individualit-totalit, e con ci egli rjesce ad ottenere un'immagine tanto affascinante quanto pericolosa del giovane Hegel.
(35) Cfr, K. ROSENKRANZ, op. cit.; J. KLAIBER, HOlderlin, Hegel und Schelling in
ihren schwii.bischen Jugendjahren, Stoccarda, 1877; W. BETZENDtiRFER, op. cit. (nel
Vorwort egli dichiara espressamente di voler integrare l'invecchiato Klaiber); J.
HoFFMEISTER in nota ai Dokumente, pp. 428439; H. HERMELINK, Geschichte der evangelischen Kirche in WUrtternberg von der Reforn1ation bis zur Gegenivart. Das
Reich Gottes in Wirtemberg, Stoccarda e Tubinga, 1949, pp. 273-278.
( 36 ) Cari Philip Conz, Repetent nello Stift dal 1788 al 1791, drammaturgo e poeta,
fu vicino a HOlderlin particolarn1ente nel periodo rivoluzionario, condividendo
con lui l'entusiasmo: certamente la personalit che pili si avvicina al circolo.
Cfr. W. BETZEND(iRFER, op, cit., pp, 23, 27-28.

71

I giovani quindi si isolano e nell'indagine personale cercano


s~steg~o alle prime intuizioni. Le lettere di Jacobi su Spinoza, il
snnpos10 platonico, Sofocle e Euripide, le lettere filosofiche di
Schiller e i suoi drammi stiirmer, Herder e Kant, Winckelmann e
Lessing, e soprattutto l'Emilio e le Confessioni di Rousseau('):
da questo insieme caotico ma vitale di letture vien fuori rafforzata
la concezione umanistica, e ci risulta particolarmente evidente
quando si tenga conto che l'ansia culturale era sorretta e sospinta
dai motivi pratici cui prima abbiamo accennato, che perci in tutti questi autori si ricercavano non mere prospettive sistematiche
ma conferme della propria vocazione vitale.
Il primo documento dell'attivit hegeliana a Tiibingen l'esercitazione Su un vantaggio, che la lettura degli autori classici antichi greci e romani ci offre, del dicembre 1788 (42). Ritorna qui la
tesi, gi espressa a Stoccarda, della perfezione e della totalit
.<.

37

) . Cfr. H. HERM_ELINK, .?P cit.; e TH. L, HAEIUNG, Schelling und Jfegel, in


Stl(ftskopfe a cura di E. MuLLER, J-Ieilbronn 1939, p. 213 sgg.
38 ) BETZENDtiRFER, W., op. cit., pp. 4142.
('") Ivi, pp. 4041.

4
( :)

lvi,. pp, 4344 .. Cfr. anche A. HoLLERBACH, Der Rechtsgedanke bei Schelling.
Quellenstudien zu sezner Rechts- un.d Staatsphilosophie Francoforte s M 195~7
pp. 19-20.
'
.
"
.
41

(_ )_ In relazione agli. interessi particolari che muovevano le loro ricerche gli


stud1os1 hanno acce~tuato l'influenza di uno o dell'altro di questi autori: cosi
F. RosENZWEIG, op. Clf., vo! ~, pp. 17-2~ insiste su Rousseau, H. ZELTNER, Schellin~,
Stoccarda 1~54, P~. 17-18, insiste sul Simposio platonico, W. BETZENDtiRFER, op. cit.
1
pp. 60-63. sui _tragici, Rousseau e Kant {per quanto riguarda Kant si ricordi che
nello Stift v1 era un Repetent, C. J, Diez, definito <(kantsche enrag) L s
SALZBERG, 110lderlin~ l'ale -New Haven, 1952, p. 9 su Schiller: A. HOLLERBACH (,op ..cit.:
p, 20. sg.) crede
provare la lettura , da parte di Schc!I 1'ng , cte I D e JUre

,.
. d1 poter
.
11 eli t ac pac1s
d1 Groz10. Cfr. inoltre infra.

Ueber ein.~ge. l1 ortele, welche uns die LektUre der alten !dassischen
gnechischen und ronnschen Schriftsteller gewii.hrt, in Dokumente, pp. 170-172.
2
(" }

Ll
.

72

CAPITOLO SECONDO

LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E T-0BINGEN

della cultura antica. Gli interpreti non sono concordi nel giudizio
su questo scritto : per alcuni esso non che una nuova edizione
della declamazione scolastica di Stoccarda ( 43 ), per altri al vecchio
si aggiunge il nuovo, consistente non nella sostanza della trattazione ma nel tono di aspra polemica contro la teologia e la religione rivelata che qui apparirebbe ( 44 ). Ma pi che espressa questa polemica , a nostro avviso, sottesa all'articolo hegeliano: si
J,egge tra le righe, quando si collochi lo scritto nel quadro dell'evoluzione del giovane in questi anni. Sta di fatto che fin dall'inizio
del ]1eriodo di Tubinga l'ideale classico ripreso e con esso l'insistenza sui motivi etici della vita della polis. In un estratto, d
alcuni anni pi tardi ma nello stesso ciclo di idee, Hegel riprende
anche il mito di Socrate: il problema morale, ci dice, centrale
sia in Socrate che in Platone, ma quanto pi grande il primo che
bada al miglio~arnento dei suoi contemporanei, piuttosto dell'altro che svolge astrattamente, solo su un piano teoretico, le sue
intuizioni! ( 45 ). A parte l'ingenuit e la discutibile validit di tale
argomentazione, si deve notare che, come gi a Stoccarda, la considerazione del mito illuministico tende a mettere in evidenza un
atteggiamento socratico pertinente il costume, positivo. La civilt
antica raffigura quindi l'ideale, poich in essa la libert dei singoli si esplica sul piano etico e si fa cultura, garantendo in tal
modo l'integrazione delle individualit nella totalit.
Anche le testimonianze dell'attivit nel seminario di Tubinga
lasciate da Hiilderlin (46 ) e Schelling (47 ) rivelano la stessa impostazione neoclassica e le medesime preoccupazioni culturali.
(4a) Cosi RosENKRANZ e J. HoPFl\1EISTER, in nota ai Dokumente, p. 440; nel proseguire l'analisi in riferimento alle fonti del pensiero hegeliano Hoffmeister,
pp. 440-445, annota alcuni spunti originali.
(44) G. AsPELIN, op. cit., pp. 24-25.
(45) Dokuniente, p. 174: si tratta di un excerptum da una recensione di
M. W, G. TANNEMANN, Lehren und Meineungen der Sokratiker Uber Unsterblich~
keit, Iena 1791, apparsa in Allg. Lit. Zeit.)), 117, 1792.
6
(1 ) Per HiiLDERLlN le citazioni sono tratte dalle Siin1tliche Werke, historischkritische Ausgabe, begannen durch N. v. llELLINGRATH, fortgefilhrt durch F. SEEDASS
und L. v. PIGENOT, Monaco e Lipsia, voi. I, 2 ed. 1923, vol. II, 1923, vol. III, 1922,
vol. Iv 2. ed., 1923, ~rol. V, 1923, voi. VI, 1923. Cfr. inoltre FIOlderlin-Bibliographie,
a cura di M. l(cll-ILEI~ e di A. l(ELLBTAT, VerOtfentlichungen des H6lderlins-Archiv,

Stoccarda, 1938-1950-1953.
7

(4 ) Per SCHELLING le citazioni sono tratte dalle Si:bntliche Werke, a cura di


K. F A. ScHELLING, I Abtlg. voll.1-10, II Abtlg. voi. 1-4, Stoccarda e Augusta 1856-1861.

73

Di Holderlin ci resta uno scritto sui Paralleli tra i Proverbi


di Salomone e le Opere e i Giorni di Esiodo (47b;'). L'assunto
neoclassico ed il metodo ha un fondamento tipicamente razionalistico: il mito infatti interpretato come rappresentazione prammatica di verit nascoste, e come tale espressione della cultura
dell'epoca considerata (48 ). Nella dissertazione del 1792, Antiquissimi de prima malorum humanorum origine philosophematis Genes.
III explicandi tentamen criticum et philosophicum (49), Schelling..
usa lo stesso metodo. Ma questo scritto, molto importante al fine
di intendere le concezioni giuridiche e politiche del circolo di Tubinga, esige un esame approfondito. Per Schelling, il capitolo terzo
del Genesi, in cui narrata la cacciata dell'uomo dal paradiso
terrestre, non altro che un filosofema, espresso in termini giudaici ma gi enucleato nella mitologia egizia e forse ripreso da
50
quella tradizione ( ). Tale antichissimo monumento dell'umanit
descrive horninum a primitiva sen1plicitate discesst1m, primam a
felici naturae ipsius imperio defectionem, transitum ex aureo seculo atque hinc primas malorum humanorum origines ,, (51 ). I] primo originale elemento che deve essere sottolineato consiste nel
fatto che tutte le proposizioni bibliche vengono spiegate solo in
riferimento a fatti storici, in nessun caso alla supposta origine
divina del documento. La cacciata dal paradiso terrestre e la scoperta della contingenza, adombrata dalla vergogna delle nudit,
immagine che in un animo religioso solleva timore e tremore,
ispira a Schelling solo un apprezzamento letterario: " !Ila certe
hominis jam prirnum a natura discendentis infirmitas et inopia,
conjuncta cum rerum altiorum cupiditate, in ipsius natura fondata, non video, quanam potuerit aptiore, quam nuditatis pudorisque imagine, depingi "( 52 ). Attraverso tale progressiva laicizzaCfr. inoltre G. SCIIMEEBIJRGER, F. W. 1. von Schelling, Bine Bibliographie Berna 1954
con l'importante supplemento contenuto nella recensione di II. FuHRMAN, i~
<<Zcitschrift fiir philosophische Forschung)), IX, 1955, pp. 145-149.
47

'bis) Parallele z1vischen Salomon SprUchvvOrten und llesiods Werke und Tagen.
Cfr. L. S. Si\LZDERG, op. cit., p. 9 e 15; W. BETZENDiRFER, op. cit., p. 46 .sgg.
10
(
) Pro su1nn1is in philosophiae honoribus rite consequendis scripsit F. Q. J.
Schelling,
Tubingae Mense Sept. MDCCXCII, in S. W.)), I Abt., I vol., pp. 1-40.
50
(
) lvi, pp, 3-12.
51
(
) lvi, p. 17.
52
(
) lvi, p. 26.
(
(

48

. Q@!L

74

CAPITOLO SECONDO

zione della raffigurazione biblica, il problema che acquista un significato centrale, viene ad essere quello giusnaturalistico del passaggio dallo stato naturale allo stato civile: il paragrafo settimo
della dissertazione dedicato appunto a quella analisi (53 ). Secondo
Schelling, labbandono dello stato naturale mena alla discordia alla lotta tra l'uomo sensibile e l'uomo razionale ( 54 ) : la spon'
tanea socialit che caratterizzava l'uomo nell'epoca dell'oro viene
infranta ed ogni individuo si pone contro l'altro, tendendo a far
trionfare i suoi fi11i particolari. ...societas, antea arbitraria, nuncJ
quoniarn alter altero egebat, necessaria, ex hac libertatis singulorurn dirninutio et dominatio ... (55 ). Ma questa dorninatio non
intesa in termini di potenza: essa unita alla facultas judicandi
che la vera chiave di volta atta alla comprensione di tutte le istituzioni. La facolt razionale, che nel suo aspetto pratico philatropia, determina il fine della societ umana nella convivenza
razionale degli individui, ad suprernurn solius rationis dorninium , << sola duce et auspice ratione ( 56 ).
Come si vede, la dissertazione impostata su uno schema illuminista e ad ogni riga appaiono, con I' ottimismo moralistico,
motivi razionalistici. Si debbono tuttavia anche notare notevoli
variazioni sul terna principale, ispirate dalla concezione umanistica. Innanzitutto nel quadro dipinto esiste innegabilmente la
tendenza ad una moderna raffigurazione storica: costumi, lingua,
diritto sono considerati come aspetti diversi di una stessa totalit
culturale (57); inoltre nell'immagine dell'et dell'oro Schelling situa un concetto sociale di uomo, sebbene solo con la nascita della
societ civile i rapporti interurnani risultino qualifiati; la loro
prima qualificazione, la stessa che impone l'esistenza dello stato,
la necessit: necessit, e stato di necessit, che tuttavia sono subito dialettizzati con il progresso razionale dell'umanit ( 58 ). Que('53) Ivi, pp, 32~39.
(") Ivi, pp. 32-33.
(") Ivi. p. 35.
(5") Ivi, pp. 36-39 e sgg.

.
.
Lo HERDER di Von1 Geist der ebriiischen Poesie e delle Ideen zur Philosophie
der Geschichte der Menschheit, - che Schelling espressamente cita -, qui molto
influente.
.
(58) Tali idee si richiamano a quelle espresse da I. ~ANT, Ueber das radicale
BOse in der menschlichen Natur e, soprattutto, Muthmassllcher Anfang der Mensch(57)

LA FORMAZIONE HEGELIANA

NEL

PERIODO DI STUTTGART E TtiBINGEN

75

sta intuizione particolarmente importante poich, da un lato,


contiene un giudizio sulla positivit delle istituzioni storiche che
non assolutamente negativo ma ne prevede il progressivo riscatto
attraverso lo sviluppo della perfettibilit razionale che ad esse
immanente ( 59 ), dall' altro, reintroduce l'ideale umanistico per cui
l'et dell'oro non un passato irrecuperabile, sperdentesi nella nebbia del mito, ma una realt che la civilt classica reincarn, e quindi un ideale da ricostruire, un'istanza di liberazione, in cui nuovamente si sente il pathos del circolo di Tubinga (6).
Torniamo perci a porre attenzione al problema di quei giovani. Una preparazione umanistica li sostiene, un atteggiamento
polemico innerva la loro indagine e il pathos della libert la dirige; il loro problema nasce dalla protesta ma si svolge in un impegno di costruzione; al conflitto interiore di vecchio e di nuovo
risponde l'esigenza di istaurare l'ideale umanistico ( 61 ). E come le
virtu antiche erano rapppresentate in termini mitologici, cosi una
nuova mitologia deve essere plasmata al fine di sostenere il moderno processo di rinnovamento. Nello schema di una predica di
Hegel del l 793 appare il motivo dell'attuazione del regno di Dio
che ritorna sovente negli anni successivi ("2 ), negli scritti di questo
periodo di Hi:ilderlin si configura l'ideale della missione del poeta ( 63 ) e nel circolo si nutrono quelle speranze escatologiche che

engeschichte, apparsi rispettivamente nel '' Berlinischer Monatschrift J> dell'aprile


1792 e del gennaio 1786: Schelling cita entrambi gli articoli.
59
(
) Evidente richiamo alla citata Erziehung des Menschengeschlechts di LES!)ING.
60
(
) Forte l'influenza su questa dissertazione di J. J. ROUSSEAU di cui citato il discorso Sur l'origine et les f.onda1nents de l'ingalit parmi les honunes.
Sullo scritto schellinghiano si veda l'ottimo commento di A. HoLLERBACI-1, op. cit.,
pp. 83-85, da noi seguito, e parzialmente, sulla concezione del mito, ma con troppa
insistenza sugli elementi razionalistici, A. ALL\VOI-IN, Der Mythos bei Schelling, in
Kantstudien, Erglinzungsheft 61, Berlino 1927, p. 9-18.
61
(
) Cfr. H. NIEL, op. cit., pp. 23-25, e soprattutto G. LUKACS, Der junge Hegel
(Ueber die Beziehungen van Dialetktik und Oekonomie), Zurigo e Vienna 1948, p. 29.
62
(
) In part. Dokumente, pp. 182-184. J. HoFFMEISTER, ivi, pp. 446-447, annota:
Erwiihnt sei nur en Predigt 3 dic 'Losung-Reich Gottes ' in HOlderlins Brief an
I-Iegel von 10 Juli 1794 und Nohl, S. 86, 99, 114, 120, 149 und 325 ff. . Cfr. anche
R. GEIS, Die Tii.binger Freundeslosungen ci en kai pan>> und ,, Reich Gottes . Ein
Betrag zur Frilhgeschichte des Deutschen Idealisnius, diss. Monaco, 1950, che
ci augurian10 di veder presto rielaborata in un volume.
63
(
) Cfr. L. S. SALZBERG, op. cit., pp. 6-7; e inoltre il mediocre cap., sulla nuova mitologia, di E. ToNNELAT, L'oeuvre potique et la pense religieuse de Hdlderlin,
Parigi 1950, pp. 57-74.

76

LA FORMAZIONE 1-IEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TBINGEN

CAPITOLO SECONDO

abbiamo visto altrove essere una caratteristica della cultura dell'epoca ( 64 ). Con ci la funzione pragmatica del mito umanista diviene cosciente nei giovani dello Stift ed il razionalismo risulta
esasperato, vicino al limite della crisi. E bensi vero che nello scritto Sui miti e le favole storiche e i filosofemi del mondo antico (del
1793) di Schelling ( 65 ) il mito ancora riguardato in una prospettiva di razionalit astratta e che nello stesso Systemprogramm (del
1796) si afferma che la nuova mitologia " deve stare al servizio
delle idee, essa deve divenire una mitologia della ragione ,, (66);
ma il processo di evoluzione era ormai iniziato: quanto pi il mito
dialettizzato alla verit ed un'istanza di carattere pratico ne colora la concezione, tanto pi esso avvicinato alla realt, vi inserito, usato come chiave razionale di comprensione, e di trasformazione, del mondo storico.
A Tubinga, nel circolo di Hegel, Hi:ilderlin, Schelling, comincia dunque ad intravvedersi, nello sforzo di comprensione storica
esercitato e nell'approfondimento dell' analisi del significato del
mito classicistico, la via di soluzione dell'antinomia illuministica
di individualit storica e universalit razionale. Tale intuizione era
tuttavia quanto mai ambigua, intuita appunto piuttosto che logicamente articolata: in essa erano impliciti due tendenze parimenti
forti, l'una capace di condurre all'esasperazione dei motivi entusiastici ed irrazionali, l'altra metodologica rivolta all'immanente e
positiva indagine del concreto.
Dovremo vedere, qui di seguito, come influenze di tipo religioso e altresi la crisi provocata dalla notizia dei fatti rivoluzionari
di Francia offrano nuovi spunti problematici.
4. - Quando dico tedesca, si intende subito che la filosofia
sia guastata col sangue dei teologi. Il pastore protestante il non64

) Cfr. supra, pp. 32 - 34, in part. note 50- 51- 52. Cfr. anche J. HoFFMEISTER,
HOlderlin und die Philosophie, Lipsia 1942, pp, 26-28, 31-32.
65
(
)
Ueber Mithen, historische Sagen und Philosophe1ne der iiltesten Welt,
in S. W.n, Abt. !, voi. I, pp, 41-83. Si veda anche H. KNITTERMEYER, Sc-helling
und die romantische Schule, Monaco 1929, p, 43 sg., nonch il sempre utile G.
STEFANSKY, Das ellenisch-deutsche Weltbild. Einleitung in die Lebensgeschichte
Schellings, Bonn, 1925.
66
(
) Dokuniente, p. 221. Sul Systemprogramm)), cfr. infra. Vedi inoltre Jugendschriften, p. 53.
(

77

no della ~losofia :edesca, lo stesso protestantesimo il suo peccatu'!' .~rigmale ...' S1 deve solo pronunciare la parola " Tiibinger
St1ft per cogliere che cosa sia al fondo la filosofia tedesca: un'ins~di~sa teologia "( 67 ). Cosi Nietzsche, e la quasi totalit degli stud10s1 ha confermato, in termini piu o meno enfatici, l'esistenza di
prof~ndi legami tra filosofia idealistica e protestantesimo (BS);
~art1colarmente il pensiero hegeliano rappresenta il piu impegnativo sforzo compiuto per razionalizzare il contenuto dommatico
del cristianesimo. Ma, a questo punto, alla constatazione si aggiunge la valutazione, e conseguentemente nasce il problema: da un
lato coloro che insistono sull'influenza positiva, costruttiva del
p.rotestantesimo sull'idealismo tedesco e sull'evoluzione di Hegel,
nconducendo tale tesi all'idea, d'origine hegeliana, della missione
del pensiero tedesca che consisterebbe nella interiorizzazione del
concetto di divinit (69 ); d'altro canto coloro che in tale influenza
scorgono il momento negativo del pensiero germanico, la remora
al pieno sviluppo del procedimento dialettico, la cui scoperta sarebbe stato il precipuo contributo di quella filosofia e dello Hegel
in particolare (7). In tal modo il giudizio sull'influenze religiose
nell'evoluzione della filosofia di Hegel si complicato al punto di
sottintenderne uno complessivo sul suo pensiero.
Questo procedimento ci sembra da evitare accuratamente: esso
infatti riconduce la ricerca sulla filosofia di Hegel negli sdrusciti
termini della polemica sul significato del neohegelismo e sostanzialmente rinnova le interpretazioni della destra e della sinistra (71 ).
Si deve recidere il nodo di questa tematica e ritornare, per cosi

e::)

NIETZSCHE, F., Der Antichrist, I, n. 10, w. W, IX, Taschenausgabe, p. 367.


( . ) Il .q~adro generale del problema si veda in J. HERRNKIND, Christlicher Glaube
und tdealistrsches Denken als theologisches Problem, diss., Gottinga 1951.
69
~ ) Cfr. R. ~RONER,, op, cit., val. I, pp. 10-13; M. B. POSTER, Die Geschichte als
Schtcks_al des ?e.istes in der Hegelschen Philosophie, Tubinga 1929; E. Dri NEGRI,
Teologia e stonczsnio, Introduzione a I principi di Hegel, Firenze 1949.
10

(
) L'avvio a questa interpretazione nella frase di V. L LENIN, Idealisn us
1
I~t Pfaffentum: le pi conseguenti e serie opere in questa linea sono quella citata
d1 ~ LUKACS, .e quella di ERNST BLOCH, Subjekt-Objekt. Erliiuterungen zu Hegel,
Be~hno 1~51.. S1 veda anche H. H. lioLz, Protestantische Theologie und bUrgerliche
Phtlosophie, 1n {<Deutsche Zeitschrift filr Philosophie>>, IV, 1956, pp. 606-626.
71

~ _) Lo ha chiarito efficacemente N. Bonnro nella sua Rassegna di studi hegelzanz,. in Belfagor>~, V, 1950, pp. 67-80, 201-222. Per tutte le implicazioni del problema s1 veda ad ogni modo la nostra introduzione.

78

CAPITOLO SECONDO

LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART Il TUB!NGEN:

dire, all'origine, ad indagare cio, nel rispetto dei fatti, in quale


misura influenze vi siano state sull'evoluzione hegeliana, e di che
tipo, e con quale significato ( 72 ).
Quando si ponga l'accento sulla situazione religiosa del Wiirttemberg nel settecento, il fenomeno che subito balza all'occhio
il predominio che le correnti pietistiche hanno avuto all'interno
della chiesa luterana sveva (73 ). In generale, il significato del pietismo consistette nel rappresentare in Germania il movimento europeo di interiorizzazione della vita religiosa, in polemica con il
razionalismo imperante, ed il pietismo ha infatti analoghi nel giansenismo cattolico, nel!' indipendentismo, nel!' arminianesimo e nel
labadismo. Gli elementi comuni a tutto il pietismo germanico sono,
una concezione sentimentale del cristianesimo, il biblicismo, il precisismo, che implica il criterio della perfettibilit della vita reliaiosa e un riguardoso atteggiamento nei confronti della vita inte;iore, ed infine un accentuato carattere pedagogico che richiama
quello di alcuni ordini cattolici sorti nello stesso periodo.
Fin qui dunque, il pietismo sembra qualificarsi essenzialmente come movimento di protesta nei confronti dell'esteriorizzazione e della stratificazione gerarchica della struttura ecclesiastica,
e rappresentare uno dei momenti, caratteristici alla vita del cristianesimo, di interiorizzazione e di rinnovamento. Le analogie che
esso presenta con altri movimenti, operanti anche in diverse confessioni, come la cattolica, l'anglicana e la calvinistica, l'accentuazione dei motivi sentimentali piuttosto che dommatici dell' esperienza religiosa, anzi la sua originaria povert dottrinale, sembrano dimostrare l'essenzialit dell'aspetto protestatario. Detto ci, si
pu forse aggiungere che gli altri caratteri non sono che assunzioni
subordinate, quasi funzione secondaria dell'atteggiamento fondamentale? Non crediamo di poter rispondere affermativamente a
questo quesito; tuttavia possiamo ritenere che con la caratteristica
noncuranza che i mistici" e gli illuminati dimostrano per le propo-

(72) Anche la storiografia 1narxista potrebbe avviarsi in questa direzione se si


desse seguito alle resipiscenti annotazioni di E. BLOCH, op, cit., pp. 44-47.
(73) Cfr. I-I. HERMELINK, op. cit., pp. 151-260 (di cui ci siamo soprattutto giovati); E. HIRSCI-I, Geschichte der neueren evangelischen Theologie, Giitcrsloh, voli.
I-IV, 1949-1952, soprattutto val. II, pp. 91-317 e vol. IV, p, 176 sgg.

79

SlZioni dottrinali e l'implicita disattenzione che loro propria per


gli aspetti dornrnatici, l'atteggiamento protestatario passasse in
prima linea, assumendo una vivace preminenza come costante della
propaganda settaria.
Il pietismo svevo si differenzia, nell'ambito del movimento germanico, poich unisce al motivo sentimentale elementi filosoficospeculativi e mistico-gnostici, con tendenze apocalittiche e profetiche. Su di esso esercitano una profondissima influenza Johann Al74
brecht Bengel ( ) e Friedrich Christoph Oetinger ( 75), comunemente
chiamato mago del Sud " con riferimento al " mago del Nord ,,
Hamann. Oetinger elabor una teosofia misterica e una barocca
filosofia della natura (76).
Dinnanzi alle personalit dei riformatori pietistici del Wiirttemberg qui ricordate, il giudizio sul movimento pietistico dello
specialista Hermelink sembra, a prima vista, almeno ottimistico;
egli infatti dice: razionalismo e pietismo si debbono porre assieme, poich non muovono l'un contro l'altro come nella storiografia pietistica si usa affermare. Essi sono due lati di un medesimo processo e le loro evoluzioni sono reciprocamente confluen7
ti " (7 ). Tale giudizio ha tuttavia una certa validit. In che senso
si pu parlare di razionalismo pietistico? Innanzitutto ricordando
la funzione polemica che i due contemporanei movimenti esercita71
)
Le opere fondamentali di BENGEL sono: Erkliirte Otfenbarung Johannis,
Stoccarda 1740 e Orda Ten1poru111, Ulma 1741. Sul suo pensiero cfr. H. HERMELINK, op. cit., pp. 208-230.
(

75

) Le opere fondamentali di OETINGER, sono: Jnquisitio in sensum comniuneni et ratione1n, Tubingae 1753, e Theologia ex idea vitae deducta, fleilbronn 1765.
Sul suo pensiero cfr. C. A. AUBERLEN, Die Theosophie F. C. Oetingers, Tubinga 1847;
E. ZINN, Die Theologie des F. C. Oetinger, Giitersloh, 1932; H. HERMELINK, op, cit.,
pp.231-243; W. A. SCHULZE, Oetinger contra Leibniz, in {{Zeitschrift fi.ir philosophische
Forschungi), I, 1957, 4, pp. 607-617.
(

16
) Poich piU avanti ci sar utile conoscere alcuni concetti di Oetinger, riportiamo qui un breve sunto del suo pensiero dall'opera di HERMELINK (p. 237). Riallacciandosi a Jakob BOhme (su cui si veda la recente ed aggiornata bibliograficamente opera di H. GRUNSKY, J. BOh111e, Stoccarda 1956) ed allo svedese Swedenborg,
Oetinger ritiene il concetto di vita (secondo Giovanni, 6, 68) il punto unitario del
sistema dogmatico. Oetinger quindi tratta: 1. di Dio come la fonte deila vita; 2.
dell'uomo come il conservatore dell'ordine della vita; 3. del peccato co1ne alienazione dalla vita di Dio; 4. della fede o della comunicazione della nuova vita; 5. della Chiesa come la societ nella quale agisce lo spirito della vita; 6. delle ultiine
cose, cio della fine e dell'uscita dalla vita >).
(7 7) I-I. I-IERJ\1ELINK, op. cit., p. 155.
(

80

CAPITOLO SECONDO

LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TDBINGEN

rono l'uno sull'altro; in secondo luogo tenendo presente un procedimento consueto all'esperienza mistica, che consiste nell'esasperare il razionalismo fino ad un certo limite oltre il quale trionfa,
in contrasto al primitivo sforzo e con la compiacenza di averlo
dimostrato vano, il pili incontrollato irrazionalismo; infine nel senso chiarito dalle ricerche sugli effetti sociologici dei movimenti settari, da cui dimostrato come essi diano impulso ad una organizzazione razionale e sistematicamente ordinata della vita ( 78 ). Neppure questo motivo razionalistico si pu naturalmente considerare
in modo esclusivo, tuttavia si pu ritenere che esso costituisca una
costante storica particolarmente efficace dell'influenza del pietismo.
Questa lunga disgressione era necessaria per puntualizzare il
significato dell'influenza religiosa subita dal giovane Hegel. Egli
certamente venuto a contatto con personalit del movimento pietistico (79 ), ma, dato il suo silenzio in proposito, non possiamo stabilire in che maniera ne sia stato colpito. difficile tuttavia pensare che un'influenza specifica si sia potuta dare, poich l'interesse
meramente intellettuale nei riguardi della religione, che Hegel aveva gi dimostrato a Stoccarda, non mutato a Tubinga. L'unico
tramite possibile all'influenza pietistica sul giovane Hegel quello
ambientale, un rapporto quindi del tutto passivo. In tal caso, non
abbiamo alcuna difficolt a credere che il motivo della protesta
contro l'ortodOssia e l'orga11izzazione chiesastica, cosi come il generico razionalismo, propri del pietismo, siano stati assunti da Hegel. Quanto ai contributi specifici elaborati dal pietismo svevo,
non si pu, per quel che riguarda una mutuazione dello Hegel, andare al di l delle ipotesi, ricordando tuttavia che si trattava di

elementi meramente intellettuali, quindi di non facile recezione


da parte di chi fosse continuamente preoccupato di polemizzare
contro qualsiasi forma dottrinale. Pu darsi che il motivo storicistico dell'intuizione escatologica del Bengel abbia avuto qualche
effetto ( 80 ): ma non azzardiamoci oltre (81 ).

( 78 ) Cfr. E. TROELTSCH, Die Soziallehren der christlichen [(irchen und Gruppen, in


Gesammelte Schrifteni>, voi. I, Tubinga 1919, in part. pp. 794-848; IDEM, Epochen
und Typen der Sozialphilosophie des Christenturn, in Ges. Schr.)), voi. IV, Tubinga,
1925, pp. 149-156; M. WEBER, Gesam111elte Aufsdtze zur Religionssoziologie, Tubinga,
voi. I, 3 ed., 1934, pp. 128-145, 207-236.

(79) Cfr. F. EPI-IIMIM, op. cit., pp. 129-131: Hegel deve aver conosciuto tra i pietisti Pfaff, Weissmann, Reuss, B. Haug. Inoltre forse aveva letto le opere di Bengel
e Oetinger: sappiamo, p. es., che la Offenbarung di BENGEL era contenuta nella biblioteca personale di HOlderlin (L. S. SALZBERG, op. cit., pp. 9-10). Si veda inoltre G.
LAssoN, Einleitung, in G .W. F. tIEGEL, Jeneser Logik, Metaphysik und Naturphilosophie, Lipsia 1923, pp. XVI-XVII: IDEM, Einleitung, in G. W. F. HEGEL, Phiino111enologie des Geistes, 3 ed., Lipsia, 1928. pp. XIX-XXXIX.

81

80

(
) Nel pietismo si voluta infatti trovare una delle origini della VVeltanschauung storicistica (cfr. F. MEINECKE, Le origini dello storicisnio, cit., pp. 30-37;
E. SEEBERG, Gottfried Arnold, die Wissenschaft und die Mystik seiner Zeit, 1V1erane
i/S., 1929) probabile che anche il pensiero storico di Bengel possa aver influito
in questo senso.
81

(
) Soprattutto nel senso in cui preceduta la famigerata Heimatsphilosophiei>.
Fiorita in periodo hitleriano, essa cerca di dimostrare la continuit di naturale e
spirituale, di razza e pensiero degli autori che studia. I-Iegel stato uno degli oggetti prediletti di questi autori. Ha cominciato I-I. O. BuRGilR (Die Gedankenwelt der
grossen Schwaben, Tubinga e Stoccarda 1951, ma l'opera apparve in prima ed. nel
1932) considerando Oetinger il perfetto sistematore della Weltanschauung sveva (p,
152 sgg.) i cui leit-motiv sarebbero ((unit)) e <{totalit)), strettamente dialettizzati.
Seguendo l'opera di Burger in1pariamo a conoscere uno Schiller chiliasta (p. 184
sgg.), uno Schelling ripetitore di Oetinger (195-216), e cosi via per HOlderlin (216225) e Hegel (225-241). Ma soprattutto R. ScHNEIDER (Schellings und Hegels schiviibische
Geistesahnen, Wiirzburg Aumiihle, 1938) ha portato a livello scientifico ( !) tali intuizioni. Comincia dichiarando che il metodo della <1 I-Ieimatsphilosophie si inquadra perfettamente nella mistica nazista (pp. 1-3), e fin qui nulla da obiettare;
prosegue polemizzando contro i Dokumente di I-Ioffmeister che non terrebbero
conto dell'influenza della mistica sveva su Hegel (pp. 16-17): ma che colpa ha Hoffmeister se nei documenti non c' traccia di ci! La nota che anche noi abbiamo
riportato di Hegel sulla morte di J. J. Moser gli sembra dimostrativa della forte
influenza del Volkstum svevo sul giovane (sic!), ma soprattutto gli insopportabile
il richiamo a Herder per quanto riguarda i rapporti cultura-spirito popolare:
Oetinger che c' dietro, per chi non l'avesse ancora capito. Si avventura poi nell'analisi della cultura dell'Illuminismo tedesco, accumulando un grosso numero di
banalit, ecc. ecc. Il suo capolavoro sono le cento pagine che dedica a ricercare
on minuziosa indagine in Hegel e Schelling le analogie con la Theologia ex
vita deducta (pp, 51-149). Anche T. L. I-IAERING, affrontando questo argomento,
incorso in una certa ambiguit, in particolare nell'articolo Schwaben in der
Wissenschaft, in Festgabe fiir I(. Bohnenberg)), Tubinga 1938, pp. 209-224: vero
che Haering polemizza contro coloro che parlano di scienza ,, sveva)> - mentre
invece si deve parlare di svevi)> o <{bavaresi o <<brandeburghesi)> nella scienza)) (p. 209) - ma ci che si rifiuta di fare a livello naturalistico finisce poi per
farlo a livello vitalistico: non naturalizzare il pensiero ma vitalizzare, spiritualizzare la natura, proprio come fa Er:itler! (p. 223). Ma in fondo tutto ci avrebbe
poco valore se la metodologia della Heimatsphilosophie)) si limitasse a costituire un passato, il mascheramento pseudoscientifico di quelle Al1nenforschungen))
che servivano a mandare in ca1npo di concentramento qualsiasi persona avesse tra
gli avi un ebreo: la cosa pili preoccupante che un tale metodo di ricerca stato
ripreso or ora. In occasione del centenario schellinghiano (1954) tra i 1nolti contributi notevoli si sono intrufolate anche ricerche di questo tipo. Cosi, richiamandosi
a Schne!der, E. BENZ, Schellings theologische Geistesahnen, in <(StHtHa Philosophica)), XVI, 1954, pp. 179-201 (e anche Wiesbaden 1955), e Schelling, Werden und

6. A, Negri - Stato e diritto nel giovane Hegel.

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I
82

CAPITOLO SECONDO

Atteggiamento di protesta contro l'ortodossia, generico razionalismo, esigenze storiche: ma questi erano anche gli elementi
fondamentali della polemica religiosa dell'Illuminismo tedesco, che
Hegel gi a Stoccarda aveva pienamente abbracciato. Pietismo e
razionalismo si intrecciano ancora una volta. Vale infatti ricordare
che gli autori dell'Illuminismo tedesco si opponevano generalmente all'ortodossia nel tentativo di salvaguardare il sentimento religioso dai corrosivi effetti del grossolano Illuminismo che veniva
di Francia (82). Lessing polemizzava sia contro l'ortodossia letterale
che contro il mero scetticismo mascherato dalle dottrine deistiche francesi, e lo stesso Fichte alla Critica di ogni rivelazione
aveva fatto precedere alcuni scritti favorevoli all'editto Wi:illner,
preoccupato appunto dell'invadenza delle teorie irreligiose ed
illudendosi sulle intenzioni del ministro prussiano ( 83 ). Tale
anche lo spirito delle logge massoniche, altro frutto della cultura
illuminista, pullulanti nella Germania dell'epoca, che, al pili conseguente e polemico laicismo, accompagnavano l'intransigente difesa del sentimento religioso ( 84 ). Il problema dello Hegel era dun-

lVirken seines Denkens, Zurigo Stoccarda, 1955, - per quanto la <(heimatsphilosophische Forschung)) sia moderata da un certo rigore scientifico -, e sop~attut~o
w. A. ScnutzE, Zuni Verstiindnis der Stuttgarter Privatvorlesunge11 Sche!llngs, 111
Zeitschrift filr philosophische Forschung1), XI, 1957, 4, pp. 575-593, nel cui pastone
di citazioni da Oenger entra anche - orribile dictu - l'ebraica Kabbala. Non
aveva tuttl i torti Georgy Lukacs a chiamare simili interpretazioni leggende reazionariei> !
(82) Sull'Illuminismo religioso francese abbiamo :isto ~ BoRNHAUSEN'. Das religiOse Problem wii.hrend der franzOsischen Vorrevolution bei Bayle'. V ~ltaire, ~o~s
seau in Historische Zeitschrift, 105, 1910, pp. 496-514; M. LEROY, llistoire des tdees
soci~les en France, Parigi, 1946, pp. 194-220.
(83) Sulla filosofia religiosa di Lessing si possono utiln?ente vedere .L. Z~cHAR
NACK, Lessing und Sen1.ler. Ein Beitrag zur Entstehungsg:schtch.te des Rattonal1s1nus
und der kritischen Theologie, Giessen, 1905; X. LEON, Ftchte c1t., vol. I, pp. 38-48 e
52-53 K BARTH Die protestantische Theologie iin 19. Jahrhundert, Zurigo 1947, pp.
208-236;
HIR;CH, op. cit., voi. IV, pp. 120-165. Gli scritti cui accennian10 ~i Fi~hte
sono stati editi da X. LEON, op. cit., vol. I, pp. 159-165. In generale sulla s1tuaz1one
religiosa dell'Illuminismo tedesco si possono vedere utili indicazioni anche in A.
BANFI, La filosofia della religione in Hegel, in <(Rivista di Filosofia>>, XXII, 1931,
in part. pp. 348-359, e in J. DRoz, op. cit., pp. 393458.
(84) Manca, a nostra conoscenza, un lavoro aggiornato e. mo~ler?-o sulle in~lu:n
ze del pensiero massonico sullo sviluppo della filosofia degli ult1m1 due sec?h. Ep.
pure gi nel 1905 H. VAIHINGER (Ein Frei1naurerliederbuch als Quelle des Letdes an
die Freunde?, in <cKantstudieni>, X, 1905, Schillersheft, Sonderabdruck, p. 141) notava:
ci Ich weiss nicht, ob dicsc ganze Frcimaurerliteratur in ihrem Zusammenhange

E.

LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TUBINGEN

83

que quello dell'Illuminismo religioso tedesco e le influenze pietistiche vi avevano posto nella misura in cui si i11crociavano e si
accordavano con quelle illuministiche.

Anche l'influenza religiosa stata tuttavia mediata dall'ideale


della classicit. La religione un aspetto della cultura e della vita
della citt, e conseguentemente il problema hegeliano non si configura in termini individualistici ma sociali: fin dall'inizio Hegel
non un mistico ma un riformatore ( 85 ). N si consideri questa
mediazione umanistica dell'inflenza di movimenti specificamente
religiosi alcunch di esteriore, di sostanzialmente estraneo: essa
invece rivelava a Hegel uno dei pili centrali elementi di una tematica antica quanto il cristianesimo, quello dei rapporti tra chiesa
e stato.
Tornando al problema da cui siamo partiti, alla valutazione
dell'influenza religiosa sul giovane Hegel, possiamo ora trarre alcune conclusioni, limitatamente al periodo di Tubinga. Dobbiamo
innanzitutto notare che tale influenza molto complessa, risultando dalla compenetrazione di motivi pietistici, illuministici, neoclassici e tradizionali. In secondo luogo possiamo assumere per certo che l'atteggiamento intellettuale di Hegel nei riguardi della religione non proviene da un presupposto irreligioso n, tanto meno,
ateo (86 ): egli ostile all'ateismo come alla rigida ortodossia, e mun1it der allgemeinen Geistesgeschichte von rein wissenschaftlichen Methode bis
jetz gentigend ausgenutz ist. Sollte es nicht der Fall sein, so geben diese Bemerkungen vielleicht den Anstoss dazu 1>. N v' da porre in dubbio che profondissime influenze vi siano state: basti ricordare I'Ernst und Valk di LESSING, o i
Meister's Lehrjahre di GoIJTHE, o i Trii.u1ne eines Geistersehers di KANT, o l'opera
di riforma della loggia berlinese di Fichte, ed infine, crediamo, anche l'ideale del
Reich Gottcs di fiegel, Hi:ilderlin e Schelling. Si veda in ogni caso l'Allgemeines
Handbuch der Freitnauerei, I voi., Lipsia 1900, in part. gli articoli Deutschland,
llluminaten, Hiimanitiit; F. J. ScHNEIDER, Die Freimauerei und ihr Einfluss au~
die geistige [(ultur in Deutschland ani Ende des 18 Jahrhunderts, Praga 1909; R.
LE FORESTIER, Les illu1nins de Bavire et la Franc-n1.aonnerie allemande, Parigi, 1914.
85

) Con particolare vigore ha posto in luce ci, P. ASVELD, op. cit., pp. 36-39
(per quanto riguarda il periodo di Tubinga): ma si veda anche IDEM, Hegel rformateur religieux (1793-1796) (poi rifuso nell'op. cit.), in <{ Universitas Cath. Lova~
niensis, Sylloge Excertorum e dissertationibusi>, 25, 1, 1952.
86
(
) La tesi dell'ateismo sostenuta da G. LUKACS, op. cit., pp. 36-43 per il periodo
di Tubinga, e in genere da KOJVE, A., Introduction la lecture de Hegel, Parigi:
1947. Contro tale interpretazione, le giuste obiezioni di N. BonBro, art. cit., p.
220 sgg.
(

.Kv

84

CAPITOLO SECONDO

LA FORMAZIONE I-IEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TtiBINGEN

tua dal pietismo e dall'Illuminismo tedesco il tema della soggettivit dell'esperienza religiosa e di conseguenza i moduli della polemica contro la struttura ecclesiastica. Ma non aspettiamoci per
questo un Hegel preromantico, in preda a contorcimenti interiori
e ad isterismi mistici: egli affronta il problema dell'esistenza positiva del cristianesimo, e il suo soggettivismo non si confonde
coll'individualismo ma si integra, secondo l'intuizione neoclassica,
nella concezione della religione pubblica. Il Tubinger Fragment,
che analizzeremo pili tardi, cercher appunto di dare una risposta
sistematica a queste esigenze, ma basta porre attenzione ad un
breve schema, che servi alla preparazione di quello studio ( 37 ), per
cogliere i motivi fin qui accennati. Hegel lamenta che il protestantesimo abbia perduto nel corso della sua evoluzione quel carattere
soggettivo che, nascendo, aveva rivendicato al cristianesimo: es~o
ha disperso e mutilato in una nuova dommatica le fresche energie
allora risvegliate. Ne seguita l'alleanza di chiesa e di stato dispotico, che effetto e causa dell'impoverimento dell'impulso religioso, ed in genere vitale, dei singoli. Tale giudizio storico sull'attuale
situazione del sentimento religioso riconduce Hegel all'ideale classico: l'integrazione di religione e vita pubblica in Atene e in Roma
non si risolveva nella stagnazione dello spirito ma era il prodotto
della libera e spontanea attivit di tutti i cittadini. La protesta la religione cristiana ha generato molti martiri, eroi nel soffrire,
ma nessun eroe nell'agire ,, (SS) - rivolta contro la chiesa, contro l'ortodossia che subordina le coscienze ad una mitologia dell'esteriorit e favorisce l'alienazione dei soggetti dalla vita attiva,
non contro la religione che nel suo aspetto soggettivo ancora
considerata la fonte di ogni energia vitale.
Procedendo in questa direzione Hegel potr applicare all'indagine religiosa il metodo di tipo sociologico ( 89 ) che aveva comin-

85

ciato ad enucleare negli anni precedenti ed il problerna del rapporto tra chiesa e stato, nella sua dimensione storica, teorica e
politica, diverr il tema centrale della sua meditazione. Ma prima
di scendere a tale analisi, dobbiamo vedere come l'entusiasmo hegeliano per la rivoluzione francese giovi a puntualizzare ulteriormente il suo interesse scientifico.
5. - Esiste senza alcun dubbio una profonda analogia tra l'animus rivoluzionario e quello giovanile: in entrambi la stessa assoluta
dedizione all'oggetto, oltre ogni quietistico conformismo, ed il medesimo sentimento dell'urgenza, dell'imprescindibilit di un mutamento, cl1e danno all'azione t1n tono entusiastico, qt1asi religioso.
Avevamo colto questo carattere, potenzialmente rivoluzionario, nella cultura dell'Illuminismo, ora lo ritroviamo, attuale, nel pensiero rivoluzionario e nei giovani che in esso si rico11oscono, come
Hegel, Holderlin, Schelling. Per quanto ci riguarda, si tratta di vedere se, a causa di tale mediazione giovanile dell'atteggiamento rivoluzionario dei nostri autori, si debba parlare soltanto di "studentischer Rausch, cio di uno spontaneo ed irriflesso entusiasmo gogliardico (90 ), o se invece in ci non si riveli un'adesione in qualche
modo definitiva ai motivi ed ai temi della rivoluzione, un'esperienza che andr sempre pili approfondendosi fino a divenire essenziale
alla comprensione del loro pensiero (91 ).

(90) In queste parole espresso il giudizio sull'influenza della rivoluzione


francese sul giovane I-Iegel, di R. HAYM, op. cit., p. 33. Haym tuttavia considera
la posizione hegeliana del tutto analoga a quella dell'intellighentia tedesca, che
si abbandon ad un atteggiamento vagan1ente riformistico piuttosto che far pro~
pri gli stitnoli che provenivano dalla Francia e trasformarli in azione: in ci egli
riconosce l'origine della tragedia politica tedesca. Ritengono
effimero e senza
radici >J l'entusiasmo liberale di Schelling, J. DRoz, op. cit., p. 461, e HoLLERBACH, A.,
op. cit., pp. 23-24. Cfr. infra la discussione di queste interpretazioni.
<(

1
(9 )

(87) Jugendschriften, pp. 355-359,

ma soprattutto, per quanto qui detto, pp.

356-357.
(88) Ivi, p. 357.

(Bfl) Dobbiamo avvertire, a scanso di equivoci, che quando si usa il termine

<(sociologicon, attribuendolo al metodo o al pensiero di Hegel, non si fa alcun


riferimento a dottrine sociologiche rnoderne o passate. Il significato del termine
dovrebbe esser chiarito volta per volta dal contesto del discorso.

Questa tesi hanno soprattutto sostenuto A. STERN, flegel et les ides de


1789, in ((Revue philosophique)), 1939, 64, pp. 353-363, in particolare p. 355 sg. e J.
RITTER nel recente l-Jegel und die franzOsische Revolution, in ((Arbeitgc1neinschaft
filr Forschung des Landes Nordrhein-Westfalen>>, H. 63, Colonia e Opladen, 1957 (in
particolare p. 15: (( es gibt keine zweitc Philosophie die so schr und bis in ihre
innersten Antriebe hinein Philosophie der Revolution ist wie die Hegels ))), Le
interpretazioni generali del pensiero politico hegeliano che sottostano a questa
considerazione dell'influenza della rivoluzione francese sul pensiero di Hegel sono quelle di E. WEIL1 Hegel et l'tat, Parigi 1950 e di H. MARCUSE, Reason and
Revolution, cit.

86

CAPITOLO SECONDO

LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TUBINGEN:

La rivoluzione francese ebbe in Germania una profonda eco,


soprattutto negli ambienti culturali (92 ). Ad un'informazione esauriente e precisa degli avvenimenti, si accompagn un largo dibattito, cui nessun intellettuale fu estraneo ( 93 ). Ed era inevitabile che
ci avvenisse poich la cultura tedesca aveva profondamente meditato su quei temi, proposti dall'Illuminismo, che ora la rivoluzione francese sembrava riprendere per tradurre nelle istituzioni; inoltre le lettere francesi rappresentavano da almeno un secolo
l'indice della cultura europea, il crogiuolo di quanto nel mondo
culturale veniva elaborandosi (94 ). Alle prime notizie dei fatti di
Francia, ogni intellettuale tedesco si sente cittadino del nuovo stato che i borghesi francesi vanno costruendo, solidale coi loro ideali, convinto soprattutto di presenziare ad una decisiva svolta nella
storia del mondo. Anche quando pili tardi i pareri cominceranno
a distinguersi, ad assumere inflessioni polemiche, ed all'incondizionato favore di dianzi corrisponder talvolta un'altrettanta incondizionata disapprovazione, pur sempre la rivoluzione francese
costituir, per la generazione che la vide, il fatto attorno a cui si
cristallizzarono le scelte politiche e culturali (95 ).
Anche nel Wlirttemberg la notizia della rivoluzione ebbe un'ac-

coglienza entusiastica. Tanto pili che i primi esperimenti francesi


per fondare una monarchia costituzionale solleticavano l'orgoglio
svevo per avere evitato, unico tra gli stati tedeschi, l'involuzione
settecentesca verso il dispotismo illuminato e per avere una costituzione che, a ragione o a torto, era ritenuta liberale (96). Nello
Stift poi l'entusiasmo tocc i limiti dell'infatuazione. Sono noti gli
aneddoti che narrano di uno Schelling traduttore della Marsigliese,
di Hegel e Holderlin con lui membri di un Club rivoluzionario,
dell'albero della libert che gli amici si preoccuparono di impiantare sulle ridenti sponde del Neckar, della dimostrazione contro
gli emigrati francesi, e delle conseguenze che ciascuno di questi atti
port con s (97 ) : ma qui si riapre il problema, di vedere cio
se questi atteggiamenti giacobini rivelassero l'assunzione dei principi rivoluzionari o se invece non si riducessero ad altro che ad
una provvisoria infatuazione.
Per rispondere a tale quesito necessario ricordare i caratteri
dell'intuizione storica dello Hegel, quale era venuta fin qui configurandosi: il mito neoclassico gli offriva l'ideale di una comunit
spontanea, in cui, contro ogni privilegio ed alienazione, gli individui ponevano la loro libert e creavano strutture ad essa adeguate.
Ora, la rivoluzione francese confermava questo ideale: anch'essa
era un fatto storico che dava l'avvio alla costruzione di uno stato
in cui le individualit potessero affermare la propria libert contro il privilegio su cui era fondato l'ancien rgime. Hegel mutua
quindi dall'ambiente l'entusiasmo per la rivoluzione ma lo riporta

(92) Sulle risonanze tedesche della rivoluzione francese si hanno molte ottin1e opere: Si vedano in particolare W. WENCK, Deutschland vor 100 Jahren, Lipsia

1887; W. A. WAI-IL, Studien zur Vorgeschichte der franzOsischen Revolution, Tubinga 1911; L. LTIVY-BRUHL, L'Allenzagne depus Leibniz, Parigi 1907, pp. 231-254;
G. P. GoocH, Gernzany and the french Revolution, Londra 1920; A. STERN, Der
Einfluss der franzOsischen Revolution auf das deutsche Geistesleben, Stoccarda
e Berlino 1928; A. GURVITSCH, Das Revolutionsproblem in der deutschen staatswissenschaftlichen Literatur, Berlino 1935; R. AR1s, History of political Thought
in Gennany, Londra 1936, pp. 21-62; N. MARCEAU, L'Allemagne et la rvolution
franaise, Parigi 1939; I-I. BRUNSCHVIG, La crise de l'tat prussien la fin du
XVI!Ie sicle et la gense de la 1nentalit romantique, Parigi, 1947; nonch il
con1plessivo ed ottimo lavoro cit. di J. DRoz.
(03) Sulla diffusione delle notizie rivoluzionarie si veda l'ottima analisi di
J. DRoz, op, cit., pp. 32-38; sul carattere e le posizioni assunte dagli intellettuali
liberali tedeschi, cfr. infra.
(94) Sull'influenza della cultura francese in Germania, si vedano ad es. le parole
che GOETHE fa pronunciare a Wilhelm Meister: come si pu essere nemici di una
lingua (la francese) a cui siamo debitori della pitl gran parte della nostra cultura
e a cui ancor tanto dovremo prima di aver acquistato una nostra decisa personalit? (W. Meister's Lehrjahre, trad. it., Opere, III, Firenze 1949, p. 639).
(05) Su ci insiste bene J. DRoz, op. cit., p. 43; cfr. anche X. LEON, Fichte, cit.,
voi. I, pp. 166-177.

87

6
(9 ) Sulla situazione costituzionale del WUrtte1nberg si cfr. J. DRoz, op. cit.,
pp. 111-134 e soprattutto E. HOLZLE, Das alte Recht und die Revolution. Bine politische Geschichte Wilrttembergs in der Revolutionszeit 1789-1805, Monaco e Berlino
1931. Per quanto la costituzione sveva passasse in Europa per liberale, si trattava
invece di un ordinamento oligarchico fondato sulla collaborazione del principe territoriale e dell'aristocrazia. Cfr. infra la nostra discussione sul progetto costituzionale del giovane Hegel.
97

) Sulle reazioni degli studenti dello Stift alla notizia della rivoluzione francese si vedano soprattutto J. !-IOFFMEISTER, in Dokuniente, pp. 430 - 433; W.
BETZENDORFER, op. cit., p. 23, 27-28, 59-63, 111 sgg.; G. L. PLITT, Aus Schellings Leben,
in Briefen, voi. I, Lipsia 1869, pp. 31-34; nonch J. DRoz, op. cit., pp. 116-120; T. L.
HAERING, Hegel, sein Wollen und sein Werk, voi. I, Lipsia 1929, pp.35-38; H. ZELTNER,
op. cit., p. 14 sgg. RosENKRANZ, a p. 14 dell'op. cit., ricopia alcuni passi dal Carnet
d'autografi dcl giovane Hegel, in questo periodo: vi si leggono invocazioni ed imprecazioni giacobine, invettive rousseauiane e schilleriane.
.
(

88

CAPITOLO SECONDO

entro la propria problematica storica e politica, facendone un elemento autentico e distintivo del suo pensiero. Mentre l'ideale neoclassico proponeva la soluzione dell'antinomia illuministica di libert individuale ed universalit razionale in una prospettiva puramente erudita e letteraria, l'azione rivoluzionaria recide il nodo
del problema e risolve il dilemma teorico in cui era impaniato il
pensiero, rinnovando l'ideale umanistico in forma attuale e giuridica. Questo il significato precipuo dell'influenza del pensiero rivoluzionario su Hegel, lo stimolo cio a passare da una considerazione storica di tipo letterario ad un'analisi di tipo giuridico, e la
conseguente preoccupazione di considerare la filosofia non sotto il
profilo metafisico ma come interpretazione del presente.
L'influenza della rivoluzione francese non determina solo la direzione in cui si muover il pensiero hegeliano, ma ne qualifica
anche il contenuto. Innanzitutto infatti filosofia della storia e filosofia della libert tenderanno a coincidere: la rivoluzione ha insegnato che il processo storico un susseguirsi di lotte per l'estensione della libert e con ci ha riposto nella comprensione del
concetto di libert il principio di ogni possibile intendere storico (98). In secondo luogo il problema del rapporto tra chiesa e
stato che gi si era affacciato nella tematica hegeliana scoprir
come sua principale sottospecie il problema della forma giuridica
che la libert deve assumere. A questo proposito si voluta vedere
nel giovane Hegel una singolare alternativa: da una parte l'affermazione della libert fuori dello stato, dall'altra l'affermazione della libert nello stato(""). Ma che pu significare per Hegel " liber(98) Ci ha posto in luce chiaramente J. RrrTER, op. cit., pp. 20-22 e 35 sgg., soprattutto, a nostro parere, contro F. BULOW, op. cit., p.10, per cui la rivoluzione francese avrebbe suscitato un interesse ineramente psicologico, in ogni caso non qualificato, in Hegcl. Anche H. NIEL, op. cit., p. 26 ha colto l'importanza dell'influenza
del pensiero rivoluzionario sulla forn1azione della metodologia storiografica di Hegel.
(99) Cosi F. RosENZWEIG, op. cit., vol. I, p. 29, la cui tesi J. lYPPOLITE ricalca in
La signiflcation de la rvolution franaise dans la Phenomenologie)) de Hegel, in
<(Revue philosophique11, 1939, 64, pp. 321-352, soprattutto fino a p. 327; libert nello
stato che raffigurerehbe la libert del cittadino della polis, libert fuori dello
stato che sarebbe identificabile con quella del cristiano che si attua in rapporto di
trascendenza, in ogni caso oltre i limiti del mondo sociale. Ma llegel polemizza contro questo secondo tipo di libert, l'alternativa insomma non indiscriminata neppure al principio ma sempre percorsa da un rigoroso criterio di scelta. (Lo studio
citato di J. HYPPOLITE si pu vedere ora anche in Etudes sur Marx et H e gel, Parigi 1955, pp. 45-81).

LA FORMAZIONE I-IEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TtiBINGEN

89

t fuori dello stato? Null'altro che l'esigenza di rivendicare l'autonomia dei soggetti nei confronti del dispotismo e dell'ortodossia religiosa; all'infuori di questo motivo polemico, la libert
affatto considerata da Hegel in riferimento alle strutture oggettive
della storia, allo stato ed alla chiesa: la libert dev'essere garantita
ai soggetti dalla seconda, mentre la sua efficacia dipende dal primo. La rivoluzione francese, proponendo allo Hegel il concetto di
libert in maniera cosi pienamente storica, gli pone anche il problema dell'integrazione di chiesa e stato in un unico ordinamento
in cui si obbiettivi in forma giuridica la libert stessa (100 ).
Hegel insomma accetta l'insegnmnento della rivoluzione francese in tutta la radicalit dei suoi atteggiamenti e delle sue formule
programmatiche ( 101 ), distinguendosi con ci fin d'ora dal contemporaneo pensiero liberale tedesco.
L'entusiasmo dei pensatori politici del liberalismo tedesco per
la rivoluzione francese non era infatti mai andato oltre un primo
approccio. Generalmente vicini alla Gironde essi considerarono la
sconfitta di questo partito una sciagura irreparabile (102). Il liberalismo tedesco costituzionalistico, in nessun caso democratico, ed il
concetto fondamentale che esso aveva elaborato, quello di Rechtsstaat, vale a dire l'idea che il cittadino doveva obbedire solo alle leggi che si era liberamente imposto, non implicava affatto la partecipazione di tutti i cittadini alla vita politica: all'idea di stato di diritto era invece presupposta una immagine paternalistica dello
stato e su di essa influiva la nozione religiosa del necessario e progressivo perfezionamento morale dei cittadini che, solo, avrebbe
permesso il graduale passaggio da un concetto formale ad uno sostanziale di libert ed uguaglianza. L'individualismo giusnaturalistico, la raffigurazione atomistica del contesto sociale e l'idea dello
stato di benesse non erano insomma superati. Ne derivava l'aprio-

100
(
) La Chiesa dunque in quanto permetta lo svolgersi della libert umana, ha
posto nell'intuizione hegeliana di questo periodo: ancora una volta tocchiamo qui
l'insufficienza della tesi ateistica)>, e particolarmente di G. LUKACS, op. cit., pp. 3643.

(1 1 ) E' importante altresf sottolineare che Hegel ha anche modellato sul linguaggio rivoluzionario la sua terminologia: per la dimostrazione si veda G. AsrELIN,
op, cit., pp. 20-23.
(

1 2
0 )

Cfr. J, DRoz, op. cit., p. 47 sgg., 50-51, 58-63, 74-75, 79 sgg,

90

CAPITOLO SECONDO

LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TtiBINGEN

ristico rigetto della violenza come mezzo di trasformazione delle


strutture sociali ed un'ottimistica attesa del mutamento degli ordinamenti giuridici dalla riforma delle coscienze e dal trionfo
dei lumi ( 103 ). Se in un primo momento la rivoluzione era stata
considerata ed apprezzata come l'attuazione francese del Rechtsstaat, appena il movimento rivoluzionario si evolve in direzione repubblicana e democratica, i liberali tedeschi si ritraggono inorriditi, rivelando in tal modo l'astrattezza delle premesse da cui muovono e la loro insufficiente comprensione della situazione francese.
Essi rispecchiavano d'altronde l'incapacit della borghesia tedesca,
tenuta prigioniera negli angusti limiti dei piccoli stati territoriali
dell'Impero, di concepire e condurre una rivoluzione sociale e nazionale, ed il tradizionale moralismo ed intimismo della dottrina
luterana offriva loro l'alibi per trasformare liniziale entusiasmo
rivoluzionario in un incolore atteggiamento riformistico.
Anche quando si ricordino le posizioni dei grandi pensatori
tedeschi di quest'epoca, si urta contro le medesime ambiguit ed
un sostanziale tono di compromesso. Esemplare , a questo proposito, il caso di Kant: egli giustifica in tutti gli scritti del periodo
la rivoluzione francese, ed in ogni sua fase, rifiutandosi di confondere il giudizio sul fatto storico con le valutazioni moralistiche
dei pietosi reazionari che della rivoluzione riconoscevano solo gli
eccessi ( 104 ), e d'ltro canto giustamente si potuto vedere nello
spirito che anima la sua filosofia la teoria germanica della rivo-

luzione ,, ( 105 ); eppure Kant non accede mai ad una concezione democratica e la giustificazione della rivoluzione si accompagna, contraddittoriamente, alla proclamazione dell' assolutezza della legge
che misticismo protestante e lealismo prussiano gli impongono (106).
E lo stesso Fichte, che vigorosamente rivendica il diritto del popolo
alla ribellione e che, per profonda consonanza spirituale, riconosce il valore universale della rivoluzione francese ( 107), pure conclude in una concezione del progresso storico come sviluppo immanente alle coscienze e graduale interiorizzazione, che in realt nasconde in un religioso ed entusiastico ottimismo l'incapacit di affrontare il problema della rivoluzione tedesca ( 108 ). Il liberalismo
tedesco insomma prigioniero del moralismo e dell'arretrata situazione sociale della Germania, incapace perci di prospettare
un'azione rinnovatrice, ed il rapporto che stringe alla rivoluzione
francese anche i st1oi pili co11seguenti esponenti non diviene in
nessun caso tramite da un generico entusiasmo, e talvolta da una
sofferta partecipazione, alla volont rivoluzionaria.
Non cosi i giovani teologi dello Stift: la rivoluzione francese
offre dei motivi e degli atteggiamenti che essi riassumono pienamente nel loro pensiero, n per essi si stabilisce alcuna alternativa
tra azione rivoluzionaria e pensiero teoretico. Anzi, il travaglio teoretico ha solamente senso in vista della soluzione dei problemi pratici, del superamento della disgregata struttura sociale e territoriale della Germania: teoria e prassi risultano affatto dialettizzate.

(103) Jbideni, p. 78.


(104) Il primo accenno alla rivoluzione francese contenuto nella Kritk der

Vrtheilskraft del 1790 (paragf. 63, nota), poi in Die Religion innerhalb die Grenzen
der reinen Vernunft del 1793 (4 St., 2 Abschn., paragf. 4), in Zum ewigen Frieden
del 1795 (St. II, Art. 12) dove comincia la distinzione tra la responsabilit morale
delle violenze rivoluzionarie e la legittimit del principio sostenuto dai rivoluzionari,
infine in Der Streit der Fakultiiten, del 1798 (Il, paragf. 6). Sui rapporti di Kant con
il pensiero rivoluzionario si veda in ogni modo: K. VoRLANDER, Kants Stellung zur
franzOsischen Revolution, in <(Philosophische Abhandlungcn H. Cohen zum 70.
Geburtstag dargebrachb>, Berlino 1912, p. 247 sgg.; HAENSEL, W., Kants Lehre van
Widerstandsrecht, ein Beitrag zur Systematik der kantischen Rechtsphilosophie, in
({Kantstudien, Erglinzungsheft, 60, Berlino 1926, in particolare pag. 74 sgg; P.
ScHRECKER, [(ant et la revolution franaise, in <{Revue Philosophique, 64, 1939, pp. 394425; J. Dnoz, op. cit., pp. 154-171; I-I. S. REISS, Kant and the right of rebellion, in
Journal of the History of Ideas, XVII, 1956, p. 179 sgg. Si noti che Kant ebbe anche dci rapporti diretti con il Comitato di Salute Pubblica (P. ScHRECKER, op. cit., pp.
408-413).

91

105
(
) Cosi chiam la filosofia kantiana il giovane Marx: cit. da K. VoRLiiNDER,
Kant und Marx, Tubinga 1911, p. 41.
1 6
( 0 ) Su questa contraddizione insiste J. Dnoz, op. cit., pp. 169-171 ed anche W.
HADNSEL, op. cit., pp. cit.; non crede invece si possa parlare di contraddizione G.
SOLARI, in Studi storici di Filosofia del Diritto, Torino 1949, p. 232, 237 e passn,
che esclude la possibilit di poter considerare per qualsiasi verso democratica la
teoria politico-giuridica di Kant.
101

) Cfr. la famosa lettera in Fichtes Briefwechsel, a cura di H. SCHULZ, voi.


I, Lipsia 1925, pp. 449451, e X. LEON, Fichte, cit., II, 2, p. 288. Si veda inoltre
FrCHTE, Beitriige zur Berichtigung der Urtheile des Publilonus Uber die franziisische
Revolution (1793) in {<Wcrke>>, val. VI, Berlino 1845, pp. 39-288, in particolare p,
39 sgg., 91-102, 147-151.
(

(1 8 ) Questa la conclusione cui giunge anche M. GUEROULr, Fichte et la rvolution franaise, in ({Revue philosophique, 64, 1939, pp. 226-320, in part. p.
229 e 233-234; ma confronta anche, sullo stesso piano, X. LEON, Fichte, cit., I,
pp. 167-176 dove si chiariscono i precedenti di tale soluzione.

92

LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TilBINGEN

CAPITOLO SECONDO

E ci non vale solo per Hegel ( 109 ): anche Schelling, sulla cui coerenza democratica sono state sollevate giustificate riserve, tuttavia
mosso da una vigorosa sollecitazione morale e politica ( 110 ); e non
nascono dubbi di sorta per quanto riguarda Hiilderlin, il poeta
giacobino, i cui canti sono rivolti alla comunit ed incitano alla
ribellione quando la sapienza libera e potente intuita nella pienezza dei suoi attributi :
" Kommt den Jubelsang mit uns zu singen,
Denen Liebe gab die Schiipferin !
Millionen, kommt emporzurigen
Im Triumphe zu der Kiinigin !
Erdengiitter, werft die Kronen nieder !
Jubelt, Millionen, fern und nah !
Und ihr, Orione, hallt es wider:
Heilig, heilig ist Urania! ,, (ll1 ).

( 1 09) In una recentissima opera, .T. F'LtiGGE (Die sittlichen Grundlagen des Denkens.
Hegels existentielle Erkenntnisgesinnung, Amburgo 1953) ha insistito sull'origine eticoesistenziale della filosofia hegeliana, ma con metodi del tutto fonnali, psicologistici,
piuttosto che storici. E' giunto cosi ad alcuni brillanti risultati che hanno il merito
di appiattire la personalit hegeliana a livello di tutti i pensatori che sono esistiti
e che esisteranno, poich infatti impossibile escludere per qualsiasi filosofo un
qualsiasi presupposto etico e psicologico dcll' indagine. Quando l'analisi del
Fltigge esca dalla genericit allora si ha la lieta sorpresa di leggere che !'{<esperienza di pensiero)) propria della n1etodologia hegeliana da intendersi nel senso
degli antichi misteri eleusini (che, si noti, non sappiamo neppure in che cosa precisamente consistessero) (p. 17), oppure che l'esperienza della creativit dell'atto
del pensare deriva ad Hegel da fonti misteriche (p. 24), ecc.
(llo) Cfr. p. 85, n. 90. Gli interpreti del pensiero giovanHe di Schelling escludono
in genere che nel primo periodo dell'attivit di Schelling siano presenti interessi
etico-politici: si veda per tutti E. BREHIER, Schelling, Parigi 1912, p. 296 e A. MAsSOLO, Schelling e l'idealismo tedesco, in Rivista critica di storia della filosofial>, 1955,
p. 46. Contro tali interpretazioni e richiamandosi soprattutto alla tesi schellinghiana
del 1792 << Antiquissiini de prima malorum origine ... 11 (cfr. supra, p. 73 sgg.), si pone opportunamente l'articolo di G. SEMERARI, L'etica di Schelling sino al Sistema
dell'idealismo trascendentale)), in Giornale critico della filosofia italiana>1, XXXV,
1955, pp. 490-531. Semerari sostiene che la sollecitazione morale il motivo decisivo del processo mentale schellinghiano (p. 491) e che sotto le diverse fasi della
filosofia schellinghiana che si sono volute vedere sta, fin dalla gioventU, la continuit dell'interesse n1oralc.
(111) ((Venite con noi a cantare il cantico di giubilo, / voi cui diede amore la
creatrice! / Milioni, venite a lottare per innalzarvi / nel trionfo verso la Regina! ; Re della terra, buttate giU le corone! I Giubilate, milioni, vicino e lontano! /

93

L'influenza della rivoluzione francese sulla formazione di Hegel, Hiilderlin e Schelling non dunque un fatto trascurabile, ma
una fonte continua di ispirazione tematica. L'intuizione classica
della citt libera perde di conseguenza i toni eruditi in cui era
configurata e si trasforma in un cosciente atteggiamento umanistico di analisi del mondo presente e nella volont di mutarlo.
Qualora si trascuri quest'intenzione, insie1ne pratica e teoretica,
risulta affatto incomprensibile la successiva evoluzione di questi
autori, ed in particolare dello Hegel, la cui indagine sar sempre
rivolta a scoprire nella storia il processo di attuazione della libert, non in astratto, non in un'univoca e moralistica progressiva
riforma delle coscienze, ma in concreto, nel ricambio continuo
delle istituzioni, nel mondo oggettivo in cui lo spirito afferma e
nega, in ogni caso lotta per la sua libert.
6. - L'apriorismo della ragione teoretica, l'assolutezza della
legge morale, il primato della ragione pratica, la polemica contro
la tradizione e l'autorit: su questi motivi si sosteneva la teoria
tedesca della rivoluzione: con ci Kant appariva come il pili conseguente interprete del pensiero illuministico ed in questa prospettiva era inteso dai giovani dello Stift (112).
Non v' dubbio che Hegel conoscesse il pensiero di Kant, e
fors'anche profondamente. Del 1792 un estratto in cui egli prende in considerazione le forze rappresentative della coscienza secondo uno schema kantiano (113 ), e par certa l'avvenuta lettura
delle Critiche, oltre che degli scritti minori pertinenti la storia e
il diritto ( 114 ); lo studio del pensiero kantiano poi approfondito
E __ voi, Orioni, _rieche~giate: I santa, santa Urania!/)) (trad. di G. VIGOLO, in
HoLDE~LJN, ..P~esie, Torino 19~8, p. 85). Quella riportata l'ultima strofa dell'Hymne
and
Gott1n der Hannonie, del 1791 (cfr. HOLDERL'IN, S . W ., voi . I , p. 103 sgg. ) , su
. dte
.
CUI ~I posso_no vedere ~: s. ?ALZBTIRG, op. cit., p. 12-20; E. TONNNTILAT, op. cit., pp.
2?-5~, J. HoFFlvIEISTER, Flolderlzn und die Philosophie, cit., pp. 44-58; a questi autori
SI :1manda anche in genere per la comprensione del pensiero di H. in questo
periodo.
112
(
) Cosi W. DILTHEY, Jugendgeschichte Hegels cit. p. 12 R }lAYM op ct't
pp. 34-36.

.
"
113

) Dokumente, pp. 172-173: lestratto proviene da11' anonima recensione di


M. C. CH. E. ScI-IMIDT, Empirischer Psychologie (Iena 1791), apparsa sull'<(Allg. Lit.
Zeit.>l, Jena 2 e 3 aprile 1792.
111
(
) Cfr. w. BETZENDORFER, op. cit., p. 62, 105.
(

94

CAPITOLO SECONDO

dalla sicura conoscenza della Critica di ogni rivelazione di Fichte


e certamente favorita dal noto equivoco sulla paternit della
pubblicazione che verosimilmente deve avere indotto il giovane
Hegel ad approfondire l'analisi di quello scritto nel contesto del1' opera kantiana ( 115 ).
Ma a questo punto dobbiamo esplicitamente chiederci: in
che misura Hegel accetta il kantismo? Tra gli interpreti vi stato
chi ha considerato l'opera hegeliana di Tubinga, ed anche quella
di Berna, null'altro che la traduzione e la parziale reinterpretazione
del pensiero di Kant (11 6); ma l'ammissione di una siffatta passiva
dipendenza non sembra accettabile alla maggior parte degli studiosi. Se infatti la terminologia che Hegel usa in questo periodo
genericamente modellata su quella della scolastica illuministica e
specificamente richiama Kant e Fichte, il contenuto degli scritti risulta gi in gran parte rinnovato. S' visto come il nucleo fondamentale della tematica hegeliana fosse di origine umanistica, connesso da un lato alla rinascenza del classicismo, dall'altro alla nuova prospettiva in cui quell'ideale era stato interpretato sotto l'influenza del pensiero rivoluzionario : ne doveva conseguire l'opposizione al formalismo kantiano, all'astratta concezione della legge
morale, al dualismo di ragione e sensibilit, poich l'intuizione hegeliana, sebbene fin qui non esplicitamente teorizzata, pretendeva
tuttavia il carattere della mediazione e della totalit, in conformit
alle esigenze espresse dal movimento umanistico. Mentre Kant
procedeva per distinzioni, Hegel per riduzioni, ed alle antinomie

(115) L'opera di Fichtc apparve a Ktinigsberg, per i tipi dell'editore Hartung, nel
1792: ebbe subito recensioni benevole o polemiche sull'<<Allgemeinc Literatur Zeitungl>, sui GOttingische Anzeigen)), sull'<iAllgemeine Deutsche Bibliothelo>. Hegel seguiva abitualmente queste riviste culturali, e perci possiamo supporre che fosse
ben presto interessato alla lettura dell'opera. Sulla diffusione dell'opera cfr. a ogni
modo X. LEoN, Fichte, cit., val. I, pp. 141-152. G. ASPELIN, op. cit., pp. 37-38, crede di
poter determinare fin d'ora le seguenti analogie tra il pensiero hcgeliano e quello
kantiano-fichtiano della Kritik aller Offenbarung: a) il nesso di carattere pratico
stabilito tra morale e religione; b) la postulazione della divinit su base pratica;
e) la distinzione delle forme di religiosit. Per quanto riguarda i due primi pro~
blemi prospettati da Aspelin si deve subho dire che non necessario pensare ad
un'influenza kantiana: basti ricordare le posizioni di Storr e della sua scuola,
su cui cfr. infra.
(116) Cfr. W. DILTHEY, op. cit., p. 12, 14, 16 e passini: dopo Dilthey, e fors'anche
per la sua indiscussa autorit, questa tesi si sovente riproposta.

LA FORMAZIONE 1-IEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TtiBINGEN

95

opponeva la mediazione: non aveva dimostrato la rivoluzione che


teoria e prassi, ragione e sentimento potevano ricongit1ngersi in un
medesimo atto dello spirito? E quando Kant, tratteggiando lo sviluppo storico, ne sospingeva il termine in un processo indefinito
Hegel ne determinava invece il fine nella citt, nella totalit orga'.
nica della civilt classica e nell'ideale di quel laico e terreno regno di Dio" la cui realizzazione gi la rivoluzione aveva fatto presagire. Hegel accetta quindi il kantismo, ma solo dopo averlo piegato al proprio sentire: mentre infatti i dualismi esasperati della
filosofia di Kant portavano al limite estremo le contraddizioni del
pensiero illuministico ed esprimevano l'esigenza di una soluzione
teorica e pratica del problema, per lo Hegel la mediazione un
fatto compiuto, raggiunto nel trionfo della rivoluzione, ed il compito della filosofia ormai quello di contribuire alla costruzione di
un nuovo mondo. Il kantismo che Hegel fa proprio, sar dunque'
un kantismo applicato, metodologico, reinterpretato in vista di
quei fini pratici che la nuova sitnazione suggeriva (117).
Tale disinvoltura nel considerare la filosofia kantiana, Hegel
aveva in comune con la scuola teologica di Storr, il cui insegnamento gli fu pure utile tramite di conoscenza del kantismo. Gottlob

~ 117 ) G., ASPELIN. ncll'op. c~t. ha posto c~iaramente in luce il carattere problematico. dell accettazione hegehana del pensiero kantiano: secondo quest'autore si
dev~ ~Icordare e!'~ <( gli interessi di Hegel non sono teoretico-filosofici ma teologici
e dI .r1forrr_ia religiosa (p. 36) e che perci Hegel, pur riprendendo i moduli e la
tcrn11~olog1~ kantiana, la riempie di un nuovo contenuto, tipicamente rousseauiano;
Aspehn cosI conclude: <1 Hegcl akzeptiert Kant cthische Prinzipienlehrc - wie es
scheint ohne Reservation - Er denkt mit Kant, abcr er fi.ihlt mit Jean Jacques
Roussea~; so V:tirde r:ian in ktirze die Situation bezeichnen kOnnen (p. 46). L'interpretazione dI Aspehn, pur esatta nella sostanza, va tuttavia intesa con alcune
caut~le, soprat.tutto. per quanto riguarda il rousseauismo di Hegel: la recezione dcl
pe~s1ero del g:nevnno da parte di Hcgel infatti qualificata, non puramente psicol?g1ca: :regel Insomma accetta, e ci in consonanza con il suo carattere, il sent1ment~hsmo rouss~aui~no non in quanto tale, ma solo in quanto espressivo di
determinate e precise Istanze di carattere sociale e politico. L'analisi di Aspelin
talv~lta ass~me u~ troppo ~sicologico, prezioso forse per cogliere certi aspetti di un
pens1er? fluido e 1n formazione come quello hegeliano di questo periodo ma sempre. per1colo~o. Otti.ma anche l'interpretazione di E. Dn NEGRI, La nascita' della diaz:ttica hegeliana, F1rcnze 1930, p. 13 ( ... non siaino di fronte ad una violenta reaz1on: contro Kai:it. ma ad una vasta reinterpretazione delle sue dottrine, onde il
k_an~1smo puro d1v1en~ un n1omento non centrale di un diverso organismo di pens1er1, che n1:iove da interessi diversi ... i>), ma anch'essa da vedersi con una certa
cautela per Il carattere meramente letterale di talune analisi.
)>

96

CAPITOLO SECONDO

Christian Storr, docente a Tubinga ( 118 ), professava la teoria del


sovranaturalisrno biblico co11 metodo apologetico, vale a dire
mirando ad affermare la veridicit dei testi sacri e a scoprire nella
religiosit biblica la forma piu compiuta di religione naturale.
Quanto alla validit del cristianesimo, essa era provata considerandola un'esigenza pratica universale. Qui interveniva appunto l'insegnamento kantiano, nel postulare il cristianesimo stabilendo una
relazione necessaria tra morale e religione. La teoria storriana viveva contraddittoriamente sul compromesso tra antropocentrismo
illuministico ed ortodossia luterana; partendo dal presupposto antropocentrico, molto piu coerentemente, Fichte subordinava la possibilit di una rivelazione all'esistenza di esseri morali presso i
quali la legge fosse offuscata dalla natura sensibile, e ne riduceva
quindi il valore a quello di funzione meramente pedagogica. Lo
sforzo di piegare la critica kantiana alle necessit dell'apologetica
ortodossa si rivelava quindi fallito in partenza ed il compromesso
appariva, oltre che insostenibile, ingenuo e per nulla munito teoreticamente ( 119 ).
Sembra che Hegel abbia per breve tempo accettato tale teoria c120), ma presto se ne emancipa: l impostazione neournanistica
infatti radicalizzando l' antropocentrismo illuministico, sollecitava
'
in lui la piu vigorosa opposizione a tali posizioni compromissorie ci21 ). Ma ci sembra che in ogni caso Hegel abbia tratto dalla
scuola di Storr, oltre alla tendenza a trattare il kantismo strumentalmente, anche un .elemento specifico della sua interpretazione di
1

p1s) Su G. C. STORR (1746-1805), tra le cui opere si possono ricordare Doctrinae


christianae pars theoretica, e sacris litteris repetita, Stuttgardiae MDCCXCIII {lezioni seguite dallo Iegel) e Annotationes quaeda1n theologicae ad philosophicant
J(antii de religione doctrinant, Tubingac MDCCXCIII (tradotta in tedesco dall'allievo StisKIND, Tubinga 1794, con un'appendice polemica contro la Kritik di Fichte),
si veda: Realenzyclopiidie fii.r protestantische Theologie und Kirche, art. Tii.bingerSchule (alte), vol. XX, Lipsia 1908, cc. 149-159; W. DILTHEY, op. cit., p. 10 sgg.; K.
AUER, Die Theologie der Lessingzeit, Balle 1929; H. HERMELINK, op. cit., pp. 301-310;
P. AsVELD, op. cit., 32-34 e 67-75. Su Friedrich Gottlieb SUsskind, cfr. W. BETZENDtiRFER,
op. cit., pp. 26-27.
(119) Cosi molto bene P. AsvELD, l. c.
c120} Cfr. J. W. SCHMIDT-JAPING, Die Bedeutung der Person Jesu ini Denken des
jungen Hegel, Gottinga 1924, pp. 6-7; H. GLOCKNER, Hegel, vol. II, Stoccarda 1940,
pp. 13-15.
(121} ASPELTN, G., op. cit., pp. 18-20.

LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TDBINGEN

97

quella filosofia, cio l'accentuata attenzione alla netta frattura tra


sensibilit e ragione, tra fenomeno e noumeno. Nella polemica contro la distinzione kantiana sar sempre presente il ricordo del dualismo di Storr, e talvolta ingiustamente, poich l'intuizione storriana aveva radici molto diverse, pietistiche e mistiche, per quanto
si ammantasse della terminologia kantiana (122).
A Tubinga, insomma, Hegel vive in un ambiente saturo di kantismo. Possiamo supporre che, direttamente ed indirettamente, egli
sia giunto ad una piena e profonda conoscenza del criticismo, che
lo spinse in maniera definitiva a superare la tematica dell'Illuminismo e a proporsi in termini autonomi il suo problema (123). Tale
superamento non tuttavia indiscriminato: l'istanza di una filosofia illuministicamente impegnata nella trasformazione della realt essenziale allo Hegel e a tal fine il suo kantismo si configura
in funzione metodologica.
Il primo tema kantiano che il giovane Hegel riprende per rivedere alla sua luce problemi del pensiero illuministico quello
del primato e dell'universalit della coscienza. L'anteriorit della
forma sintetica del pensiero rispetto al contenuto molteplice della conoscenza costituisce il nucleo centrale di una nuova concezione dell'uomo che il kantismo preparava: i successivi termini
antinomici, entro cui il criticismo si svolgeva, impallidivano dinnanzi all'affermazione della Bewusstsein uberhaupt. Nella vita della coscienza l'individuale mediava la molteplicit empirica e qui
cominciava a configurarsi quella totalit del concetto di uomo che
Hegel andava ricercando ( 124 ). Non stupisce che Hegel cogliesse
fin dall'inizio tale fondamentale tema del criticismo, poich egli
conosceva le Lettere sulla filosofia kantiana di K.L. Reinhold, pubblicati nel Teusche Merkur ( 125 ). L'opera di Reinhold inoltre

(
(

1 2
2 )
123

Cfr. soprattutto F. EPHRAIM, op. cit., p. 130.


Cosi anche R. HAYM, op. cit., pp. 29-31.

24

) Su questo problema ha insistito molto efficacemente E. CASSIRER, Storia


della filosofia nzoderna, trad. it., vol. III, Torino 1955, in particolare p. 367 sgg.,
nelle poche ma dense pagine dedicate al pensiero dcl giovane Hegel.
1 5
( 2 ) H. GLOCKNER, op. cit., pp. 15-16 ha provato la lettura di Hegel del T. M.
I-Iegcl conosceva del REINHOLD, oltre ai Briefe iiber lcantische Philosophie, anche Ueber
das Fundament des philosophischen lVissens, Jena l.791, che citer poco pili tardi.
Sull'importanza dell'opera del Reinhold nello sviluppo del criticismo si veda R.

(1

7. A.

Negri -

Stato e diritto nel giovane Hegel.

98

LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TtiBINGEN

CAPITOLO SECONDO

non aveva un carattere meramente sistematico, ma valeva come


denuncia della crisi del pensiero illuministico ed era percorsa da
quella Stimmung escatologica che abbiamo riconosciuta tanto
vicina allo spirito di Hegel (1 26): il motivo teoretico si accompagnava ad un'esigenza pratica di rinnovamento ed il concett~ ~i
coscienza, ra:ffigt1rato in questo rapporto, spontaneame11te s1 situava nella problematica del giovane Hegel. Gli era anche nota
]'opera di Schulze (127) ed infatti !'indagine di Hegel fin d'ora
rivolta a rispondere alle esigenze da questi prospettate, a concretare cio e determinare il carattere ipotetico dell'immagine kantiana della coscienza (123 ).
Negli appunti hegeliani sui Materiali per una filosofia dello
Spirito soggettivo appaiono tutti questi motivi (129 ). Si tratta di

KimNER, Van [(ant bis Hegel, cit., vol. I, p. 315 sgg.; H. LEoN, Fichte, cit., vol.1, pp.
219-226; V. Vrnuv1. 1 Dopo f(ant, Torino 1957, pp. 1-31.
(126) su questo aspetto dell'opera di Reinhold ha ii~sis_tito mo~to b~ne .~ VE~RA,

op, cit., in part. pp. 2-7, tiprendendo parzialmente le tesi d1 ~ _GUEROULr, L evolutron
et la structure de la Doctrine de la Science chez Fchte, Pang1, 1930, I, PP 8-18.
(127) Il cui titolo Aeneside1nus, oder ilber di~ Fund~mente der. van dem.1:errn
Prof. Reinhold in lena gelieferten Ele1nentarphtlosophte, ~~bst elne Vert.eid~?~~ng
des Skepticis1nus gegen die Anniassungen der VernunftkrLtik, 1792. ~ul s1gn1f. . .alo
e l'influsso dell'opera F. GUl~OULT, op. cit., I, p. 134 sgg.; X. LEON, op. ctt.,
pp ..~45254; V. VERRA, op. cit., pp. 33-66. Che l'opera fosse nota ~Ilo Hegel non ~e dubbio:
egli infatti cita alclini passi nei Materialen ... )) (cfr. infra), e pr~bab1lmente fu

,!'

discussa nell'ambiente di Tubinga: si noti che nel 1794 SCHELLING. dedica. al~.o Schulze
un accenno polemico in Ueber die MOglichkeit einer Fonn der Philosophte uberhaupt,

da vedersi in G. W., I, 1, pp. 87-89.


(128) Cfr. V. VERRA, op. cit., pp. 65-66.
.
(129) Materialen zu einer Philosophie des subjektiven Geistes: Questa compila.
h
rana fu pubblicata per la priina volta da J. HoFPMEISTER in Logos, XX, 1931,
z1one egei
.
Ph'l
h" d
b'~ktiven
151-168 con il titolo Hegels erster Entwurf einer
t osop te
es su Je
~istes. I~troducendo il frammento Hoffmeister (pp. 141-151) lo datava Berna
1796>> rintracciando alcune analogie grafologiche tr~ questo testo ;- la poesia
Eleu;is. Il contenuto gli sembrava d'ispirazione kantiana e postkai;tiana ed . egli
vi vedeva il primo tentativo hegeliano per enucleare una antropologia . metafisicai>.
All'Hoffmeister dava fede J. I-IYPPOLITE nella rassegna Trav~ux de Jeunesse de
Iiegel d'apres les ouvrages recentes, in <'Revu~ de 1:1etaphy~1que et de ~orale>1 :
1935, pp. 399-426 e 549-577, in part. 424-426. Ma ripubbhcando il testo ?egehano nei
Dokumente, pp. 195-217, HOFFMEisrmi aveva cambiato cmpleta,i:iente 1dea. (pp. 448453): la data della composizione era anticipata al 1793-1794, e I ~nterpretaz1one, mol:
to piU verosimilmente, non pretendeva pili .di scoprire . un giovane !-l.e~el ormai
originale e teoricamente impegnato nell'ambito dello svlluppo del cr1tlc1smo, ma
riallacciava lo scritto a fonti prekantiane.
,
.
Tra queste fonti oltre al citato SCHMIDT (cfr. supra p .. 93, n. 113) e part1cola~
mente importante l'influenza di ABEL (soprattutto Ueber dte Quellen der n1enschlt-

99

una compilazione eterogenea e molto varia di fonti prekantiane


e di problemi pertinenti l'analisi delle forze psicologiche e rappresentative, cui Hegel giunse non da un punto di vista sistematico, ma seguendo il metodo, che gli usuale, dell'estratto; ci
non toglie che dall'accostamento di temi e tesi derivanti da scuole diverse e diversi autori, egli tragga un quadro organico, anche
se non molto originale. Il concetto fondamentale su cui insiste lo
Hegel quello dell'unit delle forze spirituali, in cui ad un tempo
si sente l'influenza di Kant (130 ) e quella delle correnti empiricometafsiche prekantiane (I:ll ). Ci che allo Hegel interessa enucleare un concetto di uomo, rigorosamente unitario e comprensivo
di tutte le istanze razionali e psicologiche, tratteggiato insomma
in una prospettiva realistica, come nesso organico di sensibilit,
di sentimenti e di ragione ( 132 ). Alla forza della ragione, che il criticismo aveva posto in luce, deve connettersi la forza del sentimento, nozione che una ricca corrente di pensiero illuministico
aveva studiato, come termini complementari di un'unica real-

chen Vorstellungen, 1786), giovane professore di psicologia nella Karlsschule di


Stuttgart, su cui gli analisti inglesi e francesi, da Hobbes a Hartley, da Priestley
a Bonnet, avevano lasciato forti impronte. (Su Abel oltre ai Dokumente, p. 449
sgg., si pu vedere utilmente H. V1\fHINGER, Zwei Quellenfunde zu Schillers philo~
phischer Entwicklung, I, Bine Disputation in der I<.arlsschule, in Kantstudien)), X,
1905, Sonderabdruck, Schiller als Philosoplz, pp. 125-137, in cui si esamina una dissertazione di ABEL dcl 1776, De origine characteris animi. E' altresi'. interessante
notare che Io Abel influf fortemente sullo Schiller che fu suo scolaro, e che appunto in qualit di allievo compose la dissertazione Plzilosophie der Psychologie,
nel 1779: non occorre sottolineare che esiste una certa analogia tra la posizione
schilleriana e quella hegeliana come rielaboratori della tematica abeliana). Tenendo presenti 1utti questi clementi, appare giustificata l'analisi che noi facciamo
dei Materialen nel periodo di Tubinga per quanto il lavoro sia stato materialmente redatto solo nel primo periodo di Berna.
(130) In seguito alla reinterpretazione dei Materialen, la svalutazione dell'influsso di Kant su di essi andata anche troppo lontano: HoFFMEISTER giunge ad
affermare che essa non fu diretta ma solo mediata da Schulzc (Doku1nente, p.
451). Ci sembra, e speriamo di dimostrarlo in seguito, che l'influenza kantiana esista, e direttamente, e che per quanto non s possa certamente parlare di antropologia metafisica, pure in questo scritto presente una forte intenzione di analisi
antropologica, d'ispirazione kantiana.
(131) In particolare si deve segnalare l'influenza, tra i prekantiani, oltre che
dell'Abel, di Tetens (Dokumente, 451 sg.). Cfr. anche A. BANFI 1 La filosofia della
religione in Hegel, art. cit., p. 363.
(132) Dokun1ente, pp. 197-210.

4i'

100

CAPITOLO SECONDO

t , (13'1). e l'uomo che egli cosi definiva, Mittelwesen, come gli


a
'
'
'b"
tlmanisti avevano voluto, insieme compiuto di ragione e ~~n~~ i~
lit, totalit sorretta da un'unica forma vitale, non era pm I immaginetta cl1 e i razionalisti concepivano, ma una potenza che nel
pensiero e nell'azione verificava la sua struttura .com~lessa. Dottrina e vita non sono per Hegel termini lontam, faticosament~
dialettizzabili, ma due lati strettamente congiunti di una medesima entit, il concetto e la realt dell'uomo (13"). Da questo punto
d' vista il kantismo che Hegel aveva accettato viene approfondito
un punto essenziale, e la Bewusstsein uberhaupt, lungi dall'essere ridotta ad un espediente sistematico, si configura. co'.11e lo
sfondo del concetto di uomo, e perci come la fonte umtana delle sue diverse espressioni vitali.
.
L' amore J' organon filosofico di questa nuova concez10ne
dell'uomo. Solo l'amore infatti per la sua struttura composit~ di
lementi razionali ed emotivi pu permettere la comprensione
edell'uomo e della sua vita, non in astratto ma 111
. concre t o (135)
. ;
M d . nte l'amore si intende l'uomo come realt unitaria, pmche
e rn
. I
I'
esso il prodotto di una tale totalit umana; ed 1110 tre am~~e
pu superare i limiti dell'individualit ed abbracciare la comumta.
In un excerptum di quest'epoca Hegel trascrive un passo d'una
lettera di Jean-Jacques Rousseau a D'Alambert: l'amo~e ~ q~i raffigurato come una forza sociale e costruttiva che toghe il smgol~
dall'isolamento per inserirlo nella comunit degli affetti e degli
'd 1 (136) . La percezione del vincolo unitario dell'esistenza, di rai ra i
~
gione e di sentimento, diviene quindi, attraverso il concetto i
amore il mezzo per definire la nozione sociale di uomo : Hegel
muov~ ad un tempo contro il razionalismo illuministico e contro

i~

LA FOR.!VfAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TtiBINGEN

latomismo individualistico che ne derivava, stabilendo, con il


concetto unitario di uon10, un nuovo stru1nento di conoscenza e
la mediazione tra individualit e comunit.
Occorre porre in evidenza, a questo punto, che il concetto
hegeliano di amore non irrazionale ma superindividuale : esso
abbraccia la totalit umana e sociale. N stupisca l'avvicinamento
che si voluto stabilire tra le intuizioni del giovane Hegel e la
visione della vita del Pestalozzi: per l'uno e per I' altro infatti
l'amore vale come strumento di comunicazione, meglio si direbbe,
di fratellanza sociale, e la generale concezione storico-politica conclude per entrambi nella visione di una citt di esseri liberi e
spontanei, in cui totalit ed individualit si integrano pienamen137
te ( ). Il nuovo concetto di uomo era insomma definito da Hegel
in modo tale che la sua integrazione con la societ diveniva essenziale. Dovremo perci vedere, qui di seguito, come sulle orme
di Montesquieu, di Herder, di Lessing, di Schiller e soprattutto
di Rousseau, il concetto di societ, centrale al pensiero del giovane Hegel, venga formandosi.

7. - Gi a Stoccarda Hegel aveva fatto propria, con l'accettare la metodologia della storia prammatica, la nozione di Vollcgeist: le diverse espressioni della vita di un popolo erano ricondotte ad una radice unitaria, da cui risultavano caratterizzate; a
Tubinga poi, Hegel aveva cercato di emancipare la concezione del
Volkgeist dai limiti della dottrina prammatica, al fondo di tipo
meccanicistico e naturalistico: il nesso individuale proprio alla

137

( 133 ) A tale sintesi Hegel era anche indotto dall'a~ali~i ~he egli andava facen~o
di se stesso: su questo punto interessanti annotaz1on1 in G. ASPELIN, op. ctt.,
pp. 28-30.
.
(131) Cfr. F. ROSENZWEIG, op. Ctt., val. I, pp. 20-2~.
.
cit
(135) Cosi molto bene J. I-IYPPOLITE, Travaux ... , c1t., p. 408, R. HAYM, op.
.,
p. 31. Da quanto sopra, consegue che n coloro che in ossequio al presunto kantismo del giovane Hegel tendono a considerare l'amore un puro analogo d~~la
ragione)) (DILTHEY, op. cii., p. 16; F. BtiLOW, op. cit., p. 14) n coloro eh~ cons1 e~
rano l'amore come una forza puramente irrazionale (I-I. GLOCKNER, op. ctt., P 17,
H. NTEL, op. cit., pp. 27-28) hanno colto nel segno.
('36) Doku111ente, pp. 174-175.

101

(
) Per primo TH. L. HAERING, op, cit., voi. I, pp. 297-298, ha rintracciato tra
il giovane Hegel e il Pestalozzi le analogie cui accenniamo. Su di esse ha insistito
anche A. BANFI, art. cit., p. 363. Sul concetto di sentimento di Pestalozzi si veda
F. DELEKAT, Pestalozzi, Lipsia 1927, p. 248 sgg., che tuttavia riallaccia troppo strettamente tale concetto a quello di sensazione mistica, e molto meglio (in una discussione che naturalmente giunge ad abbracciare l'intera concezione pestalozziana
della religione) P. WERNLE, Pestalozzi und de Religion, Tubinga 1927, p. 131 sgg. e
W. BACH11ANN, Die antropologischen Grundlagen zu Pestalozzis Soziallehre, Berna
1947, p. 87 sg.: infine l'ottimo H. BARTH, Pestalozzis Philosophie der Politik, Zu~
rigo e Stoccarda, 1954, soprattutto p. 107 sgg. (ma si veda anche a p. 70 sgg. la discussione sull'influenza del pensiero rivoluzionario francese dell'autore zurighese).
E' a questa nuova interpretazione del pensiero del Pestalozzi, interpretazione umanistica e positiva, che ci richiamiamo.

102

CAPITOLO SECONDO

vita di ciascun popolo era definito come nucleo affatto originale,


ed inoltre, attraverso l'influenza del movimento umanistico, posto in relazione con un elemento deontologico, una volta fissato
nella citt greca un prototipo idealmente perfetto che valeva come categoria di distinzione e di giudizio di ogni evento storico.
In tal modo il Volkgeist risultava situato in una prospettiva idealistica, non essendo solo un criterio ordinativo ma anche una forza formativa, ed il diritto, la legge, lo spirito di un popolo si
configuravano come principi attivi, non tanto fatti quanto valori.
Da Stoccarda a Tubinga dunque, il giovane Hegel passa da una
concezione naturalistica del Volkgeist ad una idealistica, da un'accettazione metodologica di quella nozione ad una reinterpretazione deontologica: dobbiamo ora analizzare le premesse e le influenze teoretiche che condizionano questo passaggio.
La nozione di spirito popolare aveva origini settecentesche e
la piu famosa sua definizione era contenuta nell'Esprit des lois di
Montesquieu, dove le molteplici discussioni illuministiche sul tema avevano trovato adeguata ed esauriente formulazione (138 ).
certo che Hegel n a Stoccarda n a Tubinga ha direttamente conosciuto l'Esprit; solo a Berna, nella biblioteca della famiglia in
cui era precettore, ebbe la possibilit d'aver tra le mani e di studiare accuratamente quell'opera, che di li a non molto giudicher immortale (139 ). Tuttavia il pensiero di Montesquieu aveva

(138) La bibliografia sull'opera di Montesquieu si trova in D. C. CABI!EN, Montesquieu: A bibliography, in <<Bullettin of New York Pubblic Library)), 51, poi in
pubblicazione separata Ne\v York, 1947. Inoltre si veda del CABEEN, A supplementary Montesquieu bibliography, in {( Revue internationale de philosophie, IX, 1955,
nn. 33-34, pp. 409434. Questa rivista ha dedicato appunto i nn. 33-34 allo studio
del pensiero di Montesquieu: si vedano in particolare gli artt. di SHACKLETON (sulla
teoria del clima), di CHE\'ALLER, HENDEL e COTTA. Tra la bibliografia italiana sull'argomento emerge l'opera di E. VIDAL, Saggio sul Montesquieu, con particolare
riguardo alla sua concezione dell'uo1no, del diritto e della politica, Milano 1950,
giudicata anche dal CABEEN, the best study in Italian ... a most useful pubblication ... . Sulle influenze della cultura illuministica sul concetto montesquieuiano
di spirito del popolo si cfr. in part. l'opera di DADIEU, Montesquieu, Parigi, 1913,
p. 65 sgg.; nonch F. MEINECKE, Le origini dello storicismo, cit., pp. 96-111, e B.
GROETHUYSEN, La philosophie de la revolution franaise, cit., pp. 11-77 e 115-125.
(139) Cosi in Flegel Schriften zur Politik und Rechtsphilosophie, vol. VII dell'ed. LASSON, p. 411. Sulla datazione della lettura hegeliana di Montesquieu, cfr.
H. STRAH.11.1, Aus Hegels Berner Zeit. Nach bisher unbekannten Dokumente, in
Archiv fiir Geschichte der Philosophiel>, 41 (1932), pp. 514-533 e in part. p. 527 sgg

LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TtiBINGEN

103

esercitato a quel tempo grande influenza sulla cultura tedesca (140),


di modo che non necessario avere la prova di una diretta lettura per stabilire l'influenza del pensatore francese sul giovane
Hegel: in particolare Kant ( 141 ) ed Herder (142) avevano ripreso
concetti espressi nell'Esprit e sembrano esser stati i tramiti della
recezione hegeliana della dottrina ( 143 ). Un'influenza ancor piu profonda Hegel subi dal pensiero giacobino cui si era accostato nell'entusiasmo rivoluzionario di Tubinga ( 144 ). La rivoluzione francese, per quanto generalmente universalistica, s'era infatti naturalmente alleata al movimento di opposizione contro le tendenze
accentratrici e livellatrici dello stato dispotico, nutrendo con ci
le esigenze particolaristiche e nazionali, ed il pensiero democratico e giacobino tanto pili insisteva su questi concetti quanto piu
radicalizzava i motivi polemici dell'insurrezione popolare. L'ideale giacobino della repubblica universale non era affermato contro la particolarit dei geni nazionali ma come integrazione di essi
e la costruzione della totalit sarebbe dovuta derivare dal potenziamento e dal concrescere delle individualit nella libert. Tale
intuizione influ sul giovane Hegel, cosi come generalmente influ
sull'ideologia umanistica a cui era consona (145).

e H. TRESCIIER, Montesquieus Einfluss auf de philosophischen Grandlagen der


Staatslehre Hegels, in <1Schmollers Jahrbuch .,,)), XLII, 1918, pp. 471-501, 907-944,
e part. p. 472.
( 140 ) Cfr. in particolare H. TRESCHER, Montsquieus Einfluss auf die Geschichtsund Staatsphilosophie bis zu1n Anfang des 19. Jahrhunderts, in Schmollers
Jahrbuch ... , XLI[, 1918, pp, 267-304; ed anche le annotazioni di C. ANIONI, La
lotta contro la ragione, cit., p. 43.
141
(
) Cfr. di I. KANT, soprattutto Idee zu einer allgemeinen Geschichte in
weltbii.rgerlicher Ansicht, (1784) che Hegel certamente conosceva.
(H 2 ) La definizione hederiana dcl Volkgeist sta nelle Idee zur Geschichte der
Meschheit, V e VII, 2-5.
113
(
) Abbiamo gi visto, nelle note precedenti, che le opere di Kant ed Herder
in cui era enucleato e rielaborato il concetto di Volkgeist erano note al giovane
Hegel. Si veda inoltre supra, p. 71 sgg. Sull'influenza di Herder si vedano inoltre
S. BRIE, Der Volkgeist bei Hegel und in der hstorischen Rechtsschule, in Archiv
fi.ir Rechts- und Wirtschaftsphilosophie)> II, 1909, pp. 1-10 e 179-202, in part. pp. 7-8;
T. L. HAERING, op. cit., I, pp. 95-102'; F. RosENZWEIG, op. cit., I, pp. 22-25.
144
(
) Su questo tipo di influenze hanno insistito, e a ragione, G. LUKACS, op. cit.,
passiln, e E. BLOCH, op. cit., p. 305 sgg.
1 5
( -i ) Particolarmente importante la funzione che in tale ambiente esercita
GEORG FoRSTER, il giacobino tedesco (su cui in particolare, oltre ai Sintliche Werke
voli. 9, Lipsia 1843, si possono vedere P. ZINKE, G. Forsters Bildnis iln Wandel de;

104

CAPITOLO SECONDO

Questa specie di cosmopolitismo ottimistico e comprensivo


delle esigenze nazionali emergeva e si differenziava rispetto alla
concezione del Volkgeist di Montesquieu o non ne era che una
parziale reinterpretazione? Per Montesquieu in generale la legge
la ragione umana in quanto governa tutti i popoli della terra;
e le leggi civili e politiche di ogni nazione non debbono esser
altro che i casi particolari in cui questa ragione si applica ,, : la
definizione di spirito delle leggi che segue, allude perci ad una
serie di condizioni storiche e naturali che valgono come elementi
distintivi ed individualizzanti di un originario contenuto unitario ed universale, la legge giusnaturalistica ( 146 ). Anche in Montesquieu quindi esisteva una relazione tra universalit e particolarit, tale che nel procedimento deduttivo della scienza idealismo giusnaturalistica e determinismo storico sembravano pienamente composti (147). Ma in realt tale mediazione era insufficiente: lo spirito popolare, sia in Montesquieu che negli scrittori
giacobini, era definito in un rapporto meccanico di elementi particolari, come la risultante di forze diverse, entit quantitativamente pili che qualitativamente determinata, e l'integrazione di momento individuale ed universale, di nazione e repubblica cosmopolita era solo formale, sostenuta da un vago atteggiamento ottimistico, venuto a mancare il quale il rapporto era rotto ed era possibile radicalizzare univocamente uno dei termini ( 148 ). N MonteZeiten, Reichenberg 1925, e J. DRoz, op. cit., pp. 196-216), autore delle famo~issir::ie
Ansichten vo 111 Niederrhein, van Brabant, Flandern, Holland und Frankreich i111
April1 Mai und luni 1790, (Berlino 1791-1794, e trad. francese, Parigi, anno III), che
influi parimenti sul movimento umanistico e particolarmente sullo Humboldt
(cfr. LEROUX, op. cit pp. 356-359 e passim) e sul giovane Hegel (cfr. Dolcu1nente,
pp. 217-219).
(146) Citiamo da MoNTESQ.UJEU, Esprit des Lois, nella trad. it. di S. COTTA, Torino 1952, libro I, cap. III, p. 63 sgg.
(147) Particolarmente importante a questo proposito l'art. di G. LANSON, Le
dtern 1 inis 1ne historique et l'idalisnte socia[ dans l'Esprit de Lois, in Revue de
Metaphysique et de Morale)), 23, 1 bis, 1916, pp. 177-202, di cui non condividiamo
le conclusioni ma che certamente puntualizza il problema.
(148) Esemplare a questo proposito l'evoluzione di un altro famoso pensatore politico tedesco, Joseph GOrres: giacobino, riformatore, cosmopolita, non ap~
pena il suo ottimisn10 rivoluzionario viene meno dinnanzi alla crisi di assesta~
mento della repubblica francese e al terrorismo giacobino, egli pu rielaborare
sulla base dello stesso meccanicismo cd utilitaris1no che sottostava al suo concetto di spirito popolare, una nuova concezione della nazionalit, gretta e chiusa

LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODo DI STUTTGART E TUBINGEN

105

squieu, n i giacobini riuscivano quindi a mediare l'antinomia illuministica di razionalit e di individualit, ed il concetto di Volkgeist da essi enucleato si riduceva ad essere null'altro che un espediente metodico, scientifico o rivoluzionario che fosse.
Hegel denuncia fin da principio i limiti della concezione del
Montesquieu. Rielaborando la concezione prammatica della storia, definendo il concetto di uomo e di amore, egli era giunto infatti ad una nozione di popolo e di spirito popolare come originalit irriducibili, oltre ogni qualificazione meccanica o naturalistica ( 140 ). Ci gli era possibile poich l'antinomia illuministica di individualit e razionalit era mediata dal concetto hegeliano di ragione, che, come abbiamo visto, riferito alla totalit umana ed
in tale relazione considerato una forza individualizzante. Al procedimento deduttivo di Montesquieu e dei giacobini egli poteva quindi opporre un'indagine analitica ed induttiva che dalle particolarit
risaliva all'universalit: accettava bensi la tendenza ad integrare
universale e particolare, ma la rivedeva in nuova luce immanen'
tizzando, per cosi dire, la razionalit nell'individualit. La ragione
era insomma per lui una potenza costruttiva, non pura attivit
contemplativa, e la comprensione dell'organismo sociale risultava
da ci interamente mutata ( 150).

in s, secondo gli schemi


primo periodo, si cfr. Aus
hn Spiegel der deutschen
crisi, ivi, pp. 271-362, lo
niaire des achten Jahres,

del nazionalismo romantico. Sul pensiero di GtiRRES, nel


den Jakobinerschriften, in J. BAXA, Staat und Gesellschaft
Ron1antik, Jena 1927, pp. 268-270, e come denuncia della
scritto Resultate 1neiner Sendung nach Paris n Bru(1800). Sfr, poi. J. Duoz, op. cit., pp. 217-247.
149
) J. HYPPOLITE, Introduction ... , cit., pp. 20-21, ha bene posto in luce questo
(
elemento della definizione hegeliana del Volkgeist che lo emancipa da ogni limite della concezione illuministica. Contro interpretazioni di questo tipo si
invece pronunciato G. GIESE, Hegels Staatsidee und der Begriff der Staatserziehung,
flalle 1927, p. 84 sgg. e in part. p. 90, dove si sostiene che il concetto hegeliano di
Volkgeist non ancora originale nel periodo di Tubinga e Berna: << Er wird noch
erzeugt)) und gebildet>), ist ganz wie bei Montesquieu Ergebnis; er ist nicht ctas
Hervorbringende, sondcrn das Gewordenc, die Bliite dcr Nation }>, Hegel giungerebbe ad una definizione autonoma del concetto solo a Francoforte. Le affermazioni
di Giese non sono tuttavia soddisfacenti, soprattutto quando si tenga presente il
complesso delle esperienze hegelianc neJla sua giovinezza, ed quello che Giese non
fa: se si rende unico il problema politico e si esaminano solo i passi in cui si possono avere espressi accenni a questo si pu anche cadere in equivoco.
150
(
) Ancora una volta dobbian10 mettere in guardia dal pericolo di confondere
la concezione realistica dello I-Iegel con possibili posizioni irrazionalistiche: tendono infatti a considerare in maniera irrazionalistica la nozione hegeliana di Volk-

106

Tale reinterpretazione sollecitava la rev1s10ne delle soluzioni


date a due fondamentali problemi, vale a dire a quello del rapporto tra natura e spirito popolare, e a quello della dialettica tra vita
storica e idealit.
Il Volkgeist valeva da mediazione tra natura e storia : in Montesquieu la considerazione dei fatti naturali era essenziale alla definizione del concetto, e nella elaborazione herderiana, che pi direttamente influ sullo Hegel, tale mediazione era ancor pi accentuata ( 151 ). Ma gi in Herder ad una visione meccanica della natura
si era sostituita una concezione organica, di modo che il Volkgeist
era visto scaturire dalla costellazione delle espressioni naturali e
spirituali della vita del popolo non tanto come risultante quanto
come forma costitutiva. Anche per lo Hegel il Volkgeist ha un fondamento naturale ( 152 ), ma la natura da lui raffigurata in maniera
completamente diversa, sotto l'influenza del pensiero rousseauiano.
Ogni tono meccanicistico o positivistico era bandito dall'intuizione
rousseauiana del ritorno alla natura ed esso significava in realt
ritorno all'<cuomo)) naturale, all'autocoscie11za: in u11a parola: era
necessario che l'uomo dipingesse se stesso, per indicarci l'uomo
primitivo ( 153 ). In ci consisteva il carattere radicalmente innovatore dell'influenza rousseauiana, nel fatto che la natura era da
lui liberata da ogni tipo di considerazione intellettualistica, che
in tal modo la mediazione tra natura e storia veniva ad essere
situata nel foro interiore dell'individualit, laddove il sentimento
diveniva il centro focale di tutta l'esperienza e la forza che colorava e sosteneva i nuovi ideali etici ( 154 ). Cosi almeno Lessing,

geist I-I. TRESCHER nell'art. cit. Montesquieus Einfluss auf ... Hegel, p. 501 (sulla base
delle indagini diltheyane) e T. L. HAERING, op. cit., I, p. 93 sgg. che insiste troppo sul
concetto di Lebendigkeit del Volkgeist, ed in modo che non possibile non sentirvi
l'influenza della moderna, irrazionalistica, filosofia della vita.
(151) Cfr. J. HYPPOLITE, op. cit., p. 19 sgg.; H... HAYM, op. cit., pp. 36-39.
( 152 ) Lo ha chiarito bene E. VON SYDO\V (Die Bedeutung des <(Vollces)) iin System
llegels, in "Zeitschrift filr Rechtsphilosophie in Lehre und Praxisl>, I, 1914, pp. 188200, in part. p. 190 sgg.) ma con un'intonazione positivistica che mal si adatta al
tipo dell'indagine hegeliana.
( 1 53) E. CASSIRER, Vas Proble1n Jean Jacques Rousseau, jn <1Archiv flir Geschichte der Philosophie)), XLI, 1932, p. 188 (e nella trad. it. di questo saggio a cura
di M. ALBANESE, Firenze 1956, pp. 24-25).
( 154 ) E. CASSIRER, op. cit., p. 479 sgg. (trad. it. p. 67 sgg.), 488 sgg. (trad. it., p.
81 sgg.) e passitn.

LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGARI'

CAPITOLO SECONDO

T0BINGBN

107

Kan~ e F~chte avevano inteso Rousseau e ne avevano divul ato .


pensiero
m ' Germania
.
g sotil
.
. (155) ' a tal pun t o e h e s1. puo, pienamente
toscn~ere 1 affermaz10ne che Rosseau " abbia agito su quest'
come il ber
.
.
epoca
. r d 1gson.1sn:o
su una generazione allevata nella severa disc1p ma e pos1t1v1smo ,, (156).

Ad accettare da Rousseau la visione sent1"mentale ed antiintelettduallli'stica della natura, Hegel era preparato dalla sua concezione
e. . uomo
. rapporto tra natura
e
, .e dell'amore' ne consegue ch e il
spinto e ncondotto all'immanenza della vita . d" "d 1 ed i"l
Volkgeist
..
. .
m IVI ua e
per~10 att1v1zzato e riferito a quegli ideali etici che
'
1 uomo . concepisce
. tra natura e spirito
.
. (157) . e osi,' ne ll a d"ra1ettrca
I a . stona
s1 apnva. all'ideal"t'
. . naturalistici dell'in-'
.
i a. I resi"dm. 1muti
]

tmz10ne rousseamana sono in tale prospettiva superati e lo stato


d1 natura dallo Hegel trasfio:urato
nel!' i"deale della classicit,
~
(155) Sull'influenza di Rousseau in G
.
il fondamentale anche se 1
I.
ern1an1a alla fine dell'Illuminismo si veda
'
- nvecc nato R FESTE
R
.
Geschichtsphilosophie (Ei"n B .,
'

R,
ousseau und dte deutsche
ez rag zur Gesch ht d
d
'
Stoccarda 1890 nonch E BREHIER H'
.
te e
es eutschen ldealismus),
Parigi 1932, e l;incompleto ,e talvolt~ i~s~::t d~
philosophie,,.voI. II, 3, p. 768,
seau en Alleniagne, in Annalcs de l'~co so. .. EVY-BBU~L, L influence de Rousgi 1887, pp. 325-358. Fcster insiste sulla me~~a~~b1e ldes. Sc1~nces Politiques)), Paridesca del pensiero di Rousse
(
. to~e essingh1ana della recezione te31
fluenza rousseauiana su Herde~u(4?p.<: ) sgg.~ s1. vedano anche le - pagine sull'inSchiller (87 sgg) e sulla M . t -d.~gg.' ~u ant (68 sgg.), su Fichte (113 sgg.) su
.

ag1s er issertat1on d"1 s h Il"


(

d1cate allo Hegel (2


sgg) s
.
.
c e 1ng 162-164). Le pagine de67
. ono Invece partlcolarme t
f
G
tanza ha, a nostro avviso ancl1e !"art a G G
n e s .ocate.
rande impor~
I
.
URVITCH Ka t
d p h
'
'
n un
1~ te al: Rousseau/ nterpreten, in Kantstudien)), XXVII
1922
CASSIRER poi nell'art. cit.) che il tema'
, pp. 138-164, dove SI sostiene (come
accettato, quello riguardante I
cen:rale della filosofia del ginevrino, che

.
.
a concezione assoluta del!
etico (1n part. p. 141 153 155 . ) ., ._
.
a coscienza sul piano
.
,
,
ccc .. c10 e ancora prt't I
b i
.
mediazione lessinghiana Una t .
.
P ausi I e quando s1 ricordi la

es 11mon1anza poetica ma d
d .
.
del Rousseau ci si faceva in Ge
.
,
. .
a eguata ell 1mmag1ne che
.
.
rman1a puo esserci inoltre 0 ff t d Il
. .
.
.
LIN, d1 cui una espressamente ded"icat a a 1 g1nevr1no
(Rousseer a a se od1 d1 HoLDERau, In W., I, pp. 134135 ; ma vedi anche Der Rhein s w IV
172
156
.
'

.,
' p.
sgg.).
(
) G. ASPELlN, op. cii., p. 33.
~1~7) Su questo rapporto, cosi come da no'1
..
. .
.
qualificato, 1ns1stono gran parte
degli interpreti cfr. G. AsPELJN
.
' op. cli., pp. 30-34 p SVEID
.
MEISTER, In Doku1nente p 430 T L ]'AB
' . .
, 'op, czt., p. 35; J. HOFF'
' RING op czt I
52 53
LITE, Travaux ... cit. p. 405 407 408
. I ) .
:' ' pp. - e 97 sgg.; J. HYPPOt
.
'
'
,
, e 1n ntroduct1an
cord1amo naturalmente con l'int
t .
.
... , ci ., P 18 e 22. Non conII, pp. 17-18: il sentimento 1"n Herplre az1ohne irrazionalistica del GLOCKNER, op. cit
.
.
.ege non a una defi
d
.,
z1onahstica n 1a solo fenomeno] .
nizione e una funzione irraog1ca, come ha ben h" t
quanto riguarda la Phtinomenologi_e d. G .
c 1ar1 o, anche se solo per
Zeitschrift f. Rechtsphil in Leh.
cds pe1st:s, S. I(oRNFELD (Das Rechtsgefiihl in
.

re un
rax1s II 1919
66
)

taz1on1 possono in parte essere estese a1 per10


'.
: p.
sgg. le cui anno. a'o g1ovan1le.

lt

108

CAPITOLO SECONDO

LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TtiBINGEN

non piu perci realt indiscussa o postulato logico (1 58 ), ma dato


storico ed ideale ad un tempo, luogo in cui la necessit effettuale
della contemplazione storica e la possibilit del realizzarsi della
utopia si incrociano e si mediano. Lo stato di natura era storicizzato, paradossalmente costruito dall'uomo, e l'idealit, lungi dal
confondersi nell'imprecisa intuizione di un passato irrecuperabile,
era immersa nella vita storica, e perci appariva, al giovane Hegel come gi a Lessing e a Schiller, realizzabile : siamo di nuovo
di fronte all'ideale del circolo di Tubinga, della rivoluzione innervata da una nuova mitologia.
Se attraverso la recezione del pensiero di Rousseau e dell'umanesimo tedesco natura e storia risultavano interiorizzate, ne veniva che alla realt collettiva del Volkgeist doveva corrispondere
in ogni uomo un adeguato fondamento psicologico; se cio la
vita della comunit non era meramente predeterminata da forze
fisiche e naturali, doveva essere sostenuta dalla volont. Ancora
una volta si sente qui l'influenza del Rousseau sullo Hegel. N la
volont interpretata in termini individualistici; gi la concezione hegeliana dell'amore come forza associativa aveva, come abbiamo visto, un significato superindividuale, e perci allo Hegel
era lecito far propria con piena coerenza la dottrina rousseauiana
della volont generale che presupponeva appunto l'emancipazione dall'atomismo individualistico dell'Illuminismo e raffigurava in termini politici l'integrazione dell'individualit nella totalit ( 15"). Pu darsi che una concezione metafisica della volont e

della storia fosse in nuce sotto tale accettazione, ma, nel periodo
di Tubinga,. nessun testo lo prova: la preoccupazione politica e
l'ansia riformatrice del giovane Hegel sono le sole forze che sostengono il suo concetto di societ. Con ci la nozione di Volkgeist
non risultava solo attivizzata ma anche profondamente politicizzata. Se infatti, nella dottrina del Rousseau, da un lato la volont
generale allude al contenuto della coscienza sociale e perci al
Volkgeist, dall'altro indica un modo di produzione della legge (160):
l'ideologia democratica, inerente ad entrambi i motivi, viene
espressa in termini di costituzione politica soprattutto dal secondo concetto. In questo periodo Hegel insiste sulla volont generale
come strumento produttivo della legge e la interpreta direttamente
in funzione rivoluzionaria. Il Sollen dell'intellettualismo illuministico che in Kant ha ancora un valore individualistico e negli altri autori dell'umanesimo un significato aristocratico, senza perdere quella trascendenza normativa che fonda il suo dinamismo,
tuttavia immanentizzato al Volkgeist e quindi acquista nel giovane Hegel un carattere essenzialmente superindividuale e democratico ( 161 ).
Il giovane Hegel non accetta per la nozione di contratto sociale che nell'opera di Rousseau implicita nel concetto di volont
generale, inserendosi con ci nel processo di revisione dei dogmi
giusnaturalistici in atto nel pensiero tedesco. In Kant e in Fichte
il contratto era stato ridotto a principio tecnico ausiliario (162),
ma Hegel non si serve pi neppure della finzione, poich la sua
concezione dello stato interamente storica: pu concedersi che

( 15 8) Sul concetto di contratto sociale rimandiamo in part. a G. SOLARI, L'idea


individuale, cit., e soprattutto, per quanto riguarda il significato dell'opera di
Rousseau, p. 106 sgg.
(L59) Cfr. J. J. ROUSSEAU, Contrat social, ed. BEAUVALON, 1. II, capp. 1-3. Sui
precedenti storici dell'idea del contratto sociale si veda P. L. LON, L'ide de
volont gnrale chez J. I. Rousseau et ses antcdents historiques, in <(Archives de Philosophie du Droit, 34, 1936, pp. 148-200 e in part, pp. 148-175. Non vale
naturalmente nascondersi i problemi che la concezione rousseauiana della volont
generale solleva: tra i pili recenti contributi alla polemica si possono ricordare
J. W. CI-IAPMANN, Rousseau - totalitarian or liberal?, New York 1956, e I-I. RtiI-IRS~
J.-J. Rousseau. Vision und Wircklichkeit, Heidelberg 1957, nonch F. GLUM~
J. -J. Rousseau. Religion und Staat. Grundlegung einer demokratischen Staatslehre, Stoccarda 1956, soprattutto le pp. 298411, contenente una bibliografia ragionata di numerose recenti opere. In ogni caso la recezione hegeliana della
dottrina rousseauiana della volont generale si basa su presupposti democratici:

109

si vedano gli autori citati alla n. 155 di p. 107, ed inoltre II. W. BRAUN, Rousseaus
!Iinfluss auf die hegelsche Staatsphilosophie, in ihrer Entwicklung und Vollendung,
ln Schmollers Jahrbuch ... )>, SO, 2, 1926, pp. 121-146, e T. STEINBDCHEL, Das Grundprobleni der Hegelschen Philosophie, val. I (il solo uscito), Bonn 1933, p. 323 sgg.
Deve infine essere escluso che la dottrina della volont generale abbia fin d'ora in
l-Iegel un carattere metafisico, come vorrebbe H. TRESCI-IER, op. cit., pp. 938-939.
160
(
) J.-J. ROUSSEAU, op. cit., I. II, cap. 4-6. Non a caso la formula {{volont
generalei) appare nelle costituzioni della rivoulzione francese, e in particolare: Co
stituzione del 3 settembre 1791, art. 6; Atto costituzionale del 24 giugno 1793, art. 4;
Progetto girondino del 1793, art. 3; Costituzione del 5 fruttidoro dell'anno III, nella
Dichiarazione dei diritti, art. 6 (cfr. A. S1\TTTA, Costituenti e costituzioni della Francia moderna, Torino 1952, pp. 67, 118,130,152).
( 11H) Cosi particolarmente G. LUKACS, op. cit., pp. 43-45.
( 162 ) G. GIESE, op. cit., p. 11.

110

CAPITOLO SECONDO

tale concezione non sia ancora perfettamente compiuta nel periodo di Tubinga, ma in ogni caso appare ben chiaro che l'intenzione
che la regge affatto storica ('63).
Si pu dunque concludere notando che la concezione hegeliana della comunit e dello stato si regge sulla nozione di Volkgeist,
mutuata dal pensiero settecentesco ma trasformata dall'idea che
il Volkgeist si debba intrecciare al concetto rousseauiano di volont generale. Il Volkgeist non perci raffigurato come un mero
fatto o come uno strumento metodologico, ma come un compito,
la vivente ed operante composizione della vita di un intero popolo (164); perci democratico l'abito che sostiene questa visione
poich la legge si istaura sull'ideale, ma prossima, politeia di
cui i cittadini concorrono alla formazione (165 ). Questi concetti
non hanno ancora trovato una formulazione perfettamente coerente, e d'altronde le reminiscenze letterarie si incrociano con le
intuizioni personali dello Hegel, cosicch impossibile misurare
a questo punto l'originalit del suo pensiero. N Hegel applicher
per ora queste nozioni nello studio di problemi propriamenti politici, ma solamente a quelli della riforma religiosa: nell'elaborazione di questi temi anche i concetti avranno un ulteriore approfondimento e l'originalit hegeliana meglio si chiarir sopra le
influenze subite.
8. - Lo scritto, pubblicato nei Theologische Jugendschriften
col titolo di frammento di Tubinga (166 ), ha un valore conclusivo
per quanto riguarda l'esperienza culturale del giovane Hegel in que-

(163) StllINBtiCHEL, T., op. cit., p. 324 sgg.; H. W. BRAUN, op. cit., p. 126 sgg. concordano nel ritenere che la concezione del contratto sociale non sia ripresa dallo
Hegel. Contraria l'opinione di G. GIESE, op. cit., pp. 11-14; F. ROSBNZWEIG, op. cit.,
voi. I, pp. 34-39; F. BtiLow, op. cit., p. 21, che sostengono invece che Hegel si liberi
dell'idea del contratto solo nel periodo di Francoforte. E' vero che l'idea di Schicksal elaborata a Francoforte svolger le funzioni affidate all'idea di contratto ma gi
a Tubinga e a Berna il contratto sostituito dal concetto di Volkgeist.
( 1 6 4 ) Non si pu ancora parlare di pensiero nazionale tuttavia, neppure in
nuce. Contra vedi RosENZWEIG, op. cit., I, p. 22 sgg,
( 1 65) Oltremodo chiarificatrici anche a questo proposito sono le pagine che
E. WOLF dedica al pensiero politico e giuridico di HOlderlin in Vo1n Wesen des
Rechts in deutscher Dichtung, Francoforte s. M., 1946, pp. 9-59.
(166) Il <,TiJ.binger Frag111ent)> incluso negli Jugendschriften hegeliani alle pp.
3-29. Ad esso va aggiunto l'Entiviirf 1, composto nellla stessa epoca e generalmente

LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E T-0BINGEN

111

sto periodo. Tutti i concetti che egli era venuto fin qui elaborando
hanno modo di esprimersi nel saggio, malgrado il procedimento
faticoso, continuamente proteso alla definizione di un tumultuoso
e vario contenuto vitale. Infatti, come spesso si notato, il giovane
Hegel articola strettamente teoria e prassi al servizio di un ideale
di riforma, ed in questa connessione talvolta la dottrina non riesce a tenere il passo con la pratica e la mediazione speculativa con
l'immediatezza dei sentimenti.
Il frammento affronta temi teologici, ma con spirito rivoluzionario. Il problema religioso, al quale un'educazione ossessiva (167)
aveva costretto il giovane Hegel, costituiva infatti almeno il tramite ad una considerazione dei motivi pratici dell'esperienza, delle
strutture storiche, la possibilit di affrontare temi, in senso lato,
politici in un ambiente per nulla preparato alla loro trattazione.
La teoria kantiana, in particolare, induceva a considerare la religione essenzialmente come fenomeno pratico. Ed ci che Hegel
nota all'inizio dello scritto: il problema religioso deve essere posto
in una prospettiva pratica, in quanto la religione " un bisogno
naturale dello spirito mnano ,, (168 ). Definizione illuministica questa, ma differenziata dall'atteggiamento rousseauiano dello Hegel
per cui la concezione del bisogno riferita polemicamente al razionalismo illuministico: nel bisogno naturale presente la sensibilit oltre alla razionalit, per esso si muove l'uomo con tutte le
sue facolt. Hegel non dubita che in astratto, in un sistema della
moralit. la sensibilit debba essere sottomessa alla ragione, ma
constata che di fatto, nella storia, sensibilit e ragione sono affatto
connesse: esse sono legate come il cibo e il sale che gli d sapore,
e le idee debbono vivificare " l'intero tessuto dei sentimenti ,, (169).

considerato appunto preparatorio dello scritto pili impegnativo, pubblicato ivi, pp.
355-359. La datazione 1792-1793, stabilita dal NOHL in nota agli Jugendschriften (cfr.
p. 404), non stata successivamente messa in dubbio: per stabilire tale datazione
valgono, oltre a criteri grafologici, i numerosi riferiinenti all'opera di FICHTE, Kritik
aller Offenbarung del 1792. Le pili importanti interpretazioni date al Ttibinger Fragment
ci sembrano quelle di G. AsPELIN, op. cit., p. 47 sgg.; di F. EPHRAIM, op. cit., pp.
16-38; di E. DE NEGRI, Interpretazione dello Hegel, Firenze 1943, pp. 7-24.
167
(
) Cosi, molto bene, P. AsvEJ..D, op. cit., p. 31, che dice inoltre Hegel littralement obsd)) dall'ortodossia luterana.
(1 68) Jugendschriften, p. 4.
(169)

Ivi.

jl

112

LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TUBINGEN

CAPITOLO SECONDO

Il motivo pratico non quindi estraneo alla definizione del fatto


religioso, poich non mai estraneo ad alcuna esperienza umana,
anzi, gli intimamente connesso, e se esiste una riforma che necessario operare, essa deve avvenire nel senso di dar posto nuovamente nella religione al motivo sensibile di contro al pensiero illuministico che tende a ridurre la religione ad un fantasma razionale (1 70 ).
Determinato questo contesto generalmente filosofico, Hegel definisce propriamente la religione e delinea l'argomento della trattazione. E inere11te al concetto di religione, che essa non sia meramente scienza di Dio ... n una pura conoscenza storica o razionale,
ma che essa interessi il cuore, che abbia un'influenza sui nostri
sentimenti e sulla determinazione del nostro volere. Con ci i nostri doveri e le leggi ricevono da un lato una piu vigorosa energia
dal fatto che ci sono rappresentati come leggi di Dio, dall'altro la
rappresentazione dell'elevazione e del ben volere di Dio nei nostri
riguardi; con ci si riempie il nostro cuore di ammirazione e di
sentimenti di umilt e gratitudine ... Per gli uomini sensibili anche la religione sensibile; e gli impulsi religiosi alla moralit debbono essere sensibili, per poter agire sulla sensibilit ... ( 171 ). Dopo
aver in tal modo analizzato la connessione che si stabilisce tra sensibilit e ragione all'interno del fenomeno religioso ed aver concluso alla definizione di religione del cuore, Hegel pu fin d'ora
accennare ai rapporti intercedenti tra religione soggettiva e religione pubblica, passare cio al terna centrale della sua indagine.
Sulla base della metodologia della storia prammatica e della elaborazione del concetto di Volkgeist, egli riconosce nella religione di
un popolo i caratteri fondamentali di quel popolo, enucleando cosi
la tesi che l'origine, la definizione e il soddisfacimento dei bisogni
di un popolo sono legati all'evoluzione religiosa. In tal modo il con-

( 17 0) G. AsPELIN (op. cit., p. 47) rintraccia nel frammento due motivi paralleli:
da un lato il proposito di portare la religione positiva alla piU alta unit possibile
con la religione naturale, vale a dire un intento di riforma; in secondo luogo il
tentativo di analizzare i rapporti tra religiosit antica e moderna. Ma, a noi sembra,
i due problemi non sono che uno: infatti la religiosit antica l'unica forma di religiosit naturale che Hegel riconosce, come arriva ad affermare lo stesso Aspelin
(p. 63 sgg.).
(171) Jugendschriften, p. 5.

113

tenuto dornrnatico di una religione si differenzia in relazione allo


spirito ed ai bisogni delle singole nazioni in cui tale religione si
evolve, ed tipico a questo proposito l'esempio offerto dall'evoluzione del cristianesimo. Tale principio, enucleato nell'indagine storica, offre anche la base per la definizione della Volksreligion: l'intero assieme dei principi religiosi e dei sentimenti che ne derivano
e particolarmente il grado di forza che essi possono imporre al
comportamento etico, questo l'elemento essenziale di una religione popolare ( 172 ). La religiosit soggettiva si integra in quella
collettiva che diviene a sua volta un soggetto: e chi pu produrre
in massimo grado originalit di spunti e efficacia della religione
popolare un popolo giovane, libero, che, come volevano Rousseau
e Herder, viva nella comunione della natura e non conosca le catene della servitu (173).
In quanto fin qui esposto sta l'intero argomento affrontato dallo Hegel in questo scritto. Si tratta insomma di definire una forma
di religiosit tale che in essa il soggetto, senza rinchiudersi nella
povert di un'esperienza individualistica n disperdersi nella pura
oggettivit dornrnatica, si integri nella totalit popolare, in modo
infine che la religione abbia un'efficacia ad un tempo collettiva e
liberatrice. Se teniamo poi presente la direzione attuale e giuridica
che l'indagine hegeliana aveva assunto sotto l'influenza della rivoluzione francese, non stupisce che questo problema si determini
ulteriormente nella ricerca di un rapporto adeguato di Chiesa e
stato, in cui la Chiesa nutra la perenne spontaneit delle espressioni
religiose e lo stato ne garantisca l'efficacia pubblica. Non era certo
questo il quadro che presentava la Chiesa luterana, succube e concubina dello stato dispotico: come era possibile in questa situazione prospettare una riforma?
Il problema del rapporto tra Chiesa e stato era stato affrontato
dal pensiero illuministico soprattutto in riferimento alla polemica
sulla tolleranza religiosa, e tra le opere dedicate al problema influ
sullo Hegel soprattutto la Jerusalem di Moses Mendelsohn (174).

(112)

Ivi, p. 6.

(1 73) Jbidern.
174
(
) Il titolo preciso dell'opera lerusale1n oder iiber religOse Macht und
Judentumn, pubblicata nel 1783. Sul Mendelsohn si possono vedere B. BERWIN,

8. A. Negri - Stato e diritto nel giovane Hegel.

--,,,.. -.-.--

114

CAPITOLO SECONDO

Questi sostiene il diritto degli ebrei all'emancipazione affermando


che lo stato non pu intervenire nella vita di quelle confessioni che
fan propri i dettami della religione naturale, vale a dire che ammettono l'esistenza di Dio, l'immortalit e l'idea della provvidenza.
Da questo presupposto nasceva evidentemente un'intenzione di riforma nei riguardi delle religioni positive, il cui contenuto dommatico doveva essere ridotto al contenuto razionale della religione
naturale. Lessing aveva da parte sua teorizzato quest' ideale nel
Nathan, e si deve sottolineare che, sebbene questi autori partissero
dalla denuncia degli abusi dello stato qualora intervenisse negli affari religiosi e dalla proclamazione dell'indipendenza della moralit
dalla religione positiva ( 175 ), tuttavia concludevano nella speranza
di una riforma della religione positiva e di una sua riduzione alla
religione naturale, in modo che in questa nuova situazione fosse
possibile reintegrare Chiesa e stato ; il movimento umanistico infine riteneva possibile questa integrazione nel Kulturstaat che disegnava per il futuro, cosi come la vedeva attuata nella citt
antica (176 ).
Allo Hegel non sfugge il carattere utopico di simili elocubrazioni. Lo denuncia come fantastico all'inizio del Frammento di
Tubinga (177) ed imposta una discussione che rivela il suo pieno
superamento di questi schemi. L'oggetto dell'indagine hegeliana
infatti del ~utto detem1inato, la positivit dell'istituto ecclesiastico e statuale come tale, in una precisa situazione; tale positivit
deve essere commisurata alla libert dell'uomo nelle attuali condizioni dell'evoluzione storica, laddove si manifestano le contraddi-

Moses Mendelsohn iln Urteil seiner Zeitgenossen, in Kantstudien, Ergtinzungsheft))


n. 49, Berlino 1919; W. KINKEL, Moses Mendelsohn und I1nn1anuel l(ant, in
Kantstudien>>, XXXIV, 1929, pp. 391-409; E. CASSIRER, Die Idee der Religion bei
Lessing und Mendelsohn, in Festschrift der Akaden1ie fi.ir die Wissenschaft des
Judentum, Berlino 1929, p. 22 sgg. Hegel cita dall'opera di Mendelsohn in Jugendschriften, p. 355. Sui rapporti intercorrenti tra il giovane Hege1 e Mendelsohn, cfr.
soprattutto T. L. HARRING, op. cit., Vol. I, p. 150 sgg., e F. RosENZWEIG, op. cit., I,
p. 20 sgg.
(175) Sui precedenti illun1inistici della distinzione tra Chiesa e Stato, cfr, soprattutto E. TROELTSCH, G. S., vol. IV, cit., pp. 488-531.
(176) Si veda a questo proposito l'opera di LlROUX (op. cit.) che contiene alcune
interessanti annotazioni a pp. 160-62, oltre alla bibliografia generale ricordata nel
cap. I del nostro lavoro.
(177) Jugendschriften, p. 4.

LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TtiBINGEN

115

zioni e l'urgenza di una riforma. Da questa fondamentale intenzione


Hegel procede alla definizione dei termini, tenendo presente la terminologia del criticismo (l7s).
innanzittutto essenziale distinguere la religione soggettiva da
quella oggettiva. " Religione oggettiva fides quae creditur, la ragione e la memoria sono le forze che in essa operano, indagando,
meditando e conservando le conoscenze ed anche credendo. Alla
religione obbiettiva possono anche appartenere conoscenze pratiche, ma solo in quanto esse siano un capitale morto. La religione
obbiettiva si lascia ordinare nella testa, inserire in un sistema,
esporre in un libro e riferire ad altri nel discorso. La religione soggettiva si esprime soltanto nei sentimenti e nelle azioni. Quando io
dico di un uomo : " egli ha religione ", ci non significa che egli abbia grande conoscenza di quella, ma che il suo cuore empia le
azioni del miracolo e della vicinanza della divinit, che esso conosca e veda Dio nella sua natura e nei destini degli uomini... ,, (179).
Religione soggettiva vivente attivit nell'interiorit dell'essere
ed attivit verso l'esterno, qualcosa di individuale, mentre l'oggettiva l'astrazione: quella il vivente libro della natura ... questa il gabinetto del naturalista (18). La ragione non sufficiente a
sostenere la religione, e quindi a trasformarla. Si possono raccontare le storie pi edificanti, elaborare l'etica pi perfetta ma ci
non baster mai a stabilire il tramite dal pensiero all'azione, a concretare la moralit: l'Aufklarung della ragione ci fa certo pi
saggi ma non migliori ( 181 ). Questa affermazione racchiude in s il
superamento hegeliano dell'Illuminismo, il rigetto delle ottimistiche teorie che vedevano nel trionfo dei lumi realizzato lo stato perfetto dell'umanit. Gli illuministi, osserva Hegel, riducono tutta la
positivit a pregiudizio, e vi sostituiscono un mondo dedotto un'illuminazione della ragione che chiamano saggezza; " ma sa~gezza
tutt'altro che illuminazione, che ragionamento, essa non scien-

178

(
) E' stretto soprattutto il legame dello Hegel con la terminologia fchtiana:
st veda soprattutto, oltre a Jugendschriften, p. 355, la minuziosa indagine di F.
EPHRAIM, op. cit., p. 17 e 114-116.
( 179 ) Jugendschriften, p. 6.
(1 80 ) lvi, p, 7.
(

181

Ivi, p.

12.

116

CAPITOLO SECONDO

za. Saggezza un'elevazione dell'anima ed essa parla dalla pienezza del cuore ( 182 ). La saggezza non ha nulla a che fare con le sottigliezze del sillogismo Barbaro o Barocco, n con altri procedimenti
deduttivi, ma vien su dal cuore, dall'esperienza, dalla sintesi di
sensibilit e ragione. Quando gli illuministi pretendono di fondare
la religione sulla forza della ragione, essi vanno insomma incontro
a due pericoli: da un lato a quello tradizionale a tutte le chiese di
stratificare nell'oggettivit di un contenuto dommatico la continua
vivente spontaneit dell'ispirazione religiosa; dall'altro a quello di
racchiudere nella vita privata l'esperienza religiosa, di negarle la
possibilit di sostenere l'azione, perch la ragione fredda ed
astratta, ed isola l'individuo. Sotto questa affermazione hegeliana
senti la polemica del giovane rivoluzionario dello Stift contro la
cultura dell'illuminismo tedesco che non aveva saputo nutrire un
movirne11to rivoluzionario e nazionale, che non aveva voluto, in
omaggio ad un esile e pallido intellettualismo, creare la mitologia
del rinnovamento civile della Germania.
Ed appunto alla creazione della nuova mitologia rivoluzionaria che rivolta l'indagine del giovane Hegel. Attraverso la riforma religiosa egli progetta la riforma dello stato. Se infatti la
religione libera le energie soggettive, per il fatto che essa non
sorretta dalla ragione atomizzante ma dal cuore, tende anche ad
integrarle in una totalit etica. Come gi abbiamo visto l'amore costituisce la mediazione tra individualit e comunit, poich esso ha
qualche cosa di analogo con la ragione >>, vale a dire l'universalit (183): esso sta nel fondo di tutte le coscienze ed alla sua espressione corrisponde la comunione. Su di esso si fonda la religione
popolare che fantasia e ragione, cuore e sensibilit debbono contribuire a creare ( 184 ). Colpisce immediatamente il carattere totalita182

(
) Ivi, p. 15. Su questi aspetti della religione soggettiva insiste soprattutto,
-con perfetta consonanza, H. NTEL, op. cit., pp. 28 sgg.
1 3
( 8 ) Jugendschriften, p. 18. Questa frase di Hegel ha fatto sorgere una quantit di equivoci sul significato reale della concezione hegeliana dell'amore: ci sembra che tuttavia dal contesto in cui appare non possa per nulla giustificare le interpretazioni razionalistiche che si son volute su di essa fon1,are. Neppure giustificabile alla luce di questa affermazione, quella posizione favorevole all'interiorit privilegiata che ASPELIN crede di intuire nella concezione hegeliana dell'amore
e della religione soggettiva (op. cit., pp. 55-56).
(184) Jugendschriften, p. 20.

LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI

STUTTGART

TilllINGEN

117

rio, ideologico che Hegel attribuisce alla religione popolare, e ci


non spiegabile se non in relazione alla funzione rivoluzionaria in
cui egli descrive il concetto. La religione popolare deve rispondere
a tutti i bisogni della vita di un popolo ed innervare tutte le espressioni della sua esistenza : le feste popolari dei greci erano altresi
tutte feste religiose ( 185 ) e cosi dovrebbe avvenire in Germania.
Ma perch ci sia reso possibile deve crescere la libert attraverso
la partecipazione di tutti alla vita pubblica: l'uomo religioso non
deve accettare il ricatto di una religione che lo spoglia dei diritti
politici per farlo abitante del cielo, poich la vera religione stringe
interessi mondani e ultramondani in un solo cerchio. Spirito del
popolo, storia, religione, grado di libert politica ... sono in un unico nesso insieme legati ... il compito di costruire lo spirito di un
popolo in parte della religione popolare, in parte delle istituzioni
186
politiche ( ). E le ultime pagine mostrano un Hegel insolito, non
pili faticosamente alla ricerca di termini adeguati all'intensit dei
suoi sentimenti, ma poetico cantore della religione popolare e
della civilt della citt greca dove gli ideali, che egli andava rinverdendo per la Germania contemporanea, gli sembravano del
tutto attuati (187).
(1 85 )
186

Ivi, pp. 26-27.

Ivi, p. 27. Oltre alle influenze da noi gi studiate nel capitolo. sul concetto di,. Volkgeist, certame~te viva sul concetto hegeliano di religione popolare anche I i~fluenza della concezione rousseauiana della religione civile: si veda a questo
proposito J. J. RoussEAU, Contrai socia!, ed. cit., I. IV, cap. 8. Su quest'influenza
hanno soprattutto insistito T. L. HAERING, op. cit., vol. I, p. 86; G. ASPELIN, op. cii.,
pp. 53-54; e J. HYPPOLITE, Travaux ... , cit., p. 409. L'Aspelin ha tuttavia sottolineato
che il l.aicismo rousseauiano molto ammorbidito nella concezione hegeliana.
.dubb.10 che. si. poss~no poi .rintracciare influenze anche di Sen1ler, poich l'ind1v1duahsn10 pietista SI oppone decisamente alla prospettiva sociologica dell'indagine ~egeliana (cfr. lIAERING, op. cit., I, p. 77 e 85). Del tutto insufficiente l'interpretaz~one che de!la reli~ione popolare d C. L. FuRCK in una recente indagine su
Der. Btldungsb~grtff ~es 1ungen Hegel, nei GOttinger Studien zur Piidagogiloi, n. 33,
Beltz 1953: allievo di H. Nohl l'autore risente dei limiti dell'interpretazione vitalistica ~eI pensiero del giovan: Hege! e la ricerca si conclude nella ripetizione di
schemi generalmente superati dalla pili recente critica. Si veda ad ogni modo il
cap. V ~l~sr.eligion ~ls Ziel ind~vidueller und gemeinschaftliche Bildung a pp. 7-23,
dove s1 1ns1st~ sull 1nfluenza di Semler sul giovane Hegel (p. 10 sgg.) e la tesi genera.le:.. con il suo concetto di educazione I-Iegel cerca di superare la separazione
tra 1nd1v1duo e comunit, di Gebildeten e Ungebildeten e di conciliare il separato.
in una pili alta vivente unit (p. 9).
181
(
) Sull'ideale classico dello Hcgel quale espresso in quest'opera si veda ancora G. ASPELIN, op. cit., pp. 61-79. I\1a nessuna interpretazione pu eguagliare l'en(

E.'

118

CAPITOLO SECONDO

9. - Se cerchiamo ora di valutare l'opera hegeliana di Tubinga


e di determinare il grado della sua originalit speculativa, dobbiamo innanzitutto distinguere attentamente le considerazioni pertinenti il metodo ed i rilievi sulla sostanza.
Il carattere essenziale che il metodo del giovane Hegel rivela
l'analiticit, come criterio di distinzione e procedimento induttivo; giustamente si parlato di empirismo hegeliano ( 188 ), allu-

tusiasmo hegeliano che traspare da queste pagine, n minimamente farlo rivivere:


e ci sembra utile dare la traduzione degli Jugendschriften, pp. 28-29: Ah, dai giorni lontani del passato irraggia dinnanzi all'anima il sentimento di tutte le bellezze
e di tutte le umane grandezze, l'immagine del genio di un popolo, figlio della felicit e della libert, pargolo della bella fantasia. Il bronzeo legame dei bisogni Io
vincolava alla terra n1aterna n1a i suoi sentimenti, attraverso la fantasia, hanno a
tal punto, con l'aiuto delle Grazie, lavorato, imbellito e circondati di rose questi
legami, ch'esso ne gode come di opera propria, come di una parte di se stesso. Suoi
servitori erano la gioia, il piacere, la grazia; il suo animo pieno della corisapevolezza della propria forza e della propria libert, i suoi seri esercizi sono amicizia
e amore ... Da suo padre, figlio della forza e favorito della felicit, esso eredit la
fiducia nella propria stella e la fierezza dei suoi atti. L'indulgente madre, donna
non stridula e severa, affid l'educazione di suo figlio alla natura, n costrinse le
sue membra delicate in alcun lega1ne, ma come buona madre segui il capriccio e la
caduta del suo bimbo quasi controllasse se stessa. Di conseguenza, la sua nutrice,
la religione, non ebbe ad allevare il figlio della natura nel tin1ore della verga o di
uno spettro di tenebre, n con i pasticci agrodolci della mistica, che indeboliscono
lo stomaco, n con le dande, ch ci l'avrebbe condannato ad un'eterna minorit;
no, ella gli fece bere il latte dei sentimenti pili puri; con l'ausilio della bella e libera fantasia, ella orn di fiori il velo impenetrabile che nasconde al nostro sguardo la divinit ed ella popol quel velo creando dietro a lui dell'immagini che van
oltre la vita, e su di esse traspose le grandi idee che riempivano il suo cuore. La
nutrice era tra i Greci una amica della casa ed ella restava amica del suo pargolo
per tutta la vita: la nutrice dcl nostro genio resta anch'essa sua amica. Gli recava
con la purezza del suo cuore il libero tributo della sua riconoscenza e dcl suo amore. Amica socievole, condivideva i suoi piaceri e i suoi giochi e non Io turbava
nelle gioie poich ainava il suo pargolo; ed obbediva ai capricci della sua fantasia,
ma gli insegn altresi a rispettare la ferrea necessit, gli insegn a seguire senza
mormorare l'immutabile destino. Noi non conosciamo pill quel genio che per fama,
ci soltanto accordato di contemplare, con a1nore ed ammirazione, certi suoi tratti
nelle copie che ci restano della sua immagine; e questi tratti non possono che suscitare in noi un desiderio ardente e doloroso dell'originale. Egli il giovinetto
che, bello, noi amian10 nella sua lievit con tutto il seguito delle Grazie e il soffio
balsamico della natura, l'anima, che da essa infusa, ed egli viene da ogni fiore
ed espresso dalla terra)).
( 188 ) Cosi soprattutto T. L. HATIRING, op. cit., voi. I, p, 30 e Der werdende Hegel,
in Verhandlungen des zweiten Hegelkongresses ... 1931 in Berlin11, a cura di B.
WIGERSMA, Berlino e Harlem, 1932, pp. 19-39 e in particolare pp. 21-24. Cfr. anche
H. NIEL, op. cit., pp. 29-31. Naturalmente quando si parla di <iempirismo>1 hegeliano
non si fa riferimento ad alcun autore dell'empirismo moderno: Geistesempirismus,
questa la qualificazione pill precisa di questo particolare atteggiamento metodico

LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E TtiBINGEN

119

dendo con ci all'attenzione al particolare storico che egli dimostra, al procedimenfo a posteriori che applica e all'unit di elementi pratici e teoretici che sempre presuppone. Esemplare ci
sembra a questo proposito il modo in cui il giovane Hegel procede
alla definizione della religione popolare nel Tiibinger Fragment:
alla deduzione fichtiana che egli pure conosce, oppone l'induzione
dal particolare, realisticamente inquadrandola nella dialettica tra
individualit e razionalit, su dal contesto storico in un susseguirsi
di successive parziali sintesi. Opposizione e sintesi, per quanto solo
intuite come strumenti logici, inquadrate in un'impostazione specificamente storica, appaiono perci fin d'ora caratteri fondamentali del procedimento hegeliano: egli determina il concetto di religione soggettiva in opposizione a quella oggettiva, per negare poi
la seconda e depurare la prima degli elementi individualistici che
le sono inerenti, ed infine conclude nell'universalit sintetica della
religione popolare. Parallelamente dall'opposizione di sensibilit e
ragione, su cui si fondano gli estremi della religione soggettiva ed
oggettiva, risale alla sintesi nella religione pubblica in cui sensibilit e ragione sono affatto connesse ed interagenti ( 189 ). Insistendo su questi motivi non intendiamo affermare che il metodo dialettico sia gi presente nello Hegel, che in realt ancora molto
lontano da quella concezione, ma solo osservare quanto esso fosse
adeguato all'istanza del giovane Hegel di muovere la ricerca dal
particolare per concluderlo in sintesi sempre pili vaste ed esaurienti, in polemica con l'intellettualismo illuministico che svalutava
tutta la positivit che non fosse possibile comprendere nella dedu-

di Hegel, che in altre parole si pu anche dire, con la cautela di escludere una
interpretazione metafisica, feno1nenologico. A proposito del metodo dcl giovane
Hegel e della sua caratterizzazione empiristica si possono anche vedere le pagine
di E. CASSIRER, HOlderlin und der deutsche Jdealis1nus (in Logos, VII, 1917-1918,
pp. 262-282; VIII, 1919-1920, pp. 30-49) in cui l'analisi del metodo del giovane I-IOldcrlin
pu offrire spunti interpretivi per quella dcl metodo del giovane Hegel. In questa
prospettiva cfr. anche M. CORSSEN, L'idea della tragedia greca nel pensiero di
H6lderlin, in <(Rivista di Filosofia, XLII, 1951, pp. 48-73.
(189) G. AsPELIN (op. cit., p. 52) ha voluto vedere nella triade religione oggettiva, individuale e pubblica11 un'analogia con la triade sistematica diritto, moralit,
eticit11. Senza dubbio c' la possibilit di stabilire questa analogia, ma senza pretendere che il ricordo della definizione giovanile abbia influito sulla pill tarda sistemazione. Molto pili probabile l'influenza della critica della Privatreligion sulla cri~
tica della concezione kantiana della Mora1it1>, per cui vedi infra.

120

CAPITOLO SECONDO

zione da princ1p1 universalissimi e d'altro canto proprio rispondendo ad un'esigenza del pensiero illuministico, quella di applicare
la teoria alla prassi per la trasformazione della realt. Hegel a Tubinga un illuminista pili conseguente dei suoi maestri, un giacobino che nell'isolamento dall'azione trae le conseguenze teoretiche
della sua ansia di azione.
Questa considerazione permette di passare all'analisi dei motivi sostanziali dell'opera del giovane Hegel in questo periodo. Certo, a questo proposito, l'originalit dello Hegel molto meno evidente che per quanto riguarda gli elementi metodici ( 190 ), ma tuttavia anche qui essa risalta. Abbiamo visto formarsi i concetti di
uomo, di amore, di Volkgeist e di Volksreligion; dobbiamo ora vedere come tutte queste nozioni si colleghino ed armonizzino nel
Tubinger Fragment in una autonoma concezione dello stato. Tale
concezione innanzitutto opposta al Notstaat di tradizione luterana, cio allo stato come male necessario con il compito puramente
negativo di preservare la societ dalle forze antisociali (191 ). Societ e stato sono infatti per lo Hegel entit positive, in cui gli uomini
spontaneamente si situano in un rapporto reciproco e creativo:
quando si afferma che Hegel si oppone allo stato in nome della
Chiesa,, ( 192 ) non si pu perci intendere altro che l'opposizione
hegeliana a questo stato dispotico ed alienante, alla paralisi delle
energie politiche dei singoli che esso provocava in nome della dottrina e della pratica del cesaropapismo luterano (193 ). Ma Hegel si
oppone, oltre che al pessimismo luterano, all'utopismo illuministico: Vernunftstaat e Kulturstaat, le due pili tipiche espressioni
della filosofia politica dell'Illuminismo, gli sembrano essere solo

(190) Tuttavia T. L. HAERING (op. cit., I, pp. 113-115), nel trarre le conclusioni
sull'opera del giovane Hegel nel periodo di Tubinga ci sembra aver troppo svalutato l'originalit che pur faticosamente appare: per l'insigne storico tubinghese il
giovane Hegcl si rivela infatti a Tubinga ancora una natura essenzialmente recettiva.

(191) Si conf. G. HoLSTEIN, Die Staatsphilosophie Schleiennachers, Bonn e Lipsia


1923, in part. pp. 7-20, sui caratteri della concezione luterana dello stato, nonch le
opere cit. nel cap. primo del nostro lavoro.
(1112) F. RosTINZWEIG, op. cit., val. I, p. 29.
1
( 93) Su questa opposizione hegeliana debbono naturalmente considerarsi le influenze del pensiero giacobino e fors'anche la tradizione politica del Wilrttemberg,
che I-:Iegel conosceva attraverso le opere dei Moser, padre e figlio (cfr. infra).

LA FORMAZIONE HEGELIANA NEL PERIODO DI STUTTGART E T0BINGEN

121

immagini rarefatte di quello che il reale rapporto degli uomm 1


nella societ; quegli ideali aristocratici erano profondamente estranei al suo sentire giacobino, ed egli era troppo lontano da una
concezione storica che affidasse lo sviluppo alla forza di individualit privilegiate e troppo sensibile alle creazioni spontanee ed irriflesse del genio popolare : egli insomma concepisce il rapporto che
stringe uomo ed uomo nella societ in maniera assolutamente concreta ed individuale ( 194 ). Alla teoria del Vernunftstaat che dell'antinomia illuministica di razionalit ed individualit assolutizzava il
primo termine, e a quella del Kulturstaat che introduceva la mediazione ma per confonderla poi nella visione di un lieto fine della
storia, Hegel sostituisce l'ideale positivo del Volkstaat, in cui totalit ed individualit erano connesse e l'universalit individualizzata, avente forza ( 195 ). Quando perci si dice che Hegel si oppone
alla Chiesa in nome dello stato " (1 96 ), si deve intendere che Hegel
si oppone alle utopie sociali caramellose, alle raffigurazioni di societ armoniose ma carenti di caratteri individuali, ed in particolare di quella forza, essenziale garanzia di efficacia della legge, che
egli reputa necessaria allo stato (197).
Ma non si pu neppure affermare che in tale ideale di Volkstaat
fosse ormai risolta l'antinomia illuministica di individualit e razionalit. Questa concezione risentiva dell'influenza dell'utopia del
circolo di Tubinga, e la mediazione che si voleva attingere, sebbene

1111

) Sulla concretezza e l'individualit del nesso stabilito dal giovane flegel


tra singolarit e con1unit hanno insistito con particolare vigore T. STEINBOCHEL,
op. cit., pp. 127-135; J. ScI-I\VARZ, Die anthropologische Metaphysik des jungen Hegel,
Hildesheim 1931; T. L. HAERING, Genteinschaft und PersOnlichkeit in der Philosophie
Hegels, Berlino 1928.
(

95

(1 ) Si cfr. a questo proposito soprattutto le belle pagine di J. HYPPOLITE, Jntroduction ... , cit., pp. 22-23.
(Hl6) F. ROSENZWEIG, op. cit., I, p, 29.
97

(1 ) E. CASSIRTIR, nella Storia della filosofia, cit., III, p. 371, riconosce in questa posizione hegeliana un certo irrazionalismo, e cosi I-I. GLOCKNER, op, cit., II,
24-25: questi due autori, che partono da due punti di vista dcl tutto opposti, si
accordano nella denuncia di un presunto irrazionalismo hegcliano proprio perch,
in questo caso, preferiscono riprendere i loro schemi teoretici di valutazione piuttosto che considerare i fatti: per Cassirer l'irrazionalismo hegeliano nasce dalla sintesi di teoria e prassi perch, sulla base dell'intellettualismo kantiano, tale sintesi
dev'essere necessariamente irrazionale; per Glockner l'irrazionalismo la conseguenza del vitalismo che domina da cima a fondo la sua interpretazione hegeliana
e la sua visione della vita.

122

CAPITOLO SECONDO

impostata realisticamente, si rivelava infine troppo compiuta e tale da presupporre una situazione umana privilegiata; ed altresi
nel procedimento dialettico accennato la linea congiungente particolarit ed universalit era ottimisticamente fondata. La contraddizione risultava quindi inerente ai presupposti del pensiero hegeliano, poich l'ideale espresso dal motto libert e amore prevedeva un'ipotesi rousseat1iana sulla natura t1mana, ed anche, come
si visto 1 una situazione umana perfetta, in cui le contraddizioni
non fossero, come erano, consolidate nelle istituzioni. Era evidente
che, per quanto laicizzate, le istanze religiose che permeavano gran
parte della cultura tedesca riaffioravano nella teoria hegeliana.
Libert e amore: mentre il primo concetto stimolava lo Hegel ad
approfondire l'indagine sul mondo storico, il secondo offriva la
possibilit di una mediazione mistica e religiosa del travaglio spirituale; una nuova mitologia: questo progetto era molto ambiguo e poteva nutrire sia il democraticismo hegeliano che il panestetismo schellinghiano. Hegel viveva dunque nelle contraddizioni
della sua cultura, e quando nel periodo di Tubinga tenta per la
prima volta la mediazione, in essa si manifestano ancora prospettive divergenti. Qui si configura il dramma del giovane Hegel: sostenuto da una vigorosa istanza pratica, egli si riprova continuamente nella ricerca di una mediazione di individualit e razionalit,
di passato e presente, di positivit e rivoluzione; un dramma che
non gli concede riposo ma che Hegel sempre piu consapevolmente
accetta. In ci forse va ricercata l'originalit della sua filosofia
giovanile, nell'esser stata specchio del tempo e nel non aver mai
accettato una pacificante rinuncia alla ricerca.

CAPITOLO TERZO

IL DEFINIRSI DELL'ORIGINALITA SPECULATIVA HEGELIANA


ED IL RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO
DI PRECETTORATO BERNESE - LIBERTA E ALIENAZIONE
So~M~Io: .1: La situ~zione ambientale. - 2. Il problema dell'alienazione._ 3. I conce~t1. eh rehg1one e d1 stato popolare come ideali operativi: la positivit nel mondo
cristia~~ - 4. I concetti di religione e di stato popolare co1ne ideali operativi: la
pos1t1v1ta nella storia universale. - 5. Hegel e ScheIIing J 'autonomi'a del

I'
. .
~
pensiero
eg~ iano. ~ 6. Cr1t1ca del n1ondo germanico contemporaneo nel pensiero di Hegel
e di Sc~e~l~ng. - 7. Il tentativo teorico di ricostruzione dello stato popolare. Valore e hm1ti del procedimento hegeliano. - 8. Conclusione. La crisi del radicalismo
politico del periodo bernese.

1. - Al termine degli studi nel Tiibinger Stift, invece di


entrare nella carriera ecclesiastica cui la famiglia lo aveva indirizzato, Hegel sceglie la professione di precettore ed emigra in
Svizzera per assumere l'incarico dell'educazione dei figli di Carl
Friedrich von Steiger, un aristocratico bernese (1). Egli entra cosi
a far parte di una famiglia dell'oligarchia di Berna, direttamente
impegnata nell'amministrazione e nel governo della citt, e gli innumerevoli effetti della conoscenza di questo nuovo mondo non
tardano a palesarsi.

1
( )

Cfr. sopratt~tlo I-I. STRAHM, Aus Hegels Berner Zeit, cit., che pubblica (p.
~14 ~g! le letter~ dt Hegel e degli intermediari della sua assunzione da parte della
famiglia van Ste1gcr: ora anche in Hegels Briefe, ed. J. I-IoFFMEISTER, Amburgo 1952
v~l. I, PP_. 4-6 e 26 {d'ora in poi citeremo da quest'ed. dell'epistolario hegcliano sem~
plrcement~ con l'indicazione Briefe). Il fatto che Hegel si trasferisca a Berna no

deve stupire ~oich. l'emigrazione di studiosi svevi in Svizzera tradizionale n~


sec. XVIII: .pn~na d1 Hegcl, anche Wieland e Schwab per es. percorsero quella via
come precettori; cfr. le note di J. HoFFMEISTER ai Dokumente p 447 e 1 B f I
p. 433.
'
,
n
ne e, ,

ORIGINALIT SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNESE

124

125

CAPITOLO TERZO

Si deve subito notare il relativo, ma psicologicamente acuto,


isolamento culturale in cui Hegel viene a trovarsi a Berna: lontano dai circoli letterari e filosofici piu evoluti e conseguentemente
nella difficolt di tenersi aggiornato sulla piu recente produzione,
egli svilupper un'intensa corrispondenza con IJ:i:ilderlin e Schelling
allo scopo di ovviare a tale difficolt, ma inevitabilmente si rinchiuder in una certa solitudine scientifica. L'originalit hegeliana che
comincia a configurarsi in questi anni certamente favorita da
questa situazione ambientale. L'isolamento scientifico dello Hegel
non si trasforma tuttavia in impoverimento tematico, poich egli
ha modo di rimeditare i problemi gi prospettati nel periodo di
Tubinga e di valersi a tale scopo della ricca biblioteca della famiglia Steiger (2 ). Dalle letture che qui va facendo risulta accentuato
il carattere enciclopedico dell'indagine hegeliana, carattere che gi
si era rivelato a Stoccarda ma che ora, per cosi dire, sostanzia la
generale attenzione ai fatti culturali. Oltre all'originalit speculativa, l'isolamento bernese sembra dunque favorire quella simbiosi
di teoria e cultura che diverr un tratto caratteristico della sua
opera.
Tra le letture hegeliane di Berna possibile rintracciare alcune
costanti di interesse. Egli studia soprattutto testi di storia e critica
della religione (3), trattati sistematici illuministici e di scuola kantiana (4), e particolarmente affronta argomenti storico-politici (5 ).
(2) Sembra che una biblioteca paragonabile a quella raccolta dai no~ili von
Steiger nel loro palazzo di Tschugg fosse difficile da trova:e, per quanto nguarda
il materiale storico e flosofico, in Europa: cosi STRAHM, op. cit., p. 527. Ancora Strahm
ha insistito (p. 532) sul fatto che gran parte delle pubblicazioni ivi contenute
fossero francesi e inglesi, trovando ccln ci conferma al fatto che l'influenza della
cultura francese e inglese su Berna era in quel tempo molto pili forte dell'influsso
tedesco.
(3) Certa la lettura di JosPHE, Histoire juive, trad. A. d'Andilly, Parigi 167~;
MosHEIM, Jnstitutiones historiae ecclesiasticae; KANT, Die Religion innerhalb dte
Grenzen der blossen Vernunft.
(1) Oltre alle opere di Lessing e Mendelsohn, che Hegel conosceva gi bene a
Tubinga, sembra certa la lettura di Spinoza, Kant, Fichte, Schiller: cfr. soprattutto
RosENKIMNZ, op. cit., p. 48. T. L. HAERING (op. cit., I, pp. 210-214) ritiene tuttavia
n1olto dubbia la lettura della Wissenschaftslehre di FICI-ITE, che Hegel conoscerebbe
solo attraverso l'opera di Schelling: tuttavia nella lettera del 30-8-1795 Hegel affern1a di aver cominciata la lettura di Fichte (Briefe, I, p. 32).
(5) Hegel legge certamente a Berna l'Esprit des Lois e Considerations sur les
causes de la grandeur ... di MONTESQUIEU, il Decline and Fall of the Roman Empire

Queste ultime letture assumono man mano una certa preminenza


e son esse a dar tono all'intera attivit speculativa dello Hegel in
questo periodo. L'interesse politico infatti tanto piu si afferma
quanto piu Hegel sente il suo isolamento, ed psicologicamente
motivato dall'esigenza di sostituire con stimoli pratici quegli impulsi teoretici che erano venuti a mancare. Non che l'interesse
politico sia meramente sostitutivo, ma lo sono piuttosto l'immediatezza e la radicalit delle prese di posizione dello Hegel; e d'altronde l'influenza della rivoluzione francese, particolarmente vivace nella vita politica svizzera di quegli anni, faceva si che egli
riprendesse gli ideali entusiastici del circolo di Tubinga e cercasse
di adeguarsi alla nuova situazione (6 ).
Inserito nella famiglia Steiger, Hegel ha inoltre la possibilit
di studiare da vicino il mondo politico bernese ed in particolare
l'azione dell'oligarchia. Le impressioni che trae da tale analisi sono
disastrose. Nel 1795 scrive a Schelling: il ritardo con il quale ti
rispondo dovuto in parte a diverse occupazioni, in parte anche
alle distrazioni provocate dalle feste politiche che qui si celebrano.
Ogni anno il consiglio sovrano viene in questo periodo completato
di circa novanta membri che se ne vanno. Non posso descriverti
come tutto allora avvenga in maniera prosaica e come tutti gli
intrighi di nepotismo delle nostre corti principesche non siano
nulla a confronto delle combinazioni politiche che qui si macchinano. Il padre nomina suo figlio o il genero che porta i beni piu
sostanziosi, e cosi via. Per imparare a conoscere una costitt1zione
aristocratica si deve passare qui uno di quegli inverni, prima della
Pasqua, in cui si attua il rinnovamento ,, (7 ); e nel 1797, commendi GIBBON, I'Examen du Prince de Machiavel, di FEDERICO IL GRANDE, le Ansichten
vo1n Niederrhein citate di FoRSTER e il capolavoro di GRozro.
( 6 ) Sulla situazione politica svizzera durante la rivoluzione francese si vedano
E. CI-IAPUISAT, La rvolution franaise vue de Suisse, in Revue d'histoire contemporaine)), La Revolution franaise, N. S., 18, 1939, 2, pp. 209-226; R. FELLER, Geschichte der Schweiz i1n 17. und 18. Jahrhundert, in Geschichte der Schweiz von H.
NABHOLZ, ... , II, Zurigo, 1938; ed ora anche l'importante cap. V, della parte II di
N. MATTEUCCI, Jacques Mallet-Du Pan, Napoli 1957, pp. 347-400. Che anche a Berna
Hegel si interessasse direttamente della rivoluzione francese provato da una
lettera del dicembre 1794 a Schelling: qui Hegel dice di aver letto nel Minerva
di RCI-IENHOLZ le Historische Briefe aus Paris ilber Begebenheiten in Frankreich di
OELSNER (Briefe, I, pp. 11-12).
(7) Briefe I, p. 23.

126

CAPITOLO TERZO

ORIGINALIT SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCR.\TICO NEL PERIODO BERNESE

tando lo scritto di Cart, annota a proposito dei metodi di elezione


del consiglio di Berna: il padre sceglie il figlio, o due suoi figli,
o il fratello; se ha una figlia nomina il genero. In breve, tra i 92
membri che nell'anno 1795 sono stati eletti nel consiglio sovrano,
di uno solo si disse che i suoi servizi gli avevano meritato in qualche modo l'elezione" (8 ).
Sono questi contatti, uniti agli effetti dell'isolamento, che conducono inevitabilmente Hegel ad esasperare la sua posizione critica e ci pare che chi ha voluto vedere in ci solo la ripresa del
radicalismo illuministico, non abbia inteso l'origine circonstanziata
del travaglio hegeliano: se talvolta egli sembra accettare il razionalismo illuministico, se il suo dramma politico sembra risolversi
in un atteggiamento di contemplazione del Sollen " (9 ), ci effetto e non causa del radicalismo politico hegeliano.
Non perci Hegel abbandona il metodo analitico che presiede
alla sua indagine, anzi le analisi che conduce sulle strutture costituzionali di Berna, le minuziose indagini che dedica a problemi
economici e giuridici, sono, per quanto riguarda il procedimento
hegeliano, esemplari ( 10 ); e solo dopo che le ha concluse riappare
l'invettiva, la protesta violenta che innerva la volont rivoluzionaria.
Vi dunque una situazione umana particolare all'origine dell'esperienza hegeliana di Berna, e giustamente si notato che negli
scritti del periodo si sente l'indignazione dello studente di teologia povero che vede, accanto a lui, dei giovani mal istruiti conquistare, senza colpo ferire, quello ch'egli non potr mai ottenere
per s ,, (" ). Eppure l'ansia rivoluzionaria del giovane Hegel non
per nulla moralistica, n solo psicologicamente motivata: essa
muove dalla denuncia della crisi delle strutture sociali e culturali
ed quindi storicamente confortata; e come gi a Tubinga la polemica contro Io stato dispotico era estesa alla cultura illumini-

(8) Dokumente, p. 256. Cfr. inoltre F. RosENZWEIG, op. cit., pp. 47-54, e infra.
Cosi J. HYPPOLITE, La signification de la revolution franaise ... , cit., p. 329.
(10) Su ci ha insistito particolarn1entc, malgrado i limiti interpretativi dell'opera, T. L. HAERING, op. cit., vol. I, pp. 122-128.
(9)

(11) Cosi E. VERMEIL, La pense politique de Hegel, in Revue de metaphysique


et de morale>1, 1931, 38, 3, p.444. Si debbono tuttavia escludere amare esperienze
personali deIIo Hegel nei rapporti con la famiglia Steiger (cfr. SrRAHM, H., op.
cit., p. 524).

127

stica e tradizionale, cosi da Berna, Hegel protesta contro quella


cultura professorale che ad un tempo era prodotto della crisi, ma
che pure la aggravava. ... come van110 le cose a Tubinga? , scrive
a Schelling dopo un anno di permanenza a Berna : finch un
uomo del tipo di Reinhold o Fichte non vi occuper una cattedra,
non ne uscir niente di decente. In nessun altro luogo il vecchio
sistema vegeta e si perpetua con tanta fedelt, e quand'anche non
abbia pili influenza sulle migliori teste, trionfa tuttavia sulla maggior parte, nelle teste meccanicizzate; in questa situazione molto
importante Io spirito ed il sistema dei professori, perch son quelli soprattutto che mettono in circolazione e vi mantengono le
12
idee " ( ). L'esigenza di un rinnovamento sostenuta quindi dall'intuizione della profondit della crisi che percorre tutte le strutture e la sua urgenza dalla percezione della gravit dei suoi effetti; n questi convincimenti sono puramente teoretici ma espressione di una sofferta situazione umana, che insieme provoca il radicalismo politico dello Hegel e pone le condizioni della sua originalit speculativa.
Dovremo vedere di seguito come i temi di Tubinga, libert
e amore" e la necessit di una nuova mitologia, siano dapprima
ripresi, poi rielaborati, infine profondamente trasformati in riferimento appunto a tale nuovo atteggiamento (13).

2. - A Berna l'oggetto della polemica hegeliana, sia lo stato


dispotico o il vecchio sistema o l'ortodossia ecclesiastica, ricondotto ad una radice unitaria ed a un unico concetto filosofico:
l'alienazione. Tale nozione era sottintesa agli scritti di Tubinga e
in particolare aveva riferimento alle concezioni di uomo e di stato
col elaborate. E alienante per lo Hegel ogni figurazione dell'uomo
che prescinda dalla totalit della sua esperienza storica, dall'unit
di ragione e sentimento, di teoria e prassi; altresi alienante ogni
teoria dello stato che escluda la completa integrazione di individualit e comunit, o determini, in astratto, una divisione di fun-

(12) Briefe, I, p. 12.


3

(1 ) In particolare nella nostra interpretazione ci rifacciamo alle tesi gi espresse da R. HAYM (op. cit., p. 40 sgg., 5.5 sgg,) e da F. RosENZVo/EIG (op. cit., I, pp, 30-47).

128

CAPITOLO TERZO

zioni e di diritti tra i cittadini, o distingua tra doveri civili e doveri religiosi, tra cielo e terra. L'alienazione la separazione dell'uomo da se stesso, l'impoverimento o l'annullamento della sua
potenza vitale, l'opposto di ogni concezione antropocentrica, ed
in particolare l'alibi teologico, sostitutivo dell'ansia umanistica di
trasformazione del mondo. Alla luce del giudizio storico, alienanti
risultano dunque la tradizionale dottrina del pessimismo luterano
e le teorie illuministiche che si fondano sull'atomismo individualistico.
Il concetto di alienazione, fin qui piuttosto generico, si definisce ulteriormente a Berna ed a ci contribuisce con una certa
energia la peculiare motivazione politica dell'opera hegeliana di
questo periodo. Era inevitabile che all'accentuarsi del momento
polemico dell'indagine hegeliana, in riferimento a quel che s' chiamato radicalismo democratico, corrispondesse l'insistenza sul problema dell'alienazione e delle sue cause, un'istanza quindi d'analisi
storica: infatti mentre l'immediatezza, la relativa imprecisione e
la sommariet degli scritti di Tubinga permettevano alla generosa
volont rivoluzionaria e di programmazione mitologica di reggersi
in piedi malgrado ogni incoerenza, a Berna, dove la crisi e le contraddizioni si configurano in dimensione storica, latteggiamento
utopico non aveva alcun senso. Il radicalismo democratico innerva quindi il metodo storico dello Hegel, e viceversa. In genere
il radicalismo rivoluzionario presuppone un certo pessimismo che
colora le constatazioni storiche su cui si fonda; parallelamente il
disincantato realismo delle analisi politiche e storiche dello Hegel
di Berna, che ha toni di disgusto e di indignazione e giunge fino
al limite di un radicale pessimismo, sta alla base della sua polemica contro le forze alienanti.
L'alienazione dunque la forza del dispotismo, la sua stessa
possibilit di esistere e di perdurare nella negazione delle pili profonde esigenze dell'uomo; inoltre tale potenza alienante dello
stato dispotico si oggettivizza, provocando meccanicamente effetti
spersonalizzanti ed eversivi. In questa situazione l'individuo non
pili padrone della propria libert, n la libert dei singoli ha la
possibilit di integrarsi nella totalit dello stato. Ci si deve ora
chiedere se all'origine di questa polemica non siano che l'esalta-

ORIGINALIT SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERrooo BERNESE

129

zione della libert individuale, colta nell'adesione della coscienza


con se stessa e la proclamazione dell'assolutezza del diritto soggettivo. Infatti nello Hegel di Berna si voluto vedere un assertore dei diritti dell'individualit sulla base delle premesse giusnaturalistiche della dottrina kantiana: la stessa immagine del Volkstaat verrebbe quindi meno, il concetto di libert si rivelerebbe
non tanto costruttivo quanto restrittivo, e Hegel risulterebbe preoccupato di stabilire il limite dell'intervento dello stato e di determinare l'ambito della legalit muovendo dalle pretese della moralit (14 ). Ma con tali affermazioni si mina l'unit dello svolgimento
del pensiero hegeliano e si confondono gli effetti polemici con la
intenzione essenziale della sua opera. La rivendicazione hegeliana
del diritto soggettivo non va mai contro la definizione di Volkstaat
e ci che vi di pili caratteristico nel giovane Hegel appunto'
questa fiducia nella pili piena integrazione di soggettivit ed oggettivit, di moralit e legalit, in maniera che nessuno dei due
termini abbia a scapitarne ma entrambi siano affatto conclusi nella totalit. Neppure nei momenti di pili aspra polemica, Hegel cede
alla lusinga del contrattualismo, e dell'atomismo individualistico
che gli sta dietro, ed anche nelle affermazioni pili coerentemente
e radicalmente soggettivistiche si sente presente la tesi complementare dell'assolutezza e della totalit.
Ci non toglie che nel primo periodo di Berna la polemica
assuma una funzione preminente. Sono ancora temi teologici quelli
che Hegel affronta, ormai per in una prospettiva storiografica che
va sempre meglio determinandosi. Nel primo frammento bernese
sulla Volksreligion (15 ), Hegel cerca di definire il concetto di alienazione attraverso la critica del cristianesimo: procedendo ad una
analisi parallela delle figure di Cristo e Socrate, egli conclude nell'affermazione che, mentre il secondo ha come solo scopo la rivelazione dell'uomo a se stesso, il primo un separato, vale a dire
separato da s e dalla comunit, da una vita unisona di soggettivit ed oggettivit; sull'insegnamento di Gesti pesano lo spirito
di intolleranza e di strettezza del giudaismo, e proprio su questi

( 11 ) Cosi soprattutto E. EPIH-IAI!l.1, op. cit., pp. 39-50, e soprattutto 42-43.


15
(
) Theologische Jugendschriften, pp. 30-35 e 359-360: datato all'inizio del 1793.
9. A. Negri - Stato e diritto nel giovane Hegel.

130

CAPITOLO TERZO

caratteri fondata la sua Chiesa; ed in ci consiste il potere alienante esercitato dalla Chiesa, nella schiavitu del credente1 alle
formule oggettive del dogma. Il frammento termina con un appassionato incitamento alla Chiesa affinch si liberi dalle catene e si
faccia promotrice di quel progresso che I'Aufkliirung nutre ma da
cui essa stata finora trascinata ( 16 ). evidente che l'ideale, enucleato nel Tiibinger Fragment, del Volkstaat e l'immagine della
felice citt greca costituiscono lo sfondo di tutto questo scritto (17); ma l'elemento distintivo, che qui risalta, consiste nel tentativo di determinazione storica dell' alienazione, cio della sua
causa - la " separazione ,, del Cristo e la tradizione giudaica
- e dei suoi effetti: l'oggettivit delle strutture chiesastiche
e l'asservimento della Chiesa. Approfondendo lindagine in
un altro brano di questo periodo ( 18 ), Hegel denuncia pili apertamente il carattere autoritario del cristianesimo che il contrappeso naturale della passivit dell'insegnamento di Gesu,
la conseguenza dell'istaurata sottomissione dell'uomo dinnanzi alla Provvidenza (19). Il concetto del Cristo storico discoperto alla
base di tutte le successive contraddizioni, poich esso prevede la
radicalit della caduta originale dell'uomo e la gratuit della salvazione; tali credenze, in quanto riferite ad un fatto storico, - la
predicazione del Cristo e la sua morte - , non sono fondate sulla
ragione come esigenze imprescindibili (20 ), ma sull'autorit; perci l'uomo risulta alienato in quanto n la moralit n la salvazione derivano dalle sue forze, ma dai meriti altrui (21 ); nel cristianesimo quindi l'uomo prigioniero di un'autorit esteriore, e
un nesso di questo tipo il medesimo su cui si fonda lo stato
moderno.
(16) Ivi, in particolare p. 360. Nel frammento risuonano, oltre a quest? della
fede nei lumi>}, molti altri motivi illuministici come la leggenda d~l gallo ~1 Esculapio offerto da Socrate (p. 34) o la polemica contro il numero degli apostoli (p. 32).
Si cfr. H. NIEL, op. cit., pp. 31-32.
(17} Bene a questo proposito H. GLOCKNER, op. cii., vol. II, p. 33.
(IB) Theologische Jugendschriften, pp. 48-69: il frammento datato. 1793, o al
niassimo primi mesi del 1794. Su di esso in generale cfr. H. NIEL, op. cit. pp. 34-35
e P. AsVELD, op. cit., pp. 46-48.
(19) Theologische Jugendschriften, pp. 60-69.
(2o) Ivi, p. 64.
(") Ivi, pp, 68-69.

ORIGINALIT SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNESE

131

Da queste denunce allo studio delle condizioni di una religione pubblica c'era solo un passo. Alla religione pubblica, dice
Hegel, essenziale l'identit con la moralit pubblica (22); e al23
trove ( ), dopo aver analizzato le cause degenerative della religiosit moderna, egli insiste sul fatto che la religione deve esprimere
lo spirito del tempo, essere a livello con lo spirito del mondo (24).
La concezione cristiana ha invece una radice individualistica, escatologica, moralistica che toglie all'uomo la gioia di vivere nel mondo e lo isola, l'idea della morte metafisicizzata, l'eternit della
pena terrorizza ed annulla le forze costruttici dell'uomo: quanto
pi vicina ci l'idea greca della morte che giunge all'uomo come
alla fine di un banchetto ( 25 ) ! Con ci l'indagine ricondotta nuovamente all'ideale della civilt greca. In essa costituzione, legislazione, religiosit, tutto era connesso in un unico vincolo di sensibilit e fantasia, di giovanile creativit (26).
Che poi per lo Hegel l'antichit sia una rappresentazione attuale ed il suo rinnovamento un concreto impegno vitale, ce lo
confermano gli excerpa che egli in questo stesso periodo trae dalle Ansichten del giacobino Forster: " in una repubblica vi un'idea
per cui l'uomo vive ... lo spirito di una grande repubblica connette
tutte le forze psichiche e morali in un'idea e tutto il suo cerchio
vitale ha un'unit (27 ); e segue ancora la polemica contro il Sognatore cristiano ed espresso il convincimento che la liberazione
dell'uomo passa attraverso il lavoro e la sua partecipazione attiva
alla vita politica.
(") Ivi, pp. 48-60.
23
( ) Ivi, pp. 36-47. Questo frammento datato 1793. Su di esso soprattutto H.

GLOCKNER, op. cit., vol. II, pp. 33-37.


( 21) Ivi, p. 39.
(") Ivi, pp. 4447.
2

( ~) Ivi, pp. 36-39. Su questo passo influisc_e soprattutto Io Herder; ma in ogni


caso 11 paragone vita umana-storia, che era ricondotto alla teoria delle et della
vita, molto comune nel pensiero illuministico. Per quanto riguarda Herder si
veda I'~~ cit., ~i CLAiiK, p. 150 sgg.; in generale invece F. MEINECKE, Le origini
lo stonc1sn10, clt., p. 237 e il fondamentale TRUDE BENZ Die Anthropologie in der
Geschichtsschreibung des 18. Jahrhunderts, 1932.
'

del-

) I p~ssi dalle Ansichten cit. di FORSTER sono ora pubblicati nei Theologische
~~gendschnf~en, pp. 366-367 e in Dokun1ente, pp. 217-218. Sul carattere attuale del27

lrct7eale classico nello Hegel di Tubinga, si vedano soprattutto G. LUKACS, op. cit.,
p. 5 e E. DE NEGRI, La nascita della dialettica hegeliana, cit., p. 33.

132

CAPITOLO TERZO

ORIGINALIT SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNESE

Forse maggiore importanza ha un'altra conseguenza della polemica. La denuncia del carattere paralizzante della religione cristiana induce lo Hegel alla considerazione accurata della vicenda
storica che port alla caduta dell'impero romano ed all'analis'.
delle responsabilit del cristianesimo (28 ); per ora si tratta solo di
un accenno ma presto tale tema diverr centrale nella speculazione bernese, ed il problema dell'alienazione e della positivit
verr svolto in una luce pienamente strica, caratterizzandosi cosi
]'opera berne se rispetto a quella di Tubinga.
. .
.
Se torniamo ora alla definizione del concetto d1 ahenaz10ne
possiamo osservare che esso si qualifica essenzialmente in una. prospettiva sociale. Il senso polemico che gli sotteso non eqm~a:e
d u nque alla mera rivendicazione della moralit contro la legahta,
.
della soggettivit contro loggettivit, ma piuttosto, costruttlv~mente, all'affermazione di una pubblica moralit, della necess~n~
integrazione di individualit e razionalit nelle strutture sociali:
nozione in cui anticipata la categoria della eticit. Il concetto di
alienazione quindi strettamente legato all'esigenza del suo supe. ramento e definito in un rapporto dialettico; alla volont di libel'uomo dalle conseguenze paralizzanti dell'alternativa dualistica cristiana di cielo e terra si accompagna l'ansia di o~
iett1vizzare la libert dell'uomo. Una profonda istanza di immanen.za
percorre fin d'ora il pensiero hegeliano, alla ricerca del.la m.e~ia
zione dell'antinomia illuministica di individualit e raz10nahta. e
concludentesi nella speranza della pacificazione del dramma m
un'entit sociale unitaria ed insieme comprensiva della libert di
tutti i suoi membri.
Inutile nascondersi che tale idea di una pacificazione conclusiva del dramma sociale risentiva di influenze religiose e si colle-

(28) Theologische Jugendschriften, pp. 364-366. Tale passo deriva diretta~ente


dalla lettura del Decline and Fall ... cit. di E. GIBBO~. _I-Iegel deve aver letto I oper~
nell'edizione originale, ma tuttavia esistevano ormai in tedesco ct71le bu~ne tradu
zioni che fra l'altro rivelano la diffusione dell'opera:. si veda ~,11 partlco~are la
trad. di G. I-Iuco, Eduard Gibbons historische Uebersi:ht des ro~tschen .~echts
(44 [(ap. der Geschichte des Verfalls des r01nischen Retches), Gottlnga 1789, e su
questa traduzione cfr. G. GIAI~RIZZO, Edward Gibbon e la cultura europea del settecento, Napoli 1954, pp. 416-417. Sull'influenza del Gibbon su Hegel si veda~o ad
ogni modo le pagine di T. L. HAERJNG, op. cit., vol. I, pp. 220-225, molto precise ed
equilibrate.

133

gava alla generica ansia escatologica propria di quel tempo, eppure in Hegel questa concezione del tutto demetafisicizzata, intesa in una prospettiva sociologica (29 ). Ma l'originalit della concezione hegeliana risalta ancor pili quando la si paragoni con le
teorie della scuola del criticismo, ed in particolare del Fichte.
Che Hegel ne fosse al corrente non ci sembra dubitabile ("'0 ), ed
anzi supponiamo che la stessa insistenza sul concetto di alienazione
derivi dalla fichtiana Rivendicazione della libert di pensiero, una
opera il cui spirito i giovani dello Stift dovevano ritenere particolarmente consono col loro sentire. Eppure oltre alla generica consonanza sentimentale, ben pochi altri motivi del pensiero fichtiano
sembrano qui aver influito sullo Hegel. All'individualismo ed al
larvato contrattualismo del maestro di Jena egli opponeva una
concezione superindividuale, se non ancora organica, e mentre la
definizione fichtiana dei diritti inalienabili concludeva, secondo lo
schema individualistico, in una visione affatto negativa dello stato
ed infine nell'ipotesi della sua sparizione (31 ), la concezione hegeliana di tali diritti presupponeva il loro necessario inserimento
nella vita dello stato; e la libert che, quand'anche non fosse concepita dal Fichte in maniera anarchica, tuttavia era raffigurata in
termini estremamente individualistici, dallo Hegel era invece in-

(29) Anche EPHRAIM E., op. cit., in particolare pp. 69-70, ha cercato di intendere
questo elemento sociologico della definizione hegeliana della Beruhigung. Ma quest'originale procedimento hegeliano era in formazione e poco chiaro nella sua peculiarit agli stessi pi stretti amici di Hegel: HOlderlin ad ese1npio trova nel concetto hegeliano di Vorsehung, che concludeva nella pacificazione, un perfetto parallelismo con la soluzione kantiana per cui il meccanicisn10 naturalistico era affatto
compreso nel regno dei fini (Briefe, I, p. 20, da una lettera del gennaio 1795).
(30) Basti vedere a questo proposito Briefe, I, pp. 14-15 (da una lettera del gennaio 1795) in cui Schelling oltre a manifestare il suo entusiasmo per la filosofia
fichtiana in generale consiglia allo I-fegel la lettura della ZurUckforderung ... , e la
gi citata lettera di HOlderlin dello stesso periodo in cui il poeta parla entusiasticamente della Wissenschaftslehre del 1794 e della Bestimniung des Gelehrten
(Briefe, I, pp. 19-20): e, si ricordi che questa corrispondenza serviva allo Hegel soprattutto per tenersi al corrente della contemporanea produzione scientifica.
1
(3 ) J. G. FICHTE, Zurilckforderung der Denkfreiheit van den Fiirsten Europens,
die sie bisher unterdruckten (1793), in Werken, voi. VI, Berlino 1845, pp. 3-35: cit.
dalia traduzione italiana di L. PAREYSON, Torino 1945, in particolare alle pagine 83-86
dove nel corso della definizione dei diritti inalienabili appare chiaramente la concezione contrattualistica e assolutamente individualistica di Fichte in quest'opera: in
queste pagine si preannuncia quella svalutazione dello stato espressa poi nello
stesso anno nei Beitrii.ge cit.

CAPITOLO TERZO

ORIGINALIT SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNESE

tesa come potenza organizzatrice di rapporti sociali e statuali (32 ).


Concludendo, nel primo periodo di Berna Hegel riprende il
concetto di Volkstaat e le nozioni che lo condizionavano, senza
mutare di molto i moduli della sua indagine; ma un attento esame pu fin d'ora rivelare che, dietro tale concetto, l'alienazione
era reinterpretata come criterio di comprensione storica e la positivit era indagata nell'intero corso della storia universale. L'originalit del procedimento hegeliano andava perci sempre me-

dell'alienazione, vale a dire dell'interpretazione degli aspetti storici della crisi al fine della trasformazione del mondo, nello studio
della vita del riformatore religioso Gesti e della formazione della
dottrina e della chiesa cristiana; nella vita di Cristo Hegel vuole
insomma indagare come ansia di liberazione e oggettivit storica
si siano trovate di fronte e quindi come, venute a contrasto, l'insegnamento di libert del Cristo ne sia uscito soccombente ed abbia originato la dommatica ecclesiastica.
Ma prima di entrare nel vivo dell'analisi dell'opera hegeliana
opportuno vedere come e in quale misura il pensiero kantiano,
ed in particolare l'opera La Religione nei limiti della pura Ragione,
abbia influito sul giovane Hegel. Non v' interprete infatti che abbia escluso tale influenza, quelli che non son chiari sono i limiti
d'essa. Ma d'altro lato non neppure estremamente chiaro il significato dell'opera kantiana in questione, poich, anche se generalmente si ammette che i suoi effetti siano stati rilevanti sullo svolgimento dell'idealismo trascendentale, pure si riconosce ad essa
un carattere affatto illuministico (35 ) ; di conseguenza chi stabilisca una rigida frattura tra Illuminismo e romanticismo non pu
certo intendere il significato dell'opera kantiana. Diviene perci
necessario ricorrere allo schema generale del rapporto tra questi
due movimenti culturali, rapporto non d'opposizione ma d'integrazione, ed insistere sul fatto che l'efficacia della teoria kantiana deriv soprattutto dall'aver egli ridotto la religione a mera potenza
morale, come tale svolgentesi costruttivamente nella storia, dall'aver cio, attraverso l'analisi del fenomeno religioso, svolto l'antropocentrismo illuministico fino al limite del creativismo romantico; il nesso che Kant fissa tra religione e storia ricondotto da
un lato al profondo e vigoroso impulso unitario dato alla vita
della coscienza dal pensiero critico, dall'altro immanentizzato, raffigurato in termini costruttivi, secondo l'intuizione lessinghiana (3").
Ora, se Hegel, come altrove si visto, accetta alcuni risultati

134

glio definendosi.
3. -L'alienazione il primo concetto dialettico che Hegel definisce : ad esso essenziale da un lato il rapporto con il suo superamento, dall'altro la piena integrazione della valutazione teoretica e della volont pratica. Ne conseguiva la necessit di immanentizzare tale nozione nella storia e di ridurla cosi a criterio
di interpretazione, poich solo nella storia poteva attuarsi quel
superamento che per lo Hegel significava profonda riforma di
strutture sociali e politiche. Filtrato attraverso questo concetto,
l'empirismo hegeliano assume un carattere insieme rigorosamente
teoretico e pratico ; ci troviamo dinnanzi ad un analista che studia
la materia per definire la tecnica della sua trasformazione, ad un
patologo che anatomizza il corpo morto della storia per studiare
le condizioni della malattia letale e per stabilire i presupposti
della salute e della vita. L'ideale operativo che percorre l'indagine
hegeliana di questo periodo determinandone interessi e metodi,
frutto del radicalismo dell'ideologia rivoluzionaria, per cui la libert ansia di librazione, ed il suo concetto deve essere convertito nella realt (33 ).
Il primo tentativo di dar corpo a tale impostazione critica
si coglie ne La vita di Gesu, che lo Hegel compose a Berna nella
primavera estate del 1795 (34 ). Hegel esemplifica qui il problema
(32) Sui caratteri degli scritti fichtiani della prima fase, cfr. X. LEON, op. cit., p.
166 sgg.; R. STRECKER, Die Anflinge von Fichtes Staatsphilosophie, Lipsia 1917; nonch
l'introduzione di PAREYSON alla trad. cit., pp. 7-62.
(33) Cfr. in particolare E. EPHRAIM, op. cit., pp. 82-92 che ben chiarisce la centralit dello 1< Stellung zur Geschichtel> dello Hegel bernese.
(34) Das Leben Jesu la prima opera conclusa, anche se non apprestata per la
pubblicazione, dello I-Iegel; fu composta dal 9 maggio 1795 al 24 luglio 1795; ed ora
pubblicata negli Jugendschriften, pp. 75-136.

35

135

) Si cfr. in particolare R. _KtWNER, op. cit., vol. I, p. 215 sgg.; sugli agganci
della pro~lern_atica l~antiana con quella di Fichte, Schelling e llegel, ancora ivi,
p. 223. Puo essere utile vedere anche la ampia introduzione che A. POGGI ha premesso alla sua traduzione italiana dell'opera kantiana (Modena 1941).
( 36 ) R. KRONER, op. cit., vol. I, p. 216 e 219.
(

136

CAPITOLO TERZO

del kantismo per introdurli in un diverso organismo di pensiero e


per piegarli alle proprie esigenze speculative che sono di carattere
storico sociologico e politico, appare evidente che la problematica
della Religione nei limiti della mera Ragione, opera in cui d'altronde Kant radicalizzava i motivi umanistici del pensiero illuministico e rivelava una inattesa sensibilit storica, gli dovesse essere particolarmente consona; ma altresi chiaro che n gli interpreti che nella Vita di Gesu hanno visto una pura rielaborazione
di temi kantiani (' 7 ), n coloro che considerano quest'opera come
un esercizio di documentazione storica sulla traccia kantiana (38 ),
hanno colpito nel segno. Hegel riprende dunque in parte il rigorismo razionalistico di Kant e lo reinterpreta in relazione alle sue
esigenze, a quella concezione dell'uomo come ente costruttivo e dell'alienazione come separazione dell'uomo dall'energia creativa del
suo esistere che avevano entrambe centro in un concetto di vita
ricondotto alla storia, alla pregnanza e totalit delle espressioni
umane in essa ("9). L'elemento distintivo dell'opera hegeliana consiste inoltre nell'intenzione sociologica che la regge: la vita di Gesu
immersa nella storia della sua nazione, il suo insegnamento inteso nella prospettiva della riforma delle strutture sociali e del costume del suo popolo (40 ) ; in questo quadro libert e alienazione

(37) Cfr. W. DlLTHEY, op. cit., p. 19 sgg.; F. BULoW, op. cit., p. 15 sgg.: come poi
dalla concezione tubinghese dell'amore a quella freddamente intellettualistica di
Berna sia possibile passare non spiegato da questi autori, per cui l'influenza
esterna del pensiero kantiano sembra tutto giustificare.
(38) Questa speciosa interpretazione stata data da T. L. HAERING, op. cit.,
vol. I, p. 169 sgg. e 186 sgg., e poi ripresa da J. HYPPOLITE, Travaux ... cit., p. 417 sgg.
La vita di Ges)} andrebbe intesa co1ne opera tratta da excerpta in preparazione
del Die Positivitat, e solo per caso vi si sarebbero intrufolati elen1enti originali.
E' vero che quest'opera non pu essere vista fuori della prospettiva della seguente e che anche il metodo degli excerpta piuttosto usuale allo Hegel, ma tuttavia
l'opera hegeliana ci sembra avere un'intima unit tematica che non pu essere
casuale.

(39) Cfr. J. WAHL, Le malheur de la conscience dans la philosophie de Hegel,


2 ed., Parigi 1951, pp. 48-51; J. HYPPOLITE, Jntroduction ... , cit., p. 37 sg.; E. DE NEGRI,
La nascita della dialettica hegeliana, cit., p. 41 e 44.
(10) Cosi molto bene TI-I. STEINRtic1-mL, op, cit., p. 139. Ma si confrontino anche
le belle pagine dedicate dallo f-loFF,VJEJSTER al paragone tra Das Leben Jesu e l'En1pedokles di HOLDEI~LIN (HOlderlin und Hegel, cit., pp. !J.1-43 e 49-50): corne Ges Empedocle costruisce una comunit cui si rivolge sempre il suo insegnamento, ca.me a Ges si oppone il fariseismo cosf ad Empedocle si oppone

ORIGINALIT SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNESE

137

sono dialettizzate e La vita di Gesu assume un valore di attualit


in riferimento all'esigenza di costruire anche nel mondo germanico
attuale una religione popolare (41 ).
Come s' detto, Hegel muove da Kant e dalla conseguente
riduzione dell'antropocentrismo illuministico di questo ad una nuo
va concezione dell'uomo; il Gesu di Hegel sar l'immagine che
esce da tale impostazione attivistica, ed a descriverla sono dedicate
le prime pagine del saggio. La pura ragione, sorpassando ogni limite, la stessa divinit. Secondo la ragione il piano del mondo
in generale ordinato. la ragione che insegna all'uomo a conoscere il suo destino, il fine assoluto della sua vita. Spesso, in realt,
essa fu coperta di tenebre; ma essa non fu mai spenta completamente. Anche nelle tenebre una debole luce si sempre conservata.
Tra i giudei fu Giovanni che fece ancora attenti gli uomini a quella
loro dignit che non dovrebbero considerare estranea ma che dovrebbero cercare in se stessi nel loro vero io. Non dunque nel
loro lignaggio, n nella ricerca della felicit, n impegnandosi al
servizio di un uomo illustre, che essi debbono cercare la loro dignit, ma nel crescere in s quella scintilla divina che loro fu concessa ... Lo sviluppo della ragione la sola sorgente di verit e di
pacificazione, sorgente che Giovanni non pretendeva di possedere
in modo esclusivo o come cosa rara, ma che tutti gli uomini possono far sgorgare in se stessi. Ed il Cristo si acquistato ancor
piu meriti per aver migliorato i principi corrotti degli uomini e per
aver fatto conoscere la vera moralit e l'illuminata adorazione di
42
Dio ,, ( ). La vera rivelazione quindi quella dell'uomo a se stes-

Hermokrates, ed infine entrambi si sacrificano per la saggezza. In IIOlderlin oltre


che in Fiegcl fondamentale il problema della positivit che nasce dal rapporto
individuo comunit.
41

(
) Ottima l'impostazione di P. AsVELD che qui riprendiamo: Quel est le
gcnre litteraire dcl la Vie de Jsus? Il est certain que Hegel ne prtend pas nous
livrer une idc exacte, historique de la vie de Jsus .... Est-ce un expos expurg
de la vie de Jsus que Hegel vcut nous donncr, expurg de tout ce qui n'aurait
pas de valeur pour nous, pour ne garder que ce par quai Jsus presente un intrt
actuel, ce en quai il peut encorc nous servir d'excmple? Pas exactement non plus,
car il est clair que Hegel a non seulment expurg mais transform, sciemment
transform, le portrait de Jsus ... cn jeune rformateur il a essey de composer un
Vie de Jsus adaptc aux besoins de la religion populaire dont il rve, de la
Volksreligion (op. cit., p. 58).
(42) Jugendschriflen, p. 75.

138

CAPITOW TERZO
ORIGINALIT SPECULATIVA Il RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNESE

so, nell'unit delle sue facolt: " poich la divinit ha tanto distinto l'uomo dalla restante natura che dotandolo di ragione lo ha animato di un riflesso della sua essenza - non che per la fede, che
l'uomo ha nella ragione, che esso pu realizzare il suo destino e la ragione non condanna gli impulsi naturali ma li dirige e li
rende nobili "(4 3), Il culto della ragione e dell'umanit si svolge
in una prospettiva attivistica. Ecco il Cristo che prega: " Padre
degli uomini, cui son sottomessi tutti i cieli, Tu l'unico Santo, sii
l'immagine presente al nostro spirito, ci a cui noi cerchiamo di
avvicinarci! Possa un giorno venire il Tuo regno dove tutti gli esseri dotati di ragione faranno di essa sola la regola del loro agire,, ( 44 ); o ammaestra gli apostoli: " agite secondo una massima
tale che voi possiate desiderare che essa si applichi a voi stessi come legge generale tra gli uomini. Questa la legge fondamentale
della moralit, il contenuto di tutte le legislazioni e di tutti i lihri
sacri dei popoli. Entrate attraverso questa porta del Diritto, nel
tempio della Virtu,, (45); in ogni caso la moralit intesa come
una spinta ali' azione, un contributo alla costruzione del regno
di Dio.
Tuttavia l'adesione ai moduli illuministici e lessinghiani, la
considerazione della storia religiosa come storia dell'educazione
del genere umano attraverso la ragione e l'ottimistica speranza del
trionfo dei lumi ingeneravano contraddizione nel procedimento
hegeliano; assumendo infatti la ragione come funzione moderatrice, regolatrice e deontologica dello sviluppo storico, si urtava contro il sorgere della positivit. Era possibile a chi voleva vivere interamente nel suo tempo per comprendere e trasformare la realt,
ridurre, come avveniva nell'Illuminismo, tutta la positivit a pregiudizio? Ed era lecito a chi concepiva l'uomo come totalit ed
aveva appreso a considerare l'individualit delle creazioni popolari, svalutare quelle configurazioni storiche, consolidate nell'esteriorit, ma che pure erano espressione dell'uomo? Il problema della positivit, che s'andava definendo nella dialettica tra libert ed
(43) Ivi, p. 80.
(44) Ivi, p. 85.

(1") Jugendschriften, p. 87. l\lla si cfr. anche p. 100 e 103, dove appaiono evidenti

i richiami a Lessing, dal cui Nathan der Weise Hegel cita con frequenza.

139

alienazione, non era altro che una sottospecie dell'antinomia illuministica di individualit e razionalit; se la ragione doveva agire
nella storia, non era possibile insomma che, individualizzandosi,
si trovasse di fronte una storicit irrimediabilmente scaduta nella
negativit; alla fine, oltre l'entusiasmo umanistico, tale radicalismo intellettualistico si risolveva nella paralisi della stessa azione
rivoluzionaria e nella chiusura della potenza della ragione entro i
limiti del pensiero utopico, contraddicendo in tal modo il presupposto dell'efficacia della moralit. Hegel intuisce il dramma della
speculazione illuministica e lo esemplifica nel dramma del suo Gesu illuminista. La morn.lit la sfera autonoma della libert: che
cos' invece la positivit? Qual' il rapporto tra libert ed eteronomia, tra moralit e legalit?
Hege] distingue cattiva e buona positivit. Polemizzando contro gli ordinamenti positivi che sono, per usare le parole del Ti1binger Fragment, " ein totes Kapital '" Gesu esclama: " se voi
considerate gli statuti ecclesiastici e i comandamenti positivi come
la legge suprema data all'uomo, voi disconoscete cosi la dignit
dell'uomo ed il potere che in lui di creare da se stesso la nozione della divinit e la conoscenza della Sua volont. Chi non rispetta questo potere che in lui, non rende onore alla Divinit.
Ci che l'uomo pu chiamare suo Io, ci che al di sopra della
tomba e della decomposizione, ci che per s stabilir la ricompensa meritata. L'Io si rivela come ragione che non dipende da alcuna
legislazione, e ad esso nessuna autorit della terra o del cielo saprebbe indicare altra misura di giudizio "( 46), La cattiva positivit quindi l'alienazione, ci che rende schiavo l'uomo del pregiudizio, della strettezza egoistica, ci che si oppone alla " legge interiore che legge di libert" (47). Gesu rivolgendosi ai giudei che
lo mettono a morte esalta la sua libert, che non pu essergli tolta
in alcun modo: solo la cattiva positivit, " il giogo di una legge
che imposta dal di fuori '" rende schiavi gli uomini e la vita indegna di essere vissuta (48 ). Ma, oltre alla positivit dell'alienazio(46) Jugendschriften, p. 89.
( 47 )
48

lvi, p. 98.

(
) Jugendschriften, p. 98. In generale sul problema della distinzione tra buona
e cattiva positivit nella vita di Ges)) si vedano le preziose annotazioni di HYPPO-

140

ORIGINALIT SPECULATIVA E RADfCALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNESE

141

CAPITOLO TERZO

ne v' la positivit buona, che creazione della libert e della ragi~ne. Abbandonando i discepoli, alla vigilia della morte, cosi Hegel parla loro: non crediate che il piano della divinit si compia
in assembramenti tumultuosi o nelle comunit che giurano sul nome e sulla fede di una persona. Il piano divino non limitato ad
un solo popolo n ad una sola fede,ma abbraccia d'amore imparziale il genere umano intero. Voi potrete riconoscere che il piano
si sia compiuto quando non vi sar piu culto dei nomi e delle parole, ma il servizio della ragione e della virtu, esercitato su tutta
la faccia della terra. la costante visione di quella speranza dell'umanit e non la vana speranza nazionale dei giudei che vi conserver esenti dallo spirito di setta, sempre inflessibili e coraggiosi ,, (49). Il contrasto stabilito tra buona e cattiva positivit si configura quindi come rapporto dialettico di vita e di morte, qualora
la vita sia intesa, sebbene ancora piuttosto confusamente, quale
integrazione di razionalit ed individualit, libert e storia, teoria e prassi.
Nello scritto La Positivit della religione cristiana, composto
a Berna nell'inverno del 1795 e nella primavera del 1796 (50 ), i terni fin qui espressi assumono una maggiore chiarezza ed i limiti
intellettualistici ed illuministici del precedente scritto hegeliano
si avviano ad essere affatto superati. Die Positivitat si apre con la
polemica contro la concezione ritualistica della religione giudaica,
per cui le verit morali son ricondotte a morte formule , a
morte macchine ,, sotto una potenza straniera ( 51 ). Contro tale
formalistica piet religiosa sorgono gli Esseni e Giovanni, ma soprattutto Gesu che coglie nella sua predicazione l'eterno elemento
della vera religiosit, nell'affermazione della libert dell'uo~o ~
della sua autonomia morale (' 2 ). Posto cosi il contrasto tra hberta
LITE, J., Jntroduction .. , cit., pp. 33-38. Sui prec:den~i della polemica hegeliana c~e
qui comincia a configurarsi nei riguardi del g1uda1smo, cfr. C. L. FURCK, ?P ctt.,
39-43 che traccia un quadro della polen1 ica illuministica a questo proposito (con
~~~ticol~re attenzione a Voltaire, Herde.r, Lessing, Mendelsohn ecc.).
(1ll) Jugendschriften, p. 122; ma vech a~c~1e p. 126..
.
.
(5o) Die Positiviti:it der christlichen Rel1gion, pubblicato 1n Ju~e~dschriften, pp.
152-213; fu composto a Berna tra jl 1795 e il 1796, restando tuttavia 1ncompleto.
(51) Jugendschriften, p. 153.
.
.
.
.
(52) Ivi, p. 154. Sulla dialettica di libert ed ahe~az1one In questo scritto hegeli.ano si cfr. l'esauriente giudizio di P. ASVELD, op, cit., pp. 66-67.

ed alienazione in generale, tra Ges e il giudaismo, nasce la fondamentale domanda attorno a cui ruoter il testo: " Come ci si
poteva aspettare che un tale Maestro che si dichiar contrario non
tanto alla religione dominante quanto alle superstizioni moralistiche, secondo cui l'osservanza di certe pratiche bastava a soddisfare le esigenze della legge morale, che esigeva non una virtu
fondata sull'autorit (cosa senza senso ed immediatamente contraddittoria), ma su una libera virtu personale, - come aspettarsi
dunque che un tale Maestro desse anch'egli origine ad una religione positiva, vale a dire fondata sulla autorit e che non poneva
n punto n poco il valore dell'uomo nella moralit? ,, (53 ). Donde
quindi la positivit? Hegel precisa che la sua ricerca non tende a
studiare l'intera storia della chiesa cristiana ma solo a determinare quei motivi che permisero la trasformazione della reine Religion predicata da Ges in religione positiva (54 ). La prima ragione di tale trasformazione consiste nel fatto che lo stesso Ges fu
un ebreo, ed il principio della sua fede e del suo Vangelo fu la
volont rivelata da Dio, quale la tradizione giudaica gli aveva conservata ,, ( 55 ); in secondo luogo Gesu fu obbligato a parlare molto della sua persona , per il fatto che tutte le leggi, - liturgiche
politiche civili, i costumi e le tradizioni - , del suo popolo erano
considerate comunicate da Dio stesso, e che perci il nuovo ordinamento avrebbe dovuto essere fondato su una pari autorit, altrimenti Egli non sarebbe stato ascoltato (56 ). " Come pu giungere lontana la rinuncia degli uomini alla loro forza e libert, per
cui tanto volentieri si chinano sotto una eterna tutela e si attaccano alle catene che ne imprigionano la ragione, tanto piu quanto
piu pesanti divengono - e di ci ciascuno ha ogni giorno esempi
dinnanzi. .. ( 57 ). Il terzo elemento che contribui a fondare la positivit della religione cristiana fu l'aspettativa del Messia che doveva apparire con forza per restaurare lo stato giudaico: Gesu

(53) Jugendschriften, p. 155. La trattazione di H. NITIL, op. cit., pp. 35-39, che
si riduce tutta alla chiarificazione di questo problema, molto utile da vedersi.
(51) Jugend8chriften, pp. 156-157.
(") Ivi, p. 158.
(56) Ivi, pp. 158-159.
(57) Ivi, p. 159.

142

CAPITOLO TERZO
ORIGINALIT SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNESE

non poteva deludere neppure questa aspettativa, gli bast trasportarla su un piano morale " e stabili l'occasione dell'apparire
della sua grandezza nel tempo dopo la morte ( 58 ). I discepoli ripresero tutti questi motivi marginali ed occasionali dell'insegnamento di Gesu e ne fecero il fondamento e la sostanza della dottrina cristiana. Quarto elemento di positivit fu il miracolo, prova esteriore cui Gesu fu costretto per rompere la crosta di diffidenza e grossolanit dei suoi contemporanei (59 ): ma la concezione
miracolistica si rivel forse piu pericolosa delle altre e di fatto
contribui decisamente all'esteriorizzazione del pensiero cristiano:
l'aspetto formalistico, cerimoniale, liturgico della religione giudaica fu ripreso e la religione con ci ridotta a puro Lippendienst,
ad omaggio meramente verbale alla divinit (60 ). Invece di essere
fondata sulla libera adesione alla predicazione del Cristo che coincide con l'imperativo della coscienza, la religione cristiana cominci a fare il suo centro nella persona storica di Gesu, e son soprattutto gli immediati discepoli responsabili di ci: essi furono
uomini modesti che si attaccavano alla lettera del pensiero cristiano e vi portarono tutti i pregiudizi giudaici, essi non cercarono verit e libert per se stesse, ma attraverso un faticoso apprendimento giunsero solamente ad un oscuro sentimento e all'aspetto fo1male d'esse,, (61 ). Comincia qui un lungo paragone
tra la scuola socratica e quella di Gesu: anche la prima si fondava
sull'affascinante figura di un uomo, eppure non divenne religione
positiva, poich il terreno in cui si svolse era affatto diverso, era
la libera citt greca. Gli amici di Socrate avevano fin da giovani
sviluppato in molti modi la loro personalit, ed erano nutriti da
quello spirito repubblicano che ad un tempo potenzia l'indipendenza individuale ma altresi integra le individualit nella vita pubblica; essi cercavano la verit per farne uno strumento di azione
nella citt e volevano essere qualchecosa di piu che inattivi filosofi,
e pi che scolari di Socrate ( 62 ). Di fronte alla religione cristiana
riemerge dunque l'ideale della antica polis, e conseguentemente la
(") Ivi, p, 160.
(59) Jbiden1.
(60) Ivi, p. 161.
(1>1) Ivi, p. 162.
(") Ivi, p. 163.

143

nozione di alienazione e di cattiva positivit si definisce anche in


una prospettiva di socialit.
Un altro elemento che contribui alla positivizzazione della religione cristiana fu il fatto d'aver fissato il numero degli apostoli;
Socrate invece non si curava del numero ed una volta ebbe sette
discepoli, altre volte tre per tre, come capitava. Ed Hegel commenta: essenziale e necessario ad una costituzione politica determinare il numero dei membri per la rappresentanza popolare e
per i giudizi e di tenerlo fermo di poi - ma una religione della
virt non pu derivare tali forme dalla costituzione statale ... ,, (63).
Al!' alienazione religiosa corrisponde quindi lo svilupparsi di una
mentalit statualistica e politica all'interno della chiesa, sostenuta
appunto dalla pretesa di sostenere la fede nel Cristo non tanto su
un libero imperativo della coscienza quanto sull'autorit che si
faceva derivare dalla persona storica del Cristo (64 ). La Chiesa insomma si fa succube dell'autorit, e svolge la dottrina in modo
da farne lo strumento del dispotismo, il mezzo per giustificare la
alienazione morale e politica del cittadino. In questa prospettiva,
il diritto invece di sgorgare dal profondo del cuore insieme al sentimento della virtu, risulta condizionato dalla frattura del mondo
morale e umano, dalla distinzione tra positivit e libert e cosi si
riduce inevitabilmente ad essere un puro ordinamento di necessit (65 ).
Queste osservazioni permettono allo Hegel di introdurre nella
parte conclusiva dello scritto la trattazione di un tema che gli
particolarmente caro, vale a dire quello del rapporto tra Chiesa e
stato, e quindi della forma giuridica che la libert deve assumere.
Se cerchiamo di mettere un po' di ordine nel confuso sviluppo del
pensiero hegeliano in questa fase, dobbiamo insistere particolarmente su questi punti: a) solo la libert pu qualificare in maniera
unitaria e totale la vita dell'uomo, e la libert si attua nella citt:
il diritto quindi il consolidamento oggettivo dell'energia morale
soggettiva ( 66 ); b) la religione cristiana, positivizzandosi, ha alienato
(63) Ivi, pp. 163-164.
{fl 4 ) lvi, p. 165 sgg.
( 65 ) lvi, p. lO.
( 66 )

Ivi, p. 174.

144

CAPITOLO TERZO

ORIGINALIT SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNESE

la libert dell'uomo ed il suo diritto, imponendogli come fine esclusivo il cielo (67 ) ; e) di conseguenza la corruzione ecclesiastica della
moralit non incide solo sulla vita dell'individuo ma soprattutto
sulla vita della comunit ed il diritto considerato in questa prospettiva come un puro ordinamento di necessit. Sviluppando quest'ultimo argomento, Hegel approfondisce lo studio dei rapporti
che intercorrono tra stato e chiesa, soprattutto per quanto riguarda leducazione. La Chiesa, quella cattolica in particolare, ma dopo
la sua gloriosa lotta rivoluzionaria anche la protestante, si arroga
il diritto dell'educazione dei giovani, diritto che le concesso dallo stato. Quali possono essere gli effetti di una tale educazione se
non quelli alienanti, spersonalizzanti che son gi stati in generale
lamentati? Con una tale predicazione autoritaria non va la Chiesa
contro gli stessi diritti naturali del bambino, contro il diritto di
sviluppare liberamente le proprie possibilit? (68 ). Per difendere i
diritti fondamentali dell'individuo, Hegel giunge al punto di applicare all'analisi della chiesa la teoria del contratto sociale, seguendo in ci il Mendelsohn (69), e cosi argomenta: la chiesa non pu
alienare i diritti fondamentali del cittadino, per esempio usando
sanzioni civili contro i cittadini di religione diversa, perch la
stessa societ ecclesiastica fondata su un contratto di unione
che preserva al singolo contraente la facolt di reciderlo, ed in
ogni caso ad ogni contraente il diritto di libert di pensiero ( 70 ).
Quando i diritti fondamentali dell'uomo vengano schiacciati dalla
Chiesa, allora lo Stato ha il diritto di intervenire in difesa del cittadino : la difesa della libert di religione quindi un compito preciso che lo stato deve assumersi (71). Ad Hegel insomma sembra
interessi affermare una pura forma di religiosit che dalla moralit sia giustificata e sostenuta, e niente di piu; e ci che egli teme
soprattutto la confusione della chiesa con lo stato, poich tale
confusione genera infine il dispotismo piu gretto e piu pesante;

la gi oppressiva autorit della chiesa moltiplica la sua forza usando gli strumenti del potere politico, e allora non v' piu pensiero
che non paghi diritti di dogana ( 72 ), la moralit viene ridotta a
casistica (73 ), l'alienazione trionfa senza alcuna opposizione.
Avvicinandoci alla conclusione e volendo enucleare un giudizio, dobbiamo ammettere che questi scritti sollevano piu problemi
di quanti ne risolvano. Se infatti i concetti di libert ed alienazione sono definiti adeguatamente ed anche la mediazione di libert
e positivit intravvista con st1fficiente chiarezza att11arsi nel rin~
novamento dell'antica polis (74 ), ci non va oltre lo studio della
vita di Ges e dei primordi del Cristianesimo; quando tali nozioni
vengono applicate all'analisi del mondo attuale, allora si aprono
gravi difficolt. Innanzitutto che significato ha lapplicazione delle
teorie contrattualistiche ali' analisi delle strutture ecclesiastiche?
In secondo luogo qual' la precisa immagine che Hegel si fa dello
stato?

{fi 7 )

Ivi, p. 177.

(68) Ivi, pp. 183-189.


(6\l) Ivi, p. 173. Cfr. anche le annotazioni precise di E. DE NEGRI, La nascita della
dialettica hegeliana, cit., p. 44 sgg.
(70) Jugendschriften, p. 190 sgg.
(71) Ivi, p. 198 e 202.

145

certo che, in generale, l'ideale del Volkstaat sotteso a tutta


questa speculazione e che condiziona il procedimento hegeliano;
tuttavia, quando Hegel affronta l'indagine delle strutture storiche,
ecclesiastiche o statuali che siano, esso sen1bra venire meno e
certo immerso in una notevole ambiguit. Senza dubbio, ad esempio, le teorie contrattualistiche, apparendo inaspettatamente e pur
avendo il carattere dell'espediente polemico, rivelano la contraddittoriet del procedimento hegeliano: la chiesa e la religione risultano definite in una prospettiva privatistica, in completa opposizione perci con la concezione della Volksreligion; ed anche lo
stato che interviene con la forza per far rispettare i diritti inalienabili dei cittadini e dall'alto controlla la chiesa, si avvicina piu
all'immagine dello stato guardingo ed illuminato che i sostenitori
del dispotismo settecentesco teorizzavano, che all'ideale dello sta

(72)
73

Ivi, p. 205.

lvi, p. 206. Le ultime pagine dell'opera hegcliana sulla positivit contengono


un richiamo alla storia delle sette rnedievali che si batterono appunto per la libert
religiosa, sebbene questo concetto non potesse trionfare in quell'et oscura (ivi,
pp. 212, 213). Sui precedenti cfr, G. DELLA VOLPE, op. cit., p. 57.
(

71

Su questo punto molto bene G.

LUKACS,

10. A. Negri - Stato e diritto nel giovane Hegel.

op. cit., pp.

46~61.

146

CAPITOLO TERZO

ORIGINALIT SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BiRNiSE

to popolare (75), Queste contraddizioni derivano dal fatto che Hegel non riesce ancora a dialettizzare, in questi scritti, la constatazione di ci che e la definizione di ci che deve essere. Il suo
radicalismo politico era ancora troppo astratto, l'analisi storica,
che fin qui era andato compiendo, troppo approssimativa ed aprioristica. Tale era in Hegel l'esigenza della perfetta adeguazione di
teoria e prassi, che solo una piena comprensione della storia universale poteva permettergli di svolgere coerentemente il concetto
di religione e di stato popolare come ideali operativi.

cristiana nel mondo antico e quindi delle responsabilit del cristianesimo nel processo che condusse alla rovina dell'impero romano. Tale problema, che era stato affrontato da Voltaire, Montesquieu e Gibbon e da questi autori divulgato nella cultura settecentesca ( 76 ), non rappresentava per lo Hegel null'altro che la traduzione storiografica della dialettica di libert ed alienazione l'indice paradigmatico dell'opposizione di stato popolare e di stato
di necessit; tuttavia la prospettiva storica in cui questa tematica era reinterpratata, doveva permettere allo Hegel non solo
di approfondire la definizione della mediazione, ma anche di
meglio determinare le implicazioni giuridiche del concetto di
alienazione.

4. - Nel tentativo, che Hegel opera nella seconda parte del


Die Positivitiit, di applicare alla storia contemporanea le nozioni di
stato e di religione popolare, si era rivelata un'aporia, poich alla
esigenza di individualizzare i concetti filosofici, di renderli cio
strumenti di comprensione storica, si contrapponeva l'uso di teorie contrattualistiche, non rispondenti allo scopo: per tali teorie
infatti risultava radicalizzato il momento individuale dell'antinomia tra universalit e storicit e contraddetta perci la fondamentale istanza di considerare religione e stato popolare come mediazioni. Non certo che Hegel fosse consapevole di tale aporia, ma,
consapevole o meno, sta di fatto ch'egli sembra convinto che il
nesso tra ci che e ci che deve essere non pu essere colto inseguendo l'indefinita progressione storica prevista dal pensiero individualistico, quanto invece cercando di approfondire realisticamente l'analisi del contesto storico.
Mosso da questo proposito, Hegel si avvicina alla storiografia
illuministica, traendone suggerimenti soprattutto per quanto riguardava il problema degli effetti dell'affermazione della religione

Come s' detto, Montesquieu e Gibbon avevano affrontato il


problema in opere famose; la metodologia messa in atto in esse e
le tesi prospettate risentivano naturalmente dei caratteri e dei limiti della cultura illuministica di cui erano espressioni, ed in particolare di una fondamentale antinomia, quella tra determinismo
e psicologismo. In entrambi quegli autori infatti al rilevamento di
una cat1sa generale di carattere meccanico, - un grande impero
suppone un'autorit dispotica in colui che governa ,, (77), e perci
la decadenza di Roma fu l'effetto naturale ed inevitabile di una
smisurata grandezza (78 ) - , s'aggiungeva, in maniera piuttosto
esteriore, la considerazione dell'impoverimento della virt civica
dei singoli, provocato dal dispotismo imperiale e dal cristianesimo (79 ): ma solo di rado i due motivi erano dialettizzati e la contraddizione tra giusnaturalismo ed empirismo, tra razionalismo

16

) Oltre alle citate Considrations ... di MONTESQUIEU e al Decline and Fall ...
dt GIBBON, molto importante la funzione polemica assunta dalle tesi di VOLTAIRE
espresse nell'Essai sur les 1noeurs, c. 10. Sul complesso della polemica oltre a G,
GIARRIZZO, Edward Gibbon_ e la cilltura europea del settecento, cit., in part. p. 227
sgg. e 301 sgg., cfr. W. KAEGI, Voltaire und der Zerfall des christlichen Geschichtsbildes, i~ Historische Meditationen, Zurigo 1942, I, pp. 222-248; e R. B. OAKE,
Montsqiueu's analysis of roman history, in Journal of history of ideas 16 1955
gennaio, pp. 44-59.
'
'
'

(75) Non aderian10 tuttavia alla tesi di T. L. HAERING, op. cit. 1 vol. I, pp. 233-234,
che sostiene (ripreso anche da G. DELLA VOLPE, op. cit., p. 54 sgg.) che Hegel giunge
qui a1la distinzione di moralit e di legalit, e che su questa distinzione considera lo
stato co1ne Zwangsanstalt. La concezione hegeliana si avvicina infatti a quelle
tradizionali, ma solatnentc per un momento, e con grande ambiguit: non si pu
perci stabilire in questa situazione transitoria e sfortunata del pensiero hegeliano
quasi una fase della sua evoluzione giovanile. Molto pili adeguata la trattazione
che E. DE NEGRI, op. cii., pp. 44-51 fa dell'argomento, sebbene anch'egli sia portato
a considerare la teoria dello stato di Hegel non transitoriamente decaduta nel
contrattualismo ma ad esso consona: tuttavia il De Negri non affronta espressamente il tema politico del pensiero dello Hegcl.

147

77

78

MONTESQUIEU,

Esprit des lois, l. VIII, c.

XIX

History of the decline and fall of the ro1nan Empire, Londra 19091914, IV, c. 38, p. 173. Su questo problema cfr. G. GIARizzo op cii p 231 d

abbiamo tratto anche la citazione.

~ '

"
' a cui
(

) GIBBON,

fl) GIBBON, History ... , XV.

148

CAPITOLO TERZO

e realismo riusciva ad esser superata cso). Hegel recide qu.e~to di1emma: neI S u O Concetto di uomo come ente costruttivo ns1edeva
I
ormai la radice della determinazione del processo stonco e ta e
concezione, d'origine pratica, era ben lungi per ora da'. decadere
sia nel pragmatismo illuministico, sia in una raffiguraz10ne met~
fisica di tipo romantico; nell'uomo come costruttore . d~lla stona
attraverso la li. berta' era costituita la mediazione realistica d1 determinismo ed individualismo e questa visione del processo stonc~
rinnovava la tradizione umanistica e faceva leva sull'antropocentnkantiano al fine di spiegare la trasformazione delle strutture
smo
.. de fi mre
. I1 me t o d o che Hegel usa nelstoriche
cs1 ). Si pu perc10
.
l'indagine sulla caduta dell'impero romano, come fenomenolog'.co
poich esso prevede il rispecchiamento dell'intero dramma stonco
nella vita della coscienza (82).
.
.
B
del
1794
(83)
Hegel
descrive
ancora
d
In tln frammento 1 erna
,
una volta l'immagine della citt antica e il dramma dell ahenaz101 t a,
ma ormai inserendolo
della riappropriazione d e Il a 1uer
.
::ll: svil:1ppo della storia universale. Nel mondo della.
.
.
c1v1ca
tichit classica, egli dice,
" Ia massa
c.he. non hah piu
b' virtu
no d'altri
. .
o stato di oppressione e avvilimento, a isog
.
alla sua misee vive m un
sostegni, d' altre consolazioni per trovare c~m~en_so
,. .
ria che essa non pu tuttavia tentare di d1mmmre. L mt1ma co~
'
l ezza. della fede
in Dio e nell'immortalit deve essere
sapevo

sost1 d
est~rne,
dalla
fede
in
uomini
che
son
nusc1.t1
.
tuita da garanzie
v
I Ib a
accreditare l'opinione che essi. 1a sanno Iun ga in merito.I I I fero
. . d e I suo popolo spendeva e sue orrepubblicano che nello spinto

t~rd~ ~n-

. --

(BO) Su questo problema s1 :e

~no

o rattutto le annotazioni di F. MEINECKE,


~
sgg riprese da G. GIARRIZZO,
.,

Le origini dello storicis1110, trad. it. c1t., p. 9 sgg, e 185


op, cit., p. 234 sg.

.
.
ratica)> come criterio di comprcn(81) Tale esigenza di. intendere la lrnl giotn p r1'formato che I-legel fa proprio:
.
.
pio di que can 1smo
1
sione stanca e un a tro csci:n
. a er renderlo strumentale, cosa che a Kant,
.
accetta il primato della ragion pratic P d
i p 27 sarebbe sembrata
.

come giustamente
no1a J HYPPOLITE' [ntro uc 1ion ..., c1 .,
ripugnante.
.
.
d ll'im ostazione gibboniana della
(8Z) Sull'originalit de1la reintcrpretazion~. e . ~ue:to saggio hanno sopratcaduta dell'impero romano e del .metod~9 hege i~n~ I~ HAERING op.' cit., vol. I, p.
tutto insistito W. DILTIIEY, op. cit., p.
sgg.

'
249 (83)
sgg. Il fra1nmento e11e c1.,.ram o e' quello n .5 della Volksreligion ... , redatto a Berna nel 1794, ed ora pubblicato in Jugendschriften, pp. 70-72.

ORIGINALIT SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNESE

149

ze e la sua vita al servizio della patria, per spirito di dovere, non


riteneva tanto pesanti i suoi sacrifici da desiderarne una diminuzione o un compenso; aveva lavorato per la sua idea, per il suo
dovere : che poteva richiedere in cambio? Si attendeva solamente,
poich era stato coraggioso, di vivere nell'Eliseo o nel Walhalla
degli eroi... Che compenso poteva chiedere per le sue sofferenze
non meritate un Edipo quando egli credeva di essere al servizio e
sotto il dominio del fato? Certo, per adottare come massima l'obbedienza cieca ai volgari capricci d'uomini vili, ci voleva un popolo
giunto al piu alto grado di corruzione, annichilito dalla piu profonda incapacit morale - per condurlo a tal punto, ci doveva esser stata la lunghezza del tempo e la completa dimenticanza di
una situazione migliore. Un tale popolo, abbandonato a se stesso
da tutti gli dei, conduce una vita privata, ed ha bisogno di segni e
di miracoli, ha bisogno di ricevere dalla divinit l'assicurazione
di una vita futura, poich non piu capace di aver fede in se stesso. Ancora, esso non capace di sorreggersi sull'idea della moralit e di costruire su di essa la sua fede - le idee si son disseccate,
son divenute delle chimere - perci la sua fede si fissa su un individuo, si appoggia su una persona capace di servirgli da modello,
d'essere l'oggetto della sua ammirazione. Di qui l'aperta, voluta
recezione della religione cristiana nell'epoca della sparizione della
virtu civica presso i romani e del tramonto della loro grandezza
esterna. Ma ecco anche perch molti secoli piu tardi l'umanit si
apre di nuovo alle idee ... Tutto ci che vi di bello nella natura
umana e che noi stessi abbiamo trasferito fuori di noi, nell'individuo straniero, non ritenendo per noi che tutte le miserie di cui
essa capace, noi nuovamente riconosciamo come opera i1ostra e
nuovamente ne prendiamo propriet ... ,, (84).
Tutte le fasi del processo della libert, riferite ad una situazione storica ed anzi ricavate dall'analisi di questa, sono qui descritte; ma soprattutto in un altro importante frammento del
medesimo periodo che il riferimento al problema della caduta del-

84

(
) lugendschriften, pp. 70-71. Su questo frammento cfr. inoltre H. NinL, op.
cit., pp. 34-35.

.........-"'1il

150

CAPITOLO TERZO

ORIGINALIT SPECUIATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL

85

]'impero romano ancor pi puntualmente attuato ( ). L'argomentazione hegeliana muove, come al solito, da un motivo immediatamente polemico: cosa usuale ai cristiani, afferma Hegel, paragonare la loro felicit e la loro scienza all'infelicit ed alle tenebre in cui vivevano gli antichi pagani. I cristiani per potrebbero
risparmiarsi la loro piet, innanzitutto, perch la ragion pratica
moderna non pu applicarsi correttamente ai bisogni di un'epoca
tanto lontana e differente, in secondo luogo perch tali moralistiche
posizioni sono assolutamente insufficienti a render conto di un
grandioso rivolgimento storico: Il fatto che la religione pagana
sia stata soppiantata dalla cristiana una delle meravigliose rivoluzioni, delle cui cause si devono occupare gli storici. .. ( 8G). Questo richiamo alla seriet dell'indagine scientifica contro l'apologetica ecclesiastica, fa parte del bagaglio illuministico dello Hegel.
Ed egli continua: certo la distruzione di un pensiero religioso tradizionale ed antichissimo e la sua sostituzione con qualche cosa
di straniero, deve aver avuto profonde radici nello spirito del tempo; tale passaggio implica cio un salto qualitativo che deve esser
stato preparato da una lenta trasformazione della concezione della
vita. " Come ha potuto scomparire una religione che da secoli era
connessa in maniera tanto stretta alla vita dello stato? ( 87 ): con
tale domanda siamo giunti al centro della problematica di questo
saggio. La risposta che i cristiani danno al quesito, che cio la religione cristiana al suo apparire avrebbe reso consapevoli i pagani
della povert delle loro credenze e della primitivit della loro mitologia, non convince Hegel: infatti la religione di Grecia e di
Roma era una religione per popoli liberi '" non dunque qualche
cosa di pri1nitivo e grossolano come l'apologetica cristiana aveva
preteso, e solo " con la perdita della libert dovette perci sparire il senso, la potenza di questa religione, il suo potere di adattamento alla vita umana ,, (88). " In quanto uomini liberi (gli antichi)
obbedivano alle leggi che si erano dati, a quegli uomini che si erano liberamente scelti come capi, conducevano le guerre che essi
(8") Il frammento redatto dopo Die Positivitii.t all'inizio del 1796 pubblicato

in Jugendschriften, pp. 219-229.


(86) lvi, p. 220.
(87) Ivi, p. 220.
("') Ivi, p. 221.

PERIODO BERNESE

151

a~evano d~ciso'. sacrificavano le loro propriet, le loro passioni, offrivano


.
. mille vite per una causa che era proprio la Io ro ... ,. neII a
vita privata come nella pubblica quell'uomo era libero e viveva
secondo le proprie leggi. L'idea della sua patria, del suo stato era
l'invisibile, il pi alto concetto per cui egli lavorava, che lo trascina~~ tal: era i~ fin~... del suo mondo ... Dinnanzi a quest'idea spariva
I mdividuahta " ( ). La fine del paganesimo classico coincide dunque con la fine della libert, di quella libert che non astratto
'.ib~r~ arbitrio ma virt nel senso di Montesquieu, relazione di
r1:d1v1duo ~ con1unit, morale civica, connessione di vita privata e
vita pubblica, no11 una <(cosa ma una realt vivente , un a<(reaI
t invisibile. La religiosit greco-romana Volksreligion: " i loro
dei regnavano nel regno della natura ,,, negli dei gli uomini si ricon~s~evano; e. quand'anche la volont umana collidesse con quella divma, con il destino, ci avveniva nella piena libert e nella
~onsapevolezza della legge: ritorna il mito di Antigone che sco re
m s la legge invisibile che la sovrasta (9o). Il riconoscimento ~el
proprio dovere andava di pari passo con il rispetto della libert
al~ru~ e a nessuno passava per la mente di imporre agli altri il proprio ideale astratto di moralit (91 ).
Ma il senso della libert si perde quando guerre fortunate
l'accrescimento della ricchezza, il lusso e tutte le sue conseguenz~
crearono in Atene e in Roma un'aristocrazia della guerra e della
ricchezza cui il popolo offri il potere, sicuro in ogni caso di poterlo rivendicare. Con ci Io stato fondato sulla virt popolare e
repubblicana viene a cadere, d'immagine dello stato come prodotto della sua attivit spari dall'animo del cittadino,, (9'). In tal
modo dunque lo stato si disintegra, alla volont generale si sostituisce la volont dei singoli, ogni attivit, ogni fine si rapporteranno solo all'individuo; non c' pi attivit per un tutto
'"d
("3)
. .
' per
un i ea
. Invece di mtegrare la propria vita in quella della comunit, il cittadino ritorna in se stesso, pensa solamente alla pro(") Ivi, pp. 221-222.
( 90 ) lvi, p. 222.
(9 1 ) lbidein.
( 92 )

Ivi, p. 223.

(93) lbideni.

152

CAPITOLO TERZO

pria gioia; la ricchezza, la propriet prendono il posto dell'idea


di stato. E sulla propriet si fonda il mondo astratto del diritto.
Ma la ragione, senza pi fede, senza pi patria, ha pur sempre bisogno dell'assoluto ( 94 ): non ritrovandolo nella realizzazione
concreta dell'idealit morale, tende a ricercarlo nella trascendenza.
Cosi il cristianesimo diviene il suggello della passivit dell'uomo.
... ai nostri giorni riservato ora il compito di rive11dicare, almeno in teoria, come propriet dell'uomo, i tesori che sono stati dispersi nel cielo, ma quale secolo avr la forza di rendere valido
questo diritto?,, (95 ). l'ansia di azione dello Hegel giacobino che
ancora appare, la trepidazione che percorre queste pagine. Ma ritornando alla storiografia, Hegel sottolinea che la dottrina della
malvagit della natura umana espressa necessariamente dall'umanit decaduta ( 9 "); attraverso tale teoria la caduta, l'alienazione, la
degradazione morale risultavano giustificate; e l'immagine di Dio,
del tutto allontanata dal mondo dei viventi, non rifletteva pi la
eticit dell'uomo operoso nella storia ma soltanto una sostanza
astratta, che al posto della libert poneva l'imperio. In tal modo
in luogo di una patria, di un libero stato s'era imposta l'idea della Chiesa, da quello separata, e inoltre non si concedeva alcuno
spazio alla libert " (97 ). .. .il dispotismo degli imperatori romani
aveva scacciato dalla. terra lo spirito dell'uomo e la perdita della
libert lo aveva costretto a riporre il suo eterno, il suo assoluto
nella divinit, -a cercare e ad aspettarsi la felicit in cielo. L'obbiettivazione della divinit va di pari passo con la corruzione e la
schiavit dell'uomo, e quella solo una rivelazione, soltanto una
manifestazione di questo spirito del tempo ( 98 ); tale divinit non
solo era infinita ma affatto situata oltre i limiti del mondo umano,
in una legge dell'universo a noi del tutto straniera , e l'uomo
era un non-io e la divinit un altro non-io (99 ).
La prova decisiva dell'unit stilistica e tematica di questi scrit-

(94) lvi, p. 224.


(!l5) Ivi, p. 225.
(96) Ibide1n.
(97) Ivi,. p. 227.
(98) Ivi, pp. 227-228.
(99) Ivi, p. 228.

ORIGINALIT SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BllRNESE

153

ti e della novit degli interessi e del procedimento hegeliani, su


cui abbiamo all'inizio insistito, rispetto alla storiografia prammatica, ci dunque definitivamente offerta dal!' analisi finora condotta. E specifican1ente, la pi importante ed originale categoria
qui enucleata sembra essere quella della vita privata, che permette
allo Hegel di estendere la dialettica tra libert ed alienazione com'
prendendovi una nuova coppia di opposti, lavoro e propriet. Come s' visto infatti, la libert non per Hegel mera capacit di
opzione, ma operosit, costruttivit, la sua definizione non data
sul piano dell'essere ma dell'esistere, il suo concetto non racchiuso nell'individualit ma sviluppato nella storicit, essa non una
sostanza ina una virtli, non <<cosa ma vita ( 100 ); parimenti l'alienazione non un concetto metafisico ma sociologico, essa si 111anifesta come conseguenza e causa di assopimento della virt civica,
e conseguentemente come vita di singolarit staccate dall'unit
della comunit. Cosi nasce la categoria della vita privata, nella dialettica tra volont e la negazione della coesistenza. Nella vita privata, insiste Hegel ( 101 ), l'amore della vita e delle sue comodit e
del suo miglioramento costituiscono necessariamente il centro del
nostro interesse ; alla virt civica si oppone quindi un sentimento edonistico ed egoistico, che costituisce la forma della vita privata, come l'eroismo la forma della vita pubblica; e parallelamente, come il lavoro ( 102 ) il contenuto della vita pubblica, cosi
la propriet e la ricchezza sono il contenuto della vita privata, la
sostanza della privazione e dell'alienazione.
100

) Sul concetto hegeliano di libert e le polemiche che esso ha suscitato cfr.


la nostra introduzione. Tuttavia ci sembra utile sottolineare anche qui che tale
concetto non pu minin1a1nente esse.re confuso con la vera libert predicata dal
nazisn10: tanto pi in questi scritti giovanili, in cui, come riconosce anche il non
benevolo P. ASVELD (op. cit., p. 103-104), <(quando Hegel parla di libert, pensa alla
rivoluzione francese e all'entusiasmo civico che essa propagava. Ed anche il
figlio del funzionario, aggiunge Asveld, che parla, il figlio di un uomo per cui, per
la sua stessa professione, l'interesse pubblico si identifica con i suoi interessi privati e che abituato a riflettere in termini di bene comune.
(1ot) Jugendschriften, p. 71.
(

) Nel periodo bernese l'indagine hegeliana terr sempre pi conto della sto~
ria economica e consegucntcn1ente dcl lavoro come sua categoria fondamentale. Se
ora tale concetto ancora piuttosto imprecisato, e significa gcnerican1ente operosit
piuttosto che attivit economica produttiva, presto sotto l'influenza della scuola
classica inglese, andr precisandosi nella te1natica hcgeliana.
102

'

CAPITOLO TERZO

154

ORIGINALIT SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNESE

A tale polemica contro propriet e ricchez~a ~egei gi~nge d~


d" "sta. 1nnanzitutto da un punto d1 vista stanco, p01d
prmb l~

.
.
.
.
.
~
ch l'indebolimento della virtli civile degli ant1ch1 gh se:nbra _Pr
vocata dalla sete di ricchezza e dalle conseguenze parahzza~b d~l
dall anah1usso suIla Vl.ta rnorale c103) ' in secondo luogo muovendo
. ' . d
. .
si filosofica che fissa nella ricchezza e nella propneta il_ . omm10
dello statico sul dinamico, dell'astratto sul concreto, del d~ntto sulla volont ('M). Ricchezza e propriet non s'oppongono qumd1 a povert ma a lavoro e a dovere sociale, n quella che Hegel cond~ce
una polemica moralistica che faccia centro sulla purezza de~! u_omo non legato da interessi mondani e che SI conc~uda p~rc10 m
un ideale ascetico, ma critica sociale che all'atom1sm_o gm~natuall'individualismo borghese pone l'alternativa d1 una
ralistico e
.
li'
t' I questo
visione unitaria e progressiva della stona de uma~1 a. n
.
l'analisi storica del tramonto della civilt antica conduce lo
senso
. .
d li' .
he con
c
H ege1 a definire le implicanze giund1che e a.1ienaz10ne,
r
d I
istono nel trionfo del diritto dei privati, del gmsnatura ismo e e
sdiritto ron1ano; vale a dire
. d e1 d"ir1"tto eh e s1 regge su una
. astratta.

distinzione di pubblicum e priva.tum,. che ~as:e da~ rappo:t~


.
li dei cittadini considerati al d1 fuon di ogm rappo
patnmoma
d finizione
on la collettivit, e conseguentemente presuppone una . e
.
cd 1
tt del civis come astratta individualit, man1festaz1~ne
e sagge o,
d
o ett1va
soggettiva di volont, rigorosamente separato
a ogm gg
,
(I05)
In
questa
posizione
hegeliana
risuonava
altres1
.
norma e t ica

.
h
I'
del movimento per la rinascita del diritto germanico, c e, coeco bb"
sopra ricordato (1DG) dinnanzi al diritto romano era
me a ramo
'
.
sola
proclamato vivente espressione della comunit germamca e

r
I 11' an fchit
nei
I
't classica
419 sgg
. 1
nte J HYPPOLITE Travaux ... , Cl ) p.
.
f
frammenti considerati, e -r. parhco anne
. ..
'
d J HYPPOLITE Intro"')
Q
1
rnot1v1
sono
messi
in
luce
ottimamente
a
.
,,
ues 1
(' """
(103) Sulla storicit della considerazione hege tana e e

duction ... , cit., pp. 29-30.


_
.
elle concezioni giusc105) Hegel sembra qui polen1izzare soprattutto contro qu
.
Jus
a I e'bniz riducevano lo Jus str1ctum a
natur~list-~che eh~, I sul:e 51_orm~ ~ -S~LART; L'idea individuale ... , cit., p. 68 sgg. E'
proprictatis)> scnz a tro
ve a
, . via nel processo di forma~
<(

~:~: ~!~: :r{~~~~a c~:gej~~~~a Je~ ~~-~~:o :a~~u~;~~te~~a a 1stra_tto ~~~~e~!o i~l ~~~~~~
0

155

adeguata risposta alle esigenze di quella societ; ed ancora si sente l'indignazione del giacobino che, avvicinandosi al pensiero nazionalistico, considera il diritto romano la garanzia del diritto patrimoniale del principe ed in ci scorge la causa determinante
della disgregazione politica della Germania (107).
Su questi motivi dovremo tornare tra non molto, e rimandiamo perci una discussione pi approfondita che ci porterebbe lontani dall'analisi dei testi fin qui esaminati. Resta da vedere come,
ancora una volta, il concetto di alienazione sia a tal punto innervato dal procedimento dialettico da presupporre, immanente alla
sua stessa definizione, l'esigenza del suo superamento. Nei frammenti analizzati c'erano brani in cui appariva la trepidazione hegeliana e l'ansia di procedere oltre la coscienza infelice ,, : li abbiamo trascritti senza separarli dal contesto perch ci sembrano caratteristici del modo di procedere hegeliano. Gli che religione e
stato popolare sono ideali operativi, usati sia come strumenti interpretativi sia come strumenti rivoluzionari ed quindi inerente
al procedimento l'interazione di considerazioni teoriche e valutative, alla definizione la conversione di teoria e prassi. Perci ora,
dopo l'attenta denuncia della crisi, Hegel esprime la sua speranza
illuministica : .. ora che le idee morali possono di nuovo trovar
posto nell'uomo, tutti i beni (egoistici) perdono il loro valore e le
costituzioni che non fanno che garantire la vita e la propriet non
sono pili considerate come le migliori. Tutto l'inquieto meccanismo,
tutti gli ingeniosi sistemi di stimoli d'azione e di considerazioni
consolatrici in cui tante anime deboli hanno cercato il loro conforto, divengono sempre pili superflui. (Di conseguenza) il sistema
religioso che ha sempre preso fin qui il tono dell'epoca e delle
istituzioni politiche, (quel sistema religioso) la cui virt suprema
consisteva nell'umilt e nella convinzione dell'impotenza morale, e
che si aspettava tutto dall'esterno, ed anche in parte il male, (verr
meno) - il sistema religioso conquister finalmente un significato
ed un valore propri, veri, autonomi,, (' 08 ). Dalla lettura di passi

1 ente provenire da questa po em1ca,


sembra in f atti veros1m1 m
.
t rt' dcl processo
hegeliano, pacificato, riesca a concludere l'astrattezza ne11 a to a i a

(100) Cfr. supra, p. 53.

(1

7
)

Cfr. infra, per quanto riguarda l'influenza sullo Hegel nel pensiero dei

Moser.
(10B) Jugendschriften, p. 71.

156

ORIGINALIT SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NllL PERIODO BERNESE

CAPITOLO TERZO

come questo risalta chiaramente quanto Hegel. sia an~ora illuminista, ma anche quanto egli sia andato innanzi ormai nella definizione di un concreto ideale di riforma.
.
. .
t
d"
all'inizio
del
1796
il
tono
raz10nahstico
.
,
Non rno1to p1t1 ar I,
'
lta gi integrato da un pili consapevole richiamo alla natura
nsu
ali

a rag10ne crea
comp1essa dell 'uomo , alla fantasia che assieme
.
il mito e perci muove gli uomini ( 10'). Le creazioni della fanta~ia,
dice Hegel, " non vivono isolate, ma nella f~ntasia. d_ei po~oh "'.
e particolarmente dei popoli liberi; sono le immagmi degli eroi
tutelari, dei fondatori e dei riformatori dello stato, e nel ricordo
d Ile loro gesta v' qualcosa di pubblico, una parte della cultura,
e
della
costituzione, dello spirito stesso d ei po~o rI.. Ogni
. . popolo ha.
la sua particolare fantasia, ed il suo patrimomo di miti_; ~nch~ gh
antichi Germani avevano il loro Walhalla: ma '.' il cristianesimo
spopol il Walhalla, abbatt il bosco sacro, e distrusse la fanta. del popolo come vergognosa superstizione,

sia
co me peste .diabon
lica '" e da allora " nell'immaginazione del nostro popolo vive ~
Davide vive un Salomone, mentre gli eroi della nostra patna
,,. (HO).
Alla
robustezza
stanno ' nascosti. nei. li"br"I di storia dei dotti
.
. .
. .
.
. .

della cultura popolare tedesca si sono sostitmti i miti gmd~1c1, e i


David e i Salomon hanno cosi impoverito la ~en~ fa~tast1ca de~
o Ci che Hegel vuole ricostrmre il mito: non s1
popo Io t e desc .
. .
. r
l'
tratta di rispolverare le vecchie immagmi come fe~e Gi~ iano ap~
t ta (111) ma di enucleare una mitologia della hberta, della rehsgione
a
'

e dello
stato popolare che potr trascmare
i1 popoIo tedesco ancora alla rivolta, fuori dell'alienazione, ad affermare un nuovo ideale di stato.
5. _ A Berna Hegel non abbandona quindi ~li id~ali di :ru.
anzi ad essi ancor pili profondamente aderisce, m part1cob mga,
bi
.
I
lare radicalizzando' per quanto riguarda la pro ematica specu a-

tiva, i motivi storico politici. Tale processo favorito dalle circostanze del soggiorno bernese, ma aIIche in generale dal carattere
della formazione dello Hegel, del suo atteggiarsi di fronte alla
realt e dal tipo di analisi filosofica che egli riteneva a s consono. In che direzione procedono invece gli amici di Tubinga, Holderlin e Schelling, con i quali Hegel aveva elaborato la parola
d'ordine libert e amore ed aveva concepito l'esigenza di una
nuova mitologia? Tuttavia non taIIto sull'evoluzione della poesia
di Holderlin che qui dobbiaino porre l'accento, quanto sull'evoluzione filosofica di Schelling, proprio perch egli pili si distacca,
genialmente, dalla tematica tubinghese che resta hegeliana e viene
perci a costituire per lo Hegel il termine di paragone della propria maturazione speculativa. Inoltre, l'analisi parallela dell'evoluzione di Schelling e di Hegel in questo periodo pu permettere di
definire l'originalit e l'autonomia del pensiero del secondo rispetto al primo.
Nel gennaio del 1795 Schelling scrive a Hegel: " io vivo e mi
muovo presentemente nella filosofia. La filosofia non ancora
giunta alla fine, Kant infatti ha enucleato i risultati ma le premesse mancano ancora. E chi pu comprendere i risultati senza le
112
premesse?" ( ). Resta perci inteso che il proposito di Schelling
era quello di approfondire l'analisi dell'appercezione trascendentale dell'Io, inserendosi nel processo evolutivo del criticismo allo
scopo di fondarlo metafisicamente. Nella breve introduzione premessa a Sulla possibilit di una forma della filosofia in gene113
rale ( ), tale piano espresso con sufficiente chiarezza, e, sebbene nell'opera in questione Seheiling sia generalmente ritenuto
solamente un discepolo fedele di Fiehte, " banditore pubblico del114
l'Io ( ), pure non si pu non rico11oscere in essa gi una certa
novit di accenti. Questa originalit derivava soprattutto dal fatto
112
(

Briefe, I, p, 15. Da una lettera da Tubinga del 6 gennaio 1795 (Briefe,

I, pp, 13-15).
113

c1os) Frainmcnto del Die Positivitiit, pubblicato in Jugendschrif~en, PP- 214-'.?.l~.

( "') Ivi p 21 5 Si noti la forte influenza del pensiero herder1ano su ques;o

Gesc 1iniac1ls
se-ritto ed 'in particolare
del saggio su ursac hen des . gesunl<.enen
.
bei de~ verschiedenen VOlkern, da er geblUht, riconosciuta da T. L. I-IAERING, op.
cit:, vol. I, pp. 249-250.
(111) Jugendschriften, pp. 216-217.

157

) SCHELLING, S. W., I, 1, pp. 87-89. L'Ueber die MOglichlceit einer Fornr. der
Philosophie ilberhaupt stato redatto nel 1794 (il Nachschrift porta la data 9-101794): ora contenuto nei S. W., I, 1, pp. 85-112.
(

114

) La frase riportata del Baggescn in una lettera a Eberhard dcl 1797,


citata da X. LEON, op. cit., I, p. 399. Si veda anche la lettera di Baggesen a Jacobi
del 26-4-1797, in Aus J. Baggesens Briefwechsel mit K. L. Reinhold und F. Ii. Ja(

--------~----------

CAPITOLO TERZO

158

ORIGINALIT SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNI!SE

che una vigorosa istanza etica percorreva le pagine schellinghiane


e che si assumeva il criticismo in funzione della fondazione della
filosofia morale; quindi la distinzione kantiana di rappresentazione e volizione doveva essere superata e nell'Io si doveva riconoscere il principio unitario, creativo del conoscere e dell'agire ( 115 ).
Era qui espresso, malgrado tutte le ambiguit dovute al carattere
giovanile dell'opera, l'ideale di Tubinga, quello, per dirla con Baggesen, della filosofia sansculottesca ( 116 ); in pi v'era la p~rfetta
conoscenza del criticismo da Kant a Maimon a Schulze a Remhold
e Fichte.
Ma solo nel successivo Dell' Io come principio della Filosofia (117) l'originalit dello Schelling si approfondisce al pu~to da
far prevedere il superamento della posizione fichtiana. L'esigenza
rivoluzionaria di considerare assolutamente integrati il conoscere
e l'agire (11'), conduce infatti lo Schelling alla denuncia dell'insufficienza dell'Io nello stabilire l'unit incondizionata di soggetto ed
oggetto che la filosofia critica esige: da questo punto di vista l~
prospettiva del criticismo viene perci rovesciata e l~ ." prop~siione fondamentale della filosofia viene ad essere stabilita nell af:ermazione del Soggetto assoluto, qualificato con gli attributi della
sostanza spinoziana (11"). Quali sono le conseguenze. di que~~a '.~
postazione? Innanzitutto la radicalizzazione m~tafisi~a. dell mdividualismo: l'Io diviene sostanza e l'antinomia di empina e assolutezza, di storicit e razionalit si pretende risolta nell'ipostasi on-

b i val

II

Lipsia 1831 p. 169-180, e particolarmente pp. 175-177. Sulla .relativa


c t., t l, p
op.

159

tologica del principio di identit ( 120 ); ma in seconda istanza risultava cosi radicalizzato anche l'assolutismo intellettualistico di
modo che dinnanzi all'ipostatizzazione dell'identit riemergevano ]e
esigenze individualistiche: infatti l'Io schellinghiano situa la coscienza empirica in un rapporto antinomico e quindi la nega, rias
sumendolo in un processo necessario, determina, per usare la frase di u11 recente interprete, l'automatismo spirituale non l'autonomia individuale e quindi riduce la libert ad essere una libert dell'intelligenza che opera sulle idee, non la libert di una
volont che operi sulle cose ( 121 ). Assistiamo cosi ad uno di quei
fenomeni, consueti nella storia del pensiero metafisico e definiti
come di eteronomia dei fini, per cui all'assoluta proclamazione di
un principio, in questo caso del concetto di individualit corri'
sponde meccanicamente la sua negazione, in questo caso il radicalizzarsi del motivo intellettualistico: entrambe le posizioni sono
strettamente congiunte in t1n i1nico processo logico caratterizzato
dall'assolutismo metafisico. Ci che qualifica il procedimento schellinghiano dunque l'istanza metafisica; delle due vie che erano
aperte alla rielaborazione dell' ideale rivoluzionario di Tubinga,
quella entusiastico religiosa che concludeva nell'atteggiamento metafisico e quella analitico storica che doveva concludersi nell'umanesimo storicistico, Schelling sceglie decisamente la prima.
Anche la sua filosofia pratica e politica risente dell'intonazione
metafisica della speculazione di questo periodo, intonazione certo
predominante anche se sarebbe grave errore dimenticare i motivi
attivistici tuttora presenti in questa fase, in nessun senso definiti-

co,
dell'opera
'
'
originalit
schellinghiana,
cfr. X. LEON, l c., e RKoNER
R
,
535 sgg. e part. 538.

p. 100, n. t; 112. Sulla centralit de~ motivo ehco nell'opera in


questione ha insistito giustamente A. HoLLERBACH, op. cit., pp. 89-90.
(115)

s. w., I, 1,

(116) Nel Briefwechsel cit., val. II, p. 175.

.
.
Vani Ich als Princip der Philosophie oder ber d~s Unbedi_ngte un
1nenschlichen Wissen, con l'Einleitung datata 29 marzo 1795, Tub1nga. Ora 1n S. W
], !, pp, 149-244.
'
(118) Sull'influenza della rivoluzione francese su questo scritto cfr. soprattutto
S. W., !, 1, pp, 242244.
.
(119) s. 1-\T., I, 1, p. 159 e passim; Briefe, I, p. 15 e 2~. In. generale, sul rO":csc1am~n
to della prospettiva criticista e sulla recezione dello sp1n~z1smo nell opera in ~uestio
ne cfr. X. LTION, op, cit., I, pp. 415416; R. KRONTIR, op. ctt., .r' Pi:: ~50-555, e.1n p~rt.
p. 553; M. GuEROULT, La philosophie schellingienne de la ltberte, in Studia Ph1losophica, Schellingshefti), XIV, 1954, pp. 146-161, in part. pp, 149-152.
(117)

120

) Sulla mediazione schellinghiana delle antinomie kantiane nell'ipostasi dell'identit cfr. 1-I. KNITTERMEYER, Schelling ... , cit., pp. 49-57; oltre ai pili recenti G.
SEMERARI, art. cit., pp. 496-499, e part. p. 488, e W. Szrusr, Schellings Anfii.nge und
die Andeutung seines Anliegens, in ({Studia Philosophica)), cit., pp. 51-68, in part.
p. 53 dove si insiste .sull'ipostasi e p. 64 dove invece. si attenua il suo valore assoluto
e lo si personalizza: l'Io schellinghiano non mai un {(was)>, sempre un Wer
(ma l'art. di Szilasi da vedere con particolare cautela poich risente di un'impostazione teoretica, piuttosto rigida, di scuola fenomenologica: lo ha notato anche
H. HEIMSOETI-I nella discussione, - cfr. Studia Philosophica)), cit., pag. 85 -. In questa prospettiva il momento drammatico dell'opposizione tra Io empirico e Io assoluto, che cosi caratteristico dello Schelling giovane, tende ad esser ridotto alla
astratta distinzione di (<eidetico)) e di <iesistenziale>)).
121
(
) Cosi M. GUEROULT, art. cit., p. 152 e 157. In generale cfr. anche A. MASSOLO
Il pr1no Schelling, Firenze 1953, pp. 19-23, e P. ASVELD, op. cit., pp. 84-93.
'
(

CAPITOLO TERZO

160

ORIGINALIT SPECULATIVA E RADICALISMO DBMOCUATICO NEL PERIODO DERNESB

di Schelling, ancora troppo memore dell' entuva, dell'ev_oluzione


]i"berta' (122), ma, di contro, sulla
b
L'Io bensi
siasmo giaco mo.
. f I'
I ta necessit l'ansia teolo.bTt' tnon a asso u
'
libert come poss1 I I a
d
ma etico della coscienza
. fi
.
del concreto ram
gica della paCI cazwne
d Ila norma dell'identit con
. .
I I
morale espressa a
emp1nca; a egge
" fi to nel!' armonia dell'univer. (123) ed il suo fine perc10 ssa
.
se stessi
. (124 ) . d'altro lato, su questi prell'identit contro la stona
'
so, ne .
. . . . , d finita come conseguenza meramente negasuppost1, la socrnhta e .e
. . . di cui ancora predicabile
tiva della finitezza degh .Io ~7ip~:~~:~o e lo stato sono a loro volta
l'attributo della possibihta, e
.
la possibilit empirica:
. t' h garantiscono
definiti come gli istitu I c e , .
.
so il superamento del11, t dell'Io e m ogm ca
ma il fine de attivi a
. 'd'
alta' et1'ca la pacificazione
'bTt'
n ica e re
'
l'antinomia tra poss1 i I a gm d 1
rattere utopico della conce'
. .
ll'assoluto Don e I ca
.
dell empirico ne
.
I" d le dello stato popolare m
.
h'
dello
stato
i
ea
zione schelimg iana
. . . . . .
. da lui sviluppato in una
totahta si mtegnno e
d . d l't'
cui in ivi ua I a e
.
.
d'ffi ile stabilire fino a che punatmosfera di rarefatto idealismo.
i. .c
t'
polemico di
.
bb'
li sua ongme un mo ivo
to tale concez10ne a rn a a .
d I d"
tismo (125) certo che,
. .
li stato meccamco e ispo
'
d I trascendentalismo tedesco,
oppos1z10ne a o
. d il futuro percorso e
preannunc1an
di un'immagine me.
.
.
ella della costruz10ne
la via qui mtravv1sta e qu
dere il carattere
.
ine cl1e non sa nascon
tafisica dello stato, immag
d f .. ne nell'ottimistica
ar tificiale e contraddittorio della
. sua e 1mz10
I
d li' niversale pacificaz10ne.
.
speranza e u
.
.
t' principali della specu a.
sommi capi, g1I e1emen I
.
Questi, .per.
. cui He e! perfettamente al corrente. Nei
. .
zione schellmghrnna, di
g
pa infatti un intenso
. .
. d I
iorno bernese eg1I sv11up
pn1111 anm e sogg
.
.
T"bingen poi trasfedapprima nmasto a u
'

carteggio con 1,amico'

chs ist Freiheit, d. h. es ist nicht ai:dercs


Das Wesen desllt
Selbstmacht sich, nicht als irgend
denkbar, denn nur insofcrn es auch ab so u er
Jch setzt !>.
1 bl
Etwas, sondern a s
osses
.
1 t
identisch mit dir selbst )).
(123) S. W., I, 1, p. 199: <(Set abso u (122)

S. W., I, 1, p. 179:

s. w.,

I, 1, p. 240.
.
.
A 'loLJERBACH op. cit., pp. 96-97

rt1colare
r
;
'
Tale tesi ha sostenuto 1.n P. a
, .
H ZELTNER Der Mensch
d creto e invece
.
,
con molta discrezione. Non altrettaSntod' isPh'Josophicai> cit. p. 211-224 e in part.
1

'
'

S
h
llings
in
tu ia
in der Phtlosop te e e
' .
. f mente il soggett1v1smo d e J giop. 213 sg., che vorrebbe ~uahfica~e. un1an1s ica
vane Schelling, cosa affatto insosten1b1lc.
(124)

161

ritosi a Stoccarda e a Lipsia. Su molti motivi teoretici del pensiero


schellinghiano, oltre che sulla generale ispirazione pratica dei suoi
scritti, le attestazioni di accordo dello Hegel non mancano. Ed
soprattutto sull'accettazione del kantismo, considerato come la teoria germanica della rivoluzione, motivo gi comune nel dialogo
tubinghese, che entrambi insistono. Schelling polemizza da Tubinga contro Storr e Siiskind e tutti i kantiani dell'ora che hanno
accettato alcuni aspetti esteriori del criticismo per usarlo, deus
ex machina, nei loro calderoni teologici: " Kant ha tutto sbarazzato, ma come se ne renderanno conto questi signori? (126); essi
si attaccano alla lettera ignorando e misconoscendo lo spirito;
" son persuaso che nella testa della maggior parte di loro la vecchia superstizione della religione, non solo positiva ma anche di
quella cosiddetta naturale, gi di nuovo combinata con la lettera
27
kantiana ,, (1 ). Il pensiero kantiano dunque inteso come promotore di una rivoluzione speculativa e generalmente ideologica, come affossatore dell'ortodossia; ma mentre Schelling sembra fin
d'ora porre in primo piano le conseguenze teoretiche di quella
filosofia, - e cerca infatti di intendere il valore proprio della prova morale dell'esistenza di Dio e conseguentemente della teleologia kantiana - , Hege] strumentalizza subito il kantismo nella polemica politica: " dal sistema kantiano e dalla sua suprema conclusione, scrive, mi aspetto una rivoluzione in Germania che partir dai principi che sono gi approntati e che non hanno pili bisogno che d'essere ancora elaborati ed applicati ad ogni sapere
esistente (1 28 ); ed in una pagina piena di vigore polemico ancora
scrive: " da un po' di tempo ho ripreso lo studio della filosofia
kantiana al fine di applicarne gli importanti risultati a numerose
idee che corrono nel nostro ambiente e di rielaborare queste idee
secondo quei risultati. Quanto ai pili recenti tentativi per penetrare le piu profonde profondit, io li conosco ancora poco, persino
quelli di Reinhold. Il fatto che tutte queste speculazioni non hanno una reale importanza che per la ragion teoretica, mi sembra,
e non sono di grande utilit per i concetti pili propriamente pra-

( 12;;)

(126) Briefe, I, p. 13.


(127) Briefe, I, pp. 13-14.
128
(

Briefe, I, p. 23. Dalla lettera a Schelling del 16-4-1795 (Briefe, I, pp. 23-26).

11. A. Negri - Stato e diritto nel giovane Hegel.

CAPITOLO TERZO

162

ORIGINALIT SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODo BERNESE

. .
..
mi dici della direzione teologico kantiana -: si
tici. .. Cw che tu
1 fi
T bi'nga (129) non mi stupisce
dalla fi oso a a u
'
, .
llabile fintantoch la sua profesDiis placet - pre.sa
affatto. La teologia restera mero
l'
. trover immischiata in
. 1 t a vantaggi tempora i e si
sione sara ega a
C'
no degli interessi troppo
tutta l'organizzazione dello ~tata.' i ~o . cosi' in breve degli in, . d
sti a rinunc1arv1
'
potenti perche si sia ispo 't
la loro influenza anche quando
. h generale eserci ano
.
teressi e e m
t Finch questa situaz10ne
ende perfettamente con o.
.
.
non ce s.e ne r
.
dalla sua tutta la camarilla dei ripetitori
P ermarra, la teologia avr
.
. t' di' ogni preoccu1' 1 .
za idee sprovvis i
di preghiere e deg i ur o~i sen
' . gran numero. Supponi
.
ed essi son sempre m
pazione superiore,
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che sia contrario alle sue
'lla legga qua e ecosa
che questa caman
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.
l'onore di chia. .
. vuol fare al oro vociare
convinz10m - se pure si .
. .
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n po' di verit, allora
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. . ddormentano sui loro ue
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'b'l nel loro ard ore di. formiche ' questi teologi. e e . SI.
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goli in cui si nascondono
. 1.
1 i di frusta da tutti g I an
.
cacciar i a co P
.
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bbligati a mostrare m
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.
. materiali che continuamente
fino a quan o non ne
pubblico la loro nudit. Tuttavia tra i
. l'incendio della domi
kantiano per prevemre
sottraggono a rogo <
h'
d' introdurvi dei carboni ar. d rsi che non mane mo i
matica, p.uo .a.
, 1 d'ffosione delle idee filosofiche (13D).
denti e dI facihtare cosI a i

. Schellling da noi riportato, in Briefe, I, pp.13~14.


'. .
t
della fine gennaio 1795
d 11"
ortant1ss1ma 1e tera
.
(130) Brtefe, I, pp. 15-17:
~ imp l S helling voleva ricorrere alla polemica
(cfr. Briefe, I, PP: 15-18!. Tutt~v~a ancs~e iu~tifica: ({mi manca il tempo e _poi Dio
contro il disordine dei teologi >, ma
g ta non sarebbe presa sul seno dalla
sa se, quando la satira fo~se stata con~lot , ., di brillare un po', pur modesta.,
1 fosse valso I meri o
. f I
21
maggior parte e c10 non m
.
filosofico della Chiesa!>> (Brie e, , p. . ,
mente in gioventU, come un lum1nar~
5 in Briefe I pp. 20-23). Si tenga predall a lettera di Schelling del 4 febbraio ~ 79 , M
1'955' p 283 in cui l'illustre
.
J
Schelling
onaco
,
'
.
.
sente l'annotazione di K. ASPERS, . H , 1 e Schelling hanno creato I <1topOll>
autore sottolinea il f~tto che prop~~lla :~:ttiva)) polemica: se ne scopre la nodella moderna polem1c~ filosofica,
1 tono della polemica kantiana.
vit soprattutto se la s1 confronta con I

Le due posizioni, quella precipuamente speculativa dello Schelling e quella pratico politica di Hegel, potevano tuttavia convivere
pacificamente ed anzi integrarsi, finch l'ideale di una trasformazione della Germania attraverso una nuova mitologia, che era insieme una parola d'ordine politica, nutrita nel circolo di Tubinga,
esercitasse il suo effetto su entrambi. Lo ricorda Hegel: " ragione
e libert restano la notra soluzione e il nostro punto di congiunzione la Chiesa invisibile! "( 131 ). E la mitologia si sostanzia nella
filosofia dell'Io. Schelling illustra largamente il suo pensiero a
Hegel, gli invia puntualmente le sue opere ( 132 ), ed Hegel accetta
la filosofia dell'Io (1 33 ). Ma ancora una volta il suo interesse essenzialmente pratico: se si tratta di sostanziare filosoficamente la
mitologia, si chiede, non sar il principio dell'Io troppo esoterico?
Malgrado questo pericolo lo accetta tuttavia di buon grado, e ne
trae interessanti conseguenze. Innanzitutto l'interpretazione umanistica del principio : per esso infatti " i popoli apprenderanno a
sentire la dignit dell'uomo e a non accontentarsi piu di reclamare
i loro diritti, ma a riprenderseli, - a riappropriarsene. Religione e
politica, egli continua, si son divertite sotto una medesima coperta;
la prima ha insegnato ci che il dispotismo voleva, l'odio del genere umano, la sua incapacit a qualsiasi bene, la sua incapacit
ad essere qualcosa per se stesso. Diffondendo le idee che esprimono come le cose debbono essere, si far sparire quell'indolenza
che fa accettare le cose cosi come sono. La forza vivificante delle
idee .. ., dell'idea di patria per esempio, e della sua costituzione ecc.
sollever i cuori ed insegner loro a sacrificarsi per essa, mentre
ora lo spirito delle costituzioni cerca l'alleanza dell'egoismo e su
questo fonda il suo imperio ,, ( 134 ). Alla fantasia speculativa schel-

(129) I-Iegel allude al passo di

(1a1) Briefe, I, p. 18. Per l'interpretazione approfondita di questo passo cfr.

infra.

1 2
( 3 )

Cfr. Briefe, I, p. 20, 27, 36 dove si accusa ricevuta delle opere schellinghiane.

(133) Briefe, I, p. 24, 27 .


4
(13 )

Briefe, I, pp. 24-25. Trascrivendo questi passi P. AsvELD, op. cit., pp. 98-99
crede di trovarsi dinnanzi al (( passaggio dalla religiosit dell'Aufkliirung a quella
dell'idealismo il; a noi sembra invece che qui ci si trovi di fronte non all'accetta~
zione della religiosit romantica ma alla rinascita della religiosit umanistica della
tradizione classica e rinascimentale, giunta ad Hegel con la mediazione del pensiero
giacobino.

164

CAPITOLO TERZO

ORIGINALIT SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNESE

. h1"ana Hegel oppone dunque, sempre P iu coscientemente, l'abi1mg


. . ('3') .
.
d ll ua polemica umamst1ca
to pratico e a s.
. 1 .
metodico e genericamente delN
. tuttavia solo su piano
. . .
on e
I 11"
Hegel assumono pos1z1om
!'atteggiamento vitale. che Sdc1e mg ;e meglio percepito, si riper.
. h tale d1saccor o' semp
. f tti non sembra accettare
diverse, po1c

.
1
cuote anche a livello teoretico. H~e m a parere una forma rinil panteismo schellinghiano (13"), c e a suo
1
d bbio. al che
.
d
.
plicitamente I suo u
.
novata di teologia, e esprime es
f .
di spinozismo Il fond
un'aperta pro ess1one

Schelling rispon e con


fi
pu essere che l'Io, l' A
<lamento incondizionato della filo~~ a !~on mette di esser divenuto

e !'Cl di ogni filosofia d".c1sd'); petrc1a~l:g;l::fia panteistica: solo che


.
"t
elsenso iaerene
,
. "t'a a!l'oggetto _ che e prospmoz1s a,. n
.
ana dell a d"iv1n1
alla riduz10ne spmoz1
.
li sostituisce la riduzione delpria della filosofia dommatI~a -:-- eg ia della filosofia critica (138).
la divinit al soggetto, - c e e. prop~b aspettato un tale dubbio
nfessa che non s1 sare e
h 11 .
..
.
.
,, 1 ( 139 ). Si deve riconoscere
E Se e mg co
da Hegel, un fam1~iare d1 fLess1~;a ~resa su Hegel: in una letche l'ironia di Schellmg non a mo
I' ff
a
.
. mando sull'argomento, egli critica a erm .tera successiva, nto
. l"t' dell'Io. sostanza ed acc1della sostanzia I a

ll . h"
zione sche mg rnna
. .
lativi e quindi non lecito
. ff
H gel sono term1m corre
denti, a erma e '
. . h . ssenzialmente inaccidentat
ialit a c10 c e e e
attribuire 1a sos anz
. .
.
do con Schelling sullo spinobile (HO). Hegel dunque e m d1s~ccor.
si deve notare che in tale
1 ente sul panteismo ' e
1
zismo e genera m
1 d"
mpostazione metodica e a
disaccordo si rivela ancora a iversa I
1

. con H ege1 teini politici .


.
ff. ta nell'epistolar10
( "') Anche dove Schelhng a 1on
t' h del dispotismo che agh
.
1 d alle conseguenze e ic e
. 1797 d"
pili attento ai fattori mora I e
. f
es la lettera del 21 luglio
1
eventi propriamente politici del suo tempo. e r. p.
.
Schelling, in Briefe, I, pp. 27-29.
(136) Briefe, I, pp. 17-18.
(137) Briefe, I, p. 22.
(138) Briefe, I, pp. 22-23.
(139) Briefe, I, p. 21.
di He el del 30 agosto 1795 (cfr. Briefe, I, ~P
( "") Briefe, I, p. 32: dalla lettera
g
. 11"st1"ca dell'Io W DILTI-!EY, op, cit,,
.
.
d
li
d
_
fi

onc
sostanzia
'
.
29 33) In questa cr1t1ca e a e nizi
.
hegeli"ana del sistema sche11.in-
.
-i della cr1.11ca
p. 37 ha voluto vedere il preannun~1ar~e1lo Spirito. Giustamente si sono opp?stI a
g hiano attuata nella Fenomenologta
1 I
208 e P. AsVELD, op. ctt., pp,
'
.
d 1
T L HABRING1 op. ci ., , P
q.u esta avventata arra Iog1a
.

-
revedc infatti un'elaborazione e della Fenomeno1og1a P
. .

94-96 La pos1z1one cntica
~
, erto prevedibile fin d'ora.
l'ini;iale atteggiamento hegeliano che non e e

16S

diversit degli interessi dei due autori. Hegel non si oppone alla
recezione dello spinozismo in quanto immanentismo ma alla direzione metafisico idealistica, e conseguentemente utopica, che da
tale adesione viene impressa al pensiero; n sono residue credenze
teologiche che Io inducono alla critica del panteismo ma proprio
il suo generale atteggiamento immanentistico ed umanistico. Ci
non ha nulla a che fare con il pretesto ateismo del giovane Hegel:
si tratta piuttosto di un atteggiamento metodico positivo del filosofo, che respinge il problema teologico oltre i limiti del suo interesse attuale e non lo pone al centro della propria attenzione
speculativa, poich essa vuole invece rispondere ad esigenze storiche immediate. Che Dio esista o non esista, che sia il tutto immanente o trascendente, che cambia?, si chiede spregiudicatamente
Hegel. Dio quello che , e, lasciando impregiudicato il problema,
Hegel polemizza invece contro la Chiesa che della divinit fa uno
strumento di potere temporale, di oppressione, e quindi di alienazione. Il problema hegeliano non dunque teologico speculativo o metafisico, come quello schellinghiano, ma storico e poli111
tico ( ). Queste diverse impostazioni non tardano ad emergere
chiaramente, nel carteggio tra Schelling e Hegel, allora la corrispondenza diviene sempre meno frequente fino ad essere inter2
rotta (l4 ). Di fatto ormai il dialogo sembrava intrattenuto da sordi: essi avevano bensi molti presupposti comuni, ma quando, oltrepassandoli, si mettevano al lavoro per costruire, - ed era la
costruzione che ad entrambi interessava - , allora le vie che essi
intendevano percorrere divergevano senza possibilit di incontro ( 143 ).
(141) Molto bene ha insistito su questa distinzione G. LuKAcs, op. cit., pp. 54-61.
Si noti che anche le critiche che Hcgcl muove a questo punto contro la prova morale dell'esistenza di Dio che era formulata da Kant e da Fichte (cfr. in particolare
Briefe, I, pp. 17-18, e il frammento del Die Positivitiit, pubblicato in Jugendschriften, pp. 233-239) hanno un'origine pratico politica: postulando il bisogno dell'individuo non si fa altro che postulare la sua alienazione, questo il fondo dell'argomentazione hegeliana che contribuisce a radicalizzare ulteriormente la tematica positivit-libert (cfr. anche l'Entwurf 3 in lugendschriften, pp. 361-362).
(142) Ci restano solo due lettere, piuttosto fredde, di Schelling a Hegel del
gennaio e del luglio 1796: tra l'una e l'altra si ritiene sia caduta la risposta hegeliana (cfr. Briefe, I, pp. 34-36 e 36-37; inoltre P. ASVTILD, op. cit., p. 96 sg.).
14
( 3) Particolarmente suggestiva ci sembra l'ipotesi cli K. JASPERS, op. cit., p. 276,
che cio il circolo di Tubinga fosse stato possibile solo per la n1ediazione di Htil-

166

CAPITOLO TERZO

ORIGINALIT SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNESE

A questo punto, cercando di concludere, possiamo accennare


al problema generale del rapporto Schelling-Hegel, quale stato
per lungo tempo tratteggiato nella storia della filosofia sulla base
della tesi della filiazione Kant-Fichte-Schelling-Hegel. Primo a proporre questo schema sistematico fu lo stesso Hegel, nel periodo di
Jena mentre n Fichte n Schelling l'avevano minimamente immag{nato ; e tale schema da sistematico divenne storico in conseguenza della sovrappposizione della teoria alla storiografia, attuata
dallo Hegel maturo ('44). Quando poi le scuole dello Schelling e
dello Hegel si scontrarono nella polemica tra panestetismo e panlogismo (145), si ebbe il tentativo di stabilire le fondamentali differenze dei due sistemi (146), ma rest immutata la tesi della continuit della formazione filosofica dei due autori. Solo la pili recente Jugendforschung ha avuto il merito di insistere sulla distinta genesi del metodo e delle intuizioni di Schelling e dello Hegel,
e di chiarire che queste differenze non sono di poco conto ma
determinanti dell'intero sviluppo dei due. sistemi ( 147 ); particolarderlin: solo il poeta infatti era capace di tanta generosit da d~re alla vita in
comune dei tre amici un tono di purezza e di interezza che Schelhng
Hegel, entrambi pili interessati alla verit che all'amicizia, non sapevano nutrire. Qua~do
HOlderlin non pu phi costituire il trait d'union allora l'amicizi~ si s:alda: Schelhng
e Hegel nutrono_ un'amicizia che solo interessata'. entr~mb1 vivono nella coscienza di un mutamento cosmico spirituale, che essi stessi avrebbero ~d un tempo creato e guidato )), ognuno si sente riformator~ int~g:ale _e non ha bisogno dell'altro, ognuno una monade che comprende gli altri 1n se, eppure non ha finestre a loro rivolte.
(144) Cfr. R. KRONTIR (che pure prigioniero della formula), op. cit., vo1. II,
p. 146.
(14-5) La polemica tra le scuole aveva avuto la sua origine .dalla polemica dei
maestri: cfr. Aus Schellings Leben, voi. II, e K. JASPERS, op. cit, pp, 300-313
(1113) Che tali disHnzioni siano del tutto prive di pregiudiziali teoretiche, no~
si pu certo dire. In particolare tuttora di moda l'opposizione dell'opera d1
Sche11ing a quella di Hegel come l'esistenza al sistema, la volont al pensiero, la
inito"lop.ia alla filosofia. Solo che all'esaltazione dello Schelling irrazionalista (cfr.
E. v. HARfMANN, Schellings philosophisches Systeni, Lipsia 1897) si sostituita
quella dello Schelling esistenzialista (per. es. nel ~ecentc lav.oro d~. J(. JASPER~,
op. cit., pp. 7-9, 116-123} (ed anche P. TILLICH, Schelling und die Anfrrnge des ex1.stentialistiche11 Protestes, in {<Zeitschrift fi.ir philosophische Forscl1Lu1g)>, IX, 1955,
p. 197 sgg.}: ma queste distinzioni paradigmatiche trovano il temp~ che trovano.
Sulla critica schellinghiana si possono trarre utili indicazioni anche 1n H. KNITTERMEYEI~, Hundert Jahre nach Schellings Tod, in Philosophische Rundschau, 4, 1956,
pp. 1-57.
.
(147) Sebbene R. HAYM avesse gi insistito sulla distinzione (op. crt., p. 44) nel
suo libro che risale alla inet del secolo scorso, tuttavia solo con lo HAERING (op.

167

mente efficace fu poi la rivendicazione dell'autonomia dello Hegel


rispetto agli altri pensatori dell'idealismo trascendentale, e soprattutto rispetto a Schelling. L'originalit hegeliana non dunque UJ1 effetto trascurabile delle circostanze vitali in cui il giovane
venne formandosi, ma un carattere essenziale del suo metodo e
della sostanza del suo pensiero.
Se cerchiamo infine di puntualizzare la distinzione tra Schelling e Hegel per quanto riguarda l'intuizione politica dei due autori, - cosa che fondamentalme11te ci interessa - , possiamo osser~
vare che essa consiste nel fatto che, all'utopismo metafisico di
Schelling, Hegel oppone un procedimento analitico e storicamente confortato; mentre il metodo dialettico di Schelling conclude
nell'identit ontologica, per Hegel le opposizioni storiche sono risolte nella totalit vivente ed individuale, nel mondo storico cio,
nello spirito popolare e nella volont generale (148 ); n il problema della libert si racchiude per lo Hegel entro i triti termini
della sua definizione metafisica, ma si apre alla ricerca sulle forme giuridiche che la libert deve assumere (149). Idealit e totalit
storica vengono quindi a coincidere ed entro la totalit si apre
la dialettica delle volont rivoluzionarie, protese alla realizzazione
dell'idea di libert: questa la direzione positiva dell'indagine
del giovane Hegel, soprattutto nel periodo bernese, ed il segno decisivo della sua piena autonomia speculativa (1 50 ).

cit., I, p. 413 sgg.) I 'autonomia del pensiero giovanile hegeliano stata definitivamente fissata: cfr. anche H. NIEL, p. 21; J. HYPPOLITE Jntroduction ... , cit., p. 7 (che
si richiama anche all'art. di L. HERR, nella Grand Encyclopdie, t. XIX, Hegel).
Sull'autonomia del pensiero del giovane Hegel, rintracciata attraverso l'analisi
delle sue intuizioni estetiche, cfr. ora il recentissimo art. di J. TAMINIAUX, La pense
esthtique du jeune Hegel, in Revue philosophique de Louvain, 56, 1958, mai,
pp. 222-250.

<1 48 ) Su questo aspetto hanno posto opportunamente l'accento, T. L. HAERING,


1. c., e conseguentemente J. HYPPOLITE, Travaux .. ., pp. 549-550.
149
( } Cfr. in part. G. HoLSTETN e K. LARENZ, Staatsphilosophie, Monaco e Berlino,
1933, p, 147, nonch P. RITTER, ov. cit.
50

(1 ) Non teniamo naturalmente conto delle interpretazioni che pretendono


rintracciare analogie tra il pensiero schellinghiano e bcgeliano sulla base della comune influenza esercitata su entrambi gli autori del pensiero religioso svevo e in
particolare dal movimento pietistico: vedi perci supra, pp. 76-85. Tra le recenti
pubblicazioni a questo proposito si pu ancora vedere E. BENZ, Schelling, Werden
und Wirken seines Denkens, Zurigo e Stoccarda 1955, pp. 57-63. Quanto ad un art.
piuttosto in1portante di T. L. HAERING (Fichte, Schelling, Hegel, estratto da Das

168

ORIGINALIT SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNBSE

CAPITOLO TERZO

6. - S' ormai a pili riprese insistito sul tono umanistico della


speculazione hegeliana di Berna, sull'ansia politica che guida la
sua critica della positivit nel cristianesimo e nella storia universale : resta ora da vedere come questi motivi si rispecchino e si
rinnovino nell'indagine che lo Hegel va compiendo sulle strutture
del mondo contemporaneo. Ed appunto in tale indagine critica
possiamo ancora cogliere l'intima ragione dell'autonomia del pensiero hegeliano, nel fatto cio che la sua speculazione vuole rispondere, prima che a qualsiasi esigenza sistematica, ad un immediato bisogno di azione.
Nel mondo germanico, ci dice Hegel, trionfa l'alienazione; essa
deriva dalla sovrapposizione dell'estranea tradizione giudaica e
della positivit della religione cristiana alla fantasia popolare tedesca, fonte dell'unit culturale della nazione (151 ). Distrutta in tal
modo la collettivit nazionale, ogni singolo ha cercato di recuperare nel!' esasperazione del!' interesse individuale, nell'egoismo,
quella totalit che sentiva necessaria alla vita, - ma questa nuova
totalit era astratta, frutto della separazione, conseguenza dell'alienazione. Sulla base infatti della separazione della coscienza
individuale da quella collettiva, della volont del singolo dalla volont generale, si fonda l'astrazione dell'uomo privato e si reggono quei rapporti giuridici che garantiscono la privatizzazione del
diritto: di conseguenza il basilare istituto giuridico di un tale ordinamento la propriet (152) e il diritto, fondato unicamente sui
rapporti patrimoniali, fuori da ogni integrazione sociale, astratto (153 ).
Deutsche in der deutschen Philosophie, Stoccarda e Berlino, 1941, in par~. P 13),
si deve notare che pur essendovi accettata la tesi revisionistica, vale a dire. de~l~
distinzione e dell'autonomia di questi autori, essa poi affogata nella amb1gu1ta
dell'interpretazione religiosa e della I-feimatsphilosophie. .
.
(151) In questo periodo, all'inizio del 1796, Hegel dedica alcune pagine ancora
allo studio della positivit: cfr. Jugendschriften, pp. 229-230 e 230-232: l'og~etto po..
lemico in questi scritti piU forse che in qualsiasi altro la trasce~~enza in ~uan
to tale la fede ad un tempo alienante e materialmente fondata, c1oe su fatti storici e ~iracolosi. Senza dubbio si deve qui notare che la polemica umanistica di
l{egel entrata in una fase di estren1a acutezza.
.
(152) Che la polemica contro la propriet in1plichi da part~ dello Hegel un n1espresso atteggiamento comunistico, non si pu sostenere: d1 fatto Hegel sembra
lottare pi contro gli abiti morali che il mercantilismo aveva provocato nella nazione tedesca, che in favore di qualsiasi ideale economico di societ.
(153) Su tutto questo si veda supra, p. 154 sgg.

169

Le conseguenze pratiche di questa situazione generale sono


tragiche. Il tedesco vive una vita privata, meschina, filistea; chi
non possiede, chi lavora per vivere, perci stesso oppresso, inserito in un sistema alienante: l'uomo non padrone di se stesso.
Guardiamo per esempio la recente storia tedesca, osserviamo le
vicende belliche, i p1incipi che lottano tra loro o contro le potenze
straniere: ma che significato hanno queste lotte per i] cittadino
tedesco? " Le guerre che hanno divorato milioni di tedeschi, constata Hegel, erano guerre mosse dall'ambizione o dalla sete d'indipendenza dei principi, la nazione era solo il mezzo, e sebbene
si combattesse con accanimento e furore, alla fine non si sapeva
rispondere alla domanda: perch? o che cosa abbiamo vinto?,, (154).
Nel fare questa osservazione Hegel ha evidentemente dinnanzi agli
occhi il quadro scandaloso del popolo tedesco che, oppresso dal
dispotismo, pure combatte al servizio di quello gli eserciti della
rivoluzione francese : perch il popolo combatte, perch si lascia
trascinare nella lotta contro l'ideologia della liberazione che viene
di Francia? Ritorna allora l'indagine storica, la denuncia del carattere alienante del cristianesimo a dar ragione dell'attuale travaglio
storico, - infatti presente e passato, res gestae e historia rerum
gestarum sono per il giovane Hegel un tutt'uno ; e ritorna altresi
la convinzione che la rivoluzione necessaria e urgente, poich
l'alienazione rende assurdo lo sviluppo storico, radicalizzando l'opposizione di storia e ragione, di ci che e di ci che deve essere,
in modo che l'evoluzione progressiva solo possibile attraverso il
rovesciamento delle attuali opposizioni, nel trionfo della libert
sulla separazione dell'uomo da se stesso (155).
Con questo spirito Hegel affronta l'indagine sulle strutture
giuridiche del suo mondo ed in particolare la critica del concetto
di stato dispotico. In tale prospettiva utile procedere all'analisi
del Systemprogramm des deutschen Jdealismus, redatto da Schelling e trascritto da Hegel nel luglio del 1796 (156). Questo impor(1 54 ) Jugendschriften, p. 215.
(

155

sgg., e P.
156

Su questi mo:ivi hanno insistito molto bene G. LUKAcs, op. cit., p. 62 e 77


RITTER, op. Clt., p. 30 e sgg,

) Erstes Systen1progranun des deutschen ldealismus, ora in Dokuniente


pp. 219-221. Fu ricopiato all'inizio dell'estate del 1796 dallo I-Iegel: l'attribuzione all~
(

ORIGINALIT SPECULATIVA E RADICALISMO DE

170

CAPITOLO TERZO

tante scritto rappresenta il pili adeguato tentativo di programmare l'esigenza, nutrita nel circolo di Tubinga, di una nuova mito57
logia rivoluzionaria; lo percorre perci un'istanza etico politica (1 )
ed proprio dallo sviluppo speculativo d'essa che si pone il tema
teoretico su cui ogni parte del saggio modellata, vale a dire la
esaltazione dell'idea di libert: attraverso l'approfondimento della
dialettica di individualit e di eticit l'Idea infatti scoperta e
definita come rappresentazione dell'Io stesso in quanto essenza
assolutamente libera ,, ( 158). Donde risulta configurata la successiva
ipotesi di lavoro : come pu esser creato un mondo adeguato a tale
essere morale? Ma prima di determinare i mezzi, necessario qua:lificare pili propriamente l'oggetto polemico. Dinnanzi all'Io, come
suo opposto, sta lo stato dispotico: mostrer, afferma il programma, che non si d alcuna idea di stato, poich lo stato qualcosa di meccanico, tanto meno che si dia un'idea di una macchina.
Solo ci che oggetto di libert, ci idea. Perci dobbiamo andar oltre lo stato! Poich ogni stato obbligato a trattare l'uomo
libero come un ingranaggio meccanico, mentre non lo dovrebbe,
perci deve cessare ... Parimenti voglio qui porre i principi di una
storia dell'umanit e scoprire fin al capo tutta la miseranda opera
umana dello stato, della costituzione, del governo, della legislazione ... ,, (159). Non v' dubbio che la polemica sia diretta contro lo
stato dispotico, meccanico ed alienante (160 ); ma quali sono i limiti
di questa concezione? la cessazione dello stato, che qui prevista,
ha valore solo in riferimento allo stato dispotico settecentesco, o
invece vale come protesta individualistica contro ogni ostacolo

Schelling, per lungo tempo incerta \cfr. la polemica succeduta alla prima pubblicazione del programma: F. RosENZWEIG, Das dlteste Syste1nprogra1nm des deutschen
Idealisnius, in <1Sitzungsberichte der Heidelberger Akademie der Wissenschaften,
Philos.-hist. Klasse>}, 5, Heidelberg 1917; BOHM, W., HOlderlin als Verfasser des
dltesten Systemprogra1n1n des deutschen Jdealis1nus, in Deutsche Vierteljahrschrift
fiir Literaturwissenschaft und Geistesgeschichte, 4, 1926, pp. 339-426; L. STRAUSS,
HOlderlins Anteil an Schellings frUhen1 Systeniprogranun, ivi, 5, 1927, p. 679 sgg.)
ormai divenuta definitiva: cosi HoFFivIEISTER nelle note ai Dokumente, p. 455 e cosi
conclude anche A. HoLLERBACH, op. cit., p. 85. Entrambi ammettono per che sulla
composizione influi certan1ente e fortemente anche HOlderlin.
(15 7 ) Cfr. A. HoLLERBACII, op. cit., pp. 86-87.
(158) Dokuniente, p. 219.
( 15 9) Ivi, pp. 219-220.
(160) Cfr. HOLLERIJACI-1, A., op. cit .. p. 87.

MOCRATICO NEL

PERIODO

BERNESE

171

posto
.
I .
.
dalla libert dei singoli e come mtroduzion
stico el Kulturstaat? (161) p
.
e a mito umani.
.
. er rispondere ade
st1 quesiti occorre seguire l' lt .
guatarnente a queu enore proced'
t d
programm. " Dalla natura vengo f
.
imen o el Systemf
.
uon come opera um
.
erma e s1 deduce
il
primato
dell''d
d'
.
arra
'"
s1
1 ea 1 umamt (162). l
.
. afque nu11a di nuovo ' e nepp ure quan d 0 p
'
n
qm
dund
,
. I .
' assan o ali analisi dei
mezzi atti a sostenere quest
o nvo gimento . a h'
biamo avere una nuova rnit I .
, s1 ic iara: noi dobogia, ma questa mit 0 I d
ogrn eve stare
a 1 servizio delle Idee ' de ve iven1re una
1 I .
ne "(163). A questo punto tuttav 1
i_rii o ogrn della Ragiorn a concez10ne h li' h'
sume tratti specifici.. il cont enuto della r
se e. mg iana asfatti ridotto a quello del!
.
agrnne mitologica inL fil
a rag10ne estetica
spirito
una filosofia estetica , e aI conseguenza
" aI'" t osofia
dello

..
tica il pili alto strumento d'1 111
. d agme
.
del real m
I mz10ne
poe n1aestra dell' umanit
.
e,
a
poesia
. co1 suo porsi non . d' . , al la
alcuna storia solo l'a t
.
s1 a pm cuna
fil osofia,
.
'
r e poetica sopravviv , Il
scienze e a tutte le arti' (16<) D
era a e restanti
"
a queste ]t'
confermato l'utopismo eh
'. d
u ime proposizioni
e pres1e e alla specula .
h
na ed anzi esso sembra consolidato dall'
.z10ne se ellinghiadell'arte ad assoluta orga I .
~ssunz10ne" della
filosofia
no og1a speculativa D
. 1
vava l'introduzione per 1
.
. a c10 mo tre cleri'
a pnma volta n ]]' b'
politica dell'idealismo trascendent 1 d li' e .am ~to ~ella teoria
lit ed assolutezza sia p
. a e, e antmomrn di individua.
'
ure reinterpretata in t
. .
. . .
razionali : in particolare la co
t d' 1 .
erm1m estet1c1 e irncre a rn ettica dell
't d li
era frantumata
dall'antinomi a d'1 m
. aIVI'duahsmo
.
a v1 h'
a e o stato
.
.
anarc 1co e d1 assolut1smo mistico (16).

(~61) Che sul Systemprogramm attr


"
molti concetti derivati dalla t
f '
av~rs.o I influenza di tIOlderlin pesino
lezza e della soluzione utopicaedmela d1ca umanistica indubitabile: l'idea d~lla b I
su questo problema si veda ad ramma
statu l d
ed
a e enva certamente da Schille
.
0
Geistes, cit., pp. 226-230.
gn1 mo o J, HoPFMEISTER, Die Heirnkehr dr.
( 162 )
( 163 )
(164)

Dokun1ente, p. 219.
Ivi, p. 221.
lvi, p. 220.

es

.(165). .Del Sy
. s t emprogramm sono state inf t .
.
co 1n~1v1dualistiche, sia utopico umanistiche ~ tt date Inter?retazioni sia anarchivale ricordare soprattutto la posizione d' H . Z er quanto riguarda la prima tesi
des Me.r_ischen willen, um seiner Freiheiti wte:LTNER, Sche~ling, cit., p. 173: (( Um
- der 1unge Schelling ist iiberzeugten A
h' soll es ketnen Staat mehr geben
nome della secon d a interpretazione
.
ac narc. ist ... )} .' a qu es t a tesi. s1. oppone in
cennata, soprattutto A. HOLLERBACI-I' op. Cl.,
, 1

172

CAPITOLO TERZO

Per Hegel tale problematica schellinghiana non ha alcun senso:


si visto infatti come, sia pure talvolta del tutto inconsapevolmente, Hegel rifiuti di accettare i presupposti metafisici della dottrina
dello Schelling. Di conseguenza il Systemprogramm non deve esser
valso per lui che come schema di interpretazione del suo mondo.
Nello scritto schellinghiano egli trova motivi che gli erano consueti, vale a dire la denuncia del carattere meccanico dello stato
dispotico, l'affermazione della necessaria dialettizzazione di individualit e di eticit in un processo di realizzazione della libert,
la rivendicazione della storicit delle istituzioni: ma la recezione
hegeliana non poteva andar oltre questi elementi, poich, essendo
la direzione della sua indagine storico-politica e non mistico metafisica, alla cessazione dello stato egli opponeva la sua mediazione,
all'aufhoren l'aufheben. D'altronde l'esperienza gli insegnava che
la concezione del Notstaat, risultante delle teorie anarchico individualistiche, apriva praticamente le porte all'Obrigkeitstaat: l'individualismo illuministico infatti doveva pur porre qualche mediazione dell'atomismo sociale per non negare affatto la realt storica
degli istituti giuridici, ma l'ideale di benessere, a ci assunto, non
era di fatto che il mezzo per giustificare ideologicamente la tradizione luterana dello stato di autorit. Riconducendo il dover essere
all'eudemonismo si giungeva conseguentemente alla negazione stessa del dover essere; ed era ci che pili temeva uno Hegel ormai addestrato dalle ricerche storiche sull'alienazione e sulla positivit a
cogliere e a denunciare le mistificazioni dell'idea di libert.
La critica hegeliana del mondo contemporaneo conclude perci nell'affermazione della mediazione tra le astrazioni estremistiche
dell'individualismo e dell'assolutismo, in una concezione dello stato che prevede la nascita del potere dal consenso dei singoli e concepisce la volont dei soggetti in composizione unitaria ed organica

p. 88, che, respingendo l'accusa di anarchismo, nota ~~e, la concezio_ne schellinghiana porta l'uomo oltre i limiti della concreta stor1c1ta: lo s~ato 1~ tale prospettiva risulta affetto da Ideenlosigkeiti> e si afferro~ che << ~1cht d1e Vervollkammnung des Staates, sondern seine Uebervvindung ist das Z1el , Ma entra~~
be le posizioni sono parziali: sia l'individualis1no che l'assolutismo sono tcrm1n1
necessari dell'intuizione schellinghiana, effetti primari ed inevitabili della radicalizzazione dell'ambiguo atteggiamento rivoluzionario che percorre tutto il saggio;
e ci ha posto perfettamente in luce K. JASPERS, Schelling, cit, pp. 56-58.

ORIGINALIT SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATXCO NEL PER

!ODO BERNESE

con quella dello stato ( 160 ); ma ci che pili importa sottolineare


che la polemica hegeliana contro lo stato dispotico, parallela a
quella contro l'utopismo, - essendo Hegel convinto della funzione
mistificante di tale atteggiamento - , lo induce a chiarire a se
stesso ancor pi la peculiarit del proprio metodo. Essere e dover
essere, realt e idea non debbono generare tensioni divergenti che
si conciliano solo in un effetto alienante, ma integrarsi invece in
uno strumento operativo: lo studio della possibilit effettuale del
realizzarsi dell'idea non pu essere trascurato nella formulazione
dell'idea stessa. Eccoci cosi di fronte al riproporsi nello Hegel di
un atteggiamento eterno nella storia del pensiero: l'ansia dell'uomo
che, nello stupore che l'apparire dell'oggettivit dinnanzi a lui
suscita, si fa filosofo chiedendosene la causa, muove anche lo Hegel; ma l'oggetto dell'osservazione problematica non statico ma
storico, non creazione degli dei ma prodotto degli uomini: perci
la positivit qualificata e come tale va considerata, alla presenza
di un criterio valutativo; perci anche la morta positivit in qualche senso fluida, mobile, poich anch'essa prodotto, sia pure negativo, dell'attivit dell'uomo; e la causa, di cui lo stupore sollecita la ricerca nel filosofo, anch'essa storica, quindi del tutto
dipendente dall'attivit dell'uomo che la pone e la trasforma (167).
L'umanesimo moderno determina e qualifica il modo della soluzione hegeliana di un problema antico quanto antica la filosofia.
7. - dunque la mediazione quella che Hegel assiduamente
ricerca, tra individualit e razionalit, tra singolarit e comunit,
tra reale e ideale ; ma non certo rinnovando i termini problematici e metodici del pensiero settecentesco che tale mediazione potr essere attinta, poich il procedimento astrattivo conduce alla
radicalizzazione degli estremi, rendendo con ci impossibile ogni

C1 66 ) Cosi molto bene anche F.

ROSENZWEIG, op. cit., vol. I, pp. 42-47.


7
(1~ ) Sarebbe interessante, 1na non nostro compito, analizzare qui come tale
atteggiamento trovi una sua applicazione nel Tagebuch der Reise durclt die Berner
Ober-Alpen, che ~ege~ :crisse nel luglio-agosto 1796 (ora in Doku1nente, pp. 221-244):
I? stupore, ~uas1 _rellgroso, che Hegel prova di fronte alla maestosit delle Alpi,
si c~nverte 1nfatt1 nella tensione immanentistica dell'esaltazione di ci che :

es ist so)) (p. 236).

ORIGINALIT SPECULATIVA

CAPITOLO TERZO

174

conciliazione. La nu ova esigenza conduceva quindi lo. H. egei ad


1
enucleare nuovi strumenti filosofici atti a porre la mediaz~one: ~:
l'istanza di uno stato popolare corrisponde la parallela ricerca 1
. nale ed adeguato strumento filosofico.
un ong1
h
t campo
S' visto come Schelling avesse dato anc e m ques o
.
fi dell'Io dato il suo fondamento ontolog1co. L fil
l'esemp10. a oso a
'
.
t filometafisico' richiedeva infatti la definizione .di ~n~ stru:::i:t~ica e
. .
fico tale che per esso ragionamento ed mtmz1one,
so
.
(168) . e Schelling secondo tah es1genfantasia risultassero congmnte
'
.
. .
. f
(1 )
69
determinava la natura e le funzioni dell'mtmz10ne este ica. . ,
zQeuesto indirizzo non scaturiva tuttavia solamente dalla genl1l~hta
.
ne amspeculativa di Schelling, era pmttosto
un e ]emento Icomune davvero
iente filosofico in cui va formandosi la nuova cu tura, e
bi u dire che genesi del romanticismo e ricerca dello

strum~nto
dadi . pensie:~. I~:~

~l<!:ofico

di mediazione dell'antinomia rivelata


vadano di pari passo.L'amore uno e1 conce I
mm1s ico
t
olti a risponsubiscono un'accentuata rielaborazione in quan o nv I
.
i
.
Gi Federico Schlegel par a nei suo
dere alle nuove esigenze.
. , fficace ed atta a rei'
] forza pm e
scritti giovanili del amore, cl~me ae ha solo una funzione filosofica,
l"t' (170) ne amor
I
cuperare a tota i. a
'
. , tribuito in conseguenza
ch anzi questo particolare carattere gh e at
,
I
t di
, Im ente pratica ' .e emen o I
d I fatto d'essere una forza essenzia
e
.
'
, 1
esso dell'uomo hbero e so o
coesione sociale: " I amore. e ~, pio ss d"
to l'amore e il pili
l'uomo ne l'oggetto ,, " il pm a to go imen
. . t'

sante lavoro di R. HABLtiTZEL, Dialektik


h
der ntenschlichen Erkenntnis,
und Einbildungskraf_t, F. W. J. Schelltngs ~eKreJ:s~~RS Basilea 1954, dove la dupliin Philosophische Fors~h_unge~J> a. cura d1l ~uovo or,gano dallo Schelling, in rifecit delle istanze conosc1tlve s1ntct1zzate ne
lt
.
edenti storici perfetta1nente co a.
.
rimento ai loro prec
' .
_ ) B. CROCE considera giusta343 352
13
(169) Nel Saggio sullo Hegel (Bari 19 i~:p~n'esigenza inadempiuta che dallo
mente la ricerca del nuovo strun1e?to l_og
1 grande esigenza fu quella di un
, 11 H
l d eglt scrive: a
'
.
Schelling passo a o
ege ' e
S h Il" g disegn in modo provvisorio come
1
nuovo organo della filosofia, che o re d~ 1~ cui non si perviene per via di prove,
intuizione intellettuale: un sapere _(eg1. ic~t . generale il cui obbietto non in~
. "d t . edie eppero un 1ntu1 o in
'
.
argomenti e 1 ee 1n .erm
'
.
. Sch ll"ng falli nel suo tentativo in quanto
e I
d t da esso J> (p 347) ma tuttavia
d.
ipen en e
. . . .
'a 1 icit allo strumento cosi d~lineato.
non seppe attr1bu1re valore 1 og
chri ten zur griechischen Literatur, (1795~
c110) FRIEDRICH ScHLEGEdL, GAusll d%~1: ini ~piegel deutscher Ron1antiker, cit., pp.
1797), in J. BAXA, Staat un
ese se
22-26.
.

(1GB) Cfr. a questo proposito l

,. -

1n~eres

RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO

BERNESE

175

alto amore l'amor di patria" ( 171 ). quanto vuole anche lo Hegel. Fin dai frammenti sulla Volksreligion e poi in Die Positivitiit,
l'amore era raffigurato come funzione risolutiva delle contraddizioni storiche e degli antagonismi sociali, per l'amore infatti nasce il consenso dei singoli nella comunit e libert e ragione sembrano strettamente sintetizzate, quindi l'antinomia pacificata; perci l'amore pennette l'Aufhebung, il superamento delle contraddizioni e la costn1zione della nuova integrale comunit umana (172).
Quando si consideri questa concezione del giovane Hegel, non
si pu nascondere una certa perplessit. Sembra infatti strano
che lo Hegel giacobino, il cui radicalismo democratico trova spesso espressioni furenti di polemica o ricolme di entusiasmo costruttivo, sia soddisfatto da una tanto idilliaca pacificazione di quei
contrasti sociali dei quali aveva misurato con realismo la gravit
e la profondit; e sebbene si sia sempre segnalata l'ambiguit inerente anche alle pili drastiche proposte risolutive del giovane Hegel, pure la sua concezione dell'amore sembra superare ogni ottimistico limite. Dobbiamo quindi chiederci: che cosa significa in
realt il concetto hegeliano di amore? Dall'applicazione di questo
concetto risulta davvero realizzato il tentativo di ricostruzione
teorica dell'ideale di stato popolare?
Per risolvere questo problema opportuno ricordare quanto
s' detto sulla concezione dell'uomo che Hegel era venuto elaborando nel periodo di Tubinga; di quella impostazione a Berna ben
poco cambia, ed ancora l'amore rappresenta la forza coesiva delle
individualit nella societ. V' un momento positivo nel concetto
di amore, la possibilit di intenderlo in una prospettiva sociologica, di dialettizzarlo all'antico concetto di volont generale: l'amore
costituisce la tonalit del rapporto e della concordanza dell'attivit
dei soggetti nello stato popolare ( 173 ). Senza dubbio perci, da que171
(

Ivi, p. 22 e 23. Cfr. anche la nota di J. BAXA, a p. 533 dell'op. cit.

p1z) Cfr. E. EPHRAii\<f, op, cit., pp. 92-111. Tuttavia Ephraim insiste troppo su un

preteso atteggiamento giusnaturalistica e metafisico del giovane Hegel, e ci deriva


probabilmente dal fatto che egli ha analizzato nel suo lavoro solamente le prime
settanta pagine degli Jugendschriften, prescindendo dallo sviluppo della problematica hegeliana.
17

3) In ci si sente ancora a Berna forte l'influenza del pensiero di Jean


Jacques Rousseau: vedi soprattutto a questo proposito K. LUKACS, op. cit., pp, 53-54,
(

CAPITOLO TERZO

176

sto punto di vista, l'amore assume una raffigurazione che non per
nulla intimistica, n tanto meno mistica, venendo invece a costituire lo sfondo etico dei rapporti politici. C' altresi da osservare che
partendo da tale posizione lo Hegel sembra riprendere qui alcuni
principi della dottrina montesquieuiana, che aveva decisamente
superato nell'entusiasmo tubinghese, vale a dire che il concetto di
Volkgeist oltre ad essere inteso come forza creatrice, anche considerato una creazione, non solo come attivit dunque, ma anche
come atto. Certo, Hegel non riprende alcuno dei motivi meccanicisti inerenti alla concezione del Montesquieu, ma tuttavia, per cosi
dire, retrocede rispetto alle dichiarazioni rousseauiane di Tubinga,
e proprio nella direzione del Montesquieu; ed il civismo, che a Hegel sembra la virt indispensabile a sostenere l'integrazione dei
singoli nella comunit, ha quindi origini rnontesquieuiane (174). Di
conseguenza l'intera analisi dei rapporti etico-politici sviluppata
con un tono pi pacato, la storia comincia a rivelarsi come costume ed eticit, consolidate, come buona positivit. Cosi, proprio
nell'insistenza sul concetto di amore riferito al tentativo di cogliere
le forze costitutive dello stato popolare, si comincia ad intravvedere nel suo processo di formazione la categoria dell'eticit.
Se cerchiamo ora di situare quest'evoluzione hegeliana nel
quadro della storia della cultura dell'epoca, possiamo senza dubbio riscontrare una certa analogia con il processo di assestamento
che nel medesimo periodo stava attraversando il pensiero rivoluzionario, costretto dopo l'esasperazione delle sue possibilit creative
a ridimensionarsi di fronte ad una nuova situazione, ad accentuare i
motivi etici e solidaristici per permettere una sollecita costruzione
del nuovo stato, a rafforzare le virt civiche per poter resistere vittoriosamente all'offensiva della reazione europea. Ma l'unit dell'evoluzione interiore del giovane Hegel e dell'adesione ai grandi terni del
pensiero rivoluzionario minata in partenza dall'effettiva situazione
tedesca che non poteva non condizionarne gli effetti, tanto pi quan-

e J. HYPPOLITE, Introduction ... , cit., p. 18. Ci sembra tuttavia che soprattutto il 1no~
tivo pedagogico dell'opera rousseauiana si presti a fornire il tramite dal concetto di
an1orc alla sua raffigurazione sociologica: il motivo su cui in particolare insiste
HOlderlin, per es., nella lettera del 26 gennaio 1795 a Hcgcl (in part. Briefe, I, p. 20).
(1 74 )

In part. cfr. F. BULow, op. cit., pp. 20-24.

ORIGINALIT SPECULATIVA E RADICALISMO

DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNESE

177

to pi egli voleva vivere a contatto di essa Gl' , h .


rivoluzione non era passata e
. , I' ." . I e e e m Germania l
percro esigenza di u
d. I
tamento non poteva venir meno.
, '
.
n ra ica e mumidoriana diveniva fonte di
co~1 I ades10ne all'ideologia ter'
am rgmta nel pensiero hegeliano
supposto dell evolversi contraditto d li
' preno della concezione del!'
. no e a sua tematica. All'interamore si genera quind'
stico eversiva
I
i una tensione mi' para !eia al pathos costmtti
' d

cit si manifesta pili come ad


.
vo gia escntto, e l'eti. .
eguaz10ne ad una sit a .
ma irrimediabile che come virt, . 1 h
. ~ z10ne cnt1ca
il consolidamento delle struttu~e c~~I e e e contnbmsce e sostiene
amore
r I' .
.
I un nuovo mondo. Libert e
" ." e 1.g10ne e hbert, questi erano gli ideali di Tubin .
e la reahzzaz10ne del "regno di D"
I' .
.
ga'
. 'b'
IO, attuazione della Ch'

v1s1 rie, questo era il fine (175).. 1"d ea11 d unque che n
resa mespressione di sensibilit misticheggianti n d'altroo~aetrano. e.erto
mente impl"1cavano I' a d es10ne
.
ai modul" ' d"
1 . o .rn1mrna,
trascendenza.
.
I I una re 1g10s1ta della
ll
. ' ma ora, sviluppati univocamente ed ottimisticamente ne a tragica s1 tuazione tedesca fini van.o
l'ansia escatologica, dall'utopisrn~ del t
per des~ere ~ercorsi dalf

.
ernpo, e 1rnpnrnevano ne
assero
autori coscienti o meno , una d'1rez1one
.
. ' al
. I nostri
. .
evasiva
pensiero, ISp1ravano una ricerca che concludeva n Il
sfera d Il t .
e a vaga atrnoe e m mz10ni metafisiche (' 'G) In tal mo d o ne 1 concetto di
amore ch e d aveva costituire il perno d e I tentativo
.
di ricostruzione
1
<l e, I V o1Kstaat
erano
pr
t"
d
esen 1 a un tempo entrambe le istanze che
.
m evano carattenzzato la cultura e gli ide I' d . .
. "
.
colo di Tubinga.
a I er g10va111 gra nel CII'

b:

Si detto che il processo interiore dell'evoluzione hegeliana


era strettamente collegato a quello esteriore della problematica
(175) Cosi nella gi citata lettera d' H
supra, p. 163), nonch in Doku111ente
11
egel. a Schelling (Briefe, I, p. 18; cfr.
Hegel del 10 luglio 1794.
I h b.' p. 82. sgg., ed ora nella lettera di HO!derlin a
.e
increw1ss d
d
gedachtest, seit wir mit der Lo
'R"' .
' _ass u 1ndessen zuweilen meincr
I, p. ).
sung
eich Gottes' voneinander schieden }) (Briefe,
9
76
(1
p. 17 sgg.) ha voluto ved
) I-I. ZELTNER (o p. ctt.,


. ,.
p1et1stica, ma questa interpretaz
I
.
ere in questi ideali I influenza
Id I R .
.
Ione su CUI anche E v S
D
ea- ezchs in der idealistischen PI z
h.
. . YDO\V, er Gedan!ce des
,
u osop te von [(a t b H
e assolutamente sostenibile (cfr sip
n
ts egel, Lipsia 1914) non
76-85) Molt
"z1on1
aI T. L. HAERING Schelling d~ H.ra, PP
, acute le interpretaI ..
.
o p1u
un
ege
c1t
p
216

'
.,
s.gg. e aI J. HOFFMEISTF.R, Die
H eimkehr des Geistes cit p 218 22 , h '

.
'
., p.
- -, c e debbono
.

In quanto il primo insiste sul


_
essere reciprocamente integrate
circolo di Tubinga, il secondo sp~~,s~pposto individua~istico delle affermazioni del
, u_ e emento escatologico che le percorre.
12 A. Negri - Stato e diritto nel
giovane Hegel.

178

CAPITOLO TERZO

rivoluzionaria: quello che si deve ora ulteriormente osservare


che oltre alla constatazione del ripiegamento della tensione rivoluzionaria, - motivo cui il giacobino Hegel era particolarmente sensibile - , nell'ambiente culturale tedesco si era precedentemente
rivelato un fenomeno di stanchezza e di delusione per la piega presa dalla rivoluzione, in particolare nel periodo del terrore ( 177 ); ne
derivava la nostalgica ricerca della pacificazione sociale, costi quel
che costi. Di fatto si verifica una quasi totale ripulsa dell'iniziale
entusiasmo rivoluzionario da parte degli intellettuali tedeschi, e,
accanto a correnti di pensiero realistiche e reazionarie, assistiamo
alla nascita di un revival utopistico. Lasciamo per il momento da
parte le prime correnti per porre la nostra attenzione sul secondo
movimento.
Esemplare a questo proposito la posizione di Schiller ( 178 ).
All'ormai consueta critica del Notstaat, egli aggiunge la polemica
contro lo stato che vien fuori dalla rivoluzione francese, poich in
esso la libert sembra un dono gratuito che i cittadini non han~o
meritato, e inoltre essa mediata dalla violenza: come po:r mvece essere fondato uno stato di ragione che derivi dallo sviluppo
della totalit, un'eticit che si istauri nell'animo di tutti i citta-

(177) Che anche lo Ifegel fosse stato dolorosamente colpito _dal terrore ~i Francia ce lo dimostra fra l'altro un passo di una lettera a Schelhn~. ~el 1794. '.<_ D~ss
Carrier guillottiniert ist, werdet Ihr wissen. Lest Ihr . nocl~ fr~nzos~~che Pap1ere. Wenn ich mich recht erinnere, hat man rnir gesagt, sie se1en I~ W~rttei:iberg verboten Dicser Prozess ist sehr wichtig und hat die ganze Schandhchke1t der Robespi~rroten enthiillt >i (Briefe, I, p. 12). Quanto alle reazioni della cultura tedesca
in generale al terrorismo rivoluzionario, cfr. supra, PP 85-93).
(178) Qui si considerano le Briefe Uber die aestheti~che E.rziehung der Menschen,
del 1794-1795. In generale sul pensiero politico di Sch1lle1: ~1 posson~ vedere le seguenti opere: F. TONNJES, Schiller als Zeitbilrger und Polt_tiker, ~erhno 1905; Ka:ztstudien, voi. X, fase. 3, Sonderabdruck, cit.; K. BTIRGER, Schiller, ~etn Leben u:zd seine
Werk, 2 voll., 4.a cd., Monaco 1909; L. KTILLER, Schiller Stellu.ng in der ~ntwicklu~gs
geschichte der Iiu 1nanis 1nus, Breslau, 192~; H. ~ERLAND, Schiller und dte, Revolut~on,
in <{Archiv fiir Rechts- und Wirtschaftsphilosoph1e, XXVIII, 1934-1935, pp. 173-183.' R.
LEROUX Schiller thoricien de l'Etat, in Revue germanique>}, 1937; IDEM, Sch1'.ler,
Lettres' sur l'ducation sthtique de l'hu1nanit, Parigi 1943; G. BAUMECKER, Schiller
und die franzOsische Revolution, Berlino 1939; J. DRoz, op. cit., pp. 172-186; H. NoHL,
F. Schiller, Francoforte s. M., 1.954; Schiller-Reden im Gedenkjahr 1955. !111 Auftrag
der Deutschen Schillersgesellschaft, a cura di B. ZELLER, Stoccarda 1955; A. ABUSCH,
Schiller, GrOsse und Tragik eines deutschen Genius, Bcrli~10 19~5; ~ Jo~N, ln~alt
und Stellung des Kulturbegriff bei Schiller, in Deutsche Ze1tschr1ft fur Pl11losoph1e 1>,

IV, 1956, pp. 672-697.

ORIGINALIT SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEI. PERIODO BE-RNESE

din_i? Attraverso l'educazione estetica, risponde Schiller. L'imperativo categorico kantiano, il radicalismo libertario che ad esso
talvolta si richiamava, sono incondizionati, privi di capacit di rappresentazione sensibile, e perci non possono dar luogo ad una
reale riforma della totalit spirituale e sensibile dell'uomo. L'evoluzione dell'umanit perci un processo composito e continuo,
un seguito di sintesi successive di natura e moralit, di sensibilit
ed intelletto: nell'unit dell'educazione estetica che appunto risponde a questi requisiti, si verifica quindi l'unit del progresso
umano, e solo al termine del progresso delle individualit solo
allora sar possibile la fondazione dello stato di ragione, anzi' dello
stato estetico che rappresenta la sua piu alta perfezione.
Hegel conosceva quest'opera e, soprattutto attraverso il dialogo con lo schilleriano Holderlin, aveva avuto modo di intenderne
la complessa tematica ( 179 ); in particolare doveva cogliere l'antinomia, risolta solo nella prospettiva utopica, di un'istanza umanistica e di una idealistica ( 180 ). Era dunque inerente alla stessa formulazione dell'ideale di stato di ragione la coesistenza di due tendenze, l'una umanistica, l'altra di carattere mistico, - di quel misti..
cismo che poteva concludere sia nell'estetismo, sia in formulazioni
metafisiche - , e all'antinomia corrispondeva il tentativo di risolverla in chiave utopica ( 181 ). Era, in altri termini, la stessa dialet179

(
) HOiderlin ebbe infatti l'occasione di seguire da presso l'elaborazione della
problematica svolta nei Briefe di SCHILLER (cfr, J. HOFFMEISTER HOlderlin und die
Philosophie, cit., p. 156). Sulla funzione esercitata dalle lettere schilleriane sullo sviluppo dell'idealis1no trascendentale cfr. R. KRONER, op. cit., vol. I, pp. 45-52, e x.
LEON, Fichte, cit., I, p. 339-362.
180
(
) Sul carattere antinomico della dottrina schilleriana si cfr. soprattutto A.
MERKL, F. Schiller und der Staat, in Zeitschrift fiir offentliches Rechtii, XVIII 1939
pp. 67-101, nonch gli articoli di F. A. SCHMIDT e di B. BAucrr nel numero speci~le
I(antstudien>> cit., ed infine soprattutto il saggio, sia pure frammentario, di w.
DILTHEY, Van deutscl1er Dichtung und Musik, Lipsia e Berlino, 1933, pp. 325-427.
181
(
) Non solo Schiller ricorre ad un tentativo di soluzione utopica, ma anche il
grande KANT, il cui scritto Zum e1~Jigen Frieden appunto del 1795. Non stupisca
q:ies~o ~ccostam~nto di Schiller a Kant, che non vuole implicare alcun rapporto
d1 fihaz1one tra 11 secondo e il prin10 (l'autonomia del pensiero schilleriano stata
da ultimo rivendicata in un beJl'art. di D. HENRICH, Der Begriff der SchOnheit in
Schillers Aesthetik, i1:- Zeitschrift fiir philosophische Forschung)>, XI, 1957, 4, pp.
527-547), m~ solo cons1derare entrambe le opere come espressione di uno stesso ambie~:e .. S1:1Il'opera kantiana, da noi consultata nell'ottima trad. it. di KANT, Scritti
polttici, c1t., pp. 283-336, si cfr. la bibliografia qui contenuta a pp. 73-74, nonch l'importante W. MooG, Kants Ansichten ii.ber Krieg und Frieden, Darmstadt, 1917 (in

cti

CAPITOLO TERZO

180

ncetto di amore, la cui prima formulazione


tica che percorreva 1 c~
.. 1 .
ed esplicava l'immanentila problematica nvo uz10nana
.
. .
a
implicava
moduli della tradizione laica e umamst1ca, 1 .
smo metodico nei
1 f
d1
seconda poneva una tematica metafisica e svolgeva o s orzo
mediazione utopica fino a confondere tutto nella dottrina e nel

d 1 panteismo mistico.
.
sentire . e
. n1 ' tragedia erano msomz utopia d"is111usio
'
.
mai fluida, di
Esigenze, speran e,
.
. . d"
situazione problematica quanto
ma 1 term1m .' un~
i esi e di antitesi, di contraddizioni loun coinvolgersi reciproco d t .
1 . ostruire l'ideale di stato
. h
qui il tentativo Cl ne
giche e stonc e, e
d nnullarsi. Il Thaopo\are inevitabilmente sembrava stagnare e .a
. , su estiva
P_
t d" Hi:ilderlin rappresenta nella mamera pm g~
.
lta Fragmen 1
l' 1 zione del pensiero giacob1ed esauriente ~uest~ mome~1t~.::~i:v~e~erminando la contraddiziono tedesco. Holderhn pren e .
coinvolta: " Si danno due
ne in cui la cultura del suo tempo
ili alta semplicit dove
ideali alla nostra esistenza: uno stalto dellta P_ e con le nostre forze
ardano con oro s essi
. .
. .
i nostn b1sogm s1 ace .
ttraverso la sola organizzallo che ci sta attorno, a
e con tutto que
.
to. d'altro lato uno staza il nostro interven ,
.
zione della natura, sen
rdo potrebe realizzarsi
to della pili alta cultura, dove l~ stesso. a~c~ nostri bisogni e delle
. di
Per l 'infinito moltiplicarsi e ra orzarsi e1
'
.
.
cl1e noi siamo capaci
cl 11
t t di'
nostre forze, attraverso 1orgamzzaz10ne
. a11'uomo muovere a o s a..o
. (182) ' quindi necessario
darci

f .
cl lla cultura ' conqmstare
le verso la per-ez10ne e
innocenza nat ura
aie nell'affratellamenla verit attraverso il miglioramento mor '
. recen1.I L GoLDMANN, La co1n1nunaut
.)
t
I opere p1u

part. pp. 59-68, sui precedenti , e ra ~- . 948 e R. REDSLOB, Le probl1ne de la parx,


hu1naine et l'univers chez f(ant, Pa11gi 11 , "tt fosse noto al giovane .H. egel non
.
I III E Che o seri o .
11' d
Basilea 1957, in part. cap. , . . . . .
nfrontare alcuni passi (soprattutto, ne e .
mi seinbra cosa dubbia: basta infatti
ntro lo stato -patrimoniale, e pp. 293- con t enen t'l la polemica co
d"
)

l"t cr"t PP 284-28J,


.

.,

1 na ragione
pop alare provocate dal ispo 1lsmo
294 sugli effetti delle guerre senza a cu
.
J gendschriften p. 215; cfr. supra, p.
'
.
, d.
d te (per es con u
'
Il

per riscontrare ident1ta .1 ve u


1 . ll'utopia federalista di Kant e su a cri169) e di posizioni polemiche. In genera ~ su
1
sa lo }!egei si veda J. HoFFt portera contro e 1 es

tica che pili tardi espressamen ~.


d bei Kant und Hegel, Tubinga 193 4, in
MEISTER, Die Probleniatik des. Volkerbun es
.

riassuntive 32-33.
.
1
particolare e pagine e "

F
nt dell'Hyperion fu pubblicato
II
53 Il Thalta rag1ne
.
( 182) HOLDERLIN, s. W .,
' p. di. SCHILLER 4' voI ., 5 ' Ljpsiae 1793. IfOlderhn segna
1Ia

h r
da HOLDTIRLIN nel Neue T aia)),'
n:lla lettera del 26 gennaio 1795 (Briefe, ,
la pubblicazione de1la sua loiera a. 1-I~~ce~iatamente lo scritto.
p. 19), e certamente I-Iege esse 1n1

ORIGINALIT SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNESE

181

183

to con gli uomini" ( ), vale a dire nello stato popolare. L'ideale,


cosi fissato, schilleriano, ma il poeta giacobino torna all'esperienza per confrontarla con l'ideale: e non trova negli uomini n comprensione, n amore, n speranza; ci che lo getta nella tragedia,
nel momento stesso in cui avvicina il luminoso ideale all'alienazione, l'esigenza della rivoluzione alla constatazione della realt,
e nella vergogna di essere uomo io temevo di alzare gli occhi
dinnanzi agli uomini ( 184 ). E quando il poeta nella sua ricerca si
imbatte nell'ideale Melite ( 185 ), allora comincia a prospettarglisi la
soluzione mistica del suo dramma: non la seconda via, quella
umanistica e rivol11zionaria che si pu percorrere, ma la prima,
quella del ritorno alla natura, dell'immersione nella sua semplicit
perfetta, che si costretti a percorrere. La via del superamento
delle contraddizioni veniva quindi indicata nella elaborazione del
panteismo naturalistico e mistico. Ma come poteva questo procedimento soddisfare le diverse esigenze che l'uomo pratico nutriva
e soprattutto corrispondere a quegli ideali che l'uomo politico concepiva? Non era forse una pseudo soluzione che pregiudicava il
tentativo di ricostruzione dello stato popolare, e sommessamente
denunciava anzi il fallimento non solo logico, ma vitale della ricerca? Ed infine il panteismo preannunciato non annegava l'individuo nel!' assolutezza metafisica e ne impoveriva le gi misere
energie operative, adombrando lo sfondo del processo storico di un
insanabile irrazionalismo?
Hegel non poteva accettare questa concezione, contraria a tutti
i presupposti della sua ricerca, ma nello squilibrio teoretico ingenerato dallo scontro del radicalismo politico con il pessimismo
della constatazione storica, si avvicina a tali posizionC rivivendole
per abbatterle ( 186 ).

e?

(I8a) HOLDERLTN, S. W., II, p. 55 e sgg.


(181) lvi, p. 55.
1 5
8 )

lvi, p. 58. Melite il nome della figura fem1ninile che nelle successive
redazioni dell'Hyperion sar chia1nata Diotima.
(

(186) Da sempre in nuce la polemica che lo Hegel condurr contro la Begeisterung nella Fenomenologia: l'entusiasmo poetico porta infatti all'esasperazione mistica, e se utile come strumento estetico micidiale come organo filosofico (cfr.
a questo proposito G. VIGOLO, Introduzione a F. HOLDERLIN, Poesie, trad. it., cit.,
pagina 15).

.-------------------------------

182

CAPITOLO TERZO

8. - Chi nutriva la pili integrale diffidenza nei confronti del


pensiero astratto e d'altronde sentiva una violenta nostalgia della
totalit, chi si opponeva allo stato autoritario del dispotismo settecentesco e d'altro lato sognava il realizzarsi dell'antica libera
citt, sussunta ad immagine simbolica ed a indice delle giuste costituzioni in generale, era inevitabilmente portato a procedere dalla cultura illuministica verso quella romantica, poich in quest'ultima si sostanziava la Weltanschauung della giovane generazione,
l'ansia di rottura degli schemi atomistici entro cui si svolgeva il
pensiero giuridico razionalistico, la ricerca della mediazione secondo una concezione dell'individualit non astratta ma concreta,
ed insomma la speranza della costruzione di un nuovo mondo. La
antinomia di individualit e razionalit era cosi trasferita in un
nuovo universo ideologico allo scopo di essere mediata: ma
la nuova impostazione problematica poteva davvero permettere il superamento dell'antinomia? Non si pu sostenere. Infatti,
pur essendo colto ed affrontato il tema sostanziale dell'antinomia, si concludeva col riproporre lopposizione, sebbene in termini diversi, cio in una prospettiva metafisica piuttosto che logico astratta, ed alla coppia individualit-razionalit finiva col corrispondere l'opposizione di singolarit ed assolutezza. Vale a dire
che l'assolutezza in cui si voleva risolta l'antinomia inerente al
pensiero illuministico, diveniva a sua volta un polo del rapporto
e dinnanzi ad essa riemergeva il sentimento dell'individualit, potenziato dal fatto che la nuova tensione antinomica non viveva a
livello astratto ma era immersa nella concretezza del rapporto vitale. Le successive mediazioni tentate dal romanticismo non hanno,
da questo punto di vista, altro effetto che di riproporre ancora pili
drammaticamente le opposizioni gi rivelate dal pensiero illuministico.
Il giovane Hegel partecipe del dramma del pensiero preromantico; ma pur sempre egli coglie il crollo dell'antica tematica
e il sorgere dei nuovi problemi nell'esperienza del mondo etico
politico. Da un lato infatti l'antinomia illuministica gli si rivela
nella crisi cruenta del terrore, dall'altro nello scontro dell'impe-

ORIGINALIT SPECULATIVA E RADICALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNESE

1'83

rialismo francese con il nazionalismo tedesco (187) ,. 1n 0 gn1 caso


e~a lo stesso dissidio, i~1 cui le necessit obbiettive della rivoluzione
s1 opponevan~ al sentimento di individualit dei singoli e dei popoli. plausibile che, in questa situazione caratterizzata dall'incertezza e dalla fluidit degli eventi, Hegel fosse coinvolto nella
crisi: mentre il suo radicalismo politico sembra accentuarsi in
quanto ansia di azione (188 ), parallelamente si placa nella sostanza
politica che esprime, e il giovane Hegel si mostra pili attento alle
modalit che ai fini dell'azione rivoluzionaria, alle forme giuridiche
di realizzazione dei principi piuttosto che alle mere declamazioni
ideologiche. Ma prima di studiare come si esplica questo atteggiamento nell'opera del giovane Hegel, -ci avverr soprattutto dopo
il suo trasferimento a Francoforte - , necessario puntualizzare il
momento decisivo della crisi che pur sempre di continuit e non
di frattura, e che si verifica al termine del periodo di Berna. Sembra anzi che tale stato d'animo determini lo stesso trasferimento
e quest'osservazione ci assicura ulteriormente del fatto che nel giovane Hegel esperienza vitale ed esperienza teoretica sono strettamente congiunte.
Il documento principale della crisi dello Hegel rappresentato
dalla poesia Eleusis che, nell'agosto 1796, egli invia a Hi:ilderlin (189).
Era questo poemetto un omaggio a Hi:ilderlin, un'attestato di gratitudine poich il poeta s'era dato da fare per trovare un posto di
precettore a Francoforte per l'amico ( 190 ). Una situazione vitale co37

) Cfr. per es. la lettera d.cl 25 novembre 1795 di HOlderlin a Hegel (Briefe,
pp. 33-34) dove appunto appaiono tali preoccupazioni e uno stato di dolorosa
incertezza; cfr. altresi la nota di J. HoFFMEISTER in Briefe, I, p. 440.
188
(
) ..Ma come esplicare quest'ansia di azione? Non certo tornando a Tubinga
o nel Wurttemberg, scrive HOlderlin a Hegel nella lettera citata, dove ti ridurresti
a. fare .<dl risuscitatore di morti)), e aggiunge: Ma d'altro lato i becchini di Tu
b1nga f~ranno del loro meglio contro di te. Ritenendo dunque che tu potresti la
varare 1nvano, molto probabilmente, penso che volerti occupare di quella trista
gente sarebbe renderti colpevole di tradimento verso te stesso)) (Briefe I p. 34)
189
(
) La poesia pubblicata in Dokunzente, pp. 380-383, oltre che in a'ltr~ nurne~
rose opere.

!,

(1

190

{
) Sulle modalit del trasferimento di Hegel da Berna a Francoforte si veda
la lettera citata di HOlderlin del novembre 1795. Questa lettera prevede una prima
lettera, 1:erduta, ~elio Hegel che esprimesse lo scontento per la permanenza a Berna_ e ch1.edesse l'interessamento di HOlderlin, il quale risponde promettendo nella
lettera citata. Pili tardi HOiderlin (lettera perduta) comunica a Hegel di aver trov.ato ui: post~ p~esso, la !amiglia Gogel per lui, e di rimando, Hegel, contento e
r1ngraz1ando 1 invia all amico Eleusis.

184

CAPITOLO TERZO

stituisce dunque il presupposto dello scritto; allo Hegel la vita a


Berna riusciva difficile, l'isolamento insostenibile, e quando riceve
l'invito dell'amico a trasferirsi a Francoforte, ecco allora il giovane
immaginare la pacificazione del dramma in cui era stato fin'allora
compreso:
" Attorno a me, in me c' pace, - degli uomini affaccendati
dorme l'incessante ansia, mi co11cede libert
e piacere - Grazie a Te,
o Notte liberatrice! - con bianca bruma
la luna abbraccia gli incerti contorni
delle lontane colline; gentilmente brilla e s'avvicina
la luminosa scia del lago dai fastidiosi rumori del giorno s'allontana il ricordo,
come se lunghi anni separassero giorno e presente ... " ( 191 ).
quindi contro l'assurdo muoversi degli individui in una so-

ciet caratterizzata dall'alienazione, contro quello che il piccolo


ma esemplare mondo dominato dall'oligarchia bernese, che Hegel
protesta, tuttavia senza dubbio sul tema della pacificazione che
egli soprattutto insiste. Ritorna allora il ricordo dell'esperienza
giacobina, poich Hegel, riproponendosi il dramma, sembra volerne rivivere gli sviluppi nel ricordo dell'intera propria esperienza:
qui, nella ricerca della mediazione riconosce la costante della sua
evoluzione, dal periodo giacobino in poi, " nella fedelt, come dice,
al giuramento di vivere la libera verit soltanto, di non far mai,
mai la pace con il dogma che regola l'opinione e i sentimenti ( 192 ).
L'ansia della pacificazione era proiettata nell'ideale rivoluzionario,
nella polemica contro l'ortodossia, nell'idea di libert, ma sempre
era la pacificazione quella che importava, l'uscire da una situazione critica, ambigua, di rottura dell'uomo con se stesso.
A questo punto assistiamo ad una conversione tematica del
giovane Hegel: quand'anche l'ideale giacobino fosse assolutamente
puro, cosi egli ragiona, esso si distacca dalla realt o almeno sem-

ORIGINALIT SPECULATIVA E R,\DtCALISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNESE

bra incapace di adeguarvisi; e dietro quest'osservazione sent l'angosciosa domanda sul perch del terrore e l'incertezza del giacobi,
no, sollecitato dal pensiero rivoluzionario a pensare in termini
nazionali, che ora in nome del nazionalismo deve opporsi alla stesse armate rivoluzionarie. Perci al ricordo segue l'incertezza ed il
timore di 'soffrire ancora di un dramma insolubile, e col ;imore
l'accento posto sulla pacificazione, prima che si proponga qualsiasi altro motivo; la conversione tematica cosa fatta, quando
attraverso l'ansia della pacificazione si passa, nel ricordo e nel
presente, dal momento giacobino ad un momento mistico, ad una
pacificazione che, paurosa di confrontarsi realisticamente con le
contraddizioni sociali, si realizza nell'esasperazione metafisica del
rapporto individuo-assoluto. I successivi versi sono appunto significativi della posizione mistica in cui Hegel sembra cadere:
" Il mio sguardo si eleva verso la volta dell'eterno cielo
'
verso di te, o lucente astro della notte,
e di tutti i desideri, di tutte le speranze
oblio fluisce dalla tua eternit,
il sentire si perde nella visione,
quel che chiamo Io svanisce,
mi concedo all'incommensurabile,
io sono in 11li, son tutto, non sono che lui.
Estraniato il pensiero che ritorna,
impaurito dinnanzi all'infinito, sbalordito non comprende
la profondit di questa visione.
La fa11tasia avvicina l'eterno al sentire,
lo avvolge di forme - Benvenuto a voi
sublimi spiriti, nobili ombre,
la cui fronte raggia la perfezione! (193) "
Panteismo mistico, ha detto con ragione, commentando que~
sti versi, il Dilthey ( 104 ), ed infatti essi vibrano della convinzione

93

(191) Doku111ente, p. 380, vv. 1-9.

(19-2) Doku111ente, p. 381, vv. 19-21.

185

(1 ) Doku1nente, p. 381, vv. 26-40. Si noti che i vv. 30-38 furono cancellati nella
redazione definitiva della poesia.
1
( 94) w. DILTJ-IEY, op. cii., p. 36 sg.

186

CAPITOLO TERZO

della presenza divina nel mondo e della partecipazione dell'uomo


alla vita del tutto ( 195 ); ma quando dalla definizione dello spirito
mistico che anima il poemetto si desume una caratterizzazione
generale del pensiero hegeliano in questo periodo (196 ), allora si
attua un'ingiustificata estensione di un giusto apprezzamento e si
rischia di tradire la specifica posizione dello Hegel ( 197 ). Se non
si pu infatti negare che il sentire mistico e panteistico percorra
questo scritto, tuttavia rimane certo che esso raffigura un momento di crisi nell'evoluzione hegeliana; insomma, il problema fondamentale del giovane Hegel pur sempre quello della mediazione
dell'individualit nella totalit popolare, non un problema metafisico, e la descrizione di una pacificazione mistica vale come alternativa che in un momento di profondo scoramento, quando tutte
le contradittorie esigenze dell'esperienza bemese vengono al pettine, Hegel, sull'esempio di Hi:ilderlin, cerca di proporsi. Non a
caso, nell'ultima parte della poesia, Hegel descrive i misteri eleu198
sini e i miti greci come espressione di una comunit felice ( ): ci
troviamo ancora di fronte all'ideale classico, e se vero che questo
ideale raffigurato in termini leggermente diversi da quelli usuali,
il fatto stesso che sia ripreso conferma che al fondo del pensiero
hegeliano permane l'ansia della mediazione delle contraddizioni
del mondo storico politico e il desiderio di fondare la nuova comunit ideale.
(195) N vale obbiettare allo scopo di negare un'interpretazione panteistica dello
scritto che i versi 30-38, su cui soprattutto si basava l'interpretazione del Dlthey,
siano stati successivamente cancellati (co1ne fanno T. L. I-IAERING, op. cit., I, pp.
291-292, e J. HYPPOLITE, Travaux ... , cit., p. 551}: molto pi centrate sono invece le
interpretazioni di J. W. SCHMIDT-JAPING, Die Bedeutung ... , cit., p. 30 sgg. e di H.
NIEL, op. cit., pp. 4042, che sottolineano che i vv. in questione sono stati scritti
e che il fatto che siano stati cancellati non toglie alla poesia intera il suo senso
mistico panteistico, che la percorre tutta. Quanto all'interpretazione di I-I. GLocKNER, op. cit., II, pp. 81-83, non assolutamente accettabile per il presupposto irrazionalistico che gli fa travisare il significato del panteismo mistico hegeliano.
(196) A ci tende infatti il DILTHEY, a fare cio del panteismo hegeliano null'altro che uno dei tanti aspetti della fondamentale tendenza mistico speculativa che
a suo avviso caratteristica del primo ro1nanticismo: vedi oltre al !. c., la sua
Leben Schleiennachers, cit., pp. 173-188.
(19 7) In genere sul carattere del panteismo hegeliano si pu vedere la recente
opera di E. ScHi\1IDT, Hegels Lehre van Gott. Bine kritische Darstellung, in Beitrlige zur FOrderung christ1icher Theologie)), 2, 52, GUtersloh, 1952, in part. pp.
185-194.
(198) Doku111ente, pp. 381-383, vv. 41-100.

ORIGINALIT SPECULATIVA E RADICA


LISMO DEMOCRATICO NEL PERIODO BERNESE

187

S' detto che la raffigurazione del mondo


.
,
mutata rispetto a quella de r
.
.
antico e leggermente
,
g 1 scntt1 precedent
d
.
I, e c10 consiste nel
fatto che la libert tend
.
e a essere cons1derat
f
nore piu che come forza aff tt
. .
a come orza inte.
a o positiva e storie s
d 1 accenni, ma certo tale ri ie
.
a. I tratta solo
luzione del criovane H
I p gamento rispecchia un'effettiva evo<>
ege e rappresenta la pr
.
. .
mondo greco come idealit bella eh
ima mtmz1one del
apparir definitivmnente I
. '
e nelle opere della maturit
versi con c h' d
il suggello della visione d
.
lll s1 c m e la poesia sono
.
rammat1ca che qui
mcondizionatamente alla
'fi
.
espressa, protesa
pac1 caz10ne e perci,0
mistiche, ma riferita ad
con accentuazioni
, . .
una rea1ta mt1mament
tra interiorit ed esteriorit t
. d' 'd .
e sconnessa e rotta
' ra In IVI ual1t e comunit:
" Anche quest a notte t1 ebbi presente, santa Divinit
Tu c h e anche a me
. .

.
.
spesso nve1I la vita dei tuoi figli
Tu d1. cm ho nozione come anima dei loro atti r

Tu sei nobile sentire, la fede vera


.
Divinit che nepp
d
'
'
ure quan o tutto affonda vacilli ('"") ,
I

Si deve quindi rilevare la com le . ,


. ~ ssita della tematica di
f ..
a ac11I UDIVOCI sche .
tutto il travaglio speculativo dello H
:'11 ma espressiva di
crisi (200). docum t
.,
egei d1 Berna e della sua
. '
en o perc10 conclusivo in
. .
.. .
.
addotti a sostegno del]''d
I motivi fin qm
1 ea1e d e li o stato' p cm
1
un punto cruciale e si d.
.
opo are pervengono ad
.
imostrano msostenib1T1 . , 1
giacobino poteva rive!
.
d .
ne 1 moralismo
arsi pro utt1vo n I
.
classicheggiante riuscire d I
'
a concez10ne mitica
a a tro quando f
estreme conseguenze eh
'
osse portata alle sue
.
'
e a consacrare I'evas.
d
,.
z10ne positiva della ricerca He e ,
. . . wne a un impostatesi radicali eh
.

g 1 e pngwmero della rigidit delle


1,
'
e non nesce ad adeguare all
a ricondurre il dramm d ll
a rea ta; quindi tende
a a a struttura star

soggettiva e ad enucleare sul i


,.
'.ca. ~ggettiva a quella
dialettiche che gi
P ano dell mtenonta quelle categorie
.
aveva scoperto tratteggiando il rapporto di li-

Eleusis, non riducibile

(199) Doku1nente, p. 383, vv. 96-100.


(

200

Molto bene h a tns1st1to


su questo punto R fl
.

AYM, op. c1t., pp. 55-61.

188

CAPITOLO TERZO

b erta, e po sitivit c201 ). Cosi Hegel poteva illudersi di aver indicata


al' ,
la via di soluzione dell'antinomia di individualit e di :az10n Ita,
di storicit e di idealit; ma in realt la crisi al termme del P~, d d' Berna lo conduceva solo a riproporre nella nuova termino O I
'li '
nologia romantica l'opposizione che percorreva il .pensier~ 1. m:i1nistico certo in nttova luce n1a i termi11i erano I medes1m1, s1ngolarit~ ed assolutezza, interiorit e re~lt, mistica',
.
_
In Hegel era tuttavia viva la convmz10ne dell urgenza "d1 co
gliere una mediazione, logicamente valida ed istau:ata nell 1'.11manenza: lo strumento non, poteva. che .essere dia:ett~co, ma d1 una
dialettica umanistica o d1 una dialettica metafisica.

CAPITOLO QUARTO

DIALETTICA UMANISTICA E DIALETTICA METAFISICA


NEL PENSIERO GIURIDICO E POLITICO DI HEGEL
NEL PERIODO DI FRANCOFORTE - LIBERT E DESTINO

1. La nuova situazione culturale: la polemica contro la rivoluzione


francese e la rivendicazione dei diritti della storia. - 2. La nuova situazione
culturale: la crisi dell'individualismo nello sviluppo della filosofia del diritto
del criticismo. - 3. Continuit della problematica hegeliana nel passaggio da Berna
a Francoforte. - 4. Riepilogo dell'esperienza bernese nel commento hegeliano all'opera di Jean Jacques Cart. - 5. L'approfondimento del n1etodo storico e la
rielaborazione dell'ideale di stato popolare nello scritto sulla costituzione del
Wlirttemberg. - 6. Eticit e legalit: separazione kantiana e unificazione hegeliana. - 7. La rivalutazione della positivit attraverso l'analisi dell'esperienza giuridica e dell'esperienza economica. - 8. L'idea di destino e lo scherna generale di
reintegrazione della positivit. - 9. La concezione metafisica della dialettica nel
pensiero hegeliano di Francoforte. - 10. Conclusione. L'ideale di stato popolare
come fondamento della concezione umanistica della dialettica.
SOMMARIO:

201
Concordiamo perci, nelle valutazioni generali, con il giudi~~o dato su
( dallo
)
p1u elaborato
Berna
HABRING (op. et't ., I , PP 299-300) e soprattutto su .quello
.
d

't
111
Quanto
alla
dialettica,
sarebbe
qui
interessante
ve
di P. ASVELD, op. Cl ., P

. .
d'
t ere
heto Io HOlderlin abbia influito sulla defin1z1one de1 proce 1men o
fi
h
no
a
e
e
pun
.
.
.
h
G
Fs
A n (D'Ignace de
eliano. Ci nota a questo proposito la d1scuss1on~ e e . . E s R .
. ,
Ioyola Hegel par HOlderlin, Circularit des
.svrritur:Zs et ctrcularrte du
. Absolu in (<Archiv fUr Rechts- und Soz1alph1losoph1e)), XLII, 1956, PP:
S
avon
,
541-554)
ha iniziato
sull'iscrizione iniziale del T h aia
1. F rag1nen t , {< ?-on coercer1
maximo contineri tamen a minimo, divinum est)), che d'altronde ritorna spesso
in altri' termini nello scritto (p. es. S. W., II, p. 53), riconoscendovi uno sch:ma
di procedimento dialettico: tentativo estremamente interessante e che .ha rnol~
tre il pregio di far uscire il dibattito sul rapporto Hegel-HOlderlin dal livello d1
genericit in cui stato fin qui troppo sovente svolto.

Exer~tces

L - Quando Hegel, uscendo dall'isolamento bernese, si trasferisce a Francoforte, senz'altro immesso in una situazione
culturale del tutto nuova, L'iniziale entusiasmo per la rivoluzione
che, attorno al 1790, aveva costituito la trama del pensiero tedesco, non solo politico e giuridico, venuto meno e di contro altre
correnti di pensiero stanno prendendo il sopravvento: l'evento
rivoluzionario resta bensi al centro dell'interesse culturale, ma alla
rivendicazione del diritto alla rivoluzione, al fervore giacobino si
oppone il diritto della storia e, in nome di questa, si afferma la
polemica reazionaria. Risulta per noi essenziale cogliere i tratti
caratteristici di tale situazione allo scopo di studiare successivamente, e di intendere rettamente, la problematica del giovane Hegel nel periodo di Francoforte,

190

CAPITOLO QUARTO

DIALETTICA UMANISTICA E METAPISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE

Proclamazione del diritto della storia e polemica controrivoluzionaria, la seconda come conseguenza della prima, erano dunque
i motivi centrali del dibattito culturale in corso. Quanto all'affermazione del diritto della storia, s' visto altrove (1) che tale
istanza era affiorata, non episodicamente, nell'ultima fase di sviluppo del pensiero illuministico in Germania; si pu ora aggiungere che per essa si stabilisce il tramite dall'illuminismo al romanticismo e che il pensiero tedesco era stato da tali precedenti,
per cosi dire, immunizzato contro le influenze dell'ideologia francese, di modo che, dopo un primo disorientamento o, meglio, dopo
un morne11to di simpatetico interessamento, doveva apparire cosa
ovvia e spontanea che quei pensatori riprendessero le fila della
speculazione tradizionale e ne facessero il contenuto della polemica reazionaria. Se poi cerchiamo di definire la causa remota, ma
determinante di tale resipiscenza che conduce, almeno esteriormente, da un atteggiamento talvolta neutrale, talvolta di consenso
nei riguardi della rivoluzione, all'acerba polemica di questi anni,
- oltrepassando cio il riferimento allo choc provocato dal terrore e dalle imprese imperialistiche dei sanscullottes, che ne
causa immediata, e non trascurabile - , si intende che essa risiedeva nella struttura politica della Germania settecentesca ed allignava nelle contraddizioni sociali e culturali del paese: l'intellettuale tedesco, nella maggior parte dei casi, coinvolto nella situazione di alienazione da Hegel denunciata, si limita quindi ad essere
spettatore dell'azione principesca, servo di un <<padrone e per~
ci indotto a mistificare i valori di cui si fa portatore, almeno
quando manchi quell'energia speculativa e morale che era propria
dei Kant e dei Fichte ( 2 ).
L'universit di Giittingen divenne il centro propulsore della

revisione del pensiero tedesco sulla rivoluzione (3); di qui usci nel
1793, a cura di Friedrich von Gentz, quella traduzione del famoso
libello di Bur ke (') che doveva avere una larghissima risonanza in
tutta la Germania, - tanto che bene annota, paradossalmente, in
questi anni Novalis: in occasione della rivoluzione sono stati
scritti molti libri antirivoluzionari. Ma Burke ha scritto contro la
rivoluzione un libro rivoluzionario ,, ( 5 ). Alla base della funzione assunta dagli intellettuali di Giittingen, era l'adesione a quell'indirizzo storiografico, l elaborato, che si detto empiristico, e che
ora si voleva, a ragione o a torto, riscoprire nelle Refiections di
Burke (6 ); in ogni caso quella traduzione cadeva in un momento

(') Cfr. supra, pp. 39-46 e 85-93.


(2) E non stupisca questo tono polemico, n si voglia riferirlo a particolari posizioni metodologiche moderne: esso invece assolutamente adeguato alle posizioni
assunte dai pii.i notevoli pensatori dell'epoca. In particolare, per quanto riguarda
la terminologia ~1servo-padrone cfr. FICHTE, S. W., VI, p. 309 dalla (Bestilnmung
des Gelehrten del 1794) e HEGEL, Das Schicksal des Christentu111s (che analizzeremo
pill tardi); terminologia poi ripresa in particolare dalla sinistra hegeliana, e di
cui si pu avere un insigne esempio scorrendo le pagine di H. HEINB, per es. della
facilmente reperibile traduzione italiana di Per la storia della religione e della fisofia in Gennania, Milano 1945.

!9i

Cfr. J. DROZ, op. cit., pp. 349~353, nonch le pp. cit., di W. DILTHEY, in G.S.,
voi. III. A Gottinga era infatti nutrita una tradizione culturale singolarmente antilluministica: si ricordi in particolare che proprio qui va sviluppandosi, fin da questi anni il pensiero di Gustav Hugo.
3
( )

4
( ) Betrachtungen ii.ber die franzOsische Revolution, nach dem Englischen des
Herrn Burke neubearbeitet mit einer Einleitung, A111n1erkungen, politischen Abhandlungen, und einen1 lcritischen Verzeichniss der in England i.i.ber diese Revolution
erschienenen Schriften, von FRIIDRICI-I GENTZ, Zwei Theile, Hohenzollern 1794 (Neue
Auflage), con introduzione alla prima edizione datata dice111bre 1792 (vol. I, p.
46). Era tuttavia gi apparsa, con molto minore risonanza, un'altra traduzione, anonima, con titolo: Be1nerkungen ii.ber die franzOsische Revolution, a Vienna nel 1791.
5
( ) Cosi nei Frag1nente 1798, editi da J. BAXA, Gesellschaft und Staat ... , cit.,
p. 184. Sulla difiusione dcl pensiero di E. Burke in Germania si cfr. ad ogni modo
F. BRAUNE, E. Burke in Deutschland, Heidelberg, 1917; J. BAXA, Einfilhrung in die
romantische Staatswissenschaft, Jena 1923, pp. 30-41 ( E. Burke's Schriften wurden
fiir die deutschen Romantiker geradezu ein politisches Evangelium J> - p. 41); E.
BARKER, Burke et la revolution franaise, in Revue philosophique, 64, 1939, pp.
129-160; I-I. BARTI-I, E. Burke und die deutsche Staatsphilosophie im Zeitaher der
Romantik, in <iSchweizer Beitrtige zur allgemeincn Gcschichtc>J, 31, 1945, p. 124
sgg.; J. DROZ, op, cit., pp. 348-392; N. MATTEUCCI, op. cit., p. 286 sgg.
6
( ) Delle opere di Burke abbiamo sotton1ano I'ed. con il seguente frontespizio:
The Works of the right honourable Edmund Burke. With a portrait, and life of
the Author. New Edition. Eight Volumes, Londra 1823. Quanto all'interpretazione
del pensiero di Burke, dopo che esso venne ritenuto decisamente antilluministico
(per es, nei pur sempre fondamentali lavori di C. E. VAUGI-IAN, Studies on the
History of politica! Philosophy before and after Rousseau, II voi., cap. I, Manchester,
1925 e di A, CoLIJAN, Ed1nund Burke and the Revolt against the Eighteen Century
Londra 1929) si con1inci a reinterpretarlo in chiave giusnaturalistica: cosi
STRAuss1 Diritto naturale e storia, trad. it., Venezia 1957, pp. 285-311 (Burke tenterebbe un ritorno alla concezione premodcrna dcl diritto naturale) e C. PARKIN, The
1noral basis o/ Burke's politica[ Thought, Cambridge Londra 1956 (Burke non si oppone al giusnaturalisn10 ed al contrattualismo, ma solo alla loro esasperazione).
Cfr. ancora P. J. STANLIS, Ed1nund Burke and the natural law, Chicago, 1958,
nonch la nota di C. B. MACPHERSON, Edmund Burke and the new conservation, in Science and Society1), XXII, 3, 1958, pp. 231-239. Ci sembra infine molto

1'.

192

CAPITOLO QUARTO

DIALETTICA UMANISTICA E :i\iETAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE

molto propizio, sia perch veniva a sostenere la pos1z10ne rigidamente legittimistica assunta, sebbene con qualche ritardo, dalle
monarchie tedesche (7), sia perch potenziava l'opposizione delle
dottrine empiristiche e storiche alla scuola del diritto naturale,
caduta allora in grande discredito (8 ). Si deve sottolineare che, per
uanto la recezione del pensiero di Burke non avesse sollevato. noqt li difficolt in un primo tempo tuttavia l'empirismo burkiano
evo
'
"d 1
era stato inteso pili in ft1nzione metodologica che 1 eo ~g1ca; ~
quand'anche si tenessero in considerazione le implicanzc 1deol~g1che della sua opera, la si considerava generalmente espressiva
della tradizione costituzionalista inglese (9 ). Ma presto le cose cam-

,.

ntemente data allo studio dell'opera di Burke da S.


Frankreich in <<Arbeitgemeinschaft fiir Forschung
SKALWEIT
1nun
'
56 h
soprattut
des Landes Nordrhein-Westfalen, n. 60, Colonia e ~pladen, 19 , 1~ et ce~~~
del ri~
to di inquadrare storicamente l'opera di Burke e d1 collegarla a a ra iz1one
formismo illuminato montesquieuiano.
.
.
(7) Non sono rari i casi di dinasti tedeschi che videro con simpatia nei primi
tempi la rivoluzione francese: non si.~nificava .forse un indebolimento della potenza
della Francia? Per es. il duca dcl Wurttembe1g, Karl Eugen, si reca a Parigi a vedere come vanno le cose.
.
(8) Benissimo hanno sottolineato questo secondo motiv~ sia X. LEON, op, e~~-,
I
175 sgg., sia G. SOLARI, Storicis1no e dirit_to privato: c1~". ~ 11 .. Quanto a a
del diritto naturale ed alla
stato d1 cr1s1 1n cu1 era
per l'eccessivo uso cli strumenti metafis1c1, s1 veda: J. C. G. ScHAUMAN~, Wzssen
h ftl.ches Naturrecht zu Vorlesungen, Halle 1792, Einleitung, dove s1. afferma
se
l
la
chea mai
la filosofia del diritto aveva avuto tanto d'iscre d't
1 o e s1 aggiunge che
.
causa di tale discredito deve essere cercata nella rivoluzione frances~ che s1 pr~
senta come conseguenza delle dottrine del diritto naturale, rr_i~ntre inve~e non :
che conseguenza di una loro falsa determinazione; e ancora: p1u o meno in questi
termini e con insistenza sulla necessit di restaurare la scienza, J. C. HOFFBAUER,
Naturrecht aus deni Begriffe des Rechts entwickelt, Ha!le 1793, Vorre~e, e .un
ANONIMO (ma pare A. FEUERBACI-I) in Versuch iiber den Begriff des Rech~s, 1n Ph1l?sophisches Journal>}, II, 2, 1795, pp. 138-162, in part. ~ 140. ~uando ~01 entran.o 1~
Germania le opere degli oppositori inglesi di Burke, 1n par~1cola~e di PA:NE. (d~ c~1
bbianlo tra le mani una trad. anonima presentata alla M1chaehs M:sse. d1 L1ps1a
:el 1791) e di MACINTOSI-I, si ebbe ancor piti l'.i1:1pres.sio.n: di trovarsi di fronte a
teorie cli carattere metafisico piuttosto che politico giuridico.
(O) Tipiche a questo proposito le reazioni che sollev la traduzione, fo.~se di
REI-IBERG, di Das Recht der VOlker ihre Staatsverfassungen willldihrlich abzuan~ern
geprilft van Burke, in Der neue teutsche Merkur>> .~ovembre 1791,_ pp. 2.25-258. alla polemica che verso la fine dello scritto Burke ln1z1a contro la r_1voluz1one frane l'ed (forse WIELAND) pospone la seguente nota: Schade, dass e1ne Betrachtung,
ces
wahres und treffcndes enthlilt, sich mit einer so o ct
die so viel
tosen DecIa~~fon
1
schlicssen soll! Dcr IJerausg. )} (p. 258, nota). D'altronde anche E. BRANDES, .Polttische
Betrachtungen iiber die franzOsische Revolution, J~na 1790, . qua~do cita Burk~
{nelle note a p. 42, 47e144) 1nostra cli intenderlo essenzialmente in ch1ave mctoclolog1-

importanteE!d1mposdta~1~;,~e I~~~

c~i~~a

denu~c~a ~ella

193

biano: sembra infatti che il pensiero controrivoluzionario sia stato esso pure investito, contemporaneamente al trionfo in Francia
della parte giacobina e al terrore, dall'abito escatologico che per~
correva l'epoca, ma in senso affatto inverso a quello fin qui considerato: nella rivoluzione francese si cominciava a vedere il rovesciamento di tutti i valori, il trionfo di Satana, dell'anarchia sopra i principi e le consuetudini del vivere civile. Le opere di
Mounier e di Mallet du Pan, presto tradotte (1), non facevano che
confermare questo stato d'animo ed allora le Reflections divengono
un libro sacro, il manuale religioso e politico della reazione tedesca; ed ecco il relativamente moderato Brandes (1 '), Gentz (' 2 ) e
13
Rehberg ( ) giungere ai ben noti eccessi polemici contro la cosiddetta metafisica politica della rivoluzione.
Contro quali dottrine in particolare polemizzavano questi
autori controrivoluzionari? Essenzialmente contro il contrattualismo, contro la dottrina della volont generale, e contro il razionalismo giuridico: da queste teorie derivava, a loro avviso, ogni malefico effetto, esse percorrevano, sostenevano, giustificavano le pili
estreme conseguenze pratiche della rivoluzione, e la loro conclu-

eI1;tr~t~

ca, ed in generale lo scritto esprime giudizi molto sereni sulla rivoluzione: ci che
soprattutto se1nbra importante all'autore il confronto tra la nuova costituzione
e quella inglese, da lui gi studiata in una Abhandlung iiber den politischen Geist
Englands, nel Berlincr Monatschrifbl del 1786 (ma cfr. anche qui p. 151). Sul primo Brandes, cfr. J. DRoz, op. cit., pp. 353-358.
(1) Entra1nbe da FRIEDlHCH VON GENTZ: MALLET DU PAN, Ueber die franzOsische
Revolution und die Ursache ihrer Dauer, Berlino 1794, e MoUNIER, Entivicklung der
Ursachen, welche Frankreich gehinclert haben, zur Freiheit zu gelangen, Berlino
1795. Sul carattere apocalittico di queste opere cfr. N. MATTEUCCI, op. cit., p. 245 sgg.
11
(
) In Ueber einige bisherige Folgen der franzOsischen Revolution auf Deutschland, pubblicata a 1--Iannover nel 1792.
(1

2
)

du Pan.

Nelle note e art. che accompagnano le citate trad. cli Burke e di Mallet

13

) Di A. W. REHBERG si vedano le Untersuchungen Uber die franzOsische Revolution, I--Iannover e Osnabruck, 1793, nonch il voi. II dei Siiniintliche Schriften,
fiannover 1831. E' interessante notare, seguendo gli scritti pubblicati in questo
volume, che anche il Rehberg ebbe una evoluzione da un atteggiamento riformistico ad uno polemico e reazionario: in part. cfr. l'art. Deutschland vor eleni
Ausbruche cler franzOsischen Revolution des Jahrs 1789, che apre jJ volume. Sul
Rehberg, la cui opera assume grande importanza per la polemica che Fichte
muover contro di lui, cfr. in ogni caso R. LESSING, Rehberg und die franzOsische
Revolution, Friburgo 1910; X. LEoN, op. cit., voi. I, p. 176 sgg.; J. DRoz, op. cit.,
p. 360 sgg.
(

13. A. Negri - Stato e diritto nel giovane Hegel.

194

CAPITOLO QUARTO

DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE

195

sione sacrilega risiedeva nel motto: n Re, n Dio '" Il contrattualismo infatti, quando fosse concepito in una prospettiva ottimistica e giacobina, permetteva la sovversione violenta in nome dei
pretesi diritti naturali di cui si riteneva depositario ogni cittadino;
in secondo luogo, la volont generale che non rappresentava solamente un modo di produzione della legge, ma alludeva anche ad
un contenuto deontologico, consistente nell'affermazione della libert e dell'uguaglianza dei soggetti, offriva il mezzo per conservare la sovversione, per renderla permanente, organizzandola, associando in corpo legislativo i cittadini; mentre infine per il razionalismo politico questi concetti risultavano assolutizzati e radicalizzati, e conseguentemente era innervata da essi la polemica contro la storia, contro la tradizione, contro i diritti consolidati nel
costume. Ma tutto ci, si replicava, non era che un'impostura, i
pretesi diritti naturali null'altro che vuote formule che venivano
riempite delle passioni dei pochi a svantaggio di tutti, libert e
uguaglianza, demagogia bell'e buona, mero fiatus vocis. Questi
principi insomma esprimevano un content1to generalissimo che, se
abbisognava di essere concretato, non poteva certo esserlo dalla
rivoluzione che presupponeva la preliminare rottura con ogni struttura storica; quanto poi alla volont generale, essa non era altro
che una mistificazione ideologica, strumentale, efficace tuttavia a
mascherare teoricamente quel pesante dispotismo che derivava dal
dominio della maggioranza sulla minoranza (14 ); ed il razionalismo, si argomentava per finire, non aveva nulla a che fare con il
vero metodo della scienza politica e giuridica, non aveva alcuna
dignit teoretica, era piuttosto un mito proposto alle peggiori
passioni; eppure si pretendeva, col suo tramite, di comprendere e

Che in tali critiche reazionarie fossero presenti giuste esigenze


di concretezza e di individualit, indubitabile; ma altrettanto
certo che ne} complesso queste esigenze erano schiacciate da una
specie di intellettualismo, diverso nella sostanza da quello ilhuninistico, ma altrettanto radicale. La polemica controrivoluzionaria
dimostrava di muovere da posizioni forse pili astratte di quella rivoluzionaria, poich essa stratificava il progresso storico e mitizzava lo stato di fatto. Perch infatti non intendere gli stessi eventi
rivoluzionari come eventi storici, anzi come fonte di nuova storia?
Mancava in fondo ai reazionari tedeschi il senso della fluidit, della
perenne novit del processo evolutivo dell'uomo, la loro concezione organica si svilt1ppava intensiva111ente e non esten.sivamente
vale a dire non nello sforzo di comprensione della continuit degl;
eventi storici, ma nel senso dell'esaltazione di ci che passato,
quindi con accento di mera conservazione. La loro polemica e l'univoca dottrina, che la sosteneva, dovevano, non casualmente, dare
la stura a tutte le metafisicherie organicistiche e reazionarie dei
filosofi romantici, e cosi allontanare la speculazione dalla storia
vivente, racchiudendola in posizioni contemplative e in teorie
1neccanicistiche.

(14) Interessante, a questo proposito, il tentativo che si fa da parte di GENTZ, di


distinguere la concezione rousseauiana da quella rivoluzionaria, in particolare affermando che il concetto di volont generale non aveva nulla a che fare con il regime
rappresentativo (cfr, le note al li vol. della trad. cit. di Burke, p. 146 e sgg.). Tale
posizione era anche stata assunta dal BRANDES nella sua opera del 1790 (cfr. p. 46
sgg.). Si poteva dunque essere rousseauiani senza essere rivoluzionari!
[E' nostro dovere avvertire di aver preso spunto per alcune delle notizie riferite
nelle note 4, 8, 9, 13 e 14 di questo capitolo dalle schede dcl Prof. Adolfo Rav, ora
conservate presso l'Istituto di filosofia del diritto dell'Universit di Padova].

Sta di fatto che, contraddittorio o meno, il radicale rovesciamento che si era verificato nella scienza politica, dall'ansia di un
rinnovamento alla polemica controrivoluzionaria ed alla proclamazione del diritto della storia, non si limit ad essa ma provoc
una profonda trasformazione del sentire in ogni ambiente culturale. Goethe ha descritto in suggestive pagine di H ermann und Dorothea quest'evoluzione dell'anima popolare tedesca ed ha qui rivendicato il valore della tradizione patriarcale contro le dottrine

di trasformare la struttura dello stato, quando invece lo stato era


una totalit organica e storica, una realt armonica in cui si ri..
specchiavano le diverse e determinate tradizioni etiche e culturali
di un popolo. La rivoluzione era in definitiva qualcosa di inumano
poich, col far violenza alla storia, faceva violenza all'uomo; orga'.
nicismo, storicismo come sostanza e come metodo, teoria dello sviluppo graduale delle istituzioni, proponevano di converso gli autori
co11trorivolt1zionari.

196

CAPITOLO QUARTO

razionalistiche ('5); e nei Wilhelm Meisier's Lehrjahre, documento


dell'epoca, ha raccontato il passaggio del suo eroe dall'impulsivit
radicale dello Sturm und Drag alla riflessione, facendone alla fine
u11 uomo conciliato con il suo mondo, con la societ in cui vive,
e che sotto l'influenza di saggi, nobili amici apprende ad operare
in armonia con gli altri, mirando ad un illuminato progresso della
societ ( 16 ). Rivendicazione del diritto della storia, teorizzazione
della libert individuale come interiorit, come autolimitazione ed
infine come rapporto con un destino sociale, concezione della realt statale come totalit organica: questi i motivi ricorrenti nell'opera di Goethe ed egli molto contribu a propagarli nell'ambiente
culturale tedesco. E ancora un altro significativo esempio della trasformazione del sentire possiamo rilevare nel passaggio che in questi anni lo Schiller opera dalla drammaturgia sturmiana a quel
nuovo genere storico, di cui la trilogia del Wallenstein il pili
insigne esempio ('7).
Assistiamo quindi ad un profondo mutamento della coscienza tedesca ed a un ridimensionarsi della problematica culturale.
Non possibile intendere l'evoluzione hegeliana di Francoforte
senza riferirsi puntualmente a questo processo in atto. Ma altrettanto importante , in questa prospettiva, l'analisi dell'evoluzione
che nella nuova situazione culturale, subir la filosofia critica, in

(15) Quest'operetta Goethe compose nel 1797, ed essa ebbe ncl 1798 un immediato
e vastissin10 successo popolare. L'abbiamo consultata nella trad. it. delle Opere, vol.
III, cit., pp. 1-65. Si vedano soprattutto nella trad. cit. le pp. 38-41 dove si riassun1e,
nelle parole del giudice, tutta l'evoluzione degli atteggiamenti popolari nei con~
fronti della rivoluzione. Sul significato politico dell'opera cfr. in ogni caso H.
IJnLMERKING, Hcnnann und Dorothea, Zurigo 1948, nonch le opere cit. nella sua
bibliografia essenziale da E. Wou:E-IAUPTI:!R, J. W. Goethe, in Dichterjuristen, I, cit.,
pp. 386-389. Sull'interpretazione della rivoluzione francese da parte di Goethe cfr.
altresi l'op. cit., di WoLLHAUPTER, p. 262 sgg. Altra narrazione degli effetti culturali della rivoluzione francese in Gern1ania si pu vedere in GOETHE, Conversazioni di eniigrati tedeschi, (1795 sgg.) in part. alle pagg. 203-206 e 208-212 delle Opere, III.
( 16) L'opera del 1796, ma preceduta da una laboriosissin1a composizione (su
cui cfr. E. WoLLHAUPTEI~, op. cit., I, pp. 342-343); nelle Opere tradotte contenuta nel
voi. III, pp. 319-892. Per l'interpretazione del significato storico politico dell'opera ci
siamo basati sull'opera di Wo1LI-TAUPTER (pp. 342-355) e sul saggio di G. RADBRUCH,
Wilhel1n Meisters sozial-politische Sendung. Bine rechtsphilosophische Goethe-Studie,
in Logos, VIII, 1919-1920, pp. 152-162.
(17) Il Wallenstein_'s Lager del 1798, il Piccoloinini e Wallenstein's Tod del

1799.

DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE

197

particolare per quanto. riguarda il pensiero filosofico giuridico. A


questo arg~mento dedicheremo le prossime pagine, prima di entrare nel vivo della tematica hegeliana e di considerare l'originale
posizione che Hegel, nel bel mezzo delle diverse tendenze, sa
asst1mere.

2. - Inevitabilmente la filosofia critica che si svolgeva


]
.
b
ne
d
me esimo am iente culturale, tutto pervaso dall'ansia di conoscenza storica, doveva risentire di quella nuova problematica
I
, non
so o a lunga scadenza, - infatti essa accompagna e condiziona la
trasformazione della filosofia dell'Io nella filosofia romantica dello
assoluto - , ma anche immediatamente, e ci per il fatto che
essenziale alla genesi ed al processo di autodefinizione dell'idealismo trascendentale un atteggiamento di attenta considerazione degli sviluppi pratici della dottrina: in particolare in Fichte e nel
primo Schelling, come altrove si visto, ferma la convinzione che
la filosofia debba assolvere funzioni pubbliche.
Ma d'altronde, in questo primo periodo, la filosofia idealistica
di Fichte e di Schelling aveva fatto centro soprattutto sul concetto
di Io, promuovendo quindi una ,concezione essenzialmente individualistica; vale a dire che tale speculazione era diretta in senso
affatto divergente rispetto a quello in cui si muovevano le nuove
scuole storicistiche, opponendosi la visione individualistica all'organica, l'idealismo ad un certo intellettualismo empiristico. Tenuti
presenti questi presupposti s'impone la domanda: come reagisce
il criticismo all'iniziale spinta che viene da un ambiente saturo di
interessi storici? Poteva verificarsi un incontro 0 non era possibile che il violento cozzo delle due diverse impostazioni? ('B).
L'effetto dell'incrociarsi delle diverse correnti di pensiero

18

(
) E scontro infatti, senza possibilit alcuna di intesa
sembra quello t
FICHTE (1?ei Beitrii.ge cit.) e REHBERG (nelle Untersuchungen cit'.). Sul carattere d~t
lat polem1ca
e sulle reazioni sollevate
B
.
' cfr. X. LEON' op cit ., I , pp . 203-206 . M a neg l'1
s essi eitrage erano presenti, come vedremo pi-U. oltre, proposizioni che avrebbero .potut<: far ~rc_de:e ~d un ~uperamento della prospettiva individualistica: sti
questi
1, c1t.,

409 punti ha Ins1st1to. In particolare G GURVITCI-I, L'Ide'e dii dro i't socia
p. . s_gg'. Va~e. ad ogni modo vedere anche, sulle tesi del Gurvitch, le preziose
prec1saz1on1
cr1tlche
,.
.
.di E. OPOCHER Il superamento fichti' an o d e11"in d'iviaual'1s1no
ne 11 interpretazione dz G. Gurvitch, Estratto, Milano 1940.

198

CAPITOLO QUARTO

sembra sia stato soprattutto negativo, nel senso che ne risult


non tanto un accordo, quanto, nell'ambito della filosofia idealistica, l'accentuazione dello sforzo per uscire dalle antinomie,
a base individualistica, inerenti alla tematica posta dalla Dottrina nella scienza del 1794. La speculazione fichtiana era infatti fondata sul paradossale tentativo di fare del " volontarismo
etico, che per sua essenza antisistematico, il principio del sistema,
poich ci s'intende, quando la libert sia pensata come assolutezza " ( 19 ); e di qui derivava quella contraddizione tra razionalismo sistematico ed eticismo individualistico che Fichte tentava
di continuo di risolvere attraverso le deduzioni della dottrina della scienza. Ma si trattava di realt incommensurabili e la mediazione risultava impossibile a livello teoretico, sia che dall'assolutezza dell'Io si muovesse alla determinazione degli do empirici,
sia che sugli "io empirici si fondasse il processo di realizzazione
della Ragione : nel primo caso infatti la deduzione rischia di annegare le individualit nell'assolutezza e, di fronte a questo pericolo,
si assiste allora al tentativo di desostanzializzare l'Io assoluto e di
definirlo in una prospettiva ideale ( 20 ); nel secondo caso l'Assoluto,
cui le individualit tendono, gi caratterizzato esigenzialmente,
come idealit non come realt, ed in ci ancora una volta l'individualismo sembra esasperato (21 ). Tale contraddizione risalta tanto
pili nelle opere in cui Fichte, affrontando temi filosofici giuridici,
tenta di dedurre l'esistenza del sociale come necessit logica ( 22 ),
soprattutto quando la filosofia, che voleva kantianamente essere
critica della scienza, paragonava i suoi risultati a quelli delle scienze empiriche della societ, alla scienza giuridica e a quella politica,
che andavano accentuando nel medesimo periodo la caratterizzazione positiva e storica dei fenomeni studiati. Idealit contro stori(19) R. KRONER, op. cit., I, p. 380.
( 20 ) Cfr. soprattutto E. OroCHER, G. A. Fichte e il proble1na dell'individualit,
Padova, 1944, p. 43 sgg.; di quest'opera ci siamo valsi generalmente per l'interpretazione del pensiero di Fichte.
( 21 ) Si veda, come espressiva di questa tesi, soprattutto la seconda lezione
Ueber die Bestimn1ung des Gelehrten an sich, 5 Vorlesungen, 1794, in FrCI-ITE, S.
W., VI, pp. 301-311. Cfr. E. OroCI-IER, op. cit., p. 164 sgg. e G. SOLARI, Studi storici
cit., pp, 289-290.
( 22 ) Oltre il brano cit. della Beszimmung, cfr. Beitriige cit., in FICI-ITE, S. W.,
VI, pp. 46-76.

DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE

199

cit, idealismo contro empirismo, poteva passare una differenza


di metodi; ma la conseguenza non trascurabile era che Fichte falliva la mediazione dell'antinomia illuministica di individualit e
razionalit, radicalizzando il primo termine, e la differenza metodologica rivelava allora la contraddizione sostanziale in cui era
coinvolto il pensiero critico.
Tale antinomia individualistica, risolventesi nell'esasperazione
dell'eticismo e, politicamente, del giacobismo, si manifesta in maniera ancor pili chiara qualora dal Fichte si passi ad esaminare il
pensiero dei suoi scolari. Ad esempio, sotto l'influenza del pensiero
fichtiano elaborata la Ricerca sul principio del repubblicanismo di Friedrich Schlegel (23 ); qui Schlegel si prova a dedurre
"a priori il repubblicanismo ed una classificazione delle forme di
stato (24 ). Dalla posizione dell'Io assoluto egli trae una determinazione del concetto espressa nella successiva proposizione : " deve
darsi una comunit dell'umanit (nota bene: di tutti gli io "
empirici), ovvero l'Io dev'essere partecipato ( 25 ). Ma l'assolutezza
non tanto realt ontologica quanto idealit morale, idea della
Libert: la deduzione della societ come partecipazione degli io
empirici alla realt assoluta quindi immediatamente convertita
nell'idea della partecipazione degli individui al processo di realizzazione dell'idealit morale; il repubblicanismo non altro che la
rinnovata proclamazione giacobina dei principi di libert ed uguaglianza, risultante dalla proiezione deontologica dell'individualit.
Perci il passaggio dalla comunit etica alla comunit politica, dall'idea alla positivit, dal volere alla forza non , teoreticamente,
neppure preso in considerazione come problema, ma utopisticamente supposto risolto (26).

( 23 ) Versuclz ilber den Begriff des Republikanismus. L'opera del 1796, ed ora
pubblicata da J. BAXA, in Gesellschaft und Staat i1n Spiegel deutscher Romantik,
cit., pp. 27-49. Sulle influenze fichtiane sull'opera cfr. le note di J. BAXA, op. cit.,
p. 536-552, e X. LEON, op. cit., I, pp. 454-455.
(21) Versuch ... ed. cit., p. 32.
( 25 ) Ivi, p. 33.
6
(::: ) Con un notevole salto mortale tuttavia SCHLEGEL cerca di giustificare l'apparire dell~ forza e della costrizione negli ordinamenti giuridici, in particolare a
p. 38 e 47 della sua liersuch .. , dove insiste sul principio della 1naggioranza come
<( Proximu1n des Allheit und Surrogat des allgemeinen Willens l>, principio che st
pu esprirnere come Machb>.

200

CAPITOLO QUARTO

Tuttavia soprattutto Schelling che porta alle estreme conseguenze la concezione individualistica, e le antinomie che ne derivano, nell'ambito della filosofia del diritto, in particolare nell'operetta Nuova deduzione del Diritto naturale ( 27 ). Nelle opere precedenti, particolarmente nelle Lettere filosofiche sul dommatismo
ed il criticismo (28 ), la nozione fichtiana dell'Io assoluto etico, la
cui dialettica determina lo sviluppo della deduzione, affatto rovesciata dal giovane discepolo. All'enfasi sull'incondizionato come
principio ed alla sua qualificazione in termini spinoziani, corrisponde la determinazione del momento pratico come rottura dell'assolutezza: la dialettica non si configura perci come processo
dell'assoluto ma come trama di un rapporto drammatico tra la
libert individuale e l'assolutezza ontologica (29 ). L'attenzione speculativa si sposta cosi dall'unit del processo dell'Io assoluto alla
pluralit dei processi degli io empirici, dalla deduzione alla dialettica d'opposizione; e nella Nuova Deduzione assistiamo al paradossale tentativo di dedurre la sfera dei rapporti sociali, e di fondarne l'autonomia e la necessit logica, muovendo dalla posizione
dell'io empirico, cio dal problema della coesistenza delle volont
individuali. Il mondo intero la mia propriet morale (30 ): questa la prima conseguenza dell'incondizionatezza che stata predicata del soggetto; l'io domina perci la natura assolutamente. Ne
deriva che dove la mia potenza morale trova resistenza, i1on vi
pu pili essere natura. Io mi fermo rabbrividendo. Qui c' umanit,
mi si grida incontro, io non debbo andar oltre ( 31 ). Il problema
della coesistenza viene quindi posto dalla limitazione della volont
morale, ma d'altro lato solo la volont morale che permette la
(27) Neue Deduktion des Naturrechts, del 1796, i cui paragrafi 1-48 furono pub
blicati sul Philosophisches Journal del 1796, n. 4, e i restanti, ivi, 1797, n. 4. Ora
in S. W., I, 1, pp. 245-280. Esiste anche una traduzione italiana dell'opera, traduzione
di cui ci sia1no valsi nelle citazioni, a cura di V, MA!<:CHI, Terni, 1914.
c2s) Philosophische Briefe iiber Dog1natisn1us und Kriticisrnus, del 1796, ora in
S. W., I, 1, pp. 281-341. Sull'Io pratico cfr. la Neunter Brief, ivi, p, 326-335.
(2s) Studiando le Philosophische Briefe, A. MAssoLO, Il prno Schelling, Firenze,
1953, pp. 23-30, in part. p. 27, ha posto chiaramente in luce questo punto; cosi anche
H. KNITTERMEYBR, Schelling ... , cit., p, 63; e, sebbene con non molta chiarezza, G.
SEMERARI, art. cit., pp. 500-506.
(30} Neue Deduktion 1 paragf. 5-7. Sui precedenti della composizione cfr. A.
HOLLERBACH, op. cit., pp. 22-36 e 97-100; sulle influenze pp, 117-121.
(31) Neue Deduktion, paragf. 13.

DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE

201

coesistenza, poich essa, oltre alla limitazione, implica anche un


oggetto etico universale, che la libert. A questo punto Schelling
stabilisce la distinzione di eticit e diritto. A tale scopo egli distingue tra forma e materia del volere, essendo forma la libert,
materia il contenuto del volere. A seconda che si affermi l'universalit del volere secondo la materia o l'individualit del volere secondo la forma, si danno etica e diritto (32 ); e poich la forma determina il contenuto, tutto ci che praticamente possibile, quindi
lecito, giusto: l'imperativo del diritto con ci ricondotto alle
condizioni generali del potere (33 ). Ci si trova cosi di fronte ad un
individualismo esasperato, in cui l'universalit formale del volere
non pu non porsi in contrasto con l'individualit materiale del
volere stesso: ma questo contrasto, secondo i presupposti generali
della teoria schellinghiana, diviene la matrice delle successive distinzioni. Schelling si limita a dedurre dialetticamente i diritti originari tradizionali: la libert nasce dall'opposizione tra volere universale etico e volere individuale, l'uguaglianza nel contrasto dell'uno e degli altri, la propriet dal contrasto di volere e natura ( 34 ).
Ma gli ultimi paragrafi della Deduzione rivelano altresi l'intima
contraddittoriet di simili opposizioni all'interno di un'unit ontologicamente prefigurata: d'altronde si rivela anche l'impossibilit, da tale punto di vista, di dar ragione del prepotere fisico,
della costrizione, della potenza, realt che appaiono collegate
strettamente alla vita del diritto. Schelling non trova di meglio che
proclamare la necessit di distruggere il diritto in quanto la sua
conservazione appunto affidata a quelle potenze impure e indialettizzabili ed annuncia a questo scopo una <<nuova scienza (3').
Ma in realt, con tale conf11so annuncio di una n11ova scienza ( 36),
Schelling denunciava il fallimento della deduzione fin qui condotlvi,
Ivi,
(34) lvi,
(35) lvi,
(32)

paragf. 52.

(33)

pargrf. 88-89,
pargrf. 140.
pargf. 161-163.

( 36 ) Quale sia la ((nuova scienza)) di cui si parla, tuttora un grave cd insoluto


problema: i pi importanti interpreti hanno per cercato di collegare quest'esigenza a quella della i<nuova mitologia)> espressa nel Syste1nprogram1n. Cfr. in part.
E. RosENZWEIG, Das iilteste Syste1nprogra1nm ... , cit.; Jf, ZELTNER, op. cit., p. 173;
A. HOLLERBACI-1, op. cit., p. 117.

CAPlTOLO QUARTO

202

DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE

ta, l'impossibilit di spiegare !'esistenza della positivit muovendo da presupposti individualistici; e davvero questa deduzione
piuttosto la "distruzione del diritto che procede da istanze individualistiche, in fondo giusnaturalistiche (37 ). L'esasperazione dell'individualismo conduce l'autore a dichiararne la crisi e con ci
la necessit di superare il procedimento deduttivo di tipo individualistico e di porre attenzione all'emergenza della positivit. Qui
cogliamo indubbiamente gli effetti dell'influenza della nuova impostazione storicistica cl1e andava affermandosi, influenza che contribuisce a rendere Schelling consapevole dell'insufficienza della
prospettiva individualistica (3 8 ).
.
.

D'ora in poi l'esigenza del superamento della concezione md1vidualistica assume una sempre maggiore urgenza. Si tratta di
determinare la necessit razionale del sociale, di giustificare il concetto di diritto e le conseguenze istituzionali del concetto nella loro
realt storica; ed soprattutti Fichte che si pone all'opera in
questa direzione, in particolare nei Lineamenti del diritt~. naturale
secondo i principi della dottrina della scienza (39 ). Con c10 no~ v~avesse dei precedenti, sia
1. =0 affermare che tale tentativo non
g
,
.
'(W)
nell'opera di Fichte che in quella dei suoi contemporanei
, ma

( 37 )

Lo hanno soprattutto notato H.

ZELTNER,

op. cit., p. 174 e

A. IIoLLERBACH,

op.

cit., p. 115.
(SB) Questo scritto ha sollevato parecchie discussioni: esso. fu _certo elaborato
di getto ma il ritardo della pubblicazione della seconda parte diede 1nodo all~
Schelling di rivedere le sue posizioni, sopratt~tto all.a luce delle nuov~ opere :
filosofia dcl diritto uscite nel frattempo, - ed 1n pa~t1c~lare _quella fcht1ana -, .
modo che aggiunse alla seconda parte un Nachschnft in cui svalutava sos.tanz1al~
mente il suo lavoro. Alcuni interpreti presero questa ~ota alla lettera (e tra essi
R. HAYM, Die Romantische Schule, cit., p . S?O), m_a ~iustament~ H ..~~LTN~R e u~~
HoLLERBACH hanno reagito a questa svalutazione, 1ns1sten~o . sw ~o.tlv1, sia, P
paradossali, ma certamente validi, soprattutto ~al punto di ~Jsta cr1t1co, dell opera
di Schelling. Quanto alla polemica sull'anarch1smo che uscirebbe da questa concezione, affermata da ZELTNER, op. cit., pp. 174-175, e negata da A. I:-IoLLERB~CH, op.
cit., p. 114 e da G. SEMERARI, art. cit., p. 506 sgg., si veda supra. p. 171, e in part.
n. 165, quanto detto a proposito dell'analogo problema suscitato dal System-

progranun.
(39) Grundlage des Naturrechts nach Principien der Wissenschaftslehre. Pubblicato a Jena nel 1796, ora in FICHTE, S. W., III, pp. 1-385.
(10) Oltre ai gi ct. passi dei Beitrii.ge e della Bestin1n1f..lng, si deve. vedere la
polemica tra FICHTE e SCHMmT e la polemica tra FICHTE e MAIMON, su CUl ha posto
l'accento X. LEON, op. cit., I, pp. 475-484. Inoltre anche nell'opera di F. ScHLEGEL,
Versuch ... , cit., s' visto un precedente superamento dell'individualismo (cosi J.

203

certamente solo qui l'esigenza viene chiaramente alla luce e si intendono tutte le implicazioni di un simile procedimento. Fichte muove
dalla distinzione tra diritto e morale come ipotesi di lavoro, per polemizzare contro le distinzioni estrinseche, stabilite sulla base del
criterio dell'interiorit e dell'esteriorit: l'autonomia del diritto
invece un fatto essenziale poich si fonda sulla necessit logica della societ, necessit derivante dal rapporto di reciprocit dato
tra individuo ed individui (41 ). L'individuo non un ente isolato,
pu realizzare il fine pratico della sua esistenza solo nell'integrazione con gli altri individui: la necessit razionale dell'esistenza
sociale quindi in primo luogo inerente all'essenza dell'individuo
che attivit e libert, in secondo luogo deriva dall'universalit
della ragione che postula, per il suo realizzarsi, l'integrazione delle
energie individuali; la societ quindi il campo di realizzazione
dell'individualit ed insieme la realizzazione della Ragione, ed in
questo quadro i tradizionali diritti di libert, uguaglianza e propriet vengono intesi e descritti come diritti sociali, la cui giustificazione, permissione e limitazione sono riferite appunto all'ordinamento sociale (42).
Ma ecco che mentre l'idea individualistica del contratto sembra incrociarsi con la concezione storica ed organica della societ ( 43 ), riemergono i limiti individualistici della concezione fichtiana. Infatti, quando si tenga presente che anche la morale caratterizzata dal Fichte in una prospettiva sociale, si intende che la
societ mera condizione di un pili alto grado di associazione umana; la struttura oggettiva della societ percorsa dai fini morali
delle individualit, subordinata, - in una prospettiva teorica e,

BAXA, Einfii.hrung ... , cit., pp. 20-25), certo molto discutibile. Insomma il procedimento fichtiano non nasceva nel vuoto ma aveva dietro esigenze di mediazione
e d superamento dell'individualismo particolarmente forti: e a questo proposito si
pu vedere oltre alla classificazione dei sistemi di filosofia del diritto ispirati dalla
filosofia di Kant che fa F. C. WEISE, in Die Grundwissenschaft des Rechts, Tubinga
1797, l'opera di un modestissimo studioso, J. C. G. ScHAUMANN (Versuch eines neuen
System des natilrlichen Rechts, Hallc 1796) in cui tuttavia si attua una deduzione
del sociale che precede temporalmente quella fichtiana.
(") S. W., III, pp. 17-55.
(") Ivi, pp. 191-285.
(

43

Cosi soprattutti J. BAXA, Einfii.hrung ... , cit., pp. 8-19 e X. LEoN, op. cit.,

I, p. 498 sgg.

204

CAPITOLO QUARTO

spesso, anche storica, meglio, utopica - , all'idea di una comunit


etica. Perci l'esistenza sociale non viene definita come organicit,
vale a dire come struttura che comprenda in s ragione e fine, ma
risulta dall'incontro, non diremmo casuale, quanto transitorio, dell'energie individuali che ne sono la ragione, mentre il suo fine
ricondotto al fine dell'attivit individuale, al fine etico (44 ). Con
Fichte assistiamo dunque al tentativo di trasformare l'iniziale tematica individualistica del criticismo e di superarne le antinomie,
rispondendo nel contempo alle nuove tendenze espresse nell'ambiente culturale; ma certo che, finch l'idealismo trascendentale
si muovesse nell'ambito del rapporto antinomico di assolutezza ed
individualit, non sarebbe stato possibile giungere ad alcuna soluzione soddisfacente. Insomma, la scoperta di un criterio di mediazione, non incondizionato ed apodittico, come quello proposto dai
Fichte e dagli Schelling, ma dialettico, immerso nelle condizioni
reali dell'evoluzione storica, era pregiudiziale ed appunto in quest'ultima direzione operer a Francoforte Hegel, del tutto consapevole della crisi della prospettiva individualistica.
3. - Non esiste dubbio giustificato sul fatto che Hegel a Francoforte fosse al corrente sia dell'evoluzione del pensiero filosoficogiuridico della scuola critica, sia della nuova impostazione che le
scienze politiche avevano assunto; solo in questo quadro quindi
possibile intendere il suo pensiero, come esigenza di riconquistare,
la positivit, meglio, di rintracciare la buona positivit, oltre l'esasperato individualismo degli uni e l'intellettualismo dommatico
degli altri. N possono sostenersi le posizioni di quegli interpreti
che descrivono il periodo francofortese, come periodo di profonda
e sostanziale crisi. Se infatti per crisi intendiamo rottura di un
abito mentale precostituito, atteggiamento di sfiducia, stanchezza
intellettuale e vitale, - ed questo il senso proprio della parola-,
dobbiamo ammettere che nulla di ci tocca allo Hegel di Francoforte (45 ); se invece per crisi intendiamo un momento, sia pure
E. OPOCIIER, op. cit., p. 167.
La pi radicale delle interpretazioni che sostengono la crisi dello Hegcl
senza dubbio quella prospettata da H. GLOCKNER, op. cit., val. II, p. 84 ss.: quest'autore crede infatti di poter cogliere nel passaggio da Berna a Francoforte nien(41)

( 45 )

DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE

205

doloroso e sofferto, di un processo costante di evoluzione, un'esperienza cruciale, gravida di conseguenze, ma pur sempre inserita
nella continuit dell'evolversi di un pensatore, allora possiamo anche usare questo termine. Si tratta dunque di una crisi di crescenza, determinata dalla nuova situazione vitale (4") e culturale
in cui Hegel veniva a trovarsi: sempre infatti il pensiero hegeliano,
nella sua formazione, percorso da un nesso problematico unitario, dalle conseguenze di quella tematica di Tubinga che continuamente riproposta alla meditazione, dall'ansia di mediare individualit e totalit in relazione al problema politico che la molla
di tutta le speculazione del giovane Hegel (47).
Eppure si continua da parte degli interpreti, in riferimento al
travaglio francofortese del pensiero di Hegel, a parlare di crisi
come di rottura della continuit problematica: Dilthey ha visto
nel passaggio da Berna a Francoforte il passaggio dal razionalismo morale al panteismo mistico (48 ), Rosenzweig il costruirsi di
una metafisica etica (49 ), gli autori marxisti il passaggio dall'oggettivismo al soggettivismo e Bloch dice appunto che " il periodo di
Francoforte, dopo il bernese, fu lo Sturm und Drang di Hegel ,, ( 50 ).
Non vogliamo negare che qui si assista ad un'accentuarsi di motivi
soggettivistici, all'emergere, sempre equivoco, di istanze metafisiche, e che lo stesso Hegel, ripensando a questa fase della sua storia personale, l'abbia considerata il momento della coscienza intemeno che il passaggio dal razionalismo all'irrazionalismo. La crisi tanto profonda da determinare quello che l'A. chiama i1 ,,Pantragismus hegeliano. Ma certo, a parte le difficolt intrinseche di una tale interpretazione, su cui torneremo
nel contesto, si deve notare che l'A. ha troppa fretta di portare alle estre1ne conseguenze quella scorretta ed aprioristica concezione del pensiero hegeliano, da cui
muove, senza molte preoccupazioni!
46
(
) Sulle modalit dcl trasferimento da Berna a Francoforte e sull'ambiente
in cui Hegel comincia a vivere, sulle amicizie, - in particolare quella con HOlderlin -, e sulle letture, cfr. le note di J. HoFrMEISTER in Dokumente, pp. 455-456 e K.
ROSENKRANZ, op. cit., p. 100 sgg.
47
(
) Insistono molto bene sull'unit problematica degli scritti di Berna e Francoforte: T. L. HATIIUNG, op. cit., voi. I, pp. 303-306, ed anche I-I. NIEL, op. cit., pp.
42-43 e P. AsVELD, op. cit., p. 123 sgg., per quanto questi due ultimi autori non insistano a sufficienza, a nostro parere, sulla centralit del problema politico.
( 4 8) W. DILTIIEY, op. cit., p. 43 sgg.
( 49 ) F. RosENZWEIG, op. cit., voi. I, pp. 63-65.
50
(
) Cosi E. BLOCH, op. cit., p. 41; ma si veda soprattutto anche G. LUKACS, OfJ.
cit., pp. 131-147.

206

CAPITOLO QUARTO

felice e l'abbia qualificata come ipocondriaca (51 ); ma quello


che non ci si chiesti se, al di sotto di questo mutato atteggiamento, oltre la crisi psicologica, non permanesse immutato l'oggetto dell'ansia speculativa del giovane Hegel: si cosi finito per
prendere l'accessorio per il fondamentale, lo psicologico per il teoretico, e per peccare, gli interpreti intendo, di soggettivismo storico. Al massimo, se di soggettivismo e di istanza metafisica si
vuol parlare, si abbia almeno la compiacenza di rilevare che tali
spunti tematici convivono episodicamente e marginalmente con la
ben pi profonda direzione del pensiero del giovane Hegel, preoccupato qui, come non mai, della positivit e della ricerca degli
strumenti di attuazione dell'ideale di stato popolare. Solo procedendo in questo senso possibile determinare i sostanziali progressi dello Hegel nella via di soluzione del problema della mediazione.
Ci troviamo infatti di fronte ad un nuovo apparato concettuale, alla rielaborazione delle 11ozioni di <camore, spirito e vita,
ed alla definizione delle originali categorie di destino, colpa
e conciliazione (52); ed inoltre potremo osservare che l'attenzione si sposta sempre pi dal problema meramente politico, o storico-politico, a quello politico-giuridico, allo studio cio delle forme di realizzazione giuridica della libert. Ma ancora una volta
necessario sottolineare la continuit dell'interesse problematico
del giovane Hegel : lelaborazione dei nuovi concetti, la lieve trasformazione del metodo sono possibili, e per il grado di maturit
che le soluzioni proposte rivelano e per l'identit del caratteristico
problema che tendono a risolvere, qualora si ammetta che lo Hegcl,
ancora pienamente implicato nella polemica teologica, politica e

(51) Questa annotazione appare gi nelle lettere che Hegel scambia con una
giovane amica, Naneltc Endel, ncl 1797 e nel 1798: ora in Briefe, I, pp. 49-58 (si vedano soprattutto le lettere datate 9-2-1797 e 2-7-1797; oltre alle note premesse da
G. LASSON alla prima edizione di queste lettere in Beitriige zur Hegelforschung,
fase 2, Berlino 1910, p. 6 sgg. e alle note di J. HoFFMEISTER, in Briefe, I, pp. 442-443);
viene poi ripresa in un frammento da vedere in HJJGJJL, Schriften zur Politik und
Rechtsphilosophie, vol. VII dell'ed. LASSON, cit., p. 139, composto verso la fine del
secolo.
("2) Cosi anche P. ASVELD, op. cit., p. 132 sg. c T. L. HAERING l. c.

DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE

207

giuridica, non abbia rotto con il passato, ma, pi decisamente, risponda agli stessi problemi (53).
E non vale neppure, come si tentato da alcuni, insistere
sugli effetti che la rinnovata consuetudine francofortese con Holderlin avrebbe provocato sullo Hegel, quasi che l'influenza del
poeta determinasse una mutilazione della continuit del pensiero
hegeliano. L'accostamento dei due autori non pu infatti in nessun caso esser ridotto a mero calcolo dell'influenza dell'uno sull'altro: entrambi dotati di una profondissima originalit si muovono assieme, protesi tuttavia ciascuno nello sforzo di risolvere i]
proprio problema. L'unit di alcuni temi trattati, di certi concetti enucleati non pu far credere ad un'identit di vedute, ma
solo contribuisce a far penetrare il complesso carattere dell'amicizia di due forti personalit: se certo che tra essi s'era stabilita
una continua sollecitazione, in nessun caso poteva determi 11arsi
un'univoca influenza. Del rapporto tra Hegel ed Holderlin si deve
perci tener conto, senza concluderlo nell'affermazione di un'identit tematica, ma vedendolo in una prospettiva di reciproco
risalto (54).
Concludendo, s pu affermare che nulla induce a considerare
il passaggio da Berna a Francoforte come soluzione di continuit.
Vedremo qui di seguito, partitamente, quali originali sviluppi abbia la problematica hegeliana nel periodo di Francoforte.
4. - Della continuit che esiste tra gli studi del periodo bernese e l'attivit scientifica del periodo di Francoforte ci offre un'ulteriore conferma il fatto che Hegel, tra il 1797 e il 1798, curi la
traduzione tedesca ed il commento di un opuscolo polemico del ri-

('> 3) T. L. HAERING, p. 303 clell'op. cit., val. I.


54
.(
) ~roppo ci sembra abbia insistito sull'influenza di HOlderlin su Hegel nel
periodo trancofortes~, J. I:IYPPOLIIB, Introduction ... , cit., p. 40, mentre molto pili
~entrate sono le pagine che al problen1a dedica T. L. 1-IAEIHNG, HOlderlin und Hegel
Frankfurt. ~in Beitrag zur Beziehung van Dichtung und Philosophie, in HOlderlln-Gedenksc~rift zu1n 100 Todestag, 7 luni 1943, Tubinga 1943, pp. 174-202 (per quanto la t~attaz1one del problema storico sia troppo diluita in tutto un contesto cli affermaz1oni e disquisizioni teoriche, cli non grande valore, sui rapporti tra poesia e
filosofia).

t1:

208

CAPITOLO QUARTO

voluzionario svizzero Jean Jacques Cart (55 ). Questa traduzione comparve anonima nel 1798 a Francoforte e solo agli inizi del nostro
secolo stata studiata ed attribuita con certezza allo Hegel (56 ).
Si tratta, si detto, di un pamphlet politico dell'avvocato Cart
di Losanna contro l'oligarchia bernese che opprimeva il paese di
Vaud : ora, quali sono le ragioni che indussero lo Hegel a tradurre e commentare lo scritto? Innanzitutto, dal punto di vista
soggettivo, l'interesse nutrito per i problemi della rivoluzione ed
il bisogno di esprimere un giudizio sugli eventi cui egli aveva assistito o di cui aveva udito l'appassionato ricordo, come di cosa
recente, durante la residenza bernese; insomma quasi la necessit di giungere, per s e per gli altri, al riepilogo della propria
esperienza di pensatore giacobino. Nel commento all' opera di
Cart ricompaiono infatti i motivi polemici gi espressi negli
scritti e nelle lettere da Berna, e tutte le componenti di quel radicalismo politico che caratterizzava il pensiero hegeliano (57 ). E,
inoltre, oggettivamente, c' la volont di informare i tedeschi dei
metodi con cui si regge il potere dispotico dell'oligarchia bernese

(55) Lettres de Jean Jacques CART Bernard de MuRALT, trsorier du Pays de


Vaud, sur le droit public de ce Pays, et sur les vne1nens (sic) actuels, Paris,
chez les Directeurs de l'l1nprin1erie du Cercle Social, 1793. Su J. J. Cart (1741~
1813) si possono vedere A. DE MONTET, Dictionnaire biographique des Genevois
et des Vaudois, voi. I, pp. 128-129, Losanna 1877; J. CART, Jean-Jacques Cart, in
Revue historique vaudoise)), 1897, V, pp. 364-381; IDI!M, Jean-Jacques Cart et les
partisans des Bernois en 1790, in Revue historique vaudois, 1899, VII, pp.
246-253; IDEM, Jean-Jacques Cart et le Directorie de la Rpublique Franaise en
1798, in Revue historique vaudois, 1914, XXII, pp. 1-21; M. MoECKLr, La Rvolution franaise et les crivains suisses-ro1nands. 1789 -1815, Parigi 1931; L.
MoNGEON, Jean-Jacques Cart, Losanna (s. d. ma 1939). Si deve altresi notare che
l'avvocato Cart non 111orto in America, come ritiene Hegel nell'introduzione
alla traduzione (cfr. Doku1nente, p. 247), - e come confern1a F. RosENZWEIG,
op. cit., vol. I, p. 47 -, nla nel Vaud in cui era tornato fin dal 1798 dopo l'esilio
che trascorse in parte a Parigi, in parte, in missione diplomatica, nell'America del Nord.
( 56 ) Il titolo della traduzione : Vertraulichen Briefen iiber das vonnalige
Staatsrechtliche Verhii.ltnis des Wadtlandes (Pays de Vaud) zur Stadt Bern. Bine
vOllige Aufdeckung der ehemaligen Oligarchie des Standes Bern. Aus de1n franzOsischen eines verstorbenen Schweizers iibersetzt und 1nit An111erkungen versehen,
Francoforte s. M., In der Jii.gerschen Buchhandlung, 1798. L'opera fu riportata alla
luce da H. FALKENHErM, nei Prussischen JahrbUcher, Berlino 1909, pp. 193-210; ora
le note hegeliane sono ripubblicate nei Doku111ente, pp. 247-257.
7
(" ) Si cfr. in particolare Dokumente, p. 256 con la lettera a Schelling in Briefe,
I, p. 23 (cfr. supra p. 125).

DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA

NEL

PERIODO DI FRANCOFORTE

209

e degli strumenti che usa per asservire le popolazioni del Lemano (58 ).
ci che Hegel sottolinea, introducendo lo scritto: " Le let-

tere ... contengono in generale un'esposizione ben documentata dei


diritti politici del paese di Vaud, - un confronto tra la situazione
del Vaud, cosi come essa dovrebbe essere secondo il suo antico
diritto, e la situazione in cui esso stato ridotto dal dominio di
Berna, - ed in particolare il racconto dell'effimera vittoria riportata dal governo nel 1791 sopra l'insurrezione del paese di Vaud
che voleva vedere la sua costituzione nuovamente restaurata, di una vittoria che fu la fine di quei diritti che ancora sussistevano, e che esacerb gli animi contro gli oppressori e dal profondo
li indusse a cercar ancor pi la libert,, (59). Nell'estate del 1791
infatti le popolazioni del Lemano erano insorte contro il dominio
bernese, sorrette dall'entusiasmo per la rivoluzione francese, ed il
governo era riuscito a placare la rivolta solo impiegando truppe
- di lingua tedesca - e procedendo ad una vasta e violenta opera
di repressione ("0 ). Riferito a questi avvenimenti, del tutto preso
dall'urgenza della protesta, il pamphlet di Cart aveva dunque un
carattere occasionale; ma Hegel, eliminando dalla sua traduzione
i passi che facevano diretto riferimento a vicende personali o costituivano delle digressioni .dal tema principale, trasforma completamente il tono dello scritto. Gli che quando Hegel scriveva, il
cantone di Vaud aveva riacquistato la sua indipendenza, la rivolu-

( 58 ) Molto bene E. VERMEIL ha messo in luce (op. cit., pp. 441-445) sia il momento soggettivo sia quello oggettivo che condussero a questo commento.
(59) Doku1nente, p. 247.

(!i0) Sugli avvenimenti rivoluzionari nel catone di Vaud, si vedano, oltre alle
pagine di F. ROSENZWEIG, op. cit., I, pp. 48-49, le seguenti opere: P. MAILLERFER,
Le Pays de Vaud de 1789 1791. Contribution d l'histoire de la Rvolution lielvtique, Losanna 1892; IDEM, Ilistoire du Canton de Vaud ds [es origines, Losanna, 1903, pp. 218-428; C. GILLIARD, Berne et le pays de Vaud, in Le Major Davel,
1670-1723, Losanna, 1923, pp. 1-28; M. PERRIN, Davel et la Rvolution vaudois, ivi,
pp. 226-239 (art. importante); G.-A. CHEVALLAZ, Aspects de l'agriculture vaudoise
la fin de l'ancien rgilne, Losanna, 1949 ( certamente la fonte migliore sull'argomento, bench particolare). Si vedano inoltre le pagine dedicate a questi avvenimenti
nelle opere generali di J. D1ERAUER, Histoire de la Confderation suisse, trad. frane.,
Losanna 1913, vol. IV, pp. 406-412 e 458-470; E. GAGLIARDI, Geschichte der Schweiz, vol.
II, Zurigo, 1937, pp. 903-1033; H. NABHOLZ ... , Geschichte der Schweiz, cit., vol. II, pp.
217-225 e 267-312; E. FTSCI-IER, Histoire de la Suisse, Parigi 1946, p. 301 sgg.
14. A, Negri - Stato e diritto nel giovane Hegel.

!
-l

210

CAPITOLO QUARTO

zione aveva trionfato : al suo apparire nella traduzione tedesca


l'opera aveva perduto il significato polemico della prima edizione,
ed Hegel le attribuisce solamente la funzione di dimostrare che
malgrado la violenta opposizione dei regimi assolutistici, la rivoluzione libertaria non poteva che trionfare. Hegel non solo il traduttore ma anche il nuovo redattore dello scritto di Cart ( 61 ),
proprio perch trasforma un'opera che era nata come testimonianza di un particolare evento storico in documento tipico della lotta
tra progresso e reazione, in esemplare dimostrazione che l'ansia
di libert non pu assolutamente essere schiacciata, al massimo ne
pu essere differito il trionfo, ma a costo di azioni degradanti ed
inumane. Il tono della rielaborazione hegeliana perci non tanto
storico-polemico quanto politico-pedagogico, e tutto lo scritto oscilla tra l'ottimistica certezza di una soluzione positiva del dramma
e l'invettiva per non veder attuati i principi della rivoluzione, contro le forze che vi si oppongono (62 ).
Ed ecco come Hegel riassume questa complessit di motivi :
" Dal confronto del contenuto di queste Lettere con i nuovi avvenimenti della terra di Vaud, dal contrasto dell'apparente pace conseguita con la forza nell'anno 1792, del vanto del governo per la
sua vittoria - con la reale debolezza dello stesso in queste terre e
la sua repentina cacciata da esse, - ci si offre un gran numero di
avvertimenti morali; infatti gli avvenimenti parlano di per s abbastanza chiaramente; ed perci possibile imparare a conoscerli
nella loro pienezza; essi proclamano sulla terra: Discite jusriciam
monzr1. (63) .
quindi il radicalismo democratico che innerva la pos1z10ne
di Hegel, quell'atteggiamento per cui l'imprecazione moralistica e
la speranza utopica di un avvenire migliore si incontrano. Ma a
questa impostazione ne inerisce un'altra, che deriva allo Hegel dall'abito della sua indagine, minuto, analitico, storico: perci non si

DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE

211

pu parlare di radicalismo astratto quanto di un radicalismo ideologico integrato dalla volont di muoversi a contatto della storia.
Giustamente si osservato che qui Montesquieu a dirigere il
pensiero di Hegel, piuttosto di Rousseau (64 ): Hegel infatti tende
ad ipostatizzare !"idea dell'antico diritto ed il dispotismo, cio a
tipizzare il processo storico, sebbene egli poi definisca quelle categorie in modo assai determinato. Ancora una volta Hegel vuole
chiarire, analiticamente, tutte le possibili implicazioni della dialettica di dispotismo e di libert e gli effetti dell'alienazione: esemplari sono a questo proposito le pagine in cui egli analizza il comportamento del cittadino di fronte al pagamento delle imposte.
Nello stato dispotico, egli nota, lo stato si configura come una
potenza estranea, nemica, e perci il cittadino, indotto a riporre
nel bene privato ogni speranza di salvezza, rifiuta di sottostare alla
tassazione; mentre negli stati liberi il cittadino sente il dovere
della contribuzione poich sa che per essa garantisce la sua libert (65 ). E inoltre, se ricordiamo che gi altrove Hegel era sceso
dalla considerazione del dispotismo e dell'alienazione etica a rintracciarne la causa nell'egoismo privatistico, nell'alie11azione eco~
nomica, vale a dire nella categoria della propriet, non stupisce che
anche qui Hegel metta in luce i vantaggi economici che Berna
traeva dalla dominazione del Lemano ( 66 ).
Concludendo quindi le nostre note a proposito di questa prima
pubblicazione dello Hegel, possiamo riconoscervi un documento
espressivo dell'esperienza bernese, quasi un riepilogo d'essa, sottolineando tuttavia che in essa scorrono gi nuovi stimoli e originali
direzioni di indagine storica. Questo scritto sembra perci offrire
lo schema della successiva evoluzione francofortese dello Hegel:
approfondire l'indagine storica per scoprire il destino della li-

(6'1) Cosi J. HOFFMEISTER, nelle note ai Dokun1ente, pp. 464-465.

F. RosENZWTIIG, op. cit., I, p. 51.


Quest'elemento stato colto ln particolare da T. L. 1-IAERING, op. cit., voi. I,
pp. 292-298, ed anche da J. HYPPOLITE (La signification de la Rvolution ... , cit., p. 327)
che tuttavia non lo riferisce specificamente allo scritto sull'opera di Cart, ma lo considera una tonalit generale dell'opera politica hegelana di Francoforte: il tono
del quousquc tandem)>,
(63) Dokumente, p. 248.
(61)
(62)

( 135 ) Doku1nente, pp. 248-249. Tuttavia mentre per Cart (p. 71 della traduzione
tedesca) il popolo inglese il pili perfetto esempio di tale atteggiamento nei confronti della tassazione, per lo Hegel lo il popolo americano: Hegcl infatti porta
nella polcn1ica la sua antipatia per Plitt e la silnpatia per il suo antagonista Fax,
e d'altronde, in perfetta coincidenza di temi con il pensiero giacobino, indotto a
valutare molto positivamente la rivoluzione americana.
66
(
) Cfr. in particolare Dokumente, p. 249 e 256; su questo punto ha insistito
molto G. LUKACS, op. cit., pp. 149-152.

212

CAPITOLO QUARTO
DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE

bert, vale a dire il modo in cui dall'alienazione l'uomo passa,


nella positivit, alla riappropriazione di se stesso.
5. - Rielaborazione dell'ideale di stato popolare e approfondimento del metodo storico vanno di pari passo nel pensiero del
giovane Hegel; vale a dire che il metodo non enucleato in una
sfera formale, neutrale ai giudizi di valore, ma viene affinato attraverso un'analisi che si muove ali' interno del rapporto con i
contenuti ideologici cui applicato. Il metodo condizione della
definizione dell'ideale, e viceversa; la dialettica, in cui si configura
tale rapporto di reciprocit, non si pone autonomamente come
strumento logico astratto, n nasce da una speculazione meramente teoretica, ma intesa come chiave interpretativa affatto
adeguata alla realt del movimento storico: il nesso soggetto-oggetto perci essenziale all'evolversi del procedimento dialettico,
cosi come gli essenziale l'interazione di individuale e razionale.
Una curiosa, diremmo frivola, pagina che Hegel scrive in questo periodo, Sul gioco delle carte (67 ), ci offre un esempio particolarmente interessante di tale metodo, di cui evidentemente Hegel
si sentiva gi padrone. Riferendosi alla concezione dell'uomo come Mittelwesen di natura e ragione, Hegel nota che appunto
il gioco delle carte rivela l'essenza umana : nel gioco passione ed
intelletto si integrano e confrontano, ed il rapporto non meccanico ma dialettico, e l'essenza composita dell'uomo uscendo dal
contrasto si conclude in una attiva tensione. Nell'azione quindi si
rivelano quelle che sono le pili caratteristiche propriet dell'uomo; ma d'altronde la ricerca non si limita a rilevare gli elementi
universali che sottostanno all'esperienza ludica, ma va ben oltre:
anche il gioco, come ogni altra espressione umana, dice Hegel, pu
essere ricondotto ad una generale situazione di cui vale come documento, e l'universalit delle componenti del comportamento si
determina nell'individualit della circostanza storica. Si giunge cosi alla fon.dan1entale proposizione: q_uesta appassionata, inquie-

( 67 ) Ueber das J(artenspiel, in Dokumente, pp. 277-278. Su questo scritto, composto a Francoforte nel 1798 (cfr. K. RosENKRANZ, op. cit., p. 23 sg.), senza dubbio
presente l'influenza della scuola analitica della psicologia inglese, su cui cfr. E.
TROELTSCH, Ges. Schr., voi. IV, cit., pp. 374-429.

213

ta ansia dello spirito, cui anche il gioco delle carte deve Ja sua
diffusione, ci che caratterizza il nostro tempo ,, ("B). L'attento
analista delle espressioni vitali risale dunque dall'individuale alI'univ_ersale, dal dato, non solo particolare, ma anche curioso, stra~o, divertente, alla nozione concettuale, per poi verificare quest'ultima come indice di una situazione storica. La concezione dialettica, per cui individualit e razionalit si integrano nello stesso
momento in ctii si negano, qui affatto palese, e si dimostra tant~ matura da poter esser applicata a ogni bench minima espressione t1mana.
Ma ci che pili interessa sottolineare senza dubbio il riapparire dell'esigenza rivoluzionaria: !'appassionata, inquieta ansia dello spirito conduce ben oltre i limiti dell'analisi scientifica: piuttosto la medesima tensione che induce l'uomo al capovolgimento
della situazione in cui vive. Ma che vuole l'uomo? Qual' la ragione di questa continua, esasperata tensione? Certo il dinamismo del
rapporto tra la libert e le sue negazioni.
Perci Hegel risponde al quesito propostosi con una serie di
studi in cui ripercorre le fasi storiche dello svilupparsi della diaI~ttica tra libert ed alienazione, riprendendo i motivi che nel penodo bernese aveva gi tratteggiato: la civilt orientale come civilt schiavista, la Grecia e il felice e spontaneo trionfo dell'ideale
di stato popolare, l'alienazione cristiana, il tentativo moderno di
riconquistare la positivit ed il suo fallimento provocato dall'individualismo e dalla concezione privatistica che ne deriva ("9). Tut( 68 )

Dokumente, p. 278.

((;g) ~ulla ci~ilt orientale si veda il lungo frammento in Dokun1ente, pp. 257-

261, quasi esclus1va1nente espositivo; sulla civilt greca i frammenti contenuti iv'
pp. 261-263 (riflessioni sui caratteri dell'immaginativa greca: dio pensato e dolor~
rensato. nella tragedia), p. 263 (frammento molto in1portante: comn1entando un
passo d1 Tucidide, Hegel insiste sul carattere integrativo di individualit e totalit
ct:llo stato greco ~ sulla volont generale che in esso trova modo di esprimersi
pienamente; ma d altro lato sembra accettare le obbiezioni che generalmente
sol.levava~o nell'~m?,iente c?ntro la possibilit di applicare il principio della volon~~
generai: _i~ stati p1u estesi della polis), p. 264; sul cristianesimo ivi, pp. 264..265;
sull~ c1v11ta mod:rna pp. 268-279 (ed qui importante, dal punto di vista della
st?r1ografi.a ~egcliana, la nota sulla nascita dell'individualismo moderno nel rinasc1mento italiano). Senza dubbio si annunciano qui le lezioni che Hegel pi' t d"
I
d Il
. ,
,
u ar 1,
ne pieno e a matur1ta, terra sulla storia universale ma certo del t tt
'fi
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1ng1us t l cato
d1 l-1. GLOCKNER (op cit ., II , pp . 84-95) d"1 ve d ere ]e s1ngo
'
]e pro. . 1 tentativo
.
porz1on1 stonografiche dello Hegel gi legate da un nesso sistematico.

214

CAPITOLO QUARTO

tavia caratterizza questi saggi un elemento nuovo, consistente nel


fatto che ]'attenzione al processo storico sembra vieppiu puntualizzarsi sullo studio degli istituti giuridici in cui si realizza la libert
o si fissa l'alienazione (7); l'analisi storica non risulta cosi senz'altro riferita all'ideale, ma piuttosto alle sue manifestazioni concrete,
e giuridiche in particolare. N il rilevamento di questa posizione
deve farci indulgere ad un'immagine di un giovane Hegel positivista, poich infatti reale ed ideale sono pur sempre strettamente
congiunti come materia e forma del processo dialettico; eppure
con ci avviata una revisione pili profonda, di cui misureremo,
procedendo, il significato e i limiti: insomma nel periodo di Francoforte assistiamo alla lenta e progressiva trasformazione della
tematica hegeliana, senza rotture di sorta, e possiamo cogliere puntualmente le fasi del passaggio del nostro autore dalla problematica giovanile a quella della maturit.
Quanto questa trasformazione tematica sia legata ali' analisi
del concreto, all'interesse analitico e positivo del metodo, ci rivelano ancora gli appunti hegeliani sui dibattiti parlamentari inglesi (71 ). Non ci restato molto di questi scritti, ma quel che sufficiente per star certi che Hegel seguiva con assiduit gli eventi
parlamentari inglesi. Rosenkranz, che ebbe tra le mani gli appunti
originali, riferisce di numerosi estratti (72 ); a noi importa sopratutto seguire l'attenzione hegeliana per la discussione sulla tassa dei
poveri (73). Si deve rilevare che tale interesse hegeliano non tanto
sostenuto da motivi umanitari, quanto dall'esigenza di rispondere
alla domanda sui mezzi legislativi che potevano essere messi in
opera per risoivere il problema dell'alienazione privatistica: se in-

(70) Doku1nente, p. 273: sen1bra infatti che l'apprezzamento che 1-Iegel f~ il~
questa pagina sulla storiografia di :f.Iume implichi appunto l'adesione a inoduh d1
storia giuridica, meglio, nella terminologia hegeliana, di storia della stato moderno.
(71) Dolcurnente, pp. 278-279. Sul metodo, cfr. le annotazioni di T. L. HATIRING,
op. cit., I, 590.
(72) K. RoSTINKRANZ, op. cit., p. 86.
(73) A proposito dei dibattiti sulla tassa dci poveri, K. RosENKRANZ, l. c., anno~
ta: Mit grosser Spannung, wie seine Excerptc aus cnglischen Zeitungen bcweisen,
folgte Hcgel den Parlamentsverhandlungen ii.ber die Armentaxe als das Almosen,
mit welchem dic Adel- und Geld-Aristokratie den Ungcsttim der subsistenzlosen
l\llenge zu bcschvvichtigen hoffte ,

DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE

215

fatti la povert non era che il frutto negativo dell'egoismo individualistico, se essa nasceva, nel corso dell'evoluzione economica
come contrappeso dell'accentramento della ricchezza, non potev~
quindi ad essa porsi rimedio che incidendo sulla ricchezza stessa
'
cio attraverso il controllo statale della propriet e del suo uso.
La reintegrazione dell'uomo nella sua dignit poteva avvenire solo
quando la comunit avesse agito in modo di eliminare le fonti
dell'alienazione: l'intervento dello stato doveva sembrare allo Hegel lo strumento pili adatto allo scopo di riconquistare la pienezza
umana e con essa di attuare l'ideale dello stato popolare.
tuttavia solo nello scritto sulla costituzione del Wiirttemberg ( 71 ) che tutti i motivi metodici e sostanziali fin qui sottolineati
giungono a maturazione e sono pienamente formulati. Per meglio apprezzare l'originalit dello scritto hegeliano necessario
studiarne la genesi e la situazione storica in cui fu composto.
Si deve innanzitutto ricordare che il Wiirttemberg era, tra gli
stati tedeschi, l'unico che avesse evitato l'evoluzione verso il dispotismo illt1minato; il sistema costituzionale ivi in vigore si reggeva sulla collaborazione del principe territoriale con il Landtag
degli Stiinde. Tale collaborazione per non era affatto pacifica: infatti nel Landtag, che era costituito da quattordici prelati nominati
dal principe, nonch dai rappresentanti delle citt e delle corporazioni, e da cui era espressa una commissione di otto membri cui
era affidato il controllo delle imposte, dell'esercito e della politica
estera, si nutrivano continuamente giustificati sospetti sulla volont del principe ( 75 ). Si deve riconoscere che tale polemica, lar-

74
(
)Ueber die neuesten Verhiiltnisse Wiirttembergs, besonders iiber die Gebrechen der Magistratsverfassung, Francoforte 1798, ora in Schriften zur Rechtsphilosophie und Politik, ed. LAsSON, val. VII, pp. 150-154 (d'ora in poi citeremo
quest'opera solo con Schriften VII). In genere su questo scritto rimandia1no a R
ITAYM, op. cit., pp. 65-68 e 483-85, G. LUKACS, op. cit., pp. 177-187. Si pu vedere inol~
tre il saggio che C. GoRETTI ha dedicato allo scritto hegeliano sulla costituzione
del Wtirtten1berg del 1817, dove tuttavia sono alcune annotazioni anche sullo scritto
giovanile: Rivista di Filosofia, XXII, 1931, pp. 408-419.
75
(
)
Sulla struttura costituzionale dcl Wtirttemberg si possono vedere i seguenti lavori: FRICKER e GESSLER, Geschichte der Verfassung Wilrtteinberg's, 1869,
pp. 121-136; A. WoHLWILL, Weltbilrgeriuni und Vaterlandsliebe der Schwaben, 17891815, Amburgo 1875; Herzog Karl Eugen von Wiirtteniberg und seine Zeit a cu~
della Wiirttem~ergscheri Geschichts- und Altertumsverein, voll. 1 e 2, sslinge:
1907-.1909; E. HoLzLn, Das alte Recht und die Revolution. Bine politische Geschichte

216

DIALETTICA UMANISTICA E lvIETAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE

CAPITOLO QUARTO

vata o meno, che opponeva Landtag e principe, rivelava in fondo


null'altro che le contraddizioni dell'ordinamento costituzionale:
infatti la costituzione, fondata su base contrattuale e dualistica,
menava, come stato giustamente notato (76 ), non tanto ad una
separazione legale di poteri quanto ad una ripartizione, d'altronde
molto confusa, dei diritti di sovranit. Quanto alla posizione del
popolo, esso non era altro che oggetto di sovranit, spogliato di
ogni diritto; e sebbene la costituzione sveva passasse in Europa
per analoga a quella inglese, in realt ci si trovava di fronte ad
un sistema oligarchico, e inoltre ambiguo e contradittorio. Sta di
fatto che generalmente in terra sveva tali contraddizioni non erano
avvertite, almeno dal punto di vista del diritto: era comune invece il sentimento di orgoglio per quello che, affettuosamente, si
chiamava das alte Recht, ed anche di fronte alla rivoluzione
francese si pensa che in fondo le nuove esigenze non potevano
condurre che ad una costituzione analoga a quella wiirttemburghese. Si deve solo adattare la costituzione ai nuovi bisogni, non
mutarla radicalmente; in nessun momento la critica dell'ordinamento tradizionale supera limiti formali per accedere ad una polemica sulla sostanza. E solo gli spiriti piu vivaci, piu impegnati
nella problematica culturale contemporanea giungono, sparuta minoranza, al fondo della polemica, e colgono l'insufficienza strutturale: tra essi soprattutti Schelling ( 77 ) e Hegel.
Quando nel 1795 il duca Friedrich Eugen succede al fratello
e suscita speranze liberali, quando poi nel 1797 il problema costituzionale viene portato dinnanzi al Landtag, l'atteggiamento piu
comune nell'opinione pubblica certamente il tranquillo riformi-

Wilrtte1nbergs in der Revolutionszeit 1789-1805, Monaco e Berlino 1931 {fondamentale); J. Dnoz, op. cit., pp. 111-134 (un ottimo compendio); E. R. HUBER, Deutsche
Verfassungsgeschichte seit 1789, I vol.: Refonn und Restauration, 1789 bis 1830,
Stoccarda 1957, pp. 329-334. Sull'opposizione del Landtag al principe basti ricordare
le vicende della vita ed il carattere degli. scritti dei Moser, padre e figlio, che appunto difendevano il diritto tradizionale contro le pretese principesche.
(76) J. DROZ, p. 112 sg. dell'op. cit.
(77) Nella lettera del 21-7-1795 che Schelling scrive a Hegel (Briefe, I, pp. 27-29),
il primo accenna alle speranze che in lui suscitava la salita al trono di Friedrich
Eugen, principe di tendenze liberali: cd in questa lettera che Schelling si scaglia
contro il dispotis1110 che vedeva dominare, all'opposto dci moderati svevi, la stessa
terra wilrttcmbcrghcse.

217

smo. Vengono pubblicati circa centocinquanta lavori sulla nuova


costituzione, ma solo pochissimi erano percorsi da sentimenti rivoluzionari: generalmente si ritiene che i principi della rivoluzione
francese non siano applicabili nel Wiirttemberg, e d'altro lato che
quel poco di buono che la costituzione francese aveva, era gi da
secoli contenuto nel vecchio diritto svevo (7s).
Non ci importa seguire piu a lungo la polemica costituzionale
wiirttemburghese nei suoi aspetti generali: tutto ci infatti deve
solo servirci da sfondo per la considerazione della posizione assunta dal giovane Hegel, che, al ritorno da Berna, si ferma a Stoccarda
nella casa dei genitori per alcuni mesi in attesa di assumere l'incarico a Francoforte (79 ), avendo modo di conoscere da vicino e
direttamente la nuova situazione che si era creata e di meditare il
problema che sentiva da tutti dibattuto.
Cosi nasce il suo scritto, dedicato al popolo svevo ,, e con la
seguente intestazione: i magistrati wiirttemburghesi debbono essere eletti dal popolo " (80 ). sufficiente leggere questo titolo per
intendere che lo scritto hegeliano si stacca decisamente dal tono
riformistico degli altri : egli fa appello al popolo perch esso si
scuota e imponga una costituzione democratica. tempo infine
che il popolo del Wi.\rttemberg, smettendola di vacillare tra il timore e la speranza, di passare dall'attesa alla disillusione, da tale
attesa venga fuori " ... lasciando cadere le piccole ansie e fondando nella sua anima la passione per l'universale ,, (81): cosi esordisce
lo scritto; e prosegue affermando che le strutture costituzionali
sono marcite e non corrispondono piu allo spirito dei tempi: una
trasformazione radicale assolutamente esigila. Per gli uomini
dai migliori sentimenti, dal piu puro zelo sarebbe ormai tempo
di tener fisse dinnanzi alle loro indeterminate volont quelle par-

( 78 ) Sul riformismo proprio del liberalismo svevo ha insistito molto bene, in~
quadrandolo d'altro lato nella generale intonazione dcl liberalismo tedesco, J.
DROZ, op. cit., p. 120 sgg.

('i9) Cfr. F. ROSENZWEIG,


( 80 )

op, cit., I, p. 54 sg.

Questo fu il titolo primitivo: poi la parola Volk)> fu sostituita con


Blirgern)), infine cancellato e sostituito con l'intestazione riportata a p. 215, n. 74.
Anche la dedica fu cancellata. Ma 1nalgrado questi ammorbidimenti esteriori Hegel
rinunci a pubblicare l'operetta su consiglio degli amici.
(8 1 ) Schriften VII, p. 150.

218

DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE

CAPITOLO QUARTO

ti della costituzione che sono fondate sull'ingiustizia e di indirizzare la loro attivit alla necessaria trasformazione di quelle
parti ( 82 ).
dunque ancora il moralismo giacobino che d tono a queste
pagine? Non diremmo, poich se certamente con abito intellettualistico che Hegel discrimina il giusto dall'ingiusto, il progresso
dalla reazione, egli d'altro canto determina un nesso tra idealit
e realt, cogliendolo dapprima nella volont politica in quanto tale, poi, per superare i limiti dell'interpretazione volontaristica, tentando un'analisi fenomenologica della dialettica storica, vale a dire
discoprendo nella struttura del processo la ragione dello sviluppo ( 83 ). L'individualismo infatti, in tal modo argomenta Hegel nella
sua critica, p11 al m.assimo indicare una via solitaria, essere una
vertigine casuale e passeggiera , si1nile a un parossismo di febbre, che termina con la morte lo << sforzo di t1na forza non ancora sana di cacciare fuori il male ; non basta perci che generale e profondo sia il sentimento che la costituzione statale, cosi
co1ne , sia insostenibile >>; necessario che la volont rivoluzionaria, la volont di praticare la giustizia vada di pari passo col
rilevamento oggettivo della crisi delle istituzioni. Qui la volont
rivoluzionaria muove all'unisono con il sentimento del destino storico, ed in ci essa trova il suo sostegno. Come sono ciechi coloro che credono che pili a lungo possano sostenersi ordinamenti,
costituzioni, leggi che non sono pili in armonia con i costumi, i
bisogni, l'opinione degli uomini, - istituzioni da cui uscito lo
spirito -- ; che vuote forme nelle quali intelletto ed esperienza non
ripongono alcun interesse, siano sufficientemente forti da vincolare
ancora a lungo la vita di un popolo! Tutte le concezioni, i rapporti, le ripartizioni di una costituzione da cui sia uscita la fiducia popolare, nel tentativo di ricreare la fiducia attraverso delle abboracciate spacconate, di nascondere la morta sostanza con belle parole,
non coprono soltanto di vergogna il loro fantastico ideatore, ma
preparano altresi una molto giovevole rottura, nella quale l'ira
vendicativa si associa al bisogno della riforma e la folla, sempre
ingannata, sempre repressa, pone nella slealt anche la necessit
1

( 82 )

(8 3)

Ivi.
Molto bene a questo proposito, G.

LUKACS,

op. cit., p. 180 sgg,

219

di una punizione ( 84 ). Dunque, nella storia radicata la necessit


e l'urgenza di una trasformazione, e di una trasformazione tale
per c11i non ci si limiti a riempire dei vecchi co11tenuti nuove
formule, ma si escogitino originali forme adeguate e comprensive
della nuova realt storica.
E d'altronde la molla del progresso scoperta all'interno dell'antinomia che rivela il pensiero rivoluzionario, tra l'individualit
del volere e la razionalit del fine: essa consiste, per usare i termini hegeliani, nella sintesi dell'angoscia che deve e del coraggio che vuole; la rivoluzione viene quindi allorch la necessit
storica che si manifesta nell'angoscia dell'individuo si riversi nella
sua ansia dell'universale. Vediamo cosi l'antinomia di razionalit
e di individualit risolta dallo Hegel non solo mediando gli estremi in una sintesi conclusiva, ma reinterpretando, definendo originalmente gli estremi stessi: l'individuo non un atomo, ma costitutivamente inserito nella storia, n la razionalit una realt
iperuranica ma essenzial1nente congiunta all'espressione umana.
La contraddizione diviene il motore stesso della storia ed il rilevamento della contraddizione contiene in s la ragione dell'azione
degli individui; "lungi da ogni ipocrisia, ogni individuo, ogni ceto,
prima di aver pretese sugli altri, prima di guardare alle cause del
male fuori di s, cerchi in se stesso di considerare i suoi rapporti,
i suoi diritti, e qualora egli si trovi in possesso di un ingiusto diritto, cosi tenda a porsi in equilibrio con il restante mondo ( 85 ).
Le conseguenze politiche e costituzionali di questa impostazione non tardano a rivelarsi e sono affatto espressive del vigoroso democraticismo hegeliano. Il cittadino, egli sostiene, deve avere
in proprio potere di riformare e di revocare le riforme, conseguentemente deve direttamente eleggere i propri magistrati (86 ). Questa
(8-1 )

Schriften, VII, p. 151.

(') Ivi, pp. 152-153.


(8 6) Schriften VII, pp. 153-154. Non hanno quindi, a nostro parere, colto pienamente il senso di questo scritto coloro che (co1ne BtiLOW, FR., op. cit., p. 36 sgg. e F.
RosENZWEIG, op. cit., I, p. 57 sgg.) hanno visto un atteggiamento riformistico: se
infatti non fossero sufficienti le pagine introduttive a negarlo, col loro sdegno moralistico e con la problematica giacobina che dibattono, basterebbero quest'ultime
dove il sistema rappresentativo democratico vigorosamente sostenuto. Ed altresi
parziale l'interpretazione del VEI<:MEIL (art. cit., pp. 445448) che non intende quanto il tono n1etodico hcgeliano sia qui mutato rispetto al radicalismo astratto
di Berna.

220

DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE

CAPITOLO QUARTO

concezione non manifesta tuttavia alcuno dei presupposti contrattualistici di ct1i risentivano le correnti concezioni rivoluzionarie:
il razionalismo qui profondamente, intimamente riformato, appunto dalla convinzione che la razionalit del fine sia mediata nel'
la libert individuale, dalla necessit storica. Ma neppure si pu
sostenere che perci Hegel si avvicini alle concezioni organicistiche
che i reazionari stavano elaborando: il suo rigetto del giusnaturalismo e dei dogmi che lo integrano, non vale a sminuire l'energico
sentimento della giustizia che egli nutriva, n ad indurlo ad annegare l'individualit nella totalit etica o naturalistica in cui era
concepito lo stato nella nuova dottrina. Individualit e totalit
sono per Hegel complementari, congiunte nel nesso dialettico, e
il nuovo metodo, le nuove esigenze non finiscono col dimenticare
l'idea di stato popolare ma solo col riaffermarla, e davvero in
maniera pili efficace (87).
6. - Posta la centralit della corlcezione dello stato popolare
nella tematica del giovane Hegel come si configurava il rapporto
tra eticit e legalit? In altri termini, come risolve il giovane Hegel il problema dell'autonomia del diritto?
Risulta piuttosto evidente, da quanto fin qui esposto, che nell'ambito della tematica hegeliana non poteva essere sviluppata una
rigida separazione della morale dal diritto, poich la definizione
dello stato popolare implicava una fondazione affatto sociale della moralit; d'altro lato il diritto era dallo Hegel inteso come forza costr11ttiva pili che come ordinamento tecnico o coercitivo, come nesso attivo di volont meglio che come volont obbiettivata
in quanto tale, e perci anche da questo punto di vista era riferito alle energie morali in movimento degli individui e della comunit. L'iniziale domanda deve quindi, a nostro parere, esser trasformata nella seguente: come reagisce Hegel di fronte alle contemporanee teorie, soprattutto di scuola kantiana, che esigevano
una precisa e rigida distinzione tra moralit e legalit? e inoltre:
quali nuovi stimoli ricava lo Hegel da tale concezione, che ripugnava al suo pensiero ma di cui tuttavia non poteva non riconoscere il rigore scientifico e le serie ragioni?

. innanzitutto importante

per noi ripercorrere, per sommi


capi, la concezione kantiana del diritto e dello stato, formulata
nei Principi metafisici della dottrina del diritto del 1797 (88). La
dottrma centrale di quest'opera senza dubbio quella del Rechts80
staat ( ), dottrina che presuppone la distinzione della morale dal
diritto, poich l'affermazione dell'assoluta sovranit della legge non
pu andar disgiunta, nella concezione liberale che Kant propugna,
dalla preoccupazione di garantire la libert individuale; in secondo
luogo. poich il diritto costituisce la norma assoluta della vita socia!~, e ~oich la sua sovranit riferita all'assolutezza della legge
d1 hberta, consegue che lo stesso stato condizionato dal diritto
e dalla legge universale di libert (90 ). Due sembrano perci le
preoccupazioni che reggono la decisa proclamazione kantiana dell'autonomia del diritto: da un lato l'esigenza di salvaguardare la
libert dell'individuo, dall'altro quella di non attribuire allo stato
alcun compito o alcun potere che possa indurlo al dispotismo.
Kant riprende in tal modo la dottrina classica del liberalismo europeo, ed evidente che il suo avversario non solo il dispotismo
settecentesco, ma anche quello che egli riteneva nascere dalla dottrina democratica: perci egli rifiuta di dare veste giuridica alle
ideologie politiche e morali, ed attento all'esclusione della considerazione dei fini dallo studio del diritto, poich l'entusiasmo
etico, oltre ad ottenebrare la cristallina razionalit della scienza
del diritto, gli sembra provocare inevitabilmente quelle ambiguit
dispotiche che riconosceva nelle teorie democratiche di derivazione ro11sseat1iana (H1 ).
Tuttavia, pur escludendo la compenetrazione di eticit e legalit a livello logico-critico, Kant la riproponeva a livello metafisico:
nel regno soprasensibile dei fini le due categorie si connettono
come espressione di un'unica legge di libert e davvero qui si pu

Cosi anche T. L.

HABRING,

op. cit., I, pp. 587-590.

88

) A1etaphysische Anfangsgriinde der Rechtslehre. Da noi consultati nella trad


it. di GIOVANNI VIDARJ, riprodotta in KANT, Scritti politici, cit. p. 377 sgg.
.
( 89 ) Ivi, paragr. 43-62.
(

. (SO) A~biamo tenuto presente a questo proposito soprattutto il fonda1nentale


articolo d1 G. SOLARI, Il liberalisn10 di J(ant e la sua concezione dello stato di diritto, in Studi storici ... , cit., pp. 231-250.
91

) Anc?ra alle ~'e.dute di G. SOL1\RI ci riferiamo ed in particolare all'art. Scienza e Metafisica del dtrttto in Kant, in Studi storici ... , cit., pp. 207-229.
(

( 87 )

221

----~~--- ------,----~=--.,.,--.,-,~---..,.,---------

222

DIALETTICA UMANISTICA E :METAFISICA NEL PERIODO DI l'RANCOFORTE

CAPITOLO QUARTO

parlare di legalizzazione della morale e di moralizzazione del diritto (9 2). Cosi l'esigenza giusnaturalistica della suprema giustizia
ricompariva nella dottrina del diritto e proprio la sua trasparenza
permetteva l'inserimento della particolare teoria nella totalit del
sistema: procedimento dunque affatto coerente, ma che presupponeva un complesso di specifiche condizioni, e soprattutto esigeva
un'impostazione di carattere dualistico, vale a dire il dualismo di
sensibile e razionale e quello di reale ed ideale. Bastava infatti che
tale dualismo fosse considerato decaduto, e che di conseguenza
l'idea fosse senza residui immersa nella storia, per stabilire che la
suprema giustizia non poteva pili situarsi in una sfera diversa da
quella giuridica, ma doveva congiungersi strettamente a questa, e,
quand'anche una certa trascendenza le fosse concessa, era solo trascendenza temporale, che si rivelava come indefinitivit del processo di realizzazione dell'idea (93 ).
Contro tali concezioni Hegel muove decisamente. Sappiamo
che nel periodo bernese egli aveva studiato a fondo la Critica della
ragion pratica e che a partire dal 10 agosto 1798 si applica allo
studio della Metafisica dei costumi (91 ); degli appunti ricavati da
questi studi ci restano alcuni fogli (95 ).
(ll2) La frase riportata di F. BATTAGLIA, Linee di sviluppo del pensiero filosoficogiuridico in J(ant e in Hegel, in <(Rivista internazionale di filosofia del diritto)), XI,
1931, pp. 610-622, ma a p. 614. Sul tema del regno dci finii> che aprirebbe ulteriori
sviluppi alla teoria kantiana ed introdurrebbe al successivo sviluppo dell'idealismo
trascendentale, oltre altri articoli cit. di SOLARI e BATTAGLIA, si cfr. T. LITI, Kant
und Herder als Deuter der geistigen Welt, I-Ieidelberg 1949, II ed. migliorata, in
part. pp. 162-172 e 184 sgg.; tuttavia non bisogna esagerare la possibilit dello sviluppo n farne qualchecosa di meccanico: infatti, come ha ben precisato in un
ottimo ed ancor valido scritto K. BACHE, [(ants Prinzip der Autono1nie iin Verhiiltnis zur Idee des Reiches der Zwecke, Kantstudien)), Erglinzungsheft 12, Berlino
1909, in part. pp. 14-24, i fini nella dottrina kantiana non sono solo compiti da attuare, idee, ma anche persone, quindi entit oggettiva1nente valide, ed appunto
ci che nel successivo sviluppo della filosofia idealistica venuto meno.
(93) E' ci che caratterizza particolarmente Das Systeni des Sittenlehre nach
Prinzipien der Wissenschaftslehre del 1798 di FICHTE; su cui in part. X. LEoN, op.
cit., I, pp. 510-517 e R. CANTONI, Introduzione alla trad. it. dell'opera fichtiana, Firenze 1957, p. IX sgg.
(9 4 ) La testimonianza di K. ROSENKRANZ, op. cit., pp. 87-88; ma cfr. anche
T. L. HAEIUNG, op. cit., I, pp. 592-595. D'altronde anche tra gli appunti di Berna
raccolti da HoPPA1EISTER nei suoi Doku111ente possibile trovare alcune note che
rivelano piena conoscenza del kantismo: soprattutto ivi, pp. 218-219, dove un
(<buon riassunto dell'etica kantiana.
(9 5 ) Ora raccolti in Dokun1ente, pp. 280-282.

223

Qui Hegel protesta innanzitutto contro il dualismo di natura


e ragione che condizionava quello di legalit ed eticit, ed inoltre
contro l'assolutezza in cui era raffigurato l'imperativo etico: tali
teorie rivelava110, a suo avviso, un atteggiame11to astratto e formale d'indagine; nella vita, - egli opponeva - , l'unit di moralit
e legalit doveva essere fonda,ta, non si poteva accettare l'atout
dualistico kantiano, limitativo delle energie creative dell'uomo e riproducente le formule dell'alienazione teologica('"). In un brano,
che ci rimasto integro, nel quale Hegel prende in considerazione
la distinzione kantiana di stato e chiesa, rieccheggiante l'altra di
legalit e moralit, possiamo cogliere il determinato sviluppo della critica hegeliana. Hegel crede di poter rilevare una contraddizione inerente alla distinzione kantiana: malgrado le teorizzazioni, egli dice, resta il fatto che, nella storia, chiesa e stato si arrogano entrambi il carattere della totalit, ma logicamente si d che
due totalit non possano convivere. " Quando agisce nello spirito
della Chiesa, l'uomo agisce come totalit non solo contro qualche
particolare legge dello Stato, ma contro tutto il loro spirito, contro la loro totalit. Quando il cittadino riesce a vivere in pace con
entrambi (Chiesa e Stato), ci avviene perch egli non prende sul
serio il suo rapporto o con lo Stato o con la Chiesa. I due estremi,
Gesuiti e Quaccheri, hanno con tutta seriet cercato di congiungere le due forze, gli uni evitando di interessarsi ad alcunch nello
Stato che fosse in contraddizione con la Chiesa .. ., gli altri, mentre
predicavano la sottomissione esteriore alle leggi dello Stato, cercando di frodarlo di ogni virtli civica, attraverso la dottrina dell'interiorit della libert di coscienza '" Ma, conclude Hegel, la
totalit che si arroga la Chiesa " un frammento solamente, quando l'uomo totale sia polverizzato in privato cittadino e in uomo
di chiesa '" mentre, secondo il principio dello stato popolare, " lo
stato una totalit completa, e allora non pili possibile distinzione "(97 ). In due direzioni si muove dunque la polemica hege96

) La pili recente critica kantiana sembra riprendere i moduli della critica


hegeliana e tende ad avvicinare alcune formulazioni del filosofo di l(Onigsberg ad
origini teologiche: per tutti cfr. F. DELEKAT, Das Verhiiltnis van Sitte und Recht~
'
in
Kants grosser <,Metaphysik der Sitten)) (1797), in <iZeitschrift ftir philosophische'
Forschung, XII 1958, 1, pp. 59-86 (ottimo articolo).
(97) Dokumente, pp. 280-282.
(

224

CAPITOLO QUARTO

liana: da un punto di vista umanistico, quando Hegel intende


l'uomo come totalit che non pu assolutamente essere frantumata
da forze diverse e come energia costruttiva che nello stato trova
la pienezza della sua esistenza (98 ); in secondo luogo procedendo
dal concetto di comunit, enucleato dal pensiero neoclassico, cui
essenziale la comprensione unitaria delle espressioni umane (99 );
ed alla base di ciascuna critica infine il rigoroso immanentismo
che regge sia la concezione umanistica che quella comunitaria
dello Hegel : immanentismo metodico e fenomenologico, sempre
positivo, che rigetta ogni specie di dualismo, ed anche la modificazione che esso aveva assunto nell'indefinitivismo fichtiano ( 100 ).
Queste sono dunque le critiche che Hegel rivolge a Kant a
proposito di un particolare problema, ma evidente che esse possono essere estese a tutto il procedimento kantiano. Tuttavia, sebbene sia opportuno insistere sul differente stile del metodo dei due
autori, e sulla profonda diversit del mondo ideologico che sta alla
base delle due sistematiche, certo altresi che le stesse critiche
hegeliane non sono neppure pensabili senza ammettere una precedente profonda adesione di Hegel ai motivi della rivoluzione copernicana. Il giovane Hegel non mai un ripetitore di Kant, ma
certamente uno scolaro che svolge il suo insegnamento, riprendendo le categorie trascendentali per inserirle nel mondo storico,
e facendo della libert il motore dello sviluppo dell'umanit: e
perci anche Hegel poteva ancor qui, nel bel mezzo delle critiche,
ripetere le immaginose parole di HO!derlin: " Kant il Mos della
nostra nazione, che traendola dallo stato di rilassamento in cui

(98) Molto bene a questo proposito G. LuKAcs, op. cit., pp. 197-224, di cui restano discutibili tuttavia i diretti riferimenti al sostrato sociologico dell'opera hegeliana. Cfr. inoltre su questo punto l'ultilno art. di J. HYPPOLlTE, La critique
/lglienne de. la rflexion kantienne, in l(antstudien, 1953-1954, XLV, pp. 83-85.

Bene a questo proposito K. \.RENZ, Die Bedeutung der vOlkischen Sitte in


Hegels Staatsphilosophie, in <(Zeitschrift fiir clic gesa1nte Staatswissenschaft, 1938,
98, pp. 109-150, ma in part. per quanto riguarda gli studi giovanili pp. 111-122:
ma le conseguenze che lo stesso antore trae successivan1ente fanno sospettare
che alla base dell'interpretazione indubitabihncnte centrata che egli d degli
scritti giovanili, vi siano notevoli ambiguit, che permettono il successivo uso irrazionalistico dei concetti enucleati.
( 1 00) Cfr. ad es. su questa opposizione e sulle sue ragioni, S. MARCK, [(ant und
Hegel. Bine Gegenilberstellung ihrer Grundbegrifle, Tubinga 1917.
(99)

DIALilTTICA U1vIANISTICA E 1\1ETAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE

225

caduta in Egitto, la conduce nell'aperto deserto solitario della sua


speculazione e porta dal monte sacro la legge efficace e rianimatrice ,, ( 101 ). Ma oltre alla tonalit generale del tema speculativo,
idealistico e libertario, da Kant trapassa a Hegel anche un'altra
esigenza, quella cio sistematica. Ne viene la convinzione che la
proclamazione dell'ideale di stato popolare, l'idea della congiunzione di morale e diritto debba essere giustificata nell'ambito di
un sistema, insomma in termini logici fuori da ogni ulteriore esigenzialismo; la ricerca dell'unificazione comincia perci a svolgersi in termini logici, ed sempre tenendo presenti le scissioni
kantiane ed anche il rigore del suo metodo, che Hegel si muove
ulteriormente nell'indagine, ed in questa prospettiva elabora le nozioni di fede e di amore.
Innanzitutto, si chiede Hegel, quali sono gli effetti delle antinomie stabilite da Kant? E risponde che esse concludono all'assolutizzazione degli estremi del rapporto soggetto-oggetto : " le sintesi teoretiche sono affatto oggettive, ed il soggetto completamente opposto - l'attivit pratica nega l'oggetto ed affatto soggettiva - soltanto nell'amore si uno con l'oggetto, esso non domina
e non dominato ... Ciascuna riconciliazione si pu dire riconciliazione del soggetto con l'oggetto, della libert e della natura, del
reale e del possibile ,, ( 102 ). Insomma secondo la ragion teoretica
il rapporto tra soggetto e oggetto ricondotto sotto la categoria
del pensato, negazione perci del termine soggettivo e sua riassunzione nella dialettica della schiavitu e dell'alienazione; secondo la
ragion pratica invece l'oggetto ad essere negato, in quanto l'intero processo ridotto alla categoria della soggettivit : ed qui
senza dubbio evidente la critica al titanismo e all'indefinitivismo
fichtiano; solo l'amore attua la sintesi reale degli opposti, pur
( 101 ) Il passo tratto da una lettera di HOLDERLIN al fratello del 1 gennaio 1799,
ed citato e tradotto da V. VERRA, Dopo [(ant, cit., p. IX. Sul rovesciamento della
prospettiva kantiana attuato da Hegel, rovesciamento che tuttavia prevede la preliminare accettazione della rivoluzione copernicana, cfr. in part. H. AMRHETN, Kants
Lehre vom <<Bewusstsein ilberhaupt und ihre Weiterbildung bis auf die Gegenwart,
Kantstudicn, Ergdnzungsheft 10, Berlino 1909, p. 136, e A. PASSERIN o'ENTREVES, Il
fondan1ento della filosofia giuridica di G. G. F. Hegel, Torino 1924, p. 31.
( 102 ) Theologische Jugendschriften, p. 376. Dal frammento che stato composto
tra il 1798 e il 1799 a Francoforte e che stato intitolato dal NoI-IL, Moralitiit,
Liebe, Religion.

15. A. Negri - Stato e diritto nel giovane Hegei.

226

CAPITOLO QUARTO

presupponendo l'individualit delle opposizioni e non riducendole


in nessun caso a specchialit, ad una mera eco della nostra
essenza ( 103 ).
Ma qual' il preciso significato del concetto di amore? Ci troviamo forse di fronte alla definizione di un organo conoscitivo di
carattere mistico ( 104 )? Nulla di tutto ci, sia dal punto di vista
di un'analisi esterna e letterale dei testi hegeliani, sia dal punto
di vista sostanziale. Hegel, - e crediamo che lesposizione fin qui
condotta abbia contribuito a confermarlo - , quanto mai lontano da ogni concezione di tipo mistico; e l'amore infatti non
per lui un sentimento, ma " un tipo strutturale della spiritualit ( 10s), anzi qualcosa di ancor pili positivame11te caratterizzato,
la forza sintetica di sensibilit e razionalit, di individualit e di
totalit, la struttura appunto in cui si realizza la vita spirituale
piu piena, affatto inserita nella storia perci. Non stupisca il nome
di amore, n ci si lasci suggestionare dalle risonanze romantiche
del concetto: l'amore tutto risolto dallo Hegel nella realt positiva della vita ( 106 ).
(1o3) Jugendschriften, p. 377.
(104) Cosi W. DILTHEY, op. cit., p. 160 e sulla sua scia numerosi altri autori, tra
cui F. B-ULO\V, op. cit., pp. 32-40; H. WACKER, Das Verhiiltnis des jungen Hegel zu
Kant, Berlino 1932; J. MAIER, On Hegel's Critique of Kant, New York 1939.
(I05) Cosi T. L. lIAERING, op. cit., I, pp. 364-366: tesi tuttavia la sua, limitativa

della reale portata della concezione hegeliana dell'an1ore; I-18.ring insomma d


l'avvio ad una interpretazione che poi non porta a termine.
c1ori) Molto bene, ancora una volta, ha intuito G. LUKACS il carattere del c~n
cetto hegeliano di amore nell'op. cit., pp. 152-176; cfr. in part. p. 161 : He5el 1st
auch in Frankfurt kein Romantiker gewescn , p. 162: ... die Liebe eine dialektische Aufhebung der Stufe der Reflexion ist , p. 164 dove l'A. mette in luce il carattere illusorio che il concetto di amore ha tuttavia in ordine al problema della
riconciliazione. A co1nprovare ulteriormente le tesi da noi espresse si possono inoltre vedere i fran1111enti segnati Entwilrfe 6 e 9 in Jugendschriften, p. 367 e 377-378:
quanto al primo, in cui Hegel riporta dall'opera cit. di Mosheim, alcuni brani delle proposizioni delle dottrine eretiche dei {< fratelli del libero spirito>>, da
collocarsi nella prospettiva della polemica hegeliana contro la religione positiva,
e non pu essere inteso ,con1e una proclamazione di fede panteistica: solo una
nota storiografica; quanto al secondo, anch'esso rivela la preoccupazione hegeliana per l'elaborazione di un metodo dialettico. Completamente fallite ci sen1brano
perci le interpretazioni irrazionalistiche di H. GLOCKNEI~, op. cit., II, pp. 92-97; di W.
SCJ-IUI,TZ, Die Bedeutung der Idee der Liebe fiir Hegels Philosophie, in Zeitschrift
ftir deutsche !(ulturphilosophie, 1943 (92), pp. 217-238; mentre particolarmente suggestiva resta pur sempre, malgrado i toni esistenzialistici che la percorrono, l'interpretazione di J. R. BAHDELLE, Fai religieuse et connaisance philosophique ( propos
de Hegel, Glauben und Wissen), in Revue philosophique, 1942-1943, LXVI, pp. 63-83.

DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE

227

In un frammento dello stesso ciclo (1 7 ) il processo dell'unificazione attraverso l'amore ben descritto nel quadro di una concezione storica e positiva della realt. L'amore non n intelletto,
n ragione, n sentimento singolo, invece 11n intero, un contenuto unitario di molti separati; ed inoltre ad un tempo unificazione ed unit, parte e totalit, morte e vita. Nell'amore ancora il separato, ma non piu come separato: - come Unificato; e
il vivente sente il vivente " ( 108 ): termini questi che senza dubbio
introducono alla terminologia matura, ma che tuttavia non hanno
qui ancora perduto quella tonalit fenomenologica che caratteristica di tutta la primitiva esperienza teoretica dello Hegel. Ed
infatti il concetto di amore diviene lo strumento attraverso cui si
tenta di mediare la corporeit e la propriet, vale a dire quella
che fin qui era stata considerata, nell'esasperazione dei motivi
intellettualistici del radicalismo politico, morta positivit; l'amore
quindi comincia a raffigurare la mediazione della positivit, il termine di passaggio dalla cattiva alla buona positivit, ed nozione
affatto immersa nella storia, e, per quanto soprattutto ci interessa,
mezzo di congiunzione dialettica di eticit e legalit ( 109 ).
Caratteristico, s' detto, appunto il tentativo di mediare la
nozione di propriet con quella di amore. La propriet infatti era
la tipica fonte di alienazione, la categoria giuridica per cui risultava fissata l'astrazione dell'uomo privato, e da cui derivava la negazione dell'ideale dello stato popolare; tentando ora di mediarla
si voleva risolvere, con il generale problema della positivit, quello
della legalit. Hegel procede a questo modo : se il possesso e la
propriet costituiscono una parte cosi importante dell'uomo, delle
sue preoccupazioni e dei suoi pensieri, neanche gli amanti possono astenersi dal riflettere a questo lato delle loro relazioni; e se
pur l'uso comune, resterebbe indeciso il diritto al possesso; il
pensiero del diritto non verrebbe affatto obliato, perch tutto ci

(101) Entwurf 10, in Jugendschriften, pp. 378-382; E. DE NEGRI ha dato una traduzione italiana di questo fran1mento (solo delle pagine 379-382) particolarmente
precisa nei suoi Principi di Hegel, Firenze 1949, pp. 18-24. Il De Negri ha anche proposto, e secondo noi a ragione, di n1utare il titolo del frammento, Die Liebe)) con
la dizione <(L'a1nore, la corporeit e la propriet)).
(108) Jugendschriften, p. 379 (trad. it., p. 19).
(109) Ivi, pp. 381-382.

CAPITOLO QUARTO

228

di cui gli uomini sono in possesso ha la forma giuridica della propriet; ma quand'anche il possessore ponga l'altro nell'egual diritto di possesso, tuttavia la comunanza dei beni soltanto il diritto di ciascheduno dei due alla cosa "( 110 ). Sembra dunque che
non si possa dare mediazione totale della propriet, essa condannata a vivere nella sfera astratta del diritto; si deve tuttavia
notare che, se la mediazione non pu essere attinta per quel che
riguarda la propriet, il solo fatto che sia tentata, rivela un notevole mutamento della metodologia hegeliana: l'impossibilit di
una completa mediazione discende cio dalla determinata essenza
del concetto, non pili dai limiti intellettualistici dell'impostazione
e del procedimento hegeliano.
In un successivo frammento, cui si attribuito, pili o meno a
ragione, il titolo Glauben und Sein (111 ), Hegel fa un ulteriore passo
avanti nella via del recupero della positivit. Qui l'antica opposizione di libert e alienazione, di religione popolare e di religione
positiva ricondotta all'opposizione logica del pensiero e del pensato: ed appunto il pensato assume tutti i caratteri della negativit, della morta positivit. N si creda di trovarsi ormai di fronte
alla definizione della categoria logica del non-essere: il pensato
come alienazione dal pensiero determinato in maniera affatto
circostanziata, colto nella sua realt storica attraverso una nuova
analisi della religione positiva; e quando Hegel, d'altro lato, parla
della fede, del credere come dello strumento di mediazione, anche questo concetto affatto determinato, non contiene alcun riferimento ad esperienze mistiche ma solo il modo in cui il riconciliato, ci in cui un'anti11omia riconciliata, presente nella
nostra rappresentazione " ( 112 ). In questo senso " riconciliazione ed
essere sono sinonimi "( 113 ). Qui ormai la positivit rivalutata, o
almeno quello specifico concetto di positivit, riconoscibile in ogni
fase del pensiero hegeliano, che non mai ricondotta alla mera
fattualit; una realt fluida invece e pregna di possibilit, una storicit intesa e descritta fenomenologicamente, vita dell'uomo, com-

Ivi, p. 382 (trad. it., p. 24).


(11 1) Entwurf 11, del 1799, in Jugendschriften, pp. 382-385.
(112) Ivi, p. 382.
(113) Ivi, p. 383.

(110)

DIALETTICA UMANISTICA E ~1ETAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOPORTE

229

plesso di norme e di azioni. Ed in ci appunto possiamo anche


sottolineare la continua presenza dell'istanza illuministica e giacobina nella filosofia di Hegel, laddove comprendiamo che la riconciliazione esigita non conclude nell'esaltazione del fatto, ma
pu essere attinta solo dalla rivoluzione, oltre ogni negativit, o
meglio nella risoluzione positiva d'essa (114).
Alla soluzione del problema della positivit naturalmente
congiunta la soluzione dell'antinomia tra moralit e legalit: ed
chiaro che soltanto quando la realt storica sia descritta nei termini sopra riferiti, solo allora la moralit trova modo di sostanziarsi di un contenuto storico e la legalit di esprimere un contenuto etico. Tuttavia se il problema non era solo quello della generica definizione della possibilit della mediazione, e se l'indagine
filosofica doveva anche prefigurare specificamente le forme concrete in cui tale mediazione potesse attuarsi, la ricerca andava
approfondita. Hegel infatti muove in questa direzione.
7. - Nel periodo di Francoforte. a detta di alcuni interpreti,
gli interessi politici e genericamente culturali costituirebbero solamente un momento subordinato nella speculazione del giovane
Hegel; egli procederebbe invece direttamente in una nuova direzione metafisica dopo aver enucleato, anzi svolgendo i concetti di
fede e di amore ( 115 ): dagli autori che sostengono simili interpretazioni sarebbe quindi proposta un'indagine che riducesse a mero
sfondo dell'evoluzione del pensiero del giovane Hegel gli elementi
politici e culturali, mentre dovrebbero passare in prima linea le
pur confuse ma fertili intuizioni metafisiche. Tale opinione, piuttosto diffusa, misconoscendo programmaticamente la centralit che

( 114 ) Che qui si possa parlare d una riconquista della positivit nega decisamente P. AsvELD, op. cit., pp. 184-191, che tuttavia a nostro parere equivoca: nel
senso che egli nega la possibilit di parlare di buona positivit, poich lo strumento
- fede)) - assunto affatto fittizio; ma non importa determinare ci, e noi infatti potremmo essere d'accordo, quanto cogHere nella fenomenologia hegeliana
un notevole spostamento dell'interesse speculativo. G. LuKAcs, l. c. l'ha inteso perfettamente, ed anche H. NIEL, op. cit., pp. 46-48, sebbene nella sua interpretazione
preoccupazioni teologiche si sovrappongano continuamente al procedimento euristico.
( 115 ) Cosi T. L. HAERING, op. cit., I, pp. 595-598; J, SCHWARZ, Hegels philosophische Entwicklung, Francoforte s. M., 1938, p. 327: <' llegels politische und
allgemein kulturelle Interessen nur ein untergeordnetes Moment bedeuten }> (ivi).

230

CAPITOLO QUARTO

DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE

quei temi ebbero in realt nel pensiero del filosofo di Stoccarda,


ha generato i pili gravi fraintendimenti della sua opera giovanile,
e ne uscita un'immagine scolorita e romanticoide di un pensatore che ha al contrario forte tempra da un lato di analista, dall'altra di ideologo rivoluzionario. Sentiamo il bisogno di porci a
questo punto in posizione critica dinnanzi alle interpretazioni metafisiche del pensiero del giovane Hegel, proprio perch qui perveniamo al centro della sua esperienza speculativa, laddove pili
che mai teoria e prassi, dottrina e metodo si integrano ed armonizzano nell'indagine dei problemi concreti, in particolare giuridici
ed economici. Ci sembra infatti che il tener presenti le interpretazioni irrazionalistiche e metafisiche, come contrapposte alla nostra, ci aiuti a definire l'originalit della problematica hegeliana e
giovi a far risaltare il vero significato della sua opera. Da parte
nostra ribadiamo quindi, come s' altrove dimostrato, la centralit dei temi politici e culturali anche nel periodo di Francoforte,
ed insistiamo nel ritenere motivo caratteristico dell'indagine hegeliana la descrizione fenomenologica, e fine della ricerca il recupero
della positivit, non come momento di una dialettica metafisica ma
storica ed umana.
Hegel procede alla rivalutazione della morta positivit ed alla
definizione delle forme di buona positivit attraverso l'analisi dell'esperienza giuridica ed economica, - attraverso ricerche quindi
il cui oggetto ancora rivela il carattere positivo di tutta la sua
speculazione; ma vediamo innanzitutto come Hegel affronti la
analisi dell'esperienza giuridica. Ci restano alcuni frammenti relativi agli studi sul codice prussiano del 1795, che considerano in
particolare il terna " delitto e pena "( 11"); Hegel si riferisce al
Frammento di un codice generale per gli stati prussiani di Cramer (117), attorno a cui si era scatenata la polemica. Non strano
che Hegel intervenga nella polemica, poich egli perfettamente
al corrente del dibattito culturale del suo tempo, n strano che
egli intervenga proprio a proposito del problema della pena,

(116) Francoforte 1799, ora in Dokun1ente, pp. 279-280.


(117) Entwurf eines allgen1einen Gesetzbuch fiir die Preussischen Staaten.

Ope~

ra edita a Berlino nel 1784. Si cfr. per l'uso di questo lavoro anche gli appunti
hegeliani sul tema Oeffentliche Todesstrafe, in Dokun1ente, pp. 270-272.

231

poich da buon discepolo della scuola critica aveva visto i suoi


maestri affaticarsi e la filosofia del diritto dell'amico Schelling
cozzare contro tale problema e su di esso dichiarare il proprio
fallimento ( 118 ). Ma l'interesse per quel terna aveva anche origini
interne alla problematica hegeliana: quando infatti si tentasse,
come Hegel, di sintetizzare moralit e legalit, il problema della
pena saltava avanti e rappresentava il momento per eccellenza critico. Nella pena infatti autonomia ed eteronomia del diritto si incrociano direttamente e qui moralit e legalit si configurano come
assoluta opposizione; se la mediazione che Hegel aveva con tanta
paziente ansia ricercata era valida, essa doveva a questo proposito
verificarsi, risolvendo i1n caso estremo di opposizione.
Innanzitutto Hegel polemizza contro le dottrine illuministiche
che concepivano la pena in funzione del migliorare o dell'intimorire, sostenendo che " il piacere moralistico del punire e la concezione del miglioramento non son molto differenti dal piacere della
vendetta ,, : v' in entrambi un atteggiamento eudemonistico o edonistico che condiziona la scelta del criterio di giustizia. Non c'
bisogno, a suo parere, di andare a giustificare la pena con concezioni estranee alla considerazione del fatto delittuoso; l'isolamento
del criminale, " il taglio delle comunicazioni giusto poich il
malfattore si egli stesso isolato "( 119 ). quindi qui gi formulata
la concezione della pena come " diritto soggettivo del criminale .
Le teorie della prevenzione, dell'intimidazione, del miglioramento,
ci dice Hegel, non hanno il minimo valore, in quanto fondate su
presupposti psicologistici che non esprimono quello che l'uomo ,
vale a dire libert e universalit individuata: data questa definizione di uomo, e conseguentemente caratterizzata la sua azione, ne
viene che all'azione inerente la pena come suo corrispettivo, come ci che perfettamente adeguato alla volont del criminale, il

(118) Cfr. supra pp. 197-204. Questo tema era centrale nella tematica filosofico giuridica prekantiana, e Hegel doveva essere perfettamente al corrente della polemica con1e risulta dalle citazioni incluse nelle note ai paragrafi dedicati all'argomento
nei Grundlinien der Philosophie des Rechts, IV ed., a cura di J. HoFFMETSTER, 1955,
Amburgo, paragr. 99-103, pp. 94-99 (trad. MTISSINTIO-PLEBE, Bari 1954, pp. 95-100).
(IHJ) Dokumente, pp. 279-280. Su un possibile precedente mistico della concezione
hcgeliana della colpa, cfr. B. JHRINGiR, Der Schuldbegriff bei den Mistikern der
Refonnationszeit, Berna 1912.

232

DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE

CAPITOLO QUARTO

contenuto oggettivo del volere. Insomma la pena l'alienazione


dalla vita che esigita dall'azione delittuosa in quanto questa
alienante ( 120 ). Sembra quindi che nel tentativo di superare il limite cui era giunta la filosofia del diritto di Schelling, che nun
riusciva appunto a passare dal momento autonomo e rivendicativo
del diritto soggettivo a quello eteronomo e coercitivo dell'oggettivo, Hegel esasperi la considerazione dell'individualit stessa fino
a comprendere come essenziale al processo del volere la sua stessa
opposizione; e ancora, che questa concezione preveda un fondamento teologico o almeno metafisico, tale da giustificare quell'equilibrio razionale di azione e contropartita che sta alla base del
rapporto stabilito tra delitto e pena ( 121 ): ma questa concezione, ci
sembra, presuppone, piuttosto che una dottrina di carattere metafisico, l'ideale dello stato popolare. In questa dottrina infatti la
volont individuale era, per cosi dire, istituzionalizzata, ed il rapporto che lega nel diritto soggettivo delitto e pena quindi possibile poich il diritto soggettivo nella concezione hegeliana esteriorizzato, poicl1 l'antinomia tra momento autonomo ed eteronomo del diritto non affatto drammatica come lo era nello Schelling, ma gi risolta nei concetti da cui muoveva, dell'individualit
e della comunit, che appunto prevedevano la preliminare integrazione di interiorit ed esteriorit, di volizione e oggetto del volere, l'equilibrio e la riconciliazione, come possibilit o come realt, di singolarit e totalit. Con ci non si vuol negare il carattere
cervellotico e astratto della concezione hegeliana della pena ( 122 ),
ma solo intendere come essa si collochi coerentemente nel quadro
della sua speculazione.
D'altronde Hegel non tarda a rendersi conto dei limiti soggettivistici della sua analisi di quel momento centrale nell'espe( 12 0) Sul concetto hegeliano di colpa e di pun1z1one, cfr. il molto mediocre
lavoro di E. SuLz, Hegels philosophische Begriindung des Straftrechts ... , Berlino
1910; ma soprattutto gli otthni lavori di O. K. FLECHTHEIM, Hegels Strafrechtstheorie,
Brno, 1936, e La fonction de la peine dans la thorie du droit de Hegel, in {<Revuc
internationale dc la thorie du droit, 1936 (10), pp. 189-197.
( 121 ) Sui presupposti teologici che reggerebbero la concezione hegeliana ha insistito particolarn1ente O. K. FLECHTI-IBIM, nell'art. cit., p. 191 sg.
( 122 ) Giustamente dice FLECHTHEJM (art. cit., p. 190) essere la metafisica dcl
diritto penale di Hegel <( una speculazione temeraria senza alcun modello pratico e
senza alcun tentativo di realizzazione il.

233

rienza giuridica che la pena, per quanto si tratti di quel particolare soggettivismo enucleato nella teoria dello stato popolare ed
irriducibile agli schemi correnti; sta di fatto che in questo stesso
periodo, nel tentativo di superarli, egli intraprende lo studio di
problemi economici, costruendosi in tal modo gli strnmenti atti
alla comprensione del contesto oggettivo dell'esperienza. In particolare scrive un commento all'opera di un economista inglese, Sir
James Stewart ( 123 ), commentario di cui purtroppo ci resta solo
un sunto di Karl Rosenkranz: In questo commento, egli scrive,
si concentrano tutte le idee di Hegel, relative all'essenza della societ civile, concernenti i bisogni ed il lavoro, la divisione del lavoro, e i beni dei diversi ceti della societ, concernenti i poveri e
la polizia, le imposte ecc .... Vi si incontra un gran numero di grandiose concezioni sulla politica e la storia, e molte annotazioni davvero acute. Stewart era ancora un partigiano del mercantilismo.
Con nobile passione ed una folla di interessanti esempi, Hegel attacca ci che vi di morto in tale sistema, cercando, nel
bel mezzo della concorrenza e della meccanicizzazione del lavoro,
di salvare la vita interiore dell'uomo "(124 ).
L'elemento centrale dell'analisi hegeliana consiste dunque nel
rilevamento del fenomeno della meccanicizzazione del lavoro e nella conseguente polemica; polemica che va senza dubbio riallacciata
a quella metafisico ..religiosa contro l' alienazione, il morto , il
"meccanico ,, (1 25 ), ma solo quando si tenga conto del fatto che,
per la positiva concezione hegeliana dell'uomo, la prima era causa
e non effetto della seconda. Attraverso tale analisi il giovane Hegel riesce a penetrare la dialettica del mondo capitalistico, e rie-

(123) L'originale inglese portava il titolo Jnquiry into the principles of political

Oecono1ny, 1767; la traduzione tedesca ha questo frontespizio: Sir Janies Stewart,


Baronets, Untersuchung der Grundslitze der Staats1virtschaft als ein Versuch Uber
die Wissenschaft van der inneren Politik, bei frei Nationen, aus den1 Englischen
Ubersetzt, Tubinga 1769-1772. Hegel comment quest'opera dal 19-2 al 16-5-1799 come
testimonia K. RoSENKRANZ, op. cit., p. 86. J. f!OFFMEISTER nelle note ai Dokun1ente
ha segnalato i luoghi in cui nell'opera hegeliana ritornano i riferimenti all'indagine
di Stewart: pp. 466-467. Non stupisce che questo scritto hegeliano sia andato perduto nell'ambiente della scolastica hcgeliana del tutto preoccupata di problen1i affatto diversi, teologici e mistici piuttosto che storici ed economici.
(124) K. RosENKRANZ, op. cit., p. 86, ora ripreso in Dokun1ente, p. 280.
(125)

Cosi T. L. I-IAERING, op. cit., I, p. 592.

234

CAPITOLO QUARTO

sce altresi, con profetica chiarezza, a denunciarne le contraddizioni, lungimiranza che sembra essergli permessa dal carattere determinato ed attento alla concretezza del suo metodo, decisamente
situato oltre i limiti del moralismo giusnaturalistico ed anche oltre quelli utilitaristici ed ottimistici del pensiero dell'economia
classica ( 126 ). Hegel coglie insomma nelle contraddizioni che si rivelano nel mondo del lavoro, - divisione del lavoro, rneccanicizzazione, obbiettivazione dell'attivit nel prodotto, ecc. - , la manifestazione di una organizzazione sociale alienante, n ritiene tale
situazione transitoria, marginale, ma invece assol11tame11te neces~
saria in quel determinato sistema (' 27 ). Ora, tenuti presenti tali
rilevamenti, risulta chiaramente che le contraddizioni del mondo
capitalistico non sono superabili al suo interno, esse sono radicate
nelle strutture economiche e sociali e producono effetti ideologici
specifici: se cosi, la dialettica di libert e alienazione implica un
superamento rivoluzionario della struttura, il rovesciamento dei
valori che condizionano la societ borghese.
Il primo dei concetti che va rigorosamente criticato e dernc>
lito , a parere di Hegel, quello di propriet: su di essa infatti,
non solo nella formulazione romanistica ed in riferimento alle
residue strutture medievali e corporative degli stati territoriali
tedeschi, ma anche in riferimento alla nuova dinamica economica
del capitalismo nascente, si fonda ogni rapporto di alienazione.
Con ci Hegel riprendeva un terna costante della sua speculazione giovanile e specificava ulteriormente l'idea di uno stato socialisteggiante, la cui concezione era coerente1nente promossa co~
me conclusione dell'utopia dello stato popolare e di quell'ascetismo comunitario che ne era alla base (128). Ma d'altro lato questa
126

) Benissimo ha colto questi elementi J. HYPPOLITE in una recensione del lavoro di Lukacs che si presto estesa fino a segnare alcune importanti tracce d'investigazione del pensiero hegeliano: cfr. Etudes sur Marx et Hegel, cit., pp. 89-91
127
(
) Ancora J. HYPPOLITE, op. cit., p. 91-92.
(

128

) Su questa concezione socialisteggiante dello stato, mai espressamente definita dal giovane Hagel, ma supposta all'origine del suo pensiero, si veda J. R<r
SENZWEIG, op. cit., I, p. 159 sgg.; e inoltre G. SOLARI, Il concetto di societ civile in
llegel, in Studi storici cit., in part. p. 350. Quanto alla diffusione delle dottrine
classiche della scienza economica inglese in Germania, cfr. RoscnER, Geschichte
der Nat.-Oekono1nie in Deutschland, Berlino, 1894, p. 593 sgg., e le note di G. SOLARI,
op. cit., p. 348.
(

DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE

235

presa di posizione, ora certamente pi rigorosa che negli scritti


precedenti, perch confortata da acute analisi economiche, corrisponde a quella fase del processo evolutivo del pensiero rivoluzionario che fu in Francia caratterizzata dalla rivolta egalitaria
dei babeufiani ed in cui cominciarono a divenire coscienti i motivi
economici e sociali delle rivendicazioni libertarie ( 129 ).
La riconquista della positivit comincia cosi a configurarsi a
livello dell'analisi economica; ma anche occorre sottolineare che
la positivit che Hegel rivaluta non meramente fattuale, - in
questo caso egli dovrebbe concludere all'esaltazione del capitalismo - , quanto una realt fluida, un contesto di possibilit, meglio, un ideale calato nella realt storica: la positivit insomma
risulta rivalutata quando sia ricondotta al lavoro, all'energia costruttiva dell'uomo che la plasma e sorregge. Si ripete perci la
dialettica tra libert e alienazione, con la sola variante che essa
qui descritta dal punto di vista economico ; ma con la risoluta
immersione nell'oggettivit che l' analisi economica esige, Hegel
perfeziona la sua metodologia, e forma gli strumenti per intendere
lo sviluppo storico non come crescita di un organismo naturalisticamente definito, ma come realt dialettica esso stesso ( 130 ), differenziandosi cosi decisamente dalle teorie reazionarie e conservatrici che fin qui avevano promosso la rivalutazione della storia.
Infine, come ultima risultante degli studi economici di Hegel,
occorre notare che essi pongono i presupposti affinch possa sue-

(129)

Sulle risonanze tedesche della rivolta degli Eguali, cfr. X. LEoN, op. cit.,

II. !, pp. 101-116.

. .

(130) G. LUKACS (op. cit., pp. 225..238) ha perfettamente ch1ar1to la ce~trahta d1

questo punto nell'evoluzione del pensiero hegeliano: d'altronde le su~ tesi perdono
il carattere paradossale che talvolta sembrano assumere quando s1 legga atte:itamente l'opera hegeliana. E' appunto Hegel che chiama l'econornia l'astronomia
dcl mondo contemporaneo (Rechtsphilosophie, paragr. 189), ed Hegel che del
lavoro fa la chiave di volta della Fenomenologia. Siamo quindi dinnanzi alla svolta fondamentale del pensiero moderno, al pili pieno e completo fruttificare della
concezione umanistica e rinascimentale, al definitivo passaggio da una concezione teologica ad una concezione laica e illuministica: cfr. H. FREYER, Die Bewertung
der 1'Virtschaft int philosophischen Denken des 19. Jahrhunderts, 2 ed. riveduta,
Lipsia, 1929, pp. 9-12. Quanto all'annotazione del BtiLow (op. cit., p. 39) che gli studi
economici contribuiscano a fondare il concetto di <(List der Idee, va presa con
estrema cautela: infatti, co1ne s' visto, l'accostarsi dello Hegel all'economia non
affatto ottimistico, e sembra perci difficile che si possa stabilire quel rapporto
di concetti.

236

CAPITOLO QUARTO

cessivarnente essere formulato il concetto di societ civile. Si dava


infatti tra individuo e stato uno spazio intermedio, in cui gli individui prefiguravano nell'attivit economica quello che doveva poi
divenire il contenuto del diritto, o almeno di una cospicua parte
d'esso: Hegel trasformava quindi in criterio di interpretazione
quello che fin ora era stato solamente un motivo di polemica
politica (1 31 ). Nasce tuttavia a questo punto un problema, suscitato dal fatto che nello Hegel manca una distinzione tra societ
civile e stato, ed esso pu essere cosi formulato: quale dei due
concetti include l'altro? Da un lato si direbbe che sia lo stato ad
essere incluso nella societ, in quanto non ad esso attribuita
alcuna funzione coercitiva ( 132 ), mentre invece la nozione di societ gi presume una struttura transindividuale ( 133); d'altro lato mancano qui quei termini economici che qualificheremo propriamente il concetto di societ, come per esempio quello di
propriet: anzi la propriet ha una funzione negativa, ad essa
fatta rousseauianarnente risalire la responsabilit della disintegrazione della comunit popolare e conseguentemente dell'alienazione.
Si dovr dunque concludere he n stato n societ hanno una
piena pre1ninenza, ma entrambi cominciano solo ad apparire come espressioni diverse, con funzioni specifiche, di un'unica fondamentale realt, che vita, contesto dialettico, insieme indifferenziato
di comunioni umane, possibilit di espressioni diverse. Ancora
una volta la positivit definita fenornenologicarnente, come manifestazione immediata di azioni e di norme, di fatti e di idee. C' nel
nostro Hegel, assetato di positivit, una certa imprecisione concettuale, senza dubbio, ma proprio per questo anche un fiducioso

(13 1) Su di ci ha insistito G. Sol.ARI, l, c., accostandosi a quelle tesi interpretative che con il fondamentale P. VoGEL, Hegels Gesellschaftsbegriff und seine

geschichtliche Fortbildung durch Lorenz Stein, Marx, Engels und Lassalle, in


<1Kantstudien, Ergiinzungsheft 59, Berlino 1925, fanno del concetto di societ hegeliano e degli studi economici che vi sottostanno un momento centrale nell'enucleazione della dottrina e nel suo sviluppo.
132
(
) Che non si possa parlare in nessun caso di stato coercitivo nel pensiero
del giovane Hegel ci pare cosa sicura, per quanto vi insista HAERING, op. cit., I,
p. 145.
133
(
) I precedenti della concezione hegeliana di societ civile sono stati studiati
accuratamente da A. VON UNRUH, Dog1nenhistorische Untersuchungen ii.ber den
Gegensatz van Staat und Gesellschaft vor H e gel, Lucka i. T ., 1928.

DIALETTICA UNIANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTil

237

senso di aderire alla realt, di pensare concretamente e non piu


astrattamente: perci le analisi fenomenologiche che egli va compiendo sulla esperienza giuridica ed economica non portano a risultati sistematici, ma essenzialmente a definire un punto di partenza per il sistema, punto di partenza in cui sono impliciti tutti
gli sviluppi ma che per ora resta soprattutto vita, immediatezza,
ricchezza di espressioni diverse (1 34 ).
8. - Lo spirito del Cristianesimo e il suo destino (135 ) il lavoro fondamentale cui Hegel si dedic nel periodo di Francoforte.
In esso gli spunti metodici fin qui apparsi trovano una formulazione organica e d'altro lato si aprono alla speculazione originali
sviluppi : oltre ad essere in qualche modo conclusiva, quest'opera
costituisce quindi il punto di partenza per successive indagini. Hegel affronta nuovamente il problema del cristianesimo, del suo significato e della sua collocazione nella storia universale intendendo
ripercorrere in essa i gradi di sviluppo della dialettica tra libert
e alienazione: era questo l'antico problema di Berna, ma vedremo
come i termini ternatici risultino qui notevolmente modificati;
presente infatti nello scritto il tentativo di definire con precisione
teoretica quelle categorie che finora avevano avuto un uso quasi
esclusivamente metodico.
Cosi Hegel inizia riprendendo il tema dell'alienazione nel giudaismo. Gi prima di Abramo, che fu il vero progenitore della stirpe
giudaica, lo spirito si era rivelato nella sua alienazione, e precisamente con No. Dopo il diluvio che stacc tragicamente l'uomo dalla
(134) Questo concetto di vita stato ottilnaroente chi_arito, s~nza cadere. in
nessun momento in posizioni vitalistiche, da J. HYPPOLITE, Vie et prtse de conscience de la vie dans la philosophie hegelienne d'Iena, ora in Etudes sur Marx et Hegel,
cit. pp, 11-29: qui l'A. studiando il passaggio da Francoforte a Jena trov~ m.odo ~
definire appunto nella descrizione della vita e poi nel pensiero sulla vrta I tratti
caratteristici dei due periodi.
(135) Der Geist des Christentunis und seine Schicksal. Questo lavoro ri: composto a Francoforte nel 1799 (verso la fine): ora contenuto in Jugendschnften, pp.
241-342 e ad esso vanno strettamente congiunti l'Entivii.rf 7 (ivi, pp. 368-374)
sullo ~pirito del giudaismo, e gli Entwii.rfe 12 (ivi, pp. 385-398) e 13 (ivi, pp.
398402) sullo spirito del cristianesimo. Quanto al titolo attribuito da NoHL allo
scritto ha sollevato notevoli resistenze: e per tutti ha notato la sua impropriet
T. L. 'HAERING che ha proposto: Lo spirito cristiano dell'amore e del destino
(op. cit., pp. 430-433).

238

DIALETTICA UMANISTICA E

CAPITOLO QUARTO

natura, No si mise infatti all'opera per ricostruire il mondo distrutto, ma a questo scopo fece del suo ideale pensato un essere
e a quello, come pensato, carne padrone, tutto oppose, sanzionando cosi la scissione tra uomo e natura e fondando l'alienazione
sull'unit astratta del pensato (1 36 ). L'inimicizia dell'uomo e della
natura cosi solidificata, eternata in t1n immagine alienante, e in
questa scissione vivr l'intera progenie giudaica. Ed eccoci ad
Abramo, che fugge dalla Mesopotamia, dalla patria caldea: il
primo atto attraverso cui Abramo divenne progenitore di una nazione, dunque una separazione, che distrusse il vincolo della vita
in comune e dell'amore, quel tutto di rapporti in cui egli con gli
uomini e la natura aveva sempre vissuto; questo bel rapporto della
sua giovent egli respinse da s " ( 137 ). Eppure anche &tri eroi,
Cadmo e Danao, lasciarono le loro terre, ma amando e volendo
amare, seppero ricostruirsi una patria; Abramo invece non volle
amare e perci essere libero , al contrario concep la divinit come potenza, come unit astratta e defin quindi l'immagine del
Dio straniero. Il popolo ebreo che accetta la sua dottrina ormai
assoggettato ad un destino di separazione: schiavo in Egitto solo
la potenza esterna, di cui si fa portatore Mos, riesce a liberarlo: non vi nulla nella storia del popolo ebraico che dimostri sete
di libert, e se vero che nel conflitto con gli egizi essi ebbero la
meglio, non fu loro merito: vinsero ma non combatterono ,, (138).
La legislazione che Mos diede al popolo, - n il popolo poteva
darsela, poich una contraddizione che un popolo passivo si dia
una legislazione - , perfettamente adeguata allo spirito giudaico; al centro d'essa l'idea dell'oggettivit, infinita, indivisibile, di
un mistero eternamente estraneo all'ani1na dell'uomo, eternamente fuori di loro, non visto e non sentito ,, (139).
Nella storia dei primordi del popolo ebraico si definisce quindi il destino di quel popolo: la riflessione stacca Abramo dalla vita,
1

METAl~ISICA

NEL PERIODO DI FRANCOFORTE

239

e lo induce a concepire la divinit come un astratto, come un


pensato; di qui la fattura che si perpetua nella vita del giudaismo,
poich, nell'immagine del Dio trascendente, l'infinito separato
dal finito, ed i rapporti che possono derivarne sono solo quelli
adeguatamente espressi dalla formula padrone-schiavo " L'alie"
nazione d'altro canto si rispecchia nelle strutture sociali, giuridiche ed economiche della nazione; ad esempio al tempo della
vita di Ges, la nazione giudaica era in crisi ed Hegel si sofferma
a descrivere la situazione. " Quando lo spirito sia uscito da una
costit11zione dalle leggi, e ad esse, per t1n suo m11tamento, piU
non si accorda, allora appare un'ansia, un tendere verso qualcosa d'altro, ... ed infine ci provoca una rottura e gli uomini
danno al loro esistere una nuova universale forma e t1n nuovo
vincolo ... Ed appunto al tempo di Ges il popolo giudeo non rappresenta piU. I'i1nmagine di t1n tt1tto , esso intimamente scisso,
ed in tale situazione di debolezza si aspetta un Messia che
venga con potenza "( 140 ). Anche nel momento della crisi, del rivolgimento, il popolo giudaico si aspetta dunque dall'esterno l'aiuto, spera nel Messia, nell'autorit cio e nell'esteriorit. Questo
il significato intimo del giudaismo, l'affermazione dell'oggettivit, del servizio, del dominio di uno straniero. Ed il padrone impone
agli schiavi le sue leggi: soggettivamente, dipendenza del volere;
oggettivamente, difetto di sentimento; teologicamente, alterit del
divino, sua lontananza, come di padrone invisibile ( 111 ).
Ma il principio della moralit giudaica non solo un episodio
storico, in generale invece esso vale come paradigma di ogni moralit positiva: alla sua base non vi l'amore, esso non modificazione del volere, ma invece se1npre separazione; , come il dominio di Jehova sugli ebrei, qualche cosa di passivo, di pesante;
Jehova la divinit trascendente e positiva per antonomasia, una
potenza, <(un atto )>, <(un invisibile>), il tira11no nemico ; e
in questo quadro la stessa universalit della legge morale una
1

(l 36 ) Jugendschriften, pp. 243-244. Largamente svolti risultano questi concetti

nell'Entwiirf 7: ((Die inosische Religion eine Religion aus Ungltick und ftirs Ungli.ick ... ;
im Ungli.ick ist die Trcnnung ... ... (( Abraham war ein Fremdling auf Erden)) ... ecc.
(1 37 ) Ivi, pp. 245-246.
( 138 )

(1 30 )

Ivi, pp. 248-249.


Ivi, p. 252.

(1'10) Ivi, p. 386.


(111) Ibide1n. In generale sulla definizione hegeliana dell'alienazione nel mon-

do giudaico, cfr. G. SIEWERTH, Der Wfrlerspruch iln Werke des jiingeren Hegel. Bine
systernatische Studie, in <(Bllitter filr deutsche Philosophic, 1940 (14), pp. 109-125;
J. HYPPOLITE, Introduction, cit., p. 43 sgg.; P. AsVEw, op. cit., pp. 133-159.

240

CAPITOLO QUARTO

morta universalit, poich si oppone ai singoli ,, ( 142). Ma, argomenta Hegel, se " Dio l'amore e l'amore Dio, se non data altra divinit che l'amore, - soltanto ci che non divino, ci che
non ama pu porre la divinit nell'idea, fuori di s,, ('43): in questi tern1ini, come potenza, idea, alterit, inimicizia i11somma si
configura la divinit nella religione e nella moralit positive. Ed
inoltre questa prospettiva teologica suppone l'infinit: " quanto
infinitamente oggettiva la divinit, tanto infinita la passivit (144):
ma in tal modo un termine, l'infinito, fissato senza che si dia alcun riferimento all'altro, il finito; in realt, non c' libert senza
determinazione, poich la libert senza determinazione mera possibilit. L'argomento dialettico, l'affermazione che non si d in
alcun caso sostanza senza accidenti, che Hegel aveva gi usato
nella polemica coi:tro lo spinozismo schellinghiano, torna qui a
caratterizzare di vacuit ed incoerenza logica ogni teoria trascendentistica. In queste pagine il problema dell'alienazione perci
affrontato con accuratezza, sotto diversi punti di vista; vale a
dire che l'alienazione non analizzata solamente nel rapporto
storico in cui soprattutto si era configurata nella religione giudaica, ma anche dal punto di vista logico, come dominio dell'oggetto sul soggetto, dell'astratto sul concreto, dell'unificato logico
sul differenziato storico ( 145 ). N strano che questi elementi antinomici siano i medesimi che Hegel aveva rilevato nel dualismo
teoretico kantiano; e come in quel caso Hegel aveva ricercato nei
concetti di amore e di fede l'unificazione teoretica, la riconciliazione degli opposti, cosi ora va a ricercare storicamente la mediazione della separazione giudaica, cio l'equivalente storico della dottrina dell'amore e della fede (14").
la persona del Cristo che raffigura la mediazione. Ne viene
che l'immagine dell'insegnamento del Cristo muta rispetto a quelle posizioni aspramente polemiche che erano state a suo tempo
enunciate. All'idea git1daica dell'antinomia di <<servo e padrone,

DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE

Ges oppone la figliolanza per amore, l'idea del rapporto tra padre e figlio; all'astrattezza della mediazione teologica del trascendentismo giudaico viene perci sostituito il concretissimo rapporto di amore, e la vera religiosit configurata come " pleroma
dell'amore ,, ( 147 ). Ma neppure ci vale a far trionfare nell'ambiente giudaico la dottrina di Gesti: egli confinato nell'isolamento,
nell'opposizione tra libert e alienazione: il suo stesso soggettivismo risolutivo risulta perci radicalizzato, coinvolto nell'1 contraddizione del suo mondo, ridotto ad un estremo e quindi consolidato, obbiettivato a sua volta. Ges tent il superamento
del suo mondo ma fu respinto, egli tent di attuare la nuova legge, ma fu scacciato dall'antica: cosi nella sua vita ricompare
quell'antinomia del mondo giudaico che egli aveva superato nel
suo insegnamento ( 148 ).
V dunque in Hegel l'ansia di mediare le opposizioni sia della
religione giudaica, sia di tutte le morali positive, e fin qui nulla
di nuovo. Quanto c' di originale consiste invece nel carattere di
oggettivit che la mediazione hegeliana viene ad assumere e nell'idea di destino che egli qui elabora.
L'antinomia in cui la stessa dottrina cristiana viene coinvolta,
egli argomenta, radicata nel destino di Gesti. " Alla positivit
giudaica Ges ha opposto l'uomo "(''H>); e conseguentemente Hegel cosi qualifica il principio umanistico : " l'uomo per s, il suo
carattere e la sua azione sono egli stesso; egli ha dei limiti solo
laddove egli stesso li ponga, e quelle determinazioni della sua
virt che egli stesso determina. Tale possibilit di determinare
l'opposizione la libert,, ( 150 ). Perci l'elemento negativo pu essere sussunto dall'umanit, non deve essere posto astrattamente nell'alienazione obbiettiva. Ma con ci Gesti predicava una moralit
del puro amore, una religione che si svolgeva oltre ogni legge,
pur sempre in un mondo che leggi aveva. La stessa dottrina di
Gesti, c11i dev'essere riconosciuta l'ansia risolutiva, si poneva tut-

(142) Jugcndschriften, p. 390.

Ivi, p. 391.
Ivi, p. 394.
45
(i ) Cosi soprattutto, e molto bene, T. STEINBUCIIEL, l. c., e P. ASVELD, l. c.
146
( ) Sull'analogia che stringe la critica al kantis1no a quella della religione
giudaica cfr. H. NIEL, op. cit., p. 44.
(H3)
(

141

241

(H7) Jugendschriften, p. 302.

(1"8) Ivi, pp.

325~331.

(149) Ivi, p. 276.


(15o)

Ivi, p. 277.

16. A. Negri

Stato e diritto nel giovane Hegel.

242

CAPITOLO QUARTO

tavia come opposizione, ed innervava una polemica che sembrava incapace di assorbire la positivit.
Il problema che Hegel si pone quindi quello dell'antinomia
di legge e amore, null'altro che una sottospecie del generale rapporto tra razionalit ed individualit. inerente al concetto di
legge, annota Hegel, la sua oggettivit, vale a dire, in altri termini,
la considerazione dell'azione individuale come sottoposta ad una
norma. Dato ci, ne deriva che la legge ricava la determinazione
della sua universalit dal fatto che gli agenti o le azioni sono particolari; e le azioni sono particolari in quanto vengono considerate
in rapporto all'universalit, alla legge, come ad essa conformi o
contrarie, ed in quanto la loro determinatezza, non possa soffrire
alcuna alterazione; esse sono reali, sono ci che sono; (ma se) ci
che fatto non pu essere sfatto, la pena segue l'azione; la loro
connessione indistruttibile; non c' modo di cancellare un'azione,
la sua realt eterna, non possibile alcuna redenzione ... ,, (151 ).
Nell'obbiettivit dell'azione, nella determinazione della forma universale del volere consiste quindi la pena, la potenza straniera
in cui l'azione, compiuta, si tramuta. Un nuovo problema pu essere a questo punto cosi formulato: se alla determinazione dell'azione segue necessariamente l'oggettivazione, la pena, e se questa situazione , nei termini fin qui desiderati, evidentemente insuperabile, come attingere una mediazione superiore? Pure ammessa tale
tragicit del destino umano, di agitarsi nella dialettica di individualit, di amore e di legge, non esiste altra possibilit di mediazione?
ci che Hegel cerca analizzando il concetto di destino. La
pena, come destino, rappresentata in tutt'altro modo; nel destino la pena una potenza nemica, un individuale nel quale universale e particolare sono riconciliati, per il fatto che in esso il
dovere e l'attuazione di questo dovere non sono separati come nel
caso della legge, che soltanto una regola, un pensato ... ( 152 ). Insomma il concetto di desti110 ci trasporta in t1na sfera superiore
di essere, in cui la dialettica di particolare e di universale risolta

(151)

Ivi, p.

278.

(152) Ivi, p. 280.

DIALETTICA UMANISTICA E l\1ETAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE

243

in un Individuale. Il Schicksal l'universalit concreta che


drammatica ( il destino pur sempre il nemico e l' uomo gli
sta dinnanzi come potenza che lotta ( 153 ) ), ma anche piu
alta della scissione tra astratto e concreto, di pensiero e di
pensato. Il Schicksal vive a livello della vita, cio dell'unit delle
opposizioni.
La preoccupazione dello Hegel quella di concepire la stessa
pena non come estraneit ma come inerenza alla vita. La mediazione di razionalit e individualit, e delle conseguenze dell'alienazione, deve inson1ma essere colta i11tensivamente nella storia,
come necessit del processo vitale. Cosi vera legge il destino, e
la colpa il sentirsi staccati da esso; la punizione la coscienza
di una potenza straniera, di un nemico, poich essa ha agito sotto
il potere di una legge ... , la cattiva coscienza coscienza di un
cattivo comportamento, di un accadere, di una parte del tutto, su
cui io non ho alcun potere ... ' ma nel destino la mediazione si
attua: " destino la coscienza di se stessi (non dell'azione), di
se stessi come di un tutto, questa coscienza del tutto riflessa, obbiettivata; poich questo tutto un vivente che si ferito, cosi
esso pu ritornare di nuovo alla sua vita all'amore, la sua coscienza nuovamente divenuta fede in se stesso, e la concezione di s
un'altra, e il destino superato ,, ( 154). L'antinomia di legge e di
amore che si rivela nella tragedia dell'obbiettivazione dell'azione
in cui consistono la pena e la cattiva coscienza, viene quindi risolta
dall'idea di destino, laddove il soggetto vuole la legge; il destino
quindi l'unit riconquistata oltre la separazione voluta, meglio, inerente al processo di relizzazione del volere ( 155 ).

(I"3) Jbide1n.
(151) Ivi, pp.

392~393.

certamente il centrale di tutta la spew


culazione hegcliana di Francoforte si vedano soprattutto le pagine di F. RosENZ...
WEIG, op. cit., I, pp. 80-86, nonch l'ottimo articolo di P. BERTl~Nn, Le sens du traw
gique et du destin dans la dialectique hglienne, in <1 Revue de metaphysique et
de morale)), 47, 1940, 2, pp. 165-86: soprattutto importante in questo articolo il tenw
tativo di connettere la posizione hegeliana al generale mutamento della temaw
tica filosofica che si attua nel nledesimo periodo, da una concezione antinomica
ad una concezione dialettica. Altresi importante l'insistenza sui fattori esistenw
ziali che stanno alla base della speculazione hegeliana, per quanto non si possa
assolutizzarli.
(155) Intorno al concetto di destino, che

244

CAPITOLO QUARTO

Con questa concezione Hegel veniva incontro ad una delle pili


profonde istanze del suo mondo. L'angoscia storica, il sentimento
di un rivolgimento necessario e prossimo, nutriti soprattutto dallo
Sturm und Drang, erano infatti comuni a tutti i pensatori contemporanei: ma era una tragedia senza catarsi quando all'ansia escatologica non si accompagnasse la certezza di un ricostruzione, la
fede nella mediazione ( 156 ). La vigorosa cultura giacobina ed il fervido senso della continuit storica reggono invece la mediazione
hegeliana: il contesto della sua esperienza resta un contesto tragico, eppure questa drammaticit deve risolversi, e presto, nelle
strutture politiche, sociali, giuridiche, e culturali del mondo
germanico.
Non a caso alla luce del concetto di destino, Hegel rielabora
la nozione di V olkgeist. Il destino, egli afferma, non inerisce solo
al dramma morale della individualit, ma si estende alla vita dei
popoli : ogni nazione si muove nella traccia di un destino prefigurato, ed cosi che i residui caratteri meccanici che dal Montesquieu
erano trascorsi allo Hegel nella definizione dello spirito popolare,
vengono affatto superati. Ogni nazione ha una sua anima, ed un
suo compito nella storia.
I fini di una societ determinata sono perci fondati nell'essere
di un popolo, nel popolo, nel suo particolare carattere: e non discende da ci una concezione fatalistica, poich come avevamo visto lo spirito popolare confondersi nella volont generale, ora lo
vediamo, con quei caratteri, immergersi nella storia e farsi destino: la radice volontaristica quindi permane, nella storia si uni-

(156) Tragedia senza catarsi sembrava per esempio allo Hegel la posizione
assunta dallo Hamann. Senza poter negare le profonde analogie che esistono
tra i due pensatori (su cui in particolare cfr. l(, NADLER, Haniann und Hegel.
Zu1n VerhUltnis van Dialektik und Existentialitiit, in Logos)>, XX, 1931, pp. 259~
285), possiamo tuttavia sottoscrivere la precisazione di V. VERRA: Hegcl accusa
Hamann di aver fallito la comprensione della storia alla quale peraltro si era
avviato attraverso il riconoscimento del valore simbolico del positivo, perch ha
tutto accomunato su un piano generico di provvidenzialismo invece di proporre
un concetto specifico di provvidenzialit come esigenza d'interiore articolazione e
di indicare l'insostituibile funzione dialettica dei momenti in cui si dispiega e dai
quali neppure la stessa soggettivit dell'esperenza religiosa pu essere disciolta
(Dopo I(ant, cit., pp. 132-133); ed infatti tale generico provvidenzialismo non permetteva il superamento di quel contesto tragico dell'esperienza storica che era
stato rilevato.

DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE

245

scono valore e fatto, idealit e realt, volizione e contenuto del


volere, e nessuno di questi termini esclude il reciproco. La dialettica degli opposti la conseguente forma che assume questo processo in cui ciascun termine vive finch non sia realizzato in u11a
sfera superiore d'essere ( 157 ). Il destino non dunque fato, cieca
necessit, ma totalit, integrazione di soggetto e di oggetto, struttura dialettica insomma, ed ancora innervata dalla volont rivoluzionaria: e cosi il destino configura oltre il dramma individuale,
il dramma dei popoli, e negli individui esige la riconciliazione, nei
popoli la realizzazione dell'ideale di stato popolare. Solo quest'ideale infatti adeguato alla drammatica antinomicit della realt sussunta ed alla perfetta unit che si esige nella sintesi, capace di
concludere pienamente l'individualit nella totalit, rintracciando
oltre la soggettivit delle conciliazioni volontaristiche la profonda
costanza della conciliazione etica e storica del destino ( 158 ).
In quest'ideale di stato popolare libert, verit e bellezza si
congiungono, l'eterna immagine della polis greca torna a splendere; ed in esso anche l'uguaglianza, che prevede il superamento
dei rapporti di propriet (1 59 ), ha un senso. Infatti neppure l'uguaglianza pu essere concepita senza libert. Consideriamo ad esem-

(157) Sulla radice volontaristica che pur sempre mantiene il concetto di Volkgeist anche dopo che esso sia stato mediato da quello di Schicksal, cfr. T.
STEINBtiCIJEL, op. cit., pp. 338-341, nonch P. ASVELD, op. cit., pp. 127-128, che hanno
intuito il carattere positivo della relazione intercorrente tra volont e destino. Hanno
invece insistito sul carattere metafisico di questa relazione H. TI~ESCHER, Montesquieus
Einfluss auf ... Hegel, cit., in part. pp. 938-939 e E. CASSIRER, Storia della filosofia
moderna, cit., vol. III, pp. 371-377; ma che tale interpretazione non sia sostenibile, almeno in quanto univoca, dovrebbe apparire dall'insieme della nostra esposizione. Anzi, ci sembra, proprio il carattere positivo e rousseauiano della nozione di Volkgeist che innerva quella di Schicksal che permette ad Hegel un ritorno a Montesquieu, ai motivi metodici della sua opera, senza perci ritrarne
anche quei motivi reazionari che ad essa erano impliciti. Sui carattere conservatori della dottrina di Montesquieu cfr. in ogni caso la requisitoria di A. MATHIBZ,
La place de Montesquieu dans l'histoire des doctrines politiques au XVIII sicle,
in <iAnnales historiques de la rvolution franaise, VII, 1930, pp. 97-112: e non
a caso, ci pare, Burkc parla di Montesquieu con1e di the greatest genius which
has enlightcned this age >> (citato da I-I. TRESCHER, op. cit., p. 302).
58
(1
) Sull'origine dcl n1etodo dialettico attraverso l'idea di destino cfr. ancora
F. BtiLow, op. cit., pp. 1-6; J. HYPPOLITE, Travaux, cit., pp. 557-560; G. LUKACS, op. cit.,
p. 249 sgg., e W. AV.JMANN, Zur Frage nach dem Ursprung des diale!cischen Denken
bei Hegel, Wilrzburg 1938.
(159) Jugendschriften, pp. 254-255.

246

CAPITOLO QUARTO

pio la diversa concezione che reggeva i rapporti patrimoniali in


Grecia ed in Giudea: ciascun greco doveva essere uguale, poich
tutti erano liberi, autonomi; mentre i giudei erano uguali perch
tutti erano privi di indipendenza ,, ( 160 ). Era dunque la concezione
alienante della divinit che qui ancora appariva e cosi in tutti i
rapporti sociali del popolo ebraico: il rapporto dell'ebreo come
cittadino con gli altri non era altro che l'uguaglianza della sottomissione di tutti al loro invisibile padrone e ai suoi visibili servitori e funzionari; cosi non vi era propriamente alcun diritto di cittadini, e dalla sottomissione era cancellata la determinazione di
ogni legge politica, vale a dire di libert, cosi non si poteva trovare
presso quel popolo nulla che potesse esser preso per diritto dello
stato; come in ogni dispotismo, il problema di un diritto statuale
interno contradittorio ,, ( 161 ). Mentre d'altro lato nello stato popolare libert e giustizia divengono elementi reali della costituzione in quanto sono mediati dall'amore: l'amore infatti distrugge
ogni legame di passiva sudditanza nei confronti della legge, e genera quella virtu civica che non altro che una sua modificazione.
Un vincolo vivente della virtu, un'unit vivente tutt'altro che
l'unit del concetto, essa non pone per determinati rapporti una
specifica virtu, ma risplende anche nel piu variopinto insieme di
congiunzioni, indistrutta e semplice; la sua forma esterna pu in
infinite maniere modificarsi, essa non mai due volte la stessa, e
la sua esteriorizzazione non pu fornire alcuna regola, poich essa
non ha la forma di un universale opposto ad un particolare. Come
la virtu il complemento della fedelt opposta alla legge, cosi
l'amore il complemento della virtu; tutte le unilateralit, tutte le
proibizioni, tutti i limiti della virtu son da esso superati, non si
danno pili virtuosi peccati n peccaminose virtu, poich esso la vivente congiunzione del concetto stesso; in esso tutte le scissioni,
tutti i rapporti di limitazione svaniscono, cosi vengono meno anche le limitazioni della virtu ; ma dove vi spazio per la virtu non
si dar alcuna legge? (1 62 ). Ecco dunque riproposto il problema
255.
Ivi, p. 255.
( 162 ) Ivi, p. 295. T. L. HAERING ha posto perfctta1nente in luce il carattere di mediazione politica che la nozione di amore assume nel pensiero giovanile francofor(160) Ivi, p.
( 161 )

DIALETTICA UMANISTICA E MllTAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE

247

della legge e dell'amore : ed Hegel dimostra di voler assorbire la


prima nel secondo. Infatti un pensato non pu essere un amato ,
<e l'amore non pone alc11na norma , poich esso non particolarit opposta ad universalit, non unit di concetto, ma unit di
spirito, divinit ,, (163). L'amore di Dio per il tutto si sperimenta in
ciascun soggetto e cosi si crea l'armonia delle volont che a sua
volta destino; poich l'amore conclude nella riconciliazione di oggettivit e soggettivit, poich soltanto l'amore non ha confini
e " per la prima volta dall' amore la potenza dell'oggettivo
rotta,, (164).
Si pu parlare della riconquista della positivit in questo
scritto? Da parte di alcuni interpreti lo si messo in dubbio, mentre altri lo hanno decisamente affermato ( 165 ); di fatto, ci sembra
che la positivit sia qui riconquistata ma solo in quel senso specifico di cui altrove si parlato, vale a dire definendosi positiva non
l'obbiettivit come tale, ma come contesto fenomenologico in cui

tese di I-Icgel, nel saggio Gemeinschaft und PersOnlichkeit, cit. In1porta tuttavia
rilevare come anche all'amico HOlderlin fossero comuni questi motivi, il concetto
di amore, quello di destino e quello di stato popolare: si~ in Der Tod des.. E1npedokles e nell'Hyperion I, entra1nbi del 1797, che nell'Hyperion II dcl 1799, HoLDERLIN
fa centro sul concetto di un nuovo ordine sociale e ripone le speranze dei suoi eroi
nel successo della lotta politica che intraprendono; ed anche qui la soluzione del
dramma consiste nella scoperta del superamento delle contraddizioni attraverso
ramore, nel rigetto dei metodi terroristici e nell'adesione al destino. J. Ho:FMEISTE~
(Die Heinikehr des Geistes, cit., pp. 230-232) ha insitito su queste analogie; a no1
importa soprattutto rilevare come anche qui, malgrado l'animus mistico religioso
che talvolta si sovrappone all'impostazione positiva, pur sempre sia quest'ultima a
trionfare e determinare il tono ideologico dello scritto. Cfr. anche A. SALZBERG, op.
cit., pp. 20-37. Sarebbe inoltre opportuno procedere ad un'analisi comparativa t~a
gli scritti hegeliani e le poesie di HOlderlin in questo periodo: oltre alle analogie
terminologiche sarebbe possibile far risaltare la perfetta identit dei nlotivi di
critica del mondo contemporaneo germanico e soprattutto l'emergenza dell'ideale
di stato popolare. In ogni caso, cfr. a questo proposito STAIGTIR, E., Der Geist der
Liebe und das Schicksal -Schelling, Hegel und HOlderlin, Lipsia 1935, e H. STOLTE,
HOlderlin und die saziale Welt. Eine EinfUhrung in Hyperion und <<Empedokles,
Gotha 1949.
(163) Jugendschriften, pp. 295-296.
(164) Ivi, p. 296.
(<65) Ha negato la presenza del concetto di buona positivit P. AsVEw, op. cit.,
pp. 183-184, ma in realt il suo ragionamento trova validit solo per quel che riguarda la questione terminologica: non infatti possibile trovare negli scritti
hegeliani del periodo la dizione buona positivit. Contra, cfr. invece, con argomentazioni non terminologiche ma sostanziali, H. NIEL, op. cit., p. 36 e 42; J.
HYPPOLITE, Introduction, cit., pp. 33-39; G. LUKACS, op. cit., p. 276-294.

248

CAPITOLO QUARTO

realt ed idealit siano affatto congiunte. Era questa l'intuizione


fondamentale su cui si reggeva lo schema generale hegeliano di reintegrazione della positivit, uno schema che prevedeva la continua
parallela considerazione dell'universale e del particolare, la compresenza degli opposti: l'alienazione non il particolare in quanto
tale, ma il particolare in quanto opposto all'universale, n il razionale per se stesso, ma il razionale che astrattamente opposto
alla riassunzione dell'individuale ( 166 ). Ed Hegel nota che la mediazione non avviene quando gli estremi antinomici siano radicalizzati, oppure quando si pretenda di rintracciare l'unificazione attorno ad un polo del rapporto, astrattamente, nella scissione dal
resto della vita: ci che accade alla religione cristiana, di non
riuscire a rinnovare nelle strutture storiche l'unit d'amore che
era dell'insegnamento del Cristo e di riproporre di conseguenza
il dramma dell' alienazione in ogni stadio del suo sviluppo
storico ( 167).
Solo nello stato popoplare, dove la libert si fonda nel destino,
sar possibile la mediazione. Non si pu quindi dimenticare che
anche nello sforzo, che Hegel qui fa, di integrare particolare ed
universale sempre presente l'ideale dello stato popolare. Nella speculazione hegeliana possibile leggere dietro tutte le formulazioni
logiche, dietro l'antinomia di particolare e di universale, quella che
ben pili viva in lui, di individualit e di totalit; la nozione di
amore e la nozione di destino che valgono da motori del processo
di reintegrazione, sono anche la virtu civica e lo spirito del popolo
che costituiscono la forza, soggettiva ed oggettiva, per cui si realizzer l'ideale di st11to popolare.
Si ripropone ora il problema della validit della mediazione
posta dallo Hegel.
9. - Amore e destino erano le nozioni che valevano in Lo spirito del cristianesimo e il suo destino a mediare l'antinomia di libert e alienazione, e da parte nostra si cercato di mettere in
luce come a quelle nozioni intenzionalmente Hegel attribuisse un

(166) Jugendschriften, pp. 341-342.


(167) Jugendschriften, pp. 332-342.

DIALETTICA UMANISTICA E _METArISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE

249

significato storico ed una qualificazione positiva. Eppure troppo su


quei termini influiva la cultura del tempo, ormai decisamente svolgentesi entro le maglie della problematica romantica e quindi incline a risolvere le antinomie che l'esperienza storica rivelava, in
una direzione mistico metafisica; rileggendo alcuni passi dello
scritto hegeliano, quasi per esperimento, a mente fredda, non si
pu infatti negare che in esso appaiano motivi difficilmente situabili in una visione affatto positiva e determinata della realt storica, quale quella da noi fin qui descritta.
Soprattutto su un punto vogliamo porre la nostra attenzione,
laddove Hegel, sviluppando la sua concezione dell'amore, dapprima solo concepito come forza costruttiva ed individualizzante, perviene alla teoria dell'anima bella ( 168 ). Qui l'amore assolutezza,
non nesso del rapporto dialettico ma sostanza della realt, non
mediazione soggettiva cui corrisponde oggettivamente il destino,
ma forza metafisica, tensione unificante ed irrazionale: esso non
vale a riconciliare individualit e razionalit, ma ad entrambe si
oppone, ali' individuale assorbendolo nella totalit panteistica, al
razionale annullandolo nell'irrazionalit mistica. L'anima bella si
situa, amorosa, in una sfera rarefatta, che 11essun elemento positivo o storico mai neppure lambisce; ed in suo rapporto s'intende
la vacuit di ogni sforzo costruttivo dell'uomo nella storia: a che
vale infatti la lotta per il diritto, che un astratto, che un pensato, un universale puro? Meglio riposarsi nella bellezza, nell'unificazione raggiunta e toglier di mezzo i residui legami terreni del]' amore. Il superamento della cattiva positivit sembra quindi
divenire per Hegel la negazione della positivit senz'altro; in lui
ritorna a manifestarsi quella che s' gi definita come una costante del pensiero idealistico, vale a dire la tentazione di attingere
indiscriminatamente l'assolutezza, di radicalizzare, sia pure nei nuovi termini di singolarit e di assolutezza, l'antinomia illuministica
di individualit e razionalit; cosi Schelling, al termine del Systemprogramm, concepisce l'organo estetico come mezzo di superamento, come aufhoren, cosi Hegel sembra situare nell'amore non la

(168) Ivi, pp. 282-293. Sui precedenti schilleriani della nozione di anima bella))
ed in generale di tale mediazione etica, cfr. P. ASVELD, op. cit., pp. 155-159.

250

CAPLTOLO QUARTO

possibilit dell'aufheben, cio del superare mediando, ma anch'egli


dell'aufhoren, del superare, cio, negando. In questo quadro, quella
sottile ma produttiva distinzione che Hegel aveva posto tra alienazione ed obbiettivazione, consistente nella definizione di un contesto fenomenologico da cui doveva poi nascere il sistema, viene a
cadere: alienazione vale obbiettivit, il sistema non nasce dalla fenomenologia ma dall'immediata appercezione metafisica del principio dialettico, non dalla dialettica storica inerente alla vita dell'uomo, ma dalla dialettica metafisica inerente alla vita dell'assoluto.
Se ora, da questo nuovo punto di vista, esaminiamo i concetti
di amore, di destino e di spirito, che prima, operando sul calco dell'evoluzione hegeliana e cercando di ricostruire la sua intenzione
teoretica, si erano definiti in maniera affatto positiva, non possiamo non riconoscere la parzialit, - ma in nessun caso, allo stato
attuale della ricerca, l'inesattezza - , di quella interpretazione.
Amore, destino, spirito sono concetti ambigui in cui convive I1u11a
istanza che di positivit, e l'altra metafisica. S' considerato di
gi il concetto di amore: ma anche quello di destino, da un certo
lato, sembra solo forza metafisica, sfondo irrazionale della vita
storica, ferrea necessit; ed il concetto di spirito, oltre ad esser
considerato come unificazione delle espressioni della vita di un popolo, pu essere ricondotto alla tradizione religiosa e mistica del
protestantesimo tedesco ( 169 ). In sostanza, il rapporto tra conoscenza e vita che si cercava di stabilire attraverso i concetti di amore,
destino e spirito, era dallo Hegel da un lato, nella pili vera ed originale vena del suo pensiero, raffigurato in termini positivi, dal-

169

H.

DREYER,

Der Begriff Geist in der deutschen Philosophie van Kant bi:-.

1-Iegel, in Kantstudien)>, Ergi:inzungsheft 7, Berlino 1908, ha seguito Io sviluppo del

concetto da Kant a Hegel, notando come sia inerente ad esso una duplice accezione: da un lato estetica, dall'altro antropologica, la prima con Kant, la seconda
con Schiller. Hegel accetta il principio in entrambe le accezioni: di qui l'ambiguit
del principio stesso. Ha voluto vedere nel concetto di Geist una pura derivazione
teologica T. L. HAERING, op. cit., I, pp. 520-525, a nostro parere arbitrariamente; meglio invece G. G1EsE, op. cit., pp. 14-20, che sia pure contraddittoriamente (infatti alla fine sembra accettare senz'altro I 'interpretazione diltheyana) pure nel contesto
della sua esposizione insiste su entrambi i motivi. Cfr. ancora J. HoFFMETSTER, Zum
Geistbegriff des deutschen ldealisn1us bei HOlderlin und I-legel, in Deutsche
Vierteljahresschrift fiir Literatur- und Geistesgeschichte, 1932; J. MtiLLER, Der Geist
und das Absolute. Zur Grundlegung einer Religionsphilosophie in Begegnung mit
Hegels Denkwelt, Paderborn 1951.

DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE

251

l'altro trasfigurato alla luce dell'irrazionalismo, e ci soprattutto


sotto l'influenza delle contemporanee correnti del preromanticismo
che in tal modo, illusoriamente, tentavano di superare le antiche
antinomie illuministiche (' 70 ).
Nulla tuttavia, data l'ambiguit, la dualit delle tensioni risolutive del dramma che lo assillava, pu indurre a concludere la
raffigurazione del pensiero del giovane Hegel secondo schemi affatto metafisici: appunto la dualit dei suoi atteggiamenti quello
che pili importa rilevare, e se proprio si fosse costretti, con criteri
metodologicamente scorretti, a stabilire qualche preminenza, allora certo si dovrebbe trascurare questo motivo metafisico ed insistere soltanto sullo Hegel giacobino. Ma subordinatamente non
si pu neppure negare che elementi metafisici percorrano la tematica hegeliana. Soprattutto sul panteismo si insistito da parte degli studiosi del giovane Hegel ( 171 ): e sarebbe quest'interpretazione molto discutibile se non si tenesse presente che l'ambiente
filosofico preromantico e romantico era tutto un pullulare di tali
dottrine. Chi da un lato, chi dall'altro tutti concludevano in quel
panteismo mistico che a ragione Dilthey ha ritenuto caratteristico
dell'ambiente (112), Schleiermacher ( 173 ) approfondendo il mistero
(l70) Tipico eseinpio dell'irrazionalismo che cominciava ad affermarsi sono le
Briefe an Fichte di JACOBI del 1799: era un irrazionalismo indiscriminato e fine a se
stesso, che si opponeva in particolare al rigore deduttivo della Wi~senschaftsle~re
fichtiana. Per quanto riguarda l'influsso di queste lettere sull'ambiente romantico
si cfr. X. LEON, op. cit., II, I, p. 128 sgg., e R. KRONBR, op. cit., I, pp. 303-315, che tuttavia ritiene l'influsso giacobino su Hegel solamente indiretto. Lo HEGEL maturo
(Lezioni sulla storia della filosofia, trad. it., Firenze 1944, III, 2, p. 269) opporr
allo Jacobi nuovamente l'importanza del metodo logico: ma gi in Glauben und
Wissen insister sulla necessit di considerare unitariamente il momento dell'immediatezza e quello della mediazione conoscitiva.
(l71) Dal DILTHEY, in particolare e per primo, op. cit., pp. 51-52, e recenteme~1te
anche da P. Avnr.o, op. cit., pp. 130-133. Lo studioso che si opposto con maggior
forza a quest'interpretazione certo T. L. HAERING, di cui si veda I'Exkursus ilber
Hegels sog. <nnystischen Pantheismus)), in op. cit., I, pp. 547-555.
(l72) W. DILTHEY, l. C.
( 113) Sul panteismo di Schleiermacher cfr. soprattutto i lavori dilt?eyani: ~eb~n
Schleierntachers, cit.; Schleiermachers politische Gesinnung und Wtrksamkett, in
Ges. Schr., XII, cit., pp. 234-277; nonch l'Analisi dell'uomo ecc., trad. it., vol. Il,
pp. 116-117. Il rapporto tra Schleiermacher e il giovane Hegel stato studiato da
DILTI-IEY, Jugendgeschichte Hegels, cit., p. 87, 144, 149 sg., 173, e, sulle sue tracce, da
w. ScHULTZ, Die Grundprinzipien der Religionsphilosophie Hegels und der Theologie
Schleiermachers. Ein Vergleich, Berlino 1937, in part., per quanto riguarda il giovane Hegel, fino a p. 50.

,-----.,.,..------------------------.

--~------~

252

CAPITOLO QUARTO

del!' individualit, Baader e Schelling quello della natura (174). A


noi interessa tuttavia particolarmente considerare le modificazioni che questa concezione rigidamente monistica imprimeva al pensiero politico, poich in questo campo che, malgrado tutto, sempre si muove Hegel.
Il 1798 era stato l'anno critico dell'evoluzione delle dottrine
politiche del romanticismo; finora c'erano stati diversi tentativi,
ma non s'era mai presentato un corpus organico di dottrine, che
si potessero considerare tipiche del romanticismo ( 17 5). Friedrich
Schlegel, Novalis, Tieck rielaborano infatti, a partire da quest'anno, le teorie organicistiche ed irrazionalistiche, medievalizzanti e
monistiche dello stato, conducendo la polemica contro il contrattualismo, il concetto di volont generale ed il razionalismo politico dal piano storico su cui era stata svolta dai primi reazionari
di cui si fatta menzione, ad un livello mistico metafisico ( 176 ).
Era questo il necessario effetto ideologico di quel profondo mutamento in senso restaurativo che aveva cominciato a delinearsi da
alcuni anni ed in cui si rivelava senza pili ambagi la natura reazionaria del riformismo tedesco: come nel settecento il giusnaturalismo non era riuscito a rompere gli schemi assolutistici della
concezione luterana del potere ma anzi ad essa si era contraddit-

( 174 ) Su Franz von Baader e le influenze da lui esercitate sui romantici, cfr. D.
BAUMGARDT, F. v. Baader und die Philosophie der Romantik, Halle 1927. Quanto a
ScHELLING, si ricordi che nel 1798 egli pubblica Van der Weltseele (S. W., I, 2, pp.
345-583), nella cui Vorrede annuncia di voler ricercare un principio tale che per
esso cause ed effetti siano affatto compresi; e nel 1799 I'Erster Entwiirf eins System
der Naturphilosophie con relativa Einleitung (S. W., I, 3, pp. 1-326), dove si sostiene la
necessit di fissare l'assoluta sintesi di organico ed inorganico in una mediazione naturale; su quest'opere soprattutto E. BRHIER, Schelling, Parigi 1912 e H. KNITTERMEYER, op. cit., pp. 92-101.
( 175 ) Tale almeno la tesi di J. BAXA, Einfii.hrung ... , cit., p. 45, cui aderiamo. Sul
ron1anticismo politico cfr. anche l'importantissimo W. METZGER, Gesellschaft, Rechi
und Staat in der Ethik des deutschen Jdeatismus, Hcidclberg 1917.
76 ) Particolarmente importanti da ricordare sono i Ron1antische Fragtnente
di F. SCI-ILEGEL (ora in J. BAXA, Gesellschaft und Staat ... , cit., pp. 49-72), redatti tra
il 1797 e il 1800: centrale in essi l'evoluzione dalla concezione fichtiana e democratica alla concezione assolutistica, facendo centro sul concetto dell'infinit e della divinit dello spirito (cosi, bene, J. BAXA, Einfii.hrung ... , cit., p. 46). Di NOVALIS
si debbono ricordare i Frag1nente del 1798 (J. BAXA Gesellschaft und Staat ... , cit.,
pp. 175-191), lo scritto Glauben und Liebe oder der KOnig und die KOnigin, dcl'
1798 (ivi, pp. 150-175) e il famoso Christenheit oder Europa del 1799 (ivi, pp. 192-215).
Sui caratteri di questi scritti, J, BAxA, Einfiihrung .. ., p. 52 sgg.

e-

DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTif

253

toriamente adeguato, cosi ora il nuovo storicismo si radicalizza in


forme intellettualistiche e naturalistiche, contraddicendo le istanze sostanzialmente storiche e le ansie rivoluzionarie che lo avevano nutrito all'origine. D'altronde la stessa improvvisa, repentina e
fortunata diffusione delle nuove dottrine sta a dimostrare in che
misura l'ideologia reazionaria rispondesse alla reale situazione della cultura tedesca, prigioniera dell'angustia territoriale e del dispotismo principesco nei Liinder imperiali, e come per essa si riproponesse un alibi teorico all'incapacit di azione, secondo prospettive rivoluzionarie, degli intellettuali tedeschi (1 7 ').
Era inevitabile che il giovane Hegel risentisse di tali impostazioni.
Di questo periodo infatti il cosiddetto Systemfragment (178 ).
Anche qui al centro della problematica hegeliana sta il problema
della soluzione dell'antinomia di individualit e totalit, ma il nuovo spirito dei tempi influisce sulla definizione dei termini dell'opposizione : in particolare l'individualit si determina come organizzazione dei modi diversi dell'essere, cio della molteplicit che
si rintraccia sul terreno della storia, e dell'unit che si pone sul
terreno metafisico. Presupposto un vivente, e cio noi che consideriamo, allora la vita posta al di l della nostra vita limitata,
una vita infinita, di infinita variet, di infinita opposizione, di infinita relazione: come unit, un unico intero organizzato, separato
e unificato: la natura ( 179). All'organizzazione individuale si accompagna dunque, come termine dialettico, l'organismo naturale.

(1 77 ) Gli scritti politici del primo romanticismo ebbero una straordinaria diffusione: ci testimoniato, per quanto riguarda il Franz Sternbald di L. TIECK
nelle Fr. Schlegels Briefe, a cura di A. WALZEL, III, 1797-1799, BcrHno 1930, p. 394
e 414; per quanto riguarda gli scritti di Novalis da R. HAYM, Die ro1nantische
Schule, cit., p. 344 e 486 sgg.; J. BAXA, Einfiihrung ... , cit., p. 56 sgg., e 114 sgg.;
X. LEON, op. cit., II, I, pp. 405415. Si ricordi che Christenheit oder Europa nasce
nell'ambito della polemica sull'ateismo :fichtiano.
( 17 8) Lo scritto fu terminato il 14 settembre 1800; ora compreso negli Jugendschriften, pp. 343-351. Il titolo di Systemfragment fu stabilito da DILTI-IEY, e ripreso
da NoHL, sulla traccia di K. RoSENKRANZ, op. cit., p. 102. Tra gli interpreti moderni
unanime l'opposizione: per tutti, cfr., T. L. HATIRING, op. cit., I, p. 536 sgg.; J.
J-IYPPOLITE, Travaux, cit., p. 566 sgg.; P. ASVELD, op. cit., p. 199. Dcl frammento possediamo una traduzione italiana, come sempre accurata, del DE NEGRI nei cit. Principi di Hegel, pp. 25-41.
(179) Jugendschriften, p. 346 {tra<l. it., p. 27).

254

CAPITOLO QUARTO

Ma che cos' questa natura? Essa "non vita, ma vita trattata,


fissata, e sia pure nel modo pili degno, dalla riflessione ,, (1BO). Il
polo negativo del rapporto tra libert ed alienazione sembra dunque identificato con la natura. Fin qui la novit che presenta il
Systemfragment: Hegel infatti procede poi alla descrizione del
processo di unificazione, con la consueta terminologia, sebbene
pili criticamente scaltrita e letterariamente compiuta: " La filosofia deve terminare con la religione appunto perch la filosofia un
pensare, e dunque ha l'opposizione da una parte del non-pensare,
e d'altra parte del pensante e del pensato: essa ha il compito di
mostrare in ogni finito la finit, e di promuovere per mezzo della
ragione il compimento specialrne11te riconoscendo, attraverso l'infinito di sua competenza, le illusioni e ponendo cosi il vero infinito
fuori della sua sfera. L'innalzamento del finito all'infinito si caratterizza appunto perci come innalzamento da vita finita ad infinita, a religione, che essa non pone l'essere dell'infinito come
un essere attraverso la riflessione, come un essere soggettivo o
. ... (181) .
oggettivo
1

Ma se il concetto di natura quello che emergendo precipuamente caratterizza ql1esto scritto, i1ecessario tornare ad esaminarlo, cercando di chiarire ulteriormente il suo significato e le
sue implicazioni, innanzitutto ponendosi il problema del pretesto panteismo hegeliano ( 182 ). A questo proposito, il fatto che anche la natura sia riassunta, sia pure come elemento negativo, nell'unificazione metafisica, sembra costituire la prova definitiva della concezione metafisica che regge il Systemfragment; infatti, al
vago misticismo delle conclusioni teoretiche, si assommerebbe con
ci quel sentimento naturalistico che una costante di tutte le
dottrine monistico teologiche. Ma si pu confermare quest'interpretazione? Non crediamo che i testi hegeliani permettano una
conclusiva risposta: qui ci troviamo invece di fronte a quella
tipica ambiguit del pensiero hegeliano, mobile tra metafisica ed
umanesimo, tra mistica e storicismo che pu aprire sia all'affermazione del panteismo hegeliano sia alla sua negazione. Certo, su

DIALETTICA UMANISTICA E METAPISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE

questo scritto si esercitano notevoli e pesanti influenze che possono


indurre lo Hegel a procedere in quel senso; ma soprattutto la
ambiguit, la duplicit di questo scritto che vale far risaltare, poich essa d'altro lato probante del pieno aderire dello Hegel allo
spirito del suo tempo, a quell'opposizione tra metafisica ed uma11esimo, e politicamente tra progresso e reazione, che in esso
centrale.
Tentiamo ora di enucleare i termini mnanistici della tematica
del Systemfragment. Ecco allora che l'unificazione si definisce come realizzazione dell'ideale di stato popolare, come unificazione
storica di individuo e totalit nella vita di un popolo: " la pili
completa compiutezza, - dice Hegel, e non solo relativamente alle unificazioni politiche, ma riguardando il problema dell'unificazione in generale - , possibile presso popoli, la cui vita lacerata e sconnessa il meno possibile, cio presso popoli felici. I popoli infelici non possono raggiungere quel livello; ma nella divisione devono essere tutti occupati nella conservazione di un membro, nella difesa della indipendenza. Essi debbono cercare di non
perderla; il loro vanto pili grande sar quello di tenersi saldi nella
separazione e di preservarsi l'Uno ,, (183).
Ma, in questo caso, che significa l'insistenza iniziale del saggio sul concetto di natura? Secondo quali modalit essa risulta
conclusa nel nesso umanistico unificante? Si deve qui fare una distinzione e procedere ad un'analogia: una distinzione dalla concezione schellinghiana del rapporto tra natura e spirito nella vita
dello stato, un'analogia con la concezione fiichtiana del medesimo
rapporto. Per Schelling " l'universale costituzione del diritto determinazione della libert, poich, senza determinazione, non si
d alcuna cittadinanza per la libert. Infatti la libert che non sia
garantita da un universale ordine della natura, ha un'esistenza
solo precaria, ed , come nella maggior parte dei nostri odierni stati, un albero che prospera solo parassitariamente, e soffre di una
necessaria incongruenza nei riguardi dell'universale, di modo che
il singolo non mai sicuro della propria libert. Cosi non deve
essere. La libert non dev'essere in alcun modo un privilegio, o

(!BO) Ivi, p. 347 (trad., p. 28).


c1s1) lvi, p. 348 (traci., pp. 31~32).
( 1 82)

Rimandia1110 supra alle citazioni dall'opera di DILTHEY.

255

(183) Jugendschriften, pp. 350-351 (trad. it., p. 37).

256

CAPITOLO QUARTO

un bene di cui si pu godere solo come di un frutto proibito. La


libert dev'essere garantita da un ordinamento che sia tanto aperto ed inalterabile quanto quello della natura ( 184 ). Per Schelling,
dunque, la determinazione della libert in cui si costituisce il diritto, deve avere formalmente il carattere della necessit meccanica, che propria della natura; in tal senso diritto e stato sono
una <cseconda natura, ed in essi deve imperare l'automatismo mec~
canico: concezione questa che perfettamente adeguata alla generale impostazione del monismo schellinghiano per cui la natura
configura la mediazione tra soggetto e oggetto, tra volizione e voluto (185). evidente che nel quadro, da Hegel descritto, di un'unificazione umanistica e storica non pu darsi una simile concezione: qualora anche la natura rappresentasse la mediazione delle
opposizioni, questa specie di panteismo naturalistico di Hegel non
oltrepasserebbe il livello empirico ed esteriore in cui si stabilisce
la contraddizione; vale a dire che, mancando alla speculazione
dello Hegel ogni tonalit ontologistica, la natura non costituisce
in nessun caso il massiccio sfondo della mediazione, n tanto meno pu in essa risiedere il motore del processo reintegrativo, l'atto
organizzante i rapporti di unificazione ( 186 ); al contrario la natura si configura come positivit all'interno della relazione che congiunge libert ed alienazione, quindi come prodotto di un processo
che pur sempre scaturisce dall'uomo. In sostanza, nella costruzione della natura come positivit Hegel riconosce un elemento intermedio della dialettica storica, che verr poi concluso nella costruzione dell'uomo libero ed integrato nella comunit: e con ci
la natura come positivit viene identificata con l'economicit che

(181) SCHELLING,

Systeni des transcendentalen Idealis1nus, 1800, in S. W., I, 3,

p. 593.
(

18

")

Sulla concezione politica e sui presupposti d'essa nel Sistema schellinghiano,

rin1andiamo a A. HoLLERBACH, op. cit., pp. 134-146; H. ZELTNER, op. cit., pp, 151-153
e 175 sgg.; A. SEMERARI, art. cit., pp. 511-531 (interpretazione interessante, tuttavia
troppo preoccupata di sottolineare i n1otivi illuministici del pensiero schellinghiano,
al punto, si direbbe, di dimenticare quelli romantici che son ben pili evidenti), e
infine a I(. STERNBERG, Schelling, der Philosoph der Romantik, in <(Archiv ftir Rechtsund Wirtschaftsphilosophie)), XXII (1928-1929), p. 535 sgg.
( 1 8 6 ) Insensata diviene da questo punto di vista, la pretesa di E. v. SYDOW (Die
Bedeutung des Volkes)) n Systeme Hegels, cit., p. 199) di voler riconoscere nella
nozione di Volkgeist una mediazione di tipo naturalistico.

DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOPORTE

257

altresi meccanica ma prodotto umano, alienante ma dialettizzabile,


momento subordinato della vita umana ma necessario. Avevamo
gi considerato l'importanza che nella concezione hegeliana della
societ e del diritto aveva assunto il motivo economico, ma avevamo anche visto come, fino a questo momento, il tentativo di reintegrazione della positivit economica, quelle poche volte in cui si
era oltrepassata la fase esigenziale, avesse incontrato difficolt insonnontabili: solo ora nella meditazione del rapporto uomo-natura si afferma la possibilit del recupero dell'homo oeconomicus,
data l'attitudine ad essere mediato che assumeva il concetto di natura qualora fosse pienamente intesa come prodotto dell'attivit
umana. Ed in ci consiste anche l'analogia, che prima abbiamo
segnalato, con Fichte: da quest'ultimo infatti il rapporto tra uomo
e natura pure caratterizzato sulla base del volontarismo costruttivo, e di conseguenza la natura si qualifica come prodotto e contesto storico (187 ).
Sembra dunque che la concezione metafisica della dialettica,
che co11vive nel pensiero hegeliano con t1na visione umai1istica e
positiva della stessa, oltre che ad ingenerare alcune ambiguit nel
metodo, pure contribuisca a concludere la positivit nel procedimento dialettico. Cercheremo ora di vedere, qui di seguito, come
nell'altra direzione in cui si muove Hegel, risulti possibile definire
pienamente il metodo, senza ulteriori difficolt, e rispondere concretamente ai problemi politici e giuridici che nel mondo tedesco
si presentavano.

(1 87 ) Le analogie si possono stabilire sopratlutto con l'opera fichtiana del 1800,


Die Bestinunung des Menschen (S, W., vol. II, pp. 167-319): lo stesso SYoow, in una
recensione agli Schriften VII di I-IEGEL a cura di LASSON (in <(Zeitschrift fiir Rechtsphilosophie in Lehre und Praxis)), II, 1919, Lipsia, pp, 389-399, ed in part. p. 393) lo
ha riconosciuto, retrocedendo quindi dalla posizione precedentemente assunta. Sull'elemento volontaristico, inerente alla concezione hegeliana dello stato, forse mutuato da Fichte, ha insistito anche F. DAl?MSTAEDTER, L'esperienza statuale in Fichte
e Hegel, in Rivista internazionale di filosofia del diritto, XVI, 1936, pp. 157-194,
ma part. pp. 165-167. E tale analogia si pu porre malgrado Hegel polemizzi esplicitamente contro la Bestin1mung fichtiana (Jugendschriften, p. 139) che, a suo avviso, riproporrebbe all'interno della tematica idealistica termini giusnaturalistiei:
con ci si vede che la polemica hegeliana non tanto rivolta contro la forma volontaristica del procedimento fichtiano, quanto contro determinati contenuti d'esso.
17. A. Negri - Stato e diritto nel giovane Hegel.

DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE

CAPITOLO QUARTO

258

10. - Tali erano dunque le istanze politiche e storiche della


speculazione hegeliana, che anche le tendenze mistico-metafisiche
risaltanti nel corso della sua indagine erano riassorbite dalla primitiva impostazione: ingeneravano delle ambiguit, determinavano incertezze, ma il loro esito era pur sempre positivo; ne derivava
talvolta la contraddittoriet del procedimento, infine tuttavia il
risultato era il medesimo. In sostanza, null'altro che l'antinomia
storica della libert e dell'alienazione si situava al centro della
speculazione hegeliana ed a risolvere l'antinomia in un'adeguata
dialettica era rivolto il suo sforzo ; e la dialettica non doveva svolgersi a livello meramente riflessivo, ma a livello della storicit, non
procedimento astratto ma concreto, determinato: perci l'analisi
del nesso tra libert ed alienazione si convertiva nell'analisi delle
forme storiche di realizzazione della libert.
Da tali presupposti, era inevitabile che il problema delle concrete strutture in cui la libert era attuata in Germania, fosse destinato ad acquistare un posto eminente nel discorso filosofico
dello Hegel, poich egli era partecipe dell'ansia dei patriotti tedeschi di venire a capo delle convulsioni politiche del tempo e
della drammatica situazione in cui erano coinvolti. Lo dichiara
espressamente, introducendo con alcuni appunti lo scritto sulla
costituzione tedesca cui dar una redazione conclusiva solo alcuni
anni pili tardi ( 188 ): " Il risultato della rovinosa guerra che l'Impero tedesco sta conducendo contro la Francia, non dovrebbe esser altro che quello di farsi strappare una delle sue pili belle terre
ed un milione dei suoi figli. .. ? Questo si son chiesti parecchi patriotti tedeschi e la tragica consapevolezza di vedere che non si
cercava di ottenere alcun pili alto fine, li ha riempiti di dolore ed
ha loro affatto tolto la speranza nella repressione della sorgente
di ogni male e nella reale riforma dei difetti della costituzione dello stato ,, ( 189). In questa situazione si giustifica il radicalismo delle

proposte, l'esasperazione dell'animus rivoluzionario e l'ansia di


t1n'azione di rinnovamento che non scenda a compromessi, ma so~
prattutto il profondo sconforto: " I fogli che seguono sono la
voce di un sentimento che suo malgrado si va staccando dalla speranza di vedere lo stato tedesco uscire dalla sua insignificanza, e
vorrebbe, prima dell'intera dipartita delle sue speranze, ancora una
volta richiamare alla vita il so desiderio che diviene sempre pili
debole e della sua flebile fede nella realizzazione dello stesso ancora una volta, in immagine, godere ( 190 ). La tragedia politica
della Gennania tutta compresa in queste parole, che assumono
il loro pieno significato qualora siano riferite all'interezza della
speculazione hegeliana, al suo tentativo, sempre ripetuto, di cogliere la mediazione di razionalit e di individualit, di determinare unitariamente conoscenza e volont: ma ora la separazione
radicalizzata, della sola immagine dello Stato gode il cittadino,
incapace di realizzarla. Ed Hegel scende subito a rintracciare nelle
strutture storiche e giuridiche l'origine del dramma morale e politico. La Germania non pili uno stato '" egli constata ( 191 ), ripetendo il lamento dei pi consapevoli suoi contemporanei ( 192 );
quindi procede oltre nell'indagine, poich questa constatazione
non ha per lui un valore marginale, n episodico, non deriva da
un momentaneo scoramento o da un superficiale atteggiamento
critico, ma adeguata al contenuto ideologico della sua speculazione e connaturata alla forma del suo procedimento. La denuncia
dell' insignificanza della Germania come stato infatti strettamente connessa alla polemica contro il dispotismo: l'attuale costituzione imperiale tedesca, egli afferma, mero dispotismo, ed anche qui, come in ogni stato dispotico, non c' spazio per il diritto,
per la legge, ma solo prepotere ed anarchia; d'altro lato, anche la

283.
Ibideni.
(192) Tali per esempio i lamenti, ricordati, di HERDER (la Germania non ha piU
pubblico ... ) nelle Briefe zur Beforderung der HUnianitiit, oppure di H6LDERLIN,
Flyperion II, Brief 59; o infine il distico di GOETHE e SciILLER negli Xenien:
<1Deutschland wo liegt es? ich weiss das Land nicht zu finden,
wo das gelehrte beginnt, hOrt das politische auf.
(190) Ivi, p.

(19 1 )

(1 88 ) Il frammento cui qui accenniamo riprodotto nei Dokumente, pp. 282-288:


uno scritto in preparazione dcl grande studio sulla costituzione tedesca del
1802 (Schriften VII, pp. 3-136). La datazione del frammento in questione stata lun-

gamente discussa: sullo stato della questione cfr. le note di J. HoFFrvIEISTER al cit.
Dokuniente, pp. 468-469: l'A. conclude situando lo scritto tra il 1798 e il 1799.
(189) Dolcu1nente, pp. 282-283.

259

- -

----------------~-----~--

260

CAPITOLO QUARTO

DIALETTICA U11ANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE

considerazione teorica della costituzione imperiale non riesce a concluderne la figura in alcuna delle forme previste dai costituzionalisti ( 193 ). Ma supponiamo, continua Hegel, che questa costituzione
possa aver avuto un valore nei tempi passati: certo che essa non
risponde ai bisogni del nuovo secolo e non innervata dalle nuove
energie che lo spirito dei tempi ha saputo sviluppare: la costituzione simile ad una costruzione con pilastri e volte gotiche che
se ne stia isolata dallo spirito del tempo, che si agita nel mondo "( 104 ). Dispotica, anacronistica, l'attuale costituzione tedesca trova tuttavia ancora chi disposto ad offrirle delle giustificazioni
ideologiche, appellandosi a quella che Hegel con scherno chiama
la favola della libert tedesca ,, ( 19 ').
Eccoci dunque pervenuti alla determinazione delle cause specifiche che provocano, oltre che il carattere dispotico e l'acrisia
storica delle formule costituzionali, anche la degradante mistificata
giustificazione del sistema : Hegel ne annovera tre di fondamentali,
cogliendole nell'individualismo politico, nel privatismo economico
e nel formalismo giuridico.
Per quel che riguarda il primo punto, Hegel nota che non si
tratta solo di individualismo, quanto di particolarismo: ogni cittadino, e cosi ogni territorio, ogni ceto, difendendo gelosamente la
propria autonomia, si op.pone agli altri assolutamente, e la costituzione sanziona questa disgregazione ( 196 ); per la critica vale quindi il generale schema della dialettica hegeliana per cui non si d
possibilit di porre l'individuale se non nella relazione che lo strin
ge all'universale. Ma allo scopo di non fraintendere l'istanza hege-

1
( 9") Tale problema era vivo nella cultura giuridica del periodo: si notava in-

fatti che la figura dell'Impero germanico non poteva esser ridotta ad alcuna delle
forme di governo previste da Aristotele. In particolare S. PUFENDORF, in due lavori
intitolati, l'uno De statu imperii gennanici (Ginevra 1667), l'altro De repubblica
irregulari (Lund 1668), aveva assegnato alll'Impero germanico la forma di governo
mista, mediante un concetto di stato irregolare: era quanto giustificare la denuncia
hegeliana degli aspetti anarchici della costituzione tedesca.
(194) Dokumente, p. 283.
(195) Doku1nente, p. 284.
1 6
9 )

La giustificazione filosofica del particolarismo regionalistico e cittadino,


e conseguentemente del paternalismo principesco offerta da CH. WoLFF, nei
Verniiftige Gedanken von dem gesellschaftlichen Leben der Menschen, Halle 1721,
in particolare ai paragrafi 215 e 264.
(

261

liana e di non confondere il motivo sostanziale della polemica con


questioni moralistiche di contorno, d'uopo fare attenzione al fatto che Hegel passa, immediatamente dopo, all'analisi dei presupposti economici della costituzione tedesca; particolarismo, individualismo alludono infatti necessariamente ad egoismo e privatismo economico. " Secondo i suoi principi giuridici originari perci propriamente il diritto statuale tedesco un diritto privato ed i
diritti politici un possesso giuridico, una propriet " (' 97 ). Perci
la totalit statuale si frantumata ed il diritto si rifratto nei
rapporti patrimoniali dei privati, riducendosi cosi ad astrazione
dalla totalit, che cosa reale (198 ). E opportuno sottolineare che,
col riapparire di questi temi, risLJlta ancora la continuit dell'interesse hegeliano per l'indagine economica e si riafferma l'urgenza di
procedere alla mediazione degli elementi naturali che appaiono nel
contesto storico (199): Hegel infatti nota che la potenza dell'economico tale che tutti i rapporti giuridici e costituzionali, che pure
hanno la pretesa di essere universali, possono essere ricondotti a
questa struttura: poich la propriet borghese solo dal punto di
vista del diritto un universale, ma come oggetto resta un isolato,
senza alcun rapporto " (200 ). L'ultima ragione della crisi degli istituti costituzionali tedeschi, il formalismo giuridico, che maschera
di universalit l'astratto contenuto dei rapporti privatistici, quindi affatto connessa alle precedenti: particolarismo, privatismo, formalismo sono l'uno effetto dell'altro e tutti causa della disgrega
zione della totalit statuale, dell'uscita dello spirito dalle fonnule
giuridiche. N in questa situazione si d concetto di sovranit, poich esso, - e la sua validit - , pu essere fondato solamente in
una costituzione che nasca nel segno della totalit, laddove la so-

(1\J7) Dokun1ente, p. 285.


(l\JS) Sulla privatizzazione dcl diritto e sul concetto di stato patrin:oniale: cfr.
T. SCHMAr.z, Das Recht der Natur, II ed., KOnigsberg, 1795, p. 89: puo darsi che
quest'opera fosse nota anche allo Hegel, avendo avuto la prilna ed., un recensor_e
tubinghese, cui Scl11nalz risponde nell'Einleitung alla seconda ed. D'altronde 11
tentativo di costruire un diritto comune pubblico germanico era anche alla base
degli sforzi dci due Moser (cfr. supra).
(199) Sulla centralit di questi temi economici nella speculazion~ politico giuridica di Hegel, cfr. E. VERMEIL, art. cit., pp. 452-454; G. LUKACS, op. cit., p. 197 sgg.
(200) Dolaunente, p. 286.

DIALETTICA UMANISTICA E 11.1BTAFISICA NEL PBRIODO DI FRANCOFORTE

CAPITOLO QUARTO

262

vranit venga definita come potenza del tutto sulle parti e derivi
l' autosussistenza dal porsi in essa di un nesso organico di tutti i
soggetti (201 ).
Cosi dunque Hegel definisce l'immagine dello Stato cui tende
con nostalgia '" e parallelamente determina le cause della crisi;
restava tuttavia da affrontare il problema pratico, quello cio dei
mezzi da usare per attuare quell'ideale; ed Hegel affronta tale problema in uno scritto successivo, sempre inteso alla preparazione
del lavoro sulla costituzione tedesca (202 ). Il motivo centrale della
ricerca consiste nell'argomentazione tendente a fissare l'intimo nesso che deve stringere riflessione e volont, ideale ed energia rivoluzionaria. Hegcl cosi inizia: La contraddizione sempre crescente
tra l'ignoto, che gli uomini inconsapevolmente cercano e la vita
che ad essi offerta e permessa e che essi hanno fatta propria, la
nostalgia verso la vita di coloro che hanno elaborato in s la natura in idea, contengono l'anelito a reciproco avvicinamento. Il
bisogno di quelli, di riceverere una consapevolezza sopra ci che
li tiene prigioni e l'ignoto di cui sentono l'esigenza, s'incontra col
bisogno di questi, di trapassare dalla propria idea nella vita ( 203 ).
L'uomo si muove quindi in una situazione quanto mai ambigua,
da un lato preda della tentazione di vivere nel mero pensato, dall'altro di quella di essere assorbito nella pura vitalit: entrambe
le situazioni sono alienanti, e provocano l'una il radicalismo astratto, mentre l'altra giustifica la banalit del vivere quotidiano. Tra
ignoto ricercato e vita, tra rappresentato e vivente dev'essere posta
la sintesi poich senza mediazione, quando l'uomo sia insomma
completamente affiso nel pensiero riflesso oppure affatto senza volont, quando domini la vita dall'astratto oppure nella vita sia
compreso, nell'assolutamente empirico, si d solamente sofferenza: sofferenza della separazione dalla totalit, senso dell'alienazio-

RosENZWEIG, op. cit., I, pp. 88-92.


Il frammento cui alludiamo contenuto in Schriften, VII, pp. 138-141, col
titolo Freiheit und Schicksal; di difficile datazione, per quanto ormai gli intP ...preti siano d'accordo nel collocarlo nell'autunno del 1800 (per tutti cfr. J. HoFF~
MEISTER, nelle note a Doku1nente, pp. 469-470, che ben riassume la questione). Di
questo frammeqto esiste una trad. italiana del prof. LUPORINI, in Societ 1945, 3,
pp. 63-65: di questa traduzione, che ottima, ci valiamo nelle nostre citazioni.
{2011) Schriften VII, pp. 138-139.
(201)

Ivi, p. 287. Cfr. soprattutto F.

263

ne, che pure contiene in s la nostalgia di un ordine ideale e quindi implica il superamento della negativit. Il sentimento della
contraddizione della natura con la sussistente vita il bisogno che
la contraddizione venga tolta, quando la sussistente vita ha perduto la propria potenza ed ogni sua dignit, quando essa divenuta un puro negativo ,, (204).
La pura negativit cosi definita nei termini della mera economicit, come interesse particolare sfrenato, che neppure la mistificazione ideologica riesce completamente a nascondere, sebbene essa, ammantando di pretesa universalit il particolare, coinvolga l'uomo in una crisi senza sbocchi, togliendogli appunto, con
il senso della contraddizione, l'unico incentivo al superamento dell'alienazione. Reintegrazione quindi della ragione nella vita, della
riflessione e della volont insieme: la mera negativit, la propriet,
la sudditanza, tutte le forme in cui si rivela l'alienazione, debbono
essere superate dall'energia rivoluzionaria che si costituisce sull'esasperata tensione degli opposti. N vale insistere, come si
fatto da parte di alcuni interpreti (205 ), su un preteso animus riformistico che presiederebbe a questo saggio, poich quand'anche
Hegel escluda la possibilit di operare mediante violenza, pure
ammette quella di operare con potenza : egli non si oppone alla
rivoluzione, ma al terrorismo rivoluzionario, - che opporre
particolare a particolare - , mentre non il particolare ma l'ansia
dell'universale, non il mezzo ma il fine, anzi il risultato, quello
che qualifica propriamente I' azione rivoluzionaria. Perci Hegel
pu coerente salutare il soffio di una vita migliore (che) ha toccato questo tempo. Il suo impulso si nutrisce dei grandi caratteri
di singoli uomini, del movimento di interi popoli ... La vita limitata
pu soltanto allora, come potenza, venire con potenza assalita
ostilmente dalla vita migliore, quando quest'ultima sia divenuta
(a sua volta) una potenza ed abbia da temer violenza,, (2DB).
Intendendo precisare il termine concreto della sua indagine,

(202)

( 201 )

Ivi,

p.

139.

( 205 ) Cosf soprattutto W. DILTHEY,


I, pp. 92-99; T. L. HAERING, op. cit., I,
(20 6 )

Schriften V 11, p. 140.

op. cit.,

p.

p. 595 sgg.

122

sgg.,

F.

ROSENZWEIG,

op. cit.,

264

CAPITOLO QUARTO

Hegel affronta ora di nuovo il problema della libert nello stato


tedesco: in esso la particolarit ha appunto preso il posto dell'universalit, di conseguenza l'universalit che ha potere, come fonte
di ogni diritto, sparita, poich si isolata, facendosi un particolare. L'universalit perci presente soltanto come pensiero, non
come realt (207 ). Ma l'opinione pubblica tedesca, la massa sta
prendendo coscienza di questa situazione: perci si muove, superato il doloroso vacillare tra la speranza ed il timore, per reintegrare il proprio diritto. Vale a dire: il popolo riacquista il senso
del suo diritto, poich sa che la sovranit non pu scendere che
da esso, che solo la totalit universale ed ha potere; ed il diritto
pu essere fondato solo su questo nesso che lo connette al tutto:
il diritto, insomma, per esser tale, per non scadere a mera forma,
a fissazione di rapporti economici privati ed egoistici precostituiti,
dev'essere diritto statuale, garantito dallo Stato per la totalit dei
cittadini.
L'ideale dello stato popolare, che aveva percorso l'intera speculazione hegeliana, appare qui in tutta evidenza: gli individui
debbono essere integrati nella totalit e la totalit deve avere,
unica, potere; l'originario contenuto utopistico del concetto quindi mediato, con tale precisa attribuzione del potere, dalle istanze
storico-concrete che sempre erano emerse nello svolgersi del pensiero hegeliano ( 208 ). Non si tratta perci di un ideale di stato totalitario, perch lo stato non assume alcuna trascendenza rispetto
agli individui: tn1a mediazione ottimistica, un'integrazione piena;
anzi, poich totalit ed universalit si equivalgono, lo stato risulta
tutto percorso da istanze etiche, non indiscriminate, non aventi
fine in s, ma giusnaturalistiche e rivoluzionarie, di libert ed
eguaglianza, e, a poco a poco, di indipendenza (209 ).
Con ci non vogliamo escludere l'ambiguit che, in astratto,
strappata da un contesto storico determinato, l'immagine hegeliana

(201)

Ivi, p. 141.

( 2D8) La mediazione dell'ideale con la realt non tuttavia perc10 1n nessun


caso mediazione con l'irrazionalit, come vor1~ebbc H. GtOCKNER, che insiste appunto sulla dimensione irrazionale del potere (op. cit., II, pp. 174-183).
( 209) Sui motivi nazionali che appaiono in questi fra1nmenti hanno insistito
w. DILTIIIY, op, cit., p. 126 sgg., F. ROSENZWTIJG, l. c.

DIALETTICA UMANISTICA E METAFISICA NEL PERIODO DI FRANCOFORTE

265

dello stato viene ad assumere, ma riteniamo che tale ambiguit


possa esser sciolta solo ripercorrendo, come s' fatto, la traiettoria
dell'evoluzione speculativa del giovane Hegel, che dall'illuminismo
perviene all'attuale originale posizione, ma che resta pur sempre
giacobino. Ed ancor pi probante della positivit di questo processo il carattere che assume in esso, attraverso le varie fasi della
sua elaborazione, la dialettica, intesa a mediare individualit e
razionalit, storicit ed universalit, cio gli estremi dell'antica
antinomia illuministica; essa a poco a poco rivela ]'oggettivit,
diviene chiave di interpretazione storica, e quando di conseguenza
si scopre come nesso di destino e di libert, manifesta la sua essenza operativa, perfettamente umanistica: la storia destino in
quanto realt attuata, in quanto passato, libert come realt da
attuare, come futuro, ed al limite di passato e presente, di teoria
e prassi, l'uomo che costruisce libero il suo destino. E se nel
destino fissata tra tutti gli uomini una comunit indistruttibile
di memorie, una pena che non possono non soffrire, d'altro lato la
libert che pone e trasforma la storia, si apre ancora al vincolo
della solidariet umana (21 0).
L'ideale di stato popolare la sostanza ed il motore del procedimento dialettico, tutti gli altri temi, - alienazione, positivit,
libert, destino - , ruotano attorno a questo centro. Per convincersene ulteriormente sufficiente prendere in mano la Neue Einleitung che Hegel prepone, nel 1800, allo scritto bernese sulla positivit della religione cristiana ( 211 ). Qui Hegel ironizza sulla pretesa purezza del concetto di natura umana e riconosce la necessit
della determinazione del concetto nella realt: la positivit quindi affatto rivalutata dal punto di vista logico, ma non lo invece
dal punto di vista storico, etico, politico, quando cio si manifesti
come dispotismo: di diventare positiva capace ogni dottrina,
ogni comandamento, giacch ognuno pu venire annunciato "in

210
(
) Sull'inerenza di destino e libert, e sul significato collettivo di questo
nesso, hanno insistito, a nostro avviso, con particolare acutezza, J, HYPPQLITE, La
signification ... , cit., pp. 327-329, e LUPORINI nel com1nento posposto alla trad, it. di
Freiheit und Schicksal, in Societ, 1945, 3, pp. 68-114.

221
(
) La Neue Einleitung fu tcrn1inata il 24 settembre 1800; ora contenuta in
Jugendschriften, pp. 139-151; delle pagine 139-148 si ha una trad. it. a cura di E. DE
NEGRI nei cit. Principi .. ., pp. 1-17.

\'

266

CAPITOLO QUARTO

maniera violenta" con oppressione della libert (212 ), e ancora:


l'accidentalit da cui doveva scaturire una necessit, il transeunte
su cui si doveva fondare negli uomini la coscienza di un eterno,
il rapporto con esso nel sentimento, nel pensiero e nell'azione,
questo transeunte si chiama, in generale, autorit ( 213 ). !'autorit, il dispotismo che divide l'uomo da se stesso, che ingenera
alienazione e cattiva positivit, infine sempre la negazione dell'ideale dello stato popolare, della felice comunit di esseri liberi
che vivono integrati, amando perci quella positivit che il loro
mondo, conciliati con il destino.

(212) Jugendschriften, p. 143 (trad. it., p, Y)


(213) Ivi, p. 145 (trad. p. 12).

CONSIDERAZIONI FINALI

Dal tema libert e amore a quello di libert e alienazione


e di libert e destino scorre un filo contilluo di meditazioni, una
stessa ansia problematica; dall'utopia concepita nel circolo di Tubinga, che affonda le sue radici nell'umanesimo della cultura illuministica e nella fede settecentesca nel trionfo della Ragione, fino
al vigoroso atteggiamento storico, che presupposto alla definizione del concetto di destino, intrattenuto dallo Hegel un
ininterrotto dialogo sul medesimo problema, quello della libert
e della sua realizzazione. La fede giacobina di Hegel non vien dunque mai meno, solo variano i toni della sua polemica e gli strumenti, o quelli scientifici di analisi e di esplicazione dell'ideale o
quelli politici di attuazione dello stesso: ma c' all'origine della
speculazione giovanile hegeliana una sorta di ottimismo che permette di fare di ogni ostacolo un gradino del processo di realizzazione dell'idea, di ricondurre ogni variante all'unit della principale istanza speculativa. Cosi Hegel si immerge nelle singole
opposizioni per poi riassorbirle nell'unit, e si pu sottolineare
che il procedimento dialettico, - che rappresenta il precipuo
contributo hegeliano allo svolgimento del pensiero filosofico contemporaneo - , trova origine nello stesso atteggiamento umano
dello Hegel ed profondamente adeguato allo stile della sua
ricerca. Infatti, qualora cercassimo di ripercorrere a grandi tratti
le fasi, gi analiticamente descritte, dell'evoluzione dello Hegel,
potremmo osservare che solo il procedimento dialettico pu permetterne un'organica descrizione, determinandone la connessione:
da quando Hegel si pone l'ideale utopico della gioventu, tutte le
successive posizioni, cui egli accede, si situano nella prospettiva
dello sviluppo dialettico della primitiva intuizione. Ci risulta

268

CONSIDERAZIONI FINALI

CONSIDERAZIONI i'INALI

particolarmente evidente allorquando si consideri la problematica


hegeliana nel periodo bernese, laddove il radicalismo politico che
la qualifica e quella specie di intellettualismo che determina la
realt come mera opposizione dell'ideale, non si risolvono in s;
anzi l'alienazione viene pur sempre definita tenendo presente
l'unitario contesto dell'attivit umana, in cui vivono sia la negativit che la positivit, e perci con l'alienazione posta anche la
condizione del suo superamento.
Paradossalmente si pu dire che Hegel sviluppa a tal punto
l'istanza illuministica e rousseauiana di dedurre dalla volont e
dall'attivit dell'uomo la trama di tutta la realt storica, che perci stesso egli attinge la mediazione romantica delle opposizioni,
di realt e di idealit. Si tratta infatti in un primo tempo di mediazioni attivistiche, null'altro che una reinterpretazione del concetto giusnaturalistica della volont ed in particolare di quello di
volont generale; ma poi le mediazioni risultano sempre meglio
determinate, quanto piu la realt scopre il suo destino, vale a dire,
innanzitutto le ragioni della continuit storica e delle tradizioni
popolari ; quindi si scopriva essa stessa come sfondo fenomenologico in cui la mediazione era data, imposta ai soggetti, quasi
una pena, che li legava all'oggettivit. Infine il destino risultava
anch'esso mediato, ricondotto alla luminosit dell'ideale, non pi
per in luce utopica . ma fe11omenologica, quando fosse amato,
cio compreso come necessario dall'uomo, incluso nella sua attivit, allo stesso modo in cui l'uomo era concluso nella totalit
del movimento storico: individualit e totalit cosi congiunte
rinnovano st1l piano storico 11na inediazione che all'inizio era stata
descritta meramente sul piano ideale; la relazione si era posta
attraverso un processo sempre piu intenso di opposizioni e di
parziali mediazioni che infine avevano permesso una riconciliazione reale, ma pur sempre dinamica, una raffigurazione della
realt non positivistica o settoriale, ma positiva ed integrale. Perci quei critici che credono di cogliere nel giovane Hegel la riduzione, senz'altro attuata, dell'oggettivit all'alienazione, non hanno
compreso da un lato il senso umanistico che in tutta l'evoluzione
del giovane Hegel assume la polemica contro l'alienazione, in secondo luogo il senso fenomenologico della nozione di destino,

allusiva ad un sostrato in cui uomo e storia, individuo e totalit,


tutte le opposizioni insomma sono situate in rapporto di reciprocit e le mediazioni sono possibili come frutto di continua operosit, della produttivit dell'uomo.
Ci tanto piu evidente, qualora si cerchi di chiarire il significato e la funzione dell'ideale di stato popolare. Anche qui individualit e totalit debbono essere integrate, e lo sono dapprima in
luce utopica, mentre poi Hegel si sforza sempre pi di ricondurre
la mediazione a livello storico ; ed il tramite che gli permette il
passaggio dall'idealit alla storicit consiste soprattutto nella polemica contro l'atomismo e la disgregazione sociale della Germania
settecentesca, da cui egli vedeva con ragione scaturire l'esasperazione dei motivi individualistici del tardo giusnaturalismo: ivi la
totalit statuale era rotta, l'individuo considerato nel suo isolamento egoistico ed il diritto statuale ridotto a pura tutela delle
pretese soggettive; non vi era pi stato ma anarchia. N sufficiente la declamazione dell'ideale per rimettere le cose in ordine,
- argomenta Hegel, tratto nel vivo della polemica rivoluzionaria
del tempo: necessario che il mito, che l'ideale si realizzi nella
storia, che lo stato popolare divenga una realt e che perci in
tale prospettiva si stud.ino i mezzi di realizzazione. Quest'urgenza
di integrare gli individui nella totalit statuale, di fare dello stato
l'effettivo depositario della sovranit popolare il tratto caratteristico di tutta la speculazione politica del giovane Hegel, e si
pu affermare che la dialettica posta sul piano teoretico tra particolarit ed universalit un riflesso di quella ben pi profonda
che sul piano storico si svolge tra totalit ed individualit.
Da quest'ansia appunto determinato anche il fondamentale
animus democratico del giovane Hegel. Opporsi all'atomismo privatistico significava per lui opporsi anche al liberalismo che lo
perpetuava, e se non bastava la declamazione dell'idea di libert,
n la riaffermazione del diritto individuale a sollevare lo stato
dall'anarchia, la libert doveva manifestarsi come forza costruttiva
che ponesse le basi di una vasta solidariet; alla libert come
forma dei rapporti sociali, Hegel contrapponeva insomma la libert come sostanza degli stessi, e nello studio del mondo economico andava a ricercare i moduli del concreto sviluppo di essa.

269

270

CONSIDERAZIONI FINAJ,I

In questo procedimento di indagine che lentamente risale dai termini concreti ed immediati delle situazioni e dei conflitti storici,
dai bisogni subordinati dell'uomo '" su, su fino alla definizione
ed alla mediazione concettuale, si precisa la nozione di democrazia sostanziale, inerente a tutto lo sviluppo del pensiero hegeliano
e che ne costituisce, diremmo, la chiave. Quindi Hegel, studiando
le forme di realizzazione della libert, non si limita a porre il
problema in termini astratti ma sente il bisogno di situare il
concetto nel tutto dello sviluppo storico, di dargli una significazione storico-universale, proprio perch egli vuole la realizzazione
nella libert totale dell'uomo totale.
Infine, attraverso l'analitica fenomenologica, ogni finzione dualistica cade e si chiarisce il senso dell'immanentismo hegeliano :
oltre ogni funzione astratta esso emerge, nell'elaborazione della
concezione politica, come umanesimo. Infatti solo l'azione dell'uomo totale, responsabile e creativa, immanente a se stessa; essa
non ha alcun residuo e non necessita di alcuna conferma, al di
fuori di quella che la regola della solidariet sociale, posta
dalla conciliazione di tutte le libert nell'impegno per la costruzione di una giusta comunit.

L' analisi critica del pensiero giovanile dello Hegel non pu


essere dissociata dall'indagine storica, poich la valutazione della
fase di formazione del suo pensiero offre, come altrove si detto,
i termini adeguati per la comprensione del sistema della maturit.
Infatti, nella fase giovanile del suo pensiero, Hegel elabora il metodo dialettico e definisce la categoria dell'eticit, soprattutto attraverso l'indagine su temi politici, qualificando tali concetti in
senso fenomenologico ; e qualora si dimentichi questo carattere
della formazione della tematica dello Hegel si rischia di ridurre
il sistema della maturit a mero gioco di formule logiche, e conseguentemente di non intendere pi la continuit evolutiva della
sua filosofia. Da questo punto di vista si pongono ulteriori problemi storici, tra cui immediatamente emerge quello riguardante
il mutamento, - o meno - , della problematica hegeliana da
Francoforte a Jena: rottura o continuit? Come al solito, le interpretazioni divergono, le divergenze vengono filosoficamente ra-

CONSIDERAZIONI FINALI

271

dicalizzate, la storiografia diviene semplice pretesto di comprensione sistematica, e la continuit dell'evoluzione del pensiero hegeliano va perduta in questo gioco alterno di intuizioni talvolta giustificate, sempre parziali, e di ostinate riaffermazioni, concludentisi
nel vaniloquio.
Cerchiamo di determinare con esattezza i termini del dibattito.
Trasferendosi a Jena ( 1 ), Hegel rientra, per la prima volta dopo
molti anni, nel vivo dell'ambiente culturale tedesco: particolarmente vicino a Schelling, egli si sentir indotto a passare da un
metodo ancora piuttosto scomposto e fluido ad un'impostazione logica pi rigida e concettualmente suffragata. Intorno a questi fatti
si sviluppata la tesi della discontinuit dell'evoluzione hegeliana
e si creduto di poter vedere in essa un salto, qualche cosa di
misterioso: da t1na fase pt1ramente fenomenologica, analitica,
ricognitiva, Hegel sarebbe passato ad una fase propriamente filosofica, sistematica, meditativa, alla descrizione dell'esperienza
vitale avrebbe opposto la riflessione sulla vita (2 ). Ma questa variazione metodica, dobbiamo chiederci, implica necessariamente il
mutamento dell'elemento sostanziale, costitutivo della problematica
hegeliana? A coloro che lo hanno sostenuto, vale opporre I' assoluta e piena continuit del nucleo interno, intimo, della trama dei
pensieri hegeliani : possono cambiare i modi di espressione, variare ed assumere accentuazioni diverse gli strumenti di indagine,
- e su ci nessun dubbio: ch anzi sarebbe difficile sostenere, da
questo punto di vista, che una piena e rigorosa continuit si dia
anche nel periodo da noi studiato, vale a dire fino a Francoforte - ,

( 1 ) Sulle modalit del passaggio da Francoforte a Jena, cfr. Briefe, I, pp. 58


60 e Dokunzente, pp. 473 sgg.
(2) Delle interpretazioni e degli studi su questo passaggio (in particolare: H.
EHRENBERG, Einleitung a Hegels Erstes System, IIeidelberg, 1915 - sua la qualifica misterioso}> -; H. SCHOLZ, 1-Jegels erstes System, in Preuss. Monatshefte>>,
vol. 166, 1916, pp. 1 sgg.; nonch delle op. cit. di LASSON, DILTHEY, HAYM) ha fatto
un esauriente esan1e E. DE NEGRI, La nascita della dialettica hegeliana, Firenze,
1930, pp. 95-115. Per quanto riguarda ulteriori lavori, tra gli altri cfr. A. KoYR,
l!egel Iena, in <(Revue d'histoire et de philosophie religieuse>>, Strasburgo, 1934;
J. Sc1nvARZ, Die Vorbereitung der Phii.non1enologie des Geistes in Iiegels Jeneser
Systement1vUrfen, in Zeitschrift fiir deutschen Kulturphilosophiel>, 1936, 2, pp.
127-159; ma soprattutto l'ottimo J. HYPPOLITE, Vie et prise de conscience de la vie
dans la philosophie hegelienne d'Iena, art. del 1938, ora in Etudes sur Marx et Heget
cit., pp. 11-29, di cui ci siamo largamente valsi.

272

CONSIDERAZIONI FINALI

pur sempre tuttavia il problema della dialettica di individuale e


razionale permane alla base dello sviluppo hegeliano, problema
soprattutto svolto nello studio del rapporto di singolarit e totalit nella sfera dell'attivit politica.
Si pu infatti, a nostro avviso, procedere alla dimostrazione
della continuit dell'interesse rivolto dallo Hegel ai temi gi apparsi nella fase giovanile del suo pensiero, riscontrando altresi
la loro centralit in tutto il successivo sviluppo; e baster prendere in considerazione alcuni punti centrali della Fenomenologia
e dei Lineamenti di filosofia del diritto, risalendo dall'analisi degli
scritti giovanili alla determinazione del loro valore - e dell'effettiva presenza dei temi col elaborati - nel quadro del sistema della
maturit.
Nella Fenomenologia, ad esempio, Hegel segue il processo che
conduce dallo spirito rifratto e scisso nel mondo dei privati fino
alla fonnazione della coscienza etica, laddove individualit e totalit si pongono, nelle forme storiche e culturali, in un certo equilibrio sintetico e l' astratto imperativo morale si sostanzia nelle
strutture giuridiche e statuali: dalla prima scissione, incarnata dalla
figura del rapporto dialettico tra padrone e servo, alla seconda,
in cui la coscienza nel suo processo di emancipazione scopre nella
separazione ]'infelicit, e poi dalla moralit alla coscienza assoluta, sempre la medesima opposizione che ritorna, quella di individualit e totalit. Insomma, il rilevamento delle opposizioni fenomenologiche qui frutto della traduzione di un'esperienza storica concepita in prospettiva sociologica. In particolari circostanze
storiche, ci dice Hegel, la coscienza soggettiva si ritrae dinnanzi al
potere dello stato, si isola ed estranea dalla comunit, lo stato
diviene perci, in questi momenti di scissione, il prodotto dell'alienazione, I' assolutamente straniero; conseguentemente lindividuo,
incapace di integrarsi nella totalit dei soggetti, si fa forte del suo
isolamento, si racchiude nel suo mondo privato, fa della ricchezza
il fine della vita, dell'egoismo il mezzo di sopravvivenza: il mondo
degli uomini si risolve nel mondo economico, dove gli interessi
privati trionfano, senza che sia possibile procedere alla ricostruzione di quell'originaria unit che ogni singolo sente in cuore. La
coscienza si rende be11sf autonoma, ma non attinge l'assolutezza.

CONSIDERAZIONI FINALI

273

Ma gi in questo mondo della ricchezza, in se stesso dilacerato,


e che null'altro se non il mondo allo Hegel contemporaneo,
gi descritto nei lavori giovanili - , intravvista una possibilit di
riscatto morale, che fonda la successiva mediazione storica: oltre
la sudditanza passiva, oltre la paura, la coscienza servile si emancipa nel lavoro, che costruire, foggiare una nuova realt, ed
attraverso quest'esperienza il soggetto presentisce un mondo nuovo,
in cui, secondo la terminologia hegeliana, l'inseit si svolge nella
perseit, vale a dire che l'individuo, superato l'isolamento, prende
coscienza della totalit, meglio, la raffigura nell'autocoscienza e
media nel mondo storico libert e necessit (3 ). Ed altrettanto vale
per la coscienza infelice: la coscienza della scissione dell'io dalla
totalit, il corrispondente tentativo di ricostruire l'unit. nell'immagine trascendente della divinit, cio del Dio di Abramo, di
Isacco e di Giacobbe, - per cui l'individuo cade in disperazione
e prende coscienza del nulla - , provoca infine la sua reazione
dialettica ed attraverso l'amore si presagisce la sintesi. Dove la
scissione pili profonda, l comincia il processo di riconciliazione (4 ). Si pu dunque osservare che, in questi tratti centrali della
fenomenologia della coscienza, il riapparire dei motivi elaborati
nel pensiero giovanile davvero puntuale e da ci si indotti a
considerare immutata l'istanza filosofica che ne all'origine, cio
l'aspirazione hegeliana alla sintesi di individualit e totalit: mutato solo il quadro generale in cui il movimento si esplica, poich
ha assunto una tonalit sistematica ed il carattere dell'universalit,
altrimenti sconosciuti al giovane Hegel.
Tanto pili nei Lineamenti di filosofia del diritto, pur redatti
molti anni pili tardi, possibile provare la continuit della problematica giuridica e politica degli scritti giovanili, e forse con maggiore evidenza poich qui, anche dal punto di vista sistematico, si
esprime quella centralit del diritto che prima era spesso solo
presupposta. Il primo dei concetti definiti nel periodo giovanile
che riappare in quest'opera, quello del diritto come sfera astratta nel tutto della vita etica: " in relazione all'atto concreto ed ai
3
( ) G. G. F. HEGEL, Feno111enologia dello spirito, trad. it. a cura di E.
voi. I, Firenze, 1933, pp. 162 sgg.
(") lvi, pp. 175 sgg.

18. A. Negri Stato e diritto nel giovane Hegel.

DE NEGRI,

------~~----

274

CONSIDERAZIONI FINALI

CONSIDERAZIONI FINALI

rapporti morali ed etici, di fronte all'ulteriore contenuto d'essi, il


diritto astratto soltanto una possibilit ( 5 ); ed in ci si rinnova l'intuizione che in concreto la volont non pu che essere
determinata. In secondo luogo il diritto, anzitutto, l'esistenza
immediata che la libert si d in maniera immediata: a) possesso, che propriet; - la libert qui quella della volont
astratta in generale, e appunto perci, di una singola persona,
che sta in rapporto soltanto con s ... ( 6 ). L'indeterminazione della
volont che appare nella vita etica quindi ricondotta all'isolamento del soggetto dal contesto sociale e storico in cui situato:
astrazione significa insomma separazione, alienazione dalla totalit, ed il diritto trova, nell'istituto della propriet, il segno del suo
carattere astratto. Il mondo del diritto rispecchia quindi la rete
dei rapporti patrimoniali, degli interessi privatistici che fondano
la societ borghese, e ci che privato risulta qui, come nel mondo
intellettuale del giovane Hegel, il separato, l'alienato, l'isolato. Il
concetto organico della societ, che trova la sua lontana origine
nell'utopico ideale del circolo di Tubinga, tuttora determinante
e la nozione di Volkstaat il termine di qualificazione del diritto e
la guida nell'indagine sulla struttura dell'ordinamento. Solo che
l'alienazione ha perduto, nello sforzo conclusivo di mediazione
operato dallo Hegel, quel carattere tragico, di residuo ineliminabile e pesante che sotto l'influenza del radicalismo politico le era
stato attribuito e risulta perci qualificata puramente come determinazione, come momento di un processo di integrazione che
investe la totalit.
Parallelo lo sviluppo del concetto dell'eticit, concetto anche
esso adombrato fin dalle prime pagine hegeliane, che risalta negli
scritti successivi ed definitivamente fissato nella Filosofia del
diritto: l'eticit l'idea della libert, in quanto bene vivente, che
ha nell'autocoscienza la sua consapevolezza, la sua volont e, mediante l'agire di questa, la sua realt; cosi come questo ha, nell'essere etico, il suo fondamento che in s e per s e il fine motore il concetto di libert, divenuto mondo esistente e natura dell'auto( 5)

G. G. F.

HEGEL,

Lineamenti di filosofia del diritto, trad. it. cit., prgf. 38,

pag. 55.

(') Ivi, prgf. 40, pp. 55-56.

275

coscienza (7); essa insomma totalit dell'Idea ( 8 ), e qui tocchiamo ancora, in un'espressione particolare, la continuit di un
tema nello Hegel centrale: ancora il concetto di una totalit ideale
ed organica, riconquistata dopo essere stata scissa, interrotta, frantumata. La volont si pone non solo come universalmente determinata, - e quindi l'eticit come piena integrazione di individualit e razionalit - , ma anche come storicame11te situata, e cio
come altrettanto piena integrazione di singolarit e totalit. Alla
separazione del diritto astratto corrisponde perci l'assoluta unit
del mondo etico, ma chiaro che i due termini si presuppongono
vicendevolmente, n possibile definire il diritto astratto senza
raffigurare nello sfondo l'interezza etica, n l'eticit senza ricordare che essa termine del processo di reintegrazione che muove
dalla scissione per conciliarla nell'ideale. Ma tutto ci era pur
compreso nell'indeterminatezza dell'utopia di Tubinga !
Il medesimo rapporto di parte a tutto, sostenuto dalla stessa
nozione di Volkstaat, intercorre tra il concetto di societ civile e
quello di stato: anche in questo caso all'astrazione di una coesistenza fondata su interessi meramente economici e meccanici si
oppone la concretezza di una coesistenza reggentesi sul criterio
dell'assoluta totalit, reale ed ideale; ma d'altro lato si stabilisce
un rapporto di continuit, tramite l'universalit che pur nella societ civile, attraverso il lavoro, comincia a proporsi come mezzo,
se non esaustivo, certo concreto e determinato di realizzazione della libert. Ancora un terna fondamentale del giovane Hegel appare
dunque qui, quand'egli insiste sul lavoro come costitutivo della
struttura della societ civile, e nuovamente lo inserisce nel processo di risoluzione dell'alienazione nell'assoluto; e basta ricordare
ancora la Fenomenologia per scoprire come in essa, senza soluzione di continuit, la speculazione giovanile si svolga in quella
sistematica in ordine a questo problema.
Si potrebbe continuare in quest'indagine puntuale ed analitica
fino ad esaurire i problemi considerati nella Fenomenologia e nella
Filosofia del diritto: ma a noi interessa solo indicare una linea in-

(') Ivi, prgf. 142, p. 141.


(') Ivi, prgf. 143. p. 141.

276

CONSIDERAZIONI FINALI

terpretativa ed insistere sulla continuit dell'evoluzione hegeliana:


le citazioni su riferite, nella loro generalit, valgono come esempio
a tal fine. Non c' dunque nulla di misterioso nell'evoluzione
hegeliana, piuttosto una singolare chiarezza, una medesima fondamentale intuizione che condiziona l'intero sviluppo dialettico delle
forme. E si pu concludere riaffermando la tesi che da Francoforte
a Jena, da Bamberg a Norimberga a Berlino, Hegel sviluppa integra chiarisce l'intuizione sgorgata sul terreno politico nello sforzo
rivoluzionario della sua giovinezza.

Quando tuttavia si sia riconosciuta, nell'elaborazione sistematica dello Hegel maturo, una tonalit logica tale che per essa il
porsi e lo svolgersi storico degli istituti privatistici non siano pili
considerati come momento negativo, e quindi distruttibile dalla
volont e dall'azione rivoluzionaria, rna come momento necessario
di un processo assoluto, bisogna altresi chiedersi quale sia la ragione per cui Hegel giunto a questa posizione. Seguendo la
traccia offerta dall'interpretazione storica del pensiero hegeliano
risulta chiaramente che, di fatto, Hegel ha assolutizzato le figure
giuridiche ed in genere la situazione storica in cui egli era inserito:
per quanto astratti, insomma, gli istituti della societ borghese
sono necessari ed indistruttibili, poich l'ideologia hegeliana
anch'essa storicamente determinata.
Ma che cosa significava quest'assolutizzazione per lo Hegel?
Deriva forse da un presunto atteggiamento reazionario? Ed altrimenti, quali erano le ragioni che lo inducevano a ci?
La pili recente interpretazione storica ha cercato di chiarire
simili questioni, insistendo sul fatto che, nei primi decenni del
secolo diciannovesimo, lo stato prussiano impersonava le forze
vive e progressiste della nazione germanica: sulla disgregazione
atomistica dei Lander territoriali andava infatti ponendosi l'ideologia nazionalistica, sul frazionamento affatto medievale del Sacro
Romano Impero si costruiva in Prussia uno stato moderno (9).

( 9) Cfr. soprattutto E. WEIL, Hegel et l'Etat, cit., e molto pili dimessamente


gi F. MEINECKE, Weltbilrgertu1n und Nationalstaat, VI, ed., Monaco e Berlino, 1922,
pp. 278 sgg.

CONSIDERAZIONI FINALI

277

L'adesione ai temi nazionalistici dell'esaltazione dello stato etico


'
da parte di Hegel, non pu quindi, col senno di poi, essere ridotta
a posizione reazionaria, a mero culto della positivit : era invece
un processo di ascesa quello che la dialettica hegeliana descriveva,
e da questo punto di vista ben s'intende che la formula logica,
esprimente la conversione del reale e dell'ideale, significa soltanto che " la vera realt, la realt in senso enfatico reale, e
soltanto il razionale veramente reale ( 10 ). Se nello sviluppo del
pensiero hegeliano l'istanza risolutiva si sdoppia in una direzione
umanistica ed in una metafisica, questa seconda linea, certamente
eversiva rispetto all'istanza di storicit che al fondo dell'indagine dello Hegel, non perci stesso nutrita dal carattere logico
del procedimento dialettico e da un presunto contenuto assolutistico che esso nasconderebbe, quanto invece dall'assolutizzazione
dell'estremo umanistico, dall'esasperazione intellettualistica del fine
cui il procedimento dialettico allude. Il limite della dottrina hegeliana non consiste perci, a nostro avviso, nello storicismo, ma
nell'assolutizzazione dell'ideale giusnaturalistico che lo percorre,
ideale giusnaturalistico che, d'altro lato, costitutivo essenziale
del pensiero hegeliano ( 11 ).
Hegel vive dunque tra giusnaturalismo e storicismo, il suo
procedimento ed il suo sistema si qualificano nel gioco alterno di
proposizioni illuministiche e romantiche, ed i suoi limiti nascono
dall'assolutizzazione del processo descritto in qualche punto della
sua esplicazione: era insomma quell'abito utopistico, in senso lato
mitologico e religioso, che di tanto in tanto rispuntava e pesava
sulla storicit (12 ). E che il pensiero hegeliano si situi al limite del-

(lo) Cosi. molto bene E. LASK, 1-Iegel in seinen Verhi:iltnis zur Weltanschauung
der Aufkllirung, in Ges. Schr., val. I, Tubinga, 1923, p, 337, parafrasando d'altronde

l'esplicazione che della forn1ula della razionalit dcl reale d lo stesso HEGEL
nella nota del paragrf. 6 dell'Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio
(cd. it. a cura di B. CROCE, II ed., Bari, 1923, voi. I, pp. 7-8).
( 11 ) Lo not gi ScHELLING (SCin1111. Werke, ed. cit., II, 1, p. 583) e, spogliato
del suo sapore polemico, questo giudizio venne talvolta ripreso: oltre all'art.
cit. di E. LASK, cfr. soprattutto F. MEINTICKE, Le origini dello storicisn10, trad. it.
cit., p, 235.
( 12 ) Su questo 1notivo si vedano ancora le recenti nervose pagine di T. W.
AooRNO, Aspekte der hegelscheii Philo.sophie, Berlino e Francoforte, 1957.

278

CONSIDERAZIONI FINALI

279

CONSIDERAZIONI FINALI

l'illuminismo ed alla soglia del romanticismo, nello sforzo di ricondurre ad unit le diverse intuizioni, ci viene in particolare confermato dalla meditazione hegeliana sul diritto, cui egli ha rivolto soprattutto l'attenzione. Hegel infatti da un lato accetta la posizione giusnaturalistica per cui la validit storica del diritto condizionata
dalla sua adeguazione ali' idea razionale del diritto stesso ' ma
d'altro lato vede l'idea svolgersi nella storia e perci indotto ad
identificare l'idea razionale con la realt di fatto del diritto ' facendo propri, in tal modo, i postulati dello storicismo.
Nello Hegel, dunque, concezione giusnaturalistica e storicistica
si mediano e ricercano un equilibrio, idea e fatto costituiscono una
trama indissolubile, che dall'allusione alla trascendenza razionalistica spazia fino al pili positivistico immanentismo. Per questa
complessit ed interna equivocit del metodo hegeliano e della
sua concezione dell'assoluto risultano altresi inadeguate le interpretazioni propense a sottolineare un solo estremo della connessione: ed facile intendere che quando si faccia centro sul rapporto tra l'idea del diritto e il suo valere storico, riconducendo il
secondo alla prima, allora si perviene alla raffigurazione di uno
Hegel rivoluzionario, quando si ponga attenzione al rapporto ideafatto, riconducendo la prima al secondo, allora si immagina uno
Hegel positivista e si d l'avvio all'interpretazione reazionaria. Ci
che vale invece rilevare, nel quadro di un'indagine storica, l'unit della complessa tematica hegeliana, l'istanza comprensiva e risolutiva del suo pensiero, situato tra due epoche ed ansioso di
confrontarle.
In questo senso ci sembra anche giustificarsi lattualit del
pensiero dello Hegel : egli ha percorso nella genesi del suo pensiero la via dall'astratto al concreto, dal giusnaturalismo allo storicismo, senza tuttavia disperdere le diverse esigenze. Ora, chi senta
intensa la passione per l'ideale e l'urgenza di riaffermare illuministicamente i valori, ma pure sperimenti la condizione storica della
sua esistenza, intende come il pensiero dello Hegel, fuori dalle
metafisiche rielaborazioni dell' hegelismo, nel fluido e complesso
motivarsi unitario di istanze diverse, rispecchi l'attuale situazione
filosofica. Dialettizzare concretezza e sistematicit, fare una filosofia
che muova dalle indagini particolari, dai bisogni subordinati

dell'uomo >>, per assurgere a significati universali, e non perci filosofia pura o filosofia su qualche cosa, ma filosofia dell' esperienza: tale l'esigenza che traiamo dallo studio del pensiero dello
Hegel ed il senso della nostra ricerca. L'andar oltre lo storicismo,
di cui tanto si sente parlare, forse possibile rinnovando l'indagine, non solo metodologicamente ma anche dal punto di vista
ideologico, in riferimento all'antinomia tra razionalit ed individualit, illuminismo e storicismo, come avvenuto nella speculazione dello Hegel: e ci tuttora suscita profonde suggestioni.

INDICE DEI NOMI

Abel J. F., 98, 99


Abusch A., 178
Accolti Gil Vitale N., 61
Achenwall G., 27, 28, 49, 71
Adorno T. W., 19, 277
Aenesidemus-Schulze G. E., 98, 99, 158
Albanese M., 106
AIIwohn A., 75
Althusius J ., 26
Amrhcin H., 225
Antoni C., 34, 36, 43, 46, 48, 49, 103
Archenholz J. W., 125
Aris R,, 36, 86
Aristotele, 260
Arnold G., 81
Aron E., 34
Aspelin G., 59, 60, 62, 63, 64, 66, 72, 89,
94, 95, 96, 100, 107, 111, 112, 116,
117, 119
Asveld P., 60, 63, 66, 83, 107, 111, 130,
137, 140, 153, 159, 163, 164, 165, 188,
205, 206, 229, 239, 240, 245, 247, 249,
251, 253
Auberlen C. A., 79

Auer K., 96
Avvmann W., 245

Baader F., 252


Bache K., 222
Bachmann W., 101
Baggesen J ., 157
Banfi A., 82, 99, 101
Bardeile J. R., 226
Bardili C. G., 70
Barkcr E., 191
Baron I-1., 43, 44

Barth H., 101, 191


Barth K., 82
Basch V., 30, 32
Battaglia F., 222
Bauch B., 179
Baumccker G., 178
Baumgardt D., 41, 252
Baxa J., 105, 174, 175, 191, 199. 202
203, 252, 253
Bayle P., 82
Beauvalon, 108
Becker C. C., 17
Behrens F., 8, 14
Bengel J. A., 79, 80, 81
Bcnz E., 81, 167
Benz T., 131
Berger K., 178
Bergson H., 107
Berney A., 27, 28
Bertrand P ., 243
Berwin B., 113
Betzend6rfer W., 65, 70, 71, 73, 86
93, 96
Bcycr W. R., 11
Beyerle F., 47
Biestcr W., 38, 67
Binder J ., 1, 2
Bismarck, 2, 3, 6
Blandesperger F., 41
Bloch E., 8, 14, 77, 78, 103, 205
Bobbio N., 7, 13, 14, 26, 77, 83
Bock A. F., 71
Bi::ihm B., 61
Bohm w., 170
Bi::ihme J., 79
Bohnenberg K., 81
Bonnet C., 99
Bontadini G., 4
Bornhausen K., 82

282

INDICE DEI NOMI

Borries K., 30
Boyen H., 55
Brandes E., 192, 193, 194
Brandi K., 43
Brandt H., 51
Braun H. W., 109, 110
Braune F., 191
Brehier E., 92, 107, 252
Brie S., 103
Brunschvig I-I., 86
Biilow F., 67, 88, 100, 110, 116, 176, 219,
226, 236, 245

Burger H. O., 81
Burke E., 191, 192, 193, 194, 245

Dierauer J., 209


Diez C. J., 71
Dilthey W., 1, 13, 14, 18, 22, 25, 30, 33,
35, 36, 40, 41, 42, 43, 44, 47, 50, 51,
57, 67, 93, 94, 96, 100, 136, 148, 164,
179, 185, 186, 191, 205, 226, 251, 253,
254, 263, 264, 271
Dobbek W., 45
DOring O., 56
Dreyer H., 250
Droz J., 20, 21, 30, 44, 68, 82, 85, 86, 87,
89, 90, 91, 104, 105, 178, 191, 193,
216, 217
Dulckeit G., 1

Busse M., 1

Cabeen D. C., 102


Canfora F., 42
Cantimori D., 24

Cantoni R., 222


Capograssi G., 8, 9
Cart J., 208
Cart J. J., 126, 189, 208, 209, 210, 211
Cassirer E., 18, 19, 24, 29, 39, 40, 97, 106,
107, 114, 119, 121, 245
Chapmann J. W., 108
Chapuisat E., 125
Chevallaz G. A., 209
Chevaller M., 102
Clark R. T., 45, 46, 131

Cohen H., 90
Colban A., 191
Caletti L., 11
Conz C. P., 70
Corssen M., 119
Cotta S., 102, 104
Cramer J. U., 230
Croce B., 4, 6, 7, 8, 56, 174, 276

Dadieu, 102
D'Alambert, 100
D'Andilly A., 124
Darmstaedter F., 257
Delekat F., 101, 223
Della Volpe G., 63, 64, 145, 146
Del Vecchio G., 8
De Negri E., 14, 77, 95, 111, 131, 136,
114, 146, 227, 253, 265, 271, 273

Ehrard J. B., 56
Ehrenberg H., 271
Ehrenberg V., 47
Eichengriln F., 54
Endel N., 206
Engels E., 67
Engels F., 11, 236
Ephraim C., 34
Ephraim F., 6, 70, 80, 97, 111, 115, 129
133, 134, 175
Esiodo, 73
Euripide, 71

Falkenheim H., 208


Feder J. G. H., 52, 66, 71
Federico II di Prussia, 23, 25, 51, 125
Feller R., 125
Ferguson A., 27, 64
Fessard G., 188
Fester R., 32, 107
Feuerbach, P. J. A., 48, 56, 192
Fichte J. G., 5, 20, 27, 29, 41, 56, 82.
83, 91, 94, 96, 98, 107, 109, 111, 115,
119, 124, 127, 133, 134, 135, 157, 158,
165, 166, 167, 179, 190, 197, 198, 199,
202, 203, 204, 222, 251, 253, 257
Fischer E., 209
Fischer F. C. J., 52, 66, 71
Flatt J. F., 71
Flechtheim O. K., 232, 233
FlUgge J ., 92
Forster G., 103, 125, 131
F6rster L. B., 38

INDICE DEI NOJM:I

Foster M. B., 4, 77
Freyer H., 39, 236
Fricke G., 34
Fricker, 215
FrOlich M., 67
Fuhrman H., 73
Furck C. L., 117, 140
Filrst F., 27

Gagliardi E., 209


Garve C., 25, 64
Gatterer J. C., 49
Gebhardt C., 41
Gedike F., 67
Geis R., 75
Gelpcke E., 29, 30, 32
Gentz F., 191, 193, 194
Gentile G., 9
Gerbi A., 30, 33
Gerland H., 178
Gesner J. M., 49
Gessler, 215
Giarrizzo G., 132, 147, 148
Gibbon E., 61, 125, 132, 147, 148
Giese G., 105, 109, 110, 250
Gierke O., 26, 27, 28
Gilliard C., 209
Giovanni Evangelista, 79
Giuseppe II d'Austria, 23
Glockner H., 4, 96, 97, 100, 107, 121,
130, 131, 186, 204, 213, 226, 264
Glum F., 108
Goethe W., 29, 30, 31, 32, 39, 41, 42, 44,
69, 83, 86, 195, 196, 260
Gogel, 183
Goldmann L., 29, 57, 180
Gooch G. P., 38, 86
Goretti C., 215
GOrres J ., 104, 105
Groethuysen B., 29, 102
Grozio U., 71, 125
Grilnder K., 1
Grundwald M., 41
Grunsky H., 79
Gueroult M., 91, 98, 158, 159
Gundolf F., 32
Gurvitch G., 26, 27, 28, 107, 197
Gurvitsch A., 86

283

Habliltzel R., 174


Haensel W., 90, 91
Haering T. L., 1, 14, 71, 81, 87, 101, 103,
106, 107, 114, 117, 118, 120, 121, 124,
126, 132, 136, 146, 148, 156, 164, 166,
167, 177, 186, 188, 205, 206, 207, 210,
214, 220, 222, 226, 229, 234, 236, 237,
246, 250, 251, 253, 263
Hagenbring P ., 32
Hamann J. G., 29, 61, 79, 244
Harich W., 45
Hartley D., 99
IIartmann E., 166
Haug B., 80
Hay J., 67
Haym R., 5, 36, 45, 60, 65, 85, 93, 97,
100, 106, 127, 166, 187, 202, 215, 253, 271
Hazard P., 24, 29, 39, 41
Heimsoeth H., 159
Heine H., 190
I-Iellingrath N., 72
Helmerking H., 196
Flempel G., 45
Rendei, 102
Henrich D., 179
Herder J. G., 31, 32, 34, 41, 45, 46, 47,
48, 66, 71, 74, 81, 101, 103, 106, 107,
113, 131, 140, 156, 222, 259
Hering R. E., 41
Hermelink H., 70, 71, 78, 79, 96
Herr L., 167
Herrnkind J., 77
Heyne C. G., 32, 49
Hirsch E., 78, 82
Hitler A., 81
Hobbes T., 56, 99
Hoffbauer J. C., 192
Ioffmeister J., 13, 33, 59, 61, 62, 64, 68,
69, 70, 72, 75, 76, 81, 87, 93, 98, 107,
123, 136, 170, 171, 177, 179, 180, 183,
205, 206, 211, 222, 231, 233, 247, 250,
258, 262
Holderlin F., 30, 33, 65, 68, 69, 70, 71,
72, 73, 75, 76, 80, 81, 83, 85, 87, 92, 93,
107, 110, 119, 124, 133, 136, 157, 166,
170, 171, 176, 177, 179, 180, 181, 182,
183, 186, 188, 205, 207, 224, 225, 247,
250, 260
Hollerbach A., 71, 75, 85, 158, 160, 170,
171, 200, 201, 202, 256
Holstein G., 120, 167
HOlters II., 41

284

lNDlCB DEl NOMI

Holz H. H., 77
Holzle E., 87, 215
Honigsheim P., 23, 24, 25, 26
Horkheimer M., 19
Huber E. R., 216
Hilber W., 2
Hufeland G., 55
Hugo G., 48, 49, 52, 53, 54, 132, 191
Humboldt W., 25, 36, 37, 38, 51
Hume D., 32, 61, 214
Hyppolite J., 8, 69, 88, 98, 100, 105, 106,
107, 117, 121, 126, 136, 139, 148, 154,
167, 176, 186, 207, 210, 224, 234, 237,
239, 245, 247, 253, 265, 271

Ignazio di Loyola, 188


Ilijn !., 13

Jacobi F. H., 41, 71, 157, 251


Jaspers K., 162, 165, 166, 172, 174
Jellinek G., 24, 27
Jhringer B., 231
John E., 178
Johnson A. H., 25
JOns D. W., 45
Josphe, 124

Kaegi W., 114


Kaehler S. A., 37
Kant !., 5, 25, 30, 33, 36, 41, 45, 54,
55, 56, 57, 71, 74, 83, 90, 91, 93, 94,
95, 96, 97, 98, 99, 100, 103, 107, 109,
111, 114, 119, 124, 135, 136, 137, 148,
157, 158, 159, 161, 162, 165, 166, 177,
179, 180, 189, 190, 198, 202, 220, 221,
222, 223, 224, 225, 226, 231, 240, 244,
250
Kaser K., 25
Kaufmann W., 11
Keller L., 178
Kelletat A., 72
Kinkel W., 114
Klaiber J., 70
Klein E. F., 51
Klopstock F. G., 41

Knittermeyer H., 33, 76, 159, 166, 200,


252
Kohler M., 72
Kojve A., 83
Korfl H. A., 29, 34
Kornfeld S., 107
Kosseleck A., 30
Kostlin K., 1
Krabbe H., 25
Kraus C. J ., 55
Krakauer M., 40
Kremer J., 41
Krennbauer F., 30, 31
Kroner R., 4, 33, 77, 98, 135, 157, 158,
166, 179, 198, 251

Landsberg E., 24, 27, 48, 52, 53, 67


Lanson G., 104
Larenz K., 1, 2, 167, 224
Lask E., 276
Lassalle F., 236
Lasson G., 68, 80, 102, 206, 215, 257, 271
Lecky-Harpole W. E., 25
Le Forestier R., 83
Lehmann R., 34, 36
Leibniz G. W., 24, 26, 40, 41, 79, 86, 154
Leisegang I-1., 42
Leitzmann A., 38
Lenin V. I., 11, 77
Leon P. L., 108
Leon X., 56, 82, 86, 91, 94, 134, 157, 158,
179, 192, 193, 197, 199, 202, 203, 222,
235, 251, 253
Leroy M., 82
Leroux R., 25, 34, 37, 51, 104, 114, 178
Lessing G. E., 24, 30, 34, 41, 42, 43, 44,
46, 66, 71, 75, 82, 83, 101, 106, 108,
113, 114, 124, 135, 138, 140, 164
Lessing R., 193
Levy-Bruhl L., 86, 107
Litt T., 222
Loewe J. H., 41
Lopez de Oiiate F., 11
L6wenstein J., 11
Lukacs G., 8, 14, 75, 77, 82, 83, 89, 103,
109, 131, 145, 169, 175, 205, 211, 215,
218, 224, 226, 229, 234, 235, 245, 247,
261
Luporini C., 262, 265
Lutero M., 25

INDICE DBI NO:rvII

Macintosh W., 192


Macpherson C. B., 191
Maier J ., 226
Maillerfer P ., 209
Maimon S., 158, 202
Mallet-Du Pan J., 125, 193
Mangelsdorf K., 56
Marceau N., 86
Marr:hi V., 200
Marck S., 224
Marcuse H., 11, 13, 22, 85
Marx K., 8, 9, Il, 88, 91, 234, 236, 237, 271
Massolo A., 92, 159, 200
Mathiez A., 245
Matteucci N., 125, 191, 193
Meinecke F., 3, 21, 25, 32, 34, 36, 39,
42, 43, 55, 81, 102, 131, 148, 276, 277
Meldelsohn M., 41, 61, 67, 113, 114, 124,
140, 144
Merkl A., 179
Merleau-Ponty M., 14
Messineo F., 231
Metzger W., 252
Meyer P., 26
Michaelis J. D., 49
Milkowski F., 55
Mitteis H., 19
Moecldi M., 208
M6ller J ., 250
Montesquieu, 24, 49, 53, 61, 101, 102,
103, 104, 105, 106, 124, 147, 151, 176,
211, 244, 245
Mongeon L., 208
Montet A. d., 208
Moog W., 4, 179
Morandi C., 25
Moser J., 43, 44, 45, 46, 47
Moser J. J., 67, 68, 81, 120, 155, 216, 261
Mosheim, 124, 226
Mounier M., 193
Mulert H., 22
Miiller E., 71
Miiller J ., 45
Muralt B. d., 208

Nabholz H., 125, 209


Nadler K., 244
Nicolai F., 67
Nicolin F., 13
Niel H., 14, 65, 75, 88, 100, 116, 118.

285

130, 141, 149, 167, 186, 205, 229, 240,


247
Nietzsche F., 77
Nohl H., 13, 61, 67, 75, 111, 117, 178,
225, 237, 253
Novalis, 30, 191, 252, 253

Oake R. B., 147


Oelsner C. E., 125
Oetinger F. C., 79, 80, 81
Opocher E., 9, 20, 197, 198, 204

Paine W., 192


Pareyson L., 133, 134
Parkin C., 191
Pascal B., 29
Pascal R., 29, 30, 32, 44, 45, 46
Passerin d'Entreves A., 19, 225
Perrin M., 209
Pestalozzi E., 101
Pfafl, 80
Pigcnot L., 72
Platone, 72
Plebe A., 231
Plitt G. L., 87
POggeler O., 13
Poggi A., 135
Pollock E., 41
Pollock F., 19
Popper K., 11
Pufendorf S., 25, 26, 260
Ptitter J. S., 53

Racine, 29
Radbruch G., 56, 196
Ranke, 42
Rav A., 56, 194
Redslob R., 180
Rehberg A. W., 192, 193, 197
Reinhold E., 33
Rcinhold K. L., 33, 97, 98, 127, 157,
158, 161
Rciss H. S., 90
Reuss, 80
Ritter J., 1, 6, 13, 85, 88, 167, 169

286

INDICE DEI NOMI

INDICE DEI NOMI

Rohrs H., 108


Roscher, 234

Rosenkranz K., 1, 5, 62, 68, 70, 72, 87,


124, 205, 212, 214, 222, 233, 253

Rosenzweig F., 13, 63, 67, 71, 88, 103,


110, 114, 120, 121, 126, 127, 170, 173,
201, 205, 208, 209, 210, 217, 219, 234,
243, 262, 263, 264
ROsler C. F., 71
Rousseau J. J., 32, 53, 71, 75, 82, 95,
100, 101, 106, 107, 108, 109, 110, lii,
113, 117, 122, 175, 176, 191, 194, 211
Runde J. F., 53

Saitta A., 109


Salomone, 73
Salzberg L. S.,71, 73, 75, 80, 93, 247
Savigny K., 48, 54, 55
Schaumann J. C. G., 192, 203
Schelling F. W. J., 33, 34, 55, 68, 69,
70, 71, 72, 73, 74, 75, 76, 81, 82, 83,
85. 87. 92, 98, 107, 122, 123, 124, 125,
127, 133, 135, 157, 158, 159, 160, 161,
162. 164. 165, 166, 167, 169, 171, 172,
174, 177, 178, 197, 200, 201, 202, 204,
208. 231, 232, 247, 249, 252, 255, 256,
271, 277
Schelling K. F. A., 72
Schlegel F . 174, 199, 202, 252, 253
Schlciern1acher F. E. D., 33, 57, 120,
186. 251
Schiller F., 33, 39, 41. 64, 71, 81, 99, 101,
107, 108, 124, 171, 178, 179, 180, 196,
249, 260
SchIOzer A. L., 27, 49
Schmalz T ., 55, 261
Schmeeberger G., 73
Schmidt F. A., 179
Schmidt E., 186
Schmidt M. C. C. E., 93, 98, 202
Schmidt R. J., 32
Schmidt-Japing J. W., 96, 186
Schn1itt W., 2
Schncider F. J., 83
Schneider R., 81
Scholz H., 41, 271
Schreckcr P ., 90
SchrOckh J. M., 61, 71
Schultz W., 226, 251
Schulz H., 91
Schulze W. A., 79, 82
Schwab J. W., 123

Schwarz J., 121, 229, 271


Sc1,pin H, V., 43
Seebass F., 72
Seeberg E., 81
Semerari G., 92, 159, 200, 202, 256
Semler J. S., 82, 117
::Shackleton D., 102
Shaftesbury, 32
Shakespeare W., 32
Siewerth G., 237
Simmel G., 32
Sitze F., 5
Skalweit S., 192
Socrate, 61, 72, 129, 130, 142, 143
Sofocle, 71
Solari G., 20, 37, 38, 48, 53, 54, 91, 108,
154, 192, 198, 221, 222, 234, 236
Spinoza B., 40, 41, 71, 124, 158, 164, 165
Spirito U., 4
Spranger E., 36
Stadclmann R., 45
Staiger E., 247
Stalin J., 11
Stanlis P. J., 191
Staudlin G., 70
Stefansky G., 34, 76
Steigcr C. F., 123, 124, 125, 126
Stein L., 236
Steinbtichel T., 109, 110, 121, 136, 240,
245
Stern A., 85, 86
Sternberg K., 256
Stewart J., 233
Stockum T. H., 41
Stoll A.. 55
Stolte H., 247
Storr G. C., 94, 95, 96. 97
Strahm H., 102, 123, 124. 126
Strauss L., 170, 191
Strccker R., 134
Suarez C. G., 51
Sulz E . 232
Sulzer B., 65
Siiskind F. G., 96
Sydow E.. 106. 177, 256. 257
Szilasi W., 159

Tagethoff W., 54
Taminiaux J., 167
Tannemann M. W. G., 72
Tatarkiewicz W., 36

Tetens J. N., 99
Thieme H., 47, 48, 49, 50, 51, 52, 53,
54, 55
Tieck L., 252, 253
Tilgher A., 4
Tillich P., 166
Tomasio C. P ., 24, 55
Tonnelat E., 75, 93
TOnnies F., 178
Trescher H., 21, 49, 103, 109, 245
Treves R., 11
Troeltsch E., 11, 18, 19, 21, 22, 47, 52,
80, 114, 212
Tucidide, 213

Unger R., 29
Unruh A., 27, 236

Vaihinger H., 82, 99


Valentini F., 13, 14
Vaughan C. E., 191
Venturi F., 45
Vermeil E., 21, 126, 209, 219, 261
Verra V., 45, 98, 225, 244
Vidal E., 102
Vidari G., 211
Vigolo G., 93, 181
Vogel P., 236
Voltaire, 61, 82, 140, 147
Voltelini H., 23, 24, 47, 48
Vorltinder K., 90, 91

287

Wacker H., 226


Wahl J., 14, 136
Wahl W. A., 86
Walz G. A., 27, 28, 39
Walzel A., 253
Weber H., 48, 54
Weber M., 80
Weigel E., 24
Weil E., 85, 11, 13, 276
Weisbach W., 36
Weise F. C., 203
Weissmann A., 80
Welzel H., 26
Wenck W., 86
Wernle P ., 101
Wieacker F., 54
Wieland E. K., 123, 192
Wigersma B., 118
Winckelmann J. J., 34, 35, 64, 71
Wohlhaupter E., 31, 196
Wohlwill A., 21.5
Wolf C., 24, 26, 50, 260
Wolf E., 26. 51, 54, 56, 110
WOllncr G., 82
Wundt M., 18
WUrtenberg T., 47

Zeller B., 178


Zeltncr H., 71, 87, 160, 171, 177, 201,
202, 256
Zeppi S., 7
Zinke P., 103
Zinn E., 79
Zscharnack L., 82

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