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Studi e ricerche
34
ISBN 978-88-543-0034-7
L’Isfol, Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori, è
stato istituito con D.P.R. n. 478 del 30 giugno 1973, e riconosciuto Ente di ricer-
ca con Decreto legislativo n. 419 del 29 ottobre 1999; ha sede in Roma ed è
sottoposto alla vigilanza del Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale.
L’Istituto opera in base al nuovo Statuto approvato con D.P.C.M. del 19 marzo
2003 ed al nuovo assetto organizzativo approvato con delibera del Consiglio
di Amministrazione n. 12 del 6.10.2004.
Svolge attività di studio, ricerca, sperimentazione, documentazione, informa-
zione e valutazione nel campo della formazione, delle politiche sociali e del la-
voro, al fine di contribuire alla crescita dell’occupazione, al miglioramento del-
le risorse umane, all’inclusione sociale ed allo sviluppo locale. Fornisce consu-
lenza tecnico-scientifica al Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale e ad
altri Ministeri, alle Regioni, Province autonome e agli Enti locali, alle Istituzioni
nazionali pubbliche e private. Svolge incarichi che gli vengono attribuiti dal
Parlamento e fa parte del Sistema statistico nazionale.
Svolge anche il ruolo di struttura di assistenza tecnica per le azioni di sistema
del Fondo sociale europeo, è Agenzia Nazionale LLP–Programma settoriale
Leonardo da Vinci, Centro Nazionale Europass, Struttura nazionale di suppor-
to all’iniziativa comunitaria Equal.
Presidente
Sergio Trevisanato
Direttore Generale
Giovanni Principe
2007 – ISFOL
Via G. B. Morgagni, 33
00161 Roma
Tel. 06445901
http://www.isfol.it
Ministero della Solidarietà Sociale
Osservatorio Nazionale dell’Associazionismo Sociale
Direzione Generale Volontariato, Associazionismo e
Formazioni sociali
Divisione II
ISFOL
NUOVE TECNOLOGIE
E PROMOZIONE SOCIALE
ISFOL EDITORE
Il volume raccoglie i risultati di una ricerca curata dall’Area “Risorse strutturali
ed umane dei sistemi formativi” (diretta da Claudia Montedoro) dell’Isfol nel-
l’ambito del progetto “Nuove tecnologie e promozione sociale” promosso e fi-
nanziato a valere su risorse dell’Osservatorio Nazionale dell’Associazionismo
(Legge 383/00) – Ministero del Lavoro e Politiche Sociali ora Ministero della
Solidarietà Sociale – Direzione Generale per il Volontariato, l’Associazionismo
e le Formazioni Sociali.
pag.
Prefazione 7
Introduzione
Nota metodologica 13
5
INDICE
pag.
Conclusioni 95
Appendice
Allegato A – Lista delle associazioni contattate 105
Allegato B – Questionario on line 109
Allegato C – Schede dei casi studio 119
1 Legambiente - Italia 119
2 Libera - Italia 130
3 Unione Italiana Ciechi - Italia 139
4 UNIEDA - Italia 146
5 Sos Femmes Accueil – Francia 152
6 Amoverse - Spagna 159
7 The Khmer Institue of Democracy – Cambogia 167
Bibliografia 103
6
PREFAZIONE
La Legge 383 del 2000, intervenuta dopo quasi dieci anni l’emanazione del-
la Legge quadro sul volontariato, mirava a riconoscere ed irrobustire il princi-
pio costituzionale della partecipazione dei cittadini alla vita sociale e cultura-
le, oltre che politica ed economica, del Paese.
In un quadro di grande complessità del mondo del non profit in Italia, il fe-
nomeno dell’associazionismo di promozione sociale è in continua e costante
espansione, con circa 200.000 associazioni e 10 milioni di italiani coinvolti.
7
PREFAZIONE
Il Sottosegretario di Stato
Dr.ssa Cecilia Donaggio
8
INTRODUZIONE
9
INTRODUZIONE
temente sia dal valore “apprendimento”, sia dalla “messa in rete” ed, infine, dal
valore definito “economico sociale”. Tali tipologie di valori vengono identificate
sia a livello di contesto interno all’associazione che nel contesto esterno dove il
mix di competenza degli individui (operatori dell’associazione) con le nuove tec-
nologie effettua cambiamenti rilevanti sul territorio di riferimento.
Inoltre, nel presente rapporto, si evidenzia come gli strumenti di nuova tec-
nologia siano utilizzati al fine di rendere maggiormente efficace la comunica-
zione. Molti di questi strumenti si sono rivelati come contenitori di comunica-
zione che tendono ad essere efficaci per lo sviluppo o l’informazione di alcu-
ni eventi specifici. In tali casi si è verificato un alto utilizzo di newletters e bro-
chures telematiche, dove l’immaterialità dello strumento all’interno del sito web
risulta essere molto più efficace di quanto fosse stato in passato l’invio a popo-
lazioni selezionate.
L’intento della ricerca non è stato solo quello di misurare l’impatto dello stru-
mento tecnologico sugli utenti ma anche valutare come tali strumenti, molto
spesso, dopo un investimento iniziale oneroso, divengano una spesa veloce-
mente ammortizzabile e nel medio lungo periodo quasi completamente az-
zerabile.
1 Marco Ruffino, Manuale dei progetti interregionali, Franco Angeli, Milano, 2002.
10
INTRODUZIONE
Per ogni singolo caso si è analizzato, attraverso l’analisi di uno specifico pro-
getto, il beneficio che la nuova tecnologia ha apportato alle procedure ed alla
gestione delle attività nelle Associazioni di Promozione Sociale. Le rilevazioni
dei benefici è stata effettuata calcolando a livello oggettivo l’impatto dei bene-
fici sia all’interno dell’associazione che sul territorio (destinatari, reti).
Si auspica che gli spunti emersi da questa ricerca possano costituire un buon
punto di partenza per offrire un quadro del rapporto tra associazionismo e nuo-
ve tecnologie, anche al fine di poter meglio indirizzare la capacità di program-
mazione in questo ambito.
11
IMPOSTAZIONE
METODOLOGICA
DELL’INDAGINE
13
IMPOSTAZIONE METODOLOGICA DELL’INDAGINE
2 Questa caduta della popolazione oggetto di studio può essere in parte attribuita alla moda-
lità di somministrazione adottata. In generale il questionario auto-somministrato spedito all’inter-
vistato è soggetto ad una caduta nel numero dei rispondenti, in questo caso, la auto-somministra-
zione on-line potrebbe aver accentuato tale tendenza. Si deve, però, anche considerare la scarsa
propensione del mondo associativo a rispondere a questo tipo di iniziative (probabilmente per-
ché pressati da iniziative analoghe).
14
IMPOSTAZIONE METODOLOGICA DELL’INDAGINE
3 Elena Caramelli ed Elisabetta Patrizi (a cura di), Investire nella progettualità delle Associazioni
di promozione sociale – Compendium progetti Legge 383/200 triennio 2002-04, Isfol, Roma, 2006.
4 I fattori presi come criteri di valutazione per l’Impatto interno sono stati : coerenza tra me-
todi e obiettivi; maggiore coesione associativa; partecipazione degli attori coinvolti nel progetto;
impatto sull’organizzazione interna; incremento e maggiore condivisione della “mission” dell’as-
sociazione; uso più efficiente delle risorse (meno sprechi); maggiore rapporto costi/benefici; mi-
glioramento delle competenze; necessità di formazione per l’utilizzo delle nuove tecnologie; evi-
denti limiti da superare. I fattori presi come criteri di valutazione per l’Impatto sui destinatari so-
no stati: migliore rapporto con i beneficiari; migliore comprensione del contesto in cui si opera; im-
patto sull’assetto istituzionale locale; coinvolgimento dei beneficiari; impatto sulle strategie di co-
municazione (esterna). I fattori presi come criteri di valutazione per l’Impatto esterno sono stati:
riproducibilità in situazioni analoghe, trasferibilità in ambiti/settori diversi; mainstreaming - appli-
cabilità ad altri livelli di programmazione; creazione di reti/partenariati; impatto sull’ambito di in-
tervento dell’associazione.
15
IMPOSTAZIONE METODOLOGICA DELL’INDAGINE
16
PARTE PRIMA
La gamma di attività a questo livello orizzontale è tale che, a partire dalla coo-
perazione internazionale o alle attività per un consumo critico, si arrivi a tutte
quelle forme di impegno non convenzionale quali la firma di petizioni, parte-
6 La Legge 383 del 7 dicembre 2000 completa il quadro normativo del Terzo settore, discipli-
nando il riconoscimento e la costituzione delle Associazioni di Promozione Sociale. Il Ministero del-
la Solidarietà Sociale ha poi approvato il regolamento che disciplina il procedimento per l’iscrizio-
ne e la cancellazione delle associazioni a carattere nazionale nel registro di cui all’art. 7 della cita-
ta Legge.
17
PARTE PRIMA
Il presente volume non intende analizzare le nuove tecnologie come soli ele-
menti di “innovazione”, termine che oramai è abusato e spesso non identifica
un reale “cambiamento”, ma un aggiornamento di strumenti o metodologie già
definite, e quindi, in quanto, tali oggettivamente necessari ed utili. L’intenzione
è quella di evidenziare quali tipologie di strumenti ad alto valore tecnologico
siano consoni per le attività delle associazioni.
18
CONTESTO DELLA RICERCA
Risulta evidente che il valore aggiunto della nuova tecnologia nella creazio-
ne di collegamenti con tutti gli utenti dell’associazione, è rilevato da benefici qua-
li, ad esempio, l’accorciamento dei tempi di trasmissione di documenti infor-
matici.
Di solito i volontari sono figure che svolgono già altre professioni e che, quin-
di, nel loro tempo “libero” si attivano e prendono parte alle azioni dell’associa-
zione. Tra le professionalità che più diffusamente esercitano, risultano essere
quelle di tipo impiegatizio, ed in particolare quelle degli insegnanti o quelle di
lavoratori autonomi. Ad un livello di età inferiore si denotano le figure degli stu-
denti che spendono molto del loro tempo all’interno della vita associativa. Si
evidenzia, così, un’alta intensità partecipativa durante gli anni degli studi ma che
via via diminuisce nel periodo di inserimento lavorativo o, molto spesso, termi-
na bruscamente con la prima occupazione.
19
PARTE PRIMA
Associazioni di attivo da parte di tali figure. Al fine di visualizzare adeguatamente tali suddivi-
Promozione sioni professionali con quelle relative alla scolarizzazione ed alle tipologie di pre-
Sociale e
rapporto con le senze territoriali ed a fasce d’età dei volontari, è opportuno riproporre la tabel-
nuove tecnologie la costruita per evidenziare le caratteristiche socio-anagrafiche dei volontari (1989
– 2002).7
Tabella 1
Volontari
Popolazione
italiana
1989 1991 1994 1997 1999 2002 2002
Sesso
Maschi 66,3 59,0 59,4 42,0 47,6 43,7 48,0
Femmine 33,7 41,0 40,6 58,0 52,4 56,3 52,0
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Classe di età
18 -24 anni 16,8 17,2 18,8 13,5 17,6 12,6 10,1
25 - 34 anni 20,4 23,1 20,3 18,8 16,0 16,6 18,9
35 - 44 anni 20,0 23,1 22,6 14,0 16,8 17,9 18,4
45 - 54 anni 17,5 21,7 19,5 18,7 20,0 19,2 16,1
55-64 anni 16,0 11,9 11,3 15,2 13,6 19,9 14,1
Oltre 65 anni 9,3 3,0 7,5 19,8 16,0 13,9 22,2
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Titolo di studio
Licenza elementare/nessun 12,7 6,7 18,8 20,0 27,8 16,6 30,9
t t media
Licenza 19,5 32,8 24,1 33,2 35,0 36,4 36,2
Diploma scuola superiore 32,3 50,0 45,1 38,5 21,7 36,4 26,0
Laurea 35,5 10,5 12,0 8,3 9,5 10,6 6,9
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Professione
Operai 11,0 10,5 23,5 11,8 14,4 12,7 75,7
Impiegati/insegnanti 15,6 32,8 24,2 18,2 19,2 19,3 17,7
Lavoratori autonomi 30,9 21,6 14,4 14,3 9,7 13,3 12,8
Pensionati 10,9 11,2 12,9 20,0 23,9 20,7 22,8
Studenti 14,3 11,9 9,1 9,9 7,2 8,7 5,7
Disoccupati 11,6 4,5 3,8 5,4 7,2 6,7 7,0
Casalinghe 5,7 7,5 12,1 20,4 18,4 18,7 18.3
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
segue
7 Cristiano Caltabiano, Il sottile filo della responsabilità civica, Franco Angeli, Milano, 2003.
20
CONTESTO DELLA RICERCA
Per tutto quello che riguarda le figure operative, che hanno un impegno strut-
turato attraverso forme contrattuali, l’iter evidenziato è suddiviso in due macro
tipologie. Nella prima tipologia si nota un passaggio dalla figura di volontario
a quella di operatore, molto spesso, questo è dovuto ad un diverso approccio
alla vita da parte dell’individuo che per un proprio percorso decide di impegnar-
si totalmente nelle attività dell’associazione.
L’individuo che percorre tale iter non è un “escluso socialmente” che si ri-
fugia in una nicchia protezionistica, ma è quella figura che ha metabolizzato le
esperienze effettuate in età più giovane ed ha iniziato a recepire il valore non
solo emotivo di tali esperienze. Come ha ben definito Inglehart8, il livello di svi-
luppo economico e tecnologico, con il suo grado di sostentamento specifico,
con i livelli crescenti di scolarizzazione e l’espansione di tutti i mezzi di comu-
nicazione che permettono di mettere in rete quantità notevoli di popolazione,
ha cambiato l’approccio valoriale degli individui. L’individuo ha perso il senso
di appartenenza politica ed ha trovato ulteriori forme di mobilitazione, che de-
rivano dalle azioni dirette che vengono effettuate dalle associazioni.
21
PARTE PRIMA
Associazioni di timi dieci anni, cresciuta a seguito di un’offerta formativa di alto livello, speci-
Promozione fica per attività di utilità sociale. Sono figure che hanno investito su specifiche
Sociale e
rapporto con le professionalità attraverso la partecipazione a master specialistici al fine di of-
nuove tecnologie frire le proprie professionalità in ambito sociale. Una delle figure tipiche risul-
ta essere, per esempio, il mediatore culturale che sviluppa una competenza al-
l’interno di corsi professionalizzanti e successivamente entra con la sua profes-
sionalità all’interno di associazioni oppure ne crea una nuova.
In base a tali tipologie gli approcci risultano essere di due forme specifiche:
tradizionalista e progressista. La prima tipologia non è collegata direttamente
all’età specifica dell’individuo ma a tutto quello che riguarda la flessibilità
mentale nell’avvicinarsi alle nuove tecnologie, è un individuo che molto spes-
so ha appresso metodologie e strumenti in una fase della sua vita e che non
ha una forma mentale in grado di sviluppare o contestualizzare altri meccani-
smi di organizzazione e gestione.
Questi atteggiamenti sono stati ampliamente analizzati anche dallo studioso Yelle
che identificò nel 1979 le cosiddette curve dell’apprendimento, dove viene eviden-
ziato che le ore-uomo di produzione dipendono non solo dalle singole capacità ma-
teriali ma soprattutto dal livello esperienziale di ogni individuo, che in molti casi di-
viene un punto di forza poiché viene trasmesso, ma in un’altra accezione l’esperien-
za diviene il contesto di competenza e quindi vengono riprodotti tutti i meccanismi
già metabolizzati con poca apertura su diverse metodologie e/o strumenti10.
22
CONTESTO DELLA RICERCA
Tali rigidità possono essere superate attraverso una forma di adattamento Associazioni di
all’ambiente derivato dagli operatori che, attraverso processi di modellizzazio- Promozione
Sociale e
ne, vengono stimolati dall’esterno ed effettuano micro cambiamenti anche nel- rapporto con le
le figure che dimostrano una maggiore rigidità. Risulta evidente che il contesto nuove tecnologie
delle Associazioni di Promozione Sociale non è quello delle aziende sul mer-
cato che molto spesso escludono tali figure.
Gli operatori si delineano in tali sub tipologie che però possono anche in-
fluenzare tutto l’ambiente dell’associazione, chiudendo in alcuni casi o innovan-
do senza un reale valore aggiunto; gli atteggiamenti individuali possono esse-
re bloccati attraverso i meccanismi di gruppo all’interno dell’associazione che
evidenziano e riportano ad una visione equilibrata degli inserimenti o meno di
strumenti.
23
PARTE PRIMA
24
CONTESTO DELLA RICERCA
rio che gli può competere, perdendo le opportunità di tutti gli altri sotto stru- Associazioni di
menti che migliorano l’efficienza lavorativa. Promozione
Sociale e
rapporto con le
Il programma comunemente usato è quello di videoscrittura, ma iniziano ad nuove tecnologie
essere un numero minore di utenti che sanno lavorare nel programma denomi-
nato “Excel”, con difficoltà di approccio notevoli e quindi in molti casi creando ral-
lentamenti evidenti nella gestione di contabilità o nella predisposizione di grafici.
Non da meno è il poco utilizzo e soprattutto la poca conoscenza che gli ope-
ratori hanno di “Power Point” e di “Access”, strumenti che hanno modificato sia
il modo di comunicare che quello di gestire archivi onerosi.
Una data utile a capire cosa sia la Società dell’Informazione è il 1973, anno
di pubblicazione di un fortunato libro del sociologo americano Daniel Bell, The
Coming of Post-Industrial Society.13
Nel suo libro, Bell conia un termine - società post-industriale - in cui alla pro-
duzione di beni materiali (caratterizzante la società industriale) si sostituisce quel-
la di servizi immateriali. Da qui l’economia dell’informazione, che, rendendo cen-
trale la conoscenza, avrebbe trasformato la società industriale. Un’avvertenza, però:
il maggior problema per la società post industriale sarebbe stato lo sviluppo di
infrastrutture appropriate per la distribuzione delle informazioni. La distribuzio-
ne dei servizi, infatti, se apparentemente può apparire come un problema tec-
nologico, a ben vedere diviene una issue di centrale importanza economica e
sociale: essa è indispensabile per tenere insieme, coesa, la società. Le nuove tec-
nologie, pertanto, possono essere uno strumento d’integrazione sociale oppu-
re un motivo di esclusione sociale qualora non siano utilizzate da tutti.
13 Daniel Bell, The Coming of Post-Industrial Society. A Venture of Social Forecasting, Basic Books,
New York,1973.
25
PARTE PRIMA
Associazioni di Nel corso degli anni, queste indicazioni sono state recepite dall’Unione
Promozione Europea che, con la sua politica di coesione comunitaria, e attraverso la program-
Sociale e
rapporto con le mazione dei Fondi Strutturali, sta dando un contributo rilevante alla promozio-
nuove tecnologie ne della Società dell’Informazione, rendendola parte integrante dei suoi pro-
grammi di sviluppo condotti mediante tali fondi. Lo sviluppo della Società
dell’Informazione, infatti, è stato introdotto dal Regolamento del FSE 1784/99
quale priorità trasversale a tutti e cinque i settori programmatici d’intervento.
26
CONTESTO DELLA RICERCA
Esso è, per esempio, tanto uno strumento in grado di rilevare il livello di infor- Associazioni di
mazione/comunicazione che l’APS realizza sullo stato delle sue attività, quan- Promozione
Sociale e
to uno strumento che permette di verificare le azioni di diffusione di tali atti- rapporto con le
vità. Il sito web è, anche, uno strumento attivo della formazione: è il ricorso al- nuove tecnologie
l’erogazione di moduli formativi on-line, e l’uso di strumenti on-line di suppor-
to alla formazione in aula, a caratterizzare come innovativa la gestione da par-
te dello staff di progetto. Una gestione che si mostra sensibile e attenta alle ne-
cessità dei destinatari delle proprie attività, che mette in atto una serie di stru-
menti e strategie in grado di facilitare e supportare l’attività di formazione di
questi ultimi.
Sia gli aggiornamenti del sito web che la sua consultazione sono attività che
rilevano tanto l’efficienza nella gestione di questo strumento, quanto la sua ri-
levanza nel raggiungere e soddisfare le esigenze dei fruitori e i bisogni del ter-
ritorio.
Infine, l’associazione può avvalersi del sito web per promuovere le inizia-
tive e le attività legate alle varie attività o progetti e diffondere i risultati di al-
tre attività che sono state concluse.
Inoltre, l’ultimo aspetto da mettere in evidenza è che tutte le attività che pre-
vedono forti cambiamenti interni, soprattutto nelle competenze degli opera-
tori, ed esterni, attraverso attività sia di formazione che di informazione, effet-
tuano cambiamenti anche in tutto il contesto sociale poiché anche la popo-
lazione che per vari motivi non segue le evoluzioni dei processi interni ed ester-
ni beneficia delle azioni positive. È possibile che la popolazione acquisisca co-
gnizione delle azioni effettuate dalle associazioni dopo averle “viste” messe in
pratica e tale percezione li porta anche ad avvicinarsi maggiormente alle at-
tività dell’associazione poiché ne comprendono l’importanza e l’utilità.
27
PARTE PRIMA
Altri autori, in particolare Rullani, propongono una lettura dello sviluppo del-
la società della conoscenza basata su fasi e stadi successivi, per cui si pervie-
ne a questa società solo dopo essere passati attraverso prima la fase della new
economy (intesa come lo stadio in cui la rivoluzione tecnologica investe prin-
cipalmente i settori produttivi delle ICT) e successivamente la fase della net-eco-
nomy o economia dell’informazione (caratterizzata dalla pervasività nell’uso del-
le ICT a tutti i settori ed attività economiche).16
14 Luc Soete, The Challenges and the Potential of the Knowledge-based Economy in a
Globalised World, reports preparato per la presidenza portoghese dell’UE, Lisbona, Portugal, 2000.
15 Begt-Ake Lundvall, The Knowledge-based Economy: From the Economics of Knowledge to
the Learning Economy, OECD, 1996.
16 Enzo Rullani, New/Net/Knowledge Economy: le molte facce del postfordismo, in “Economia
e Politica Industriale” n.110, 2001.
28
CONTESTO DELLA RICERCA
29
PARTE PRIMA
Destinatari finali, intesi come i soggetti a cui tutti gli interventi previsti dal-
l’associazione sono primariamente rivolti, in risposta sia a bisogni peculiari sia
di sviluppo del contesto sociale rilevati dalle Istituzioni e dalle Associazioni di
Promozione Sociale;
Valore di rete inteso come lo sviluppo di relazioni e dispositivi stabili che con-
sentano una demoltiplicazione dei risultati per le diverse categorie di sogget-
ti interessati;
Valore economico e sociale, inteso come il contributo allo sviluppo delle ca-
pacità di azione delle diverse associazioni, dai singoli individui destinatari, al-
le collettività locali.
30
CONTESTO DELLA RICERCA
31
PARTE PRIMA
Le nuove C) Economie di scala nella realizzazione delle attività a medio lungo termine
tecnologie come
valore
La possibilità di creare economie di scala assume interesse soprattutto lad-
dove l’investimento in tali strumentazioni si presenti oneroso in termini econo-
mici, in ragione della sua innovatività, del tipo di risorse professionali richieste
o della numerosità dei beneficiari cui si rivolge. Come indicatore di realizzazio-
ne si utilizzerà: numero incontri e/o conferenze stampa organizzati con l’indi-
catore di risultato; numeri di partecipanti all’iniziativa e il rapporto tra quelli pre-
senti con quelli invitati.
32
PARTE SECONDA
RISULTATI DELL’INDAGINE
Nella seconda parte del volume vengono analizzati i risultati dei questiona-
ri auto-somministrati in modalità on-line. Attraverso questo strumento di rile-
vazione l’intento è stato quello di ricostruire un quadro di riferimento sullo sta-
to del rapporto tra Associazioni di Promozione Sociale e nuove tecnologie.
33
PARTE SECONDA
Il primo dato che è risultato dalla ricezione dei questionari verte la forte ete-
rogeneità della tipologia di popolazione rispetto al numero di associati, in que-
sto contesto con il termine associati si intende il numero complessivo tra ope-
ratori a tutti i livelli ed i volontari.
n° associati
100.001-1.000.000
10.001-100.000
501-10.000
0-500
n° APS
Il differente numero di associati non sembra però legato alle specifiche at-
tività svolte dalle associazioni. In media le associazioni oggetto di quest’anali-
si hanno 95.500 iscritti, ma tale dato è estremamente variabile. In alcuni casi,
infatti, lo status di associato è acquisito da coloro che richiedono il servizio, in
tal senso l’associato non ha un ruolo attivo nell’associazione e non contribui-
sce attivamente alla sua vita organizzativa, ma è il suo utente/cliente.
Considerando questa dinamica, il numero di associati può contribuire ad
informarci non tanto della dimensione dell’associazione, quanto del radicamen-
to del suo servizio sul territorio.
34
RISULTATI DELL’INDAGINE
1800
1600
1400
1200
1000 sedi
800 operatori
600
400
200
0
nord ovest nord est centro sud isole
10
9
8
7
6
5
4
3
2
1
0
nord ovest nord est centro sud isole
35
PARTE SECONDA
36
RISULTATI DELL’INDAGINE
37
PARTE SECONDA
Ruolo delle Al fine di sintetizzare il tipo di tecnologie utilizzate si è adottata una tecni-
tecnologie nei ca multivariata (ACM - Analisi delle Corrispondenze Multiple). Dall’analisi so-
progetti svolti
dalle associazioni no emersi due fattori che sintetizzano quanto affermato rispetto all’uso delle
tecnologie.
0,4
Mailing list
Newsletter
0,3
Contenuti ed info web
ospitati sul sito web ufficiale
Sportello
Repository/gestione documenti informativo on-
0,1
line e strumenti
di
e-government
Community on line
Chat o forum di utenti
-0,15 -0,1 -0,05 0,05 0,1 0,15 0,2 0,25 0,3
Forum di informazione
-0,2
38
Grafico 6 - Proiezione delle associazioni e delle variabili illustrative sui fattori
39
RISULTATI DELL’INDAGINE
Ruolo delle
progetti svolti
tecnologie nei
dalle associazioni
PARTE SECONDA
Ruolo delle L’uso di strumenti di interazione on line è più frequente nei progetti nei qua-
tecnologie nei li le associazioni svolgono il ruolo di capofila e in progetti “integrati” (caratte-
progetti svolti
dalle associazioni rizzati da più tipi di attività). In questo tipo di progetti la tecnologia oltre ad es-
sere strumento di comunicazione diventa un vero e proprio strumento di lavo-
ro. Nei progetti in cui le associazioni svolgono il ruolo di partecipante sembra-
no essere più frequenti usi delle tecnologie legati soprattutto a finalità comu-
nicative.
Responses
N Percent
Infanzia e adolescenza 19 18,8%
Disabilità 20 19,8%
Anziani 20 19,8%
Famiglia 20 19,8%
Disagio ed esclusione sociale 22 21,8%
Totale 101 100,0%
Anche in questo caso i dati sono stati sottoposti ad analisi fattoriale emer-
gono da cui due fattori significativi: il primo relativo alla sfera dell’educazione/ani-
mazione e dei diritti sociali e di cittadinanza ed un secondo fattore relativo al-
le attività di cura ed assistenza (Grafico 7).
40
RISULTATI DELL’INDAGINE
E’, infine, interessante notare che le associazione afferenti alla prima sfera
di attività (educazione/animazione) tendenzialmente non svolgono nessuna del-
le attività relative al fattore di “cura ed assistenza”. Tale indicazione rileva un am-
bito marcato di specializzazione
Grafico 8 - Analisi fattoriale su ambiti di attività: “educazione-animazione” (ascisse) / “cu-
ra ed assistenza” (ordinate)
0,25
Animazione socio-
culturale Allestimento di documentazione
Ricerca, studio
0,2
Educazione-insegnamento-
Promozione/difesa di diritti civili
Intrattenimento istruzione
0,15
Assistenza legale
Patronato-segretariato sociale
0,1
Servizio mensa
Educazione alla mondialità
0,05
Reinserimento
Assistenza sanitaria
Assistenza sociale
-0,05
Assistenza domiciliare
-0,1
Assistenza domestica
-0,15
Accompagnamento
-0,2
41
PARTE SECONDA
Campi d’attività Dall’analisi del quesito numero sette del questionario (Con quali struttu-
e strutture re di intervento opera la vostra associazione? ), si denota una correlazione di-
di intervento
retta tra gli ambiti di azione e le strutture partners. Le strutture più frequen-
ti sono infatti le “Strutture educative” (scuole e simili); un ruolo altrettanto cen-
trale è svolto dalle strutture di “Segretariato sociale” (Grafico 9). Sono inol-
tre piuttosto presenti le comunità, le cooperative e i centri di ascolto ed orien-
tamento di vario tipo; oltre a centri di accoglienza, case di riposo e strutture
simili.
Grafico 9 - Strutture di intervento
Segretariati sociali
Parchi, riserve naturali
Musei
Campi di lavoro
Strutture ospedaliere e ambulatoriali
Oratori
Strutture educative (scuole e simili)
Cooperative
Consultori
Comunità
Istituti penali
Case di riposo
Istituti
Alloggi protetti
Case famiglia
Centri di accoglienza notturna
Centri di orientam. Studenti
Centri di orientamento al lavoro
Centri di reintegraz./reinserimento
Centri di riabilitazione
Centri sociali (animaz.comunità loc.)
Centri di ascolto
Centri accogl.za temporanea
Centri di prima accoglienza
0% 2% 4% 6% 8% 10% 12% 14% 16%
Dalle domande otto e nove del questionario18, emerge che 49 delle 50 as-
sociazioni interviste sono provviste di un sito proprio finalizzato a presentare la
propria associazione. Generalmente (82% dei casi) le sedi locali delle associa-
zioni hanno un loro spazio all’interno del sito ufficiale dell’associazione.
In misura ridotta (62%) le sedi locali hanno una propria pagina, linkata al si-
to ufficiale; una quota marginale infine è rappresentata da quelle sedi locali che
hanno una propria pagina web non linkata al sito ufficiale dell’associazione.
18 Dom.8 – L’associazione è dotata di un sito?
Dom.9 – Le sedi locali della sua associazione dispongono di: uno spazio all’interno del vostro si-
to; una pagina web autonoma linkata al vostro sito; una pagina web autonoma non linkata al vo-
stro sito; altri strumenti di comunicazione on-line.
42
RISULTATI DELL’INDAGINE
Il sito ufficiale, quindi, è spesso usato per le comunicazioni interne (alle se-
di locali ed ai soci) e per la gestione di servizi on-line erogati dall’associazione.
E’infine ridotto l’uso del sito ufficiale per attività di formazione a distanza.
N Percent
Visibilizzazione dell’associazione e delle sue attività 48 23,0%
Comunicazioni interne (alle sedi locali ed ai soci) 37 17,7%
Portale per la gestione di servizi on line da voi erogati 24 11,5%
Gestione delle iscrizioni soci e sottoscrizioni 20 9,6%
Formazione a distanza 13 6,2%
Comunicazione tra i soci 21 10,0%
Informativa sulle tematiche oggetto dell’associazione 46 22,0%
Total 209 100,0%
Fonte: Dati Isfol.
43
PARTE SECONDA
Infrastruttura Riguardo alle dotazioni hardware, il 72,0% delle associazioni intervistate pos-
tecnologica – siede una Lan o una rete Intranet (Tabella 8). Nella maggior parte dei casi la re-
profili software
e hardware te interna svolge attività di repository (archiviazione e gestione della documen-
tazione); ulteriori usi sono quelli relativi alla gestione delle pratiche amministra-
tive ed al collegamento con altre sedi territoriali. Inoltre, la rete interna si con-
figura anche come strumento di comunicazione ai soci e di gestione delle iscri-
zioni e delle sottoscrizioni.
N Percent
Visibilizzazione dell’associazione e delle sue attività 48 23,0%
Comunicazioni interne (alle sedi locali ed ai soci) 37 17,7%
Portale per la gestione di servizi on line da voi erogati 24 11,5%
Gestione delle iscrizioni soci e sottoscrizioni 20 9,6%
Formazione a distanza 13 6,2%
Comunicazione tra i soci 21 10,0%
Informativa sulle tematiche oggetto dell’associazione 46 22,0%
Total 209 100,0%
Fonte: Dati Isfol.
N Percent
Dirigenti 18 20,9%
Responsabili di progetto/servizio 25 29,1%
Personale amministrativo 19 22,1%
Operatori 24 27,9%
Total 86 100,0%
Fonte: Dati Isfol.
Una larga parte delle associazioni, negli ultimi tre anni, ha rinnovato la pro-
pria infrastruttura tecnologica. Tale rinnovamento è consistito soprattutto nel-
l’acquisto di nuovi PC (o di componentistica hardware) e nell’installazione di
Internet.
44
RISULTATI DELL’INDAGINE
N Percent
Collegamento ad internet 38 19,1%
Rete Lan 24 12,1%
Licenze software 33 16,6%
hardware 41 20,6%
Telefoni e fax 32 16,1%
Fotocopiatrici 31 15,6%
Total 199 100,0%
Fonte: Dati Isfol.
45
tecnologica
infrastruttura
formazione e
rinnovamento tra
La spinta al
Grafico 10 – Dotazioni di tecnologie nelle sedi
46
entrambe
entrambe 4%
14% sede centrale
34% sede locale
32%
PARTE SECONDA
sede centrale
sede locale 64%
52%
entrambe
8% entrambe
14%
dim_ass_sedi_cat Total
Piccole Medio Medio Grandi
piccole grandi
Tecnologie Collegamento ad internet 10 9 9 10 38
26,3% 23,7% 23,7% 26,3%
Rete LAN 7 3 8 6 24
29,2% 12,5% 33,3% 25,0%
Licenze software 8 8 9 8 33
24,2% 24,2% 27,3% 24,2%
Hardware 10 11 10 10 41
24,4% 26,8% 24,4% 24,4%
Telefoni e fax 6 9 8 9 32
18,8% 28,1% 25,0% 28,1%
Fotocopiatrici 9 6 7 9 31
29,0% 19,4% 22,6% 29,0%
Total 11 11 11 10 43
Alle associazioni intervistate è stato infine chiesto di indicare, dal loro pun-
to di vista, quali effetti abbia prodotto l’innovazione tecnologica su diversi aspet-
ti caratterizzanti le loro attività. A tale proposito è stata adottata una scala Likert
articolata in 10 item19 utili a caratterizzare quattro dimensioni chiave dell’agire
organizzativo delle associazioni: la comunicazione, interna ed esterna; la gestio-
ne delle routine lavorative; la pratica progettuale; il gradimento dei servizi da
parte dell’utenza.
47
PARTE SECONDA
Percezione Dalle risposte delle associazioni (Grafico 11) emerge un’elevata propensio-
dell’influenza ne a considerare l’innovazione tecnologica come portatrice di forti cambiamen-
delle nuove
tecnologie sulle ti positivi. E’ da notare che solo in un caso viene menzionata la modalità di ri-
attività delle sposta “cambiamento negativo”. La modalità “nessun cambiamento” è abba-
associazioni stanza presente, ma ha comunque un’incidenza considerevolmente inferiore
alle due modalità positive, anche se è un dato che dimostra come spesso la co-
gnizione dell’elemento tecnologico non sia ancora metabolizzato.
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
Forte cambiamento positivo
Cambiamento positivo
Nessun cambiamento
48
RISULTATI DELL’INDAGINE
0,45
Risoluzione problemi lavorativi
0,35
Riduzione tempi adempimenti formali
Com. VS associati
0,05
Com. tra sede centrale e
0,24
sedi periferiche
-0,26 -0,16 -0,06 0,04 0,14 0,34 0,44
-0,05 Com. tra sedi periferiche
Com. VS Istituzioni
-0,15
Com. VS associazioni
Il secondo fattore sintetizza invece dimensione
la relativa alla Terzo
percezione
settore di
-0,25
49
PARTE SECONDA
50
RISULTATI DELL’INDAGINE
Osservando il numero di collaborazioni attivate per classe di attore, emer- Sistema delle
ge con chiarezza come le associazioni intervistate siano propense ad attivare relazioni – un
quadro di
collaborazioni soprattutto con il sistema istituzionale, prevalentemente con massima
Comuni e Ministeri (in eguale misura), quindi con Regioni e Province.
Responses
N Percent
Comuni 43 16,0%
Province 41 15,3%
Regioni 42 15,7%
Comunità montane 17 6,3%
Ministeri 43 16,0%
Asl 20 7,5%
Università 32 11,9%
Scuola 30 11,2%
Totale 268 100,0%
Nell’analisi delle collaborazioni con i soggetti del sistema istituzionale, alle as-
sociazioni è stato anche chiesto di specificare l’intensità di tali collaborazioni, gra-
duando la loro risposta su di una scala da 0 (minima) a 10 (massima). Da ciò è
emerso che le collaborazioni più intense sono intrattenute con Ministeri (media
6,3) e Comuni (media 5,6). Seguono quindi le Regioni, la Scuola e le Province.
È interessante notare come le collaborazioni attivate con la Provincia, ben-
ché di numero maggiore, sono di intensità leggermente inferiore rispetto a quel-
le attivate con la Scuola.
Grafico 13 - Intensità dei contatti con le Istituzioni (media)
0
Comunità
Comuni Province Regioni Ministeri Asl Università Scuola Altro
montane
51
PARTE SECONDA
Nessuna 19 38,0
Fino a 5 15 30,0
Da 6 a 10 4 8,0
Da 11 a 15 2 4,0
Da 16 a 20 2 4,0
Da 21 a 30 1 2,0
Da 31 a 50 2 4,0
Più di 50 5 10,0
Total 50 100,0
52
RISULTATI DELL’INDAGINE
A partire da questa prima descrizione del numero di collaborazioni attiva- Sistema delle
te dalle associazioni intervistate nelle tre classi di attori è ora interessante de- relazioni – un
quadro di
scrivere i contatti effettivi indicati dagli intervistati, al fine di ricostruire le reti di massima
relazioni delle associazioni.
53
PARTE SECONDA
Sistema delle Le Istituzioni più centrali sono i Ministeri, i Comuni, le Regioni e le Provincie,
relazioni – un seguite da Scuole ed Università. È interessante notare che all’interno di questa
quadro di
massima struttura di rete i Ministeri e le Università assumono il ruolo di cutpoints: pun-
ti il cui venir meno determina la scomposizione del reticolo complessivo in di-
versi sottogruppi di attori. Questi due attori possono quindi assumere un im-
portante ruolo di mediazione tra le associazioni.
54
RISULTATI DELL’INDAGINE
Sistema delle
relazioni – un
quadro di
massima
Figura 1 - Reticolo istituzionale complessivo
55
massima
quadro di
relazioni – un
Sistema delle
Figura 2 - Reticolo istituzionale intensità 1
56
PARTE SECONDA
Il reticolo costituito dalle associazioni che hanno dichiarato di aver instaurato contatti di intensità 1 presenta dimensioni contenute ed è molto discon-
nesso. Al suo interno sono presenti 3 componenti: tre sottogruppi di attori tra loro uniti. Nell’insieme, tuttavia, questo reticolo non è di particolare in-
teresse rispetto alle sue caratteristiche strutturali. Al contrario, è interessante notare come siano poche le associazioni che dichiarano di avere contat-
ti di bassa intensità con le Istituzioni.
Una struttura più interessante è quella generata dalle associazioni che attivano collaborazioni di intensità 5. In totale è costituita da 26 associazioni e
9 Istituzioni (la totalità di quelle indicate nel questionario). All’interno di questo reticolo è evidente la presenza di alcune associazioni più centrali. Il CTA
e l’ANFFAS hanno collaborazioni con due enti; la U.I.L.T. con 3; infine l’AIAS mostra un profilo di collaborazioni istituzionali molto ricco, avendo contat-
ti con tutte le Istituzioni presenti. Il resto delle associazioni che instaurano collaborazioni di intensità 5 hanno contatti con un’unica istituzione e, quin-
di, nella Figura si collocano in una posizione periferica quali soggetti pendenti.
57
RISULTATI DELL’INDAGINE
massima
quadro di
Sistema delle
relazioni – un
massima
quadro di
relazioni – un
Sistema delle
Figura 4 - Reticolo istituzionale intensità 10
58
PARTE SECONDA
Passando al reticolo delle collaborazioni di intensità 10, il numero di associazioni coinvolte diminuisce a 18 unità. Tale dimensione, tuttavia, è tutt’al-
tro che esigua trattandosi delle associazioni che dichiarano di aver avuto collaborazioni di intensità molto elevata. Nell’insieme il reticolo presenta una
struttura molto più articolata rispetto al precedente. Al suo interno il numero di associazioni che hanno un legame con più di un’istituzione è propor-
zionalmente più elevato che nei due precedenti reticoli. Ciò si evince soprattutto osservando l’area centrale della Figura.
Osservando la Figura e focalizzando l’attenzione sulle Istituzioni è importante sottolineare la posizione ricoperta da Ministeri, Comuni e Scuola; que-
ste tre Istituzioni svolgono una funzione di cutpoints, senza i qual il reticolo si scomporrebbe in diversi sottogruppi. In questo caso, molti attori rimar-
rebbero persino isolati.
Osservando le quattro Figure precedenti è possibile formulare un’ipotesi che Sistema delle
potrebbe essere oggetto di approfondimento in successive ricerche: esiste pro- relazioni – un
quadro di
babilmente una covarianza tra l’intensità delle collaborazioni e il numero di massima
Istituzioni con cui le associazioni collaborano. Più è elevata l’intensità delle col-
laborazioni più sono numerose ed eterogenee le Istituzioni con le quali l’asso-
ciazione collabora e viceversa. Ciò potrebbe essere la conseguenza di due di-
namiche: da un lato, l’intensificarsi delle collaborazioni con un’Istituzione po-
trebbe portare l’associazione a conoscenza di prassi lavorative replicabili su al-
tre Istituzioni che arriverebbero a rappresentare un’ulteriore occasione di svi-
luppo delle proprie attività; dall’altro, l’associazione che intrattiene collabora-
zioni con più Istituzioni potrebbe divenire sempre più consapevole della rete
di relazioni che unisce tali soggetti e, di conseguenza, del valore aggiunto che
potrebbe generare sulle loro attività l’intensificarsi dei contatti con tale rete.
Come è stato già accennato, dopo il reticolo istituzionale quello che ha ot-
tenuto un maggior numero di scelte è quello dei contatti con il Terzo settore.
Delle 44 associazioni che avevano affermato di avere contatti con altre associa-
zioni del Terzo settore, 39 hanno risposto alla successiva domanda, indicando
da 1 a 3 contatti effettivi con cui hanno avuto tali collaborazioni. Il reticolo che
è emerso è quello rappresentato nella Figura 5, che abbiamo denominato
“Reticolo del sistema associativo”. Per rendere più visibile la struttura abbiamo
omesso le etichette dei nomi delle associazioni, che saranno visualizzate in una
successiva Figura di sintesi (Figura 7). Le associazioni facenti parte del nostro
campione (gli intervistati) sono rappresentati da cerchi, mentre le associazio-
ni designate, da triangoli.
Tali strutture sono già in parte visibili osservando l’area esterna della Figura,
che compone una sorta di semicirconferenza che si muove in senso orario dal
margine superiore sinistro fino al parte inferiore della Figura. Ciò nonostante,
per dare maggiore visibilità a queste strutture è stata condotta un’analisi del-
le fazioni, i cui risultati sono raffigurati nelle Figure 6 e 7. Questo tipo di anali-
59
PARTE SECONDA
Sistema delle si permette di raggruppare gli attori in sottogruppi sulla base dei modelli di le-
relazioni – un gami che condividono.
quadro di
massima Nella Figura 6 – composto esattamente dagli stessi attori della Figura 5 – è
evidente la presenza di tre tipi di attori. Gli attori rossi sono uniti in diadi e tria-
Figura 5 - Reticolo del sistema associativo
60
RISULTATI DELL’INDAGINE
di; gli attori blu fanno parte di strutture più complesse – sottogruppi compo- Sistema delle
sti da sette e nove attori – generate dalla designazione di attori in comune da relazioni – un
quadro di
parte delle associazioni intervistate; infine, gli attori neri costituiscono il sotto- massima
gruppo di dimensioni più consistenti, generato sempre a seguito di designazio-
ni di attori in comune.
Tra le due fazioni azzurre quella collocata più in alto, di numerosità maggio-
re, si mostra come più interessante, poiché direttamente collegata alla fazione
nera. Tale collegamento avviene attraverso la Compagnia delle Opere che as-
sume un ruolo di “cancello”21 tra le due strutture. Anche la posizione dell’IPAS
è interessante perchè si pone come “cancello” di un sottogruppo.
21 In un reticolo i Gate keepers sono quegli attori che rappresentano l’unico collegamento con
l’esterno.
61
PARTE SECONDA
62
RISULTATI DELL’INDAGINE
togruppo nero; area in cui viene meno la linearità della struttura ad albero ca- Sistema delle
ratteristica delle sue altre sezioni, molto simili infatti alle fazioni azzurre. relazioni – un
quadro di
massima
In questa parte del sottogruppo l’altra associazione che ricopre una posizio-
ne molto centrale è l‘ARCI, che riceve sette designazioni. Legambiente e ARCI
appaiono come due poli di attrazione all’interno della Figura. Ad eccezione del-
la prima, tuttavia, l’ARCI ricopre anche un ruolo di cutpoint il cui venir meno de-
terminerebbe la disconnessione del sottogruppo in altri due: una piccola dia-
de composta da AUSER e UISP; una struttura ad albero simile alle due azzur-
re precedentemente descritte composta da FIS CDO, Ass. Meeting, ACLI, CIF,
Caritas, Cisl, ANMIL e Inas.
Ricapitolando, anche nel caso del sottogruppo (fazione) nero, siamo in pre-
senza di una struttura molto vicina a quella ad albero che, tuttavia, è alterata
dalla presenza di un’area più densa e articolata. Precisamente si tratta di quel-
la sezione di Figura composta da sette attori: ARCI, AIAB, Legambiente, UNPLI,
Fed. Pronatura, Libera e Telefono Azzurro.
Tra questi, tre attori ricoprono un ruolo particolarmente strategico poiché fun-
gono da cutpoints:
1. la già citata ARCI;
2. l’UMPLI, che connette la fazione nera a quella azzurra;
3. l’AIAB che tiene unita la parte superiore della fazione nera al resto.
Così come è già emerso rispetto all’ARCI, anche eliminando UNPLI e AIAB,
la Figura si dividerebbe in più sottogruppi. In questo caso, invece, Legambiente
ricopre un ruolo meno esclusivo per l’equilibrio complessivo della Figura, poi-
ché la sua funzione di mediazione può essere sostituita dall’ARCI, ad eccezio-
ne del CTS che rimarrebbe isolato.
Per concludere l’analisi delle reti dobbiamo infine analizzare il reticolo del-
le collaborazioni con le imprese. Nel suo complesso tale reticolo è meno inte-
63
PARTE SECONDA
Sistema delle ressante dei due precedenti. A fronte delle 31 associazioni che avevano affer-
relazioni – un mato di avere attivato collaborazioni con imprese, ben 21 rispondono alla suc-
quadro di
massima cessiva domanda, indicando almeno un’impresa.
64
RISULTATI DELL’INDAGINE
8 Considerazioni conclusive
Segretari
generali/funzioni
dirigenziali
Quadri/esperti
(psicologi, etc.)
10
30 Operatori
(*)
Fonte: Dati Isfol.
La media degli associati è pari a 95.500. Questo dato deve essere tuttavia
considerato con molta cautela e adeguatamente interpretato. In alcuni casi, in-
fatti, lo status di associato è acquisito da coloro che richiedono il servizio, in tal
senso l’associato non ha un ruolo attivo nell’associazione e non contribuisce at-
(*) Il totale degli intervistati indicati nel grafico è pari a 49 poiché in un caso l’intervistato non
ha specificato il proprio ruolo all’interno dell’associazione.
65
PARTE SECONDA
Dai dati, tuttavia, non appare esserci relazione tra il tipo di attività svolta e
l’uso di tecnologie. Piuttosto il coinvolgimento in attività di tipo progettuale –
con obblighi, scadenze – sembra incidere molto sulla propensione ad un uso
intensivo delle tecnologie, sia a fini informativi che operativi.
Ciò nonostante, nei casi in cui la tecnologia è integrata nelle pratiche lavo-
rative gli intervistati mostrano una percezione positiva dei suoi effetti. Essa sem-
bra garantire un miglioramento generalizzato delle prassi lavorative.
22 Come precedentemente indicato, queste categorie sono state ricavate attraverso un’analisi fat-
toriale effettuata sulla domanda che chiedeva alle associazioni di indicare il proprio ambito di attività.
66
RISULTATI DELL’INDAGINE
Accanto alle nuove tecnologie permane uno sforzo di aggiornamento siste- Considerazioni
matico di tecnologie tradizionali, come il telefono, con nuove e sempre più nu- conclusive
merose funzionalità.
67
PARTE SECONDA
Considerazioni da parte delle associazioni di creare interazione tra tutti gli operatori al fine di
conclusive porre le basi fondamentali per il cambiamento necessario all’interno, che indi-
rettamente colpisce positivamente anche l’ambiente esterno.
68
PARTE TERZA
APPROFONDIMENTO
QUALITATIVO
1 Contesto internazionale
69
PARTE TERZA
70
APPROFONDIMENTO QUALITATIVO
In una recente ricerca dell’Unesco si è dimostrato come le attività nei Paesi Contesto
in via di sviluppo non siano solo utili all’eliminazione del digital divide ma co- internazionale
me tali azioni, indirettamente, riescano a far diminuire la povertà, proprio per-
ché con le fonti di informazione che si trovano all’interno del sistema digitale
si sono potute riproporre tecniche di lavorazione differenti a quelle che in tali
territori erano ritenute insostituibili, ma anche per il collegamento diretto con
altri territori27.
27 Don Slater, Jo Tacchi, ICT Innovations for Poverty Reduction. UNESCO, Delhi, 2004.
71
PARTE TERZA
I sette casi studio sono risultati modelli significativi del rapporto tra le Associazioni
di Promozione Sociale e le nuove tecnologie, e il valore aggiunto di tali casi si ri-
scontrerà nello sviluppo dell’analisi svolta attraverso la SWOT analysis.
28 I fattori presi come criteri di valutazione per l’impatto interno sono stati : coerenza tra metodi
e obiettivi; maggiore coesione associativa; partecipazione degli attori coinvolti nel progetto; impat-
to sull’organizzazione interna; incremento e maggiore condivisione della “mission” dell’associazione;
uso più efficiente delle risorse (meno sprechi); maggiore rapporto costi/benefici; miglioramento del-
le competenze; necessità di formazione per l’utilizzo delle nuove tecnologie; evidenti limiti da supe-
rare. I fattori presi come criteri di valutazione per l’impatto sui destinatari sono stati: migliore rappor-
to con i beneficiari; migliore comprensione del contesto in cui si opera; impatto sull’assetto istituzio-
nale locale; coinvolgimento dei beneficiari; impatto sulle strategie di comunicazione (esterna). I fat-
tori presi come criteri di valutazione per l’impatto esterno sono stati: riproducibilità in situazioni ana-
loghe, trasferibilità in ambiti/settori diversi; mainstreming - applicabilità ad altri livelli di programma-
zione; creazione di reti/partenariati; impatto sull’ambito di intervento dell’associazione.
29 Per quanto riguarda il suo utilizzo nell’analisi aziendale, l’obiettivo è comprendere l’impatto dei
principali fattori interni ed esterni che definiscono tale posizionamento, per poter elaborare una stra-
tegia competitiva. Tra i fattori interni sono valutati per esempio la struttura organizzativa, il grado di
avanzamento tecnologico, la cultura aziendale, il livello delle competenze, la base clienti, la rete dei
partner; tra i fattori esterni il livello tecnologico del settore, la forza dei concorrenti, i fattori ambien-
tali. Nell’altra sua frequente utilizzazione l’analisi SWOT serve, con riferimento alla situazione socio-
economica di una determinata area, a definire programmi di sviluppo. A livello territoriale, tale ana-
lisi deve illustrare con chiarezza quali siano le risorse su cui l’area può contare e quali siano inoltre
le modalità e l’intensità della loro utilizzazione attuale. Le vocazioni e le specializzazioni produttive pre-
valenti dell’area vanno inoltre identificate e descritte in modo incisivo. Dall’analisi devono emergere
inoltre le carenze nel sistema delle infrastrutture, delle risorse umane, delle reti che possono ostaco-
lare le dinamiche di sviluppo. L’identificazione dei fattori esterni in termini di opportunità deve poter
guidare le scelte strategiche verso le soluzioni più appropriate.
72
APPROFONDIMENTO QUALITATIVO
Formalmente l’analisi SWOT prende le forme di una tavola a quattro quadran- Analisi SWOT dei
ti, ciascuno dei quali è intestato ai quattro sistemi (punti di forza, punti di debo- sette casi di
studio
lezza, opportunità e minacce) e contiene l’elenco degli elementi individuati.
Si è definito che l’analisi SWOT – quando sia applicata all’analisi della com-
petitività aziendale, come quando sia rivolta a problemi di sviluppo economi-
co di aree territoriali – si sviluppa in tre fasi fondamentali:
1. Analisi conoscitiva della situazione;
2. Descrizione grafica dei punti di forza, di debolezza, opportunità e minacce;
3. Identificazione della strategia di intervento.
Diagramma SWOT
OPPORTUNITA’ MINACCE
Nel caso specifico, lo strumento della SWOT è stato utilizzato sia per valu-
tare l’associazione in base alla matrice del valore, che per effettuare la valuta-
zione di uno specifico progetto che il gruppo di ricerca ha selezionato.
73
PARTE TERZA
Analisi SWOT dei L’osservazione per ogni caso di studio è stata suddivisa temporalmente. Nella
sette casi di fase ex-ante oltre l’analisi specifica per ogni associazione, è stato valutato l’in-
studio
tervento specifico di ogni caso studio al suo livello di progettazione. Come spie-
gato antecedentemente, i punti di forza e di debolezza sono fattori endogeni
che il soggetto può e/o deve modificare, e comunque dipendono totalmente
dal soggetto. Mentre le opportunità e le minacce sono fattori che il soggetto pre-
vede ex-ante ma che non ha la possibilità di gestire, in quella fase temporale,
poiché sono elementi esogeni.
Al fine di rendere maggiormente fruibile la lettura dei sette casi sono stati in-
seriti in appendice allegato (C) delle sintesi esaustive che da un lato evidenzia-
no le tipologie di associazioni con le loro peculiari caratteristiche e dall’altro una
descrizione puntuale della tipologia di progetto con le attività prioritarie program-
mate, i relativi risultati e le possibilità di trasferibilità delle azioni in altri contesti.
74
APPROFONDIMENTO QUALITATIVO
PUNTI DI FORZA
1. Alta diffusione territoriale dell’associazione: l’importanza del radica-
mento su tutto il territorio nazionale implica una maggiore capillarità del-
le azioni previste, migliorando l’efficacia delle azioni. Inoltre, nel caso le
attività non siano positive in alcuni territori per motivi endogeni, le altre
organizzazioni locali in altri contesti possono fornire una buona prassi nel-
l’organizzazione che identifica difficoltà.
2. Longevità dell’associazione: la longevità di ogni associazione dimostra
un elemento forte di continuità delle azioni ed anche e soprattutto di ri-
conoscimento da parte della popolazione – effetto del brand.
3. Riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente: tutte le forme di accreditamen-
to istituzionale hanno sempre garantito un forte valore di marchio che ge-
nera garanzia sia ai destinatari e sia agli eventuali donatori.
4. Associata alle reti europee più importanti: l’implementazione di reti in-
ternazionali da un lato aumenta il valore di apprendimento, in quanto l’as-
sociazione viene a conoscenza di altre prassi e dall’altro permette la par-
tecipazione ad azioni finanziate a livello internazionale in partenariato con
altre associazioni simili.
5. Longevità dei progetti: la longevità dei progetti identifica valori di con-
tinuità nelle azioni e costanza nel raggiungimento degli obiettivi. Quindi
mostra un forte valore di affidabilità.
75
PARTE TERZA
PUNTI DI DEBOLEZZA
1. Eterogeneità degli approcci operativi e gestionali: in tutte le strutture con
molte sedi operative è possibile l’esistenza di approcci operativi e metodo-
logici non omogenei, tale fattore non è una criticità in sé se non fosse che
in tutte le procedure standardizzate è fondamentale che vi sia un’imposta-
zione prestabilita. Molte multinazionali spesso dotano di manuali specifici tut-
te le altre sedi dislocate sul territorio. In questo caso tale criticità è emersa ne-
gli approcci alle campagne d’informazione come nelle forme comunicative.
2. Forti necessità di miglioramento delle competenze degli operatori: so-
prattutto le sedi periferiche rilevano metodologie di recruitment che
non identificano correttamente figure con le competenze necessarie ai pro-
fili richiesti. Tali discrasie creano molto spesso forti inefficienze nel raggiun-
gimento degli obiettivi.
3. Distanza comunicazionale tra il centro e le altre sedi operative: la se-
guente criticità è comune a tutte le strutture, poiché la distanza fisica ac-
centua incomprensioni nei linguaggi e negli stati emotivi. Oltretutto, tali
incomprensioni derivano anche da contesti sociali diversi dove gli approc-
ci devono essere necessariamente differenti poiché la popolazione rispon-
de in modo ineguale.
OPPORTUNITA’
1. Dotazione di informazioni strategico operative: tra gli aspetti priorita-
ri risulta essere quello di aumento di competenze professionali che pos-
sano permettere alla struttura di divenire sempre più “preparata” alle esi-
genze esterne.
76
APPROFONDIMENTO QUALITATIVO
MINACCE
1. Interesse all’iniziativa da parte di altre associazioni: in questo proget-
to si evidenzia come la non forte attenzione ad azioni di comunicazione
esterna alle proprie strutture o con quelle che già sono collegate rende
deficitaria la piattaforma. Infatti la non conoscenza dell’evento a livello ester-
no rischia di non creare interesse in associazioni che lavorano su altri con-
testi.
2. Apprendimento del metodo PSL: nel progetto si fa riferimento diretto al
metodo di apprendimento di risoluzione delle criticità, ma non sempre
quando viene proposta una nuova metodologia i destinatari rispondo ade-
guatamente con un approccio aperto, inficiando il metodo che può esse-
re di valore in sé ma non “utile” per il contesto previsto.
3. Utilizzo della formazione a distanza: il metodo di formazione a distan-
za è tra i più usati ma spesso si rileva poco efficace poiché molte perso-
ne hanno la prioritaria necessità ad essere stimolati fisicamente e quin-
di l’approccio attraverso il digitale, che per sua natura risulta essere
“freddo”, si può rilevare a medio termine poco efficace.
77
PARTE TERZA
OPPORTUNITA’ MINACCE
78
APPROFONDIMENTO QUALITATIVO
Sono stati inoltre, realizzati due corsi di formazione on-line in modalità FaD,
ovvero attraverso videoconferenze, forum, dispense on-line e CD Rom. I corsi
sono stati incentrati sui temi della legalità suddivisi in due macro-tematiche
(“Educazione alla legalità” e “Beni confiscati”) e sono stati attuati secondo 6 mo-
duli annuali per ciascun tema. Sono stati realizzati, infine, incontri in aula per
la condivisione di metodologie e risultati.
79
PARTE TERZA
PUNTI DI FORZA
1. Alta diffusione territoriale dell’associazione: l’importanza del radica-
mento su tutto il territorio nazionale implica una maggiore capillarità del-
le azioni previste, migliorando l’efficacia delle azioni. Inoltre, nel caso le
attività non siano positive in alcuni territori per motivi endogeni, le altre
organizzazioni locali in altri contesti possono fornire una buona prassi nel-
l’organizzazione che identifica difficoltà.
2. Longevità dell’associazione: la longevità di ogni associazione dimostra
un elemento forte di continuità delle azioni ed anche e soprattutto di ri-
conoscimento da parte della popolazione – effetto del brand.
3. Ente accreditato al MIUR: tutte le forme di accreditamento istituziona-
le hanno sempre garantito un forte valore di marchio che genera garan-
zia da una parte ai destinatari e dall’altra agli eventuali donatori.
4. Creazione di una Banca Dati: tutte le forme di archiviazione, siano es-
se digitali o fisiche rendono un servizio considerevole per tutti i destina-
tari che potranno orientarsi maggiormente ad ogni necessità.
5. Produzione di filmati tematici: in base alla tipologia del progetto è in-
teressante rilevare la produzione di alcuni filmati tematici proiettati nel-
le scuole. Risulta evidente che tale metodologia permette un forte impat-
to sui destinatari.
PUNTI DI DEBOLEZZA
OPPORTUNITA’
1. Formazione operatori: tra i principali obiettivi risultava quello di mette-
re “fisicamente” in formazione gli operatori al fine di migliorare le com-
petenze non solo sulle attività specifiche ma soprattutto sviluppare le com-
petenze nella gestione di materiale digitale.
2. Acquisto attrezzature: in molti progetti le associazioni riescono ad uti-
80
APPROFONDIMENTO QUALITATIVO
lizzare i finanziamenti anche per potersi fornire di strumentazioni che han- Libera - Italia
no un importante investimento economico iniziale, quindi tale atteggia-
mento è opportuno poiché crea la possibilità di ri-utilizzare le strumen-
tazioni in altre attività che non hanno alte possibilità finanziarie.
3. Implementazione di collegamenti con tutte le sedi: attraverso la mes-
sa in rete di tutte le strutture con il portale, si intende collegare non solo
professionalmente ma anche umanamente tutti gli operatori del settore.
5. Rafforzamento di legami con altre associazioni: altro obiettivo è quel-
lo di consolidare i rapporti con altre associazioni con cui si è già in con-
tatto, infatti l’informazione della creazione del portale ha l’effetto di mi-
gliorare il rapporto e quindi fidelizzarlo.
MINACCE
1. Interesse all’iniziativa da parte di altre associazioni: in questo proget-
to si evidenzia come la non forte attenzione ad azioni di comunicazione
esterna alle proprie strutture o con quelle che già sono collegate può ren-
dere deficitaria la piattaforma. Infatti, la non conoscenza dell’evento a li-
vello esterno rischia di non creare interesse in associazioni che lavorano
su altri contesti.
2. Utilizzo della formazione a distanza: il metodo di formazione a distan-
za è tra i più usati ma spesso si rileva poco efficace poiché molte perso-
ne hanno la prioritaria necessità ad essere stimolati fisicamente e quin-
di l’approccio attraverso il digitale, che per sua natura risulta essere
“freddo”, si può rilevare a medio termine poco efficace.
Diagramma SWOT Ex - Post
PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA
Alta diffusione territoriale dell’associazione;
Longevità dell’associazione;
Ente accreditato al MIUR;
Creazione di una Banca Dati*;
Produzione di filmati tematici*;
Nuove competenze degli operatori*;
Acquisto attrezzature*;
Implementazione di collegamenti con tutte le sedi*;
Consolidamento dei legami con altre
associazioni*;
Interesse all’iniziativa da parte di altre
associazioni*;
Formazione a distanza*.
OPPORTUNITA’ MINACCE
81
PARTE TERZA
82
APPROFONDIMENTO QUALITATIVO
PUNTI DI DEBOLEZZA
OPPORTUNITA’
1. Utilizzo di tecnologie di comunicazione sincrone e asincrone: proprio
per la peculiarità delle attività e la tipologia dei destinatari, il progetto ha
inteso costruire un sistema di formazione che si basi su sistemi di comu-
nicazione in cui ci sia interazione educativa e ambienti di formazione a di-
stanza. Tale sistema crea un mix interessante tra le tipologie non crean-
do monotonia nell’apprendimento.
2. Implementazione di collegamenti con tutte le sedi: attraverso la mes-
sa in rete di tutte le strutture con il portale, si intende collegare non solo
professionalmente ma anche umanamente tutti gli operatori del settore.
MINACCE
1. Sistemi applicativi non riconosciuti: il progetto può risultare poco effi-
cace nel caso di attivazione di sistemi di formazione senza che vi siano stan-
dard specifici di lettura per i non vedenti (W3C), poiché inibiscono l’ac-
cessibilità.
83
PARTE TERZA
84
APPROFONDIMENTO QUALITATIVO
OPPORTUNITA’ MINACCE
Dotazione di informazioni strategico Interesse all’iniziativa da parte di altre
operative*; associazioni*.
Sviluppo di legami con altre associazioni e con
le Istituzioni locali*.
PUNTI DI FORZA
1. Percorsi di comunicazione interna agili e lineari: come tutti i sistemi di
comunicazione, il lato preponderante è che i messaggi siano sempre co-
dificabili da tutti i destinatari; in questo caso la linearità diviene un dato
rilevante anche per l’apprendimento.
2. Creazione di una Banca Dati: tutte le forme di archiviazione, siano es-
se digitali o fisiche rendono un servizio considerevole per tutti i destina-
tari che potranno orientarsi maggiormente ad ogni necessità.
PUNTI DI DEBOLEZZA
1. Bassa longevità dell’associazione: anche se nello specifico caso risul-
ta essere una nuova denominazione, il problema principale delle associa-
zioni nuove è quello di essere conosciute sia a livello di popolazione che
di eventuali donatori.
OPPORTUNITA’
1. Dotazione di informazioni strategico operative: tra gli aspetti priorita-
ri risulta essere quello di aumento di competenze professionali che pos-
sano permettere alla struttura di divenire sempre maggiormente “prepa-
rata” alle esigenze esterne.
2. Sviluppo di legami con le altre associazioni e con le Istituzioni locali: pro-
prio per la poca longevità dell’associazione il progetto serve anche per svilup-
pare i rapporti con altre associazioni e Istituzioni locali, facendosi riconoscere
attraverso la distribuzione di vettori informativi quali le newsletters e la rivista.
MINACCE
1. Interesse all’iniziativa da parte di altre associazioni: in questo progetto si
evidenzia come la non forte attenzione ad azioni di comunicazione esterna
alle proprie strutture o con quelle che già sono collegate può rendere defici-
taria la piattaforma. Infatti la non conoscenza dell’evento a livello esterno ri-
schia di non creare interesse in associazioni che lavorano su altri contesti.
85
PARTE TERZA
PROGETTO: “Sosfemmes.com ”
L’obiettivo dell’attività è di creare un servizio, attraverso un sito internet, uni-
camente destinato alle donne in difficoltà ed in particolare a quelle vittime di
violenza.
È per questo che l’associazione si è data come obiettivo la promozione del-
le condizioni di vita della donna, per offrire una risposta e un aiuto concreti al-
le situazioni più difficili.
Pertanto, il sito rappresenta un contributo al miglioramento della situazio-
ne femminile, uno strumento che è anche luogo di scambio tra utenti che pon-
gono questioni o si danno vicendevoli consigli e contiene informazioni utili al-
le donne e anche ai volontari di altre associazioni, agli operatori sociali etc.
86
APPROFONDIMENTO QUALITATIVO
OPPORTUNITA’ MINACCE
Acquisti attraverso il web per Ricezione di e-mail non congrue*;
autofinanziamento*; Tipologie di partecipanti al sito troppo
Sito web come catalizzatore di informazioni specifico*.
specifiche*.
PUNTI DI FORZA
1. Longevità dell’associazione: la longevità di ogni associazione dimostra
un elemento forte di continuità delle azioni ed anche e soprattutto di ri-
conoscimento da parte della popolazione (effetto del brand).
2. Miglioramento interno delle competenze professionali: l’intento del pro-
getto è quello di aumentare l’apprendimento interno in riferimento a va-
rie tematiche da quella normativa a quella finanziaria a quelle operative.
Tale aspetto, in ogni progetto, offre l’occasione di far effettuare il salto di
qualità all’intera organizzazione attraverso la messa a sistema di strumen-
ti comuni. Inoltre la creazione di strumenti comuni omogeneizza anche
il linguaggio tra tutti gli operatori e quindi elimina le distanze conosciti-
ve e favorisce l’avvicinamento anche d’intenti.
3. Aggiornamenti continui del portale: tale fattore identifica una continuità
che viene sempre apprezzata dagli utenti, poiché stimola anche i desti-
natari a verificare quotidianamente il portale, creando forti livelli di sod-
disfazione e fornendo sempre un servizio al passo con le esigenze.
PUNTI DI DEBOLEZZA
OPPORTUNITA’
1. Acquisti attraverso il web per autofinanziamento: il progetto ha crea-
to anche una vetrina all’interno del sito per ottenere finanziamenti che gli
permettono di avere maggiori possibilità di ulteriori azioni specifiche.
2. Sito web come catalizzatore di informazioni specifiche: attraverso la
creazione del portale con pagine dedicate alle singole problematiche, vie-
ne offerto un sistema di informazione telematica che convoglia ed archi-
via tutte le notizie utili per i destinatari.
MINACCE
1. Ricezione di e-mail non congrue: il sistema di ricezione di e-mail nei fo-
rum specifici ha un’endemica criticità di ricevere tipologie di messaggi de-
87
PARTE TERZA
Sos Femmes finiti “inquinanti” che non rientrano nel tema specifico oppure a volte pos-
Accueil - Francia sono essere rilevati come insulti diretti.
2. Tipologie di partecipanti al sito troppo specifico: la creazione di tale stru-
mento può interessare solo figure che hanno l’opportunità di accedere ai
sistemi telematici lasciando fuori tutti quei destinatari che non hanno si-
mili opportunità anche se vivono tali problematiche
Diagramma SWOT Ex - Post
PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA
Longevità dell’associazione;
Miglioramento interno delle competenze
professionali*;
Creazione di una Banca Dati*;
Aggiornamenti continui del portale*;
Acquisti attraverso il web per autofinanziamento*;
Sito web come catalizzatore di informazioni
specifiche*;
E-Mail non congrue non hanno inquinato il
sistema*;
Apertura ad altri contesti dei partecipanti *.
OPPORTUNITA’ MINACCE
88
APPROFONDIMENTO QUALITATIVO
OPPORTUNITA’ MINACCE
Formazione per giovani svantaggiati*;
Creazione di un nucleo stabile di giovani*;
Confronto con Enti Locali*;
Alta diffusione del progetto*.
PUNTI DI FORZA
1. Longevità dell’associazione: la longevità di ogni associazione dimostra
un elemento forte di continuità delle azioni ed anche e soprattutto di ri-
conoscimento da parte della popolazione (effetto del brand).
2. Tipologia di formazione erogata per il contesto territoriale: proprio per
la tipologia di mission e i destinatari, è valutata molto positivamente l’e-
ducazione non formale che viene erogata, poiché non viene vista dagli
utenti come una forma di forzatura alla loro libertà di “non educarsi” e que-
sta tipologia di formazione, oltre a mettere a proprio agio i giovani, favo-
risce l’opportunità di aumentare il valore dell’apprendimento.
3. Programma radiofonico: l’organizzazione di un programma radiofonico
attraverso le competenze dirette dell’associazione offre il punto nodale
di riuscita dell’intero progetto.
4. Tecnologie adeguate: l’associazione ha utilizzato tecnologie in grado di
offrire strumenti ad alto valore tecnologico che possono essere utilizza-
te da tutti gli eventuali usufruitori, come le streaming attraverso lin-
guaggi già presenti in automatico in tutti i personal computers.
89
PARTE TERZA
OPPORTUNITA’
1. Formazione per giovani svantaggiati: la formazione erogata ai giovani
da parte dell’associazione li renderà competenti non solo nella gestione
della comunicazione radiofonica ma anche nell’organizzazione tecnica di
tutti i processi lavorativi.
2. Creazione di un nucleo stabile di giovani: l’intento del progetto è
quello di costituire un gruppo di giovani svantaggiati che con il loro im-
pegno continuo divengano un modello per tutti gli altri giovani e quindi
li distolgano da fattori che potrebbero generare esclusione sociale.
3. Confronto con Enti Locali: il progetto tende anche ad incrementare i rap-
porti con gli Enti Locali al fine di renderli maggiormente consapevoli sul-
lo stato di esclusione e rischio del quartiere identificato.
4. Alta diffusione del progetto: attraverso la collaborazione tra l’associazio-
ne con la Radio Vallekas, già da anni sul mercato, si è creato un effetto vo-
lano positivo e di diffusione delle informazioni.
Diagramma SWOT Ex - Post
PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA
Longevità dell’associazione;
Tipologia di formazione erogata per il contesto
territoriale;
Programma radiofonico*;
Tecnologie adeguate*;
Giovani svantaggiati formati*;
Creazione di un nucleo stabile di giovani*;
Legami stabili con con Enti Locali*;
Alta diffusione del progetto*.
OPPORTUNITA’ MINACCE
90
APPROFONDIMENTO QUALITATIVO
3. Legami stabili con Enti Locali: il progetto, attraverso una forte attività di Amoverse -
disseminazione, ha incrementato i rapporti con gli Enti Locali. Spagna
4. Alta diffusione del progetto: attraverso la collaborazione tra l’associazio-
ne con la Radio Vallekas, già da anni sul mercato, si è creato un effetto vo-
lano positivo e di diffusione delle informazioni.
OPPORTUNITA’ MINACCE
Formazione di base per il computer*; Digital divide*;
Disseminazione delle informazioni alle figure Lentezza di connessione internet*;
istituzionali*; Scetticismo da parte della popolazione*.
Collaborazione con i giornali provinciali*;
Accesso alle notizie*.
91
PARTE TERZA
PUNTI DI DEBOLEZZA
1. Pagamento del servizio da parte degli utenti: gli utenti risultano esse-
re meno stimolati ad usufruire delle informazioni importanti del sito poi-
ché è previsto il pagamento. Tale tipologia di impegno economico potreb-
be compromettere tutti gli effetti positivi del progetto.
2. Richiesta di soddisfazione da fabbisogni immediati: la popolazione di
riferimento ha dimostrato urgenti necessità e quindi un minor interesse
ad attendere l’iter progettuale previsto ed il relativo apprendimento del-
le informazioni erogate. Tale fattore si riscontra molto spesso nei proget-
ti di cooperazione internazionale dove la popolazione valuta prioritaria-
mente la soddisfazione immediata di bisogni urgenti.
OPPORTUNITA’
1. Formazione di base per il computer: la fase formativa offre l’occasione
di elevare la conoscenza e l’avvicinamento ai sistemi telematici, che rico-
prono una fonte inesauribile di saperi.
2. Disseminazione delle informazioni alle figure istituzionali: l’associa-
zione ha interesse a rendere partecipi le figure istituzionali al fine di crea-
re un contatto maggiore con la popolazione e soprattutto la messa in evi-
denza di bisogni.
3. Collaborazione con i giornali provinciali: la collaborazione con i gior-
nali locali offrirà opportunità di maggiore diffusione del progetto e delle
azioni previste. Tale disseminazione potrà far avvicinare ulteriori interes-
sati al progetto.
4. Accesso alle notizie: in base alla situazione democratica del Paese l’as-
sociazione ha puntato molto sull’accesso alle notizie come una prima fa-
se che porterà ad una maggiore consapevolezza da parte della popola-
zione dei propri diritti e quindi, indirettamente, agevolerà il percorso di de-
mocratizzazione.
MINACCE
1. Digital divide: si potrebbero riscontrare forti asimmetrie tra la metodo-
logia adottata dall’associazione e le possibilità della popolazione che in
92
APPROFONDIMENTO QUALITATIVO
molti casi potrebbe non possedere personal computer e quindi non ac- The Khmer
cedere al sito. Institute of
Democracy -
2. Lentezza di connessione internet: un problema strutturale risulta esse- Cambogia
re quello della lentezza di connessione e quindi gli utenti che vogliano col-
legarsi al sito se devono attendere troppo per il caricamento delle “pagi-
ne web” potrebbero scoraggiarsi e non ricollegarsi in altre occasioni.
3. Scetticismo da parte della popolazione: un’ulteriore criticità endemica
di molti progetti di cooperazione su tali attività risulta essere la scarsa vo-
lontà, e scetticismo, da parte della popolazione di avvicinarsi alle strumen-
tazioni elettroniche.
Diagramma SWOT Ex - Post
PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA
Longevità dell’associazione; Pagamento del servizio da parte degli utenti*;
Riconosciuta da figure di spicco (ex Richiesta di soddisfazione di fabbisogni
ambasciatore americano); immediati*;
Diffusione materiale informativo*;
Formazione di base per il computer*;
Disseminazione delle informazioni alle figure
istituzionali*;
Collaborazione con i giornali provinciali*;
Accesso alle notizie*;
Elusione del Digital divide*;
Sito web tarato per la connessione Internet*;
Rapporto sinergico con la popolazione*.
OPPORTUNITA’ MINACCE
93
PARTE TERZA
The Khmer turale di Internet gli utenti non hanno riscontrato gap tra l’invio a link e
Institute of la visualizzazione della pagina richiesta.
Democracy -
Cambogia 7. Rapporto sinergico con la popolazione: attraverso l’accompagnamen-
to gli operatori hanno superato lo scetticismo iniziale ed anzi la sinergia
creata ha offerto agli operatori nuovi spunti per migliorare la qualità del-
le informazioni inserite nel portale.
94
CONCLUSIONI
Risulta evidente che le nuove tecnologie sono degli strumenti che in quan-
to tali non migliorano i contesti cognitivi ma, come ha spiegato Howard
Gardner: “E’ molto importante capire che la tecnologia è solo uno strumento,
niente di meno e niente di più. Ho una penna qui. Essa è uno strumento. Posso
usare la penna per scrivere un sonetto, come Shakespare o Dante. Posso an-
che usare la penna per cavare un occhio a qualcuno. E’ solo uno strumento.
E i computer possono essere usati per manipolare le persone o per liberarle,
i computer possono essere usati per insegnare alla gente nello stesso noioso
modo rigoroso in cui si è insegnato per moltissimi anni, o possono essere usa-
ti per insegnare in modi molto nuovi. Ovviamente, mi piacerebbe che le tec-
nologie venissero usate nei modi che liberano gli individui, che consentissero
loro un maggiore accesso alle cose rispetto al passato.”30
95
CONCLUSIONI
I risultati emersi dalla lettura dei dati del questionario on-line hanno dimostra-
to come il sito web sia un elemento fondamentale di veicolo delle informazioni e
strumento di interazione tra gli operatori e i destinatari delle attività. Il sito web, a
prescindere che sia statico o meno, come definito dai tecnici, ha al suo interno una
serie di collegamenti che lo possono rendere maggiormente interattivo. Per que-
sto, quando è stata definita l’analisi relativa ai siti si è considerata maggiormente
la peculiarità del contesto con la verifica dell’utilizzo di tutte le possibilità che tale
sistema offre; quindi è stato constatato se sono stati previsti collegamenti a pagi-
ne nelle quali vi siano newsletters on-line o forum o, eventualmente, le cosiddet-
te FAQ (Frequently Asked Questions) al fine di offrire alle utenze una globale visio-
ne delle richieste effettuate con le relative risposte.
Non si è entrati nel merito delle modalità tecniche con le quali sono stati co-
struiti tali siti, poiché l’elemento è fortemente tecnico e soprattutto non dipen-
de direttamente dagli operatori dell’associazione in quanto non è una delle pe-
culiarità fondamentali per il miglioramento del loro lavoro essendo invece una
classica competenza di figure professionali (web master).
Il sito web, come ben delineato nel rapporto, è solo una parte del sistema Internet
e per questo si sono osservate tutte le possibilità, congruenti con le necessità del-
le Associazioni di Promozione Sociale, che oggi internet fornisce. Per questo è sta-
to analizzato il sistema internet in tutte le sue specifiche sfaccettature; a titolo esem-
plificativo è evidente che il sistema di ricerca Google e il software che permette co-
municazioni low cost, quale Skype, sono strumenti fondamentali per le Associazioni
di Promozione Sociale che molto spesso hanno difficoltà finanziarie e quindi l’u-
tilizzo di tali strumenti offre quel valore aggiunto che crea conoscenza e cambia-
mento e, quindi, innovazione come definito da Eurobarometro31.
96
CONCLUSIONI
di archiviazione informatici da far utilizzare anche agli utenti esterni, come la crea-
zione di sistemi gestionali per la contabilità. Ovviamente, nell’utilizzo dei pac-
chetti informatici, si è evidenziato come sia fondamentale l’interazione dell’o-
peratore per la conoscenza dei programmi, poiché a volte l’impermeabilità del-
l’apprendimento non rende efficaci gli strumenti.
Non è stato sottovalutato anche l’inserimento di un altro fondamentale stru-
mento ad alto valore tecnologico quale il computer portatile o laptop. In que-
sto specifico caso la nuova tecnologia non è tanto lo strumento in sé poiché è
un derivato del personal computer che è, oramai, parte integrante di tutti gli uf-
fici e abitazioni, ma è soprattutto l’uso di uno strumento che migliora i proces-
si di lavoro favorendo un fattore fondamentale quale l’a-territorialità.
Nelle Associazioni di Promozione Sociale tali strumenti sono molto spesso
risolutivi soprattutto quando vi sono attività che prevedono azioni sul territo-
rio e necessitano anche di lavori informatici32, quindi di output da gestire attra-
verso lo scambio non solo di materiale cartaceo ma di file elettronici che, con
l’utilizzo di tale strumento, possono rendersi fruibili. Le competenze anche se
non così tanto evidenti si differenziano da quelle del PC poiché cambia total-
mente l’approccio allo strumento e molto spesso sono necessarie alcune spe-
cifiche competenze al fine di gestire al meglio i laptop.
97
CONCLUSIONI
34 Ilvo Diamanti, Il sottile filo della responsabilità civica (prefazione), Franco Angeli, Milano, 2003.
98
CONCLUSIONI
Non è un caso che già in quegli anni la London School of Economics di Londra
comincia ad organizzare, con il supporto di Amnesty International, un master
in “Management of NGO”. Quindi in quella fase storica prende vita la volontà
di un “grande associazionismo” che sia anche collegato con le Istituzioni e so-
prattutto si modifica la visione dell’operatore nelle associazioni.
99
CONCLUSIONI
100
CONCLUSIONI
101
APPENDICE
ALLEGATO A
LISTA ASSOCIAZIONI
DI PROMOZIONE SOCIALE ISCRITTE
AL REGISTRO NAZIONALE NEL 2006
Nome
A.A. Alcolisti Anonimi
A.I.STOM. onlus Associazione Italiana Stomizzati
A.I.U.T.O. Associazione Italiana Uguaglianza Tutela e Pari Opportunità Invalidi Civili e Pro Terza
Età Disagiata Onlus
A.N.R.R.A. Associazione Nazionale Reduci Rimpatriati d’Africa
Accademia Europea C.R.S./I.D.E.A.
ACLI Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani
ACSI Associazione Centri Sportivi Italiani
AES Italia Associazione Europea Sport Italia
AGESCI Associazione Nazionale Guide Scout Cattolici
AIAB - Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica
AIAS Associazione Italiana per l’Assistenza agli Spastici
AIC Associazione Italiana Celiachia
AICS Associazione Italiana Cultura Sport
AIG Associazione Italiana Alberghi per la Gioventù
AIPD Associazione Italiana Persone Down
AISE Associazione Italiana Sport Educazione
AISM Associazione Italiana Sclerosi Multipla
ANCESCAO Associazione Nazionale Centri Sociali, Comitati Anziani e Orti
ANFFAS Associazione Nazionale Famiglie Fanciulli e Adulti Subnornali
ANGLAT Associazione Nazionale Guida Legislazioni Andicappati Trasporti
ANLA Associazione Nazionale Lavoratori Anziani di Azienda
ANMIC Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi Civili
ANMIL Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi del Lavoro
ANPVI Associazione Nazionale Privi della Vista ed Ipovedenti
ANSPI Associazione Nazionale San Paolo Italia
ANTHAI Associazione Nazionale Tutela Handicappati Invalidi
APICI Associazioni Provinciali Invalidi Civili e Cittadini Anziani
ARCI Nuova Associazione
ARCI RAGAZZI Associazione ARCI Ragazzi
ARCIGAY
ARCIPESCA Associazione ARCI Pesca
AS.SO DI PRO - Associazione Solidarietà Diritto e Progresso
ASI Alleanza Sportiva Italiana
Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba
105
APPENDICE
Nome
Associazione Nazionale Italiana Familiari e Vittime della Strada
AUSER Associazione per l’Autogestione dei Servizi e la Solidarietà
AZZURRI NEL MONDO
C.A.P.I.T. Confederazione di Azione Popolare Italiana
C.I.F. Centro Italiano Femminile
C.O.N.A.C.R.E.I.S. Coordinamento Nazionale Associazioni e Comunità di Ricerca Etica Interiore
Spirituale
C.S.E.N. Centro Sportivo Educativo Nazionale
C.T.S. Centro Turistico Studentesco e giovanile
CARTAGIOVANI Associazione Cartagiovani
CNCA Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza
CODACONS Coordinamento delle Associazioni per la tutela dell’Ambiente e per la Difesa dei
Diritti degli Utenti e Consumatori
CODICI Centro per i Diritti del Cittadino
Comunità di S.Egidio ACAP ONLUS
CSDC Centro Servizi per i Diritti del Cittadino
CSI Centro Sportivo Italiano
CTA - Centro Turistico Acli
CTG Centro Turistico e Giovanile
ENDAS Ente Nazionale Democratico di Azione Sociale
ENS Ente Nazionale Sordomuti
ETSI Ente Turistico Sociale Italiano
Eurodesk Italy
F.A.I.S. Federazione Associazioni Incontinenti e Stomizzati Onlus
F.I.C. Federazione Italiana per la Cremazione
FAMIGLIE PER L’ACCOGLIENZA
FCDS CDO Federazione Centri di Solidarietà della Compagnia delle Opere
FEDER ITALIA Fed. It. per l’Ass., Sport e Tempo Libero
FEDERAZIONE PRONATURA
FEDERCONSUMATORI, Federazione Nazionale Consumatori e Utenti
FENALC Federazione Nazionale Liberi Circoli
FENIARCO Federazione Nazionale Italiana delle Associazioni Regionali Corali
FIADDA Famiglie Italiane Associate per la Difesa dei Diritti degli Audiolesi
FIPEC Federazione Italiana Per lEducazione Continua
FIS CDO Federazione dellImpresa Sociale della Compagnia delle Opere
FISH Federazione Italiana per il Superamento dellHandicap
FITEL Federazione Italiana Tempo Libero
FITUS Federazione Italiana Turismo Sociale
FOCSIV Federazione Organismi Cristiani e Servizio Internazionale Volontariato
FORUM ASSOCIAZIONI FAMILIARI
I.P.A.S. Istituti Permanenti AttivitàSociali
ITALIA NOSTRA Onlus, Associazione nazionale per la tutela del patrimonio storico artistico e
naturale della nazione
LEGA NAVALE ITALIANA
LEGA NAZIONALE PER LA DIFESA DEL CANE
LEGAMBIENTE
LIBERA Associazioni nomi e numeri contro le mafie
LIBERTAS Centro Nazionale Sportivo
M.S.P. Italia Movimento Sportivo Popolare Italia
MAC Movimento Apostolico Ciechi
MCL Movimento Cristiano Lavoratori
MEETING Associazione Meeting per lamicizia fra i popoli
MODAVI Movimento delle Associazioni di Volontariato Italiano
106
ALLEGATO A
Nome
MOICA Movimento Italiano Casalinghe
MOIGE Movimento Italiano Genitori
MOVIMENTO DIFESA DEL CITTADINO ONLUS
MOVIMENTO PER LA VITA ITALIANO
MSP ITALIA Movimento Sport Azzurro Italia
Noi Associazione
O.N.M.I.C. Opera Nazionale Mutilati Invalidi Civili
OVEREATERS ANONYMOUS
PARENT PROJECT ONLUS
PAX CHRISTI - Movimento Cattolico Internazionale per la pace
PGS Polisportive Giovanili Salesiane
SANTA CATERINA DA SIENA
SCS CNOS Servizi Civili e Sociali Centro Nazionale Opere Salesiane
TELEFONO AZZURRO Comitato Nazionale per il Telefono Azzurro
The Ageing Society Onlus
TOURING CLUB ITALIANO
TREKKING ITALIA Associazione Amici del Trekking e della Natura
U.I.L.T. Unione Italiana Libero Teatro
U.N.C.A.L.M. Unione Nazionale Circoli e Associazioni Lirico Musicali
U.N.M.S. Unione Nazionale Mutilati per Servizio
UCCA Unione Circoli Cinematografici ARCI
UIC Unione Italiana Ciechi
UISP Unione Italiana Sport per Tutti
UNIDOWN Unione Nazionale Down Onlus
UNITALSI Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali
UNMIL Unione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro
UNPLI Unione Nazionale Pro Loco d’Italia
USACLI Unione Sportiva
VISHWA NIRMALA DHARMA La Pura Religione Universale
YES Youth Education Support
107
ALLEGATO B
QUESTIONARIO on-line PER LO STUDIO
DEL RAPPORTO TRA ASSOCIAZIONISMO
E NUOVE TECNOLOGIE
109
APPENDICE
Dom4. Negli ultimi due anni quali sono i progetti svolti (o in fase di svolgimento) dalla sua
Associazione (indicare al massimo i 4 progetti ritenuti più significativi)
110
ALLEGATO B
Dom5. Quali sono le aree di intervento della vostra associazione? (sono possibili più risposte)
1. Infanzia e adolescenza?
2. Disabilità?
3. Anziani?
4. Famiglia?
5. Disagio ed esclusione sociale?
6. Altro, specificare
Dom6. Che tipo di prestazioni offre la vostra associazione? (sono possibili più risposte)
Accompagnamento?
Assistenza domiciliare?
Assistenza domestica?
Assistenza sanitaria?
Assistenza sociale?
Assistenza legale?
Assistenza morale-religiosa?
Animazione socio-culturale?
Educazione-insegnamento-istruzione?
Intrattenimento?
Discernimento-valutazione casi pers.li?
Ascolto telefonico?
Consulenza?
Prevenzione?
Rieducazione?
Servizio farmaceutico?
Prestazioni tecniche?
Prestazioni specialistiche-profess.li?
Riabilitazione?
Formazione professionale?
Reinserimento?
111
APPENDICE
Cure sanitarie?
Trasporto malati?
Patronato-segretariato sociale?
Soccorso?
Servizio mensa?
Servizio di lavanderia-guardaroba?
Servizi igienico-sanitari per persone?
Promozione/difesa di diritti civili?
Difesa civica di individui o gruppi?
Ricerca, studio?
Allestimento di documentazione?
Educazione alla mondialità?
Altro, specificare
Si
No
112
ALLEGATO B
Dom10. Quali funzioni svolge il vostro sito? (sono possibili più risposte)
Dom11. La sua associazione ha una rete informatica interna (Intranet o Lan)? Si; No
Dom13. Negli ultimi due anni avete mai erogato attività formative sulle nuove tecnologie per i
vostri dipendenti/collaboratori?
SI
NO
113
APPENDICE
Dirigenti?
Responsabili di progetto/servizio?
Personale amministrativo?
Operatori?
Altre figure, specificare
Dom15. Negli ultimi tre anni sono state mai svolte attività di aggiornamento dell’infrastruttura
tecnologica (licenze software, rete interna, PC, ecc.)
(sono possibili più risposte)
Livelli coinvolti
Sede centrale
Collegamento ad internet SI Sedi locali
Sede centrale e sedi locali
Sede centrale
Rete Lan SI Sedi locali
Sede centrale e sedi locali
Sede centrale
Licenze software SI Sedi locali
Sede centrale e sedi locali
Sede centrale
Hardware (computers,
SI Sedi locali
stampanti, monitor, scanner)
Sede centrale e sedi locali
Sede centrale
Telefoni e fax SI Sedi locali
Sede centrale e sedi locali
Sede centrale
Fotocopiatrici SI Sedi locali
Sede centrale e sedi locali
Altro specificare
114
ALLEGATO B
Dom17. Che effetti ha prodotto l’innovazione tecnologica sui seguenti aspetti relativi alle attività
della vostra associazione:
(Fornire una risposta per ogni rigo)
Forte
Cambiamento Nessun Cambiamento
cambiamento
positivo cambiamento negativo
positivo
Comunicazioni tra sede centrale
e sedi periferiche
Comunicazione tra le diverse
sedi periferiche
Comunicazioni con le Istituzioni
(Ministeri, Enti Pubblici, ecc.)
Comunicazioni con altre
associazioni del Terzo settore
(promozione sociale,
volontariato, ONLUS, fondazioni,
ONG)
Comunicazioni con le imprese
del settore privato
Comunicazioni con gli associati
Risoluzione di problemi pratici
nelle routines lavorative
(Iscrizione associati, invio
pratiche, amministrazione, ecc.)
Riduzione dei tempi necessari a
svolgere adempimenti formali
(comunicazioni ufficiali a enti e
Istituzioni, agli associati e agli
utenti dei servizi, ecc)
Capacità di rispondere a bandi e
presentare progetti
Gradimento dei servizi da parte
dell’utenza
Altro, specificare
Dom18. Negli ultimi tre anni, la vostra associazione con quante associazioni del Terzo settore ha
avuto modo di collaborare?
Nessuna?
Fino a 5?
Da 6 a 10?
Da 11 a 15?
Da 16 a 20?
Da 21 a 30?
Da 31 a 50?
Più di 50 ?
115
APPENDICE
Dom19. Tra queste, può indicare le tre associazioni del Terzo settore con le quali avete
collaborato più spesso?
Dom20. Negli ultimi tre anni, la vostra associazione con quante imprese ha avuto modo di
collaborare?
Nessuna?
Fino a 5?
Da 6 a 10?
Da 11 a 15?
Da 16 a 20?
Da 21 a 30?
Da 31 a 50?
Più di 50?
116
ALLEGATO B
Dom21. Tra queste, può indicare le tre imprese con le quali avete collaborato più spesso?
Dom22. Negli ultimi tre anni, può indicare i soggetti istituzionali con i quali avete collaborato
più spesso e la frequenza di tali collaborazioni?
1. Comuni SI 1_; 2_; 3_; 4_; 5_; 6_; 7_; 8_; 9_; 10_ Alta
2. Province SI 1_; 2_; 3_; 4_; 5_; 6_; 7_; 8_; 9_; 10_ Alta
3. Regioni SI 1_; 2_; 3_; 4_; 5_; 6_; 7_; 8_; 9_; 10_ Alta
4. Comunità montane SI 1_; 2_; 3_; 4_; 5_; 6_; 7_; 8_; 9_; 10_ Alta
5. Ministeri SI 1_; 2_; 3_; 4_; 5_; 6_; 7_; 8_; 9_; 10_ Alta
6. Asl SI 1_; 2_; 3_; 4_; 5_; 6_; 7_; 8_; 9_; 10_ Alta
7. Università SI 1_; 2_; 3_; 4_; 5_; 6_; 7_; 8_; 9_; 10_ Alta
8. Scuola SI 1_; 2_; 3_; 4_; 5_; 6_; 7_; 8_; 9_; 10_ Alta
9. Altro, specificare SI 1_; 2_; 3_; 4_; 5_; 6_; 7_; 8_; 9_; 10_ Alta
117
APPENDICE
118
ALLEGATO C
SCHEDE CASI DI STUDIO
1. Legambiente - Italia
L’ASSOCIAZIONE
119
APPENDICE
120
ALLEGATO C
OBIETTIVO GENERALE
La risorsa più rilevante di internet risiede, probabilmente, nel suo essere re-
te di comunicazione e in questo va ravvisata la potenziale funzionalità alle in-
calzanti esigenze del mondo non profit. L’idea progettuale ha voluto cogliere,
così, l’opportunità offerta dalla Rete, puntando sulla realizzazione di un porta-
le specifico per il mondo di Legambiente che avesse la funzione di raccoglie-
re e trasmettere, in un regime strutturato e sinergico, strumenti che potessero
garantire lo sviluppo di una maturità organizzativo-gestionale agli attori di
questo sistema, per rendere sempre più partecipata e consapevole la fruizio-
ne di servizi e la correlata possibilità di crescita. Uno strumento, dunque, di co-
municazione per il complesso mondo dei circoli di Legambiente, un conteni-
tore di informazioni e servizi in grado di apportare un aiuto importante alla pro-
fessionalizzazione degli attori del Terzo settore.
121
APPENDICE
Internet diviene, così, uno strumento per realizzare una serie di servizi (costru-
zione di una banca dati, aggiornamento, formazione, informazioni, consulenze,
etc.) volti a garantire l’efficacia e l’efficienza delle attività dell’associazione.
RISULTATI
122
ALLEGATO C
smi e nella creazione di una coscienza collettiva per cui solo insieme si
possono realizzare grandi cose.
4. Da ultimo, il progetto è stato proposto come piattaforma per la creazione
di modelli operativi ripetibili in varie situazioni e attività in ambito socia-
le, proprio in virtù della non autoreferenzialità dell’azione di Legambiente
che si pone in maniera aperta nei confronti della realtà in cui opera e che
elabora modelli che possono essere diffusi ed utilizzati da chiunque voglia
agire nel sociale.
La creazione del portale Legambiente Servizi (reperibile all’indirizzo www.le-
gambienteservizi.com) ha funzioni di guida, luogo di scambio, forum e piazza
virtuale ed è finalizzato a raccogliere le istanze dei circoli e a rispondere a quel-
li che sono i dubbi degli associati.
Nel sito, ad oggi, è possibile trovare i seguenti servizi: consulenza on line, con-
sulenza fiscale ed amministrativa (modelli e verbali), guida giuridica e banca da-
ti legislativa, offerte di opportunità (in costruzione), laboratorio virtuale di
creazione di imprese sociale (businness plan, scrittura progetti etc.), progetti di
Legambiente sul territorio (in costruzione), corsi di Formazione a distanza
(Terzo settore e soggetti non profit, La riforma del lavoro, Verso il bilancio so-
ciale), scadenzario e link utili.
123
APPENDICE
sia a livello nazionale che a livello locale tramite un sistema che ha mes-
so in sinergia le varie realtà territoriali;
• sviluppo di nuove modalità di coinvolgimento della base associativa;
• acquisizione di maggiori competenze e abilità riguardo la gestione e l’am-
ministrazione delle associazioni;
• progettazione e costruzione di prodotti multimediali sulla base di esperien-
ze empiriche e di attività sperimentali ed innovative;
• potenziamento delle azioni locali grazie alla maggiore competenza dei respon-
sabili e al servizio di consulenza offerto in modo rapido e professionale;
• aumento della sinergia tra le varie iniziative e campagne attuate sul terri-
torio grazie allo sfruttamento delle possibilità di comunicazione e collega-
mento offerte dalla rete;
• supporto all’attività creativa dei circoli nell’ideazione di azioni e progetti con
conseguente realizzazione di maggiori e più oculate iniziative anche a li-
vello locale;
• sensibilizzazione rispetto alle tematiche dell’imprenditoria sociale e dell’e-
conomia solidale;
• creazione, nel corso d’opera, di sotto modelli di servizio esportabili in al-
tri ambiti del sociale.
METODOLOGIA
Nella realizzazione del portale e nella redazione dei suoi contenuti si è te-
nuto in massimo conto l’utilizzo delle migliori strategie di fruibilità e ricezione
delle informazioni e degli argomenti.
124
ALLEGATO C
125
APPENDICE
TRASFERIBILITÀ E SOSTENIBILITÀ
126
ALLEGATO C
pazione per gli Enti Locali ed il privato sociale di riferimento. Questo ha contribui-
to, d’altronde, al solidificarsi di un substrato favorevole alla trasferibilità del mo-
dello progettuale in altri ambiti. Infatti, il progetto per le finalità, le metodologie
e gli strumenti di realizzazione dell’attività, è suscettibile di innescare meccanismi
di trasferibilità dell’iniziativa in altri settori del sociale e per altri soggetti del vasto
mondo del Terzo settore. L’intuizione, da parte di Legambiente, di attrezzare l’as-
sociazione di uno strumento virtuale in grado di fornire in tempo reale, informa-
zione, consulenza, formazione (prevalentemente in settori specifici e fino ad ora
di esclusivo appannaggio di esperti esterni all’associazione e mai, per ovvie ragio-
ni, diventato patrimonio acquisito e trasmissibile dell’associazione in grado di in-
nescare il virtuoso meccanismo dell’investimento invece che del “costo a perde-
re”) si è determinata come la palese intenzione di creare uno strumento riprodu-
cibile ed adattabile alle diverse esigenze dei molti utenti che operano nel socia-
le inteso nella sua accezione più ampia. La rete di internet e la comunicazione sen-
za barriere che essa consente, è una risorsa inesauribile per la trasmissione rapi-
da ed estemporanea di saperi, idee, proposte, informazioni, nozioni, progetti, aspet-
tative e problemi che attendono una risposta. Proprio per questi motivi il proget-
to e la sua realizzazione tramite il portale tematico sono stati concepiti in modo
da essere strumenti sicuramente mutuabili e certamente trasferibili.
IMPATTO INTERNO
127
APPENDICE
128
ALLEGATO C
IMPATTO ESTERNO
129
APPENDICE
2. Libera – Italia
L’ASSOCIAZIONE
130
ALLEGATO C
te le vittime innocenti della criminalità organizzata. Dal 1996, anno della sua pri-
ma edizione, è riproposta annualmente in diverse città italiane.
Libera Internazionale: nata nel 2002, con il Convegno “Ladri di futuro.
Dalle ecomafie al traffico di esseri umani”, organizzato a Firenze, nell’ambito del
Forum Sociale Europeo. L’iniziativa ha avviato i lavori per la costituzione di una
rete internazionale volta al contrasto della criminalità organizzata. Questa re-
te rappresenta un allargamento delle esperienze coinvolte in Libera e ne ap-
profondisce la capacità di lettura del fenomeno criminale opponendo alla glo-
balizzazione della mafia e dello sfruttamento, una globalizzazione della giusti-
zia e della legalità.
Libera Sport: Libera ha sperimentato con successo la validità dell’attività mo-
toria in situazioni di grande disagio inoltre coordina e promuove iniziative per
diffondere una cultura dello sport che sia di formazione e di svago e combat-
tere l’illegalità dilagante nel mondo dello sport.
Contromafie: gli stati generali dell’antimafia. Ogni anno vengono organizza-
te alcune giornate di incontri, confronti, elaborazioni e proposte per fare il pun-
to sullo stato della lotta alle mafie nel nostro paese. Gli Stati generali devono
servire all’elaborazione di strategie di lotta nonviolenta e democratica contro
la cultura e il dominio mafioso del territorio e di resistenza alle sue infiltrazio-
ni nel tessuto sociale, economico e politico.
131
APPENDICE
OBIETTIVO GENERALE
Gli obiettivi intermedi sono stati diversi e hanno previsto l’acquisto delle at-
trezzature, la messa in rete dei computer e la formazione degli operatori.
Infine sono stati attivati due corsi di formazione on-line in modalità FaD, ov-
vero attraverso videoconferenze, forum, dispense on-line e CD Rom. I corsi so-
no stati incentrati sui temi della legalità suddivisi in due macro-tematiche
(“Educazione alla legalità” e “Beni confiscati”) e sono stati attuati secondo 6 mo-
duli annuali per ciascun tema. Sono stati realizzati, infine, incontri in aula per
la condivisione di metodologie e risultati.
132
ALLEGATO C
RISULTATI
Inoltre come previsto tra gli obiettivi sono stati avviati 2 corsi di formazione
on line attuabili secondo 5 moduli annuali per ciascun tema (Educazione alla
legalità e Beni confiscati)
Per il tema “Educazione alla legalità” i moduli proposti sono stati i seguen-
ti: Memoria e impegno; Ruolo dell’informazione nel contrasto alle mafie;
Legislazione antimafia; Educazione alla legalità democratica e alla cittadinan-
za attiva; Usura e uso responsabile del denaro.
Per il tema “Beni confiscati” invece sono stati presentati: I nuovi investimen-
ti delle mafie; La legge 109/96 e l’uso sociale dei beni confiscati alle mafie; Le
esperienze di Libera: Libera terra, La scuola adotta un bene confiscato;
Testimonianza diretta del lavoro nelle cooperative.
133
APPENDICE
METODOLOGIA
I metodi formativi utilizzati sono sempre stati quelli classici degli incontri d’au-
la supportati da materiali didattici (dispense, book formativi, relazioni etc.) e tec-
nologici (DVD, CD ROM e VHS).
134
ALLEGATO C
I docenti sono stati scelti utilizzando la rete di esperti di Libera impegnati sui
temi della lotta alle mafie. Per ogni tematica sono stati contattati 2 docenti al
fine di rendere maggiormente fruibili ed elastiche le lezioni ovvero per favori-
re l’analisi di più aspetti relativi a ciascuna tematica. Con ognuno di loro sono
stati definiti i contenuti degli interventi, le date per le registrazioni e i materia-
li consultabili35.
35 Per ogni docente è stato predisposto un modello di liberatoria per mezzo del quale Libera
ha potuto utilizzare gli interventi rendendoli disponibili sul portale.
135
APPENDICE
Per quanto riguarda il corso di formazione sono state sperimentate per la pri-
ma volta attività di formazione a distanza attraverso videoconferenze, dispen-
se on line, forum e Cd Rom a disposizione dei corsisti. Per ogni corso, inoltre,
sono stati previsti due incontri in presenza (all’inizio e alla fine del percorso for-
mativo) per condividere metodologie e risultati.
TRASFERIBILITÀ E SOSTENIBILITÀ
IMPATTO INTERNO
136
ALLEGATO C
In diverse occasioni queste figure si sono incontrate per discutere sullo sta-
to d’avanzamento del progetto ovvero sugli aspetti da integrare o modificare.
Fra tutti i cambiamenti uno dei più incisivi è stato quello sulla comunicazio-
ne interna migliorata in seguito allo scambio di informazioni relative ai conte-
nuti del data base.
I destinatari sono stati coinvolti grazie ai referenti locali di Libera che han-
no pubblicizzato la formazione (attraverso incontri e contatti via e-mail). Inoltre
si è provveduto a dare comunicazione dell’iniziativa anche attraverso il sito in-
ternet dell’associazione (www.Libera.it) e attraverso la newsletter destinata agli
aderenti e agli iscritti. La comunicazione attraverso la rete ha permesso una mag-
137
APPENDICE
IMPATTO ESTERNO
Si sono intensificati anche i rapporti con i partner come l’ARCI con cui Libera
organizza ogni anno la Carovana Antimafie. Anche in tali occasioni l’uso delle
ICT è stato importantissimo, in quanto è stato possibile registrare gli incontri poi
trasmessi e riproposti in diversi territori e in ulteriori eventi informativi.
138
ALLEGATO C
L’ASSOCIAZIONE
139
APPENDICE
OBIETTIVO GENERALE
140
ALLEGATO C
A questo è stato agganciato un sistema chiamato “Ateneo UIC” che è una piat-
taforma didattica, nella quale sono state inserite una serie di banche dati conte-
nenti i nostri regolamenti: le “Schede formative” (le schede che parlano dei fisio-
terapisti, dei centralinisti non vedenti, del collocamento al lavoro ...). Tutti documen-
ti didattici ai quali si può accedere direttamente, per lo più in streaming audio.
36 Tratto da intervista ISFOL alla UIC: « I non vedenti per usare il PC hanno un ausilio che fon-
damentalmente “legge lo schermo” e si chiama “screen reader”. Il problema è che questi lettori han-
no uno standard (W3C). Se l’applicazione non risponde a queste norme, lo sreen reader non la leg-
ge o la legge male [...] finché si tratta di un documento di word il problema è semplice da risolve-
re, mentre i siti sono difficili da leggere. »; « Il computer è un normale computer, il mouse non lo
adoperano. Adoperano o una barra braille o una sintesi vocale. La barra braille trasforma il testo
normale in un testo braille su di una barra con dei puntini che vengono fuori. Molti non conosco-
no il braille. Anzi sono tantissimi perché lo conoscono solo il 10% dei ciechi, a seconda delle ca-
tegorie. Per esempio i centralinisti lo conoscono molto. I bambini poi lo imparano subito ma i gran-
di no. Allora quasi tutti usano la sintesi vocale, che trasforma il testo in audio. [...] Non hanno il mou-
se, loro usano o la tastiera normale o la tastiera braille. Che di solito ha anche la barra braille.»
141
APPENDICE
RISULTATI
Nello specifico è stata messa in opera una piattaforma didattica on line ac-
cessibile, dotata di ampie banche dati e strumenti di formazione on line, inol-
tre, i Consigli Regionali dell’Unione stanno attivando ciascuno una propria au-
la virtuale (al sistema di audioconferenza si accede collegandosi all’indirizzo
www.uic.coruscall.com).
METODOLOGIA
142
ALLEGATO C
Il sistema garantisce una interattività in tempo reale, sia verbale che con si-
stemi non verbali (questionari a risposta multipla, votazioni, chat testuali pub-
bliche e private).
Prima di ogni incontro formativo è stato inserito in rete materiale audio e te-
stuale inerente il tema dell’incontro virtuale.
TRASFERIBILITÀ E SOSTENIBILITÀ
Il sistema serve da modello per ogni realtà associativa, che potrà realizzar-
ne di simili, anche se di ampiezza meno vasta. L’Unione Italiana dei Ciechi e de-
gli Ipovedenti, peraltro, mette a disposizione delle associazioni dei disabili fe-
derate nella Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili (FAND) il pro-
prio sistema per le rispettive esigenze.
143
APPENDICE
IMPATTO INTERNO
144
ALLEGATO C
IMPATTO ESTERNO
145
APPENDICE
4. UNIEDA – Italia
L’ASSOCIAZIONE
La Fipec si inserisce proprio in questo contesto, verso la fine degli anni no-
vanta, per abbattere il muro innalzato dall’educazione nozionistica e proporre
un modo nuovo di apprendere, che dia spazio alla creatività ed al gioco educa-
tivo. Costruisce il suo progetto facendo vivere un costante rapporto aperto, sti-
molante, critico, propositivo ed organizzativo con il mondo del lavoro; con la so-
cietà; con gli operatori culturali e con le Istituzioni ad ogni livello. La Federazione
promuove la crescita individuale e civile delle persone, valorizzando la ricerca del-
le migliori competenze professionali, civili, psicologiche e sociali e sviluppando
l’autonomia progettuale ed intellettuale delle persone, per accrescere la consa-
pevolezza dell’esercizio dei diritti, della responsabilità e della solidarietà.
La Fipec si adopera per organizzare e qualificare una terza dimensione nel si-
stema educativo nazionale, quello dell’educazione permanente e continua, at-
traverso associazioni culturali, associazioni extra-scolastiche dirette alla perso-
na, Università Popolari, Università della terza età, Università della libera età ed
iniziative che realizzano il diritto allo studio tramite le normative contrattuali e
legislative, adeguate al livello ed alla qualità degli attuali bisogni e domande pro-
venienti dai lavoratori, dai giovani, dalle donne, dagli anziani e dai pensionati.
Inoltre, la Federazione promuove la cooperazione con le Facoltà di Scienze
della Formazione, con le Cattedre di Educazione degli adulti nonché di tutte quel-
le discipline atte a favorire l’educazione continua, in modo da raccordare tutti
i livelli della formazione degli operatori.
146
ALLEGATO C
OBIETTIVO GENERALE
Il progetto nasce da una doppia esigenza, una generale (ma sentita profon-
damente dalle associazioni del Terzo settore) legata alla capacità di informare
il pubblico e di comunicare all’esterno nel migliore dei modi la propria presen-
za sul “mercato”. L’altra, più specifica, è legata alla natura della Federazione: la
necessità di dare omogeneità favorendo l’adozione della stessa strumentazio-
ne per promuovere le federate nel rispettivo territorio d’azione.
147
APPENDICE
RISULTATI
METODOLOGIA
148
ALLEGATO C
TRASFERIBILITÀ E SOSTENIBILITÀ
IMPATTO INTERNO
149
APPENDICE
l’inizio sono state incentivate a contribuire alla buona riuscita del progetto: dal-
la richiesta di informazioni e feedback – tramite il questionario – al continuo
incoraggiamento nella collaborazione alla realizzazione dei prodotti comunica-
zionali, in particolare dello schedario, della riorganizzazione della rivista e del
nuovo portale della Federazione.
L’uso delle ICT nelle attività progettuali ha sviluppato e reso più efficiente la
comunicazione. In particolare, tale utilizzo, ha permesso di informare il pubbli-
co, di tenerlo aggiornato attraverso strumenti di comunicazione di tipo telema-
tico, ed ha evidenziato la conseguente necessità di formazione delle figure pro-
fessionali preposte alla promozione e allo sviluppo.
IMPATTO ESTERNO
150
ALLEGATO C
151
APPENDICE
L’ASSOCIAZIONE
L’obiettivo del soggiorno è quello di far recuperare alle donne che vi si rivol-
gono, il più rapidamente possibile, una vita normale e un’autonomia sociale (e
affettiva) nel rispetto delle abitudini, delle specifiche difficoltà e dei “tempi” di
ciascuna persona. Le ospiti possono partecipare ad alcuni laboratori (gruppo
della parola, bricolage, informatica, scambio di saperi culinari) basati sul volon-
tariato, che non hanno carattere obbligatorio.
152
ALLEGATO C
TITOLO: Sosfemmes.com
AREA: lavoro sociale e accompagnamento
ANNUALITÀ: dal 2000, in corso
AMBITO TERRITORIALE: nazionale
PARTNER: Direzione regionale dei diritti delle donne e dell’uguaglian-
za della Regione Champagne – Ardenne, Città di Saint-Dizier
(Francia)
DESCRIZIONE DELL’ATTIVITA’
Il sito è una fonte di risorse sul web e non solo. In esso è possibile trovare
link verso altri siti, numeri di telefono, indirizzi, contatti, (rete dei Centri di
Informazione sui Diritti delle Donne, Centri di pianificazione familiare, risorse
psicoterapeutiche), oltre all’elenco gratuito di più di 1.100 indirizzi di luoghi di
accoglienza e centri alloggiativi.
Esiste una sezione destinata ai professionisti (ma accessibile a tutti); una se-
zione dove sono presentate le e-mail inviate da donne o persone interessate
e le relative risposte (con il consenso delle stesse), quelle che sembrano po-
ter essere le più utili ad altre persone (nella rubrica “domande, messaggi e ri-
sposte”); un bollettino di informazioni pubblicato ogni mese per segnalare le
novità sul sito e informare su argomenti attinenti all’oggetto del sito; una pa-
gina dedicata ai media dove è possibile che i giornalisti interessati possano met-
tere degli annunci.
153
APPENDICE
OBIETTIVO GENERALE
Nel corso del ventesimo secolo, alcuni progressi importanti sono stati ap-
portati alla situazione della donna, soprattutto o quasi esclusivamente nei pae-
si sviluppati. Progressi che sono stati possibili solo grazie alle lotte che le don-
ne hanno condotto contro l’ostilità maschile.
METODOLOGIA
154
ALLEGATO C
Tutte le altre rubriche sono state create nel tempo per rendere il sito vivo ed
attraente attraverso l’apporto costante di nuove informazioni e risorse.
La metodologia adottata, oltre alla pubblicazione sul sito di informazioni uti-
li, è quella che potremmo definire ”uscita dal silenzio attraverso la scrittura”. Si
crede, infatti, che l’utilizzo della mail possa dare coraggio e faciliti la richiesta
di aiuto. Le risposte vengono fornite in pochi giorni.
RISULTATI
ASPETTI DI INNOVAZIONE
155
APPENDICE
TRASFERIBILITA’
SOSTENIBILITA’
IMPATTO INTERNO
156
ALLEGATO C
I destinatari non sono stati coinvolti nella costruzione del sito, anche se ven-
gono, sicuramente, presi in considerazione i suggerimenti e le opinioni dei “vi-
sitatori” per eventuali modifiche
IMPATTO ESTERNO
157
APPENDICE
158
ALLEGATO C
6 Amoverse – Spagna
L’ASSOCIAZIONE
Altre azioni sono rivolte a valorizzare le differenze (di sesso, di etnia, di cul-
tura, di età, di interessi etc.) come aspetto positivo e arricchente, stimolando una
migliore comprensione delle diversità presenti nella nostra città, dato che nel
barrio del Pozo convivono diverse culture ed etnie (gitana, africana, latino-ame-
ricana etc.).
159
APPENDICE
lavoro e l’offerta formativa del quartiere e della città e di creare uno spazio in
cui proporre giochi di ruolo didattici, nei quali è fondamentale il rispetto delle
regole e del nostro patrimonio comune, come dei nostri comuni valori, per sti-
molare un ambiente di cooperazione e di aiuto reciproco.
DESCRIZIONE DELL’ATTIVITA’
37 Da un lato si riferisce al nome che viene dato in alcune zone della Regione dell’Extremadura
(da dove provengono molti degli abitanti del quartiere) al recipiente di latta utilizzato per prende-
re l’acqua dai pozzi, dall’altro ricorda il “carambuco”, una specie di mattone che veniva usato per
costruire le prime abitazioni edificate nel quartiere di El Pozo.
160
ALLEGATO C
portunità educative rispetto agli altri giovani, unito alla difficoltà di gestione del-
la vita quotidiana nonostante il molto tempo libero a disposizione.
OBIETTIVO GENERALE
L’obiettivo è quello di allontanarli dai pericoli sociali già presenti quali l’ab-
bandono scolastico, l’esclusione e la droga.
METODOLOGIA
161
APPENDICE
RISULTATI
Per ottenere tutto questo sono stati individuati e raggiunti alcuni risultati in-
termedi come i laboratori di formazione che hanno riguardato principalmen-
te tematiche come l’insonorizzazione della sala di trasmissione e la scuola di
percussioni. La formazione è stata fatta dai volontari dell’associazione e della
radio ed è stata rivolta ai beneficiari del progetto, che sono tutti giovani dagli
11 ai 17 anni.
Infine, i ragazzi sono stati preparati e stimolati all’utilizzo di altri canali me-
diatici, come la posta (elettronica e non), i programmi televisivi per ragazzi e le
altre radio interessate a tali iniziative.
162
ALLEGATO C
ASPETTI DI INNOVAZIONE
Tecnicamente gli aspetti più innovativi non sono nella trasmissione via ra-
dio, anche se di sicuro impatto, ma nella contemporanea trasmissione in
streaming audio via internet, sul sito di Radio Vallekas. Infatti, da qualsiasi po-
stazione connessa al world wide web è possibile ascoltare questo gruppo di ra-
gazzi per un’ora a settimana, tutte le settimane.
TRASFERIBILITA’
163
APPENDICE
SOSTENIBILITA’
IMPATTO INTERNO
E’ stata infine una grossa soddisfazione e un grande stimolo per il futuro aver
ricevuto l’apprezzamento dei media (giornali come “El Pais” e rotocalchi infor-
matici come “La broma” o “Canalsolidario”) e dei finanziatori privati che, attra-
verso la richiesta fondi fatta nel sito di “Cibersolidaridad”, hanno risposto in po-
co tempo e soddisfacendo pienamente a tutte le risorse richieste, permetten-
do il proseguimento del progetto e aprendo all’associazione nuove opportunità
di finanziamento per i prossimi anni.
164
ALLEGATO C
In effetti la speranza più grossa è che questa attività si espanda e, nel tem-
po, interessi anche le zone limitrofe al barrio “El Pozo”. O che venga replicata
in altri quartieri disagiati della capitale come anche in altre città.
IMPATTO ESTERNO
165
APPENDICE
166
ALLEGATO C
L’ASSOCIAZIONE
DESTINATARI
40 Con il ritiro del Vietnam dalla Cambogia nel 1989 si giunse alla fine della guerra civile siglata con
la firma a Parigi degli Accordi di Pace (1991) e l’istituzione dell’Autorità Transitoria dell’ONU in Cambogia.
41 Il Tribunale, “Extraordinary Chambers in the Courts of Cambodia for the Prosecution of Crimes
Committed during the Period of Democratic Kampuchea” è stato istituito dal governo e dalle Nazioni
Unite per processare i crimini commessi dai Khmer rossi fra il 1975 e il 1979 ed ha cominciato i la-
vori nel giugno 2006 quando i 30 giudici di cui 17 cambogiani e 13 internazionali hanno giurato
ufficialmente al palazzo reale della Pagoda d’Argento nella capitale Phnom Pehn.
42 USAID (United States Agency for International Development Fund) attraverso l’Asia
Foundation ha finanziato la creazione di 22 CIC (tra cui 4 in Cambogia).
167
APPENDICE
PARTNER
OBIETTIVO GENERALE
L’obiettivo principale del progetto è di fornire accesso a notizie e informazio-
ni su politica, economia, educazione, salute, elezioni, in un portale scritto in Khmer
per favorire la crescita democratica, culturale, economica e sociale del paese.
Durante i tre anni di attività, i CIC sono diventati uno spazio in cui la comu-
nità accresce la sua conoscenza; rappresentano anche un’opportunità per i gio-
vani per socializzare, trovare un lavoro, o una borsa di studio.
168
ALLEGATO A
METODOLOGIA
I CIC si rivolgono alla collettività nel suo insieme, ma hanno come iniziale
“bersaglio” coloro che hanno minore timidezza, per studi e storia personale, ad
avvicinarsi ed utilizzare tale strumento. Ciò nonostante, sono state organizza-
te delle visite nei villaggi per informare la popolazione rurale dell’esistenza dei
Centri e promuovere nelle campagne le potenzialità connesse all’uso delle nuo-
ve tecnologie. Per favorire le popolazioni rurali è stato inoltre distribuito pres-
so i CIC materiale informativo, tratto dal portale khmer, su argomenti di loro in-
teresse (coltivazione, allevamento, salute, violenza domestica).
RISULTATI
I CIC sono stati visitati da 56.334 visitatori complessivi tra cui donne (1.524),
insegnanti (541), studenti (4.088), monaci (64), agenzie governative (150), ong
(363), partiti politici (19), turisti (81), settore degli affari e privato (72); inoltre è
stato distribuito materiale informativo su: agricoltura, democrazia e diritti, questio-
ni di genere, violenza domestica, pesca, malattie degli animali, decentralizzazio-
ne, fertilizzanti, salute, legge sulla terra, diritto penale; sono stati collezionati libri
e articoli per la biblioteca dei Centri; sono stati organizzati corsi di computer per
impiegati del comune, politici, insegnanti, studenti, staff di ong locali e forum pub-
blici. Lo stesso personale del CIC è stato formato attraverso la partecipazione ad
un corso su Business Development Plan organizzato dall’Asia Foundation.
ASPETTI INNOVATIVI
169
APPENDICE
TRASFERIBILITA’
SOSTENIBILITA’
IMPATTO INTERNO
I CIC hanno avuto un forte impatto sulla vita dei destinatari e delle comunità
locali maggiormente coinvolte, in particolare per coloro che vivono nelle provin-
170
ALLEGATO A
IMPATTO ESTERNO
LIMITI E SFIDE
171
APPENDICE
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viale C.T. Odescalchi, 67/A
00147 Roma