You are on page 1of 180

Temi&Strumenti

Studi e ricerche
34

ISBN 978-88-543-0034-7
L’Isfol, Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori, è
stato istituito con D.P.R. n. 478 del 30 giugno 1973, e riconosciuto Ente di ricer-
ca con Decreto legislativo n. 419 del 29 ottobre 1999; ha sede in Roma ed è
sottoposto alla vigilanza del Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale.
L’Istituto opera in base al nuovo Statuto approvato con D.P.C.M. del 19 marzo
2003 ed al nuovo assetto organizzativo approvato con delibera del Consiglio
di Amministrazione n. 12 del 6.10.2004.
Svolge attività di studio, ricerca, sperimentazione, documentazione, informa-
zione e valutazione nel campo della formazione, delle politiche sociali e del la-
voro, al fine di contribuire alla crescita dell’occupazione, al miglioramento del-
le risorse umane, all’inclusione sociale ed allo sviluppo locale. Fornisce consu-
lenza tecnico-scientifica al Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale e ad
altri Ministeri, alle Regioni, Province autonome e agli Enti locali, alle Istituzioni
nazionali pubbliche e private. Svolge incarichi che gli vengono attribuiti dal
Parlamento e fa parte del Sistema statistico nazionale.
Svolge anche il ruolo di struttura di assistenza tecnica per le azioni di sistema
del Fondo sociale europeo, è Agenzia Nazionale LLP–Programma settoriale
Leonardo da Vinci, Centro Nazionale Europass, Struttura nazionale di suppor-
to all’iniziativa comunitaria Equal.

Presidente
Sergio Trevisanato

Direttore Generale
Giovanni Principe

La collana “Temi&Strumenti” – articolata in Studi e Ricerche, Percorsi, Politiche


comunitarie – presenta i risultati delle attività di ricerca dell’Isfol sui temi di com-
petenza istituzionale, al fine di diffondere le conoscenze, sviluppare il dibatti-
to, contribuire all’innovazione e alla qualificazione dei sistemi di riferimento.

La collana “Temi&Strumenti” è curata da Isabella Pitoni, responsabile Ufficio


Comunicazione Istituzionale Isfol.

2007 – ISFOL
Via G. B. Morgagni, 33
00161 Roma
Tel. 06445901
http://www.isfol.it
Ministero della Solidarietà Sociale
Osservatorio Nazionale dell’Associazionismo Sociale
Direzione Generale Volontariato, Associazionismo e
Formazioni sociali
Divisione II

ISFOL
NUOVE TECNOLOGIE
E PROMOZIONE SOCIALE

ISFOL EDITORE
Il volume raccoglie i risultati di una ricerca curata dall’Area “Risorse strutturali
ed umane dei sistemi formativi” (diretta da Claudia Montedoro) dell’Isfol nel-
l’ambito del progetto “Nuove tecnologie e promozione sociale” promosso e fi-
nanziato a valere su risorse dell’Osservatorio Nazionale dell’Associazionismo
(Legge 383/00) – Ministero del Lavoro e Politiche Sociali ora Ministero della
Solidarietà Sociale – Direzione Generale per il Volontariato, l’Associazionismo
e le Formazioni Sociali.

La ricerca è stata condotta da Elena Caramelli, Giancarlo Cursi, Marco Marucci,


Germana Monaldi, con la collaborazione della Società BBJ Consult Ag - rappre-
sentanza italiana per la parte relativa alla rilevazione ed analisi dei dati e del-
la Società Ecoter per l’interpretazione dei dati.

Il volume è a cura di Elena Caramelli e Marco Marucci.

Sono autori del volume:

Cecilia Donaggio (prefazione),


Mariano Martone, Elisabetta Patrizi (introduzione),
Elena Caramelli, Marco Marucci (nota metodologica),
Olivier La Rocca (parte prima),
Elena Caramelli, Olivier La Rocca, Marco Marucci (parte seconda),
Elena Caramelli, Olivier La Rocca (parte terza),
Claudia Montedoro (conclusioni).

Coordinamento editoriale della collana “Temi & Strumenti”:


Piero Buccione e Aurelia Tirelli.
Con la collaborazione di Paola Piras.
INDICE

pag.
Prefazione 7

Introduzione

Nota metodologica 13

Parte Prima Contesto della ricerca 17


1 Associazioni di Promozione Sociale e rapporto
con le nuove tecnologie 19
2 Le nuove tecnologie come “valore” 28

Parte Seconda Risultati dell’indagine


1 Caratteristiche della popolazione oggetto dell’indagine 33
2 Ruolo delle tecnologie nei progetti svolti dalle associazioni 34
3 Campi d’attività e strutture di intervento 36
4 Infrastruttura tecnologica e servizi erogati 40
5 La spinta al rinnovamento tra formazione
e innovazione tecnologica 42
6 Percezione dell’influenza delle nuove tecnologie 44
sulle attività delle associazioni 47
7 Sistema delle relazioni: rappresentazioni e significati 50
8 Considerazioni conclusive 65

Parte Terza Approfondimento qualitativo 69


1 Contesto internazionale 69
2 Analisi SWOT dei 7 casi di studio 72
2.1 Legambiente - Italia 74
2.2 Libera - Italia 79
2.3 Unione Italiana Ciechi - Italia 82
2.4 UNIEDA - Italia 84
2.5 Sos Femmes Accueil – Francia 86
2.6 Amoverse - Spagna 88
2.7 The Khmer Institue of Democracy – Cambogia 91

5
INDICE

pag.
Conclusioni 95

Appendice
Allegato A – Lista delle associazioni contattate 105
Allegato B – Questionario on line 109
Allegato C – Schede dei casi studio 119
1 Legambiente - Italia 119
2 Libera - Italia 130
3 Unione Italiana Ciechi - Italia 139
4 UNIEDA - Italia 146
5 Sos Femmes Accueil – Francia 152
6 Amoverse - Spagna 159
7 The Khmer Institue of Democracy – Cambogia 167

Bibliografia 103

6
PREFAZIONE

La Legge 383 del 2000, intervenuta dopo quasi dieci anni l’emanazione del-
la Legge quadro sul volontariato, mirava a riconoscere ed irrobustire il princi-
pio costituzionale della partecipazione dei cittadini alla vita sociale e cultura-
le, oltre che politica ed economica, del Paese.
In un quadro di grande complessità del mondo del non profit in Italia, il fe-
nomeno dell’associazionismo di promozione sociale è in continua e costante
espansione, con circa 200.000 associazioni e 10 milioni di italiani coinvolti.

Questa articolata partecipazione non può non collegarsi a quanto dispone


la Legge 383, che, sin dal primo articolo, afferma la significativa importanza che
la promozione sociale riveste, enunciando il principio che la Repubblica “rico-
nosce il valore sociale dell’associazionismo, ne promuove lo sviluppo, ne sal-
vaguarda la sua autonomia e favorisce l’apporto di associazioni per finalità di
carattere sociale, civile, culturale e di ricerca etica e spirituale”.

Le associazioni, il cui campo d’azione è ormai vastissimo (attività di natura


sportiva e ricreativa, assistenziali, di culto, di studio e di ricerca, culturali), rap-
presentano peraltro uno strumento agile a disposizione delle amministrazio-
ni pubbliche per l’assolvimento di alcuni obblighi istituzionali e contribuisco-
no nei territori a perseguire il filo della proficua interazione tra Pubblica
Amministrazione e mondo della solidarietà.

Il tema trattato nella presente ricerca, di estremo interesse per


l’Amministrazione, testimonia la vitalità del settore e insiste sull’elevato valore
aggiunto che le Nuove Tecnologie comportano nel lavoro quotidiano delle
Associazioni di promozione sociale in tutti i diversificati campi del loro agire.
Sono sicura che i risultati qui presentati si dimostreranno particolarmente utili
sia per una valutazione specifica da parte dell’Osservatorio Nazionale
dell’Associazionismo, che nel 2005 ha commissionato la ricerca all’Isfol, sia per il
Ministero, nel quadro di un virtuoso apprezzamento delle politiche implementate.

7
PREFAZIONE

La sempre maggiore diffusione delle tecnologie informatiche si rivela, cre-


do, particolarmente preziosa per quelle realtà che operano direttamente per e
dentro la società civile, consentendo, in misura sempre maggiore, una effica-
ce compartecipazione dei cittadini alla vita del Paese e contribuendo, allo stes-
so tempo, all’inveramento dei valori repubblicani di solidarietà e di pieno svi-
luppo della personalità di ogni cittadino.

Il Sottosegretario di Stato
Dr.ssa Cecilia Donaggio

8
INTRODUZIONE

I risultati dell’indagine presentata in questo volume testimoniano la forte at-


tenzione che l’Osservatorio Nazionale dell’Associazionismo del Ministero del-
la Solidarietà Sociale - DG per il Volontariato, l’Associazionismo e le Formazioni
sociali - rivolge all’introduzione e all’uso delle nuove tecnologie nelle attività del-
le Associazioni di Promozione Sociale.

Il mondo associativo si è trasformato in questi anni in una realtà molto con-


sistente, sia in termini numerici che i termini qualitativi (Disciplina delle asso-
ciazioni di promozione sociale). In tale processo di trasformazione emerge un
continuo confronto tra nuove tecnologie e ambito sociale.

L’utilizzo delle ICT, infatti, da parte delle Associazioni di Promozione Sociale


sta diventando uno strumento di lavoro sempre più diffuso e una corretta ge-
stione degli strumenti informatici può favorire la mission e il ruolo tipici delle
realtà associative.

A partire dal 2002 il Ministero ha finanziato, attraverso fondi previsti dalla


Legge 383/00 (Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di inter-
venti e servizi sociali), iniziative di formazione e di aggiornamento delle attività
associative e progetti di informatizzazione e di banche dati in materia di asso-
ciazionismo sociale (art. 12, lett. D), riconoscendo, così, il ruolo strategico del-
le nuove tecnologie nell’accrescere la capacità di programmazione e di lavoro
dell’associazionismo sociale.

Nell’analisi di contesto (Parte Prima), si è inteso esplorare qualitativamente


il significato che gli operatori delle Associazioni di Promozione Sociale attribui-
scono alle nuove tecnologie, al fine di comprendere la percezione in termini di
utilità e miglioramento delle attività. In questa fase l’intento è comprendere an-
che quale sia il livello di valore percepito dagli operatori. A tal fine è stata utiliz-
zata la “Matrice del Valore”1 che ha dimostrato come la tecnologia dipenda for-

9
INTRODUZIONE

temente sia dal valore “apprendimento”, sia dalla “messa in rete” ed, infine, dal
valore definito “economico sociale”. Tali tipologie di valori vengono identificate
sia a livello di contesto interno all’associazione che nel contesto esterno dove il
mix di competenza degli individui (operatori dell’associazione) con le nuove tec-
nologie effettua cambiamenti rilevanti sul territorio di riferimento.

La Seconda Parte evidenzia i risultati della ricerca e quindi, a differenza del-


l’analisi contestuale che mira ad individuare l’ambito di osservazione a livello
teorico. Vengono individuati i risultati dell’indagine svolta tramite la sommini-
strazione di questionari on line con una specifica attenzione all’importanza per-
cepita, da parte degli operatori degli strumenti di nuova tecnologia che sono
stati inseriti nelle loro attività.

L’obiettivo è quello di verificare il livello di importanza rilevata dagli opera-


tori stessi, e quindi non è solo una mera analisi dall’esterno che può indicare
l’importanza politica e/o strategica, ma si è voluto rilevare l’importanza che il
singolo operatore ha verificato sul suo percorso di procedure lavorative.

L’interesse è stato posto su un’analisi quantitativa e si è teso a verificare, a


livello percentuale, le singole risposte confrontando il grado di utilizzo o nel ca-
so la volontà di investimento in alcune strumentazioni. L’analisi quantitativa ha
anche mostrato quali siano le necessità che le associazioni hanno individuato
ed i relativi percorsi procedurali per l’inserimento delle strumentazioni tecno-
logiche nel contesto lavorativo. In parallelo si è valutato quali tipologie di atti-
vità di formazione sulle nuove tecnologie siano state messe in atto dalle asso-
ciazioni, al fine anche di verificare se vi sia una correlazione tra necessità inter-
ne ed erogazioni di corsi di formazione tematici.

Inoltre, nel presente rapporto, si evidenzia come gli strumenti di nuova tec-
nologia siano utilizzati al fine di rendere maggiormente efficace la comunica-
zione. Molti di questi strumenti si sono rivelati come contenitori di comunica-
zione che tendono ad essere efficaci per lo sviluppo o l’informazione di alcu-
ni eventi specifici. In tali casi si è verificato un alto utilizzo di newletters e bro-
chures telematiche, dove l’immaterialità dello strumento all’interno del sito web
risulta essere molto più efficace di quanto fosse stato in passato l’invio a popo-
lazioni selezionate.

L’intento della ricerca non è stato solo quello di misurare l’impatto dello stru-
mento tecnologico sugli utenti ma anche valutare come tali strumenti, molto
spesso, dopo un investimento iniziale oneroso, divengano una spesa veloce-
mente ammortizzabile e nel medio lungo periodo quasi completamente az-
zerabile.

1 Marco Ruffino, Manuale dei progetti interregionali, Franco Angeli, Milano, 2002.

10
INTRODUZIONE

La Terza Parte sposta il punto di osservazione sulle Associazioni di Promozione


Sociale in ambito internazionale. Riferendosi direttamente alle osservazioni ef-
fettuate nel secondo capitolo, il gruppo di ricerca ha ritenuto fondamentale ef-
fettuare un approfondimento qualitativo a livello nazionale, comunitario ed in-
ternazionale attraverso l’analisi e il confronto dei casi studio.

Dalle analisi dei questionari somministrati ed attraverso l’osservazione del


contesto internazionale, sono stati identificati sette casi specifici che hanno di-
mostrato di avere tra le loro caratteristiche: forte radicamento sul territorio, ma-
turata esperienza e organizzazione gestionale ben strutturata.

Per ogni singolo caso si è analizzato, attraverso l’analisi di uno specifico pro-
getto, il beneficio che la nuova tecnologia ha apportato alle procedure ed alla
gestione delle attività nelle Associazioni di Promozione Sociale. Le rilevazioni
dei benefici è stata effettuata calcolando a livello oggettivo l’impatto dei bene-
fici sia all’interno dell’associazione che sul territorio (destinatari, reti).

La lettura dei dati è stata effettuata attraverso lo strumento della SWOT


(Strenghts, Weaknesses, Opportunities, Threats), come strumento di percezio-
ne del cambiamento. L’utilizzo di tale strumento di analisi permette l’identifica-
zione di tutti i fattori, siano essi positivi che negativi, che ogni associazione de-
ve prevedere prima di effettuare un’attività sul territorio. Difatti saranno presen-
tati due diagrammi, uno ex-ante al progetto ed uno ex-post al fine di valutare l’im-
patto delle possibili opportunità e minacce che non possono essere verificate in
fase progettuale ma possono essere solo identificate a livello ipotetico.

Si auspica che gli spunti emersi da questa ricerca possano costituire un buon
punto di partenza per offrire un quadro del rapporto tra associazionismo e nuo-
ve tecnologie, anche al fine di poter meglio indirizzare la capacità di program-
mazione in questo ambito.

11
IMPOSTAZIONE
METODOLOGICA
DELL’INDAGINE

L’indagine ha adottato un approccio esplorativo con finalità prevalenti di tipo


descrittivo ed un approfondimento qualitativo attraverso l’analisi di casi studio.
Sul piano operativo, a valle di una prima fase di approfondimento bibliogra-
fico e documentale - orientata ad una contestualizzazione dell’oggetto della ri-
cerca nello scenario storico-sociale di riferimento - si è passati alla realizzazio-
ne di un’indagine sul campo che ha riguardato l’intero universo delle associa-
zioni iscritte al Registro Nazionale delle Associazioni di Promozione Sociale (APS).
La rilevazione è stata realizzata facendo ricorso prevalentemente a tecniche quan-
titative, integrate da alcuni approfondimenti di tipo qualitativo in relazione ad
elementi di particolare interesse rispetto all’oggetto d’indagine.
Inoltre, si è effettuato uno studio approfondito di 7 casi nazionali e interna-
zionali inerenti l’impatto delle nuove tecnologie sulle APS.

Il disegno della ricerca si è, così, articolato in alcuni passaggi sequenziali ca-


ratterizzati da specifiche esigenze conoscitive ed operative.
In una prima fase, si è provveduto ad effettuare un inquadramento prelimi-
nare dello scenario di riferimento. Tale passaggio si è concretizzato, come accen-
nato, nella realizzazione di un’analisi bibliografico-documentale e della norma-
tiva di settore. Particolare attenzione è stata riservata ad approfondimenti sulla
normativa inerente l’oggetto della ricerca e ad un’ampia ricognizione degli stu-
di e delle ricerche effettuate in relazione all’oggetto d’indagine. Ciò ha consen-
tito di focalizzare con maggiore precisione le aree problematiche di interesse del-
la ricerca e di finalizzare la messa a punto degli strumenti di rilevazione.

Vista la natura dell’indagine di carattere esplorativo che mira ad acquisire infor-


mazioni sulla percezione del rapporto tra tecnologie e promozione sociale, e
data la variegata tipologia delle Associazioni di Promozione Sociale, si è indi-
viduato come universo di riferimento le 114 associazioni iscritte al 2006 al
Registro nazionale delle Associazioni di Promozione Sociale (Allegato A).
Si è giunti alla costruzione di un questionario strutturato con risposte pre-
codificate (Allegato B). L’uso del questionario standardizzato è stato preferito

13
IMPOSTAZIONE METODOLOGICA DELL’INDAGINE

anche date le sue caratteristiche di velocità e facilità di compilazione e di stan-


dardizzazione dei risultati ottenuti, in modo da garantire la confrontabilità e cu-
mulabilità dei dati.
Il questionario è composto da cinque dimensioni d’indagine:
• Struttura dell’associazione;
• Esplorazione dell’attività di progettazione svolta negli ultimi anni;
• Dotazione tecnologica ed uso delle tecnologie – comprende anche le at-
tività formative erogate e quelle di aggiornamento infrastrutturale;
• Percezione del cambiamento e nuove tecnologie;
• Relazioni.

Una volta testato, il questionario è stato somministrato via web. Questo ha


permesso di ridurre i costi dell’indagine e le possibili difficoltà legate alla distan-
za geografica (le 114 associazioni sono dislocate sull’intero territorio naziona-
le). Non da meno, questa modalità di somministrazione ha consentito di ridur-
re i tempi di lavoro complessivi attraverso l’immissione automatica dei dati in
matrice, meccanismo che ha anche evitato la presenza di errori dovuti all’im-
putazione manuale (errori di battitura dovuti a cali d’attenzione dell’operato-
re e ad errata interpretazione delle schede).
Per migliorare gli esiti della somministrazione on-line è stata svolta un’ade-
guata strategia di sensibilizzazione e coinvolgimento, oltre alla pubblicizzazio-
ne degli scopi della ricerca alle APS per invitarle a compilare il questionario.
La risposta è stata di 50 questionari compilati2.

I dati raccolti sono stati, in primo luogo, sottoposti ad analisi monovariata


al fine di studiarne le distribuzioni di frequenze e i valori caratteristici: tenden-
za centrale e scostamento. Questo ha permesso, oltre ad avere una primo ri-
scontro di natura descrittivo-esplorativa sul campione, di verificare la tenuta com-
plessiva dello strumento e delle singole domande. In generale questa fase ha
consentito di verificare la validità del data set informatizzato in funzione della
successiva elaborazione ed analisi dei dati. L’elaborazione dei dati è stata con-
dotta sulla base di un piano di incroci coerente con ipotesi interpretative con-
gruenti con le finalità del lavoro di ricerca, in certa misura affinate in fase di rea-
lizzazione dell’indagine anche grazie alle informazioni ricavate dall’analisi dei
dati secondari e documentale.
Oltre all’analisi bi e tri-variata, è stato fatto ampio uso di tecniche multivaria-
te di sintesi dei dati (ACM - Analisi delle Corrispondenze Multiple) al fine di ag-
gregare le informazioni a disposizione in modo da poter lavorare su nuove varia-
bili dotate di una più alta capacità di sintesi ed interpretazione (fattori dell’ACM).

2 Questa caduta della popolazione oggetto di studio può essere in parte attribuita alla moda-
lità di somministrazione adottata. In generale il questionario auto-somministrato spedito all’inter-
vistato è soggetto ad una caduta nel numero dei rispondenti, in questo caso, la auto-somministra-
zione on-line potrebbe aver accentuato tale tendenza. Si deve, però, anche considerare la scarsa
propensione del mondo associativo a rispondere a questo tipo di iniziative (probabilmente per-
ché pressati da iniziative analoghe).

14
IMPOSTAZIONE METODOLOGICA DELL’INDAGINE

Riguardo ai dati relazionali è stata condotta, prevalentemente, un’analisi de-


gli egonetworks (reticoli individuali), vale a dire delle reti di relazioni proprie di
ogni singola associazione presente nel campione. A tale proposito è importan-
te sottolineare come la network analysis non ha rappresentato il centro dell’in-
dagine, ma un contributo teorico, tecnico e metodologico utile ad arricchire l’in-
terpretazione della realtà oggetto di studio. Essa, quindi, è stata adattata ad una
logica di ricerca propria della tradizionale social survey, soprattutto con riguar-
do alle modalità di selezione delle unità di rilevazione. Inoltre, per problemi di
praticità di somministrazione del questionario, non è stato possibile fornire agli
intervistati intere liste contenenti i nomi delle associazioni con cui avrebbero po-
tuto avere contatti. Per questo motivo si è deciso di lavorare prevalentemente
sullo studio di egonetworks cercando di verificare, a posteriori, la presenza di
legami tra le associazioni componenti il campione. In alcuni casi è stato pos-
sibile rilevare tali legami e, rispetto alle reti da essi generate, individuare tanto
le posizioni ricoperte dalle singole associazioni (bridges, gate keepers, grega-
ri) quanto le caratteristiche strutturali complessive (strutture ad albero, clique,
triadi, diadi).

Parallelamente alla fase di rilevazione dei dati si è proceduto all’approfon-


dimento qualitativo su 7 casi di studio nazionali e internazionali: progetti inno-
vativi che evidenziano l’impatto dell’uso delle ICT sulle Associazioni di
Promozione Sociale.
Sono stati individuati 4 casi italiani a partire dai progetti finanziati dal
Ministero della Solidarietà Sociale ai sensi della Legge 383/2000 (art. 12 lette-
ra D) nel triennio 2002-043 orientati all’organizzazione ed erogazione di attività
di informatizzazione e potenziamento dell’infrastruttura tecnologica delle as-
sociazioni. Per la selezione dei progetti è stata utilizzata un’apposita griglia di
valutazione al fine di evidenziare alcune caratteristiche dei progetti presentati
e approvati. In particolare si è considerata l’efficacia di questi attribuendo una
valutazione su alcuni fattori che caratterizzavano (a) l’impatto che il progetto
ha avuto all’interno dell’associazione stessa (b) l’impatto sui destinatari/bene-
ficiari dell’associazione (c) l’impatto sull’esterno e sulla creazione di reti4.
I 3 progetti internazionali (Spagna, Francia e Cambogia) sono stati selezio-

3 Elena Caramelli ed Elisabetta Patrizi (a cura di), Investire nella progettualità delle Associazioni
di promozione sociale – Compendium progetti Legge 383/200 triennio 2002-04, Isfol, Roma, 2006.
4 I fattori presi come criteri di valutazione per l’Impatto interno sono stati : coerenza tra me-
todi e obiettivi; maggiore coesione associativa; partecipazione degli attori coinvolti nel progetto;
impatto sull’organizzazione interna; incremento e maggiore condivisione della “mission” dell’as-
sociazione; uso più efficiente delle risorse (meno sprechi); maggiore rapporto costi/benefici; mi-
glioramento delle competenze; necessità di formazione per l’utilizzo delle nuove tecnologie; evi-
denti limiti da superare. I fattori presi come criteri di valutazione per l’Impatto sui destinatari so-
no stati: migliore rapporto con i beneficiari; migliore comprensione del contesto in cui si opera; im-
patto sull’assetto istituzionale locale; coinvolgimento dei beneficiari; impatto sulle strategie di co-
municazione (esterna). I fattori presi come criteri di valutazione per l’Impatto esterno sono stati:
riproducibilità in situazioni analoghe, trasferibilità in ambiti/settori diversi; mainstreaming - appli-
cabilità ad altri livelli di programmazione; creazione di reti/partenariati; impatto sull’ambito di in-
tervento dell’associazione.

15
IMPOSTAZIONE METODOLOGICA DELL’INDAGINE

nati secondo il particolare e innovativo uso delle tecnologie, l’ambito di attività


e la dislocazione geografica5.
Sono state, quindi, predisposte 7 schede (Allegato C), una per ciascun ca-
so studio, che riportano la descrizione dell’associazione, la sintesi del proget-
to e l’impatto delle tecnologie nei tre ambiti già individuati: impatto interno, im-
patto esterno e impatto sui destinatari.
Si è potuto così completare l’ultima fase della ricerca che ha previsto uno stu-
dio comparativo, a livello internazionale sull’impatto che le nuove tecnologie
hanno sulle APS.

5 Francia e Spagna sono rappresentative di esperienze analoghe a livello comunitario. Il pro-


getto dell’associazione cambogiana è rappresentativo di un Paese in via di sviluppo.

16
PARTE PRIMA

CONTESTO DELLA RICERCA

Come definito nella disciplina delle Associazioni di Promozione Sociale6, so-


no riconosciute associazioni i movimenti, i gruppi e i loro coordinamenti o fe-
derazioni che sono costituiti al fine di svolgere attività di utilità sociale a favo-
re di terzi, senza avere finalità di lucro e nel pieno rispetto della libertà e dignità
degli associati.

Quindi, tale definizione stabilisce che l’Associazione di Promozione Sociale


è tale in base all’obiettivo che si prefigge o goal, come definiscono gli inglesi.
L’accezione inglese risulta essere, a nostro parere, maggiormente chiarificatri-
ce poiché identifica il puntuale campo di azione che viene reso tangibile dal-
le azioni che l’associazione vuole effettuare.

Proprio per tale caratterizzazione le associazioni hanno molteplici obiettivi


ed effettuano attività che, ovviamente, sono di utilità sociale ma sono differen-
ziate sia a livello orizzontale che verticale.

Il livello orizzontale delle azioni si contestualizza nelle tipologie di pratiche


delle associazioni, e quindi si passa a forme di attività a livello civico, come azio-
ni educative e sociali o a livello culturale o ancora a livello sportivo, ad attività
di assistenza socio sanitarie come ad attività che vengono effettuate all’inter-
no del contesto parrocchiale.

La gamma di attività a questo livello orizzontale è tale che, a partire dalla coo-
perazione internazionale o alle attività per un consumo critico, si arrivi a tutte
quelle forme di impegno non convenzionale quali la firma di petizioni, parte-

6 La Legge 383 del 7 dicembre 2000 completa il quadro normativo del Terzo settore, discipli-
nando il riconoscimento e la costituzione delle Associazioni di Promozione Sociale. Il Ministero del-
la Solidarietà Sociale ha poi approvato il regolamento che disciplina il procedimento per l’iscrizio-
ne e la cancellazione delle associazioni a carattere nazionale nel registro di cui all’art. 7 della cita-
ta Legge.

17
PARTE PRIMA

cipazione a campagne elettorali, segnalazione di problemi ad amministratori


locali, etc.

Direttamente collegato alle attività esplicitate risulta essere l’individuazione


delle tipologie di destinatari che passano da anziani a portatori di handicap, da
tossicodipendenti a minori in difficoltà sino agli immigrati.

Oltre ad una importante diversificazione delle azioni a livello orizzontale, esi-


ste anche una netta demarcazione a livello verticale, poiché al fine di raggiun-
gere il proprio obiettivo le associazioni possono prediligere azioni che sono di-
rette: (a) ai destinatari finali; (b) alla popolazione che non risulta essere coinvol-
ta o che in altri casi vuole essere coinvolta; (c) alle figure istituzionali che sono
gli elementi che possono effettuare atti normativi o finanziari di utilità sociale.

In base a tali diversificazioni è evidente che le associazioni anche se rientra-


no nella dizione “di promozione sociale” hanno scopi e modalità di azioni com-
pletamente diverse. Anche per questo i loro approcci alle attività possono es-
sere differenti e richiedere competenze diversificate, come anche i loro approc-
ci alle nuove tecnologie.

Il presente volume non intende analizzare le nuove tecnologie come soli ele-
menti di “innovazione”, termine che oramai è abusato e spesso non identifica
un reale “cambiamento”, ma un aggiornamento di strumenti o metodologie già
definite, e quindi, in quanto, tali oggettivamente necessari ed utili. L’intenzione
è quella di evidenziare quali tipologie di strumenti ad alto valore tecnologico
siano consoni per le attività delle associazioni.

Tale visione di nuova tecnologia ha permesso di non “perdersi” all’interno


di tutte le varie tipologie di strumentazioni più o meno nuove, e di focalizzare,
soprattutto, l’attenzione su strumenti quali quelli di knowledge managment co-
me di software specifici, sempre al fine di una migliore gestione delle attività
interne.

Pertanto, è compreso anche il sistema Internet come “contenitore” di op-


portunità e strumenti ad alto valore tecnologico e a basso costo economico, vi-
ste le opzioni che vengono offerte nel mercato. Per questi strumenti però, co-
me si denoterà in seguito, è necessario un lungo periodo di formazione indi-
viduale al fine di generare le competenze necessarie al loro utilizzo.

Non si è tralasciata l’analisi relativa alla creazione e, soprattutto, gestione dei


siti web con i relativi contenuti. Nello specifico la ricerca non ha teso solo ad evi-
denziare una mera presenza del sito web, anche se si è verificato che il 60% del-
le associazioni del campione non ha siti web dedicati, ma si è voluto far emer-
gere l’esistenza nel sito di pagine dedicate a forum o chat o sistemi di mailing-
list o di community on line, etc.

18
CONTESTO DELLA RICERCA

Infine si è analizzato il sistema strutturale delle nuove tecnologie poiché in


questo caso l’interesse specifico verte sul sistema di collegamento delle reti, sia
all’interno della struttura stessa che con collegamenti ad altre strutture.

Risulta evidente che il valore aggiunto della nuova tecnologia nella creazio-
ne di collegamenti con tutti gli utenti dell’associazione, è rilevato da benefici qua-
li, ad esempio, l’accorciamento dei tempi di trasmissione di documenti infor-
matici.

Gli operatori delle associazioni, quindi, acquisiscono uno strumento e del-


le nuove competenze nella gestione della rete. La priorità in questo caso deri-
vava dalla verifica di come le singole strutture ritengano fondamentali, per il mi-
glioramento della qualità della vita lavorativa, l’investimento nella creazione di
sistemi di connessione di reti.

1 Associazioni di Promozione Sociale e rapporto con le nuove tecnologie

Indipendentemente dalle attività specifiche delle associazioni è risultato ov-


vio che tutte le strutture associative hanno recepito le innovazioni che proven-
gono dalle nuove tecnologie, dimostrando una spiccata attenzione nel saper va-
lutare quali siano le strumentazioni maggiormente confacenti all’uopo.

Il primo dato da enucleare è quello rispettivo ai differenti ruoli che il grup-


po di ricerca ha dato alle figure dei volontari e degli operatori nelle associazio-
ni. I volontari sono la parte fondamentale che mette in atto le azioni che po-
tremmo definire prettamente sul campo, poiché sono la linfa vitale di ogni as-
sociazione in quanto realizzano le azioni che coinvolgono una importante dif-
fusione delle attività; mentre per operativi si sono intese tutte quelle figure che
hanno un ruolo più stabile nella gestione di tutti i processi che l’associazione
ha ritenuto prioritari.

Di solito i volontari sono figure che svolgono già altre professioni e che, quin-
di, nel loro tempo “libero” si attivano e prendono parte alle azioni dell’associa-
zione. Tra le professionalità che più diffusamente esercitano, risultano essere
quelle di tipo impiegatizio, ed in particolare quelle degli insegnanti o quelle di
lavoratori autonomi. Ad un livello di età inferiore si denotano le figure degli stu-
denti che spendono molto del loro tempo all’interno della vita associativa. Si
evidenzia, così, un’alta intensità partecipativa durante gli anni degli studi ma che
via via diminuisce nel periodo di inserimento lavorativo o, molto spesso, termi-
na bruscamente con la prima occupazione.

In base anche alle tipologie professionali, i volontari denotano un livello cul-


turale medio-alto, il che contraddistingue la spiccata sensibilità per tali tema-
tiche. Tali fattori hanno sempre offerto un forte impatto positivo nell’impegno

19
PARTE PRIMA

Associazioni di attivo da parte di tali figure. Al fine di visualizzare adeguatamente tali suddivi-
Promozione sioni professionali con quelle relative alla scolarizzazione ed alle tipologie di pre-
Sociale e
rapporto con le senze territoriali ed a fasce d’età dei volontari, è opportuno riproporre la tabel-
nuove tecnologie la costruita per evidenziare le caratteristiche socio-anagrafiche dei volontari (1989
– 2002).7

Tabella 1

Volontari
Popolazione
italiana
1989 1991 1994 1997 1999 2002 2002

Sesso
Maschi 66,3 59,0 59,4 42,0 47,6 43,7 48,0
Femmine 33,7 41,0 40,6 58,0 52,4 56,3 52,0
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Classe di età
18 -24 anni 16,8 17,2 18,8 13,5 17,6 12,6 10,1
25 - 34 anni 20,4 23,1 20,3 18,8 16,0 16,6 18,9
35 - 44 anni 20,0 23,1 22,6 14,0 16,8 17,9 18,4
45 - 54 anni 17,5 21,7 19,5 18,7 20,0 19,2 16,1
55-64 anni 16,0 11,9 11,3 15,2 13,6 19,9 14,1
Oltre 65 anni 9,3 3,0 7,5 19,8 16,0 13,9 22,2
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Titolo di studio
Licenza elementare/nessun 12,7 6,7 18,8 20,0 27,8 16,6 30,9
t t media
Licenza 19,5 32,8 24,1 33,2 35,0 36,4 36,2
Diploma scuola superiore 32,3 50,0 45,1 38,5 21,7 36,4 26,0
Laurea 35,5 10,5 12,0 8,3 9,5 10,6 6,9
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Professione
Operai 11,0 10,5 23,5 11,8 14,4 12,7 75,7
Impiegati/insegnanti 15,6 32,8 24,2 18,2 19,2 19,3 17,7
Lavoratori autonomi 30,9 21,6 14,4 14,3 9,7 13,3 12,8
Pensionati 10,9 11,2 12,9 20,0 23,9 20,7 22,8
Studenti 14,3 11,9 9,1 9,9 7,2 8,7 5,7
Disoccupati 11,6 4,5 3,8 5,4 7,2 6,7 7,0
Casalinghe 5,7 7,5 12,1 20,4 18,4 18,7 18.3
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
segue

7 Cristiano Caltabiano, Il sottile filo della responsabilità civica, Franco Angeli, Milano, 2003.

20
CONTESTO DELLA RICERCA

segue - Tabella 1 Associazioni di


Promozione
Ripartizione geografica Sociale e
rapporto con le
Nord-ovest 31,4 27,6 29,3 43,5 43,2 30,5 27,1 nuove tecnologie
Nord-est 19,2 19,4 30,1 21,9 22,4 24,5 18,9
Centro 28,4 21,6 15,0 13,6 9,6 20,5 19,6
Sud e isole 21,0 31,4 25,6 21,0 24,8 24,5 34,4
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Ampiezza del comune


Fino a 10 mila abitanti 36,6 37,3 41,4 40,4 43,6 33,1 32,9
Da 10 mila a 100 mila abitanti 30,3 39,6 39,8 42,0 32,6 39,7 43,8
Oltre 100 mila abitanti 33,1 23,1 18,8 17,6 23,8 27,2 23,2
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Dati Iref.

Per tutto quello che riguarda le figure operative, che hanno un impegno strut-
turato attraverso forme contrattuali, l’iter evidenziato è suddiviso in due macro
tipologie. Nella prima tipologia si nota un passaggio dalla figura di volontario
a quella di operatore, molto spesso, questo è dovuto ad un diverso approccio
alla vita da parte dell’individuo che per un proprio percorso decide di impegnar-
si totalmente nelle attività dell’associazione.

L’individuo che percorre tale iter non è un “escluso socialmente” che si ri-
fugia in una nicchia protezionistica, ma è quella figura che ha metabolizzato le
esperienze effettuate in età più giovane ed ha iniziato a recepire il valore non
solo emotivo di tali esperienze. Come ha ben definito Inglehart8, il livello di svi-
luppo economico e tecnologico, con il suo grado di sostentamento specifico,
con i livelli crescenti di scolarizzazione e l’espansione di tutti i mezzi di comu-
nicazione che permettono di mettere in rete quantità notevoli di popolazione,
ha cambiato l’approccio valoriale degli individui. L’individuo ha perso il senso
di appartenenza politica ed ha trovato ulteriori forme di mobilitazione, che de-
rivano dalle azioni dirette che vengono effettuate dalle associazioni.

In tale società crescono i bisogni di appartenenza, di stima e autorealizzazio-


ne, mentre molti individui iniziano a mettere in secondo piano i valori legati al-
la realtà materiale dell’esistenza, quali possono essere carriere lavorative o tipo-
logie di stipendi. Tale mutamento ha orientato differentemente tutte le diverse
forme di azione collettiva, non più rivolte alla soddisfazione di bisogni primari,
ma alla formulazione di richieste di altra natura, più qualitative che quantitati-
ve, come l’acquisizione di autonomia, la qualità ed i tempi di vita, i problemi le-
gati all’identità e alla stima di sé. Quindi, tali individui acquisiscono un ruolo de-
terminato all’interno dell’associazione con una propria peculiare professionalità.
La seconda tipologia di operatore risulta essere una figura tipica di questi ul-

8 Ronald Inglehart, La società post-moderna, Editori Riuniti, Roma, 1998.

21
PARTE PRIMA

Associazioni di timi dieci anni, cresciuta a seguito di un’offerta formativa di alto livello, speci-
Promozione fica per attività di utilità sociale. Sono figure che hanno investito su specifiche
Sociale e
rapporto con le professionalità attraverso la partecipazione a master specialistici al fine di of-
nuove tecnologie frire le proprie professionalità in ambito sociale. Una delle figure tipiche risul-
ta essere, per esempio, il mediatore culturale che sviluppa una competenza al-
l’interno di corsi professionalizzanti e successivamente entra con la sua profes-
sionalità all’interno di associazioni oppure ne crea una nuova.

Si denota immediatamente come le due tipologie abbiano un approccio dif-


ferenziato alle attività all’interno dell’associazione, poiché, mentre da una par-
te tale figura è cresciuta attraverso un percorso di scelta di vita, nell’altro caso
diviene una forma di investimento professionale che quindi delimita un approc-
cio anche tipicamente aziendalistico. Volontà del presente rapporto è di mostra-
re le tipologie lavorative all’interno delle associazioni con le loro peculiari dif-
ferenze: questo risulta fondamentale per comprendere i diversi rapporti che gli
individui hanno nei confronti di inserimenti di nuove tecnologie.

In base a tali tipologie gli approcci risultano essere di due forme specifiche:
tradizionalista e progressista. La prima tipologia non è collegata direttamente
all’età specifica dell’individuo ma a tutto quello che riguarda la flessibilità
mentale nell’avvicinarsi alle nuove tecnologie, è un individuo che molto spes-
so ha appresso metodologie e strumenti in una fase della sua vita e che non
ha una forma mentale in grado di sviluppare o contestualizzare altri meccani-
smi di organizzazione e gestione.

Tale atteggiamento è estrinseco all’inserimento delle nuove tecnologie ma


le comprende nella sua tipica forma di “rigidità” al nuovo. Tali atteggiamenti so-
no stati ampiamente analizzati da Bateson che sottolinea come i percorsi men-
tali di approccio a tutto quello che può essere definito “nuovo” dipendano dal-
l’atteggiamento mentale critico, interessante è l’esempio di nessi di pertinen-
za tra due fattori al fine di enucleare una valutazione di merito per evidenzia-
re quale processo sia il più vantaggioso, e nella quasi totalità dei casi si sono
evidenziate proposizioni di nessi che erano meno vantaggiosi ma conosciuti9.

Questi atteggiamenti sono stati ampliamente analizzati anche dallo studioso Yelle
che identificò nel 1979 le cosiddette curve dell’apprendimento, dove viene eviden-
ziato che le ore-uomo di produzione dipendono non solo dalle singole capacità ma-
teriali ma soprattutto dal livello esperienziale di ogni individuo, che in molti casi di-
viene un punto di forza poiché viene trasmesso, ma in un’altra accezione l’esperien-
za diviene il contesto di competenza e quindi vengono riprodotti tutti i meccanismi
già metabolizzati con poca apertura su diverse metodologie e/o strumenti10.

9 Gregory Bateson, Mente natura, Adelphi, Milano, 1984.


10 Louis E. Yelle, The Learning Curve: Historical Review and Comprehensive Survey, Decision
Sciences, Vol.10, 1979.

22
CONTESTO DELLA RICERCA

Tali rigidità possono essere superate attraverso una forma di adattamento Associazioni di
all’ambiente derivato dagli operatori che, attraverso processi di modellizzazio- Promozione
Sociale e
ne, vengono stimolati dall’esterno ed effettuano micro cambiamenti anche nel- rapporto con le
le figure che dimostrano una maggiore rigidità. Risulta evidente che il contesto nuove tecnologie
delle Associazioni di Promozione Sociale non è quello delle aziende sul mer-
cato che molto spesso escludono tali figure.

Per quanto riguarda il secondo approccio, quello dei cosiddetti progressisti,


questi hanno una spiccata inclinazione nei confronti di tutto quello che è rite-
nuto utile per il miglioramento dei processi lavorativi. La figura del progressi-
sta ha sempre un’ampia volontà nella ricerca ed inserimento di nuove strumen-
tazioni, ma è stato evidenziato in molti studi che tali figure a volte abusano di
tale atteggiamento poiché questo non sempre è veicolato da una valutazione
puntuale del nuovo strumento ma da una forma di entusiasmo per tutto
quello che risulta essere nuovo11.

Gli operatori si delineano in tali sub tipologie che però possono anche in-
fluenzare tutto l’ambiente dell’associazione, chiudendo in alcuni casi o innovan-
do senza un reale valore aggiunto; gli atteggiamenti individuali possono esse-
re bloccati attraverso i meccanismi di gruppo all’interno dell’associazione che
evidenziano e riportano ad una visione equilibrata degli inserimenti o meno di
strumenti.

A prescindere da tali fattori che possono inficiare momenti di cambiamen-


to, è stato denotato come sia stata data una forte enfasi agli strumenti definiti
di knowledge managment. Peter Drucker, studioso di management, già nel 1964,
affermava che “La risorsa economica di base non è più né il capitale, né le ri-
sorse naturali, né la forza lavoro. È e sarà la Conoscenza”.12 Se, dunque, la co-
noscenza diviene una risorsa fondamentale affinché il management che la ge-
stisce ne tragga un vantaggio competitivo, diventa opportuno, allora, il ricorso
a strumenti e metodologie in grado di gestirla in maniera efficiente ed efficace.

A tal proposito, a partire dagli anni Novanta, hanno guadagnato terreno un


insieme di pratiche manageriali racchiuse sotto l’etichetta di “Knowledge
Management”. Esse comprendono quelle azioni che concorrono alla creazio-
ne di un know-how, a disposizione del management, che racchiude per esem-
pio: le competenze dell’organizzazione, gli skill dei collaboratori, il patrimonio
intellettuale, i sistemi interni e le relazioni esterne (alleanze, partnership,
clienti, ecc.). L’obiettivo è quello di rendere tale know-how disponibile e fruibi-
le all’interno di un’organizzazione.

11 Karl E. Weick, Educational Organizations as Loosely Coupled Systems, Administrative


Science Quarterly, 1976.
12 Peter Drucker, The Age of Discontinuity: Guidelines to our Changing Society, Harper & Row,
New York, 1968.

23
PARTE PRIMA

Associazioni di Una piattaforma di knowledge management raccoglie, organizza, distribui-


Promozione sce e rende facilmente accessibili le conoscenze a chi ne ha bisogno, nel mo-
Sociale e
rapporto con le mento e nel contesto in cui servono. Il knowledge management non si propo-
nuove tecnologie ne di ricercare un valore aggiunto che si concretizzi in un generalizzato accu-
mulo di informazioni. Ciò che si propone, invece, è una razionalizzazione di que-
sto processo, una maggiore attenzione ai meccanismi cognitivi e alla centralità
della risorsa umana.

Principale obiettivo diviene, dunque, esplicitare i meccanismi che permet-


tano il passaggio dall’informazione alla conoscenza e, nello stesso tempo, far
emergere l’importanza dell’apprendimento come risorsa indispensabile e fon-
damentale.

I sistemi di knowledge management si collocano nella più generale strut-


tura tecnico-organizzativa creata per trattare l’informazione a supporto dei pro-
cessi organizzativi. Anche in campo associativo, come in quello aziendale, lo sco-
po del knowledge management consiste nell’incrementare la competitività at-
traverso una gestione del processo più consapevole e controllata.

In una struttura dove il knowledge management funziona bene, gli indivi-


dui condividono le conoscenze validate dall’esperienza e il know-how che han-
no ottenuto sul lavoro contribuendo così a incrementare la produttività e la com-
petitività. Le practices di knowledge management, inoltre, incoraggiano la cre-
scita della collaboratività combinando applicazioni, tecnologia, management
e cambiamento organizzativo, realizzando soluzioni che aiutano l’organizzazio-
ne a produrre risultati migliori, più velocemente.

Quanto detto è valido per un’organizzazione in generale, ma vale anche per


la gestione di un singolo progetto. Il ricorso, infatti, da parte dello staff a stru-
menti e metodologie di knowledge management ci permette di avere informa-
zioni sulla capacità del management di migliorare la gestione dello stesso, in
termini di maggior efficienza ed efficacia delle sue attività.

All’interno del knowledge management si ritrova tutto il sistema software,


in questo specifico caso non viene posta l’attenzione su pacchetti software mol-
to tecnici ma vengono intesi i cosiddetti pacchetti “Office”. Tali pacchetti sono
oramai in uso da quasi venti anni ma si è riscontrata un basso livello di com-
petenza degli strumenti e per questo risiedono tuttora nelle nuove tecnologie.

Molti utenti hanno la micro capacità di aprire tutti i pacchetti di Office, ma


nella fase di gestione ed organizzazione dei file si possono evidenziare grosse
difficoltà.

Molti operatori ovviano a tale gap attraverso fasi di auto-apprendimento e


quindi prendono conoscenza di utilizzi del sistema solo per lo stretto necessa-

24
CONTESTO DELLA RICERCA

rio che gli può competere, perdendo le opportunità di tutti gli altri sotto stru- Associazioni di
menti che migliorano l’efficienza lavorativa. Promozione
Sociale e
rapporto con le
Il programma comunemente usato è quello di videoscrittura, ma iniziano ad nuove tecnologie
essere un numero minore di utenti che sanno lavorare nel programma denomi-
nato “Excel”, con difficoltà di approccio notevoli e quindi in molti casi creando ral-
lentamenti evidenti nella gestione di contabilità o nella predisposizione di grafici.

Non da meno è il poco utilizzo e soprattutto la poca conoscenza che gli ope-
ratori hanno di “Power Point” e di “Access”, strumenti che hanno modificato sia
il modo di comunicare che quello di gestire archivi onerosi.

Altro strumento definito “Nuova Tecnologia” è il contenitore informatico de-


finito Sito web, che eroga conoscenza ed informazione oltre ad offrire un mes-
saggio comunicazionale fondamentale divenendo un ambiente interattivo e di
significativi ed importanti rapporti tra gli operatori.

Il concetto di “Società dell’Informazione” permette di evidenziare l’impor-


tante ruolo rivestito dalla conoscenza, quale risorsa immateriale in grado di con-
notare positivamente anche il management dei progetti. Con tale concetto si
intende un lungo processo di modernizzazione, realizzatosi nel settore dell’infor-
mazione e della comunicazione, che ha profondamente cambiato la vita priva-
ta, sociale e professionale di ogni individuo. La rivoluzione tecnologica ha rap-
presentato un fondamentale supporto per favorire l’efficienza, la competitività
e la facilitazione dell’accesso alla conoscenza dei cittadini e delle aziende.

Una data utile a capire cosa sia la Società dell’Informazione è il 1973, anno
di pubblicazione di un fortunato libro del sociologo americano Daniel Bell, The
Coming of Post-Industrial Society.13

Nel suo libro, Bell conia un termine - società post-industriale - in cui alla pro-
duzione di beni materiali (caratterizzante la società industriale) si sostituisce quel-
la di servizi immateriali. Da qui l’economia dell’informazione, che, rendendo cen-
trale la conoscenza, avrebbe trasformato la società industriale. Un’avvertenza, però:
il maggior problema per la società post industriale sarebbe stato lo sviluppo di
infrastrutture appropriate per la distribuzione delle informazioni. La distribuzio-
ne dei servizi, infatti, se apparentemente può apparire come un problema tec-
nologico, a ben vedere diviene una issue di centrale importanza economica e
sociale: essa è indispensabile per tenere insieme, coesa, la società. Le nuove tec-
nologie, pertanto, possono essere uno strumento d’integrazione sociale oppu-
re un motivo di esclusione sociale qualora non siano utilizzate da tutti.

13 Daniel Bell, The Coming of Post-Industrial Society. A Venture of Social Forecasting, Basic Books,
New York,1973.

25
PARTE PRIMA

Associazioni di Nel corso degli anni, queste indicazioni sono state recepite dall’Unione
Promozione Europea che, con la sua politica di coesione comunitaria, e attraverso la program-
Sociale e
rapporto con le mazione dei Fondi Strutturali, sta dando un contributo rilevante alla promozio-
nuove tecnologie ne della Società dell’Informazione, rendendola parte integrante dei suoi pro-
grammi di sviluppo condotti mediante tali fondi. Lo sviluppo della Società
dell’Informazione, infatti, è stato introdotto dal Regolamento del FSE 1784/99
quale priorità trasversale a tutti e cinque i settori programmatici d’intervento.

Infine, un passo decisivo nel processo d’integrazione dell’azione europea per


lo sviluppo della società dell’informazione è stato compiuto in occasione del
Consiglio Europeo straordinario di Lisbona del 23 e 24 marzo 2000, nel corso del
quale si è ribadita la volontà di costruire politiche pubbliche comuni in favore del-
la crescita di una Società dell’Informazione inclusiva e costruita sull’innovazione.

Il raggiungimento degli obiettivi/target fissati a livello comunitario nel-


l’ambito della Strategia di Lisbona e della Strategia Europea per l’Occupazione
(SEO) tendono a promuovere strategie volte alla piena occupazione, a miglio-
rare la qualità e la produttività sul posto di lavoro e a potenziare la coesione so-
ciale e territoriale (Orientamento 17), e, inoltre, a perseguire le finalità della SEO
finalizzate a:
• attrarre in modo permanente un maggior numero di persone verso il mon-
do del lavoro. Priorità declinata attraverso gli obiettivi: promuovere un ap-
proccio al lavoro basato sul ciclo di vita (Orientamento 18); creare merca-
ti del lavoro inclusivi e rendere il lavoro più attraente e proficuo per quan-
ti sono alla ricerca di impiego e per le persone meno favorite e inattive
(Orientamento 19); migliorare la risposta alle esigenze del mercato del la-
voro (Orientamento 20);
• accrescere la capacità di adattamento dei lavoratori e delle imprese e la fles-
sibilità del mercato del lavoro, attraverso le priorità: favorire al tempo stes-
so flessibilità e sicurezza occupazionale e ridurre la segmentazione del mer-
cato del lavoro, tenendo debito conto del ruolo delle parti sociali
(Orientamento 21); garantire un’evoluzione del costo del lavoro e mecca-
nismi per la determinazione dei salari favorevoli all’occupazione
(Orientamento 22);
• promuovere maggiori investimenti in capitale umano migliorando l’istru-
zione e le qualifiche (potenziare e migliorare gli investimenti in capitale uma-
no - Orientamento 23 - e adattare i sistemi di istruzione e formazione ai
nuovi requisiti in termini di competenze – Orientamento 24).

Sulla base di queste considerazioni, l’elemento che si è ritenuto opportuno


analizzare, è stato lo strumento del portale specifico delle associazioni. Questo
strumento, dunque, concorre alla promozione della cosiddetta “società dell’infor-
mazione” mentre, su un piano strettamente operativo, si traduce in uno stru-
mento che ha una molteplice valenza in quanto permette di rilevare, lì dove sia
stato utilizzato, diverse informazioni e in riferimento a diversi destinatari.

26
CONTESTO DELLA RICERCA

Esso è, per esempio, tanto uno strumento in grado di rilevare il livello di infor- Associazioni di
mazione/comunicazione che l’APS realizza sullo stato delle sue attività, quan- Promozione
Sociale e
to uno strumento che permette di verificare le azioni di diffusione di tali atti- rapporto con le
vità. Il sito web è, anche, uno strumento attivo della formazione: è il ricorso al- nuove tecnologie
l’erogazione di moduli formativi on-line, e l’uso di strumenti on-line di suppor-
to alla formazione in aula, a caratterizzare come innovativa la gestione da par-
te dello staff di progetto. Una gestione che si mostra sensibile e attenta alle ne-
cessità dei destinatari delle proprie attività, che mette in atto una serie di stru-
menti e strategie in grado di facilitare e supportare l’attività di formazione di
questi ultimi.

Gli operatori, attraverso un costante monitoraggio dello strumento, pos-


sono renderlo più efficiente: ricorrendo, per esempio, a contatori che misu-
rino il numero degli utenti che hanno avuto accesso alla pagina web.
Precondizione per l’efficacia dello strumento è il grado di accessibilità, rile-
vata attraverso tale contatore, che permette anche di rilevare l’interesse rico-
perto dallo strumento.

Tale interesse può essere accresciuto con la predisposizione di forum, Faq


ed eventuali aggiornamenti delle pagine web che si rendano disponibili.
L’utilizzo di documentazioni informatiche di vario tipo, inoltre, approfondisce
tale interesse rilevando, nei confronti dei destinatari, l’utilizzo che essi fanno
dello strumento.

Sia gli aggiornamenti del sito web che la sua consultazione sono attività che
rilevano tanto l’efficienza nella gestione di questo strumento, quanto la sua ri-
levanza nel raggiungere e soddisfare le esigenze dei fruitori e i bisogni del ter-
ritorio.

Infine, l’associazione può avvalersi del sito web per promuovere le inizia-
tive e le attività legate alle varie attività o progetti e diffondere i risultati di al-
tre attività che sono state concluse.

Inoltre, l’ultimo aspetto da mettere in evidenza è che tutte le attività che pre-
vedono forti cambiamenti interni, soprattutto nelle competenze degli opera-
tori, ed esterni, attraverso attività sia di formazione che di informazione, effet-
tuano cambiamenti anche in tutto il contesto sociale poiché anche la popo-
lazione che per vari motivi non segue le evoluzioni dei processi interni ed ester-
ni beneficia delle azioni positive. È possibile che la popolazione acquisisca co-
gnizione delle azioni effettuate dalle associazioni dopo averle “viste” messe in
pratica e tale percezione li porta anche ad avvicinarsi maggiormente alle at-
tività dell’associazione poiché ne comprendono l’importanza e l’utilità.

27
PARTE PRIMA

2 Le nuove tecnologie come valore

In questo paragrafo si intende evidenziare come gli strumenti di nuova tecnolo-


gia siano rilevanti nell’operatività a tutti i livelli delle associazioni. Tali strumenti han-
no anche il compito prioritario di incrementare la conoscenza “dell’ambiente” asso-
ciativo e quindi migliorare anche la loro specifica competitività. In questo caso il ter-
mine competitività non viene inteso come un valore economico che verrà monetiz-
zato dal mercato, ma è utilizzato con il significato di creazione di valore aggiunto, do-
ve i destinatari di tale valore aggiunto saranno i beneficiari delle singole azioni.

Le nuove tecnologie trasmettono un “messaggio” che è collegato direttamen-


te all’accesso del nostro target, inteso come operatori nel caso della conoscen-
za e destinatari nel caso di informazione, alla società della conoscenza e/o al-
la società dell’informazione. A tal proposito si precisa che sebbene gli elemen-
ti alla base della società della conoscenza e dell’informazione siano gli stessi,
vale a dire i dati, le informazioni, le conoscenze e la saggezza14, queste presen-
tano caratteristiche differenti. Sebbene la società della conoscenza sia caratte-
rizzata da un ampio uso di nuove tecnologie per l’informazione e le comuni-
cazioni, non per questo si può utilizzare il termine Società dell’informazione.

Come osserva Lundvall la conoscenza è qualcosa di più dell’informazione


in quanto si caratterizza dinamicamente per essere il risultato di un processo
continuo di apprendimento mentre l’informazione corrisponde a quegli elemen-
ti della conoscenza che possono essere riportati in dati e trasmessi senza pra-
ticamente vincoli di distanza.15

Altri autori, in particolare Rullani, propongono una lettura dello sviluppo del-
la società della conoscenza basata su fasi e stadi successivi, per cui si pervie-
ne a questa società solo dopo essere passati attraverso prima la fase della new
economy (intesa come lo stadio in cui la rivoluzione tecnologica investe prin-
cipalmente i settori produttivi delle ICT) e successivamente la fase della net-eco-
nomy o economia dell’informazione (caratterizzata dalla pervasività nell’uso del-
le ICT a tutti i settori ed attività economiche).16

Al di là delle differenze, emerge comunque evidente la relazione forte e po-


sitiva che intercorre tra società della conoscenza e quella dell’informazione in-
tesa quest’ultima come quella in cui tecnologie poco costose di stoccaggio e
di trasmissione d’informazione e di dati consentono un utilizzo generalizzato
del bene informazione.

14 Luc Soete, The Challenges and the Potential of the Knowledge-based Economy in a
Globalised World, reports preparato per la presidenza portoghese dell’UE, Lisbona, Portugal, 2000.
15 Begt-Ake Lundvall, The Knowledge-based Economy: From the Economics of Knowledge to
the Learning Economy, OECD, 1996.
16 Enzo Rullani, New/Net/Knowledge Economy: le molte facce del postfordismo, in “Economia
e Politica Industriale” n.110, 2001.

28
CONTESTO DELLA RICERCA

In questo contesto, anche se si è ritenuto opportuno chiarire la diversifica- Le nuove


zione tra le differenti tipologie di società dell’informazione con la società del- tecnologie come
valore
la conoscenza (a partire dal fatto che si intende motivare l’importanza specifi-
ca di tutte le nuove tecnologie), le due nozioni saranno utilizzate come sino-
nimi non comportando questa semplificazione alcuna conseguenza di rilievo
rispetto al tema affrontato.

Il dato sostanziale del processo di inserimento di strumentazioni ad alto va-


lore tecnologico è quello di permettere l’accesso agli operatori al processo che
si sta per implementare; difatti per avere cambiamento non è sufficiente che
le strumentazioni siano inserite nel contesto specifico, ma occorre che le stes-
se siano effettivamente recepite (prima fase) e gestite dagli utenti che si vuo-
le “colpire” (seconda fase) e quindi renderli attori di processi di cambiamenti
nell’ambiente in cui operano (terza fase). In riferimento alle varie teorie dell’ac-
cesso e distribuzione di sapere si fa riferimento ad alcuni studiosi17 che indivi-
duano come l’inefficienza di alcune metodologie e /o strumenti di nuova tec-
nologia utilizzati dai destinatari finali come principali fruitori, e all’opinione pub-
blica creando inibizioni nell’accesso a tali opportunità.

In tale caso il fruitore non si sente parte in causa e quindi le metodologie


e/o strumenti di nuova tecnologia non creano valore. L’oggetto di valore in que-
sto specifico contesto è quello di dare l’eguaglianza e la distribuzione di sape-
re intesi come conoscenza di opportunità. Di seguito, tale “sapere” permette di
far entrare gli utenti in un meta-contesto più alto che consente il contatto con
strumenti che possono migliorare la loro condizione. Inoltre i referenti che so-
no colpiti da messaggi di cui diventano loro stessi portatori, nel loro contesto
sociale, saranno diffusori inconsapevoli di tali strumentazioni con altre catego-
rie simili a quelle evidenziate dal target di riferimento.

In riferimento a questo contesto di analisi si è utilizzata la Matrice del


Valore per misurare il valore che una metodologia e/o strumento di nuova tec-
nologia impatta all’interno e all’esterno di un’associazione.

Tale matrice offre l’opportunità di poter comprendere il “peso” che la nuo-


va tecnologia potrà avere nei contesti interni ed esterni in base a tre forme di
creazione di valore. Infatti, attraverso concetti di valore che i vari soggetti inse-
riti nella matrice faranno propri, si riuscirà a dimostrare come si migliorerà l’ef-
ficacia e l’efficienza non solo dell’impegno economico e finanziario, ma sarà raffor-
zato anche il valore di apprendimento interno portando, così, beneficio anche
a livello esterno.

17 SI vedano in proposito i lavori di Dan Atkinson, Jeremy Rifkin e Amartya Sen.

29
PARTE PRIMA

Le nuove La Matrice del Valore, racchiude in se alcuni indicatori quali-quantitativi.


tecnologie come Partendo dalla matrice sotto introdotta, si pianificheranno le azioni di inserimen-
valore
to nelle Associazioni di Promozione Sociale di nuove tecnologie che coinvol-
geranno tutti gli attori per la creazione di valore.

Destinatari finali Associazioni di Promozione Sociale

Valore Rafforzamento dei contesti Creazione e trasferimento di


di Apprendimento cognitivi degli individui metodi e pratiche innovative
Relazioni con mercati del lavoro
Valore di rete Costituzione di reti stabili
non locali
Economie di scala
Valore economico Migliore competenza delle nuove
nella realizzazione delle Attività
e sociale tecnologie
a medio lungo termine

Per quanto attiene gli attori coinvolti, distinguiamo fra:

Destinatari finali, intesi come i soggetti a cui tutti gli interventi previsti dal-
l’associazione sono primariamente rivolti, in risposta sia a bisogni peculiari sia
di sviluppo del contesto sociale rilevati dalle Istituzioni e dalle Associazioni di
Promozione Sociale;

Associazioni di Promozione Sociale, intese come i soggetti che diretta-


mente provvedono all’inserimento in tutti i contesti di strumenti di nuova tec-
nologia, in risposta ad esigenze operative ed al miglior collegamento con i de-
stinatari finali.

Per quanto attiene ai risultati acquisibili, distinguiamo fra:

Valore di apprendimento, qui nell’accezione del miglioramento della com-


prensione dei problemi e delle modalità di risposta, attraverso l’allargamento
dei contesti in cui essi sono esaminati e da cui provengono le risorse formati-
ve e di conoscenza;

Valore di rete inteso come lo sviluppo di relazioni e dispositivi stabili che con-
sentano una demoltiplicazione dei risultati per le diverse categorie di sogget-
ti interessati;

Valore economico e sociale, inteso come il contributo allo sviluppo delle ca-
pacità di azione delle diverse associazioni, dai singoli individui destinatari, al-
le collettività locali.

30
CONTESTO DELLA RICERCA

Il valore per i destinatari finali Le nuove


tecnologie come
valore
A) Rafforzamento dei contesti cognitivi per gli individui
Le azioni di accessibilità alle nuove tecnologie per i destinatari finali dipen-
deranno preminentemente dal modo in cui gli operatori individueranno con-
testi cognitivi adeguati al loro effettivo trasferimento. Quindi, la creazione di fo-
rum o chat protette, possono far incrementare l’efficacia del valore dell’appren-
dimento.

B) Relazioni con mercati del lavoro non locali

L’efficacia dell’inserimento di tali strumenti non risiede solo nelle conoscen-


ze e competenze trasmesse, ma anche nel miglioramento per i destinatari del-
le relazioni tra di loro ed anche con altri contesti, attraverso, ad esempio, la lo-
ro diretta presa di contatto con interlocutori altrimenti non agevolmente rag-
giungibili, o l’utilizzo di canali che migliorino la visibilità.

C) Miglior competenza delle nuove tecnologie

Le associazioni dopo la fase di conoscenza della strumentazione ad alto va-


lore tecnologico, possono creare azioni dirette ai propri destinatari al fine di mi-
gliorare le singole competenze. Per misurare l’entità dell’azione si utilizzerà l’in-
dicatore di risultato sul rapporto tra il numero di metodologie e/o strumenta-
zioni erogate ai destinatari finali e popolazione specifica di riferimento.

Il valore per le Associazioni di Promozione Sociale

A) Creazione e trasferimento di metodi e pratiche innovative

Le metodologie e/o strumenti di nuova tecnologia sono oggi chiamati a svol-


gere un ruolo molto più attivo nei confronti dell’economia e della società, crean-
do quelle diffuse opportunità cognitive di qualità che occorrono per garantire
tanto le capacità competitive quanto le condizioni di adattabilità. Ciò è possi-
bile solo a partire da una ridefinizione dei comportamenti strategici ed opera-
tivi delle Associazioni di Promozione Sociale, verso la costruzione di dispositi-
vi di rete e di una più elevata capacità di risposta ai bisogni in divenire.

B) Costituzione di reti stabili

La garanzia del diritto individuale di accesso all’apprendimento e la conse-


guente necessaria flessibilizzazione del sistema degli accessi richiedono infat-
ti l’istituzione di dispositivi di comunicazione dell’offerta ad un tempo differen-
ziati ed integrati, richiamando, così, modelli organizzativi basati sulla messa in
relazione di differenti soggetti e risorse.

31
PARTE PRIMA

Le nuove C) Economie di scala nella realizzazione delle attività a medio lungo termine
tecnologie come
valore
La possibilità di creare economie di scala assume interesse soprattutto lad-
dove l’investimento in tali strumentazioni si presenti oneroso in termini econo-
mici, in ragione della sua innovatività, del tipo di risorse professionali richieste
o della numerosità dei beneficiari cui si rivolge. Come indicatore di realizzazio-
ne si utilizzerà: numero incontri e/o conferenze stampa organizzati con l’indi-
catore di risultato; numeri di partecipanti all’iniziativa e il rapporto tra quelli pre-
senti con quelli invitati.

32
PARTE SECONDA

RISULTATI DELL’INDAGINE

Nella seconda parte del volume vengono analizzati i risultati dei questiona-
ri auto-somministrati in modalità on-line. Attraverso questo strumento di rile-
vazione l’intento è stato quello di ricostruire un quadro di riferimento sullo sta-
to del rapporto tra Associazioni di Promozione Sociale e nuove tecnologie.

Come anticipato nella Nota Metodologica sono state individuate come


universo di riferimento le 114 associazioni iscritte nel 2006 al registro naziona-
le delle Associazioni di Promozione Sociale. Le analisi effettuate hanno eviden-
ziato come vi siano due macro tipologie di tendenze in atto:
1. Una sempre maggiore centralità del mondo associativo nell’implemen-
tazione delle politiche sociali;
2. Un incremento del valore strategico delle nuove tecnologie nella maggior
parte delle sfere dell’agire umano, e non da meno in quella della promo-
zione sociale.

Dalle analisi illustrate, il mondo dell’Associazionismo di Promozione Sociale,


come già anticipato nelle pagine precedenti, emerge come una realtà estrema-
mente eterogenea ed articolata, caratterizzata allo stesso tempo da dinamismo
e stasi.

Le associazioni investono in formazione per le nuove competenze informa-


tiche, in informazione e in promozione, aggiornando la propria infrastruttura tec-
nologica. Allo stesso tempo le nuove tecnologie sembrano essere ancora de-
gli strumenti di contorno, utilizzati soprattutto per migliorare vecchie prassi or-
ganizzative anziché per aprire la strada a nuove.
Le associazioni mostrano un forte dinamismo nell’avviare collaborazioni, so-
prattutto con le Istituzioni e con altre associazioni, ma hanno ancora delle dif-
ficoltà nel dialogare con la sfera del privato, con il mondo dell’impresa.

In generale le nuove tecnologie sono percepite come un elemento che può


fattivamente migliorare le prestazioni delle associazioni nelle loro diverse sfe-
re di attività.

33
PARTE SECONDA

1 Caratteristiche della popolazione oggetto dell’indagine

Il primo dato che è risultato dalla ricezione dei questionari verte la forte ete-
rogeneità della tipologia di popolazione rispetto al numero di associati, in que-
sto contesto con il termine associati si intende il numero complessivo tra ope-
ratori a tutti i livelli ed i volontari.

Per operare incroci efficaci le associazioni sono state raggruppate in 4 clas-


si in base al numero di associati, anche perché è stato denotato che il nume-
ro di associati è correlato direttamente all’utilizzo di strumentazioni ad alto va-
lore tecnologico. Il principio di raggruppamento in classi è quello della riparti-
zione della distribuzione in quartili (4 segmenti che coprono ciascuno il 25%
della distribuzione).
Grafico 1 – Numero di APS per classi di numero di associati

n° associati

100.001-1.000.000

10.001-100.000

501-10.000

0-500

11,4 11,6 11,8 12 12,2 12,4 12,6 12,8 13

n° APS

Fonte: Dati Isfol.

Il differente numero di associati non sembra però legato alle specifiche at-
tività svolte dalle associazioni. In media le associazioni oggetto di quest’anali-
si hanno 95.500 iscritti, ma tale dato è estremamente variabile. In alcuni casi,
infatti, lo status di associato è acquisito da coloro che richiedono il servizio, in
tal senso l’associato non ha un ruolo attivo nell’associazione e non contribui-
sce attivamente alla sua vita organizzativa, ma è il suo utente/cliente.
Considerando questa dinamica, il numero di associati può contribuire ad
informarci non tanto della dimensione dell’associazione, quanto del radicamen-
to del suo servizio sul territorio.

34
RISULTATI DELL’INDAGINE

Un risultato simile emerge dall’analisi sul numero di operatori. E’ da nota- Caratteristiche


re che il numero di operatori ed il numero di sedi sul territorio risultano esse- della popolazione
oggetto
re tra loro associati (Grafico 2). Dal punto di vista della distribuzione territoria- dell’indagine
le delle sedi e degli operatori vi è una quota più elevata al nord che al sud.
Grafico 2 - Operatori e sedi per area territoriale

1800

1600

1400

1200

1000 sedi
800 operatori

600

400
200

0
nord ovest nord est centro sud isole

Fonte: Dati Isfol.

Come definito in precedenza, il numero di sedi e di operatori sono correla-


ti tra loro, anche se il rapporto “operatori per sede” vede una maggiore quota
di operatori per sede al nord-est, al centro e nelle isole.
Grafico 3 - Operatori per sede

10
9
8
7
6
5
4
3
2
1
0
nord ovest nord est centro sud isole

Fonte: Dati Isfol.

35
PARTE SECONDA

2 Ruolo delle tecnologie nei progetti svolti dalle associazioni

Attraverso il quesito numero quattro del questionario somministrato (Negli


ultimi due anni quali sono i progetti svolti – o in fase di svolgimento – dalla sua
associazione?) si intendeva percepire il livello di dinamismo delle attività. Sul
totale dei progetti è stata quindi operata un’analisi che ne indagasse gli aspet-
ti salienti.

La maggior parte delle associazioni intervistate ha segnalato 5 progetti svol-


ti, mentre una quota ridotta ne ha segnalati meno di 5 (solo in 2 casi è stato
segnalato un solo progetto ed in 2 casi non ne è stato segnalato nessuno). Il
numero medio di progetti per associazioni è pari a 3,8.

Le attività maggiormente svolte nell’ambito dei progetti sono quelle di for-


mazione, seguite da quelle di informazione, volte quindi a rendere note all’e-
sterno le attività dell’associazione; affini a queste ultime ci sono poi le attività
di promozione. Generalmente le associazioni in questi progetti sono “capofi-
la” e solo in una quota ridotta risultano essere “partecipanti”.

Le tecnologie maggiormente utilizzate nell’ambito di questi progetti (Grafico


4) sono quelle “classiche” quali, sito web ufficiale, e-mail, newsletter, etc. le ri-
levazioni hanno mostrato un basso livello di utilizzo delle tecnologie ad alto li-
vello di interattività.

Tabella 2 - Tipo di attività

Frequency Valid Percent


Formazione 56 40,0
Promozione 22 15,7
Informazione 24 17,1
Aggiornamento infor 16 11,4
Progetto integrato 22 15,7
Totale 140 100,0

Fonte: Dati Isfol.

36
RISULTATI DELL’INDAGINE

Grafico 4 - Tecnologia adottata Ruolo delle


tecnologie nei
progetti svolti
dalle associazioni

Fonte: Dati Isfol.

37
PARTE SECONDA

Ruolo delle Al fine di sintetizzare il tipo di tecnologie utilizzate si è adottata una tecni-
tecnologie nei ca multivariata (ACM - Analisi delle Corrispondenze Multiple). Dall’analisi so-
progetti svolti
dalle associazioni no emersi due fattori che sintetizzano quanto affermato rispetto all’uso delle
tecnologie.

Il primo fattore rappresenta una forma di “interazione on line”, il secondo una


forma di “informazione on line”.
Grafico 5 - Fattoriale su progetti: “interazione on-line” (ascisse) / “informazione on-li-
ne” (ordinate)

0,4

Mailing list
Newsletter

0,3
Contenuti ed info web
ospitati sul sito web ufficiale

Contenuti ed info web ospitati 0,2


su altri siti web
Casella di posta elettronica x info

Sportello
Repository/gestione documenti informativo on-
0,1
line e strumenti
di
e-government
Community on line
Chat o forum di utenti
-0,15 -0,1 -0,05 0,05 0,1 0,15 0,2 0,25 0,3

Frequently Sito web dedicato


Asked
Questions Lan o intranet dedicata
-0,1

Forum di informazione

-0,2

Fonte: Dati Isfol.

Proiettando le associazioni sui fattori estratti si possono individuare, sulla ba-


se dei progetti dichiarati, i profili individuali di ciascuna associazione (Grafico 6).

38
Grafico 6 - Proiezione delle associazioni e delle variabili illustrative sui fattori

Fonte: Dati Isfol.

39
RISULTATI DELL’INDAGINE

Ruolo delle

progetti svolti
tecnologie nei

dalle associazioni
PARTE SECONDA

Ruolo delle L’uso di strumenti di interazione on line è più frequente nei progetti nei qua-
tecnologie nei li le associazioni svolgono il ruolo di capofila e in progetti “integrati” (caratte-
progetti svolti
dalle associazioni rizzati da più tipi di attività). In questo tipo di progetti la tecnologia oltre ad es-
sere strumento di comunicazione diventa un vero e proprio strumento di lavo-
ro. Nei progetti in cui le associazioni svolgono il ruolo di partecipante sembra-
no essere più frequenti usi delle tecnologie legati soprattutto a finalità comu-
nicative.

3 Campi d’attività e strutture di intervento

La valutazione dei relativi campi di attività delle Associazioni di Promozione


Sociale denota come siano equamente distribuite tra le diverse modalità pro-
poste nel questionario

Tabella 3 - Campo di attività

Responses
N Percent
Infanzia e adolescenza 19 18,8%
Disabilità 20 19,8%
Anziani 20 19,8%
Famiglia 20 19,8%
Disagio ed esclusione sociale 22 21,8%
Totale 101 100,0%

Fonte: Dati Isfol.

Risultano, però, essere maggiormente interessanti le rilevazioni relative al-


le attività svolte, dove le attività con percentuali maggiori sono quelle di forma-
zione classica (Educazione – insegnamento – istruzione) ed anche attività di ani-
mazione territoriale (Animazione socio-culturale ) fondamentale per la sensi-
bilizzazione dei territori.

Anche in questo caso i dati sono stati sottoposti ad analisi fattoriale emer-
gono da cui due fattori significativi: il primo relativo alla sfera dell’educazione/ani-
mazione e dei diritti sociali e di cittadinanza ed un secondo fattore relativo al-
le attività di cura ed assistenza (Grafico 7).

La maggior parte delle associazioni intervistate (75% circa) si colloca nella


sfera di attività relativa al primo fattore mentre la rimanente parte è decisamen-
te più vicina al secondo fattore.

40
RISULTATI DELL’INDAGINE

Grafico 7 - Attività svolte Campi d’attività


e strutture
di intervento

Fonte: Dati Isfol.

E’, infine, interessante notare che le associazione afferenti alla prima sfera
di attività (educazione/animazione) tendenzialmente non svolgono nessuna del-
le attività relative al fattore di “cura ed assistenza”. Tale indicazione rileva un am-
bito marcato di specializzazione
Grafico 8 - Analisi fattoriale su ambiti di attività: “educazione-animazione” (ascisse) / “cu-
ra ed assistenza” (ordinate)

0,25
Animazione socio-
culturale Allestimento di documentazione
Ricerca, studio
0,2
Educazione-insegnamento-
Promozione/difesa di diritti civili
Intrattenimento istruzione
0,15
Assistenza legale
Patronato-segretariato sociale
0,1
Servizio mensa
Educazione alla mondialità
0,05
Reinserimento
Assistenza sanitaria

-0,1 -0,05 0,05 0,1


Cure sanitarie 0,15 0,2 0,25 0,3

Assistenza sociale
-0,05
Assistenza domiciliare

-0,1

Assistenza domestica
-0,15
Accompagnamento
-0,2

Fonte: Dati Isfol.

41
PARTE SECONDA

Campi d’attività Dall’analisi del quesito numero sette del questionario (Con quali struttu-
e strutture re di intervento opera la vostra associazione? ), si denota una correlazione di-
di intervento
retta tra gli ambiti di azione e le strutture partners. Le strutture più frequen-
ti sono infatti le “Strutture educative” (scuole e simili); un ruolo altrettanto cen-
trale è svolto dalle strutture di “Segretariato sociale” (Grafico 9). Sono inol-
tre piuttosto presenti le comunità, le cooperative e i centri di ascolto ed orien-
tamento di vario tipo; oltre a centri di accoglienza, case di riposo e strutture
simili.
Grafico 9 - Strutture di intervento

Segretariati sociali
Parchi, riserve naturali
Musei
Campi di lavoro
Strutture ospedaliere e ambulatoriali
Oratori
Strutture educative (scuole e simili)
Cooperative
Consultori
Comunità
Istituti penali
Case di riposo
Istituti
Alloggi protetti
Case famiglia
Centri di accoglienza notturna
Centri di orientam. Studenti
Centri di orientamento al lavoro
Centri di reintegraz./reinserimento
Centri di riabilitazione
Centri sociali (animaz.comunità loc.)
Centri di ascolto
Centri accogl.za temporanea
Centri di prima accoglienza
0% 2% 4% 6% 8% 10% 12% 14% 16%

Fonte: Dati Isfol.

4 Infrastruttura tecnologica – profili software e hardware

Dalle domande otto e nove del questionario18, emerge che 49 delle 50 as-
sociazioni interviste sono provviste di un sito proprio finalizzato a presentare la
propria associazione. Generalmente (82% dei casi) le sedi locali delle associa-
zioni hanno un loro spazio all’interno del sito ufficiale dell’associazione.
In misura ridotta (62%) le sedi locali hanno una propria pagina, linkata al si-
to ufficiale; una quota marginale infine è rappresentata da quelle sedi locali che
hanno una propria pagina web non linkata al sito ufficiale dell’associazione.
18 Dom.8 – L’associazione è dotata di un sito?
Dom.9 – Le sedi locali della sua associazione dispongono di: uno spazio all’interno del vostro si-
to; una pagina web autonoma linkata al vostro sito; una pagina web autonoma non linkata al vo-
stro sito; altri strumenti di comunicazione on-line.

42
RISULTATI DELL’INDAGINE

Generalmente, il sito ufficiale è funzionale alla visibilità dell’associazione, quin- Infrastruttura


di in quanto elemento di comunicazione diretta, e delle sue attività e all’infor- tecnologica –
profili software
mazione sulle tematiche oggetto dell’associazione. e hardware

Il sito ufficiale, quindi, è spesso usato per le comunicazioni interne (alle se-
di locali ed ai soci) e per la gestione di servizi on-line erogati dall’associazione.
E’infine ridotto l’uso del sito ufficiale per attività di formazione a distanza.

Tabella 4 - Uno spazio all’interno del vostro sito

Frequency Valid Percent


si 41 82,0
no 8 16,0
non so 1 2,0
Totale 50 100,0

Fonte: Dati Isfol.

Tabella 5 - Una pagina web autonoma linkata al vostro sito

Frequency Valid Percent


si 41 82,0
no 8 16,0
non so 1 2,0
Totale 50 100,0
Fonte: Dati Isfol.

Tabella 6 - Una pagina web autonoma non linkata al vostro sito

Frequency Valid Percent


missing 15 30,0
si 14 28,0
no 16 32,0
non so 5 10,0
Total 50 100,0
Fonte: Dati Isfol.

Tabella 7 - Funzioni svolte dal sito ufficiale

N Percent
Visibilizzazione dell’associazione e delle sue attività 48 23,0%
Comunicazioni interne (alle sedi locali ed ai soci) 37 17,7%
Portale per la gestione di servizi on line da voi erogati 24 11,5%
Gestione delle iscrizioni soci e sottoscrizioni 20 9,6%
Formazione a distanza 13 6,2%
Comunicazione tra i soci 21 10,0%
Informativa sulle tematiche oggetto dell’associazione 46 22,0%
Total 209 100,0%
Fonte: Dati Isfol.

43
PARTE SECONDA

Infrastruttura Riguardo alle dotazioni hardware, il 72,0% delle associazioni intervistate pos-
tecnologica – siede una Lan o una rete Intranet (Tabella 8). Nella maggior parte dei casi la re-
profili software
e hardware te interna svolge attività di repository (archiviazione e gestione della documen-
tazione); ulteriori usi sono quelli relativi alla gestione delle pratiche amministra-
tive ed al collegamento con altre sedi territoriali. Inoltre, la rete interna si con-
figura anche come strumento di comunicazione ai soci e di gestione delle iscri-
zioni e delle sottoscrizioni.

Tabella 8 - Funzioni svolte dalla rete Intranet o Lan

N Percent
Visibilizzazione dell’associazione e delle sue attività 48 23,0%
Comunicazioni interne (alle sedi locali ed ai soci) 37 17,7%
Portale per la gestione di servizi on line da voi erogati 24 11,5%
Gestione delle iscrizioni soci e sottoscrizioni 20 9,6%
Formazione a distanza 13 6,2%
Comunicazione tra i soci 21 10,0%
Informativa sulle tematiche oggetto dell’associazione 46 22,0%
Total 209 100,0%
Fonte: Dati Isfol.

5 La spinta al rinnovamento tra formazione e infrastruttura tecnologica

Dall’analisi emerge che 31 delle 50 associazioni intervistate hanno svolto ne-


gli ultimi anni attività di formazione interna rispetto alle nuove tecnologie.
Generalmente la formazione ha interessato quasi la totalità delle figure presen-
ti nelle associazioni; si sottolinea che i maggiori fruitori di queste attività sono
stati i responsabili di progetto/servizio e gli operatori.

Tabella 9 - Beneficiari della formazione

N Percent
Dirigenti 18 20,9%
Responsabili di progetto/servizio 25 29,1%
Personale amministrativo 19 22,1%
Operatori 24 27,9%
Total 86 100,0%
Fonte: Dati Isfol.

Una larga parte delle associazioni, negli ultimi tre anni, ha rinnovato la pro-
pria infrastruttura tecnologica. Tale rinnovamento è consistito soprattutto nel-
l’acquisto di nuovi PC (o di componentistica hardware) e nell’installazione di
Internet.

44
RISULTATI DELL’INDAGINE

Tabella 10 - Aggiornamento dell’infrastruttura tecnologica La spinta al


rinnovamento tra
N Percent formazione e
infrastruttura
Collegamento ad internet 38 19,1%
tecnologica
Rete Lan 24 12,1%
Licenze software 33 16,6%
hardware 41 20,6%
Telefoni e fax 32 16,1%
Fotocopiatrici 31 15,6%
Total 199 100,0%
Fonte: Dati Isfol.

Generalmente tale rinnovamento ha avuto come base economica l’autofi-


nanziamento ed in misura ridotta il fondo per l’associazionismo. Si evidenzia
anche una quota che proviene da finanziamenti diretti da parte del Ministero
e dalla partecipazione a bandi pubblici. Infine vi è una quota importante che
viene da donazioni o sponsorizzazioni.

Tabella 11 - Canali di finanziamento

N Percent
Collegamento ad internet 38 19,1%
Rete Lan 24 12,1%
Licenze software 33 16,6%
hardware 41 20,6%
Telefoni e fax 32 16,1%
Fotocopiatrici 31 15,6%
Total 199 100,0%
Fonte: Dati Isfol.

L’aggiornamento infrastrutturale ha coinvolto piuttosto uniformemente le se-


di centrali e locali (Grafico 10) con riguardo a tutte le tecnologie oggetto di ag-
giornamento. Le sedi locali sono state coinvolte nell’aggiornamento infra-
strutturale prevalentemente rispetto a collegamenti ad internet, reti Lan e in-
terventi hardware in genere; al contrario, i livelli centrali sono stati coinvolti so-
prattutto rispetto a licenze software.

45
tecnologica
infrastruttura
formazione e
rinnovamento tra
La spinta al
Grafico 10 – Dotazioni di tecnologie nelle sedi

46
entrambe
entrambe 4%
14% sede centrale
34% sede locale
32%
PARTE SECONDA

collegamento rete LAN


ad internet

sede centrale
sede locale 64%
52%

entrambe
8% entrambe
14%

licenze software hardware


sede locale
42% sede centrale
34%
sede centrale
sede locale
50%
52%

Fonte: Dati Isfol.


RISULTATI DELL’INDAGINE

È interessante notare come l’aggiornamento della dotazione tecnologica del- La spinta al


le associazioni sia sostanzialmente indipendente dalle dimensioni dell’associa- rinnovamento tra
formazione e
zione (in termini di numerosità di sedi sul territorio italiano); il processo di ag- infrastruttura
giornamento sembra essere stato uniforme nelle diverse categorie dimensio- tecnologica
nali (Tabella 12).

Tabella 12 - Innovazione tecnologica per dimensioni dell’associazione

dim_ass_sedi_cat Total
Piccole Medio Medio Grandi
piccole grandi
Tecnologie Collegamento ad internet 10 9 9 10 38
26,3% 23,7% 23,7% 26,3%
Rete LAN 7 3 8 6 24
29,2% 12,5% 33,3% 25,0%
Licenze software 8 8 9 8 33
24,2% 24,2% 27,3% 24,2%
Hardware 10 11 10 10 41
24,4% 26,8% 24,4% 24,4%
Telefoni e fax 6 9 8 9 32
18,8% 28,1% 25,0% 28,1%
Fotocopiatrici 9 6 7 9 31
29,0% 19,4% 22,6% 29,0%
Total 11 11 11 10 43

Fonte: Dati Isfol.

6 Percezione dell’influenza delle nuove tecnologie sulle attività delle as-


sociazioni

Alle associazioni intervistate è stato infine chiesto di indicare, dal loro pun-
to di vista, quali effetti abbia prodotto l’innovazione tecnologica su diversi aspet-
ti caratterizzanti le loro attività. A tale proposito è stata adottata una scala Likert
articolata in 10 item19 utili a caratterizzare quattro dimensioni chiave dell’agire
organizzativo delle associazioni: la comunicazione, interna ed esterna; la gestio-
ne delle routine lavorative; la pratica progettuale; il gradimento dei servizi da
parte dell’utenza.

Per ogni item le associazioni potevano articolare la risposta secondo quat-


tro modalità:
• forte cambiamento positivo;
• cambiamento positivo;
• nessun cambiamento;
• cambiamento negativo.

19 Vedere il questionario in allegato, Domanda 17

47
PARTE SECONDA

Percezione Dalle risposte delle associazioni (Grafico 11) emerge un’elevata propensio-
dell’influenza ne a considerare l’innovazione tecnologica come portatrice di forti cambiamen-
delle nuove
tecnologie sulle ti positivi. E’ da notare che solo in un caso viene menzionata la modalità di ri-
attività delle sposta “cambiamento negativo”. La modalità “nessun cambiamento” è abba-
associazioni stanza presente, ma ha comunque un’incidenza considerevolmente inferiore
alle due modalità positive, anche se è un dato che dimostra come spesso la co-
gnizione dell’elemento tecnologico non sia ancora metabolizzato.

È tuttavia interessante notare che essa ha un peso più consistente soprat-


tutto riguardo all’influenza dell’innovazione tecnologica sulle comunicazioni con
tre classi di attori: Istituzioni, Terzo settore e imprese private. Rispetto a queste
tre categorie di attori la percezione di un’assenza di cambiamento va aumen-
tando spostandoci dalle Istituzioni alle imprese private.

Questo dato, benché fondato su un numero relativamente contenuto di as-


sociazioni intervistate, è comunque coerente con quanto emerso dall’analisi del-
le reti, illustrata di seguito nel rapporto. Anche in quel caso, infatti, è emersa la
tendenza a collaborare maggiormente con Istituzioni, associazioni e quindi con
le imprese.
Grafico 11 – Influenza delle nuove tecnologie percepita dalle associazioni per ambiti ope-
rativi

Gradimento dei servizi da parte


dell'utenza
Capacità di rispondere a bandi e
presentare progetti
Riduzione dei tempi necessari a
svolgere adempimenti formali
Risoluzione di problemi pratici nelle
routines lavorative

Comunicazioni con gli associati

Comunicazioni con le imprese del


settore privato
Comunicazioni con altre
associazioni del Terzo Settore

Comunicazioni con le Istituzioni

Comunicazione tra le diverse sedi


periferiche
Comunicazione tra sede centrale e
sedi periferiche

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
Forte cambiamento positivo
Cambiamento positivo
Nessun cambiamento

Fonte: Dati Isfol.

48
RISULTATI DELL’INDAGINE

Sottoponendo ad analisi fattoriale i dati relativi al quesito diciassette (Grafico Percezione


12), emergono due fattori che riproducono insieme il 56,1% della varianza to- dell’influenza
delle nuove
tale (38,5 il primo fattore e 17,6 il secondo). Il primo fattore estratto sintetizza tecnologie sulle
la dimensione relativa alla percezione di cambiamento positivo nei processi ed attività delle
attività comunicative (sia comunicazioni con altri soggetti – associazioni ed associazioni
Istituzioni – che comunicazioni all’interno delle associazioni stesse).
Grafico 12 - Analisi fattoriale su cambiamenti prodotti dalle tecnologie: processi e atti-
vità comunicative (ascisse) / pratiche lavorative (ordinate)

0,45
Risoluzione problemi lavorativi

0,35
Riduzione tempi adempimenti formali

Rispondere a bandi presentare progetti


0,25

Gradimento da parte dell'utenza


0,15

Comunicazione VS imprese private

Com. VS associati
0,05
Com. tra sede centrale e
0,24
sedi periferiche
-0,26 -0,16 -0,06 0,04 0,14 0,34 0,44
-0,05 Com. tra sedi periferiche
Com. VS Istituzioni

-0,15
Com. VS associazioni
Il secondo fattore sintetizza invece dimensione
la relativa alla Terzo
percezione
settore di
-0,25

Fonte: Dati Isfol.

Il secondo fattore sintetizza invece la dimensione relativa alla percezione di


cambiamento positivo nelle pratiche lavorative. Tale fattore mostra come in di-
versi casi una maggiore dotazione tecnologica faciliti pratiche operative quali
la risoluzione di problemi imprevisti e la riduzione dei tempi nella gestione del-
le diverse attività; ulteriore elemento caratterizzante è la maggiore capacità di
reperire e rispondere a bandi pubblici.

In realtà, guardando le due tabelle che seguono è evidente che la percezio-


ne di impatto positivo delle tecnologie sia più forte nelle associazioni di dimen-
sioni medio-grande (almeno per quanto riguarda il numero di sedi territoria-
li) rispetto a quelle medio-piccole. Probabilmente, infatti, nelle associazioni di
dimensioni medio-grandi le opportunità di collegamento tra sedi e le oppor-
tunità di comunicazione tra associazione e soci sono fortemente facilitate dal-
le nuove tecnologie e proprio per questo il cambiamento è percepito come mag-
giormente positivo. In definitiva, queste associazioni hanno un’idea più chia-
ra di come far fruttare al meglio le tecnologie a fini organizzativi.

49
PARTE SECONDA

Percezione Tabella 13 - Indice sintetico di cambiamento per dimensione dell’associazione: di-


dell’influenza mensione comunicativa
delle nuove
tecnologie sulle dim_ass_sedi_cat Total
attività delle Piccole Medio Medio Grandi
associazioni piccole grandi
Dimensione Forte impatto Count 4 5 3 5 17
positivo
% 33,3% 38,5% 25,0% 41,7% 34,7%
Impatto positivo Count 3 5 5 3 16
% 25,0% 38,5% 41,7% 25,0% 32,7%
Nessun impatto Count 5 3 4 4 16
% 41,7% 23,1% 33,3% 33,3% 32,7%
Total Count 12 13 12 12 49
% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Fonte: Dati Isfol.

Tabella 14 - Indice sintetico di cambiamento per dimensione dell’associazione: di-


mensione operativa
dim_ass_sedi_cat Total
Piccole Medio Medio Grandi
piccole grandi
Dimensione Forte impatto Count 4 4 5 4 17
operativa positivo % 33,3% 28,6% 45,5% 33,3% 34,7%
impatto positivo Count 2 5 1 8 16
% 16,7% 35,7% 9,1% 66,7% 32,7%
Nessun impatto Count 6 5 5 0 16
% 50,0% 35,7% 45,5% ,0% 32,7%
Total Count 12 14 11 12 49
% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100.0%

Fonte: Dati Isfol.

7 Sistema delle relazioni – un quadro di massima

Per descrivere in modo più dettagliato le Associazioni di Promozione Sociale


oggetto d’analisi, è stato loro chiesto anche di indicare il numero e la tipologia
di contatti che hanno avuto – negli ultimi 3 anni – con altri attori del territorio;
tali attori sono stati ripartiti in tre diverse categorie: associazioni del Terzo set-
tore, Imprese e Istituzioni. In questo modo è stato possibile esplorare la pro-
pensione delle associazioni intervistate ad avviare collaborazioni con le tre clas-
si di attori indicate e, all’interno di ognuna di queste classi, con quale sogget-
to specifico hanno avuto modo di collaborare.

50
RISULTATI DELL’INDAGINE

Osservando il numero di collaborazioni attivate per classe di attore, emer- Sistema delle
ge con chiarezza come le associazioni intervistate siano propense ad attivare relazioni – un
quadro di
collaborazioni soprattutto con il sistema istituzionale, prevalentemente con massima
Comuni e Ministeri (in eguale misura), quindi con Regioni e Province.

Tabella 15 - Distribuzione dei contatti con le Istituzioni

Responses
N Percent
Comuni 43 16,0%
Province 41 15,3%
Regioni 42 15,7%
Comunità montane 17 6,3%
Ministeri 43 16,0%
Asl 20 7,5%
Università 32 11,9%
Scuola 30 11,2%
Totale 268 100,0%

Fonte: Dati Isfol.

Nell’analisi delle collaborazioni con i soggetti del sistema istituzionale, alle as-
sociazioni è stato anche chiesto di specificare l’intensità di tali collaborazioni, gra-
duando la loro risposta su di una scala da 0 (minima) a 10 (massima). Da ciò è
emerso che le collaborazioni più intense sono intrattenute con Ministeri (media
6,3) e Comuni (media 5,6). Seguono quindi le Regioni, la Scuola e le Province.
È interessante notare come le collaborazioni attivate con la Provincia, ben-
ché di numero maggiore, sono di intensità leggermente inferiore rispetto a quel-
le attivate con la Scuola.
Grafico 13 - Intensità dei contatti con le Istituzioni (media)

0
Comunità
Comuni Province Regioni Ministeri Asl Università Scuola Altro
montane

Fonte: Dati Isfol.

51
PARTE SECONDA

Sistema delle Dopo il sistema istituzionale, la propensione a stringere collaborazioni da par-


relazioni – un te delle associazioni intervistate risulta maggiore nei confronti di altre associa-
quadro di
massima zioni del Terzo settore. Il 50 % delle associazioni hanno avuto, negli ultimi tre
anni, fino a 10 collaborazioni con altre Associazioni di Promozione Sociale. Dieci
associazioni, inoltre, affermano di aver attivato più di cinquanta collaborazio-
ni negli ultimi tre anni.

Tabella 16 - Contatti con soggetti del Terzo settore

Frequency Valid Percent


Nessuna 6 12,0
Fino a 5 14 28,0
Da 6 a 10 11 22,0
Da 11 a 15 3 6,0
Da 16 a 20 1 2,0
Da 21 a 30 2 4,0
Da 31 a 50 3 6,0
Più di 50 10 20,0
Total 50 100,0

Le collaborazioni con le imprese, infine, mostrano un’incidenza leggermen-


te inferiore rispetto alle precedenti. Così come nel caso delle collaborazioni con
le Istituzioni, anche l’esito di questa domanda era in parte atteso, poiché i siste-
mi dell’associazionismo e dell’impresa non sono ancora caratterizzati da forme
di scambio e collaborazione sistematiche e continuative. Rispetto alla preceden-
te domanda, nonostante un più alto numero di associazioni abbiano afferma-
to di non aver avuto alcuna collaborazione con un’impresa negli ultimi tre an-
ni, si riscontra una discreta presenza di associazioni che hanno collaborazioni con
più di cinque imprese. Le categorie di dimensioni centrali (dalla “11-15 contat-
ti” alla “31-50 contatti”) sono pressoché simili alla precedente domanda; infine,
anche in questo caso sono presenti alcune associazioni che rispondono di ave-
re contatti con più di 50 imprese (esattamente 5 associazioni).

Tabella 17 - Contatti con imprese

Nessuna 19 38,0
Fino a 5 15 30,0
Da 6 a 10 4 8,0
Da 11 a 15 2 4,0
Da 16 a 20 2 4,0
Da 21 a 30 1 2,0
Da 31 a 50 2 4,0
Più di 50 5 10,0
Total 50 100,0

Fonte: Dati Isfol.

52
RISULTATI DELL’INDAGINE

A partire da questa prima descrizione del numero di collaborazioni attiva- Sistema delle
te dalle associazioni intervistate nelle tre classi di attori è ora interessante de- relazioni – un
quadro di
scrivere i contatti effettivi indicati dagli intervistati, al fine di ricostruire le reti di massima
relazioni delle associazioni.

Prima di procedere sono necessarie però alcune considerazioni di caratte-


re teorico.

Attraverso il questionario che abbiamo somministrato alle associazioni è sta-


to possibile ricostruire il loro reticolo individuale (egonetwork). Dato, infatti, il
carattere dello strumento (questionario strutturato) e la modalità di sommini-
strazione (autocompilazione on-line) non è stato possibile ricostruire il retico-
lo completo delle associazioni componenti il campione.

Questa prassi avrebbe comportato la necessità di un set di domande trop-


po complesso, non gestibile attraverso le suddette modalità e, di certo, inso-
stenibile da compilare se unito a seguito delle altre domande non di network
precedentemente analizzate. Al contrario, il nostro interesse specifico era di uni-
re ad un questionario standard alcune domande utili, in prima istanza, a rico-
struire il reticolo individuale delle associazioni intervistate e a caratterizzarlo in
base alla tipologia di attori. In seconda istanza, a verificare la presenza di con-
tatti in comune tre le associazioni intervistate e, in questo modo, ricostruire a
posteriori i loro legami; benché non diretti, tali legami – emersi dalla segnala-
zione di attori in comune – possono essere utili a mostrare la presenza di un
tessuto di relazioni non disperso sul territorio.

Questo secondo intento si è realizzato riguardo ai contatti con le Istituzioni


e ai contatti con le altre associazioni del Terzo settore, ossia nelle due reti più
dense di contatti.

Rispetto ai contatti con le Istituzioni, le associazioni intervistate ci hanno for-


nito un’indicazione su contatti generici, non specificando nel dettaglio il nome
dell’istituzione. Ad esempio, di un’associazione possiamo sapere che ha avu-
to contatti con Ministeri e Regioni, ma non con quale ministero o con quale re-
gione. Questo, tuttavia, non rappresenta un problema poiché in questo caso il
nostro interesse è stato quello di ricostruire un profilo relazionale di massima
associazioni/Istituzioni, di cui fosse possibile stabilire il tipo di Istituzioni cui si
fa ricorso e l’intensità delle collaborazioni attivate.

Nella Figura 1 è raffigurato il reticolo istituzionale complessivo.


Come è possibile osservare, la figura conferma e arricchisce quanto emer-
so dall’analisi della domanda 22, relativa al numero di contatti attivati tra asso-
ciazioni ed Istituzioni. Complessivamente tutte le associazioni hanno fatto ricor-
so a collaborazioni con le Istituzioni negli ultimi tre anni. Solamente in un ca-
so (l’associazione ANRRA) non si riscontra alcun contatto.

53
PARTE SECONDA

Sistema delle Le Istituzioni più centrali sono i Ministeri, i Comuni, le Regioni e le Provincie,
relazioni – un seguite da Scuole ed Università. È interessante notare che all’interno di questa
quadro di
massima struttura di rete i Ministeri e le Università assumono il ruolo di cutpoints: pun-
ti il cui venir meno determina la scomposizione del reticolo complessivo in di-
versi sottogruppi di attori. Questi due attori possono quindi assumere un im-
portante ruolo di mediazione tra le associazioni.

Per avere una descrizione più analitica di come si caratterizzano le collabo-


razioni tra associazioni intervistate ed Istituzioni, abbiamo costruito tre reti isti-
tuzionali a partire dall’intensità della collaborazione indicata dall’intervistato. I
valori d’intensità presi come riferimento sono stati i due estremi (1 e 10) e quel-
lo intermedio (5), al fine di differenziare al massimo le tre reti.

54
RISULTATI DELL’INDAGINE

Sistema delle
relazioni – un
quadro di
massima
Figura 1 - Reticolo istituzionale complessivo

Fonte: Dati Isfol.

55
massima
quadro di
relazioni – un
Sistema delle
Figura 2 - Reticolo istituzionale intensità 1

56
PARTE SECONDA

Il reticolo costituito dalle associazioni che hanno dichiarato di aver instaurato contatti di intensità 1 presenta dimensioni contenute ed è molto discon-
nesso. Al suo interno sono presenti 3 componenti: tre sottogruppi di attori tra loro uniti. Nell’insieme, tuttavia, questo reticolo non è di particolare in-
teresse rispetto alle sue caratteristiche strutturali. Al contrario, è interessante notare come siano poche le associazioni che dichiarano di avere contat-
ti di bassa intensità con le Istituzioni.

Fonte: Dati Isfol.


Figura 3 - Reticolo istituzionale intensità 5

Una struttura più interessante è quella generata dalle associazioni che attivano collaborazioni di intensità 5. In totale è costituita da 26 associazioni e
9 Istituzioni (la totalità di quelle indicate nel questionario). All’interno di questo reticolo è evidente la presenza di alcune associazioni più centrali. Il CTA
e l’ANFFAS hanno collaborazioni con due enti; la U.I.L.T. con 3; infine l’AIAS mostra un profilo di collaborazioni istituzionali molto ricco, avendo contat-
ti con tutte le Istituzioni presenti. Il resto delle associazioni che instaurano collaborazioni di intensità 5 hanno contatti con un’unica istituzione e, quin-
di, nella Figura si collocano in una posizione periferica quali soggetti pendenti.

Fonte: Dati Isfol.

57
RISULTATI DELL’INDAGINE

massima
quadro di
Sistema delle
relazioni – un
massima
quadro di
relazioni – un
Sistema delle
Figura 4 - Reticolo istituzionale intensità 10

58
PARTE SECONDA

Passando al reticolo delle collaborazioni di intensità 10, il numero di associazioni coinvolte diminuisce a 18 unità. Tale dimensione, tuttavia, è tutt’al-
tro che esigua trattandosi delle associazioni che dichiarano di aver avuto collaborazioni di intensità molto elevata. Nell’insieme il reticolo presenta una
struttura molto più articolata rispetto al precedente. Al suo interno il numero di associazioni che hanno un legame con più di un’istituzione è propor-
zionalmente più elevato che nei due precedenti reticoli. Ciò si evince soprattutto osservando l’area centrale della Figura.
Osservando la Figura e focalizzando l’attenzione sulle Istituzioni è importante sottolineare la posizione ricoperta da Ministeri, Comuni e Scuola; que-
ste tre Istituzioni svolgono una funzione di cutpoints, senza i qual il reticolo si scomporrebbe in diversi sottogruppi. In questo caso, molti attori rimar-
rebbero persino isolati.

Fonte: Dati Isfol.


RISULTATI DELL’INDAGINE

Osservando le quattro Figure precedenti è possibile formulare un’ipotesi che Sistema delle
potrebbe essere oggetto di approfondimento in successive ricerche: esiste pro- relazioni – un
quadro di
babilmente una covarianza tra l’intensità delle collaborazioni e il numero di massima
Istituzioni con cui le associazioni collaborano. Più è elevata l’intensità delle col-
laborazioni più sono numerose ed eterogenee le Istituzioni con le quali l’asso-
ciazione collabora e viceversa. Ciò potrebbe essere la conseguenza di due di-
namiche: da un lato, l’intensificarsi delle collaborazioni con un’Istituzione po-
trebbe portare l’associazione a conoscenza di prassi lavorative replicabili su al-
tre Istituzioni che arriverebbero a rappresentare un’ulteriore occasione di svi-
luppo delle proprie attività; dall’altro, l’associazione che intrattiene collabora-
zioni con più Istituzioni potrebbe divenire sempre più consapevole della rete
di relazioni che unisce tali soggetti e, di conseguenza, del valore aggiunto che
potrebbe generare sulle loro attività l’intensificarsi dei contatti con tale rete.

Come è stato già accennato, dopo il reticolo istituzionale quello che ha ot-
tenuto un maggior numero di scelte è quello dei contatti con il Terzo settore.
Delle 44 associazioni che avevano affermato di avere contatti con altre associa-
zioni del Terzo settore, 39 hanno risposto alla successiva domanda, indicando
da 1 a 3 contatti effettivi con cui hanno avuto tali collaborazioni. Il reticolo che
è emerso è quello rappresentato nella Figura 5, che abbiamo denominato
“Reticolo del sistema associativo”. Per rendere più visibile la struttura abbiamo
omesso le etichette dei nomi delle associazioni, che saranno visualizzate in una
successiva Figura di sintesi (Figura 7). Le associazioni facenti parte del nostro
campione (gli intervistati) sono rappresentati da cerchi, mentre le associazio-
ni designate, da triangoli.

Il reticolo rappresentato in questa Figura è caratterizzato da una bassa con-


nessione dei suoi elementi, poiché composto da un elevato numero di stelle
sociometriche e diadi. Questo era un esito prevedibile poiché agli intervistati è
stato chiesto di indicare i loro contatti e non di scegliere i contatti tra una lista
di nomi contenente anche quelli delle associazioni componenti il campione stes-
so. Per questo motivo nel reticolo non sono presenti legami diretti tra le asso-
ciazioni intervistate, ma solamente i loro legami con altre associazioni, da lo-
ro liberamente indicate. Ciò nonostante, alcune associazioni hanno designato
gli stessi soggetti e ciò ha permesso di individuare in questa rappresentazione
alcune strutture diverse dalle molte stelle sociometriche presenti.

Tali strutture sono già in parte visibili osservando l’area esterna della Figura,
che compone una sorta di semicirconferenza che si muove in senso orario dal
margine superiore sinistro fino al parte inferiore della Figura. Ciò nonostante,
per dare maggiore visibilità a queste strutture è stata condotta un’analisi del-
le fazioni, i cui risultati sono raffigurati nelle Figure 6 e 7. Questo tipo di anali-

20 La stella sociometrica è una particolare struttura relazionale caratterizzata da un soggetto cen-


trale cui sono connessi due o più soggetti.

59
PARTE SECONDA

Sistema delle si permette di raggruppare gli attori in sottogruppi sulla base dei modelli di le-
relazioni – un gami che condividono.
quadro di
massima Nella Figura 6 – composto esattamente dagli stessi attori della Figura 5 – è
evidente la presenza di tre tipi di attori. Gli attori rossi sono uniti in diadi e tria-
Figura 5 - Reticolo del sistema associativo

Fonte: Dati Isfol.

Figura 6 - Reticolo associativo-fazioni

Fonte: Dati Isfol.

60
RISULTATI DELL’INDAGINE

di; gli attori blu fanno parte di strutture più complesse – sottogruppi compo- Sistema delle
sti da sette e nove attori – generate dalla designazione di attori in comune da relazioni – un
quadro di
parte delle associazioni intervistate; infine, gli attori neri costituiscono il sotto- massima
gruppo di dimensioni più consistenti, generato sempre a seguito di designazio-
ni di attori in comune.

Le tre fazioni stanno ad indicare insiemi di attori che condividono lo stesso


modello complessivo di contatti. Tra questi, soprattutto gli ultimi due sottogrup-
pi (fazioni azzurre e nere) sono particolarmente interessanti e sono rappresen-
tati in dettaglio nella Figura 7, nel quale riportiamo anche le etichette dei nomi,
data la minore dimensione del grafico e la conseguente maggiore leggibilità.

I due sottogruppi evidenziati in azzurro sono esempi di strutture ad albero.


Queste strutture presentano due caratteristiche fondamentali:
1. Sono connesse in modo minimo, poiché ogni linea è un ponte o un pun-
to di rottura tra gli attori che costituiscono il sottogruppo (quindi se vie-
ne meno il sottogruppo si scioglie)
2. Tra ogni coppia di punti c’è un unico percorso; questo rende gli eventua-
li flussi di comunicazione lineari e gerarchici, poiché sempre mediata da
qualche attore.

Aver rilevato la presenza di queste strutture è tuttavia un elemento positi-


vo. Esse sono infatti il frutto di designazioni in comune effettuate dagli intervi-
stati le quali mostrano la presenza tra loro di potenziali elementi di mediazio-
ne e di contatto per eventuali collaborazioni.

Tra le due fazioni azzurre quella collocata più in alto, di numerosità maggio-
re, si mostra come più interessante, poiché direttamente collegata alla fazione
nera. Tale collegamento avviene attraverso la Compagnia delle Opere che as-
sume un ruolo di “cancello”21 tra le due strutture. Anche la posizione dell’IPAS
è interessante perchè si pone come “cancello” di un sottogruppo.

21 In un reticolo i Gate keepers sono quegli attori che rappresentano l’unico collegamento con
l’esterno.

61
PARTE SECONDA

Sistema delle Figura 7 - Reticolo associativo a due fazioni


relazioni – un
quadro di
massima

Fonte: Dati Isfol.

All’interno di questa fazione azzurra, inoltre, è presente anche un contatto


diretto tra le associazioni componenti il nostro campione. È il caso di AIUTO, IPAS
e AUSER, dove le prime due scelgono la terza. Questa tendenza si riscontra an-
che nell’altra fazione azzurra (tra ENDAS e CSI) e nella fazione nera (dove UM-
PI, AIAB, Fed. Pronatura, Libera, Telefono Azzurro che indicano Legambiente).

Ciò lascia ipotizzare la presenza di un tessuto di relazioni piuttosto denso tra


le associazioni componenti l’elenco nazionale, che potrebbe essere esplorato
con ulteriori studi di network condotti ad un livello di dettaglio maggiore.

Complessivamente il sottogruppo evidenziato in nero presenta una struttu-


ra ben più interessante dei due precedentemente osservati. Esso è composto
da 27 attori; una dimensione consistente per un sottogruppo appartenente a
questo tipo di reticolo, sostanzialmente generato da reticoli individuali (ego-
networks).

Di questi 27 ben 12 sono rappresentati da associazioni facenti parte del no-


stro campione, che risultano collegate attraverso la designazione di altre asso-
ciazioni in comune. Come abbiamo appena segnalato, in un caso l’associazio-
ne designata è Legambiente, anch’essa facente parte del campione. Essa rice-
ve cinque designazioni e ne esprime una verso il CTS (Centro Turistico
Studentesco). Legambiente ricopre una posizione nell’area più densa del sot-

62
RISULTATI DELL’INDAGINE

togruppo nero; area in cui viene meno la linearità della struttura ad albero ca- Sistema delle
ratteristica delle sue altre sezioni, molto simili infatti alle fazioni azzurre. relazioni – un
quadro di
massima
In questa parte del sottogruppo l’altra associazione che ricopre una posizio-
ne molto centrale è l‘ARCI, che riceve sette designazioni. Legambiente e ARCI
appaiono come due poli di attrazione all’interno della Figura. Ad eccezione del-
la prima, tuttavia, l’ARCI ricopre anche un ruolo di cutpoint il cui venir meno de-
terminerebbe la disconnessione del sottogruppo in altri due: una piccola dia-
de composta da AUSER e UISP; una struttura ad albero simile alle due azzur-
re precedentemente descritte composta da FIS CDO, Ass. Meeting, ACLI, CIF,
Caritas, Cisl, ANMIL e Inas.

All’interno di tale struttura si osservi soprattutto la posizione dell’Acli, che si


pone come ponte tra alcune diadi e triadi; nello specifico: (1) CIF, Caritas, Cisl;
(2) ANMIL, Inas; (3) FIS-CDO, Ass. Meeting per l’amicizia tra i popoli.

Ricapitolando, anche nel caso del sottogruppo (fazione) nero, siamo in pre-
senza di una struttura molto vicina a quella ad albero che, tuttavia, è alterata
dalla presenza di un’area più densa e articolata. Precisamente si tratta di quel-
la sezione di Figura composta da sette attori: ARCI, AIAB, Legambiente, UNPLI,
Fed. Pronatura, Libera e Telefono Azzurro.

Tra questi, tre attori ricoprono un ruolo particolarmente strategico poiché fun-
gono da cutpoints:
1. la già citata ARCI;
2. l’UMPLI, che connette la fazione nera a quella azzurra;
3. l’AIAB che tiene unita la parte superiore della fazione nera al resto.

Così come è già emerso rispetto all’ARCI, anche eliminando UNPLI e AIAB,
la Figura si dividerebbe in più sottogruppi. In questo caso, invece, Legambiente
ricopre un ruolo meno esclusivo per l’equilibrio complessivo della Figura, poi-
ché la sua funzione di mediazione può essere sostituita dall’ARCI, ad eccezio-
ne del CTS che rimarrebbe isolato.

In generale, poiché il sottogruppo è principalmente una struttura ad albe-


ro, la maggior parte dei suoi punti sono dei cutpoints. Eliminare anche uno di
questi punti causerebbe una disconnessione più o meno consistente del sot-
togruppo e una sua ripartizione in ulteriori sottogruppi.

Nell’insieme, i sottogruppi raffigurati nella Figura 7 dimostrano comunque


l’esistenza di strutture reticolari interessanti per i vincoli e le opportunità che po-
trebbero offrire alle capacità di azione delle Associazioni di Promozione Sociale.

Per concludere l’analisi delle reti dobbiamo infine analizzare il reticolo del-
le collaborazioni con le imprese. Nel suo complesso tale reticolo è meno inte-

63
PARTE SECONDA

Sistema delle ressante dei due precedenti. A fronte delle 31 associazioni che avevano affer-
relazioni – un mato di avere attivato collaborazioni con imprese, ben 21 rispondono alla suc-
quadro di
massima cessiva domanda, indicando almeno un’impresa.

Questa è una prima importante differenza rispetto al precedente reticolo. Nel


designare le imprese con cui hanno contatti, le associazioni intervistate si di-
mostrano più parsimoniose indicandone prevalentemente una.

Tale dinamica risulta essere abbastanza normale quando si chiede ad un sog-


getto di indicare più di un contatto in una classe di attori che non gli è particolar-
mente familiare. Di conseguenza il reticolo che emerge dalle risposte a questa do-
manda è caratterizzato da un più elevato numero di diadi rispetto al precedente
e da molteplici egonetworks di due e tre contatti, ma privi di attori ponte.

Al suo interno, quindi, non si sono formate strutture di particolare rilevan-


za in grado di connettere le associazioni facenti parte del campione, ad ecce-
zione di due piccolissime componenti collegate tra loro rappresentate nella Figura
9. Questo piccolo sottogruppo è composto da sei associazioni, due delle qua-
li facenti parte del nostro campione. Capitalia si pone da ponte tra Cartagiovani
e Movimento Difesa del Cittadino Onlus.

In un certo senso questo profilo di collaborazioni è coerente con quanto pre-


cedentemente emerso dall’analisi dei dati, soprattutto riguardo allo scarso ef-
fetto dell’innovazione tecnologica sul miglioramento delle comunicazioni con
le imprese. Lungi dal voler affermare alcuna relazione tra questi due aspetti, tut-
tavia essi mostrano come persista una certa rigidità nei contatti tra sfera asso-
ciativa e imprenditoria.
Figura 8 – Reticolo Imprenditoriale - componenti

Fonte: Dati Isfol.

64
RISULTATI DELL’INDAGINE

8 Considerazioni conclusive

Al termine di tale analisi si ritiene utile ricapitolare alcune informazioni chia-


ve riguardo alla popolazione d’indagine e fornire delle considerazioni conclu-
sive interpretando i risultati più significativi emersi dall’analisi dei dati.

Come già accennato, la popolazione oggetto d’indagine è composta da 50


associazioni. All’interno di queste si è cercato di intervistare le figure più rilevan-
ti rispetto all’agire organizzativo dell’associazione e, soprattutto, quelle figure
più informate sull’approccio adottato dall’organizzazione in materia di aggior-
namento tecnologico infrastrutturale.

Tra i soggetti intervistati, 30 ricoprono una funzione strutturata nell’ambito


dell’organizzazione d’appartenenza, di tipo dirigenziale o segretariale; 10 sono
quadri e/o esperti; infine, 9 sono degli operatori.
Grafico 14 - Intervistati per categoria lavorativa*

Segretari
generali/funzioni
dirigenziali
Quadri/esperti
(psicologi, etc.)

10
30 Operatori

(*)
Fonte: Dati Isfol.

Le 50 associazioni raggiunte dall’indagine sono di dimensioni estremamente


eterogenee sia rispetto al numero di associati sia rispetto al numero di operatori.

La media degli associati è pari a 95.500. Questo dato deve essere tuttavia
considerato con molta cautela e adeguatamente interpretato. In alcuni casi, in-
fatti, lo status di associato è acquisito da coloro che richiedono il servizio, in tal
senso l’associato non ha un ruolo attivo nell’associazione e non contribuisce at-
(*) Il totale degli intervistati indicati nel grafico è pari a 49 poiché in un caso l’intervistato non
ha specificato il proprio ruolo all’interno dell’associazione.

65
PARTE SECONDA

Considerazioni tivamente alla sua vita organizzativa, ma è il suo utente/cliente. Considerando


conclusive questa dinamica, il numero di associati può contribuire ad informarci non tan-
to della dimensione dell’associazione, quanto del radicamento del suo servi-
zio sul territorio.

La media degli operatori è invece di 3.400. Dall’analisi è emersa una forte


relazione tra il numero di operatori e la presenza di sedi sul territorio e, in ge-
nerale, è emersa una più elevata numerosità di sedi ed operatori nelle regio-
ni di Nord/Ovest e Nord/Est. In generale, nonostante il 60% delle associazio-
ni abbia sede a Roma, tutte quante hanno una discreta diffusione di sedi sul ter-
ritorio ad indicare un loro alto radicamento territoriale.

I profili di attività delle associazioni possono essere riassunti in due macro


categorie22: la prima relativa alla sfera dell’educazione/animazione e dei dirit-
ti sociali e di cittadinanza; la seconda relativa alle attività di cura ed assistenza.

Dai dati, tuttavia, non appare esserci relazione tra il tipo di attività svolta e
l’uso di tecnologie. Piuttosto il coinvolgimento in attività di tipo progettuale –
con obblighi, scadenze – sembra incidere molto sulla propensione ad un uso
intensivo delle tecnologie, sia a fini informativi che operativi.

Il coinvolgimento e la responsabilizzazione delle associazioni in attività pro-


gettate sembrano stimolare un uso intensivo delle tecnologie, soprattutto nei ca-
si di progettazione integrata (orientata ad attività di carattere diverso quali for-
mazione, orientamento, ricerca, ecc.) e in cui le associazioni ricoprono un ruo-
lo di capofila, ricevendone di conseguenza maggiori responsabilità ed oneri.

In generale, l’analisi ha evidenziato la presenza di una discreta e diffusa aper-


tura rispetto alle tecnologie: essa emerge dal fatto che quasi tutte le associa-
zioni hanno rinnovato la loro infrastruttura e che una loro grandissima parte ha
fatto formazione inerente alle nuove tecnologie. Ma emerge anche la necessità
di un ulteriore supporto che permetta di garantire un uso delle nuove tecno-
logie che vada oltre l’applicazione unicamente in ambito comunicativo.

Delle 48 associazioni che hanno dichiarato di avere almeno un progetto at-


tivo negli ultimi tre anni, solamente 14 fanno un uso della tecnologia di tipo in-
tegrato (orientata tanto alla comunicazione quanto alle prassi lavorative), a fron-
te di 38 che ne fanno un uso esclusivamente rivolto a fini comunicativi.

Ciò nonostante, nei casi in cui la tecnologia è integrata nelle pratiche lavo-
rative gli intervistati mostrano una percezione positiva dei suoi effetti. Essa sem-
bra garantire un miglioramento generalizzato delle prassi lavorative.

22 Come precedentemente indicato, queste categorie sono state ricavate attraverso un’analisi fat-
toriale effettuata sulla domanda che chiedeva alle associazioni di indicare il proprio ambito di attività.

66
RISULTATI DELL’INDAGINE

Accanto alle nuove tecnologie permane uno sforzo di aggiornamento siste- Considerazioni
matico di tecnologie tradizionali, come il telefono, con nuove e sempre più nu- conclusive
merose funzionalità.

Tale tendenza è in parte legata al ruolo ricoperto dall’associazione, verifican-


dosi principalmente nelle sedi centrali e in modo più marginale in quelle loca-
li. Più in generale, la distinzione tra sede centrale e sede locale pone in eviden-
za una leggera differenza nel profilo di innovazione tecnologica conseguito.
Accanto alle già citate tecnologie tradizionali, le sedi centrali tendono ad inno-
vare soprattutto l’infrastruttura di rete (Lan) e le licenze software. La prima in-
novazione migliora la rete delle associazioni attraverso l’implementazione
dello strumento tecnologico, mentre l’investimento nelle licenze software
identifica l’importanza che l’associazione pone sul continuo aggiornamento e
che anche dall’interno viene percepito con un aumento delle potenzialità, co-
me ben visualizzato nelle tabelle inserite.

Al contrario, le sedi locali sono interessate da un’innovazione dei sistemi


hardware (personal computer) e delle connessioni ad internet. Benché in mo-
do molto sfumato, questo può far pensare ad una dinamica centro-periferia di
diffusione dell’innovazione tecnologia.

Le sedi centrali, dotate di una posizione più consolidata, innovano le tecno-


logie tradizionali e potenziano le nuove tecnologie in favore di quelle più avan-
zate, in grado di favorire un contatto con le sedi locali, gli utenti e le Istituzioni
(come ad esempio attraverso le reti Lan). In ciò si intravede il tentativo di pro-
muovere un uso della tecnologia più orientato al supporto delle prassi organiz-
zative. Il miglioramento delle prassi organizzative identifica un punto nodale del-
l’efficacia delle singole associazioni, poiché attraverso l’utilizzo di tali stru-
menti e metodologie operative viene a migliorarsi la tempestività delle rispo-
ste alle singole necessità non generando una maggiore intensità lavorativa e quin-
di non aumentando i livelli di stress. In questo caso l’utilizzo delle strumenta-
zioni tecnologiche aumenta anche la qualità lavorativa dei singoli operatori ed
indirettamente anche la loro precipua qualità della vita.

Le sedi locali, invece, si dotano dell’infrastruttura informatica di base (per-


sonal computer) e degli strumenti per acquisire visibilità (pagine web). Ciò sem-
bra confermare quanto precedentemente detto: l’associazionismo si mostra di-
namico nel ricercare innovazione tecnologica, ma questa è ancora prevalente-
mente orientata alla sfera prettamente comunicativa anziché alla prassi orga-
nizzativa complessiva.

In definitiva, le risposte al questionario somministrato hanno mostrato i pro-


dromi di una diversa ottica, da parte di tutti gli attori dell’associazione, degli stru-
menti di nuove tecnologie. Risulta interessante porre in rilievo come l’inserimen-
to nei siti web di community on line su tematiche stringenti, identifica la volontà

67
PARTE SECONDA

Considerazioni da parte delle associazioni di creare interazione tra tutti gli operatori al fine di
conclusive porre le basi fondamentali per il cambiamento necessario all’interno, che indi-
rettamente colpisce positivamente anche l’ambiente esterno.

Infine non è da sottovalutare anche il continuo investimento nell’acquisizio-


ne di personal computer di ultima generazione che con maggiori potenzialità
velocizzano i processi lavorativi ed, attraverso il multi tasking23, offrono oppor-
tunità di gestire molte attività senza rallentare i processi di caricamento.

23 Capacità di un personal computer di eseguire più operazioni contemporaneamente.

68
PARTE TERZA

APPROFONDIMENTO
QUALITATIVO

1 Contesto internazionale

A livello comunitario è noto come, a partire dalla strategia di Lisbona, si sia


focalizzato l’interesse sull’economia della conoscenza come fattore specifico e
di progresso economico e sociale in Europa. Infatti, il know-how specifico del
continente risiede nella conoscenza e nell’utilizzo di tale valore in tutti i proces-
si lavorativi che portano a cambiamenti economici rilevanti, sia nella creazio-
ne di nuove professionalità che di prodotti.

Non a caso tale strategia ha influenzato la gestione del Fondo Sociale


Europeo che ha rilevato prioritario finanziare attività formative di alto livello sul-
la formazione professionale nel campo delle nuove tecnologie. In questo ca-
so non si fa riferimento solo a momenti formativi di alfabetizzazione o che ri-
guardano il digital divide come nei percorsi formativi organizzativi nei proget-
ti di cooperazione, ma si pone l’attenzione a corsi specifici innovativi, dove la
figura professionale e/o l’azienda creerà innovazione in base ad indicatori qua-
li, ad esempio:
• Analisi dell’impatto del profilo professionale sull’assetto tecnologico
• Analisi dell’impatto del profilo professionale sull’assetto organizzativo
aziendale
• Analisi dell’impatto del profilo professionale sulla conoscenza del sottoset-
tore in cui opera l’azienda
• Caratteristiche dell’innovazione attraverso l’analisi di elementi di discon-
tinuità rispetto al prodotto
• Caratteristiche dell’innovazione attraverso l’analisi di elementi di discon-
tinuità rispetto ai processi in cui il profilo professionale interviene
• Caratteristiche dell’innovazione attraverso l’analisi dell’impatto del profi-
lo professionale sulla capacità innovativa dell’azienda

69
PARTE TERZA

Contesto A livello comunitario si è preso spunto dall’indagine della Commissione


internazionale Europea24 sul ruolo delle associazioni, che ha evidenziato come quest’ultime,
ancorché prevalentemente di piccole dimensioni se considerate singolarmen-
te, insieme possiedono una notevole quantità di beni e mobilitano grandi ri-
sorse umane (sia personale retribuito che volontari). Come le altre forme di im-
presa, in particolare le piccole e medie imprese, alle quali nella maggior parte
dei casi possono essere confrontate con maggiore precisione, molte associa-
zioni sono economicamente attive nel vero senso del termine: vendono pro-
dotti o prestano servizi, ricavando guadagni che sono poi reinvestiti.

In tutta Europa, molte associazioni sono impegnate nella formazione professiona-


le e nella riqualificazione dei disoccupati, talvolta nell’ambito di programmi governa-
tivi ma spesso autonomamente. Inoltre, esse prestano servizi a favore dell’inclusione
sociale (disabili, giovani emarginati, persone escluse dal mercato del lavoro, etc.).

A livello mondiale le associazioni hanno sempre un ruolo fondamentale nel-


l’eliminazione del gap definito digital divide, dove si estrinseca una carenza im-
portante di accesso alle ICT da parte di tutta la popolazione.
Oltre agli aspetti strutturali che identificano il problema maggiore in alcune
zone disagiate, un ulteriore aspetto problematico è rilevato sia da una mancan-
za totale di alfabetizzazione e sia da un atteggiamento di diffidenza da parte dei
soggetti nei confronti di tali strumentazioni.

Quindi, il primario interesse delle associazioni è quello di effettuare una pri-


ma opera di animazione territoriale per offrire l’opportunità alla popolazione di
avvicinarsi a tali strumentazioni. Molte attività che sono state implementate sui
territori hanno, in prima istanza, focalizzato l’attenzione nell’organizzazione di
meetings con personalità di spicco locali al fine di dimostrare l’importanza stra-
tegico politica25. A titolo esemplificativo risulta importante rilevare che nelle pre-
sidenziali francesi del 2007, Jean-Marie Le Pen, al fine di trovare le firme per la
propria candidatura alle presidenziali, ha costruito sezioni per le firme digitali
su Internet dove gli utenti possano creare il proprio avatar26 ed attraverso il lo-
ro “personaggio” dialogare direttamente con la segreteria di Le Pen.

Al termine o in contemporanea con tali attività, si è appreso che le attività di


diffusione maggiormente effettuate risultano essere dei focus-group locali con
la popolazione di riferimento al fine di intraprendere, in seguito, un percorso di
formazione e accompagnamento all’utilizzo degli strumenti di nuova tecnologia.
24 COM (1997) 241 final - 06.06.1997
25 EcoSoC, Note by Secretary-General, 28 Luglio 2006.
26 La parola viene dalla mitologia induista e indica la discesa sulla terra di una divinità, di so-
lito Visnù, sotto forme umane o animali; da lì è passata a indicare ogni cosa, oggetto, pedina che
incarni una qualità o un concetto, che la rappresenti e ne faccia le funzioni; e da lì ancora nell’era
di Internet è passata a indicare una figurina che ci rappresenti in un certo tipo di chat, una chat con
un software tale per cui, oltre che un nickname, un nomignolo, magari colorato, si è rappresenta-
ti con un oggetto, un cagnolino, un pinocchietto, un arlecchino.

70
APPROFONDIMENTO QUALITATIVO

In una recente ricerca dell’Unesco si è dimostrato come le attività nei Paesi Contesto
in via di sviluppo non siano solo utili all’eliminazione del digital divide ma co- internazionale
me tali azioni, indirettamente, riescano a far diminuire la povertà, proprio per-
ché con le fonti di informazione che si trovano all’interno del sistema digitale
si sono potute riproporre tecniche di lavorazione differenti a quelle che in tali
territori erano ritenute insostituibili, ma anche per il collegamento diretto con
altri territori27.

Le associazioni offrono, inoltre, una preziosa formazione anche a numero-


si volontari, molti dei quali spesso trovano successivamente lavoro grazie all’e-
sperienza e alle conoscenze acquisite durante il periodo di volontariato. Per mol-
ti, in particolare per i disoccupati di lungo periodo, il volontariato costituisce un
mezzo prezioso per conservare l’abitudine al lavoro in un momento in cui po-
trebbe essere molto difficile mantenere interessi nella propria vita.

Il volontariato può offrire opportunità di arricchimento personale median-


te esperienze nuove volte ad acquistare capacità sociali e professionali che au-
mentano le possibilità di occupazione ed, inoltre, il sentimento di appartenen-
za e di cittadinanza dei giovani. Di particolare interesse è l’esempio del Servizio
Volontario Europeo (SVE), che affronta questa tematica e fornisce un’ esperien-
za istruttiva basata sulla partecipazione attiva di giovani a un progetto locale.
Il volontariato è molto importante anche per le persone uscite dal mondo la-
vorativo che desiderano continuare ad utilizzare le proprie competenze e a svol-
gere un ruolo attivo nella società.

Quindi, le associazioni promuovono, anche, l’inserimento di nuove tecno-


logie in territori con forti disagi al fine di creare un sentimento di solidarietà e
di cittadinanza e dando un contributo essenziale alla democrazia. Non c’è dub-
bio che le associazioni diano un apporto indispensabile alla vita democratica
sia in Europa che nel mondo. In effetti, l’esistenza di un settore associativo ben
sviluppato è indice che la democrazia è matura in un paese. Per molte perso-
ne la partecipazione alle attività di un’associazione può costituire la prima e l’u-
nica esperienza dei processi democratici al di fuori del normale sistema elet-
torale del Paese.

Comunque, non si deve sottovalutare il contributo delle associazioni al buon


funzionamento della democrazia rappresentativa. Esse svolgono un ruolo es-
senziale di intermediari per lo scambio di informazioni e di idee tra i governi e
i cittadini, dando modo ai cittadini di analizzare criticamente le azioni o le pro-
poste dell’amministrazione pubblica e fornendo agli Enti Pubblici consulenza,
informazioni sulle opinioni della popolazione e un feed-back fondamentale su-
gli effetti delle loro politiche.

27 Don Slater, Jo Tacchi, ICT Innovations for Poverty Reduction. UNESCO, Delhi, 2004.

71
PARTE TERZA

2 Analisi SWOT dei sette casi di studio

L’approfondimento qualitativo è stato effettuato attraverso l’analisi di sette


esperienze internazionali (Allegato C) di progetti innovativi che evidenziano l’im-
patto positivo dell’uso delle ICT sulle Associazioni di Promozione Sociale. I set-
te casi riportati appartengono, come indicato nel paragrafo dell’impianto me-
todologico, ad associazioni con mission diverse di cui quattro italiane, mentre
le altre due sono all’interno della Comunità Europea (Francia e Spagna) e l’ul-
tima organizzazione (Cambogia) esprime un’esperienza di progetto di coope-
razione internazionale.

In particolare si è considerata l’efficacia di questi effettuando una valutazio-


ne su alcuni fattori che caratterizzano (a) l’impatto che il progetto ha avuto al-
l’interno dell’associazione stessa (b) l’impatto sui destinatari/beneficiari dell’as-
sociazione (c) l’impatto sull’esterno e sulla creazione di reti28.

I sette casi studio sono risultati modelli significativi del rapporto tra le Associazioni
di Promozione Sociale e le nuove tecnologie, e il valore aggiunto di tali casi si ri-
scontrerà nello sviluppo dell’analisi svolta attraverso la SWOT analysis.

Il termine SWOT è l’acronimo di Strenghts, Weaknesses, Opportunities,


Threats: un’analisi SWOT è, quindi, l’analisi dei punti di forza, di debolezza, del-
le opportunità e delle minacce relativamente a situazioni, progetti o alla defi-
nizione del posizionamento competitivo di una azienda o una business unit sul
mercato rispetto ai suoi concorrenti29.

28 I fattori presi come criteri di valutazione per l’impatto interno sono stati : coerenza tra metodi
e obiettivi; maggiore coesione associativa; partecipazione degli attori coinvolti nel progetto; impat-
to sull’organizzazione interna; incremento e maggiore condivisione della “mission” dell’associazione;
uso più efficiente delle risorse (meno sprechi); maggiore rapporto costi/benefici; miglioramento del-
le competenze; necessità di formazione per l’utilizzo delle nuove tecnologie; evidenti limiti da supe-
rare. I fattori presi come criteri di valutazione per l’impatto sui destinatari sono stati: migliore rappor-
to con i beneficiari; migliore comprensione del contesto in cui si opera; impatto sull’assetto istituzio-
nale locale; coinvolgimento dei beneficiari; impatto sulle strategie di comunicazione (esterna). I fat-
tori presi come criteri di valutazione per l’impatto esterno sono stati: riproducibilità in situazioni ana-
loghe, trasferibilità in ambiti/settori diversi; mainstreming - applicabilità ad altri livelli di programma-
zione; creazione di reti/partenariati; impatto sull’ambito di intervento dell’associazione.
29 Per quanto riguarda il suo utilizzo nell’analisi aziendale, l’obiettivo è comprendere l’impatto dei
principali fattori interni ed esterni che definiscono tale posizionamento, per poter elaborare una stra-
tegia competitiva. Tra i fattori interni sono valutati per esempio la struttura organizzativa, il grado di
avanzamento tecnologico, la cultura aziendale, il livello delle competenze, la base clienti, la rete dei
partner; tra i fattori esterni il livello tecnologico del settore, la forza dei concorrenti, i fattori ambien-
tali. Nell’altra sua frequente utilizzazione l’analisi SWOT serve, con riferimento alla situazione socio-
economica di una determinata area, a definire programmi di sviluppo. A livello territoriale, tale ana-
lisi deve illustrare con chiarezza quali siano le risorse su cui l’area può contare e quali siano inoltre
le modalità e l’intensità della loro utilizzazione attuale. Le vocazioni e le specializzazioni produttive pre-
valenti dell’area vanno inoltre identificate e descritte in modo incisivo. Dall’analisi devono emergere
inoltre le carenze nel sistema delle infrastrutture, delle risorse umane, delle reti che possono ostaco-
lare le dinamiche di sviluppo. L’identificazione dei fattori esterni in termini di opportunità deve poter
guidare le scelte strategiche verso le soluzioni più appropriate.

72
APPROFONDIMENTO QUALITATIVO

Formalmente l’analisi SWOT prende le forme di una tavola a quattro quadran- Analisi SWOT dei
ti, ciascuno dei quali è intestato ai quattro sistemi (punti di forza, punti di debo- sette casi di
studio
lezza, opportunità e minacce) e contiene l’elenco degli elementi individuati.

Si è definito che l’analisi SWOT – quando sia applicata all’analisi della com-
petitività aziendale, come quando sia rivolta a problemi di sviluppo economi-
co di aree territoriali – si sviluppa in tre fasi fondamentali:
1. Analisi conoscitiva della situazione;
2. Descrizione grafica dei punti di forza, di debolezza, opportunità e minacce;
3. Identificazione della strategia di intervento.
Diagramma SWOT

PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA

OPPORTUNITA’ MINACCE

Il metodo prevede che il proponente chiarisca puntualmente il significato e la


valenza di ciascuna delle situazioni identificate nei quattro quadranti dello schema.

Nel caso specifico, lo strumento della SWOT è stato utilizzato sia per valu-
tare l’associazione in base alla matrice del valore, che per effettuare la valuta-
zione di uno specifico progetto che il gruppo di ricerca ha selezionato.

I sette casi di studio individuano un adeguato scenario delle tipologie di


Associazioni di Promozione Sociale, poiché 1) ogni associazione selezionata com-
prende una tipologia di attività specifica, 2) possiede forme organizzative dif-
ferenziate, 3) agisce su contesti territoriali eterogenei e 4) ha differenti approc-
ci alla rete istituzionale.

Quindi, nella valutazione dell’associazione sono stati analizzati i quattro pun-


ti summenzionati. E’ risultato interessante verificare che, sebbene le esigenze
prioritarie di ogni associazione siano differenziate, è emersa un’importante vo-
lontà di utilizzare le nuove tecnologie attraverso la pianificazione e la gestione
di progetti specifici. Quindi anche se con scopi diversi, le strumentazioni ad al-
to valore tecnologico migliorano le associazioni indipendentemente, non so-
lo dalla loro specifica mission, ma anche dalla tipologia organizzativa, dai col-
legamenti con il territorio e con altri soggetti (Istituzioni, associazioni similari).

73
PARTE TERZA

Analisi SWOT dei L’osservazione per ogni caso di studio è stata suddivisa temporalmente. Nella
sette casi di fase ex-ante oltre l’analisi specifica per ogni associazione, è stato valutato l’in-
studio
tervento specifico di ogni caso studio al suo livello di progettazione. Come spie-
gato antecedentemente, i punti di forza e di debolezza sono fattori endogeni
che il soggetto può e/o deve modificare, e comunque dipendono totalmente
dal soggetto. Mentre le opportunità e le minacce sono fattori che il soggetto pre-
vede ex-ante ma che non ha la possibilità di gestire, in quella fase temporale,
poiché sono elementi esogeni.

Il secondo diagramma realizzato per ogni caso di studio analizza l’impatto


che la realizzazione delle attività di ogni singolo progetto ha avuto sia a livello
esogeno (territorio, destinatari, Istituzioni, associazioni…) che a livello endoge-
no (miglioramento competenze operatori e/o volontari), quindi la definizione
ex-post identifica l’impatto che il progetto ha o ha avuto in tutto il contesto. In
tale fase temporale le eventuali opportunità e/o minacce sono state endoge-
nizzate divenendo o punti di forza o punti di debolezza.

Per il rapporto è stato prioritario focalizzare l’attenzione su come un utiliz-


zo corretto ed adeguato di strumentazioni di nuove tecnologie possa attivare
fasi di cambiamento che nel tempo risultano essere fondamentali per un diver-
so approccio dell’associazione.

Al fine di rendere maggiormente fruibile la lettura dei sette casi sono stati in-
seriti in appendice allegato (C) delle sintesi esaustive che da un lato evidenzia-
no le tipologie di associazioni con le loro peculiari caratteristiche e dall’altro una
descrizione puntuale della tipologia di progetto con le attività prioritarie program-
mate, i relativi risultati e le possibilità di trasferibilità delle azioni in altri contesti.

2.1 Legambiente – Italia

Mission Sociale: Ambiente e Sviluppo sostenibile

PROGETTO: “Migliorare in rete” finanziato ai sensi della L.383/2000 –


Anno 2002
Il progetto ha avuto come scopo la realizzazione di un portale rivolto agli as-
sociati.
L’obiettivo generale perseguito con la realizzazione del portale, è stato
quello di poter fornire una risposta competente e specifica alle domande e al-
le problematiche scaturite dalla vita quotidiana e straordinaria dei circoli, for-
nendo un bagaglio di conoscenze e di competenze funzionali alla realizzazio-
ne con piena efficacia della mission dell’associazione, garantendo un suppor-
to presente e rapido per affrontare problematiche esistenti ed emergenti, rag-
giungendo l’obiettivo di ottenere maggiore incisività nelle azioni proposte.

74
APPROFONDIMENTO QUALITATIVO

Diagramma SWOT Ex - Ante Legambiente –


PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA Italia
Alta diffusione territoriale dell’associazione; Eterogeneità degli approcci operativi e
Longevità dell’associazione; gestionali;
Riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente; Forti necessità di miglioramento delle
Associata alle reti europee più importanti; competenze degli operatori;
Longevità dei progetti; Distanza comunicazionale tra il centro e le
Miglioramento interno delle competenze altre sedi operative.
strategiche*;
Percorsi di comunicazione interna agili e
lineari*;
Creazione di una Banca Dati*;
Aggiornamenti continui del portale*.
OPPORTUNITA’ MINACCE
Dotazione di informazioni strategico Interesse all’iniziativa da parte di altre
operative*; associazioni*;
Implementazione di collegamenti con tutte le sedi*; Apprendimento del metodo Problem Solving
Creazione di reti con altre campagne*; Learning (PSL)L*;
Ripetibilità del modello di piattaforma*; Utilizzo della formazione a distanza*.
Creazione di dinamiche per la istituzione di
nuove imprese*;
Maggiore comunicazione tra le sedi*;
Rafforzamento di legami con altre
associazioni*.

* Riferimento al progetto: Migliorare in rete

PUNTI DI FORZA
1. Alta diffusione territoriale dell’associazione: l’importanza del radica-
mento su tutto il territorio nazionale implica una maggiore capillarità del-
le azioni previste, migliorando l’efficacia delle azioni. Inoltre, nel caso le
attività non siano positive in alcuni territori per motivi endogeni, le altre
organizzazioni locali in altri contesti possono fornire una buona prassi nel-
l’organizzazione che identifica difficoltà.
2. Longevità dell’associazione: la longevità di ogni associazione dimostra
un elemento forte di continuità delle azioni ed anche e soprattutto di ri-
conoscimento da parte della popolazione – effetto del brand.
3. Riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente: tutte le forme di accreditamen-
to istituzionale hanno sempre garantito un forte valore di marchio che ge-
nera garanzia sia ai destinatari e sia agli eventuali donatori.
4. Associata alle reti europee più importanti: l’implementazione di reti in-
ternazionali da un lato aumenta il valore di apprendimento, in quanto l’as-
sociazione viene a conoscenza di altre prassi e dall’altro permette la par-
tecipazione ad azioni finanziate a livello internazionale in partenariato con
altre associazioni simili.
5. Longevità dei progetti: la longevità dei progetti identifica valori di con-
tinuità nelle azioni e costanza nel raggiungimento degli obiettivi. Quindi
mostra un forte valore di affidabilità.

75
PARTE TERZA

Legambiente – 6. Miglioramento interno delle competenze strategiche: l’interesse del pro-


Italia getto è quello di aumentare l’apprendimento interno nei confronti di va-
rie tematiche: da quella normativa a quella finanziaria a quelle operati-
ve. Tale aspetto, in ogni progetto, offre l’occasione di far effettuare il sal-
to di qualità all’intera organizzazione attraverso la messa a sistema di stru-
menti comuni. Inoltre, la creazione di strumenti comuni omogeneizza an-
che il linguaggio tra tutti gli operatori e quindi elimina le distanze cono-
scitive e favorisce l’avvicinamento anche d’intenti.
7. Percorsi di comunicazione interna agili e lineari: come tutti i sistemi di
comunicazione, il lato preponderante è che i messaggi siano sempre co-
dificabili da tutti i destinatari; in questo caso la linearità diviene un dato
rilevante anche per l’apprendimento.
8. Creazione di una Banca Dati: tutte le forme di archiviazione, siano es-
se digitali o fisiche rendono un servizio considerevole per tutti i destina-
tari che potranno orientarsi maggiormente ad ogni necessità.
9. Aggiornamenti continui del portale: tale fattore identifica una continuità
che viene sempre apprezzata dagli utenti, poiché stimola anche i desti-
natari a verificare quotidianamente il portale, creando forti livelli di sod-
disfazione e fornendo sempre un servizio al passo con le esigenze.

PUNTI DI DEBOLEZZA
1. Eterogeneità degli approcci operativi e gestionali: in tutte le strutture con
molte sedi operative è possibile l’esistenza di approcci operativi e metodo-
logici non omogenei, tale fattore non è una criticità in sé se non fosse che
in tutte le procedure standardizzate è fondamentale che vi sia un’imposta-
zione prestabilita. Molte multinazionali spesso dotano di manuali specifici tut-
te le altre sedi dislocate sul territorio. In questo caso tale criticità è emersa ne-
gli approcci alle campagne d’informazione come nelle forme comunicative.
2. Forti necessità di miglioramento delle competenze degli operatori: so-
prattutto le sedi periferiche rilevano metodologie di recruitment che
non identificano correttamente figure con le competenze necessarie ai pro-
fili richiesti. Tali discrasie creano molto spesso forti inefficienze nel raggiun-
gimento degli obiettivi.
3. Distanza comunicazionale tra il centro e le altre sedi operative: la se-
guente criticità è comune a tutte le strutture, poiché la distanza fisica ac-
centua incomprensioni nei linguaggi e negli stati emotivi. Oltretutto, tali
incomprensioni derivano anche da contesti sociali diversi dove gli approc-
ci devono essere necessariamente differenti poiché la popolazione rispon-
de in modo ineguale.

OPPORTUNITA’
1. Dotazione di informazioni strategico operative: tra gli aspetti priorita-
ri risulta essere quello di aumento di competenze professionali che pos-
sano permettere alla struttura di divenire sempre più “preparata” alle esi-
genze esterne.

76
APPROFONDIMENTO QUALITATIVO

2. Implementazione di collegamenti con tutte le sedi: attraverso la mes- Legambiente –


sa in rete di tutte le strutture con il portale, si intende collegare non solo Italia
professionalmente ma anche umanamente tutti gli operatori del settore.
3. Creazione di reti con altre campagne: la volontà e quindi uno dei prin-
cipali obiettivi è quello di creare anche aperture importanti in altre cam-
pagne, per certi versi simili a quelle proposte dall’associazione.
4. Ripetibilità del modello di piattaforma: quando viene creato un siste-
ma digitale comune l’importante fattore che emerge in tutti i contesti è
quello di poter replicare più volte lo stesso sistema con costi sempre più
bassi dopo lo sforzo d’investimento iniziale.
5. Creazione di dinamiche per l’istituzione di nuove imprese: la creazio-
ne di ulteriori competenze serve anche all’effetto volano. Infatti con l’u-
tilizzo di tali dinamiche le persone che vengono in contatto con tale siste-
ma possono essere stimolate alla costituzione di imprese sociali, poiché
possiedono tutte le informazioni necessarie.
6. Maggiore comunicazione tra le sedi: questo fattore è rilevante poiché l’as-
sociazione ha avvertito una carenza forte di comunicazione tra le sedi e quin-
di, con il portale, viene aumentato il valore di rete tra tutti i soggetti.
7. Rafforzamento di legami con altre associazioni: altro obiettivo è quel-
lo di consolidare i rapporti con altre associazioni con cui si è già in con-
tatto, infatti l’informazione della creazione del portale ha l’effetto di mi-
gliorare il rapporto e quindi fidelizzarlo.

MINACCE
1. Interesse all’iniziativa da parte di altre associazioni: in questo proget-
to si evidenzia come la non forte attenzione ad azioni di comunicazione
esterna alle proprie strutture o con quelle che già sono collegate rende
deficitaria la piattaforma. Infatti la non conoscenza dell’evento a livello ester-
no rischia di non creare interesse in associazioni che lavorano su altri con-
testi.
2. Apprendimento del metodo PSL: nel progetto si fa riferimento diretto al
metodo di apprendimento di risoluzione delle criticità, ma non sempre
quando viene proposta una nuova metodologia i destinatari rispondo ade-
guatamente con un approccio aperto, inficiando il metodo che può esse-
re di valore in sé ma non “utile” per il contesto previsto.
3. Utilizzo della formazione a distanza: il metodo di formazione a distan-
za è tra i più usati ma spesso si rileva poco efficace poiché molte perso-
ne hanno la prioritaria necessità ad essere stimolati fisicamente e quin-
di l’approccio attraverso il digitale, che per sua natura risulta essere
“freddo”, si può rilevare a medio termine poco efficace.

77
PARTE TERZA

Legambiente – Diagramma SWOT Ex - Post


Italia PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA
Alta diffusione territoriale dell’associazione;
Longevità dell’associazione;
Riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente;
Associata alle reti europee più importanti;
Longevità dei progetti;
Miglioramento interno delle competenze strategiche*;
Percorsi di comunicazione interna agili e lineari*;
Creazione di una Banca Dati*;
Aggiornamenti continui del portale*;
Dotazione di informazioni strategico operative*;
Implementazione di collegamenti con tutte le sedi*;
Creazione di reti con altre campagne*;
Ripetibilità del modello di piattaforma*;
Creazione di dinamiche per la istituzione di nuove
imprese*;
Maggiore comunicazione tra le sedi*;
Rafforzamento di legami con altre associazioni*;
Interesse all’iniziativa da parte di altre associazioni*;
Apprendimento del metodo PSL*;
Formazione a distanza*.

OPPORTUNITA’ MINACCE

* Riferimento al progetto: Migliorare in rete

ULTERIORI PUNTI DI FORZA


1. Dotazione di informazioni strategico operative: creazione di aumento
di competenze professionali che possano permettere alla struttura di di-
venire sempre maggiormente “preparata” alle esigenze esterne.
2. Implementazione di collegamenti con tutte le sedi: aumento del col-
legamento non solo professionalmente ma anche umanamente tra tut-
ti gli operatori del settore.
3. Creazione di reti con altre campagne: creazione di rapporti in altre cam-
pagne, per certi versi simili a quelle proposte dall’associazione.
4.Ripetibilità del modello di piattaforma: attraverso l’interesse di altre as-
sociazioni il progetto si è replicato.
5. Creazione di dinamiche per la istituzione di nuove imprese: creazio-
ne di ulteriori competenze che hanno permesso la volontà di costituire
nuove imprese.
6. Maggiore comunicazione tra le sedi: il progetto ha aumentato la comu-
nicazione tra le sedi.
7. Rafforzamento di legami con altre associazioni: consolidamento dei rap-
porti con altre associazioni con cui si è già in contatto.

78
APPROFONDIMENTO QUALITATIVO

8. Interesse all’iniziativa da parte di altre associazioni: anche se non so- Legambiente –


no state previste azioni di comunicazione specifica, attraverso il collega- Italia
mento con altre associazioni, che sono stati i vettori delle informazioni,
si è rilevato un importante interesse da parte di altre associazioni.
9. Apprendimento del metodo PSL: il progetto ha identificato un alto ap-
prendimento di tale metodologia che è divenuta una prassi all’interno di
tutte le associazioni.
10. Formazione a distanza: la formazione a distanza non ha creato distac-
co, ma con lo sviluppo di community on line, ha permesso di interagi-
re maggiormente ed apprendere le metodologie proposte nella forma-
zione a distanza.

2.2 Libera - Italia

Mission Sociale: Cultura della Legalità, Lotta contro le mafie

PROGETTO: “Libera net” finanziato ai sensi della L.383/2000 – Anno 2004


L’obiettivo finale del progetto è stato quello di dotare la rete associativa di
un’adeguata strumentazione informatica per poter migliorare il flusso comuni-
cativo tra le singole realtà locali e potenziare il continuo aggiornamento delle
competenze professionali messe in campo dagli operatori.
Il progetto nello specifico ha mirato al raggiungimento di due traguardi:
1. Informatizzazione della sede nazionale dell’associazione attraverso l’ac-
quisto di attrezzature informatiche ed un corso di formazione per lo staff
di Libera;
2. Creazione di data base: il primo dedicato alle vittime di mafia e il secon-
do alle associazioni aderenti a Libera e alle leggi in materia di contrasto
alle organizzazioni criminali.

Sono stati inoltre, realizzati due corsi di formazione on-line in modalità FaD,
ovvero attraverso videoconferenze, forum, dispense on-line e CD Rom. I corsi
sono stati incentrati sui temi della legalità suddivisi in due macro-tematiche
(“Educazione alla legalità” e “Beni confiscati”) e sono stati attuati secondo 6 mo-
duli annuali per ciascun tema. Sono stati realizzati, infine, incontri in aula per
la condivisione di metodologie e risultati.

79
PARTE TERZA

Libera - Italia Diagramma SWOT Ex - Ante


PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA
Alta diffusione territoriale dell’associazione;
Longevità dell’associazione;
Ente accreditato al MIUR;
Creazione di una Banca Dati*;
Produzione di filmati tematici*.
OPPORTUNITA’ MINACCE
Formazione operatori*; Interesse all’iniziativa da parte di altre
Acquisto attrezzature*; associazioni*;
Implementazione di collegamenti con tutte le Utilizzo della formazione a distanza*.
sedi*;
Rafforzamento di legami con altre
associazioni*.

* Riferimento al progetto: Libera net

PUNTI DI FORZA
1. Alta diffusione territoriale dell’associazione: l’importanza del radica-
mento su tutto il territorio nazionale implica una maggiore capillarità del-
le azioni previste, migliorando l’efficacia delle azioni. Inoltre, nel caso le
attività non siano positive in alcuni territori per motivi endogeni, le altre
organizzazioni locali in altri contesti possono fornire una buona prassi nel-
l’organizzazione che identifica difficoltà.
2. Longevità dell’associazione: la longevità di ogni associazione dimostra
un elemento forte di continuità delle azioni ed anche e soprattutto di ri-
conoscimento da parte della popolazione – effetto del brand.
3. Ente accreditato al MIUR: tutte le forme di accreditamento istituziona-
le hanno sempre garantito un forte valore di marchio che genera garan-
zia da una parte ai destinatari e dall’altra agli eventuali donatori.
4. Creazione di una Banca Dati: tutte le forme di archiviazione, siano es-
se digitali o fisiche rendono un servizio considerevole per tutti i destina-
tari che potranno orientarsi maggiormente ad ogni necessità.
5. Produzione di filmati tematici: in base alla tipologia del progetto è in-
teressante rilevare la produzione di alcuni filmati tematici proiettati nel-
le scuole. Risulta evidente che tale metodologia permette un forte impat-
to sui destinatari.

PUNTI DI DEBOLEZZA

OPPORTUNITA’
1. Formazione operatori: tra i principali obiettivi risultava quello di mette-
re “fisicamente” in formazione gli operatori al fine di migliorare le com-
petenze non solo sulle attività specifiche ma soprattutto sviluppare le com-
petenze nella gestione di materiale digitale.
2. Acquisto attrezzature: in molti progetti le associazioni riescono ad uti-

80
APPROFONDIMENTO QUALITATIVO

lizzare i finanziamenti anche per potersi fornire di strumentazioni che han- Libera - Italia
no un importante investimento economico iniziale, quindi tale atteggia-
mento è opportuno poiché crea la possibilità di ri-utilizzare le strumen-
tazioni in altre attività che non hanno alte possibilità finanziarie.
3. Implementazione di collegamenti con tutte le sedi: attraverso la mes-
sa in rete di tutte le strutture con il portale, si intende collegare non solo
professionalmente ma anche umanamente tutti gli operatori del settore.
5. Rafforzamento di legami con altre associazioni: altro obiettivo è quel-
lo di consolidare i rapporti con altre associazioni con cui si è già in con-
tatto, infatti l’informazione della creazione del portale ha l’effetto di mi-
gliorare il rapporto e quindi fidelizzarlo.

MINACCE
1. Interesse all’iniziativa da parte di altre associazioni: in questo proget-
to si evidenzia come la non forte attenzione ad azioni di comunicazione
esterna alle proprie strutture o con quelle che già sono collegate può ren-
dere deficitaria la piattaforma. Infatti, la non conoscenza dell’evento a li-
vello esterno rischia di non creare interesse in associazioni che lavorano
su altri contesti.
2. Utilizzo della formazione a distanza: il metodo di formazione a distan-
za è tra i più usati ma spesso si rileva poco efficace poiché molte perso-
ne hanno la prioritaria necessità ad essere stimolati fisicamente e quin-
di l’approccio attraverso il digitale, che per sua natura risulta essere
“freddo”, si può rilevare a medio termine poco efficace.
Diagramma SWOT Ex - Post
PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA
Alta diffusione territoriale dell’associazione;
Longevità dell’associazione;
Ente accreditato al MIUR;
Creazione di una Banca Dati*;
Produzione di filmati tematici*;
Nuove competenze degli operatori*;
Acquisto attrezzature*;
Implementazione di collegamenti con tutte le sedi*;
Consolidamento dei legami con altre
associazioni*;
Interesse all’iniziativa da parte di altre
associazioni*;
Formazione a distanza*.
OPPORTUNITA’ MINACCE

* Riferimento al progetto: Libera net

81
PARTE TERZA

Libera - Italia ULTERIORI PUNTI DI FORZA


1. Nuove competenze degli operatori* : attraverso la formazione si sono
create le competenze necessarie evidenziate nel progetto proposto.
2. Acquisto attrezzature* : investimenti importanti anche al fine di utilizzare nuo-
vamente le attrezzature in altri progetti con meno opportunità finanziarie.
3. Implementazione di collegamenti con tutte le sedi* : attraverso la messa
in rete di tutte le strutture con il portale, si sono collegati tutti gli operatori.
4. Rafforzamento di legami con altre associazioni* : consolidamento dei
rapporti con altre associazioni con cui l’associazione era già in contatto.
5. Interesse all’iniziativa da parte di altre associazioni* : con il portale al-
tre associazioni hanno potuto apprendere l’iniziativa e quindi entrare in
contatto con l’associazione.
6. Formazione a distanza* : la creazione di una sezione nel portale per la forma-
zione a distanza ha portato molti benefici annullando la minaccia prevista.

2.3 Unione Italiana Ciechi - Italia

Mission Sociale: Rappresentanza e tutela di minorati della vista

PROGETTO: “Creazione sistema informatico per la formazione associa-


tiva” finanziato ai sensi della L.383/2000 – Anno 2003
Il progetto ha previsto la realizzazione di un sistema di audioconferenza in-
terattiva con moderatore funzionante tramite internet senza necessità di
hardware e software specifico, accessibile ed usufruibile dai disabili (visivi in
particolare).
Obiettivo generale del progetto è la formazione dei dirigenti associativi e la
possibilità di incontri, riunioni, conferenze on line, senza necessità di specifiche
postazioni.
Diagramma SWOT Ex - Ante
PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA
Alta diffusione territoriale dell’associazione;
Biblioteca di 8.000 opere per non vedenti;
Longevità dell’associazione;
Promozione e pubblicità dell’intervento*;
Assistenza tecnica diretta di I.Ri.Fo.R.*.
OPPORTUNITA’ MINACCE
Utilizzo di tecnologie di comunicazione Sistemi applicativi non riconosciuti*.
sincrone e asincrone*;
Implementazione di collegamenti con tutte le
sedi*.

* Riferimento al progetto: Creazione sistema informatico per la formazione associativa

82
APPROFONDIMENTO QUALITATIVO

PUNTI DI FORZA Unione Italiana


1. Alta diffusione territoriale dell’associazione: l’importanza del radica- Ciechi - Italia
mento su tutto il territorio nazionale implica una maggiore capillarità del-
le azioni previste, migliorando l’efficacia delle azioni. Inoltre, nel caso le
attività non siano positive in alcuni territori per motivi endogeni, le altre
organizzazioni locali in altri contesti possono fornire una buona prassi nel-
l’organizzazione che identifica difficoltà.
2. 8.000 opere per non vedenti: tale biblioteca per non vedenti risulta es-
sere un punto di forza di inestimabile valore, poiché l’associazione dimo-
stra una fondamentale importanza nell’accessibilità alla cultura e al-
l’informazione e recide il primario handicap di esclusione.
3. Longevità dell’associazione: la longevità di ogni associazione dimostra
un elemento forte di continuità delle azioni ed anche e soprattutto di ri-
conoscimento da parte della popolazione – effetto del brand.
4. Promozione e pubblicità dell’intervento: l’attenzione riversa nella co-
municazione ha offerto notevoli opportunità di riconoscimento del pro-
getto da parte di altri contesti che non fossero solo quelli specifici, aumen-
tando la conoscenza esterna della prassi.
5. Assistenza Tecnica diretta di I.Ri.Fo.R.: l’affidamento ad una struttura per
la gestione dei softwares e di accessibilità come l’Istituto per la Ricerca la
Formazione e la Riabilitazione ha garantito l’efficacia del progetto e sod-
disfazione da parte dei destinatari.

PUNTI DI DEBOLEZZA

OPPORTUNITA’
1. Utilizzo di tecnologie di comunicazione sincrone e asincrone: proprio
per la peculiarità delle attività e la tipologia dei destinatari, il progetto ha
inteso costruire un sistema di formazione che si basi su sistemi di comu-
nicazione in cui ci sia interazione educativa e ambienti di formazione a di-
stanza. Tale sistema crea un mix interessante tra le tipologie non crean-
do monotonia nell’apprendimento.
2. Implementazione di collegamenti con tutte le sedi: attraverso la mes-
sa in rete di tutte le strutture con il portale, si intende collegare non solo
professionalmente ma anche umanamente tutti gli operatori del settore.

MINACCE
1. Sistemi applicativi non riconosciuti: il progetto può risultare poco effi-
cace nel caso di attivazione di sistemi di formazione senza che vi siano stan-
dard specifici di lettura per i non vedenti (W3C), poiché inibiscono l’ac-
cessibilità.

83
PARTE TERZA

Unione Italiana Diagramma SWOT Ex - Post


Ciechi - Italia PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA
Alta diffusione territoriale dell’associazione;
Biblioteca di 8.000 opere per non vedenti;
Longevità dell’associazione;
Promozione e pubblicità dell’intervento*;
Assistenza Tecnica diretta di I.Ri.Fo.R.*;
Utilizzo di tecnologie di comunicazione
sincrone e asincrone*;
Implementazione di collegamenti con tutte le
sedi*;
Riconoscimento dei sistemi applicativi *.
OPPORTUNITA’ MINACCE

* Riferimento al progetto: Creazione sistema informatico per la formazione associativa

ULTERIORI PUNTI DI FORZA

1. Utilizzo di tecnologie di comunicazione sincrone e asincrone: gli


utenti hanno risposto ottimamente alla tecnologia proposta dimostran-
do criticità non rilevanti al successo delle attività.
2. Implementazione di collegamenti con tutte le sedi: il progeto ha miglio-
rato la rete tra le sedi costruendo legami più forti tra tutti gli operatori.
3. Riconoscimento dei sistemi applicativi: attraverso un importante coin-
volgimento della struttura di assistenza tecnica si sono evitati problemi nei
riconoscimenti del sistema applicativo W3C.

2.4 UNIEDA - Italia

Mission Sociale: Inclusione, Drop Out

PROGETTO: “Informazione e informatizzazione multimediale per l’edu-


cazione continua” finanziato ai sensi della L.383/2000 – Anno 2003
Il progetto ha interessato 16 Regioni italiane per un totale di 42 associate Fipec
(oggi Unieda), ovvero le organizzazioni che operano nell’ambito dell’apprendi-
mento lungo tutto l’arco della vita. In particolare, destinatari del progetto sono
tutte le associate di Unieda, e nello specifico non si è trattato di un intervento
rivolto ai dirigenti/presidenti, ma a quei soggetti ritenuti “chiave” per lo svilup-
po dell’organizzazione nel settore dell’informazione e dell’informatizzazione.
Obiettivo generale dell’intervento è stato quello di sensibilizzare e formare
le associate al problema della comunicazione, in generale, e all’informatizza-
zione dei processi comunicativi in particolare.

84
APPROFONDIMENTO QUALITATIVO

Diagramma SWOT Ex - Ante UNIEDA - Italia


PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA
Percorsi di comunicazione interna agili e Bassa longevità dell’associazione.
lineari*;
Creazione di una Banca Dati*.

OPPORTUNITA’ MINACCE
Dotazione di informazioni strategico Interesse all’iniziativa da parte di altre
operative*; associazioni*.
Sviluppo di legami con altre associazioni e con
le Istituzioni locali*.

* Riferimento al progetto: Informazione e informatizzazione multimediale per l’educazione continua

PUNTI DI FORZA
1. Percorsi di comunicazione interna agili e lineari: come tutti i sistemi di
comunicazione, il lato preponderante è che i messaggi siano sempre co-
dificabili da tutti i destinatari; in questo caso la linearità diviene un dato
rilevante anche per l’apprendimento.
2. Creazione di una Banca Dati: tutte le forme di archiviazione, siano es-
se digitali o fisiche rendono un servizio considerevole per tutti i destina-
tari che potranno orientarsi maggiormente ad ogni necessità.

PUNTI DI DEBOLEZZA
1. Bassa longevità dell’associazione: anche se nello specifico caso risul-
ta essere una nuova denominazione, il problema principale delle associa-
zioni nuove è quello di essere conosciute sia a livello di popolazione che
di eventuali donatori.

OPPORTUNITA’
1. Dotazione di informazioni strategico operative: tra gli aspetti priorita-
ri risulta essere quello di aumento di competenze professionali che pos-
sano permettere alla struttura di divenire sempre maggiormente “prepa-
rata” alle esigenze esterne.
2. Sviluppo di legami con le altre associazioni e con le Istituzioni locali: pro-
prio per la poca longevità dell’associazione il progetto serve anche per svilup-
pare i rapporti con altre associazioni e Istituzioni locali, facendosi riconoscere
attraverso la distribuzione di vettori informativi quali le newsletters e la rivista.

MINACCE
1. Interesse all’iniziativa da parte di altre associazioni: in questo progetto si
evidenzia come la non forte attenzione ad azioni di comunicazione esterna
alle proprie strutture o con quelle che già sono collegate può rendere defici-
taria la piattaforma. Infatti la non conoscenza dell’evento a livello esterno ri-
schia di non creare interesse in associazioni che lavorano su altri contesti.

85
PARTE TERZA

UNIEDA - Italia Diagramma SWOT Ex - Post


PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA
Percorsi di comunicazione interna agili e Bassa longevità dell’associazione
lineari*;
Creazione di una Banca Dati*;
Dotazione di informazioni strategico
operative*;
Sviluppo di legami con altre associazioni e con
le Istituzioni locali*;
Interesse all’iniziativa da parte di altre
associazioni*.
OPPORTUNITA’ MINACCE

* Riferimento al progetto: Informazione e informatizzazione multimediale per l’educazione continua

ULTERIORI PUNTI DI FORZA


1. Dotazione di informazioni strategico operative: aumento di competen-
ze professionali che rafforza tutta l’associazione.
2. Sviluppo di legami con altre associazioni e con le Istituzioni locali: at-
traverso il progetto altre associazioni hanno chiesto di sviluppare insieme
attività simili in altri contesti.
3. Interesse all’iniziativa da parte di altre associazioni: grazie ad attività
di comunicazione specifiche la diffusione dell’iniziativa ha avuto un buon
risalto, creando nuovi rapporti con altre associazioni.

2.5 Sos Femmes Accueil - Francia

Mission Sociale: Sostegno e reinserimento sociale di donne vittime di vio-


lenze

PROGETTO: “Sosfemmes.com ”
L’obiettivo dell’attività è di creare un servizio, attraverso un sito internet, uni-
camente destinato alle donne in difficoltà ed in particolare a quelle vittime di
violenza.
È per questo che l’associazione si è data come obiettivo la promozione del-
le condizioni di vita della donna, per offrire una risposta e un aiuto concreti al-
le situazioni più difficili.
Pertanto, il sito rappresenta un contributo al miglioramento della situazio-
ne femminile, uno strumento che è anche luogo di scambio tra utenti che pon-
gono questioni o si danno vicendevoli consigli e contiene informazioni utili al-
le donne e anche ai volontari di altre associazioni, agli operatori sociali etc.

86
APPROFONDIMENTO QUALITATIVO

Diagramma SWOT Ex - Ante Sos Femmes


PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA Accueil - Francia
Longevità dell’associazione;
Miglioramento interno delle competenze
professionali*;
Creazione di una Banca Dati*;
Aggiornamenti continui del portale*.

OPPORTUNITA’ MINACCE
Acquisti attraverso il web per Ricezione di e-mail non congrue*;
autofinanziamento*; Tipologie di partecipanti al sito troppo
Sito web come catalizzatore di informazioni specifico*.
specifiche*.

* Riferimento al progetto: Sosfemmes.com

PUNTI DI FORZA
1. Longevità dell’associazione: la longevità di ogni associazione dimostra
un elemento forte di continuità delle azioni ed anche e soprattutto di ri-
conoscimento da parte della popolazione (effetto del brand).
2. Miglioramento interno delle competenze professionali: l’intento del pro-
getto è quello di aumentare l’apprendimento interno in riferimento a va-
rie tematiche da quella normativa a quella finanziaria a quelle operative.
Tale aspetto, in ogni progetto, offre l’occasione di far effettuare il salto di
qualità all’intera organizzazione attraverso la messa a sistema di strumen-
ti comuni. Inoltre la creazione di strumenti comuni omogeneizza anche
il linguaggio tra tutti gli operatori e quindi elimina le distanze conosciti-
ve e favorisce l’avvicinamento anche d’intenti.
3. Aggiornamenti continui del portale: tale fattore identifica una continuità
che viene sempre apprezzata dagli utenti, poiché stimola anche i desti-
natari a verificare quotidianamente il portale, creando forti livelli di sod-
disfazione e fornendo sempre un servizio al passo con le esigenze.

PUNTI DI DEBOLEZZA

OPPORTUNITA’
1. Acquisti attraverso il web per autofinanziamento: il progetto ha crea-
to anche una vetrina all’interno del sito per ottenere finanziamenti che gli
permettono di avere maggiori possibilità di ulteriori azioni specifiche.
2. Sito web come catalizzatore di informazioni specifiche: attraverso la
creazione del portale con pagine dedicate alle singole problematiche, vie-
ne offerto un sistema di informazione telematica che convoglia ed archi-
via tutte le notizie utili per i destinatari.

MINACCE
1. Ricezione di e-mail non congrue: il sistema di ricezione di e-mail nei fo-
rum specifici ha un’endemica criticità di ricevere tipologie di messaggi de-

87
PARTE TERZA

Sos Femmes finiti “inquinanti” che non rientrano nel tema specifico oppure a volte pos-
Accueil - Francia sono essere rilevati come insulti diretti.
2. Tipologie di partecipanti al sito troppo specifico: la creazione di tale stru-
mento può interessare solo figure che hanno l’opportunità di accedere ai
sistemi telematici lasciando fuori tutti quei destinatari che non hanno si-
mili opportunità anche se vivono tali problematiche
Diagramma SWOT Ex - Post
PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA
Longevità dell’associazione;
Miglioramento interno delle competenze
professionali*;
Creazione di una Banca Dati*;
Aggiornamenti continui del portale*;
Acquisti attraverso il web per autofinanziamento*;
Sito web come catalizzatore di informazioni
specifiche*;
E-Mail non congrue non hanno inquinato il
sistema*;
Apertura ad altri contesti dei partecipanti *.
OPPORTUNITA’ MINACCE

* Riferimento al progetto: Sosfemmes.com

ULTERIORI PUNTI DI FORZA


1. Acquisti attraverso il web per autofinanziamento: la vetrina creata al-
l’interno del sito per ottenere finanziamenti ha riscosso un notevole
successo economico.
2. Sito web come catalizzatore di informazioni specifiche: le sezioni spe-
cifiche hanno riscontrato un numero di entrate maggiore di quello atteso.
3. E-Mail non congrue non hanno inquinato il sistema: sono pervenute
e-mail poco congruenti, ma dalla valutazione con tutte le e-mail perve-
nute il dato è risultato poco rilevante.
4. Apertura ad altri contesti dei partecipanti: le donne che hanno parteci-
pato attivamente al portale hanno dimostrato anche di avere una funzio-
ne comunicativa importante attraverso la trasmissione di informazioni rispet-
to al sito internet e, di conseguenza, alle opportunità che questo offre.

88
APPROFONDIMENTO QUALITATIVO

2.6 Amoverse - Spagna

Mission Sociale: Inclusione sociale giovani in quartieri emarginati

PROGETTO: “Radio Kalambuco ”


Il progetto consiste nello sviluppo e nella gestione di un programma radiofo-
nico in diretta (1 ora a settimana) in cui protagonisti del programma, aiutati da
alcuni volontari e professionisti, sono i giovani del “Barrio del Pozo”, un quar-
tirere periferico di Madrid a forte rischio di esclusione sociale. Interessante è la
partecipazione dei ragazzi gitani, che cantano musica flamenca accompa-
gnandosi da chitarre e cajas (casse di legno percosse a mani nude). I contenu-
ti di Radio Kalambuco sono diversi: musica, canti, poesie, messaggi, concorsi,
interviste, notizie sul quartiere etc. Il programma va in onda sia sulle Frequenze
Medie di Radio Vallekas che, contemporaneamente, via internet.
Diagramma SWOT Ex - Ante
PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA
Longevità dell’associazione; Poche competenze dei giovani
Tipologia di formazione erogata per il contesto nell’organizzazione di programmi*.
territoriale;
Programma radiofonico*;
Tecnologie adeguate*.

OPPORTUNITA’ MINACCE
Formazione per giovani svantaggiati*;
Creazione di un nucleo stabile di giovani*;
Confronto con Enti Locali*;
Alta diffusione del progetto*.

* Riferimento al progetto: Radio Kalambuco

PUNTI DI FORZA
1. Longevità dell’associazione: la longevità di ogni associazione dimostra
un elemento forte di continuità delle azioni ed anche e soprattutto di ri-
conoscimento da parte della popolazione (effetto del brand).
2. Tipologia di formazione erogata per il contesto territoriale: proprio per
la tipologia di mission e i destinatari, è valutata molto positivamente l’e-
ducazione non formale che viene erogata, poiché non viene vista dagli
utenti come una forma di forzatura alla loro libertà di “non educarsi” e que-
sta tipologia di formazione, oltre a mettere a proprio agio i giovani, favo-
risce l’opportunità di aumentare il valore dell’apprendimento.
3. Programma radiofonico: l’organizzazione di un programma radiofonico
attraverso le competenze dirette dell’associazione offre il punto nodale
di riuscita dell’intero progetto.
4. Tecnologie adeguate: l’associazione ha utilizzato tecnologie in grado di
offrire strumenti ad alto valore tecnologico che possono essere utilizza-
te da tutti gli eventuali usufruitori, come le streaming attraverso lin-
guaggi già presenti in automatico in tutti i personal computers.

89
PARTE TERZA

Amoverse - PUNTI DI DEBOLEZZA


Spagna
1. Poche competenze dei giovani nell’organizzazione di programmi: i de-
stinatari all’inizio del progetto non hanno le competenze per organizza-
re e gestire programmi radiofonici quotidiani.

OPPORTUNITA’
1. Formazione per giovani svantaggiati: la formazione erogata ai giovani
da parte dell’associazione li renderà competenti non solo nella gestione
della comunicazione radiofonica ma anche nell’organizzazione tecnica di
tutti i processi lavorativi.
2. Creazione di un nucleo stabile di giovani: l’intento del progetto è
quello di costituire un gruppo di giovani svantaggiati che con il loro im-
pegno continuo divengano un modello per tutti gli altri giovani e quindi
li distolgano da fattori che potrebbero generare esclusione sociale.
3. Confronto con Enti Locali: il progetto tende anche ad incrementare i rap-
porti con gli Enti Locali al fine di renderli maggiormente consapevoli sul-
lo stato di esclusione e rischio del quartiere identificato.
4. Alta diffusione del progetto: attraverso la collaborazione tra l’associazio-
ne con la Radio Vallekas, già da anni sul mercato, si è creato un effetto vo-
lano positivo e di diffusione delle informazioni.
Diagramma SWOT Ex - Post
PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA
Longevità dell’associazione;
Tipologia di formazione erogata per il contesto
territoriale;
Programma radiofonico*;
Tecnologie adeguate*;
Giovani svantaggiati formati*;
Creazione di un nucleo stabile di giovani*;
Legami stabili con con Enti Locali*;
Alta diffusione del progetto*.
OPPORTUNITA’ MINACCE

* Riferimento al progetto: Radio Kalambuco

ULTERIORI PUNTI DI FORZA


1. Giovani svantaggiati formati: la formazione erogata ai giovani ha fatto
acquisire le competenze necessarie per la conduzione e gestione dei pro-
grammi radiofonici.
2. Creazione di un nucleo stabile di giovani: la creazione di tale nucleo ha
provveduto alla continuità del progetto e, attraverso il loro modello, ha fat-
to avvicinare altri giovani.

90
APPROFONDIMENTO QUALITATIVO

3. Legami stabili con Enti Locali: il progetto, attraverso una forte attività di Amoverse -
disseminazione, ha incrementato i rapporti con gli Enti Locali. Spagna
4. Alta diffusione del progetto: attraverso la collaborazione tra l’associazio-
ne con la Radio Vallekas, già da anni sul mercato, si è creato un effetto vo-
lano positivo e di diffusione delle informazioni.

2.7 The Khmer Institute of Democracy - Cambogia

Mission Sociale: Percorsi di democratizzazione

PROGETTO: “The Community Information Center (CIC)”, Centro di


Informazione Comunitaria
L’obiettivo principale del progetto è di fornire accesso a notizie e informa-
zioni su politica, economia, educazione, salute, elezioni, in un portale scritto in
Khmer per favorire la crescita democratica, culturale, economica e sociale del
Paese.
Il progetto dislocato su 4 province ha teso, in particolare, a fornire alle co-
munità strumenti per documentarsi e partecipare alle elezioni dei consiglieri co-
munali del 2002, anno in cui i cambogiani, in virtù del processo di riforma am-
ministrativa in corso, hanno eletto per la prima volta i loro rappresentanti loca-
li al posto dei funzionari di nomina governativa. Tali elezioni sono state un pas-
so importante verso il processo di decentralizzazione e coinvolgimento delle istan-
ze locali nella gestione delle politiche pubbliche. Le organizzazioni internazio-
nali presenti in Cambogia hanno favorito e sostenuto tale processo, parte in-
tegrante di una più ampia politica che mira al rafforzamento del processo di de-
mocratizzazione in atto nel Paese.
Diagramma SWOT Ex - Ante
PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA
Longevità dell’associazione; Pagamento del servizio da parte degli utenti*
Riconosciuta da figure di impatto politico e Richiesta di soddisfazione di fabbisogni
istituzionale (ex ambasciatore americano); immediati*.
Diffusione materiale informativo*.

OPPORTUNITA’ MINACCE
Formazione di base per il computer*; Digital divide*;
Disseminazione delle informazioni alle figure Lentezza di connessione internet*;
istituzionali*; Scetticismo da parte della popolazione*.
Collaborazione con i giornali provinciali*;
Accesso alle notizie*.

* Riferimento al progetto: The Community Information Centre (CIC)

91
PARTE TERZA

The Khmer PUNTI DI FORZA


Institute of 1. Longevità dell’associazione: la longevità di ogni associazione dimostra
Democracy -
Cambogia un elemento forte di continuità delle azioni ed anche e soprattutto di ri-
conoscimento da parte della popolazione (effetto del brand).
2. Riconosciuta da figure di impatto politico e istituzionale (ex ambascia-
tore americano): tutte le forme di accreditamento istituzionale hanno sem-
pre garantito un forte valore di marchio che genera garanzia, da una par-
te, ai destinatari e, dall’altra, agli eventuali donatori.
3. Diffusione materiale informativo: l’associazione ha effettuato un impor-
tante sforzo economico al fine di erogare materiale riguardante temati-
che prioritarie quali l’agricoltura, i diritti e la democrazia.

PUNTI DI DEBOLEZZA
1. Pagamento del servizio da parte degli utenti: gli utenti risultano esse-
re meno stimolati ad usufruire delle informazioni importanti del sito poi-
ché è previsto il pagamento. Tale tipologia di impegno economico potreb-
be compromettere tutti gli effetti positivi del progetto.
2. Richiesta di soddisfazione da fabbisogni immediati: la popolazione di
riferimento ha dimostrato urgenti necessità e quindi un minor interesse
ad attendere l’iter progettuale previsto ed il relativo apprendimento del-
le informazioni erogate. Tale fattore si riscontra molto spesso nei proget-
ti di cooperazione internazionale dove la popolazione valuta prioritaria-
mente la soddisfazione immediata di bisogni urgenti.

OPPORTUNITA’
1. Formazione di base per il computer: la fase formativa offre l’occasione
di elevare la conoscenza e l’avvicinamento ai sistemi telematici, che rico-
prono una fonte inesauribile di saperi.
2. Disseminazione delle informazioni alle figure istituzionali: l’associa-
zione ha interesse a rendere partecipi le figure istituzionali al fine di crea-
re un contatto maggiore con la popolazione e soprattutto la messa in evi-
denza di bisogni.
3. Collaborazione con i giornali provinciali: la collaborazione con i gior-
nali locali offrirà opportunità di maggiore diffusione del progetto e delle
azioni previste. Tale disseminazione potrà far avvicinare ulteriori interes-
sati al progetto.
4. Accesso alle notizie: in base alla situazione democratica del Paese l’as-
sociazione ha puntato molto sull’accesso alle notizie come una prima fa-
se che porterà ad una maggiore consapevolezza da parte della popola-
zione dei propri diritti e quindi, indirettamente, agevolerà il percorso di de-
mocratizzazione.

MINACCE
1. Digital divide: si potrebbero riscontrare forti asimmetrie tra la metodo-
logia adottata dall’associazione e le possibilità della popolazione che in

92
APPROFONDIMENTO QUALITATIVO

molti casi potrebbe non possedere personal computer e quindi non ac- The Khmer
cedere al sito. Institute of
Democracy -
2. Lentezza di connessione internet: un problema strutturale risulta esse- Cambogia
re quello della lentezza di connessione e quindi gli utenti che vogliano col-
legarsi al sito se devono attendere troppo per il caricamento delle “pagi-
ne web” potrebbero scoraggiarsi e non ricollegarsi in altre occasioni.
3. Scetticismo da parte della popolazione: un’ulteriore criticità endemica
di molti progetti di cooperazione su tali attività risulta essere la scarsa vo-
lontà, e scetticismo, da parte della popolazione di avvicinarsi alle strumen-
tazioni elettroniche.
Diagramma SWOT Ex - Post
PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA
Longevità dell’associazione; Pagamento del servizio da parte degli utenti*;
Riconosciuta da figure di spicco (ex Richiesta di soddisfazione di fabbisogni
ambasciatore americano); immediati*;
Diffusione materiale informativo*;
Formazione di base per il computer*;
Disseminazione delle informazioni alle figure
istituzionali*;
Collaborazione con i giornali provinciali*;
Accesso alle notizie*;
Elusione del Digital divide*;
Sito web tarato per la connessione Internet*;
Rapporto sinergico con la popolazione*.

OPPORTUNITA’ MINACCE

* Riferimento al progetto: The Community Information Centre (CIC)

ULTERIORI PUNTI DI FORZA


1. Formazione di base per il computer: la fase formativa ha dato l’oppor-
tunità di elevare la conoscenza.
2. Disseminazione delle informazioni alle figure istituzionali: l’associa-
zione ha colpito l’interesse delle figure istituzionali rendendo evidenti le
necessità del territorio.
3. Collaborazione con i giornali provinciali: la collaborazione con i gior-
nali locali ha dato forte risalto all’intero progetto.
4. Accesso alle notizie: tale accesso alle notizie ha dimostrato una maggio-
re consapevolezza da parte della popolazione.
5. Elusione del Digital divide: attraverso fasi di accompagnamento capil-
lare non si sono rilevate forme di Digital divide tra la popolazione
6. Sito web tarato per la connessione internet: l’associazione, attraverso
l’utilizzo di tecnologie adeguate, ha costruito un sito che è risultato po-
co “pesante” a livello elettronico e quindi anche se con la lentezza strut-

93
PARTE TERZA

The Khmer turale di Internet gli utenti non hanno riscontrato gap tra l’invio a link e
Institute of la visualizzazione della pagina richiesta.
Democracy -
Cambogia 7. Rapporto sinergico con la popolazione: attraverso l’accompagnamen-
to gli operatori hanno superato lo scetticismo iniziale ed anzi la sinergia
creata ha offerto agli operatori nuovi spunti per migliorare la qualità del-
le informazioni inserite nel portale.

94
CONCLUSIONI

Il presente rapporto ha avuto l’obiettivo primario di analizzare il collegamen-


to diretto tra l’utilizzo delle nuove tecnologie e le attività delle Associazioni di
Promozione Sociale. Sono state identificate come nuove tecnologie tutte le stru-
mentazioni informatiche che rendono migliore sia la qualità delle attività pro-
grammate che il tempo di lavoro, apportando cambiamenti positivi alla qualità
della vita e all’efficacia delle attività lavorative.

Si sono rilevate nuove tecnologie tutte quelle strumentazioni che rientrano


nell’ambito del settore informatico, sia esso software che hardware, ma anche
tutto ciò che riguarda il sistema telefonico. In questo caso si è intesa priorita-
riamente la telefonia mobile, fino ai sistemi satellitari per le comunicazioni.

Risulta evidente che le nuove tecnologie sono degli strumenti che in quan-
to tali non migliorano i contesti cognitivi ma, come ha spiegato Howard
Gardner: “E’ molto importante capire che la tecnologia è solo uno strumento,
niente di meno e niente di più. Ho una penna qui. Essa è uno strumento. Posso
usare la penna per scrivere un sonetto, come Shakespare o Dante. Posso an-
che usare la penna per cavare un occhio a qualcuno. E’ solo uno strumento.
E i computer possono essere usati per manipolare le persone o per liberarle,
i computer possono essere usati per insegnare alla gente nello stesso noioso
modo rigoroso in cui si è insegnato per moltissimi anni, o possono essere usa-
ti per insegnare in modi molto nuovi. Ovviamente, mi piacerebbe che le tec-
nologie venissero usate nei modi che liberano gli individui, che consentissero
loro un maggiore accesso alle cose rispetto al passato.”30

L’analisi dei dati emersi dall’indagine e l’approfondimento dei casi di studio


hanno evidenziato come lo sviluppo di strumenti tecnologici abbia riguardato
prioritariamente i seguenti ambiti:

30 Intervista a Howard Gardner (Torino, 10-04-1997), MediaMente, Biblioteca digitale Rai


Educational (http://www.mediamente.rai.it/biblioteca/).

95
CONCLUSIONI

• Creazione di siti web e diverso utilizzo di Internet;


• Aggiornamenti dei sistemi hardware e software nelle associazioni;
• Erogazione da parte delle Associazioni di Promozione Sociale di corsi di formazione.

Creazione di siti web e diverso utilizzo di Internet

I risultati emersi dalla lettura dei dati del questionario on-line hanno dimostra-
to come il sito web sia un elemento fondamentale di veicolo delle informazioni e
strumento di interazione tra gli operatori e i destinatari delle attività. Il sito web, a
prescindere che sia statico o meno, come definito dai tecnici, ha al suo interno una
serie di collegamenti che lo possono rendere maggiormente interattivo. Per que-
sto, quando è stata definita l’analisi relativa ai siti si è considerata maggiormente
la peculiarità del contesto con la verifica dell’utilizzo di tutte le possibilità che tale
sistema offre; quindi è stato constatato se sono stati previsti collegamenti a pagi-
ne nelle quali vi siano newsletters on-line o forum o, eventualmente, le cosiddet-
te FAQ (Frequently Asked Questions) al fine di offrire alle utenze una globale visio-
ne delle richieste effettuate con le relative risposte.

Non si è entrati nel merito delle modalità tecniche con le quali sono stati co-
struiti tali siti, poiché l’elemento è fortemente tecnico e soprattutto non dipen-
de direttamente dagli operatori dell’associazione in quanto non è una delle pe-
culiarità fondamentali per il miglioramento del loro lavoro essendo invece una
classica competenza di figure professionali (web master).

Il sito web, come ben delineato nel rapporto, è solo una parte del sistema Internet
e per questo si sono osservate tutte le possibilità, congruenti con le necessità del-
le Associazioni di Promozione Sociale, che oggi internet fornisce. Per questo è sta-
to analizzato il sistema internet in tutte le sue specifiche sfaccettature; a titolo esem-
plificativo è evidente che il sistema di ricerca Google e il software che permette co-
municazioni low cost, quale Skype, sono strumenti fondamentali per le Associazioni
di Promozione Sociale che molto spesso hanno difficoltà finanziarie e quindi l’u-
tilizzo di tali strumenti offre quel valore aggiunto che crea conoscenza e cambia-
mento e, quindi, innovazione come definito da Eurobarometro31.

Aggiornamenti dei sistemi hardware e software nelle associazioni

Le associazioni hanno mostrato una notevole sensibilità all’adeguamento dei


sistemi software ed hardware all’interno delle proprie strutture, al fine di rispon-
dere efficacemente alle necessità endogene ed esogene. Dalle risposte ai
questionari è risultato chiaro come i responsabili delle associazioni abbiano ri-
volto una notevole attenzione alla formazione interna nell’utilizzo di pacchet-
ti informatici al fine di migliorare l’organizzazione e/o la gestione del lavoro. Si
è riscontrato, anche dall’analisi dei sette casi studio, un incremento di sistemi
31 Commissione Europea, Innovation policy: updating the Union’s approach in the context of
the Lisbon Strategy, COM n.112 definitivo, 2003.

96
CONCLUSIONI

di archiviazione informatici da far utilizzare anche agli utenti esterni, come la crea-
zione di sistemi gestionali per la contabilità. Ovviamente, nell’utilizzo dei pac-
chetti informatici, si è evidenziato come sia fondamentale l’interazione dell’o-
peratore per la conoscenza dei programmi, poiché a volte l’impermeabilità del-
l’apprendimento non rende efficaci gli strumenti.
Non è stato sottovalutato anche l’inserimento di un altro fondamentale stru-
mento ad alto valore tecnologico quale il computer portatile o laptop. In que-
sto specifico caso la nuova tecnologia non è tanto lo strumento in sé poiché è
un derivato del personal computer che è, oramai, parte integrante di tutti gli uf-
fici e abitazioni, ma è soprattutto l’uso di uno strumento che migliora i proces-
si di lavoro favorendo un fattore fondamentale quale l’a-territorialità.
Nelle Associazioni di Promozione Sociale tali strumenti sono molto spesso
risolutivi soprattutto quando vi sono attività che prevedono azioni sul territo-
rio e necessitano anche di lavori informatici32, quindi di output da gestire attra-
verso lo scambio non solo di materiale cartaceo ma di file elettronici che, con
l’utilizzo di tale strumento, possono rendersi fruibili. Le competenze anche se
non così tanto evidenti si differenziano da quelle del PC poiché cambia total-
mente l’approccio allo strumento e molto spesso sono necessarie alcune spe-
cifiche competenze al fine di gestire al meglio i laptop.

Il rapporto ha anche segnalato come tali nuove tecnologie modificano e, se


apprese, innovano le Associazioni di Promozione Sociale e tutto il metodo la-
vorativo, in riferimento all’impatto che queste hanno sia all’interno che all’ester-
no (destinatari e utenti dei servizi) dell’associazione.

Erogazione da parte delle Associazioni di Promozione Sociale di corsi di for-


mazione.

Con la formazione esterna e/o interna l’ottica è mutata completamente poi-


ché non si è evidenziato solo un miglioramento di competenze attraverso l’in-
serimento di nuove tecnologie ma si è verificato anche l’accesso da parte del-
la popolazione a tali strumenti. L’importanza di accesso alle nuove tecnologie,
come ad esempio l’alfabetizzazione a livello di conoscenza e gestione del per-
sonal computer è sempre stato ritenuto fondamentale, anche a livello di pro-
grammazione politica33.
32 La maggior parte di operatori che lavorano nella cooperazione internazionale e che, molto spes-
so, sono dislocati in territori difficili a livello ambientale hanno la necessità di avere con sé il portatile ed
un telefono satellitare per tutte le esigenze. Tale strumento ha un forte impatto sul metodo lavorativo ed
è stato rilevato come sia necessario acquisire competenze nella fruizione di questi strumenti poiché mol-
ti utenti non hanno superato l’ottica di vedere nell’oggetto un solo strumento di comunicazione di base.
33 I percorsi di alfabetizzazione offrono l’opportunità ai destinatari di avere accessibilità al mon-
do informatico; a titolo esemplificativo è utile ricordare la campagna che nel 1997 portò avanti Bill
Clinton al fine di rendere accessibile tutta la popolazione ai sistemi informatici, una delle azioni prio-
ritarie fu quella di creare nelle scuole laboratori informatici al fine di offrire anche agli studenti con
minori possibilità economiche accessi formativi a tali nuove tecnologie. Ma non è necessario anda-
re troppo indietro nel tempo, è sufficiente leggere il programma di azione del Ministro Melandri che
ha evidenziato come prioritario l’accesso alle nuove tecnologie e quindi ai sistemi informatici, poi-
ché da recenti studi si è evidenziato come molti giovani non hanno un’elevata alfabetizzazione.

97
CONCLUSIONI

La quasi totalità delle associazioni contattate hanno effettuato almeno un


corso di formazione sull’utilizzo delle nuove tecnologie, a volte i corsi sono di
alfabetizzazione, mentre molto spesso si sono analizzati processi formativi che
hanno migliorato le competenze degli utenti e/o degli operatori sull’utilizzo di
strumenti tecnologici avanzati. I sette casi di studio visualizzano adeguatamen-
te come sia differenziato il panorama dell’erogazione formativa, passando da
percorsi di formazione/informazione (Legambiente - Italia) sino a processi di
alfabetizzazione con la prioritaria volontà di avvicinare gli utenti agli strumen-
ti informatici al fine di promuovere processi di democratizzazione (“The Khmer
Institute of Democracy” - Cambogia).

Un dato che è utile evidenziare riguarda proprio le attività di formazione sul-


le nuove tecnologie, in quanto è emerso che molte associazioni nel momen-
to di intraprendere percorsi di formazione hanno avvertito la necessità di effet-
tuare anche percorsi di cambiamento interno, attivando strumentazioni e per-
corsi che prima non erano conosciuti o ritenuti non prioritari nell’ambito del-
le proprie attività.

Non è un caso che molte associazioni, a seguito di progetti specifici, abbia-


no non solo attivato siti web ma, all’interno di questi, vi siano strumenti ad al-
to valore tecnologico quali l’utilizzo di pacchetti formativi a distanza con la crea-
zione di nuove competenze interne per il controllo e monitoraggio degli iter di-
dattici di ogni utente.

Infine, un risultato indiretto dei questionari e dell’osservazione dei casi di stu-


dio riguarda l’atteggiamento degli operatori delle associazioni che spesso ven-
gono modificati dall’inserimento delle nuove tecnologie. Infatti è evidente
che sia cambiata l’ottica di approccio “lavorativo” degli operatori. In questo pe-
riodo storico le persone che si avvicinano alle Associazioni di Promozione Sociale
e quelli che iniziano a lavorarci hanno un approccio diverso rispetto a quello del-
le persone che negli anni ottanta vi si approcciavano. Le motivazioni sono va-
rie e dipendono molto da come si è modificato lo stile di vita ed i rapporti so-
ciali, a tal fine è necessario effettuare una breve analisi su quali fossero i sen-
timenti che hanno portato le persone a lavorare nelle Associazioni di Promozione
Sociale negli anni ottanta, come negli anni novanta sino ai nostri giorni34.

Prima degli anni ottanta le associazioni potevano essere assimilate ad una


precisa identità ed ad uno specifico progetto e, quindi, le organizzazioni come
le ACLI o l’ARCI catalizzavano tutto l’interesse in base ad una mission ben distin-
ta; mentre dagli inizi degli anni ottanta le persone che entrano in collegamen-
to con le associazioni cominciano ad avvertire la forte esigenza di creare una
propria identità sociale e quindi, per questo, si evidenzia la volontà di mette-
re in moto azioni più locali al fine di essere maggiormente incisivi e rappresen-

34 Ilvo Diamanti, Il sottile filo della responsabilità civica (prefazione), Franco Angeli, Milano, 2003.

98
CONCLUSIONI

tativi. La necessità di una maggiore incisività e rappresentatività nasce dalla for-


te importanza che viene ad avere il contatto fisico sia con i destinatari delle azio-
ni che con la popolazione di tale contesto, dove tali legami migliorano l’effet-
to delle azioni creando una effetto volano. L’operatore, quindi, inizia a vedere
le proprie attività come parti integranti di un percorso che si potrebbe defini-
re come una fase di “espressione e servizio”.

Dall’inizio degli anni novanta cambia ulteriormente l’approccio delle perso-


ne che lavorano all’interno delle Associazioni di Promozione Sociale e inizia a
crescere una necessità di strutturazione al fine di essere maggiormente efficien-
ti ed efficaci alle esigenze e, soprattutto, emerge un’esigenza di professionalità
che diviene sempre più forte e che nasce dall’interno delle strutture.

Non è un caso che già in quegli anni la London School of Economics di Londra
comincia ad organizzare, con il supporto di Amnesty International, un master
in “Management of NGO”. Quindi in quella fase storica prende vita la volontà
di un “grande associazionismo” che sia anche collegato con le Istituzioni e so-
prattutto si modifica la visione dell’operatore nelle associazioni.

L’operatore diviene l’elemento imprescindibile di ogni associazione: nasce


la visione, all’interno, di un cambiamento necessario delle figure di coordina-
mento e controllo delle attività a tutti i livelli mentre all’esterno la popolazio-
ne inizia a vedere le Associazioni di Promozione Sociale come uno dei pochi
elementi che sono totalmente scevri da interessi tipicamente aziendali e per que-
sto vengono ad essere ritenuti “puliti” ed “affidabili”. Tali elementi endogeni ed
esogeni hanno creato il cambiamento prioritario delle associazioni portando-
le da una parte ad una maggiore cognizione di loro stesse e, dall’altra, ad un
approccio maggiormente professionalizzante, in qualità di management del-
le attività verso l’esterno attraverso un coordinamento delle azioni con strumen-
ti e metodologie tipicamente aziendali.

Tali aspetti risultano essere fondamentali, poiché la prova tangibile di tale


crescita è la nascita del “Forum del Terzo settore”, che viene visto come elemen-
to fondamentale di sussidiariertà verticale e orizzontale e animatore di rete.
Quindi l’acquisizione del concetto di valore di rete diviene l’elemento trainan-
te del Forum. Proprio per questo crescono i momenti di incontro tra le
Associazioni di Promozione Sociale e le Istituzioni al fine di avere un maggio-
re impatto non solo a livello di singolo soggetto o singoli progetti, e quindi ca-
pillarmente, ma anche a livello di sistema.

Nel duemila è cresciuta la responsabilità individuale dei partecipanti nelle


Associazioni di Promozione Sociale ma soprattutto, retaggio degli anni novan-
ta, è cresciuta la necessità di sviluppare le competenze professionali e in alcu-
ni casi sono nate delle nuove professionalità. Di conseguenza è emersa l’esi-
genza di migliorare le competenze interne su tutto ciò che riguarda le nuove tec-

99
CONCLUSIONI

nologie e di iniziare a proporre attività al fine di dare opportunità alla popola-


zione di accedere a tali tecnologie.

L’aspetto che si ritiene fondamentale è che se le Associazioni di Promozione


Sociale non avessero sviluppato volontà di crescita ed organizzazione struttu-
rata negli anni novanta, oggi non potremmo trovare un collegamento tra le nuo-
ve tecnologie e le Associazioni di Promozione Sociale. Infatti se le Associazioni
di Promozione Sociale avessero mantenuto la volontà di effettuare progetti per
il sociale a livello capillare, senza una volontà di programmazione e maggiore
organizzazione al fine di ottenere maggiori risultati, le strutture non avrebbe-
ro avvertito alcuna necessità di miglioramento delle competenze attraverso le
nuove tecnologie.

Risulta importante tuttavia sottolineare che alcune Associazioni di Promozione


Sociale non hanno maturato tali esigenze dimostrando impermeabilità all’uti-
lizzo delle nuove tecnologie. Questo non vuole significare un’assenza dell’uso
delle nuove tecnologie, quanto, piuttosto, che tali strumenti sono rilevati solo
come un supporto e non ne viene analizzata, programmaticamente, un’ipote-
si di percorso che ne preveda un maggiore utilizzo interno.

Inoltre è risultato importante come in molti contesti sociali vi siano ancora


approcci alle strumentazioni tecnologiche molto poco “fiduciosi”. Il digital divi-
de dipende sia da problemi strutturali, come ben dimostrato nel progetto in
Cambogia dove esiste una forte criticità di creazione di connessioni di rete; co-
me da problematiche di tipo formativo. Per tali problematiche il rapporto ha ri-
levato come le Associazioni di Promozione Sociale abbiano rilevato tali esigen-
ze e, per questo, siano stati organizzati corsi di formazione ad hoc per far avvi-
cinare le utenze alle macchine di nuova tecnologia. Terzo fattore fondamenta-
le che porta a forme di digital divide è come vi siano atteggiamenti di non vo-
lontà all’utilizzo di nuovi strumenti e/o metodologie che possiedono un alto va-
lore tecnologico. Questa attitudine è rilevata da alcune forme di impermeabilità
interne, come sottolineato nei paragrafi antecedenti, e diffidenza da parte dei pos-
sibili utenti. Prendendo ad esempio i sette casi studio, è emerso con forza tale
atteggiamento nel progetto in Cambogia dove gli utenti all’inizio non avevano
alcun interesse nell’approccio alla macchina e per questo nella prima fase del
progetto si è teso a mediare sullo specifico atteggiamento dei possibili utenti.

Proprio questo ultimo atteggiamento dimostra come fosse veritiero il pen-


siero di Gardner che rileva le nuove tecnologie come dei semplici strumenti, vi-
sti come utensili, che l’individuo decide, in base ad un proprio percorso di ana-
lisi dell’utilità, se utilizzarlo o meno. Il rapporto non è entrato nella decisione
dell’individuo ma ha dimostrato come le nuove tecnologie migliorano e attiva-
no percorsi di cambiamento in quelle Associazioni di Promozione Sociale che
hanno maturato fin dagli anni novanta una forte volontà di ri-organizzazione al
fine di raggiungere maggiore efficienza ed efficacia delle azioni pianificate.

100
CONCLUSIONI

In definitiva i risultati del questionario e la valutazione dei sette casi di stu-


dio ha dimostrato come vi sia una sensibilità crescente da parte degli operato-
ri nei confronti dell’utilizzo di strumenti di nuove tecnologie. Tale approccio ol-
tre ad aprire ulteriori opportunità e/o accrescere, come dimostrato nei casi di
studio, le competenze interne, è significativo perché dimostra la volontà di ef-
fettuare cambiamenti positivi sia all’interno che all’esterno dell’associazione.

Inoltre il rapporto ha inteso scardinare la visione che l’inserimento di stru-


menti di nuova tecnologia siano molto spesso troppo onerosi economicamen-
te: dall’analisi dei dati emersi è stato possibile evidenziare come l’ammortamen-
to di tali costi non identifica un eccessivo peso finanziario, creando un valore
aggiunto tale che pressoché annulla l’impegno economico, divenendo un in-
vestimento piuttosto che un costo. A titolo esemplificativo è utile ricordare co-
me almeno in tre casi le associazioni abbiano creato data base su tematiche
specifiche che hanno evidenziato un onere finanziario e di forza lavoro impor-
tante nella costruzione e come, nella valutazione dell’impatto, tali strumenti ab-
biano offerto un valore aggiunto all’interno (migliore competenza degli opera-
tori) ed all’esterno (destinatari finali, e creazione di reti con Istituzioni e altre as-
sociazioni similari).

101
APPENDICE
ALLEGATO A
LISTA ASSOCIAZIONI
DI PROMOZIONE SOCIALE ISCRITTE
AL REGISTRO NAZIONALE NEL 2006

Nome
A.A. Alcolisti Anonimi
A.I.STOM. onlus Associazione Italiana Stomizzati
A.I.U.T.O. Associazione Italiana Uguaglianza Tutela e Pari Opportunità Invalidi Civili e Pro Terza
Età Disagiata Onlus
A.N.R.R.A. Associazione Nazionale Reduci Rimpatriati d’Africa
Accademia Europea C.R.S./I.D.E.A.
ACLI Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani
ACSI Associazione Centri Sportivi Italiani
AES Italia Associazione Europea Sport Italia
AGESCI Associazione Nazionale Guide Scout Cattolici
AIAB - Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica
AIAS Associazione Italiana per l’Assistenza agli Spastici
AIC Associazione Italiana Celiachia
AICS Associazione Italiana Cultura Sport
AIG Associazione Italiana Alberghi per la Gioventù
AIPD Associazione Italiana Persone Down
AISE Associazione Italiana Sport Educazione
AISM Associazione Italiana Sclerosi Multipla
ANCESCAO Associazione Nazionale Centri Sociali, Comitati Anziani e Orti
ANFFAS Associazione Nazionale Famiglie Fanciulli e Adulti Subnornali
ANGLAT Associazione Nazionale Guida Legislazioni Andicappati Trasporti
ANLA Associazione Nazionale Lavoratori Anziani di Azienda
ANMIC Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi Civili
ANMIL Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi del Lavoro
ANPVI Associazione Nazionale Privi della Vista ed Ipovedenti
ANSPI Associazione Nazionale San Paolo Italia
ANTHAI Associazione Nazionale Tutela Handicappati Invalidi
APICI Associazioni Provinciali Invalidi Civili e Cittadini Anziani
ARCI Nuova Associazione
ARCI RAGAZZI Associazione ARCI Ragazzi
ARCIGAY
ARCIPESCA Associazione ARCI Pesca
AS.SO DI PRO - Associazione Solidarietà Diritto e Progresso
ASI Alleanza Sportiva Italiana
Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba

105
APPENDICE

Nome
Associazione Nazionale Italiana Familiari e Vittime della Strada
AUSER Associazione per l’Autogestione dei Servizi e la Solidarietà
AZZURRI NEL MONDO
C.A.P.I.T. Confederazione di Azione Popolare Italiana
C.I.F. Centro Italiano Femminile
C.O.N.A.C.R.E.I.S. Coordinamento Nazionale Associazioni e Comunità di Ricerca Etica Interiore
Spirituale
C.S.E.N. Centro Sportivo Educativo Nazionale
C.T.S. Centro Turistico Studentesco e giovanile
CARTAGIOVANI Associazione Cartagiovani
CNCA Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza
CODACONS Coordinamento delle Associazioni per la tutela dell’Ambiente e per la Difesa dei
Diritti degli Utenti e Consumatori
CODICI Centro per i Diritti del Cittadino
Comunità di S.Egidio ACAP ONLUS
CSDC Centro Servizi per i Diritti del Cittadino
CSI Centro Sportivo Italiano
CTA - Centro Turistico Acli
CTG Centro Turistico e Giovanile
ENDAS Ente Nazionale Democratico di Azione Sociale
ENS Ente Nazionale Sordomuti
ETSI Ente Turistico Sociale Italiano
Eurodesk Italy
F.A.I.S. Federazione Associazioni Incontinenti e Stomizzati Onlus
F.I.C. Federazione Italiana per la Cremazione
FAMIGLIE PER L’ACCOGLIENZA
FCDS CDO Federazione Centri di Solidarietà della Compagnia delle Opere
FEDER ITALIA Fed. It. per l’Ass., Sport e Tempo Libero
FEDERAZIONE PRONATURA
FEDERCONSUMATORI, Federazione Nazionale Consumatori e Utenti
FENALC Federazione Nazionale Liberi Circoli
FENIARCO Federazione Nazionale Italiana delle Associazioni Regionali Corali
FIADDA Famiglie Italiane Associate per la Difesa dei Diritti degli Audiolesi
FIPEC Federazione Italiana Per lEducazione Continua
FIS CDO Federazione dellImpresa Sociale della Compagnia delle Opere
FISH Federazione Italiana per il Superamento dellHandicap
FITEL Federazione Italiana Tempo Libero
FITUS Federazione Italiana Turismo Sociale
FOCSIV Federazione Organismi Cristiani e Servizio Internazionale Volontariato
FORUM ASSOCIAZIONI FAMILIARI
I.P.A.S. Istituti Permanenti AttivitàSociali
ITALIA NOSTRA Onlus, Associazione nazionale per la tutela del patrimonio storico artistico e
naturale della nazione
LEGA NAVALE ITALIANA
LEGA NAZIONALE PER LA DIFESA DEL CANE
LEGAMBIENTE
LIBERA Associazioni nomi e numeri contro le mafie
LIBERTAS Centro Nazionale Sportivo
M.S.P. Italia Movimento Sportivo Popolare Italia
MAC Movimento Apostolico Ciechi
MCL Movimento Cristiano Lavoratori
MEETING Associazione Meeting per lamicizia fra i popoli
MODAVI Movimento delle Associazioni di Volontariato Italiano

106
ALLEGATO A

Nome
MOICA Movimento Italiano Casalinghe
MOIGE Movimento Italiano Genitori
MOVIMENTO DIFESA DEL CITTADINO ONLUS
MOVIMENTO PER LA VITA ITALIANO
MSP ITALIA Movimento Sport Azzurro Italia
Noi Associazione
O.N.M.I.C. Opera Nazionale Mutilati Invalidi Civili
OVEREATERS ANONYMOUS
PARENT PROJECT ONLUS
PAX CHRISTI - Movimento Cattolico Internazionale per la pace
PGS Polisportive Giovanili Salesiane
SANTA CATERINA DA SIENA
SCS CNOS Servizi Civili e Sociali Centro Nazionale Opere Salesiane
TELEFONO AZZURRO Comitato Nazionale per il Telefono Azzurro
The Ageing Society Onlus
TOURING CLUB ITALIANO
TREKKING ITALIA Associazione Amici del Trekking e della Natura
U.I.L.T. Unione Italiana Libero Teatro
U.N.C.A.L.M. Unione Nazionale Circoli e Associazioni Lirico Musicali
U.N.M.S. Unione Nazionale Mutilati per Servizio
UCCA Unione Circoli Cinematografici ARCI
UIC Unione Italiana Ciechi
UISP Unione Italiana Sport per Tutti
UNIDOWN Unione Nazionale Down Onlus
UNITALSI Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali
UNMIL Unione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro
UNPLI Unione Nazionale Pro Loco d’Italia
USACLI Unione Sportiva
VISHWA NIRMALA DHARMA La Pura Religione Universale
YES Youth Education Support

107
ALLEGATO B
QUESTIONARIO on-line PER LO STUDIO
DEL RAPPORTO TRA ASSOCIAZIONISMO
E NUOVE TECNOLOGIE

Dom1. Numero di associati iscritti all’associazione

Dom2. Numero di operatori attivi sul territorio nazionale

Dom3. Numero di sedi territoriali afferenti all’associazione / loro dislocazione territoriale

Area territoriale Numero sedi Numero operatori per area


Nord ovest (spec)
Nord est (spec)
Centro (spec)
Sud (spec)
Isole

109
APPENDICE

Dom4. Negli ultimi due anni quali sono i progetti svolti (o in fase di svolgimento) dalla sua
Associazione (indicare al massimo i 4 progetti ritenuti più significativi)

Nome Tipo attività Tecnologia adottata


Titolarità
progetto (sono possibili più risposte)
Prog.1 - Formazione - Ente capofila - Sito web dedicato
- Promozione - Ente Partecipante - Contenuti ed info web ospitati
- Informazione sul vostro sito web ufficiale
- Informatizzaz. - Contenuti ed info web ospitati
su altri siti web (di partners del
aggiornamento progetto)
infrastrutturale - Lan o intranet dedicata
- Progetto integrato - Sportello informativo on-line
(Promozione, formazione, o strumenti di e-government
informatizzazione, ecc) - F.a.q.
- Forum di informazione
- Chat o forum di utenti
- Mailing list
- Casella di posta elettronica
per info
- Newsletter
- Community on-line
- Repository/gestione
documenti
Altro (specificare)
Prog.2 - Formazione - Ente capofila - Sito web dedicato
- Promozione - Ente Partecipante - Contenuti ed info web ospitati
sul vostro sito web ufficiale
- Informazione - Contenuti ed info web ospitati
- Informatizzaz. su altri siti web (di partners del
aggiornamento progetto)
infrastrutturale - Lan o intranet dedicata
- Sportello informativo on-line
- Progetto integrato o strumenti di e-government
(Promozione, formazione, - F.a.q.
informatizzazione, ecc) - Forum di informazione
- Chat o forum di utenti
- Mailing list
- Casella di posta elettronica
per info
- Newsletter
- Community on-line
- Repository/gestione
documenti
Altro (specificare)
Prog.3 - Formazione - Ente capofila - Sito web dedicato
- Promozione - Ente Partecipante - Contenuti ed info web ospitati
sul vostro sito web ufficiale
- Informazione - Contenuti ed info web ospitati
- Informatizzaz. su altri siti web (di partners del
aggiornamento progetto)
infrastrutturale - Lan o intranet dedicata
- Sportello informativo on-line
- Progetto integrato o strumenti di e-government
(Promozione, formazione, - F.a.q.
informatizzazione, ecc) - Forum di informazione
- Chat o forum di utenti
- Mailing list
- Casella di posta elettronica
per info
- Newsletter
- Community on-line
- Repository/gestione
documenti
Altro (specificare)

110
ALLEGATO B

Nome Tipo attività Tecnologia adottata


Titolarità
progetto (sono possibili più risposte)
Prog.4 - Formazione - Ente capofila - Sito web dedicato
- Promozione - Ente Partecipante - Contenuti ed info web ospitati
- Informazione sul vostro sito web ufficiale
- Informatizzaz. - Contenuti ed info web ospitati
su altri siti web (di partners del
aggiornamento progetto)
infrastrutturale - Lan o intranet dedicata
- Progetto integrato - Sportello informativo on-line
(Promozione, formazione, o strumenti di e-government
informatizzazione, ecc) - F.a.q.
- Forum di informazione
- Chat o forum di utenti
- Mailing list
- Casella di posta elettronica
per info
- Newsletter
- Community on-line
- Repository/gestione
documenti
Altro (specificare)

Dom5. Quali sono le aree di intervento della vostra associazione? (sono possibili più risposte)

1. Infanzia e adolescenza? 
2. Disabilità? 
3. Anziani? 
4. Famiglia? 
5. Disagio ed esclusione sociale? 
6. Altro, specificare

Dom6. Che tipo di prestazioni offre la vostra associazione? (sono possibili più risposte)

Accompagnamento? 
Assistenza domiciliare? 
Assistenza domestica? 
Assistenza sanitaria? 
Assistenza sociale? 
Assistenza legale? 
Assistenza morale-religiosa? 
Animazione socio-culturale? 
Educazione-insegnamento-istruzione? 
Intrattenimento? 
Discernimento-valutazione casi pers.li? 
Ascolto telefonico? 
Consulenza? 
Prevenzione? 
Rieducazione? 
Servizio farmaceutico? 
Prestazioni tecniche? 
Prestazioni specialistiche-profess.li? 
Riabilitazione? 
Formazione professionale? 
Reinserimento? 

111
APPENDICE

Cure sanitarie? 
Trasporto malati? 
Patronato-segretariato sociale? 
Soccorso? 
Servizio mensa? 
Servizio di lavanderia-guardaroba? 
Servizi igienico-sanitari per persone? 
Promozione/difesa di diritti civili? 
Difesa civica di individui o gruppi? 
Ricerca, studio? 
Allestimento di documentazione? 
Educazione alla mondialità? 
Altro, specificare

Dom7. Con quali strutture di intervento opera la vostra associazione?


(sono possibili più risposte)

Centri di prima accoglienza? 


Centri accogl.za temporanea? 
Centri di ascolto? 
Centri sociali (animaz.comunità loc.)? 
Centri di riabilitazione? 
Centri di reintegraz./reinserimento? 
Centri di orientamento al lavoro? 
Centri di orientam. Studenti? 
Centri di accoglienza notturna? 
Case famiglia? 
Alloggi protetti?
Istituti? 
Case di riposo? 
Istituti penali? 
Comunità? 
Consultori? 
Cooperative? 
Strutture educative (scuole e simili)? 
Oratori? 
Strutture ospedaliere e ambulatoriali? 
Campi di lavoro? 
Musei? 
Parchi, riserve naturali? 
Segretariati sociali? 
Unità mobili di soccorso in calamità? 
Altro, specificare

Dom8. L’associazione è dotata di un sito?

Si 
No 

112
ALLEGATO B

Dom9. Le sedi locali della sua associazione dispongono di


(Fornire una risposta per ogni rigo)

Uno spazio all’interno del vostro sito


Si 
No 
Non so 

Una pagina web autonoma linkata al vostro sito


Si 
No 
Non so 

Una pagina web autonoma non linkata al vostro sito


Si 
No 
Non so 

Altri strumenti di comunicazione on-line Specificare _______

Dom10. Quali funzioni svolge il vostro sito? (sono possibili più risposte)

Visibilizzazione dell’associazione e delle sue attività? 


Comunicazioni interne (alle sedi locali ed ai soci)? 
Portale per la gestione di servizi on line da voi erogati? 
Gestione delle iscrizioni soci e sottoscrizioni? 
Formazione a distanza? 
Comunicazione tra i soci (chat e forum, o spazi virtuali a al loro dedicati)? 
Informativa sulle tematiche oggetto dell’associazione ? 
Altro, specificare

Dom11. La sua associazione ha una rete informatica interna (Intranet o Lan)? Si; No

Dom12. Se si, quali funzioni svolge? (sono possibili più risposte)

Archiviazione e gestione della documentazione (repository)? 


Gestione delle pratiche amministrative? 
Collegamento con altre sedi territoriali? 
Gestione delle iscrizioni soci e sottoscrizioni? 
Comunicazioni interne ai soci? 
Funzione di monitoraggio e auditing interno? 
Formazione a distanza? 
Altro, specificare

Dom13. Negli ultimi due anni avete mai erogato attività formative sulle nuove tecnologie per i
vostri dipendenti/collaboratori?
SI 
NO 

113
APPENDICE

Dom14. Se si, a quali figure sono state rivolte:


(sono possibili più risposte)

Dirigenti? 
Responsabili di progetto/servizio? 
Personale amministrativo? 
Operatori? 
Altre figure, specificare

Dom15. Negli ultimi tre anni sono state mai svolte attività di aggiornamento dell’infrastruttura
tecnologica (licenze software, rete interna, PC, ecc.)
(sono possibili più risposte)

Livelli coinvolti

Sede centrale
Collegamento ad internet SI  Sedi locali
Sede centrale e sedi locali
Sede centrale
Rete Lan SI  Sedi locali
Sede centrale e sedi locali
Sede centrale
Licenze software SI  Sedi locali
Sede centrale e sedi locali
Sede centrale
Hardware (computers,
SI  Sedi locali
stampanti, monitor, scanner)
Sede centrale e sedi locali
Sede centrale
Telefoni e fax SI  Sedi locali
Sede centrale e sedi locali
Sede centrale
Fotocopiatrici SI  Sedi locali
Sede centrale e sedi locali

Altro specificare

Dom16. Attraverso quali canali di finanziamento è avvenuto tale aggiornamento


(sono possibili più risposte)

Finanziamenti diretti ministeriali? 


Donazioni? 
Fondo per l’associazionismo (L. 383)? 
Altri bandi pubblici? 
Sponsorizzazioni? 
Autofinanziamento? 
Altro specificare

114
ALLEGATO B

Dom17. Che effetti ha prodotto l’innovazione tecnologica sui seguenti aspetti relativi alle attività
della vostra associazione:
(Fornire una risposta per ogni rigo)

Forte
Cambiamento Nessun Cambiamento
cambiamento
positivo cambiamento negativo
positivo
Comunicazioni tra sede centrale
e sedi periferiche
Comunicazione tra le diverse
sedi periferiche
Comunicazioni con le Istituzioni
(Ministeri, Enti Pubblici, ecc.)
Comunicazioni con altre
associazioni del Terzo settore
(promozione sociale,
volontariato, ONLUS, fondazioni,
ONG)
Comunicazioni con le imprese
del settore privato
Comunicazioni con gli associati
Risoluzione di problemi pratici
nelle routines lavorative
(Iscrizione associati, invio
pratiche, amministrazione, ecc.)
Riduzione dei tempi necessari a
svolgere adempimenti formali
(comunicazioni ufficiali a enti e
Istituzioni, agli associati e agli
utenti dei servizi, ecc)
Capacità di rispondere a bandi e
presentare progetti
Gradimento dei servizi da parte
dell’utenza
Altro, specificare

Dom18. Negli ultimi tre anni, la vostra associazione con quante associazioni del Terzo settore ha
avuto modo di collaborare?

Nessuna? 
Fino a 5? 
Da 6 a 10? 
Da 11 a 15? 
Da 16 a 20? 
Da 21 a 30? 
Da 31 a 50? 
Più di 50 ? 

115
APPENDICE

Dom19. Tra queste, può indicare le tre associazioni del Terzo settore con le quali avete
collaborato più spesso?

Nome Associazione Tipo attività


Collaborazione
di Promozione Sociale (sono possibili più risposte)

a. Collaborazione formalizzata (Ati,


a. Scambio d’informazioni
Ats, consorzio)
b. Progettazione finanziata
1. “Nome” b. contratto di
c. Gestione ed implementazione
servizi/fornitura/consulenza
progetti
c. non formalizzata

a. Collaborazione formalizzata (Ati,


a. Scambio d’informazioni
Ats, consorzio)
b. Progettazione finanziata
2. “Nome” b. contratto di
c. Gestione ed implementazione
servizi/fornitura/consulenza
progetti
c. non formalizzata

a. Collaborazione formalizzata (Ati,


a. Scambio d’informazioni
Ats, consorzio)
b. Progettazione finanziata
3. “Nome” b. contratto di
c. Gestione ed implementazione
servizi/fornitura/consulenza
progetti
c. non formalizzata

Dom20. Negli ultimi tre anni, la vostra associazione con quante imprese ha avuto modo di
collaborare?

Nessuna? 
Fino a 5? 
Da 6 a 10? 
Da 11 a 15? 
Da 16 a 20? 
Da 21 a 30? 
Da 31 a 50? 
Più di 50? 

116
ALLEGATO B

Dom21. Tra queste, può indicare le tre imprese con le quali avete collaborato più spesso?

Nome Associazione Tipo attività


Collaborazione
di Promozione Sociale (sono possibili più risposte)

a. Collaborazione formalizzata (Ati,


a. Scambio d’informazioni
Ats, consorzio)
b. Progettazione finanziata
1. “Nome” b. contratto di
c. Gestione ed implementazione
servizi/fornitura/consulenza
progetti
c. non formalizzata

a. Collaborazione formalizzata (Ati,


a. Scambio d’informazioni
Ats, consorzio)
b. Progettazione finanziata
2. “Nome” b. contratto di
c. Gestione ed implementazione
servizi/fornitura/consulenza
progetti
c. non formalizzata

a. Collaborazione formalizzata (Ati,


a. Scambio d’informazioni
Ats, consorzio)
b. Progettazione finanziata
3. “Nome” b. contratto di
c. Gestione ed implementazione
servizi/fornitura/consulenza
progetti
c. non formalizzata

Dom22. Negli ultimi tre anni, può indicare i soggetti istituzionali con i quali avete collaborato
più spesso e la frequenza di tali collaborazioni?

Nome Istituzione Collaborazione Intensità della collaborazione (da 0 a 10)

1. Comuni SI  1_; 2_; 3_; 4_; 5_; 6_; 7_; 8_; 9_; 10_ Alta

2. Province SI  1_; 2_; 3_; 4_; 5_; 6_; 7_; 8_; 9_; 10_ Alta

3. Regioni SI  1_; 2_; 3_; 4_; 5_; 6_; 7_; 8_; 9_; 10_ Alta

4. Comunità montane SI  1_; 2_; 3_; 4_; 5_; 6_; 7_; 8_; 9_; 10_ Alta

5. Ministeri SI  1_; 2_; 3_; 4_; 5_; 6_; 7_; 8_; 9_; 10_ Alta

6. Asl SI  1_; 2_; 3_; 4_; 5_; 6_; 7_; 8_; 9_; 10_ Alta

7. Università SI  1_; 2_; 3_; 4_; 5_; 6_; 7_; 8_; 9_; 10_ Alta

8. Scuola SI  1_; 2_; 3_; 4_; 5_; 6_; 7_; 8_; 9_; 10_ Alta

9. Altro, specificare SI  1_; 2_; 3_; 4_; 5_; 6_; 7_; 8_; 9_; 10_ Alta

117
APPENDICE

Dati del compilatore

Dom23. Nome e Cognome

Dom24. Ruolo ricoperto nell’associazione

Dom25. E-mail per eventuale contatto

118
ALLEGATO C
SCHEDE CASI DI STUDIO

1. Legambiente - Italia

L’ASSOCIAZIONE

Legambiente è l’associazione ambientalista più diffusa in Italia essendo co-


stituita da oltre 1.000 circoli locali e 20 comitati regionali.

Nata nel 1979 dall’ARCI, Legambiente Onlus è un’associazione senza fini di


lucro sostenuta da liberi cittadini: sono oltre 115.000 tra soci e sostenitori.

È riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente come associazione d’interesse am-


bientale, inoltre, a parte delle grandi reti europee e mondiali dell’azione am-
bientalista, ponendosi in collegamento con organizzazioni quali il Bureau
Européen de l’Environnement e della International Union for Conservation of
Nature ed è registrata come Associazione di Promozione Sociale nel Registro
nazionale del Ministero della Solidarietà Sociale.

Protagonista di una serie di iniziative che, tutt’oggi, godono di un crescen-


te successo è nota anche per l’incessante lotta contro l’abusivismo edilizio. Svolge
attività di denuncia nei confronti di progetti e problemi che costituiscono una
minaccia per l’ambiente e ha smascherato per prima le azioni criminali delle “eco-
mafie” (coniandone il termine).

Tra le principali attività dell’organizzazione si ricordano:


• Goletta Verde: La campagna storica di Legambiente. Dal 1986 ad oggi, ogni
estate, un battello compie il periplo delle coste italiane prelevando e
analizzando circa 500 campioni d’acqua ed eseguendo su ognuno le ana-
lisi previste dalla legge. Oltre a diffondere in tempo reale i risultati delle ana-
lisi dei luoghi visitati, Goletta Verde propone un servizio di approfondimen-
to e sensibilizzazione sulla complessità del delicato ecosistema marino.

119
APPENDICE

• Treno Verde: Campagna di monitoraggio sull’inquinamento acustico ed at-


mosferico delle città che Legambiente, insieme alle Ferrovie dello Stato, svol-
ge dal 1988. Si tratta di un vero e proprio convoglio che viaggia su rotaie
con un “carico” di iniziative volte all’informazione e all’educazione ambien-
tale. Nel 2006 diventa “Carovana del Clima”, con una mostra itinerante sui
temi del risparmio energetico, dei mutamenti climatici e dell’inquina-
mento.
• Salvarte: Da un lato testa i danni causati da incuria e inquinamento ai beni
culturali, segnalando le emergenze monumentali più a rischio. Dall’altro fa
conoscere e valorizza quei beni culturali così detti “minori”, che restano fuo-
ri dagli itinerari turistici tradizionale che, quindi, rimangono sconosciuti al “gran-
de pubblico”.
• Puliamo il mondo: Edizione italiana di Clean Up the World, il più grande
appuntamento di volontariato ambientale del mondo. Dal 1993,
Legambiente ha assunto il ruolo di comitato organizzatore in Italia ed è pre-
sente su tutto il territorio nazionale grazie all’instancabile lavoro di oltre 1.500
gruppi di “volontari dell’ambiente”.
• Scuola e formazione: Associazione di insegnanti, educatori e formatori, che
si riconosce nella cultura e nella politica ambientalista di Legambiente cer-
cando di contribuire al miglioramento della scuola con attività di formazio-
ne, di ricerca professionale e di gemellaggio con altre realtà scolastiche.
• Operazione Spiagge pulite: Dal 1989 decine di migliaia di volontari si in-
contrano armati di scope, guanti e sacchi per l’immondizia. L’operazione
“Spiagge Pulite” tocca ormai oltre 200 località, consentendo così di ripu-
lire dai rifiuti decine di chilometri di spiaggia.
• Operazione Fiumi: Nell’ambito di questa operazione tecnici dell’associa-
zione effettuano decine di prelievi d’acqua, che poi vengono analizzati per
accertare la presenza di inquinamento chimico e microbiologico. Nel frat-
tempo i circoli locali di Legambiente organizzano incontri con le scuole, con
i cittadini e con gli amministratori per discutere i problemi dei fiumi e le pos-
sibili soluzioni. Ad ogni tappa vengono anche effettuati blitz per denuncia-
re scarichi abusivi e inquinanti nei fiumi. Nel 2006 l’operazione ha preso
il nome di “Fiuminforma”.

120
ALLEGATO C

DESCRIZIONE DEL PROGETTO

TITOLO: “Migliorare in rete”


AREA: Formazione a distanza
ANNUALITÀ: 2002
DURATA: 12 mesi
AMBITO TERRITORIALE: nazionale
DESTINATARI: circoli di Legambente, soci

OBIETTIVO GENERALE

A sostegno delle molteplici attività dell’associazione indirizzate in vari set-


tori (l’ambiente, l’inquinamento, la pace, la scuola,…), Legambiente ha idea-
to la costruzione di un nodo comunicativo finalizzato ad offrire servizi mirati me-
diante l’utilizzo di internet: il più potente mezzo di comunicazione ad uso del-
la società odierna.

La risorsa più rilevante di internet risiede, probabilmente, nel suo essere re-
te di comunicazione e in questo va ravvisata la potenziale funzionalità alle in-
calzanti esigenze del mondo non profit. L’idea progettuale ha voluto cogliere,
così, l’opportunità offerta dalla Rete, puntando sulla realizzazione di un porta-
le specifico per il mondo di Legambiente che avesse la funzione di raccoglie-
re e trasmettere, in un regime strutturato e sinergico, strumenti che potessero
garantire lo sviluppo di una maturità organizzativo-gestionale agli attori di
questo sistema, per rendere sempre più partecipata e consapevole la fruizio-
ne di servizi e la correlata possibilità di crescita. Uno strumento, dunque, di co-
municazione per il complesso mondo dei circoli di Legambiente, un conteni-
tore di informazioni e servizi in grado di apportare un aiuto importante alla pro-
fessionalizzazione degli attori del Terzo settore.

“Migliorare in rete” è un’idea nata dall’utilità di elaborare e mettere a regi-


me un insieme strutturato e sinergico di strumenti da incrementare progressi-
vamente, tali da garantire l’acquisizione di una sempre più matura capacità di
realizzare iniziative e progetti, al fine di fare acquisire, all’associazione, in ma-
niera sempre più semplice e partecipata, quei servizi capaci di garantire una so-
stanziale forza di posizionamento e di sana, ordinata e bilanciata crescita.

Il progetto ha avuto come scopo la realizzazione di un portale rivolto agli as-


sociati.

L’obiettivo generale perseguito con la realizzazione del portale è stato quel-


lo di poter fornire una risposta competente e specifica alle domande e alle pro-
blematiche scaturite dalla vita quotidiana e straordinaria dei circoli, fornendo
un bagaglio di conoscenze e di competenze funzionali alla realizzazione con pie-
na efficacia della mission dell’associazione, garantendo un supporto presente

121
APPENDICE

e rapido per affrontare problematiche esistenti ed emergenti, raggiungendo


l’obiettivo di ottenere maggiore incisività nelle azioni proposte.

Internet diviene, così, uno strumento per realizzare una serie di servizi (costru-
zione di una banca dati, aggiornamento, formazione, informazioni, consulenze,
etc.) volti a garantire l’efficacia e l’efficienza delle attività dell’associazione.

RISULTATI

La strutturazione di un portale (che si configura come mezzo virtuale per


la fornitura di servizi reali alle espressioni di Legambiente diffuse sul territo-
rio nazionale) si è proposta sin dall’inizio come idea da attuare attraverso una
risposta puntuale, coerente, professionale, competente, immediata, semplice,
aggiornata e professionale.

In fase di progettazione, in particolare, sono stati individuati vari obiettivi


finali di cui la fase attuativa ha garantito il raggiungimento.

1. In primo luogo, la finalità del portale ha consistito nel consolidamento


dell’azione di Legambiente, delle sue iniziative e della loro affidabilità ed
efficacia, attraverso un sistema più organizzato, partecipato e condiviso
a partire dall’organizzazione generale, fino ad arrivare alle piccole realtà
locali: il progetto ha avuto il proposito fattibile, dunque, di porre in col-
legamento tra loro i circoli spesso molto distanti e di creare una comu-
nicazione condivisa tra essi e l’organizzazione di base, per canalizzare va-
rietà e diversità di problematiche quotidiane in una dimensione di con-
fronto e comunione d’intenti.
2. Inoltre, l’idea progettuale ha perseguito l’acquisizione, da parte dei va-
ri circoli dell’associazione, di maggiori competenze ed abilità nei setto-
ri dell’amministrazione e della gestione, al fine di renderli il più possibi-
le autonomi nella cura delle pratiche ordinarie e di portarli al raggiungi-
mento di competenze che permettessero loro di sfruttare al meglio op-
portunità e risorse.
3. Il portale è stato uno strumento efficace e diretto per lo sviluppo e la spe-
rimentazione di modalità di coinvolgimento e collaborazione con gli al-
tri attori del sistema, al fine di addivenire a conclusioni e risoluzioni di pro-
blematiche affini in maniera più incisiva e risolutiva: come già sottolinea-
to, infatti, l’azione di Legambiente risulta essere determinante proprio per
l’abilità e la forza dell’associazione nel ricercare alleanze insolite e col-
laborazioni inedite, al fine di coinvolgere quanti più attori possibili in cam-
pagne ed iniziative che riguardano l’interesse collettivo e il bene socia-
le. A questa finalità si collega quella della ricerca e della sinergia con ini-
ziative e campagne affini realizzate sul territorio, credendo che la vera for-
za del settore non profit sia nel superamento di facili e inutili antagoni-

122
ALLEGATO C

smi e nella creazione di una coscienza collettiva per cui solo insieme si
possono realizzare grandi cose.
4. Da ultimo, il progetto è stato proposto come piattaforma per la creazione
di modelli operativi ripetibili in varie situazioni e attività in ambito socia-
le, proprio in virtù della non autoreferenzialità dell’azione di Legambiente
che si pone in maniera aperta nei confronti della realtà in cui opera e che
elabora modelli che possono essere diffusi ed utilizzati da chiunque voglia
agire nel sociale.
La creazione del portale Legambiente Servizi (reperibile all’indirizzo www.le-
gambienteservizi.com) ha funzioni di guida, luogo di scambio, forum e piazza
virtuale ed è finalizzato a raccogliere le istanze dei circoli e a rispondere a quel-
li che sono i dubbi degli associati.

La costituzione di un portale ad hoc ha permesso di erogare informazioni


su tutto quello che riguarda la normativa relativa all’associazione, in senso am-
pio: dalla costituzione alla vita dell’associazione agli adempimenti formali e giu-
ridici, nell’ottica di formare un apparato amministrativo a partire dalla struttu-
ra nazionale che arrivi ai singoli circoli.

Il portale è stato riempito di contenuti ordinati secondo un modello di ma-


cro-aree tematiche: Amministrazione e gestione, Leggi e commenti, Mappa del-
le opportunità, Laboratorio di creazione di impresa sociale, Progetti di
Legambiente sul territorio, Scadenzario, Consulenze on-line, Formazione a di-
stanza. E’ rivolto fondamentalmente all’associazione ma è evidente che se al-
tre associazioni o altre organizzazioni hanno esigenze analoghe sul sito posso-
no trovare tutte le informazioni necessarie (es. pagamento modelli F24, costi-
tuzione di onlus etc.).

Il supporto che il progetto ha offerto all’azione dei circoli si è sostanziato in


una serie di servizi, consulenze e utilità on line che sono andati ad implemen-
tare la formazione degli operatori nel mondo di Legambiente, approfondendo
nozioni, conoscenze, informazioni: tutto questo attraverso uno “strumento te-
lematico e tematico” che, nell’intenzione progettuale e nella realtà dei fatti, è
servito da contenitore di un flusso ininterrotto di contenuti di vario tipo.

Nel sito, ad oggi, è possibile trovare i seguenti servizi: consulenza on line, con-
sulenza fiscale ed amministrativa (modelli e verbali), guida giuridica e banca da-
ti legislativa, offerte di opportunità (in costruzione), laboratorio virtuale di
creazione di imprese sociale (businness plan, scrittura progetti etc.), progetti di
Legambiente sul territorio (in costruzione), corsi di Formazione a distanza
(Terzo settore e soggetti non profit, La riforma del lavoro, Verso il bilancio so-
ciale), scadenzario e link utili.

Nel dettaglio, i principali risultati raggiunti possono essere così declinati:


• consolidamento dell’efficienza e dell’affidabilità delle iniziative dell’azione

123
APPENDICE

sia a livello nazionale che a livello locale tramite un sistema che ha mes-
so in sinergia le varie realtà territoriali;
• sviluppo di nuove modalità di coinvolgimento della base associativa;
• acquisizione di maggiori competenze e abilità riguardo la gestione e l’am-
ministrazione delle associazioni;
• progettazione e costruzione di prodotti multimediali sulla base di esperien-
ze empiriche e di attività sperimentali ed innovative;
• potenziamento delle azioni locali grazie alla maggiore competenza dei respon-
sabili e al servizio di consulenza offerto in modo rapido e professionale;
• aumento della sinergia tra le varie iniziative e campagne attuate sul terri-
torio grazie allo sfruttamento delle possibilità di comunicazione e collega-
mento offerte dalla rete;
• supporto all’attività creativa dei circoli nell’ideazione di azioni e progetti con
conseguente realizzazione di maggiori e più oculate iniziative anche a li-
vello locale;
• sensibilizzazione rispetto alle tematiche dell’imprenditoria sociale e dell’e-
conomia solidale;
• creazione, nel corso d’opera, di sotto modelli di servizio esportabili in al-
tri ambiti del sociale.

METODOLOGIA

Nella realizzazione del portale e nella redazione dei suoi contenuti si è te-
nuto in massimo conto l’utilizzo delle migliori strategie di fruibilità e ricezione
delle informazioni e degli argomenti.

Il primo strumento metodologico utilizzato è stato, dunque, quello della sem-


plificazione dei concetti e delle strutture: individuando percorsi di comunicazio-
ne agili e lineari si sono resi testi e concetti comprensibili ai diversi livelli di pre-
parazione culturale e ai neofiti del settore. Per evitare azzardate scelte di stile co-
municativo, mancanza di chiarezza o perdita di solidità dei contenuti, il lavoro
progettuale è stato preceduto da un attento studio dei processi comunicativi e
delle tecniche di trasmissione delle informazioni. In particolare, nella fase pre-
paratoria, è stato preso in esame il processo di percezione personale per sfrut-
tare al meglio le potenzialità offerte dal portale: ciò ha significato una partico-
lare attenzione riguardo le teorie sulla percezione, le analisi socio-psicografiche
sui target, la linguistica, le tecniche di comunicazione, le ricerche sul feedback.

Particolare attenzione, poi, è stata riservata all’incentivazione delle dinami-


che di gruppo e dell’utilizzo di tecniche di problem solving, basate su uno stimo-
lo all’auto-apprendimento consapevole. Queste ultime hanno preso spunto dal
più generale modello metodologico del PSL – Problem Solving Learning per es-
sere completate attraverso un mix di strategie volte a calibrare le azioni su par-
ticolari destinatari, nello specifico il target di utenti che opera nel sociale.

124
ALLEGATO C

Il successo dell’iniziativa è stato determinato, oltre che dalla ricchezza e au-


torevolezza dei contenuti del portale, anche dall’uso di metodologie e mecca-
nismi di aggiornamento puntuali, da una lettura immediata e non appesanti-
ta, da un’architettura non troppo complessa e usabile anche dai neofiti della re-
te, da una grafica intesa come rafforzamento dei contenuti e non come sosti-
tutivo degli stessi e da tempo di caricamento rapidi.
Il progetto “Migliorare in rete” ha richiesto la suddivisione in diverse fasi di
realizzazione:

A) Allestimento, promozione e messa in rete del portale. È stata progetta-


ta, in questa fase iniziale, una piattaforma informatica in grado di rispon-
dere alle necessità di attuazione dell’intero progetto e di rappresentare le
esigenze della composita associazione. La piattaforma è stata ideata, dun-
que, in maniera da garantire agli utenti, in maniera semplice, chiara, ve-
loce ed esaustiva: informazioni, consulenze, servizi interattivi di tipo am-
ministrativo – contabile – fiscale, spunti progettuali, percorsi formativi, ag-
giornamenti condivisi, calibrati, continui. Questa fase si è anche sostan-
ziata in un’attivazione e sensibilizzazione della base associativa per un uti-
lizzo condiviso e partecipato del nuovo servizio.
B) Predisposizione, aggiornamento ed implementazione della banca dati.
La piattaforma informatica è stata “sostenuta” dall’elaborazione di una ban-
ca dati normativa che ha fornito agli utenti i cosiddetti “arnesi del mestie-
re”, ossia gli strumenti per far fronte con competenza e perizia alle pro-
blematiche interpretative che spesso si pongono rispetto a determinate
norme o combinati disposti. Le numerosissime leggi (insieme a provve-
dimenti, risoluzioni, circolari) sono state elencate in apposite sezioni te-
matiche e opportunamente commentate; sono state previste, inoltre, par-
ticolari chiavi di facilitazione e modalità di collegamento in modo da crea-
re un quadro semplificato ma esaustivo.
C) Programmazione ed avvio del percorso di formazione e di aggiornamen-
to. Questa fase, che già nell’idea progettuale non aveva caratteristiche di
staticità, si è rivelata oltremodo dinamica e partecipata. Da un lato, infat-
ti, è stata messa in pratica la proposta di approfondimenti e aggiornamen-
ti tramite la tecnica della Formazione a distanza, che ha permesso a tut-
ti gli utenti dislocati sul territorio nazionale di seguire corsi qualitativamen-
te validi senza eccessivi sforzi o costi onerosi, condividendoli potenzial-
mente con l’intera base associativa di Legambiente. Dall’altro gli utenti
stessi, tramite metodi di comunicazione virtuale, hanno potuto propor-
re tematiche specifiche o sollevare determinati problemi che sono, suc-
cessivamente, divenuti argomento di trattazione all’interno del portale.
La programmazione, infatti, è stata adeguata alle palesate esigenze de-
gli utenti, calibrando gli interventi e la scelta delle tematiche da trattare
secondo i suggerimenti o le richieste da questi effettuati.
D) Progettazione, realizzazione e aggiornamento dei percorsi innovativi e si-
mulati di creazione di impresa sociale. Questa è stata probabilmente la

125
APPENDICE

fase più innovativa dell’intero progetto e ha consentito agli utenti, in ma-


niera attiva e partecipata, di capire e testare i meccanismi iniziali che sot-
tendono alle dinamiche del fare impresa nel sociale. Sono stai allestiti,
al proposito, ambienti multimediali in modalità ipertestuale, continuamen-
te aggiornati ed implementati anche a seconda degli interventi degli uten-
ti e delle loro richieste di chiarificazione degli argomenti. Tali ambienti han-
no funzionato da laboratorio creativo di simulazione di creazione e ge-
stione di imprese sociali nel vasto campo della tutela, salvaguardia e va-
lorizzazione della natura e dell’ambiente.
E) Aggiornamento continuativo dei contenuti del portale. Una volta realizza-
ta la piattaforma e definiti i percorsi precedentemente illustrati si è passa-
ti alla fase dell’implementazione del portale e dei suoi contenuti. Questo
step ha visto l’impegnativo utilizzo delle risorse necessarie a rendere lo stru-
mento “vivo”, ossia efficiente ed efficace perché sempre rinnovato e dina-
mico. Per l’aggiornamento delle sezioni è stato utilizzato materiale prele-
vato dalla rete e non, in base a ricerche, scelte e cernite continue, capilla-
ri, attente e professionali, individuando inchieste e approfondimenti gior-
nalistici, dispense e supporti universitari, libri e ogni strumento che gli esper-
ti hanno ritenuto utile per le strutture di Legambiente sul territorio nazio-
nale ed europeo, in un’ottica di maggiore integrazione continentale e di ab-
battimento di barriere frontaliere che per internet non sono mai esistite.

Il servizio, semplice nella sua complessità e dinamicità, consiste nel realiz-


zare e rendere facilmente accessibile un luogo unico, un centro servizi virtua-
le dove l’associazione, diventando sempre più internauta, possa trovare rispo-
sta alle proprie esigenze. L’offerta dei servizi parte dall’analisi dei bisogni reali
delle diverse sedi territoriali (un’importanza particolare è rivolta giornalmente
ai suggerimenti dell’utenza continuamente stimolata con il concorso di una chat-
line, a concorrere all’organizzazione di servizi efficienti) ed offre informazioni sem-
pre aggiornate, più strumenti e servizi organizzati per un sostegno quotidiano
della loro azione sul territorio.

La costruzione di un portale visibile ed interessante ha permesso, rispetto


all’attuale panorama, di rappresentare un riconoscibile e condiviso centro do-
ve le informazioni sono trasmesse in modo completo chiaro ed immediato e
organizzate in una intuitiva struttura logica.

TRASFERIBILITÀ E SOSTENIBILITÀ

Nell’elaborare il progetto “Migliorare in rete”, Legambiente si è posta tra i suoi


principali obiettivi anche quello di un ricercato ed utile coinvolgimento del tes-
suto sociale del territorio. La crescita delle competenze e delle strutture territo-
riali a cui il portale ha dato un sensibile contributo ha, in effetti, innescato mol-
teplici ricadute sociali. L’iniziativa è stata un momento di confronto e di parteci-

126
ALLEGATO C

pazione per gli Enti Locali ed il privato sociale di riferimento. Questo ha contribui-
to, d’altronde, al solidificarsi di un substrato favorevole alla trasferibilità del mo-
dello progettuale in altri ambiti. Infatti, il progetto per le finalità, le metodologie
e gli strumenti di realizzazione dell’attività, è suscettibile di innescare meccanismi
di trasferibilità dell’iniziativa in altri settori del sociale e per altri soggetti del vasto
mondo del Terzo settore. L’intuizione, da parte di Legambiente, di attrezzare l’as-
sociazione di uno strumento virtuale in grado di fornire in tempo reale, informa-
zione, consulenza, formazione (prevalentemente in settori specifici e fino ad ora
di esclusivo appannaggio di esperti esterni all’associazione e mai, per ovvie ragio-
ni, diventato patrimonio acquisito e trasmissibile dell’associazione in grado di in-
nescare il virtuoso meccanismo dell’investimento invece che del “costo a perde-
re”) si è determinata come la palese intenzione di creare uno strumento riprodu-
cibile ed adattabile alle diverse esigenze dei molti utenti che operano nel socia-
le inteso nella sua accezione più ampia. La rete di internet e la comunicazione sen-
za barriere che essa consente, è una risorsa inesauribile per la trasmissione rapi-
da ed estemporanea di saperi, idee, proposte, informazioni, nozioni, progetti, aspet-
tative e problemi che attendono una risposta. Proprio per questi motivi il proget-
to e la sua realizzazione tramite il portale tematico sono stati concepiti in modo
da essere strumenti sicuramente mutuabili e certamente trasferibili.

Il progetto, avvalendosi per la sua realizzazione di specialisti del settore, ol-


tre a garantire una considerevole mole di informazioni di immediato accesso
e comprensione utilizzate quotidianamente dalla vasta rete di Legambiente sul
territorio, ha consentito un fruttuoso confronto con le esigenze di informazio-
ni e consulenze specialistiche capace di delineare una domanda chiara anche
se in continua implementazione.

L’acquisizione delle informazioni, l’utilizzo delle specifiche consulenze ha per-


messo a molti soci e dirigenti di padroneggiare con sempre maggiore sicurez-
za un bagaglio professionale che gli sta permettendo nel tempo di affrontare
problematiche prima complesse con naturalezza e professionalità. Il panorama
delle conoscenze, per l’associazione, sta diventando, nel tempo sempre più com-
plesso ed esaustivo e rappresenterà un valore aggiunto che consentirà un no-
tevole risparmio di risorse economiche ed un investimento continuo e sicuro
sulla sostenibilità e curabilità del progetto.

IMPATTO INTERNO

Per l’introduzione della tecnologia sono stai coinvolti 10 operatori. Il proget-


to ponendosi degli ambiziosi traguardi quali la professionalizzazione del per-
sonale, lo sviluppo di competenze manageriali per assicurare permanenza sul
mercato, il raggiungimento dell’equazione efficienza/efficacia, l’approfondimen-
to dei risultati, i servizi di supporto sul complesso piano organizzativo-gestio-
nale e di programmazione, ha necessariamente influenzato la struttura orga-

127
APPENDICE

nizzativa riconoscendo specificità e compiti diversi ai soci e dirigenti capaci nel


tempo e con l’utilizzo dello strumento, di costruirsi un know-how conoscitivo
e specialistico da spendere immediatamente all’interno dell’associazione per
rispondere ad una domanda di servizi che altrimenti sarebbero dovuti essere
soddisfatti all’esterno.
La realizzazione di un portale tematico, di agevole consultazione, ha certa-
mente rafforzato i canali di comunicazione tra la direzione nazionale e le diver-
se realtà territoriali dell’associazione: il progetto ha dunque posto in collegamen-
to tra loro i circoli spesso molto distanti, per creare una comunicazione condi-
visa tra essi e l’organizzazione di base, per canalizzare varietà e diversità di pro-
blematiche quotidiane in una dimensione di confronto e comunione d’intenti.

La comunicazione interna di Legambiente è caratterizzata dalle newsletter.


Nel portale è presente anche un intranet che viene usato solo per la rassegna
stampa, la posta elettronica e lo scambio dei file. Per la rassegna stampa sono
stati superati i 500 iscritti dopo solo un anno dalla nascita del servizio e senza
pubblicizzare particolarmente l’iniziativa. L’allargamento derivante dall’implemen-
tazione dei servizi informatici è evidente se si pensa che all’inizio tale rassegna
stampa nasceva solo per la direzione nazionale dove c’erano circa 90 persone.

La newsletter generale (non quella interna) dove Legambiente comunica tut-


to ciò che avviene nell’Associazione raggiunge i 6000 contatti. Sul sito è presen-
te un servizio di iscrizione automatica. Anche in questo caso è stata registrata
una crescita esponenziale dopo l’implementazione del portale.

Per quanto riguarda le modalità di trasmissione della formazione riguardo


a determinate tematiche individuate, si è messo in atto un metodo di Formazione
a distanza (FAD) semplificato per renderlo accessibile ed usabile anche da que-
gli utenti che presentano meno dimestichezza con gli strumenti informatici. In
particolare, sono state previste diverse tematiche accessibili da una scherma-
ta iniziale. Ognuno degli argomenti è stato, quindi, sviluppato per schede
agevolmente scorribili e intervallate da momenti di auto-valutazione.

IMPATTO SUI DESTINATARI

In primo luogo, la finalità del portale è consistito nel consolidamento del-


l’azione di Legambiente, delle sue iniziative e della loro affidabilità ed efficacia,
attraverso un sistema più organizzato, partecipato e condiviso a partire dall’or-
ganizzazione generale e fino ad arrivare alle piccole realtà locali: il progetto ha
avuto il proposito fattibile, dunque, di porre in collegamento tra loro i circoli spes-
so molto distanti e di creare una comunicazione condivisa tra essi e l’organiz-
zazione di base, per canalizzare varietà e diversità di problematiche quotidia-
ne in una dimensione di confronto e comunione d’intenti.
In secondo luogo, l’idea progettuale ha perseguito l’acquisizione, da parte

128
ALLEGATO C

dei vari circoli, di maggiori competenze ed abilità nei settori dell’amministrazio-


ne e della gestione, al fine di renderli il più possibile autonomi nella cura del-
le pratiche ordinarie e di portarli al raggiungimento di competenze che permet-
tessero loro di sfruttare al meglio opportunità e risorse.
Legambeinte ha una rete molto vasta e certamente dopo questo progetto
è aumentata la conoscenza dei circoli locali e la velocità di comunicazione ol-
tre che uno scambio molto più frequente di informazioni. Indirettamente c’è sta-
to quindi un aumento della partecipazione e dello spirito di gruppo.

IMPATTO ESTERNO

Il portale è stato uno strumento efficace e diretto per lo sviluppo e la spe-


rimentazione di modalità di coinvolgimento e collaborazione con gli altri atto-
ri del sistema al fine di giungere a conclusioni e risoluzioni di problematiche af-
fini in maniera più incisiva e risolutiva: come già sottolineato, infatti, l’azione di
Legambiente risulta essere determinante proprio per l’abilità e la forza dell’as-
sociazione nel ricercare alleanze insolite e collaborazioni inedite, al fine di coin-
volgere quanti più attori possibili in campagne ed iniziative che riguardano l’in-
teresse collettivo e il bene sociale. A questa finalità si collega quella della ricer-
ca e della sinergia con iniziative e campagne affini realizzate sul territorio, cre-
dendo che la vera forza del settore non profit sia nel superamento di facili e inu-
tili antagonismi e nella creazione di una coscienza collettiva per cui solo insie-
me si possono realizzare grandi cose.

Legambiente ha rafforzato, grazie a queto sistema di modernizzazione del-


la struttura comunicativa, i rapporti con altre organizzazioni con le quali colla-
bora da tempo, come il CTS (Centro Turistico Studentesco) - sottosezione am-
biente, le ACLI, l’ARCI e con le quali condivide progetti ed idee. Fra esse rien-
trano anche il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
e il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.

129
APPENDICE

2. Libera – Italia

L’ASSOCIAZIONE

“Libera – Associazione nomi e numeri contro le mafie”, è nata il 25 marzo


1995 con l’intento di aggregare, di coinvolgere e di sostenere tutti i soggetti in-
teressati alla lotta alle mafie e alla criminalità organizzata. L’associazione ope-
ra in 15 Regioni italiane e in 50 Province attraverso dei coordinamenti Regionali
e locali. Oggi è un network di 1.200 associazioni, gruppi, scuole, realtà di ba-
se territorialmente impegnati per costruire sinergie politico-culturali e organiz-
zative capaci di diffondere la cultura della legalità.
La Legge sull’uso sociale dei beni confiscati ai mafiosi, l’educazione alla le-
galità, l’impegno contro la corruzione, i campi di formazione antimafia, i pro-
getti su lavoro, sviluppo e attività antiusura, sono alcuni dei concreti impegni
di Libera.
Tra le principali attività dell’organizzazione si ricordano:
• Beni confiscati: il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, si basa sul-
la Legge 109/96 di cui Libera è stata la promotrice. In 10 anni la Legge ha
permesso la destinazione a fini sociali di oltre 3.000 beni immobili per un
valore di oltre 300 milioni di beni. Ogni anno sui terreni confiscati si svol-
gono i campi internazionali con giovani provenienti da tutto il mondo.
Dal 2002 in alcuni supermercati convenzionati sono in vendita i prodotti
di “Libera Terra”: pasta, olio, vino e altre specialità ottenute da cooperati-
ve di giovani che, in Sicilia, lavorano sui terreni confiscati ai boss mafiosi,
rafforzando così il forte legame già esistente tra le cooperative del Nord e
Sud Italia. A maggio 2006 inoltre è nata “Cooperare con Libera Terra”, un’a-
genzia nazionale che contribuirà non solo al consolidamento della legalità
e alla creazione di un’economia solidale e sostenibile, ma anche al riscat-
to e al positivo utilizzo economico di beni confiscati ai clan, in particolare
sostenendo lo sviluppo di nuove imprese cooperative in quei territori e le
attività di “Libera Terra”.
• Libera formazione: Libera è un ente di formazione accreditato presso il
Ministero dell’Istruzione per la realizzazione di corsi e programmi di forma-
zione sui temi dell’educazione alla legalità democratica e alla cittadinan-
za attiva e per la certificazione di competenze riconoscibili come crediti for-
mativi e professionali in collaborazione con le scuole, le università, l’asso-
ciazionismo e la società civile.
• Ogni anno Libera organizza momenti di formazione, approfondimento e
confronto a carattere nazionale:
- il campo di formazione nazionale, che si svolge ogni anno nel periodo esti-
vo destinato ai referenti territoriali di Libera;
• I corsi di formazione ed aggiornamento su specifiche tematiche.

Libera Memoria : la “Giornata della Memoria e dell’Impegno” (21 marzo, pri-


mo giorno di primavera) è un’iniziativa promossa da Libera per ricordare tut-

130
ALLEGATO C

te le vittime innocenti della criminalità organizzata. Dal 1996, anno della sua pri-
ma edizione, è riproposta annualmente in diverse città italiane.
Libera Internazionale: nata nel 2002, con il Convegno “Ladri di futuro.
Dalle ecomafie al traffico di esseri umani”, organizzato a Firenze, nell’ambito del
Forum Sociale Europeo. L’iniziativa ha avviato i lavori per la costituzione di una
rete internazionale volta al contrasto della criminalità organizzata. Questa re-
te rappresenta un allargamento delle esperienze coinvolte in Libera e ne ap-
profondisce la capacità di lettura del fenomeno criminale opponendo alla glo-
balizzazione della mafia e dello sfruttamento, una globalizzazione della giusti-
zia e della legalità.
Libera Sport: Libera ha sperimentato con successo la validità dell’attività mo-
toria in situazioni di grande disagio inoltre coordina e promuove iniziative per
diffondere una cultura dello sport che sia di formazione e di svago e combat-
tere l’illegalità dilagante nel mondo dello sport.
Contromafie: gli stati generali dell’antimafia. Ogni anno vengono organizza-
te alcune giornate di incontri, confronti, elaborazioni e proposte per fare il pun-
to sullo stato della lotta alle mafie nel nostro paese. Gli Stati generali devono
servire all’elaborazione di strategie di lotta nonviolenta e democratica contro
la cultura e il dominio mafioso del territorio e di resistenza alle sue infiltrazio-
ni nel tessuto sociale, economico e politico.

131
APPENDICE

DESCRIZIONE DEL PROGETTO

TITOLO: “Libera net”


AREA: Formazione a distanza
ANNUALITÀ: 2004
DURATA: 12 mesi
AMBITO TERRITORIALE: nazionale
DESTINATARI: referenti territoriali di Libera, scuole, associazioni, singo-
li cittadini
PARTNER: Dipartimento RISMES dell’Università La Sapienza di Roma,
Facoltà di Sociologia

OBIETTIVO GENERALE

Il progetto, presentato nel 2004, intendeva avviare un processo di informa-


tizzazione delle sedi che compongono Libera e potenziare il livello delle attività
promosse dall’Associazione attraverso la riqualificazione delle risorse umane pre-
senti nella struttura.

L’obiettivo finale del progetto è stato quello di dotare la rete associativa di


un’adeguata strumentazione informatica per poter migliorare il flusso comuni-
cativo tra le singole realtà locali e potenziare il continuo aggiornamento delle
competenze professionali messe in campo dagli operatori.

Gli obiettivi intermedi sono stati diversi e hanno previsto l’acquisto delle at-
trezzature, la messa in rete dei computer e la formazione degli operatori.

Il progetto nello specifico ha mirato al raggiungimento di due obiettivi principali:


1. Informatizzazione della sede nazionale dell’Associazione attraverso l’ac-
quisto di attrezzature informatiche ed un corso di formazione per lo staff
di Libera.
2. Creazione di data base: uno dedicato alle vittime di mafia ed uno alle as-
sociazioni aderenti a Libera e alle leggi in materia di contrasto alle orga-
nizzazioni criminali.

Infine sono stati attivati due corsi di formazione on-line in modalità FaD, ov-
vero attraverso videoconferenze, forum, dispense on-line e CD Rom. I corsi so-
no stati incentrati sui temi della legalità suddivisi in due macro-tematiche
(“Educazione alla legalità” e “Beni confiscati”) e sono stati attuati secondo 6 mo-
duli annuali per ciascun tema. Sono stati realizzati, infine, incontri in aula per
la condivisione di metodologie e risultati.

132
ALLEGATO C

RISULTATI

L’informatizzazione della sede di Libera ha rappresentato un passo impor-


tante per la crescita dell’associazione sia per quel che riguarda il bisogno di
conformarsi ai nuovi stili di comunicazione, in continuo mutamento, sia per pre-
vedere dei modelli di raccordo e condivisione con le sedi regionali e provincia-
li che, proprio perché dislocate, necessitano di continui scambi di informazio-
ni e di materiali, che al momento sono rallentate per via della carenza di stru-
menti che l’associazione ha a sua disposizione.

Il risultato più ambito è stato quello di realizzare un’adeguata struttura infor-


matica all’interno dell’associazione prevedendo: l’acquisto di attrezzature, la mes-
sa in rete dei computer, la formazione del personale interno. Questo primo tra-
guardo ha reso possibile la realizzazione di due data base, consultabili attra-
verso internet e contenenti informazioni relative per il primo alla lotta alla cri-
minalità organizzata, al racket e all’usura, per il secondo all’individuazione del-
le vittime delle mafie. Il primo database realizzato si chiama “Lotta alla crimi-
nalità organizzata” e include: Istituzioni pubbliche (inerente informazioni rela-
tive alle Istituzioni pubbliche direttamente coinvolte nella lotta alle organizza-
zioni criminali: parlamento, senato, commissione antimafia, commissioni na-
zionali e locali); associazioni aderenti a Libera (per ciascuna associazione so-
no state rese reperibili, attraverso la consultazione del database, informazioni
relative alle loro specifiche attività sul fronte della lotta alla mafia); Leggi di ri-
ferimento (un’area riservata al materiale legislativo, nazionale e locale, ineren-
te la lotta alle criminalità organizzate).

Il secondo database si chiama “Vittime di mafia” ed è una raccolta di informa-


zioni relative alle vittime della criminalità organizzata, del racket e dell’usura.

I database e le relative interfacce web sono stati inseriti all’interno di un’a-


rea riservata del sito web dell’associazione e sono accessibili tramite l’uso di no-
me utente e password personali.

Inoltre come previsto tra gli obiettivi sono stati avviati 2 corsi di formazione
on line attuabili secondo 5 moduli annuali per ciascun tema (Educazione alla
legalità e Beni confiscati)

Per il tema “Educazione alla legalità” i moduli proposti sono stati i seguen-
ti: Memoria e impegno; Ruolo dell’informazione nel contrasto alle mafie;
Legislazione antimafia; Educazione alla legalità democratica e alla cittadinan-
za attiva; Usura e uso responsabile del denaro.
Per il tema “Beni confiscati” invece sono stati presentati: I nuovi investimen-
ti delle mafie; La legge 109/96 e l’uso sociale dei beni confiscati alle mafie; Le
esperienze di Libera: Libera terra, La scuola adotta un bene confiscato;
Testimonianza diretta del lavoro nelle cooperative.

133
APPENDICE

Attraverso la sperimentazione di questi moduli formazione a distanza è sta-


to possibile conseguire l’aggiornamento di 36 referenti regionali e provinciali
ed il coinvolgimento di circa 300 utenti che hanno scaricato dal portale le le-
zioni e partecipato al forum di discussione.

METODOLOGIA

Attraverso “Libera-net” si è voluto proporre un sistema innovativo, per


l’Associazione, basato sulla formazione a distanza, in cui ci si è preposti di rag-
giungere il più ampio numero di persone svincolandole dai classici vincoli che
le formazioni comportano (trasferte esterne, permessi lavorativi, orari non
sempre favorevoli e molto spesso lezioni svolte durante i week-end); inoltre, il
metodo ha permesso di ridurre considerevolmente i costi di gestione della for-
mazione (spese di vitto e alloggio dei docenti, trasferte dei corsisti, stampe e
spedizioni di materiali didattici , affitto sale etc.).

I metodi formativi utilizzati sono sempre stati quelli classici degli incontri d’au-
la supportati da materiali didattici (dispense, book formativi, relazioni etc.) e tec-
nologici (DVD, CD ROM e VHS).

I primi sei mesi di attività sono stati caratterizzati da un’attività di imposta-


zione del progetto, di attivazione della rete nazionale di Libera, di promozione
finalizzata al coinvolgimento di utenti (circa 250 persone, tra cui i soci, i refe-
renti locali e provinciali di Libera, gli insegnanti e le associazioni) e di definizio-
ne del calendario degli incontri. Ruolo di grande importanza è stato ricoperto
dai referenti regionali e provinciali di Libera, i quali hanno attivato la rete dei so-
ci territoriali facendoli aderire al progetto.

Le fasi preparatorie del progetto sono state le seguenti:


1. ogni referente territoriale ha provveduto nel minor tempo possibile ad in-
viare l’elenco delle persone interessate alla formazione. Queste ultime so-
no state individuate tra i partecipanti al progetto “Tracciando un raccon-
to futuro” (conclusosi nel Dicembre 2005 e finanziato ai sensi della
Legge 383/2000 per l’annualità 2003) che hanno potuto quindi continua-
re il percorso formativo dell’anno precedente.
2. a tutti gli iscritti è stata fornita una password per accedere alle lezioni e
le effettive “presenze” sono state monitorate attraverso il controllo degli
accessi alle singole pagine (ognuna riferita ad una specifica tematica).
3. è stata data ai partecipanti la possibilità di scaricare le lezioni direttamen-
te dal portale www.Liberanet.org.

Sono stati quindi preparati i moduli su “educazione alla legalità” e su “be-


ni confiscati”. Attraverso una collaborazione con il RISMES (Ricerca Sociale e
Metodologia Sociologica) della Facoltà di Sociologia dell’Università “La Sapienza”

134
ALLEGATO C

di Roma, è stata messa a disposizione un’aula dove fare le registrazioni e le le-


zioni in videoconferenza. Ogni tematica aveva due relatori, ogni lezione dura-
va 50 minuti e immediatamente messa in rete. Il corso tra le altre cose ha pre-
visto per i membri della sede nazionale di Libera un’informatizzazione di base
e avanzata per i più diffusi strumenti informatici quali la posta elettronica e
Internet.

Le lezioni si sono svolte presso la Facoltà di Sociologia dell’Università La


Sapienza di Roma, in collaborazione con il dipartimento RISMES.

I docenti sono stati scelti utilizzando la rete di esperti di Libera impegnati sui
temi della lotta alle mafie. Per ogni tematica sono stati contattati 2 docenti al
fine di rendere maggiormente fruibili ed elastiche le lezioni ovvero per favori-
re l’analisi di più aspetti relativi a ciascuna tematica. Con ognuno di loro sono
stati definiti i contenuti degli interventi, le date per le registrazioni e i materia-
li consultabili35.

Le lezioni si sono avvalse del contributo di un moderatore il quale attraverso del-


le domande mirate ha favorito un adeguato approfondimento dei temi trattati.

Una volta completate le registrazioni la segreteria organizzativa ha provve-


duto ad informare gli iscritti alla formazione (attraverso l’invio di e-mail) dell’av-
venuta messa in rete delle lezioni invitando tutti a scaricare i filmati e soprat-
tutto a partecipare ai forum di discussione on line.

Tra il primo e il secondo modulo si è svolto un seminario di formazione con-


giunta a Savignano sul Panaro (MO) - nei giorni 8 e 9 luglio 2006 - dove sono
stati invitati a partecipare tutti gli iscritti alla formazione nonché i componenti del-
lo staff progettuale, i referenti territoriali e i membri dell’ufficio di presidenza di
Libera. Durante le giornate formative si sono approfonditi i temi dell’informazio-
ne nel contrasto alle mafie e si è data la possibilità ai tanti corsisti partecipanti
al progetto di conoscersi e di condividere parte della formazione in aula.
L’organizzazione dei moduli ed in generale l’esperienza della formazione a
distanza ha costituito l’aspetto più innovativo del progetto, rispetto alle meto-
dologie tradizionali utilizzate dall’associazione. L’informatizzazione della strut-
tura dell’associazione ha consentito la realizzazione e il continuo aggiornamen-
to delle banche dati e, contemporaneamente, la formazione e l’aggiornamen-
to dei membri dell’associazione. I contenuti e l’interfaccia del data base deno-
minato “associazioni” sono stati inseriti all’interno di una specifica area del si-
to web dell’associazione Libera e resi liberamente accessibili a qualsiasi fruito-
re, mentre, invece, quelli relativi al data base “vittime di mafia” sono stati resi
accessibili tramite l’uso di nome utente e password personali.

35 Per ogni docente è stato predisposto un modello di liberatoria per mezzo del quale Libera
ha potuto utilizzare gli interventi rendendoli disponibili sul portale.

135
APPENDICE

Per quanto riguarda il corso di formazione sono state sperimentate per la pri-
ma volta attività di formazione a distanza attraverso videoconferenze, dispen-
se on line, forum e Cd Rom a disposizione dei corsisti. Per ogni corso, inoltre,
sono stati previsti due incontri in presenza (all’inizio e alla fine del percorso for-
mativo) per condividere metodologie e risultati.

TRASFERIBILITÀ E SOSTENIBILITÀ

L’informatizzazione della sede, ma soprattutto la sperimentazione di percor-


si formativi a distanza, attraverso lezioni on line, permetterà di realizzare inter-
venti formativi più frequenti ed economici in tutti i territori in cui Libera è pre-
sente, e permetterà in seguito l’allargamento ad altri temi.

Il modello della videoconferenza potrà anche, in seguito, soddisfare le esi-


genze formative di singoli territori, che nello specifico richiederanno appositi mo-
duli formativi.

L’intenzione stessa di Libera è di riproporre la stessa metodologia introdu-


cendo nuove tematiche utilizzando i materiali prodotti che sono diventati un
patrimonio sempre valido e fruibile anche per altre iniziative. Ad esempio so-
no già stati utilizzati nelle scuole, dove si è scoperto che con diversi strumen-
ti quali filmati e registrazioni, i ragazzi riescono a mantenere alto il livello di at-
tenzione.
L’idea è quella di dare la possibilità ai referenti locali di scaricare questo ma-
teriale per utilizzarlo nelle scuole e nelle altre associazioni.

L’associazione ha considerato sia la riproducibilità che la riprogettazione del


modello di formazione in quanto le mafie non sono tanto un fenomeno stati-
co quanto una realtà in mutamento che si trasforma con facilità adeguandosi
a situazioni e contesti. Fino a pochi anni fa, infatti, si parlava molto di traffico
di droga o traffico di armi, recentemente invece hanno preso spazio il doping
e il relativo traffico di sostanze dopanti, le relazioni con le mafie internaziona-
li, la tratta di esseri umani e la tratta dei minori. Per questo Libera avrà sempre
la necessità di riprogettare per informare e aggiornare costantemente le per-
sone e le Istituzioni.

IMPATTO INTERNO

In “Libera-net” sono state inserite sia figure interne all’associazione sia


esterne. In tutto le persone interne che hanno lavorato per coordinare e gesti-
re il progetto sono state quattro. Diversi invece sono stati i ruoli attribuiti a col-
laboratori esterni per garantire una buona riuscita dell’iniziativa.

136
ALLEGATO C

Fra tutte le figure previste menzioniamo il responsabile nazionale ed il coor-


dinatore nazionale del progetto, il responsabile della formazione e dei focus di
coordinamento, l’assistente d’aula, i docenti e gli esperti per la realizzazione dei
data base.

In diverse occasioni queste figure si sono incontrate per discutere sullo sta-
to d’avanzamento del progetto ovvero sugli aspetti da integrare o modificare.

Attraverso la formazione informatica interna (membri della segreteria nazio-


nale di Libera) è stato possibile inserire nuove figure nella gestione del proget-
to, proprio in seguito alle competenze informatiche acquisite (connesse per la
maggior parte all’inserimento e gestione dei dati, creazione data base e mes-
sa in rete delle lezioni).

Fra tutti i cambiamenti uno dei più incisivi è stato quello sulla comunicazio-
ne interna migliorata in seguito allo scambio di informazioni relative ai conte-
nuti del data base.

I contenuti della formazione ed il nuovo sistema d’interazione on-line uti-


lizzato (i forum di discussione, le domande da rivolgere ai relatori attraverso la
rete) hanno contribuito a migliorare il lavoro interno all’associazione e a com-
pensare molte delle richieste che dall’esterno arrivavano in termini di formazio-
ne ed aggiornamento sulle tematiche del contrasto alle mafie.

Il corso, inoltre, ha previsto per i membri della sede nazionale di Libera


un’informatizzazione di base e avanzata per i più diffusi strumenti informatici
e applicativi che permettono di gestire l’attività d’ufficio e gli strumenti di lavo-
ro in rete, quali la posta elettronica e Internet. Le docenze sono state orienta-
te a fornire una formazione informatica generale finalizzata a migliorare la pro-
fessionalità degli operatori nei seguenti ambiti: redigere rapidamente lettere,
relazioni, offerte, listini creando documenti di elevata qualità e di aspetto pro-
fessionale; importare dati da altri applicativi; utilizzare i vari automatismi per ve-
locizzare il lavoro, impostare tabelle numeriche per il controllo costi, calcoli e
più in generale per la elaborazione di dati numerici; evidenziare i dati median-
te grafici di immediata lettura, ricercare dati particolari, ottenere tabelle riassun-
tive, utilizzare, gestire e personalizzare database, ed infine realizzare presenta-
zioni aziendali.

IMPATTO SUI DESTINATARI

I destinatari sono stati coinvolti grazie ai referenti locali di Libera che han-
no pubblicizzato la formazione (attraverso incontri e contatti via e-mail). Inoltre
si è provveduto a dare comunicazione dell’iniziativa anche attraverso il sito in-
ternet dell’associazione (www.Libera.it) e attraverso la newsletter destinata agli
aderenti e agli iscritti. La comunicazione attraverso la rete ha permesso una mag-

137
APPENDICE

giore e migliore interazione tra i referenti territoriali di Libera nonché un note-


vole coinvolgimento dei partecipanti alla formazione che a loro volta si sono re-
si protagonisti di una diffusione dei contenuti nei rispettivi territori.

Un grande numero di persone si sono avvicinate all’associazione mostran-


dosi interessate alle tematiche trattate nelle lezioni formative e, in particolare,
al materiale contenuto nei data base (facilmente consultabile e continuamen-
te aggiornato).

C’è stato anche un miglioramento del contesto in cui l’associazione opera,


in quanto molti territori hanno provveduto a diffondere le informazioni repe-
rite nel portale anche al loro interno consentendo una maggiore diffusione del-
le tematiche promosse da Libera (Educazione alla legalità democratica e
Confisca dei Beni) e quindi una maggiore animazione dei diversi contesti in cui
Libera è presente.

IMPATTO ESTERNO

Le comunicazioni dirette verso l’esterno, attraverso il portale risultano esse-


re più immediate, facilmente consultabili e accessibili. Sono aumentati note-
volmente i contatti esterni tant’è che l’associazione ha potuto dotarsi di due nuo-
vi coordinamenti: Vibo Valentia e Rimini.

Si sono intensificati anche i rapporti con i partner come l’ARCI con cui Libera
organizza ogni anno la Carovana Antimafie. Anche in tali occasioni l’uso delle
ICT è stato importantissimo, in quanto è stato possibile registrare gli incontri poi
trasmessi e riproposti in diversi territori e in ulteriori eventi informativi.

138
ALLEGATO C

3. Unione Italiana Ciechi – Italia

L’ASSOCIAZIONE

L’ “Unione Italiana Ciechi” (U.I.C.) è stata fondata a Genova il 26 ottobre 1920


ed eretta in Ente morale nel 1923. Oggi è una Onlus e Associazione di Promozione
Sociale, iscritta nel registro nazionale del Ministero della Solidarietà Sociale.

La sua mission consiste nello svolgere funzioni di rappresentanza e di tute-


la degli interessi morali e materiali dei minorati della vista, presso le pubbliche
amministrazioni e presso tutti gli enti e le Istituzioni che hanno come scopo l’as-
sistenza, l’educazione e la formazione professionale dei minorati della vista.

L’Unione Italiana Ciechi si compone di 106 Sezioni Provinciali, 20 Consigli


Regionali, 1 Consiglio Nazionale e la Direzione Nazionale.

Tra le principali attività dell’organizzazione si ricordano:


• Il Centro Nazionale del Libro Parlato, che vanta più di 8.000 opere a dispo-
sizione di non vedenti e persone con difficoltà di lettura;
• Il Centro Nazionale Tiflotecnico, che svolge un’attività a favore dei ciechi nel-
la ricerca, produzione e distribuzione di ausili per affrontare con minor di-
sagio la vita di tutti i giorni e per offrire maggiore autonomia nei settori più
diversi: in casa, nell’educazione, nella formazione professionale, nel lavo-
ro, nello sport e nel tempo libero ;
• L’I.Ri.Fo.R. - Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione, prima
emanazione dell’UIC, ha il compito di promuovere la formazione e la ria-
bilitazione dei non vedenti attraverso l’organizzazione, a livello nazionale
o locale, di corsi e seminari su svariate tematiche, che spaziano dall’uso del-
le attrezzature informatiche fino all’autonomia domestica. Si occupa anche
della preparazione di coloro che dovranno operare a contatto dei non-ve-
denti, sia nella scuola che durante i corsi. Sito Internet: www.irifor.uiciechi.it;
• L’U.N.I.Vo.C. - Unione Nazionale Italiana Volontari pro Ciechi, altra emanazio-
ne dell’UIC, si propone di radunare in un contesto strutturato quelle perso-
ne, vedenti e non, che prestano la loro attività di volontariato in favore dei cie-
chi. Si occupa principalmente di favorire l’aspetto relazionale dei non veden-
ti, mediante l’organizzazione di momenti socio-aggregativi. Con l’ausilio
dei volontari vedenti offre inoltre servizi di accompagnamento per cercare di
venire incontro alle necessità dei singoli Utenti. Sito internet: www.univoc.org;
• La Federazione Nazionale delle Istituzioni pro ciechi, organismo che si oc-
cupa della realizzazione e diffusione di strumenti specifici, ausili scolasti-
ci, materiale tiflodidattico, utili a facilitare l’apprendimento e l’educazione
dei ciechi in ambito scolastico. È quindi un organismo dedicato essenzial-
mente allo studio delle problematiche inerenti la didattica. I suoi consu-
lenti intervengono presso scuole, istituti scolastici per fornire interventi di
tipo valutativo indicando strumenti tiflodidattici più idonei per un miglior

139
APPENDICE

apprendimento educativo. Opera in accordo con le altre Entità che si oc-


cupano delle problematiche della categoria. Sito Internet: www.prociechi.it.;
• L’Agenzia Internazionale per la prevenzione della cecità, che ha come
scopo favorire e sostenere una campagna globale contro tutte le forme di
cecità che si possono evitare;
• Il Centro Studi e Riabilitazione “Giuseppe Fucà”, che rappresenta un polo
di aggregazione ed incontro per un’azione costante di miglioramento
della qualità di vita dei non vedenti;
• La stampa associativa, comprendente pubblicazioni in caratteri standard,
in formato Braille, su cassetta ed in formato elettronico, oltre a costituire
un filo diretto tra l’Unione Italiana dei Ciechi ed i suoi soci, rappresenta una
delle maggiori forme di comunicazione e dialogo tra l’Unione stessa e la
realtà politica e culturale del nostro Paese;
• Recentemente è stata istituita l’ALA – Agenzia per la Promozione del
Lavoro dei Ciechi;
• Infine, per promuovere la cultura della partecipazione e non quella dell’e-
sclusione, è stato creato un Osservatorio per vigilare sulla reale accessibi-
lità dei siti web anche per i minorati della vista.

DESCRIZIONE DEL PROGETTO

TITOLO: “Creazione sistema informatico per la formazione associativa”


AREA: Formazione a distanza
ANNUALITÀ: 2003
DURATA: 14 mesi (prorogato di ulteriori 4 mesi)
AMBITO TERRITORIALE: nazionale
DESTINATARI: dirigenti associativi disabili visivi e non con età dai 18 ai
78 anni

OBIETTIVO GENERALE

Il progetto ha previsto la realizzazione di un sistema di audioconferenza in-


terattiva con moderatore funzionante tramite internet senza necessità di hardwa-
re e software specifico, accessibile ed usabile dai disabili (visivi in particolare).

Obiettivo generale del progetto è la formazione dei dirigenti associativi e la


possibilità di incontri, riunioni, conferenze on line, senza necessità di specifiche
postazioni.
Una crescente esigenza di formazione ha imposto di prevedere delle oppor-
tunità di crescita professionale, attraverso percorsi formativi studiati ad hoc per
le esigenze dei soci dell’Unione, ed in particolare dei dirigenti.
L’Associazione ha un’organizzazione distribuita a livello regionale e provin-
ciale, che rende difficile realizzare delle economie di scala nella realizzazione

140
ALLEGATO C

degli interventi formativi. Quindi, la strada intrapresa ha previsto l’utilizzo di tec-


nologie di e-learning (audioconferenza) per raggiungere in modo capillare gli
associati attraverso l’adozione di un sistema di Open Distance Learning che ha
significato non solo l’uso di tecnologie di comunicazione sincrona e asincrona
per ricreare condizioni di interazione educativa, ma anche progettare “ambien-
ti tecnologici di formazione a distanza”.
L’inizio delle attività progettuali ha visto la realizzazione di promozione e pub-
blicità dell’intervento e sono stati raccolti i dati sulla disponibilità delle dotazio-
ni territoriali, anche al fine di individuare le strutture con cui testare i sistemi di
audioconferenza disponibili.

Si è proceduto, poi, alla sperimentazione dei principali sistemi applicativi in


commercio, che peraltro si sono rivelati, oltre che costosi, anche non risponden-
ti alle specifiche W3C36 e della Legge 4/2004 per l’accessibilità e la usabilità dei
sistemi informatici.

È stata, perciò avviata la realizzazione, con ditta specializzata nelle proble-


matiche dell’accessibilità, di un sistema ad hoc che è stato messo a punto per
la sperimentazione sul campo.
Il sistema di audioconferenza web interattiva cui si è pervenuti consente di rea-
lizzare fino a 1000 ambienti separati di discussione e consente l’accesso di 2500
persone e la realizzazione di 1500 ambienti di discussione in contemporanea.

A questo è stato agganciato un sistema chiamato “Ateneo UIC” che è una piat-
taforma didattica, nella quale sono state inserite una serie di banche dati conte-
nenti i nostri regolamenti: le “Schede formative” (le schede che parlano dei fisio-
terapisti, dei centralinisti non vedenti, del collocamento al lavoro ...). Tutti documen-
ti didattici ai quali si può accedere direttamente, per lo più in streaming audio.

Ciò ne consente un uso estremamente flessibile e la sua utilizzazione au-


tonoma da parte di molteplici strutture.

Il sistema non richiede, da parte degli utilizzatori, hardware e software ag-


giuntivi, ma solo l’uso di un microfono; ad esso si può perciò accedere da qua-
lunque postazione, anche mobile.

36 Tratto da intervista ISFOL alla UIC: « I non vedenti per usare il PC hanno un ausilio che fon-
damentalmente “legge lo schermo” e si chiama “screen reader”. Il problema è che questi lettori han-
no uno standard (W3C). Se l’applicazione non risponde a queste norme, lo sreen reader non la leg-
ge o la legge male [...] finché si tratta di un documento di word il problema è semplice da risolve-
re, mentre i siti sono difficili da leggere. »; « Il computer è un normale computer, il mouse non lo
adoperano. Adoperano o una barra braille o una sintesi vocale. La barra braille trasforma il testo
normale in un testo braille su di una barra con dei puntini che vengono fuori. Molti non conosco-
no il braille. Anzi sono tantissimi perché lo conoscono solo il 10% dei ciechi, a seconda delle ca-
tegorie. Per esempio i centralinisti lo conoscono molto. I bambini poi lo imparano subito ma i gran-
di no. Allora quasi tutti usano la sintesi vocale, che trasforma il testo in audio. [...] Non hanno il mou-
se, loro usano o la tastiera normale o la tastiera braille. Che di solito ha anche la barra braille.»

141
APPENDICE

Una volta definito, il sistema di audioconferenza web interattiva è stato spe-


rimentato successivamente con tutte le strutture territoriali dell’Unione, che, al-
l’occorrenza, hanno usufruito dell’assistenza tecnica degli specialisti dell’Istituto
per la Ricerca la Formazione e la Riabilitazione (I.Ri.Fo.R. onlus) che ha dato il
proprio contributo alla realizzazione del progetto.
La sperimentazione, che peraltro ha avuto fin dall’inizio esiti sostanzialmen-
te positivi, ha consentito di raccogliere dati sull’uso del sistema, con la possi-
bilità di apportarvi miglioramenti, soprattutto in relazione alla utilizzazione con
gli ausili utilizzati dai disabili visivi (screen reader, display braille).

È stato, così, possibile realizzare una piattaforma informatica didattica, per


l’erogazione di corsi on line e per l’accesso alla banca dati, che è stata imple-
mentata nel sistema.

RISULTATI

Attraverso la realizzazione delle attività progettuali si è ottenuta la presenza di


un sistema che ha consentito e consente il costante aggiornamento dei dirigen-
ti e del personale dell’associazione sulle varie problematiche in atto (cambiamen-
ti dello statuto, aggiornamenti normativi, lo schema di legge finanziaria etc.).

Nello specifico è stata messa in opera una piattaforma didattica on line ac-
cessibile, dotata di ampie banche dati e strumenti di formazione on line, inol-
tre, i Consigli Regionali dell’Unione stanno attivando ciascuno una propria au-
la virtuale (al sistema di audioconferenza si accede collegandosi all’indirizzo
www.uic.coruscall.com).

In particolare sono stati raggiunti risultati di tipo organizzativo dettati da esi-


genze di funzionalità dell’associazione (aumento della qualità del servizio e dei
livelli di produttività dell’associazione, disponibilità di strumenti di produttività
individuale associati a infrastrutture telematiche, sviluppo del trasferimento del-
le innovazioni agli associati attraverso il coordinamento con le realtà provincia-
li, regionali e nazionale) e dettati da esigenze e richieste dei soci (riduzione de-
gli spostamenti fisici dei dirigenti dell’associazione e degli associati e di conse-
guenza riduzione dei disagi connessi all’attività associativa; miglioramento
della qualità dell’attività associativa; utilizzo più efficace del proprio tempo).

METODOLOGIA

Prima di abbandonare del tutto l’interazione personale diretta, è stato op-


portuno raffinare una metodologia di gestione dell’interazione virtuale, al fine
di garantire a tutti la possibilità di partecipare in maniera virtuale con efficien-

142
ALLEGATO C

za, cioè conservando la massima efficacia possibile rispetto a un’effettiva inte-


razione fisica. Più l’interazione interpersonale diretta viene sostituita con stru-
menti elettronici, tanto più cresce il disagio per questo genere di prospettive.
Pertanto è stato importante sviluppare un progetto che si è posto alcune do-
mande fondamentali sulla natura intrinseca del lavoro svolto da dirigenti e so-
ci dell’organizzazione e sulle quali sono state evidenziate esigenze (ed eventual-
mente ridotte) per mezzo delle tecnologie di collaborazione virtuale. Trovare una
buona risposta a queste domande ha dato la possibilità all’organizzazione di
sviluppare e attuare una strategia di collaborazione virtuale che ha previsto la
giusta miscela di tecnologie e che amplifica realmente il potere dell’interazio-
ne umana nell’organizzazione.

Sotto l’aspetto tecnico è stata effettuata l’installazione di un server centra-


le con software specifico per la gestione delle audioconferenze, che ha trasfor-
mato tutte le sedi dell’Unione e tutti i personal computer, anche portatili, in al-
trettante aule virtuali. Il sistema informatico già esistente in ogni sede è stato
implementato in modo da consentire una connessione con prestazioni di ele-
vata qualità (peraltro non necessaria se non per il risultato della qualità).

Il sistema garantisce una interattività in tempo reale, sia verbale che con si-
stemi non verbali (questionari a risposta multipla, votazioni, chat testuali pub-
bliche e private).

Prima di ogni incontro formativo è stato inserito in rete materiale audio e te-
stuale inerente il tema dell’incontro virtuale.

È stata sperimentata una duplice modalità formativa on line: la prima è asin-


crona, caratterizzata dall’esposizione di un docente e l’ascolto dell’utente.
Nell’altra, di tipo bidirezionale e interattivo, si è previsto il supporto del docen-
te in audioconferenza per eventuali domande.

TRASFERIBILITÀ E SOSTENIBILITÀ

Una volta realizzato, il progetto è utilizzabile senza ulteriori spese di gestio-


ne, salvo implementazioni future legate alla innovazione tecnologica. Nessun
ulteriore onere fa capo ad alcuno degli utilizzatori.

Il sistema serve da modello per ogni realtà associativa, che potrà realizzar-
ne di simili, anche se di ampiezza meno vasta. L’Unione Italiana dei Ciechi e de-
gli Ipovedenti, peraltro, mette a disposizione delle associazioni dei disabili fe-
derate nella Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili (FAND) il pro-
prio sistema per le rispettive esigenze.

Il sistema, infatti, sarà utilizzato anche dall’Istituto per la Ricerca la Formazione

143
APPENDICE

e la Riabilitazione (I.Ri.Fo.R.), istituto creato dall’Unione e che ha collaborato al-


la realizzazione del progetto, per molteplici iniziative formative, in particolare
per implementare i processi di integrazione sociale dei disabili visivi.

IMPATTO INTERNO

L’inserimento della tecnologia non ha prodotto sostanziali modifiche orga-


nizzative all’interno dell’organizzazione (sono stati coinvolti solamente tre
operatori, due addetti alla collocazione dei server e uno all’installazione del pro-
gramma di audioconferenza nel server) se non per la effettuazione di riunioni
senza necessità di spostamento dei partecipanti.

Mentre, importanti sono state le modifiche nella comunicazione interna, ve-


locizzata ed implementata attraverso la generalizzazione del sistema di comu-
nicazione on line. La tecnologia utilizzata ha creato un rapporto più immedia-
to tra il centro e la periferia. Inoltre ha dato una maggiore rilevanza ai consigli
regionali (l’ultima riunione dei presidenti regionali ha visto la presenza di
2000 utenti on line - per quello dell’Emilia Romagna esiste già una sala virtua-
le). Questo si combina con il nuovo sistema di decentramento, in cui molte fun-
zioni sono passate dal centro alla periferia e i consigli regionali devono quin-
di essere dotati di tutti gli strumenti per interloquire con le Istituzioni. I dirigen-
ti regionali devono cioè avere tutte le competenze necessarie per interloquire
con le Istituzioni.

Per quanto riguarda le metodologie della formazione interna degli opera-


tori i cambiamenti si sono verificati dopo l’introduzione massiccia della forma-
zione interattiva on line: prima la formazione on line avveniva su comunicazio-
ne verbale e testuale senza interattività ma con creazione di forum testuali di
dibattito.

IMPATTO SUI DESTINATARI

Il coinvolgimento dei destinatari finali nella fase di inserimento della tecno-


logia è stato discreto in quanto le caratteristiche del sistema di audioconferenza
hanno richiesto l’apprendimento delle modalità d’uso, attraverso guide on line.

I cambiamenti apportati dopo l’introduzione della tecnologia consistono nel-


la creazione di aule virtuali che hanno eliminato la necessità di spostamento e han-
no dato la possibilità di convocare riunioni in tempo reale. Mentre non ci sono
stati cambiamenti eclatanti rispetto alla conoscenza del contesto e del territorio.

144
ALLEGATO C

IMPATTO ESTERNO

L’inserimento della tecnologia ha prodotto cambiamenti rispetto alla comu-


nicazione con l’esterno offrendo concretamente la possibilità di incontri anche
con realtà diverse, senza necessità di convocazione anticipata formale, trasfe-
rimenti e residenzialità. Ha anche rafforzato le reti di collegamento esterne, so-
prattutto con l’I.Ri.Fo.R., che utilizza il sistema per le proprie esigenze formati-
ve e di riunione, e gestisce con il sistema i collegamenti con l’esterno. Inoltre
l’UIC è entrata a far parte della FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali
dei Disabili), con cui collabora da tempo.

145
APPENDICE

4. UNIEDA – Italia

L’ASSOCIAZIONE

UNIEDA – Unione italiana di educazione degli adulti – è la nuova denomi-


nazione della Fipec a partire dal 6 Luglio 2006.

La Federazione Italiana per l’Educazione Continua (Fipec) nasce a Roma, il


10 luglio 1998. E’ un’Associazione di Promozione Sociale, senza scopo di lucro,
con finalità sociali, culturali ed educative. Negli anni settanta e ottanta è inizia-
to un processo di alfabetizzazione della popolazione, portato avanti dal movi-
mento sindacale, attraverso esperienze educative che miravano al raggiungimen-
to del titolo di studio, prevalentemente quello di scuola media inferiore.

L’esperienza democratica di quegli anni è stata caratterizzata dalla sperimen-


tazione e dalla programmazione in determinati ambiti territoriali. Alla fine de-
gli anni ottanta è emersa preponderante l’esigenza di rivolgersi agli anziani e
la risposta non ha tardato ad arrivare e sono, così, sorte le prime Università del-
la Terza Età.

La Fipec si inserisce proprio in questo contesto, verso la fine degli anni no-
vanta, per abbattere il muro innalzato dall’educazione nozionistica e proporre
un modo nuovo di apprendere, che dia spazio alla creatività ed al gioco educa-
tivo. Costruisce il suo progetto facendo vivere un costante rapporto aperto, sti-
molante, critico, propositivo ed organizzativo con il mondo del lavoro; con la so-
cietà; con gli operatori culturali e con le Istituzioni ad ogni livello. La Federazione
promuove la crescita individuale e civile delle persone, valorizzando la ricerca del-
le migliori competenze professionali, civili, psicologiche e sociali e sviluppando
l’autonomia progettuale ed intellettuale delle persone, per accrescere la consa-
pevolezza dell’esercizio dei diritti, della responsabilità e della solidarietà.

La Fipec si adopera per organizzare e qualificare una terza dimensione nel si-
stema educativo nazionale, quello dell’educazione permanente e continua, at-
traverso associazioni culturali, associazioni extra-scolastiche dirette alla perso-
na, Università Popolari, Università della terza età, Università della libera età ed
iniziative che realizzano il diritto allo studio tramite le normative contrattuali e
legislative, adeguate al livello ed alla qualità degli attuali bisogni e domande pro-
venienti dai lavoratori, dai giovani, dalle donne, dagli anziani e dai pensionati.
Inoltre, la Federazione promuove la cooperazione con le Facoltà di Scienze
della Formazione, con le Cattedre di Educazione degli adulti nonché di tutte quel-
le discipline atte a favorire l’educazione continua, in modo da raccordare tutti
i livelli della formazione degli operatori.

L’Unieda è, dunque, il prosieguo della Federazione stessa ed assolve alle at-


tività ed alle funzioni sostenute dalla Fipec sin dalla sua costituzione.

146
ALLEGATO C

DESCRIZIONE DEL PROGETTO

TITOLO: “Informazione e informatizzazione multimediale per l’educazio-


ne continua”
AREA: Formazione a distanza
ANNUALITÀ: 2003
DURATA: 18 mesi
AMBITO TERRITORIALE: nazionale
DESTINATARI: organizzazioni associate a UNIEDA

OBIETTIVO GENERALE

Il progetto ha interessato 16 Regioni italiane per un totale di 42 associate Fipec


(oggi Unieda), ovvero le organizzazioni che operano nell’ambito dell’apprendi-
mento lungo tutto l’arco della vita. In particolare, destinatari del progetto sono
tutte le associate di Unieda, e nello specifico non si tratta di un intervento rivol-
to ai dirigenti/presidenti, ma a quei soggetti ritenuti “chiave” per lo sviluppo del-
l’organizzazione nel settore dell’informazione e dell’informatizzazione.

L’intervento ha preso vita a partire dall’analisi conoscitiva attraverso la qua-


le sono state fotografate le varie realtà della Federazione rispetto al problema
della comunicazione e della sua informatizzazione: strumenti a disposizione del-
le associate, dislocazione delle risorse, addetti, competenze e professionalità
settoriali. A seguito dei risultati dell’indagine, sono stati ideati e realizzati dei mo-
duli formativi (suddivisi in tre seminari: nord, centro e sud) al fine di fornire le
competenze di base al personale locale.

Inoltre, con la partecipazione attiva da parte delle associate (grazie anche


alla stimolazione continua da parte della sede centrale) sono stati definiti for-
mat comuni di strumenti comunicativi: newsletter, rivista, portale Unieda.

Il progetto nasce da una doppia esigenza, una generale (ma sentita profon-
damente dalle associazioni del Terzo settore) legata alla capacità di informare
il pubblico e di comunicare all’esterno nel migliore dei modi la propria presen-
za sul “mercato”. L’altra, più specifica, è legata alla natura della Federazione: la
necessità di dare omogeneità favorendo l’adozione della stessa strumentazio-
ne per promuovere le federate nel rispettivo territorio d’azione.

Obiettivo generale dell’intervento è quello di sensibilizzare e formare le as-


sociate al problema della comunicazione in generale, e all’informatizzazione dei
processi comunicativi in particolare.

147
APPENDICE

RISULTATI

Il progetto ha mirato al miglioramento della qualità dell’informazione sul-


le tematiche e problematiche, nonché sulle esperienze relative all’educazione
continua (contribuendo a definire così un ruolo chiave della Federazione nel set-
tore dell’educazione degli adulti). In particolare si è teso alla adeguata forma-
zione del personale sulle esigenze più attuali dei sistemi comunicativi: respon-
sabili, organizzatori editoriali, web master ecc. operativi, sia nel coordinamen-
to che nelle singole organizzazioni presenti nel territorio.

Obiettivi specifici che l’intervento ha conseguito sono la costruzione di un


sistema di database relativamente ai materiali, alle pubblicazioni che agisco-
no nel campo, agli abbonamenti e alle produzioni FIPEC/UNIEDA e delle orga-
nizzazioni ad essa aderenti; la costruzione di un sistema della informazione mul-
timediale: disponibilità on-line delle riviste, creazione delle news periodiche, ac-
cesso a forum on line sui temi dell’educazione permanente, gestione del calen-
dario delle attività proprie e di altri soggetti, accesso alle informazioni sui pro-
grammi didattici nonché su eventi ed iniziative programmate in sede naziona-
le e locale.

METODOLOGIA

La metodologia utilizzata per la realizzazione delle attività è di tipo empiri-


co e si evolve per fasi successive: rilevazione dell’esistente, formulazione del pro-
getto di informazione e comunicazione, selezione del personale chiamato a par-
tecipare al percorso formativo, verifica della funzionalità del nuovo sistema e
messa a regime del sistema comunicativo.

Attraverso la realizzazione del progetto si sono ottenuti importanti risultati


che hanno gravato sull’interno dell’associazione, quali la formazione di perso-
nale adeguatamente preparato ed integrato nel sistema di informazione e co-
municazione della Federazione e la sensibilizzazione delle associate sui temi del-
la comunicazione.

La realizzazione delle attività progettuali ha permesso di generare un pro-


cesso innovativo all’interno di Unieda, infatti, sono stati svolti numerosi incon-
tri formativi promossi dal progetto e, a partire da questi, molte associate han-
no potuto accostarsi alle nuove tecnologie per sviluppare la propria comunica-
zione sociale, e considerare il loro utilizzo come leva strategica per promuove-
re le proprie attività e rendere maggiormente visibile l’associazione all’esterno.
E’ stata creata, a questo proposito, una mailing list di soggetti – vicini alle va-
rie strutture, attori sociali, Enti, Istituzioni, etc. – a cui inviare sia la newsletter
sia la rivista.

148
ALLEGATO C

TRASFERIBILITÀ E SOSTENIBILITÀ

I vari prodotti realizzati – newsletter, rivista, portale - rappresentano un for-


mat adattabile e trasferibile a tutte le realtà della promozione sociale e cultu-
rale. E’ anche trasferibile la metodologia empirica con cui è stato realizzato l’in-
tero progetto e la stessa creazione dei vari prodotti – si legga, analisi del terri-
torio di riferimento come base da cui partire per la decisione di ciascun tipo di
strategia da adottare; input verso l’esterno e creazione di legami/partecipazio-
ne da parte di altri soggetti attivi nel territorio.

In ciascuna struttura, per i processi d’innovazione sono stati previsti alcuni


costi iniziali (non ingenti) al fine di implementare il sistema comunicativo; co-
sti che si riducono col tempo e con un efficace utilizzo degli strumenti. Ma so-
prattutto è importante valutare il costo delle risorse umane necessarie e la lo-
ro formazione/aggiornamento, che, nel caso dell’associazionismo che fa cultu-
ra sul territorio, può essere l’aspetto più problematico se si tiene conto che mol-
to spesso dal punto di vista organizzativo si tratta di piccole strutture, basate spes-
so sul volontariato con un numero molto limitato di addetti.

La sostenibilità nel tempo è data quindi dal raggiungimento di un buon ri-


torno di mercato prodotto attraverso le procedure messe in atto.

IMPATTO INTERNO

L’implementazione del progetto ha visto il coinvolgimento di 40 operatori


e ha prodotto modifiche organizzative in riferimento sia alla modalità di iscri-
zione che alla gestione dei rapporti con gli utenti. Inoltre, ha generato un nuo-
vo e migliore uso della tecnologia (data base per l’elaborazione dati sull’uten-
za, esperienze nel campo della formazione a distanza: e-learning, uso delle piat-
taforme, etc.), ed ha permesso uno sviluppo dell’area inerente l’informazione
(ampliamento e decentramento dell’area informazione e comunicazione del-
la federazione e delle singole associate, reperimento informazioni per lo svilup-
po e la ricerca: bandi e linee di finanziamento).

Si è sviluppata, pertanto, una comunicazione più fluente grazie ad un mag-


giore utilizzo della posta elettronica: informazioni e notizie utili dal centro alla
periferia e viceversa su tutto quanto riguarda attività ed eventi connessi all’e-
ducazione degli adulti.

IMPATTO SUI DESTINATARI

Il progetto ha visto un forte coinvolgimento dei destinatari: le attività sono


state sviluppate attorno alla partecipazione attiva delle sedi federate, che sin dal-

149
APPENDICE

l’inizio sono state incentivate a contribuire alla buona riuscita del progetto: dal-
la richiesta di informazioni e feedback – tramite il questionario – al continuo
incoraggiamento nella collaborazione alla realizzazione dei prodotti comunica-
zionali, in particolare dello schedario, della riorganizzazione della rivista e del
nuovo portale della Federazione.

Questo ha permesso di attuare cambiamenti sia per quanto attiene la co-


noscenza dell’utenza (data base, archivio informativo sulle associate) sia per
quanto attiene la produzione e la diffusione di informazioni rivolte alle stesse.

È, inoltre, previsto un monitoraggio (in corso di attuazione) degli esiti pro-


dotti sull’utenza, sia in termini di “mercato” (quote di incremento degli iscrit-
ti), sia in termini qualitativi (soddisfazione degli utenti finali per la maggiore ca-
pacità informativa e comunicativa realizzata).

Le attività progettuali hanno consentito una rapidità nella conoscenza di quan-


to avviene nei territori in cui la Federazione è presente, grazie alla modalità più
rapida dello scambio di informazioni reciproche e alla possibilità maggiore di
condividere la progettazione sociale. Inoltre, i data base sull’utenza permetto-
no elaborazioni sui dati sensibili che consentono di verificare le evoluzioni dei
target di riferimento.

L’uso delle ICT nelle attività progettuali ha sviluppato e reso più efficiente la
comunicazione. In particolare, tale utilizzo, ha permesso di informare il pubbli-
co, di tenerlo aggiornato attraverso strumenti di comunicazione di tipo telema-
tico, ed ha evidenziato la conseguente necessità di formazione delle figure pro-
fessionali preposte alla promozione e allo sviluppo.

Inoltre, è stato sperimentato un sistema comunicativo verso le Istituzioni di


riferimento, attraverso la progettazione e la realizzazione di strumenti innova-
tivi per informare e promuovere le attività della Federazione sia a livello loca-
le che centrale (portale, newsletter, data base, rivista on-line, etc.)

IMPATTO ESTERNO

Il progetto ha permesso di migliorare la comunicazione con i partner, le re-


ti di collegamento e i testimoni privilegiati con cui sono condivisi le tematiche
e gli interventi nell’ambito dell’educazione degli adulti.

Le attività progettuali hanno prodotto un impatto sulle attività rivolte all’e-


sterno ed in particolare è stato realizzato un sistema di informazione e comu-
nicazione della rete associativa (attraverso la creazione di prodotti quali la new-
sletter, la rivista, il nuovo portale Unieda, l’analisi dei siti delle associazioni, la
costituzione dell’archivio delle associate, la formazione redazioni locali, la co-

150
ALLEGATO C

struzione dell’indirizzario per la distribuzione della newsletter e della rivista) e


la ristrutturazione e lo sviluppo delle banche dati relative all’educazione con-
tinua ed ai suoi strumenti di informazione e comunicazione.

In particolare, la newsletter e la rivista vengono inviati ad attori sociali, en-


ti regionali e nazionali, esperti che a vario titolo sono competenti sulle tema-
tiche relative all’educazione degli adulti. Ciò dà la possibilità d’informare tutti
i soggetti del settore e far conoscere maggiormente le attività realizzate da Unieda.

151
APPENDICE

5. Sos Femmes Accueil – Francia

L’ASSOCIAZIONE

L’associazione Sos Femmes Accueil dal 1981 gestisce a Saint-Dizier (Haute-


Marne, Francia) un Centro d’accoglienza e di reinserimento sociale in conven-
zione con lo Stato (Direzione Dipartimentale degli Affari Sanitari e Sociali –
DDASS). Il centro è abilitato ad accogliere e alloggiare fino a 30 donne maggio-
renni, in grande difficoltà, sole o con figli.

L’obiettivo del soggiorno è quello di far recuperare alle donne che vi si rivol-
gono, il più rapidamente possibile, una vita normale e un’autonomia sociale (e
affettiva) nel rispetto delle abitudini, delle specifiche difficoltà e dei “tempi” di
ciascuna persona. Le ospiti possono partecipare ad alcuni laboratori (gruppo
della parola, bricolage, informatica, scambio di saperi culinari) basati sul volon-
tariato, che non hanno carattere obbligatorio.

Le altre attività dell’associazione sono:


• “Espace Famille”: un servizio di assistenza sociale per il diritto alla casa, nel
quadro dei “Fonds Solidarité Logement”: mira ad offrire aiuto sia nelle fa-
si di ricerca di alloggi popolari, sia nelle fasi di mantenimento degli appar-
tamenti. In questo progetto rientra anche l’attività delle “Indagini Sociali
Urgenti per le espulsioni” (Enquêtes Sociales Urgentes – expulsion), che
si occupa dei casi di sfratto di singoli o famiglie.
• “Atelier Parentalité”, un servizio che cerca di ridurre il fenomeno dell’ab-
bandono scolastico dei giovani, stimolandoli allo studio ma anche al mi-
glioramento delle relazioni con i genitori. Infatti, l’attività è rivolta sia ai gio-
vani che ai genitori che vogliano superare i problemi con i propri figli.
• “Opératrices Sociales de Quartier”, due operatrici sociali di quartiere che
hanno il compito di facilitare l’acceso degli abitanti del quartiere Vert-Bois
– 5000 alloggi sociali - ai diversi servizi disponibili e ad offrire essi stessi del-
le prestazioni a persone in difficoltà nei confronti dell’amministrazione a
causa di problemi linguistici, di poca conoscenza dei diritti ecc. Questo ul-
timo dispositivo, in particolare, mira anche a creare un legame tra gli abi-
tanti della città, indipendentemente dalla loro appartenenza comunitaria,
le scuole, le organizzazioni ed i servizi pubblici presenti sul territorio.

Fondamentale è la funzione del sito www.sosfemmes.com tra le attività del-


l’associazione, come strumento di informazione delle iniziative in corso e di pro-
mozione al pubblico.

152
ALLEGATO C

DESCRIZIONE DEL PROGETTO

TITOLO: Sosfemmes.com
AREA: lavoro sociale e accompagnamento
ANNUALITÀ: dal 2000, in corso
AMBITO TERRITORIALE: nazionale
PARTNER: Direzione regionale dei diritti delle donne e dell’uguaglian-
za della Regione Champagne – Ardenne, Città di Saint-Dizier
(Francia)

DESTINATARI: Donne, donne in difficoltà e coloro che le sostengono (fami-


glie, medici, lavoratori sociali).

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITA’

Il sito www.sosfemmes.com non è una semplice “vetrina” di presentazione


dell’associazione, ma un vero e proprio servizio di informazione, orientamen-
to e consulenza, aggiornato costantemente su temi quali: violenza domestica,
stupro e abuso sessuale, molestia sessuale e morale, prostituzione, omosessua-
lità, salute, sessualità e controllo della fecondità.

Il sito è una fonte di risorse sul web e non solo. In esso è possibile trovare
link verso altri siti, numeri di telefono, indirizzi, contatti, (rete dei Centri di
Informazione sui Diritti delle Donne, Centri di pianificazione familiare, risorse
psicoterapeutiche), oltre all’elenco gratuito di più di 1.100 indirizzi di luoghi di
accoglienza e centri alloggiativi.
Esiste una sezione destinata ai professionisti (ma accessibile a tutti); una se-
zione dove sono presentate le e-mail inviate da donne o persone interessate
e le relative risposte (con il consenso delle stesse), quelle che sembrano po-
ter essere le più utili ad altre persone (nella rubrica “domande, messaggi e ri-
sposte”); un bollettino di informazioni pubblicato ogni mese per segnalare le
novità sul sito e informare su argomenti attinenti all’oggetto del sito; una pa-
gina dedicata ai media dove è possibile che i giornalisti interessati possano met-
tere degli annunci.

Il successo riscosso dal portale ha stimolato l’interesse da parte dei media


alle attività dell’associazione. Questi, infatti, contattano regolarmente l’associa-
zione in cerca di testimonianze dirette con le interessate e racconti reali incen-
trati sul tema della violenza sulle donne. I giornali utilizzano apposite pagine
per pubblicare annunci e le persone eventualmente interessate possono con-
tattare direttamente i giornalisti.

153
APPENDICE

OBIETTIVO GENERALE

L’obiettivo dell’attività è di creare un servizio destinato alle donne in difficoltà


ed in particolare a quelle vittime di violenza .

L’idea progettuale parte dalla considerazione che le donne rappresentano


più della metà della popolazione del pianeta. Anche se in maggioranza dal pun-
to di vista numerico, esse sono, a tutti gli effetti, una minoranza spesso oppres-
sa in una società in cui gli uomini tendono a far valere il loro potere.

Nel corso del ventesimo secolo, alcuni progressi importanti sono stati ap-
portati alla situazione della donna, soprattutto o quasi esclusivamente nei pae-
si sviluppati. Progressi che sono stati possibili solo grazie alle lotte che le don-
ne hanno condotto contro l’ostilità maschile.

Nonostante ciò, la condizione femminile continua a soffrire di un’ineguaglian-


za di fatto. In particolare, le donne sono vittime di numerose forme di violen-
za spesso non visibile o nascosta.

Oltre alla sofferenza, spesso, le donne vittime di violenza, generano, intor-


no a se e su se stesse, vergogna e senso di colpa, fino a rischiare di attuare mec-
canismi di complicità attiva o passiva.

È per questo che l’associazione si è data come obiettivo la promozione del-


le condizioni di vita della donna, per offrire una risposta e un aiuto concreti al-
le situazioni più difficili.
Pertanto, il sito rappresenta un contributo al miglioramento della situazio-
ne femminile, uno strumento che è anche luogo di scambio tra utenti che pon-
gono questioni o si danno vicendevoli consigli (per le domande inoltrate l’as-
sociazione è in grado di offrire risposte sia in francese che in inglese) e contie-
ne informazioni utili non solo alle donne ma anche ai volontari di altre associa-
zioni, agli operatori sociali etc.

METODOLOGIA

Il portale è stato costruito senza ricorso a professionisti, con piccoli passi e


aggiungendo di volta in volta nuove sezioni e nuovi strumenti. Il Direttore di SOS
Femmes cercando nella rete informazioni utili al lavoro della equipe della sua
struttura, ha scoperto le grosse lacune in riferimento al tema delle donne vit-
time di violenza sul web francese. Questo lo ha progressivamente portato dal-
l’idea del sito “vetrina” a quella di un sito concepito come servizio polifunzio-
nale. Così sono nate le rubriche “vittime di violenza”, “vittime di stupro”, “mo-
lestie sessuali”, “prostituzione”, “perché questo sito”, “sos femmes accoglienza”
e la rubrica “domande, messaggi e risposte”.

154
ALLEGATO C

Tutte le altre rubriche sono state create nel tempo per rendere il sito vivo ed
attraente attraverso l’apporto costante di nuove informazioni e risorse.
La metodologia adottata, oltre alla pubblicazione sul sito di informazioni uti-
li, è quella che potremmo definire ”uscita dal silenzio attraverso la scrittura”. Si
crede, infatti, che l’utilizzo della mail possa dare coraggio e faciliti la richiesta
di aiuto. Le risposte vengono fornite in pochi giorni.

Sono, inoltre, visibili (previo consenso dei destinatari) i messaggi, le testi-


monianze, le domande (in forma anonima) e le relative risposte.

Viene proposto, ad ogni utente, di voler rendere disponibile il proprio indi-


rizzo e-mail, in quanto si ritiene che possa essere un’occasione per creare uno
scambio tra persone che condividono un disagio e attivare, così, un sostegno
e un aiuto reciproco.

RISULTATI

Il numero di visite giornaliere sul sito ed il numero di e-mail ricevute testimo-


nia il successo del lavoro svolto: nel 2005 sono state ricevute più di 8.000 e-mail.
Un counselor è stato reclutato appositamente per rispondere alle e-mail e far fron-
te al crescente afflusso di domande, suggerimenti e consigli. Risultato del proget-
to sono l’alto numero delle pagine visitate e, soprattutto, la realizzazione dello spa-
zio di scambio che ha permesso incontri virtuali tra donne vittime di violenze.
Sosfemmes.com non è solo un centro di risorse “fredde”, ma un sito realmen-
te interattivo in quanto è possibile contattare l’associazione via e-mail, per po-
sta e telefonicamente.

ASPETTI DI INNOVAZIONE

Si tratta di un sito realmente interattivo: è possibile contattare l’associazio-


ne attraverso mail, posta, telefono. L’associazione è impegnata a dare risposte
il più rapidamente possibile, fornendo un servizio tempestivo e di qualità ed è
in grado di orientare gli utenti verso strutture idonee qualora l’associazione non
possa fornire risposte adeguate
La pubblicazione di alcuni messaggi dei dibattiti nella rubrica “domande, mes-
saggi e risposte” svolge sicuramente un effetto “valanga”: numerose persone
si decidono a scrivere dopo aver visto questa rubrica oramai divenuta essenzia-
le sia per l’associazione che per l’utenza.
Inoltre, il principio delle mail anonime ha permesso la creazione di un se-
condo spazio di scambio che ha messo in relazione le persone tra di loro. Non
si tratta di un forum o di una discussione on-line aperta: in considerazione dei
temi trattati, tali strumenti sarebbero ingestibili senza una sorveglianza perma-
nente.

155
APPENDICE

In un anno di funzionamento del sito sono pervenute solo una dozzina di


e-mail “inquinanti”: insulti, domande di matrimonio, messaggi pornografici.

L’aspetto pionieristico e veramente innovativo riguarda il fatto di inventare,


grazie alle nuove tecnologie, una nuova forma di sostegno psico-sociale o for-
se di un vero e proprio lavoro sociale, che permette di raggiungere un pubbli-
co “nuovo”.

TRASFERIBILITA’

La realizzazione del sito rappresenta un’attività adattabile e trasferibile a tut-


te le realtà dell’esclusione sociale. Risultano, quindi, trasferibili la metodologia
e l’attuazione di ciascuna attività con cui il progetto è realizzato a partire dal-
l’identificazione del fenomeno che crea il disagio come base di partenza.

SOSTENIBILITA’

Dopo i primi investimenti, in termini di risorse umane, tempo e fondi mes-


si a disposizione, le attività per il mantenimento del portale si sono stabilizza-
te, nonostante il crescente interesse da parte dell’utenza e le implementazio-
ni apportate (nuovi servizi, nuove iniziative di promozione e miglioramento del-
l’efficienza).
Le risorse economiche necessarie sono reperite anche attraverso una per-
centuale sugli acquisti nel sito della Boutique-solidaire.com (il 20% del costo
dei prodotti viene automaticamente devoluto all’associazione) a cui si accede,
tramite link, anche dal sito di SosFemmes, o attraverso donazioni dirette sul con-
to corrente dell’associazione.

IMPATTO INTERNO

A lavorare sul sito, oltre al direttore/creatore/webmaster, c’è un’impiegata


part-time (psicologa con master) che risponde alle e-mail. Non c’è stata alcu-
na modifica nell’organizzazione del lavoro ma la formazione degli stessi ope-
ratori sociali è stata implementata, in quanto la disponibilità di un computer in
rete ha radicalmente trasformato il modo di reperire le informazioni, di gesti-
re la comunicazione e di permettere la loro condivisione, senza considerare la
grande quantità di notizie e la specificità delle risorse che è possibile trovare sen-
za costi aggiuntivi. D’altronde, il sito è esso stesso uno strumento di riferimen-
to interno utilizzato quotidianamente da tutti.

È da sottolineare l’ingresso nell’associazione di un counselor addetto alla ge-


stione delle e-mail.

156
ALLEGATO C

IMPATTO SUI DESTINATARI

I destinatari non sono stati coinvolti nella costruzione del sito, anche se ven-
gono, sicuramente, presi in considerazione i suggerimenti e le opinioni dei “vi-
sitatori” per eventuali modifiche

L’impatto sui destinatari di Sosfemmes Accueil riguarda in particolare la sco-


perta di un altro “pubblico”, diverso da quello normalmente ricevuto dall’asso-
ciazione.

Solitamente, le persone che navigano su internet presentano basse difficoltà


dal punto di vista socio economico (a volte sono benestanti) e, comunque, un
certo livello di savoir-faire e di risorse intellettuali. Nonostante questo, non è
possibile fornire molte indicazioni sull’estrazione socio-culturale degli utenti del
sito, anche perché un numero non trascurabile di visitatori utilizza il computer
sul luogo di lavoro – tale informazione è confermata anche dall’analisi statisti-
ca (la frequentazione è maggiore nelle fasce orarie lavorative).

E’ importante notare che si tratta di un pubblico che non sa dove trovare le


informazioni necessarie a problemi così delicati, che è in uno stato di sofferen-
za spesso grave, magari protratto da diversi anni e che approfitta a volte della
denuncia in forma scritta e dell’anonimato (relativo) di internet, o almeno del-
la “distanza virtuale”, per “svelarsi” e, alla fine, parlare. In questo ambito, tale pub-
blico relativamente “incluso” (in contrapposizione ai cosiddetti esclusi), si rive-
la paradossalmente più sprovvisto di informazioni (relativamente ai temi del si-
to), anche se a volte si può trattare di persone già in contatto da tempo con i
servizi medico-sociali tradizionali.

Inoltre, il sito e gli scambi di informazioni e di soluzioni, che si sono prodot-


ti, ha facilitato e accresciuto la conoscenza dei problemi trattati, in particolare
grazie alla quantità di e-mail ricevute. Tuttavia, la mancanza di mezzi idonei e
di risorse non ha permesso di analizzare tutta la massa di informazioni colle-
zionata dal 2000 in poi.

IMPATTO ESTERNO

La comunicazione verso l’esterno dell’associazione è cambiata notevolmen-


te: il sito è diventato uno strumento molto valorizzante per l’associazione, es-
so genera numerosi e ricchi contatti sia in Francia che all’estero e favorisce an-
che la possibilità di donazioni.

Ha inoltre permesso di sviluppare e ampliare un sistema di rete sul tema.

157
APPENDICE

L’associazione si affida costantemente al sito per valorizzare le sue azioni e


aggiorna periodicamente il sito con le attività di volta in volta portate avanti e
le informazioni che ritiene maggiormente utili.

Fondamentale è anche il contatto che questo ha permesso con la stampa e


i media in generale, che si sono avvicinati al tema della violenza sulle donne e
più in generale sulla condizione femminile stimolando l’opinione pubblica.

158
ALLEGATO C

6 Amoverse – Spagna

L’ASSOCIAZIONE

L’Associazione Amoverse (Apoyo a Menores en Ocio-tiempo libre con Valore


Evangelicos y Recursos Socio – Educativos) lavora dal 1996 nel quartiere del
Pozo del Tio Raimundo (distretto del Puente de Vallecas) con i giovani e le gio-
vani del quartiere, soprattutto su problemi di esclusione sociale come la diffi-
coltà di accedere a percorsi tradizionali di educazione e formazione.

L’Associazione nasce dalla “Compagnia de Jesus” che è presente nel quar-


tiere dal 1955 con progetti di appoggio ai giovani (bambini e adolescenti) con
un’attenzione particolare all’educazione non formale al fine di favorire l’integra-
zione scolastica.

Le sue attività principali sono le seguenti:


• programma sull’infanzia: assistenza allo studio, ascolto, attività creative e
sportive per giovani dai 6 agli 11 anni;
• programma sull’adolescenza: assistenza allo studio, attività ludico-forma-
tive (Cajon flamenco e “Radio Kalambuco”), gruppi di lavoro e attività spor-
tive per giovani dai 12 ai 18 anni;
• progetto di Educazione di strada: progetto gestito in rete con i Servicios
Sociales e altre organizzazioni della zona che mira ad evidenziare la cono-
scenza della realtà in cui vivono i giovani del barrio.

L’Educazione non formale è l’attività principale di cui si occupa Amoverse.


Gli obiettivi specifici sono costituiti dalla gestione delle singole aree quali l’as-
sistenza allo studio, i gruppi di lavoro, i laboratori ludico-didattici, le attività crea-
tive. Contemporaneamente portano avanti attività come la prevenzione del con-
sumo di sostanze stupefacenti (attraverso gruppi di discussione, racconti,
scambio di informazioni, dibattiti, azioni specifiche etc.), la diffusione di una cul-
tura della partecipazione e della cooperazione, lo stimolo della creatività e del-
le doti di comunicazione, di risoluzione dei conflitti e di presa di decisioni - uti-
li strumenti per migliorare le relazioni esterne (nella famiglia, a scuola, con gli
amici etc.).

Altre azioni sono rivolte a valorizzare le differenze (di sesso, di etnia, di cul-
tura, di età, di interessi etc.) come aspetto positivo e arricchente, stimolando una
migliore comprensione delle diversità presenti nella nostra città, dato che nel
barrio del Pozo convivono diverse culture ed etnie (gitana, africana, latino-ame-
ricana etc.).

Infine si cerca di portare avanti dei percorsi educativi finalizzati al migliora-


mento delle abitudini alimentari e delle cure sanitarie, oltre che dell’igiene e del-
l’esercizio fisico, e ancora di far conoscere le possibilità presenti sul mercato del

159
APPENDICE

lavoro e l’offerta formativa del quartiere e della città e di creare uno spazio in
cui proporre giochi di ruolo didattici, nei quali è fondamentale il rispetto delle
regole e del nostro patrimonio comune, come dei nostri comuni valori, per sti-
molare un ambiente di cooperazione e di aiuto reciproco.

DESCRIZIONE DEL PROGETTO / ATTIVITA’

TITOLO: Radio Kalambuco


AREA: minori, esclusione sociale, educazione non formale
ANNUALITÀ: dal 2004, in corso
AMBITO TERRITORIALE: locale - quartiere di Madrid
PARTNER: “Radio Vallekas” (www.radiovallekas.org) e “Coordinadora de
Ocio y Tiempo Libre de Vallecas”
DESTINATARI: bambini, adolescenti, familiari, professori e volontari

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITA’

Il progetto consiste nello sviluppo e nella gestione di un programma radiofo-


nico in diretta (1 ora a settimana) in cui i protagonisti del programma sono i gio-
vani del “barrio del Pozo”, un quartiere periferico di Madrid, aiutati da alcuni vo-
lontari e professionisti. Interessante è la partecipazione dei ragazzi gitani, che
cantano musica flamenca accompagnandosi con chitarre e cajas (casse di le-
gno percosse a mani nude). I contenuti di Radio Kalambuco37 sono diversi: mu-
sica, canti, poesie, messaggi, concorsi, interviste, notizie sul quartiere etc. Il pro-
gramma va in onda sia sulle Frequenze Medie di Radio Vallekas (107,5 FM) e
contemporaneamente via internet (collegandosi all’indirizzo http://www.radio-
vallekas.org/escuchanos.php).

L’iniziativa è profondamente legata al contesto particolare del quartiere del “Pozo


del Tio Raimundo”, un barrio periferico stretto tra la ferrovia e l’autostrada. Le fa-
miglie che vivono in questo barrio hanno mediamente un reddito molto basso.

Il quartiere è nato negli anni ‘40 ed è stato popolato soprattutto da stranie-


ri ed andalusi in cerca di lavoro nella capitale. Le famiglie di oggi non sono al-
tro che i figli di quei migranti. Nei primi anni era un quartiere molto degrada-
to e i giovani di adesso hanno soprattutto problemi di inserimento sociale e di
disgregazione familiare (molti dei loro genitori non ci sono in quanto vittime
della tossicodipendenza, fenomeno molto diffuso negli anni ‘80). A ciò si ag-
giunge un livello educativo generalmente basso e particolari svantaggi sulle op-

37 Da un lato si riferisce al nome che viene dato in alcune zone della Regione dell’Extremadura
(da dove provengono molti degli abitanti del quartiere) al recipiente di latta utilizzato per prende-
re l’acqua dai pozzi, dall’altro ricorda il “carambuco”, una specie di mattone che veniva usato per
costruire le prime abitazioni edificate nel quartiere di El Pozo.

160
ALLEGATO C

portunità educative rispetto agli altri giovani, unito alla difficoltà di gestione del-
la vita quotidiana nonostante il molto tempo libero a disposizione.

Queste carenze e problematiche hanno portato all’ideazione di Radio


Kalambuco, che è un progetto innovativo (esiste solo un’altra radio che ha la
stessa impostazione e che si chiama “Radio Oasis”) e molto accattivante per i
giovani a cui è rivolto. Radio Kalambuco ha creato uno spazio educativo (an-
che formativo se si considera che i ragazzi vengono introdotti nella gestione com-
pleta di un programma radiofonico) che ha una funzione preventiva rispetto al-
le insidie ora descritte, verso le quali i giovani del quartiere sono costantemen-
te a rischio.

OBIETTIVO GENERALE

Radio Kalambuco è uno spazio di integrazione e di comunicazione che per-


mette di lavorare con i minori utilizzando la radio come strumento in grado di
attirarli in modo accattivante e divertente.

L’obiettivo è quello di allontanarli dai pericoli sociali già presenti quali l’ab-
bandono scolastico, l’esclusione e la droga.

L’innovazione introdotta svolge una funzione di attrazione presso le comu-


nità limitrofe per permettere di portare avanti un processo di educazione non
formale sull’utilizzo della Radio, sulla creazione di programmi e sull’avvia-
mento di discussioni.

METODOLOGIA

Da molti anni Amoverse e Radio Vallekas hanno un accordo di collaborazio-


ne che ha coinvolto molti giovani del quartiere “Pozo del Tio Raimundo”. Grazie
a questo accordo i giovani hanno potuto usufruire di un corso di preparazione sud-
diviso in 4 sezioni, due di teoria e due di pratica, dove hanno potuto apprende-
re i rudimenti per la realizzazione di un programma radiofonico in diretta audio.

Molti di questi ragazzi hanno chiesto spontaneamente di ampliare la pro-


pria formazione su aspetti inerenti i mezzi di comunicazione in modo da po-
ter acquisire le capacità necessarie a gestire ulteriori aspetti delle trasmissioni
radiofoniche. Inoltre hanno manifestato l’esigenza di tenere uno spazio dove
esprimersi in propria autonomia. La loro iniziativa e la sensibilità di Amoverse
verso questo gruppo di giovani ha portato alla realizzazione di questa esperien-
za che dapprima era solo di formazione e poi ha permesso la creazione di uno
spazio (la sala-studio della radio) dove potersi esprimere liberamente, riflette-
re e divertirsi con le trasmissioni del programma.

161
APPENDICE

Il programma ha la durata di un’ora e viene trasmesso in diretta tutti i merco-


ledì dalle 18,00 alle 19,00 sulle frequenze radio (107,5 FM) e via internet, utiliz-
zando la tecnologia streaming audio, che permette di ascoltare la diretta con un
qualsiasi software di riproduzione, solitamente già presenti sui nostri computer.
Amoverse ha anche utilizzato le opportunità della rete nelle fasi di ricerca
fondi. Infatti grazie ad un progetto portato avanti dall’associazione
“CiberSolidaridad”, è stato possibile avere uno spazio web dove descrivere il pro-
getto e chiedere finanziamenti ai “navigatori” particolarmente sensibili, che con
un semplice clic hanno permesso l’acquisto di strumenti indispensabili al pro-
seguimento del progetto, per un totale di quasi 2.000 euro.

RISULTATI

Il risultato principale è stato quello di creare un gruppo stabile di persone


e di avere un luogo di incontro nel quartiere, in cui i bambini e gli adolescen-
ti del barrio “El Pozo” possono elaborare programmi radiofonici e concorrere
attivamente e quasi autonomamente alla trasmissione del programma.
Fondamentale è stato fin da principio lo stimolare la partecipazione dei giova-
ni ai quali si è voluto trasmettere la responsabilità della riuscita del progetto, co-
minciando dalla scelta sulle tematiche trattate e sulle attività intraprese e finen-
do alla manutenzione e al corretto utilizzo della strumentazione tecnica neces-
saria.

Per ottenere tutto questo sono stati individuati e raggiunti alcuni risultati in-
termedi come i laboratori di formazione che hanno riguardato principalmen-
te tematiche come l’insonorizzazione della sala di trasmissione e la scuola di
percussioni. La formazione è stata fatta dai volontari dell’associazione e della
radio ed è stata rivolta ai beneficiari del progetto, che sono tutti giovani dagli
11 ai 17 anni.

I contenuti della radio sono principalmente la musica e lo sport – non so-


lo quello mass mediatico, ma soprattutto quello praticato dai ragazzi nel quar-
tiere. Il successo maggiore è comunque la sezione che riguarda il flamenco, se-
guita dalla musica heavy-metal, dallo sport e dalle attualità locali (nel program-
ma chiamato “La voz del barrio”). Molto clamore ha poi suscitato il concorso
letterario, che ha stimolato la creatività dei ragazzi e le interviste fatte ai residen-
ti invitati in radio nello spazio chiamato “Nos visita”.

Infine, i ragazzi sono stati preparati e stimolati all’utilizzo di altri canali me-
diatici, come la posta (elettronica e non), i programmi televisivi per ragazzi e le
altre radio interessate a tali iniziative.

162
ALLEGATO C

ASPETTI DI INNOVAZIONE

L’aspetto innovativo riguardante l’insieme del progetto consiste, per l’asso-


ciazione, nell’aver utilizzato nuovi canali comunicativi in un contesto di educa-
zione non formale. La radio e le trasmissioni via internet non sono le uniche ini-
ziative di Amoverse, che da tempo ha costituito classi di studio serali (per bam-
bini e adolescenti), una ludoteca, attività ricreative, gite culturali etc.

Sicuramente la novità di questa esperienza non consiste tanto nella radio


autogestita e al servizio della comunità locale, della quale abbiamo vari esem-
pi in Spagna, come “Red Con Voz” (che ha un raggio di emissione nazionale e
internazionale) o “Union de Radios Culturales de Madrid”38, ma nel suo utiliz-
zo come mezzo di integrazione e recupero dei giovani in un quartiere pieno di
problematiche sociali come quello di “El Pozo”. Di tali esempi se ne conosce so-
lo uno molto simile presente dal 1999 a Salamanca (“Radio Oasis”).

Tecnicamente gli aspetti più innovativi non sono nella trasmissione via ra-
dio, anche se di sicuro impatto, ma nella contemporanea trasmissione in
streaming audio via internet, sul sito di Radio Vallekas. Infatti, da qualsiasi po-
stazione connessa al world wide web è possibile ascoltare questo gruppo di ra-
gazzi per un’ora a settimana, tutte le settimane.

Inoltre, visto il successo dell’operazione, è stato creato un blog39 in cui po-


ter trovare i contenuti della successiva programmazione e partecipare alla sua
costruzione con commenti e suggerimenti.

Da menzionare, sicuramente, anche l’utilizzo del canale di fund raising pro-


posto da un’altra associazione con sede a Madrid (“CiberSolidaridad”) a cui
Amoverse ha aderito per ottenere finanziamenti indispensabili all’acquisto di
strumentazione tecnica. Il portale di “CiberSolidaridad” offre la possibilità a pro-
getti ritenuti socialmente utili e previo accertamento di un’equipe di valutato-
ri, di avere più pagine web in cui poter presentare il progetto, l’associazione pro-
ponente, il contesto di riferimento e fare così una richiesta per ricevere dona-
zioni da privati fino al raggiungimento del budget necessario prefissato.

TRASFERIBILITA’

Il progetto è altamente riproducibile in contesti diversi e in situazioni diffe-


renti. È trasferibile laddove si creino condizioni di esclusione sociale. La realiz-
zazione di tale attività ha provocato molteplici ricadute sociali ed è stata un mo-
mento di confronto e di confronto con gli Enti Locali e il privato sociale.
38 Tutte le radio locali sono riunite nella Asociación Mundial de Radios Comunitarias:
http:\\amarc.org\amarc.esp
39 http://radiokalambuco.acelblog.com (attualmente in via di ristrutturazione)

163
APPENDICE

Questo ha contribuito, quindi, al solidificarsi di un tessuto e allo sviluppo di una


certa sensibilità favorevoli alla trasferibilità dell’idea progettuale in altri ambiti.

SOSTENIBILITA’

Per rendere il progetto sostenibile è stata necessaria la ristrutturazione tec-


nica della strumentazione e dello studio radifonico, ottenuto grazie ai finanzia-
menti chiesti ai privati. Ciò dimostra che quello di radio Kalambuco è un pro-
getto che ha avuto risonanza e ha suscitato la sensibilità dei cittadini.

L’implementazione della struttura ha previsto ad esempio la possibilità di ri-


cevere chiamate telefoniche in studio (spesso fatte da altri ragazzi del quartie-
re). In questo modo oltre a rendere la Radio sostenibile è stato anche allarga-
to il bacino di utenza e quindi il numero di beneficiari indiretti.
Attraverso la pubblicizzazione del progetto si cerca di raccogliere consenso
e di ottenere così una sorta di continuità che si integri con la più alta ambizio-
ne di un progressivo sviluppo sociale e culturale del barrio “El Pozo”.

IMPATTO INTERNO

Per l’associazione impegnarsi in questo tipo di progetto ha significato poten-


ziare l’azione da sempre perseguita di recupero sociale del quartiere. I volonta-
ri che si sono dedicati alla gestione tecnica (in media 6 persone, tra cui uno
speaker, un tecnico del suono e 4 educatori) si sono succeduti nelle varie fasi
di implementazione del progetto. Cardinali sono state le figure dei formatori, sia
per la parte di gestione delle trasmissioni radiofoniche, sia per quelle meramen-
te tecniche riguardanti l’utilizzo degli strumenti di fonia e ricetrasmissione.

Il successo ottenuto ha nel tempo spostato risorse in questa, che ricordia-


mo, è solo una della varie attività dell’associazione. Anche le capacità e le com-
petenze si sono sviluppate in un clima di interazione reciproca tra i giovani e i
volontari e questi ultimi hanno avuto, con il passare del tempo, sempre più un
ruolo di semplice coordinamento.

E’ stata infine una grossa soddisfazione e un grande stimolo per il futuro aver
ricevuto l’apprezzamento dei media (giornali come “El Pais” e rotocalchi infor-
matici come “La broma” o “Canalsolidario”) e dei finanziatori privati che, attra-
verso la richiesta fondi fatta nel sito di “Cibersolidaridad”, hanno risposto in po-
co tempo e soddisfacendo pienamente a tutte le risorse richieste, permetten-
do il proseguimento del progetto e aprendo all’associazione nuove opportunità
di finanziamento per i prossimi anni.

164
ALLEGATO C

IMPATTO SUI DESTINATARI

L’associazione si è sperimentata in questo nuovo canale comunicativo ma


il successo ottenuto è in gran parte da attribuirsi allo spirito e alla forza di vo-
lontà dimostrata dai giovani stessi (10-15 ragazzi di età compresa tra gli 11 e
i 17 anni), che impegnandosi nel mantenimento di questo progetto hanno per-
messo l’ottenimento dei risultati attesi e di alcuni risultati indiretti, quali il mi-
glioramento delle capacità di linguaggio e l’integrazione dell’etnia gitana.

La partecipazione dei ragazzi è sempre stata stimolata o meglio, era un pre-


supposto fondamentale per il proseguimento delle attività. Le relazioni tra i vo-
lontari e i giovani sono aumentate e con esse la comprensione dei loro proble-
mi\fabbisogni e le capacità, dei volontari, di soddisfarli.

L’obiettivo generale è stato sicuramente raggiunto: l’educazione non forma-


le attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie allontana sicuramente questi ra-
gazzi dai pericoli del vagabondaggio, dell’analfabetismo, della tossicodipenden-
za etc. ma oltre a questo è stata creata una comunità, che, non senza difficoltà
e con pochi mezzi a disposizione, è andata avanti, offrendo a se stessa le mo-
tivazioni per esistere e per attrarre sempre più persone.

In effetti la speranza più grossa è che questa attività si espanda e, nel tem-
po, interessi anche le zone limitrofe al barrio “El Pozo”. O che venga replicata
in altri quartieri disagiati della capitale come anche in altre città.

I ragazzi lamentano solo lo scarso tempo a disposizione per la preparazio-


ne dei programmi, ma la soddisfazione finale è grande, e gli outcomes sono tan-
gibili: programmi comici scritti dai ragazzi stessi, discussioni a tema, musica in
diretta, concorsi letterari etc. La partecipazione nella programmazione e duran-
te le trasmissioni ha migliorato la loro autostima, il sentirsi protagonisti ha al-
lontanato la paura di non essere nulla, la convinzione di “valere poco”. Gran par-
te di questi stimoli sono anche provenuti dall’aver appreso l’utilizzo di una nuo-
va tecnologia, come la radio, internet e la posta elettronica.

IMPATTO ESTERNO

Il successo dell’operazione ha proiettato l’Associazione verso ulteriori obiet-


tivi, tra cui un più stretto legame con Radio Vallekas, accordi con altre trasmis-
sioni radiofoniche e anche con programmi televisivi per ragazzi. Ad esempio è
stata fatta una puntata del programma televisivo “Cyberclub” in onda su Tele-
Madrid che ha avuto per tema il progetto di Radio Kalambuco.
Si ricorda, tra le altre, la partnership intrapresa con CiberSolidaridad, che ha
permesso di pubblicare nel loro portale web il presente progetto e ricevere fi-
nanziamenti dai privati.

165
APPENDICE

Si sono inoltre organizzate specifiche attività per portare all’esterno il proget-


to: come l’allestimento di stand nelle feste di quartiere e alcuni concerti di strada.
Per quanto riguarda la comunicazione esterna, da quando i rapporti con gli al-
tri enti sono aumentati è proporzionalmente aumentato l’utilizzo delle nuove for-
me di comunicazione come la posta elettronica ed internet. Ad esempio molti le-
gami sono stati stretti con portali web che si occupano storicamente di Terzo set-
tore e solidarietà (tra cui “Canalsolidario”, “Aula de El Mundo”, “El Pais – sezione
Società”) e che hanno pubblicato notizie e articoli riguardanti Radio Kalambuco.
Le ICT sono in effetti il vero segreto della riuscita del progetto e il vettore di qua-
si tutte le iniziative intraprese, oltre che la base dell’apprendimento informale che
potrà servire ai ragazzi del barrio ad uscire dal disagio e dell’esclusione.

166
ALLEGATO C

7 The Khmer Institute of Democracy – Cambogia

L’ASSOCIAZIONE

The Khmer Institute of Democracy - KID, Instituto Khmer per la Democrazia,


è un’organizzazione non governativa che nasce nel 1992 su iniziativa di alcu-
ni cambogiani naturalizzati americani e l’allora Ambasciatore americano, all’in-
domani degli accordi di Parigi40.

La sua missione è di sostenere i valori democratici nella società cambogia-


na mantenendo una posizione politica neutrale. Con tale scopo il KID svolge
alcune attività e progetti finalizzati al rafforzamento delle “capacità” delle comu-
nità locali e delle Istituzioni sui temi della democrazia ed i diritti umani, della
lotta alla corruzione ed in favore della buona amministrazione.

Infine, il KID contribuisce al buon funzionamento del Tribunale per i crimi-


ni commessi dai Khmer Rossi41, attraverso la formazione della polizia e un’in-
tensa attività di promozione e diffusione, nei villaggi, del programma di prote-
zione, riparazione e partecipazione delle vittime.

DESCRIZIONE DEL PROGETTO / ATTIVITA’

TITOLO: The Community Information Center (CIC) 42 , Centro di


Informazione Comunitaria
AREA: capacity building / informazione
ANNUALITÀ: 2002 - settembre 2005
DURATA: 3 anni
AMBITO TERRITORIALE: nazionale

DESTINATARI

I destinatari sono studenti, consiglieri comunali, membri di partiti politici, co-


munità locali, organizzazioni non governative e la collettività in generale.

40 Con il ritiro del Vietnam dalla Cambogia nel 1989 si giunse alla fine della guerra civile siglata con
la firma a Parigi degli Accordi di Pace (1991) e l’istituzione dell’Autorità Transitoria dell’ONU in Cambogia.
41 Il Tribunale, “Extraordinary Chambers in the Courts of Cambodia for the Prosecution of Crimes
Committed during the Period of Democratic Kampuchea” è stato istituito dal governo e dalle Nazioni
Unite per processare i crimini commessi dai Khmer rossi fra il 1975 e il 1979 ed ha cominciato i la-
vori nel giugno 2006 quando i 30 giudici di cui 17 cambogiani e 13 internazionali hanno giurato
ufficialmente al palazzo reale della Pagoda d’Argento nella capitale Phnom Pehn.
42 USAID (United States Agency for International Development Fund) attraverso l’Asia
Foundation ha finanziato la creazione di 22 CIC (tra cui 4 in Cambogia).

167
APPENDICE

PARTNER

Il progetto è stato presentato con le sezioni locali dell’Istituto che si trova-


no nelle 4 città di provincia interessate dal progetto (Kampong Cham, Kratie,
Svay Rieng e Stung Treng).

OBIETTIVO GENERALE
L’obiettivo principale del progetto è di fornire accesso a notizie e informazio-
ni su politica, economia, educazione, salute, elezioni, in un portale scritto in Khmer
per favorire la crescita democratica, culturale, economica e sociale del paese.

Il progetto dislocato su 4 province vuole, in particolare, fornire alle comu-


nità strumenti per documentarsi e partecipare alle elezioni dei consiglieri co-
munali del 2002, anno in cui i cambogiani, in virtù del processo di riforma am-
ministrativa in corso, hanno eletto per la prima volta i loro rappresentanti loca-
li al posto dei funzionari di nomina governativa. Tali elezioni sono state un pas-
so importante verso il processo di decentralizzazione e coinvolgimento delle istan-
ze locali nella gestione delle politiche pubbliche.
Le organizzazioni internazionali presenti in Cambogia hanno favorito e so-
stenuto tale processo, parte integrante di una più ampia politica che mira al raffor-
zamento del processo di democratizzazione in atto nel paese, nonostante al-
cune perplessità circa la capacità dei nuovi rappresentati di svolgere il loro man-
dato e il possibile impatto del peso della “politica” e soprattutto dei partiti sul-
l’attività degli eletti.

Le attività principali dei Community Information Center (CIC) sono:


• Formazione di base per il computer;
• Disseminazione di informazioni ai consiglieri comunali e alle comunità locali;
• Pubblicazione di notizie e informazioni che provengono dai villaggi nel si-
to web provinciale;
• Educazione alla democrazia e ai diritti umani tra gli studenti e le comunità
locali;
• Advocacy ed attività di rete con organizzazioni non governative che lavo-
rano nella provincia per proteggere i diritti delle persone;
• Biblioteca;
• Collaborazione con i giornali provinciali.

Durante i tre anni di attività, i CIC sono diventati uno spazio in cui la comu-
nità accresce la sua conoscenza; rappresentano anche un’opportunità per i gio-
vani per socializzare, trovare un lavoro, o una borsa di studio.

Essendo inoltre al servizio della comunità e delle persone più svantaggiate,


il personale del CIC ha guadagnato molto rispetto nella comunità e una buo-
na reputazione nelle province.

168
ALLEGATO A

METODOLOGIA

I CIC forniscono corsi di computer base, con l’idea di coinvolgere le comu-


nità locali, in particolare gli studenti, i politici locali, i consiglieri comunali e le
ONG in attività formative che favoriscano la conoscenza del Centro, dei suoi ser-
vizi e delle nuove tecnologie.

I CIC si rivolgono alla collettività nel suo insieme, ma hanno come iniziale
“bersaglio” coloro che hanno minore timidezza, per studi e storia personale, ad
avvicinarsi ed utilizzare tale strumento. Ciò nonostante, sono state organizza-
te delle visite nei villaggi per informare la popolazione rurale dell’esistenza dei
Centri e promuovere nelle campagne le potenzialità connesse all’uso delle nuo-
ve tecnologie. Per favorire le popolazioni rurali è stato inoltre distribuito pres-
so i CIC materiale informativo, tratto dal portale khmer, su argomenti di loro in-
teresse (coltivazione, allevamento, salute, violenza domestica).

RISULTATI

I CIC sono stati visitati da 56.334 visitatori complessivi tra cui donne (1.524),
insegnanti (541), studenti (4.088), monaci (64), agenzie governative (150), ong
(363), partiti politici (19), turisti (81), settore degli affari e privato (72); inoltre è
stato distribuito materiale informativo su: agricoltura, democrazia e diritti, questio-
ni di genere, violenza domestica, pesca, malattie degli animali, decentralizzazio-
ne, fertilizzanti, salute, legge sulla terra, diritto penale; sono stati collezionati libri
e articoli per la biblioteca dei Centri; sono stati organizzati corsi di computer per
impiegati del comune, politici, insegnanti, studenti, staff di ong locali e forum pub-
blici. Lo stesso personale del CIC è stato formato attraverso la partecipazione ad
un corso su Business Development Plan organizzato dall’Asia Foundation.

ASPETTI INNOVATIVI

I beneficiari hanno imparato l’uso del computer, le possibilità connesse al-


le ICT in termini di facilitazione di contatti, messa in rete, scambio di informa-
zioni, opportunità di scambio finora inesplorate. Inoltre i CIC sono diventati un
punto di riferimento per il KID nella relazione con i partner provinciali e le au-
torità locali, facilitandone i contatti e la messa in rete.

Questo ha reso l’implementazione dei progetti in partnership con le provin-


ce più veloce, efficiente e affidabile. Inoltre, le informazioni presenti sul porta-
le sono utili ai consiglieri comunali, ai contadini, alle comunità locali, agli stu-
denti su temi quali: democrazia, diritti umani, coltivazione del riso, pesca etc.
Ma la vera innovatività in Cambogia consiste nell’aprire lo spazio per una discus-
sione pubblica a partire dall’elezione dei nuovi rappresentati locali, fornendo

169
APPENDICE

strumenti informativi, conoscitivi e di partecipazione, anche attraverso l’uso


dell’ICT e l’accesso alla biblioteca. L’accesso per tutti all’informazione può infat-
ti essere molto “politico”, soprattutto in paesi i cui governi, pur eletti secondo
libere elezioni, non sono sempre desiderosi di confrontarsi con un’opinione pub-
blica adeguatamente informata e consapevole.

TRASFERIBILITA’

Il progetto è trasferibile laddove la circolazione di informazioni, la crescita


della conoscenza, la messa in rete delle persone e delle Istituzioni è in grado
di rendere “capaci” i singoli e le comunità locali, in particolare quando condi-
zioni di particolare avversità e sotto sviluppo (assenza di strade, infrastrutture,
isolamento.. ) costituiscono un ostacolo alla comunicazione, alla condivisione
e allo scambio di esperienze a livello locale, nazionale e globale.

SOSTENIBILITA’

I CIC continuano a funzionare, anche dopo la cessazione del finanziamen-


to, attraverso il pagamento di una tariffa da parte degli utenti finali del servizio.
I centri svolgono a tutt’oggi formazione di base per il computer e accesso ad in-
ternet. Continuano ad essere frequentati ma in misura molto minore a causa
del pagamento del servizio da parte degli utenti.

Costituiscono ancora un punto di riferimento per le persone e le comunità


locali rispetto alla possibilità di accedere ad informazioni e per il KID rispetto
ai propri partner locali.

IMPATTO INTERNO

Il progetto ha coinvolto direttamente 17 persone dello staff del KID centra-


le e locale. Le nuove tecnologie hanno reso il management, il reporting e le co-
municazioni con le sezioni distaccate del KID molto più veloci, facili e affidabi-
li. Hanno rafforzato il senso di appartenenza, la condivisione della mission ed
il lavoro di rete. I metodi di formazione interna si sono avvantaggiati della pos-
sibilità di accedere alla rete ed in alcuni casi hanno reso possibile l’apprendi-
mento a distanza.

IMPATTO SUI DESTINATARI

I CIC hanno avuto un forte impatto sulla vita dei destinatari e delle comunità
locali maggiormente coinvolte, in particolare per coloro che vivono nelle provin-

170
ALLEGATO A

ce dove le infrastrutture quali le strade, l’elettricità, l’acqua potabile, la comuni-


cazione ecc, sono assai lontane dall’incontrare i bisogni della popolazione.
L’introduzione delle nuove tecnologie ha reso disponibili alle comunità loca-
li informazioni e servizi precedentemente inaccessibili, facilitando il superamen-
to di barriere strutturali e fisiche ad una consistente parte della popolazione, in-
cluse le donne ed i soggetti maggiormente esclusi dalla vita politica e sociale del
Paese (le aree più povere e rurali). I CIC hanno creato uno spazio di incontro, scam-
bio, discussione, informazione che favorisce la condivisione dei problemi e la pro-
posta di soluzioni, anche attraverso la navigazione in rete e la biblioteca del cen-
tro che viene anch’essa aggiornata per mezzo di internet.

Nonostante la presenza di problemi tecnici (quali la lentezza della connessio-


ne) e l’iniziale scetticismo di coloro che trovandosi in situazione di povertà e bi-
sogno attendono azioni più concrete, la gestione dei CIC ha tentato di mettere
in evidenza lo stretto legame tra accesso alle informazioni, circolazione delle idee
e possibilità di migliorare concretamente la propria qualità della vita. Non è infat-
ti evidente per paesi come la Cambogia (con alti livelli di analfabetismo, di infra-
strutture, elettrificazione) l’apporto dell’apprendimento delle nuove tecnologie allo
sviluppo e alle necessità concrete delle popolazioni, in particolare quelle che vi-
vono in aree rurali ed in condizioni di maggiore isolamento e svantaggio.

Con la distribuzione di materiale informativo, avvenuta presso i villaggi dei


28 distretti delle 4 province, che riguarda da vicino la vita delle collettività, su
argomenti quali per esempio la coltivazione, l’allevamento o le contese lega-
te alla terra, si è voluto dare un contributo concreto alle necessità della popo-
lazione rurale.

IMPATTO ESTERNO

I CIC hanno rafforzato i rapporti con i partner locali e favorito la nascita di


nuovi contatti oltre ad una migliore messa in rete delle persone e delle orga-
nizzazioni. Ne consegue anche una migliore conoscenza del territorio e delle
comunità locali.

La cooperazione con i giornali locali ha permesso ai giornalisti di utilizzare i ser-


vizi dei CIC, di aver accesso alla stampa straniera, di documentarsi e aggiornarsi.

LIMITI E SFIDE

La lentezza della connessione a internet, la scarsa disponibilità di tempo e


finanziaria degli impiegati del Comune per viaggiare e raggiungere i centri pro-
vinciali, l’aspettativa delle popolazioni rurali di miglioramenti immediati e con-
creti della loro vita, piuttosto che “qualcosa di scritto sulla carta” hanno costi-

171
APPENDICE

tuito e possono costituire ostacoli alla conoscenza, pratica, diffusione e appli-


cazione dell’ICT alla vita delle comunità locali.
La sfida è consistita da parte del KID nel migliorare gli aspetti tecnici (com-
patibilmente con le infrastrutture esistenti), nell’utilizzare e promuovere le ICT
in relazione alle difficoltà ed ai problemi delle persone, e favorire la distribuzio-
ne delle informazioni di vera utilità e rilevante per la comunità (per coloro che
non possono avere accesso diretto), nell’organizzare il management dei CIC per
assicurarne la sostenibilità, continuando a servire la comunità nel suo insieme.

172
BIBLIOGRAFIA

Archibugi F., Koenig-Archibugi M., L’arte della associazione, Edizioni Lavoro,


Roma, 1998.

Ascoli U. (a cura di), Il welfare futuro, Carocci, Roma, 1999.

Barata P., Social esclusion in Europe. Survey of literature, Laidlaw Foundation,


2000.

Barbetta G.P. (a cura di), Senza scopo di lucro, Il Mulino, Bologna, 1996.

Barbetta G.P., Cima S., Zamaro N. (a cura di), Le istituzioni nonprofit in Italia.
Dimensioni organizzative, economiche e sociali, Il Mulino, Bologna, 2003.

Bateson G., Mente natura, Adelphi, Milano, 1984.

Bell D., The coming of post-industrial society. A Venture of Social Forecasting,


Basic Books, New York,1973.

Bernardi L., Tripodi T., Metodi di valutazione di programmi sociali, Fondazione


Zancan, Padova, 1981.

Bettetini G., Colombo F., Le nuove tecnologie della comunicazione, Bompiani,


Milano, 1993.

Bifulco L. (a cura di ), Il genius loci del welfare, Officina Edizioni, Roma, 2003.

Bobba L., Nanni A., Viaggio nel terzo settore. Parlano i protagonisti, Edizioni
Sonda, Torino, 1997.

173
BIBLIOGRAFIA

Boccia Artieri G., Mazzoli G. (a cura di), Tracce nella rete. Le trame del moderno
fra sistema sociale ed organizzazione, Franco Angeli, Milano, 2000.

Bonfadelli H., The Internet and Knowledge Gaps. A Theoretical and Empirical
Investigation, in “European Journal of Communication”, Vol. 17 (1), 2002.

Borzaga C. (a cura di), Il terzo sistema. Una nuova dimensione della


complessità economica e sociale, Fondazione Zancan, Padova, 1991.

Botta P. (a cura di), Capitale umano on line: le potenzialità dell’e-learning nei


processi formativi e lavorativi, Isfol, coll. “Strumenti e Ricerche”, Franco
Angeli, Milano, 2003.

Caltabiano C., Il sottile filo della responsabilità civica, Franco Angeli, Milano,
2003.

Caramelli E., Patrizi E. (a cura di), Investire nella progettualità delle Associazioni
di promozione sociale – Compendium progetti legge 383/2000 triennio
2002-04, Isfol, Roma, 2006.

Carlini F., Divergenze digitali. Conflitti, soggetti e tecnologie della terza Internet,
Roma, Manifestolibri, Roma.

Cerri M., Il terzo settore. Tra retoriche e pratiche sociali, Dedalo, Bari, 2003.

Colozzi I., Le nuove politiche sociali, Carocci, Roma, 2002.

Commissione Europea, “Innovation policy: updating the Union’s approach in


the context of the Lisbon Strategy”, COM n.112 definitivo, 2003.

Commissione Europea, La governance europea. Un libro bianco, Bruxelles,


5.8.2001, COM n.428 definitivo/2, 2001.

D’Orazio E., L’economia della solidarietà. Terzo settore e sindacato, Ediesse,


Roma, 1998.

De Leonardis O., In un diverso welfare: sogni e incubi, Feltrinelli, Milano, 1998.

Diamanti I., Il sottile filo della responsabilità civica (prefazione), Franco Angeli,
Milano, 2003.

Donati P. (a cura di), Sociologia del Terzo Settore, La Nuova Italia Scientifica,
Roma, 1996.

174
BIBLIOGRAFIA

Donati P., Colozzi I., (a cura di), Il Terzo Settore in Italia. Culture e pratiche,
Franco Angeli, Milano, 2004.

Donati P., Colozzi I., (a cura di), La Sussidiarietà, Carocci, Roma, 2005.

Drucker P., The Age of Discontinuity: Guidelines to our Changing Society,


Harper & Row, New York, 1968.

EcoSoC, Note by Secretary-General, 28 Luglio 2006.

Frisanco R., Trasatti S., Volterrani A. (a cura di), La voce del volontariato.
Indagine nazionale su organizzazioni di volontariato e comunicazione,
FIVol, Roma, 2000.

Inglehart R., La società post-moderna, Editori Riuniti, 1998.

Iovene N., Viezzoli M., Il libro del Terzo settore, Adnkronos libri, Roma, 1999.

Laville J.L., L’economia solidale, Bollati Boringhieri, Milano, 1998.

Lévy P., Cybercultura. Gli usi sociali delle nuove tecnologie, Milano, Feltrinelli,
1999.

Lundvall B., The Knowledge-based Economy: From the Economics of


Knowledge to the Learning Economy, OECD, 1996.

Milanese P., Non-profit marketing e valore sociale, Egea, Milano, 1998.

Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Libro bianco sul welfare. Proposte
per una società dinamica e solidale, Roma, febbraio 2003.

Montedoro C. (a cura di), Dal welfare state alle politiche attive di integrazione
lavorativa delle persone svantaggiate. Il dibattito e le esperienze in Italia e in
Europa, Isfol coll. Strumenti e Ricerche n.88, Franco Angeli, 1999.

Ranci C. (a cura di), Il mercato sociale dei servizi alla persona, Carocci, Roma,
2001.

Ranci C., Vanoli A., Beni pubblici e virtù private. Il terzo settore nelle politiche di
Welfare, Fondazione Olivetti, Perugia, 1994.

Yunus M., Il banchiere dei poveri, Feltrinelli, Milano, 1999.

Rossi G. (a cura di), Terzo settore, stato e mercato nella trasformazione delle
politiche sociali in Europa, Franco Angeli, Milano, 1997.

175
BIBLIOGRAFIA

Ruffino M., Manuale dei progetti interregionali, Franco Angeli, Milano, 2002.

Rullani E., New/Net/Knowledge Economy: le molte facce del postfordismo, in


“Economia e Politica Industriale” n.110, 2001.

Saraceno C., Le dinamiche assistenziali in Europa. Sistemi nazionali e locali di


contrasto alla povertà, Il Mulino, Bologna, 2004.

Slater D., Tacchi J., ICT Innovations for Poverty Reduction. UNESCO, Delhi, 2004.

Soete L., The challenges and the potential of the knowledge based economy in
a globalized world, report preparato per la presidenza portoghese dell’UE,
Lisbona, Portugal, 2000.

Trasatti S., “Non profit e comunicazione” in Ascoli Ugo (a cura di), Il Welfare
futuro: manuale critico del terzo settore, Carocci, Roma, 1999.

Vittadini G. (a cura di), Il Non Profit dimezzato, ETAS Libri, Milano, 1997.

Vittadini G. (a cura di), Liberi di scegliere: dal welfare state alla welfare society.
ETAS Libri, Milano, 2003.

Volterrani A., Panorami sociali. Il sociale nei media, i media nel sociale, Liguori,
Napoli, 2003.

Weick K.E., Educational Organizations as Loosely Coupled Systems,


Administrative Science Quarterly, 1976.

Wolf M., Gli effetti sociali dei media, Bompiani, Milano, 1992.

Yelle L.E., The Learning Curve: Historical Review and Comprehensive Survey,
Decision Sciences, Vol.10, 1979.

Zamagni S. (a cura di), Nonprofit come economia civile, Il Mulino, Bologna,


1998.

Zamagni S., Bruni L., Economia civile. Efficienza, equità, felicità pubblica, Il
Mulino, Bologna, 2004.

Zamaro N., Definizioni e classificazioni delle istituzioni nonprofit, in ISTAT


(2001), Istituzioni nonprofit in Italia. I risultati della prima rilevazione
censuaria, Istat – Informazioni n.50, Roma, 2001.

176
Temi & Strumenti - Studi e ricerche
Isfol, Sviluppo locale. Prima analisi e compendium dei programmi nelle regio-
ni dell’obiettivo 1, Roma, Isfol, 2004 (Temi&Strumenti. Studi e ricerche; 1)

Isfol, Mobilità e trasparenza delle competenze acquisite: l’esperienza Europass


Formazione in Italia, Roma, Isfol, 2005 (Temi&Strumenti. Studi e ricerche; 2)

Isfol, Il Fondo Sociale Europeo 2000-2006. Quadro Comunitario di sostegno Ob.


3. Valutazione intermedia. 1° e 2° Parte, Roma, Isfol, 2005 (Temi&Strumenti.
Studi e ricerche; 3)

Isfol, Percorsi di orientamento. Indagine nazionale sulle buone pratiche, Roma,


Isfol, 2005 (Temi&Strumenti. Studi e ricerche; 4)

Isfol, Tra orientamento e auto-orientamento, tra formazione e auto-formazio-


ne, Roma, Isfol, 2005 (Temi&Strumenti. Studi e ricerche; 5)

Isfol, La qualità del lavoro, Roma, Isfol, 2005 (Temi&Strumenti. Studi e ricerche; 6)

Isfol, Passo alla Pratica. Una pratica Isfol di consulenza orientativa, Roma, Isfol,
2005 (Temi&Strumenti. Studi e ricerche; 7)

Isfol, Investire nella progettualità delle associazioni di promozione sociale.


Compendium progetti legge 383/2000 triennio 2002-2004, Roma, Isfol, 2006
(Temi&Strumenti. Studi e ricerche; 8)

Isfol, Pensare al futuro. Una pratica di orientamento in gruppo, Roma, Isfol, 2005
(Temi&Strumenti. Studi e ricerche; 9)

Isfol, Accogliere e integrare. Esperienze Equal in tema di immigrazione, Roma,


Isfol, 2006 (Temi&Strumenti. Studi e ricerche; 10)

Isfol, Consulenza alla persona e counseling: ambiti di intervento, approcci, ruo-


lo e competenze del counselor, Roma, Isfol, 2006 (Temi&Strumenti. Studi e
ricerche; 11)

Isfol, Istruzione e formazione professionale: verso la costruzione di nuovi sce-


nari e nuove competenze per gli operatori del sistema, Roma, Isfol, 2006
(Temi&Strumenti. Studi e ricerche; 12)

Isfol, L’accompagnamento al successo formativo. Strategie e modelli operativi dei


centri per l’impiego, Roma, Isfol, 2006 (Temi&Strumenti. Studi e ricerche; 13)

Isfol, Bilanci pubblici ed equità di genere, Roma, Isfol, 2006 (Temi&Strumenti.


Studi e ricerche; 14)

Isfol, Atlante comparato sui Servizi per l’impiego nell’Unione europea amplia-
ta, Roma, Isfol, 2006 (Temi&Strumenti. Studi e ricerche; 15)
Isfol, Bi.dicomp. Un percorso ISFOL di Bilancio di Competenze, Roma, Isfol, 2006
(Temi&Strumenti. Studi e ricerche; 16)

Isfol, Le dimensioni del coping e dell’attribuzione causale nell’orientamento: due


strumenti ISFOL, Roma, Isfol, 2006 (Temi&Strumenti. Studi e ricerche; 17)

Isfol, Verso il lavoro. Organizzazione e funzionamento dei servizi pubblici per


i cittadini e le imprese nel mercato del lavoro. Monitoraggio 2004, Roma,
Isfol, 2007 (Temi&Strumenti. Studi e ricerche; 18)

Isfol, Standard delle competenze nell’Istruzione e Formazione Tecnica Superiore.


Percorsi metodologici e di sperimentazione, Roma, Isfol, 2007
(Temi&Strumenti. Studi e ricerche; 19)

Isfol, Esperienze di validazione dell’apprendimento non formale e informale in


Italia e in Europa, Roma, Isfol, 2007 (Temi&Strumenti. Studi e ricerche; 20)

Isfol, Il Libretto Formativo del Cittadino, Roma, Isfol, 2007 (Temi&Strumenti. Studi
e ricerche; 21)

Isfol, Valutare gli interventi per l’occupabilità: le misure di inserimento al lavo-


ro, Roma, Isfol, 2007 (Temi&Strumenti. Studi e ricerche; 22)

Isfol, Orientare l’Orientamento, Roma, Isfol, 2007 (Temi&Strumenti. Studi e ri-


cerche; 23)

Isfol, Dall’analisi della domanda alla valutazione della consulenza di orienta-


mento: Val.ori, Roma, Isfol, 2007 (Temi&Strumenti. Studi e ricerche; 24)

Isfol, Dialoghi sull’orientamento. Dalle esperienze ai modelli, Roma, Isfol,


2007 (Temi&Strumenti. Studi e ricerche; 25)

Isfol, Fondo nazionale per il diritto al lavoro dei disabili. Monitoraggio 2004,
Roma, Isfol, 2007 (Temi&Strumenti. Studi e ricerche; 26)

Isfol, Formazione, istruzione e lavoro. Valutazione delle politiche sostenute dal


Fondo sociale europeo 2000-2006 nell’Italia del Centro-Nord, Roma, Isfol,
2007 (Temi&Strumenti. Studi e ricerche; 27)

Isfol, Conciliazione vita/lavoro: un traguardo possibile. L’esperienza di Equal,


Roma, Isfol, 2007 (Temi&Strumenti. Studi e ricerche; 28)

Isfol, Volontariato e pianificazione sociale di zona: la partecipazione. Indagine pi-


lota sul volontariato, Roma, Isfol, 2007 (Temi&Strumenti. Studi e ricerche; 29)

Isfol, La mobilità costretta. La mobilità geografica dei giovani italiani: caratte-


ristiche e prospettive delle Regioni del Mezzogiorno, Roma, Isfol, 2007
(Temi&Strumenti. Studi e ricerche; 30)
Isfol, Il ruolo delle città della governance multilivello delle politiche occupazio-
nali, Roma, Isfol, 2007 (Temi&Strumenti. Studi e ricerche; 31)

Isfol, Terza Relazione al Parlamento sullo Stato di Attuazione della Legge


12/3/99 N.68, Roma, Isfol, 2007 (Temi&Strumenti. Studi e ricerche; 32)

Isfol, Il Label europeo uno strumento per la promozione e la valorizzazione del-


l’insegnamento e dell’apprendimento linguistico. L’esperienza in Italia nel-
l’ambito della formazione professionale, Roma, Isfol, 2007 (Temi&Strumenti.
Studi e ricerche; 33)

Isfol, Nuove tecnologie e promozione sociale, Roma, Isfol, 2007 (Temi&Strumenti.


Studi e ricerche; 34)

Temi & Strumenti - Percorsi


Isfol, Orientarsi tra tempi di lavoro e tempi di vita, Roma, Isfol, 2006
(Temi&Strumenti. Percorsi; 1)

Isfol, A scuola mi oriento, Roma, Isfol, 2006 (Temi&Strumenti. Percorsi; 2)

Isfol, Funzioni, competenze e profili formativi, Roma, Isfol, 2006 (Temi&Strumenti.


Percorsi; 3)

Isfol, Associa si racconta, Roma, Isfol, 2007 (Temi&Strumenti. Percorsi; 4)

Isfol, Alla ricerca delle mie competenze. Una guida per orientarsi tra servizi e
pratiche di bilancio, Roma, Isfol, 2007 (Temi&Strumenti. Percorsi; 5)
I.G.E.R. srl
viale C.T. Odescalchi, 67/A
00147 Roma

Finito di stampare ottobre 2007

You might also like