You are on page 1of 2

c 

  nacque ad Incisa, nei pressi di Arezzo, il 20 luglio 1304, da Eletta Cangiani


(o Canigiani) e dal notaio ser Pietro di ser Parenzo (soprannominato Petracco, guelfo bianco amico
di Dante esiliato da Firenze per motivi politici), e trascorse l'infanzia in Toscana (prima ad Incisa e
poi a Pisa), dove il padre era solito spostarsi per ragioni politico-economiche.

Nel 1311 Petrarca si trasferì con la famiglia a Carpentras, vicino ad Avignone (Francia), dove il
padre sperava in qualche incarico al seguito della corte papale.

Malgrado le inclinazioni letterarie, manifestate precocemente nello studio dei classici e in


componimenti d'occasione, Francesco, dopo gli studi grammaticali compiuti sotto la guida di
Convenevole da Prato, venne mandato dal padre prima a Montpellier e successivamente, insieme
con il fratello Gherardo, a Bologna per studiare diritto civile.
Nel 1327, nella chiesa di Santa Chiara in Avignone, Petrarca incontrò Laura e se ne innamorò.
Un amore autentico per una donna reale, come insistette il poeta nelle sue confessioni, ma non
ricambiato, che divenne la musa ispiratrice del poeta.

Attorno al 1330, consumato il modesto patrimonio paterno, Petrarca si diede alla carriera
ecclesiastica, abbracciando gli ordini minori e impegnandosi a osservare il celibato e a recitare
l'ufficio. In tale veste fu assunto, prima come parte del seguito del cardinale Giacomo Colonna,
poi divenne cappellano di Giovanni Colonna e nel 1335 canonico nella cattedrale di Lombez.

Appoggiato da questa illustre e potente famiglia romana, entrò in contatto con i più importanti
intellettuali del tempo, poté studiare e possedere libri costosi e rari, avere riconoscimenti pubblici
come l'incoronazione a poeta, e compì in quegli anni numerosi viaggi in Europa anche se
periodicamente si ritirava in luoghi tranquilli come Valchiusa (vicino ad Avignone), Selvapiana
(presso Parma).

L'intima aspirazione alla vita raccolta espressa anche in operette come il "De Vita Solitaria" e il
"De Ocio Religiosorum", dopo numerosi ma brevi soggiorni, iniziati a partire dal 1349, quando gli
fu concesso un canonicato nella cattedrale, Francesco Petrarca fissò stabilmente la sua residenza a
Padova e poi ad Arquà solo per gli ultimi sei anni della sua lunga vita.

Dopo il 1350 entra in stretti rapporti d'amicizia con Giovanni Boccaccio (che lo considera un
maestro spirituale e culturale): ma rifiutò una cattedra nello Studio di Firenze, come rifiutò di li a
poco il posto di segretario del cardinalato in Provenza offertogli dal Papa.

Varie vicende portano Petrarca a rinchiudersi sempre più in se stesso: la morte di Laura,
avvenuta nel 1348 in seguito alla peste che infuriò in quegli anni in tutta l'Europa (quella stessa
che fa da cornice alla struttura del Decameron di Giovanni Boccaccio), quella precoce del figlio
Giovanni (un'altra figlia, Francesca, nata nel 1343, vivrà con il padre fino alla sua morte), il venir
meno delle speranze di rinnovamento politico (il tentativo di Cola di Rienzo, fallito nel 1347),
l'aggravarsi della corruzione ecclesiastica (gli ultimi anni della "cattività" avignonese: solo dopo la
morte del Petrarca il papato tornerà nella sua sede romana).
Francesco Petrarca, morì il 19 luglio 1374 ad Arcuà lasciandoci numerose opere poetiche in rima,
in volgare italiano, quali il "Canzoniere" (366 testi, composti nel corso della sua intera vita e messi
insieme negli ultimi anni) e i "Trionfi" (un ambizioso poemetto composto a partire dal 1340 e
curato fino alla morte). Altre rime, non comprese nel Canzoniere, sono state raccolte dai posteri
col titolo di "Extravaganti".

Fra la produzione di Petrarca, in latino, abbiamo 24 libri, con il titolo complessivo di "Rerum
Familiarum libri" composti da corrispondenza "reale", con amici, letterati e protagonisti della vita
politica europea del XIV secolo, e corrispondenza "ideale", con i grandi spiriti del mondo antico,
le "Seniles" invece raccolgono la maggior parte dei testi posteriori; le "Variae" tutte quelle che non
sono entrate nelle due raccolte maggiori.

Petrarca scrisse anche numerose operette di carattere polemico, spesso con forti risvolti
autobiografici: "Invectivae contra medicum" (1353/54); "Invectiva contra quendam magni status
hominem sed nullius scientiae aut virtutis"(1355); "De sui ipsius et multorum ignorantia" (1367);
"Invectiva contra eum qui maledixit Italiae" ed opere di erudizione e di compilazione: il "De viris
illustribus" (iniziato nel 1338, e composto di 37 biografie di personaggi romani, biblici e
mitologici); il "Rerum memorandarum libri" (1343-45: sono esempi di virtù e vizi proposti
mediante aneddoti storici e letterari; l'opera è però incompiuta); l' "Itinerarium breve de Ianua ad
Ierusalem et terram sanctam" (1358: una sorta di guida archeologico-geografica sul viaggio
dall'Europa alla Palestina).
?

You might also like